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78 edizioni di cinema internazionale della Biennale Cinema al Lido di Venezia

Dal primo all’11 settembre 2021 al Lido di Venezia, nell’anno delle celebrazioni dei 1600 anni della fondazione della città, prende il via la 78 Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, organizzata dalla Biennale di Venezia e diretta da Alberto Barbera: la Mostra vuole favorire la conoscenza e la diffusione del cinema internazionale in tutte le sue forme di arte, di spettacolo e di industria, in uno spirito di libertà e di dialogo.

La prima Esposizione Internazionale d’Arte Cinematografica risale al 1932 nell’ambito della diciottesima Biennale di Venezia. Il festival, denominato “1ª Esposizione Internazionale d’Arte Cinematografica”, nacque da un’idea del presidente della Biennale di allora, il conte Giuseppe Volpi, dello scultore Antonio Maraini, segretario generale, e di Luciano De Feo, segretario generale de L’Unione Cinematografica Educativa (emanazione della Società delle Nazioni con sede a Roma), concorde sull’idea di svolgere la rassegna nella città lagunare e primo direttore-selezionatore.

L’edizione 1932 si svolse dal 6 al 21 agosto 1932 e fu la prima manifestazione internazionale di questo tipo: si svolse interamente sulla terrazza dell’Hotel Excelsior al Lido di Venezia e, anche se non era una rassegna competitiva, nel cartellone c’erano titoli che fecero la storia del cinema. Tra questi, vale la pena di ricordare Probito del grande regista statunitense Frank Capra, Grand Hotel di Edmund Goulding, Il Campione di King Vidor, il primo e inimitabile Frankestein di James Whale. Alla serate erano presenti gli attori protagonisti dei film che fecero arrivare al Lido oltre 25mila spettatori: si parla dei maggiori divi internazionali dell’epoca come Greta Garbo, Clark Gable, Fredric March, Loretta Young, John Barrymore, Joan Crawford, senza dimenticare l’idolo italiano Vittorio De Sica e il grande Boris Karloff, passato alla storia per il suo ruolo del mostro nel primo Frankestein. Il primo film della storia della Mostra, che venne proiettato la sera del 6 agosto 1932, fu Il dottor Jekyll (Dr. Jekyll and Mr. Hyde) di Rouben Mamoulian. Il primo film italiano, Gli uomini, che mascalzoni… di Camerini, venne presentato invece la sera dell’11 agosto 1932.

In mancanza di una giuria e dell’assegnazione di premi ufficiali, introdotti solamente più tardi, un referendum indetto dal comitato organizzatore, presieduto da Attilio Fontana dell’Ice (Istituto del Commercio Estero), svolto tra il pubblico accorso alla rassegna, decretò come miglior regista il sovietico Nikolaj Ekk per il film Il cammino verso la vita, mentre il film di René Clair A me la libertà venne eletto come il più divertente. Come migliore attrice fu premiata Helen Hayes, come miglior attore Fredric March; il film “più commovente” risultò essere la pellicola americana Il fallo di Madelon Claudet di Edgar Selwyn.

La seconda edizione si svolse due anni dopo, nel 1934, e fu la prima rassegna competitiva: i Paesi rappresentati erano 19 e i giornalisti accreditati più di 300. Dal 1935 la Mostra diventò annuale, segno evidente del successo internazionale della manifestazione. In quello stesso anno venne istituita la Coppa Mussolini per il miglior film straniero e italiano, ma non esisteva una vera giuria. Era la presidenza della Biennale che decretava i vincitori dei premi. Oltre alla Coppa Mussolini, vennero distribuite le Grandi Medaglie d’oro dell’Associazione nazionale fascista dello spettacolo, inoltre i premi per le migliori interpretazioni e giovani registi alla loro opera prima.

Con il crescere della notorietà e del prestigio della rassegna, crebbe anche il numero di opere e dei Paesi partecipanti in concorso. A partire da questa edizione, però, e fino al Dopoguerra, alla Mostra non parteciparono più i film sovietici, mentre il prestigioso premio per gli attori assunse la denominazione di Coppa Volpi, dal cognome del conte Giuseppe Volpi, padre della rassegna.

Di edizione in edizione, molte furono le innovazioni della Mostra: nel 1937 venne inaugurato il nuovo Palazzo del Cinema, opera dell’architetto Luigi Quagliata, costruito a tempo di record secondo i dettami del Modernismo, diffusosi all’epoca e mai più abbandonato nella storia della rassegna, tranne che tra il 1940 ed il 1948.

Gli anni Quaranta rappresentarono uno dei momenti più difficili della rassegna a causa delle guerre in corso: le edizioni del 1940, 1941 e 1942 si svolsero a Venezia, ma lontano dal Lido. Pochi furono i Paesi partecipanti. La mostra riprese a pieno regime nel 1946 a seguito della conclusione della guerra, ma le proiezioni si svolsero stavolta al cinema San Marco, a causa della requisizione del Palazzo del Cinema da parte degli Alleati.

L’edizione del 1946 per la prima volta si svolse nel mese di settembre, a seguito dell’accordo con il neonato Festival di Cannes, che proprio nella primavera del ‘46 aveva organizzato la sua prima rassegna. Nel 1947 la mostra si tenne al Palazzo Ducale, in una splendida e unica cornice, raggiungendo un record di novantamila presenze. Il 1947 vide anche ripristinata la Giuria internazionale per assegnare il Gran premio internazionale di Venezia.

La crescita della Mostra e la sua importanza sempre maggiore portò a un richiesta di maggiori spazi: tra il 2000 e il 2001 la direzione si concentrò su un forte rafforzamento delle infrastrutture, affiancando ai palazzi storici nuove ampie sedi, ristrutturate o create appositamente per il festival, migliorando i collegamenti tra le diverse zone e portando lo spazio totale a disposizione della rassegna ad oltre 11.000 metri quadrati.

Trieste Science+Fiction Festival, il bellissimo poster dell’edizione 2021

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Trieste Science+Fiction Festival, il più importante evento italiano dedicato ai mondi della fantascienza e delle meraviglie del possibile in programma dal 27 ottobre al 3 novembre 2021 nel capoluogo giuliano, svela il poster dell’edizione 2021: un disegno originale realizzato dal talento dell’illustrazione italiana Alessandro Pautasso, in arte Kaneda, che vanta importanti riconoscimenti e collaborazioni tra cui il New York Times, Disney, NBA, Warner Bros, Sony, Universal e Greenpeace.

L’immagine vuole rappresentare l’ingresso nel mondo del cinema di fantascienza con i viaggi nello spazio e le fantastiche incognite del futuro: uno sguardo colorato pieno di stupore che invita all’immaginazione e alla meraviglia. “Con quest’opera, ho desiderato interpretare la fantascienza attraverso l’immaginario sci-fi classico visto con gli occhi di un bambino” – spiega Kaneda – “Ecco dunque le astronavi, i viaggi spaziali e l’incontro con l’ignoto.”

Alessandro Kaneda Pautasso è un illustratore torinese con uno stile fortemente caratterizzato da energici colori al neon e da forme geometriche astratte. Nato nel 1982, dopo essersi innamorato di un libro di illustrazioni dei Beatles di Alan Aldridge, ha iniziato a disegnare quasi ogni giorno. Attratto dalle arti visive, decide di intraprendere una carriera nel campo della grafica pubblicitaria e dell’illustrazione e contemporaneamente si concentra sull’arte digitale. I lavori di Kaneda sono stati presentati su prestigiosi giornali e riviste internazionali come il New York Times, il Washington Post, il Los Angeles Times, il Seattle Times e Wired UK; ha curato illustrazioni per Adobe, NBA TV, Juventus FC, Adidas China, Sunglass Hut, Warner Bros Italy, Remy Martin, Futurebrand Paris, Lowe China, Sony Music Italy, Universal Records, Greenpeace; key-arts, copertine di cd e libri, tra cui Disney Books e la cover dell’album di Mika “Songbook vol. 1.”.

La 21° edizione del TS+FF è progettata per svolgersi con formula ibrida, in presenza a Trieste e on-line, con il ritorno del pubblico in presenza nelle sedi tradizionali del festival ma aperto anche alla partecipazione su web, dopo l’esperienza virtuale dell’anno scorso su MYmovies che ha portato a un sensibile allargamento del pubblico su scala nazionale.

“Un festival per il 21esimo secolo, disegnato secondo un modello “smart”,  – ha dichiarato Daniele Terzoli, presidente de La Cappella Underground – immaginato in funzione della nuova quotidianità e del mondo digitale, costruito su un’idea di sostenibilità e pensato per andare incontro alle esigenze di tutti gli spettatori.”

Il Trieste Science+Fiction Festival, con la conferma della partnership con MYmovies, si svolgerà infatti anche quest’anno in un’edizione ibrida, con modalità di partecipazione online e dal vivo in quattro diverse sale: la sala del Politeama Rossetti (con una platea da 960 posti), il  Teatro Miela e il Cinema Ariston di Trieste, e la sala virtuale di MYmovies, sito leader in Italia nell’informazione cinematografica.

Fondato a Trieste nell’anno 2000, Trieste Science+Fiction Festival ha raccolto l’eredità dello storico Festival Internazionale del Film di Fantascienza di Trieste svoltosi dal 1963 al 1982, la prima manifestazione dedicata al cinema di genere in Italia e tra le primissime in Europa, divenendo il più importante evento italiano dedicato ai mondi della fantascienza e del fantastico. Cinema, televisione, new media, letteratura, fumetti, musica, arti visive e performative compongono l’esplorazione delle meraviglie del possibile.

Tra i grandi ospiti internazionali presenti al Trieste Science+Fiction Festival dal 2000 a oggi si ricordano i nomi di Neil Gaiman, Pupi Avati, Dario Argento, Jimmy Sangster, John Landis, Lamberto Bava, Terry Gilliam, Enki Bilal, Joe Dante, Jean “Moebius” Giraud, Ray Harryhausen, Christopher Lee, Roger Corman, George Romero, Alfredo Castelli, Gabriele Salvatores, Alejandro Jodorowsky, Bruce Sterling, Rutger Hauer, Sergio Martino, Douglas Trumbull, Phil Tippett e Brian Yuzna.

Trieste Science+Fiction Festival è organizzato dal centro ricerche e sperimentazioni cinematografiche e audiovisive La Cappella Underground con la collaborazione e il sostegno di: MIC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, PromoTurismo FVG, Comune di Trieste, Università degli Studi di Trieste, Fondazione Benefica Kathleen Foreman Casali.

Trieste Science+Fiction Festival è membro ufficiale del board della Méliès International Festivals Federation, fa parte di AFIC – Associazione Festival Italiani di Cinema e partecipa ad EURASF, rete europea di festival con focus sul film scientifico.

Il Festival è riconosciuto dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia tra i progetti triennali di rilevanza regionale di interesse internazionale in campo cinematografico. La manifestazione si avvale del patrocinio dei principali enti scientifici del territorio: AREA Science Park, ICGEB, ICTP, INAF – Osservatorio Astronomico di Trieste, IS Immaginario Scientifico – Science Centre, OGS, SISSA.

La sede principale della manifestazione, grazie alla collaborazione del Comune di Trieste e del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, sarà il Politeama Rossetti. Il palazzo della Casa del Cinema di Trieste, sede delle maggiori associazioni di cultura cinematografica del territorio, è il quartier generale della manifestazione e con la collaborazione del Teatro Miela ospiterà le sezioni collaterali del festival, mentre altre iniziative e programmi speciali sono previsti nella sala d’essai del Cinema Ariston.

Figli del sole al cinema dal 2 settembre 2021

Figli del sole al cinema dal 2 settembre 2021

Figli del sole (Khorshid) di Majid Majidi, in arrivo nelle sale italiane dal 2 settembre 2021 grazie a Europictures. Il candidato al Premio Oscar Majid Majidi, già in nomination per “I ragazzi del paradiso”, torna dietro la macchina da presa per raccontare una nuova ed emozionante storia di bambini. Il film “Figli del sole” è stato presentato in concorso alla 77ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, dove il giovane protagonista Rouhollah Zamani è stato insignito del Premio Marcello Mastroianni 2020, ed è stato selezionato per rappresentare l’Iran nella categoria Miglior Film Internazionale agli Oscar 2021.

Al centro della trama di Figli del sole l’appassionante storia del dodicenne Ali e dei suoi tre amici che per trovare un antico tesoro dovranno… tornare a scuola! Tra lavoretti e piccoli furti, il gruppo di ragazzini cerca di sbarcare il lunario nelle periferie di Teheran. Con un colpo di scena quasi miracoloso, ad Ali viene affidato il compito di recuperare un tesoro nascosto sottoterra. Il ragazzo recluta così la sua banda, ma per ottenere l’accesso al tunnel i bambini dovranno iscriversi alla Sun School, un istituto di beneficenza volto a formare ragazzi di strada e bambini lavoratori,  situato in prossimità del tesoro nascosto. Un film acclamato dalla critica internazionale, che parla di amicizia e avventura, speranza e voglia di riscatto, affrontando tematiche di grande attualità.

“Sono sempre stato entusiasta del sorprendente mondo dei bambini” – spiega il regista Majid Majidi – “Come regista, sono autenticamente attratto dai giovani, sono la mia ispirazione: la loro passione, originalità, immaginazione e la libertà, che gli permette di imbarcarsi nelle loro avventure. (…) Non volevo fare una polemica seria sul lavoro minorile. Volevo fare un film divertente, energico, gioioso, pieno di avventura e coraggio, che mostrasse quanto siano capaci, pieni di risorse e resilienti questi bambini. Per affrontare temi cupi come il lavoro minorile, serve empatia e umorismo, per questo ho deciso di creare un’avventura pericolosa alla ricerca di un tesoro. La parola “tesoro” emoziona tutti e significa qualcosa di diverso per tutti, perché è una speranza inaspettata di trovare qualcosa di speciale, di magico.”

La trama

Il dodicenne Ali e i suoi tre amici lavorano sodo per sopravvivere e sostenere le proprie famiglie, tra lavoretti in garage e piccoli reati. Con un colpo di scena quasi miracoloso, ad Ali viene affidata la responsabilità di recuperare un tesoro nascosto sottoterra. Il giovane quindi recluta la sua banda, ma per ottenere l’accesso al tunnel i bambini dovranno prima iscriversi alla Sun School, un istituto di beneficenza volto a formare ragazzi di strada e bambini lavoratori, situato vicino al tesoro nascosto.

