Come molti si aspettavano, Captain America: Brave New World sta
iniziando a perdere slancio al botteghino già nel secondo fine
settimana di programmazione. L’ultimo film dei Marvel Studios ha aperto forte durante la
lunga festività del Presidents Day, negli USA, ma
è sceso del 68% nel suo secondo weekend con 28,3 milioni di dollari
per 4.105 cinema nordamericani in cui è in programmazione. Non è
poi così male come avevano previsto gli analisti, e certamente non
è il calo peggiore che abbiamo visto di recente nel MCU, però è un calo netto.
Brave New World è
riuscito a mantenere il primo posto e ha ben poca concorrenza fino
all’arrivo di Biancaneve della Disney il mese
prossimo. Il film ha incassato finora 289,4 milioni di dollari in
tutto il mondo con un budget di produzione dichiarato di 180
milioni di dollari, ma questo prima dei costi di marketing, tanto
che alcuni credono che il budget effettivo sarebbe più vicino ai
300 milioni di dollari, dato anche il pesante processo di
rilavorazione che il film ha subito.
Anche se questa cifra non fosse
accurata, Captain America: Brave New World potrebbe
comunque avere difficoltà a realizzare molti profitti entro la fine
della sua corsa, e questo soprattutto in rapporto a quanto
guadagnato da Deadpool e Wolverine che invece è
stato un successo globale.
Alla luce di questi dati,
Rob Liefeld, co-creatore di Deadpool e da diverso
tempo in
rotta di collisione con Disney e Marvel, ha invitato Kevin Feige, capo dei Marvel Studios, a farsi da parte,
visto che la sua direzione non produce più i successi di un tempo.
Cosa ne pensate?
Captain America: Brave New
World riprenderà da dove si è conclusa la
serie Disney+The
Falcon and the Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon
Sam Wilson (Anthony
Mackie) dopo aver formalmente assunto il ruolo di
Capitan America. Il regista Julius
Onah (Luce, The Cloverfield Paradox) ha
descritto il film come un “thriller paranoico” e ha
confermato che vedrà il ritorno del Leader (Tim Blake
Nelson), che ha iniziato la sua trasformazione radioattiva
alla fine de L’incredibile Hulk del 2008.
Secondo quanto riferito, la star di
Alita: Angelo della BattagliaRosa
Salazar interpreterà la cattiva
Diamondback, mentre Giancarlo Esposito sarà Sidewinder. Harrison Ford, invece, assume qui il ruolo di
Thaddeus “Thunderbolt” Ross, che a quanto rivelato dal primo
trailer si trasformerà ad un certo punto nel Hulk Rosso. Nonostante
dunque avrà degli elementi al di fuori della natura umana, il film
riporterà il Marvel Cinematic
Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già
fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Il film
è al cinema dal 12 febbraio.
Daredevil:
Rinascita è finalmente pronto per la première su
Disney+ all’inizio di marzo prossimo e dopo una serie di
battute d’arresto, rinnovamenti e ritardi nella produzione, la
Marvel Television è pronta a
tornare nelle strade pericolose di Hell’s Kitchen per dare il via
anche alla seconda stagione.
Si vociferava che la produzione
della seconda stagione della serie revival della Marvel fosse programmata per fine
febbraio e la star
Charlie Cox ha recentemente confermato che le
riprese inizieranno prima della première della prima stagione.
Ora, il responsabile dello streaming
dei Marvel Studios, Brad
Winderbaum, ha rivelato che la seconda stagione di
Rinascita uscirà già il prossimo anno. “Questo
è il piano”, ha detto Winderbaum quando gli è stato chiesto se
lo show alla fine diventerà un’uscita annuale. “La seconda
stagione uscirà l’anno prossimo e poi, si spera, la terza stagione
e la stagione infinita dopo. Penso che questo mondo sia
estremamente ricco e ci siano molte storie da raccontare sulle
strade di New York. È sicuramente qualcosa di fondamentale per la
Marvel, risalente ai primi giorni
dell’editoria con Stan, Jack, Steve e il bullpen originale della
Marvel. È New York attraverso New
York, e il fatto che siamo in grado di girare qui e raccontare una
storia su New York realizzata dai newyorkesi è semplicemente
fondamentale per la serie.”
Ovviamente è troppo
presto per dire quale trama seguirà la seconda stagione, ma ci si
aspetta che Muse sia coinvolto come un villain ricorrente.
Winderbaum ha anche lasciato intendere che i compagni difensori
dell’Uomo senza paura potrebbero tornare a un certo punto. “Non
posso dire molto, ma ti dico che è così emozionante poter giocare
in quel cortile. Ovviamente, non abbiamo le risorse narrative
illimitate di un fumetto. Se sai disegnarlo, puoi farlo. Si tratta
di gestire attori, tempo e l’enorme scala di produzione per
costruire un universo cinematografico, specialmente in televisione.
Ma posso solo dire che, prese in considerazione tutte queste
variabili, è sicuramente qualcosa di creativamente molto
emozionante e che stiamo esplorando.”
Secondo un’indiscrezione recente,
nella seconda stagione apparirà almeno un Difensore e molto
probabilmente sarà Jessica Jones, interpretata da Krysten
Ritter.
Il cast di Daredevil:
Rinascita
Matt Murdock (Charlie
Cox), un avvocato cieco con abilità elevate,
lotta per la giustizia attraverso il suo vivace studio legale,
mentre l’ex boss della mafia Wilson Fisk (Vincent
D’Onofrio) persegue i suoi sforzi politici a New York.
Quando le loro identità passate iniziano a emergere, entrambi gli
uomini si ritrovano su un’inevitabile rotta di collisione.
La serie Daredevil:
Rinascita vede la partecipazione anche di
Margarita Levieva, Deborah Ann Woll, Elden Henson, Zabryna
Guevara, Nikki James, Genneya Walton, Arty Froushan, Clark Johnson,
Michael Gandolfini, con Ayelet Zurer e
Jon Bernthal. Dario Scardapane è
lo showrunner.
Gli episodi sono diretti da
Justin Benson e Aaron Moorhead,
Michael Cuesta, Jeffrey
Nachmanoff e David Boyd; e i produttori
esecutivi sono Kevin Feige, Louis D’Esposito, Brad
Winderbaum, Sana Amanat, Chris Gary, Dario Scardapane, Christopher
Ord e Matthew Corman, e Justin Benson e Aaron
Moorhead.
Conclave ha
portato a casa il premio al miglior cast ensemble alla
31a edizione dei SAG Awards, che sono
stati assegnati stasera allo Shrine Auditorium di Los Angeles. Il
thriller della Focus Features, che ha vinto il premio come miglior
film ai recenti BAFTA, è in lizza
per otto premi Oscar il prossimo fine settimana.
La categoria è la più importante per
i SAG, il corrispettivo di Miglior Film, il più delle volte, ha
prodotto alcuni interessanti sconvolgimenti che hanno portato alla
vittoria agli Academy Awards di film come
Parasite, CODA e altri.
Tutti i candidati Ensemble dei SAG sono anche in lizza per il
premio Oscar più importante.
Demi Moore l’ha spuntata nella categoria dedicata
all’attrice protagonista, segnando un traguardo importante nella
sua carriera, grazie alla sua performance in The Substance. Mentre
Timothée Chalamet ha ottenuto una sorprendente
vittoria a sorpresa come attore protagonista in un film per il suo
ruolo del giovane Bob Dylan in A Complete
Unknown di Searchlight. Queste vittorie scombinano
decisamente le previsioni per gli Oscar 2025, che si fanno più
confuse, mentre Moore e Chalamet portano avanti il loro testa a
testa contro Mikey Madison e Adrien
Brody.
Discorso differente per le categorie
di non protagonisti in un film.
Zoe Saldana per Emilia Perez e
Kieran Culkin per A Real Pain
sembrano inarrestabili verso la loro conquista dell’Oscar, dopo
aver vinto tutti i premi di stagione di categoria e, ovviamente,
anche il SAG Award, la scorsa notte.
Anora, che nelle ultime settimane
aveva portato a casa prestigiosi premi ai BAFTA, agli Spirit
Awards, ai DGA e ai PGA, è rimasto escluso da podio.
Dopo una serie di premi scontati, la
prima sorpresa della serata è arrivata quando Martin
Short ha vinto il premio di attore maschile in una serie
comica per Only Murders in the Building di Hulu.
Dopo tre nomination consecutive agli Emmy per il ruolo, ha battuto
il favorito degli Emmy Jeremy Allen White di
The Bear e tutti gli altri.
La serie stessa ha anche ottenuto il
premio Ensemble Comedy Series. La popolare commedia ha vinto sette
Emmy nelle sue quattro stagioni, ma tutti sono nelle categorie
artigianali. È il primo grande successo di premi per le star Short,
Steve Martin e Selena Gomez nei
loro ruoli. E diremo che è davvero un riconoscimento meritato.
C’è stato un altro
mini-sconvolgimento nella categoria Attore maschile in un film per
la TV o una miniserie quando
Colin Farrell ha vinto per The
Penguin di Max. L’attore irlandese aveva già portato a
casa il premio Critics Choice e il Golden Globe, ma la star di
Baby Reindeer, vincitrice di un Emmy e di uno
Spirit Award, Richard Gadd, avrebbe potuto essere
il favorito.
Shōgun ha dominato
nella categoria dedicata alla serie drama, con Hiroyuki
Sanada e Anna Sawai e il cast ensemble
che hanno vinto i premi principali, dopo aver portato a casa l’Emmy
e il Golden Globe per i loro ruoli nel colosso FX. Un’altra star
già carica di premi ha vinto il premio Attrice femminile in una
serie comica: Jean Smart per
Hacks di Max. Ha già vinto tre Emmy per il suo
ruolo di Deborah Vance. Lo stesso vale per la vincitrice del premio
Attrice in una miniserie, Jessica Gunning di
Baby Reindeer di Netflix, che ha vinto anche un Emmy, un Golden Globe,
un Critics Choice e uno Spirit Award per la sua inquietante parte
nello show.
Hollywood ha continuato a celebrare
gli intrepidi soccorritori che hanno lavorato per salvare vite e
proprietà durante i terribili incendi di Los Angeles il mese
scorso. Durante la presentazione, un pompiere invitato è stato
presentato da Duncan Crabtree-Ireland di SAG-AFTRA e ha ricevuto
una standing ovation. La conduttrice Kristen Bell
ha poi richiamato l’attenzione sul “tavolo più attraente” della
cerimonia, che era pieno di soccorritori.
La due volte vincitrice dell’Oscar e
dell’Emmy Jane Fonda ha ricevuto stasera il premio
SAG Life Achievement Award. “Questo significa
il mondo per me“, ha detto sul palco. “E il vostro
entusiasmo fa sembrare questo meno un crepuscolo della mia vita e
più un ‘vai ragazza, spacca tutto’, il che è positivo perché non ho
ancora finito“. Sempre un mito!
L’anno scorso Oppenheimer ha
vinto il premio Ensemble di SAG, mettendosi comodo per la vittoria
di sette Oscar, tra cui Miglior film. Quest’anno invece le cose si
sono complicate molto, ma questo ci ha regalato una delle stagioni
dei premi più avvincenti degli ultimi anni.
Ecco tutti i vincitori dei SAG Awards 2025
OUTSTANDING PERFORMANCE BY A CAST IN A MOTION
PICTURE
Conclave
Sergio Castellitto / Tedesco
Ralph Fiennes / Lawrence
John Lithgow / Tremblay
Lucian Msamati / Adeyemi
Isabella Rossellini / Sister Agnes
Stanley Tucci / Bellini
OUTSTANDING PERFORMANCE BY A FEMALE ACTOR IN A LEADING
ROLE
Demi Moore / Elisabeth – “The Substance”
OUTSTANDING PERFORMANCE BY A MALE ACTOR IN A LEADING
ROLE
Timothée Chalamet / Bob Dylan – “A Complete Unknown”
OUTSTANDING PERFORMANCE BY AN ENSEMBLE IN A COMEDY
SERIES
Only Murders In The Building
Michael Cyril Creighton / Howard Morris
Zach Galifianakis / Zach Galifianakis
Selena Gomez / Mabel Mora
Richard Kind / Vince Fish
Eugene Levy / Eugene Levy
Eva Longoria / Eva Longoria
Steve Martin / Charles-Haden Savage
Kumail Nanjiani / Rudy Thurber
Molly Shannon / Bev Melon
Martin Short / Oliver Putnam
OUTSTANDING PERFORMANCE BY AN ENSEMBLE IN A DRAMA
SERIES
Shōgun
Shinnosuke Abe / Buntaro
Tadanobu Asano / Kashigi Yabushige
Tommy Bastow / Father Martin Alvito
Takehiro Hira / Ishido Kazunari
Moeka Hoshi / Usami Fuji
Hiromoto Ida / Lord Kiyama
Cosmo Jarvis / John Blackthorne
Hiroto Kanai / Kashigi Omi
Yuki Kura / Yoshii Nagakado
Takeshi Kurokawa / Lord Ohno
Fumi Nikaido / Ochiba No Kata
Tokuma Nishioka / Toda Hiromatsu
Hiroyuki Sanada / Yoshii Toranaga
Anna Sawai / Toda Mariko
OUTSTANDING PERFORMANCE BY A FEMALE ACTOR IN A SUPPORTING
ROLE
Zoe Saldaña / Rita – “Emilia
Perez”
OUTSTANDING PERFORMANCE BY A MALE ACTOR IN A TELEVISION
MOVIE OR LIMITED SERIES
Colin Farrell / Oz Cobb – “The Penguin”
OUTSTANDING PERFORMANCE BY A FEMALE ACTOR IN A TELEVISION
MOVIE OR LIMITED SERIES
Jessica Gunning / Martha – “Baby Reindeer”
OUTSTANDING PERFORMANCE BY A MALE ACTOR IN A COMEDY
SERIES
Martin Short / Oliver Putnam – “Only Murders In The Building”
OUTSTANDING PERFORMANCE BY A FEMALE ACTOR IN A COMEDY
SERIES
Jean Smart / Deborah Vance – “Hacks”
OUTSTANDING PERFORMANCE BY A MALE ACTOR IN A DRAMA
SERIES
Hiroyuki Sanada / Yoshii Toranaga – “Shōgun”
OUTSTANDING PERFORMANCE BY A FEMALE ACTOR IN A DRAMA
SERIES
Anna Sawai / Toda Mariko – “Shōgun”
OUTSTANDING PERFORMANCE BY A MALE ACTOR IN A SUPPORTING
ROLE
Kieran Culkin / Benji Kaplan – “A Real Pain”
Per celebrare l’85° compleanno del
personaggio di Alexander Joseph “Lex” Luthor, apparso
per la prima volta su Action Comics (vol. 1) n.
23, pubblicato dalla DC Comics, James Gunn,
regista e sceneggiatore del nuovo Superman,
ha pubblicato un bel ritratto di
Nicholas Hoult, che nella versione della storia
dell’Uomo del Domani in arrivo a luglio sarà la nuova iterazione
della nemesi di Superman.
