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Morrison, recensione del film di Federico Zampaglione

Morrison, recensione del film di Federico Zampaglione

Dopo aver esplorato i territori dell’horror, Federico Zampaglione si concede un’altra incursione nel cinema, del tutto diversa, con Morrison, tratto dal suo romanzo Dove tutto è a metà, scritto a quattro mani con Giacomo Gensini. Si tratta del racconto di formazione del giovane Lodo, Lorenzo Zurzolo, che cerca la sua strada nella musica e nella vita suonando con i Mob. Ma anche di un confronto, di uno scambio tra generazioni, che nasce dall’incontro con Libero Ferri, Giovanni Calcagno, musicista in declino. Due facce della stessa medaglia quelle che propone Zampaglione. Due fasi e due modi del vivere di musica o almeno provare a farlo, seguendo la propria passione. 

La trama di Morrison

Lodo, Lorenzo Zurzolo, è un giovane musicista. Suona tutti i giovedì al Morrison con la sua band, i Mob. È timido, schivo, ama suonare, ma ancora si sente a disagio quando sale sul palco. Un incontro casuale con Libero Ferri, Giovanni Calcagno, vecchia gloria che ora fa vita ritirata, ricordando i fasti del passato e il successo della sua unica hit Di sale e di fuoco, dà il via a un’amicizia per entrambi occasione di scambio e crescita. Un  evento tragico e una cocente delusione mettono in crisi Lodo, mentre Ferri, pur incoraggiato dalla moglie Luna, Giglia Marra, non riesce a trovare lo slancio per tornare a mettersi in gioco. Continueranno a seguire la loro passione o la abbandoneranno, scegliendo di cambiare strada?

Alessandra Amoroso, Ermal Meta e gli altri nel cast di Morrison 

Per Morrison, Zampaglione ha chiamato a raccolta conoscenze dal mondo della musica, come l’amico Ermal Meta, e Alessandra Amoroso,cui ha affidato delle piccole partecipazioni. Nel primo caso si tratta di un personaggio di finzione – colui che dovrà decidere se reclutare i Mob per un Festival musicale – mentre Alessandra Amoroso interpreta sé stessa. C’è poi la compagna di Zamapaglione, Giglia Marra, nel ruolo della paziente e materna moglie di Libero Ferri, Luna. Il cast però si arricchisce anche di altre presenze, come Stefano Ambrogi, il proprietario del Morrison, Andrea Renzi, il padre di Lodo, o Adamo Dionisi, che interpreta il boss.

Morrison – un atto d’amore per la musica, ma una sceneggiatura da rivedere e un protagonista acerbo 

Era una sfida per Federico Zampaglione affrontare territori diversi da quelli dell’horror, che percorre ormai da anni  con un certo seguito. Da Nero bifamiliare, a Shadow, fino a Tulpa. Stavolta però, il cantautore e regista, che ama sperimentare più che inseguire i gusti del pubblico, come ha affermato in conferenza stampa, voleva dare spazio ad un raccono più personale, che uscisse dai confini di genere. 

Morrison è un film altalenante, con luci e ombre. Le luci sono senz’altro in tutto ciò che nel film ha a  che fare con la musica e il suo mondo. L’ambientazione è curata e realistica, come non poteva che essere, trattandosi del racconto dell’ambiente professionale che Zampaglione vive ed ha vissuto. Quindi, il locale-barcone sul Tevere, il proprietario che ti fa suonare solo se porti gente, il fonico “mezzo sordo”, i compagni di band che sono come una famiglia. A volte si va d’amore e d’accordo, altre si litiga. Morrison è anche una riflessione sincera e spassionata sugli alti e bassi, i momenti bui della carriera, quelli in cui hai la tentazione di abbandonare tutto e molti tra coloro che erano al tuo fianco ti voltano le spalle. Più o meno da vicino, in maniera più o meno romanzata, si ha la sensazione che il regista mostri parecchio di sé, della sua esperienza, sia giovanile, che più matura, come dei tanti personaggi incontrati lungo la strada. Questo fa bene al film. Quasi scontato dire che sia un piacere ascoltare la colonna sonora, curata da Zamaglione stesso, di cui fa parte anche Cerotti, ultimo singolo dei Tiromancino, scritto con Gazelle. Musicalmente il film funziona benissimo. Il regista riesce a far cantare i suoi due protagonisti in maniera credibile. Calcagno si cimenta con grinta con il grande successo di Libero Ferri Di sale e di fuoco, mentre Lorenzo Zurzolo canta Sotto sotto, di cui ha scritto anche il testo, e per la quale Zampaglione ha composto un riff azzeccatissimo, oltre all’assolo di chitarra finale.  

Poi però, c’è il resto. Se il soggetto era il romanzo, la sceneggiatura del film, scritta come questo a quattro mani con il fidato collaboratore Giacomo Gensini, ha parecchie ombre. Il film è, sì, puntaggiato di ironia, con alcuni scambi esilaranti ed efficaci, ma ci sono salti improvvisi nell’evolversi della vicenda, momenti a cui si sarebbe dovuto arrivare con maggiore gradualità. Un filo narrativo romantico piuttosto banale, soprattutto per quanto riguarda Lodo e la sua frequentazione con Giulia, la pur brava Carlotta Antonelli. Vi sono sequenze prescindibili, come quella del “trip” di Libero, e qualche elemento scontato – Libero, nella sua crisi, passa attraverso alcohol, droga, gioco d’azzardo, in un evolversi ampiamente prevedibile. 

Nel delineare la figura di Ferri, interpretata in modo efficace da Giovanni Calcagno, sembra esserci comunque una maggior cura e un maggior approfondimento delle dinamiche psicologiche del personaggio, che si confronta con il proprio fallimento professionale. Per quel che riguarda Lodo, invece, Zampaglione si lascia andare alla nostalgia degli anni trascorsi a suonare in locali fumosi e a girare col furgoncino, ma questo non è sufficiente a dare spessore al personaggio. Lorenzo Zurolo Baby,  Sotto il sole di Riccione – appare spesso spaesato. Fatta salva la canzone che interpreta, in cui riesce a mettere qualcosa in più di sé, sembra rimanere distante da Lodo e spinge anche lo spettatore a distanziarsene. Gli altri componenti della band sembrano più a loro agio nei rispettivi ruoli: Gabriele Sorrentino, Attila, ma soprattutto Valentino Campitelli, che interpreta Ciccio, e Daniele Rienzo, Zed. 

Morrison, in sala dal 20 maggio, prodotto da Pegasus e distribuito da Vision Distribution, resta un atto d’amore sincero, anche se un po’ sconnesso, nei confronti della musica, una compagna  che non ti lascia mai, nel bene e nel male, come tutti i grandi amori.  

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La donna alla finestra: recensione del film di Joe Wright

La donna alla finestra: recensione del film di Joe Wright

Ritardi dovuti alla pandemia globale che ha paralizzato l’industria cinematografica per oltre un anno, hanno portato all’approdo del film La donna alla finestra su Netflix. Il film, infatti, doveva essere distribuito nelle sale cinematografiche statunitensi e italiane un anno fa, ma a causa della pandemia l’uscita è stata rimandata al 14 maggio 2021 sulla piattaforma statunitense, che ha acquisito i diritti da 20th Century Studios.

Partendo da queste premesse, quindi, la storia di una donna che non lascia la sua casa per 10 mesi e pensa di essere testimone di un omicidio dall’altra parte della strada si pone come  “La finestra sul cortile” dell’era COVID. Tuttavia, nonostante un impianto registico interessante, qualche scambio di battute interessanti e alcuni momenti attoriali forti guidati da Amy Adams, La donna alla finestra alla fine non riesce a dare forma al suo potenziale abbondante.

Un plot derivativo privo di reale sostanza

Il regista Joe Wright (“Espiazione“, “Orgoglio e pregiudizio“) dà vita a molteplici delle sue virtuose intuizioni registiche, rendendo il palazzo di Manhattan in cui vive il personaggio di Amy Adams al tempo stesso rifugio e claustrofobico. Il talentuoso direttore della fotografia Bruno Delbonnel (A proposito di Davis, Una lunga domenica di passioni) illumina le stanze della sua casa di rosa sgargianti e blu gelido, riflettendo sia il disturbo psicologico che la sua solitudine. E la sempre brillante sceneggiatrice e co-protagonista Tracy Letts, nell’adattare A.J. Il romanzo bestseller di Finn del 2018, stabilisce un tono vivace con alcuni scambi di dialogo brillanti, che riescono a mantenere intatto il senso dell’umorismo di Anna Fox, nonostante la sua depressione e agorafobia.

Anna è una psicologa newyorchese a cui è stata diagnostica l’agorafabia, ragion per cui vive pressoché confinata in casa, riempiendo le sue giornate con film classici e una “dieta” poco indicata che mischia psicofarmaci e vino rosso. La miscela di sostanze da cui è dipendente e l’isolamento fisico e mentale rendono la sua prospettiva inaffidabile fin dall’inizio; non sarebbero servite ulteriori dimostrazioni di ciò come un montaggio vorticoso e senza soluzione di continuità, e gli intertitoli indicano il passare dei giorni della settimana.

Dimmi di uscire“, implora in una delle numerose telefonate con il suo ex marito (Anthony Mackie), che è anche il padre della sua bambina e il coro greco del film. Risponde pazientemente: “Perché non rendere oggi il giorno in cui esci?” , eppure Anna non riesce mai a compiere il salto ed è  invece Letts, il suo terapista, a venire sempre da lei. Il ritmo delle loro sessioni e la ripetizione di certe frasi, insieme al luogo solitario, fanno di questi primi momenti di La donna alla finestra un interessante gioco cinematografico, con premesse potenzialmente affascinanti: Adams rivela l’instabilità del suo personaggio attraverso tremiti di panico e risatine maniacali, con una saggezza sostanziale di fondo: esattamente il tipo di tecnica perfezionata che ci aspettiamo dalla sua eclettica carriera.

La donna alla finestra

La donna alla finestra: un cast stellare impotente e sprecato

Ma c’è un pericolo ancora più pressante all’orizzonte, come prefigurato dal bicchiere di vino che cade a terra in frantumi: Anna cerca di tamponare il liquido rosso con un pezzo di carta straccia, creando visivamente un gioco di sfumature cromatiche come prefigurazione del sangue che macchierà l’appartamento di fronte alla sua casa. La famiglia Russell si è trasferita infatti all’altra parte della strada e Anna ha osservato ogni loro movimento con molta attenzione dal suo rifugio (uno scatto particolarmente sorprendente vede l’ombra di una tenda di pizzo distesa sul lato sinistro del suo viso alla luce della lampada; Wright e Delbonnel si sono difatti certamente divertiti con i tocchi visivi noir del film).

Riesco a vedere la tua casa dalla mia stanza“, dice Ethan (Fred Hechinger), il figlio adolescente e fanciullesco dei Russells, la prima volta che va a trovarla. Sembra abbastanza innocuo, ma poco dopo, sua madre, Jane, si presenta e fornisce ulteriori informazioni, piuttosto inquietanti, sulla famiglia. Julianne Moore la interpreta come una bionda petardo: effervescente e coinvolgente, divertente e sorprendentemente sincera, è proprio la scintilla di cui Anna ha bisogno. “Oh, sei una strizzacervelli? Questa è una svolta! ” ride mentre chiacchierano tra sorsi di brandy e vino. È così favolosa, quanto basta per farci chiedere se sia reale – o se sia soltanto Anna ad immaginarsi la sua figura, quando giura di vedere il marito di Jane che la accoltella a morte nella loro cucina.

Le cose si fanno ancora più confuse quando il marito infastidito di Jane (Gary Oldman) si presenta alla frenetica casa di Anna con la polizia e la donna che viene fatta passare per la vera moglie, Jane, un’altra bionda, più austera, ora interpretata da Jennifer Jason Leigh. “È viva, vedi. Lei è proprio qui“. Allora chi era quell’altra donna? Dov’è lei adesso? E cosa potrebbe avere a che fare con lei l’inquilino di Anna, un cantautore traballante interpretato da Wyatt Russell?

L’effettiva risoluzione di tutti questi interrogativi non è così interessante come il mistero che avrebbe potuto essere. I tentativi di Anna di interpretare il detective (nonostante la presenza di un vero detective, interpretato da Brian Tyree Henry), non sono così intriganti come il persistente dubbio sul fatto che sia una stalker delirante. Un Oldman esasperato sputa ferocemente invettive, definendola “una gattara ubriaca, rinchiusa e drogata di pillole“. In effetti, nell’osservare Anna lottare per sembrare stabile ci appropriamo di parte della sua tristezza, mentre rivisita gli eventi che l’hanno portata a questo stato. La credibilità che riesce a conferire al personaggio con la sua interpretazione fortunatamente non va di pari passo con l’involuzione di una scrittura che si sgretola sempre più, vanificando nel finale un colpo di scena che poteva risollevare le sorti dell’operazione. La trama cerca di depistare lo spettatore spostando l’attenzione dal reale carnefice ad altri potenziali sospetti, ma mai tanto da arrivare a mettere in discussione la posizione della protagonista. Momenti emotivi come questo suggeriscono quanto il film avrebbe potuto funzionare se ne avesse fatto un punto narrativo focale, piuttosto che soffermarsi sullo scontro finale, che di horror e thriller ha davvero poco.

Sostanzialmente La donna alla finestra si configura come una fucina di possibilità, purtroppo sfruttate al minimo. Allo spettatore non resta altro che agire come la protagonista dopo la visione, chiudendo le tende e voltando le spalle alla finestra con un sospiro deluso.       

   

 

Loki: 10 dettagli chiave dei fumetti che la serie dovrebbe includere

Mentre sale l’attesa per l’arrivo su Disney+ di Loki, che debutterà ufficialmente il prossimo 9 giugno, Screen Rant ha raccolto 10 dettagli dai fumetti che non dovrebbero mancare all’interno della serie con protagonista Tom Hiddleston. Scopriamoli insieme…

Il potere di Mutaforma

Quando Loki ha dimostrato di essere a tutti gli effetti il Dio dell’Inganno, in genere le sue azioni implicano sempre i suoi poteri di Mutaforma. Nel MCU, Loki si è limitato a travestirsi da altri personaggi piuttosto che assumere le sembianze di animali o di altre creature.

