Netflix sbarcherà a Lucca
Comics & Games 2024 il 31 ottobre con un appuntamento
imperdibile:
Squid Game 2! Il creatore, scrittore e regista Hwang
Dong-hyuk e i protagonisti Lee Jung-jae e Wi Ha-Jun saranno a Lucca
per incontrare i fan e per svelare a tutto il mondo alcune novità
dell’attesissima seconda stagione, che sarà disponibile solo su
Netflix entro la fine del 2024.
Squid
Game, la serie che ha avuto un successo senza paragoni
su Netflix, rimanendo tutt’oggi la serie più popolare su Netflix
dopo più di due anni dalla sua uscita, sta per fare il suo ritorno
trionfale, e tutto il mondo è in fermento.
Oltre al suo enorme
successo di pubblico, la serie ha fatto la storia vincendo 6 Emmy
Awards tra cui Miglior Regia per Hwang Dong-hyuk e Miglior Attore
Protagonista per Lee Jung-jae, oltre ad altri premi prestigiosi
come il Gotham Award per la “Serie rivelazione” e un “AFI Honor nel
2021”.
Le prime immagini
disponibili di questa seconda stagione mostrano Gi-hun mentre
prende una decisione critica. Interpretato da Lee Jung-jae, che per
il ruolo ha vinto come Attore Protagonista in una Serie Drammatica
ai 74esimi Emmy®, Gi-hun abbandona i suoi piani di andare negli
Stati Uniti dopo una telefonata misteriosa e si imbarca in una
missione.
La nuova stagione
accoglierà anche altri amati personaggi della prima stagione, come
Front Man (Lee Byung-hun) e il Reclutatore (Gong Yoo). Oltre ai
nuovi membri del cast Yim Si-wan, Kang Ha-neul e Park
Gyu-young.
Il visionario regista
Hwang Dong-hyuk ritorna alle redini del progetto. In seguito alla
sua storica vittoria ai 74esimi Emmy, primo asiatico ad
aggiudicarsi la Miglior Regia in una Serie Drammatica, Hwang
riprende il suo ruolo di regista, scrittore e produttore. Insieme a
un cast da sogno al suo fianco, le aspettative sono alte per il
genio dietro al colosso Squid Game.
La storia di Squid
Game
Squid Game ha sconvolto
il mondo con la sua uscita nel 2021, diventando presto una delle
serie più viste su Netflix a livello globale. Accumulando più di
1,65 miliardi di ore di visualizzazione da parte di più di 142
milioni di famiglie nei suoi primi 28 giorni, la serie ha raggiunto
il posto #1 nella Top 10 di 94 Paesi.
Oltre al suo enorme
successo di pubblico, la serie ha vinto premi prestigiosi ed è
stata lodata per il suo fresco commento su una società moderna
immersa in una spietata competitività, il tutto raccontato in
contrasto con lo sfondo di nostalgici giochi da bambini,
trasformando tutto ciò che è Squid Game – la sua arte, musica,
estetica e i suoi giochi – in un fenomeno culturale globale.
Dettagli sulla serie
SCRITTORE/REGISTA: Hwang
Dong-hyuk
PRODUTTORE ESECUTIVO: Kim
Ji-yeon
PRODOTTA DA: Firstman Studio
CAST PRINCIPALE: Lee Jung-jae, Lee
Byung-hun, Yim Si-wan, Kang Ha-neul, Wi Ha-jun, Park Gyu-young, Lee
Jin-uk, Park Sung-hoon, Yang Dong-geun, Kang Ae-sim, Lee David,
Choi Seung-hyun, Roh Jae-won, Jo Yuri, Won Ji-an, Gong Yoo (special
appearance)
Da Amazon MGM
Studio arriva il trailer ufficiale di Uno rosso,
diretto da Jake Kasdan con protagonisti Dwayne Johnson e
Chris Evans.
Fanno parte del cast stellare anche Kiernan Shipka,
Lucy
Liu, Bonnie Hunt, Kristofer Hivju, Nick Kroll,
Wesley Kimmel e J.K. Simmons.
Da una storia di Hiram Garcia, la sceneggiatura
del film è di Chris Morgan.
Prodotto da Hiram
Garcia, p.g.a., Dwayne Johnson, p.g.a., Dany Garcia, Chris Morgan,
p.g.a., Jake Kasdan p.g.a. e Melvin Mar, ‘UNO ROSSO’ sarà
distribuito nelle sale italiane da Warner Bros. Pictures a
novembre.
Uno Rosso, il poster e le prime immagini
1 di 4
uno rosso film
Uno Rosso, la trama
Dopo che Babbo
Natale – nome in codice: UNO ROSSO – viene rapito, il capo della
sicurezza del Polo Nord (Dwayne Johnson) deve fare
squadra con il più famigerato cacciatore di taglie del mondo
(Chris Evans) in una missione travolgente
e ricca di azione per salvare il Natale.
“Non è Max. È HBO.”
Variety parafrasa la famosa pubblicità per commentare la nuova
politica di Casey Bloys, CEO di
HBO e Max Content, che sta
cambiando la definizione tra cosa sia uno “spettacolo HBO” e un
“spettacolo Max”, spostando la maggior parte dei prossimi progetti
IP Warner Bros. ad alto budget di Max sotto l’ombrello della
HBO.
Ciò significa che la prossima serie
tv Harry
Potter, così come la serie prequel di
ItWelcome
to Derry e l’adattamento di Lanterna
Verde appena annunciato Lanterns
ora saranno tutti marchiati come HBO
Originals.
HBO e Max separano le loro identità creative
Si tratta di un cambiamento rispetto
alla decisione più recente di inserire tutte le serie basate sulla
proprietà intellettuale di Warner Bros. nel segmento Max, stabilita
per la prima volta quando Bloys ha aggiunto la supervisione di Max
nel 2020.
“Ci sentivamo come se dovessimo
distinguere tra uno spettacolo della HBO e uno spettacolo di
Max”, ha detto Bloys di questa distinzione iniziale.
“L’idea di utilizzare la proprietà intellettuale della Warner
Bros. come delineazione per Max sembrava giusta. Almeno questo ti
dà una corsia libera. Ma quando abbiamo iniziato a produrre quegli
spettacoli, stavamo usando gli stessi metodi, lo stesso tipo di
pensiero, su come avremmo affrontato gli spettacoli della HBO. In
molti casi, gli stessi talenti che ha lavorato negli spettacoli
della HBO.
In Lanterns,
ad esempio, gli sceneggiatori includono Chris
Mundy, che ha lavorato a
True Detective della HBO, e Damon
Lindelof, la cui produzione HBO ha incluso The
Leftovers e Watchmen. Anche il
co-responsabile dei DC Studios, Peter Safran, ha
descritto Lanterns come “un enorme evento di
qualità HBO” che è “molto sulla scia di ‘True
Detective'”.
“Ciò che abbiamo ottenuto sono
serie di questa portata e scala che sembrano fantastici, e grandi
narrazioni e talenti con cui abbiamo lavorato”, ha aggiunto
Bloys. “L’idea della delineazione ha iniziato a sembrare
inutile. Tipo, perché lo stiamo facendo? Chiamiamoli semplicemente
per quello che sono: programmi HBO.”
Il cambiamento entrerà ufficialmente
in vigore con il lancio le serie previste per il 2025. Ciò
significa che “The
Penguin” e “Dune:
Prophecy”, entrambi presentati in anteprima entro la
fine dell’anno, dovrebbero essere ancora chiamati Max
Originals. Quegli spettacoli erano già stati venduti
all’estero con l’etichetta Max – e anche la scorsa settimana, HBO
ha inviato un teaser di “Penguin” che includeva ancora il marchio
Max.
“Inizieremo nel 2025, anche se
‘The Penguin’ sarebbe ovvio come un originale HBO”, ha detto
Bloys. “Sfortunatamente, il processo di concessione della
licenza a livello internazionale è già iniziato.”
Spiegando i tempi della
decisione di riallineare la scuderia delle serie HBO e Max
Originals, Bloys ha osservato che gli è diventato ancora più chiaro
che questi grandi spettacoli avrebbero dovuto ottenere l’etichetta
HBO mentre Max ha iniziato a sviluppare serie che sono più nella
tradizione televisiva. Tra questo tipo di serie ci sono il medical
drama The
Pitt, con Noah Wyle, così come il thriller poliziesco
Duster, di J.J. Abrams e
LaToya Morgan, che rimangono entrambi la serie
Max.
Nel corso degli anni l’attore
Matt Smith ha saputo staccarsi dall’immagine che i
suoi ruoli iconici gli avevano conferito per dimostrare di essere
un attore completo, capace di destreggiarsi tra generi diversi e
con diverse tipologie di personaggio. Oggi è un attore apprezzato,
che specialmente negli ultimi progetti ha dimostrato una maturità
artistica che gli ha permesso di ottenere le attenzioni di un
pubblico particolarmente ampio.
Scopriamo qui di seguito 10 curiosità su di lui e il suo
lavoro.
2 Le serie TV.
L’attore è probabilmente più noto per la sua carriera televisiva,
essendo apparso in serie come Diario di una squillo
perbene (2007), Le avventure di Sarah Jane (2010), e
Doctor Who (2010-2014), dove diviene celebre interpretando
l’Undicesimo Dottore. Successivamente prende parte alla serie
The Crown (2016-2023)
ricoprendo il ruolo del Principe Filippo nelle prime due stagioni,
accanto all’attrice Claire Foy. Dal
2022 interpreta invece il principe Daemon Targaryen in House of the Dragon, recitando
accanto a Emma D’Arcy, Olivia Cooke e Rhys Ifans.
Matt Smith è stato il Dottore in
Doctor Who
3. È stato il Dottore più
giovane di sempre. Quando fu scelto per interpretare il
ruolo del Dottore nell’iconica serie Doctor Who
– battendo numerosi altri attori tra cui Chiwetel
Ejiofor – Smith aveva solo 26 anni, il che fece di lui
il più giovane attore ad aver vestito i panni del personaggio.
Smtih era infatti di tre anni più giovane di Peter
Davison – scelto per il ruolo nel 1981 – al momento del
suo casting.
4. In pochi credevano in
lui. Quando Smith venne scelto per il ruolo, la BBC si
dimostrò cauta riguardo al suo ingaggio perché sentivano che un
ventiseienne non poteva interpretare il Dottore nel modo giusto.
Alcuni fan della serie, allo stesso modo, credevano che Smith fosse
inesperto e troppo poco noto per il ruolo. Il produttore
Steven Moffat, però, insistette per avere lui,
rimasto particolarmente colpito dal suo provino. Alla fine Smith
dimostrò le giuste qualità e il suo Dottore si è affermato come uno
dei più apprezzati.
Matt Smith è Daemon Targaryen in
House of the Dragon, prequel di Il Trono di
Spade
5. Ha dimostrato di essere
perfetto per il suo ruolo. Nella serie prequel di
Il Trono di
Spade, House of
the Dragon, Smith interpreta il principe Daemon Targaryen.
Inizialmente, i fan dei libri si erano opposti al casting
dell’attore per tale personaggio, poiché ritenevano che Smith non
fosse abbastanza carismatico per interpretare questo controverso
principe. L’interpretazione dell’attore, tuttavia, ha dimostrato
che i suoi critici si sbagliavano e ora è uno degli idoli dei fan
della serie.
6. Ha ricevuto consigli
daEmilia Clarke.
Emilia Clarke ha interpretato Daenerys Targaryen nelle
otto stagioni di Il Trono di
Spade e prima delle riprese di House of
the Dragon ha dato alcuni consigli a Smith, che interpreta
un antenato di Daenerys. L’attrice, in particolare, ha avvisato il
collega di tenersi pronto per il lungo processo necessario ad
applicare la parrucca bionda tipica dei Targaryen. “Ne ho
parlato con Emilia e lei mi ha detto: ‘Dio, devo passare un’ora e
mezza ogni giorno a mettermi la parrucca, ed è stancante.’ Ma
sembra davvero figo, quindi ne vale la pena“.
Matt Smith in The Crown
7. Si è allenato con un
dialect coach per il suo ruolo. Nelle prime due stagioni
di The Crown, Smith ha
interpretato il principe Filippo. Pur essendo britannico, Smith si
è comunque dovuto preparare al ruolo con un dialect coach,
William Conacher, che ha in seguito raccontato di
essersi trovato davanti ad una sfida particolare a Claire Foy e Matt Smith, dovendo insegnare
loro la corretta pronuncia di termini semplici come
“grazie” e “era”, affinché risultassero
simili a come pronunciati dalla vera regina Elisabetta II e il
principe Filippo.
7.Non
possiede un profilo sul social network. L’attore ha in più
occasioni dichiarato di non essere un grande fan dei social
network, dove troppo spesso la vita privata si mescola con quella
pubblica. Proprio per perseguire il desiderio di non condividere
troppo di sé, Smith ha deciso di non possedere alcun account
ufficiale sul social Instagram né su altri social. Si possono
tuttavia ritrovare alcune fan page grazie alle quali sarà possibile
rimanere aggiornati sui suoi progetti.
Matt Smith non ha le sopracciglia?
8. Molti suoi fan si
chiedono il perché di questo particolare dettaglio. Una
delle curiosità non legate al lavoro di Smith che più spopola tra i
suoi fan è l’assenza in lui di sopracciglia. Alcuni fan hanno
teorizzato che l’attore potrebbe essere affetto da madarosi, che
comporta appunto la perdita di ciglia e sopracciglia. Se anche
fosse questa la risposta a questa sua particolarità, ciò non
impedisce all’attore di distinguersi come un vero talento della
recitazione.