Superman, tutto
quello che sappiamo sul film di James Gunn
Superman,
scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting ha
portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel
casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi,
Anthony Carrigan,
Nicholas Hoult e Nathan Fillion.
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
Con la sua solita cifra stilistica,
James Gunn
trasporta il supereroe originale nel nuovo immaginario mondo della
DC, con una singolare miscela di racconto epico, azione, ironia e
sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e
dall’innato convincimento nel bene del genere umano.
“Superman è il vero fondamento
della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo è una
parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi
preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film
precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante
l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Il film uscirà nelle sale il 10 luglio
2025.
Il nuovo spinoff NCIS:
Origins rappresenta un cambiamento importante per la
longeva serie procedurale, e il prequel incentrato su Gibbs tornerà
per la seconda stagione. Debuttando alla fine del 2024, NCIS: Origins parla del giovane agente
Leroy Gibbs (interpretato originariamente da Mark Harmon e ora da
Austin Stowell) che inizia la sua carriera a Camp Pendleton nel
1991 sotto la guida del suo mentore, Mike Franks (Kyle Schmid).
Esplorando i primi giorni dell’eroe più amato della serie,
Origins è il primo spinoff di NCIS che si svolge in
una fase precedente della serie e che evita il tipico formato
procedurale che si trova in altri spinoff.
Sebbene NCIS sia in onda dal
2003, NCIS: Origins segna la prima volta nella storia della
serie che uno spinoff prova qualcosa di nuovo. La narrazione
incentrata sui personaggi non solo serve a dare più spessore a
Gibbs, ma anche a fornire un contesto cruciale per ciò che accade
molto più avanti nel tempo. Invece dei casi settimanali
strettamente focalizzati di NCIS e dei suoi spin-off, Origins (e il
prossimo spin-off Tony & Ziva) mostra un percorso in avanti
per NCIS mentre continua a stabilire record televisivi.
Detto questo, la seconda stagione di NCIS: Origins è solo il
primo passo in una nuova direzione per NCIS.
Ultime notizie su NCIS: Origins
– Stagione 2
La CBS rinnova Origins per una
seconda stagione
Annunciata tra una serie di altri
rinnovi, l’ultima notizia conferma che NCIS: Origins
stagione 2 è stata rinnovata. La serie prequel non ha faticato a
trovare un grande pubblico durante la sua uscita di debutto, ed era
logico che la CBS ordinasse altri episodi. Origins è
stata rinnovata insieme alle altre serie del franchise,
NCIS e NCIS: Sydney, che non hanno ancora terminato
le loro attuali stagioni. Questo rinnovo anticipato non è solo un
buon segno che NCIS sta prosperando, ma anche che le serie
imminenti come Tony & Ziva non faranno fatica a trovare il
loro posto.
Tony & Ziva è uno spin-off
di NCIS incentrato sugli omonimi personaggi che vivono in
Europa e cercano di crescere la loro figlia.
La seconda stagione di NCIS:
Origins è confermata
Il prequel tornerà presto con
altri episodi
Con il grande successo della prima
stagione di NCIS: Origins, non ci è voluto molto alla CBS
per ordinare una seconda stagione. In arrivo a fine febbraio 2025,
il network non solo ha rinnovato Origins, ma ha anche
riportato in auge la serie di punta per la stagione 23 e NCIS:
Sydney per la stagione 3. Sebbene molti dettagli siano ancora
sconosciuti sulla seconda stagione di Origins, è
altamente probabile che debutterà come parte della stagione
autunnale 2025 della CBS.
Dettagli del cast diNCIS: Origins –
Stagione 2
Gibbs e la sua squadra
torneranno
Il cast di NCIS: Origins
è pieno zeppo di personaggi familiari, anche se gli attori
che li interpretano sono cambiati rispetto ai vecchi tempi di
NCIS. Ad Austin Stowell è stato affidato il difficile
compito di interpretare la versione più giovane di Gibbs, e si è
calato perfettamente nel ruolo. Poiché è la sua storia di origine a
dare il titolo allo spin-off, è logico che Stowell tornerà nel
ruolo principale al fianco di attori del calibro di Kyle Schmid nel
ruolo del mentore di Gibbs, l’agente Mike Franks.
Sorprendentemente, Mark Harmon è tornato a interpretare Gibbs
(principalmente come narratore) nella prima stagione, ma non è
chiaro se l’attore voglia farlo a tempo pieno.
Un altro ritorno atteso è quello di
Mariel Molino nel ruolo dell’agente speciale Lala Dominguez, e la
sua storia sembra essere cruciale per la trama tanto quanto quella
di Gibbs. Allo stesso modo, Tyla Abercrumbie dovrebbe tornare nel
ruolo dell’ufficiale di supporto alle operazioni sul campo Mary Jo
Sullivan, e Diany Rodriguez dovrebbe riprendere il suo ruolo di
agente speciale Vera Strickland, dato che Strickland è un
personaggio originale di NCIS.
Dettagli della storia di NCIS:
Origins – Stagione 2
Allo stato attuale, è
impossibile indovinare esattamente cosa accadrà nella seconda
stagione di NCIS: Origins, poiché il finale della prima
stagione non è ancora andato in onda. A differenza delle serie
procedurali presenti nel resto del franchise, Origins
utilizzerà probabilmente narrazioni generali che cresceranno e
cambieranno di stagione in stagione. Nella prima stagione Gibbs
probabilmente non imparerà tutte le abilità cruciali che ha messo a
frutto in NCIS, e ci sono probabilmente connessioni più
importanti che deve ancora stabilire.
La trama emotiva di Gibbs
potrebbe assumere una nuova dimensione in futuro, quando imparerà a
gestire il dolore per la perdita di sua moglie e sua figlia in un
omicidio.
Inoltre, la trama emotiva di Gibbs
potrebbe assumere una nuova dimensione andando avanti, man mano che
impara a gestire davvero il dolore per la perdita di sua moglie e
sua figlia a causa di un omicidio. Questo sviluppo probabilmente
modellerà il Gibbs di Stowell nel Gibbs stoico e sicuro che gli
spettatori hanno incontrato nella serie originale, ma NCIS:
Origins ha ancora molta strada da fare prima che l’agente
esperto possa diventare realizzato.
Sappiamo che Avengers:
Doomsday dovrebbe iniziare la fase di riprese nel
Regno Unito nei prossimi mesi, e sembra che i Marvel Studios stiano ancora radunando alcuni
membri chiave del cast. Secondo lo scooper
Daniel Richtman, è attualmente in corso il casting
per “un nuovo personaggio agente maschio che avrà un ruolo
importante nel film”.
Non si hanno ulteriori dettagli, ma
data la natura multiversale di questa storia, dire che si
potrebbe trattare di un agente TVA non sarebbe una ipotesi tanto
azzardata. I set sono attualmente in costruzione (anche se non c’è
nulla di interessante da segnalare per ora), e le star
Sebastian Stan (Bucky Barnes), Chris
Hemsworth (Thor) e il co-regista Joe
Russo sono stati avvistati nel Regno Unito.
“Abbiamo sempre lavorato a
stretto contatto con Markus e McFeely durante tutto il lavoro che
abbiamo fatto insieme”, ha detto il co-regista Joe
Russo l’anno scorso, quando Stephen
McFeely si è unito al team di sceneggiatori. “È un po’
come risalire in sella a una bicicletta. Abbiamo un processo
davvero codificato su cui lavoriamo tutti insieme. È molto
complicato elaborare una storia di questa portata”.
“Questi saranno film molto,
molto grandi con molti personaggi e molte trame che si
fondono”, ha aggiunto Joe Russo. “Siamo
davvero contenti di come stanno venendo fuori in questo
momento”.
Un importante aggiornamento del casting per il seguito di
Godzilla
X Kong: Il nuovo impero del 2024 prepara il debutto
nel Monsterverse del kaiju Toho preferito dai fan, che non si vede
sul grande schermo da più di 50 anni. Il cast sta iniziando a
prendere forma per il prossimo sequel di Godzilla X Kong, che uscirà nel 2027 con Grant
Sputore (I Am Mother) alla regia. Sebbene siano stati confermati
pochissimi dettagli sulla trama, il film sarà senza dubbio
caratterizzato dalle due grandi star del franchise, Godzilla e
Kong, che affronteranno una minaccia mostruosa di portata
mondiale.
Mentre il casting di diversi nuovi personaggi umani indica che
il film continuerà la tradizione del franchise di seguire un nuovo
gruppo di star umane ad ogni uscita, è stato confermato il ritorno
di una star di Godzilla X Kong: Trapper Beasley, il
veterinario/dentista di Titan di Dan Stevens. Data l’accoglienza
riservata dai fan all’eccentrico medico dei Titani, è probabile che
il suo ruolo sia ancora una volta di primo piano nella narrazione.
Il ritorno di Trapper apre di fatto la porta al Monsterverse per
introdurre un mostro amato dai fan ai tempi della Toho, che è
apparso solo una volta, come alleato di Godzilla.
Il ritorno di Trapper prepara il terreno per l’ingresso di Jet
Jaguar nel Monsterverse
Il ritorno di Trapper potrebbe portare al debutto di Jet Jaguar
nel Monsterverse. Anche se Monarch l’ha finanziato, Trapper sembra
essere una delle menti principali dietro il guanto B.E.A.S.T. che
Kong usa nella sua battaglia contro Godzilla in Egitto e contro
Skar King e Shimo nel loro scontro a Rio. Frutto del “Progetto
Powerhouse”, il guanto B.E.A.S.T. ha dimostrato la sua utilità
contro il Frost Bite Blast di Shimo, l’attacco singolo più forte
del Monsterverse, e potrebbe essere il catalizzatore per Monarch
per portare il Progetto Powerhouse al livello successivo,
costruendo la propria risorsa completa di mostri.
Questo potrebbe portare alla creazione di un robot di dimensioni
titaniche che non è costruito per la distruzione come
Mechagodzilla, ma piuttosto per il mantenimento della pace e gli
aiuti. Jet Jaguar è stato notoriamente una forza del bene, in
quanto è diventato autonomo e ha scelto di ingrandirsi per aiutare
Godzilla a sconfiggere Megalon e Gigan in Godzilla vs. Megalon. Il
Monsterverse probabilmente introdurrà Jet Jaguar non come robot
senziente, ma come robot controllato da un pilota, come era stato
originariamente pensato per Mechagodzilla. Date le sue conoscenze
mediche e la sua esperienza con i Titani, sarebbe il pilota ideale
per un robot di questo tipo.
Le basi per l’apparizione del Jet Jaguar sono state gettate per
quattro anni
Una volta che Apex Cybernetics ha introdotto Mechagodzilla in
Godzilla vs. Kong, tutti i kaiju robotici o cyborg del passato di
Godzilla sono diventati improvvisamente realtà. Mentre il Godzilla
originale del 2014 era più concreto, dopo Godzilla X Kong: Il nuovo
impero le scommesse sono chiuse per mantenere le cose anche solo
semi-realistiche. Questo apre la porta a Monarch per creare un
proprio robot che non agisca come una minaccia per l’ordine
naturale, ma come forza stabilizzante per i Titani guardiani come
Godzilla, Kong e Mothra. La forma umanoide e priva di armi di Jet
Jaguar lo rende perfetto per questo ruolo.
Il guanto B.E.A.S.T. è nato dalla tecnologia utilizzata per
costruire Mechagodzilla, con il progetto di costruire un intero
esoscheletro per aumentare la sua forza e agilità naturali. I fondi
sono stati tagliati, lasciando solo il guanto completato, ma i
finanziamenti potrebbero essere ripristinati dai governi mondiali
che hanno visto per due volte quanto Kong sia utile come guardiano
dell’umanità. Invece di aumentare la capacità distruttiva di Kong
(nel caso in cui dovesse mai rivoltarsi contro l’umanità), il buon
senso indica che si cercherebbe di investire in qualcosa di più
controllabile.
Tra tutti gli abitanti della Terra, Trapper è probabilmente
quello che conosce meglio la fisiologia dei Titani, avendo lavorato
lui stesso su Kong in diverse occasioni, e potrebbe legittimamente
pilotare Jet Jaguar come “medico dei Titani” nella Terra Cava o in
superficie. Inoltre, ha il contegno appropriato per adattarsi alla
natura un po’ sciocca di Jet Jaguar; Trapper dietro i comandi è il
modo in cui una scena classica come il pollice alzato o la stretta
di mano di Jet Jaguar con Godzilla potrebbe essere replicata nel
Monsterverse. L’unica cosa che manca è il robot stesso, che è
completamente possibile da un punto di vista tecnologico nel
Monsterverse.
La prossima minaccia del Monsterverse potrebbe rendere
necessario il Jet Jaguar
Se la prossima minaccia mondiale sarà ancora più grande e
cattiva della combinazione di Skar King e Shimo, allora il Jet
Jaguar di Trapper potrebbe diventare un alleato essenziale per
Godzilla e Kong. Tra Godzilla evoluto e Kong armato con il guanto
di sfida B.E.A.S.T., Skar King è stato eliminato abbastanza
facilmente, soprattutto una volta spezzata la sua influenza su
Shimo. La prossima minaccia del Monsterverse deve mettere alle
corde entrambi i Titani eroi e introdurre una vera e propria posta
in gioco che costringa Jet Jaguar a combattere.
Jet Jaguar potrebbe anche essere il ponte tra il Monsterverse e
il franchise di Pacific Rim, dato che Trapper stesso potrebbe
finire per pilotare il corpo di Jet Jaguar dall’interno del robot.
“Jet Jaguar” sembra addirittura il nome di un Jaeger di Pacific
Rim, insieme a “Cherno Alpha” e “Gipsy Danger”, e sarebbe un modo
estremamente divertente e intelligente di incrociare i due
franchise di Legendary Studios. Trapper è la chiave per sbloccare
Jet Jaguar nel Monsterverse e il suo ritorno per il sequel Godzilla
X Kong: The New Empire mette tutto in gioco.
I 61° Cinema Audio Society Awards
hanno consegnato il premio principale a A Complete Unknown
durante la cerimonia al Beverly Hilton. Ciò rende il film di
James Mangold
il favorito per il miglior sonoro agli Oscar del mese
prossimo.
A Complete Unknown gareggerà per l’Academy Award
controDune:
Parte Due,Emilia
Pérez,Wicked
eIl
Robot Selvaggio.
Tutti questi, tranneEmilia
Pérez,
erano in lizza anche per i CAS Awards.Oppenheimer
ha vinto il premio Live Action Motion Picture ai CAS Awards
dell’anno scorso, ma ha perso l’Oscar contro
La Zona d’Interesse.
I vincitori in altre categoria sono stati
anche Il
Robot Selvaggio
per il film d’animazione e
Music by John Williams
per il documentario.
Le categorie delle serie tv sono state invece dominate, come per
tutta questa stagione dei premi, da
Shōgun
e
The Bear.
