In un mondo che ha perso
tutta la magia di un tempo, il neo sedicenne Ian e suo fratello
Barley hanno l’occasione di trascorrere una giornata con il loro
padre, scomparso quando entrambi erano molto piccoli. Sono elfi con
fattezze umane a cavallo di fantasie che ribadiscono il marchio di
fabbrica della Pixar Animation Studios, un po’ come i giocattoli
parlanti di Toy
Story e le automobili di Cars, ovvero
personaggi che trascendono la normale realtà rivelando un’anima
uguale alla nostra, un cuore ancora più pulsante e un’umanità senza
limiti.
Onward – Oltre la
magia, tra teen drama, action e fantasy
Questa è la premessa di
Onward – Oltre la magia, ultimo titolo
della casa che in America è arrivato direttamente in streaming su
Disney+ (mentre da noi non è ancora
chiaro quando arriverà in sala) e che il regista e sceneggiatore
Dan Scanlon decide di impostare sulle basi della
sua esperienza personale traducendola in racconto di formazione e
vagando tra generi diversi quali il teen drama, l’action, il
fantasy.
Di nuovo, dopo Coco di appena
tre anni fa, torna il rapporto con la morte, con l’aldilà e con le
domande che ci si pone quando viene a mancare una persona cara,
quindi indirettamente si parla di idealismo, di speranza, e di fede
in qualcosa che esiste oltre la vita terrena. Di conseguenza
l’aggancio con un altro macro tema della narrativa della Pixar,
sempre ancorata a storie che possano coinvolgere sia bambini che
adulti con livelli di comprensione del tutto differenti, ovvero la
nostalgia, il senso di perdita e l’empatia che può renderci
migliori.
La celebrazione del legame fraterno
Scanlon trasforma il
desiderio – vissuto quando era bambino – di rivedere il padre in
ricerca, in superamento dei propri limiti (per Ian la timidezza e
l’incapacità di farsi valere in una società che lo spaventa, per
Barley la voglia di essere preso sul serio da chi lo deride), in
celebrazione del legame fraterno che è il vero motore del film e
architrave della sceneggiatura; un viaggio dentro se stessi ma
soprattutto verso una meta impossibile (l’incontro con il papà
defunto) che spazia tra citazioni al cinema d’avventura per ragazzi
di Steven Spielberg e al simbolismo di
Tolkien nella saga de Il signore degli
anelli.
Non manca nemmeno
l’ormai “prevedibile” appuntamento con la commozione, in un finale
che risolve splendidamente ogni scelta tracciata lungo il percorso
dagli sceneggiatori, giustificando perfino quelle piccole debolezze
che Onward – Oltre la magia si concede e
un piano spesso confusionario. Rimane invece intatta l’attitudine,
unica nel panorama dell’animazione pop, nel saper trovare
l’intimità in quadri enormi di spazi sconfinati e mondi fantastici,
laddove lo spettatore, nella sua realtà quotidiana, fatica a
trovarne distratto dal silenzio e dalla ripetitività della vita.
Forse abbiamo davvero smarrito quella magia di cui i protagonisti
sentono il bisogno e la capacità di guardare avanti
(“onward”) perché troppo ancorati a ciò che è stato e che
non tornerà. Grazie Pixar per avercelo ricordato, ancora una
volta.
“Il primo film era una sorta di
coming-of-age, in cui Diana diventava Wonder Woman”, ha dichiarato l’attrice.
“Diana era ancora molto ingenua e non comprendeva ancora le
difficoltà della vita. Era come un pesce fuor d’acqua. In questo
nuovo film, invece, non sarà così. Diana si è evoluta. È molto più
matura e molto più saggia. Ciononostante, è anche molto sola. Ha
perso tutti i membri del suo team e adesso è sotto sorveglianza.
Fino a quando non accade qualcosa di totalmente folle…”
Il momento “folle” al quale
l’attrice fa riferimento, potrebbe essere la scioccante
resurrezione del personaggio di Steve Trevor, e
dalle parole dell’attrice, sembra che la stessa sia stata molto
contenta di poter lavorare ancora con Chris Pine e che al suo personaggio sia stato
nuovamente dato il ruolo chiave che ha avuto nel predecessore:
“Chis era una parte integrante
del primo film e del suo successo”, ha aggiunto la Gadot.
“E siccome io, lui e Patty ci siamo veramente divertiti tanto a
lavorare insieme, tutti e tre volevano che Steve tornasse. Così
Patty e il co-sceneggiatorre Geoff Johnson hanno trovato il modo
migliore a livello narrativo per riportare Steve in vita.”
Di seguito due nuove immagini
ufficiali dal film: in una è possibile vedere Gal Gadot nei panni
di Wonder Woman con la Golden Eagle, l’armatura da battaglia vista
diverse volte anche nei fumetti; nell’altra, invece, Diana
condivide un momento romantico con Steve Trevor:
Vi ricordiamo che Wonder
Woman 1984 uscirà il 14 agosto 2020. Il film
è stato definito dal produttore Charles Roven un sequel “inusuale“,
che poterà in scena lo stesso personaggio grazie al lavoro dello
stesso team creativo e che seguirà gli eventi del precedente
capitolo, ma che i fan non dovrebbero aspettarsi un seguito
tradizionale definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
“Il film racconterà un lasso di
tempo completamente diverso e lo spettatore avrà solo un assaggio
di ciò che che Diana ha fatto o affrontato negli anni intermedi.
Abbiamo cercato di mettere insieme una storia del tutto diversa che
potesse rispettare le stesse emozioni del passato, portare un sacco
di umorismo e molta azione coraggiosa. E soprattutto, toccare le
corde del cuore.“
L’ordine cronologico del personaggio
è stato già rimescolato, essendo stata introdotta nell’era
contemporanea di Batman v Superman: Dawn
of Justice per poi tornare al vecchio secolo
con Wonder Woman. Il sequel vedrà
ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta
a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris
Pine (volto del redidivo Steve Trevor)
e Pedro
Pascal.
Oltre ad essere un celebrato
sceneggiatore e regista, originale e di successo, James
Gunn è anche un cinefilo della prima ora, esperto di
cinema perché ne guarda tantissimo, proprio come molti dei suoi
colleghi più famosi e celebrati, tra cui annoveriamo
Tarantino e Scorsese.
Utilizzando il suo account Twitter, il regista di
Super e Guardiani
della Galassia ha fatto un elenco dei sequel
migliori del film originale. Eccola di seguito:
Dato lo stato di quarantena
collettivo, questo elenco può essere senza dubbio utile a chi cerca
spunti per dei nuovi titoli da guardare e ri-guardare. Per quanto
riguarda il lavoro di Gunn, il regista è al momento nella fase di
montaggio di The Suicide Squad e completato questo
lavoro, sarà il turno di Guardiani della Galassia Vol.
3.
Oltre a confermare il ritorno dei
personaggi interpretati nel primo film da Vanessa Kirby,
Idris Elba e
Eiza González, Johnson ha promesso che in Hobbs
and Shaw 2 verranno introdotti anche nuovi personaggi,
personaggi per i quali – secondo l’attore – “il pubblico
perderà la testa”. Inoltre, “The Rock” ha confermato che
il sequel sarà scritto ancora una volta da Chris
Morgan. Di seguito le sue dichiarazioni complete:
“Naturalmente, Chris Morgan ci
occuperà di scrivere di nuovo il film, così come la Seven Bucks
Productions si occuperà di nuovo della produzione. Abbiamo creato
dei personaggi davvero incredibili, da quello di Vanessa Kirby a
quello di Idris Elba, fino a quello di Eiza Gonzalez. Nel nuovo
film ci saranno alcune sorprese e nuovi grandi personaggi. E non
saranno personaggi che Hobbs potrà eliminare facilmente, perché
sarebbe troppo noioso… ma personaggi per i quali il pubblico
perderà completamente la testa. Villain, anti-eroi ed eroi… ci
saranno praticamente tutti.”
Per quanto riguarda la saga
principale di Fast and
Furious, sappiamo che il nono
capitolo, F9, che
sarebbe dovuto arrivare nelle sale il prossimo mese, è
stato ufficialmente rimandato al prossimo
anno (precisamente ad aprile del 2021) a causa della
pandemia di Covid-19.
In Fast and Furious
9 reciteranno i veterani del
franchise Vin
Diesel, Charlize
Theron, John
Cena, Michelle
Rodriguez, Jordana
Brewster, Ludacris, Tyrese
Gibson e Helen Mirren. Nel cast
anche Michael
Rooker e Cardi B. La regia sarà
firmata da Justin Lin, già regista di
numerosi capitoli del franchise, mentre la release del film è stata
spostata all’aprile 2021(inizialmente il
film sarebbe dovuto arrivare al cinema nel 2020).