La serie dovrebbe affrontare tutte le capacità del personaggio del titolo a tal riguardo. Ciò potrebbe includere anche la possibilità che Loki si trasformi in un personaggio femminile.

La grandezza delle illusioni

Loki ha creato una serie di illusioni nel MCU, ingannando diversi personaggi e spingendo loro a credere che quelle sue “copie” fossero autentiche. I fumetti hanno trattato questa sua capacità in maniera ancora più grande, poiché Loki è stato in grado di creare illusioni con lo scopo di ingannare intere città, come si vede ad esempio in “Journey Into Mystery #96”.

La serie dovrebbe mostrare come i poteri di Loki agiscono su una scala molto più ampia rispetto al passato: in questo modo, si potrebbe tracciare una linea immaginaria, ma fondamentale, tra il suo ruolo di personaggio di supporto nelle precedenti apparizioni e la sua attuale posizione di protagonista assoluto di un intero show.

L’esistenza di altri Loki

Il Loki di Terra-616 è la versione principale del personaggio che esiste nei fumetti, ma ce ne sono molte altre provenienti da una serie di universi alternativi. Tra queste figura il Loki di Terra-94001, che ha rivendicato con successo Asgard, il Loki di Terra-9997 che divenne il leader dei Vendicatori, ma anche il Loki di Terra-691, che addirittura visse sulla luna.

Sappiamo che la serie esplorerà il Multiverso (anche se non sappiamo ancora sotto quale forma), quindi potrebbe essere il luogo ideale per l’apparizione di altre versioni del personaggio. Ciò consentirebbe di esplorare il suo lato malvagio senza trasformare il protagonista in un vero cattivo. Per non parlare di quanto sarebbe bello vedere Tom Hiddleston interpretare più iterazioni dello stesso personaggio…

La proiezione astrale

Nel primo Thor, abbiamo visto Loki apparire in visita a suo fratello mentre era invisibile durante la sua prigionia con lo S.H.I.E.L.D., ma aveva dovuto lasciare fisicamente Asgard per arrivarci. Loki ha il potere della proiezione astrale nei fumetti, come spiegato in “Avengers #1”, che gli consente di viaggiare attraverso le barriere dimensionali.

Doctor Strange e Scarlet Witch hanno mostrato questa abilità nel MCU ed è ora che anche Loki la utilizzi. Dopotutto, Loki si collegherà a Doctor Strange in the Multiverse of Madness, il che significa che il potere della proiezione astrale si allinea perfettamente ai due personaggi ma anche a quel film.

Il genio e l’intelletto

Loki ha dimostrato di possedere la mente di un genio nei fumetti, come in “Thor #378”, dove ha realizzato una macchina per aumentare i poteri dell’Uomo Ghiaccio. Solo i veri fan del Loki del MCU ritengono che il Dio dell’Inganno sia un genio, ma è tempo che la serie lo confermi.

È sicuramente un buon dettaglio da aggiungere, poiché spiegherebbe anche perché molte delle cose che Loki ha realizzato in passato sono state attribuite alla tecnologia asgardiana, senza considerare che sarebbe comunque un modo per Loki di ingannare la Time Variance Authority e rimanere un passo avanti.

Kid Loki

Probabilmente, la versione di Loki con le caratteristiche migliori era quando il Dio dell’Inganno era un bambino. Parte della serie “Journey Into Mystery” includeva un Loki bambino nato dal sacrificio della versione adulta dello stesso. Questo Loki era veramente buono e voleva a tutti i costi rimediare al suo passato.

Sebbene la serie tv è quasi certo che non trasformerà questo Loki nella sua versione bambina, dovrebbe comunque alludere a questo dettaglio presente nei fumetti. Ciò potrebbe essere garantito durante uno dei viaggi di Loki attraverso le varie linee temporali alternative, una delle quali potrebbe includere appunto Kid Loki. Sarebbe un grande omaggio ad un arco narrativo estremamente significativo per il personaggio dei fumetti.

Creare altri personaggi

I fan hanno adorato i modi in cui Loki ha cercato di dimostrare di essere superiore a Thor, e nei fumetti il Dio dell’Inganno crea addirittura dei cattivi per inimicarsi il fratello. Ad esempio, il celebre cattivo Uomo Assorbente è stato creato da Loki in “Journey Into Mystery #114”.

Il Loki del MCU dovrebbe includere l’abilità del personaggio di creare esseri potenti. Loki aveva un certo controllo sui Chitauri in The Avengers e sarebbe interessante vederlo avere pari subalterni a cui conferire il potere nella serie.

Travestirsi da altri supereroi

Ci sarà sicuramente un momento nella serie in cui Loki tirerà fuori uno dei suoi tradimenti attuati nel franchise. A tal fine, sarebbe perfetto se assumesse la forma di un supereroe significativo nel MCU come modo per ingannare sia gli spettatori che gli stessi personaggi dell’universo.

Aveva fatto ciò in “Mighty Avengers #21”, assumendo la forma di Scarlet Witch per ingannare i Vendicatori. Loki aveva anche impersonato Capitan America in Thor: The Dark World per prendere in giro suo fratello, ma la serie aovrebbe alzare la posta in gioco, dedicando un’intera storyline a questa modalità di inganno. 

Provare rimorso per le sue azioni

avengers: endgameLa strana logica che Loki ha applicato come giustificazione alle sue azioni ha spinto i fan a creare una serie di meme ad hoc. In realtà, Loki non si è mai scusato per nulla, poiché ha scelto di rimanere in silenzio di fronte alle sue azioni, magari attribuendo la colpa a qualcun altro.

La serie si concentrerà sullo sviluppo del personaggio in quanto protagonista, e per questo ha bisogno di prendere ispirazione da “Siege #4”, dove le ultime parole di Loki sono state delle parole di scusa. Ovviamente, Loki non sarà un antagonista nella serie, ma l’idea generale di provare rimorso e accettare le sue responsabilità è un dettaglio che il MCU non può sottovalutare.

L’Occhio di Agamotto e il Mantello della Levitazione

loki

La versione Terra-3515 di Loki in “Thor Vol. 2 #68” aveva mostrato al Dio dell’Inganno di essere il padrone dell’Occhio di Agamotto e del Mantello della Levitazione. Anche se la serie non dovesse adattare la trama di quel fumetto, il punto in cui controlla gli elementi caratteristici di Doctor Strange è sicuramente interessante.

Doctor Strange è uno dei personaggi del MCU che i fan vogliono vedere nella serie, e dato il suo legame con questi oggetti, ci sarebbe un modo per anticipare il suo arrivo. Loki che prende il controllo del Mantello e dell’Occhio sarebbe anche un modo per vendicarsi di Strange che cerca sempre di “superarlo” in Thor: Ragnarok.

Elizabeth Olsen sul contratto con la Marvel e su quando ha scoperto di essere in Doctor Strange 2

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Grazie agli eventi di WandaVision, Scarlet Witch è diventata una parte integrante del futuro del MCU. Il personaggio è sempre stato una parte importante del franchise, ma grazie alla serie targata Disney+, è chiaro che ora gran parte della Fase 4 potrebbe ruotare proprio attorno a Wanda Maximoff.

Abbiamo incontrato per la prima volta il personaggio in Avengers: Age of Ultron, e ora Elizabeth Olsen ha raccontato al podcast “Award’s Chatter” di The Hollywood Reporter che, in origine, il suo primo accordo con i Marvel Studios era davvero breve: “Avevo firmato per due film e per un cameo”, ha spiegato l’attrice. “Ho già esteso il mio contratto con la Marvel tre volte. Mi vedevano soltanto come un personaggio di contorno… adatto come antipasto o qualcosa del genere. Non mi hanno mai considerata per la portata principale.”

“Ho sentito dire che le persone firmano contratti per sei o addirittura per nove film”, ha continuato. “È veramente tanto tempo. E non sapevano neanche per quanto sarebbe potuta durare. La verità è che nessuno sapeva davvero se avremmo mai neanche affrontato la metà delle cose che abbiamo raccontato in WandaVision.”

Nonostante il suo ruolo all’interno del MCU stia diventato sempre più cruciale, pare che all’inizio Olsen fosse contenta di essere un personaggio marginale: “È una cosa che mi ha davvero avvantaggiata, perché continuano ad usare il mio personaggio non perché sono costretti a farlo, ma perché pensano che ci sia una storia che valga la pena di raccontare. E anche se in alcuni momenti mi ha fatto soffrire, ho sempre saputo che avevano dei piani per il mio personaggio. Non ho mai saputo quali fossero nello specifico, ma sapevo che mi avrebbero usato solo se fosse stato effettivamente utile.”

Elizabeth Olsen spiega come ha scoperto di essere in Doctor Strange 2

Sempre nel corso della medesima intervista, Elizabeth Olsen ha parlato del ritorno di Scarlet Witch in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, rivelando che ha saputo che sarebbe apparsa nel film di Sam Raimi solo quando è tornata sul set dello show durante la pandemia.

“Avrei voluto che qualcuno avesse condiviso con me i piani circa il mio personaggio un po’ di tempo prima”, ha spiegato ridendo. “Ho saputo di Doctor Strange 2 e della storia del sequel poco prima delle ultime otto settimane di riprese di WandaVision, durante la pandemia. L’ho scoperto, credo, ad agosto. Ho finito WandaVision di mercoledì… il venerdì ero già su un aero per l’Inghilterra.”

L’attrice ha trascorso l’ultima parte del 2021 e l’inizio del 2021 in Inghilterra per le riprese del sequel di Doctor Strange, che si sono ufficialmente concluse lo scorso aprile. A tal proposito, Olsen ha aggiunto: “È stata veramente dura. Sono finalmente tornata a casa 10 giorni fa. Ho trascorso veramente tanto tempo in Inghilterra. È stata una produzione molto lunga.”

Dane DeHaan tornerebbe a recitare in un cinecomic, ma non come Green Goblin

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All’inizio di quest’anno hanno cominciato a fare il giro del web alcune voci secondo cui Dane DeHaan sarebbe tornato nei panni di Harry Osborn/Green Goblin – personaggio interpretato in The Amazing Spider-Man 2 di Marc Webb – in Spider-Man: No Way Home.

Purtroppo, si trattava di un puro e semplice rumor, dal momento che poco dopo fu lo stesso attore a smentire categoricamente l’indiscrezione. “Non c’è nulla di vero in quelle voci. Non so nemmeno come siano uscite fuori”, aveva spiegato DeHaan. “Nonho assolutamente idea di cosa stiano facendo con i film di Spider-Man oggi. Non capisco nemmeno come sarebbe possibile un ritorno del mio personaggio.”

Quindi, assodato che non vedremo la versione di Dane DeHaan di Harry Osborn in Spider-Man: No Way Home, i fan si chiedono se l’attore sia comunque interessato a rivisitare il personaggio in futuro. “Spero di prendere parte a cose nuove, questo è certo”, ha commentato l’attore quando ComicBook.com gli ha chiesto di un potenziale ritorno nel franchise di Spider-Man o del coinvolgimento in un altro franchise supereroistico, magari nei panni di un nuovo personaggio. “La cosa eccitante per me è fare sempre cose nuove, e sono certo che qualcosa del genere accadrà di nuovo nella mia vita. Sono entusiasta all’idea di scoprire di cosa si tratta.”

Cosa sappiamo di Spider-Man: No Way Home?

Le riprese di Spider-Man: No Way Home si sono concluse lo scorso marzo. Nel film vedremo Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei tornare nei loro personaggi del francise. Inoltre, il film vedrà, trai suoi interpreti, anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che tornerà a vestire i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, e infine Alfred Molina, che sarà di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2.

Il film è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production. Il film arriverà nelle sale americane il 17 dicembre 2021.

MCU: che direzione prenderà la storia di Bucky?

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MCU: che direzione prenderà la storia di Bucky?

Anche se la serie The Falcon and the Winter Soldier è stata incentrata principalmente sulla trasformazione di Sam Wilson nel nuovo Captain America, è innegabile quanto lo show targato Disney+ abbia rappresentato una parte cruciale anche del viaggio di Bucky Barnes.

Nella serie abbiamo visto il personaggio interpretato da Sebastian Stan ancora alle prese con i tormenti legati al suo passato in qualità di assassino dell’HYDRA. Alla fine dello show, dopo aver fatto ammenda per le sue azioni passata, abbiamo visto il più caro amico di Steve Rogers andare finalmente avanti con la sua vita.

Anche se il titolo apparso alla fine dello show (“Captain America and the Winter Soldier”) suggerisce che Bucky potrebbe non essersi lasciato ancora del tutto alle spalle il Soldato d’Inverno, quello che tutti i fan si chiedono ora è cosa accadrà al personaggio e, soprattutto, che direzione prenderà il suo arco narrativo. La questione è stata affrontata dall’head writer della serie, Malcolm Spellman, in una recente intervista con The Playlist.

“Penso che Bucky sia libero in un certo senso”, ha spiegato Spellman. “Quando è uscito da Wakanda, non era ancora completamente libero. Era libero dalla programmazione, ma credo che Bucky sia veramente libero ora, in un certo senso. Pensiamo al modo in cui sorride alla fine della serie: adesso ha una famiglia, viene invitato ai barbecue… è libero in un modo che non avevano ancora visto, e questo apre la strada ad un sacco di possibilità per la sua storia.” 

Bucky Barnes tornerà in Captain America 4?

Teoricamente, l’arco narrativo di Bucky è davvero aperto ad infinite possibilità, ora come ora. Anche se per il momento non è stato ancora confermato, sembra abbastanza ovvio che lo rivedremo al fianco di Sam Wilson nell’annunciato Captain America 4. Dopotutto, la chimica tra Sebastian Stan e Anthony Mackie è una di quelle che i fan hanno sempre apprezzato di più, quindi sarebbe un vero peccato non sfruttarla ancora per eventuali nuove storie. Al tempo stesso, sarebbe interessante vedere i Marvel Studios focalizzarsi di più sul Lupo Bianco, e smetterla di relegarlo al ruolo di spalla.

