Arriva per la prima volta su Rai 2
il film francese Gli omicidi di Pont D’Arc (titolo
italiano di Le secret de la grotte), diretto nel 2023
da Christelle Raynal. Si
tratta di un film per la TV che si basa su una celebre località e
sito turistico francese per proporre un racconto di carattere
thriller dove il mistero nel presente si lega ad un caso del
passato rimasto irrisolto. Un titolo dunque dove si mescolano più
elementi ed atmosfere.
Il film, realizzato dunque
unicamente per la TV francese, arriva ora anche sugli schermi
italiani, ed è l’ideale per gli appassionati di questo genere,
attratti dai misteri e dal percorso che si compie per arrivare alla
loro risoluzione. Oltre a ciò, il film è un titolo che suscita
interesse anche solo per il suo mostrare una serie di location di
grande fascino e che sono qui vere e proprie protagoniste di questo
racconto.
In questo articolo, approfondiamo
dunque alcune delle principali curiosità relative a Gli
omicidi di Pont D’Arc. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alle
location dove si sono svolte le riprese. Infine,
si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Catherine Davenier e Élodie Varlet in Gli omicidi di Pont
D’Arc
La trama di Gli omicidi di Pont D’Arc
Il film ha per protagonisti il
capitano della gendarmeria francese Riad Lekcir e
la responsabile della sezione scientifica Manon
Ferret-Duval. I due sono legati da un passato controverso
e doloroso. Nel 1994, Kamel, fratello maggiore di
Riad, fu accusato di aver ucciso i genitori di Manon. All’epoca
Kamel aveva otto anni e quando vide crollare i suoi alibi si
suicidò. Ora Riad e Manon sono colleghi e devono collaborare su un
caso molto singolare.
Il cadavere di un uomo è stato
rinvenuto sulle rive dell’Ardèche, si tratta di una figura nota
agli abitanti della zona. L’arma del delitto è la lama di una
pietra intagliata più di 40 mila anni fa, periodo corrispondente
alla presenza dell’uomo nella grotta rupestre scoperta proprio nel
1994. Gli investigatori devono mettere da parte i traumi del
passato e portare avanti le indagini, che sveleranno un legame tra
l’omicidio e il dramma avvenuto trent’anni prima.
Il cast del film
Ad interpretare Riad Lekcir vi è
l’attore Samy Gharbi, noto per il suo ruolo
ricorrente nella serie Demain nous. Accanto a lui, nel
ruolo di Manon Ferret-Duval, vi è invece l’attrice Élodie
Varlet, meglio conosciuta per il suo ruolo di Estelle
Cantorel nella serie televisiva Plus Beautiful Life, di
cui è diventata una delle attrici ricorrenti fin dal suo arrivo
alla fine del 2006. Accanto a loro, recitano Catherine
Davenier e Serge
Riaboukin nei ruoli di Nathalie e Étienne Ferret,
genitori adottivi di Manon.
Per quanto riguarda il suo ruolo,
Élodie Varlet ha dichiarato nel corso di un’intervista che:
“Non ho avuto il tempo di incontrare la polizia o altre
tipologie di forze dell’ordine, per prepararmi con loro al ruolo.
Ma cinque anni prima avevo già avuto l’opportunità di interpretare
un commissario e quindi conoscevo già un po’ come si svolge il
lavoro del mio personaggio in questo film. Ciò che dovevo fare qui
era però più un approfondimento sul piano personale di ciò che
Manon sta vivendo“.
Samy Gharbi e Élodie Varlet in Gli omicidi di Pont
D’Arc
Le location dove è stato girato Gli omicidi di Pont
D’Arc
Per
quanto riguarda le location, queste si sono svolte a
Vallon-Pont-d’Arc, nel dipartimento delle
Ardèche, Francia. Si tratta di un
un comune francese la cui importanza come destinazione turistica
risiede principalmente nel fatto che è il punto di partenza per la
discesa delle gole dell’Ardèche (da Pont d’Arc a
Saint-Martin-d’Ardèche). Il comune ospita anche la Grotte
Chauvet, Patrimonio dell’Umanità, e la sua replica, la
Grotte Chauvet 2.
La
“porta d’ingresso naturale” delle gole dell’Ardèche è anche detta
pont d’Arc e si tratta di un arco naturale che ha
una lunghezza di 60 metri e un’altezza di 54 metri ed è stato
aperto dal fiume Ardèche. Si tratta di un sito noto per i canoisti
nonché meta turistica particolarmente gettonata proprio per il
fascino che è capace di suscitare con la sua particolare forma e
collocazione.
Il trailer di Gli omicidi
di Pont D’Arc e dove vedere il film in streaming e in
TV
Sfortunatamente il film non è
presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive
in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di
sabato 1 giugno alle ore 21:20
sul canale Rai 2. Di conseguenza, per un limitato
periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai
Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il
momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma,
completamente gratuita, per trovare il film e far partire la
visione.
Il Cacciatore (The Deer
Hunter) di Michael Cimino è stato premiato come
miglior film e un’epopea di guerra che ha seguito tre amici
d’infanzia di una cittadina della Pennsylvania, Michael (Robert
De Niro), Steven (John Savage) e Nick
(Christopher
Walken) nel corso della guerra del Vietnam.
Il Cacciatore (The Deer Hunter) è una storia vera
per i soldati che hanno vissuto la sua straziante narrazione, con
un finale che, a distanza di quarant’anni, rimane uno dei pezzi più
sconvolgenti del cinema. Il film non si trattiene dall’esporre le
atrocità del combattimento e i loro effetti sulla psiche umana, in
particolare per Nick, il suo personaggio più fragile, che dopo la
guerra scompare nel mondo del gioco d’azzardo clandestino di
Saigon.
Prima di partire per il Vietnam,
Nick ha fatto promettere a Mike di non lasciarlo indietro, cosa che
perseguita Michael quando torna negli Stati Uniti. Quando scopre
che un benefattore anonimo sta inviando denaro all’ospedale per
veterani dove Steven è in cura, sospetta che si tratti di Nick.
Mike rintraccia Nick e lo trova a giocare alla roulette russa in
cambio di denaro, ma il Nick al tavolo da gioco è ben lontano
dall’uomo bello e ridente che era nei dintorni della Pennsylvania.
Nonostante la loro efficacia drammatica, le scene finali hanno
suscitato molte polemiche che hanno fatto discutere Il cacciatore
dal 1978.
La morte di Nick e l’ultima partita
alla roulette russa spiegate
Nonostante i migliori tentativi di
Mike di comunicare a Nick i ricordi della loro casa, il suo vecchio
amico non sembra recepire nulla di tutto ciò, e a turno ognuno di
loro fa girare la camera di scoppio e preme il grilletto, finendo
per sparare a vuoto. Il tono gelido del gioco è in netto contrasto
con la volta in cui giocarono nella giungla durante la guerra,
quando un fiducioso Mike disse a un impaurito Nick che tutto ciò
che doveva fare era “mettere una camera vuota in quella pistola”.
Entrambe le scene della roulette sono intense ma hanno scopi
diversi: una mette in evidenza il fuoco indomabile dello spirito
umano, l’altra mostra quando si è spento.
Qui, implora disperatamente un Nick
distaccato e rettiliano di mostrare un qualsiasi segno che si
ricordi di lui e della sua provenienza, cercando di fare qualsiasi
cosa per innescare la connessione di Nick con l’umanità. Ha quasi
la sua occasione quando Nick ripete le parole “Un colpo, un colpo”,
pochi istanti prima di premere il grilletto, ma il sorriso vuoto
sul suo volto è di breve durata quando spara e soccombe all’unico
proiettile in canna. “Un solo colpo” si riferisce al
metodo che Michael usava quando i due cacciavano insieme i cervi, a
significare il modo ottimale per uccidere senza che l’animale
soffrisse, e ora, in qualche modo, Nick sa che un solo colpo lo
libera.
Colto dalla morsa del disturbo da
stress post-traumatico (PTSD), in cui tutto ciò che può fare è
rivivere il suo trauma, Nick si è rivolto a un gioco che
rappresentava gli orrori che aveva visto e da cui era ancora
consumato. Sapeva che, una volta tornati a casa, i soldati
diventavano dei gusci di se stessi, con uno stato psicologico
fragile e non facilmente reintegrabile nella società ordinaria, e
anche se è discutibile quanto Nicky fosse lucido quando ha premuto
il grilletto, è chiaro che non voleva quel destino per se stesso,
una volta tornato sul suolo americano. Accettava che l’uomo che era
prima era già morto in Vietnam e che non si poteva tornare a casa,
cosa che Mike avrebbe imparato da solo in seguito.
Il vero significato del finale “Dio
benedica l’America”
La coda di “God Bless America” che
suona alla fine de Il cacciatore di cervi è allo stesso tempo
ispiratrice e dolceamara. La canzone è uno degli inni più
patriottici degli Stati Uniti e, inserendola alla fine di
Il Cacciatore (The Deer Hunter), il film riafferma
i valori americani. Nonostante il trauma subito da Michael, Nick,
Steve e gli altri uomini che hanno prestato servizio oltreoceano in
Vietnam, ognuno di loro ha un legame profondo con il proprio Paese
e la sua identità, anche se questo li ha lasciati emotivamente
segnati per tutta la vita in modi che hanno solo iniziato a capire
e ad affrontare.
Cantandola insieme, i protagonisti
di Il Cacciatore (The Deer Hunter) riescono non
solo a legare grazie alle loro esperienze comuni, ma anche a
liberare una pletora di emozioni complesse per raggiungere una
sorta di catarsi. Ascoltando la melodia, è impossibile ignorare
l’innocenza che tutti loro condividevano prima di andare in guerra,
in contrasto con la profonda trasformazione a cui li ha sottoposti.
La guerra li ha privati dell’idealismo e li ha sostituiti con il
cinismo e il nichilismo, ma l’atto di unirsi insieme in una canzone
patriottica sulle virtù dell’America ricorda loro che almeno hanno
un conforto reciproco dopo tutto quello che hanno passato.
Perché Mike lascia vivere il cervo
nel finale de Il Cacciatore
Nel finale di Il Cacciatore
(The Deer Hunter) c’è un momento in cui Michael ha la
possibilità di sparare a un cervo ma non lo fa, un gesto semplice
che ha un grande significato. Dopo tutto quello che ha vissuto in
Vietnam, ha imparato ad apprezzare la vita e la caccia non ha più
lo stesso fascino di un tempo. Come i suoi amici, ha subito
profondi cambiamenti dopo aver assistito in prima persona alle
atrocità della guerra, così l’atto di uccidere un cervo, che un
tempo gli procurava bei ricordi con i suoi compagni, non è più la
spensieratezza di un tempo e ora si sente oscurato dalle vite degli
uomini che ha portato con sé oltreoceano.
Sparare a una creatura bella e
innocente non corrisponde al modo in cui Mike vede il mondo ora.
Laddove un tempo il cervo rappresentava una sfida o un premio, ora
incarna l’innocenza della sua vita prebellica che non potrà mai più
riavere. Esiste solo il modo in cui le cose erano e il modo in cui
sono, e non sparando al cervo Mike dà credito e riconoscimento al
fatto che non sarà mai più lo stesso. Infine, il fatto di non
uccidere il cervo dimostra la crescita personale di Mike e il fatto
che la violenza non è così attraente come un’esistenza più pacifica
e simbiotica con gli esseri viventi che lo circondano.
Come Nick invia denaro a Steven
nonostante abbia perso la memoria
Uno degli aspetti più
confusi del finale di Il Cacciatore (The Deer Hunter) è il
fatto che Nick sia la persona che invia i soldi a Steve da Saigon
nonostante abbia perso la memoria. Quando Michael trova Nick,
questi è chiaramente dipendente dall’eroina e vive da tempo in uno
stato di torpore, per poi riacquistare pezzi di memoria in quelli
che si rivelano essere i suoi ultimi momenti. Nick percepisce a
malapena la presenza di Mike, tanto meno di un vecchio amico della
sua città natale, rendendo difficile credere che sia stato il
misterioso benefattore di Steve per tutto questo tempo.
La spiegazione più semplice è che a
un certo punto, quando ha iniziato a giocare alla roulette russa
per soldi, ha avuto un pensiero abbastanza razionale da trovare
l’ospedale di Steve e inviargli le vincite. Lentamente, nel corso
del tempo, è diventato dipendente dall’eroina per affrontare il
trauma delle sue esperienze di guerra, e il suo rimanere in uno
stato di torpore si adattava agli uomini che facevano soldi grazie
al soldato americano disposto a giocare a questo gioco pericoloso.
Questo dimostra che Nick voleva che la sua vita fosse servita a
qualcosa e che aveva ancora un piccolo legame con il suo amico,
anche se non poteva tornare a casa e anche se lo aveva perso di
vista lungo il cammino.
Le controversie sull’inesattezza
storica e gli effetti sulle relazioni con i veterani d’America ne
Il Cacciatore spiegati
Il Cacciatore (The Deer
Hunter) è considerato uno dei migliori
film sulla guerra del Vietnam, ma la sua accuratezza è
stata a lungo discussa dagli storici del Vietnam che hanno
sostenuto che non ci sono prove che i Vietcong abbiano mai
costretto i prigionieri di guerra americani a giocare alla roulette
russa. Inoltre, il film è stato citato per le sue rappresentazioni
razziste del popolo vietnamita, in particolare durante le scene
della roulette russa. Per quanto riguarda la narrazione del film,
il gioco rappresenta la scommessa che i soldati fanno andando in
guerra, in particolare gli amici d’infanzia che sono cresciuti
insieme e che avevano idee diverse su come sarebbe stato servire il
proprio Paese.
La guerra del Vietnam non è stata
vista di buon occhio dall’opinione pubblica americana e i soldati
americani non sono stati trattati bene né durante né dopo il
conflitto. Molti sono tornati in un Paese che ha fatto ben poco per
riabilitarli o per fornire risorse per la loro salute mentale, con
il risultato che alcuni hanno scelto di automedicarsi in modi che
hanno portato alla morte. Nel complesso, il finale di Il
Cacciatore (The Deer Hunter) ha messo in luce i danni
provocati dalla guerra agli individui e ha aiutato l’opinione
pubblica americana a trattare i soldati con maggiore empatia e
compassione per il sacrificio che hanno compiuto per il loro
Paese.
Rebecca Ferguson sta vivendo appieno la gloria
di dire “te l’avevo detto” dopo il successo sbalorditivo
di Dune: Parte
Due. Nel corso di un’intervista con Steve
Weintraub di Collider, durante la quale la
coppia ha discusso principalmente di Silo di
Apple
TV+, l’attrice di Doctor Sleep ha
dichiarato di aver assaporato quelle quattro gloriose parole da
quando il film è uscito a marzo.
