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Transformers: Il risveglio, il primo trailer è qui!

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Transformers: Il risveglio, il primo trailer è qui!

Ecco il primo trailer di Transformers: Il risveglio, il nuovo film del franchise di Transformers inaugurato nel 2008 da Michael Bay e ora pronto a una nuova sfida al box office. I Transformers tornato all’azione e alle spettacolari battaglie che hanno conquistato gli spettatori di tutto il mondo.

Transformers: Il risveglio ci porterà negli anni 90, in un epica avventura in giro per il mondo, dove ritroveremo gli Autobot e una nuova generazione di Transformer, i Maximal, che prenderanno parte all’eterna battaglia sulla terra tra Autobot e Decepticon. Diretto da Steven Caple Jr. e interpretato da Anthony Ramos e Dominique Fishback, il film arriverà nelle sale italiane a giugno 2023

Diretto da Steven Caple Jr. Transformers – Il risveglio (Transformers: Rise of the Beasts) si baserà su una sceneggiatura scritta da Joby Harold e Darnell Metayer & Josh Peters e Erich Hoeber & Jon Hoeber, e su una storia di Joby Harold. Il film è basato sempre sulle action figure Transformers di Hasbro. Il film è prodotto da Lorenzo di Bonaventura, Tom DeSanto e Don Murphy, Michael Bay, Mark Vahradian, Duncan Henderson. Con  Steven Spielberg, Brian Goldner, David Ellison, Dana Goldberg, Don Granger, Brian Oliver, Bradley J. Fischer, Valerii An che sono produttori esecutivi.

Protagonisti di Transformers – Il risveglio (Transformers: Rise of the Beasts) sono Anthony Ramos, Dominique Fishback, Tobe Nwigwe, Peter Cullen, Ron Perlman
Peter Dinklage, Michelle Yeoh, Liza Koshy, John DiMaggio, David Sobolov, Michaela Jae Rodriguez, Pete Davidson, Cristo Fernández. Il fim sarà distribuito in Italia da Eagle Pictures.

Gossip Girl: la seconda stagione uscirà il 2 dicembre su SKY e NOW

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Debutterà in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW domani 2 dicembre la seconda stagione di Gossip Girl. In contemporanea al debutto su HBO Max, torna l’iconico teen drama sulle scandalose vite dell’élite di Manhattan sviluppato dallo showrunner Joshua Safran, già sceneggiatore e produttore esecutivo dell’omonima serie originale. Anche i nuovi episodi sono basati dai romanzi bestseller di Cecily von Ziegesar e sullo show originale sviluppato da Josh Schwartz e Stephanie Savage. La prima stagione ha debuttato nel 2021 ed è per intero disponibile on demand su Sky e in streaming su NOW (come lo è anche la serie originale del 2007).

È il secondo semestre dell’ultimo anno e Gossip Girl è intenzionata a non dare tregua a nessuno controllando le vite scandalose e le bugie dei rampolli dell’élite di Manhattan. D’altronde bisogna dare al proprio pubblico ciò che il proprio pubblico vuole. Ora è dunque tempo per lei di tornare in azione e guardare al proprio impatto e come può renderlo più catastrofico di prima, anche se questo significherebbe mentire. Vecchi nemici, nuovi alleati, tutto in continuo divenire: potrà esserci una sola regina, ed entro la fine dell’anno scolastico tutti sapranno dove sono stati (dis)seppelliti i segreti…e chi li ha portati allo scoperto.

Il cast della seconda stagione di Gossip Girl include Jordan Alexander, Eli Brown, Thomas Doherty, Tavi Gevinson, Emily Alyn Lind, Evan Mock, Zion Moreno, Whitney Peak, Savannah Lee Smith e Grace Duah. Guest star Michelle Trachtenberg.

GOSSIP GIRL è prodotta da Fake Empire e Alloy Entertainment in associazione con Warner Bros. Television e CBS Studios. La serie è scritta, prodotta e sviluppata da Joshua Safran (Random Acts); produttori esecutivi sono anche Josh Schwartz e Stephanie Savage di Fake Empire e Leslie Morgenstein e Gina Girolamo di Alloy Entertainment. Lis Rowinski di Fake Empire è coproduttrice esecutiva.

Oswald il Coniglio Fortunato, nuovo corto animato targato Disney

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Oswald il Coniglio Fortunato, nuovo corto animato targato Disney

Oswald il Coniglio Fortunato torna negli Studios che portano il nome del suo creatore – i Walt Disney Animation Studios – con un nuovo cortometraggio animato, oltre 94 anni dopo l’ultimo cartoon Disney che lo ha visto protagonista. Creato dal team Disney Animation specializzato in disegni a mano libera, in occasione dell’inizio delle celebrazioni del 100° Anniversario di The Walt Disney Company previste per il 2023, il corto, a sua volta intitolato Oswald il Coniglio Fortunato, è diretto dal celebre animatore Eric Goldberg (Pippo – Divertirsi in sicurezza, Pocahontas, Fantasia 2000) e prodotto dal vincitore dell’Emmy Award Dorothy McKim (Larry & Wayne, Tutti in scena!, I Robinson – Una Famiglia Spaziale).

Il nuovo cortometraggio è disponibile da oggi, 1° dicembre, su tutti i profili social Disney. Afferma McKim: “Alla vigilia del 100° Anniversario Disney, è stato un immenso piacere creare il primo nuovo cortometraggio di Oswald del nostro studio dopo il 1928. Con il nostro team di disegnatori specializzati in disegni a mano libera, incluse le leggende Mark Henn, Randy Haycock ed Eric Goldberg, e con lo splendido team di disegnatori 2D, ci siamo divertiti moltissimo a disegnare nello stile dell’era di Oswald.”

“Oswald è un personaggio esilarante. Volevamo riportarlo in scena, e nel corto fa letteralmente ritorno alla sua vera casa, lo schermo cinematografico,” dichiara Eric Goldberg. “Volevamo che Oswald mantenesse i suoi stili d’animazione originali ‘squash-and-stretch’ e ‘rubber hose’, per rendere un vero e proprio tributo alla prima generazione di artisti di Walt Disney.”

Oswald il Coniglio Fortunato è considerato la prima star animata di Walt Disney ed è ampiamente ritenuto il primo personaggio nella storia dell’animazione con una propria personalità. Walt Disney presenta Oswald al pubblico nel 1927 con il corto Trolley Troublese, insieme al suo team, crea in totale 26 cortometraggi di cui ne è il protagonista. Gli ultimi corti targati Disney arrivano nell’estate del 1928, anno in cui Walt perde il controllo creativo sul suo adorato coniglio. Nel 2006, il CEO Disney Bob Iger stipulò un accordo senza precedenti con la NBC/Universal che consentiva al conduttore sportivo Al Michaels di firmare un contratto con NBC in cambio del ritorno a casa di Oswald. Da allora, Oswald è comparso in videogame e merchandise, un corto animato e nei parchi a tema Disney di tutto il mondo.

In occasione dell’uscita del corto, Disney lancia oggi anche uno speciale filtro su Snapchat a tema Oswald per permettere agli utenti di assumerne le sembianze grazie alla realtà aumentata.

Prime Video: nuovo trailer per l’attesissima terza stagione di Jack Ryan

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Jack Ryan è un ricercato internazionale che corre contro il tempo per sventare una catastrofe globale nell’ultimo trailer della terza stagione di Jack Ryan di Tom Clancy. La serie ha per protagonista John Krasinski e al suo fianco vede Wendell Pierce e Michael Kelly che tornano rispettivamente nel ruolo dell’Ufficiale della CIA James Greer e dell’ex Ufficiale della CIA Mike November. Si uniscono al cast per questa nuova stagione anche Nina Hoss nel ruolo della Presidentessa della Repubblica Ceca, Alena Kovac, e Betty Gabriel nei panni della Direttrice della sede di Roma della CIA, Elizabeth Wright.

Come già annunciato, tutti gli otto episodi della terza stagione saranno disponibili da mercoledì 21 dicembre in esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo.

Nella terza stagione della serie action-thriller, Jack Ryan sta lavorando come ufficiale della CIA a Roma, quando gli viene fatta una soffiata secondo la quale il Sokol Project – un piano segreto per riportare in auge l’Impero sovietico è stato riattivato a più di 50 anni da quando si pensava fosse stato definitivamente chiuso. Jack intraprende quindi una missione per averne conferma, ma le cose velocemente iniziano ad andare storte, e viene ingiustamente implicato in una cospirazione più grande. Accusato di tradimento, con un “Avviso Rosso” per il suo arresto, Jack è costretto a scappare dal suo stesso governo per poter smascherare la fazione ribelle prima che sia troppo tardi. Girando in lungo e in largo attraverso l’Europa, ricercato sia dai suoi vecchi alleati che da nuovi nemici, Jack corre contro il tempo per fermare una serie di conflitti destabilizzanti che porterebbe a una catastrofe globale.

Jack Ryan di Tom Clancy è co-prodotta da Amazon Studios, Paramount Television Studios e Skydance Television, ha come executive producer Andrew Form, Allyson Seeger, John Krasinski, Vaun Wilmott, Brad Fuller e Michael Bay. Inoltre, per la terza stagione si annoverano tra gli executive producer anche Tom Clancy, David Ellison di SkydanceTelevision, Dana Goldberg e Bill Bos, insieme a Mace Neufeld e Carlton Cuse.

Prime Video annuncia nuovi attori per la seconda stagione de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere

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Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere ha annunciato sette nuovi componenti del cast per la seconda stagione, attualmente in produzione nel Regno Unito. “Sin dalla sua uscita, Il Signore degli Anelli: Gli anelli del potere ha riunito il pubblico per vivere la magia e la meraviglia della maestosa Terra di Mezzo di J.R.R. Tolkien. Ad oggi, la prima stagione è la prima serie Original di Prime Video in ogni territorio ed è stata vista da oltre 100 milioni di persone in tutto il mondo, un vero successo globale che si rivolge alla natura universale di una narrazione potente. Diamo il benvenuto nella nostra ‘compagnia’ a questi meravigliosi attori e non vediamo l’ora di raccontare altre incredibili storie della Seconda Era nella seconda stagione”, ha detto Vernon Sanders, Head of Global Television, Amazon Studios.

I nuovi componenti del cast sono: Gabriel Akuwudike, Yasen ‘Zates’ Atour, Ben Daniels, Amelia Kenworthy, Nia Towle, e Nicholas Woodeson. Il ruolo del leader degli orchi “Adar” è stato riassegnato per la seconda stagione, e sarà interpretato da Sam Hazeldine.

  • Gabriel Akuwudike è un attore anglo-nigeriano che è apparso nell’acclamata serie Hanna (Prime Video). Altri crediti televisivi includono Ridley Road (BBC) e War of the Worlds (FX/Disney+). È apparso in film tra cui 1917 di Sam Mendes e Brexit della HBO diretto da Toby Haynes.
  • Nicholas Woodeson è un veterano interprete inglese di televisione, cinema e teatro. In televisione, i suoi crediti includono Silent Witness (BBC), Baptiste (BBC), The Honorable Woman (BBC), Poirot (ITV) e Rome (HBO / BBC). Può anche essere visto in film come The Hustle, Paddington 2, The Danish Girl, Skyfall e Conspiracy. I suoi spettacoli teatrali più recenti includono The Two Popes, “The Duke of Norfolk” in The Mirror and The Light, “The Mayor” in The Visit, “Pope Francis” in The Pope, “Mr. Kidd” in The Room e “Willy” in Death of a Salesman. Nicholas si è laureato alla Royal Academy of Dramatic Arts.
  • Yasen “Zates” Atour è noto soprattutto per il suo ruolo di “Coen” nella seconda stagione di The Witcher (Netflix). È stato anche una serie regolare in Young Wallander (Netflix), nel ruolo di “Reza Al-Rahman”. Ha diretto il film Good Intentions ed è stato produttore esecutivo e protagonista del film When the Screaming Starts.
  • Ben Daniels ha avuto ruoli ricorrenti in televisione, tra cui Jupiter’s Legacy (Netflix) come “Walter Sampson”, The Crown (Netflix) come “Lord Snowdon”, The Exorcist (Hulu) come “Father Marcus Keane”, House of Cards (Netflix) come “Adam Galloway” e Law & Order: UK (ITV) come “James Steel”. I crediti cinematografici includono ruoli in Benediction, Captive State, Rogue One: A Star Wars Story e The Exception. Ben è un pluripremiato attore teatrale che è apparso in numerose produzioni tra cui The Normal Heart (National Theatre – Olivier Award Nomination-Best Actor, Critics’ Circle Theatre Award – Best Actor), All My Sons (National Theatre – Olivier Award – Best attore non protagonista) e Les Liaisons Dangereuses (Broadway – Nomination ai Tony e ai Drama Desk – Miglior attore). Ben si è formato alla London Academy of Music and Dramatic Arts.
  • I crediti di Sam Hazeldine includono Peaky Blinders (BBC), Slow Horses (Apple TV+), The Huntsman: Winter’s War, Mechanic: Resurrection e The Last Duel di Ridley Scott. Attualmente appare in The Sandman (Netflix) e The Playlist (Netflix), e sarà presto visto nel prossimo sequel di Band of Brothers Masters of The Air (AppleTV+) al fianco di Austin Butler e Callum Turner, e al fianco di Jonah Hauer-King e Dar Zuzovsky nel film drammatico di Casanova, A Beautiful Imperfection.
  • Amelia Kenworthy si è laureata alla Royal Academy of Dramatic Arts. Durante la RADA, si è esibita in numerose produzioni teatrali tra cui Spring Awakening come “Anna”, A Midsummer Night’s Dream come “Puck”, Two Gentlemen of Verona come “Julia”, Pomona come “Ollie” e Against come “Shiela”. È apparsa anche in cortometraggi IRL e Messenger. Farà il suo debutto televisivo in Il Signore degli Anelli: Gli anelli del potere.
  • Nia Towle è stata recentemente vista nel film di Netflix Persuasione. Sul palco, Nia ha debuttato con The Ocean at the End of the Lane di Neil Gaiman sia al National Theatre che al Duke of York Theatre. Durante i suoi studi alla Guildhall School of Drama, da cui si è diplomata nel 2021, Nia ha interpretato ruoli da protagonista in spettacoli come Yerma, A Streetcar Named Desire e Medea.
  • Nicholas Woodeson è un veterano interprete inglese di televisione, cinema e teatro. In televisione, i suoi crediti includono Silent Witness (BBC), Baptiste (BBC), The Honorable Woman (BBC), Poirot (ITV) e Rome (HBO / BBC). Può anche essere visto in film come The Hustle, Paddington 2, The Danish Girl, Skyfall e Conspiracy. I suoi spettacoli teatrali più recenti includono The Two Popes, “The Duke of Norfolk” in The Mirror and The Light, “The Mayor” in The Visit, “Pope Francis” in The Pope, “Mr. Kidd” in The Room e “Willy” in Death of a Salesman. Nicholas si è laureato alla Royal Academy of Dramatic Arts.

