La Directors Guild of
America sta continuando i suoi negoziati a Hollywood con
l’AMPTP,poiché le
aziende sperano di ottenere un accordo che potrebbe svolgere un
ruolo nel porre fine allo sciopero degli
scrittoriannunciato che durerà due settimane.Nel frattempo, la Writers Guild of America
ha detto ai membri che la gilda sta vincendo la “guerra di
pubbliche relazioni” contro gli studi, mentre i membri condividono
le loro storie sui media.
“Sembra che il mondo
intero sia dalla nostra parte“, ha scritto Lisa Takeuchi
Cullen, vicepresidente di WGA East,in un’e-mail ai membri intitolata “Our Momentum
Grows”.“Le storie individuali dei membri del
nostro sistema rotto – di tirare avanti con dieci settimane di
lavoro all’anno, di assegni residui che ammontano a pochi centesimi
– stanno risuonando con il pubblico. Capiscono che stiamo
perdendo il sogno americano della classe media. Non siamo
l’élite. Siamo proprio come loro. Noi siamo
loro.”Cullen ha notato la solidarietà tra i
sindacati dell’intrattenimento e ha affermato che i picchetti dei
membri della WGA hanno interrotto gli eventi e le produzioni del
settore. Ha anche affermato che, sulla base di stime
precedenti, “lo sciopero potrebbe costare circa 30 milioni di
dollari al giorno in produzione persa in studio“. Il
WGA ha successivamente emesso una correzione a Deadline, affermando
che la cifra in realtà proviene da uno studio del Milken Institute che
misura la perdita di produzione nell’intera economia della
California a causa dello sciopero degli scrittori del
2007-2008.
Come procedono le trattative tra
registi (DGA) e produttori (AMPTP)?
La DGA e l’Alliance of
Motion Picture and Television Producers hanno concordato un
blackout dei media per la durata della loro contrattazione, ed
entrambi hanno rifiutato di commentare. I colloqui sono
iniziati mercoledì scorso.Ma secondo fonti che
hanno sentito parlare dei colloqui, le discussioni tra DGA e AMPTP
sembrano procedere in modo collaborativo. “Calma”, è così che un
esperto del settore ha descritto l’atmosfera nella sala dei
negoziati.
Questi rapporti sono coerenti con
la reputazione della DGA come gilda che vede gli studi come partner
piuttosto che come nemici. Tuttavia, ciò non significa che non
ci saranno punti critici. La leadership della DGA è stata
molto più esplicita rispetto al passato su ciò che i registi
considerano la posta in gioco importante in questa negoziazione del
contratto. Il DGA si concentra
principalmente sull’ottenere una formula residua
di streaming che consenta ai membri di beneficiare della crescita
degli abbonati internazionali. La formula attuale si basa sui
numeri di abbonati USA-Canada, con un bonus del 35% inteso a tenere
conto della portata internazionale delle piattaforme.
Quando Avatar è
stato rilasciato nel 2009, ha battuto i record al botteghino e ha
reso di nuovo popolari i film in 3D. Sfortunatamente, il suo
successo ha creato una tendenza preoccupante in cui gli studi hanno
iniziato a convertito pigramente i successi in 3D, creando
un’esperienza “buia” (e spesso sorprendentemente piatta) per gli
spettatori.
Nessuno si è mai veramente impegnato allo stesso livello di
James Cameron, ma Zack Snyder
ha ora rivelato che il suo collega regista durante la
pre-produzione del film lo ha spinto a girare Man
of Steel in 3D nativo.
“Abbiamo avuto un incontro con
James Cameron – penso fosse proprio prima di fare Superman – e lui voleva che
girassimo il film in 3D in modo nativo”, ricorda
Snyder. “E io ero tipo, ‘Uh, sì, Jim. È una grande
idea.'”
“Ma poi il film… è stato
problematico… perché hai sempre bisogno di due telecamere. Quindi
sarebbe stato… sì”, ha concluso, suggerendo che il
processo alla fine era troppo complicato e costoso. Man
of Steelè stato rilasciato
in 3D, ma è stata un’altra delle conversioni che ha destato
interesse per il formato prima che Avatar:
La via dell’acqua arrivasse lo scorso dicembre. Girare
Man
of Steel in 3D lo avrebbe reso un vero
spettacolo da vedere, specialmente durante quelle scene ambientate
su Krypton e la battaglia finale ricca di azione.
È abbastanza facile capire perché
Snyder abbia deciso di non intraprendere questa strada, comunque,
perché era abbastanza impegnato a scontrarsi con la Warner Bros.
sulla direzione più oscura in cui stava portando Superman.
Alla fine, il riavvio è stato un discreto successo, anche se è
diventato sempre più divisivo. Negli anni che seguirono, in
particolare con il modo in cui Kal-El fu interpretato nell’atto
finale. In effetti, da allora non abbiamo più avuto un film di
Superman da solista, con Batman
v Superman: Dawn of Justice che ha preso il
posto di Man
of Steel 2. Tuttavia, James
Gunn riprenderà il personaggio con Superman:
Legacy che è atteso per l’arrivo al cinema nel
2025.
Superman:
Legacy non sarà un’altra storia sulle origini, ma
il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un
“giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già
incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni
eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che
l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting è attualmente in corso, con la
speranza che venga fatto un annuncio ufficiale al Comic-Con di San
Diego di quest’anno. Superman:
Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.
Secondo quanto riferito,
James Cameron ha consegnato la prima bozza della sua
sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non
significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.
“Superman: Legacy è il vero fondamento della nostra visione
creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte
iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi
preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film
precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante
l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentarti la nostra versione
di Superman che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso
film, film, animazione e giochi.
Negli ultimi giorni, abbiamo
avuto una prima idea di quali attori potrebbero essere in lizza per
ricoprire i tre ruoli principali in Superman:
Legacy di James Gunn, e Rachel
Brosnahan era uno dei nomi che si diceva fossero in corsa
per Lois Lane.Sebbene James
Gunn abbia rifiutato di commentare chi potrebbe o meno aver
fatto l’audizione, gli addetti ai lavori ritengono che
Rachel Brosnahan,
Emma Mackey (Barbie),
Phoebe Dynevor (Bridgerton)
e Samara Weaving (Scream
VI) abbiano tutti tenuto un’audizione per
interpretare potenzialmente l’interesse amoroso di Clark
Kent per l’imminente riavvio.
Proprio in queste ore la star di
Marvelous Mrs. Maisel è stata ospite
di The View e gli è stato chiesto cosa ne pensa dei rumors su Lois
Lane. Sebbene abbia sottolineato che tutto ciò che le persone
leggono online dovrebbe essere “preso con le pinze“, il
suo linguaggio del corpo leggermente teso potrebbe indicare che è
davvero all’altezza del ruolo.
Rachel Brosnahanha anche affermato che
sarebbe “straordinario” ottenere la parte, essendo cresciuto
guardano l’iconico personaggio della DC Comics. Di seguito
l’intervista originale.
Superman:
Legacy non sarà un’altra storia sulle origini, ma
il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un
“giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già
incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni
eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che
l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting è attualmente in corso, con la
speranza che venga fatto un annuncio ufficiale al Comic-Con di San
Diego di quest’anno. Superman:
Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.
Secondo quanto riferito, Gunn ha
consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello
sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la
produzione non subirà alcun impatto in futuro. “Superman: Legacy è il vero
fondamento della nostra visione creativa per l’Universo
DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC,
ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti,
dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”,
ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentarti la nostra versione
di Superman che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso
film, film, animazione e giochi.
In attesa dell’uscita de
La
Sirenetta il prossimo 24 maggio, ecco una nuova
clip dal film live action diretto da Rob Marshall.
Nella clip in questione assistiamo alla famosa scena in cui la
Strega del Mare, Ursula, interpretata da Melissa McCarthy,
raggira Ariel (Halle Bailey)
“vendendole” le gambe al prezzo della sua voce.
La sirenetta, la trama e
il cast del film
La
Sirenetta racconta l’amata storia di Ariel, una
bellissima e vivace giovane sirena in cerca di avventura. Ariel, la
figlia più giovane di Re Tritone e la più ribelle, desidera
scoprire di più sul mondo al di là del mare e, mentre esplora la
superficie, si innamora dell’affascinante principe Eric. Alle
sirene è vietato interagire con gli umani, ma Ariel deve seguire il
suo cuore e stringe un patto con la malvagia strega del mare,
Ursula, che le offre la possibilità di sperimentare la vita sulla
terraferma, mettendo però in pericolo la sua vita e la corona di
suo padre.
Il film è interpretato dalla
cantante e attrice Halle Bailey
(grown-ish) nel ruolo di Ariel; Jonah
Hauer-King (Un viaggio a quattro zampe) nel ruolo
del principe Eric; Noma Dumezweni (Il Ritorno
di Mary Poppins) nel ruolo della regina Selina; Art
Malik (Homeland – Caccia alla spia) nel ruolo di
Sir Grimsby; con il vincitore del premio Oscar Javier Bardem (Non
è un paese per vecchi) nel ruolo di Re Tritone; e con la due
volte candidata all’Academy Award® Melissa McCarthy
(Copia originale, Le amiche della sposa) nel ruolo di
Ursula.
La
Sirenetta è diretto dal candidato
all’Oscar Rob Marshall (Chicago, Il
Ritorno di Mary Poppins), con una sceneggiatura del due
volte candidato all’Oscar David Magee (Vita di
Pi, Neverland – Un sogno per la vita). Le musiche delle
canzoni sono composte dal pluripremiato agli Academy Award Alan
Menken (La Bella e la Bestia, Aladdin), con i testi
di Howard Ashman e i nuovi testi del tre volte vincitore del Tony
Award Lin-Manuel Miranda. Il film è prodotto dal due volte
vincitore dell’Emmy Marc Platt (Jesus Christ Superstar Live in
Concert, Grease: Live!), da Lin-Manuel Miranda, dal due
volte vincitore dell’Emmy John DeLuca (Tony Bennett: An
American Classic) e da Rob Marshall, mentre Jeffrey Silver
(Il Re Leone) è il produttore esecutivo.
Continua a tenere banco ad Hollywood
la questione casting dell’attesissimo Superman:
Legacy e a dire il vero ci sono
rapporti contrastanti in merito agli attori coinvolti e nella
fattiscpecia su quale quale personaggio Nicholas Hoult è in lizza per interpretare nel
prossimo film di James Gunn da regista. Il rapporto
iniziale di THR suggeriva che la star di Renfield
era pronta per il ruolo di Lex Luthor, ma in seguito
Deadline ha contraddetto questa notizia affermando
che in realtà la star era uno degli attori considerati per
interpretare proprio il protagonista Clark Kent/Superman. Oggi, invece
sembra che il primo dei rapporti diffuso fosse in realtà quello
sulla giusta strada che dava l’attore per papabile nuovo
Luthor.
Nella copertura di THRche dà un approfondimento maggiore sull’audizione sostenuta
daRachel
Brosnahan secondo cui ha fatto un provino per il ruolo
di Lois Lane, il sito afferma che Nicholas Hoult ora è ritenuto “l’unica
persona in considerazione per l’arcinemico di Superman Lex
Luthor“. È possibile che Nicholas Hoult abbia letto entrambe le parti,
infatti non sarebbe la prima volta che un attore prova per due
personaggi importanti nello stesso progetto. Per quanto riguarda
Rachel Brosnahan, il trade osserva che la star di
Marvelous Mrs. Maisel “ha offerto un’audizione
eccezionale per l’audace giornalista del Daily Planet”, ma potrebbe
essere ritenuta troppo più vecchia per quello che James Gunn spera di ottenere con
la sua visione per l’Uomo d’Acciaio – che sarà un film che
si concentra sull’eroismo di Metropolis con 20
personaggi“.
Superman:
Legacy non sarà un’altra storia sulle origini, ma
il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un
“giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già
incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni
eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che
l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting è attualmente in corso, con la
speranza che venga fatto un annuncio ufficiale al Comic-Con di San
Diego di quest’anno. Superman:
Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.
Secondo quanto riferito, Gunn ha
consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello
sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la
produzione non subirà alcun impatto in futuro. “Superman:
Legacy è il vero fondamento della nostra visione creativa per
l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della
tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori
di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto
il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non
vedo l’ora di presentarti la nostra
versione di Superman che il pubblico potrà seguire e conoscere
attraverso film, film, animazione e giochi.
Nonostante sia ora impegnato con la
promozione di Fast
X, Vin Diesel
ha trovato il tempo e il modo di commentare anche Guardiani della Galassia Vol.
3, altro blockbuster in cui è astato coinvolto e
in cui torna a prestare la voce a Groot.
Diesel presta la voce all’albero
parlante sin dal primo film dei Guardiani, del
2014, e ha doppiato il personaggio per tutto il suo arco narrativo
all’interno del MCU. Come ben sappiamo, Groot dice
soltanto “Io sono Groot”, ma alla fine di Guardiani della Galassia Vol.
3 il personaggio
si lascia andare a un “Vi voglio bene”. Ecco cosa ha commentato
Vin Diesel in merito:
“Sai… per quell’aspetto, è stato
molto bello perché significava che il pubblico ora è in grado di
comprendere il vernacolo, la lingua di questo colosso della Flora,
e questo è un testamento dei dieci anni di lealtà che abbiamo
avuto. Sono stato così fortunato in questo franchise con il
personaggio di Groot e la pazienza che hanno le persone che
aspettano così a lungo per sentirgli dire soltanto quelle tre
parole. Come ogni cosa viva, con pazienza e dedizione”.
Un altro spot televisivo esteso
per The
Flash è stato condiviso online, dandoci uno
sguardo a un bel po’ di nuovi filmati dal primo film solista
dell’uomo più veloce del mondo!. Ci sono molte scene inedite del
The
Flash protagonista e “Barry 2” che affrontano Zod,
Supergirl che devasta alcune delle forze del Generale e
Batman di Michael Keaton che fa un discorso di
incoraggiamento ai suoi alleati prima di andare in battaglia.
Abbiamo anche alcune nuove foto
promozionali con gli eroi principali, oltre a Iris West,
gli amici di Barry Patty Spivot e Albert Desmond,
il cavaliere oscuro con il Batwing, riprese dietro le
quinte del regista Andy Muschietti e altro
ancora.
In The
Flashi mondi si incontreranno quando Barry
userà i suoi superpoteri per viaggiare indietro nel tempo e
cambiare gli eventi del passato. Ma quando il tentativo di salvare
la sua famiglia altera inavvertitamente il futuro, Barry rimane
intrappolato in una realtà in cui il generale Zod è tornato,
minacciando distruzione, e senza alcun Supereroe a cui rivolgersi.
L’unica speranza per Barry è riuscire a far uscire dalla pensione
un Batman decisamente diverso per salvare un kryptoniano
imprigionato…. malgrado non sia più colui che sta cercando. In
definitiva, per salvare il mondo in cui si trova e tornare al
futuro che conosce, l’unica speranza per Barry è ‘correre per la
sua vita’. Ma questo estremo sacrificio sarà sufficiente per
resettare l’universo?
Fanno parte del cast di The
Flash l’attore Ezra Miller nei panni
del protagonista, riprendendo dunque il ruolo di Barry Allen da
JusticeLeague, ma anche l’astro nascente
Sasha Calle nel ruolo
di Supergirl,
Michael Shannon (“Bullet Train”, “Batman v Superman: Dawn of
Justice”), in quelli del Generale Zod, Ron
Livingston (“Loudermilk”, “L’evocazione – The
Conjuring”), Maribel Verdú (“Elite”, “Y
tu mamá también – Anche tua madre”), Kiersey
Clemons (“Zack Snyder’s Justice League”, “Sweetheart”),
Antje Traue (“King of Ravens”, “L’uomo
d’acciaio”) e Michael Keaton (“Spider-Man: Homecoming”,
“Batman”), che torna nel costume di Batman dopo oltre 30
anni.
