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Run: la spiegazione del finale del film

Run: la spiegazione del finale del film

Dopo il suo debutto alla regia del 2018, acclamato dalla critica, Searching,  è tornato in forma nel sottogenere del thriller psicologico con Run, thriller del 2020 interpretato da Sarah Paulson (American Horror Story) e Kiera Allen. Esplorando un rapporto madre-figlia che si è fatto teso a causa dell’ossessivo accanimento e del soffocamento di Diane, che ignora direttamente i desideri di indipendenza della figlia e la convince di avere tutta una serie di pericolose malattie che necessitano continuo controllo, Run propone come l’amore di una madre possa essere oppressivo e persino pericoloso quando rischia di perdere il proprio figlio.

Tuttavia, Run scava molto più in profondità: esplora la malattia mentale e le relazioni di co-dipendenza, e anche se Diane non è certo una cattiva simpatica, i suoi problemi sono radicati nel terrore della vita reale. Il finale mostra dunque la figlia Chloe che rovescia la situazione sul suo rapitore di lunga data, con Diane al massimo della sua vulnerabilità che finisce in una struttura psichiatrica. Sebbene questo possa sembrare un finale aperto e chiuso allo stesso tempo, ci sono molte cose da chiarire sulla mentalità di Chloe e sul destino finale di Diane che non sono state risolte al momento dei titoli di coda.

Indubbiamente, Run fornisce un commento potente sugli effetti duraturi del trauma, sulla natura ciclica dell’abuso e su come le persone possano dare più valore alla giustizia o addirittura alla vendetta che a una separazione netta. Con un finale mozzafiato che lascia dunque il pubblico senza troppe risposte ma che anzi solleva non poche domande su Chloe, Diane e su quello che sarà il loro futuro in seguito, ecco la nostra analisi della conclusione di Run, del colpo di scena in ospedale e del suo significato.

Run film 2020

Cosa succede nel finale di Run

Nel corso del film Chloe comprende non possiede tutti i malanni di cui sua madre le riferisce. Ciò diventa chiaro una volta per tutte quando, dopo un suo tentativo di fuga, viene rinchiusa nel seminterrato della loro casa. Qui la ragazza trova una lettera di accettazione al college, una foto di lei da bambina in piedi sulle sue gambe, un certificato di morte della vera figlia di Diane, con il suo stesso nome, scomparsa dopo appena 2 ore di vita, e un articolo di giornale che parla di una bambina rapita dall’ospedale quando era ancora in fasce.

Capisce così di essere stata drogata in tutti quegli anni e che tutte le patologie che era convinta di avere sono in realtà gli effetti collaterali delle pillole che la donna le ha fatto ingerire fin da piccola. Diane, dunque, l’ha rapita e allevata appena nata, spinta dalla sua ossessione di essere madre a tutti i costi e traumatizzata dalla morte del suo neonato. Nel finale, la ragazza riesce tuttavia a liberarsi da tale situazione, facendo rinchiudere Diane in un istituto di correzione. Sebbene possa sembrare un vantaggio per Chloe tagliare Diane fuori dalla sua vita, il fatto che continui a far visita a alla donna in ospedale è indicativo del suo stato mentale.

Chloe avrebbe potuto facilmente staccarsi da Diane, soprattutto perché quest’ultima non è la sua madre biologica. È riuscita a crearsi una vita di successo grazie ai propri meriti e apparentemente non ha motivo di continuare a tenere Diane con sé. Lo fa però perché vuole continuare ad affermare il suo controllo sulla “madre” per alleviare la tensione emotiva che deriva dal periodo della sua vita in cui non ne ha avuta nessuna. È una relazione complicata, e apparentemente lo è sempre stata, ma è interessante che Chloe sia così concentrata sulla vendetta dopo il fatto, quando prima sembrava volere sempre la sua libertà.

Run storia vera

Cosa succederà a Diane?

Nella scena finale di Run, Chloe somministra a Diane una familiare pillola verde, che alla fine segna il suo destino. Il pubblico conosce bene l’effetto di questa medicina, visto il modo in cui Chloe ha reagito nel corso del film. Tuttavia, Diane è anche soggetta a qualsiasi farmaco o trattamento le venga prescritto dal personale dell’ospedale; in questo senso, potrebbe essere ancora più indifesa di quanto lo sia mai stata Chloe, nonostante le sue numerose malattie. Presumibilmente, l’accesso di Chloe alle medicine significa che sarà in grado di continuare a farsi prescrivere i farmaci per passarli a Diane come punizione continua e persino tormento per ciò che ha fatto.

Ma il finale suggerisce anche che Diane sarà intrappolata nell’istituto per sempre. Ha commesso gravi crimini; è improbabile che possa essere rilasciata, ma nulla vieta che alla fine possa fuggire. Diane ha dimostrato di essere molto intelligente e capace; è anche una manipolatrice e, se riuscisse a conquistare la simpatia di qualcuno, potrebbe anche essere in grado di ottenere la sua via d’uscita. Ad oggi non si parla di un sequel per Run, ma dal momento che Diane è viva alla fine del film e ha ancora Chloe nella sua vita in qualche modo, è possibile che una futura storyline possa vederle di nuovo in contrasto.

C’è anche la possibilità che, col tempo, Chloe smetta del tutto di far visita a Diane. In un certo senso, questo sarebbe probabilmente un destino peggiore per la donna: sarebbe completamente scollegata da Chloe e non avrebbe più accesso a lei. L’ossessione di Diane per Chloe e le sue illusioni non sembrano essersi affievolite, anche se è stata costretta a prendere atto della realtà della sua situazione, in una certa misura. Tuttavia, il fatto che Chloe si sia fissata sulla vendetta piuttosto che condannare Diane alla vera sofferenza gioca a favore del significato più profondo di Run.

Kiera Allen in Run

La spiegazione del finale di Run

Nel suo nucleo, Run parla dunque della natura ciclica del trauma, della violenza e dell’abuso. Anche se Chloe è riuscita a sfuggire alle grinfie di Diane e a iniziare una vita apparentemente di successo, non è mai riuscita a sfuggire a ciò che le è stato fatto. Invece di ritagliarsi uno spazio separato con la sua ritrovata libertà, va continuamente a trovare Diane e la tiene sotto il suo controllo. Inavvertitamente alimenta l’illusione di Diane che Chloe tenga a lei, almeno nella misura in cui non la abbandona completamente, e rafforza la convinzione di Diane che Chloe abbia “bisogno” di lei.

In un certo senso, le due donne hanno bisogno l’una dell’altra: la loro relazione era incredibilmente tossica, ma il ciclo di abusi e violenze può portare la vittima a diventare un abusatore. Non è certo quello che accade sempre: le persone che hanno subito orrori come quelli a cui è sopravvissuta Chloe possono diventare persone a tutto tondo, altamente funzionali e felici. Tuttavia, la scena finale di Run suggerisce che, per alcune persone, non c’è davvero scampo. Il corpo di Chloe è permanentemente alterato dall’abuso e dall’avvelenamento a lungo termine che ha subito a causa della malattia di Diane e non può perdonare completamente sua “madre”.

Al di là di questo, l’implicazione più terrificante del finale del film è che Chloe è potenziata e persino liberata dal fatto di essere finalmente in grado di mantenere il pieno controllo su Diane. È consapevole di dove si trova in ogni momento, può decidere quando interagire e quando no, ed è in grado di dare a Diane un assaggio della sua stessa medicina senza che nessuno la fermi. Si tratta di un contorto do ut des che fa riflettere sul fatto che potere e controllo hanno significati diversi per le persone. Chloe sembra aver trovato una sorta di chiusura o di conforto nell’essere ora in grado di diventare la custode di Diane, mentre ci ricorda costantemente come l’ossessione di Diane per il controllo le sia costata tutto.

Zack Snyder’s Justice League, la spiegazione finale: cosa accade ai supereroi?

La Zack Snyder’s Justice League (qui la recensione) ha permesso di godere della visione originale di Snyder per il DCEU, includendo finali multipli, portando a termine alcune storyline e stuzzicando i piani per altre che erano state abbandonate da tempo. Sebbene i concetti di base della trama siano simili a quelli della versione cinematografica del 2017 di Justice League, un’apertura diversa, molteplici finali diversi e un sacco di sviluppo aggiuntivo dei personaggi lo rendono un’esperienza nettamente diversa rispetto alla versione di Joss Whedon.

Il film, della durata di quattro ore, è infatti due volte più lungo della versione cinematografica del 2017 e presenta una revisione estetica, una nuova colonna sonora di Junkie XL, archi narrativi ripristinati, un design alternativo per Steppenwolf e il ripristino di diversi personaggi, tra cui cattivi come Darkseid e DeSaad, oltre all’aggiunta del Joker di Jared Leto. Queste nuove aggiunte contribuiscono a creare un’esperienza del tutto nuova, che arricchisce diversi personaggi e archi narrativi. Anche se il DCEU è ormai defunto, andiamo qui ad analizzare il finale del film per capire quello che avrebbe potuto essere il futuro del franchise.

LEGGI ANCHE: Justice League Snyder Cut: tutte le differenze con la versione di Joss Whedon

Justice League parla di famiglia persa e ritrovata

La famiglia è stato un tema importante in tutti i film DC, ma soprattutto in quelli di Snyder. L’uomo d’acciaio era incentrato sui padri, con Clark diviso tra due mondi e due padri, mentre Batman v Superman: Dawn of Justice è incentrato sulle madri, e culmina nel fatto che Batman si rende conto dell’umanità di Superman dopo aver sentito Clark invocare Martha, iniziando il suo percorso di redenzione; quindi è giusto che la Zack Snyder’s Justice League riunisca la squadra con i temi della famiglia perduta e della famiglia ritrovata.

Batman ha perso i genitori e il figlio adottivo, Flash ha perso la madre e il padre è ingiustamente imprigionato, Diana è separata dalla madre e dalle sorelle, Aquaman è diviso tra due popoli e prova rancore per la madre, e l’arco narrativo di Cyborg riporta tutto a casa con la storia importante della perdita della madre e del padre. Naturalmente, Superman è assente dalla prima metà del film, ma quando ritorna si riunisce con Lois, che diventerà sua moglie (ed è potenzialmente incinta di suo figlio), e abbiamo il dialogo di Jonathan Kent e Jor-El che gli dicono di amare il mondo come i suoi genitori hanno amato lui.

Flashpoint di Zack Snyder's Justice League
Flash in una scena di Zack Snyder’s Justice League

Il rifiuto di Cyborg delle tentazioni della Scatola Madre è un passo importante per riprendersi dal dolore delle sue perdite. Sa che i suoi genitori e il suo corpo sono morti e non può riaverli indietro. Ma questo non significa che sia distrutto o solo. Tutti i membri della Justice League lo imparano in un modo o nell’altro, ma è la storia di Victor a fornire questa linea guida per il film, in quanto arriva a perdonare e accettare Silas, suo padre due volte, sia come padre biologico che come creatore di Cyborg. Allo stesso modo, Bruce, il più problematico di tutti gli eroi, potrebbe aver trovato una parvenza di pace.

Forma la Justice League e sente Martian Manhunter dirgli che i suoi genitori ne sarebbero orgogliosi. Naturalmente, questi temi sono in netto contrasto con Steppenwolf, Darkseid e gli altri Nuovi Dei. Mentre la Justice League deve superare le proprie differenze e i propri problemi personali, l’“unità” sotto Darkseid, attraverso l’equazione anti-vita, si ottiene con la servitù e la rimozione del libero arbitrio.

Come il viaggio nel tempo di Flash aiuta a sconfiggere Steppenwolf

Uno dei maggiori punti di forza della Zack Snyder’s Justice League è il modo in cui dà uno scopo a ogni personaggio e alle sue abilità, legando i loro archi caratteriali direttamente al modo in cui la squadra vince alla fine, e questo è particolarmente vero per Cyborg e Flash. Cyborg deve distruggere l’Unità dall’interno, ma non può farlo senza la supercarica di Flash. Wonder Woman e Aquaman tengono Steppenwolf lontano da Cyborg, mentre Batman fornisce una copertura all’esterno della torre, tenendo occupati i parademoni.

Ovviamente Superman è fondamentale per sconfiggere Steppenwolf, ma anche quando Cyborg rompe l’Unità, la sua forza è essenziale per separare definitivamente le Scatole Madre. E, naturalmente, tutto questo non sarebbe possibile se non fosse per la corsa a velocità della luce di Flash, che infrange le regole e riporta indietro l’orologio e fa letteralmente resuscitare l’intero gruppo.

Grazie a questo valoroso lavoro di squadra, Steppenwolf viene eliminato e l’invasione di Darkseid viene fermata per il momento, ma la sua caccia all’Anti-Vita è tutt’altro che finita. Dopo la chiusura del Boom Tube, dice a Desaad di preparare la sua armata in modo da poter “usare i vecchi metodi”. Così, mentre la Terra è temporaneamente al sicuro, Darkseid sta portando la piena ira dei Nuovi Dei sulla Terra e sulla neonata Justice League.

Darkseid in una scena di Zack Snyder’s Justice League

Dove si trova ogni personaggio della Justice League alla fine del film

Se da un lato Zack Snyder’s Justice League riunisce la squadra e risolve la minaccia immediata di Steppenwolf, dall’altro è anche un’impostazione per quella che avrebbe dovuto essere la fase successiva dell’Universo DC. Per quanto riguarda Wonder Woman, è stata separata dalla sua gente per cento anni e si è tenuta separata anche dall’umanità. Dopo essere stata al centro della trinità della DC in Batman v Superman: Dawn of Justice per combattere Doomsday, Zack Snyder’s Justice League continua il suo percorso di riconnessione, usando persino le sue esperienze per incoraggiare Cyborg a riformare il suo legame con il mondo.

Il film si conclude con il suo ritorno al santuario delle Amazzoni, con la Freccia di Artemide in mano, alla ricerca dei mezzi per ricongiungersi con la madre e le sorelle su Themyscira. Le sue avventure sono poi ulteriormente state esplorate in Wonder Woman 1984. La ricerca di Flash di ricongiungersi con suo padre, riabilitando il suo nome, fa un importante passo avanti quando ottiene un lavoro in un laboratorio criminale. Tali eventi sono poi stati ripresi in The Flash, uscito in sala nel 2023, nel quale il protagonista torna indietro nel tempo per salvare sua madre.

Aquaman, invece, non ha legami personali, rifiuta la sua eredità atlantidea e da tempo vaga da solo per il mondo, ma la Snyder Cut lo vede raccogliere il tridente della madre per adempiere alla sua responsabilità di recuperare la Scatola Madre atlantidea e si conclude con lui che va a trovare suo padre. Sebbene la continuity di Aquaman diverga dalla Snyder Cut in alcuni aspetti minori, come l’accento di Mera e il destino dei suoi genitori, e alcuni aspetti estetici e linguistici atlantidei, la storia era in qualche modo destinata a riprendere quella di Arthur dopo questo punto. Il film Aquaman e il Regno Perduto porta poi a conclusione il suo arco narrativo.

Batman, dal canto suo, ha fatto molta strada dal tentativo di uccidere Superman, e la sua missione di formare la Justice League e il modo in cui inizia ad agire sulla base della sua fede nel ritorno di Superman ne sono la prova. Il film lo mostra sul suo carro armato War Machine dopo aver apparentemente radunato e legato una banda di criminali. Lo rivedremo in The Flash, con un breve ma significativo ruolo da mentore per il protagonista, ma non ci saranno altri progetti a lui dedicati dopo questo film. Superman, invece, è ancora alla ricerca del proprio ruolo nel mondo. Anche lui tornerà per un cameo in Black Adam, ma senza ulteriori sviluppi.

Cyborg, infine, è stato a lungo considerato il cuore del film, e si vede. L’intera voce fuori campo di Silas Stone è un messaggio a Cyborg sull’accettazione del suo ruolo di eroe, anche se si applica chiaramente anche al resto della Lega, incoraggiandolo a resistere, combattere, scoprire, guarire, amare e vincere. Cyborg ha anche riassemblato il registratore con il messaggio di Silas, mostrando un nuovo livello di controllo sui suoi poteri che, se l’arco di Snyder si fosse realizzato pienamente, lo avrebbe portato a diventare l’eroe più potente della DC, dietro solo al Dottor Manhattan.

Knightmare in Zack Snyder's Justice League
La scena dell’incubo di Batman in Zack Snyder’s Justice League

L’incubo di Batman

Mentre il “Knightmare” di Batman v Superman: Dawn of Justice era un’esperienza dal punto di vista di Batman, la Zack Snyder’s Justice League offre a Cyborg una visione di questo incubo prima di resuscitare Superman. Dopo l’attivazione della Scatola Madre, Superman stesso vede un’immagine dell’oggetto che brucia la Terra, seguita da un’immagine di sé stesso che tiene in mano il corpo carbonizzato di Lois Lane mentre Darkseid lo sorregge, seguita da scorci di un futuro in cui il cattivo governa il mondo, Wonder Woman e Aquaman sono morti e la Sala della Giustizia è distrutta.

Al termine della visione, il computer del ricognitore pronuncia la frase: “Il futuro ha messo radici nel presente”. Il film si conclude poi con un’altra scena da incubo, solo che questa sembra svolgersi prima degli eventi della prima scena da incubo di Batman v Superman. La squadra di Batman in questo scenario comprende Cyborg, Flash e Mera, oltre a una discutibile alleanza con Joker. Joker dà a Batman una carta Joker come segno di tregua e, poiché la carta viene vista attaccata al calcio della pistola di Batman in Batman v Superman Knightmare, possiamo presumere che questa scena risalga a una fase precedente della linea temporale.

Tuttavia, le cose vanno chiaramente storte in questa versione degli eventi e la carta strappata di Joker che passa sullo schermo nel Knightmare di Cyborg indica che la tregua è giunta al termine. In questo particolare momento, Superman si abbassa per affrontare la Justice League, ma proprio mentre i suoi occhi si illuminano di rosso, Bruce Wayne si sveglia nella sua casa sul lago, indicando che potrebbe essersi trattato solo di un sogno. Non è chiaro quanto questo sogno sia una visione, uno sguardo al futuro o qualcosa di completamente diverso. La natura completa del futuro di Knightmare rimarrà per sempre un dubbio.

Superman spicca il volo in Zack Snyder's Justice League
Una scena di Zack Snyder’s Justice League

Cosa significa davvero il finale della Zack Snyder’s Justice League

La Snyder Cut, in fondo, è giustizia per Zack Snyder e il suo cast e la sua troupe che non hanno potuto vedere la loro visione sullo schermo nel 2017. Tuttavia, il filo conduttore dei molti finali della Zack Snyder’s Justice League è che quasi tutti lasciavano presagire l’inizio di qualcosa di nuovo. Se questo poteva essere più emozionante nel 2017, nel 2021 alcuni di essi sembrarono una commemorazione dei piani cinematografici della DC del passato e che poi non si sono verificati.

Con la definitiva chiusura del DCEU, la Snyder Cut è dunque a tutti gli effetti una storia senza sbocco. Potrebbe quindi sembrare strano concludere il film con così tante premesse per progetti cancellati da tempo, ma considerando la natura fondamentale della Snyder Cut, alterare la storia per dare maggiore finalizzazione sarebbe contrario al principio di ripristinare la visione originale di Snyder per il film. Ad ogni modo, dunque, questa Zack Snyder’s Justice League si può intendere come un grande canto del cigno di questo franchise, che se da un lato si chiude dall’altro mostra quello che poteva avere da offrire al suo pubblico.

The Handmaid’s Tale Stagione 5, la spiegazione del finale: dove eravamo rimasti?

In attesa della sesta e ultima stagione di The Handmaid’s Tale, ripercorriamo insieme il finale del quinto ciclo di serie che si è concluso nel 2022. La quinta stagione di The Handmaid’s Tale ha mostrato come tutte le principali storyline siano giunte a una svolta inevitabile. Nonostante la stagione sia iniziata con June apparentemente al sicuro in Canada, si è capito presto che il suo obiettivo era vendicarsi di Gilead e ritrovare Hannah, la figlia avuta con Luke. Tuttavia, anche in Canada la minaccia di Gilead non è mai stata lontana e June ha capito che né lei né la piccola Nichole erano al sicuro, rendendo inevitabile la fuga da Toronto.

