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Love and Monsters, la recensione del film con Dylan O’Brien 

Si presenta come l’outsider della corsa agli Oscar 2021 per i migliori effetti speciali Love and Monsters. Protagonista Dylan O’Brien, la star di Maze Runner amata dai teenagers, che il regista Michael Matthews  ha voluto per interpretare Joel, in viaggio a rischio della vita in uno scenario post-apocalittico pieno di creature naturali mostruose, per ritrovare l’amore.

La trama di Love and Monsters

Dopo che un asteroide, rischiando di colpire la terra, è stato frantumato da missili terrestri, con rilascio massiccio di sostanze chimiche, gli animali a sangue freddo, ossia rettili, insetti e simili, hanno iniziato a mutare, diventando enormi mostri capaci di attaccare e distruggere l’uomo. Così il 17enne Joel, Dylan O’Brien, si è rifugiato assieme ad un gruppo di superstiti in un bunker sotterraneo, dove vive da sette anni. Mentre la minaccia dei mostri “naturali” si fa sempre più pericolosa, Joel decide di uscire dal bunker e abbandonare la sua colonia umana per andare a cercare Aimee, Jessica Henwick, il suo amore, che era stato costretto a lasciare per scappare dai mostri sette anni prima. Quello verso la colonia di Aimee sarà un vero e proprio viaggio di formazione: pieno di insidie, ma anche ricco di incontri e nuove amicizie, come quella con il cane Boy, e farà del timido Joel un adulto consapevole e coraggioso.  

Love and Monsters nella corsa agli Oscar

Love and Monsters conta sugli effetti speciali curati dai supervisori Matt Sloan e Steve Boyle, che hanno pensato un efficace mix di effetti reali e digitali per creare i suggestivi mostri che danno filo da torcere al protagonista. Hanno le fattezze di enormi rettili o insetti. Ci sono, ad esempio, la formica gigante, la lumaca rocciosa, o anche il granchio. Ciascuno con la sua caratteristica e il suo potere offensivo. Tutto ben fatto. Tuttavia, la strada per ottenere la statuetta più preziosa del cinema non sarà certo spianata. Il film, infatti, dovrà vedersela con avversari più che temibili. Si parte da Tenet di Christopher Nolan per passare a The Midnight Sky di e con George Clooney.

Anche in quest’ultimo lavoro, peraltro, gli umani superstiti si sono nascosti sottoterra dopo la fine del mondo, a seguito di una serie di catastrofi naturali e il protagonista si è rifugiato invece al Polo Nord. Anche lui, come Joel, scopre di non essere solo. Vi sono poi L’unico e insuperabile Ivan di Thea Sharrock, film Disney con Bryan Cranston, che vede protagonista uno scimpanzé, e Mulan di Niki Caro, remake del film d’animazione omonimo, con Liu Yifei. Anche questa una produzione Disney. La natura e le sue creature non umane, il suo essere matrigna, è dunque molto presente in questa edizione degli Oscar ancora segnata dalla pandemia. 

Amore e mostri, un buon cinema per ragazzi che parla di oggi

Love and Monsters è il classico film per ragazzi. È un racconto di formazione, è avventuroso e coinvolgente. A catalizzare l’attenzione c’è l’aspetto orrorifico, la pericolosità e la spettacolarità dei mostri. Senza dimenticare l’amore. Quell’amore romantico e da favola, irrinunciabile in ogni storia destinata ai teenagers che è ben interpretato da due prtagonisti idoli dei più giovani, come Dylan O’Brien (già nella serie tv Teen Wolf, poi protagonista di Maze Runner) e Jessica Henwick (Il Trono di Spade, Iron Fist). Ma ci sono anche valori come l’amicizia, il senso di comunità e c’è una lezione sul rispetto della natura che sembra figlia dei tempi che stiamo vivendo. In un certo senso, infatti, Love and Monsters è un po’ una metafora della situazione che tutto il pianeta si trova ad affrontare con la pandemia da Covid-19. Il mondo intero non è forse ostaggio di una minaccia che arriva dalla natura stessa?

Durante il lockdown non si è forse costretti a chiudersi in casa, letteralmente a rifugiarvisi per sfuggire a questa minaccia, che è il virus? Si è anche parlato di come l’insorgere del virus possa avere cause in qualche misura legate ad alcuni comportamenti umani – le pratiche utilizzate all’interno dei cosiddetti wet market, il disboscamento, con conseguente ampliamento degli insediamenti umani, l’inquinamento atmosferico.  Allo stesso modo, nel film, gli animali a sangue freddo diventano mostri pericolosi a causa dei composti chimici contenuti nei missili che gli uomini lanciano contro l’asteroide Agatha 616. La natura insomma, diventa nemica, come conseguenza di un comportamento umano. Sta al protagonista riscoprire, pian piano, che “La natura non è niente male quando non vuole ucciderti”.  Il regista Michael Matthews, dunque, crea un mondo  fantascientifico per invitare il pubblico a riflettere su quanto sta accadendo. 

I punti di forza del film, oltre che la buona idea di partenza – il soggetto è di Brian Duffield – e una efficace costruzione delle creature mostruose, sono anche i bei disegni animati che accompagnano tutto il film. Joel infatti disegna e  tiene un diario in cui annota tutte le creature che incontra e le esperienze che fa. Poi c’è l’altro vero protagonista, il cane Boy, che diventa un inseparabile amico di Joel a cui lo spettatore si affeziona subito. Simpatici sono anche Clyde, Michael Rooker, e Minnow, Ariana Greenblatt. Il regista riesce a bilanciare le diverse componenti – avventura, amore, fantascienza, riflessione –  e porta avanti il film con un piglio ironico che non guasta. Il risultato è piacevole, tanto che da più parti si parla già di un sequel. Per ora, Love and Monsters è disponibile su Netflix, prodotto da 21 Lapse Entertainment, Entertainment One e Paramount Pictures.

Tenebre e Ossa: recensione della serie tv di Eric Heisserer

Tenebre e Ossa: recensione della serie tv di Eric Heisserer

Sulla scia del fenomeno Game Of Thrones, prova eclatante di come HBO è riuscita a sdoganare sul piccolo schermo il genere fantasy, che aveva già ispirato Netflix a proporre nel proprio catalogo The Witcher, la piattaforma punta ora su un altro successo letterario degli ultimi anni: Tenebre e Ossa è infatti ispirata all’universo fantastico GrishaVerse, creato dalla mente della scrittrice Leigh Bardugo.

Tenebre e Ossa: la trama

Disponibile su Netflix dal 23 Aprile, Tenebre e Ossa narra la storia di Alina Starkov (Jessie Mei Li), un’orfana e una soldatessa facente parte, in qualità di cartografa, dell’esercito di Ravka, una nazione soggetta a guerre incessanti e che, in un passato non ben precisato, è stata divisa in due da un’enorme barriera di oscurità perenne, la “Faglia”, abitata da creature mostruose. Insieme all’amico di infanzia Malyen Oretsev (Archie Renaux) si ritrova a dover attraversare la spaventosa Faglia d’Ombra, che divide Ravka dalla “nuova” Ravka Ovest. Proprio qui, Alina verrà a conoscenza di possedere un potere straordinario e rarissimo che la rende una Grisha, ovvero una persona dotata di poteri particolari e rarissimi. La sua vità cambierà quindi drasticamente: inizierà a doversi confrontare con i suoi poteri e ad avere a che fare con il Generale Kirigan (Ben Barnes), temibile capo dei Grisha. Alina dovrà inoltre vedersela anche con l’eccentrica ebanda di criminali composta da Kaz Brekker (Freddy Carter), Inej (Amita Suman) e Jesper Fahey (Kit Young).

Tenebre e Ossa: l’unione di differenti spunti narrativi

In un numero complessivo di otto episodi Tenebre e Ossa riesce a convogliare l’immenso universo partorito dalla mente di Leigh Bardugo nei suoi romanzi. Il libro principale a cui si rifà la trama è l’omonimo Tenebre  e Ossa, che affronta le vicende del personaggio di Alina, a cui si aggiungono le storyline della banda di criminali guidata da Kaz Brekker, trattate dalla duologia Sei di Corvi, ambientata anni dopo la storia di Alina. Ispirandosi al successo HBO di Game Of Thrones, il produttore Eric Heisserer ha maturato l’idea di non limitarsi nell’adattamento televisivo a un singolo punto di vista, quello di Alina, ma includere altre figure ben note al vasto pubblico di lettori. Questa scelta ardita e originale può potenzialmente condurre lo spettatore a sentirsi confuso nel marasma di nomi e personaggi, eppure nel complesso, a parte qualche scivolone, le storyline aggiunte riescono a risultare convincenti, grazie a un ottimo lavoro da parte degli sceneggiatori e della scrittrice, che hanno lavorato assieme all’impianto narrativo della serie tv.

Il risultato complessivo è abbastanza convincente, anche se rischia di confondere gli spettatori che non si sono ancora avvicinati all’opera originale, o deludere qualche affezionato lettore non abituato all’elevato numero di intrecci e personaggi, che vengono riassunti in poche puntate.

Le informazioni da assimilare risultano tante, soprattutto nelle prime puntate, tuttavia, una volta entrati nel GrishaVerse, tra combattimenti che lasciano col fiato sospeso, inseguimenti girati con maestria e un egregio lavoro di effetti speciali (curati dallo stesso team che ha lavorato al Demogorgone di Stranger Things) si riesce a rimanere piuttosto colpiti dall’intreccio narrativo.

Un fantasy sorretto da personaggi intriganti

Tenebre e Ossa abbraccia totalmente il genere fantasy: la magia e l’elemento soprannaturale sono preponderanti e si differenziano dal carattere medievaleggiante a cui Game of Thrones aveva abituato il pubblico.

tenebre e ossa

Questo adattamento svetta particolarmente per la capacità di Eric Heisserer di dare forma a un universo ricco di dettagli e ben particolareggiato, in cui sono evidenti richiami ad eventi storici di conflitti tra nazioni, disuguaglianze sociali ed economiche, intolleranza nei confronti del diverso e una lotta verso un potere che si vuole maneggiare dispoticamente. La storyline tra Alina e Mal viene parzialmente modificata nella serie, che ci presenta un rapporto più equilibrato tra i due e un’eroina fortemente indipendente e determinata, incarnata in maniera convincente dall’attrice Jessie Mei li. Quest’ultima regala una performance soddisfacente della crescita personale e formativa dell’eroina e di come riesca  a ridefinire i rapporti con Mal e con il Generale Kirigan, anche se le dinamiche ed interazioni tra i personaggi appaiono a tratti un po’ forzate. Il personaggio di Mal, viene purtroppo penalizzato rispetto ai romanzi, dato che nella serie ci troviamo di fronte ad un’eroina sempre in prima linea. Il trio composto da Kaz, Inej e Jesper, invece, è un’aggiunta di spicco alla trilogia originale: le peripezie affrontate da questo gruppo di personaggi riescono a divertire e al contempo a sostenere il ritmo narrativo di azione e tensione, mantenendo alto il livello di suspense. Menzione d’onore a Ben Barnes che regala una performance incisiva nei panni di un personaggio complesso ed intrigante, presenza estremamente carismatica e ambigua, di cui si scopriranno progressivamente gli spettri del passato e le reali intenzioni.

A livello visivo Tenebre conquista però con una messa in scena elaborata e dettagliata, un buon lavoro sulle scene d’azione e in sede di regia. Svettano in particolare gli effetti speciali con cui si cerca di ricreare l’oscura Faglia popolata dai mostruosi volcra, il leggendario Cervo di Morozova e i poteri dei Grisha, in particolare le tenebre dominate dal Generale Kirigan e la luce manipolata da Alina. Non sempre risulta invece valido l’approccio adottato per combinare elementi young adult con tematiche attuali e rilevanti, per cui si rischia di rendere l’evoluzione dei personaggi approssimativa, oltre che lasciare qualche buco di trama, svolte improvvise e non giustificate in maniera ottimale.

Le premesse di Tenebre e Ossa  sono interessanti, si configura come un progetto fantasy dalle buone possibilità che, tuttavia, a tratti, a causa dell’ambiziosità del racconto corale, rischia di perdere il controllo della narrazione. Oltrepassa gli stilemi tipici delle saghe young adult, aggiungendo i sottotesti di scontri politici e rivendicazioni sociali. Nonostante ciò, la trama è sorretta da buone interpretazioni attoriali e un comparto tecnico degno di nota, soprattutto per quanto riguarda la resa visiva degli effetti speciali e un ottimo lavoro di messa in scena, tra costumi e location suggestive.

Oscar 2021: le previsioni sui vincitori

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Oscar 2021: le previsioni sui vincitori

A poche ore dall’inizio della cerimonia di premiazione degli Oscar 2021, che quest’anno sarà decisamente atipica, ecco le previsioni sui vincitori. Non si tratta di titoli preferiti, o di scommesse, semplicemente di quali sono i titoli e i personaggi che più probabilmente verranno premiati questa notte.

Ecco le previsioni agli Oscar 2021

Miglior film

Migliore regia

Miglior attore non protagonista

Miglior attrice non protagonista 

  • Youn Yuh-jung (“Minari”)

Migliori costumi

  • “Ma Rainey’s Black Bottom,” Ann Roth

Migliore colonna sonora

  • Soul,” Trent Reznor, Atticus Ross, Jon Batiste

Miglior corto d’animazione

  • “If Anything Happens I Love You” (Netflix)

Miglior cortometraggio live action

  • “Two Distant Strangers”

Miglior suono

  • Sound of Metal,” Phillip Bladh, Nicolas Becker, Jaime Baksht, Michelle Couttolenc, Carlos Cortés, Carolina Santana

Migliore sceneggiatura adattata 

  • The Father,” Christopher Hampton, Florian Zeller

Miglior sceneggiatura originale

Miglior attore

Migliore attrice

Miglior film d’animazione

  • Soul” (Pixar)

Miglior Fotografia

Miglior documentario

Miglior corto documentario

  • “A Concerto Is a Conversation” (Breakwater Studios)

Miglior montaggio 

Miglior film internazionale

  • “Another Round” (Denmark)

Miglior trucco 

  • “Ma Rainey’s Black Bottom,” Matiki Anoff, Mia Neal, Larry M. Cherry

Miglior canzone originale

Migliore scenografia

  • “Mank,” Donald Graham Burt, Jan Pascale

Migliori effetti visivi

  • “Tenet,” Andrew Jackson, Andrew Lockley, Scott R. Fisher, Mike Chambers

Razzie Awards 2021: i vincitori trai peggiori!

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Razzie Awards 2021: i vincitori trai peggiori!

