Di recente, l’ex wrestler non ha
nascosto la sua volontà di dire addio al personaggio una volta
terminati i suoi impegni con Guardiani
della Galassia Vol. 3, adducendo come motivazione
principale la sua età e confermando che gli piacerebbe se il
personaggio potesse continuare a vivere sul grande schermo grazie
ad un attore più giovane.
Dopo i commenti di Bautista, il
creatore di Drax, Jim Starlin, ha condiviso con
Inverse i suoi pensieri proprio in merito al futuro del
personaggio nel MCU. Dopo aver elogiato Bautista
per aver fatto un “lavoro strepitoso” con la sua
creazione, Starlin ha in qualche modo appoggiato il desiderio
dell’attore di dedicarsi ad altre esperienze lavorative. Starlin è
inoltre fiducioso che il personaggio di Drax continuerà ad esistere
nel MCU anche senza Bautista.
“Posso capire che arrivi a 54
anni e non hai più voglia di toglierti la maglietta”, ha
dichiarato Starlin. “L’Universo Marvel continuerà ad andare
avanti, soprattutto ora che hanno scoperto di poter fare soldi
anche parlando dell’universo cosmico. Quindi, molto probabilmente
ne faranno ancora di più di film sui Guardiani. Potrebbe
tranquillamente esserci un altro Drax in futuro. Qualcun altro che,
si spera, abbia almeno la metà del tempismo comico di
Bautista.”
Francesco Di Leva
(Il
Sindaco del Rione Sanità) racconta la sua esperienza
in Benvenuti in Casa Esposito, il nuovo film
diretto da Gianluca Ansanelli e presentato in anteprima al
Monte-Carlo Film Festival. Il film arriverà in sala il 2 agosto
2021, distribuito da Vision Distribution.
Tenetevi forte. Preparatevi a ridere
e a commuovervi. Sono arrivati gli Esposito! Il rione Sanità, dove
è nato il principe della risata Totò, è uno dei più affascinanti e
misteriosi di Napoli. Qui vive, con la sua famiglia allargata,
Tonino Esposito, orfano di un boss della camorra. Tonino riceve dal
clan un sussidio mensile e potrebbe vivere di rendita. Invece si
intestardisce a voler imitare le gesta paterne, senza riuscirvi.
Perché è goffo, sfigato, arruffone, incapace di difendersi: un
antieroe tragicomico e decadente, che tra incubi e visioni,
ingenuità e imbranataggini, ne combina di tutti i colori. In un mix
esilarante tra i Cesaroni e i Soprano, uno spaccato divertente e
allo stesso tempo crudele della Napoli contemporanea, città dalle
mille contraddizioni e dalle tante difficoltà, capace però di non
perdere mai la speranza per un futuro migliore.
Sappiamo ormai da diverso tempo che
Patrick Wilson tornerà a vestire i panni di
King Orm, alias Ocean Master, nell’attesissimo sequel di Aquaman.
La notizia è stata confermata lo scorso anno in occasione del DC
FanDome e ora la star di Watchmen ha rivelato di aver iniziato ad allenarsi
proprio in vista dell’inizio della produzione.
In una recente intervista con
ET Online, la star di
The Conjuring – Per ordine del diavoloha parlato di
cosa bisogna aspettarsi dal nuovo film, anticipando dei piani
“super divertenti” per il nuovo film: “Quando James
Wan torna per un sequel, il progetto diventa ancora più grande,
migliore. Si spazia di più più: c’è più divertimento, più azione,
un lavoro maggiore sui personaggi”. L’attore ha poi aggiunto
di essere nel pieno della sua “ottava settimana di
allenamento” e che la produzione dovrebbe essere pronta a
partire “entro un paio di mesi”.
Ocean Master ha deposto il suo
tridente e si è lasciato portare via dagli Atlantidei alla fine del
primo film. Da allora, ci sono state molte speculazioni sul fatto
che alla fine finirà per unire le forze con il suo fratellastro per
combattere una minaccia più grande. Chissà, forse Black Manta? Al
momento non sappiamo nulla sulla trama del sequel, ma si presume
che il vendicativo David Kane interpretato da Yahya
Abdul-Mateen II sarà il cattivo principale.
Tutto quello che c’è da sapere su
Aquaman 2
Vi ricordiamo che Jason
Momoa è atteso di nuovo nei panni dell’eroe nel
sequel di Aquaman,
film che ha rilanciato in positivo le sorti dell’universo
cinematografico DC. Diverse fonti fanno sapere che gli studios
vorrebbero riportare James
Wan dietro la macchina da presa
per Aquaman
2 ad una condizione: che sia lui a scegliere il
gruppo di sceneggiatori e a seguire da vicino il processo di
sviluppo.
David Leslie
Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente
di James
Wan(The Orphan, The Conjuring 2, The
Conjuring 3), scriverà la sceneggiatura del film insieme
a Will Beal, mentre il regista e Peter Safran saranno
co-produttori.
Originariamente previsto per
un’uscita in sala, anche Luca,
24° lungometraggio della Pixar è ora destinato ad
una distribuzione diretta sulla piattaforma Disney+, dove arriverà il 18
giugno. Il film rappresenta per l’Italia un piccolo grande
orgoglio, essendo il primo titolo del celebre studio di animazione
ad essere ambientato in Italia e a vantare un italiano come
regista. A dirigere il film vi è infatti Enrico Casarosa, qui al suo primo
lungometraggio ma già autore del cortometraggio Pixar candidato
all’Oscar, La luna.
Luca
rappresenta per Casarosa una storia molto personale, essendo
ispirato alla sua infanzia a Genova, alle sue estati e all’incontro
con il suo migliore amico. L’amicizia vissuta dal regista diventa
dunque quella di Luca e Alberto, i due protagonisti del film,
draghi marini incuriositi dal mondo in superficie tanto da
stabilirsi tra gli abitanti di Portorosso, che ignorano la loro
vera natura. Al di fuori dall’acqua, infatti, i due sono in grado
di assumere sembianze umane, ma mantenere il segreto diventerà
sempre più difficile.
“I mostri marini sono una
metafora, in realtà, legata al sentirsi diversi o esclusi“,
afferma Casarosa aprendo la conferenza stampa. “Amo la
sensazione che tutti i nostri personaggi in qualche modo si sentano
diversi o insoliti. Luca e Alberto desiderano così tanto far parte
di questo altro mondo, ma temono di non essere accettati così come
sono. Eppure, amano essere mostri marini. “
Ad aggiungere riflessioni sulle
tematiche del film vi è Andrea Warren, produttrice
del film, che racconta di come in Luca si
ritrovi il “voler far parte di qualcosa al di fuori delle
nostre famiglie immediate, voler sperimentare culture al di là
della nostra. Luca scopre il potere di esplorare e celebrare
un’altra cultura, imparando a onorare e condividere la
propria“.
Luca: tra mito e ricerche sui luoghi
Per dar vita a tutto ciò, era
necessario poter essere quanto più precisi possibili sul luogo e
sulla cultura che si andava a rappresentare nel film. Per questo
motivo sono stati trovati riferimenti reali alle persone, agli
oggetti, ai luoghi e ad ogni più piccola particolarità presente poi
nel lungometraggio. Particolari fonti di ispirazione sono poi state
fornite dal cinema italiano, in particolare dalle opere di
Federico Fellini, ma anche dall’animazione
giapponese di Hayao Miyazaki. Allo stesso modo,
Casarosa ha raccontato il lungo processo dietro la realizzazione
del design dei personaggi.
“Per dar forma ai protagonisti,
l’importante per noi era ritrovare la loro essenza. – afferma
il regista – L’essenza di Luca sta nella sua curiosità e nella
sua innocenza, e da qui ha preso vita un ragazzo dal volto
tondeggiante e sempre colmo di meraviglia. Alberto, invece, è più
maturo, furbo, ed ha dunque un aspetto più longilineo, spigoloso,
che esprime la sua capacità di districarsi tra avventure e guai. In
generale, però, volevo che i personaggi avessero una fanciullezza
rara, cogliendoli in un’età dove nulla è più importante
dell’amicizia.”
Luca: i doppiatori del film
Una volta data vita ai personaggi,
ha avuto inizio la ricerca degli interpreti più adeguati. Una
ricerca che Casarosa ha descritto come lunga e faticosa, necessaria
a trovare chi davvero potesse esprimere il mondo interiore di Luca,
Alberto e gli altri protagonisti. A dare voce al curioso
protagonista è infine stato scelto il giovane Jacob Tremblay,
attore noto per i film Room e
Wonder. Si annoverano poi le voci di Jack
Dylan Grazer per Alberto ed Emma Berman
per Giulia. Maya Rudolph e Jim
Gaffigan sono invece i genitori di Luca, Daniela e
Lorenzo.
Ognuno degli attori, presenti alla
conferenza stampa, ha raccontato di portare via con sé qualcosa del
film. Se per Tremblay è la curiosità, per Grazer è l’accettazione
di sé e per la Berman, infine, la tenacia che caratterizza il suo
personaggio. La Rudolph e Gaffigan, invece, hanno descritto la loro
esperienza con la registrazione a distanza del doppiaggio. “Si
è trattata certamente di un’esperienza strana, – afferma
l’attrice – ma la gioiosità del film mi ha aiutato a sentirmi
parte di quel mondo, facendomi dimenticare che mi trovavo in casa
mia”.
“Per la prima volta mi sono
sentito come se non stessi lavorando ma stessi facendo qualcosa per
puro piacere, e doppiare Luca è stata davvero una gioia. –
conclude Gaffigan – Il film mi ha fatto profondamente
innamorare di Portorosso e dell’Italia. Vorrei mangiare ogni cibo
del vostro paese. In Italia si mangia così bene, è come se avessero
preso per sé tutti i cibi più buoni del mondo!”.
Shining è uno di
quei film che ha fatto la storia del cinema e di cui se ne parlerà
ancora per molti anni in futuro. Tratto dal libro omonimo di
Stephen King, il film di Stanley Kubrick è rimasto nell’immaginario
collettivo sia per le tante scene celebri, sia per i retroscena che
riguardano la sua realizzazione.
Di Shining si è
detto di tutto, dall’estrema e morbosa idea di precisione del
regista, alle vessazioni subite dalla protagonista, passando per
realizzazione di scene epiche e molto celebri.
Ecco, allora, dieci cose
che forse non sapevate su Shining.
Shining: il film
1. Danny Lloyd non sapeva
che il film fosse un horror. Siccome Danny
Lloyd era un bambino di soli 8 anni quando girò
Shining, Stanley Kubrick decise di proteggerlo in
qualche modo, visto che era anche il suo primo film per il bambino.
Decise, allora, di non rivelare mai al piccolo che stavano girando
un horror, tanto che il giovane attore pensava di far parte di un
film drammatico. Per tenere nascosta la cosa, addirittura, quando
Wendy fugge da Jack con in braccio il bambino, venne deciso di
crearne un fantoccio per non turbare il piccolo Lloyd. L’attore è
venuto poi a conoscenza del genere del film dopo averlo visto anni
dopo, quando ebbe la possibilità di vedere la versione uncut dei
film dopo i 17 anni, senza rimanerne molto sorpreso dei
risultati.