Il CAS ha assegnato il suo Filmmaker Award 2025 al regista del
franchiseDuneDenis
Villeneuve,
e il sei volte candidato all’Oscar
Tod A. Maitland
ha ritirato il Career Achievement Award del gruppo. Suo
padre
Dennis Maitland
ha ricevuto lo stesso onore nel 2009.
Ecco i vincitori dei Cinema Audio Society Awards 2025
FILM PER
IL CINEMA – LIVE ACTION
A Complete
Unknown Production Sound Mixer – Tod A. Maitland CAS
Re-Recording Mixer – Paul Massey CAS
Re-Recording Mixer – David Giammarco CAS
Scoring Mixer – Nick Baxter
ADR Mixer – David Betancourt
Foley Mixer – Kevin Schultz
FILM NON
PER IL CINEMA/SERIE LIMITATE
Masters of
the Air: S01 E05 “Part Five”
Prod. Sound Mxr–Tim Fraser
ReRecord. Mxr–Michael Minkler CAS
ReRecord. Mxr–Duncan McRae
ReRecord. Mxr–Shane Stoneback
Scoring Mxr–Thor Fienberg
ADR Mxr–Sean Moher
Foley Mxr–Randy K. Singer CAS
TV
NON-FICTION, VARIETY o MUSIC – SERIE o SPECIALI
The Wild
Robot
Original Dialogue Mixer – Ken Gombos
Re-Recording Mixer – Leff Lefferts
Re-Recording Mixer – Gary A. Rizzo CAS
Scoring Mixer – Alan Meyerson CAS
Foley Mixer – Richard Duarte
STUDENT
RECOGNITION AWARD
Guillermo Moya,
Full Sail University
SERIE TV
– MEZZ’ORA
The
Bear: S03 E03 “Doors”
Production Sound Mixer – Scott D. Smith CAS
Re-Recording Mixer – Steve “Major” Giammaria CAS
ADR Mixer – Patrick Christensen
ADR Mixer – Kendall Barron
Foley Mixer – Ryan Collison
Foley Mixer – Connor Nagy
FILM
DOCUMENTARIO
Musicby John Williams
Production Mixer – Noah Alexander
Re-Recording Mixer – Christopher Barnett CAS
Re-Recording Mixer – Roy Waldspurger
SERIE TV
– UN’ORA
Shōgun:
S01 E05 “Broken to the Fist”
Production Sound Mixer – Michael Williamson CAS
Re-Recording Mixer – Steve Pederson CAS
Re-Recording Mixer – Greg P. Russell CAS
ADR Mixer – Takashi Akaku
Foley Mixer – Arno Stephanian CAS
Dopo l’uscita di Captain America: Brave New World, il regista del film,
Julius Onah, risponde alla sua accoglienza non proprio stellare.
L’ultima uscita del MCU ha attualmente un
punteggio di critica del 49% su Rotten Tomatoes, con un
punteggio di pubblico molto migliore dell’80%. Per questo motivo, è
giusto dire che il film è divisivo. Nonostante ciò, Onah ha
mantenuto il suo entusiasmo per Captain America: Brave New
World durante un’apparizione al podcast Phase Hero.
Invece di soffermarsi su come viene
percepito il suo lavoro, il regista ha spiegato che il processo è
semplice: “Alla fine della giornata, fai il miglior film
possibile, lo metti in circolazione e lasci che il pubblico
reagisca“.
Il regista ha poi precisato che:
“Sono un grande sostenitore del fatto che, quando il pubblico
trova il film e lo capisce, diventa suo”. Onah “ama far parte” di
queste conversazioni “anche come fan“, quindi “accoglie le
[critiche] come narratore“.
Cosa significano i commenti del
regista di Captain America: Brave New World significa i commenti
del regista sulle recensioni
Nonostante sia un’entrata divisa
nel MCU, Captain America: Brave New
World sta facendo registrare numeri di tutto rispetto al
botteghino. A partire dal 22 febbraio 2025, il film si aggira
intorno ai 120 milioni di dollari a livello nazionale e ai 218
milioni di dollari a livello globale (via Box Office Mojo). Sebbene
questi totali non possano competere con quelli di Avengers: Endgame, significano che Captain
America: Brave New World ha già superato l’intero incasso globale
di The
Marvels.
La prospettiva di Onah dimostra
un’apertura alle critiche. Questo atteggiamento è probabilmente
radicato nella fiducia nel modo in cui il film trasmette i suoi
temi, cosa che il regista ha notato più volte nel corso delle
interviste che hanno preceduto l’uscita del film.
La 40° edizione annuale degli
Independent Spirit Awards
si è tenuta a Santa Monica, con
Aidy Bryant
come conduttrice per il secondo anno consecutivo.Anora
è stato il vincitore della serata, portando a casa il premio come
miglior film, mentre
Sean Baker
eMikey Madison
si sono portati a casa i trofei individuali per miglior regista e
interpretazione principale.
Baby Reindeer
ha vinto alla grande, con
Richard Gadd, Nava Mau
e
Jessica Gunning
che si sono aggiudicati i premi per interpretazione principale, non
protagonista e rivelazione, anche seShogun
ha vinto come miglior nuova serie sceneggiata. E
Dìdi di
Sean Wang
si è aggiudicato entrambi i premi nella categoria film d’esordio:
miglior primo lungometraggio e miglior prima
sceneggiatura.
Ecco tutti i vincitori degli Independent Spirit Awards
2025
MIGLIOR FILM
“Anora”
MIGLIOR FILM D’ESORDIO
“Dìdi”
JOHN CASSAVETES AWARD – Assegnato al miglior
lungometraggio realizzato con meno di 1 milione di dollari
Con il film The Imitation
Game (qui
la nostra recensione), distribuito nei cinema di tutto
il mondo nel 2014, viene portata sul grande schermo
l’appassionante e drammatica storia di Alan
Turing, tra i più geniali matematici del XX secolo e
considerato uno dei padri dell’informatica. Il film si concentra in
particolare sulla sua attività come crittografo al servizio del
Regno Unito durante la Seconda Guerra Mondiale. Il suo lavoro, che
diede vita alla “macchina di Turing“, permise di
decifrare i messaggi che intercorrevano tra le Potenze dell’Asse,
dando così la possibilità di prevenirne le mosse.
A dirigere la pellicola è il
norvegese Morten Tyldum, che ha
con questo film avuto l’occasione di affermarsi all’interno di
Hollywood. The Imitation Game ha infatti
collezionato ben otto nomination al Premio Oscar,
vincendo però soltanto quella per la miglior sceneggiatura non
originale. Il film esplora dunque il contributo di Turing
nell’intercettare e decifrare i codici che hanno contribuito a
vincere la guerra. A lui si uniscono anche la collega Joan
Clarke (Keira
Knightley), crittoanalista realmente esistita, e il
comandante scozzese Alexander Denniston (Charles
Dance), decifratore di codici.
Questo capitolo cruciale della vita
di Turing è ispirato all’acclamata biografia di Andrew
Hodges del 1983 Alan Turing: The Enigma.
Tuttavia, va notato che The Imitation Game è solo
vagamente ispirato al libro, poiché la sua trama si allontana molto
dalla storia vera. Dalla personalità di Alan Turing al suo
contributo alla scoperta della macchina Enigma, molti punti della
trama sono stati alterati per ottenere un effetto drammatico.
Nonostante il film abbia ottenuto recensioni positive e premi
all’epoca della sua uscita, il film è ancora considerato una delle
biografie più imprecise degli ultimi tempi e solo il 42,3% di
quanto si vede può essere considerato una verità storica.
Alan Turing non è stato l’unico
responsabile della decodificazione di Enigma
The Imitation Game
ritrae Alan Turing come un genio che
improvvisamente e da solo ribalta le sorti della lotta contro la
Germania durante la Seconda Guerra Mondiale. Sebbene siano presenti
altri decifratori di codici, tra cui Joan Clarke,
il film suggerisce pesantemente che Turing sia stato l’unico
responsabile della costruzione della macchina che ha sconfitto
Enigma. La vera storia, in realtà, riporta di una tecnologia
preesistente dei polacchi che fu poi elaborata da Turing e dal
matematico britannico Gordon Welchman. La ricerca
di Ralph Erskine, The Poles Reveal their
Secrets – Alastair Dennistons’s Account of the July 1939 Meeting at
Pyry getta ulteriore luce sui crittoanalisti del
Polish Cipher Bureau.
Nel 1932, Marian
Rejewski, Jerzy Różycki e Henryk
Zygalski furono infatti i primi a tentare di decifrare i
codici tedeschi. Nel 1939, la Polonia iniziò a rivelare questi
metodi agli alleati, compresa la Gran Bretagna, ed è certo che la
decifrazione dei codici dei primi anni Trenta contribuì allo
sviluppo del Bombe, la macchina britannica che si basava su rotori
per decifrare le combinazioni di codici. Turing era ovviamente un
visionario, ma il suo contributo alla Bombe non era un’invenzione
nuova di zecca. In realtà, Turing ha reso il processo più rapido
con il suo prototipo, una macchina a cui ha lavorato con Gordon
Welchman, che non viene però mai menzionato nel film.
Joan Clarke non fu reclutata
risolvendo parole crociate
Anche il personaggio interpretato
da Keira
Knightley è vittima di un’inesattezza storica.
Joan Clarke viene presentata come reclutata per
gli sforzi di decifrazione del codice a Bletchley Park dopo aver
dimostrato la sua abilità nel risolvere i cruciverba a una gara di
parole crociate, che Turing che aveva preparato. Secondo il
Guardian, i cruciverba venivano effettivamente utilizzati nel
processo di reclutamento a Bletchley Park, ma né Turing né Clarke
furono reclutati in questo modo. Clarke era una matematico di
talento e fu reclutata per la missione da Gordon Welchman, collega
di Turing.
Il fidanzamento di Joan Clarke e
Alan Turing avvenne in circostanze diverse
The Imitation Game
include il fatto che Joan Clarke e Alan Turing furono brevemente
fidanzati. Secondo il film, Turing era disposto a fare questo passo
per soddisfare i desideri dei suoi genitori prepotenti. Tuttavia,
come racconta il libro di Andrew Hodges, il
fidanzamento avvenne semplicemente perché a Turing piaceva la
ragazza. Mentre Clarke accettava che Turing fosse gay, Turing
apprezzava la sua compagnia e i due condividevano un interesse
comune per gli scacchi e la botanica. Alla fine il fidanzamento
finì, ma a differenza di The Imitation Game, il
vero Alan Turing non si era affatto dimostrato privo di
emozioni.
Un cliché ricorrente nei film sui
geni torturati è infatti quello di ritrarre la figura centrale come
socialmente impacciata. Anche The Imitation Game è
preda di questa norma, dipingendo Alan Turing come un uomo
introverso con cui poteva essere difficile lavorare e che
difficilmente capiva le battute. Il libro di Andrew
Hodges descrive sì Turing come un uomo che preferiva
lavorare da solo e che poteva affrontare alcune questioni in senso
letterale, ma aggiunge anche che Turing era un uomo che aveva molti
amici intimi e senso dell’umorismo. L’imbarazzo sociale di Turing è
quindi decisamente esagerato nell’interpretazione di Benedict Cumberbatch.
L’omosessualità di Alan Turing è attenuata
Rimanendo nella sfera privata del
personaggio, la sessualità di Alan Turing non gioca un ruolo
importante in The Imitation Game. I flashback
rivelano la sua simpatia per il compagno di scuola
Christopher Morcom (Jack Bannon)
ma, come rivela la biografia di Andrew Hodges,
questa relazione era unilaterale e Morcom non ricambiava i
sentimenti di Turing. Il film, tuttavia, continua a mostrare
l’amore reciproco tra i due. Alan Turing: Enigma mostra
anche che, nonostante l’omofobia dell’epoca, il matematico poteva
essere piuttosto audace nell’approcciare alcuni uomini della sua
vita, ma questo aspetto è appena accennato nel film. Allo stesso
modo, Arnold Murray, l’uomo che ebbe rapporti
sessuali con Turing e che alla fine portò alla sua condanna, non
viene mai menzionato.
La personalità del comandante
Denniston è fortemente alterata
Il Comandante
Denniston è ritratto come il direttore della
Government Code and Cypher School, nonché come una
testa calda. Nonostante sia stato responsabile del reclutamento di
Turing, si cimenta in diversi scontri ideologici con il matematico.
Le tensioni aumentano fino al punto in cui tenta persino di
licenziare Turing dall’operazione. I nipoti di Denniston hanno però
criticato questa rappresentazione in quanto imprecisa. Essi
sostengono che, in realtà, egli non si attenne strettamente al
pensiero militare come mostrato nel film. Inoltre, sembra che
Denniston non minacciò mai di licenziare Turing, i cui sforzi erano
invece molto apprezzati.
Alan Turing non è mai stato indagato per spionaggio
Un elemento cruciale nella
narrazione del film è il pedinamento di Alan Turing nel 1951 da
parte di un detective di nome Robert Nock
(Rory Kinnear), che lo sospetta di essere una spia
sovietica. The Imitation Game insiste sul fatto
che è questo scontro con la legge che ha portato alla scoperta
dell’omosessualità di Turing. Sebbene Turing sia stato
ingiustamente schedato per oltraggio al pudore nel 1952, non è
stato coinvolto il detective Nock. Turing aveva in realtà
denunciato alla polizia un furto in casa, ma dovette cambiare la
sua storia perché il possibile colpevole Arnold
Murray aveva avuto rapporti sessuali con lui. La polizia
scoprì in seguito il legame di Turing con Murray e lo condannò.
Alan Turing non ha mai incontrato
una spia sovietica o un capo dei servizi segreti britannici
The Imitation Game
si concentra anche sullo spionaggio in tempo di guerra, ma si
prende alcune libertà nella sua rappresentazione, come ad esempio
quando Alan Turing incontra la spia sovietica John
Cairncross (Allen Leech). Secondo un
articolo della New York Review of Books, la verità è che Turing non
ha mai incrociato Cairncross. Anche se la spia lavorava a Bletchley
Park, era di stanza in un’altra unità. Turing viene anche mostrato
interagire con Stewart Menzies (Mark
Strong), il capo dei servizi segreti britannici. Anche
in questo caso, Slate sottolinea che non ci sono prove a sostegno
di questo incontro.
Benedict Cumberbatch in The Imitation Game
La causa della morte di Alan Turing
è discussa
Come il libro di Andrew
Hodges, il poscritto alla fine di The Imitation
Game menziona che Alan Turing si è tolto la vita dopo
essere stato costretto a sottoporsi a una terapia chimica.
Tuttavia, c’è stata qualche incertezza sulla natura della morte di
Turing. Jack Copeland, l’editore di diverse opere
di Turing, l’ha definita accidentale. La teoria generale, citata
anche nel film, è che Turing si sia ucciso mangiando una mela al
cianuro. Tuttavia, come riporta la BBC, Copeland ritiene che le
indagini sulla morte di Turing siano state inadeguate. Aggiunge
inoltre che Turing potrebbe essere morto a causa delle esalazioni
di cianuro prodotte da un esperimento in una stanza libera.
