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Laura Antonelli: 10 cose che non sai sull’attrice

Laura Antonelli: 10 cose che non sai sull’attrice

Celebre attrice italiana degli anni Settanta e Ottanta, Laura Antonelli raggiunse grande notorietà grazie alla sua versatilità come interprete. Si trovò infatti a percorrere generi diversi della cinematografia nazionale, passando dalla commedia erotica al dramma e fino al film d’autore. Con la sua femminilità, la Antonelli è diventata una vera e propria icona, capace di far sognare intere generazioni di spettatori. Ancora oggi, inoltre, viene ricordata come uno dei nomi di maggior rilievo del genere che l’ha resa celebre.

Ecco 10 cose che non sai di Laura Antonelli.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Laura Antonelli marito

Laura Antonelli: i suoi film e la televisione

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attrice intraprende la propria carriera cinematografica recitando nel film Il magnifico cornuto (1964), e in seguito prende parte a titoli come Le sedicenni (1965), La rivoluzione sessuale (1968), Le malizie di Venere (1969), Il merlo maschio (1971), e Trappola per un lupo (1972). Il film che la consacra è però Malizia (1973), cult del cinema erotico di quegli anni. Successivamente, prende parte ad altre  note pellicole come Sessomatto (1973), Mio Dio, come sono caduta in basso! (1974), Divina creatura (1975), con Michele Placido, L’innocente (1976), Letti selvaggi (1979), Passione d’amore (1981), di Ettore Scola, Casta e pura (1981), Viuuulentemente mia (1982), Sesso e volentieri (1982), con Gloria Guida, La gabbia (1985), Grandi magazzini (1986), con Lino Banfi, Roba da ricchi (1987), con Paolo Villaggio, L’avaro (1990) e Malizia 2mila (1991).

9. Ha preso parte ad alcuni prodotti per la TV. Nel 1988 la Antonelli compie il suo debutto in un’opera televisiva, prendendo parte alla miniserie Gli indifferenti, composta di due episodi e basata sull’omonimo romanzo di Alberto Moravia, con la colonna sonora curata dal premio Oscar Ennio Morricone. L’anno seguente ricopre invece il ruolo di Carmen Milkovic nella miniserie Disperatamente Giulia, composta da sei episodi e tratta dall’omonimo romanzo di Sveva Casati Modignani. Grazie a tali titoli, l’attrice consolida la propria popolarità anche sul piccolo schermo, confermandosi un’attrice particolarmente amata.

8. Ha ottenuto importanti riconoscimenti. La Antonelli non vantava soltanto un favore di pubblico, ma anzi diversi furono i riconoscimenti che la critica e l’industria le tributarono nel corso degli anni. L’attrice arrivò infatti a vincere due Globo d’oro come miglior attrice rivelazione per Malizia, nel 1974, e come miglior attrice per Mio Dio, come sono caduta in basso!, nel 1975. Sempre per il suo ruolo in Malizia le venne poi assegnato anche il Nastro d’argento come miglior attrice. Nel 1981 ha invece vinto il David di Donatello alla miglior attrice per il film Passione d’amore.

Laura Antonelli: il marito e il figlio

7. Si sposò molto giovane. L’attrice è stata negli anni molto riservata circa la propria vita privata, evitando di condividere con la stampa dettagli a riguardo. Si sa però che si sposò molto giovane, all’età di 24 anni con Enrico Piacentini, di professione antiquario. Il loro matrimonio, tuttavia, fu di breve durata e senza figli. Celebre è poi l’intensa storia d’amore che ha legato la Antonelli al celebre attore francese Jean-Paul Belmondo, conosciuto sul set del film Gli sposi dell’anno secondo, e durata dal 1972 al 1980, ovvero negli anni di maggior successo per l’attrice.

6. Ha adottato un figlio. Se della vita sentimentale dell’attrice non si sa molto, ancora meno sono le notizie riguardanti il figlio da lei adottato. Questi sembra chiamarsi Germano, ma di lui non è dato sapere molto altro. Sembra che negli ultimi anni abbia vissuto un turbolento rapporto con la madre adottiva, tuttavia mai realmente chiarito. Nonostante le diverse relazioni amorose, infine, la Antonelli non ha mai avuto un figlio che fosse nato proprio da lei.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Laura Antonelli biografia

Laura Antonelli: la sua biografia

5. Fu esule durante la Seconda Guerra Mondiale. Nata a Pola, città istriana all’epoca italiana, l’attrice si ritrovò ad essere una profuga, insieme alla sua famiglia, durante l’esodo istriano, conseguenza della sconfitta italiana durante la Seconda Guerra Mondiale. Insieme ai parenti, la Antonelli si trasferì così a Napoli, dove, dopo aver frequentato le scuole superiori si diplomò presso l’Istituto superiore di educazione fisica. Sarà proprio questa materia che la futura attrice si ritroverà ad insegnare a Roma, prima di dar vita alla propria carriera nel mondo dello spettacolo.

4. Ottenne successo grazie a Malizia. Dopo neanche un decennio di ruoli più o meno di rilievo, l’attrice venne scelta dal regista Salvatore Samperi per essere la protagonista dell’erotico Malizia. Il film si rivelò un successo straordinario, con un incasso di oltre 6 miliardi di lire, e permise alla Antonelli di diventare una vera e propria icona. Il suo cachet passò da 4 a 100 milioni di lire, facendo di lei una delle celebrità più pagate dell’epoca. Lei, tuttavia, affermò di non aver mai compreso del tutto il motivo per cui piacesse tanto, ritrovando in sé tanti difetti.

3. Ebbe problemi con la giustizia. Sfortunatamente, la carriera dell’interprete si interruppe nel momento in cui, nel 1991, venne ingiustamente accusata di spaccio di stupefacenti, essendone stati ritrovati nella sua villa. Ci vollero 9 anni perché l’attrice venisse assolta dalla Corte d’appello, che la riconobbe consumatrice ma non rivenditrice. Una modifica nella legge a riguardo, infatti, non prevedeva più il consumo come un reato. Ciò, tuttavia, finì con il segnare irrimediabilmente la carriera dell’attrice.

Laura Antonelli e la sua conversione

2. Si era riavvicinata alla fede religiosa. Negli ultimi anni della sua vita l’attrice visse profondi crisi personali, che la portarono ad allontanarsi del tutto dal mondo dello spettacolo. Ad aiutarla significativamente in tale periodo fu il suo riavvicinamento alla fede e alla pratica religiosa. La frequentazione di luoghi sacri, così, le permise di ritrovare un certo equilibrio, che le permise di vivere in una discreta tranquillità gli ultimi anni della sua vita.

Laura Antonelli: la morte e i funerali

1. Laura Antonelli nacque a Pola, il 28 novembre del 1941, ed è deceduta a Ladispoli, il 22 giugno del 2015. L’attrice morì per un infarto nella sua abitazione, all’età di 73 anni. I funerali si tennero pochi giorni dopo, nella chiesa di Santa Maria del Rosario, dalla Antonelli molto frequentata. All’evento erano presenti centinaia di persone, tra cui i numerosi amici e colleghi conosciuti nel corso della sua carriera.

Fonte: IMDb

Virna Lisi: 10 cose che non sai sull’attrice

Virna Lisi: 10 cose che non sai sull’attrice

Elogiata come una delle più grandi interpreti italiane della storia, Virna Lisi è ancora oggi una delle poche a poter vantare una carriera internazionale, costellata di grandi collaborazioni e prestigiosi riconoscimenti. Nel corso della sua lunga attività, l’attrice ha infatti preso parte ad una gran varietà di titoli, che le hanno permesso di cimentarsi con generi e contesti sempre diversi. Eccellendo in ogni suo ruolo, la Lisi ha così avuto modo di costruire una fama pressocché immortale.

Ecco 10 cose che non sai di Virna Lisi.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Virna Lisi: i suoi film e la televisione

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attrice iniziò a recitare per il grande schermo nel corso degli anni Cinquanta, prendendo parte a titoli come Le diciottenni (1955), Lo scapolo (1955), con Alberto Sordi, La donna del giorno (1956), e Totò, Peppino e le fanatiche (1958). Raggiunta la popolarità, recitò in film come Un militare e mezzo (1960), con Terence Hill, Sua Eccellenza si fermò a mangiare (1961), Eva (1962), Come uccidere vostra moglie (1965), Signore & signori (1966), Il segreto di Santa Vittoria (1969), con Anna MagnaniLa statua (1971), Zanna Bianca (1973), Al di là del bene e del male (1977), La cicala (1980), La donna giusta (1982), Sapore di mare (1983), con Isabella Ferrari, I ragazzi di via Panisperna (1989), Buon Natale… buon anno (1989), La Regina Margot (1994), Va dove ti porta il cuore (1996), di Cristina Comencini, e Latin Lover (2015).

9. Ha preso parte a molti sceneggiati televisivi. Nel corso della sua lunga carriera, l’attrice non si è fatta sfuggire l’occasione di recitare anche per la televisione, recitando in molti sceneggiati di grande successo. Tra i più noti si citano Orgoglio e pregiudizio (1957), I masnadieri (1959), Una tragedia americana (1962), Philo Vance (1974), … e la vita continua (1984), Cristoforo Colombo (1985), I misteri della giungla nera (1991), Passioni (1993), Deserto di fuoco (1997), Le ali della vita (2000), Piccolo mondo antico (2001), Il bello delle donne (2001-2003), I ragazzi della via Pal (2003), Caterina e le sue figlie (2005), L’onore e il rispetto (2006), Caterina e le sue figlie 2 (2007), Fidati di me (2008), Il sangue e la rosa (2008), Caterina e le sue figlie 3 (2010) e Madre, aiutami (2014).

8. Ha rifiutato ruoli in celebri film. Come capita spesso agli attori, anche la Lisi è nota per aver rifiutato ruoli in celebri film, prevalentemente di produzione statunitense. Nei primi anni Sessanta, infatti, le venne offerto il ruolo della bond girl in A 007, dalla Russia con amore, con Sean Connery, ma lei rifiutò, dichiarando in seguito di essersene però pentita. Nel 1968, invece, le fu assegnato il ruolo della protagonista nel film Barbarella, ma l’attrice rifiutò la parte stufa di interpretare il ruolo della bionda sexy e svampita. Il ruolo fu così affidato a Jane Fonda, che divenne famosa grazie a tale titolo. Avrebbe inoltre dovuto recitare in Cuore sacro di Ferzan Özpetek e Immaturi, ma rinunciò per via di altri impegni.

Virna Lisi: i suoi premi

7. Ha ottenuto importanti riconoscimenti. A diversi anni dal suo debutto, la critica ha iniziato a considerare molto di più le interpretazioni della Lisi, accorgendosi della grande attrice che era. Fu così, che ella iniziò a ricevere alcuni dei maggiori onori da parte dell’industria, ottenendo premi e nomination a livello internazionale. La Lisi, infatti, vanta ben due David di Donatello, per i film La cicala e Sapore di mare. Negli anni è poi stata candidata altre quattro volte, ottenendo nel 2009 il premio alla carriera. Molti di più sono stati i Nastri d’argento vinti, ben 6, ma il premio più prestigioso è stato senza dubbio il Prix d’interprétation féminine al Festival di Cannes per La regina Margot, a cui seguì il Premio César come attrice non protagonista.

Virna Lisi: il suo patrimonio

6. Era un’attrice molto pagata. Come sottolineato, la carriera dell’attrice è stata lunga e ricca di successi. Avendo lavorato tanto in Italia quanto in Francia e negli Stati Uniti, la Lisi ha potuto raggiungere una fama internazionale, cosa che ha ovviamente fatto crescere il proprio cachet. Avendo inoltre lavorato sino alla fine dei suoi giorni, l’attrice ha avuto modo di raccogliere un patrimonio stimato di circa 5 milioni di euro. Una cifra che ancora oggi la rende una delle interpreti italiane più pagate di sempre.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Virna Lisi patrimonio

Virna Lisi: il marito, il figlio e i nipoti

5. Ha avuto un lungo matrimonio. Il 25 aprile del 1960, nella chiesa di San Cesareo de Appia a Roma, la Lisi sposò l’architetto Franco Pesci. Sulla loro vita famigliare, l’attrice ha sempre mantenuto un certo riserbo, evitando che i riflettori del mondo dello spettacolo diventassero invadenti. È comunque noto che i due rimasero insieme fino alla scomparsa di lui, avvenuta nel 2013, nell’anno del loro 53esimo anniversario. Sembra inoltre che la Lisi rifiutò le avances del cantante e attore Frank Sinatra, dichiarandosi estremamente fedele al marito.