Durante un’intervista con
THR, l’attore ha risposto alle domande
del pubblico e tra queste c’era anche “chi è il tuo Avenger
preferito?”. Dopo una risposta ironica, in cui Jackson dice
che il suo preferito è Nick Fury perché è
interpretato da lui, l’attore ha detto “in realtà è Black
Widow”.
Samuel L.
Jackson fa parte del Marvel Cinematic Universe
dall’inzio. Lui è il protagonista della scena post credits di
Iron Man, del 2008, e nel sequel,
Iron Man 2, del 2010, fa parte proprio
del cast e già lì viene affiancato da Scarlett
Johansson che fa esordire nel MCUNatasha
Romanoff. Scopriremo solo poi che il primo è il capo dello
S.H.I.E.L.D. e la seconda una ex spia sovietica in forze
all’organizzazione che lavora per la sicurezza internazionale.
Nel corso della storia, il
personaggio è stato fondamentale in diversi momenti del MCU, come durante le vicende di
The Winter Soldier, ma anche alla fine di
Infinity War, dove richiama
Captain Marvel che salverà Tony
Stark dallo spazio profondo.
Il canale americano FX ha diffuso il nuovo
promo “First Look Preview” di What We Do In The
Shadows 2, l’attesa seconda stagione di What We
Do In The Shadows.
What We Do In The Shadows 2
What We Do In The Shadows
2 è l’annunciata seconda stagione della serie
What We
Do In The Shadows creata da Jemaine Clement per il
canale FX e basata sull’omonimo film del 2014 scritto da Clement e
Taika Waititi. What We Do in the Shadows è ambientato a Staten
Island e segue quattro vampiri che sono stati coinquilini per
centinaia di anni.
Nella seconda stagione di
What We
Do In The Shadows ritorneranno i protagonisti
Kayvan Novak nel ruolo di Nandor the Relentless,
un vampiro che ha 757 anni e che una volta era un soldato
dell’Impero ottomano. Matt Berry nei panni di
Laszlo Cravensworth, un vampiro nobile inglese trasformato da Nadja
e ora sposato con lei. Natasia Demetriou nel ruolo
di Nadja, una vampira romana, sposata con Laszlo. Harvey
Guillén nel ruolo di Guillermo, familiare “paziente” di
Nandor. Mark Proksch nel ruolo di Colin Robinson,
un vampiro energetico che vive con il trio.
Nei ruoli ricorrenti troviamo
Doug Jones nel ruolo del barone Afanas, un antico
vampiro del Vecchio Paese che crede che i vampiri dovrebbero
governare il mondo. Beanie Feldstein nei panni di
Jenna, una LARPer e vergine che Guillermo ha attirato per i
banchetti dei vampiri. Jake McDorman nel ruolo di
Jeff Suckler, una reincarnazionedell’ex amante umano di Nadja,
Gregor, un cavaliere che è stato ucciso dalla decapitazione in
ciascuna delle sue vite.
Secondo il regista Joseph
Kosinski, il tanto chiacchierato Tron
3, sequel di Tron: Legacy
del 2010, potrebbe ancora vedere la luce: il regista sospetta che
la Disney stia soltanto aspettando il momento giusto. In una
recente intervista con ComicBook, Kosinski
ha spiegato:
“C’è sempre stato un interesse
nei confronti di un terzo film, fin da quando abbiamo fatto Legacy.
Ci sono sempre state discussioni e chiacchiere sulla possibilità di
fare un altro film e portare avanti la storia”. Poi ha
aggiunto: “Come ogni altro progetto, c’è solo bisogno della
giusta confluenza di… si tratta soltanto di tempismo, di elementi
al posto giusto… tutto deve funzionare al meglio perché un film
possa vedere la luce.”
L’ultima volta che abbiamo sentito
parlare di Tron 3 è stato circa tre ani
fa, quando alcune voci volevano
Jared Leto nei panni di un nuovo personaggio di nome
Ares. All’epoca si parlava del film come di una sorta di
reboot del franchise, ma siamo quasi certi che quest’idea sia stata
definitivamente accantonata.
Secondo il regista di Legacy,
Tron 3 non è ancora morto
In attesa di capire quali saranno i
piani della Disney, ricordiamo che Tron:
Legacy è un film del 2010 diretto da Joseph
Kosinski, seguito del film Tron del 1982.
Il film, prodotto dal regista di Tron Steven
Lisberger, è incentrato su un soggetto originale di Brian Klugman e
Lee Sternthal.
I protagonisti originali,
Bruce Boxleitner e Jeff Bridges,
riprendono i loro ruoli, mentre Garrett Hedlund interpreta il figlio adulto di
Flynn. Tra gli altri nel cast appaiono anche Olivia Wilde,
Michael Sheen e James Frain.
Dopo
la prima immagine ufficiale di Timothée
Chalamet arrivata nella giornata di ieri, la
Warner Bros. ha diffuso online anche il logo ufficiale di
Dune
di Denis Villeneuve, il nuovo adattamento
cinematografico del celebre romanzo di Frank
Herbert (già portato sullo schermo da David
Lynch nel 1984) che dovrebbe arrivare nelle sale – il
condizionale è d’obbligo, vista l’attuale pandemia di Covid-19 – il
prossimo dicembre.
Nel frattempo Brian
Herbert, figlio di Frank, ha espresso attraverso il suo
account
Twitter tutto il suo entusiasmo per l’arrivo nelle sale del
nuovo film, condividendo l’immagine di Chalamet nei panni di
Paul Atreides e scrivendo: “Fan di Dune,
spero che sia siate tutti eccitati come lo sono io dopo aver visto
questo primo sguardo al nuovo film. Mio padre sarebbe stato
incredibilmente orgoglioso.”
“Percorso mitico e carico di
emozioni, Dune racconta la storia di Paul Atreides, un giovane
brillante e dotato nato sotto un grande destino al di là della sua
comprensione, che dovrà viaggiare verso il pianeta più pericoloso
dell’universo per assicurare alla sua famiglia e alla sua gente un
futuro: mentre forze maligne esplodono in un conflitto per avere il
controllo esclusivo del pianeta e della risorsa più preziosa
esistente (una merce in grado di sbloccare il più grande potenziale
dell’umanità), a sopravvivere saranno solo quelli che potranno
sconfiggere la loro paura“.
Una nuova easter egg di Avengers:
Endgame conferma che Tony Stark (Robert
Downey Jr.) è stato e sempre sarà il cuore pulsante
dei Vendicatori. Il finale del cinecomic di
Anthony e Joe Russo ha decretato
ufficialmente l’uscita di scena di Iron Man, con il MCU che si prepara adesso ad
entrare ufficialmente nella Fase 4.
Eppure, sarà molto difficile
riuscire a “liberarsi” dell’eredità di Tony, e siamo certi che la
stessa sarà comunque presente in qualche modo nei futuri film
dell’universo condiviso. Di recente, una nuova easter egg di
Endgame ha confermato che
Tony è sempre stato il cuore degli Avengers.
Grazie all’account
Twitter ufficiale dei Marvel Studios, infatti, è stato rivelato –
attraverso due immagini – che quando il team si riunisce prima di
entrare nel Regno Quantico, la posizione dei pugni di ciascun
membro attorno al portale ricorda il Reattore Arc che Tony
ricevette in dono da Pepper, a dimostrazione che anche l’uomo aveva
un cuore. Potete ammirare il tweet di seguito:
Ricordiamo che Endgame è il
film di maggiore incasso dell’anno, nonché il più grande successo
dei Marvel Studios, che con l’avventura
diretta da Anthony e Joe
Russo hanno chiuso un arco narrativo lungo 22 film e
11 anni, portando a termine un esperimento produttivo senza
pari.
Endgame ha
ottenuto un grande successo di critica e pubblico, stabilendo
numerosi record al botteghino, diventando il maggior incasso nella
storia del cinema, e venendo candidato a svariati premi
cinematografici, tra i quali l’Oscar ai migliori effetti
speciali.
Vedremo mai John Krasinski recitare in un film del
MCU o esserne coinvolto in qualità
di regista? Al momento non possiamo saperlo con certezza, ma stando
a quanto riportato da Geeks
Worldwide nelle ultime ore, sembra che il regista di
A Quiet Place e del suo attesissimo
sequel, abbia di recente avuto un meeting virtuale (vista
l’attuale pandemia di Covid-19) con i Marvel Studios per discutere di una
“moltitudine di progetti”.
Da anni il nome di Krasinski è
associato al MCU: l’attore, infatti, non
soltanto avrebbe dovuto interpretare Captain America al posto di Chris Evans, ma è anche il favorito dei fan
per un eventuale reboot dei Fantastici Quattro, che da anni lo vedono come
candidato ideale per interpretare Reed Richards,
ossia Mr. Fantastic.
