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Edward Norton: 10 cose che forse non sai sull’attore

Edward Norton: 10 cose che forse non sai sull’attore

Edward Norton è uno di quegli attori di Hollywood che non ama molto far parlare di sè, se non quando si tratta di dare rilevanza a delle campagne umanitarie. L’attore, infatti, è coinvolto, sia come fondatore, che come membro, di diverse azioni e associazioni umanitarie e ambientali. Talento pazzesco, viso particolare e capelli biondissimi sono caratteristiche che hanno sempre contraddistinto l’attore americano, protagonista sia si film storici e di magia, ma anche di cinecomic.

Ecco dieci curiosità su Edward Norton.

I film da attore e da regista di Edward Norton

I film da giovane di Edward Norton

1. Edward Norton: i film e la carriera. L’attore americano ha debuttato nel 1996 nel film Schegge di paura, che lo rende subito molto celebre. Nello stesso anno partecipa a Larry Flynt – Oltre lo scandalo e in Tutti dicono I Love You. Negli anni successivi lavora in American History X (1998), Fight Club (1999), The Score (2001), Frida (2002), Red Dragon (2002), La 25ª ora (2002) e The Italian Job (2003). Negli anni a venire ha recitato in molti film di successo, come Il velo dipinto (2006), The Illusionist – L’illusionista (2006), L’incredibile Hulk (2008), Fratelli in erba (2009), Stone (2010), Moonrise Kingdom – Una fuga d’amore (2012), The Bourne Legacy (2012), Grand Budapest Hotel (2014), Birdman (2014).

I film di oggi di Edward Norton

Negli ultimi dieci anni Norton ha recitato in pochi film, ovvero Collateral Beauty (2016), L’isola dei cani (2018) Motherless Brooklyn – I segreti di una città (2019) The French Dispatch (2021), Glass Onion (2022) e Asteroid City (2023).

Il film 2024 di Edward Norton

Nel 2024 Norton torna al cinema con il ruolo di Pete Seeger nel film A Complete Unknown, biopic dedicato a Bob Dylan, interpretato da Timothée Chalamet. Per il ruolo, Norton ha suonato l’autentica chitarra acustica Martin a 12 corde di Seeger, con la sua caratteristica buca triangolare.

A Complete Unknown Pete Seeger
Edward Norton è Pete Seeger in A Complete Unknown

2. Edward Norton non è solo attore, ma anche regista, sceneggiatore e produttore. La sua carriera, nel mondo del cinema, non si è basata solo a livello attoriale: Norton, infatti, ha diretto, nel 2000, il film Tentazioni d’amore. Inoltre, oltre a produrre il suo film di debutto alla regia, ha prodotto anche La 25ª ora (2002), Down in the Valley (2005), Il velo dipinto (2006), Fratelli in erba (2009) e Tentazioni (ir)resistibili (2012). Nel 2019 ha diretto il suo nuovo film, Motherless Brooklyn – I segreti di una città, nel quale figura anche come attore protagonista.

Edward Norton e le nomination all’Oscar

3. È stato candidato all’Oscar. Ad oggi Norton vanta ben quattronomination al premio Oscar, pur non avendolo mai vinto. La prima di queste risale al 1997 nella categoria al miglior attore non protagonista per Schegge di paura. Due anni dopo viene invece nominaton come miglior attore per American History X. A lui verrà preferito per la vittoria Roberto Benigni, in una scelta che ancora oggi fa molto discutere. Infine, nel 2015 è stato candidato come attore non protagonista per Birdman, perdendo però in favore di J. K. Simmons, nominato per Whiplash. Nel 2025 viene nuovamente candidato come Miglior attore non protagonista per A Complete Unknown.

Edward Norton in Fight Club

4. Edward Norton è stato realmente ubriaco per una scena di Fight Club. Nel 1999 Edward Norton ha preso parte al film Fight Club, diretto da David Fincher e basato sull’omonimo romanzo di Chuck Palaniuk. In questo film, che parla del consumismo e dell’uomo moderno che non ha alcun tipo di interesse personale verso il prossimo, Norton e Brad Pitt compaiono in una scena in cui, ubriachi, giocano a golf: i due, nello svolgerla, erano veramente ubriachi, dando una nota più realistica ai loro personaggi.

edward norton
Brad Pitt ed Edward Norton in Fight Club

Edward Norton e Richard Gere in Schegge di paura

5. Ha battuto numerosi concorrenti. Tra i tanti che vennero considerati per il ruolo di Aaron Stampler vi sono stati Leonardo DiCaprio, Matt Damon, Pedro Pascal, Wil Wheaton, James Marsden e James Van Der Beek. Alla fine, però, ad ottenere la parte fu l’esordiente Edward Norton, il quale venne scelto tra più di duemila candidati. Questi, infatti, aveva dimostrato di poter interpretare entrambe le differenti personalità del personaggio, tenendo così testa al co-protagonista Richard Gere. Grazie a questa interpretazione, Norton ottenne numerose prestigiose nomination a svariati premi, tra cui l’Oscar.

Edward Norton in L’incredibile Hulk

6. Ha collaborato alla sceneggiatura. Pur non venendo accreditato, Norton ha collaborato alla scrittura del film L’incredibile Hulk. Sembra inoltre che egli apportasse modifiche ogni giorno alle scene da girare, parlando con anche con gli altri membri del cast per approfondire la psicologia dei rispettivi personaggi. Per l’attore, inoltre, non era importante partire esattamente dalle origini del personaggio, poiché cosa ormai nota. Molto più interessante per lui era invece esplorare le conseguenze psicologiche derivate dalla sua trasformazione.

Edward Norton in American History X

7. Si è trasformato fisicamente per il ruolo. Norton ha creduto molto nella realizzazione di American History X, facendo il possibile per entrare nei panni del personaggio di Derek Vinuard e darne una versione realistica, come rasarsi i capelli e guadagnare circa 13 chili di muscoli. Tale trasformazione lo ha portato a risultare molto più minaccioso, anche per via dei tatuaggi applicati sul suo corpo con il trucco. Inoltre, per aggiudicarsi il ruolo di Derek Vinyard, ha rinunciato a partecipare a Salvate il soldato Ryan.

Edward Norton in Schegge di paura
Edward Norton in Schegge di paura. Cortesia di Paramount Pictures

Edward Norton ha una moglie e un figlio

8. È sposato ed è diventato padre. Norton è da sempre molto riservato riguardo la sua vita privata. Sappiamo però che nell’aprile del 2013 ha sposato la produttrice Shauna Robertson, con cui era fidanzato dal 2007 e dalla quale ha poi avuto un figlio, Atlas, nel marzo 2013. Della loro vita famigliare non si sa però molto altro, proprio come voluto dall’attore, che specialmente negli ultimi anni ha dimostrato di preferire una vita lontana dai riflettore.

Edward Norton ha un carattere difficile

 

9. Sembra non sia facile lavorare con lui. In molteplici occasioni è stato riportato di accese discussioni tra l’attore e i registi o gli sceneggiatori dei film a cui ha preso parte. In particolare, è noto il suo duro scontro con il regista di American History X, Tony Kaye, il quale si disse scontento delle modifiche fatte dall’attore alla sceneggiatura. Si dice che il carattere difficile ed estremamente esigente di Norton lo abbia portato ad avere meno opportunità di quelle che avrebbe meritato dato il suo talento.

L’età e l’altezza di Edward Norton

10. Edward Norton è nato il 18 agosto del 1969 a Boston, nel Massachusetts, Stati Uniti. L’attore è alto complessivamente 1.83 metri.

Fonti: IMDb, biography, thefamouspeople

Dual – Il clone: la spiegazione del finale del film

Dual – Il clone: la spiegazione del finale del film

Nei film di Riley Stearns, l’emozione è un bene usato con parsimonia. L’umorismo spietato è il tono emotivo costante utilizzato in tutto il film, mentre esplora le interazioni umane e le loro sfumature in tutta la loro goffa alacrità. In Dual – Il clone, Stearns prende una premessa essenzialmente fantascientifica e ne esplora l’interno, sia il nucleo emotivo della protagonista che la presenza emotiva del mondo intorno a lei, che interagisce grazie alla sua presenza e a quella del suo clone, e come il mondo decide di accettare l’esistenza di una sola di loro. Il finale lascia poi in sospeso alcuni dubbi, che cerchiamo di chiarire in questo approfondimento.

La trama di Dual – Il clone

Il film è ambientato in un futuro prossimo e racconta la storia di Sarah (Karen Gillan), una donna che scopre di essere una malata terminale. Dopo la diagnosi, Sarah decide di procedere con una clonazione di se stessa, così da non causare un grande dolore alla sua famiglia in seguito alla sua morte. Una volta che il clone è stato creato, la donna insegna all’altra sé a comportarsi come lei o, meglio, a essere lei. Quando, però, Sarah si riprende, guarendo miracolosamente, si rende conto che ora che la sua vita non è più a rischio, non ha bisogno del suo clone. È così che cerca di liberarsi dell’altra, ma inutilmente.

Infatti, nella società del futuro non possono co-esistere a lungo un umano e il suo clone. Uno dei due deve essere eliminato e viene decretato che a continuare a vivere sarà quello che vincerà un duello all’ultimo sangue. Determinata a sconfiggere il suo doppio, Sarah inizia a prendere lezioni da Trent (Aaron Paul), noto per essere uno specialista delle lotte tra replicanti. Ha dunque per lei inizio un duro addestramento necessario alla sua sopravvivenza. Con lo scontro sempre più vicino, Sarah dovrà dunque lottare per affermarsi come l’unica versione possibile di sé.

Karen Gillan e Andrei Alén in Dual - Il clone
Karen Gillan e Andrei Alén in Dual – Il clone © RLJE Films

La spiegazione del finale del film

Verso il finale del film, Sarah insegue il suo clone fino a un parco giochi. Qui, però, le due si siedono l’una accanto a l’altra e finalmente parlano della loro vita. Il clone afferma che capisce finalmente perché Sarah era depressa e successivamente la porta ad un gruppo di sostegno, dove i sopravvissuti ai duelli tra cloni confessano i loro sentimenti di sindrome dell’impostore e senso di colpa. Secondo le regole del gruppo, i sopravvissuti scrivono una lettera alla loro controparte uccisa, descrivendo i loro sentimenti in quel momento. Il clone di Sarah scrive una lettera eloquente in cui si assume tutte le colpe e accusa quel sistema crudele che non permette a entrambe le versioni di una persona di esistere.

Di conseguenza, entrambe progettano di fuggire dal confine e di vivere una vita libera dalle costrizioni imposte. Il mattino seguente, dopo aver guidato fino alla periferia della città, Sarah e il suo clone initraprendono un’escursione in una foresta. Nel bel mezzo dell’escursione, però, Sarah si rende conto che il suo clone l’ha ingannata e, nella sua natura fiduciosa, ha bevuto l’acqua dalla bottiglia del suo doppio, che era stata avvelenata. La scena si sposta poi nel parco giochi dove avrebbe dovuto svolgersi il duello. Vediamo “Sarah” zoppicare nel parco giochi e dirigersi verso l’arbitro, che la informa che il suo “clone” è fuggito, dando automaticamente forfait al duello.

Viene quindi condotta un’indagine che consiste nel chiedere alla sua famiglia se credono che quella “Sarah” sia davvero l’originale, e la famiglia risponde affermativamente, perché ha già dimostrato in passato di preferire il clone più dell’originale. Così, questa nuova versione di Sarah è libera di prendere completamente in mano la sua vita. Tuttavia, ben presto si ritrova presto a sua volta depressa perché la vita che condivide con Peter e la madre la abbatte come era successo all’originale. Il film si conclude dunque con lei che, emotivamente distrutta, capisce di essersi ritrovata costretta a vivere una vita che non ha mai scelto.

Aaron Paul in Dual - Il clone
Aaron Paul in Dual – Il clone © RLJE Films

Ci sono tuttavia anche teorie che credono che sia stata la vera Sarah a sopravvivere e non il clone. Queste teorie non spiegano come possa essere sopravvissuta dopo essere stata avvelenata, ma si ritiene che Sarah abbia ingannato le persone che la circondavano, tornando in società spacciandosi però per il suo clone. Secondo questa teoria, avrebbe fatto quindi credere alla madre che lei è il clone, da cui lo stratagemma delle lenti a contatto. Alla fine del film, dunque, la si vedrebbe piangere perché non solo si rende conto di essere tornata alla sua vita, ma anche che sua madre ama il sosia e non lei. Tuttavia, è molto più probabile la versione in cui sia il clone a sopravvivere.

Si comprende come Dual – Il clone presenti diverse somiglianze con gli episodi di Black Mirror, mostrando un mondo in cui il progresso della tecnologia e della fantascienza viene utilizzato per usi che vanno oltre le norme tradizionali della progressione umana. Qui, la prospettiva della clonazione, pur sembrando un’idea promettente sulla carta, viene percepita e mostrata come un metodo molto più contorto per evitare il confronto con sentimenti fondamentali come il dolore. Invece di accettare e cercare di superare la perdita di un individuo, questo futuro preferisce accettare una versione clonata dello stesso individuo.

E il regista mostra sottilmente che la situazione non è così rosea come la pubblicità intende rappresentare, poiché anche il fondatore dell’azienda che ha sperimentato la tecnologia è stato un clone per 12 anni. Tuttavia, nel finale della pubblicità, lo vediamo avvicinarsi per un bacio con la moglie, che lo allontana sottilmente. Come contrappunto, vediamo che la Sarah originale viene messa da parte per un modello più nuovo e forse molto più “pulito”, il che è un risultato accettabile per la sua famiglia, ma progressivamente il clone sviluppa quella stessa fase di depressione e insoddisfazione che aveva afflitto la Sarah originale.

Aaron Paul e Karen Gillan in Dual - Il clone
Aaron Paul e Karen Gillan in Dual – Il clone © RLJE Films

È un pensiero che fa riflettere: l’incapacità di Sarah di affrontare la sua depressione e il venir meno del rapporto con la sua famiglia hanno contribuito alla creazione del clone. La presenza del clone aggrava la sua depressione. Si potrebbe sostenere che Sarah sia stata più felice quando si è allenata per più di un anno o quando ha ripreso le lezioni di danza hip-hop, perché le ricordavano una versione di sé che credeva di aver perso. Ma prima che potesse prendere atto di questa consapevolezza e continuare questo ragionamento, è stata avvelenata dal suo clone, che voleva conquistare la sua singolare identità.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Dual – Il clone grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 24 gennaio alle ore 21:20 sul canale 20 Mediaset.

Within – Presenze: la spiegazione del finale del film horror

Within – Presenze: la spiegazione del finale del film horror

Diretto da , il film del 2016 Within – Presenze porta gli spettatori all’interno di una casa che si rivela essere stata teatro di indicibili orrori. Un soggetto apparentemente visto e rivisto, ma che il regista sviluppa in modo nuovo a partire da una serie di suggestioni ispirate da eventi reali. Si costruisce così un film che suscita numerosi brividi ed offre un finale tutt’altro che conciliante ma che anzi nutre quella paura silenziosa del non essere del tutto al sicuro neanche all’interno della propria abitazione. In questo articolo, approfondiamo dunque le dinamiche di questo finale.

La trama di Within – Presenze

Hannah (Erin Moriarty) si trasferisce in una nuova casa con il padre John (Michael Vartan) e la matrigna Melanie (Nadine Velazquez). John sostiene di averla comprata a poco prezzo perché la famiglia precedente non ha pagato il mutuo ed è stata sfrattata. Nella nuova abitazione, però, Hannah sperimenta un’attività apparentemente paranormale: sente dei suoni di notte, i mobili vengono continuamente spostati e i suoi oggetti personali scompaiono. Facendo un po’ di ricerche, scopre che una famiglia che ha vissuto lì in precedenza è stata uccisa nella casa.

Un uomo, in un raptus di follia, ha infatti ucciso la moglie e la figlia, dopo di che, è scomparso misteriosamente. È quindi questo il reale motivo per cui la casa era così economica. Piano piano, dunque, le presenze sembrano manifestarsi in modo sempre più aggressivo e la famiglia si ritrova così intrappolata in un terribile incubo, in cui il passato sanguinoso della casa sembra tornare a galla e vendicarsi nel peggiore dei modi nei confronti di quei nuovi inquilini.

Michael Vartan, Nadine Velazquez e Erin Moriarty in Within - Presenze
Michael Vartan, Nadine Velazquez e Erin Moriarty in Within – Presenze © 2014 Warner Bros. Entertainment Inc. and Ratpac-Dune Entertainment LLC

La spiegazione del finale del film

Hannah riesce dunque a convincere il padre che c’è qualcosa di sinistro in quella casa. John chiama la polizia, che stabilisce che il fabbro del quartiere si è introdotto in casa loro, ma non riescono a localizzarlo. Il fabbro entra poi in casa per derubare la famiglia di Hannah e inizia a spiare la ragazza, che si sta vestendo per un appuntamento. Mentre il fabbro la osserva, però, una presenza scheletrica scende dalla soffitta e lo uccide. Più tardi, la stessa presenza spettrale rapisce il fidanzato di Hannah mentre cerca di uscire di nascosto dalla casa. La presenza si intrufola anche nella camera da letto di Hannah di notte per guardarla dormire.

Nel frattempo, Hannah continua le sue ricerche sui precedenti abitanti di quella casa e rovistando tra i loro oggetti che ha trovato abbandonati nel garage scopre che la famiglia aveva un figlio di nome David (Dorian Kingi), agorafobico. Leggendo le relazioni psichiatriche di David, scopre che era in cura per tendenze omicide che si manifestavano ogni volta che stavano per verificarsi grandi cambiamenti nella vita. Hannah racconta la sua scoperta ai genitori, che le promettono di chiamare l’ospedale psichiatrico contenuto nelle cartelle per avere la conferma che David è ancora ricoverato.

In realtà, David non è mai andato in ospedale. Ha ucciso la sua famiglia prima di essere internato e da allora vive nella casa. Ha infatti costruito un muro finto in soffitta e si muove nei condotti dell’aria e all’interno delle pareti. È dunque David la presenza spettrale che ha ucciso il fabbro e rapito il fidanzato di Hannah. Capendo che la famiglia lo sta cercando, egli passa ora all’attacco. La famiglia lo respinge e chiama la polizia mentre David si ritira in soffitta. La polizia lo raggiunge lì e gli spara, ponendo fine alla minaccia.

Michael Vartan in Within - Presenze
Michael Vartan in Within – Presenze © 2014 Warner Bros. Entertainment Inc. and Ratpac-Dune Entertainment LLC

La polizia dice alla famiglia che sono al sicuro e porta il cadavere David all’ospedale. Hannah e i suoi genitori, invece, iniziano a fare i bagagli per lasciare la casa, turbati da quegli eventi. Viene però rivelato che la polizia ha in realtà sparato al fidanzato di Hannah, che David aveva tenuto legato in soffitta. David è quindi ancora in casa e uscendo di nuovo allo scoperto rapisce Hannah. Melanie e John si rendono subito conto che Hannah è intrappolata tra le mura e si adoperano per salvarla. Nonostante riescano a liberarla, però, David li uccide entrambi.

Hannah, ferita nella fuga, cerca di strisciare verso la porta d’ingresso. Quando la raggiunge, però, David appare alla sue spalle, le afferra una gambe e la trascina nuovamente dentro l’abitazione. Il film termina così con Hannah che urla, invano, mentre va incontro ad un destino incerto ma senz’altro orribile. Conclusosi il film, infine, viene poi riportato un testo che ci dice che, dopo la crisi immobiliare del 2008, gli abusivi che vivono nascosti nelle case sono aumentati in modo esponenziale. Il film si basa dunque su questa problematica per dar vita ad un horror con un finale tutt’altro che lieto.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Within – Presenze grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 24 gennaio alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

Timothée Chalamet: 10 cose che forse non sai sull’attore

Timothée Chalamet: 10 cose che forse non sai sull’attore

Timothée Chalamet è decisamente uno degli attori su cui puntare per il futuro del cinema. Il giovane interprete franco-statunitense, infatti, ha alle spalle una bella gavetta ed è poi riuscito a farsi conoscere in tutto il mondo grazie alla sua performance in Chiamami col tuo nome. Versatile, carismatico sempre attento a costruire il giusto background di ogni personaggio che deve interpretare, Chalamet è ormai una delle certezze del mondo della recitazione odierna.

I film di Timothée Chalamet

1. Ha recitato in celebri film. Tra i primi film a cui Chalamet ha preso parte vi sono Men, Women & Children (2014), Interstellar di Christopher Nolan. Ha poi recitato in Le verità sospese (2015), Natale all’improvviso (2015) e Miss Stevens (2016). Il 2017 è stato, invece l’anno della svolta per lui: ha infatti recitato in Hot Summer Nights, Hostiles – Ostili, Lady Bird e, soprattutto, Chiamami col tuo nome, con cui ottiene enorme popolarità. Da quel momento recita in Beautiful Boy (2018), Un giorno di pioggia a New York (2019), Il Re (2019), Piccole donne (2019) di Greta Gerwig, The French Dispatch (2021), Dune (2021), Don’t Look Up (2021), Bones and All (2022) e Wonka (2023). Nel 2024 lo si vede invece in Dune – Parte due e in A Complete Unknown.

2. È stato nominato come Miglior attore agli Oscar. Grazie a Chiamami col tuo nome, Chalamet ha avuto numerosi riconoscimenti: è infatti stato candidato ai Critics’ Choice Awards, al Golden Globe, Screen Actors Guild Awards, ai BAFTA e, infine, anche agli Oscar come Miglior attore protagonista. Pur non riportando vittorie, a partire da quel momento è diventato uno degli attori più richiesti della sua generazione. Con il film A Complete Unknown ottiene nel 2025 una seconda candidatura agli Oscar, divenendo inoltre il più giovane 2 volte candidato all’Oscar come Miglior attore dai tempi di James Dean.