4. Ha avuto un figlio. Nel 1962 la Lisi, insieme al marito, diedero alla luce il figlio Corrado. Per potersi dedicare a lui, l’attrice decise di prendersi diverse pause dalle scene, tornando però poi al cinema e in televisione su suggerimento del marito. Nel 1993, infine, è diventata nonna per la prima volta di Franco, il primo dei suoi tre nipoti. Nel 2002, infatti, il figlio Corrado diede alla luce i gemelli Federico e Riccardo. La Lisi ha sempre indicato la propria famiglia come la cosa più importante per lei, e di cui infatti si è più volte presa cura.

Virna Lisi: età, altezza e morte dell’attrice

3. Si ammalò gravemente. Il 18 dicembre del 2014, l’attrice si spense nel sonno, ad un mese di distanza dall’aver scoperto di avere un cancro ai polmoni. Aveva 78 anni. Per lei venne proposta la camera ardente in Campidoglio a Roma, ma il figlio Corrado rifiutò preferendo dar luogo a dei funerali in forma privata, nel rispetto della riservatezza che ha sempre caratterizzato la madre. In seguito alla sua scomparsa, venne istituito il Premio Virna Lisi, assegnato alle attrici italiane che si sono distinte anche all’estero.

2. Virna Lisi è nata ad Ancona, nelle Marche, l’8 novembre del 1936, ed era alta complessivamente 168 centimetri. Il suo funerale si è celebrato nella chiesa di San Roberto Bellarmino, nel quartiere Parioli dove abitava. Oggi l’attrice riposa nel cimitero di Prima Porta di Roma, accanto al marito.

Virna Lisi: le frasi più belle dell’attrice

1. Sono celebri alcune sue frasi. Riservata ed estremamente brillante, l’attrice è negli anni diventata celebre, oltre che per le sue interpretazioni, anche per le numerose frasi da lei pronunciate, con cui riflette sulla propria carriera o la vita in generale. Attraverso queste è certamente possibile conoscere di più della Lisi e del suo pensiero. Ecco pertanto alcune delle sue frasi più celebri.

  • “Spogliarsi troppo non serve mai: la vera ricchezza è possedere le cose e non mostrarle.”
  • “Mi hanno sempre detto che sono algida. In realtà dentro sono un’Anna Magnani.”
  • “E’ arrivata l’età delle rughe? Pazienza. Le rughe rappresentano il passato di ciascuno, e fanno parte della vita.”
  • “Ho fatto la bella per molti anni e interpretare una brutta è stata una goduria.”
  • “Sono sempre stata orgogliosa di essere un’artista, ma anche una casalinga, una moglie e una madre e ora anche nonna.”

Fonte: IMDb

 

Raz Degan: 10 cose che non sai sull’attore

Raz Degan: 10 cose che non sai sull’attore

Diventato celebre come modello per note riviste come Vogue, Elle e Glamour, Raz Degan si è in seguito distinto come personalità poliedrica dello spettacolo italiano, recitando tanto al cinema quanto in televisione. Negli anni si è poi cimentato anche nella regia e nella produzione, ricoprendo così sempre più ruoli all’interno dell’industria. Degan è poi diventato celebre anche per la sua partecipazione a noti programmi della televisione italiana.

Ecco 10 cose che non sai di Raz Degan.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Raz Degan Stuart

Raz Degan: i suoi film e le pubblicità

10. Ha recitato in noti lungometraggi. Degan debutta sul grande schermo nel 1996 con il film Squillo, un giallo di cui è protagonista. Successivamente, compare in Coppia omicida (1998), con Raoul Bova, e Titus (1999), con Anthony Hopkins e Jonathan Rhys-Meyers, dove ricopre il ruolo di Alarbo. Nel 2004 è invece Dario III in Alexander, con Colin Farrell. Torna poi in Italia per recitare in Centochiodi (2007), Albakiara – Il film (2008), e Barbarossa (2009). È poi Zaief nel film francese Special Forces – Liberate l’ostaggio (2012), mentre la sua ultima apparizione sul grande schermo risale al 2012, con la commedia Omamamia.

9. È stato protagonista di note pubblicità. Prima di diventare attore di cinema e televisione, Degan divenne piuttosto celebre grazie ad una serie di spot televisivi in cui apparì come protagonista. Tra queste si annoverano la pubblicità per la Polaroid, dove interpretava un cantante rock, e quella per il bagno schiuma Pino Silvestre. A renderlo famoso è però lo spot per l’amaro Jägermeister, grazie al quale ottiene estrema popolarità e può intraprendere una più fruttuosa carriera.

8. Ha diretto e prodotti alcuni programmi televisivi. Nel 2017 Degan distribuisce, dopo cinque anni di lavorazione, il documentario The Last Shaman, da lui diretto, scritto e prodotto. Nel 2018, invece, è autore e conduttore del programma Raz and the tribe, dove in ogni episodio si reca presso una diversa tribù indigena per vivere secondo i loro usi e costumi. Tale programma, come anche il documentario, viene trasmesso sul canale Sky Atlantic, e vede tra i partecipanti anche l’attore Luca Argentero.

Raz Degan a L’isola dei famosi

7. Ha vinto il celebre reality. Nel 2017 Degan guadagna nuova popolarità nel momento in cui partecipa al reality show L’isola dei famosi. Il suo periodo di permanenza va dal 31 gennaio al 12 aprile, e grazie al favore di pubblico riesce infine ad arrivare all’ultima puntata dove, con l’89% di preferenze al televoto, vince contro il modello Simone Susinna. Tale vittoria conferma nuovamente il grande favore di pubblico di cui da sempre Degan gode, merito anche della sua schiettezza e del suo amore per la natura e la vita avventurosa.

6. L’esperienza è stata per lui insolita. A distanza di tempo dalla sua vittoria, Degan ha raccontato di quanto quello trascorso sull’isola sia stato per lui un periodo piuttosto strano. L’attore si è infatti dichiarato poco soddisfatto dall’esperienza avuta con i suoi compagni di viaggio, mentre ha particolarmente apprezzato la possibilità di vivere per un lungo periodo a contatto con la natura nuda e cruda, da lui sempre amata. Degan è infatti noto per aver girato il mondo, spesso in condizioni estreme, alla ricerca di un rapporto più intimo con l’ambiente.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Raz Degan Instagram

Raz Degan e Paola Barale

5. Ha avuto una lunga storia con la celebre showgirl. Nel 2002 l’attore conosce Paola Barale, showgirl divenuta nota grazie a programmi come La ruota della fortuna e Tutti x uno. Da quel momento i due intraprendono una relazione molto chiacchierata, che, seppur con diverse crisi va avanti fino al 2015, anno in cui i due annunciano di voler prendere percorsi differenti. Nel corso degli anni, tanto Degan quanto la Barale hanno però ricordato con gioia il periodo trascorso insieme, pur riconoscendo le varie differenze che li ponevano in contrasto.

Raz Degan e Stuart

4. Ha una nuova compagna. Di recente si è riacceso un particolare interesse nei confronti della vita privata dell’attore, e il motivo di ciò è stato un post su Instagram con cui Degan rivelava di avere una nuova compagna. L’attore, però, ha mantenuto un discreto riserbo nei confronti di questa sua nuova storia d’amore. Solo di recente, poi, nel corso di un’intervista televisiva, ha rivelato che lei si chiama Stuart, non fornendo però altre informazioni. Degan si è poi limitato a dichiarare di star vivendo con lei un periodo particolarmente felice della propria vita.

Raz Degan è su Instagram

3. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un profilo ufficiale seguito da 380 mila persone. All’interno di questo è solito condividere immagini relative a suoi momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi. Non mancano poi anche foto di curiosità a lui legate, come anche di serate di gala o eventi a cui ha preso parte. Grande importanza l’anno però le immagini dei viaggi da lui compiuti, dalle popolazioni incontrate e dagli spettacoli della natura in cui si è imbattuto.

2. Utilizza il social per promuovere il proprio lavoro. Tramite il proprio profilo, inoltre, l’attore condivide con i propri follower immagini promozionali dei suoi progetti da interprete. Sono poi particolarmente presenti i post che lo ritraggono impegnato nelle premiere dei suoi film, come The Last Shaman, progetto a cui l’attore ha dedicato anni e anni di lavoro. Seguendo il suo profilo, dunque, si può rimanere sempre aggiornati sulla sua attività.

Raz Degan: età e altezza

1. Raz Degan è nato a Sde Nehemia, un kibbutz situato nella parte nord di Israele, il 25 agosto del 1968. L’attore è alto complessivamente 183 centimetri.

Fonte: IMDb

Venezia 77: in concorso Nuevo Orden di Michel Franco

Venezia 77: in concorso Nuevo Orden di Michel Franco

Sarà presentato oggi in concorso a Venezia77 Nuevo Orden diretto da Michel Franco con protagonisti Naian González Norvind Diego Boneta, Mónica del Carmen, Fernando Cuautle, Darío Yazbek, Roberto Medina, Patricia Bernal, Lisa Owen, Enrique Singer, Eligio Meléndez, Gustavo Sánchez Parra.

Nuevo Orden propone una visione distopica del Messico, che tuttavia si discosta solo leggermente dalla realtà. La disparità sociale ed economica è attualmente sempre più diffusa e insostenibile. Non è la prima volta che un simile scenario si presenta nel Paese e i governi corrotti hanno sempre risposto con violenza dittatoriale a qualsiasi forma di protesta. Questo film vuole essere un monito: se la diseguaglianza non viene risolta civilmente e se le voci del dissenso vengono messe a tacere, ne deriva il caos.

Nuevo Orden, la trama

In questo affascinante dramma distopico ricco di suspense, uno sfarzoso matrimonio dell’alta società viene mandato a monte da una rivolta inaspettata, scaturita dal confitto sociale che dà il via a un violento colpo di stato. Attraverso gli occhi della solidale giovane sposa e dei domestici che lavorano per e contro la sua abbiente famiglia, Nuevo Orden descrive a rotta di collo la caduta di un sistema politico e la nascita di uno ancora più angosciante.

Anna Magnani: 10 cose che non sai sull’attrice

Anna Magnani: 10 cose che non sai sull’attrice

Da sempre celebrata come una delle attrici più importanti e talentuose della storia, Anna Magnani ha fatto del proprio volto un marchio di fabbrica unico, divenuto tanto un simbolo del cinema italiano quanto della romanità. Protagonista di alcuni tra i più grandi capolavori del cinema nazionale, la Magnani ha ricevuto riconoscimenti da ogni parte del mondo, venendo apprezzata tanto per la sua femminilità quanto per la sua grinta unica.

Ecco 10 cose che non sai di Anna Magnani.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

https://www.cinefilos.it/cinema-news/2020/morto-ennio-morricone-451564

Anna Magnani: la sua filmografia

10. Ha recitato in celebri film del cinema italiano. La Magnani inizia la propria carriera nel corso degli anni Trenta, prendo parte a diversi film con ruoli di contorno. Il primo grande successo arriva grazie a Teresa Venerdì (1941), di Vittorio De Sica. Da quel momento acquista sempre maggior popolarità con film come L’avventura di Annabella (1943), Campo de’ fiori (1943) e Roma città aperta (1945), di Roberto Rossellini, che la consacra. Successivamente, ricopre ruoli importanti in Il bandito (1946), L’onorevole Angelina (1947), L’amore (1948), Bellissima (1951), La carrozza d’oro (1952), Siamo donne (1953). Con La rosa tatuata (1955), inizia anche la sua carriera internazionale, seguita da Selvaggio è il vento (1957) e Pelle di serpente (1959). Torna poi in Italia per Risate di gioia (1960), Mamma Roma (1962) e Roma (1969), di Federico Fellini.

9. Ha vinto il premio Oscar. Ormai celebre in Italia come all’estero, la Magnani viene chiamata a recitare nel film La rosa tatuata, scritto appositamente per lei da Tennesse Williams. Per l’attrice si trattò della prima prova di carattere internazionale, e il risultato fu clamoroso. Nonostante le difficoltà linguistiche, la Magnani diede vita ad una performance unica, che la portò nel 1956 a vincere il premio Oscar per la miglior attrice protagonista. Ottenendo tale riconoscimento, è diventata la prima attrice non di lingua a inglese a vincere il prestigioso premio. La Magnani venne poi nuovamente nominata nel 1958 per il film Selvaggio è il vento.

8. Recitò anche per la televisione. Nel corso della sua carriera, la Magnani non si era mai lasciata conquistare dalla televisione, da lei guardata sempre con sospetto. Cambia tuttavia idea nel 1971, quando accetta di recitare in un ciclo di tre piccoli film intitolato Tre Donne, la cui colonna sonora originale venne composta da Ennio Morricone. Dato il successo del progetto, la Magnani prese parte ad un successivo film intitolato Correva l’anno di grazia 1870, dove recita insieme a Marcello Mastroianni. Il titolo, per una sfortunata coincidenza, andò in onda proprio nel giorno della morte dell’attrice.