Ovviamente non sappiamo quali sono i
progetti di cui John Krasinski ha discusso con i Marvel Studios, né sappiamo in che
ruolo la Casa delle Idee vorrebbe provare a coinvolgere la star di
Hollywood, se in qualità di attore, o magari di regista, oppure di
entrambi. Quel che è certo è che Krasinski amerebbe entrare a far
parte della grande famiglia Marvel,
come rivelato da lui stesso alcuni mesi fa:
“Mi piacerebbe essere parte
dell’Universo Marvel.Mi piacciono quei
film perché sono divertenti, ma penso anche che siano fatti
veramente bene. Poi, ci sono un sacco di miei amici che recitano in
quei film. Non ho idea di cosa la Marvel stia pensando o progettando.
Ma se è vero che stanno valutando me per il ruolo Mr. Fantastic,
allora vi prego, continuate a farlo, perché mi piacerebbe
interpretarlo.”
In attesa di nuovi dettagli,
ricordiamo che A
Quiet Place 2, inizialmente
previsto per lo scorso 20 marzo e posticipato a causa della
pandemia di Covid-19, arriverà adesso nelle sale americane il
prossimo 4 settembre.
Le vicende del primo capitolo
seguivano il viaggio di una famiglia costretta a vivere nel
silenzio per non cadere vittima di misteriose creature che vengono
attirate dai suoni. Consapevoli che ogni minimo sussurro, ogni
minimo passo, significa la morte, Evelyn (Emily
Blunt) e Lee (John
Krasinski) sono determinate a trovare un modo per
proteggere i loro figli mentre tentano disperatamente di
contrattaccare.
John Krasinski ha spiegato che il sequel
affronterà le stesse tematiche del suo predecessore: “Amo
l’idea del primo film, in cui il mio personaggio e quello di Emily
combattono contro il desiderio di sopravvivere e la voglia di
vivere. Tutto quello che il mio personaggio voleva era
sopravvivere. Il suo personaggio invece diceva: ‘Non è abbastanza.
Dobbiamo vivere. Dobbiamo permettere a questi ragazzi di vivere
come esseri umani’. Dopo la mia morte, ho amato vedere Emily
combattere con tutto questo, con l’idea che la sopravvivenza sia
forse l’unico modo per affrontare le cose. Forse quella voglia di
vivere era davvero troppo pericolosa…”
Prima che l’uscita di
Black Widow venisse
ufficialmente posticipata da maggio al prossimo novembre, in molti
pensavano che la Disney, per evitare eccessivi stravolgimenti al
calendario delle uscite del MCU, avrebbero rilasciato il film
direttamente su Disney+. Così non è andata, con il film su
Vedova Nera che è stato posticipato di 6 mesi e
il calendario delle prossime uscite Marvel che ha subito delle
modifiche importanti.
Adesso, in un recente podcast di
FatMan Beyond LIVE! (via
Screen Rant), il regista, sceneggiatore e comico Kevin Smith ha spiegato perché – dal suo punto
di vista – non avrebbe senso rilasciare un film del MCU direttamente su Disney+, senza passare per le sale
cinematografiche. Le ragioni, com’è facile intuire, sono legate a
discorsi puramente economici. Queste le dichiarazioni di Smith:
“Penso che far uscire Artemis Fowl
direttamente in streaming sia una mossa intelligente. Non credo
però che accadrà mai una cosa del genere con un film del MCU. Non credo che la Disney voglia
giocarsi così alcuni dei suoi titoli più grossi. E poi c’è tutta la
questione delle serie Marvel che arriveranno su Disney+, che saranno collegate ai film…
e proprio per questo devono continuare ad avere un valore. Quei
film fanno un sacco di soldi… davvero tanti.”
Il discorso di Kevin Smith non fa una piega, basti pensare ai
soldi guadagnati con Avengers: Endgame dello scorso anno: è
innegabile quanto per la Disney aspettare di far uscire questi film
in sala non sia assolutamente un problema… se ciò significa avere
la possibilità di guadagnare miliardi di dollari.
La regia
di Black
Widow è stata affidata a Cate
Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of
Eleanor Rigby). Insieme alla Johansson ci saranno
anche David
Harbour, Florence
Pugh, e Rachel
Weisz.
In Black Widow, quando sorgerà una
pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff
dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini.
Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di
sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di
spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che
diventasse un membro degli Avengers.
“Percorso mitico e carico di
emozioni, Dune
racconta la storia di Paul Atreides, un giovane brillante e dotato
nato sotto un grande destino al di là della sua comprensione, che
dovrà viaggiare verso il pianeta più pericoloso dell’universo per
assicurare alla sua famiglia e alla sua gente un futuro: mentre
forze maligne esplodono in un conflitto per avere il controllo
esclusivo del pianeta e della risorsa più preziosa esistente (una
merce in grado di sbloccare il più grande potenziale dell’umanità),
a sopravvivere saranno solo quelli che potranno sconfiggere la loro
paura“.
In Dune,Timothée
Chalametinterpreterà il protagonista Paul
Atreides, nato sul pianeta Caladan dal matrimonio fra il duca Leto
Atreides I e la sua concubina Lady Jessica. Nel cast
anche Javier Bardem, Zendaya, Oscar
Isaac, Rebecca
Ferguson, Stellan Skarsgard, Dave
Bautista, Charlotte
Rampling e Jason Momoa.
Ricordiamo che il film arriverà nelle sale americane il 18 dicembre
2020.
Empire Magazine ha
realizzato ben due copertine dedicate a Wonder Woman 1984. Si tratta
della copertine del numero di giugno 2020. Entrambe le cover
vediamo l’utilizzo di colori accesi al neon, che rievocano gli anni
Ottanta e anche il look visto nei primi trailer e materiali
promozionali del film.
Diana compare sia con la Golden
Eagle e il Lazo di Estia, sia con il costume con cui siamo abituati
a vederla, mentre brandisce sempre il Lazo. Ecco le due cover di
seguito:
Vi ricordiamo che Wonder
Woman 1984 uscirà il 14 agosto 2020. Il film
è stato definito dal produttore Charles Roven un sequel “inusuale“,
che poterà in scena lo stesso personaggio grazie al lavoro dello
stesso team creativo e che seguirà gli eventi del precedente
capitolo, ma che i fan non dovrebbero aspettarsi un seguito
tradizionale definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
“Il film racconterà un lasso di
tempo completamente diverso e lo spettatore avrà solo un assaggio
di ciò che che Diana ha fatto o affrontato negli anni intermedi.
Abbiamo cercato di mettere insieme una storia del tutto diversa che
potesse rispettare le stesse emozioni del passato, portare un sacco
di umorismo e molta azione coraggiosa. E soprattutto, toccare le
corde del cuore.“
L’ordine cronologico del personaggio
è stato già rimescolato, essendo stata introdotta nell’era
contemporanea di Batman v Superman: Dawn
of Justice per poi tornare al vecchio secolo
con Wonder Woman. Il sequel vedrà
ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta
a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris
Pine (volto del redidivo Steve Trevor)
e Pedro
Pascal.
L’esperienza di Sophie Turner con il franchise degli X-Men non
si può dire certo vincente, da un punto di vista degli esiti al box
office. Nonostante l’attrice di Game of
Thrones abbia avuto la fortuna di essere scelta per
interpretare nientemeno che Jean Grey, i film cui ha preso parte
non sono stati in successo. Oltre a X-Men: Apocalypse, ricordiamo in
particolare il disastroso Dark Phoenix, in cui lei è proprio la
protagonista.
Tuttavia, sembra che l’attrice abbia
gradito l’esperienza, al netto dell’esito, e che vorrebbe davvero
molto replicarla. Parlando con Variety, Sophie
Turner ha detto: “Non so nemmeno quale sia
l’accordo, se la Disney vuole continuare il viaggio degli X-Men o
no. Sarei sempre pronta a tornare per quel personaggio, quel cast e
quell’esperienza… ci siamo divertiti tantissimo a girare quei film.
Ucciderei per tornare”.
Dark Phoenix
tratta la storia di uno dei personaggi più amati della saga degli
X-Men, Jean Grey, che si evolve nell’iconica Fenice Nera. Nel corso
di una pericolosa missione nello spazio, Jean viene colpita da una
potente forza cosmica che la trasforma in uno dei più potenti
mutanti di tutti i tempi. Lottando con questo potere sempre più
instabile e con i suoi demoni personali, Jean perde il controllo e
strappa qualsiasi legame con la famiglia degli X-Men, minacciando
di distruggere il pianeta. Il film è il più intenso ed emozionante
della saga, mai realizzato prima. È il culmine di vent’anni di film
dedicati agli X-Men, la famiglia di mutanti che abbiamo amato e
conosciuto deve affrontare il nemico più devastante: uno di
loro.
