Ryan Coogler eMichael B. Jordan hanno collaborato a numerosi progetti, tra cui i film delle serie Black Panther e Creed. La loro prossima collaborazione, tuttavia, sarà un “film evento” IMAX ancora senza titolo per la Warner Bros. che avrà come protagonista Jordan e che il pubblico potrà scoprire l’anno prossimo, dato che la Warners ha fissato la data di uscita del progetto al 7 marzo 2025, secondo quanto riportato da Deadline, con le riprese che dovrebbero avere inizio ad aprile a New Orleans. I dettagli sul film sono ancora scarsi, ma si prevede che sarà molto diverso dai precedenti progetti di Coogler e Jordan.
Sebbene la Warner Bros. non abbia confermato alcun punto della trama, un rapporto di Puck dell’inizio dell’anno ha affermato che il film avrà come protagonista Jordan nei panni di una coppia di vampiri succhiasangue. Puck ha aggiunto che si ipotizza che il film sia ambientato nel Sud americano negli anni ’30, con l’era Jim Crow che avrebbe avuto un ruolo importante. Jordan dovrebbe dunque ricoprire più ruoli all’interno del film, che dovrebbe dunque avere anche un’ambientazione fissata nel passato. Coogler produrrà anche il film con la sua Proximity Media insieme a Zinzi Coogler e Sev Ohanian.
Ryan Coogler e Michael B. Jordan insieme per la quinta volta
Come già riportato, questo film segnerà la quinta collaborazione tra Jordan e Ryan Coogler. Dopo il film indipendenteProssima fermata: Fruitvale Station e lo sportivo Creed – Nato per combattere, spin-off della serie di Rocky, i due hanno lavorato ai blockbuster Black Panther e Black Panther: Wakanda Forever. Dopo queste due esperienze, sembra ora che i due siano pronti per qualcosa di completamente diverso, che potrebbe portarli in territori nuovi e inesplorati all’interno delle rispettive carriere. Si attendono dunque maggiori notizie.
Arriva in prima TV esclusiva lo Sky OriginalThe Last Rifleman – Ritorno in Normandia con Pierce Brosnan, in onda sabato 23 marzo alle 21:15 su Sky Cinema Uno, in streaming solo su NOW e disponibile on demand. Su Sky il film sarà disponibile on demand anche in 4K.
La trama di The Last Rifleman – Ritorno in Normandia
Ispirato a fatti realmente accaduti, The Last Rifleman – Ritorno in Normandia racconta l’emozionante e commovente storia di Artie Crawford (Pierce Brosnan), un veterano della Seconda Guerra Mondiale che vive in una casa di riposo nell’Irlanda del Nord e che ha appena perso la moglie. Nel 75° anniversario dello sbarco in Normandia, Artie decide di fuggire di nascosto dalla casa di riposo e di intraprendere un lungo viaggio verso la Francia per dare l’ultimo saluto al suo migliore amico scomparso in battaglia. Nel corso del suo itinerario, Artie incontrerà molte persone interessanti e divertenti che lo aiuteranno a proseguire nel suo percorso. Grazie a tutte queste nuove amicizie, Artie scoprirà che non è mai troppo tardi per affrontare i fantasmi del passato e non è mai troppo presto per iniziare un’avventura.
The Last Rifleman – Ritorno in Normandia in esclusiva sabato 23 marzo alle 21.15 su Sky Cinema Uno, in streaming solo su NOW e disponibile on demand. Su Sky il film sarà disponibile on demand anche in 4K per i clienti Sky Q o Sky Glass con pacchetto Sky Cinema e con servizio opzione Sky HD/Sky Ultra HD attivo.
Downton Abbey 3 si farà davvero e una delle sue star lo ha confermato. BBC Radio 2 ha infatti parlato con Imelda Staunton riguardo i continui rumor su un nuovo lungometraggio. L’attrice ha ora confermato la cosa, affermando che: “Ci sarà un film conclusivo, ecco qua“. Il presentatore ha a quel punto scherzato dicendo: “Spero che non ti abbiamo messo nei guai“, al che l’attrice ha risposto: “Non mi interessa“. A questo punto la questione sembra essere chiusa e risolta. Ci sono state tante speculazioni sui social media e su altri canali, ma ora i fan hanno finalmente una risposta definitiva da una persona direttamente coinvolta. Tuttavia, ci sono ancora grandi domande che circondano un Downton Abbey 3.
Naturalmente, ci si chiede quale sarà la storia. Se questo film è davvero destinato a essere un addio a Downton Abbey, ci sono parecchie linee narrative da portare a compimento. Una volta definiti questi dettagli, si pone il problema della sua uscita. Per fortuna, un progetto su Downton Abbey non ha bisogno di un ampio lavoro di VFX o di altre cose del genere, ma potrebbe comunque volerci un po’ di tempo prima di vederlo in sala, anche se secondo alcuni rumor il progetto potrebbe essere pronto entro la fine dell’anno. In ogni caso, dopo Downton Abbey e Downton Abbey II – Una nuova era, i fan saranno felici di poter rivedere sul grande schermo quei personaggi e le loro storie.
Downton Abbey 3 arriverà nel 2024?
Tutto è iniziato con le voci di un possibile ritorno del franchise con Downton Abbey 3. Il Daily Mail ha parlato con diverse fonti che hanno indicato che c’era un progetto in produzione. Il rapporto indicava che il film sarebbe potuto arrivare in TV “entro la fine dell’anno“. “Le riprese sono in corso da qualche settimana, è tutto molto, molto segreto. Ci sono persone che ci lavorano e che non hanno mai visto una segretezza del genere“, hanno spiegato le fonti del Mail. “A chi lavora sul set è stato fatto firmare un accordo di non divulgazione per non svelare nulla, ma c’è molta eccitazione per il ritorno di Downton Abbey“. Se dunque le riprese fossero già in corso, un’uscita in sala entro il 2024 non sarebbe da escludere.
Quando i franchise più amati vengono ampliati con nuovi film, spesso questi trovano il modo di offrire nuovi spunti di riflessione sugli eventi delle opere precedenti, ma il regista Fede Álvarez ha confermato che il suo prossimo Alien: Romulus (qui il primo teaser trailer), ambientato tra Aliene Aliens – Scontro finale, non avrà un impatto complessivo sulla mitologia di entrambi i film. Questo sarà un sollievo per alcuni fan, sapendo che l’avventura può essere goduta interamente per i suoi meriti, anche se alcuni fan saranno sicuramente delusi dal fatto che non ricontestualizzerà ciò che è stato visto negli amati capitoli del franchise.
Parlando con Variety, Álvarez ha confermato che il suo nuovo film si svolge “20 anni dopo il primo, e per me non è uno stravolgimento del canone. È una cosa che mi piace fare personalmente, assicurandomi che tutto sia in linea con la grande storia del franchise di Alien, non solo per quanto riguarda la storia, ma anche per quanto riguarda il modo in cui realizzarla. Ho parlato con Ridley Scott come produttore e ho avuto lunghe chiacchierate con James Cameron a livello di sceneggiatura. Una volta terminato il film, l’ho mostrato loro“.
Ha continuato: “Tutti sono molto importanti, dal supervisore dei VFX di Aliens ai ragazzi che realizzano le miniature, e ne abbiamo assunti molti per lavorare al film. Altrimenti, è difficile ottenere lo stile, l’aspetto e l’atmosfera di un film come volevo io. È stato il più grande piacere di fare questo film, poter fare tutto questo processo“. Questo nuovo capitolo riporterà dunque il fenomenale franchise di Alien alle sue origini, con la sinossi che recita: “Mentre rovista nelle profondità di una stazione spaziale abbandonata, un gruppo di giovani colonizzatori dello spazio si trova faccia a faccia con la forma di vita più terrificante dell’universo“.
Alien: Romulus, tutto quello che sappiamo sul film
Il film è interpretato da Cailee Spaeny (Priscilla), David Jonsson (Agatha Christie’s Murder is Easy), Archie Renaux (Tenebre e ossa), Isabela Merced (The Last of Us), Spike Fearn (Aftersun) e Aileen Wu. Alien: Romulus è diretto da Fede Alvarez (La casa, Man in the Dark) da una sceneggiatura scritta dallo stesso Alvarez insieme al suo frequente collaboratore Rodo Sayagues (L’uomo nel buio – Man in the Dark), basata sui personaggi creati da Dan O’Bannon e Ronald Shusett.
Il film è prodotto da Ridley Scott (Napoleon), che ha diretto l’originale Aliene ha prodotto e diretto i nuovi film della saga, Prometheuse Alien: Covenant, Michael Pruss (Lo strangolatore di Boston) e Walter Hill (Alien); mentre Fede Alvarez, Elizabeth Cantillon (Charlie’s Angels), Brent O’Connor (Bullet Train) e Tom Moran (Unstoppable – Fuori controllo) sono i produttori esecutivi.
Durante una chiacchierata con Variety sul red carpet dei Gotham Awards dello scorso anno, la Spaeny ha rivelato che Romulus si svolge tra gli eventi dell’Alienoriginale di Ridley Scott e il sequel di James Cameron, Aliens – Scontro finale. “Dovrebbe inserirsi tra il primo e il secondo film“, ha detto Spaeny. “Hanno portato lo stesso team di ‘Aliens’, il film di James Cameron. Le stesse persone che hanno costruito quegli xenomorfi sono venute a costruire i nostri. Quindi vedere il progetto originale con le persone originali che hanno lavorato a questi film per più di 45 anni e che hanno fatto parte della loro vita è stato davvero incredibile“.
A produrre il film c’è naturalmente anche la Scott Free, la società del regista originale di Alien, Ridley Scott, che è produttore esecutivo. Con il titolo Alien: Romulus, non è dunque ancora stato rivelato molto riguardo all’ambientazione, alla collocazione temporale o alla trama del film. Ad aprile, Álvarez aveva rilasciato un’immagine dietro le quinte di un facehugger che stringe il ciak del film a bordo di una stazione spaziale. La presenza del facehugger conferma che il film si svolgerà dopo gli eventi di Prometheuse Alien: Covenant, che hanno rappresentato le origini degli Xenomorfi così come li si conosce.
L’esperienza di Álvarez con i filmLa casa e Man in the Dark potrebbe però anche suggerire che lo sceneggiatore-regista riporterà il franchise alle sue origini, con un thriller dove il cast è braccato dagli alieni all’interno dei confini della stazione spaziale. Con l’imminente film di Alien che ha finalmente ricevuto una data di uscita, il 16 agosto, il pubblico può ora aspettarsi che vengano nei prossimi mesi rivelati ulteriori dettagli sulla trama.
L’ondata di progetti sui supereroi dei DC Studios ha suscitato parecchie speculazioni, in quanto i fan stanno studiando attentamente ciò che James Gunn e Peter Safran hanno in programma per il futuro. È già stata annunciata un’ondata di nuovi film dell’Universo DC e di show televisivi esclusivi di Max, ma c’è stato molto spazio per il cameo o l’introduzione di altri personaggi all’interno di questo Universo, e sembra che Gunn possa aver scatenato delle nuove teorie su uno di essi.
Nella giornata di ieri, Gunn ha infatti condiviso su Instagram e su Threads la copertina della miniserie del 2011 DC Universe Presents di Paul Jenkins e Bernard Chang: Deadman #1. Questo, naturalmente, ha portato a speculazioni sul fatto che il personaggio titolare, Boston Brand/Deadman, potrebbe essere prossimo ad un ingresso nel DCU. Non è la prima volta che Gunn condivide sui social media la copertina di Deadman, che aveva già utilizzato in un post di Halloween del 2022.
Ha anche postato copertine di personaggi DC sui suoi social media senza alcun tipo di contesto, come ha fatto in precedenza per Mister Terrific e Captain Atom. Vale la pena ricordare che, meno di un anno dopo, è stato confermato che Edi Gathegi interpreterà Mister Terrific nel reboot di Superman di Gunn, quindi l’arrivo di Deadman non è assolutamente da escludere. D’altronde, il più delle volte ogni attività social di Gunn sembra avere sempre una motivazione, anche se questa si palesa solo in seguito.
Creato da Arnold Drake e Carmine Infantino in Strange Adventures #205 del 1967, Boston Brand/Deadman è un trapezista del circo che, dopo essere stato assassinato, acquisisce la capacità di possedere qualsiasi essere vivente. Deadman cerca così il suo assassino nell’Universo DC e alla fine diventa un membro di squadre come laJustice League Dark e i Sette Soldati della Vittoria.