Timothée Chalamet parla italiano in Chiamami col tuo nome

3. Ha imparato a parlare italiano per il film. Per assumere il ruolo di Elio nel film Chiamami col tuo nome, Timothée Chalamet ha imparato a parlare italiano ma anche a suonare i brani di pianoforte classico utilizzati nel film. Per calarsi ulteriormente nell’atmosfera del film, si è spesso concesso passeggiate in bicicletta per la città di Crema insieme al suo co-protagonista Armie Hammer, sviluppando dunque una forte amicizia, rivelatasi poi ideale alle riprese.

Chiamami col tuo nome cast

Timothée Chalamet in Interstellar

4. ha pianto per un’ora dopo aver visto il film. Nel 2014 Chalamet ha interpretato il figlio del personaggio di Matthew McConaughey in Interstellar. L’attore continua a ricordare questo film come un’esperienza bellissima, sia riguardo la realizzazione, e cioè per aver fatto parte di un cast stellare, sia per averlo visto (e per essersi visto) in IMAX. Proprio dopo aver rivisto il film, in realtà, l’attore ha rivalto di aver pianto per un’ora in quanto pensava che il suo ruolo fosse più ampio, avendolo immaginato in maniera diversa all’interno del contesto del racconto.

Timothée Chalamet e Zendaya in Dune

5. Ci teneva molto a recitare nel film Come rivelato da Chalamet, nel momento in cui ha saputo che il regista Denis Villeneuve stava per essere coinvolto nel remake del film, ha impostato il suo Google Alert per poter ricevere ogni notifica a riguardo ed essere coinvolto il prima possibile. Alla fine, Chalamet ha ottenuto il ruolo del protagonista Paul Atreides, per il quale era comunque stato indicato dal regista come uno degli interpreti già da subito presi in considerazione. Il film gli ha anche permesso di recitare accanto a Zendaya.

Dune - Parte Due differenze libro
Photo Credit: Courtesy Warner Bros. Pictures

Timothée Chalamet interpreta Bob Dylan in A Complete Unknown

6. È davvero lui a cantare nel film. In A Complete Unknown Chalamet interpreta il leggendario cantautore Bob Dylan nei suoi primi anni di attività musicale. L’interpretazione è valsa all’attore numerose lodi e in molti hanno sottolineato una certa somiglianza tra lui e il Dylan di quell’età. Ad aver reso ancor più affascinante l’interpretazione dell’attore, però, vi è il fatto che è proprio lui a cantare i brani che gli si vede eseguire nel film. Chalamet ha dunque studiato la voce di Dylan, riuscendo a renderle giustizia.

Timothée Chalamet è Willy Wonka

7. Era inizialmente scettico riguardo il film. Timothée Chalamet ha ammesso di essere stato inizialmente scettico sul film Wonka: “Come molte persone, quando ci sono dei remake, mi sento molto protettivo nei confronti del personaggio originale e delle versioni che ami. Le sopracciglia si alzano per lo scetticismo nel capire se si tratta di una storia legittima e degna di nota o di una cinica voglia di denaro“. L’attore ha poi però riconosciuto la bontà del progetto, accettando il ruolo di Willy Wonka. Tuttavia, si è ammalato più volte durante la produzione a causa della quantità di cioccolato e caramelle che ha dovuto mangiare.

Wonka Timothée Chalamet film fantasy 2023

Timothée Chalamet e Kylie Jenner, chi è la sua fidanzata

8. Kylie Jenner è la sua nuova fidanzata. Per via del costante interesse dei media e del pubblico, raramente Chalamet parla degli aspetti romantici della sua vita personale. Tuttavia, sappiamo che dal 2018 al 2019 è stato legato a Lily-Rose Depp, la figlia di Vanessa Paradis e Johnny Depp, conosciuta sul set di The King. In seguito, gli sono stati attribuite alcune frequentazioni, ma dall’aprile 2023 sembra essere ufficialmente in coppia con Kylie Jenner, imprenditrice e modella, nota per essere sorellastra delle Kardashian.

Timothée Chalamet è su Instagram

9. Ha un profilo sul social network. L’attore è naturalmente presente sul social network Instagram, con un profilo seguito attualmente da 19,5 milioni di persone. Su tale piattaforma egli ha ad oggi pubblicato circa un centinaio di post, tutti relativi alle sue attività come attore o modello. Si possono infatti ritrovare diverse immagini relative a momenti trascorsi sul set ma anche foto promozionali dei suoi progetti. Seguendolo si può dunque rimanere aggiornati sulle sue attività.

L’età, l’altezza e il fisico di Timothée Chalamet

10. Timothée Chalamet è nato il 27 dicembre 1995 a New York, Stati Uniti. L’attore è alto complessivamente 1,78 metri. Chalamet è un appassionato di sport e da giovane aspirava a diventare un calciatore professionista. Pur non avendo perseguito tale carriera, continua a tenersi in forma, sfoggiando un fisico asciutto ma scolpito.

Fonti: IMDb, Instagram, Cosmopolitan

Transporter 3: tutte le curiosità sul film con Jason Statham

Transporter 3: tutte le curiosità sul film con Jason Statham

L’attore Jason Statham è unanimemente considerato una delle grandi icone del cinema d’azione. Negli anni si è infatti affermato grazie a titoli come Crank, Parker, Safe, Blitz, Death Race e il recente Hobbs & Shaw. A dare origine alla sua fama è però stato in particolare il film del 2002 The Transporter, dove dà vita ad esperto nel trasporto di pacchi supersegreti, dai contenuti talvolta compromettenti. Dato il buon successo dei primi due film, nel 2008 è arrivato al cinema il terzo capitolo, Transporter 3, diretto stavolta dal regista francese Olivier Megaton, con alla sceneggiatura Robert Mark Kamen e il celebre Luc Besson, autore di film come Lucy o Anna.

Come nei primi due, anche all’interno di questo terzo capitolo si ritrovano tutte le caratteristiche per cui Statham e la saga sono poi diventati celebri. Dagli spericolati inseguimenti ai combattimenti coreograficamente spettacolari, da un’inaspettata comicità alla presenza non scontata di certi sentimenti. Con un budget di circa 30 milioni di dollari, Transporter 3 è arrivato a guadagnarne più del doppio in sala, arrivando ad un risultato complessivo di circa 77 milioni. Pur ufficialmente conclusasi qui la trilogia, tale successo ha spinto i produttori a far tornare il personaggio protagonista anche in altre opere più o meno ispirate a tali film.

Per tutti gli appassionati di tale genere, Transporter 3 è ancora oggi una pellicola imprescindibile, ricca di suspence e colpi di scena. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ai suoi sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Transporter 3 cast
Jason Statham in Transporter 3. © Lions Gate Home Entertainment

La trama di Transporter 3

Reduce dagli esplosivi avvenimenti dei precedenti film, Frank Martin è ora tornato in Francia per continuare la sua attività di consegna di merce illegale. Ancora una volta però si trova a dover fare i conti con i pericoli di questo mestiere. L’uomo viene infatti costretto da un criminale chiamato semplicemente Johnson a fare una consegna molto particolare. A rendere più complicata la cosa vi è il fatto che al polso di Frank viene applicato uno bracciale molto particolare. Se egli si allontanerà di oltre 24 metri dall’auto contenente i pacchi, infatti, questo esploderà uccidendolo sul colpo.

Durante il viaggio, Frank scopre però che oggetto del pacco è ancora una volta una persona rapita. Questa è Valentina, figlia di un ministro ucraino e sequestrata al fine di convincere il politico a firmare un accordo per un traffico di navi cariche di rifiuti tossici. Impossibilitato ad intervenire, Frank si trova a dover andare fino in fondo alla sua consegna. Nel momento in cui però gli uomini di Johnson tenteranno di ucciderlo senza successo, egli decide di dare la caccia alla banda di criminali, nel tentativo di salvare la ragazza e impedire che il traffico illegale avvenga. Ora più che mai però, Frank si troverà a rischiare seriamente la propria vita.

Il cast del film

Come giù anticipato, ad interpretare il protagonista vi è nuovamente l’attore Jason Statham. Noto per la grande preparazione fisica che dedica ad ogni ruolo, questi decise di allenarsi a lungo prima delle riprese al fine di poter eseguire la maggior parte delle scene più complesse, senza dover ricorrere a controfigure. Allo stesso modo, è lui in persona ad eseguire le spericolate acrobazie al volante presenti nel film. Per recitare nel film, però, egli si trovò a dover anche imparare attività a lui nuove. Soddisfatto dal risultato anche di questo terzo capitolo, l’attore affermò di non voler rischiare di rovinare tutto con un ulteriore film, e che pertanto non avrebbe ripreso il ruolo. L’unico attore dei precedenti film, oltre a Statham, a riprendere il proprio ruolo è François Berléand, che ricopre ancora una volta i panni del detective Tarconi.

Ad interpretare Valentina, la ragazza rapita, è l’attrice Natalya Rudakova, statunitense di origini russe. Questa ottenne la parte in modo del tutto imprevisto, in un modo che sembra poter accadere soltanto nella fantasia. Lavorando in un salone di bellezza, questa si imbatté per caso nel regista Luc Besson. Colpito dalla sua presenza, questi decise di offrirle la possibilità di un provino per il film, nonostante la Rudakova non avesse alcuna esperienza recitativa. Dopo aver preso qualche lezione a riguardo, si presentò ai provini ottenendo la parte. L’attore Robert Knepper, noto per aver interpretato Theodore Bagwell in Prison Break, è invece il criminale Johnson. Un ruolo per il quale l’attore ha tratto ispirazione per il look dallo scrittore Ernest Hemingway.

Transporter 3 sequel
Jason Statham e Natalya Rudakova in Transporter 3. © Lions Gate Home Entertainment

I sequel del film

La trilogia di film con protagonista Statham si è così conclusa con questo Transporter 3. Ma la saga è poi continuata con altri titoli pronti a rielaborare l’universo narrativo qui forgiato. In particolare, nel 2015, è stato realizzato un reboot del primo film, intitolato The Trasporter Legacy, e con protagonista nei panni di Frank Martin l’attore Ed Skrein. Ancora una volta il film si è affermato con un buon successo, con un incasso di 72 milioni di dollari a fronte di un budget di 22. Prima di questo reboot era però stata realizzata Transporter: The Series. Ideata sempre da Besson, e composta da due stagioni per un totale di 24 episodi. Ad interpretare il protagonista è qui l’attore Chris Vance, noto per le serie All Saints e Prison Break.

Il trailer di Transporter 3 dove vederlo in streaming e in TV

Prima di vedere tali opere, è possibile fruire di Transporter 3 grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Infinity+, Apple iTunes e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 24 gennaio alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Babygirl: quanti anni di differenza hanno i protagonisti e perché è importante per la storia

La differenza di età di Babygirl è evidente sia sullo schermo che nella vita reale. Il film A24 è stato scritto e diretto da Halina Reijn di Bodies Bodies Bodies. Il cast di Babygirl include artisti di spicco come Antonio Banderas, che è stato candidato all’Oscar per la sua interpretazione nel film del 2019 del suo frequente collaboratore Pedro Almodóvar Dolor y gloria, e Sophie Wilde, che ha avuto il suo ruolo di successo nel successo horror di A24 Parla con me.

Tuttavia, il nocciolo della storia è incentrato su Nicole Kidman nei panni della CEO Romy Mathis e Harris Dickinson nei panni del suo stagista Samuel, con cui intraprende una relazione che consente a entrambi di esplorare le proprie identità e desideri, anche se ciò rappresenta un pericolo per la vita professionale e personale di Romy.

Nicole Kidman ha quasi 30 anni in più di Harris Dickinson

I loro compleanni sono distanti quattro giorni (in decenni diversi)

Babygirl film 2024Al momento dell’uscita USA di Babygirl, il 25 dicembre 2024, Nicole Kidman aveva 57 anni, poiché è nata a Honolulu, Hawaii, il 20 giugno 1967. Nel frattempo, Harris Dickinson è nato a Londra, Inghilterra, il 24 giugno 1996, e quindi aveva 28 anni al momento del debutto del film. Le riprese si sono svolte tra dicembre 2022 e febbraio 2023, il che vuol dire che avevano rispettivamente 56 e 27 anni quando è stato girato il film. Poiché le loro date di nascita sono così vicine, la loro differenza di età nella vita reale è quasi esattamente di 29 anni.

Questa differenza di età nella vita reale è simile a quella dei loro personaggi nel film. Mentre le loro età non sono specificatamente dettagliate nei dialoghi, la sceneggiatura ufficiale condivisa sul sito web For Your Consideration di A24 rivela le loro età sullo schermo. Ad esempio, l’introduzione di Romy nella sceneggiatura rivela che ha 49 anni. Ciò ha senso, considerando il fatto che il suo figlio maggiore è un adolescente e che è sposata con suo marito Jacob (Antonio Banderas) da 19 anni, cosa che è specificatamente affermata nei dialoghi. La sceneggiatura afferma che Jacob ha 58 anni, il che lo rende nove anni più grande di Romy.

Nel frattempo, la sceneggiatura rivela anche che Samuel ha 25 anni. Sebbene non debba avere 21 anni per svolgere il suo secondo lavoro come barista, perché i baristi possono avere 18 anni nello Stato di New York, la sua età è corroborata dal fatto che viene visto insieme a Romy in vari club e bar, la maggior parte dei quali richiederebbe molto probabilmente che gli ospiti abbiano 21 anni o più. Le età dettate dalla sceneggiatura lasciano i personaggi con una differenza di età di 24 anni, solo cinque anni in meno della differenza di età effettiva degli attori.

Perché la differenza di età di Babygirl è importante per la storia

Mette in evidenza le dinamiche di potere dei personaggi

Sebbene la differenza di età in Babygirl possa essere vista come controversa, Halina Reijn ha recentemente spiegato a W Magazine le sue opinioni a riguardo. Le relazioni tra uomini più anziani e donne più giovani sono state completamente normalizzate e “dobbiamo liberarci” dall’interiorizzazione del patriarcato.

“Se vediamo un film in cui l’attore maschio ha la stessa età dell’attrice femmina, lo troviamo strano. Il che è folle. Dovrebbe essere completamente normalizzato il fatto che le differenze di età cambino e che le donne abbiano relazioni diverse. Non siamo più intrappolate in una scatola. Interiorizziamo lo sguardo maschile, interiorizziamo il patriarcato e dobbiamo liberarcene. È davvero dura.”

Oltre a cambiare genere rispetto al tipico divario di età sullo schermo, Babygirl usa l’età dei suoi personaggi per approfondire l’esplorazione delle dinamiche di potere in gioco nella storia. Mentre Romy ha potere professionale su Samuel, lui ha potere personale su di lei, poiché lei si sta permettendo di essere più vulnerabile con lui di quanto non lo sia mai stata con suo marito. Inoltre, il fatto che lui riveli la loro relazione potrebbe anche rovinarle la vita, il che è qualcosa che lei trova allo stesso tempo emozionante e terrificante. Il divario di età e il modo in cui influisce sulle dinamiche di potere percepite servono a rendere la situazione ancora più complicata.

La differenza di età di Babygirl crea una sorprendente tendenza per Nicole Kidman

Non è una sconosciuta al genere

Nicole Kidman arriva al Lido
Nicole Kidman arriva al Lido – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

La differenza di età di Babygirl non è una novità per i film di Nicole Kidman. Infatti, già nel 2024 è uscito un altro film in cui ha una relazione con un uomo molto più giovane di lei. Ha interpretato un ruolo da protagonista in A Family Affair di Netflix, che ha debuttato il 28 giugno e racconta di un’assistente (Joey King) che si ritrova intrappolata nel mezzo quando il suo capo famoso (Zac Efron) e sua madre (Kidman) si innamorano. Efron è nato a San Luis Obispo, California, il 18 ottobre 1987, ha 37 anni e quindi 20 anni più giovane del suo amore sullo schermo.

A Family Affair non è stata nemmeno la prima volta in cui Kidman ha avuto un incontro amoroso sullo schermo con Zac Efron, poiché la coppia ha interpretato degli amanti nel film del 2012 di Lee Daniels The Paperboy, che ha debuttato quando Kidman aveva 45 anni ed Efron 24. Prima di allora, aveva anche avuto una relazione con una differenza di età sullo schermo in Da Morire del 1995, in cui il suo personaggio ha sedotto un adolescente interpretato da Joaquin Phoenix, che aveva 20 anni, 8 in meno rispetto ai suoi 28. Pertanto, Babygirl vede Kidman lavorare in un territorio molto familiare.

A24 & W Magazine

Tutte le canzoni della colonna sonora di Emilia Pérez

Tutte le canzoni della colonna sonora di Emilia Pérez

La musica gioca un ruolo cruciale e creativo nel musical poliziesco Emilia Pérez. Poiché gran parte della storia è raccontata attraverso vari stili e generi musicali eseguiti dal cast di Emilia Pérez, le canzoni originali diventano una parte essenziale e una forza trainante della narrazione complessiva. Diretto dal regista francese Jacques Audiard (Ruggine e ossa, The Sisters Brothers), il film mescola generi musicali innovativi e coreografie infuse in una storia straziante di desiderio e rimpianto inappagato. Molte delle canzoni originali della colonna sonora di Emilia Pérez sono state scritte e interpretate dalla cantante francese Camille.

Emilia Pérez è un adattamento libero del romanzo Écoute di Boris Razon del 2018. La storia segue la Rita Moro Castro di Saldaña, un avvocato difensore di Città del Messico che cerca di fare la differenza e che si imbatte in un’opportunità insolita ma redditizia da parte del boss del cartello Manitas Del Monte, mentre mira a realizzare il sogno della sua vita di trasformarsi in una donna. Le recensioni per lo più favorevolidi Emilia Pérez ne hanno fatto un primo candidato al premio per il miglior film e hanno anche generato un interesse per l’Oscar alla migliore attrice per Gascón e alla migliore attrice non protagonista per Saldaña. Anche la colonna sonora ufficiale è in lizza per la migliore colonna sonora originale e la migliore canzone originale.

Tutte le canzoni di Emilia Pérez: ordine e significato

Selena Gomez in Emilia Perez
Selena Gomez in Emilia Pérez. Foto di Shanna Besson/PAGE 114 – WHY NOT PRODUCTIONS – PATHÉ FILMS – FRA – © 2024 Neflix

Subiendo (Part 1)” di Camille, Clément Ducol & Mexican Choir: Questa canzone eterea e d’atmosfera suona all’inizio di Emilia Pérez ed è presente in varie parti del film, spesso durante le scene di transizione sopra le inquadrature di ambientazione del paesaggio.

“El Alegato” di Zoe Saldaña: È il primo numero musicale eseguito nel film e si svolge intorno ai 5 minuti. La Rita di Zoe Saldaña canta del caso a cui sta lavorando come avvocato difensore che le impone di dimostrare l’innocenza di un uomo che lei ritiene colpevole dell’omicidio della moglie, Gabriel Mendoza. Il brano dimostra come Rita tenga a un processo giudiziario più nobile e come molti atti di violenza possano rimanere senza conseguenze, in parte perché lei è così brava nel suo lavoro.

Todo y Nada” di Zoe Saldaña: Rita canta questa canzone mentre riceve una misteriosa chiamata da Manitas in un bagno, intorno al minuto 11:30 di Emila Pérez. È accompagnata da un gruppo di custodi donne in sottofondo. L’attrice riflette se seguire o meno le minacciose istruzioni del chiamante per incontrarsi e guarda anche alla cupa traiettoria della sua vita se scegliesse di non rispondere a questa opportunità.

El Encuentro” di Karla Sofía Gascón: Manitas sussurra questa breve canzone mentre fa la sua offerta a Rita in un unico respiro intorno ai 17 minuti. Chiarisce che una volta che Rita avrà accettato la sua offerta non si potrà più tornare indietro.

La Vaginoplastia” di Zoe Saldaña: Intorno al minuto 20:30, Rita canta questa memorabile canzone a Bangkok, in Thailandia, mentre si informa sulle varie procedure a cui Manitas deve sottoporsi per trasformarsi in una donna. Si informa sui vari interventi necessari e sui prezzi, in modo da poter riferire a Manitas.

“Lady” di Zoe Saldaña & Mark Ivanir: Intorno al minuto 25, Rita canta questo duetto con il dottor Wasserman di Mark Ivanir, mentre lo convince a farsi carico delle varie operazioni che Manitas deve fare per diventare Emilia Pérez. Il dottore vuole assicurarsi che Manitas lo stia facendo per le giuste ragioni, mentre Rita sostiene l’importanza di cambiare l’“anima” per cambiare la “società”.

“Deseo” di Camille & Karla Sofía Gascón: Manitas canta questa canzone esprimendo il suo desiderio di essere “lei” intorno ai 34 minuti. È essenzialmente il canto del cigno di Manitas che dice addio alla sua vecchia vita e alla sua famiglia.

“Swing Supreme” di Robbie Williams: questa canzone del 2013 del cantante inglese Robbie Williams suona intorno al minuto 42, quando il film avanza di quattro anni nel futuro, quando Rita incontra nuovamente Emilia a Londra.

Por Casualidad” di Camille, Karla Sofía Gascón e Zoe Saldaña: Questa canzone suona intorno al minuto 45, quando Emilia spiega a Rita perché l’ha cercata di nuovo. Spiega che non si sono incontrate per caso e che vuole che Rita la aiuti a ricongiungersi con i suoi figli in Messico.