Disney sta sviluppando un remake
live-action / CGI del suo classico, Robin
Hood, per Disney+. Distribuito nel 1973, il
Robin Hood della Disney reinventa la
leggenda dell’eroe del titolo come un’avventura musicale ambientata
in un mondo popolato da animali antropomorfi, tra cui Robin che è
una volpe e Little John, un orso.
Un successo al botteghino all’epoca
dell’uscita, il film rimane popolare tra i fan della Disney fino ad
oggi, momento in cui la Disney ha deciso di raccontare di nuovo la
storia in versione live action, per gli abbinato di Disney+, come già accaduto per Lilli e il
Vagabondo.
Con Il Re Leone e Aladdin dello
scorso anno che hanno incassato entrambi 1 miliardo di dollari al
botteghino, la linea editoriale dei remake della Casa di Topolino
mostra pochi segnali di cedimento. Lo studio ha infatti in
programma ancora più remake per i prossimi due anni (a partire da
Mulan,
la cui uscita è stata posticipata), molti dei quali destinati
direttamente alla piattaforma.
Secondo THR, il remake di Robin Hood
della Disney è attualmente in fase di sviluppo come esclusiva
Disney+. Kari
Granlund, che ha anche scritto anche Lilli e il
Vagabondo sempre per il servizio di streaming,
sta lavorando alla sceneggiatura, con il regista di video musicali
Carlos López Estrada incaricato per le
riprese.
Una donna crede di essere sposata
con Captain America dopo essersi sottoposta alla
rimozione dei denti del giudizio. Captain America è stato il primo
Vendicatore, uno dei personaggi più importanti dei fumetti Marvel e del Marvel Cinematic Universe.
Ragazzetto malaticcio di Brooklyn, con tanto coraggio e la voglia
di non lasciar vincere i bulli, Steve Rogers viene selezionato per
un esperimento dell’esercito americano e diventa il Super Soldato
Captain America.
Mentre il mondo continua a
combattere la vera crisi del coronavirus, una donna che ha subito
un intervento chirurgico di rimozione dei denti del giudizio, ha
regalato al mondo una risata di cuore, tanto necessaria in questi
giorni difficili. I video suoi video post intervento sono diventati
virali e mostrano la paziente in questione delirare, ancora sotto
effetto dei farmaci.
Sebbene Steve Rogers abbia
consegnato lo scudo di Captain America a Falcon in
Avengers: Endgame, la sua
eredità e il suo carattere rimangono ancora immensamente
popolari.
Con la fase 4 del MCU ritardata a causa del
coronavirus, altri eroi si incaricheranno di intrattenere il
pubblico del futuro. La giovane donna nel video potrebbe non
esserne conscia, in quel momento, ma probabilmente ha portato molti
sorrisi a persone che hanno un disperato bisogno di un motivo per
ridere. L’importante è che la notizia non arrivi a Peggy
Carter!
Il prossimo reboot di
Hellraiser ha trovato regista e
sceneggiatore. Attraverso la sua carriera di drammaturgo, autore e
regista, Clive Barker si è guadagnato il suo posto
nel pantheon dei maestri dell’orrore.
Probabilmente la sua opera più
famosa, Hellraiser del 1987 è un
adattamento del romanzo Il cuore infernale. Il film è stato un
successo e il personaggio di Pinhead è diventato immediatamente una
delle figure più iconiche della storia del cinema dell’orrore. La
serie ha guadagnato il plauso per i suoi temi cerebrali, i toni
gore e le immagini provocatorie di mutilazione secondo la sua
materia sadomasochistica.
Ora David Goyer e Spyglass Media
Group stanno riavviando il franchise con un nuovo film, e hanno
assunto i loro scrittori e regista. Secondo THR, il nuovo
Hellraiser sarà scritto da Ben
Collins e Luke Piotrowski e diretto da David
Bruckner. Insieme, questi tre cineasti hanno collaborato
con Goyer in The Night House.
La serie
Hellraiser è attesa da tempo come
protagonista di un ritorno sul grande schermo e la vista di Pinhead
nell’originale del 1987 rimane sorprendentemente terrificante come
non mai. I cineasti scelti da Goyer e Spyglass hanno una comprovata
esperienza nel genere horror, quindi ci sono buone
possibilità che saranno in grado di rendere giustizia all’amato
franchise.
Joseph Kosinski,
regista di Top
Gun: Maverick condivide con il pubblico che
il sequel sarà completato in tempo per la sua data di uscita
prevista in origine. Come molti dei prossimi film del 2020,
l’uscita del sequel di Top Gun è stata
ritardata a causa dell’emergenza COVID-19. La
pandemia ha costretto i cinema di tutto il mondo a chiudere e, in
risposta, la maggior parte dei grandi studi ha ritardato e
riprogrammato l’uscita di tutti i loro film in uscita.
A causa della riprogrammazione di
così tante date di uscita, la stagione estiva includerà molti meno
film di quanto previsto. Grandi blockbuster come
Black Widow e Wonder Woman 1984 sono stati
posticipati verso la fine dell’anno, e film molto attesi come
Fast & Furious 9 sono stati addirittura
spostati al 2021.
Non è ancora chiaro esattamente
quando riapriranno i cinema e potrebbe essere ancora più lungo il
tempo di attesa per far lavorare le sale a pieno regime. In tal
caso, quei film che hanno spostato le date di uscita più avanti
potrebbero trarre maggiori benefici. Per quanto riguarda il
Top Gun: Maverick, in cui torna Tom
Cruise, è stato originariamente previsto per giugno, ma
l’emergenza coronavirus lo ha fatto posticipare al 23 dicembre
2020.
In un’intervista con ComicBook.com, il
regista Joseph Kosinski ha condiviso che anche se
l’uscita di Top Gun: Maverick fosse
ancora prevista per giugno, il film sarebbe comunque pronto in
tempo. “Stiamo rispettando il nostro programma e finendo il
film proprio come se uscisse nella data di uscita originale”,
ha spiegato Kosinksi, aggiungendo che: “Fortunatamente, sono
nel momento di post-produzione, a casa, dove, nonostante tutte le
restrizioni sulle possibilità di lavoro, sono in grado di
continuare a fare il mio lavoro e finire il film, il che è
piuttosto sorprendente. Se fossi in qualsiasi altra fase del
progetto, sarebbe difficile farlo, ma poiché sono al lavoro sulla
parte finale, sono in grado di fare tutto il necessario per poterlo
finire.”
Dopo più di trent’anni di servizio
come aviatore della Marina, Pete “Maverick” Mitchell (Tom Cruise) è
nel posto che gli appartiene, spingendo l’acceleratore nelle vesti
di un coraggioso pilota collaudatore, mentre ha schivato
l’avanzamento di grado che lo avrebbe radicato nel corpo. Quando si
ritrova ad addestrare un distaccamento dei diplomati di Top Gun per
una missione specializzata che nessun pilota vivente ha mai visto,
Maverick incontra il tenente Bradley Bradshaw (Miles Teller),
segnale di chiamata: “Rooster”, il figlio del defunto amico di
Maverick e ufficiale di intercettazione radar Ten. Nick Bradshaw,
alias “Goose”. Di fronte a un futuro incerto e confrontandosi con i
fantasmi del suo passato, Maverick viene coinvolto in uno scontro
con le sue paure più profonde, che culmina in una missione che
richiede il massimo sacrificio a coloro che saranno scelti per
volarci incontro.
Lo sceneggiatore / regista Taika
Waititi ha dichiarato che Thor: Love and Thunder
esplorerà maggiormente il personaggio di Korg. A parte una breve
apparizione non ufficiale in Thor: The Dark World, il
guerriero Kronan è apparso per la prima volta in
Thor: Ragnarok dove è stato
doppiato e interpretato in mo-cap da Waititi.
Dopo Thor: The Dark
World, Waititi ha rinvigorito il franchise con il suo
approccio unico. Il terzo film di Thor è stato elogiato dal
pubblico e dalla critica come uno dei migliori dell’universo
cinematografico Marvel e le scene con protagonista
Korg sono state accolte con grande favore da parte del
pubblico.
Dopo essere fuggito da Sakaar con
Miek, Loki, Valkyrie e Thor in Thor:
Ragnarok, Korg diventa un membro dell’entourage
asgardiano. In Avengers: Endgame, Korg è in
Norvegia (Nuova Asgard) mentre gioca a Fortnite con Thor e poi alla
fine del film lotta contro Thanos.
Il personaggio tornerà in
Thor: Love and Thunder. Giovedì, Waititi
ha organizzato una live sul suo account Instagram dove ha risposto a molte
domande in merito al suo prossimo film in casa Marvel. In live con lui c’era anche
Tessa Thompson, che tornerà nel ruolo di Valchiria, e il regista ha
dichiarato: “Toccheremo nello specifico la cultura di
Korg. C’è una storia interessante nei fumetti sui Kronans e su
come … procreano.”