June e Serena: un nuovo inizio?

Nel finale, June si è ritrovata su un treno diretto a ovest, lo stesso su cui è salita anche Serena. La loro sorprendente riunione ha segnato una svolta nel loro rapporto. In passato nemiche giurate, hanno iniziato a mostrare segni di comprensione reciproca, culminati in una conversazione significativa nel settimo episodio. L’incontro finale ha suggerito l’inizio di una possibile alleanza, anche se non è chiaro se combatteranno insieme contro Gilead.

Il destino di Luke

Luke si è messo in pericolo per salvare June durante un attentato organizzato da un cittadino canadese ostile ai rifugiati. Sebbene sia riuscito a fermarlo, è finito in ospedale ed è diventato un sospettato. Per permettere a June e Nichole di fuggire, ha deciso di sacrificarsi, rischiando un’accusa di omicidio colposo. Considerando il crescente rifiuto dei rifugiati da parte del Canada, è probabile che Luke venga usato come esempio politico.

Nick e la sua lealtà divisa

Nick non è riuscito a lasciarsi June alle spalle, nonostante il suo matrimonio con Rose. Ha accettato di collaborare con il governo americano pur di proteggere June, ma ha compromesso la sua posizione a Gilead attaccando il Comandante Lawrence davanti agli altri Comandanti. Questo lo ha reso un traditore agli occhi di Gilead e ha perso anche il sostegno di Rose, lasciandolo in una posizione molto pericolosa.

The Handmaid's Tale Elisabeth MossJanine e il punto di rottura

Janine ha rifiutato il suo nuovo incarico presso i Lawrence e, per questo, è stata arrestata brutalmente dagli “Occhi”. Zia Lydia, che aveva sempre cercato di proteggerla, ha reagito in modo diverso dal solito, cercando di opporsi all’arresto. Questo gesto ha mostrato un cambiamento importante nel suo personaggio e potrebbe anticipare il suo passaggio alla resistenza, come raccontato in The Testaments.

Il ruolo del Canada

La quinta stagione ha mostrato un Canada sempre più influenzabile da Gilead. L’ostilità verso i rifugiati e il sostegno a personaggi legati a Gilead (come i Waterford o i Wheeler) ha reso evidente come il Paese stia cambiando. Tuttavia, con June e Nichole dirette verso le Hawaii, è probabile che Toronto abbia un ruolo minore nella prossima stagione.

Alexis Bledel The Handmaid's TaleIl significato della canzone finale

Durante l’ultima scena tra Serena e June, è partita “bury a friend” di Billie Eilish. La canzone, oscura e inquietante, si è adattata perfettamente al loro rapporto ambiguo: nemiche, complici, vittime dello stesso sistema. I versi parlano di paura e legame, e riflettono bene la complessità tra le due donne.

La stagione 5 come ritorno alle origini

Il finale ha chiuso un cerchio: la storia di June, iniziata con la sua vita prima di Gilead, sembra entrare in una nuova fase, speriamo meno tragica. Lei e Serena sono cambiate radicalmente rispetto alla prima stagione, e ora potrebbero essere pronte a guidare insieme la rivoluzione.

Cosa aspettarsi dalla sesta stagione

La sesta e ultima stagione vedrà June impegnata a distruggere Gilead una volta per tutte. Sebbene sia fuggita verso le Hawaii, gli eventi la riporteranno al centro della lotta. Naomi Putnam avrà un ruolo più centrale e Serena sembra pronta a risposarsi, ma anche a giocare una parte decisiva nella guerra.

June sarà divisa tra Luke e Nick, mentre Luke avrà finalmente un ruolo più attivo nella ribellione. Personaggi come Serena, Nick, Lydia e Lawrence mostreranno i segni di un cambiamento interiore, mentre la guerra contro il regime si avvicina.

The Handmaid's Tale 6
© HULU

1923 Stagione 2, spiegazione del finale di stagione: guerra, tragedia e disperazione per i Dutton

Attenzione: spoiler sul finale di 1923 Stagione 2

Il finale epico della seconda stagione di 1923 ha finalmente riportato Spencer Dutton (Brandon Sklenar) a casa, pronto a combattere per salvare il ranch di famiglia, lo Yellowstone Dutton Ranch. Dopo un lungo e faticoso viaggio fino al Montana, Spencer ha ritrovato Alexandra (Julia Schlaepfer), la moglie, congelata tra la neve mentre il treno di Spencer passava per caso. Intanto, Jacob Dutton (Harrison Ford) e gli uomini mandati da Donald Whitfield (Timothy Dalton) lo attendevano a Livingston per ucciderlo.

La guerra per lo Yellowstone: Spencer salva il ranch

Sul ranch, le forze di Whitfield hanno attaccato. Cara Dutton (Helen Mirren), Zane Davis (Brian Geraghty) ed Elizabeth Strafford (Michelle Randolph) hanno difeso la tenuta insieme ai cowboy. In Oklahoma, Teonna Rainwater (Aminah Nieves) è finita sotto processo per omicidio, ma ha trovato giustizia grazie alla Marescialla Mamie Fossett (Jennifer Carpenter).

Spencer, appena arrivato a Livingston, è stato attaccato, ma ha reagito insieme a Jacob e allo sceriffo McDowell. Con l’aiuto inaspettato di Banner Creighton (Jerome Flynn), hanno eliminato i sicari. Spencer ha poi guidato i cowboy, ucciso il braccio armato di Whitfield e ripreso il controllo del lodge. Grazie a lui, lo Yellowstone è stato salvato, e Spencer ha preso il posto di Jacob alla guida del ranch.

La tragedia di Alexandra e la nascita di John Dutton II

Alexandra, gravemente congelata, ha partorito un figlio, John, in ospedale a Bozeman. È il futuro John Dutton II, padre di John Dutton III (Kevin Costner). Alex ha rifiutato l’amputazione pur di allattare il bambino, e ha passato le ultime ore della sua vita con Spencer, morendo nel sonno. Dopo la sua morte, Cara si è occupata del neonato.

Whitfield e Lindy uccisi dai Dutton

Spencer e Jacob hanno fatto irruzione nella villa di Whitfield e lo hanno ucciso, insieme alla sua protetta, Lindy. Dopo aver liberato Mabel, hanno dato fuoco alla casa. Così si è conclusa la minaccia di Whitfield, ma la serie ha suggerito che altri uomini potenti seguiranno le sue orme, come poi si è visto in Yellowstone.

1923-recensioneElizabeth lascia il Montana dopo la morte di Jack

Elizabeth ha scoperto che Jack Dutton (Darren Mann) era morto e lo ha seppellito insieme ad Alexandra. In seguito, ha lasciato il Montana per tornare a Boston. Anche se è incinta, Cara le ha detto con freddezza: “Non lo amerai per sempre”. Elizabeth resterà comunque legata alla famiglia Dutton.

Banner Creighton si redime e muore da eroe

Creighton ha capito gli errori del passato e si è ribellato a Whitfield. Ha salvato la vita a Jacob durante la sparatoria, ma è rimasto ucciso. Jacob, in segno di rispetto, ha promesso di far partire la moglie e il figlio di Banner verso Portland. È morto da uomo cambiato.

Teonna Rainwater ottiene la libertà

Teonna, arrestata dopo aver ucciso un agente, è stata graziata da un giudice dell’Oklahoma che ha riconosciuto l’ingiustizia del processo. Fossett ha testimoniato a suo favore. Teonna è così tornata libera, anche se devastata dagli eventi. Le è stato consigliato di ricominciare una nuova vita, magari in California.

Il destino di Spencer, Jacob, Cara e John Dutton II

Spencer ha preso il comando del ranch, mentre Jacob e Cara si sono ritirati per occuparsi del piccolo John. La narrazione di Elsa Dutton ha rivelato che Spencer non si è mai risposato, ha avuto un altro figlio da una vedova ma non l’ha mai amata come Alexandra. È morto nel 1969, 45 anni dopo la moglie, accanto alla sua tomba. Nell’ultima scena, Spencer e Alex si sono ritrovati in un “paradiso” personale, nella sala da ballo del transatlantico dove si erano conosciuti.

Uno sguardo al futuro: 1944

Dopo 1923, il prossimo prequel ideato da Taylor Sheridan sarà 1944, ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale. John Dutton II avrà 20 anni e potrà combattere al fronte per poi tornare allo Yellowstone. Anche il figlio di Elizabeth e Jack potrebbe avere un ruolo. Mentre è improbabile che Jacob e Cara siano ancora vivi nel 1944, resta da vedere se Spencer sarà interpretato dallo stesso attore o da uno nuovo.

Un finale che ha salvato la stagione

Il finale di due ore di 1923 ha finalmente regalato agli spettatori la guerra per lo Yellowstone che si aspettavano. Sebbene molti abbiano trovato la stagione 2 più lenta e focalizzata su Spencer e Alex, Taylor Sheridan ha voluto raccontare una storia più intima e tragica. Con la morte di Alex, riecheggia la tragedia di Elsa in 1883. Il finale ha alzato il livello narrativo, salvando l’intera stagione e lasciando forti emozioni.

Simon Pegg ha tentato di coinvolgere Nick Frost in Star Trek “molte volte”

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L’attore di Star Trek Simon Pegg rivela all’Awesome Con di aver proposto Nick Frost come uno dei personaggi iconici della storia del franchise. Il primo film sulla linea temporale di Kelvin è uscito nel 2009, introducendo nuove versioni di personaggi classici, con Chris Pine che interpretava il ruolo di James T. Kirk, Zachary Quinto che interpretava Spock e Pegg che interpretava il ruolo di Montgomery Scott, alias “Scotty”. Dopo due sequel, ora c’è la speranza che uno Star Trek 4 possa essere realizzato con lo stesso cast, anche se il film sembra essere rimasto bloccato in fase di sviluppo dopo essere stato annunciato per la prima volta nel 2016.

Durante un recente panel Awesome Con moderato da Joe Deckelmeier di ScreenRant, Pegg, che ha partecipato all’evento con la sua co-star della trilogia Cornetto, Frost, condivide un aggiornamento su Star Trek 4. L’attore che interpreta Scotty condivide le sue speranze che un altro capitolo possa finalmente concretizzarsi, ma, sfortunatamente, non ha notizie concrete da condividere sullo stato del film:

Sarebbe divertente. Vorrei che facessimo un altro film. Sarei felice di tornare con quei ragazzi e fare un altro film, qualunque sia la storia. Amo i miei compagni di squadra dell’Enterprise; sono le persone più dolci. Sono stato così orgoglioso che Zoe abbia vinto un Oscar quest’anno.

Sarà dura per noi, perché abbiamo perso Anton [Yelchin], che era un membro molto amato del nostro gruppo. Ma qualunque sia la storia, ci sarò. Non ho novità da darvi a riguardo, solo che non è impossibile. Quindi, dita incrociate.

Quando gli viene chiesto chi vorrebbe che Frost interpretasse in un futuro progetto di Star Trek, Frost interviene, dicendo con entusiasmo, “Harry Mudd!” Pegg è apparentemente consapevole del desiderio del suo frequente collaboratore di interpretare questo personaggio memorabile, rivelando di aver lanciato l’idea: “Credetemi, ho lanciato quest’idea più volte.”

Auguri per la tua morte 3 è ancora vivo! Ecco gli aggiornamenti dalla protagonista

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Auguri per la tua morte 3 è un progetto vivo e vegeto stando agli ultimi aggiornamenti forniti dal regista del franchise e dalla star principale. Diretto da Christopher Landon, Auguri per la tua morte del 2017 era un film horror in stile Ricomincio da capo in cui una studentessa universitaria rimane bloccata in un loop temporale e deve rivivere il giorno fatidico in cui viene assassinata, più e più volte. Il film presentava un cast di spicco tra cui Jessica Rothe, Israel Broussard, Ruby Modine e Charles Aitken. Il film è stato seguito da Ancora auguri per la tua morte nel 2019, ed è stato lanciato un terzo film.

Parlando all’American Cinematheque (tramite Bloody Disgusting), Rothe e Landon forniscono un aggiornamento su Auguri per la tua morte 3. In una dichiarazione sicura, Rothe ha affermato che il terzo capitolo “sta andando avanti“. Landon ha confermato questo fatto, riecheggiando la stessa affermazione dicendo “sta andando avanti“. Il regista e l’attrice non hanno detto nulla sulla cronologia di produzione o sui dettagli della trama del terzo capitolo.

Cosa aspettarci da Auguri per la tua morte 3?

Nonostante il finale di Ancora auguri per la tua morte con un’anticipazione post-crediti, Landon ha detto nel 2019 che non c’era nessun sequel in fase di sviluppo attivo. La conversazione è poi cambiata all’inizio del 2020, quando Jason Blum ha detto che stava spingendo per la realizzazione di un altro film. Tuttavia, i progressi su Auguri per la tua morte 3 sono stati lenti nonostante Landon abbia rivelato alcuni dettagli della trama nel corso degli anni.

Dopo che Landon ha fornito un’ulteriore anticipazione sul film il mese scorso, le sue dichiarazioni e quelle di Rothe sembrano confermare più concretamente che Auguri per la tua morte 3 si farà. A questo punto, sono passati sei anni dall’ultima volta che un film del franchise è uscito sul grande schermo. Riuscirà ancora a cogliere l’attenzione del pubblico?

Will Smith rivela un dettaglio sul personaggio di Michael B. Jordan in Io sono leggenda 2

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Will Smith ha rivelato un dettaglio fondamentale sul personaggio di Michael B. Jordan in Io sono leggenda 2. Uscito nel 2007, Io sono leggenda è ambientato in un mondo post-apocalittico e vede Smith nei panni del virologo dell’esercito americano Dr. Robert Neville, unico sopravvissuto a New York City, mentre cerca una cura per un virus che ha spazzato via la maggior parte dell’umanità e trasformato gli umani in mutanti notturni. Nel 2022, è stato confermato che Io sono leggenda 2 era in fase di sviluppo con Smith che riprendeva il suo ruolo e Jordan pronto a recitare al suo fianco.

Ora, durante una recente apparizione nel podcast Drink Champs di REVOLT, Will Smith ha rivelato un dettaglio chiave sul personaggio di Jordan in Io sono leggenda 2. La star ha discusso brevemente di come originariamente avrebbero fatto un prequel prima che lo sceneggiatore Akiva Goldsman suggerisse un sequel, che segue il finale alternativo del film originale, piuttosto che quello cinematografico, prima di continuare a rivelare che il personaggio di Jordan è il “capo di un insediamento nel Connecticut” e non il figlio del suo personaggio.

“Quello che avremmo dovuto fare era il prequel… E [Akiva Goldsman] ha proposto invece di fare un sequel a partire dal finale alternativo, dove il tuo personaggio è ancora vivo e sai, il personaggio di Michael B. Jordan è attualmente a capo di un nuovo insediamento… Non è mio figlio… Quindi c’è un insediamento nel Connecticut.”

Staremo a vedere cosa significherà questo per la trama che a questo punto è completamente originale e si sviluppa a partire dal finale alternativo del film che però non fa parte del finale cinematografico, in cui Neville muore.

L’originale Io sono leggenda era basato sull’omonimo romanzo del 1954 di Richard Matheson. Il film è stato un successo quando è stato presentato nel 2007 e ha registrato il più grande incasso di sempre per un film non natalizio ed è stato il settimo film di maggior incasso del 2007.

Eden: recensione del film di Ron Howard

Eden: recensione del film di Ron Howard

È un monito piuttosto cupo quello che Ron Howard lancia con il suo nuovo film, Eden: puoi disinteressarti della guerra, ma la guerra non si disinteresserà di te. Con un cast all star composto da Jude LawVanessa Kirby, Daniel BruhlAna de Armas e Sydney Sweeney, il film presentato al Torino Film Festival arriva finalmente in sala, in un momento storico che ne esalta indubbiamente il messaggio rendendolo ancor più minaccioso. Se poi si considera che quella narrata non è una storia frutto di fantasia (o meglio, non del tutto), bensì una vicenda realmente avvenuta, diventa ancor più facile provare un certo scetticismo nei confronti della capacità di coesistere pacificamente dell’umanità.

La trama di Eden: la guerra nell’animo

Tra le due guerre mondiali, il filosofo tedesco Dr. Friedrich Ritter (Law) diventa una celebrità per aver abbandonato la civiltà ed essersi trasferito sull’isola di Floreana, nelle remote Galapagos, insieme alla sua discepola e amante Dore Strauch (Kirby). La loro incredibile dedizione nella ricerca di una vita migliore e di un nuovo modello di società ispira Heinz Wittmer (Bruhl) a fuggire anch’egli verso le Galapagos per ricominciare da capo. Heinz, la sua giovane e intraprendente nuova moglie Margaret (Sweeney) e il figlio malaticcio Harry arrivano sull’isola. Questo scatena immediatamente l’ira di Dr. Ritter e Dore, che non hanno alcun interesse ad avere vicini e detestano profondamente l’intrusione.

Proprio quando questi due nuclei familiari sembrano però trovare un equilibrio per coesistere pacificamente, arriva Eloise Wagner De Bousquet (de Armas), una misteriosa e audace presunta ereditiera, nota come La Baronessa. La donna ha il progetto di costruire un hotel di lusso per super-ricchi sull’isola. Come il Dr. Ritter, però, anche la Baronessa vuole l’isola tutta per sé e usa tattiche subdole per tormentare gli altri abitanti, spingendoli ad andarsene. Le cose si complicano quando diventa chiaro per tutti che Eloise non si fermerà davanti a nulla pur di reclamare l’isola. Con la sopravvivenza della loro famiglia a rischio, i Wittmer si vedranno costretti a entrare in un conflitto sempre più intenso e pericoloso.

Daniel Bruhl e Sydney Sweeney in Eden
Daniel Bruhl e Sydney Sweeney in Eden © Cortesia 01 Distribution

L’Eden bisogna meritarselo

Come si può intuire, quello che vediamo nel film di Howard è tutto fuorché un Eden. L’isola è selvaggia proprio come gli umani che sono venuti ad abitarla e ce lo comunica già la fotografia desaturizzata di Mathias Herndl. Una scelta stilistica che, seppur talvolta fin troppo didascalica, rende bene l’idea dell’oscurità che avvolge il racconto, conferendo all’isola un aspetto tutt’altro che ospitale, affascinante e idilliaco, rendendo la stessa visione del film una sfida non indifferente. Tuttavia, al di là dei suoi pericoli, l’isola è capace di dimostrarsi anche magnanima nei confronti di chi ne ha rispetto e cura, permettendo ad esempio ai Wittmer di prosperare e addirittura dare la luce ad un bambino (con una scena di parto forse fin troppo sopra le righe ma che farà indubbiamente parlare di sé).

Lo specchio del contemporaneo

Un Eden l’isola di Floreana potrebbe dunque anche esserlo, se non fosse per la presenza umana che, benché tenti di sfoggiare la maschera della civiltà, si dimostra tutt’altro che capace di manifestare quanto professa. È così che dopo una prima parte del film in cui si presentano contesto e personaggi, anche in relazione allo svolgersi della Storia che resta però confinata nell’altrove, si entra nel vivo di una vicenda che ha come obiettivo quello di ribadire come non sia possibile sfuggire alla guerra se questa è radicata nel proprio animo. Ogni personaggio assume allora dei precisi connotati, incarnando comportamenti con i quali abbiamo ormai profonda familiarità.

