Koch Media ha
fatto uscire 16 luglio 2020 in DVD e Blu-Ray la Steven
Spielberg Collection, un imperdibile cofanetto dedicato a
tre film cult diretti dallo straordinario regista che non ha
bisogno di presentazioni: Steven Spielberg. La Collection include
1941 – Allarme ad Hollywood (1979), Always – Per sempre (1989) e
Sugarland Express (1974).
Il cofanetto presenta Sugarland
Express, terzo film del regista culto con una mastrizzazione 2.35.1
ad ottima risoluzione a 1080p con formato DB-50 a doppio strato. Il
secondo titolo è Allarme ad Hollywood, in due edizioni la nota
theatrical cut e la extended cut con ben 20 min circa in più. Terzo
film è il famosissimo Always che vede il regista tornare a lavorare
con Richard Dreyfuss.
1941 – Allarme a
Hollywood
Pochi giorni dopo l’attacco a Pearl
Harbor, a Los Angeles si sparge la voce che i giapponesi si
apprestino ad attaccare gli Stati Uniti. Effettivamente un
sommergibile nipponico sta cercando di individuare Hollywood per
attaccarla. È il panico e la città è in preda al caos.
Nel cast del film Dan Aykroyd, Ned Beatty, John Belushi, Lorraine
Gary, Murray Hamilton e Christopher Lee.
Always – Per sempre
Pete è un pilota addetto allo
spegnimento degli incendi nelle foreste. Nel corso di una missione
muore per un incidente, lasciando nella disperazione la fidanzata
Dorinda. Una volta in cielo, accetta di fare da angelo custode
all’amico Ted, non solo per trasmettergli la sua esperienza, ma
anche per aiutarlo a conquistare Dorinda. Nel cast del film
Richard Dreyfuss, Holly Hunter, Brad Johnson,
John Goodman e, per l’ultima volta sullo schermo,
Audrey Hepburn.
Sugarland Express
Clevis Poplin dovrebbe scontare
ancora quattro mesi di galera: non ha motivi per evadere, perché
l’hanno destinato a un penitenziario modello. Sua moglie, Lou Jean
Poplin, che vuole riprendersi il fi glioletto affidato a un’anziana
coppia di coniugi di Sugarland, decide però di farlo scappare. La
fuga riesce, e per la coppia comincia un lungo viaggio attraverso
gli Stati Uniti alla volta di Sugarland… Nel cast del film
Goldie Hawn, Michael Sacks, William Atherton, Ben Johnson e
Gregory Walcott. Questo nuovo cofanetto, disponibile in
DVD e Blu-Ray, presenta anche due versioni di 1941 – Allarme a
Hollywood: Theatrical (114’) ed Extendend (140’). Steven
Spielberg Collection vi attende in DVD e Blu-Ray dal 16
luglio 2020 solo su IBS e Feltrinelli.
Il Direttore Artistico
Antonio Monda, d’intesa con Laura Delli Colli,
Presidente della Fondazione Cinema per Roma, e Francesca Via,
Direttore Generale, ha annunciato oggi alcune anticipazioni del
Festa del Cinema di Roma 2020, la quindicesima
edizione che si svolgerà dal 15 al 25 ottobre 2020
all’Auditorium Parco della Musica. Quest’anno la manifestazione fa
parte di Romarama, il programma di eventi culturali promosso da
Roma Capitale.
Fra le opere della prossima
edizione della Festa del Cinema ci sarà Mi chiamo Francesco
Totti di Alex Infascelli, pluripremiato
regista di Almost Blue e S Is for
Stanley. È la notte che precede l’addio al calcio e
Francesco Totti ripercorre tutta la sua vita, come se la vedesse
proiettata su uno schermo insieme agli spettatori. Le immagini e le
emozioni scorrono tra momenti chiave della sua carriera, scene di
vita personale e ricordi inediti. Un racconto intimo, in prima
persona, dello sportivo e dell’uomo. Diretto da Alex Infascelli,
soggetto e sceneggiatura di Alex Infascelli e Vincenzo Scuccimarra,
il film è tratto dal libroUn
Capitano scritto da Francesco
Totti con Paolo Condò (edito da Rizzoli).
Prodotto da Lorenzo Mieli, Mario Gianani e Virginia
Valsecchi, una produzione The Apartment e Wildside,
entrambe del gruppo Fremantle, con Capri Entertainment, Fremantle,
con Vision Distribution e Rai Cinema, in collaborazione con Sky e
Amazon Prime Video. Sarà distribuito da Vision
Distribution nelle sale italiane, che ne curerà anche le vendite
internazionali. Nel corso della prossima edizione, la Festa
del Cinema ospiterà alcuni film della Selezione Ufficiale
2020 del Festival di Cannes in un evento speciale dedicato alla
celebre manifestazione francese: i titoli saranno presentati dal
Delegato Generale Thierry Frémaux.
“Siamo entusiasti di poter
organizzare un evento dedicato al Festival di Cannes durante la
Festa del Cinema di Roma e onorati di far parte del tour di Cannes
che include molti prestigiosi festival – ha dichiarato Antonio
Monda, Direttore Artistico della Festa del Cinema di Roma – Per
noi è un grande onore poter collaborare con il più importante
festival cinematografico del mondo e avere Thierry Frémaux a Roma
per presentare film della Selezione Ufficiale 2020”.
“In quest’anno così particolare
è più importante che mai sostenere i film e le sale
cinematografiche così come essere vicini agli artisti e agli
spettatori – ha detto Thierry Frémaux, Delegato Generale del
Festival di Cannes – Quest’anno il Festival di Cannes non
si è svolto ma è onorato di presentare i film della Selezione
Ufficiale 2020 nei festival in cui vengono invitati. E a Roma, con
la sua Festa, la sua storia e il suo spirito, il cinema è più vivo
che mai!”.
Satyajit Ray,
considerato uno dei più maggiori cineasti della storia della
settima arte, sarà protagonista di una retrospettiva alla prossima
Festa del Cinema, a cura di Mario Sesti.
Produttore, regista, sceneggiatore e compositore dei temi per i
suoi film, Satyajit Ray esplora nella sua opera i
generi più diversi con stili e linguaggi sempre nuovi: forti le
influenze della letteratura e della tradizione indiana, i richiami
al neorealismo italiano e l’attenzione al contesto internazionale
che lo porterà ad affrontare anche i conflitti ideologici con la
cultura occidentale. Numerosi i riconoscimenti ottenuti nel corso
degli anni, dal Leone d’Oro al Premio Oscar alla Carriera.