2. Un set ha preso
fuoco. Le stanze interne dell’Overlook Hotel sono state
girate negli studi di Elstree, in Inghilterra, incluso il Colorado
Lounge, dove Jack batte a macchina. A causa dell’intenso calore
generato dall’illuminazione utilizzata per ricreare la luce del
sole che filtrava dalle finestre, e che impiegava qualcosa come
settecento mila watt per dare l’impressione della luce resa fioca
dalla neve esterna, il set ha preso fuoco. Con grande fortuna tutte
le scene erano già state completate e, quindi, il set venne
interamente ricostruito con un soffitto più alto, venendo poi
utilizzato da Steven Spielberg per girare la scena con i
serpenti del primo film di Indiana Jones, I predatori dell’arca perduta (1981).
3. Del film è stato
realizzato un making of. Molte interessanti informazioni
sul modo di lavorare di Kubrick, derivano dal making of di
Shining, intitolato Making The Shining, girato
dalla figlia del regista, Vivian. Questo documento
attesta i metodi di lavoro di Kubrick, la pressione che suscitava
negli attori e l’estrema precisione che lo contraddistingueva dai
suoi colleghi. Diventato famoso nel corso degli anni, questo
docu-film tende ad impressionare lo spettatore, a verificare con i
suoi occhi il clima che si respirava sul set e come sono state
preparate alcune delle sequenze più celebri di Kubrick e della
storia del cinema in generale.
Shining streaming
4. Shining è disponibile in
streaming. Chi volesse rivedere uno dei film più celebri
di Stanley Kubrick, o decidesse di approcciarsi
per la prima volta, è possibile vederlo in streaming, anche in
italiano, grazie alla piattaforme digitali come Prime (in
abbonament premium), Rakuten Tv, Infinity, Google Play e
iTunes.
Shining 2: esiste un sequel del film culto?
Nel 2019 è uscito
Doctor Sleep, un sequel “spirituale” del film di Stanley
Kubrick, anche se basato effettivamente sul sequel del romanzo
di Stephen King. La pellicola del 2019 vede
protagonista l’attore
Ewan McGregor nel ruolo di Dan Torrance. Il film ambientato
anni dopo gli eventi di Shining (1980), è incentrato su Dan
Torrance, ormai adulto che deve proteggere una giovane ragazza con
poteri simili da un culto noto come The True Knot, che
depreda i bambini con poteri per rimanere immortali.
Shining: le differenze con il
libro
5. Stephen King non ha mai
apprezzato il film. Sebbene sia uno dei film più visti e
sia consacrato come uno dei migliori horror, Stephen King, autore del libro da cui il film
è stato tratto, non lo ha mai apprezzato. Di
Shining ha detto, dopo diversi anni dalla sua
uscita, di trovarlo un film freddo, trovando il personaggio di Jack
completamente pazzo sin dalla prima scena, senza rispettare il
proprio arco narrativo nel quale il protagonista perde il senno
molto lentamente.
Shining: il cast
6. A
Stephen King non è piaciuta l’interpretazione della
Duvall. Oltre a considerare il film per nulla confacente
al suo libro, King ha avuto da dire anche dell’interpretazione di
Shelley Duvall, considerando il personaggio
completamente deviato dal carattere materno e forte che aveva nel
libro ed etichettando il personaggio Kubrickiano come uno dei più
misogini mai visti al cinema.
Jack Nicholson e
Shelley Duvall hanno espresso aperto risentimento
contro l’accoglienza di questo film, ritenendo che la critica e il
pubblico abbiano attribuito a Stanley Kubrick esclusivamente il
successo del film senza considerare gli sforzi degli attori, della
troupe o della forza del materiale sottostante di Stephen King.
Nicholson e Duvall hanno affermato che il film è stato uno dei più
difficili della loro carriera. In effetti, Nicholson considera
l’interpretazione di Duvall il ruolo più difficile che abbia mai
visto assumere da un’attrice. Duvall considera anche la sua
performance la più difficile della sua vita.
Stanley Kubrick
originariamente voleva che Slim Pickens
interpretasse la parte di Hallorann, ma l’attore non voleva più
lavorare con Kubrick, in seguito alla sua esperienza sul set di
“Il dottor Stranamore – Oppure: come ho imparato a non
preoccuparmi e ad amare la bomba“. Stanley
Kubrick aveva immaginato Shelley Duvall come la sua
versione più timida e dipendente di Wendy Torrance fin dall’inizio.
Tuttavia, Jack Nicholson dopo aver letto il
romanzo, ha voluto Jessica Lange per il ruolo di
Wendy e l’ha persino raccomandata a Kubrick, poiché sentiva che si
adattava alla versione del personaggio di Stephen King.
Second alcune fonti Stanley Kubrick
ha considerato
Robert De Niro e
Robin Williams per il ruolo di Jack Torrance. Tuttavia il
regista non pensava che De Niro si sarebbe adattato al ruolo dopo
aver visto la sua interpretazione in
Taxi Driver (1976), poiché riteneva l’attore non abbastanza
psicotico per il ruolo. La stessa cosa penso di
Robin Williams, second Kubrick non si sarebbe adattato al ruolo
dopo aver visto la sua performance in Mork & Mindy (1978), poiché
lo riteneva troppo psicotico per il ruolo. Secondo Stephen King,
Kubrick considerò brevemente anche Harrison Ford.
Gemelle Shining
7. Le gemelle sono aggiunte
da Kubrick. Ormai sono entrate di diritto nell’immaginario
comune, ma in realtà, le gemelle Grady, non sono previste nel
romanzo di King e non lo erano anche prima di girare il film.
Ispirato dalla foto Identica Twins scattata nel 1967 da
Diane Arbus (fotografa che immortalava in
cosiddetti freaks in diversi atteggiamenti), il regista decise di
inserire queste due figure nel suo film, omaggiando la fotografa e
collocando le due gemelle come erano nella fotografia.
8. Le due gemelle non sono
più attrici. Sebbene Lisa e
Louise Burns abbiano riscontrato un gran successo
a soli dodici anni, le due non hanno più intrapreso la strada della
recitazione e tanto meno del cinema. Infatti, Lisa è diventata un
avvocato, mentre Louise è una scienziata.
Jack Nicholson in Shining
9. Jack Nicholson era
stremato dalle riprese. Che le riprese di Shining
fossero pesanti è stato detto più e più volte. Anche
Anjelica Huston, che ai tempi era la compagna di
Jack Nicholson, ha rivelato come il suo
compagno, a causa delle lunghe ore passate sul set e dallo stile
preciso fino all’estremo di Kubrick, tornava quasi sempre a casa
stanco morto, tanto da andare direttamente a letto e crollare,
addormentandosi subito.
10. Per Jack Nicholson è
stato difficile rimproverare Wendy. Sembra che tra tutte
le sequenze girate, la peggiore sia stata quella in cui Jack
Torrance rimprovera la povera Wendy per averlo interrotto mentre
scriveva a macchina. Nicholson ha ammesso che è stato il momento
più duro delle riprese, spiegando di aver vissuto un’esperienza
simile in passato, riuscendo ad entrare in contatto con il suo
personaggio, riuscendo a costruire la scena (e qualche battuta) con
il regista.
Black Widow, l’attesissimo
cinecomic dei Marvel Studios che arriverà
finalmente il prossimo mese, segnerà l’ultima apparizione di
Scarlett Johansson nei panni di Vedova Nera.
Tuttavia, pare che l’attrice non escluda a priori un possibile
ritorno nel MCU in futuro…
Il personaggio di Vedova Nera si è
sacrificato in Avengers:
Endgame per dare ai suoi compagni di squadra la
possibilità di annullare la decimazione di Thanos. Poiché il film
di Cate Shortland è un prequel a tutti gli
effetti, ambientato tra gli eventi di Civil
War e Infinity
War), le possibilità di rivedere di nuovo il
personaggio di Natasha Romanoff sono decisamente scarse.
Durante una recente intervista con
Total Film, la Johansson ha parlato del personaggio dell’ex
assassina della Stanza Rossa e della possibilità di collaborare
nuovamente con la grande famiglia Marvel. “È una sensazione
decisamente agrodolce, perché amo la mia famiglia Marvel. Non sarà
mai davvero pronto a non farne più parte. Saranno sempre una
famiglia per me. Non mi sentirò mai pronta a non essere più in quel
film, perché odio sentire come se mi stesse perdendo qualcosa. Chi
lo sa? Forse ad un certo punto avremo l’opportunità di collaborare
di nuovo insieme, in qualche altro modo.”
Ovviamente, questo non significa
necessariamente che Scarlett non vede l’ora di riprendere il ruolo
di Vedova Nera, poiché c’è sempre la possibilità che l’attrice
possa essere interessata ad assumere un ruolo diverso in un
futuro progetto del MCU (chissà, magari dietro la macchina da
presa?). Qualunque cosa accada, sembra che l’attrice sia molto
orgogliosa di ciò che ha realizzato durante i suoi anni passati ad
interpretare il ruolo, e trova che il film di Black Widow sarà un canto
del cigno appropriato.
“In qualsiasi contesto, ma
ancora di più quando sei un attore, è sempre meglio lasciare una
determinata situazione quando sei al top. E sentirsi bene per
quello che hai fatto. È una sensazione incredibile. E Black Widow
mi fa sentire al top. Ne sono davvero orgogliosa. Vedremo come lo
percepiranno tutti gli altri! Amerò per sempre l’esperienza di
averlo realizzato.”
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta
nei mesi scorsi da Ned Benson(The
Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz. Il film arriverà nelle sale il 7 luglio e
su Disney+ con
Accesso Vip il 9 luglio.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
Le riprese di Doctor
Strange in the Multiverse of Madness si sono
concluse di recente nel Regno Unito e ora ha iniziato a fare il
giro del web un artwork che è stato regalato al cast e alla troupe
del film proprio per celebrare la fine produzione.
Sebbene non si tratti di un concept
art ufficiale, l’artwork – che potete vedere cliccando
qui – ci permette comunque di dare uno sguardo a ciò che
dovremmo aspettarci dal sequel, inclusi i costumi aggiornati sia di
Doctor Strange che di Scarlet Witch (nello specifico, il costume
della strega sembra essere molto fedele a quello dei fumetti).
L’aspetto più interessante, tuttavia, è che l’artwork ci mostra per
la prima volta quello che sarà il look della new entry America
Chavez nel sequel.
Come ha fatto notare Doctor Strange 2
Updates su Twitter, Strange, Wong e Scarlet Witch si trovano di
fronte ad un portale a forma di stella, caratteristico dei poteri
di Chavez che, come sappiamo, è capace di spostarsi da una realtà
all’altra. Dunque, se quest’artwork è una rappresentazione accurata
di ciò che vedremo nel film, allora è quasi certo che i portali di
Miss America saranno il modo in cui la squadra di eroi riuscirà a
viaggiare attraverso il Multiverso.
Inoltre, la fonte fa notare che
nell’artwork Strange ha ancora l’Occhio di Agamotto. Ma com’è
possibile? Thanos si impossessò dell’oggetto mistico perché credeva
che contenesse la Gemma del Tempo, ma lo distrusse quando si rese
conto che era solo un diversivo. In realtà, Strange aveva estratto
la Gemma e l’aveva nascosta usando la magia. Tuttavia, è possibile
che Thanos abbia distrutto un falso Occhio di Agamotto, qualcosa
che Strange aveva probabilmente soltanto evocato.