Ana de Armas è allora l’egocentrica conquistatrice pronta a generare conflitto negli altri affinché lei possa primeggiare, Jude Law è l’uomo dai nobili propositi ma che si dimostra più intenzionato a disfare quelli altrui che coltivare i propri (o, detta altrimenti: predicando bene ma razzolando male), mentre Sydney Sweeney è la donna che impara le regole del gioco e le sfrutta a proprio vantaggio. Meno definiti invece i personaggi di Daniel Bruhl e Vanessa Kirby, che finiscono dunque per passare in secondo piano rispetto ai primi tre. La loro diventa dunque una situazione alla Il Signore delle Mosche, dove invece di cooperare per costruire le fondamenta di una società migliore, si fanno avvelenare e corrompere da quegli istinti bellici che sembrano dunque innati nell’essere umano.

Ana de Armas, Sidney Sweeney e Daniel Bruhl in Eden
Ana de Armas, Sidney Sweeney e Daniel Bruhl in Eden © Cortesia 01 Distribution

Tra passi falsi e colpi di scena, Eden raggiunge il suo obiettivo

Eden ci suggerisce dunque un’apparente impossibilità dell’essere umano di non ricadere nei propri errori, cosa che l’attuale contesto globale – con il quale il film si pone in dialogo – sembra confermare. Ciò avviene dunque con un racconto che, dopo una parte iniziale volutamente ostica per trasmettere il senso di disagio dei nuovi arrivati sull’isola, si apre ad ad un secondo e terzo atto decisamente più avvincenti, vuoi per i personaggi che ci sono più noti vuoi per le loro intenzioni più chiare ma anche per la semplice curiosità di scoprire dove li porteranno le loro azioni. Seguiamo dunque con un crescente interesse i protagonisti del film, anche se sempre più consapevoli della difficolta nel parteggiare per uno tra loro.

Howard non minimizza mai le loro azioni, che anche quando vengono compiute in nome della propria sicurezza e sopravvivenza, ci ribadiscono tutta l’ipocrisia di questi esseri umani. Ancor di più, però, è interessante il modo in cui il regista segua dei percorsi che apparentemente mettono da parte alcuni di questi personaggi salvo poi compiere veri e propri scambi di ruolo, con le donne – e in particolare Sydney Sweeney – che acquisiscono un valore predominante. Grazie a questi espedienti e colpi di scena, Eden riesce ad essere un film che, seppure tavolta può risultare fuori fuoco rispetto ai temi di suo interesse, riesce a trovare le modalità per raccontare una storia avvincente che si porta con sé una serie di riflessioni in aperto dialogo con il contemporaneo.

Tyler Perry’s Duplicity, spiegazione del finale: chi ha ucciso davvero

In Tyler Perry’s Duplicity, disponibile su Prime Video, la fiducia dell’avvocata Marley Wells è stata irrimediabilmente compromessa quando si è trovata coinvolta in un caso troppo personale. Tutto è iniziato con la morte del suo caro amico Rodney Blackburn, colpito a morte da un poliziotto bianco, Caleb Kaine, mentre stava facendo jogging. Caleb, insieme al suo superiore Kevin Moore — un conoscente di Marley — ha affermato di essere intervenuto dopo una segnalazione da parte di una donna che sosteneva di aver visto un intruso entrare nella casa del vicino. I due agenti hanno raccontato di aver intimato a Rodney di fermarsi e alzare le mani, ma lui avrebbe messo la mano in tasca, dando l’impressione di estrarre un’arma. Per questo motivo, gli avrebbero sparato, anche se si è poi scoperto che si trattava solo di un telefono.

La morte di Rodney ha sconvolto Marley, ma ha devastato ancora di più la sua migliore amica Fela, moglie della vittima. Nonostante i problemi coniugali, Fela amava Rodney profondamente. Marley ha promesso di fare causa alla città per omicidio colposo, ma più indagava, più sentiva che mancava qualcosa. Tra le rivelazioni emerse, è venuta alla luce una relazione extraconiugale di Rodney, ma è stato il passato violento di Caleb a convincere la città ad accettare un accordo extragiudiziale da oltre quindici milioni di dollari. Sembrava tutto risolto, ma quattro mesi dopo un evento ha spinto Marley a scoprire la vera cospirazione dietro la morte dell’amico.

Kevin, Fela e Tony hanno ucciso Rodney per avidità e gelosia

Tyler Perry’s Duplicity – Prime Video

A un’analisi superficiale, la colpa sembrava ricadere su Caleb Kaine, il giovane poliziotto. In realtà, Marley ha scoperto che dietro l’omicidio c’erano Kevin, Fela e Tony, che avevano orchestrato tutto per liberarsi di Rodney. Caleb era solo uno strumento. Non volevano destare sospetti, conoscendo la determinazione di Marley, quindi hanno manipolato gli eventi in modo che la colpa sembrasse sua.

Hanno sfruttato il passato militare violento di Caleb, durante il quale era stato accusato di aggressione e uso di insulti razzisti, per costruire una narrativa credibile. Così Marley ha ottenuto il risarcimento. In realtà, il piano prevedeva che Kevin, come agente, potesse dirigere l’intervento. Fela ha usato i pregiudizi razziali di un’anziana signora bianca per farle segnalare un falso tentativo di effrazione. Kevin e Caleb sono quindi arrivati “casualmente” sul posto. Rodney, colto di sorpresa, è stato colpito. Caleb, rendendosi conto dell’errore, ha chiesto aiuto, ma Kevin ha ritardato l’intervento medico e Rodney è morto dissanguato.

Perché Fela, Kevin e Tony hanno tradito Marley?

Tyler Perry’s Duplicity – Prime Video

Il coinvolgimento di Fela, Kevin e Tony è apparso assurdo, considerato il legame con Marley e Rodney. Ma Marley ignorava molte cose. Tony, che aveva conosciuto tramite Fela, le aveva raccontato di essere stato licenziato dalla polizia per razzismo e lei lo aveva difeso con successo, ottenendo un risarcimento. Ma Tony non era innocente. Aveva un alias — Kevin — usato su app di incontri, dove aveva conosciuto Anna Lewis, con la quale aveva avuto una relazione violenta.

Rodney aveva aiutato Anna a liberarsi di Tony e tra i due era nato qualcosa. Quando Tony lo ha scoperto, è impazzito. Fela, venuta a conoscenza del tradimento, si è infuriata. Inoltre, anche lei aveva una relazione segreta con Kevin. Davanti a Marley, fingeva di respingerlo, ma in realtà tramava con lui.

Dopo l’omicidio, si sono fatti avanti con la causa, sapendo che Marley avrebbe potuto ottenere un grande risarcimento. Una volta ottenuti i soldi, Fela si è allontanata da Marley, ha cambiato casa e ha interrotto ogni contatto. Pensavano che la verità non sarebbe mai venuta a galla, ma Caleb ha incontrato Anna Lewis, che ha riaperto le indagini.

Fela, Kevin e Tony sono morti? E cosa è successo a Caleb Kaine?

Tyler Perry’s Duplicity – Prime Video

Come parte dell’accordo, Caleb è stato arrestato per l’omicidio di Rodney. Ma, oppresso dal senso di colpa, ha cominciato a dubitare di quanto accaduto. L’incontro con Anna gli ha fatto capire di essere stato incastrato. Ha quindi cercato Marley per raccontarle la verità. Anna le ha indicato la casa dove aveva nascosto il telefono con i video incriminanti. Marley ha trovato il telefono, ma ha anche scoperto che Tony era in realtà “Kevin”, l’ex di Anna.

Quando Marley ha tentato di scappare, Tony e Kevin l’hanno sedata e portata su una barca, dove Fela li aspettava. Avevano intenzione di ucciderla. Un poliziotto è arrivato in quel momento, ma Kevin l’ha ucciso a sangue freddo. Marley, però, si è risvegliata, è riuscita a liberarsi e ha recuperato una pistola lanciarazzi. Ha colpito i tre uno per uno e poi ha sparato un razzo per chiedere aiuto.

È improbabile che siano morti sul colpo, ma sicuramente sono stati feriti gravemente, abbastanza da permettere alla polizia di arrestarli. Una volta svelata la verità, Caleb è stato scagionato. È apparso in TV con Marley, raccontando la vera storia e riabilitando la sua reputazione. L’aggressione al soldato nero durante il servizio militare si è rivelata essere stata in difesa di Jennifer, sua futura moglie. Con tutte le accuse ritirate, Caleb ha potuto riprendere in mano la sua vita.

Carjackers, spiegazione del finale: Elias muore alla fine?

Carjackers, spiegazione del finale: Elias muore alla fine?

Diretto da Kamel Guemra, Carjackers, nella Top 10 di Prime Video in questi giorni, racconta la storia di una banda criminale organizzata guidata da una ragazza di nome Nora. Il film narra le complicazioni sorte durante una missione di Nora e di come sia riuscita a superarle.

Carjackers non ci fornisce molte informazioni sul passato dei personaggi, quindi non scopriamo mai le vere ragioni dietro la loro malinconia. Sì, hanno derubato delle persone, ma il regista ci fa percepire che fossero vittime delle circostanze più che vere anime malvagie. Tuttavia, lascia al pubblico il compito di immaginare cosa possa essere successo loro in passato, rendendo il racconto, almeno secondo me, un po’ superficiale. Detto ciò, vediamo cosa è successo a Nora e se è riuscita a salvarsi.

Cosa era stato incaricato di fare Elias?

Elias era un mercenario, un sicario al soldo dei ricchi e potenti. Faceva qualsiasi cosa gli venisse richiesta, purché fosse ben pagato. Conosceva bene il sistema e seguiva una regola fondamentale: se vuoi prosperare, lavora per i ricchi e non metterti mai contro di loro. Elias non aveva scrupoli, eseguiva ogni ordine.

Un giorno, mentre era tra un incarico e l’altro, ricevette una chiamata dalla direzione dell’Imperial Hotel: una banda aveva appena derubato un uomo facoltoso e il management voleva che trovasse i responsabili prima che colpissero di nuovo. Elias aveva un occhio attento per i dettagli e sapeva il fatto suo. L’uomo derubato era in compagnia di due escort al momento dell’attacco; una di loro rimase gravemente ferita, ma i rapinatori si assicurarono che venisse portata in ospedale.

Nora, leader della banda, era da anni nel giro. Insieme a Steve, Joe e Prestance, aveva rapinato molti ricchi, sempre facendo attenzione che nessuno morisse. Agivano in modo estremamente organizzato, consapevoli che un solo errore li avrebbe messi nel mirino della polizia. Ma stavolta le cose si erano fatte più rischiose: l’escort aveva quasi perso la vita.

La banda lavorava all’interno dell’Imperial Hotel, il che permetteva loro di selezionare con cura i bersagli e colpirli dopo il check-out. Elias sospettava che i colpevoli fossero tra il personale, così iniziò a interrogarli, compresa l’escort una volta dimessa. Sebbene lei avesse riconosciuto Nora, non disse nulla. Elias decise di restare in hotel fino a beccarli. Mentre interrogava l’escort, vide Nora guidare l’auto di un cliente dal parcheggio. Il modo in cui guidava gli fece sospettare che fosse coinvolta. Non disse nulla, ma iniziò a seguirla.

Nora è riuscita a vendicarsi di Peter Vandervielt?

Il piano originale di Nora era derubare una donna di nome Debra Ford, una trafficante d’armi. Tuttavia, qualcosa accadde all’Imperial Hotel che la spinse a cambiare obiettivo. Una collega di Nora, impiegata nel reparto pulizie, fu violentata dal figlio di un ricco mercante di diamanti, Peter Vandervielt. Dopo l’aggressione, Peter usò i suoi contatti per far sì che l’hotel sistemasse tutto offrendo del denaro alla vittima. La direzione accettò, per non perdere un cliente importante.

Nora rimase sconvolta dall’ingiustizia e non riusciva ad accettare tanta disumanità. Così convinse la sua banda a puntare su Peter anziché sulla trafficante. Steve e gli altri erano titubanti, temevano di esporsi troppo, ma alla fine Nora li convinse. Elias, intanto, era sempre più convinto che fosse lei la mente del gruppo, e capì che avrebbe tentato di vendicarsi di Peter.

Aveva ragione: Nora e la sua banda riuscirono a derubare Peter e a fuggire. Ma Peter, più scaltro del previsto, aveva nascosto un localizzatore nei diamanti. Grazie a quello, Elias trovò il loro nascondiglio. Fece irruzione e uccise Steve, Zoe e Prestance, ma Nora riuscì ancora una volta a scappare.

Nora era devastata, e si sentiva in parte responsabile per la morte dei suoi compagni, che per lei erano come una famiglia. Il suo mentore Luis, ex membro della malavita, le consigliò di vendicarsi di Peter, dicendole che solo così avrebbe trovato pace. Così Nora tornò all’Imperial Hotel, affrontò Peter e, prima che Elias potesse salvarlo, lo uccise con un colpo di pistola. Ma Nora non sapeva che Elias aveva ancora un asso nella manica.

Elias è riuscito a catturare Nora?

Nora si era legata sentimentalmente a un pianista dell’hotel, Jalil. Sapeva che lasciarsi coinvolgere era un errore, ma non riuscì a evitare di innamorarsi. Confessò a Jalil la verità su di lei, e come temeva, lui decise di lasciarla: aveva una figlia piccola e non poteva rischiare per amore.

Dopo l’omicidio di Peter, Elias scoprì del legame tra Nora e Jalil, e decise di usarlo come leva. Rapì Jalil e minacciò Nora, chiedendole tutti i soldi in cambio della vita dell’uomo. Nora accettò di condurlo al nascondiglio del denaro, ma non aveva intenzione di cedere. Appena ne ebbe l’occasione, assalì Elias con un coltello e lo ferì gravemente.

Il finale di Carjackers

Nel finale di Carjackers, Nora uccide Elias, vendicando i suoi amici. Jalil, testimone dell’omicidio, rimane sconvolto e se ne va, probabilmente pentito di essersi innamorato di lei. Nora prende i soldi e fugge, lasciando il corpo di Elias alle spalle. Ora dovrà cambiare città e sparire, perché la polizia è sulle sue tracce. Ha ucciso sia Elias che Peter, e il padre di quest’ultimo — uomo potente — di certo non resterà a guardare. Questo lascia intuire che un sequel potrebbe essere all’orizzonte, anche se molto dipenderà dal successo del film, che a mio avviso non è garantito.

L’esorcista – Il credente: la spiegazione del finale del film

L’esorcista – Il credente: la spiegazione del finale del film

Il finale de L’esorcista – Il credente ruota attorno a un ultimo esorcismo che dovrebbe salvare le vite di Katherine e Angela, evento che include importanti rivelazioni, morti e la preparazione di una nuova trilogia di film. Riprendendo quasi 50 anni dopo la storia dell’originale L’esorcista di William Friedkin, il sequel sposta l’attenzione del franchise su nuove famiglie la cui vita cambia quando le loro figlie vengono possedute dai demoni. Questo porta Victor (Leslie Odom Jr.) a mettersi sulle tracce di Chris MacNeil (Ellen Burstyn) nella speranza che possa aiutare le due famiglie a salvare le ragazze. Alla fine, il destino delle ragazze viene messo nelle mani dei loro genitori e di vari leader spirituali.

Non sorprende che la tensione in L’esorcista – Il credente cresca fino a un esorcismo finale che mette in bilico i destini di Katherine (Olivia O’Neill) e Angela (Lidya Jewett). Questo avviene dopo che Angela è stata confinata in un istituto psichiatrico, mentre i genitori di Katherine cercano di aiutarla a casa. Chris è assente dall’esorcismo finale dopo essere stata pugnalata agli occhi da Katherine, ma incoraggia Victor a reclutare persone diverse, di ogni provenienza e credo religioso, per aiutarlo a compiere l’esorcismo finale. L’intera storia si conclude in maniera piuttosto ordinata, poiché non c’è nessuna scena post-credits di L’esorcista – Il credente, ma le rivelazioni finali – che andiamo ad analizzare in questo articolo – lasciano comunque spazio a un sequel.

L’esorcismo finale e la scelta di chi deve morire

L’esorcista - Il credente recensione
(from left) Angela Fielding (Lidya Jewett) and Katherine (Olivia Marcum) in The Exorcist: Believer, directed by David Gordon Green.

L’esorcismo finale de L’esorcista – Il credente ha luogo a casa di Victor. Katherine e Angela vengono portate sul posto dopo che questo è stato attrezzato per un esorcismo. A Victor si uniscono i genitori di Katherine, il pastore della chiesa di Katherine, l’infermiera vicina di casa di Victor che in precedenza voleva farsi suora, un medico specializzato in erbe e un altro vicino di casa di Victor che crede in Dio. Il piano va subito a monte quando il prete cattolico dice loro che non può condurre l’esorcismo come promesso, ma passa il comando all’infermiera Ann (Ann Dowd).

I primi tentativi di far uscire il demone dalle ragazze sono infruttuosi, in quanto queste si fanno beffe di Ann per il suo passato, ma il medico delle erbe aiuta a ribaltare la serata. Questo porta il demone a rivelare che deve essere fatta una scelta impossibile tra le persone presenti: devono scegliere quale ragazza vive e quale muore. Il demone afferma che solo una di loro sopravviverà, il che si collega a una decisione mortale del passato di Victor. Mentre Victor e la madre di Katherine, Miranda (Jennifer Nettles), concordano sul fatto che non possono e non vogliono fare quella scelta, il padre di Katherine, Tony (Norbert Leo Butz), si fa prendere dal panico e dice al demone di aver scelto che Katherine viva.

Inizialmente sembra che la decisione di Tony sia accettata dal demone, poiché Angela inizia a fluttuare nell’aria prima di crollare a terra senza battito cardiaco e Katherine inizia a parlare e a sembrare normale. Tuttavia, è qui che entra in gioco la natura ingannevole del demone: Angela ricomincia a respirare, ma Katherine muore. Mentre si cerca di salvare la vita di Katherine, questa viene portata via dal mondo dei vivi. La scelta di morte fatta da Tony in L’esorcista – Il credente rispecchia quella fatta da Victor nel suo passato, dove chi viene scelto per vivere muore davvero.

Viene svelata la decisione di Victor di salvare sua moglie e non Angela

Una delle grandi rivelazioni sul finale di L’esorcista – Il credente risale alla sequenza di apertura del film, che porta alla morte della moglie di Victor. Un terremoto ad Haiti lascia la moglie incinta con gravi ferite e a Victor viene detto che deve prendere una decisione difficile: scegliere se tenere in vita la moglie o la bambina non ancora nata. Il desiderio della moglie era che lui proteggesse la bambina a tutti i costi, e il fatto che Angela sia viva dopo il salto temporale di 13 anni indica che lui ha seguito questa scelta.

È solo durante l’esorcismo che il demone rivela a tutti che Victor ha effettivamente scelto di salvare sua moglie invece di Angela, ma che la bambina è sopravvissuta all’operazione. La rivelazione che Victor ha preferito la moglie ad Angela ricontestualizza gran parte del loro rapporto. Non è una cosa che Angela sapeva da sola, ma spiega perché ora Victor è così protettivo e attento nei suoi confronti. L’esorcista – Il credente si concentra sulla paura, quindi non c’è tempo per Victor e Angela di parlare della rivelazione dopo che lei si è ripresa, ma non sarebbe sorprendente se questo mettesse a dura prova la loro relazione in futuro, se lei se ne ricordasse.

Dove finisce Katherine ne L’esorcista – Il credente

L'esorcista - Il credenteAngela, sopravvissuta all’esorcismo, ha un destino chiaro quando torna a scuola, ma la fine di Katherine in L’esorcista – Il credente è più tragica. Il film indica che viene trascinata all’inferno dopo la sua morte. Katherine viene mostrata di nuovo nel bosco prima di iniziare a essere trascinata sott’acqua da molte mani. Questa sembra essere una rappresentazione visiva di Katherine che viene portata all’Inferno dai demoni dopo essere stata ingannata per essere il sacrificio. Non è chiaro se L’esorcista – Il credente sia l’ultima volta che il franchise mostrerà Katherine o se la sua esperienza all’Inferno entrerà in qualche modo nel sequel.