La quindicesima edizione della
Festa del Cinema presenterà al pubblico due pietre
miliari del cinema italiano: In nome della legge
di Pietro Germi, nella versione restaurata da CSC – Cineteca
Nazionale, e Padre padrone di Paolo e Vittorio Taviani,
restaurato da CSC – Cineteca Nazionale e Istituto Luce Cinecittà.
Il primo è uno dei principali successi del cineasta genovese,
autore di straordinaria cultura in grado di affrontare con la
stessa intensità dramma, commedia e satira, vincitore di un Oscar
per la sceneggiatura di Divorzio all’italiana.
Padre padrone è considerato uno dei
capolavori dei fratelli Taviani e una delle pellicole più
rappresentative del cinema italiano. Palma d’oro al Festival di
Cannes e Nastro d’argento, il film contiene tutti i tratti che
hanno reso celebri i due registi toscani con continui richiami al
realismo e alla poesia, alla letteratura e all’attualità dei temi
civili e politici.
Sedicicorto Forlì
International Film Festival, in programma dal 2 all’ 11
ottobre 2020, annuncia la prima sezione competitiva. Si parte da
CortoInLoco, concorso riservato alle produzioni
realizzate nella Regione Emilia Romagna e ai suoi filmmaker. Una
selezione quanto mai importante quella di quest’anno. Oltre che per
i meriti dei quindici film selezionati perché dimostra la vitalità
di un territorio e l’efficacia di un sistema in un momento di
estrema e tragica crisi.
La maggior parte delle opere erano
state completate prima del lockdown per il Covid-19, il che dà loro
un valore ancora più profondo. La selezione di CortoInLoco è già
testimonianza di un cinema di un’altra epoca. L’Anno Zero
Dopo Covid, in cui un film come L’estasi di
Oleg, storia di un pittore senza ispirazione che decide di
mettersi in quarantena per ritrovarla, ha un significato
completamente diverso rispetto a pochi mesi fa
Lo stesso vale per Il
fagotto, ambientato in un futuro mondo da ripopolare, in
cui le donne non potranno più scegliere se, ma solo quando essere
madri. Le storie hanno un valore diverso, un’intensità differente.
Il pullman berlinese di Vomag di Riccardo Salvetti
sembra oggi un’utopia meravigliosa. Il sogno di Leo, protagonista
di Senza vento, di diventare un centometrista è un
collettivo desiderio di libertà. Le preoccupazioni di Christian per
suo fratello Giulio a ricordarci dell’importanza della tutela dei
più piccoli, come raccontato in Giusto il tempo di una
sigaretta di Valentina Casadei. Il piccolo protagonista di
Sam’s Castle, che costruisce un castello di sabbia
che non finisce mai, è una metafora della primavera perduta del
2020. Come il guardare al suo passato per riuscire a ricostruire il
suo futuro, che ci porta nella Gas Station di Olga
Torrico. A valutare la selezione sono stati chiamati gli studenti
della Scuola di Cinema di Cesena, realtà accademica sempre più
riconosciuta in Regione
La determinazione di
Sedicicorto Forlì International Film Festival nel
realizzare la sua diciassettesima edizione, in forma ibrida, con i
concorsi “proiettati” in streaming su MyMovies.it,
partner tecnico della manifestazione, sta tutta nel desiderio di
continuare a raccontare storie.
CortoInLoco è solo
formalmente una sezione regionale, perché segnare dei confini ha
sempre meno senso in un mondo che si è scoperto interconnesso nel
modo più drammatico. L’augurio di Orfeo Orlando, Buon
viaggio, corto girato durante il lockdown, è quanto mai
gradito e necessario.
CortoInLoco – Selezione
ufficiale 2020
Balkanika, di Lu
Pulici
Buon viaggio, di
Orfeo Orlando | Italy
Cheratina Rossa,
Alessandro Fiori | Italy
Disambigua,
Francesca Leoni | Italy
Gas Station, Olga
Torrico | Italy
Giusto il tempo per una
sigaretta, Valentina Casadei
Il Fagotto, Giulia
Giapponesi
L’ Attesa di
Daouda, Kristian Gianfreda
L’ Estasi di Oleg,
Francesco Selvi
L’ Occasione di
Rita, Francesco Barozzi
Quasi Attori,
Alessandro Valbonesi
Salse Connection,
Francesco Barozzi
Sam’s Castle, Giona
Dapporto
Senza vento,
Christian Betti, Nicola Rossi
Vomag, Riccardo
Salvetti
XVII Sedicicorto Forlì International
Film Festival, dal 2 al 11 Ottobre 2020, su MyMovies.it, sito
ufficiale Sedicicorto, Sala San Luigi e Auditorium Intesa
Sanpaolo.
Sedicicorto Forlì
International Film Festival è realizzato con il contributo di
Comune di Forlì, Film Commission Emilia-Romagna, Regione
Emilia-Romagna, DG Cinema e Audiovisivo – Mibact e Fondazione Cassa
dei Risparmi di Forlì la sponsorship di Daniele Alessandrini
Abbigliamento e Cantine DreiDonà, con il patrocinio del Parlamento
Europeo.
«Mattia era tutto ciò che
scriveva, diventava tutto ciò di cui si occupava, perché era
curioso, entrava dentro le cose, guardava le stesse cose che tutti
noi vediamo da un punto di vista nuovo», così Geppi
Cucciari ricorda il suo amico e collega Mattia
Torre, prematuramente scomparso esattamente un anno fa –
il 19 luglio 2019 – all’età di 47 anni, in un passaggio della
puntata speciale di 100X100 Cinema – nata
da un’idea del suo amico e produttore storico Lorenzo Mieli e
dell’Executive Vice President Programming di Sky Italia Nicola
Maccanico – con cui Sky ha scelto di ricordare il geniale
scrittore, sceneggiatore e regista e che andrà in onda
domenica 19 luglio su Sky Cinema
Uno. in
LO
SPECIALE
L’intero palinsesto di Sky
Cinema Uno sarà dedicato a Mattia, con in prima serata
alle 20.45 lo speciale di 100X100 Cinema
condotto da Francesco Castelnuovo, con i ricordi
di alcuni degli amici e colleghi a lui più legati: Valerio
Mastandrea, Pietro Sermonti,
Paolo Calabresi, Valerio Aprea e
Geppi Cucciari. Ad esempio, Valerio Mastandrea
ricorda gli inizi della loro amicizia, nata da un litigio tra i due
dopo aver dibattuto in modo sincero e franco su una sceneggiatura
scritta da Torre, mentre Geppi Cucciari fu accolta in casa di Torre
e della compagna in un momento difficile della sua vita.
