Maxton Hall – Il
mondo tra di noi viene rinnovata per una seconda stagione su
Prime
Video dopo il successo mondiale. La seconda
stagione della serie è stata confermata, con il ritorno di Damian
Hardung e Harriet Herbig-Matten nei ruoli principali di James e
Ruby.
Maxton Hall – Il mondo tra di noi
è stato rinnovato per una seconda stagione su Prime Video dopo il successo mondiale La serie
originale tedesca raggiunge la più grande audience globale di un
titolo non americano nella sua settimana di lancio nella storia di
Prime
Video
Maxton Hall – The World
Between Us è al primo posto della classifica Prime Video
in oltre 120 paesi e territori. Questa moderna storia d’amore ha
anche un indice di gradimento del 95% su Rotten Tomatoes.
Prime Video conferma il rinnovo
della seconda stagione di questa serie di successo mondiale
Maxton Hall – The World Between Us
è un successo globale su Prime
Video. La serie, prodotta da UFA Fiction, ha raggiunto
nella sua prima settimana di lancio il più alto numero di
visualizzazioni globali per un titolo originale non americano nella
storia di Prime Video. Dal suo lancio, la serie originale tedesca è
stata al primo posto della classifica Prime Video in oltre 120
Paesi e territori su Prime
Video e al terzo posto in oltre 50 Paesi e territori,
tra cui Stati Uniti, Gran Bretagna, Australia, Canada, Messico,
Brasile e Sudafrica.
I fan di tutto il mondo sono
entusiasti di Maxton Hall – The World Between Us e hanno assegnato
alla serie un indice di gradimento del 95% su Rotten Tomatoes. La
moderna storia d’amore tra James Beaufort ( Damian Hardung ) e Ruby
Bell ( Harriet Herbig-Matten ) è anche attualmente il titolo più
visto su Prime Video in Germania ed è al primo posto nella
classifica Prime Video Germania dal suo lancio il 9 maggio.
Prime
Video ha inoltre annunciato oggi la conferma della
seconda stagione della serie, con il ritorno di Damian Hardung e
Harriet Herbig-Matten nei ruoli principali di James e Ruby. I nuovi
episodi sono basati sulla seconda parte della serie di romanzi
bestseller Save You dell’autrice Mona Kasten e sono nuovamente
prodotti da UFA Fiction. Maxton Hall – The World Between Us è
disponibile in esclusiva su Prime Video come parte dell’abbonamento
Prime. I membri Prime hanno accesso a un fantastico intrattenimento
e a servizi convenienti, il tutto con un’unica iscrizione e al
prezzo contenuto di 8,99 euro al mese o 89,90 euro all’anno.
“Maxton Hall – Il mondo tra di noi
dimostra ancora una volta che i contenuti locali con storie
avvincenti hanno il potere di raggiungere il pubblico di tutto il
mondo”, ha dichiarato James Farrell, VP International Originals di
Amazon MGM Studios. “Dopo l’originale francese Medellín e Culpa Mía
e Reina Roja dalla Spagna, Maxton Hall – The World Between Us è il
prossimo successo europeo che delizia il pubblico globale. Non
vediamo l’ora di vedere la seconda stagione”.
Maxton Hall – Il mondo tra di noi,
la trama
Maxton Hall – Il mondo tra di noi
racconta una storia d’amore universale tra due persone provenienti
da mondi diversi che ha affascinato gli spettatori di tutto il
mondo”, afferma Philip Pratt, Head of German Originals di Amazon
MGM Studios per Prime Video. “Non vediamo l’ora di iniziare la
produzione della nuova stagione e di continuare a raccontare la
storia di Maxton Hall – The World Between Us”.
Ceylan Yildirim , produttore di
UFA Fiction, afferma: “Iniziata come produzione locale per il
mercato tedesco, Prime Video ha prima diffuso l’entusiasmo per il
nostro progetto internamente e poi lo ha portato in tutto il mondo.
Siamo sopraffatti dalle reazioni euforiche di tutto il mondo alla
nostra prima stagione e siamo molto grati di poter continuare a
raccontare la commovente storia d’amore di Mona Kasten! Il cast, la
troupe e noi siamo entusiasti e pronti per la seconda
stagione!“.
Informazioni su
Maxton Hall – Il mondo tra di noi Stagione 1
Quando Ruby Bell diventa testimone
involontaria di un segreto esplosivo all’istituto privato Maxton
Hall, l’arrogante erede milionario James Beaufort deve fare i conti
con l’arguta borsista, nel bene e nel male. Da quel momento in poi,
il bel studente cerca di comprare il silenzio di Ruby. E sebbene i
due provengano da mondi diversi, presto rischieranno tutto per
stare insieme…
Maxton Hall – Il mondo tra
di noi completa la vasta gamma di migliaia di film ed
episodi di serie su Prime Video, tra cui originali
tedeschi come LOL: Last One Laughing , Die Therapie di
Sebastian Fitzek, Der Greif , LUDEN – Könige der Reeperbahn, Die
Discounter, Joko Winterscheid Presents : The World’s Most Dangerous
Show , Silver e Sachertorte, i vincitori dell’Emmy
The Marvelous Mrs. Maisel e Lizzo’s Watch Out for the Big
Grrrls, la serie satirica drammatica di supereroi nominata all’Emmy
The
Boys , nonché AIR – Il grande lancio,
Il Signore degli Anelli: Gli anelli del potere, Citadel, Tom
Clancy’s Jack Ryan,
Creed III, Samaritan, Thirteen Lives, Being the Ricardos, The
Tomorrow War, Reacher e The Prince of Zamunda 2. È inoltre
disponibile un’ampia gamma di contenuti su licenza.
I membri Prime guardano Prime
Video tramite l’app Prime Video, disponibile su numerosi smart TV,
tra cui i modelli Samsung e LG, nonché su dispositivi mobili,
Amazon Fire TV, Fire TV Stick, tablet Fire, Apple TV, Magenta TV,
PlayStation, Roku, Sky Q e online. Una panoramica dei dispositivi
compatibili con l’app Prime Video è disponibile nella scheda
informativa di Amazon.
Al giorno d’oggi ci sono molti
programmi da guardare attraverso i tanti servizi di streaming, e
molti di essi sono solo a scopo di intrattenimento o per spegnere
il cervello e non dover pensare per un po’. Tuttavia, alcuni
spettacoli lasciano un’impressione duratura e risuonano con molti
spettatori. Se si conosce qualcuno che ricorda il protagonista o se
ci si può relazionare personalmente con ciò che accade nello show,
si guarda e si sente tutto. Maid è una di queste serie.
Maid (la
recensione) è una
serie drammatica di Netflix del
2021 che segue Alex (Margaret
Qualley) e la sua giovane figlia Maddy (Rylea
Nevaeh Whittet) mentre sfuggono a una relazione abusiva
con il fidanzato di lunga data di Alex, Sean (Nick
Robinson).
Con pochissimo in tasca quando esce
dalla porta della roulotte che condivide con Sean, Alex sa di
essere sola ma è meglio che si occupi di Maddy. Diventa una
cameriera per provvedere a Maddy e aiutarla a costruirsi una vita
lontano dagli abusi.
La serie racconta alcuni alti e
bassi che Alex sperimenta come sopravvissuta a un abuso domestico e
madre single e come può progredire e sfuggire alla loro attuale
situazione. Basato sul libro di memorie di Stephanie Land,
Maid: Hard Work, Low Pay, and a Mother’s Will to
Survive, la miniserie in dieci episodi è davvero
avvincente da guardare.
Nel corso degli episodi, Alex e
Maddy finiscono in un centro di accoglienza per donne, dove Alex
lotta per ricevere i sussidi per l’assistenza all’infanzia o per
dimostrare di essere in grado di essere la badante principale di
Maddy. Alex è alle prese con la sua salute mentale, con Sean che la
maltratta mentalmente e fisicamente e con i clienti con cui deve
lavorare.
Mentre cerca di far crescere la sua
attività di cameriera, inizia a scrivere dei suoi clienti e alla
fine si unisce a un gruppo di terapia che le fa immaginare una vita
migliore per lei e Maddy. Questo spinge Alex a iscriversi al
college di Missoula, nel Montana, dove era stata accettata prima di
rimanere incinta. Alex viene ammessa e sa che è arrivato il momento
di mettere le cose a posto, in modo che le due possano lasciare
Washington. Cosa succederà alla fine per Alex e Maddy? Vediamo
l’episodio finale.
La base clienti e la crescita
personale di Alex
Nell’ultimo episodio di questa
serie emotivamente sconvolgente, Alex si libera dalle catene
dell’abuso e può finalmente respirare di nuovo. In quest’ultimo
episodio, Alex pulisce la casa di un’accaparratrice, anche se il
lavoro da svolgere è di gran lunga superiore a quello che il
cliente può pagare.
Poiché la cliente è anche una madre
single, Alex la aiuta a pulire tutta la casa senza pagare gli
straordinari. Grazie a ciò, la cliente presenta Alex al gruppo di
hoarder che frequenta, dandole una base di clienti con cui
lavorare. Alex tiene anche un corso di scrittura creativa ad altre
persone nel rifugio per violenze domestiche in cui era ospitata,
dimostrando la sua passione per la scrittura e come la scrittura
sia il suo biglietto d’uscita dall’abuso.
Sean si rende conto dei suoi veri
colori
Anche la battaglia per
l’affidamento in corso tra Sean e Alex giunge a una svolta. Con
l’aiuto di uno dei suoi clienti e dell’avvocato Regina
(Anika Noni Rose), i due notificano a Sean
un’ordinanza restrittiva a causa dei suoi abusi. Sean contesta la
mozione e ora Alex deve dimostrare che Sean era violento, il che la
spinge a chiedere a suo padre, Hank (Billy Burke),
di testimoniare sugli abusi.
Poiché Hank e Sean si stanno
entrambi disintossicando dall’alcol, Hank si rifiuta di
testimoniare contro di lui, anche se ciò potrebbe significare che
Alex non riuscirà ad arrivare in tempo in Montana per la scuola.
Alex si rende conto che Hank non testimonierà contro Sean perché
anche Hank in passato ha abusato della madre di Alex nello stesso
modo in cui Sean lo fa con Alex. Gli uccelli di una stessa piuma si
uniscono e Alex rompe i legami con il padre per il bene della sua
salute mentale.
Quando tutto sembra perduto per
riuscire a tenere Maddy lontana da Sean, le tendenze violente di
quest’ultimo traspaiono. Durante una visita in tribunale tra Maddy,
Sean e Paula (Andie MacDowell), la madre di Alex,
Sean perde le staffe. Maddy fa i capricci in un parco giochi e,
poiché Sean è stato 24 ore senza bere, perde le staffe con Maddy.
Quando Alex e Sean parlano dell’accaduto, Sean rivela che se non ci
fosse stata Paula, Sean avrebbe portato Maddy con sé in un negozio
di liquori o in un bar per bere. In quel momento, Sean si rende
conto di come sarebbe stata la relazione con Maddy e rinuncia ai
suoi diritti, dando la custodia completa ad Alex.
Paula cambia idea… Di nuovo
Alex cerca di convincere Paula a
venire con lei e Maddy in Montana dopo aver trovato la madre che
dormiva nella sua auto in un parcheggio di Walmart. Paula cerca di
dire che dorme lì perché le piace vivere uno stile di vita nomade,
ma Alex sa che non è così. Alex vuole aiutare a prendersi cura
della madre, visto che non può farlo da sola. Paula all’inizio
rifiuta, non volendo lasciare il luogo in cui hanno vissuto
generazioni della loro famiglia.
Dopo la visita a Sean e Maddy,
Paula cambia idea e dice ad Alex che verrà in Montana con la figlia
e la nipote. Ma la cosa dura poco, perché Paula decide di andare a
vivere con il suo fidanzato, Micah. Alla fine Micah butta fuori la
moglie per Paula e si trasferisce da lei. Anche se Alex sa che
Paula ha un’altra relazione che non durerà, smette di mettersi
all’ultimo posto e continua a progettare di trasferirsi in Montana
con Maddy.
La mossa finale di Alex e
Maddy
L’episodio si conclude in modo
molto sentito. Alex raccoglie le ultime cose dal rifugio e dalla
roulotte di Sean. Anche se Alex porge un ramoscello d’ulivo dicendo
che Sean può visitare i due quando vuole, lui dice che non lo farà
finché non sarà sobrio. Gli spettatori si rendono conto che Alex
non è l’unica ad essere cresciuta nel corso della stagione e che,
dopotutto, potrebbe esserci una speranza per Sean. Per tutta la
durata della puntata, sullo schermo appare un indicatore di denaro,
in modo che chi guarda possa tenere il conto di quanti soldi ha o
non ha Alex.
Alla fine dell’episodio, il
rilevatore di denaro si trasforma in un rilevatore di chilometri,
mentre Maddy e Alex salgono sulla station wagon e partono per il
Montana. Mentre stanno guidando, lo show torna indietro all’ultimo
giorno di terapia di gruppo di Alex, dove lei parla del suo giorno
più felice. Alex aveva scritto di un futuro giorno più felice
invece di scegliere un giorno felice del passato. Questo giorno
comprende un’escursione con Maddy sul monte Sentinel, dove possono
ammirare la loro nuova città e ricominciare da capo. Questa parte
va avanti e indietro tra la scrittura di Alex e la coppia
madre-figlia che vive realmente quel giorno più felice.
Ci sarà una seconda stagione di
Maid?
Lo spettacolo si conclude con una
nota così leggera e promettente, che lascia a chi lo guarda una
sensazione di speranza. Chiunque abbia vissuto un’esperienza simile
o conosca qualcuno che l’ha vissuta può capire che c’è una luce
alla fine del tunnel per tutti. Sebbene Netflix
non abbia in cantiere una seconda stagione, la storia di Alex e
Maddy è stata lasciata aperta. Anche se questa è la fine della
strada per Alex e Maddy, Maid è uno show che rimarrà impresso a
chiunque lo guardi.
Sono bastati pochi anni all’attrice
Vanessa Kirby per diventare uno dei nomi più
affermati e richiesti della sua generazione. Attiva tanto al cinema
quanto in televisione, l’attrice è oggi in rapida ascesa, e con due
film attualmente presenti nel concorso della Mostra
del Cinema di Venezia sembra ora vivere il momento della sua
consacrazione. Dalla serie The
Crown al film Pieces of a
Woman, la Kirby è certamente uno dei volti del
momento.
Vanessa Kirby sarà Sue Storm nel film The Fantastic Four
È stato annunciato che
Vanessa Kirby farà parte del cast dell’annunciato
reboot The
Fantastic Four targato Marvel Studios. L’attrice sarà Sue Storm alias
la donna invisibile nel film che sarà diretto da Matt
Shakman nel quale reciterà al fianco di
Pedro Pascal, Joseph
Quinn, Ebon
Moss-Bachrach, Ralph Ineson, Julia
Garner, Natasha
Lyonne e John
Malkovich. L’attrice ha anche finito la lavorazione
del thriller Night Always Comes di
Benjamin Caron e
nel nuovo film di Ron Howard, Eden che
reciterà al fianco di Star come
Sydney Sweeney e
Ana de Armas.
2. È nota anche per i suoi
ruoli televisivi. La Kirby è particolarmente nota per i
suoi ruoli televisivi, che le hanno permesso di sfoggiare tutto il
suo talento. Il primo di questi risale al 2011, quando è Ruth Elms
in The Hour. Successivamente recita nella miniserie
Grandi speranze (2011), nel ruolo di Estella, e in
Labyrinth (2012). Grande notorietà la ottiene grazie a
The Frankenstein Chronicles (2015-2017), con Sean
Bean, e in particolare con la serie The Crown
(2016-2017), dove nelle prime due stagioni interpreta la
principessa Margaret, recitando accanto all’attrice Claire
Foy.
3. Ha ottenuto importanti
riconoscimenti. Grazie al suo ruolo nella serie
The
Crown, l’attrice ha avuto modo non solo di affermare
definitivamente tutta la sua grazia e il suo talento, ma anche di
ricevere alcuni tra i principali riconoscimenti dell’industria. È
infatti stata nominata al prestigioso premio Emmy Awards come
miglior attrice non protagonista nel 2018. Nello stesso anno ha
vinto il Bafta TV Awards nella medesima categoria, dove era già
stata candidata anche l’anno prima. È inoltre stata candidata ai
SAG Awards nella categoria per il miglior cast, insieme ai suoi
colleghi di serie.
Vanessa Kirby in The
Crown
4. Al provino rischiò di
non ottenere la parte. Oggi risulta pressoché impossibile
immaginare il personaggio della giovane principessa Margaret con un
volto diverso da quello della Kirby. Eppure, per poco l’attrice non
rischiò di perdere la parte. Il giorno del suo provino, infatti,
l’attrice decise di applicare dell’autoabbronzante sulle proprie
caviglie, tentando di nascondere il proprio pallore. Al momento di
vestirsi, tuttavia, dimenticò tale dettaglio e pertanto finì con
l’indossare un abito che delle sue gambe mostrava ben più che le
sole caviglie. La differenza di colore della sua pelle sembra aver
distratto molto gli addetti al casting, che quasi si persero
l’interpretazione a cui l’attrice stava dando vita.
