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Joker: Folie à Deux – Zazie Beetz in trattative per tornare nel sequel

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Ancora non sappiamo se l’attrice Zazie Beetz tornerà o meno nei panni di Domino in Deadpool 3, ma oggi sembra che l’attrice molto di Bullet Train sia destinata a riprendere il altro ruolo in un film basato dai fumetti, ovvero: Joker: Folie à Deux. Infatti è Deadline a riporta la notizia che Beetz è ora in trattative per tornare nei panni di Sophie Dumond nel sequeldi Joker diTodd Phillips, Folie à Deux, le cui riprese dovrebbero iniziare a dicembre.

La star di Atlanta ha avuto solo un ruolo marginale nel primo film come madre single che viveva nell’appartamento accanto a quello di Arthur Fleck (Joaquin Phoenix) e presto divenne l’oggetto del suo desiderio. Con il progredire della trama, i due si avvicinano, ma alla fine scopriamo che era solo il frutto della sua fervida immaginazione.

Il destino di Sophie è rimasto alquanto ambiguo nell’atto finale del primo film, anche perch abbiamo visto il personaggio ritrovarsi Arthur seduto nel suo appartamento. Resta da vedere come influirà questa scena nel sequel, ma secondo quanto riferito la maggior parte della storia del nuovo film si svolgerà ad Arkham Asylum, quindi forse il personaggio farà visita al suo vecchio vicino?

“Folie à Deux” si traduce vagamente in “follia per due”, una condizione generalmente definita come un disturbo mentale identico o simile che colpisce due o più individui, di solito i membri di una famiglia ristretta. La rivelazione del titolo ha portato a ipotizzare che Harley Quinn potesse essere coinvolta e, in effetti, in seguito abbiamo appreso che nientemeno che Lady Gaga è stata scelta per il ruolo.

I dettagli sono pochi e rari, ma l’ attrice di A Star Is Born ovviamente non interpreterà la stessa versione di Harley interpretata da Margot Robbie interpretata in Birds of Prey e The Suicide Squad. Il film è stato sviluppato come musical, ma ancora una volta non abbiamo ancora molti dettagli. Joker: Folie à deux uscirà al cinema il 4 ottobre 2024.

 

Ezra Miller accusato di furto a Stamford, nel Vermont

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Ezra Miller accusato di furto a Stamford, nel Vermont

Dopo voci poco attendibili di fughe armate, arriva un aggiornamento ufficiale, via Variety, in merito alla situazione legale di Ezra Miller, che a quanto pare deve far fronte a nuove accuse. Ezra Miller è stato ora accusato di furto con scasso a Stamford, in Virginia, secondo un rapporto della polizia di stato del Vermont.

Secondo il rapporto, la polizia di stato del Vermont è stata informata di una denuncia per furto con scasso da una residenza a Stamford alle 17:55 del 1° maggio. La polizia ha scoperto che diverse bottiglie di alcol erano state prelevate dalla residenza mentre i proprietari della casa non erano presenti. Dopo aver raccolto dichiarazioni e guardato i video di sorveglianza, la polizia ha trovato una probabile prova per accusare Miller di furto con scasso in un’abitazione non occupata.

La polizia ha localizzato Ezra Miller il 7 agosto alle 23:23 e ha emesso al suo indirizzo una citazione a comparire davanti alla Corte Superiore del Vermont il 26 settembre per la citazione in giudizio.

Stando a quanto si legge su un’indagine del Rolling Stone di giugno, Miller ha ospitato una madre di 25 anni e i suoi tre figli, di età compresa tra uno e cinque anni, nel suo ranch a Stamford, in Virginia. Nel rapporto della polizia si legge che nella proprietà ci sono piantagioni di cannabis senza licenza e diverse armi da fuoco. Una fonte che ha parlato con Rolling Stone ha affermato che il bambino di un anno è stato trovato con una pallottola in bocca. Non è chiaro se le proprietà di Stamford appartengano alla stessa persona.

Questa è l’ultima controversia in merito a Ezra Miller, che è stato al centro di scandali per la maggior parte di quest’anno. L’attore è stato arrestato due volte alle Hawaii questa primavera, una per condotta disordinata e molestie e un’altra per aggressione di secondo grado. Miller sta affrontando diverse accuse di abusi da parte di diverse donne in tutto il mondo, tra queste, è stato anche accusato di aver soffocato una donna in un bar islandese e molestata un’altra donna nella sua casa di Berlino.

Durante gli arresti e le controversie legate a Ezra Miller, la questione legata a una possibile cancellazione del film di The Flash si infiamma. La scorsa settimana, tuttavia, il CEO di Warner Bros. Discovery, David Zaslav, ha ribadito che The Flash è ancora in programma, dicendo: “Abbiamo visto “The Flash”, “Black Adam” e “Shazam 2″. Siamo molto entusiasti di loro. Li abbiamo visti. Pensiamo che siano fantastici e pensiamo di poterli rendere ancora migliori”. Dopo diversi ritardi, The Flash uscirà nei cinema il 23 giugno 2023.

John Travolta porge i suoi omaggi a Olivia Newton-John

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John Travolta porge i suoi omaggi a Olivia Newton-John

Alla notizia della scomparsa della sua collega Olivia Newton-John, John Travolta ha raggiunto il suo account Instagram per porgere i suoi omaggi alla sua compagna di set di Grease, film del 1978 diventato culto, in cui i due interpretavano Danny e Sandy.

Ecco le parole di John Travolta: “Mia carissima Olivia, hai reso tutte le nostre vite molto migliori. Il tuo impatto è stato incredibile. Ti amo tanto. Ci vedremo lungo la strada e saremo di nuovo tutti insieme. Tuo dal primo momento che ti ho visto e per sempre!
Il tuo Danny, il tuo John!”

Addio a Olivia Newton-John, l’indimenticabile Sandy di Grease

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Addio a Olivia Newton-John, l’indimenticabile Sandy di Grease

Olivia Newton-John, la cantante pop più importante degli anni ’70 che ha recitato in film tra cui Grease e Xanadu, è morta lunedì. Aveva 73 anni. Suo marito John Easterling ha postato la notizia sulla sua pagina Facebook ufficiale, scrivendo:

“La signora Olivia Newton-John (73) è morta pacificamente questa mattina nel suo ranch nel sud della California, circondata da familiari e amici. Chiediamo a tutti di rispettare la privacy della famiglia in questo momento molto difficile”.

Non è stata fornita una causa di morte, ma a Newton-John è stato diagnosticato un cancro al seno che è emerso per la terza volta nel 2017. “Olivia è stata un simbolo di trionfi e speranza per oltre 30 anni condividendo il suo viaggio con il cancro al seno. La sua ispirazione curativa e l’esperienza pionieristica con la medicina delle piante continuano con il Fondo della Fondazione Olivia Newton-John, dedicato alla ricerca sulla medicina delle piante e sul cancro”, ha scritto suo marito.

Lo storico Joel Whitburn ha classificato la cantante australiana dalla voce calda come la solista numero 1 degli anni ’70. I suoi nove singoli pop nella top 10 del decennio includevano tre 45 giri in cima alle classifiche; il più grande di loro, “You’re the One That I Want”, un duetto con John Travolta tratto dalla colonna sonora del 1978 del musical Grease, ha trascorso quasi sei mesi nelle liste degli Stati Uniti.

Prey: 9 modi in cui riprende i film Predator della vecchia scuola

Il franchise di Predator è finalmente ritornato al successo con Prey. Dopo due sequel deludenti e la deludente performance di Alien VS Predator – Requiem, erano quasi 20 anni che il Predator non compariva in un film che piacesse davvero (e questo se consideriamo il primo AVP come un successo… altrimenti, sono più di 30 anni che non si vede un film di Predator che funzioni).

Ma la critica e il pubblico sono d’accordo nell’elogiare Prey. I precedenti film non sapevano neppure cosa fossero: sapevano soltanto di non essere horror, nonostante l’originale Predator avesse tonnellate di elementi horror. Da lì, sono rimasti bloccati in uno strano loop di tentativi di essere un sequel sospeso tra fantascienza, azione e blockbuster estivo. C’erano tante idee sulla carta, ma nessuna funzionava davvero: quello di cui avevano bisogno era un richiamo all’originale e Prey ha intercettato subito la sfida.

Ha creato la sua storia

Prey funziona dove i sequel hanno fallito: rappresenta una storia e un film a sé stanti. Anche se tecnicamente è un “prequel”, gli eventi si svolgono letteralmente centinaia di anni prima dell’originale, quindi non si ricollega in alcun modo alla storia… e questo elemento è perfetto.

I sequel si sono impantanati nel tentativo di “spiegare” il franchise, aggiungere lore e “espandere l’universo cinematografico”. Quello che non hanno fatto, però, è stato raccontare una buona storia. Prey è invece incentrato su una ragazza solitaria determinata a proteggere la sua tribù e a dimostrare di poter essere una cacciatrice: una storia tutta sua, che ha dato vita a un film convincente.

Mescola horror e suspense con l’action

Uno degli aspetti che hanno reso il Predator originale così unico è che nessuno è riuscito a descriverne il genere. I fan dell’azione lo rivendicano come proprio… ma anche i fan dell’horror. Il film fondeva perfettamente i due generi, creando un’esperienza unica, coinvolgente, spaventosa e adeguatamente ricca di azione.

Gli altri film più recenti di Predator si appoggiavano pesantemente al genere action/sci-fi e in qualche modo riuscivano a non far sembrare il Predator affatto spaventoso (anche la pessima CGI non aiutava). Prey reintroduce gli elementi stealth del primo film, creando un thriller avvincente.

Bloccati nella natura selvaggia

Prey recensionePrey ha contribuito a ripristinare la suspense tipica del primo film ambientando la sua narrazione nella natura selvaggia. In origine, il Predator stava inseguendo un’operazione militare nelle giungle dell’America Centrale, mentre in Prey è a caccia nelle pianure del Nord nel 1700, prima della colonizzazione europea.

Pur essendo diverse, entrambe le ambientazioni sono simili: grandi spazi selvaggi e incontaminati enfatizzano la sensazione di essere soli senza nessuno che possa aiutare e un’ampia quantità di nascondigli in cui il Predator potrebbe nascondersi.

La creazione dell’eroina

Un’altra modifica apportata dai nuovi film alla formula originale è stata l’aggiunta di un vasto nucleo di guerrieri che tenta di uccidere il Predator. Nel film del 2018, ad esempio, si trattava dell’intero esercito e di un team di scienziati. L’aggiunta di un cast così numeroso, di armi tecnologiche, di veicoli corazzati, di creature ibride… ha solo smorzato l’essenza di Predator e ha reso difficile per il pubblico entrare in contatto con qualsiasi personaggio, perché ce n’erano semplicemente troppi.

In Prey, Amber Midthunder si cala in modo massiccio nella parte di Arnold Schwarzenegger, dando finalmente al franchise un altro eroe – in questo caso, per la prima volta, un’eroina – per cui tifare.

Un’eroina a cui ci affezioniamo

Oltre a essere l’eroe principale, Naru (Amber Midthunder) è un personaggio a tutto tondo a cui il pubblico tiene davvero. Nell’originale, il viaggio per la sopravvivenza ha fatto sì che il pubblico facesse il tifo per Schwarzenegger e volesse davvero vederlo vincere.

In Prey, proviamo lo stesso coinvolgimento emotivo nei confronti di Naru, che parte per dare la caccia alla misteriosa creatura che nessuno crede esista. Si trova in una situazione che nessun essere umano potrebbe mai pianificare ed è costretta a lottare per la sopravvivenza. Per la prima volta dopo decenni, la serie di Predator ha finalmente avuto un’attrice protagonista con cui il pubblico ha legato e per cui ha fatto il tifo.