Non c’è calamità, sciagura o disgrazia che tenga, anche il cinema peggiore ha assegnato i suoi riconoscimenti, in attesa degli Oscar 2021, nella notte del 25 aprile. I Razzie Awards sono un evento sempre molto atteso e anche quest’anno hanno regalato parecchie contraddizioni.

Ricordiamo ad esempio il 2009, anno in cui Sandra Bullock vinse sia il Razzie che l’Oscar di categoria (non con lo stesso film, naturalmente), oppure quando Halle Berry si premurò di portare con sé l’Oscar vinto per Money Ball l’anno prima, quando ritirò il Razzie per Catwoman, oppure ancora quest’anno, in cui il sequel di Borat ha due nomination agli Oscar e ha vinto due Razzie! Insomma, i Razzie sono sicuramente i premi più divertenti del mondo di Hollywood.

Ecco di seguito tutti i vincitori dei Razzie Awards 2021

PEGGIOR FILM

  • 365 giorni
  • Absolute Proof
  • Dolittle
  • Fantasy Island
  • Music
  • Barbara Białowąs and Tomasz Mandes – 365 Giorni
  • Charles Band – I 3 film di Barbie & Kendra
  • Stephen Gaghan – Dolittle
  • Ron Howard – Elegia Americana
  • Sia – Music

PEGGIOR ATTORE

  • Robert Downey Jr. – Dolittle
  • Mike Lindell – Absolute Proof
  • Michele Morrone – 365 giorni
  • Adam Sandler – Hubie Halloween
  • David Spade – La Missy sbagliata
  • Anne Hathaway – Il suo ultimo desiderio e Le streghe
  • Katie Holmes – The Boy – La maledizione di Brahms  e The Secret – La forza di sognare
  • Kate Hudson – Music
  • Lauren Lapkus – La Missy sbagliata
  • Anna-Maria Sieklucka – 365 giorni

PEGGIOR ATTORE NON PROTAGONISTA

  • Chevy Chase – The Very Excellent Mr. Dundee
  • Rudy Giuliani – Borat – Seguito di film cinema
  • Shia LaBeouf – The Tax Collector
  • Arnold Schwarzenegger – The Iron Mask
  • Bruce Willis – Breach, Hard Kill e Survive the Night

PEGGIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA

  • Glenn Close – Elegia americana
  • Lucy Hale – Fantasy Island
  • Maggie Q – Fantasy Island
  • Kristen Wiig – Wonder Woman 1984
  • Maddie Ziegler – Music

PEGGIOR COPPIA

  • Rudy Giuliani e la zip dei pantaloni in Borat – Seguito di film cinema
  • Robert Downey Jr. ed il suo accento “gallese” poco convincente in Dolittle
  • Harrison Ford e il cane in CGI totalmente falso in Il richiamo della foresta
  • Lauren Lapkus e David Spade in La Missy sbagliata
  • Adam Sandler e la sua stridente voce da sempliciotto in Hubie Halloween
  • 365 giorni 
  • I 3 film di Barbie & Kendra
  • Dolittle
  • Fantasy Island
  • Elegia Americana

PEGGIOR PREQUEL REMAKE, RIP-OFF O SEQUEL

  • 365 giorni
  • Dolittle
  • Fantasy Island
  • Hubie Halloween
  • Wonder Woman 1984

Captain America 4: la Marvel dà il via libera

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Captain America 4: la Marvel dà il via libera

The Hollywood Reporter ha confermato che i Marvel Studios hanno appena confermato l’entrata in produzione di Captain America 4. La notizia arriva in coda alla fine di The Falcon and the Winter Soldier, la serie Disney+ che si chiude con l’avvento di un nuovo Captain America.

Sam Wilson/Falcon ha infatti abbracciato l’eredità e lo scudo lasciatogli da Steve Rogers alla fine di Avengers: Endgame ed ha indossato una divisa a stelle e strisce con tanto di ali, per omaggiare anche il suo vecchio titolo da supereroe. Adesso ci aspetteranno delle avventure decisamente interessanti!

Captain America 4 sarà scritto da Malcolm Spellman e da Dalan Musson che hanno già lavorato alla serie Disney+ e questa scelta indica il forte desiderio dello studio di dare continuità tra piccolo e grande schermo.

Del cast del film non si sa ancora niente, ma possiamo scommettere che oltre a Anthony Mackie, nel film ci sarà spazio per Sebastian Stan (Bucky), Emily VanCamp (Sharon Carter), Wyatt Russell (John Walkers) e Daniel Bruhl (Zemo).

The Falcon and the Winter Soldier: le domande che ci lascia il finale di stagione

ATTENZIONE – L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SUL FINALE DI STAGIONE DI THE FALCON AND THE WINTER SOLDIER

THE FALCON AND THE WINTER SOLDIER

Cosa vuole fare la contessa Valentina Allegra de la Fontaine con U.S. Agent, alias John Walker? Per chi lavora?

“Le cose stanno per diventare strane”, dice Val (Julia Louis-Dreyfus), mentre regala al mondo U.S. Agent, il nuovo alias di John Walker. L’ultima volta che vediamo Walker, l’uomo non è alle prese con le conseguenze delle sue azioni, non è né condannato, né guidato verso la gestione della sua rabbia, ma sta provando un costume nuovo che somiglia molto a quello di Capitan America che ha indossato per gran parte della serie, ma è nero. Val gli dice di tenere il telefono a portata di mano: ora è di guardia.

Nei fumetti, la Contessa è sentimentalmente legata al direttore dello SHIELD Nick Fury e ha legami con Leviathan (lo stesso gruppo di cattivi russi introdotto in “Agent Carter”) così come con Sharon Carter. Conosciuta anche come Madame Hydra, il suo lignaggio di spia la colloca allo stesso livello di Black Widow. Da quello che abbiamo visto però il personaggio di Julia Louis-Dreyfus è destinato a divergere da quello dei fumetti. La vedremo in Black Widow?

Cosa succederà a Zemo rinchiuso nel Raft? Rimarrà in prigione per sempre?

Il Barone Zemo è già evaso di prigione una volta, e dato che il suo maggiordomo Oeznik ha fatto saltare in aria gli ultimi Flag Smashers che avevano preso il siero del Super Soldato, lasciando in vita solo Bucky Barnes, John Walker e Isaiah Bradley (Carl Lumbly) come ultimi Super Soldati esistenti, possiamo dire con serenità che anche dalla prigione del Raft, Zemo ha ancora tanta influenza nel mondo esterno.

Quanto tempo impiegherà Val per progettare un’evasione per Zemo? O stanno già lavorando insieme? Come ha detto alla moglie di Walker, le cose non sarebbero potute andare meglio per lei, neanche se fosse stata lei stessa a pianificare il tutto. Ha aiutato Zemo o no?

Ci sarà una seconda stagione di The Falcon and the Winter Soldier, o meglio, Captain America and the Winter Soldier?

Certamente, ci sono abbastanza domande rimaste senza risposta in questo caso per giustificare un’intera nuova stagione – e la serie è stata presentata agli Emmy non nella categoria delle serie limitate ma in quella dedicata alle serie normali, lunghi. Il fatto che nel finale di stagione, prima della scena post credits, compaia l’intertitolo Captain America and the Winter Soldier, sembra indicare che ci sarà un seguito, con quel titolo proprio. Anche perché non si può battezzare un nuovo Cap e poi non dargli uno spazio dedicato nel MCU, giusto? Infatti ci sarà un nuovo film su Captain America, e sarà scritto da Malcolm Spellman e da Dalan Musson.

“Abbiamo costruito questo paese, con il nostro sangue”, dice Sam al Super Soldato dimenticato Isaiah Bradley. “Non permetterò a nessuno di dirmi che non posso lottare per questo. Non dopo quello che hanno passato tutti prima di me, te compreso.” 

Sam Wilson dovrà ancora essere riconosciuto dal governo degli Stati Uniti come il nuovo Capitan America ufficiale, dal momento che ha già conquistato i cuori e le menti del mondo con il suo discorso in mondovisione, alla fine dell’episodio. E a seguito di una scena molto toccante in cui Sam ripristina il posto di Isaiah nella storia americana, mostrandogli una statua che lo ritrae alla mostra dedicata a Captain America allo Smithsonian, la porta è ora aperta per il nipote di Isaiah, Eli Bradley (Elijah Richardson) che nei fumetti dà il via agli Young Avengers. (Nel franchise Marvel’s Young Avengers, Eli è conosciuto come Patriot.)

Cosa farà la nuova agente Carter, appena riconfermata, ora che è stato rivelato che Sharon Carter è Power Broker?

Nei titoli di coda, Sharon riceve quel perdono che le era stato promesso e viene accolta di nuovo dal governo degli Stati Uniti. Sorprendentemente, non abbandona la strada della criminalità e la prima cosa che fa da ripristinata Agente Carter, è fare delle telefonate per pianificare i suoi prossimi interessi loschi.

Che cosa voleva ottenere nei panni di Power Broker? Sappiamo che è fuggita dopo aver rubato lo scudo di Cap ai funzionari governativi in ​​Captain America: Civil War. Prima di sparare a Karli, si è offerta di riportare l’adolescente al suo ovile, perché “Possiamo fare la differenza insieme”. A che scopo voleva usare i super soldati che lei stessa ha creato?Voleva rubare più Monet per il suo Hard Rock Hotel? Non sembra plausibile…

Dove vedremo di nuovo Sharon Carter? Finora, niente di ciò che è stato annunciato a breve termine, tra cinema e tv, sembra abbastanza adatto. Non “Loki” o i sequel di “Captain Marvel“, “Black Panther” o “Dr. Strange.” C’è una sequenza di combattimento nel trailer di “Shang Chi” che sembra ricordare Madripoor, ma si tratta di una supposizione. Tutto quello che sappiamo è che si è allontanata molto dall’eredità della sua onesta zia , trai fondatori dello S.H.I.E.L.D., Peggy Carter. Per vergogna.

Nomadland: recensione del film di Chloé Zhao

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Nomadland: recensione del film di Chloé Zhao

Dopo l’esordio Songs My Brothers Taught Me e The Rider, bellissimo lavoro presentato a Cannes, Chloé Zhao, regista cinese con una formazione occidentale, tra Londra e New York, torna a raccontare comunità atipiche, dimenticate, ai margini del mondo con Nomadland, un viaggio tra le (non) comunità di nomadi che popolano gli Stati Uniti, spostandosi fra Sud e Nord Dakota, il Nebraska, il Texas.

Il viaggio di Fern

La storia è quella di Fern, una donna che sceglie una vita da nomade dopo che la crisi economica ha causato la chiusura dell’azienda per cui lavorava, nelle campagne del Nevada, una crisi così nera che ha spinto l’intera cittadinanza del paesino costruito intorno all’azienda ad andare via, abbandonando quel posto, quelle case prefabbricata, lasciando dietro di sé solo polvere, arbusti e stoppa. Portando con sé tutti gli oggetti che in qualche modo le ricordano la vita in quel posto e suo marito, scomparso da qualche anno, Fern, a bordo del suo van percorre la strada, da sola o in compagnia, entrando di volta in volta in contatto con nomadi come lei, percorrendo il deserto, scrutando l’orizzonte, inventandosi una vita che non riconosce più e ancorandosi al ricordo del passato che non tornerà ma che continua a vivere proprio il quel ricordo. 

Nomadland è un omaggio a quella popolazione che sceglie di vivere su quattro ruote, è un’ispezione in punta di piedi di un territorio mozzafiato, ma è anche un viaggio interiore, una ricerca esistenziale e il racconto del dolore che spinge ad andare avanti ostinatamente, evitando qualsiasi altra possibilità di legame, di stanziamento, di relazione che non sia con i proprio ricordi. Così Fren stringe tante amicizie, intesse relazioni e rapporti, ma solo per poi lasciarli cadere una volta risalita a bordo del suo van. Persino quando un’amicizia romantica le offre la possibilità di un focolare domestico, lei rifiuta e ci sembra che in quel rifiuto ci sia rammarico, ma anche dispiacere e necessità di tornare indietro ai proprio ricordi.

Un vuoto incolmabile, uno spazio senza confini

NOMADLAND Gotham Awards 2020

Fren deve riempire il vuoto lasciatole dentro dalla perdita del suo posto, in cui per tanto tempo ha vissuto di ricordi, ma sceglie di farlo con tanti piccoli legami provvisori: l’amicizia con i nomadi che domani potrebbe non incontrare più, i lavoretti saltuari a seconda del posto in cui si trova. Solo tornare sui suoi passi e nei luoghi che ha lasciato la metterà in pace con se stessa. Nomadland è un viaggio in quel’America post crisi, senza industrie, senza futuro, tra una generazione che a oltre metà della sua vita si è trovata senza lavoro, senza più certezze, persone con mille e una risorsa ma anche senza prospettive. Il racconto di Chloé Zhao è poetico, si avvale di immagini mozzafiato e di paesaggi spettacolari, ma è anche politico dal momento che fotografa una situazione di precarietà profonda. E ancora, Nomadland è un racconto umano e sociale, che evidenzia come, attraverso l’aiuto reciproco, anche questa precarietà si può arginare, come mostrano le sparute ma vivaci scene conviviali tra Fern e i nomadi che trova lungo la strada.

Chloé Zhao si affida a Frances McDormand che produce anche il film e che interpreta una Fren strepitosa. Ogni sua ruga, ogni sua espressione è dedicata ad una donna che sembra conoscere e capire intimamente, un ruolo che non fa altro che confermare la delicatezza di un’interprete che negli ultimi anni ha dato prova di migliorare film dopo film, performance dopo performance, nonostante partisse già da livelli altissimi. Ma oltre McDormand, i volti che restano davvero impressi nella mente sono quelli di Linda May, Swankie, Bob Wells, nomadi veri, persone autentiche.

Nomadland, chi è ricordato non muore mai

L’occhio di Zhao mostra e racconta con una compassione e una delicatezza rara, costruisce il film passo dopo passo così come i suoi protagonisti un pezzo alla volta ricostruiscono la loro vita, sempre proiettati lungo la strada come fossero carovane di pionieri senza però nulla da scoprire. La ricerca malinconica e disillusa di un nuovo posto in cui stare si rivela presto essere solo una scusa per continuare ad andare avanti, nel ricordo di persone e posti che non torneranno, ma che, proprio perché ricordati, non moriranno mai.

Nomadland, basato sull’omonimo romanzo di Jessica Bruder, ci accompagna lungo queste strade desertiche e queste umanità spezzate ma caparbie sulle note di Ludovico Einaudi che invadono la scena, spesso stringendo anche con le immagini di difficoltà, alle quali però conferiscono dignità e poesia. Zhao realizza un ritratto dell’America post-industriale profondo, delicato, dalla parte dei perdenti che comunque riescono a ingegnarsi e ad andare avanti, senza mai dirsi addio, così come è tradizione tra le comunità di nomadi. “Ci si vede lungo la strada” si dicono, un arrivederci a non si sa quando ma un saluto fiducioso verso un ignoto futuro.