Qual è stato il tuo processo per il casting dei giovani, in particolare Rouhollah (Ali) e Shamila (Zahra)?

In tutti i miei film, il casting è la parte che richiede più tempo in fase di pre-produzione. È un processo difficile e complicato. Il processo di eliminazione è molto doloroso e straziante, richiede molto tatto ed empatia, specialmente con i bambini, per non infrangere i loro sogni. È una grande responsabilità. Nel corso di quattro mesi abbiamo fatto oltre 3.000 provini, prima di trovare i nostri attori. Alcuni sono veri bambini di strada, come Shamila (Zahra) e suo fratello Aboulfazl. Sono immigrati afghani sia sullo schermo, sia nella vita reale. Vivono con i genitori e, proprio come nel film, passano le giornate lavorando sulla strada o in metropolitana e frequentando una scuola per bambini lavoratori. Un anno fa ho visitato la loro scuola. Shamila era come una luce, sicura di sé, con un carisma naturale. Poi ho incontrato suo fratello minore e gli ho chiesto di discutere nella loro lingua. Erano così naturali e perfetti che gli abbiamo chiesto di venire al casting. La loro forza nella recitazione proviene proprio dal loro vissuto. Quanto a Rouhollah (Ali), anche lui non aveva mai recitato. Era puro, con un’energia grezza, determinato a dare più del previsto. Scegliere il personaggio principale era il compito più difficile. Ma Rouhollah ha superato tutti, perché aveva una tale intensità e un tale desiderio di ottenere il ruolo di protagonista… Proprio come il personaggio che interpreta, determinato a trovare il tesoro e salvare sua madre.

Note di regia

FIGLI DEL SOLE parla di bambini costretti a lavorare per sostenere le proprie famiglie. Ad oggi, sono 152 milioni i bambini in questa situazione. Le organizzazioni internazionali portano avanti una lotta disperata per sostenere questi giovani vittime di abusi, privati anche del loro diritto umano all’istruzione. Il messaggio di FIGLI DEL SOLE è che siamo tutti responsabili nei confronti di questi bambini, molti dei quali sono estremamente talentuosi e tutti preziosi. Semplicemente, non è tollerabile che il loro status sociale ed economico li consegni a un futuro di opportunità limitate e scarse prospettive. FIGLI DEL SOLE vuole dimostrare le capacità e l’umanità di questi bambini. I nostri giovani attori protagonisti erano tutti bambini lavoratori e si sono rivelati tutti performer sorprendenti ed estremamente intelligenti.

Spider-Man: No Way Home, la durata del film è stata finalmente svelata?

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Abbiamo aspettato quella che sembrava un’eternità per il primo trailer di Spider-Man: No Way Home, ma dire che vogliamo vederne e saperne di più a proposito del film sarebbe un mero eufemismo!

La speranza è che la campagna marketing entri nel vivo nei prossimi mesi, in attesa della data di uscita fissata per il 17 dicembre. Tuttavia, è molto probabile che a proposito del film non verrà rivelato più nulla nelle prossime settimane. Eppure, un piccolo aggiornamento a proposito dell’atteso blockbuster è stato diramato nelle ultime ore, anche se al momento manca una conferma ufficiale.

Sul sito web della catena di cinema britannica Cineworld (via CBM), viene specificato che Spider-Man: No Way Home durerà ben 150 minuti. È molto probabile, tuttavia, che questo sia solo un placeholder. Ad ogni modo, è importante sottolineare che il sito aveva già “anticipato” la durata di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli: in precedenza, infatti, il sito aveva segnalato che il film sarebbe durato 130 minuti; di fatto, la durata effettiva di Shang-Chi è di 132 minuti.

Se la durata di 150 minuti (o giù di lì) dovesse essere confermata da Sony Pictures, allora Spider-Man: No Way Home sarà ufficialmente il film dedicato all’iconico personaggio più lungo mai realizzato da Sony e Marvel. Non ci resta, dunque, che attendere una conferma ufficiale.

Le riprese di Spider-Man: No Way Home si sono svolte ad Atlanta. Nel film vedremo Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei tornare nei loro personaggi del francise. Inoltre, il film vedrà, trai suoi interpreti, anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che tornerà a vestire i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, e infine Alfred Molina, che sarà di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2.

Il film è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production. Il film arriverà nelle sale americane il 17 dicembre 2021.

Shang-Chi: 10 cose che solo i fan dei fumetti conoscono sull’eroe asiatico

Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli potrebbe cambiare drasticamente il MCU, dal momento che il film introdurrà quasi certamente nel franchise molti nuovi elementi provenienti direttamente dai fumetti originali. L’eroe asiatico occupa uno spazio unico nell’Universo Marvel ed ha profondi legami con molti altri importanti eroi e squadre dei fumetti.

È figlio di un villain

Shang-Chi è stato co-creato dallo scrittore Steve Englehart e dall’artista Jim Starlin (il co-creatore del grande cattivo Marvel Thanos) ed era, in realtà, una specie di spin-off di un franchise al di fuori della Marvel Comics. Shang-Chi è stato presentato, infatti, come il figlio del supercriminale Fu Manchu, che la Marvel ha preso in licenza dal romanziere Sax Rohmer.

Problemi di diritti hanno costretto la Marvel ad allontanarsi dal mito di Fu Manchu, e così il padre dell’eroe è stato successivamente ribattezzato Zheng Zu. Shang-Chi faceva parte dell’organizzazione criminale di suo padre, ma non conosceva proprio tutta la verità sui suoi intenti malvagi. Alla fine gli voltò le spalle e si impegnò a combatterlo, unendosi pe run po’ di tempo all’agenzia di spionaggio britannica MI-6.

Maestro delle arti marziali

Shang-Chi è cresciuto fin dalla nascita imparando le arti marziali. Suo padre e i suoi collaboratori lo hanno addestrato in una varietà di arti marziali e stili di armi, rendendolo uno dei migliori combattenti corpo a corpo al mondo.

Sebbene non abbia superpoteri, ha padroneggiato l’arte del Chi, che gli consente di superare i limiti umani in termini di abilità e resistenza. Le sue abilità sono state molto utili contro numerosi supercriminali Marvel e ha anche contribuito ad addestrare molti altri eroi Marvel nelle arti marziali.

Ha addestrato Spider-Man nelle arti marziali

In una storyline che avrebbe molto potenziale per il futuro del MCU, Shang-Chi ha addestrato Spider-Man nelle arti marziali. In “Amazing Spider-Man: Infested #1” del 2011, Spider-Man ha temporaneamente perso il suo Senso di ragno. Per rimediare, si allena con Shang-Chi per sviluppare un nuovo stile di combattimento che si basa, ovviamente, sui suoi superpoteri.

Ciò gli torna utile durante la trama di “Spider-Island”, in cui molte persone normali a New York iniziano a sviluppare i poteri tipici di Spidey. Quest’amicizia con Spider-Man, sotto molti aspetti improbabile, continua in realtà ancora oggi, con entrambi gli eroi che prestano servizio come Vendicatori. 

Deadly Hands of Kung Fu

Le prime avventure di Shang-Chi lo hanno portato in giro per il mondo. Si è scontrato per la prima volta con altri supereroi Marvel in grande stile in “Deadly Hands of Kung Fu #31” del 1976. Ha poi collaborato con altri importanti artisti marziali Marvel, come Iron Fist e White Tiger, per affrontare la malvagia Corporation.

La Corporation è un’azienda internazionale fortemente invischiata in attività illegali. È nota nei fumetti per essere gestito da un gruppo di cattivi, tra cui Curtis Jackson, uno dei vari Power Broker dei fumetti.

Marvel Knights

Shang-Chi ha fatto sporadiche apparizioni nei fumetti dopo che la questione “diritti” su molti dei personaggi a cui era stato associato, come Fu Manchu, si è notevolmente complicata. Le cose hanno cominciato a cambiare per Shang-Chi nei primi anni 2000.

Divenne un membro di spicco dei Marvel Knights, un gruppo guidato da Daredevil. Shang-Chi si unì a Daredevil, Vedova Nera e Dagger per catturare il Punitore, ricercato per aver infranto la legge. Lo stesso Punitore sarebbe poi entrato rapidamente a far parte della squadra, anche se per breve tempo.

Ero in vendita

Shang-Chi è stato associato a diverse squadre Marvel, tra cui gli Eroi in vendita. Questa iterazione della squadra è stata gestita dalle Figlie del Drago, Misty Knight e Colleen Wing. Shang-Chi si è unito a loro sulla scia del “Atto di Registrazione dei Superumani”, che nei fumetti ha dato il via alla conseguente trama di “Civil War”.

Questo periodo si concluse con una tragedia per Shang-Chi, poiché uccise il suo compagno di squadra, Humbug, dopo che Humbug cercò di sacrificare un’altra sua amica, Tarantula, all’alieno Brood che aveva invaso la Terra.

La Società delle Cinque Armi

Negli ultimi anni, Shang-Chi ha scoperto di più sul suo passato e sulla sua famiglia. Ha anche scoperto la verità dietro l’organizzazione criminale di suo padre, che in realtà era la Società delle Cinque Armi. Suo padre, Zheng Zu, aveva creato la società segreta molti secoli prima.

Il fratellastro e la sorellastra di Shang-Chi, Saber e Dagger, gli rivelano tutto, incluso il fatto che era destinato a prendere il controllo della società. Alla fine, Shang-Chi prende il suo posto come Comandante Supremo della Società.

Un membro degli Avengers

Shang-Chi è diventato uno dei membri più potenti dei Vendicatori all’indomani degli eventi del crossover “Avengers vs. X-Men” nel 2012. Iron Man lo ha cercato, intento a migliorare il potere della squadra, che si era rivelata non essere esattamente quello che ci si aspettava nella catastrofica lotta contro i mutanti.

Shang-Chi ha combattuto in molte battaglie critiche con i Vendicatori, incluso il combattimento al fianco di Wolverine contro il gigantesco drago su cui è stato costruito il paese immaginario Marvel di Madripoor.

I Protettori

Un altro importante team di supereroi Marvel di cui Shang-Chi ha fatto parte è I Protettori. Questa squadra era composta da supereroi asiatico-americani tra cui Hulk (Amadeus Cho), Silk, l’agente dello S.H.I.E.L.D. Jimmy Woo e Ms. Marvel, Kamala Khan.

La squadra è stata rapita, insieme a numerosi civili di New York City, e portata su un pianeta alieno chiamato Seknarf Seven. I Protettori dovettero combattere per la loro libertà contro la Guardia Imperiale, che cercava di usare i loro prigionieri umani come cibo.  

Ospite della Forza della Fenice

Nei fumetti sugli Avengers più recenti, Shang-Chi è diventato uno dei tanti ospiti dell’onnipotente Forza della Fenica, che torna sulla Terra alla ricerca di un nuovo ospite e procede a fare un’audizione a ciascuno dei Vendicatori, incluso Shang-Chi. Questa audizione ha preso la forma di un Duello di Dio.

Sebbene Shang-Chi fosse particolarmente adatto a vincere questo torneo, fu incoraggiato da Capitan America a “sconfiggerlo”, poiché Steve Rogers credeva che Shang-Chi possedesse le giuste qualità per essere l’ospite del potere cosmico. Tuttavia, la Forza della Fenice ha reso Shang-Chi più arrabbiato e spericolato, costringendo l’eroe a rifiutare di usarla.

The Suicide Squad è il cinecomic DC più visto su HBO Max

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The Suicide Squad è il cinecomic DC più visto su HBO Max

Sfortunatamente, la performance al box office di The Suicide Squad di James Gunn non è stata quella che la Warner Bros. si aspettava. Nonostante l’accoglienza estremamente positiva da parte della critica, il riavvio delle avventure della Task Force X sul grande schermo ha incassato lo scorso fine settimana soltanto 4,6 milioni di dollari, facendo salire gli incassi del film, a livello internazionale, a quota 101,8 milioni.

Soltanto in Nord America, il film è riuscito a portare a casa 52 milioni di dollari, cifra che ha fatto salire gli incassi globali a quota 154, 6 milioni. Si stima che, prima della fine della sua corsa nelle sale, il film arrivi ad una cifra che dovrebbe oscillare tra i 175 e i 200 milioni di dollari. Un risultato di certo deludente, considerando che il budget impiegato per il film è stato di circa 185 milioni.

Tuttavia, le cose per The Suicide Squad sono andate decisamente meglio su HBO Max. Secondo Samba TV, organizzazione che si occupa di raccogliere e analizzare i dati relativi alle visualizzazioni, il film di James Gunn è stato visto da 4,7 milioni di utenti statunitensi durante i primi tre weekend a seguito dell’uscita, superando Wonder Woman 1984 (3,9 milioni) e Zack Snyder’s Justice League (3,2 milioni), diventando così il cinecomic DC più visto sulla piattaforma di streaming.

Tuttavia, il film non è riuscito a raggiungere le cifre di altri titoli della Warner Bros. usciti in contemporanea sia nelle sale che su HBO Max, come Mortal Kombat (5,5 milioni) e Godzilla vs. Kong (5,1 milioni). Ricordiamo che The Suicide Squad è stato reso disponibile per tutti gli abbonati alla piattaforma di streaming senza costi aggiuntivi.

Il cast ufficiale di The Suicide Squad comprende i veterani Margot Robbie (Harley Quinn), Viola Davis (Amanda Waller), Joel Kinnaman (Rick Flag) e Jai Courtney (Captain Boomerang), insieme alle new entry Idris ElbaMichael RookerNathan FillionTaika WaititiJohn CenaPeter Capaldi, Sean Gunn, David Dastmalchian Storm Reid. Nel film reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio, Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.

“Benvenuti all’inferno, ossia a Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità negli Stati Uniti d’America. Qui sono confinati i peggiori supercriminali, disposti a tutto pur di evadere, anche unirsi all’oscura e super segreta missione della Task Force X. L’incarico del giorno? Metti insieme una serie di truffatori (tra cui Bloodsport, Peacemaker, Captain Boomerang, Ratcatcher 2, Savant, King Shark, Blackguard, Javelin e la psicopatica preferita di tutti, Harley Quinn). Armali pesantemente e abbandonali sulla remota isola di Corto Maltese infusa dal nemico. Mettili alla prova grazie ad una giungla brulicante di avversari militanti e forze di guerriglia ad ogni angolo. La squadra è impegnata in una ‘search and destroy’ guidata dal colonnello Rick Flag, mentre i tecnici del governo di Amanda Waller seguono ogni loro movimento grazie a dei sistemi impiantati nelle loro orecchie. Come sempre… una sola mossa falsa e chiunque può morire (per mano degli avversari, di un compagno di squadra o della stessa Waller).”