Gli otto episodi della prima stagione de Il Signore degli Anelli: Gli anelli del potere sono disponibili in esclusiva su Prime Video in più di 240 Paesi e territori. Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere porta per la prima volta sugli schermi le eroiche leggende della mitica Seconda Era della storia della Terra di Mezzo. Questo dramma epico si svolge migliaia di anni prima degli eventi narrati in Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien, e porta gli spettatori in un’era lontana in cui furono forgiati grandi poteri, regni ascesero alla gloria e caddero in rovina, improbabili eroi furono messi alla prova, la speranza appesa al più esile dei fili, e il più grande cattivo mai uscito dalla penna di Tolkien minacciò di far sprofondare tutto il mondo nell’oscurità. Partendo da un momento di relativa pace, la serie segue un gruppo di personaggi, alcuni già noti, altri nuovi, mentre si apprestano a fronteggiare il temuto ritorno del male nella Terra di Mezzo. Dalle più oscure profondità delle Montagne Nebbiose, alle maestose foreste della capitale elfica di Lindon, all’isola mozzafiato del regno di Númenor, fino ai luoghi più estremi sulla mappa, questi regni e personaggi costruiranno un’eredità che sopravvivrà ben oltre il loro tempo.

La prima stagione de Gli Anelli del Potere ha ottenuto un successo senza precedenti, è stata vista da più di 100 milioni di persone in tutto il mondo, con più di 24 miliardi di minuti di streaming. L’attesissima serie ha conquistato più di 25 milioni di spettatori nel mondo nel suo primo giorno di uscita, divenendo il più grande debutto nella storia di Prime Video, e ha anche debuttato al n. 1 nelle classifiche di streaming generali di Nielsen nel suo weekend di uscita. Lo show ha inoltre battuto tutti i precedenti record di spettatori di Prime Video, e ha portato nuove iscrizioni a Prime più di qualsiasi altro contenuto precedentemente lanciato. Inoltre, Gli Anelli del Potere è la prima serie Original in ogni area del mondo – Nord America, Europa, area Asia-Pacifico, America Latina e nel resto del mondo. Il finale di stagione è stato un evento culturale globale con numerosi hashtag dedicati alla serie tra cui #TheRingsofPower e altri in trend su Twitter in 27 Paesi per un totale di oltre 426 ore nel weekend.

La seconda stagione della serie è prodotta dagli showrunner ed executive producers J.D. Payne & Patrick McKay. A loro si uniscono gli executive producer Lindsey Weber, Callum Greene, Justin Doble, Jason Cahill e Gennifer Hutchison, insieme alla co-executive producer Charlotte Brandstrom, i produttori Kate Hazell e Helen Shang e i co-produttori Andrew Lee, Matthew Penry-Davey e Clare Buxton.

Echo 3, recensione della serie creata da Mark Boal

Echo 3, recensione della serie creata da Mark Boal

Rifacimento americano della serie israeliana When Heroes Fly – a sua volta liberamente ispirata al romanzo omonimo scritto da Amir Gutfreund – Echo 3 possiede il suo primo e principale punto di forza nel creator e produttore esecutivo Mark Boal. Sceneggiatore e produttore per Kathryn Bigelow di due successi come The Hurt Locker e Zero Dark Thirty (ma non vogliamo dimenticare anche il suo coinvolgimento in altri due film di spessore come Nella valle di Elah di Paul Haggis e Triple Frontier di J.C. Chandor), Boal ha saputo trasferire nel nuovo show realizzato per Apple Tv+ la capacità impetuosa di fondere spettacolo di intenso realismo e un’attenzione precisa alle psicologie dei personaggi. Ma Echo 3 non è soltanto questo, c’è anche qualcosa in più che proveremo a raccontare e analizzare.

La trama di Echo 3

Partiamo però dalla trama principale, che vede la scienziata Amber Chesbrough (Jessica Ann Collins) venire rapita nella giungla tra Colombia e Venezuela dove si era recata per studiare alcune piante. Quello che il gruppo di ribelli però non sanno è che suo marito Prince (Michiel Huisman) e suo fratello Bambi (Luke Evans) sono due militari addestrati alle più pericolose missioni di salvataggio. Ecco allora che i due, fregandosene degli ordini e della diplomazia internazionale, si lanciano alla ricerca di Amber, disposti a tutto pur di riportarla indietro sana e salva. 

Fin dal primo capitolo di questa sorprendente avventura umana intitolata Echo 3 ci si rende conto di non essere di fronte al solito thriller d’azione: l’episodio iniziale infatti si prende il proprio tempo in una lunga sequenza iniziale – un matrimonio – in cui setta la psicologia dei personaggi, la forza delle loro relazioni, il tono malinconico che in qualche modo sarà fondamentale per compattare i capitoli successivi.

Immediatamente dopo arriva la prima sequenza d’azione della serie, a conferma che l’idea di narrazione e esposizione dei fatti alla base del progetto si allontana quanto più possibile dall’idea di spettacolarità gratuita: anche grazie all’aiuto della musica azzeccata e all’ambientazione nevosa, il combattimento risulta un mix di realismo e potenza espressiva decisamente riuscito. E su questo doppio binario continueranno a muoversi gli episodi successivi, in cui Boal e il suo show tentano di sperimentare una narrazione che segue la vita interiore dei tre protagonisti quasi più della storia principale.

Un mainstream molto personale

Per essere una produzione evidentemente mainstream nei mezzi e nel concetto di base, Echo 3 propone una sua via di racconto e messa in scena realmente personali, sorprendenti nell’essere in grado di connettere lo spettatore al senso di perdita e predestinazione che le vicende umane narrate posseggono. In particolare gli episodi diretti da Pablo Trapero posseggono una precisione e una stringatezza di visione impressionanti. 

Dopo i primi tre episodi che seguono il tentativo di salvataggio di Amber da parte dei due militari col supporto dell’esercito colombiano, quasi all’improvviso Echo 3 si concede una pausa narrativa molto interessante e inaspettata, producendo episodi che raccontano l’evoluzione (o involuzione) del singolo personaggio alle prese con i propri demoni, soprattutto interiori. Ed ecco allora che la serie diventa qualcosa di sorprendente, se possibile ancor più malinconico e disperato. Se Huisman e Evans tratteggiano i propri personaggi con precisione ma senza trovare il modo di andare realmente in profondità Jessica Anna Collins ci regala invece una Amber rabbiosa, passionale, lucida. L’attrice riesce con dovizia e trasposto a esplorare tutte le sfaccettature di una personalità complessa, un personaggio feminile molto ben scritto anche nell’esposizione della sua finitezza. È senza dubbio lei il cuore pulsante di Echo 3, show che conferma quanto Apple TV + stia facendo un ottimo lavoro a livello di selezione di storie da raccontare, svariando tra toni e generi con acutezza e senso di intrattenimento adulto.

The Woman King – Intervista a Gina Prince-Bythewood e Lashana Lynch

Arriva finalmente anche nelle sale italiane The Woman King, action storico diretto da Gina Prince-Bythewood (The Old Guard) che racconta la storia vera delle guerriere Agojie, un esercito composto da sole donne che nel 1820 circa difese dai nemici il regno di Dahomey, situato nell’Africa Occidentale. Progetto che è costato più di cinquanta milioni di dollari, The Woman King vede protagonista assoluta il premio Oscar Viola Davis (Barriere) nel ruolo di Nanisca, capo delle Agojie. Accanto a lei recitano anche John Boyega (Detroit), Thuso Mbedu (The Underground Railroad) e Lashana Lynch (No Time To Die). E proprio con quest’ultima le la stessa regista abbiamo parlato del film durante la presentazione avvenuta allo scorso Toronto Film Festival:

The Woman King è un dramma storico contenente molte scene d’azione, un qualcosa di diverso dai suoi precedenti film. Ha cambiato in qualche modo la sua idea di regia per questo?

Gina Prince-Bythewood: Sapevo di dovermi avvicinare al progetto in maniera diversa, volevo avesse una dimensione epica, il che significava muovere la macchina da presa di piú rispetto a quello che solitamente faccio. Per certi versi ho anche cambiato stile: mi piace ad esempio adoperare la macchina a mano per le scene d’azione, ma non l’ho usata troppo in questo caso perché volevo un approccio più classico, qualcosa nello stile di Braveheart o Il gladiatore. A prescindere dallo stile però, qualsiasi progetto che mi interessa deve cominciare con una buona storia e personaggi interessanti.

Cosa l’ha portata a interpretare il personaggio di Izogie in questo progetto?

Lashana Lynch: La prima volta che ho letto la sceneggiatura ero felicissima del fatto che qualcuno avrebbe realizzato il film, a prescindere se ne fossi stata parte o meno. Non è facile avere uno script che va in profondità nell’esplorare i personaggi e allo stesso l’ambizione di raccontare molte tematiche. Questo equilibrio è molto difficile da ottenere, soprattutto in una produzione di questa portata. Izogie è l’istruttore delle reclute, un ruolo che è stato per me molto importante a livello umano: ho apprezzato molto il modo in cui il personaggio sente la responsabilità di trasmettere alle generazioni più giovani la giusta dose di fierezza ma anche di femminilità. Io stessa ho sentito il peso di onorare al meglio i miei antenati interpretando questa donna.

La forza nel film sta nello spettacolo che offre quanto nella capacità di mostrare gli esseri umani dietro le guerriere. Come siete arrivate a ottenere questo risultato?

G.P-B: Con Viola Davis abbiamo condiviso prima di tutto la gioia di fare qualcosa mai tentato in precedenza, raccontare una storia rimasta sepolta nel passato, ignorata. Abbiamo reso protagoniste donne con cui il pubblico può connettersi, identificarsi. Volevamo essere sicure di mostrare la loro umanità, non soltanto il lato guerriero. Forza e vulnerabilità fanno parte di ogni essere umano, e noi l’abbiamo portato sul grande schermo. Si tratta di un film molto specifico a livello culturale ma con un’anima da blockbuster epico, adatto al grande pubblico. 

L.L.: È stato un progetto complesso da girare, con tante scene di notte oltre che hanno richiesto grosso impegno fisico. È stato bello avere una donna al comando, capace di prendersi cura non soltanto del tuo lato forte e professionale ma anche in qualche modo della tua vulnerabilità. Si è creato un enorme senso di appartenenza anche con il cast tecnico durante le riprese, remavamo tutti nella stessa direzione, verso l’obiettivo comunque di dare il massimo per questa storia e questi personaggi. Mostrare anche la nostra debolezza, non soltanto quelle dei personaggi, è stato fondamentale per connetterci veramente l’una con l’altra, ci ha permesso di conquistare il rispetto reciproco.

A proposito di sentimenti forti, quale è stata la scena più emozionante da realizzare in The Woman King?

G.P-B: Senza dubbio quella ambientata nella piscina dove Nanisca e Nawi si incontrano e confrontano. È stata molto impegnativa a livello emozionale per le due attrici, il livello di profondità che Viola e Thuso hanno saputo dare ai rispettivi personaggi è a dir poco ammirevole. Si sono fidate ciecamente l’una dell’altra. Ne abbiamo parlato molto, ci siamo preparate al meglio e poi invece l’abbiamo girata in fretta, con pochi ciak, per mantenere l’emozione il più vera e potente possibile. 

E cosa invece l’ha sorpresa quanto ha cominciato a fare ricerche per entrare nel personaggio di Izogie?

L.L.: Ho scoperto che a queste guerriere veniva insegnato a non mostrare il dolore fisico, qualcosa che in battaglia può veramente sconcertare il tuo avversario. Ho cercato di esemplificare questo concetto in una scena in cui Izogie si misura con un guerriero in una sfida a chi riesce a trattenere più a lungo il dolore di una lancia conficcata nella spalla. Un altro aspetto che non conoscevo e che ho voluto abbracciare nel film è stata l’importanza della danza in quella cultura: un modo per prepararsi alla battaglia ma anche per celebrare la vita. 

Che tipo di preparazione avete effettuato per realizzare le scene di battaglia?

L.L.: Il linguaggio del corpo di Izogie è dettato dal fatto che fa parte di un esercito, che si addestra con altri soldati, eppure possiede una propria storia ed è finita nelle guardie del re per motivi diversi dalle altre, proviene da un altro ambiente. Ognuna delle attrici insieme a Gina ha creato la backstory del proprio ruolo e l’ha adoperata per costruirlo a livello non solo psicologico ma anche fisico. Con lo stunt coordinator Daniel Hernandez abbiamo definito uno stile personale di combattimento. Ho parlato molto con Gina del fatto che volevo mostrare sia l’aspetto femminile che quello mascolino di Izogie, al fine di evitare lo stereotipo di come le donne di colore vengono mostrate quando si tratta di film d’azione. Ricordo di averle mandato una foto di Jackie Chan che tiene in equilibrio tazze di tè sulla testa, sulle spalle e sulle mani: volevo raggiungere quel livello di equilibrio, di stabilità ma anche di grazia.

G.P-B: Sono stata felicissima di tornare a collaborare con Daniel dopo The Old Guard. ha lavorato a film come John Wick e Avengers: Endgame, tanto per capirci. Quando abbiamo pensato a come organizzare le battaglie tutto partiva comunque dai personaggi e dalle loro storie. Ha creato un modo di combattere specifico per ognuno dei personaggi principali, rendendo credibile il fatto che fossero capaci di sconfiggere guerrieri maschi. Non abbiamo quasi usato controfigure, tutti gli attori hanno fatto la maggior parte delle proprie scene d’azione. Questo mi ha dato la possibilità di girare inquadrature più lunghe, il che ha aumentato il realismo degli scontri. 

È vero che ha sostenuto l’intero training insieme alle attrici? 

G.P-B: Faccio molto allenamento prima di ogni film perché come regista non puoi ammalarti, devi portare sul set la tua stamina, essere pronto fisicamente e mentalmente. Il training camp che il cast ha fatto è stato parte delle prove, ha costruito il carattere dei personaggi. L’ho sostenuto insieme a loro per sviluppare quella fiducia che mi piace avere con un interprete. Se non mi sento di essere accanto a loro quando gli chiedo di spezzarsi la schiena per un ruolo, non posso pretendere poi che si fidino di me. Ci tengo a mostrare che sono anch’io nella battaglia. 

Avete girato The Woman King nei luoghi in cui le vicende narrate avvennero?

G.P-B: Ci sarebbe piaciuto molto girare nell’attuale Benin, dove all’epoca si trovava l’impero Dahomey, ma non c’erano le infrastrutture adatte per permetterci di farlo. Almeno non per una produzione di queste dimensioni. Volevamo a tutti i costi realizzare The Woman King in Africa, in particolar modo nella parte occidentale, così abbiamo effettuato alcune riprese in Ghana. Dal Benin abbiamo fatto venire alcune donne per insegnare al cast le tradizioni tramandate di generazione in generazione e aiutare le attrici con l’accento. 