Riflettendo sulle lodi della
critica, sui guadagni gargantueschi al botteghino e sul dono
complessivo al cinema, Rebecca Ferguson ha ricordato di aver
partecipato ai press junket per il film e di aver anticipato ciò
che sarebbe accaduto con il secondo capitolo dell’epico franchise
di Denis Villeneuve.
Credo che per me, dato che avevo
visto Dune e
stavo facendo delle interviste – io e te le abbiamo fatte – mi
ricordo che ero seduto lì e dicevo: “Voglio solo che la gente
lo veda”. Mi sono sentito dire: ‘Se pensate che Dune sia
bello, aspettate di vedere Dune 2′, e ricordo di aver pensato: ‘Dico
davvero’. Voglio dire, le sfide, gli angoli, la trama, la musica,
la portata, gli Harkonnen, la grafica, è tutto lì. È un capolavoro.
E il fatto che io sappia che la gente l’ha visto e che la risposta
è quella che è, è un po’ come se io dicessi: “Ve l’avevo
detto””.
Rebecca Ferguson pensa che Dune
potrebbe facilmente diventare il prossimo Star Wars
Le prime reazioni a Dune: Parte
Due sono state pronte a paragonarlo a film come
L’Impero colpisce ancora, Il Signore degli Anelli: Le due
torri e Il cavaliere oscuro, a riprova del fatto che
i sequel sono assolutamente il punto di partenza. Per quanto
riguarda le epopee spaziali, Dune
ha già dato filo da torcere a Star
Wars (letteralmente) al botteghino, e con
Dune Messiah in arrivo, l’hype continuerà a scorrere
forte come le spezie. Come i fan, Rebecca Ferguson capisce cosa significhi un
terzo
film di Dune non solo per il franchise ma per
tutti gli aspetti del cinema e vede che le cose possono solo
migliorare da qui in poi.
“È un universo. È un po’ quello
che era Star
Wars quando è nato. Non voglio portare sfortuna, ma
c’è molto che si può fare qui. Questo è un mondo. È un mondo sexy,
pericoloso, con culture e vite e visioni diverse, e Patrice [
Vermette ], che è il designer, e i costumi. Insomma, è uno
spettacolo sotto ogni aspetto. È semplicemente
fenomenale”.
Speriamo che abbiate visto Dune: Parte
Due quando era nelle sale e in IMAX, se avete ancora
bisogno di vederlo o volete semplicemente rivederlo, il film
Dune:
Parte Due in streaming è ora disponbile sulle seguenti
piattaforme:
Finalmente l’universo caotico della
serie di videogiochi Borderlands sta
per arrivare sul grande schermo. L’atteso adattamento di
Eli Roth, con
Cate Blanchett e
Kevin Hart nei panni degli originali cacciatori di
caveau Lilith e Roland, uscirà nelle sale il prossimo
agosto e concluderà una saga quasi decennale per portare in vita i
personaggi di Gearbox.
Édgar Ramírez si opporrà all’eccentrico gruppo
di strampalati su Pandora nel ruolo di Atlas, descritto come
“il più potente S.O.B. dell’universo” e padre della
ragazza scomparsa che hanno il compito di salvare. In vista del suo
ruolo di cattivo, ha dato a Steve Weintraub di
Collider un breve teaser di ciò che ci si può
aspettare dal film “stravagante” e “gonzo”
durante un’intervista al Festival di Cannes per Emilia Pérez.
Ci sono pochi franchise come
Borderlands,
una serie di sparatutto in prima persona ambientata principalmente
sul pianeta di Pandora, abitato da banditi, dove le corporazioni e
i cacciatori di tesori vanno per arricchirsi o morire nel
tentativo. Mentre i cosiddetti cacciatori di caveau cercano le
favolose camere aliene che si suppone siano piene di ricchezze, si
imbattono in personaggi sopra le righe e nell’avidità aziendale,
insieme a una moltitudine di animali selvatici mortali e a miliardi
di armi fatte per distruggere qualsiasi cosa si trovi sulla loro
strada.
Édgar Ramírez ritiene che il film di Roth
catturi la stessa energia con un mix di commedia, caos e violenza.
Più specificamente, ritiene che il film evochi un’epoca bizzarra di
fantascienza e di cinema italiano degli anni ’70 che egli paragona
alla sensazione che si prova dopo una sbornia.
“Sì, è così divertente. È un
bel film. È un film molto stravagante, molto gonzo. Quel film è un
po’ come una sbornia. È come la sbornia dopo una sbornia, perché
questo è lo spirito del gioco. Eli Roth è stato molto chiaro nel
creare questa atmosfera quasi italiana anni ’70, fantascientifica,
quindi sono molto eccitato“.
Borderlands
ha avuto un paio di mani stabili per dirigerlo finalmente oltre il
traguardo, con Tim Miller che è intervenuto per
guidare i reshoots mentre Eli Roth ha lasciato il
film per lavorare allo slasher Thanksgiving. Anche
se Édgar Ramírez non ha visto molti filmati del
prodotto finale, ha fatto ampiamente eco ai sentimenti di Miller,
secondo cui il film è una corsa divertente e “folle” per i
fan. “Sono molto eccitato“, ha aggiunto. “Ci siamo
divertiti molto. C’è qualcosa di veramente oltraggioso, proprio
come lo spirito del gioco“.
Lilith avrà un ruolo di primo piano
in Borderlands,
in quanto torna sul suo pianeta natale ed esplora il suo misterioso
passato nel bel mezzo della sua missione. A lei e a Roland, un ex
membro della Crimson Lance e un altro cacciatore di volte che
proviene dal gioco del 2009 che ha dato il via a tutto, si aggiunge
un’ampia gamma di personaggi preferiti dai fan, tratti direttamente
dal materiale di partenza. Ariana Greenblatt
interpreterà l’esplosiva e iperattiva adolescente Tiny Tina insieme
al suo protettore psicopatico Krieg, interpretato da
Florian Munteanu, mentre Jack
Black darà voce al buffo robottino Claptrap e Jamie Lee Curtis vestirà i panni della
bizzarra xenoarcheologa Patricia Tannis.
Il cast di supporto comprende anche
personaggi che appaiono o sono ispirati ai giochi, tra cui
Gina Gershon nel ruolo di Mad Moxxi, Bobby Lee nel
ruolo di Larry, Olivier Richters nel ruolo di
Krom, Janina Gavankar nel ruolo del Comandante
Knoxx, Cheyenne Jackson nel ruolo di Jakobs, Charles
Babalola nel ruolo di Hammerlock, Benjamin Byron Davis nel
ruolo di Marcus, Steven Boyer nel ruolo di Scooter
e Ryann Redmond nel ruolo di Ellie con
Haley Bennett in un nuovo ruolo legato al passato
di Lilith.
Star
Trek: Discovery ha raggiunto la fine del suo viaggio.
Dopo aver debuttato nel 2017, Discovery è riuscita a durare cinque
stagioni, il che sta diventando una rarità nell’era dello streaming
(e ironicamente segna la durata di una missione quinquennale sotto
la Flotta Stellare). Discovery
ha anche contribuito a dare il via alla rinascita di Star
Trek in televisione, con serie come Star Trek:
Picard e lo spin-off Star
Trek: Strange New Worlds, quindi vederla finire dopo tutto
questo tempo è piuttosto agrodolce.
Nonostante le circostanze, Star
Trek: Discovery era determinata a concludere il suo
ultimo viaggio in grande stile: il capitano Michael Burnham
(Sonequa
Martin-Green) ha rintracciato la tecnologia
appartenente ai Progenitori, una razza di esseri che ha seminato
l’universo con la vita intelligente.
A complicare ulteriormente le cose
c’è il fatto che l’equipaggio della Discovery si trova ad essere
spinto in direzioni diverse: Saru (Doug Jones) è
ora un ambasciatore della Federazione dei Pianeti Uniti, Hugh
Culber (Wilson Cruz) ha un’esperienza
extracorporea con la quale sta lottando per venire a patti, e
Burnham deve fare i conti con i suoi sentimenti persistenti per
Book (David Ajala), soprattutto quando i due si
sono separati. Come si risolverà tutto nell’episodio finale di
Star
Trek: Discovery, “Life, Itself”?
Il capitano Burnham prende una
decisione sulla tecnologia dei Progenitori
“Life, Itself” inizia con Burnham
che si risveglia su una piattaforma che funge da ponte per più
mondi, insieme a Moll (Eve Harlow), che era alla
ricerca della tecnologia dei Progenitori. Dopo aver raggiunto una
tregua, i due scoprono un’interfaccia che permette loro di parlare
con i Progenitori. Moll tradisce Burnham e cerca di accedere
all’interfaccia, ma viene congelata per i suoi problemi.
Alla fine Burnham riesce a parlare
con uno dei Progenitori, che le offre una scelta: Diventare
l’amministratore della tecnologia dei Progenitori o abbandonarla.
Burnham sceglie la terza opzione e usa il raggio traente della
Discovery per spedire la tecnologia nell’orizzonte degli eventi di
un buco nero, assicurandosi che nessuno possa accedervi: “È
troppo potente perché una sola persona o una sola cultura possa
accedervi o controllarla“, dice al resto dell’equipaggio.
Mentre Burnham è su un altro piano
di esistenza, la Discovery respinge un attacco dei Breen e riesce a
sconfiggerli usando una combinazione di intelletto e intimidazione.
Il comandante Rayner (Callum Keith Rennie)
teletrasporta un dreadnought Breen nell’estremo spazio, mentre Saru
intimidisce il primarca Breen e lo costringe a richiamare il resto
delle loro forze, insinuando che porterà una forza diversa da
quella che i Breen hanno visto sulle loro teste.
Il momento è stato un cerchio
completo per entrambi, perché Rayner è finalmente diventato un
comandante in grado di guidare la Star
Trek: Discovery in situazioni pericolose e Saru ha
dimostrato di saper condurre negoziati aggressivi (per prendere in
prestito una frase da quell’altro franchise di fantascienza).
Un matrimonio e nessun funerale
per il finale di serie di Star Trek: Discovery
“Life, Itself” ha anche un
altro momento importante: Saru finalmente si sposa! Il kelpiano si
sposa con la fidanzata vulcaniana T’Rina (Tara
Rosling), alla presenza dell’intero equipaggio della
Discovery. Come se il matrimonio di Saru non fosse già abbastanza
romantico, Burnham e Book riaccendono la loro storia d’amore.
“Vediamo cosa ci riserva il futuro”, dice Burnham a Book, proprio
prima che l’episodio faccia un salto in avanti di qualche decennio
per mostrare il futuro. Non solo i due sono sposati, ma Burnham è
ora un ammiraglio della Flotta Stellare ed è pronta a congratularsi
con il figlio Leto (Sawandi Wilson), che è recentemente diventato
capitano.
Un personaggio di “Star
Trek: Discovery” ha legami segreti con un altro show
di “Star Trek
Quando la Discovery ha fatto il
salto nel 32° secolo nella terza stagione, Burnham e il suo
equipaggio hanno trovato una serie di nuovi alleati mentre
cercavano di ricostruire la Federazione. Uno di questi era il
dottor Kovich (David
Cronenberg), uno scienziato misterioso che sembrava
quasi sempre sapere più di quanto lasciasse intendere. Il motivo è
stato finalmente svelato: Kovich è l’agente temporale Daniels,
apparso per la prima volta in Star Trek:
Enterprise.
Daniels e altri agenti temporali
avevano il compito di mantenere intatta la storia durante una
“guerra fredda temporale”. Daniels dice anche a Burnham di essere
stato in “altri luoghi”, e il suo ufficio contiene oggetti
provenienti da diversi momenti della storia di Star Trek. Tra
questi, la palla da baseball che Benjamin Sisko (Avery
Brooks) teneva nel suo ufficio in Star Trek: Deep
Space Nine e il VISOR usato dall’ingegnere di Star Trek:
The Next Generation Geordi La Forge (LeVar Burton). È un altro
momento di chiusura del cerchio per Star
Trek: Discovery, soprattutto perché la quinta stagione
ha attinto dalla trama di un episodio di Next
Generation che ha creato i Progenitori.
Il finale di ‘Star Trek:
Discovery’ ripaga un filo di trama di ‘Short Trek’
“Life, Itself” riesce persino a
riannodare un filo della trama che risale all’inizio della
Discovery. Burnham ha il compito di compiere un’ultima
missione: deformare la Discovery in un misterioso punto dello
spazio dove dovrebbe rimanere come “capsula del tempo” da far
esplorare alle generazioni future. Questo fa da sfondo agli eventi
dell’episodio “Calypso” di Star Trek: Short Treks, dove un
soldato umano (Aldis Hodge) scopre la Discovery secoli dopo; la sua
unica compagna è Zora, il computer senziente della Discovery.
Zora è stata caricata sulla
Discovery nell’episodio della terza stagione “Non dimenticarmi”,
lasciando intendere che prima o poi la serie avrebbe affrontato
questo filone della trama. La showrunner Michelle Paradise ha persino lasciato intendere che Discovery
avrebbe affrontato questo filone di trama se fosse stata rinnovata
per la sesta stagione, dichiarando a Variety: “La storia, per
quanto nascente, alla fine avrebbe dovuto riannodare quel filo e
ricollegare ‘Discovery’ a ‘Calypso’”.
Nonostante la fine di Star
Trek: Discovery, i futuri progetti di Star Trek sono
destinati a esplorare gli elementi da essa creati. La Starfleet
Academy sarà ambientata nel 32° secolo, mentre il film Star
Trek: Section 31 è incentrato sull’ex ufficiale comandante di
Burnham/rifugiata dell’Universo dei Fantasmi Philippa Georgiou
(Michelle
Yeoh). Star
Trek: Discovery, proprio come Burnham e il suo
equipaggio, ha superato prove e tribolazioni mentre serviva come
base per la rinascita di Star Trek, e rappresenta
un degno capitolo del franchise Trek.
Star Trek:
Discovery in streaming è disponibile è
disponibile sulle seguenti piattaforme:
La mini serie di Netflix con
Benedict Cumberbatch, Eric, racconta
la ricerca di due bambini scomparsi e potrebbe far nascere il
dubbio negli spettatori che si tratti di una serie basata su una
storia vera. Eric trasmette l’atmosfera cruda di un film
poliziesco, poiché è incentrato su due devastanti sparizioni.
Il detective Michael Ledroit
(McKinley Belcher III) tenta di rintracciare Edgar
Anderson – e questo lo spinge a tornare a un’indagine precedente
che coinvolge la corruzione della polizia e il giro di traffico
sessuale di una discoteca.