“Bienvenida” di Selena Gomez: la prima delle due canzoni originali di Selena Gomez in Emilia Pérez arriva intorno al minuto 52. Il suo personaggio, Jessi, canta e si esibisce in una canzone che è un’altra. Il suo personaggio, Jessi, canta e balla nella sua nuova camera da letto a casa di Emilia dopo essere tornata in Messico con i suoi figli. Jessi esprime la sua infelicità nel tornare in Messico con Emilia, la cugina di Manitas, e si sente intrappolata dai suoi beni. Descrive i vari lussi che le vengono offerti come metodi per mantenerla felice e ferma.

Mis Siete Hermanas y Yo” di Xiomara Ahumada Quito: Questa canzone appare intorno al minuto 56, quando una donna distribuisce volantini per il figlio scomparso. Questo ispira Emilia a dedicare la sua vita alla ricerca di persone scomparse con l’aiuto di Rita.

Papá” di Juan Pablo Monterrubio & Karla Sofía Gascón: Questa canzone suona circa un’ora dopo Emilia Pérez, quando il figlio di Emilia canta di come gli manchi suo padre Manitas. Inoltre, fa notare come la zia Emilia gli ricordi il padre, in particolare per il suo odore.

“Para” di Aitza Terán, Iván Ruiz de Velasco e Coro messicano: Questa canzone suona intorno al minuto 1 e 7, mentre decine di persone si offrono volontarie per aiutare a trovare le persone scomparse attraverso la fondazione di Emilia, La Lucecita. Un paio di volontari spiegano perché dedicano il loro tempo alla ricerca delle oltre 10.000 persone scomparse nella zona, dicendo che vogliono permettere ad altri di piangere i morti e di fare del bene alla società di fronte al male.

Amor a Primera Vista” di Belinda, Lalo e Los Ángeles Azules: Questa canzone è presente in 1 ora e 10 minuti di canzone quando viene presentato Gustavo, l’amante di Jessi. Jessi viene mostrata mentre viene accompagnata nella sua auto e sembra essere profondamente innamorata di Gustavo mentre sorride e guida.

“El Mal” di Camille, Zoe Saldaña e Karla Sofía Gascón: Questa canzone suona intorno al minuto 1 e 17 mentre Emilia tiene un discorso a un evento di raccolta fondi per La Lucecita di fronte a una folla di politici corrotti, giudici e personaggi pubblici. Il testo e la coreografia di Rita mettono a nudo i vari crimini di queste persone ricche e potenti e l’ipocrisia di chiedere loro denaro per la loro buona causa.

El Amor” di Camille, Karla Sofía Gascón e Adriana Paz: Questa canzone, che dura circa 1 ora e 27 minuti, descrive cosa significhi amare una vita divisa e piena di segreti. Dentro di sé si sente più vera che mai, ma per il mondo è scoperta solo a metà da tutti, tranne che da Rita.

“Mi Camino” di Selena Gomez: questa canzone originale di Selena Gomez e scritta da Camille e Clément Ducol viene eseguita intorno all’ora e 33 minuti. È molto probabile che la canzone concorra per l’Oscar alla migliore canzone originale nel 2025, poiché rappresenta i temi principali dell’amore e dell’identità di tutti e tre i personaggi principali del film.

“El Trio” di Karla Sofía Gascón & Zoe Saldaña: Questa canzone appare intorno all’ora e 33 minuti in Emilia Pérez. Rita riceve le telefonate di Jessi ed Emilia che le chiedono soldi e figli. Rita cerca di mitigare la situazione, ma Jessi ed Emilia sono in forte contrasto tra loro.

Perdóname” di Camille & Karla Sofía Gascón: Emilia canta questa ballata confessionale a Jessi durante il momento culminante del film, intorno all’ora e 55 minuti. Durante una sparatoria per scambiare Emilia con milioni di dollari, Emilia dice a Jessi di essere stata suo marito Manitas, sconvolgendo completamente il mondo di Jessi.

Las Dama que Pasan” di Adriana Paz & Mexican Choir: Questa canzone suona alla fine di Emilia Pérez, intorno alle due ore, quando frotte di persone camminano per le strade per ricordare la vita e l’eredità di Emilia dopo la sua morte. Emilia è venerata e ricordata come una figura di santa.

Dove ascoltare la colonna sonora di Emilia Pérez

Karla Sofía Gascón in Emilia Pérez
Karla Sofía Gascón in Emilia Pérez. Foto di Shanna Besson – WHY NOT PRODUCTIONS – PATHÉ FILMS – FRA – © 2024

La colonna sonora ufficiale completa di Emilia Pérez è disponibile in streaming su Apple Music e Spotify. Ogni canzone è disponibile gratuitamente anche su YouTube. La colonna sonora completa ha una durata di 1 ora e 32 minuti e contiene tutte le canzoni originali del film, compresi i due nuovi brani di Selena Gomez. La colonna sonora di Emilia Pérez contiene anche versioni alternative di alcune canzoni non presenti nel film e l’intera colonna sonora originale di Clément Ducol e Camille.

Emilia Pérez, la spiegazione del finale: cosa succede a Emilia, Jessi e Rita

Il finale di Emilia Pérez, commedia musicale poliziesca nominata a 11 Oscar, vede la protagonista e la madre dei suoi figli, Jessi, alla fine della loro strada. Diretto dal regista francese Jacques Audiard (Rust and Bone, The Sisters Brothers), il film, che mescola i generi, offre numeri musicali e coreografie innovative infuse in una storia straziante di desiderio e rimpianto inappagato. Il film è un adattamento libero del romanzo Écoute di Boris Razon del 2018 ed è la candidatura ufficiale della Francia come miglior film internazionale ai prossimi 97° Academy Awards, che si terranno il 2 marzo 2025.

Il talento combinato di Zoe Saldaña, Karla Sofía Gascón e Selena Gomez ha guidato il cast di Emilia Pérez. Emilia Pérez (la nostra recensione) ha vinto il Premio della Giuria e il premio per il miglior ensemble di attrici al Festival di Cannes 2024, dove è stato presentato in anteprima mondiale a maggio. La colonna sonora di Emilia Pérez è uno dei punti salienti del film, nonché il cuore e l’anima della narrazione, in definitiva tragica. Sebbene Emilia Pérez si svolga in diverse località, il film è stato girato principalmente negli studi di Parigi, in Francia. Anche se Emilia ha mostrato un’immensa crescita nella sua nuova vita, il suo bisogno di controllo e l’incapacità di separare la sua felicità dalla famiglia l’hanno portata alla rovina.

Perché Emilia, Jessi e Gustavo muoiono nel finale di Emilia Pérez

Karla Sofía Gascón in Emilia Pérez
Karla Sofía Gascón in Emilia Pérez. Foto di Shanna Besson – WHY NOT PRODUCTIONS – PATHÉ FILMS – FRA – © 2024

Emilia ha scoperto nel modo più duro di non mettersi contro Jessi e il suo stile di vita, che si basava sull’accesso alla grande quantità di denaro che Mantias aveva lasciato per lei e i loro figli. Nel momento in cui Emilia ha invitato Jessi e i loro figli a vivere nella sua villa in Messico, Jessi ha capito che c’erano dei vincoli, sotto forma di manette firmate, come esprime con amarezza nella canzone “Bienvenida”. Jessi riesce a nascondere la sua rabbia per il controllo finanziario di Emilia fino a quando non rivela di voler sposare Gustavo e vivere con lui altrove con i bambini, cosa che fa infuriare Emilia a tal punto da farle quasi saltare la copertura.

Gustavo non è un personaggio importante in Emila Pérez, ma rappresenta la persona che taglierà l’accesso diretto di Emilia ai suoi figli. Emilia manda la sua guardia del corpo a picchiare Gustavo dopo che questi ha minacciato fisicamente Jessi sul letto. Questo porta Jessi a fuggire con i bambini alla prima occasione possibile e le due diventano feroci rivali. Jessi arriva al punto di permettere ai soci di Gustavo di tagliare tre dita a Emilia. Quando Emilia rivela a Jessi la sua vera identità, cade immediatamente nello shock e nel rimpianto. Jessi fa un ultimo tentativo per proteggere Emilia mentre è rinchiusa nel baule. Sfortunatamente, la sconsiderata aggressività di Jessi costringe Gustavo a lanciarsi da un dirupo, causando la morte di tutti e tre nell’auto in fiamme.

Perché Emilia non potrebbe vivere senza i suoi figli

Emilia ha avuto il meglio dei due mondi quando Jessi e i loro figli hanno vissuto con lei in Messico. Come canta nella canzone “El Amor”, è profondamente combattuta dal fatto di poter essere solo la metà di se stessa, con Mantias essenzialmente nascosto in bella vista. Anche se Emilia ha sopportato di nascondere l’amore paterno per i suoi figli, poterli vedere ogni giorno era la scelta migliore. Non è chiaro quanto Emilia credesse che questa dinamica sarebbe durata, ma è stata completamente spiazzata dall’annuncio di Jessi di voler portare i bambini a vivere con Gustavo. Emilia apparentemente pensava che i bambini avrebbero vissuto con lei per tutta la loro infanzia.

Cosa succede ai figli di Emilia e a Rita

Selena Gomez in Emilia Perez
Selena Gomez in Emilia Pérez. Foto di Shanna Besson/PAGE 114 – WHY NOT PRODUCTIONS – PATHÉ FILMS – FRA – © 2024 Neflix

Nella canzone “Todo y Nada”, all’inizio del film, Rita esprime il desiderio di avere dei figli e di trovare un padre, ma sente di non avere tempo per farlo. La morte di Emilia e Jessi offre a Rita l’opportunità di essere madre come desiderava da tempo. Sebbene Rita non facesse ovviamente il tifo per questo risultato, è evidente che i figli di Emilia e Jessi saranno in mani sicure con lei. È probabile che si fermino nella villa di Emilia in Messico o che tornino in Svizzera, dove i ragazzi amano sciare. Rita potrebbe anche portarli a Londra, dove ha iniziato una nuova vita dopo aver aiutato Manitas. A causa delle loro origini messicane, tuttavia, è probabile che rimangano qui.

Perché Emilia non ha detto prima la verità a Jessi

Emilia era cresciuta molto come persona dopo la sua transizione, in particolare come membro positivo della comunità che cercava di riparare ai torti del suo passato. È deludente che non le sia mai passato per la testa di avvicinarsi a Jessi con il cuore aperto e chiederle compassione per la sua transizione. Sarebbe stata probabilmente una strategia migliore per mantenere l’accesso ai suoi figli, invece di fare di Jessi un’arcinemesi e cercare di controllare la situazione con la forza bruta. Il film mostra tragicamente una regressione totale dello sviluppo morale di Emilia, cancellando quasi tutti i passi compiuti verso la guarigione e il perdono per la sua vita di crimini e violenze. Alla fine, l’orgoglio di Emilia ha soffocato tutti i suoi cambiamenti positivi.

L’eredità di Emilia e la spiegazione dell’impatto sulla sua comunità

Emilia Pérez recensione film
Zoe Saldana in Emilia Pérez. Foto di Shanna Besson – WHY NOT PRODUCTIONS – PATHÉ FILMS – FRA – © 2024

Per la comunità in generale, tuttavia, Emilia esiste come figura esemplare. Molte persone cantano per lei nelle strade dopo la sua morte, onorandola come una santa per il lavoro svolto con la sua fondazione per le persone scomparse, La Lucecita. C’è una grande ironia nel fatto che la comunità pianga e celebri la vita di Emilia quando in realtà conosce solo metà del quadro. Manitas era un pericoloso e temuto boss responsabile di molte delle persone scomparse.

L’unica persona che lo sapeva era Rita, il che rende in qualche modo sorprendente il fatto che Emilia non abbia mai cercato di mettere a tacere Rita in modo definitivo dopo averla incontrata di nuovo a Londra. Emilia meritava probabilmente un riconoscimento per i cambiamenti apportati negli ultimi anni, sia per se stessa che per la sua comunità. Tuttavia, queste persone probabilmente non avrebbero venerato la sua eredità con la stessa passione se avessero saputo la verità.

Il vero significato del finale di Emilia Pérez

Il finale di Emilia Pérez sfida lo spettatore a considerare il valore morale di Emilia in contrasto con i mali della Manitas. Richiama domande come “Emilia è stata redenta?” e “Meritava un addio così emozionante e appassionato?”. Una cosa è avere un impatto positivo sulla comunità, ma una cosa completamente diversa è considerare la vita di crimini e violenze che cerca di coprire. Anche quando Emilia ha iniziato La Lucecita, c’era la sensazione che fosse un’iniziativa più autoreferenziale che altruistica, poiché mirava ad assolvere se stessa dalla sua vita passata. Paragonare Emilia a una santa sarebbe un insulto ai veri leader della comunità, che non hanno avuto bisogno di lasciarsi alle spalle una vita di crimini prima di fare la differenza nella società.

L’impatto di Emilia sulla sua comunità in Emilia Pérez è simbolico dell’impatto che sta silenziosamente avendo come donna trans. Come Rita spiega al dottor Wasserman nella canzone “Lady”, “cambiare l’anima cambia la società”, che è effettivamente ciò che Emilia ha fatto per il problema delle persone scomparse. Tuttavia, Emilia non si batte per la sua causa più immediata, l’uguaglianza dei trans, e rimane invece in silenzio sulla sua transizione e sulla sua vera identità, dato che ha dovuto nascondersi come la criminale Manitas e “disonorare” il nome della sua famiglia. Sostenere apertamente i diritti e l’uguaglianza dei trans rischierebbe di far saltare la sua copertura, quindi trovare un’altra causa di cui diventare il volto è stato il suo modo di onorare silenziosamente la sua comunità più vera in Emilia Pérez.

Che cosa è successo a Bob Dylan dopo A Complete Unknown

Che cosa è successo a Bob Dylan dopo A Complete Unknown

Bob Dylan ha continuato a creare musica dopo una pausa quasi decennale dalle tournée in seguito agli eventi di A Complete Unknown. Interpretato da Timothée Chalamet nei panni del leggendario cantautore folk Bob Dylan, A Complete Unknown è uscito nelle sale italiane questo weekend. Il cast di A Complete Unknown comprende anche Elle Fanning, Edward Norton, Monica Barbaro, Dan Fogler e Boyd Holbrook nel ruolo di Johnny Cash. Sebbene il film sia un biopic sull’ascesa al successo dell’icona, A Complete Unknown cambia diversi dettagli della storia reale di Bob Dylan.

Diretto da James Mangold, il regista di Ford contro Ferrari e Logan, A Complete Unknown è considerato uno dei migliori film dell’anno. Con un punteggio su Rotten Tomatoes del 79% e un punteggio del pubblico del 95%, A Complete Unknown è già in corsa per diversi premi, tra cui tre Golden Globe per il miglior film drammatico, il miglior attore per Chalamet e il miglior attore non protagonista per Norton. Il biopic segue i primi anni di Bob Dylan, quando arriva a New York e diventa rapidamente una leggenda locale grazie all’aiuto di Pete Seeger. Il film mette in luce anche la relazione di Dylan con Sylvie Russo e con la cantautrice Joan Baez.

Bob Dylan ebbe un incidente in moto e smise di andare in tour per 8 anni

A complete unknown
Timothée Chalamet e Elle Fanning in A Complete Unknown – Cortesia di Searchlight

Il 29 luglio 1966 Bob Dylan ebbe un incidente in moto che lo portò a non andare in tour per buona parte del decennio successivo. Questo dà un nuovo significato alla fine di A Complete Unknown, in cui Dylan si allontana a tutta velocità dal Newport Folk Festival del 1965. Un anno dopo, Dylan ebbe un incidente in moto nei pressi di Woodstock, New York, avvenuto appena due mesi dopo la conclusione del suo tour mondiale del 1966. Sebbene gli eventi dell’incidente in moto rimangano misteriosi e incerti, dal momento che Dylan non si è recato in ospedale, Dylan ha rivelato di essersi rotto alcune vertebre del collo.

Secondo Motorcyclist, “non è mai stata ottenuta alcuna documentazione ospedaliera relativa all’incidente, e nessuno ricorda che un’ambulanza abbia portato via il Tambourine Man”. Almeno un presunto testimone ha affermato che Dylan, apparentemente non molto abile al manubrio, ha avuto una semplice caduta a bassa velocità che ha richiesto un viaggio nell’ufficio del medico, niente di più”. Dylan ha commentato il misterioso incidente in moto nella sua autobiografia Chronicles del 2004 . “Avevo avuto un incidente in moto e mi ero fatto male, ma mi ero ripreso. La verità è che volevo uscire dalla corsa del topo”.

Bob Dylan tornò in tournée nel 1974 dopo anni in cui continuava a fare musica

A Complete Unknown 2024

Dopo l’incidente in moto, Dylan rimase in gran parte lontano dai riflettori per quanto riguarda i tour, ma continuò a fare musica e a pubblicare album. Dylan pubblicò quello che è probabilmente il suo album più celebre, Highway 61 Revisited, nell’agosto del 1965, prima di pubblicare un altro classico istantaneo, Blonde on Blonde del 1966. Durante la sua lunga pausa dalle tournée, Dylan pubblicò anche album come John Wesley Harding del 1967, Nashville Skyline del 1969, Self-Portrait e New Morning del 1970. Nel 1974 Dylan si rimise in viaggio con il Bob Dylan and The Band Tour, che prevedeva 40 spettacoli dal 3 gennaio al 14 febbraio 1974.

Bob Dylan si convertì al cristianesimo e fece musica gospel alla fine degli anni ’70

Dopo che Dylan era tornato in sella con il Rolling Thunder Revue Tour del 1975-76 e il World Tour del 1978, la sua carriera e i suoi interessi musicali subirono una svolta quando si interessò al cristianesimo e alla musica gospel. Dylan pubblicò gli album Street-Legal nel 1978, Slow Train Coming nel 1979 e Saved nel 1980, che contenevano canzoni di orientamento cristiano come “When He Returns” e “I Believe In You”. Portò questi album nel suo Gospel Tour del ’79 e del 1980, che non ricevette un’accoglienza positiva dalla critica e dalla maggior parte dei suoi fan. L’era del cristianesimo/gospel di Dylan fu di breve durata, poiché tornò a fare rock per tutti gli anni Ottanta con album come Infidels (1983) e Empire Burlesque (1985).

Bob Dylan è stato inserito nella Rock And Roll Hall Of Fame nel 1988

A complete unknown

Dopo aver iniziato la sua carriera negli anni Sessanta ed essere passato in modo controverso da eroe folk a icona rock, Bob Dylan è stato finalmente inserito nella Rock And Roll Hall Of Fame nel 1988. Bruce Springsteen ha presentato Dylan durante la cerimonia, ricordando la sua prima esperienza di ascolto di Bob Dylan e la corsa al negozio di dischi locale per prendere un 45 giri di “Like A Rolling Stone”. Durante il suo discorso, Bruce ha ricordato che “sapevo che stavo ascoltando la voce più dura che avessi mai sentito”. La Rock and Roll Hall of Fame ha detto questo di Dylan: “Bob Dylan è uno dei più grandi cantautori di tutti i tempi, un abile paroliere con una coscienza politica, un’incisiva capacità narrativa e un acume da poeta per il metro e il linguaggio”.

Bob Dylan ha dato il via al Never Ending Tour

A Complete Unknown

Dylan ha iniziato gli anni ’80 incidendo dischi di gospel cristiano e nel 1987 era in tournée con i Grateful Dead. Subito dopo ha dato il via al suo Never Ending Tour, la cui prima tappa è iniziata nel 1988, lo stesso anno in cui è stato inserito nella Rock and Roll Hall of Fame. Dal 1988, Dylan ha proseguito il Never Ending Tour fino al 2019 a causa della pandemia COVID-19. Il Never Ending Tour avrebbe dovuto continuare nel 2020, iniziando a Tokyo, in Giappone, il 1° aprile 2020 e terminando il 14 luglio 2020 a Rochester, New York, ma è stato annullato per ovvi motivi. Dylan tornò in tour nel 2024 con il suo Bob Dylan’s Rough and Rowdy Ways Worldwide Tour, che si svolse per alcune settimane a marzo in Florida, Georgia e North Carolina.

Chi ha sposato Bob Dylan

A Complete Unknown newport folk festival

Dylan, che attualmente ha 83 anni, è stato sposato e divorziato due volte nella sua vita e attualmente non è sposato. Nonostante la sua relazione appassionata con Sylvie Russo, interpretata dalla Fanning in A Complete Unknown, e la sua storia d’amore e odio con Joan Baez, interpretata da Barbaro, non ha finito per sposare nessuna delle due. A Complete Unknown introduce anche un interesse romantico britannico, una donna di nome Becka, che sembra essere un personaggio fittizio creato per il film.

La prima moglie di Dylan fu Sara Dylan, nata Shirley Noznisky del Delaware. Sara e Bob si sposarono in sordina nel 1965, mentre Sara era già incinta del suo primo figlio con Bob, Jesse. Secondo People, “Sara e Bob hanno avuto altri tre figli insieme – Anna, Sam e Jakob – in quattro anni, vivendo una vita tranquilla a Woodstock, N.Y.”. Divorziarono nel 1977. Dylan si è sposato con Carolyn Dennis nel 1986 e con lei ha avuto un figlio, Desiree Dennis-Dylan, prima di divorziare nel 1992. Dylan e Sally Kirkland si sono frequentati per un breve periodo all’inizio degli anni Settanta, cosa che non viene riportata in A Complete Unknown.

A Complete Unknown: la storia vera del perché Pete Seeger è stato processato

A Complete Unknown lascia sul vago il processo a Pete Seeger, tralasciando tutto tranne il discorso di condanna, ma la storia vera e propria è più affascinante di quella che viene rappresentata. Sebbene Bob Dylan sia il protagonista del film biografico del 2024, molti altri personaggi di A Complete Unknown hanno avuto un impatto significativo sul suo percorso da esordiente a uno dei migliori cantautori del mondo. Uno dei più influenti è Pete Seeger, un cantante folk che divenne famoso insieme all’amico Woody Guthrie.