Shang-Chi: Simu Liu ricorda la telefonata di Kevin Feige che gli ha cambiato la vita

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Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli sarà il primo cinecomic dei Marvel Studios con al centro della storia un eroe asiatico. Ad interpretare l’eponimo protagonista sarà Simu Liu, attore cinese noto agli appassionati di serie tv per Kim’s Convenience, ma di fatto sconosciuto al grande pubblico.

In una recente intervista con The Hollywood Reporter, Liu ha raccontato del momento esatto in cui ha ricevuto la telefonata da parte di Kevin Feige che lo informava che era stato scelto per il ruolo di Shang-Chi nell’omonimo film. “Ricordo quella telefonata come se fosse ieri”, ha spiegato l’attore. “Era il 16 luglio 2019. Erano le 18:30 circa. Mi ero appena svegliato, avevo fatto un pisolino. Ero in mutante e stavo mangiando dei cracker ai gamberetti. Anche il mio cane stava riposando e all’improvviso ricevo questa chiamata da un numero sconosciuto di Burbank, in California. Dall’altra parte, la voce squillante di Kevin Feige che mi diceva che la mia vita sarebbe cambiata per sempre. È stato un momento parecchio memorabile.”

Liu ha anche ironizzato sulla speranza di essere stato scelto per il suo talento di attore e non per un tweet che aveva condiviso nel 2018. Prima del suo casting, infatti, l’attore aveva scritto alla Marvel su Twitter, dicendo che voleva interpretare Shang-Chi nel MCU. Naturalmente, Liu non avrebbe mai potuto immaginare che circa sette mesi dopo da quel tweet il suo sogno si sarebbe realizzato. Ovviamente, quel tweet è riemerso dopo l’annuncio del suo casting e ora Liu ha spiegato a THR come il tutto sia stato una coincidenza assolutamente divertente.

“Non riesco a immaginare che Kevin Feige controlli costantemente chi gestisse l’account Twitter dei Marvel Studios. Quindi spero di non essere stato scelto per il tweet”, ha detto l’attore. “Spero di essere stato scelto per la mia capacità di recitazione o per qualsiasi altro motivo.”

L’uscita nelle sale di Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli è fissata al 3 settembre 2021. Destin Daniel Cretton, acclamato regista di Short Term 12The Glass Castle e Il Diritto di Opporsi con Michael B. JordanJamie Foxx e Brie Larson, è stato scelto per dirigere il film, che vanta la sceneggiatura di Dave Callaham (The Expendables, Godzilla, Wonder Woman 1984).

Vi ricordiamo che nei panni del protagonista ci sarà l’attore canadese Simu Liu, visto di recente nella commedia di Netflix Kim’s Convenience. Insieme a lui, nel cast, figureranno anche Tony Leung nei panni del Mandarino, e Awkwafina, che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo superpotere è l’ipnosi.

Eternals: Kumail Nanjiani spiega perché Kingo romperà gli stereotipi

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In una recente intervista con il Los Angeles Times, Kumail Nanjiani ha parlato del suo personaggio nell’attesissimo Eternals, il film Marvel diretto dalla regista premio Oscar Chloé Zhao che arriverà nelle sale a novembre.

Nel film l’attore pakistano interpreterà Kingo, un personaggio che a quanto pare si prepara a sovvertire numerosi stereotipi. Secondo Nanjiani, infatti, i film di Hollywood tendono a rappresentare i pakistani o come dei “nerd” o come dei “terroristi”. Al contrario, Kingo sarà un personaggio davvero “figo” e pieno di gioia secondo l’attore.

“Kingo è un Eterno, quindi esiste da migliaia di anni. Ha diversi super poteri ed è diventato una star del cinema di Bollywood”, ha spiegato Nanjiani. “Tutti gli Eterni hanno fatto parte della società umana in modi diversi, ma lui si è davvero immerso nella loro cultura, innamorandosi delle trappole della modernità. Adora essere ricco. Adora essere famoso. Adora essere un Eterno.”

“Lavoro in quest’ambiente da circa un decennio e conosco ormai quali sono le opportunità che vengono date agli attori pakistani. Ci trasformano in dei nerd. Volevo che Kingo fosse l’esatto opposto. Volevo che fosse un figo. Spesso le persone associano nerd alla parola ‘debole’, invece volevo che Kingo fosse l’esatto opposto, anche fisicamente. Oppure diventiamo terroristi, e io volevo che fosse il contrario. Volevo che fosse questo personaggio pieno di gioia”, ha aggiunto l’attore. “Lavorando con Chloé, abbiamo preso ogni singola cosa che non avevo avuto modo di fare e abbiamo creato un personaggio che è l’esatto opposto di come molta cultura pop americana vede le persone del Pakistan o del Medio Oriente.”

Eternals, il terzo film della Fase Quattro dell’Universo Cinematografico Marvel diretto dalla regista vincitrice dell’Academy Award Chloé Zhao, arriverà il 3 novembre nelle sale italiane. Il film targato Marvel Studios Eternals presenta un nuovo team di supereroi dell’Universo Cinematografico Marvel: l’epica storia, che abbraccia migliaia di anni, mostra un gruppo di eroi immortali costretti a uscire dall’ombra per unirsi contro il più antico nemico dell’umanità, The Deviants.

Il cast del film comprende Richard Madden, che interpreta l’onnipotente Ikaris; Gemma Chan, che interpreta Sersi, amante dell’umanità; Kumail Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che interpreta l’intelligente inventore Phastos; Salma Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite, eternamente giovane e al tempo stesso piena di saggezza; Don Lee, che interpreta il potente Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario Druig; e Angelina Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera Thena. Kit Harington interpreta Dane Whitman.

Spider-Man: la lezione che Kevin Feige ha imparato da Sam Raimi

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Spider-Man: la lezione che Kevin Feige ha imparato da Sam Raimi

La carriera di Kevin Feige alla Marvel è iniziata nel 2000, quando è stato assunto dallo studio per lavorare al primo capitolo della saga di X-Men ad opera della Fox in qualità di produttore associato. Impressionato dalla sua conoscenza dell’universo Marvel e dal successo del film, circa sette anni dopo l’allora amministratore delegato Avi Arad ha promosso Feige a direttore di produzione dei Marvel Studios. Il resto è storia.

In occasione dell’uscita del nuovo film del MCU, Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, Feige è stato intervistato da CinemaBlend. Mentre rifletteva sull’attesissimo Spider-Man: No Way Home, che riporterà sul grande schermo i cattivi della trilogia di Sam Raimi, Feige ha parlato di ciò che ha imparato durante la produzione della trilogia originale dedicato all’Uomo Ragno (in cui figura come produttore esecutivo) e ha definito il ritorno di Raimi per Doctor Strange in the Multiverse of Madness “un sogno che diventa realtà.”

“Sai, non mi sembra che le cose siano cambiate poi tanto”, ha spiegato Feige in merito all’evoluzione dei primi film tratti dai fumetti Marvel rispetto all’odierno MCU. “In quei primi film di Spider-Man diretti da Sam Raimi, ero lì a guardare e imparare da un gruppo di persone che stavano cercando di superare ogni aspettativa e di realizzare non solo i propri sogni d’infanzia, ma anche quelli di tutti i fan di questi personaggi. So che il panorama oggi è diverso, ma essendo coinvolto dall’inizio, posso dire che è praticamente quello che abbiamo fatto anche noi con ogni singolo film e serie tv. In questo senso, è esattamente come allora.”

Kevin Feige sulla rinnovata collaborazione con Sam Raimi dopo la trilogia di Spider-Man

“Da un punto di vista estremamente personale, tornare a lavorare con Sam, con cui ho lavorato durante i primissimi anni della mia carriera alla Marvel, è stato surreale ma al tempo stesso un sogno che diventa realtà”, ha aggiunto Feige a proposito del coinvolgimento di Sam Raimi nel sequel di Doctor Strange. “Mi sono reso conto, nel vederlo di nuovo all’opera, nel vedere di nuovo i suoi manierismi, di aver assorbito e imparato da lui più di quanto pensassi. Il fatto che sia di nuovo tornato alla regia e che ora sia in sala di montaggio a lavorare su un film di Doctor Strange è un sogno che si realizza ma anche la chiusura di un cerchio.”

The Flash: il direttore della fotografia anticipa una narrazione “complessa”

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Henry Braham, il direttore della fotografia di The Suicide Squad di James Gunn, è attualmente impegnato con la produzione di The Flash, l’atteso cinecomic di Andy Muschietti che vedrà il ritorno di Ezra Miller nei panni del Velocista Scarlatto.

In una recente intervista con Collider, Braham ha anticipato che il film non sarà il classico cinecomic, sottolineando che sarà un film dalla portata gigantesca e dalla storia estremamente complessa. “I lavori su The Flash procedono alla grande”, ha detto il direttore della fotografia. “È un film complesso, un fantastico concept da portare nelle generazioni che sono cresciute con questi tipi di fumetti. Anche se, non è propriamente un cinecomic. Non è basato sulla realtà, ma è molto più complesso dal punto di vista tecnico: penso che tutti i registi siano davvero entusiasti quando la complessità tecnica della narrazione non ostacola la realizzazione di un film di buona qualità.”

“Spero che non verrà mai visto unicamente come un film di supereroi”, ha aggiunto. “Spero che verrà accolto come un film e basta, perché è quello che è. Penso che queste cose debbano andare così. Bisogna realizzare grandi film che abbiano come protagonisti supereroi dietro cui si celano personaggi veritieri, con tutti i pregi e i difetti che sono alla base di ogni essere umano.”

Tutto quello che c’è da sapere su The Flash

Ricordiamo che The Flash arriverà al cinema il 4 novembre 2022. Il film sarà diretto da Andy Muschietti, regista di IT e IT – Capitolo Due. Ezra Miller tornerà a vestire i panni del Velocista Scarlatto dopo essere apparso in un cameo in Batman v Superman: Dawn of Justice e in Justice League.

Confermata anche la presenza di Michael Keaton e Ben Affleck, che torneranno entrambi a vestire i panni di Batman. Kiersey Clemons tornerà nei panni di Irish West dopo essere apparsa in Zack Snyder’s Justice League (il personaggio era stato tagliato dalla versione theatrical). Nel cast ci saranno anche l’attrice spagnola Maribel Verdú (Il labirinto del fauno), che interpreterà Nora Allen (la madre di Barry) e l’attrice statunitense Sasha Calle (Febbre d’amore) che interpreterà Supergirl.

Non ci sarà invece Billy Crudup, che aveva interpretato Henry Allen (il padre di Barry) in Justice League: l’attore verrà sostituito nella parte da Ron Livingston. Il film dovrebbe essere ispirato alla serie a fumetti “Flashpoint” del 2011, scritta da Geoff Johns e disegnata da Andy Kubert.

Titans 3: “Red Hood” Featurette

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Titans 3: “Red Hood” Featurette

La piattaforma HBO MAX ha diffuso la featurette  che presenta “Red Hood” in Titans 3 il nuovo personaggio in arrivo nell’annunciata terza stagione della serie Titans.

Titans 3

Titans 3 sarà la terza stagione della serie Titans prodotta dalla DC Entertainmet e  creata da Akiva Goldsman, Geoff Johns, e Greg Berlanti. Titans vede come produttori esecutivi Akiva Goldsman, Geoff Johns, Greg Berlanti e Sarah Schechter. 

In Titans 3 protagonisti sonon Brenton Thwaites nei panni di Richard “Dick” Grayson / Robin, Anna Diop come Koriand’r / Starfire, Teagan Croft nei panni di Rachel Roth / Raven e Ryan Potter nei panni di Garfield “Gar” Logan / Beast Boy.  Nei ruoli ricorrenti ci sono Alan Ritchson nei panni di Hank Hall / Hawk, Minka Kelly come Dawn Granger / Dove, Lindsey Gort nei panni di Amy Rohrbach e Bruno Bichir come Niles Caulder / Chief, Joshua Orpin nei panni di Superboy e Esai Morales come Slade Wilson aka Deathstroke.

Nella serie tv Dick Grayson emerge dall’ombra per diventare il leader di una band senza paura di nuovi eroi, tra cui Starfire, Raven e molti altri. I fan possono aspettarsi che Titans sia una serie d’avventura a tinte drammatiche che esploreranno e celebreranno uno dei più famosi gruppi di fumetti di sempre. La prima stagione Titans ha debuttato nel 2018 sul nuovo servizio digitale per la DC Universe, gestito da Warner Bros. Digital Networks.

Shang-Chi: Simu Liu spera di unirsi agli Avengers

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Shang-Chi: Simu Liu spera di unirsi agli Avengers

Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli sembra destinato a diventare un successo al botteghino. Il film uscirà nelle sale italiane il 1 settembre e in quelle americane il 3, e ovviamente i fan non vedono l’ora di scoprire dove la storia condurrà il personaggio del titolo, dal momento che tutto nel MCU – come ben sappiamo – è collegato.

Coloro che hanno già avuto modo di vedere il film hanno anticipato che ci saranno diversi suggerimenti in merito al futuro dell’eroe nell’universo condiviso (probabilmente nelle ormai tradizionali scene post-credits), ma durante una recente intervista con The Hollywood Reporter è stata proprio la star del film, Simu Liu, a parlare del suo viaggio all’interno del MCU.

L’attore non ha potuto anticipare nulla in merito alla trama del film, ma ha quanto pare ha già le idee chiare su quale direzione dovrebbe intraprendere la storia di Shang-Chi. “Per quanto riguarda ciò che verrà dopo, so che quello che ho in mente è la stessa cosa a cui pensano anche tutti gli altri. Tutti speriamo che ci sia un nuovo film degli Avengers, in futuro”, ha detto l’attore. “Ovviamente, non ne so nulla, ma essendo un grande fan dell’intero franchise, so che quel film è considerato la punta di diamante. Tutta la frenesia dei media che circonda questi progetti può essere considerato una cosa a sé stante, quindi è certamente quello che spero”.