Il ritorno di Regan

La sorpresa più grande del finale del film è il ritorno di Linda Blair nel ruolo di Regan in L’esorcista – Il credente. Il film fa molteplici riferimenti a ciò che è accaduto a Regan dopo L’esorcista, ma lei non è parte attiva della storia. Il suo destino viene invece lasciato come un mistero persistente per la maggior parte del tempo. Fortunatamente, L’esorcista – Il credente conferma che Regan è viva e vegeta, riportando Linda Blair per un breve cameo. Regan viene mostrata mentre si riunisce a Chris in ospedale durante una delle scene finali. L’apparizione è un’indicazione che gli spettatori potrebbero vedere molto di più di Regan in The Exorcist: Deceiver.

Il demone è lo stesso de L’esorcista?

Un punto della storia di L’esorcista – Il credente che potrebbe creare una certa confusione è l’identità del demone principale che possiede Katherine e Angela. Non viene mai nominato, ma si fa riferimento al fatto che il demone conosce Chris e che lei ha già incontrato questo essere spirituale in passato. Nonostante l’implicazione che il demone di L’esorcista – Il credente sia Pazuzu, è stato confermato che non è così. Il regista David Gordon Green lo ha rivelato durante le interviste precedenti all’uscita del film (via IGN), affermando che il sequel ha un nuovo demone. Tuttavia, si rifiuta di confermare l’identità del nuovo demone, e anche L’esorcista – Il credente non la rivela.

Il fatto che la vita di Angela venga salvata in L’esorcista – Il credente potrebbe anche avere qualcosa di più di quello che sembra. Durante i momenti finali, vengono mostrati dei flash della benedizione di protezione che la madre di Angela riceve quando è ancora incinta. Questo potrebbe significare che la benedizione è in realtà ciò che ha salvato la vita di Angela, rendendo il parallelo con la scelta della morte di Victor una coincidenza. Questo significherebbe che la benedizione è abbastanza forte da impedire al demone di uccidere Angela, ma le permette comunque di essere posseduta. In definitiva, spetta a ogni spettatore decidere a quale lettura credere.

Come L’esorcista – Il credente anticipa L’esorcista – Deceiver

Considerando che la Universal ha annunciato L’esorcista – Il credente come inizio di una nuova trilogia, non sorprende che il finale lasci la porta aperta al suo sequel. È confermato che il seguito si chiamerà The Exorcist: Deceiver, il che indica che c’è di più in quello che il pubblico vede qui. Il pastore chiama espressamente il demone “ingannatore” dopo la proposta iniziale della scelta di morte, quindi questo potrebbe essere un segno che i destini di Katherine e Angela non sono così segnati come si crede. In ogni caso, non c’è dubbio che il demone tornerà in qualche forma, forse facendo leva sul dolore che i genitori di Katherine stanno combattendo.

La storia di The Exorcist: Deceiver si baserà sicuramente anche sul ricongiungimento di Chris e Regan. La decisione di riportare Linda Blair per una breve scena è certamente destinata a far sì che il pubblico sia entusiasta di avere lei ed Ellen Burstyn in ruoli più importanti nel sequel. Entrambe le attrici hanno avuto un ruolo importante in L’esorcista – Il credente e, sebbene i loro ruoli nel sequel non siano ancora stati confermati ufficialmente, l’intenzione è piuttosto chiara. La domanda diventa quindi se The Exorcist: Deceiver sposterà completamente l’attenzione del franchise sulla famiglia MacNeil o se Victor, Angela e altri rimarranno in primo piano.

Il vero significato del finale de L’esorcista – Il credente

Il significato del finale di L’esorcista – Il credente è un finale di speranza e di fede. Nonostante sia un film dell’orrore sulla possessione demoniaca di due giovani ragazze con morti brutali, L’esorcista – Il credentelascia al pubblico il messaggio che credere nel bene, e persino in Dio, è ciò di cui tutti hanno bisogno. Sembra che solo dopo che Victor crede che l’esorcismo possa funzionare e si ricongiunge con la figlia attraverso la sciarpa della moglie, il suo atteggiamento e il destino della ragazza comincino a cambiare. Se c’è qualche dubbio su L’esorcista – Il credente il vero significato di speranza e fede, il monologo finale della voce fuori campo di Ann Dowd lo chiarisce.

The Accountant 2: nuovi trailer e poster del sequel con Ben Affleck e Jon Bernthal

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Sono disponibili il nuovo trailer e il poster ufficiale di The Accountant 2, il film di Gavin O’Connor con protagonisti Ben Affleck e Jon Bernthal. Fanno parte del cast dell’atteso sequel anche J.K. Simmons, Cynthia Addai-Robinson e Daniella Pineda. Il film sarà distribuito nelle sale italiane da Warner Bros. Pictures a partire dal 24 aprile 2025.

Christian Wolff (Ben Affleck) ha un talento per risolvere problemi complessi. Quando un vecchio conoscente viene ucciso, lasciando dietro di sé il messaggio criptico “trova il contabile”, Wolff è spinto a risolvere il caso. Rendendosi conto che sono necessari metodi più estremi, Wolff recluta il suo letale fratello Brax (Jon Bernthal) per aiutarlo. In collaborazione con Marybeth Medina (Cynthia Addai-Robinson), vicedirettore del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, scoprono una letale cospirazione, diventando bersagli di una spietata rete di assassini che non si fermeranno davanti a nulla pur di mantenere sepolti i loro segreti.

Il nuovo poster di The Accountant 2

Tom Cruise porta Mission: Impossible – The Final Reckoning a Cannes 78

Mercoledì 14 maggio, l’attore e produttore Tom Cruise, il suo collaboratore di lunga data, il regista e sceneggiatore Christopher McQuarrie, e il cast saliranno sui gradini del Palais des Festivals.

Questa è solo la terza apparizione della leggenda di Hollywood sulla Croisette: la prima nel 1992, per la première di Cuori Ribelli di Ron Howard, sono passati alcuni anni prima del memorabile ritorno di Tom Cruise nel 2022, segnato dalla première di Top Gun: Maverick, dalla sua avvincente masterclass e dall’emozionante accoglienza della sua Palma d’oro onoraria.

In Mission: Impossible – The Final Reckoning, Ethan Hunt di Tom Cruise, che ha interpretato sin dall’inizio del franchise nel 1996, e il suo team IMF vi chiedono di fidarvi di loro un’ultima volta.

Tom Cruise e Christopher McQuarrie continuano la loro collaborazione, lavorando di nuovo insieme, con McQuarrie ed Erik Jendresen che hanno co-scritto la sceneggiatura, per Paramount Pictures (Top Gun, Rocketman) e Skydance. Dopo quasi tre decenni di emozioni, acrobazie e intrighi, The Final Reckoning regala un’esperienza cinematografica indimenticabile.

Your Eyes Tell: recensione del film giapponese

Your Eyes Tell: recensione del film giapponese

Your Eyes Tell (Kimi no Me ga Toikaketeiru) è un lungometraggio dell’etichetta I Love Japan, che riunisce le produzioni del Sol Levante ancora inedite sui grandi schermi italiani. Basato sul sudcoreano Always del 2011 non è un semplice remake ma un nuovo adattamento meno melodrammatico dell’originale e che punta sulla crescita dei due giovani protagonisti. Questo film fa parte di una trilogia live action su storie d’amore e profondi sentimenti e arriva in sala dopo il successo di Let Me Eat Your Pancreas e della maratona di L’Attacco dei Giganti – il Film. Parte 1 – L’ Arco e le Freccia Cremisi e Parte 2 – Le Ali della Libertà.

La trama di Your Eyes Tell

Il film racconta la storia di Rui Shinozaki, l’attore e modello Ryusei Yokohama e Akari Kashiwagi interpretata dall’attrice Yuriko Yoshitaka. Rui è un ex kickboxer con un passato oscuro fatto di criminalità e di violenza, che dopo una condanna di tre anni in carcere, ha trovato lavoro come guardiano di un parcheggio coperto di Tokyo. Akari è una giovane donna che ha perso la vista ed entrambi i genitori per colpa di un tragico incidente d’auto e che impiega le sue giornate come centralinista in un call center.

Dopo che l’anziano guardiano con il quale la ragazza ipovedente trascorreva le serate guardando la televisione viene sostituito da Rui, lei comunque riprende la medesima routine con il nuovo ragazzo. Da notare che la serie tv di cui i due protagonisti finiranno per appassionarsi è A Story to Read When You First Fall in Love, il j-drama che ha lanciato lo stesso Yokohama con i suoi inconfondibili capelli rosa. Rui e Akira pian piano si avvicinano sempre di più, ma purtroppo il passato verrà a bussare alla loro porta. Il giovane protagonista, un bambino orfano cresciuto dalle suore che lo hanno battezzato col nome di Antonio, scoprirà che è lui la causa dell’incidente della sua amata.

Rui quasi per espiare, ancora una volta, i suoi peccati tornerà a gareggiare nei circuiti clandestini della kickboxing rinunciando definitivamente al suo sogno di diventare un campione di pugilato. Questa scelta sacrificabile è anche un modo per il ragazzo d’aiutare la sua amata che grazie ad un intervento, pagato da lui con i soldi delle scommesse illegali, per riavere la vista attraverso una delicata e costosa operazione. Alla fine però tutto si risolverà ma in modo inaspettato e con un epilogo finale struggente e pieno di poesia.

Rui e Akari due anime che si appartengono

Il punto di forza di questo lungometraggio diretto da Takahiro Miki, regista di titoli come My Tomorrow, Your Yesterday e Love Me, Love Me Not, è avere per protagonisti Ryusei Yokohama e Yuriko Yoshitaka. Questi due attori in Giappone sono due e veri proprio divi acclamati soprattutto dal pubblico più giovane, quello a cui punta il target di questo lungometraggio. Ryusei e Yuriko fin dalla loro prima scena insieme riescono a trasmettere il loro legale prima platonico e poi più profondo che supera anche le limitazioni fisiche. Ci sono sguardi, carezze, abbracci e baci che riescono a creare l’intimità tra loro senza mai ricorrere a scene esplicite di sesso, come è facile trovare invece nei Young Adult occidentali.

Your Eyes Tell, un film non solo per i romantici

Your Eyes Tell si presenta come una storia d’amore ma non è solo questo, c’è anche molta violenza, quella degli incontri di kickboxing o quella di un tentativo di stupro da parte del datore di lavoro di Akari. Il regista giapponese comunque riesce a dosare il giusto mix con palette cromatiche che giocano su ombre, quelle del passato oscuro d’entrambi, con quelle  fatte di luce che rappresentano le emozioni più pure che i due innamorati provano. Per concludere durante la visione del film si può ascoltare un brano originale dei BTS, una nota band di Kpop, intitolato proprio come il film che parla di speranza e resilienza che non altri il messaggio stesso di Your Eyes Tell.

Karma, spiegazione del finale: in che modo i sei personaggi sono connessi?

Il nuovo thriller K-drama di Netflix, Karma, intreccia una narrazione complessa fatta di personaggi interconnessi e si conclude con una spiegazione di come le loro storie siano legate tra loro. Karma vede come protagonisti Park Hae-soon, Shin Min-a e Lee Hee-jun nei ruoli rispettivamente del Testimone, di Lee Ju-yeon e del Debitore. Raccontata attraverso flashback, Karma inizia con il Debitore, messo alle strette a causa dei debiti che ha con uno strozzino che minaccia di ucciderlo se non paga entro la scadenza. Il Debitore escogita un piano per far uccidere suo padre e riscuotere l’assicurazione sulla vita.

Il Debitore assume Gil-ryong (Kim Sung-kyun), un uomo pericoloso che lavora nella sua azienda, per uccidere il padre. Si scopre però che Gil-ryong ha stretto un accordo con un suo vecchio amico, il Testimone, il quale decide di mettere in atto una truffa usando il corpo del padre del Debitore per ricattare Glasses (Lee Kwang-soo). Man mano che il thriller procede, la vita del Debitore si intreccia con quella degli altri personaggi coinvolti nella morte del padre. Il finale di Karma mostra l’impatto che ha avuto la morte del padre del Debitore e cosa è successo a ciascuno dei personaggi coinvolti.

Cosa succede al Testimone alla fine di Karma

Il Testimone muore nel finale di stagione di Karma

Il Testimone, Kim Beom-jun, viene introdotto nel secondo episodio di Karma. Beom-jun sta andando in bicicletta quando vede Sang-hun (Glasses) investire un uomo con l’auto. Quando Sang-hun lo nota, gli impedisce di andarsene dalla scena dell’incidente. Per assicurarsi che il Testimone non lo denunci alla polizia, gli dà 10 milioni di won e gli chiede di aiutarlo a seppellire il cadavere.

Sang-hun, in preda al panico dopo aver commesso omicidio colposo, crede di essersi sbarazzato del Testimone, ma Beom-jun continua a chiedergli più soldi e alla fine uccide Sang-hun. Alla fine, molte cose del piano ideato da Beom-jun insieme a Yu-jeong (Gong Seung-yeon) vanno storte, e lui si ritrova in fuga dalla polizia. Quando incontra Park Jae-young e Gil-ryong in una casa abbandonata, dopo essere scappato, si rende conto che c’è una sola via d’uscita.

Dà fuoco alla casa, uccidendo Jae-young. Ma prima di poter fuggire, rimane gravemente ustionato e viene portato in ospedale, dove il dottor Lee riconosce il suo nome. Quello che Beom-jun non aveva capito era che, assumendo l’identità del Debitore, aveva anche ereditato i suoi problemi. Alla fine, lo strozzino a cui Jae-young doveva dei soldi si presenta per riscuotere il debito e il Testimone viene ucciso dal dottor Yoon, che gli preleva gli organi.

Come sono collegati i 6 personaggi in Karma

Le storie in Karma sono intrecciate

Fin dal primo episodio di Karma, è chiaro che i personaggi del K-drama originale Netflix sono collegati in qualche modo. Park Jae-young ha promesso di dare a Gil-ryong il 30% del pagamento dell’assicurazione se avesse ucciso suo padre. Gil-ryong, a sua volta, decide di coinvolgere il Testimone per truffare Glasses, facendogli credere di aver ucciso il padre di Jae-young, che in realtà era già morto.

Per far sì che Glasses si trovasse sulla strada dove il Testimone lo aspettava con il corpo, serviva qualcuno che lo convincesse a lasciare il motel nel cuore della notte: questo compito tocca a Yu-jeong, che collabora con Beom-jun. Yu-jeong e Beom-jun sono amici d’infanzia e hanno truffato persone per anni. Dopo che il Testimone assume l’identità di Jae-young, Ju-yeon (la dottoressa Lee) ricorda che l’uomo l’aveva violentata quando era adolescente. Alla fine, è il dottor Yoon, fidanzato della dottoressa Lee, a uccidere il Testimone.

Tutti coloro che muoiono in Karma

Cinque dei sei personaggi principali muoiono in Karma

La maggior parte dei personaggi principali di Karma muore prima della fine del K-drama. Fin dall’inizio, la miniserie di Netflix stabilisce che alcuni personaggi saranno uccisi in modo cruento e violento. Il primo a morire è Glasses. Quando seppellisce il padre di Jae-young, scopre grazie alle riprese della dashcam di non essere stato lui a ucciderlo. Quando lo dice alla fidanzata, lei gli rivela cosa pensa davvero di lui e lui la aggredisce. Ma il Testimone interviene prima che la uccida.

Il Testimone droga Glasses e lo porta in un luogo isolato per seppellirlo, ma lui si riprende e colpisce Yu-jeong. Il Testimone uccide Glasses e vendica la morte del suo vecchio amico. Come è successo a Glasses e Yu-jeong, anche Gil-ryong e il Debitore muoiono nello stesso luogo. Gil-ryong viene accoltellato dal Testimone e bruciato nell’edificio abbandonato insieme al Debitore.

Ma forse la morte più cruenta in Karma è proprio quella del Testimone. Dopo aver rubato l’identità di Jae-young, Beom-jun crede di essere sfuggito all’arresto. Ma il dottor Yoon ha altri piani per lui: quando finisce sul suo tavolo operatorio, lo taglia senza anestesia e gli rimuove gli organi.

Cosa significa davvero il finale di Karma

Tutti hanno avuto ciò che meritavano in Karma

Il finale di Karma fa onore al titolo del K-drama. Alla fine, ogni personaggio principale che ha commesso un crimine nella serie è stato punito in qualche modo. Cinque dei protagonisti principali muoiono, e solo Ju-yeon è ancora viva alla fine. Il finale di Karma parla di persone che ottengono ciò che meritano in base alle loro azioni. La dottoressa Lee può vivere felice perché coloro che l’hanno tormentata sono finalmente morti.

Jae-young ha fatto qualcosa di spregevole ordinando la morte di suo padre, quindi non è sorprendente che abbia fatto la stessa fine. Yu-jeong e il Testimone hanno passato la vita a mentire, imbrogliare e approfittarsi dei deboli, finché il karma non li ha raggiunti. Sebbene Glasses sembrasse debole, in realtà era una persona crudele. Infine, Gil-ryong è morto perché, anche se credeva che uccidere il padre del Debitore fosse sbagliato, lo ha fatto comunque.

Il finale di Karma prepara una seconda stagione?

Karma non finisce con un cliffhanger

L’episodio finale di Karma, intitolato appropriatamente “Karma”, risponde a tutte le domande sollevate all’inizio del K-drama originale Netflix. Tutti coloro che hanno avuto un ruolo nella morte del padre di Jae-young, che si trattasse di ucciderlo o coprirne la morte, muoiono. Ju-yeon trova la pace e riesce a lasciarsi il passato alle spalle. Tutto ciò significa che non ci sono fili narrativi lasciati in sospeso che giustificherebbero una seconda stagione di Karma. Se ci fosse una seconda stagione, dovrebbe basarsi su personaggi completamente nuovi.

Sentry viene chiamato per la prima volta per nome nel nuovo trailer di Thunderbolts*

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“Bob” viene finalmente battezzato Sentry, il suo soprannome nei fumetti, nel nuovo trailer di Thunderbolts* conferma la sua identità nel Marvel Cinematic Universe. La Fase 5 si sta avvicinando alla fine, poiché questo film fungerà da film finale prima che The Multiverse Saga passi finalmente alla Fase 6. Mentre il team moralmente dubbio sta finalmente ottenendo il dovuto spazio nella timeline MCU, i Marvel Studios stanno intensificando il marketing di Thunderbolts*, con il film in arrivo tra meno di un mese.

Il canale ufficiale Marvel Australia e Nuova Zelanda ha recentemente lanciato un nuovo trailer internazionale di Thunderbolts* insieme a diversi altri canali Marvel, poiché i biglietti sono in vendita da oggi, e uno dei grandi momenti salienti del filmato è stato il nuovo giocatore MCU di Lewis Pullman. Dopo averlo tenuto il mistero, il filmato mostra finalmente il film Thunderbolts* soprannominato Sentry, anche se non lo vediamo ancora in volto!

Tutto quello che c’è da sapere su Thunderbolts*

Diretto da Jake Schreier (Paper Towns), il cast di Thunderbolts* comprende Sebastian Stan nel ruolo di Bucky Barnes, Hannah John-Kamen nel ruolo di Ava Starr alias Ghost, Wyatt Russell nel ruolo di John Walker, David Harbour nel ruolo di Alexei Shostakov alias Red Guardian, Olga Kurylenko nel ruolo di Antonia Dreykov alias Taskmaster, Harrison Ford nel ruolo del Generale Thaddeus ‘Thunderbolt’ Ross e Lewis Pullman nel ruolo di Bob alias Sentry.

In Thunderbolts*, i Marvel Studios riuniscono una insolita squadra di antieroi: Yelena Belova, Bucky Barnes, Red Guardian, Ghost, Taskmaster e John Walker. Dopo essersi ritrovati nel mezzo di una trappola mortale orchestrata da Valentina Allegra de Fontaine, questi emarginati disillusi devono affrontare una missione pericolosa che li costringerà a confrontarsi con gli aspetti più oscuri del loro passato. Questo gruppo disfunzionale si distruggerà dall’interno o riuscirà a trovare redenzione, unendosi e trasformandosi in qualcosa di più grande, prima che sia troppo tardi?