The Woman King con Viola Davis Solo al cinema

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The Woman King con Viola Davis Solo al cinema

The Woman King sarà solo al cinema da domani, giovedì 1 dicembre. Il film diretto da Gina Prince-Bythewood con il premio Oscar Viola Davis nel ruolo di Nasisca, generale dell’unità militare composta da sole donne incaricata di proteggere il regno del Dahomey, uno degli stati africani più potenti tra il XVIII e il XIX secolo. L’epica storia, ispirata a fatti realmente accaduti, delle potenti guerriere Agojie nel conflitto per difendere il regno dalle mire di conquista del vicino Impero Oyo. Nel cast oltre Viola Davis, Thuso Mbedu, Lashana Lynch, Sheila Atim, Hero Fiennes Tiffin e John Boyega. The Woman King è prodotto da Sony Pictures e distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia.

La trama del film

The Woman King è la straordinaria storia delle Agojie, un gruppo di guerriere tutte al femminile che nell’Ottocento proteggeva il Regno africano di Dahomey con un’abilità e una ferocia mai viste al mondo. Ispirato a fatti realmente accaduti, The Woman King segue l’epico ed emozionante viaggio del generale Nanisca (il premio Oscar Viola Davis) mentre addestra la nuova generazione di reclute e le prepara alla battaglia contro un nemico determinato a distruggere il loro stile di vita: per alcune cose vale la pena combattere.

Una Notte al Museo – La Vendetta di Kahmunrah, trailer del film d’animazione in arrivo su Disney+

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Disney+ ha diffuso il trailer del film originale Una Notte al Museo – La Vendetta di Kahmunrah. La nuova avventura animata basata sul popolare franchise cinematografico debutterà il 9 dicembre in esclusiva sulla piattaforma streaming.

Una Notte al Museo – La Vendetta di Kahmunrah vede nel cast dei doppiatori originali Joshua Bassett, Jamie Demetriou, Alice Isaaz, Gillian Jacobs, Joseph Kamal, Thomas Lennon, Zachary Levi, Akmal Saleh, Kieran Sequoia, Jack Whitehall, Bowen Yang e Steve Zahn. Il film è diretto da Matt Danner, gli sceneggiatori sono Ray DeLaurentis e Will Schifrin, il produttore è Shawn Levy, gli executive producer sono Emily Morris, Chris Columbus, Mark Radcliffe e Michael Barnathan mentre le musiche sono di John Paesano.

Il film originale racconta le disavventure che si verificano ogni notte al Museo Americano di Storia Naturale quando il sole tramonta. Il lavoro estivo di Nick Daley come guardiano notturno del museo è un impiego impegnativo per uno studente delle superiori, ma il ragazzo sta seguendo le orme del padre ed è determinato a non deluderlo. Fortunatamente, conosce l’antica tavoletta del museo che dà vita a tutto quando il sole tramonta ed è felice di rivedere al suo arrivo i suoi vecchi amici, tra cui Jedediah, Octavius e Sacagawea. Ma quando il sovrano Kahmunrah fugge con lo scopo di riaprire il mondo sotterraneo e liberare l’Esercito dei Morti, spetta a Nick fermare il folle imperatore e salvare il museo una volta per tutte

Disney Italia ha presentato il listino dei prossimi mesi

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Disney Italia ha presentato il listino dei prossimi mesi

In occasione della 45esima edizione delle Giornate Professionali di Cinema di Sorrento, Disney Italia ha presentato al pubblico le novità in arrivo nelle sale cinematografiche italiane nei prossimi mesi. A cominciare da Avatar: La Via dell’Acqua, l’attesissimo sequel del film di James Cameron vincitore di tre Academy Award® Avatar, che arriverà il 14 dicembre nelle sale italiane.

Per celebrare l’uscita del film in Italia, nelle scorse settimane l’acqua dei canali del centro di Venezia si è illuminata di blu, creando un riverbero sulle facciate di palazzi e sui ponti a ricordare la bioluminescenza tipica di Pandora. L’illuminazione è avvenuta con installazioni di luce diffuse in tutta la città, con oltre 500 punti luce che hanno coinvolto tre diversi sestieri: Cannaregio, Dorsoduro e Castello.

Avatar: La Via dell’Acqua | Video Venezia
Uno spettacolare video mapping ha inoltre celebrato il mondo sottomarino e i personaggi di Avatar: La Via dell’Acqua con alcuni estratti del film in Campo de l’Abazia, sulla facciata della Scuola Vecchia di Santa Maria della Misericordia, edificio gotico eretto nel 1310 che ha ospitato artisti come Tintoretto, oggi sede dei laboratori della Soprintendenza Speciale per il Patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico di Venezia. Il finale del video svela, con una ripresa aerea, che l’illuminazione dei canali forma una “A” di acqua blu nel centro della città, come quella del logo titolo del film.
Venezia è stata scelta in quanto la “Via dell’Acqua” italiana e per la grande vicinanza con i messaggi del film di sostenibilità ambientale e sensibilizzazione al rispetto della natura e dell’ambiente marino. Venezia è infatti candidata a capitale mondiale della sostenibilità. Il centro di Venezia è luogo simbolo del fragile equilibrio nella convivenza tra uomo e ambiente.

Avatar: La Via dell’Acqua | 14 DICEMBRE 2022
Arriverà il 14 dicembre nelle sale italiane Avatar: La Via dell’Acqua, l’attesissimo sequel del film di James Cameron vincitore di tre Academy Award®, Avatar. Ambientato più di dieci anni dopo gli eventi del primo film, Avatar: La Via dell’Acqua inizia a raccontare la storia della famiglia Sully (Jake, Neytiri e i loro figli), del pericolo che li segue, di dove sono disposti ad arrivare per tenersi al sicuro a vicenda, delle battaglie che combattono per rimanere in vita e delle tragedie che affrontano. Diretto da James Cameron e prodotto da Cameron e Jon Landau, la produzione Lightstorm Entertainment è interpretata da Sam Worthington, Zoe Saldana, Sigourney Weaver, Stephen Lang e Kate Winslet. La sceneggiatura è scritta da James Cameron & Rick Jaffa & Amanda Silver, e il soggetto è di James Cameron & Rick Jaffa & Amanda Silver & Josh Friedman & Shane Salerno. David Valdes e Richard Baneham sono i produttori esecutivi.

GLI SPIRITI DELL’ISOLA | 2 FEBBRAIO 2023
Searchlight Pictures presenta, in associazione con Film4 e TSG Entertainment, una produzione Blueprint Pictures, Gli Spiriti dell’Isola (The Banshees of Inisherin), un film di Martin McDonagh che arriverà nelle sale italiane il 2 febbraio 2023. Ambientato su un’isola al largo della costa occidentale dell’Irlanda, Gli Spiriti dell’Isola segue due amici di lunga data, Pádraic (Colin Farrell) e Colm (Brendan Gleeson), che si trovano in una situazione di stallo quando Colm mette inaspettatamente fine alla loro amicizia. Pádraic, scioccato da questa decisione, non si rassegna e tenta di ricucire il rapporto, aiutato dalla sorella Siobhán (Kerry Condon) e da un giovane e problematico abitante dell’isola, Dominic (Barry Keoghan). Ma i ripetuti sforzi di Pádraic non fanno altro che rafforzare la determinazione dell’ex amico e quando Colm lancia un ultimatum disperato, gli eventi precipitano rapidamente con conseguenze scioccanti.

TITANIC 25th ANNIVERSARY | 9 FEBBRAIO 2023
Titanic, il grande successo del 1997, diretto da James Cameron e con protagonisti Leonardo DiCaprio e Kate Winslet torna nelle sale italiane il 9 febbraio 2023 in occasione del 25° anniversario. Rose (Kate Winslet) è una giovane donna dell’alta società che si sente soffocata dal suo arrogante promesso sposo. Jack (Leonardo DiCaprio) è un artista dallo spirito libero che le apre gli occhi e le ruba il cuore. Quando la nave si scontra con un iceberg nelle fredde acque del Nord Atlantico, il viaggio dei due giovani amanti si trasforma in una corsa mozzafiato per la sopravvivenza.

ANT-MAN AND THE WASP: QUANTUMANIA | 15 FEBBRAIO 2023
L’epica avventura Marvel Studios Ant-Man and The Wasp: Quantumania, diretta da Peyton Reed e prodotta da Kevin Feige e Stephen Broussard, arriverà il 15 febbraio 2023 nelle sale italiane. I Super Eroi Scott Lang (Paul Rudd) e Hope Van Dyne (Evangeline Lilly) tornano per continuare le loro avventure come Ant-Man e Wasp. Insieme ai genitori di Hope, Hank Pym (Michael Douglas) e Janet Van Dyne (Michelle Pfeiffer), e alla figlia di Scott Cassie Lang (Kathryn Newton), la famiglia si ritrova a esplorare il Regno Quantico, a interagire con nuove strane creature e a intraprendere un’avventura che li spingerà oltre i limiti di ciò che pensavano fosse possibile.

EMPIRE OF LIGHT | 23 FEBBRAIO 2023
Scritto e diretto dal vincitore dell’Academy Award® Sam Mendes, Empire of Light arriverà il 23 febbraio 2023 nelle sale italiane. Ambientato nei primi anni Ottanta all’interno e nelle vicinanze di un vecchio cinema in una cittadina costiera dell’Inghilterra, il film segue Hilary (Olivia Colman), una donna che gestisce il cinema e deve fare i conti con la sua salute mentale, e Stephen (Micheal Ward), un nuovo dipendente che sogna di fuggire da questa cittadina provinciale in cui deve affrontare avversità quotidiane. Sia Hilary che Stephen trovano un senso di appartenenza attraverso la loro dolce e improbabile relazione, e sperimentano il potere curativo della musica, del cinema e della comunità. Empire of Light è interpretato da un cast stellare guidato da Olivia Colman, Micheal Ward, Tom Brooke, Tanya Moodie, Hannah Onslow e Crystal Clarke, con Toby Jones e Colin Firth.

NEXT GOAL WINS | 20 APRILE 2023
Diretto da Taika Waititi (Jojo Rabbit, Thor: Ragnarok), Next Goal Wins arriverà il 20 aprile 2023 nelle sale italiane. Il film segue le vicende della squadra di calcio delle Samoa Americane, che ha subito la peggiore sconfitta nella storia della Coppa del Mondo, perdendo contro l’Australia 31-0 nel 2001. Con l’avvicinarsi della Coppa del Mondo 2014, la squadra recluta un allenatore sfortunato e anticonformista (Michael Fassbender) per aiutarla a risollevarne le sorti.

GUARDIANI DELLA GALASSIA VOL. 3 | 3 MAGGIO 2023
Diretto da James GunnGuardiani della Galassia Vol. 3 arriverà il 3 maggio 2023 nelle sale italiane. Nel film Marvel Studios l’amato gruppo di emarginati sembra po’ diverso ultimamente. Peter Quill, ancora provato dalla perdita di Gamora, deve riunire intorno a sé la sua squadra per difendere l’universo, oltre a proteggere uno di loro. Una missione che, se non sarà portata a termine con successo, potrebbe portare alla fine dei Guardiani così come li conosciamo.

LA SIRENETTA | 24 MAGGIO 2023
La Sirenetta, la rivisitazione in chiave live-action del classico d’animazione diretta da Rob Marshall, arriverà il 24 maggio 2023 nelle sale italiane. La Sirenetta racconta l’amata storia di Ariel, una bellissima e vivace giovane sirena in cerca di avventura. Ariel, la figlia più giovane di Re Tritone e la più ribelle, desidera scoprire di più sul mondo al di là del mare e, mentre esplora la superficie, si innamora dell’affascinante principe Eric. Alle sirene è vietato interagire con gli umani, ma Ariel deve seguire il suo cuore e stringe un patto con la malvagia strega del mare, Ursula, che le offre la possibilità di sperimentare la vita sulla terraferma, mettendo però in pericolo la sua vita e la corona di suo padre.

La convention si è conclusa con alcune anticipazioni relative ai titoli in arrivo nella seconda metà del 2023: il quinto capitolo di Indiana Jones, diretto da James Mangold e interpretato da Harrison Ford; il lungometraggio Disney e Pixar Elemental; il film Marvel Studios The Marvels; e Haunted Mansion, ispirato alla classica attrazione del parco a tema.

Quinto capitolo di INDIANA JONES

ELEMENTAL

Avatar: La Via dell’Acqua, Venezia come Pandora – video

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Avatar: La Via dell’Acqua, Venezia come Pandora – video

In occasione della 45esima edizione delle Giornate Professionali di Cinema di Sorrento, Disney Italia ha presentato al pubblico le novità in arrivo nelle sale cinematografiche italiane nei prossimi mesi. A cominciare da Avatar: la via dell’acqua, l’attesissimo sequel del film di James Cameron vincitore di tre Academy Award® Avatar, che arriverà il 14 dicembre nelle sale italiane.

Per celebrare l’uscita del film in Italia, nelle scorse settimane l’acqua dei canali del centro di Venezia si è illuminata di blu, tra la meraviglia di passanti e turisti, creando un riverbero sulle facciate di palazzi e sui ponti a ricordare la bioluminescenza tipica di Pandora. L’illuminazione è avvenuta con installazioni di luce diffuse in tutta la città, con oltre 500 punti luce che hanno coinvolto tre diversi sestieri: Cannaregio, Dorsoduro e Castello.

Uno spettacolare video mapping ha inoltre celebrato il mondo sottomarino e i personaggi di Avatar: la via dell’acqua con alcuni estratti del film in Campo de l’Abazia, sulla facciata della Scuola Vecchia di Santa Maria della Misericordia, edificio gotico eretto nel 1310 che ha ospitato artisti come Tintoretto, oggi sede dei laboratori della Soprintendenza Speciale per il Patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico di Venezia.

Il finale del video svela, con una ripresa aerea, che l’illuminazione dei canali forma una suggestiva “A” di acqua blu nel centro della città, come quella del logo titolo del film. Venezia è stata scelta in quanto la “Via dell’Acqua” italiana per eccellenza e per la grande vicinanza con i messaggi del film di sostenibilità ambientale e sensibilizzazione al rispetto della natura e dell’ambiente marino. Venezia è infatti candidata a capitale mondiale della sostenibilità. Il centro di Venezia è luogo simbolo del fragile equilibrio nella convivenza tra uomo e ambiente.

The Patient: recensione della serie con Steve Carell e Domhnall Gleeson

La nuova serie targata FX che vede protagonisti assoluti Steve Carell e Domhnall Gleeson possiede un’idea di partenza di quelle che non possono che solleticare l’attenzione dello spettatore: uno psichiatra che ha in terapia da qualche me un paziente particolarmente recalcitrante ad aprirsi si sveglia prigioniero nel seminterrato di una casa di campagna: quello stesso paziente è in realtà un serial killer che lo ha rapito al fine di farsi aiutare a superare i suoi stessi istinti omicidi.