Anna Magnani canta ‘O surdato ‘nnamurato

7. Ha reso famosa la celebre canzone napoletana. Nel primo dei film che compongono il ciclo di Tre Donne, intitolato La sciantosa, la Magnani interpreta Flora Bertuccioli, diva ormai anziana e sul viale del tramonto che si ritrova a cantare per i soldati al fronte. Nel momento in cui si ritrova davanti a tale pubblico, però, si rende conto della loro difficile situazione. Rifiuta pertanto di cantare la marcia militare e intona piuttosto ‘O surdato ‘nnamurato. La versione cantata dalla Magnani del celebre brano napoletano è così divenuta una delle più celebri, ancora oggi ricercata e ascoltata.

Anna Magnani a Furore

6. Ha reso celebre una località della Campania. Nel 1948 l’attrice è protagonista assoluta del film ad episodi L’amore. Il secondo dei due, intitolato Il miracolo, è stato ambientato al Fiordo di Furore, alle porte della Costiera Amalfitana. Considerato uno dei luoghi più belli da visitare in Campania, questo è stato così reso ulteriormente celebre e ricercato per via della presenza lì della Magnani. L’attrice, inoltre, all’epoca viveva una burrascosa storia d’amore con Rossellini, regista del film, e le loro vicende in quei luoghi sono ancora oggi tramandate da quanti ebbero modo di incontrarli.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

https://www.cinefilos.it/cinema-news/2020/morto-ennio-morricone-451564

Anna Magnani: la sua vita privata e il figlio

5. Ebbe un figlio da un suo collega. Nel 1942 l’attrice diede alla luce il suo unico figlio, Luca, avuto dalla sua relazione con l’attore Massimo Serato, il quale però la abbandona nel momento in cui scopre della gravidanza. La Magnani, però, non si lascia abbattere da ciò, e anzi riesce ad imporre il proprio cognome al figlio, portando avanti una tradizione di famiglia. Infatti, anche sua madre Marina fece lo stesso con lei, dando vita ad un raro caso di genealogia matrilineare protrattosi per tre generazioni.

4. È nota la sua relazione con Roberto Rossellini. Recitando nel film Roma città aperta, la Magnani ha modo di conoscere il regista Roberto Rossellini, considerato uno dei padri del Neorealismo. Tra di loro nasce così una relazione sentimentale, considerata una delle più importanti per le vite di entrambi. Il loro rapporto li porta così a lavorare nuovamente insieme per il film L’amore, ma si interrompe bruscamente nel momento in cui Rossellini lascia la Magnani per l’attrice Ingrid Bergman. Tuttavia, verso il finire della vita di lei, i due si riavvicinano. Rossellini, infatti, fu presente accanto alla Magnani sino al momento della sua morte.

Anna Magnani: la malattia e la morte

3. Si ammalò gravemente. L’attrice si è spenta a Roma il 26 settembre del 1973, all’età di soli 65 anni, per via di un tumore al pancreas contro il quale aveva combattuto nel periodo precedente. La sua morte ha commosso il mondo intero, e numerosi sono stati i tributi nuovamente a lei dedicati, dove veniva esaltata la sua forza di carattere e il suo indiscusso talento. La Magnani oggi riporta nel piccolo cimitero di San Felice Circeo, in provincia di Latina, nei pressi della sua villa del Circeo.

Anna Magnani: le rughe

2. Il suo volto era motivo d’orgoglio. La Magnani, contrariamente a molte attrici del suo tempo, rifiutò sempre di ritoccare il proprio viso, facendo di esso un vero e proprio vanto. Dimostrando un coraggio ancora oggi raramente eguagliato, la Magnani non ha mai accettato che le proprie rughe venissero considerate un segno di bruttezza, indicando invece in esse la forza della propria espressività e delle proprie emozioni. Celebre è inoltre la sua frase “lasciatemi tutte le rughe, non me ne togliete neanche una. Ci ho messo una vita a farmele venire”.

Anna Magnani: le frasi

1. Le sono attribuite celebri citazioni. La Magnani è sempre stata una donna dalle forti passioni, che ha saputo perfettamente racchiudere in frasi divenute oggi iconiche. Oltre al celebre aforisma riguardante le rughe, si annoverano diverse altre citazioni in grado di raccontare perfettamente l’attrice e il suo animo. Ecco di seguito alcune delle frasi più celebri della Magnani.

  • “È così ingiusto morire, dal momento che siamo nati.
  • “Ho capito che ero nata attrice. Avevo solo deciso di diventarlo nella culla, tra una lacrima di troppo e una carezza di meno. Per tutta la vita ho urlato con tutta me stessa per questa lacrima, ho implorato questa carezza. Se oggi dovessi morire, sappiate che ci ho rinunciato. Ma mi ci sono voluti tanti anni, tanti errori.”
  • “Il fatto è che le donne come me si attaccano soltanto agli uomini con una personalità superiore alla loro: e io non ho mai trovato un uomo con una personalità capace di minimizzare la mia.”
  • “L’importante è non avere le grinze al cervello. Quelle in faccia prima o poi t’aspettano al varco.”

Fonte: IMDb

Meg Ryan: 10 cose che non sai sull’attrice

Meg Ryan: 10 cose che non sai sull’attrice

Affermatasi negli anni Ottanta e Novanta grazie ai film romantici a cui ha preso parte, l’attrice Meg Ryan è ancora oggi una vera e propria icona, simbolo di storie che hanno fatto sognare generazioni e generazioni di spettatori. Brillante, carismatica e ricca di talento, la Ryan vanta dunque una carriera ricca di successi, che le hanno permesso di collaborare con alcuni dei maggiori attori e registi di Hollywood. Ruolo dopo ruolo, ha consolidato il proprio status all’interno dell’industria, dando vita a personaggi femminili ancora oggi insuperati.

Ecco 10 cose che non sai di Meg Ryan.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Meg Ryan oggi

Meg Ryan: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attrice debutta sul grande schermo con il film Ricche e famose (1981), per poi ottenere subito grande popolarità grazie a Top Gun (1986), con Tom Cruise, Salto nel buio (1987) e Harry, ti presento Sally… (1989), con cui si consacra agli occhi del pubblico e dell’industria. Da quel momento recita così in popolari titoli come The Doors (1991), Insonnia d’amore (1993), con Tom Hanks, Amarsi (1994), French Kiss (1995), Innamorati cronici (1997), City of Angels – La città degli angeli (1998), con Nicolas Cage, C’è posta per te (1998), Avviso di chiamata (2000), di Diane Keaton, Kate & Leopold (2001), con Hugh Jackman, In the Cut (2003), Il bacio che aspettavo (2007), The Women (2008), con Annette Bening, e Ithaca – L’attesa di un ritorno (2015).

9. È anche regista e produttrice. Nel corso della sua carriera la Ryan ha deciso di non distinguersi soltanto per la sua attività d’interprete, desiderando cimentarsi anche come regista e produttrice. L’occasione di debuttare dietro la macchina da presa arriva nel 2015 con il film Ithaca – L’attesa di un ritorno. Ad oggi si tratta dell’unica attività da regista per la Ryan. Maggiore è invece il numero dei film da lei prodotti, alcuni dei quali la vedono anche come protagonista. Tra questi si annoverano French Kiss, Northern Lights, Lost Souls – La profezia e Prima o poi mi sposo, con Jennifer Lopez.

8. Ha ottenuto importanti riconoscimenti. Con una carriera ricca di successi, l’attrice vanta ad oggi tre nomination ai Golden Globe come miglior attrice per i film Harry, ti presento Sally…, Insonnia d’amore e C’è posta per te. Per il primo di questi titoli è stata inoltre candidata al David di Donatello come miglior attrice straniera. Ha poi ricevuto una nomination anche ai Sag Awards per il film Amarsi, e ai Saturn Awards per City of Angels. Pur non riportando vittorie, la Ryan ha avuto comunque modo di affermarsi come una delle più apprezzate interpreti della sua generazione, e nel 1994 è stata eletta donna dell’anno e votata come una delle 50 persone più belle del mondo dalla rivista People.

Meg Ryan in Top Gun

7. Ha intrapreso una relazione sul set del film. Uno dei primi grandi titoli a cui l’attrice ha partecipato è senza dubbio Top Gun. Qui, nel ruolo di Carole, la Ryan ha intrapreso una relazione con l’attore Anthony Edwards, che nel film interpreta il copilota Nick “Goose” Bradshaw. I due mantennero la loro storia piuttosto riservata e lontana dai riflettori, ma la cosa non durò comunque molto. Dopo solo un anno i due resero noto il fatto di essersi separati, cosa forse causata dall’incontro della Ryan con l’attore Dennis Quaid, poi divenuto suo marito.

Meg Ryan in C’è posta per te

6. Ha lavorato in una vera libreria per prepararsi al ruolo. In uno dei titoli più famosi della sua carriera, C’è posta per te, l’attrice recita nel ruolo di Kathleen Kelly, la quale gestisce una piccola libreria per bambini ereditata dalla madre. Per prepararsi a tale ruolo, l’attrice, su suggerimento della regista Nora Ephron, decise di andare a lavorare in una vera libreria di New York per prendere dimestichezza con il mestiere e potersi calare meglio nei panni del suo personaggio. La libreria, dove la Ryan ha lavorato per circa una settimana, è la Books of Wonder, situata nel cuore di Manhattan.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Meg Ryan Tom Hanks

Meg Ryan e Tom Hanks

5. Hanno recitato insieme più volte. La carriera della Ryan si è più volte incrociata con quella del premio Oscar Tom Hanks, e i due hanno così avuto modo di recitare insieme in alcuni classici degli anni Novanta. Il primo di questi titoli è Joe contro il vulcano, commedia dove i loro personaggi finiscono con l’innamorarsi perdutamente. Cosa molto simile avviene anche in Insonnia d’amore, dove i loro personaggi intraprendono una struggente relazione a distanza. Il loro terzo film è poi C’è posta per te, e anche in questo caso finiscono con il dar vita ad un’insolita coppia.

4. Ha voluto l’attore per il suo primo film da regista. Nel 2015 la Ryan decide di debuttare alla regia del suo primo film, Ithaca. Per l’occasione, l’attrice affermò il desiderio di circondarsi di colleghi che fossero anche amici fidati, con i quali avrebbe potuto sentirsi rassicurata nel corso di quella nuova avventura. Fu così che la Ryan chiamò proprio Hanks, per fargli ricoprire un ruolo di rilievo nel film. I due ebbero così modo di riunirsi dopo più di quindici anni dal loro ultimo film insieme.

Meg Ryan: marito e figlio

3. Era sposata con un noto attore. Sul set del film Salto nel buio, nel 1987, l’attrice ebbe modo di conoscere il collega Dennis Quaid. I due strinsero da subito un profondo legame, intraprendendo una solida relazione sentimentale. Dopo diversi anni, i due sembravano pronti al matrimonio, ma la Ryan affermò che avrebbe sposato l’attore solo se questi si fosse disintossicato da droga e alcol. Per amore, Quaid si sottopose così a tale riabilitazione, e i due arrivarono così a sposarsi il 14 febbraio del 1991. Tuttavia, nel luglio del 2001 la coppia ha annunciato il loro divorzio.

2. Suo figlio ha seguito le sue orme. Dal matrimonio con Quaid l’attrice ha dato alla luce, nell’aprile del 1992, il figlio Jack. Crescendo, questi decise di seguire le orme dei genitori e diventare a sua volta un attore. Debuttò nel 2012 nel film Hunger Games nel ruolo di Marvel. È poi nota anche la sua collaborazione con la madre, la quale l’ha voluto nel suo film d’esordio alla regia, Ithaca, dove gli ha affidato il ruolo di Marcus Macauley.

Meg Ryan: età, altezza e cosa fa oggi

1. Meg Ryan è nata a Faifield, nel Connecticut, Stati Uniti, il 19 novembre del 1961. L’attrice è alta complessivamente 173 centimetri. Recentemente, l’attrice ha confermato la sua intenzione di ritirarsi dalla recitazione, e negli ultimi anni le sue apparizioni si sono infatti di molto diradate. Oggi, la Ryan è principalmente concentrata sulla sua nuova carriera da regista e sceneggiatrice.

Fonte: IMDb

Venezia 77, oggi fuori concorso Run Hide Fight

Venezia 77, oggi fuori concorso Run Hide Fight

Sarà presentato oggi fuori concorso a Venezia77 Run Hide Fight, il film diretto da Kyle Rankin e prodotta da Dallas Sonnier e Amanda Presmyk. Protagonisti sono Thomas Jane, Radha Mitchell, Isabel May, Eli Brown, Olly Sholotan, Treat Williams, Barbara Crampton, Britton Sear, Cyrus Arnold, Catherine Davis e Joel Michaely.