L’ambientazione realistica di
Eric negli anni ’80 rende la storia ancora più
credibile e il cast della serie Netflix immerge completamente gli spettatori nella
sua narrazione. Sebbene sia ovvio che la trama di Vincent Anderson
(Benedict
Cumberbatch) – completa di un comico burattino
parlante – sia scritta per la televisione, si potrebbe facilmente
vedere nelle storie delle sparizioni dei bambini fatti realmente
accaduti. Alla fine della serie, è facile chiedersi se si sia
trattato o meno di un adattamento di una storia reale.
Eric di Netflix non è
basato su una storia vera
Sebbene Eric di
Netflix
utilizzi la storia reale per dare vita alla finzione, i casi
centrali su cui il detective Ledroit indaga nel corso della serie
non sono basati su storie vere. Edgar Anderson e Marlon Rochelle
non sono persone reali, anche se le loro sparizioni somigliano a
molti altri casi di persone scomparse degli anni ’80.
Eric cattura con precisione il
periodo di tempo in cui è ambientato, dall’epidemia di AIDS
all’aumento del tasso di senzatetto. Attraverso questi dettagli, la
serie Netflix fornisce alle indagini di Ledroit uno scenario
credibile. Tuttavia, i personaggi, i misteri e le soluzioni sono
creazioni appositamente inventate per la mini serie.
La serie Netflix offre
alle indagini di Ledroit uno scenario credibile. Tuttavia, i
personaggi, i misteri e le soluzioni sono creazioni dello
spettacolo.
A quanto pare, lo sceneggiatore
della serie Abi Morgan voleva raccontare il
periodo di tempo durante qualsiasi indagine reale. “Non credo
che la serie si sia mai basata su un caso specifico”, ha
spiegato Morgan a RadioTimes.com, “ma penso
che volevo tornare a quel periodo molto vivido della storia in cui,
ovviamente, c’erano quei casi.” Chiunque abbia familiarità con
gli anni ’80 ricorderà i rapimenti altamente pubblicizzati e la
conseguente mania del “pericolo di estranei” di quel
periodo di tempo. La sceneggiatura di Morgan riesce a scattare
un’istantanea di com’era quel periodo, specialmente in una città
enorme come New York.
Eric trae ispirazione da
numerosi casi di persone scomparse
Invece di portare una storia vera
sul piccolo schermo, Eric di Netflix trae
ispirazione da più casi di persone scomparse mentre intreccia la
sua narrazione. Edgar e Marlon non sono basati su persone reali, ma
le loro sparizioni sono simili a casi reali.
Durante la sua intervista con
RadioTimes.com, Morgan ha
ricordato quanto sia stato “inquietante” vedere “i
bambini scomparsi sul cartone del latte” negli anni ’80.
Marlon diventa uno di quei bambini, con la sua faccia incollata su
poster e cartoni del latte in tutto il corso della serie. La sua
tragedia sembra familiare perché lo è. Sebbene i nomi non
corrispondano a casi reali, molte famiglie hanno vissuto simili
tragedie.
È sabato, il che significa che è
arrivato il momento per James Gunn di far
esplodere ancora una volta la rete con una nuova, allettante foto
dal set del suo attesissimo reboot di Superman.
Il regista ha postato su Instagram lo scatto dietro le quinte, con un
ensemble di volti familiari che lasciano intendere il cast stellare
che animerà il prossimo capitolo dell’universo cinematografico DC.
Nella foto, James Gunn posa
con Nathan Fillion,
Skyler Gisondo, Mikaela Hoover e Christopher
McDonald, tutti sorridenti sul set di quello che promette
di essere un film rivoluzionario.
Fillion e Gisondo fanno già parte
del cast del film, rispettivamente nei panni di Guy
Gardner/Lanterna Verde e dell’intrepido Jimmy Olsen, mentre Hoover
sarà ben noto ai fan della Marvel come voce del tragico
Floor il Coniglio in Guardiani della Galassia vol.
3.
Superman, tutto
quello che sappiamo sul film di James Gunn
Superman,
scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting ha
portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel
casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi,
Anthony Carrigan,
Nicholas Hoult e Nathan Fillion. Sean Gunn, María
Gabriela de Faría, Terence Rosemore, Wendell Pierce, Sara Sampaio,
Anthony Carrigan, Pruitt Taylor Vince completano il
cast.
Il film è stato anche descritto
come una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
“Superman è il vero fondamento
della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman
è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei
personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei
film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn
durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Il film uscirà nelle sale l’11 luglio
2025.
Manifestando il suo
debito, ma anche la sua spiccata differenza rispetto a prodotti
come Skam, Prisma arriva su
Prime
Video con il suo secondo ciclo, a partire dal 6 giugno
(qui
il trailer). La seconda stagione parte
immediatamente con un passo diverso, rispetto agli episodi
precedenti, dal momento che i toni, decisamente più cupi, si
adeguano alle vicissitudini dei protagonisti, che nelle puntate
precedenti hanno subito, in maniera diversa e ognuno a suo modo, un
trauma.
Mentre
Carola si trova a fare i conti con la terribile
circostanza in cui un video in cui si vede che fa sesso con
Daniele è stato messo on line, il ragazzo dal
canto suo deve affrontare la stessa situazione, forse mitigata dal
fatto che essendo un ragazzo, in una società innegabilmente
patriarcale, per lui è più semplice gestire questo tipo di
circostanze. In più, Daniele dovrà metabolizzare la scoperta che la
ragazza di cui era innamorato, è in realtà Andrea,
che in chat si fingeva una lei, mentre nella vita, accompagnato da
Nina, esplorava la sua identità di genere.
Riuscirà Daniele a non fare muro e ad aprirsi a
una realtà che non comprende? E Riuscirà Andrea a
trovare il coraggio di confrontarsi con il mondo e con suo
fratello? Marco, dal canto suo, scottato dalla
delusione con Carola e confuso da quello che sta
accadendo al suo gemello, sembra incapace di mettere in discussione
le sue certezze, e questo atteggiamento lo porterà in territori
inesplorati per il suo personaggio.
Foto di Francesco Ormando
Lontani dai colori dell’arcobaleno, nel nero
Il lavoro che
Ludovico Bessegato e la sua squadra hanno fatto in
questa seconda stagione, almeno stando ai primi tre episodi, è
leggermente diverso rispetto a quanto già realizzato. La serie
subisce una normalizzazione della narrazione,
nelle atmosfere e nella forma, per affrontare in maniera più
asciutta e precisa situazioni complesse, alla luce dei disastri
accaduti in chiusura del primo ciclo. E l’impressione è quella che
questa apertura di seconda stagione debba
raccogliere i cocci di quanto accaduto in precedenza e tentare di
rimetterli insieme nel migliore dei modi, passando attraverso
cliché, passaggi di scrittura raffinati, trasformazioni, aperture,
qualche luogo comune e soprattutto il dubbio, grande
protagonista dell’inizio della seconda stagione di Prisma,
seminato nel cuore di ognuno dei personaggi, i quali con le loro
forze tentano di far fronte alle necessità.
Foto di Francesco Ormando
Quello che in
Prisma Seconda Stagione è evidente è che Bessegato
sceglie di percorrere strade poco battute, senza la paura di far
deviare i suoi protagonisti, senza santificarli o martirizzarli, ma
rappresentandoli, seppure edulcorati, imperfetti e fallaci. E
questo li rende un pochino più veri, più vicini, sicuramente
capaci di fare il salto da personaggio a persona,
divenendo reali.
Foto di Francesco Ormando
Il giovane cast si conferma all’altezza del ruolo
Il merito è certamente
dei protagonisti,
Lorenzo Zurzolo, che brilla per fama e talento, le
giovani Caterina Forza e Chiara
Bordi, ma soprattutto Mattia Carrano, che
torna nel doppio ruolo di Andrea/Marco. I due gemelli sembrano
scambiarsi di posto, in questo inizio stagione: tanto diventa
riservato e riflessivo Andrea, quanto Marco prova a trasformarsi in
un animale sociale. E nessuna delle due trasformazioni appare
forzata, in quanto per entrambi si tratta di reazioni commisurate
al loro vissuto.
Con un valore produttivo
sempre alto e una storia solida e avvincente soprattutto perché
realistica e concreta, Prisma Seconda Stagione si
prepara a rispondere a tante domande, rivelandosi “il secondo
tempo” di una prima stagione con un finale aperto e la promessa di
tanti cambiamenti.
Mentre molti attendono con
impazienza il ritorno di Daisy Ridley nel
franchise di Star
Wars, il suo ultimo ruolo nel filmYoung Woman and the Sea la vede protagonista di un
altro personaggio che persevera contro le probabilità impossibili.
Questa volta, però, la donna che Daisy Ridley interpreta è una donna reale
e straordinaria della storia dello sport. Il soggetto del film,
Trudy Ederle, è stata la prima donna ad attraversare a
nuoto la Manica nel 1926, e questo dopo essere diventata una vera e
propria olimpionica.
Young Woman and the
Sea riporta tutti i fatti essenziali, in particolare per
quanto riguarda la storica traversata a nuoto della Manica. Lo
spettacolo sportivo, ricco di emozioni, mostra il difficile viaggio
di Ederle per attraversare la Manica, anche se, come nella maggior
parte dei biopic hollywoodiani, il film si prende anche più di
qualche libertà creativa nel dare vita alla storia di Ederle.
Quante libertà, vi chiederete? Beh, ecco quanto è accurato Young
Woman and the Sea rispetto alla storia già al limite
dell’incredibile di Trudy Ederle.
Trudy Ederle ha iniziato a nuotare
molto prima di quanto si possa pensare con Young Woman and
the Sea.
Young Woman and the
Sea inizia con i primi anni di vita di Trudy Ederle, a
partire da quando era affetta da morbillo. L’esperienza di Ederle
con la malattia avrebbe avuto effetti duraturi sulla sua vita
successiva, ma il film mostra un medico (Velizar
Binev) che stabilisce che la sua condizione è terminale.
Ovviamente non è stato così, e anche se non sappiamo con certezza
se un medico sia arrivato a una diagnosi così infausta, è
abbastanza coerente con il periodo che sarebbe stato il caso per
una ragazza dell’età di Trudy.
Trudy sconfigge il morbillo e
diventa una giovane donna adulta, che sembra avere vent’anni quando
inizia a praticare il nuoto come professione. Il film descrive
anche la formazione iniziale di Trudy (ironia della sorte) come un
pesce fuor d’acqua, con lei che nuota all’ombra della sorella Meg
(Tilda Cobham-Hervey). La storia vera è un po’
diversa. Trudy era molto più giovane quando ha iniziato la
sua carriera di nuotatrice professionista, avendo solo
sedici anni quando ha iniziato a battere i record.
Vale la pena ricordare che non si
sa molto della vita familiare di Trudy, nonostante la sua famiglia
sia molto presente nel film (in particolare Meg Ederle). Sappiamo
che il padre era un macellaio e la madre una casalinga, ma
Trudy aveva quattro fratelli mentre il film ne
presenta solo due. È possibile che alcuni dei fratelli siano stati
riuniti nello stesso personaggio per rendere la storia più
snella.
Trudy Ederly ha dichiarato che
Jabez Wolffe ha sabotato il suo primo tentativo di attraversare il
Canale della Manica
È qui che la storia diventa un po’
complicata. La cosa che più si avvicina a un antagonista principale
è Jabez Wolffe (Christopher Eccleston), che era
l’allenatore di Ederle quando tentò di attraversare la Manica per
la prima volta. Ci sono state diverse affermazioni sul perché
Ederle abbia abbandonato il suo primo tentativo: alcuni sostengono
che sia stata toccata illegalmente da un membro della sua squadra,
mentre altri sostengono che si sia semplicemente stancata troppo.
Tuttavia, la stessa Ederly ha affermato che la sua squalifica
iniziale è stata un atto deliberato di sabotaggio da parte di Jabez
Wolffe. La notizia non è mai stata confermata ufficialmente, ma
Wolffe aveva un passato di commenti sessisti sulle nuotatrici.
Young Woman and the
Sea si spinge oltre, trasformando il meschino
comportamento antisportivo di Wolffe in qualcosa di molto più
criminale. Qui, invece di toccare semplicemente Ederle per
squalificarla, la versione del film di Wolffe droga Ederle facendo
scivolare alcune delle sue pillole contro il mal di mare nel suo tè
freddo. È questo che la rallenta e la fa squalificare. Non sapremo
mai se Wolffe abbia deliberatamente cercato di rovinare le
possibilità di Ederle, ma alla fine non avrebbe avuto importanza
dopo i risultati che avrebbe ottenuto.
Trudy Ederly è passata alla storia
come la prima donna ad attraversare la Manica
Young Woman and the
Sea si prende certamente alcune libertà creative nella sua
drammatizzazione della storia di Trudy Ederly. La maggiore
attenzione ai membri della famiglia, l’estensione del comportamento
di Jabez Wolffe e l’introduzione di personaggi apparentemente
originali come Benji Zammit (Alexander Karim)
danno credito alla licenza creativa. Detto questo, gli atti
miracolosi che Trudy Ederly ha compiuto nella sua vita sono tra i
più difficili da credere per quanto sono notevoli.
Con l’aiuto di un allenatore molto
più esperto, Thomas William Burgess (Stephen
Graham), Trudy Ederle divenne effettivamente la prima
donna a nuotare nella Manica. Se questo prestigioso record non
bastasse, è diventata anche la persona più veloce a completare la
famosa nuotata, battendo i suoi colleghi maschi di diverse ore. Il
suo tempo finale è stato di circa 14 ore e 31 minuti, e lo ha fatto
indossando un costume da bagno a due pezzi molto audace (per
l’epoca) che avrebbe avuto una certa influenza. Per la sua
straordinaria impresa, Trudy Ederle fu riportata negli Stati Uniti
come un vero eroe americano. La donna ricevette una delle più
grandi parate celebrative per un atleta nella storia del Paese e fu
invitata a incontrare il Presidente alla Casa Bianca. Questo enorme
successo contribuì a fare di Trudy Ederle un vero e proprio simbolo
del femminismo degli anni Venti.
La sfida alle probabilità di
Edelman non si esaurisce con la conquista della Manica. Nonostante
sia stata colpita dal morbillo in giovane età e abbia nuotato
nell’acqua gelida dell’oceano, Trudy Edelman ha vissuto fino alla
sorprendente età di 98 anni. A causa della sua condizione ha perso
l’udito, ma è riuscita a trasformare anche questo aspetto in uno
sbocco positivo. Dopo essersi ritirata dal nuoto, Trudy Edelman ha
dedicato la sua vita a insegnare a nuotare ai bambini
audiolesi.