Al momento non è chiaro dove Deadman potrebbe fare il suo debutto nel DCU, al di fuori di una potenziale avventura da solista o di un atteso progetto della Justice League Dark. Sulla carta, il candidato più probabile potrebbe essere il film di James Mangold su Swamp Thing, dato che i personaggi si sono incrociati nei fumetti. C’è anche la possibilità che si tratti di un cameo fuori campo in qualche altro progetto già annunciato, che si tratti di Waller, Creature Commandos o altro.
“Superman racconta la storia del viaggio di Superman per conciliare la sua eredità kryptoniana con la sua educazione umana come Clark Kent di Smallville, Kansas“, si legge nella sinossi ufficiale del film. “È l’incarnazione della verità, della giustizia e dello stile americano, guidato dalla gentilezza umana in un mondo che vede la gentilezza come antiquata.” Il film uscirà al cinema l’11 luglio 2025.
Superman avrà come protagonisti David Corenswet nei panni di Clark Kent, Rachel Brosnahan nel ruolo di Lois Lane e Nicholas Hoult in quello di Lex Luthor, oltre a Isabela Merced nel ruolo di Hawkgirl, Edi Gathegi in quello di Mister Terrific, Nathan Fillion in quello della Lanterna Verde Guy Gardner e Anthony Carrigan in quello di Metamorpho.
Più recentemente, Sara Sampaio ha firmato per interpretare l’assistente/amante di Lex, Eve Teschmacher, e Skyler Gisondo è stato scritturato per il ruolo di Jimmy Olsen.Sono attesi anche i membri della squadra di antieroi The Authority e María Gabriela de Faría (Animal Control) è stata scritturata per il ruolo di Angela Spica/The Engineer. Si dice anche che la Supergirl di Milly Alcock farà il suo debutto prima del suo film su Supergirl: Woman of Tomorrow, ma non è ancora stato confermato.
Nel corso delle tre stagioni di The Mandalorian, Din Djarin ha incontrato la sua buona dose di antagonisti. Tuttavia, non c’è stato avversario più temibile del Moff Gideon di Giancarlo Esposito. Il personaggio è stato il Grande Cattivo per tutte le prime tre stagioni di The Mandalorian, prima di incontrare apparentemente la sua fine nei momenti finali dell’ultimo episodio. Anche se il personaggio è – almeno all’apparenza – morto, Esposito nutre la speranza di tornare nella galassia lontana lontana, idealmente già in The Mandalorian & Grogu.
“Adoro l’universo di Star Wars“, ha dichiarato l’attore in una recente intervista con GQ. “Non ho nessun progetto perché non mi hanno chiamato. Ma Adoro Moff Gideon perché ha qualcosa che voglio“. “Sono tornato già tornato per la terza stagione. Poi vedi tutti questi cloni… metti insieme le cose“. Esposito fa riferimento ai vari cloni di Gideon che si vedono ad un certo punto nella serie, lasciando dunque aperta l’ipotesi che potrebbe tornare non come il Gideon originale bensì come un suo clone.
The Mandalorian & Grogu, tutto quello che sappiamo sul film
The Mandalorian & Grogu inizierà la produzione quest’estate a Los Angeles. Jon Favreau è produttore esecutivo insieme a Filoni e Kennedy, che ha descritto la “nuova storia” come “perfetta per il grande schermo”. Con Pedro Pascal nel ruolo del cacciatore di taglie con l’elmetto Din Djarin, The Mandalorianha segnato la prima serie televisiva di Star Wars in live-action quando è stata lanciata su Disney+ nel novembre 2019. Nel 2023 è andata in onda la terza stagione, che si è conclusa con l’insediamento di Din e Grogu – il suo apprendista mandaloriano e figlio adottivo – sul pianeta Nevarro, un tempo privo di vegetazione.
È lì che Din diventa un sicario della neonata Nuova Repubblica, stringendo un patto con il Capitano Carson Teva (Paul Sun-Hyung Lee), ranger di Adelphi, per dare la caccia ai resti imperiali ancora fedeli all’Impero caduto. “Sono entusiasta di quello che stiamo facendo in questo momento, ma il film, credo, sarà grandioso“, ha dichiarato recentemente Filoni, sceneggiatore, regista e produttore di The Mandalorian, a ET. “Con Jon al timone, sarà fantastico, e lui ha studiato così bene Star Wars ora, quindi ha una grande stenografia e amo collaborare con lui. Sono entusiasta di condividere il futuro di quello che stiamo facendo“.
The Sims, uno dei più celebri titoli del mondo dei videogiochi, sta per arrivare sul grande schermo. Come riportato da THR, Kate Herron, nota soprattutto per aver diretto la prima stagione della serie MarvelLoki, è pronta a dirigere questo adattamento del gioco. Herron sarà anche co-autrice della sceneggiatura insieme a Briony Redman. A produrre il progetto vi è la LuckyChap, la casa di produzione gestita da Margot Robbie, Tom Ackerly, Josey McNamara e Sophia Kerr, reduce dal grande successo di Barbie. Questo team produrrà dunque il film insieme a Roy Lee e Miri Yoon della Vertigo Entertainment. Anche Electronic Arts, che ha pubblicato il videogioco, sarà coinvolta in veste di creatore e produttore.
Che cos’è The Sims?
The Sims è un gioco per computer di simulazione di vita in cui i giocatori vestono i panni di un avatar che ha determinati tratti della personalità, abilità e relazioni modificabili e svolge le banali attività della vita quotidiana, come preparare la cena e arredare la casa. Il gioco si basa però anche su personaggi che hanno obiettivi e aspirazioni e, a seconda del gioco, possono anche costruire la propria famiglia. Dopo l’uscita del primo gioco nel 2000, l’ambientazione suburbana del franchise è stata ampliata, tramite sequel e pacchetti di espansione, per includere una serie quasi infinita di ambientazioni e toni come vacanze, show business, appuntamenti, vita liceale, persino magia e vampiri.
Anche la gamma di personaggi è pressoché infinita, anche se i membri delle famiglie Goth e Landgraab sono tra i più importanti. In un certo senso, The Sims condivide tratti simili a quelli di Barbie. Il gioco non ha infatti una vera e propria narrazione e presenta personaggi che vivono la loro vita, anche se controllati dai giocatori. Barbie, in quanto giocattolo, non ha una narrazione, essendo una bambola con una serie infinita di carriere, controllate dai giocatori. Il film potrebbe dunque idealmente partire da qui, magari costruendo un racconto che si sviluppi a partire dal tema del libero arbitrio o delle piccole ma importanti cose della vita.
Un film live-action basato su The Sims è in lavorazione dal 2007, con i diritti inizialmente detenuti dalla 20th Century Fox. L’adattamento cinematografico sarebbe stato scritto da Brian Lynch e prodotto da John Davis. La versione di The Sims della Fox è stata poi cancellata nel 2019 in seguito all’acquisizione della 20th Century Fox da parte della Disney. Al momento, LuckyChap è la società di produzione più in voga a Hollywood, dopo il successo miliardario di Barbie e quello di Saltburn, perciò sarà interessante scoprire quali prossimi sviluppi ci saranno per questo curioso adattamento.
HBO ha pubblicato una nuova serie di poster della seconda stagione diHouse of the Dragon, anticipando le prossime battaglie che casa Targaryen combatterà.
I poster della nuova stagione anticipano una guerra totale tra i membri di Targareyn, con grandi didascalie “Tutti devono scegliere” posizionate sopra i vari membri della famiglia. Un tweet accanto ai poster anticipa anche qualcosa – molto probabilmente un teaser trailer – che uscirà domani.
Spin-off del grande successo della HBO Il Trono di Spade, House of the Dragon è ambientato circa 200 anni prima del Il Trono di Spade e traccia i conflitti che affliggono la dinastia regnante dei Targaryen. Emma D’Arcy interpreta la regina Rhaenyra Targaryen, con Matt Smith nei panni di suo zio Daemon e Olivia Cooke nei panni di Alicent Hightower, la vedova del defunto padre di Rhaeynra, Viserys.
La seconda stagione della serie spin-off House of the Dragon presenterà la battaglia culminante per il potere conosciuta come “la Danza dei Draghi”, con i Verdi (gli Hightowers, Aegon & Co.) e i Neri (Rhaenyra, Daemon, ecc.) che combattono per rivendicare il Trono di Spade. (Guarda un teaser qui.)
Cosa aspettarsi dalla seconda stagione di House of the Dragon?
La prima stagione si è conclusa con la morte di Re Viserys, che ha gettato i Targaryen nel caos più totale riguardo al prossimo legittimo erede – il Principe Aegon o la Principessa Rhaenyra. La stagione successiva segna l’inizio della Danza dei Draghi, con ciascuna delle due parti che raccoglie il maggior numero di alleati e draghi possibile per assicurare la sconfitta dell’altra.
House of the Dragon è attualmente interpretata da Matt Smith, Olivia Cooke, Emma D’Arcy, Rhys Ifans, Steve Toussaint, Eve Best, Sonoya Mizuno, Graham McTavish, Jefferson Hall, David Horovitch, Matthew Needham, Bill Patterson, Gavin Spokes, Wil Johnson, John Macmillan, Savannah Steyn e Theo Nate. La seconda stagione vedrà anche l’aggiunta di Gayle Rankin, Russell Beale, Freddie Fox e Abubakar Salim.
Basato su Fire & Blood di George R.R. Martin, House of the Dragon racconta l’ascesa e la caduta dei Targaryen – l’unica famiglia di signori dei draghi sopravvissuta al Destino di Valyria. Si svolge 300 anni prima degli eventi del pluripremiato adattamento della serie di Game of Thrones, che ha trasmesso il suo episodio finale nel 2019.
House of the Dragon è stata ideata da George R.R. Martin, Ryan Condal e dal regista di Game of Thrones Miguel Sapochnik; Condal e Sapochnik sono anche gli showrunner. Martin, Sapochnik, Condal, Vince Gerardis e Sara Lee Hess sono produttori esecutivi.
Il regista spagnolo Jaume Balagueró è noto per aver realizzato film horror come Nameless – Entità nascosta, Bed Time, La settima musa e, soprattutto, Rec e [Rec]². Maestro del genere, negli anni ha dunque dato vita ad opere caratterizzate per la forte presenza di orrori soprannaturali che si svolgono in ambienti ristretti, violenze corporee inaudite e, di conseguenza, elementi gore adatti ad un pubblico decisamente avvezzo a questo tipo di dettagli. Il suo nuovo film, Venus, uscito nel 2022 passando fin troppo in sordina, è un compendio di tutto ciò, anche solo per l’ispirazione ad un racconto dello scrittore horror H. P. Lovecraft.
Il film è prodotto da Alex de la Iglesia (Le streghe son tornate, Oxford Murders – Teorema di un delitto) con la sua The Fear Collection, un marchio dedicato ai film dell’orrore fondato nel 2020 insieme a Carolina Bang e in collaborazione con Prime Video e Sony Pictures. Il primo film uscito sotto l’egida di The Fear Colletion è stato Veneciafrenia, mentre il secondo è, appunto, Venus. Si tratta di un’opera molto particolare per Balagueró, che come da lui sottolineato sembra iniziare come un classico crime movie per poi trasformarsi improvvisamente in un horror soprannaturale con streghe, demoni e spaventosi riti sacrificali.
Il passaggio televisivo di Venus è dunque l’occasione perfetta per recuperare il nuovo film di un maestro di questo genere, che ancora una volta si diverte e sorprende nel mettere in scena orrori con pochi eguali, che non mancano di soddisfare gli appassionati di questa tipologia di horror. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Venus. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Venus
La vicenda si svolge a Madrid, Spagna. Protagonista del racconto è Lucía, una go-go dance che, con in mano un pesante borsone pieno di pacchi di droga rubata in discoteca e una profonda ferita da taglio sulla coscia, fugge dal night club dove lavora, gestito dalla mafia. La ragazza, tuttavia, non ha alcuna possibilità di ingannare i suoi feroci datori di lavoro, gangster assassini che si pongono subito sulle sue tracce. Lucía non ha allora altra scelta che cercare di nascondersi dalla sorella Rocío e la giovane nipote Alba. Le due vivono nel decrepito Edificio Venus, un inquietante complesso di appartamenti di Villaverde Sud, su cui girano strane voci.
Nella speranza che i gangster smettano di cercarla, Lucía trascorre dunque la notte da loro. Ma quando sua sorella scompare, la mattina seguente, la ragazza si ritroverà a dover proteggere la nipote non solo dai mafiosi, che l’hanno nel mentre individuata, ma anche da antichi orrori che si nascondono dietro le pareti dell’edificio. Le voci su quell’edificio, infatti, si rivelerano più vere del previsto, tra presenze soprannaturali, streghe e demoni. Un antico rito sta infatti giungendo a compimento e così, per i presenti, quei corridoi e quelle stanze diventano luogo di orrori indicibili.