The Patient, la trama

The Patient si svolge praticamente dentro un solo ambiente, ovvero la stanza dove il dottor Alan Strauss è costretto dal suo aguzzino Sam Fortner. I creator dello show Joe Fields e Joseph Weisberg hanno scelto un format che propone episodi di venti minuti ciascuno in modo che la narrazione possieda un ritmo maggiormente serrato, e in questo modo la non venga eccessivamente a pesare teatralità della messa in scena. Diciamo subito che l’espediente funziona a corrente alternata lungo lo sviluppo dei vari episodi: dopo un pilot decisamente elettrizzante e molto ben orchestrato a livello di tensione le tre puntate successive soffrono di un evidente stagnamento narrativo, in cui la situazione non procede e i due “rivali” si trovano a confrontarsi senza alcun vero risultato che porti lo spettatore a conoscere meglio i personaggi. Si sviluppa invece in maniera piuttosto chiara lo status dell’assassino seriale, ovvero quello di un “tipo fisso” che serve principalmente come catalizzatore per lo sviluppo psicologico ed emotivo della figura di Strauss. Il che non sarebbe stato poi neppure eccessivamente deleterio per lo show se la psicologia di Fortner non fosse stata delineata con eccessiva approssimazione, tanto da non renderlo mai veramente interessante.

the patient - Steve Carell
Steve Carell in The patient (2022)Copyright 2022, FX Networks. All Rights Reserved.

La svolta del quinto episodio

La serie subisce però un improvviso e notevole scossone grazie al quinto episodio, dove il livello drammatico della storia esplode in tutta la sua potenza emotiva. Da quel momento The Patient diventa qualcos’altro, ovvero focalizza in maniera molto più precisa ed efficace il proprio cuore, e cioè la figura di Strauss. Anche se la backstory dello psichiatra era stata già sviluppata nel corso di ogni episodio grazie a dei flashback che delineano la vita interiore dell’uomo, il suo arco trova piena rappresentazione soltanto dopo l’evento traumatico di cui è testimone diretto, e questo permette alla narrazione di cominciare a rendere corposo un arco narrativo adesso veramente toccante.

Sotto questo punto di vista Steve Carell è sorprendentemente efficace nel restituirci tutta la passività quasi rassegnata di Strauss, un uomo piegato dal dolore che sembra quasi accettare con rassegnazione la propria condizione di ostaggio a cui è stato contro la sua volontà assegnato un compito proibitivo, il quale se non portato a termine gli costerà quasi sicuramente la vita. Come già accennato, dopo il quinto episodio in The Patient avviene un sottile ma fondamentale scivolamento dal thriller dentro il dramma psicologico, e questo innalza notevolmente il livello dello show.

The Patient serie tv recensione
Steve Carell in The patient (2022)Copyright 2022, FX Networks. All Rights Reserved.

Il punto di forza è la caratterizzazione del protagonista

La caratterizzazione del protagonista, il dolore che lavora sul suo inconscio facendolo diventare per certi versi una metafora precisa e ficcante, è certamente la cosa meglio sviluppata da The Patient, serie con alcuni evidenti limiti ma anche altrettanto precisi punti di forza. Se abbiamo già accennato all’efficacia dell’interpretazione sottile e dimessa di Steve Carell, allo stesso modo dobbiamo anche testimoniare la prova molto meno efficace di Domhnall Gleeson. L’effetto della piacevole sorpresa nel vederlo impiegato  in un ruolo oscuro come quello del serial killer viene episodio dopo episodio ad affievolirsi: l’attore non riesce a risollevare le sorti di un personaggio che rimane quasi immediatamente bloccato, che non subisce alcuna vera trasformazione e risulta conseguentemente incapace di attrarre sul serio l’attenzione del pubblico.

È senz’altro Sam Fortner l’anello debole di The Patient, soprattutto se si pensa ai molti modi in cui questa figura avrebbe potuto essere sviluppata con originalità. E invece la scelta di raccontare la “normalità” dell’assassino seriale con tanto di lavoro ordinario, madre protettiva e vita apparentemente monotona, non garantisce né profondità psicologica né tensione narrativa. Peccato davvero: The Patient suscita interesse, in alcuni momenti anche la giusta empatia, ma mai entusiasmo.

The Crown 5: recensione della serie Netflix

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The Crown 5: recensione della serie Netflix

Dal 2016, anno del suo esordio su Netflix, The Crown si misura con la Storia e con alcune delle icone più rappresentative del Ventesimo Secolo. Prima su tutte Elisabetta II, che forse in maniera imprecisa, è sempre stata considerata la protagonista della serie. La Lilibeth che si trova incoronata Regina a soli 25 anni e assume quel ruolo che non era destinato a lei alla nascita con contegno e assoluta fedeltà verso la Nazione e il simbolo, quella Corona, appunto, che rappresenta il vero cuore della premiata serie ideata e scritta da Peter Morgan.

Quale periodo racconta The Crown 5

Siamo negli anni ’90, un decennio funesto per la Monarchia Britannica, sotto gli occhi di tutti per via di “scandali a corte”. Elisabetta, completamente assorbita dal suo ruolo, deve cercare di gestire le intemperanze dei suoi figli, sistematicamente alle prese con matrimoni naufragati, la relazione con Margareth, che la vede sempre divisa a metà tra affettuosa sorella maggiore e sovrana irremovibile, un Filippo che sembra essersi reso conto di tutto ciò che ha perso scegliendo di diventare il principe consorte e soprattutto lei, Diana, quella ragazza triste che si rivelerà una vera spina nel fianco per la Corona, ma che forse Elisabetta in fondo, da madre e da donna, un po’ capisce.

The Crown 5 Imelda Staunton Jonathan Pryce
Imelda Staunton e Jonathan Pryce Foto di Keith Bernstein © Netflix

Come accaduto per le due stagioni precedenti, anche in The Crown 5 Peter Morgan sceglie di procedere per episodi, cambiando ancora una volta la struttura narrativa della serie e scegliendo di dedicare ogni episodio a un dramma e a un personaggio diverso. L’impressione è che mentre la serie cresce e procede negli anni che sceglie di raccontare, le sue trame narrative si ampliano, così come si espande anche il ventaglio di personaggi che si cimenta a raccontare. Siamo di fronte a un racconto corale vero e proprio, ormai, e adesso sempre di più, data l’importanza che assumono nel grande quadro gli attori “secondari”, come Carlo, Camilla e Diana, ad esempio.

La grandezza di The Crown risiede nella raffinatissima scrittura di Peter Morgan, che di conseguenza si riflette sulla messa in scena, sulla regia, sulle interpretazioni degli attori che si rivelano, anche a questo secondo cambio di guardia, all’altezza del compito a cui sono chiamati.

Il nuovo cambio di guardia del cast

Dopo lo straordinario lavoro di Claire Foy e Olivia Colman, Imelda Staunton alza ulteriormente la posta e mette in scena una regina ElisabettaII mai così composta e sobria, che fa un esercizio di asciugatura espressiva quasi totale e si conferma un’attrice sopraffina. Lo stesso discorso può valere per Jonathan Pryce, che nei panni del Principe Filippo racconta un personaggio che il tempo ha reso più saggio ma anche più acuto, che a differenza della Regina, sempre devota e irremovibile, comincia a fare un bilancio di quanto costruito negli anni vissuti da principe consorte.

The Crown 5 Elizabeth Debicki
Foto di Keith Bernstein © Netflix

Dopo Vanessa Kirby e Helena Bonham Carter era davvero difficile trovare una Principessa Margaret all’altezza, eppure Leslie Manville mette in scena un personaggio sfaccettato, che si trova a fare un bilancio della sua vita e a guardare in faccia le proprie paure. L’episodio che la vede protagonista, insieme a un tenero e incantevole Timothy Dalton potrebbe essere un unico piccolo film di una storia d’amore a suo modo tragica ma dolcissima.

Si può dire che le stagioni di The Crown si succedano in base al ritmo dei primi Ministri Britannici, e così dopo una inarrivabile Gillian Anderson/Margaret Thatcher, Johnny Lee Miller è chiamato a interpretare John Major. Un ruolo tanto più complicato quanto meno strutturato è stato il politico che, forse più di tutti, è riuscito a lavorare in sintonia con la Corona. E Miller non sbaglia un colpo, né un silenzio né uno sguardo.

The Crown
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Aspettavamo tutti al varco Dominic West e Elizabeth Debicki. Il racconto mediatico della relazione tra Carlo e Diana è stato uno degli argomenti più caldi degli anni ’90 per la “cultura popolare” e quindi è naturale che i due interpreti del principe di Galles e della sua consorte fossero messi al centro dell’attenzione, soprattutto per il grande lavoro svolto da Josh O’Connor e da Emma Corrin nelle stagioni precedenti. Se Debicki è assolutamente impressionante nella sua interpretazione, con una capacità mimetica totale, West opta per il contrasto. Tanto l’una è somigliante ed effettivamente avvilita, triste ma anche decisa a combattere come lo è stata Diana, quanto l’altro sembra estremamente più affascinante e capace di quanto la narrazione pubblica abbia mai reso per il Principe Carlo. E in effetti non si fa fatica a credere a un uomo intelligente e pieno di iniziativa, martoriato da un sistema che lo ha costretto in un matrimonio che non voleva, quando tutto l’amore che desiderava risiedeva già in un’altra donna alla quale lui era fedele.

Una prospettiva interna

E così The Crown 5, affrontando (in uno degli episodi meglio scritti) il divorzio della coppia reale, offre anche una prospettiva interna sulla ragioni di Carlo, che da sempre è stato considerato uno degli aguzzini di Diana. Si porta così a compimento un discorso che culminerà nella sesta stagione, ma che era stato seminato con cura nella stagione precedente. Carlo, tanto quanto Diana, è stato vittima del sistema in cui è nato. Ma naturalmente si è meno clementi verso chi è riuscito, poi, a raggiungere la felicità e non ha fatto in tempo a diventare un eroe tragico.

The Crown 5 cambia nuovamente la struttura del racconto e degli episodi. Ogni puntata disegna una circolo che sembra riportarci al punto di partenza ma che in realtà percorre un percorso preciso e ampio e che fa procedere gli eventi in maniera inesorabile. La stagione stessa comincia e finisce “su una nave”, in un mondo a parte che vorrebbe isolare i protagonisti e allontanarli dalle loro difficoltà ma che poi, puntualmente, li lascia in porto, sulla terra ferma a fare i conti con se stessi e con quella Corona a cui tutti devono, alla fine, dar conto.

Il segreto è nella scrittura di Peter Morgan

Peter Morgan cerca di rintracciare l’umanità e il dramma dentro a una facciata di perfezione e impenetrabilità. Forse per questo, nonostante Debicki sia il personaggio più somigliante al referente reale, è anche quello meno interessante. Diana si è raccontata intimamente al mondo, quindi sappiamo anche troppo bene cosa aspettarci dal suo personaggio. Per Elisabetta, Carlo, Filippo e tutti gli altri, ci troviamo quasi di fronte a un foglio bianco, che sceneggiatore e interpreti devono riempire. E questo processo è affascinante.

Quello che resta di The Crown 5 è un senso di tragedia incombente, che viene fatto passare allo spettatore con tantissimi piccoli stratagemmi e dettagli nascosti in piena vista. Lo stesso racconto dell’ascesa di Moneim Fayed e di suo figlio Dodi è, forse involontariamente, un presagio nefasto. Ma anche in questo caso, un presagio messo in scena con stile infinito.

The Crown 5 si conferma un prodotto di grande classe, che nasconde nella scrittura il segreto della sua forza, una scrittura portata hai massimi livelli di equilibrio ed efficacia da un Peter Morgan in stato di grazia, che mai aveva fatto così bene anche nel corso della stessa serie.

Il Grande Gioco: recensione della serie con Francesco Montanari e Giancarlo Giannini

A 14 anni da Romanzo Criminale, Francesco Montanari torna sul piccolo schermo per Sky con Il Grande Gioco. Un drama che ricorda le grandi serie internazionali come Succession che nasce da un’idea di Alessandro Roja. Con la produzione di Luca Barbareschi e la regia di Fabio Resinaro e Nico Marzano, la nuova serie Sky Original arriverà il 18 novembre con un doppio appuntamento settimanale. Ogni venerdì sera per quattro settimane consecutive – e un totale di otto episodi – Il Grande Gioco ci porta dietro le quinte del calciomercato italiano. Gli episodi saranno disponibili su NOW con una novità che interessa soprattutto i non abbonati a Sky o NOW: il primo episodio sarà pubblicato anche sul canale YouTube di Sky.

Il Grande Gioco, la trama

Screditato da false accuse, Corso Manni (Francesco Montanari) è passato dall’essere il golden boy dei procuratori della ISG, la più grande società di procuratori in Italia, ad essere emarginato dal mondo calcistico. Con l’aiuto del giovane procuratore Marco Assari (Lorenzo Aloi), Corso ricostruisce la sua carriera contendendosi la procura del campione Quintana (Jesús Mosquera Bernal e del promettente Antonio Lagioia (Giovanni Crozza Signoris) con Dino (Giancarlo Giannini) ed Elena De Gregorio (Elena Radonicich), rispettivamente CEO della ISG e sua ex moglie. Un inaspettato gioco di alleanze e tradimenti prende forma con l’ingresso di Sasha Kirillov (Vladimir Aleksić), un navigato procuratore della russa Plustar, determinato a conquistare non solo il mercato calcistico italiano, ma anche dei preziosissimi terreni intestati alla ISG.

Nella location di un rinnovato Teatro Eliseo è avvenuta la prima stampa de Il Grande Gioco. Una storia davvero ampia in cui è complicato stabilire chi è la vera vittima e chi il carnefice. L’intrigo che ti porta dentro il “grande gioco” è intessuto di bugie, stratagemmi e anche un po’ di fortuna. I nostri protagonisti giocano con la fortuna e si sfidano tra loro credendosi dei veri e propri dei. Dall’altro dei loro grattaceli guardano il mondo sottostante, le loro pedine, con sufficienza. Questo movimento verticale viene rappresentato molto bene dalle cineprese dei due registi che rappresentano una Milano sempre più sviluppata che si erige anche a “capitale” del calciomercato.

Il Grande Gioco recensione serie tv
Credit Foto: Federica Di Benedetto

Oltre alla intricata trama familiare che avvolge la vicenda della famiglia De Gregorio, la storia racconta i retroscena del calciomercato italiano. La serie riprende la frenesia  all’interno dell’Hotel Sheraton di Milano che accoglie i più importanti gruppi di procuratori a livello mondiale. Il nostro Corso Manni è proprio un ex procuratore la cui vita è stata messa in subbuglio per un evento legato al calcio scommesse.

Volti e Maschere

Nonostante le vicende che legano i protagonisti siano inerenti al mondo del calcio, in realtà è solo lo sfondo di questo intricato dramma. Ricorda un po’ Succession: il padre despota della famiglia De Gregorio, interpretato da Giannini, nonostante una incombente malattia non vuole lasciare il posto ai figli. Il figlio maschio di Dino De Gregorio, Federico, è un grande amico di Corso e anche la vittima sacrificale di questo Grande Gioco. Federico è il figlio minore di Dino è poco interessato al ruolo di CEO ma porta avanti il suo sogno di aprire un’Academy per giovani talenti. Il peso dei sotterfugi del padre porterà purtroppo Federico ad autodistruggersi, allontanato dalle persone a lui più care proprio mentre lanciava silenziosamente un grido disperato di aiuto.