Infine, dato che la canzone
probabilmente vi rimarrà in testa anche dopo aver visto il film,
Trudy Edelman non ha ascoltato “Aint We Got Fun” mentre
attraversava la Manica. Tuttavia, aveva alcuni brani dell’epoca in
sottofondo, mentre era impegnata a battere ogni sorta di record.
Invece di sparare ai giornalisti che la intralciavano, come si vede
nel film, Thomas William Burgess avrebbe cantato “Let Me Call You
Sweetheart” per incoraggiare la leggendaria nuotatrice a
continuare.
Continua la caccia dei
Marvel Studios e della Sony
Pictures al regista di Spider-Man 4: i
registi di Bad Boys:
Ride or Die e Bilall Fallah sono in
lizza per il ruolo di regista.
I due hanno già collaborato con i
Marvel Studios per Ms.
Marvel, dopo aver diretto la prima e il finale della
serie Disney+ acclamata dalla
critica. Hanno poi fatto il salto nel DCEU per dirigere Batgirl,
solo che il film, quasi ultimato, è stato eliminato dalla
Warner Bros. Discovery per non pagare le
tasse.
Parlando con ComicBook.com,
El Arbi e Fallah hanno
affrontato le voci relative a Spider-Man
4.
“È venuto fuori dal nulla, perché
abbiamo qui i capi della Sony e non ci hanno detto nulla!”. El Arbi
ha scherzato, prima che Fallah si unisse a lui per dire: “Sono un
superfan di Spider-Man, quindi potete immaginare che quando l’ho
letto ho pensato: ‘Wow, sarebbe una figata’”.
Quando il sito ha suggerito di
riportarlo nel ruolo dell’Avvoltoio in Spider-Man
4, i registi hanno convenuto che si trattava di una buona
idea. Adil ha scherzato: “Ora porteremo Michael Keaton in ogni cosa”.
Il Peter Parker del MCU si è scontrato per la prima
volta con Adrian Toomes/Avvoltoio in Spider-Man: Homecoming. Il
cattivo, che nutriva rancore nei confronti di Iron
Man, ha scoperto l’identità segreta di Spidey e ha spinto
il wall-crawler al limite prima di essere sconfitto.
Lo scorso novembre è stato riferito
che Michael Keaton è in procinto di tornare a
vestire i panni dell’Avvoltoio in Spider-Man 4
(era stato proposto per un ruolo in
Spider-Man: No Way Home, ma è stato tagliato per
motivi ancora non del tutto chiari).
Il possibile ritorno dell’Avvoltoio
nel MCU è una sorpresa, visto che
Morbius ha caratterizzato il suo bizzarro e
inaspettato arrivo nello “Spider-Verse” che Venom chiama
casa. Bloccato sul pianeta sbagliato, l’Avvoltoio è stato liberato
dalla prigionia, ha ricostruito la sua tuta e ha deciso di
reclutare Morbius in una squadra apparentemente
eroica.
La sequenza è stata ridicolizzata
dai fan e l’indiscrezione suggerisce che l’idea – o almeno il ruolo
di Toomes – sia stata scartata. L’ultima volta che abbiamo visto
Toomes nel MCU, era dietro le sbarre e
sembrava accettare il suo destino.
Mac Gargan, un criminale ferito
durante un alterco con Spidey, ha suggerito che avrebbe costretto
l’Avvoltoio a rivelare chi si nasconde sotto la maschera dell’eroe.
Inutile dire che i Marvel Studios possono
semplicemente ritrattare Morbius se il piano, indipendentemente da
chi dirige il film, prevede il ritorno di Toomes.
Come molti film del 2024,
Captain America: Brave New World è stato
coinvolto negli scioperi WGA/SAG-AFTRA dello scorso anno. Si è
parlato molto dei piani per i reshoots e, grazie a The Hollywood Reporter, abbiamo finalmente
un’idea di cosa stia realmente accadendo.
Nonostante le affermazioni secondo
cui enormi porzioni del seguito di The Falcon and the Winter
Soldier sarebbero state girate per diversi mesi,
gli addetti ai lavori confermano che le riprese aggiuntive
dureranno solo 22 giorni. Il piano prevede l’aggiunta di nuove
sequenze d’azione e Julius Onah rimarrà alla
regia.
Quando gli scioperi sono terminati
lo scorso novembre,
Captain America: Brave New World è stato spostato
dal 26 luglio 2024 al 14 febbraio 2025. Secondo quanto riferito,
questo ha dato ai dirigenti dei Marvel Studios ulteriore tempo per capire cosa
volevano dai reshoots e per affrontare i feedback delle proiezioni
di prova.
Come abbiamo riportato in
precedenza, lo sceneggiatore di Moon Knight
Matthew Orton è stato arruolato per scrivere nuove pagine
a dicembre e ha lavorato su quelle durante l’inverno.
“Nonostante si parli di
molteplici reshoot del film, finora questo è l’unico”,
conferma il rapporto. “Non sembra che si tratti di reshoots
così estesi come quelli che ha affrontato
Doctor Strange nel Multiverso della Follia, che sono durati sei
settimane, né i costosi ed estesi reshoots subiti da The
Marvels”. “In effetti, un insider sostiene che Brave
New World costerà molto meno di The
Marvels”.
Ecco chi interpreterà
Giancarlo Esposito in Captain America: Brave New
World
È stato inoltre confermato che la
star di Breaking Bad, The Boys e
The
MandalorianGiancarlo Esposito si è
unita al cast di
Captain America: Brave New World. Fa parte dei
reshoots e, secondo THR, “è ufficialmente sulla lista delle
chiamate in un ruolo non rivelato, ma le fonti dicono che si tratta
di un cattivo”.
Quindi, sì, interpreterà un altro
cattivo! Non si sa ancora chi potrebbe essere, anche se in rete si
fanno molte speculazioni sul fatto che Esposito potrebbe
interpretare Jacob “Jake” Fury, il fratello minore di Nick
Fury. L’attore ha già confermato che farà un cameo in un film
del MCU prima di assumere un ruolo più
ampio in una serie televisiva.
Quello che sappiamo sul
film Captain America: Brave New World
Captain America: Brave New World riprenderà da
dove si è conclusa la serie Disney+The Falcon and the Winter
Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson (Anthony Mackie)
dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il
regista Julius Onah (Luce, The
Cloverfield Paradox) ha descritto il film come un
“thriller paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno
del Leader (Tim Blake Nelson), che ha iniziato la
sua trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile
Hulk del 2008.
Secondo quanto riferito, la star
di Alita: Angelo della BattagliaRosa
Salazar interpreta la
cattiva Diamondback. Nonostante dunque avrà
degli elementi al di fuori della natura umana, il film riporterà
il Marvel Cinematic
Universe su una dimensione più terrestre e realista, come
già fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad
ora, il film è indicato come uno dei titoli più importanti
della Fase
5.
Anthony
Mackie ha recentemente dichiarato che questo film
è “10 volte più grande” della sua serie Disney+ e ha parlato della dinamica tra Cap e il
nuovo Falcon, Joaquin Torres. “Sono in coppia alla pari“,
ha scherzato. “Sono entrambi militari. Io ero il suo ufficiale
comandante. Tra noi c’è più amicizia rispetto al modo in cui
ammiravo Steve o al modo in cui non mi piaceva Bucky“.
“Questo film è un chiaro reset.
Ristabilisce davvero l’idea di cosa sia e cosa sarà questo
universo“, ha aggiunto Mackie. “Penso che con questo film,
si stia ottenendo un chiaro, nuovo marchio di ciò che
la Marvel vuoole
essere nello stesso modo in cui hanno fatto con Captain America: The Winter
Soldier“.
Gaby Hoffmann e
Benedict Cumberbatch parlano delle intense scene di
litigio in Eric di Netflix.
In un’intervista esclusiva rilasciata a ComingSoon, è stato chiesto
a
Benedict Cumberbatche
Gaby Hoffmann come hanno affrontato le scene di
litigio che mostrano il matrimonio dei loro personaggi andare in
pezzi in Eric del 2024.
“È stato incredibilmente facile
iniziare a litigare con Benedict fin da subito [ride]“, ha
detto Hoffman. “No, in realtà molto di questo è presente nella
brillante scrittura di Abi Morgan e poi avere Lucy Forbes, la
regista più capace di tutte, per aiutarci a guidarci attraverso di
essa. Ma ne abbiamo parlato un po’ prima dell’inizio. Abbiamo
trovato molte cose in piedi, ovviamente, ma non è stato troppo
difficile. I dettagli di dove si trovavano e perché erano lì
avevano molto senso per noi. Penso che abbiamo capito
implicitamente chi erano l’uno per l’altro in questo momento.
Quindi si trattava solo di navigare nei dettagli delle minuzie, ma
era un mondo che ci è sembrato subito disponibile“.
Cumberbatch ha aggiunto:
“Immagino che ci sia una sorta di gradazione dello stato e
della salute mentale e la crisi che si sta sviluppando al di fuori
del matrimonio che sta contribuendo a farlo implodere. È stato
molto importante riuscire a gestire questo aspetto e non essere
sempre troppo urlati, né tantomeno essere troppo invadenti, dove
gli elementi di pericolo reale, la fisicità e la messa in scena
sono stati difficili. È stato nelle prime settimane. Voglio dire,
non è stato difficile nel senso che, come dice Gaby, c’era qualcosa
di molto fluido, ma in un palinsesto televisivo, approdare a una
storia decennale che cade a pezzi nelle prime settimane, è il nome
del gioco. È una di quelle cose che devi fare e basta”.
Quindi sono state fatte delle
domande e ci sono stati un paio di momenti in cui ci si è chiesti:
“Aspettate“. Il programma televisivo. Aspettate,
aspettate“. Dobbiamo solo parlare dei dettagli di questa
cosa, perché non so cosa sto facendo. Dovresti solo scegliere
alcune parti. Ma, come diceva Gaby, Abi e Lucy erano presenti e
disponibili e fornivano lo spazio e la sicurezza, l’incoraggiamento
e l’eliminazione delle idee o l’approfondimento delle stesse per
farle funzionare. Quindi alla fine non è stato difficile. Lavorare
con lei è un sogno assoluto, un sogno, un sogno, un sogno che
diventa realtà. È una giocatrice che si fa valere“.
Di cosa parla Eric?
“Ambientato nella New York degli
anni ’80, il limited drama segue la disperata ricerca di un padre
quando il figlio di nove anni scompare una mattina mentre si reca a
scuola”, si legge nella sinossi. “Vincent, uno dei principali
burattinai di New York e creatore del popolarissimo programma
televisivo per bambini ‘Good Day Sunshine’, lotta per affrontare la
perdita del figlio Edgar, diventando sempre più angosciato e
scostante. Pieno di disgusto per se stesso e di sensi di colpa per
la scomparsa di Edgar, si aggrappa ai disegni del figlio di un
pupazzo mostruoso blu, Eric, convinto che se riuscirà a portare
Eric in TV allora Edgar tornerà a casa. Mentre il comportamento
progressivamente distruttivo di Vincent allontana la sua famiglia,
i suoi colleghi di lavoro e i detective che cercano di aiutarlo, è
Eric, un’illusione di necessità, che diventa il suo unico alleato
nella ricerca di riportare a casa suo figlio”.
Tutti i sei episodi di
Eric sono ora disponibili in streaming su Netflix.
L’imminente Alien:
Romulus vuole essere un mix di due di quelli che i fan
considerano i migliori film di Alien del franchise. Parlando con
Empire Magazine, il regista Fede
Álvarez ha parlato della sua ispirazione per il film e di
come volesse assicurarsi che i fan di Alien di
Ridley Scott del 1979 e di Aliens di
James Cameron del 1986 fossero
soddisfatti.
“Chiedere a un fan di Alien di
scegliere tra i due è una domanda perversa”, ha detto Álvarez.
“Così ho pensato: ‘Come faccio a fare entrambe le cose?’. C’è
un momento in cui i personaggi camminano in aree familiari alla
Nostromo. Poi attraversano quell’edificio e dall’altra parte: boom!
Ci si trova in un corridoio che assomiglia alla Speranza di Hadley
[di Aliens]”.
Alien: Romulus,
tutto quello che sappiamo sul film
Il film Alien:
Romulus è interpretato da Cailee
Spaeny (Priscilla),
David Jonsson (Agatha Christie’s Murder is
Easy), Archie Renaux (Tenebre e
ossa), Isabela Merced (The Last of Us), Spike Fearn
(Aftersun) e Aileen Wu. Alien:
Romulus è diretto da Fede Alvarez (La
casa, Man in the Dark) da una sceneggiatura scritta dallo
stesso Alvarez insieme al suo frequente collaboratore Rodo Sayagues
(L’uomo nel buio – Man in the Dark), basata sui personaggi
creati da Dan O’Bannon e Ronald Shusett.
Nel film, stando alla sinossi ad
oggi riportata, un gruppo di giovani coloni spaziali, mentre
rovista nelle profondità di una stazione spaziale abbandonata, si
ritrova faccia a faccia con la forma di vita più terrificante
dell’universo. Dovranno allora cercare di sopravvivere e impedire
che quel male possa diffondersi. Il film è atteso in sala a partire
dal 16 agosto.
Il film è prodotto da Ridley Scott (Napoleon),
che ha diretto l’originale Alien
e ha prodotto e diretto i nuovi film della saga, Prometheus
e Alien:
Covenant, Michael Pruss (Lo strangolatore di
Boston) e Walter Hill (Alien); mentre Fede Alvarez,
Elizabeth Cantillon (Charlie’s Angels), Brent O’Connor
(Bullet Train) e Tom Moran (Unstoppable – Fuori
controllo) sono i produttori esecutivi.
Durante una chiacchierata con
Variety sul red carpet dei Gotham Awards dello scorso anno, la
Spaeny aveva rivelato che Romulus si svolge tra gli eventi
dell’Alien
originale di Ridley Scott e il sequel di James Cameron, Aliens – Scontro finale. “Dovrebbe inserirsi tra
il primo e il secondo film“, ha detto Spaeny. “Hanno
portato lo stesso team di ‘Aliens’, il film di James Cameron. Le
stesse persone che hanno costruito quegli xenomorfi sono venute a
costruire i nostri. Quindi vedere il progetto originale con le
persone originali che hanno lavorato a questi film per più di 45
anni e che hanno fatto parte della loro vita è stato davvero
incredibile“. Sappiamo ora che il nuovo capitolo si svolge
prima di entrambi questi film.
A produrre il film c’è naturalmente
anche la Scott Free, la società del regista originale di Alien,
Ridley Scott,
che è produttore esecutivo. Con il titolo Alien:
Romulus, non è dunque ancora stato rivelato molto riguardo
all’ambientazione, alla collocazione temporale o alla trama del
film. Ad aprile, Álvarez aveva rilasciato un’immagine dietro le
quinte di un facehugger che stringe il ciak del film a bordo di una
stazione spaziale. La presenza del facehugger conferma che il film
si svolgerà dopo gli eventi di Prometheus
e Alien:
Covenant, che hanno rappresentato le origini degli
Xenomorfi così come li si conosce.