Il cast di Venus
Ad interpretare Lucía vi è l’attrice Ester Expósito, nota per il ruolo di Hija de Fernando nella serie Vis a Vis – Il prezzo del riscatto e di Carla Roson nella serie Élite. Accanto a lei, nel ruolo della nipote Alba vi è invece Inés Fernández, attrice qui al suo esordio cinematografico. La sorella Rocio, invece, è interpretata da Ángela Cremonte, nota per il ruolo di Elisa Cifuentes nella serie Le ragazze del centralino. L’attore Fernando Valdiviels interpreta Moro, uno degli affiliati della gang criminale, mentre Pedro Bachura è Calvo, incaricato di ritrovare la protagonista. L’attore Federico Aguado è Salinas, complice di Lucía, mentre Magüi Mira è Marga, la principale delle anziane residenti nel condominio.
Come finisce il film?
Come si apprende nel finale del film, dietro gli orrori che infestano il condominio Venus vi sono le tre anziane. Il loro scopo è far sì che una creatura da loro venerata possa reincarnarsi attraverso un rito, motivo per il quale compieno sacrifici su bambini da decenni. Per cercare di impedire che Alba possa essere l’ennesima vittima, Lucía assume un notevole quantitativo di droga per ottenere energia. Fattasi largo tra i criminali, sale nell’appartamento delle anziane, che vedendola capiscono che la creatura da loro venerata si è reincarnata in lei. Lucía le uccide e porta via con sé Alba. Rimane però il dubbio se Lucía possieda quel potere solo per via della droga assunta o se perché realmente il demone ha preso possesso del suo corpo.
Il film e il racconto I sogni nella casa stregata di H.P. Lovecraft
Come anticipato, il film è liberamente tratto dal racconto horror I sogni nella casa stregata – conosciuto anche con il titolo La casa delle streghe – dello scrittore statunitense Howard Phillips Lovecraft, appartenente al famoso Ciclo di Cthulhu. In esso si narra di Walter Gilman, il quale sta portando avanti degli studi sul folclore e sulla vecchia strega Keziah Mason, sfuggita al rogo. Walter ritiene che la donna sia stata in grado di viaggiare attraverso lo spazio e le dimensioni e che sia dunque ancora viva da qualche parte. Da qui parte una storia a metà fra l’incubo e il surreale, con Walter alla mercé della strega Keziah e del suo famiglio, Brown Jenkin, un mostruoso ibrido con il corpo da topo e la faccia e le mani umane.
Tale racconto è stato poi adattato anche dal sesto episodio della serie NetflixCabinet of Curiosities, dove nel ruolo di Walter vi è l’attoreRupert Grint. L’episodio in realtà si discosta parzialmente dal racconto introducendo la volontà di Walter di ritrovare la gemella morta anni prima e presumibilmente bloccata nella stessa realtà in cui si trova la strega, che cerca dunque a sua volta di tornare nel mondo dei vivi. Per quanto riguarda Venus, come si può intuire, il film si discosta molto dal racconto, mantenendo unicamente il tema dell’orrore cosmico, dei sogni, la casa della strega e i sacrifici fatti in nome di un male superiore.
Il trailer di Venus e dove vedere il film in streaming e in TV
Sfortunatamente Venus non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo dimercoledì 20 marzo alle ore 21:20 sul canale Rai 4. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.
Quello del revenge movie è da sempre un filone di film particolarmente popolari e acclamati, dove il protagonista di turno intraprende una spedizione punitiva nei confronti di quanti hanno ucciso o rapito dei suoi cari. Da prima genere prettamente pensato per un pubblico maschile, negli ultimi anni, fortunatamente, sono stati realizzati sempre più film dove ad andare in cerca di vendetta è un personaggio femminile. Da Il buio nell’anima a Colombiana, da Peppermint – L’angelo della vendetta fino al recente The Protégé. Di questo filone fa parte anche La vendetta di Luna, film di produzione tedesca diretto da Khaled Kaissar.
Qui al suo esordio come regista di un lungometraggio, Kaissar, nato in Afghanistan, aveva già con il suo corto del 2015 Zarnitsa manifestato il proprio interesse per le conseguenze a lungo termine della Guerra Fredda. Basandosi sulla propria esperienza personale di quando aveva sette anni e i sovietici invasero l’Afghanistan, ma anche su una vicenda realmente avvenuta, egli concepisce un film – scritto però da Ulrike Schölles, Ali Zojaji e Alexander Costea – che ha per protagonista personaggi provenienti dal contesto di quel forte periodo di tensione che cercano però ora di andare avanti con le loro vite, senza però riuscirci. Le “colpe” dei padri ricadono così sui figli, chiamati a rievocare antiche battaglie.
Distribuito nel 2017, La vendetta di Luna non ha ottenuto una distribuzione italiana ed ecco perché il suo passaggio televisivo è l’occasione per gli appassionati di questo genere per scoprire questo solido thriller d’azione ricco di colpi di scena e sequenze di grande impatto. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a La vendetta di Luna. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera a cui si ispira. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di La vendetta di Luna
Protagonista del film è Luna, una ragazzina di diciassette anni, intelligente, molto determinata e con una vita normale. Quest’ultimo aspetto termina bruscamente quando la sua famiglia viene uccisa in modo brutale nel bel mezzo di una vacanza in montagna. Dei misteriosi uomini, infatti, irrompono dentro il rifugio nel quale stavano soggiornando, uccidendo i genitori e la sorellina. Luna riesce per un pelo a fuggire, ma ovviamente da quel momento la sua vita non sarà più la stessa. Dopo il terribile fatto, la ragazza deecide di indagare su quanto accaduto e arriva a scoprire degli incredibili segreti sulla sua famiglia.
Capisce così che, in quanto unica sopravvissuta alla strage, è ora sotto il mirino dei servizi segreti, che vogliono morta anche lei. Il migliore amico del padre di Luna, Hamid, un agente russo afgano, si offrirà di proteggerla, tradendo i servizi segreti per portarla in salvo. Nonostante le offra una via sicura di salvezza all’estero, Luna si rifiuta di partire. Il suo obiettivo è quello di restare dove si trova per vendicare quella per lei è ancora la sua famiglia. Con l’aiuto di Hamid, decide di non arrendersi e affrontare coraggiosamente i nemici del padre. Ha così inizio una serie di vicende che la porteranno ad affermarsi come letale assassina.
Ad interpretare Luna vi è l’attrice tedesca ma di origini italiane Lisa Vicari, già vista con il ruolo di Martha Nielsen nella serie NetflixDark e nel ruolo di Isi nella serie Isi & Ossi. Per il suo ruolo in La vendetta di Luna, Vicari ha eseguito tutte le acrobazie previste per il suo personaggio, tra cui quella di appendersi a una corda a 60-70 metri di altezza sopra una gola. Recitano accanto a lei gli attori Carlo Ljubek nel ruolo dell’alleato Hamid, Branko Tomovic, in quello dell’antagonista Victor e Benjamin Sadler nel ruolo di Jakob, padre di Luna.
La vera storia che ha ispirato il film
Il film è liberamente basato su eventi realmente accaduti, un caso del 2012 di una famiglia di agenti russi scoperta e arrestata nel Baden-Württemberg, uno dei sedici stati federati della Germania. I membri della famiglia russa in questione, dopo essere stati arrestati e regolarmente processati dal governo tedesco, furono accusati di aver lavorato segretamente per oltre vent’anni per i servizi segreti di Mosca. A partire da questa vicenda, gli autori di La vendetta di Luna hanno provato ad immaginare dal punto di vista di un figlio o figlia come ci si possa sentire nell’apprendere quella verità sui propri genitori. Nasce così il film, che vira poi nel revenge movie, portando alle estreme conseguenze quel reale caso.
Come finisce il film?
Nel finale del film, dopo essere stata costretta a confrontarsi con il fatto che tutta la sua vita è stata una menzogna, in quanto suo padre Jakob era un agente russo che ha vissuto in Germania per 20 anni e la sua famiglia era solo una copertura, Lisa riesce ad individuare il mandante del massacro. Con l’aiuto di Hamid, segue infatti le orme di suo padre e affronta coloro che le danno la caccia, riuscendo a rivelare il vero corso degli eventi contro gli interessi della BND (il Servizio di Intelligence Federale) e a chiarire che suo padre, come contrariamente a quanto propagato dai media, non ha ucciso la moglie e la figlia. Numerosi arresti vengono effettuati, tra cui quello di Victor, responsabile dell’omicidio della famiglia di Luna
Il trailer di La vendetta di Luna e dove vedere il film in streaming e in TV
Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 20 giugno alle ore 21:00 sul canale Iris. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Mediaset Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.
I supereroi protagonisti di film, trilogie e saghe che vediamo al cinema si occupano di salvare il mondo da situazioni di estremo pericolo, mettendo a repentaglio la loro stessa incolumità. Ma chi si occupa di quelle missioni più “piccole” e dove ogni vita è assolutamente sacrificabile? Di queste, nell’universo della DC, si occupa la Suicide Squad, la squadra suicida composta da antieroi o veri e propri villain, costretti a rimediare ai loro trascorsi portando a termine attività di questo tipo. Al cinema, tale gruppo è stato brillantemente raccontato nel film del 2021 The Suicide Squad – Missione suicida (qui la recensione).
In realtà, già nel 2016 tale squadra era stata portata al cinema con il filmSuicide Squad (qui la recensione) di David Ayer. Il risultato non del tutto soddisfacente di quel film, però, ha spinto i digirenti dei DC Studios a sviluppare un nuovo film. A dirigerlo è stato chiamato James Gunn, regista affermatosi in casa Marvel con i film di Guardiani della Galassia ma intercettato dalla DC nei mei in cui era stato licenziato dalla Marvel per via di alcune controversie. Gunn ha così assunto il ruolo di regista e sceneggiatore di questo nuovo progetto, apportandovi i propri tratti distintivi oltre che ripensarlo come una storia a sé, slegata dal precedente film.
Il suo The Suicide Squad – Missione sucida, infatti, riprende sì alcuni dei personaggi già visti nel lungometraggio del 2016, ma si pone né come un sequel né come un reboot, semplicemente come “una cosa a parte”, come dichiarato dallo stesso Gunn. Fonti d’ispirazione per lui nella scrittura sono stati i fumetti dedicati alla squadra suicida negli anni Ottanta curati da John Ostrander e Kim Yale, ma anche il film Quella sporca dozzina (1967), di cui The Suicide Squad – Missione sucidaè la versione supereroistica. Ha così preso forma un stora scanzonata, tanto comica quanto emozionante, dotata anche di forti picchi drammatici in puro stile Gunn.
La trama e il cast di The Suicide Squad – Missione suicida
Protagonisti del film sono i super cattivi Harley Quinn, Bloodsport, Rick Flag, Peacemakere altri pessimi elementi del penitenziario Belle Reve, che detiene i maggiori criminali di sempre. Questi vengono scelti per far parte della controversa Suicide Squad, con l’obiettivo di intraprendere una missione segreta di ricerca seguendo le indicazioni governative di Amanda Weller. Ogni loro singolo atto di ribellione, ogni passo falso commesso dal gruppo costerà loro la vita, che potrebbe essere distrutta dalla stessa Weller, dai loro nemici o da un altro membro della squadra. Il team suicida, però, non immagina che la missione da portare a termine avrà risvolti molto più grandi di quanto loro comunicato.
Come anticipato, alcuni degli attori del precedente film riprendono qui i loro ruoli, a partire da Margot Robbie, di nuovo nei panni di Harley Quinn. L’attrice, infatti, ha dichiarato di adorare il personaggio e di volerlo interpretare il più a lungo possibile. Per questa sua nuova avventura nei panni della Quinn, l’attrice si è inoltre impegnata per eseguire personalmente gli stunt previsti per il personaggio. Altro attore del primo film che ritorna anche qui è Joel Kinnaman, con il ruolo di Rick Flag. Per l’attore è stata questa l’occasione per dar vita ad una versione più ingenua e divertente del personaggio rispetto al precedente film. Viola Davisè invece, di nuovo, Amanda Waller.
Tra i nuovi arrivati figura invece Idris Elba, inizialmente scelto per sostituire Will Smithnei panni di Deadshot ma in seguito chiamato ad interpretare un personaggio inedito, Bloodsport. Il wrestlerJohn Cena è invece presente con il ruolo di Peacemaker, da lui descritto come “un Captain America più str***o“. Grande fascino lo suscita invece il personaggio Nanaue, la cui voce originale è quella di Sylvester Stallone, dichiaratosi entusiasta del personaggio. Daniela Melchior interpreta Ratcatcher II, una ladra portoghese che ha il potere di controllare i ratti, mentre David Dastmalchian è Polka-Dot Man, un depresso supercriminale con il potere di espellere pois corrosivi dal proprio corpo.