“Se sanguina…possiamo ucciderlo”

Uno dei richiami più diretti al film originale è la famosa battuta “Se sanguina… possiamo ucciderlo“. I fan ricorderanno probabilmente che queste sono le stesse parole pronunciate da Schwarzenegger nel film originale del 1987.

Questo non solo è un grandissimo Easter Egg per i fan, ma è anche un chiaro messaggio: Naru è la vostra nuova eroina action. Questa frase crea l’atmosfera giusta per il film, quasi come se i registi volessero far capire agli spettatori che Prey è il vero successore spirituale del primo film.

Un solo Predator

Una delle mosse più intelligenti di Prey è stata quella di tornare a un solo Predator. Nei sequel, sembravano spuntare sempre più Predator ovunque, così come creature ibride. Tutto è diventato molto contorto e sono successe troppe cose raccontate da prospettive differenti, senza che riuscissero effettivamente ad avere rilevanza nella trama.

Prey si è accorto del fallimento dei sequel ed è tornato alla formula originale, rendendosi conto che un solo Predator crea molto più terrore, trasformandolo in una minaccia terrificante quasi simile a Michael Myers o Jason Voorhees. Questa semplice decisione ha contribuito a dare un tono all’intero film.

La trappola

Come sappiamo, Schwarzenegger organizza delle trappole elaborate per il Predator. In Prey, il finale è molto simile: Naru capisce che può ingannare il Predator facendolo impantanare nelle sabbie mobili.

Questo è stato un altro momento in Prey in cui i registi hanno chiaramente fatto un cenno al primo film, dando allo stesso tempo ancora più carattere a Naru. Il momento culminante mostra allo spettatore che Naru è diventata davvero la cacciatrice che voleva essere e che il predatore è ora diventato la preda.

Il visore termico

Nel primo film, Schwarzenegger si rende conto che il Predator non può vederlo quando è coperto di fango. In Prey, Naru scopre la stessa cosa grazie a una pianta medicinale che la sua tribù usa per rallentare il flusso sanguigno. Sebbene questo espediente sia stato accennato nei sequel, fino a Prey non è mai stato un punto fermo della trama.

È anche uno strumento importante, poiché il Predator è praticamente inarrestabile e il suo visore termico è una delle debolezze che gli umani possono usare a loro vantaggio.

The Sandman: 10 differenze tra la serie e il fumetto

The Sandman: 10 differenze tra la serie e il fumetto

ATTENZIONE: Il seguente articolo contiene spoiler della serie Netflix The Sandman

Su Netflix c’è una nuova serie che sta conquistano il pubblico di tutto il mondo. The Sandman è nella top ten delle classifiche di molti paesi e il successo dello show dipende soprattutto da quello già consolidato del materiale sorgente. The Sandman è un adattamento dell’omonimo fumetto di Neil Gainman, serie animata pluripremiata. L’accuratezza con cui vengono riprese le trame e i personaggi è notevole, tuttavia ci sono alcune differenze fondamentali tra l’originale e la versione live-action.

Dalle motivazioni di John Dee nella scena della tavola calda al ruolo più ampio di Corinthian, ci sono alcune deviazioni importanti rispetto alle linee narrative dei fumetti. Questi cambiamenti non sono necessariamente negativi: la maggior parte di essi è utile a visualizzare le storie sullo schermo e rende le vicende attraenti anche per coloro che non hanno mai letto i fumetti.

La storia di John Dee

John Dee in The Sandman

L’arco di John Dee nei fumetti legati a Sandman è una delle storie più inquietanti ma anche una delle più coinvolgenti. La motivazione di John nella serie è molto diversa rispetto al materiale sorgente. Nel quinto episodio (24 ore) egli sostiene di agire solo per ottenere un mondo più onesto, dal momento che ha ricevuto menzogne per tutta la sua esistenza. Nei fumetti invece, John vuole solo il caos, a un certo punto afferma addirittura di voler “smembrare il mondo per poi ballare tra i rottami”.

https://www.youtube.com/watch?v=ljFQYTlEEbU&feature=emb_title

Roderick Burgess e i figli

Roderick Burgess figliNella serie TV, Roderick Burgess (Charles Dance) riesce a catturare Sogno e prova – senza successo – a negoziare con lui. Roderick chiede al membro degli Eterni di restituirgli il figlio  defunto in cambio della libertà. Burgess ha anche un altro figlio, Alex, a cui ribadisce costantemente di non essere abbastanza. La diatriba tra i due si conclude con un ultimo scontro in cui Roderick muore dopo aver accidentalmente sbattuto la testa contro la prigione di vetro di Sogno.

https://www.youtube.com/watch?v=beAOQcVMS5s

Diversamente, nei fumetti di The SandmanRoderick ha solo un figlio, Alex, e contratta con Sogno affinché Alex ottenga l’immortalità. Un’altra differenza è che sulla carta Roderick muore per cause naturali in età avanzata, senza alcun drammatico conflitto con il figlio come si vede nello show.

Il sogno di Jed Walker

Jed WalkerLa dimensione onirica di Jed è una parte importante della serie The Sandman, in quanto è ciò che Rose (Sienna Miller) e Sogno usano per localizzare il personaggio. Jed vuole sfidare il Re dei Sogni per non perdere Gault, una mutaforme che usa le sue abilità per eludere Morpheus (Tom Sturridge) e distrarre Jed dalla sua difficile vita con i suoi genitori adottivi. Questo aspetto della trama è molto diverso dai fumetti: in live-action Gault sembra essere una combinazione dei due incubi Brute e Glob.

https://www.youtube.com/watch?v=DcR-rqWNzcE

The Cereal Convention

Cereal Convention The SandmanCollezionisti è una delle migliori storyline del fumetto e la serie riesce a dare vita alla “Cereal Convention” in modo ugualmente divertente e angosciante. La differenza principale tra i fumetti e The Sandman di Netflix è che nel primo caso sono Rose e sua madre Miranda (che è viva sulla carta) ad andare in hotel, non Rose e Lyta.

L’arco narrativo di Johanna Constantine

Sogno The SandmanUna grossa differenza è riscontrabile nella storia di Johanna. A parte il fatto che la scena in cui Johanna Constantine esorcizza il fidanzato di una principessa non è presente nei fumetti, ricordiamo che la donna non è nemmeno l’aiutante principale di Sogno nel materiale originale.

https://www.youtube.com/watch?v=asYIpqki8tY

Nella versione sulla carta di The Sandman è John Constantine ad aiutare Morpheus nella sua ricerca. È bello vedere lo show di Netflix usare il personaggio di Johanna come una figura parallela a Lady Johanna del XVIII secolo. La scena live-action si svolge in modo molto simile a quella dei fumetti in cui Lady Johanna rivela di aver scoperto gli incontri tra Sogno e Hob Gadling.

La morte di Gregory

Gregory The Sandman

In The Sandman, dopo che Morfeo fugge dai suoi carcerieri, trova la strada per tornare al suo regno e viene trovato da Lucienne sulla spiaggia. Essendo debole, Morfeo ha bisogno di disfare qualcosa che ha creato per riguadagnare un po’ del suo potere. Purtroppo a sacrificarsi è una creatura adorabile di nome Gregory. Al sacrificio assistono Caino e Abele, entrambi pieni di disapprovazione per il gesto.

https://www.youtube.com/watch?v=lrXX6P9IFRI&t=4s

Nei fumetti, il Re dei Sogni non ha bisogno di uccidere Gregory: si risveglia nella casa di Caino e Abele, che lo nutrono per farlo tornare in salute.

Il gioco più antico

Quando Sogno visita l’Inferno per cercare il demone Choronzon, finisce per giocare “il gioco più vecchio” con Lucifer. Lo scontro avviene perché nella serie The Sandman il demone Choronzon sceglie Lucifer per rappresentarlo nel gioco. Questa cosa non succede invece nei fumetti.

Nella versione originale è Choronzon in persona ad andare contro il Re dei Sogni e ad usare le sue abilità per sconfiggerlo. Considerando questo cambiamento e il modo in cui finisce lo spettacolo, sembra che ci sia una nuova rivalità tra Lucifer e Sogno che non era mai stata accettata nei fumetti.

Gli occhi di Sogno

Tom Sturridge in The Sandman

L’aspetto di Sogno nei fumetti riflette il potere del membro degli Eterni. Una delle caratteristiche distintive del personaggio di The Sandman sono i suoi occhi, due palle nere e pure che si dice possano contenere le stelle o il cosmo intero.

https://www.youtube.com/watch?v=s0m_ryGP_so&feature=emb_title

Quello appena descritto non è decisamente il modo in cui appaiono gli occhi di Sogno nello show. Tuttavia, gli occhi azzurri ed estremamente espressivi del protagonista hanno contribuito a rendere la performance più credibile. Altri cambiamenti nell’aspetto riguardano i capelli, notevolmente più corti, e la pelle, molto più umana.

Una diversa ambientazione temporale

The Sandman SognoDal momento che i fumetti sono usciti tra il 1989 e il 1996, essi sono stati il riflesso della tecnologia e della cultura di quel periodo. Oggi però ha senso che la serie sia ambientata nel presente invece che negli anni ’80 o ’90. Ovviamente, ciò comporta nuovi gadget tecnologici.

https://www.youtube.com/watch?v=83ClbRPRDXU&feature=emb_title

Non mancano in Sandman alcuni piccoli riferimenti alla tecnologia obsoleta che rimandano ai fumetti. Inoltre, grazie all’arco di Hob Gadling, il protagonista passa dal 1400 ai giorni nostri: questo è un ottimo modo per mostrare i diversi periodi di tempo che Sogno ha vissuto.

Il ruolo di Corinthian

Corinthian The Sandman

La più grande variazione della serie Netflix rispetto al materiale sorgente è il ruolo di Corinthian in The Sandman. Nei fumetti, il personaggio è solo uno dei molti che Morpheus incontra e sicuramente Corinthian non affronta così tanti personaggi principali come fa nello show.

https://www.youtube.com/watch?v=k9jO3ZadcXI&feature=emb_title

The Sandman di Netflix ha tratto dai fumetti un altro arco narrativ, quello in cui Sogno decidere che non è ancora il momento di ricreare Corinthian. Se tuttavia la serie procede seguendo la carta stampata, i fan potrebbero rivedere il personaggio in un futuro non così lontano.

Watcher arriverà al cinema il 7 settembre con Lucky Red e Universal

Accolto in modo straordinario al Sundance Film Festival dove è stato presentato in anteprima mondiale, Watcher è un thriller/horror psicologico d’autore e al femminile, capace di giocare con gli stilemi del genere mentre sviluppa con attenzione tematiche sociali d’attualità (gaslighting, stalking, alienazione per citarne alcuni).

Il film approderà nelle sale italiane mercoledì 7 settembre, distribuito da Lucky Red e Universal Pictures International Italy.

A firmare la sceneggiatura (con Zack Ford) e la regia è la talentuosa Chloe Okuno, che debutta al cinema dopo una serie di cortometraggi e dopo essersi fatta apprezzare per aver diretto “Storm Drain”, considerato tra i migliori segmenti dell’antologia horror V/H/S/94. 

Protagonista assoluta Maika Monroe, che torna al genere che l’ha resa celebre con l’iconico e acclamato It Follows di David Robert Mitchell. La sua performance in Watcher è stata molto applaudita dal pubblico del Sundance e salutata con recensioni entusiastiche.