I Wonder Pictures annuncia le uscite al cinema dal 26 Aprile

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I Wonder Pictures annuncia le uscite al cinema dal 26 Aprile

Dal 26 aprile nelle zone gialle italiane riapriranno finalmente anche le sale cinematografiche. Quale occasione migliore per I Wonder Pictures per permettere al pubblico di apprezzare sul grande schermo alcuni tra i titoli più belli del proprio listino 2020 e alcune tra le novità più attese del 2021 che la casa di distribuzione bolognese ha in serbo per tutti gli spettatori che vorranno prendere parte al grande ritorno del cinema sul grande schermo.

Si ricomincia a programmare in sala il film Nuevo Orden, vincitore del Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria alla 77° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, diretto da Michel Franco, cineasta messicano pluripremiato a Cannes e vincitore del Leone D’Oro nel 2015 come produttore di Desde allá. Nuevo Orden è una visione distopica di un futuro non lontano dall’attuale fase storica e politica del Messico contemporaneo, come sottolinea lo stesso regista. Descrivendo una disparità sociale ed economica sempre più diffusa e insostenibile, il film è anche un monito su quali potrebbero esserne le epocali conseguenze.

  • A ROMA presso il cinema QUATTRO FONTANE
  • A ROMA presso il cinema GREENWICH
  •  A ROMA presso il cinema MADISON
  •  A ROMA presso il cinema GIULIO CESARE

UCI Cinemas annuncia riapertura sale a metà maggio

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UCI Cinemas annuncia riapertura sale a metà maggio

UCI Cinemas annuncia una riapertura delle proprie strutture al pubblico a partire da metà maggio. “L’emozione del cinema tornerà molto presto”. Si tratta del primo messaggio della nuova campagna di comunicazione del circuito che prevede una riapertura posticipata di qualche settimana rispetto alla possibilità di riaprire le multisale già dal 26 aprile.

UCI Cinemas coglie questa occasione per comunicare ai clienti affezionati che la volontà è quella di riaprire presto i propri cinema e, nel corso delle prossime settimane, comunicare il piano di riapertura. “Vogliamo offrire ai nostri clienti la miglior esperienza cinematografica possibile e desideriamo ringraziarli tutti per la loro pazienza e comprensione durante questo lungo periodo difficile e per tutti i messaggi di affetto che abbiamo ricevuto da parte loro”.

Nei siti che saranno pronti per la riapertura sono stati garantiti, come l’anno scorso, i protocolli di sicurezza a salvaguardia della salute e del benessere di tutto il pubblico e dello staff, come le misure di distanziamento sociale che includono limitazioni nel numero di posti disponibili per ogni spettacolo e la garanzia di avere delle poltrone vuote tra gli spettatori. Sono state mantenute misure speciali affinché il percorso all’interno del cinema possa avvenire senza alcun tipo di contatto diretto e infine sono state potenziate le procedure di pulizia, con interventi più regolari.

Al ritorno in sala, gli spettatori potranno assistere ai nuovi film in uscita ma anche ai grandi successi delle passate stagioni potendo contare sulla grande varietà di titoli che UCI, da sempre, sa offrire a tutti gli amanti del cinema.

Sandra Bullock: 10 cose che non sai sull’attrice

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Sandra Bullock: 10 cose che non sai sull’attrice

Sandra Bullock è una della attrici più versatili e talentuose che la storia del cinema abbia mai visto. Capace di incarnare qualsiasi ruolo, l’attrice americana ha dimostrato di avere talento sia per ruoli comici, sia per quelli drammatici.

Ma la sua vita non è stata proprio rose e fiori. Ha combattuto diversi ostacoli, in ambito lavorativo e privato, facendosi forza e conquistando il pubblico anche con le sue doti da vera guerriera. Ecco dieci cose da sapere su Sandra Bullock.

Sandra Bullock: film

1. Sandra Bullock: i film e la carriera. La carriera di Sandra Bullock nel mondo della recitazione inizia all’età di 23 anni, quando debutta nel film Hangmen (1987) e partecipa in alcune serie televisive, come Starting from Scratch (1988), Donna in carriera (1990) e alcuni film per la tv come Scontro bionico (1989) e Delitto al Central Park (1989). Tuttavia, è il cinema che la fa innamorare e sul quale si concentrerà, lavorando sodo e partecipando a film come Pozione d’amore (1992), The Vanishing – Scomparsa (1993), Quella cosa chiamata amore (1993), Speed (1994) e Un amore tutto suo (1995). Dalla seconda metà degli anni ’90, l’attrice americana comincia a farsi conoscere grazie alle sue interpretazioni in The Net- Intrappolata nella rete (1995), Amori & Incantesimi (1998), Piovuta dal cielo (1999), Miss Detective (2000), Formula per un delitto (2002), Two Weeks Notice – Due settimane per innamorarsi (2002) e La casa sul lago del tempo (2006). La sua carriera è proseguita brillantemente, poi, con film come Ricatto d’amore (2009), The Blind Side (film del 2009 che le farà ottenere l’Oscar come Miglior Attrice Protagonista), Gravity (2013), All’ultimo voto (2015), Ocean’s 8 (2018) e Bird Vox (2018).

Nel 2021 sarà Ruth Slater nel nuovo film Nora Fingscheidt attualmente senza titolo ed in post produzione. Sarà inoltre nel cast del film Bullet Train diretto da David Leitch al fianco di Brad Pitt, Aaron Taylor-Johnson, Michael Shannon e Zazie Beetz

2. Sandra Bullock è anche regista,, sceneggiatrice, doppiatrice e produttrice. Nel corso della sua trentennale carriera, Sandra Bullock non si è fatta mancare niente, decidendo di sperimentare diversi ambiti. L’attrice americana ha prestato la sua voce per il doppiaggio de Il principe d’Egitto (1998), Aningaaq (2013) e Minions (2015), ed è stata produttrice di diversi film come Miss Detective, Ricatto d’amore, All’ultimo voto e Ocean’s 8. Ma l’attrice ha svolto anche il ruolo di sceneggiatrice e regista: nel 1998, infatti, ha realizzato un cortometraggio intitolato Making Sandwiches.

Sandra Bullock: hot

3. Sandra Bullock non ha mai girato scene hot. L’attrice americana, in passato, è stata protagonista di diverse scatti abbastanza hot che non hanno fatto altro che conclamare quanto sia una delle donne più sexy del mondo. Nonostante ciò, l’attrice non ha alcuna intenzione di girare scene di sesso e pare che questa sia propria una clausola che rimane permanente nei suoi contratti.

4. Sandra Bullock si è fatta licenziare a causa di approcci indesiderati. Non molto tempo fa, la Bullock ha rivelato in un’intervista di essersi fatta licenziare da un film per aver ricevuto degli approcci non desiderati. L’attrice non ha rivelato il nome della persona in questione, ma ha riferito che dopo aver provato a evitare la faccenda anche con dell’umorismo, ha chiesto di farsi licenziare.

Sandra Bullock e Bryan Randall

5. Sandra Bullock è fidanzata con Bryan Randall. Dopo la fine del matrimonio con Jesse G. James nel 2010, l’attrice americana non ha più avuto relazioni amorose importanti. Tuttavia, nel 2015, la Bullock ha conosciuto il fotografo Bryan Randall: ha già una figlia grande, e in passato ha avuto problemi di tossicodipendenza e pare sia stato protagonista di qualche comportamento molesto. Ma ormai il passato è passato e i due, che sono insieme dal 2015, sono molto felici e convivono da tempo.

6. Sandra Bullock ha avuto una vita sentimentale agitata. Prima dell’odierna felicità con il fotografo Bryan Randall, l’attrice è stata sposata per circa cinque anni con il costruttore Jesse G. James: tuttavia, decise di separarsi da lui quando scoprì (poco dopo aver vinto il suo primo Oscar) che lui la tradiva con una pornodiva, tale Michelle McGee. Ma ben prima di lui, la Bullock ha frequentato diverse persone, colleghi come Tate Donovan, Matthew McConaughey e Ryan Gosling, il giocatore di football Troy Aikman e il musicista Bob Schneider.

Sandra Bullock: altezza

7. Sandra Bullock ha una statura media. La Bullock non è una donnona né una piccoletta, ma gode di una statura che rientra nella media. L’attrice, infatti, è alta 171 centimetri, un’altezza che non le ha mai impedito di fare ciò che le piace, sentendosi sempre a proprio agio.

8. Sandra Bullock è sopravvissuta ad un incidente aereo. Di altezze ormai ne sa qualcosa Sandra Bullock che, suo malgrado, per poco non rimaneva vittima di un incidente aereo. Il 20 dicembre del 2000, l’attrice era su un velivolo privato che la stava portando nel Wyoming per le vacanze di Natale. Ha causa delle condizioni meteorologiche poco favorevoli e per dei problemi tecnici, il jet dovette compiere un atterraggio d’emergenza a Jackson Hole, uscendo di pista, finendo in un prato e incidentando, perdendo il carrello di atterraggio e riportando danni un po’ ovunque.

Sandra Bullock: figli

 

9. Sandra Bullock ha due figli. L’attrice aveva già avviato le pratiche per l’adozione quando era ancora sposata con Jesse G. James e, dopo essersi separata, il suo desiderio di adozione non si è di certo arrestato. Così, sempre nel 2010, ha adottato il piccolo Louis e nel dicembre 2015 la piccola Laila. Quello che la Bullock ha sempre sostenuto è una famiglia è composta dall’amore e solo in questo senso può allora definirsi tradizionale, difendendo le donne che crescono uno o più figli da sole: le mamme single non sono mamme a metà.

Sandra Bullock: Oscar

10. Sandra Bullock ha vinto l’Oscar e il Razzie Award lo stesso anno. Se nel 2010 la Bullock ha vinto l’Oscar come Miglior Attrice Protagonista per il film The Blind Side, è anche vero che la sera prima vinse ben due Razzie Award: l’attrice, infatti, li vinse come Peggior Attrice Protagonista e Peggior Coppia (insieme a Bradley Cooper) per il film A proposito di Steve.

Fonti: IMDb, biography, eonline

Loki: 10 domande a cui la serie deve necessariamente rispondere

Loki: 10 domande a cui la serie deve necessariamente rispondere

Il mistero che circonda l’attesissima serie Loki non è dovuto solo al ritorno di Tom Hiddleston nei panni del Dio dell’Inganno, ma anche al fatto che il personaggio si diletterà con tutta una serie di realtà alternative, aprendo così la strada ad una serie di innumerevoli scenari da esplorare. Tuttavia, la serie dovrà rispondere ad alcune domande fondamentali che riguardano, essenzialmente, quanto accaduto in Avengers: Endgame a causa del viaggio nel tempo…

Come può sopravvivere l’universo senza le Gemme dell’Infinito?

In Doctor Strange, è stato stabilito che le Gemme dell’Infinito sono ciò su cui si basa l’universo e che le stesse sono necessarie per bilanciarlo. Tuttavia, in Avengers: Endgame le Gemme sono state tutte distrutte nell’universo principale, che continua a funzionare parecchio bene.

Sebbene Loki sia ambientato in una realtà alternativa, il Tesseract è un elemento chiave della trama, cosa che potrebbe condurre ad un maggiore approfondimento delle altre Gemme dell’Infinito. Dal momento che la serie riguarderà diverse realtà, potrebbe forse spiegare come tutti questi universi sono in grado di funzionare e quale sia l’esatta valenza delle Gemme dell’Infinito.

Qual è lo stato dell’universo alternativo in cui sono intervenuti i Vendicatori?

La maggior parte delle teorie sulla serie hanno a che fare con gli eventi di Avengers: Endgame, poiché i fan hanno visto più realtà grazie a quel film. I Vendicatori sono intervenuti in questi vari universi, come quando Capitan America si è rivelato un agente dell’HYDRA e Star-Lord ha rifiutato la Gemma del Potere quando, in realtà, avrebbe dovuto prenderla.

Tutti questi eventi dovrebbero aver avuto un forte impatto nei rispettivi universi, ma i risultati non sono stati mostrati. Dal momento che Loki salterà da una linea temporale all’altra, la serie dovrebbe stabilire quali sono state le conseguenze per l’intervento dei Vendicatori e se il Dio dell’Inganno avrà bisogno di sistemare anche tutte queste altre realtà.

Perché la Time Variance Authority non ha agito prima?

La Time Variance Authority ha catturato Loki sia per il furto del Tesseract sia per sfruttare la sua natura ambigua. Ciò che al momento non sappiamo è il motivo per cui non sono intervenuti durante gli eventi di Avengers: Endgame, dove il viaggio nel tempo fa sembrare la fuga di Loki qualcosa di relativamente più piccolo se messo a confronto.

A tal fine, la serie non dovrà solo spiegare perché o quando la Time Variance Authority interverrà per sistemare le realtà, ma anche dove si trovava durante Avengers: Endgame. Il fatto che il film sia ambientato nel futuro non dovrebbe essere un problema, dal momento che la TVA non dovrebbe essere ostacolata dal tempo.

Quanti universi ci sono?

L’idea del Multiverso è stata ripresa dai fumetti, in cui ci sono obiettivamente troppi universi per tenere ragionevolmente un conto esatto. Poiché il MCU ha introdotto questo concetto solo di recente, una serie come Loki è nella giusta posizione per rispondere a quanti universi ci sono effettivamente.

Probabilmente non c’è serie migliore che possa spiegarlo, dal momento che la Time Variance Authority può essere usata come un modo per dare una risposta concisa, basata proprio sulla conoscenza della realtà da parte dell’organizzazione. Renderebbe anche chiaro quali sono i confini del Multiverso.

Il tempo può essere danneggiato in modo permanente?

Finora, la posta in gioco nella serie di Loki non sembra essere molto alta, poiché non è ancora sicuro quali siano le conseguenze delle azioni del Dio dell’Inganno. Molti hanno ipotizzato che il tempo stesso possa essere distrutto se non viene ripristinato, qualcosa che la serie Disney+ dovrà confermare.

L’Antico aveva affermato sia in Doctor Strange che in Avengers: Endgame che il tempo può davvero portare alla rovina se lasciato incontrollato, ma questa è ancora solo una teoria che non è stata completamente confermata. Dal momento che Loki è responsabile del ripristino del tempo, la serie è nella posizione per poter rispondere a questa domanda.

La magia asgardiana è autentica o è frutto di una scienza avanzata?