L’inconfondibile stile iperbolico e a tratti surreale di Mattia
emerge anche negli SMS che mandava ai suoi amici, che ne daranno
diretta testimonianza: tra questi anche Caterina Guzzanti messa in
guardia dall’utilizzo smodato della parola “tema”, Ninni Bruschetta
elogiato come cuoco e Giacomo Ciarrapico al quale Mattia faceva gli
scherzi modificandogli le impostazioni del suo telefonino. Non
mancherà il ricordo dei difficili momenti della malattia, come
raccontato da Paolo Calabresi, vicino a lui proprio in quelle
settimane più dure.
LA PROGRAMMAZIONE
DEDICATA
Nella programmazione dedicata su
Sky Cinema Uno saranno presenti alcuni dei lavori
più amati di Mattia Torre: si inizierà alle 12.25
con i 4 episodi della mini-serie originale Sky “Dov’è
Mario?”, da un’idea di Corrado
Guzzanti scritta con Mattia Torre, in cui Guzzanti
interpreta Mario Bambea, un intellettuale di sinistra molto glamour
caduto in disgrazia, che dopo un incidente d’auto presenta degli
strani disturbi di personalità. In particolare affiora in lui un
ingombrante alter ego, il comico romano Bizio Capoccetti, che con
la sua comicità truce e di bassa lega giunge presto ad un successo
inaspettato.
A seguire, alle
15.25 andranno in onda gli 8 episodi della serie
“La linea verticale”, basata sull’omonimo
romanzo scritto da Mattia Torre e interpretata da Valerio
Mastandrea. La serie nasce dall’esperienza ospedaliera
dello stesso Torre e racconta, in tono surreale e satirico, la vita
quotidiana del reparto di urologia oncologica di un ospedale
italiano. La storia è raccontata dal punto di vista dei pazienti
che, tramite uno stile di racconto libero e formalmente
spregiudicato, dipingono un affresco realistico dei casi clinici e,
soprattutto, di quelli umani.
Alle 19.00 si vedrà
l’ultimo lavoro di Mattia Torre, “Figli”,
concluso dopo la sua morte e nato proprio da un monologo che lo
stesso Torre aveva scritto per l’amico Valerio
Mastandrea, protagonista del film insieme a Paola
Cortellesi. “Figli” racconta la storia di una
giovane coppia, Sara e Nicola, sposati e innamorati. Hanno una
bambina di 6 anni, Anna, e una vita felice. L’arrivo del secondo
figlio, Pietro, sconvolge gli equilibri di tutta la famiglia dando
vita a situazioni tragicomiche.
A chiudere la serata alle
21.45 – dopo lo speciale di 100X100
Cinema – “Boris – Il film”,
lungometraggio realizzato dopo le tre stagioni dell’omonima serie
tv, la più famosa scritta da Mattia, che per l’occasione
torna tutta disponibile on demand su Sky e NOW TV. I
personaggi del film sono quelli, indelebili, della serie: il
regista René Ferretti (Francesco Pannofino) riesce finalmente a
mollare la brutta fiction tv che ha fatto per anni e tenta il
grande salto: un film d’autore, per il cinema. Ma il mondo del
cinema con i suoi snobismi può essere perfino peggio di quello
della tv. Soprattutto per una troupe, quella di Ferretti, a dir
poco estranea all’Arte con la ‘a’ maiuscola. Tra cinematografari
snob, attrici nevrotiche, sceneggiatori modaioli, eroinomani,
squali e improvvisati vari, “Boris – Il film” mette a nudo
un mondo, quello del cinema italiano, che aspira a una nuova
giovinezza e vive invece solo una perenne immaturità.
Tutti questi film e serie tv,
insieme allo speciale di 100X100 Cinema, saranno
disponibili anche on demand su Sky e NOW TV.
Dopo la vittoria dell’Orso d’argento
per il Miglior Attore a Elio Germano, il premio come Film dell’Anno
ai Nastri d’Argento e il Globo d’Oro come Miglior Film e Migliore
Fotografia, VOLEVO NASCONDERMI di Giorgio
Diritti con Elio Germano, prodotto da
Palomar con Rai Cinema, uscirà di nuovo nelle sale con 01
Distribution da mercoledì 19 agosto.
SINOSSI
Volevo nascondermi…ero un uomo
emarginato, un bambino solo,
un matto da manicomio, ma volevo essere amato.
Toni, figlio di una emigrante
italiana, respinto in Italia dalla Svizzera dove ha trascorso
un’infanzia e un’adolescenza difficili, vive per anni in una
capanna sul fiume senza mai cedere alla solitudine, al freddo e
alla fame. L’incontro con lo scultore Renato Marino Mazzacurati è
l’occasione per riavvicinarsi alla pittura, è l’inizio di un
riscatto in cui sente che l’arte è l’unico tramite per costruire la
sua identità, la vera possibilità di farsi riconoscere e amare dal
mondo.
“El Tudesc,” come lo chiama la gente
è un uomo solo, rachitico, brutto, sovente deriso e umiliato.
Diventerà il pittore immaginifico che dipinge il suo mondo
fantastico di tigri, gorilla e giaguari stando sulle sponde del Po.
Quella di Ligabue è una “favola” in cui emerge la ricchezza della
diversità e le sue opere si rivelano nel tempo un dono per l’intera
collettività.
L’International Coalition for
Filmmakers at Risk ICFR* e le sue istituzioni fondatrici, European
Film Academy, lnternational Documentary Film Festival Amsterdam e
International Film Festival Rotterdam, insieme a Human Rights Film
Network, Movies that Matter Foundation e PEN America, e anche
Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello, German
Film Academy, Hellenic Film Academy, Icelandic Film- & TV Academy,
Luxembourg Film Academy, Polish Film Academy, Swiss Film Academy e
Ukrainian Film chiedono alle autorità egiziane il rilascio
immediato e incondizionato del produttore Moataz
Abdelwahab.
Moataz Abdelwahab
(43 anni) ha prodotto il film WHEN WE’RE BORN (2019) del regista
Tamer Izzat, presentato all’ El Gouna International Film Festival e
Les Journées Cinématographique de Cartage nel 2019, oltre ad un
paio di documentari assolutamente apolitici, tra cui KHAN’S
FINGERPRINTS, ritratto del celebre regista egiziano Mohammad Khan,
THE HEART OF CAIRO, che ripercorre la storia della città, e più di
recente A CURFEW, film di imminente uscita del noto filmmaker
egiziano Amir Ramses. Moataz Abdelwahab è
scomparso il 5 maggio dal suo ufficio al Cairo, per ricomparire poi
l’11 maggio per un’audizione presso la Corte Suprema per la
Sicurezza dello Stato, nel corso della quale è stato accusato di
“collaborare con un’organizzazione terroristica” e “diffondere
false notizie” (caso 586).