Nella stessa circostanza, Taika
Waititi ha anche discusso della eventuale inclusione di Beta Ray Bill nel film. “Voglio dire,
adoro Beta Ray Bill, e sarebbe fantastico avere lui nel film, ma
proprio non lo so, adesso. Le cose sono per aria, adesso”. Il
franchise di Thor ha già fatto riferimento al personaggio in Thor:
Ragnarok, dove si poteva vedere una statua simile a Beta Ray
Bill, che poteva anche sembrare un indizio per quello
che sarebbe venuto dopo. Evidentemente, non è così.
Thor: Love and
Thunder è il titolo ufficiale del quarto
capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir
stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo
daNatalie
Portman, come confermato sabato durante il
panel dei Marvel Studios al Comic-Con.
Taika Waitititornerà alla regia di un film dei
Marvel Studios
dopo Thor:
Ragnarok, così come Chris
Hemsworth e Tessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor
e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers:
Endgame. L’ispirazione del progetto arriva dal
fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come
“la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
L’uscita nelle sale è fissata invece
al 5 novembre 2021.
A quattro anni di distanza dal
successo internazionale di Trolls, arriva
il Trolls World Tour, un sequel che è
anche un ampliamento del mondo cinematografico basato sui
pupazzetti creati da Thomas
Dam e divenuti ormai oggetti preziosi per
collezionisti e nostalgici, simbolici di decadi passate (tanto che
James
Gunn ne mette uno anche nella personale collezione da
“umano anni ‘80” di Star Lord, in Guardiani
della Galassia).
Il film gode (o paga il prezzo?) di
una distribuzione casalinga, scelta dettata dall’emergenza di
coronavirus in atto in tutto il mondo in queste settimane. Disponibile per
il noleggio dal 10 Aprile, il film, come accennato,
amplia il mondo della prima avventura, ma lo fa letteralmente,
raccontandoci l’origine del mondo dei Trolls, regalandogli (e
regalandoci) una cartina geografica precisa di quello che è il
mondo dei Trolls.
Trolls World Tour, la trama
Nel primo film abbiamo seguito le
avventure di Poppy che, da futura regina dei Pop Trolls, insegna a
orchi cattivi cos’è la vera felicità. In Trolls World
Tour, invece, Poppy scoprirà che il mondo è molto più
grande di quello che sospetta e soprattutto che esistono altre
tribù di trolls, ognuno dei quali legati a un particolare genere di
musica: Techno, Classica, Funk, Country e Rock. Nella storia,
scopriamo che l’intento della regina del Rock Trolls vuole
eliminare tutti gli altri generi di musica ed unificare tutti i
trolls in un solo popolo, nel nome della musica Rock.
L’avventura di Poppy, in compagnia
di Brunch e di tutti i suoi simpatici amici, comincia così. La
giovane Regina dei Pop Trolls si ritroverà quindi non solo a
fronteggiare una minaccia per il mondo così come lo conosce, ma
anche a capire qual è il vero valore della diversità. Sia lei che
Barb, la regina rock, desiderano eliminare le differenze trai
Trolls, chi con desiderio di armonia e chi con voglia di
supremazia, ma entrambe impareranno che quelle differenze non
ostacolano la convivenza serena e che la natura stessa dell’armonia
risiede nella differenza delle voci che, lavorando insieme, la
creano.
L’aspetto più interessante di
Trolls World Tour è senza dubbio la
caratterizzazione dei gruppi di piccoli animaletti colorati. In
base al loro genere di appartenenza, ogni tribù di Trolls ha le sue
specifiche, tutte derivanti da stereotipi legati al genere di volta
in volta preso in esame. E così ai glitter dei Pop Trolls, passiamo
agli spuntoni metallici dei Rock Trolls e look da cowboy dei
Country Trolls.
Questa ricerca estetica si
arricchisce, come è facile immaginare, di una ricerca musicale che
seleziona brani rappresentativi dei vari stili, andando ad
ironizzare in maniera marcata sull’immaginario di ognuno di essi,
raggiungendo così il duplice scopo di descrivere la tribù e di
metterne in evidenza le caratteristiche sulle quali, comunemente,
si ironizza.
Dreamworks unisce
anche in questo caso l’avventura al messaggio edificante
indirizzato ai più giovani e che certamente, nonostante la sua
semplicità, aggiunge spessore alla storia. Suggestiva è infatti la
scelta narrativa conclusiva, in cui si attribuisce alla musica un
valore intimo e quasi sociale. E in effetti la musica è per
antonomasia un linguaggio universale, che unisce e mette in
armonia, appunto, le diverse voci che costituiscono l’intero.
Trolls World
Tour replica la natura avventurosa del primo film,
rendendo leggermente più complesso il messaggio da recapitare ai
giovani spettatori: dalla capacità scoprire e trovare la felicità,
all’accettazione della diversità come elemento che arricchisce e
non minaccia il mondo.
Sono trascorsi quasi 11 da quando
il primo adattamento di
Twilight, la saga letteraria di Stephanie
Meyer, è arrivato sul grande schermo. Era il lontano
dicembre del 2008 e da allora, sulla scia di un incredibile
successo, sono stati realizzati quattro sequel (New
Moon, Eclipse e Breaking
Dawn, diviso in due parti) che hanno visto il ritorno
di tutti i membri del cast, tra cui i protagonisti Kristen Stewart e Robert Pattinson.
Ma dalla fine della saga nel 2012,
cosa ha fatto il cast? Alcuni hanno proseguito la loro carriera e
hanno preso parte a numerosi film, altri invece sono finiti nel
dimenticatoio. Scopriamo insieme che fine ha fatto il cast di
Twilight dopo la fine del franchise cinematografico:
Kristen Stewart (Bella Swan)
La saga di Twilight ha portato alla ribalta
Kristen Stewart, che da allora ha
iniziato a lavorare a pieno regime. Parallelamente ai suoi
impegni con Bella, ruolo che le ha regalato la fama internazionale,
la Stewart è apparsa in The Runaways,
film biografico sull’omonima rock band al femminile, nel dramma
indipendente Welcome to the Rileys e nel
più celebre Biancaneve e il cacciatore
dove ha interpretato la leggendaria Principessa.
Dopo la fine della saga dedicata ai
Vampiri, è riuscita a catturare l’attenzione di acclamati cineasti
come Olivier Assayas (che l’ha diretta ben due
volte, in Sils Maria e
Personal Shopper),Woody Allen (che l’ha
diretta in
Café Society) e Ang Lee (che l’ha diretta
in
Billy Lynn). Più di recente è stata protagonista del
reboot di Charlies
Angels, che però si è rivelato un flop al
botteghino.
Robert Pattinson (Edward Cullen)
Prima di Twilight,Robert Pattinson era già noto ai fan della
saga di Harry Potter per aver interpretato Cedric
Diggory ne
Il calice di fuoco. Dopo la fine della saga dei Vampiri,
la sua carriera ha intrapreso un percorso molto diverso, in cui
l’attenzione alla scelta dei ruoli sembra essere diventata
fondamentale: è stato infatti protagonista di Cosmopolis e Maps to the Stars, entrambi diretti dal
maestro David Cronenberg, ed è apparso in opere di
altri celebri registi come Queen of the Desert di
Werner Herzog e Civiltà perdutà di
James Grey.
Più di recente l’abbiamo visto ne
Il re di David Michôd. A luglio
tornerà nelle sale con Tenet,
il nuovo attesissimo film di Christopher Nolan, mentre il prossimo
anno vestirà i panni del Crociato di Gotham in The Batman, il nuovo cinecomic DC diretto
da Matt Reeves.
Taylor Lautner (Jacob Black)
Dopo
Twilight,
Taylor Lautner ha avuto una carriera cinematografica
molto breve. Dopo una serie di ruoli alquanto dimenticabili (come
in Tracers del 2015 o in The Ridiculous 6 del
2016), è passato alla televisione. È tra i protagonisti della
sit-com britannica Cuckoo ed è anche apparso nella ben più
celebre Scream
Queens di Ryan Murphy, cancellata però dopo due stagioni.
Stando alle ultime notizie, pare che l’attore si sia
momentaneamente ritirato dal cinema per dedicarsi alla
famiglia.
Elizabeth Reaser (Esme
Cullen)
Conclusasi l’esperienza con
Twilight,Elizabeth Reaser è stata attiva principalmente in
campo televisivo. L’abbiamo vista in tantissime serie, tra cui
Grey’s
Anatomy e The Good Wife, e più di
recente nell’acclamata
The Handmaid’s Tale. Tra i suoi ruoli più
celebri, però, figurano quelli di Pam Bozanich in Law & Order:
True Crime e Shirley Crain nella più recente Hill House, disponibile su Netflix. L’ultimo film per il cinema in cui è apparsa
è stato Ouija
– Le origini del male (2016).