Questa potrebbe essere la
spiegazione più plausibile, ma potrebbero essercene anche altre:
forse nel sequel non vedremo l’Occhio di Agamotto della timeline
principale del MCU, ma piuttosto una variante che
lo Stregone Supremo ha raccolto durante uno dei suoi viaggi
interdimensionali…
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Jade
Bartlett e Michael Waldron.
Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno
anche Benedict
Wong (Wong), Rachel
McAdams(Christine
Palmer), Chiwetel
Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl
Gomez (che interpreterà la new entry America
Chavez).
Doctor Strange in the Multiverse
of Madness arriverà al cinema il 25 marzo 2022.
Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo
anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe
apparire in un cameo anche Bruce
Campbell, attore feticcio di Sam
Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in
merito.
Disney+ ha diffuso il nuovo
promo “Chance” di LOKI,
l’attesissima serie tv basata sul noto personaggio Marvel interpretato da
Tom Hiddleston.
LOKI
segue le vicende del dio dell’Inganno quando esce dall’ombra di suo
fratello, in una nuova serie che si svolge dopo gli eventi di
Avengers: Endgame.
Tom Hiddleston torna nei panni del protagonista,
insieme a Owen Wilson, Gugu Mbatha-Raw, Sophia Di Martino,
Wunmi Mosaku e Richard E. Grant. Kate
Herron è la regista, mentre Michael Waldron è il capo
sceneggiatore.
LOKI, la serie tv
La trama diLOKIsi
svolge dopo gli eventi di
Avengers: Endgame e seguirà le vicende del Loki che è
fuggito nel 2012 grazie al Tesseract. Come rivelato dall’attore
stesso, il Loki della linea temporale principale è stato ucciso da
Thanos in Avengers: Infinity
War, ma quando Iron Man, Capitan America e Ant-Man si recano
nel 2012 per recuperare il Tesseract, involontariamente fanno
fuggire il Loki che era appena stato sconfitto dagli Avengers.
Tom Hiddleston torna nei panni del protagonista,
insieme a Owen Wilson, Gugu Mbatha-Raw, Sophia Di Martino, Wunmi
Mosaku e Richard E. Grant. Kate Herron è la regista, mentre Michael
Waldron è il capo sceneggiatore.
Zoe
Saldana sembra aver confermato che tornerà
ufficialmente nei panni di Gamora in Guardiani
della Galassia Vol. 3. Di recente, infatti, l’attrice
ha condiviso una foto che risale alla pre-produzione del primo
film, scattata durante un vecchio camera test.
I fan sapevano che avrebbero rivisto
la donna più letale della galassia nel nuovo film del franchise,
nonostante gli eventi di Avengers:
Endgame avessero lasciato più di un dubbio. L’orginale
Gamora, infatti, è stata uccisa in Avengers:
Infinity War e nel sequel abbiamo visto la versione
alternativa del personaggio, proveniente dal 2014. Alla fine di
quel film abbiamo visto Star-Lord provare a ritrovare Gamora, che
dopo la battaglia contro Thanos se n’è andata per la sua
strada…
La foto condivisa su Instagram
da Saldana rivela un’interessante curiosità relativa ai piani
originali di James Gunn per Gamora, che in origine avrebbe
dovuto avere gli occhi verdi. Alla fine del post, l’attrice ha
confermato che tornerà in GOTG Vol.
3.
“Ci credereste se vi dicessi che
Gamora doveva avere gli occhi verdi? In uno dei tanti camera test
che abbiamo fatto, James
Gunn voleva vedere come apparissi con gli occhi verdi nei panni
di Gamora. Alla fine ha cambiato idea. Ne sono stata felice, perché
quelle lenti a contatto era veramente scomode. Il mio cuore va a
Dave Bautista e Karen Gillan, che hanno dovuto indossare lenti a
contatto per Drax e Nebula. Ma i loro personaggi sembravano
fantastici con quelle lenti… e poi loro sono dei veri
professionisti! Un sacco di ricordi mi tornano alla mente in questo
periodo, mentre ci stiamo tutti preparando a tornare per un’altra
avventura dedicata ai Guardiani.”
Dopo l’acquisizione della Fox da
parte della Disney, i fan di Deadpool
hanno trascorso molto tempo a chiedersi quale sarebbe stato il
futuro del Mercenario Chiacchierone all’interno del MCU. Di recente, è stato confermato
che l’attesissimo
Deadpool 3 non solo sarà ambientato all’interno
dell’universo condiviso, ma anche che sarà vietato ai minori.
La sceneggiatura del film sarà opera
di Wendy Molyneux e Lizzie
Molyneux-Logelin, ma al momento tutto tace per quanto
riguarda la trama. Ad oggi non sappiamo neanche quando il film
arriverà nelle sale: l’unica cosa certa è che rivedremo Ryan Reynolds nei panni di Wade Wilson.
Proprio di recente, l’attore ha condiviso nelle sue storie di
Instagram
un’immagine che potrebbe aver anticipato che qualcosa, in merito ai
lavori sul film, si sta effettivamente muovendo.
Reynolds ha infatti postato
un’immagine della celebre maschera dell’eroe contenuta all’interno
di una borsa, lasciando intendere che forse ci sono stati degli
incontri con i Marvel Studios in merito al nuovo film. Niente di
più è stato rivelato, dal momento che la storia non riportava
alcuna didascalia o commento dell’attore. La domanda sorge dunque
spontanea: a che punto saranno i lavori su
Deadpool 3? La speranza è che questa foto postata da
Reynolds possa aver anticipato l’arrivo di importanti aggiornamenti
in merito…
Il futuro di Deadpool al
cinema
Dopo l’uscita di Deadpool
2 e l’acquisizione di Fox da parte di Disney, il
futuro di Deadpool è
stato per lungo tempo appeso al filo dell’incertezza. Tuttavia, lo
scorso gennaio è stato confermato che Deadpool
3 si farà e che sarà ufficialmente collegato al
MCU. Al momento le uniche informazioni sul film riguardano gli
sceneggiatori: la Marvel, infatti, ha affidato a Wendy
Molyneux e Lizzie
Molyneux-Logelin (che andranno a sostituire i
veterani Rhett Reese e Paul Wernick) il compito di scrivere il
nuovo film.
Un nuovo volto nuovo entra a far
parte del cast di Matrix
4, l’annunciato sequel basato sul franchise di
successo. Secondo quanto apprendiamo Christina
Ricci è l’ultima attrice a ottenere un ruolo
nell’attesissimo sequel. I dettagli del suo personaggio non
sono stati resi noti ma si l’attrice si unirà a un cast già
stellato in un film che ha grandi aspirazioni.
Matrix 4vedrà
il ritorno di
Keanu Reeves, Carrie-Ann
Moss e Jada
Pinkett-Smith, che riprenderanno i loro ruoli iconici
come Neo, Trinity e Niobe. Il film vedrà anche i nuovi volti nel
cast come Priyanka Chopra Jonas, Jessica Henwick, Neil
Patrick Harris, Toby Onwumere e Yahya Abdul-Mateen
II, che si dice interpreterà il giovane
Morpheus.
I dettagli della
trama del quarto film live-action del franchise
di The
Matrix non sono stati rivelati e, data
la fine di The Matrix Revolutionsdel 2003 non possiamo immaginare come la storia possa
proseguire.
Le riprese di Matrix
4 sono ufficialmente partite nel 2020, ma a causa
della pandemia di Covid-19 sono state interrotte per un lungo
periodo di tempo. Anche se le riprese non sono ancora terminate, è
chiaro che lo saranno entro la fine dell’anno, dal momento che
l’uscita del film è fissata per il prossimo 22 dicembre.
Matrix
4 vedrà nel cast il ritorno
di Keanu
Reeves, Carrie-Ann
Moss e Jada
Pinkett-Smith al fianco delle new
entry Yahya Abdul-Mateen II, Neil
Patrick Harris, Jonathan Groff, Jessica
Henwicke Toby
Onwumere. L’uscita nelle sale è fissata per il 22 dicembre
2021. Il nuovo capitolo del franchise sarà diretto da Lana Wachowski. La sceneggiatura del film è
stata firmata a sei mani con Aleksandar Hemon e David Mitchell.
Arriva da
Deadline la notizia che l’attore Robert Emms
si è unito al cast del prossima serie spin-off di Rogue One: A Star Wars Story, Andor.
L’attore, noto soprattutto per i suoi ruoli in Chernobyl e His
Dark Materials della HBO, si unirà a un cast che
comprende già attori del calibro di
Diego Luna, Adria Arjona, Denise Gough, Genevieve O’Reilly,
Stellan Skarsgard, Fiona Shaw e Kyle Soller
.
ANDOR
è incentrato su Cassian Andor (Luna), personaggio che è stato
introdotto in Rogue One e come membro della
ribellione contro l’Impero. La serie sarà un prequel del film, con
Toby Haynes che sarà il regista principale della prima stagione che
sarà composta da12 episodi. Gli altri registi coinvolti sono Ben
Caron e Susanna White, mentre Stephen Schiff e Tony Gilroy sono gli
sceneggiatori. ANDOR è
prodotto dallo showrunner Tony Gilroy, che ha
scritto e prodotto Rogue One. Inizialmente Gilroy
avrebbe dovuto dirigere i tre episodi, ma è stato costretto a
rinunciare a causa di problemi di viaggio legati alla pandemia.
In Rogue One un gruppo di improbabili eroi si unisce
in una missione per rubare i piani alla Morte Nera, l’ultima arma
di distruzione dell’Impero. Questo evento chiave nella cronologia
di Star
Wars riunisce persone comuni che scelgono di fare cose
straordinarie e, così facendo, diventano parte di qualcosa di più
grande di loro stessi.
Ormai sempre più ricco di film e
personaggi, il Marvel Cinematic Universe è un vero
e proprio unicum nella storia del cinema. Quello sviluppato è un
universo narrativo senza precedenti, che mette in comunicazione tra
loro tante singole storie per costruirne una unica più grande,
capace di parlare a tutto il mondo. Tra i più apprezzati titoli
dell’MCU spicca poi in particolare Guardiani della
Galassia (qui
la recensione), scritto e diretto da
James
Gunn nel 2014. Un’opera diversa rispetto alle altre
dedicate ai supereroi Marvel, ricca di colori, comicità, grandi
emozioni e tantissima adrenalina.
Basato sugli omonimi personaggi
ideati nel 2008, nella seconda versione del gruppo (che differisce
da quella originale del 1969), il film è stato l’occasione per
portare sul grande schermo un gruppo di supereroi scanzonati e con
evidenti problemi relazionali. La loro avventura li trasforma però
in una famiglia indissolubile, dando vita ad alcuni dei momenti più
memorabili e commoventi dell’intero universo Marvel. I dubbi circa
un progetto che non coinvolgesse Iron Man, Captain America o Thor
erano molti, subito però fugati dall’affetto che automaticamente si
genera verso i Guardiani. A fronte di un budget di 196 milioni di
dollari, Guardiani della Galassia è arrivato ad incassarne
oltre 773 in tutto il mondo.