5. È rimasta affascinata
dal ruolo. Una volta ottenuta la parte, l’attrice decise
di compiere una serie di ricerche sulla vita della principessa
Margaret, così da poterla comprendere meglio e calarsi in modo
realistico nei suoi panni. Nel fare ciò, la Kirby ha affermato di
essere rimasta particolarmente colpita dai tanti aspetti poco noti
della donna. L’attrice ha ritrovato nella vita di lei numerosi
conflitti, personali o con il resto della propria famiglia, a cui
poi ha avuto modo di dar vita nelle corso della prime due stagioni
della serie. Esplorare un tale personaggio, si è così rivelato per
lei un compito estremamente affascinante e ricco di sorprese.
Vanessa Kirby: Tom Cruise e il suo
fidanzato
6. Si credeva avesse una
relazione con il noto attore. Nel corso del 2017, mentre
era impegnata con le riprese del film Mission: Impossible –
Fallout, molte testate di gossip riportarono la
notizia secondo cui l’attrice stava intraprendendo una relazione
con il collega Tom
Cruise. Per mettere a tacere tali voci, rivelatesi
dunque false, la Kirby si decise a rendere nota la sua relazione
con l’attore Callum Turner, conosciuto sul set del
film Queen & Country. La coppia, molto riservata, aveva
infatti deciso di non rendere nota la propria storia d’amore. Nel
febbraio del 2020, tuttavia, hanno annunciato la separazione.
Vanessa Kirby in Mission:
Impossible
7. Fa parte della nota
saga. Con il film Mission: Impossible – Fallout,
l’attrice ha fatto il suo esordio nella celebre saga
action con il ruolo di Alanna Mitsopolis, alias Vedova
Bianca, una trafficante d’armi e la figlia di Max, che Hunt ha
arrestato durante gli eventi del primo film. Ad aver fortemente
voluto la Kirby per tale ruolo è stato Cruise in persona, rimasto
particolarmente colpito dall’interpretazione di lei in The
Crown. La presenza nel film dell’attrice è poi stata così
apprezzata anche dai fan da convincere i produttori a farla
diventare parte del gruppo di protagonisti, permettendole così di
riprendere il ruolo anche per il settimo e ottavo capitolo.
Vanessa Kirby in The World to
Come
8. È tra i protagonisti del
film. In The World to Come l’attrice dà vita a
Tallie, donna nell’America rurale di fine Ottocento che si trova a
dover combattere contro le ingiustizie dell’epoca. Per l’attrice,
un ruolo del genere è stato un vero e proprio dono, poiché da
diverso tempo cercava di interpretare un personaggio che avesse
nell’opposizione alle restrizioni sociali il proprio scopo. Per la
Kirby, infatti, è fondamentale dare voce a quelle figure che troppo
spesso non ne hanno, e se anche il film è ambientato in un epoca
lontana, questa sembra per lei sempre troppo spesso simile
all’attualità.
Vanessa Kirby è su Instagram
9. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo personale e verificato seguito da 1,8
milioni di persone. All’interno di questo, la Kirby è solita
condividere numerosi post relativi ai propri progetti da
interprete, dalle interviste alle premiere a cui ha preso parte.
Non mancano, inoltre, le foto di questi giorni che la ritraggono
sul red carpet di Venezia. Ma all’interno del profilo si possono
ritrovare anche post di altro tipo, da quelli relativi ai suoi
momenti di svago a quelli incentrati su luoghi o attività da lei
svolte.
Vanessa Kirby: età e altezza
10. Vanessa Kirby è nata a
Londra, Inghilterra, il 18 aprile del 1988. L’attrice è
alta complessivamente 170 centimetri.
I
film thriller dove alla fine l’assassino viene catturato e
condannato per i suoi crimini sono belli e rincuoranti, ma
sfortunatamente nella realtà non sempre le cose vanno così. Molto
spesso il killer rimane anonimo, e le sue vittime private di
giustizia. Un caso esemplare di questo tipo è il film
Zodiac, diretto nel 2007 da David
Fincher. Affermatosi come uno dei più importanti registi
della sua generazione, questi si è in particolare distinto come
maestro del thriller, realizzando film iconici come Seven, Gone Girl, il recente
The
Killer e la serie Mindhunter. Con il film
qui approfondito ha però saputo raggiungere nuovi livelli di tale
genere, raccontando una storia estremamente adatta alle sue corde e
alla sua poetica.
La sceneggiatura del film, firmata
da James Vanderbilt, è tratta dai libri che il
vignettista e scrittore Robert Graysmith ha
dedicato alla figura del Killer dello Zodiaco.
Quando Fincher venne a sapere del progetto dedicato al celebre
serial killer se ne interessò subito. Il regista, infatti, aveva
dei vaghi ricordi delle gesta di Zodiac, che nella
sua immaginazione era diventato l’uomo nero per eccellenza. Ad
attrarlo in particolare vi era naturalmente il finale irrisolto,
fedele a quanto avviene nella vita reale. Per poter rimanere
ulteriormente vicino a questa, Fincher e Vanderbilt iniziarono una
lunga ricerca, intervistando testimoni e consultando i rapporti
della polizia. Fu proprio grazie al loro film che il caso di
Zodiac tornò alla ribalta.
Zodiac è ancora
oggi considerato uno dei più importanti thriller degli ultimi
decenni, pur con tutte le sue atipicità. All’interno di una
“normale” sfida tra investigatori e serial killer, il regista ha
infatti inserito una cornice ricca di eventi che legano il caso di
Zodiac al suo periodo storico, rendendo i due pressoché
inseparabili. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alla
storia vera dietro il film. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Zodiac
Il film ruota intorno alla vicenda
del serial killer Zodiac, il quale a partire dal 4
luglio del 1969 inizia ad uccidere una serie di innocenti coppie
utilizzando sempre le stesse modalità. Il caso diventa di grande
interesse nel momento in cui l’assassino inizia ad inviare una
serie di strane lettere in codice ai giornali locali, chiedendo che
vengano pubblicate. I primi giornalisti coinvolti sono quelli del
San Francisco Chronicle, tra cui l’eccentrico Paul
Avery e il fumettista Robert Graysmith, i
quali iniziano a condurre una serie di ricerche per conto loro.
Allo stesso tempo, il detective David Toschi
indaga sul caso alla disperata ricerca di indizi. Mentre il killer
continua ad uccidere, la caccia nei suoi confronti si fa sempre più
serrata, ma le possibilità di acciuffarlo sembrano sempre più
lontane.
Zodiac: il cast del film
Per il personaggio del fumettista
Robert Graysmith, Fincher non ha avuto dubbi: l’attore perfetto era
Jake
Gyllenhaal. Questi venne scelto per la sua capacità di
dar vita sia all’ingenuità del personaggio quanto ai suoi aspetti
più compromettenti. Dopo aver accettato la parte, per prepararsi a
questa Gyllenhaal decise di incontrare il vero Graysmith. Da lui
apprese tutto ciò che c’era da sapere sul caso, e lo studiò per
assumerne comportamenti e modi di fare. Il giornalista Paul Avery è
invece interpretato da Robert Downey
Jr.. Il rapporto tra questi e Fincher non fu dei
migliori e l’attore lamentò in più occasioni il desiderio del
regista di dar vita a numerose ripetizioni della stessa scena. Alla
fine, tuttavia, i due riuscirono a trovare un punto d’incontro.
Mark Ruffalo
interpreta il detective David Toschi, un ruolo a cui inizialmente
non era interessato. Dopo aver parlato con Fincher, però, si è
lasciato entusiasmare dal progetto, accettando la parte. Per dar
vita a Toschi, l’attore ha letto tutto ciò che ha potuto su di lui
e il caso, arrivando anche ad incontrare il vero detective, da cui
ha potuto ottenere informazioni preziose. L’attore Anthony
Edwards è invece presente nei panni del detective Bill
Armstrong, mentre
Brian Cox in quelli dell’avvocato Malvin Belli.
Chloe Sevigny
compare invece nei panni di Melanie, la compagna di Graysmith.
Infine, l’attore John Carroll Lynch interpreta
Arthur Leigh Allen, principale sospettato di essere il killer
Zodiac.
La storia vera dietro il film
Il Killer dello
Zodiaco è lo pseudonimo del serial killer mai identificato
che operò nella California settentrionale alla fine degli anni
Sessanta. La sua vicenda è stata descritta come il più famoso caso
di omicidio irrisolto della storia americana ed è diventato un
punto fermo della cultura popolare e un punto di riferimento per
gli sforzi dei detective dilettanti. Zodiac è noto per aver ucciso
cinque vittime conosciute nell’area della baia di
San Francisco tra il dicembre 1968 e l’ottobre
1969, operando in ambienti rurali, urbani e suburbani.
Prese di mira giovani coppie e un tassista
solitario. Gli attacchi noti hanno avuto luogo a Benicia, Vallejo,
nella contea di Napa e nella città di San Francisco.
Due delle sue vittime ferite sono
però sopravvissute. Oltre loro, Zodiac ha però anche affermato di
aver ucciso un totale di trentasette vittime. È infatti stato
collegato a numerosi altri casi irrisolti, alcuni dei quali nella
California meridionale o al di fuori dello Stato, ma per la maggior
parte di questi non è stato possibile verificare la sua effettiva
colpevolezza. Per quanto riguarda il suo nome, Zodiac lo ha coniato
a partire da una serie di messaggi di scherno inviati a giornali
regionali, in cui minacciava omicidi e attentati se non fossero
stati stampati. Alcune delle lettere includevano crittogrammi, o
cifrari, in cui l’assassino affermava di raccogliere le sue vittime
come schiavi per l’aldilà.
Dei quattro cifrari prodotti, due
rimangono irrisolti e uno è stato decifrato solo nel 2020. Sebbene
siano state avanzate molte teorie sull’identità dell’assassino,
l’unico sospettato che le autorità hanno nominato pubblicamente è
Arthur Leigh Allen, un ex insegnante di scuola
elementare e condannato per reati sessuali, morto però nel 1992.
Sebbene lo Zodiaco abbia cessato le comunicazioni scritte intorno
al 1974, la natura insolita del caso ha suscitato un interesse
internazionale che si è protratto negli anni. Il Dipartimento di
Polizia di San Francisco ha dichiarato il caso “inattivo”
nell’aprile 2004, ma lo ha riaperto prima del marzo 2007.
Il killer Zodiac ha davvero scritto al giornale?
Il 31 luglio 1969 furono inviate
tre lettere rispettivamente al Vallejo Times-Herald, al San
Francisco Chronicle e al San Francisco Examiner. Erano per lo più
identiche e riportavano i dettagli delle armi e delle munizioni
utilizzate per gli omicidi. Dichiarava: “Mi piace uccidere perché è
molto divertente” e minacciava di uccidere ancora se le testate si
fossero rifiutate di pubblicare il suo cifrario allegato.
Un’altra lettera fu inviata
all’Examiner cinque giorni dopo, in cui si prendeva in giro la
polizia per non essere riuscita a risolvere il cifrario. “Quando lo
decifreranno, mi avranno”. Questa lettera contiene il primo uso del
nome “Zodiaco”. Il San Francisco Chronicle pubblicò il codice, ma
non fermò gli omicidi. Nel settembre successivo, gli studenti
universitari Bryan Hartnell e Cecelia Shepard furono entrambi
accoltellati da un uomo che indossava un costume con cappuccio e il
simbolo dello Zodiaco. Shepard morì per le ferite riportate, mentre
Hartnell sopravvisse.
Un mese dopo, il tassista Paul
Stine, 28 anni, fu colpito alla testa e gli fu asportato un pezzo
di camicia. Dave Toschi della polizia di San Francisco indagò sulla
scena del crimine e presto sarebbe diventato l’ispettore più famoso
legato al caso. La fama e lo stile di Toschi avrebbero ispirato
film come Dirty Harry e Bullitt. Toschi considerò la morte di Stine
come una rapina di routine, fino a quando l’assassino non inviò una
lettera al San Francisco Chronicle che includeva il pezzo mancante
della camicia macchiata di sangue di Stine per dimostrare la sua
legittimità. Nel film, Paul Avery del Chronicle legge la lettera,
riunendo finalmente Toschi (Ruffalo), Avery (Downey Jr.) e il
vignettista Robert Graysmith (Gyllenhaal), divenuto ossessionato
dallo Zodiaco.
Zodiac e Paul Avery sono diventati improbabili amici di penna
nella realtà
Il Chronicle divenne presto la
principale corrispondenza dello Zodiaco per la pubblicazione,
inviandogli altre due lettere quell’anno. Le lettere includevano
codici cifrati e resoconti della polizia che lo aveva quasi
catturato ma che lo aveva ignominiosamente lasciato andare. Nel
corso del 1970, Avery ricevette molte altre lettere dallo Zodiaco,
alcune delle quali negavano il coinvolgimento nei recenti crimini,
mentre altre ne rivendicavano la responsabilità.
Approfittando della fama che gli
articoli di Avery gli avevano procurato, nell’aprile 1970 lo
Zodiaco pretese che gli abitanti della Bay Area di San Francisco
indossassero “bottoni dello Zodiaco” con il suo simbolo. Nel luglio
1970, Avery si lamentò della mancanza di “bottoni dello Zodiaco”.
Il Chronicle decise di non pubblicare alcune lettere di Zodiac in
questo periodo, con Avery che controllava la narrazione in prima
persona. Di conseguenza, l’assassino probabilmente si sentì
frustrato e iniziò a prendere di mira Avery personalmente.
Un anno dopo aver ricevuto per
posta gli abiti insanguinati di Paul Stine, Avery ricevette un
biglietto di Halloween che recitava: “Dal tuo amico segreto”, “Cucù
– sei condannato” e il numero “4-teen”, che implicava che lo
Zodiaco avesse rivendicato una quattordicesima vittima non
identificata o che potesse essere lo stesso Avery. A differenza di
quanto suggerisce il film, in questa busta non c’era alcun panno
insanguinato, poiché gli abiti di Paul Stine erano stati ricevuti
l’anno precedente.
Tuttavia, come suggerisce il film,
questa nuova corrispondenza mirata diretta specificamente ad Avery
(o “Averly”, come Zodiac spesso sbagliava a scrivere) significava
che Avery portava sempre con sé un revolver calibro 38 da allora.
Il film fa anche notare correttamente che i dipendenti del
Chronicle, compreso lo stesso Avery, in seguito avrebbero indossato
per scherzo le spille “Io non sono Avery” per evitare di diventare
la prossima vittima di Zodiac.
Il caso Zodiac rimane irrisolto
Il caso rimane aperto anche nella
città di Vallejo e nelle contee di Napa e Solano. Il Dipartimento
di Giustizia della California ha mantenuto un fascicolo aperto
sugli omicidi di Zodiac dal 1969. L’indagine su Zodiac rimane
tuttora in corso anche in altre giurisdizioni, ma la verità
sull’identità dell’assassino rimane un mistero. L’11
dicembre 2020, come anticipato, è stata pubblicata la
notizia, confermata dall’FBI, che
lo statunitense David Oranchak, il programmatore
belga Jarl Van Eycke e l’australiano Sam
Blake hanno decriptato il testo cifrato di 340 caratteri
inviato da Zodiac al San Francisco Chronicle l’8
novembre 1969. Il messaggio, comprensivo di errori,
recita:
«SPERO CHE VI STIATE DIVERTENDO
MOLTO CERCANDO DI PRENDERMI QUELLO NELLO SHOW TELEVISIVO CHE HA
FATTO IL PUNTO SU DI ME NON ERO IO NON HO PAURA DELLA CAMERA A GAS
PERCHÉ MI MANDERÀ IN PARADISO PRIMA PERCHÉ ORA HO ABBASTANZA
SCHIAVI CHE LAVORANO PER ME DOVE TUTTI GLI ALTRI NON HANNO NIENTE
QUANDO ANDRANNO IN PARADISO PERCIÒ LORO SONO SPAVENTATI DALLA MORTE
E IO NON SONO SPAVENTATO PERCHÉ SO CHE LA MIA VITA SARÀ UNA VITA
FACILE IN MORTE PARADISO»
Il trailer di Zodiac e dove vedere
il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Zodiac grazie alla sua presenza su alcune
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV,Apple iTunes, Now, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
sabato 16marzo alle ore
21:00 sul canale Iris.
Zodiac in streaming è disponibile sulle seguenti
piattaforme:
Rosalie è un dramma
storico ed è stato presentato in anteprima, durante la scorsa
edizione, nella sezione Un Certain Regard al
Festival di Cannes 2023. Questo è il secondo film della regista
e sceneggiatrice francese
Stéphanie Di Giusto, che torna dopo il successo della
sua opera prima
Io danzerò, con un nuovo racconto al femminile ambientato
nell’800.
La trama di Rosalie
Questo lungometraggio è ambientato
nel 1870 dove la protagonista
Rosalie, l’attrice
Nadia Tereszkiewicz, vive in una rurale fattoria francese con
il padre vedovo interpretato da Gustave Kervern.
All’insaputa di tutti la giovane donna ha un segreto, soffre di
irsutismo, una malattia causata dagli ormoni e che
provoca la crescita eccessiva di peli in zone del corpo
timpicamenti maschili. Dopo decenni passati a
radersi il viso quotidianamente e a tenerla il più
possibile lontana da occhi indiscreti, il padre di Rosalie ha
combinato per l’unica figlia un matrimonio con
Abel, l’attore francese
Benoît Magimal, proprietario di una taverna in
un villaggio operario in Bretagna.