Watcher, la trama

Julia, una giovane donna, si trasferisce a Bucarest per seguire il marito nel suo nuovo lavoro. Mentre cerca di integrarsi nella nuova realtà, la città viene sconvolta dagli omicidi di un serial killer. Isolata e senza riuscire a comunicare, Julia si lascia suggestionare dagli avvenimenti fino ad accorgersi di essere costantemente osservata da un uomo dal palazzo di fronte. Tra realtà e paranoia, Julia sprofonda in un vero e proprio incubo ad occhi aperti a cui nessuno sembra credere. Nemmeno il marito.

Bad Sisters: l’intervista ai protagonisti della serie di Apple TV+

Arriverà il 19 agosto su Apple TV+ la nuova serie di genere dark comedy dal titolo Bad Sisters, dove si seguono le vicende delle affiatate sorelle EvaGraceUrsulaBibi Becka, sempre pronte a prendersi cura l’una dell’altra. Quando però il loro cognato Jean Paul, marito di Grace, finisce morto, i suoi assicuratori sulla vita avviano un’indagine per smascherare il vero motivo del decesso, nutrendo naturalmente sospetti proprio sulle sorelle, che avevano tutte ampie ragioni per ucciderlo. Ideata da Sharon Horgan, anche interprete di Eva, Bad Sisters è liberamente ispirata alla serie fiamminga Clan, ed è composta da dieci scoppiettanti episodi.

Nell’attesa che questa diventi disponibile per la visione, gli attori protagonisti hanno avuto modo di raccontare qualcosa di più sulla lavorazione degli episodi e su come si sono relazionati con i rispettivi personaggi. Incontrando la stampa internazionale, la Horgan ha aperto la conferenza stampa affermando che “volevo dar vita ad una dark comedy perché era una cosa che non avevo mai fatto prima. Le relazioni tra sorelle è un qualcosa che è già stato esplorato molto bene in altri show, ma qui il numero di sorelle e le connessioni tra loro è ciò che mi ha colpito davvero.”. “Per quanto riguarda il mio personaggio, – continua poi – l’aspetto più complesso da interpretare è certamente stato quello di dover dar vita ad una sorella che è però anche una madre”.

“Le protagoniste della serie, – afferma l’attrice e produttrice – sono orfane, ed è quindi stata Eve, la maggiore ad occuparsi di loro. Per interpretarla ho dovuto allora ricercare una via di mezzo tra sorellanza e affetto materno”. “Per quanto mi riguarda – racconta invece Sarah Greene, interprete di Bibi – la maggior difficoltà è invece stata quella di dar vita ad una donna estremamente competitiva, organizzata, che presentasse però anche forti momenti di irrazionalità e un passato turbolento”.

Bad Sisters Apple
Claes Bang e Anne-Marie Duff in “Bad Sisters”

Alla domanda su quale si stato l’aspetto più complesso con cui relazionarsi del proprio personaggio rispondono anche Claes Bang e Anne-Marie Duff, interpreti rispettivamente di Jean Paul e Grace. “Jean Paul era fin dalla sceneggiatura un personaggio estremamente negativo, – racconta Bang – non ho dovuto far nulla per renderlo una personalità tossica, spiacevole, perché lo era già. Al contrario, l’impegno maggiore è stato quello di smussare alcuni angoli della sua personalità, renderlo meno fastidioso e più umano. Era necessario sia per me per potermi calare nei suoi panni, sia per lo spettatore, che altrimenti si sarebbe trovato dinanzi ad un personaggio estremo”.

“Per quanto riguarda Grace, – racconta invece la Duff (celebre anche per aver interpretato la madre di Maeve nella serie Sex Education) – l’aspetto più difficile da interpretare di lei è stata il suo carattere così fragile e insicuro. Dovevo capire perché fosse così, cosa la tenesse attaccata al marito nonostante lui sia un’influenza negativa. Con Claes abbiamo lavorato per cercare di rendere il loro un rapporto disfunzionale ma non troppo, altrimenti non si spiegherebbe perché non si sono già lasciati”.

“La serie è ricca di momenti molto toccanti, divertenti e anche un po’ spaventosi. – afferma poi la Horgan – Tutto quello che si può ritrovare nella serie è frutto di un grande lavoro di scrittura ma il risultato raggiunto non sarebbe stato possibile senza una buona chimica tra i protagonisti. Noi attori abbiamo speso molto tempo insieme, cercando di capire i rapporti tra i nostri personaggi e di solidificare quelli tra di noi. Attualmente non so se ci sarà una seconda stagione, ma ci sono tanti aspetti che mi interesserebbe ancora affrontare e quindi non è escluso che le sorelle Garvey avranno un futuro!“.

Guardiani della Galassia Vol. 3: Gamora avrà un nuovo amore?

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Guardiani della Galassia Vol. 3: Gamora avrà un nuovo amore?

Sono ormai tantissime le voci che circolano intorno a Guardiani della Galassia Vol. 3 dal momento che non si hanno ancora elementi chiari e ufficiali della trama del film di James Gunn. Una di queste voci vorrebbe la Gamora di Zoe Saldana impegnata in una relazione romantica con Adam Warlock, l’attesissimo nuovo personaggio del film che avrà il volto di Will Poulter.

Ora, lo stesso Poulter affronta le voci sul coinvolgimento di Adam con Gamora. In un’intervista con The Movie Dweeb, a Will Poulter è stato chiesto di rispondere alla teoria sul suo personaggio. La teoria in questione prevede che Adam Warlock abbia una relazione con Gamora in Guardiani della Galassia Vol. 3. Poulter ha risposto in maniera decisamente confusa, e ha continuato dicendo che non si era nemmeno reso conto che questa era una teoria prima dell’intervista. “Non sapevo nemmeno di questa [teoria]. Questa è una notizia dell’ultima ora per me. Questa è l’aspettativa per il volume 3, vero?”

Ovviamente questa risposta non conferma e non smentisce il rumor, com’è giusto che sia a questo punto, anche perché manca ancora qualche mese all’uscita del film in sala.

Guardiani della Galassia Vol. 3: la descrizione del footage del SDCC

Scritto e diretto da James GunnGuardiani della Galassia Vol. 3 arriverà nelle sale nel 2023, anche se una data di uscita ufficiale non è stata ancora comunicata. Le riprese del film dovrebbero partire ufficialmente entro la fine del 2021. Torneranno nel cast Chris PrattZoe SaldanaDave BautistaPom Klementieff, Karen Gillan, insieme a Vin Diesel e Bradley Cooper che offriranno ancora le loro voci. Nel film è atteso anche Chris Hemsworth nei panni di Thor. Insieme a loro ci sono i nuovi arrivati ​​del MCU Daniela Melchior, Will Poulter, Maria Bakalova e Chukwudi Iwuji, con Poulter che ha confermato di interpretare il ruolo di Adam Warlock. Chukwudi Iwuji è invece il nuovo interprete che sarà il cattivo, l’Alto Evoluzionario.

Fast and Furious 10: Vin Diesel ai piedi del Colosseo

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Fast and Furious 10: Vin Diesel ai piedi del Colosseo

Arriva anche ai piedi del Colosseo il franchise guidato da Vin Diesel che per Fast and Furious 10 si è fermato proprio ai piedi dello storico e simbolico monumento italiano. Sull’account Instagram dell’attore sono infatti spuntate le immagini che lo vedono impegnato nell’iconica località romana.

Fast and Furious 10, quello che sappiamo

Vi ricordiamo che Fast and Furious 10 non sarà più diretto da Justin Lin come annunciato in precedenza. Confermati nel cast al momento ci sono Nathalie Emmanuel nei panni di Ramsey, Vin Diesel come Dominic Toretto, Michelle Rodriguez che riprende i panni di Letty Ortiz, Tyrese Gibson, Ludacris, Helen Mirren e Sung Kang che riprende il suo ruolo di Han. Tra le new entry, Jason Momoa nel ruolo del villain e Brie Larson.

MCU: Giancarlo Esposito ha avuto un incontro con Marvel, ecco chi vorrebbe interpretare

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Durante la partecipazione al TJH Superhero Car Show & Comic Con a San Antonio, Giancarlo Esposito ha condiviso alcune notizie legate a un suo incontro con i vertici Marvel per una sua eventuale partecipazione al MCU.

L’attore ha detto ai partecipanti di aver incontrato la Marvel per discutere di potenziali ruoli nei prossimi progetti MCU. Sebbene non abbia confermato il suo coinvolgimento, Esposito ha menzionato vari personaggi che sono stati discussi, inclusi Magneto e Doctor Doom. Tuttavia, l’attore ha gli occhi puntati sul ruolo del Professor X.

“Non ho ancora lavorato per la Marvel. Sono stato in una stanza con loro e ho parlato con loro… Si è parlato di Magneto, si è parlato del Dr. Freeze… Oh, [Dottore] Doom… . E c’è il Professor X… mi piacerebbe cercare qualcosa di un po’ diverso. Farò in modo che sia il Professor X.”

In occasione del San Diego Comic Con, nonostante i tanti annunci che ha sfornato Kevin Feige, non c’è stata traccia di annunci di casting, ed è normale che adesso l’attenzione di tutti i fan sia concentrata su chi sarà destinato a ricoprire i ruoli di X-Men e Fantastici Quattro. La scelta di Giancarlo Esposito in un potenziale ruolo del genere, potrebbe essere interessante anche se, per ovvi motivi etnici, qualcuno potrebbe storcere il naso, anche di fronte a un talento raffinatissimo come quello dell’attore di Breaking Bad e The Boys.

Batgirl: Ivory Aquino condivide delle foto dal set del film cancellato

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Dopo la cancellazione di Batgirl da parte di Warner Bros Discovery, anche Ivory Aquino, che faceva parte del cast del film, ha condiviso sui social alcune immagini dal set.

Il casting di Aquino aveva fatto notizia, a gennaio di quest’anno, perché era stata scelta per calarsi nei panni di Alysia Yeoh, il primo personaggio trans in un film DC Comics dal vivo. Aquino, un’attrice filippina-americana, è conosciuta per il ruolo di Cecilia Chung, un’attivista transgender, nella miniserie della ABC del 2017, When We Rise.

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https://twitter.com/MsIvoryAquino/status/1555702885685534720?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1555702885685534720%7Ctwgr%5E62338e7b32df210a224fe9d531728e1bb67269d3%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fbatgirl-dceu-movie-set-images-ivory-aquino%2F

Cosa sappiamo di Batgirl

Batgirl è il film del 2022 di Adil El Arbi e Bilall Fallah con Leslie Grace, JK Simmons, Michael Keaton  e Brendan Fraser. È stato annunciato che Leslie Grace interpreta Batgirl. Il suo precedente ruolo cinematografico è stato nell’adattamento della WB di In the Heights, acclamato dalla critica. Mentre la trama di Batgirl è ancora nascosta, il film vedeva J.K. Simmons tornare nel ruolo del commissario Gordon, visto l’ultima volta in Justice League di Zack Snyder. Jacob Scipio partecipava al film in un ruolo non rivelato e Brendan Fraser interpreta il cattivo Garfield Lynns, noto anche come Firefly. Ivory Aquino si era unita al cast nel ruolo di Alysia Yeoh

Batgirl doveva essere diretto da Joss Whedon, regista di The Avengers e Avengers: Age of Ultron, nonché della versione cinematografica di Justice League. Tuttavia, nel 2018, il regista ha deciso di abbandonare il progetto, ammettendo di non essere riuscito a “decifrare la storia”. Il film è stato diretto da Adil El Arbi e Bilall Fallah.