Poiché la narrazione è incentrata sulla vita di Bob Dylan nei primi anni Sessanta, la storia di Seeger viene raccontata solo quando ha un impatto diretto sul protagonista. L’unica eccezione arriva all’inizio di Un completo sconosciuto, quando Pete Seeger appare in un’aula di tribunale per la sentenza del suo processo. Accenna a una delle sue canzoni ritenuta “antiamericana”, offrendosi di cantarla, e il giudice rifiuta l’offerta e lo condanna. Tuttavia, la storia del processo di Pete Seeger è molto più complessa e affascinante nella vita reale, e mostra un esempio dell’impatto del maccartismo sugli artisti.

Pete Seeger scrisse una lettera di protesta contro la deportazione di massa dei giapponesi

La storia del processo a Pete Seeger inizia molto prima della sentenza che viene mostrata in A Complete Unknown. Secondo i documenti recuperati da Mother Jones con una richiesta di Freedom of Information Act, l’FBI iniziò a indagare su Seeger quando questi scrisse una lettera all’American Legion per protestare contro le sue attività politiche. Con una mossa terrificante, l’FBI cercò di deportare in massa chiunque avesse origini giapponesi e di negare ai nippo-americani la cittadinanza per diritto di nascita. Seeger sosteneva: “L‘America è grande e forte così com’è perché finora siamo stati un rifugio per tutti gli oppressi.

Successivamente, l’American Legion consegnò la lettera all’FBI, che avviò un’indagine lunga almeno due decenni sul cantante. Seeger divenne il bersaglio della caccia al comunista degli Stati Uniti, che lo etichettò come “persona potenzialmente sovversiva” per le sue convinzioni politiche. L’FBI cercò nella sua storia formativa e lavorativa. Lesse anche la sua posta e intervistò chiunque fosse collegato al cantante, compreso Woody Guthrie, un’altra persona reale ritratta in A Complete Unknown.

Il fatto che Pete Seeger fosse fidanzato con una donna nippo-americana di nome Toshi Ohta aumentò i sospetti sul cantante. Nonostante le numerose persone che garantirono l’affidabilità e la lealtà di Seeger, l’FBI continuò a trattarlo come una minaccia. Si rifiutarono persino di impiegarlo nonostante avesse completato l’addestramento di meccanico dell’aviazione.

Pete Seeger si rifiutò di rispondere alle domande della Commissione per le attività antiamericane della Camera dei Deputati

Il culmine dell’indagine dell’FBI su Pete Seeger avvenne il 18 agosto 1955, quando fu portato davanti a una sottocommissione della Commissione per le attività antiamericane della Camera, come descritto da History Matters. Questo comitato, abolito nel 1975, era stato costituito per indagare sulla slealtà e sulle attività di disturbo da parte di cittadini, politici e gruppi. Durante l’apice del maccartismo, la commissione portò Seeger davanti a loro per interrogarlo sulle sue possibili affiliazioni comuniste e sulle sue convinzioni liberali.

Gli chiesero conto della sua esibizione a tre eventi legati al partito comunista. Gli fu anche chiesto se si fosse esibito al servizio del partito comunista. Con le loro frasi, hanno lasciato intendere che Seeger fosse un comunista nemico degli Stati Uniti. Durante l’interrogatorio ha dato queste risposte:

“Non risponderò a nessuna domanda sulle mie associazioni, sulle mie convinzioni filosofiche o religiose o sulle mie convinzioni politiche, o su come ho votato alle elezioni, o su qualsiasi altra questione privata. Penso che queste siano domande molto sconvenienti per qualsiasi americano, specialmente se costretto a farlo. Sarei molto felice di raccontarvi la mia vita, se volete sentirla…

Sento che in tutta la mia vita non ho mai fatto nulla di cospirativo e mi infastidisce molto e profondamente l’implicazione di essere chiamato davanti a questa commissione che in qualche modo, poiché le mie opinioni possono essere diverse dalle vostre, o dalle sue, signor Willis, o dalle sue, signor Scherer, io sia meno americano di chiunque altro. Amo profondamente il mio Paese, signore…

Ho cantato per americani di ogni orientamento politico e sono orgoglioso di non aver mai rifiutato di cantare per un pubblico, indipendentemente dalla religione o dal colore della pelle o dalla situazione di vita. Ho cantato nelle giungle dei barboni, ho cantato per i Rockefeller e sono orgoglioso di non aver mai rifiutato di cantare per nessuno. Questa è l’unica risposta che posso dare in tal senso”.

Tuttavia, Seeger si è rifiutato di rispondere dove si è esibito, quando e quali canzoni ha cantato in determinate esibizioni. Riteneva che ciò violasse i suoi diritti di cittadino americano. Tuttavia, si offrì di cantare una canzone per il Congresso e di nuovo al processo, ma entrambe le offerte furono rifiutate. Questi momenti sono brevemente citati nel biopic 2024, anche se A Complete Unknown cambia la canzone da “Wasn’t That A Time”. Inoltre, tralascia la maggior parte del contesto del processo.

Pete Seeger fu giudicato colpevole di oltraggio al Congresso

Sei anni dopo la sua testimonianza, Pete Seeger fu finalmente processato per molteplici accuse di oltraggio al Congresso. Il processo durò dal 27 marzo 1961 al 29 marzo 1961 e portò a un verdetto di colpevolezza per tutti e dieci i capi d’accusa di oltraggio al Congresso. Secondo The Harvard Crimson, durante il processo, il giudice istruì i giurati a non considerare se le domande del Congresso fossero legali o morali, e a non contemplare le ragioni di Seeger per non rispondere. Dovevano solo decidere se Seeger avesse fornito una risposta in buona fede, piuttosto che cercare di essere sfidante. La giuria ha deliberato per un’ora e mezza.

Il 4 aprile 1961, il giudice Thomas F. Murphy condannò Pete Seeger a un anno di prigione e gli impose di pagare le spese processuali (via The Harvard Crimson). Il giudice Murphy rifiutò di concedere a Seeger la cauzione in attesa dell’appello; tuttavia, lo stesso giorno, la corte d’appello gli concesse una cauzione di 2000 dollari. Adeguata all’inflazione, questa cifra equivale a una cauzione di 21.181,54 dollari, in attesa dell’appello.

L’intera dichiarazione di Pete Seeger alla fine del processo può essere letta qui: Biblioteche della Northwestern University.

Secondo i fascicoli disponibili su Justia US Law, la Corte d’Appello degli Stati Uniti per il Secondo Circuito ha annullato la condanna di Pete Seeger perché l’atto d’accusa indicava in modo errato e fuorviante l’autorità investigativa della sottocommissione per condurre le udienze alle quali Seeger era presente. Dopo che la corte d’appello ha annullato la condanna, le accuse sono state ritirate. Come mostrato nel film, l’attivismo politico di Seeger non cessò dopo il processo. Continuò a parlare di diritti umani e americani anche molto tempo dopo gli eventi di A Complete Unknown, consolidando la sua eredità di cantante folk e attivista.

A Complete Unknown, la storia vera e la vita di Bob Dylan negli anni ’60

A Complete Unknown esplora la vita dell’enigmatico Bob Dylan negli anni Sessanta, e la vera storia del musicista è affascinante quanto il film. Sebbene molti musicisti abbiano avuto un impatto sul loro genere, Bob Dylan è facilmente considerato uno dei cantanti più prolifici di tutti i tempi, con un effetto a lungo termine sia sul genere folk che su quello rock. Nonostante ciò, ha anche sviluppato una reputazione di enigma. Egli custodisce la sua vita privata, si rifiuta in genere di spiegare i suoi testi e ha una storia di falsificazione delle informazioni sulle sue esperienze.

Molti film su Bob Dylan si sono basati su questa immagine misteriosa, ma A Complete Unknown tenta di fornire un quadro più intimo della prima carriera di Dylan, concentrandosi sulla solitudine e sulla disperazione del musicista di fuggire. Tuttavia, pur facendo leva su verità emotive, A Complete Unknown tralascia alcuni degli elementi più interessanti della vita di Bob Dylan. Detto questo, il film apre agli spettatori curiosi la possibilità di conoscere la vera storia.

A Complete Unknown esplora la vita di Bob Dylan dal 1961 al 1965

Anche se la carriera di Bob Dylan ha spaziato dal 1961 a oggi, il biopic su Bob Dylan, interpretato da Timothée Chalamet, si concentra sui primi cinque anni della sua carriera. Il film si apre con il suo arrivo a New York e si conclude subito dopo il controverso Newport Folk Festival del 1965, dove Bob Dylan “divenne elettrico”.

Poiché questo è il periodo in cui si svolge il film, gli spettatori potranno vedere i suoi giorni al Greenwich Village. L’area di New York è stata il fulcro del revival folk americano negli anni ’60, il che spiega perché musicisti come Joan Baez, Pete Seeger e Bob Neuwirth appaiono nel film. Tuttavia, alcuni gruppi influenti come il Kingston Trio, gli Almanac Singers e i Weavers vengono lasciati fuori per mantenere l’attenzione su Bob Dylan. Le persone che appaiono in A Complete Unknown hanno avuto un impatto diretto sulla vita di Dylan durante questi anni.

Bob Dylan ebbe una relazione con Suze Rotolo negli anni ’60

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Poco dopo l’arrivo di Bob Dylan a New York, il musicista ventenne incontrò la diciassettenne Suze Rotolo e i due si innamorarono rapidamente. I due si trasferirono insieme in un appartamento del Greenwich Village. Mentre lui proseguiva la sua carriera musicale, lei accettò un lavoro presso il Congress of Racial Equality, un lavoro che si adattava al suo attivismo politico. Durante la loro relazione, la Rotolo avrebbe influenzato la musica di Dylan e sarebbe apparsa sulla copertina del suo album The Freewheelin’ Bob Dylan. I due continuarono la loro relazione fino all’inizio del 1964, ma l’ultimo anno della loro storia fu turbolento a causa della fama di lui e della sua relazione con Joan Baez.

Sfortunatamente, la Rotolo perse la sua identità agli occhi degli altri, essendo vista come la fidanzata di Bob Dylan, cosa che le dispiaceva. Dopo la loro rottura, la Rotolo divenne notoriamente riservata sulla loro relazione, mantenendo la sua privacy mentre costruiva una carriera artistica. Tuttavia, si è finalmente aperta sulla loro storia d’amore nel suo libro di memorie del 2008 , A Freewheelin’ Time: A Memoir of Greenwich Village in the Sixties.

A causa della loro storia d’amore, i fan potrebbero essere confusi quando scoprono che Bob Dylan ha una storia d’amore con un personaggio di nome Sylvie Russo nel cast di A Complete Unknown. Elle Fanning ha rivelato in un’esclusiva domanda e risposta durante la proiezione AMC early access del 18 dicembre, alla quale era presente Screen Rant , che Bob Dylan ha chiesto espressamente che il nome di Rotolo fosse cambiato in A Complete Unknown per rispettare la sua privacy. Per questo motivo, questi dettagli sulla loro relazione sono stati tolti dal libro di memorie di Suze Rotolo.

Bob Dylan iniziò una storia d’amore anche con Joan Baez dopo il loro incontro nel 1961

A complete unknown recensione
Timothée Chalamet è Bob Dylan in A Complete Unknown – Cortesia di Searchlight

Oltre a frequentare Suze Rotolo, Bob Dylan iniziò una relazione con la musicista folk Joan Baez, che ricevette il soprannome pubblico di “Madonna scalza”. La Baez aveva già una carriera di successo quando incontrò Bob Dylan nel 1961, e contribuì a dare impulso alla sua carriera coverizzando la sua musica e portandolo sul palco durante le sue esibizioni (via Far Out Magazine).

I due svilupparono presto una relazione sentimentale che durò dal 1962 o 1963 circa fino alla loro disordinata rottura nel 1965. Come si evince dal trailer di A Complete Unknown, il biopic su Bob Dylan mostra la relazione tira e molla che ebbe luogo durante la sua relazione con Sylvie Russo, alias Suze Rotolo. Nel corso della loro storia d’amore, Dylan e Baez collaborarono più volte alla realizzazione di brani musicali, sia sul palco che fuori. La coppia si esibì notoriamente alla Marcia su Washington, dove Martin Luther King Jr. avrebbe tenuto il suo famoso discorso “I Have A Dream”.

Tuttavia, Bob Dylan ruppe improvvisamente con Joan Baez nel 1965 e sposò poco dopo un’altra donna, Sara Lownds (nata Shirley Marlin Noznisky). La Baez impiegò più di mezzo secolo per perdonarlo e probabilmente scrisse le canzoni “To Bobby”, “Diamonds and Ruse” e “O Brother!” su Bob Dylan (via American Songwriter).

Bob Dylan divenne un punto fermo della musica folk e del Newport Folk Festival negli anni ’60

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Timothée Chalamet e Elle Fanning in A Complete Unknown – Cortesia di Searchlight

Sebbene all’inizio degli anni Sessanta l’American Folk Revival fosse in pieno svolgimento, Bob Dylan divenne uno dei più grandi nomi della musica folk americana nel 1963, anno in cui pubblicò The Freewheelin’ Bob Dylan. Nel periodo tra il 1961 e il 1963, Bob Dylan si era costruito una piccola schiera di fan e Joan Baez e Peter, Paul e Mary avevano aumentato la sua visibilità all’interno della scena folk. Nel 1965 si era guadagnato una reputazione per le sue bellissime canzoni di protesta. Le sue canzoni “Blowin‘ in the Wind”, “The Times They Are A-Changin’” e “A Hard Rain’s A-Gonna Fall” divennero punti fermi del Movimento per i diritti civili.

Bob Dylan si esibì anche ai festival folk di Newport del 1963, 1964 e 1965, tutti e tre i quali appaiono in A Complete Unknown. Probabilmente sarebbe stato invitato ai festival del 1961 e del 1962 per la sua amicizia con Pete Seeger, ma l’evento non si tenne in quei due anni. Sfortunatamente, Bob Dylan non tornò per il Newport Folk Festival del 1966, presumibilmente a causa delle reazioni del pubblico alla sua esibizione del 1965 con strumenti elettrici, anche se si tratta di semplici speculazioni. L’ironia della sorte vuole che altri cantanti e gruppi folk, come Howlin’ Wolf, abbiano suonato con strumenti elettrici prima di Dylan al festival del 1965, senza suscitare clamore.

L’esibizione di Bob Dylan al Newport Folk Festival del 1965 segnò il suo passaggio alla musica rock

A Complete Unknown newport folk festival

Anche se Bob Dylan si è fatto conoscere come cantante folk che scriveva canzoni politiche, questa è solo una piccola parte della sua carriera complessiva, che si è estesa a diversi generi. Il Newport Folk Festival del 1965 fu un momento cruciale per il cantante, poiché segnò il suo primo cambiamento di genere. Dylan si esibì con strumenti elettrici, un’offesa personale ai puristi del genere folk. Il pubblico ebbe reazioni contrastanti: alcuni lo fischiarono, altri lo acclamarono. Questa performance spinse la sua musica verso il nuovo genere del folk rock, che combinava elementi di entrambi i generi.

Bob Dylan divenne uno dei più grandi nomi del genere, spesso accreditato come creatore del folk-rock insieme ai Byrds. Tuttavia, non è mai rimasto a lungo in una sola scatola. Nei decenni successivi, Dylan si è cimentato in blues, rock, gospel, country, pop e jazz. Le sue canzoni hanno rivoluzionato il songwriting nel suo complesso e hanno ispirato grandi artisti come i Beatles e Bruce Springsteen.

Sfortunatamente, poiché A Complete Unknown termina dopo il Newport Folk Festival del 1965, il pubblico non potrà ascoltare alcuna canzone al di fuori dei suoi brani folk e folk-rock. Inoltre, quelle che sentiranno saranno cantate da Timothée Chalamet, che interpreta Bob Dylan. Fortunatamente, gli spettatori curiosi possono cercare la sua altra musica online, poiché è facilmente disponibile sui siti di streaming.

Scissione – stagione 2, episodio 2, la spiegazione del finale: dove va la signora Cobel?

La signora Cobel si allontana dal quartiere di Mark nel finale di Scissione, stagione 2, episodio 2, ma prima di andarsene insospettisce Mark sul legame tra Lumon e Gemma. Questo nuovo sviluppo non solo solleva molte domande su cosa cercherà di fare l’estranea di Mark, ma anche sul futuro di Cobel nelle Lumon Industries. Dato che lo show fantascientifico di Apple TV+ è stato ricco di colpi di scena, potrebbe essere difficile prevedere dove lo show porterà i suoi spettatori dopo l’episodio 2 della seconda stagione.

Tuttavia, basandosi sugli sviluppi della storia nella prima stagione e nei primi due episodi della seconda, si possono formulare molte teorie su cosa succederà a Cobel e sul motivo per cui Helena Eagan è così determinata a mantenere Mark alla Lumon, mentre si preoccupa poco degli altri dipendenti della MDR. Anche la seconda stagione di Scissione ha richiamato l’attenzione sulle parole chiave “Cold Harbor”, ma si sta prendendo il tempo necessario per rivelare la verità sul loro significato. È interessante notare, tuttavia, che l’episodio 2 della seconda stagione potrebbe aver fornito alcune risposte.

Perché Cobel non mente a Mark quando gli chiede di Gemma?

Nel corso della prima stagione di Scissione, la signora Cobel ha continuato a testare l’efficacia della procedura di separazione chiedendo alla sorella di Mark, Devon, se Mark vede mai sua moglie anche se è morta. Voleva sapere se l’incontro con la signora Casey avesse scatenato in Mark i ricordi della moglie. Anche verso la fine della stagione 1 di Scissione, lei e Milchick tengono d’occhio Mark quando parla con la signora Casey per verificare se i due ricordano qualcosa l’uno dell’altra. I suoi sospetti e la sua curiosità sono sempre stati accolti con la rassicurazione che l’interno e l’esterno di Mark erano all’oscuro della vita dell’altro.

Per questo motivo, quando nel finale di Scissione – stagione 2, episodio 2, Mark la ferma improvvisamente e le chiede di Gemma, lei viene colta di sorpresa. Non vedendo il sospetto di Mark, la signora Cobel viene spiazzata dalla domanda, il che spiega la sua incredulità e l’incapacità di nascondere ciò che sa. Prima ancora che possa inventarsi una bugia o affermare di non sapere nulla delle affermazioni di Mark, è già troppo tardi perché Mark legge il suo linguaggio del corpo e capisce che lei sa qualcosa su Gemma che lui non sa.

L’esitazione di Cobel nel mentire a Mark sembra derivare anche dalla sua crescente disillusione nei confronti di Lumon. Odia il fatto che, nonostante la sua incredibile lealtà nei confronti dell’azienda sia all’interno che all’esterno dell’ufficio Lumon, non abbia ricevuto il rispetto che meritava. Per questo, per un momento, sembra persino prendere in considerazione l’idea di rivelare la verità a Mark. La stagione 1 di Severance stabilisce che l’attrice tiene profondamente a Mark, quasi al punto da sembrarne ossessionata, e questo la spinge a dirgli la verità. Tuttavia, si rende conto che Lumon le darebbe la caccia se rivelasse i loro segreti, e questo spiega perché urla e se ne va.

Dove va Cobel nel finale di Scissione – stagione 2, episodio 2?

Scissione - stagione 2, episodio 2

Cobel sembra intenzionata a ritornare alla sua posizione di responsabile del piano di taglio delle industrie Lumon. Tuttavia, Helena le dice che il piano di controllo dei danni per l’incidente di Overtime Contingency è già in atto e non richiede che lei prenda il comando. Aggiunge che hanno deciso di promuoverla facendola entrare a far parte del Consiglio consultivo per la liquidazione. Quando Cobel dice di non aver mai sentito parlare del consiglio, Helena rivela che si tratta di una nuova iniziativa dell’azienda e che sarà lei a guidarne la formazione.

Cobel insiste ancora sul fatto che deve dirigere il piano di Scissione, ma Helena la informa che Milchick ha assunto il ruolo di responsabile del piano. L’episodio 2 della seconda stagione di Scissione non rivela se Cobel accetterà la nuova posizione. Tuttavia, sembra improbabile che lasci Lumon così facilmente. Dal momento che il suo nuovo ruolo non le richiede di sorvegliare da vicino Mark e di verificare l’esistenza di eventuali sovrapposizioni tra i suoi ricordi innie e outie, è costretta a trasferirsi in una nuova sede. Mark, sua sorella e suo cognato vengono a sapere che anche Cobel proviene da Lumon nel finale della stagione 1 di Scissione.

Per questo motivo, non ha più senso che l’azienda la tenga vicino a Mark. Come suggerisce Milchick, si ritiene anche che Cobel abbia sviluppato una strana fissazione nei confronti di Mark sia all’interno che all’esterno, il che la rende potenzialmente una minaccia per l’iniziativa della Lumon di mantenere una linea netta tra le due personalità di Mark. Pertanto, sembra probabile che le sia stato chiesto di allontanarsi il più possibile da Mark per assicurarsi di non entrare mai in contatto con lui dentro o fuori l’edificio Lumon.

Cos’è Cold Harbor e perché Helena Eagan ha così tanto bisogno che Mark lo finisca?

Scissione - stagione 2, episodio 2

Il finale dell’episodio 1 della seconda stagione di Scissione lasciava intendere che il lavoro di Mark al Dipartimento di Raffinazione dei Macrodati fosse direttamente collegato a Gemma. Nel finale dell’episodio si è assistito a una scena in cui una schermata con il video di Gemma è apparsa subito dopo che Mark aveva raffinato alcuni numeri sul suo computer. Anche la barra di avanzamento del suo computer mostrava lo stesso numero di quello con il volto di Gemma. Il file su cui Mark stava lavorando era intitolato “Cold Harbor”, visibile sia sul computer di Mark che sull’altro schermo.