Shazam 2: non ci sarà Sivana, rivedremo invece il Mago

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Shazam 2: non ci sarà Sivana, rivedremo invece il Mago

Le riprese di Shazam! Fury of the Gods sono ufficialmente partite, ma al momento non sono ancora stati rivelati dettagli sulla storia del nuovo film. In una delle due scene post-credits del primo film aveva anticipato che Sivana avrebbe stretto un’alleanza con Mr. Mind con sconfiggere Billy Batson e conquistare i sette regni.

Molti fan hanno quindi dato per scontato il ritorno del villain interpretato da Mark Strong nel sequel, ma a quanto pare non sarà così. In una recente intervista con Den of Geek in occasione della promozione di Crudelia, l’attore britannico ha confermato che non sarà presente in Shazam! Fury of the Gods. “Ho parlato con il produttore proprio ieri sera, perché avevo letto su Twitter, da Zachary Levi, che stavano iniziando a girare ad Atlanta”, ha raccontato Strong. “Mi ha detto che il Dottor Sivana non è presente in Shazam 2.”

“Forse è successo che… credo che Helen Mirren, Lucy Liu e forse qualcun altro… ora ci sono queste donne cattive al centro della scena”, ha aggiunto. “E ad essere onesti, sono molto felice di passare in secondo piano rispetto a questi personaggi e lasciare che siano loro a fare la loro parte. A giudicare dal lavoro che Emma Stone e Emma Thompson hanno fatto in Crudelia, è giunto il momento.”

Ciononostante, Mark Strong ha specificato di essere sempre disponibile ad un eventuale futuro ritorno nel franchise di Shazam: “Chi può dirlo cosa accadrà? Dopotutto, Sivana ha ancora degli affari in sospeso con Mister Mind…”

Parallelamente, Murphy’s Multiverse riporta la notizia che Djimon Hounsou tornerà a vestire i panni del Mago. Sebbene fosse stato ridotto in cenere alla fine del film, avrebbe perfettamente senso per l’attore tornare nei panni del personaggio, magari con una piccola parte in qualche eventuale flashback (soprattutto se è vero che il sequel esplorerà le origini dei poteri della famiglia Shazam!).

Cosa sappiamo di Shazam! Fury of the Gods

Shazam! Fury of the Gods sarà diretto ancora una volta da David F. Sandberg e vedrà il ritorno di  Zachary Levi nei panni dell’eroe del titolo. Il film uscirà al cinema il 2 giugno 2023. Nel cast è confermato il ritorno di Asher Angel, mentre i villain saranno interpretati dalle new entry Helen Mirren, Rachel Zegler e Lucy Liu. Il primo film è uscito nelle sale ad aprile 2019.

Eric Bana riflette sul suo Hulk e svela di non essere più interessato ai cinecomics

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Hulk, il film diretto da Ang Lee nel 2003, è sempre stato considerato un unicum all’interno del genere. Nonostante il film non riscosse il successo sperato, è innegabile quanto gli effetti visivi all’avanguardia per l’epoca restituirono una versione del Gigante di Giada decisamente impressionante.

In quel film, a vestire i panni di Bruce Banner, c’era Eric Bana, all’epoca all’apice della sua carriera. Un sequel del film non venne mai realizzato e Bana non ebbe più l’opportunità di tornare nei panni dell’iconico eroe Marvel (che venne ufficialmente interpretato da Edward Norton, cinque anni più tardi, ne L’incredibile Hulk, il secondo film del MCU, prima che l’attore venisse poi sostituito da Mark Ruffalo nei titoli a venire, a partire da The Avengers). 

In una recente intervista con Marc Maron all’interno del suo podcast WTF, Eric Bana ha avuto modo di riflettere proprio sul ruolo di Hulk e, in generale, sull’esperienza con il film del 2003. “Non è stato un sì immediato, questo è certo”, ha spiegato l’attore. “Ci ho pensato su per parecchio tempo. Non ebbi modo di leggere la sceneggiatura quando accettai la parte. È uno dei pochi film che ho accettato di fare senza leggere nulla. Ma ad essere onesto, non era il tipo di film in cui mi vedevo.”

“Quando ho deciso di prendere parte al film, non avrei mai pensato di girarne anche un altro. Semplicemente, non è mai stato nei piani”, ha spiegato l’attore quando gli è stato chiesto perché un sequel di Hulk non ha mai visto la luce. “All’epoca le aspettative non erano come quelle che esistono oggi. Mi sono approcciato a quel ruolo come un’esperienza singola”. L’attore ha poi confermato che non gli è mai stato chiesto di tornare nei panni del Gigante di Giada nel film del 2008, riconoscendo a Edward Norton di aver riportato in auge il personaggio: “È stato lui a farlo funzionare davvero. Ha trovato il modo giusto di interpretarlo.”

Eric Bana tornerebbe a recitare in un cinecomic?

Per quanto riguarda la possibilità di tornare a recitare in un cinecomic, ha poi aggiunto: “È per questo che non mi sono messo di nuovo alla prova con quel genere. Non sono il tipo di film in cui mi rivedo. Quindi sono tutte conversazioni che non ho mai avuto con nessuno… semmai le ho con me stesso. Sono io che mi chiedo se vorrei farne ancora parte oppure no.”

Aquaman 2: Jason Momoa ha scritto il trattamento, riprese a luglio

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Con oltre 1,1 miliardi di dollari conquistati al box office mondiale, Aquaman del 2018 è diventato il film di maggior successo del DCEU. Di conseguenza, nessuno è rimasto sorpreso quando la Warner Bros. annunciò ufficialmente il sequel, di cui però non abbiamo mai avuto grossi aggiornamenti nel corso degli anni.

Ora, finalmente, è stato proprio Jason Momoa, l’interprete del Re di Atlantide, ad aggiornare in merito ai lavori sul nuovo film. Ospite dello show di Drew Barrymore, infatti, Momoa ha confermato che le riprese del sequel partiranno ufficialmente a luglio. “Partirò a luglio e inizieremo a girare”, ha spiegato l’attore. Ma c’è di più…

Nel corso dell’intervista, Jason Momoa ha rivelato di aver scritto un trattamento per il sequel di Aquaman 2, prima che il regista James Wan e lo sceneggiatore David Leslie Johnson-McGoldrick espandessero quelle idee per scrivere la vera sceneggiatura del film. “Dopo aver terminato il primo film, ho lavorato con un mio collaboratore ad un’idea per il secondo, che abbiamo effettivamente presentato”, ha spiegato l’attore.

“Adoro l’idea di aver partecipato alla scrittura del film. Abbiamo fatto questo primo trattamento e poi James e lo sceneggiatore originale, David Leslie, lo hanno sviluppato ulteriormente, realizzando la vera sceneggiatura. È come se ci fosse il contribuito di tutti”, ha aggiunto Momoa. “Invece di ricevere una sceneggiatura e recitare una parte, è come se fossi incoraggiato al 100% dal tuo regista e dai co-sceneggiatori, è emozionante per me e sono davvero entusiasta di aver contribuito in questo modo.”

Tutto quello che c’è da sapere su Aquaman 2

Vi ricordiamo che Jason Momoa è atteso di nuovo nei panni dell’eroe nel sequel di Aquaman, film che ha rilanciato in positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. Diverse fonti fanno sapere che gli studios vorrebbero riportare James Wan dietro la macchina da presa per Aquaman 2 ad una condizione: che sia lui a scegliere il gruppo di sceneggiatori e a seguire da vicino il processo di sviluppo.

David Leslie Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente di James Wan (The Orphan, The Conjuring 2, The Conjuring 3), scriverà la sceneggiatura del film insieme a Will Beal, mentre il regista e Peter Safran saranno co-produttori.

Doctor Strange 2: nuovi dettagli su America Chavez e sul possibile villain principale

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Doctor Strange in the Multiverse of Madness è certamente uno dei titoli più attesi della Fase 4 del MCU, non solo perché vedrà il ritorno di Sam Raimi alla regia di un cinecomic, ma anche perché esplorerà ufficialmente il Multiverso, con la possibilità che molti personaggi già visti in passato – e appartenenti a franchise slegati dal MCU – facciano il loro ritorno sul grande schermo.

Ora, stando a quanto riportato da The Illuminerdi, pare che nel sequel apparirà uno dei più grandi nemici di Doctor Strange, ossia Shuma Gorath, che potrebbe essere a tutti gli effetti l’antagonista principale del nuovo film. Apparentemente, Gorath punterà gli occhi sul personaggio di America Chavez interpretato dalla new entry Xochitl Gomez, perché interessato ad ottenere i suoi poteri per avere così il totale controllo sul Multiverso del MCU.

Per quelli che non hanno mai letto un fumetto di Doctor Strange, America Chavez ha il potere di spostarsi liberamente da una realtà all’altra, e per una creatura onnipotente come Shuma Gorath, essere in grado di piegare la realtà stessa alla sua volontà, viaggiando da un mondo all’altro, farebbe di lui una forza inarrestabile, che forse nemmeno lo Stregone Supremo potrebbe fermare.

Probabilmente, Scarlet Witch vuole usare i poteri di America Chavez per trovare i suoi figli Billy e Tommy (che dovrebbero essere ancora vivi, come anticipato dalla scena post-credits dell’ultimo episodio di WandaVision). Tuttavia, è probabile che Wanda e Stephen Strange cercheranno, insieme, di proteggere la giovane America dalle sinistre macchinazioni di Gorath.

Per ora si tratta di semplici rumor. La speranza è che, una volta rilasciato il primo trailer ufficiale di Doctor Strange in the Multiver of Madness, le prime immagini ufficiali riescano a gettare finalmente un po’ di chiarezza sulla misteriosissima trama del film…

Doctor Strange in the Multiverse of Madness vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff/Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.

La sceneggiatura del film porterà la firma di Jade Bartlett e Michael Waldron. Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno anche Benedict Wong (Wong), Rachel McAdams (Christine Palmer), Chiwetel Ejiofor (Karl Mordo), Tilda Swinton (Antico) e Xochitl Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).

Doctor Strange in the Multiverse of Madness arriverà al cinema il 25 marzo 2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in merito.

Raya e L’Ultimo Drago: intervista a Osnat Shurer e Adele Lim

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Raya e L’Ultimo Drago: intervista a Osnat Shurer e Adele Lim

In occasione dell’uscita in Home Video di Raya e L’Ultimo Drago il 18 maggio, ecco l’intervista alla produttrice Osnat Shurer e alla sceneggiatrice Adele Lim. Raya e L’Ultimo Drago arriva in Home Video il 18 maggio e free su Disney+ a partire dal 4 giugno.

Raya e L’Ultimo Drago, recensione del nuovo film Disney

Raya e l’Ultimo Drago, il nuovo lungometraggio d’animazione targato Walt Disney Animation Studios, arriverà in Home Video dal 18 maggio e dal 4 giugno free su Disney+. Diretto da Don Hall (Big Hero 6) e Carlos López Estrada (Blindspotting) e prodotto da Osnat Shurer (Oceania) e Peter Del Vecho (Frozen – Il Regno di Ghiaccio, Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle), il film trae ispirazione dalle culture e dai popoli dell’Asia sudorientale.

Nella versione italiana del film, il cast di voci include l’attrice Luisa Ranieri (Virana), l’attrice e doppiatrice Jun Ichikawa (Namaari), l’attore e conduttore Paolo Calabresi (Tong) e l’attrice Vittoria Schisano (Generale Atitaya).

Gli influencer Emanuele Ferrari, Vatinee Suvimol e Maryna hanno prestato la propria voce per un cameo, insieme alla cantante Camille Cabaltera che, inoltre, interpreta il brano nei titoli di coda della versione italiana del film.

Raya e l’Ultimo Drago viaggia nel fantastico mondo di Kumandra, dove molto tempo fa umani e draghi vivevano insieme in armonia. Ma quando una forza malvagia ha minacciato la loro terra, i draghi si sono sacrificati per salvare l’umanità. Ora, 500 anni dopo, quella stessa forza malvagia è tornata e Raya, una guerriera solitaria, avrà il compito di trovare l’ultimo leggendario drago per riunire il suo popolo diviso. Durante il suo viaggio, imparerà che non basta un drago per salvare il mondo, ci vorrà anche fiducia e lavoro di squadra.

The Green Hornet: trama, cast e curiosità sul film con Seth Rogen

Da quando i film di supereroi sono esplosi in tutta la loro potenza, in molti hanno cercato di seguire questo filone dando vita a personaggi e storie più o meno originali. Sono tanti gli esempi di supereroi non appartenenti né alla Marvel né alla DC giunti sul grande schermo, da Hancock a Glass. Tra i più bizzarri tentativi a riguardo vi è quello di The Green Hornet, film del 2011 diretto da Michel Gondry, regista celebre per film come Eternal Sunshine of the Spotless Mind o Be Kind Rewind – Gli acchiappafilm, e qui chiamato a gestire il suo primo film su commissione, del quale però non ha un buon ricordo.

Più che di Gondry, in realtà, The Green Hornet si configura come un film realizzato su misura di Seth Rogen, che lo ha scritto e interpretato, adattando il tutto alle sue capacità comiche. L’idea non è però originale, essendo ispirata al preesistente personaggio del Calabrone Verde, ideato per la radio nel 1936 da George W. Trendle e Fran Striker. Si tratta di un combattente del crimine che conduce una doppia vita: ufficialmente è un editore di un giornale ma segretamente combatte il crimine indossando una maschera ed un vestito verde, avvalendosi dell’aiuto dell’asiatico Kato. Sulle sue avventure era stata realizzata anche una serie televisiva con Bruce Lee nei panni di Kato.

Un personaggio dunque noto, che per anni gli studios hanno cercato di portare al cinema. Con il concretizzarsi di ciò, The Green Hornet si affermò come un buon successo, incassando il doppio del suo budget. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

The Green Hornet: la trama del film

Protagonista del film è Britt Reid, un giovane di buona famiglia, figlio del miliardario James Reid. Il padre di Britt è infatti l’editore del celebre quotidiano The Daily Sentinel, nella città di Los Angeles. Contrariamente a suo padre, però, il giovane non ha particolare voglia di impegnarsi in un mestiere e di rimboccarsi le maniche per quello. Preferisce piuttosto spendere in giro la propria fortuna, dandosi alla pazza gioia in notti all’insegna dell’eccesso. Il suo atteggiamento cambia però drasticamente quando suo padre, con il quale aveva un brutto rapporto, viene trovato morto. Britt decide a quel punto di chiudere il giornale e licenziare tutti. Tutti tranne il fedele Kato.