Queste accuse arrivano dopo che ha
prodotto una serie di documentari culturali che sono stati venduti
e messi in onda da Aljazeera Documentary Channel. Secondo gli
esperti legali l’arresto si baserebbe su accuse false e
inventate.
Siamo molto preoccupati per la sua
sicurezza e per quella dei suoi familiari (è padre di due figli,
Zeina (12 anni) e Yousef (6 anni)) e chiediamo alle autorità
egiziane il rilascio immediato e incondizionato di Moataz
Abdelwahab, invitando le istituzioni cinematografiche e
culturali di tutto il mondo a fare altrettanto.
17 luglio 2020
*NOTA: Fondata da International Documentary
Film Festival Amsterdam, International Film Festival Rotterdam e
European Film Academy, la missione dell’International
Coalition for Filmmakers at Risk è di sostenere e agire in
solidarietà con i cineasti a rischio. La coalizione si attiva in
caso di persecuzioni o minacce alla sicurezza personale di questi
cineasti per difendere il loro diritto a continuare il proprio
lavoro, attraverso la mobilitazione della comunità cinematografica
internazionale.
In epoca di empowerment
femminile, arriva su Netflix
la serie che prende una delle leggende più maschili di sempre, il
ciclo arturiano, e lo declina al femminile, mettendo al centro del
racconto uno dei suoi personaggi secondari e reinventandone la
storia. Cursed, serie Netflix
originale basata sul romanzo scritto da Tom
Wheeler e disegnato da Frank Miller (che
producono anche lo show), arriva sulla piattaforma digitale il 17
luglio, pronta a mandare all’aria tutto ciò che sapevamo della
leggenda, per raccontare una storia che porta avanti valori, temi e
motivazioni differenti.
Cursed è ispirata al libro di Tom
Wheeler e Frank Miller
A parte nomi e personaggi, il più importante
punto di contatto tra Cursed e la leggenda di Re
Artù è che entrambi i racconti sono, in qualche misura, storie di
formazione in cui due giovani trovano il loro posto nel mondo.
Mentre, nell’originale, Artù estrae la spada dalla roccia e diventa
re, in questa storia Nimue è una fanciulla Fey, una specie che vive
in boschi e caverne, prevalentemente pacifica e versata nelle arti
magiche. I Fey sono però perseguitati dai Paladini Rossi, il
braccio armato della chiesa cattolica, un gruppo di monaci che
vestono tonache rosse e trucidano queste creature, responsabili di
praticare la magia, assimilata a pratiche demoniache. Quando anche
sua madre viene uccisa dai Paladini, Nimue riceve da lei un
compito: portare a Merlino una spada misteriosa e prodigiosa. Da
questa missione parte l’avventura di Nimue, che oltre ad
appartenere al popolo Fey, è anche considerata “maledetta”, da un
antico spirito che le ha conferito, suo malgrado, poteri
sconosciuti e temuti dalla stessa ragazza.
Cursed presenta
tutti i personaggi della leggenda, da Artù, a Merlino, passando per
Re Uther e il Cavaliere Verde, fino alla vera protagonista di
questa storia, Nimue. Nella leggenda, il personaggio si identifica
spesso con La dama del Lago, custode di Excalibur, ma qualche volta
è anche la nemica di Merlino stesso, oppure la sua innamorata.
Nella miniserie tv del 1998, Merlin, con Sam Neill nei panni del grande mago
consigliere di Re Artù, Nimue, interpretata da Isabella Rossellini, è l’amore della sua vita,
che viene sfregiata e si rifugia a vivere in un convento, per non
mostrare al mondo il suo volto sfigurato.
In Cursed, Nimue,
interpretata dalla Katherine Langford di
Tredici, è un’adolescente alla ricerca di sé, una
giovane donna che appartiene ad una minoranza perseguitata e che,
nella sua stessa minoranza, è una reietta. La sua ricerca di
identità e di appartenenza, il suo coming of age è quindi reso più
complesso da questa sua peculiarità, oltretutto trattandosi di
un’eroina che non sempre agisce nel giusto e che fatica un po’ a
trovare la sua dimensione, porta con sé un grado di complessità che
diventa un valore aggiunto.
L’immortalità del ciclo arturiano
L’ambientazione puramente fantasy
colloca il prodotto nel cono d’interesse di quella fetta di
spettatori appassionati del genere e, parallelamente, la storia del
cinema e della tv ci insegna che la leggenda arturiana trova sempre
una via per essere raccontata in maniera originale, dal classico
dei classici firmato Disney, con l’amato Merlino con il cappello a
punta blu, fino alla muscolare lettura di Guy
Ritchie con Charlie Hunnam.
A tutti questi elementi
accattivanti, Cursed unisce anche il fatto che si
pone il problema di essere inclusivo, e così la protagonista è
donna, Artù è di colore, i cattivi sono esponenti ottusi della
chiesa cattolica, i perseguitati sono una piccola minoranza di un
popolo che vive in maniera semplice. Sulla carta
Cursed era la serie perfetta per l’estate 2020.
Purtroppo dalla scrittura alla messa in scena, passando per la
direzione degli attori, la serie Netflix si dimostra sciatta e
approssimativa, proponendo un racconto molto semplice e facendo
leva con enfasi e retorica sui suoi elementi di punta (la
protagonista donna che diventa una leader) senza una vera e propria
cura nel racconto e nella realizzazione.
Sapore di amatorialità per il
prodotto indirizzato agli adolescenti
Cursed non è la
prima serie targata Netflix nella quale si riscontra una produzione
che sembra accontentarsi di un risultato finale che ha il sapore di
amatorialità. Nonostante la piattaforma offra ancora prodotti del
calibro di Dark, le tendenze in tutte le divisioni
nazionali si stanno allineando verso una diffusa mediocrità che
purtroppo coincide troppo spesso con la volontà di realizzare un
prodotto dedicato ai teenager, come se il target teen potesse
accettare anche serie tv scadenti. Si tratta chiaramente di una
tendenza, ci sono ancora esempi virtuosi nella produzione della
piattaforma, ma sono lontani gli inizi e i tempi in cui fare una
serie su Netflix permetteva sperimentazione, libertà che
coincidevano poi con una grande qualità del prodotto finito.