Giorni d’estate, recensione del film con Gemma Arterton

Giorni d’estate, recensione del film con Gemma Arterton

In arrivo nelle sale italiane il 25 agosto, Giorni d’estate (Summerland) è un film della regista Jessica Swale, con Gemma Arterton, Gugu Mbatha-Raw e Lucas Bond protagonisti. La giovane Jessica Swale si era già fatta un nome nel teatro inglese, vincendo l’ambito Laurence Olivier Award per la sua commedia Nell Gwynn, alla quale ha lavorato sempre con Mbatha-Raw e Arterton, che sta tra l’altro per essere trasformata in un lungometraggio. Con Giorni d’estate, suo primo lungometraggio che ha scritto e diretto, ha invece ricevuto il BAFTA JJ Writers’ Fellowship nel 2012, convertendosi rapidamente in un nome di spicco tra i registi esordienti.

Giorni d’estate, la trama: una “gravidanza” inaspettata

In Inghilterra, durante la Seconda Guerra Mondiale, molti bambini vengono evacuati dalle città e inviati in piccoli villaggi presso famiglie locali che si prendono temporaneamente cura di loro. Quando Frank (Lucas Bond), uno di questi bambini, arriva a casa di Alice (Gemma Arterton), una scrittrice solitaria perseguitata da una passata storia d’amore, lei è riluttante ad accettarlo. A poco a poco, però, man mano che si conoscono, l’innocenza e la curiosità di Frank aprono il cuore di Alice, permettendole di svelare ricordi e sentimenti che pensava di aver dimenticato. La nostra protagonista di renderà presto conto che le ferite possono guarire e che la speranza e le seconde possibilità esistono. Insieme scopriranno di avere in comune molto più di quanto immaginassero e che, a volte, lasciar correre la fantasia può condurci in luoghi che non avremmo mai pensato potessero esistere.

Il racconto di Giorni d’estate è immerso in un’estetica che nuota tra il fantastico e il realistico. Di conseguenza, la direzione artistica ha sì sviluppato una messa in scena che ricrea il momento storico in cui il film è ambientato, ma concentrandosi sugli universi narrativi che ne vengono proposti all’interno e su quell’ingenuità fuori e dentro dallo schermo che trasporta il pubblico in quegli specifici ideali. La fotografia sfrutta al meglio gli esterni, che danno vera vita al film, evocando i miti e le leggende citati, una parentesi “artistica” che si contrappone efficacemente alla cornice della Londra in guerra.

Un cast diretto splendidamente

La sceneggiatura di Giorni d’estate si avventura anche nella rivendicazione dell’omosessualità femminile, evidenziando le difficoltà che il XX secolo poneva nei confronti di tutto ciò che non era socialmente non accettato. Se a questo aggiungiamo il cuore di un bambino bisognoso di affetto, troviamo gli elementi giusti per realizzare un dramma con un chiaro aspetto ideologico e che punta direttamente alle corde dello spettatore.

Giorni d’estate supera quelle che potrebbero porsi come formule convenzionali di sceneggiatura grazie a una produzione meticolosa, attenta ai dettagli e all’atmosfera, alla personalità di ogni inquadratura e sequenza e, soprattutto, a un lavoro efficace con un cast impeccabile. Il film di Swale è un incantevole gioco di equilibrio tra passato, presente e futuro, narrato dal presente di Alice, con occasionali salti soprattutto in un passato che vuole dimenticare. Ogni filo gioca su diversi tropi familiari di altri film d’epoca queer, armonizzandoli per raccontare un tipo diverso di narrazione.

Non c’è quindi da stupirsi che Gemma Arterton, se da un lato ha dentro di sé l’ironia e l’amarezza tipica dello humor inglese, dall’altro contrappone questa inclinazione a un’umanità e a una sensibilità che estrapola al suo personaggio attraverso l’espressività. Essendo la colonna portante della storia, mantiene questa intensità scenica per tutto il film, umanizzando il suo ruolo in misura notevole. In questo modo, riesce a entrare in contatto sia con il pubblico che con il resto dei suoi compagni. L’altro protagonista principale è Lucas Bond, che interpreta Frank. Nonostante la giovane età, ha già realizzato diversi progetti, ma con questo film emana un’energia speciale, che si fonde perfettamente con quella della Arterton. Gugu Mbatha-Raw, invece, appare in alcuni frangenti ricorrenti nel corso del film, ma in ogni scena lascia trasparire un’eleganza e un romanticismo naturali che la rendono eccezionale.

Il “Summerland” di Alice

Basandosi sul termine Summerland, un luogo immaginario della mitologia wiccan, la regista e sceneggiatrice Jessica Swale articola in Giorni d’estate un manifesto personale e per nulla pretenzioso che, riafferma la singolare alleanza tra la causa LGTBIQ+ e la filosofia New Age. E’ interessante notare che Summerland è originariamente stato distribuito nelle sale statunitensi nel 2020, anno che aveva già accolto un altro film d’epoca queer di successo, Ritratto della Giovane in Fiamme di Céline Sciamma, premiato a Cannes e ambientato nella Bretagna del 1770.

Swale dà vita a una storia drammatica ambientata geograficamente e mentalmente in un luogo assolutamente idilliaco – le zone costiere di Dover, che non conoscono guerra e il Summerland, rifugio spazio-temporale dalle interperie storiografiche che vogliono minare non solo l’infanzia di tanti bambini, ma anche la crescita della bambina più grande di tutte, Alice, per cui l’isolamento a Dover diventa opportunità di apprendimento, di incontro con chi non pensava sarebbe mai stata in grado di instaurare un rapporto. E, soprattutto, di incontro con un pubblico che si innamorerà del suo personaggio, trasportandolo alto nella vastità narrativa del Summerland.

Not Okay: recensione del film su Disney+

Not Okay: recensione del film su Disney+

Parlare di celebrità oggigiorno è decisamente complesso: bisogna tenere in considerazione tanti tipi di notorietà. La prima che ci viene in mente è quella così a portata di mano racchiusa nei social dentro al nostro smartphone. Quinn Shephard (Il sole a mezzanotte), attrice statunitense ventisettenne, debutta alla regia con Not Okay, un film che prova ad affrontare il tema della fama sui social in chiave satirica e pungente. Scopriamo i dettagli del lungometraggio, dal 29 luglio disponibile su Disney+.

Not Okay: di cosa parla il film

Danni Sanders (Zoey Deutch) è una ragazza che lavora come editor di foto per una rivista online ma sogna in grande: vuole diventare una scrittrice ed essere amata da un grande pubblico. Danni ha infatti davvero pochi amici. Nel tentativo di farsi notare da Colin (Dylan O’Brien), un influencer che sostiene campagne a favore della legalizzazione della cannabis, finge di dover andare a Parigi per un convegno di scrittori. Sfruttando le sue abilità di editor, posta sui social foto e video-montaggi di lei nei luoghi parigini. Inaspettatamente, durante il periodo di finto soggiorno di Danni, a Parigi scoppia un attentato.

Notando le attenzioni ricevute, Danni decide di continuare con la sua farsa e, spacciandosi per una sopravvissuta all’attacco, diventa sempre più famosa. L’equilibrio tra notorietà e menzogne non è affatto facile e l’invidia degli haters contribuisce a complicare i piani di Danni…

Una satira fin troppo sottile

Not Okay è un calderone pieno di tanti, troppi elementi. La trama è davvero densa per poco più di un’ora e mezza di film: si parla di social, fake news, attentati, armi, depressione, comunità LGTQ+,… Cercando di includere tutto, non si riesce a dare a nulla abbastanza peso. I temi sono affrontati con superficialità e i momenti più profondi devono per forza di cose essere rapidi e concisi. Guardando il film sembra proprio di navigare sui social: da un contenuto all’altro, da una storia alla successiva.

Un dramma ben mascherato
Not Okay Recensione film

Man mano che si procede con la visione del film, se ne possono apprezzare i tratti drammatici. Nonostante tutto, gli spunti di riflessione proposti da Shephard sono decisamente tanti e tutti attuali: si parla di ansia sociale, di solitudine, di notorietà, di adolescenza, di terrorismo. Va detto però che ogni argomento meriterebbe più spazio.

In effetti, non è facile attribuire un genere a Not Okay. È satirico? O è drammatico? È una commedia dalle tinte amare? È un teen movie? Ci sono alcune scene veramente ridicole, ai limiti del trash e non mancano le parodie sul tema della cannabis, degli influencer, dei gruppi di ascolto. Questi momenti sono intervallati da alcune parentesi toccanti che però risultano decontestualizzate. Sommando tutti gli elementi, non si capisce esattamente quale sia il messaggio di fondo e il tono della storia.

Un cast giovane e fresco

Gli interpreti di Not Okay sono giovani ma tutti abili nei propri ruoli. La protagonista Zoey Deutch è credibile e si muove bene nei panni della ragazza complicata, a tratti psicopatica ed egocentrica. Dylan O’Brien (Teen Wolf) è l’influnecer sfatto (e fatto) emblema di tanti soggetti che tutti noi abbiamo in mente. Entrambi gli attori interpretano alla perfezione gli stereotipi delle persone superficiali che, tra social e vestiti colorati, oggi sono ben identificabili.

Le ambientazioni colorate sono una nota aggiuntiva interessante di Not Okay: tutto appare finto e perfettamente allegro, proprio come i social vogliono farci credere. Anche in questo aspetto, Not Okay ricorda un altro film satirico e variopinto, così eccentrico da sembrare reale: Don’t Look Up (Adam MCKay). Lungometraggi come questi non possono che farci riflettere – e farci storcere il naso – sulle assurdità della realtà odierna.

Vicky Cristina Barcelona: trama, cast e frasi del film di Woody Allen

Dopo aver inaugurato la propria stagione europea con Match Point, il regista premio Oscar Woody Allen ha continuato a girare film in varie località del vecchio continente come To Rome with Love a Roma e Midnight in Paris a Parigi. Prima di questi, però, nel 2008 è arrivato sul grande schermo Vicky Cristina Barcelona, ambientato nella celebre città spagnola. Qui si svolgono infatti le vicende di due amiche innamoratesi dello stesso uomo, ignare che questi intrattiene ancora una turbolenta relazione con la sua ex moglie. In un crescendo di passioni e situazioni comiche, il film si svela essere uno dei migliori realizzati dal regista negli ultimi anni.

Scritta anni prima e pensata per essere ambientata a San Francisco, la storia venne poi riadattata da Allen al contesto spagnolo in seguito ad un accordo con la casa di produzione MediaPro, situata a Barcellona. Il film venne poi presentato fuori concorso al 61° Festival di Cannes, dove è stato accolto in modo particolarmente positivo dalla critica. Arrivato infine in sala, questo si rivelò uno dei titoli più proficui della filmografia di Allen. A fronte di un budget di circa 16 milioni di dollari, Vicky Cristina Barcelona è infatti arrivato a guadagnare globalmente oltre 96. Ulteriore successo è poi arrivato grazie alla stagione dei premi, dove il film si è affermato come uno dei principali protagonisti.

Prima di cimentarsi in una visione di Vicky Cristina Barcelona, però, è certamente consigliabile approfondire ulteriori dettagli circa la sua trama e il cast di attori che lo compone. Proseguendo qui nella lettura sarà inoltre possibile ritrovare alcune delle frasi più note e belle del film, grazie alle quali si potrà avere un primo contatto con quella che è l’atmosfera del film e il carattere dei suoi personaggi. Infine, si elencheranno le principali piattaforme dove sarà possibile ritrovare il film per una comoda visione in streaming.

Vicky Cristina Barcelona: la trama del film

Protagoniste del film sono Vicky e Cristina, amiche da sempre e impegnate ora in una vacanza estiva a Barcellona in vista del matrimonio della prima delle due. Le due, pur particolarmente legate l’una all’altra, sono distinte da una totalmente differente visione dell’amore. Vicky è infatti un amante della sicurezza, ricercando questa in uomini che possano offrirle una certa stabilità. Cristina, invece, preferisce il pericolo e le passioni travolgenti, abbandonandosi del tutto ad esse. Nonostante tale differenza, le due verranno entrambe rapite dal fascino del pittore Juan Antonio, carismatico e ricco di interessi. Questi propone alle due di passare con lui il fine settimana, mangiando, visitando luoghi e facendo l’amore.