Ho scritto Run Hide Fight per affrontare la mia paura e impotenza di fronte alle sparatorie di massa. Il mio intento non è mai stato quello di sfruttare il dolore di qualcuno, ma quello di dar vita a un confronto civile sulle armi in America. Il film non è concepito né a favore né contro le armi, in modo da incoraggiare un dialogo anziché una divisione, soprattutto tra amici che hanno visioni opposte su un tema complesso come questo. Spero che guardando il film, il pubblico pensi a quali scelte farebbe e chi vorrebbe essere se si trovasse nella posizione di Zoe. In definitiva, il film vuole essere emotivamente vero e lasciare agli spettatori un ricordo che sembri quasi il loro.

Run Hide Fight, la trama

Zoe Hull, diciassettenne, ha delle questioni irrisolte. Non ha ancora superato la recente morte di sua madre e talvolta le parla come se fosse ancora viva. Non sopporta suo padre, un ex-militare, per la sua apparente mancanza di emozioni, ma ogni giorno indossa la sua giacca dell’esercito come fosse un’armatura. Il suo migliore amico, Lewis, le ha appena chiesto di accompagnarlo al ballo di fine anno, perché vorrebbe che la loro relazione diventasse qualcosa di più di quanto lei sia in grado di gestire. Tutto ciò che Zoe vuole è passare le poche settimane conclusive del suo ultimo anno di scuola e andarsene al college per cominciare una nuova vita. Invece, la sua scuola viene attaccata da quattro studenti nichilisti e armati, che hanno intenzione di trasformare il loro assedio nella peggior sparatoria scolastica della storia. Gli assassini prendono velocemente il controllo della situazione e puntano le armi contro i sopravvissuti per radunarli insieme, trasformando una sparatoria in un sequestro di ostaggi e tenendo la polizia a debita distanza. Il capobanda, Tristan, registra gli eventi in diretta livestream, ottenendo la fama mondiale che desidera. Utilizzando le tecniche che il padre le ha insegnato, Zoe riesce a fuggire, ma rischia la vita per tornare all’interno della scuola. Senza avere un piano, guidata dall’istinto, salva chi può, fino a rendersi conto di essere pronta non solo ad aiutare gli altri a fuggire e nascondersi, ma ad affrontare gli assassini e combattere.

Julie and the Phantoms: recensione della nuova serie Netflix

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Julie and the Phantoms: recensione della nuova serie Netflix

Arriva su Netflix il 10 settembre Julie and the Phantoms, una nuova serie musicale a target giovanile che si avvale di un nome di grande fama e prestigio: Kenny Ortega. Per chi non conoscesse il regista e coreografo, si tratta della mente dietro al successo planetario di High School Musical e Descendants e che qui si ritrova ad aver a che fare con musica, scuola e adolescenti. La serie è ispirata ad un prodotto brasiliano, Julie and the Phantoms, è stata creata Dan Cross e Dave Hoge (I Thunderman), diretta da Kenny Ortega, Paul Becker (Descendants, Mirror Mirror), Kristin Hanggi e Kabir Akhtar, mentre le coreografie sono state curate da Ortega stesso e Paul Becker.

Julie and the Phantoms la storia

La storia parte dal 1985: i Sunset Curves, il chitarrista e compositore Luke, interpretato da Charlie Gillespie, il batterista Alex, interpretato da Owen Patrick Joyner, e il bassista Reggie, interpretato da Jeremy Shada, sono una band emergente, che perde tragicamente la vita in un incidente. Saltiamo poi in avanti, fino al 2020, e siamo con Julie (Madison Reyes), una ragazzina orfana di madre, che per il dolore della perdita non riesce più a coltivare la passione che la legava proprio alla mamma: la musica. In un momento di sconforto, mentre rovista tra le cianfrusaglie della madre, in garage, trova in CD dei Sunset Curves; inserendo il CD nel lettore, quella che sembra essere una magia fa materializzare i tre ragazzi nel suo garage: sono fantasmi. Scopriamo poi che Julie è l’unica che può vederli e che, quando suonano tutti insieme, lo diventano magicamente visibili a tutti, come fossero il gruppo di sfondo e Julie la frontgirl. Con la complicità della sua più cara amica, Julie fonda la sua band: Julie and the Phantoms.

La serie si sviluppaseguendo le declinazioni che assumono la passione per la musica e l’importanza dell’amicizia, entrembi i temi diventano fondamentali per la protagonista che impara anche a conoscersi meglio attraverso questo buffo terzetto di fantasmi adolescenti. Sarà infatti la musica e il sostegno di questi nuovi insoliti amici a permetterle di trovare il coraggio di superare la morte della madre e soprattutto di trovare la propria voce.
Non mancano, come ogni serie a terget giovanile, le linee narrative romantiche, i personaggi stereotipati, come la reginetta un po’ bulla o il belloccio stupido. Tuttavia la nostra protagonista rifugge dagli schemi e dai cliché. Julie non è la classica emarginata imbranata, è una ragazza volitiva, amata, caparbia, il suo abbigliamento è vivace e vistoso, non ha problemi a farsi riconoscere e quando trova la propria voce diventa un vero e proprio vulcano.

La colonna sonora di Julie and the Phantoms

A fare da pilastro a tutta la serie c’è naturalmente la colonna sonora. Scritta e prodotta dalla DJDTP, la colonna sonora funge da vero e proprio strumento narrativo, utilizzando molte canzoni come device narrativi, grazie alle quali la storia procede o, in altri casi, attraverso le quali la storia si spiega. Anche i generi spaziano nell’ambito di ritmi orecchiabili più o meno cool, dal pop rock commerciale, che rappresenta meglio la musica di Julie al K-pop in salsa occidentale, per Carrie, la reginetta della scuola. Tutte le canzoni sono fatte per entrare nella testa dei giovani spettatori e non uscirne mai più.

Una vera e propria apoteosi dei buoni sentimenti, Julie and the Phantoms è un prodotto di ottima qualità nel genere musicale per i più piccoli, è scritto con sufficiente arguzia e promette di mietere parecchie vittime, soprattutto tra il pubblico femminile.

Spaccapietre, recensione del film del Fratelli De Serio #Venezia77

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Si intitola Spaccapietre il nuovo film dei Fratelli De Serio, selezionato nel Concorso di Giornate degli Autori, unico italiano in gare, che si fregia di una delle migliori interpretazioni di Salvatore Esposito e dell’esordiente e fulgido talento di Samuele Carrino.

Giuseppe è uno spaccapietre, come suo nonno e suo padre prima di lui, lavora in una cava, ma, quando rimane ferito ad un occhio e lo perde, non può più occuparsi della famiglia; così tocca alla moglie uscire e lavorare. Fa la bracciante, sfruttata e sottopagata, in condizioni così precarie che la sfibrano e la uccidono. Così Giuseppe si trova a doversi occupare da solo e menomato di un bimbo, Antonio, vivace e dolce, che sogna di fare il paleontologo perché è appassionato di dinosauri. Alla sua vecchia cava non lo possono riassumere, così l’uomo si rivolge ai datori di lavoro di sua moglie: sarà l’inizio d un incubo. Giuseppe e Antonio diventano anche loro braccianti, e toccano con mano la difficoltà e la sofferenza, la bassezza in cui sono spinti a vivere coloro che non possono fare altro che questo lavoro, reso brutale da chi possiede quelle terre in cui loro sudano e talvolta muoiono.

Salvatore Esposito è il cardine di Spaccapietre

Gianluca e Massimiliano De Serio raccontano una realtà cruda, brutale, cattiva, sembrano voler puntare il dito contro certe realtà che esistono realmente, ma sembrano anche offrire allo spettatore un monito, un avvertimento, un invito alla compassione. Cardine solido intorno a cui ruota tutto il film è Salvatore Esposito. Il ragazzone di Gomorra – La Serie è diventato un uomo, ora è credibile anche nei ruoli di padre e il suo Giuseppe è davvero il cuore della storia.

Una roccia agli occhi del figlio, un uomo spezzato a quelli degli spettatori, il protagonista della storia cerca di costruire intorno a suo figlio, sua unica ragione di vita, un piccolo universo parallelo. Il lavoro diventa un gioco, la madre morta una presenza angelica che tornerà, la passione per la paleontologia una vero obbiettivo da perseguire. Giuseppe continua a dedicare ad Antonio le attenzioni e i momenti di dolcezza che costituivano la loro quotidianità, prima che tutto andasse in pezzi, e nonostante l’inferno in cui entrambi sono scivolati, prova con tutte le sue forze a conservare la purezza del figlio.

Samuele Carrino, promettente giovane talento

Il piccolo Carrino non sfigura certo accanto ad un sempre più maturo e credibile Esposito. Il suo Antonio è sveglio, attento, consapevole eppure sempre ottimista, non si permette mai di far capire al padre quanto soffre, accoglie sempre con ottimismo le sue storie e cerca nel suo modo semplice e fanciullesco, di dare leggerezza al padre. E i fratelli De Serio riescono a mettere in quadro tutta questa ricca e disperata umanità condendola con polvere sudore e fatica, tutto ciò che sentono i due protagonisti.

Non c’è speranza o redenzione in Spaccapietre, solo sofferenza che a volte sembra anche fine a se stessa, accanimento che se da un lato sembra gratuitamente crudele, dall’altro è senza dubbio una possibilità di rimanere all’erta ed essere consapevoli di ciò che accade tutti i giorni, mentre siamo distratti ad andare avanti con le nostre banali e comode vite.

Dune: Denis Villeneuve e il suo cast per una Q&A sul film

Dune: Denis Villeneuve e il suo cast per una Q&A sul film

Uscirà e sarà spettacolare. Presentato in anteprima mondiale l’attesissimo trailer di Dune il film di Denis Villeneuve, è stato accompagnato da un Q&A con tutto il cast collegato via zoom. Le primi immagini colpiscono subito per la spettacolarizzazione, rendendo subito l’idea di ciò che ci aspetta, una pellicola in cui la palette di colori è fondamentale, con la sabbia a fare da protagonista, il fuoco e gli splendidi costumi degli attori. Il suono è potente, un crescendo minaccioso si alterna ad una musica di speranza mentre a piccole dosi ci vengono presentati gli attori di questa storia che avrà ben due film.

Questa è la prima delle grandi novità emerse durante l’incontro, la conferma ai rumors che davano per certa la notizia della seconda pellicola. A confermarlo è proprio il regista “ho deciso sin dall’inizio di fare due film, sin da quando abbiamo parlato del progetto questa era una delle mie condizioni. Il libro ha una storia troppo complessa e piena di avvenimenti che non si potevano raccontare in una sola pellicola. Devo dire che sono stati subito tutti d’accordo.” Che la storia sia epica si sa, il libro uscito nel 1965 per mano di Frank Herbert fu un successo senza precedenti, tant’è che nel 1984 David Lynch ne fece un film, di altrettanto successo.

“È una storia semplice in realtà, ma racchiude in se tantissime cose. Il libro è ricco di elementi di narrazione, sono affascinato dal racconto di questi umani che devono imparare il loro destino per cambiare il mondo. Mi sono sentito come chiamato in causa, dovevo fare questo film è tutto una questione di fato e destino, come Dune.” Denis Villeneuve è un fan del romanzo di vecchia data, l’acclamato regista di Arrival e Blade Runner 2049, è abituato a doversi confrontare con la pressione, questa volta poi ci sono così tante persone ad attendere questo film che la curiosità è ancora di più: “Certo che si avverte la pressione, quando ho fatto Blade Runner sentivo di dover portare rispetto al lavoro di Ridley Scott, qui è la stessa cosa per Lynch ma sono più fiducioso perché sono stato un grande sognatore da piccolo e conservo questo aspetto del mio carattere. So cosa vuole chi aspetta questo film.”

La pellicola con protagonista, fra gli altri, il lanciatissimo Timothée Chalamet, uscirà il 17 dicembre e il regista non ha dubbi riguardanti il giovane attore: “È uno dei migliori della sua generazione. Avevo bisogno di qualcuno che avesse un grande talento che sostenesse il film, ma allo stesso tempo che fosse giovane. Nella pellicola vive moltissime vite ma rimane fresco, è straordinario. Timothée ha un carisma fuori dal comune che si associa a qualcosa di romantico nel suo viso, ed è solo nei suoi 20 anni, è tutto ciò di cui avevo bisogno.”

Dal canto suo Chalamet  ha dichiarato che all’inizio non è stato facile approcciarsi a questo film: ”Sono entrato a far parte di un film così importante, con un cast di attori straordinari e anche se mi sono sentito subito protetto e supportato mi sono sentito intimorito ma anche ispirato. Denis è così bravo in quello che fa, ognuno nel cast è incredibile in quello che fa e vuole dare il meglio di se per il bene del progetto. Poi girare nel deserto della Giordania ha sicuramente aiutato ad immergermi in una realtà suggestiva, l’ambiente che ti circonda entra a far parte di te ed è come un quadro.”  