Se Federico è lontano alle dinamiche della ISG, Elena De Gregorio, figlia maggiore di Dino sembra puntare in alto. Il ruolo della Radonicich, in questi primi due episodi, è conflittuale. Una Lady Macbeth che cerca di ritagliarsi il suo spazio in un ambiente prettamente maschile. Possiamo vederne il volto dalle mille sfaccettature come se indossasse per ogni circostanza una maschera diversa. La sua interpretazione è anche lo specchio di quello che sta avvenendo attualmente nel panorama calcistico italiano con i primi procuratori donna. In realtà, nonostante il tema e un cast composto dal 99% di uomini, il personaggio di Elena Radonicich è quello più intricato.

Il Grande Gioco Francesco Montanari
Credit Foto: Federica Di Benedetto

Corso Manni, invece, con la maschera da procuratore ha imparato a convivere e lo spiega al suo nuovo protetto, interpretato da Lorenzo Aloi. Marco Assai è un promettete procuratore ma è ancora un novellino del mestiere, ancora troppo buono, troppo acerbo. Corso gli sarà mentore e amico, indiziandolo alle fasi più brutali di questo mestiere. Sul finale del secondo episodio, Marco capisce che non bisogna solo avere una conoscenza accademica del calcio ma per scovare e far accettare i contratti alle future promesse del calcio bisogna essere sregolati.

Chi tiene le redini del grande gioco?

Nei primi due episodi presentati alla stampa si dà solo un accenno a quello che sarà Il Grando Gioco. Se il titolo può far pensare al grande gioco del calcio è qui che la serie vuole trarci in inganno. Come abbiamo sottolineato anche il calcio – con i suoi bravissimi protagonisti come Jesús Mosquera Bernal e Giovanni Crozza Signoris – è una pedina in mano ai procuratori. La trama così intricata eppure così forte e ben argomentata ci porta a domandarci: chi tiene le redini del grande gioco? Veniamo a conoscenza di varie parti del passato di Corso e scopriamo che è stato tradito dall’interno della ISG. Ci sono vari indiziati che possono aver lasciato il procuratore Manni appeso al filo.

Uno di questi è il padre di Corso che è sicuramente invischiato nella vicenda. Ma non è il mandante, non è lui che muove i fili. La serie, che fino a questo momento si era presentata allo spettatore come un family drama, cambia faccia e accoglie il mistero, quasi thriller. Tra i nomi papabili che possono aver screditato Corso c’è Elena De Gregorio – sua ex moglie – che è il personaggio a cui è affidata tutta l’enigmaticità della serie. Elena agisce per uno scopo ben preciso e questo allo spettatore non è dato saperlo. Ha un tacito accordo con sé stessa e muove i fili dall’interno senza che nessuno sappia mai bene quale sarà la sua prossima mossa. Anche Francesco De Gregorio potrebbe aver tradito il suo amico Corso e questo spiegherebbe il suo messaggio lasciato in segreteria dove per la prima volta ammette le sue colpe e chiede scusa.

Un altro personaggio che avrà un ruolo chiave nelle strategie future è il procuratore russo Sasha Kirillov, interpretato da Vladimir Aleksic. Nonostante abbia mostrato una certa abilità nel destreggiarsi in un ambiente – quello del calcio italiano – lontano da lui, Kirillov è senza scrupoli. Un punto ancora poco approfondito nei primi due episodi ed in parte solo accennato è il suo interessamento ai preziosi terreni destinati all’Academy per soddisfare delle richieste di altri soci della sua Plustar. L’Academy era un progetto fortemente voluto da Federico De Gregorio con l’aiuto di Corso Manni che in seguito alla vicenda del calcioscommesse ha subito una battuta d’arresto.

La serie porterà uno sguardo inedito sul mondo del calcio nazionale e internazionale ma mette in luce la forza e la debolezza degli esseri umani. In un mondo così spietato e che corre veloce come quello del calciomercato non si può vacillare. E i nostri protagonisti sono così forti e risoluti sulle loro convinzioni che sarà davvero una lotta spietata per venire a capo di questo intrigo. Per fortuna abbiamo ancora quattro settimane e otto episodi per scoprire chi tiene le redini de Il Grande Gioco.

Il grande gioco, anticipazioni dall’episodio 5 e 6

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Il grande gioco, anticipazioni dall’episodio 5 e 6

Pressing alto, improvviso contropiede, palla filtrante, cross in area… Non è una partita di calcio, ma Il Grande Gioco del calciomercato, dove tutto è orchestrato per fare gol, che nel caso dei procuratori significa assicurarsi una procura…o far sfumare quella di qualcun altro. Nuovo appuntamento, in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW, con Il Grande Gioco, la serie Sky Original prodotta da Sky Studios e Èliseo entertainment: quinto e sesto episodio domani, venerdì 2 dicembre, in prima serata su Sky Atlantic. I nuovi episodi saranno ovviamente disponibili anche on demand.

Francesco Montanari (Il cacciatore, I Medici – Nel nome della famiglia) interpreta Corso Manni, procuratore caduto in disgrazia per un presunto legame con il mondo delle scommesse clandestine. Con lui Elena Radonicich (1992, La porta rossa, Fabrizio De André – Principe libero) nei panni di Elena De Gregorio, ex moglie di Manni e procuratrice a sua volta, e il vincitore del David di Donatello nonché candidato all’Oscar Giancarlo Giannini (Casino Royale, Il cuore altrove, Pasqualino Settebellezze), che nella serie interpreta Dino De Gregorio, il padre di Elena, fondatore e CEO dell’agenzia di calciatori più potente in Italia contro cui Corso medita vendetta.

Nel cast anche Lorenzo Cervasio (Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto, Il Capitale Umano) nei panni di Federico De Gregorio, fratello minore di Elena, Jesus Mosquera Bernal (Toy Boy), che qui interpreta il campione Carlos Quintana, Lorenzo Aloi (Lasciarsi un giorno a Roma, Fedeltà, La compagnia del Cigno 2) nei panni di Marco Assari, giovane e talentuosissimo procuratore, Giovanni Crozza Signoris (Il Traditore, Zero), che presterà il suo volto alla giovane promessa del calcio Antonio Lagioia, e Vladimir Aleksic nei panni di Sasha Kirillov, procuratore russo senza scrupoli.

Nel quinto e sesto episodio Corso ha un’esperienza catartica nella villa dove lui ed Elena abitavano quando stavano insieme. Lagioia fa scintille al Milan ma Assari, senza la supervisione di Corso, mina la relazione con il calciatore. Valeria si licenzia da assistente di Elena. È guerra aperta tra Elena e Dino, il quale trova proprio in Corso un prezioso alleato, il tutto mentre Kirillov cerca di impossessarsi dei preziosi terreni intestati alla ISG. Dino e Corso sfruttano il disaccordo tra Elena e Kirillov circa la squadra in cui mandare Quintana, facendo sfumare l’arrivo del giocatore al Milan e assicurando il futuro di Lagioia nella squadra. Assari convince Valeria ad unirsi a lui e Corso, mentre Elena riesce a sottrarre a Corso la procura di Lagioia e scopre il reale valore dei terreni dell’ISG e le vere intenzioni di Kirillov.

IL GRANDE GIOCO è creata da Tommaso Capolicchio, Giacomo Durzi, Filippo Kalomenidis, Marcello Olivieri. Da un’idea di Alessandro Roja, con la collaborazione di Riccardo Grandi. Regia di Fabio Resinaro & Nico Marzano.

Sky annuncia la serie Non ci resta che il crimine – 1970

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Sky annuncia la serie Non ci resta che il crimine – 1970

Sky annuncia una nuova serie originale dalla fortunata trilogia di Massimiliano Bruno: prodotta da Sky Studios e da Federica e Paola Lucisano per Italian International Film, Non ci resta che il crimine – 1970 sarà il sequel in 6 episodi dell’amatissima saga sui viaggi nel tempo iniziata con Non Ci Resta Che Il Crimine e proseguita con Ritorno Al Crimine e C’era Una Volta Il Crimine. Le riprese sono in corso a Roma e si protrarranno fino a fine anno. La serie Sky Original sarà disponibile in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW nel 2023.

Dal set romano arriva la prima, ironica clip di backstage, con i protagonisti della trilogia cinematografica Marco Giallini (Perfetti sconosciuti, Tutta colpa di Freud, Rocco Schiavone), Gian Marco Tognazzi (A Casa Tutti Bene, Poveri ma ricchi, Speravo de morì prima), Giampaolo Morelli (7 ore per farti innamorare, L’ispettore Coliandro, la saga Smetto quando voglio) e Massimiliano Bruno – che torna dietro la macchina da presa stavolta affiancato da Alessio Maria Federici – di nuovo sul set per le riprese della serie TV. A loro si aggiunge, fra gli altri, Maurizio Lastrico (Call My Agent – Italia, Io sono Mia, America Latina) in un ruolo del tutto nuovo. Non ci resta che il crimine – 1970 è scritta da Massimiliano Bruno, Andrea Bassi, Gianluca Bernardini, Herbert Simone Paragnani.

Dopo il viaggio indietro nel tempo fino agli anni ‘80, in cui a Roma prosperava la Banda della Magliana, e poi quello nell’Italia fascista degli anni ‘40, la serie trasporterà la sua sgangherata banda di protagonisti negli anni ’70, fra gli ambienti della sinistra giovanile e quelli della destra eversiva del golpe Borghese.

La trama di Non ci resta che il crimine – 1970

Moreno (Marco Giallini), Giuseppe (Gianmarco Tognazzi) e Claudio (Giampaolo Morelli) si trovano di nuovo riuniti, stavolta per un’avventura nel 1970. Dopo aver scoperto di essere stato adottato, Giuseppe decide di cercare la sua vera madre, incurante degli avvertimenti del loro amico e scienziato Gianfranco (Massimiliano Bruno): se si cambia il passato cambia anche il presente. Giuseppe riesce a incontrare la madre a un happening a casa di Duccio Casati (Maurizio Lastrico), un ricco borghese dalle idee progressiste che ha preso a cuore la causa dei ragazzi del movimento studentesco. Ma l’emozione che travolge Giuseppe nel ritrovare Linda gli fa commettere un grave errore. Salvandola da un attentato, finisce per modificare il passato, e quindi anche il presente: ora l’Italia di oggi è diventata una dittatura fascista, e bisognerà tornare di nuovo indietro per rimettere le cose a posto… a costo di infiltrarsi tra le maglie del Golpe Borghese!

Nils Hartmann, Executive Vice President Sky Studios per l’Italia e la Germania, ha dichiarato: «Il successo di “Non ci resta che il crimine” è frutto di un’idea riuscitissima, che ha confermato il grande talento di Massimiliano Bruno e degli straordinari interpreti che hanno reso da subito iconici i loro personaggi. Siamo orgogliosi di annunciare oggi che questa storia continua, e lo fa con un nuovo progetto Sky Studios, che vede il ritorno di tutti i protagonisti dei film cui si aggiungono diversi interessanti innesti davanti e dietro la macchina da presa, nonché in sceneggiatura. Sei episodi che siamo felici di realizzare con IIF, per un titolo che farà brillare ancora di più la nostra ormai solida line-up di produzioni di genere comedy».

Antonella d’Errico, Executive Vice President Programming Sky Italia, ha dichiarato: «Le commedie sono da sempre fra i contenuti più amati sulla nostra piattaforma, tra i generi di maggior successo fra i nostri abbonati. La trilogia cinematografica prodotta da Italian International Film del Gruppo Lucisano è una IP che dopo gli ottimi risultati al box office è stata, non a caso, in grado di conquistare una larghissima fetta del nostro pubblico, divertito dall’irresistibile chimica fra i protagonisti della saga e intrigato dall’escamotage dei viaggi nel tempo, che storicamente tanta fortuna hanno avuto al cinema e in tv. Con “Non ci resta che il crimine – 1970” offriamo quindi, in formato seriale, una nuova commedia italiana che costruiamo sulle spalle di una storia già tanto apprezzata. Siamo felici di ritagliare a questa produzione un posto speciale nel roster delle nostre serie originali».

Paola Lucisano, Consigliere delegato e Head of TV Production, Italian International Film (Gruppo Lucisano), ha dichiarato: «Avevamo colto subito le potenzialità dell’idea: il viaggio nel tempo ha sempre affascinato autori e spettatori. Stavolta i viaggiatori – interpretati da beniamini del pubblico – sono un po’ inconsapevoli, un po’ malandrini e furbetti, una miscela fantastica che ci ha dato, nei tre film, molte soddisfazioni. Possiamo dire che abbiamo un attaccamento, un affetto, per questa trilogia, frutto di creatività, fantasia e mestiere, popolata da attori bravi e amati dal pubblico e diretta con passione da Massimiliano Bruno a cui si affianca nella regia di questa nuova avventura tv Alessio Maria Federici. Non ci resta dunque che… attendere la serie su Sky».

Pirati dei Caraibi, Keira Knightley pensava che il primo film sarebbe stato un fiasco

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La star di Pirati dei Caraibi: La maledizione della prima luna, Keira Knightley, credeva che il film sarebbe stato un flop. Basato sulla giostra di Walt Disney World, il primo film Pirati dei Caraibi è uscito nel 2003 e racconta la storia del Capitano Jack Sparrow (Johnny Depp) che tenta di recuperare la sua nave, la Perla Nera, da un gruppo di pirati nemici. Elizabeth Swann di Keira Knightley viene coinvolta nella storia quando questi stessi pirati la rapiscono, il che spinge Will Turner di Orlando Bloom a inseguirla per salvarla. Il primo film è stato un enorme successo al botteghino e ha finito per generare quattro sequel.

Durante The Laughter & Secrets of Love Actually: 20 anni dopo – A Diane Sawyer Special (tramite ET), lo sceneggiatore e regista di Love Actually, Richard Curtis, ricorda che Keira Knightley, che appare nel suo film come Juliet, gli disse che non pensava il primo Pirati dei Caraibi avrebbe avuto successo. Secondo Curtis, Knightley pensava che il film sarebbe stato un flop perché parlava di pirati. “Ricordo di essermi seduto con Keira mentre stavamo girando e le ho chiesto: ‘Cosa farai dopo?’ E lei disse: ‘Non credo che funzionerà. È un film sui pirati e falliscono sempre.'”

Non solo il film ha avuto un grande seguito e quattro sequel di grande impatto su pubblico e box office, ma ha anche contribuito in maniera decisiva alla carriera di Keira Knightley che da quel momento in poi è diventata una star di Hollywood e un volto riconoscibile al grande pubblico.

Avengers: Infinity War: tutti i cambiamenti del MCU che il trailer del film ha anticipato

Il MCU ha preso il via nel 2008 con Iron Man di Jon Favreau e, mentre introduceva gradualmente i suoi supereroi principali e formava la squadra originale dei Vendicatori, ha anche impostato il più grande conflitto della Saga dell’Infinito: la ricerca delle Gemme dell’Infinito da parte di Thanos (Josh Brolin) e il suo piano di usarle per spazzare via metà della vita nell’universo, cosa che è successa in Avengers: Infinity War.