Cristina accetta da subito con grande entusiasmo, finendo con il convincere infine anche la riluttante amica. Il pittore le introdurrà così ad un vero e proprio viaggio sensoriale, tra odori e sapori della sua terra. Se Cristina è da subito persa nell’amore per l’uomo, Vicky al contrario impiegherà più tempo nel lasciarsi vincere dal fascino di lui. Ciò che le due ancora non sanno, però, è che questi ha in passato avuto una turbolenta relazione con quella che è ora la sua ex moglie, Maria Elena, donna di grande bellezza e altrettanto talentuosa pittrice. Il ritorno improvviso di questa nella vita di Juan Antonio getterà particolare scompiglio in una situazione già di suo affollata e complessa.

Vicky Cristina Barcelona cast

Vicky Cristina Barcelona: il cast del film

Come sempre accade per i film di Allen, i ruoli dei protagonisti sono interpretati da alcuni tra i più celebri interpreti del cinema mondiale. In particolare, il ruolo di Cristina è stato sin da subito scritto pensando all’attrice Scarlett Johansson, musa del regista e qui alla terza collaborazione con Allen. L’attrice si è da subito dichiarata particolarmente entusiasta del progetto, ritrovando diverse somiglianze con il personaggio già interpretato in Match Point. Questo le ha permesso di dar vita a nuove sfumature di una personalità già affrontata. Nel ruolo della sua amica, Vicky, vi è invece l’attrice Rebecca Hall. Le due avevano già recitato insieme per il film The Prestige, e poterono così affidarsi in modo particolare sul legame che già le univa da tempo per dar vita alle due amiche del titolo.

Ad interpretare il tenebroso Juan Antonio, indicato come il vero antagonista del film, è invece il premio Oscar Javier Bardem. L’attore è stato sin dall’inizio la prima scelta di Allen per tale ruolo. Qui egli si trova a recitare anche con sua moglie Penélope Cruz, la quale ricopre il ruolo di Maria Elena. Realmente sposati, i due attori si sono qui trovati nella strana situazione di dover dare vita ad una coppia divorziata. Per le scene che li vedono recitare in spagnolo, i due attori sono stati incoraggiati ad improvvisare quanto più possibile. La Cruz ha in seguito vinto il premio Oscar come miglior attrice non protagonista per la sua interpretazione. L’attrice Patricia Clarkson interpreta invece la zia di Vicky, che ospita le due amiche per il loro soggiorno. Infine, Chris Messina è presente nei panni di Doug, futuro sposo di Vicky.

Vicky Cristina Barcelona: le frasi, il trailer e dove vedere il film in streaming

È possibile vedere o rivedere tale film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Vicky Cristina Barcelona è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Infinity, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno sabato 6 agosto alle ore 21:10 sul canale TwentySeven.

Un film come Vicky Cristina Barcelona, infine, possiede della frasi davvero indimenticabili che aiutano a riflettere sulle tante sfumature dell’amore. Ecco, dunque, qualche esempio:

  • María Eléna diceva sempre che solo l’amore inappagato è davvero romantico. (Juan Antonio)
  • Il trucco è di godersi la vita, accettando che non abbia alcun significato, nessuno! (Juan Antonio)
  • Siamo fatti l’uno per l’altra e non siamo fatti l’uno per l’altra: è una contraddizione. (Juan Antonio)
  • Io ci vengo in camera tua. Ma tu dovrai sedurmi… (Cristina)
  • Cristina a livello mentale è un’adolescente e, essendo romantica, tende all’autodistruzione, quindi per un breve momento di passione è capace di perdere completamente ogni senso della misura. (Vicky)

Fonte: IMDb

Becoming Elizabeth: recensione del finale di stagione

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Becoming Elizabeth: recensione del finale di stagione

L’ultimo episodio di Becoming Elizabeth è disponibile su STARZPLAY dal 7 agosto e la conclusione di questo racconto intimo e privato degli anni giovanili della Regina Elisabetta I promette senza dubbio l’apertura a un rinnovo, che però non è ancora ufficiale.

Una storia non ancora conclusa

Chiaramente, questa prima stagione non si conclude con l’incoronazione della nostra protagonista, perché la scelta degli showrunner è quella di concentrarsi molto di più sul percorso che ha portato la Regina Vergine sul trono d’Inghilterra. E così non sorprende che nella seconda parte della serie, fino al culmine dell’episodio conclusivo, emerge molto di più la figura di Edoardo VI, questo ragazzino un po’ bizzoso che si trova a governare un regno per interposta persona, anche lui nutrito di paura per i tradimenti delle sorelle, Maria e Elisabetta, entrambe aspiranti al trono. La figura, che era rimasta in ombra all’inizio della serie, emerge con prepotenza anche perché rappresenta il primo e più grosso ostacolo al regno di Elisabetta, anche se lei sembra in fondo non crederci troppo e non sperare davvero di riuscire ad arrivare più in alto di tutti.

Vale la pena raccontare, anche se si conosce l’esito

La domande che spesso ci si fa, approcciandosi a questi racconti storico-romanzati è: vale la pena di seguire una storia di cui si conosce già il finale? La risposta, senza esitazione, è sì. Anya Reiss, la creatrice dello show, ha pensato a tutto, riportando ogni elemento della storia, anche quello più esterno e accessorio, a costituire un mattone su cui Elisabetta costruisce la sua consapevolezza, la sua forza, man mano che si delinea dentro di lei la volontà di salire sul trono.

E questo attraverso un percorso che non le risparmia dolori, come il rapporto con lo zio di suo fratello, Thomas Seymour, condannato a morte per tradimento e dal quale lei deve pubblicamente discostarsi per sopravvivere, ma che dentro di lei crea una ferita profonda, forse la prima che la giovane donna porterà sempre con sé. Ma anche in questo caso si tratta di un mattonino che contribuisce a costruire la fortezza sulla quale si ergerà una volta raggiunto il suo obbiettivo.

Becoming Elizabeth Alicia von Rittberg

Fratelli, sorelle e eredità difficili

Interessante è il rapporto con la sorella maggiore, Maria (Romola Garai), che oltre a vantare anche lei la pretesa al trono, vanta anche un diritto di precedenza in quanto maggiore, ma soprattutto in quanto cattolica. La rivolta in seno al Regno Unito che vede contrapporsi protestanti e cattolici, altra redita che Enrico VIII ha lasciato ai suoi figli, rimane sullo sfondo e sicuramente sarà un attore principale nella scalata al trono di Elisabetta. Ma, mentre sono tanti gli elementi che contrappongono la protagonista a Maria, un solo punto fortissimo le tiene unite: sono entrambe donne, in un mondo che non sa che farsene di una donna libera e di potere. Questo aspetto le tiene vicine, le mantiene sorelle, in una maniera molto insolita, e tiene aperto un canale di comunicazione tra le due che rimane vivo fino alla fine.

Becoming Elizabeth è ancora una serie femminista

Becoming Elizabeth si conferma una rilettura in chiave femminista della giovinezza di una donna che è stata ed è ancora oggi un unicum nel panorama mondiale, una donna che è riuscita a superare ogni ostacolo, di ogni sorta, per raggiungere il suo obbiettivo. La serie restituisce forse solo una piccola parte delle terribili situazioni che la giovane ha dovuto affrontare, ma senza dubbio è un affresco storico ricco e sontuoso, raccontato con un pizzico di modernità e tanta grazia, che si deve totalmente alla sua splendida protagonista: Alicia von Rittberg.

Come ti ammazzo il bodyguard: trama, cast e sequel del film

Come ti ammazzo il bodyguard: trama, cast e sequel del film

Cosa succede se il bodyguard migliore al mondo si trova a dover proteggere l’assassino più letale di sempre? Se gli attori che interpretano questi due personaggi sono Ryan Reynolds e Samuel L. Jackson, non può che prendere vita una folle commedia d’azione, dove l’adrenalina si unisce all’umorismo più sfrenato, dando vita a situazioni tanto insolite quanto già iconiche. Questo è Come ti ammazzo il bodyguard, titolo italiano di The Hitman’s Bodyguard, film del 2017 scritto da Tom O’Connor e diretto da Patrick Hughes, già regista di Red Hill e I mercenari 3.

Inserita nella Black List delle migliori sceneggiature ancora non realizzate, questa prevedeva originariamente una storia del tutto drammatica, con i toni di un classico thriller. Dopo averla acquistata, i produttori chiesero che venisse però riscritta introducendo forti dinamiche comiche, portando così all’introduzione dei due attori protagonisti, le cui capacità nei confronti di quest’ultimo genere sono ben note. È così nato uno dei film più divertenti e di successo del suo anno. A fronte di un budget di circa 30 milioni di dollari, Come ti ammazzo il bodyguard è infatti arrivato a guadagnarne ben oltre 170 in tutto il mondo.

Un successo che ha permesso a Reynold e Jackson di affermarsi come una coppia comica irresistibile, a tal punto di portarli a riprendere i rispettivi ruoli anche per un sequel. Prima di intraprendere una visione del film e del suo sequel, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Come ti ammazzo il bodyguard: la trama del film

Protagonista del film è la guardia del corpo Michael Bryce, il quale è rinomato per essere il migliore al mondo nel suo mestiere. Egli vede però stravolta la sua vita e la sua carriera in seguito ad un incidente, nel quale rimane ucciso l’uomo che doveva proteggere. In seguito a ciò, Michael si ritrova in rovina, costretto a guadagnarsi da vivere tramite il servizio di dirigenti aziendali tossicodipendenti. Ciò che non sa, è che un’inaspettata seconda opportunità sta per presentarsi. Un giorno egli riceve infatti la chiamata di una sua ex fidanzata e agente dell’Interpol Amelie Roussel, la quale gli chiede di aiutarla a portare a termine un caso molto delicato.

Bryce viene dunque chiamato a fare da guardia del corpo a Darius Kincaid, uno spietato assassino dal carattere quantomai indisponente, con cui Bryce aveva già avuto diversi problemi in passato. Il killer deve testimoniare in un processo contro il dittatore Vladislav Dukhovich, in cambio di vedere sua moglie Sonia Kincaid liberata di prigione. La forzata alleanza di Micheal e Darius li costringe così a confrontarsi con una innumerevole serie di pericoli, nel tentativo di far arrivare l’assassino incolume al processo. Oltre a difendere quest’ultimo da attacchi esterni, Michael dovrà però difendersi anche dallo stesso Darius, che non perderà occasione per provare la sua superiorità.

Come ti ammazzo il bodyguard cast

Come ti ammazzo il bodyguard: il cast del film

Ad interpretare il ruolo di Michael Bryce, l’esperta guardia del corpo, vi è l’attore Ryan Reynolds. Attratto dal ruolo, egli collaborò molto alla costruzione del personaggio, ideando molti dei suoi aspetti più caratteristici. Allo stesso tempo, Reynolds si sottopose ad un allenamento intensivo, al fine di poter eseguire personalmente le numerose scene di combattimento o di acrobazie presenti. Notoriamente, egli preferisce non ricorrere a controfigure per questo genere di scene. Fu proprio l’ingresso nel cast di Reynolds a spingere Samuel L. Jackson ad accettare il ruolo di Darius Kincair. L’attore si è dichiarato un grande ammiratore dell’interprete di Deadpool, ed era convinto che la loro collaborazione avrebbe dato vita a grandi cose.