Quest’uomo ancora ostacolato dalle
ferite riportate sul campo di battaglia in
gioventù, infatti porta un busto per aiutarlo nella postura, però è
alla disperata ricerca della dote di Rosalie per salvare i suoi
affari. Ben consapevole dei problemi di Abel, il padre della
ragazza non rivela le particolarità della figlia e si assicura che
lei non lo riveli fino a quando non si saranno spostati. Durante la
prima notte di nozze Rosalie purtroppo non può più
nascondere la sua condizione, Abel si arrabbia ma decide comunque
di far rimanere la sua neo sposa che nel frattempo inizia a
lavorare come cameriera nel suo locale.
L’atteggiamento solare e la presenza
attraente di Rosalie, inizia ad attirare molti clienti tra gli
operai e un giorno la giovane fa una scommessa con un cliente per
vedere chi riesce a farsi crescere dei baffi migliori tra i due. Il
marito è ovviamente scontroso e furioso, ma la ragazza sostiene che
la sua barba potrebbe attirare visitatori, come in uno spettacolo
“freak show“, il circo con fenomeni da baraccone che
ai tempi andavano in voga nelle grandi città. In effetti, è
esattamente così che va a finire e in breve tempo la gente del
posto rimane affascinata da Rosalie, che mantiene un comportamento
molto femminile nonostante la sua rigogliosa e molto notabile folta
barba.
STEPHANIE-DI GIUSTO-PHOTO-01
Una storia vera ma non una
biografia
L’ispirazione di Stéphanie
Di Giusto per Rosalie è stata Clémentine
Delait, una donna che viveva con orgoglio la sua
condizione di “donna barbuta” nella stessa epoca del film. La
regista però ha specificatamente scelto, con la sceneggiatrice
Sandrine Le Coustumer, che non voleva realizzare
un biopic. Proseguendo la storia Rosalie fa anche amicizia con
Jeanne, l’attrice e figlia d’arte Anna
Biolay, una giovane donna della fabbrica affascinata dalla
sua presenza ma anche con una bambina che vuole adottare con il
marito. Da metà film però la magia della curiosità per la moglie di
Abel viene spezzata per colpa di ben due abitanti del villaggio:
Pierre il vecchio compagno di guerra di Abel,
l’attore
Guillaume Gouix, e il propretario della
fabbrica Barcelin, interpretato da
Benjamin Biolay.
I due uomini odiano
Rosalie però per due motivi differenti; uno perchè
è il classico maschio che ha paura delle donne diverse degli
standard del tempo e il secondo invece perchè con il successo del
locale lui non può attuare il suo piano di chiudere la taverna. Per
fortuna alla fine di tutto finalmente Abel, che viene mostrato fin
dall’inizio come un uomo di poche parole ma buono, accetterà
Rosalie e si innamorerà veramente della moglie. Purtroppo però il
finale, molto confusionario, lascia un pò
perplessi sulla scelta di finire con la coppia che si lancia nel
fiume senza una spiegazione logica.
Nadia Tereszkiewicz
l’anima del film
Per concludere questo secondo film
di Stéphanie Di Giusto è realizzato con
una prospettiva decisamente più moderna del
procedimento del classico dramma storico e con uno sguardo
femminista. Le scene che rappresentano al meglio
quest’idea sono quelle dove si mostra il desiderio
sessuale di Rosalie nei confronti dell’uomo che ha
sposato, nell’autoerotismo quando è sola nel bosco ma anche in una
precisa sequenza di seduzione che omaggia il celebre
Lezioni di piano.
Rosalie è un
lungometraggio che si basa sulla bravura straordinaria dei suoi
interpreti principali interpretati da Benoît
Magimal e Nadia Tereszkiewicz. Ovviamente
quella che spicca di più è l’attrice che porta sul grande schermo
una performance emotiva, che ti fa tifare per tutta la durata per
la sua protagonista e forse accettare il finale senza capire se
effettivamente i due sopravviveranno al tuffo nell’acqua.
Gasoline Rainbow è
stato presentato in anteprima durante la scorsa edizione della
Mostra internazionale del cinema di Venezia nella sezione
Orizzonti. Questo film diretto da
Bill Ross IV e Turner Ross fonde, fin dalle prime inquadrature,
un coming of age con un documentario amatoriale in
grado di raccontare la vacanza, rito di qualsiasi nuova
generazione, di un gruppo di diplomati tra la fine del liceo e
quello verrà. Non importa cosa succederà poi, tra proseguire gli
studi o scegliere altre strade l’importante è vivere al meglio
quest’ultima avventura con gli amici di sempre, senza aver ancora
la consapevolezza dell’età adulta e le responsibile che ormai sono
dietro l’angolo.
La trama di Gasoline Rainbow
Gasoline Rainbow
dei fratelli Ross segue un gruppo di neodiplomati
mentre intraprendono un viaggio verso la costa del Pacifico alla
ricerca della famosa “Festa alla Fine del Mondo”.
I protagonisti sono cinque amici: Tony Abuerto, Micah
Bunch, Nichole Dukes, Nathaly Garcia, Makai Garza, tutti
accreditati come loro stessi. I registi ci tengono a spiegarlo
subito all’inizio del film con un montaggio delle loro personali
tessere di riconoscimenti come studenti della Wiley High
School. Tre ragazzi e due ragazze lasciano quindi la loro
piccola cittadina dell’Oregon e si dirigono verso
la costa del Pacifico, ammassati in un
van con solo uno zaino ciascuno e un playlist che fonde
vari generi musicali d’ascoltare e cantare durante il lungo viaggio
che gli aspetta.
Come insegnano tutti i road
movie, la strada però non sarà priva d’ostacoli, e il
primo è quello di ritrovarsi, dopo una notte passata a bere e
conoscere nuova gente, privi delle ruote del loro pulmino. Da qui
il gruppo dopo aver sfogato tutta la rabbia nei confronti dei
ladri, che sono effettivamente i giovani che gli hanno invitati
alla festa della sera precedente, cammineranno per kilometri
interminabili nel deserto. Arrivati ad una tipica tavola calda
americana fanno amicizia con una coppia di vagabondi, di neanche
vent’anni, che gli consignano di prendere un treno per continuare
l’avventura.
I protagonisti quindi
ascoltano i nuovi amici, in modo molto illegale, prendono al volo
un treno merci che li porta direttamente a
Portland dove gli aspetta, finalmente, un vero
letto su cui dormire. Infatti Tony, Micah, Nichole, Nathaly, Makai
vengono accolti a casa di un parente stretto di un dei tre ragazzi.
Questa parte forse è quella in cui più si svelano i cinque
neodiplomati che esprimono le loro paure e incertezze sul loro
futuro, il pensiero comune di ogni nuova generazione pronta per
diventare adulta. Il viaggio del gruppo continuerà, anche navigando
su una barca, raggiungendo la metà che hanno
inseguito per tutta la durata del film che si rivelerà una festa
con un falò di fuoco sulla spiaggia. Alla fine
però di questo racconto di formazione i giovani diplomati
realizzeranno la triste realtà che da qui in poi la loro vita sarà
piena solo di responsibilità ma che potranno sempre contare sulla
loro forte e profonda amicizia.
Un vero spaccato della Generazione
Z
Girato in quello che è diventato il
tipico stile dei Ross Brothers, con fotocamera del
cellulare e filmati amatoriali come in un
documentario, di una versione inedita della voglia di viaggiare
d’oggi degli adolescenti. La mancanza di una sceneggiatura si vede,
ma questa è un aspetto vincente che lascia spazio al cast, alle
prime prove attoriali, per colmare le lacune e creando un ritratto
così più autentico della gioventù contemporanea della Gen Z.
I cinque sono infatti figli di
quella profonda provincia americana dove le scelte sono poche,
ancora adesso, come le possibilità per borse di studio e
frequentare università o una famiglia benestante ancora molti
optano per l’esercito inconsapevoli di quello che gli aspetta.
Questa opzione è quella che ricorre nei pensieri dell’unico maschio
bianco del quintetto che non sa cosa fare e sceglie la svolta più
facile in una nazione guerrafondaia. Per fortuna la coppia di
registi non si sofferma solo su questo aspetto, ma mostra quanto la
Generazione Z è fluida e capace d’accetarsi, si mostra benissimo
nelle scene girate sulla barca dove anche i ragazzi si truccano
come quando vai ad un Pride.
Per concludere con Gasoline
Rainbow i fratelli Ross rifiutano i cliché che sono
endemici in un film del genere, come atleti o cheerleaders, ma
giovani di buon cuore, provenienti dai margini della società, che
trovano anime e nuovi amici che la pensano allo stesso modo nella
loro ricerca della felicità e di un futuro migliore.
Warner Bros. Discovery e Moleskine
lanciano “The Harry Potter Spells Collection”, una
selezione di taccuini e agende che celebra la magia di Harry
Potter, un mondo che da decenni appassiona milioni di
fan in tutto il mondo.
La collezione è innanzitutto
composta da due taccuini e due agende la cui grafica esclusiva
celebra gli incantesimi iconici di una delle saghe più amate al
mondo.
Le copertine rigide hanno dettagli
fosforescenti che aggiungono un ulteriore tocco di magia
illuminandosi visibilmente e a lungo al buio. Particolarità che
ovviamente si aggiungono ai dettagli tipici di Moleskine, come gli
angoli arrotondati delle copertine, la pagina color avorio e
l’inimitabile “in caso di smarrimento, si prega di restituire a”
sulla carta di copertina. Sono disponibili anche un taccuino cahier
con copertina morbida e set regalo confezionati in preziose scatole
che combinano un taccuino, una penna Kaweco fosforescente di
Harry
Potter e un set di washi tape anch’essi
fosforescenti.
Nel mondo magico, un incantesimo
evoca una potente magia: per i fan di Harry
Potter ogni incantesimo familiare sblocca anche
ricordi, evoca emozioni e fornisce ispirazione. La vera magia,
naturalmente, avviene quando la penna tocca la carta; questi
taccuini e diari sono un promemoria quotidiano che annotare idee a
mano è il primo passo per farle prendere vita!
“Moleskine è lieta di
collaborare con uno storytelling così iconico”, afferma
Daniela Riccardi, CEO di Moleskine.
“Come narratori, sappiamo che
la scrittura a mano dà forma fisica alla creatività”, afferma
Philippe Roucoule, Senior Vice President of EMEA Consumer Products,
Warner Bros. Discovery. “Siamo lieti di unirci a Moleskine per
ispirare i fan a liberare la loro immaginazione attraverso gli
incantesimi di queste avventure magiche.”
Dopo aver interpretato il ruolo di
Eddie Horniman in The Gentlemen, Theo James ha trovato il suo prossimo
ruolo. Secondo Variety, l’attore si è unito al cast di
Fuze, il prossimo film diretto da David
Mackenzie che seguirà una rapina che avrà luogo dopo
un’evacuazione provocata da una bomba inesplosa della Seconda
Guerra Mondiale trovata in un cantiere edile a Londra. Il ruolo che
James interpreterà non è stato confermato, ma non è l’unico attore
legato al film in uscita, le cui riprese inizieranno attualmente a
luglio.
Aaron Taylor-Johnson si era già unito al cast
di Fuze, mentre David Mackenzie
si prepara affinché le telecamere inizino a girare il suo prossimo
thriller sulla rapina. Taylor-Johnson è stato recentemente visto
nel ruolo di Tom Ryder in The
Fall Guy, dove il personaggio presentato come una star
del cinema imprudente si è rivelato essere il principale
antagonista della storia. Il prossimo grande progetto in cui
vedremo l’attore sarà Kraven – Il Cacciatore,
l’emozionante avventura che si svolgerà nello stesso universo di
Venom e Madame Web. Proprio come
per Theo James, il ruolo che Taylor-Johnson
interpreterà in Fuze non è stato ancora
rivelato.
Theo James ha
raggiunto la popolarità dieci anni fa, quando ha interpretato Four
in Divergent, un adattamento di un libro uscito
nelle sale dopo che Twilight e The Hunger
Games avevano dimostrato che i lettori erano molto
disposti a vedere i loro personaggi preferiti fare il salto dalla
pagina al il grande schermo. James è noto anche per aver
interpretato Cameron Sullivan nella seconda stagione di
The White Lotus, la pluripremiata
serie della HBO.
Fuze sarà diretto
da David Mackenzie. Il regista ha recentemente
lavorato in Under the Banner of Heaven, una serie
televisiva in cui Andrew Garfield interpreta un
detective che inizia a perdere la sua fede religiosa quando nella
sua città si verificano brutali omicidi. Prima di ciò, il regista
ha ricevuto molti elogi per il suo lavoro in Hell or High Water, un film poliziesco in cui
Chris Pine e Ben Foster
interpretano due fratelli che compiono rapine in banca nel
tentativo di salvare la fattoria della loro famiglia.
L’attrice Molly
Ringwald ha partecipato al podcast “WTF” di Marc Maron e ha
rivelato di aver cercato di convincere la figlia ventenne a non
diventare un’attrice a causa di quanto sia difficile per le giovani
donne a Hollywood. La Ringwald, icona dei film adolescenziali degli
anni ’80 grazie ai ruoli in “The
Breakfast Club”, “Bella in rosa” e altri, ha
detto di essere stata sfruttata come giovane attrice e che è quasi
impossibile non esserlo a Hollywood. “Non mi sono mai sentita
parte di una comunità quando ero a Hollywood, solo perché ero così
giovane”, ha detto Ringwald.
“Non mi piaceva andare in giro
per locali. Mi sembra di essere più socievole ora di quanto non lo
fossi allora. Ero solo troppo giovane”. “Si sono
approfittati di me”, ha continuato poi Molly Ringwald.
“Non si può essere una giovane attrice a Hollywood e non avere
intorno dei predatori”. L’attrice ha dunque raccontato di
essersi trovata “sicuramente in situazioni discutibili” da
giovane attrice, ma di essersi affidata al suo “incredibile
istinto di sopravvivenza e a un superego piuttosto grande” per
“trovare un modo per proteggermi” dai predatori del
settore.
Molly Ringwald in Breakfast Club.
“Può essere straziante”, ha
aggiunto la Ringwald. “E ora ho una figlia di 20 anni che sta
per intraprendere la stessa professione, anche se ho fatto di tutto
per convincerla a fare qualcos’altro. Ed è difficile”. In
un’intervista al Times di Londra, Molly Ringwald
aveva invece raccontato di aver recentemente rivisto “Breakfast
Club” con la figlia e di aver notato che: “Ci
sono molte cose che amo davvero del film, ma ci sono elementi che
non sono invecchiati bene – come il personaggio di Judd Nelson,
John Bender, che essenzialmente molesta sessualmente il mio
personaggio”. “Sono contenta di poterlo guardare e di
poter dire che le cose sono davvero diverse ora”, ha
detto.
Collider ha appreso che le
riprese dell’attesissima serie sequel di Prime Video,
Blade
Runner 2099, inizieranno nel giugno 2024, con location
confermate sia a Praga che in Spagna. La produzione della serie,
che durerà fino a dicembre, promette di continuare la leggendaria
saga di Blade Runner con la stimata Michelle Yeoh in prima linea nel cast. La
serie ha avuto originariamente il via libera alla fine dell’estate
del 2022 e ora inizierà finalmente quasi due anni dopo.
Michelle Yeoh,
un’attrice vincitrice dell’Oscar nota per i suoi ruoli in
Everything Everywhere All at Once, Star
Trek: Discovery e La tigre e il
dragone guiderà il cast in quella che sarà
un’estensione rivoluzionaria dell’universo di Blade Runner. Il
coinvolgimento di Michelle Yeoh aggiunge un significativo
livello di prestigio ed entusiasmo al progetto, segnando un momento
cruciale sia per i fan che per i nuovi arrivati. A tornare al
timone come produttore è il visionario Ridley
Scott, che ha diretto il film originale del 1982 e
prodotto il suo sequel acclamato dalla critica, Blade Runner
2049. L’influenza di Scott assicura che la prossima
serie rimarrà fedele alle radici del franchise mentre esplora nuovi
orizzonti.
Silka Luisa, nota
per il suo lavoro su Shining Girls e per la
produzione di Strange Angel e Halo, sarà la showrunner ed è pronta
a garantire che ci sia una nuova prospettiva nel mondo distopico di
Blade Runner. Anche se l’elenco completo dei
registi degli episodi rimane segreto, è confermato che
Jonathan van Tulleken, che ha diretto i primi due
episodi di Shogun di FX, dirigerà i primi episodi
della serie. Originariamente, Jeremy Podeswa,
famoso per Il Trono di
Spade, avrebbe dovuto dirigere la première, ma ha
dovuto dimettersi a causa di conflitti di programmazione.
Michael Green, che
ha co-scritto la sceneggiatura di Blade Runner
2049 e recentemente ha co-creato la serie di successo
di NetflixBlue Eye Samurai, fungerà da
produttore esecutivo. Il suo coinvolgimento garantisce continuità
nella narrazione. La storia di Blade
Runner 2099 è avvolta nel mistero, con solo il
dettaglio allettante che sarà ambientata cinquant’anni dopo gli
eventi del sequel. La serie è pronta a esplorare ulteriormente le
questioni filosofiche ed etiche che hanno definito la saga di
Blade Runner, esplorando nuovi aspetti della
convivenza umana e replicante in una società futura.
I dettagli della trama del film sono
tenuti segreti, ma secondo quanto riferito è descritto come una
commedia romantica in cui i personaggi devono decidere con chi
vogliono trascorrere l’eternità. Patrick Cunnane
ha scritto la sceneggiatura di Eternity dopo aver
precedentemente fatto il suo debutto come scrittore nella serie TV
NetflixDesignated Survivor.