Nel documentario Moonage Daydream sono stati rivelati nuovi
dettagli sulla vita e l’eredità di David Bowie. Il
documentario è stato presentato in anteprima al Festival di
Cannes del 2022, è stato distribuito nelle sale
cinematografiche nel settembre dello stesso anno e recentemente è
arrivato su HBO Max alla fine di aprile 2023. Il film è stato
scritto, diretto e montato da Brett Morgen, autore anche
dell’eccezionale documentario HBO su Kurt Cobain, Cobain:
Montage of Heck, del 2015.
Moonage Daydream dura due ore e 15 minuti. Il
filmato incorpora un mix di interviste e concerti di David
Bowie, sia popolari che inediti, per creare una
compilation fluida e senza soluzione di continuità della vita
personale di Bowie e della sua ascesa alla
celebrità. I filmati esclusivi e la musica sono sapientemente
intrecciati per creare un’accurata sintesi delle qualità mitiche ed
estetiche di David Bowie. La colonna sonora e
la struttura narrativa di Moonage Daydream hanno offerto una rottura
fresca e originale rispetto all’approccio standard, dando vita a un
documentario unico come il suo protagonista, David
Bowie, che ha rivelato dettagli inediti sulla sua vita e
personalità.
La principale forma di culto di
Bowie era vivere appieno la vita
In un’intervista inedita
mostrata in Moonage Daydream, Bowie ha
rivelato di non adorare alcun Dio e di non seguire alcuna dottrina
specifica. Ha dichiarato profondamente di adorare la vita stessa e
di credere in un’energia simile a quella di Dio, ma di non credere
in alcuna divinità specifica. Bowie era un
sostenitore della spiritualità e descriveva la devozione a vivere
la vita al massimo come l’unica ideologia che effettivamente
venerava al posto delle idee tradizionali di Dio o religione.
Bowie si ispirava all’arte e alla
musica che non capiva
Da bambino,
Bowie non capiva sempre i testi della musica che
gli piaceva, ma sapeva di voler trasportare le sensazioni che
questa gli suscitava in uno spazio mentale alternativo. Voleva
vivere all’interno di quell’universo musicale per poter comprendere
meglio la vita attraverso una lente artistica. Questo rendeva la
vita più misteriosa, meravigliosa e magica per lui.
Bowie si avvicinò
all’arte con un’interpretazione simile, apprezzando il fatto che
fosse simbolica e astratta e sapendo di essere attratto da
quell’energia. Metteva in parallelo l’arte con la sua vita
quotidiana, credendo che ogni momento potesse essere qualcosa di
nuovo e inspiegabile. Riusciva sempre a trovare un mistero
avventuroso in ogni secondo della giornata.
Bowie amava sperimentare e mettersi
in situazioni impegnative
Bowie
amava sfidare se stesso mettendosi in situazioni in cui doveva
essere sociale. Ha vissuto a Los Angeles, anche se non gli piaceva
affatto, solo per vedere cosa sarebbe successo alla sua scrittura.
Ha sperimentato per tutta la vita, usando se stesso come soggetto
degli esperimenti. Pensava di poter crescere solo facendo cose che
lo mettessero alla prova e lo facessero uscire dalla sua zona di
comfort. Il suo approccio alla vita lo ha aiutato a mantenere una
crudezza e una fluidità come artista, non permettendosi mai di
sentirsi troppo a suo agio o compiaciuto. Di conseguenza, il suo
lavoro risultava sempre entusiasmante e nuovo.
Il fratellastro di Bowie, Terry, ha
avuto una grande influenza su di lui
Una delle maggiori
rivelazioni di Moonage Daydream è stata quanto
Bowie sia stato influenzato dal fratellastro
Terry durante la sua crescita. Bowie ha dichiarato
di aver avuto un’infanzia relativamente normale in periferia e di
aver visto Terry, che viveva tra due famiglie, durante i suoi primi
anni di vita. Ogni volta che David vedeva Terry,
era naturalmente attratto da lui, affermando di non aver mai
incontrato qualcuno che avesse più curiosità per il mondo di Terry,
cosa che lo ispirava profondamente. Terry regalò a Bowie una copia
del famoso romanzo On The Road di Jack
Kerouac, che contribuì a ispirare un movimento
generazionale verso la controcultura negli anni ’60 e cambiò la
vita di David.
Moonage Daydream fa luce sui
pensieri di Bowie riguardo alla malattia mentale
Moonage
Daydream rivela le opinioni di Bowie
sulla malattia mentale. Un intervistatore chiese a
Bowie se avesse paura delle malattie mentali a
causa della storia della sua famiglia, cosa che
Bowie negò. Spiegò che credeva che la sua arte gli
permettesse di trascendere la sua paura. Ha usato la musica e
l’arte come terapie che lo hanno reso abbastanza fortunato da non
dover affrontare molti problemi di salute mentale come altri membri
della sua famiglia. Ha spiegato che era in grado di esprimere le
visioni che aveva in testa attraverso le sue opere d’arte, il che,
a suo avviso, lo ha salvato da gravi problemi di salute
mentale.
Bowie riesamina la propria
infanzia
In Moonage DaydreamBowie
riflette in modo molto dettagliato su alcune delle insidie della
sua educazione. Ha ammesso che il rapporto con i suoi genitori era
meno affettuoso ed emotivo di quanto avrebbe sperato.
Bowie ha rivelato che il suo bisogno di esprimere
emozioni in modo creativo, attraverso la musica, la recitazione e
altre forme d’arte, derivava da un profondo bisogno intrinseco di
provare emozioni genuine. Ha detto che si sentiva vuoto quando non
si esibiva o non scriveva.
Bowie ha attribuito
ai rapporti silenziosi e spesso privi di emozioni che aveva con i
suoi genitori la forza trainante del suo desiderio di affetto. Ha
persino ricordato di non aver mai ricevuto un orsacchiotto di
peluche da bambino, cosa che lo ha colpito e lo ha fatto sentire in
qualche modo non amato e trascurato emotivamente.
Bowie si trasferì a Berlino con
l’intenzione di creare un nuovo linguaggio musicale
David
Bowie si trasferì in campagna quando non riuscì più a
trovare ispirazione per scrivere nella cultura e nello stile di
vita di Los Angeles. Si spostò poi a Berlino, dove nessuno lo
fermava per strada a prendere un panino e un caffè. Viveva in un
piccolo appartamento sopra un’autofficina e si concentrava sulla
creazione di un suono musicale completamente nuovo con l’aiuto del
leggendario Brian Eno. Sfidava se stesso a provare
cose nuove, usando gli stessi vecchi strumenti per vedere cos’altro
riusciva a trovare. Ha spiegato che aveva bisogno di questo caos
nella sua vita per creare la sua musica ed esprimere se stesso in
modo autentico.
Moonage Daydream rivela un filmato
inedito dell’esibizione all’Earl’s Court del 1978
L’esibizione di
Bowie a Earl’s Court nel 1978 è stata
precedentemente confermata come girata con attrezzature
cinematografiche professionali e finalmente ha visto la luce in
Moonage Daydream. Il documentario presenta
un’esecuzione completa di una delle canzoni più famose di
Bowie, “Heroes”, che prima d’ora era stata
ascoltata solo in audio. Questa scena è una delle più grandi
rivelazioni di Moonage Daydream per quanto
riguarda la pubblicazione di filmati di concerti d’archivio. Il
regista Brett Morgen è stato abile a includere
l’intera performance di “Heroes” con piccoli ritocchi per aumentare
il significato dell’inclusione del filmato nel suo
documentario.
Bowie preferiva stare da solo,
nonostante la sua fama
Bowie
bramava affetto e riconoscimento per le sue opere d’arte
espressioniste e le sue potenti canzoni. Apprezzava l’amore dei
suoi fan e l’acclamazione della critica che ha ricevuto nel corso
della sua illustre carriera. Tuttavia, in Moonage
Daydream ha rivelato più volte che in realtà si sentiva
molto a disagio con le altre persone e che preferiva essere
completamente solo per la maggior parte del tempo.
Quando era isolato, riusciva ad
accedere meglio ai piccoli universi della sua mente da cui traeva
ispirazione. Pensava che il potere della mente umana fosse notevole
e che fosse l’unico spazio in cui si sentiva veramente a suo agio.
Poteva creare piccoli mondi nella sua mente e produrre magnifiche
visioni dall’interno che influenzavano la sua musica e la sua
arte.
Bowie non si definiva un’artista
tormentato
Con l’avanzare dell’età,
Bowie non accettava l’idea di dover soffrire per
continuare a essere un grande compositore e artista. Rimaneva
ottimista e ispirato dal fatto di avere ancora un futuro davanti a
sé. Sebbene fosse solito avere a che fare con sentimenti di disagio
e non appartenenza, che lo aiutavano a incanalare gran parte della
sua energia creativa e della sua concentrazione, con l’avanzare
dell’età Bowie si rese conto che poteva essere un
uomo ottimista e di successo allo stesso tempo.
Moonage Daydream mostra come sia arrivato a
capire che, per ritrovare stabilità e soddisfazione, avrebbe dovuto
ritrovare se stesso al di fuori dei suoi successi artistici e
tornare all’essenza del vero David Bowie. Questo è
stato possibile grazie alla relazione con Iman, con cui è stato
sposato dal 1992 alla sua morte nel 2016.
The first clip for ‘INDIANA JONES AND THE
DIAL OF DESTINY’ has been released. pic.twitter.com/er425ek1zS
— The Hollywood Handle (@hollywoodhandle)
May 15, 2023
Indiana Jones e il Quadrante del Destino
Insieme a
Harrison Ford, il cast del film include
Phoebe Waller-Bridge (Fleabag),
Antonio Banderas (Dolor y gloria),
John Rhys-Davies (I predatori dell’arca
perduta), Toby Jones (Jurassic World – Il
regno distrutto), Boyd Holbrook (Logan –
The Wolverine), Ethann Isidore
(Mortale) e
Mads Mikkelsen (Animali Fantastici – I segreti di
Silente). Il film vedrà Indy intento a scoprire un artefatto
che può apparentemente riavvolgere e manipolare il tempo,
particolarmente ambito da un ex nazista ora scienziato presso la
Nasa, dove si sta intanto progettando lo sbarco sulla luna.
Diretto da James
Mangold (Le Mans ‘66 – La grande
sfida, Logan – The Wolverine) e con una
sceneggiatura scritta da Jez Butterworth &
John-Henry Butterworth e David
Koepp e James Mangold, basata sui
personaggi creati da George Lucas e Philip
Kaufman, il film è prodotto da Kathleen
Kennedy, Frank Marshall e Simon
Emanuel, mentre Steven Spielberg e George
Lucas sono i produttori esecutivi. La colonna sonora è
composta ancora una volta da John Williams, che ha
firmato le musiche di ogni avventura di Indiana
Jones a partire dall’originale I predatori
dell’arca perduta nel 1981.
L’imminente adattamento
Disney de La
Sirenetta presenta un sacco di
canzoni iconiche del film d’animazione originale. Tuttavia, il
compositore Alan Menkenha
recentemente rivelato perché una canzone dell’originale
La
Sirenetta è stata tagliata dal nuovo
film.
Quale canzone della Sirenetta è stata
tagliata dal live-action La sirenetta?
Parlando a Comicbook.com ,
Menken ha spiegato perché la canzone “Daughters of Triton”
non è entrata nel nuovo film. Secondo Menken, la canzone
semplicemente non si adattava alla versione live-action. Ha
anche notato che volevano che il pubblico aspettasse un po’ prima
di ascoltare l’iconica “Parte del tuo mondo“.
“Penso che il processo di pensiero fosse “non ne
avevamo bisogno in questa particolare versione“, ha detto
Menken. “E volevamo decisamente che il film iniziasse con
un’atmosfera molto più live-action dell’oceano e dell’incontro con
Ariel, e poi aspettiamo un po’, vi facciamo aspettare finché non
arriviamo a ‘Part of Your World’.E penso che sia
stata, sai, è stata una scelta straordinaria perché costruisce solo
il potere e l’anticipazione.
Menken ha continuato dicendo che
voleva che l’accumulo di “Part of Your World” fosse significativo e
valesse l’attesa. “E parte di questo è anche sapere che
stai adattando qualcosa che è già amato. Quindi vuoi
dire, aspettalo, aspettalo, aspettalo, ed eccolo qui. E quando
arriva, Dio.
Oltre a “Daughters of
Triton”, il film live-action La
Sirenetta ha anche la canzone “Les Poissons”
tagliata dalla sua colonna sonora. Quella canzone è stata
originariamente cantata da Chef Louie dopo aver
catturato Sebastian in cucina. Verranno invece
incluse una manciata di nuove canzoni realizzate da
Menken e Lin-Manuel
Mirandaappositamente per questa versione del film.
La
Sirenetta sarà presentato in
anteprima il 26 maggio 2023.
La sirenetta, la trama e
il cast del film
La
Sirenetta racconta l’amata storia di Ariel, una
bellissima e vivace giovane sirena in cerca di avventura. Ariel, la
figlia più giovane di Re Tritone e la più ribelle, desidera
scoprire di più sul mondo al di là del mare e, mentre esplora la
superficie, si innamora dell’affascinante principe Eric. Alle
sirene è vietato interagire con gli umani, ma Ariel deve seguire il
suo cuore e stringe un patto con la malvagia strega del mare,
Ursula, che le offre la possibilità di sperimentare la vita sulla
terraferma, mettendo però in pericolo la sua vita e la corona di
suo padre.
Il film è interpretato dalla
cantante e attrice Halle Bailey
(grown-ish) nel ruolo di Ariel; Jonah
Hauer-King (Un viaggio a quattro zampe) nel ruolo
del principe Eric; Noma Dumezweni (Il Ritorno
di Mary Poppins) nel ruolo della regina Selina; Art
Malik (Homeland – Caccia alla spia) nel ruolo di
Sir Grimsby; con il vincitore del premio Oscar Javier Bardem (Non
è un paese per vecchi) nel ruolo di Re Tritone; e con la due
volte candidata all’Academy Award® Melissa McCarthy
(Copia originale, Le amiche della sposa) nel ruolo di
Ursula.
La
Sirenetta è diretto dal candidato
all’Oscar Rob Marshall (Chicago, Il
Ritorno di Mary Poppins), con una sceneggiatura del due
volte candidato all’Oscar David Magee (Vita di
Pi, Neverland – Un sogno per la vita). Le musiche delle
canzoni sono composte dal pluripremiato agli Academy Award Alan
Menken (La Bella e la Bestia, Aladdin), con i testi
di Howard Ashman e i nuovi testi del tre volte vincitore del Tony
Award Lin-Manuel Miranda. Il film è prodotto dal due volte
vincitore dell’Emmy Marc Platt (Jesus Christ Superstar Live in
Concert, Grease: Live!), da Lin-Manuel Miranda, dal due
volte vincitore dell’Emmy John DeLuca (Tony Bennett: An
American Classic) e da Rob Marshall, mentre Jeffrey Silver
(Il Re Leone) è il produttore esecutivo.
Uno straordinario
fenomeno di popolarità come Mare fuori è la Serie dell’anno 2023 ai Nastri
d’Argento dedicati alla grande serialità, da domani al voto dei
Giornalisti Cinematografici che premieranno i vincitori
sabato 17 Giugno a Napoli, nella serata finale dell’evento
organizzato con la Film Commission Regione Campania.