Matt Smith e la fidanza Caroline Brady
9. È stato fidanzato con una
nota attrice. L’attore è stato fidanzato dal 2014 al 2019
con l’attrice Lily James, con cui ha condiviso il set di
PPZ – Pride + Prejudice + Zombie. Nel corso della loro
relazione, i due si sono dimostrati molto riservati riguardo la
loro vita privata, non condividendo particolari notizie né foto sui
social network. I due si sono poi separati, rimanendo però in buoni
rapporti. Dal 2021, invece, Smith sarebbe impegnato con
l’imprenditrice Caroline Brady, anche se la cosa
non è ancora stata da loro confermata.
Matt Smith: età e altezza
dell’attore
10. Matt Smith è nato a
Northampton, in Inghilterra, il 28 ottobre 1982. L’attore
è alto complessivamente 1.82 metri.
Una complicata questione della
gestione dei diritti di sfruttamento del personaggio ha impedito
per molti anni ai Marvel Studios di introdurre
Namor nell’universo cinematografico Marvel, ma
l’antieroe sottomarino ha finalmente fatto il suo debutto in
Black
Panther: Wakanda Forever.
L’attore di NarcosTenoch Huerta ha
interpretato il personaggio, inizialmente nemico di Shuri (Letitia
Wright), ma poi insperato alleato contro una minaccia
esterna. L’anno scorso, Huerta è stato colpito dalle
accuse di violenza sessuale da parte della sassofonista
María Elena Ríos, che ha accusato l’attore di
essere un “predatore sessuale” in una serie di tweet. La storia è
stata ripresa e ampiamente diffusa online, e Huerta ha
successivamente rilasciato una dichiarazione negando
categoricamente le affermazioni di Rios e definendole “false e
completamente infondate”.
“Circa un anno fa sono uscito
con Elena per diversi mesi”, ha scritto Huerta. “È stato
sempre del tutto consensuale, come innumerevoli altri possono
attestare. E per tutto il tempo è stata una relazione amorevole,
calorosa e di reciproco sostegno. Dopo la fine, però, Elena ha
cominciato a travisare le nostre interazioni sia in privato che di
fronte a gruppi di amici comuni”.
“Di conseguenza, alcuni
mesi fa, ho incaricato un team legale di avviare le azioni
appropriate per proteggere la mia reputazione e confutare queste
accuse irresponsabili e false che possono causare grandi pregiudizi
e danni”, ha continuato. “Anche se non sono affatto
perfetto, so che queste accuse sono semplicemente false. E anche se
lavorerò sempre per migliorarmi, devo contestare le affermazioni
che sono allo stesso tempo false e offensive”.
Huerta ha poi
abbandonato il suo progetto successivo, un film Netflix intitolato Fiesta en la
Madriguera, poco dopo per “continuare il processo di
ripristino della mia reputazione”, e da allora non abbiamo più
avuto sue notizie.
Ora, Daniel Richtman riferisce che un progetto
solista di Namor (non siamo sicuri se si tratti di
un film o di una serie Disney+) è in lavorazione ai Marvel
Studios. Non si parla di Huerta, ma c’è la possibilità che venga
sostituito nel ruolo a seguito di queste accuse?
Jonathan Majors è
stato licenziato dal ruolo di Kang, ma ciò è avvenuto dopo che
l’attore è stato dichiarato colpevole di aggressione e, per quanto
ne sappiamo, Tenoch Huerta non è mai stato nemmeno
formalmente accusato. In ogni caso, se il report di
Richtman è accurato, il progetto è probabilmente
nelle primissime fasi di sviluppo.
Alla luce del fatto che è stato
anche confermato che Namor è un mutante nel MCU,
il personaggio avrebbe altri momenti e situazioni in cui potrebbe
comparire dal momento che i Mutanti e gli
X-Men in particolare sono il prossimo grande
obbiettivo del Marvel Studios. Inoltre, la sua
relazione con Sue Storm nei fumetti potrebbe
renderlo un personaggio che plausibilmente avrebbe ragione di
apparire anche in The Fantastic Four (al netto
delle problematiche legate alla posizione del film sulla time line
MCU).
Black Panther: Wakanda
Forever, la trama
Nel film Marvel
Studios Black Panther: Wakanda
Forever, la Regina Ramonda (Angela
Bassett), Shuri (Letitia
Wright), M’Baku (Winston Duke), Okoye
(Danai
Gurira) e le Dora Milaje (tra cui Florence
Kasumba) lottano per proteggere la loro nazione dalle
invadenti potenze mondiali dopo la morte di Re T’Challa. Mentre gli
abitanti del Wakanda cercano di comprendere il prossimo capitolo
della loro storia, gli eroi devono riunirsi con l’aiuto di War Dog
Nakia (Lupita Nyong’o) e di Everett Ross
(Martin Freeman) e forgiare un nuovo percorso per
il regno del Wakanda. Il film presenta Tenoch Huerta Mejía nel
ruolo di Namor, sovrano di una nazione sottomarina nascosta, ed è
interpretato anche da Dominique Thorne, Michaela Coel, Mabel Cadena
e Alex Livinalli. Black Panther: Wakanda Forever, diretto
da Ryan Coogler e prodotto da Kevin Feige e Nate Moore, è ora disponibile al
cinema.
Disney+ ha distribuito un teaser per il quinto
episodio di The
Acolyte, in cui sembra che potremmo avere altri
flashback. L’episodio della scorsa settimana si è concluso con il
misterioso “Maestro” che ha fatto sentire la sua presenza
attaccando il gruppo di Jedi che era andato a Khofar nel tentativo
di impedire a Mae di assassinare Kelnacca.
All’insaputa dei nostri eroi, Mae
aveva già deciso di arrendersi allo Jedi Wookiee una volta scoperto
che sua sorella gemella, Osha, era ancora viva, ma scopre che il
suo capo del Lato Oscuro aveva già compiuto l’atto. Il Maestro
scatena una potente esplosione di Forza.
Sembra che questo episodio
riprenderà immediatamente dopo quel cliffhanger, ma sembra che
avremo anche più flashback, poiché vediamo Kelnacca attaccare
quello che sembra essere un altro Jedi con la sua spada laser.
Forse il Wookiee stava cercando di impedire ciò che accadde alla
congrega di Brendock? Ecco lo spot!
The
Acolyte: La Seguace è scritto e prodotto
esecutivamente da Leslye Headland (Russian Doll), che sarà anche
showrunner. Insieme alla Stenberg ci sono Lee
Jung-jae (Squid
Game),
Dafne Keen (His Dark Materials), Rebecca
Henderson (Inventing Anna), Dean-Charles
Chapman (1917), Carrie-Anne Moss (The Matrix), Manny
Jacinto (The Good Place), Jodie Turner-Smith (After Yang),
Charlie Barnett (Russian Doll) e l’ex stao della
trilogia sequel di Star
Wars, Joonas Suotama, che interpreta un nuovo
personaggio sotto forma di maestro Jedi
Wookiee.
The
Acolyte: La Seguace è l’annunciata serie tv parte del
franchise di Star Wars creata
da Leslye Headland. La serie tv è ambientato alla
fine dell’era dell’Alta Repubblica prima degli eventi dei
principali film di Star
Wars.
The
Acolyte: La Seguace è ambientato alla fine dell’era
dell’Alta Repubblica in un mondo di “segreti oscuri e poteri
emergenti del lato oscuro”, circa 100 anni prima di
Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma (1999). Un’ex
Padawan si riunisce con il suo Maestro Jedi per indagare su una
serie di crimini, ma le forze che affrontano sono più sinistre di
quanto avessero mai previsto.
Nel cast della serie tv protagonisti sono
Amandla Stenberg come ex padawan, Lee
Jung-jae come Maestro Jedi, Manny Giacinto,
Dafne Keen come una giovane Jedi,
Jodie Turner-Smith, Rebecca Henderson
nei panni di Vernestra Rwoh, un cavaliere Jedi prodigio.
Charlie Barnett come un giovane Jedi,
Dean-Charles Chapman,
Carrie-Anne Moss come una Jedi,
Margherita Levieva, Joonas Suotamo nei panni di
Kelnacca, un maestro Jedi Wookiee.
Le riprese di Superman
a Cliveland continuano a far trapelare immagini dal set del film di
James Gunn e sembra adesso che sia arrivato il
turno di… Clark Kent! Siamo abituati al fatto che
il look del ragazzone buono che viene da una fattoria del Kansas
non sia estremamente cool, nonostante l’evidente prestanza fisica,
tuttavia le foto che sono arrivate on line mostrano un David Corenswet con un aspetto davvero
insolito.
In genere, l’Uomo d’Acciaio si traveste con un
paio di occhiali e un leggero cambiamento nell’acconciatura; nel
caso di Christopher Reeve, ad esempio, i suoi
capelli elegantemente pettinati sono stati sostituiti con l’ormai
iconico “ricciolo di Superman”.
Il regista James Gunn sembra essersi ispirato proprio a
quel Superman, anche se a un livello un po’ più
estremo. Come potete vedere di seguito, Clark della DCU ha una zazzera disordinata di capelli ricci
per mascherarsi meglio. Con il fatto che gli copre gran parte della
fronte, potrebbe essere più realistico che i suoi colleghi del
Daily Bugle non riconoscano in lui Superman.
Non è esattamente quello che ci
aspettavamo, ma suggerisce che Corenswet cambierà completamente la
sua fisicità nei panni di Clark Kent, una decisione creativa presa
in prestito da Reeve che nessun attore è stato in grado di
replicare con successo da allora (anche se Brandon
Routh ci ha provato in Superman
Returns).
Da notare anche il fatto che Clark
indossa occhiali rotondi che sembrano molto simili a quelli
indossati dalla versione del reporter di Reeve.
Quali sono i progetti DCU più
interessanti del momento?
Sebbene l’attesa per Superman sia
appena cominciata, con il film attualmente in uscita l’11 luglio
2025, ci sono diversi progetti DC in arrivo che intrattengono i fan
nel frattempo. Uno show poco conosciuto ma molto amato è My
Adventures with Superman, attualmente in onda con la seconda
stagione, che vede come protagonisti l’attore di The Boys Jack
Quaid nel ruolo di Superman, Alice Lee in quello
di Lois Lane e Ishmel Sahid in quello di Jimmy
Olsen.
Nel corso dell’anno arriverà su Max
anche la serie animata Creature
Commandos, che ha messo in piedi un cast di tutto
rispetto, tra cui Viola Davis nel ruolo di Amanda
Waller, Sean Gunn nel ruolo di G.I. Robot e
Weasel, David Harbour nel ruolo di Eric
Frankenstein e Frank Grillo nel ruolo di Rick Flag
Sr. Grillo porterà il suo talento anche nel live-action, visto che
Gunn ha recentemente annunciato che si scontrerà con il Christopher
Smith di Cena nella seconda stagione di Peacemaker.
Superman,
scritto e diretto da James
Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il
Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane
reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois
Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha
detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è
il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato
alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e
Lois Lane.
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
“Superman è il vero fondamento
della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman
è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei
personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei
film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn
durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di
presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà
seguire e conoscere attraverso film, animazione e giochi”.
Con Hit Man,
presentato
fuori concorso alla
Mostra del Cinema di Venezia 2023, Richard
Linklater firma un’altra commedia brillante pronta a
consolidarsi come un vero e proprio cult. Rinnovando la
collaborazione con l’esilarante Glen Powell – dopo la partecipazione
a Tutti
vogliono qualcosa – il regista della Before
Trilogy propone una miscela frizzante di action comedy, meet
cute e screwball, tutta costruita attorno al mito dell’hit
man, elaborando al contempo una riflessione sulle maschere
dietro cui ci nascondiamo e la tendenza dell’animo umano a
migliorarsi sempre.
Hit Man: sicario per finta
Gary Johnson è il
killer professionista più richiesto di New Orleans. Per i suoi
clienti è come se fosse uscito da un film: il misterioso sicario
da ingaggiare. Ma se lo si assolda per fare fuori un marito
infedele o un boss violento, è bene stare in guardia, perché lui
lavora per la polizia. Quando infrange il protocollo per aiutare
una donna disperata che cerca di scappare da un fidanzato violento,
si ritrova ad assumere una delle sue false identità: si
innamorerà della donna e accarezzerà l’idea di diventare lui
stesso un criminale.
Tutti vogliono sbarazzarsi di
qualcosa: di questo, Gary Richards ne è pienamente
consapevole. La filosofia e lo studio dei comportamenti umani sono
il suo pane quotidiano, anche se è più bravo a impartirne i
concetti che a metterli in atto. Tuttavia, la continua esposizione
alle storie altrui, forse farà scattare anche in Gary il desiderio
di agire e, ancor prima di cambiare, capire che persona è.
L’urgenza conoscitiva del falso sicario verrà intercettata da un
personaggio femminile fortissimo, Madison, interpretata dalla
splendida Adria Arjona, che alzerà sempre più la posta in gioco per
il protagonista, eccitandolo sessualmente e intellettualmente,
mentendogli, innamorandosi dell’alter ego più cool di
Gary.
Meet Cute o Meet Dead
Hit Man costruisce
tutta la sua narrazione su due caposaldi tematici: invenzione e
parodia per elaborare, come spesso in Linklater,
una riflessione sul comportamento umano, trasferendo questa
ricerca di significato ad ogni reparto, senza mai farla
risultare stucchevole. La mitologia dell’hit man – figura
sostanzialmente inventata dal cinema – spinge Gary a voler
incarnare questa fantasia, non a distruggerne il significato.
Per Gary, fingere di essere un
sicario, significa fare ricerca sul campo per quello che definisce
“il lavoro che non mollerò mai“, le sue lezioni di
filosofia all’università. I suoi alter ego, molto più interessanti
rispetto a lui, diventano maschere da mettersi e togliersi a
piacimento, senza mai essere giudicati perchè ci si presenta come
in una posizione di potere, diventando depositario dei segreti più
folli e privati di persone che ha incontrato da appena cinque
minuti.