Britt condivide infatti con il giovane asiatico esperto di meccanica e di arti marziali l’odio verso suo padre. Da quel momento i due svilupperanno un’amicizia che li porterà a prendere una decisione quantomai folle e inaspettata. Entrambi assumono infatti due identità segrete e camuffandosi con maschere e abiti iniziano a dare la caccia al crimine presente in città. Le loro avventure saranno però quanto mai goffe, portandoli ben presto a scontrarsi con veri pericoli. Sarà in quel momento che Britt, che si fa ora chiamare Calabrone Verde, capirà davvero cosa vuol dire usare i propri mezzi per fare del bene.

The Green Hornet cast

The Green Hornet: il cast del film

Come anticipato, ad interpretare Britt Reid, alias Calabrone Verde, vi è il noto attore comico Seth Rogen. Egli si era occupato del progetto da più punti di vista, spesso entrando in contrasto con alcune decisioni dello studios di produzione. Per poter interpretare il ruolo, Rogen si è inoltre sottoposto ad una ferrea dieta, riuscendo a perdere circa 10 chili. Accanto a lui, nei panni del fedele Kato, vi è l’attore e cantante taiwanese Jay Chou. Questi non aveva ancora mai recitato in un film statunitense, e si propose a Rogen tramite un video provino. Rimasto piacevolmente colpito da lui, Rogen gli assegnò la parte, scoprendo solo in seguito che Chou era celebre come cantante nel suo paese.

Nei panni di Leonore Case, l’affascinante segretaria del The Daily Sentinel, vi è la celebre attrice Cameron Diaz, qui in uno dei suoi ultimi ruoli prima del ritiro dalle scene. Nel film si ritrova poi il due volte premio Oscar Christoph Waltz nei panni di Benjamin Chudnofsky, criminale russo e principale villain del film. Per la parte era stato originariamente contattato Nicolas Cage, il quale rinunciò però non giudicando sufficiente il tempo datogli per preparare il personaggio. David Harbour è D. A. Frank Scanlon, alleato di Chudnofsky, mentre Edward Furlong, noto per essere stato John Connor in Terminator 2 – Il giorno del giudizio, è Tupper, spacciatore di Meth. L’attore Tom Wilkinson, infine, interpreta James Reid, il padre del protagonista.

The Green Hornet: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. The Green Hornet è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 18 maggio alle ore 21:10 sul canale Paramount Channel.

Fonte: IMDb

Il cattivo poeta: Gabriele D’Annunzio, la prima rockstar

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Il cattivo poeta: Gabriele D’Annunzio, la prima rockstar

Si intitola Il cattivo poeta il film scritto e diretto da Gianluca Jodice, con Sergio Castellitto nei panni di Gabriele D’Annunzio, prodotto da Matteo Rovere e Andrea Paris, una coproduzione italo francese Ascent Film e Bathysphere con Rai Cinema, e in arrivo in sala il 20 maggio in 200 copie. Un’uscita importante considerato che molte sale sono ancora chiuse e che la normalità post pandemia è ancora lontana.

Gianluca Jodice ha scelto di fare un film al di fuori delle convenzioni del cinema italiano. È un progetto ambizioso e soprattutto la sua scelta è ricaduta su un soggetto, Gabriele D’Annunzio, che si studia a scuola ma che la storia ha messo da parte, nonostante sia una figura molto moderna.

Il cattivo poeta – il regista Gianluca Jodice

“Tentavo di inserirmi in un filone della tradizione italiana di prima – spiega Jodice – inoltre le opere prime tendono a giocare di rimessa e io non volevo farlo. Forse anche il fatto che ho esordito tardi mi ha dato modo di essere più sfacciato. Matteo (Rovere, ndr) mi chiese se volevo pensare a un biopic, e io scelsi D’Annunzio perché mi affascinava, mi ricordavo questo poeta recluso in questo castello di Dracula, per 15 anni, ovvero tutta l’ultima parte della sua vita, tra ossessioni e perversioni, donne e cocaina, quando aveva perso la sua vena artistica. Questo Nosferatu chiuso nel suo castello che ha subito una damnatio memoriae nella cultura del Novecento. Un personaggio scomodo, che ha vissuto mille vite, e che non era mai stato raccontato dal cinema. E Rovere è stato abbastanza pazzo da ascoltarmi, lui come tanti altri pazzi che hanno reso possibile questo film.”

Il cattivo poeta – il produttore Matteo Rovere

Il “pazzo” chiamato in causa, Matteo Rovere, che oltre a essere lui stesso regista e sceneggiatore, sempre più spesso ricopre il ruolo di produttore in progetti particolari e molto interessanti, ha replicato: “È un film ambizioso per il suo impianto, ma credo che si tratti di un tipo di cinema che è stato realizzato in Italia in passato, con grande orgoglio verso quelle che sono state le grandi figure della nostra cultura, raccontandoli anche all’estero. D’Annunzio ha attraversato la prima metà del Novecento, modificandolo, è stato una rockstar ante litteram. Poi però è stato asfaltato dal Ventennio Fascista. La sua personalità politica viene spesso collegata agli ideali fascisti, per il ruolo che aveva avuto prima dell’avvento del fascismo, e quindi è sempre stata vista con sospetto, ma in realtà, come abbiamo ricostruito nel film, non era affatto così. Anche in sceneggiatura, il lavoro fatto è stato filologico, di ricostruzione, attraverso lettere e testimonianze scritte. Abbiamo usato molte delle parole che lo stesso D’Annunzio ha pronunciato. Accanto allo scopo di intrattenere il pubblico, il risultato del film è anche quello di offrire un personaggio realistico, anche se relativo solo ad una fase specifica della sua vita, la vecchiaia.”

Ad interpretare il Vate è stato chiamato Sergio Castellitto, che Rovere ha ringraziato non solo per la sua partecipazione al film, ma anche perché con la stessa ha reso appetibile il progetto per i produttori esteri. Ma cosa ha fatto Castellitto per entrare nel ruolo di D’Annunzio? “Mi sono tagliato i capelli – risponde con grande semplicità e ironia l’attore – mi sono tagliato i capelli a zero, anche temendo che non mi ricrescessero, conferendo a questo gesto non solo l’artigianato dell’immedesimazione, ma anche un significato altro, un atto di generosità. Se si chiudono gli occhi e si visualizza D’Annunzio, si immagina un cranio, un cranio privo di capelli ma contenente un’immensità di fantasia, immaginazione, crudeltà. Tutto questo fotografato nell’ultimo anno della sua vita e nell’incontro con il controcampo della giovinezza. Incontra qualcuno che ha di fronte a sé più futuro che passato.”

Il Cattivo PoetaI protagonisti Sergio Castellitto e Francesco Patané

Il film fotografa infatti D’Annunzio che entra in contatto con Giovanni Comini, federale di Brescia e iscritto al partito fascista. Un uomo molto giovane e innamorato della causa di Mussolini, convinto che potesse rappresentare il bene per quel Paese che tanto amava. Ad interpretarlo, Francesco Patané, interprete con una grande carriera teatrale e da poco approdato al cinema: “Per interpretare Comini mi sono documentato al contrario. Ho cercato di dimenticare tutto quello che sapevo su D’Annunzio, prima di arrivare sul set. Giovanni Comini arriva al Vittoriale senza conoscere D’Annunzio poeta o persona, sa solo delle sue imprese politiche. Ho cercato di eliminare tutte le mie nozioni sul poeta e poi ho fatto quello che succede a Comini: un giovane che va ad incontrare un personaggio famoso. È quello che mi è successo con Castellitto, ero timoroso e curioso e ho cercato di rubare da lui. Ho riproposto la mia esperienza.”

“Ho cercato di mettermi nei panni di un giovane che crede nella guerra che dovrebbe arrivare – continua Patané – Questo giovane crede a quelle promesse, crede a quel futuro e abbraccia questi ideali con passione. La fortuna che gli capita è quella di incontrare un personaggio come D’Annunzio che gli mostra come le cose che aveva abbracciato non era quello che immaginava davvero. La sfida come attore è stata proprio mostrare questa presa di coscienza e il cambio di rotta. La cosa più difficile da raccontare è stata la capacità di rimanere aperti ad ascoltare.”

Il Vittoriale, la casa-museo set del film

Il film è ambientato per buona parte nel Vittoriale, sul lago di Garda, dove la produzione ha potuto girare grazie al permesso della fondazione che gestisce la casa-museo di D’Annunzio.

Ha detto Castellitto, in merito: “Le case sono la geografia dell’anima di chi le abita, il Vittoriale è la geografia dell’anima di D’Annunzio, apparentemente deposito di antiquariato, ma in realtà un sito archeologico. Perché l’archeologia ci insegna qualcosa del futuro, l’antiquariato no. Ogni spazio di quel luogo è la raffigurazione della natura di D’Annunzio. Questo luogo è stato una placenta per lui e il film non sarebbe stato così bello se non fosse stato per questo luogo.”

Ma perché definire Gabriele D’Annunzio “cattivo”, nel titolo del film? “Il cattivo poeta è una definizione che si diede lui in una lettera – spiega Jodice – io sono un cattivo poeta, mi occupo di tendaggi, tappeti, quadri e cornici. È una sua definizione, ironica e intelligente, e mi sembrava un ottimo titolo, affettuoso, per raccontare di questo personaggio.”

Il cattivo poeta arriva in sala il 20 maggio, distribuito da 01 Distribution.

Lasciali Parlare di Steven Soderbergh in esclusiva digitale dal 27 maggio

Lasciali Parlare, il film diretto da Steven Soderbergh con protagonista Meryl Streep, arriva in Italia in esclusiva digitale da giovedì 27 maggio, disponibile per l’acquisto e il noleggio premium su tutte le principali piattaforme digitali.

La scrittrice Alice Hughes, vincitrice del Premio Pulitzer, è stata invitata in Inghilterra per ritirare un altro prestigioso premio letterario. Ma ha paura di volare: decide così di fare il viaggio in nave, a bordo di un magnifico transatlantico, e di invitare le sue due migliori amiche del college, Roberta e Susan, oltre a farsi accompagnare dal suo amato nipote Tyler, per assisterle durante la crociera. La nuova agente di Alice, Karen, con l’obiettivo di carpire dettagli sul manoscritto attualmente in lavorazione della sua cliente, si intrufola sulla nave, approcciando Tyler per avere informazioni su come avvicinare al meglio la zia. Tyler però finisce per innamorarsi di Karen, così Alice e le sue amiche vengono lasciate a sé stesse. Roberta nutre del risentimento verso Alice, perché si è riconosciuta nelle vicende raccontate nel suo libro più celebre, rovinandole la vita; al contrario Alice nega ogni responsabilità e cerca di salvare la loro sacra amicizia di un tempo, mentre Susan si sforza di aiutarle a riconciliarsi. Mentre Alice si impegna a completare il suo tanto atteso manoscritto e mantiene la sua vita personale avvolta nel mistero, le donne intraprendono un viaggio di una settimana pieno di ricordi, risentimenti e battute.

Il film presenta un cast stellare, tra cui spiccano l’attrice premiata con l’Oscar, l’Emmy e il Golden Globe Meryl Streep (Big Little Lies di HBO, The Iron Lady, Il diavolo veste Prada) nei panni della misteriosa e nobile Alice Hughes, il cui successo professionale l’ha allontanata dalle sue amicizie più strette, rendendola una sconosciuta; la premio Emmy e candidata all’Oscar Candice Bergen (Murphy Brown, Miss Detective) nei panni di Roberta, che accetta l’invito di Alice, in cerca di un risanamento per il caos che ha provocato nella sua vita il romanzo più famoso di Alice; la premio Oscar, Emmy e Golden Globe Dianne Wiest (Hannah e le sue sorelle, Pallottole su Broadway) nei panni di Susan, che lavora in un carcere femminile ed è apparentemente la più diplomatica e sensibile del gruppo; il candidato all’Oscar® e al Golden Globe Lucas Hedges (Manchester by the Sea, Boy Erased – Vite cancellate) nei panni del goffo e dolce nipote di Alice, Tyler, che ama e rispetta profondamente sua zia per essere stata presente nella sua vita come un genitore; e la candidata al SAG Award Gemma Chan (Crazy & Rich, Captain Marvel) nei panni di Karen, la nuova agente letteraria di Alice la cui carriera è in bilico, che catturando l’attenzione di Tyler cerca di ottenere informazioni sul nuovo libro della sua cliente; ed altri.

Lasciali Parlare – diretto da Steven Soderbergh (il film premio Oscar Traffic e il candidato all’Oscar Erin Brockovich – Forte come la verità) – è incentrato sulle conversazioni schiette e fluide dei suoi personaggi. Avendo fornito al cast ricche descrizioni dei personaggi ed accurati particolari delle loro scene, gli attori sono stati lasciati liberi di improvvisare, al fianco della sceneggiatrice Deborah Eisenberg, che ha aiutato a sviluppare i dialoghi secondo necessità. Lo stile guerrilla della regia di Soderbergh non si è fermato qui: in un’intervista, Dianne Wiest ha anche rivelato che il film è stato girato “senza attrezzatura, se non quella essenziale. Steven semplicemente teneva la telecamera su una sedia a rotelle. Niente luci, carrelli, o tutto ciò che solitamente serve per girare un film. C’erano solo Steven e questa nuova macchina da presa”.

“Lasciali Parlare”, diretto da Steven Soderbergh, scritto da Deborah Eisenberg, prodotto da Gregory Jacobs, con produttori esecutivi Ken Meyer e Joseph Malloch

American Skin: dal 24 maggio su SKY il film di Nate Parker

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American Skin: dal 24 maggio su SKY il film di Nate Parker

A un anno dalla morte di George Floyd, che ha scatenato la rivolta del movimento Black Lives Matter, portando alla ribalta il tema della violenza della polizia americana sui cittadini di colore e dopo la storica sentenza di condanna del poliziotto che l’ha ucciso, Sky presenta in prima visione assoluta American Skin, lunedì 24 maggio alle 21.15 su Sky Cinema Uno e in streaming su NOW. 