In corsa per il titolo
di Miglior Serie Esterno notte(Rai
Fiction), La vita bugiarda degli adulti(Netflix), The bad guy(Prime Video), The good mothers(Disney+) e Tutto chiede salvezza(Netflix), una ‘cinquina’ eccellente firmata daMarco Bellocchio, Francesco Bruni, Edoardo De Angelis, Elisa
Amoruso con i più giovani Giuseppe G. Stasi e Giancarlo
Fontana.
Al voto dei Giornalisti
Cinematografici che si apre domani, il meglio della serialità in
trenta titoli 2022-’23 andati in onda entro il 30 aprile
2023: come da 77 anni per i Nastri d’Argento dedicati al
cinema i giornalisti premieranno, anche nelle coproduzioni
internazionali, esclusivamente i talenti italiani. Nelle
‘cinquine’ vengono inoltre candidati per ogni titolo
Produzione, Regia e Sceneggiatura con un’attenzione speciale ad
ogni cast artistico e tecnico nella sua coralità.
In cinquina, ancora
una volta, i ‘generi’ delle serie più popolari: Crime, Dramedy,
Commedia e quest’anno Docuserie alle quali si aggiunge una terna di
titoli per il Miglior Film tv. Particolare attenzione come sempre,
infine, alle attrici e agli attori protagonisti e non
protagonisti.
Ed ecco le candidature:
tra i titoli Crime sono in cinquina Christian –
seconda stagione(Sky), Il
Patriarca(Mediaset), La
legge di Lidia Poët(Netflix),
Rocco Schiavone – quinta stagione(Rai Fiction) e Sei donne. Il mistero di
Leila(Rai Fiction).
Nel Dramedy si
sfidano Black out – Vite sospese(Rai Fiction), Corpo libero(Paramount+), Prisma(Prime Video), Resta con me(Rai Fiction) e Shake(Rai Fiction). Cinquina delle Migliori
commedie con Boris 4(Disney+), Call my
agent(Sky), I delitti del
Barlume(Sky), Incastrati –
stagione 2(Netflix) e Sono
Lillo(Prime Video).
Candidati per le
Docuserie: Circeo(Paramount+), Il caso Alex Schwazer(Netflix), L’ora – Inchiostro contro
piombo(Mediaset), Vatican
girl – La scomparsa di Emanuela Orlandi(Netflix), Wanna(Netflix).
Tre infine i titoli in
gara per il Miglior Film tv: Fernanda(Rai Fiction), Filumena
Marturano(Rai Fiction) e
Tina Anselmi. Una vita per la democrazia(Rai Fiction).
Ai premi votati da oltre
cento giornalisti si aggiungeranno, infine, come tradizione, il
Nastro della legalità e alcuni riconoscimenti speciali alle
‘icone’ dell’anno, con grande attenzione a particolari
performance e alla scoperta dei nuovi talenti.
Ancora una volta, dopo il
successo delle prime edizioni, accolte con entusiasmo
dall’industria e dal mondo della creatività, i Giornalisti
Cinematografici si preparano a tornare a Napoli, sempre più
‘capitale’ della serialità grazie al fermento di un vero e proprio
‘distretto produttivo’, segnalando con le serie anche gli attori
che quest’anno hanno regalato particolari interpretazioni. Eccoli,
in ordine alfabetico, cominciando dalle cinque protagoniste
candidate: Margherita Buy (Esterno notte), Barbara
Chichiarelli (The good mothers), Matilda De
Angelis (La legge di Lidia Poët), Giordana
Marengo e Valeria Golino(La vita bugiarda degli
adulti) e Claudia Pandolfi(The bad guy).
Attori protagonisti:
Francesco Colella (The good mothers), Marco
Giallini (Rocco Schiavone – quinta stagione),
Fabrizio Gifuni (Esterno notte), Luigi Lo
Cascio (The bad guy), Edoardo Pesce (Christian
– seconda stagione).
Le candidate attrici non
protagoniste sono: Valentina Bellè (The good
mothers), Selene Caramazza (The bad guy),Emanuela Fanelli (Call my agent), Daniela
Marra (Esterno notte) e Pina Turco (La vita
bugiarda degli adulti).
Infine gli attori non
protagonisti: Vinicio Marchioni (Django),
Gabriel Montesi (Esterno notte), Andrea
Pennacchi (Tutto chiede salvezza), Alessandro
Preziosi (La vita bugiarda degli adulti) e Toni
Sperandeo (Incastrati – stagione 2).
“I Nastri Grandi Serie,
evento dei Giornalisti Cinematografici Italiani realizzato
con il sostegno del MiC – Direzione Generale per il
Cinema, in collaborazione con la Film Commission Regione
Campania” – sottolinea a nome del Direttivo Nazionale dei
Giornalisti Cinematografici (SNGCI) la Presidente, Laura Delli
Colli – “hanno dimostrato fin dalla prima edizione di aver
acceso un riflettore sulla produzione di una serialità che nasce
dalla grande professionalità artistica e tecnica del cinema e
continua a rendere protagonisti l’industria e i talenti italiani
sul mercato internazionale. Non è un caso che i Nastri Grandi Serie
siano nati nella Regione che vanta il fermento più interessante
della fiction nazionale, anche per originalità e innovazione:
un’attenzione necessaria considerando la qualità dei risultati e
l’importanza industriale che si riscontra anche nell’occupazione e
nella crescita professionale di maestranze specializzate e sempre
più apprezzate anche da coproduttori internazionali. È un risultato
che i Giornalisti Cinematografici hanno deciso di valorizzare ormai
stabilmente annunciando oggi, alla vigilia del lancio di una
campagna nazionale di sostegno alle sale, che i Nastri d’Argento
sosterranno il cinema #soloinsala, con la 77.ma edizione non
solo con espressioni di costante solidarietà ma anche nei fatti,
escludendo dalla selezione i titoli che non siano esclusivamente
nati per la sala”.
“Siamo felici di
collaborare anche quest’anno con il Sindacato Giornalisti
Cinematografici alla realizzazione di questo prestigioso evento” –
dichiara Titta Fiore, Presidente della Film Commission Regione
Campania. “Napoli e la Campania tutta si confermano protagoniste
dell’audiovisivo, non solo nazionale, per la ricchezza dei talenti,
il fascino dei luoghi, il fermento creativo e produttivo che
continua a dare vita ad alcuni fra i maggiori successi della grande
serialità delle ultime stagioni. Lo testimonia la decisione del
Sindacato di assegnare il Nastro dell’anno a ‘Mare fuori’, la serie
ambientata in un istituto minorile napoletano che ha battuto tutti
i record di ascolto e di visualizzazioni, conquistando fasce di
nuovo pubblico e nuovi mercati. Il numero crescente e la qualità
delle grandi serie realizzate ogni anno in Campania indica che la
domanda di contenuti fortemente identitari si è andata
efficacemente saldando con l’azione della nostra Film Commission e
della Regione Campania che mette l’audiovisivo e l’innovazione
digitale al centro alle politiche regionali di sviluppo, promozione
culturale e turistica”.
Del Direttivo Nazionale
che ha selezionato i titoli, con la Presidente Laura Delli Colli,
Fulvia Caprara (Vicepresidente), Oscar Cosulich, Maurizio di
Rienzo, Susanna Rotunno, Paolo Sommaruga, Stefania Ulivi.
Segretario Generale Romano Milani.
Con il MiC – Direzione
Generale per il Cinema e la Film CommissionRegione
CampaniaPartner istituzionali della manifestazione
Fondazione Claudio Nobis e Nuovo Imaie.Sponsor
2023 Italo, Wella, Pianegonda, GE-Gruppo Eventi, Campo
Marzio e Benedetta Riccio service make-up.
Si ringrazia Michele
Affidato per il restyling e la realizzazione esclusiva dei
Nastri Serie. Partner tecnici: Brivido&Sganascia e
IVDR.
Guardiani della Galassia Vol. 3 ha presentato alcuni
divertenti camei ma ha anche incluso alcuni riferimenti che
potrebbero essere stati colti solo da alcuni fan sfegatati dei
fumetti. Questi sottili dettagli includevano un possibile
riferimento al vero padre di Star-Lord e il debutto post-credit di
Phyla-Vell, che ha fatto parlare i fan dei fumetti
anche dopo i titoli di coda.
Ani-Men/New Men
Quando i
Guardiani incontrarono per la prima volta gli
aiutanti e i tecnici dell’Alto
Evoluzionario, ne cantarono le lodi e condivisero
alcuni dei suoi successi, rivelando che l’Alto
Evoluzionario ha creato in passato sia gli
Xeroniani che gli Ani-Men.
Gli Xeroniani sono
una società aliena pacifica dell’universo Marvel il cui re è diventato un potente
guerriero per proteggere il suo popolo dagli invasori. Gli
Ani-Men nei fumetti erano ibridi umani/animali, ma
l’Alto Evoluzionario non li ha creati. Tuttavia, il riferimento
potrebbe essere ai Nuovi Uomini dell’Alto
Evoluzionario che abitavano la
Contro-Terra nel film e nei fumetti.
Registratore B-246
I
Guardiani hanno trascorso la maggior parte del
Vol. 3 cercando di trovare informazioni importanti
per salvare la vita di Rocket Raccoon. Dopo un tentativo fallito di
rubarle da una delle stazioni spaziali bio-organiche più disgustose
dell’universo, hanno trovato il loro vero obiettivo, il
Registratore B-246.
Il Registratore
B-246 era uno degli assistenti dell‘Alto
Evoluzionario che aveva un impianto di memoria sulla
testa. Nei
fumetti, esistono diverse unità robotiche create dai Rigelliani
che osservano e registrano informazioni in tutta la galassia.
Sebbene il Registratore B-246 non abbia l’aspetto
di un Registratore Rigelliano, la sua designazione ha ricordato ad
alcuni fan uno dei nemici più letali di Iron Man, il Registratore
451.
La figlia di Drax
Il primo film di Guardiani
della Galassia ha accennato al passato di Drax come marito e padre, anche se non ha
esplorato molto la sua famiglia. Voleva vendicarsi di
Ronan l’Accusatore e successivamente di Thanos per il loro ruolo nella morte della
moglie e della figlia. Quando in
Guardiani della Galassia Vol. 3 troviamo i bambini
imprigionati dall’Alto Evoluzionario, Drax condivide la storia di sua figlia
guadagnandosi la loro fiducia.
Nei fumetti, la vera figlia di
Drax era Heather Douglas. Il
padre di Thanos la resuscitò e i Sacerdoti di Pama la
addestrarono a diventare la vendicatrice e guardiana telepatica
nota come Moondragon. Anche se il MCU
ha cambiato la storia di Drax, la menzione di sua
figlia ha fatto pensare ai fan a Moondragon.
La faccia dell’Alto
Evoluzionario
La battaglia finale con
l’Alto Evoluzionario ha riunito i
Guardiani della Galassia dopo che erano stati
divisi dagli eventi del film. Dopo un’accanita battaglia, Gamora ha strappato la maschera di pelle che
copriva le sue cicatrici. Ha esposto il vero volto
dell’Alto Evoluzionario ai suoi nemici per la
prima volta in Guardiani della Galassia Vol. 3 di
James Gunn.
Mentre Rocket Raccoon ha sfregiato il volto dell’Alto
Evoluzionario nel film, i fan dei
fumetti hanno assistito a uno svelamento diverso in
Uncanny Avengers. Quando l’Alto
Evoluzionario ha perso la sua iconica maschera, gli
esperti avranno sicuramente notato la sua somiglianza con Teschio Rosso.
Jason Quill
Star-Lord
ha deciso di lasciare i Guardiani dopo la
battaglia con l’Alto Evoluzionario nel
Vol. 3. È tornato a casa per riallacciare i
rapporti con il nonno che non vedeva da quando era stato rapito da
bambino. Quando è arrivato a casa del nonno, ha chiesto di
Jason Quill.
Questo potrebbe essere un
riferimento al padre di Star-Lord nei fumetti, J’Son. Nei fumetti,
J’Son di Spartax era un membro della famiglia reale aliena che si
schiantò sulla Terra e si innamorò di una donna umana prima di
lasciare il pianeta. Il MCU ha reimmaginato il padre di
Star-Lord come Ego il Pianeta
Vivente, quindi il nonno di Peter, Jason, potrebbe
fare riferimento alla sua discendenza nei fumetti.
Il leggendario Star-Lord alla fine
di Guardiani della Galassia Vol. 3
La scena finale post-credit di Guardiani della
Galassia Vol. 3 è stata caratterizzata da un momento di
tranquillità tra Peter Quill e suo nonno. Il film
si è poi concluso con un testo che recitava “Il leggendario
Star-Lord tornerà”, che anticipava l’adattamento di una storia a
fumetti molto specifica.
Il leggendario
Star-Lord ha seguito Peter Quill mentre
tornava sulla Terra e si ricollegava al suo passato. Ha combattuto
per proteggere l’orfanotrofio in cui ha trascorso un periodo da
giovane. Ha anche combattuto contro i Baddoon che
avrebbero poi portato alla creazione dei Guardiani originali. Il
leggendario Star-Lord ha contribuito a definire il
Peter Quill moderno lontano dai
Guardiani, il che potrebbe far luce sul suo futuro
nel MCU.
Howard il Papero
Dopo l’incontro dei
Guardiani con l’Alto
Evoluzionario sulla Contro-Terra, Guardiani della
Galassia Vol 3 è tornato a Knowhere.
Kraglin ha partecipato a una partita di poker in cui erano presenti
alcuni volti riconoscibili per i fan del franchise e dei
fumetti.
Il Broker di
Guardiani della Galassia Vol. 1 ha giocato a carte
insieme al leader della band di Guardiani della Galassia
Holiday Special. Tuttavia, i fan dei fumetti non hanno
potuto fare a meno di notare un altro dei migliori cameo del
MCU,
quello di Howard il Papero, che si spera possa dare un
futuro più ampio al personaggio comico della Marvel interpretato da Seth Green.
Phyla-Vell
Una delle scene finali
post-credit di Guardiani della
Galassia Vol 3 ha introdotto un nuovo roster della squadra
cosmica guidata da Rocket Raccoon. La nuova squadra comprendeva
anche Kraglin, una versione massiccia di Groot, il potente Adam Warlock e uno dei bambini salvati sul
finale.
Rocket chiamava la
loro giovane alleata Phyla, che richiamava il
personaggio dei fumetti e membro dei Guardiani di lunga data
Phyla-Vell. Phyla era la figlia
geneticamente modificata del Capitano Mar-Vell,
che aveva assunto i ruoli di Quasar e
Martire. Mentre la versione 616 del personaggio è
morta nei fumetti, una versione della realtà alternativa che opera
come Capitan Marvel è un attuale membro dei
Guardiani.
La Fondazione Pesaro
Nuovo Cinema è orgogliosa di svelare a poco più di un mese dalla
partenza i contenuti principali della 59esima edizione della Mostra Internazionale del Nuovo
Cinema, che si terrà a Pesaro dal 17 al 24 giugno
2023 con il contributo del Ministero della Cultura –
Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, del Comune di Pesaro e
della Regione Marche.
Il concorso
internazionale del festival diretto da Pedro Armocida, è
un caso quasi unico poiché è aperto a tutti i formati e a tutti i
registi, senza barriere d’età, di durata, di ‘genere’, pienamente
votato alla ricerca del ‘nuovo’ cinema e in una posizione di
avanscoperta dei nuovi linguaggi dell’audiovisivo. Anche per questa
nuova edizione il concorso sarà giudicato da tre giurie, una
composta da soli studenti, un’altra professionale con personalità
di rilievo internazionale e infine la giuria del nuovo Premio della
Critica Italiana (SNCCI) composta da critici del Sindacato
Nazionale Critici Italiani all’interno del protocollo firmato con
l’Associazione Festival Italiani di Cinema (AFIC).