Nei panni di Amelia Roussel, l’agente dell’Interpol ex fidanzata di Michael, vi è invece l’attrice Élodie Young, nota per aver interpretato Elektra nella serie Daredevil. L’attrice messicana Salma Hayek è invece Sonia Kincaid, la pericolosa moglie di Darius. Per questo film, anche lei si è trovata a dover dar vita a complesse scene di combattimento, dichiarandosi entusiasta per tale possibilità. Allo stesso modo, tra i motivi che l’hanno spinta ad accettare vi era la possibilità di lavorare con Jackson, da lei ritenuto una leggenda. Nel ruolo di Vladislav Dukhovich, invece, si ritrova il premio Oscar Gary Oldman. Per l’occasione, l’attore si è trovato a dover imparare a parlare in modo fluente la lingua russa, cosa che gli ha richiesto molto tempo.

Come ti ammazzo il bodyguard: il sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Come anticipato, dato il grande successo del primo film, nel 2021 è stato distribuito un sequel intitolato Hitman’s Wife’s Bodyguard. Diretto nuovamente da Hughes e con Reynolds e Jackson nuovamente protagonisti, questo secondo film si concentra in particolare sul personaggio di Sonia Kincaid, interpretata anche in questo caso dalla Hayek. È infatti lei la persona che Michael e Darius sono ora chiamati a proteggere e salvare da alcuni pericoli. A loro nel cast si aggiungono anche Frank Grillo, Antonio Banderas e Morgan Freeman, quest’ultimo nei panni del padre adottivo di Michael.

È possibile vedere o rivedere il film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Come ti ammazzo il bodyguard è infatti disponibile nel catalogo di Chili, Google Play, Apple iTunes, Now e Amazon Prime Video. Per vederlo, in base alla piattaforma scelta, basterà iscriversi o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di poter fruire di questo per una comoda visione casalinga. È bene notare che in caso di solo noleggio, il titolo sarà a disposizione per un determinato limite temporale, entro cui bisognerà effettuare la visione. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno venerdì 5 agosto alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Fonte: IMDb

The Sandman: recensione della serie Netflix

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The Sandman: recensione della serie Netflix

Sogno, Morfeo, Uomo della sabbia, Sandman. Comunque lo si voglia chiamare, il personaggio creato da Neil Gaiman per la DC Comics ha assunto nel tempo uno status di leggenda e mistero. Vuoi per la raffinatezza e la bellezza dei libri, pubblicati negli USA tra il 1988 e il 1996, vuoi per la difficoltà che nel corso degli ultimi anni di trasformare Sandman in film o serie, il personaggio è sempre stato visto come un’entità sfuggente e affascinante, fino a che Netflix non è riuscita a “catturarlo”.

Disponibile sulla piattaforma dal 5 agosto, The Sandman è la nuova serie originale del servizio di streaming, prodotta insieme a Warner Bros e realizzata con il coinvolgimento dello stesso Gaiman e con David S. Goyer e Allan Heinberg. Un’impresa titanica più per i pregiudizi e la diffidenza che la circondava, che per la reale fattibilità. Ebbene, pur con qualche accorgimento per rendere il prodotto originale più fruibile al grande pubblico, The Sandman è un buon adattamento. La storia è approssimativamente quella dei primi due volumi della serie di Gaiman.

The SandmanThe Sandman, la trama della serie

Durante un rituale per imprigionare la Morte, Roderick Burgess, un nobile aspirante stregone, imprigiona per sbaglio Sogno. Derubandolo della sua sabbia, del suo elmo e del suo rubino, lo tiene prigioniero per 105 anni, fino a che, per circostanze fortuite, l’Eterno non riesce a liberarsi. Privo della sua energia e dei suoi Strumenti, torna nel suo Regno, che in tanti anni di abbandono si è sfaldato, distruggendosi e comunque così la sua impresa: recuperare gli oggetti in cui aveva infuso il suo potere, per ripristinare le sue Terre e riprendere a svolgere il suo compito di Sovrano del Regno dei Sogni.

Qualcosa di diverso e qualcosa di fedele

Il prologo della prima puntata di The Sandman ci introduce in un mondo il cui immaginario visivo ricorda moltissimo l’estetica di Harry Potter, in altre parole siamo in un contesto rassicurante, in cui la magia esiste, con creature magiche e posti incantevoli. Un mondo che può essere facilmente fruito dal pubblico generalista di Netflix.

I puristi dell’opera di Gaiman che staranno già storcendo il naso, scettici, si tranquillizzino, il prezzo da pagare è tutto sommato basso se si considera che una volta scesi a patti con questa impostazione di atmosfera, la storia, i personaggi, i luoghi e le dinamiche si rivelano estremamente efficaci, forse perché guidati da Tom Sturridge, perfetto interprete del personaggio protagonista. Dal look alle movenze fino all’incredibile voce profonda e roca, Sturridge incarna Sandman con una grazia che va al di là di ogni sogno selvaggio di qualsiasi lettore di Gaiman e questo al netto dei cambiamenti che sono stati apportati al personaggio stesso, perché ce ne sono eccome.

The Sandman serie tv netflix
Cr. Laurence Cendrowicz/Netflix © 2022

Un Eterno molto umano

Il Sandman della serie Netflix sembra una specie di divinità greca, più che un Eterno inattaccabile. Se sulla carta l’Uomo della Sabbia è sempre freddo e distaccato, anche nella sua condizione di massima vulnerabilità, a schermo Sturridge ci racconta un essere molto più umano, con cui si entra in empatia molto più facilmente, che non teme a mostrarsi debole e che addirittura si annoia, quando la sua “quest” giunge a compimento. Un essere volubile ma buono, un protagonista per cui il pubblico può fare il tifo. Nonostante questo tradimento, Sandman non perde il suo fascino, la sua ricchezza emotiva, e forse per questo la serie è promossa.

Accanto a Tom Sturridge, si srotola un cast particolarmente indovinato, al netto di qualche piccolo cambiamento che ha già sconvolto i puristi: perfetta Gwendoline Christie, la Brienne de Il Trono di Spade, nei panni di Lucifero; infido e cool il Corinzio di Boyd Holbrook (visto in Logan); anche la Costantine donna di Jenna Coleman porta a casa un risultato vincente; per non parlare poi della dolcezza e della poesia di Kirby Howell-Baptiste, sorella Morte e della quieta, inquietante, cattiva disperazione che alberga nel cuore del John Dee di David Thewlis.

Dal punto di vista formale, The Sandman si pone su un gradino molto alto di estetica televisiva, rivelando grande cura nell’aspetto formale e nella messa in scena, sia quando si tratta di ambienti fantastici e mondi che non esistono, sia quando lo spettatore viene trasportato indietro nel tempo, sia quando la location dell’azione è un parco in una giornata assolata o un vicolo in una notte di pioggia.

The Sandman
Courtesy Of Netflix © 2022

The Sandman è ricca di suggestione

Pur senza la patina di grottesco e sgradevolezza che in più di una occasione ricopre le pagine del fumetto, The Sandman è ricca di suggestione, di emozione, ma anche di miseria, di bruttezza del mondo. E man mano che si procede con gli episodi la sensazione di scendere più in profondità nell’Inferno che è la Terra si fa sempre intensa e concreta.

Sembrava un’impresa impossibile e invece Netflix ci è riuscita, ha tradotto in serie il capolavoro di Neil Gaiman, adattando e ammorbidendo alcuni elementi troppo respingenti per il pubblico generalista ed esaltandone i tratti più pop. Il risultato è un viaggio affascinante nelle avventure del Sogno.

Anche io: trailer del film di Maria Schrader con Carey Mulligan

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Anche io: trailer del film di Maria Schrader con Carey Mulligan

Trailer del film Anche io di Maria Schrader – vincitrice di un Emmy per la serie Unorthodox – che porta sul grande schermo #metoo, il movimento femminista che ha rotto il silenzio sugli abusi sessuali.  La sceneggiatura, scritta dal premio Oscar Rebecca Lenkiewicz (Ida), racconta la storia delle due reporter del New York Times, Megan Twohey e Jodi Kantor, che hanno dato voce insieme ad una delle storie più importanti di questa generazione, cambiando per sempre la cultura americana.

A interpretarle, Carey Mulligan (candidata all’Oscar per Una Donna Promettente ed An Education) e Zoe Kazan (serie Il Complotto contro l’America, The Big Sick – Il matrimonio si può evitare… l’amore no). Il film, prodotto dai premi Oscar Brad Pitt, Dede Gardner e Jeremy Kleiner (12 anni Schiavo) per Plan B Entertainment, è tratto dal bestseller del New York Times She Said: Breaking the Sexual Harassment Story That Helped Ignite a Movement. Produttori esecutivi, i candidati all’Oscar Megan Ellison e Sue Naegle per Annapurna Pictures.

 

Cry Macho – Il ritorno a casa di Clint Eastwood su SKY e NOW

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Cry Macho – Il ritorno a casa di Clint Eastwood su SKY e NOW

Come apprendiamo da Cinefilos.it arriva in prima tv su Sky Cry Macho – Il ritorno a casa, lunedì 8 agosto alle 21.15 su Sky Cinema Uno e Sky Cinema 4K (Alle 21.45 anche su Sky Cinema Collection – Clint Eastwood Mania). Il film sarà anche in streaming su NOW e disponibile on demand, anche in qualità 4K.

In questa intensa pellicola Clint Eastwood dirige e interpreta un film dalle ambientazioni western, tratto dall’omonimo romanzo di N. Richard Nash. Con lui nel cast anche Eduardo Minett, al suo debutto cinematografico, Natalia Traven, Dwight Yoakam, Fernanda Urrejola e Horacio Garcia-Rojas. La sceneggiatura è di Nick Schenk e N. Richard Nash.

In Sky Cry Macho – Il ritorno a casa Mike Milo (Clint Eastwood) è una ex gloria del rodeo e un allevatore di cavalli in rovina che, nel 1979, accetta un lavoro da un ex capo per portare a casa il giovane figlio dell’uomo dal Messico. Costretti a percorrere strade secondarie verso il Texas, l’improbabile coppia affronta un viaggio inaspettatamente impegnativo, durante il quale il cowboy stanco del mondo trova connessioni inaspettate e il proprio senso di redenzione.

E in occasione di questa grande prima tv, da sabato 6 a venerdì 12 agosto Sky Cinema Collection proporrà una programmazione dedicata alla ricca filmografia dell’attore e regista statunitense, con Sky Cinema Collection – Clint Eastwood Mania.  

Tra gli oltre 20 titoli in programmazione, sono da non perdere il capolavoro da 4 Oscar® MILLION DOLLAR BABY con gli strepitosi Hilary Swank e Morgan Freeman; l’intenso biopic CHANGELING con Angelina Jolie nei panni di una donna che afferma che il bambino che le hanno riportato dopo un rapimento non è suo figlio, ma nessuno le crede; il road movie UN MONDO PERFETTO con Kevin Costner, chiamato a interpretare un detenuto evaso di prigione che si dà alla fuga insieme a un bambino come ostaggio, mentre viene braccato dallo sceriffo Eastwood; la pellicola ambientata durante la Seconda guerra mondiale, FLAGS OF OUR FATHERS in cui Eastwood che racconta i retroscena della battaglia di Iwo Jima e della foto-simbolo dei soldati americani che issano la bandiera sul monte Suribachi. E ancora GUNNY, in cui un sottufficiale pluridecorato deve addestrare un gruppo di lavativi per trasformarli in veri uomini e invincibili marines; il vincitore di 1 Oscar AMERICAN SNIPER, adattamento dell’omonima autobiografia del soldato delle forze speciali dei Navy Seal Chris Kyle, interpretato da Bradley Cooper; il leggendario IL TEXANO DAGLI OCCHI DI GHIACCIO in cui un contadino sudista e la sua famiglia diventano bersaglio dei nordisti durante la Guerra di Secessione. Infine sarà proposta la saga completa dedicata all’ispettore Harry Callaghan della polizia di San Francisco, interpretato da Eastwood nei 5 film che la compongono, ossia ISPETTORE CALLAGHAN: IL CASO SKORPIO È TUO!, UNA 44 MAGNUM PER L’ISPETTORE CALLAGHAN, CIELO DI PIOMBO, ISPETTORE CALLAGHAN, CORAGGIO… FATTI AMMAZZARE e SCOMMESSA CON LA MORTE.