Trevor e Tim White produrranno il film per Star
Thrower Entertainment, e le star Teller e Olsen fungeranno anche da
produttori esecutivi di Eternity. Il film non ha
ancora una data di uscita ufficiale, ma la produzione inizierà
quest’estate.
Sono stati anni
importanti per la Randolph, che è stata recentemente nominata e ha
vinto il suo primo Oscar per la sua interpretazione di Mary Lamb in
The Holdovers – lezioni di vita, la commedia natalizia
interpretata anche da Paul Giamatti e
Dominic Sessa. È apparsa anche con una forte
interpretazione nel docudrama Netflix Rustin al
fianco di Colman Domingo, anche lui nominato agli
Oscar l’ultimo anno (ha però perso in favore di Robert
Downey Jr.).
Ha anche interpretato un ruolo
ricorrente nel ruolo della detective Donna Williams nella serie TV
Only Murders in the Building, che tornerà con la
quarta stagione entro la fine dell’anno. I fan possono anche
sentire la sua voce nel film d’animazione del 2022 Il gatto
con gli stivali: L’ultimo desiderio, che è stato nominato
all’Oscar come miglior film d’animazione. Si conferma che
Da’Vine Joy Randolph apparirà accanto a
Mark Strong e Omar Sy in
Shadow Force, il thriller d’azione di prossima
uscita dello scrittore/regista Joe Carnahan (Smokin Aces,
Copshop, Narc).
Arriva gratis e
in esclusiva su Mediaset Infinity
la nuova serie turca If You Love (Ya Çok
Seversen). La romantic comedy in 40 episodi, ha come
protagonisti Kerem Bürsin (già noto al pubblico italiano
per il ruolo di Serkan in Love is in the Air) e Hafsanur
Sancaktutan. A firmare la sceneggiatura
Yeşim Çıtak, sceneggiatrice di alcuni dei più
grandi successi della serialità turca, come Love is in the air e Dreams and Realities – La
forza dei sogni.
La trama di If You
Love
Ates Arcali (Kerem Bürsin) è il
cinico rampollo di una famiglia benestante di Istanbul. Cresciuto
in collegio a seguito della morte della madre, ha trascorso la sua
vita all’estero imparando molto presto a bastare a se stesso e a
diffidare da chiunque. Leyla (Hafsanur Sancaktutan) non ha mai
conosciuto la sua famiglia d’origine e si guadagna da vivere
organizzando truffe matrimoniali e ingannando il prossimo. Le vite
di Ates e Leyla si incroceranno per caso e il destino farà presto
la sua parte, costringendoli a collaborare.
If You Love si è
aggiudicata il premio di Best Romantic Comedy TV Series ai Golden
Butterfly Awards 2023, la più prestigiosa cerimonia di premiazione
di musica e televisione turca. Kerem Bürsin e Hafsanur Sancaktutan
hanno inoltre ottenuto il premio come Miglior Attore e Migliore
Attrice per le loro interpretazioni nei ruoli di Ates e Leyla.
If You Love è in
arrivo dal 3 giugno, gratis e in esclusiva, su Mediaset Infinity
con la pubblicazione di un episodio al giorno, da lunedì a venerdì.
Guarda qui i primi tre minuti in anteprima di If You Love.
Con Maggio che volge al termine
approfondiamo tutte le uscite di Giugno 2024 in
arrivo su Disney+
I film in uscita su Disney+ a
Giugno 2024
Diane von Furstenberg: Woman in
Charge, dal 25 Giugno
La storia dell’iconica pioniera
conosciuta in tutto il mondo con le sue iniziali DVF. Figlia di un
sopravvissuto all’Olocausto, principessa per matrimonio e
fondatrice di un marchio di moda. Con interviste a Oprah
Winfrey, Marc Jacobs, Hillary Rodham Clinton e altri
ancora.
Uno sguardo inedito sulla vita
irrefrenabile di una luminare della cultura. In un momento in cui
l’uguaglianza di genere e la questione femminile sono in primo
piano, la vita di Diane von Furstenberg è un esempio di
empowerment, resilienza, imprenditorialità e stile. Con la sua
caparpietà, Diane von Furstenberg è un’ispirazione
per le donne. Non si è mai vista come una vittima del sessismo, ma
ha abbracciato la sua femminilità in modo forte e profondo,
tracciando un percorso per sua figlia e per la prossima generazione
di donne.
Poche donne incarnano la gravitas,
la grazia e il gusto di Diane von Furstenberg. Cittadina del mondo
e figlia di un sopravvissuto all’Olocausto, la sua storia e il suo
operato sono stati di grande aiuto per molte persone in tutto il
mondo. Nel 1974, Diane von Furstenberg ha trasformato non solo il
suo destino, ma anche quello di innumerevoli donne con
l’introduzione dell’iconico “wrap dress”, un capo unico che ha
conferito immediatamente stile e sicurezza a chi lo indossava,
indipendentemente dalle proprie forme, dal background o dallo
status.
Alla vigilia della sua mostra
retrospettiva, che segna i 50 anni di carriera, Diane von
Furstenberg riflette sul suo percorso pionieristico in un regno
dominato dagli uomini, che l’ha portata a costruire un
multimilionario impero della moda e a sfidare lo status quo con
l’audace domanda “Perché una donna non può fare ciò che fa un
uomo?”.
Con risoluta determinazione, ha
affrontato diverse sfide: è stata una donna single in grado di
gestire una carriera, crescere due figli e affrontare
coraggiosamente il cancro. Niente l’ha fermata, anzi, gli
ostacoli hanno alimentato la sua missione: ispirare le
donne di tutto il mondo a perseguire con uguale passione i
propri obiettivi e a progettare la propria vita. Diane
von Furstenberg è nata per essere una donna al comando e
per ispirare altre donne a prendere in mano il proprio destino.
Billy & Molly: An Otter Love Story, Speciale national
Giographic
Quando una lontra selvaggia in
bisogno di aiuto arriva sul loro pontile nelle remote isole
scozzesi delle Shetland, Billy, sua moglie Susan e il loro devoto
cane da pastore Jade si ritrovano con un nuovo membro in famiglia.
Prodotto da National Geographic e Silverback Films, Billy &
Molly: An Otter Love Story è una storia commovente diretta
da Charlie Hamilton James e girata in 4K. Questo documentario ci
mostra come l’amore possa risvegliarci alla bellezza della
natura.
Le serie tv in uscita su Disney+ a
Giugno 2024
The Acolyte: La Seguace, dal 5
Giugno
I primi due episodi della serie
originale live action targata Lucasfilm. In
The Acolyte: La Seguace, un’indagine su una scioccante
serie di crimini mette un rispettato Maestro Jedi (Lee Jung-jae)
contro una pericolosa guerriera del suo passato (Amandla Stenberg).
Man mano che emergono nuovi indizi, i due percorrono un sentiero
oscuro dove forze sinistre rivelano che non tutto è come
sembra…
Becoming Karl Lagerfeld, dal 7
Giugno
Nel 1972, Karl Lagerfeld ha 38 anni
e non porta ancora il suo iconico taglio di capelli. È uno
stilista di prêt-à-porter, sconosciuto al grande pubblico. Quando
incontra e si innamora del sensuale Jacques de Bascher, un giovane
dandy ambizioso e problematico, il più misterioso degli stilisti
osa sfidare il suo amico (e rivale) Yves Saint Laurent,
genio dell’haute couture sostenuto dal discusso uomo d’affari
Pierre Bergé. Tra glamour e conflitti personali, feste grandiose e
passioni distruttive, questa serie svelala storia di Karl prima di
Lagerfeld.
Abbott Elementary, la
terza stagione dal 12 Giugno
La serie originale su Disney+ con i primi episodi –
Abbott Elementary è una comedy ambientata sul posto di
lavoro che segue un gruppo di insegnanti dediti e appassionati – e
una preside un po’ fuori dalle righe – alle prese con il sistema
scolastico pubblico di Filadelfia. Nonostante le difficoltà, sono
determinati ad aiutare i loro studenti ad avere successo nella vita
e, sebbene questi incredibili dipendenti pubblici siano in
minoranza e sottopagati, amano quello che fanno, anche se non
concordano con l’atteggiamento non proprio esemplare del distretto
scolastico nei confronti dell’educazione dei bambini.
WELCOME TO WREXHAM – terza stagione, dal 12 giugno
Nel 2020, Rob McElhenney e Ryan
Reynolds si sono uniti per acquistare il Wrexham Football
Club, una squadra di quinta categoria, nella speranza di creare una
storia di riscatto per cui tutto il mondo potesse tifare. Il mondo
ne ha preso atto e il cambiamento è in corso. Dopo 15 dolorose
stagioni nella National League, il club ha finalmente ottenuto la
promozione nella English Football League. Il Wrexham AFC sarà
all’altezza della sfida e saprà risollevarsi?
We Were the Lucky Ones, dal 19
Giugno
La serie originale su Disney+ con tutti gli episodi –
Basato sul romanzo bestseller del New York Times di Georgia Hunter,
l’adattamento televisivo di
We Were the Lucky Ones
è una serie limitata ispirata all’incredibile storia vera di una
famiglia ebrea che viene divisa all’inizio della Seconda Guerra
Mondiale. La serie segue i vari membri della famiglia attraverso i
continenti mentre fanno di tutto per sopravvivere e per
ritrovarsi.
The Veil, dal 26 Giugno
La serie originale su Disney+ con tutti gli episodi – Con
Elisabeth Moss, la serie FX
The Veil è uno spy thriller che esplora la singolare e
complicata relazione tra due donne coinvolte in un pericoloso gioco
di verità e bugie, in un viaggio tra Istanbul, Parigi e Londra.
Mentre una delle donne nasconde un segreto, l’altra ha il compito
di svelarlo prima che migliaia di vite siano messe in pericolo. Nel
frattempo, i responsabili delle missioni della CIA e della DGSE
francese devono mettere da parte le loro divergenze per evitare un
potenziale disastro.
Il regista Baz
Luhrmann non è più legato all’atteso adattamento in lingua
inglese del romanzo russo “Il maestro e
Margherita”, come ha appreso Variety. Nel 2019 era stato
riferito per la prima volta che Luhrmann aveva intenzione di
sviluppare un film basato sull’iconico libro attraverso la sua
società in joint-venture con Len Blavatnik, Baz & Co. Ma il film ha
tardato a concretizzarsi e Baz Luhrmann è a quel punto passato a
dirigere il biopic “Elvis”, nominato agli Oscar, e la serie
limitata “Faraway
Downs”. Ora, il regista si è ritirato completamente dal
progetto. Secondo Variety, c’erano dubbi sui diritti del libro. I
produttori del film hanno rifiutato di commentare, anche se una
fonte contesta la confusione sui diritti.
Di cosa parla Il maestro e Margherita?
Romanzo fondamentale del XX secolo,
Michail
Bulgakov ha scritto per la prima volta “Il Maestro
e Margherita” nell’Unione Sovietica negli anni ’30, ma fu
pubblicato solo alcuni decenni dopo la morte dell’autore. La storia
fantastica, ispirata al Faust, vede il Diavolo visitare
l’Unione Sovietica e include elementi di satira, cristianesimo,
commedia e soprannaturale. La trama è poi incentrata sulla storia
d’amore tra uno scrittore e drammaturgo anonimo (definito il
“Maestro”) e Margherita Nikolaevna, sulle persecuzioni politiche
inflitte a costui da parte delle autorità sovietiche degli anni
trenta, e il suo riscatto.
Il testo controverso è da tempo
oggetto di discordia. È stato pubblicato postumo alla fine degli
anni ’60 in Francia e, secondo l’esito di una causa intentata dai
presunti eredi di Bulgakov, la sua prima pubblicazione non era
conforme alle leggi statunitensi sul copyright, facendolo cadere
nel pubblico dominio. Dopo il crollo dell’Unione Sovietica e la
formazione della Federazione Russa, sono state emanate diverse
leggi internazionali che hanno ripristinato il diritto d’autore
sull’opera, che alla fine è passata a Sergey
Shilovsky e a sua sorella Daria
Shilovskaya.
Gli Shilovsky non sono discendenti
diretti dell’autore, ma sostengono di aver ereditato il libro dalla
nonna, terza moglie di Bulgakov. Nonostante ciò, la coppia è stata
ferocemente protettiva nei confronti dell’opera. Nel 2014 hanno
intentato una causa a New York per una traduzione in inglese del
libro pubblicata mentre era fuori copyright. (Il tribunale non ha
messo in dubbio la proprietà dei diritti degli Shilovy, ma ha dato
ragione all’editore). Anche una versione russa completata nel 1994
dell’opera di Yuri Kara sarebbe stata bloccata a causa dei
diritti.
A parte le questioni legate ai
diritti, nel corso degli anni decine di altri registi hanno tentato
e fallito di realizzare una versione cinematografica de “Il
maestro e Margherita”, tra cui, si dice, Roman
Polansky, Federico Fellini e
Terry Gilliam. Nel 2008 il produttore
Scott Steindorff avrebbe acquisito i diritti per
realizzare una versione in lingua inglese che non è mai stata
realizzata. “I diritti sono stati acquistati, le sceneggiature
scritte, i diritti decaduti, i soldi sperperati, le location
esplorate”, ha scritto Mia Taylor in un articolo del 2000 per
la rivista letteraria Tin House sui vari tentativi falliti di
realizzare il film.
“Sono stati realizzati anche
adattamenti oscuri, che sembrano impossibili da rintracciare. Ma
qualcosa sembra inevitabilmente ostacolare questi sforzi. Trentatré
anni dopo la pubblicazione del libro, il film definitivo non è
ancora stato realizzato”. Baz Luhrmann, come anticipato, si
era interessato all’adattamento ormai cinque anni fa, ma oltre alle
preoccupazioni sui diritti si dice che a farlo ora uscire dal
progetto ci sia stato anche un disaccordo sulla sceneggiatura.
Tuttavia, secondo Variety, Luhrmann, che è stato a lungo un fan del
libro, non avrebbe del tutto rinunciato a tornare un giorno su
questo adattamento.
Mentre Sony
Pictures continua a ripubblicare tutti gli otto film
live-action di Spider-Man nelle sale, l’ultima
avventura di Spidey che torna sul grande schermo è
Spider-Man: Far From Home del 2019.
Anche se i primi film hanno
funzionato abbastanza bene, sembra che questi episodi più recenti
della serie siano semplicemente troppo freschi nella mente di molte
persone, dato che la seconda uscita da solista di Tom Holland nei panni del Lanciaragnatele ha
incassato solo $ 265.000 lunedì, mettendo a segno il giorno di
apertura più basso delle riedizioni, fino a questo momento.
È interessante notare che questa
versione di
Far From Home include una scena che non era
presente nella versione cinematografica originale del film, con
Spidey che elimina alcuni scagnozzi nel suo costume di Iron
Spider.
Per quanto riguarda la prossima
volta che vedremo il personaggio sul grande schermo in una nuova
avventura, sappiamo che un quarto film di Spider-Man è nelle prime
fasi di sviluppo, ma il progetto deve ancora essere annunciato
ufficialmente.
Tom Holland e Zendaya torneranno nei panni di Peter Parker e
MJ, e si dice che questo film sarà il primo capitolo di una nuova
trilogia, anche se Holland non sembra entusiasta di rimanere nel
ruolo del personaggio ancora per molto. Durante una recente
intervista, l’attore ha detto di sentirsi troppo
abituato alla
“coperta di sicurezza di Spider-Man”.
Gli sceneggiatori di No Way
HomeChris McKenna e Erik
Sommers stanno attualmente lavorando alla sceneggiatura,
ma non sappiamo ancora quale dei suoi temibili nemici causerà
problemi a Peter e soci. La maggior parte dei principali cattivi di
Spidey sono già stati utilizzati nei film precedenti (Green Goblin,
Doctor Octopus, ecc.), ma una voce recente afferma che il sequel
ancora senza titolo conterrà un cattivo che non abbiamo ancora
visto in live-action.
Tom Holland ha conquistato
Hollywood e i cuori del pubblico all’età di 21 anni. La sua
carriera è appena cominciata, eppure tutti vogliono sapere di più
su di lui. Come, ad esempio, di quella volta che era stato
Billy Elliot. Cosa non sapete su Tom Holland? Ecco
dieci curiosità su di lui:
Tom Holland: film e carriera
1. Thomas Stanley Holland è nato
in Inghilterra nel 1996. È figlio di una fotografa, Nicola
Elizabeth Frost, e di un comico e attore, Dominic Holland, ed è il
più grande di quattro fratelli. Ha cominciato a ballare hip hop
alla Nifty Feet Dance School di Wimbledon, a Londra, ed è stato
scoperto dalla coreografa Lynne Page, durante un’esibizione della
scuola ad un festival di danza nel 2006. Fu lei a mandarlo alle
audizioni per Billy Elliot, dove Tom Holland impressionò il
regista Stephen Daldry. Billy Elliot fu il primo ruolo di
tutta la carriera di Tom.
Tom Holland arriva alla première di “Spider-Man: No Way Home” –
Foto di imagepressagency via Depositphoto.com
2. Tom Holland, i film. Il
primo ruolo al cinema fu in quanto doppiatore, per il ruolo di Shô
nella versione inglese di Arrietty – Il mondo segreto sotto il
pavimento (2010). In seguito, recitò in The Impossible al fianco di Naomi Watts (2012), in
Locke (2013), in Come vivo ora (2013), nella
serie tv Wolf Hall (2015), Heart of the Sea – Le origini di Moby Dick (2015). La
carriera continuava a procedere, ma abbastanza in secondo piano,
nonostante l’attenzione attirata soprattutto con The Impossible e l’immortale successo di Billy
Elliot (Elton John stesso era un fan della sua performance).