Il film, scritto, diretto e interpretato da Nate Parker (The Birth of a Nation), racconta la disperazione di un padre in cerca di giustizia per la morte del figlio adolescente ucciso da un poliziotto bianco, riflettendo sui temi della paura e delle divisioni culturali, ancor oggi radicate nella società americana. Nel cast, oltre a Nate Parker nel ruolo del protagonista Lincoln Jefferson, Omari Hardwick (A-Team, Middle of Nowhere, Miracolo a Sant’Anna) è Omar “Derwood” Scott amico di Linc, Theo Rossi (Luke Cage, Sons of Anarchy) è il poliziotto Dominic Reyes e Beau Knapp (Seven Seconds, Black and Blue) è il poliziotto Mike Randall, colpevole di aver ucciso il ragazzo. Il film, prodotto da Tarak Ben Ammar, Mark Burg e Lukas Behnken è distribuito da Eagle Pictures.

American Skin racconta le azioni disperate di Linc, un veterano della guerra in Iraq che, tornato in patria, vede il figlio quattordicenne Kijani morire davanti ai suoi occhi per mano di un poliziotto durante un controllo stradale. Privato di un processo equo, dopo l’assoluzione in tribunale di Mike Randall, il poliziotto che aveva sparato al ragazzo uccidendolo, Linc decide di farsi giustizia da solo. Ad accompagnare lo spettatore nel racconto Jordin King, uno studente di cinema deciso a girare un documentario sulla morte di Kijiani e sul desiderio di giustizia di Linc. Insieme alla sua troupe Jordin diventerà testimone diretto e protagonista dell’intera vicenda, con la responsabilità di farla conoscere al mondo.

Nate Parker ha trascorso gran parte della sua vita e della sua carriera combattendo le ingiustizie sociali e creando contenuti che affrontano il tema della disparità delle comunità emarginate in tutto il mondo. Si è guadagnato per la prima volta l’attenzione della critica con il suo ruolo da protagonista in The Great Debaters – Il potere della parola di Denzel Washington. Nate ha interpretato il ruolo di protagonista in Red Tails prodotto da George Lucas. Con il suo debutto alla regia in The Birth of a Nation – Il risveglio di un popolo ha vinto il Gran Premio della Giuria e del Premio del Pubblico al Sundance Film Festival nel 2016.

American Skin – Lunedì 24 maggio in prima visione alle 21.15 su Sky Cinema Uno, in streaming su N0W e disponibile on demand.  Grazie a extra, il programma fedeltà di Sky, i clienti Sky da più di 3 anni e con Sky Cinema lo vedranno prima di tutti on demand nella sezione extra.

Fast & Furious 9: la storia di Dom in un nuovo video

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Fast & Furious 9: la storia di Dom in un nuovo video

La Universal Pictures Italia ha diffuso un nuovo contributo video su Fast & Furious 9 che racconta la storia di Dom. Il Dom Toretto di Vin Diesel  sta conducendo una vita tranquilla fuori dal giro, con Letty e suo figlio, il piccolo Brian, ma sanno che il pericolo è sempre in agguato al di là del loro pacifico orizzonte. Questa volta, una nuova minaccia costringerà Dom a confrontarsi con i peccati del suo passato, se vuole salvare coloro che più ama.

La sua squadra si riunisce nuovamente per fermare un complotto a risonanza mondiale guidato dal più abile assassino e pilota ad alte prestazioni che abbiano mai incontrato: il fratello rinnegato di Dom, Jakob (John Cena, l’imminente The Suicide Squad). In attesa del nono capitolo della saga Fast & Furious di Universal Pictures, un nuovo e adrenalinico video dedicato al personaggio interpretato da Vin Diesel.

Fast & Furious 9 vede il ritorno alla regia di Justin Lin, che ha diretto il terzo, il quarto, il quinto e il sesto capitolo della saga, quando cioè è diventata un successo globale. L’azione sfreccia in tutto il mondo, da Londra a Tokyo, dall’America centrale a Edimburgo, e da un bunker segreto in Azerbaigian alle strade brulicanti di Tblisi. Lungo la strada, i vecchi amici risorgeranno, i vecchi nemici torneranno, la storia verrà riscritta, e il vero significato della famiglia verrà messo alla prova come mai prima d’ora.

Tornano a recitare nel film Michelle Rodriguez, Tyrese Gibson, Chris “Ludacris” Bridges, Jordana Brewster, Nathalie Emmanuel e Sung Kang, al fianco delle attrici premiate con l’Oscar Helen Mirren e Charlize Theron. Fanno parte del cast di Fast & Furious 9 anche la superstar premio Grammy, Cardi B, nei panni del nuovo personaggio del franchise Leysa, una donna legata al passato di Dom, e il re del Reggaeton, Ozuna, in un ruolo cameo. Fast & Furious 9 è prodotto da Neal H. Moritz, Vin Diesel, Jeff Kirschenbaum, Joe Roth, Justin Lin, Clayton Townsend e Samantha Vincent.

MCU: 10 iconiche scene da “vedere e rivedere”

MCU: 10 iconiche scene da “vedere e rivedere”

Al di là delle grandi trame e dei grandi personaggi dei film, il MCU è così amato dai fan di tutto il mondo anche per una serie di scene memorabili che riguardano tanto le scene di combattimento quanto i momenti più divertenti, per non parlare di quelle che sono dei veri e propri omaggi ai fumetti. Scren Rant ha raccolto 10 scene del MCU che probabilmente i fan amano rivedere più e più volte:

La lotta di Vedova Nera in Iron Man 2

Vedova Nera ha fatto il suo debutto in Iron Man 2. Ha esordito come assistente di Tony Stark, ma ben presto quest’ultimo ha scoperto che Natasha era stata mandata da Nick Fury per sorvegliarlo e tenerlo d’occhio. Durante la prima battaglia di Iron Man, quella messa in atto per cercare di fermare Justin Hammer, Nat ha dimostrato il suo coraggio in qualità di combattente.

Nel film è presente una scena di combattimento in un corridoio in cui Vedova Nera elimina tutti i cattivi in cui si imbatte alla stessa velocità con cui Happy Hogan ne avrebbe probabilmente sconfitto soltanto uno. Subito, Nat ha dimostrato di essere una vera e propria arma umana.

Iron Man vs. Captain America vs. Thor in The Avengers

Nel primo film degli Avengers, Nick Fury ha dovuto riunire gli eroi e fargli lavorare come una forza combinata per sconfiggere Loki e l’imminente invasione aliena. Tuttavia,  si trattava pur sempre di eroi dall’ego spropositato che dovevano imparare ad andare d’accordo…

Capitan America e Iron Man avevano catturato Loki, ma poi si è presentato Thor e ha portato via suo fratello con la forza. Ciò ha portato ad una lotta nei boschi che ha visto i tre eroi distruggere la maggior parte della vegetazione attorno a sé, per poi non giungere ad alcuna conclusione.

La lotta di Cap nell’ascensore in The Winter Soldier

In Captain America: The Winter Soldier, qualcuno ha ucciso Nick Fury e Captain America ha dovuto capire cosa stesse succedendo. Ha incontrato il direttore dello S.H.I.E.L.D. Alexander Pierce (Robert Redford), e quando se ne è andato si è ritrovato ad essere un ricercato.

Tuttavia, si accorse che sempre più persone andavano d’accordo con lui in un ascensore, incluso alcuni familiari agenti dello S.H.I.E.L.D. come Brock Rumlow. Ha capito cosa stava succedendo e ha stesso tutti i soldati prima di scappare. Per essere un luogo chiuso e alquanto ristretto, è stata sicuramente una lotta memorabile… 

Iron Man vs. Soldato d’Inverno vs. Capt in Civil War

Captain America: Civil War è pieno di fantastiche scene da vedere e rivedere, inclusa la battaglia dell’aeroporto in cui tutti gli eroi si affrontano l’uno contro l’altro. Tuttavia, il combattimento che rimane davvero memorabile arriva solo alla fine del film.

Captain America e il Soldato d’Inverno andarono a cercare gli altri Soldati in animazione sospesa, in attesa del loro risveglio. Tuttavia, quando arrivarono, il barone Zemo li aveva già uccisi. Fu allora che si presentò Iron Man, con l’intento di uccidere Bucky, che dovette combattere Cap e Bucky in un intenso combattimento.

Il combattimento d’apertura di GOTG Vol. 2

Ci sono molti momenti nei film dei Guardiani della Galassia che la gente ama guardare più e più volte. Tuttavia, la scena più divertente da rivedere più e più volte è probabilmente quella all’inizio di Guardiani della Galassia Vol. 2.

I Guardiani stanno combattendo un mostro gigante, ma la machina da presa si concentra su Baby Groot, che inizia a suonare musica e a ballare per la stanza mentre i suoi compagni di squadra sono coinvolti in un’enorme battaglia per la sopravvivenza.

Hulk vs. Thor in Thor: Ragnarok

Anche Thor: Ragnarok ha diverse scene che i fan amano rivedere più volte. La lotta sul Bifrost è quella di cui probabilmente nessuno si stancherebbe mai. Tuttavia, c’è un altro momento nel film che è divertente e non perde mai il suo fascino.

Thor è stato gettato nell’arena per combattere il campione, per poi rendersi conto che era Hulk. I due combatterono, con Hulk che dominò Thor fino a quando il Dio del Tuono non si rese conto di poter controllare i suoi poteri fulminei senza il Mjolnir.

La battaglia sul Bifrost in Thor: Ragnarok

Come accennato, il combattimento di Bifrost è un altro momento di Thor: Ragnarok da rivedere più e più volte. Thor, Valchiria, Hulk, Heimdall e Loki si ritrovano in battaglia sul Bifrost contro Hela e il suo esercito. C’è stato persino un momento in cui Skurge l’Esecutore si è unito a loro.

Il combattimento è stato fantastico, ma il vero momento che lo ha elevato e lo ha reso una delle migliori scene nella storia del MCU è arrivato quando Thor ha riacquistato l’uso dei suoi poteri divini, con i Led Zeppelin in sottofondo che hanno reso la scena del combattimento davvero magnifica.

Black Panther vs. Killmonger in Black Panther

Black Panther rimane uno dei film più acclamati dalla critica nella storia del MCU. È stato anche candidato agli Oscar e, in generale, resta una grande esperienza cinematografica da rivedere più e più volte. Ci sono alcune scene davvero fantastiche al suo interno, inclusa la lotta al casinò e il combattimento finale.

Tuttavia, ciò che spicca nel film come scena da rivedere almeno una volta è quando Killmonger e T’Challa combattono sulla cascata per il titolo di Pantera Nera.

Lo Snap – Avengers: Infinity War

Molti spettatori che non avevano familiarità con le trame dei fumetti Marvel Comics sono rimasti sorpresi alla fine di Avengers: Infinity War. I Vendicatori hanno combattuto Thanos sulla Terra ma anche fuori, ma il Titano Pazzo li ha battuti tutti clamorosamente.

Tuttavia, la scena che ha sorpreso molti fan è stata quando Thanos ha schioccato le dita e metà delle forme di vita nell’universo si sono disintegrate. Guardare il Soldato d’Inverno, Falcon, Doctor Strange e persino Spider-Man scomparire e morire è stato scioccante ma al tempo stesso degno dei più morbosi rewatch.

“Vendicatori Uniti!” in Avengers: Endgame

avengers endgameAvengers: Endgame ha visto gli eroi sopravvissuti viaggiare indietro nel tempo per cercare di capire come annullare lo Snap. Ci sono stati diversi momenti fantastici nel film, inclusa una fantastica scena di combattimento tra Capitan America e… sé stesso.

Tuttavia, la scena migliore, e quella che ha portato i fan di tutto il mondo ad applaudire in sala, è arrivata dopo che gli eroi erano tornati. Doctor Strange ha aperto i portali e tutti gli eroi del MCU si sono presentati contemporaneamente. Capitan America esclama: “Vendicatori Uniti!” e la guerra ha inizio. È la migliore scena del MCU, senza dubbio.

Dune di Denis Villeneuve potrebbe tornare un’esclusiva per la sala

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Di recente WarnerMedia ha annunciato, a sorpresa, una fusione con Discovery, che tuttavia non sarà completata fino alla metà del 2022. Ciononostante, sembra che le conseguenze di tale fusione abbiamo già iniziato a farsi sentire alla Warner Bros., poiché Deadline riporta che l’attesissimo Dune di Denis Villeneuve non uscirà più in contemporanea al cinema e su HBO Max, ma tornerà ad essere un’esclusiva della sala.

I rappresentanti della Warner Bros. stanno fermamente negando la modifica al piano di distribuzione del film, continuando a sostenere che il film uscirà in contemporanea al cinema e su HBO Max, ma Deadline sembra parecchio fiducioso del suo report: semplicemente, potrebbe aver ottenuto l’esclusiva prima dell’annuncio ufficiale. Inoltre, è anche parecchio significativo che WB abbia già raggiunto un accordo con Regal Cinemas per ripristinare la finestra di esclusività della sala cinematografica per 45 giorni in merito alle uscite del 2022, quindi non dovrebbe sorprendere che Dune sia stato aggiunto all’accordo, soprattutto considerando che lo stesso Villeneuve aveva espresso una certa insoddisfazione in merito alla release “congiunta”.

Collider aggiunge che Dune sarà probabilmente l’unico film dello studio a rinunciare al modello di rilascio simultaneo quest’anno, mentre King Richard con Will Smith e Cry Macho di Clint Eastwood dovrebbero ancora seguire l’attuale piano, e quindi arrivare sia in sala che su HBO Max. Non si sa cosa potrebbe accadere con The Suicide Squad di James Gunn o con Matrix 4 con Keanu Reeves, ma entrambi potrebbero tranquillamente seguire l’esempio di Dune, anche se potrebbe ormai essere troppo tardi per il primo da un punto di vista di marketing.