Florence Pugh riprende il ruolo di Yelena Belova, sorella di Vedova Nera (e una delle parti migliori della serie MarvelDisney+ Occhio di Falco). Inoltre, Julia Louis-Dreyfus interpreta Valentina Allegra de Fontaine, con Geraldine Viswanathan nei panni di Mel, la sua assistente (che sostituisce una Ayo Edebri estremamente impegnata e piena di impegni).

Lo sceneggiatore di Black Widow e Thor: Ragnarok Eric Pearson si unisce agli sceneggiatori di Beef Lee Sung Jin e Joanna Calo. Un trailer è stato mostrato a porte chiuse al San Diego Comic-Con. Thunderbolts* arriverà nelle sale il 30 aprile 2025, in ritardo rispetto alla precedente data di uscita del 20 dicembre 2024 a causa degli scioperi della WGA e della SAG-AFTRA. Nel frattempo, restate aggiornati sul MCU con la nostra guida alla storia della Fase 5 della Marvel e con uno sguardo a ciò che deve ancora venire nella Fase 6 della Marvel.

Thunderbolts* è diretto da Jake Schreier e Kevin Feige è il produttore. Louis D’Esposito, Brian Chapek, Jason Tamez e Scarlett Johansson sono i produttori esecutivi.

Disney celebra il Mese della Terra con la campagna ourHOME con National Geographic

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The Walt Disney Company ha annunciato che celebrerà il Mese della Terra con una campagna aziendale, insieme a National Geographic, per ispirare il pubblico ad apprezzare il mondo che ci circonda attraverso il potere dello storytelling.

Per tutto il mese di aprile, la campagna ourHOME offrirà nuovi contenuti, attività digitali ed esperienze, e metterà in luce gli sforzi globali per proteggere, ripristinare e celebrare il mondo naturale, permettendo agli spettatori e ai fan di scoprire tanti altri motivi per amare questo luogo chiamato casa.

La campagna ourHOME torna dopo il successo del primo anno e fonda le sue radici nella tradizione condivisa di Disney e National Geographic nel raccontare storie che ispirano un legame più profondo con il nostro mondo. Disney si impegna a intraprendere azioni significative per sostenere un pianeta più sano per le persone e la natura. Questo impegno ha contribuito a ispirare la creazione del Disney Conservation Fund (DCF) che, come parte della campagna ourHOME, dà il via a un anno di celebrazioni per il suo 30° anniversario. Ad aprile, il DCF assegnerà più di 500.000 dollari in contributi filantropici a organizzazioni non profit che lavorano per offrire esperienze che siano fonte di ispirazione per i giovani, aiutandoli a entrare in contatto con la natura e a sostenere la fauna e gli spazi incontaminati nelle loro comunità.

La Collezione ourHOME, disponibile su Disney+ per tutto l’anno, celebra la bellezza, lo stupore e la meraviglia del nostro pianeta attraverso titoli acclamati come I segreti del polpo, Queens: Le regine della natura A Real Bug’s Life: Megaminimondo, insieme all’intero catalogo di film Disneynature. Inoltre, durante la Settimana della Terra, debutteranno in tutto il mondo tre nuovi titoli: I Segreti dei Pinguini di National Geographic, oltre a Leoni marini delle Galapagos – Una nuova casa per Leo e I Guardiani delle Galapagos di Disneynature.

La Collezione ourHOME, disponibile su Disney+

I Segreti dei Pinguini debutterà il 21 aprile su Disney+, con tutti gli episodi disponibili. Con Bertie Gregory (@BertieGregory), National Geographic Explorer e vincitore dei premi Emmy® e BAFTA, e narrato nella versione originale da Blake Lively, questo nuovo capitolo del franchise “I Segreti di”, vincitore del premio Emmy, accompagna gli spettatori di tutte le età negli angoli più remoti del mondo per assistere ai comportamenti dei pinguini ripresi per la prima volta dalle telecamere, mostrando i teneri e soffici uccelli incapaci di volare mentre affrontano alcuni degli ambienti più estremi della Terra.

Leoni marini delle Galapagos – Una nuova casa per Leo debutterà il 22 aprile su Disney+. Questo nuovo film, narrato da Brendan Fraser nella versione originale, si immerge in acqua per seguire Leo, un bellissimo cucciolo di leone marino che impara ad affrontare la vita accanto a sua madre, Luna. Leo deve lasciare la colonia della madre per trovare la sua casa: un’impresa monumentale, piena di sfide e di nuovi incontri con una serie di creature, dalle iguane marine ai colubri neri, dai tonni pinna gialla ai giganteschi squali delle Galapagos.

I Guardiani delle Galapagos debutterà il 22 aprile su Disney+. Blair Underwood è la narratrice nella versione originale di questo sguardo dietro le quinte a Leoni marini delle Galapagos – Una nuova casa per Leo, che segue la troupe di Disneynature intenta a catturare i comportamenti intimi dei leoni marini, mettendo in luce le sfide che minacciano l’arcipelago e la comunità dei Guardiani delle Galapagos, coloro che lavorano per proteggere questo luogo magico.

Siamo felicissimi di celebrare il ritorno della campagna ourHOME, che unisce il potere dello storytelling di National Geographic e l’impegno di Disney nel sostenere un pianeta più sano attraverso contenuti di altissima qualità e grandi esperienze” ha commentato Courteney Monroe, President, National Geographic. “Insieme speriamo di ispirare gli esploratori di tutte le età a scoprire e preservare il nostro bellissimo pianeta”.

Werner Herzog riceverà il Leone d’Oro alla Carriera a Venezia 82

Werner Herzog riceverà il Leone d’Oro alla Carriera a Venezia 82

È stato attribuito al grande regista tedesco Werner Herzog (Aguirre, furore di Dio, Fitzcarraldo, Nosferatu-Il principe della notte) il Leone d’oro alla carriera dell’82. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia (27 agosto – 6 settembre 2025). La decisione è stata presa dal Cda della Biennale, che ha fatto propria la proposta del Direttore artistico della Mostra, Alberto Barbera.

Werner Herzog, nell’accettare, ha dichiarato: “Sono profondamente onorato di ricevere il Leone d’oro alla carriera dalla Biennale di Venezia. Ho sempre cercato di essere un Buon Soldato del Cinema e questa mi sembra una medaglia per il mio lavoro. Grazie. Tuttavia non mi sono ancora ritirato. Lavoro come sempre. Qualche settimana fa ho terminato un documentario in Africa, Ghost Elephants, e in questo momento sto girando il mio prossimo lungometraggio, Bucking Fastard, in Irlanda. Sto realizzando un film d’animazione basato sul mio romanzo The Twilight World, e interpreterò la voce di un personaggio nel prossimo film d’animazione di Bong Joon-ho. Non sono ancora finito”.

Werner Herzog Leone d’Oro a Venezia 82

A proposito di questo riconoscimento, il Direttore Alberto Barbera ha affermato: “Cineasta fisico e camminatore instancabile, Werner Herzog percorre incessantemente il pianeta Terra inseguendo immagini mai viste, mettendo alla prova la nostra capacità di guardare, sfidandoci a cogliere ciò che sta al di là dell’apparenza del reale, sondando i limiti della rappresentazione filmica alla ricerca inesausta di una verità superiore, estatica, e di esperienze sensoriali inedite. Affermatosi come uno dei maggiori innovatori del Nuovo Cinema Tedesco, con film quali Segni di vita, Nosferatu – Il principe della notte, Aguirre, furore di Dio, Fitzcarraldo, Il cattivo tenente – Ultima chiamata New Orleans e Grizzly Man, non ha mai smesso di saggiare i limiti del linguaggio cinematografico smentendo la tradizionale distinzione tra documentario e finzione, invitando nel contempo a un’interrogazione radicale sui temi della comunicazione, sui rapporti fra le immagini e la musica, sull’infinita bellezza della natura e la sua inevitabile corruzione.

La carriera di Herzog è insieme affascinante e pericolosa, perché consiste in un coinvolgimento totale, nella messa in gioco di sé fino al limite del rischio fisico, dove la catastrofe è costantemente in agguato. Geniale narratore di storie insolite, Herzog è anche l’ultimo erede della grande tradizione del romanticismo tedesco, un umanista visionario, un perlustratore instancabile votato a un nomadismo perpetuo, alla ricerca (com’ebbe a dire) «di un luogo dignitoso e conveniente per l’uomo, un luogo che è talvolta un Paesaggio dell’Anima».”

Thunderbolts*: il cast commenta la sua presenza (o meno) in Avengers: Doomsday

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Durante la presentazione del cast di Avengers: Doomsday della durata di cinque ore e mezza dei Marvel Studios, le star di Thunderbolts* Florence Pugh (Yelena Belova), David Harbour (Red Guardian), Sebastian Stan (Bucky), Wyatt Russell (U.S. Agent), Lewis Pullman (The Sentry) e Hannah John-Kamen (Ghost) sono state tutte annunciate come protagoniste del film.

Si prevede che il team si riunisca come “New Avengers” del MCU e, in un’intervista per promuovere la vendita dei biglietti, Pugh, Harbour, Russell e John-Kamen hanno reagito alla notizia. Tuttavia, il nome di Julia Louis-Dreyfus non era sullo schienale di una sedia, il che significa che Valentina Allegra de Fontaine al momento non dovrebbe apparire nel film guidato da Robert Downey Jr. come Dottor Destino. Inutile dire che la sua reazione è impagabile.

Alla domanda al CinemaCon su cosa la emoziona di più quando si tratta di condividere lo schermo con Doom di Downey, Pugh ha rivelato: “In realtà non ne ho idea perché non ho letto una sceneggiatura. No. Quindi, non posso far trapelare nulla”. “Non so proprio come facciano a far stare tutti zitti”, ha aggiunto la star di Black Widow e Hawkeye. “Tutti parleranno solo con i loro idoli e saranno completamente concentrati su quello [Ride]. Auguro la migliore fortuna ai direttori e mi dispiace in anticipo”.

Il nuovo poster di Thunderbolts*

Tutto quello che sappiamo su Avengers: Doomsday

Avengers: Doomsday arriverà nelle sale il 1° maggio 2026, mentre Avengers: Secret Wars è previsto per il 7 maggio 2027.

Entrambi i film saranno diretti da Joe Russo e Anthony Russo, che faranno anche il loro ritorno nell’MCU dopo aver diretto Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame. Al momento non si hanno certezze sugli attori che comporranno il cast del film, né su precisi elementi di trama.

I Marvel Studio hanno per ora confermato il seguente cast in Avengers: Doomsday: Chris Hemsworth (Thor), Vanessa Kirby (Susan Storm/Donna Invisibile), Anthony Mackie (Sam Wilson/Captain America), Sebastian Stan (Bucky Barnes/Soldato d’Inverno), Letitia Wright (Shuri/Black Panther), Paul Rudd (Scott Lang/Ant-Man), Wyatt Russell (John Walker/U.S. Agent), Tenoch Huerta Mejia (Namor), Ebon Moss-Bachrach (Ben Grimm/The Thing), Simu Liu (Shang-Chi), Florence Pugh (Yelena Belova/Black Widow), Kelsey Grammer (Hank McCoy/Bestia), Lewis Pullman (Sentry), Danny Ramirez (Joaquin Torres/Falcon), Joseph Quinn (Johnny Storm/Torcia Umana), David Harbour (Alexei Shostakov/Red Guardian), Winston Duke (M’Baku), Hannah John-Kamen (Ava Starr/Ghost), Tom Hiddleston (Loki), Patrick Stewart (Charles Xavier/Professor X), Ian McKellen (Erik Lehnsherr/Magneto), Alan Cumming (Kurt Wagner/Nightcrawler), Rebecca Romijn (Raven Darkhölme/Mystica), James Marsden (Scott Summers/Ciclope), Channing Tatum (Remy LeBeau/Gambit), Pedro Pascal (Reed Richards/Mister Fantastic), Robert Downey Jr. (Victor von Doom/Dottor Destino).

Eden: 7 curiosità che probabilmente non sai sul film in arrivo al cinema!

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Eden (qui la recensione) è uno dei film più attesi del 2025, pronto a conquistare il pubblico con la sua potente storia basata su eventi reali. Ambientato nell’affascinante e selvaggia isola di Floreana, nelle Isole Galápagos, il film esplora le difficoltà e le sfide che un gruppo di coloni europei ha affrontato nel tentativo di ricostruire una nuova vita in un angolo remoto del mondo. Con un cast di altissimo livello, tra cui Jude Law, Vanessa Kirby, Sydney Sweeney e Ana de Armas, Eden promette di essere un’esperienza cinematografica intensa ed emozionante. Il film sarà distribuito nelle sale italiane a partire dal 10 aprile 2024 da 01 Distribution. Ma cosa rende questo film ancora più interessante? Ecco 7 curiosità che potrebbero sorprenderti.

Di cosa parla Eden

Eden racconta la storia di un gruppo di coloni europei che cercano di costruire una nuova vita su Floreana, una delle Isole Galápagos. La pellicola segue le vicende di diversi protagonisti, tra cui il dottor Friedrich Ritter (interpretato da Jude Law), Eloise Bosquet de Wagner Wehrhorn (Ana de Armas), Margret Wittmer (Sydney Sweeney) e altri, ognuno dei quali affronta le difficoltà di un’esistenza isolata e lontana dalla civiltà. La lotta per la sopravvivenza, le sfide emotive e le dinamiche interpersonali tra i coloni sono al centro di un racconto che esplora le profondità dell’animo umano in condizioni estreme. Il film, diretto da Ron Howard, mescola il dramma storico con la tensione psicologica, offrendo uno spaccato di vita su una delle isole più remote del pianeta.

Una storia vera

Vanessa Kirby nel ruolo di Dora Strauch Ritter
© Cortesia 01 Distribution

Eden è ispirato a eventi reali, raccontando le vicende di alcuni coloni europei che tentarono di stabilirsi su Floreana negli anni ’30, un’impresa che si rivelò tragica e complessa. La narrazione del film esplora le sfide fisiche, psicologiche e morali dei protagonisti.

Ambientato nelle Isole Galápagos, ma girato in Australia

EDEN Ron Howard

Anche se la storia è ambientata nelle Isole Galápagos, le riprese del film sono state effettuate in Australia. Le località australiane sono riuscite a ricreare perfettamente il paesaggio selvaggio e incontaminato che caratterizza l’isola di Floreana.

Cambio di cast a causa dello sciopero degli attori del 2023

Alicia Vikander
Alicia Vikander al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Inizialmente, Alicia Vikander e Daisy Edgar-Jones erano state scritturate per i ruoli principali di Eden. Tuttavia, a causa dello sciopero degli attori nel 2023, entrambe sono state costrette a rinunciare. Vanessa Kirby e Sydney Sweeney hanno successivamente preso i loro posti, dando nuova energia e dinamiche ai personaggi.

La prima collaborazione tra Ron Howard e Daniel Brühl dal 2013

Daniel Brühl Heinz Wittmer
Cortesia 01 Distribution

Eden segna la prima collaborazione tra Ron Howard e Daniel Brühl dal film Rush (2013). Questo ritorno tra regista e attore ha generato grandi aspettative, in quanto entrambi hanno una solida reputazione nel cinema internazionale.

Anteprima al Toronto International Film Festival e premio a Ron Howard

Ron Howard
Ron Howard sul set di EDEN – Credit © Jasin Boland cortesia 01 Distribution

Il film è stato presentato in anteprima al Toronto International Film Festival il 7 settembre 2024, ricevendo un’ottima accoglienza. In Europa, è stato proiettato al Torino Film Festival, nella prima edizione del neo direttore artistico Giulio Base, dove Ron Howard ha ricevuto un premio per la sua regia.

Un cast stellare

Eden Ana De Armas
Credit © Jasin Boland cortesia 01 Distribution

Oltre ai protagonisti Jude Law, Vanessa Kirby, Sydney Sweeney e Ana de Armas, Eden vanta anche un cast di supporto di grande talento, tra cui Richard Roxburgh, Toby Wallace, Jonathan Tittel e Felix Kammerer. Ognuno di questi attori contribuisce in modo significativo alla narrazione, aggiungendo complessità e intensità alla storia.

Le sfide della vita in un’isola remota

EDEN Ron Howard

Il film mette in luce le difficoltà di vivere su un’isola sperduta e la lotta quotidiana per la sopravvivenza. Le dinamiche tra i coloni sono influenzate dall’isolamento, dalla scarsità di risorse e dai conflitti interni, temi che vengono esplorati con grande realismo.

Eden è un film che promette di essere un’esperienza intensa, ricca di emozioni e di spunti riflessivi. La sua narrazione basata su eventi reali, unita a un cast stellare e a una regia magistrale di Ron Howard, lo rende uno degli appuntamenti cinematografici più attesi del 2024. Non perdere l’occasione di scoprire Eden al cinema, a partire dal 10 aprile, distribuito da 01 Distribution. Un viaggio unico alla scoperta di una delle storie più affascinanti e tragiche della storia recente.

Tron: Ares, il regista rivela intriganti dettagli sulla trama

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Tron: Ares, il regista rivela intriganti dettagli sulla trama

Il primo trailer di Tron: Ares è uscito sabato e, finora, la risposta sembra essere stata estremamente positiva. Mentre il regista Joachim Rønning sembra adottare un nuovo approccio audace al franchise, gli effetti visivi sono impressionanti e la storia ha incuriosito i fan.

Il seguito di TRON e TRON: Legacy vedrà Ares di Jared Leto, un’intelligenza artificiale canaglia, portare La Griglia nel mondo reale. Parlando con Empire Online (tramite SFFGazette.com), Rønning ha gettato nuova luce su cosa aspettarsi dal personaggio e su come si inserisce nel futuro di TRON. “Per non essere troppo banale, ma l’ho sempre pensato un po’ come Pinocchio”, ha spiegato il regista. “Ares vuole essere un vero bambino. Abbiamo parlato molto del fatto che fosse quasi un neonato, che scoprisse il mondo per la prima volta, e di come volevamo che il pubblico vedesse il mondo attraverso i suoi occhi.” “Le piccole cose che diamo per scontate o che non vediamo più. Questo era importante,” ha aggiunto Rønning. “E poi un tema più ampio per il film è cosa ci vuole, cosa significa essere umani. Soprattutto in questo caso, perché è un programma per computer.”

Molti fan con gli occhi d’aquila hanno notato che Ares sembra avere un Identity Disc triangolare, e sarà davvero un miglioramento rispetto al classico design circolare. Ciò promette di rendere l’intelligenza artificiale ancora più formidabile di quelle che abbiamo visto in precedenza in La Griglia.

“È sicuramente un’arma,” ha stuzzicato Rønning. “Ed è semplicemente un disco superiore. Quando fai parte di un franchise, vuoi far evolvere il design, anche se sono sicuro che la gente impazzirà perché non è rotondo: ‘Oh no!’ Ma abbiamo anche dischi rotondi. Prenditela comoda.”

La storia segue un programma altamente sofisticato, Ares, che viene inviato dal mondo digitale a quello reale per una pericolosa missione, segnando il primo incontro dell’umanità con esseri dotati di intelligenza artificiale.

Il film è diretto da Joachim Rønning e interpretato da Jared Leto, Greta Lee, Evan Peters, Hasan Minhaj, Jodie Turner-Smith, Arturo Castro, Cameron Monaghan, con Gillian Anderson e Jeff Bridges. Sean Bailey, Jeffrey Silver, Justin Springer, Jared Leto, Emma Ludbrook e Steven Lisberger sono i produttori, mentre Russell Allen è il produttore esecutivo.

Il film Disney arriverà nelle sale italiane il 9 ottobre 2025. Di seguito, un nuovo scatto di Jared Leto nei panni del protagonista.

Rachel Brosnahan sulla differenza di questo Superman con gli altri film: “Questa non è una storia di origine”

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In una nuova intervista, Rachel Brosnahan, nuova Lois Lane per il Superman di James Gunn, ha spiegato come il reboot DCU sia diverso dalle versioni precedenti della storia dell’Uomo d’Acciaio. Negli anni abbiamo visto molte diverse interpretazioni di Superman, sul grande e piccolo schermo, e la maggior parte delle interpretazioni del leggendario eroe della DC Comics raccontano almeno alcuni aspetti della storia delle origini dell’Ultimo figlio di Krypton.