Ad
aprire la 59esima edizione del festival sarà quest’anno il già
annunciato film cult e simbolo degli anni ’80:
Flashdance. A 40 anni dal suo debutto nelle sale
torna sul grande schermo in Italia grazie alla Mostra
Internazionale del nuovo cinema il film di Adrian Lyne con
un’indimenticabile Jennifer Beals, premiato con l’Oscar® per
la migliore canzone, Flashdance… What a Feeling di
Giorgio Moroder e Keith Forsey, eseguita da Irene
Cara.
Dopo
Liliana Cavani e Mario Martone, l’evento speciale sul
cinema italiano, organizzato con la Fondazione Centro
Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, dedica la
sua attenzione al cinema del Premio Oscar® Giuseppe
Tornatore. Verranno presentati tutti i suoi film per il cinema,
tra cui Ennio, straordinario documento su Morricone,
e Nuovo Cinema Paradiso nella versione restaurata, in
collaborazione con Cinecittà SpA, in occasione del suo 35esimo
compleanno. A omaggiare l’artista, che sarà ospite a Pesaro per una
tavola rotonda, anche una mostra fotografica e la monografia
Giuseppe Tornatore. Il cinema e i film (a cura
di Pedro Armocida e Emiliano Morreale), 85esimo
volume della collana Nuovocinema di Marsilio.
In
viaggio verso #Pesaro2024, capitale italiana della
cultura, la Mostra intende rendere omaggio
al cinema italiano più popolare incontrando grandi autori e
presentando film che hanno fatto la storia del cinema, non solo
italiano. Il luogo eletto all’incontro con grandi personaggi e a
racconti di vita è il Cinema in Piazza. Oltre al film di
apertura, Flashdance, e di chiusura, Nuovo cinema
paradiso, la Piazza ospiterà una serie di proiezioni
accompagnate dai suoi protagonisti come Dante Ferretti, il
grande scenografo Premio Oscar®, che accompagnerà la presentazione
della sua autobiografia Immaginare prima. Le mie due
nascite, il cinema, gli Oscar (di Dante Ferretti con
David Miliozzi, edizioni Jimenz) in
occasione degli 80 anni con la proiezione di Hugo Cabret di
Martin Scorsese per cui ha vinto la terza statuetta.
Carlo Verdone racconterà al pubblico la sua straordinaria
carriera e presenterà Borotalco, che lo scorso anno ha
compiuto 40 anni, in cui per la prima volta interpreta un
protagonista a tutto tondo.
Grande
attesa ancheper le anteprime
mondialidella Mostra. Si parte con uno dei
maggiori poeti della seconda metà del Novecento e protagonista
della scena culturale romana, Dario Bellezza a cui è
dedicato il documentario Bellezza, addio di Carmen
Giardina e Massimiliano Palmese, gli stessi registi de
Il caso Braibanti che proprio dal festival, nel 2020, ha
iniziato un percorso che lo ha portato ad avere un grande riscontro
di pubblico e di critica. Di tutt’altro tenore è Cocoricò
tapes il documentario firmato da Francesco Tavella, che
racconta con immagini inedite e materiali d’archivio le lunghe
notti della discoteca romagnola divenuta luogo di espressione
artistica, politica e sociale negli anni ‘90. C’è poi un
sorprendente esordio alla regia, quello di Alessandro
Marzullo che ha anche scritto la sceneggiatura diNon credo in niente,
un viaggio notturno nell’anima di quattro ragazzi alla soglia dei
trent’anni che non vogliono rinunciare alle proprie passioni
con un cast di giovani interpreti come Demetra Bellina,
Giuseppe Cristiano, Renata Malinconico, Mario Russo, Lorenzo
Lazzarini, Gabriel Montesi, Antonio Orlando e Jun
Ichikawa. Anche un cortometraggio in anteprima
mondiale, Sognando Venezia, che sarà presentato dalla sua
regista Elisabetta Giannini e dai protagonisti Francesco
Di Leva, appena premiato ai David di Donatello come miglior
attore non protagonista per Nostalgia di Mario Martone e da
sua figlia Morena Di Leva.
La
musica torna protagonistaanche della
59esima edizione con il concerto in Piazza a Pesaro,La musica classica nel cinema, nel
giorno della festa mondiale della musica, il 21 giugno, a cura
degli allievi del Conservatorio di Musica G. Rossini, e con
Il muro del suono, progetto sperimentale, dedicato a
Zagor Camillas, che vede l’incontro di cinema,
note, visioni e musica con quattro concerti con artisti come
Obelisco Nero e Vittorio Ondedei, Pivio,
Giacomo Laser, Salvatore Insana e Silvia
Cignoli.
Peculiare alla Mostra Internazionaleil suo sguardo sul mondoattraverso un
ampio ventaglio di proposte legate al nuovo cinema come l’inedito
programma di cinema sperimentale argentino contemporaneo e i
due focus dedicati ad altrettante registe, la tedesca
Milena Gierke e la palestinese-inglese Rosalind
Nashashibi. Mentre Le lezioni di storia di Federico
Rossin sono concentrate su alcuni paesi dell’Europa dell’Est,
come Ungheria, Romania, Polonia, dove, in piena Guerra Fredda,
decine di cineasti hanno sfidato le autorità filo-sovietiche per
realizzare film sperimentali sovente in aperta rottura politica,
estetica ed economica.
In quest’ottica si
inserisce anche l’apertura della Mostra verso il cinema
dell’Uzbekistan, che porterà a una collaborazione con il suo
festival nazionale, il Tashkent Film
Festival, con l’omaggio al maggiore cineasta uzbeko,
Ali Chamraev, che presenterà a Pesaro il suo film del 1971,
Senza paura, ambientato negli anni ‘20 ma con un tema molto
attuale legato alla modernizzazione del Paese quando alle donne fu
permesso di togliere il velo. Il manifesto e la sigla della 59esima
edizione della Mostra sono firmati da Luca Lumaca.
Il creatore Mike
Mignola è andato su Instagram per
confermare che la produzione del nuovo reboot di
Hellboy targato Millennium Media Hellboy:
The Crooked Man è stata finalmente
completata.
Nel suo post, Mignola si è
congratulato con il cast e la troupe elogiando anche il
co-sceneggiatore Chris Golden per essere rimasto
fedele al “cuore e all’anima” del materiale originale, che
ha descritto come una delle sue storie preferite
di Hellboy. Al progetto non è stata
ancora data una data di uscita ufficiale, ma servirà come quarto
adattamento live-action del popolare antieroe dopo il film
Hellboy del 2019 che vedeva David Harbour come
protagonista.
Hellboy:
The Crooked Man è diretto da Brian
Taylor ( Crank ) da una
sceneggiatura scritta dal creatore di fumetti di Hellboy
Mike Mignola e Chris Golden. Il riavvio è
interpretato da Jack Kesy, Jefferson White e Adeline
Rudolph.
Il film è basato sull’omonimo
fumetto vincitore dell’Eisner Award, che ha debuttato nel luglio
2008 in contemporanea dell’uscita cinematografica
diHellboy
II: The Golden Armydi
Guillermo del Toro . “Incagliati
nell’Appalachia rurale degli anni ’50, Hellboy e un agente del BPRD
alle prime armi scoprono una piccola comunità infestata da streghe,
guidata da un diavolo locale con un inquietante legame con il
passato di Hellboy:
The Crooked Man“, recita la sinossi del film.
Hellboy:
The Crooked Man è prodotto da Millennium
Media, Dark Horse Entertainment, A Nu Boyana Production e Campbell
Grobman Film. È prodotto da Mike Richardson, Jeffrey Greenstein,
Jonathan Yunger, Les Weldon, Rob Van Norden, Sam Schulte e Yariv
Lerner. I produttori esecutivi sono Mike Mignola, Avi Lerner,
Trevor Short, Boaz Davidson, Tanner Mobley, Lati Grobman, Christa
Campbell, Michael Muellner e Julia Muentefering.
A Roma i motori si riscaldano. È in
una cornice luminosa, con i raggi del sole che filtrano dalle
nuvole scure, che il cast di Fast X
viene accolto per la conferenza stampa mondiale svoltasi in
Capitale. Ad ospitare l’evento, organizzato in grande dalla
Universal Pictures, è il Cinema
Barberini recentemente ristrutturato che per l’occasione
ha sistemato a festa la sua coloratissima sala 5. Il parterre di
attori vanta nomi altisonanti: Helen Mirren, Rita Moreno,
Charlize Theron, Brie Larson, John Cena, Jordana Brewster, Michelle Rodriguez, Tyrese
Gibson, Sung Kang, Nathalie
Emmanuel, Daniela Melchior, Scott Eastwood, Alan
Ritchson, Jason Statham e infine lui… Vin Diesel.
Che entra per ultimo con i suoi
soliti occhiali da sole. Non manca, ovviamente, colui che ha
diretto questo nuovo, rocambolesco, capitolo: Louis
Leterrier. Si siedono, sorridono, osservano i giornalisti.
L’entusiasmo per il nuovo
film, che sta per chiudere una saga che dura da oltre
vent’anni, è palpabile. Noi eravamo lì, a partecipare ad una press
conference che, non sapevamo, si sarebbe rivelata un vero spasso,
con il mattatore Vin Diesel a regalare al suo pubblico qualche
minuto di show e divertimento. L’atmosfera che si respira è davvero
adrenalinica, potente, forte… quasi quanto Fast
X. Il quale, ricordiamo, arriva nelle nostre sale il
18 maggio.
Fast X, il lascito di Fast &
Furious e l’affetto di Vin Diesel
A prendere per primo la parola è
proprio il regista, il quale racconta di essere legato al franchise
sin dal primo capitolo: “Il bello del franchise di Fast &
Furious è che fin dall’inizio è ambientato in location in cui ci
sono acrobazie reali e un cast internazionale straordinario. Sono
cresciuto come fan e ho imparato a fare cinema grazie a Fast &
Furious. Diventarne il regista mi fa portare rispetto alla saga che
è stata, e che è da sempre.” Poche, semplici parole in cui si
evince tutta la gratitudine di Leterrier per essere entrato a far
parte di questa incredibile Fast Family, che fra l’altro dirà addio
ai fan con l’undicesimo e ultimo capitolo. È infatti questo
l’inizio dell’ultima corsa.
Ma quello che per diverse ragioni è
il più riconoscente e orgoglioso di Fast & Furious è Vin
Diesel, uno dei veterani della saga. Fast &
Furious (2001) non solo gli ha dato il migliore – e compianto
– amico
Paul Walker, ma lo ha reso uno degli attori più amati
con l’iconico personaggio di Dominc Toretto. Tanto che i suoi
colleghi, in conferenza, lo chiamano Dom, non Vin. Vin Diesel
guarda al film come un padre fiero del percorso fin qui tracciato e
tutti coloro che hanno fatto parte di questo mondo sono un po’ i
suoi figli. “La prima cosa che voglio è che la gente si goda il
cast più incredibile e meraviglioso. Tutte le persone che sono qui
hanno portato così tanto a questo franchise e a questa mitologia.
Quindi, la prima cosa che vorrei dire è: godetevi questo cast
straordinario.”
E poi continua: “Quando siamo
andati a girare il film, fin dal primo giorno e ogni singolo giorno
sul set ci siamo ricordati che era un miracolo star girando il
decimo capitolo. Ci sono stati così tanti momenti incredibili e non
riesco a isolarne nessuno, perché quando vedo il film sono colpito
da tutti. Ogni contributo, ogni lavoratore che ne ha preso parte,
ogni persona dello studio e, naturalmente, il regista che abbiamo…
tutto insieme ti lascia una sensazione e delle emozioni che si
elevano al di sopra di un normale film.”
Onore agli stunt, l’omaggio di
Michelle Rodriguez e Jordana Brewster
Un pensiero va poi agli
stuntman. La saga di Fast & Furious è sempre
stata pregna di scene d’azione e, come ben si sa, sono proprio gli
stuntman a esibirsi in coreografie spesso anche pericolose.
Fast X ne è pieno, come i suoi
predecessori, ma per realizzare delle sequenze così visivamente
elettrizzanti non si può non pensare a questa categoria di
lavoratori. È stata proprio Michelle Rodriguez, la
Letty di Dom, – che nei film di action scene ne ha molte – a
ricordarlo: “A dire il vero, ritengo che il mondo degli stunt
dovrebbe essere più amato e, in generale, penso che sia necessaria
una categoria all’interno dell’Academy. Molti hanno perso la vita
durante il lavoro e non si dà abbastanza amore a queste bellissime
persone che ci regalano lo spettacolo.”
“Delle sequenze di combattimento
la mia parte preferita è la coreografia. Come attori entriamo in
scena e realizziamo una coreografia straordinaria l’uno con
l’altro, mentre le controfigure volano fuori dalla finestra. È
davvero forte comunque!” A farle eco è la collega Jordana
Brewster: “Mi piace la coreografia, è come una danza che si
impara per giorni e che si mette in mostra il giorno delle
riprese.”
E infine… i premi Oscar
Oltre ai vecchi personaggi, sono
saliti sul treno in corsa una serie di altri attori, e alcuni di
loro sono nuovi al mondo di Fast. Fra questi c’è Brie
Larson. La sua Tess, figlia di Signor Nessuno, fa il suo
debutto proprio in Fast X e per l’attrice
premio Oscar è stata davvero una grande emozione. “Ho sempre
voluto fare parte di questa saga. Quando ho ricevuto la chiamata in
cui mi dicevano che ero stata presa, sono andata a casa di Vin
Diesel e ho conosciuto la sua incredibile famiglia e i suoi figli.
Tutti mi chiedevano: che cosa porterai a questo franchise? Per
fortuna i suoi figli mi hanno aiutato tantissimo. Mi hanno dato
tutti un pezzo per diventare Tess (…). In special modo la figlia
più grande che, quando l’ho vista, indossava una giacca che
trasmetteva delle vibrazioni così intense. Lei è molto
intelligente, bella. Alla fine ho deciso di basare il personaggio
su di lei!”
E dopo la spiegazione di
Brie Larson, arriva la parte più comica della
conferenza, in cui le risate hanno rimbombato per tutta la sala. È
Helen Mirren a iniziare, spiegando come
è riuscita a far parte della saga (Mirren è entrata nel franchise
nel 2017 con Fast & Furious 8): “Ho supplicato per far parte di
tutto questo. Sono andata da Vin Diesel e mi sono inginocchiata… ma
non per quella ragione!”, inizia proprio con il botto, mentre
sorride divertita per poi continuare e tornare sul discorso stunt.
“Sono completamente d’accordo con Michelle. Gli stunt, gli
organizzatori , dovrebbero avere l’Oscar senza dubbio. Fast &
Furious dipende dalla creazione degli stunt. (…) Sono molto
coraggiosi. (…) È un lavoro straordinario. Come attrice, posso dire
che amo lavorare con questo tipo di persone. Sarò ripetitiva ma…
parlano tutti in continuazione di famiglia con Fast & Furious, ed è
davvero una famiglia. Guardateci… siamo una famiglia disfunzionale
e affettuosa e quello che ci tiene uniti è l’amore. L’amore nel
fare film, l’amore verso i colleghi. E non penso che nella storia
del cinema ci sia qualcosa di simile.”