Tra il grande cast, gli esplosivi
effetti speciali e una colonna sonora indimenticabile, il film è
stato ovviamente solo il primo di quella che attualmente è una
trilogia, con il terzo film di prossima realizzazione. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà utile approfondire
alcune curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura
sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alla
colonna sonora. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Guardiani della Galassia: la trama
del film
Protagonista del film è l’audace
esploratore Peter Quill, inseguito dai cacciatori
di taglie per aver rubato una misteriosa sfera ambita da
Ronan, un essere malvagio la cui sfrenata
ambizione minaccia l’intero universo. Per sfuggire all’ostinato
nemico, Quill è costretto a dar vita ad una scomoda alleanza con
quattro improbabili personaggi: Rocket, un
procione armato; Groot, un umanoide dalle
sembianze di un albero; la letale ed enigmatica
Gamora e il vendicativo Drax il
Distruttore. Ma quando Quill scopre il vero potere della
sfera e la minaccia che costituisce per il cosmo, farà di tutto per
guidare questa squadra improvvisata in un’ultima, disperata
battaglia per salvare il destino della galassia.
Guardiani della Galassia: il cast
del film
Ad aver reso memorabile il film ci
ha pensato, tra le altre cose, il cast di attori coinvolti. In
primis, nei panni di Peter Quill, si ritrova
Chris Pratt. Benché oggi sia impossibile immaginare un
altro volto per tale personaggio, originariamente l’attore non
voleva prendere parte ai provini. Fu solo dopo numerosi tentativi
che accettò di partecipare, convincendo il regista di essere quello
giusto dopo pochi secondi. Data la sua grande capacità di
improvvisazione, a Pratt è stato poi concesso di riadattare a suo
gusto molte delle battute del suo personaggio.
L’attrice
Zoe Saldana, nota anche come protagonista femminile di
Avatar interpreta la guerriera Gamora. Un ruolo che le ha
richiesto una grande preparazione nel combattimento con e senza
armi e numerose ore di trucco al gioco. A dare voce al simpatico
Groot, il temibile albero antropomorfo, vi è l’attore
Vin Diesel. Poiché il suo personaggio pronuncia solo
le parole “io sono Groot”, Diesel ha deciso di registrare
queste anche in altre lingue come il francese, il tedesco, il
mandarino e il russo, così da far sentire la giusta intonazione
agli spettatori di ogni dove.
L’ex wrestler
Dave Bautista è invece Drax il Distruttore, un
personaggio che gli ha richiesto numerose ore di trucco al gioco e
lunghe saune a fine riprese per poterlo poi rimuovere. In ultimo,
Bradley Cooper dà voce al procione Rocket, per il
quale ha anche fornito alcune sue espressioni facciali. Sul set,
però il personaggio era interpretato da Sean Gunn,
fratello del regista. Ad interpretare Ronan l’accusatore vi è
invece l’attore
Lee Pace, mentre di rilievo sono anche i ruoli
ricoperti da
Michael Rooker nei panni di Yondu e
Benicio del Toro in quelli del Collezionista.
Guardiani della Galassia: la
colonna sonora, il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
All’interno del film Peter Quill
affronta le sue avventure insieme al fidato walkman regalatogli
dalla madre. Dentro di questo, vi è l’Awesome Mix Vol. 1,
contenente una serie di celebri brani, in particolare degli anni
Settanta e Ottanta. Per il personaggio rappresentano un legame con
la Terra e la sua famiglia. Tra i più noti si citano Hooked on
a Feeling, Spirit in the Sky, Moonage Daydream e
I Want You Back. Questa colona sonora, poi distribuita
fisicamente per gli appassionati, ha raggiunto il primo posto nella
classifica US Billboard 200, diventando il primo album
nella storia contenente canzoni già pubblicate a raggiungere tale
traguardo.
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Guardiani della
Galassia è infatti disponibile nei cataloghi di
Chili, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision e
Now. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di
riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un
abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso
di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui
guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto
televisivo di sabato 5 giugno alle ore
21:20 sul canale Italia 1.
La casa è da sempre uno degli
ambienti più ricorrenti nel cinema, dove è stata nel corso del
tempo declinata e raccontata in ogni modo possibile. In
particolare, memorabili rimangono alcune case legate al cinema
thriller e horror, che hanno fatto di questo ambiente il luogo
perfetto per orrori senza fine. Innumerevoli sono i titoli che si
potrebbero citare a riguardo, da La casa di Sam
Raimi fino ai più recenti Quella casa nel bosco,
Man in the Dark e
The Nest – Il nido. Un
altro esempio perfetto è anche Dream
House thriller del 2011 dal regista Jim
Sheridan, meglio noto per i film Il mio piede
sinistro e Nel nome del padre.
Tanto è cupa la storia di Dream
House, tanto è stata travagliata la sua realizzazione. Durante
le riprese, infatti, Sheridan ebbe numerosi contrasti con la casa
di produzione, la Morgan Creek Productions. Il
regista aspirava a farne un film colto e tematicamente profondo,
mentre i produttori desideravano invece dar vita ad un titolo di
genere che potesse riscuotere un buon successo economico. Dopo che
questi ultimi presero del tutto in mano il progetto, rimontandolo
senza consultare il regista, Sheridan disconobbe la pellicola. Come
lui, anche gli attori protagonisti si discostarono da questa,
rifiutandosi di promuovere qualcosa di così diverso da ciò per cui
avevano firmato.
Ciò portò naturalmente ad un sonoro
insuccesso di critica e pubblico, con incassi ben al di sotto del
budget. Ad oggi, Dream House è ancora ricordato come
un’occasione sprecata, con una storia potenzialmente intrigante ma
non sfruttata appieno. Eppure, nonostante i suoi tanti difetti, il
film lascia intravedere alcuni elementi di interesse che possono
intrigare i fan del genere. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcuni dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Dream House: la trama del film
Protagonisti del film sono i coniugi
Will e Libby Atenton, i quali
all’inizio del film si trasferiscono in quella che considerano la
loro casa dei sogni, nella tranquillità del New England. Qui i due,
insieme alle due figlie, sono pronti ad iniziare una nuova vita di
amore e tranquillità. Proprio quest’ultima risulta però ostacolata
dalla presenza di notte di alcuni strani rumori. Pur con tutti i
timori del caso, Will si decide a ricercare l’origine di questi,
arrivando fino in cantina. Qui si imbatte in un gruppo di giovani
impegnati a compiere riti satanici. In cerca di spiegazioni, Will
scoprirà qualcosa di spaventoso.
In quella stessa casa, infatti,
pochi anni prima un certo Peter Ward ha ammazzato
sua moglie e le due figlie, per poi essere catturato e rinchiuso in
un ospedale psichiatrico. Per saperne di più, gli Atenton decidono
di rivolgersi alla vicina di casa Ann, la quale
però si dimostra restìa a rispondere. L’unico modo per scoprire
davvero cosa sia successo in quella casa è recarsi al manicomio
dove Ward soggiorna. Qui, però, Will non solo scopre che
l’assassino è stato ora rilasciato, ma viene a conoscenza di una
verità scioccante, che mette in crisi ogni sua certezza.
Dream House: il cast del film
Per il ruolo di Will Atenton sono
inizialmente stati considerati gli attori Christian
Bale e Brad
Pitt. Al ruolo si è però poi interessato
Daniel Craig, noto come
l’attuale James
Bond, che ha infine ottenuto la parte. Nel ruolo di Libby,
moglie del protagonista, era invece stata scelta l’attrice
Rachel McAdams, la quale però dovette poi
rinunciare a causa di altri impegni. Al suo posto fu dunque scelta
la premio Oscar Rachel Weisz.
Conosciutisi sul set, Craig e la Weisz intrapresero una relazione
sentimentale che li portò in breve tempo al matrimonio. Parlando
del film, l’attore ha più volte scherzato affermando che “il
film non è venuto benissimo, ma in cambio ho conosciuto mia
moglie”.
Nei panni delle loro due figlie si
ritrovano le attrici Claire e Taylor
Geare, sorelle anche nella realtà. Nei panni di Ann
Patterson, la vicina di casa degli Atenton, vi è invece
Naomi Watts, nota per
film come 21 grammi e The Impossible. In quanto
britannica naturalizzata australiana, questa dovette impegnarsi in
particolare a sfoggiare un credibile accento del New England, dove
si svolge la vicenda. Nei panni del marito di Ann, Jack, vi è
invece l’attore Marton Csokas, meglio noto per
essere stato Celeborn nella trilogia de Il Signore degli
Anelli. Rachel G. Fox interpreta invece
Chloe, figlia di Ann e Jack. Infine, si ritrova nel film l’attore
canadese Elias Koteas, nei panni di Boyce,
complice di Jack.
Dream House: il trailer e dove
vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Colpevole
d’innocenza è infatti disponibile nel catalogo di
Rakuten Tv, Chili, Google Play, Apple iTunes e
Now. Per vederlo, basterà noleggiare il singolo film,
avendo così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà
soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato
5 giugno alle ore 21:00 sul canale
Iris.
Antonia Truppo e
Giovanni Esposito sono trai protagonisti di
Benvenuti in Casa Esposito, il nuovo film diretto
da Gianluca Ansanelli e presentato in anteprima al
Monte-Carlo Film Festival. Il film arriverà in sala il 2 agosto
2021, distribuito da Vision Distribution.
Tenetevi forte.
Preparatevi a ridere e a commuovervi. Sono arrivati gli Esposito!
Il rione Sanità, dove è nato il principe della risata Totò, è uno
dei più affascinanti e misteriosi di Napoli. Qui vive, con la sua
famiglia allargata, Tonino Esposito, orfano di un boss della
camorra. Tonino riceve dal clan un sussidio mensile e potrebbe
vivere di rendita. Invece si intestardisce a voler imitare le gesta
paterne, senza riuscirvi. Perché è goffo, sfigato, arruffone,
incapace di difendersi: un antieroe tragicomico e decadente, che
tra incubi e visioni, ingenuità e imbranataggini, ne combina di
tutti i colori. In un mix esilarante tra i Cesaroni e i Soprano,
uno spaccato divertente e allo stesso tempo crudele della Napoli
contemporanea, città dalle mille contraddizioni e dalle tante
difficoltà, capace però di non perdere mai la speranza per un
futuro migliore.
Diretto da Craig
Gillespie e interpretato dalle vincitrici dell’Academy
Award® Emma Stone ed Emma Thompson, il film Disney live action
Crudelia è
disponibile nelle sale italiane (salvo disponibilità dei cinema) e
su Disney+ con Accesso VIP.
In occasione dell’uscita di
Crudelia, M·A·C Cosmetics ha lanciato
The Disney Cruella Collection by M·A·C, una collezione che
si ispira alle più insolenti icone fashion che hanno contribuito a
dare un volto alle ere Punk e New Wave dei tardi Settanta e primi
anni Ottanta, con vivide labbra rosse e iconici ombretti bianchi e
neri, prendendo spunto dalle tonalità e tecniche usate per creare i
look di Cruella sullo schermo.