Peter Facinelli (Carlisle Cullen)
Dopo Twilight, Peter Facinelli ha continuato a recitare,
dividendosi tra cinema e tv. Sul grande schermo, la sua ultima
apparizione risale allo scorso anno, quando ha preso parte a ben
due film: Running with the Devil e
Countdown. In tv, invece, è apparso in serie tv come
Supergirl
e SWAT.
Si è anche dedicato alla regia: è infatti in fase di produzione un
corto da lui scritto e diretto, e intitolato Hour of Lead. Piccola
curiosità: l’attore è stato sposato dal 2001 al 2012 con
Jennie Garth, la celebre Kelly di
Beverly Hills 90210. L’ex coppia ha tre
figli.
Ashley Greene (Alice Cullen)
Ashley
Greene ha continuato ad avere una carriera abbastanza
diversificata dopo Twilight. È apparsa in film quali
Wish I Was Here di Zach Braff e Burying the Ex di Joe
Dante. Ha anche doppiato il personaggio di
Batgirl nel videogioco “Batman: Arkham Knight”. Tra il
2016 e il 2017 ha fatto parte del cast della serie Rogue,
mentre nel 2019 ha avuto un piccolo ruolo in Bombshell – La voce dello scandalo.
Attualmente è al lavoro su una nuova serie tv e su un nuovo film
per il cinema.
Dopo
Twilight, Nikki Reed è apparsa in una serie di film
pochi noti al pubblico italiano. Celebre soprattutto per il suo
ruolo in Thirteen – 13 anni (film di cui
è anche sceneggiatrice), l’attrice ha sposato l’attore Ian Somerhalder nell’aprile 2015 e ha
annunciato di aspettare un figlio all’inizio del 2017. Non lavora
più dal 2016, presumibilmente per stare a casa e prendersi cura
della sua famiglia. Lo scorso anno è apparsa al fianco del marito
nella serie
V Wars, disponibile su Netflix, che purtroppo è
stata cancellata dopo una sola stagione.
Jackson Rathbone (Jasper
Hale)
Jackson Rathbone ha avuto una carriera più o
meno stabile dopo la fine di Twilight, senza mai
raggiungere però la fama mondiale. Nel 2011 ha ottenuto un
ruolo da protagonista nella web serie Aim
High. Ha lavorato principalmente in tv (White
Collar e The
Last Ship tra le produzioni più famose a cui ha
preso parte) e in diversi film destinati al grande schermo che però
non sono mai arrivati in Italia.
Billy Burke (Charlie Swan)
Da la fine
della saga di Twilight,Billy
Burke ha avuto diversi ruoli in film come cui Highland
Park,
Lights Out e Breaking In. Tuttavia, è stato il piccolo
schermo il posto dove è riuscito a far splendere davvero il suo
talento, grazie a serie come Revolution e
Zoo.
Ha anche interpretato un ruolo minore in Major Crimes. È
anche apparso in FBI (dove recita anche Kellan Lutz) e
nello spin-off 911 – Lone Star creato da Ryan
Murphy.
Divenuta particolarmente popolare
nell’ultimo decennio, l’attrice Mia Wasikowska si
è distinta all’interno dell’industria per essere passata con
naturalezza dal ricoprire ruoli in grandi blockbuster sino a film
indipendenti o d’autore. Della sua generazione di interpreti, la
Wasikowska si è affermata come una delle più interessanti, dotata
di carisma e buona versatilità. Ecco 10 cose che non sai di
Mia Wasikowska.
9. È stata anche
regista. La Wasikowska si è distinta per aver ricoperto
anche il ruolo di regista per due film collettivi. Questi sono
The Turning (2013), dove ha diretto il segmento Long,
Clear View, e Madly (2015), con il segmento After
Birth. Per queste occasioni, tra gli altri registi con cui
l’attrice ha avuto modo di collaborare vi sono stati Cate
Blanchett,Gael Garcia
Bernal.
8. Ha ottenuto importanti
riconoscimenti. Nel corso degli anni, l’industria ha
dimostrato di apprezzare particolarmente l’attrice, che ha ottenuto
le candidature ai British Independent Film Awards come miglior
attrice per Jane Eyre, e come miglior attrice non
protagonista per Il sosia. È stata inoltre definita
l’attrice dell’anno 2010 dalla Hollywood Film Awards.
Mia Wasikowska: chi è il suo
fidanzato
7. Ha avuto una relazione
con un noto attore. Sul set del film Il sosia –
TheDouble l’attrice conosce Jesse
Eisenberg, noto per essere stato il protagonista del
film The Social Network. I due intraprendono così una
relazione tenuta particolarmente riservata, lontana dal clamore dei
media e della vita mondana, che dura dal 2013 al 2015.
Mia Wasikowska in Piercing
6. È la protagonista
femminile del film. Nel 2018 l’attrice prende parte al
film Piercing, thriller basato sull’omonimo romanzo di Ryū
Murakami, incentrato sull’incontro furtivo tra un uomo d’affari e
una prostituta, interpretata dalla Wasikowska. Nella camera
d’albergo in cui si incontrano, però, non tutto andrà come
previsto. Il film è stato lodato in particolare per
l’interpretazione dell’attrice, che per la critica si conferma una
delle più interessanti del suo tempo.
Parte delle cose che non sai
dell’attrice
Mia Wasikowska in Alice in
Wonderland
5. È stata scelta per una
sua qualità. L’attrice si presentò al provino per il ruolo
di Alice nell’atteso live-action, concorrendo contro numerose altre
candidate tra cui Amanda
Seyfried. Tuttavia, stando al regista Tim
Burton, fu la sua solennità a permetterle di ottenere il
ruolo, essendo una qualità ricercata per dar vita al
personaggio.
4. Era la prima volta che
lavorava con il green screen. Per la Wasikowska si
trattava della prima esperienza in un grande blockbuster
hollywoodiano, e in particolare era la prima volta che si trovava a
dover interagire con un ambiente irreale, circondata pertanto dal
celebre green screen. Durante una serie di interviste l’attrice ha
rivelato di come le fosse stato inizialmente difficile abituarsi a
questa novità.
3. Il ruolo la
spaventava. Nell’accettare la parte di Alice, l’attrice
era consapevole che si trattava di un ruolo conosciutissimo e verso
cui si hanno grandi aspettative. Inoltre, era il ruolo che
l’avrebbe resa famosa a livello mondiale. Tutte queste
consapevolezze hanno reso la Wasikowska particolarmente nervosa, e
ha dovuto lavorare a lungo affianco al regista per trovare una sua
personale versione del personaggio.
Mia Wasikowska: il suo 2020
2. Ha recitato in un nuovo
atteso film. Nel 2020 l’attrice tornerà al cinema con il
film The Devil All the Time, ambientato nel secondo
dopoguerra, dove un gruppo di persone manifesta danni psicologici
dovuti dagli orrori del conflitto bellico. Nel film la Wasikowska
reciterà accanto ad un cast di giovani attori come Tom Holland,Robert Pattinson,Sebastian
Stan ed Eliza
Scanlen.
Mia Wasikowska: età e altezza
1. Mia Wasikowska è nata a
Canberra, in Australia, il 25 ottobre 1989. L’attrice è
alta complessivamente 163 centimetri.
In Thor:
Ragnarok, uscito nelle sale nel 2017,
abbiamo visto Thor fare ritorno ad Asgard e scoprire che Loki era
vivo e fingeva di essere Odino. Il Dio del Tuono costringe suo
fratello ad accompagnarlo dal padre, e grazie all’aiuto di Stephen
Strange i due scoprono che si trova in Norvegia.
Odino li rivela di essere ormai in
punto di morte e che Hela, la sua primogenita, sta per essere
liberata dalla prigione in cui era stata rinchiusa millenni prima.
Poco dopo, Odino muore e appare Hela che distrugge il Mjolnir.
Inizialmente, la sequenza in questione doveva essere leggermente
diversa: doveva infatti essere Hela, prima di distruggere il
martello di Thor, ad uccidere Odino.
Adesso, in una recente live su
Instagram, il
regista Taika Waititi ha spiegato perché la scena
della morte di Odino è stata cambiata: “Se
guardate il trailer del film, c’è una scena in cui Odino muore a
New York. Per una serie di motivi, volevamo farli uscire da New
York e creare questo posto in vista di Avengers: Endgame. Volevamo seminare prima
questa location in modo da poter poi organizzare la nuova casa di
Asgard. Inoltre, il pubblico che ha assistito ai test screening non
aveva particolarmente apprezzato il fatto che Odino morisse vicino
ai cassonetti della spazzatura, in un vicolo.”