Sebbene non si sappia come il lavoro di rifinitura di Mark sia collegato a Gemma, l’episodio 2 della seconda stagione di Scissione conferma che Gemma è effettivamente morta nel mondo esterno. Mark ricorda di aver visto il suo corpo e di aver avuto la conferma che si trattava di lei dopo la morte in un incidente stradale. Questo suggerisce che Lumon abbia in qualche modo trovato un modo per rianimare o far rivivere una persona morta e che ora stia usando Mark per aiutarla a elaborare le emozioni. Helena dice che hanno bisogno di Mark “abbastanza a lungo per completare il progetto Cold Harbor, suggerendo che il lavoro di Lumon dipende direttamente da Mark e Gemma, rendendoli i soggetti principali del progetto.

Sebbene lo show di Apple TV+ non abbia ancora rivelato cosa Lumon voglia realizzare, l’importanza di Mark nella loro iniziativa spiega perché erano disposti a licenziare tutti gli altri dipendenti ma a pregarlo di tornare. Spiega anche perché il consiglio di amministrazione ha accettato la richiesta di Mark di riavere i suoi vecchi compagni di squadra. Il legame tra Mark e Gemma, necessario per aiutare la Lumon a raggiungere il suo obiettivo, spiega anche perché Mark ha avuto il suo “colpo di fortuna da matricola” quando si è unito alla Lumon come lavoratore MDR.

Il finale di Scissione – Stagione 2 Episodio 2 rivela cosa è successo agli ex colleghi di Mark della MDR

Scissione - stagione 2, episodio 2

Nell’episodio 2 di Scissione, l’estraneo di Mark accetta finalmente di lavorare di nuovo alla Lumon, nonostante si insospettisca per quello che fanno fare al suo estraneo. Mentre si dirige all’interno dell’edificio Lumon, il suo ex compagno di squadra MDR, Mark W, viene scortato fuori dalla struttura Lumon. Prima di rimproverare l’azienda con un ultimo “Vaffanculo”, Mark W minaccia di farle causa per averlo lasciato andare. Questo conferma che i nuovi lavoratori della MDR sono stati licenziati dall’azienda dopo che Mark si è rifiutato di lavorare con loro e ha chiesto il ritorno dei suoi vecchi compagni di squadra nell’episodio 1 della seconda stagione di Scissione.

The Night Agent – stagione 2, la spiegazione del finale: cosa c’è dopo per Peter?

La seconda stagione The Night Agent si conclude con alcune importanti rivelazioni e prepara la prossima grande missione di Peter. Il finale “Divergence” si apre con Peter (Gabriel Basso) che guida un’incursione nell’edificio delle Nazioni Unite evacuato, dove Markus (Michael Malarkey) ha piazzato delle bombole di gas K.X.. Mentre l’incursione riesce a sequestrare tutte le bombole, Markus riesce a fuggire. Peter e Rose (Luciane Buchanan) lo rintracciano in seguito presso la fidanzata di un collaboratore e, dopo un teso stallo, Peter spara a Markus e recupera l’ultima bombola.

Il finale della seconda stagione (la recensione) di The Night Agent vede Peter consegnarsi all’Azione Notturna dopo aver rubato un file delle Nazioni Unite per il “broker dell’intelligence” Jacob Monroe (Louis Herthum). Rischiando la prigione, dice addio a Rose per sempre. La puntata va avanti nel tempo, rivelando che a Noor (Arienne Mandi) e a sua madre è stato concesso l’asilo e che Rose è tornata al suo lavoro con ADverse. L’episodio si chiude con Catherine (Amanda Warren), il capo di Peter, che offre all’agente caduto in disgrazia un accordo: lavorare come talpa per Monroe (Louis Herthum) e scoprire i suoi legami con il Presidente entrante, e le accuse contro di lui saranno cancellate.

Perché Catherine vuole che Peter lavori per Jacob Monroe (senza che l’azione notturna lo sappia)

The Night Agent - stagione 2 Arienne Mandi e Keon Alexander
Cr. Christopher Saunders/Netflix © 2024

Monroe è una figura oscura che tira le fila di tutta la stagione 2 di The Night Agent. È stato lui ad acquisire le informazioni su Foxglove per Bala e Peter è costretto a scendere a patti con Monroe per salvare la vita di Rose. Questo fatto pesa molto su Peter, dato che il suo stesso padre era un traditore. Una volta che Rose è al sicuro e la minaccia è stata neutralizzata, Peter confessa ciò che ha fatto ed è pronto ad affrontarne le conseguenze. Catherine vede un modo per usare Peter a suo vantaggio: scoprire l’esatta natura della relazione tra Monroe e il Presidente entrante.

L’apertura di “Divergence” include un flashback di otto anni fa, dove Monroe incontra Hagan (Ward Horton), l’uomo che in seguito trasformerà in un candidato alla presidenza. Poiché l’avversario di Hagan, Knox, si è ritirato tardivamente, la vittoria di Hagan è sostanzialmente garantita. Catherine teme che, con l’appoggio di Monroe a Hagan, ogni informazione riservata che passa sulla sua scrivania sarà messa in vendita al miglior offerente.

Mettere Peter sotto copertura è l’unico modo per scoprire la relazione tra Monroe e il Presidente in carica. Rubando il dossier delle Nazioni Unite per Monroe, Peter ha contribuito direttamente a influenzare le elezioni, quindi è sua responsabilità rimediare. Catherine e Peter lo faranno anche senza l’approvazione dell’Azione Notturna, poiché le conseguenze di un fallimento saranno elevate.

Come Peter e Rose hanno fermato l’attacco di Foxglove

The Night Agent - stagione 2 Luciane Buchanan
Cr. Christopher Saunders/Netflix © 2024

La minaccia principale della seconda stagione di The Night Agent è il gas K.X., creato nell’ambito di un programma del governo americano denominato Foxglove. Questo programma prevedeva che le sostanze chimiche venissero armate in modo da poter creare dei vaccini. In teoria, si trattava di una misura preventiva, nel caso in cui i terroristi avessero avuto lo stesso pensiero. Il gas K.X. era l’arma più pericolosa prodotta da quel programma prima che venisse chiuso e l’episodio 7 vede il creatore dell’arma e Rose rapiti dalla banda del criminale di guerra Viktor Bala.

I due sono costretti a creare un nuovo lotto di K.X., che doveva essere scatenato all’interno dell’edificio delle Nazioni Unite. Dopo aver ottenuto da Monroe informazioni sul luogo di creazione del gas, Peter salva Rose e gli altri ostaggi. Questo porta al finale della seconda stagione di The Night Agent , dove l’edificio delle Nazioni Unite viene saccheggiato mentre gli uomini di Bala piazzano le bombole di K.X..

Perché Peter viene preso in custodia da Catherine (e perché lei ha sempre avuto problemi a fidarsi di lui)

Gabriel Basso e Amanda Warren in The Night Agent - stagione 2
Cr. Christopher Saunders/Netflix © 2024

Peter è ben consapevole di fare un patto con il diavolo quando stringe un accordo con Monroe. Potrebbe essere concentrato sul salvataggio di Rose, ma Monroe chiarisce che il vero prezzo dello scambio sarà che Peter sarà “posseduto” da lui in seguito. È per questo che ha confessato tutto a Catherine e Night Action ed è stato disposto ad affrontare la prigione in seguito, e perché è stato preso in custodia dopo l’uccisione di Markus.

La star di Terminator 2 Robert Patrick fa un breve cameo come capo di Catherine durante un flashback nell’episodio 6 di The Night Agent “A Good Agent”.

All’inizio, quando si apre la seconda stagione di The Night Agent, Catherine è gelida nei confronti di Peter, ritenendo che non abbia abbastanza esperienza o abilità. In seguito ne ammira le capacità e, nelle scene finali, Catherine rivela il motivo per cui esitava a fidarsi di lui: suo padre. Il defunto padre di Peter era un traditore e Catherine è stata uno degli agenti che ha smascherato le sue malefatte anni prima. Inoltre, l’indagine ha portato alla morte del suo ex partner, quindi i suoi dubbi su Peter sono (in qualche modo) comprensibili.

Come Jacob Monroe ha manipolato le imminenti elezioni presidenziali con l’aiuto di Peter

The Night Agent - Stagione 2 Amanda Warren, Marwan Kenzari e Gabriel Basso
Cr. Christopher Saunders/Netflix © 2024

Nella seconda stagione di The Night Agent, un’elezione presidenziale è in agguato, con i candidati Knox e Hagan che si sfidano. Nel finale Knox abbandona bruscamente la corsa, rendendo Hagan il Presidente. Ciò si ricollega al lavoro svolto da Peter per Monroe, che consisteva nell’intrufolarsi all’interno delle Nazioni Unite e rubare un determinato file al Segretario Generale dell’ONU. Catherine rivela in seguito che questo file collegava Knox sia a Foxglove che alla vendita di armi chimiche a Bala.

Bala ha usato queste armi sul suo stesso popolo e sta cercando di vendicarsi dell’America tentando di dispiegare K.X. alle Nazioni Unite. Il legame di Knox con il caso Bala era stato tenuto nascosto, ma Monroe ha usato il dossier per costringerlo a ritirarsi. Quindi, in un modo molto reale, Peter rubando il file ha aiutato Monroe ad assicurarsi la Casa Bianca e la presidenza. Questo potrebbe dare al broker l’accesso a ogni sorta di materiale militare riservato, il che è ovviamente una pessima notizia.

La relazione tra Peter e Rose è finita per sempre?

La stagione 1 di The Night Agent si è conclusa con Peter e Rose che si sono lasciati, dato che il primo è partito per diventare un agente della Night Action. Quasi un anno dopo, Rose viene risucchiata nella sua ultima missione e i due riaccendono la loro vecchia storia d’amore. Nel finale Peter si congeda da lui quando viene preso in custodia e dice a Rose che deve stare lontana da lui.

Mentre parla con Noor, Rose conferma di essere concentrata sul suo lavoro e decide che è meglio lasciare Peter nel passato. Questo fa pensare che la loro relazione sia finita per sempre, ma prima che Peter venga rilasciato da Catherine per poter continuare a lavorare con Monroe. Rose tornerà quasi sicuramente quando ci sarà la terza stagione di The Night Agent, quindi c’è la possibilità che lei e Peter riescano ancora a trovare una soluzione.

Cosa succede a Noor dopo aver aiutato Peter all’ONU per l’ultima volta

Noor lavora all’ambasciata iraniana e trascorre la prima metà della stagione cercando di trovare informazioni da fornire alla CIA; in cambio, vuole asilo per sua madre e suo fratello. Tragicamente, il fratello di Noor viene ucciso quando Night Action cerca di portarlo via dall’Iran insieme alla madre. Noor passa l’inferno per tutta la seconda stagione, soprattutto dopo che l’intenso capo della sicurezza dell’ambasciata Javad (Keon Alexander) viene a sapere del suo coinvolgimento.

Noor gli sfugge nel finale, dopo aver aiutato Peter a entrare nelle Nazioni Unite. Le scene finali rivelano che Noor e sua madre sono diventate cittadine statunitensi e si sono trasferite nell’Illinois. Lei e Rose si incontrano di nuovo e Rose promette di aiutarla e di essere un’amica se ne avrà bisogno.

Cosa succederà a Javad dopo che l’ambasciatore lo avrà incriminato?

Inizialmente Javad è un affascinante interesse amoroso per Noor, ma la sua freddezza si rivela presto. Javad diventa sempre più sfacciato e violento quando viene a conoscenza del legame di Noor con gli americani, giurando di farla tornare in Iran e cercando di catturare Peter per la sua missione furtiva all’interno dell’ambasciata. I metodi di Javad creano anche attriti con l’ambasciatore Abbas, soprattutto per quanto riguarda un rapporto francese sui dissidenti iraniani che vivono all’estero – un elenco di cui fa parte anche la figlia di Abbas.

L’ossessione di Javad per la distruzione di Noor si rivela la sua rovina, poiché ci sono molti filmati delle telecamere di sorveglianza che mostrano lui e Noor mentre parlano intimamente. Grazie a questo, l’ambasciatore è in grado di incriminare Javad, affermando che lui e Noor dovevano lavorare insieme per trasmettere informazioni agli americani. L’ambasciatore viene arrestato e presumibilmente sarà rispedito in Iran per essere punito.

Come il finale di The Night Agent – stagione 2 ci prepara alla stagione 3

Pur raccontando una storia completa, la seconda stagione getta le basi per la terza stagione di The Night Agent. Si conclude con l’implicazione che il nuovo Presidente sarà sotto il controllo di Monroe, che ha mostrato un disinvolto disprezzo per la vita nel corso della serie. Il fatto che Peter vada sotto copertura con Monroe significa che anche lui e Night Action dovranno affrontare il nuovo Presidente. Detto questo, Hagan ha già mostrato segni di sfida nei confronti del suo presunto padrone, Monroe, lasciando intendere che anche la loro collaborazione non sarà facile.

Star Trek: Section 31, cast, storia, trailer e tutto quello che sappiamo sul primo film in streaming di Star Trek

La vincitrice del premio Oscar Michelle Yeoh è la protagonista di Star Trek: Section 31. Ecco tutto quello che sappiamo sul primo film made-for-streaming di Star Trek. Spinoff di Star Trek: Discovery, la Yeoh riprende il ruolo dell’Imperatore Philippa Georgiou, ex sovrana dell’Impero Terrestre dell’Universo dello Specchio che si è unita alla misteriosa Sezione 31 della Flotta Stellare nella seconda stagione di Star Trek: Discovery. Star Trek: Section 31 era originariamente previsto come show continuativo e nel gennaio 2019 è iniziato lo sviluppo di una serie Star Trek: Section 31, le cui riprese erano previste da maggio a novembre 2020.

Il personaggio di Yeoh, l’Imperatore Georgiou, è stato escluso dalla terza stagione di Star Trek: Discovery, per passare alla Sezione 31. Tuttavia, la pandemia COVID-19 ha fermato la produzione della Sezione 31. La disponibilità della Yeoh ha avuto un impatto anche sulla Sezione 31, soprattutto quando ha vinto l’Oscar come miglior attrice per Everything Everywhere All At Once. Tuttavia, la Yeoh ha usato il suo peso agli Oscar per mettere in produzione Section 31, questa volta come lungometraggio da trasmettere su Paramount+.

La Section 31 non fa le cose in modo convenzionale, con grande dispiacere degli agenti più retti.

Con il film in streaming previsto per il gennaio 2025, le ultime notizie arrivano sotto forma di un trailer completo della Section 31. Il trailer presenta l’Imperatore Philippa Georgiou di Michelle Yeoh all’Alok di Omari Hardwick, che cerca di reclutarla nella sezione della Flotta Stellare. Desiderosa di unirsi alla lotta, Georgiou si allea con altri agenti per fermare una minaccia galattica che potrebbe costare la vita a milioni di persone. Tuttavia, la Sezione 31 non fa le cose in modo convenzionale, con grande disappunto degli ufficiali più retti.

Star Trek: Section 31, Data di uscita

Star Trek: Section 31 è stato finalmente inserito nel calendario dello streaming di Paramount+, ma non arriverà nel 2024. Il lungometraggio guidato da Michelle Yeoh è ora previsto per il 24 gennaio 2025. Questo arriva quasi cinque anni dopo l’annuncio del progetto, anche se una data di uscita è un buon segno che il film arriverà in tempo e senza ulteriori ritardi.

Il fatto che Star Trek: Section 31 non venga proiettato prima del 2025 ha senso, dato che Paramount+ non ha contenuti di Star Trek per il prossimo anno. L’unico altro progetto di Star Trek in corso di realizzazione è Star Trek: Strange New Worlds stagione 3, che sarà trasmesso su Paramount+ nel 2025. La prossima serie diStar Trek, Star Trek: Starfleet Academy, non inizierà le riprese prima dell’autunno 2024 per un’uscita potenziale nel 2026. Questo significa che molto dipende da Star Trek: Section 31 come primo film in streaming di Star Trek, ma i fan hanno già imparato a non sottovalutare l’Imperatore Georgiou di Michelle Yeoh.

Star Trek: Section 31 è il primo film in streaming di Star Trek

Star Trek: Section 31 è il primo film di Star Trekrealizzato per lo streaming su Paramount+. Section 31 è anche il primo film di Star Trek realizzato dopo la prima di Star Trek Beyond nelle sale nel 2016. Si dice anche che Section 31 sarà un tipo di storia di Star Trek molto diverso, il che è giusto visto che non c’è alcuna indicazione che sarà ambientato su un’astronave o una stazione spaziale della Flotta Stellare, e si addentrerà nella torbida storia dell’agenzia top secret di operazioni segrete della Federazione Unita dei Pianeti,

Se Star Trek: Section 31 sarà un successo per Paramount+, si aprirà la possibilità di un sequel che continui le avventure dell’Imperatore Georgiou. Il successo di Star Trek: Section 31 significa anche che il formato di due ore per Star Trek su Paramount+ diventa un’opzione praticabile per i progetti futuri. Nuovi concetti di Star Trek o forse altri Star Trek che i fan desiderano, come la continuazione di Star Trek: Picard , soprannominata Star Trek: Legacy, potrebbero diventare film made-for-streaming su Paramount+.

Dettagli sul cast di Star Trek: Section 31

Oltre a Michelle Yeoh (che interpreta Philippa Georgiou) nel cast di Star Trek: Section 31 ci sono Sam Richardson, Omari Hardwick, Kacey Rohl, Rob Kazinsky, Sven Ruygrok, Humberly Gonzalez, James Hiroyuki Liao, Joe Pingue, Miku Martineau e Augusto Bitter. Rohl interpreta la versione più giovane di Rachel Garrett, il futuro capitano condannato della USS Enterprise-C, interpretata da Tricia O’Neill nel classico di Star Trek: The Next Generation, “Yesterday’s Enterprise”.

Richardson interpreta il primo mutaforma cameloide visto dai tempi di Star Trek VI: The Undiscovered Country, mentre Humberly Gonzalez interpreta un Deltan (una razza vista in Star Trek: The Motion Picture). Rob Kazinsky non interpreterà un Borg, nonostante la tuta cibernetica del suo personaggio, ma non si conoscono altri dettagli. Miku Martineau è stata scelta per interpretare una versione più giovane di Georgiou.

Dettagli sulla storia di Star Trek: Section 31

Al momento non è chiaro come le cose si collegheranno, ma l’“era perduta” offre l’opportunità di colmare alcune lacune tra la TOS e TNG.

Come è giusto che sia, la storia di Star Trek: Section 31 è avvolta nel mistero. È stato però rivelato che almeno una parte della Sezione 31 si svolge nell ‘“era perduta” di Star Trek, all’inizio del 24° secolo, prima degli eventi di Star Trek: The Next Generation. La Sezione 31 comporta anche un viaggio nel tempo, poiché l’Imperatore Georgiou salta indietro di 800 anni dal 32° secolo di Star Trek: Discovery. Al momento non è chiaro come le cose si collegheranno, ma l’“era perduta” offre l’opportunità di colmare alcune lacune tra la TOS e TNG.

La sinossi ufficiale di Star Trek: Section 31 è la seguente:

In Star Trek: Section 31, l’imperatore Philippa Georgiou si unisce a una divisione segreta della Flotta Stellare incaricata di proteggere la Federazione Unita dei Pianeti e affronta i peccati del suo passato.

Star Trek: Sezione 31 Trailer

Il primo teaser trailer di Star Trek: Section 31 è stato presentato in anteprima al San Diego Comic-Con 2024. Oltre ad evidenziare una maggiore azione rispetto a quella a cui i fan di Star Trek sono tipicamente abituati, il trailer di Section 31evoca anche un dilemma centrale, in quanto la squadra di spie dell’Imperatore Georgiou entra in conflitto con la moralità sostenuta dalla Flotta Stellare. Il trailer diSection 31 introduce l’intera squadra messa insieme da Georgiou, con l’apparizione dei personaggi principali. Mostra anche intriganti flashback del passato sanguinoso dell’Imperatore Georgiou, con la giovane Philippa interpretata da Miku Martineau.

A poche settimane dalla prima del film, la Paramount ha rilasciato un trailer completo di Star Trek: Section 31. Il trailer si apre con l’Imperatore Georgiou e il suo passato di sangue. L’emozionante trailer si apre con l’Imperatore Georgiou che viene reclutato per una missione della Sezione 31 che ha conseguenze galattiche. Insieme a un gruppo di altri agenti, Georgiou è disposta a salvare gli altri, ma lo farà alla maniera della Sezione 31. Oltre a mostrare l’eccezionale grafica e l’azione esplosiva del film, il trailer fornisce anche qualche indizio in più sulle varie razze aliene che appariranno nel film.

Stephen King recensisce con onestà Landman di Taylor Sheridan: “Mi odio un po’ per averla apprezzata”

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Il prolifico autore di horror Stephen King condivide la sua candida reazione all’ultima serie televisiva di Taylor Sheridan, Landman. Il dramma western del 2024 ha come protagonista Billy Bob Thornton nei panni del “landman” Tommy Norris, un dirigente addetto alla gestione delle crisi per una compagnia petrolifera chiamata M-Tex. Mentre una miriade di personaggi arriva nel Texas occidentale per sfruttare il recente boom petrolifero, il dramma si trasforma in una grintosa esplorazione del potere, dell’etica e della dipendenza della nazione dai combustibili fossili. Landman ha continuato la serie di opere neo-occidentali di Sheridan su Paramount+ con un altro cast stellare che comprende Jon Hamm, Demi Moore, Ali Larter, Michelle Randolph e Jacob Lofland.