Inoltre, nelle vetrine di M·A·C
Cosmetics in via Dante a Milano, è andata in scena una collezione
di abiti ispirata a Crudelia realizzata da Rebecca Pavone,
Aurora Dolce e Sofia Motta, giovani talenti dell’Istituto
Europeo di Design (IED) che, con la collaborazione della
Coordinatrice e Creative Director IED Moda Milano Olivia Spinelli,
sono stati selezionati per realizzare tre outfit ispirati al
film.
1 di 22
Westwing,
e-commerce di Home&Living, ha interpretato in chiave
interior design la dicotomia dei due personaggi principali
del film: Cruella e la Baronessa. Sul sito Westwing.it è stata disponibile una campagna
Crudelia a tema interior dedicata agli utenti, ispirata
allo stile punk-rock anni 70 del film.
Veepee,
sito leader europeo delle flash-sales, ha realizzato un progetto
speciale insieme a Disney Italia in occasione del lancio del film
sui siti Privalia e Veepee. Un canale editoriale con lo stile di
Crudelia, con una selezione di top brand tra Moda,
Accessori e Beauty.
Una sezione dedicata al mondo di Crudelia è stata
creata anche su Amazon.it:
protagoniste una collezione completa di magliette e felpe; i
celebri Funko Pop per i collezionisti e infine il libro edito da
Giunti “Crudelia De Mon. La mia vera storia”.
Inoltre, per celebrare l’uscita del film, sono disponibili su
ShopDisney.it la nuova esclusiva collezione di abbigliamento,
accessori e peluche ispirata ai personaggi del nuovo film Disney
live action.
Andy Muschietti,
impegnato sul set di The
Flash, ha condiviso sul suo account Instagram
una foto di un logo di Batman, o forse di un pettorale di un
costume di Batman che sembra macchiato di sangue. Sappiamo che il
film vedrà più Batman in azione, ma non sappiamo a chi appartiene
questo logo/costume, né la foto ci fornisce alcuna descrizione o
suggerimento. Cosa vorrà dire?
Confermata anche la presenza
di Michael
Keaton e Ben
Affleck, che torneranno entrambi a vestire i panni di
Batman. Kiersey Clemons tornerà nei
panni di Irish West dopo essere apparsa in Zack
Snyder’s Justice League (il personaggio era stato
tagliato dalla versione theatrical). Nel cast ci saranno anche
l’attrice spagnola Maribel Verdú (Il
labirinto del fauno), che interpreterà Nora Allen (la
madre di Barry) e l’attrice statunitense Sasha
Calle(Febbre d’amore) che interpreterà
Supergirl.
Ecco la nostra intervista a
Giacomo Ferrara, attore noto al grande pubblico
come lo Spadino di Suburra e giurato al
Monte-Carlo Film Festival, festival della commedia che si svolge a
Monte-Carlo dal 31 maggio al 5 giugno.
Apple TV+ ha svelato oggi il trailer e la data
d’uscita del documentario, “Chi sei, Charlie Brown?”, che sarà
disponibile in tutto il mondo venerdì 25 giugno, su
Apple TV+. Narrato da Lupita Nyong’o e ideato da Imagine
Documentaries, lo speciale documentario è prodotto da Brian Grazer
e Ron Howard e mostra interviste con amici, familiari, fumettisti e
i fan più famosi del fumetto, per comporre un commovente ritratto
del compianto creatore dei Peanuts, Charles M. Schulz.
Onorando il creatore dell'”uomo
qualunque”, Charles “Sparky” Schulz, “Chi sei, Charlie Brown?”
celebra il significato e la popolarità multi-generazionale del
fumetto, con la sua arte e design senza tempo, per delineare il
ritratto dell’uomo i cui personaggi avrebbero toccato la vita di
milioni di persone nel corso dei decenni, diventando amate icone
culturali. Ricco di interviste a Jean Schulz, la vedova di Charles
Schulz, insieme a Drew Barrymore, Al Roker, Kevin Smith,
Billie Jean King, Paul Feig, Ira Glass, Noah Schnapp, Miya Cech,
Keith L. Williams, Chip Kidd, Lynn Johnston, Robb
Armstrong e altri ancora, il documentario intreccia una
nuova storia animata che segue Charlie Brown alla scoperta di se
stesso.
Chi sei, Charlie
Brown? è prodotto da Brian Grazer, Ron Howard,
Sara Bernstein e Justin Wilkes di Imagine
Documentaries, Josh Scherba, Anne Loi e Stephanie Betts di
WildBrain, Craig Schulz e Paige Braddock di Peanuts e Michael
Bonfiglio, che scrive e dirige. Meredith Kaulfers di Imagine
Documentaries è co-produttrice esecutiva e Marcella Steingart è
produttrice e scrittrice. La musica originale è composta da Jeff
Morrow, compositore della nuova serie “The Snoopy Show”, “Snoopy in
Space” e “Peanuts in Space: Secrets of Apollo 10”.Chi sei,
Charlie Brown? si unirà ad altri titoli dei Peanuts, tra
cui “The Snoopy Show”, i classici speciali dei “Peanuts”, la serie
nominata ai Daytime Emmy “Snoopy in Space” e il vincitore del
Daytime Emmy Award “Peanuts in Space: Secrets of Apollo 10”,
anch’essi prodotti da Imagine Documentaries.
Offrendo una visione
multi-generazionale per i bambini dai 4 agli 11 anni e per i loro
caregiver, Apple
TV+ ospita serie originali di alcuni dei franchise più
affidabili di oggi nella programmazione per bambini e famiglie, tra
cui “Ghostwriter” e “Helpsters” di Sesame Workshop, vincitori del
Daytime Emmy Award; il prossimo reboot dell’amata serie classica
“Fraggle Rock” di The Jim Henson Company; “Doug Unplugs” di
DreamWorks Animation e “Stillwater” di Gaumont e Scholastic.
Apple TV+ è disponibile sull’app
Apple TV in oltre 100 paesi, su oltre 1 miliardo di schermi,
inclusi iPhone, iPad, Apple TV, iPod touch, Mac, specifiche smart
TV Samsung, LG, Sony e VIZIO, Amazon Fire TV e dispositivi Roku,
console PlayStation e Xbox e su tv.apple.com,
per € 4,99 al mese con una prova gratuita di sette giorni. Per un
periodo di tempo limitato, i clienti che acquistano un nuovo
iPhone, iPad, Apple TV, Mac o iPod touch possono usufruire
gratuitamente di un anno di Apple TV +. Questa offerta speciale è
valida per tre mesi dopo la prima attivazione del dispositivo.
Un operaio dell’industria
petrolifera, interpretato da Damon, parte dall’Oklahoma alla volta
di Marsiglia per visitare la figlia, finita in carcere per un
delitto che sostiene di non aver commesso. Messo alla prova dalle
barriere linguistiche, dalle differenze culturali e da un complesso
sistema legale, Bill rende la battaglia per la libertà della figlia
la propria missione. Durante questo percorso, sviluppa un’amicizia
con una donna locale e la sua piccola bambina, che lo porterà ad
allargare il proprio sguardo e a scoprire un nuovo e inatteso senso
di empatia con il resto del mondo.
Dopo l’anteprima mondiale alla
71ª edizione del Festival Internazionale del cinema di
Berlino, Per Lucio di Pietro Marcello arriva nei
cinema italiani per un evento di tre giorni, il 5, 6, 7
luglio (elenco sale a breve su nexodigital.it). Le prevendite
apriranno a partire da giovedì 10 giugno.
Per Lucio, una produzione
IBC Movie con Rai Cinema in collaborazione con
Avventurosacon il sostegno della Regione
Emilia-Romagna, è un viaggio visivo e sonoro nell’immaginario
poetico e irriverente del cantautore bolognese Lucio Dalla,
una narrazione inedita del suo mondo condotta attraverso le parole
del fidato manager Tobia e dell’amico d’infanzia Stefano
Bonaga.
Il film unisce biografia e storia,
realtà e immaginario, dando vita a un ritratto che attinge
dall’infinito bacino dei repertori pubblici e privati, storici e
amatoriali, grazie ai materiali d’archivio di Istituto
Luce Cinecittà, Fondazione Cineteca di Bologna, Home Movies –
Archivio Nazionale del Film di Famiglia, Archivio Audiovisivo del
movimento operaio e democratico e Fondazione CSC – Archivio
Nazionale Cinema d’Impresa (Ivrea). Tutti elementi che riportano
alla luce l’avventura di Dalla e le sue molte vite: il faticoso
esordio, l’entusiasmo per la prima ascesa al successo, la fortunata
collaborazione con il poeta Roberto Roversi, fino e alla
consacrazione come autore colto e popolare. Liriche e musiche
dipingono così un’Italia sotterranea e sfumata, immergendo lo
spettatore in una libera narrazione del Paese che attraversa tanto
il boom economico che i tragici eventi del periodo legato alla fine
degli anni’ 70.
Pietro Marcello, dopo il
pluripremiato Martin Eden, ripercorre così attraverso
le vicende dell’artista anche l’Italia degli ultimi e degli
emarginati, l’Italia di Lucio Dalla, una figura polimorfa che
sfugge a ogni flash, a ogni definizione: istrione, clown, jazzista,
viandante, eroe, poeta, cantore, profeta, trasformista,
provocatore. Forse non ci sarebbe nemmeno bisogno di raccontare
Dalla: l’eccezionalità della sua storia dovrebbe bastare. Eppure,
siamo qui ancora a farci questa domanda. Qualcosa manca,
qualcosa è sfuggito. Una cosa è certa: Lucio Dalla ha toccato la
vita con mani frementi e l’ha guardata con occhi vivi di bambino e
abbracciando la sua epoca.
Scritto da Pietro Marcello e
Marcello Anselmo, Per Lucio non è solo un film su Lucio
Dalla, ma una sinfonia visiva e sonora del mondo immaginato e
cantato da Dalla: le piazze, i bar, le puttane, i barboni. E un
viaggio tra canzoni capolavoro come Lunedì Film, Il fiume e la
cittá, Itaca, È lì, La Canzone di Orlando, L’operaio Gerolamo,
La Borsa Valori, Mille Miglia, Intervista con l’avvocato, I muri
del ventuno, Quale allegria, Come è profondo il mare, Mambo, Il
Parco Della Luna, Balla Balla Ballerino, Futura.
Per Lucio è distribuito al
cinema da Nexo Digital il 5, 6, 7 luglio in collaborazione con i
media partner Radio DEEJAY, MYmovies.it e Rockol.it.
Girato nel 1972 da Sidney
Pollack e rimasto fermo per oltre 47 anni a causa di
questioni tecniche e legali, Amazing Grace è
riportato alla luce, sugli schermi di tutto il mondo, da Alan
Elliot. “Un miracolo”, l’ha definito il New Yorker, presentato con
plauso unanime di pubblico e critica al DOC NYC Festival, alla
Berlinale 2019 e al Taormina Film Festival, e che arriva finalmente
nelle sale italiane come evento, dal 14 al 16 giugno.
Amazing Grace è stato
girato da Pollack mentre Aretha Franklin registrava il suo
leggendario doppio album omonimo, l’opera gospel più venduta della
storia. Nel 1972 la regina del soul per due serate alla New Temple
Missionary Baptist Church di Los Angeles torna alle sue radici
gospel, quando, poco più che bambina, cantava in chiesa a Detroit
dove teneva i suoi sermoni il reverendo Franklin, suo padre.