Dune presentato in anteprima a Venezia 78?

Ricordiamo che di recente Dune è stato menzionato in un lungo report di Variety dedicato ai primissimi titoli che potrebbero debuttare all’interno della cornice della 78esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Tra gli altri titoli che potrebbero debuttare al Fetival, la fonte ha menzionato anche È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino e Freaks Out di Gabriele Mainetti.

In DuneTimothée Chalamet interpreterà il protagonista Paul Atreides, nato sul pianeta Caladan dal matrimonio fra il duca Leto Atreides I e la sua concubina Lady Jessica. Nel cast anche Javier BardemZendayaOscar IsaacRebecca FergusonStellan SkarsgardDave Bautista, Charlotte Rampling Jason Momoa. Ricordiamo che il film arriverà nelle sale americane e su HBO Max il 1 ottobre 2021.

Ant-Man and the Wasp: Quantumania, confermato l’impiego della tecnologia StageCraft

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Ant-Man and the Wasp: Quantumania, il terzo capitolo del franchise dedicato al supereroe interpretato da Paul Rudd, è attualmente in pre-produzione, anche se ancora non sappiamo quando partiranno ufficialmente le riprese (do. Tuttavia, pare che le stesse siano ormai imminenti, come confermato dal regista Peyton Reed.

Attraverso il suo account Twitter ufficiale, infatti, Reed ha condiviso uno scatto dai Pinewood Studios di Londra che immortala proprio uno dei momenti relativi alla pre-produzione. La cosa interessante è che il regista ha confermato che il film impiegherà la rivoluzionaria tecnologia StageCraft (nota anche come The Volume), già impiegata nella serie tv The Mandalorian e utilizzata dai Marvel Studios anche per Thor: Love and Thunder, attualmente in fase di riprese.

Per chi non lo sapesse, StageCraft è una tecnica all’avanguardia ideata per sostituire il green screen che consiste nella proiezione di un autentico set in virtuale: le ambientazioni delle scene da girare vengono proiettate in tempo reale su enormi schermi LED ad altissima definizione, garantendo un risparmio assai notevole per quanto riguarda la creazione dei set e agevolando il lavoro in fase di post-produzione.

Le info su Ant-Man and the Wasp: Quantumania

Ant-Man and the Wasp: Quantumania sarà diretto ancora una volta da Peyton Reed, che già aveva diretto i primi due film. Nel cast tornano Paul RuddEvangeline LillyMichael Douglas Michelle Pfeiffer. In più Kathryn Newton sarà Cassie Lang e Jonathan Majors sarà Kang il Conquistatore. 

Attack the Block: il sequel è ufficiale, tornerà John Boyega

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Attack the Block: il sequel è ufficiale, tornerà John Boyega

A circa un decennio di distanza dall’uscita del film originale nelle sale, che aveva conquistato il pubblico grazie al suo mix sorprendente di fantascienza, commedia e horror, arriva da Deadline la notizia che un sequel di Attack the Block è ufficialmente in sviluppo da Studiocanal, Film4, Complete Fiction Pictures e UpperRoom Productions.

Joe Cornish tornerà a scrivere e dirigere il nuovo film, con John Boyega pronto a riprendere il ruolo del protagonista Moses. “Sono passati dieci anni da quando Attack The Block è uscito nelle sale e da allora sono cambiate molte cose”, ha detto la star della saga di Star Wars. “Sono entusiasta di vedere questa storia così intensa tornare tra le strade di Londra. Moses è rimasto uno dei miei personaggi preferiti da interpretare e riportarlo indietro è un grande onore.”

“Sono entusiasta di annunciare ufficialmente il nostro ritorno nel mondo di Attack The Block, proprio in occasione del decimo anniversario dell’uscita del film”, ha aggiunto Cornish. “Non vedo l’ora di lavorare di nuovo al fianco di John e di regalare al pubblico una fetta ancora più grande di azione aliena tipica della periferia”. Al momento i dettagli sulla trama del sequel non sono stati rivelati. Vi terremo aggiornati.

La trama di Attack the Block – Invasione aliena

Ambientato nella periferia londinese, Attack the Block – Invasione aliena segue le vicende di un gruppo di adolescenti appartenenti ad una gang giovanile. Mentre sta derubando l’infermiera venticinquenne Sam, improvvisamente un oggetto misterioso si schianta su un’automobile vicina. Dai rottami fuoriesce una strana creatura, che gli adolescenti uccidono senza problemi, senza sapere che quello è solo l’inizio di un’invasione aliena di vaste proporzioni. I ragazzi iniziano così una battaglia per difendere il loro quartiere popolare dalla minaccia aliena.

WandaVision: Kathryn Hahn dal possibile ritorno nel MCU alle teorie su Mefisto

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Non sappiamo ancora se ci sono dei piani per un eventuale ritorno di Agatha Harkness nel MCU dopo la sua sconfitta per mano di Scarlet Witch nel finale di stagione di WandaVision, ma Kathryn Hahn sembra di sicuro interessata ad una reunion con la Wanda Maximoff di Elizabeth Olsen.

La popolare attrice, che di recente è entrata a far parte del cast del sequel di Cena con delitto – Knives Out di Rian Johnson, ha vinto il premio come Miglior cattivo all’ultima edizione degli MTV Movie & TV Awards (tenutasi lo scorso 16 maggio), e ha parlato della possibilità di tornare a lavorare con Olsen nel MCU durante un Q&A andato in onda prima della cerimonia di premiazione. “Sì… mi piacerebbe che stessero di nuovo insieme”, ha detto Hahn entusiasta. “Chi lo sa? È la Marvel ad avere il controllo della baracca. Al momento non ho sentito niente.”

“La dinamica a cui il nostro regista, Matt Shakman, ci ha chiesto di fare riferimento era quella che esisteva tra Wolfgang Amadeus Mozart e Antonio Salieri”, ha aggiunto. “Non so se conoscete la storia, ma Amadeus è un grande film dell’epoca. Ed è più o meno quello che era il nostro rapporto. Volevo il potere di Wanda, ma volevo anche fare amicizia con lei… volevo insegnarle e volevo imparare da lei… volevo tutto.”

Nel corso della medesima intervista, l’attrice ha anche avuto modo di commentare le numerose teorie dei fan in merito alla presenza del personaggio di Mefisto nello show. L’attrice ha spiegato che, non essendo presente sui social, ha saputo di tutte quelle indiscrezioni tramite i suoi amici: “Ricordo di aver sentito da alcuni amici che Agatha era un burattino nelle mani di Mefisto e ho subito dovuto dire: ‘Chi è Mefisto?’. Non usatelo contro di me, vi prego! Adesso so chi è.”

9-1-1 5 stagione: quando esce, trama cast e dove vederla in streaming

9-1-1 5 è la quinta stagione della serie tv 9-1-1 creata da Ryan Murphy e Tim Minear per il network americano FOX.

9-1-1 5: quando esce e dove vederla in streaming

I primi episodi di 9-1-1 5 saranno presentati in anteprima in autunno 2021 su FOX. 9-1-1-5 in streaming sarà disponibile Star, canale per adulti di Disney+

Iscriviti a Disney+ per guardare le più belle storie Disney, Pixar, Marvel, Star Wars, National Geographic e molto altro. Dove vuoi, quando vuoi.

9-1-1 5: trama e cast

La quinta stagione si apre con Un gruppo di hacker usa il ransomware per impossessarsi di tutta la tecnologia di Los Angeles. Il 118 viene chiamato quando il GPS di una donna la manda dritta nell’oceano. Uno spavento in un centro di controllo aeroportuale porta tre operatori ad avere attacchi di cuore contemporaneamente. Il sospetto di Athena, Jeffery Hudson, viene processato, ma fugge quando si verifica l’attacco ransomware. Eddie subisce un attacco di panico dopo che un venditore scambia Ana per la madre di Christopher. Un preoccupato Buck scopre i timori per la salute di Eddie. La depressione post-partum di Maddie peggiora. L’attacco provoca un blackout in tutta la città, portando il 118 ad aiutare in un ospedale a corto di personale. Si scopre che l’avvocato di Jeffery è innamorato di lui quando taglia la gola al detective Ransone.

In 9-1-1 5 protagonisti sono Athena Grant (stagione 1-in corso), interpretata da Angela Bassett, Robert “Bobby” Nash (stagione 1-in corso), interpretato da Peter Krause, Evan “Buck” Buckley (stagione 1-in corso), interpretato da Oliver Stark, Henrietta “Hen” Wilson (stagione 1-in corso), interpretata da Aisha Hinds, Howie “Chimney” Han (stagione 1-in corso), interpretato da Kenneth Choi, Michael Grant (stagione 1-in corso), interpretato da Rockmond Dunbar, Maddie Kendall (stagione 2-in corso), interpreta da Jennifer Love Hewitt, Edmundo “Eddie” Diaz (stagione 2-in corso), interpretato da Ryan Guzman, May Grant (ricorrente stagione 1, stagioni 2-in corso), interpretata da Corinne Massiah.

Dai creatori Ryan Murphy e Brad Falchuk (il franchise di “American Horror Story”, “Nip / Tuck”), il nuovo dramma procedurale 9-1-1 esplora le esperienze ad alta pressione di agenti di polizia, paramedici e vigili del fuoco che sono spinti nel più situazioni spaventose, scioccanti e strazianti. Questi soccorritori devono cercare di bilanciare il salvataggio di coloro che sono più vulnerabili nel risolvere i problemi della propria vita.

9-1-1 racconterà le esperienze ad alta pressione della polizia, paramedici e i vigili del fuoco che vengono spinti nelle situazioni più spaventose, scioccanti e toccanti. Questi soccorritori devono cercare di bilanciare il salvataggio di coloro che sono più vulnerabili nel risolvere i problemi della propria vita.

Zack Snyder ha scritto un nuovo sequel di 300: “È una storia d’amore”

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È ormai chiaro a tutti che Zack Snyder non tornerà più a lavorare con la Warner Bros., né per gli agognati sequel di Justice League né per eventuali nuovi progetti. Di recente il regista, impegnato con la promozione di Army of the Dead, ha spesso condiviso le sue esperienze negative con lo studio, e ora ha parlato anche dei piani per un altro sequel di 300.

In una recente intervista con The Playlist, il regista ha spiegato che aveva un accordo con la Warner Bros. per firmare la sceneggiatura di un nuovo seguito del film del 2007 basato sull’omonimo romanzo a fumetti di Frank Miller, ma pare che lo studio non fosse interessato alla sua visione della storia.

“Durante la pandemia, avevo un accordo con la Warner Bros. e ho scritto quello che, essenzialmente, doveva essere il capitolo finale di 300”, ha spiegato il regista. “Ma quando mi sono seduto per scriverlo, quello che è venuto fuori è stato un film molto diverso. Stavo scrivendo a proposito di Alessandro Magno, e alla fine è venuto fuori un film sulla relazione tra lui ed Efestione. Una vera e propria storia d’amore. Quindi non poteva essere considerato un terzo film.”

“Era quello il concept, ed è uscito fuori veramente bene”, ha continuato Snyder. “Si chiama ‘Blood and Ashes’ ed è una bellissima storia d’amore, davvero. Chiaramente ambientata in tempi di guerra. Mi piacerebbe farlo, ma la Warner Bros. ha detto di no. Sai, non sono dei miei grandi fan. È così e basta”. 

Considerato che 300 – L’alba di un impero non è stato accolto in maniera così entusiasmante, è facile intuire perché la Warner Bros. fosse potenzialmente riluttante all’idea di realizzare un nuovo film basato essenzialmente su una storia d’amore e non su ciò che aveva reso il primo 300 così celebre, ossia le sequenze d’azione…

Zack Snyder aggiorna sul film dedicato a Re Artù

Nella stessa intervista, Snyder ha anche anticipato qualcosa sul film dedicato a Re Artù a cui sta lavorando ormai da un po’ di tempo: “Sto scrivendo una sorta di rivisitazione della leggenda arturiana, che è ambientata in un luogo diverso”, ha spiegato. “È come nell’era della corso all’oro in America. È un po’ strano, lo ammetto. Ma è bello. Mi piace molto.”

J.J. Abrams nega la possibilità di dirigere uno dei progetti DC a cui sta lavorando

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J.J. Abrams, regista – tra gli altri – di Star Wars: Il risveglio della Forza e Star Wars: L’ascesa di Skywalkersta attualmente lavorando con la Warner Bros. ad una serie di progetti DC tramite la sua società di produzione Bad Robot, in seguito ad un accordo firmato con WarnerMedia nel 2019. Chiaramente, molti dei suoi fan si chiedono ora se Abrams finirà anche per occuparsi della regia di uno di questi progetti.

Di recente abbiamo appreso che non sarà lui ad occuparsi della regia dell’annunciato reboot di Superman che sarà scritto da Ta-Nehisi Coates, e sembra che Abrams non abbia particolare interesse a dirigere film che non sono basati su concept originali (come Justice League Dark o Zatanna). “L’opportunità di mettersi a lavoro su qualsiasi franchise preesistente è sicuramente un’arma a doppio taglio”, ha detto J.J. Abrams in una recente intervista con Collider, quando gli è stato chiesto della possibilità di dirigere uno dei progetti DC che lo vedono coinvolto al momento.

“Sono incredibilmente grato e orgoglioso di essere stato coinvolto in tutti questi progetti, ovviamente”, ha aggiunto. “Tutto ciò che vedo è cosa avrebbero potuto essere e cosa avremmo potuto fare”. Il regista ha poi parlato della responsabilità che deriva dall’essere “il custode temporaneo di un progetto”, suggerendo che il suo prossimo film sarà quasi sicuramente basato su un’idea originale. “Le poche cose su cui sto lavorando ora, come sceneggiatore, sono idee originali. Sento solo, come regista, che mi piacerebbe davvero che i miei prossimi progetti siano cose non che esistono già.” 

Per quanto riguarda il nuovo reboot di Superman, sappiamo che Warner Bros. è alla ricerca di un attore e di un regista neri: ciò conferma, dunque, le voci secondo cui il film avrà come protagonista un Superman nero. Pare che Ta-Nehisi Coates stia lavorando ad una versione del personaggio molto più fedele ai fumetti originali. Inoltre, sembra che il film non sarà ambientato nel DCEU.