Il regista James Gunn ha già confermato che il suo imminente reboot DCU salterà la prima parte della vita di Kal-El sulla Terra e inizierà quando avrà già abbracciato il suo destino di Superman, e Rachel Brosnahan ha ora rivelato che questo è ciò che non vede l’ora che il pubblico sperimenti quando vedrà il film.

“Adoro anche il fatto che questa non sia una storia di origine”, dice a Collider. “Abbiamo visto la storia delle origini realizzata così bene un certo numero di volte, ma entriamo in un mondo che esiste già: Lois e Clark lavorano al Daily Planet, i mostri esistono a Metropolis, Lex Luthor ha la LuthorCorp. Arriviamo a questo punto della loro relazione che non avevo mai visto prima”.

Come precedentemente riportato, Superman inizia con Lois e Clark Kent che hanno già in una relazione. “Stanno insieme da circa tre mesi. E si stanno ponendo alcune domande sul futuro della loro relazione. Non sono sicuri se questa sia solo una grande avventura o qualcosa che potrebbe durare per sempre, e hanno visioni del mondo davvero opposte, e si scontrano in questo modo. Quindi, è stato un modo davvero divertente per entrare in una storia familiare”.

I lettori di fumetti e gli appassionati di serie come Superman e Lois della CW saranno abituati a questa dinamica, ma non è qualcosa che è stato esplorato così spesso in un formato cinematografico e, si spera, costituirà un’interessante introduzione a questi personaggi iconici del DCU.

Superman, tutto quello che sappiamo sul film di James Gunn

Superman, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nicholas HoultNathan Fillion.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

Con la sua solita cifra stilistica, James Gunn trasporta il supereroe originale nel nuovo immaginario mondo della DC, con una singolare miscela di racconto epico, azione, ironia e sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e dall’innato convincimento nel bene del genere umano.

“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Il film uscirà nelle sale il 10 luglio 2025.

Lone Survivor: la spiegazione del finale del film

Lone Survivor: la spiegazione del finale del film

Il finale di Lone Survivor racconta il salvataggio di Marcus Luttrell dopo un’imboscata dei talebani dietro le linee nemiche in Afghanistan, ma quanto è accurato il film e cosa è successo a Luttrell dopo il servizio militare? Diretto da Peter Berg, Lone Survivor è basato sull’omonimo libro di Luttrell e vede la partecipazione di Mark Wahlberg, Taylor Kitsch, Emile Hirsch, Ben Foster, Eric Bana e altri ancora. Nel film si raccontano le vicende dell’Operazione Red Wings, una missione del 2005 in Afghanistan per eliminare il leader talebano Ahmad Shah.

Guidata dal tenente Michael P. Murphy (Kitsch), la squadra SEAL era composta anche dal sottufficiale di seconda classe Danny Dietz (Hirsch), dal paramedico di seconda classe Marcus Luttrell (Wahlberg) e dal sottufficiale di seconda classe Matthew G. Axelson (Foster). La squadra viene rapidamente scoperta e attaccata dai Talebani. Murphy, Dietz e Axelson muoiono, ma Luttrell riporta gravi ferite prima di essere salvato.

La vera storia di Lone Survivor e l’accuratezza del film

Sebbene il film sia per lo più coerente con il libro, si discosta in alcuni punti e anche il libro stesso è stato messo sotto esame per alcune affermazioni, quindi l’accuratezza del film di Lone Survivor è una questione complicata. Una delle maggiori divergenze rispetto al libro e alla storia reale è il numero di forze talebane che tendono un’imboscata a Marcus Luttrell e alla squadra SEAL. Il film descrive circa 50 soldati talebani che li attaccano nei boschi, mentre nel libro si parla di 80-200 talebani, ma questo numero è stato messo in dubbio.

Lo stesso Marcus Luttrell avrebbe detto che in realtà c’erano solo 20-35 talebani. Indipendentemente dalle dimensioni reali delle forze nemiche, non ci sono prove di vittime talebane. La scena del film in cui la squadra SEAL cattura i caprai è stata criticata per il fatto che i Seal hanno votato se ucciderli o meno. Nel libro di Lone Survivor, c’è una votazione, ma nel film le cose vanno diversamente: c’è un acceso dibattito, ma alla fine Mike dice esplicitamente “questa non è una votazione” e prende una decisione esecutiva in qualità di ufficiale superiore.

Mark Wahlberg, Emile Hirsch e Taylor Kitsch in Lone Survivor
Mark Wahlberg, Emile Hirsch e Taylor Kitsch in Lone Survivor. Foto di Gregory E. Peters – © Universal Pictures

La natura stessa del dibattito è scomoda, indipendentemente dal fatto che si sia verificata o meno una votazione, ma il film vuole rappresentare alcune delle scelte difficili che gli uomini hanno dovuto prendere in decisioni difficili. Con un aumento del numero di nemici (sia nel libro che nel film) e una mancanza di chiarezza sul fatto che ci siano stati effettivamente dei morti tra i combattenti nemici, l’azione del film è probabilmente molto più intensa e drammatizzata di quanto sia accaduto nella vita reale.

In un’intervista a Newsweek, Gulab afferma che Luttrell aveva ancora tutte le munizioni con sé quando l’ha scoperto, il che indicherebbe che ha sparato molto meno di quanto si vede nel film, anche se il film sembra spiegarlo mostrando Mike Murphy che dà a Luttrell tutte le sue munizioni di riserva prima che si sacrifichi per fare un’ultima chiamata dal telefono satellitare. Anche la presentazione di Gulab e del suo villaggio è drammatizzata rispetto alla realtà in alcuni modi.

Luttrell è rimasto nel villaggio per quattro giorni e Gulab e gli abitanti del villaggio hanno dovuto spostarlo da un luogo all’altro per evitare le occasionali ricerche dei Talebani. Quando finalmente arrivarono gli elicotteri di salvataggio di Luttrell, non ci fu una battaglia drammatica o un’evacuazione affrettata. Nel libro di Lone Survivor, la squadra di soccorso statunitense rimase a parlare con alcuni abitanti del villaggio per un po’ prima di evacuare Luttrell, che era gravemente ferito, ma non in condizioni critiche.

Lone Survivor ha esagerato le ferite riportate dalla squadra SEAL?

Nonostante una serie di imprecisioni nella portata e nell’entità del conflitto, il regista Peter Berg ha prestato particolare attenzione alle ferite ricevute dalla squadra SEAL, assicurandosi che corrispondessero a quelle indicate nei referti autoptici. Nonostante l’accuratezza della collocazione delle ferite, le morti effettive di Mike, Danny e Axe sono state tutte modificate rispetto al racconto di Luttrell nel libro. Per Luttrell, mentre l’entità delle ferite riportate nel film era grave, nella vita reale era in realtà peggiore.

Una delle ferite più estreme descritte nel film sono i salti multipli da un dirupo per sfuggire ai talebani. Dopo essere caduti dalle ripide scogliere di 20-30 piedi e aver apparentemente colpito ogni roccia, ramo e radice durante la discesa, i quattro SEAL si rialzano e continuano a muoversi, per poi farlo di nuovo. I salti dalla scogliera sembrano ancora meno credibili delle ferite multiple da proiettile subite da ciascuno dei SEAL, anche se i salti dalla scogliera non sono un abbellimento fatto dal film e Marcus Luttrell dice che sono effettivamente saltati dalla scogliera per evitare il fuoco dei Talebani.

Mark Wahlberg, Ben Foster, Emile Hirsch e Taylor Kitsch in Lone Survivor
Foto di Gregory E. Peters – © Universal Pictures

 

Cosa accade nel finale del film

La mancanza di ricezione radio diventa presto un problema per i SEAL, che non riescono a chiedere supporto dopo aver capito di dover evacuare l’area, ma anche quando riescono a mettersi in contatto con la base aerea di Bagram, il tenente comandante Erik Kristensen (Bana) non può inviare immediatamente i rinforzi, dal momento che non possono volare gli elicotteri Black Hawk senza inviare gli elicotteri Apache per il supporto, e gli Apache sono stati richiamati per un’altra missione a causa delle risorse limitate.

Invece di inviare gli elicotteri Black Hawk, i rinforzi arrivano con elicotteri Chinhook, molto più grandi, ma la mancanza di supporto Apache e gli elicotteri più grandi li mettono in grave svantaggio tattico. Uno dei talebani colpisce il Chinhook con un RPG, distruggendo l’elicottero e uccidendo l’intera squadra a bordo. Dopo l’Operazione Red Wings, Marcus fu trasferito a Ramadi, in Iraq, dove riportò ancora una volta gravi ferite e si ritirò dall’esercito. Grazie al successo del libro e del film Lone Survivor, Luttrell è diventato un imprenditore, ha fondato un’organizzazione no-profit e ha girato il Paese tenendo conferenze.

Che fine ha fatto Mohammad Gulab?

La fine di Lone Survivor rivela poi che Mohammad Gulab e i suoi compagni del villaggio Pashtun salvarono Marcus Luttrell per rispettare un codice d’onore noto come “Pashtunwali”. Gulab ha dichiarato al Daily Beast: “Salvandolo e tenendolo al sicuro per cinque notti nella nostra casa, stavamo solo adempiendo al nostro obbligo culturale”. Il Pashtunwali non fa distinzione tra amici e nemici e gli abitanti del villaggio ritengono di aver dovuto aiutare Marcus a qualunque costo. Gulab ha anche dovuto spostarsi più volte e alcuni dei suoi familiari sono stati addirittura uccisi.

Ironia della sorte, nonostante la volontà di Gulab di mettere a repentaglio la propria vita per salvare Marcus Luttrell, il suo tentativo di fuggire dall’Afghanistan per mettersi al sicuro in America è stato segnato da lungaggini burocratiche e, secondo Newsweek, ha avuto un diverbio con Luttrell per questioni di denaro legate al libro e al film, in particolare dopo aver contestato la versione dei fatti di Luttrell. Gulab ha dichiarato: “Non mi pentirò mai di aver salvato Marcus… Ma mi pento di quello che ho fatto per aiutare il film. E prego che un giorno Marcus dica la verità all’America“.

Old: le differenze tra il fumetto e il film di M. Night Shyamalan

Old (qui la recensione), il film di M. Night Shyamalan, è tratto dalla graphic novel Sandcastle, di Oscar Lévy e Frederik Peeters. Ma mentre le due opere condividono la stessa premessa di base e alcuni punti della trama, il film di Shyamalan si spinge molto più in là nella spiegazione del mistero centrale e sceglie anche di dare ai suoi personaggi un finale più felice. Interpretato da Gael García Bernal, Vicky Kriepps e Alex Wolff, il film è ambientato su una spiaggia idilliaca che ha un effetto insidioso e infine letale su chiunque vi trascorra del tempo. Per ogni mezz’ora che passa, le persone sulla spiaggia invecchiano fisicamente di un anno, riducendo la loro durata di vita a un solo giorno.

Con il tempo che scorre, le persone intrappolate sulla spiaggia devono trovare un modo per fuggire prima di morire di vecchiaia. In un’intervista a Entertainment Weekly, Shyamalan ha spiegato che la graphic novel gli è stata regalata dalle figlie. “L’ho tenuta nella mia borsa e ho continuato a pensarci”, ha detto il regista. “La graphic novel è quasi perfetta come trappola per me, perché è incredibilmente visiva, fa pensare a Twilight Zone e ha un finale enigmatico”. Shyamalan è stato spinto ad adattare la graphic novel dal desiderio di “finire questa storia e portarla sullo schermo”. Ecco allora come l’adattamento di Old è simile e diverso dalla storia originale.

Come le storie di Old e Sandcastle sono diverse

Gli elementi della trama di un misterioso resort e di un nefasto gestore che inganna le persone per portarle in spiaggia non sono realmente presenti in Sandcastle, anche se la storia inizia più o meno nello stesso modo. Una giovane donna si spoglia sulla spiaggia e cammina nell’oceano, osservata dalla riva da un uomo (anche se nella graphic novel l’uomo è Amesan, un gioielliere cabilo dell’Algeria, non un rapper semi-famoso chiamato Mid-Sized Sedan). Sulla spiaggia arrivano diversi gruppi di persone, a cominciare da una madre e un padre con i loro giovani figli. Quando il corpo della giovane donna viene ritrovato in acqua, nel gruppo si diffonde l’allarme, che si aggrava ulteriormente quando ci si rende conto della rapidità con cui si invecchia.

Old Gael Garcia Bernal
Gael García Bernal e Thomasin McKenzie in Old. Photo Credit: Phobymo/Universal – © 2021 Universal Studios. All Rights Reserved.

Prima muore una donna anziana, poi un cane e i bambini diventano adolescenti. Due di loro fanno sesso e la ragazza ha una gravidanza estremamente accelerata. È qui che la storia di Old si discosta da quella di Sandcastle in modo sostanziale. Nel film di Shyamalan, il bambino muore di fame dopo meno di un minuto, poiché è stato stabilito che i bambini sulla spiaggia hanno bisogno di grandi quantità di cibo per sostenere il loro rapido accumulo di massa. Per il bambino, un minuto senza cibo era l’equivalente fisico di settimane, ed era troppo delicato per sopravvivere ai rapidi effetti di invecchiamento della spiaggia. In Sandcastle, invece, il bambino sopravvive ed è l’ultima persona del gruppo a rimanere in vita alla fine della storia.

La storia di Old sul fatto che la località di villeggiatura sia una copertura per un’azienda farmaceutica che usa la spiaggia per fare esperimenti su persone con particolari malattie è stata costruita a partire da alcuni momenti minori di Sandcastle. Nella graphic novel, uno degli sfortunati frequentatori della spiaggia è uno scrittore di fantascienza che propone alcune teorie diverse su ciò che potrebbe accadere loro. Suggerisce che forse la spiaggia è il risultato di un’azienda di cosmetici che cerca di creare una “fonte di giovinezza” anti-invecchiamento, o che potrebbe essere una sorta di esperimento sociale. A un certo punto il gruppo vede José, il figlio dell’albergatore, correre verso la spiaggia per poi essere freddato da tiratori invisibili prima che possa raggiungerli.

Come finisce Sandcastle

A differenza di Old, dove le persone sulla spiaggia sono in preda al panico e cercano disperatamente di fuggire, in Sandcastle il gruppo accetta il proprio destino in modo più passivo. Dopo che diventa chiaro che la spiaggia è circondata da una forza che non li lascerà andare via, rinunciano più o meno a fuggire e si concentrano alternativamente sul lamento del loro destino e sul tentativo di sfruttare al meglio le loro vite improvvisamente ridotte dando una festa. Quando si avvicinano alla fine della loro vita, Marianna (il personaggio analogo a Prisca in Old) si rivolge al marito Charles (il personaggio su cui si basa Guy) chiedendogli un po’ di “tenerezza” prima di morire.

Ma a differenza dell’adattamento cinematografico, la coppia non si riconcilia. Charles ignora Marianne a favore della costruzione di un castello di sabbia, che continuerà a costruire fino a quando non vi cadrà a faccia in giù e morirà. Alla fine, tutte le persone che erano arrivate sulla spiaggia muoiono di vecchiaia. L’unica persona rimasta in vita è la bambina nata sulla spiaggia, ora donna adulta, che si sveglia e scopre con orrore che sua madre e tutte le altre persone che conosce sono morte. Non avendo nient’altro da fare e nessuna speranza di fuga o di consapevolezza del mondo esterno o di quanto la sua vita sia stata gravemente accorciata, la donna inizia a costruire un castello di sabbia.

Old spiegazione finale
Gael García Bernal, Vicky Krieps, Thomasin McKenzie e Luca Faustino Rodriguez in Old. Photo Credit: Phobymo/Universal – © 2021 Universal Studios. All Rights Reserved.

Come finisce Old

Old ha un finale decisamente più lieto rispetto a Sandcastle, anche se il film ha ancora un alto numero di morti e presenta morti più violente, come la caduta di Kara dalla scogliera e la carenza di calcio di Chrystal che causa l’orribile maciullamento del suo corpo mentre le sue ossa si rompono e si rimarginano istantaneamente con angolazioni strane. Alla fine Maddox e Trent, ormai fisicamente cinquantenni, sono le ultime due persone rimaste in vita sulla spiaggia. Come i personaggi di Sandcastle, si avvicinano alla loro morte con uno strano senso di tranquillità. Tuttavia, a Trent viene in mente che il figlio del gestore del resort, Idlib, gli ha dato un messaggio in codice che non ha ancora capito.

Traduce il messaggio criptico, che dà loro l’indizio che la vicina barriera corallina è il loro unico mezzo di fuga. Prima dell’ultimo tentativo di lasciare la spiaggia, Trent e Maddox sacrificano un altro anno o due della loro vita, prendendosi il tempo di costruire insieme un castello di sabbia. Quando sembra che Trent e Maddox siano annegati nel corallo, Old rivela che erano solo le ultime cavie di un’azienda farmaceutica che sta usando le proprietà di rapido invecchiamento della spiaggia per testare l’efficacia di nuovi farmaci nel tempo.

Mentre il direttore del resort si prepara ad accogliere il prossimo gruppo di soggetti da testare, Trent e Maddox tornano al resort con le prove di tutte le persone scomparse sulla spiaggia, che consegnano a un agente di polizia che soggiorna lì. I dipendenti dell’azienda farmaceutica vengono tutti arrestati e il film si conclude con Trent e Maddox che si allontanano dalla spiaggia in elicottero. È certamente un finale più pulito, ma probabilmente manca della pregnanza dell’immagine finale di Sandcastle.

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Le maggiori differenze tra Sandcastle e Old

Forse la più grande differenza tra Old e Sandcastle è il genere. Shyamalan utilizza il concetto della graphic novel di Lévy e Peeters per creare un film dell’orrore, con un senso di pericolo più immediato e momenti spaventosi come l’inseguimento di Trent e Maddox da parte di Chrystal attraverso le grotte, mentre il suo corpo diventa sempre più contorto. I poteri della spiaggia non sono spiegati in Sandcastle, ma il film approfondisce molto il motivo per cui la spiaggia invecchia le persone (è dovuto alle proprietà insolite delle rocce che la circondano), perché le persone perdono i sensi quando cercano di andarsene e perché le vittime della spiaggia sono state attirate lì.

Il tutto è dunque molto più simile alla fantascienza che non al realismo magico della graphic novel. Mentre il film mostra un forte interesse nel capire esattamente perché la spiaggia fa quello che fa, Sandcastle utilizza invece il rapido invecchiamento come un modo per esplorare il modo in cui le persone vivono la loro vita e i rimpianti che hanno quando invecchiano. Verso la fine della graphic novel, quando il gruppo ha accettato il proprio destino, Amesan racconta loro una storia sulla morte di un re. Nella storia, il re riceve la visita di un mezzo uomo che dichiara di essere un messaggero della morte e di essere venuto a prendere l’anima del re.

Old Thomasin McKenzie Alex Wolff
Alex Wolff e Thomasin McKenzie in Old. Photo Credit: Phobymo/Universal – © 2021 Universal Studios. All Rights Reserved.

Non essendo pronto a morire, il re implora altri sette anni di vita. Il mezz’uomo gli concede il perdono, con la clausola che tornerà a un certo punto nei prossimi sette anni, ma il re non saprà quando apparirà esattamente. Deciso a tenere lontana la morte, il re ordina di costruire una grande fortezza intorno a lui e dice al suo staff di allontanare dai cancelli chiunque lo visiti. Nei sette anni successivi, il re siede nella sua fortezza da solo, mentre i suoi portatori allontanano la moglie, la figlia e il figlio quando cercano di fargli visita. Nel settimo anno il mezz’uomo ritorna, non influenzato dalle mura del forte, e dice al re che morirà nella tomba che ha costruito per sé.