Lo squalo King Shark e le differenze con il fumetto
I fan della DC Comics non hanno potuto fare a meno di notare che King Shark è diverso da come appare nei fumetti, dove è uno squalo martello. Il regista James Gunnha dunque spiegato che durante processo di progettazione del personaggio si è cercato di emulare il look da squalo martello di King Shark, ma che alcune cose dei fumetti al cinema non funzionano. “Ho fatto dei test con il design a testa di martello, che adoro e che inizialmente pensavo di usare. Ma il fatto che gli occhi ai lati fossero molto distanti tra loro rendeva incredibilmente scomode le riprese delle interazioni con le altre persone. Non si riusciva a vedere lo sguardo dell’interlocutore e le inquadrature tendevano a essere troppo larghe“.
Sequel e spin-off del film… ci sarà un The Suicide Squad 3?
Per quanto riguarda un sequel di The Suicide Squad – Missione sucida, attualmente questo non sembra essere nei piani dei DC Studios, di cui Gunn è intanto diventato co-CEO insieme al produttore Peter Safran. I due stanno infatti lavorando ad un riavvio del DC Universe, accantonando il DC Extended Universe finora in vigore e di cui The Suicide Squad – Missione sucida fa parte. Non è tuttavia da escludere che anche nei nuovi progetti dei due possa rientrare un nuovo film sulla Suicide Squad. Ad ora, l’unico progetto legato al film e nato in seguito ad esso è la serie spin-off Peacemaker, incentrata sul personaggio interpretato da John Cena.
Un’ulteriore serie spin-off con Amanda Waller protagonista è stata poi rivelata nel maggio 2022, con Christal Henry alla sceneggiatura e produttore esecutivo insieme a Gunn e Safran.Viola Davisriprenderà il suo ruolo e sarà anche produttrice esecutiva della serie, che avrebbe dovuto basarsi sulle apparizioni di Waller in Peacemaker, dove ha rivelato pubblicamente il suo lavoro con la Suicide Squad. Nel gennaio del 2023 è poi stato rivelato che la serie si intitolerà proprio Waller, ma al momento non è noto quando tale progetto entrerà in produzione.
Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV
È possibile fruire di The Suicide Squad – Missione sucidagrazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV ePrime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto di mercoledì 20 marzo alle ore 21:20 sul canale Italia 1.
The Suicide Squad e The Suicide Squad – Dubbed Version, qual è la differenza?
Quando il film è stato distribuito su Netflix, sulla piattaforma è si poteva troavare una doppia versione di The Suicide Squad – Missione sucida: una “classica” e una riportante la dicitura “Dubbed Version”. Qual è la differenza tra le due? A livello contenutistico, i due film sono esattamente uguali, le differenze si ritrovano solo nel fatto che la prima, la versione “classica” possiede unicamente la lingua inglese (e i sottotitoli in inglese e in italiano), mentre la Dubbed Version possiede unicamente la lingua italiana ed è sprovvista di sottotitoli. Netflix dava così modo ai propri utenti la possibilità di scegliere in quale lingua guardare i film, in modo differente a come è solita fare.
Taylor Swift: The Eras Tour (Taylor’s Version) continua a battere nuovi record: con 4,6 milioni di visualizzazioni* su Disney+ in 3 giorni diventa il film musicale più visto di sempre sulla piattaforma streaming. Nel fine settimana i fan di Taylor Swift hanno guardato su Disney+ 16,2 milioni di ore del film concerto della durata di 3 ore e mezza.
Disney+ è l’unico posto in cui è possibile guardare per la prima volta lo show nella sua interezza, completo di brani eseguiti solo nei concerti dal vivo. I fan di Taylor Swift hanno avuto l’opportunità di ammirare esibizioni di nuove canzoni come “cardigan”, insieme ad altre quattro in versione acustica: “Maroon”, “Death by a Thousand Cuts”, “You Are in Love” e “I Can See You”.
Dall’artista 14 volte vincitrice del GRAMMY, Taylor Swift: The Eras Tour ha incassato più di 260 milioni di dollari al botteghino mondiale ed è un altro esempio di come Disney++ sia la casa di grandi eventi. Elton John live dal Dodger Stadium, Black Is King e The Beatles: Get Back sono tutti attualmente disponibili sulla piattaforma streaming. Per non parlare di folklore: the long pond studio sessions della stessa Swift.
La Universal Pictures Italia ha diffuso il secondo divertente trailer di The Fall Guy, l’atteso film che vede protagonista Ryan Goslingnei panni di uno stuntman
Colt Seavers è uno stuntman e, come ogni stuntman che si rispetti, è pronto a tutto: farsi saltare in aria e sparare, schiantarsi, lanciarsi dalle finestre e da ogni altezza possibile. Tutto per il nostro divertimento.
Ora però, reduce da un incidente che ha quasi messo fine alla sua carriera, si troverà davanti alla prova più difficile della sua vita: ritrovare una star del cinema scomparsa, smascherare una cospirazione e cercare di riconquistare l’amore della sua vita, pur continuando a svolgere quotidianamente il suo lavoro. Sarà pronto a essere l’eroe?
Dal regista e vero stuntman David Leitch (Bullet Train, Deadpool 2, Atomic Blonde e Fast & Furious Presents: Hobbs & Shaw e produttore di John Wick, Nobody e Violent Night) arriva un nuovo The Fall Guy, avvincente thriller d’azione con un cast stellare; una lettera d’amore agli action-movie e a tutti coloro che contribuiscono a realizzarli, lavorando duramente e passando spesso in secondo piano: The Fall Guy.
Il candidato all’Oscar Ryan Gosling (Barbie, La La Land, Drive) interpreta Colt Seavers, uno stuntman un po’ acciaccato che, un anno dopo aver abbandonato la scena per concentrarsi sulla sua salute fisica e mentale, viene richiamato in servizio quando scompare il protagonista di un film stellare e diretto dalla sua ex Jody Moreno, interpretata dalla vincitrice del Golden Globe Emily Blunt (Oppenheimer, A Quiet Place, Sicario).
Mentre la spietata produttrice del film (la vincitrice dell’Emmy Hannah Waddingham; Ted Lasso) tenta di mantenere segreta la notizia della scomparsa della star Tom Ryder (il vincitore del Golden Globe Aaron Taylor-Johnson; Bullet Train), Colt si cimenta nei suoi stunts più acrobatici mentre cerca (con scarso successo) di rientrare nelle grazie di Jody. Ma quando il mistero attorno alla sparizione della star si infittisce, Colt si troverà invischiato in un sinistro complotto che lo spingerà sull’orlo di una caduta più pericolosa di qualsiasi acrobazia abbia mai tentato.
Ispirato alla serie televisiva di successo degli anni ’80, The Fall Guy è interpretato anche da Winston Duke (Black Panther) e dalla candidata all’Oscar Stephanie Hsu (Everything Everywhere All at Once).
Con la sceneggiatura di Drew Pearce (Hobbs & Shaw), The Fall Guy è prodotto da Kelly McCormick (Bullet Train, Nobody, Atomic Blonde) e David Leitch per 87North, e da Ryan Gosling e Guymon Casady (Game of Thrones, Steve Jobs e produttore esecutivo della prossima serie “Ripley”) per Entertainment 360. I produttori esecutivi sono Drew Pearce, Geoff Shaevitz di Entertainment 360 e Glen A. Larson (creatore della serie televisiva originale “Fall Guy”).
La saga della famiglia Gucci, è entrata nell’arena della cultura pop globale con il film di Ridley Scott “House of Gucci”, e ora è pronta per un’altra svolta, questa volta com una nuova serie tv, e con la vera famiglia Gucci a bordo come parte del team di produzione.
Gaumont, il gruppo cinematografico e televisivo francese dietro “Narcos”, “Lupin” e la prossima serie mondiale sulla moda “Becoming Karl Lagerfeld”, ha firmato un accordo con il produttore Giorgio Gucci, che rappresenta la famiglia Gucci, per realizzare una serie TV sull’ascesa dell’iconico marchio Gucci. Lo spettacolo seguirà gli inizi dell’azienda con il fondatore Guccio Gucci e approfondirà i conflitti che seguirono all’interno della dinastia della famiglia della moda che portarono alla vendita del loro impero.
Il progetto, ancora senza titolo, è in fase di sviluppo senza regista o cast, ma sta cercando di girare in Italia, Stati Uniti, Francia e Regno Unito.
Secondo la storia, Guccio Gucci ha lavorato come fattorino al Savoy Hotel di Londra, dove si è ispirato alle lussuose valigie in pelle portate dagli aristocratici britannici. Nel 1921, Gucci aprì il suo primo punto vendita a Firenze e i suoi quattro figli – Aldo, Vasco, Rodolfo e Ugo (il figliastro adottivo) – furono presto introdotti nell’azienda di famiglia. Aldo, il maggiore dei cinque fratelli, aprì la prima boutique Gucci a Roma negli anni ’30. La sua intuizione e l’uso innovativo di materiali di qualità hanno trasformato Gucci nel marchio iconico caratterizzato dal logo della doppia G.
Le faide familiari a lungo latenti nel corso dei decenni successivi portarono alla fine, all’inizio degli anni ’90, alla vendita del marchio a controllo familiare al conglomerato francese Kering.
“Ci interessa raccontare la storia di un’azienda di famiglia, perché è di questo che tratta la saga di Gucci“, ha affermato Giorgio Gucci, nato dopo la vendita del marchio. Dirige la Alcor Film, con sede a Roma, che è stata tra i produttori del dramma giovanile di Alain Parroni “Una domenica senza fine”, presentato in concorso nella sezione Orizzonti della Mostra del Cinema di Venezia 2023, dove ha vinto il Premio Speciale della Giuria.
“Gucci è stato sicuramente uno dei primi brand italiani a varcare i nostri confini e sbarcare negli Stati Uniti, e da lì a rimbalzare nel resto del mondo, diventando protagonista assoluto della Dolce Vita qui a Roma”, ha aggiunto.
La divisione italiana di Gaumont, la casa di produzione cinematografica prima al mondo per longevità, annuncia la partnership con Alcor Film di Giorgio Gucci e la sua famiglia, per la prima volta insieme in un progetto audiovisivo che racconta la storia di un Family Business: da una piccola bottega di artigiani fiorentini a una delle maison di moda più importanti in Italia e nel mondo.
Il business non può danneggiare la famiglia, ma la famiglia non deve danneggiare il business – Guccio Gucci jr
Questo è il conflitto tematico intorno al quale ruoterà la trama del nuovo progetto che narra la storia familiare dei Gucci sin dalle sue origini quando il fondatore, Guccio Gucci, partì con una nuova grande e ambiziosa avventura nel suo negozio di borse in pelle a Firenze. Proseguirà poi con il viaggio di suo figlio Aldo, il più anziano di cinque fratelli, che negli anni ’30 del secolo scorso apre la prima boutique a Roma: grazie alle sue intuizioni e all’ingegno sull’uso di materiali di qualità, nascerà l’iconico marchio con il logo a doppia G e i nastri a strisce rosso e verde o rosso e blu, facendolo diventare dalla fine della Guerra uno status symbol negli anni della Dolce Vita.
Aldo Gucci conia il motto: “La qualità si ricorda a lungo, il prezzo si dimentica”, e contro la volontà del padre inizia l’avventura per internazionalizzare il marchio Gucci con l’espansione sul mercato americano, sbarcando col primo negozio a New York. Aldo diventa così il primo ambasciatore della moda italiana nel mondo. Un imprenditore e designer romantico e intraprendente, un visionario alla conquista del fashion system mondiale. Protagonismo, rivalità, egoismo e ambiziosa espansione: tutti questi elementi saranno rappresentati in una tesa ed elegante saga familiare dallo stile contemporaneo e glamour.
Marco Rosi, General Manager di Gaumont Italia, dichiara: “Sono orgoglioso di annunciare questo ambizioso progetto. Abbiamo accolto con entusiasmo la proposta di Giorgio e della sua famiglia di lavorare sulla storia di uno dei brand più iconici al mondo, il cui successo globale resta indissolubilmente legato all’eccellenza italiana e alla famiglia che ne è stata artefice”.
Giorgio Gucci, AD Alcor Film,aggiunge: “Abbiamo scelto Gaumont per il loro percorso così simile al nostro, un Family Business che sceglie ogni giorno l’eccellenza per continuare a crescere. C’è tra noi una grande comunione d’intenti”.
Il primo trailer di Alien: Romulus, il film 20th Century Studios dal produttore Ridley Scott e dal regista/sceneggiatore Fede Alvarez. Alien: Romulus arriverà il 14 agosto nelle sale italiane, distribuito da The Walt Disney Company Italia.