Shang-Chi, Simu Liu sulle scene d’azione: “Le migliori dell’intero MCU”

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Anche se il primo trailer ufficiale di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli non ha rivelato molto a proposito della trama del film, sappiamo non solo che diversi elementi fantasy verranno incorporati all’interno della storia, e che il pubblico del MCU si troverà di fronte ad un tipo di avventura molto diversa rispetto al passato.

Durante una recente intervista con E! Online, il protagonista Simu Liu ha parlato delle scene d’azione che saranno presenti nel film, promettendo ai fan che saranno totalmente diverse da qualsiasi altra cosa vista nel MCU fino ad oggi. “Prometto che Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli offrirà scene d’azione che i fan del MCU – ma anche qualsiasi altro tipo di spettatore – non hanno mai visto prima. Posso garantirlo. Vi aspetta una sorpresa e sono veramente eccitato all’idea”, ha spiegato l’attore.

Per quanto riguarda invece il suo personaggio e il fatto di essere stato scelto dai Marvel Studios come protagonista del film, Liu ha aggiunto: “È come un sogno che si avvera. Questo è tutto ciò che volevo da bambino, a 6 anni forse, ma anche a 16, se devo essere sincero. È come un cerchio che si chiude, ed è incredibile. Continuo a pensare che a mezzanotte la mia carrozza si trasformerà in una zucca…”

L’uscita nelle sale di Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli è fissata al 3 settembre 2021. Destin Daniel Cretton, acclamato regista di Short Term 12The Glass Castle e Il Diritto di Opporsi con Michael B. JordanJamie Foxx e Brie Larson, è stato scelto per dirigere il film, che vanta la sceneggiatura di Dave Callaham (The Expendables, Godzilla, Wonder Woman 1984).

Vi ricordiamo che nei panni del protagonista ci sarà l’attore canadese Simu Liu, visto di recente nella commedia di Netflix Kim’s Convenience. Insieme a lui, nel cast, figureranno anche Tony Leung Chiu-wai nei panni del Mandarino, e Awkwafina, che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo superpotere è l’ipnosi.

Hotel Transylvania: Uno scambio mostruoso, trailer ufficiale del sequel

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Universal Pictures Italia ha diffuso il trailer ufficiale di Hotel Transylvania: Uno scambio mostruoso, l’atteso quarto capitolo della saga animata che arriverà al cinema dal 02 settembre 2021.

In Hotel Transylvania: Uno scambio mostruoso Drac e i suoi amici sono tornati, come non li avete mai visti prima d’ora! In questa nuova avventura, Drac deve affrontare l’impresa più terrificante di sempre. Un misterioso manufatto di Van Helsing va fuori controllo, Drac e il suo gruppo vengono trasformati in umani mentre Johnny assume le sembianze di un mostro. Drac, privato dei suoi poteri, e Johnny, felice per la sua nuova vita da mostro, fanno squadra per trovare una soluzione prima che sia troppo tardi. Con l’aiuto di Mavis e dell’esilarante gruppo di ‘umani’ capitanato da Drac, l’obiettivo è far tornare tutti all’aspetto originario, prima che la trasformazione diventi permanente.

Federico Zampaglione presenta Morrison

Federico Zampaglione presenta Morrison

Si torna alle conferenze stampa “in presenza” al cinema Adriano di Roma, dove Federico Zampaglione presenta il suo quarto film da regista, Morrison, incentrato sul rapporto tra due musicisti: il giovane Lodo, Lorenzo Zurzolo, e Libero Ferri, Giovanni Calcagno, artista in declino dopo il grande successo. Oltre ai protagonisti e al regista, presenti le due attrici che arricchiscono il cast: Carlotta Antonelli e Giglia Marra. Con loro, Massimiliano Orfei di Vision Distribution e Ilaria Dello Iacono di Pegasus Produzioni. 

Morrison, dice Zampaglione, “è nato perchè voleva nascere, come succede con alcune canzoni, che arrivano nel momento in cui meno te lo aspetti”, raccontando una genesi partita dal suo romanzo – Dove tutto è a metà, scritto con Giacomo Gensini, edito da Mondadori – e dall’entusiasmo che ha suscitato nella Pegasus Produzioni, al punto da convincere il regista a farne un film. Ilaria Dello Iacono di Pegasus in proposito afferma: “Ci è piaciuto il rapporto tra Lodo e Libero. Da lì ci siamo innamorate del romanzo e abbiamo sviluppato il tutto […] Abbiamo creduto in quel rapporto”. Così si è arrivati a realizzare il film, prima e durante il lockdown, in un clima che Zampaglione descrive come “assurdo”. “Quest’atmosfera avrebbe dovuto rovinare tutto il film. L’ansia, l’agitazione, il senso di disorientamento, di non potere fare nessun tipo di programma. Però si è creato un clima, come se si fosse in guerra.[…] C’era voglia di reagire a quella situazione. Credo che partendo da una posizione di svantaggio […] il film si sia acceso di questa voglia di reagire, di non smettere di creare ed essere vivi.

Morrison è ambientato nel mondo della musica, ma, il regista ci tiene a sottolineare, non è un film sul desiderio di successo: “Non mi piace affatto quando vedo dei film sulla musica e come coronamento di tutto c’è il successo. Per me questa è una grandissima cazzata. Io non ho mai fatto musica spinto dall’idea di fare successo, perché è qualcosa di molto effimero e non lo puoi prevedere in nessun modo. Ho cominciato perché mi piaceva suonare la chitarra, mi piaceva il blues. In questo film nessuno finisce coi titoloni di giornale. […] In realtà tutto resta com’è, ma quello che viene fuori è che non si vuole rinunciare a una passione. […] Non è un film incentrato su quello che devi avere dalla musica, ma su quello che puoi dare a te stesso e a chi hai vicino. […] Saper suonare uno strumento, saper scrivere, amare il momento in cui suoni è una cosa che appartiene a te. Il successo no. È una roba che gira nell’aria, una volta cade qui, una volta cade là. Se sei fortunato ce l’hai, ma non dev’essere quello [ che ti guida]. A me piace sperimentare. Non so che succederà, magari ho sbagliato, ma la vita mi ha portato a fare qualcosa di diverso”. 

Essendo il film ambientato nel mondo della musica, viene spontaneo chiedersi quanto ci sia di autobiografico in Morrison. Così risponde il regista: “L’obiettivo principale del film è raccontare aspetti legati alle persone. C’è questa atmosfera che gira intorno alla musica, con tutti i suoi colori, i suoi fumi, i suoi rischi e le sue grandi magie. Però le vicende sono di carattere più universale. Cose  che succedono a tutti: innamorarsi, cadere, rialzarsi, cercare confronti” Però ammette: “Io stesso sono stato Lodo nel furgone, col gruppo di amici e le cannette, con grandi aspettative e grandi sogni, che magari si infrangevano nella realtà. […] Però c’era la voglia di andare avanti, quella sana incoscienza di sognare cose strampalate. Poi gli anni sono passati, di musica ne ho fatta tanta […] Ho avuto momenti di grande successo, momenti di buio. Questo accade nella vita. […] Ovviamente, se sei  sotto i riflettori, il tuo momento no viene amplificato e reso pubblico, ma in realtà sono sentimenti che appartengono un po’ a tutti”. Fare questo film, prosegue, “Mi ha riportato indietro nel tempo. Ho avuto anche io i miei maestri: Lucio Dalla, Franco Califano, Pino Daniele, per la chitarra il grandissimo Roberto Ciotti. C’è un po’ di me anche dal punto di vista sentimentale. Anche io mi sono trovato a fare i conti con una ragazza che ti gestisce, poi magari te ne innamori, o anche cose che riguardano più la coppia adulta. Con Morrison, a differenza dell’horror, ho potuto raccontare cose della mia vita. Misurarsi con un film non di genere, dice, significa: “Andare a 360 gradi. Devi cambiare registro molto più spesso. In questo senso è più difficile. Ciò che mi ha aiutato è che faceva riferimento a un immaginario che ho trattato molto spesso nelle canzoni. Passare da cose più leggerre a pensieri più profondi, al romanticismo. Tutto materiale emotivo che ho frequentato molto nella musica e a cui ho attinto. La considero più un’altra canzone dei Tiromancino che un’esperienza cinematografica come le altre”.

La conferenza stampa di Morrison di Federico Zampaglione

Da musicista, poi, Zampaglione ha voluto che i suoi protagonisti imparassero a suonare e scrivere canzoni. Lorenzo Zurzolo, ad esempio, non aveva esperienza in campo musicale, racconta il regista: Aveva proprio la faccia giusta, ma non sapeva suonare, finchè non gli ho regalato una chitarra e gli ho detto: suonala, perchè gli strumenti sono come le persone, soffrono. Magari chi non suona non lo sa, ma io li sento, e si lamentano quando non li suoni”. Per il cantato, poi, “l’idea più ovvia sarebbe stata fargli fare il playback sulla voce di un cantante, ma per me che sono un musicista, una cosa del genere è quanto di più posticcio si possa fare. Dovevo trovare il modo di farlo esprimere. Alla fine ha scritto questo pezzoSotto sotto, che canta lui stesso nel film ndr –  dove non serve una grande voce, l’importante è raccontare ciò che hai dentro”.

Esperienza che per Lorenzo Zurzolo è stata particolarmente stimolante: “E’ stata un’esperienza unica. Suonavo il pianoforte da bambino, quindi sapevo leggere la musica. Quando Federico mi regalò una chitarra ancora non c’era il covid. Poi, durante la quarantena ho cominciato da autodidatta a provare a strimpellare qualche accordo. Una sera ho scritto questa canzone in maniera molto spontanea. Nella mia testa era una cosa mia, non per il film. Quando glie l’ho fatta sentire, gli è piaciuta molto e abbiamo modificato alcuni concetti troppo personali per  renderla più adatta a Lodo. Mi sono appassionato moltissimo alla chitarra. […] Continuerò  a suonare, perchè mi piace molto”.

Giovanni Calcagno, dal canto suo, non solo ha cantato il cavallo di battaglia di Libero Ferri Di sale e di fuoco, ma si è cimentato perfino con un assolo di chitarra. Racconta Zampaglione: “In realtà l’ho fatto io, ma lui doveva suonarlo in maniera credibile. Non aveva mai suonato. Gli ho mandato dei video di Mark Knopfler, di Eric Clapton, e anche un video mio per mostrargli come eseguire il pezzo. Ma ero preoccupato”. Alla fine, tutto è andato per il meglio. 

Calcagno descrive così il lavoro sul suo personaggio e rivela a chi si è ispirato: “Il film parla del sapore bruciante del fallimento. Cosa significa toccare il fondo. […] Ci sono degli stracci di fallimento che mi interessano in certe figure, di decadimento soprattutto. Lì si misura veramente che tipo di rapporto c’è tra l’uomo e il successo. Sicuramente Franco Califano è stato uno di questi personaggi. È un personaggio secondo me gigantesco da questo punto di vista, che insegna moltissimo. Anche Johnny Hallyday, è un personaggio al quale esteticamente ho cercato di ispirarmi”. E sull’esperienza come musicista aggiunge: “Ho iniziato a suonare il pianoforte quattro mesi fa. Credo che la colpa sia di Federico. 

I personaggi femminili di Morrison sono molto diversi tra loro.

Giglia Marra: “Luna è il personaggio più dolce della storia, molto innamorata di Ferri, in qualche modo cerca di spronarlo a suonare ma anche a uscire dal suo guscio. È un personaggio molto materno, pronto sempre ad aiutare gli altri”.

Carlotta Antonelli descrive invece così la sua Giulia:E’ un po’ più partoicolare. Penso sia molto bello vedere anche personaggi che non per forza devono avere un ruolo positivo […]. Questa ragazza giovane che ha il sogno di fare l’attrice non si approfitta dei personaggi che ha intorno, però ha questo sano egoismo che le permette di smuovere tante cose intorno a lei. Mi è piaciuto che rimanesse un personaggio abbastanza incoerente fino alla fine”.

Infine, Massimiliano Orfei di Vision Distribution è ottimista sul futuro delle sale e si augura che questo sia davvero l’inizio della tanto invocata ripartenza: “Questa settimana ci aspettiamo di vedere il primo slancio vero della ripartenza perchè riapriranno i circuiti commerciali. Non sappiamo ancora in che dimensioni”. Per questo non c’è ancora un numero definito di copie. Quel che è certo però, prosegue Orfei, è che “con Morrison diamo al mercato una carta che giudichiamo commerciale. Vogliamo rendere il film quanto più largo possibile come distribuzione, non a caso abbiamo aspettato questo momento. […] Sarà sicuramente l’offerta per il pubblico dei multiplex e cerchiamo di trovare la connessione con il pubblico dei ragazzi. 

Morrison di Federico Zampaglione è in sala dal 20 maggio, prodotto da Pegasus e distribuito da Vision Distribution. 

The Nevers: 5 motivi per guardare la serie di Joss Whedon

The Nevers: 5 motivi per guardare la serie di Joss Whedon

Tra le novità recenti di NOW e Sky, The Nevers di Joss Whedon ricopre un ruolo di tutto rispetto. Serie tv al femminile fantasy sembra riproporre una formula già nota e collaudata nella carriera del filmmaker statunitense che ha già riscosso parecchio successo. Ma perché guardare The Nevers? Di seguito abbiamo provato ad elencare dei motivi per convincere anche i più scettici a dare una possibilità a questa storia nuova che catapulta lo spettatore nell’affascinante scenario della Londra vittoriana. Prodotta da HBO e creata da Joss Whedon (che è stato allontanato alla fine della prima stagione), la serie è disponibile su NOW e anche on demand su Sky. Perché guardare The Nevers?

The Nevers è disponibile su NOWIscriviti a soli 3 euro per il primo mese e guarda tutte le serie e molto di più.