La natura della magia è cambiata rispetto alla Fase Uno, in quanto viene spesso chiamata “scienza avanzata” in film come Thor: the Dark World. Tuttavia, altri titoli come WandaVision e Doctor Strange si riferiscono ad essa come vera magia.

A causa di ciò, non è chiaro se gli Asgardiani si dilettassero davvero con la magia o meno. Dopotutto, Frigga ha detto che è stata allevata dalle streghe ed è stata identificata come tale, cosa che ha fatto sorgere qualche incoerenza. Loki tornerà ad Asgard e potrà finalmente rispondere a questa domanda in maniera chiara.

Il MCU è esso stesso un universo alternativo? 

I fan dei fumetti sanno bene che l’universo principale per la Marvel è la Terra-616, mentre il MCU è designato sul modello Terra-199999. Poiché si suppone che tutti siano interconnessi, sembrerebbe che anche il MCU sia un universo alternativo.

Loki non ha bisogno di saltare nell’universo dei fumetti, ma quello che può fare è fornire riferimenti ad universi come Terra-616 per confermare che fa effettivamente parte del multiverso per il MCU. Insieme a ciò, può anche spiegare se la Time Variance Authority fa parte della Terra-199999 o è collocata al di fuori di essa, nella propria bolla.

Lo Snap ha influenzato altre linee temporali e altri universi?

Sembra difficile credere che il furto del Tesseract da parte di Loki sia un affare più grande per la Time Variance Authority rispetto a Thanos che ha effettivamente distrutto l’intero universo con il suo Snap. Dopotutto, ha abusato del tempo anche durante la sua ricerca delle Gemma.

Indipendentemente da ciò, Loki deve stabilire l’effetto che lo Snap ha avuto su altre realtà e linee temporali. Anche se il viaggio nel tempo ha permesso ai personaggi di viaggiare nel passato prima dello Snap, non ha mostrato però cosa è successo negli universi che corrono paralleli a quello principale. Questo è il motivo per cui Loki deve stabilire fino a che punto il potere combinato delle Gemme dell’Infinito può influenzare il Multiverso. 

Qual è il vero potere del Tesseract?

Il Tesseract ha avuto un’influenza diretta in Captain America: Il primo Vendicatore, The Avengers, Avengers: Infinity War, Captain Marvel e ora anche in Loki. L’ossessione di Loki per il Tesseract ha portato spesso i fan a prendere in giro il Dio dell’Inganno, ma la serie Disney+ può effettivamente approfondire molte cose su di esso. 

Captain Marvel ha ottenuto i suoi poteri da esso, mentre l’HYDRA e lo SHIELD hanno fabbricato armi grazie ad esso, quindi spetta a Loki mostrare il potenziale cosmico del Tesseract. Poiché la Time Variance Authority lo ha ritenuto molto importante, la serie deve mostrare quali sono i limiti a cui il Tesseract può andare incontro.

Cosa succede dopo la morte nel MCU?

lokiDopo aver ingannato la morte così tante volte, rimanendo fedele alla sua natura da imbroglione, i ritorni di Loki sono diventati orima una consuetudine. Tuttavia, la serie ha anticipato che andrà oltre le varie diramazioni della realtà e che affronterà anche il concetto di morte.

Questo deve necessariamente accadere, poiché non è mai stato stabilito cosa succede nel MCU una volta che qualcuno muore. Poiché la serie Disney+ esaminerà più scenari che riguardano proprio l’inversione della morte, è logico che dovrebbe essere mostrato anche il luogo in cui finiscono i personaggi dopo aver lasciato l’universo.

Dylan O’Brien: 10 curiosità sull’attore di Teen Wolf

Dylan O’Brien: 10 curiosità sull’attore di Teen Wolf

Dylan O’Brien è uno degli attori più amati e popolari, soprattutto tra il giovane pubblico: tra Maze Runner e Teen Wolf, si è fatto strada tra i cuori degli adolescenti. È il protagonista di uno dei franchise televisivi più famosi di sempre, ma non solo: è celebre per la sua simpatia e fascino. Nella serie Teen Wolf, interpreta Stiles, il miglior amico di Scott: è simpatico e intelligente, disponibile.

Ecco dieci cose che probabilmente non sapete su di lui:

Dylan O’Brien: curiosità

1.  È nato il 26 agosto 1991, a New York. È cresciuto in New Jersey fino all’età di 12 anni, quando si è trasferito in California. È figlio d’arte: la madre è attrice e dirige una propria scuola di recitazione, mentre il padre lavora in grandi film di Hollywood come operatore. Dylan ha espresso il desiderio di lavorare nel cinema sin da piccolo. All’inizio, però, aveva due passioni: il giornalismo sportivo e il cinema.

Dylan O’Brien, fisico: Il nome di battesimo Dylan Rhodes O’Brien ed è alto 1,78 cm

dylan o'brien

Dylan O’Brien: film, televisione, e Youtube

2. Ha cominciato su Youtube. È attorno ai quattordici anni che ha scoperto il proprio talento per la recitazione e per l’umorismo, e ha aperto il proprio canale Youtube, con il nome “Moviekidd826”. Ci sono sketch comici e video che raccontano della sua vita privata. Il nome ha attirato l’attenzione di un agente di Hollywood, che l’ha incoraggiato a presentarsi ad audizioni per serie televisive. Dylan afferma di essere orgoglioso dei propri video. E di non ricordarsi la password del proprio account: il che vuol dire che i video rimarranno sul canale per sempre.

dylan o'brien

3. Ha rivelato di aver avuto dei problemi durante la propria adolescenza: in particolare, ha attraversato momenti di solitudine, in particolare quando si è trasferito con la propria famiglia dal New Jersey alla California nel 2008. Come tanti altri ragazzi, ha fatto fatica ad inserirsi nel nuovo ambiente scolastico, ed è rimasto senza amici per tre anni.

4. E una delle battute che fa più spesso in pubblico, si riferisce proprio a quel periodo. Ha spesso scherzato sul fatto che in quel periodo i suoi unici “Friends” fossero quelli della famosa sitcom americana. Il telefilm è il suo preferito di sempre, e Dylan afferma di aver visto ogni episodio almeno 8 volte!

I suoi film come attore al cinema

Dylan O’Brien ha ottenuto il successo al cinema nel 2014 con grazie al ruolo di Thomas in Maze Runner – Il labirinto che ha dato il via alla serie di film Maze Runner basati sull’omonimo cicli di romanzi. Tuttavia è apparso anche in alcuni film prima, infatti nel 2013 ha interpretato Stuart nel film Gli Stagisti e Dave Hodgman in The First Time. Nel 2018 ha prestato la sua voce a Bumblebee nel film del 2018 Bumblebee, spin-off del franchise di Transformers. Nel 2020 ha interpretato Fredrick Fitzell in The Education of Fredrick Fitzell, Joel in Love and Monsters.

Dylan O’Brien oggi

Nel 2021 Dylan O’Brien sarà Heinrich Treadway in Infinite, pellicola attualmente in post-produzione e diretta da Antoine Fuqua. L’attore ha recitato al fianco di Mark Wahlberg in uno sci-fi thriller che si presenta avvincente. Nel 2022 sarà nel cast del film The Outfit, pellicola in post-produzione.

Dylan O’Brien incidente sul set

5. Sul set di Maze Runner, è stato coinvolto in un incidente particolarmente grave. Mentre faceva personalmente una scena di stunt, è stato accidentalmente colpito da un’auto, e ha sofferto una frattura facciale e un trauma al cervello. A tempo, è sparito dalla scena pubblica, probabilmente per riprendersi. È riemerso recentemente, per promuovere il nuovo film American Assassin. Dice che gli ci sono voluti sei mesi per riprendersi completamente, e che per lui è ancora difficile parlarne.

Dylan O'Brien incidente sul setI dettagli sull’incidente

Qualche tempo dopo sono stari rivelati alcuni dettagli in merito all’evento. “Erano in corso le riprese di una sequenza d’azione per un film. Questo giovane lavoratore era appeso a un veicolo grazie a una imbragatura e un sistema di corde e si stava arrampicando sul retro di un altro veicolo. Quando il veicolo ha rallentato, il veicolo che lo sosteneva ha rallentato più rapidamente dell’altro.”

Dylan O’Brien fidanzata?

6. Dylan è stato fidanzato con l’attrice Britt Robertson dal 2012 fino al 2018. Britt è conosciuta per il ruolo di Sofia nella serie televisiva Girlboss: una versione romanzata dell’imprenditrice Sophia Amoruso. I due si sono incontrati sul set della commedia The First Time. E’ stata inoltre la protagonista di Tomorrowland: Il Mondo di domani, al fianco di George Clooney.

Al momento non sappiamo se Dylan O’Brien sia fidanzato. Infatti l’attore è una persona estremamente riservata. Inoltre da quando la sua grande storia d’amore è finita, è diventato molto più accorto nel rivelare dettagli della sua vita privata.

7. Dice di essere un nerd. Tra le sue passioni, ce ne sono alcune che sicuramente lo fanno rientrare nella categoria di (adorabili) geek: il baseball, X-Factor, ma soprattutto Star Wars.

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Teen Wolf: gli attori e Dylan

8. Teen Wolf è stata la serie che ha portato Dylan alla fama. Inizialmente, doveva fare l’audizione per il ruolo di Scott. Ma ha chiesto di avere il copione di Stiles, aggiudicandosi la parte. La sua simpatia innata, infatti, si sposa benissimo con quella del personaggio. Se Scott e Stiles sono migliori amici nella serie, i due sono vicini anche nella vita reale. A quanto pare, tutto è cominciato durante le audizioni, e i due sono diventati amici parlando di band e skateboard.

dylan o brien

9. Sa suonare la batteria. A quanto pare, da ragazzino faceva parte di una band chiamata “Slow Kids at Play”. In un’intervista ha rivelato che il gruppo lo ha silurato usando Snapchat: mandandogli un video di prove con un altro batterista. Che cattiveria.

dylan o brien

Dylan O’Brien su instagram

10. Nel giugno 2007 si è sparsa la voce del fatto che Dylan e Britt fossero ufficialmente fidanzati. Infatti, sull’account  Instagram della ragazza è comparsa una foto di lui con la scritta “Sì, siamo ufficialmente fidanzati”. I fan sono andati in delirio, ma molti si sono accorti del fatto che il post fosse un fake. Il post è stato cancellato dopo poco, e i due hanno confermato di non essere fidanzati.

West Side Story di Steven Spielberg: il primo trailer arriverà in occasione degli Oscar 2021

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Il primo trailer di West Side Story di Steven Spielberg verrà mostrato in occasione della notte degli Oscar, il prossimo 25 aprile. La notizia arriva da Deadline, il quale conferma che la Disney, proprio in occasione della “notte delle stelle”, ha intenzione di celebrare il cinema e l’esperienza cinematografica sulla scia di quanto accaduto in seguito alla pandemia di Covid-19.

Nello specifico, alcuni attori protagonisti dei film dello studio che arriveranno prossimamente in sala, non solo condivideranno i loro personalissimi ricordi legati al mondo del cinema, ma presenteranno anche le prime immagini esclusive dei nuovi progetti a cui hanno preso parte. Tra questi ci sarà anche Ariana DeBose, che nel West Side Story di Spielberg interpreta il ruolo di Anita: l’attrice e ballerina statunitense presenterà il primo trailer ufficiale del film, che presumibilmente sarà disponibile online il giorno dopo.

Tra gli altri ospiti coinvolti figurano Lin-Manuel Miranda, che presenterà un nuovo contenuto esclusivo di Sognando a New York – In the Heights, e QuestLove, che presenterà invece il primo trailer ufficiale del suo documentario Summer of Soul.

Tutto quello che c’è da sapere su West Side Story

West Side Story è basato sull’omonimo musical con libretto di Arthur Laurents, parole di Stephen Sondheim e musiche di Leonard Bernstein, già portato sul grande schermo nel 1961 da  Jerome Robbins e Robert Wise. L’adattamento di Steven Spielberg avrà come protagonisti Ansel Elgort e Rachel Zegler, affiancati da Ariana DeBose, David Alvarez, Mike Faist, Corey StolleBrian d’Arcy James.

Rita Moreno, che nell’originale del 1961 interpretava Anita (ruolo grazie al quale vince l’Oscar come migliore attrice non protagonista), apparirà nel film di Spielberg in un ruolo di supporto. West Side Story verrà distribuito nelle sale americane il 10 dicembre 2021.

After 3: il nuovo poster annuncia la nuova uscita al cinema

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After 3: il nuovo poster annuncia la nuova uscita al cinema

01 Distribution ha diffuso il nuovo teaser poster di After 3, l’annunciato terzo capito della sla fortunata saga di libri di Anna Todd che annunci anche la nuova uscita al cinema che sarà ora l’1 settembre 2021.

Dopo il successo del primo AFTER, che nel 2019 ha incassato più di 6 milioni di euro al box office italiano, e l’incredibile risultato del secondo film, che uscito in sala il 2 settembre 2020, oltre ogni aspettativa, ha superato i 4 milioni di euro, arriva al cinema l’atteso sequel After 3, con protagonisti Josephine Langford (Tessa Young) e Hero Fiennes Tiffin (Hardin Scott).

Proprio quando Tessa sta per prendere la più grande decisione della sua vita, tutto cambia. Alcune scoperte sulla sua famiglia, e su quella di Hardin, mettono in dubbio tutto ciò che fino a quel momento era certo e rendono la conquista del loro futuro insieme ancor più difficile da rivendicare.

After 3

AFTER è la fortunata saga di libri di Anna Todd, nata online da una fanfiction, divenuta in poco tempo un impressionante fenomeno della letteratura young adult. La saga AFTER è stata pubblicata in 35 paesi in tutto il mondo, e solo in Italia ha venduto oltre 2 milioni di copie (Sperling& Kupfer).

After 3 è tratto dai romanzi After 3 – Come mondi lontani e After 4 – Anime Perdute: in Italia, infatti, sono stati pubblicati cinque romanzi invece dei quattro originali. After We Fell, terzo romanzo originale, è stato pubblicato in due parti: Come mondi lontani e Anime Perdute.

Justice League Snyder Cut ha contribuito davvero all’aumento degli iscritti a HBO Max?