Ad accompagnare Aretha al piano c’è il carismatico reverendo
James Cleveland, a far da spalla alla Franklin il Southern
California Community Choir diretto da Alexander Hamilton; a
sorpresa, tra il pubblico in visibilio, un giovanissimo Mick
Jagger.
Protagonista assoluta di
Amazing Grace è la regina del soul per eccellenza che
attraverso immagini inedite e un suono trascinante emoziona lo
spettatore, immerso in un tripudio di musica e in un’atmosfera
gospel unica nel suo genere.
Amazing
Gracesarà nelle sale cinematografiche con
Adler Entertainment solo il 14, 15 e 16 giugno.
Lucky Red ha
diffuso il trailer dell’ultimo film del regista premio Oscar
Fernando Trueba (Belle Époque), La
nostra storia, unico film in lingua spagnola entrato
a far parte della selezione Ufficiale del Festival di
Cannes 2020 e presentato in Italia nella scorsa edizione
della Festa del Cinema di Roma.
Adattamento del romanzo di Héctor
Abad Faciolince, uno dei capolavori della letteratura contemporanea
ispanoamericana, racconta la vera storia di suo padre, l’attivista
colombiano per i diritti umani Héctor Abad Gómez. Con Javier Cámara
(The Young Pope, Parla con lei), La nostra
storia racconta la vita di un uomo combattuto tra l’amore
della sua famiglia e la lotta politica, ambientato nella Colombia
devastata dalla violenza degli ultimi decenni.
Il Signore degli Anelli è una trilogia fantasy
famosissima, nonché considerato uno dei più grandi e ambiziosi
progetti nella storia del cinema. Tutti e tre i film sono stati
girati in Nuova Zelanda, il Paese di nascita del regista,
Peter Jackson. Molti dei bellissimi paesaggi presenti nei film
possono quindi essere visitati durante un viaggio in Nuova
Zelanda.
Hobbiville e
Mordor
La Nuova Zelanda è formata da due
isole principali, vale a dire l’Isola del Nord e l’Isola del Sud, e
da numerose isole minori. Entrambe le isole sono dotate di paesaggi
naturali di una bellezza mozzafiato. L’Isola del Nord è dove si
trova la famosa, incantevole e amata residenza degli hobbit, la
Contea. Lo sfondo della Contea nei film de Il
Signore degli Anelli è Matamata, situato nella parte
settentrionale dell’Isola di Nord.
Sarà ovvio che non tutte le
località che hanno servito come sfondo nei film sono subito
riconoscibili, dato che nei film sono stati utilizzati effetti
speciali. Questo non è il caso, però, di Hobbiville.
Chi durante un viaggio in Nuova Zelanda si trova sull’Isola del
Nord, può visitare l’ambientazione di Hobbiville, dove si trovano
ancora 44 case hobbit, così come viste nei film. È persino
possibile bere qualcosa al Green Dragon Inn. Chi desidera
visitare Hobbiville, può prenotare vari tour. Si consiglia
di prenotare in anticipo, poiché i tour sono molto popolari e si
esauriscono rapidamente.
Non solo le scene della serena e
favolosa Contea sono state riprese sull’Isola del Nord.
Un’altra località sull’Isola del Nord è servita come set per il
magico Gran Burrone, rifugio nascosto degli elfi: il parco
regionale di Kaitoke. La località di Kaitoke si trova a circa 45
chilometri a nord-est dalla capitale della Nuova Zelanda,
Wellington. È quindi facile combinare una visita alla capitale del
Paese con una visita a questo parco regionale.
Sull’Isola del Nord non si trovano
solo le località che sono servite come set cinematografici per i
luoghi sereni e magici dei film. Nella parte centrale dell’Isola
del Nord si trova il parco nazionale del Tongariro, il più antico
parco nazionale della Nuova Zelanda, i cui paesaggi aridi
inquietanti sono stati scelti per le riprese del tenebroso e scuro
Mordor. All’interno di questo parco si trova anche il Monte
Fato, nella vita reale conosciuta come il Monte Ngauruhoe.
Chi desidera visitare i set
cinematografici menzionati, per il viaggio in Nuova Zelanda ha
bisogno di un visto. Fortunatamente il visto
per la Nuova Zelanda si può richiedere facilmente online.
Altri luoghi d’interesse
della Nuova Zelanda
Dal momento che il visto Nuova
Zelanda ha una validità totale di due anni e permette di effettuare
un numero illimitato di viaggi durante questo periodo (ogni
soggiorno può durare fino a tre mesi), oltre alle località
cinematografiche si possono anche visitare altri luoghi d’interesse
della Nuova Zelanda. Il Paese è famoso per la bellezza dei suoi
paesaggi naturali e ha tanto da offrire. A titolo di esempio: oltre
al parco nazionale del Tongariro menzionato in precedenza, il Paese
ha altri tredici parchi nazionali.
Le località cinematografiche
menzionate in precedenza sono tutte situate sull’Isola del Nord, ma
anche l’Isola del Sud merita sicuramente una visita. Qui si trova,
tra le altre cose, il più grande parco nazionale della Nuova
Zelanda: il parco nazionale del Fiordland. Oltre ai meravigliosi
paesaggi naturali, in Nuova Zelanda vi sono varie città
interessanti. Visita ad esempio Auckland, Wellington (sull’Isola
del Nord) o Christchurch, situata sull’Isola del
Sud.
Per un viaggio in Nuova
Zelanda è necessario un visto (NZeTA)
La Nuova Zelanda è una destinazione
adatta sia agli amanti dei film de Il Signore degli Anelli, ma non
solo. Il Paese ha qualcosa per tutti: paesaggi naturali mozzafiato,
tanti luoghi
di interesse e una storia interessante. Chi desidera viaggiare
in Nuova Zelanda, sia per visitare i famosi set cinematografici o
per un altro motivo, ha bisogno di un visto. Il visto per la Nuova
Zelanda, ovvero la NZeTA (“New Zealand Travel Authority”) può
facilmente essere richiesto online. Prima di presentare la
richiesta di visto, è importante verificare se si soddisfano tutti
i requisiti.
Ecco una clip da La Cordigliera dei
Sogni, film del maestro cileno, Patricio
Guzman, che chiude la trilogia iniziata con La
memoria dell’acqua e Nostalgia della
luce. Il film arriva al cinema dal 10 giugno distribuito
da I Wonder Pictures.
L’esplorazione del territorio va di
pari passo con l’esplorazione della storia, per svelare l’anima più
profonda del Cile. Proprio come ci ha abituati Guzmán. Nel
documentario, presentato nel 2019 al Festival di Cannes, le alte
cime della Cordigliera si caricano di una moltitudine di
significati simbolici, spesso contraddittori, stratificati come la
roccia. La poesia visiva del paesaggio si sovrappone alle
testimonianze dei cittadini cileni, che rivivono i loro ricordi
della dittatura di Pinochet. Una nostalgia, un senso di
frustrazione schiacciante che non affligge solo il popolo cileno ma
anche la sua Cordigliera, le voci umane si fondono con quella
silente della roccia, in un commovente grido di avvertimento alle
nuove generazioni, affinché non si rassegnino mai.
Nel MCU ci sono stati tutta una serie di eventi
molti importanti, dal primo attacco di Loki alla creazione di
Ultron da parte di Tony Stark. Tuttavia, nulla è paragonabile alla
Infinity
War contro Thanos. Abbiamo assistito alla scomparsa di
metà della vita dell’universo, che ha avuto un impatto a dir poco
devastante su coloro che erano rimasti in vita. Anche se alla fine
le persone scomparse sono tornate indietro cinque anni dopo, il
MCU non hai mai spiegato per filo e per segno cosa sia
realmente accaduto durante il Blip.
Screen Rant ha raccolto 10 domande sul Blip che non hanno
ancora trovato una risposta:
Gli
effetti del Blip sugli altri pianeti?
La Terra non è stato
l’unico pianeta colpito dal Blip, dal momento che il tragico evento
ha interessato l’intero universo. Sappiamo che Captain Marvel è stata impegnata a
risolvere una serie di problemi, anche se la loro natura non è mai
stata rivelata. Tuttavia, è lecito supporre che sia successo
qualcosa di molto simile a quanto accaduto sulla Terra.
Anche gli abitanti dei mondi alieni
sono stati colpiti dalla perdita dei loro cari. Alcuni di loro si
sono dedicati al crimine, come Occhio di Falco, mentre altri hanno
semplicemente manifestato il loro profondo dolore per la perdita
delle persone care. Il Blip deve aver avuto un forte impatto anche
sull’economia e sugli affari tra i vari pianeti…
Cosa è accaduto alle vittime del Blip?
Una delle domande che non
hanno ancora trovato una risposta è come abbiano provato le persone
che sono riuscite a tornare indietro. Dalla reazione avuta da
Monica Rambeau quando si è svegliata nella stanza d’ospedale in
WandaVision, è chiaro che quell’esperienza non è stata
simile alla morte o alla resurrezione, ma piuttosto ad una
sensazione di svenimento e di conseguente risveglio.
Le
parole di Spider-Man in Avengers:
Endgame sembrano dare credito aquesta spiegazione, poiché
Peter ha spiegato a Tony Stark di essere come “svenuto”. Da questa
spiegazione, sembra che coloro che sono scomparsi e poi sono
tornati indietro non abbiano provato un dolore
atroce.
Quali altri personaggi del MCU sono stati vittime del
Blip?
Il finale di Avengers:
Infinity War ha mostrato la scomparsa di molti supereroi,
non solo Spider-Man, ma anche Wanda Maximoff, T’Challa, Bucky,
Groot, Star-Lord e Doctor Strange. Anche Nick Fury e Maria Hill
sono scomparsi. Tuttavia, alcuni fan si sono chiesti cosa fosse
successo agli altri personaggi del MCU che non sono apparsi nel
film.
I
creatori dei film hanno confermato che molti altri personaggi sono
stati vittime del Blip. L’elenco include l’ex fidanzata di Bruce
Banner, Bette Ross, l’ex fidanzata di Thor, Jane Foster, Sharon
Carter, e anche la fedele guerriera di Thor, Lady Sif.
Perché Hulk non ha riportato
indietro Natasha?
Tutti quelli che hanno
visto Avengers:
Endgame sanno che Natasha ha sacrificato la
sua vita su Vormir, in modo che i Vendicatori ottenessero la Gemma
dell’Anima. Ma quando Hulk ha schioccato le dita e ha invertito il
Blip, Natasha non è tornata indietro, anche se ci ha provato.
La spiegazione più plausibile è che
Hulk sia stato in grado di invertire solo le conseguenze del Blip,
non quello che è successo dopo. Inoltre, è del tutto possibile che
una volta che una persona sacrifica la propria vita per la Gemma
dell’Anima, il suo gesto non possa essere annullata. Ecco perché il
film ha visto il ritorno di una Gamora più giovane, non quella che
è morta su Vormir.
Il mondo è davvero tornato alla normalità?
Dopo il blip, alcune città e altri luoghi
divennero fatiscenti o abbandonati. Scott Lang ne è stato testimone
quando è tornato dal Regno Quantico alla sua casa per vedere sua
figlia.