Con tempi comici perfetti,
Hit Man è l’ennesima conferma del talento di uno
dei registi contemporanei più apprezzati e riconosciuti. Il massimo
controllo di Linklater sull’immagine e sulla narrazione permette a
questa inedita comedia di svilupparsi senza mai scivolare,
piuttosto soprendendoci di continuo. Se il potenziale di
Glen Powell non era stato percepito ancora
chiaramente da qualcuno, Hit Man lo consacrerà
come grandissimo talento del cinema statunitense.
Film
fantascientifico scritto e diretto da Carl Strathie,
Solis – Trappola nello spazio è incentrato sui
tentativi di sopravvivenza di un singolo uomo, lanciato a tutta
velocità verso una fine apparentemente inevitabile. Si tratta di
una premessa che non può non far pensare a film come Gravity, Sopravvissuto
– The Martian o Moon,
in cui una singola persona è costretta a confrontarsi con un
contesto quantomai ostile e letale quale è quello dello spazio o
comunque di un pianeta con condizioni ben diverse da quelle
terrestri.
Strathie, qui al suo primo
lungometraggio dopo una serie di apprezzati e premiati
cortometraggi, costruisce dunque un racconto che condensa in un’ora
e mezza azione, tensione e claustrofobia, permettendo al
protagonista di dar vita ad un vero e proprio one man show
con cui tenere lo spettatore incollato alle proprie disavventure.
Solis – Trappola nello spazio, purtroppo, non ha
goduto di un’adeguata distribuzione ed è dunque passato grossomodo
in sordina.
Ecco perché il suo passaggio
televisivo è un’ottima occasione per riscoprire questo titolo che
non mancherà di affascinare tutti gli appassionati di questo genere
di racconti e opere. In questo articolo, approfondiamo dunque
alcune delle principali curiosità relative a Solis –
Trappola nello spazio. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama,
al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti
il film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di Solis – Trappola nello
spazio
Protagonista del film è l’astronauta
Troy Holloway, che a seguito di un incidente nello
spazio si risveglia in una capsula di salvataggio che scopre essere
alla deriva verso il Sole: l’ossigeno scarseggia e ha solo novanta
minuti prima che il calore trasformi la capsula in una trappola
incandescente. L’unica speranza di salvezza per Holloway è il
comandante Roberts, che si trova in contatto radio
con lui e sta conducendo una missione di salvataggio. Insieme,
dovranno trovare un modo per uscire da quella situazione.
Il film è essenzialmente
interpretato da un attore che compare in scena e un’attrice
presente solo a livello vocale. Nel ruolo di Troy Holloway si
ritrova Steven Ogg, conosciuto principalmente per
essere il doppiatore di Trevor Philips nel videogioco Grand
Theft Auto V e per il ruolo di Simon in The Walking Dead. A dare voce al comandante Roberts vi
è invece l’attrice Alice Lowe, nota soprattutto
per il ruolo della dottoressa Haynes in Black Mirror:
Bandersnatch.
Come finisce Solis –
Trappola nello spazio? Ecco la spiegazione del finale
Nel corso del film, mentre Roberts
tenta un salvataggio con l’Hathor 18, Holloway effettua le
riparazioni alla sua capsula, riportando però diverse ferite.
Nonostante ciò, il finestrino dell’abitacolo inizia a creparsi e
l’astronauta comincia a perdere le speranze. Esorta Roberts a
tornare indietro e a evitare quel tentativo di salvataggio per
salvare invece la sua vita e quella dei suoi compagni di
equipaggio. Lei, tuttavia, lo informa che ha ordini precisi dal
Controllo di salvare almeno un membro dell’Aten 2024 DEC, la
navicella di cui faceva parte Holloway.
Mentre la capsula si avvicina sempre
di più al Sole, Holloway continua a fare riparazioni, tra cui una
all’esterno della nave. Mentre i suoi livelli di ossigeno
diminuiscono ed è prossimo a perdere conoscenza, esorta ancora una
volta Roberts a tornare indietro a causa del rischio che entrambe
le navi corrono per la vicinanza al Sole, ma lei si rifiuta di
rinunciare. I due sono finalmente pronti per il contatto che
potrebbe salvare la vita dell’astronauta, ma è a questo punto che
Solis – Trappola nello spazio diventa ambiguo.
Holloway informa infatti il
comandante Roberts che salterà dal finestrino della capsula e le
chiede di lanciarsi verso di lui per afferarlo. L’astronauta si
tuffa dunque contro il finestrino mandandolo in frantumi e
gettandosi nello spazio aperto. Proprio in quel momento, però, i
suoi livelli di ossigeno si esauriscono e il film termina senza che
si abbia una risposta chiara su ciò che accade ad Holloway.
L’opzione più probabile è che, a prescindere da sé Roberts riesce
ad afferarlo o meno, egli muoia per mancanza d’aria.
Il trailer di Solis –
Trappola nello spazio e dove vedere il film in streaming e
in TV
È possibile fruire di Solis
– Trappola nello spazio grazie alla sua presenza su alcune
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili
Cinema, Google Play, Apple
TV, Prime Video e Rai Play.
Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento,
basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento
generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad
un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto
televisivo di martedì 25 giugno alle ore
21:20 sul canale Rai Movie.
Una delle principali problematiche
che affliggono gli Stati Uniti è quella della facilità di accesso
ad armi da fuoco, cosa che rende tristemente frequenti episodi di
sparatorie e conseguenti vittime. Troppo spesso, poi, episodi di
questo tipo si verificano all’interno di istituti scolastici. Il
tema è ampiamente dibattuto e anche il cinema ha cercato di unirsi
al discorso con alcuni film su questo argomento. Tra questi vi è
Run Hide Fight – Sotto assedio, scritto e diretto
nel 2020 da Kyle Rankin.
Il titolo “Run Hide Fight” (Corri,
nasconditi, combatti) si riferisce alla linea d’azione consigliata
durante una sparatoria. Per prima cosa si deve scappare; se non si
può scappare, ci si deve nascondere; e se non ci si può nascondere,
si deve combattere l’aggressore. Come si può immaginare, il film
porta dunque lo spettatore nel vivo di una di queste situazioni,
per restituire tutta la paura, la tensione e l’orrore che si
verificano in tali circostanze.
Il film, che presenta molte
somiglianze con Die
Hard – Trappola di cristallo (1988), è dunque un titolo da non
perdere, dotato di azione, ritmo e lucido commento sociale. In
questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali
curiosità relative a Run Hide Fight – Sotto
assedio. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alla
storia vera a cui si ispira. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Una scena di Run Hide Fight – Sotto assedio. Foto di Darin
Moran
La trama e il cast di Run Hide Fight – Sotto
assedio
Protagonista del film è
Zoe Hull, una ragazza di 17 anni, alla quale è
morta recentemente la madre. Zoe non ha ancora superato la perdita
del genitore e per di più è costretta a vivere con il rigido padre,
con il quale ha un pessimo rapporto. L’unica persona su cui può
contare è Lewis, il suo migliore amico, che è
innamorato di lei. Zoe non vede l’ora di finire l’ultimo anno,
lasciarsi il liceo alle spalle e iniziare una nuova vita al
college, ma questo suo sogno rischia ora di andare in
frantumi.
In quello che sembrava un giorno
come un altro, un gruppo di studenti armati fa irruzione
nell’istituto, sparando a chiunque capiti loro sotto tiro. Il tutto
viene ripreso dal capobanda, Tristan, con una
diretta streaming e quando rimangono pochi sopravvissuti i folli
assassini decidono di farne degli ostaggi. Zoe, rimasta
miracolosamente in vita, si serve delle tecniche di sopravvivenza
insegnatele dal padre, un ex militare, per cercare di fuggire e
salvare anche gli altri ostaggi. Il rischio di morire, però, è
dietro l’angolo.
Ad interpretare Zoe Hull vi è
l’attrice Isabel May, nota per il ruolo di Katie
Cooper nella serie TV Alexa & Katie e per la serie
1883,
di cui è una dei protagonisti. Accanto a lei, nel ruolo del padre
Todd, vi è l’attore Thomas Jane, celebre per aver
interpretato il protagonista nel film del 2004 The
Punisher, mentre Radha Mitchell è
Jennifer, madre di Zoe. Recitano poi nel film anche Olly
Sholotan nel ruolo dell’amico Lewis e EliBrown, celebre per la serie Gossip Girl,
in quelli di Tristan, capobanda del gruppo di studenti
armati.
Quando parliamo di storia vera, è
bene sottolineare che Run Hide Fight – Sotto
assedio non ripropone esplicitamente un preciso evento di
questo tipo, ma si ispira liberamente alle tante tristi sparatorie
di massa avvenute negli Stati Uniti all’interno di scuole e
università e nelle quali hanno perso la vita numerosi studenti e
docenti. Questo tipo di vicende è inoltre stato già brillantemente
affrontato in film come Elephant e il documentario
premiato agli Oscar Bowling for a Columbine.
Secondo alcuni studi, i fattori alla
base delle sparatorie nelle scuole includono il facile accesso alle
armi da fuoco, le disfunzioni familiari, la mancanza di
supervisione da parte della famiglia e le malattie mentali, oltre a
molti altri problemi psicologici. Tra i motivi principali degli
aggressori vi sono: bullismo/persecuzione/minaccia (75%) e vendetta
(61%), mentre il 54% ha riferito di avere numerosi motivi. Gli
altri motivi includono il tentativo di risolvere un problema (34%),
il suicidio o la depressione (27%) e la ricerca di attenzione o
riconoscimento (24%).
Le sparatorie nelle scuole sono ad
ogni modo un “fenomeno moderno” e sebbene negli Stati Uniti la
tendenza più recente è stata quella di una diminuzione dopo i
picchi degli anni ’90, allo stesso tempo la tendenza per questi
attacchi è quella di una maggiore probabilità di essere premeditati
ed eseguiti con un piano preciso in mente. Uno studio della
Northeastern University ha rilevato che “all’inizio degli anni
’90 il numero di bambini uccisi nelle scuole era quattro volte
superiore a quello attuale“.
Il trailer di Run Hide
Fight – Sotto assedio e dove vederlo in streaming e in
TV
È possibile fruire di Run
Hide Fight – Sotto assedio grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Apple TV, Google
Play e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 25
giugno alle ore 21:20 sul canale
Rai 4.
Diversi anni prima che il Marvel Cinematic Universe
diventasse una realtà consolidata, alcuni dei suoi supereroi già
calcavano autonomamente il grande schermo. Tra questi si annoverano
Spider-Man, i Fantastici 4 e Blade, arrivato al
cinema per la prima volta nel 1998. Nel 2004 è invece stato il
momento di Blade: Trinity, scritto e diretto dal
noto David S. Goyer,
e nuovamente affermatosi come un avvincente film di carattere
horror, con il protagonista impegnato nello scontro con una
potente e malvagia razza di vampiri.
Per il terzo film la regia venne
affidata a Goyer, che era già stato lo sceneggiatore dei precedenti
due capitoli. Il set si rivelò però particolarmente complesso, con
l’attore protagonista che non apprezzando le scelte creative diede
vita a diverse proteste, rifiutandosi di rigirare alcune scene e di
comunicare con gli altri membri della troupe. Nonostante tali
problemi il film presenta diversi elementi di interesse, tra cui
l’introduzione del personaggio di Dracula.
Al momento della sua uscita in sala,
anche questo sequel si dimostrò un grande successo ed è oggi
ricordato come il film migliore della trilogia. Tale riscontro
spinse infatti i produttori a realizzare un sequel, convincendo
anche i Marvel Studios a dar
vita ad altri film basati sui suoi supereroi. La trilogia di
Blade fu dunque da questo punto di vista un
precursore, che a suo modo contribuì a gettare le basi per il
grande impero cinematografico che oggi tutti conosciamo.
Al centro della vicenda del terzo
film c’è la ricerca da parte delle forze dell’ordine del cacciatore
di vampiri Blade. Questi è infatti accusato di
aver ucciso un umano “familiare”, ovvero soggiogato alla volontà di
un vampiro. Arrestato, si ritrova coinvolto in un’operazione che
comprende ben presto essere una messa in scena. Gli agenti che lo
hanno preso in custodia, infatti, si rivelano a loro volta essere
di “familiari”. Proprio quando sembra essere spacciato, Blade viene
però salvato da Hannibal King e Abigail
Whistler, la figlia del suo defunto mentore
Abraham.
Da loro Blade apprende che è in atto
un’operazione di riesumazione che potrebbe potenzialmente portare
all’estinzione dell’umanità. Un gruppo di vampiri, capitanati dalla
spietata Danica Talos, hanno infatti ritrovato nel
deserto siriano l’antica tomba di Dracula, il
primo della loro specie. Una volta riesumato, questi sarà in grado
di condurre i vampiri verso il loro perfezionamento, permettendogli
di poter sopravvivere al luce del sole e liberarsi delle debolezze
che li limitano. Per Blade ha così inizio la caccia più importante
della sua vita.
Il cast del film
L’attore Wesley
Snipestorna per la terza volta nei panni del
cacciatore di vampiri Blade. L’interprete si era affermato
negli anni precedenti grazie a diversi titoli d’azione, dove
sfoggiava le sue abilità con le arti marziali. Anche per questo
sequel, dunque, egli richiese un tipo di azione tipica delle
pellicole di Hong Kong, da lui molto amate. Nel film si ritrova poi
nuovamente anche Kris Kristofferson, noto per i
suoi numerosi film di successo, che recita nei panni del mentore di
Blade, Abraham Whistler. Come avvenuto per i precedenti film, anche
il terzo introduce una serie di nuovi personaggi.