Thanos ha finalmente ottenuto tutte e sei le Gemme dell’Infinito insieme al Guanto dell’Infinito in Avengers: Infinity War, e anche se tutti i personaggi del MCU allora in attività hanno unito le forze per fermarlo, ha realizzato il suo piano di schioccare le dita e far scomparire metà della vita nell’universo. Il trailer di Avengers: Infinity War era molto atteso e anticipava le battaglie di tutti i personaggi contro Thanos, senza svelare il finale straziante del film. Ripensandoci, il trailer di Avengers: Infinity War rivela una serie di importanti cambiamenti nel MCU: analizziamoli insieme.

La morte di Iron Man e Vedova Nera

Tutti i membri della squadra originale dei Vendicatori sono sopravvissuti allo Snap di Thanos in Avengers: Infinity War, ma non tutti sono sopravvissuti alle vicende dell’evento successivo. Avengers: Endgame ha visto la maggior parte degli eroi superstiti del MCU unire le forze per riportare in vita coloro che sono scomparsi a causa dello Snap di Thanos, e per questo hanno viaggiato indietro nel tempo per ottenere le Gemme dell’Infinito prima di Thanos.

Purtroppo, per ottenere la Gemma dell’Anima, custodita da Teschio Rosso a Vormir, Occhio di Falco (Jeremy Renner) e Vedova Nera (Scarlett Johansson) hanno dovuto sacrificare qualcuno che amavano. Vedova Nera si è sacrificata per permettere a Occhio di Falco di prendere la Pietra dell’Anima e non dover lasciare la sua famiglia, e poiché la sua morte non è stata causata dallo Snap di Thanos, non è stato possibile riportarla in vita.

In seguito, Iron Man (Robert Downey Jr.) ha posto fine alla Battaglia della Terra tra Thanos e i suoi eserciti, e tutti gli eroi e gli alleati del MCU, prendendo le Pietre da Thanos e incastrandole sulla propria tuta. Iron Man ha schioccato le dita e si è sbarazzato di Thanos e compagnia, ma il potere delle Pietre era troppo forte e Tony Stark è morto pochi minuti dopo.

Steve Rogers è super vecchio

Chris Evans in Avengers Infinity WarDopo aver liberato i membri del Team Captain America dal Raft, Steve Rogers (Chris Evans), Sam Wilson (Anthony Mackie) e Wanda Maximoff (Elizabeth Olsen) si sono dati alla fuga. Steve Rogers è tornato in Avengers: Infinity War per aiutare Wanda e Visione (Paul Bettany), che poi si uniranno a Pantera Nera (Chadwick Boseman) e ai wakandiani nella Battaglia di Wakanda.

Steve è sopravvissuto allo Snap di Thanos e alla Battaglia della Terra, ma il furto del tempo e il suo breve incontro con Peggy Carter (Hayley Atwell) lo hanno portato a prendere una decisione controversa: rimanere nel passato dopo aver restituito le Gemme dell’Infinito per poter avere una vita normale accanto a Peggy. Tuttavia, è tornato pochi minuti dopo la partenza, ormai molto anziano, solo per consegnare il suo scudo a Sam e passare così a lui il mantello di Capitan America.

Visione è ora Visione Bianca

Visione era alimentato dalla Pietra della Mente, il che lo rendeva un bersaglio di Thanos quando il Titano Pazzo era alla ricerca delle Pietre dell’Infinito. Dopo che l’esercito di Thanos ha attaccato il Wakanda mentre Shuri (Letitia Wright) cercava di prendere la Pietra della Mente dalla fronte di Visione, quest’ultimo ha chiesto a Wanda di distruggere la Pietra anche a costo di ucciderlo, e così ha fatto.

Tuttavia, Thanos ha usato la Pietra del Tempo per invertire il tempo, riportare indietro Visione e prendere la Pietra, uccidendo Visione nel processo. Il corpo di Visione è stato preso dallo S.W.O.R.D. e sottoposto a esperimenti che lo hanno riportato in vita come arma senziente nota come Visione Bianca. Alla fine di WandaVision, dopo aver combattuto Hex Vision, Visione Bianca dichiara di essere il vero Visione e vola via da Westview.

Thanos è diventato una punchline

Thanos in Avengers Infinity WarThanos è stato il grande cattivo della Saga dell’Infinito del MCU e il suo trionfo alla fine di Avengers: Infinity War lo ha reso un personaggio ancora più spaventoso, ma la Fase 4 ha fatto in modo di trasformare il Titano Pazzo in una sorta di punchline.

Thanos non è più un nome che incute timore, ma si scherza spesso sul personaggio nei film e negli show televisivi, dimostrando che il MCU ha finalmente superato lui e le sue azioni anche se, allo stesso tempo, questo sminuisce il duro lavoro degli eroi del MCU in Infinity War e Endgame.

La Strega Scarlatta si è rotta le scatole

The Scarlet Witch Vision QuestLe azioni di Wanda Maximoff sono state all’origine degli Accordi di Sokovia e hanno quindi scatenato il conflitto della Guerra Civile, ma questo è stato solo l’inizio dei suoi problemi. Dopo che Thanos ha resuscitato e ucciso Visione, Wanda è stata una delle vittime dello Snap di Thanos e si è unita alla Battaglia della Terra in Endgame dopo che Hulk (Bruce Banner) ha annullato lo Snap. Incapace di affrontare il dolore per le recenti perdite personali, Wanda ha scatenato la sua Magia del Caos e ha creato Westview, dove ha avuto la vita che ha sempre desiderato insieme a una ricostruzione di Visione. Per complicare ulteriormente la situazione, la strega Agatha Harkness (Kathryn Hahn) si è infiltrata a Westview con lo scopo di sfruttare la magia di Wanda. Alla fine, Wanda sconfigge Agatha e recupera tutta la sua magia, diventando la Strega Scarlatta.

Scarlet Witch è stata la causa scatenante del conflitto principale in Doctor Strange nel Multiverso della Follia, poiché voleva prendere il potere di America Chavez (Xochitl Gomez), mentre continuava a essere corrotta dal Darkhold, che le permetteva di dare la caccia ad America attraverso diversi universi. Alla fine, ha distrutto il Castello Darkhold e ogni copia del Darkhold nel multiverso, rimanendo intrappolata nei resti del castello.

Shuri è la nuova Pantera Nera

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L’attrice Letitia Wright nei panni di Shuri in una scena di Black Panther: Wakanda Forever.

Dopo aver fallito nel tentativo di togliere la Pietra della Mente dalla fronte di Visione prima che Thanos attaccasse il Wakanda, Shuri è diventata una delle vittime dello Snap di Thanos. Dopo essere stata riportata in vita in Endgame, Shuri si è unita alla Battaglia della Terra, ma la sua storia è cambiata radicalmente poco dopo.

La morte di Chadwick Boseman ha costretto la Marvel a modificare la storia di Pantera Nera, e così Black Panther: Wakanda Forever ha visto l’ascesa di Shuri come nuova Pantera Nera, insieme alle lotte personali che ha dovuto affrontare.

Falcon è il nuovo Capitan America

Sam Wilson è stata una delle vittime dello schiocco di Thanos e, dopo essere arrivato in tempo per la Battaglia della Terra in Endgame, ha ricevuto un regalo inaspettato nel finale. Steve Rogers ha passato lo scudo di Capitan America a Sam Wilson, che dopo alcune lotte ha finalmente deciso di diventare ufficialmente il nuovo Capitan America nella serie televisiva The Falcon and the Winter Soldier.

Sam sarà protagonista del suo primo film come Capitan America nel 2024 grazie a Captain America: New World Order, anche se i dettagli della trama rimangono sconosciuti.

Wong ha più potere di Doctor Strange

Doctor-Strange-nel-Multiverso-della-follia-Benedict-wongIn una svolta inaspettata degli eventi, Wong ha finito per diventare lo Stregone Supremo del MCU, poiché, a differenza del Dottor Strange, è sopravvissuto allo Snap di Thanos in Avengers: Infinity War. Per questo motivo, qualcuno doveva assumere il ruolo di Stregone Supremo e, dato che sono passati cinque anni tra lo Snap di Thanos e il ritorno di Hulk, Wong è stato scelto come Stregone Supremo.

Come tale, Wong ha ora più autorità del Dottor Strange, anche se quest’ultimo sceglie costantemente di ignorarlo. In seguito Wong ha guidato i Maestri delle Arti Mistiche nella difesa di Kamar-Taj da Scarlet Witch e ha supervisionato la ricostruzione del tempio.

Loki ha espiato il suo errore con il Tesseract

Avengers: Infinity War si è aperto con l’attacco di Thanos e dei suoi all’astronave dove Thor (Chris Hemsworth), Loki (Tom Hiddleston), Heimdall (Idris Elba) e Hulk stavano trasportando gli Asgardiani superstiti. Nel tentativo di distrarre Thanos e ucciderlo, Loki gli offrì il Tesseract, ma Thanos si accorse subito del piano di Loki e uccise il Dio del Male davanti a Thor.

Loki è stato riportato in vita dopo che la sua variante del 2012 è fuggita con il Tesseract in Endgame, e in seguito ha vissuto una storyline del tutto diversa dalla principale presentata in Thor: è stato catturato dalla TVA e ha assistito all’inizio di un enorme falla del multiverso quando la sua variante, Sylvie (Sophia Di Martino), ha ucciso Colui che Resta (Jonathan Majors), il creatore e leader della TVA.

L’unione fra Thor e i Guardiani della Galassia

Thor Guardiani della GalassiaAvengers: Infinity War ha fatto incontrare Thor con i Guardiani della Galassia, dando vita a un improbabile team-up e a una divertente “rivalità” tra lui e Star-Lord (Chris Pratt). Alla fine di Endgame, Thor ha lasciato la Terra con i Guardiani e Thor: Love & Thunder ha mostrato il Dio del Tuono impegnato in un viaggio personale alla ricerca di se stesso, unendosi anche ai Guardiani in un paio di missioni nello spazio.

Il suo periodo come Ravager Thor è terminato quando è venuto a conoscenza dei numerosi omicidi di Gorr (Christian Bale) e non si sa se i due uniranno nuovamente le forze.

Nessuno si ricorda di Peter Parker

Peter Parker Spider-Man No Way HomeUno dei cambiamenti più sorprendenti e strazianti del MCU è avvenuto nel terzo atto di Spider-Man: No Way Home. Spider-Man ha incontrato Doctor Strange e i Guardiani della Galassia in Avengers: Infinity War, quando si sono uniti per combattere Thanos su Titano, ed è stato una delle tante vittime dello Snap di Thanos. Dopo essersi unito alla Battaglia della Terra e aver visto morire il suo mentore, Tony Stark, ha continuato il suo viaggio da supereroe e ha affrontato Mysterio (Jake Gyllenhaal) in Spider-Man: Far From Home. Sfortunatamente, Mysterio ha rivelato l’identità dell’Uomo Ragno al mondo intero e lo ha quasi ucciso, inducendo Peter a chiedere al Dottor Strange di lanciare un incantesimo che faccia dimenticare a tutti di essere l’Uomo Ragno. L’incantesimo è fallito e ha aperto le porte del multiverso, portando nel MCU i cattivi dei film passati di Spider-Man e due varianti di Spider-Man.

L’unica soluzione è stata quella di lanciare un incantesimo che facesse dimenticare Peter Parker al mondo, e Doctor Strange è riuscito a farlo. Alla fine di Spider-Man: No Way Home, Peter è rimasto solo e viene mostrato mentre ricomincia da capo, si trasferisce in un piccolo appartamento e costruisce un nuovo costume da Spider-Man, mentre si confronta con i suoi amici e colleghi che non sanno più chi sia.

Bruce Banner riesce a controllare Hulk

Hulk Bruce BannerBruce Banner, con grande sorpresa, non è riuscito a trasformarsi in Hulk in Avengers: Infinity War e ha dovuto usare l’Hulkbuster per partecipare alla battaglia di Wakanda (naturalmente, la Marvel ha nascosto la cosa nel trailer sostituendo l’Hulkbuster con Hulk). Banner è sopravvissuto allo schiocco di Thanos e negli anni successivi, prima del furto del tempo, ha lavorato per fondere la sua coscienza con il corpo di Hulk, diventando Smart Hulk.

In seguito, Banner ha costruito il Dispositivo Inibitore di Hulk per tornare alla forma umana in modo che il suo braccio, danneggiato dalle Gemme dell’Infinito, potesse guarire, ma può comunque tornare alla sua forma di “Hulk Intelligente”, dimostrando che, dopo tutti questi anni, Bruce Banner è finalmente riuscito a controllare Hulk.

James Gunn continua a stuzzicare i fan DC: in arrivo un adattamento di Kingdom Come?

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Per la seconda volta, James Gunn ha utilizzato un’immagine del fumetto Kingdom Come in un post sui social media. La serie limitata di quattro numeri di Mark Waid e Alex Ross è stata distribuita nel 1996 come parte del marchio DC Elseworlds e raccontava la storia della generazione originale di eroi DC che uscivano dalla pensione per combattere contro una nuova era di “eroi” corrotti.

Gunn originariamente ha usato una delle immagini di Ross come intestazione su Hive, ma ora l’ha usata di nuovo su Twitter con la didascalia “fare piani” per stuzzicare il suo lavoro per capire il futuro del DCU. Ci sarà davvero in serbo per i fan un adattamento di Kingdom Come?

Daredevil: Born Again, un volto noto tornerà nella serie Disney+?

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L’attrice Joanne Whalley parla dell’eventuale ripresa del suo ruolo di Sorella Maggie Grace in Daredevil: Born Again per Disney+. Whalley ha interpretato il ruolo di Sorella Maggie nella serie Netflix, un personaggio introdotto nella stagione 3. Dopo che Matt Murdock, alias Daredevil (Charlie Cox), ha subito gravi ferite in The Defenders, padre Paul Lantom (Peter McRobbie) lo affida a suor Maggie all’orfanotrofio Saint Agnes. Il supereroe titolare in seguito scopre che la sorella Maggie è in realtà sua madre che ha abbandonato lui e suo padre a causa della depressione post-partum.

In una recente intervista con ComicBook.com, Whalley affronta la possibilità di riprendere il suo ruolo per la nuova serie di Daredevil del Marvel Cinematic Universe, Daredevil: Born Again. L’attrice ricorda i “momenti fantastici” in cui ha lavorato alla serie originale. “Ho adorato Daredevil! Mi sono divertita così tanto, oh mio Dio. Non ho sentito nulla [sul ritorno], ma mi piacerebbe indossare di nuovo il velo da suora. Parlando di personaggi da interpretare di nuovo, l’ho amata”.

Abbiamo visto Daredevil nel MCU già in due occasioni: nel cameo di Spider-Man: No Way Home e in due puntate di She-Hulk, dove lo abbiamo visto anche in azione, nella sua nuova tuta che omaggia l’origine del personaggio nei fumetti.