Questo horror-thriller riporta alle origini il franchise di grande successo Alien: rovistando nelle profondità di una stazione spaziale abbandonata, un gruppo di giovani colonizzatori dello spazio si trova faccia a faccia con la forma di vita più terrificante dell’universo.
Il film è interpretato da Cailee Spaeny (Priscilla), David Jonsson (Agatha Christie’s Murder is Easy), Archie Renaux (Tenebre e ossa), Isabela Merced (The Last of Us), Spike Fearn (Aftersun) e Aileen Wu. Alien: Romulus è diretto da Fede Alvarez (La casa, Man in the Dark) da una sceneggiatura scritta dallo stesso Alvarez insieme al suo frequente collaboratore Rodo Sayagues (L’uomo nel buio – Man in the Dark), basata sui personaggi creati da Dan O’Bannon e Ronald Shusett.
Il film è prodotto da Ridley Scott (Napoleon), che ha diretto l’originale Alien e ha prodotto e diretto i nuovi film della saga, Prometheus e Alien: Covenant, Michael Pruss (Lo strangolatore di Boston) e Walter Hill (Alien); mentre Fede Alvarez, Elizabeth Cantillon (Charlie’s Angels), Brent O’Connor (Bullet Train) e Tom Moran (Unstoppable – Fuori controllo) sono i produttori esecutivi.
Alien: Romulus, tutto quello che sappiamo sul film
Durante una chiacchierata con Variety sul red carpet dei Gotham Awards dello scorso anno, la Spaeny ha rivelato che Romulus si svolge tra gli eventi dell’Alienoriginale di Ridley Scott e il sequel di James Cameron, Aliens – Scontro finale. “Dovrebbe inserirsi tra il primo e il secondo film“, ha detto Spaeny. “Hanno portato lo stesso team di ‘Aliens’, il film di James Cameron. Le stesse persone che hanno costruito quegli xenomorfi sono venute a costruire i nostri. Quindi vedere il progetto originale con le persone originali che hanno lavorato a questi film per più di 45 anni e che hanno fatto parte della loro vita è stato davvero incredibile“.
A produrre il film c’è naturalmente anche la Scott Free, la società del regista originale di Alien, Ridley Scott, che è produttore esecutivo. Con il titolo Alien: Romulus, non è dunque ancora stato rivelato molto riguardo all’ambientazione, alla collocazione temporale o alla trama del film. Ad aprile, Álvarez aveva rilasciato un’immagine dietro le quinte di un facehugger che stringe il ciak del film a bordo di una stazione spaziale. La presenza del facehugger conferma che il film si svolgerà dopo gli eventi di Prometheuse Alien: Covenant, che hanno rappresentato le origini degli Xenomorfi così come li si conosce.
L’esperienza di Álvarez con i filmLa casa e Man in the Dark potrebbe però anche suggerire che lo sceneggiatore-regista riporterà il franchise alle sue origini, con un thriller dove il cast è braccato dagli alieni all’interno dei confini della stazione spaziale. Con l’imminente film di Alien che ha finalmente ricevuto una data di uscita, il 16 agosto, il pubblico può ora aspettarsi che vengano nei prossimi mesi rivelati ulteriori dettagli sulla trama.
La Storia Infinita, l’amato romanzo fantasy dell’autore tedesco Michael Ende – già adattato nel film di culto del 1984 (qui la recensione) – sta per essere riproposto sul grande schermo con un nuovo adattamento (dunque non un remake del film già esistente). Il progetto è frutto di una nuova joint-venture tra la Michael Ende Productions e la casa di produzione di prestigio See-Saw Films, che riporterà dunque il mondo di Fantàsia nelle sale cinematografiche attraverso – stando a quanto riportato da Variety – molteplici film in live-action.
La notizia pone fine alla corsa per una delle proprietà fantasy più interessanti ancora da sfruttare per il pubblico moderno. Secondo Variety, negli ultimi anni la proprietà di Ende ha ricevuto interesse da tutto il mondo, compresi studios e streamer. Già nel settembre del 2022 era stata riportata la notizia per cui i diritti del libro erano pronti per andare all’asta, cosa che faceva presuppore la possibile realizzazione di un nuovo film.
See-Saw – che non è nuova all’adattamento per il grande schermo di opere letterarie famose, avendo realizzato lungometraggi come Lione Il potere del cane, oltre ai recenti successi televisivi Heartstoppere Slow Horses – si è dunque ora unita alla Michael Ende Productions per sviluppare e produrre i film. La nuova partnership ha ottenuto i diritti per La Storia Infinita dall’esecutore testamentario di Ende, il dottor Wolf-Dieter von Granau. Iain Canning ed Emile Sherman produrranno per See-Saw insieme a Roman Hocke e Ralph Gassmann per Michael Ende Productions.
“La storia è attuale e senza tempo, e ha davvero l’opportunità di essere raccontata in modo nuovo“, ha dichiarato Canning. “E parte della particolarità del libro è che si può tornare ad esso in diverse età della vita e trovare diversi livelli di significato. Perciò è meraviglioso avere l’opportunità di dare una nuova prospettiva che avrà nuovi strati e significati. Crediamo che ogni generazione meriti il proprio viaggio a Fantàsia“. “Il viaggio, per molti versi, inizia ora“, ha detto Canning. “C’è stata molta attesa da parte delle persone che amano questa storia su quali sarebbero stati i prossimi passi. Per noi, ora dobbiamo parlare con scrittori e registi che nutrono una passione per questo racconto“.
“Abbiamo bisogno di storie come abbiamo bisogno dell’aria per respirare e dell’acqua per sopravvivere. Danno qualità ai nostri mondi interiori e con questa qualità prendiamo decisioni di qualità. Le storie rendono il mondo migliore“, ha detto invece Hocke. “E ‘La Storia Infinita’ è la storia di tutte le storie“. Gran parte dei dettagli della produzione, compreso il numero esatto di film da realizzare, dipenderà dai creativi che verranno coinvolti. Ma Canning ha detto che i luoghi descritti da Ende ne La Storia Infinita – tra cui la cosiddetta Torre d’Avorio, Goab il Deserto dei Colori, le Montagne d’Argento, la Città Spettrale, il Lago d’Argento e le Paludi della Tristezza – permetteranno al film di essere una “produzione globale internazionale“.
Di cosa parla La Storia Infinita?
Pubblicato per la prima volta nel 1979, La Storia Infinita è stato tradotto in 45 lingue, vendendo milioni di copie in tutto il mondo. Al centro della storia c’è l’impacciato ma fantasioso bambino Bastian Balthasar Bux che, mentre scappa dai bulli, scopre il misterioso libro La Storia Infinita, che racconta dell’eroico Atréyu e della sua missione di salvare il magico regno di Fantàsia – un mondo di draghi, giganti, vasti regni e paludi mortali – e la sua sovrana, l’Imperatrice Bambina, dalla distruzione da parte di una forza nota come “Il Nulla”. Ma più legge, più Bastian si rende conto di non essere semplicemente uno spettatore non coinvolto, ritrovandosi ben presto trasportato lui stesso in Fantàsia, volando in cima al drago portafortuna Falkor per cercare di fermare le forze del male.
Aaron Taylor-Johnson è il protagonista dell’ultima copertina di Rolling Stone UK in vista del resto dell’anno che si preannuncia impegnativoa per l’attore 33enne. Ha un ruolo di supporto in “The Fall Guy” (nelle sale il 3 maggio da Warner Bros), è protagonista del film di supereroi “Kraven the Hunter” (nelle sale il 30 agosto da Sony) e fa parte dell’ensemble di Robert Eggers “Nosferatu” (nelle sale il 25 dicembre da Focus Features). Kraven the Hunter offre a Aaron Taylor-Johnson l’opportunità di lanciare un nuovo franchise di supereroi dopo un’unica apparizione nel ruolo di Pietro Maximoff nel Marvel Cinematic Universe grazie a “Avengers: Age of Ultron“.
“Penso che questo personaggio avesse qualcosa di unico e di concreto“, ha dichiarato Aaron Taylor-Johnson a proposito di Kraven. “Ne abbiamo tutti abbastanza di vedere certi film in studio, un certo tipo di cultura pop… in cui sfornano roba che diluisce la voglia di andare al cinema. Non avrei accettato se non avessi sentito che c’era qualcosa da portare in vita con questo personaggio“.
“Affrontare un film Sony/Marvel è una sfida completamente diversa“, ha aggiunto più avanti nell’intervista. “C’è la storia, il personaggio, il ruolo; è una cosa. Ma poi si entra anche in un mondo in cui si ha a che fare con uno studio e un franchise – o possibili franchise, ma non esageriamo. Quindi, in un certo senso, stanno lanciando i dadi su di me, il che è una bella cosa. Ma devi soddisfare gli studios, compiacere il pubblico e fare ciò che è dignitoso per te come attore. Trovo tutto questo super stimolante“.
Un altro potenziale franchise all’orizzonte per Aaron Taylor-Johnson è James Bond. Da tempo è considerato il favorito per prendere il posto di Daniel Craig, e il 18 marzo il The Sun ha riportato che gli è stato ufficialmente offerto il ruolo e che firmerà un contratto a breve. Fonti vicine a Aaron Taylor-Johnson hanno sminuito la notizia e hanno detto che non è stato scritturato per il ruolo di Bond, ma tecnicamente tutto è possibile in futuro.
“Posso parlare solo delle cose che mostrerò e racconterò“, ha detto Aaron Taylor-Johnson quando Rolling Stone UK gli ha chiesto di parlare di Bond. “Non sento il bisogno di avere un futuro disegnato per me. Mi sento come se: qualsiasi cosa venga disegnata per me, posso fare di meglio“.
Sono state pubblicate sui canali social ufficiali del film le prime immagini di Beetlejuice Beetlejuice, l’atteso sequel del film del 1988 diretto da Tim Burton e in arrivo in sala dal 6 settembre di quest’anno. Le immagini ci mostrano un primo sguardo a Micheal Keaton di nuovo nei panni del demoniaco protagonista, ma anche gli attori Winona Ryder, Jenna Ortega, Catherine O’Hara e Justin Therouxnei lugubri panni dei loro personaggi. Il rilascio di un primo trailer sembra inoltre essere imminente. Di seguito, ecco il link dove poter vedere le foto:
Beetlejuice, uscito nel 1988, era interpretato da Michael Keaton, Winona Ryder, Catherine O’Hara, Jeffrey Jones, Alec Baldwin e Geena Davis. Quel film è incentrato su una coppia di coniugi deceduti che ricorre ai servizi dell’antipatico e dispettoso poltergeist dell’aldilà per spaventare i nuovi residenti della loro vecchia casa. Fin dal suo debutto, il film ha ottenuto un successo sia di critica che commerciale, con un incasso di oltre 73 milioni di dollari, rendendo Burton particolarmente celebre ad Hollywood. Non si hanno invece ad ora dettagli sulla trama di Beetlejuice 2, ma sappiamo che il film uscira nelle sale il 6 settembre 2024.
Disney+ ha diffuso il trailer di The Greatest Hits, scritto e diretto da Ned Benson, con Lucy Boynton, Justin H. Min, David Corenswet e Austin Crute. Il film originale ha debuttato in anteprima mondiale al South By Southwest Film Festival di Austin, Texas, lo scorso 14 marzo e sarà disponibile dal 12 aprile in esclusiva su Disney+ in Italia.
In The Greatest Hits Harriet (Lucy Boynton) scopre che l’arte imita la vita quando si rende conto che alcune canzoni possono trasportarla indietro nel tempo – letteralmente. Mentre rivive il passato attraverso i ricordi romantici con il suo ex fidanzato (David Corenswet), il suo viaggiare nel tempo si scontra con un nuovo interesse amoroso che sta nascendo nel presente (Justin H. Min). Mentre intraprende questo viaggio attraverso la connessione ipnotica tra musica e ricordi, Harriet si chiede: anche se potesse cambiare il passato, dovrebbe farlo?
Searchlight Pictures presenta The Greatest Hits, di Groundswell / Flying Point Production. Con Lucy Boynton (Bohemian Rhapsody, The Politician), Justin H. Min (After Yang, Lo scontro), David Corenswet (Pearl, The Politician) e Austin Crute (La rivincita delle sfigate, Atlanta), il film è scritto e diretto da Ned Benson (la trilogia de La scomparsa di Eleanor Rigby). I produttori sono il candidato all’Academy Award Michael London (Sideways – In viaggio con Jack, Thirteen – 13 anni), Shannon Gaulding (Spider-Man), Stephanie Davis (In nome del cielo), Cassandra Kulukundis (la trilogia de La scomparsa di Eleanor Rigby) e Ned Benson. I produttori esecutivi sono Hilton Smith e Stone Douglass. Con le musiche di Ryan Lott (Everything Everywhere All at Once), The Greatest Hits vede al montaggio Saira Haider. Lo scenografo è N.C. Page Buckner, mentre il direttore della fotografia è Chung-Hoon Chung.