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A quanto pare, l’arrivo della Snyder Cut di Justice League su HBO Max non ha influenzato in maniera significativa l’aumento delle iscrizioni alla piattaforma di streaming. Dopo la release del taglio di Zack Snyder, la DC Films è finalmente pronta a guardare oltre, nonostante molti fan sperino ancora in un ripristino dello SnyderVerse

La Warner Bros. ha più volte dichiarato di non voler portare avanti una collaborazione con Snyder, ma ad oggi non possiamo sapere se i rinnovati sforzi dei fan (che di recente hanno lanciato una nuova campagna, #RestoreTheSnyderVerse), non possano sortire gli stessi effetti del passato, quando la precedente iniziativa ha portato – appunto – all’effettiva distribuzione della Snyder Cut

Ora, CNBC ha riferito che la Snyder Cut di Justice League non ha portato ad un massiccio aumento degli iscritti a HBO Max. Durante il primo trimestre del 2021, la piattaforma di streaming ha raggiunto solo 2,7 milioni di abbonati a livello nazionale. Ciò ha portato il numero di iscritti totale a circa 44,2 milioni di utenti domestici. L’obiettivo attuale di HBO Max è quello di raggiungere tra i 120 e i 150 milioni di abbonati entro il 2025.

Nonostante il fatto che la Snyder Cut non abbia portato ad un aumento significativo degli iscritti lo scorso marzo, non significa che il film non abbia portato per nulla ad un aumento degli abbonati. L’uscita del film sulla piattaforma è stata annunciata nel 2020, il che significa che molti che attendevano il progetto potevano, all’epoca, essere tranquillamente già iscritti.

Quando lo streamer ha annunciato che nel 2021 avrebbe distribuito (parallelamente all’uscita nelle sale) i titoli in uscita della Warner Bros., HBO Max ha aggiunto circa 4 milioni di utenti. Tra questi film c’era anche Wonder Woman 1984, che potrebbe aver spinto molti fan del DCEU ad iscriversi alla piattaforma prima dell’arrivo della Snyder Cut.

Zack Snyder’s Justice League è uscito in streaming il 18 marzo 2021 su HBO Max in America e, in contemporanea, su Sky e TV in Italia. Il film ha una durata 242 minuti (quattro ore circa) ed è diviso in sei capitoli e un epilogo.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film recitano Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast figurano anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Luke Evans amerebbe interpretare James Bond dopo Daniel Craig

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Luke Evans amerebbe interpretare James Bond dopo Daniel Craig

No Time to Die segnerà l’ultima apparizione cinematografica di Daniel Craig nei panni dell’iconico James Bond. Ad oggi ancora non è stato annunciato il nome del collega che raccoglierà l’eredità dell’attore britannico, anche se, non essendo il film ancora arrivato nelle sale (a causa della pandemia di Covid-19), la scelta appare più che sensata.

Non sappiamo se la produzione abbia già iniziato a valutare il nuovo possibile 007, né se ci siano effettivamente degli attori già in lizza per la parte. Quel che è certo è che si tratta di un ruolo talmente iconico da poter fare gola a molti. In una recente intervista con The Mirror, ad esempio, Luke Evans ha rivelato che amerebbe interpretare 007 dopo il ritiro di Craig.

Evans è noto per aver preso parte alle saghe di Fast & Furious e Lo Hobbit, per aver recitato in film quali Dracula Untold e La bella e la bestia, e per l’acclamata serie L’alienista. A proposito della possibilità di interpretare l’agente segreto più amato del grande schermo, l’attore gallese ha dichiarato: “Penso di essermi fatto le ossa grazie ai film che ho girato. Mi sono divertito ogni volta. Sarebbe un lavoro fenomenale. Stiamo parlando in un franchise e di un ruolo incredibili.”

Poi ha aggiunto: “Interpretare 007 dopo Daniel Craig sarebbe un compito arduo per qualsiasi attore, ma al momento nessuno sa quali siano i piani. È un processo top secret, ma se mi venisse offerta la possibilità, cogliere l’occasione al volo, come penso farebbero molti attori al mio posto. Sarà un momento davvero emozionante l’annuncio del nuovo casting per la produzione di Bond e auguro buona fortuna a chiunque riesca ad ottenere la parte.”

James Bond: chi sarà il nuovo 007?

Nel corso dei mesi, sono stati fatti numerosi nomi di attori che potrebbero prendere il posto di Craig. Tra cui, i più accreditati sono stati Tom Hardy, James Norton e Idris Elba, ma anche Sam Heughan, Henry Cavill, Cillian Murphy, Richard Madden e, più di recente, Rege-Jean Page. A lungo si è parlato anche del fatto che nel futuro del franchise ci sarebbe stata una donna nei panni di 007, ma la storica produttrice della saga Barbara Broccoli ha più volte chiarito che Bond non sarà mai interpretato da un’attrice.

Pixar: un casting call anticipa l’arrivo del primo personaggio transgender

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Stando ad un casting call, la Pixar è pronta ad introdurre nel suo universo il primo personaggio transgender. Come fatto notare dall’account Twitter Trans March (via Screen Rant), la Pixar sarebbe alla ricerca di una giovane doppiatrice per uno dei suoi prossimi progetti.

Come si legge nell’annuncio (che potete visionare qui), il celebre studio d’animazione di proprietà della Disney sarebbe alla ricerca di una giovane attrice tra i 12 e i 17 anni che possa prestare la sua voce ad un personaggio di nome Jesse, una ragazza transgender di 14 anni, descritta come divertente, compassionevole e sempre pronta ad aiutare gli altri. Nessun altro dettaglio sul personaggio o sul progetto in generale è stato confermato: non sappiamo, quindi, se Jesse sarà la protagonista di un corto o di un nuovo film.

Nonostante vari attori che hanno lavorato sia con Disney che con Pixar sia membri della comunità LGBTQ+, questo nuovo progetto Pixar ancora senza un titolo ufficiale sarà il primo a presentare ufficialmente un personaggio transgender. Più di recente, l’attrice e comica Patti Harrison è apparsa tra i doppiatori di Raya e l’ultimo drago, diventando la prima attrice transgender a prestare la voce ad un personaggio Disney.

In Onward – Oltre la magia, invece, Disney e Pixar hanno mostrato il primo personaggio LGBTQ+: si tratta della poliziotta ciclope Spencer, donna lesbica doppiata nella versione originale dall’attrice apertamente gay Lena Waithe. La notizia del casting call per il primo personaggio transgender della Pixar è quindi l’ennesimo, doveroso, passo avanti che la casa di produzione ha deciso di fare per garantire una maggiore inclusività e rappresentanza all’interno delle sue storie.

I prossimi progetti targati Pixar

Ricordiamo che al momento ci sono ben tre film Pixar in sviluppo: il primo, Luca, ambientato in Liguria, arriverà direttamente su Disney+ il prossimo giugno. In cantiere ci sono anche Turning Red (che arriverà a marzo 2022 e che racconterà di una giovane adolescente alla prese con un segreto alquanto sorprendente e “ingombrante”) e Lightyear (lo spin-off di Toy Story in arrivo a giugno 2022 che esplorerà la storia di un giovane pilota collaudatore che diventa lo Space Ranger noto come Buzz Lightyear).

The Falcon and The Winter Soldier: promo “Reason” dal finale di stagione

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Disney+ ha diffuso il promo “Reason” dal finale di stagione di The Falcon and The Winter Soldier, l’ultimo episodio della serie di successo Marvel Studios in onda su Disney+.

Diretta da Kari Skogland, con Malcolm Spellman come capo sceneggiatore, la serie composta da 6 episodi vede protagonisti Anthony Mackie, Sebastian Stan, Wyatt Russell, Emily VanCamp, Daniel Brühl and Erin Kellyman. Nel cast anche Georges St. Pierre, Amy Aquino, Adepero Oduye, Danny Ramirez, Carl Lumbly, Clé Bennett, Desmond Chiam, Florence Kasumba, Olli Haaskivi, Imelda Corcoran e Noah Mills. I primi 4 episodi di The Falcon and The Winter Soldier sono ora disponibili in streaming su Disney+.

The Falcon And The Winter Soldier, la serie tv

The Falcon and The Winter Soldier è la serie di prossima uscita nel quale Anthony Mackie e Sebastian Stan  riprenderanno i loro ruoli nei panni del titolo Falcon (alias Sam Wilson) e The Winter Soldier (alias Bucky Barnes) che sarà diretta da Kari Skogland.

Vi ricordiamo che nel cast di The Falcon and The Winter Soldier è previsto anche il ritorno di due volti noti dell’universo cinematografico, ovvero Emily VanCamp, Sharon Carter in Captain America: The Winter Soldier e Civil War e Daniel Bruhl, nei panni del Barone Zemo. Per quanto concerne la serie di The Falcon and The Winter Soldier, il lancio è fissato in autunno 2020 e Kari Skogland (The Handmaid’s Tale, Penny Dreadful, Boardwalk Empire, The Killing, The Walking Dead, Fear the Walking Dead, Under the Dome, Vikings, The Americans, House of Cards e The Punisher) dirigerà tutti i sei episodi.

Probabile, visti gli esiti di Avengers: Endgame, che lo show si concentrerà sulla dinamica  del rapporto tra le due figure più vicine a Captain America (nonché suoi eredi) e sulle imprese dei supereroi per garantire la sicurezza mondiale.

Independent Spirit Awards 2021: tutti i vincitori

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Independent Spirit Awards 2021: tutti i vincitori

Come ormai accade da qualche anno, gli Independent Spirit Awards, ovvero l’equivalente degli Oscar per il cinema indipendente, presentano una rosa di candidati che in molti titoli è uguale a quella dei loro colleghi più conosciuti.

Anche quest’anno, quindi ben tre film su cinque trai nominati a miglior film concorrono anche per l’Oscar di categoria, e quasi sicuramente Nomadland, che ha vinto tutto durante questa stagione dei premi, arriverà a fare percorso netto con l’Oscar, così come ha portato a casa l’Independent Spirit Awards, con lui Chloé Zhao.

Ecco di seguito la lista completa dei vincitori degli Independent Spirit Awards 2021

Best Feature
Nomadland
“First Cow”
Ma Rainey’s Black Bottom
Minari
“Never Rarely Sometimes Always”

Best Female Lead
Carey Mulligan (“Promising Young Woman”)
Nicole Beharie (“Miss Juneteenth”)
Viola Davis (“Ma Rainey’s Black Bottom”)
Sidney Flanigan (“Never Rarely Sometimes Always”)
Julia Garner (“The Assistant”)
Frances McDormand (“Nomadland”)

Someone to Watch Award
Ekwa Msangi “( Farewell Amor”)
David Midell (“The Killing of Kenneth Chamberlain”)
Annie Silverstein (“Bull”)

Best Male Lead
Riz Ahmed (“The Sound of Metal”)
Chadwick Boseman (“Ma Rainey’s Black Bottom”)
Rob Morgan (“Bull”)
Steven Yeun (“Minari”)
Adarsh Gourav (“The White Tiger”)

Piaget Producers Award
Gerry Kim
Kara Durrett
Lucas Joaquin

Best Director
Chloé Zhao (“Nomadland”)
Lee Isaac Chung (“Minari”)
Emerald Fennell (“Promising Young Woman”)
Eliza Hittman (“Never Rarely Sometimes Always”)
Kelly Reichardt (“First Cow”)

Best New Non-Scripted or Documentary Series
“Immigration Nation”
“Atlanta’s Missing and Murdered: The Lost Children”
“City So Real”
“Love Fraud”
“We’re Here”

John Cassavetes Award
“Residue”
“The Killing of Two Lovers”
“La Leyenda Negra”
“Lingua Franca”
“Saint Frances”

Best Cinematography
Joshua James Richards (“Nomadland”)
Jay Keitel (“She Dies Tomorrow”)
Shabier Kirchner (“Bull”)
Michael Latham (“The Assistant”)
Hélène Louvart (“Never Rarely Sometimes Always”)

Best International Film
“Quo Vadis, Aida?”
“Bacurau”
“The Disciple”
“Night of the Kings”
“Preparations to be Together for an Unknown Period of Time”

Best Editing
“Nomadland”
“I Carry You With Me”
“The Invisible Man”
“Residue”
“Never Rarely Sometimes Always”

Best Ensemble Cast in a New Scripted Series
“I May Destroy You”

Best Male Performance in a New Scripted Series
Amit Rahav (“Unorthodox”)
Conphidance (“Little America”)
Adam Ali (“Little America”)
Nicco Annan (“P-Valley”)
Harold Torre (“Zero, Zero, Zero”)

Best Female Performance in a New Scripted Series
Shira Haas (“Unorthodox”)
Elle Fanning (“The Great”)
Abby McEnany (“Work in Progress”)
Maitreyi Ramakrishnan (“Never Have I Ever”)
Jordan Kristine Seamón (“We Are Who We Are”)

Best New Scripted Series
“I May Destroy You”
“Little America”
“Small Axe”
“A Teacher”
“Unorthodox”

Robert Altman Award
“One Night in Miami”

Best Screenplay
“Promising Young Woman”
“Bad Education”
“Minari”
“The Half of It”
“Never Rarely Sometimes Always”

Best Documentary
“Crip Camp”
“Collective”
“Dick Johnson Is Dead”
“Time”
“The Mole Agent”

Best Supporting Male
Paul Raci (“Sound of Metal”)
Colman Domingo (“Ma Rainey’s Black Bottom”)
Orion Lee (“First Cow”)
Glynn Turman (“Ma Rainey’s Black Bottom”)
Benedict Wong (“Nine Days”)

Truer Than Fiction Award
Elegance Bratton (“Pier Kids”)
Cecilia Aldarondo (“Landfall”)

Best First Feature
“The Sound of Metal”
“I Carry You With Me”
“The 40-Year-Old Version”
“Miss Juneteenth”
“Nine Days”

Best First Screenplay
Andy Siara (“Palm Springs”)
Kitty Green (“The Assistant”)
Noah Hutton (“Lapsis”)
Channing Godfrey Peoples (“Miss Juneteenth”)
James Sweeney (“Straight Up”)

Best Supporting Female
Yuh-jung Youn (“Minari”)
Alexis Chikaeze (“Miss Juneteenth”)
Yeri Han (“Minari”)
Valerie Mahaffey (“French Exit”)
Talia Ryder (“Never Rarely Sometimes Always”)

Iron Man: un fan del MCU lancia una campagna per chiedere il ritorno di Tony Stark

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I fan della Marvel hanno ufficialmente lanciato una campagna per riportare il personaggio di Tony Stark/Iron Man nel MCU. Sebbene sia improbabile che Robert Downey Jr. faccia ritorno nei panni dell’eroe che ha ufficialmente rilanciato la sua carriera, ciò non ha impedito ad alcuni fan di continuare ad alimentare le proprie speranze.

Come riportato da Cinemablend, un fan del MCU ha annunciato su Twitter di aver affittato un cartellone pubblicitario a Los Angeles allo scopo di lanciare una campagna per riportare Tony Stark nell’Universo Cinematografico Marvel. Il cartellone in questione (che potete vedere cliccando qui) esorta i fan ad utilizzare l’hashtag #BringBackTonyStarkToLife il prossimo 24 aprile, giorno in cui verrà celebrato il secondo anniversario dell’uscita di Avengers: Endgame, quindi dell’ultima apparizione di Downey Jr. nei panni dell’iconico personaggio.