Nel cast anche Javier BardemZendayaOscar IsaacRebecca FergusonStellan SkarsgardDave Bautista, Charlotte Rampling Jason Momoa, sarà distribuito da Warner Bros.

La storia di Olaf: dal 23 ottobre il nuovo corto su Disney+

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La storia di Olaf: dal 23 ottobre il nuovo corto su Disney+

Cosa è successo a Olaf dal momento in cui Elsa lo ha creato mentre cantava “All’Alba Sorgerò” e costruiva il suo palazzo di ghiaccio e quando Anna e Kristoff l’hanno incontrato per la prima volta nella foresta? E come ha imparato ad amare l’estate? Le inedite origini di Olaf, l’innocente e profondo pupazzo di neve amante dell’estate che ha fatto sciogliere i cuori nel film di animazione premio Oscar del 2013 Frozen – Il Regno di Ghiaccio e nel suo acclamato sequel del 2019, vengono rivelate nel nuovissimo cortometraggio dei Walt Disney Animation Studios, La Storia di Olaf.

Il corto segue i primi passi di vita di Olaf, alla ricerca della sua identità sulle montagne innevate nei pressi di Arendelle. La Storia di Olaf è diretto da Trent Correy (animation supervisor di Olaf in Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle) e Dan Abraham (story artist veterano, autore degli storyboard della sequenza musicale di “Da Grande” di Olaf in Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle) e prodotto da Nicole Hearon (associate producer di Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle e Oceania) con Peter Del Vecho (produttore di Frozen – Il Regno di Ghiaccio, Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle).

“È un’idea che ha iniziato a prendere forma quando lavoravo come animatore del primo Frozen”, ha detto il regista Trent Correy. “Io e Dan Abraham siamo così grati ed entusiasti di aver avuto l’opportunità di dirigere questo corto, lavorando con i nostri incredibili colleghi dei Walt Disney Animation Studios”.

Nella versione italiana del corto l’attore e regista Enrico Brignano presta ancora una volta la propria voce a Olaf, mentre l’attrice e cantante Serena Autieri e l’attrice, cantante e conduttrice televisiva Serena Rossi tornano ad interpretare rispettivamente le sorelle Elsa e Anna.

Il corto animato dei Walt Disney Animation Studios La Storia di Olaf arriva in esclusiva su Disney+ dal 23 ottobre 2020.

The Mandalorian 2: prime foto e data d’uscita su Disney+

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The Mandalorian 2: prime foto e data d’uscita su Disney+

Sono state diffuse le prime immagini ufficiali e la data d’uscita su Disney+ di The Mandalorian 2. La serie arriverà sulla piattaforma il prossimo 30 ottobre! Ecco di seguito le immagini:

Iscriviti a Disney+ e inizia a guardare The Mandalorian e altre produzioni originali

The Mandalorian 2

The Mandalorian 2 è la seconda stagione della serie tv The Mandalorian live  action basata sull’universo di Star Wars prodotta dalla LucasFilm per la piattaforma streaming Disney+.

Ambientata nell’universo di Guerre stellari dopo le vicende de Il ritorno dello Jedi e prima di Star Wars: Il risveglio della Forza, racconta le avventure di un pistolero mandaloriano oltre i confini della Nuova Repubblica. Dopo la caduta dell’Impero, nella galassia si è diffusa l’illegalità. Un guerriero solitario vaga per i lontani confini dello spazio, guadagnandosi da vivere come cacciatore di taglie. Ambientata dopo la caduta dell’Impero e prima della comparsa del Primo Ordine, The Mandalorian racconta le difficoltà di un pistolero solitario che opera nell’orlo esterno della galassia, lontano dall’autorità della Nuova Repubblica. La serie ha come protagonista Pedro Pascal nei panni del Mandaloriano.

La serie è prodotta e scritta da Jon Favreau (già produttore de Il Re Leone e delle saghe di Avengers e Iron Man). Nel cast anche Gina Carano (DeadpoolFast and Furious); Carl Weathers (Apollo Creed nella saga di Rocky), Nick Nolte (Cape FearIl Principe delle maree), Emily Swallow (SupernaturalLe regole del delitto perfetto), Taika Waititi (premio Oscar 2019 per JoJo Rabbit), Giancarlo Esposito (Fa’ la cosa giustaBreaking Bad) e Omid Abtahi (24HomelandStar Wars: The Clone Wars).

The Mandalorian, prodotta in esclusiva per Disney+ da Lucasfilm, è la prima serie live-action di Star Wars e, nei suoi 8 episodi, racconta vicende ambientate dopo la caduta dell’Impero, quando nella galassia si è diffusa l’illegalità. Protagonista è un guerriero solitario che vaga per i lontani confini dello spazio, guadagnandosi da vivere come cacciatore di taglie. A interpretarlo Pedro Pascal (Game of ThronesNarcos).

Hopper/Welles, la recensione del film di Orson Welles #Venezia77

Hopper/Welles, la recensione del film di Orson Welles #Venezia77

Si fa sempre un gran parlare della Magia del Cinema, ma in un momento in cui il solo poter raccontare una Mostra del Cinema sembra un miracolo vedere resuscitati due nomi come quelli citati dal titolo appare davvero come il più riuscito degli incantesimi. L’Hopper/Welles presentato a Venezia tra i Fuori Concorso non è altro che la ripresa della conversazione svoltasi nel 1970 tra un trentacinquenne Dennis Hopper e Orson Welles durante una serata passata insieme dai due tra sigarette e gin tonic a parlare di società, rivoluzioni e soprattutto – e imprescindibilmente – cinema.

Impossibile non pensare immediatamente all’incontro tra Alfred Hitchcock e François Truffaut (raccontato in un celebre libro e nel documentario di Kent Jones, presentato al Festival di Cannes nel 2015). Un incontro diverso e più strutturato di questo, che da subito prende una piega molto particolare e rivela rapidamente uno squilibrio tra le forze in campo. Da un lato il regista di Easy Rider, autore di uno degli esordi più sorprendenti della Nuova Hollywood ed ex giovane ribelle, dall’altro il grande Maestro di Quarto Potere, qui anche regista del documentario realizzato durante le travagliate riprese del suo ultimo L’altra faccia del vento (The Other Side of the Wind) e il complicato montaggio di Fuga da Hollywood (The Last Movie) di Hopper.

Orson Welles, genio e grande burattinaio

Difficile relegare una personalità come quella di Welles a un cliché, figurarsi se una tale occasione poteva vederlo semplice spettatore, intervistatore, regista. Hopper, sullo schermo, lo definisce un Party, ma la sua pare più una speranza malriposta, forse dettata dalla disperazione di trovarsi sotto il fuoco di fila di una controparte dialettica di rara entità, una personalità strabordante, che fuoriesce dallo schermo e si materializza davanti alla macchina da presa, che pure non lo mostra mai. Un colosso con il quale ogni scambio sembra destinato a diventare tenzone, ogni incontro uno scontro. Ed è interessante scoprire i diversi orientamenti, o le letture dello spettacolo offerto: quello che per The Wrap è una sorta di Talk Show, per Screen diventa una conversazione intima e rivelatrice… e forse la lettura più condivisibile arriva da IndieWire, che ne parla come di “brain candy for cinephiles“.

Un dolcetto, un piccolo ‘treat‘, una chicca per i più nostalgici di due grandi ormai scomparsi. E perché no per il gusto voyeuristico che non pochi proveranno nel poter superare il limite, e nel vedere una tale celebrità in difficoltà davanti a un Mito più grande di lei. Che si offre con una generosità rara e del quale è possibile intuire l’umanità – per quanto venata di sadismo, ma piuttosto divertito (e divertente) – come poche altre volte. Welles è saccente, pretestuoso, scorretto, incalzante, poco conciliante e tutto sommato ospitale… ma è il suo modo di essere, non solo regista. Il timone è nelle sue mani, prevalere è inevitabile. Anche se forse avrebbe potuto mostrare maggior indulgenza, almeno verso gli spettatori, condensando ulteriormente il materiale raccolto con buona pace di qualcuno degli argomenti trattati.

Intrigante, ma per cinefili pazienti

Interessante la fase di riscaldamento dei due ‘pugili’, con scambi sul ruolo del regista ‘Dio’ o ‘Mago’ e con le citazioni di tanto cinema a noi vicino – da Visconti e Buñuel, a L’anno scorso a Marienbad e 8 e 1/2 – o i diversi punti di vista sul montaggio, per uno straziante mutilazione della propria creatura per l’altro cinica eliminazione del superfluo e di tutto ciò che non permette di vederne il meglio. Purtroppo prima ancora di entrare nel vivo, la dinamica del confronto si rivela nella sua completezza. E purtroppo non cambia molto nel suo procedere. I momenti migliori – al netto del piacere intellettuale per ragionamenti tanto taglienti – sono forse quando Hopper spezza la monotonia e si mostra meno passivo. Ma è tutta una tattica. Welles gode nell’incastrare l’altro, costretto a stare al gioco. Lo forza, lo imbocca e poi ne distorce le risposte. Una provocazione continua che a tratti porta a empatizzare con la vittima della serata.

Non si fraintenda, Hopper sarà pure un pugile incapace di uscire dall’angolo in cui è stato chiuso, ma non è certo uno sparring partner. La sua storia e la sua carriera parlando da sole, eppure in questo frangente non si ha mai l’impressione che possa sorprenderci e assestare un colpo. Forse il difetto più grave del documentario, che rischia di diventare noioso ai più. Se non esasperante. In attesa del colpo di grazia si passa dall’analisi psicanalitica alla politica, con Hopper che di volta in volta si trova a vestire i panni del ‘rivoluzionario da festa in piscina’, del ‘impegnato confuso’, del teledipendente pigro, del buon americano nostalgico, del politico da Reader’s Digest o dell’artista di rottura per colpa di una madre dispotica e di un padre assente (in realtà agente dei servizi segreti in Cina). Sul filo di lana arriva l’ultima battuta, la definitiva schiacciata dell’indiscusso dominatore, che chiude i giochi: “Le rivoluzioni le fa chi legge, non chi guarda la tv!”. Game. Set. Match.

Dune: il trailer italiano ufficiale del film di Denis Villeneuve

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Dune: il trailer italiano ufficiale del film di Denis Villeneuve

La Warner Bros ha diffuso il primo trailer italiano ufficiale di Dune, film di Denis Villeneuve che riporta in sala il romanzo di Frank Herbert, già raccontato da David Lynch.

CORRELATE:

In DuneTimothée Chalamet interpreterà il protagonista Paul Atreides, nato sul pianeta Caladan dal matrimonio fra il duca Leto Atreides I e la sua concubina Lady Jessica. Nel cast anche Javier BardemZendayaOscar IsaacRebecca FergusonStellan SkarsgardDave Bautista, Charlotte Rampling Jason Momoa. Ricordiamo che il film arriverà nelle sale americane il 18 Dicembre 2020.

Creators – The Past, dall’8 ottobre al cinema

Creators – The Past, dall’8 ottobre al cinema

Artuniverse in collaborazione con 30 Holding è lieta di annunciare che il kolossal Sci-Fi made in Italy Creators – The Past arriverà finalmente nei cinema italiani a partire dall’8 ottobre 2020.

Una scelta, quella di approdare direttamente in sala dopo i difficili mesi vissuti dal comparto cinematografico a causa dell’emergenza Covid-19, fortemente voluta dalla casa di produzione e distribuzione del film e attraverso la quale vuole dare un chiaro segnale di sostegno e supporto alle sale cinematografiche e agli esercenti che hanno deciso fin da subito di credere in un film tutto italiano ma dal respiro decisamente internazionale come Creators – The Past, un film che può essere fruito al meglio solo in una sala cinematografica.

Nel cast di Creators – The Past spiccano infatti talenti del calibro di William Shatner, Gérard Depardieu, Bruce Payne e altri importanti nomi del panorama cinematografico internazionale.

Il doppiaggio vanta le più grandi voci italiane del cinema hollywoodiano quali: Giancarlo Giannini, Luca Ward, Maria Pia Di Meo, Mario Cordova ed altri. CREATORS – THE PAST, lungometraggio già vincitore di 28 Awards e nato dall’estro creativo di Piergiuseppe Zaia, è il primo capitolo di una trilogia a cui si affianca l’omonimo romanzo Creators – The Past scritto dalla sceneggiatrice e attrice Eleonora Fani insieme a Gea Mizzani Corio. Oltre alle musiche originali di grande atrmosfera, il film è arricchito da una colonna sonora, edita da Universal Music Publishing Ricordi Srl/Studio Lead Srl, in Dolby Atmos di grande impatto epico sinfonico che vanta ben 75 temi originali, scritti dal compositore e regista Piergiuseppe Zaia con la presenza di eccellenti voci tra cui il giovane talento kazako Dimash Qudaibergen, considerato in tutto il mondo una delle voci più belle del pianeta, e il soprano italiana Adriana Damato.