Il trailer del film e dove vedere
il film in streaming
È possibile fruire di The
Imitation Game grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Prime Video e Tim
Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di
riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un
abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre
presente nel palinsesto televisivo di sabato 22
febbraio alle ore 21:10 sul canale
Rai Movie.
Il personaggio di
JohnDolittle, nato dalla penna
di Hugh Lofting nel 1920, noto per la sua capacità
di comunicare con gli animali, ha calcato il grande schermo in più
occasioni. La prima volta è stata nel 1967 con Il favoloso
dottor Dolittle, mentre nel 1998 e nel 2001 sono arrivati i
due adattamenti più celebri, ovvero Il dottor Dolittle e
Il dottor Dolittle 2, dove ad interpretare il personaggio
vi è Eddie Murphy. Nel 2020, infine, questi è
tornato al cinema con Dolittle
(qui la recensione), dove a
dargli volto vi è l’ex Iron Man Robert Downey Jr..
Diretto da Stephen Gaghan,
regista anche di Syriana e Gold – La grande truffa, questo nuovo adattamento del
personaggio si discosta dai film realizzati tra la fine degli anni
Novanta e i primi Duemila per il suo abbandonare l’ambientazione
contemporanea in favore di una Ottocentesca, con il protagonista
raffigurato non solo come un abile veterinario ma annche come un
incallito avventuriero. Il racconto si basa per buona parte sul
secondo libro di quelli scritti da Lofting, ovvero The
Voyages of DoctorDolittle.
Si tratta di uno dei libri più
apprezzati tra quelli con protagonista il mitico Dolittle, in
quanto presenta una trama più articolata ed un linguaggio capace di
parlare anche ad un pubblico più adulto. Sfortunatamente, come
noto, il film Dolittle
non è stato accolto positivamente né dalla critica né dal pubblico,
divenendo uno dei peggiori flop del 2020. Tuttavia, grazie al suo
arrivo sulle piattaforme di streaming, il film ha ora ottenuto una
seconda vita, guadagnando popolarità anche solo per l’avventura
offerta e i tanti simpatici animali parlanti presenti accanto al
protagonista.
La trama di Dolittle
Come anticipato, il film si svolge
in epoca vittoriana. Protagonista è il dottor John
Dolittle, famoso medico e veterinario d’Inghilterra che, a
seguito della scomparsa della moglie, si è ritirato in solitudine
dietro le alte mura della sua dimora, con un esercito di animali
esotici a fargli compagnia. Ma quando la giovane Regina
Vittoria si ammala gravemente, Dolittle con riluttanza è
costretto a salpare per un’epica avventura in un’isola leggendaria
in cerca di una cura, ritrovando così il suo spirito e il suo
coraggio mentre combatte vecchi avversari e scopre nuove creature
meravigliose.
Sull’isola su cui approda, sarà
inoltre costretto a confrontarsi con Re Rassouli,
padre della sua defunta moglie. Non mancheranno dunque gli
imprevisti, che porteranno Dolittle a confrontarsi con il proprio
passato. Nella sua ricerca, però, egli potrà contare sull’aiuto di
un sedicente e giovane assistente di nome Tommy
Stubbins, ma anche da un incredibile gruppo di amici
animali, tra cui il gorilla ansioso Chee-Chee,
l’anatra entusiasta ma svampita Dab-Dab, una
coppia litigiosa formata dallo struzzo cinico
Plimpton e un allegro orso polare di nome
Yoshi e infine il fidato pappagallo
Polynesia.
I personaggi del libro che mancano nel film
Nel film mancano alcuni membri della
cerchia di Dolittle del libro: Gub-Gub il maiale,
Cheapside il passero, Too-Too il
gufo e Matthew Mugg il venditore di cibo per
gatti. La sgradevole e irritabile sorella del Dottore,
Sarah, che ha lasciato la casa perché affollata
dagli animali, non viene mai menzionata. Il più vistoso assente è
il Pushmi-Pullyu, un assurdo animale a due teste
che va e viene in continuazione. Nel libro è stato disegnato come
una gazzella, mentre ne Il favoloso dottor Dolittle (1967)
è stato ritratto come un lama.
Il cast di attori e di doppiatori del film
Come anticipato, ad interpretare il
dottor Dolittle vi è l’attore Robert Downey
Jr., il quale ha basato la propria interpretazione sul
dottor William Price, un eccentrico medico gallese nonché figura
storica particolarmente venerata nella sua terra d’origine.
L’attore ha poi raccontato di aver voluto fare questo film dopo che
il Il
libro della giungla (2016) del suo amico Jon Favreau è stato un grande successo.
Accanto a lui, nel ruolo della moglie Lily, vi l’attrice italiana
Kasia Smutniak,
mentre il padre di lei, Re Rassoulim, è interpretato da Antonio
Banderas.
Vi sono poi Harry
Collett nei panni di Tommy, Jessie
Buckley in quelli della regina Vittoria e Jim
Broadbent come Lord Thomas Badgley. Per quanto riguarda i
doppiatori originali degli animali presenti nel film, si annoverano
John Cena come
voce dell’orso polare Yoshi, Marion
Cotillard per quella della volpe Tutu e Tom Holland
come voce del cane Jip. Sono poi presenti anche Ralph Fiennes
per la tigre Barry, Carmen Ejogo per la leonessa
Regine e Selena Gomez
per la giraffa Betsy.
Rami Malek dà voce al
gorilla Chee-Chee, mentre Kumail Nanjiani presta
la sua allo struzzo Plimpton. Infine, Octavia Spencer
doppia l’anatra Dab-Dab, mentre Emma Thompson è
la voce di Polynesia, il pappagallo di fiducia di Dolittle. Vedere
il film in lingua originale, per poter ascoltare le voci di questi
grandi attori, è dunque caldamente consigliato. Infine,
Michael Sheen ricopre il ruolo del principale
antagonista umano del film, il dottor Blair Mudfly.
La scena post-credits del film
Proprio il personaggio di Sheen, un
vecchio rivale accademico di Dolittle deciso a scalzarlo a
qualunque costo, è al centro della scena di metà titoli di coda di
Dolittle. Il personaggio era stato visto per
l’ultima volta cadere in un pozzo durante il caos causato dal
confronto di Dolittle con il drago Ginko-Che-Soars, ma ritorna a
punto in questa scena conclusiva. Iniziata con una breve voce fuori
campo del pappagallo Polynesia di Emma Thompson
su uno schermo nero, la scena passa poi a un’inquadratura di Mudfly
seduto da solo sul fondo del pozzo che chiede aiuto.
Rendendosi conto che nessun umano
verrà ad aiutarlo, Mudfly escogita un nuovo piano. Vedendo una
colonia di pipistrelli appesi a testa in giù nelle vicinanze,
Mudfly inizia a prendere spunto dal suo rivale e fa del suo meglio
per comunicare con i pipistrelli nel tentativo di ottenere il loro
aiuto. Dopo un momento di comica incapacità di parlare la loro
lingua, i pipistrelli si avventano su Mudfly. La scena si conclude
con Mudfly che urla di dolore mentre i pipistrelli lo circondano.
La scena serve dunque semplicemente a chiudere un filone della
trama del film rimasto irrisolto.
Il sequel Dolittle
2 si farà?
Vista la scarsa performance di
Dolittle, la Universal non ha ancora deciso di dare il via libera a
un sequel e anzi è improbabile che Dolittle 2 si
realizzi. Ma con una gran quantità di materiale di partenza e una
porta lasciata aperta dal film stesso, c’è qualcosa che un sequel
potrebbe raccontare. Un punto di partenza logico sarebbe il libro
cronologicamente successivo, Lo zoo del dottor Dolittle,
in cui Dolittle torna a casa dalle sue avventure e prende in
custodia altri animali. Tuttavia, come già detto, ad oggi non ci
sono state conversazioni per la realizzazione di un sequel.
Il trailer di
Dolittle e dove vedere il film in streaming
È possibile fruire di
Dolittle grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes
e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 22
settembre alle ore 21:20 sul canale
Italia 1.
Negli ultimi anni l’attore Nicolas Cage si è gettato in un gran numero di
progetti, affrontando generi, storie e personaggi spesso
estremamente diversi tra loro. Tra i titoli più interessanti in cui
ha recitato di recente si annoverano
Dream Scenario, Longlegs e
The Surfer. Nel 2018 ha invece preso parte a
211 – Rapina in corso (qui la recensione), film
poliziesco basato su un reale scontro a fuoco che ha spinto le
forze dell’ordine statunitensi a rivedere le proprie strategie
d’azione. A dirigere la pellicola vi è York Alec Shackleton,
già distintosi per aver dato vita anche agli action Kush e
Disturbing the Peace – Sotto assedio.
“211” fa riferimento al codice che i
poliziotti utilizzano per indicare le rapine in corso. All’interno
del film qui approfondito prende dunque vita la storia di un
poliziotto con numerosi traumi alle spalle, coinvolto in una
situazione di pericolo estremo che lo spingerà a riconsiderare la
propria esistenza. Un poliziesco, certamente, ma che non disdegna
una buona dose di emozioni, generate a partire proprio dal legame
che lega alcuni dei protagonisti. La sensazione principale,
naturalmente, è quella di trovarsi proprio a bordo dell’auto dei
poliziotti protagonisti, lasciando così la possibilità di vivere
quanto più da vicino la tensione e i brividi provati da questi.
Pur i con i suoi difetti, il film
riesce dunque ad offrire un certo intrattenimento, lasciando allo
spettatore la possibilità di riflettere sulle scelte della vita,
come anche su come molto spesso i cosiddetti “cattivi” non sono che
il frutto di problemi più grandi. In questo articolo approfondiamo
alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo
qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori
dettagli relativi alla trama, al cast di
attori e alla vera storia dietro al film.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Ori Pfeffer in 211 – Rapina in corso
La trama del film 211 – Rapina in corso
Protagonista del film è Mike
Chandler, poliziotto veterano che condivide questo lavoro
insieme al genero Steve MacAvoy. Questi è infatti
sposato con Lisa, la figlia di Mike, con la quale
però l’uomo non ha più contatti da tempo. I due poliziotti ogni
giorno si trovano ad eseguire ordinari giri di pattuglia per le
strade della città, finché non si ritrovano assegnato un ragazzino
di nome Kenny, al quale il tribunale ha imposto
una giornata in polizia come punizione dopo una rissa. I due
ufficiali e il loro giovane passeggero si trovano impreparati
quando il destino decide di metterli improvvisamente nel mirino di
una rapina in corso in una banca, per mano di un’addestrata squadra
di uomini senza paura e armati fino ai denti. Per uscirne vivi,
dovranno fare affidamento a tutto il loro desiderio di
riabbracciare i propri cari.
Il cast del film
Come accennato, protagonista del
film nei panni di Mike Chandler vi è l’attore Nicolas Cage.
Questi si è dichiarato interessato al ruolo per via della
possibilità di interpretare tanto scene d’azione quanto altre più
incentrate sull’emotività. Accanto a lui, nei panni del collega
Steve MacAvoy, vi è l’attore Dwayne Cameron, anche
lui noto per diverti titoli action. Sophie
Skelton, celebre per il ruolo di Brianna Randall Fraser,
interpreta invece Lisa, la figlia di Mike. Il giovane Kenny ha il
volto dell’attore Michael Rainey Jr., mentre
Ori Pfeffer è il capo dei rapinatori, di nome Tre.
Alexandra Dinu dà vita qui all’agente Rossi,
mentre Cory Hardrict è l’agente Hanson. Nel film
si ritrova anche il figlio di Nicolas Cage, Weston
Cage, nei panni del rapinatore Luke.
Dwayne Cameron e Sophie Skelton in 211 – Rapina in
corso
La vera storia dietro al film
La vicenda narrata nel film si basa
su un episodio realmente accaduto nel 1997. Nella zona di Los
Angeles conosciuta come North Hollywood due
poliziotti si ritrovano infatti coinvolti in un’improvvisa rapina
in banca. Con loro, come riscontrabile anche nel film, vi è anche
un ragazzino di quindici anni, al quale è stata imposta come
punizione una giornata in polizia. I rapinatori si rivelano essere
armati fino ai denti con strumenti di guerra particolarmente
letali. Arrivati sul posto i due poliziotti si rendono dunque conto
da subito di dover chiamare dei rinforzi. Le squadre speciale della
LAPD e della SWAT entrano così in azione con il supporto
dell’Interpol.
L’unico modo per risolvere la
questione, tuttavia, sembra quella di avviare una negoziazione.
Questa si protrae però ben oltre il previsto, fino al momento in
cui la situazione precipita inesorabilmente. Apertasi una feroce
sparatoria, sarà solo dopo un duro attacco che le forze dell’ordine
riusciranno ad abbattere i quattro rapinatori. Oltre a loro, però,
rimangono feriti anche 12 poliziotti e 8 civili.
Fu un evento che traumatizzò particolarmente il paese, spingendo la
polizia a cambiare il proprio modus operandi. Fino a quel momento,
infatti, ai poliziotti non era consentito portare armi pesanti.
Al momento della rapina, dunque,
questi si trovarono in netto svantaggio rispetto ai rapinatori. Da
quel momento, il calibro delle armi utilizzate è stato aumentato,
consentendo così agli agenti di poter eseguire in maggior sicurezza
il loro lavoro. In ogni caso, 211 – Rapina in
corso si basa su quell’evento ma si svincola poi nel
costruire una vicenda che va oltre la rapina in sé, proponendo
anche la vicenda personale di Mike Chandler, ideata appositamente
per il film. La storia vera, infatti, non suggerisce che i primi
due poliziotti coinvolti nella sparatoria fossero legati da una
parentela acquisita.
Il trailer e dove vedere il film in
streaming e in TV
È possibile fruire di
211 – Rapina in corso grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di
Prime Video, Tim Vision e Apple
iTunes. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di
riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un
abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre
presente nel palinsesto televisivo di sabato 22
febbraio alle ore 21:20 sul canale
Rai 4.
La 75a edizione del Festival
del cinema di Berlino si è conclusa con la cerimonia di
premiazione di stasera, quando la giuria di Todd
Haynes ha assegnato l’Orso d’oro a Dreams (Sex
Love), il terzo film della trilogia del regista
norvegese Dag Johan Haugerud.
Rose Byrne ha vinto
il premio per la migliore interpretazione per il suo ruolo in
If I Had Legs, I’d Kick You di
Mary Bronstein. In un film che ruota come un
tornado attorno all’interpretazione di Byrne, l’attrice australiana
interpreta una madre sopraffatta che si destreggia tra il suo
lavoro di terapista e le esigenze di crescere un bambino con
bisogni speciali. Andrew Scott ha vinto il premio
come miglior attore non protagonista per aver interpretato
Richard Rodgers (del duo musicale Rodgers e
Hammerstein) in Blue Moon di
Richard Linklater.