Thor:
Ragnarok è diretto da Taika
Waititi. Nel cast del film Chris
Hemsworth nei panni di Thor; Tom
Hiddleston in quelli del fratello adottivoLoki;
il vincitore del Golden Globe e Screen Actors Guild
Award Idris
Elba, che interpreta la sentinella di Asgard,
Heimdall; il premio Oscar Sir Anthony
Hopkins che veste ancora i panni di Odino,
signore di Asgard.
Tra le new entry invece si annoverano il premio
OscarCate
Blanchett (Blue
Jasmine, Cenerentola) nei panni del potente
cattivo Hela, Jeff
Goldblum (Jurassic
Park, Independence Day: Resurgence), che
interpreta l’eccentrico Grandmaster, Tessa
Thompson (Creed, Selma)
che interpreta Valkyria, mentre Karl
Urban (Star Trek, il Signore
degli Anelli: il ritorno del re) aggiung la sua forza nella
mischia come Skurge. Mark
Ruffalo riprende il suo ruolo di Bruce
Banner/Hulk. Il film è uscito nelle sale il 3 novembre 2017.
In Thor:
Ragnarok, Thor è imprigionato dall’altro lato
dell’universo senza il suo formidabile martello e si trova in una
corsa contro il tempo per tornare a Asgard per fermare il Ragnarok,
la distruzione della sua casa e la fine della civiltà asgardiana,
dalle mani di una nuova e potente minaccia, la spietata Hela. Ma
prima deve sopravvivere a una mortale lotta tra gladiatori che lo
metterà contro uno dei suoi amici Avengers, l’incredibile Hulk.
Matt Reeves ha
rivelato che non avrebbe mai firmato con la DC Films per dirigere
The
Batmanse non avesse avuto libertà
creativa in merito al suo film. In una recente intervista con il
New York Times, il regista ha parlato delle difficoltà che si
possono incontrare quando si lavora ad un grande blockbuster, o
comunque ad un film ad alto budget.
Come spiegato da Reeves, spesso gli
studi si approcciano a determinate proprietà con il solo obiettivo
di trionfare al box office, e spesso non è mai chiaro dall’inizio
se i dirigenti saranno disponibili ad accogliere ed assecondare la
visione del regista sul film. Per questo motivo, quando gli è stato
proposto The
Batman, il controllo creativo sul film è stata
un’assoluta proprietà per Reeves:
“Non sai mai se le persone
responsabili di quelle proprietà intellettuali saranno aperte alla
tua visione. Nel caso di Batman, se non lo fossero state, non avrei
mai fatto il film. Ci sono stati dei film fantastici sull’Uomo
Pipistrello e non volevo fare l’ennesimo film su Batman. Ho detto
fin dall’inizio che volevo fare qualcosa che avesse una forte
componente emozionale. La mia ambizione è che, attraverso
l’utilizzo delle metafore di quel mondo, venga fuori un film
incredibilmente personale.”
HN Entertainment ha suggerito che le
riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di
Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche
di Batman
v Superman: Dawn of Justice, Justice
League, Wonder
Woman e del sequel Wonder
Woman 1984) mentre l’uscita nelle sale è stata già fissata
al 25 giugno 2021.
“The
Batman esplorerà un caso di detective“,
scrivono le fonti, “Quando alcune persone iniziano a morire in
modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di
Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una
cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham
City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà
disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei
film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti
sospettati“.
Non sappiamo ancora quando avremo la
possibilità di vedere The New Mutants, né
sappiamo se il film avrà effettivamente quei toni orrorifici sui
quali si è molto discusso in precedenza. Nell’attesa, però,
l’artista Jônathas Luz ha
condiviso via Instagram una serie di
bellissimi fan poster dedicati al cinecomic di Josh
Boone che omaggiano i manifesti originali di alcuni
classici del genere horror.
The
New Mutants è un thriller con sfumature
horror, originale e ambientato in un ospedale isolato dove un
gruppo di giovani mutanti è rinchiuso per cure psichiatriche.
Quando iniziano ad avere luogo degli strani episodi, le loro nuove
abilità mutanti e la loro amicizia saranno messe alla prova, mentre
cercano di fuggire.
Diretto da Josh
Boone e scritto da Boone
e Knate Lee, il film vede nel cast la
presenza di Maisie
Williams, Anya
Taylor-Joy, Charlie Heaton, Alice Braga, Blu
Hunt e Henry Zaga.
ll film è prodotto
da Simon Kinberg, Karen
Rosenfelt e Lauren Shuler
Donner, mentre Stan
Lee e Michele Imperato
Stabile sono i produttori esecutivi.
Arriva da
Discussing Film la notizia che il sequel di Atomica Bionda, l’action thriller del
2017 diretto da David Leitch e interpretato da Charlize Theron, sarebbe in sviluppo per
Netflix. La 87Eleven, che aveva già lavorato
al primo film, dovrebbe occuparsi nuovamente della produzione.
Anche la Theron sarà coinvolta in
qualità di produttrice, mentre uno sceneggiatore non è stato ancora
ingaggiato. In seguito alla diffusione della notizia,
Screen Rant ha contattato la 87Eleven per un commento, ma la
casa di produzione non ha ancora fornito un feedback.
Non è la prima volta che si parla
della possibilità di un sequel di
Atomica Bionda destinato direttamente allo streaming.
Già in passato, lo stesso David Leitch aveva dichiarato che il nuovo
film era effettivamente in sviluppo, senza però rivelare quale
piattaforma di streaming fosse coinvolta nel progetto.
Uscito nel 2017, il thriller di
spionaggio Atomica Bionda, ambientato durante la
Guerra Fredda, è stato adattato dalla graphic novel di
Antony Johnston, The Coldest City,
ed è interpretato da Charlize
Theron nel ruolo di Lorraine Broughton, un
agente dell’MI6 in missione a Berlino per recuperare del materiale
top secret rubato.
Atomica Bionda è stato uno dei migliori
film del 2017 e vanta alcune delle sequenze di combattimento più
spettacolari della recente storia del cinema. Nel cast figurano
anche James McAvoy, John Goodman e Sofia
Boutella.
Nel 1989, alla vigilia del
crollo del muro di Berlino e del cambiamento nelle alleanze tra
superpotenze Lorraine Broughton, una spia del massimo livello
dell’MI6, viene inviata a Berlino per smontare una spietata
organizzazione di spionaggio che ha appena ucciso un agente sotto
copertura in possesso di una lista contenente i nomi i tutti gli
agenti occidentali in azione ed i loro affari. La donna riceve
l’ordine di cooperare col direttore della sede di Berlino David
Percival, e i due formano un’incerta alleanza, scatenando tutto il
loro arsenale di abilità nel perseguire una minaccia che mette a
rischio l’intero mondo delle operazioni di spionaggio dei paesi
occidentali.
Gli Starsharks,
conosciuti anche come Squali Spaziali, appariranno in Thor: Love
and Thunder. A confermalo è stato lo stesso
regista
Taika Waititi. Al momento non si conosce nel dettaglio la trama
del film, ma sappiamo già molte cose a proposito dell’atteso
cinecomic: Valchiria (Tessa
Thompson) sarà alla guida di Nuova Asgard, mentre Jane
Foster (Natalie
Portman) raccoglierà l’eredità del Dio del Tuono e si
trasformerà in Mighty Thor; sappiamo inoltre che Christian Bale interpreterà il villain
del film, anche se il suo ruolo non è stato ancora svelato.
In una recente diretta su Instagram dedicata a
Thor: Ragnarok, Waititi ha anche parlato del
prossimo film dedicato alle avventure del personaggio interpretato
da Chris Hemsworth, rivelando che sarà ancora più
folle ed eccentrico del precedessore: a sostegno delle sue
dichiarazioni, il regista e sceneggiatore ha confermato che nel
film appariranno gli Starsharks.
Gli Starsharks sono
delle creature simili agli squali che hanno la capacità di
fluttuare e viaggiare nello spazio. In riferimento a Thor, gli
Starsharks compiano nella serie a fumetti di Jason
Aaron dedicata al Dio del Tuono, tra le fonti di
ispirazione proprio di Love and Thunder. Gli Squali
Spaziali vivono in orbita attorno al pianeta di
Gorr, noto anche come il Macellatore di Dei, e si
nutrono dei resti degli Dei che venivano sacrificati dall’alieno.
Nei fumetti Thor, prima di scontrarsi con Gorr, ha dovuto
affrontare proprio gli Starsharks.
A questo punto, però, sorge
spontanea una domanda: e se Christian Bale dovesse interpretare
proprio Gorr? Ovviamente si tratta di una mera
speculazione, ma la conferma di Waititi sulla presenza degli Squali
Spaziali nel film lascia aperta l’ipotesi…
Thor: Love and
Thunder è il titolo ufficiale del quarto
capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir
stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo
daNatalie
Portman, come confermato sabato durante il
panel dei Marvel Studios al Comic-Con.