In un post condiviso su Threads, King ha espresso la sua reazione piacevolmente sorpresa a Landman, riconoscendo il suo taglio maschile, forse fino a un certo punto, ma lodando la capacità di Sheridan di ritrarre“uomini comuni al lavoro”. Allo stesso tempo, King si complimenta con l’inarrestabile scrittore, produttore e regista di western per le sue avvincenti narrazioni di uomini comuni che cercano di salvare la loro terra, i loro figli o il loro lavoro, sottolineando al contempo un problema più ampio della sua filmografia: la sua prospettiva androcentrica. Leggete la reazione completa qui sotto:

Cosa significa l’elogio di Stephen King per Landman

Landman

Dopo che la prima stagione si è conclusa con un esplosivo cliffhanger, le speculazioni sulla seconda stagione di Landman hanno raggiunto un livello altissimo. Paramount+ non ha ancora confermato il rinnovo, ma l ‘ultima serie di Sheridan ha tutte le caratteristiche di un successo degno di un franchise. Landman vanta attualmente un punteggio di critica del 76% su Rotten Tomatoes, e l’interpretazione di Thornton nei panni dello scontento ma laborioso Tommy è stata lodata sia dalla critica che dai fan. L’equilibrio tra il pragmatismo spietato e gli sprazzi di vulnerabilità di Thornton nell’affrontare gli infiniti problemi è valso all’attore una nomination ai Golden Globe di quest’anno.

Ciononostante, il feedback di King richiama l’attenzione su un elemento ricorrente nella filmografia di Sheridan: il suo focus predominante sul “macho-macho man”. A parte la serie di spionaggio Lioness, il suo lavoro è caratterizzato principalmente dal viaggio di un protagonista. Tuttavia, uno dei presunti spinoff di Yellowstone ha l’opportunità di aggiungere un’altra prospettiva al suo vasto universo neo-occidentale: la continuazione della storia di Beth Dutton e Rip. La possibilità di incentrare la narrazione su Beth, uno dei personaggi femminili più dinamici e complessi di Sheridan, potrebbe fornire un contrappeso rinfrescante ai temi maschili dominanti della sua opera.

Babygirl: guida ai personaggi del film con Nicole Kidman

Babygirl: guida ai personaggi del film con Nicole Kidman

Dopo la première alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Babygirl (qui la nostra recensione) ha fatto parlare di sé anche già prima della sua uscita, prevista in Italia il 30 gennaio con Eagle Pictures.

Diretto da Halina Reijn (Bodies Bodies Bodies), il thriller erotico con protagonista Nicole Kidman è incentrato su Romy, un’amministratrice delegata di alto livello che si ritrova coinvolta in una relazione con il suo stagista molto più giovane, Samuel (Harris Dickinson). Sebbene Romy sia per lo più soddisfatta del suo matrimonio di lunga data con Jacob (Antonio Banderas), sente che le manca qualcosa quando si tratta di desiderio e sesso. Acclamato come uno dei migliori thriller erotici degli ultimi anni, Babygirl esplora complesse dinamiche di potere.

Senza dubbio, Babygirl è un film molto interessante, soprattutto grazie a un cast di talento, spinto a sfruttare ogni sfumatura della narrazione dalla sicura mano di Reijn.

Nicole Kidman nel ruolo di Romy

Attrice: nata a Honolulu, Hawaii, Nicole Kidman ha ottenuto il successo in Australia con ruoli nei progetti del 1989 Dead Calm e Bangkok Hilton. Poco dopo, è diventata una star internazionale grazie a successi come Far and Away, Da Morire, Batman Forever, Amori e Incantesimi e Eyes Wide Shut. Kidman ha vinto un Academy Award per aver interpretato Virginia Woolf in The Hours e ha continuato a ricevere consensi per progetti come Moulin Rouge!, Rabbit Hole, The Others, Australia e Big Little Lies. Una delle attrici più pagate al mondo, Nicole Kidman ha anche vinto un BAFTA Award, due Emmy e sei Golden Globe.

Personaggio: In Babygirl, Nicole Kidman interpreta la protagonista del film, Romy. CEO di alto rango, Romy si ritrova coinvolta in una relazione con il suo stagista, il che consente al thriller erotico di interrogarsi sulle dinamiche di potere nelle relazioni, sia all’interno che all’esterno del posto di lavoro.

Harris Dickinson nel ruolo di Samuel

Attore: Nato a Londra, Inghilterra, Harris Dickinson ha ottenuto alcune parti minori in serie TV britanniche come Some Girls e Clique. Nel 2017, Dickinson ha ottenuto il suo ruolo di successo nel dramma di formazione Beach Rats. Dopo la sua interpretazione in Beach Rats, che gli è stata candidata al premio, l’attore è apparso in Trust e The King’s Man e ha prestato la voce a Dark Crystal: Age of Resistance. La popolarità di Dickinson è aumentata grazie alle sue performance da star in Triangle of Sadness, vincitore della Palma d’oro, nella serie di thriller psicologici di Brit Marling A Murder at the End of the World e nel tanto chiacchierato The Iron Claw.

Personaggio: Dickinson recita al fianco di Kidman in Babygirl, interpretando il giovane stagista sicuro di sé, Samuel. Dopo un incontro fortuito con Romy, interpretata da Kidman, per strada, Samuel si ritrova a essere uno dei nuovi allievi del CEO, nonché una delle due metà della storia d’amore proibita del film.

Antonio Banderas nel ruolo di Jacob

Attore: Nato a Malaga, in Spagna, Antonio Banderas catturò l’attenzione del regista Pedro Almodóvar mentre si esibiva sul palco. Per uno scherzo del destino, Almodóvar regalò a Banderas il suo debutto cinematografico nel film del 1982 Labirinto di passioni. In seguito, l’attore divenne una star internazionale grazie ai successi degli anni ’90 come The Mambo Kings, Philadelphia, Intervista col vampiro, Assassini, Evita e La maschera di Zorro. Banderas è apparso anche in numerosi film per famiglie, tra cui le serie Spy Kids, Shrek e Il gatto con gli stivali. Oltre a lavorare con Almodóvar, Banderas ha collaborato diverse volte con Robert Rodriguez, realizzando classici come Desperado.

Personaggio: In Babygirl, Banderas interpreta il marito storico di Romy, Jacob. Marito premuroso e dedito alla famiglia, non riesce a intercettare i desideri e le esigenze di sperimentazione della moglie.

Sophie Wilde nel ruolo di Esme

Attrice: nata a Sydney, Nuovo Galles del Sud, Australia, Sophie Wilde ha attirato l’attenzione in Australia per il suo lavoro in serie come Eden e You Don’t Know Me. Tuttavia, il ruolo di successo della giovane attrice è arrivato nel film horror australiano di Danny e Michael Philippou Talk to Me. Da allora, Wilde è apparsa in The Portable Door, Tom Jones, Everything Now e Boy Swallows Universe. Wilde interpreterà un ruolo non rivelato nel prossimo adattamento cinematografico della serie di videogiochi Watch Dogs di Ubisoft.

Personaggio: in Babygirl, Esme è l’assistente di Romy, è una donna molto volitiva e crede fortemente nel comando di Romy. Pensa che avere una donna al comando corregga le dinamiche di potere sul posto di lavoro. Tuttavia la storia le riserverà e ci riserverà, delle sorprese.

Gaite Jansen nel ruolo di Hedda / Scarlett

Attrice: nata a Maastricht, nei Paesi Bassi, Gaite Jansen proviene da una famiglia di cineasti, quindi sapeva di voler intraprendere la carriera di attrice fin da piccola. Il ruolo di successo dell’attrice è arrivato nel 2011, quando Jansen ha recitato nell’acclamato film d’autore 170 Hz nei panni di un’adolescente sorda. Altri crediti degni di nota di Jansen includono un periodo di diversi episodi in Peaky Blinders con Cillian Murphy, un ruolo nel procedural Line of Duty e un ruolo da protagonista nella serie Cinemax Jett.

Personaggio: prima dell’uscita di Babygirl, si sa molto poco del ruolo di Jansen come Hedda/Scarlett.

Cast e personaggi di supporto di Babygirl

Izabel Mar nel ruolo di Anna: nota per i ruoli in Showing Up e FBI: Most Wanted, Mar interpreta il ruolo di Anna in Babygirl.

Esther McGregor nel ruolo di Isabel: la figlia di Ewan McGregor, Esther McGregor, è apparsa in Obi-Wan Kenobi e High School di Clea DuVall, interpreterà il ruolo di Isabel nell’ultimo film di Kidman.

Vaughan Reilly nel ruolo di Nora: meglio conosciuto per aver interpretato Maude Ivory in Hunger Games: The Ballad of Songbirds and Snakes, Reilly interpreta Nora in Babygirl.

Victor Slezak nel ruolo di Mr. Missel: Slezak, noto per film come I ponti di Madison County e L’ombra del diavolo, interpreta Mr. Missel.

Anoop Desai nel ruolo di Robert: ex concorrente di American Idol, Desai è diventato famoso come attore per il suo lavoro in What We Do In the Shadows prima di apparire in Babygirl nel ruolo di Robert.

Bartley Booz nel ruolo di Tom: Booz, che appare in progetti come The Good Fight e Turn: Washington’s Spies, interpreta Tom in Babygirl.

Maxwell Whittington-Cooper nel ruolo di Josh: meglio conosciuto per il suo lavoro in When They See Us, Mrs. Fletcher, The Sympathizer e Rustin, Whittington-Cooper interpreta Josh nel prossimo film di Kidman.

Leslie Silva nel ruolo di Hazel: l’attore di Providence e Poker Face Leslie Silva interpreta il ruolo di Hazel nel thriller erotico di A24.

Dolly Wells nel ruolo della terapista: la co-autrice e star di Doll & Em Dolly Wells interpreta una terapista in Babygirl.

Il seme del fico sacro: il trailer del film di Mohammad Rasoulof

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Il seme del fico sacro: il trailer del film di Mohammad Rasoulof

Candidato agli Oscar come Miglior Film internazionale e vincitore del Premio Speciale della giuria al Festival di Cannes, Il seme del fico sacro di Mohammad Rasoulof arriva al cinema dal 20 febbraio con Lucky Red e Bim Distribuzione.

Dopo Il male non esiste, vincitore dell’Orso d’oro al Festival internazionale del cinema di Berlino, Rasoulof racconta una famiglia, che attraverso le sue dinamiche interne, diventa ritratto di un paese intero, l’Iran, scosso dalle pressioni politiche e religiose, dalle repressioni, dalle censure e dall’oppressione nei confronti delle libertà personali. A queste prevaricazioni, rappresentate nel film dal potere di un padre di famiglia, si oppongono le donne, ovvero le nuove generazioni, in un crescendo di tensione.

Il seme del fico sacro è il simbolo della resistenza artistica e civile del popolo iraniano, una resistenza guidata innanzitutto dal coraggio delle donne e dei giovani che si battono per una rivoluzione culturale, ancora lontana.

La trama di Il seme del fico sacro

Teheran. I festeggiamenti per la promozione di Iman a giudice istruttore del Tribunale della Guardia Rivoluzionaria coincidono con il movimento di protesta popolare a seguito della morte di una giovane donna.

Iman è alle prese con il peso psicologico del suo nuovo ruolo. Mentre le sue figlie, Rezvan e Sana, sono scioccate e, allo stesso tempo, elettrizzate dagli eventi, la moglie Najmeh cerca di fare del suo meglio per tenere insieme la famiglia.

Quando Iman scopre che la sua pistola d’ordinanza è sparita, sospetta delle tre donne. Spaventato dal rischio di rovinare la sua reputazione e di perdere il  lavoro, diventa sempre più paranoico e inizia, in casa propria, un’indagine in cui vengono oltrepassati tutti confini, uno dopo l’altro…

Super Mâles: la serie comedy francese disponibile su Netflix

Super Mâles: la serie comedy francese disponibile su Netflix

Super Mâles è l’adattamento francese della popolare serie spagnola Macho Alfa, una brillante comedy che esplora con ironia e sensibilità le sfide dell’essere uomini nel mondo contemporaneo. La serie, disponibile su Netflix a partire dal 24 gennaio 2025, vede protagonisti Manu Payet, Guillaume Labbé, Vincent Heneine e Antoine Gouy nei panni di quattro quarantenni parigini alle prese con le difficoltà della vita adulta.

La trama di Super Mâles

Ambientata a Parigi, Super Mâles segue le vicende di quattro amici di lunga data che affrontano le pressioni della società moderna e il loro ruolo di uomini in continua evoluzione. Tra problemi sentimentali, crisi di mezza età e sfide lavorative, i protagonisti si interrogano con umorismo e autoironia su cosa significhi essere uomini oggi. La serie offre uno sguardo divertente ma profondo sulle relazioni umane, affrontando tematiche attuali con dialoghi brillanti e situazioni tragicomiche.

I personaggi principali di Super Mâles

Ogni protagonista rappresenta un diverso approccio alla mascolinità e alle difficoltà della vita quotidiana:

  • Stéphane (Manu Payet): un uomo divorziato che cerca di rimettere in piedi la sua vita e trovare un nuovo equilibrio tra lavoro e relazioni.
  • Vincent (Guillaume Labbé): un manager ambizioso alle prese con lo stress lavorativo e la complicata gestione della sua vita sentimentale.
  • Paul (Antoine Gouy): il single del gruppo, determinato a mantenere la sua libertà e riluttante ad assumere impegni a lungo termine.
  • Alex (Vincent Heneine): un padre di famiglia che fatica a bilanciare le responsabilità domestiche con le proprie ambizioni personali.
Tournage de Burn(es) Out le 22 janvier 2024 à Paris – Gaël Turpo / NETFLIX, 2024

Una serie di grande successo

La serie è un adattamento francese dell’originale Macho Alfa, serie spagnola dal successo incredibile, tanto che la piattaforma ha deciso di declinare il concept per altre nazionalità. Netflix ha rilasciato le prime immagini di Macho Alfa il 21 novembre 2022, annunciandone l’uscita il 30 dicembre dello stesso anno. Il successo ottenuto ha portato rapidamente al rinnovo per una seconda stagione, presentata il 9 febbraio 2024. Grazie alla sua formula vincente, Macho Alfa ha ispirato adattamenti internazionali. Il primo è appunto Super Mâles, ma aspettiamo anche:

  • per l’Italia: Maschi Veri, con Maurizio Lastrico, Matteo Martari, Francesco Montanari e Pietro Sermonti.
  • per l’Olanda: Haantjes, con Jeroen Spitzenberger, Waldemar Torenstra, André Dongelmans e Benja Bruijning.
  • per la Germania: con Tom Beck, Serkan Kaya, Moritz Führmann e David Rott.

Perché guardare Super Mâles

Seguendo le tracce dell’originale, ma parlando a un pubblico nazionale differente, la serie si distingue per la sua capacità di raccontare con leggerezza e intelligenza le difficoltà e le contraddizioni della mascolinità moderna. La serie offre una combinazione irresistibile di risate e momenti di riflessione, rendendola una visione perfetta per chiunque voglia esplorare le dinamiche della vita adulta con uno sguardo ironico e sincero. Super Mâles è disponibile su Netflix dal 24 gennaio 2025.

Vin Diesel conferma che Fast and Furious 11 sarà girato a Los Angeles: “il franchise tornerà finalmente a casa”

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Vin Diesel sta riportando il franchise di Fast & Furious dove tutto è iniziato: Los Angeles. L’attore ha condiviso sui social media una conversazione con la co-star Jordana Brewster sulla possibilità di girare il resto di Fast X: Parte 2 – anche noto come Fast & Furious 11 – a Los Angeles per riportare la produzione in città dopo i devastanti incendi. “La scorsa settimana, durante gli incendi che hanno distrutto Los Angeles… mia sorella Jordana mi ha contattato e mi ha detto… Per favore, fai in modo che la Universal giri il resto di Fast X: Parte 2 a Los Angeles”, ha condiviso Diesel su Instagram insieme a una foto di lui e della Brewster.

E ha continuato: “Los Angeles ne ha bisogno ora più che mai… Los Angeles è il luogo in cui Fast and Furious ha iniziato a girare 25 anni fa… e ora Fast tornerà finalmente a casa. Tutto l’amore…” L’anno scorso, Diesel ha confermato che il prossimo capitolo del franchise sarebbe stato l’ultimo, scrivendo su Instagram: “Abbiamo appena terminato la riunione di fine settimana su Fast con gli sceneggiatori e tutta la squadra… dire che l’eccitazione per il nostro finale è stata incredibilmente forte è un eufemismo. Wow. Così emozionante…”.

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Cosa aspettarsi dal futuro della saga di Fast & Furious

Fast & Furious 11 è stato posizionato come finale del franchise, ma Diesel ha lasciato intendere, in occasione dell’uscita di Fast X lo scorso anno, che potrebbe trattarsi di un finale in tre parti anziché in due. Uno dei motivi per cui potrebbe non essere ancora confermato, in un senso o nell’altro, è che le recensioni e i risultati al botteghino di Fast X sono stati meno soddisfacenti del previsto. Il film, che è stato realizzato con un budget enorme di 340 milioni di dollari, ha incassato circa 705 milioni di dollari in tutto il mondo, il che significa che non è stato più di un modesto successo commerciale.

Se Fast & Furious 11 e il dodicesimo capitolo potessero essere realizzati con un budget inferiore, ci sono buone probabilità che possano essere redditizi, il che potrebbe spiegare perché Comcast sta spingendo per altri due film invece di uno solo. Con il film spinoff di Hobbs in lavorazione, potrebbero però esserci altri tre film del franchise. Un recente commento di Morgan sullo spinoff di Hobbs ha però dipinto un’immagine incerta del film e del suo status e, insieme al post di Diesel, sembra che si stia decidendo ancora molto sul futuro di Fast & Furious.

Non ci sono ancora conferme ufficiali sul cast, ma il film potrebbe avere una data di uscita in sala nel marzo 2026.

Ayo Edebiri sarebbe in lizza per interpretare Tempesta nel MCU

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Ayo Edebiri sarebbe in lizza per interpretare Tempesta nel MCU

Mentre una manciata di film del MCU sono stati datati per una prossima sconosciuta saga – probabilmente la Saga dei Mutanti – che seguirà Avengers: Secret Wars, non si sa ancora esattamente quando vedremo il reboot degli X-Men dei Marvel Studios nelle sale. Si dice che Michael Lesslie (Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente) si occuperà della sceneggiatura, ma a parte questo, gli aggiornamenti sono stati pochi e sporadici. Nelle ultime settimana sono però emerse indiscrezioni riguardi gli attori che potrebbero interpretare alcuni iconici personaggi. La più recente vede Ayo Edebiri in lizza per il ruolo di Tempesta.

L’insider @MyTimeToShineH riporta infatti che i Marvel Studios starebbero prendendo in seria considerazione di affidare alla star della serie The Bear questo importante personaggio, già comparso in forma animata nella recente terza stagione della serie What If… ?. L’attrice, noto anche per Abbott Elementary e Inside Out 2, era già stata precedentemente scritturata dai Marvel Studios in Thunderbolts* per il ruolo di Erin, l’assistente di Valentina Allegra de Fontaine.

Per problemi di programmazione, Ayo Edebiri è però stata costretta ad abbandonare il film, il che permette però ai Marvel Studios di richiamarla per interpretare uno dei mutanti più potenti degli X-Men. Edebiri ha 29 anni ed è il tipo di stella nascente con cui è facile immaginare che i Marvel Studios vogliano riempire il roster della squadra. Per il momento, naturalmente, si tratta solo di una voce e probabilmente non sarà l’ultimo nome che vedremo collegato a Tempesta nei prossimi anni (nelle scorse settimana si è parlato anche di Cynthia Erivo).

Quando arriveranno gli X-Men nel MCU?

I film dedicati ai mutanti Marvel hanno cominciato la loro corsa cinematografica nel 2000 con il primo film di Bryan Singer, seguito nel 2003 dal secondo capitolo. Nel 2006 è uscito Conflitto finale diretto da Brett Ratner. Nel 2009 è stata inaugurata la trilogia dedicata a Wolverine che ha percorso le sale parallelamente con la tetralogia prequel: del 2009 è X-Men le origini – Wolverine, del 2011 X-Men: l’inizio, del 2013 Wolverine – l’immortale, del 2014 Giorni di un futuro passato, del 2016  Apocalisse, del 2017 Logan: The Wolverine e del 2019 Dark Phoenix.

I due film dedicati a Deadpool, del 2016 e del 2018 sono stati ambientati nello stesso universo della Fox. Ora Deadpool e Wolverine ha portato nel MCU i due eroi del titolo, e aprirà ufficialmente la strada ai mutanti Marvel verso l’universo condiviso di Kevin Feige. Ancora non sappiamo quando arriveranno ufficialmente con il film tutto loro che è stato annunciato, ma tra alcuni camei, riferimenti e la recente serie animata X-Men ’97 il loro debutto potrebbe ormai sempre imminente.

Le teorie principali sugli X-Men nel MCU

La teoria prevalente tra i fan è che gli Avengers combatteranno gli X-Men quando le loro rispettive realtà si scontreranno in un’Incursione. Sembra proprio che il palcoscenico sia stato predisposto per uno scontro dopo l’arrivo di Maria Rambeau nella realtà della squadra (un mondo che si pensa sia Terra-10005). Vedremo cosa succederà. Tuttavia, è giusto dire che tutti rimarranno scioccati se la squadra mutante non farà la sua apparizione – costumi dei fumetti e tutto il resto – nei prossimi film di Avengers.