Robert Downey Jr. ha finalmente ottenuto il 100% su Rotten Tomatoes. Ecco per quale film

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Robert Downey Jr. ottiene finalmente la sua prima votazione al 100% da Rotten Tomatoes per il suo nuovo documentario, Sr.. Dal suo debutto come Tony Stark in Iron Man del 2008, il film che ha dato il via a tutto il Marvel Cinematic Universe, il personaggio di Downey Jr. e la sua interpretazione sono stati fondamentali per il MCU e hanno contribuito a consolidarlo come un franchise multimiliardario. Dalla fine del suo arco narrativo in Endgame, l’attore è però passato ad altri progetti.

Uno di questi progetti è il documentario Sr., che racconta la vita e la carriera del suo defunto padre, Robert Downey Sr., che era un influente regista underground. Il documentario è stato distribuito in sale selezionate all’inizio di questo mese e, con diverse recensioni compilate, Sr. ha ufficialmente fatto guadagnare a Robert Downey Jr. il suo primo punteggio perfetto al 100% su Rotten Tomatoes. La valutazione potrebbe fluttuare leggermente man mano che più critici pubblicano le loro recensioni, ma per ora è un risultato incredibile per l’attore veterano.

Il ritorno di Stefano Chiantini con Emma Marrone al cinema

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Il ritorno di Stefano Chiantini con Emma Marrone al cinema

Dopo essere stato presentato alla 20° edizione di Alice nella Città all’interno della Festa del Cinema di Roma 2022, Adler Entertainment è lieta di annunciare la data d’uscita del film Il Ritorno, di Stefano Chiantini con Emma Marrone. Il film, in uscita in sala il prossimo 15 dicembre, è anticipato da un tour nelle sale di diverse città italiane che vedrà la presenza in sala della protagonista Emma Marrone, giunta al suo primo ruolo attoriale da protagonista. 

Il Ritorno mette in scena il dramma di una donna (Emma Marrone) che fa ritorno alla propria famiglia dopo aver trascorso dieci anni in carcere, raccontandone il dramma della lunga separazione e del tentativo di riappropriarsi della vita lasciata indietro.Il film è una produzione World Video Production con Rai Cinema-MiC-Marvin Film-Bling Flamingo e Lazio Cinema International. Il Ritorno sarà distribuito in Italia da Adler Entertainment.

Teresa è una giovane donna, abita con Pietro in un quartiere periferico di una livida città del Lazio e hanno un figlio di circa un anno, Antonio. Devono fare i conti con la mancanza di lavoro e le difficoltà economiche, ma sembrano riuscire a far funzionare le cose; fino a quando i comportamenti di Pietro non finiscono per mettere a rischio la donna ed il piccolo. Questo cambierà la vita di Teresa e non solo, che dieci anni dopo esce dal carcere e cerca di recuperare la vita lasciata indietro.

Marvel conferma la sorte del braccio artificiale di Bucky Barnes

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Marvel conferma la sorte del braccio artificiale di Bucky Barnes

Rocket Raccoon ottiene il braccio di Bucky Barnes come regalo di Natale in Guardiani della Galassia Holiday Special, ma la Marvel ha già confermato il destino dell’arto. Quando Bucky e Rocket si sono incontrati per la prima volta in Avengers: Infinity War, quest’ultimo ha chiaramente ammirato le armi del primo, manifestando l’intenzione di comprare la sua pistola e poi il suo braccio. All’epoca sembrava uno scherzo in continuità con le abitudini di Rocket, ma ora solleva alcune grandi domande sull’MCU e su cosa accadrà a Bucky in futuro.

Nebula che dà il braccio di Bucky a Rocket in Guardiani della Galassia Holiday Special , momento che si trasforma in un divertente pay-off della gag di Infinity War, ma porta con sé anche del mistero. Come ha fatto Nebula a mettere le mani sul braccio di Bucky? Cosa significa per Bucky stesso? La prima domanda potrebbe essere esplorata ulteriormente nel futuro del MCU, anche se James Gunn ha detto che Nebula ha ottenuto il regalo di Rocket andando sulla Terra e strappando il braccio di Bucky dal suo corpo (che è una cosa che il suo personaggio potrebbe fare, in effetti). Per quanto riguarda il secondo punto, la cosa non dovrebbe avere molto impatto sull’ex Soldato d’Inverno. Come visto nella concept art di Thunderbolts, il braccio di Bucky è ancora più che attaccato al suo corpo nella Fase 5 del MCU.

Il braccio di Bucky potrebbe eventualmente influire sulla storia di Thunderbolts, ma presumibilmente sarebbe una conseguenza a breve termine in tal caso, come un rapido riferimento a lui che ne ha uno nuovo o una battuta su quello che è successo con Nebula. Il ruolo di Bucky con il team Thunderbolts del MCU richiederebbe quasi certamente che lui abbia il suo braccio di vibranio, poiché è una delle sue armi più potenti e aiuta a renderlo una parte fondamentale della formazione. Potrebbe essere rivelato che Nebula ha ottenuto una replica, ma anche se la versione degli eventi di Gunn sarà canonica in futuro, è difficile immaginare che Bucky sia senza il suo braccio e potrebbe ottenere un sostituto (o Rocket potrebbe restituirlo).

Il braccio di Bucky è stato sorprendentemente importante nella Fase 4 della Marvel, soprattutto in termini di come è stato preso in considerazione in The Falcon and the Winter Soldier. La serie Disney + ha dimostrato quanto sia forte e prezioso, con il braccio di Bucky che migliora le sue abilità e gliene fornisce alcune aggiuntive, come la stessa capacità non solo di assorbire l’impatto, ma anche di respingerlo contro un avversario come era in grado di fare la tuta di T’Challa. Tuttavia, anche il braccio di Bucky ha alcuni punti deboli. John Walker ha causato il malfunzionamento del braccio di Bucky gettandolo nei cavi energetici, confermando che le sovratensioni elettriche possono danneggiarlo; ed è stato anche rivelato che Bucky è destrorso, il che significa che il suo braccio non è sul lato più forte del suo corpo.

Soprattutto, c’è un failsafe integrato dai Wakandiani, che consente ad Ayo di staccarlo molto rapidamente; con queste debolezze, allora è ancora più plausibile che Nebula possa aver strappato il braccio di Bucky dal suo corpo, dato che certamente non è privo di difetti. È anche interessante collegare la coppia, dato che il corpo di Nebula ha così tanti miglioramenti cibernetici che le permetterebbero di prendere il braccio di Bucky. Guardiani della Galassia Holiday Special, quindi, è una ricompensa extra divertente per l’esplorazione del braccio di Bucky della Fase 4, ma Thunderbolts nella Fase 5 non dovrebbe solo ripristinarlo, ma continuare a mostrare quanto sia davvero potente.

The Flash, ecco il nuovo logo del film con Ezra Miller

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The Flash, ecco il nuovo logo del film con Ezra Miller

L’attesa senza fine di vedere The Flash continua a essere sempre più estenuante, mentre le novità e le voci sul film tacciono. Ci sono state speculazioni per chi sarà il sostituto di Ezra Miller nel DCU, e voci su quando vedremo il prossimo trailer, ma tutto tace sulla promozione. Almeno fino a questa mattina, quando è stato diffuso un nuovo logo per il film:

Senza alcun annuncio, gli account dei social media per il film The Flash hanno aggiornato le loro foto con una versione nuova del logo del film del Velocista Scarlatto. Il nuovo logo rappresenta un cambiamento significativo rispetto al precedente, che era stato diffuso con l’inizio delle riprese del film nel 2021. È possibile che il cambiamento sia stato apportato per riflettere il grande cambiamento alla DC, con James Gunn e Peter Safran che hanno assunto il controllo di l’universo, portando a un diverso prodotto finale per The Flash.

Il vecchio logo presentava uno sfondo più texturizzato basato sul costume dell’eroe, con un fulmine che lampeggiava dall’emblema di The Flash al centro del logo e illuminava lo sfondo. D’altra parte, il nuovo logo è relativamente semplice, con un cambio di colore dal nero al rosso per il titolo del film, un semplice sfondo scuro e gli unici dettagli sono un lampo di luce alla prima e all’ultima lettera di Flash.

Il film The Flash

The Flash arriverà finalmente nelle sale il 23 giugno 2023. Il film vede Ezra Miller riprendere il ruolo di Barry Allen da Justice League e sarà affiancato da Sasha Callie nei panni di Supergirl e Michael Keaton nel suo grande ritorno nei panni di Batman, 31 anni dopo la sua ultima apparizione in Batman Il Ritorno.

Tutto quello che c’è da sapere su The Flash con Ezra Miller

Ricordiamo che The Flash arriverà al cinema il 23 giugno 2023. Il film sarà diretto da Andy Muschietti, regista di IT e IT – Capitolo Due. Ezra Miller tornerà a vestire i panni del Velocista Scarlatto dopo essere apparso in un cameo in Batman v Superman: Dawn of Justice e in Justice League.

Confermata anche la presenza di Michael Keaton e Ben Affleck, che torneranno entrambi a vestire i panni di Batman. Kiersey Clemons tornerà nei panni di Irish West dopo essere apparsa in Zack Snyder’s Justice League (il personaggio era stato tagliato dalla versione theatrical). Nel cast ci saranno anche l’attrice spagnola Maribel Verdú (Il labirinto del fauno), che interpreterà Nora Allen (la madre di Barry) e l’attrice statunitense Sasha Calle (Febbre d’amore) che interpreterà Supergirl.

Una notte violenta e silenziosa: la recensione del film con David Harbour

Ogni anno Babbo Natale porta doni ai bambini buoni di tutto il mondo, un compito non da poco, su cui più volte il cinema si è interrogato. Tra i tanti modi di raccontare tale responsabilità, è finalmente arrivato anche quello che ce la propone non come una gioia bensì come un peso divenuto insostenibile. È così che incontriamo uno dei Babbo Natale più scorretti che si siano mai visti sul grande schermo, protagonista assoluto di Una notte violenta e silenziosa, che con il suo titolo originale (Violent Night) fa il verso alla celebre canzone natalizia Silent Night, inneggiante alla pace e alla bontà.

Valori del tutto estranei a questo film diretto da Tommy Wirkola, regista norvegese resosi celebre per aver dato vita a nazisti zombie in Dead Snow. Quella durante il quale si svolge questo film è infatti tutt’altro che una notte pacifica, perché in fondo il male non concede tregue neanche a Natale. E così quando un gruppo di criminali, capeggiati da un leader con l’eloquente nome in codice di Mr. Scrooge (John Leguizamo), irrompe nell’abitazione della conflittuale famiglia Lighstone, ecco che Babbo Natale (David Harbour) si troverà a dover dar vita ad un bel po’ di sana violenza, magari ritrovando la gioia verso il suo ormai odiato lavoro.

Il film perfetto per chi non sopporta il Natale

Esiste una ricca categoria di film dissacranti nei confronti del Natale, dei suoi valori e della sua iconografia. Opere particolarmente congeniali a chi meno sopporta tale festività, troppo spesso snaturata dal crescente consumismo. Una notte violenta e silenziosa si inserisce perfettamente in tale tipologia di opere, offrendo l’altro lato della medaglia. Al di là del Babbo Natale alcolizzato e violento, la famiglia protagonista del film, ad esempio, è tutto fuorché ricca di umiltà, compassione e spirito natalizio. Lo spettatore si imbatte dunque in una serie di personaggi sgradevoli, che risultano tali anche in quanto coerenti con i tempi che realmente viviamo.

È difficile trovare qualcuno per cui fare il tifo, specialmente quando anche lo stesso Babbo Natale eccede nell’applicare una certa giustizia, sfociando in sequenze estremamente violente, ai limiti dello splatter. L’unica dotata di umanità sembra essere la piccola Trudy (Leah Brady), ma anche lei non si risparmia nell’escogitare brutali trappole per gli invasori, sulla scia del Kevin di Mamma ho perso l’aereo. Tutti questi personaggi risultano dunque prodotti di una società sempre più individualista e arrivista, da Wirkola messa alla berlina con una satira continua che tra battute e situazioni scorrente diverte ma spaventa allo stesso tempo.

Una notte violenta e silenziosa deride dunque i miti e le tradizioni del Natale, molti dei quali rafforzatisi proprio grazie alla vasta filmografia dedicata a tale festività. Nel farlo, però, sembra mirare a ricordarci quelli che dovrebbero esserne i veri valori, portando dunque lo spettatore alla loro riscoperta attraverso la violenza, la goliardia e in generale attraverso un eccesso particolarmente ben dosato e divertente. Uno degli aspetti migliori del film è infatti proprio il modo in cui il regista, partendo dalla sceneggiatura di Pat Casey e Josh Miller, confezioni una messa in scena ricca di trovate visive, punti di vista insoliti e occasioni per sorprendere continuamente lo spettatore.

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David Harbour magnifico protagonista di Una notte violenta e silenziosa

All’interno di questo “pacco regalo” che è il film, si ritrova poi la sorpresa vera e propria. È innegabile come molto del fascino di Una notte violenta e silenziosa dipendesse dall’interprete che avrebbe dato vita al violentissimo Babbo Natale. David Harbour, noto per aver interpretato lo sceriffo Hopper di Stranger Things e il demoniaco Hellboy nel film omonimo, si presentava da subito come la scelta ideale. Nel vederlo compiere azioni brutali vestito di rosso e con il tipico barbone bianco di Babbo Natale, ce ne si convince ancor di più. Harbour non è solo un attore particolarmente portato per gli antieroi, personaggi scorretti ma dotati comunque di cuore, ma anche un interprete dotato di una presenza scenica straordinaria.

La sua fisicità, la sua espressività e i modi in cui tali aspetti si mescolino alla comicità e alla violenza sono semplicemente irresistibili. Grazie alla sua presenza, si possono mettere in secondo piano anche gli aspetti meno convincenti del film, con la possibilità dunque di godersi un film che offre ciò che prometteva: sangue, risate, alcol, ossa rotte e ancora risate. In mezzo ai tanti patinati film natalizi che ogni anno vengono proposti al cinema, Una notte violenta e silenziosa risulta dunque una gradita variazione sul tema che, inaspettatamente, potrebbe anche risultare molto più vicina al vero significato del Natale rispetto ai titoli più classici, troppo spesso artificiosi.

Bruce Lee: Ang Lee dirigerà il biopic in cui reciterà anche Mason Lee

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Bruce Lee verrà immortalato in un nuovo film biografico. Ang Lee, il regista premio Oscar di Vita di Pi e I Segreti di Brokeback Mountain, dirigerà un film sull’icona cinese-americana delle arti marziali, lo stesso report di Variety riferisce che nel film reciterà anche Mason Lee, figlio di Bruce Lee.

Il film è in fase di sviluppo presso la 3000 Pictures di Sony. Lo sceneggiatore di Capote, Dan Futterman, sta adattando la sceneggiatura. Bruce Lee ha recitato in film come Dalla Cina con Furore, I 3 dell’Operazione Drago e L’urlo di Chen terrorizza anche l’occidente, così come nella serie TV The Green Hornet, che ha contribuito a rendere popolari le arti marziali in tutto il mondo tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70.