Elementi sinergici che collaborano all’unisono per esprimere tutte le potenzialità di un progetto a lungo termine che porterà alla realizzazione del più grande universo Sci-fi mai prodotto in Italia. Una sfida tutta italiana non solo per quanto riguarda le prestigiose location (Valle d’Aosta, Canavese, Biellese, Venezia, Ivrea, Lago Maggiore, Lago d’Orta), ma anche per quanto riguarda la realizzazione degli effetti speciali che appaiono per più di due terzi del lungometraggio.

L’attesa è finita, venite a scoprire il misterioso universo di CREATORS – THE PAST nei cinema italiani a partire dall’8 ottobre 2020.

Un imponente allineamento galattico si sta realizzando ed i suoi effetti influenzeranno ogni forma di vita nel cosmo. Otto Dei governano e dirigono l’universo: sono i Creators. In un’epoca lontana, essi forgiarono uno strumento che avrebbe custodito il sapere divino della creazione: la Lens; otto Lens per otto Creatori. Ognuno di loro diede vita ad un sistema stellare, racchiudendone i segreti e la chiave della sua essenza all’interno della Lens stessa. A distanza di anni alcuni pianeti e le loro creature cominciarono ad uscire dal disegno divino a cui erano predestinati. Ora è tempo per il Concilio Galattico di riunirsi e decidere le sorti dei cieli ma serve il potere di tutte le Lens per governare l’universo e le sue leggi. Il nostro pianeta sta andando alla deriva e il Reggente della Terra non volendosi conformare agli obiettivi del Concilio non si presenta all’appello e nasconde la Lens nella dimensione umana. Questo scatenerà una corsa contro il tempo in una battaglia galattica all’ultimo sangue tra chi auspica il ritorno all’ordine stabilito dai Creators e chi, invece, vuole costituire un ordine nuovo.

Captain Marvel: i concept non utilizzati di Minerva

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Captain Marvel: i concept non utilizzati di Minerva

Ian Joyner ha condiviso dei concept inediti realizzati in fase di lavorazione di Captain Marvel. L’artista ha scelto la frase, estremamente in tema “proteggiti, indossa una maschera” per mostrare i concept non utilizzati di Minerva della Staforce, interpretata da Gemma Chan.

https://twitter.com/IanJoynerArt/status/1303427805535903744

Tutto ciò che sappiamo sul sequel di Captain Marvel

Captain Marvel 2, il sequel del cinecomic con protagonista il premio Oscar Brie Larson che ha incassato 1 miliardo di dollari al box office mondiale, sarà sceneggiato da Megan McDonnell, sceneggiatrice dell’attesa serie WandaVision.

Sfortunatamente, Anna Boden e Ryan Fleck, registi del primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: a quanto pare, i Marvel Studios sarebbero interessati ad affidare la regia del nuovo film ad una sola regista donna. Secondo la fonte, Boden e Fleck potrebbero essere comunque coinvolti in una delle serie Marvel attualmente in sviluppo e destinate a Disney+.

Nessun dettaglio sulla trama del sequel è stato rivelato, ma l’ambientazione del film dovrebbe spostarsi dagli anni ’90 ai giorni nostri. Naturalmente, Brie Larson tornerà nei panni di Carol Danvers. Il sequel di Captain Marvel arriverà nelle sale l’8 Luglio 2022.

Spider-Man 3: la SONY posticipa la produzione al 2021

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Mentre Spider-Man: Far From Home ha lasciato il pubblico con alcuni cliffhanger che cambiano tutte le carte in tavola nell’universo dell’Uomo Ragno, come la rivelazione dell’identità segreta di Spider-Man e il fatto che Nick Fury sia uno Skrull, la pre-produzione di Spider-Man 3 ha creato lo stesso grado di attesa, visto che la pandemia di COVID-19 ha tenuto i fan appesi ad un filo. Originariamente previsto per il luglio 2021, Sony ha rinviato l’uscita del film a novembre 2021, e poi ancora una volta alla data attuale del 17 dicembre 2021.

Le date delle riprese hanno subito simili spostamenti e ritardi, con la terza uscita del franchise di Homecoming che doveva entrare in produzione nell’estate del 2020. Si diceva che il programma di produzione fosse stato posticipato all’autunno 2020, ma poi è arrivata la notizia di un altro spostamento, riferita dallo stesso Tom Holland, quando l’attore si è lasciato sfuggire in un’intervista che Spider-Man 3 avrebbe dovuto terminare le riprese entro febbraio 2021. Ora, via The Direct sappiamo quando Spider-Man tornerà finalmente sul set.

Spider-Man 3: 10 cose da sapere sul possibile villain Kraven il Cacciatore

Tom Holland si è unito al MCU nei panni di Peter Parker nel 2016: da allora, è diventato un supereroe chiave all’interno del franchise. Non solo è apparso in ben tre film dedicati ai Vendicatori della Marvel, ma anche in due standalone: Spider-Man: Homecoming e Spider-Man: Far From Home. La scorsa estate, un nuovo accordo siglato tra Marvel e Sony ha permesso al personaggio dell’Uomo Ragno di restare nel MCU per ancora un altro film a lui dedicato – l’annunciato Spider-Man 3 – e per un altro film in cui lo ritroveremo al fianco degli altri eroi del MCU.

Daisy Edgar-Jones da Normal People al thriller Fresh

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Daisy Edgar-Jones da Normal People al thriller Fresh

Dopo essere esplosa grazie a Normal People, serie Hulu di grande successo tratta dall’omonimo romanzo di Sally Rooney, Daisy Edgar-Jones è stata scelta per recitare nel film Fresh.

Il progetto Legendary sarà il debutto alla regia di Mimi Cave, una veterana dei video musicali che ha lavorato con Vance Joy, Danny Brown e Tune-Yards, tra gli altri. Lauryn Kahn ha firmato la sceneggiatura, mentre la trama del film è tenuta segreta.

Adam McKay e Kevin Messick di Hyperobject Industries si occuperanno della produzione e hanno già lavorato con Kahn in Ibiza, una commedia Netflix. Prima di recitare nell’adattamento della serie basata sul best seller di Sally Rooney, Daisy Edgar-Jones è apparsa in Gentleman Jack di HBO e BBC, nella serie drammatica britannica Cold Feet e nell’adattamento della serie di StudioCanal di H.G. Wells War of the Worlds.

Fonte: THR

Inception e gli altri: quando il film necessita di una seconda visione

Rispetto al passato, oggi il pubblico sa cosa aspettarsi bene o male da un film. E così Hollywood e l’industria cinematografica devono impegnarsi ancora di più per offrire qualcosa che sia davvero in grado di colpire l’attenzione dello spettatore, magari lasciandolo turbato alla fine della visione, con più domande che risposte. In genere, un film palesa fin da subito quali sono i suoi intenti narrativi, quali siano le motivazioni dei personaggi e dove la trama voglia andare a parare. Ovviamente, ci sono le dovute eccezioni. Molti film, infatti, oltre ad affascinare il pubblico, risultato particolarmente intricati, riempiendo le menti dello spettatore di teorie, ipotesi e speculazioni. Screen Rant ha raccolto 15 celebri pellicole che meritano almeno una seconda visione per essere comprese appieno:

Akira

Molti anime giapponesi sono carichi di simbolismi e molti di essi richiedono ripetute visioni per poterli apprezzare appieno. Il più famoso di questo gruppo è senza dubbio il famosissimo Akira, che ha influenzato tutti, da James Cameron alle sorelle Wachowski. Basato sul manga omonimo, racconta la storia di un giovane membro di una banda di motociclisti che vive in una Tokyo futuristica e distopica che improvvisamente sviluppa spaventosi poteri psichici e telecinetici.

Una prima visione di Akira lascerà la maggior parte degli spettatori sbalorditi. Solo attraverso le ripetute visioni, gli strati narrativi iniziano a districarsi abbastanza da consentire di comprendere appieno cosa sta accadendo. L’obiettivo finale è comprendere la sequenza finale e le parole “Io sono Tetsuo”, oggetto di dibattito da decenni.

Ghost in the Shell

Un altro anime giapponese che può essere paragonato ad Akira in termini di complessità è certamente Ghost in the Shell. In contrasto con lo spensierato manga originale, più orientata all’azione, l’adattamento cinematografico animato è un assoluto frullatore che mette in discussione la natura stessa di ciò che significa essere umani in un’era cibernetica.

Sebbene non manchino l’azione e le immagini mozzafiato, Ghost in the Shell preferisce scavare in profondità, concentrandosi sul cyborg Motoko Kusanagi e sul suo conflitto interiore per capire chi e cosa è veramente. In tale senso, l’adattamento live-action del 2017 che messo totalmente da parte questa profondità.  

La terra silenziosa

Questo cult prodotto in Nuova Zelanda, noti soprattutto tra i cinefili più incalliti, è salito alla ribalta negli ultimi anni grazie alla distribuzione in home video. Basato sul romanzo di Craig Harrison del 1981, La terra silenziosa racconta la storia di un uomo che crede di essere l’unico essere umano rimasto sulla Terra. Dopo aver trovato altri due sopravvissuti che, come lui, erano tutti in uno stato di angoscia al momento della scomparsa dell’umanità, decidono insieme di impedire l’attivazione di un esperimento governativo, che potrebbe essere stata la causa originale.

Il film stesso è carico di simbolismi e forse è la rappresentazione più forte e realistica di un essere umano che affronta la prospettiva che l’umanità possa svanire. La sequenza finale, tuttavia, è noto per le sue immagini strabilianti e il suo significato nascosto. Si tratta di una congettura religiosa? Di un viaggio interdimensionale? Le ripetute visioni potrebbero aiutare a dare un senso a tutto.

Blade Runner

Blade Runner: The Final CutSono in molti ormai a dare per scontato il simbolismo e l’intricata trama di Blade Runner, dal momenti che sono trascorsi ormai decenni dalla sua uscita al cinema. Per chi non avesse mai avuto la fortuna di vedere uno dei capolavori realizzati da Ridley Scott, sappiate che state per immergervi nella visione di un gran bel rompicapo.

Blade Runner è universalmente riconosciuto come uno dei film più complessi di sempre, un film che ha sempre richiesto più di una visione per permettere allo spettatore di assorbire realmente tutto ciò che ha da offrire. La sua influenza sul genere fantascientifico è indubbia, ma i suoi numerosi intrecci, i personaggi così misteriosi e il tema “È lui o non è lui” continuano a renderlo un punto fermo tra le gemme della storia del cinema.

Americani

Americani è noto soprattutto per il suo cast eclettico, composto essenzialmente da attori di serie A, performance incredibilmente affascinanti e parecchio linguaggio volgare. Racconta la storia di diversi agenti immobiliari che si trovano sotto il controllo delle autorità dopo che una serie di ambiti contatti di vendita è stata rubata dall’ufficio.

Questa è solo la punta dell’iceberg, dal momento che Americani mostra un ritratto poco lusinghiero e sporco del gioco delle vendite e dei giocatori moralmente falliti coinvolti. Deve essere guardato più volte semplicemente per poter meglio entrare nelle teste dei molteplici personaggi che compongono la storia. Per coloro che non sono avvezzi al mondo delle vendite, parte del gergo può anche creare confusione. Tuttavia, ne vale la pena anche solo per vedere l’interpretazione di Alec Baldwin. Eroe o cattivo? È difficile dirlo…

Inception

Inception, il celebre film di Christopher Nolan del 2011, ha affascinato il pubblico con la sua interpretazione unica del genere heist. Scavando a fonto nel tema e nelle implicazioni dei sogni, Inception è un film che richiede tutta l’attenzione dello spettatore per tenere davvero traccia di ciò che sta accadendo.

Ogni livello del subconscio presenta nuovi pericoli per la gang protagonista. Il finale ambiguo che lascia lo spettatore con più domande che risposta non solo necessita almeno di una seconda visione, ma la impone.

Moon

Da quando è stato rilasciato nel 2009, Moon ha ottenuto un ampio seguito e elogi universali. Realizzato con un budget esiguo di soli cinque milioni di dollari, ha dato vita ad una base lunare, un robot e una serie di altri effetti sorprendenti.

Sebbene il film abbia una struttura lineare e relativamente facile da seguire, è la grande svolta centrale del film che stravolge tutto ciò che pensavamo di sapere. Già alla seconda visione il film assume i contorni di un’esperienza completamente diversa…

Interstellar

Interstellar si differenzia dalla maggior parte degli epici film di fantascienza realizzati ad Hollywood, in quanto non è interessato alla fantasia, ma piuttosto alla realtà e alla vera scienza. Il film non tiene lo spettatore per mano, e si aspetta che il pubblico stia al passo con tutti i complessi concetti scientifici che tira in ballo.