Tutti i vincitori del
Festival di Berlino
Orso d’Oro —
Dreams (Sex Love) by Dag Johan Haugerud
Orso d’Argento
Premio della Giuria — The Message by Iván Fund
Orso d’Argento
Gran Premio della Giuria — The Blue Trail (O último
azul) by Gabriel Mascaro
Migliore
performance da protagonista — Rose Byrne, If I Had Legs I’d
Kick You
Migliore
performance da non protagonista — Andrew Scott, Blue
Moon
Orso d’Argento
per il miglior contributo artistico — The Ice
Tower by Lucile Hadžihalilović
Migliore Regia —
Living The Land by Huo Meng
Orso d’Argento
alla sceneggiatura —Kontinental
’25 by Radu Jude
GWFF Best First Feature Award
GFF First
Feature Award — The Devil Smokes (and Saves the Burnt
Matches in the Same Box by Ernesto Martínez Bucio
Berlinale Documentary Award
Holding
Liat by Brandon Kramer
Shorts
Golden Bear Best
Short Film – Lloyd Wong, Unfinished by Lesley Loksi
Chan
Silver Bear Jury
Prize (Short Film) — Ordinary Life (Futsu no
seikatsu) by Yoriko Mizushiri
CUPRA Filmmaker
Award — Quenton Miller for Koki, Ciao
Hugh Grant ha recentemente rivelato che,
nonostante dia l’impressione di essere Jar Jar Binks nel film
horror-thriller Heretic (qui
la nostra recensione), appena uscito, in realtà non ha mai
visto nessun film di Star Wars.
Grant si addentra in un territorio più oscuro con Heretic
della A24,
dove interpreta un uomo eccentrico ma sinistro di nome Mr. Reed,
con un debole per l’umorismo inquietante. Il film, scritto e
diretto da Scott Beck e Bryan Woods, segue una coppia di missionari
mormoni, interpretati da Sophia Thatcher e Chloe East, che si
ritrovano in balia dei giochi mentali sempre più terrificanti di
Mr. Reed.
In un’intervista con Entertainment Weekly, Grant ha ammesso di non aver
mai visto nessun Star
Wars film, per non parlare del primo prequel della
serie, La minaccia fantasma, dove Jar Jar Binks ha fatto il
suo controverso debutto nel 1999. Ecco cosa ha detto:
Uno dei miei segreti più
inconfessabili è che non ho ancora visto un film di Star
Wars. Nella mia infinita meticolosità, ho fatto delle ricerche
e ne ho guardato un po’. Penso di averlo visto su YouTube.
Il co-sceneggiatore e regista Scott
Beck ha aggiunto che l’imitazione di Jar Jar da parte di Grant era
un esempio del suo approccio alla recitazione improvvisata:
Quello è stato un esempio di
qualcosa che Hugh avrebbe voluto nascondere intenzionalmente finché
la telecamera non avesse iniziato a girare, per non tradirsi. E ci
sono così tanti momenti nel film in cui iniziavamo a girare una
scena e lui seguiva semplicemente il copione per poi aggiungere una
piccola parola o una punteggiatura. Era quel momento in cui era
semplicemente vero e autentico, ma anche esilarante. Anche se
appartiene a un genere più oscuro, la performance sembra realistica
ma gioca anche sull’umorismo nero.
Che cosa significa l’imitazione
di Jar Jar di Grant
Le stranezze dell’attore danno
un tocco comico e oscuro
Il monologo del signor Reed sul
terrore della religione organizzata ha utilizzato diversi
riferimenti alla cultura popolare nel discutere i due personaggi
di Heretic sulle loro convinzioni, incluso il gioco da
tavolo Monopoli. A un certo punto, parlando dell’irrazionalità
delle figure messianiche, chiede alle sorelle: “Riuscite a
immaginare che tra migliaia di anni la gente accetterà Jar Jar come
figura religiosa significativa?” E infine dà la sua imitazione
con “Scusate!”
Sebbene il signor Reed sia una
figura che inizialmente sembra innocua ma è un rapitore minaccioso,
Grant sintetizza i suoi istinti comici con un’intensità
inquietante, dando un tocco interessante al
personaggio.
L’imitazione di Jar Jar Binks da
parte di Grant è un’aggiunta sorprendente a Heretic, un film
intriso di ombre claustrofobiche e terrore esistenziale. Anche se
il signor Reed è una figura che inizialmente appare innocua ma è un
rapitore minaccioso, Grant sintetizza i suoi istinti comici con
un’intensità inquietante, conferendo un tocco interessante al
personaggio.
In un’altra interpretazione da
cattivo per Hugh Grant, l’imitazione di Jar Jar aggiunge un tocco
imprevedibile, mettendo in mostrail mix inquietante di
eccentricità e malizia del signor Reed. Come ha detto il
regista Beck, l’imitazione sottolinea la capacità di Grant di
portare momenti imprevedibili e di umorismo nero in un ruolo
profondamente radicato nella suspense e nell’orrore.
Da giovedì 27 febbraio arriva
in prima serata su Rai1 per dieci prime serate Che
Dio ci aiuti 8. Novità è la parola chiave per
l’ottava stagione, tra new entry e graditi inattesi
ritorni, SuorAzzurra si troverà di
fronte a una nuova sfida: trasferirsi a Roma e impedire la chiusura
della casa-famiglia La Casa del Sorriso.
Le viene infatti chiesto di
abbandonare la sua missione ad Assisi, nel suo amato Convento degli
Angeli Custodi, e di occuparsi delle ragazze ospiti della
casa-famiglia nella Capitale che non solo rischia la chiusura, ma
ha bisogno della sua energia e del suo cuore. Ad affidarle questo
compito è proprio Suor Angela. Dovrà aiutare e sostenere il
fin troppo puntiglioso direttore della struttura, Lorenzo
Riva, stimato psichiatra sulla quarantina e padre di due
figli: Pietro e Giulia. La
giovane suora sbaglia, si confonde, combina disastri e continua ad
essere segretamente innamorata delle sue borse… Ma ha
una luce negli occhi, e quella luce la trasmette alle ragazze che
hanno la fortuna di incontrarla: Cristina, sedicenne
incinta, Olly che ha perso il papà a sei anni e da
quel momento ha sempre vissuto in casa-famiglia. E
infine Melody che fugge da un compagno
violento.
Che Dio ci aiuti
8 è diretta da Francesco Vicario. Nel cast
al fianco di Francesca Chillemi, nel ruolo dell’ormai
amatissima Suor Azzurra, troviamo Giovanni
Scifoni (Lorenzo Riva), Bianca
Panconi (Melody), Ambrosia
Caldarelli (Cristina Vanzini), Tommaso
Donadoni (Pietro Riva), Ludovica
Ciaschetti (Olly),Giulio Maria Corso (Avvocato
Corrado Proietti) e Gaia Bella (Giulia Riva).
Agatha All Along è stato il seguito
di WandaVision,
che ha spostato i riflettori da Scarlet Witch e Visiione per
concentrarsi sulla Agatha Harkness di Kathryn Hahn. Tuttavia, la rivelazione che
“Teen” era in realtà Billy Maximoff è stato un colpo di scena
importante e la serie si è conclusa con il fantasma di Wiccan e
Agatha che si mettono alla ricerca di suo fratello, Tommy. Abbiamo
sentito in più occasioni che Agatha All Along era
stata pensata come una stagione unica, ma se non è prevista una
seconda stagione, quando e dove continuerà la storia di Billy e
Tommy?
L’imminente serie Vision è
una possibilità interessante, anche se non sembra proprio la
soluzione giusta. Parlando con Entertainment Weekly,
Brad Winderbaum, responsabile dello streaming,
della televisione e dell’animazione dei Marvel Studios, si è espresso sulle
probabilità di continuare la storia di Agatha All Along con una
seconda stagione. “Penso che ci sia un potenziale di serie
lineare”, ha spiegato il dirigente. “Una serie come
Agatha, per me, è basata su un concetto. Sì, una seconda stagione è
sicuramente qualcosa che vorremmo fare, ma non affrettiamo i tempi.
Cerchiamo di avere l’idea giusta e poi realizziamola”.
Quando gli è stato fatto notare che
la star Patti LuPone ha recentemente dichiarato
che la showrunner Jac Schaeffer ha scartato l’idea
di una seconda stagione di Agatha All Along,
Winderbaum ha risposto: “So solo che Patti è incredibile. La
sua interpretazione in quella serie è semplicemente incredibile.
Quella serie è una delle cose che preferisco in assoluto e di cui
ho fatto parte”. “E la chimica del cast e di Jac nel ruolo
di showrunner è stata davvero magica. Scusate, è smielato, ma lo è
stato davvero”.
Da Agatha All
Along a Hawkeye, le serie che potrebbero
avere una seconda stagione
Winderbaum ha poi indicato Hawkeye
come un’altra serie con il potenziale per tornare. La prima serie
di episodi è stata trasmessa nel dicembre 2021 (prima
dell’incidente di Jeremy Renner con lo spazzaneve) e da allora
abbiamo saputo che una seconda stagione ruoterebbe intorno a Clint
Barton e Kate Bishop che combattono contro il fratello del
Vendicatore, Trickshot. “Hawkeyeè un’altra serie di cui si sente la
possibilità di fare una seconda stagione perché è Natale, perché
sono Clint e Kat”, ha detto.
“Si può rivisitare in qualsiasi
momento, e stiamo cercando delle opportunità per farlo. Ma mentre
sviluppiamo le cose per il futuro, penso che saranno progettate per
essere più stagioni, avere più di uno schema e poter essere
rilasciate annualmente”. Il momento potrebbe essere passato
per un altro Hawkeye,
anche se ci aspettiamo che Clint e Kate abbiano dei ruoli di
supporto decenti sia in Avengers:
Doomsday e Avengers:
Secret Wars. A parte questo, sembra che la giovane
Occhio di Falco sia destinata a Champions, la versione del MCU dei Giovani Vendicatori.
Nei momenti finali di Captain America: Brave New World (qui
la nostra recensione), Hulk Rosso ritorna alla sua forma umana
come Presidente Thaddeus “Thunderbolt” Ross e
viene successivamente imprigionato nel Raft. Tuttavia, dopo aver
preso atto delle sue azioni passate, Ross si ricongiunge finalmente
con la figlia separata, Betty. Secondo una recente fuga di notizie,
il film si sarebbe originariamente dovuto concludere con la
convinzione che il Presidente fosse morto. Tuttavia, una scena
post-credits avrebbe poi rivelato che Hulk Rosso è ancora in
libertà e vegliava su Betty.
Parlando con Variety, al regista del film
Julius Onah è stato chiesto a se Ross fosse mai
effettivamente morto in una versione precedente del film. “Non
c’è mai stata una versione in cui è morto esplicitamente, ma
sicuramente ci sono state versioni in cui forse il pubblico non
sapeva quale fosse il suo destino dopo quello che succede verso la
fine del film”, ha confermato. “Ma credo che si stia
introducendo un personaggio così amato dai fan e, come tutti
sappiamo, non è molto facile per un Hulk morire”.
Alla domanda se i Marvel Studios abbiano mai preso in
considerazione l’idea di rivelare l’identità dei Vicepresidenti –
dopo tutto, ora sono loro il Comandante in Capo del MCU – Onah ha fatto finta di
niente. “Queste conversazioni avvengono di tanto in tanto. Ma
quando si racconta una storia come questa, non si vuole lanciare
900 personaggi al pubblico. Alla fine abbiamo deciso di non
approfondire l’argomento. Non era troppo pertinente al modo in cui
questa storia veniva raccontata da un punto di vista emotivo e
tematico”.
Per quanto riguarda la possibilità
che la loro identità sia mai stata decisa ufficialmente, il regista
ha riso e ha detto: “Vediamo come andrà a finire man mano che
avanziamo in questo folle universo del MCU”. Di certo, si tratta di
un nuovo mistero che prima o poi dovrà essere svelato, un po’ come
l’identità del nuovo proprietario della Stark Tower. Dettagli
apparentemente di secondo piano, ma che possono invece
significativamente far cambiare gli equilibri di potere all’interno
del MCU.
Cos’altro è cambiato in
Captain America: Brave New World?
Il destino di Hulk Rosso non è però
l’unica cosa che è cambiata: Onah ha anche rivelato che la Betty
Ross di Liv Tyler doveva apparire “prima nel film”.
Tuttavia, ha precisato: “Per me era molto, molto importante che
arrivasse alla fine del film, perché bisogna pensare a ciò di cui
Ross viene privato”. “Lui vuole disperatamente
riallacciare i rapporti con la figlia, quindi tenerla fuori dalla
storia, farla essere una presenza che aleggia ai margini del film,
avrebbe reso più forte il senso di nostalgia che Ross
provava”, ha concluso il regista.
Sfortunatamente, a Onah non è stato
chiesto nulla sulla scena del funerale che Tyler e Anthony Mackie hanno girato, anche se possiamo
ricostruire abbastanza per capire che probabilmente doveva essere
l’addio di Ross in una versione precedente della storia. Se Ross è
contenuto nel Raft, c’è sempre la possibilità di farlo evadere e
combattere a fianco dei Vendicatori, o addirittura contro di loro.
Si dice che Harrison Ford abbia già firmato per tornare e
solo il tempo ci dirà se per Avengers:
Doomsday o per il tanto vociferato World War Hulk.
Film di chiusura della XVI edizione
del Bif&st – Bari International Film&Tv
Festival, diretto da Oscar Iarussi,
sarà La Vita da Grandi,
esordio alla regia di Greta Scarano,
ispirato alla storia vera dei fratelli Margherita e Damiano
Tercon.
La Vita da
Grandi sarà presentato in anteprima
a Bari sabato 29 marzo al Teatro Petruzzelli, all’interno
della sezione “Rosso di Sera”, alla presenza della
regista Greta Scarano e dei protagonisti
Matilda De
Angelise Yuri
Tuci, per poi arrivare nelle sale italiane
il 3 aprile distribuito
da 01 Distribution.
Prodotto da Matteo
Rovere, La Vita da Grandi è una
produzione Groenlandia, Halong,
con Rai Cinema in collaborazione
conNetflix con il sostegno della Regione
Emilia-Romagna attraverso Emilia-Romagna Film Commission e il
supporto del Comune di Rimini. La sceneggiatura è firmata
da Sofia Assirelli, Tieta
Madia e Greta Scarano. Il
montaggio è di Valeria Sapienza, la
scenografia di Andrea Castorina, le musiche
di Giuseppe Tranquillino Minerva, i costumi
di Grazia Materia (a.s.c.), il trucco
di Valentina Iannuccilli, le acconciature
di Samankta Mura.
La trama di La Vita da
Grandi
Irene vive la sua vita a Roma,
quando sua madre le chiede di tornare per qualche giorno a Rimini,
la città dove è nata e dalla quale è fuggita, per prendersi cura
del fratello maggiore autistico, Omar. Una volta insieme, Irene
scopre che Omar ha le idee chiarissime sul suo futuro: non ha
nessuna intenzione di vivere con lei quando i loro genitori non ci
saranno più ed è pronto a tutto per realizzare i sogni della sua
vita: vuole sposarsi, vuole fare tre figli perché 3 è il numero
perfetto e vuole diventare un cantante rap famoso.