Il tweet originale che annunciava la campagna è stato misteriosamente cancellato, ma il cartellone non è stato rimosso. Molti fan della Marvel erano soddisfatti per la conclusione dell’arco narrativo di Iron Man, ma evidentemente ci sono ancora alcuni che avrebbe preferito un destino diverso per Tony (forse qualcosa di più simile al finale riservato a Steve Rogers).

Robert Downey Jr. tornerà davvero nel MCU?

Robert Downey Jr. non ha avuto ancora la fortuna che cercava dopo aver chiuso con il MCU, dal momento che Dolittle, il primo film post-Avengers, è stato un colossale flop. È possibile che l’attore possa riprendere il suo ruolo in una delle prossime serie Disney+ (magari Iron Heart o Armor Wars), anche se ciò potrebbe offuscare l’eredità “cinematografica” del suo Iron Man.

Tuttavia, dovremmo rivedere il personaggio di Iron Man un’ultima volta nell’atteso Black Widow, che sarà ambientato tra gli eventi di Civil War e Infinity War. Anche se non è stato ancora confermato ufficialmente, è probabile che il personaggio di Tony Stark apparirà in un flashback.

Dave Bautista mette a confronto lo stile di Zack Snyder con quello di James Gunn

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In una recente intervista con Screen Rant in occasione della promozione di Army of the Dead, il nuovo film di Zack Snyder che arriverà su Netflix il prossimo mese, Dave Bautista ha paragonato la sua esperienza sul set con il regista di Justice League a quella con James Gunn, che lo ha diretto nel ruolo di Drax il Distruttore nella saga di Guardiani della Galassia

L’attore ha messo a confronto i due diversi stili registici e si è preso un momento per discutere anche della sua esperienza con Denis Villeneuve, con cui ha lavorato in Blade Runner 2049 e nel nuovo attesissimo adattamento di Dune, in arrivo nei cinema il prossimo ottobre. “Penso che James sia molto più coinvolto nelle performance dei suoi attori”, ha spiegato Bautista: “Con Zack credo di aver avuto più flessibilità. James è un maniaco del controllo. Lo è davvero. Ma è una cosa che non mi dispiace, perché è un grande regista e un grande narratore di storie. Mi fido di lui. Zack però sembra disposto a darti molta più libertà, anche se non fa trasparire molto le sue emozioni. A volte mi capita di sentirmi impacciato, quindi spesso sono andato da lui perché chiedergli come fossi andato, visto che la mia performance mi sta molto a cuore. E lui si limitava a dire che ero stato perfetto.”

L’attore ha poi aggiunto: “Con James Gunn è diverso. Una volta rimase sconvolto dalla posizione dei miei occhi. Mi disse che dovevo scegliere un punto fisso e concentrarmi su di esso, e che dovevo smetterla di muovere gli occhi. Anche Denis Villeneuve è così. Ha una sua visione e non vuole che ti allontani da essa. Alla fine è stato molto utile, perché mi ha permesso di fare cose di cui non credevo di essere capace, come ad esempio è avvenuto con il mio piccolo ruolo in Blade Runner 2049. Penso di aver capito il personaggio, ma poi ho capito che mi sbagliavo. Denis mi ha fatto fare tutto in modo diverso, a partire dalla mia camminata. Ho amato quel ruolo in quel film e gli sono grato per come mi ha diretto. Mi piace quanto lavoro con registi che mi insegnano qualcosa.” 

Le dichiarazioni di Bautista su Snyder e Gunn sono particolarmente interessanti, visto che i due registi hanno avuto delle carriere in qualche modo simili grazie ai ruoli ricoperti nel plasmare rispettivamente il DCEU e il MCU. Si potrebbe sostenere che l’approccio di Gunn sia stato più insolito, poiché molti gli attribuiscono il merito di aver portato il MCU in una direzione più attinente alla commedia. Tuttavia, è chiaro che a Bautista piaccia lavorare con entrambi i registi, due personalità molto diverse che sono certamente in grado di far emergere il suo talento al meglio.

Thor: Love and Thunder, Russell Crowe conferma l’identità del suo ‘divino’ personaggio

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La notizia che Russell Crowe avrebbe fatto parte del cast di Thor: Love and Thunder ha emozionato molto i fan dell’attore australiano, che erano curiosi di sapere chi avrebbe interpretato nel film di Taika Waititi. Via Twitter, è proprio Crowe a rompere il silenzio sul suo personaggio, dichiarando che interpreterà Zeus. Ecco l’estratto dall’intervista radio che ha rilasciato:

https://twitter.com/tlatnews/status/1385291213490769925

Thor: Love and Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie Portman, come confermato sabato durante il panel dei Marvel Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece al 6 maggio 2022.

Taika Waititi tornerà alla regia di un film dei Marvel Studios dopo Thor: Ragnarokcosì come Chris Hemsworth e Tessa Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers: Endgame. Nel cast anche Christian Bale nei panni del villain Gorr il Macellatore di Dei. L’ispirazione del progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.

Security: il nuovo film Sky Original, Peter Chelsom tratto da un romanzo di Stephen Amidon

Arriverà prossimamente in prima assoluta su Sky e NOW il nuovo film Sky Original Security, diretto da Peter Chelsom (Serendipity, Shall We Dance?, Hannah Montana) e ispirato all’omonimo romanzo di Stephen Amidon (pubblicato in Italia da Mondadori), già acclamato autore de Il capitale umano.

Sceneggiato dallo stesso regista insieme a Tinker Lindsay, Silvio Muccino, Michele Pellegrini e Amina Grenci, da un soggetto di Peter Chelsom, Umberto Contarello e Sara Mosetti, il film è interpretato da Marco D’Amore che ne è protagonista accanto a Maya Sansa, Silvio Muccino, Valeria Bilello, Ludovica Martino, Giulio Pranno, Tommaso Ragno, Beatrice Grannò, Antonio Zavatteri e con la partecipazione di Fabrizio Bentivoglio.

Peter Chelsom si è avvalso anche della collaborazione del direttore della fotografia Mauro Fiore, vincitore del Premio Oscar nel 2010 per Avatar.

Il film è una produzione Vision Distribution e Indiana Production. Ne sono produttori Marco Cohen, Benedetto Habib, Fabrizio Donvito, Daniel Campos Pavoncelli.

Security film 2021

Dichiarazione del regista Peter Chelsom: “Ero un fan del film IL CAPITALE UMANO e quando Indiana Production di Milano mi ha mandato SECURITY dello stesso romanziere, Stephen Amidon, ho capito che anche questa storia avrebbe funzionato bene in Italia. L’ambientazione di Forte Dei Marmi sembrava perfetta. Era il momento giusto, cercavo un progetto europeo. Anche se parlo italiano, devo ammettere che ero un po’ preoccupato. Ma ad un certo punto ti rendi conto che, come i musicisti, abbiamo una lingua in comune, quella del cinema. Tutto il processo di girare in Italia è stato un grande piacere. Ho avuto la fortuna di aver lavorato con i migliori attori di Hollywood e posso dire che il mio cast italiano è stato eccezionale.”

Dichiarazione di Margherita Amedei, senior director di Sky Cinema: “Sky Cinema prosegue nella costruzione di un’offerta di film che spazia attraverso vari generi: oggi siamo orgogliosi di presentare Security, il primo thriller Sky Original, un prodotto italiano e internazionale al tempo stesso, con la regia di Peter Chelsom alla guida di un grande cast di attori italiani. Security indaga sulle nostre paure più recondite, rappresentando con grande efficacia come le apparenze siano sempre più ingannevoli. L’ambientazione originale – Forte dei Marmi d’inverno – accompagna lo spettatore attraverso una vicenda che mette in scena le debolezze umane, ma anche la forza della verità, che può emergere solo quando la si cerca con vera determinazione”.

La trama

In estate Forte dei Marmi è una cittadina tranquilla, un piccolo angolo di paradiso per i suoi cittadini benestanti. In inverno le giornate si accorciano, le notti si allungano e le ville diventano piccole fortezze custodite da sofisticati circuiti di telecamere di sicurezza. Questa è una storia invernale, una storia che sconvolge le vite dei propri personaggi e li cambia per sempre. Quando la paura abita all’interno delle case e delle persone, qual è il prezzo della sicurezza?

SECURITY, prossimamente in prima assoluta su Sky e NOW

Al Pacino: 10 cose che non sai sull’attore

Al Pacino: 10 cose che non sai sull’attore

Tra i più noti attori della storia del cinema, Al Pacino ha contribuito al cambiamento cinematografico perpetuato a partire dagli anni sessanta. La sua filmografia è esemplare, avendo collaborato ad alcuni dei più importanti film della storia e con i maggiori autori e attori di sempre. Ad oggi Pacino rimane uno dei più grandi attori sulla piazza, capace di regalare sempre nuove iconiche interpretazioni.

Ecco 10 cose che non sai di Al Pacino.

Al Pacino carriera

1. I film. La carriera cinematografica dell’attore ha inizio nel 1969 con il film Me, Natalie, ma la fama arriva con l’interpretazione di Michael Corleone nel film Il padrino (1972). Successivamente, tra i film più noti dell’attore, si annoverano Serpico (1973), Il padrino – Parte II (1974), Quel pomeriggio di un giorno da cani (1975), Scarface (1983), Dick Tracy (1990), Scent of a Woman (1992), Carlito’s Way (1993), Heat – La sfida (1995), Donnie Brasco (1997), Ogni maledetta domenica (1999), Insomnia (2002), Il mercante di Venezia (2004), C’era una volta a… Hollywood (2019), The Irishman (2019). Nel 2020 è stato il protagonista di Hunters, serie Amazon nel quale interpreta Meyer Offerman.

Al Pacino oggi

Nel 2021 sarà Aldo Gucci nell’atteso House of Gucci, film girato interamente in Italia con protagonisti Adam Driver e Lady Gaga.

2. La regia. In più di un’occasione Pacino si è cimentato come regista, realizzando quattro film di cui è stato anche sceneggiatore e produttore. Questi sono Riccardo III – Un uomo, un re (1996), Chinese Coffee (2000), Babbleonia (2007) e Wilde Salomé (2011).

Al Pacino vita privata

3. Ha avuto numerose relazioni. Nel corso degli anni Pacino ha avuto numerose relazioni con attrici famose, tra cui Jill Clayburgh, Tuesday Weld, Marthe Keller, Carol Kane, Diane Keaton, Penelope Ann Miller e Madonna. Dal 2011 al 2018 è stato sentimentalmente legato all’attrice argentina Lucila Solà. Nonostante ciò, Pacino non si è mai sposato.

al pacino

Al Pacino premi e nomination

4. Ha otto nomination agli Oscar. Pacino è uno degli attori più nominati a tale premio. La sua prima candidatura arriva nel 1973 come miglior attore non protagonista per Il padrino. L’anno seguente viene nominato come attore protagonista per il film Serpico, mentre nel 1975 è di nuovo nominato per Il padrino – Parte II. Nel 1976 viene nominato per la quarta volta di fila per Quel pomeriggio di un giorno da cani. La successiva candidatura arriva nel 1980 come attore protagonista per …e giustizia per tutti. Passano undici anni, e nel 1991 l’attore è di nuovo nominato come attore non protagonista per Dick Tracy. Nel 1993 Pacino è invece doppiamente nominato, come attore non protagonista per Americani e come attore protagonista per Scent of a Woman, e con quest’ultimo riesce a vincere il suo primo Oscar.

Al Pacino Scarface

5. Ha avuto problemi alle vie nasali. Stando ad alcune fonti, la cocaina che Pacino assume nel film era in realtà latte in polvere. Ciò non vuol dire che non abbia dato problemi all’attore, il quale ha dichiarato di aver riportato da quel momento alcuni problemi alle vie nasali.

6. E’ stato ispirato da Meryl Streep. L’attore ha affermato di essersi ispirato a Meryl Streep per la sua interpretazione del gangster Tony Montana. Stando a quanto dichiarato, ad averlo ispirato sarebbe stata la cura dei dettagli che l’attrice ha dimostrato nell’interpretare la protagonista in La scelta di Sophie.

Al Pacino Il Padrino

7. I produttori non lo volevano per il ruolo. In Il Padrino l’attore interpreta Michael Corleone, il figlio di Don Vito Corleone, interpretato da Marlon Brando. Tuttavia la produzione non voleva che a ricoprire il ruolo fosse Pacino, poiché lo consideravano ancora troppo sconosciuto e affidargli un ruolo simile sarebbe stato un azzardo. Il regista Francis Ford Coppola tuttavia si impuntò, e riuscì a convincere tutti di quanto l’attore fosse perfetto per la parte.

The Irishman

Al Pacino The Irishman

8. E’ il suo primo film con Scorsese. Per quanto possa sembrare strano, Pacino e Scorsese non hanno mai lavorato insieme ad uno stesso film. The Irishman sarà infatti la loro prima collaborazione, dove l’attore interpreterà il sindacalista Jimmy Hoffa, e condividerà la scena con Robert De Niro e Joe Pesci.

Al Pacino patrimonio

9. Ha avuto una ricca carriera. La lunga filmografia dell’attore ha permesso all’attore di ottenere grandi guadagni, ma è grazie ai suoi ruoli più celebri che Pacino ha raggiunto lo status di uno degli attori più pagati della sua generazione. Il suo patrimonio ammonta oggi a circa 165 milioni di dollari.

Al Pacino età e altezza

10. Al Pacino è nato a New York, negli Stati Uniti, il 25 aprile 1940. L’altezza complessiva dell’attore è di 170 centimetri.

Fonte: IMDb

The Conjuring: Per Ordine Del Diavolo, il trailer del film dal 3 giugno al cinema

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The Conjuring: Per Ordine Del Diavolo narra un’agghiacciante storia di terrore, omicidio e male oscuro, che ha sconvolto persino gli investigatori del paranormale Ed e Lorraine Warren. Uno dei casi più sensazionali da loro affrontati, inizia con la lotta per l’anima di un ragazzo, che ha portato i due demonologi a cose mai viste prima, segnando la prima volta nella storia degli Stati Uniti in cui un sospetto omicida avrebbe reclamato la sua possessione demoniaca come difesa.

Vera Farmiga e Patrick Wilson tornano a recitare nei panni di Lorraine e Ed Warren, sotto la direzione di Michael Chaves (“La Llorona – le lacrime del male”). Fanno parte del cast del film Ruairi O’Connor (“The Spanish Princess” di Starz), Sarah Catherine Hook (“Monsterland” di Hulu) e Julian Hilliard (le serie “Penny Dreadful: city of Angels” e “Hill House”) .