La natura radicata della scienza che viene presentata nel film è accattivante, ma una seconda visione consente agli spettatori di concentrarsi meglio sulla storia che viene raccontata.

La donna che visse due volte

Il classico La donna che visse due volte di Hitchcock è senza dubbio uno dei suoi più grandi thriller. Per chi non lo conoscesse, la premessa è semplice: il detective Scottie viene assunto per seguire la moglie di un vecchio amico del college. Da lì la storia cambia e si trasforma, come fanno i migliori thriller.

Com’è nel classico stile del regista, il film era già in anticipo sui tempi per quanto riguarda la struttura insolita e manipolatrice, non solo nei confronti del pubblico ma anche degli stessi personaggi. Sebbene il film abbia più di 50 anni, regge ancora oggi il confronto e affascina qualsiasi tipo di spettatore.

L’uomo senza sonno

Christian Bale offre una delle più grandi interpretazioni della sua carriera. Avendo perso un sacco di peso per il ruolo, è davvero irriconoscibile nei panni di Trevor Reznik. Il film presenta molti concetti surreali e ultraterreni apparentemente contraddittori.

Trevor giustifica la sua scioccante perdita di peso come risultato del non aver dormito per molti mesi. Combinato con altri strani avvenimenti, il film diventa un vero e proprio puzzle. Il climax rivela tutto e ricontestualizza l’intero film, rendendo le visioni successive un’esperienza completamente nuova.

Pulp Fiction

Pulp Fiction, il rivoluzionario successo di Quentin Tarantino che ha definito ufficialmente la sua carriera, è stato una boccata d’aria fresca quando è uscito nel 1994. Il film presenta più protagonisti e una struttura non lineare. Questo non è evidente fin dall’inizio, ma tutto viene rivelato durante il film, portando ad un climax soddisfacente e inaspettato.

Il film ha avuto successo sia di critica che di pubblico e, sebbene sia più che probabile che tutti abbiano già visto questo grande classico, merita comunque un posto in questa lista.

Shutter Island

Shutter Island è uno dei thriller moderni più oscuri e intriganti. Le cose iniziano in modo abbastanza innocente, con due detective inviati sull’isola di Shutter per condurre un’indagine, solo per ritrovarsi bloccati lì.

Il film offre uno dei più grandi colpi di scena verso il finale, che altera completamente la storia che è stata raccontata fino al quel momento. Questo è un altro film in cui una seconda visione significa guardare un film completamente nuovo.

Se mi lasci, ti cancello

Se mi lasci, ti cancello è confusionario come le menti di Joel e Clem. È questo è – ovviamente – uno dei maggiori punti di forza del film. Tuttavia, la struttura non lineare del film non diventa subito evidente.

In modo spettacolare, il climax del film assembla perfettamente tutti i pezzi, come un puzzle che domina il tavolo della nostra sala da pranzo. Concedere al film un’altra visione è un’esperienza certamente gratificante, offrendo una comprensione più profonda dei personaggi.

Memento

Memento piega la mente come pochi film riescono a fare, cominciando dal climax del film e poi tornando alla scena precedente, fino a raggiungere l’inizio della storia. Questa struttura rivoluzionaria rende il film impossibile da capire finché tutto non è stato rivelato, rendendo le visioni successive ancora più piacevoli.

I molti segreti che il film custodisce non possono essere compresi e scoperti finché gli eventi del film non vengono esaminati con tutte le informazioni necessarie. Fondamentalmente, se hai guardato Memento solo una volta, non hai visto “davvero” Memento.

Synecdoche, New York

Synecdoche, New York è un film che probabilmente meriterebbe più di una visione, e non soltanto due. In realtà, ad una seconda visione, potrebbero sorgere ancora più domande. Il film racchiude così tanti personaggi, sottotrame, eventi della vita e dettagli idiosincratici, che richiede un’attenzione totale ad ogni singola visione.

È un film che ha davvero bisogno di essere digerito e interiorizzato più e più volte. Sebbene la natura non convenzionale del film possa scoraggiare alcuni, non c’è dubbio che ciò che impareranno grazie al film, e ciò che il film comunicherà loro, rimarrà per molto, molto tempo…

The Batman: la produzione non andrà avanti senza Robert Pattinson

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Lo scorso 3 Settembre è arrivata come un fulmine a ciel sereno la notizia che Robert Pattinson è risultato positivo al Coronavirus. A causa di ciò, la produzione dell’attesissimo The Batman di Matt Reeves – che era ufficialmente ripartita soltanto due giorni prima, il 1 Settembre appunto – era stata nuovamente messa in stand-by.

In seguito alla diffusione della notizia, si era vociferato che la produzione sarebbe comunque andata avanti senza Robert Pattinson (con Reeves intenzionato a lavorare con lo stunt dell’attore per tutte quelle riprese che non necessitano della sua presenza), ma a poche ore dalla circolazione di quei rumor è stato Variety a mettere a tacere ogni tipo di dubbio, confermando che la produzione del film resterà in pausa e che tutti coloro che sono entrati in contatto con Pattinson – sia membri del cast che membri della troupe – sono ancora in quarantena.

Come si legge nel report della fonte: “La produzione di The Batman continua ad essere in pausa dopo che Robert Pattinson è risultato positivo al Covid-19. I membri della troupe sono ancora impegnati con la costruzione dei set e dei vari oggetti di scena presso i Warner Bros. Studios di Leavesden, Regno Unito, ma le persone della produzione che sono entrate in contatto con Pattinson sono in quarantena. La produzione sta ancora facendo il tracciamento dei contatti. È improbabile che le riprese riprendano fino alla fine del periodo di quarantena, che durerà circa due settimane.”

Il cast di The Batman è formato da molti volti noti: insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul Dano (Enigmista) e Andy Serkis (Alfred). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore Distrettuale di Gotham.

The Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti sospettati“.

Ant-Man 3, teoria: il film potrebbe introdurre i Fantastici Quattro

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Sappiamo ormai da diverso tempo che Ant-Man 3 è ufficialmente in fase di sviluppo, anche se ad oggi non esistono molti dettagli sulla terza avventura cinematografica di Scott Lang. Eppure, un nuovo report di Screen Rant sembra suggerire che il film potrebbe finalmente introdurre i Fantastici Quattro nell’universo condiviso.

In che modo i personaggi creati da Stan Lee e Jack Kirby potrebbe fare il loro debutto nel MCU? Secondo la teoria esposta dalla fonte, il terzo Ant-Man, che sarà diretto ancora una volta da Peyton Reed (già regista dei primi due film), potrebbe ufficialmente introdurre il Macroverso (detto anche Overspace), in pratica l’opposto del Regno Quantico, ed è proprio lì che potremmo incontrare per la prima volta Reed Richards e soci.

Per stessa ammissione di Reed in una recente intervista, Ant-Man 3 è stato già descritto come un film “molto più grande e articolato dei primi due, con un modello visivo molto, molto diverso”. Le dichiarazioni del regista potrebbero riferirsi – anche se si tratta di mere speculazioni, è doveroso ricordarlo! – proprio al Macroverso, raggiungibile solo acquisendo dimensioni gigantesche (in pratica il contrario di quello che avviene per accedere al Regno Quantico).

Ant-Man 3 introdurrà l’Oversapce?

Grazie ai fumetti, sappiamo che i Fantastici Quattro hanno avuto più volte a che fare con l’Overspace. La fonte suggerisce che, proprio grazie alla diverse modalità di scorrimento del tempo tra le varie dimensioni, diversi anni prima Reed e gli altri potrebbero esservi rimasti bloccati nel corso di qualche esperimento, avanzando anche l’ipotesi che Mister Fantastic possa anche essere un collega di Hank Pym e aver stretto con lui una lunga amicizia.

Inoltre, sempre come sottolineato dalla fonte, non bisogna dimenticare che Peyton Reed ha sempre avuto una naturale propensione verso i Fantastici Quattro, tant’è che diversi anni fa propose addirittura alla Fox un soggetto basato proprio su quei personaggi.

Naturalmente, esistono anche diverse altre speculazioni in merito a ciò che potremmo vedere in Ant-Man 3: si mormora, ad esempio, che M.O.D.O.K. possa essere il villain principale, mentre l’introduzione di Cassie Lang nei panni di Stature potrebbe preparare il terreno per l’assemblaggio degli Young Avengers.

Dune: l’anteprima del trailer in arrivo domani

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Dune: l’anteprima del trailer in arrivo domani

In attesa dell’arrivo in rete, domani, del primo trailer di Dune, ecco un breve assaggio del film di Denis Villeneuve che riporta in sala il romanzo di Frank Herbert, già raccontato da David Lynch.

https://twitter.com/TwitterMovies/status/1303362571450421250?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1303362571450421250%7Ctwgr%5Eshare_3&ref_url=https%3A%2F%2Fleganerd.com%2F2020%2F09%2F08%2Fdune-ecco-lanteprima-del-trailer-in-arrivo-domani%2F

CORRELATE:

In DuneTimothée Chalamet interpreterà il protagonista Paul Atreides, nato sul pianeta Caladan dal matrimonio fra il duca Leto Atreides I e la sua concubina Lady Jessica. Nel cast anche Javier BardemZendayaOscar IsaacRebecca FergusonStellan SkarsgardDave Bautista, Charlotte Rampling Jason Momoa. Ricordiamo che il film arriverà nelle sale americane il 18 Dicembre 2020.

Suicide Squad non è mai stato inteso come vietato ai minori

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Suicide Squad non è mai stato inteso come vietato ai minori

Almeno apparentemente, sembra che per ora non sia prevista alcuna Ayer Cut di Suicide Squad, ed è passato un po’ di tempo dall’ultima volta che abbiamo avuto aggiornamenti in merito da David Ayer. Tuttavia, proprio mentre alcuni fan stavano iniziando a gettare la spugna, ecco che il regista è tornato con altre rivelazioni sul suo adattamento DC Comics del 2016.

Non è un segreto che la maggior parte delle scene con protagonista il Joker siano state eliminate in fase di montaggio, ma Ayer ha ora rivelato via Twitter che il piano originale per Suicide Squad era che il film si aprisse con June Moon che scopriva e rilasciava Incantatrice. Da lì, il Clown Principe del Crimine sarebbe stato mostrato mentre prendere parte ad un “lungo assalto” all’Arkham Asylum.

Da lì, avrebbe trasformato la Dottoressa Harleen Quinzel in Harley Quinn, e sembra che il piano originale per il film fosse che la narrazione proseguisse in maniera molto più lineare (piuttosto che saltare avanti e indietro nel tempo, con diversi flashback che fanno luce sulle storie di origine di ciascuno di questi cattivi).

In un altro tweet, Ayer ha chiarito di non aver mai pianificato che Suicide Squad fosse vietato ai minori: il rating pensato da subito per il cinecomic è sempre stato PG-13. Tuttavia, il film ha comunque superato i limiti imposti da quella valutazione e alla fine è stato vietato ai minori di 15 anni nel Regno Unito.

Suicide Squad è un film del 2016 diretto da David Ayer con Will SmithMargot RobbieJared LetoJoel KinnamanJai Courtney, Cara DelevingneViola Davis, Scott Eastwood, Raymond Olubawale, Jay Hernandez, Ike Barinholtz, Ted Whittall, Robin Atkin Downes e David Harbour. Nel film i più temuti supercriminali del mondo vengono reclutati in gran segreto da Amanda Waller per costituire la Task Force X, una squadra di antieroi che in seguito alla morte di Superman avrà il compito di difendere l’umanità da ogni genere di minaccia.

Oscar: nuovi requisiti di inclusione per la categoria “Miglior Film”

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L’Academy continua nella sua volontà di rinnovarsi e di restare al passo coi tempi, ma soprattutto di rendere gli Oscar dei premi a sostegno dell’inclusione della diversificazione nel cinema. Come apprendiamo da Deadline, oggi l’associazione ha annunciato una nuova riforma all’interno del meccanismo di selezione dei film.

Tale riforma è stata approvata con l’obiettivo di promuovere un’equa rappresentazione sullo schermo per quanto riguarda i temi legati all’identità di genere, all’orientamento sessuale, all’etnia e alla disabilità. La riforma in questione entrerà in vigore a partire dalla 96esima edizione degli Academy Awards, quindi nel 2024. Come leggiamo nel report della fonte, una riforma simile verrà messa in atto anche dai BAFTA, gli Oscar inglesi.

Le categorie di rappresentazione che verranno prese in considerazione dalla riforma dovranno interessare il cast, la troupe, lo studio cinematografico e altre aree legate allo sviluppo e all’uscita del film. A partire dal 2024, quindi, per essere presi in considerazione per la categoria “Miglior Film“, una produzione dovrà obbligatoriamente soddisfare almeno due dei quattro nuovi standard imposti dalla riforma.