Assolutamente a sorpresa, nelle
ultime ore i Marvel Studios hanno diffuso online
un nuovissimo teaser di The
New Mutants, in attesa del panel dedicato all’ultimo
film della saga degli X-Men sotto l’egida della Fox che si terrà
durante il Comic-Con@Home.
Screen Rant ha raccolto tutti i nuovi dettagli emersi sulla
trama del film grazie al nuovo trailer. Ve li proponiamo di
seguito:
1The New Mutants al
Comic-Con@Home
Il
nuovo trailer di The New
Mutants termina non con la data di uscita, ma
piuttosto con un’anticipazione del panel che si terrà in
occasione del Comic-Con@Home. È un approccio sorprendente, che
potrebbe significare che la Marvel ha intenzione di far uscire il
film direttamente in digitale. Anche se sarà un peccato non vederlo
sul grande schermo, lo stesso regista ha espresso il suo supporto
circa un’eventuale uscita in streaming. Il film è stato posticipato
così tante volte che adesso è arrivato soltanto il momento di farlo
uscire… indipendentemente dal formato.
In una recente intervista con
BroBible, i registi Anthony e Joe Russo hanno
parlato in maniera approfondita del loro viaggio attraverso la
regia di ben quattro dei film dell’Universo Cinematografico
Marvel e del loro contributo alla
realizzazione di alcuni dei più maggiori successi cinematografici
di tutti i tempi.
I due fratelli hanno parlato di cosa
sarebbe necessario per spingerli ad accettare la regia di un nuovo
film del MCU. Magari una storia come quella raccontata nella
miniserie Secret Wars? Questa la risposta dei due
registi: “Sai, ho letto quella serie quando avevo 10 o 11
anni”, ha spiegato Joe Russo. “Dentro c’erano praticamente
tutti gli eroi dell’universo. È stata una delle prime miniserie a
fare una cosa del genere. Per me è stato davvero il più grande
esempio di racconto di eventi… di cosa succede quando metti insieme
tante personalità diverse. E poi mi piaceva anche l’idea che i
cattivi dovevano fare squadra con gli eroi. Io e mio fratello
amiamo le relazioni complicate tra eroi e cattivi. Ci piacciono i
cattivi che credono di essere degli eroi nelle loro run. E tutti
questi aspetti sono chiaramente integrati in Secret Wars. Quello
che abbiamo fatto in Infinity War era direttamente collegato al
sogno di realizzare qualcosa come quella serie a fumetti, che
naturalmente sarebbe un’impresa ancora più grande.”
Anthony Russo ha poi aggiunto: “Sarebbe il
film più grande che si possa immaginare, ed è questo l’aspetto che
che ci entusiasma davvero della storia: l’ambizione alla base della
serie è ancora più grande dell’ambizione alla base dell’intera Saga
dell’Infinito.”
Secret Wars potrebbe segnare il
ritorno dei fratelli Russo nel MCU
Non è la prima volta che Anthony e Joe
Russo tirano in ballo Secret
Wars quando si parla di un loro ipotetico ritorno
nell’Universo Marvel, ed è certamente interessante sentirli andare
così in profondità in merito alle motivazioni che li spingerebbero
a farsi carico di un progetto del genere. Quando hanno parlato dei
“cattivi che devono fare squadra con gli eroi”, entrambi i
registi hanno palesato di essere degli amanti delle complicate che
possono instaurarsi tra i personaggi della serie, che a quanto pare
potrebbe tranquillamente figurare tutti come degli eroi a sé
stanti.
“Tanto tempo fa, in una
galassia lontana lontana…”, queste le parole che aprivano, nel
1977, il primo film di una saga oggi diventata un vero e proprio
fenomeno culturale. Da quel momento e ancora sino ad oggi,
Star
Wars è per eccellenza la più celebre serie
cinematografica di fantascienza della storia del cinema, frutto del
genio di George Lucas e della sua passione per la
mitologia. Attualmente composta da 9 film, 2 spin-off, e diverse
serie collegate, è oggi uno degli esempi più completi, riusciti ed
apprezzati di universo narrativo.
La serie si è infatti negli anni
ampliata fino a diventare un vero e proprio franchise, capace di
estendersi tanto alla letteratura, quanto ai fumetti, ai
videogiochi e al merchandising più vario. Ciò dimostra
ulteriormente la grandissima influenza che la saga ha nella cultura
di massa, e che oggi più che mai sembra espandere sempre di più i
propri orizzonti. In seguito all’acquisizione della
Disney, infatti, l’Universo di Star
Wars è pronto per raccontare nuove storie, puntando
sulla passione delle precedenti generazioni e attraendone di
nuove.
Ad oggi, quello di Star Wars è il
secondo franchise cinematografico più redditizio di sempre, con un
incasso totale di oltre 10 miliardi di dollari. Il valore totale
del marchio è inoltre stato stimato intorno ai 43 miliardi, e tali
cifre possono ulteriormente chiarire il peso che la saga ha
sull’immaginario collettivo. Con i suoi variegati mondi, le sue
spaventose e affascinanti creature, i suoi coraggiosi eroi e i
malvagi cattivi, Star Wars continua a raccontare l’antica
lotta tra bene e male, con quell’atmosfera che da sempre affascina
generazioni di spettatori.
Star Wars: l’ordine in cui vedere
i film
Composta da ben tre trilogie e due
spin-off, la saga ha negli anni reso sempre più complessa la
propria linea temporale, costringendo i fan a dar vita a diverse
teorie su quale sia l’ordine più consono per vedere i film. Finché
esisteva soltanto la trilogia originale, infatti,
non vi erano di questi problemi, ma con l’arrivo della
trilogia prequel prima, e della trilogia
sequel poi, si è reso necessario fare chiarezza a
riguardo.
Le due teorie principali prevedono
una scelta tra una visione secondo l’ordine di uscita in sala,
oppure una visione secondo l’ordine cronologico degli eventi
narrati nei film. Per aiutare nell’orientamento di quest’ultima
opzione, la Disney ha recentemente rilasciato una mappa
chiarificatrice dove viene illustrata in modo aggiornato e completo
la timeline della saga, così da poter evitare confusione.
All’interno di questa si vanno poi a ricollegare anche le varie
serie realizzate nel corso degli anni.
Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma
(1999)
Star Wars: Episodio II – L’attacco dei cloni
(2002)
Star Wars: Episodio III – La vendetta dei Sith
(2005)
Solo: A Star Wars Story (2018)
Rogue One: A Star Wars Story (2016)
Star Wars: Episodio IV – Una nuova speranza
(1977)
Star Wars: Episodio V – L’impero colpisce ancora
(1980)
Star Wars: Episodio VI – Il ritorno dello Jedi
(1983)
Star Wars: Episodio VII – Il risveglio della forza
(2015)
Star Wars: Episodio VIII – Gli ultimi Jedi (2017)
Star Wars: Episodio IX – L’ascesa di Skywalker
(2019)
Star Wars: la trama dei film
Star Wars: Episodio IV – Una nuova
speranza (1977)
Nel pieno del dominio dell’Impero
Galattico, il malvagio Imperatore ha rafforza giorno dopo giorno il
suo potere, mentre il suo allievo Darth Fener, seguace del Lato
Oscuro della Forza e capo della Flotta Stellare Imperiale, è
impegnato a spezzare la resistenza. Una nuova speranza si accende
nel momento in cui l’Alleanza Ribelle riesce a rubare i piani della
Morte Nera, la potente base spaziale dell’Impero. Le preziosi
informazioni sono ora nelle mani della principessa Leila Organa
(Carrie Fisher), la quale prima di essere
catturata, riesce a nasconderle nella memoria del droide R2-D2.
Questi, insieme al robot protocollare C-3PO, viene inviato sul
pianeta Tatooine in cerca di aiuto.
Qui i due droidi verranno ritrovato
da Luke Skywalker (Mark
Hamill). Questi viene così chiamato alla battaglia, e
grazie all’aiuto di Obi-Wan Kenobi (Alec Guinness)
entrerà in contatto con la cultura dei Jedi, scoprendo inoltre che
suo padre fu ucciso proprio da Darth Fener. Dotato ora di una
spada laser, il
giovane, aiutato dal contrabbandiere Ian Solo (Harrison
Ford) e dal fido Chewbacca, parte in
missione per salvare la principessa Leila, ignaro di andare
incontro ad un destino imprevisto.
Star Wars: Episodio V – L’impero
colpisce ancora (1980)
Nonostante i successi della
Resistenza, la flotta imperiale continua a inviare droidi sonda per
tutta la Galassia, al fine di scovare il rifugio dei ribelli.
Scoperti, questi subiscono un feroce attacco che li costringe alla
ritirata. Luke Skywalker decide dunque, su suggerimento del maestro
Kenobi, di dirigersi su Dagobah, dove dovrà terminare il suo
addestramento con il potente maestro Yoda. Seppur
inizialmente riluttante, questi accetta infine di insegnare al
giovane ciò che gli manca sapere sull’arte degli Jedi. La poca
pazienza di Luke, tuttavia, si rivelerà un grande ostacolo, nonché
il suo punto più debole.
Intanto l’astronave Millennium
Falcon, con a bordo Ian, Leila, Chewbacca e i droidi, approda nella
galleggiante Città delle Nuvole, sul pianeta gas di Bespin, gestito
da un vecchio amico di Ian, Lando Calrissian (Billy
DeeWilliams). Quest’ultimo,
tuttavia, tradisce i ribelli consegnandoli direttamente a Darth
Fener, il quale intende usarli come esca per attirare Luke. Il
giovane Skywalker, infatti, avvertito il pericolo decide di
abbandonare il suo addestramento per andare a salvare i suoi amici,
disobbedendo però all’avvertimento di Yoda a non cadere nella
trappola.
Star Wars: Episodio VI – Il
ritorno dello Jedi (1983)
Ultimo capitolo della trilogia
originale, Il ritorno dello Jedi si apre con il
tentativo di Luke e gli altri di salvare Ian Solo dal perfido Jabba
the Hutt. Riuscitici dopo diverse peripezie e rischi, il gruppo è
finalmente riunito, e ricongiuntosi con gli altri membri
dell’Alleanza Ribelle iniziano a pianificare una strategia per
distruggere l’Impero una volta per tutte. Questo, nel frattempo, ha
iniziato la costruzione di una nuova Morte Nera, la quale se
completata si rivelerà essere una pericolosissima arma di
distruzione di massa. Questa si rivela dunque essere l’ultima
possibilità per attaccare
Nell’attesa della battaglia, Luke decide di ritornare a Dagobah
dal maestro Yoda. Questi, ormai in punto di morte, afferma di non
avere più nulla da insegnarli, e che egli è un vero e proprio Jedi
ora, forse l’ultimo rimasto e l’unico in grado di sconfiggere Darth
Fener e l’Imperatore. Per Luke si avvicina dunque il momento
culminante del suo destino, ma prima di impegnarsi nella battaglia
finale dovrà fare i conti con alcune rivelazioni sul suo passato,
che cambieranno per sempre il suo presente e il suo futuro.
Star Wars: Episodio I – La
minaccia fantasma (1999)
Con la trilogia prequel, la saga
porta lo spettatore a scoprire gli eventi accaduti prima
dell’avvento dell’Impero, quando la Galassia era ancora governata
da una repubblica democratica. Ambientato 32 anni prima di Una
nuova speranza, il film segue le vicende del Maestro Jedi
Qui-Gon Jinn (Liam
Neeson) e il suo giovane apprendista
Obi-Wan Kenobi (Ewan
McGregor), i quali hanno il compito di proteggere la
regina di Naboo, Padmé Amidala (Natalie
Portman), e cercare di favorire una fine pacifica ad
una disputa interplanetaria. Dovuti atterrare d’emergenza sul
pianeta Tatooine, qui si imbattono in Anakin Skywalker
(Jake Lloyd), bambino che subito manifesta una
forte presenza della Forza.
Qui-Gon si convince che egli sia il
“Prescelto” della profezia Jedi, che riporterà equilibrio nella
Galassia. Per tale motivo, il Maestro chiede al Consiglio Jedi il
permesso di addestrare Anakin, ottenendo però risposta negativa. Il
Consiglio, composto tra gli altri da Yoda e da Mace Windu (Samuel L.
Jackson), infatti, avverte particolare vulnerabilità
nel giovane, risultando quindi potenzialmente incline al Lato
Oscuro della Forza. Nel frattempo, gli scontri politici continuano,
indebolendo l’autorità della Repubblica. A minare tale stabilità,
si ripresenta inoltre la minaccia dei Sith, che per quasi
un millennio si erano creduti estinti.