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Alien: Romulus, il sequel potrebbe vantare il ritorno della Ripley di Sigourney Weaver

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Candidato agli Oscar per i Migliori effetti speciali, Alien: Romulus, si svolge come ormai noto tra gli eventi dell’Alien di Ridley Scott e l’Aliens – Scontro finale di James Cameron, una decisione creativa che ha aperto la porta a interessanti cammei e opportunità di costruzione del mondo. Il film ha infatti intelligentemente riportato – tramite CGI – Ian Holm nel ruolo dell’androide Rook, dopo che il compianto attore aveva già interpretato Ash nel classico del 1979. Ci sono state alcune polemiche per l’uso della CGI e dell’IA, ma i fan di lunga data hanno apprezzato il tessuto connettivo con i film precedenti.

Alien: Romulus si è poi concluso con una sorta di cliffhanger e il regista Fede Álvarez è già al lavoro su un sequel. Proprio guardando a questo nuovo capitolo, secondo l’insider Daniel Richtman, si starebbe discutendo di riportare in scena la Ripley di Sigourney Weaver avvalendosi della tecnologia del de-aging, per ripresentare dunque il personaggio con lo stesso aspetto che aveva al tempo dei primi due film. La Disney ha già acquisito la capacità di de-invecchiare gli attori – in gran parte grazie ai progetti del MCU – quindi non è impensabile che ciò possa avvenire di nuovo. Al momento, però, la notizia è priva di conferme ufficiali.

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Sigourney Weaver è Ellen Ripley in Aliens – Scontro finale.

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Fede Alvarez pronto a realizzare un sequel di Alien: Romulus

In una precedente intervista, Álvarez aveva spiegato perché esiterebbe ad andare avanti con un sequel fino a quando non avranno trovato una storia degna di essere raccontata. “Beh, voglio dire, vogliamo assolutamente farlo”, ha detto il regista a Gizmodo l’anno scorso. “Lo studio vuole farlo. Io voglio farlo. Credo che con i sequel si tratti sempre di trovare la storia giusta. Io e Rodo [Sayagues], il mio co-sceneggiatore, abbiamo alcune idee, ma non è finché non troviamo qualcosa che ci faccia dire ‘Ok, questo è un film che vale la pena fare’ che ci imbarchiamo davvero”.

“Quindi è questo il processo in cui ci troviamo ora, cercare di trovare una storia che sia degna del tempo di tutti e che sia degna del titolo. Altrimenti, non si vuole mai cadere nell’errore di fare [un sequel] solo perché il primo è un grande successo… [fare un sequel] solo perché si può fare, è sempre una ricetta per il disastro”. Non resta dunque che attendere per scoprire esattamente quali direzioni prenderà l’annunciato sequel di Alien: Romulus.

Il Vostro Amichevole Spider-Man di quartiere: un primo sguardo a Daredevil, Doc Ock e altri ancora

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È stata appena rilasciata una nuova featurette e uno sneak peek di Il Vostro Amichevole Spider-Man di quartiere che offrono così un’ulteriore possibilità di approfondimento in attesa di vedere la serie tra qualche giorno su Disney+. Non solo lo stile di animazione sembra molto migliore di quello che visto nel trailer, ma vediamo anche il Daredevil di Charlie Cox, il Doctor OctopusDoctor Strange, Scorpion e altri personaggi ancora. C’è anche un’intrigante inquadratura della battaglia dell’aeroporto di Captain America: Civil War.

Non resta ora che attendere le prime reazioni sui social media di Il Vostro Amichevole Spider-Man di quartiere, che arriveranno domani, mentre le prime recensioni sono previste solo in concomitanza con la presunta première di tre episodi dello show (si è ancora in attesa di una conferma ufficiale). Jeff Trammell, lo sceneggiatore capo della serie, l’anno scorso ha condiviso alcune informazioni su ciò che i fan possono aspettarsi dall’atteso ritorno dell’Uomo Ragno nell’animazione.

Sapete, vorrei rispondere con un cliché, ‘Aspettatevi l’inaspettato’, ma, onestamente, penso che possiate aspettarvi il vostro amichevole Spider-Man di quartiere”, ha stuzzicato. “Si aggira per New York; non è un’enorme avventura intergalattica”. “È lui alle sue radici e ci sono molte cose che noi, come fanbase, prendiamo a prima vista e diciamo: ‘Oh sì, conosco questa parte della storia’. È stato davvero divertente scavare in questa storia. Ci sono delle sorprese e non vedo l’ora che i fan scoprano. È stato molto divertente sovvertire le aspettative che sono state costruite per così tanto tempo”, ha aggiunto Tramell.

Di seguito, ecco il filmato condiviso dai Marvel Studios:

La trama e il cast vocale di Il Vostro Amichevole Spider-Man di quartiere

Il Vostro Amichevole Spider-Man di quartiere segue Peter Parker nel suo percorso per diventare un eroe, con un viaggio mai visto prima e uno stile che celebra le radici del personaggio nei fumetti. Nella versione originale, il ricco cast vocale comprende Hudson Thames, Colman Domingo, Eugene Byrd, Grace Song, Zeno Robinson, Hugh Dancy e Charlie Cox. Head writer è Jeff Trammell e Mel Zwyer è il supervising director. Brad Winderbaum, Kevin Feige, Louis D’Esposito, Dana Vasquez-Eberhardt e Trammell sono gli executive producer.

Jamie Foxx condivide un particolare ricordo dal set di Django Unchained

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Ora su Netflix con il film Back in Action, Jamie Foxx si è recentemente unito a Vanity Fair per un’intervista video in cui ha ripensato ad alcuni dei suoi ruoli più iconici, tra cui quello del protagonista di Django Unchained di Quentin Tarantino. Uno dei ricordi più particolari di quel set che l’attore ha voluto condividere è quando il co-protagonista Leonardo DiCaprio – che nel film interpreta il ruolo del sociopatico proprietario di schiavi Calvin Candie – ha interrotto la lettura del copione a causa dell’uso ripetuto della “N-word” da parte di Tarantino.

L’argomento. La parola N, nello specifico. Leo ha avuto difficoltà a dire la parola N”, ha detto Foxx. “Stiamo facendo una lettura e Leo dice: ‘Ehi, ragazzi. Tagliate! Non posso farlo. Questo non sono io’. A quel punto Samuel L. Jackson grida: ‘Di’ quella merda, figlio di pu***na! È solo un altro martedì. Che si fottano”. “Ho detto a Leo che nei giorni di schiavitù non ci saremmo mai parlati”, ha continuato Jamie Foxx.

“Non sono un suo amico. Non sono Jamie Foxx. Sono Django. E gli ho detto: “Non sarai davvero in grado di interpretare quel personaggio finché non capirai cosa significa la schiavitù”. “È stata dura. È stato orribile. Così il giorno dopo ho visto Leo e gli ho chiesto cosa gli fosse successo. Non mi voleva parlare, il che significava che era pronto. A quel punto tutti hanno iniziato a lavorare”.

Jamie Foxx e Samuel L. Jackson difendono Quentin Tarantino

Per quanto riguarda l’uso di quel termine dispregiativo, Jamie Foxx ha affermato di non aver mai avuto problemi e una volta ha detto durante un’intervista a Yahoo Entertainment: “Ho capito il testo. La parola con la N è stata pronunciata 100 volte, ma ho capito il testo – è semplicemente così che si faceva all’epoca, è tristemente accurato”. Come noto, anche Samuel L. Jackson si è schierato in sostegno del regista, con cui ha collaborato in molteplici occasioni a partire da Pulp Fiction.

Jackson ha anche raccontato al New York Times che lui e Quentin Tarantino hanno detto personalmente a DiCaprio che “devi” dire la parola con la N in Django Unchained anche se lo mette a disagio, aggiungendo: “Ogni volta che qualcuno vuole un esempio di uso eccessivo della parola con la N, va da Quentin – è ingiusto. Sta solo raccontando la storia e i personaggi parlano così. Quando lo fa Steve McQueen, è arte. È un artista. Quentin invece è solo un regista da popcorn”.

Jackson ha a lungo difeso l’uso di insulti razziali da parte di Tarantino nelle sue sceneggiature. Nel documentario su Tarantino, “QT8: The First Eight”, l’attore ha affermato che “non c’è disonestà in tutto ciò che Quentin scrive o nel modo in cui la gente parla nei suoi film”. “È una stronzata”, ha invece detto una volta alla rivista Esquire a proposito del contraccolpo che Tarantino deve affrontare. “Non si può dire a uno scrittore che non può parlare, scrivere le parole, mettere le parole in bocca alle persone delle loro etnie nel modo in cui usano quelle parole. Non si può fare, perché allora diventa una non verità, non è onesto. Non è onesto e basta”.

The Fantastic Four: First Steps, Natasha Lyonne offre un grande indizio sul suo personaggio

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Poco dopo l’annuncio del cast principale di The Fantastic Four: First Steps, sono stati aggiunti diversi attori secondari al reboot dei Marvel Studios, ma i loro personaggi non sono stati resi noti. Saremmo molto sorpresi se Paul Walter Hauser non interpretasse il cattivo Uomo Talpa, e si vocifera che John Malkovich sia stato scritturato per uno dei più vecchi nemici della squadra, Ivan Kragoff, alias il Fantasma Rosso.

Per quanto riguarda Natasha Lyonne, la teoria più diffusa sembra essere quella di Alicia Masters, l’interesse amoroso di Ben Grimm (Ebon Moss-Bachrach), ma alcuni ritengono che potrebbe fornire la voce del robot H.E.R.B.I.E.. Si ipotizza anche che possa interpretare una versione live-action del suo personaggio della terza stagione di What If…?, ovvero Birdie. Parlando con Vanity Fair del suo debutto nel MCU, la star di Poker Face ha però ora lasciato trapelare un indizio piuttosto importante sul suo personaggio.

Sono molto commossa dal fatto che mi vogliano in quel film”, ha dichiarato Lyonne al sito. “È tutta roba di tipo interstellare, che arriva da direzioni diverse. Sono anche nel film dei Puffi, e in effetti succedono delle cose che… Non voglio parlarne, perché mi metterei nei guai. Ma supponendo che io sia morta entro le 20:45 di stasera e che debbano montare i due film insieme in un mash-up… ecco credo che il tutto si sposerebbe bene”.

Lyonne darà infatti la voce a uno dei Puffi (Puffetta, molto probabilmente) nel nuovo film loro dedicato, quindi il fatto che stia paragonando entrambi i ruoli potrebbe suggerire che darà anche la voce a un personaggio animato/CG ne The Fantastic Four: First Steps. Naturalmente potrebbero esserci altre connessioni tra i due film di cui non siamo a conoscenza, ma questo indizio sembra rafforzare la teoria secondo cui l’attrice darà voce all’iconico robot dei protagonisti, H.E.R.B.I.E.

Tutto quello che c’è da sapere su The Fantastic Four: First Steps

Il film The Fantastic Four: First Steps è atteso al cinema il 25 luglio 2025. Come al solito con la Marvel, i dettagli della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti, i Fantastici Quattro sono astronauti che vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super forza.

Matt Shakman (“WandaVision”, “Monarch: Legacy of Monsters”) dirigerà The Fantastic Four: First Steps, da una sceneggiatura di Josh FriedmanJeff Kaplan e Ian SpringerPedro Pascal (Reed Richards) è noto al mondo per le sue interpretazioni in The MandalorianThe Last of Us e prima ancora in Game of ThronesVanessa Kirby (Sue Storm) ha fatto parte del franchise di Mission: Impossible e di Fast and Furious, mentre Joseph Quinn (Johnny Storm) è diventato il beniamino dei più giovani per la sua interpretazione di Eddie in Stranger Things 4Ebon Moss-Bachrach (Ben Grimm) sta vivendo un momento d’oro grazie al suo ruolo del cugino Ritchie in The Bear.

Fanno parte del cast anche Julia GarnerPaul Walter HauserJohn MalkovichNatasha Lyonne e Ralph Ineson nel ruolo di Galactus. Come confermato da Kevin Feige, il film avrà un’ambientazione nel passato, in degli anni Sessanta alternativi rispetto alla nostra realtà di Terra-616, per cui sarà interessante capire come i quattro protagonisti si uniranno agli altri eroi Marvel che conosciamo. Franklyn e Valeria Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero comparire nel film.

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Timothée Chalamet è il più giovane 2 volte candidato all’Oscar come Miglior attore dai tempi di James Dean

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Timothée Chalamet, che ha ottenuto iera una nomination all’Oscar per l’interpretazione di Bob Dylan in A Complete Unknown, ha raggiunto oggi un importante traguardo. Il ventinovenne è infatti il più giovane attore a ottenere una doppia candidatura all’Oscar come Miglior attore dai tempi di James Dean, il quale è stato nominato postumo nel 1956 per La valle dell’Eden e per Il gigante un anno dopo. Dean aveva solo 24 anni al momento di queste interpretazioni, tragicamente deceduto a seguito di un incidente stradale nel 1955.

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Per quanto riguarda Chalamet, la prima e fino a ieri uncia nomination risale al 2018 per Chiamami col tuo nome. Agli Oscar dovrà ora vedersela con Adrien Brody candidato per The Brutalist, Ralph Fiennes candidato per ConclaveSebastian Stan candidato per The Apprentice e Colman Domingo candidato per Sing Sing. Se anche non dovesse vincere la statuetta, Chalamet ha comunque stabilito un importante primato non alla portata di tutti e che ristabilisce la sua bravura come interprete.

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Timothée Chalamet è Bob Dylan in A Complete Unknown

Il biopic su Bob Dylan, intitolato A Complete Unknown, è diretto da James Mangold e ha come protagonista Timothée Chalamet nel ruolo della stella del folk. Il film vanta anche la partecipazione di Elle Fanning nel ruolo dell’artista e interesse amoroso di Dylan, Sylvie Russo. Edward Norton interpreta invece il ruolo del musicista Pete Seeger, mentre Monica Barbaro interpreta Joan Baez. A Complete Unknown si concentra sui giorni di maggiore trasformazione della carriera di Dylan, seguendo il giovane cantante folk e la sua chitarra per le strade e i palcoscenici di New York nel 1965, quando Dylan sostituì la sua acustica con un’elettrica e portò un nuovo sound nel settore.

Anche la storia d’amore tra Dylan e Russo sarà collegata al film, dato che i due erano apparentemente inseparabili durante questo periodo della loro vita e si servivano l’un l’altro come muse. Basato sul libro del 2015 di Elijah WaldDylan Goes Electric” e originariamente intitolato “Going Electric”, A Complete Unknown prende in prestito una frase da “Like a Rolling Stone” di Dylan – l’inno folk-rock plugged-in che ha rivoluzionato la storia della musica.

Mangold ha descritto il Dylan del suo film come “un vagabondo che arriva dal Minnesota con un nome nuovo e una nuova visione della vita”. Il suo arrivo a New York scatena “uno sconvolgimento nella comunità folk e in quello che pensavano fosse il folk vero e proprio e il folk illecito”. Il vero Dylan, che ha 83 anni, ha fornito spunti per la sceneggiatura e ha partecipato a diversi incontri con Mangold. A Complete Unknown è al cinema dal 23 gennaio.

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Supergirl: Woman of Tomorrow, James Gunn condivide una prima immagine di Milly Alcock

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Il co-capo dei DC Studios James Gunn festeggia l’inizio delle riprese di Supergirl: Woman of Tomorrow, il film che vede Milly Alcock nel ruolo di protagonista. Per l’occasione, il regista ha condiviso sui social media una foto teaser dell’attrice nei panni di Kara Zor-El. “Sono entusiasta di vedere le telecamere girare ai Warner Bros. Studios Leavesden per Supergirl, con Craig Gillespie al timone e la fenomenale Milly Alcock nei panni di Kara Zor-El”, ha scritto Gunn nel post (riportato qui sotto). “Craig porta una sensibilità incredibile a questa storia e Milly è in tutto e per tutto la #Supergirl unica immaginata da Tom King, Bilquis Evely e Ana Nogueira”.

Tutto quello che sappiamo su Supergirl: Woman of Tomorrow

Supergirl: Woman of Tomorrow è un adattamento dell’omonima miniserie in otto numeri di Tom King e Bilquis Evely, che vede l’eroina titolare impegnata in un’odissea nello spazio insieme a una giovane aliena, Ruthye, che vuole vendicare la morte della sua famiglia per mano del guerriero Krem delle Colline Gialle. Milly Alcock di House of the Dragon indosserà il costume rosso e blu della cugina di Superman, Kara Zor-El, mentre Eve Ridley (3 Body Problem) interpreterà Ruthye e Matthias Schoenaerts (The Old Guard) interpreterà Krem.

A mettere i bastoni tra le ruote a tutta la faccenda c’è il cacciatore di taglie alieno Lobo, che sarà interpretato dall’ex star di Aquaman, Jason Momoa. David Krumholtz ed Emily Beecham interpreteranno i genitori della Ragazza d’Acciaio, anche se non è specificato se saranno i genitori biologici o quelli adottivi sulla terra. Il film sarà diretto da Craig Gillespie di I, Tonya, da una sceneggiatura dell’attore e scrittore Ana Nogueira. Le riprese del progetto sarebbero iniziate questa settimana a Londra, in Inghilterra.

Supergirl: Woman of Tomorrow uscirà al cinema il 26 giugno 2026.

Magnolia: la spiegazione del finale del film di Paul Thomas Anderson

Magnolia di Paul Thomas Anderson, uscito nel 1999, è un tour de force cinematografico che sfida la facile categorizzazione. La vasta epopea melodrammatica intreccia le vite di diversi personaggi nella San Fernando Valley, esplorando i temi del rimpianto, della redenzione e dell’interconnessione dell’esperienza umana. Al centro del film c’è una serie di eventi apparentemente non correlati che culminano in un climax surreale e indimenticabile: una pioggia di rane dal cielo. Prima di questo momento, Magnolia si addentra però dunque nelle vite del suo cast corale di personaggi, rivelando le loro lotte, i loro traumi e i loro momenti di grazia inaspettata.

Da un poliziotto tormentato in cerca di redenzione a un conduttore televisivo morente alla disperata ricerca di perdono, la storia di ogni personaggio è un riflesso toccante della condizione umana. Sullo sfondo della pioggia di rane nel finale – un fenomeno bizzarro e inspiegabile – questi personaggi affrontano il loro passato, fanno i conti con i loro demoni e cercano un senso nel caos delle loro vite. Attraverso la sua audace narrazione, il finale di Magnolia sfida gli spettatori ad affrontare le incertezze della vita e ad abbracciare il viaggio disordinato e bellissimo dell’esistenza.

La spiegazione del finale di Magnolia

La pioggia di rane nel finale di Magnolia è un evento surreale ed enigmatico che funge da metafora centrale per l’esplorazione del film sull’interconnessione, la redenzione e la caotica imprevedibilità della vita. Il suo significato trascende l’interpretazione letterale delle rane che cadono dal cielo, racchiudendo una moltitudine di strati simbolici che risuonano con il viaggio di ogni personaggio e con i temi generali della narrazione. A livello letterale, le rane sfidano le spiegazioni razionali e mettono in discussione la percezione della realtà dei personaggi. Si tratta dunque di un’interruzione stridente dell’ordine naturale del mondo, un fenomeno bizzarro che sfida la logica e la razionalità.

Al di là della sua manifestazione letterale, la pioggia di rane ha però un profondo significato metaforico. Nelle tradizioni bibliche e mitologiche, le rane sono state associate a piaghe e interventi divini, simboleggiando il caos, la trasformazione e la rinascita. In Magnolia, la doccia di rane può essere invece interpretata come una simbolica pulizia, un evento dirompente ma trasformativo, che ha significati diversi per ogni personaggio, riflettendo le loro lotte, le loro paure e i loro desideri individuali. Per alcuni rappresenta un momento di resa dei conti e di catarsi, mentre per altri funge da catalizzatore per l’introspezione e la scoperta di sé.

Tom Cruise e Jason Robards in Magnolia
Tom Cruise e Jason Robards in Magnolia © 1999 – New Line Cinema

Frank si ricongiunge al padre morente

Nel corso del film, Frank T.J. Mackey (uno dei migliori personaggi di Tom Cruise) è ritratto come una figura sfacciata e carismatica, un guru dell’auto-aiuto che predica una filosofia iper-maschile di dominio e controllo. Si presenta come un esempio di sicurezza e successo, insegnando agli uomini come manipolare e sedurre le donne, mascherando le proprie profonde insicurezze e ferite emotive. Tuttavia, Frank viene incoraggiato ad affrontare il padre morente, Earl Partridge (Jason Robards), da Phil (Philip Seymour Hoffman). Questa scena culminante rappresenta un cambiamento profondo per Frank, che si libera della sua facciata da macho e affronta la vulnerabilità e il dolore che si nascondono sotto di lui.

La pioggia di rane funge da sfondo simbolico per il momento della resa dei conti di Frank. Mentre le rane piovono, Frank si confronta con l’imprevedibilità e l’impermanenza della vita, spingendolo a rivalutare le sue priorità e ad affrontare le sue paure e i suoi rimpianti più profondi. Questo momento rappresenta un’opportunità cruciale per Frank di riconciliarsi con il padre e, per estensione, con sé stesso. Frank mette dunque a nudo le sue insicurezze e le sue paure, liberandosi della corazza difensiva del suo personaggio di macho per rivelare il bambino ferito che c’è sotto. Entrando in contatto con il padre a un livello profondamente emotivo, Frank trova un senso di chiusura e accettazione che gli era sfuggito da tempo.