Michael,
il prossimo biopic su Michael Jackson diretto da
Antoine Fuqua, ha terminato la produzione. Secondo
un post su Instagram della casa di produzione GK Films,
Michael ha ufficialmente terminato le riprese. Il
post recita: “Grazie al miglior cast e alla migliore troupe che
potessimo mai chiedere! Ci vediamo presto, Moonwalkers!”.
“Michael offrirà al pubblico un
ritratto avvincente e onesto dell’uomo brillante ma complicato che
è diventato noto in tutto il mondo come il Re del Pop”, si
legge nella sinossi del film. Questo film epico e cinematografico
esaminerà i trionfi e le tragedie di Michael
Jackson – dal suo lato umano, alle sue lotte pubbliche
e private, alle accuse e al microscopio mediatico 24 ore su 24, 7
giorni su 7, sotto cui Jackson ha vissuto, anche quando era al suo
apice artistico”. Il team di registi all-star catturerà anche
l’innegabile genio creativo di Michael,
ricreando le sue performance più memorabili e iconiche. Come mai
prima d’ora, il pubblico potrà dare uno sguardo dall’interno a uno
degli artisti più influenti e all’avanguardia che il mondo abbia
mai conosciuto”.
Jaafar Jackson,
nipote di Michael Jackson, interpreterà il Re del
Pop nel film di prossima uscita. Il cast comprende anche Colman Domingo nel ruolo di Joe Jackson,
Nia Long nel ruolo di Katherine Jackson, Miles Teller nel ruolo di John Branca,
Laura Harrier nel ruolo di Suzanne de Passe,
Jamal R. Henderson nel ruolo di Jermaine Jackson,
Tre Horton nel ruolo di Marlon Jackson,
Joseph David-Jones nel ruolo di Jackie Jackson,
Kat Graham nel ruolo di Diana Ross, Larenz
Tate nel ruolo di Berry Gordy, Liv Symone
nel ruolo di Gladys Knight, Jessica Sula nel ruolo
di La Toya Jackson, Kevin Shinick nel ruolo di
Dick Clark e Juliano Krue Valdi nel ruolo del
giovane Michael Jackson.
La sceneggiatura di Michael è
stata scritta da John Logan. Graham King, John Branca e
John McClain producono il film. Sebbene la produzione sia
stata ritardata a causa degli scioperi del 2023, le riprese di
Michael sono iniziate ufficialmente nel gennaio 2024. Michael uscirà
nelle sale statunitensi il 18 aprile 2025, distribuito da
Lionsgate.
Il prequel di Mad
Max: Fury Road di George Miller,
Furiosa: A Mad
Max Saga (qui
la recensione), non ha avuto un buon rendimento nelle sale da
quando è uscito venerdì scorso e, a meno che non ci sia un drastico
miglioramento negli incassi, questo potrebbe segnare il destino dei
piani del leggendario regista per un seguito.
Furiosa
ha incassato un deludente 35 milioni di dollari in patria per i
quattro giorni del Memorial Day, e ha raccolto 40 milioni di
dollari all’estero, per un totale globale di 75 milioni di
dollari.
Il film Furiosa
uscirà in Grecia e in Giappone questa settimana,
prima di uscire in Cina il 7 giugno.
Vale la pena notare che Fury
Road non è stato affatto un successo al botteghino, ma
si ritiene che la popolarità del film e l’attenzione degli Academy
Awards abbiano influito sulla decisione della Warner Bros. di dare
il via libera al prequel di Miller – e potrebbero non essere così
veloci nel fare lo stesso se Furiosa non
otterrà un’alta spinta di guzzoleen al botteghino nelle prossime
settimane.
Miller e Nico
Lathouris hanno già scritto insieme la sceneggiatura di
Mad Max: The Wasteland, che segue l’antieroe
titolare nell’anno precedente a Fury
Road. Tuttavia, Miller ha precedentemente riconosciuto
che l’opportunità di andare avanti con il prossimo film dipenderà
probabilmente dal successo di Furiosa. “Aspetterò sicuramente
di vedere come andrà [Furiosa], prima di pensarci”.
Non stiamo ancora suonando la
campana a morto per il franchise, ma gli analisti (via THR)
sembrano ritenere che un’altra avventura di
Mad Max sarà molto improbabile a meno che Furiosa non
riesca a risollevare le sorti del film al botteghino.
Furiosa: A Mad Max
Saga, tutto quello che c’è da sapere sul film con Anya
Taylor-Joy e Chris Hemsworth
In Furiosa: A Mad
Max Saga,Anya
Taylor-Joy assume il ruolo che è stato
di Charlize
Theron in Mad Max: Fury Road. La sinossi
ufficiale recita: mentre
il mondo va in rovina, la giovane Furiosa viene strappata dal Luogo
Verde delle Molte Madri, e cade nelle mani di una grande Orda di
Motociclisti guidata dal Signore della Guerra Dementus.
Attraversando le Terre Desolate, si imbattono nella Cittadella
presieduta da Immortan Joe. Mentre i due tiranni si battono per il
predominio, Furiosa deve sopravvivere a molte prove e mettere
insieme i mezzi per trovare la strada di casa.
Il nuovo film è molto diverso
da Fury Road. Mentre quest’ultimo era un “road
movie” che si svolge in pochi giorni, questo nuovo film è invece
descritto come un racconto più “epico, che si
svolgesu un piùlungo periodo di
tempo, e in un certo senso impari a conoscere Furiosa meglio in
questo modo“. Atteso da molti anni e a lungo bloccato da una
disputa legale tra Miller e la Warner Bros. il film è ora in fase
di post-produzione. Furiosa: A Mad
Max Saga è scritto, diretto e prodotto
da George Miller insieme al suo partner
di produzione di lunga data Doug Mitchell.
Oltre Anya
Taylor-Joy , nel film ci sarà anche
Chris Hemsworth nel
ruolo del villain. Il film è nelle sale dal 23 maggio
2024.
Mancano ormai pochi giorni alla
première di due episodi di The
Acolyte: La Seguace e, tra le voci insistenti e i
trailer che forse rivelano un po’ troppo, sembra che Lucasfilm
abbia dato il via libera al cast per discutere di un certo punto
della trama relativo al personaggio di Amandla
Stenberg.
Se preferite sapere il meno
possibile, ecco il vostro avviso di spoiler.
Precedenti rapporti hanno affermato
che la Stenberg interpreterà un doppio ruolo di due gemelli, uno
dei quali compie l’assassinio dei Jedi e incastra l’altro per gli
omicidi.
Durante un’intervista con The
Electric Playground, Amandla Stenberg ha
confermato che interpreterà effettivamente due gemelle di nome Mae
e Osha, rivelando anche alcuni nuovi dettagli su entrambe le
sorelle.
“Nello show interpreto due
gemelle. Si chiamano Osha e Mae e sono più o meno orientate verso
lati diversi della forza. Anche se questo è oggetto di dibattito e
speriamo che ce ne sia uno, una volta che tutti avranno visto lo
show. Mae è in cerca di vendetta, è sul sentiero di guerra.
Qualcosa che è accaduto durante la loro infanzia ha separato queste
due gemelle e ora Mae è in cerca di vendetta. Osha, che è un
meccanico e che faceva parte dell’ordine Jedi, ma se n’è andata
come padawan, è accusata della vendetta che sta avvenendo e deve
difendersi, scoprendo anche che la sua sorella gemella è ancora
viva”.
Abbiamo sentito che anche
Manny Jacinto interpreterà due gemelli, ma non è
ancora stato confermato.
The
Acolyte: La Seguace è scritto e prodotto
esecutivamente da Leslye Headland (Russian Doll), che sarà anche
showrunner. Insieme alla Stenberg ci sono Lee
Jung-jae (Squid
Game),
Dafne Keen (His Dark Materials), Rebecca
Henderson (Inventing Anna), Dean-Charles
Chapman (1917), Carrie-Anne Moss (The Matrix), Manny
Jacinto (The Good Place), Jodie Turner-Smith (After Yang),
Charlie Barnett (Russian Doll) e l’ex stao della
trilogia sequel di Star
Wars, Joonas Suotama, che interpreta un nuovo
personaggio sotto forma di maestro Jedi
Wookiee.
The
Acolyte: La Seguace è l’annunciata serie tv parte del
franchise di Star Wars creata
da Leslye Headland. La serie tv è ambientato alla
fine dell’era dell’Alta Repubblica prima degli eventi dei
principali film di Star
Wars.
The
Acolyte: La Seguace è ambientato alla fine dell’era dell’Alta
Repubblica in un mondo di “segreti oscuri e poteri emergenti del
lato oscuro”, circa 100 anni prima di
Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma (1999). Un’ex
Padawan si riunisce con il suo Maestro Jedi per indagare su una
serie di crimini, ma le forze che affrontano sono più sinistre di
quanto avessero mai previsto.
Nel cast della serie tv protagonisti sono
Amandla Stenberg come ex padawan, Lee
Jung-jae come Maestro Jedi, Manny Giacinto,
Dafne Keen come una giovane Jedi,
Jodie Turner-Smith, Rebecca Henderson
nei panni di Vernestra Rwoh, un cavaliere Jedi prodigio.
Charlie Barnett come un giovane Jedi,
Dean-Charles Chapman,
Carrie-Anne Moss come una Jedi,
Margherita Levieva, Joonas Suotamo nei panni di
Kelnacca, un maestro Jedi Wookiee.
Quella dannata mostruosità di
Dune:
Parte Due ha molto di cui rispondere! In risposta al
secchiello per popcorn Sandworm, involontariamente (o
almeno così vogliono farci credere) osceno, messo in vendita
all’inizio di quest’anno in concomitanza con l’uscita del sequel
fantascientifico di Denis Villeneuve, Ryan Reynolds ha promesso che un secchiello
per Deadpool &
Wolverine, volutamente osceno, era in arrivo, e
l’attore ha ora svelato la prima immagine.
Questo è… sì. Onestamente, non ci
scomoderemo nemmeno a spiegarlo, perché siamo sicuri che sarà molto
più efficace se guarderete da soli il video di rivelazione.
Davvero, non siamo sicuri del
motivo di tanto clamore. Logan ha la bocca spalancata, come spesso
fa quando si lancia in una battaglia, fa una piccola pausa per
riempirsi la gola di deliziosi popcorn ed è così entusiasta che si
ritrova con un po’ di burro caldo sul viso.
Deadpool &
Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di
Free
Guy e
The Adam Project, che ha firmato la regia dell’atteso
progetto. Hugh Jackman
uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere
il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli
ufficiali della storia di Deadpool &
Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds,
non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la
serie di film di Deadpool – l’unica parte del
franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da
parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano
svolti in un universo diverso.
Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al
contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman,
viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi
presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e
Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche
altri X-Men possano fare la loro
comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della
Marvel comparsi sul
grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben
Affleck.
Una voce recente afferma che anche
Liev Schreiber
sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo,
Morena Baccarin
(Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie
Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e
Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni
dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in
franchising Emma Corrin (The
Crown) e Matthew
Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora segreti. Un
recente report afferma inoltre che la TVA di Loki, incluso l’agente
Mobius (Owen Wilson) e
Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool &
Wolverineuscirà nei cinema il 26 luglio
2024.
Ogni fandom ha la sua parte di
elementi tossici, ma probabilmente è giusto dire che Star Wars
dell’era Disney ha subito più negatività e contraccolpi da parte di
un certo contingente di fan rispetto a qualsiasi altro franchise
negli ultimi anni.
Ci si aspettava che Daisy Ridley fosse annunciata come
protagonista di Star Wars: Il Risveglio della Forza, ma le
reazioni sono aumentate quando il suo personaggio, Rey, è stato
considerato una “Mary Sue”. La tossicità ha probabilmente
raggiunto un picco quando la Rose Tico di Kelly Marie-Tran
è stata introdotta ne
Gli ultimi Jedi, ma la percezione generale tra alcuni
fan che Star
Wars sia diventato troppo ruffiano nella sua
rappresentazione e inclusività continua.
Con The
Acolyte: La Seguace – una nuova serie Disney+ della showrunner Leslye
Headland con un cast prevalentemente femminile –
all’orizzonte, l’amministratore delegato di Lucasfilm
Kathleen Kennedy ha riconosciuto che salire a
bordo del franchise può essere un’esperienza
“terrificante” per le registe e le attrici.
Cosa ha detto Kathleen Kennedy sui
fan di Star Wars
“Operare all’interno di questi
franchise giganteschi, con i social media e il livello di
aspettative, è terrificante”, ha dichiarato al
New York Times. “Credo che Leslye abbia avuto qualche
difficoltà. Penso che molte delle donne che entrano in Star
Wars abbiano difficoltà a sopportarlo. Essendo la base dei fan
così dominata dagli uomini, a volte vengono attaccate in modi che
possono essere piuttosto personali. Io credo che la narrazione
debba essere rappresentativa di tutte le persone. Per me è una
decisione facile”.
Per quanto riguarda la
Headland, lei comprende la frustrazione dei fan
per la direzione che ha preso il franchise di Star
Wars, ma ritiene che chiunque oltrepassi la linea
dell’odio non sia un vero fan.
“Come fan, so quanto sia stata
frustrante la narrazione di Star Wars in passato. L’ho provato io
stesso“, ha detto. “Sono convinto della mia empatia nei
confronti dei fan di Star Wars. Ma voglio essere chiara. Chiunque
si dedichi al bigottismo, al razzismo o all’odio… non lo considero
un fan”.
Star Wars: The Acolyte è scritto e prodotto
esecutivamente da Leslye Headland (Russian Doll), che sarà anche
showrunner. Insieme alla Stenberg ci sono Lee
Jung-jae (Squid
Game),
Dafne Keen (His Dark Materials), Rebecca
Henderson (Inventing Anna), Dean-Charles
Chapman (1917), Carrie-Anne Moss (The Matrix), Manny
Jacinto (The Good Place), Jodie Turner-Smith (After Yang),
Charlie Barnett (Russian Doll) e l’ex stao della
trilogia sequel di Star Wars, Joonas Suotama, che
interpreta un nuovo personaggio sotto forma di maestro Jedi
Wookiee.
In WandaVision,
Wanda Maximoff è finalmente diventata Scarlet
Witch. Tuttavia, la sua evoluzione si è conclusa con una
nota tragica, quando è stata costretta ad abbandonare l’Esa intorno
a Westview e a dire addio alla Vision e
ai suoi figli, Tommy e Billy.