In una nota congiunta David Rubin, presidente dell’Academy, e Dawn Hudson, CEO dell’Academy, hanno commentato: “Lo sguardo deve essere ampliato per riflettere la popolazione globale sia nella creazione di film che nel pubblico che li guarda. Crediamo che questi standard di inclusione saranno catalizzatori di un profondo e duraturo cambiamento nella nostra industria.”

La riforma non avrà alcun impatto sulla prossima edizione degli Oscar, la numero 93, che si svolgerà il prossimo 25 Aprile. La cerimonia di premiazione, che generalmente si tiene a Febbraio, è stato posticipata di diversi mesi a causa dell’emergenza Coronavirus.

Scarface: Luca Guadagnino anticipa un nuovo “scioccante” adattamento

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A quanto pare Luca Guadagnino, che si occuperà della regia del nuovo adattamento di Scarface, è determinato a realizzare un film vietato ai minori che possa scioccare il pubblico. Il film originale, diretto nel 1932 da Howard Hawks, ha avuto già un primo rifacimento – molto più celebre – nel 1982, diretto da Brian De Palma, sceneggiato da Oliver Stone e con Al Pacino nei panni del protagonista Tony Montana, un immigrato cubano che in breve tempo divenne uno dei più potenti criminali di Miami.

Nonostante all’epoca della sua uscita in sala causò molte controversie proprio a causa dell’eccessiva dose di violenza, il film fu un successo al box office mondiale e ad oggi è considerato un vero e proprio cult. Adesso, un nuovo remake è attualmente in sviluppo per conto di Joel e Ethan Coen (che si occuperanno di scrivere la sceneggiatura), con Luca Guadagnino incaricato dalla Universal di occuparsi della regia.

In un’intervista con BadTaste.it, nell’ambito del Festival di Venezia, il regista di Chiamami Col Tuo Nome e Suspiria ha rivelato che il suo intento è quello di realizzare un film che possa essere tanto scioccante per il pubblico quanto nel 1982 lo fu la versione di De Palma. Riferendosi al personaggi di Tony Mantana come ad un “archetipo”, Guadagnino ha spiegato che i personaggi cattivi come lui sono il “sintomo” del bisogno degli immigrati di raggiungere il Sogno Americano. Il regista ha poi aggiunto che il suo film sarà vietato ai minori e che la sceneggiatura, che ha definito “grandiosa”, sarà l’elemento chiave che condurrà alla realizzazione di un film “scioccante”.

“La verità è che mi interessa il personaggio di Tony Montana. È un sintomo del Sogno Americano”, ha spiegato Guadagnino. “E penso che questi film siano fatti per i loro tempi. Il mio Scarface arriverà 40 anni dopo il precedente. Penso che la cosa importante di questi film non sia il fatto che siano attraenti e fondamentali come quello di Brian De Palma. L’importante è sapere che Tony Montana è un personaggio archetipico. Le cose importanti sono: A) Deve essere ben fatto, la sceneggiatura deve essere eccezionale, e lo è; B) Il nostro Tony Montana deve essere aggiornato. Non voglio imitare niente; C) Questo film deve essere scioccante. Il film di Brian De Palma è stato classificato R, quindi voglio anche io un grande R per il mio film.”

Luca Guadagnino a Venezia 77: “Sono un uomo fortunato”

In questi giorni Luca Guadagnino è stato protagonista della 77esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia dove ha presentato, Fuori Concorso, il suo nuovo documentario Salvatore – Shoemaker of Dreams, dedicato allo stilista e imprenditore italiano Salvatore Ferragamo. Il documentario verrà distribuito in Italia prossimamente grazie a Lucky Red.

Zendaya onorata dai rumor sull’ipotetico casting in Kill Bill Vol. 3

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È da molto tempo, ormai, che si parla di un possibile Kill Bill Vol. 3 e diverso tempo fa l’attrice Vivica A. Fox aveva suggerito un ruolo per Zendaya nell’ipotetico film. Nelle intenzioni di Quentin Tarantino, infatti, ci sarebbe la volontà di raccontare la storia della figlia ormai adulta di Vernita Green (il personaggio interpretato dalla Fox) e della sua vendetta nei confronti di Beatrix Kiddo (Uma Thurman) per la morte della madre.

All’epoca Vivica A. Fox aveva suggerito proprio Zendaya (Spider-Man: HomecomingThe Greatest ShowmanEuphoria) per il ruolo della figlia di Vernita, dichiarando: Nel corso di un’intervista mi hanno chiesto a quale giovane attrice avrei fatto interpretare quel personaggio. Io risposi facendo il nome di Ambrosia, ma loro volevano il nome di un’attrice affermata, e così ho risposto Zendaya. Quanto sarebbe fico? Probabilmente darebbe il via libera al progetto. Inoltre, lei e Uma sono molto alte e insieme spaccherebbero. E poi adoro Zendaya.”

Adesso, è stata la stessa Zendaya (che a Dicembre vedremo nell’attesissimo Dune di Denis Villeneuve) a commentare le parole di Fox in una recente intervista con Empire, dichiarandosi “onorata” per la proposta dell’attrice: “Ho letto quella cosa! Sono stata onorata che abbia fatto il mio nome. Ovviamente è incredibile e sono molto lusingata che abbia pensato a me. Però, è soltanto un’idea. Internet inizia a parlare di una cosa e sembra che funzioni.”

Nel corso degli anni, lo stesso Quentin Tarantino ha parlato più e più volte della possibilità di un terzo capitolo di Kill Bill. Il regista ha dichiarato di averne anche parlato con Uma Thurman e che il progetto potrebbe effettivamente vedere la luce tra circa tre anni. Tuttavia, non esiste alcuna certezza in merito alla cosa, dal momento che Tarantino è noto per aver spesso parlato di suoi progetti che poi non si sono mai concretizzati.

In attesa che il regista ci delizi con nuovi aggiornamenti sul possibile Kill Bill Vol. 3, ricordiamo che il suo ultimo film, C’era una volta a Hollywood, è uscito nelle sale lo scorso anno. Il film, con protagonisti Leonardo DiCaprioBrad Pitt Margot Robbie, ha vinto 3 Golden Globe su 5 candidature, tra cui il Golden Globe per il miglior film commedia o musicale, e 2 Premi Oscar su un totale di 10 candidature.

Oleh Yutgof, intervista: da Stranger Things al Concorso di Venezia 77

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La nostra intervista a Oleh Yutgof, attore conosciuto grazie alla terza stagione di Stranger Things, e protagonista di Never Gonna Snow Again, film in Concorso a Venezia 77 e prossimamente in sala con I Wonder Pictures.

Un massaggiatore entra nelle case e nelle vite dei cittadini di un ricco quartiere residenziale, i cui abitanti, a dispetto della loro ricchezza, trasudano tristezza interiore e desiderio. Le mani del misterioso nuovo arrivato hanno proprietà curative, i suoi occhi penetrano le loro anime. Alle loro orecchie, il suo accento russo suona come una melodia del passato, un ricordo di un’infanzia più sicura e protetta. Zhenia, questo è il suo nome, cambierà le loro vite.

Never Gonna Snow Again, che è già stato scelto come film per rappresentare la Polonia ai prossimi Oscar 2021, sarà nelle sale italiane prossimamente con I Wonder Pictures

Never Gonna Snow Again, la trama

Un massaggiatore dell’Est fa il suo ingresso nella vita dei facoltosi abitanti di una comunità scialba e inaccessibile, i quali, a dispetto della loro ricchezza, trasudano tristezza interiore e desiderio. Le mani del misterioso nuovo arrivato hanno proprietà curative, i suoi occhi penetrano le loro anime. Alle loro orecchie, il suo accento russo suona come una melodia del passato, un ricordo di un’infanzia più sicura e protetta. Zhenia, questo è il suo nome, cambierà le loro vite.

Il commento del regista

La parola “neve” può assumere svariati significati ed evocare molteplici emozioni. Se da un lato può essere un elemento pervasivo e pericoloso, dall’altro è fonte di sicurezza e conforto, una coperta che ci riporta alle favole dell’infanzia. Oggi, viene associata alla distruzione del clima del pianeta per mano dell’uomo e, di conseguenza, alla sua lenta sparizione dalla nostra vita. I protagonisti sono concentrati su un piccolo mondo rassicurante, che danno per scontato. Tuttavia, dietro le apparenze, sono alla ricerca di una dimensione più spirituale. I personaggi bramano il contatto, l’intimità, il sesso, la comprensione, la libertà. Finanziariamente ricchi e spiritualmente poveri, sono sopraffatti da una brama inconscia. Proiettano le proprie fantasie su uno sconosciuto che, dopo essere entrato nelle loro vite, agisce come uno specchio. È difficile dire se questa esperienza sia reale o un’illusione. La foresta magica nella quale si trovano con lo sconosciuto è puramente frutto della loro immaginazione, oppure esiste veramente? Il film è avvolto da un’aura di mistero. Vorremmo incoraggiare il pubblico a riflettere sulle condizioni attuali dell’Europa. Il nostro obiettivo è suscitare una serie di domande, sottili, all’insegna dell’umorismo, senza alcun preconcetto da parte nostra.

Rebecca: trailer del nuovo adattamento prodotto da Netflix

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Rebecca: trailer del nuovo adattamento prodotto da Netflix

Dopo Alfred Hitchcock, anche Netflix prova ad adattare il romanzo di Daphne Du MaurierRebecca. Nel cast del film diretto da Ben Wheatley ci sono Armie Hammer, Lily James e Kristin Scott Thomas

Una giovane sposina arriva nell’imponente tenuta di famiglia del marito su una costa inglese battuta dal vento e si ritrova a combattere l’ombra della sua prima moglie, Rebecca, la cui eredità vive nella casa anche molto tempo dopo la sua morte. Un adattamento moderno del romanzo gotico di Daphne Du Maurier arriva su Netflix: interpretato da Armie Hammer, Lily James e Kristin Scott Thomas.

Nomadland, trailer ufficiale del film con Frances McDormand

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Nomadland, trailer ufficiale del film con Frances McDormand

È stato diffuso il trailer ufficiale di Nomadlandnuovo film di Chloé Zhao con protagonista la due volte premio Oscar Frances McDormand.

Nomadland segue Fern (McDormand), una donna che, dopo il collasso economico di una cittadina rurale nel Nevada, fa i bagagli e parte nel suo van per provare la vita on-the-road, fuori dalla società convenzionale, da moderna nomade. Il film include i nomadi veri Linda May, Swankie e Bob Wells che fanno da mentori e compagni a Fern nel suo viaggio attraverso il vasto paesaggio dell’Ovest americano.

Nomadland è prodotto da Frances McDormand (Olive Kitteridge su HBO), Peter Spears (Chiamami col tuo nome), Molly Asher (The Rider), Dan Janvey (Re della Terra Selvaggia), e Chloé Zhao (The Rider – Il sogno di un cowboy). Protagonista del film, oltre a McDormand, è David Strathairn (Good Night, and Good Luck.). Zhao torna a lavorare con il suo direttore della fotografia per The Rider, Joshua James Richards (La terra di Dio). Le musiche nel film sono del compositore italiano Ludovico Maria Enrico Einaudi e il montaggio di Zhao. Alla Searchlight, il film è stato coordinato dai presidenti della produzione Matthew Greenfield e David Greenbaum e dal vice presidente della produzione Taylor Friedman.

Chloé Zhao è una regista, sceneggiatrice, montatrice, e produttrice rinomata per il suo lavoro nel suo film d’esordio, Songs My Brothers Taught Me (2015), presentato in prima mondiale al Sundance Film Festival. Il suo secondo lungometraggio, The Rider (2017), ha ricevuto diversi riconoscimenti fra i quali le candidature agli Independent Spirit Awards per miglior film e miglior regista. Zhao ha diretto il film di prossima uscita dei Marvel Studios Eternals, programmato per il 2021 e distribuito da Walt Disney Studios.

Andrei Konchalovsky a Venezia 77 con Cari Compagni

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Andrei Konchalovsky a Venezia 77 con Cari Compagni

Andrei Konchalovsky ha presentato il Concorso alla 77° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia Cari Compagni, il suo ultimo film, in cui è protagonista Julia Vysotskaya, sua compagna anche nella vita.

Il film è basato su un fatto realmente accaduto a Novocherkassk il 2 giugno del 1962 e secretato fino agli anni ’90. Nel 1992 venne avviata la prima inchiesta. Le vittime del massacro erano state occultate in tumuli sotto falso nome perché non venissero mai ritrovate. I principali sospetti fra gli alti vertici governativi erano già morti. I responsabili non sono mai stati condannati.

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