Ma
considerando che New York e gli altri paesi europei sembravano
normali in
Spider-Man: Far From Home,è possibile che, quando Hulk ha invertito il
Blip, abbia anche riparato il danno più grande che la perdita di
metà della popolazione ha causato al pianeta Terra.
Perché Blip e non Snap?
Solo pochi supereroi erano
presenti quando Thanos ha schioccato le dita, da qui lo Snap. Ma
per la grande maggioranza delle persone, chiamare l’evento Blip ha
più senso. Un momento erano da qualche parte, un momento dopo erano
spariti, e poi sono tornati cinque anni dopo.
Chiamarlo Snap indicherebbe che era qualcosa permanente,
mentre Blip suggerisce che è stato un vero e proprio “battito di
ciglia”, un momento che passa… almeno questo è quello che si pare
avvenga in base a quanto rivelato dalle vittime.
Cosa è successo alle famiglie delle vittime?
Anche se il MCU non l’ha
affrontato in modo dettagliato, sembra che il Blip abbia avuto un
impatto significativo sulle vittime. Alcune persone devono anche
aver rinunciato alla speranza di rivedere i propri cari. Invece
Maria Rambeau, la mamma di Monica, credeva che sua figlia sarebbe
tornata.
Un
altro esempio è il matrimonio del signor Harrington.In Spider-Man: Far From Home ha menzionato il fatto che
sua moglie ha fatto finta di essere stata tra le vittime del Blip,
anche se non era così. L’ha solo usata come un’opportunità per
lasciarlo, con lui che le aveva addirittura organizzato un
funerale. È lecito ritenere che questo sia stato un evento
straordinario e che la maggior parte delle persone abbia affrontato
diversi problemi legati al Blip.
Perché alcuni hanno reagito in modo diverso al
Blip?
Apparentemente, tutti hanno
reagito in modo leggermente diverso al Blip. Alcuni se ne accorsero
a malapena e altri no. Alcuni dei compagni di classe di Peter
stavano ancora suonando i loro strumenti musicali nel momento in
cui sono scomparsi. Il motivo per cui alcune persone hanno
impiegato più tempo a scomparire è che erano semplicemente più
forti di altre.
Spider-Man ha anche combattuto contro il Blip, quindi gli ci è
voluto un po’ per svanire… è persino riuscito a parlare brevemente
con Tony! Inoltre, era anche avvantaggiato grazie al suo “Senso di
ragno”, che lo avvertiva sempre in anticipo di eventuali problemi
in arrivo.
Le vittime del Blip sono tornate alle loro vite
precedenti?
Sì e no. A seconda delle
circostanze individuali, le vittime del Blip hanno dovuto adattarsi
ad alcune cambiamenti nelle loro vite. Peter e sua zia May ne sono
una dimostrazione.
Dal momento che nuove persone si
sono trasferite nel loro appartamento dopo essere scomparsi, Peter
e sua zia hanno dovuto trovare una nuova casa una volta tornati.
D’altra parte, a Peter è stato permesso di tornare alla sua scuola,
anche se ha dovuto ripetere l’anno.
Cosa è successo a chi era in pericolo?
Alcune delle domande sul
Blip non riceveranno risposta a breve. Il meglio a cui si può
auspicare sono le teorie. Molti fan hanno discusso su cosa
succederà a coloro che potrebbero essere in pericolo dopo il loro
ritorno. Ad esempio, i passeggeri dell’aereo cadrebbero a terra e
morirebbero?
La risposta più plausibile è che
Hulk si è assicurato che tutte le vittime del Blip sarebbero
tornate sane… cioè con entrambi i piedi ben piantati per terra!
Pedro Almodóvar
– Ironico, dissacrante, fantasioso, colorato,
coraggioso, critico, estroso, geniale. Sono solo alcuni degli
aggettivi che vengono in mente nel descrivere il cinema di
Pedro Almodóvar.
Negli anni ’80 ha incarnato e
magnificamente rappresentato con le sue pellicole la reazione
spagnola ai rigidi schemi della morale franchista, ipocrita e
bigotta. È stato, allora, il più dirompente talento del cinema
iberico ed è, oggi, unanimemente riconosciuto tra i maestri europei
della settima arte. Tra le sue qualità, l’estro assoluto, che gli
consente di creare mondi eccentrici, popolati da personaggi
altrettanto sopra le righe, ma perfettamente coerenti e quindi
credibili, cui il pubblico inevitabilmente si appassiona. E la
capacità di coniugare realismo e immaginazione, grazie alla quale
riesce a trattare temi anche scomodi o scabrosi, utilizzando la
chiave della fantasia con risultati di grande efficacia. Il tutto
senza dimenticare la sua vena critica, ad esempio nei confronti
della religione e della chiesa.
Il genio inconfondibile di Pedro
Almodóvar
Pedro Almodóvar
nasce a Calzada de Calatrava, nella Mancha, ma sul giorno e l’anno
non ci sono certezze. Pare che lui stesso sia sempre stato
piuttosto vago al riguardo – 24 settembre 1949, o 25 settembre
1951? Ad ogni modo, dalla terra di Don Chisciotte si allontana a
otto anni, alla volta dell’Estremadura. Qui frequenta la scuola
presso i frati Salesiani e Francescani. L’esperienza non è certo
delle migliori: è quella da cui trarrà ispirazione molti anni dopo
per il suo La mala educación, e certo ha
una responsabilità nel suo allontanamento dalla religione
cattolica, cui spesso riserverà ironia e sarcasmo nelle sue
pellicole. Nel 1968 Almodóvar lascia la famiglia e si trasferisce a
Madrid, dove fa vari lavori e vorrebbe studiare cinema, ma siamo
ancora nel periodo franchista e la dittatura comporta anche la
chiusura delle scuole di cinema. Così il nostro futuro regista
dovrà formarsi da autodidatta, e intanto cercarsi un impiego che
gli garantisca qualche guadagno. Lo trova alla Compagnia Telefonica
spagnola, dove sarà impiegato per più di dieci anni. Anche
quest’esperienza troverà un’eco nei suoi film. Basti pensare alla
presenza e al ruolo del telefono in Donne sull’orlo di una crisi di
nervi. La lunga permanenza alla compagnia telefonia, però, consente
ad Almodóvar di risparmiare il necessario per acquistare una
macchina da presa Super 8, con la quale comincia a fare le prime
prove di ripresa. Siamo negli anni ’70 e Pedro ha tutt’altro che
abbandonato la passione per cinema e teatro: partecipa ad un gruppo
teatrale, Los Galiardos, e per non farsi mancar nulla, fonda anche
il gruppo musicale Almodóvar e McNamara, e scrive racconti.
Insomma, una doppia vita, quella del nostro in questi anni: di
giorno impiegato, di sera e di notte preso a coltivare le sue
passioni artistiche. Nel frattempo, il franchismo tramonta, e
Almodovar s’inserisce a pieno titolo nella Movida: quel movimento
di cultura che segna il rifiorire della Spagna dopo il periodo
oscuro della dittatura.
Pedro Almodovar, film e filmografia
Dopo i primi cortometraggi, nel
1980 arriva l’esordio nel lungometraggio con Pepi, Luci, Bom e le
altre ragazze del mucchio. Protagonista, un’attrice che
Pedro Almodóvar porterà al successo e vorrà
spesso con lui nelle successive pellicole: Carmen Maura. Un gruppo
di donne per un esordio dissacrante, dove si affrontano temi quali:
sessualità in tutte le sue forme, violenza, perversione, disagio.
Il tutto in maniera assolutamente esplicita, puntando a stuzzicare,
scandalizzandolo, il perbenismo ancora imperante nella Spagna
dell’epoca. Una pellicola di rottura insomma, di grande coraggio
perché pone al centro temi che forse mai prima d’allora erano stati
affrontati in maniera così significativa e diretta.
Due anni dopo, è la volta di
Labirinto di passioni, commedia corale che ruota attorno al sesso.
Oltre a Cecilia Roth, altra attrice prediletta da Pedro
Almodóvar, qui ha inizio il sodalizio tra il regista e
Antonio Banderas, che deve proprio a lui la sua prima
fama. Nel 1983 lo sguardo del regista spagnolo punta invece dritto
sul mondo religioso, che egli però rivisita in chiave grottesca,
con abbondanti dosi di ironia. Esce infatti L’indiscreto fascino
del peccato, dove il regista ritrova Carmen Maura, affiancandole
Julieta Serrano e Marisa Paredes. Anche qui siamo di fronte a un
gruppo di personaggi, in particolare di donne, di suore, che nel
loro convento ne fanno di tutti i colori (sono eroinomani, scrivono
riviste porno ecc…). Un universo grottesco, proprio perché
Pedro Almodóvar rende il convento un
coacervo di vizi, mostrando, in maniera volutamente esagerata, cosa
può celarsi dietro un’apparenza di rettitudine e rigore. Gioca a
frastornare lo spettatore, a scardinare le sue convinzioni e
princìpi, a divertirlo facendo accadere l’improbabile. Nell’84 sarà
ancora Carmen Maura, nei panni della casalinga Gloria, la
protagonista di Che ho fatto io per meritare questo? dove il
regista va ancora alla ricerca di ciò che si cela dietro alle
apparenze di un tranquillo nucleo familiare. Tre anni dopo, il film
che farà conoscere il regista spagnolo anche nel nostro paese: La
legge del desiderio. Omosessualità, incesto, omicidio, molta ironia
e gusto kitsch sono gli ingredienti di questa commedia, che ancora
una volta, come quasi sempre nel cinema di Almodóvar, non può
prescindere dal raccontare dinamiche di gruppo. In questi anni, il
regista spagnolo fonda assieme al fratello Agustín una casa di
produzione cinematografica: El Deseo, con la quale produrrà tutte
le pellicole successive. Il passo, a quanto pare, è fondamentale,
visto che nel 1988 esce il film che lo farà conoscere e apprezzare
a livello internazionale: Donne sull’orlo di una crisi di nervi.
Commedia sofisticata, come l’ha definita lo stesso autore, dove
tutto appare straordinariamente a posto: ambienti, costumi, tutto
esteticamente perfetto e appagante, il che mette ancor più in
evidenza ciò che invece non va.
Il “dramma” infatti, è che gli
uomini continuano a lasciare le donne, come accade alla
protagonista Pepa/Carmen Maura ed anche, attraverso gli intrecci
tipici della commedia, ad altre donne che animano il gruppo al
centro del film. Pepa viene lasciata da Ivan nel più sgradevole dei
modi: con un messaggio lasciato sulla segreteria telefonica. Tenta
di parlare con lui più volte, per sfogare la sua rabbia, ma si
scontra sempre con la solita segreteria. Ivan è l’insensibile
dispensatore di sofferenza, ma è anche un uomo solo, incapace di
una vera relazione e di un confronto adulto. Tanto altro però
accade a Pepa in questa commedia dai ritmi serrati: si vede
arrivare a casa un giovane (Carlos/Antonio
Banderas) – che poi scoprirà essere il figlio del suo
amante – con la fidanzata (Marisa/Rossy De Palma) interessati ad
affittare il suo appartamento. Ma arriverà anche la stravagante
amica di Pepa, Candela/María Barranco, convinta che la polizia sia
sulle sue tracce. Un universo prevalentemente femminile raccontato
nelle sue debolezze e fragilità, ma anche evidenziandone tenacia e
voglia di reagire, senza nascondere una rabbia che, opportunamente
diretta – anche contro gli apparecchi telefonici, come s’è detto –
finisce per essere innocua, ma liberatoria. In Italia il film
ottiene ampi consensi e premi: David di
Donatello come Miglior Film straniero, Ciack d’Oro a
Carmen Maura e Osella per la Miglior Sceneggiatura
a Venezia.