“Mai accettato come né completamente americano né completamente cinese, Bruce Lee è stato un ponte tra Oriente e Occidente che ha introdotto il Chinese Gung Fu nel mondo, uno scienziato del combattimento e un artista iconico che ha rivoluzionato sia le arti marziali che il cinema d’azione”, ha dichiarato Ang Lee in un comunicato.

“Mi sento in dovere di raccontare la storia di questo essere umano brillante e unico che desiderava appartenere, possedeva un enorme potere in una cornice di 61 chili e che, attraverso un duro lavoro instancabile, ha trasformato i sogni impossibili in realtà”. Bruce Lee morì nel 1973 all’età di appena 32 anni.

Il Signore degli Anelli: Bernard Hill critica la serie TV di Amazon definendola “un’impresa per fare soldi”

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Bernard Hill, che è apparso in due dei tre film originali de Il Signore degli Anelli nel ruolo di Re Theoden, Le due torri del 2002 e Il ritorno del re del 2003, non è un fan della serie Amazon Prime Video, Il Signore degli Anelli: Gli anelli del potere. La serie è ambientata molto tempo prima dei fatti raccontati da Tolkien durante la Guerra dell’Anello, e quindi molto prima che esistesse nella Terra di Mezzo, Theoden.

Quando gli è stato chiesto se avesse visto la serie, Bernard Hill ha risposto: “No, non mi interessa. È un’impresa per fare soldi e non mi interessa guardarlo o parteciparvi. Buona fortuna a loro e tutta quella roba, ma non è come la cosa reale.” Gli è stato quindi chiesto se pensa che il franchise avrebbe dovuto essere lasciato in pace dopo la conclusione della trilogia di Peter Jackson, a cui ha risposto: “Completamente, sì”.

Ha aggiunto: “Penso che lo stessero già stiracchiando quando hanno realizzato Lo Hobbit. Lo Hobbit è un libro minuscolo. Lo hanno fatto bene, lo hanno fatto davvero, davvero bene. L’hanno ampliato [ma] penso che un elastico si può allungare solo fino a un certo punto. Penso che ci siano riusciti in Lo Hobbit perché c’erano alcune cose davvero buone in quei film.”

Il Mio Nome è Vendetta, la recensione del revenge film con Alessandro Gassman

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Uccisi o essere uccisi, questa è la legge – Inizia così Il Mio Nome è Vendetta il film con Alessandro Gassman nei panni di un padre tormentato. Il film di Cosimo Gomez è un thriller carico di azione dove il personaggio di Gassman interpreta Santo, un ex sicario della criminalità organizzata che per anni ha vissuto nell’ombra in una tranquilla cittadina del Trentino-Alto Adige. La sua vita e quella di sua figlia Sofia, un’adolescente campionessa di hockey, interpretata da Ginevra Francesconi, cambiano per sempre.

Due criminali entrano in casa loro e uccidono barbaramente la madre e lo zio di Sofia, scatenando un regolamento di conti covato per quasi vent’anni. Sofia scoprirà che la verità le è sempre stata taciuta e che Santo nasconde un oscuro passato di affiliato alla ‘ndrangheta. Il film di Gomez si trova su Netflix dal 30 novembre.

Il Mio Nome è Vendetta, la recensione

La premessa del film non ci prepara a quella che sarà la visione per la successiva ora e mezza che compone la pellicola. Inizialmente, quando vengono presentati i personaggi tutto ci sembra chiaro come la luce del sole. C’è una famiglia, unita, composta da padre, madre e figlia. Il padre, Santo, e la figlia, Sofia hanno un rapporto speciale e condividono la passione per l’avventura e lo sport. Sofia è una campionessa di hockey, l’orgoglio della sua famiglia e alla soglia dei 18 anni Santo decide di insegnarle a guidare.

In realtà Sofia è già abbastanza preparata sull’argomento e destreggia il volante anche in luoghi atipici, nei quale una adolescente solitamente non va a guidare alle prime armi. La giornata sembra svolgersi normalmente tra padre e figlia. C’è però qualcosa nella musica malinconica di sottofondo e nei colori di Il Mio Nome è Vendetta – ci troviamo nella natura più vivida e incontaminata; eppure, i colori sono spenti e opachi – che lasciano un presagio di incertezza.

Ginevra Francesconi torna a vestire i panni di “figlia di” dopo il precedente Genitori Vs Influencer con Fabio Volo. Questa volta lo fa con un revenge movie italiano inaspettato. L’adolescente Sofia non sa che con quella semplice Instagram stories ha dato inizio a un meccanismo di una portata inimmaginabile. Così, la ndrangheta scova Santo dando inizio al vero plot del film. Gli alberi e la natura che prima verdeggiavano opacamente adesso si sono incupite del tutto rendendo l’atmosfera tetra con un Alessandro Gassman irrequieto.

Il Mio Nome è Vendetta film Alessandro Gassman

Uccisi o essere uccisi, questa è la legge.

Questa citazione che dà inizio a Il Mio Nome è Vendetta racchiude la vita di Domenico Franzè, vero nome del personaggio di Gassman. Uccisi o essere uccisi, questo è il motto con cui Domenico ha condotto la sua esistenza come braccio del crimine organizzato. Il film di Gomez mette in scena un inseguimento come quelli che si vedono spesso nei thriller d’azione americana. Sofia, una semplice adolescente si scopre capace di cose che una ragazza alla sua età ha visto solo nei film: come liberarsi dalle fascette con cui è stata legata o aprire un varco dal cofano dell’auto.

In un calabrese, talvolta poco credibile, il personaggio di Gassman si trasforma in un Liam Neeson che cerca vendetta. Per la prima volta vediamo a volto scoperto il mandante di questo omicidio organizzato: Remo Girone è Don Angelo, boss della ndrangheta. Scopriamo anche il motivo dietro a questa vendetta reciproca: Domenico ha ammazzato il figlio di Don Angelo. Nella criminalità organizzata il torto non è saldato fino a quando non sarà versato ulteriore sangue.

Ne Il Mio Nome è Vendetta mostrare pietà è considerato un atto di debolezza – continua la citazione iniziale del film. I nostri protagonisti non hanno intenzione di mostrare pietà anzi la vendetta è il momento in cui inizia il viaggio di Sofia e Domenico. L’onore e la vendetta vanno di pari passo in questa storia. L’uno non può vivere senza l’altro e così anche Don Angelo chiede al figlio Michele di seguirlo in questa storia. Le colpe dei genitori trovano sempre un modo di colpire anche i figli.

Non si è mai del tutto al sicuro

Nella periferia di Milano padre e figlia troveranno un rifugio provvisorio che verrà fin da subito messo sotto tiro. Il film si trasforma in una specie di guardie e ladri dove nessun posto è mai del tutto sicuro. Entriamo nel vivo del film e dunque abbandoniamo i verdeggianti ambienti del Trentino ed entriamo nella grigia città. Tra le mura della metropoli Domenico insegna alla figlia il motto della sua vita: Uccidere o essere uccisi. Quando ci si trova faccia a faccia con il nemico non esistono le seconde occasioni, ogni colpo deve essere sferrato con la giusta cattiveria e premeditazione.

C’è però un momento in cui in Il Mio Nome è Vendetta che padre e figlia dimenticano per un momento di essere inseguiti da folli criminali e si ritagliano un loro spazio, come si vede all’inizio del film. Pianificano il loro futuro insieme, una volta completato il piano e si immaginano già in Sudafrica. Ma questo momento dura poco perché è il momento di attuare il loro piano.

Il Mio Nome è Vendetta film Ginevra Francesconi

Il richiamo della foresta

La vendetta di Domenico e Sofia ha inizio con un rocambolesco rapimento. Ci avviciniamo alla fine del film, padre e figlia sono ormai del tutto complici in questo girone infernale. Giocando d’anticipo rispetto alla famiglia di Don Angelo, Domenico tende una trappola ai suoi nemici. Diventa un ninja e con il favore delle tenebre riuscirà ad avere la meglio sui suoi avversari. Domenico è come Buck, come quel San Bernando che decide di imparare a difendersi dagli altri e ha fatto della sua storia una storia di vendetta. Domenico, invece, segue il suo istinto e compie l’ultimo gesto disperato nel tentativo di salvare la sua Sofia.

In conclusione, dopo essere stati inghiottiti dalla città e dalle sue costrizioni ritorniamo allo spazio aperto della natura. Quel piccolo angolo di paradiso dove padre e figlia possono prendersi un momento solo per loro. Ma anche questa ormai è un’illusione, un ricordo che vive nella mente di Sofia che come Buck, decide di uscire allo scoperto, di fare sua la storia di vendetta, di seguire il richiamo della foresta. Uccidere o essere uccisi, mostrare pietà è solo un segno di debolezza.

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: tutte le curiosità sul film

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: tutte le curiosità sul film

Nel corso della sua lunga e gloriosa carriera, Steven Spielbeg ha dato vita a lungometraggi di ogni tipo, sempre pronto a stupire il suo pubblico. Particolarmente amati sono ad esempio i suoi film pensati tanto per gli adulti quanto per i più piccoli. Opere come E.T – L’extraterrestre o il più recente Ready Player One sono un esempio lampante di ciò. Un altro titolo di questo filone è Il GGG – Il Grande Gigante Gentile (qui la recensione), uscito in sala nel 2016.

Si tratta del primo film diretto da Spielberg ad essere prodotto e distribuito dalla Walt Disney, ed inoltre l’adattamento dell’omonimo romanzo per ragazzi scritto nel 1982 da Roald Dalh. Spielberg, affascinato dalla dolcezza e dalla magia insite nel racconto, desiderava da tempo farne un lungometraggio in live-action, ricorrendo però alla tecnica della motion capture per dar vita ai giganti presenti nel film.

Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: la trama del film

Il GGG è un gigante, un Grande Gigante Gentile, molto diverso dagli altri abitanti del Paese dei Giganti che come San-Guinario e Inghiotticicciaviva si nutrono di esseri umani, preferibilmente bambini. E così una notte il GGG – che è vegetariano e si ciba soltanto di Cetrionzoli e Sciroppio – rapisce Sophie, una bambina che vive a Londra e la porta nella sua caverna. Inizialmente spaventata dal misterioso gigante, Sophie ben presto si rende conto che il GGG è in realtà dolce, amichevole e può insegnarle cose meravigliose.

Il GGG porta infatti Sophie nel Paese dei Sogni, dove cattura i sogni che manda di notte ai bambini e le spiega tutto sulla magia e il mistero dei sogni. L’affetto e la complicità tra i due cresce rapidamente, e quando gli altri giganti sono pronti a nuova strage, il GGG e Sophie decidono di avvisare nientemeno che la Regina d’Inghilterra dell’imminente minaccia, e tutti insieme realizzeranno un piano per sbarazzarsi dei giganti una volta per tutte.

Il GGG - Il Grande Gigante Gentile cast

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: il cast del film

Ad interpretare il GGG vi è l’attore Mark Rylance, che aveva già collaborato con Spielberg per Il ponte delle spie. È stato durante il primo giorno delle riprese di quel film, un drammatico thriller sulla Guerra Fredda, che Spielberg si è reso conto di aver trovato il suo gigante. Il famoso attore teatrale interpretava lì la spia sovietica condannata Rudolf Abel, un personaggio molto lontano da quello del dolce, ma semplice gigante raffigurato in questo film. Eppure il regista vide nell’interpretazione di Rylance qualcosa che gli fece pensare alla natura del protagonista del GGG. Per interpretarlo, Rylance si è poi dunque cimentato nella tecnica della motion capture, trovando l’esperienza entusiasmante.

Accanto a lui, nel ruolo della piccola Sophie, vi è invece l’attrice Ruby Barnhill, qui al suo film di debutto. Per ottenere la parte, la giovane interprete imparò a memoria numerose pagine del copione e quando si presentò al provino Spielberg rimase impressionato dalle sue capacità, affidandole la parte. Nel film sono poi presenti gli attori Penelope Wilton nei panni della Regina Elisabetta II, mentre Jemaine Clement è il gigante Inghiotti-Ciccia. Rebecca Hall interpreta Mary, mente Rafe Spall è Mr. Tibbs. Il noto attore Bill Hader, invece, dà vita al gigante Sangue-Succhia.

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Il GGG – Il Grande Gigante Gentile grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Now, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 30 novembre alle ore 21:10 sul canale TwentySeven.

Fonte: IMDb

Cocainorso, il primo trailer del film basato su una storia vera

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Cocainorso, il primo trailer del film basato su una storia vera

La Universal svela il primo trailer del film Cocainorso, ed è esattamente quello che ci si può aspettare. Dopo aver diretto Pitch Perfect 2 e Charlie’s Angels del 2019, entrambi accolti piuttosto male, l’attrice e regista Elizabeth Banks si è diretta in una direzione completamente diversa con il suo terzo lungometraggio dietro la macchina da presa: un thriller chiamato Cocainorso. Ispirato da un’incredibile storia vera, il film in uscita seguirà un orso bruno che si scatena in una furia omicida in una foresta del Kentucky dopo aver involontariamente ingerito cocaina.

Cocainorso, guarda il poster

Ispirato alla storia vera del 1985 dell’incidente aereo in cui un corriere della droga perde un carico di cocaina e un orso bruno la mangia, questa dark comedy feroce vede come protagonisti un gruppo stravagante di poliziotti, criminali, turisti e adolescenti che si ritrovano in una foresta della Georgia, dove un predatore enorme di 230 chili ha appena ingerito una quantità impressionante di cocaina e si aggira infuriato in cerca di altra droga… e di sangue.

Cocainorso vede nel cast Keri Russell (The Americans), O’Shea Jackson, Jr. (Straight Outta Compton), Christian Convery-Jennings (Sweet Tooth), Alden Ehrenreich (Solo: A Star Wars Story), Jesse Tyler Ferguson (Modern Family), Brooklynn Prince (Un sogno chiamato Florida), Isiah Whitlock Jr. (BlacKkKlansman), Kristofer Hivju (Game of Thrones), Hannah Hoekstra (Charlie’s Angels, 2019) e Aaron Holliday (Sharp Objects), con la vincitrice dell’Emmy Margo Martindale (The Americans) e il vincitore dell’Emmy Ray Liotta (I molti santi del New Jersey).

Diretto da Elizabeth Banks (Charlie’s Angels, Pitch Perfect 2) da una sceneggiatura di Jimmy Warden (La Babysitter: Killer Queen), Cocainorso è prodotto dai vincitori dell’Oscar® Phil Lord e Christopher Miller (Spider-Man: Un nuovo universo, I Mitchells contro le macchine) per Lord Miller, da Elizabeth Banks e Max Handelman (il franchise Pitch Perfect) per Brownstone Productions, da Brian Duffield (Spontaneous) per Jurassic Party Productions e Aditya Sood (Sopravvissuto – The Martian) per Lord Miller. Robin Mulcahy Fisichella, Alison Small e Nikki Baida sono i produttori esecutivi.