Ma perché tutte queste cose
accadano, Omar deve prima di tutto diventare autonomo. Con Irene
inizia così un tenero e toccante corso intensivo per diventare
“adulto”. Nella loro casa piena di ricordi, Irene e Omar affrontano
insieme paure e speranze e scoprono che per crescere, a volte,
bisogna essere in due.
Disney+ ha annunciato che la serie drama originale
Paradise, prodotta da 20th Television, è
stata rinnovata per una seconda stagione. Il thriller politico è
ideato da Dan Fogelman (Only Murders
in the Building,This Is
Us) e ha come protagonista Sterling K.
Brown (This is Us, American
Fiction) nel ruolo dell’agente Xavier Collins.
Paradise è ambientata in una tranquilla
comunità abitata da alcune delle persone più importanti del mondo.
Ma questa serenità va in frantumi quando si verifica uno scioccante
omicidio e si apre un’indagine ad alto rischio.
La prima stagione è interpretata da
Sterling K. Brown,
James Marsden, Julianne Nicholson, Sarah Shahi, Nicole
Brydon Bloom, Aliyah Mastin e Percy Daggs IV. Gli executive
producer sono Dan Fogelman, Sterling K. Brown, John Requa, Glenn
Ficarra, John Hoberg, Jess Rosenthal e Steve Beers.
Paradise ha ottenuto 7
milioni di visualizzazioni nella sua prima settimana su Hulu negli
Stati Uniti e su Disney+ a livello
internazionale, debuttando come un grande successo, con il plauso
della critica e del pubblico. La serie è Certified Fresh su Rotten
Tomatoes. La prima stagione è ora in streaming su Disney+. Il penultimo episodio
debutterà questo martedì, 25 febbraio, mentre il finale della prima
stagione arriverà il 4 marzo.
Intrighi e passioni sullo sfondo
dell’Italia dell’800 in Belcanto, la nuova serie
evento Rai diretta da Carmine Elia con
Vittoria Puccini e Carmine Recano, che andrà in
onda su Rai 1 da lunedì 24 febbraio per quattro
prime serate.
Tre donne –
Maria (Vittoria Puccini) e le sue figlie
Antonia e Carolina (Caterina Ferioli e Adriana
Savarese) – unite da una forte passione per la musica e da un ancor
più grande desiderio di rivalsa, fanno il loro ingresso nel mondo
dell’Opera. Ma sulle loro vite grava un terribile segreto che Maria
custodisce da sempre e che persino Antonia e Carolina ignorano; un
segreto la cui scoperta potrebbe stravolgere per sempre il loro
rapporto.
Belcanto – Foto Cortesia di Boom Pr
Nel cast, accanto a Vittoria
Puccini e Carmine Recano, troviamo volti storici e
nuove promesse della serialità italiana:
Giacomo Giorgio, Caterina Ferioli, Adriana
Savarese, Vincenzo Ferrera, Andrea Verticchio, Nicolò Pasetti,
Serena De Ferrari con Antonio Gerardi, Andrea
Bosca e Andreas Pietschmann.
Belcanto è una
coproduzione Rai Fiction – Lucky Red con
Umedia in collaborazione con Ufunds in
partecipazione con Newen Connect realizzata con il
sostegno del Ministero della Cultura, della Regione Lombardia Bando
“Lombardia per il cinema” e della Regione Lazio Avviso “Lazio
Cinema International”, programmi PR FESR 2021-2027 cofinanziato
dall’Unione Europea.
LA
SERIE
Belcanto è la storia di Maria (Vittoria Puccini)
e delle sue figlie, Antonia (Caterina Ferioli) e Carolina (Adriana
Savarese), e della loro fuga da Napoli per liberarsi
dall’oppressione del violento marito di Maria, Iginio (Antonio
Gerardi), e inseguire il sogno del canto a Milano.
Le tre donne
sono destinate a entrare nel mondo dorato e spietato dell’Opera di
metà ‘800, ma dovranno scontrarsi con inganni, tradimenti e
passioni travolgenti. Maria, segnata da un misterioso segreto che
nasconde alle figlie, spinge Antonia verso il successo, ma la
ribelle Carolina sembra possedere una forza e un carisma che
nessuno aveva previsto. Sospese tra sogni di fama, gelosie e lotte
di potere, si troveranno a confrontarsi con la durezza del mondo
che hanno scelto.
Belcanto è una storia di lotta per la libertà, che
spinge le protagoniste a sfidare non solo il destino, ma anche loro
stesse.
Ecco il trailer di A Working
Man, il nuovo film diretto da David Ayer,
e da lui scritto assieme a Sylvester Stallone.
Adattamento del romanzo di Chuck Dixon del 2014 intitolato “Levon’s
Trade”, il film vede Jason Statham nei panni del protagonista Levon
Cade. Con lui nel cast Michael Peña, David Harbour, Jason
Flemyng e Arianna Rivas nei panni di
Jenny.
Il film sarà distribuito
nelle sale italiane da Warner Bros. Pictures a partire dal 10
aprile 2025.
Diretto da David Ayer, il nuovo film
segna un’altra collaborazione tra Ayer e Statham dopo The
Beekeeper, che è stato un successo a sorpresa all’inizio
del 2024. A Working Man vede Statham nei panni di Levon
Cade, un ex soldato dei Black Ops che ha abbandonato le sue
abitudini violente per una vita da operaio edile. Tuttavia, quando
la figlia del suo capo viene rapita, l’uomo si mette in viaggio per
salvarla, scoprendo la corruzione ad ogni angolo.
Apple TV+
ha svelato oggi le prime immagini di Stick, la
nuova comedy sul golf interpretata e prodotta da Owen Wilson e creata da Jason
Keller. La serie farà il suo debutto su Apple TV+
il 4 giugno con i primi tre episodi dei dieci totali, seguiti da un
nuovo episodio ogni mercoledì fino al 23 luglio.
1 di 4
Peter Dager, Wyndham Clark,
Max Homa and Owen Wilson in "Stick," premiering June 4, 2025 on
Apple
TV+.
Judy Greer in "Stick,"
premiering June 4, 2025 on Apple TV+.
Marc Maron and Owen Wilson
in "Stick," premiering June 4, 2025 on Apple TV+.
Collin Morikawa and Owen
Wilson in "Stick," premiering June 4, 2025 on Apple TV+.
In Stick, Owen Wilson interpreta Pryce Cahill, un ex
giocatore di golf professionista, la cui carriera è deragliata
prematuramente 20 anni fa. Dopo il fallimento del suo matrimonio e
il licenziamento dal suo lavoro in un negozio di articoli sportivi
dell’Indiana, Pryce punta tutto su un diciassettenne problematico
di nome Santi (Peter Dager).
Stick è una commedia sincera e piacevole su una
famiglia ritrovata e sulle sue relazioni, ambientata nel mondo del
golf come non è mai stato mostrato prima.
Oltre a Wilson e Dager, il cast
comprende Marc Maron, Mariana Treviño, Lilli Kay, Judy
Greer e Timothy Olyphant, e vede la
partecipazione di superstar del golf come Collin Morikawa,
Keegan Bradley, Max Homa, Wyndam Clark e altri. Tra i vari
camei, figurano Jim Nantz e Trevor
Immelman, Matt Scharff, Brad Dalke e
Garrett Clark di Good Good, nonché l’appassionato
di golf Dan Rapaport.
Stick è ideata da
Jason Keller, che è anche showrunner e produttore
esecutivo insieme a Owen Wilson, Ben Silverman per Propagate
Content e Guymon Casady di Entertainment 360. La serie è prodotta
anche da Howard T. Owens, Rodney Ferrell, Drew Buckley, Lee
Eisenberg, Natalie Sandy, Christopher Moynihan, Bill Callahan,
Valerie Faris e Jonathan Dayton. Faris e
Dayton sono i registi insieme a David Dobkin, Jaffar
Mahmood, M.J. Delaney e John Hamburg.
L’attrie Kate Hudson ha rivelato di avere ancora dei
rimpianti per aver rifiutato un ruolo ne Il diavolo veste Prada. L’attrice, a cui
inizialmente era stato chiesto di interpretare proprio la
protagonista Andy Sachs (che alla fine è stata interpretata da
Anne Hathaway), ha recentemente dichiarato a
Capital FM che avrebbe voluto far
quadrare i suoi impegni per riuscire a recitare nel film del 2006,
accanto a Meryl Streep, Emily Blunt e Stanley Tucci.
“È stata una scelta sbagliata.
Ed è stata una questione di tempismo. Era una di quelle cose per
cui non potevo farlo e avrei dovuto farlo, ma non l’ho fatto”,
ha detto la Hudson. “Quando l’ho visto, ho pensato:
“Ah!”. Ma ancora una volta, tutto accade per una ragione.
C’è una ragione per questo. È stato un vero e proprio ‘avrei dovuto
farlo funzionare’”. “È divertente, sono ondate di cose che
accadono e persone che girano in tempi diversi”, ha aggiunto
Hudson. “Non è che non le fai perché non vuoi farle. È come se
stessi facendo qualcos’altro. Ed è stato uno schifo,
capisci?”.
Perché Kate Hudson ha rifiutato il
film?
Come da lei affermato, l’attrice non
ha rifiutato il film per via di assenza di interesse, bensì perché
nel periodo in cui Il diavolo veste Prada veniva
girato e distribuito, la Hudson stava infatti lavorando a diversi
altri progetti, tra cui Come farsi lasciare in 10 del 2003, The Skeleton Key del 2005, Tu, io e
Dupree del 2006, Tutti pazzi per l’oro del 2008 e La ragazza del
mio migliore amico del 2008. La sua agenda era dunque
particolarmente ricca e non è stato possibile aggiungere altro. In
seguito ha comunque avuto modo di recitare con Anne Hathaway nella commedia Bride
Wars del 2009.
In arrivo il sequel di Il diavolo veste Prada
Il diavolo veste
Prada, diretto da David Frankel, è stato
adattato dall’omonimo romanzo di Lauren
Weisberger. Segue l’aspirante giornalista
Andy, che si reca a New York e inizia a lavorare
come assistente di una delle più importanti redattrici di riviste
di alta moda della città, la cinica Miranda
Priestly (Streep). Il diavolo veste Prada ha incassato più
di 326 milioni di dollari in tutto il mondo e ha ottenuto due
nomination agli Oscar. Come recentemente riportato,
un sequel è attualmente in fase di sviluppo presso la Disney,
con la sceneggiatrice originale Aline Brosh
McKenna che sta scrivendo la sceneggiatura.
È stato confermato da THR che la data di uscita di
Spider-Man 4 è stata posticipata dal 24 luglio
2026 al 31 luglio 2026. Per fortuna, si
tratta di un ritardo di una sola settimana e non di più. Ma perché
questo cambiamento? Il prossimo film sull’Uomo Ragno arriverà nelle
sale due settimane dopo The
Odyssey di Christopher Nolan. Tom Holland è il protagonista di entrambi i
progetti e questo cambiamento sarà sicuramente vantaggioso sia per
la Sony che per la Universal.
Spostandosi di una settimana,
Spider-Man 4 evita quindi di essere travolto
dall’epopea fantasy di Nolan e dovrebbe avere maggiore accesso a
schermi di formato premium come IMAX e 4DX. Altri 7 giorni nel
grande schema delle cose non sono un grosso problema e potrebbero,
in effetti, essere una buona notizia per Peter Parker. In passato
si è parlato in rete di un ritardo significativo del film;
tuttavia, il fatto che la Sony abbia spostato il film di una sola
settimana rispetto al film di Nolan suggerisce che la società e i
Marvel Studios sono rimasti fedeli al debutto
previsto per quel periodo.
Di conseguenza, continua ad essere
certo che il film ancora senza titolo su Spider-Man arriverà tra
Avengers: Doomsday e
Avengers:
Secret Wars. Continuano inoltre a circolare voci sulla
direzione che prenderà Spider-Man 4; a seconda di
chi si ascolta, si tratterà di un’epopea multiversale o di
un’attesa avventura di strada. Si dice che diversi personaggi e
attori faranno parte del film, ma sembra che nessuno sappia
veramente cosa stia succedendo alla prossima uscita in solitaria
del Wall-Crawler nel MCU.
Precedenti indiscrezioni hanno
affermato che Tom Rothman della Sony e
Kevin Feige, capo dei Marvel Studios,
hanno avuto dei disaccordi per quanto riguarda la storia di
Spider-Man 4, con quest’ultimo che sperava di
ridimensionare il Multiverso per un’avventura più piccola. Rothman,
invece, si dice che voglia capitalizzare il successo di No
Way Home riportando Tobey Maguire e
Andrew Garfield nei rispettivi ruoli di Peter
Parker.
Più di recente, abbiamo sentito che
entrambi gli studios si sono accordati su una storia
prevalentemente terrestre con alcuni elementi multiversali, anche
se il film viene ancora descritto come un “evento di livello
Avengers”. Oltre a Tom Holland, Zendaya
dovrebbe riprendere il suo ruolo di MJ. Si dice inoltre che
Sydney Sweeney potrebbe interpretare Black
Cat, mentre è stato ampiamente riportato – ma non confermato –
che Charlie
Cox, Vincent
D’Onofrio e Paul Rudd potrebbero a loro volta apparire
come Daredevil, The Kingpin e Ant-Man.
Si ritiene però che Holland sia
“sempre più diffidente” nei confronti del ruolo dell’iconico eroe,
per cui questa potrebbe essere la sua ultima uscita da solista nei
panni del wall-crawler – anche se quasi certamente avrà un ruolo in
uno o entrambi i prossimi film degli Avengers. Gli sceneggiatori di
No
Way Home, Chris McKenna e Erik
Sommers, stanno scrivendo la sceneggiatura. Mentre a
dirigere il progetto vi sarà Destin Daniel
Cretton, già regista di Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli.
La conferma definitiva di Watkins
farà piacere ai fan, dato che egli è un regista con una comprovata
esperienza nel genere horror. Dopo aver diretto l’agghiacciante
film horror britannico, Eden Lake, il regista ha
infatti continuato a dirigere film di questo genere come The Woman in Black e l’apprezzato – e
decisamente brutale – remake di Speak No
Evil dell’anno scorso. Anche Clayface
apparterrà a questo genere, il che permette di immaginare
un horror a tutti gli effetti.
Si dice che Clayface sia un
horror-thriller-tragedia, con il protagonista che non dovrebbe
essere ritratto come il noto cattivo che è conosciuto nel canone di
Batman. Il personaggio è stato introdotto dalla DC in Detective
Comics #40 nel giugno 1940. In origine, era raffigurato come
un attore di discreto successo che, dopo essersi dato al crimine,
aveva adottato l’identità di un personaggio che aveva interpretato
in un film horror. Ha un corpo apparentemente fatto di argilla ed è
apparso nel corso degli anni in vari film, serie, opere
d’animazione, videogiochi e altre forme di media.