Star Wars: Episodio II – L’attacco
dei cloni (2002)
Ambientato 10 anni dopo gli eventi
del precedente film, L’attacco dei cloni presenta una
Galassia sull’orlo della guerra civile, e la Repubblica è più
debole che mai. La senatrice Padmé Amidala, impegnata nel tentativo
di scongiurare tutto ciò, viene coinvolta in un tentativo di
assassinio. Per tale motivo, viene nuovamente posta sotto la
protezione del Maestro Jedi Obi-Wan Kenobi e del suo apprendista
Anakin Skywalker, ormai cresciuto. Passando molto tempo con
insieme, Anakin e Padmé finiscono per innamorarsi, decidendo però
di tenere segreta la cosa.
Sul pianeta Geonosis, intanto,
Obi-Wan scopre un raduno separatista guidato dal Conte Dooku
(Christopher
Lee). Obi-Wan trasmette le sue scoperte al Consiglio
Jedi, il quale per contrastare la minaccia, decide di affidare
poteri speciali al Cancelliere Supremo Palpatine (Ian
McDiarmid). La cattura di Obi-Wan, tuttavia, sconvolge i
piani, e Anakin e gli altri Jedi saranno costretti a ingaggiare una
sanguinosa battaglia contro le forze del male pur di riportare
l’equilibrio.
Star Wars: Episodio III – La
vendetta dei Sith (2005)
La vendetta dei Sith,
terzo ed ultimo capitolo della trilogia prequel, si apre con
Obi-Wan Kenobi e il Anakin Skywalker intenti in una missione di
salvataggio nei confronti del Cancelliere Supremo Palpatine. Questi
è tenuto ostaggio dal Generale Grievous, comandante dei Separatisti
e droide programmato per combattere i Jedi. A missione terminata,
Anakin si riunisce con sua moglie Padmé Amidala, che gli rivela di
essere incinta. Il Jedi, tuttavia, comincia ad avere visioni in cui
Padmé muore in seguito al parto.
Intanto il Cancelliere Palpatine
nomina Anakin suo rappresentante e informatore al Consiglio Jedi,
il quale lo accetta come membro, ma rifiuta di assegnargli il grado
di Maestro. Palpatine, accorgendosi della preoccupazione dello Jedi
per Padmé, lo tenta con il Lato Oscuro della Forza, che gli
permetterebbe di prevenire la morte della moglie. Anakin,
vulnerabile, inizia a cedere alla tentazione, con conseguenze
disastrose per la Repubblica e la Galassia. Dal suo tradimento,
infatti, nascerà l’Impero, nonché il temibile Darth Fener.
Star Wars: Episodio VII – Il
risveglio della forza (2015)
Ambientato circa trent’anni dopo
Il ritorno dello Jedi, Il risveglio della
forza è il primo capitolo della trilogia sequel,
realizzata in seguito all’acquisizione della saga da parte della
Disney. Nonostante l’Impero sia stato distrutto, una nuova forza
malvagia si affaccia nella Galassia, con l’intento di governarla.
Si tratta del Primo Ordine, i cui due esponenti principali sono il
Generale Hut (Domhnall
Gleeson) e il Sith Kylo Ren (Adam
Driver). Consapevole di tale minaccia, la Resistenza
si riarma pronta ad una nuova battaglia. A capitanarla vi è
nuovamente Leila Organa.
Allo stesso tempo, anche la luce
dei Jedi sembra rianimarsi, e nonostante la scomparsa di Luke
Skywalker, una nuova eroina si propone sulla scena. Si tratta di
Rey (Daisy
Ridley), orfana in cerca di verità sul proprio
passato, che scopre di possedere i poteri dei celebri Cavalieri.
Chiamata a far parte della Resistenza da Poe Dameron (Oscar
Isaac) e Finn (John
Boyega), la ragazza dovrà per prima cosa mettersi
sulle tracce di Skywalker, il quale è l’unico che possa addestrarla
come si deve. Nel frattempo, Kylo Ren si trova diviso tra il lato
oscuro e i suoi genitori, Leila e Ian Solo, e dovrà decidere una
volta per tutte da che parte stare.
Star Wars: Episodio VIII – Gli
ultimi Jedi (2017)
La coraggiosa Rey riesce a trovare
la rotta per il nascondiglio segreto dove Luke Skywalker si è
ritirato in esilio volontario. Attraversato l’universo fino al
pianeta sperduto, arriva infine ad imbattersi nel leggendario
guerriero che ha combattuto e sconfitto l’Impero. Questi, tuttavia,
si rivela essere molto cambiato nel corso degli anni, ed è ora un
vecchio deluso che ha abbandonato il credo degli Jedi. I motivi di
ciò verranno lentamente ad emergere, e Rey dovrà fare i conti con
il precario equilibrio tra bene e male che vive in ogni cosa,
compresa lei. Luke accetterà infine di addestrarla, rimanendo però
spaventato dal potere della giovane.
Nel frattempo, la Resistenza si
trova coinvolta in una terribile imboscata. Il Primo Ordine sferra
un attacco violentissimo dal quale questi riescono con gran
difficoltà a difendersi. Ridotta a pochi membri, la Resistenza
sembra sul punto di sparire per sempre, e solo l’intervento di Rey
potrà salvarli. Prima, però, questa dovrà scontrarsi con Kylo Ren,
con il quale è sempre più misteriosamente legata. Questi la porterà
inoltre al cospetto dei malvagio Leader Supremo Snoke (Andy
Serkis), il quale è la vera mente dietro ai piani del
Primo Ordine.
Star Wars: Episodio IX – L’ascesa
di Skywalker (2019)
L’ascesa di
Skywalker è l’episodio finale dell’epica epopea sugli
Skywalker. Un anno dopo gli eventi del precedente film, quello che
rimane della Resistenza si prepara ad affrontare per l’ultima volta
il Primo Ordine. Nessuno sembrava però pronto al ritorno dal
passato di un’oscura minaccia: l’Imperatore
Palpatine. Questi, apparentemente sopravvissuto agli eventi di
Il ritorno dello Jedi, è pronto a riprendere il controllo
della Galassia, richiamando a sé tutta la malvagità dei Sith. Per
farlo, tuttavia, avrà bisogno di Kylo Ren, come anche di Rey e del
suo potere.
La giovane Jedi si avverte infatti
sempre più tentata dal Lato Oscuro, e percepisce ora più che mai la
scissione da cui Luke Skywalker l’aveva messa in guardia. Mentre
lei cerca di scoprire la propria forza, come anche la verità sulle
proprie misteriose origini, allo stesso tempo Kylo Ren si sente
sempre più richiamato dal bene che è in lui, e che i suoi genitori
lo spingono a riabbracciare. Nel frattempo, la Resistenza chiama a
raccolta quanti più aiuti possibili da ogni parte della Galassia,
decisa ad annientare il male una volta per tutte con un’ultima
epica battaglia.