Quando la fonte ha poi insistito per ulteriori dettagli, Liu ha aggiunto: “Davvero, non ne so nulla. Assolutamente nulla. Penso che ora siano concentrati sul nostro film, sul farlo conoscere e apprezzare al mondo e sulla speranza che la gente vada al cinema. La speranza è davvero che il pubblico vada al cinema per godere dell’azione strabiliante e dell’incredibile storia che sono alla base di questo film.”

L’uscita nelle sale di Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli è fissata al 3 settembre 2021. Destin Daniel Cretton, acclamato regista di Short Term 12The Glass Castle e Il Diritto di Opporsi con Michael B. JordanJamie Foxx e Brie Larson, è stato scelto per dirigere il film, che vanta la sceneggiatura di Dave Callaham (The Expendables, Godzilla, Wonder Woman 1984).

Vi ricordiamo che nei panni del protagonista ci sarà l’attore canadese Simu Liu, visto di recente nella commedia di Netflix Kim’s Convenience. Insieme a lui, nel cast, figureranno anche Tony Leung nei panni del Mandarino, e Awkwafina, che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo superpotere è l’ipnosi.

The White Lotus: recensione della nuova serie Sky

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The White Lotus: recensione della nuova serie Sky

La prima cosa che viene in mente durante la visione di The White Lotus è una parafrasi di un celebre titolo almodovariano: ricchi bianchi sull’orlo di una crisi di nervi. E proseguendo con la visione (abbiamo visto i primi quattro episodi di sei in anteprima) l’impressione iniziale è confermata. The White Lotus, serie ideata e diretta interamente da Mike White (Enlightened), racconta la vita in un resort di lusso alle Hawaii, mentre al centro della vicenda ci sono da una parte gruppi assortiti di turisti, tutti bianchi e ricchissimi, e dall’altra i componenti dello staff alle prese con le loro richieste sempre più assurde, ma dopotutto “il cliente ha sempre ragione!”. 

The White Lotus, la trama

C’è una top manager – Connie Britton (Nashville, American Horror Story) – accompagnata da un marito di non altrettanto successo (Steve Zahn, The Good Lord Bird), dai loro figli adolescenti (Sydney Sweeney e Fred Echinger) e dalla migliore amica della figlia (Brittany O’Grady), la coppia in luna di miele (Alexandra Daddario e Jake Lacy), una donna in lutto per la morte della madre (Jennifer Coolidge), in cerca di un tanto agognato relax a cinque stelle in quello che è un vero e proprio paradiso terrestre – la serie è stata girata per intero sull’isola di Maui, nell’arcipelago hawaiano. I vacanzieri vengono accolti dal manager e dalla responsabile dei servizi della spa della struttura, che presto si troveranno a dover provvedere a qualunque capriccio dei loro ospiti, mentre si destreggeranno con i fattori di stress delle loro vite. Mentre dinamiche sempre più dark emergeranno di giorno in giorno, la miniserie rivelerà gradualmente le complesse verità di viaggiatori dalle vite solo in apparenza perfette, dei cerimoniosi dipendenti e dell’idilliaco luogo di vacanza.

Un gruppo che alla condivisione di ceto sociale (non viene detto chiaramente, ma potendosi permettere una vacanza in quel posto è implicito) contrappone una serie di prospettive e approcci diversi alla vita e alla società, tutti immersi in una contemporaneità che sembra ricalcare per la prima volta in maniera fedele gli ultimi anni e la rivoluzione sociale che è ancora in atto in tutto il mondo, tra movimento di Black Lives Matter, alla parità di genere sul posto di lavoro che ha fatto seguito al movimento Me Too, fino all’attenzione e all’inclusività nella società e sul posto di lavoro.

Ricchi bianchi sull’orlo di una crisi di nervi

The White LotusThe White Lotus riesce con grande naturalezza a fotografare uno spaccato di vita “altrove”, una vita in vacanza in cui si sospende la routine (chi ci riesce, almeno) e si prova a ritrovare se stessi. Scopriremo presto che per alcuni è più facile che per altri e che non tutti sono pronti ad affrontare i propri mostri.

Quello che però tiene incollati a The White Lotus, oltre alla sempre accattivante dinamica da soap opera, è una “promessa” che ci viene fatta nei primissimi minuti dell’episodio di apertura, l’attesa di qualcosa di terribile. Il meccanismo narrativo è semplice ed efficace: all’inizio della serie ci viene detto che accadrà qualcosa di brutto, e per tutto lo show (almeno per i primi quattro episodi) aspettiamo che quella “promessa” venga mantenuta. Nel corso di questa spasmodica attesa, i personaggi e le loro vite si srotolano davanti agli occhi dello spettatore, con uno stile che dietro all’apparente classicità nasconde una costruzione minuziosa della suspance, una tensione crescente che continua a salire da episodio a episodio e che è perfettamente rappresentata, dopo la metà della serie da un contrappunto musicale quasi straniante che si ripropone in ogni scena dal ritmo più sostenuto rispetto alla normalità della serie. Un tema musicale che è lo stesso dei titoli di testa e di coda e che con grande facilità detta il ritmo “scomodo” di una storia che dice molto di più di quanto non sembri.

A pochi giorni dall’uscita di Nine Perfect Strangers, The White Lotus ci fa ritornare in un posto lussuosissimo dove, in un modo o nell’altro, i fortunati ospiti si confrontano con le loro stesse paure, in cui si trovano faccia a faccia con se stessi, e in cui sono ignorati del fatto che qualcosa di terribile sta per abbattersi su di loro. Un’esperienza da fare tutta d’un fiato.

Sweet Girl: l’intervista al regista Brian Mendoza

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Sweet Girl: l’intervista al regista Brian Mendoza

Ecco la nostra intervista a Brian Mendoza, regista di Sweet Girl, il film con Jason Momoa disponibile su Netflix.

Sweet girl, film diretto da Brian Andrew Mendoza, racconta la storia di Ray Cooper (Jason Momoa), un uomo rimasto da poco vedovo, dopo che sua moglie (Adria Arjona) è morta di cancro. Intenzionato a vendicare la morte della donna, Ray accusa una compagnia farmaceutica, che produceva un farmaco potenzialmente salvavita, di averlo ritirato dal mercato, favorendo così l’aggravasi di sua moglie e la sua successiva dipartita.
La sua sete di giustizia e il suo desiderio di scoprire la verità sul perché il farmaco non sia più in commercio, lo portano a un incontro mortale con qualcuno che è pronto a farlo tacere per sempre, pur di portare a galla cosa si nasconde dietro quella scelta farmco-aziendale. È così che la missione di Ray non è più giustizia e vendetta, ma proteggere l’unico familiare che gli è rimasto, sua figlia.

 

Annette, recensione del film di Leos Carax

Annette, recensione del film di Leos Carax

Annette, ritorno sul grande schermo del regista Leos Carax, premiato a Cannes per la miglior regia, è uscito nelle sale internazionali il 7 Agosto 2021 ed è disponibile su Amazon Prime Video dal 20 Agosto 2021 (per le sale italiane, invece, l’uscita è prevista per Dicembre).

Annette e l’epopea del naufragio contemporaneo

“So may we start?”, “Possiamo, quindi, cominciare?”, chiede Leos Carax in persona ai protagonisti del suo nuovo film, Annette, che esce a distanza di nove anni dal mirabolante Holy Motors (2012). Il prologo di Annette si presenta come una dichiarazione di intenti da parte di chi tiene le redini dell’intera opera visiva e concettuale: non solo il regista, che sfoglierà man mano i capitoli della storia di Annette, ma anche il duo rock SPARKS, corpus musicale della pellicola, che ci avverte su come le tracce musicali andranno a permeare l’intera opera, dando voce a personaggi grotteschi e anomici, che devono necessariamente esprimersi attraverso un canale comunicativo a sé stante.

Henry Mc Henry (un Adam Driver totalizzante) è conosciuto come Ape of God, comico sornione e sovvertivo, innamoratosi dell’eterea e fiabesca cantante lirica Ann Defrasnoux (Marion Cotillard). L’unione tra i due artisti viene sancita dalla nascita della figlia Annette, figura cristologica ma immateriale, inconsistente e usurata dagli altri, resa visivamente come un burattino. Inizia così un’Odissea contemporanea, spogliata da qualsiasi fardello di mistificazione narrativo, in cui Ulisse è un eroe tramortito e depotenziato, Telemaco una figura scarnificata che tenta in tutti i modi di esistere, e Penelope un simbolo di maternità sfasciato.

Annette è un canto pessimista che si serve dei mezzi da sempre padroneggiati da Carax quali uno spettro visivo immaginifico e una sinestesia di voci e suoni che assurgono ad emblema metodico di un cinema irrazionale ma profondamente vero, emotivo e passionale. E’ caricatura visiva, simulacro di ciò che trova nel fuori controllo dell’assurdità narrativa il canale più puro per raccontare la storia di percezioni distorte della realtà. Annette si configura come un musical infernale (ma necessariamente purgatoriale) la cui unica chiave di interpretazione è l’immersione in un abisso di desideri irrecuperabili, condizioni psicologiche precarie e ostinazione di un stato dell’essere falsato e obsoleto.

La coppia formata da Henry ed Ann è una rielaborazione dolorosa delle figure di Adamo ed Eva, alla ricerca di un Eden illusorio e contaminato, che vive delle loro antinomie, di un disequilibrio relazionale assoluto, in cui poco importa se si distrugge il pubblico attraverso la commedia, o lo si salva tramite l’opera: il risultato è comunque lo sprofondare in un abisso vorticoso, provocatorio e disarmante.

E’ chiaro che la poetica di Carax verta sul consegnare allo spettatore un elaborato film-mondo, interiorizzato e assieme dissacrato, la cui decodifica parte dagli elementi del profilmico, quali tonalità cromatiche ricorrenti e simbologiche, una direzione attoriale perfettamente delineata verso l’esorbitanza e la caricatura (Driver) e verso un fiabesco intonso e inafferrabile (Cotillard). La cornice da musical anticonvenzionale mette in luce non solo il talento di Ann e lo sberleffo comico di Henry, ma anche la drammaturgia sinfonica di una piccola anima calpestata, la cui voce fanciullesca non è indirizzata all’essere speciale per i genitori, nella simbologia della prima parola pronunciata da un neonato, quanto piuttosto è condannata ad essere voce per gli altri.

Ad interpretare la funzione di cantastorie è in Annette un Simon Helberg fenomenale, nei panni di un direttore d’orchestra, un Conductor senza nome, tra la mischia di nomi propri estremamente profanati. E’ lui a stabilire l’andamento melodico della narrazione, che tenta di “ripulire” a sprazzi, con un accenno di purezza dei sentimenti da lui provati. I personaggi di Annette tentano di sopravvivere all’autore, di coglierlo in fallo ed ergersi a immanenza storica, eppure Carax agisce come forza provvidenziale, che risistema i suoi “burattini” all’interno di uno schema prestabilito, in cui i rapporti di forza si sovvertono, per dar spazio a una marea emotiva irrefrenabile.

Annette Leos Carax

Annette: il fascino distruttivo del prodigio profanato

Lo stand-up comedian Henry è rappresentazione di un machismo sovrabbondante, tronfio di supponenza mitopoietica, i cui accordi disarmonici cozzano con la sensibilità sofisticata di Ann, che muore sul palcoscenico come un’Ofelia disarmata, sperduta tra foreste che rimarcano continuamente la condizione di equilibrio precario e soffocato che la soggioga

L’impianto teatrale di Annette è continuamente potenziato da inquadrature concepite come tableaux vivants, tracce di un saliscendi introspettivo che va a naufragare necessariamente in brani musicali prorompenti, esasperati canti che sfidano il confine tra realtà e finzione, andando a recuperare una dimensione favolistica inquietante, i cui richiami visivi sono evidenti nella fotografia.

Opera lirica dissacrata, spazio comico perturbato, Annette abita dimensioni variegate, che non possono essere ricondotte a un ordine prestabilito senza entrare pienamente in contatto con la poetica di Carax: divisiva, senza ombra di dubbio, ma qui al pieno delle sue potenzialità. La visionarietà magnetica del suo estro creativo trova piena conformazione se confrontatasi con una realtà menzognera e subdola, in cui il pastiche e la caricatura plasmano l’essere umano, incapace di evadere perfino nella dimensione artistica e a cui non resta che abitare l’abisso: voragine relazionale, sociale, induttiva e collaterale.

Annette è maschera aberrante della tossicità inattesa ma costituiva, dello spogliamento di valore dei simboli e delle immagini, dell’invidia connaturata a ciò che non siamo e che abbiamo perso. I personaggi di Annette sono spiriti fallaci traghettati da una provvidenza castigatrice, che ambisce a riportare ordine dove la forza umana non può più agire, prigionieri irascibili dell’immagine cinematografica.

Kaley Cuoco, i suoi migliori momenti comici che l’hanno prepara-ta a L’assistente di volo – The Flight Attendant

Se un attore è in grado di far ridere, allora saprà anche mettere in scena tutte le altre emozioni, perché riuscire a fare breccia nel cuore degli spettatori e strappargli una risata è davvero un’arte complicata. Alla luce di questa verità non sorprende affatto che la reginetta della sit-com americana, Kaley Cuoco, abbia finalmente raggiunto l’interesse di Golden Globes e Emmy grazie al suo ruolo ne L’assistente di volo – The Flight Attendant. L’attrice, nota per il ruolo di Penny in The Big Bang Theory, ha seguito una vera e propria palestra fattoriale, per dodici anni, dieci stagioni dello show, al fianco di colleghi preparatissimi, trovandosi spes-so a recitare davanti ad un pubblico live, e affinando così tanto le sue doti che, arrivata la parte complessa e drammatica di Cassandra Bowen nello show HBO Max, tutto quello che ha dovuto fare è stato indossare il completo da assisten-te di volo e imbarcarsi per questa avventura che l’ha resa protagonista della stagione televisiva di quest’anno. E mentre possiamo vedere tutta la serie su su Sky e in streaming su NOW, ecco di seguito i momenti più divertenti che Kaley Cuoco ha messo in scena nei panni di Penny!

L’assistente di volo – The Flight Attendant è disponibile su NOW e anche on demand su Sky. Iscriviti a soli 3 euro per il primo mese e guarda il film e molto altro.