I principali tra questi sono
Hannibal King interpretato da Ryan
Reynolds, e Abigail Whistler interpretata da Jessica
Biel. Per poter interpretare il ruolo del cacciatore
di vampiri, Reynolds dovette sottoporsi ad un duro allenamento
fisico, che lo portò ad acquisire diversi chili di muscoli. La
Biel, invece, sviluppo delle grandi qualità da arciere, arrivando
perfino a colpire e distruggere una costosa macchina da presa.
L’attore Dominic Purcell è invece Dracula, ruolo
per cui ha sviluppato abilità da spadaccino. L’icona degli anni
Novanta Parker Posey è invece la vampira Danica
Talos.
La caccia nei confronti di Dracula
ha infine un esito positivo per Blade e i suoi alleati. Il più
potente dei vampiri viene distrutto e ridotto a pochi resti. Questi
vengono prelevati dalle forze dell’ordine, le quali inizialmente li
associano a Blade, salvo poi ricredersi e apprendere della reale
minaccia dei vampiri. Rispetto al film esiste un finale
alternativo, presente nella versione DVD, dove Dracula non è
realmente morto. Al momento dell’autopsia su di lui, questi si
risveglia e uccide brutalmente i medici presenti, salvo uno, il cui
destino rimane in sospeso. Così facendo, si desiderava lasciare
aperte le porte ad un nuovo scontro tra i due acerrimi nemici.
Ad oggi un nuovo film dedicato a
Blade è effettivamente in programma, ma si tratta di un reboot. Ad
interpretare il personaggio sarà ora il premio Oscar Mahershala
Alì. Questo progetto, però, sin dal suo annuncio è
stato tormentato da problemi di produzione, passando attraverso una
serie di registi e scrittori. Si vocifera che Ali sia insodisfatto
dalle prime versioni della sceneggiatura e che abbia richiesto
approfondite riscritture. Ad oggi non è noto quando inizieranno le
riprese, anche se dovrebbero avere luogo entro la fine
dell’anno.
Il trailer di Blade:
Trinity e dove vedere il film in streaming e in TV
Per gli appassionati del film è
possibile fruire di questo grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Blade: Trinity è infatti disponibile nel catalogo
di Google Play, Apple
TV e Prime Video Per vederlo, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di martedì 25 giugno alle ore
21:00 sul canale 20 Mediaset.
In un clima al confine con il
paradossale, Caccia all’eredità (titolo originale
Spadek) è una nuova pellicola comica dal retrogusto amaro diretta
da Sylwester Jakimow. La commedia polacca,
prodotta dagli Orphan Studio e distribuita in
Italia da Netflix,
racconta le bizzarre vicende della lotta tra eredi per
l’ottenimento della cospicua eredità di un ricco zio.
Il cast è formato principalmente da
figure poco note nel panorama cinematografico internazionale:
Jan
Peszek interpreta lo zio Wladyslaw Fortuna, mentre
Adam Ferency (Cold
war) è nel ruolo del fedele maggiordomo. Altri personaggi
rilevanti sono interpretati da Maciej Stuhr,
Piotr Pacek e Joanna
Trzepiecinska.
Caccia all’eredità: la corsa
all’oro
Che cosa non farebbero le persone per denaro, vero?
Questa frase, che rappresenta
l’intera essenza della storia, apre il film: lo zio Fortuna sembra
venir sparato dal suo stesso maggiordomo e sembra essere deceduto.
Tutti i nipoti, Dawid, Natalia e Karol, insieme ai rispettivi
compagni e figli, vengono convocati nella imponente tenuta per
l’apertura del testamento. Pur essendo a tutti gli effetti legati
dal vincolo familiare, l’avidità porta tutti a fare di tutto pur di
ottenere la propria ampia parte di eredità.
Dopo l’apertura di un finto
testamento con cui lasciava tutto il proprio denaro alla creazione
di un orfanotrofio, il signor Fortuna si presenta più vivo che mai,
compiacendosi della riunione di famiglia dopo trent’anni. Ma
l’eredità va pur sempre guadagnata e per accedervi tutti dovranno
partecipare a un gioco organizzato appositamente dallo zio. Ma
l’assenza dello stesso Fortuna e la presenza della polizia
renderanno più che difficile trovare la soluzione ai tanti
indovinelli. Solo un mistero resta irrisolto fino alla fine:
l’omicidio di Wladyslaw Fortuna.
L’incredibile avidità umana
copyright przemo paczkowski
Tema focale di Caccia
all’eredità è per l’appunto l’incolmabile sete di denaro
che attanaglia ogni essere umano. Tale elemento viene presentato
allo spettatore in maniera abbastanza ironica già dalle prime scene
del film: dopo essersi incontrati tutti nuovamente nella stazione
di servizio, Natalia, Karol e Zosia danno il via a una inutile gara
automobilistica lungo le curve per raggiungere la magione
Fortuna.
L’unico tra gli eredi a dimostrarsi
più immune al fascino dei milioni è Dawid: fin dalla prima cena
nella casa, mentre tutti pensano ai lussi che si potranno
permettere grazie ai soldi dello zio, Dawid sottolinea come non sia
il denaro a fare la felicità.
Subito dopo essersi mostrato
nuovamente alla famiglia, lo zio Fortuna troverà la giusta
occasione per parlare con tutti i suoi nipoti e consorti. Karol e
Natalia colgono l’occasione per chiedere del denaro per saldare dei
debiti una e trasferirsi comodamente in Portogallo l’altro. Fortuna
concede alla nipote di darle i soldi necessari ad una condizione:
che almeno ricordi il compleanno dello zio. Nel momento in cui la
donna non riesce a ricordare neanche una semplice data, diviene
chiaro come l’unico elemento che abbia riportato tutti in quella
casa sia solo la sete di ricchezza.
Caccia all’eredità: un gioco di
squadra
copyright przemo paczkowski
Il punto di svolta in
Caccia all’eredità è il gioco a cui tutti sono
invitati a partecipare per ottenere alla fine i tanti brevetti
dello zio. Mentre all’inizio la strategia comune sembrava essere
raggiungere il traguardo in maniera autonoma prima degli altri,
alla fine i vari eredi sono costretti dagli indovinelli stessi alla
collaborazione. Ed è proprio a questo punto che tutti i personaggi
iniziano a conoscersi meglio a vicende: il legame familiare inizia
a riaccendersi.
Durante la permanenza nella magione
Fortuna Natalia, David, Karol e gli altri non avranno ottenuto i
milioni, ma hanno trovato qualcosa di maggior valore: la loro
famiglia.
Commedia da umorismo nero
In Caccia
all’eredità è interessante come le scene canonicamente
tragiche vengono ridicolizzate al punto di divenire quasi comiche;
un esempio è proprio la morte, finta e poi vera dello zio. A questi
momenti si alternano degli elementi pienamente ironici quali il
momento in cui molti dei personaggi assumono delle caramelle
sperimentali che li costringono a dire la verità e in parte la
scena del combattimento finale contro i poliziotti (o presunti
tali). Un personaggio del film che viene rappresentato praticamente
come una caricatura è uno dei due poliziotti, il quale a mal a pena
riesce a esprimersi correttamente.
Caccia all’eredità
si rivela essere una commedia di ottimo intrattenimento, con un
interessante messaggio sul valore del denaro e sull’importanza dei
legami familiari.
Nelle ultime settimane è diventato
ovvio che ci vorrà un miracolo affinché Blade rispetti
la data di uscita pianificata per il 7 novembre 2025. La Disney ha
anche confermato che verranno rilasciati solo tre film del MCU in un anno, il che significa
che il 2025 apparterrà probabilmente a Captain America: Brave New World, Thunderbolts*
e The
Fantastic Four.
Le riprese di quest’ultimo non sono
ancora iniziate, il che ha fatto temere ai fan che il riavvio possa
slittare da luglio e prendere il posto di Blade a novembre. Ora,
però, abbiamo un aggiornamento positivo dall’attore che
interpreterà Johnny Storm/La Torcia Umana Joseph Quinn. “Non posso dire nulla,
verranno a uccidere le persone a cui tengo”, ha esordito prima
di aggiungere, “Il Gladiatore è finito, è fatto. È stata
un’esperienza fantastica e alla fine stiamo per iniziare ‘The
Fantastic Four‘ a luglio.”
Anche la sua co-protagonista di
A Quiet
Place – Giorno 1, Lupita Nyong’O (Black
Panther), era presente e, quando a Quinn è stato chiesto
se poteva unirsi a lui in The
Fantastic Four, ha risposto: “Saremmo
fortunati ad averla.” A questo proposito, Nyong’o ha
scherzato: “Gli ho dato i 10 comandamenti della
Marvel”.
“È uno dei miei veterani”,
ha riconosciuto, prima di rivelare in seguito che è stato presso i
Marvel Studios per una prova costume e ha iniziato ad allenarsi per
la sua trasformazione da supereroe nel rubacuori dei Fantastici
Quattro.
“Sto mangiando cose e sollevando
oggetti. Sto lavorando con qualcuno di eccezionale: se dovessi
scegliere qualcuno come personal trainer, prenderesti lui, è un
uomo rinoceronte”, ha osservato Quinn. “È molto bravo nel
suo lavoro, mi fa fare le cose che non voglio fare. Non puoi
pensare. Devi solo accettarlo.”
The Fantastic
Four: quello che c’è da sapere sul film
Il film è atteso al cinema
il 25 luglio 2025. Come al solito con la
Marvel, i dettagli
della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti, i The
Fantastic Four sono astronauti che vengono trasformati
in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi cosmici nello
spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il suo corpo fino
a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la fidanzata di Reed (e
futura moglie), può manipolare la luce per diventare invisibile e
lanciare potenti campi di forza. Johnny, il fratello di Sue, può
trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà la capacità di volare.
E Ben, il migliore amico di Reed, viene completamente trasformato
in una Cosa, con dei giganteschi massi arancioni al posto del
corpo, che gli conferiscono una super forza.
Al
momento circolano voci su una possibile ambientazione nel passato
del film, indicativamente negli anni Sessanta, stando all’aspetto
delle prime immagini ufficiali ad oggi rilasciate. Ci sono però
anche rumor sul fatto che il film potrebbe essere ambientato in una
realtà diversa da quella di Terra 616. Ad oggi sappiamo poi che
l’attrice Julia Garner è stata scelta per
interpretare
Shalla-Bal nella sua versione Silver Surfer, presenza che
sembrerebbe confermare anche quella di Galactus
come villain principale. Franklyn e
Valeria Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero
comparire nel film, mentre Dottor Destino potrebbe
avere un semplice cameo nel finale.
Deadpool &
Wolverine riuscirà a compiere l’impresa che tutti
pensavano impossibile, ovvero mettere insieme, nello stesso film,
il Mercenario Chiacchierone e il Mutante Artigliato. X-Men
Origins: Wolverine ha offerto uno sguardo deludente a
quello che sarebbe potuto essere per Ryan Reynolds e Hugh
Jackman apparire insieme in un film Marvel.
Tuttavia, Marvel Studios adesso hanno la
possibilità di realizzare qualcosa di veramente emozionante.
A complicare le cose c’è Logan del
2017. In quel film, Jackman diede quello che sembrava essere un
addio permanente al personaggio quando il fattore di guarigione ha
ceduto all’avvelenamento da adamantio e ha perso lo scontro contro
X-24.
Ci aspettiamo dunque che questo
Wolverine sia una variante proveniente da altre parti del
Multiverso, qualcosa a cui Ryan Reynolds e il regista Shawn
Levy hanno alluso durante una recente intervista a Vanity
Fair. “Inizialmente, avevamo un’idea molto vaga su come
riportare Wolverine in modi che non necessariamente interagissero o
interferissero con Logan e la sua eredità”, ha spiegato
Reynolds. “So che Kevin, come Shawn, io e Hugh, eravamo tutti
molto preoccupati per questo.”
“Avevamo davvero bisogno di
proteggerlo e permetterci comunque di raccontare la storia di
Wolverine più coinvolgente che potessimo mai immaginare, il che per
noi è stato semplicemente un enorme privilegio snervante”.
Levy aggiunge: “L’eredità di
Logan come film e come personaggio significa molto per Hugh,
ovviamente, ma anche per Ryan, Kevin e me. C’è consapevolezza di
quell’eredità anche all’interno del film? La risposta è sì. E
questo è un altro modo per proteggerlo.”
Liberato dal dover legarsi a
Logan, Deadpool &
Wolverine può fare qualcosa di diverso con il
personaggio del titolo. Tuttavia, ciò non includerà il fatto che
lui rompa la quarta parete e si rivolga al pubblico, nello stile di
Wade Wilson.
Wolverine non romperà la
quarta parete
Anche se non ci aspettavamo
necessariamente che Wolverine lo facesse, un video proiettato nei
cinema in cui il duo dice al pubblico di mettere a tacere il
cellulare ha portato a speculare che questo sarebbe potuto succede.
Ma ecco cosa hanno spiegato Hugh
Jackman,
Ryan Reynolds e Levy:
Levy: Molti
attori entrano in un film di Deadpool e dicono: “Fantastico, posso
parlare con la telecamera e rompere la quarta parete”. Diciamo:
“No, no, no”. In realtà qui esiste un sistema.’ E questo rende il
tono di Deadpool unico per lui.
Ryan Reynolds: Ci sono delle regole. Regole molto
specifiche. Diminuiresti la posta in gioco nel film se tutti, o
anche chiunque altro, fossero consapevoli della quarta parete o di
qualsiasi tipo di meta-aspetto. Deadpool è l’unico personaggio che
ha questa capacità per farlo. Se tutti lo facessero, non
investiresti più così tanto in quel personaggio. Vuoi davvero
credere che il cattivo sia un cattivo. Vuoi davvero credere che
anche il personaggio della tua costar sia vero. Deadpool può
minarlo – e lo fa – perché non vuoi che il pubblico lo prenda sul
serio.