Diabolik – Ginko all’Attacco, ecco il teaser trailer del film

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Diabolik – Ginko all’Attacco, ecco il teaser trailer del film

I Fratelli Manetti presentano il teaser trailer di Diabolik – Ginko all’Attacco, il seguito di Diabolik, che vede l’avvicendamento nei panni del protagonista di Giacomo Giannotti al posto di Luca Marinelli. Confermati invece Miriam Leone nei panni di Eva Kant e Valerio Mastandrea nei panni di Ginko.

Diabolik – Ginko all’Attacco arriverà in sala il 17 novembre 2022.

https://www.instagram.com/p/Cg36qtYKnz7/

Diabolik – Ginko all’Attacco, il poster

Batgirl: il CEO Warner Bros difende la scelta della cancellazione

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Il CEO di Warner Bros. Discovery, David Zaslav, ha finalmente annunciato l’esistenza di un piano decennale per i personaggi a fumetti portati al cinema dallo studio, e ha difeso la scelta di cancellare Batgirl

“La nostra ambizione è riportare indietro la Warner e produrre film fantastici e di alta qualità”, ha affermato. “Possiamo costruire un’attività di crescita sostenibile a lungo termine da DC. Non distribuiremo un film prima che sia pronto”. “L’obiettivo è rendere questi film il più belli possibile”, ha aggiunto.

“Abbiamo visto The Flash, Black Adam e Shazam 2”, ha detto Zaslav, “Siamo molto entusiasti di loro. Li abbiamo visti. Pensiamo che siano fantastici e pensiamo di poterli rendere ancora migliori (…) Guardi Batman, Superman, Wonder Woman, Aquaman: questi sono marchi conosciuti in tutto il mondo”, ha aggiunto Zaslav. “Abbiamo fatto un reset. Abbiamo ristrutturato il business su cui ci concentreremo, dove ci sarà un team con un piano decennale incentrato solo su DC. Crediamo di poter costruire un business molto più sostenibile. È molto simile alla struttura che Alan Horn, Bob Iger e Kevin Feige hanno messo insieme in modo molto efficace alla Disney. Pensiamo di poter costruire un’attività di crescita molto più forte e sostenibile da DC”.

Il film di Batgirl, quindi, intralciava questo progetto e così è stato accantonato. Chissà se però un giorno riusciremo a vederlo per altre vie.

Tartarughe Ninja: Caos Mutante, ecco il titolo del prossimo film d’animazione di Seth Rogen

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C’è un sacco di mistero che circonda il riavvio di Teenage Mutant Ninja Turtles di Seth Rogen, ma oggi è stato rivelato il logo titolo del film. Il titolo ufficiale del prossimo film animato al computer delle Tartarughe Ninja sarà Tartarughe Ninja: Caos Mutante.

L’annuncio è stato fatto sull’account Twitter di Rogen, dove ha anche condiviso alcune opere d’arte davvero interessanti, oltre alla data di uscita: 4 agosto 2023. Si tratta di una data precedente di una settimana rispetto a quella già annunciata, con il film ambientato esattamente a un anno da oggi. Come conferma l’immagine, il film uscirà esclusivamente nelle sale.

Festa del Cinema di Roma 2022: presentato il nuovo logo

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Festa del Cinema di Roma 2022: presentato il nuovo logo

Alla vigilia della diciassettesima edizione, che si svolgerà dal 13 al 23 ottobre 2022, la Festa del Cinema di Roma presenta il restyling del suo logo. La rinnovata identità visiva, firmata da The B. Agency, esalta i valori della manifestazione e il suo legame con la Città Eterna: i segni tondeggianti del marchio che ha caratterizzato la Festa del Cinema a partire dal 2007 si trasformano nel più noto ed evocativo simbolo di Roma nel mondo, la Lupa Capitolina.

Un rinnovamento che rappresenta la volontà di coinvolgere l’intera città e le sue numerose tipologie di pubblico anche grazie ai cambiamenti alla struttura della Festa 2022: da quest’anno, infatti, la manifestazione ospiterà un concorso internazionale, i cui film saranno giudicati da una giuria composta da professionisti del mondo del cinema, della cultura e delle arti, e sezioni non competitive, specchio della ricchezza del cinema contemporaneo.

L’immagine della Lupa Capitolina caratterizzerà anche tutti i Premi che la Festa assegnerà quest’anno, tre dei quali saranno intitolati a grandi interpreti del cinema italiano: per la Miglior attrice a Monica Vitti, per il Miglior attore a Vittorio Gassman, per la Miglior commedia a Ugo Tognazzi.

Warner Bros. Discovery annuncia un piano decennale per i suoi film DC Comics

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Secondo quanto riferito, la Warner Bros. ha un piano decennale per i suoi film DC, simile a quello che il MCU ha in programma alla Disney. A seguito della scioccante notizia che la Warner Bros. Discovery ha eliminato completamente Batgirl anche se il film era stato quasi completato, lo studio e il futuro del marchio DCEU sono stati al centro di numerose domande e titoli di giornali di settore, negli ultimi giorni. La cancellazione di Batgirl è stata una mossa senza precedenti e ha segnato un importante cambiamento nella strategia per la Warner Bros. Discovery. e per il suo marchio DC.

Sono iniziate a circolare voci sul fatto che sia film come quello su Supergirl, con Sasha Calle che vedremo (forse) in The Flash, sia persino film della caratura di Shazam! Fury of the Gods e Aquaman e il regno perduto, possano essere ritirati dal mercato.

Come tentativo di gestire questa ondata di malcontento, la Warner Bros. Discovery ha annunciando una data di uscita per Joker: Folie à Deux; inoltre, Lady Gaga ha confermato di essersi unita al progetto. Tuttavia, con la cancellazione di Batgirl, sembra che ogni piccolo progetto DC, da Zatanna a Static Shock, rischi di essere scartato se non soddisfa la visione del nuovo regime di come dovrebbero apparire o sentirsi i film DC.

Durante la Warner Bros. Discovery Quarterly 2 Investor Call (tramite Variety), il CEO David Zaslav afferma che la DC è una priorità assoluta per lo studio e afferma il suo piano di formare una squadra con un “piano decennale incentrato solo sulla DC”. Questo non è diverso dall’approccio che la Disney ha adottato con il MCU, che è stato realizzato da Kevin Feige, Bob Iger e Alan Horn. La Warner Bros. vuole concentrarsi sulla qualità e non rilascerà i film DC prima che siano pronti. Nonostante abbia affermato di avere un piano decennale, Zaslav non ha fatto menzione di chi guiderà questa squadra.

Quando: terminate le riprese del film di Walter Veltroni con Neri Marcorè

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Sono terminate nei giorni scorsi le riprese di Quando, il nuovo film di Walter Veltroni con Neri Marcorè, Valeria Solarino, Gianmarco Tognazzi, Olivia Corsini, Dharma Mangia Woods e Fabrizio Ciavoni. 

Quando è una produzione LUMIÈRE & CO., prodotto da LIONELLO CERRI e CRISTIANA MAINARDI distribuzione VISION DISTRIBUTION. Il film è scritto da DORIANA LEONDEFF, SIMONE LENZI, WALTER VELTRONI 

La trama

La giovane vita di Giovanni va in pausa nell’estate del 1984 a San Giovanni, durante il dolore collettivo per la morte di Enrico Berlinguer, per colpa dell’asta di una bandiera finita tragicamente sulla sua testa. Dopo 31 anni si risveglia dal coma, ed è come una nuova rinascita, da adulto. Tutto è cambiato, il mondo che aveva lasciato non c’è più: la sua famiglia, la ragazza, il partito tanto amato, tutto in questa nuova epoca è stravolto. Giovanni è come un bambino cinquantenne, deve imparare a muoversi in questa nuova dimensione, accettando anche la perdita dei vecchi legami e la scoperta di nuovi. Ad aiutarlo ci sono Giulia, una giovane e tormentata suora che si è presa cura di lui negli ultimi anni della sua degenza, e Leo, un ragazzo problematico affetto da mutismo selettivo. Grazie a loro Giovanni, oltre che a riprendere le normali funzioni vitali, troverà il modo di riuscire a comprendere la sua nuova esistenza e ad affrontare il passato, che ritornerà nelle sembianze di Francesca, la figlia avuta nella sua precedente vita.

Prey, la recensione del “prequel” di Predator

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Prey, la recensione del “prequel” di Predator

Prey è l’ennesimo episodio nato dal franchise di Predator, film culto del 1987 in cui Arnold Schwarzenegger si scontrava con il temibile cacciatore alieno divenuto icona del cinema di genere. Il suo verso, il suo laser di puntamento rosso, il suo “sorriso” ruggente hanno contribuito a scrivere la storia del cinema e adesso, grazie a Dan Trachtenberg (10 Cloverfield Lane), trovano un nuovo spazio e un nuovo modo di raccontarsi, riuscendo, a sorpresa, ad approfondire il franchise. 

Prey, la trama

È il 1719 in terra Comanche, una giovane donna (Amber Midthunder) della tribù desidera essere messa alla prova come cacciatrice, rifuggendo a tutti i costi da quello che dovrebbe essere il suo ruolo di donna all’interno della tribù. L’arrivo, nelle terre del suo popolo, di una bestia sconosciuta, la mette inavvertitamente in condizione di assumere finalmente quel ruolo di cacciatrice a cui tanto ambisce, ma non ha idea di qual è la bestia che sarà la sua preda…

Il capovolgimento della prospettiva

La passione di Dan Trachtenberg per il personaggio e per il franchise trasuda da ogni scelta messa in campo per Prey. Innanzitutto, dopo 35 anni, un semplice cambio di prospettiva e di titolo riesce a dare un quadro completamente nuovo delle dinamiche tra protagonisti in carne e ossa e creatura aliena: siamo di fronte a una giovane cacciatrice Comanche che si fronteggia con una preda, l’iconico alieno che è sempre stato considerato IL predatore per eccellenza. Un cambio di prospettiva, il predatore che diventa preda e che in nessun momento, nella percezione della protagonista, viene considerato imbattibile. “Se può sanguinare, può essere ucciso”. 

Il riposizionamento storico di Prey

Al capovolgimento della dinamica tra preda e predatore, Trachtenberg aggiunge un riposizionamento storico del mito di Predator, ambientando il film in un contesto, storico e geografico, tribale, che consente anche di affacciarsi nella cultura dei nativi americani, grazie principalmente al contributo alla produzione di Jhane Myers, da sempre impegnata nella diffusione e nella rappresentazione storica accurata della cultura e della lingua Comanche. Certo, Prey è girato in inglese per ragioni commerciali, ma presenta un cast interamente composto da attori di origini nativo americane e si ritaglia sporadicamente lo spazio per alcuni dialoghi in lingua Comanche. Uno spaccato all’interno di una cultura quasi perduta che conferisce al film un valore ulteriore.