Penny canta ‘Soffice Kitty’ a Sheldon

Nell’episodio della prima stagione “The Pancake Batter Anomaly”, Sheldon si becca un brutto raffreddore e impara rapidamente quanta poca pazienza possono avere i suoi amici per lui. Tutti tranne Penny, che da subito, oltre a essere il principale turbamento di Leonard, è anche una figura materna / amica per tutti gli altri e in particolare per Sheldon. Incaricata di prendersi cura del vicino, Penny porta Sheldon a casa e lo mette a letto, poi si ritrova con una richiesta insolita. Il malaticcio Sheldon chiede a Penny di cantagli “Soffice Kitty”, la sua ninna nanna preferita, il suo conforto quando è malato. Penny è chiaramente perplessa, ma presto obbedisce amorevolmente, dimostrando che è una delle uniche persone disposte a gestire l’insopportabile genio.

“Your Ken Can Kiss My Barbie.”

Come si capisce da subito, nonostante il centro romantico della serie siano Penny e Leonard, la vera coppia vincente è formata da Penny e Sheldon. Una delle poche discussioni che i due hanno si svolge nella lavanderia dello stabile in cui vivono, con un gioco di parole di Penny che, pur non essendo completamente ortodosso, è assolutamente geniale e Kaley Cuoco consegna la battuta con dei tempi comici perfetti. Sheldon e Penny attraversano un lungo periodo di antagonismo, ma c’è un episodio in particolare che li mette l’uno contro l’altro sul serio: un episodio della seconda stagione, “The Panty Pinata Polarization.” Dopo che Penny riceve la terza ammonizione da parte di Sheldon, è bannata dal mettere piede nel suo appartamento. Quello che segue è una guerra di volontà tra i due, inclusi scherzi strategici come Penny che occupa tutte le lavatrici dello stabile di sabato sera, la sera che il metodico Sheldon dedica al bucato, dopo che Sheldon le ha steso il bucato sui fili del telefono, per strada. Tutto questo colpire e controbattere è esilarante e si conclude con questo scambio:

Sheldon: Woman, you are playing with forces beyond your ken.

Penny: Yeah? Well, your Ken can kiss my Barbie.

Naturalmente in italiano lo scambio perde efficacia, ma quel “Ken can kiss my Barbie” è decisamente un tocco da maestro per la nostra adorata Penny!

Sheldon abbraccia Penny per la prima volta

Per quanto possa essere difficile da credere, dato l’arco narrativo che percorre Sheldon durante le undici stagioni dello show,  c’è stato un tempo in cui anche toccare un’altra persona era impensabile per lui. Ma la vicinanza di Penny ha contribuito in maniera decisiva a fargli aprire cuore e braccia… C’è un momento in cui Sheldon cede ad un abbraccio per la prima volta, ed è l’episodio di Natale della seconda stagione, “The Bath Item Gift Hypothesis”. Per Natale, Penny sorprende Sheldon con un tovagliolo autografato dal leggendario attore Leonard Nimoy, il signor Spock in persona. Sheldon, assolutamente fuori di sé dalla gioia e dalla gratitudine, fa qualcosa che non ha mai fatto prima: abbraccia Penny, sconvolgendo per primo se stesso, in quello che Leonard descrive giustamente come “un miracolo dei Saturnali”.

Dove sono le tue paperelle adesive, Penny?

Con Leonard lontano, Sheldon e Penny avevano in programma di passare una notte tranquilla nei loro rispettivi appartamenti. Ma quando Sheldon sente Penny gridare aiuto, passa alla modalità supereroe e salva la situazione. Entra nell’appartamento della ragazza (dopo aver bussato tre volte) e trova Penny avvolta nella tenda della doccia dopo essere scivolata. Si è lussata la spalla e ha bisogno di aiuto per raggiungere l’ospedale. La prima cosa che però pensa di fare Sheldon non è aiutarla ma chiederle dove sono le sue “paperelle adesive antiscivolo”, cosa che le avrebbe impedito di scivolare, appunto. La sequenza diventa sempre più divertente dalla scena della “vestizione” all’avventura in ospedale, fino a quando, Penny, alterata dagli antidolorifici, torna a casa con un esausto Sheldon.

L’ossessione per i Giochi di Ruolo

Quando Penny ha imparato a giocare a Age of Conan, si accorge che il gioco di ruolo è più divertente di quanto si aspettasse. Con l’aiuto di Sheldon, migliora rapidamente e questa passione impressiona Sheldon, ma gli altri si rendono conto che la ragazza comincia a sviluppare una dipendenza, un’ossessione. Dopo aver svegliato Sheldon nel cuore della notte per chiedergli aiuto in una situazione di gioco difficile e aver perso il lavoro solo per rimanere a giocare, Penny è diventata un vero e proprio mostro. Non si lava più, resta in pigiama, non va al lavoro e passa ogni singolo momento di veglia a giocare. E proprio quando sembra che nulla la possa distrarre dal gioco, Penny si rende conto che è andata fuori di testa quando accetta di uscire, nel gioco, con il personaggio giocato da Howard. L’idea di uscire, anche solo virtualmente, con Howard è stata un deterrente sufficiente! Ovviamente questo momento è accompagnato dalle impagabili espressioni comiche di Kaley Cuoco, che ha poi messo al servizio della sua Cassandra in L’assistente di volo – The Flight Attendant, disponibile su su Sky e in streaming su NOW.

I Luminari – Il destino nelle stelle: tutto ciò che c’è da sapere sulla serie con Eva Green

Nel panorama televisivo contemporaneo, saturo di storie e show che si moltiplicano anche grazie al proliferare delle piattaforme, è difficile trovare una serie tv che lascia il segno, difficile ma non impossibile se pensiamo al “caso” de I Luminari – Il destino nelle stelle (The Luminaries).

La nuova serie, basata sul romanzo di Eleanor Catton, vincitrice del Man Booker Prize 2013, è una vera e propria sorpresa, con la sua messa in scena curata, i suoi protagonisti incredibili e la storia avvincente. Nessun elemento dello show è particolarmente originale, me tutti insieme creano un prodotto notevole che sicuramente cattura l’attenzione. Disponibile dal 7 luglio su Sky e in streaming su NOW, la serie si impreziosisce con la presenza di Eva Green, in un ruolo misterioso e accattivante, ma la storia in sei puntate racchiude molti segreti e curiosità. Ecco cosa c’è da sapere su I Luminari – Il destino nelle stelle (The Luminaries).

I Luminari – Il destino nelle stelle è disponibile su NOW e anche on demand su Sky. Iscriviti a soli 3 euro per il primo mese e guarda il film e molto altro.

La trama di I Luminari – Il destino nelle stelle (The Luminaries)

La trama di I Luminari - Il destino nelle stelle (The Luminaries)

Il primo elemento che cattura l’interesse di un possibile spettatore è la trama, e The Luminaries – I Luminari gioca sicuramente una mano vincente da questo punto di vista, dato che la storia è ambientata in Nuova Zelanda, durante la corsa all’oro del 19° secolo, e pur avendo una protagonista principale, si tratta di un affresco corale di quel periodo. Ecco la trama ufficiale: “The Luminaries racconta una storia epica di amore, omicidio e vendetta, di uomini e donne che attraversano il mondo per fare fortuna. È una storia di avventura e mistero ambientata XIX secolo sulla costa occidentale selvaggia dell’isola meridionale della Nuova Zelanda negli anni del boom della corsa all’oro del 1860. La storia segue la giovane avventuriera ribelle Anna Wetherell, che è salpata dalla Gran Bretagna alla Nuova Zelanda per iniziare una nuova vita. Lì farà la conoscenza del brillante Emery Staines in un incontro che innesca una strana magia che nessuno dei due sa spiegare. Mentre si innamorano, spinti insieme e separati da una fatale coincidenza, questi amanti sfortunati iniziano a chiedersi: siamo noi a influenzare il nostro destino o è il nostro destino che influenza noi?”

Il cast della serie tv

Il cast di I Luminari - Il destino nelle stelle (The Luminaries)

Ma cosa sarebbe una buona storia senza dei volti adeguati a interpretare i personaggi? Ecco che The Luminaries – I Luminari fornisce una serie di ritratti e di caratteri davvero memorabili, grazie soprattutto ai carismatici interpreti coinvolti. Eve Hewson che abbiamo visto in Il Ponte delle Spie,  interpreta Anna Wetherell, una donna inquieta e coraggiosa, che vive a Hokitika, con lei c’è Himesh Patel (EastEnders), che interpreta Emery Staines, un uomo buono che si trova coinvolto in un’avventura impensata. Come abbiamo già detto prima, un ruolo importante è quello ricoperto da Eva Green, che veste i panni di Lydia Wells, spietata e calcolatrice padrona del bordello, parte che l’attrice cara a Tim Burton consegna con una naturalezza disarmante. Completano il cast Ewen Leslie nei panni di Crosbie Wells, l’attore neozelandese Marton Csokas nel ruolo di Francis Carver e anche Erik Thomson, Benedict Hardie, Yoson An e Richard Te Are.

Il lavoro di adattamento

Il lavoro di adattamento

Come abbiamo già detto all’inizio, I Luminari – Il destino nelle stelle (The Luminaries) è basato sul romanzo omonimo di Eleanor Catton, che ha seguito anche l’adattamento in forma di serie tv. Stando a quanto ha dichiarato Himesh Patel durante un’intervista sullo show, l’adattamento è stato fatto con grande libertà rispetto al materiale di partenza. “Ha fatto un lavoro davvero straordinario nel raccontare la sua storia da un punto di vista diverso rispetto al libro – ha spiegato Himesh – È stato davvero interessante leggere il suo romanzo e poi leggere cosa ne ha fatto Eleanor, e sono molto entusiasta di vedere come andrà a finire.”

Nell’adattare il suo romanzo, Catton ha dichiarato: “Mi sono divertita moltissimo ad adattare questo romanzo per la tv e mi sento incredibilmente fortunata di lavorare con persone così fantastiche, potendo utilizzare diverse forme d’arte. Scrivere un romanzo è un’attività solitaria, ma scrivere per lo schermo è decisamente un lavoro di collaborazione e vedere il mondo di The Luminaries ampliato e arricchito in modi che vanno ben oltre la mia immaginazione è stata un’esperienza che mi ha reso più umile, ma che è stata estremamente esaltante. Non potrei essere più felice che la brillante Claire McCarthy sia al timone, e non vedo l’ora di vedere questo cast incredibile dare vita alla storia.”

Dove è stato girato I Luminari – Il destino nelle stelle (The Luminaries)

I LUMINARI – IL DESTINO NELLE STELLE

La serie è ambientata in Nuova Zelanda, e proprio in quelle terre magnifiche e selvagge è stato girato. Sempre Himesh Patel ha raccontato: “Abbiamo trascorso cinque mesi in Nuova Zelanda per girare. Un paese così bello in così tanti modi, mi sono divertito davvero tantissimo.” La Nuova Zelanda, che si trova agli antipodi dell’Italia, è un paese che il cinema ha raccontato diverse volte, ma che ha trovato “la fama” mondiale grazie a Peter Jackson, che ha scelto la sua natura incontaminata per le riprese de Il Signore degli Anelli. Sicuramente qualche scenario della serie in onda su Sky ricorderà le lande della Terra di Mezzo.

Dove vedere I Luminari – Il destino nelle stelle (The Luminaries)

La serie, che nel mondo è già andata in onda su Starz e su BBC, è disponibile su Sky e in streaming su NOW.

I Luminari – Il destino nelle stelle è disponibile su NOW e anche on demand su Sky. Iscriviti a soli 3 euro per il primo mese e guarda il film e molto altro.

The Front Runner – Il vizio del potere: trama, cast e curiosità sul film

Il cinema si è sempre legato, in modo più o meno stretto, al racconto politico quale strumento per approfondire importanti cambiamente sociali e storici. Dai capolavori degli anni Settanta si è giunti, negli ultimi anni, a titoli come L’uomo dell’anno e Le idi di marzo, i quali hanno affrontato sotto punti di vista diversi la politica statunitense, trattandola tanto nei suoi punti di maggior pregio quanto in quelli più oscuri. Un altro brillante film di questo filone è The Front Runner – Il vizio del potere (qui la recensione), diretto nel 2018 da Jason Reitman (regista anche di Juno e Tra le nuvole), che si concentra sul raccontare uno scandalo degli anni Ottanta che sconvolse il mondo della politica.

La sceneggiatura, scrita da Reitman insieme a Matt Bai e Jay Carson, è l’adattamento del romanzo All the Truth is Out, scritto dallo stesso Bai nel 2014. All’interno di questo si ripercorre la vicenda del senatore Gary Hart, della sua ascesa e del suo declino. Il racconto si concentra così sull’abuso di potere, tanto per ottenere ciò che si desidera quanto per nascondere ciò che non si vuole divenga di dominio pubblico. Interpretato da un cast di celebri attori hollywoodiani, The Front Runner è poi stato presentato al Telluride Film Festival e al Toronto Internationational Film Festival, ottenendo buoni pareri di critica e pubblico.

Indicato come uno dei titoli più interessanti del suo anno, in particolare per le tematiche e le riflessioni che il film lascia emergere, The Front Runner ha dimostrato una volta di più come cinema e politica possano essere un binomio particolarmente vincente. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla vera storia dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

The Front Runner – Il vizio del potere: la trama del film

La storia del film segue l’ascesa e la caduta del senatore Gary Hart, capace di catturare l’immaginazione dei giovani votanti e considerato il favorito tra i democratici alle elezioni del 1988. La sua campagna passa però in secondo piano a causa della relazione extraconiugale che intrattiene con Donna Rice, una giovane e attraente modella. Quando la vita privata si mescola con quella politica, il senatore Hart si vede costretto a dover affrontare uno scandalo a sole tre settimane dalle elezioni. Diviso tra gli invasivi media e il dolore della moglie Lee, Hart dovrà prendere decisioni particolarmente difficili, che avranno un impatto durevole e profondo nella politica americana ma anche in quella mondiale.

The Front Runner - Il vizio del potere storia vera

The Front Runner – Il vizio del potere: il cast del film

Protagonista del film, con il ruolo del senatore Gary Hart, è l’attore Hugh Jackman, qui alle prese con una nuova intensa interpretazione che gli ha fatto guadagnare numerose lodi. Per prepararsi al ruolo, egli ebbe l’occasione di incontrare il vero Hart, il quale lo invitò addirittura a passare alcuni giorni a casa sua. Jackman poté così confrontarsi da vicino con il politico, studiandolo nei modo di fare e apprendendo da lui molti retroscena. L’attore, inoltre, ebbe modo di dormire nel letto di Hart, mentre questi si trovava in un’altra stanza. Nel ruolo di Lee Hart, la moglie del senatore, si ritrova l’attrice Vera Farmiga, oggi celebre per la trilogia di The Conjuring. Kaitlyn Dever è invece Andrea Hart, la figlia dei due.