Hugh Jackman: Ho fatto
lo stesso errore il primo giorno. Ho dato il suggerimento ed è
stato strano…
Ryan Reynolds: Mi sento sempre un vero stronzo quando
cerco di spiegare: ho bisogno che le persone siano coinvolte il più
umanamente possibile in ogni altro personaggio pur sapendo che solo
Deadpool è il narratore inaffidabile.
Hugh Jackman: Ryan
descrive magnificamente il cervello di Deadpool come una frittata
mezza cotta. E quindi, qualunque cosa stia facendo – parlare con
una telecamera, con Wolverine – è solo un altro strato di
fastidiose stronzate che devo sopportare. Chissà cosa diavolo sta
facendo? Ma è solo un’altra scusa per dargli un pugno in
faccia.
Hugh Jackman e Ryan Reynolds in una scena di Deadpool &
Wolverine.
Tutto quello che sappiamo su
Deadpool & Wolverine
Deadpool &
Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di
Free
Guy e
The Adam Project, che ha firmato la regia dell’atteso
progetto. Hugh Jackman
uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere
il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli
ufficiali della storia di Deadpool &
Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds,
non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la
serie di film di Deadpool – l’unica parte del
franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da
parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano
svolti in un universo diverso.
Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al
contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman,
viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi
presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e
Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche
altri X-Men possano fare la loro
comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della
Marvel comparsi sul
grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben
Affleck.
Una voce recente afferma che anche
Liev Schreiber
sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo,
Morena Baccarin
(Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie
Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e
Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni
dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in
franchising Emma Corrin (The Crown) e Matthew
Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora
segreti. Un recente report afferma inoltre che la TVA di Loki,
incluso l’agente Mobius (Owen Wilson) e
Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool &
Wolverineuscirà nei cinema il 24 luglio
2024.
Dopo essere stato scelto dai fan in
diversi fanta-casting di supereroi/cattivi – incluso il
Professor Charles Xavier – nel corso degli anni,
abbiamo recentemente saputo che Giancarlo Esposito (Breaking Bad,
The Boys, The Mandalorian) si era unito al Marvel Cinematic Universe in un
ruolo non rivelato.
Giancarlo Esposito è riuscito a non vuotare il
sacco mentre parlava con Deadline sul tappeto rosso della
première mondiale di MaXXXine, ma si è riferito al
suo personaggio in
Captain America: Brave New World come un “tosto”
e ha indicato che lo vedremo molto coinvolto fisicamente
nell’azione, più di quanto non abbia fatto nei progetti
precedenti.
“Quando mi vedrai nel MCU,
vedrai un tipo tosto e ne sono entusiasta. Recitare significa usare
ogni parte del tuo corpo, le tue emozioni, i tuoi sensi, i tuoi
sentimenti per ritrarre qualcosa. Non mi hai davvero visto usare il
mio corpo nel modo in cui lo userò. L’MCU è emozionante. Non posso
dirti chi interpreto, ma sarai emozionato quando lo
vedrai.”
Dal momento che
le foto dal set che lo ritraggono lo mostrano in tenuta tattica
da combattimento, armato di pistole e coltelli, sembrava già chiaro
che il suo personaggio sarebbe stato destinato a moltissima azione
corpo a corpo.
Quello che sappiamo sul
film Captain America: Brave New World
Captain America: Brave New World riprenderà da
dove si è conclusa la serie Disney+The Falcon and the Winter
Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson (Anthony Mackie)
dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il
regista Julius Onah (Luce, The
Cloverfield Paradox) ha descritto il film come un
“thriller paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno
del Leader (Tim Blake Nelson), che ha iniziato la
sua trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile
Hulk del 2008.
Secondo quanto riferito, la star di
Alita: Angelo della BattagliaRosa
Salazar interpreta
la cattiva Diamondback.
Nonostante dunque avrà degli elementi al di fuori della natura
umana, il film riporterà il Marvel Cinematic
Universe su
una dimensione più terrestre e realista, come già fatto anche dai
precedenti film dedicati a Captain America. Ad ora, il film è
indicato come uno dei titoli più importanti
della Fase
5.
Anthony
Mackie ha recentemente dichiarato che questo film
è “10 volte più grande” della sua serie Disney+ e ha parlato della
dinamica tra Cap e il nuovo Falcon, Joaquin Torres. “Sono in
coppia alla pari“, ha scherzato. “Sono entrambi militari.
Io ero il suo ufficiale comandante. Tra noi c’è più amicizia
rispetto al modo in cui ammiravo Steve o al modo in cui non mi
piaceva Bucky“.
“Questo film è un chiaro reset.
Ristabilisce davvero l’idea di cosa sia e cosa sarà questo
universo“, ha aggiunto Mackie. “Penso che con questo film,
si stia ottenendo un chiaro, nuovo marchio di ciò che
la Marvel vuoole
essere nello stesso modo in cui hanno fatto con Captain America:
The Winter Soldier“.
Disponibile su Apple TV+ con tutti e sei
gli episodi, Tierra de mujeres – Intrecci di
viteè un simpatico e stuzzicante passatempo,
una serie comfort con una brillante Eva Longoria che, come sempre, porta sul
piccolo schermo charme ed eleganza da vendere. Già dal titolo si
capisce che questa miniserie, basata dal romanzo di Sandra Barned,
è incentrata su tre generazioni di donne tutte alle prese con un
momento particolare della loro vita. Ci troviamo in Spagna e Gala
(Eva Longoria), l’anziana madre Julia (Carmen
Maura) e la figlia adolescente Kate (Victoria
Bazua) devono fuggire via e imbarcarsi in una avventura
che, inevitabilmente, cambierà il corso della loro vita.
Tierra de mujeres – Intrecci di
vite, la recensione
Si dice che le colpe dei
padri ricadano sui figli, ma nessuno dice mai che le colpe dei
mariti ricadono sempre sulle mogli. È quello che succede a Gala in
Tierra de mujeres – Intrecci di vite quando, felice di
aver inaugurato il suo nuovo progetto, viene minacciata da dei
sicari venuti a riscattare il debito miliardario del marito. Il
personaggio di Eva Longoria ricorda moltissima la Gabrielle Salis
di Desperate Housewives perché anche in questo caso, con
carisma da vendere, non si lascia sopraffare dagli eventi ma trova
sempre una soluzione. Organizza così un viaggio, che in realtà è
una fuga, per scampare ai criminali che minacciano lei e la sua
famiglia.
Il road movie, espediente usato per
raccontare il presente ma anche il passato delle tre protagoniste,
diventa così incalzante e man mano che ci avviciniamo alla fine
degli episodi scopriamo attraverso diversi colpi di scena parti
della vita di queste tre donne, diverse tra loro. Per esempio, una
tappa del viaggio è la città di La Muga dove da piccola viveva
Julia, la mamma di Gala. In questa tappa scopriamo in realtà che le
donne non sono ben accette, anzi, per via della cattiva reputazione
di Julia che si traduce in cattiva reputazione per tutta la
famiglia. Non basta il fluente spagnolo sviscerato dalla Longoria
per avvicinare la popolazione di La Muga, composta solo da donne
per altro. Ma tra tutte queste donne c’è Amat (Santiago Cabrera)
che Gala dovrà ingraziarsi perché proprietario della casa
d’infanzia di Julia.
Una serie multigenere
Episode 1. Eva Longoria, Victoria Bazúa and Carmen Maura in “Land
of Women,” premiering June 26, 2024 on Apple
TV+.
Quando parliamo di multigenere ci
riferiamo alle numerose corde che tocca Tierra de
mujeres – Intrecci di vite: è una commedia, un crime,
una serie drammatica. Forse questa mescolanza di generi la rende
alle volte difficile da inquadrare ma non da guardare perché come
abbiamo detto prima risulta anche un piacevole passatempo. Questa
mescolanza di generi riflette anche le dinamiche relazionali tra le
protagoniste: stiamo parlando di tre donne molto carismatiche di
cui riassumere la vita e le peculiarità è difficile. Questo viaggio
però così improvvisato quanto pazzo e imprevedibile serve da monito
per tre le donne che hanno anche l’opportunità di consolidare il
loro legame e scoprire aspetti nuovi del carattere. Alla fine, sono
rimaste da sole, simbolo di una lotta stoica contro la figura
maschile che le ha abbandonate. Il rapporto del trio è infatti uno
dei punti forti della serie che dimentica quasi di caratterizzare i
personaggi di contorno, incluso il villain di questa serie che
appare piatto
Ciononostante, le interpretazioni
magnetiche dello show (in particolare quella di Maura) e il suo
splendido scenario sono abbastanza piacevoli da offrire agli
spettatori un accogliente senso di evasione. Sebbene Tierra de
mujeres – Intrecci di vite sarebbe stata migliore se
avesse avuto una posta in gioco più alta, in particolare quando si
tratta della costante paura di Gala di veder scoperto il suo
nascondiglio, ottiene punti per la dinamica ben sviluppata tra il
trio di protagonisti della serie. Mischiare molti generi, come
abbiamo scritto, non è stata forse la scelta più giusta a questo
tipo di trama che nel suo saper argomentare e filtrare le
caratteristiche delle tre protagoniste è stata molto lineare. Le
microtrame (che poi avrebbero dovuto essere principali dato il
contesto in cui inizia la serie) hanno poca spinta e quel poco di
crime e tensione che dovrebbero esserci sparisce in confronto al
trio protagonista.
Episode 1. Carmen Maura in “Land of Women,” premiering June 26,
2024 on Apple TV+.
Oggi Apple TV+ ha svelato le
prime immagini di “Disclaimer“, la nuova serie
limitata di sette episodi che farà il suo debutto l’11 ottobre con
i primi due episodi, seguiti da nuovi episodi ogni venerdì fino al
15 novembre.
“Disclaimer” è un
avvincente thriller psicologico interpretato dai premi Oscar®
Cate Blanchett e Kevin Kline.
Scritta e diretta dal cinque volte premio Oscar® Alfonso
Cuarón, è basata sull’omonimo best-seller di Renée
Knight.
Disclaimer, la trama
L’acclamata giornalista
Catherine Ravenscroft (Blanchett) ha costruito la
sua reputazione rivelando le malefatte e le trasgressioni degli
altri. Quando riceve un romanzo da un autore sconosciuto, si rende
conto con orrore di essere la protagonista di una storia che mette
a nudo i suoi segreti più oscuri.
Mentre Catherine lotta contro il
tempo per scoprire la vera identità dello scrittore, è costretta a
confrontarsi con il suo passato prima che questo distrugga la sua
vita e i suoi rapporti con il marito Robert (Sacha
Baron Cohen) e il figlio Nicholas (Kodi
Smit-McPhee). Il cast comprende Lesley Manville,
Louis Partridge, Leila George e
Hoyeon.
Disclaimer, nuova serie Apple TV+
“Disclaimer” è
prodotta da Esperanto Filmoj e Anonymous Content. Cuarón è
produttore esecutivo insieme a Gabriela Rodriguez di Esperanto
Filmoj e David Levine e Steve Golin di Anonymous Content. Renée
Knight è co-produttrice esecutiva. Il premio Oscar® Emmanuel
Lubezki (“Gravity”, “Birdman”, “The Revenant”) e il candidato
all’Oscar® Bruno Delbonnel (“Macbeth”, “A proposito di Davis”,
“L’ora più buia”) sono direttori della fotografia e produttori
esecutivi, come pure Donald Sabourin e Carlos Morales. La colonna
sonora è composta dal vincitore di più premi Oscar® e GRAMMY
Finneas O’Connell (“Barbie”, “No Time to Die”).
Oggi, Apple TV+
ha annunciato il rinnovo della terza stagione di “In
viaggio con Eugene Levy“, la serie di viaggi condotta e
prodotta dal vincitore dell’Emmy Eugene Levy (“Schitt’s Creek”). La nuova
stagione di otto episodi seguirà il celebre conduttore in
un’avventura in giro per il mondo con l’obiettivo di stilare la sua
“lista definitiva dei viaggi da fare”. Se vuole avvicinarsi sempre
più a diventare un vero viaggiatore, dovrà spuntare dal suo elenco
alcune delle esperienze più imperdibili al mondo… Il problema è che
non ha la minima idea da dove cominciare!
Sin dal suo debutto, “In viaggio con
Eugene Levy” ha ricevuto grandi consensi dalla critica di tutto il
mondo. Salutata come “abbagliante, deliziosa… e magnificamente
girata”, “forse la miscela perfetta di documentario di viaggio e
commedia pura”, è condotta da un Levy che è “un vero piacere da
guardare” ed è “infinitamente divertente”. La serie è stata anche
recentemente premiata come Miglior spettacolo di viaggio/avventura
e Miglior serie non strutturata ai Critics Choice Real TV Awards.
La prima e la seconda stagione complete sono disponibili in
streaming su Apple
TV+.
«Apprezzo davvero ciò che
questo show sta cercando di fare per me», ha detto il conduttore e
produttore esecutivo Eugene Levy. «Ma per essere un vero
viaggiatore esperto, devi avere un forte senso di avventura e
curiosità e mi vergogno di dire che nelle ultime due stagioni non
ho sviluppato nessuna di queste qualità, però devo ammettere che mi
sto divertendo molto a impegnarmici. Quindi il viaggio continua, a
quanto pare».
Dopo aver sconfitto alcune delle sue
più grandi paure nel corso della prima e della seconda stagione,
Levy ammette che i suoi viaggi lo hanno cambiato in meglio. Ora è
di nuovo pronto per un’avventura che promette di ampliare i suoi
orizzonti più di ogni altra. Unisciti a lui per questo nuovissimo
viaggio sorprendente!
La serie è prodotta per Apple TV+ da
Twofour e i produttori esecutivi sono Levy, David Brindley, Nic
Patten, Sara Brailsford, Iain Peckham e Lily Fitzpatrick.