La segue a ruota Rita
Moreno, altra new entry. “Ero così nervosa (di entrare
a far parte del film ndr). Questa è una famiglia! E quando vedi una
famiglia non puoi entrarci dentro solo perché sei affascinante. Una
delle cose più belle successe è che Louis (Leterrier ndr) mi ha
permesso di improvvisare in alcuni momenti, facendomi vivere delle
emozioni in maniera del tutto inaspettata. C’è una scena in cui io
e Dom (nel film il nipote ndr) ci abbracciamo davvero come madre e
figlio. E tutto quello a cui pensavo era: Mio Dio. Milioni di donne
vorrebbero essere al mio posto! Ma vorrei dire a Helen… non ero
inginocchiata. Ero lì perché sono dannatamente ambiziosa.”
E per far capire la potenza – e la
fama – della saga di Fast & Furious, Moreno racconta un
simpatico aneddoto che l’ha vista protagonista proprio a Roma, dove
l’attrice è arrivata prima con la figlia per potersi godere la
città: “Mia figlia e io siamo venute qualche giorno prima
dell’evento a Roma e una sera eravamo in un ristorante. A un certo
punto, qualcuno al tavolo ha detto: Sei Rita Moreno. E io ho
risposto: sì. E lui mi ha detto: di West Side Story? E io gli ho
detto di sì. Allora lui ha chiamato tutti i camerieri per dirgli
che ero quella di West Side Story, ma la loro reazione è stata:
Aah, bene. Non avevano idea di chi fossi! Quindi per salvarmi dalla
situazione e non perdere la faccia di fronte a mia figlia gli ho
detto perché fossi qui. Gli ho spiegato che ero in questo film e
che avevo questa scena con Dom. Beh… sono impazziti!” E il
pubblico con lei al racconto, perché immaginarsi la scena di Rita
Moreno è stato davvero spassoso.
A concludere la conferenza stampa di
Fast X, in cui un po’ tutti ci sentivamo,
arrivati a quel punto, parte integrante della famiglia (Vin Diesel
ha fatto alzare i giornalisti ben due volte per applaudire e gioire
con lui), è stata Charlize Theron, che è tornata sul
discorso action del film, su alcune sequenze in rapporto alla
collega Rodriguez e sul suo personaggio, già visto nelle precedenti
pellicole: “Succede molto all’inizio di Fast
X, ma avevamo poco tempo per provare perché io ero
impegnata anche in un altro film. Ma le basi c’erano. Poi mi hanno
chiesto se riuscissi a combattere. Ricordo di essere entrata nella
palestra e di aver visto Michelle completamente sudata che era
arrivata prima di me e ho detto: Oh cavolo! Abbiamo avuto dei
momenti davvero belli. Michelle, comunque, è una delle stronze più
toste che ho affrontato e io vengo dal Sud Africa! Ma è stato
davvero tutto molto divertente.”
Jennifer Lopez deve essersi così divertita in
Un matrimonio esplosivo con le sparatoie che ha
deciso di recitare in The Mother. Questo nuovo
film di Netflix è il
racconto di una donna, un ex militare, che è disposta ha tutto pur
di proteggere la vita della sua unica figlia Zoe. La Lopez dopo
anni di commedie romantiche e un ruolo da stripper in Le
ragazze di Wall Street – Business Is Business che gli è
valso la candidatura come migliore attrice non protagonista ai
Golden Globe 2020 torna all’azione tra acrobazie e corse
spericolate in moto. La celebre attrice con origini portoricane per
l’occasione si fa dirigere dalla neozelandese Niki
Caro, regista del remake live action Mulan e che da sempre
racconta storie di donne, sono suoi anche i drammatici La signora
dello zoo di Varsavia e North Country – Storia di Josey.
La trama di The Mother
Il film si apre con un
prologo dove “The Mother”, non si rivelerà mai il
nome del personaggio intepretato da Jennifer
Lopez, chiede protezione alla FBI e durante
l’interrogatorio, in una safe house dei federali, conosce l’agente
William Cruise (Omari Hardwick). Purtroppo la
confessione della donna, coinvolta in un traffico d’armi, viene
interrotta da un attacco da parte del suo ex socio d’affari e
compagno Adrien Lovell (Joseph
Fiennes) e i suoi uomini. La sequenza d’apertura non risparmia
la violenza, infatti si svela che la protagonista è incinta, solo
quando viene inquadrato Adrien che pugnala la pancia di lei. Grazie
ad una molotov casalinga, la donna si rifugia nel bagno della casa
e si salva. Dopo aver partorito con l’aiuto dei federali, la donna
è costretta a rinunciare alla neonata ma lo fa ad una condizione,
che Cruise si occupi della figlia trovandogli una tranquilla
famiglia adottiva e che ogni compleanno gli invii una foto della
bambina. La protagonista quindi scappa via e si rifugia in Alaska,
dove vive sola in una casa nel bosco immersa nella neve e nel gelo
dove caccia animali selvatici.
Passano gli anni e la figlia cresce,
ovviamente inconsapevole dell’identità della vera madre che ancora
vive all’estremo nord, ma qualcosa cambia quando l’agente Bruce
contatta la donna perché la sua Zoe (Lucy Paez) è
in pericolo. La protagonista non ci pensa due volte e raggiunge la
città della famiglia dove vive la ragazzina, ma ormai è troppo
tardi e gli viene rapita sotto i suoi occhi. “The Mother” con il
supporto dell’agente del FBI, riesce a identificare uno dei
rapitori, l’uomo nominato il Tarantula (Jesse
Garcia) e i due volano in missione a Cuba
per liberare Zoe. Dopo un lungo inseguimento per le strade con le
case colorate della città cubana la donna e Bruce alla fine si
scontrano con una festa di matrimonio, dove il bouquet da sposa e
Tarantola volano nello stesso momento e finalmente prendono il
malvivente. La madre riesce a estrapolare dall’uomo catturato dove
è tenuta in ostaggio Zoe e nella stessa notte con l’aiuto di
William, recuperano la bambina di 12 anni. Durante l’attacco al
quartiere generale, un rustico castello illuminato solo da candele,
la protagonista incontra l’ex amante Hector Alvarez
(Gael
Garcia Bernal) e dopo una lotta all’ultimo sangue lo
trafigge e lo uccide.
Zoe libera può finalmente tornare,
accompagnata dall’agente Bruce, dai suoi genitori adottivi ma è
anche molto sveglia e inizia a chiedersi se la donna assassina, che
l’ha salvata, forse è la sua madre biologica. Naturalmente ciò non
va secondo i piani, la ragazzina arrivata quasi a casa è di nuovo
in pericolo e la vera madre la salva dal “redivivo” Adrien Lovell e
la porta con se in Alaska per la sua sicurezza. Da
qui il film d’azione si trasforma in una sorta di lezioni di
sopravvivenza dove la protagonista insegna alla figlia come si
guida un pick up, cosa decisamente illegale, sparare con un fucile
da cecchino e usare un pugnale. L’ultima mezz’ora porta
all’inevitabile confronto dell’atto finale, con i cattivi che
sfrecciano attraverso il paesaggio innevato sulle motoslitte e la
lotta finale di “The Mother” contro Adrien per la salvezza per
sempre di Zoe.
L’unica Star è Jennifer Lopez
The Mother è un
film d’azione che ruota intorno alla sua protagonista che si porta
sulle spalle il peso di tutto, sia dell’azione e sia della trama.
Jennifer Lopez conferma ancora una volta che in qualsiasi modo la
vesti, rimarrà sempre una delle donne più belle di Hollywood e con
un fisico da fare invidia a chiunque. L’attrice comunque prende
seriamente il ruolo affidato con l’atteggiamento da dura, dove
mostra la sua fisicità e il suo istinto da madre protettiva. Questo
viene ricalcato in varie scene con la talentuosa Lucy Paez e con la
metafora della mamma lupo, che difende i suoi
cuccioli minacciati dai pericoli. Il lungometraggio direttto da
Niki Caro e scritto da Misha Green, Andrea
Berloff, Peter Craig porta al termine il suo lavoro a metà
privilegiando il ruolo di “The Mother” e non sfruttando al meglio i
due cattivi di Joseph Fiennes e
Gael Garcia Bernal che fanno solo di contorno
all’unica star
Jennifer Lopez.
È stato rilasciato il trailer
finale di Fast
X per l’ultimo capitolo del popolare franchise
Fast and Furious. Il nuovo contributo
offre ai fan l’ultima occhiata al film prima che venga
distribuito nelle sale il 19 maggio 2023.
Fast X, la trama e il
cast del nuovo film della saga
La fine della corsa ha inizio.
Fast
X, il decimo film della
saga di Fast & Furious, dà il via ai capitoli
finali di uno dei più leggendari e popolari franchise
cinematografici, giunto al suo terzo decennio e ancora sostenuto
dallo stesso cast e dagli stessi personaggi degli esordi. Nel corso
di molte sfide e contro ostacoli impossibili, Dom Toretto
(Vin
Diesel) e la sua famiglia hanno superato in astuzia,
coraggio e abilità tutti i nemici che hanno incontrato sul loro
cammino. Ora si trovano di fronte all’avversario più letale che
abbiano mai affrontato: una minaccia terribile che emerge dalle
ombre del passato, alimentata dalla vendetta, determinata a
disperdere la famiglia e a distruggere per sempre tutto e tutti i
suoi cari.
In Fast Five del 2011, Dom
e la sua squadra hanno eliminato il famigerato boss della droga
brasiliano Hernan Reyes e distrutto il suo impero su un ponte di
Rio De Janeiro. Quello che non sapevano è che il figlio di Reyes,
Dante (Jason
Momoa di Aquaman), ha assistito a tutto
questo e ha passato gli ultimi 12 anni a elaborare un piano per far
pagare a Dom il prezzo più alto. Il complotto di Dante spingerà la
famiglia di Dom da Los Angeles alle catacombe di Roma, dal Brasile
a Londra e dal Portogallo all’Antartide. Si stringeranno nuove
alleanze e torneranno vecchi nemici. Ma tutto cambia quando Dom
scopre che suo figlio di 8 anni (Leo Abelo Perry,
Black-ish) è l’obiettivo finale della vendetta di
Dante.
Dopo Royalteen:
l’erede, approda su NetflixRoyalteen: la principessa
Margrethe, sequel sulla saga dei principi reali norvegesi.
Questo secondo capitolo, diretto da Ingvild
Søderlind (Battle:
freestyle), si incentra sulle vicende della principessa
Margrethe ed è in gran parte vissuto dal suo punto di vista. La
serie di film Royalteen è tratta dall’omonima serie di libri
scritta da Randi Fuglehaug e Anne Gunn Halvorsen. Nel cast di
Royalteen: la principessa Margrethe si ritrovano
principalmente figure emergenti nel panorama cinematografico
nazionale, o, per alcuni attori, si tratta di prime esperienze nel
cinema. Elli Rhiannon Müller Osborne interpreta la
principessa Margrethe, protagonista di questo secondo capitolo,
mentre Mathias Storhøi è nei panni del principe
Kalle.
Royalteen: la principessa
Margrethe: vita da reali
I due film fin ora prodotti della
serie Royalteen raccontano le vicende di due
membri della famiglia reale norvegese, Margrethe e Kalle, e
si soffermano soprattutto sulla difficoltà per i due di essere
degli adolescenti di sangue blu. Nel primo capitolo, L’erede, si
seguono le vicende del principe ereditario e della sua storia
d’amore con Lena, una giovane ragazza con tanti segreti
nascosti. In questo secondo capitolo si seguono le vicende di
Margrethe, riprendendo il filo della storia dalle scene finali del
primo film: il ballo di fine anno.
Margrethe viene ricoverata in
ospedale: il suo organismo cede per un mix di cocaina ed
antidepressivi. Solo con il proseguimento del film si scoprirà la
verità di quella sera: la principessa si lascia andare per una sera
con un compagno di classe, il quale però finirà col ricattarla con
un video fatto quella sera. Non sapendo come agire e gestire la
pericolosa situazione, Margrethe si chiude in se stessa,
respingendo tutti, specialmente l’amica Ingrid ed il compagno
Arnie, innamorato di lei. La principessa riuscirà a ritrovare
se stessa nella sua forza e nel supporto della famiglia.
Personaggio focale di questo secondo
capitolo di Royalteen: la principessa
Margrethe è la principessa Margrethe. Si tratta di
una figura alquanto complessa; costretta a vivere secondo le rigide
regole di comportamento riservate ai reali, lei è sottoposta a
continue pressioni da parte dei genitori e della società stessa.
Tutte le responsabilità tendono ad essere addossate su di lei,
considerata anche dalla stessa madre come la più forte in
famiglia.
Margrethe non riesce a vivere la sua
adolescenza in maniera normale per paura di essere osservata e
sbattuta su un giornale di gossip; è molto diffidente verso gli
altri, e vive nella paura di essere tradita da amici e conoscenti.
Nell’unico momento in cui lei sbaglia, o meglio si lascia più
andare, come tutti i teenagers, viene condannata è giudicata dal
mondo.
È interessante sottolineare come
molti degli attori di Royalteen: la principessa
Margrethe siano alle loro prime esperienze attoriali è
come siano riusciti ugualmente a portare sullo schermo delle
performance molto interessanti. La stessa Elli Rhiannon
Müller Osborne, pur essendo finora apparsa in appena otto
film, dimostra la sua bravura.
Nel complesso,
Royalteen riesce ad unire insieme gli intrecci
adolescenziali, molto leggeri e piacevoli da seguire, con delle
tematiche più serie: le pressioni a cui possono essere sottoposti
gli adolescenti da parte dei genitori e specialmente l’eccessiva
invasione di privacy a cui sono sottoposti personaggi pubblici come
i membri di una famiglia reale.
Il peso degli occhi
puntati
Una delle tematiche più ampiamente
affrontate in Royalteen è la continua violazione
di privacy a cui sono sottoposti Margrethe e tutti i membri della
famiglia reale. Questi sono continuamente costretti a nascondere la
propria vera identità per paura di essere giudicati dal popolo
norvegese. La stessa principessa ed il principe Kalle non possono
vivere liberamente la loro adolescenza, per paura di essere colti
da paparazzi o anche semplicemente da propri compagni ed amici,
pronti a pubblicare la qualsiasi sui social media.
Film come Royalteen
dovrebbe aiutare lo spettatore a comprendere il danno che
l’eccessivo gossip causa a persone come i componenti di una
famiglia reale. A cui si aggiunge anche l’importanza di giudicare
una persona, anche un personaggio pubblico, nella sua interezza,
non da una sola foto scattata magari in un momento fraintendibile.
Riflettere su queste tematiche è importante perché non sono solo
racchiusi in film o serie: sono molte le persone che puntano
continuamente ad intrufolarsi nella vita di personaggi pubblici,
attraverso i social e le riviste di gossip. Già in parte il tema è
stato affrontato nella docuserie
Harry e Meghan, in cui i due raccontano le loro vite,
perseguitati dai paparazzi.
Secondo Variety ,
l’astro nascente Brandon Perea è stato
ufficialmente scelto per unirsi al
cast di Twisters, il
seguito della Universal Pictures al loro successo del 1996,Twister. Ulteriori dettagli sul suo
personaggio sono ancora tenuti nascosti. Si unirà ai membri
del cast precedentemente confermati
Daisy Edgar-Jones, Glen Powell e Anthony
Ramos. La produzione dovrebbe iniziare la prossima
primavera, con l’uscita del film nelle sale il 19 luglio
2024.