Johnny Depp ha negato di aver maltrattato una co-star del filmBlow del 2001, e un membro della troupe sta confermando la sua versione dei fatti. Secondo Variety, l’attrice di BlowLola Glaudini ha accusato Johnny Depp di averla rimproverata un giorno sul set del film. L’accusa è stata formulata all’inizio dell’anno sul podcast Powerful Truth Angels, ma ora sta facendo il giro della stampa e Johnny Depp ha rilasciato una dichiarazione ufficiale in risposta.
Blow è stato diretto da Ted Demme e Johnny Depp vi ha recitato al fianco di Penelope Cruz e del compianto Paul Reubens. Il film è ispirato alla storia vera del famigerato trafficante di cocaina George Jung, interpretato da Johnny Depp. Lola Glaudini aveva un ruolo minore e il presunto incidente è avvenuto dopo una scena in cui lei era sullo sfondo mentre Johnny Depp recitava. La Glaudini ha dichiarato di aver ricevuto da Demme l’ordine di far “scoppiare a ridere” il suo personaggio dopo che il George Jung interpretato da Depp aveva terminato un monologo. La Glaudini ha affermato che dopo aver fatto questo per alcune riprese, Depp ha improvvisamente iniziato a insultarla e rimproverarla, e a intimarla di stare zitta da quel momento in poi.
“[Depp] dice il suo monologo. Io sento lo spunto e faccio haha, faccio una grossa risata o qualsiasi altra cosa“, ha detto Glaudini. “Johnny Depp, quando dicono “cut”, si avvicina a me, mi punta il dito in faccia e dice: ‘Chi c*** credi di essere? Chi c*** credi di essere? Chiudi quella cazzo di bocca. Sono qui fuori e sto cercando di dire le mie battute e tu mi stai mettendo a fuoco. Sei un fottuto idiota. Oh, ora, ora non è più così divertente? Ora puoi stare zitto? Ora puoi chiudere quella cazzo di bocca? Il silenzio che c’è in questo momento, è il modo in cui devi stare, cazzo“.
L’attrice ha aggiunto: “Il primo giorno, sul set, non l’ho mai incontrato. Era il mio primo film in studio, fino ad allora avevo fatto solo film indipendenti. E la star che ho sempre idolatrato, con la quale sono così entusiasta di lavorare, mi ha rimproverato. L’unica cosa che mi passava per la testa era: ‘Non piangere, non piangere, non piangere‘”.
La Glaudini ha poi descritto le presunte “scuse non apologetiche” che Depp le avrebbe rivolto sul set quel giorno, sostenendo che in quel momento era nel personaggio. Ha raccontato che, a quel punto, ha parlato dell’incidente con suo padre, il quale le ha detto che aveva due opzioni: “Puoi dire “f***o” a questo, “f***o” a te, e non voglio che mi si parli in questo modo, oppure non permettergli mai di vederti sudare“. La Glaudini ha detto di aver scelto di trattenersi e di far finta che tutto andasse bene quando Depp le si è avvicinato, scegliendo quest’ultimo suggerimento.
“[Depp] ha detto: ‘Sai, prima ero davvero nella mia testa e sono rimasto nel mio personaggio, sto facendo questo accento di Boston, e mi sta davvero prendendo per il culo. Sono un po’ teso e così via. Quindi volevo solo assicurarmi che fossimo a posto e tutto il resto?“, ha raccontato. “L’ho guardato e mi sono detta: “Non so di cosa stai parlando? Certo, di cosa stai parlando? Assolutamente figo”. Perché ero come… mio padre mi ha detto: ‘Non farti vedere sudare’. E così è stato“.
Secondo la Glaudini, nessuno le ha offerto sostegno dopo il presunto rimprovero, compreso Demme. Ha detto di essersi sentita come un “paria” dopo la fine del film, senza che nessuno volesse parlare con lei, suggerendo che ciò era dovuto al fatto che era vista come “la stronza contro cui lui inveiva“.
Johnny Depp e un membro della troupe di Blow mettono in dubbio le accuse
Attraverso il suo rappresentante, Johnny Depp ha risposto al presunto incidente con una dichiarazione. Il comunicato sottolinea che Johnny Depp “dà priorità ai buoni rapporti di lavoro” con i suoi collaboratori sul set cinematografico. Anche il tecnico del suono di Blow Samuel Sarkar, che ha lavorato con Johnny Depp in altri film come Chocolat e Paura e delirio a Las Vegas, ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma di non aver mai visto o sentito nulla di simile a quanto descritto nel racconto di Glaudini.
“Johnny dà sempre priorità ai buoni rapporti di lavoro con il cast e la troupe e questo racconto differisce molto dal ricordo di altri membri del set in quel momento“, si legge nella dichiarazione di Johnny Depp.
La dichiarazione di Sarkar ha aggiunto: “Come addetto al suono, si ascolta costantemente ciò che accade sul set, si ascoltano i rumori e le chiacchiere. In effetti, nello specifico, ascoltavo l’audio di Johnny per verificare la presenza di interferenze, sia durante le prove che durante il ciak. Non ho mai sentito nulla del genere, e sarebbe stato un evento straordinario“.
Questo accuse arrivano dopo il processo per diffamazione di alto profilo del 2022 tra Johnny Depp e l’ex moglie Amber Heard. Dopo aver dichiarato di aver subito abusi da parte di Depp, la Heard è stata citata in giudizio per diffamazione. Alla fine la giuria si è pronunciata a favore di Depp, concordando con l’affermazione dell’attore secondo cui la Heard avrebbe inventato le accuse. Da allora è tornato a recitare e il suo nuovo film, Jeanne du Barry, uscirà nelle sale americane il 2 maggio.
In un’intervista a Vanity Fair, il regista Denis Villeneuve ha raccontato una delle scene più iconiche di Dune: Parte Due, la scena del sandworm. Tra la spiegazione di come Paul Atreides, un umano, sia riuscito a cavalcare un sandworm, il regista ha avuto il tempo di rivelare come hanno girato la scena e di essersi ispirato a Lo squalo di Steven Spielberg.
“Questa inquadratura in cui vediamo Paul camminare, mi piace molto la tensione che viene portata dall’immobilità, dall’essere di fronte a un paesaggio immobile“, spiega Villeneuve intorno al minuto 9:20. “C’è qualcosa qui, ad essere onesti, che è stato ispirato da Lo squalo, l’idea che ciò che non si vede è più spaventoso“. Ha poi aggiunto che “sapere che c’è qualcosa sotto che potrebbe arrivare presto è una lezione che ho imparato molto tempo fa da Spielberg“.
Non è la prima volta che Denis Villeneuve mostra il suo apprezzamento per Steven Spielberg e i suoi film. Il regista ha nominato Incontri ravvicinati del terzo tipo come uno dei suoi film di fantascienza preferiti di tutti i tempi, e in precedenza ha mostrato il suo apprezzamento per il regista ai DGA Awards 2022 con un discorso accorato. Ecco l’intervista di seguito:
“Questo film successivo esplorerà il mitico viaggio di Paul Atreides mentre si unisce a Chani e ai Fremen mentre è su un sentiero di guerra di vendetta contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia“, si legge nella sinossi ufficiale. “Di fronte alla scelta tra l’amore della sua vita e il destino dell’universo conosciuto, tenta di prevenire un futuro terribile che solo lui può prevedere.”
Dune: Parte Due è diretto da Villeneuve da una sceneggiatura che ha scritto insieme a Jon Spaihts. Il film è basato sull’innovativo romanzo di fantascienza Dune del 1965 di Frank Herbert. Il secondo capitolo continuerà la storia di Dune: Parte Uno, che, nonostante la sua controversa uscita, è stato un solido successo al botteghino nel 2021, incassando oltre 402 milioni di dollari su un budget di produzione stimato di 165 milioni di dollari. Tuttavia, WB ha sicuramente maggiori speranze per il sequel, che potrà trarre vantaggio da un’uscita globale su larga scala in formati standard e premium, incluso IMAX.
Non ce la beviamo, ma dopo essere stato sollevato dall’impegno con i DC Studios e da James Gunn in seguito a un breve ritorno nei panni dell’Uomo d’Acciaio in Black Adam, Henry Cavill merita un’altra possibilità di interpretare un supereroe… o un supercattivo, se è per questo.
Oltre a interpretare Superman, Henry Cavillha dimostrato di essere un attore capace di interpretare ogni tipo di personaggio sullo schermo. Dal burbero Geralt di Rivia in The Witcher al formidabile cattivo di Mission: Impossible – Rogue Nation, sappiamo che può portare molto al MCU nella Saga del Multiverso e oltre. Ecco qualche suggerimento sui possibili ruoli di Henry Cavill nel MCU.
Beta Ray Bill
Creato da Walt Simonson, Beta Ray Bill è un Korbinite e un membro di una razza aliena il cui pianeta è stato distrutto da Surtur. Scelto dal suo popolo per brandire il potente Stormbreaker, in seguito si dimostra degno di sollevare il martello di Thor, Mjolnir, diventando uno dei più potenti alleati del Dio del Tuono.
Si tratterebbe probabilmente di un ruolo in computer grafica per Cavill, ma con il quale l’attore può divertirsi.
I Marvel Studios farebbero bene a mettere in mostra il suo fisico imponente, facendogli indossare protesi o semplicemente una testa creata in VFX per interpretare l’eroe che brandisce il martello. Ci piacerebbe molto anche vedere il botta e risposta tra Cavill e Chris Hemsworth e, con un nuovo regista al posto di Taika Waititi, il risultato potrebbe essere spettacolare.
Per il momento, sembra che Silver Surfer non si unirà a Galactus nel reboot dei Fantastici Quattro. Il Divoratore di Mondi sarà invece affiancato da un altro Araldo, con la possibilità che Norrin Radd faccia la sua comparsa da qualche parte.
Nei fumetti, Radd proveniva dal pianeta Zenn-La. Per salvare il suo mondo dal cattivo divoratore di pianeti, Radd si è offerto di diventare l’araldo di Galactus, viaggiando nel cosmo per trovare nuovi mondi da consumare per il suo padrone in cambio della salvezza della sua casa.
Si tratta di un viaggio emozionante e potente, che crediamo Henry Cavill possa rendere giustizia sullo schermo; inoltre, è più che imponente fisicamente per interpretare il Difensore.
Quindi, le voci di corridoio potrebbero aver sfornato alcune affermazioni piuttosto selvagge su Henry Cavill nel ruolo di Wolverine, ma c’è un altro membro degli X-Men per cui pensiamo che sarebbe più adatto. Sì, stiamo parlando dell’unico e solo dottor Henry “Hank” McCoy!
Questo ovviamente non funzionerà se i Marvel Studios decidessero di presentare la squadra mutante da adolescenti, ma se si sono già affermati come eroi dopo Avengers: Secret Wars, allora pensiamo che sarebbe perfetto per i duri come il ferro. , supereroe altamente intelligente. È facile dimenticare che Bestia è una potenza, e ci piacerebbe vedere Henry Cavill svolgere il dovere di dubitare di interpretare anche Dark Beast.
Si dice che il Dottor Destino farà il suo debutto nel MCU nella scena post-credits de I Fantastici Quattro, il che presumibilmente significa che l’attore scelto per il ruolo del cattivo dovrà solo prestare la propria voce al personaggio (almeno per il momento).
Alla fine vedremo cosa si nasconde sotto la maschera, naturalmente, e Henry Cavill che si scontra con il Mister Fantastic di Pedro Pascalè una prospettiva innegabilmente eccitante.
Che si tratti di esplorare la competenza di Destino con la scienza e la magia, il suo atteggiamento crudele come dittatore di Latveria o persino un eventuale tentativo di diventare un supereroe come il famigerato Iron Man, questo ruolo darà a Henry Cavill molto più da affondare i denti di quanto non abbia mai fatto Superman. C’è solo un personaggio che vorremmo vedere interpretare di più…
Sappiamo che è prevedibile, ma non ci importa! Henry Cavill sarebbe un perfetto Brian Braddock/Captain Britain, contribuendo a far sì che questo supereroe risulti credibile e fondamentale per il MCU come Chris Evans nel ruolo di Captain America.
Dopo tutto, è un tipo di eroe molto diverso e i Marvel Studios possono scegliere di esplorare i suoi legami con il governo britannico, il suo status di protettore del Corpo Multiversale di Capitan Bretagna o di leader dell’eroica Excalibur. Perché non tutte queste cose?