Il linguaggio e l’azione, prima di tutto

Certo, non sono molte le occasioni in cui i nostri personaggi hanno la possibilità di parlare, soprattutto perché Prey è principalmente un film d’azione, che mette in scena una battuta di caccia particolarmente dura e cruda e che fa leva su un elemento nuovo, rispetto al franchise, ovvero l’intelligenza della cacciatrice che riuscirà a sopravvivere proprio grazie ad essa, più che alla forza bruta che invece sembra caratterizzare il modus operandi degli altri personaggi umani della storia. L’azione è l’unico drive della storia che sa dosare momenti di sosta a momenti concitati, emozioni forti e momenti di calma, il tutto in uno scenario naturale selvaggio e primordiale, spesso ostile e sempre realistico.

Lo svelamento della creatura

Impeccabile è anche tutto ciò che riguarda la scelta di messa in scena della creatura aliena, del predatore che diventa preda. Il linguaggio è molto simile a quello che Spielberg ha canonizzato ne Lo Squalo. Il terrore, la minaccia si fa sentire prima di fasti vedere, e Trachtenberg riesce a dosare con grande sapienza lo svelamento vero e proprio dell’alieno, sfruttando benissimo la nota tecnica di invisibilità/mimetizzazione di cui sono dotati i Predator. 

Prey si basa su un assunto esilissimo e lo sfrutta a pieno, rivelandosi forse il migliori film del franchise dopo l’originale e espandendo la narrativa di Predator più che raccontarne le origini, che rimangono affascinanti e misteriose.

Giù le mani dalle nostre figlie: tutte le curiosità sul film

Giù le mani dalle nostre figlie: tutte le curiosità sul film

Uno dei maggiori timori per un padre è quello di conoscere il fidanzato della propria figlia. Su tale preoccupante incontro si sono nel tempo costruite storie ricche di stereotipi o esagerazioni, ma anche tante commedie estremamente divertenti. Dal classico Indovina chi viene a cena? fino ai più recenti Proprio lui? o Non sposate le mie figlie!. Del 2018 è invece l’apprezzato Giù le mani dalle nostre figlie, il cui titolo originale è però Blockers, in riferimento al termine “cockblocking”, ovvero l’atto di impedire che un rapporto sessuale si compia. Nel film, naturalmente, a compiere cockblocking sono dei genitori con figlie femmine.

Il film è l’opera di debutto della regista Kay Cannon, celebre per essere stata la sceneggiatrice della trilogia di Pitch Perfect e poi per aver diretto Cenerentola, che si è qui cimentata con un racconto apparentemente molto banale, affrontato però con brillante umorismo e impreziosito da interpretazioni degne di nota. Apprezzato da critica e pubblico, Giù le mani dalle nostre figlie è dunque un’esilarante commedia che ha incassato quasi 100 milioni di dollari in tutto il mondo, a conferma del fascino esercitato su spettatori di ogni tipo. In particolare, spicca qui il wrestler e attore John Cena, che dà prova di grandi capacità comiche.

Per chi è in cerca di una commedia intelligente e ricca di cuore, questo è dunque il titolo giusto, un film tutto da scoprire che offre uno sguardo nuovo sulla genitorialità e la difficoltà di tale ruolo. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Giù le mani dalle nostre figlie: la trama del film

Protagoniste del film sono Julie Decker, Kayla Mannes e Sam Lockwood, amiche fin dai tempi dell’infanzia che stanno ora per affrontare il fatidico ultimo anno di liceo, prima di partire per il college e cambiare per sempre le loro vite. Prima che la scuola finisca, però, le tre ragazze decidono di stringere un patto segreto, promettendosi di perdere la propria verginità durante il ballo di fine anno. Come loro sono insaparabili, però, altrettanto lo sono i loro rispettivi genitori. Lisa Decker, Mitchell Mannes e Hunter Lockwood sono infatti stati influenzati dal rapporto tra le loro figlie, divenendo a loro volta un gruppo molto affiatato.

Quando proprio questi ultimi scopriranno per caso i messaggi segreti che le tre ragazze si sono scambiate, faranno di tutto per impedire che le tre vadano fino in fondo ai loro piani. Per preservare le tre amate figlie, i tre genitori si lanceranno allora in una serie imprevedibile di avventure e guai, rimettendo in discussione i rapporti tra di loro e andando alla ricerca di cosa davvero voglia dire essere un buon genitore. Più il ballo di fine anno si avvicina, più la situazione si farà tesa, necessitando rapidi chiarimenti.

Giù le mani dalle nostre figlie cast

Giù le mani dalle nostre figlie: il cast del film

Ad interpretare le tre ragazze protagoniste Julie, Kayla e Sam vi sono le attrici Kathryn Newton, Geraldine Viswanathan e Gideon Adlon. La prima è nota per la serie Big Little Lies, mentre la Viswanathan e la Adlon erano qui al suo primo ruolo in un film. Come anticipato, uno dei genitori, Mitchell, è interpretato dal wrestler e attore John Cena, recentemente visto anche in The Suicide Squad e Fast & Furious 9. L’attore ha in seguito dichiarato di aver accettato il ruolo con grande entusiasmo, desideroso di potersi cimentare con una nuova commedia.

Nei panni del genitori Hunter vi è invece l’attore Ike Barinholtz, noto per commedie come Disaster Movie, Cattivi vicini e Fottute!. Originariamente, accanto a questi due padri avrebbe dovuto essercene un terzo. Il personaggio è però stato poi cambiato in una madre, così da rendere più variegato il gruppo e poter affidare il ruolo all’attrice Leslie Mann, interessatasi al progetto. Completano il cast gli attori Sarayu Blue nei panni di Marcie Mannes, moglie di Mitchell, Miles Robbins in quelli di Connor, Graham Phillips in quelli di Austin e Ramona Young per la parte di Angelica.

Giù le mani dalle nostre figlie: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Giù le mani dalle nostre figlie grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 4 agosto alle ore 21:20 sul canale Canale 5.

https://www.youtube.com/watch?v=vuIw1W2aYqQ

Fonte: IMDb

 

The Water Diviner: trama, cast e curiosità sul film di Russell Crowe

Affermatosi come uno dei più grandi attori americani dagli anni Novanta ad oggi, Russell Crowe ha infine compiuto il suo passaggio dietro la macchina da presa per il film The Water Diviner (qui la recensione), da lui diretto nel 2014. Per l’occasione si è cimentato nell’adattamento dell’omonimo romanzo scritto da Andrew Anastasios e Meghan Wilson-Anastatios, i quali hanno poi curato anche la sceneggiatura del film. Questo, che vede in Crowe anche il suo protagonista, è un potente dramma ambientato durante la Prima guerra mondiale, con un uomo alla ricerca degli affetti famigliari smarriti.

La storia è nata da una singola riga in una lettera scritta dal tenente colonnello Cyril Hughes, che era un lavoratore nell’unità Imperial War Graves. La nota a piè di pagina diceva semplicemente: “Un vecchio tipo è riuscito ad arrivare qui dall’Australia, in cerca della tomba di suo figlio“. Dopo un anno di ricerche gli scrittori non sono però stati in grado di identificare l’uomo o suo figlio e ciò ha dato loro la libertà di immaginare la storia che sarebbe diventata poi oggetto della prima regia di Crowe. Con le riprese svoltesi nella sua Australia, The Water Diviner ha potuto vantare un budget di 12 milioni di dollari.

Ben accolto dalla critica, il film si è affermato come un discreto successo, arrivando poi anche a vincere importanti riconoscimenti agli AACTA Awards, gli Oscar australiani, tra cui quello per il miglior film. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

The Water Diviner: la trama del film

La storia raccontata in The Water Diviner è ambientata quattro anni dopo la devastante battaglia di Gallipoli in Turchia, durante la prima Guerra Mondiale. Il conflitto è ormai terminato, ma i figli dell’agricoltore australiano Joshua Connor non sono mai tornati a casa. L’uomo decide pertanto di recarsi a Istanbul per scoprire la verità su quanto loro accaduto. Egli ha infatti promesso alla moglie, ora scomparsa anche lei, che avrebbe trovato i suoi ragazzi e li avrebbe riportati a casa, anche nel caso di dover dar loro degna sepoltura. Giunto nei luoghi della battaglia, però, egli si rende conto di quanto complessa sia la questione e di quanto sia difficile ritrovare i figli.

Dalla sua parte in quella terra straniera vi sono però il piccolo Orhan e sua madre Ayshe, una bellissima donna turca, proprietaria dell’albergo in cui alloggia. Mentre intraprende una relazione con questa, Joshua continua a ricercare notizie dei suoi figli, fino ad imbattersi in un ufficiale dell’esercito turco che gli restituisce la speranza: il più grande dei suoi figli potrebbe essere ancora vivo. Comincia così per Joshua un viaggio nel cuore dell’Anatolia, alla ricerca del figlio perduto. Nel corso del suo tragitto sperimenterà paura e coraggio, amore e graditudine.

The Water Diviner cast

The Water Diviner: il cast del film

Quando a Crowe fu sottoposto il progetto, affinché ricoprisse il ruolo del protagonista Joshua Connor, egli fu talmente commosso dalla storia da voler anche assumere il ruolo di regista. Il suo obiettivo fu in particolare quello di dar vita alle grandi emozioni della storia sia tramite la sua interpretazione sia tramite la regia. Allo stesso modo, egli ha puntato sull’esaltare gli aspetti del racconto che esaltano il coraggio dei soldati ma condannando allo stesso tempo la guerra in sé. Per il ruolo dei tre figli Arthur, Henry ed Edward sono invece stati scegli gli attori Ryan Corr, Ben O’Toole e James Fraser. Jacqueline McKenzie, invece, è Eliza Connor, moglie di Joshua.

L’attrice ucraina Olga Kurylenko interpreta qui il ruolo di Ayshe, la proprietaria dell’albergo. Per assumere i panni di tale personaggio, l’interprete si è trovata a dover imparare quanto più possibile la lingua turca. Il piccolo Dylan Georgiades è invece l’interprete di Orhan. L’attore turco Yilmaz Erdogan, qui presente nel ruolo del maggiore Hassan, riuscì ad ottenere il ruolo convincendo Crowe che non si sarebbe pentito della sua scelta. Per la sua interpretazione, l’attore ha poi vinto il premio come non protagonista ai premi AACTA. Per la parte del sergente Jemal vi è invece Cem Yilmaz, attore turco fortemente voluto da Crowe. Jay Courtney, attore noto per il ruolo di Capitan Boomerang in Suicide Squad, è infine presente nei panni del tenente Cecil Hilton.

The Water Diviner: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. The Water Diviner è infatti disponibile nel catalogo di Chili, Google Play, Infinity, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà noleggiare il singolo film, avendo così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 4 agosto alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

Lady Gaga conferma, sarà in Joker: Folie à Deux

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Lady Gaga conferma, sarà in Joker: Folie à Deux

Dopo l’annuncio della data d’uscita e le fughe di notizie, non confermate, in merito ai primi dettagli della trama di Joker: Folie à Deux, arriva la conferma ufficiale, via Social, che Lady Gaga sarà nel film di Todd Phillips, al fianco di Joaquin Phoenix.

Di seguito il post sul profilo della cantante e attrice che conferma la sua partecipazione al progetto, pare, nel ruolo di Harley Quinn.

Joker: Folie à Deux sarà diretto dal regista Todd Phillips e si baserà su una sceneggiatura originale scritta sempre dal regista e basata sui personaggi creati da Bill Finger e Bob Kane per DC Comics. Al momento la trama non è stata resa nota ma il film sarà un sequel diretto del film Joker del 2019. Nel cast sono confermati Joaquin Phoenix e Lady Gaga. L’ambientazione principale del film dovrebbe essere l’Arkham Asylum. Il film arriverà nei cinema il 4 ottobre 2024.

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