Troppo tardi, il re si rende conto di aver sprecato il prezioso tempo extra che gli era stato concesso, trascorrendo sette anni a preoccuparsi di quando e come sarebbe morto, invece di trascorrere il tempo che gli rimaneva con la sua famiglia. In Sandcastle, la spiaggia è come il mezzo uomo della storia: costringe i personaggi a rendersi conto che presto moriranno e che il vero significato della storia sta nel modo in cui trascorrono il tempo che gli rimane. Old è stato criticato nelle recensioni per aver perso di vista questo significato più profondo a scapito di un’eccessiva spiegazione dei meccanismi della spiaggia.

Tuttavia, l’adattamento di Shyamalan introduce i momenti filosofici più lenti del fumetto in modi più sottili, come quando Guy e Prisca (ormai giunti alla fine della loro vita) si rendono conto di non riuscire più a ricordare il motivo per cui erano così ansiosi di lasciare la spiaggia, e si concedono invece semplicemente di apprezzare il fatto di essere insieme come una famiglia. La decisione di Trent e Maddox di costruire un castello di sabbia prima di nuotare verso il corallo dimostra che hanno imparato la stessa lezione: anche se un’ora sulla spiaggia costa loro due anni di vita, almeno avranno trascorso quei due anni con qualcuno che amano.

Spider-Man: dov’è oggi il cast del film del 2002

Spider-Man: dov’è oggi il cast del film del 2002

Il film Spider-Man di Sam Raimi ha inaugurato una nuova era del cinema dei supereroi e molti membri del cast di questo primo lungometraggio hanno poi intrapreso carriere di rilievo. Con una linea temporale del MCU che ha continuato a combinare tutti i vari universi in film come Spider-Man: No Way Home, c’è motivo di credere che altri attori e personaggi di questa iterazione dell’universo del fionda-ragnatela possano ancora giocare un ruolo nel futuro della Marvel. Per questo è importante rivedere il cast di Spider-Man, con un occhio di riguardo alla loro attuale situazione.

Lo Spider-Verse si è ampliato nei decenni successivi, con film d’animazione e d’azione che si sono incrociati l’uno con l’altro. Il pubblico ha continuato a chiedersi a che punto siano i futuri sequel dell’Uomo Ragno di Tobey Maguire, e anche se più passa il tempo, meno sembra probabile che un evento del genere possa effettivamente verificarsi, sperare non costa nulla. Con l’universo di Spider-Man incentrato sui cattivi della Sony che sembra essersi concluso, il futuro potrebbe essere tutto da scrivere. In questo articolo andiamo allora alla scoperta del cast del film e di dove è oggi.

Tobey Maguire ha interpretato Peter Parker alias Spider-Man

Tobey Maguire è stato una scelta controversa quando è stato scritturato per il ruolo di Peter Parker, ma il fascino pacato dell’attore ha contribuito in modo determinante a far conoscere l’attore e il personaggio al pubblico di tutto il mondo. L’attore ha poi interpretato il ruolo più volte nella trilogia, prima di riprenderlo con grande successo in Spider-Man: No Way Home. Maguire ha avuto un’eccellente carriera cinematografica, ma forse è conosciuto soprattutto per questo ruolo.

Negli anni successivi, Maguire ha continuato a recitare e si è anche cimentato nel mondo del poker professionale. Ha recitato con successo in film come Brothers e Il grande Gatsby e ha prodotto e recitato nel recente film Babylon di Damien Chazelle. Il futuro di Maguire a Hollywood sembra però essere piuttosto incentrato su Spider-Man: si dice infatti che l’attore apparirà in Spider-Man 4 con Tom Holland e nei prossimi film degli Avengers.

Tobey Maguire fisico

Kirsten Dunst ha interpretato Mary Jane Watson

Kirsten Dunst è salita alla ribalta come attrice bambina, poi è cresciuta in film come Bring It On e Il giardino delle vergini suicide prima di diventare una star mondiale in Spider-Man. La sua interpretazione di Mary Jane Watson è stata memorabile e ha mantenuto il ruolo per tutta la trilogia. La chimica della Dunst con Maguire è stata una parte importante della sua inclusione nel franchise, e il ruolo del suo personaggio è stato centrale per l’arco di Peter.

Da allora, la Dunst ha continuato a condurre un’eccellente carriera a Hollywood, apparendo in film come Melancholia e L’inganno. Più recentemente, ha ricevuto una nomination all’Oscar come miglior attrice non protagonista per la sua interpretazione in Il potere del cane. Ha poi recitato in Civil War di Alex Garland nel 2024, e apparirà accanto a Channing Tatum in Roofman, un dramma criminale diretto da Derek Cianfrance.

Willem Dafoe ha interpretato Norman Osborn, il Goblin Verde

Uno dei migliori cattivi di Spider-Man, Willem Dafoe è stato una delle parti più memorabili di un film incredibile, interpretando Norman Osborn come una sorta di mentore e nemico di Peter. Dafoe è stato lodato per la sua passione e il suo dinamismo nel ruolo, che è tornato a interpretare ancora una volta in Spider-Man: No Way Home. Il ritorno si è rivelato appropriato per l’attore, che nei decenni successivi ha esplorato una pletora di ruoli interessanti e artistici.

Dafoe ha lavorato con diversi registi d’autore nel corso degli anni, apparendo in film di Robert Eggers come The Lighthouse e Nosferatu. Ha anche lavorato per la DC, interpretando un ruolo in Aquaman. Dafoe era già un attore affermato quando è entrato a far parte del cast di Spider-Man, e da allora ha continuato a dare prova di sé. Il futuro di Dafoe sembra brillante come il passato, a prescindere dal fatto che torni o meno a vestire i panni di Norman Osborn.

James Franco ha interpretato Harry Osborn

James Franco è stato quasi scritturato per il ruolo di Spider-Man, ma l’attore si è poi sviluppato nella trilogia come Harry Osborn. Franco ha poi avuto un’eccellente carriera a Hollywood come scrittore, regista e attore. È apparso in tutti i tipi di ruoli, sia comici in film come The Interview e Pineapple Express che drammatici, ottenendo una nomination all’Oscar per il suo ruolo di protagonista in 127 ore.

Recentemente Franco ha affrontato polemiche pubbliche dopo le accuse di sfruttamento nel 2018. Da allora l’attore ha continuato a lavorare, anche se la sua presenza nel settore è molto più ridotta rispetto al passato. Di recente lo si è visto nel film Hey Joe, mentre il suo prossimo lavoro da regista è il film The Last Home, in cui Franco recita anche con Josh Hutcherson e Zoe Levin.

Rosemary Harris ha interpretato zia May Parker

Rosemary Harris era perfetta per la zia May, importante come attrice e accurata dal punto di vista dei fumetti. Ha interpretato un tipo di zia anziana dolce e premurosa, che è stato poi sovvertito in film più recenti con attori più giovani e moderni. La Harris aveva già settant’anni quando ha accettato il ruolo e oggi ne ha 97, ma continua a lavorare con una certa frequenza.

Più che al cinema, Harris è apparsa in varie serie acclamate, tra cui The Undoing e Search Party. Ha anche lavorato a Broadway nel 2019, dove ha interpretato Mrs. Higgins in un adattamento di My Fair Lady. Harris continua chiaramente a essere un’attrice importante e celebrata e sembra che probabilmente continuerà a lavorare fino a quando non potrà più farlo.

Cliff Robertson interpreta Ben Parker

Cliff Robertson ha interpretato uno dei personaggi più importanti del mito di Spider-Man, lo zio Ben, venendo ricordato in questo film per la sua iconica battuta: “Da un grande potere derivano grandi responsabilità”. L’attore ha lavorato per molti decenni, iniziando con il suo primo ruolo accreditato nel 1955. È apparso in tutta la trilogia di Spider-Man di Raimi e nei film più recenti dello Spider-Verse sono stati utilizzati filmati d’archivio dell’attore.

Purtroppo Robertson è deceduto per cause naturali nel 2011 all’età di 88 anni. Il suo ultimo ruolo filmato è stato un cameo in Spider-Man 3 di Raimi. Il lavoro dell’attore nella sfera dei supereroi, dove è apparso per la prima volta nella serie di Batman del 1966, e al di fuori di essa, ha contribuito a definirlo come una parte importante del canone cinematografico.

J.K. Simmons ha interpretato J. Jonah Jameson

J. K. Simmons è diventato uno dei più memorabili caratteristi del nostro tempo e gran parte di questo successo è dovuto alla sua iconica interpretazione di J. Jonah Jameson. L’attore era così perfetto per il ruolo che Simmons è stato riportato come Jameson nel MCU nei film recenti. Tuttavia, l’attore è noto per molto altro e ha persino attraversato gli universi dei supereroi, prestando la sua voce a Invincible e apparendo come James Gordon in Justice League.

Simmons ha vinto un Oscar per il suo lavoro in Whiplash e continua a lavorare in ambito drammatico, oltre che in film più commerciali. Recentemente, ha interpretato Babbo Natale in Uno Rosso e ha prestato la sua voce a videogiochi come Baldur’s Gate 3 e Mortal Kombat 1. Nel 2025 riprenderà il ruolo di Ray King in The Accountant 2, accanto a Ben Affleck e Jon Bernthal.

J.K. Simmons come J. Jonah Jameson

Joe Manganiello ha interpretato Flash Thompson

Joe Manganiello è apparso brevemente nel ruolo del bullo di Peter, Flash Thompson, ma l’attore ha poi avuto una lunga carriera di successo. Sebbene il suo ingresso nel DCEU nel ruolo di Deathstroke non sia stato visto appieno, con il cattivo previsto per l’iterazione abbandonata del Batman di Ben Affleck che ha fatto solo un breve cameo in Justice League, Mangianello ha continuato a lavorare. Il suo esordio è stato nella serie HBO True Blood.

Da allora, è apparso in progetti di ogni tipo. L’attore ha avuto un ruolo memorabile nella trilogia di Magic Mike, oltre a ruoli in film come Rampage, What to Expect When You’re Expecting e The Kill Room. Oltre a recitare, Manganiello ha lavorato nella scrittura e nella regia e attualmente sta sviluppando un documentario sul popolare gioco di ruolo da tavolo Dungeons & Dragons.

Elizabeth Banks ha interpretato Betty Brandt

Elizabeth Banks è diventata famosa da quando ha interpretato Betty Brandt, uno dei primi interessi amorosi di Peter nei fumetti, nei film di Raimi sull’Uomo Ragno. Da allora, la Banks è apparsa in film di ogni tipo, interpretando ruoli da cattiva in Power Rangers del 2017, ma anche commedie in The Lego Movie e nel suo sequel. Ha lavorato nell’horror in Brightburn e ha avuto ruoli ricorrenti in serie televisive come Modern Family e la serie Netflix Wet Hot American Summer.

Più recentemente, tuttavia, la Banks ha lavorato nella regia. Ha ottenuto un discreto successo con il reboot di Charlie’s Angels e Pitch Perfect 2 prima di dirigere Cocainorso, uno dei film più chiacchierati del 2023. La Banks ha in programma una serie di progetti per il futuro, e prossimamente produrrà e reciterà nel thriller psicologico Dreamquil insieme a John C. Reilly.

Bruce Campbell ha interpretato l’annunciatore del ring

In un’apparizione notevole, anche se breve, la leggenda dei film di serie B Bruce Campbell – celebre per il ruolo di Ash nella trilogia di La casa – dà in questo film il nome da supereroe al protagonista. Campbell è poi apparso in diversi altri ruoli nel corso della trilogia. L’attore vanta infatti un lungo rapporto collaborativo con il regista Sam Raimi e avrebbe dovuto interpretare Mysterio in Spider-Man 4. Ciò non è avvenuto, ma Campbell ha continuato a lavorare, riprendendo il ruolo del protagonista in Ash vs Evil Dead, che è durata tre stagioni.

Più di recente l’attore è tornato ai camei Marvel, con un’apparizione in Doctor Strange nel Multiverso della Follia di Raimi nel ruolo di Pizza Poppa. Nel 2024 ha recitato nella serie televisiva Hysteria e ha continuato a prestare la sua voce a vari media, compresi i videogiochi, dove il personaggio di Ash è apparso più volte. Campbell continua a essere acclamato per i suoi ruoli storici.

Octavia Spencer

Octavia Spencer è forse l’ex allieva più nota del cast di Spider-Man, avendo intrapreso un’incredibile e acclamata carriera cinematografica. La Spencer ha avuto solo un piccolo ruolo nel film, svolgendo il compito di registrare il nome dell’Uomo Ragno per il suo primo combattimento, ma da allora è diventata un nome noto in film come Il diritto di contareLa forma dell’acqua e The Help, grazie al quale ha vinto l’Oscar come Miglior attrice non protagonista. Ha anche pubblicato una serie di libri per bambini intitolata Randi Rhodes, Ninja Detective e presterà la sua voce a I puffi – Il film.

Death Stranding: l’adattamento di A24 ha trovato un regista/sceneggiatore

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Anche se è immerso nella post-produzione del suo prossimo film Death of Robin Hood per A24, Michael Sarnoski e lo studio stanno già tenendo d’occhio il loro prossimo progetto insieme. Sarnoski scriverà e dirigerà l’attesissimo adattamento live-action del videogioco di Hideo Kojima che sfida i generi, Death Stranding, con A24 e Kojima Productions come produttori. Anche Square Peg si unirà come produttore. Il film approfondirà i misteri che circondano “Death Stranding”, una serie catastrofica di eventi che hanno offuscato i confini tra il mondo dei vivi e quello dei morti, facendo emergere creature da incubo in un mondo frammentato sull’orlo del collasso.

Death Stranding ha catturato l’immaginazione di milioni di giocatori, raggiungendo oltre 19 milioni di giocatori in tutto il mondo. Lanciato originariamente l’8 novembre 2019 per PlayStation 4, il gioco vanta un cast stellare, tra cui Norman Reedus, Mads Mikkelsen, Léa Seydoux, Guillermo del Toro e Margaret Qualley. I giocatori assumono il ruolo di Sam Porter Bridges, un personaggio incaricato di riunire un’America divisa, ricostruire la speranza e ristabilire i legami tra gli ultimi resti dell’umanità.

La notizia segue a ruota una serie di annunci di Kojima Productions al SXSW, tra cui la data di lancio del nuovo gioco Death Stranding 2: On the Beach (26 giugno 2025), il debutto di un nuovissimo trailer, la conferma di un tour mondiale di concerti basato sul franchise e una collaborazione con l’orologiaio di lusso Hamilton; i dettagli completi del prodotto sono disponibili qui. Questo gioco vede il ritorno di Norman Reedus, Léa Seydoux, Nicolas Winding Refn e Troy Baker, a cui si uniranno Luca Marinelli, George Miller ed Elle Fanning.

Il progetto offre allo scrittore-regista un’altra proprietà intellettuale di alto profilo da aggiungere al suo curriculum dopo il suo film di successo acclamato dalla critica Pig. Il film ha visto Nicolas Cage dare una delle sue interpretazioni più acclamate dalla critica della sua carriera e ha messo Sarnoski sulla mappa come una stella nascente tra i registi. Il progetto ha anche portato a Sarnoski lo spin-off di alto profilo di A Quiet Place, A Quiet Place: Giorno Uno. Il film è uscito la scorsa estate incassando più di 250 milioni di dollari in tutto il mondo.

Jenna Ortega rivela il vero motivo per cui ha deciso di non tornare per Scream 7

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Jenna Ortega ha rotto il silenzio sulla vera motivazione che l’ha spinta a dire di no a Scream 7 e a lasciare il franchise. Nel 2023, è emersa la notizia che la star di Scream Melissa Barrera non sarebbe tornata per l’imminente settimo capitolo della longeva saga slasher dopo essere stata licenziata dal suo ruolo di Sam Carpenter per aver condiviso sui social media quelli che erano considerati commenti “antisemiti”.

A questo evento ha fatto seguito la notizia che Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett, il duo noto come Radio Silence, non sarebbero tornati a dirigere il progetto dopo aver diretto i due capitoli precedenti. Lo studio ha ricevuto molte reazioni negative per la situazione di Barrera e si è ipotizzato che alcuni dei suoi compagni di cast di Scream avrebbero potuto mostrare il loro supporto. Poco dopo, abbiamo appreso che Jenna Ortega, che interpreta la sorella sullo schermo di Barrera, Tara, non avrebbe ripreso il suo ruolo, sebbene i media affermassero che la sua decisione non aveva nulla a che fare con la partenza di Barrera.

I rappresentanti di Ortega avrebbero informato Spyglass prima dello sciopero SAG-AFTRA che non sarebbe tornata. Molteplici fonti hanno affermato che l’attrice “o non aveva un accordo o, nel rinegoziare la sua opzione, ha chiesto ciò che la società cinematografica riteneva fosse troppo denaro”.

Ora, Jenna Ortega ha rotto il silenzio sulla questione e, nonostante le segnalazioni contrarie, sembra che abbia deciso di non tornare dopo aver appreso che Barrera e i registi originali Radio Silence non sarebbero tornati. “Non aveva nulla a che fare con lo stipendio o la programmazione”, dice Ortega a The Cut. “Stava tutto andando a rotoli. Se Scream VII non fosse stato con quel team di registi e quelle persone di cui mi ero innamorata, allora non mi sembrava la mossa giusta per la mia carriera in quel momento”.

“Mi è capitato di entrare a far parte di molti franchise, ed è fantastico far parte di un’eredità”, ha aggiunto. “Ma io sto cercando di dare la priorità a nuovi registi e storie originali. So che dall’esterno, forse le persone guardano alle mie scelte come, ‘Cavolo, che diavolo sta facendo questa ragazza?’ Non avrei mai pensato di fare un film con gli unicorni. Ma una sceneggiatura originale è emozionante. Se posso aiutare a realizzarla, mi piace farlo”.

Tutto quello che sappiamo su Scream 7

Dopo mesi di attesa, è stato confermato che Scream 7 è ufficialmente in fase di sviluppo. Nel 2022, il franchise slasher preferito dai fan è stato ripreso sotto la guida del duo di registi Tyler Gillett e Matt Bettinelli-Olpin, che fanno parte del collettivo di cineasti noto come Radio Silence. I due hanno diretto sia Scream del 2022 che Scream VI di quest’anno, che è diventato il capitolo di maggior incasso del franchise a livello nazionale. Christopher Landon, il regista di successi horror come i film Auguri per la tua morte, era stato chiamato ad occuparsi della regia, ma ha in seguito abbandonato il ruolo, ora passato a Kevin Williamson.

Neve Campbell e Courteney Cox sono pronte a riprendere i rispettivi ruoli di Sidney Prescott e Gale Weathers, insieme al ritorno di Mason Gooding nei panni di Chad Meeks-Martin. I nuovi membri del cast includono Isabel May, Celeste O’Connor, Asa Germann, Mckenna Grace e Sam Rechner. Come confermato, anche Jasmin Savoy Brown tornerà nei panni della sorella del personaggio di Gooding, Mindy. David Arquette tornerà nel ruolo dell’ex agente di polizia Dewey Riley, insieme a uno dei due Ghostface originali, Matthew Lillard, e Scott Foley.

Non è ancora stata resa nota la trama del nuovo slasher, ma sappiamo che Kevin Williamson, architetto del franchise di Scream che ha sceneggiato il film originale di Wes Craven, dirigerà da una sceneggiatura di Guy Busick. Dopo aver collaborato con lo sceneggiatore per il reboot di Scream del 2022 e per il già citato Scream VI, sono presenti anche James Vanderbilt, William Sherak e Paul Neinstein, che producono per Project X Entertainment. Prodotto da Spyglass Media Group, Scream 7 uscirà nelle sale di tutto il mondo tramite Paramount Pictures il 27 febbraio 2026.

The White Lotus Stagione 3: quali sono i termini dell’accordo tra Greg e Belinda?

ATTENZIONE: SPOILER ENORMI per il finale della terza stagione di The White Lotus.