È difficile pensare a qualcuno migliore di Henry Cavill per dare vita a Capitan Bretagna sullo schermo e questo casting è probabilmente atteso da tempo. Ci piacerebbe molto vedere l’ex Superman in questo ruolo e, con un po’ di fortuna, essere il protagonista di un franchise tutto suo. Chi pensate che Henry Cavill l potrebbe interpretare nel Marvel Cinematic Universe?
È stata una lunga attesa per i fan della classica serie animata degli X-Men, ma finalmente è arrivato il momento: i primi due episodi diX-Men ’97 (recensione) saranno trasmessi in streaming su Disney+ domani.
Oggi abbiamo un iltimo promo si concentra sul nemico più feroce della squadra, Magneto, che (apparentemente) volta pagina e si unisce agli X-Men come nuovo leader, secondo i desideri del Professor X. Da lì, otteniamo alcuni nuovi scorci degli eroi mutanti in azione, così come un’altra esplosione di quel tema musicale rinnovato.
Con la première a poche ore di distanza, Marvel Studios ha rilasciato un nuovo trailer e un video di riepilogo con alcuni dei film più interessanti e momenti importanti dello spettacolo originale.
La nuovissima serie X-Men ’97, composta da 10 episodi, arriverà in streaming a partire dal 20 marzo. X-Men ‘97 rivisita l’epoca iconica degli anni ‘90, mentre gli X-Men, un gruppo di mutanti che usa i propri poteri straordinari per proteggere un mondo che li odia e li teme, vengono messi alla prova come mai prima d’ora, costretti ad affrontare un nuovo futuro pericoloso e inaspettato. Il cast delle voci nella versione originale include Ray Chase (Ciclope), Jennifer Hale (Jean Grey), Alison Sealy-Smith (Tempesta), Cal Dodd (Wolverine), JP Karliak nel ruolo di Morph, Lenore Zann nel ruolo di Rogue, George Buza nel ruolo di Bestia, AJ LoCascio (Gambit), Holly Chou (Jubilee), Isaac Robinson-Smith (Alfiere), Matthew Waterson (Magneto) e Adrian Hough (Nightcrawler).
Beau DeMayo è il caposceneggiatore; gli episodi sono diretti da Jake Castorena, Chase Conley e Emi Yonemura. Con le musiche dei Newton Brothers, Brad Winderbaum, Kevin Feige, Louis D’Esposito, Victoria Alonso e DeMayo sono i produttori esecutivi della serie.
Sembra che Jonathan Nolan (Il Cavaliere Oscuro, Westworld) abbia rilasciato alcune dichiarazioni mentre partecipava a un evento stampa per promuovere l’imminente uscita della serie televisiva live-action di Amazon Fallout.
Tuttavia, per essere chiari, bisogna comprendere le sfumature della dichiarazione di Nolan. Non sta affermando che realizzare lo show di Fallout che soddisfi i fan sia una “commissione da pazzi “, ma che averlo come “unica” ragione per fare lo show è l’approccio sbagliato.
Jonathan Nolan ha detto: “Non penso che tu possa davvero decidere di accontentare i fan di qualcosa. O di accontentare chiunque diverso da te stesso. Penso che tu debba entrare in questa situazione cercando di realizzare lo spettacolo che vuoi fare e fidandoti di quello, come fan del gioco [noi stessi], troveremo i pezzi che per noi erano essenziali… e proveremo a realizzare la versione migliore. “
Ha continuato rivelando di essere un fan di lunga data del franchise di Fallout, affermando: “Tutto è iniziato, per me, con Fallout 3, che ha divorato circa un anno della mia vita. A quel punto ero un giovane aspirante scrittore, ed era quasi ha deragliato la mia intera carriera. È così ridicolmente giocabile e divertente… sul serio, i giochi erano semplicemente incredibili.”
Ha concluso le sue osservazioni affermando: È una specie di sciocchezza cercare di capire come rendere felici [le altre] persone… Devi rendere felice te stesso. E mi sono reso molto felice con lo spettacolo.“
Fallout, la serie tv
Il cast della serie include, inoltre, Moisés Arias (Il re di Staten Island), Kyle MacLachlan (Twin Peaks), Sarita Choudhury (Homeland), Michael Emerson (Person of Interest), Leslie Uggams (Deadpool), Frances Turner (The Boys), Dave Register (Heightened), Zach Cherry (Scissione), Johnny Pemberton (Ant-Man), Rodrigo Luzzi (Dead Ringers – Inseparabili), Annabel O’Hagan (Law & Order: Unità Vittime Speciali) e Xelia Mendes-Jones (La ruota del tempo). La serie sarà disponibile in streaming in esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori in tutto il mondo.
Basata su uno dei più grandi franchise di videogiochi di tutti i tempi, Fallout è la storia di chi ha e chi non ha in un mondo in cui non è rimasto quasi più nulla. 200 anni dopo l’apocalisse, i tranquilli abitanti dei lussuosi rifugi antiatomici sono costretti a tornare nell’infernale paesaggio contaminato dalle radiazioni che i loro antenati si sono lasciati alle spalle e con stupore scoprono che ad attenderli c’è un universo incredibilmente complesso, allegramente bizzarro e estremamente violento.
Ella Purnell è Lucy, un’ottimista abitante del Vault con uno spirito tutto americano. La sua natura pacifica e idealista viene messa a dura prova quando è costretta a uscire in superficie per salvare suo padre. Troviamo poi Aaron Moten nel ruolo di Maximus, un giovane soldato che ottiene il grado di scudiero nel gruppo armato chiamato Confraternita d’Acciaio. Farà di tutto per portare avanti l’obiettivo della Confraternita di ripristinare legge e ordine nella terra desolata. Walton Goggins interpreta Ghoul, un cacciatore di taglie di dubbia moralità che custodisce dentro di sé 200 anni di storia del mondo post-nucleare.
Jonathan Nolan e Lisa Joy sono executive producer per Kilter Films. Nolan ha diretto i primi tre episodi. Geneva Robertson-Dworet e Graham Wagner sono executive producer, autori e co-showrunner. Il cast della serie include Ella Purnell (Yellowjackets), Walton Goggins (The Hateful Eight), Aaron Moten (Emancipation – Oltre la libertà). Athena Wickham di Kilter Films è anche executive producer insieme a Todd Howard per Bethesda Game Studios e James Altman per Bethesda Softworks.
Amazon e Kilter Films producono in associazione con Bethesda Game Studios e Bethesda Softworks. Il cast include anche Moisés Arias (Il re di Staten Island), Kyle MacLachlan (Twin Peaks), Sarita Choudhury (Homeland), Michael Emerson (Person of Interest), Leslie Uggams (Deadpool), Frances Turner (The Boys), Dave Register (Heightened), Zach Cherry (Scissione), Johnny Pemberton (Ant-Man), Rodrigo Luzzi (Dead Ringers – Inseparabili), Annabel O’Hagan (Law & Order: Unità Vittime Speciali) e Xelia Mendes-Jones (La Ruota del Tempo). La serie sarà disponibile in streaming in esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori in tutto il mondo.
Sono passati diversi mesi dalla presentazione in anteprima di Eravamo bambini ad Alice nella città, la sezione autonoma della Festa del Cinema di Roma, e finalmente il film che Marco Martani ha adattato dal monologo “Zero” di Massimiliano Bruno (qui anche co-autore) arriva in sala, distribuito da Vision Distribution, a partire dal 21 marzo 2024. Un dramma corale nerissimo, ambientato in Calabria in tre momenti diversi della vita dei ragazzi protagonisti – interpretati da Lorenzo Richelmy, Alessio Lapice, Lucrezia Guidone, Francesco Russo e Romano Reggiani – e del “minaccioso onorevole Rizzo”, come il regista definisce il personaggio di Massimo Popolizio, e suo figlio, il Peppino di Giancarlo Commare.
Eravamo bambini, la trama
In un paese della costa calabrese, il pacifico Cacasotto (Russo) viene arrestato per aver minacciato con un coltello un carabiniere. Durante il suo interrogatorio si intrecciano le storie di altri quattro suoi coetanei, amici d’infanzia, tutti traumatizzati da un fatto di sangue a cui hanno assistito da bambini. Un messaggio di uno di loro, il celerino Gianluca (Lapice), rompe il silenzio e le routine degli altri annunciando l’intenzione di voler tornare nel paese calabrese per vendicarsi di qualcosa o qualcuno. La rockstar Inferno (Richelmy), l’insoddisfatta Margherita (Guidone) e il borderline fratello minore Andrea (Reggiani) lasciano così le loro vite “interrotte” per raggiungerlo ed impedirgli di fare qualche sciocchezza. Ma una volta arrivati in Calabria, nella San Severo di tante vacanze e altrettanti ricordi di gioventù, tutti si ritroveranno dopo tanti anni a guardare in faccia l’orrore vissuto per fare finalmente i conti con il trauma che non ha permesso loro di vivere una vita normale.
Eravamo bambini, vendetta e tragedia, violenza e colpa
Comprensibile che Martani stesso citi lo Sleepers del 1996 tra i riferimenti del genere al quale potrebbe appartenere il suo nuovo film, come anche che l’abstract possa far venire in mente altri cult come IT o Mystic River, eppure l’adattamento del monologo di Massimiliano Bruno “Zero” sembra avere qualcosa di unico e originale, rispetto a cotanti ‘padri putativi’. Che come questo hanno la vendetta al centro della premessa e come principale motore, ma che si sviluppano in maniera diversa.
Qui infatti, non sono solo le vittime di ieri i protagonisti, ma anche la solitudine che portano con sé gli adulti che sono diventati. Alla loro impossibilità di superare il trauma che li unisce si affianca infatti un senso di non appartenenza che sembra trovare sollievo solo nel centro dell’uragano emotivo che li tormenta. Solo lì dove tutto è iniziato, e con le figure che popolano quello stesso microcosmo, la loro enclave calabrese, rimasto immutato negli anni. Fino al momento raccontato sullo schermo, frammentato narrativamente in tre diverse linee temporali, non facili da portare avanti e sviluppare in maniera indipendente.
Eravamo bambini, un racconto su tre piani
Come tutto sommato riesce a fare la scrittura di Bruno e Martani, che in questa veste sembra dare il meglio di sé. Ed è un peccato, considerata la materia tanto sentita, il lungo impegno dedicatole e i personaggi interessanti che vediamo prendere vita sullo schermo (alcuni meglio di altri, a volte troppo condizionati dal desiderio di strafare, come il pur ottimo Russo in versione Keyser Söze) e che non c’erano o erano diversamente – o appena – accennati nell’originale teatrale.
La debolezza di questo Eravamo bambini è proprio nella regia, purtroppo, soprattutto degli attori, e nella costruzione finale delle scene, da quelle di raccordo a quelle nelle quali lo sguardo si allarga a comprendere diversi soggetti, in generale quelle nelle quali l’attenzione non sia catalizzata da un singolo personaggio o dramma. Quali che siano i motivi, poco tolgono alle qualità del regista (David di Donatello all’esordio con Cemento armato, meritaricordarlo, e poi dietro la macchina da presa per La donna per me, dopo aver vinto ogni premio come sceneggiatore, da Notte prima degli esami a La mafia uccide solo d’estate, Se Dio vuole ed Ex), al quale va parte del merito di aver optato per una fotografia dai toni cromatici molto elaborati, capaci di diventare elemento narrativo essi stessi, e di aver saputo regalare una nuova vita e un ruolo chiave a un personaggio più che secondario come quello di Peppino.
Intelligente l’arco affidato all’interpretazione di Giancarlo Commare (Skam Italia, Ancora più bello, Nuovo Olimpo), che arricchisce il film di una incertezza che altrimenti non avrebbe, sovrastata dal gioco narrativo del “puzzle emotivo e temporale” e dai più prevedibili esiti della storia di amicizia e “di vite spezzate” o “tragedia greca corale”. Come si è scelto di presentare questo Eravamo bambini, col rischio di indebolirne la forza suggerendo un po’ troppo dell’abisso che nasconde, e della debolezza, la solitudine, la colpa, che i personaggi scontano, incapaci – tutti, o quasi – di emendarsi da una dinamica di violenza e di morte apparentemente immutabile. A meno di sorprese. Che davvero, a tratti sembreranno poter arrivare da chiunque di essi, prima che la matassa si dipani e i ruoli si definiscano, nel bene e nel male.
“Sarò sincero con te. Non lo fanno”, ha recentemente detto aCollider lo showrunner di The Acolyte: La Seguace Leslye Headland quando le hanno chiesto se vedremo qualcosa di più della semplice Vernestra dai libri. “In parte è perché volevo salvare alcune persone per la seconda stagione. Mi sono davvero concentrato su Vern. Vern era un personaggio che mi ha colpito immediatamente perché volevo vedere un arco narrativo su dove eravamo con i Jedi. quando entriamo in questa storia.”