È stata creata da Joss Whedon

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Ci sembra un motivo più che valido. Nonostante la sua figura professionale sia stata in mezzo alla bufera, di recente, la carriera di Joss Whedon è stata costellata di successi. E non ci riferiamo solo ai recenti primi due capitoli dei Vendicatori per i Marvel Studios! Buffy, Angel, Dollhouse, Firefly e Agents of SHIELD sono solo alcuni dei nomi che dovrebbero risuonare nella testa dei fan seriali a sentir pronunciare il nome del regista e sceneggiatore.
Tutti i suoi prodotti televisivi hanno goduto di grande seguito e successo, e nel corso della sua carriera ha sempre consegnato al pubblico personaggi interessanti e figure femminili moderne ante litteram, molto prima che il movimento del MeToo desse una svecchiata ai modelli femminili al cinema e in tv. È pur vero che Whedon ha abbandonato la serie dopo i primi sei episodi, ovvero la prima stagione, lasciando il testimone a Philippa Goslett, ma la sua impronta è evidente.

Un cast strepitoso

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Protagonista della serie è Laura Donnelly, attrice nordirlandese che interpreta Amalia True. È lei la protagonista indiscussa della serie, dotata di un potere sovrannaturale a seguito dell’evento che, nell’agosto del 1896 ha dato origine a tante persone speciali con dei poteri. Lei è capace di vedere alcuni flash del futuro e gestisce l’orfanotrofio dei ‘toccati’, quelle persone, per lo più giovani donne e ragazze, che, proprio come lei, hanno ricevuto dei doni speciali. Alla stregua degli X-Men, che Whedon ben conosce, anche loro sono rifiutati ed ostacolati dalla società.

Ma la Donnelly non è sola. Ann Skelly interpreta la geniale inventrice Penance Adair, le cui invenzioni da sole valgono il tempo trascorso a vedere lo show, e con lei tanti volti più o meno noti: Olivia Williams, James Norton, Tom Riley, Pip Torrens, Ben Chaplin, Denis O’Hare, Amy Manson, Rochelle Neil, Zackary Momoh, Eleanor Tomlinson, Elizabeth Berrington, Nick Frost, Anna Devlin, Kiran Sonia Sawar, Viola Prettejohn, Ella Smith, Vinnie Heaven. Un cast perfetto per uno show originale e di grande intrattenimento.

Girl Power

The Nevers serie tv 2021

The Nevers è pieno di grandiose donne con superpoteri. Come accennato, Whedon non è nuovo al racconto di protagoniste super, Buffy Summers vi dice niente? E ora anche The Nevers mette in scena una serie di personaggi femminili non solo superdotati, ma anche accattivanti ed intriganti, dalla protagonista Amalia, alla mitica inventrice Miss Adair. Certo, non ci sono solo donne, e c’è spazio anche per qualche personaggio maschile interessante, ma è innegabile che il mondo di Whedon è donna.

Queste donne non sono solo dotate di poteri, ma sono anche sveglie, intelligenti e dotate di una grande capacità di fare squadra, caratteristica che da sempre si considera poco femminile. Eppure l’amicizia tra Amalia e Penance è una vera perla all’interno di tutta la narrazione. Se Amalia è colei che gestisce l’orfanotrofio, Penance è la sua bussola morale, ma anche una preziosa alleata e un genio delle invenzioni.

Una villain super

Amy Manson interpreta Maladie, una cattiva da far venire i brividi. Vista in Being Human, Once Upon A Time, The White Princess, Manson conferisce una ferocia e una fierezza particolari alla sua cattiva, e si sa che l’antagonista è sempre fondamentale per ogni eroe che si rispetti. Chiedetelo a Lex Luthor o a Joker! Ebbene anche Maladie è una dei ‘toccati’, ma il suo potere è a dir poco terrificante. La giovane donna infatti trae energia e potere dalle sofferenze altrui, che siano esse fisiche o emotive. A questa capacità raccapricciante, si aggiunge il fatto che non è esattamente quello che si definirebbe un personaggio equilibrato! Insomma, è proprio il tipo che dà ad Amalia, Penance e le altre del filo da torcere.

La messa in scena e i toni

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Ambientato nella Londra vittoriana, The Nevers è un tripudio di costumi d’epoca. Corsetti, trine, colletti, giacche, stivaletti, bastoni da passeggio, cilindri, gonne ampie, tight e vita alta, insomma tutto ciò che un appassionato di moda d’epoca può desiderare. A questa straordinaria cura per il dettaglio, che si riflette anche nella scenografia, va aggiunto il fatto che la serie presenta una fortissima componente mistery che sicuramente aiuta lo spettatore a entrare dentro la storia e ad essere catturato da primo momento. Che cosa è accaduto a Londra, e solo a Londra, nel 1896? Perché principalmente le donne hanno ricevuto questi doni? Cosa c’è nel passato di Amalia prima che si occupasse dell’orfanotrofio? Questo e molto altro in The Nevers, disponibile in streaming su NOW e on demand su Sky.

Shannara Chronicles: stagioni, episodi, trama, cast e streaming

Shannara Chronicles: stagioni, episodi, trama, cast e streaming

Shannara Chronicles è la serie tv fantasy del 2016 creata da Alfred Gough e Miles Millar e basata sulla trilogia de La spada di Shannara di romanzi fantasy di Terry Brooks.

Shannara Chronicles: dove vederla in streaming

La prima stagione di The Shannara Chronicles ha debuttato il 5 gennaio 2016. La seconda stagione nell’ottobre del 2017. The Shannara Chronicles in streaming è disponibili su NOW.

Shannara Chronicles: la trama e il cast

The Shannara Chronicles segue più o meno le trame esposte in Le Pietre Magiche di Shannara, ambientate nelle immaginarie Quattro Terre. All’inizio della serie, i demoni iniziano a tornare dopo essere stati banditi da questo mondo in un luogo noto come il Divieto, rinchiuso da un antico albero chiamato Ellcrys. La serie racconta il viaggio di Wil, Amberle ed Eretria che, con la guida dell’ultimo druido Allanon, devono intraprendere una missione per proteggere l’Ellcrys dalla morte e liberare tutti i demoni banditi nelle Quattro Terre.

Nel cast di Shannara Chronicles protagonisti sono Austin Butler nei panni di Wil Ohmsford, un mezzo umano / mezzo elfo che è l’ultimo della linea di sangue dell’antica famiglia Shannara. Poppy Drayton nei panni di Amberle Elessedil, la principessa elfica e la prima donna ad essere accettata come uno dei Prescelti. Ivana Baquero nei panni di Eretria , un’umana cresciuta dai Rovers, una banda di ladri. Manu Bennett nei panni di Allanon, un umano e l’ultimo druido che è stato vivo per più di 300 anni grazie all’uso di Druid Sleep. Aaron Jakubenko nei panni di Ander Elessedil, il figlio più giovane del re Eventine che ha la reputazione di essere irresponsabile. Marcus Vanco nei panni di Bandon, un ragazzo elfo con il dono di un veggente, il che significa che può vedere possibili futuri quando tocca qualcuno. Malese Jow nei panni di Mareth Ravenlock (stagione 2), una metà umana / metà elfa alla ricerca di Allanon perché crede di essere sua figlia.Vanessa Morgan nei panni di Lyria (stagione 2), un’umana che ha una relazione romantica con Eretria e che si rivela essere la principessa di Leah. Gentry White nei panni di Garet Jax (stagione 2), un cacciatore di taglie che cerca Lyria per sua madre la regina di Leah. Successivamente si unisce al gruppo di Wil per salvare le Quattro Terre.

Shannara Chronicles: le stagioni

La prima stagione di The Shannara Chronicles è stata presentata in anteprima su MTV negli Stati Uniti il ​​5 gennaio 2016 e consisteva in 10 episodi. La seconda stagione è stata presentata in anteprima l’11 ottobre 2017 e si è conclusa il 22 novembre 2017. Il 16 gennaio 2018 è stato annunciato che la serie era stata cancellata dopo due stagioni.

Shannara Chronicles – stagione 2

The Shannara Chronicles 2

Nella seconda stagione di Shannara Chronicles un anno dopo la guerra della Forbidding, la nuova vita di Wil viene interrotta da una misteriosa nuova figura. Eretria è riunita con qualcuno del suo passato. Nel frattempo, Allanon scopre una trama che potrebbe mandare le Quattro Terre nelle tenebre.

Shannara Chronicles – stagione 1

Nella prima stagione di Shannara Chronicles ambientata migliaia di anni dopo le Grandi Guerre che hanno portato alla distruzione della vecchia civiltà, la serie segue le avventure della principessa elfa Amberle Elessedil, nipote del re Eventine Elessedil, del giovane mezzelfo Wil Ohmsford nipote di Flick, figlio di Shea Ohmsford e discendente del primo re Shannara, e della nomade Eretria, “figlia” acquisita di Cephalo, un importante capoclan dei Nomadi;

i tre, inviati da Allanon, ultimo druido di Paranor, si imbarcano in un viaggio per salvare l’Eterea (antico albero nato dalla magia che ha la funzione di mantenere in vita il Divieto, regno creato anch’esso dalla magia dove ogni creatura malvagia è imprigionata) e proteggere le Quattro Terre dall’esercito demoniaco.

In Treatment: stagioni, trama, cast, episodi e streaming

In Treatment: stagioni, trama, cast, episodi e streaming

In Treatment è la serie tv drammatica prodotta e sviluppata da Rodrigo Garcia per HBO e basata sulle avventure di una psicoterapeuta e le sue sedute settimanali coi pazienti.

In Treatment: dove vederla in streaming

Tutte le stagioni di In Treatment in streaming sono disponibili su NOW.

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In Treatment: la trama e il cast

La serie, ambientata a Baltimora, racconta dello psicoterapeuta Dr. Paul Weston ha uno studio privato dove svolge sessioni con i suoi pazienti a casa sua. Comincia a mettere in discussione le proprie capacità e motivazioni, quindi cerca aiuto dalla sua ex mentore e terapista, la dottoressa Gina Toll, che non vede da dieci anni.

Nel cast di In Treatment protagonisti sono Gabriel Byrne interpreta Paul Weston , uno psicologo affascinante e implacabile, che sta cercando la propria esistenza pacifica, libera da dubbi e ambivalenze. Dianne Wiest interpreta la psicoterapeuta Gina Toll, l’ex mentore e supervisore clinico di Paul Weston.

In Treatment trama e cast

Le stagioni di In Treatment

La serie ha avuto ben tre stagioni per un totale di 105 episodi. Nel 2020 HBO ha annunciato la quarta stagione

In treatment – stagione 4

Nell’ottobre 2020, HBO ha confermato che la serie sarebbe tornata per una quarta stagione con Uzo Aduba nel ruolo principale. La stagione di 24 episodi sarà presentata in anteprima il 23 maggio 2021 e andrà in onda quattro episodi settimanali.

In Treatment – stagione 2

Paul, ora divorziato e piuttosto solo, si è trasferito a Brooklyn e usa il soggiorno del suo piccolo brownstone ristrutturato e ristrutturato per le visite dei pazienti. È servito con una causa per negligenza dal padre di Alex nel primo episodio, e si preoccupa delle conseguenze. Alex Sr. fa causa a Paul per negligenza , accusandolo di non aver impedito la morte di suo figlio Alex Jr., un ex paziente che ha interrotto volontariamente la terapia ed è stato ucciso in un incidente aereo che è stato un incidente o un suicidio. Alex, Sr. ei suoi avvocati sostengono che la responsabilità professionale di Paul era di contattare i militari e denunciare Alex, Jr. inidoneo al servizio. (dalla stagione 1). Alex Sr. in seguito incontra Paul e fa un’offerta pesante: se Paul scrive una lettera in cui si prende la colpa per la morte di Alex Jr., ritirerà la causa contro di lui, soddisfatto di aver confermato la sua convinzione che Paul sia al 100% colpevole.

In Treatment – stagione 3

In Treatment 3

La terza stagione è la prima serie non basata sulla serie originale israeliana “Be Tipul”, che è andata in onda solo per due stagioni. Il formato è simile, ogni settimana, una serie di pazienti visita lo psicoterapeuta Paul Weston in episodi di mezz’ora, mentre nell’ultimo, Paul visita la sua stessa terapeuta che è Adele Brouse piuttosto che Gina Toll che è apparsa nelle prime due stagioni. Inoltre, questa volta ci sono solo tre pazienti e le loro storie offrono una profondità simile a quella delle stagioni precedenti. Paul vive ancora a Cobble Hill a Brooklyn anche se ora ha una giovane fidanzata, Wendy. Il lunedì si incontra con Sunil, un vedovo trasportato a New York da Calcutta in seguito alla morte della moglie, per vivere con suo figlio, la moglie di suo figlio ei loro due figli piccoli. La paziente di martedì è Frances, un’attrice di successo che si autodefinisce che è tornata sul palco, ma ha difficoltà a ricordare le sue battute. Sta anche affrontando una sorella morente, un matrimonio fallito e una figlia adolescente sprezzante.

In Treatment – stagione 1

In Treatment stagione 1

La paziente in terapia Laura professa il suo amore per Paul, il che rende la loro relazione più complessa e difficile da controllare. I problemi personali di Laura includono l’essere sedotti da un uomo molto più anziano quando era un’adolescente. Inizia una relazione sessuale insoddisfacente con Alex, un altro dei pazienti di Paul. Paul riflette sui suoi sentimenti per lei e crede di essere innamorato di lei; tuttavia, le sessioni con Gina non riescono a risolvere il suo conflitto interiore sul suo desiderio e responsabilità professionale. A metà della stagione, Laura termina la sua terapia con Paul dopo che lui continua a rifiutare le sue avances. Paul e Laura si incontrano al funerale di Alex, e in seguito Paul decide di inseguire Laura con il rischio di distruggere il suo matrimonio, ma un attacco di panico gli impedisce di andare fino in fondo.

Fanno parte del cast della prima stagioni Melissa George nei panni di Laura Hill del lunerdì, Blair Underwood che interpreta Alex Prince del Martedì. Mia Wasikowska interpreta Sophie al mercoledì. Embeth Davidtz e Josh Charles nel ruolo di Amy e Jack del giovedì. Dianne Wiest nei panni di Gina Toll del venerdì e Michelle Forobes nei panni di Kate Weston e moglie di Paul.