In base ai commenti di
James Gunn,
il film sarà ambientato nel DCU, al contrario
del “BatVerse” del regista di The Batman Matt
Reeves. “Notizie entusiasmanti da [DC] Studios oggi,
poiché [Clayface], una storia del DCU da una
sceneggiatura di Mike Flanagan, ha ricevuto UFFICIALMENTE il via
libera. Clayface debutterà nel 2026.”
Il co-CEO di DC Studios
Peter Safran ha condiviso alcuni nuovi dettagli
sulla sceneggiatura di Flanagan, osservando che Clayface
sarà effettivamente un film horror sullo stesso filone di La
Mosca di David Cronenberg. THR ha
recentemente fornito alcuni aggiornamenti interessanti e sembra che
il film trarrà anche più di un po’ di ispirazione dal successo di
body horror di Coralie Fargeat, The
Substance.
“Clayface, vedi, è una storia
horror di Hollywood, secondo le nostre fonti, che usa
l’incarnazione più popolare del cattivo: un attore di film di serie
B che si inietta una sostanza per mantenersi giovane e rilevante
solo per scoprire che può rimodellare il suo viso e la sua forma,
diventando un pezzo di argilla ambulante”.
Clayface
ha un budget dichiarato di 40 milioni di dollari e dovrebbe essere
girato in una varietà di località, tra cui Vancouver, Toronto e New
Jersey o Atlanta. Alan Tudyk ha recentemente
prestato la voce a Clayface
nella serie animata Creature Commandos di
James
Gunn, il che significa che c’è la possibilità che
possa anche interpretare il personaggio in un live-action a un
certo punto.
Si può dire che Hugh Grant sia un nome noto, ma sta mostrando
sempre più un suo talento sottovalutato, come dimostra il suo nuovo
film horror, Heretic
(qui
la nostra recensione). Il ruolo di Grant è arrivato quasi
quarant’anni fa nel film drammatico Maurice del 1987, che ha
attirato l’attenzione di registi e pubblico. Tuttavia, è stato con
le sue popolari commedie romantiche degli anni ’90 e 2000 che Hugh
Grant si è veramente affermato come star del cinema.
Film come Quattro matrimoni e un
funerale, Notting Hill e Il diario di Bridget
Jones hanno consolidato la fama di Grant come uno degli attori
più carismatici del settore. Tuttavia, dopo quattro decenni come
attore, Hugh Grant è riuscito a dare una svolta alla sua
carriera con un ruolo molto diverso. Il suo ultimo film,
Heretic, che
ha ottenuto un punteggio del 94% su Rotten Tomatoes, mette in
evidenza il suo talento in un ruolo molto diverso da quelli che
hanno fatto la sua carriera, e continua una serie di tre film che
ha iniziato con un successo da 227 milioni di dollari.
Hugh Grant ha interpretato un
grande cattivo in tre film e in una serie TV
Hugh Grant è diventato un
antagonista molto credibile
Superando il suo personaggio da
adorabile romantico, Hugh Grant è diventato un fantastico
cattivo cinematografico, con diversi ruoli di successo alle
spalle. Grant ha iniziato questa serie di ruoli da cattivo con
Paddington 2, in cui la sua interpretazione di Phoenix
Buchanan è stata molto apprezzata. Allo stesso modo, la sua
interpretazione in Dungeons & Dragons: Honor Among Thieves è
stata ben accolta dalla critica. Anche il suo ruolo in Wonka era leggermente antagonista all’inizio.
Sebbene questi ruoli fossero adatti a un pubblico familiare e
permettessero a Grant di fare affidamento sulle sue precedenti
capacità comiche, rappresentano una netta svolta rispetto al suo
passato di affascinante protagonista.
Il ruolo di Hugh Grant nella serie
televisiva The Undoing del 2020 ha aggiunto il tocco finale
a questo cambiamento di carriera, poiché ha dimostrato di poter
interpretare il ruolo moralmente grigio e drammatico accanto a
Nicole Kidman, così come i cattivi più apertamente comici. Questi
stessi tratti drammatici e le sue capacità comiche elevano la
performance di Grant in Heretic. Nel film, Grant interpreta
il signor Reed, un recluso che crea un piano per intrappolare due
missionari mormoni. Molti hanno notato il netto distacco dal suo
lavoro passato, ma il fascino classico che ha usato in precedenza
viene applicato solo in modi nuovi ed entusiasmanti.
Il passato di Hugh Grant nelle
commedie romantiche è ciò che lo rende un grande cattivo
Anche se L’eretico non ha
nulla in comune con film come Quattro matrimoni e un
funerale o Notting Hill, la capacità di Grant di
interpretare ruoli affascinanti e comici gli dà un vantaggio quando
interpreta ruoli più cupi. Hugh Grant usa il suo carisma a suo
vantaggio, sia che si tratti di flirtare o di creare una
trappola. Tutti gli aspetti che il pubblico ha amato di Grant nei
suoi ruoli da commedia romantica, come la sua leggera goffaggine o
il suo carattere scherzoso, lo rendono il perfetto cattivo senza
pretese. Quel fascino superficiale può essere tirato indietro per
rivelare un personaggio molto più minaccioso.
Grant utilizza alcuni dei suoi
stessi manierismi recitativi che ha usato per la prima volta nelle
commedie romantiche: il suo sorriso leggero, la sua goffaggine e
persino un ricordo di fanciullezza. In Heretic, li usa per il
male.
Questo è particolarmente vero in
Heretic, che si basa sull’abilità del signor Reed di
attirare i due missionari mormoni nella sua casa. Il signor Reed
vuole essere simpatico, affascinante e affabile per realizzare i
suoi piani nel terrificante finale di Heretic. Inoltre,
Grant utilizza alcuni dei suoi stessi manierismi recitativi che ha
usato per la prima volta nelle commedie romantiche: il suo sorriso
leggero, la sua goffaggine e persino un ricordo di fanciullezza. In
Heretic, li usa per il male.
Il ruolo da cattivo di Hugh
Grant rivela una verità più triste sulla sua carriera
Le commedie romantiche non sono
più così popolari come una volta
Le commedie romantiche sono una
parte importante di ciò per cui il pubblico conosce Hugh Grant.
Purtroppo, i grandi studi cinematografici non sono più così
interessati alle commedie romantiche come una volta. Le commedie
romantiche di medio budget con cui Grant ha costruito la sua fama
sono quasi scomparse dal botteghino, non lasciando all’attore
altra scelta che quella di muoversi in una direzione diversa.
Anche se i fan dei film di Grant possono rivederne molti sui
servizi di streaming, è scoraggiante che non vengano realizzate
molte nuove commedie romantiche.
Tuttavia, diversi film degli ultimi
anni, come la commedia romantica Anyone But You e la volgare
commedia No Hard Feelings, dimostrano che potrebbe esserci
una leggera rinascita del genere, dato che il pubblico è ancora
interessato. Anche se il pubblico ha imparato ad amare Hugh Grant
nei suoi affascinanti ruoli romantici, anche se il genere dovesse
tornare in auge, non è detto che voglia riprendere quel tipo di
parti. Invece, dato il chiaro successo dei suoi ruoli antagonisti
(come quello del signor Reed in Heretic), Grant
dovrebbe continuare a esplorare parti da cattivo.
Il thriller d’azione italiano di
NetflixIl mio nome è Vendetta
(qui
la nostra recensione) è un mix di tutti i tropi che ci si può
aspettare da un film di questo tipo. Diretto da Cosimo Gomez e scritto
da lui, Sandrone Dazieri e Andrea
Nobile, il film ha la premessa di base di mettere i suoi
protagonisti in un inseguimento tra gatti e topi. Pieno di
avvincenti sequenze d’azione e con colpi di scena all’interno di
una trama incentrata sul desiderio di vendetta, il film si basa
molto sull’interpretazione cupa e conflittuale di Alessandro Gassmann.
Al momento della sua distribuzione,
il film è diventato un successo internazionale straordinario,
divenendo uno dei titoli italiani più visti su Netflix. Sarà
probabilmente merito anche del suo ambiguo finale, che lascia allo
spettatore più di qualche interrogativo da risolvere con proprie
riflessioni. In questo articolo, approfondiamo proprio questa parte
del film, fornendo dunque una spiegazione del finale e del suo
significato.
La trama di Il mio nome è
Vendetta
Basta un errore e il passato può
raggiungerti e cambiare completamente il tuo futuro. Questo sembra
essere il motto del film Il mio nome è Vendetta.
Santo (Alessandro
Gassmann) vive un periodo di serentià con la moglie
Ingrid (Sinja Dieks) e la figlia
Sofia (Ginevra Francesconi). Pratica l’hockey su
ghiaccio, guida su terreni accidentati lungo una valle
lussureggiante. Momenti e luoghi pittoreschi che richiedono una
foto. È questo l’errore di Sofia, che scatta e pubblica di nascosto
la foto del padre su Instagram.
Questo scatena una catena di eventi
che Sofia non avrebbe mai potuto prevedere. Santo, che non è il suo
vero nome, è infatti un killer fuggito dall’Italia. La mafia
milanese lo sta ancora cercando e in particolare Don
Angelo (Remo Girone), il cui figlio
maggiore è stato ucciso proprio da Santo, probabilmente per una
faida. Da quel momento Don Angelo nutre ovviamente un fortissimo
sentimento di vendetta, che lo ha spinto a cercare il suo nemico in
lungo e in largo.
Alessandro Gassmann e Ginevra Francesconi in Il mio nome è
Vendetta
Don Angelo ha anche assunto un’ampia
squadra di tecnici per la ricerca sui social media, incaricati di
trovare Santo attraverso la scansione facciale. E quando Sofia
carica quella foto sfortunata su Instagram, segna il destino suo e
della sua famiglia. Gli uomini di Don Angelo irrompono rapidamente
nel cottage in collina di Santo e uccidono brutalmente Ingrid e suo
fratello. Sofia riesce fortunatamente a fuggire, mentre Santo,
fuori per lavoro, evita inavvertitamente lo scontro.
Quando però Santo torna a casa e
vede quanto accaduto, rimane naturalmente sconvolto e scioccato.
Allevia in parte il suo dolore il ritrovare Sofia, con cui fugge
rapidamente dal luogo, dalla polizia e dai suoi nemici. A quel
punto Santo è costretto a rivelare alla figlia il suo passato e
quando Santo si allontana temporaneamente per ottenere delle
risposte da un suo ex collaboratore, Sofia cerca di fuggire con
l’aiuto di un’amica.
Il risultato è che gli uomini di Don
Angelo li pedinano e li catturano. Santo arriva però al momento
giusto per salvare Sofia da morte certa. La sua amica, tuttavia,
viene uccisa. Santo e Sofia si recano a questo punto a Milano, dove
l’uomo, ferito, ha bisogno di assistenza medica. Sofia lo fa dunque
ricoverare in un losco ospedale cinese che è anche un luogo
illegale per abortire. Tuttavia, la foto di Sofia nei filmati del
traffico permette ancora una volta agli uomini di Don Angelo di
ritrovarli.
Santo e Sofia riescono di nuovo a
sfuggire ai killer, che raggiungono l’ospedale armati quando i due
se ne sono ormai già andati. Consapevole di non poter fuggire per
sempre, Santo insegna a Sofia alcune arti di autodifesa e decidono
di fare il passo successivo. Rapiscono l’altro figlio di Don Angelo
e lo usano per attirare la maggior parte dei mafiosi. Dove Santo,
uno alla volta, li elimina tutti. Ma Santo si rende subito conto
che lui e sua figlia non saranno al sicuro finché non porteranno
davvero a termine quella vicenda.
Remo Girone in Il mio nome è Vendetta
La spiegazione del finale di di
Il mio nome è Vendetta
Santo prepara dunque la figlia per
il passo successivo. Mentre la chiama, traccia anche il suo intero
piano. Sa che in questo mondo letteralmente spietato della mafia,
uccidere è l’unico modo per sopravvivere e non bisonga lasciare
nulla di intentato. Per questo decide di porre fine anche alla vita
di Don Angelo. Ma uccidere il potente boss potrebbe non essere
sufficiente. Il seme della vendetta verrebbe piantato di nuovo,
dando inizio ad una nuova spirale di odio e violenza.
La morte di Don Angelo per mano di
Santo farebbe infatti sì che qualcuno della famiglia di Don Angelo
cerchi di nuovo vendetta. Per garantire che ciò non accada di nuovo
e assicurarsi che la vita di Sofia non sia nuovamente minacciata,
Santo permette alla polizia di sparargli. In questo modo, si
suicida indirettamente. Perché, insieme a Don Angelo, ritiene
necessaria anche la sua morte per garantire che il testimone della
vendetta non venga passato.
Tuttavia, le cose non vanno
esattamente così. La polizia salva Sofia e il figlio minore rapito
di Don Angelo. Poiché Sofia non ha commesso alcun omicidio,
apparentemente se la cava con una punizione più lieve. Viene
iscritta in un istituto di correzione ed educazione. Proprio qui,
il figlio minore di Don Angelo le fa visita, apparentemente per
porre fine pacificamente all’ostilità tra loro. Ma la natura
squallida del figlio è già stata mostrata in precedenza. Il ragazzo
mostra infatti rapidamente il suo vero volto dopo essere uscito
dalla struttura di visita dell’istituto.
Alessandro Gassmann in Il mio nome è Vendetta
Ha rilevato l’impero del padre e
dimostra di essere altrettanto senza scrupoli nell’ordinare che
Sofia venga eliminata nella sua stanza nell’istituto di correzione.
La vendetta, dunque, non muore, va solo in letargo, in attesa dello
stimolo giusto. Sofia, dopo tutto questo, sembra averlo capito. Non
si fa dunque trovare impreparata e attua il suo piano senza
aspettare che la mafia la trovi. Fugge dal suo istituto nel cuore
della notte, in possesso di quella che si rivelerà essere l’arma
vincente per la sua vendetta: il biglietto da visita del figlio di
Don Angelo.
Il biglietto permette a Sofia di
entrare nell’ufficio dell’impero di Don Angelo. Qui aspetta che
arrivi il figlio. Una volta che entrambi sono nell’ufficio, lo
attira facendo leva sulla sua natura squallida e poi al momento
opportuno gli pianta un coltello nella parte inferiore della
mascella. Come le aveva detto il padre, si assicura anche che
l’ultimo volto che il suo nemico veda sia la sua, quella che si
vendica. Dopo tutto, Santo ha ragione. La vendetta è completa.
Il suo destino si compie e ora Sofia
porterà avanti il nome della famiglia forse con lo stesso stile. Ha
scelto di non prendere una strada diversa e ha imparato che le
leggi del gioco rimangono le stesse: uccidere o essere uccisi.