Quando abbiamo ritrovato
Wanda in Doctor Strange nel Multiverso della Follia, la
Darkhold ha corrotto la Vendicatrice e lei si è scatenata
attraverso le realtà per trovare le varianti dei suoi figli
gemelli.
Quando tutto fu detto e fatto,
Wanda si rese conto dell’errore commesso e sembrò seppellirsi sotto
Wundagore. Tuttavia, ciò avvenne solo dopo aver usato i
suoi poteri per distruggere ogni possibile copia del Darkhold
nel Multiverso.
È opinione diffusa che
Wanda abbia trovato un modo per sopravvivere e da diversi
mesi si parla di un film sulla Scarlet Witch.
Oggi, lo scooper @MyTimeToShineH ha
condiviso un aggiornamento secondo il quale i Marvel Studios stanno cercando un regista.
Questo presumibilmente significa che hanno una sceneggiatura, e in
precedenza è stato riferito che il piano è quello di portare questo
progetto nelle sale prima di Avengers:
Secret Wars.
Per il momento, però, Elizabeth Olsen sembra desiderosa di
prendersi una pausa dal MCU. “In particolare negli
ultimi quattro anni, la mia produzione è stata la Marvel”, ha dichiarato l’anno
scorso. “Non voglio… non è che non voglia essere associata solo
a questo personaggio. Ma sento davvero che ho bisogno di
ricostruire altre parti per avere un equilibrio”.
“Ho tanta voglia di fare film in
questo momento. E spero che alcuni di essi si realizzino nel modo
in cui sento di poterlo fare. Ma sì, è qualcosa di cui ho bisogno.
Ho bisogno di altri personaggi nella mia vita”, ha aggiunto la
Olsen. “Non c’è longevità in un solo personaggio”.
È probabile che se il film su
Scarlet Witch non servirà a dare l’addio al personaggio a Elizabeth Olsen, lo farà uno dei prossimi film
sui Vendicatori.
Cosa si dice sulla seconda
stagione di Hawkeye?
Abbiamo anche un aggiornamento
sulla
seconda stagione di Hawkeye;
a quanto pare, il piano prevede che la storia si svolga ancora una
volta durante il Natale. La speranza è di affidare a un “grande
nome” il ruolo di Barney, fratello di Clint Barton (meglio
conosciuto nei fumetti come Trickshot).
A febbraio, Jeremy Renner aveva parlato del suo ritorno
nel MCU dicendo: “Sono sempre
pronto. Sarò abbastanza forte, questo è certo. Sarò
pronto“.
Ora è stato condiviso online un
primo sguardo alla controfigura dell’attore e abbiamo anche alcuni
dettagli sul suo personaggio di “agente antagonista del
caos”.
Ora abbiamo la conferma che
Giancarlo Esposito farà effettivamente il
suo debutto nel MCU in Captain America: Brave New World, che ha
recentemente iniziato un altro ciclo di riprese. Grazie ad
Atlanta Filming, abbiamo una foto del set che ritrae la
sua controfigura in tenuta tattica.
Non c’è molto da aggiungere, ma AF
ha anche condiviso uno schizzo del personaggio di Giancarlo Esposito con il suo costume
completo, insieme ad alcuni nuovi dettagli molto interessanti.
Sembra che questo personaggio sarà
molto ben equipaggiato per la battaglia, con tre pistole, tre
coltelli e un’ascia. Si dice anche che sfoggerà un mantello nero
con fodera marrone e “assomiglierà a Blade con i capelli
bluastri”.
Sulla base di queste nuove
informazioni, è probabile che Giancarlo Esposito interpreti una sorta
di mercenario non dotato di superpoteri, incaricato di eliminare
Sam Wilson e i suoi alleati. Ci sono diversi personaggi
della Marvel Comics che potrebbero fare al
caso suo, tra cui Paladin, Lance Hunter e Blue Streak (il
che spiegherebbe i capelli). Un’altra teoria popolare sembra essere
quella di una versione malvagia del Dr. Adam Brashear,
alias Blue Marvel.
Ci sono numerose altre possibilità,
ma presto potremo avere un’idea più precisa di chi sia questo
personaggio se verranno diffuse online altre foto rivelatrici del
set.
Un paio di settimane fa sono state
diffuse le prime foto ufficiali del film, che mostrano Anthony Mackie nei panni del rientrante
Sam Wilson, equipaggiato con l’iconico scudo di vibranio
di Steve Rogers, e la nostra nuova Sentinella della
Libertà che incontra Ross, il quale incaricherà Wilson di riformare
i Vendicatori.
Nel filmato proiettato al CinemaCon
il mese scorso, Ross accoglie Wilson alla Casa Bianca per lodarlo
per il suo passato eroismo, ma il caos si scatena quando la musica
attiva alcuni assassini agenti dormienti, tra cui Isaiah Bradley di
Carl Lumbly, che tentano di eliminare il Presidente.
“Aveva più senso che fosse un
film d’azione di spionaggio con i piedi per terra, piuttosto che
alieni e aerei che attraversano portali e cose del genere“, ha
detto Mackie a EW. “Anche se ho partecipato a così tanti film e
li ho visti tutti, con questo film Sam ha l’opportunità di
affermarsi come vera star dell’azione e come Vendicatore“.
“Questo film è un chiaro
reset”, aggiunge. Ristabilisce davvero l’idea di cosa sia e cosa
sarà questo universo. Penso che con questi film, si stia ottenendo
un chiaro, nuovo marchio di ciò verso cui la Marvel è diretta, proprio come
hanno fatto con Captain America: The Winter
Soldier“.
Insieme a Anthony Mackie e
Harrison Ford ci saranno Danny
Ramirez nel ruolo del nuovo Falcon, Shira
Haas nel ruolo della supereroina israeliana Sabra,
Liv Tyler nel ruolo di Betty Ross e Tim
Blake Nelson nel ruolo del Leader.
I dettagli specifici della trama
non sono ancora stati resi noti, ma si dice che la storia vedrà
Samuel Sterns rivelarsi come il “benefattore segreto”
dietro la Serpent Society. Non è chiaro cosa comporterà,
ma si presume che finanzierà il gruppo e forse fornirà loro
tecnologia. Captain America: Brave New World arriverà
nelle sale il 14 febbraio 2025.
Ieri sera si è diffusa la
notizia che Mahershala Ali è in trattativa per
recitare nel prossimo reboot di Jurassic World
della Universal Pictures, lasciando apparentemente in sospeso lo
status del reboot di Blade,
programmato da tempo dai Marvel Studios.
Anche se non abbiamo avuto
aggiornamenti ufficiali sul progetto, si dice che Jurassic
World 4 si stia preparando per le riprese di metà
giugno, che è anche il periodo in cui Blade dovrebbe
iniziare le riprese. Sembra quindi altamente improbabile che Ali si
sia accaparrato questo ruolo di JW se aveva ancora
in programma di interpretare il Daywalker, a meno che il progetto
del MCU non abbia subito un altro
ritardo – o sia stato cancellato del tutto?
Blade
è stato tormentato da problemi di produzione sin da quando è stato
annunciato per la prima volta più di quattro anni fa, passando
attraverso una serie di registi e scrittori. Il progetto sembrava
finalmente tornato in carreggiata dopo che un recente aggiornamento
di Production Weekly aveva affermato che le riprese
sarebbero iniziate in autunno, ma di
recente abbiamo appreso che il film aveva incontrato un altro
ostacolo, con la ricerca di un nuovo sceneggiatore per dare
alla sceneggiatura un’altra importante revisione.
Ora John Campea è intervenuto sulla
situazione durante l’ultimo episodio del suo show su YouTube.
Secondo le sue fonti, “la produzione di Blade è completamente
ripartita” perché i protagonisti coinvolti nel reboot sono
insoddisfatti della sceneggiatura.
Questo suggerisce che i Marvel Studios hanno ancora
intenzione di portare avanti il film, ma un riavvio completo indica
ovviamente che si partirà da zero e si butteranno via (o almeno si
rivedranno in modo significativo) le idee della storia
precedente.
Per quanto riguarda i “personaggi
chiave”, saremmo molto sorpresi se Mahershala Ali non fosse uno di loro. Anche se
siamo stati portati a credere che tutto sia stato risolto, un
recente articolo ha affermato che la star di Luke Cage ha
minacciato di lasciare il film a un certo punto a causa di
frustrazioni con la sceneggiatura.
Secondo alcune prime bozze, la
nuova interpretazione di Ali del Daywalker sarebbe stata
“relegata a terzo o quarto protagonista” del suo stesso
film e, sebbene ciò sia stato smentito da uno sceneggiatore che ha
lavorato a una bozza prima degli scioperi (per saperne di più
clicca qui), alcuni di questi problemi (o altri del tutto nuovi)
potrebbero ancora far riflettere l’attore.
Vale la pena notare che l’ultimo
aggiornamento di Mahershala Ali durante un’intervista con EW è
stato positivo.
“Ci stiamo lavorando. Questo è
il meglio che posso dirvi. Sono davvero incoraggiato dalla
direzione del progetto. Penso che torneremo a lavorarci
relativamente presto“. “Sono sinceramente incoraggiato per
quanto riguarda il punto in cui si trovano le cose e chi è a bordo
e chi sta guidando la strada per quanto riguarda la scrittura della
sceneggiatura, la regia e tutto il resto”, ha aggiunto. “Quindi
questo è il massimo che posso dirvi“.
Anche il regista Yann Demange (che
ha preso il posto di Bassam Tariq) ha parlato positivamente del
reboot e ha già confermato che il film sarà effettivamente vietato
ai minori. “Sono entusiasta di mostrare una sorta di
spietatezza, una ruvidezza che gli permette di camminare sulla
terra in un modo particolare. Lo amo per questo”, ha detto il
regista. “Ha una dignità e un’integrità, ma c’è una ferocia che di
solito tiene sotto la superficie. Voglio liberarla e portarla sullo
schermo“.
Blade,
il film
Blade
uscirà nelle sale il 7 novembre 2025. Del nuovo Bladee
si sa ancora molto poco se non che esplorerà la natura del
personaggio, un vampiro in grado di camminare alla luce del sole
che usa i suoi poteri per dare la caccia ai suoi simili malvagi. Il
personaggio era già stato raccontato al cinema con i film
Blade, Blade II e Blade: Trinity, dove ad
interpretare il personaggio vi era l’attore Wesley Snipes.
La scelta di Mahershala Ali per assumere ora tale ruolo
sembra aver messo d’accordo
tutti, con l’attore indicato perfettamente idoneo sia a livello
estetico che di carisma.
Il Bladedi
Ali, come noto, ha già avuto un suo piccolo ingresso nell’MCU. Sua è infatti
la voce che si può ascoltare nella scena post titoli di coda del
film Eternals, quella in cui
compare anche l’attore Kit Harington e
la celebre Lama d’Ebano, che a sua volta sembra comparirà in
Blade. Come noto, il film sta però affrontando
numerosi problemi produttivi, con Ali che sembra essere stato
scontento delle prime versioni della sceneggiatura. Ci sarebbe
dunque stata una forte fase di riscrittura, che ha però
naturalmente portato il progetto a subire ritardi sia sull’inizio
delle riprese che sull’uscita in sala.
Con Andy Serkis dietro la macchina da presa, le
aspettative per Venom: La furia di
Carnage erano alte. Il film si è rivelato un grande
miglioramento rispetto al suo predecessore, ma la classificazione
PG-13 ha castrato Cletus Kasady e ha frenato il film in
larga misura.
Una scena post-credits che
annunciava l’incontro di Venom con
Spider-Man ha aumentato l’interesse dei fan, solo che lo
stinger di
Spider-Man: No Way Home ha rispedito Eddie Brock da
dove era venuto senza mai incontrare Peter Parker.
Venom: The
Last Dance è il prossimo film e, secondo quanto
riferito, sarà l’ultima apparizione di Tom Hardy nei panni di Eddie. Kelly Marcel,
che ha scritto Venom e Venom: La furia di
Carnage, ora scrive e dirige… se questo sia un bene o un
male resta da vedere.
Tuttavia, presto potremo dare una
prima occhiata al threequel, perché il BBFC (British Board of Film
Classification) ha appena classificato un trailer di 2 minuti e 27
secondi con rating 15 (l’equivalente britannico di un rating
R).
Secondo il fidato runtime e trailer
leaker @Cryptic4KQual, il trailer di Venom: The
Last Dance debutterà online la prossima settimana
e sarà proiettato nei cinema davanti a Bad Boys:
Ride or Die. Abbiamo sentito chiacchiere simili e ci
aspettiamo che sia presto online.
“Queste cose [di solito] si
fanno in tre”, ha detto Hardy in precedenza. “Penso che sia davvero
importante, se vai a vedere qualcosa, pensare che uno, due e tre
siano la stessa cosa… la stessa storia, lo stesso film. In questo
modo non ci si sorprende a dover fare un terzo film dal
nulla”.
“Ci deve essere una certa
continuità con il terzo, il quarto e il quinto, e se qualcuno dice
‘no’, va bene. Lasciate perdere e passate a qualcos’altro“, ha
concluso. Sembra che Tom Hardy abbia deciso di fare proprio questo,
anche se ci sono ancora voci che parlano di un salto di Venom nel
MCU…
Tutto quello che sappiamo su
Venom: The Last Dance
Venom: The Last Dancesegue i successi
al botteghino consecutivi di Venom: La furia di
Carnage del 2021 (502 milioni di dollari a
livello globale) e Venom
del 2018 (856 milioni di dollari a livello globale). Kelly
Marcel, che ha scritto i primi due film, dirigerà e
scriverà il trequel.
Tom Hardy ha
menzionato Marcel nel suo post, scrivendo “Voglio menzionare
molto brevemente quanto sia orgoglioso della mia regista, compagna
di sceneggiatura e cara amica Kelly Marcel. Vederti prendere il
timone di questo film mi riempie di orgoglio, è un onore. Fidati
del tuo istinto, il tuo istinto è sempre perfetto. Prima classe: ti
appoggio.”
A parte il ritorno di Tom Hardy nei
panni del giornalista Eddie Brock e del suo inconsapevole aiutante
e parassita Venom, la trama del terzo capitolo è
stata tenuta nascosta. Juno Temple e Chiwetel Ejiofor si sono uniti al cast in
ruoli non rivelati. Abbiamo visto l’ultima volta Venom/Eddie Brock
nei titoli di coda di
Spider-Man: No Way Home del 2021, ma non è chiaro
quale dei personaggi dell’Universo Marvel di Sony – che
include
Morbius, Kraven Il
Cacciatore e Madame
Web, tra gli altri – potrebbe comparire in
Venom: The Last
Dance.