Le rane fungono da intervento cosmico per Stanley

Stanley Spector (Jeremy Blackman) è invece un bambino prodigio del quiz show What Do Kids Know? La storia di Stanley esplora le pressioni del suo successo precoce, lo sfruttamento dei genitori e la ricerca dell’autonomia. È uno sguardo avvincente sul mondo interiore di un bambino oppresso dalle aspettative. Fin dall’inizio, Stanley è raffigurato come straordinariamente intelligente, ma visibilmente a disagio con i riflettori. Le aspettative riposte su di lui dal padre, Rick (Michael Bowen), sono immense e soffocanti. Rick vede Stanley non come un bambino, ma come un mezzo per ottenere fama e benefici finanziari, spesso ignorando i bisogni emotivi e sociali del figlio.

La pioggia di rane rappresenta un punto di svolta cruciale per il bambino. Questo evento bizzarro e caotico interrompe il normale corso della vita, fornendo a Stanley una pausa metaforica e letterale dalla pressione incessante di esibirsi. Per Stanley, le rane rappresentano un momento di intervento cosmico, che gli dà la possibilità di affermare i propri bisogni e desideri, cosa che fa affrontando direttamente il padre. Questo confronto è un momento cruciale di responsabilizzazione per Stanley, che finalmente dà voce alle sue frustrazioni e chiede di essere trattato con considerazione e rispetto.

Dopo la doccia di rane, la narrazione di Stanley si sposta verso una direzione più introspettiva e autonoma. Torna sul set del quiz show, non per soddisfare le aspettative del padre o del pubblico, ma per cercare la comprensione del conduttore del programma, Jimmy Gator (Philip Baker Hall in uno dei suoi migliori ruoli). Questa interazione è fondamentale perché rappresenta il tentativo di Stanley di trovare convalida ed empatia da parte di un altro adulto, al di fuori del contesto di sfruttamento del rapporto con il padre.

Jeremy Blackman in Magnolia
Jeremy Blackman in Magnolia © 1999 – New Line Cinema

Jim rivede la sua visione ottimistica del mondo

Jim Kurring (John C. Reilly) è un agente di polizia che incarna i temi dell’onestà, dell’integrità e della semplicità. Si muove nel suo ruolo di agente di polizia con il sincero desiderio di fare del bene, nonostante le ambiguità morali che lo sfidano. Tuttavia, Jim è un po’ ingenuo ed eccessivamente ottimista, un uomo che crede profondamente nella bontà intrinseca delle persone e nella chiarezza morale del suo ruolo. Questa visione viene ripetutamente messa alla prova, prima attraverso le sue interazioni durante i compiti di polizia e poi attraverso il suo coinvolgimento romantico con Claudia Gator (Melora Walters), una donna che lotta con problemi molto profondi.

Man mano che Magnolia procede, Jim viene sottoposto a prove che mettono a nudo le sue vulnerabilità e i suoi limiti. Un momento cruciale si verifica quando perde la pistola – simbolo della sua autorità e competenza – evidenziando la sua fallibilità e fragilità umana. Questo incidente getta le basi per le esperienze successive, spingendolo a confrontarsi con le proprie imperfezioni e con la realtà che la vita non sempre si attiene a giudizi morali netti. La pioggia di rane rappresenta per lui un punto di svolta surreale e caotico. In questo momento, la natura inspiegabile dell’evento lo costringe a riconsiderare la sua fede nella comprensione del mondo attraverso una lente strettamente razionale e ordinata.

Simboleggia una rottura con la sua precedente visione del mondo, mettendolo di fronte alla pura imprevedibilità della vita. Per Jim, le rane rappresentano un momento di intervento divino o cosmico, che lo spinge ad abbracciare l’ignoto e ad accettare che non tutto può essere controllato o compreso. All’indomani della pioggia di rane, trova un senso di risoluzione nel suo rapporto con Claudia. La loro scena finale insieme, in cui Claudia sorride tra le lacrime, suggerisce un futuro pieno di speranza. Per Jim, questo momento significa accettare Claudia – e, per estensione, la vita stessa – con tutte le sue imperfezioni e incertezze. Impara che l’amore e il legame richiedono l’accettazione degli altri così come sono, proprio come lui deve accettare sé stesso.

Melora Walters e John C. Reilly in Magnolia
Melora Walters e John C. Reilly in Magnolia © 1999 – New Line Cinema

Jimmy Gator è l’unico personaggio che non ha una chiara risoluzione

Jimmy Gator è il carismatico conduttore di successo del quiz show What Do Kids Know? la cui vita nasconde conflitti personali e oscuri segreti, ma anche sensi di colpa e rimpianti. Mentre affronta una diagnosi di cancro terminale, Jimmy è spinto a cercare il perdono della figlia Claudia, da cui si è allontanato, mentre si confronta con l’impatto delle sue azioni sulla famiglia e sulla propria coscienza. I tentativi di Jimmy di raggiungere Claudia si scontrano con ostilità e rifiuto, illustrando la profonda frattura che li separa. La surreale pioggia di rane agisce come manifestazione simbolica del caos interiore di Jimmy. Per lui, le rane possono essere viste come una piaga biblica, una metafora appropriata del suo confronto con i propri peccati e le relative conseguenze.

Questo evento bizzarro sconvolge l’ordine naturale, proprio come le rivelazioni e le accuse che sconvolgono la vita e le relazioni di Jimmy. Nei suoi ultimi momenti, Jimmy affronta un confronto solitario e doloroso con la sua mortalità e la sua eredità. Il film non fornisce una chiara risoluzione per lui, ma presenta un ritratto realistico di un uomo che è allo stesso tempo imperfetto e simpatico. La sua storia solleva domande sulla possibilità di redenzione e sulla natura complessa delle relazioni umane. L’ambiguità che circonda le sue azioni passate con Claudia (anche se il film implica pesantemente un qualche tipo di abuso) costringe il pubblico a contemplare la natura della verità e la difficoltà del perdono.

Il significato dell’inquadratura finale con Claudia che guarda direttamente in camera

L’inquadratura finale di Claudia che guarda direttamente in camera nel finale di Magnolia è un momento di profondo significato che racchiude i temi della vulnerabilità, della resilienza e della ricerca della guarigione del film. Quando la macchina da presa fa uno zoom sul volto di Claudia, catturando la sua espressione piena di lacrime ma piena di speranza, il pubblico è invitato a entrare nel suo mondo interiore. In questo momento, Claudia diventa più di un semplice personaggio di una storia; diventa un tramite per l’esperienza umana condivisa, invitando il pubblico all’empatia e alla comprensione.

Il sorriso di Claudia tra le sue lacrime indica un momento fragile ma genuino di speranza e resilienza, un barlume di luce nell’oscurità dei suoi traumi e delle sue lotte passate. Nonostante il dolore e l’incertezza che ha sopportato, il sorriso di Claudia suggerisce la volontà di abbracciare la possibilità di guarire e crescere, anche di fronte a sfide mastodontiche. Inoltre, lo sguardo diretto di Claudia verso lo spettatore funge da atto simbolico di empowerment e agency. Rompendo la quarta parete e riconoscendo il pubblico, Claudia afferma la sua presenza e il suo controllo sulla propria narrazione.

Melora Walters in Magnolia
Melora Walters in Magnolia © 1999 – New Line Cinema

Il vero significato del finale di Magnolia

Il finale di Magnolia rappresenta dunque il culmine dei temi e dei fili narrativi del film, offrendo una riflessione toccante e aperta sulla complessità dell’esistenza umana. Sebbene la conclusione del film sfugga a un’interpretazione univoca, il suo vero significato risiede nell’esplorazione della redenzione, dell’interconnessione e del potere duraturo della speranza in mezzo al caos della vita. In fondo, il finale abbraccia l’ambiguità e rifiuta di offrire risposte facili. Questo riflette la natura disordinata e imprevedibile della realtà e la futilità di cercare conclusioni definitive di fronte ai misteri della vita.

Nonostante la sua ambiguità, il finale di Magnolia è pervaso da un senso di redenzione e rinnovamento. Attraverso momenti di catarsi e riconciliazione, molti dei personaggi trovano un barlume di speranza in mezzo alle loro lotte e al loro dolore. Che si tratti del timido sorriso di Claudia, della ritrovata accettazione delle incertezze della vita da parte di Jim o dell’emozionante ricongiungimento di Frank con suo padre, il finale suggerisce che anche nei momenti più bui c’è spazio per la crescita, il perdono e le seconde possibilità.

The Wave: la storia vera dietro il film norvegese

The Wave: la storia vera dietro il film norvegese

Il cinema catastrofico vanta sempre un certo fascino, proponendo eventi che ci si augura di non dover mai vedere accadere davvero. Titoli come lo statunitense The Day After Tomorrow o il coreano Ashfall – The Final Countdown si sono divertiti ad immaginare la fine del mondo per cause naturali e accanto a questi titoli si può accostare anche il norvegese The Wave, diretto nel 2015 dal regista Roar Uthaug. Dichiaratosi un fan dei disaster movie americani come Twister e Armageddon, Uthaug ha raccontato di aver girato The Wave con l’intenzione di combinare gli elementi dei film hollywoodiani con la realtà norvegese.

In Norvegia siamo un Paese molto ricco e socialmente molto sicuro. Il governo si prende cura di tutti”, ha affermato Uthaug in un’intervista. “Ma viviamo ancora con lo stress della natura intorno a noi. Questa è una parte importante della narrazione, che lo spirito della natura, la terra stessa, sia una minaccia”. Selezionato come candidato norvegese per l’Oscar al Miglior film internazionale, The Wave ha ottenuto un successo tale da spingere gli autori a realizzare anche un sequel, The Quake – Il terremoto del secolo, uscito nel 2019 e con protagonisti gli stessi personaggi del precedente disaster movie.

Uno degli aspetti più interessanti del film, però, è il suo essere basato su eventi realmente accaduti e che hanno avuto un forte impatto nella società norvegese, proprio come afferma il regista nella dichiarazione poc’anzi riportata. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a The Wave. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Thomas Bo Larsen, Ane Dahl Torp e Jonas Hoff Oftebro in The Wave
Thomas Bo Larsen, Ane Dahl Torp e Jonas Hoff Oftebro in The Wave © 2016 – Magnolia Pictures

La trama e il cast di The Wave

L’esperto geologo Kristian Eikjord (Kristoffer Joner) ha appena accettato un lavoro per una compagnia petrolifera e sta per trasferirsi a Stavanger con la sua famiglia. Proprio durante una festicciola di addio con i colleghi, l’uomo viene avvisato che alcuni indicatori hanno rilevato una diminuzione del livello dell’acqua sotterranea. La situazione sembra però essere sotto controllo e il giorno dopo il dottore decide comunque di partire insieme ai suoi figli Sondre e Julia. Sua moglie Idun (Ane Dahl Torp), invece, deve rimanere qualche giorno in più in città per lavorare presso l’hotel della cittadina, ancora in piena stagione.

Mentre Kristian sta per imbarcarsi sul traghetto, tuttavia, capisce che la sparizione delle acque sotterranee può essere un allarme di pericolo imminente: la montagna, infatti, potrebbe collassare. Preoccupato per ciò che potrebbe accadere, l’uomo torna alla stazione di monitoraggio per avvisare i suoi colleghi. Uno di loro, Arvid (Fridtjov Såheim), decide di dare l’allerta e monitorare la frana tutta la notte insieme a un altro impiegato, Jacob. Tutto precipita solo qualche ora dopo, quando si crea una frattura nella roccia. Ma ciò che ne seguirà, sarà ancora più spaventoso.

Per il film, tutti gli attori del cast hanno girato le proprie scene d’azione personalmente, senza fare uso di controfigure, quindi dovendo essere fisicamente pronti a ciò; ad esempio Kristoffer Joner si è allenato con degli istruttori di apnea per riuscire a trattenere il respiro per tre minuti nella scena in cui, nelle vesti del protagonista, si introduce nel rifugio allagato nel sotterraneo dell’hotel per salvare la moglie e il figlio. Ciò ha permesso di rendere più convincenti le loro interpretazioni e ancor più appassionanti le loro scene.

Kristoffer Joner e Jonas Hoff Oftebro in The Wave
Kristoffer Joner e Jonas Hoff Oftebro in The Wave © 2016 – Magnolia Pictures

La vera storia dietro il film

Sebbene la vicenda del film sia una storia di finzione, le vicende di The Wave traggono ispirazione dalla vera storia del disastro del villaggio di Tafjord, dove nel 1934 una frana si staccò dal monte Langhamaren, cadendo nel Tafjorden e generando un’onda tsunami che distrusse il villaggio e uccise 40 persone che si trovavano lungo le sponde del fiordo. Nel 1905 e nel 1936 episodi simili si verificarono nel lago Lovatnet, nella contea di Sogn og Fjordane, dove due frane staccatesi dal monte Ramnefjell precipitarono nel lago sottostante causando onde alte decine di metri che uccisero complessivamente centinaia di persone.

Nello specifico, nel 1905 un grosso pezzo di roccia si è staccato e ha fatto un salto di 500 metri nell’acqua. Circa 350.000 m3 di pietra finirono nel lago e crearono un’onda anomala di 40 metri che colpì sia Bødal che Nesdal. 61 persone morirono, più di 50 case furono distrutte e 80 case galleggianti scomparvero nell’onda. I sopravvissuti ebbero difficoltà a riprendersi dalle ferite e dalle perdite, ma alla fine furono loro a ricostruire le fattorie, dando così vita ad un nuovo periodo di tranquillità, caratterizzato anche da un forte aumento del turismo. Ma tutto questo finì il 13 settembre 1936, quando la natura si abbatté nuovamente sulla zona.

Un’altra frana colpì la valle di Lodalen, ma questa volta molto più pesante della precedente. Un grosso pezzo di roccia, pari a 1.000.000m3, grande quasi due volte la torre Eiffel, si staccò e finì nel lago, dando vita ad uno tsunami di dimensioni tali da rendere inutili anche le misure precauzionali prese dopo il precedente disastro. Tutte le fattorie furono distrutte e quel giorno morirono altre 74 persone. Centinaia di ettari furono distrutti e ricoperti di sabbia e pietre. È dunque proprio a partire da questi che sono i più grandi disastri naturali della storia norvegese che il film The Wave prende spunto per il suo racconto.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di The Wave grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunesTim Vision e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 23 gennaio alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Labyrinth: Robert Eggers al timone del sequel del film

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Labyrinth: Robert Eggers al timone del sequel del film

A un giorno dall’annuncio che Werwulf di Focus Features sarebbe stato il suo prossimo film, Robert Eggers ha concluso il suo accordo per scrivere e dirigere un nuovo film di Labyrinth per TriStar Pictures.

La notizia arriva dopo la presentazione delle nomination agli Oscar 2025, che hanno sancito ben quattro nomination per la fotografia, costumi, scenografia, trucco e acconciatura per il film sul Principe della Notte, anch’esso distribuito da Focus.

I dettagli della trama di Labyrinth di Eggers sono ancora segreti, ma ci è stato detto che il film è un sequel, piuttosto che un remake del classico del 1986 di Jim Henson. Eggers sta scrivendo la sceneggiatura con Sjón, il suo collaboratore nel film d’azione vichingo del 2022 The Northman, con cui sta anche lavorando a Werwulf. Chris ed Eleanor Columbus produrranno insieme a Lisa Henson, con Brian Henson come produttore esecutivo.

La trama del Labyrinth originale

Un amato fantasy con una giovane Jennifer Connelly e il defunto David Bowie, Labyrinth segue la sedicenne Sarah mentre si muove in un vasto labirinto ultraterreno per salvare il suo fratellino Toby (Toby Froud), che ha inavvertitamente voluto nel regno del re dei Goblin Jareth (Bowie). Durante il suo viaggio, Sarah incontra una varietà di creature magiche e sfide che mettono alla prova la sua determinazione e maturità. Nella sua uscita nelle sale tramite TriStar, l’originale ha avuto un rendimento inferiore alle aspettative, incassando solo circa 34 milioni di dollari contro un budget dichiarato di 25 milioni di dollari, e ottenendo risultati migliori all’estero che in patria.

Tuttavia, il film ha ottenuto nomination a premi come gli Hugo Awards e i British Academy Film Awards ed è ora apprezzato come un classico di culto. Tra le sue caratteristiche più memorabili c’è l’innovativo teatro di burattini emerso per il progetto dal Creature Shop di Jim Henson. Negli ultimi decenni, la popolarità del film ha portato alla creazione di romanzi e fumetti, videogiochi, proiezioni perenni e persino un ballo in maschera annuale per i fan, considerato uno dei più grandi al mondo.

Gli sforzi per far decollare un seguito di Labyrinth sono in corso almeno dal 2017, con Scott Derrickson di Doctor Strange che di recente si è candidato a dirigere una precedente incarnazione da una sceneggiatura di Maggie Levin.

Ancora in programmazione nei cinema, la versione di Eggers di Nosferatu è il film con il maggior incasso della sua carriera, avendo superato i 156 milioni di dollari in tutto il mondo dal giorno di Natale. Dirigendosi verso l’ottavo fine settimana al botteghino e di recente in PVOD, il film è ora anche il secondo titolo con il maggior incasso della Focus Features negli Stati Uniti dietro Downton Abbey.

Nightbitch: recensione del film con Amy Adams

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Nightbitch: recensione del film con Amy Adams

Nightbitch, il nuovo film fantasy con Amy Adams, in arrivo su Disney+ il 24 gennaio, parte da un’idea provocatoria: una madre stanca e sopraffatta da tutto ciò che comporta una maternità affrontata in solitudine, scopre un giorno che si sta trasformando in un cane. Una metafora delle trasformazioni che il corpo e la mente di una donna attraversano durante la gravidanza, dopo il parto e nella nuova vita da madre oppure la realtà? Il film, scritto e diretto da Marielle Heller e tratto dal romanzo omonimo di Rachel Yoder, gioca abilmente su questa ambiguità, regalando momenti di surrealismo, commedia e introspezione, il tutto con una chiave insolita.

La trama di Nightbitch

La protagonista, una madre senza nome che solo dopo la trasformazione comincia a chiamarsi Nightbitch, vive in un tipico sobborgo americano con il marito (Scoot McNairy), che non è quasi mai a casa per lavoro, il loro figlio di due anni e un gatto trascurato. Ex artista di successo, ha lasciato la carriera per dedicarsi alla famiglia, ma la routine della maternità l’ha risucchiata in un ciclo monotono e alienante.

La ripetizione visiva utilizzata da Heller sottolinea efficacemente questa monotonia, con inquadrature ricorrenti delle colazioni e delle letture della buonanotte, un loop. La madre si sente intrappolata, e il suo risveglio inizia quando nota che i suoi canini si stanno affilando e il suo corpo diventa più peloso. Incuriosita e spaventata, scopre una protuberanza vicino al coccige, ma invece di cercare aiuto medico, la osserva crescere fino a trasformarsi in una coda.

Nightbitch
Amy Adams in Nightbitch – Foto cortesia Disney+

Una metamorfosi liberatoria

A differenza della tragica metamorfosi di Gregor Samsa nel racconto di Kafka, la trasformazione della protagonista in Nightbitch è galvanizzante e liberatoria. La madre abbraccia la sua nuova natura animale, abbandonando le costrizioni della “brava ragazza” per esplorare una libertà primordiale e feroce. Le sue uscite notturne diventano momenti di puro istinto. E Amy Adams, nei panni di questa donna/bestia, offre una performance straordinaria, esplorando con trasparenza emotiva il delicato equilibrio tra vulnerabilità e forza selvaggia. Le sue espressioni passano dalla frustrazione repressa alla gioia animalesca con una naturalezza magnetica. La performance le è valsa anche una candidatura ai Golden Globe.

Heller adotta un approccio intimo e claustrofobico, traducendo il flusso di coscienza del romanzo in voice-over che creano momenti di grande ironia. Le frasi di circostanza pronunciate dalla protagonista sono spesso in netto contrasto con i suoi pensieri reali, generando un umorismo tagliente che evidenzia il suo disagio interiore. Tuttavia, il film tende ad attenuare la rabbia e la frustrazione che caratterizzavano il romanzo di Yoder, preferendo smussare gli angoli più spigolosi con una vena di umorismo che rischia di indebolire il messaggio.

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Amy Adams in Nightbitch – Foto cortesia Disney+

Un adattamento che addolcisce il romanzo di partenza

Nonostante la forte performance di Adams, alcune scelte narrative risultano troppo compiacenti. La critica alla maternità contemporanea e alle pressioni sociali che ne derivano è evidente, ma il film si accontenta di una narrazione di emancipazione individuale, senza approfondire le implicazioni più sovversive del romanzo. La scelta di Heller di allontanarsi dal body horror per concentrarsi su una rappresentazione più leggera e ironica lascia è una chiara presa di posizione, tanto che tutti i momenti più audaci del romanzo vengono mitigati da un tono più rassicurante.

Se da un lato il film coglie con precisione lo stress e la solitudine della genitorialità, dall’altro le scene più fantasy non riescono a trasmettere emozioni forti, forse perché la regista sceglie di dare più peso all’aspetto psicologico che a quello fantastico/horror del materiale di partenza. La trasformazione canina della protagonista, con il suo acuirsi dei sensi e la necessità di inseguire prede nel buio, resta confinata in una dimensione simbolica che non osa mai spingersi fino in fondo. Anche il culmine della sua crisi, un crollo nervoso in un ristorante, non porta a reali conseguenze, confermando l’intenzione del film di restare su un terreno sicuro.

Nonostante la cautela con cui viene messo in scena, Nightbitch è un’opera intrigante, anche se meno audace di quanto avrebbe potuto essere. Amy Adams brilla nel ruolo della madre sopraffatta che riscopre la propria natura selvaggia, ma il film, pur offrendo spunti interessanti sulla femminilità e la maternità, preferisce addomesticare la sua rabbia piuttosto che lasciarla esplodere in tutta la sua potenza.

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