“In viaggio con Eugene
Levy” si aggiunge alla sempre più numerosa gamma di docuserie
acclamate dal pubblico e premiate dalla critica presenti su Apple
TV+, tra cui “The Dynasty: New England Patriots”, la docuserie sui
New England Patriots, di Brian Grazer. e Imagine Documentaries di
Ron Howard, in associazione con NFL Films; “Hollywood Con Queen”,
il documentario che racconta la storia incredibile di una delle più
grandi truffe di Hollywood del produttore esecutivo Chris Smith;
“Il mondiale di Messi: l’apice di una leggenda”, la docuserie in
quattro parti che offre uno sguardo inedito ed esclusivo sul dietro
le quinte delle cinque partecipazioni di Messi alla Coppa del Mondo
FIFA e della sua trionfale vittoria nel 2022 con la Nazionale
argentina e molto altro ancora.
Il mondo lo ha amato da subito per
il suo personaggio di Eddie Munson in Stranger
Things stagione 4, e Joseph Quinn ha
già dimostrato un potenziale enorme, diventando ben presto una
delle giovani star più desiderate di cinema e televisione. Lo
abbiamo visto già in diversi contesti impegnativi, ma quello che lo
aspetta sul grande schermo lo rende uno dei volti da tenere
d’occhio nel prossimo futuro.
In attesa di vederlo in
A Quiet
Place – Giorno 1, in sala dal 27 giugno con Eagle
Pictures, al fianco del premio Oscar Lupita Nyong’O, ecco come e
dove abbiamo visto o vedremo Joseph Quinn.
Joseph Quinn co-protagonista di A
Quiet Place – Giorno 1
Diretto da Michael
Sarnoski su una sceneggiatura che ha co-firmato con
John Krasinski (anche autore del soggetto e dei primi
due titoli del franchise) e Bryan Woods,
A Quiet
Place – Giorno 1 e un prequel d’eccellenza. A Quiet Place – Un posto tranquillo è
diventato un piccolo cult quando è uscito, nel 2018, arrivando
addirittura a una nomination agli Oscar, tanto che nel giro di
appena sei anni, ha prodotto un sequel e questo nuovo progetto che
racconta l’inizio dell’apocalisse in cui si svolge l’azione.
Il Giorno
1 del titolo indica appunto il giorno in cui gli
alieni hanno attaccato la Terra e l’hanno costretta al silenzio. La
storia approfondirà questi aspetti che per ora sono ancora
misteriosi e sposterà anche l’azione in città, laddove i due film
precedenti erano ambientati in periferie. Joseph
Quinn fa parte del cast principale e affianca Lupita Nyong’O nella nuova avventura che ci
porterà a scoprire come gli alieni hanno preso il controllo della
Terra. Siamo pronti a scommettere che
Joseph non avrà problemi a far sentire la sua
voce anche al fianco di un Premio oscar.
Joseph Quinn nel ruolo di Eddie Munson in Stranger
Things
Come accennato, Joseph
Quinn ha trovato la fama mondiale grazie alla quarta
stagione di Stranger
Things di Netflix, in cui
interpreta Eddie Munson. Il suo personaggio è
decisamente particolare: capellone e con gusti musicali da vero
duro (vi dicono niente i Metallica?), è in realtà un ragazzo dal
cuore d’oro, appassionato di D&D e molto affezionato a Dustin.
Sarà lui a provare ad aiutare Chrissy quando diventa la vittima
designata di Vecna.
Sappiamo che Eddie non riuscirà a
salvare la bella cheerleader ma più avanti nella serie sarà il suo
sacrificio a permettere ai protagonisti di sopravvivere e di
portare a termine il loro piano contro il temibile ultimo villain.
Sicuramente il suo sacrificio non sarà dimenticato, e nella quinta
e ultima stagione di Stranger
Things ci sarà forse spazio per un flashback o per una
commemorazione del coraggioso Eddie che ha combattuto nel
Sottosopra a suon di Master of Puppets.
Alle prese con il cinema
indipendente in Hoard
Ospite nella selezione
ufficiale della Settimana della Critica 2023 nell’ambito della
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di
Venezia, Hoard di Luna Carmoon è
uno dei progetti più bizzarri e interessanti a cui abbia preso
parte Joseph Quinn fino a questo momento e in cui
riesce a offrire un primo sguardo alla sua duttilità di
interprete.
1984: C’è una discarica nel
nostro salotto – Il mondo di Madre e di Maria è una costante
sensazione di brividi che corrono lungo la schiena, ogni giorno è
Natale nel loro piccolo nidus d’amore – 1994: Lui me la
riconsegnò, l’importanza mi colpì in ondate di sensazioni – È
l’ultimo giorno di scuola di Maria. Al suo rientro a casa, in cima
alle scale, due piedi scalzi ad attenderla. Un uomo alto,
dall’aspetto insolito, uno sconosciuto che ha l’odore familiare di
un trauma, un dolore d’infanzia, una duplicità di deliberate
provocazioni – Michael (Joseph Quinn).
Si tratta di uno dei film più attesi
dei prossimi mesi e Joseph Quinn è stato capace di
fare breccia nel cuore di Ridley Scott tanto da farsi affidare il
ruolo dell’Imperatore Geta. La Storia non era un grande riferimento
per il primo film, quindi non possiamo fare affidamento sui fatti
per cercare qualche anticipazione sul suo personaggio, ma quello
che possiamo ipotizzare è che si tratterà di un uomo mite, immerso
in un ambiente tossico al quale soccomberà.
Dati i suoi lineamenti delicati e il
sorriso gentile, non sarà difficile per il pubblico vedere Quinn in
un ruolo simile, ma siamo anche sicuri che se pure Scott gli abbia
chiesto di interpretare un degno erede del Commodo di
Joaquin Phoenix, Joseph Quinn sarebbe
stato perfettamente all’altezza del compito. Qualunque sia il caso,
lo scopriremo presto: attualmente il film dovrebbe arrivare nelle
sale il 22 novembre 2024.
La nuova Torcia Umana di The
Fantastic Four
Pur dimostrando interesse
verso il cinema di nicchia e per quello dei grandi autori,
Joseph Quinn è pure sempre un ragazzo nato nel
1994 e per questo pienamente investito dall’ondata dei film
Marvel e dalla passione per i
cinecomic. Questo elemento è stato fondamentale per permettergli di
affacciarsi a uno dei casting che gli cambierà la vita, forse in
maniera ancora più incisiva di quanto non accaduto con Stranger
Things. E’ lui infatti il prescelto per dare corpo
alla Torcia Umana, Johnny Storm, nel prossimo adattamento per il
cinema di The Fantastic Four, il primo in seno ai Marvel
Studios.
Quinn raccoglie il testimone di
Chris Evans e Michael B. Jordan e dovrà fare del suo meglio
per essere all’altezza delle due interpretazioni precedenti,
tenendo però presente che questa volta Johnny Storm sarà raccontato
dal punto di vista dei suoi “padri”. L’appuntamento, per ora, è
previsto per il 25 luglio 2025.
Il primo trailer italiano di
Paddington
in Perù, terzo capitolo con protagonista il
personaggio creato dallo scrittore inglese Michael Bond. Il film è
diretto da Dougal Wilson e da una sceneggiatura scritta da Mark
Burton, Jon Foster e James Lamont.
Nel cast, oltre al
candidato Premio Oscar® Antonio Banderas e il Premio Oscar® Olivia
Colman, anche Hugh Bonneville (Downton Abbey), Emily
Mortimer (Il ritorno di Mary Poppins), Julie Walters
(Mamma Mia! Ci risiamo), Madeleine Harris (Paddington
2), Samuel Joslin (Paddington 2), Carla Tous (30
Coins – Trenta denari) e il Premio Oscar® Jim Broadbent
(Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2). La voce
italiana di Paddington è Francesco Mandelli.
Paddington
in Perù sarà nelle sale italiane dal 16 gennaio 2025
distribuito da Eagle Pictures.
Paddington parte per far visita
all’amata zia Lucy, che ora vive nella “casa per orsi
in pensione”. Con la famiglia Brown al seguito, un’emozionante
avventura li conduce in un viaggio inaspettato attraverso la
foresta amazzonica e le cime delle montagne del Per
La serie TV live-action
One
Piece di Netflix ha
scelto i primi nuovi attori per la sua prossima seconda stagione,
aggiungendo quattro volti nuovi che interpreteranno altrettanti
cattivi del fumetto.
L’attore di “Raised
by Wolves” Daniel Lasker interpreterà
Mr. 9, Camrus Johnson di
“Batwoman” è stato scelto come Mr. 5,
Jazzara Jaslyn (“Warrior”) sarà Miss Valentine e
l’iconico David Dastmalchian assumerà il ruolo di
Mr. 3.
Questi quattro personaggi sono
tratti direttamente dal manga One
Piece, creato da Eiichiro Oda, e dal suo successivo
adattamento in serie TV anime, dove sono membri chiave del
sindacato criminale Moroccan Works.
One Piece, i
nuovi membri del cast della seconda stagione
Nella prima stagione Iñaki
Godoy era l’aspirante re dei pirati Monkey D.
Luffy, insieme a lui la ciurma di Cappello di Paglia era
formata da Mackenyu nei panni di Roronoa
Zoro, Emily Rudd nei panni di Nami, Jacob
Romero nei panni di Usopp e Taz Skylar
nei panni di Sanji, e tutti riprenderanno i loro ruoli per la
seconda stagione. La prima stagione di One
Piece è stata lanciata il 31 agosto 2023 su
Netflix
ottenendo un solido numero di spettatori in streaming e elogi da
parte della critica.
Creata in collaborazione con
Shueisha, editore di manga di One
Piece e prodotta da Tomorrow Studios (un partner di
ITV Studios) e Netflix, la
serie TV live-action è prodotta esecutivamente dal creatore di
manga e anime Eiichiro Oda, così come da
co-showrunner Matt Owens e Joe Tracz.
Prime Video ha svelato oggi il trailer ufficiale
de
Il Ministero della Guerra Sporca, invitando gli
spettatori a non perdere l’ultimo successo del regista Guy
Ritchie. Il film action-comedy, ispirato alla prima
operazione di forze speciali della storia, è pronto a deliziare il
pubblico internazionale a partire dal 25 luglio, quando debutterà
su Prime Video in Italia e in Paesi selezionati nel resto del
mondo.
Basato su documenti recentemente
desecretati del Dipartimento della Guerra britannico e ispirato a
fatti realmente accaduti, Il Ministero della Guerra Sporca
è un action-comedy, incentrato sulla prima organizzazione di
forze speciali della storia, formata durante la Seconda Guerra
Mondiale dal Primo Ministro britannico Winston Churchill e da un
piccolo gruppo di ufficiali, tra cui lo scrittore Ian Fleming.
L’unità di combattimento top-secret, composta da un gruppo
eterogeneo di furfanti e cani sciolti, parte per un’audace missione
contro i nazisti, servendosi di tecniche di combattimento
assolutamente non convenzionali e decisamente “sporche”. Il loro
approccio temerario alla guerra ha cambiato il corso della storia,
gettando le basi per i Servizi Aerei Speciali britannici e le
moderne missioni segrete.
Diretto da Guy
Ritchie (Sherlock Holmes, The Gentlemen, La furia di
un uomo – Wrath of Man), qui anche sceneggiatore, e
prodotto da Jerry Bruckheimer (Top Gun: Maverick, Pirati dei
Caraibi, Il mistero dei Templari – National Treasure),
Il Ministero della Guerra Sporca vede
protagonisti Henry Cavill (L’uomo d’acciaio, Mission: Impossible –
Fallout), Eiza González
(Baby Driver– Il genio della fuga), Alan
Ritchson (Reacher), Alex Pettyfer (In
Time), Hero Fiennes Tiffin (la saga di
“After”), Babs Olusamokun (Dune), Henrique Zaga (Oltre l’universo),
Til Schweiger (Bastardi senza gloria),
con Henry Golding (Crazy & Rich) e
Cary Elwes (La storia fantastica).
Scritto e diretto dal pluripremiato
regista israeliano Savi Gabizon, frutto di una
collaborazione tra Stati Uniti, Canada e Israele, Era mio
figlio (titolo originale Longing) è il
remake in lingua inglese del precedente film di
Gabizon del 2017, Ga’agua, girato
in lingua ebraica, premio del
Pubblico ai Venice Days del 2017 alla Mostra del Cinema di
Venezia e vincitore del premio per la Miglior Sceneggiatura agli
Israeli Academy Awards.
Distribuito da Lucky Red, il film arriva al
cinema il 18 luglio.
Era mio figlio, la
trama
Daniel, un ricco scapolo newyorkese
(Richard Gere), è costretto a rivedere le sue scelte di vita quando
scopre che l’ex fidanzata canadese (Suzanne Clément) ha avuto un
figlio dopo la loro separazione avvenuta 20 anni prima.
La nave dei pazzi è pronta
a mollare gli ormeggi e a riprendere il suo viaggio. Dal 26
settembre la
seconda stagione di Tutto chiede salvezza, prodotta da Picomedia e
diretta da Francesco Bruni, sarà disponibile, solo
su Netflix.
5 episodi, ciascuno per
ogni settimana in cui si sviluppa il racconto. 5 settimane, quindi,
in cui Daniele (Federico
Cesari) dovrà dimostrare di aver ripreso in mano la
sua vita e di poter essere un buon padre per la piccola Maria, la
bambina nata dalla relazione con Nina (Fotinì
Peluso). 5 settimane durante le quali le vite dei
personaggi già conosciuti si intrecceranno a quelle dei nuovi, tra
il reparto di psichiatria e il mondo esterno.
La proiezione in anteprima
del primo episodio sarà al centro della giornata inaugurale della
54ª edizione del Giffoni Film Festival, il prossimo 19 luglio.