The Conjuring: Per Ordine Del Diavolo è prodotto da James Wan e Peter Safran, che hanno già collaborato a tutti i film dell’universo di “The Conjuring”. Chaves ha diretto il film da una sceneggiatura di David Leslie Johnson-McGoldrick (“The Conjuring 2– Il caso Enfield”, “Aquaman”), una storia di James Wan e David Leslie Johnson-McGoldrick, basata sui personaggi creati da Chad Hayes e Carey W. Hayes. I produttori esecutivi sono Richard Brener, Dave Neustadter, Victoria Palmeri, Michael Clear, Judson Scott e Michelle Morrissey.

La squadra creativa che ha lavorato dietro le quinte ha riunito i collaboratori dell’universo di “The Conjuring” tra cui il direttore della fotografia Michael Burgess, la scenografa Jennifer Spence, la costumista Leah Butler e il compositore Joseph Bishara, insieme al montatore del regista di “La Llorona – le lacrime del male”, Peter Gvozdas e Christian Wagner (“Furious 7”).

The Conjuring: Per Ordine Del Diavolo è il settimo film dell’universo di “The Conjuring”, il più grande franchise horror della storia, che ha incassato più di 1,8 miliardi di dollari in tutto il mondo. Ne fanno parte i primi due capitoli di “The Conjuring”, nonché “Annabelle” e “Annabelle 2: Creation”, “The Nun – la vocazione del male” e “Annabelle 3”.

New Line Cinema presenta una produzione Atomic Monster / Peter Safran, The Conjuring: Per Ordine Del Diavolo, che sarà distribuita da Warner Bros. Pictures e arriverà al cinema in Italia dal 3 giugno 2021.

The Conjuring: Per Ordine Del Diavolo – le prime immagini

Proxima con Eva Green in arrivo in DVD e Blu-Ray

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Proxima con Eva Green in arrivo in DVD e Blu-Ray

Koch Media Italia annuncia che Proxima, diretto da Alice Winocour (Augustine, Disorder – La guardia del corpo) e presentato al Toronto International Film Festival del 2019, è da oggi disponibile in DVD e Blu-Ray. Il film conta un cast d’eccezione composto da Eva Green, Matt Dillon, Zélie Boulant-Lemesle, Lars Eidinger, Sandra Hüller e Aleksey Fateev.

Proxima è un mix perfetto tra adrenalina e intimismo ed esplora la vita e lo stato d’animo di un’astronauta francese, Sarah, interpretata da una magistrale Eva Green. La regista Alice Winocour, che nei suoi lavori si è spesso concentrata sulle persone in difficoltà – come per il caso di isteria nel suo primo lungometraggio Augustine (2012) e per la guardia del corpo che soffre di disturbo da stress post-traumatico in Disorder (2015) – in questa pellicola racconta il carico di lavoro mentale di Sarah, una donna che deve fare i conti con una formazione lavorativa rigorosa ed estenuante e con l’idea di allontanarsi per 12 mesi dalla figlia di 8 anni.

“Sin da piccola sono stata affascinata dallo spazio. Ho letto molto sull’argomento e sono stata attratta da questo ambiente. Ho iniziato a incontrare allenatori che addestrano gli astronauti, ho visitato le strutture di addestramento e mi sono resa conto di quanto lavoro e di quanti anni ci vogliono per imparare a separarsi dalla Terra. Tutto ciò viene mostrato raramente al cinema.” – ha dichiarato la regista Alice Winocour. “Come con tutti i miei film, sono attratta da un universo particolare e durante il viaggio mi rendo conto che ciò che mi guida è un sentimento molto privato. Per far emergere il lato personale, ho bisogno di raggiungere mondi molto lontani. L’aspetto privato qui è il rapporto madre-figlia, dato che io stessa ho una figlia di 8 anni. Volevo esplorare il processo di separazione di una madre e una figlia, che risuonava con la separazione dell’astronauta dalla Terra.”

Riguardo la sua lunga preparazione per il ruolo dell’astronauta Sarah Loreau in Proxima, Eva Green ha commentato “Per quanto ne so, nessun altro film mostra la preparazione pre-lancio degli astronauti con tale realismo. Come molti attori, mi sento obbligata a immergermi nel mondo del mio personaggio prima di arrivare sul set. Soprattutto, in questo caso, dal momento che il suo mondo mi è così estraneo. Alice mi ha guidato molto da vicino durante la preparazione, dandomi libri da leggere e presentandomi ad astronaute donne, come Samantha Cristoforetti e Claudie Haigneré.”- ha poi continuato – “Ho avuto il privilegio di visitare diverse volte l’Agenzia Spaziale Europea a Colonia e Star City in Russia, che è una struttura straordinaria, una città a grandezza naturale dedicata esclusivamente all’esplorazione spaziale. Ho capito che è un lavoro che richiede passione, forza di volontà, facoltà mentali e attitudini fisiche ben oltre la norma. Gli astronauti sono persone eccezionali, supereroi. ‘Se non si soffre, non si cresce!!’. Ho trovato la loro abnegazione – il loro implacabile allontanamento dei propri limiti – assolutamente affascinante.”

La trama di Proxima

In Proxima Sarah è un’astronauta francese addestrata presso l’agenzia spaziale europea di Colonia. Unica donna del programma, vive sola con la figlia Stella, una bambina di nove anni, e vive un profondo senso di colpa per non riuscire a passare molto tempo con lei.

Quando poi viene selezionata per fare parte dell’equipaggio di una missione spaziale dalla durata di un anno, la relazione tra madre e figlia sarà gettata nel caos. Eva Green in una performance straordinaria che mostra il lato femminile dell’addestramento spaziale.Proxima in arrivo in DVD e Blu-Ray

Cameron Diaz: 10 cose che non sapevi sull’attrice

Cameron Diaz: 10 cose che non sapevi sull’attrice

Sono passati più di vent’anni dal debutto cinematografico di Cameron Diaz in The Mask – Da zero a mito. E sono passati quattro anni dall’ultima apparizione al cinema di Cameron Diaz. Ma siamo ancora qui a parlarne. Perché? Perché nei suoi vent’anni di carriera cinematografica, Cameron Diaz è diventata un simbolo: uno dei simboli di Hollywood, una delle attrici e produttrici più famose di sempre, una delle celebrità più seguite, una delle star più belle e hot di sempre, e un’icona di stile. Cameron Diaz e i suoi film sono stati, per un vent’ennio al cuore dell’industria cinematografiche. Ma, nonostante sia sempre stata sotto i riflettori, ci sono forse alcune cose su Cameron Diaz che non sapete.

Ecco dieci cose che non sapevate su Cameron Diaz: 

Cameron Diaz: e i suoi film

cameron diaz

1. Cameron Diaz: i film e la carriera. Cameron Diaz è nata nel 1972 a San Diego, figlia di un padre cubano-americano e di una madre anglo-germana. Ha lasciato casa all’età di 16 anni, ed ha vissuto in posti come Giappone, Australia, Messico, Marocco e Parigi. Al suo ritorno, all’età di 21 anni, faceva la modella. Fu allora che fece l’audizione per un ruolo importante in The Mask – Da zero a mito, che uscì nel 1994. Non aveva esperienza, ma si aggiudico il ruolo di co-protagonista accanto a Jim Carrey. I tre anni successivi, sviluppò le proprie capacità d’attrice in film indipendenti, come Una cena quasi perfetta (1995), Due mariti per un matrimonio (1996) e Acque profonde (1996). È tornata poi al cinema mainstream, in forma perfetta, comparendo nel 1997 ne Il matrimonio del mio migliore amico accanto a Julia Roberts. Julia Roberts è poi diventata ufficialmente una star grazie a Tutti Pazzi per Mary, nel 1998. Da lì, ha lavorato in film importanti, commedie di successo, e come doppiatrice. Tra i vari film con Cameron Diaz, ricorderete sicuramente Essere John Malkovich, Charlie’s Angels e Charlie’s Angels – Più che mai, Shrek,Shrek 2 e Shrek e vissero felici e contenti, Vanilla Sky, Minority Report, Gangs of New York, L’amore non va in vacanza, The Box, Innocenti bugie, Gambit – Una truffa a regola d’arte, The Counselor – Il ProcuratoreAnnie – La felicità è contagiosa, Bad Teacher, Tutte contro lui e In Her Shoes – Se fossi lei.

2. Sembra che Cameron Diaz abbia abbandonato la recitazione. L’ultimo film con Cameron Diaz è stato Annie – La felicità è contagiosa. La conferma del fatto che abbia deciso di ritirarsi dalla recitazione, però, è arrivata solamente nel 2018. Durante una tavola rotonda con Christina Applegate e Selma Blair, con le quali aveva recitato in La cosa più dolce, infatti, ha discusso un potenziale ritorno del trio, commentando: “Forse dovrei (…) Sono quasi in pensione, anzi al momento non sto facendo niente.”

3. Non solo film: Cameron Diaz ha condotto il Saturday Night Live. Uno show famosissimo, SNL è il trampolino di lancio dei maggiori comici americani. E che trampolino. E Cameron Diaz è passata di lì: ha condotto lo show tre volte e è comparsa come ospite parecchie altre, nei panni del personaggio Kiki Deamore.

4. Cameron Diaz è andata a scuola con Snoop Dog. Di lei, lui ha detto che era una ragazza popolare e trendy. Sembra che le cose, da allora, non siano proprio cambiate. E anche lei ha parlato dei propri ricordi di Snoop, dicendo. “Era molto alto e magro. E si faceva la coda di cavallo. E sono sicura di aver comprato erba da lui.”

Cameron Diaz: nuda sullo schermo a 42 anni

Cameron Diaz

5. Cameron Diaz nuda in Sex Tape. Sono tante le celebrità di Hollywood che decidono di opporsi alla regola dell’apparire nude solamente nella giovinezza, per venire poi scartate, e decidono di mostrarsi senza veli dopo i quarant’anni. È anche vero che, con un corpo sanissimo e da schianto, Cameron Diaz se lo può permettere. Ma, all’età di 42 anni, Cameron Diaz è nuda per la prima volta sul grande schermo in Sex tape – finiti in rete. Nel film, una coppia sposata decide di girare dei filmati hot: e Cameron Diaz appare nuda, in diverse scene di sesso con Jason Segel.

6. Cameron Diaz si è sposata il 5 gennaio 2015. Ha sposato il proprio compagno di 8 mesi Benji Madden, con una ceremonia privata nella loro casa a Los Angeles, dopo due settimane di fidanzamento. Nel weekend, la coppia ha organizzato un’intima cena di prova per familiari e amici tra cui Drew Berrymore, Gwyneth Paltrow, Toni Collette, Reese Witherspoon, Joel Madden e Nicole Richie. Al matrimonio erano presenti più di novanta ospiti. Cameron Diaz e Benji Madden aspettano ora il primo figlio: la notizia è stata annunciata nel febbraio 2018.

Cameron Diaz hot

7. Cameron Diaz ha fatto la modella per CK e Levis. È diventata famosa al cinema grazie a The Mask, ma, prima di allora, ha lavorato come modella. E parecchio. È apparsa in pubblicità di marche molto famose, tra cui Nivea, Coca-Cola, Calvin Klein e Levis. Inoltre, è comparsa sulla copertina di Seventeen nel luglio 1990. All’uscita del primo film commentò: “Sono una bella ragazza che fa la modella e non è male come attrice”. Prima di offrirle il suo primo ruolo ufficiale in The Mask, la New Line, preoccupata all’idea di avere come coprotagonista una sconosciuta, ha insistito perché la Diaz leggesse il copione con Jim Carrey per 12 volte. “Ero pronta per una crisi di nervi” ha raccontato poi la Diaz, “Non riuscivo a mangiare, non riuscivo a dormire. Mi è venuta un’ulcera.”

8. Cameron Diaz ha collaborato al design dei propri costumi in Charlie’s Angels. Nei film, Cameron Diaz è alla moda e hot come nella vita reale. E, per Charlie’s Angels, contribuì a creare il proprio look, tra cui quello per “Baby Got Back”. Per lei, il film fu un’occasione per scatenarsi e divertirsi molto sul set: collaborò con il designer del film, prese lezioni di kung fu, si diverti ad indossare un vestito più bello dell’altro, ed ebbe l’occasione di lavorare con un ottimo regista e passare le proprie giornate con due delle sue migliori amiche. Niente male.

9. Cameron Diaz è un’esperta di salute e fitness. Ha scritto un libro a riguardo, dal titolo The Longevity Book: the Science of Aging, the Biology of Strength, and the Biology of Time. La sua icona? Helen Mirren, che lei definisce “terribilmente sexy”. “Non cerca di tornare indietro nel tempo, ma semplicemente si prende cura di se stessa”, ha commentato. Lo stesso, effettivamente, di può dire di Cameron Diaz, hot come non mai all’età di 45 anni: è sana e di prende cura di sé. E si vede. Secondo lei, il segreto sta proprio in questo, e nel proprio spirito.

Cameron Diaz: altezza e fisico

10. Il fisico di Cameron Diaz: l’altezza è 1.74 m, e pesa all’incirca 58 kg. Sembra che le misure siano all’incirca 87-58.5-89.

Fonti: IMDb, Independent, Confused Sandals, Vogue

Alan Rickman: 10 cose che non sapevate sull’attore inglese

Alan Rickman: 10 cose che non sapevate sull’attore inglese

Il 14 gennaio 2016, il mondo ha perso uno degli attori più interessanti ed enigmatici della storia del cinema britannico e non solo. Alan Rickman era un’istituzione, non solamente per i fan di Harry Potter.

Ecco dieci fatti su Alan Rickman, per ricordarlo.

Alan Rickman: i film

alan rickman

1. La prima carriera di Alan Rickman è stata quella di grafico. Aveva fatto un po’ di recitazione da ragazzino, ma la carriera di Alan Rickman è stata quella di grafico per parecchi anni. Era un artista: dopo aver studiato grafica al Chelsea College of Art and Design, aveva frequentato delle lezioni al Royal College of Art. Con qualche amico, aveva lanciato il proprio business di grafica, Graphitti. “Sembra una fantasia da anni ’70, ora” aveva raccontato al Design Observer, “Uno studio all’ultimo piano in Berwick Street, condiviso con un fotografo, con i muri a mattoni dipinti di bianco, e un soffitto di vetro. (…) Era tutto PdC: Prima del Computer. Lavoravamo a layout di riviste e illustrazioni, copertine di libri, copertine di dischi, e pubblicità.” La sua carriera di designer, però, è giunta al termine in modo piuttosto naturale quando Rickman ha cominciato a recitare nei festival di teatro, per poi iscriversi alla Royal Academy of Dramatic Arts.