Nel 2020 presta la sua voce per i film Onward – Oltre la magia e Dolittle. E’ protagonista inoltre del film
originale NetflixLe strade del male.
Tom Holland è Spiderman nel MCU
La svolta, per Tom Holland, è
arrivata con il ruolo di Spider-Man, che fece la sua prima
apparizione in Captain
America: Civil War (2015). Nel 2016 ha poi recitato in
Il volto della verità, Civiltà
perduta e Terre selvagge, prima che finalmente
arrivasse Spider-Man:
Homecoming nel 2017. Uno degli attori più amati del
pubblico del MCU, ha poi recitato in
The Current War e spezzato i cuori del fan in Avengers:
Infinity War e in Avengers:
Endgame. Il 2019 è anche l’anno del secondo capitolo della
nuova saga su Peter Parker Spider-Man:
Far From Home. Nel 2021 ritornerà ad interpretare Peter
Parker nell’attesissimo Spider-Man:
No Way Home. diretto ancora una volta da diretto da Jon
Watts.
Tom Holland protagonista
di Uncharted
Sono in arrivo parecchi titoli con
Tom Holland. Sarà infatti protagonista di Chaos
Walking, Cherry – Innocenza perduta e
dell’attesissimo Uncharted
nel quale reciterà nei panni di Nathan Drake, il protagonista
dell’omonimo franchise videoludico.
Tom Holland in Billy
Elliot
3. Il primo ruolo di Tom
Holland? Billy Elliot al West End di Londra. Il West End
è la Broadway londinese, e Tom Holland ci è arrivato senza aver mai
recitato prima. Ha fatto otto audizioni e si è sottoposto a due
anni di training per arrivare finalmente al palcoscenico, ma nel
2008 ha debuttato nei panni del giovane ballerino. Originariamente,
era entrato a far parte del cast nei panni di Michael, il migliore
amico di Billy, ma si conquistò il ruolo di protagonista dopo solo
due mesi. Non sapeva solo ballare, ma era diventato famoso per le
proprie acrobazie sul palcoscenico. Tom Holland è stato Billy
Elliot per due anni, e ha lasciato lo show appena prima di compiere
quattordici anni.
4. Tom Holland è particolarmente
agile. Il ruolo di Billy Elliot ha lanciato la carriera di un
attore particolarmente abile fisicamente. Non solo sul
palcoscenico, ma anche sul set: il che lo rende perfetto per
interpretare un eroe agile come Spider-Man. Tom Holland ama girare
scene particolarmente difficili dal punto di vista della resistenza
fisica: “Sono stato buttato di qua e di là cui cavi, trascinato
sott’acqua eccetera. E l’ho adorato” aveva raccontato parlando di
The Impossible: “Un’altra cosa che ho apprezzato è che (il
film) mi ha insegnato che non devi interamente contare sulla tua
abilità recitativa per rappresentare delle emozioni. Puoi usare ciò
che ti circonda per aiutarti”.
5. E non finisce qui. Oltre
a essere un ottimo ballerino e un amante dell’azione, Tom Holland
ha un altro talento nascosto: ne sa qualcosa di parkour. Che sia
tornata utile per il ruolo di Spider-Man?
6. Tom Holland è l’attore più
giovane ad aver mai interpretato Spider-Man. Tom Holland è nato
nel 1996, e Captain America: Civil War è
uscito nel 2016. Il che vuol dire che, al momento del casting, Tom
era ancora un teenager, ed è anche l’attore più giovane ad aver mai
interpretato il supereroe: Tobey Maguire aveva 27 anni, e Andrew
Garfield ne aveva 26 anni quando furono scelti per il ruolo.
7. Tom Holland ha scoperto di
aver ottenuto il ruolo di Spider-Man su Instagram. “Ero a letto
a guardare instagram” ha raccontato all’Hollywood Reporter,
“era passato circa un mese dalla mia audizione, e Marvel aveva appena postato una
foto dicendo di andare sul loro sito per scoprire chi sarebbe stato
il prossimo Spider-Man. Dal mio computer, sono andato sul sito
della Marvel, ed era lì: “Il nuovo Spider-Man è Tom
Holland”. Sono impazzito completamente”.
8. Il suo gadget di Spider-Man
preferito. È la Morte Nera Lego! “Era delicata, ne avevamo
solamente sette e le dovevamo rompere” ha raccontato Tom, “e Jacob
(che interpreta Ned) continuava a romperle troppo presto”.
Costavano 500$ l’una.
Tom Holland, gli Avengers e
gli spoiler
9. Tom Holland ha un problema con gli spoiler.
Quando si è parte di un franchise come quello del MCU, si hanno grandi
responsabilità: tra cui quella di tenere la bocca chiusa. Cosa che
Tom Holland fa fatica a fare, come quella volta che ha rovinato
Avengers: Infinity War ad una
proiezione del film, appena prima che il pubblico vedesse il film.
Per fortuna, ogni tanto c’è Benedict Cumberbatch: che gli fa un
po’ da baby-sitter durante le interviste e gli impedisce di
fare uno spoiler dopo l’altro. Gli spoiler di Tom Holland sono
diventati una cosa talmente frequente che anche la Marvel stessa l’ha utilizzata in un
video promozionale chiamato “Say No to Spoilers” nel quale tutti
gli attori del cast di Infinity War si rifiutano
categoricamente di rivelare dettagli sul film. Tranne Tom Holland,
che ha la bocca tenuta ben chiusa da del nastro adesivo nero.
10. Tom Holland ha un cane, e le
vuole tanto bene. Si chiama Tess, è un adorabile pitbull, e
l’Instagram di Tom Holland è costellato di foto sue. A quanto pare,
quando non sono insieme, Tom la vede su Face Time, e più di una
volta l’ha portata con sé alle interviste. Tom ha addirittura un
ritratto di lei, che lui ha definito “il miglior regalo di
sempre”.
Tom Holland fidanzata
Tom Holland è
stato fidanzato con Nadia Parkes,
classe ’96, anche lei è attrice d è apparsa tra gli altri nelle
serie tvDoctor Who
e
The spanish princess.
Dal
luglio del 2017 Tom Holland è impegnato in una relazione con
Zendaya,
sua co-star nel franchise di Spider-Man.
Ben Affleck e Jon Bernthal si preparano a un’altra giornata
di riprese. Ben Affleck, 51 anni, è stato visto indossare
una camicia blu e dei kaki mentre chiacchierava con un membro della
troupe sul set di The
Accountant 2 martedì (28 maggio) a Los Angeles.
Dall’altra parte del set, Jon Bernthal, 47 anni, ha preso un telefono
mentre si dirigeva alla sua roulotte per prepararsi a girare alcune
scene.
Ben Affleck e Jon Bernthal stanno girando il film da
diverse settimane. La notizia di un sequel è stata confermata per
la prima volta a marzo: scoprite cosa sappiamo del cast del
film!
Nelle ultime settimane è stato
riferito che Ben Affleck e la moglie Jennifer Lopez hanno avuto problemi nel loro
matrimonio. È stato anche rivelato che Ben Affleck si è trasferito dalla loro casa
comune. Di seguito le foto:
A gennaio, è arrivata la notizia che
è in sviluppo per Amazon Prime Video una serie basata sul fumetto
vincitore dell’Eisner Award di Ed Brubaker e
Sean Phillips, Criminal, e il
progetto ha ora aggiunto un altro membro principale del cast.
Insieme a Richard Jenkins nei panni di Ivan ci sarà
Adria Arjona nei panni di Greta
Watson (sembra che per qualche motivo abbiano eliminato la
“t” dal nome del personaggio).
Questa versione di Greta è descritta
come “una ladra d’auto e pilota di alto livello dalla lingua
tagliente e la madre vedova di Angie. Da quando suo marito è morto
in un colpo in banca andato male, Greta ha lottato con se stessa
per sfuggire all’unica vita che abbia mai conosciuto – e all’unico
posto in cui abbia mai prosperato. Il problema è che è brava in
questo. Sta cercando un grosso risultato, una somma di denaro che
può usare come una pistola per sparare via lei e Angie da questa
vita e in un’altra.”
Adria Arjona è
stata un vago interesse amoroso di Jared Leto in Morbius, ma ha avuto la possibilità di
brillare nei panni di Bix in Andor,
ed è pronta a riprendere il ruolo per la seconda stagione. Apparirà
prossimamente al fianco di Glen Powell nella commedia thriller di
Netflix, Hit Man, e nel debutto alla
regia di Zoe Kravitz, Blink
Twice. I suoi altri crediti cinematografici e televisivi
includono Triple Frontier, Six
Underground, Emerald City, True
Detective, Irma Vep, Good
Omens e Narcos.
Ed Brubaker è a
bordo come co-showrunner e produttore esecutivo insieme a
Jordan Harper. Sean Phillips è
anche produttore esecutivo, così come Sarah
Carbiener e Phillip Barnett. I registi di
Captain
Marvel Ryan Fleck e Anna Boden
dirigeranno i primi quattro episodi.
“Criminal è un’amata graphic
novel creata dal team più iconico della storia dei fumetti. So che
i nostri clienti Prime Video a livello mondiale apprezzeranno
immediatamente questa storia e non vedo l’ora di lavorare con Ed,
Jordan e il team per portarla a sullo schermo”, ha detto
Nick Pepper, capo degli Amazon MGM Studios, quando
lo spettacolo è stato annunciato per la prima volta.
Brubaker ha aggiunto: “Sean e io
abbiamo costruito questo mondo nei nostri libri per oltre un
decennio, e ora essere in grado di portarlo in vita per Amazon è
semplicemente incredibile. E avere Amazon che sostiene il progetto
come ha fatto, e mostra così tanta fiducia nella visione mia e di
Jordan per lo show è ancora più incredibile.”
Vision ha diffuso
il primo trailer di Shoshana,
il nuovo film di diretto da Michael Winterbottom
che vede protagonisti Douglas Booth, Irina Starshenbaum,
Harry Melling, Aury Alby e Ian Hart.
Ispirato a eventi realmente
accaduti, Shoshana
è un thriller politico ambientato negli anni Trenta che affronta il
modo in cui l’estremismo politico e la violenza creino una
separazione tra le persone costringendole a scegliere da che parte
stare. Prodotto da Revolution Films, Bartlebyfilm con Vision
Distribution, in collaborazione con Sky.
Il film Shoshana
segui due agenti di polizia britannici, Thomas Wilkin e Geoffrey
Morton, nella loro caccia al carismatico poeta e combattente per la
libertà sionista Avraham Stern, che stava complottando per
sfrattare le autorità britanniche.
Nel dicembre del 2016, il mondo ha
detto addio alla sua Principessa, al suo
Generale: dopo un collasso su un volo verso Los
Angeles, Carrie Fisher si spense. L’icona di Star
Wars ha subito un arresto cardiaco e, dopo aver trascorso
quattro giorni in terapia intensiva, è morta all’età di 60 anni, in
ospedale.
Il
coroner ha stabilito che al momento del decesso, nel suo corpo
c’erano tracce di sostanze stupefacenti. L’attrice ha trascorso
anni alle prese con problemi di abuso di droghe e il caro amico di
Carrie, James Blunt, ha affermato che Disney e
Lucasfilm le avevano fatto “pressione affinché dimagrisse”.
James Blunt e
Carrie Fisher divennero improbabilmente amici
all’inizio degli anni 2000 e scrissero il suo primo album, “Back to
Bedlam” del 2004, mentre erano a casa di lei. Dopo la sua morte,
Blunt ha eseguito un omaggio all’attrice che potete ascoltare di
seguito:
“Ero con lei il giorno prima che
morisse, quando è venuta a casa mia”, ha detto al pubblico
dell’Hay Festival nel Regno Unito (tramite SFFGazette.com). “E
aveva davvero maltrattato il suo corpo, e aveva appena ottenuto di
nuovo il lavoro di interpretare la Principessa Leila in un nuovo
film di Star Wars.”
“Quindi era davvero su di giri e
positiva, ma avevano esercitato molta pressione su di lei affinché
dimagrisse. Ha parlato delle difficoltà che le donne hanno nel
settore, di come agli uomini è permesso di invecchiare, e alle
donne certamente no nel cinema e in TV.” “E ha messo davvero molta
pressione su se stessa, ha iniziato di nuovo a usare droghe e
quando è salita sull’aereo, si era effettivamente uccisa”, ha
continuato Blunt. “Dicono che si sia trattato di qualche tipo
di insufficienza cardiaca, ma aveva preso abbastanza farmaci per
organizzare una festa davvero bella.”
L’insinuazione qui sembra essere che la pressione dei capi
dello studio per farle perdere peso per il suo ritorno in Star Wars
abbia contribuito all’uso di droga e alla morte di Fisher.
L’attrice aveva finito di girare il ruolo della Principessa Leia in
Star Wars: Gli ultimi Jedi di Rian
Johnson quando morì ed era apparsa in precedenza in
Il risveglio della Forza. Quando J.J.
Abrams è tornato nel franchise per L’Ascesa di
Skywalker,
i filmati inutilizzati delle scene cancellate sono stati
utilizzati per dare un saluto a Leia.
Nella sua autobiografia, Blunt ha
detto che la figlia di Fisher, Billie Lourd, lo ritiene in parte responsabile
della morte di sua madre. “Charlie, il suo migliore amico, l’ha
affrontata in modo più diretto e le ha detto che aveva bisogno di
smettere di drogarsi”, ha scritto. “Ho adottato un
approccio diverso e mi sono fatto con lei, fingendo con me stesso
che un giorno l’avrei guidata verso la redenzione, ma non quel
giorno. Di conseguenza, sua figlia Billie mi incolpa in parte per
la sua morte e non mi parla più.”
Come anticipato
qualche settimana fa sono in corso le riprese di
Sandokan, l’annunciato nuovo adattamento seriale
della saga di romanzi di Emilio Salgari. La produzione è in queste
ore impegnata in Calabria, sul set a Le Castella, località dal
fascino intramontabile. Sul set sono stati fotografati tutti
principali attori della serie Tv Sandokan, da Can Yamana Ed Westwick, passando per John
Hannah e Alessandro Preziosi, poi ancora Alanah
Bloor, Mark Grosy, Gilberto Gliozzi e tanti altri.
La Calabria sta vivendo una nuova
rinascita come set cinematografico. Sono molte le produzioni che si
sono alternate negli ultimi anni, senza dimenticare la serie tv
The Good Mather prodotta per Disney+ che ha ottenuto molto
riconoscimenti nel mondo. Di seguito le foto:
La serie è un nuovo adattamento
della storica saga di romanzi di Emilio Salgari, sviluppata per la
televisione da Alessandro Sermoneta, Scott
Rosenbaum e Davide Lantieri, e diretta da Jan
Maria Michelini e Nicola Abbatangelo.
Sandokan andrà in onda prossimamente su Rai1 e
sarà distribuita in tutto il mondo da Fremantle International e in
Spagna da Mediterráneo Mediaset España Group.
Vedremo Can Yaman nei panni della Tigre della Malesia, in
una veste originale, affiancato dall’esordiente Alanah
Bloor nel ruolo di Marianna. Con loro ci saranno Ed Westwick (Gossip Girl, I figli degli
uomini) nel ruolo dell’affascinante antagonista Lord Brooke,
mentre sarà Alessandro Preziosi (I Medici,
Black Out, La vita bugiarda degli adulti) a dare il volto
all’iconico Yanez de Gomera. Si uniranno al cast anche John
Hannah (The last of us, Quattro Matrimoni e un
funerale, Sliding Doors, La Mummia),Madeleine Price,
Gilberto Gliozzi (Loro, I delitti del Barlume),
Mark Grosy (Zero Zero Zero) e Samuele
Segreto (Stranizza d’amuri, L’Ora).
Sandokan – la trama
Borneo, metà del 1800. Un
paradiso abitato dalle tribù native dei Dayak, che vivono secondo
le loro antiche tradizioni, ma dominato dalla spietata legge degli
inglesi, all’apice del loro potere coloniale. Sandokan vive alla
giornata, senza schierarsi: combatte per se stesso e per la sua
ciurma di pirati, tra cui il fidato Yanez. Ma la sua vita cambia
quando, durante un’incursione, incontra Marianna, la bella figlia
del console britannico di Labuan. È l’inizio di una storia d’amore
impossibile tra due anime inaspettatamente simili: Marianna, di
sangue nobile, ma con lo spirito selvaggio di chi è cresciuto in un
paradiso tropicale, e Sandokan, leader pirata e avventuriero, che
porta in sé il sangue di re guerrieri. Sulle loro tracce si metterà
il leggendario cacciatore di pirati, Lord James Brooke, che non si
fermerà davanti a niente pur di catturare Sandokan e conquistare il
cuore di Marianna.
Sandokan è un
racconto di avventura e di amore, in cui i protagonisti scopriranno
se stessi e capiranno di appartenere a una storia molto più grande,
fatto di rivoluzione, di amore per la natura e di lotta per la
libertà.
Da un’idea di Luca Bernabei,
Sandokan sarà una grande epopea con un tratto da
fiaba e un forte legame con l’ambiente. La serie racconterà le
origini della Tigre della Malesia, che torna finalmente sul
piccolo schermo. Vedremo nascere il mito di Sandokan, la
sua scoperta di essere figlio di un antico re guerriero,
vivremo con lui l’amore con Marianna, l’amicizia con Yanez e la
rivalità con Lord Brooke: avventura, azione, eroismo ed una
rivoluzionaria storia d’amore, in un racconto pronto a incantare
adulti e bambini, unendo tutta la famiglia.