Pereaha
ottenuto riconoscimenti per il suo ruolo da protagonista
comeAngelnel più recente film
horror di Jordan Peele, Nope, con
Daniel Kaluuya e Keke Palmer. Ha anche lavorato
come regular nella serie drammatica diNetflixThe OA,
che è durato due stagioni.
Cosa aspettarsi da Twister?
Twisters sarà
diretto dal regista
diMinariLee Isaac Chung e si baserà su una
sceneggiatura scritta da Mark L. Smith. Secondo quanto riferito,
non è stato sviluppato come sequel diretto del film del 1996, ma
piuttosto come un “nuovo capitolo” del
franchise. Edgar-Jones interpreterà il ruolo
di “un ex cacciatore di tempeste che svolge un lavoro d’ufficio
dopo essere sopravvissuto a un terrificante tornado. Tuttavia,
sarà costretta a tornare in campo”.
Steven Spielberg è attualmente impostato come
produttore esecutivo attraverso la Amblin Entertainment. È
prodotto da Frank Marshall e Pat
Crowley. Sara Scott e Jacqueline Garell della
Universal stanno supervisionando il progetto, insieme ad Ashley Jay
Sandberg della Kennedy/Marshall.
Diretto da Jan de Bont,
il primo capitolo seguiva i cacciatori di tempeste Bill Harding
e la dottoressa Joanne Harding nel bel mezzo della finalizzazione
del loro divorzio. La coppia si riunisce durante una grave epidemia
di tornado in Oklahoma, dove testano il loro dispositivo di
monitoraggio del tempo che migliorerebbe i tempi di consegna degli
avvisi di tornado.Twister è stato un successo sia di critica che
commerciale, con un incasso mondiale di oltre 495 milioni di
dollari al botteghino. Nel cast erano presenti anche attori
come Cary Elwes, Philip Seymour Hoffman, Alan Ruck, Todd
Field e altri.
La notte delle presidenziali: se sei
il leader dell’informazione americana hai tutti gli occhi su di te.
Succession 4×08 si apre e si chiude nel caos più
totale: la grande corsa è finalmente avvenuta e questo ha messo
sotto pressioni tutti i personaggi. Shiv, Roman e Kendall sono ancora più in disaccordo e mai
come in questo episodio avviene la scissione tra i tre fratelli.
Shiv sta facendo il doppio gioco con
Matsson, Kendall vuole giocare da
solo e Roman tenta in maniera rocambolesca di
imitare il padre. Nonostante la corsa alle presidenziali non sia la
trama principale della stagione, in questo
episodio ne è il fulcro manovrando tutte le scelte
strategiche per il futuro, compreso l’accordo con la
GoJo.
I risultati delle elezioni
annunciati in Succession 4×08 sono già controversi
e discussi per una serie che prende liberissima ispirazione dalla
già complicato politica americana. La scelta di un
presidente su un altro avrà delle ripercussioni che vediamo già
alla fine di questo episodio e che coinvolgono
Roman. Anche Kendall, però,
lascia il pubblico con qualche dubbio sul suo doppio, triplo,
gioco. E invece Shiv? La Roy ha
rivelato finalmente la maternità a Tom e in questo episodio è
continuamente bombardata dalla mascolinità preponderante dei membri
della sua famiglia. L’unica donna Roy rimasta sa
già come reagire.
Mencken sarà eletto? Cosa succederà
con i voti mancanti?
Una lotta combattuta che secondo i
dati – truccati – vede vincitore Jeryd Mencken, il
candidato repubblicano. In Succession 4×08 il
responso della rete ATN, lo nominato presidente degli Statu Uniti
superando di poco il candidato democratico, Daniel
Jiménez. L’ATN, sotto la guida di Tom, è
stata la prima rete a dare la vittoria a Mencken, e questa potrebbe
essere la sua rovina. I professionisti dei sondaggi della Waystar Royco erano titubanti nel definire la
corsa a favore di Mencken così presto, ma dal momento che hanno
colto la palla al balzo, altre organizzazioni giornalistiche hanno
iniziato a seguirne l’esempio.
Rimane il problema dei voti dispersi
del Wisconsin. In Succession
4×08, con la corsa presidenziale in atto, si viene a
conoscenza che il seggio elettorale della città è andato a fuoco.
Nell’incidente sono andate perse delle schede elettorali e quindi
non si sa bene come procedere con i conteggi. Il
Wisconsin è il fattore decisivo nella corsa
presidenziale di Succession. L’ATN decide di dare
i voti in favore a Mencken, dato che storicamente
lo stato è a prevalenza repubblicana. Ma non è quello che si
racconta nell’episodio: si ipotizza un complotto e il fatto che le
schede sono state a favore di Jiménez ribaltando
così tutta la corsa alla presidenza. Questa ipotesi non è stata
neanche presa in considerazione in particolare da
Roman che in questo episodio esprime ancor di più
la sua preferenza per i repubblicani, come storicamente il padre
prima di lui.
Matsson e Shiv in Succession
4×08
La vittoria di
Mencken non è sicuramente una buona cosa per
Matsson e Shiv… e per tutti gli
Stati Uniti d’America. Shiv e Lukas
Matsson stanno facendo di tutto per far passare l’accordo
con GoJo. La corsa alla presidenza potrebbe aver cambiato le carte
in tavola: Mencken ha promesso la cancellazione
dell’accordo a Roman. Matsson e Shiv hanno puntato
tutto su GoJo e potrebbero uscirne sconfitti da
questo gioco di potere politico. Succession 4×08
approfitta anche per fare un po’ di denuncia alla società
americana.
Il personaggio di
Shiv in questa narrazione funge da controparte
declinando tutti gli aspetti negativi per una possibile presidenza
di Mencken. Il nuovo presidente è sicuramente un
politico di estrema destra, con alcuni dei suoi sostenitori, tra
cui tutti all’interno della ATN e della Waystar
Royco.
Roman e Kendall smascherano Shiv
(con l’aiuto di Greg)
Una delle storie più importanti
della quarta stagione di Succession è stato
l’affare GoJo, con la morte di Logan Roy nel bel mezzo dell’acquisizione
della Waystar Royco da parte di Lukas
Matsson. Sebbene i co-CEO della Waystar
Royco, Kendall e Roman
Roy, si siano opposti all’accordo, Shiv ha
segretamente tramato contro i fratelli. Per tutta la quarta
stagione, Shiv ha fornito a Lukas
Matsson informazioni riservate sul funzionamento interno
della Waystar Royco, sperando di giocare bene le
sue carte in modo da ottenere un buon posto alla
GoJo quando l’affare andrà in porto. Anche se
finora è stata brava a coprire le sue tracce, la verità viene
finalmente rivelata in Succession 4×08.
La causa di tutto? Cugino
Greg che esce per una serata in città con
Lukas Matsson. Lì, Greg scopre la
truffa di Shiv, decidendo di tenere l’informazione
come leva. Tuttavia, ciò non dura a lungo, poiché alla fine
dell’episodioGreg rivela a
Kendall dell’accordo di Shiv con
Matsson. Questa rivelazione avviene nel momento in
cui Kendall scopre un’altra delle bugie di Shiv,
rendendo la sua reazione ancora più grave. La reazione di
Kendall e Roman a queste
informazioni è stata sicuramente avventata, ma i due sono rimasti
sinceramente feriti quando hanno saputo del tradimento di
Shiv. Rispondono al tradimento con cattiveria
cercando di ferirla
Shiv e Tom ancora faccia a
faccia
Una delle più grandi teorie della
quarta stagione di Succession è stata la
gravidanza di Shiv, con gli spettatori che
hanno ipotizzato che potesse avere il figlio di Tom entro la fine
della stagione. Come si è scoperto, Shiv è
effettivamente incinta e ha rivelato questa informazione a Tom in
Succession 4×08.
L’ha fatto nel tentativo di ferire
Tom e questo importante dettaglio è emerso durante
una delle loro accese discussioni. Questo è stato uno dei momenti
più strazianti dell’episodio, in quanto mostra quanto la coppia, un
tempo felice, sia caduta in basso rispetto alla prima stagione.
Roman e Connor
La nomina di Jeryd
Mencken a presidente divide i personaggi principali in
Succession 4×08. Se come abbiamo visto per
Matsson e Shiv non sarà una cosa positiva al
contrario per Roman e Connor Roy lo è eccome.
Roman ha avuto una stretta collaborazione con
Mencken per tutta la quarta stagione di
Succession. Il futuro presidente gli servirà per
mandare a monte l’affare GoJo. Ciò significa che Roman
continuerà a essere il co-amministratore delegato della
Waystar Royco, una posizione che spaventa molto il
fratello Kendall che per tutto l’episodio è
apparso titubante.
Anche Connor Roy
cerca i suoi vantaggi dalla futura presidenza di
Mencken. Il suo allineamento ideologico è più
vicino alle politiche conservatrici di Mencken che
a quelle liberali di Jiménez. Inoltre,
Connor ha fatto un accordo con
Mencken: se avesse rinunciato alla corsa,
Mencken avrebbe potuto procurare a
Connor un lavoro governativo all’estero. La
vittoria di Mencken significa che avrà più potere
per farlo.
E Kendall?
Il fratello maggiore dei Roy gioca
tutte le sue carte e pare farlo da solo questa volta. Lo confessa
lui stesso a Shiv: vuole continuare come unico CEO
dell’azienda ma ci sono parecchi paletti tra lui e questa
realizzazione. In Succession 4×08, Kendall prende
una posizione netta solo alla fine quando scopre il doppio
gioco di Shiv, prima di ciò i suoi sentimenti erano
combattuti. Da un lato, Kendall non è
completamente allineato ideologicamente con
Mencken. Pur essendo decisamente conservatore, le
idee politiche di Kendall sono più centriste.
A favore di queste sue opinioni
anche le pressioni della ex moglie che è spaventata dai sostenitori
di Mencken che hanno spinto sua figlia a terra.
Kendall teme che una presidenza
Mencken possa portare a nuove violenze contro la
sua famiglia, il che lo rende ancora più titubante nel sostenere il
candidato repubblicano. D’altra parte, Kendall ha
una certa inclinazione a favore di Mencken, per
cercare di fermare l’affare GoJo e sa che
Mencken lo farà. Per questo motivo, Kendall
sceglie di appoggiare l’ATN che ha dato per vincitore
Mencken. La trama delle elezioni ha dimostrato che
Kendall continua a essere uno dei personaggi più
complessi di Succession, e la sua reazione alle
elezioni giocherà probabilmente un ruolo importante negli episodi
finali della serie HBO.
Chi è Fikret?
In Succession 4×08,
L’America decide, abbiamo visto l’interno della
ATN, da dove i fratelli Roy e
Tom hanno coordinato la copertura della notte
elettorale. Alla fine, la decisione di Kendall Roy
di scegliere Mencken ha sostanzialmente concluso
le elezioni. Dopo aver lasciato l’ATN, Kendall
viene inquadrato e dice questa frase: “Alcune persone non
riescono a trovare un accordo, Fikret“. Ma chi è
Fikret? Fikret è l’autista di Kendall in
Succession apparso per la prima volta nella prima
stagione, interpretato da Greg Harvey. In
Succession 4×08 questo rapporto così quasi intimo
tra Kendall e il suo autista richiama quello tra
Logan e Colin, la sua guardia del corpo.
Durante la notte delle elezioni,
Kendall ha dovuto prendere una decisione che
potrebbe avere un impatto importante nel futuro.
Roman voleva non perdere tempo e indire le
elezioni per Mencken, mentre Shiv
voleva evitare di dare a Mencken le elezioni così
facilmente. Alla fine, la decisione spettava a
Kendall. Dato che Nate e il suo
candidato Jimenez non hanno offerto nulla di
sostanziale a Kendall, Mencken ha
assicurato che avrebbe bloccato l’accordo con
GoJo, diventando il suo preferito. Ecco perché
Kendall dice quella frase riferendosi a
Nate e Jimenez che non vogliono
trovare un accordo con lui per bloccare l’acquisizione della
GoJo-Waystar.
Il prossimo episodio
Il
trailer di Succession 4×09 anticipa il gran
finale della serie. Intitolato “Chiesa e Stato”, l’episodio, come
già annunciato da Succession 4×08 vedrà al centro
il funerale di Logan. Diventa sempre più difficile stabilire
chi tra i personaggi principali riuscirà ad avere la meglio. Per
come stanno le cose adesso il finale di stagione di
Succession vede i tre fratelli
Kendall, Roman e
Shiv completamente in frantumi. È probabile che il
penultimo episodio della prossima settimana sia caratterizzato da
un’atmosfera ancora più cupa.
Il trailer mostra i fratelli
Roy che si preparano per il funerale di Logan che, come le riunioni di famiglia in
genere in Succession, sarà sicuramente un evento
emotivo e teso. Il funerale di Logan vede riuniti
quasi tutti i personaggi principali, compresi i quattro fratelli
Roy, Ewan, Marcia, Gerri, il Presidente eletto Jeryd
Mencken, Mattson, Caroline, Karl, Greg, Frank e altri
ancora.
Parlando
con Entertainment
Weeklyinsieme a
Cillian Murphy, Christopher Nolan ha riflettuto sul suo
primo incontro con Murphy. L’attore aveva inizialmente candidato il
suo nome per interpretare lo stessoBatman. Nolan ha detto che
sia lui che Murphy sapevano che Batman non sarebbe
stato adatto per lui, ma il regista voleva comunque avere Cillian Murphy nel film.
Cosa ha pensato Christopher Nolan dell’audizione di Cillian
Murphy per Batman Begins?
“Quando abbiamo avuto la
nostra prima conversazione, penso che entrambi sapessimo che non
avresti finito per interpretare Batman“, ha detto
Nolan. “Ma volevo davvero salire sul set con te, volevo
portarti nel film. Abbiamo fatto quei test sullo schermo in
modo molto elaborato, su 35 mm, con un piccolo set. Christopher Nolan ha
continuato lodando Murphy per la sua audizione “elettrica”. Ha
notato che ha persino fatto venire i dirigenti a guardare per
convincerli che Murphy potesse essere lo Spaventapasseri di cui
avevano bisogno.
“C’era solo un’atmosfera
elettrica nella troupe quando hai iniziato a esibirti“, ha
detto Nolan. “Abbiamo girato due scene – c’era una scena
di Bruce Wayne e una di Batman – e mi sono assicurato che i
dirigenti scendessero e guardassero cosa stavi facendo sul
set. Tutti erano così entusiasti di vederti esibire che quando
poi ho detto loro: “Okay,
Christian Bale è Batman, ma che ne dici di Cillian per
interpretare Spaventapasseri?” non c’era dissenso. Tutti
i precedenti cattivi di Batman erano stati interpretati da grandi
star del cinema:
Jack Nicholson,
Arnold Schwarzenegger,
Jim Carrey, quel genere di cose. È stato un grande salto
per loro ed è stato davvero solo sulla base di quel
test. Quindi è così che hai interpretato
Spaventapasseri.
Alla fine, Murphy finì per
essere scelto come Dr. Jonathan Crane/Spaventapasseri, un
ruolo che avrebbe ripreso in tutti e tre i film di Batman
di Nolan. Murphy sarebbe anche apparso in una serie
di altri film di Christopher Nolan, tra cui
Inception, Dunkirk e
l’imminente Oppenheimer,
dove reciterà nei panni dello scienziato protagonista.
Secondo World of
Reel, la produzione del prossimo film
di M. Night ShyamalanintitolatoTrapdovrebbe
iniziare il prossimo giugno. Durante la sua intervista con il
sito, il regista candidato all’Oscar ha descritto il suo prossimo
progetto thriller con la Warner Bros. come “molto
insolito” rispetto ai suoi film precedenti.