Il premio Oscar J. K. Simmons interpreta invece Bill Dixon, amico di vecchia data di Hart e suo manager per la campagna elettorale. L’attrice Sara Paxton, nota per i film Sleepover e Ritorno ad Halloweentown, interpreta Donna Rice, la modella per cui Hart è finito nei guai. La vera Donna Rice ha poi pubblicamente lodato l’interpretazione dell’attrice, definendola sincera e priva di giudizio. Alfred Molina interpreta invece il giornalista Ben Bradlee, del Washington Post. Bradlee è stato poi protagonista nello stesso periodo anche del film The Post, dove è interpretato da Tom Hanks. Mamoudou Athie, invece, è A. J. Parker, giornalista del Washington Post, ma si tratta di un personaggio inventato per il film e non realmente esistito.

The Front Runner – Il vizio del potere: la vera storia dietro il film e il libro

Quella raccontata in The Front Runner è una storia svoltasi tra il 1987 e il 1988. In quell’anno Gary Hart, esponente del Partito Democratico e senatore del Colorado dal 1975 al 1987, si candidò per le primarie del suo partito al fine di partecipare alle presidenziali del 1988. In breve, però, emerge uno scandalo che lo porta a doversi ritirare dalla campagna elettorale. Nelle settimane precedenti al voto per le primarie, delle fonti anonime hanno infatti informato il giornale Miami Herald che Hart era impegnato in una relazione extraconiugale con una donna di nome Donna Rice. Il giornale fece dunque pedinare i due da investigatori privati, arrivando ad ottenere una serie di foto che sembravano incriminare la coppia.

Sia Hart che la Rice hanno più volte negato la loro presunta relazione sessuale, ma l’invasività dei media e i tanti articoli scritti da numerosi giornali, come il Washington Post, rovinarono definitivamente la sua reputazione e la sua campagna elettorale. Per gli Stati Uniti si trattò di una delle prime volte in cui la vita privata di un candidato politico veniva indagata e resa nota in quel modo, una pratica da allora divenuta piuttosto frequente. Il giornalista e scrittore Matt Bai nel 2003 si occupò di scrivere un breve profilo storico di Hart per il The New York Times. Egli si interessò molto alla vicenda, raccontandola poi nei minimi dettagli in All the Truth is Out, libro da cui è stato tratto il film di Reitman.

The Front Runner – Il vizio del potere: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. The Front Runner – Il vizio del potere è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili, Google Play, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 28 agosto alle ore 21:20 sul canale Rai 3.

Fonte: IMDb, Time

The White Lotus debutta in Italia, dal 30 Agosto su Sky e NOW

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The White Lotus debutta in Italia, dal 30 Agosto su Sky e NOW

Debutterà dal 30 agosto alle 21.15 in prima visione su Sky Atlantic e in streaming su NOW (doppio episodio a settimana) The White Lotus creata, scritta e diretta da Mike White (Enlightened), The White Lotus, che è stata appena rinnovata per una seconda stagione, è una tagliente satira sociale sulle vicende di vari membri dello staff e di alcuni clienti dell’esclusivo resort che dà il titolo alla serie, seguiti durante una tumultuosa settimana in paradiso che cambierà per sempre le loro vite.

Un affiatatissimo cast corale, ricco di volti noti del piccolo e del grande schermo e guidato da Murray Bartlett (Looking) nei panni del manager del lussureggiante The White Lotus, è fra i punti di forza di questa comedy in sei episodi “sull’orlo di una crisi di nervi”, a tinte decisamente black, che spinge molto sui lati più oscuri e nascosti dei suoi protagonisti e che non si lascia sfuggire alcuni momenti di intensa – e spesso esilarante – critica sociale e culturale, che assieme alle performance di tutti i protagonisti sono al centro di alcune delle più lusinghiere recensioni che la serie ha ricevuto: “la tragicommedia di Mike White è una delle migliori serie dell’anno” per il New Yorker, “la serie da vedere quest’estate” scrive il Time, “assolutamente meraviglioso” secondo Indiewire.

Al check-in della prestigiosa struttura una giovane coppia in luna di miele (Alexandra Daddario e Jake Lacy), una donna in lutto per la morte della madre (Jennifer Coolidge, La rivincita delle bionde, Una donna promettente, American Pie), una top manager –Connie Britton (Nashville, American Horror Story) – accompagnata da un marito di non altrettanto successo (Steve Zahn, The Good Lord Bird), dai loro figli adolescenti (Sydney Sweeney e Fred Echinger) e dalla migliore amica della figlia (Brittany O’Grady). In cerca di un tanto agognato relax a cinque stelle in quello che è un vero e proprio paradiso terrestre – la serie è stata girata per intero sull’isola di Maui, nell’arcipelago hawaiano – i vacanzieri vengono accolti dal resort manager e dalla responsabile dei servizi della spa della struttura, che presto si troveranno a dover provvedere a qualunque capriccio dei loro ospiti – non conta quanto irragionevole – mentre si destreggeranno con i fattori di stress delle loro vite. Mentre dinamiche sempre più dark emergeranno di giorno in giorno, la miniserie rivelerà gradualmente le complesse verità di viaggiatori dalle vite solo in apparenza perfette, dei cerimoniosi dipendenti e dell’idilliaco luogo di vacanza.

The White Lotus vede come produttori esecutivi lo stesso White insieme a David Bernad (Enlightened) e Nick Hall (We Are Who We Are). Mark Kamine è co-produttore esecutivo.

Chicago Fire 10×01: foto dall’episodio

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Chicago Fire 10×01: foto dall’episodio

Il network americano NBC ha diffuso le foto promozionale di Chicago Fire 10×01, il primo episodio della decima stagione di Chicago Fire.

Chicago Fire 10×01 che si intitolerà “Mayday” andrà in onda

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Chicago Fire 10×01

Chicago Fire 10 è la decima stagione di Chicago Fire, la serie creata da Michael Brandt e Derek Haas e prodotta da Dick Wolf per la NBC.

Nel cast di Chicago Fire 10 ritorneranno i personaggi Matthew Casey (stagione 1-in corso), interpretato da Jesse Spencer, Tenente del Camion 81.  Kelly Severide (stagione 1-in corso), interpretato da Taylor Kinney, tenente della Squadra di Soccorso 3. Ha vissuto insieme a Leslie Shay, sua migliore amica. È un “don Giovanni”. Gabriela Dawson (stagione 1-in corso), interpretata da Monica Raymund, paramedico nell’Ambulanza 61 e amica di Leslie Shay. Successivamente seguirà il corso per diventare vigile del fuoco.

Comandante Wallace Boden (stagione 1-in corso), interpretato da Eamonn Walker, è il Comandante della Caserma 51. Christopher Herrmann (stagione 1-in corso), interpretato da David Eigenberg, Vigile del fuoco del Camion 81. È sposato e ha 5 figli. Insieme a Dawson e Otis ha un locale, il Molly’s. Brian “Otis” Zvonecek (stagione 1-in corso), interpretato da Yuri Sardarov Vigile del fuoco del Camion 81. Ha avuto una relazione con la sorellastra di Kelly Severide. Joe Cruz (stagione 1-in corso), interpretato da Joe Minoso, Vigile del fuoco del Camion 81. È coinquilino di Otis e ha avuto una relazione con Sylvie Brett. Randy “Mouch” McHolland (stagione 1-in corso), interpretato da Christian Stolte, Vigile del fuoco del Camion 81. Si sposerà con il sergente Trudy Platt di Chicago P.D..

Il potere del cane: teaser trailer del film Netflix con Benedict Cumberbatch

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Netflix ha diffuso il teaser trailer di Il potere del cane, l’atteso film Originale Netflix diretto da Jane Campion che sarà presentato alla 78° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia. Protagonisti del film sono Benedict Cumberbatch, Kirsten Dunst, Jesse Plemons, Thomasin McKenzie, Kodi Smit-McPhee e Frances Conroy.

Nel film Il potere del cane (The Power of the Dog) il carismatico allevatore Phil Burbank incute paura e rispetto. Quando il fratello porta la nuova moglie e il figlio di lei a vivere al ranch di famiglia, Phil li tormenta finché non si ritrova vulnerabile alla possibilità di innamorarsi.

Miracolo sull’8ª strada: trama, cast e curiosità sul film

Miracolo sull’8ª strada: trama, cast e curiosità sul film

Fondata nel 1981 da Steven Spielberg, Kathleen Kennedy e Frank Marshall, la compagnia di produzione Amblin Entertainment ha nel corso degli anni Ottanta dato vita a film divenuti iconici dei generi fantasy e fantascienza come Gremlins, I Goonies e Ritorno al futuro. Tra questi si annovera poi anche Miracolo sull’8ª strada (titolo italiano di *batteries not included), diretto nel 1987 da Matthew Robbins, il quale ne ha anche curato la sceneggiatura insieme a Brent Maddock, S. S. Wilson e Brad Bird (quest’ultimo noto per aver diretto i film Pixar Gli incredibili e Ratatouille). Tra fantasia, magia e anche tanto umorismo, il film è una deliziosa storia incredibile.

Non a caso, originariamente, l’idea per questo racconto era stata pensata per diventare un episodio di Storie incredibili, popolare serie televisiva andata in onda dal 1985 al 1987 e strutturata in modo antologico, con episodi a sé che rispondevano in modo diverso a generi come fantascienza, fantasy, thriller e horror. Quando Spielberg, ideatore della serie, lesse però la sceneggiatura di Miracolo sull’8ª strada, apprezzò così tanto la storia da chiedere ai suoi autori di ampliarla per poterne fare un lungometraggio per il cinema. Nacque così il film, particolarmente apprezzato da critica e pubblico e vincitore di importanti premi per gli effetti speciali.

La commistione tra fantascienza e umorismo, l’atmosfera ricca di mistero e suspence, insieme anche alle interpretazioni dei protagonisti, hanno fatto di questo film un cult degli anni Ottanta, ancora oggi riscoperto con piacere dagli appassionati del genere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Miracolo sull’8ª strada: la trama del film

Protagonisti del film sono Frank e Faye Riley, una coppia di anziani gestori di un condominio e di una tavola calda nell’East Village di New York. La pacifica esistenza dei due viene bruscamente minacciata dal desiderio di un cinico industriale di costruire dei nuovissimi grattacieli proprio in quell’area. Per tentare un approccio il meno brusco possibile, l’uomo invia sul campo il criminale Carlos Chavez, con il compito di convincere gli abitanti del palazzo a lasciare le proprie abitazioni in cambio di un inconguo risarcimento. In breve, il vecchio palazzo dei Riley rimane l’unico edificio rimasto, intralciando dunque i piani dell’industriale.

Oltre ai due anziani coniugi, vi sono anche altri abitanti che non intendo lasciare le proprie case. Questi sono Harry Noble, un anziano pugile di colore, Mason Baylor, un artista, e Marisa Esteval, una giovane ispanica incinta. Davanti alla loro resistenza, Carlos decide di passare alle maniere forti, mettendo in atto una serie di intimidazioni. Proprio quando le cose sembrano andare per il peggio, appaiono misteriosamente alcuni piccoli esseri extraterrestri, che riparano rapidamente i danni fatti al palazzo. Quando Carlos nota la cosa, sospetta che siano stati i residenti ad eseguire le riparazioni e decide di spingersi oltre nel desiderio di distruzione. I piccoli alieni, però, sono pronti a difendere quel palazzo con ogni mezzo.

Miracolo sull'8a strada cast

Miracolo sull’8ª strada: il cast del film

Ad interpretare il ruolo dell’anziano Frank Riley vi è l’attore Hume Cronyn, noto grazie a film come L’ombra del dubbio, La settima croce e Cocoon – L’energia dell’universo. Nel ruolo di sua moglie Faye vi è invece Jessica Tandy, la più anziana attrice premio Oscar, vincitrice del premio per A spasso con Daisy. Nella realtà, Cronyn e la Tandy sono realmente stati sposati dal 1942 al 1994, anno della scomparsa di lei, ed hanno avuto due figli. Per i due attori non si è trattato della prima volta che recitavano nello stesso film, e anche dopo Miracolo sull’8ª strada hanno recitato insieme altretre volte.

Nel ruolo dell’anziano pugile di colore Harry Noble, invece, vi è l’attore Frank McRae, il quale prima di entrare nel mondo del cinema era in realtà stato un giocatore di football. Egli è noto per aver recitato anche in Last Action Hero. Elizabeth Peña è invece Marisa Esteval, mentre Dennis Boutsikaris è l’artista Mason Baylor. L’attore Michael Carmine interpreta il criminale Carlos, in quello che è stato uno dei suoi ruoli più importanti prima della scomparsa avvenuta nel 1989, a soli 30 anni. Infine, Michael Green è Lacey, lo spregiudicato industriale. Sul finale del film, inoltre, si può ritrovare anche un giovane Luis Guzman, celebre caratterista noto per film come Carlito’s Way, Ubriaco d’amore e Il collezionista di ossa.

Miracolo sull’8ª strada: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Miracolo sull’8ª strada è infatti disponibile nei cataloghi di Google Play e Apple iTunes. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 27 agosto alle ore 23:20 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

Django: prime immagini della serie Sky Original

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Django: prime immagini della serie Sky Original

Rilasciate oggi le prime immagini dal set di Django, la serie originale Sky e CANAL+ che rilegge liberamente e in chiave contemporanea l’omonimo classico western, le cui riprese sono in corso in Romania. Matthias Schoenaerts interpreta l’iconico personaggio del titolo, accanto a Nicholas Pinnock nei panni di John Ellis, antagonista di Django, Noomi Rapace nel ruolo della potente e spietata nemica di Ellis, Elizabeth, e a Lisa Vicari, che nella serie è invece Sarah, la figlia di Django.

Il premiato attore Matthias Schoenaerts è acclamato in tutto il mondo per film come The Danish Girl, The Mustang, Bullhead – La vincente ascesa di Jacky, Un sapore di ruggine e ossa; Noomi Rapace, attrice vincitrice di numerosi premi, è molto conosciuta per i suoi ruoli nei film Prometheus, Uomini che odiano le donne e Seven Sisters, così come per i film indipendenti Daisy Diamond e Lamb; mentre l’attore e fondatore della Silver Milk Productions Nicholas Pinnock, che è apparso sul grande schermo nei film The Last Tree e Dark Encounter, è conosciuto in TV per le famose serie TV Counterpart, Top Boy, Fortitude, Marcella e, più di recente,For Life; la talentuosa attrice in ascesa Lisa Vicari è invece conosciuta per le sue performances nel film Luna e, più di recente, nella popolare serie TV Dark.