Sofia non sarebbe mai potuta sfuggire al caos e i passato di Santo
rimarrà per sempre con lei e con l’eredità del nome della sua
famiglia. Anche se non è il finale più tematicamente rassicurante,
di certo comunica l’eterno ereditarsi della vendetta e delle colpe
dei padri.
Constantine, film
del 2005 diretto da Francis
Lawrence, ha un finale complesso, con un colpo di
scena che merita un’analisi più approfondita
proprio mentre si torna a parlare di un sequel. Ma andiamo con
ordine. Questo adattamento dei fumetti DC Comics ha come
protagonista Keanu Reeves nei panni di John
Constantine, alias Hellblazer, un
detective e stregone dell’occulto che passa le sue giornate a
combattere demoni, spiriti e altri elementi soprannaturali in una
lotta costante tra Terra, Paradiso e Inferno. La trama, come il suo
materiale di partenza, coinvolge il mondo sotterraneo
soprannaturale.
Dopo che Isabel
Dodson (Rachel
Weisz) si toglie la vita, la sua sorella gemella,
Angela (sempre Weisz), cerca delle risposte e alla
fine arruola Constantine per aiutarla a trovarle. Alla fine viene
spiegato che Mammon, figlio di
Lucifero, vuole lasciare l’Inferno e stabilire un
regno sulla Terra. Può farlo solo attraverso una potente sensitiva
come Isabel. Per impedire a Mammon di usarla come tramite, la donna
si toglie quindi la vita. Nel cercare di svelare questo mistero con
l’aiuto di Constantine, però, Angela si rende conto di possedere
anche lei capacità psichiche, che Constantine aiuta a liberare.
Il problema è che questo attira
immediatamente Mammon verso Angela, con l’obiettivo di riprendere
proprio da dove si era interrotto il suo tentativo di venire sulla
Terra. Come per la maggior parte degli esseri soprannaturali, ci
sono però dei rituali necessari per assicurare l’arrivo di Mammon,
tra cui l’utilizzo di un’arma spirituale, la Lancia del
Destino. Dopo infine che Angela viene rapita e quasi
sopraffatta da Mammon con l’aiuto dell’Arcangelo
Gabriele (Tilda
Swinton), Constantine trova abilmente una via di
salvezza, che si rivela un’impresa non facile.
La Lancia del Destino è un potente
artefatto religioso
Nel Cristianesimo, la Lancia
del Destino, nota anche come Lancia Santa, è una vera e
propria reliquia religiosa. La Bibbia la descrive come la lancia
usata da un soldato romano per trafiggere Gesù mentre veniva
crocifisso, assicurandone la morte. La vera Lancia del Destino è
attualmente esposta nel Tesoro Imperiale del Palazzo
Hofburg di Vienna, in Austria. Durante la
Seconda Guerra Mondiale, i nazisti si impossessarono del manufatto.
Sebbene sia stato poi ufficialmente restituito, molti ritengono che
l’oggetto esposto sia una contraffazione.
In Constantine, la
“vera” Lancia del Destino viene dissotterrata da un uomo
(Jesse Ramirez) sotto una chiesa messicana
abbandonata, avvolta in una bandiera nazista. L’uomo cade in trance
e la porta a Los Angeles, dove Gabriele può svolgere la cerimonia
per portare Mammon sulla Terra. L’Arcangelo ha bisogno della Lancia
del destino perché è un oggetto divino (in quanto contiene il
sangue di Cristo), che può “uccidere” Angela e portare Mammon sulla
Terra attraverso il suo corpo. L’oggetto dunque è indispensabile
come pezzo del puzzle per completare la cerimonia.
Perché Gabriel stava cercando di
scatenare l’inferno sulla Terra
La trama riguardante Gabriele è
confusa, ma alla fine si riduce alla sua convinzione che l’umanità
trovi il suo “io più nobile” solo attraverso l’orrore e il dolore.
Scatenando l’inferno sulla Terra, l’Arcangelo crede che coloro che
sopravvivranno all’orribile esistenza che ne consegue avranno
dimostrato di essere degni dell’amore di Dio e, in definitiva, di
un posto in Paradiso. Le intenzioni di Gabriele sono in definitiva
la forza trainante della trama di Constantine,
dall’uso di Balthazar per trovare un ospite per far rinascere
Mammon alla scoperta e alla consegna della Lancia del Destino.
Gabriele è davvero al centro di tutto.
Per qualche motivo, Gabriele sta
vivendo un’esistenza potente sulla Terra ma la sua mente è
annebbiata quando si tratta della sua missione per Dio, sviluppando
un disprezzo generale per l’umanità che lo porta a pianificare di
scatenare l’inferno su di loro. La missione dell’Arcangelo non
nasce dalla compassione o dalla comprensione, ma piuttosto
dall’egocentrica illusione che gli esseri umani debbano soffrire di
più per raggiungere l’amore di Dio. Gabriele vuole quindi istituire
un’Apocalisse su tutta l’umanità per dimostrare che devono essere
più grati e riconoscenti per il dono della vita.
Dopo aver temporaneamente impedito a
Mammon di possedere completamente Angela, Gabriele appare
improvvisamente, uccidendo il partner di Constantine,
Chas (Shia
LaBeouf), prima di rivelarsi. Annuncia i suoi piani a
Constantine, poi lo getta via e si prepara a trafiggere la carne di
Angela con la Lancia del Destino per liberare definitivamente
Mammon. Constantine allora fa l’unica cosa che gli viene in mente
per fermare Gabriel: chiama Lucifero
(Peter Stormare). Tagliandosi i polsi con un vetro
in frantumi, Constantine si uccide per la seconda volta, evocando
Lucifero, che appare personalmente per riportarlo all’Inferno.
Essendosi già tolto la vita da
bambino, Constantine è condannato all’Inferno e per questo porta
avanti la sua missione di fermare la diffusione di demoni e spiriti
maligni, sperando di guadagnarsi un posto in Paradiso. Purtroppo,
l’esorcizzazione dei demoni di Lucifero ha sviluppato in
quest’ultimo un odio amaro per Constantine, con il Diavolo che dice
che verrà a reclamare l’anima dell’uomo quando sarà il suo momento.
In punto di morte, Costantine dice a Lucifero che Mammon è nella
stanza accanto con Gabriele e la Lancia del Destino. Lucifero,
furioso, rimanda allora Mammon all’Inferno e brucia le ali di
Gabriele. Torna poi da Constantine e gli chiede cosa vuole.
Constantine dice che vuole che
Isabel sia rilasciata in Paradiso, cosa che Lucifero concede
rapidamente prima di iniziare a trascinare Constantine all’Inferno.
Prima che possa andare molto lontano, Constantine viene però
improvvisamente tirato verso il Paradiso, respingendo Lucifero
mentre sale. Lucifero si rende conto di ciò che è successo: Il
sacrificio altruistico di Constantine per salvare Isabel
dall’Inferno gli ha fornito l’assoluzione per raggiungere il
Paradiso. Dannandosi una seconda volta, Constantine ha quindi
ingannato Lucifero ed è riuscito a redimersi. Tuttavia, Lucifero
non può permettere che un’anima come quella di Constantine sfugga
alla sua presa così facilmente.
Lucifero guarisce Costantine
Mentre Costantine ascende al cielo,
Lucifero fa dunque un’ultima mossa, che consiste nel curare il
corpo morente dell’uomo. Costantine, infatti, stava in ogni caso
morendo di cancro ai polmoni a causa di una vita di tabagismo
sfrenato, un dettaglio rivelato sin dall’inizio del film.
Raggiungendo il suo petto, Lucifero estrae tutto il cancro dai suoi
polmoni, riportandolo in vita e dandogli dunque una seconda
possibilità di dannarsi ancora una volta. Lucifero crede infatti
che Constantine sia destinato a sbagliare e che le sue scelte di
vita lo porteranno di nuovo tra le sue braccia (e all’Inferno).
Egli è dunque dannato a vivere ancora e, potenzialmente, a cedere
al peccato.
La spiegazione della scena
post-credits di Constantine
Dopo aver consegnato la Lancia del
Destino ad Angela e aver scambiato le sigarette con una gomma da
masticare, Constantine appare in una scena post-credits visitando
la tomba di Chas, ucciso da Gabriele. Si avvicina alla tomba e vi
appoggia il suo accendino, dicendo: “Sei stato bravo,
ragazzo”. Mentre si allontana, appaiono un paio di ali
d’angelo e Chas si rivela in forma di angelo prima di volare via
nel cielo. Questa trasformazione è assente nel fumetto e non è
chiaro perché diventi un angelo, né quale sia il suo nuovo
scopo, ma è sicuramente qualcosa che potrebbe essere esplorato nel
sequel.
Come il finale di
Constantine prepara un sequel
Il finale di Constantine apre dunque
una prospettiva interessante per il sequel, poiché John Constantine
si trova in uno stato in cui non è mai stato da quando era bambino:
la sua anima è salva. Questo non è quello che è successo nei
fumetti, perché la cura per il cancro è stata ottenuta grazie a un
accordo tra Constantine e diversi governanti dell’Inferno, che
dovevano rispettare gli accordi degli altri o sarebbe potuta
scoppiare una guerra civile. Ciò significa che Constantine non
poteva morire o l’Inferno sarebbe andato in pezzi. In questo caso,
invece, ha ingannato Lucifero e ha salvato la propria anima.
Questo significa che il sequel di
Constantine non avrebbe nulla a che fare con i fumetti, in nessun
senso reale. Con John che ha un certificato di buona salute e
nessun peccato che lo opprime, può andare avanti con la sua vita,
potenzialmente ritrovandosi a dover affrontare un’altra situazione
da cui non può uscire senza danneggiare ancora una volta la sua
anima. Lucifero vuole chiaramente riavere l’anima di John per
guadagnarsi il diritto di torturarlo per l’eternità, quindi è
probabile che questo scontro tra i due venga ripreso in un
potenziale sequel, di cui si parla ormai da tempo ma su cui ancora
non ci sono certezze.
La storia di questo film ruota
infatti intorno ad un ambiente, quello della safe house,
luoghi nascosti o privati dove si può trovare protezione da ogni
pericolo possibile. Naturalmente, quando l’anonimato di questi
luoghi viene meno hanno inizio una serie di problemi per chi vi si
trova dentro, costretto a scappare per rimanere vivo. È ciò che
accade anche ai due protagonisti di questo adrenalinico thriller,
affermatosi come un grandissimo sucesso di pubblico.
Il film affronta inoltre il tema
della fuga di notizie pericolose, una realtà quanto mai attuale e
sempre scottante, che spinge a riflettere sulle destabilizzazioni
che si scaturiscono da tali sottrazioni. In questo articolo,
approfondiamo alcune delle principali curiosità relative a
Safe House – Nessuno è al sicuro. Proseguendo qui
nella lettura sarà possibile ritrovare dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e al suo
sequel mancato. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Protagonista del film è il giovane
agente della CIA Matt Weston, il quale per
sua indole sperava di essere assegnato ad incarichi che
prevedessero azione o pericolose indagini sul campo. Egli, invece,
viene inviato a fare da custode ad una safe house nella
cittadina di Cape Town, in Sudafrica. Frustrato da tale posizione
lavorativa, Matt trova il suo unico svago nel tormentare in
continuazione il proprio capo, David Barlow,
cercando di convincerlo a fargli ottenere incarichi più importanti
e dinamici.
Ciò che Matt non sa, è che quello
che chiede e desidera sta per verificarsi proprio in quello
sperduto e silenzioso rifugio. Tobin Frost, un ex
agente della CIA, viene catturato e portato nella safe house
per essere interrogato sotto tortura dai suoi ex-compagni. In quel
mentre una squadra di mercenari li attacca e uccide quasi tutti gli
agenti. Tobin, portato via da Matt Weston, dovrà di malavoglia fare
coppia con lui per sfuggire ai mercenari.
Il cast del film e la tortura a cui
si è sottoposto Denzel Washington
Come anticipato, tra i protagonisti
del film si ritrova il due volte premio Oscar DenzelWashington. Egli ricopre qui il ruolo del
ricercato Tobin Frost, personaggio a cui l’attore si è interessato
sin dalla prima lettura della sceneggiatura. Washington decise di
sottoporsi anche ad alcune vere torture al fine di poter
comprendere meglio la situazione di Tobin. Egli è così stato
realmente sottoposto al waterboarding per alcuni
istanti.
Questa
consistente nell’immobilizzare un individuo in modo che i piedi si
trovino più in alto della testa e versargli acqua sulla faccia in
modo che, entrando dagli orifizi respiratori, stimoli il riflesso
faringeo che provoca l’effetto di annegamento. A seconda delle
tecniche di esecuzione, la tortura dell’acqua può non condurre a
danni fisici permanenti, anche se in ogni caso provoca dolore
estremo. Sono possibili diversi danni fisici che
psichici.
Accanto a lui, nei panni del giovane
agente Matt Weston vi è invece l’attore Ryan Reynolds,
oggi noto come protagonista dei film di Deadpool. Brendan Gleeson compare invece nel rolo di
David Barlow, superiore di Matt alla safe house. L’attrice Vera Farmiga,
oggi celebre per la saga di The Conjuring,
interpreta qui Catherine Linklater, colei incaricata
dell’interrogatorio a Frost. Sam Shepard è Harlan
Whitford, direttore della CIA. L’attore libanese Fares
Fares è invece presente nei panni del criminale
Vargas.
Il sequel di Safe House – Nessuno è al
sicuro
Una volta giunto in sala, il film –
senza dubbio sostenuto dall’appeal di Washington e del
co-protagonista Ryan Reynolds – è riuscito a raccogliere 202
milioni di dollari in tutto il mondo a fronte di un budget di
produzione di 85 milioni di dollari. Sebbene il finale del film non
lasci particolari porte aperte per un secondo capitolo, a seguito
del successo ottenuto è stato annunciato un sequel, con
David Guggenheim (già autore del primo film)
incaricato di scrivere il nuovo film. Da quel momento, tuttavia, di
questo progetto non si è più saputo nulla, portando infine a
ritenere che sia stato del tutto abbandonato.
In un’intervista rilasciata a Yahoo!
nel 2018, Washington è tornato a parlare del sequel di Safe
House – Nessuno è al sicuro: “Ne avevano parlato di
Safe House, di un prequel di Safe House, ma non so che fine abbia
fatto”. Le parole dell’attore sembrano dunque confermare
l’abbandono del progetto, pur offrendo il dettaglio in più secondo
cui il nuovo film sarebbe stato un prequel anziché un sequel, nel
quale dunque si sarebbe potuto probabilmente venire a conoscenza di
eventi precedenti a quelli alla base del film del 2012.
Il trailer di Safe House –
Nessuno è al sicuro e dove vedere il film in streaming e
in TV
È possibile fruire diSafe
House – Nessuno è al sicurograzie alla sua presenza su alcune delle più popolari
piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti
disponibile nei cataloghi diApple
iTunes e Prime Video.
Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento,
basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento
generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad
un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto
televisivo divenerdì 21
febbraioalle ore21:20sul canaleItalia
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