La Walt Disney
Pictures ha annunciato che il primo trailer del suo
prossimo sequel animato, Oceania
2 (Moana 2), sarà pubblicato online
oggi e la star
Dwayne “The Rock” Johnson ha condiviso sui social
media il primo poster per le sale.
Dwayne “The Rock” Johnson riprenderà il ruolo del
semidio polinesiano mutaforma Maui, insieme ad Auli’i
Cravalho, che sarà ancora una volta la voce del personaggio
principale.
Oceania
2, sequel di Oceania era stato
originariamente concepito come una serie Disney+, ma si dice che i dirigenti
dello studio siano rimasti così colpiti dal lavoro dello
sceneggiatore e regista David G. Derrick Jr. sugli
episodi iniziali che hanno deciso di rinnovare le sue idee per un
unico film per il grande schermo.
“Una delle cose più emozionanti
è stata trovare la nostra Moana e quanto sia stato emozionante. La
ricerca globale per trovare la nostra Moana – che, detto tra noi,
abbiamo trovato – non ve lo dico ancora. [È stato molto
emozionante”.
Cravalho ha detto quanto segue
riguardo alla sua sostituzione l’anno scorso. “Non vedo l’ora
di aiutare a trovare la prossima attrice che possa rappresentare lo
spirito coraggioso, l’innegabile arguzia e la forza emotiva di
Moana. Sono davvero onorata di passare il testimone alla prossima
giovane donna di origine delle isole del Pacifico, per onorare le
nostre incredibili culture e comunità del Pacifico che hanno
contribuito a ispirare la sua storia. E non vedo l’ora di assistere
a tutte le bellissime rappresentazioni del Pacifico che
verranno”.
The ocean is calling her back 🌊🌺
Experience the new trailer for Disney’s
#Moana2 tomorrow and see the movie only in theaters November
27, 2024!
Oceania
2, l’epico musical animato dei Walt Disney Animation
Studios, porta il pubblico in un nuovo viaggio con Vaiana, Maui e
un nuovo equipaggio di improbabili marinai. Dopo aver ricevuto
un’inaspettata chiamata dai suoi antenati, Vaiana deve viaggiare
verso i mari lontani dell’Oceania e in acque pericolose e lontane
per un’avventura diversa da qualsiasi altra che abbia mai
affrontato. Diretto da Dave Derrick Jr. con le
musiche dei vincitori del Grammy Abigail Barlow ed
Emily Bear, del candidato al Grammy
Opetaia Foa’i e del tre volte vincitore del Grammy
Mark Mancina (Lin-Manuel Miranda
non tornerà nel ruolo), Oceania
2 uscirà nelle sale il 27 novembre 2024.
Gli attori Auli’i
Cravalho e Dwayne
Johnson riprenderanno i loro ruoli da doppiatori
rispettivamente per Vaiana e Maui. Sappiamo però che inizialmente
la Disney aveva previsto di continuare la storia di
Oceania come
serie in streaming su Disney+. Tuttavia, quando il progetto ha
iniziato a prendere forma e la popolarità dell’originale è
aumentata, la Disney ha deciso di trasformare la serie in un
lungometraggio per le sale cinematografiche. È dunque stato
annunciato che Oceania
2 arriverà nelle sale il 27 novembre,
rispettando la tradizione di distribuire ogni anno un film
d’animazione nel giorno del Ringraziamento.
Dopo l’annuncio che gli
attori Josh
O’Connore Cailee
Spaeny si sono uniti al film Knives
Out 3, Variety riporta ora che anche
Andrew Scott si è unito al cast del terzo film
scritto e diretto da Ryan Johnson e con
protagonista Daniel Craig. L’attore di “Ripley”,
“Fleabag” ed “Estranei“
sarà dunque tra i protagonisti del whodunit, che sappiamo ora
essere intitolato “Wake
Up Dead Man: A Knives Out Mystery“. Ad ora, non è
stato rivelato il ruolo che questi attori – eccezion fatta per
Craig – avranno all’interno del film.
Tutto quello che sappiamo su Knives Out 3
Recentemente è stato riporta che
l’inizio delle riprese del film è previsto per novembre, il che
permetterebbe di rispettare l’ancora generica uscita nel 2025. Non
si sa molto dell’imminente terzo capitolo della serie di film
gialli, ma Daniel Craig dovrebbe riprenderà il suo ruolo
di detective privato Benoit Blanc. I primi due film, come noto,
sono valsi allo sceneggiatore e regista Rian
Johnson una nomination all’Oscar per la migliore
sceneggiatura non originale. C’è dunque da aspettarsi una nuova
storia particolarmente avvincente e convincente.
I dettagli della trama non sono
ancora stati rivelati, ma Johnson e Craig hanno anticipato che si
tratta del “caso più pericoloso di Blanc”. Nel cast, ad
oggi, sono confermati gli attori
Josh O’Connor, Cailee Spaeny e
Andrew Scott. Johnson starebbe attualmente
ultimando la sceneggiatura di questo sequel di ‘Knives
Out’ del 2019 e ‘Glass
Onion’ del 2022. “Sta venendo fuori“, ha detto
Johnson in una precedente intervista dopo la fine dello sciopero
della WGA. “Ovviamente non ho potuto lavorare durante lo
sciopero, e ora che è finito, mi sto tuffando a tutta forza, e
quindi sta venendo fuori. Ho la premessa, ho l’ambientazione, ho in
testa il film. Si tratta solo di scriverlo“.
Nel film Io vi troverò
(Taken), Bryan Mills, interpretato da Liam Neeson, permette alla figlia di fare un
viaggio a Parigi con la sua amica. Appena scese dall’aereo, le due
ragazze fanno amicizia con un giovane affascinante che propone loro
di condividere un taxi per il centro di Parigi. È un viaggio
fatale, poiché le ragazze non solo rivelano di essere in viaggio da
sole, ma anche dove alloggeranno.
Il giovane, Peter, non perde tempo
e passa queste informazioni a una banda di trafficanti di sesso
albanesi, che si presentano all’appartamento delle ragazze e le
rapiscono con violenza. Poco prima di essere rapita, la figlia di
Mills (Maggie
Grace) riesce a telefonare al padre, ex agente della
CIA. In una breve conversazione con uno dei rapitori, Mills giura
di rintracciare la banda e di ucciderla.
Il resto del film Io vi
troverò (Taken) è un’avventura d’azione dal ritmo serrato,
in cui Mills rintraccia la banda, uccide la maggior parte delle
persone coinvolte e alla fine scopre che l’amico della figlia è
morto e che la sua stessa figlia è stata venduta a un’esclusiva
asta sessuale a un ricco sceicco. Tutto finisce bene: padre e
figlia si ricongiungono e sia i trafficanti che i clienti ottengono
ciò che spetta loro.
La storia del film Io vi troverò
(Taken)
Per molti anni si è creduto che la
storia fosse basata su eventi reali che coinvolgevano
William G. Hillar, che sosteneva di essere un
agente delle Forze Speciali in pensione la cui figlia era stata
rapita, tenuta come schiava sessuale e poi uccisa. Hillar è stato
in seguito smascherato come un impostore, che ha guadagnato enormi
somme di denaro raccontando la sua storia nel circuito delle
conferenze, dopo che è stato rivelato che non era stato
nell’esercito né aveva perso la figlia a causa dei trafficanti di
esseri umani. Questo ci porta a chiederci: quanto della storia di
Io vi troverò (Taken) si basa su fatti e non sulla
finzione?
La realtà in Io vi troverò
(Taken)
Sebbene gran parte della trama del
film sia stata inventata per creare una grande avventura d’azione,
ci sono alcuni aspetti della storia che purtroppo riflettono la
vita reale.
Il Traffico di esseri umani
La tratta di esseri umani è in
aumento. Secondo il Dipartimento di Stato americano, ogni anno
vengono trafficate attraverso i confini internazionali dalle
600.000 alle 800.000 persone, di cui l’80% sono donne e la metà
bambini. I bambini vengono trafficati per una serie di motivi
diversi: lavoro forzato, lavoro domestico, come bambini soldato,
cammellieri, per l’accattonaggio, per l’edilizia e l’industria
mineraria e per il lavoro agricolo.
Tuttavia, la stragrande maggioranza
delle donne e delle ragazze viene trafficata a scopo di
sfruttamento sessuale. Molte ragazze, inizialmente trafficate per
il lavoro forzato o domestico, finiscono per essere sfruttate
sessualmente a causa della loro vulnerabilità. Le ragazze giovani
sono una facile preda per i trafficanti, poiché possono essere
facilmente manipolate e hanno un alto potenziale di guadagno.
Come molti crimini organizzati,
l’ascesa della tratta di esseri umani è stata guidata da semplici
ragioni economiche. La tratta di esseri umani è la terza più grande
industria criminale internazionale (dopo il traffico illegale di
droga e di armi). Si tratta di un’industria da 32 miliardi di
dollari l’anno, di cui 15,5 miliardi di profitti sono realizzati
nei Paesi industrializzati.
Adescamento
Come la maggior parte dei predatori
sessuali, i trafficanti sono esperti nella manipolazione. La
situazione delle ragazze nel film inizia quando incontrano un
giovane uomo affascinante. I trafficanti sanno che le ragazze sono
meno diffidenti nei confronti di giovani uomini belli e
affascinanti. Nel film, il personaggio di Peter usa sapientemente
lo stratagemma di essere un giovane turista per conquistare la
fiducia delle ragazze. Questo è coerente con la vita reale della
tratta: la maggior parte delle vittime è stata adescata o si è
impegnata volontariamente con gli autori del reato all’inizio.
Un territorio sconosciuto
I trafficanti di esseri umani
prendono di mira le persone vulnerabili. In realtà, questo
significa che la maggior parte delle vittime sono bambini
svantaggiati provenienti da Paesi poveri, fuggiaschi o senzatetto.
Tuttavia, il fatto che i giovani turisti si trovino in un
territorio sconosciuto, senza la loro abituale rete di supporto o
persone che si prendono cura di loro, li rende facili prede. Non
esistono statistiche sul numero di ragazze che cadono vittime dei
trafficanti in questo modo, ma qualsiasi forma di vulnerabilità
rende le ragazze un bersaglio.
Legame con l’Albania e
coinvolgimento di alti funzionari
Il film descrive i rapitori come
una banda di trafficanti albanesi. È probabile che questa non sia
stata una scelta casuale dei registi. Le Nazioni Unite hanno
rilevato che il traffico di bambini dall’Europa dell’Est è un
problema significativo, poiché la povertà e l’inazione delle
autorità hanno permesso a questo traffico di prosperare.
Anche la rappresentazione di un
funzionario corrotto nel film non è un caso isolato. Nei Paesi
poveri, dove la maggior parte delle vittime viene presa di mira, i
funzionari possono spesso essere corrotti o intimiditi per chiudere
un occhio su ciò che accade.
I miti
Vittima occidentale
benestante
Sebbene qualsiasi giovane possa
essere vittima della tratta e dello sfruttamento sessuale, l’agiata
adolescente americana protagonista del film rappresenta sicuramente
una piccola minoranza. È molto più probabile che i trafficanti
prendano di mira le persone più vulnerabili: cercano ragazze in
affidamento, scappate di casa o senza fissa dimora, immigrate
clandestine o tossicodipendenti.
Chiunque non abbia una famiglia o
una rete sociale forte che si prenda cura di lui è una facile
preda. I trafficanti sfruttano le vulnerabilità per adescare le
loro vittime; spesso offrono loro qualcosa che non hanno, come
denaro, rifugio o affetto. Inoltre, la maggior parte delle persone
trafficate proviene da Paesi poveri, dove la promessa di un lavoro
o di una vita migliore li attira nelle braccia dei trafficanti.
Rapimento violento
La rappresentazione del rapimento
violento nel film Io vi troverò (Taken) non
è il metodo abituale utilizzato dai trafficanti di esseri umani. Il
rapimento aggiunge un altro crimine a quello già grave della tratta
di esseri umani e rappresenta un rischio aggiuntivo per le bande
criminali. Adescare e adescare è un modo molto più semplice e
sicuro per prendere di mira le vittime a scopo di sfruttamento
sessuale. Se una persona è stata rapita, dovrà anche essere tenuta
prigioniera e questo richiede sforzi e denaro da parte dei
rapitori. È molto più facile tenere una persona che è stata
manipolata emotivamente per farla restare con sé, piuttosto che
tenerla sotto chiave.
Aste di schiavi
Non è così comune che i trafficanti
di esseri umani “vendano” le loro vittime. Il semplice fatto è che
è più redditizio costringere le vittime a prostituirsi, dove
possono essere “vendute” più e più volte.
Il lieto fine di Io vi
troverò (Taken)
Il
filmIo vi troverò (Taken) si conclude con
Bryan Mills che salva sua figlia prima che le venga fatto
del male. Purtroppo, la maggior parte delle vittime della tratta di
esseri umani nel mondo reale non può aspettarsi un tale lieto
fine.
Anche se gli orrori mostrati nel
film Io vi troverò (Taken) non sono per molti
versi realistici, dato che il tasso di traffico di esseri umani è
in aumento a livello globale, vale la pena di essere vigili e di
far conoscere ai nostri figli, soprattutto alle nostre ragazze,
come operano i trafficanti di esseri umani.
Pretty Woman è un
innegabile classico moderno. Ha lanciato l’allora sconosciuta
Julia Roberts verso la superstar ed è
diventato un vero e proprio fenomeno, incassando quasi mezzo
miliardo di dollari in tutto il mondo. Ma il film ha affrontato una
strada difficile, costellata da problemi di casting, cambiamenti di
studio e riscritture totali prima di essere finalmente realizzato.
Nonostante il suo status di icona, siamo pronti a scommettere che
ci sono molte cose che non sapete di “Pretty
Woman”.
Il finale originale di
Pretty Woman era super oscuro
Pretty Woman è la quintessenza
della commedia romantica, ma il finale originale del film era
piuttosto intenso.
Nella sceneggiatura originale,
l’amico di Vivian, Kit, muore di overdose e Edward e Vivian non
finiscono insieme. Edward butta Vivian fuori dalla sua auto,
insieme ai soldi che le aveva dato per il weekend. Wow. È piuttosto
triste.
Probabilmente il film non avrebbe
avuto il successo che ha avuto se fosse stato così. Ma quando la
Disney è intervenuta come produttore, sono stati apportati
cambiamenti drastici alla sceneggiatura per trasformarla in una
favola moderna e piacevole per il pubblico.
Julia Roberts ha fatto due
provini
Diverse attrici fecero il provino
per il ruolo di Vivian prima che
Julia Robert venisse scelta. Tuttavia, quando il
film passò di mano e finì alla Disney, i dirigenti erano piuttosto
contrari alla presenza della Roberts nel film. Si trattava di un volto
abbastanza nuovo, con pochi crediti a suo nome.
All’improvviso la Roberts non ebbe più la parte e fu costretta a
fare una seconda audizione. Il ruolo fu offerto a diverse altre
attrici, ognuna delle quali non era disponibile per le riprese del
film o rifiutava categoricamente la parte. Alla fine, la Roberts è stata scritturata (di
nuovo).
Il film era originariamente
intitolato “3.000 dollari”.
Quando è entrato in produzione,
Pretty Woman era un film molto diverso. Si
intitolava “3.000 dollari” e Vivian era una tossicodipendente. La
sua relazione con Edward è puramente transazionale e il titolo si
riferisce alla somma di denaro che Edward le paga.
Quando il progetto è stato
accettato dalla Disney, la Roberts ha dovuto fare un’audizione per il
nuovo regista, Garry Marshall, che all’inizio non
era interessato al suo ruolo. Quando il film è passato da un dramma
cupo a una commedia romantica più leggera, la Roberts è diventata la scelta più ovvia.
Era difficile far ridere la
Roberts davanti alla telecamera
L’America si è innamorata della
risata della Roberts in Pretty Woman, ma non molti sanno
quanto sia stato difficile far ridere davvero l’attrice. Certo,
Richard Gere l’ha fatta abbaiare di sorpresa durante
la scena del portagioie, ma un incidente precedente si è rivelato
ancora più faticoso.
Durante la scena in cui Vivian
guarda le repliche di I Love Lucy, la Roberts aveva
difficoltà a ridere in modo convincente. Così, Garry
Marshall si posizionò appena fuori dallo schermo e
solleticò i piedi della Roberts per ottenere i risultati
desiderati. È una scena memorabile, ma tanto sconcertante quanto
affascinante: Vivian è così deliziata che si potrebbe pensare che
non le sia mai stato permesso di avvicinarsi a un televisore, tanto
meno a uno che mostra immagini in movimento di una donna che mangia
cioccolato da un nastro trasportatore.
Richard Gere ha rifiutato il film
più volte
La decisione di ingaggiare
Richard Gere non è stata facile. Ma anche quando
Marshall capì che
Richard Gere era la persona giusta per interpretare
Edward, l’attore non la pensava allo stesso modo.
Richard Gere rifiutò l’offerta di recitare in Pretty
Woman non una ma più volte.
Come ultima risorsa, Marshall portò
Julia Roberts a New York per parlare personalmente con
Richard Gere e cercare di convincerlo.
Julia Roberts scrisse “per favore, dì di sì”
su un post-it e lo mostrò a Gere mentre era al telefono con
Marshall, e Gere alla fine accettò.