“Spero che i fan di High Republic siano entusiasti delle vesti bianche, perché eravamo davvero intenzionati a usarle”, ha continuato. “Non solo perché era un cenno ai libri, ma anche perché penso che spieghi davvero molto dal punto di vista tematico. Non si troveranno coinvolti in un mucchio di scaramucce, sai? Si vestono tutti di bianco, perché non sta succedendo molto.” “Vedrai alcune cose dall’UE, vedrai alcuni alieni di Clone Wars, riferimenti alle edizioni speciali. Ci sono molte cose divertenti lì che non sono necessariamente collegate a The Mandalorian o The Skywalker Saga.”
The Acolyte: La Seguace: la trama e il cast della serie
La sinossi ufficiale recita: “Un’indagine su una scioccante serie di crimini mette un rispettato Maestro Jedi (Lee) contro una pericolosa guerriera del suo passato (Stenberg). Mentre emergono altri indizi, i due percorrono un sentiero oscuro dove forze sinistre rivelano che tutto non è ciò che sembra“. La serie è ambientata durante l’era dell’Alta Repubblica della linea temporale di Star Wars, ovvero prima degli eventi dei film di Star Wars.
Leslye Headland è la creatrice della serie The Acolyte: La Seguace, basata su Star Wars di George Lucas, e ne è produttrice esecutiva insieme a Kathleen Kennedy, Simon Emanuel, Jeff F. King e Jason Micallef. Charmaine DeGraté e Kor Adana sono i produttori esecutivi. Rayne Roberts, Damian Anderson, Eileen Shim e Rob Bredow sono i produttori.
Headland ha diretto anche i primi episodi (episodi 101 e 102). I registi Kogonada (episodi 103 e 107), Alex Garcia Lopez (episodi 104 e 105) e Hanelle Culpepper (episodi 106 e 108) completano la regia della serie. Il pluripremiato compositore Michael Abels, noto per il suo lavoro in Scappa – Get Out e Us, ha firmato la colonna sonora di The Acolyte: La Seguace.
Mancano ormai meno di 10 giorni all’uscita dell’ultimo film del MonsterVerse, Godzilla e Kong – Il Nuovo Impero e Legendary Pictures ha presentato le prime clip e uno spot televisivo con molti nuovi filmati dell’iconico Kaiju in azione.
La prima clip di Godzilla e Kong – Il Nuovo Impero vede Kong incontrare per la prima volta una scimmia più giovane, soprannominata “Mini-Kong” (anche se il suo vero nome è Suko), mentre la seconda mette in luce un breve scontro tra i Titani titolari, mentre Godzilla individua il re di Skull Island. e carica in battaglia.
Infine, abbiamo un promo un po’ bizzarro in cui a Kong viene rimosso un dente e sostituito con una zanna d’argento. Non siamo sicuri se ciò accada effettivamente nel film o se sia stato pubblicato solo come pubblicità internazionale. Dai un’occhiata alle clip e allo spot televisivo ai link sottostanti.
Another new clip from ‘GODZILLA X KONG: THE NEW EMPIRE.’
Cosa sappiamo su Godzilla e Kong – Il Nuovo Impero?
Mentre i dettagli della trama vengono tenuti pesantemente nascosti, la sinossi di Godzilla e Kong – Il Nuovo Impero anticipa che il film metterà “L’onnipotente Kong e il temibile Godzilla contro una colossale minaccia sconosciuta nascosta nel nostro mondo, sfidando la loro stessa esistenza e la nostra. Il film approfondisce i le storie di questi Titani, le loro origini e i misteri di Skull Island e oltre, mentre scopri la mitica battaglia che ha contribuito a forgiare questi straordinari esseri e li ha legati all’umanità per sempre.“
Godzilla e Kong – Il Nuovo Impero è interpretato da Dan Stevens (Legion; The Guest), Rebecca Hall (Iron Man 3; Transcendence), Brian Tyree Henry (Atlanta ; Eternals), Kaylee Hottle (Godzilla vs. Kong ; Magnum PI), Fala Chen (Shang-Chi e La leggenda dei dieci anelli; The Undoing), Alex Ferns (The Batman; Wrath of Man) e Rachel House (Thor: Ragnarok; Next Goal Wins). Wingard torna alla regia con una sceneggiatura di Terry Rossio, Jeremy Slater e Simon Barrett. Godzilla x Kong: Il nuovo Impero arriverà nei cinema il 15 marzo 2024!
Mentre ci si avvia verso una ineluttabile quanto desiderata conclusione di stagione, per scoprire che ne sarà dei personaggi amatissimi dal pubblico, gli episodi 11 e 12 di Mare Fuori 4 si presentano come un pre-finale che riesce con grande equilibrio a far procedere tutte le storie, sempre più fitte e intricate, per condurre i giovani protagonisti a dei punti di arrivo soddisfacenti.
Mare Fuori 4, un pre-finale con colpo di scena
È quello che succede a Kubra, che riesce a superare il suo esame di Stato, trovando anche la forza e l’orgoglio di confessare a tutti i detenuti il suo grande segreto. Questo eccesso di slancio avrà delle conseguenze, certamente, tuttavia la ragazza non è mai apparsa così centrata e sicura di sé, focalizzata su quello che è il suo futuro, tanto che Pino ne pagherà le conseguenze. Un’altra storia che sembra trovare un (forse troppo frettoloso) scioglimento è la vicenda di Alina, che per metà stagione è stata tenuta nascosta, promettendo grandi stravolgimenti, e che invece si risolve in maniera abbastanza facile, anche se non è per nulla semplice il percorso che aspetta la ragazza, finalmente pacificata con i suoi demoni. Accanto a lei, solido e attento, Cardiotrap sembra la vera e propria spina dorsale della stagione, in quanto è in una posizione di serafica attesa, senza nessun particolare stravolgimento nella sua vita da detenuto, mentre aspetta quello che verrà. Nonostante questa relativa inattività, si candida a personaggio preferito della stagione.
Non solo, il pre-finale di Mare Fuori 4 offre una risoluzione anche per la linea drammatica portata avanti da ormai diversi episodi dalle vicende di Massimo: il suo tormento personale e i problemi della sua famiglia si intrecciano “finalmente” con il nome di Mimmo, che sembra sempre più abbandonato a se stesso, una vittima degli eventi che continua a annegare, qualunque sia la sua scelta. Massimo prenderà le sue decisioni, perdendosi per poi ritrovare la luce e la via grazie a un insperato intervento di Carmine, ormai pronto a salpare per la sua nuova vita da uomo libero.
Anche se ci avviamo verso la conclusione, la serie apre comunque nuove storie per il futuro, e, come accaduto fino a questo momento, sono quelle storie che dal mondo entrano nell’IPM. Angelo, un giovane che si costituisce per aver investito una donna, arriva nell’istituto e viene notato da Silvia, che però lo conosce sotto un altro nome, che per lei potrebbe rappresentare la salvezza, visto il guaio in cui l’ha lasciata il defunto (e maledetto) avvocato D’Angelo. Come da titolo di episodio 12, “Il regalo”, la puntata si chiude con un dono che donna Wanda decide di fare a Rosa, per il suo matrimonio. Un dono che potrebbe cambiare per sempre le scelte di vita della giovane.
Alcune storie si compiono, altre si aprono
“Tenere accesa la speranza” e “Il regalo” costituiscono un classico dittico preparatorio a un finale degno di questo nome. Gli episodi costituiscono un’unità narrativa in cui luce e ombra sono ben distribuite, qualche trama trova il suo compimento, qualcuna nasce, per cominciare a gettare ponti con il futuro (si parla di Mare Fuori 5 e 6) e soprattutto si chiudono con un grande colpo di scena in cui, ancora una volta, il mondo degli adulti interferisce con la genuina irruenza e purezza di ragazzi cresciuti troppo in fretta.
È interessante vedere come in questo frangente, i toni dello show si normalizzano e si distendono, pur concedendo spazio a tensione, con un buon ritmo che elenca storia dopo storia, personaggio su personaggio, mentre cominciamo a dire addio ad alcuni dei volti più amati della serie (almeno così sembra). Chiaramente, il centro emotivo dell’intera serie, ovvero la love story tra Carmine e Rosa, sarà sicuramente la protagonista del finale, e ha molto potenziale per riservare tante sorprese.
A dieci anni dal Party Girl che vinse la Camera d’Or a Cannes (e dopo un episodio della serie Demain si j’y suis), torna nelle nostre sale la regista francese Marie Amachoukeli. Grazie alla distribuzione di Arthouse, in collaborazione con I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection, dal 21 marzo il suo nuovo L’estate di Cléo è in molti cinema italiani, dopo aver aperto l’ultima Semaine de la Critique al Festival di Cannes 2023 e aver raccolto diversi riconoscimenti internazionali. Un racconto intimo, ma anche un film sull’infanzia diverso da altri, che vive del forte rapporto tra la Gloria di Ilça Moreno e la piccola co-protagonista, la Cleo interpretata da Louise Mauroy-Panzani, nella quale rivive l’esperienza della stessa regista e sceneggiatrice.
L’estate di Cléo, la trama
Dopo la perdita della madre, la piccola Cléo di sei anni vive con suo padre e la tata Gloria, originaria della Repubblica di Capo Verde, alla quale la lega un rapporto di affetto sincero e potente. Come una seconda madre, o la madre che Cléo non ha avuto, le due vivono una quotidianità fatta di tanti piccoli momenti preziosi che alimentano l’affetto reciproco tra le due. Così, quando Gloria deve tornare a Capo Verde per prendersi cura della sua famiglia, Cléo le chiede di mantenere una promessa: rivedersi il prima possibile. Con il permesso del padre, Gloria invita la bambina a raggiungerla nel suo paese natale, per trascorrere insieme a a lei e ai suoi figli un’ultima estate da ricordare per sempre. Nel bene e nel male.
L’estate di Cléo, da un titolo all’altro
È interessante lo slittamento semantico operato dalla distribuzione italiana nel trasformare il titolo originale (Àma Gloria, dedicato alla adulta e affettuosa governante) focalizzando l’attenzione sull’esperienza della piccola Cléo. Anche correttamente, in effetti, visto che l’origine della storia sta proprio nell’esperienza vissuta dalla stessa regista quando aveva l’età della sua protagonista. E che al netto dell’omaggio della Amachoukeli alla tata di allora – la Laurinda, immigrata portoghese, alla quale il film è dedicato – riporta l’attenzione sul momento vissuto dalla bambina, sulle sue emozioni e soprattutto sulle sue risposte alla scoperta di una vita completamente diversa e altra da quella che aveva imparato a conoscere.
Lontana da casa, dalla protezione paterna e soprattutto dalle dinamiche e dai ruoli ai quali era abituata, la piccola è spiazzata, ancora non completamente in grado di comprendere i confini tra dovere e sentimento, tra il rispetto degli obblighi deontologici della sua tata, l’attenzione nei suoi confronti e l’amore sincero che le lega. Ma che lega la donna anche ai suoi veri figli, che mal sopportano l’arrivo di questa ‘sorellastra intoccabile’, un corpo estraneo alla loro famiglia, che inevitabilmente affrontano anche con gelosia e un pizzico di classismo.
L’estate di Cléo, un film di scoperta
Un groviglio confuso, complicato da gestire, figuriamoci da capire, e per una bambina di 6 anni. Ma è una parentesi – lunga un’estate, appunto – che vale una vita, e che costringe la piccola a uscire dalla propria bolla. Anche quella nella quale l’aveva sempre tenuta la sua Gloria. La scelta del punto di vista di Cléo rende il film qualcosa di diverso e di più di un romanzo di formazione, e del film “sull’infanzia e sull’universalità dell’amore” annunciato, visto che sono ‘adulte’ le emozioni (sottolineate dai tanti primi piani, che rendono ancora più privato e personale l’intenso racconto) e i conflitti di fronte ai quali viene messa, e i rischi di certe scelte.
C’è il concetto di famiglia, troppo spesso ipocritamente e strumentalmente sbandierato nella sua forma solo tradizionale a discapito della miriade di forme che questo assume nella vita reale, come scopre la stessa protagonista, ma ci sono anche la morte, l’errore, il rancore che viene dal non conoscere l’altro e la capacità di superare i pregiudizi insieme ai confini. Ma soprattutto il coraggio di tuffarsi dall’alto di una rupe in un mare pericoloso e aperto (che ritorna negli splendidi intermezzi animati che impreziosiscono il film e arricchiscono la caratterizzazione del suo mondo interiore), come vediamo in una delle scene più belle ed emblematiche del film, in un gesto estremo di affermazione e rivincita. Dal quale ripartire, un po’ più preparata ad affrontare il futuro e il mondo.