La tensione tra Greg e Belinda nella terza stagione di The White Lotus culmina in un accordo che merita una riflessione approfondita. Sebbene la stagione presenti un cast di nuovi personaggi interpretati da attori di talento, Greg e Belinda, già noti per i loro ruoli nelle stagioni precedenti, tornano con una storia che si collega agli eventi della seconda stagione, in particolare alla morte di Tanya (di cui Greg è responsabile). La trama si sviluppa con Belinda che scopre il coinvolgimento di Greg nella morte di Tanya e viene perseguitata da lui affinché mantenga il silenzio.

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Fin dall’inizio della serie, era noto che Tanya avesse un patrimonio di 500 milioni di dollari, che Greg eredita dopo la sua morte, un decesso che sappiamo essere stato causato da lui. Nella terza stagione, Belinda viene a conoscenza della verità e Greg cerca di farla tacere. La prima proposta di Greg è di darle 100.000 dollari, ma dopo aver discusso con Zion, il figlio di Belinda, lei decide di negoziare una cifra maggiore. Zion, usando il suo fascino e le sue competenze in business, tenta di estorcere a Greg una somma più alta. Il suo piano include la fornitura dei dettagli bancari di Belinda, permettendo a Greg di trasferire i fondi direttamente. Alla fine, Greg accetta di pagare 5 milioni di dollari. Belinda, una volta ricevuto il denaro, accetta di mantenere il silenzio, permettendo a Greg di vivere senza preoccupazioni legali.

Come mai Greg sceglie di soddisfare le richieste di Belinda nel finale di The White Lotus Stagione 3?

La scelta di Greg di offrire una somma maggiore si può spiegare sotto vari aspetti. Da un lato, c’è la sua volontà di evitare qualsiasi problema legale riguardo alla morte di Tanya, ma dall’altro, emerge anche una sua trasformazione psicologica. Greg, che si è sempre mostrato un personaggio negativo e manipolatore, sembra più sereno, forse anche grazie alla sua giovane fidanzata Chloe, con cui sta finalmente esplorando un lato della sua sessualità che aveva trascurato per anni. Questo cambiamento nel suo stato d’animo lo porta a prendere decisioni più generose, compreso l’accordo con Belinda, che gli consente di evitare situazioni problematiche e di vivere senza l’ombra della legge che incombe su di lui.

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Per quanto riguarda Belinda, inizialmente è indecisa se accettare o meno il denaro, poiché è uno dei personaggi più moralisti della serie. Tuttavia, quando alla fine accetta i 5 milioni, la sua decisione suggerisce che, nonostante le sue convinzioni iniziali, la ricchezza ha avuto una forte influenza su di lei. Questo cambiamento rapido nelle sue priorità è significativo. Infatti, una volta ottenuto il denaro, Belinda abbandona i suoi sogni imprenditoriali, scegliendo di vivere una vita più comoda, segno di una trasformazione interiore. Questo comportamento riflette uno dei temi centrali di The White Lotus: come la ricchezza possa cambiare radicalmente le persone, facendo emergere desideri e scelte che prima sembravano impensabili.

La stagione si chiude quindi con la conferma che Belinda ha accettato il silenzio in cambio dei 5 milioni di dollari, e Greg, pur mantenendo il suo lato oscuro, sembra finalmente in pace con se stesso, libero dalle preoccupazioni legali.

Sydney Sweeney, in attesa di Eden, ecco dove vedremo l’attrice!

Sydney Sweeney, in attesa di Eden, ecco dove vedremo l’attrice!

Che sai decisamente bella, è lampante, che sia versatile e molto talentuosa è quello che ha dimostrato di progetto in progetto negli ultimi anni Sydney Sweeney, che, arrivata alla ribalta con Euphoria, si è conquistata un posto d’onore nel panorama hollywoodiano. La vedremo a breve in Eden di Ron Howard (qui la recensione) e in molti altri progetti in fase di produzione e sviluppo a cui l’attrice ha aderito. Eccoli di seguito!

Eden di Ron Howard

Ana de Armas, Sidney Sweeney e Daniel Bruhl in Eden
Ana de Armas, Sidney Sweeney e Daniel Bruhl in Eden © Cortesia 01 Distribution

Tra i vari registi di comprovata fama con cui sta lavorando, Ron Howard è una specie di gioiello della corona nel tesoro di Sydney Sweeney. Il regista premio oscar l’ha diretta infatti in Eden, in cui recita al fianco di Jude Law, Vanessa Kirby, Daniel Brühl e Ana de Armas. Distribuito da 01 Distribution, il film sarà nelle sale italiane dal 10 aprile.

Il film segue le vicende di Friedrich Ritter, medico tedesco, e della sua compagna Dora, che approdano sull’isola di Floreana nel 1929 con l’obiettivo di costruire una nuova vita lontano dalla società. Il loro esperimento attira ben presto l’attenzione internazionale e, nel tempo, altre persone decidono di unirsi a loro, tra cui la famiglia Wittmer e una misteriosa baronessa austriaca accompagnata da due amanti. Quella che doveva essere un’utopia si trasforma però in un microcosmo teso e instabile, dove le tensioni, le gelosie e le ambizioni personali portano a una serie di eventi oscuri e mai completamente chiariti. Eden mette in scena questa vicenda con uno stile visivo potente e una narrazione che fonde dramma psicologico e mistero.

Scandalous! di Colman Domingo

reality Sydney Sweeney

Sarà sicuramente sul set di Euphoria che Colman Domingo ha imparato ad apprezzare le doti di Sydney Sweeney. Scandalous! è un tuffo nella Hollywood classica per la quale Sweeney sembra fatta apposta. Nel film interpreterà Kim Novak, per una storia d’amore tra lei e Sammy Davis Jr. In questa occasione si occuperà anche della produzione del film con Tani Cohen e Bobby Rock.

Scandalous è un dramma in costume sulla storia d’amore clandestina tra la star del cinema degli anni ’50 e il cantante e ballerino. Il film esplorerà l’esame che la coppia ha dovuto affrontare dopo che la loro relazione è diventata pubblica.

The Housemaid di Paul Feig

Immaculate recensione Sydney Sweeney
Photo Courtesy of NEON

Il maestro della commedia Paul Feig ha voluto Sydney Sweeney nel suo prossimo film, in cui la giovane interprete recita al fianco di un’altrettanto bionda e talentuosa attrice, Amanda Seyfried.

Nel film, Sydney Sweeney interpreterà Millie, una giovane donna in difficoltà che si sente sollevata dall’idea di ricominciare da capo come domestica della ricca coppia Nina (Seyfried) e Andrew. Tuttavia, secondo la logline ufficiale, “Millie scopre presto che i segreti della famiglia sono molto più pericolosi dei suoi”.

Sono entusiasta che ‘The Housemaid’ si unisca alla nostra programmazione”, ha dichiarato Adam Fogelson, presidente del Lionsgate Motion Picture Group. “Un grande regista e un grande cast con una grande sceneggiatura tratta da un grande libro è un ottimo punto di partenza. Le mie precedenti esperienze di lavoro con Paul e Amanda sono state a dir poco spettacolari, e Sydney ha un talento e un’attitudine irresistibili”.

Il biopic su Christy Martin di David Michod

Sydney Sweeney attrice
Sydney Sweeney at the world premiere of Madame Web – Photo by imagepressagency via Depositphoto.com

Sotto la direzione del regista di Oz David Michôd, noto per film viscerali come Animal Kingdom e The King, il progetto attualmente senza titolo traccerà la vera storia dell’ascesa di Martin fino a diventare la pugile più famosa d’America negli anni ’90: la “Rocky femmina”, nelle parole dei produttori del film. Combattente dotata per natura, la sua vita si trasformò nel 1989 quando incontrò il suo manager, e poi marito, Jim Martin. Superando i confini, è diventata la prima donna a firmare con l’iconico promotore Don King e l’unica pugile donna ad apparire sulla copertina di Sports Illustrated. Il suo carisma, il suo bell’aspetto e la sua resilienza sul ring le hanno fatto guadagnare un’appassionata base di fan e l’hanno spinta a diventare campionessa dei pesi welter. Ma dietro il personaggio pubblico ben definito, ha affrontato demoni personali, relazioni tossiche e un brutale attentato alla sua vita.

Per Sydney Sweeney si tratta di un ritorno a un materiale maturo che ha già ampiamente dimostrato di saper gestire con Euphoria e White Lotus. L’attrice ha detto a Deadline: “Ho lottato e praticato kickboxing dai 12 ai 19 anni. Non vedevo l’ora di tornare sul ring, allenarmi e trasformare il mio corpo. La storia di Christy non è leggera, è fisicamente ed emotivamente impegnativa, c’è molto peso da portare. Ma adoro sfidare me stessa”.

Euphoria stagione 3 creata da Sam LevinsonSydney Sweeney

Per Levinson, Sydney Sweeney torna a vestire i panni di Cassie. Finalmente, dopo molti dubbi e ripensamenti, la terza stagione di Euphoria è in fase di ripresa. Dopo molti mesi di aggiornamenti contrastanti riguardo alla serie originale della HBO, il network via cavo ha finalmente annunciato su X (ex Twitter) che il dramma young adult era effettivamente in lavorazione. Il post include la semplice didascalia “La terza stagione di Euphoria è in produzione” e un’immagine di Zendaya nei panni di Rue che si guarda alle spalle con aria cupa.

Sebbene l’aggiornamento sia certamente entusiasmante, nessuno dei partecipanti alla terza stagione ha ancora rivelato una tempistica di produzione completa. Tuttavia, con un ritardo di tre anni tra le stagioni (finora), forse la HBO vorrà girare la terza stagione il più rapidamente possibile. Allo stato attuale, non è nota alcuna data di uscita per la terza stagione di Euphoria.

Un film Minecraft: 10 easter eggs dal videogioco originale

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Un film Minecraft: 10 easter eggs dal videogioco originale

Un film Minecraft è appena uscito nelle sale e, come prevedibile, il film contiene molti riferimenti ed Easter Egg relativi al videogioco originale. Sebbene le recensioni non siano state entusiastiche, il film sta percorrendo una buona strada al box office e ci sono molti momenti, personaggi e scene che i fan di Minecraft possono analizzare man mano che nuovi dettagli vengono resi pubblici.

Con il suo cast di prima categoria, Un film Minecraft cerca di conquistare anche chi non ha un legame così profondo con il gioco, ma per fortuna il film non lesina riferimenti alla storia originale, offrendo a chi ha una storia con il gioco molti divertenti Easter Egg da scovare.

Schermata di generazione del mondo

Ogni volta che viene creato un nuovo mondo appare un quadrato

Una schermata di caricamento di Minecraft con la scritta “generazione del mondo”. Un film Minecraft si apre con un monologo di Steve, interpretato da Jack Black, ma la prima immagine che il film mostra al pubblico è una barra di avanzamento che si accumula lentamente fino al 100% mentre i pixel nel riquadro centrale si riempiono. Chiunque abbia giocato al videogioco avrà familiarità con questa barra, che appare anche ogni volta che viene creato un nuovo mondo in Minecraft.

Questo è un riferimento molto divertente che rafforza l’idea che si tratti semplicemente di una storia che si sviluppa nell’universo di Minecraft, da cui il nome Un film Minecraft, anziché qualcosa di simile a Il film Minecraft. Il videogioco si basa sul fatto che ogni persona vive un’esperienza unica con cui può fare ciò che vuole, quindi questa è stata un’ottima scelta per l’inquadratura iniziale.

Spider Jockey

Una rara proliferazione dell’1%

Un aspetto divertente del film, che è stato evidenziato all’inizio del ciclo di marketing, era il fatto che uno dei personaggi, solitamente Steve di Jack Black, gridasse continuamente i nomi di oggetti e concept di Minecraft, dai chicken jockey alle perle di Ender fino a un tavolo da lavoro. Tuttavia, un gruppo di creature che non ha ricevuto alcun riconoscimento specifico sono state le spider jockey, gli scheletri che cavalcano ragni apparsi durante la prima notte degli umani.

Sebbene nel film siano state affrontate con relativa facilità, possono rivelarsi creature molto letali quando incontrate nel gioco, poiché gli attacchi a distanza dello scheletro combinati con i movimenti più rapidi del ragno possono rappresentare una combinazione pericolosa per i nuovi giocatori. Sono anche piuttosto rare, con una probabilità di spawnare solo dell’1% ogni volta che un ragno appare nel mondo.

Carrelli da miniera lenti

Una parte frustrante del gioco

Questo è qualcosa che tutti i giocatori di Minecraft probabilmente dovranno affrontare a un certo punto della loro vita: carrelli da miniera molto lenti che si rifiutano di muoversi alla velocità desiderata. Quando Steve, Garrett e Henry cercavano di sfuggire al Grande Cinghiale nella miniera di redstone, i loro binari si sono esauriti e Garrett è stato costretto a spingere il carrello a piedi, nel disperato tentativo di sfuggire a un’orda di creeper.

Questo è molto fedele al gioco, perché se si esauriscono le rotaie alimentate su un binario, si dovrà aspettare a lungo per percorrere qualsiasi distanza. Tuttavia, questo è un riferimento ancora più profondo, perché nelle precedenti edizioni del gioco non era possibile spostare i carrelli da miniera senza una rotaia alimentata, e bisognava spingerli per spostarli.

Pigstep

Una delle canzoni più amate del gioco

Sebbene la colonna sonora di Un film Minecraft contenga numerose canzoni su licenza, include anche diversi brani classici di Minecraft, il più importante dei quali è la classica sigla di C418, intitolata semplicemente “Minecraft”. Tuttavia, un’altra canzone del videogioco è presente in modo prominente durante la scena del talent show di Nether, intitolata “Pigstep”, composta da Lena Raine e pubblicata per Minecraft.

Quell’aggiornamento è stato quello che ha introdotto i Piglin e, da allora, “Pigstep” è diventata una delle canzoni più amate della colonna sonora di Minecraft. Non è nota quanto i classici di C418, che ormai sono sinonimo del videogioco, quindi probabilmente sarà un dettaglio un po’ meno noto ad essere incluso nel film.

Attuare una caduta con un secchio

Un classico trucco di Minecraft

Questo riferimento si verifica dopo che Steve, Garrett e Henry sono fuggiti dall’assalto dei Piglin al villaggio e sono atterrati di fortuna vicino alle miniere di pietra rossa mentre si dirigevano verso la Woodland Mansion. Mentre iniziavano a schiantarsi al suolo, Steve, interpretato da Jack Black, ha lasciato cadere un secchio d’acqua a terra, attutindo la caduta senza che nessuno dei due riportasse ferite gravi. La scena viene citata anche in seguito, quando Garrett spiega come è sopravvissuto all’esplosione sul ponte usando lo stesso trucco.

Questo è un classico trucco di Minecraft, che ha resistito alla prova del tempo fin dai primi giorni del gioco. Qualsiasi quantità d’acqua attutisce una caduta nel videogioco, quindi se un giocatore ha tempi di reazione sufficientemente rapidi, può sopravvivere a una caduta da qualsiasi distanza. Oggigiorno ci sono altri modi per sopravvivere a cadute simili in Minecraft, ma il trucco del secchio d’acqua è chiaramente rimasto importante per molti giocatori.

Abitante del Villaggio Idiota

Un sottotipo specifico di abitante del villaggio

Mentre la maggior parte degli abitanti del villaggio in Un film Minecraft svolgeva vari lavori nella piccola città in cui vive Steve, ce n’è uno che si è trovato a vagare per il portale per la Terra ed è fuggito nel mondo reale, innamorandosi infine del personaggio di Jennifer Coolidge. Indossava un abito verde e non sembrava avere alcun tipo di lavoro, il che è un chiaro riferimento al sottotipo di abitante del villaggio Idiota, che indossa un abito verde e non può ottenere una professione.

La sottotrama dell’abitante/vicepreside Marlene è stata uno degli aspetti più divertenti del film, e conoscendo la natura idiota dell’abitante del villaggio, ha ancora più senso. Sebbene Un film Minecraft sia molto buffo nel complesso, quel punto della trama in particolare si distingue per essere molto ridicolo, e sapere che l’abitante del villaggio (a cui viene data voce in modo esilarante nella scena post-credit di Un film Minecraft) era un idiota rende il tutto ancora più divertente.

Ciclo del giorno di 20 minuti

Un cenno al funzionamento interno del gioco

Questo è stato menzionato molto presto nel film, quando l’Overworld è diventato notte molto più velocemente di quanto i nuovi arrivati ​​umani si aspettassero, con Dawn che ha persino osservato che sembravano 20 minuti. Ironicamente, aveva colto nel segno, dato che 20 minuti è esattamente la durata di un giorno in Minecraft, con il tempo che scorre 72 volte più velocemente che nel mondo reale.

Sebbene il tempo che scorre molto più velocemente in Un film Minecraft sia una parte ovvia della trama, il riferimento specifico al ciclo giorno-notte di 20 minuti è un divertente cenno per chi ha più familiarità con il funzionamento interno del gioco. È qualcosa che non è necessario per capire cosa sta succedendo nel film, ma fa sentire meglio chi lo conosce per aver capito il riferimento, che è ciò che sono la maggior parte dei grandi Easter egg.

Pirotecnico con elitre potenziate

Mantiene lo spirito del gioco

Questa scena è accaduta poco prima che Steve si attutisca la caduta con il secchio d’acqua, mentre Henry cercava di liberarsi dal piglin che gli si era aggrappato alla gamba durante il volo. Tira fuori un fuoco d’artificio e lo usa per ottenere un’enorme accelerazione, facendo cadere il piglin dalla sua gamba prima di perdere il controllo e infine schiantarsi con le elitre contro Garrett e Steve.

Questo momento era stato prefigurato in precedenza, quando Steve disse che i fuochi d’artificio erano utili per aumentare la velocità, quindi all’interno del film aveva senso, dato che c’era un’introduzione e una conclusione. Anche i fuochi d’artificio funzionano in questo modo nel gioco, sebbene tendano ad essere molto meno volatili quando danno l’impulso di velocità. Un film di Minecraft non è fedele al 100% alle regole di Minecraft, ma riesce comunque a rimanere fedele allo spirito del gioco, rendendo queste differenze irrilevanti nel grande schema delle cose.

Non guardare un Enderman

Non attaccheranno mai per primi se lasciati soli

Per i giocatori di Minecraft, questo è uno dei consigli più importanti da dare a chi ha meno familiarità con il gioco, poiché non seguire questo avvertimento L’ing può causare molto dolore a chi non sa cosa sta facendo. Gli Enderman sono tra i nemici più difficili di Minecraft, ma ignoreranno completamente un giocatore a meno che non attacchi per primo o non osi guardarlo negli occhi.

Un film Minecraft ha dato a tutti i diversi nemici il loro momento di gloria e, per fortuna, all’Enderman è stata concessa una scena in cui gli è stato permesso di essere la terrificante creatura che è nel gioco. Sebbene la versione videoludica di questi nemici non mostri ai giocatori le loro peggiori paure che si avverano, farsene nemico al momento sbagliato può certamente trasformare quelle paure in realtà in pochi colpi rapidi.

Technoblade non muore mai

Uno YouTuber leggendario

C’è un momento in Un film Minecraft in cui appare un maiale con una corona in testa, al che Henry chiede: “È una specie di re?” e Steve risponde: “È una leggenda”. Questo è un riferimento allo YouTuber di Minecraft Technoblade, il cui logo era un maiale con una corona in testa. Technoblade è tragicamente scomparso qualche anno fa all’età di 23 anni, rendendo questo tributo uno dei momenti più strazianti del film.

Technoblade era amato dalla community di Minecraft e la sua scomparsa è stata un momento che sembra aver unito quasi tutti su Internet nel lutto per una persona che ha portato così tanta gioia a così tante persone in tutto il mondo. Minecraft ha persino aggiunto una schermata iniziale alla home page del gioco con la scritta “Technoblade non muore mai!” Fortunatamente, con questo Easter egg, Un film Minecraft continua questa tendenza, consolidando la sua eredità nel film, assicurando che il suo impatto sul gioco non venga dimenticato.

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