2. Per Alan Rickman, la recitazione è arrivata dopo. Alan Rickman aveva avuto successo nel mondo del design, anche se ha ammesso che “il teatro aleggiava sempre sullo sfondo.” E così, mentre lavorava ancora come grafico, decise di mandare una lettera alla Royal Academy of Dramatic Arts per richiedere un’audizione. “Stavo invecchiando, e ho pensato che se lo volevo fare, allora avrei dovuto mettermi all’opera” ha raccontato a GQ. Aveva 26 anni quando fece l’audizione con un monologo da Riccardo III e ottenne una borsa di studio per frequentare la prestigiosa scuola di recitazione. “Il mio corpo finalmente sospirò dal sollievo per essere nel posto giusto.” Nel 1978, Rickman si unì alla prestigiosa Royal Shakespeare Company, anche se non amò particolarmente l’esperienza, definendo la compagnia “una fabbrica. Lo deve essere.” Dopo aver lasciato la compagnia, quindi, Rickman passò il resto degli anni ’80 recitando in serie TV della BBC, finché non ottenne, nel 1985, il ruolo del protagonista nello spettacolo teatrale Les Liaisons Dangereuses. Fu qui che avvenne la svolta.

3. Alan Rickman: i film. La sua carriera è stata lunghissima e particolarmente prolifica. Tra i film con Alan Rickman più famosi, ci sono Robin Hood – Principe dei ladri (1991), Un’avventura terribilmente complicata (1995), Ragione e sentimento (1995), Michael Collins (1996), Dogma (1999). Negli anni Duemila, in particolare dal 2001, cominciò l’avventura di Harry Potter, nel quale Alan Rickman era Piton, uno degli antagonisti più amati di sempre. Ci furono poi Love Actually – L’amore davvero (2003), Profumo – Storia di un assassino (2006), Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet Street (2007), Alice in Wonderland (2010, era la voce del Brucaliffo), Gambit – Una truffa a regola d’arte (2012), The Bluter – Un maggiordomo alla Casa Bianca (2013), Una promessa (2013), Le regole del caos (2014), Il diritto di uccidere (2015). Il suo ultimo ruolo fu quello di doppiatore per Alice attraverso lo specchio (2016).

Alan Rickman: Die Hard – Trappola di cristallo

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4. Il primo lungometraggio di Alan Rickman fu Die Hard. Inizialmente, fu Sam Neill ad essere contattato per il ruolo di Hans Gruber in Trappola di cristallo, ma questi rifiuto la parte. Fortunatamente, poi, il direttore del casting del film ebbe l’opportunità di vedere Rickman a teatro a Broadway, in Les Liaisons Dangereuses. Decise immediatamente che il ruolo per il film doveva andare a lui.

5. Per poco, Alan Rickman non ha rifiutato il ruolo in Die Hard. Alan Rickman, in Die Hard – Trappola di cristallo, ha regalato un’ottima performance, nonostante fosse il suo primo film al cinema. Per poco, però, l’attore non rifiutò la parte: “Non sapevo nulla su L.A. Non sapevo nulla sull’industria del cinema… Non avevo mai recitato in un film prima d’allora, ma ero molto economico” ha raccontato Alan Rickman su Die Hard e il processo di casting. Inizialmente, sembrava non volesse accettare la parte perché non voleva recitare in un film d’azione, ma cambiò idea perché lo trovò, in fondo, “piuttosto rivoluzionario, in modo sottile.”

Alan Rickman: Piton e Harry Potter

6. J.K. Rowling diede ad Alan Rickman delle informazioni segrete su Harry Potter. Chi fa parte di una certa generazione conoscerà Alan Rickman per Harry Potter. Quando l’attore accettò il ruolo di Piton, erano usciti solamente quattro capitoli della serie, e c’era ancora molto da imparare sul personaggio. Per aiutare Rickman, però, la Rowling decise di rivelargli alcune cose che il pubblico avrebbe scoperto solo più in là. Stando a quello raccontato da Alan Rickman su Harry Potter, “era un piccolo, minuscolo, pezzetto di informazione, ma mi aiutò a capire che era più complicato” di quel che sembrava e “nessuno sapeva dove sarebbe andato a finire, tranne che me e lei. E per lei fu importante il fatto che io sapessi qualcosa, ma mi diede solo un piccolo dettaglio che mi aiutò pensare ad un’interpretazione più ambigua.”

7. Per J. K. Rowling, Alan Rickman era Piton da sempre. Non solo l’attore era sempre stata la prima scelta della Rowling per interpretare il personaggio al cinema: la scrittrice ha addirittura affermato di essersi immaginata Alan Rickman come Piton durante la scrittura dei libri di Harry Potter.

Alan Rickman: Robin Hood

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8. Alan Rickman, Robin Hood, e la riscrittura in pizzeria. Lo aveva ammesso nel 2015, di aver agito alle spalle degli sceneggiatori e di aver riscritto parti di dialogo per il proprio ruolo in Robin Hood: Principe dei Ladri, grazie al quale vinse ai BAFTA. A quanto pare, il misfatto avvenne con l’aiuto di alcuni amici, in un ristorante della famosa catena di pizzerie. A Peter Barnes aveva detto: “Puoi dargli un’occhiata? Perché è terribile. Ho bisogno di buone battute.”

La morte di Alan Rickman

9. Come è morto Alan Rickman. È avvenuta il 14 gennaio 2016, all’età di 72 anni, dopo una breve battaglia con un cancro al pancreas. A quanto pare, l’attore stesso era ignaro della gravità del cancro fino alle ultime settimane. Dopo la sua morte, tantissimi dei suoi colleghi e amici l’hanno ricordato pubblicamente, così come molti dei suoi affezionati fan.

10. Alan Rickman conobbe la compagna di una vita quando era un ragazzino. Nel 1975, Alan Rickman era uno studente al Chelsea College of Art and Design, e aveva 19 anni. Fu allora che incontrò il suo primo amore, la diciottenne Rima Horton, consigliera del partito laburista dell’area di Londra di Kensington e Chelsea dal 1986 al 2006. Rima Horton è stata inoltre insegnante di economia alla Kingston University. I due non si sposarono fino al 2012, in una cerimonia privata a New York. Di lei, Alan Rickman aveva detto: “È tollerante. Incredibilmente tollerante. Una possibile candidata per la santità.”

Fonti: IMDb, Mental Floss, Odyssey, The Independent

The Falcon and the Winter Soldier: i 10 riferimenti ai fumetti più importanti

Manca ormai solo un episodio alla fine di The Falcon and the Winter Soldier. Le speculazioni su ciò che ci riserverà il finale continuano ad aumentare, ma una cosa è certa: ci saranno ancora riferimenti ai fumetti originali. Come da tradizione, alcuni di questi sono stati molti importanti, esposti in maniera palese; altri, invece, sono stati nascosti e, di conseguenza, più difficile da scovare. Screen Rant ha raccolto i 10 più importanti riferimenti ai fumetti presenti nella serie Disney+:

Thaddeus Ross

Un intrigante riferimento nascosto nei titoli di coda del primo episodio della serie recita: “Per ordine di Thaddeus Ross, tutte le informazioni riguardanti l’Atto sugli Umani Potenziati devono essere classificate dal Maggiore Donovan dell’Unità Speciale.

Thaddeus Ross è un personaggio del MCU, che serve non solo come Segretario di Stato ma anche come antagonista dei Vendicatori. Nei fumetti, è diventato di recente Hulk Rosso, dopo essersi sottoposto ad alcuni esperimenti per autoconferirsi dei superpoteri. E se fosse un potenziale riferimento al debutto di Hulk Rosso?

Captain America e Battlestar

Sam Wilson assumerà finalmente il ruolo di Captain America. Per tutto l’inizio della serie, è stato John Walker ad assumere il ruolo che, per un certo periodo, è stato partner del suo amico e collega Lemar Hoskins.

Lemar è stato un ottimo riferimento al personaggio dei fumetti Battlestar, il partner del John Walker/Captain America nei fumetti a metà degli anni ’80. Inizialmente serviva come una nuova versione di Bucky, ma le preoccupazioni per il nome in relazione alla storia afroamericana hanno spinto il team creativo a dargli una sua propria identità.

Captain America #152

Nel terzo episodio della serie, “Power Broker”, c’è un riferimento creativo ai fumetti che coinvolge una targa che ricorda alcune delle originali easter egg di Spider-Man: Far From Home.

Un auto nella scena in cui Sam Wilson, Bucky Barnes e il Barone Zemo si incontrano all’inizio dell’episodio contiene i numeri 152. Questo è forse un riferimento a “Captain America #152” del 1972. In quel fumetto, Sharon Carter viene rapita da Mister Hyde e tocca a Falcon e Captain America salvarla.

Brass Monkey

Uno dei migliori riferimenti ai fumetti è quando Sam, Bucky e Zemo viaggiano verso Madripoor per trovare Power Broker. Il bar che il trio visita nel terzo episodio si chiama “Brass Monkey”, un riferimento diretto a un bar di Madripoor presenti nei fumetti.

Il bar appare per la prima volta in “Captain America #363”, durante l’epopea gestita dallo scrittore Mark Gruenwald che ha generato molti dei personaggi e degli elementi su cui attinge l’ultima serie ambientata nel MCU. Un numero successivo lo ribattezzò erroneamente “Bronze Monkey”. 

Princess Bar

Un altro bar visibile a Low Town, la parte povera di Madripoor, è il Princess Bar. Si tratta di un altro riferimento ai fumetti, un luogo che ha un legame diretto con gli X-Men.

Wolverine, infatti, fa di questo bar il suo ritrovo personale mentre è a Madripoor a metà degli anni ’80. Assume lo pseudonimo di Patch e investiga sui criminali locali. Ha trascorso del tempo sull’isola immaginaria all’inizio della sua prima serie da solista, iniziata nel 1988. Molte delle sue avventure si sono svolte lì, incluso il suo primo incontro con Captain America durante la Seconda Guerra Mondiale.

Terra-5120

Nel secondo episodio della serie, Sam e Bucky cercano di intercettare un camion che sta traghettando i Flag-Smashers. La targa del camion contiene il numero 5102. Nessuna targa nel MCU sembra essere priva di significato (e certamente non in questa serie, dove molti riferimenti sono sparsi proprio nelle targhe dei veicoli).

5102 potrebbe essere un riferimento a “Terra-5120“. Questa realtà alternativa, nei fumetti, presenta una versione malvagia di Tony Stark, ossia Iron Maniac: adotta una nuova potente armatura e la usa per conquistare il mondo.

Verità

Ci sono state molte versioni importanti di Captain America nei fumetti, fra cui quella di Sam Wilson. Tuttavia, la serie ha introdotto una delle più interessanti e meno conosciuti, ossia Isaiah Bradley.

L’episodio cinque, “Verità”, prende il titolo dalla miniserie a fumetti “Truth: Red, White and Black” in cui Bradley ha debuttato. Questa miniserie del 2003 ha introdotto il personaggio nella tradizione dei fumetti Marvel, rivelando che Bradley aveva fatto parte delle prove sperimentali che originariamente avevano prodotto Steve Rogers.

Captain America #312

Un altro grande riferimento nascosto sempre nelle targhe riguarda “Captain America #312”. Questo fumetto ha introdotto l’originale Flag-Smasher alla Marvel Comics, ossia Karl Morgenthau.

Nel quarto episodio della serie Disney+, Sam organizza un incontro con il Flag-Smasher del MCU, ossia Karli Morgenthau. Il timestamp sul testo che le invia è 3:12, che molto probabilmente è un riferimento al numero in cui la sua controparte a fumetti è apparsa per la prima volta nel 1985. Ci sarebbero tre versioni distinte di Flag-Smasher nei fumetti. 

Patriot

Per quanto fantastici siano i riferimenti ai fumetti di Isaiah Bradley, sono ancora migliori se si considera il modo in cui si collegano agli Young Avengers. Nella serie, Sam incontra per la prima volta il nipote di Bradley, Eli. Nei fumetti, Eli Bradley diventerà Patriot e anche un membro degli Young Avengers.

Eli è uno dei tanti personaggi della versione più giovane del team che è apparso nel MCU e che potrebbe avere un ruolo di rilievo in futuro. Tra questi ci sono anche Billy e Tommy Maximoff, Miss America e Kate Bishop nei panni del nuovo Occhio di Falco. Potrebbe essere che il MCU stia costruendo il suo team di Young Avengers.

La Contessa

Uno dei riferimenti ai fumetti più intriganti e sorprendenti dell’intera serie è stato il personaggio della Contessa, Valentina Allegra de la Fontaine. La Contessa è stata una parte importante dell’iconica serie dell’autore e artista Jim Steranko “Nick Fury, Agent Of S.H.I.E.L.D.”, alla fine degli anni ’60.

Era una sua collega, nonché partner, ma la sua breve apparizione nell’episodio cinque sembra indicare che il suo ruolo nel MCU potrebbe essere qualcosa di diverso. Forse ha a che fare con una delle altre sue identità nei fumetti, ossia quella di Madame Hydra.

Jim Henson: Disney al lavoro sul biopic dedicato al papà dei Muppet

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Arriva da Deadline la notizia che Michael Mitnick, sceneggiatore di The Giver – Il mondo di Jonas e Edison — L’uomo che illuminò il mondo, è stato ingaggiato per scrivere la sceneggiatura di un biopic dedicato a Jim Henson, messo in cantiere dalla Disney e da Jim Henson Company.

Il biopic, dal titolo Muppet Man, sarà un live-action che racconterà la vita del leggendario artista, inventore, fumettista e cineasta statunitense, celebre per essere stato non solo l’inventore dei pupazzi Muppet, ma anche per aver diretto Dark Crystal (1982) e Labyrinth – Dove tutto è possibile (1986).

Nello specifico, il biopic si focalizzerà sui numerosi tentativi di Henson per convincere le emittenti televisive dell’idea geniale dietro la creazione dei Muppet, oltre a mostrare come l’artista abbia lavorato alla creazioni dei vari show a loro dedicati, ossia Muppet Show (andato in onda dal 1976 al 1981) e Sesamo apriti (attualmente ancora in produzione).

Il film, attualmente in fase di sviluppo, sarà prodotto da Lisa Henson, figlia di Jim attualmente impegnata nella produzione di un altro attesissimo progetto, ossia il Pinocchio di Guillermo del Toro che debutterà prossimamente su Netflix.

La Disney possiede i diritti sui personaggi dei Muppet dal 2004 e, secondo quanto riferito, ha discusso con The Henson Company su un film biografico già nel lontano 2010. La Casa di Topolino ha distribuito la serie Ecco i Muppet lo scorso anno su Disney+, mentre il film più recente del franchise è stato Muppets 2 – Ricercati del 2014.