Django Nicholas Pinnock interpreta John Ellis

Matthias Schoenaerts è Django
Matthias Schoenaerts è Django
Noomi Rapace interpreta Elizabeth
Noomi Rapace interpreta Elizabeth

Liberamente ispirata al classico di Sergio Corbucci, l’attesissima Django è prestigiosa serie TV completamente girata in inglese, in dieci episodi da sessanta minuti, prodotta per Sky Studios e Canal + da Cattleya e Atlantique Productions (parte di Mediawan) e co-prodotta da Sky Studios e CANAL+, in collaborazione con Odeon Fiction e StudioCanal TV. I primi episodi sono diretti da Francesca Comencini (Gomorra – la Serie), che è anche direttrice artistica della serie, mentre i seguenti episodi sono diretti da David Evans (Downton Abbey) e da Enrico Maria Artale (Romulus).

Django è stata creata e scritta da Leonardo Fasoli (Gomorra – La SerieZeroZeroZero) e Maddalena Ravagli (Gomorra – La Serie), entrambi anche co-autori del soggetto di serie insieme a Francesco Cenni e Michele Pellegrini. Due episodi sono stati scritti da Max Hurwitz (ZeroZeroZeroManhunt).  Realizzate col supporto del Governo della Romania, le riprese della serie sono attualmente in corso tra Racos, Bucharest e l’area del Danubio.

DJANGO è un’ambiziosa produzione che offrirà un approccio contemporaneo e psicologico al genere Western, attraverso una storia avvincente e un’accurata rappresentazione del periodo portato in scena. Django sarà in prima assoluta su Sky – e in streaming su NOW – in Italia, Regno Unito, Irlanda, Germania, Austria e Svizzera e sui canali di CANAL+ in Francia, Svizzera, Benelux e Africa. La distribuzione internazionale è di STUDIOCANAL.

Frammenti dal passato – Reminiscence: la recensione del film con Hugh Jackman

“La nostalgia non passa mai di moda”, sono queste le parole con cui il protagonista di Frammenti dal passato – Reminiscence sintetizza il tema del film stesso. Opera prima scritta e diretta da Lisa Joy, co-creatrice della serie Westworld, la pellicola è uno struggente racconto che fa dei ricordi il suo elemento primario, intorno a cui si costruiscono e definiscono tanto i personaggi quanto gli eventi. Concepito dalla regista tra la scomparsa di suo nonno e la nascita del primo figlio, il film tenta di offrire una nuova risposta all’umano desiderio di poter rivivere ancora e ancora i propri ricordi più belli, evitando dunque che questi si perdano nell’oceano della memoria.

Nasce da qui la storia di Nick Bannister (Hugh Jackman), un investigatore privato della mente, che riesce a scavare nel mondo oscuro e affascinante del passato dei suoi clienti, aiutandoli ad accedere ai ricordi perduti. Vivendo ai margini della costa sommersa di Miami, la sua vita cambia per sempre quando incontra una nuova cliente, Mae (Rebecca Ferguson), che lo contatta per una semplice questione: lo smarrimento di un oggetto. Da quel momento, tutto si trasforma per Nick in una pericolosa ossessione. Mentre lotta per indagare sulla scomparsa di Mae, egli si ritrova coinvolto in una complessa cospirazione, che lo porterà a chiedersi fino a che punto ci si può spingere per tenere strette le persone che amiamo.

“Siamo noi a tormentare il passato”

Ambientato in un futuro non lontano, Frammenti dal passato – Reminiscence si apre su una Miami sommersa dall’innalzamento del livello del mare e pertanto estremamente simile ad una Venezia. Le temperature in continua crescita hanno inoltre portato la popolazione a stravolgere i propri ritmi, dormendo di giorno per uscire con il favore del fresco notturno. In un contesto tanto affascinante da meritare un racconto a sé, si svolge una vicenda dalle tinte noir, comprensiva di investigazione su un potente magnate e di letale femme fatale. A distinguere il film dai suoi simili, oltre al già citato ambiente, vi è però l’elemento del ricordo.

In un mondo che per via dei cambiamenti climatici è sempre più diviso in classi sociali, e dove il meglio sembra ormai essere alle spalle di tutti, i ricordi sono l’unico luogo salvifico possibile. Nick Bannister, consapevole del potere della nostalgia, si definisce pertanto come i remi che conducono i suoi clienti ai loro ricordi più dolci. Attraverso il suo macchinario Reminiscence, egli permette poi anche a noi spettatori di vedere questi rappresentati tridimensionalmente. Tutti questi elementi conferiscono al film un fascino estetico a cui è un piacere abbandonarsi.

Allo stesso tempo, è proprio nell’utilizzo della tecnologia Reminiscence che il film racconta gli aspetti migliori di sé. Che la tendenza alla nostalgia sia in questi ultimi anni più forti che mai è riscontrabile ovunque e  il film della Joy rielabora tale tendenza aggiornandola alle contemporanee modalità di fruizione, quale in questo caso la realtà virtuale. Così facendo racconta di come il desiderio del passato si trasformi in un’ossessione e ribalta il punto di vista secondo cui sarebbero i ricordi a tormentare l’essere umano.

Frammenti dal passato - Reminiscence Hugh Jackman

Frammenti dal passato – Reminiscence: la recensione del film

Nei suoi significati più metaforici e nei suoi aspetti più estetici, il film della Joy è dunque un’opera particolarmente apprezzabile. Tutto ciò, come anticipato, è poi sostenuto da una classica storia noir, forse fin troppo classica (tanto da ricordare in certi momenti il capolavoro del 1974 di Roman Polanski, Chinatown) per il potenziale che le idee iniziali del film offrivano. La Joy è certamente attenta nel costruire l’intrigo e nel disseminare indizi lungo il percorso, riuscendo anche in un paio di occasioni a far immaginare conclusioni poi rivelatesi errate. Eppure, si avverte la presenza di numerose scene che poco aggiungono sia al racconto sia all’arco dei personaggi.

La forza dell’intero film è dunque frenata da una serie di scelte poco felici (tra cui spicca anche una voice over onnipresente), che portano il film a concentrarsi su alcuni aspetti meno interessanti di altri, tra cui l’indagine in sé. Se è vero che a guidare Nick nella sua ricerca sono una serie di ricordi mai chiariti, ribadendo dunque l’idea che siamo noi a tormentare il nostro passato, allo stesso tempo lo svolgimento sembra non sostenere le ambizioni di un film incentrato sulla memoria. Il risultato è un finale sbrigativo, certamente struggente, ma nettamente al di sotto delle aspettative.

Thandie Newton delusa dal destino di Val Beckett in Solo: A Star Wars Story

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Solo: A Star Wars Story è stato afflitto da numerosi problemi di produzione, con i registi originali Phil Lord e Chris Miller che alla fine sono stati sostituiti da Ron Howard. Sebbene il film sia stato accolto da recensioni per lo più positive, si è comunque rivelato un enorme delusione al box office.

Nel film Thandie Newton ha interpretato Val Beckett, scrivendo la storia del franchise nei panni del primo personaggio femminile nero in un ruolo da protagonista. Sfortunatamente, Val è stata uccisa in tempi relativamente brevi, ma a quanto pare non era questi i piani originali.

Parlando con Inverse, Newton ha confermato che Val aveva un destino diverso nella sceneggiatura che le era stata consegnata inizialmente, ma che le cose sono cambiate a causa di una riduzione sostanziale del budget di produzione. “Mi sono sentita delusa da Star Wars per il fatto che il mio personaggio sia stato ucciso”, ha spiegato l’attrice. “E, in realtà, nella sceneggiatura originale, non doveva morire. È successo durante le riprese. Era molto più facile farmi morire piuttosto che farmi cadere nel vuoto dello spazio, in modo da potermi permettere di tornare prima o poi.” 

“In origine doveva andare così: c’era l’esplosione, ma lei cadeva e nessuno sapeva dove fosse finita”, ha aggiunto Newton. “Quindi, sarei potuta tornare ad un certo punto. Quando siamo arrivati sul set e abbiamo iniziato a girare, si sono resi conto, da quello che so, che quel set era troppo complicato da ricreare, così mi hanno semplicemente fatta esplodere, mettendo fine al mio personaggio.”

“All’epoca pensai che fosse stato un grandissimo errore”, ha concluso l’attrice. “E non per me o perché volessi tornare a tutti i costi. Ma perché mi sembrava assurdo uccidere la prima donna nera ad avere un ruolo di rilievo in un film di Star Wars. Ricordo che pensai: ‘Stiamo scherzando?’. Inutile dire che la Lucasfilm ha commesso un grosso sbaglio.”

Le info su Solo: A Star Wars Story

Solo: A Star Wars Story è un film del 2018 diretto da Ron Howard con Alden EhrenreichWoody HarrelsonEmilia ClarkeDonald Glover Thandie Newton. Attraverso una serie di audaci bravate nel profondo di un mondo criminale oscuro e pericoloso, Han Solo fa amicizia con il suo futuro possente copilota Chewbacca e incontra il famigerato giocatore d’azzardo Lando Calrissian, in un viaggio che determinerà il futuro di uno degli eroi più improbabili della saga di Star Wars.

What If… ?: 10 cose che solo i fan dei fumetti conoscono sull’Osservatore

La serie What If… ? ha ufficialmente introdotto ai fan del MCU il personaggio dell’Osservatore, doppiato nella versione originale da Jeffrey Wright. Essendo la prima volta che il pubblico fa la conoscenza dell’essere cosmico, ci sono alcune cose sul personaggio che probabilmente ignora. Ecco, quindi, 10 cose che forse solo i fan dei fumetti conoscono su colui che ha il compito di osservare gli eventi più importanti nella storia dei molteplici universi.

Fa parte del Consiglio degli Osservatori

L’Osservatore non è un essere solitario, né questo è il suo vero nome. Al contrario, Uatu è l’Osservatore dell’universo presentato nella serie ed è uno dei tanti appartenenti al Consiglio degli Osservatori. Il gruppo è la prima specie intelligente nell’universo e si è incaricato, da solo, di fungere da storico, osservando e registrando tutti gli eventi accaduti nel loro universo.

Questi Osservatori assumono anche forme diverse, poiché nell’Ultimate Universe erano statue di roccia dagli occhi rossi luminosi. Tuttavia, nell’universo Marvel principale, ogni volta che un Osservatore si presenta diverso da Uatu, hanno tutti lo stesso aspetto e tutti condividono lo stesso compito.

Può controllare il Multiverso

Ci sono Osservatori in tutti i diversi universi, ma qualsiasi Osservatore può vedere tutto. Alla base di What If… ?, sia per quanto riguarda la serie a fumetti che la serie animata disponibile su Disney+, c’è l’idea che Uatu non solo vede ciò che accade su questo piano dell’esistenza, ma può vedere tutto ciò che è accaduto nelle diverse linee temporali attraverso il Multiverso.

Gli eventi descritti dall’Osservatore nei fumetti fanno tutte parte di Terre diverse. Ciò include anche certi eventi che hanno portato alla creazione di una propria serie, come “What If… ? Vol. 2 # 105”, che ha introdotto una delle migliori varianti dei personaggi Marvel, come la figlia di Spider-Man, portando ad una storia completamente nuova. L’Osservatore vede tutto e conosce tutto, indipendentemente da quali risultati portino a nuovi mondi nel Multiverso.

Vive sulla Luna

L’Osservatore osserva principalmente la Terra, poiché è il pianeta più importante dell’Universo Marvel. Di conseguenza, stabilì la sua base operativa sulla Luna. Tuttavia, mentre vede e registra tutto ciò che accade sulla Terra, è anche consapevole di tutto ciò che accade nell’universo nel suo insieme, compresi i confini dello spazio.

Anche se ce ne sono stati altri che hanno vissuto sulla Luna, l’Osservatore si è assicurato che la sua base operativa fosse lontana da chiunque potesse interferire con essa o attraversarla. C’è chi sa dove vive, come Reed Richards e gli Inumani, ma la maggior parte delle persone tende a lasciarlo in pace.

Di regola, non può interferire con gli eventi…

Sebbene il lavoro di tutti gli Osservatori sia quello di osservare e registrare, c’è una regola che tutti hanno giurato di rispettare. Non possono mai interferire in nessun evento che accade nel loro universo. Anche se il mondo deve affrontare la distruzione, il loro unico compito è registrare perché e come è successo, senza tenere conto di qualunque cosa possa risorgere dalle ceneri.

L’Osservatore ha fatto la sua prima apparizione quando i Fantastici Quattro hanno combattuto contro uno dei loro primi nemici, Fantasma Rosso, in “Fantastic Four #13” di Stan Lee e Jack Kirby. L’Osservatore ha subito chiarito che questa regola è alla base della sua esistenza. Tuttavia, sebbene gli sia stato ordinato di non interferire, è una regola che non sempre ha rispettato…

Tuttavia, ha interferito con gli eventi più volte!

Uatu ha interferito negli affari della Terra più volte di quanto abbia probabilmente mai fatto qualsiasi altro Osservatore all’attivo nella storia. L’Osservatore ha aiutato i Fantastici Quattro a sconfiggere Galactus, trasportando la Torcia Umana in un altro mondo dove questi ha appreso dell’Ultimate Nullifier.

L’Osservatore ha aiutato ad affrontare Melocola quando il Multiverso era in pericolo ed ha anche agito come rappresentante di Reed Richards quando è stato processato di fronte all’essere cosmico Eternità. Ha interferito così tante volte che, alla fine, si è ritrovato nel mirino del Consiglio degli Osservatori.

È vicino agli essere umani

La ragione principale per cui l’Osservatore ha interferito così tanto negli eventi è che ha commesso l’errore di farsi coinvolgere personalmente dagli eroi della Terra, in particolare da Reed Richards e dai Fantastici Quattro. La prima volta che si sono incontrati in “Fantastic Four #13”, Uatu ha detto a Reed che non provava altro che disprezzo per gli esseri umani.