L’anno successivo è la volta di
Lègami!, in cui Pedro Almodóvar sceglie
Antonio Banderas come protagonista, accanto a
Victoria Abril, per indagare diversità e normalità, mettendo in
discussione le certezze di chi guarda. Lo fa però in modo meno
dissacrante e scabroso di quanto si potrebbe prevedere.
Antonio Banderas è un ragazzotto che esce da un
ospedale psichiatrico e decide di sequestrare in casa una
pornostar, legandola al letto, per costringerla a conoscerlo,
amarlo e infine sposarlo. Da una premessa eccentrica si dipana una
trama incentrata sul rapporto complesso tra i due protagonisti.
Ritmo veloce e coinvolgente, humour, ironia, quel tocco visionario
e surreale che non guasta ed è ormai cifra distintiva del regista
spagnolo. Anche il giovane Banderas è ormai lanciatissimo nel
panorama internazionale. Una curiosità: Pedro
Almodóvar ha dichiarato in un’intervista che fu proprio la
visione di questa pellicola a convincerla a intraprendere la strada
del cinema. Il cammino artistico dell’attrice sotto la guida del
regista spagnolo sarà poi lungo e fruttuoso.
Gli anni ’90 si aprono
per Pedro Almodóvar all’insegna di un’altra
commedia corale: Tacchi a spillo. Due donne, madre e figlia (Marisa
Paredes e Victoria Abril). Un uomo: ex amante della prima e marito
della seconda, assassinato. La moglie che si autoaccusa e un
giudice (Miguel Bosé) che indaga. Sembrerebbe un poliziesco, invece
il modo di trattare la materia tipico del regista spagnolo, la
rende una commedia che gravita attorno ai suoi personaggi
femminili, coloratissima, strampalata, amorale, come tanta parte
del cinema di Pedro Almodóvar.
Negli anni a seguire, il regista
continuerà a scegliere le sue attrici predilette (Paredes, Abril,
De Palma). Ma nel ’97 cambia registro, sia per quel che riguarda il
tipo di film, sia, quasi del tutto, per il cast che sceglie.
Protagonista di Carne tremula è infatti, accanto a Javier Bardem e Liberto Rabal, Francesca Neri,
che per la sua interpretazione di Elena si aggiudica il Nastro
d’Argento. Lo stesso premio otterrà il film come miglior pellicola
straniera. Dicevamo un Almodovar diverso, con meno eccessi, che qui
si muove nel registro del dramma, con una storia di destini
incrociati e vite irrisolte. E non disdegna neppure il tema
politico – il film è ambientato a Madrid e fotografa gli ultimi
anni dell’era Franco e il passaggio al post franchismo.
Il trionfo di Tutto su mia madre
A fine anni ’90 e con
l’inizio del nuovo millennio, il regista spagnolo mette a punto e
perfeziona uno stile maturo, in cui affianca al racconto di
un’umanità variopinta ed eccentrica, accenti di grande delicatezza.
Non punta più tanto, o non solo, a sconvolgere e scandalizzare,
quanto a far emergere la parte più delicata e fragile dei suoi
personaggi, come sempre in massima parte femminili. Ed è questo
nuovo tocco delicato e appassionato al tempo stesso, a regalargli
la maggior notorietà e una miriade di riconoscimenti
internazionali, tra cui l’ambitissima statuetta dell’Academy. Esce
infatti nel 1999 uno dei suoi capolavori: Tutto su mia
madre. Il regista sceglie ancora due tra le sue attrici
feticcio: Marisa Paredes e Cecilia Roth, alle quali affianca la
giovane promessa Penelope Cruz, per raccontare una storia dove
riconosciamo i consueti ingredienti del cinema almodóvariano: il
tradimento, donne che fanno fronte da sole alla vita, ambiguità
sessuale, scardinamento dei pilastri della morale tradizionale. Qui
però a prevalere non è l’atmosfera comico-grottesca dei primi
lavori del regista. C’è il dolore per una perdita (quella vissuta
da Cecilia Roth/Manuela, il cui figlio diciassettenne Esteban muore
investito da un’auto), la depressione e il senso di colpa di una
famosa attrice solitaria (Marisa Paredes/Huma Rojo, la cui auto ha
investito Esteban), la bislacca, ma toccante storia d’amore e
dolore tra una giovane suora (Penelope
Cruz/Rosa) e l’ex marito di Manuela, il transessuale
Lola. Non mancano poi i colori accesi prediletti da Pedro
Almodóvar, nella luce di Barcellona, cornice esteticamente
perfetta. Interpretazioni impeccabili, sceneggiatura che funziona a
meraviglia e successo assicurato: la pellicola ottiene l’Oscar e il
Golden Globe come Miglior Film straniero e la Palma d’Oro a
Cannes per la Miglior Regia, consacrando
definitivamente Pedro
Almodóvar nell’olimpo delle star.
Due anni dopo, il successo è
bissato da Parla con lei. Anche qui amore
e dolore, disagio, malattia, tutto raccontato con sublime grazia e
un geniale ricorso al surreale al momento opportuno. Non un gruppo
di protagonisti, ma due uomini e due donne, in situazioni omologhe,
e un intreccio di cui il regista tiene abilmente le fila. Oscar per
la sceneggiatura e Golden Globe come Miglior Film Straniero.
Nel 2004 il regista spagnolo
attinge al proprio passato, e in particolare alla dolorosa
esperienza educativa in collegio, in cui fu testimone di abusi.
Parte da qui La mala educación.
Protagonisti due ex compagni di collegio (Gael
García Bernal/Ignacio e Fele Martinez/Enrique), uno
attore, l’altro regista, che si ritrovano dopo anni con l’idea di
mettere su uno spettacolo su una sceneggiatura che rievoca proprio
i tristi fatti dell’infanzia scolastica, quando Ignacio era vittima
delle morbose attenzioni di Padre Manolo. Segue un intreccio
complicato, che vedrà compiersi il destino di queste due vite
segnate per sempre, in modo indelebile, dall’esperienza
infantile.
Due anni dopo arriva
Volver, in cui Pedro
Almodóvar torna a un suo classico, rielaborandolo in
maniera egregia. Tragicommedia che gravita attorno a un gruppo di
donne, e alla loro incrollabile forza, con la quale affrontano e
superano i momenti bui della vita. Trionfo della figura femminile,
cui rende omaggio innanzitutto col personaggio di Raimunda,
splendidamente incarnato dalla Penelope Cruz, ma anche ritrovando Carmen
Maura. Ancora incetta di premi: Palma d’Oro a Cannes per tutte le
protagoniste femminili, Nastro d’Argento come Miglior Film europeo.
Torna poi a scegliere la Cruz anche per Gli abbracci spezzati
(2009), che però non ottiene lo stesso riscontro della precedente
pellicola.
E siamo a questi giorni, a
quest’ultimo mese, che ha visto il regista spagnolo presentare al
Festival del Cinema di Venezia la sua ultima fatica:
La pelle che abito, in cui ritrova
Antonio Banderas dopo dodici anni e cambia genere,
virando su un dramma che sa di thriller psicologico. Fa
interpretare all’attore un chirurgo plastico che cerca
contemporaneamente di vendicarsi e riportare in vita, almeno in
apparenza, l’amata moglie. Il regista stesso, nel presentare il
film alla stampa romana ne ha ribadito i temi centrali: l’abuso di
potere, l’istinto di sopravvivenza e l’identità, che nessuno ci può
togliere. Il film è nelle sale dal 23 settembre.
Pedro Almodovar: frasi
Trovo molto attraente Gael García Bernal sia come uomo che come
donna.
Penélope Cruz appartiene alla scuola di recitazione
mediterranea, uno stile caratterizzato da carnalità, sfrontatezza,
mancanza di inibizioni, capelli scompigliati, una scollatura
generosa e un modo assai vociante di comunicare. Anna Magnani,
Sophia Loren, Claudia Cardinale, la Silvana Mangano dei primi anni,
persino Elizabeth Taylor e Rachel Weisz furono maestre di questo
stile.
Penélope è capace di tutto, è diventata una donna eterna e
senza età. Le inquadrature iniziali di Carne tremula sono state
concepite apposta per lei. La sequenza dura otto minuti e lo
spettatore ne trae l’impressione che si tratti di una protagonista
del film, anche se poi non ricompare più.
Dopo dieci settimane di riprese,
Pedro Almodóvarha terminato in Spagna la
produzione del suo prossimo attesissimo film Madres
Paralelas e abbiamo il grande piacere di presentarvi
alcune prime immagini foto e video.
Secondo le sue stesse parole, in
Madres Paralelas
Pedro Almodóvar torna a riscoprire l’universo
femminile, la maternità e la famiglia. Il film ha un magnifico cast
in cui
Penelope Cruz, Milena Smit e Aitana Sánchez-Gijón
interpretano le tre madri della storia e Israel
Elejalde il ruolo del personaggio maschile. Questo
straordinario cast è completato da Julieta Serrano e Rossy de
Palma.
1 di 2
Prodotta da El Deseo, con la
partecipazione di RTVE e Netflix. In Italia il film sarà distribuito il
prossimo autunno nelle sale cinematografiche da Warner Bros.
Pictures.
Parlando con
ComicBook.com, Clarke ha parlato della sua decisione di unirsi
all’Universo Cinematografico Marvel, nonostante siano passati
soltanto due anni dalla fine dello show targato HBO che le ha
regalato la fama internazionale. “Penso che quello che stanno
facendo in questo momento sia bello, eccitante,
all’avanguardia”, ha spiegato l’attrice. “Penso che la
Marvel sia un po’ come la Apple del nostro mondo. Entrare a far
parte di quella famiglia è qualcosa di enorme e ad essere sincerai,
ciò che mi ha spinto a prendere parte alla serie sono le persone
che ci stanno lavorando, oltre al fatto di volerne comunque essere
parte.”
Una delle teorie più accreditate è
che Clarke interpreterà il ruolo di Veranke, la regina dell’impero
Skrull nell’universo Marvel. Tuttavia, al di là del personaggio a
cui l’attrice dovrà prestare voce e corpo, Clarke ha spiegato di
essere sempre stata un’appassionata di storie fantastiche.
“Sono crescita leggendo romanzi fantasy. So che non sono la
stessa cosa dei fumetti, ma è grazie a quel genere che si è formata
la mia immaginazione”, ha rivelato. “Forse il primo
fumetto che ho letto è stato Superman. E poi Spider-Man. Ho
sempre pensato che fosse davvero figo. Spider-Man è stata la prima
storia di origini che mi ha fatto pensare a quanto potesse esserci
di più oltre le pagine scritte. E ora, farne parte è davvero
incredibile.”