“È un thriller. È
molto insolito e molto nuovo rispetto a quello che ho cercato di
fare [recentemente], ma sono molto entusiasta della storia, tanto
che non vedo l’ora di raccontarla a voi ragazzi“, ha detto
Shyamalan. . “Dirò questo, l’angolo della storia è il
motivo per cui è così eccitante. La storia potrebbe essere
qualcosa che hai già visto, ma l’angolazione è molto, molto unica:
il punto di vista“.
Quando arriverà nei cinema il
prossimo film di M. Night Shyamalan?
Il film Trap è
attualmente programmato per uscire nelle sale il 2 agosto 2024.
Uscirà anche nello stesso mese di un altro film horror thriller
diSpeak No
Evil della Universal Pictures con
James McAvoy e Mackenzie Davis.
Trap sarà
diretto da M. Night Shyamalan attraverso la sua Blinding
Edge Pictures come parte del suo nuovo accordo di prima
visione con la Warner Bros. Ulteriori dettagli sulla trama e sui
personaggi sono ancora tenuti nascosti. Il film sarà il progetto
successivo al suo film horror recentemente uscito Bussano alla
Porta (Knock At The Cabin), che ha incassato in
tutto il mondo oltre $ 50
milioni al botteghino.
“Dove scrivo e dirigo è
casa mia“, ha detto Shyamalan in una precedente
dichiarazione. “La Disney e la Universal,
dove ho girato la maggior parte dei miei film, saranno sempre casa
e famiglia per me. Warner Bros. ha una storia
leggendaria del cinema. Attraverso le sue recenti esperienze,
la compagnia ha riscoperto il suo amore e apprezzamento per i
cineasti e l’impatto dell’esperienza teatrale. Vinciamo tutti
quando i film hanno successo nelle sale. Credo
che David Zaslav, Michael De Luca e Pam Abdy si siano dedicati a
registi unici e a riempire i cinema di tutto il mondo negli anni a
venire”.
Secondo Deadline, la star
diStar
WarsDaisy
Ridley ha firmato per il ruolo principale
nel prossimo film thriller d’azione del regista
di Casino
RoyaleMartin Campbell
intitolatoCleaner. La
produzione dovrebbe iniziare alla fine dell’estate di
quest’anno.
“Cleaner è un thriller
avvincente, unico e originale sia nei personaggi che
nell’ambientazione. Gran parte del film si svolge sul lato
dello Shard – a centinaia di piedi in aria – e voglio che il
pubblico sia lassù con Joey in un’esperienza vertiginosa e
sconvolgente“, ha detto Campbell in una nota. “Non
c’è un’attrice più istintiva e potente di Daisy in questo momento
per aiutarci a fare proprio questo. La maggior parte dei miei
film sono thriller e Cleaner è uno dei migliori che abbia mai
letto”.
Cosa aspettarsi da Daisy
Ridley?
Cleaner
sarà diretto da Martin Campbell.Daisy Ridley interpreterà Joey Locke, un
ex soldato diventato lavavetri che si è trovato nel bel mezzo di un
attacco terroristico. Il progetto è prodotto da
Sebastien Raybaud e Callum Grant, con il
finanziamento e la produzione di Anton.
“Ambientato nella Londra
odierna, il film vedrà attivisti radicali prendere il controllo del
galà annuale di una compagnia energetica allo Shard, il grattacielo
più alto dell’Europa occidentale, sequestrando 300 ostaggi per
denunciare la corruzione dei padroni di casa“, si legge nella
sinossi.La loro giusta causa è dirottata da uno
zelante estremista all’interno delle loro fila, che è pronto a
uccidere tutti nell’edificio per inviare il suo messaggio anarchico
al mondo. Spetta a un ex soldato trasformatosi in lavavetri, Joey
Locke – sospeso a 90 piani all’esterno dell’edificio – salvare
coloro che sono intrappolati all’interno e abbattere gli assassini,
trovando anche un modo per consegnare alla giustizia i corrotti
magnati dell’energia.”
Daisy Ridley non è estraneo all’azione.
L’attrice è stata protagonista della trilogia del sequel di
Star
Wars dellaLucasfilm e
l’adattamento cinematografico del 2021 di Chaos
Walking. È stato recentemente annunciato che
Daisy Ridleyriprenderà
il ruolo di Reyin
un film senza titolo di Star Wars
del regista Sharmeen Obaid-Chinoy. Secondo quanto riferito, il
progetto si svolgerà 15 anni dopo gli eventi
di Il
risveglio della forza e seguirà Rey mentre
assembla un nuovo Ordine Jedi.
In un futuro non meglio identificato
l’eutanasia viene proposta dal governo e pubblicizzata come un
servizio di cui usufruire a propria discrezione, ma il cui impiego
viene gioiosamente caldeggiato. Siamo in Giappone e Plan 75 è il
lungometraggio d’esordio della regista Chie Hayakawa che era già stato
presentato al Festival di Cannes dell’anno scorso
per Un Certain Regard e che si è aggiudicato la
Menzione speciale del premio Caméra
d’or dedicato alle opere prime, per l’appunto.
La regista aveva già lavorato nel
2018 al soggetto del film inserendolo in un lavoro corale
intitolato Ten years Japan composto da cinque
cortometraggi diretti da cinque diversi autori che raccontano il
Paese asiatico in un futuro proiettato in avanti di dieci anni.
Chie Hayakawa ha dunque ampliato il suo segmento narrativo
allungandolo fino a farlo arrivare alla modica durata di ben 112
minuti, facendosi ispirare, tra l’altro, da un fatto di cronaca
realmente accaduto.
Nel 2016, infatti, lo stato del
Giappone è stato tristemente coinvolto in un evento che ha,
oltretutto, battuto il record di peggior strage che non si
verificava dal 1989. Un giovane di 26 anni si è introdotto di notte
in una casa di cura in cui aveva lavorato tempo prima e ha
assassinato 19 pazienti e ne ha feriti altri 26. La ragione che lui
ha addotto al tremendo gesto è stata l’intenzione di ridurre il
peso economico che donne e uomini improduttivi gravano sui
contribuenti.
Plan 75, la trama del film
Ciò che ha innescato l’idea in Chie
Hayakawa, è stata la rabbia di fronte ad un progressivo cambiamento
ideologico nella sua nazione, che procede incessante verso un
concetto di utilità che calpesta l’umano. Così esordisce Plan
75, che vede protagoniste due coppie di elementi assortiti: la
signora Michi (Chieko Baisho) e la centralinista
Yoko (Yuumi Kawai) da una parte, l’impiegato
Himoru (Hayato Isomura) e suo zio (Taka
Takao) dall’altra, più Maria (Stefanie
Arianne), la dipendente filippina di una struttura.
Il plan 75 del titolo è infatti una
nuova legge che concede alle persone con più di 75 anni di aderire
ad un programma fatto di benefit e pacchetti tra cui scegliere, al
termine del quale è previsto il suicidio assistito. Chie Hayakawa
dirige dunque un racconto seguendo con delicatezza e straziante
malinconia la solitudine devastante di alcune persone anziane e lo
sconvolgimento della quotidianità di due giovani in quella che gli
sembra essere una normalità più che funzionale.
Il lento e dilaniante scorrere del tempo
Il cinema giapponese più recente
consolida quindi i suoi codici: l’uso della macchina da presa fissa
che spia silenziosa gli interni delle case, intimi ma dolorosamente
solitari, gli esterni e gli spazi pubblici svuotati di calore umano
e che, al contrario, lo simulano. Chie Hayakawa si dilunga
nell’osservare con pacatezza la vita della signora Michi, i suoi
iniziali tentativi di mantenersi facendo dei lavoretti, nonostante
la sua età avanzata. Ed è dilaniante la tenerezza che suscita,
inserita in un contorno dalla spietata indifferenza.
Le sequenze indugiano a lungo nel
seguire la vita dell’anziana, per poi farla accompagnare a quella
di una ragazza con cui stringerà amicizia e dal cui incontro la
storia inizierà a mostrare un lento risveglio di coscienza e
l’apertura a uno spiraglio di dignità. È insomma estenuante
Plan 75 in ogni momento che descrive. Nonostante sia lo
specchio di un isolamento mentale e di una noncuranza sociale che
stiamo iniziando a conoscere molto bene, ciò non lo giustifica a
essere così diluito nell’arrivare ad un punto che, bene o male,
s’intuisce facilmente.
È molto probabile – come per sua
stessa ammissione – che la regista e sceneggiatrice volesse
dilungarsi nel descrivere con dovizia di dettagli quanto sia atroce
arrivare sul finire della propria vita e sentirsi così messi in
disparte, così dimenticati, da desiderare che la morte arrivi il
prima possibile. La qualità filmica nella fotografia e nel
montaggio sono ineccepibili alla riuscita di tale scopo, per non
parlare dell’interpretazione della splendida Chieko Baisho, ma è
altrettanto vero che sarebbe stata sufficiente quasi la metà del
tempo per spiegarlo. Ma forse, proprio per questo, rende ancor
meglio l’idea di quel che provano i protagonisti.
Quando nel 1987 il regista Paul Verhoeven
portò al cinema il film RoboCop (qui la recensione), non poteva
sapere che quello sarebbe stato l’inizio di uno dei più fortunati
franchise di genere fantascientifico. Con due sequel
cinematografici e diverse serie televisive, quello del poliziotto
cyborg è oggi uno dei personaggi più noti del cinema, entrato a far
parte dell’immaginario culturale. Interpretato da Peter
Weller nei primi film, RoboCop si affermò anche
grazie alla satira e al cinismo presenti nella sua violenta storia.
Nel 2014, infine, il personaggio è stato ripreso per un remake,
anch’esso intitolato semplicemente
RoboCop (qui la recensione) e diretto dal
brasiliano José Padilha.
Questo progetto, di cui si parlava
già dai primi anni del Duemila, vedeva originariamente
Darren Aronofsky (Il cigno nero,madre!) come regista.
Al suo posto fu però poi scelto Padilha dopo che questo si era
distinto con Tropa de Elite – Gli squadroni della forza e
Tropa del Elite 2 – Il nemico è un altro. Per questo nuovo
adattamento del personaggio, il regista e gli sceneggiatori
decisero naturalmente di introdurre le novità presenti nel campo
dell’intelligenza artificiale. Con grandi effetti speciali e un
cast ricco di celebri attori, questo nuovo film vantava un budget
di circa 100 milioni di dollari.
Apprezzato in parte dalla critica,
che non ha mancato di sottolineare come questo nuovo
RoboCop non regga il confronto con l’originale,
specialmente per quanto riguarda la satira politica e sociale,
questo remake rimane un titolo fantascientifico particolarmente
interessante e che i fan del genere non mancheranno di apprezzare.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e al suo sequel.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
RoboCop: la trama del
film
Il nuovo RoboCop è
ambientato nel 2028, anno in cui la multinazionale conglomerata
OmniCorp è leader nell’industria robotica. All’estero, i droni da
essa prodotti, vengono impiegati dalle forze militari da anni, ma
sono stati vietati come tutori della legge all’interno dei confini
americani. Ora la OmniCorp vorrebbe impiegare questa controversa
tecnologia anche sul fronte interno, considerando questa
opportunità un’occasione d’oro. Quando Alex
Murphy, marito affettuoso, padre, e buon poliziotto,
facendo del suo meglio per arginare l’ondata di criminalità e
corruzione a Detroit, resta gravemente ferito, la OmniCorp
intravede un’occasione unica per creare un poliziotto ibrido, in
parte uomo ed in parte robot.
L’esperimento sembra riuscire nel
migliore dei modi, se non fosse che i ricordi di Murphy continuano
ad affiorare insistenti, provocando uno shock emotivo nel cyborg,
il quale necessità così di ulteriori interventi. Il poliziotto
robotico conquista in breve la fiducia degli abitanti di Detroit,
ma i flashback della sua vita passata tornano insistentemente e
RoboCop decide di indagare sulle circostanze del decesso di Murphy,
smascherando la corruzione e gli abusi della polizia locale. Le sue
scoperte, tuttavia, rischiano compromettere anche il direttore
della OmniCorp, Raymond Sellars, che non può
permettere che la sua creazione si ribelli.
RoboCop: il cast del
film
Per questo remake, la produzione
desiderava affidare la parte ad attori affermati come Tom Cruise o
Johnny Depp. La
decisione ricadde però infine su Joel Kinnaman, divenuto
celebre grazie alla serie The Killing. L’attore, oggi noto
anche per Suicide Squad, espresse il desiderio che
il film potesse contenere la violenza dell’originale, ottenendo il
divieto ai minori. Lo studios di produzione però non permise tali
scelte creative, puntando ad ottenere un divieto meno stringente
con cui poter recuperare i soldi spesi per coprire il budget.
Accanto a lui, nel ruolo di Clara la moglie di Alex, vi è l’attrice
Abbie Cornish,
mentre Gary Oldman è
il dottor Dennett Norton, ideatore di RoboCop.
L’attore Samuel L.
Jackson ricopre il ruolo di Pat Novak, conduttore del
programma The Novak Element e forte sostenitore dei nuovi
tecnologici mezzi di controllo del crimine. Jackie Earle
Haley interpreta Rick Mattox, responsabile per
l’addestramento di RoboCop. L’attore Michael Keaton
interpreta invece Raymond Sellars, CEO della OmniCorp e principale
antagonista del film. Nel film compaiono poi anche Michael
K. Williams nei panni di Jack Lewis, collega e miglior
amico di Alex, e John Paul Ruttan in quelli di
David Murphy, figlio di Alex e Clara. Pur non essendo qui al suo
primo ruolo nonostante la giovane età, questo è il film per cui è
maggiormente conosciuto.
RoboCop: il sequel, il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
In seguito all’uscita di questo
film, era stato annunciato anche un suo sequel diretto. I piani
però sono poi cambiati, con la cancellazione del sequel e
l’ideazione di un reboot. Il nuovo lungometraggio dovrebbe infatti
ignorare gli eventi sia dei due sequel del 1990 e del 1993, sia del
remake del 2014. Nel luglio del 2018 viene confermato come titolo
RoboCop Returns, mentre per la regia viene assunto
Neill Blomkamp, celebre per i film District 9 e Elysium. Nell’agosto del 2019, tuttavia, Blomkamp
annuncia che non dirigerà più il film, intenzionato a dedicarsi ad
un progetto diverso. Al suo posto viene scelto Abe
Forsythe. Al momento, non è però ancora stata rivelata una
potenziale data di uscita del film.
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. RoboCop
è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Rai
Play e Now. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma
di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere
un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso
di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui
guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto
televisivo di lunedì 15 maggio alle ore
21:20 sul canale Rai 4.
La trilogia cinematografica di
Beverly Hills
Cop è una delle più apprezzate di sempre, in
particolare per la sua capacità di mescolare crime e commedia in
modo originale e brillante. Con guadagni elevatissimi in tutto il
mondo, i film della serie si sono affermati come veri e propri
cult, merito soprattutto dell’indomabile protagonista Alex Foley,
interpretato dall’attore Eddie Murphy. Dopo un primo capitolo di grande
successo, nel 1987 è arrivato il sequel Beverly Hills
Cop II, diretto stavolta da Tony
Scott, regista celebre per film come Top Gun, Nemico pubblico e Man on Fire – Il fuoco della
vendetta.
Scritto da Larry
Ferguson e Warren Skaaren, questo sequel
non era in realtà previsto, in quanto i produttori erano più
interessati a sviluppare il personaggio di Foley in una serie
televisiva. Murphy però fu contrario a questa idea, richiedendo
dunque la realizzazione di nuovi film per il cinema. Presero così
vita le sue nuove avventure, ancora a Beverly Hills. Alla commedia
e all’azione si unisce naturalmente anche una grande colonna
sonora, caratterizzata in particolare dal brano Shakedown
di Bob Seger, candidato come miglior canzone ai
premi Oscar.