L’Osservatore ha visto innumerevoli guerre e umani uccidersi a vicenda per eoni. Tuttavia, Reed gli ha mostrato che esiste anche la bontà nei loro cuori. Quando i Fantastici Quattro dovettero fermare Galactus dopo il suo arrivo sulla Terra in “Fntastic Four #48-50”, l’Osservatore fu disposto ad aiutargli nel salvare gli umani che aveva conosciuto.

È stato processato per aver interferito con gli eventi

Anche se l’Osservatore domina tutta l’umanità in questo universo, non è comunque il capo del suo stesso consiglio. Il fatto che l’Osservatore abbia interferito così tante volte con gli eventi, ha inevitabilmente attirato l’attenzione del gruppo. Alla fine, dopo aver oltrepassato il limite, ha dovuto affrontare un processo per le sue scelte non propriamente etiche.

Uatu è stato processo quando ha ammesso che il suo attaccamento agli umani lo aveva non il suo osservatore, ma bensì parte della storia. In quell’occasione se la cavò con una pacca sulla spalla, ma dovette comunque garantire che non avrebbe mai più interferito con gli eventi. Tuttavia, lo fece di nuovo e alla fine gli Osservatori lo allontanarono.

È uno degli esseri più potenti della Marvel

Gli Osservatori non sono solo esseri cosmici incaricati di raccontare ciò che accade nel loro universo. Sebbene non siano autorizzati a interferire con gli eventi, sono anche entità cosmiche incredibilmente potenti che possono abbattere chiunque se ne avessero la necessità, anche qualcuno potente come Galactus.

Gli Osservatori hanno vari poteri soprannaturali tra cui la telepatia, che consente loro di leggere le menti, in modo da aggiungere dettagli alle loro storie. Hanno anche il potere di manipolare l’energia al pari di essere come Galactus, possono teletrasportarsi e viaggiare nel tempo. Fondamentalmente, sono esseri immortali che non possono mai davvero morire.

È stato ucciso da Nick Fury

Il momento più scioccante nella storia dell’Osservatore è arrivato quando un umano della Terra lo ha ucciso. Questo è successo nella trama crossover “Original Sin” e l’uomo che ha premuto il grilletto era nientemeno che l’originale Nick Fury. Come i fan dei fumetti sapranno, il Nick Fury dei fumetti e il Nick Fury dei film sono completamente diversi.

L’omicidio è avvenuto quando diversi criminali hanno attaccato l’Osservatore e hanno rubato uno dei suoi occhi, sapendo che avrebbero potuto usarlo per imparare tutto ciò di cui avevano bisogno per sconfiggere gli eroi della Terra. Quando Nick Fury si presentò e l’Osservatore si rifiutò di aiutarlo, questi lo uccise e gli prese l’altro occhio. Fury ha ovviamente pagato per le sue azioni, dal momento che il Consiglio degli Osservatori venne a prenderlo, trasformandolo nell’Invisibile.

Può desiderare di tornare in vita

Anche se Nick Fury ha ucciso l’Osservatore, resta il fatto che nessun Osservatore può morire e restare davvero morto. Gli Osservatori, infatti, hanno il potere di risorgere a loro piacimento. Questo è ciò che ha fatto anche Uatu, che è tornato quando Nick Fury, nei panni dell’Invisibile, ha raccolto molte armi. A quel punto, Uatu ha capito che era ora di tornare e privare Fury dei suoi poteri.

Gli Osservatori usavano i raggi delta per estendere i limiti delle loro forze vitali. Secondo Il manuale ufficiale del Marvel Universe, gli Osservatori possono creare tutto ciò che vogliono semplicemente desiderandolo. Possono morire scegliendo di farlo e poi tornare in vita quando non vogliono più “essere morti”.

Top Gun: Maverick, la descrizione dei primi 13 minuti mostrati al CinemaCon

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Sulla scia del debutto delle prime immagini di Mission: Impossible 7, la Paramount, sempre in occasione del CinemaCon, ha anche mostrato i primi tredici minuti di un altro attesissimo titolo con protagonista Tom Cruise, ossia Top Gun: Maverick, il sequel della pellicola cult di Tony Scott del 1986.

Insieme ai primi minuti del film, è stato mostrato anche un nuovo trailer ufficiale, che probabilmente debutterà online nelle prossime settimane. Per quanto riguarda invece l’opening sequence, invece, è probabile che bisognerà attendere soltanto l’uscita nel film nelle sale. Tuttavia, grazie a Deadline, ecco una descrizione di ciò che è stato mostrato ai presenti durante la nota convention di Las Vegas.

“Pete “Maverick” Mitchell (Tom Cruise) viene informato che il programma Top Gun verrà chiuso. Decide, quindi, di sfidare l’Ammiraglio (Ed Harris), prendendo la decisione di volare alla velocità Mach 10. Maverick pilota il jet al tramonto, nel mezzo del deserto. Viene avvertito: “Sai cosa succede se vai fino in fondo”. Ma non gli importa: “So cosa succederà a tutti gli altri se non lo faccio”, dice.

L’aereo sfreccia proprio sulla testa del personaggio di Harris, quasi distruggendo la guardiola al suo fianco. L’Ammiraglio entra nella sala di controllo, visibilmente nervoso. Nel frattempo, Maverick sta correndo verso la velocità Mach 10, in cielo. “È l’uomo più veloce al mondo”, dice il tecnico della cabina di controllo, mentre Maverick arriva a Mach 9. L’intera stanza è in soggezione, mentre in sottofondo parte una musica sinfonica paradisiaca di Lorne Balfe.

Poi, quando Maverick arriva a 9,8, sembra che il motore stia per esplodere, ma alla fine supera Mach 10 e la sala di controllo impazzisce. A questo punto, Maverick si spinge oltre 10.1, prima che i motori si spezzino e lo schermo nella sala di controllo si oscuri. Sembra che l’aereo sia esploso a mezz’aria. Maverick è sopravvissuto. Lo vediamo camminare nel mezzo di una tavola calda, in aperta campagna. I proprietari del locale rimangono scioccati dall’ingresso del pilota. ‘Dove sono?’, chiede. ‘Sulla Terra’, risponde un ragazzino al bancone della tavola calda.”

Tutto quello che sappiamo su Top Gun: Maverick

Dopo più di trent’anni di servizio come aviatore della Marina, Pete “Maverick” Mitchell (Tom Cruise) è nel posto che gli appartiene, spingendo l’acceleratore nelle vesti di un coraggioso pilota collaudatore, mentre ha schivato l’avanzamento di grado che lo avrebbe radicato nel corpo. Quando si ritrova ad addestrare un distaccamento dei diplomati di Top Gun per una missione specializzata che nessun pilota vivente ha mai visto, Maverick incontra il tenente Bradley Bradshaw (Miles Teller), segnale di chiamata: “Rooster”, il figlio del defunto amico di Maverick e ufficiale di intercettazione radar Ten. Nick Bradshaw, alias “Goose”. Di fronte a un futuro incerto e confrontandosi con i fantasmi del suo passato, Maverick viene coinvolto in uno scontro con le sue paure più profonde, che culmina in una missione che richiede il massimo sacrificio a coloro che saranno scelti per volarci incontro.

Tom Cruise e Val Kilmer torneranno nei rispettivi ruoli del capitolo originale, ovvero Pete “Maverick” Mitchell e Tom “Iceman” Kazinsky. Insieme a loro anche Jennifer ConnellyJon Hamm Miles Teller. Il film arriverà al cinema il 2 luglio 2021.

Doctor Strange 2: Scarlet Witch affronterà un personaggio del Fox-Verse?

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Come suggerisce il titolo, Doctor Strange in the Multiverse of Madness promette di condurre lo spettatore in un folle viaggio attraverso la versione del Multiverso del MCU. Ciò significa che, quasi sicuramente, ci ritroveremo a conoscere le varianti di alcuni personaggi già noti, nonostante ci sia anche la reale possibilità che nel film vengano riportati in vita alcuni grandi nomi del passato per rendere omaggio all’interno Universo Marvel.

Chiaramente, le teorie sui personaggi che potrebbero apparire nel film si sprecano, ed è quasi certo che non sapremo nulla di più specifico sulla trama fino alla sua uscita nelle sale. Di recente, The Direct ha riportato una nuova teoria a proposito del film che è stata lanciata dallo scooper Daniel Richtman.

Rispondendo a un utente di Twitter che ha elogiato la battaglia tra Doctor Strange e Thanos in Avengers: Infinity War, Richtman ha dichiarato: “Nel sequel di Doctor Strange, Wanda combatterà contro un personaggio del Fox-Verse (non mi è permesso rivelare chi è). Potrebbe essere un combattimento decisamente superiore.”

Di chi si tratta? Magneto? Wolverine? Jean Gray? Un membro dei Fantastici Quattro? Le possibilità sono praticamente infinite, ma se Doctor Strange e Scarlet Witch si ritrovassero davvero a combattere contro un volto noto dell’Universo Marvel di Fox, sarebbe di certo un momento che riuscirebbe a evidenziare lo sconfinato potenziale di questo Multiverso.

In molti si aspettano che Doctor Strange in the Multiverse of Madness servirà anche per introdurre ufficialmente Deadpool nel MCU, ma per ora, nonostante tutte le teorie, le speculazioni e le voci, l’unica cosa che possiamo fare è soltanto attendere in attesa di eventuali conferme o smentite. Secondo voi, con chi potrebbe battersi Scarlet Witch?

Doctor Strange in the Multiverse of Madness vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff/Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.

La sceneggiatura del film porterà la firma di Jade Bartlett e Michael Waldron. Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno anche Benedict Wong (Wong), Rachel McAdams (Christine Palmer), Chiwetel Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).

Doctor Strange in the Multiverse of Madness arriverà al cinema il 25 marzo 2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in merito.

Mission Impossible 7: lo stunt più pericoloso della carriera di Tom Cruise nel footage del CinemaCon

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La Paramount Pictures ha presentato le prime immagini di Mission Impossible 7 in occasione del CinemaCon. Ai presenti non è stato mostrato un vero e proprio trailer (per quello, probabilmente, bisognerà attendere ancora), ma piuttosto una featurette dal dietro le quinte contenente, appunto, le prime immagini ufficiali dell’attesissimo ritorno di Ethan Hunt sul grande schermo.

Come riportato da CBM, il video si focalizza sugli incredibili stunt di Tom Cruise e, in particolare, sulla famigerata sequenza d’azione che è stata già descritta come lo stunt più pericoloso che il celebre attore di Hollywood abbia mai dovuto affrontare, ossia la pericolosissima acrobazia in sella ad una motocicletta, realizzata in Norvegia, che ha richiesto oltre un anno di preparazione.

Numerose immagini e video della realizzazione dello stunt sono emersi online negli ultimi mesi, a testimonianza di quanto la scena promette di essere ad alto tasso adrenalinico. Tuttavia, nella featurette Cruise specifica che quella scena in particolare, all’interno del film, regalerà al pubblico emozioni completamente nuove.

È indubbiamente la scena più rischiosa che abbia mai provato a fare. Ci stiamo lavorando da anni. Desideravo farlo da quando ero piccolo”, spiega Cruise nel video. “La sola cosa che mi spaventa di più di questo stunt è pensare a quello che abbiamo già in serbo per Mission Impossible 8”, aggiunge il regista Christopher McQuarrie.

Sfortunatamente, la featurette non ha rivelato il titolo ufficiale del film, che presumibilmente verrà svelato con il lancio del primo trailer, che potrebbe arrivare entro la fine dell’anno o all’inizio del prossimo.

Le date di uscita di Mission Impossible 7 e 8

Nei prossimi due capitoli della saga di Mission ImpossibleTom Cruise e Rebecca Ferguson torneranno nei panni di Ethan Hunt e Ilsa Faust. I due film vedranno coinvolti anche Shea Whigham (Kong: Skull Island), Hayley Atwell (Captain America: Il primo vendicatore), Pom Klementieff (Guardiani della Galassia) e Esai Morales (Ozark). Christopher McQuarrie scriverà e dirigerà i film, che faranno il loro debutto nelle sale americane rispettivamente il 19 novembre 2021 e il 4 novembre 2022

X-Men: Hugh Jackman svela che molte scene del primo film sono state tagliate

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Hugh Jackman ha interpretato Wolverine ben otto volte nella saga di X-Men, prima dell’uscita del film che ha segnato la sua ultima apparizione nei panni dell’iconico mutante Marvel, ossia Logan – The Wolverine del 2017.

Nonostante il nome di Jackman sia ormai sinonimo del ruolo che lo trasformato in una star a livello mondiale, all’inizio il regista Bryan Singer aveva pensato a Russell Crowe per la parte, che tuttavia rifiutò, suggerendo lui stesso Jackman per il ruolo. Prima di ingaggiare ufficialmente l’attore australiano, però, Singer provò ad avere prima Viggo Mortensen e Dougray Scott: alla fine, Jackman salì a bordo del primo X-Men del 2000 quando le riprese erano ormai cominciate da circa tre settimane.

Ora, in una nuova intervista con Collider in occasione della promozione  del film Frammenti dal passato – Reminiscence, a Hugh Jackman è stato chiesto quale dei suoi film avesse subito il maggior numero di rimaneggiamenti in sala di montaggio. Senza alcuna esitazione, Jackman ha risposto proprio il primo X-Men, spiegando che per quel film sono state girate molte più scene di quante ne siano poi effettivamente finite nella versione cinematografica.

“Circa una settimana prima che il film uscisse, credo che fosse più lungo di circa 47 minuti”, ha spiegato l’attore. “Forse esagero e forse non era una settimana… ma di certo c’erano molte più scene. Ricordo che guardando il girato, chiesi: ‘Cos’è successo a quella scena e a quel personaggio?’. Se non ricordo male, il primo X-Men dura circa 100 minuti. Ma era molto più lungo in origine. È stata una grande sorpresa per me.”

Il futuro di Wolverine al cinema, oltre Hugh Jackman

Dopo l’uscita di Logan – The Wolverine del 2017, Hugh Jackman ha ufficialmente detto addio al personaggio. Al momento non sappiamo ancora chi raccoglierà l’eredità dell’attore australiano sul grande schermo, dal momento che il mutante con gli artigli di adamantio debutterà prossimamente nel MCU. Chiunque si ritroverà ad interpretare il ​​personaggio di Wolverine avrà ovviamente l’arduo compito di doversi confrontare con un ritratto che ancora oggi è uno dei più popolari e dei più amati per quanto riguarda i film di supereroi.

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