Un costume importante è stato
comprato per strada
Una delle parti più memorabili di
Pretty Woman sono i costumi indossati dai vari personaggi, in
particolare da Vivian. Si tratta di un buon mix di stile cool di
fine anni ’80 e di smoking e abiti da favola. Uno degli abiti più
iconici del film è stato comprato per strada.
La giacca rossa indossata da Vivian
quando Edward la vede per la prima volta sull’Hollywood Boulevard è
stata notata in modo analogo dai costumisti che stavano guidando in
cerca di ispirazione. La giacca era indossata da una persona a caso
e loro l’hanno comprata proprio lì per una manciata di soldi.
La Roberts non sapeva guidare
All’epoca delle riprese
Julia Roberts aveva 21 anni e non aveva ancora
preso la patente. Questo non ha impedito al suo personaggio,
Vivian, di salire al volante della Lotus Esprit di Edward e di
scorrazzare per Los Angeles. L’eccitazione del suo personaggio era
assolutamente genuina.
In effetti, l’entusiasmo della
Roberts era così genuino durante queste scene che spesso guidava
così veloce che le troupe avevano difficoltà a starle dietro. Non
sorprende che la Roberts abbia dichiarato che queste sono state
alcune delle sue scene preferite da girare.
La gag del fazzoletto non era
programmata
In Pretty Woman c’è una buona dose
di improvvisazione e di ad-libbing, compresa la scena in cui Vivian
si soffia rumorosamente il naso in un fazzoletto. Nella scena,
l’irascibile direttore dell’hotel all’inizio la perseguita per
sapere cosa ci fa nel suo albergo, ma quando lei inizia ad
agitarsi, lui cede e le porge il suo fazzoletto, che lei sporca
prontamente in modo comico.
Questa gag non era prevista dal
copione, ma è stata una cosa che la Roberts ha fatto sul momento.
Era preoccupata che la gag venisse inserita nel film finito, perché
non la riteneva particolarmente divertente, ma alla fine ha portato
un po’ di necessaria leggerezza in una scena tesa.
Il bagnoschiuma ha tolto tutto il
colore ai capelli della Roberts
Nel film, Vivian ha i capelli
biondi tagliati corti quando Edward la incontra inizialmente, ma in
seguito si scopre che indossava una parrucca e che i suoi capelli
reali sono lunghi e vivacemente rossi. In realtà, i capelli della
Roberts sono scuri e sono stati tinti di rosso per il film. Questo
è diventato un problema durante la famosa scena del bagno con le
bolle.
Per far sì che la vasca da bagno
trabocchi di bolle, è stato necessario riempirla con un’enorme
quantità di detersivo. Il detersivo è risultato così forte da
togliere il colore ai capelli della Roberts. La troupe ha dovuto
fare una sessione di tintura d’emergenza a tarda notte per
riportare i capelli al colore rosso che ha il suo personaggio nel
film.
L’intera troupe ha fatto uno
scherzo alla Roberts durante la scena della vasca da
bagno
Durante le riprese della memorabile
scena in cui Vivian è immersa in un bagno di schiuma e canta a
squarciagola con il suo walkman, la troupe decise di fare un
elaborato scherzo a
Julia Roberts. Nel film, Vivian si immerge
completamente sott’acqua e risale per accettare l’offerta di Edward
di rimanere con lui per una settimana.
Durante una ripresa della scena,
dopo che la Roberts si è completamente immersa, Richard Gere e
l’intera troupe sono usciti dalla stanza mentre lei era sott’acqua.
Quando lei tornò a galla, il set era completamente vuoto. Il
filmato dello scherzo e la reazione della Roberts sono disponibili
su YouTube.
Il cast e la troupe giurarono di
non fare mai un sequel di Pretty Woman
Pretty Woman è
stato un successo di botteghino e un vero e proprio fenomeno
culturale, quindi si presume che un sequel sarebbe stato
autorizzato quasi immediatamente. Ovviamente non è stato così,
perché 30 anni dopo non c’è nessun Pretty Woman 2
in vista.
Ebbene, a quanto pare, Richard
Gere, Julia Roberts e il regista Garry Marshall avevano giurato di
non realizzare un sequel a meno che non fossero coinvolti tutti e
tre. Considerando che Marshall è recentemente scomparso, sembra
piuttosto improbabile che un sequel venga realizzato. Tuttavia, la
squadra si è riunita per il film Runaway Bride del 1999.
Uno dei momenti iconici del film è
stato improvvisato
Il classico momento in cui Edward
regala a Vivian una splendida collana, per poi chiudere
scherzosamente il portagioie mentre lei la prende, è uno dei
momenti più memorabili di Pretty Woman. Il momento
è stato molto presente nel marketing del film ed è stato parodiato
all’infinito in programmi come Family Guy.
Tuttavia, Edward che chiude di
scatto il portagioie non era previsto dal copione. Avevano fatto
alcune riprese in cui Gere presentava semplicemente la collana alla
Roberts, ma Marshall pensava che fosse noioso. Così ha preso da
parte Gere e gli ha detto di far scattare la scatola quando la
Roberts prendeva la collana. La reazione della Roberts nel film è
genuina al 100%.
Il film è musicato da Richard
Gere
Il film contiene una serie di
canzoni memorabili, tra cui la hit di Elvis Costello “O, Pretty
Woman” che ha ispirato il titolo del film. Ma anche la star Richard
Gere ha contribuito alla colonna sonora, con un brano musicale
composto da lui stesso.
La scena in cui vediamo Edward
suonare il pianoforte è stata interpretata da Gere. La canzone che
sta suonando è un brano che aveva scritto personalmente. È
possibile che non ci abbia nemmeno pensato e che abbia iniziato a
suonare la canzone a memoria muscolare quando si è seduto dietro al
pianoforte.
La famosa collana era accompagnata
da una guardia armata
L’incredibile collana che Edward
regala a Vivian perché la indossi all’opera è in realtà
estremamente preziosa nella vita reale. Vale un quarto di milione
di dollari e i produttori hanno dovuto accettare alcune richieste
molto rigide e specifiche per poterla utilizzare nel film.
Il budget per l’intero film era di
soli 14 milioni di dollari, quindi non avevano intenzione di
acquistare un pezzo così costoso. Fortunatamente, una gioielleria
era disposta a prestare la collana per le riprese, a condizione che
fosse sempre presente una guardia armata. Proprio così: in ogni
scena in cui si vede Vivian indossare la collana, c’è una guardia
armata in piedi appena fuori dalla macchina da presa.
La Roberts era molto ansiosa di
girare una scena d’amore
Pretty Woman è una commedia
romantica vietata ai minori con protagoniste due attraenti star del
cinema, quindi è ovvio che ci sarà una scena d’amore. Tuttavia,
quando è arrivato il momento di girare la sequenza intima tra
Vivian ed Edward, Julia Roberts era
incredibilmente nervosa.
Infatti, era così ansiosa per la
scena d’amore tra lei e la sua star Richard Gere che le è scoppiata
l’orticaria. Garry Marshall è salito sul letto con le due star per
cercare di aiutarla a sentirsi più a suo agio e le è stata data una
lozione alla calamina per alleviare la sua pelle irritata.
Una mega star degli anni ’80
doveva originariamente interpretare Vivian
Julia Roberts fu l’ultima scelta di
Garry Marshall per il ruolo principale di Vivian. Inizialmente, la
parte era stata offerta a Molly Ringwald. La Ringwald aveva
ottenuto una serie di successi negli anni ’80, come Pretty in Pink
e Sixteen Candles, ed era considerata una star di successo per il
ruolo di Pretty Woman.
Tuttavia, la Ringwald rifiutò il
ruolo. Non le piaceva il contenuto del film e non si sentiva a suo
agio nel ruolo di una prostituta. In seguito si è pentita più
volte. A sua discolpa, è probabile che abbia rifiutato il ruolo
molto più cupo del film originale 3.000 dollari, perché il film è
stato cambiato in Pretty Woman solo dopo che la Roberts è stata
scritturata.
Julia Roberts non appare nella
locandina del film
La locandina di Pretty Woman è
iconica quasi quanto il film stesso. Ma la storia che c’è dietro è
sorprendentemente bizzarra, a cominciare dal fatto che la star del
film, Julia Roberts, in realtà non vi compare affatto. Pazzesco,
vero? Continua a leggere.
In quello che potrebbe essere
considerato un fallimento di Photoshop se non fosse stato creato
anni prima che il programma Photoshop esistesse, la donna in posa
nel poster è in realtà la controfigura della Roberts, con la testa
della Roberts sovrapposta al suo corpo. Inoltre, i capelli di
Richard Gere sono quasi neri, nonostante la sua chioma sia quasi
interamente grigio-argento nel film.
La Roberts è stata sottoposta a un
provino con 10 attori diversi
La ricerca dell’attore giusto per
interpretare il ricco playboy Edward è stata una sfida altrettanto
ardua che trovare la giusta Vivian. La Roberts ha infatti fatto un
provino con 10 attori diversi per vedere quale condividesse la
giusta chimica con l’attrice protagonista.
È chiaro che i produttori e il
regista Garry Marshall non avevano un’idea molto chiara di ciò che
volevano in Edward: l’elenco degli attori invitati ai provini
comprendeva Charles Grodin, noto per la sua interpretazione di
intellettuali sarcastici, e il famoso e intenso Al Pacino. Alla
fine il ruolo andò al gentile ma sofisticato Richard Gere.
Due grandi case automobilistiche
si sono rifiutate di inserire le loro auto nel film
Nel film, Edward è un playboy che
vive una vita costosa ma emotivamente insoddisfacente, quindi
ovviamente doveva avere un’auto sportiva appariscente. In origine,
i registi avevano previsto che Edward girasse per Los Angeles a
bordo di una Porsche o di una Ferrari, ma si sono imbattuti in
problemi inaspettati.
Sia la Porsche che la Ferrari hanno
rifiutato di far apparire le loro auto in Pretty Woman, perché non
volevano che fossero associate alla prostituzione, il che fa
pensare che non sappiano come vengono usate le loro auto nella vita
reale. Tuttavia, Lotus è stata più che felice di far apparire la
sua Esprit nel film come carrozza preferita di Edward, e le vendite
di questo modello sono triplicate dopo il successo del film.
Sono state girate anche alcune
scene molto più cupe
Ci sono alcune scene eliminate che
riflettono il tono più cupo della sceneggiatura originale, tra cui
una scena in cui Vivian viene affrontata da spacciatori di droga e
deve essere salvata da Edward. Vivian aveva anche un vocabolario
molto più colorito nella versione originale.
Ad esempio, Vivian inizialmente
ringrazia Edward per averla salvata con la seguente citazione: “Ho
picchiato a sangue un pappone che ha cercato di costringermi a
entrare nella sua scuderia. Potrei spaccare il culo anche a te! Mi
sono quasi messa a urlare al ristorante, tanto ero arrabbiata”. È
difficile immaginare che la fidanzata d’America faccia queste
battute.
L’Ambassador Hotel offre
un’esperienza da “Pretty Woman”.
L’hotel del film dovrebbe essere il
Beverly Wilshire, ma in realtà è stato girato all’Ambassador Hotel
di Los Angeles. Mentre l’Ambassador è stato demolito, il Beverly
Wilshire offre un’esperienza “Pretty Woman”, se avete 1.000 dollari
da spendere. Cosa comporta questa esperienza?
Secondo il sito web dell’hotel,
sarete sottoposti a una terapia di vendita al dettaglio con un
personal stylist e un consulente di guardaroba, e sarete
accompagnati in giro per Rodeo a bordo di una Mercedes-Benz. La
suite VIP vi aspetta, ma non dimenticate il massaggio di coppia, i
piatti fuori menu preparati dallo chef esecutivo e un bagno
disegnato a mano con bolle di aromaterapia. In pratica, 1.000
dollari per fingere di essere una prostituta fortunata per un
giorno, senza nemmeno il piacere di vestire i dipendenti della
boutique che lavorano su commissione. Come direbbe Vivian: “Grande
errore! Enorme!”
A diversi attori è stato offerto
il ruolo di Edward
C’era una lunga fila di attori
davanti a Richard Gere per Pretty Woman. Ad
Albert Brooks e
Sylvester Stallone fu offerto il ruolo di Edward, ma
entrambe le star rifiutarono. Marshall prese in considerazione
anche
Daniel Day-Lewis, Kevin Kline e
Denzel Washington. Anche John Travolta fece un’audizione e Christopher Reeve si spinse fino alla lettura
di un tavolo.
A quanto pare, la Roberts non era
disponibile a fare la lettura con Reeve e un direttore del casting
ha letto la sua parte al suo posto. A quanto pare, il regista ha
fatto così male che Reeve si è arrabbiato, ha strappato il copione
e se n’è andato infuriato. Un gioco divertente da fare qualche
volta: provate a immaginare quale scena Reeve abbia fatto il
provino e quanto possa essere stato cattivo il direttore del
casting per farlo arrabbiare così tanto.
Gere si è rotto un dente durante
le riprese
Nella scena in cui Edward sorprende
Stuckey mentre cerca di aggredire Vivian, lo licenzia e lo butta
fuori, Gere si è effettivamente rotto la corona di un molare
durante la scena. Se guardate, potete vederlo muovere la lingua in
bocca per ispezionare il danno.
Non sarebbe stata l’ultima volta
che Gere si sarebbe rifiutato di lasciare che un infortunio
fermasse la produzione. Nel 2006, mentre interpretava un reporter
nel film The Hunting Party, Gere si ruppe una costola sul set e
dovette essere trasportato d’urgenza in un ospedale croato.
Nonostante il dolore, si è subito riunito al cast per girare il
resto del film, un vero peccato perché alla fine il film è stato un
fiasco.
I produttori erano preoccupati per
l’accento della Roberts
Julia Roberts è cresciuta in
Georgia e, quando ha iniziato a recitare, il suo accento del sud
era leggermente più evidente. Quando sono iniziate le riprese di
Pretty Woman, i produttori erano preoccupati che l’accento della
Roberts potesse sfuggire mentre pronunciava le battute.
I registi hanno trovato un modo
creativo per coprirsi le spalle nel caso in cui fosse emerso un po’
del twang della Roberts. È stata aggiunta rapidamente una linea di
dialogo in cui Vivian spiega di essere cresciuta in Georgia, come
la stessa Roberts. In questo modo, qualsiasi strascico di sudismo
che si fosse intrufolato sarebbe stato considerato conforme al
personaggio.
Per la parte di Vivian sono state
prese in considerazione diverse attrici di grande nome.
Julia Roberts
affrontò un’enorme battaglia nel tentativo di ottenere la parte di
Vivian in 3.000 dollari. Quando finalmente ottenne il ruolo, il
progetto passò di mano e finì alla Disney, che fece rielaborare la
sceneggiatura in Pretty Woman e offrì il ruolo
principale a Meg Ryan. All’epoca la Ryan era una stella
nascente, ma rifiutò.
Ryan e Roberts non erano le uniche
attrici presto famose in lizza. Sia Jennifer Connelly che
Winona Ryder fecero il provino per Vivian, ma Garry
Marshall le rifiutò entrambe perché le riteneva troppo giovani.
All’epoca, la Ryder aveva 18 anni, mentre la Connelly ne aveva 19.
Quando la Roberts ottenne la parte, aveva solo 21 anni.
Pretty Woman è stato il primo
ruolo di una grande star dei “Simpson”.
Hank Azaria appare brevemente nel
ruolo di un detective che indaga sul corpo di una prostituta morta
trovata nel cassonetto. (Si tratta del suo primo ruolo da attore in
un film, ed è un ruolo infausto: il suo nome nella sceneggiatura è
letteralmente Detective, e la sua unica motivazione è “impedire ai
turisti di fotografare un cadavere nella spazzatura”.
Ironia della sorte, Azaria sarebbe
diventato uno dei doppiatori più famosi dei nostri tempi per il suo
lavoro nei Simpson, dove interpreta, tra i tanti personaggi,
l’imbranato capo della polizia Wiggum, che ha fatto la sua prima
apparizione nell’episodio “L’Odissea di Homer” nel 1990… lo stesso
anno di Pretty Woman.
Pretty Woman è stato adattato in
un musical teatrale
Un adattamento teatrale del musical
Pretty Woman ha aperto a Broadway nel 2018 con le musiche di Bryan
Adams e Jim Vallance, che ha scritto i testi di molte delle canzoni
di successo di Adams, tra cui “Summer of ’69”. All’inizio sembrava
un successo teatrale, battendo i record di incassi del Nederlander
Theater prima della sua apertura ufficiale. Poi sono arrivate le
recensioni.
Alcuni critici hanno lodato le
interpretazioni dei protagonisti Samantha Barks e Andy Karl e del
cast di supporto, ma molti hanno trovato le canzoni smielate e il
messaggio retrogrado. “È chiaro che il team creativo, composto da
soli uomini, non ha analizzato la storia”, ha scritto Michael
Schulman sul New Yorker, “al di là della vendita di magliette che
abbinano il titolo a frasi come ‘Funny Woman’ e ‘Strong
Woman'”.
Richard Gere è stato difficile da
conquistare
Richard Gere non era molto colpito
dal ruolo di Edward e non immaginava che il film avrebbe avuto un
tale successo mondiale. In un’intervista ha dichiarato: “Come si fa
a saperlo? Era un copione sciocco e quando mi è stato proposto, la
parte era un vestito. Era come mettere qualcuno nel costume, in
pratica”. Sono contento che nessuno gli abbia mai chiesto di fare
Batman.