Pur avendo guadagnato meno rispetto
al precedente film, Beverly Hills Cop II si è comunque
affermato come un grande successo, con un incasso di 276 milioni di
dollari a fronte di un budget di 27. Per i fan del primo capitolo,
si tratta di un sequel imperdibile, caratterizzato dal carisma
inimitabile di Murphy. Prima di intraprendere una visione del film,
però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e al suo
sequel. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Beverly Hills Cop II: la trama del film
Nel secondo capitolo della trilogia,
Alex Foley è ora impegnato nelle indagini
riguardanti il tentato omicidio nei confronti del capitano
Andrew Bogomil, suo caro collega. Questi, che era
infatti impegnato in un delicato caso di corruzione e traffico
d’armi, ricorda solo di essere stato ferito da una seducente dama
in nero. Ancora una volta, il poliziotto protagonista desidera
andare in cerca della verità, ma viene ostacolato dal suo nuovo
capo, Harold Lutz. Ma Foley non è mai stato
incline a seguire le regole, e così insieme ai fedeli Billy
Rosenwood e John Taggart si reca
nuovamente a Beverly Hills, per scoprire i motivi dietro
l’attentato.
Per prima cosa, però, Foley e i suoi
colleghi dovranno riuscire a decifrare un messaggio anonimo,
composto da lettere dell’alfabeto ritagliate, giunto fino a loro.
Questo li riconduce alla misteriosa Karla Fry, che
si rivela essere la direttrice di un club molto riservato.
Intraprendendo delle indagini su di esso, i tre poliziotti scoprono
che dietro vi si nasconde un giro di rapine. I soldi ricavati da
queste vengono poi utilizzati per acquistare delle micidiali armi,
poi rivendute nel Centro e nel Sud dell’America. Dietro
all’operazione si nasconde lo spietato boss Maxwell
Dent. Fermare lui e far crollare la sua attività è l’unico
modo che Foley ha per rendere giustizia al collega.
Beverly Hills Cop II: il cast del film
Oggi sarebbe impensabile immaginare
il personaggio del poliziotto Alex Foley con un volto diverso da
quello di Murphy. Eppure, questi non fu la prima scelta per il
ruolo, che anzi era pensato per un attore bianco. Il ruolo era
infatti stato inizialmente offerto a Mickey
Rourke e Sylvester
Stallone, i quali rifiutarono però per via di
divergenze creative. Con l’ingresso nel cast di Murphy il progetto
ha però infine preso vita e grazie al suo carisma l’attore ne ha
fatto qualcosa di molto personale. Murphy partecipò infatti per la
prima volta nella sua carriera anche alla scrittura di alcune parti
del film, adattandole così meglio su sé stesso. Ormai una star,
egli percepì per questo sequel un compenso pari a 8 milioni di
dollari, su 27 totali del budget.
Ancora una volta al suo fianco vi
sono gli attori Judge Reinhold nel ruolo di Billy
Rosenwood e John Ashton in quelli dei John
Taggart. L’attore tedesco Jurgen Prochnow è lo
spietato Maxwell Dent, mentre Brigitte Nielsen,
celebre icona della moda anni Ottanta, recita qui in nel ruolo di
Karla Fry. Per lei si è trattato di uno dei primi ruoli al cinema
dopo il debutto in Yado. Recitano poi nel
film anche Dean Stockwell nei panni di Charles
Cain, Ronny Cox in quelli di Andrew Bogomil e
Robert Pastorelli con il ruolo di Vinnie. Si
segnalano poi due cameo di rilievo: il primo è quello di
Hugh Hefner, fondatore della rivista
Playboy, che compare nel ruolo di sé stesso. Il secondo è
invece quello dell’attore Chris Rock, nei
panni di un cameriere.
Il sequel di Beverly Hills
CopII, il trailer e dove vedere il film in streaming
e in TV
Dopo questo secondo capitolo di buon
successo, è stato realizzato nel 1994 Beverly Hills Cop III,
dove Foley si trova a dover fare i conti con l’assassinio del suo
storico capo, l’ispettore Douglas Todd. Pur non ottenendo
l’apprezzamento avuto dai primi due, anche questo riuscì ugualmente
a dar vita a buoni incassi, merito naturalmente della presenza
costante di Murphy, mattatore imprescindibile della saga. Da anni
si parla inoltre della possibilità di realizzare un quarto
capitolo. Nel 2016 questo è infine stato confermato, con Murphy
pronto a riprendere il ruolo. Il film, che dovrebbe venire
distribuito da Netflix, sembra attualmente essere in fase di
scrittura.
Nell’attesa di vedere questi sequel,
è possibile fruire di Beverly Hills Cop
II grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili
Cinema e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
lunedì 15 maggio alle ore 21:00
sul canale 20 Mediaset.
L’attesa è quasi finita! Dopo uno
storico debutto nelle sale cinematografiche, il fenomeno mondiale
di
James CameronAvatar: La Via dell’Acqua arriverà il 7 giugno su
Disney+ e includerà contenuti
extra con i registi, il cast e la troupe.
Avatar: La Via dell’Acqua è arrivato nelle
sale italiane lo scorso 14 dicembre ed è diventato il terzo film
con il maggior incasso di tutti i tempi a livello mondiale con
quasi 2,32 miliardi di dollari al botteghino. Candidato a numerosi
premi Oscar, tra cui quello come miglior film, Avatar:
La Via dell’Acqua ha anche stabilito un nuovo
standard di riferimento per gli effetti speciali. Prodotto da
Cameron e dal suo collaboratore di lunga data Jon Landau, la
produzione 20th Century Studios-Lightstorm Entertainment è
interpretata da Sam
Worthington, Zoe
Saldana, Sigourney
Weaver, Stephen Lang, Cliff Curtis e
Kate Winslet. Accanto all’illustre cast ci sono gli
esordienti Britain Dalton, Jamie Flatters, Trinity Jo-Li
Bliss, Bailey Bass e Jack Champion. La sceneggiatura è
scritta da James Cameron & Rick Jaffa & Amanda Silver e il
soggetto è di James Cameron & Rick Jaffa & Amanda Silver & Josh
Friedman & Shane Salerno. David Valdes e Richard Baneham sono i
produttori esecutivi del film.
Avatar:
La Via dell’Acqua raggiunge nuove vette ed
esplora profondità sconosciute: James Cameron torna nel mondo di
Pandora in questa avventura d’azione ricca di emozioni. Ambientato
più di dieci anni dopo gli eventi del primo film, Avatar: La Via dell’Acqua
inizia a raccontare la storia della famiglia Sully (Jake, Neytiri e
i loro figli), del pericolo che li segue, di dove sono disposti ad
arrivare per tenersi al sicuro a vicenda, delle battaglie che
combattono per rimanere in vita e delle tragedie che affrontano. Il
tutto sullo sfondo dei paesaggi marini mozzafiato di Pandora, dove
il pubblico incontra nuove culture Na’vi e una serie di creature
marine esotiche.
Sony Pictures ha
diffuso Fidanzata in Affitto diretto da
Gene Stupnitsky con
Jennifer Lawrence, Andrew Feldman, Laura Benanti, Natalie
Morales e Matthew Broderick.Dal 21 giugno solo al
cinema prodotto da Sony Pictures e distribuito da Eagle
Pictures.
Il trailer italiano di
Fidanzata in affitto, la nuova commedia Sony
Pictures interpretata da Jennifer Lawrence e
diretta da Gene Stupnitsky (Good Boys – Quei
cattivi ragazzi). Nel film oltre a
Jennifer Lawrence anche Andrew
Feldman (Guida turistica per innamorarsi), Laura
Benanti (Gossip Girl), Natalie Morales (Amiche per la
morte – Dead to Me) e Matthew Broderick (Manchester
by the Sea). Fidanzata in
affitto sarà solo al cinema dal 21 giugno, prodotto
da Sony Pictures e distribuito da Eagle Pictures.
Sul punto di perdere la
casa della sua infanzia, Maddie (Jennifer Lawrence) scopre un
intrigante annuncio di lavoro: ricchi proprietari di elicotteri
cercano qualcuno con cui far “frequentare” il loro introverso
figlio di diciannove anni, Percy, prima che parta per il college.
Con sua grande sorpresa, Maddie scoprirà presto che con
l’impacciato Percy non sarà un’impresa facile.
Quest’estate qualcosa nell’alto dei
cieli accadrà in Good Omens 2! La seconda stagione
di Good
Omens debutta il 28 luglio su Prime Video. Dopo il successo globale e
l’entusiastica risposta ricevuti dalla prima stagione, Neil Gaiman,
co-creatore della serie, ha deciso di soddisfare l’appetito dei fan
con nuove avventure sullo schermo dell’empio duo con una nuova
storia originale.
L’ineffabile data di debutto della
seconda stagione è stata svelata nella giornata
del 33esimo anniversario della pubblicazione del romanzo Good
Omens: The Nice and Accurate Prophecies of Agnes Nutter, Witch
(Good omens. Le belle e accurate profezie di Agnes Nutter,
strega) di Terry Pratchett e Gaiman, base per la prima
stagione della serie. Con una celebrazione speciale per i fan, Neil
Gaiman ha collaborato con le grandi fan Hilly & Hannah Hindi del
The Hillywood Show per svelare la data di uscita con il loro fan
video “Good Omens Parody”, che potete vedere QUI.
La stagione in sei episodi sarà
disponibile in esclusiva su Prime Video dal 28
luglio in oltre 240 Paesi e territori nel mondo. I fan possono
recuperare la prima stagione di Good Omens già disponibile
su Prime Video. La seconda stagione di Good Omens è
l’ultima novità per i clienti Amazon Prime, che in Italia
beneficiano di spedizioni veloci, offerte esclusive e
intrattenimento, incluso Prime Video, con un solo abbonamento al
costo di €49,90/anno o €4,99/mese.
La seconda stagione di Good
Omens esplora nuove storie che ampliano il
materiale originale alla base della serie per raccontare la
sorprendente amicizia tra Azraphel, un angelo pignolo e
commerciante di libri rari, e il demone dalla vita frenetica,
Crowley. Avendo vissuto sulla Terra sin dall’inizio dei tempi e una
volta sventata l’apocalisse, Azraphel e Crowley tornano a condurre
una vita tranquilla tra i mortali nel quartiere di Soho a Londra,
quando un inaspettato messaggero presenta loro un mistero
sorprendente.
Il cast della seconda stagione di
Good Omens include Michael Sheen e David
Tennant rispettivamente nei ruoli dell’angelo Azraphel e
del demone Crowley. Riprendono il loro ruolo anche Jon Hamm come Arcangelo Gabriele, Doon
Mackichan nei panni dell’Arcangelo Michele e
Gloria Obianyo nel ruolo dell’Arcangelo Uriele.
Tornano per questa stagione in nuovi ruoli Miranda
Richardson nei panni del demone Shax, Maggie Service come
Maggie e Nina Sosanya nel ruolo di Nina, e nuovi volti si uniscono
al gruppo dei disadattati del Paradiso e dell’Inferno: Liz Carr nel
ruolo dell’Angelo Saraqael, Quelin Sepulveda come Angelo Muriel e
Shelley Conn nel ruolo del demone Beelzebub.
Neil Gaiman prosegue nel suo ruolo
di executive producer e co-showrunner al fianco dell’executive
producer Douglas Mackinnon, che ricopre nuovamente anche il ruolo
di regista dei sei episodi. Anche Rob Wilkins di Narrativia, in
rappresentanza del Terry Pratchett’s estate, John Finnemore, e Josh
Cole, Head of Comedy di BBC Studios Productions, sono executive
producer, e Finnemore è anche co-sceneggiatore al fianco di Gaiman.
Good Omens è basata sull’amatissimo romanzo best seller
internazionale di Terry Pratchett e Gaiman. La nuova stagione è
prodotta da Amazon Studios, BBC Studios Productions, The Blank
Corporation e Narrativia.
Disney+ ha diffuso il trailer
ufficiale dell’attesissima serie originale Full Monty –
la serie. Dai creatori dell’iconico film vincitore
del premio BAFTA, questa nuova serie in otto episodi debutterà in
Italia il 5 luglio in esclusiva sulla piattaforma streaming.
Il trailer introduce anche la stella nascente Talitha Wing
(Wolfe, Alex Rider), che interpreterà la figlia
adolescente di Gaz, Destiny Schofield.
Full Monty – la serie, la trama e il
cast
Ambientata venticinque anni dopo il
film originale britannico di successo, Full Monty – la
serie seguirà lo stesso gruppo di fratelli mentre vivono la
loro vita nella città post-industriale di Sheffield e si
destreggiano nei sempre più fatiscenti settori della sanità,
dell’istruzione e dell’impiego. La serie comedy-drama racconterà
cos’è successo ai membri del gruppo dopo che si sono rimessi la
divisa, esplorando i loro momenti più brillanti, più folli e più
disperati. Inoltre, metterà in luce come il mondo esilarante di
questi eroi della classe operaia, che risiedono ancora a Sheffield,
sia cambiato nel corso dei decenni.
Simon Beaufoy, lo sceneggiatore del film originale e vincitore
dell’Academy Award, ritorna insieme alla co-sceneggiatrice Alice
Nutter (Accused), mentre Uberto Pasolini (Nowhere
Special) torna come produttore esecutivo.
Il trailer vede il cast principale riprendere i ruoli più amati
dai fan, a partire da Robert Carlyle (Trainspotting,
C’era una volta) nei panni di Gaz, Mark Addy (II Trono
di Spade, Il destino di un cavaliere) come Dave,
Lesley Sharp (Before We Die, Scott and Bailey)
nel ruolo di Jean, Hugo Speer (Britannia, Tenebre e
ossa) in quello di Guy, Paul Barber (The Dumping
Ground, Gloves Off) come Horse, Steve Huison (The
Royle Family, Paul, Mick e gli altri) nel ruolo di
Lomper, Wim Snape (The Beaker Girls, Gentleman Jack –
Nessuna mi ha mai detto di no) in quello di Nathan e Tom
Wilkinson (Batman Begins, Michael Clayton) che
interpreta Gerald.
Tra gli altri nuovi membri del cast che si uniscono al gruppo ci
sono Paul Clayton (The Crown, The
Split) nel ruolo di Dennis, il marito di Lomper. Miles Jupp
(A Very British Scandal) che interpreta Darren, l’appena
divorziato agente immobiliare che si rivolge ai Monty per avere
consigli su come affrontare la vita adulta. Sophie Stanton è invece
Hetty, una collega e amica di Jean, e Phillip Rhys Chaudhary si
aggiunge come vicepreside della scuola nei panni di Dilip. I nuovi
arrivati Dominic Sharkey e Natalie Davies interpretano
rispettivamente i compagni di Destiny, Cal e Tabani, insieme ad
Arnold Oceng, nei panni di un talentuoso artista di graffiti. Aiden
Cook è il dodicenne “Twiglet”, mentre Tupele Dorgu (Alma’s Not
Normal) interpreta Yaz, la madre di Destiny.
Simon Lewis è il produttore della serie, mente Lee Mason,
Director, Scripted, è produttore esecutivo per Disney+. La serie originale è stata
sviluppata da Searchlight Pictures e FX. Full Monty – Squattrinati organizzati, il film originale
del 1997 vincitore del premio BAFTA, è disponibile in streaming su
Disney+ in Italia.