Sony Pictures ha
fatto una dichiarazione coraggiosa confermando che utilizzerà
l’intelligenza artificiale per produrre i futuri film e spettacoli
televisivi.
L’amministratore delegato
Tony Vinciquerra ha recentemente partecipato a una
conferenza di investitori in Giappone e ha dichiarato ai presenti
che lo studio è “molto concentrato sull’intelligenza
artificiale” per ridurre i costi.
“Cercheremo di utilizzare l’IA per
produrre film per il cinema e la televisione in modo più
efficiente, utilizzando soprattutto l’IA”, ha detto
Vinciquerra.
In seguito ha aggiunto: “Gli
accordi che sono emersi dagli scioperi dell’anno scorso e quelli
che emergeranno dalle trattative IATSE e Teamster definiranno più o
meno quello che faremo con l’AI”.
Si riferisce alle trattative in
corso tra i principali sindacati delle troupe di Hollywood e gli
studios più importanti; il timore è che strumenti di IA come “Sora”
di OpenAI possano compromettere il lavoro dei membri delle troupe e
dei talenti. Ora, lo IATSE spera di ottenere le stesse garanzie di
attori e scrittori dopo gli scioperi di SAG-AFTRA e WGA.
Che piaccia o no, gli studios si
stanno affidando sempre di più all’IA; solo l’anno scorso il
fondatore della DreamWorks Jeffrey Katzenberg ha
suggerito che questa tecnologia potrebbe ridurre i costi di
realizzazione di un film d’animazione fino al 90%, con soli 50
artisti necessari per crearli al posto di 500.
Per quanto riguarda i motivi che
hanno spinto la Sony a seguire questa strada, The Hollywood
Reporter ritiene che possano essere riconducibili a una serie di
delusioni commerciali, tra cui
Morbius, Madame
Web e, se dovessimo azzardare un’ipotesi, Ghostbusters: Minaccia Glaciale.
Gli appassionati di cinema sono
stati rapidi nel respingere l’uso dell’IA nei film. Late
Night with the Devil, un film horror altrimenti grandioso,
ha finito per essere oscurato dalla decisione di utilizzare
immagini generate dall’IA in vari punti. Se gli spettatori abituali
se ne rendano conto o se ne preoccupino è un’altra questione.
Ironia della sorte, mentre parlava
dei difetti di Madame
Web, la star
Dakota Johnson ha espresso preoccupazione per
l’IA.
“Non si può fare arte basandosi
su numeri e algoritmi”, ha detto. “La mia sensazione è che
da tempo il pubblico sia estremamente intelligente, mentre i
dirigenti hanno iniziato a credere che non lo sia. Il pubblico sarà
sempre in grado di riconoscere le stronzate. Anche se si cominciano
a fare film con l’intelligenza artificiale, gli esseri umani non
vorranno vederli”.
“Ma per me è stata sicuramente
un’esperienza fare [Madame Web]. Non avevo mai fatto nulla di
simile prima. Probabilmente non farò mai più nulla di simile perché
non ho senso in quel mondo. E ora lo so“, ha aggiunto
Dakota Johnson. “Ma a volte, in questa industria,
firmi per qualcosa che è una cosa e poi, mentre la stai
realizzando, diventa una cosa completamente diversa e ti chiedi:
‘Aspetta, cosa?’”.
La nebbia si avvicina ancora una
volta: Konami ha presentato il primo trailer
dell’adattamento live-action del videogioco Return
to Silent Hill del regista Christophe Gans. Dopo
un’anteprima al Festival
di Cannes all’inizio di questo mese, questo breve
teaser offre uno sguardo adeguato a Jeremy Irvine
nel ruolo dell’iconico protagonista di Silent Hill
2, James Sunderland, mentre esplora la
città del titolo e incontra i macabri abitanti del luogo. Sebbene
duri meno di un minuto, mostra anche alcuni dei personaggi più
memorabili e inquietanti del gioco, come Maria
(Hannah Emily Anderson) e l’incubo di
Pyramid Head.
Return
to Silent Hill è un adattamento degli eventi di
Silent Hill 2, spesso acclamato come uno dei più grandi
giochi horror di tutti i tempi e a sua volta fortemente influenzato
da Crime and Punishment e dalle opere di David
Lynch, tra gli altri. Il gioco segue il tormentato
James Sunderland che, dopo aver perso la moglie Mary a
causa di una malattia tre anni prima, riceve una misteriosa lettera
che afferma di provenire da lei e che lo invita a recarsi a
Silent Hill. Trova una città deformata da una
forza sconosciuta, piena di orrori indicibili che minacciano di
distruggerlo e di figure sia familiari che sconosciute che lo
conducono sempre più a fondo nel cuore di questo luogo infestato.
Inizia lentamente a dubitare della propria realtà, ma continua ad
andare avanti nella speranza di trovare Mary e porre fine al suo
incubo.
A dimostrazione della fedeltà con
cui Gans sta realizzando l’adattamento, il teaser si apre con un
remake shot for shot di una memorabile scena del gioco in cui James
si guarda allo specchio. Il filmato ripercorre i suoi passi
attraverso le strade nebbiose di Silent Hill, mentre incontra
Maria, una figura particolare che assomiglia in modo inquietante
alla sua defunta moglie, e altre persone che rimangono in città
nonostante i mostri che le circondano. La tensione aumenta man mano
che James si addentra, la città diventa sempre più buia e mostri
come le infermiere con la testa a bolla escono dall’ombra per
attaccarlo. Non passa molto tempo prima che incontri Pyramid Head
che trascina la sua mannaia gigante mentre cerca disperatamente di
mettere le mani su James.
Take a look at the gripping new trailer of
#RETURNTOSILENTHILL directed and produced by Christophe Gans
with music composer @AkiraYamaoka.
Silent Hill
Returns è il terzo film del franchise di Silent
Hill per il grande schermo e il primo film di Gans dopo
La bella e la bestia di
Vincent Cassel e Léa
Seydoux del 2014. Inoltre, Gans torna nella città
avvolta dalla nebbia per la prima volta da quando ha contribuito a
dare il via al franchise cinematografico nel 2006 con l’adattamento
hollywoodiano di Silent Hill scritto da Roger
Avery. Sebbene quel film non abbia avuto un’accoglienza
molto calorosa da parte della critica e del pubblico, il regista e
il suo team, tra cui i co-sceneggiatori Sandra Vo-Anh e
William Josef Schneider, questa volta stanno collaborando
strettamente con Konami per garantire che la leggendaria Silent
Hill 2 sia resa giustizia.
Il produttore Victor Hadida, che ha
lavorato in precedenza a The
Crow, ha sottolineato che Konami è stata strettamente
coinvolta nel team di Return to Silent Hill durante tutto il suo
sviluppo. Il film arriva in un momento importante, poiché il remake
del gioco classico uscirà l’8 ottobre di quest’anno. Hadida ritiene
che sia fondamentale per il futuro del franchise che i due progetti
vengano portati avanti insieme, nella speranza di reintrodurre il
pubblico a ciò che lo storico franchise di videogiochi è in grado
di fare nel campo dell’horror psicologico.
“Christophe e io abbiamo
lavorato a stretto contatto con i nostri partner di Konami, mentre
aggiornavano il videogioco, per creare anche una versione di Silent
Hill per il pubblico teatrale di oggi“, ha spiegato il
produttore Victor Hadida. “Troverete ancora i mostri iconici,
ma ci saranno anche nuovi design. Siamo certi che questo nuovo film
e il gioco aggiornato di Konami insieme daranno impulso al
franchise per gli anni a venire“.
Considerato ancora oggi uno dei
grandi classici degli anni Ottanta, Top Gun ha
rappresentato una vera e propria svolta per il cinema statunitense,
coniugando sentimento e patriottismo. Diretto da Tony Scott, fratello
di
Ridley, il film prese infatti spunto dalla cultura politica di
quegli anni, dove si cercava di riaffermare la grandezza degli
Stati Uniti. Divenuto così storicamente significativo, questo fa
ormai parte dell’immaginario comune, tanto per i suoi memorabili
personaggi quanto per la bellezza di certe scene e sequenze.
Tra le altri fonti di spunto di
questo, vi è l’articolo intitolato proprio Top
Gun, pubblicato nel 1983 dalla rivista
California. All’interno di questo si descriveva il
complesso addestramento dei piloti da caccia, e grazie al suo
appassionante resoconto questo attirò l’attenzione anche di
numerosi produttori di Hollywood. Ad aggiudicarsi i diritti fu però
Jerry Bruckheimer, noto per aver dato vita a
numerosi blockbuster come
Transformers e Pirati dei
Caraibi.
Al momento della sua uscita il film
divenne in breve un grandissimo successo. A fronte di un budget di
circa 15 milioni, questo arrivò ad incassarne oltre 353 in tutto il
mondo. Top Gun, tra le altre cose, contribuì a
lanciare la moda dei giubbotti bomber e degli occhiali Ray-Ban. La
celebre canzone Take My Breath Away finì poi per vincere
l’Oscar, affermandosi come uno dei brani più popolari di sempre.
Proseguendo qui nella lettura sarà possibile approfondire ulteriori
curiosità legate al film.
Protagonista del film è Pete
“Maverick” Mitchell, giovane aviatore della marina
militare americana. Insieme all’amico Nick, detto
“Goose” sono diventati i membri di punta del loro equipaggio in
seguito alla spettacolare azione condotta nel salvataggio di
un’altra squadra. Tale dimostrazione di valore consente loro di
entrare a far parte della prestigiosa scuola Top Gun, specializzata
nell’insegnamento del combattimento aereo. Qui Maverick e Goose
vengono addestrati dal comandante Mike “Viper”
Metcalf, il quale esige il massimo e sottopone i suoi
allievi ad un allenamento durissimo.
Top Gun: il cast del
film
Ad interpretare Pete
“Maverick” Mitchell vi è Tom Cruise, il
quale per risultare realistico nei panni del personaggio venne
seguito da alcuni veri addestratori, che gli suggerirono un
allenamento e un modo di comportarsi in linea con quanto richiesto
ai veri piloti. Cruise decise inoltre di rimanere costantemente nel
personaggio, evitando dunque di socializzare troppo con gli altri
membri del cast. La tensione che si avverte tra lui e l’attore
Val Kilmer,
interprete di Tom “Iceman” Kazinsky è stata infatti il risultato di
un reale evitarsi dei due interpreti.
L’attrice Kelly McGillis, divenuta estremamente popolare
grazie a questo film, interpreta invece la bella Charlotte
Blackwood, la donna di cui Maverick si innamora. Per lei il film si
rivelò un esperienza particolarmente complessa, avendo dichiarato
di non aver avuto un buon rapporto con Cruise durante le riprese.
Ad interpretare l’amico fraterno di Maverick, Goose, vi è invece
l’attore Anthony Edwards. Questi si affermò per la
sua grande padronanza delle situazioni previste dal copione, e fu
l’unico membro del cast a non vomitare in seguito alle riprese
aeree.
A distanza di oltre trent’anni, un
sequel diretto del film è arrivato al cinema. Si tratta di
Top Gun:
Maverick, dove sia Tom Cruise che
Val Kilmer
riprendono i rispettivi iconici ruoli. Ad affiancarli vi sono poi
celebri attori come Miles Teller, Jennifer Connelly,Glen Powell e Jon Hamm. Il
film si concentra nuovamente sul personaggio di Pete Mitchell, il
quale è ora diventato il nuovo istruttore di volo della scuola Top
Gun. Egli è qui impegnato però anche a fare da mentore al giovane
Bradley Bradshaw, figlio del suo scomparso compagno di volo
Goose.
Il trailer di Top
Gun e dove vedere il film in streaming e in TV
Top Gun è presente
su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Il film è infatti disponibile nel catalogo di
Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Infinity+, Apple TV,
Netflix e Paramount+. Per vederlo, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale, e si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video.
Top Gun sarà inoltre trasmesso in televisione il
giorno venerdì 31 maggio alle ore
21:20 sul canale Italia 1.
Il
cinema d’azione degli anni Ottanta ci ha regalato alcuni tra i
più iconici eroi del cinema, personaggi tutto muscoli capaci di
uscire indenni da ogni situazione, salvando sempre chi ne ha
bisogno. La saga Rambo con Sylvester Stallone, quella di Die Hard con Bruce Willis, o quella di Arma letale con Mel Gibson sono solo alcuni esempi a riguardo.
Sono film che ancora vengono citati e omaggiati e proprio a loro si
ispira il lungometraggio del 2021 dal titolo Last Man
Down.
Film di produzione inglese e
svedese, questo è diretto da Fansu
Njie, regista poco noto ma distintosi grazie ad alcuni
cortometraggi e che proprio grazie a Last Man Down
ha conosciuto una maggiore notorietà. Njie, anche autore della
sceneggiatura insieme a Daniel Stisen e
Andreas Vasshaug dà però qui vita non ad un
semplice action movie ricco di combattimenti ed esplosioni,
bensì ad un’opera che si colloca anche nel filone dei
film post apocalittici e distopici.
Si tratta dunque di un film che non
manca di entusiasmare i fan del genere, che possono qui ritrovare
anche graditi elementi di originalità. In questo articolo,
approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a
Last Man Down. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e al suo
annunciato sequel. Infine, si elencheranno anche
le principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Il film è ambientato in una realtà
distopica in cui una terribile pandemia ha sterminato milioni di
esseri umani. Protagonista di questo racconto è John
Wood, ex soldato delle forze speciali che dopo la morte
dell’amata moglie per mano di spietati mercenari, si è ritirato
nelle foreste selvagge del Nord. Scegliendo di vivere in
solitudine, John vuole tenersi lontano dalla violenza e dall’odio
che dominano il mondo.
Un giorno, però, bussa alla sua
porta Maria Johnson, una giovane donna ferita in
cerca di aiuto. Racconta di essere vittima di un esperimento
condotto dal folle Comandante Stone che l’ha usata
come cavia convinto che il suo sangue possa sconfiggere la
pandemia. John, sconvolto nello scoprire che si tratta dello stesso
spietato comandante che ha ucciso sua moglie sotto i suoi occhi,
decide di nascondere Maria e di riarmarsi per combatterlo.
Il cast del film
Ad interpretare John Wood vi è l’ex
bodybuilder Daniel Stisen, apparso con dei cameo
anche nei film Justice
Leage e Jurassic World: Il dominio. Prossimamente, invece, lo
si vedrà nel ruolo di Ursus nella serie Those
About to Die, con Anthony Hopkins. Accanto a lui, in
Last Man Down, vi è poi l’attrice Olga
Kent nel ruolo di Maria Johnson. Kent è apparsa in alcune
fiction italiane come Don Matteo, Che Dio ci aiuti e
Rocco Schiavone, ma anche nel recente film The Palace.