Bisogna ricordare che il ruolo di
spicco di
Gere è stato American Gigolo, in cui ha
vestito i panni dell’affascinante prostituta di Los Angeles e che
lo ha trasformato in un sex symbol. Poi è arrivato Ufficiale e
gentiluomo, che ha ottenuto sei nomination agli Oscar. Gere
potrebbe essersi sentito troppo qualificato per interpretare il
ruolo di un uomo onesto rispetto all’effervescente Vivian di Robert
in una commedia romantica, anche se dubitiamo che oggi abbia dei
rimpianti.
La Disney chiese di cambiare il
film
L’allora presidente della Disney,
Jeffrey Katzenberg, chiese che il film fosse
riscritto come una favola moderna piuttosto che come il racconto
cupo e ammonitore che lo sceneggiatore J.F. Lawton
aveva originariamente previsto. Il film fu riscritto e distribuito
sotto la Touchstone Pictures, l’etichetta Disney dedicata agli
adulti. Il titolo fu cambiato da 3.000 dollari, perché la Disney
pensava che sembrasse un film di fantascienza.
Per quanto riguarda Lawton, Pretty
Woman ha segnato la sua prima e ultima incursione nel mondo delle
commedie romantiche. Il suo primo lungometraggio, Cannibal Women in
the Avocado Jungle of Death, era più emblematico dei film che
avrebbe scritto in seguito: Under Siege, Le avventure di
Fartman di Howard Stern e Blankman, un supereroe di Damon
Wayans, tra gli altri.
A Werner Herzog fu offerta la
possibilità di dirigere
Quando il film era ancora un dramma
a tinte fosche, Richard Gere era stato scritturato
e Diane Lane era vicina al ruolo di Vivian,
arrivando fino alla prova dei costumi. Pare che in quel periodo
Werner Herzog, leggendario regista di film che non
sono commedie romantiche, sia stato contattato e gli sia stato
chiesto di dirigere il film. Werner Herzog
rifiutò, secondo un’intervista rilasciata nel 2009.
Pare che non siano stati i
produttori, ma Gere stesso a chiedere personalmente al regista di
Fitzcarraldo di partecipare al film. Ancora oggi, Gere considera
Herzog un amico e un’ispirazione, il che spiega molto bene i temi
di fondo di Runaway Bride, ovvero l’oscurità, la perdita e la
futilità della ricerca di un significato in un mondo di caos.
La Roberts ha trascorso una
settimana in una clinica gratuita per studiare il suo ruolo
La Roberts ha trascorso diversi
giorni di volontariato in una clinica gratuita di Los Angeles per
prepararsi al suo ruolo. La moglie del regista Gary Marshall
lavorava lì come infermiera; ironia della sorte, il marito non ha
mai messo piede lì dentro. Barbara Marshall disse in seguito:
“Garry non veniva mai a trovarmi in clinica, perché era
ipocondriaco e aveva paura di ammalarsi. Ma mi chiese se Julia
poteva venire a parlare con alcuni pazienti”.
Inizialmente preoccupato di come
l’attrice si sarebbe inserita tra i pazienti, Marshall ha pagato
due clienti abituali della clinica 35 dollari per passare del tempo
con la Roberts. Ma non doveva preoccuparsi: Venti minuti dopo
averli incontrati, la Roberts ha lasciato la clinica per portarli a
fare un giro in macchina.
Leslye Headland sa
già cosa vuole per l’arco narrativo della seconda
stagione di The
Acolyte: La Seguace, e ora sa anche quante
stagioni vuole. In precedenza ha dichiarato di aver
concepito The
Acolyte: La Seguace come uno show multi-stagione,
con numerosi fili narrativi lasciati in sospeso alla fine della
prima stagione e, sebbene la Headland non sia una
fan dei cliffhanger emotivi, mira a fornire agli spettatori un
senso di catarsi e soddisfazione emotiva dopo ogni stagione.
Ambientata durante la fine dell’era dell’Alta Repubblica, circa 50
anni prima de La minaccia fantasma, L’accolito promette un
mistero Jedi diverso da tutti gli altri.
In una recente intervista con Perri
Nemiroff di Collider, Headland e la star Amandla Stenberg hanno
parlato del loro entusiasmo e della visione a lungo termine di
The
Acolyte: La Seguace. Con l’avvicinarsi della data
della première del 4 giugno su Disney+, con un debutto in due episodi,
i fan sono ansiosi di saperne di più su cosa aspettarsi da questa
nuova aggiunta all’universo di Star
Wars. Nemiroff ha chiesto a Headland quante stagioni
prevedeva per The
Acolyte: La Seguace se avesse potuto avere piena
libertà creativa per raccontare l’intera storia di questi
personaggi. La risposta della Headland è stata ambiziosa ed
entusiasta.
“Almeno tre. Almeno tre. Voglio
dire, mi piacerebbe continuare a farlo per sempre“, ha detto.
Stenberg, altrettanto entusiasta del progetto, ha aggiunto:
“Sarei tranquilla se questo fosse il mio unico lavoro per molto
tempo”.
Amandla Stenberg
adora andare all’Università di Star
Wars
La Headland ha continuato a
esprimere la sua passione per la serie e il suo desiderio di
continuare a lavorarci il più a lungo possibile. “È quello che
provo anch’io! Questo è il lavoro dei miei sogni. Dico tre perché
spero che me lo permettano, ma se potessi schioccare le dita,
sarebbe semplicemente questo il mio lavoro fino alla pensione. Non
riesco a pensare a un picco creativo o di carriera più alto che
lavorare a Star
Wars. Quindi, sono davvero a posto. Non ho bisogno di fare
altro”.
La Stenberg ha fatto eco a questi
sentimenti, rivelando quanto profondamente abbia abbracciato il suo
ruolo in The Acolyte. “Sarei così rilassata con questo ruolo.
Mi riferisco anche spesso, con l’ipotesi di poter continuare per
tutto il tempo che vogliamo, alla Star Wars University con tutti i
miei amici e la mia famiglia. Quando ho fatto questa scelta, ho
pensato: “Penso che andrò all’Università di Star Wars””.
Chi è il cast di Star
Wars: The Acolyte?
Star Wars: The Acolyte è scritto e prodotto
esecutivamente da Leslye Headland (Russian Doll), che sarà anche
showrunner. Insieme alla Stenberg ci sono Lee
Jung-jae (Squid
Game),
Dafne Keen (His Dark Materials), Rebecca
Henderson (Inventing Anna), Dean-Charles
Chapman (1917), Carrie-Anne Moss (The Matrix), Manny
Jacinto (The Good Place), Jodie Turner-Smith (After Yang),
Charlie Barnett (Russian Doll) e l’ex stao della
trilogia sequel di Star Wars, Joonas Suotama, che
interpreta un nuovo personaggio sotto forma di maestro Jedi
Wookiee.
Teen Titans e Deathstroke
potrebbero essere più vicini di quanto pensiamo. A marzo, abbiamo
appreso che la drammaturga diventata sceneggiatrice di
lungometraggi Ana Nogueira era stata scelta per
scrivere la sceneggiatura di Teen Titans dopo aver
impressionato i capi dello studio James
Gunn e Peter Safran con il suo lavoro
su Supergirl: Woman of
Tomorrow.
Nogueira è stata assunta per
scrivere un film di Supergirl per la Warner Bros.
quando lo studio stava sviluppando uno spin-off di The
Flash diretto da Sasha Calle.
L’uscita solista del Velocista Scarlatto era in post-produzione in
quel momento, ma il progetto fu scartato quando Gunn e Safran
presero la direzione dei DC Studios e abbandonarono il programma
DCEU pianificato da Walter Hamada.
Al co-CEO dei DC Studios
James Gunn è stato appena chiesto su Threads delle
voci sul fatto che le riprese di Teen Titans
inizieranno alla fine del 2024. Il regista di Superman deve ancora
confermare che il progetto è in sviluppo e ha risposto con “No” in
merito alla data d’inizio.
Parlando di Slade Wilson, a Gunn è
stato chiesto su Instagram di rispondere con un occhiolino se ha
“piani” per Deathstroke. Il regista lo ha fatto,
intendendo presumibilmente che è in programma qualcosa di grosso
per un personaggio che una volta avrebbe svolto un ruolo cruciale
nel DCEU.
Quei piani prevedevano che il
cattivo scoprisse l’identità segreta di Batman nella scena
post-crediti di Justice League (per gentile
concessione di Lex Luthor), ponendo le basi per lo scontro in
The
Batman. L’idea fu scartata quando Ben
Affleck decise di non dirigere il film e le riprese di
Justice League di Joss Whedon
videro invece Slade Wilson arruolato nella Injustice
Society. Per un certo periodo ci sono state anche voci su
uno spin-off di Deathstroke diretto da
Gareth Evans di The Raid.
“James [Gunn] è un mio amico, e
James e io ne abbiamo parlato perché Jim Lee della DC Comics voleva
che creassi una serie di graphic novel basata sulla sceneggiatura
che avevo scritto per il film sulle origini di Deathstroke”,
ha spiegato Joe Manganiello già a febbraio.
“Quando stavano smantellando il DCEU, anche quello è andato nel
dimenticatoio”, ha continuato l’attore. “Jim l’ha letto e
voleva che fosse una serie di graphic novel, ma nessuno poteva
assicurarmi che, se avesse attirato l’attenzione di registi e
produttori, non avrei potuto affezionarmi.
Quindi ho dovuto lasciarlo andare. James Gunn mi ha fatto capire di
lasciar perdere.“
Creato da Marv
Wolfman e George Pérez,
Deathstroke è apparso per la prima volta in The
New Teen Titans n. 2 nel 1980. Un maestro assassino e
tattico, Deathstroke possiede forza, agilità e
intelletto potenziati grazie a un siero sperimentale.
Il cliffhanger della
seconda stagione di Fire
Country farà attendere gli spettatori per vedere cosa
è successo durante il grande giorno di Diego e Gabriela. Molto di
quello che succederà nella terza stagione dipende dalla risposta di
Gabriela, ma visto quello che Max Theriot ha detto a Collider sulla
crescita di Bode, le cose andranno diversamente. Lo showrunner di
Fire
Country ha anticipato a TV Line una direzione
diversa per lo show dopo aver rivelato che Rafael De La Fuente
tornerà per la terza stagione. “Vedremo un po’ di Diego“,
ha detto. La stagione deve risolvere il cliffhanger del giorno del
matrimonio e anche se non ha rivelato come ciò avverrà,
“Dobbiamo scoprire come è finito quel matrimonio, no?”, ha
stuzzicato.
Al momento non è chiaro se De La
Fuente tornerà come series regular o come recurring star. La
decisione di Gabriela avrà un forte impatto sulla quantità di Diego
che i fan vedranno. Se Gabriela dirà “lo voglio”, Diego sarà una
presenza fissa nella sua vita e nello show. Se invece accadrà il
contrario, Diego potrebbe non essere così presente. Thieriot ha
fatto un accenno alla prima ipotesi, dicendo che Bode “crede
che Diego sia un grande partner”.
Di cosa parlerà la terza stagione
di Fire Country?
Oltre a risolvere la disordinata
relazione tra Bode e Gabriela, la serie porterà avanti nella terza
stagione anche gli archi narrativi della seconda stagione. Dopo
aver lasciato il campo dei detenuti, Bode ha lottato per trovare il
suo posto nel mondo esterno. Ha lottato con un mondo cambiato che
non lo trattava come si aspettava. Thieriot ha
rivelato che la serie non ha chiuso con il campo, anche se Bode non
è più un detenuto, dicendo,
“Il campo antincendio dei
detenuti è un elemento fondamentale della serie e non possiamo fare
a meno di raccontarlo. Ovviamente fa una grande differenza ed è
qualcosa che lo fa sentire come una storia unica, quindi la storia
della redenzione sarà sempre in corso. Ma ora si tratta solo di
trovare modi diversi per raccontare creativamente quelle storie
senza che Bode sia al campo di tiro. Penso che sarà divertente
perché saremo in grado di raccontare quelle storie in modi che il
pubblico non si aspetta”.
Fire
Country – stagione 3 esplorerà storie come il destino
di Manny, il ritorno del padre biologico di Genevieve e la salute
di Vince. Il mondo di Fire Country si espanderà anche con Sherrif
Country, che è stato ordinato come serie per la stagione televisiva
2025/2026. La terza stagione potrebbe vedere alcuni cenni in questa
direzione mentre la nuova serie prepara il suo debutto.
Fire
Country – stagione 3 tornerà in autunno. Recuperate le
stagioni 1 e 2 su Paramount+.
Abbiamo conosciuto il
William Brandt di Jeremy Renner per la prima volta in
Mission: Impossible – Ghost Protocol del 2011.
Interpretato dalla star di
Occhio di Falco è stato ampiamente elogiato, e all’epoca si
immaginava che potesse essere l’ìerede di Tom Cruise nel franchise.
Si dice che la scarsa prestazione del Bourne
Legacy l’anno successivo abbia portato alla demolizione di
quei piani, parallelamente al fatto che come Cruise decise di voler
restare nei panni di Ethan Hunt.
Renner, tuttavia, ritornò per
Mission: Impossible – Rogue Nation, solo per
scomparire quando arrivò Fallout (è stato brevemente menzionato che
il personaggio “si era ritirato”). Parlando con Collider (tramite ActioNewz.com)
della terza stagione di Mayor of Kingstown, Renner ha spiegato il suo
abbandono del franchise Mission: Impossible, e
sembra che sia stato lui a scegliere di abbandonare il popolare
franchise d’azione.
“Sì. Ho dovuto lasciarlo. Avrei
dovuto fare di più con loro”, ha spiegato. “Adoro quei
ragazzi. Adoro Tom [Cruise] così tanto. Ci siamo divertiti così
tanto e amo molto quel personaggio. Richiede molto tempo lontano da
casa. È tutto a Londra. Dovevo diventare papà. Allora semplicemente
non avrebbe funzionato.”
Nonostante ciò, la star di
Avengers: Endgame non sta
chiudendo la porta alla possibilità di riprendere il ruolo, se
richiesto. “Forse ora che mia figlia è più grande potrebbe
succedere. Vorrei sempre lanciarmi in Mission: Impossible in
qualsiasi momento e tornare in Brandt. È fantastico”, ha detto
Jeremy Renner.
Brandt era stato inizialmente
incaricato dal Fondo Monetario Internazionale di proteggere Ethan
Hunt e sua moglie Julia in Croazia. Dopo che la sua squadra non è
riuscita a farlo e Julia è stata presumibilmente uccisa, Brandt ha
chiesto di essere rimosso dal servizio sul campo, perché non voleva
affrontare di nuovo una situazione di vita o di morte. Brandt
divenne quindi capo analista del segretario del FMI. È diventato di
nuovo un agente sul campo dopo una nuova missione con Ethan Hunt e
la sua squadra.
Sappiamo che le priorità di DC
Studios sono Superman e
Supergirl, come primi personaggi ad arrivare sul
grande schermo. Ma chi sarà il prossimo? Sembra che Green
Lanterns stia prendendo forma, mentre si dice che anche
Booster Gold sia vicino all’inizio della
produzione (si dice che il personaggio del titolo sia stato
segretamente scelto).
Anche se non si tratta di una
notizia ufficiale, Film Front afferma di aver appreso chi sono i
tre favoriti per interpretare Booster Gold del
DCU. Secondo il sito, Dylan Playfair,
Fionn Whitehead e Patrick Schwarzenegger
stanno tutti facendo dei provini per il ruolo di Booster. Non è
chiaro chi di loro sia stato potenzialmente scelto o se qualcuno di
loro sia ancora in corsa. Playfair è meglio conosciuto per il suo
lavoro nel franchise di Letterkenny and the
Descendants. Whitehead, nel frattempo, si è fatto un nome
con Dunkerque, Black Mirror:
Bandersnatch e Great Expectations. Per
quanto riguarda Schwarzenegger, è il figlio dell’icona dello
schermo Arnold Schwarzenegger e si è affermato
come una star a pieno titolo grazie ai ruoli di spicco in
The Terminal List e Gen V. Se
questi nomi sono un indizio concreto, DC Studios è alla ricerca di
un Booster Gold giovane. Se invece non c’è verità
in questa voce, James
Gunn sicuramente la smentirà molto presto.
Il regista ha precedentemente
affermato che la serie comedy esplorerà la “sindrome
dell’impostore come supereroe”. Il co-CEO dei DC Studios,
Peter Safran, ha descritto il personaggio come “un perdente del
futuro che utilizza la tecnologia per tornare al presente” e
finge di essere un supereroe.
Booster Gold è un personaggio dei
fumetti creato da Dan Jurgens, pubblicato dalla DC Comics. La sua
prima apparizione è in Booster Gold (prima serie) n. 1 (febbraio
1986).
È un supereroe, membro della
Justice League proveniente dal XXV secolo.
Peculiarità del personaggio è il fare il supereroe per professione,
ovvero dedicarsi a imprese eroiche (sempre enfatizzate) a scopo di
lucro, utilizzando numerosi sponsor e pubblicizzando dei prodotti.
Booster è sempre accompagnato da Skeets, un robottino dorato
sarcastico che lo punzecchia e prende in giro in continuazione. Era
anche un grande amico di Ted Kord, il secondo Blue
Beetle, insieme al quale ha dato vita a numerosi sketch comici
durante la gestione di Keith Giffen e J.M. DeMatteis della Justice
League International.