Scritta da
Francesco Bruni, Daniele Mencarelli e
Daniela Gambaro, la serie vedrà il ritorno nel
cast, oltre che di
Federico Cesari (Daniele) e
Fotinì Peluso (Nina), anche di Andrea
Pennacchi (Mario), Vincenzo Crea
(Gianluca), Lorenzo Renzi (Giorgio),
Vincenzo Nemolato (Madonnina) e Alessandro
Pacioni (Alessandro), che nella prima stagione
condividevano la stanza nel reparto di psichiatria insieme a
Daniele. Ricky Memphis (Pino), Bianca
Nappi (Rossana) e Flaure BB Kabore
(Alessia) tornano nei ruoli dell’infermiere e delle infermiere del
reparto, mentre Filippo Nigro (Dott. Mancino) e
Raffaella Lebboroni (Dott.ssa Cimaroli) in quelli
dei medici della clinica. Lorenza Indovina (Anna), Michele
La Ginestra (Angelo), Arianna Mattioli
(Antonella), Giacomo Mattia (Giovanni), madre,
padre, sorella e fratello di Daniele. Carolina
Crescentini (Giorgia) è la mamma di Nina.
Sono trascorsi due anni da
quando abbiamo lasciato Daniele e la nave dei pazzi. Molte cose
sono cambiate: Daniele e Nina sono diventati i genitori della
piccola Maria e poco dopo la sua nascita si sono allontanati. Li
ritroviamo che si contendono l’affidamento della bambina con il
supporto delle rispettive e diversissime famiglie. Daniele, dopo
l’intensa esperienza vissuta durante la settimana di TSO, ha scelto
di diventare infermiere e, grazie all’intervento della dottoressa
Cimaroli, sta per entrare come tirocinante nell’ospedale in cui era
stato ricoverato. Ha cinque settimane per dimostrare al giudice che
quello può diventare un impiego stabile, accreditandosi come un
genitore affidabile. In questa nuova veste, Daniele conosce i nuovi
pazienti della camerata, che lo costringono a riflettere sul suo
eccesso di empatia verso il dolore degli altri e che rischiano di
farlo deragliare di nuovo.
Mia Goth, che arriverà il 21 agosto al cinema
con MaXXXine
di Ti West e che è ancora legata al progetto
Marvel StudiosBlade,
sembra prendere molto sul serio il suo impegno con la Casa delle
Idee e anticipa che quello che aspetta gli spettatori è davvero
speciale.
Di recente, il film dedicato a Blade
ha perso un nuovo regista e l’uscita è stata rimandata più volte.
Yann Demange ha lasciato il film, così come
Bassam Tariq, che in precedenza avrebbe dovuto
dirigere la produzione le cui riprese dovevano cominciare
all’inizio dell’autunno 2022.
Parlando con Deadline alla première
mondiale del suo ultimo film A24 MaXXXine,
Mia Goth ha detto che per quanto riguarda
i ritardi di Blade, quelli dietro il film “si preoccupano
davvero, lo fanno con attenzione. Vogliono fare un grande film.
Questa è la sensazione che ho da loro e mi fa sentire
bene”.
Secondo quanto riferito, Goth farà
il suo debutto nel MCU in Blade nei
panni di Lilith, un personaggio dei fumetti, un cattivo
soprannaturale chiave. Lilith cerca di prendere il sangue dalla
figlia di Blade.
Blade, tutto
quello che sappiamo sul film
Del nuovo Bladee
si sa ancora molto poco se non che esplorerà la natura del
personaggio, un vampiro in grado di camminare alla luce del sole
che usa i suoi poteri per dare la caccia ai suoi simili malvagi. Il
personaggio era già stato raccontato al cinema con i film
Blade, Blade II e Blade: Trinity, dove ad
interpretare il personaggio vi era l’attore Wesley Snipes.
La scelta di Mahershala Ali per assumere ora tale ruolo
sembra aver messo d’accordo
tutti, con l’attore indicato perfettamente idoneo sia a livello
estetico che di carisma.
Il personaggio di Ali, come noto, ha
già avuto un suo piccolo ingresso nell’MCU. Sua è infatti
la voce che si può ascoltare nella scena post titoli di coda del
film Eternals, quella in cui
compare anche l’attore Kit Harington e
la celebre Lama d’Ebano, che a sua volta sembra comparirà in
Blade. Come noto, il film sta però affrontando
numerosi problemi produttivi, con Ali che sembra essere stato
scontento delle prime versioni della sceneggiatura.
Sarebbe dunque stata attuata una
forte fase di riscrittura, che ha però naturalmente portato il
progetto a subire ritardi sia sull’inizio delle riprese che
sull’uscita in sala, attualmente fissata al 7 novembre
2025. Recentemente, inoltre, Yann Demange ha abbandonato la regia del film,
presumibilmente
per via di alcuni contrasti con Ali. Bladeè
dunque ora alla ricerca di un nuovo regista.
Fin dal suo primo lungometraggio
Shotgun Stories, Jeff Nichols è stato un
regista interessato alle rappresentazioni autentiche della
condizione umana. Che si tratti del brutale coming-of-age di
Mud, dell’intimo romanticismo storico di Loving, della
mitologia sovversiva dei supereroi di Midnight Special o dei temi catastrofici di Take Shelter, Nichols è in grado di prendere premesse
straordinarie e di fondarle su una legittima posta in gioco
emotiva.
L’ultimo
lungometraggio di Nichols, The Bikeriders, è
un ritorno alle classiche pellicole “contro il sistema” come
Easy Rider e Rebel Without a Cause, incentrato su un
gruppo di motociclisti ribelli negli anni Sessanta. Sebbene sia un
film che mostra l’ampiezza dell’immaginazione di Nichols,
The Bikeriders è stato liberamente ispirato da
testimonianze reali degli anni ’60.
La storia di The
Bikeriders è stata raccontata con passione da Nichols per
anni. Secondo Michael Shannon, il regista ne aveva
“parlato in un bar di Memphis mentre stavamo girando” un
cortometraggio e aveva sviluppato le prime bozze della storia per
quasi un decennio. The Bikeriders prende il titolo
da un libro fotografico del 1967 di Danny Lyons, che raccontava le
prove e le tribolazioni della banda di motociclisti Outlaws MC. Pur
avendo avuto una certa influenza, il libro di Lyons non ha fornito
alcun parallelo diretto con il film di Nichols; The
Bikeriders è ancora classificato come un’opera
completamente “originale” dalla WGA. Tuttavia, la storia di
The Bikeriders ha molto in comune con il vero club
motociclistico Outlaws MC.
Ambientato negli anni ’60,
The Bikeriders esplora l’ascesa del Vandals MC, un
club di motociclisti sorto nei sobborghi di Chicago, Illinois. Il
giovane ribelle Benny (Austin
Butler) diventa un potente membro del gruppo, aiutando
il suo amico Johnny (Tom
Hardy) a diventarne il leader de facto. Tuttavia, si
verifica una spaccatura quando i due uomini iniziano a prendere
strade diverse. Mentre Benny si innamora di Kathy (Jodie
Comer), Johnny inizia a coinvolgere la banda in varie
organizzazioni criminali. Mentre la banda diventa sempre più
pericolosa, Benny è costretto a scegliere a chi essere fedele,
perché diventare il nuovo leader dei Vandals potrebbe significare
abbandonare ogni speranza di avere una vita familiare normale.
Uno degli elementi chiave di
The Bikeriders è un’intervista condotta da una
versione romanzata di Lyon, interpretato dalla star di Challengers
Mike Faist. Anche se i personaggi di Nichols sono originali, i
segmenti dell’intervista in The Bikeriders si
basano sul lavoro reale che Lyon ha svolto per comprendere la banda
di motociclisti. Nichols ha rivelato di essere rimasto
impressionato dalle interviste di Lyon e di averle
“inserite” nella sceneggiatura. Tuttavia, ha anche
dichiarato che il processo di “prendere parole e immagini e in
qualche modo aggiungerle insieme, per dare una sensazione di
nostalgia” è stato “difficile da fare”.
Se Nichols è certamente riuscito a
creare alcune delle immagini più iconiche del libro di Lyons in
modo avvincente, The Bikeriders gioca sul fatto
che si tratta di una narrazione soggettiva degli eventi. Poiché
l’intero film è
raccontato in flashback dal punto di vista di Kathy, si suggerisce
che in alcuni momenti ella possa volontariamente ingannare Lyon, e
talvolta nascondere la verità. Questo potrebbe
spiegare perché The Bikeriders non si addentra
troppo nelle attività più oscure a cui partecipavano i Vandals. Il
film celebra l’esperienza comunitaria che derivava da un gruppo di
appassionati di moto che si riunivano per eventi sociali. Accenna
solo brevemente all’aumento della violenza a Chicago alla fine
degli anni Sessanta e al coinvolgimento dei Vandals in una serie di
crimini legati alla mafia.
Che fine ha fatto il vero MC
fuorilegge?
Nichols ha certamente creato un
ritratto accattivante dei Vandals, ma la vera storia dell’Outlaw MC
è molto più oscura di quella di The Bikeriders.
L’Outlaw MC fu fondato per la prima volta a McCook, nell’Illinois,
nel 1935, ed è uno dei club motociclistici più antichi della
nazione. John Davis guidò il gruppo durante la fase iniziale, prima
che la Seconda Guerra Mondiale portasse a un breve declino delle
attività del club, poiché molti dei suoi membri furono arruolati o
arruolati per il combattimento.
Tuttavia, l’Outlaw MC crebbe di
popolarità nel periodo immediatamente successivo, partecipando a un
raduno a Soldier Field nel 1946. Dopo essersi trasferito nel South
Side di Chicago negli anni Cinquanta, l’Outlaw MC iniziò a fondere
i suoi membri con gli ex rivali, tra cui il club di motociclisti
Cult di Voorheesville, New York, i Gypsy Outlaws di Milwaukee,
Wisconsin, e i Gypsy Raiders di Louisville, Kentucky. È in questo
periodo che il vero Lyon trascorse quattro anni vivendo a fianco
del club e imparando a conoscere il loro stile di vita.
Purtroppo, le intenzioni originarie
dell’Outlaw MC vennero compromesse negli anni Settanta, quando i
suoi membri vennero dominati da una fazione di motociclisti più
violenti e sconclusionati, interessati a eseguire hit per la band
di Chicago. Davis fu in seguito estromesso dalla sua posizione di
leader e ucciso per essersi rifiutato di portare il club in questa
direzione.
Le tensioni aumentarono quando
l’Outlaw MC sviluppò una brutale rivalità con il gruppo Hells
Angels di Fort Lauderdale, in Florida. Dopo che gli Hells Angels
dichiararono guerra all’Outlaw MC nel 1975, la faida si inasprì,
causando numerose vittime da entrambe le parti. Oggi l’Outlaw MC è
ufficialmente designato come organizzazione criminale dal
Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti.
The Bikeriders analizza i
cambiamenti culturali americani
L’accuratezza forse non era la
priorità di Nichols, ma The Bikeriders analizza
acutamente i cambiamenti culturali dell’America all’indomani della
Seconda guerra mondiale. Molti giovani cercavano lo stesso
affiatamento che i soldati avevano nell’esercito e formavano gruppi
sociali che celebravano i loro interessi simili. The
Bikeriders mostra il movimento anti-establishment in
America che divenne più dominante negli anni Sessanta.
A causa di una serie di
controversie politiche e del conflitto in corso in Vietnam, molti
uomini americani non erano più convinti delle intenzioni del loro
governo. Nonostante la brutta direzione che prendono, i Vandali di
The Bikeriders sono inizialmente intenzionati a
passare del tempo con persone che la pensano come loro. The
Bikeriders è ora nelle sale.
Il cinema a 360
gradi, in tutte le sue sfaccettature, torna a riempire le piazze e
i luoghi di Montone (PG), per la ventottesima edizione
dell’Umbria Film Festival, dal 10 al 14 luglio
2024, con la Direzione Artistica di Alessandro De
Simone, che ha il piacere di presentare il programma e il
manifesto ufficiale.
Tra gli eventi, un
film come The Movie Teller di Lone
Scherfig, con Daniel Brühl e Bérénice Bejo, che ha iniziato un prestigioso
circuito festivaliero (Toronto International Film Festival, Spanish
Film Festival, Milwaukee Film Festival , BiFest, per citarne
alcuni), e approda a Montone alla presenza della regista per
regalare la proiezione di un gioiello al momento non disponibile al
cinema o in televisione.
Nel programma anche
film che il pubblico potrà vedere in anteprima rispetto all’uscita
in sala come Non riattaccare di Manfredi
Lucibello, accompagnato dal regista stesso e dall’attrice
protagonista Barbara Ronchi, e l’adrenalinico
In the land of Saint and Sinners, di
Robert Lorenz con Liam Neeson, anche questo in anteprima
rispetto all’uscita in sala il 17 luglio (con il titolo italiano
L’ultima vendetta), oltre a
The Sweet East, debutto alla regia di di
Sean Price Williams.
Umbria Film Festival, dal 10 al 14 luglio 2024: presentato il
programma
Ancora,
l’acclamatissimo La chimera di Alice
Rohrwacher, amatissima regista che dopo la proiezione
riceverà le chiavi della città con una cerimonia ufficiale, e
l’omaggio al cult Il Corvo di
Alex Proyas, che proprio quest’anno compie 30 anni
e porta a Montone la sua aura di film maledetto.
Sabato 13 luglio omaggio
a Olivier Assayas con un incontro / conversazione
con il regista francese e la proiezione del suo ultimo film,
l’intimo e autobiografico Hors duTemp
(2024), molto applaudito alla Berlinale. L’omaggio al grande
regista francese prosegue anche nella giornata di domenica 14
luglio con la proiezione, in occasione dei suoi trent’anni, del
film L’eau froide.