Taika Waitititornerà alla regia di un film dei
Marvel Studios
dopo Thor:
Ragnarok, così come Chris
Hemsworth e Tessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor
e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers:
Endgame. L’ispirazione del progetto arriva dal
fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come
“la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
L’uscita nelle sale è fissata invece
al 5 novembre 2021.
Il regista Matt
Reeves ha confermato che The
Batman non sarà una storia di origini. La
produzione del film è stata momentaneamente sospesa a causa della
pandemia di Covid-19, ma Reeves è comunque impegnato con la
promozione della serie Amazon Tales From the Loop (in cui figura tra i produttori
esecutivi). Naturalmente, tra gli argomenti affrontati durante le
varie interviste, è inevitabile che alcune domande finiscano per
riguardare l’attesissimo cinecomic con Robert Pattinson.
Parlando con Nerdist,
Matt Reevees ha spiegato l’idea alla base del suo
The
Batman e come ha affrontato la spinosa questione
delle origini del personaggio: “Non volevo
raccontare una storia di origini, ma piuttosto un racconto che
riconoscesse ancora una volta quelle origini, in quanto hanno
comunque formato chi è Bruce. Abbiamo questo ragazzo che sta
lottando e che sta cercando di superare tutta una serie di
difficoltà. Questo, ovviamente, non significa che sia consapevole
di ogni cosa. Alla base c’è quest’idea di avere una parte nascosta
che ti guida, di quanto si possa sopportare e di quanto tu stia
facendo senza esserne a conoscenza.”
Le parole di Reeves suggeriscono un
tipo di approccio diverso al personaggio di Batman, le cui origini
sono ben radicate nella cultura pop. La sua storia, infatti, è
stata portata sullo schermo tante di quelle volte che ciò che i fan
adesso si aspettano è sicuramente un tipo di racconto più
interessante, che tenga ovviamente conto del passato del
personaggio, ma che al tempo stesso sia capace di declinarlo
attraverso nuovi toni e atmosfere, come fatto egregiamente da
Todd Phillips in Joker.
HN Entertainment ha suggerito che le
riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di
Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche
di Batman
v Superman: Dawn of Justice, Justice
League, Wonder
Woman e del sequel Wonder
Woman 1984) mentre l’uscita nelle sale è stata già fissata
al 25 giugno 2021.
“The
Batman esplorerà un caso di detective“,
scrivono le fonti, “Quando alcune persone iniziano a morire in
modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di
Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una
cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham
City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà
disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei
film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti
sospettati“.
È arrivata online la versione
originale della scena della morte di Vedova Nera
(Scarlett
Johansson) in Avengers:
Endgame, molto diversa dalla versione finale che
abbiamo visto sul grande schermo. La morte di Natasha è sicuramente
uno dei momenti più scioccanti del cinecomic campione d’incassi
diretto da Anthony e Joe
Russo.
Nel tentativo di recuperare le Gemme
dell’Infinito, Nat e Clint Barton (Jeremy
Renner) si recano su Vormir per recuperare la Gemma
dell’Anima. Teschio Rosso li avverte che uno dei due dovrà
sacrificarsi. I Vendicatori si scontrano, in quanto ognuno dei due
vuole immolarsi per salvare l’altro, ma alla fine è Natasha a
morire, e Clint viene in possesso della Gemma.
Adesso è arrivata online – via
Twitter – la versione alternativa della scena della morte di
Natasha (in precedenza resa disponibile su
Disney+). La versione in questione è molto più violenta, ed
invece dello scontro tra Nat e Clint, vediamo i due eroi combattere
contro le forze di Thanos, con Vedova Nera che viene colpita più
volte prima di cadere dallo strapiombo. Potete vedere la scena
cliccando sull’immagine di seguito:
Ricordiamo che Endgame è il
film di maggiore incasso dell’anno, nonché il più grande successo
dei Marvel Studios, che con l’avventura diretta
da Anthony e Joe
Russo hanno chiuso un arco narrativo lungo 22 film e
11 anni, portando a termine un esperimento produttivo senza
pari.
Endgame ha
ottenuto un grande successo di critica e pubblico, stabilendo
numerosi record al botteghino, diventando il maggior incasso nella
storia del cinema, e venendo candidato a svariati premi
cinematografici, tra i quali l’Oscar ai migliori effetti
speciali.
Particolarmente versatile, l’attore
Forest Whitaker si è negli anni distinto per le
sue interpretazioni in celebri lungometraggi. Film dopo film,
Whitaker è arrivato a conquistare alcuni dei più prestigiosi
riconoscimenti dell’industria hollywoodiana. Ad oggi non manca di
partecipare a pellicole di diverso genere, reinventandosi e
mettendosi alla prova ogni volta. Ecco 10 cose che non sai
di Forest Whitaker.
9. Ha diretto dei
film. Nel corso della sua carriera Whitaker non si è
limitato alla recitazione, ricoprendo anche altri ruoli come quello
del regista. Ha infatti debuttato in tale ruolo nel 1993 dirigendo
il film televisivo Armati dipistola.
Successivamente dirige per il cinema Donne – Waiting to
Exhale (1995), con Angela
Bassett, Ricominciare a vivere (1998) e
Una teenager alla Casa Bianca (2004), con Katie
Holmes.
8. Ha preso parte a prodotti
televisivi. Nel corso della sua carriera, Whitaker non ha
mancato di recitare anche per il piccolo schermo, comparendo in
film come Last Light – Storia di un condannato a morte
(1993), Più in alto di tutti (1996) e L’occhio gelido
del testimone (1999), e anche in serie quali The
Shield (2006-2007), E.R. – Medici in prima linea
(2006-2007), Criminal Minds: Suspect Behavior (2011),
Radici (2016), Empire (2017-2018)
e Godfather of Harlem (2019).
Forest Whitaker: chi è sua
moglie
7. È sposato con una
collega. Durante il set del film Blown Away – Follia
esplosiva conosce l’attrice Keisha Simone Nash, con la quale
intraprende una relazione arrivando infine al matrimonio nel 1996.
Da lei Whitaker ha avuto due figlie, nate rispettivamente nel 1996
e nel 1998. L’attore aveva inoltre già due figli, nati da una
precedente relazione.
Forest Whitaker: il suo occhio
6. Ha un difetto all’occhio
sinistro. L’attore è noto essere affetto da ptosi
palpebrale, una condizione che lo porta ad avere la palpebra
dell’occhio sinistro calata verso il basso più del normale. Più
volte la critica ha sottolineato come per le sue interpretazioni
questa particolarità conferisca all’attore un’aria intrigante.
Whitaker ha in seguito spiegato che si tratta di una condizione
ereditaria, considerando più volte la possibilità di un intervento
chirurgico correttivo.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Forest Whitaker in Rogue One: A
Star Wars Story
5. Ha recitato nel primo
spin-off della celebre saga. Nel 2016 l’attore ricopre un
ruolo di rilievo all’interno del film Rogue One: A Star Wars
Story, il primo spin-off di Star Wars dedicato ai ribelli
che rubarono i piani della Morte Nera. Nel film Whitaker è Saw
Gerrera, un estremista ribelle e veterano delle guerre dei
cloni.
4. Ha improvvisato una
celebre battuta. All’interno del film il personaggio
dell’attore recita la frase “What will you become?”,
rivolta alla protagonista Jyn Erso. Totalmente improvvisata, tale
battuta è piaciuta talmente tanto al regista per via dei suoi
possibili significati, che decise non solo di lasciarla nel film ma
di inserirla anche nel trailer.
Forest Whitaker: i suoi film su
Netflix
3. Ci sono diversi film con
l’attore sulla piattaforma streaming. Sulla piattaforma
Netflix è possibile trovare diversi film in cui
recita l’attore. Tra questi vi è il recente La fine
(2018), di genere catastrofico, e poi ancora Prospettive di un
delitto (2008), Panic Room,The Experiment
(2010), Ricominciare a vivere (1998) e Nel paese delle
creature selvagge (2009), dove l’attore ha ricoperto il ruolo
di doppiatore prestando la propria voce al personaggio di Ira.
Forest Whitaker: c’è una canzone
dedicata a lui
2. Il suo nome è il titolo
di una canzone. La band indie rock Bad Books ha inserito
nell’album II, rilasciato nel 2012, un brano intitolato
Forest Whitaker. Questo è la storia di un ragazzo deluso
per essere stato lasciato dalla sua ragazza, che ha ora avuto un
figlio chiamandolo proprio Forest Whitaker.
Forest Whitaker: età e altezza
1. Forest Whitaker è nato a
Longview, in Texas, Stati Uniti, il 15 luglio 1961.
L’attore è alto complessivamente 188 centimetri.