L’attore Daniel
Nehme dà il volto al personaggio del Comandante Stone,
mentre Stanislav Yanevski è Dottor Feltspat. I fan
della saga
di Harry Potter riconosceranno in
quest’ultimo l’interprete di Viktor Krum, personaggio
de Harry
Potter e il Calice di Fuoco. Recitano poi nel film gli
attori Madeleine Vall nel ruolo Granito,
Natassia Malthe in quello di Zahara,
Stephanie Siadatan nel ruolo di Emilia e
Michael Billington in quello di Mason.
Non ci è voluto molto Last
Man Down per diventare un piccolo cult tra gli
appassionati di questo genere di film. Dato il buon successo
riscontrato, è stata confermata la realizzazione di un sequel ad
oggi intitolato semplicemente Last Man Down 2.
Daniel Stisen è confermato come protagonista e
riprenderà dunque i panni di John Wood, ma la trama di questo
sequel rimane per ora un mistero, come anche gli altri attori che
saranno presenti accanto a Stisen. Il film, attualmente in
pre-produzione, potrà vantare ancora una volta la regia di Fansu
Njie.
Il trailer di Last Man
Down e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di Last
Man Down grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV,
Google Play e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 31
maggio alle ore 21:20 sul canale
Rai 4.
Ideata nella seconda metà del XIX
secolo, la tavola Ouija è divenuta particolarmente popolare tra il
XX e il XXI secolo, riscontrando in particolare l’interesse non
solo di quanti realmente convinti della possibilità che questa
offrirebbe, ovvero comunicare con gli spiriti, ma anche da curiosi
in cerca di qualche esperienza da brivido. Cavalcando dunque l’onda
della fama di tale strumento, nel 2014 la Universal
Pictures e la Blumhouse Productions di Jason Blum,
hanno portato al cinema un film horror soprannaturale intitolato
proprio Ouija
(qui la recensione), diretto
dall’esordiente Stiles White.
Descritto come uno Jumanji
che incontra demoni e spiriti maligni, il film non ha avuto una
gestazione semplice. È noto infatti che a seguito di una deludente
proiezione di prova, buona parte del film è stata sottoposta a
nuove riprese, che hanno ampiamente modificato il film, cancellando
alcuni personaggi e introducendone altri, cambiando ovviamente
anche parte della struttura narrativa. Il cuore del film rimane ad
ogni modo la tavola Ouija, strumento attraverso il quale si
innescheranno gli orrori che i protagonisti dovranno vivere sulla
propria pelle.
Per ogni appassionato di horror
soprannaturali, è infatti questo un film da non perdere, divenuto
negli anni un vero e proprio cult del suo genere. In questo
articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità
relative a Ouija.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e alla spiegazione del
finale. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Protagoniste del film sono
Laine e Debbie, le quali sin da
bambine si divertono a giocare facendo finta di dialogare con i
morti tramite una tavola Ouija. Ormai diciottenni, le due sono
ancora legate da una sincera amicizia, la quale però si interrompe
bruscamente dopo che Laine viene ritrovata impiccata. Poco prima di
morire, la ragazza aveva però confidato all’amica di aver usato da
sola la tavola Ouija, imbattendosi in visioni spaventose. Decisa a
capire cosa sia successo, Laine decide di mettersi in contatto con
Debbie usando il diabolico oggetto.
Protagonista del film, nel ruolo di
Laine, è l’attrice Olivia Cooke,
nota per la serie House of the Dragon, dove
interpreta Alicent Hightower. Accanto a lei, nel ruolo di Debbie,
vi è l’attrice Shelley Henning, mentre
Daren Kagasoff, Ana Coto,
Douglas Smith e Bianca Santos
interpretano rispettivamente Trevor, Sarah, Pete e Isabelle.
Stando a quanto riferito da
alcuni media, alcuni membri del cast sembra abbiano vissuto eventi
soprannaturali in seguito alla fine della produzione del film
Ouija,
influenzati dalla realizzazione di questo.
Ouija: la vera
storia della tavoletta protagonista del film
La tavola Ouija ha origini più
antiche di quanto si possa pensare. Stando ad alcune fonti, questa
era già presente in età antica e si ritiene che lo stesso
Pitagora la usasse per comunicare con il mondo
invisibile. Non ci sono però prove ufficiali circa il suo percorso
nella storia, almeno fino a quando nel 1890 viene brevettata
ufficialmente dagli uomini d’affari Elijah Jefferson
Bond e Charles Kennard. Solo nel 1901,
però, questa venne riproposta con il nome con cui è oggi
conosciuta, Ouija. Tale nome deriva dall’unione
del francese Oui con il tedesco Ja, entrambi con
il significato di “Sì”.
Come noto, la tavoletta riporta
incise tutte le lettere dell’alfabeto, i numeri dallo 0 al 9, un
“sì” e un “no”, e talvolta altre esclamazioni. L’utilizzo di queste
è abbinato ad un indicatore mobile, la Planchette. Lo scopo di tale
strumento sarebbe dunque quello di interagire con gli spiriti, ai
quali vengono poste alcune domande. Il movimento della Planchette
(sulla quale i partecipanti poggiano l’indice della mano destra)
sulle lettere andrà poi a fornire la risposta data da tali entità.
Secondo alcune spiegazioni scientifiche, tale movimento sarebbe
causato da un effetto ideomotorio, ovvero un movimento umano
inconscio suggerito dalla psiche.
La spiegazione del finale e il
sequel del film
Nel corso del film, il susseguirsi
della morte dei suoi amici porta Laine nella soffitta di Debbie,
dove trova delle foto che raffigurano una madre con le due figlie.
Trova, inoltre, un quotidiano che racconta la scomparsa di una
ragazzina di nome Doris. Questa veniva usata dalla madre come
tramite tra il mondo dei vivi e quello dei morti e alla fine
sviluppò comportamenti strani, come fosse posseduta, motivo per cui
la madre l’ha uccisa per poi cucirle la bocca con uno spago.
L’unico modo per spezzare la maledizione è tagliare i fili che
legano la bocca di Doris.
Si scopre però a quel punto che è
Doris lo spirito cattivo e la madre cercava solo di fermala. Laine
capisce allora che per liberarsi dello spirito bisogna bruciare il
corpo della ragazzina e la tavoletta. Dopo uno scontro con
quest’ultima ci riesce, aiutata dallo spirito di Debbie. Tuttavia,
più tardi, Laine scopre che la planchette è misteriosamente apparsa
a casa sua, lasciando intendere che un nuovo spirito potrebbe
essersi messo sulle loro tracce o che forse la stessa Doris non è
stata realmente eliminata.
Nell’ottobre del 2016 è stato
distribuito Ouija: Le origini del
male, rivelandosi dunque essere non un sequel bensì un
prequel. A dirigere il film vi è stavolta Mike
Flanagan, oggi noto per aver diretto anche Doctor Sleep e la serie The Haunting of Hill
House, il quale aveva già contribuito ad alcune idee per
il primo film. Ambientato nel 1967, questo prequel vede una madre
vedova e le sue due figlie introdurre un nuovo trucco alle loro
consuete frodi spiritiche per ravvivare l’attività di famiglia,
finendo però per attirare un autentico spirito maligno nella
propria casa.
Il trailer di Ouija e dove vedere il film
in streaming e in TV
In attesa di vedere questo prequel,
è possibile fruire di Ouija grazie alla
sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV, Google Play, Apple TV e
Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
venerdì 31 marzo alle ore 21:15
sul canale Italia 2.
Charlie Hunnam è stato scelto per il ruolo
principale dell’adattamento in serie di Criminal,
il fumetto vincitore dell’Eisner Award di Ed
Brubaker e Sean Phillips, in produzione
presso Prime Video, ha appreso Variety. Charlie Hunnamsi unisce
a
Adria Arjona, Richard Jenkins e Kadeem
Hardison.
Hunnam interpreterà Leo. Il personaggio è descritto come “Un
brillante maestro ladro che vede ogni aspetto delle circostanze ed
è specializzato in piani senza armi e senza violenza. Come un
giocatore di scacchi, Leo pensa tre mosse avanti rispetto agli
altri. Altri criminali pensano che sia un codardo, soprattutto se
paragonato a suo padre Tommy, che è andato in prigione per aver
ucciso l’uomo più temuto della città, Teeg Lawless.”
Questa non è la prima volta che
Charlie Hunnam interpreta un criminale in
una serie TV o in un film. È noto soprattutto per aver recitato nel
popolare dramma della FX Sons of Anarchy, in cui ha interpretato
Jackson “Jax” Teller per sette stagioni. Recentemente ha recitato
nell’adattamento della serie Apple del libro Shantaram, nel ruolo di un uomo australiano
condannato per rapina a mano armata che scappa dal carcere e fugge
in India. Hunnam ha anche interpretato Raymond, il braccio destro
del boss dell’erba Mickey Pearson, nel film di Guy
RitchieThe Gentlemen.
“Criminal è un’amata graphic
novel creata dal team più iconico della storia dei fumetti. So che
i nostri clienti Prime Video a livello mondiale apprezzeranno
immediatamente questa storia e non vedo l’ora di lavorare con Ed,
Jordan e il team per portarla a sullo schermo”, ha detto
Nick Pepper, capo degli Amazon MGM Studios, quando
lo spettacolo è stato annunciato per la prima volta.
Brubaker ha aggiunto: “Sean e io
abbiamo costruito questo mondo nei nostri libri per oltre un
decennio, e ora essere in grado di portarlo in vita per Amazon è
semplicemente incredibile. E avere Amazon che sostiene il progetto
come ha fatto, e mostra così tanta fiducia nella visione mia e di
Jordan per lo show è ancora più incredibile.”
Variety ha appreso da alcune
fonti che l’adattamento di una serie televisiva di
300 è in fase di sviluppo presso la Warner
Bros. Television. I dettagli esatti della trama sono
ancora in fase di definizione, ma le fonti affermano che la serie
sarebbe un prequel del
film del 2006. Al momento il progetto non è legato a nessuno
scrittore o piattaforma. Gli accordi sono ancora in fase di
negoziazione, ma Zack Snyder (recentemente
distintosi per la regia di Rebel Moon – Parte 1: Figlia del Fuoco
e Rebel Moon – Parte 2: LaSfregiatrice), regista
e co-sceneggiatore di 300, è in trattative per
dirigere e produrre la serie.
Anche Deborah
Snyder, produttrice esecutiva di 300,
tornerà come produttrice esecutiva sotto l’egida della Stone
Quarry, la casa di produzione di Zack, e anche Wesley
Coller della Stone Quarry sarà a bordo. Anche
Gianni Nunnari, Mark Canton e
Bernie Goldmann, tutti produttori del film e che
sono ora in trattative per tornare nei rispettivi ruoli. Al
momento, non ci sono attori legati al progetto essendo questo
ancora in una fase embrionale.
Gerard Butler e Rodrigo Santoro in una scena di 300.
Di cosa parla 300?
300 è tratto
dall’omonima graphic novel di Frank Miller e
Lynn Varley, a sua volta liberamente basata su
eventi storici reali e ispirata al film del 1962 “I 300
spartani”. Nel film, Leonida, re di Sparta,
guida una piccola forza di soldati d’élite contro l’esercito molto
più grande di Serse I di Persia. Gerard Butler interpreta Leonida e Rodrigo Santoro Serse. Il cast comprendeva
anche Lena Headey, David Wenham,
Dominic West, Vincent Regan,
Tom Wisdom e Michael Fassbender.
Il film si è rivelato un enorme
successo alla sua uscita, generando oltre 450 milioni di dollari al
box office mondiale a fronte di un budget dichiarato di 65 milioni
di dollari. Il film successivo,
300 – L’alba di un impero, è uscito nel 2014. Il film
era basato sulla graphic novel di Miller “Xerxes”, con
Snyder nuovamente co-autore della sceneggiatura ma non della regia.
Molti membri del cast originale sono tornati, tra cui Headey e
Santoro, mentre Sullivan Stapleton ha interpretato il ruolo
principale di Temistocle.
Il film è stato accolto meno bene
dell’originale, ma ha comunque incassato 337 milioni di dollari in
tutto il mondo con un budget di 110 milioni. Se la serie
300 dovesse andare avanti, sarebbe l’ultima di una
lunga serie di film adattati per la televisione, dato che la spinta
per una proprietà intellettuale riconoscibile nel mondo dello
streaming rimane forte. Amazon, ad esempio, all’inizio di
quest’anno ha pubblicato la serie TV “Mr. and Mrs. Smith” con
Donald Glover e Maya Erskine,
mentre altri esempi recenti includono serie basate su film come
“Attrazione
fatale“, e “Inseparabili
– Dead Ringers”.
«Partendo dai concetti di
“identità” e “ruolo”
Richard Linklater ne scardina l’essenza ricorrendo a una
commedia sfrenata che guarda dalle parti della screwball
dell’età dell’oro e si divincola dall’appartenenza a un unico
genere e alla sua prassi. Arrivando a una sintesi semplice
ed efficace: il desiderio è ciò che libera davvero l’essere
umano dalle pastoie della società», questa la motivazione
con cui il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici –
SNCCI ha designato Hit Man come Film della
Critica (qui
il trailer).
Dopo l’entusiasta accoglienza alla
Mostra del Cinema di Venezia, dove è stato
presentato Fuori Concorso, il nuovo lungometraggio del
regista cult candidato al Premio Oscar® e
vincitore del Golden Globe Richard
Linklater (Prima dell’alba, Before
Sunset – Prima del tramonto e Before
Midnight;School of Rock e Boyhood), è uno
dei film più attesi dell’anno e arriverà solo al
cinema in Italia dal 27 giugno.
Scritto a quattro mani da Linklater
e Glen Powell, qui anche co-produttori, il film è
ispirato all’incredibile storia vera di Gary Johnson interpretato
proprio da Powell.
Nel film, Gary Johnson
(Glen
Powell) è un professore di psicologia un po’ impacciato, che
vive con i suoi gatti e collabora sotto copertura per il
dipartimento di polizia di New Orleans. Quando gli viene chiesto di
fingersi un killer per sventare possibili omicidi e incastrare i
mandanti, si rivela incredibilmente abile, grazie anche ai
camaleontici travestimenti di cui è capace. La sua doppia e solida
identità viene messa in crisi dall’affascinante Madison, che gli
commissiona l’uccisione del marito. Tra i due nasce una relazione
che ribalterà ruoli e certezze in un travolgente e intenso mix di
situazioni comiche, bollenti e pericolose…
Il ruolo di Madison è stato affidato
all’attrice Adria Arjona, nota per le sue
interpretazioni in True Detective e Pacific Rim:
La rivolta.