Questa edizione
n.28 vede anche il ritorno del concorso dedicato ai cortometraggi
italiani Amarcorti, a cui si aggiunge
Montoons, concorso internazionale di cortometraggi
animati per bambini, e la selezione di corti internazionali
Image Hunters.
Il cinema a Montone
significa però anche uno sguardo alle sue ramificazioni e alle arti
“amiche”. Ogni giorno infatti trova spazio il format “Libri da
Bere”, con focus sulla letteratura e la presentazione di libri: il
nuovo, attesissimo, graphic novel dell’artista, star dei social,
Mattia Labadessa Maledetto Poeta;
Diegopolitik, il romanzo / saggio di Boris
Sollazzo sulla figura di Maradona tra politica, calcio e
società; Love Song for a Vampire, il
saggio di Gabriella Giliberti che racconta
l’evoluzione del vampiro come metafora della nostra
società; Swinging ‘60s, musica, cinema,
moda, arte e cultura nella Londra degli anni
Sessanta, di Franco Dassisti
e Michelangelo Iossa.
Ancora, il Festival
ospiterà lo spettacolo teatrale Amore – Il teorema di
Sarah con protagonista Milena
Mancini che racconta la vita di coppia oltre i cliché, e
il concerto de La Banda del Comitato, il quintetto
nato nelle campagne umbre che vede Alice
Rohrwacher alla fisarmonica e alla voce.
Il Sabato Pop dedicato ai
30 anni de Il Corvo e a Mattia
Labadessa è realizzato in collaborazione con
UmbriaCon, comic convention che ha visto la sua
prima edizione andare in scena lo scorso gennaio con grande
successo di pubblico.
Anche quest’anno il
Presidente di Umbria Film Festival sarà
Terry Gilliam, dal 2010 cittadino onorario di
Montone.
Il COVID-19 è stato scenario e
pretesto narrativo di molte opere. Citiamo in questo senso Songbird,
State a casa, o il più simpatico Lockdown
all’italiana, passando per documentari di grande impatto come
Le mura di Bergamo. Per quanto ogni film lo declini su
diversi toni, che vanno dal comico al drammatico, la pandemia si
associa ugualmente a un’atmosfera soffocante e ansiogena, che ben
si sposa con le linee visive e narrative del noir. Ed è proprio il
noir intrecciato al pieno Coronavirus a edificare la nuova fatica
di Manfredi Lucibello,Non
riattaccare. Per il regista fiorentino è il secondo
lungometraggio, e torna a rimaneggiare la materia di genere per
dare vita a una storia che si regge sul filo di una telefonata e
sullo sguardo, mai così provato, di
Barbara Ronchi.
Già con Tutte le mie notti
Lucibello aveva dato prova di amare il noir, mescolando tutti i
suoi ingredienti tipici, lavorando ad hoc sia sulle ambientazioni
che sui personaggi. Qui però la prova diventa più difficile, perché
a condurre il gioco c’è solo Irene, e dall’altra
parte la sola voce di Pietro, che mai si vedrà se non per dieci
minuti. È lei che deve tenere in piedi suspense, plot twist e
ritmo, e se la sua interprete ci prova nel migliore dei modi,
decretando questa come una delle sue più belle e coinvolgenti
performance, a remare qualche volta contro, come vedremo, sono i
dialoghi, non sempre a supporto. Non
riattaccare è liberamente ispirato
dall’omonimo libro di Alessandra Montrucchio, prodotto dai
Manetti Bros., e Mompracem con Rai Cinema., e arriva nelle
sale dall’11 luglio.
Non riattaccare, la trama
Fine marzo 2020. Roma, come tutta
Italia, è in pieno lockdown. Irene, prigioniera in casa insieme a
un suo ex compagno di classe con cui condivide la solitudine del
COVID, non riesce a prendere sonno. Si alza, va in bagno, prende
delle pillole. Si guarda anche allo specchio, in cerca forse di un
barlume di tranquillità. Spera che il sonno, dopo gli ansiolitici,
prenda il sopravvento, così torna a letto e prova a chiudere gli
occhi. Ma è proprio in quel momento che il telefono squilla: è
Pietro, l’ex fidanzato che ha lasciato sette mesi fa. All’inizio
ignora la telefonata, ma lui ci riprova. Basta il secondo tentativo
di chiamata per farla rispondere. L’uomo è strano, dice frasi
preoccupanti, e Irene teme che possa farsi del male. La voleva
sentire per un ultimo saluto. A quel punto alla donna sembra
chiaro: vorrà per caso suicidarsi? Non c’è tempo: mette i primi
vestiti, infila due cose nella borsa e si butta in macchina in
piena notte, nonostante i controlli e i divieti. La destinazione è
Santa Marinella: riuscirà ad arrivare prima che Pietro compia un
gesto irreversibile?
Un buon noir con una bravissima
Barbara Ronchi
Non
riattaccare è a tutti gli effetti un one woman
show. Sin dalle prime inquadrature la macchina da presa
indugia su Irene, vero motore del film. Lei è il filo
conduttore. Rimaniamo con la donna fino alle ultime
battute, assorbendone paure, nevrosi, angosce e aspettative.
Lucibello predilige i primi e primissimi piani, una scelta
necessaria per poter restituire al meglio la tensione
dell’intreccio e il tentativo di Irene di salvare la vita a Pietro.
Punto nevralgico del racconto è infatti proprio il loro amore, una
relazione interrotta perché inceppatasi in alcune incomprensioni,
fallimenti, non detti. L’oscurità di ciò che è stato il
loro passato va in parallelo al contrasto di luci e ombre
diegetiche, che conferiscono al racconto un bel taglio
noir. Irene è inghiottita dalla notte, illuminata di tanto in tanto
dalle luci artificiali provenienti dalla strada. Il suo viso è
spesso nel buio, e poche volte è illuminata parzialmente. Soluzione
visiva che va a individuarne fragilità, lati nascosti e un segreto
che si scoprirà solo verso la fine.
Lucibello allestisce intanto
un road movie in cui il tempo diventa il giustiziere più
temuto: la Morte. Più Irene lo accorcia
schiacciando sull’acceleratore dell’auto per arrivare a Santa
Marinella, più questa si allontana. Più lei si ferma, più questa
incombe. È tutta questione di velocità, di prontezza, di gestione
degli eventi. Barbara Ronchi è formidabile, regge
l’intera narrazione sulle sue spalle, aiutata da un molto bravo
Claudio Santamaria, che con il solo alterare il tono di voce, è
in grado di farci comprendere ogni emozione del suo Pietro. Segno
di come il suono al cinema sia uno strumento potentissimo se usato
come si deve.
Se in questo ballo a due possiamo
apprezzare l’appeal scenico (in tal caso anche vocale) degli
attori, non si può sempre dire lo stesso della sceneggiatura messa
a punto. I dialoghi tendono in più occasioni a interrompere il
ritmo tensivo e quando si torna in pista, sulla retta via, vengono
inseriti alcuni pretesti narrativi che, oltre a essere dei cliché,
risultano anche inverosimili. Uno fra questi la clemenza del
poliziotto che lascia andare Irene dopo che questa non gli ha
fornito patente, libretto e carta d’identità. Di notte, in pieno
lockdown, è abbastanza improbabile. Al netto di qualche “svista” in
fase di scrittura Non riattacare è un
film comunque di buona fattura, pronto a tenere lo spettatore
incollato allo schermo, facendogli chiedere spesso se Irene
riuscirà ad arrivare da Pietro, se riuscirà a salvarlo anche da se
stesso e cosa succederà a lei.
Sono iniziate le riprese
di FUORI, il nuovo film di Mario
Martone, trattoda
unsoggetto di Ippolita di
Majo, la sceneggiatura è firmata da Mario
Martone e Ippolita di Majo. Il film è
interpretato da Valeria Golino nel ruolo di Goliarda
Sapienza, Matilda
De Angelis, Elodie.
Le riprese si svolgeranno a Roma per una durata
complessiva di otto settimane.
FUORI è una coproduzione Italia-Francia:
Indigo Film
con
Rai Cinema
e
The Apartment per
l’Italia e
SRAB Films
per la Francia, in collaborazione con
Fremantle.
La fotografia è a cura di Paolo
Carnera,
il montaggio di Jacopo
Quadri,
la scenografia di
Carmine Guarino
e i costumi sono di
Loredana Buscemi.
Il film sarà distribuito in Italia da
01 Distribution.
“Nessuna persona e nessun luogo sono veri per sempre” – Goliarda
Sapienza, Le certezze del dubbio.
Una scrittrice finisce in carcere
per un gesto folle e inaspettato. In prigione, l’incontro con
alcune giovani detenute diventa un’esperienza di rinascita. Una
volta fuori, in una torrida estate romana in cui il tempo sembra
sospeso, la scrittrice continua a frequentare le donne con cui ha
stretto amicizia e che ora, come lei, sono tornate in libertà.
Nasce una relazione profonda e decisiva per la sua vita, un legame
autentico che nessuno lì fuori riuscirà a comprendere.
Questa scrittrice è Goliarda Sapienza, e questa è la sua storia,
come lei l’ha raccontata.
Un nuovo concorrente è arrivato
nella Stagione 2 di House
of the Dragon. L’episodio di questa settimana,
“Rhaenyra la crudele“, presenta agli spettatori un
personaggio chiave di Fire & Blood, che già promette bene.
Stiamo parlando di Addam di Hull(Clinton
Liberty), fratello di Alyn (Abubakar
Salim).
Arriva a Driftmark per lavorare con
Alyn sulla flotta Velaryon e cerca di convincere il fratello a
sfruttare la sua posizione di marinaio più fidato di Lord Corlys
Velaryon (Steve Toussaint). Più tardi, Addam viene
visto raccogliere molluschi sulla spiaggia quando un drago vola e
attira la sua attenzione. Questo è il preludio di una delle
migliori storie della Danza dei Draghi.
I Neri hanno troppi draghi e non
abbastanza cavalieri
Al momento, i Neri hanno
troppi draghi senza cavaliere, compreso Seasmoke, visto che Laenor
è fuori scena, ormai. Il problema è che non tutti hanno le
caratteristiche necessarie per cavalcare un drago, cosa che di
solito è legata alla discendenza valyriana. Rhaenyra (Emma
D’Arcy) viene vista brevemente studiare proprio questo
aspetto nel suo ufficio a Roccia del Drago, lasciando intendere che
il problema potrebbe essere presto risolto, e Addam di Hull ha un
ruolo in questo senso.
La sua scena sulla spiaggia, mentre
fissa Seasmoke, è toccante e mostra una persona proveniente da un
ambiente umile che guarda con ambizione alla grandezza. Sia lui che
Alyn provengono da Hull, una città vicina a Driftmark e, secondo i
libri, sono bastardi Velaryon di Lord Corlys o di suo figlio, Ser
Laenor Velaryon (John Macmillan). Molto
probabilmente sono figli di Corlys, dato che nella prima stagione
viene rivelato che Laenor è gay. In ogni caso, questo significa che
Addam e Alyn hanno sangue valyriano e sono destinati a cose più
grandi dell’umile vita che conducono attualmente.
Lord Corlys è alla ricerca di un
erede per la Casa Velaryon
Uno degli aspetti più toccanti della
prima stagione di House
of the Dragon è stato il rapporto di Lord Corlys con
il nipote ed erede di Driftmark, Lucerys Velaryon (Elliot
Grihault). Non gli è mai importato che Luke fosse
chiaramente un bastardo e non il figlio di Laenor, e ha cercato di
insegnare al ragazzo a navigare e a svolgere i suoi compiti. Ora,
però, Lord Corlys ha perso tutti i suoi eredi e la Casa Velaryon ha
bisogno di qualcuno che porti avanti la sua eredità.
L’introduzione di
Addam e Alyn nella seconda
stagione è sicuramente legata alla ricerca di un erede da parte di
Lord Corlys. Il suo tono caloroso quando parla con Alyn nella prima
puntata della seconda stagione, “Un
figlio per un figlio“, potrebbe implicare che egli sappia che
Alyn e suo fratello sono entrambi suoi figli e che li abbia tenuti
d’occhio da lontano. Quando i fratelli si incontrano, Addam e Alyn
parlano a lungo della famiglia, scherzano e sembrano essere molto
uniti. Addam, raccogliendo molluschi, dimostra la sua
intraprendenza e la sua voglia di lavorare, mentre Alyn è
affidabile e competente. Sono tutte caratteristiche che ogni Lord
vorrebbe nei suoi eredi, quindi Lord Corlys dovrebbe ritenersi
fortunato.
Addam Velaryon dovrà vedersela con
Seasmoke e Rhaenys Targaryen
Resta da vedere come Addam e Alyn
possano essere inseriti nelle dinamiche della Casa Velaryon.
Essendo bastardi, non sono figli della Principessa Rhaenys
Targaryen (Eve Best) e, sebbene la Regina che
non fu mai sia la Targaryen più equilibrata del gioco, ha pur
sempre il sangue del drago. Ha sopportato la perdita dei suoi due
figli, e vedere due bastardi di lui prendere il posto dei suoi
figli non può essere piacevole.
La chiave di tutto questo potrebbe
essere il drago Seasmoke. Addam ha soggezione di lui quando vola, e
tra i due scocca sicuramente una scintilla. Seasmoke era anche la
cavalcatura di Laenor prima della sua finta morte, il che potrebbe
rendere le cose più facili da accettare per Rhaenys. I Targaryen
hanno un legame profondo con i draghi e se il drago di Laenor
accetta Addam, questo dovrebbe essere sufficiente anche per
Rhaenys. Tuttavia, non è chiaro come Addam possa reclamare Seasmoke
se Laenor è ancora vivo.
House of the Dragon stagione 2 è
disponibile su Sky e NOW (in contemporanea con gli Stati Uniti),
con un nuovo episodio a settimana.