Star Wars: gli spin-off della
saga
Rogue One: A Star Wars Story
(2016)
Primo spin-off della saga,
Rogue One: A Star Wars, è ambientato subito prima degli
eventi di Una nuova speranza. Il film si apre con lo
scienziato Galen Erso (Mads
Mikkelsen) il quale si è ora ritirato a vita privata.
Le sue doti sono però particolarmente ambite dal Direttore
Imperiale Orson Krennic (Ben
Mendelsohn), che vuole costringerlo a completare il
progetto della Morte Nera. Condotto via, sua figlia Jyn (Felicity
Jones) viene presa sotto la custodia
del ribelle Saw Gerrera (Forest
Whitaker), il quale la addestra a diventare una
combattente. Tredici anni dopo, il pilota Bodhi Rook (Riz
Ahmed) tradisce l’Impero e recapita un messaggio segreto
da parte di Galen Erso.
Questi rivela infatti l’esistenza
di alcuni progetti segreti che svelano i punti deboli della Morte
Nera, da lui progettata. Insieme al pilota Cassian Andor (Diego
Luna) e al droide K-2SO (Alan
Tudyk), Jyn viene così incaricata di sottrarre tali
progetti dal database imperiale del pianeta Scarif, con il codice
‘Rogue One’. Desiderosa di vendicare il padre, la ragazza organizza
così un piano per riuscire nella missione, la quale si rivelerà
essere la miccia che darà un nuova speranza all’Alleanza Ribelle
nella lotta contro il malvagio Impero.
Solo: A Star Wars Story
(2018)
Il secondo degli spin-off
realizzati è dedicato ad uno dei personaggi più celebri della saga:
Ian Solo. Ambientato
pochi anni dopo La vendetta dei Sith, il film segue
le avventure del giovane solo (Alden Ehrenreich),
il quale si guadagna da vivere insieme al suo mentore, il criminale
Beckett (Woody
Harrelson). I suoi insegnamenti permettono al giovane
di destreggiarsi tra i pericoli della Galassia, ma nel momento in
cui si imbatterà nell’Impero, la sua vita cambierà
drasticamente.
Incaricato dal misterioso Dryden
Vos (Paul
Bettany) di portare a termine una missione segreta,
Solo manifesta il bisogno di possedere un’astronave adeguata. Si
rivolge così all’ex contrabbandiere Lando Calrissian (Donald
Glover), il quale si offre di aiutarli. Insieme a lui,
vi è inoltre l’amata Qi’ra (Emilia
Clarke), dalla quale era a lungo stato separato e
verso cui nutre ora dei sospetti circa il suo coinvolgimento con
l’Impero. Nel corso dell’avventura, Solo si troverà così a
scontrarsi con alleati e rivali, imparando ad essere l’esuberante
personaggio poi incontrato anni dopo nella taverna di Mos Eisley da
Luke Skywalker e Obi-Wan Kenobi.
Star Wars: dove vedere i film in
streaming
Con l’arrivo della piattaforma
Disney+, è possibile ritrovare
nel catalogo di questa tutti e nove i film della saga principale,
nonché i due spin-off poc’anzi citati. Qui è possibile inoltre
ritrovare anche le serie animate collegate alla saga: The Clone
Wars, Rebels, Resistance e Forces of Destiny. Sono
diverse anche le serie in versione LEGO ispirate alla saga. È
inoltre presente la prima serie live-action di Star Wars, The
Mandalorian, ideata da Jon
Favreau con protagoniste Pedro
Pascal nei panni di un misterioso e valoroso
cacciatore di taglie.
Sempre sulla piattaforma è inoltre
possibile ritrovare diversi extra e curiosità, con i quali è
possibile approfondire la mitologia di Star Wars. Per poter vedere
tutto ciò, basterà sottoscrivere un abbonamento generale alla
piattaforma, potendo così fruire di tali titoli in totale comodità
e al meglio della qualità video.
La scorsa settimana, dopo la paura
forzata a causa dell’emergenza Covid-19, sono ufficialmente
ripartite le riprese di Jurassic
World: Dominion, l’attesissimo nuovo capitolo della
mitica saga dedicata ai dinosauri, che sarà diretto ancora una
volta da Colin Trevorrow, già regista di
Jurassic World.
I set del nuovo film, oltre a dover
rispettare tutta una serie di norme per garantire la sicurezza di
tutte le persone coinvolte, sono ovviamente blindatissimi.
Ciononostante, il
Sun è riuscito ad entrare in possesso di alcuni scatti dei
Pinewood Studios di Londra dove pare sia stato ricreato un
paesaggio artico.
Parallelamente, l’attrice Bryce Dallas Howard, che nel film tornerà a
vestire i panni di Claire Dearing, ha condiviso attraverso il suo
profilo Twitter
ufficiale una serie di scatti dal set che testimoniano non solo la
sua felicità per essere tornare a lavorare al fianco di Chris Pratt (interprete di Owen Grady),
ma anche i lividi dovuti agli stunt e alle acrobazie a cui
l’attrice si è già dovuta sottoporre.
Le riprese di Jurassic World: Dominion
In occasione delle riprese di
Jurassic
World: Dominion, la Universal Pictures ha dovuto
implementare sul set tutta una serie di
rigidi protocolli sanitari per permettere a tutti i membri
coinvolti nella produzione di poter lavorare in sicurezza. Tra i
protocolli che entreranno in vigore, figura anche un’area dedicata
che gestirà tutti i requisiti medici della produzione, inclusi test
sierologici e tamponi.
Jurassic
World: Dominion vedrà sia Chris
Pratt che Bryce
Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a
loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella
Pineda, Jake Johnson e Omar
Sy. Laura
Dern e Sam
Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che
avevano in Jurassic
Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan
Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta nel
Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe originale, Ian
Malcolm, interpretato da Jeff Goldblum, ha
firmato per tornare in Jurassic
World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta
in Jurassic World:
Il Regno Distrutto.
Entertainment Weekly ha diffuso online le prime immagini
ufficiali di I’m Thinking of Ending Things, il
nuovo film di Charlie Kaufman (sceneggiatore di
Essere John Malkovich, Il ladro di orchidee e Se mi
lasci, ti cancello e regista di
Anomalisa) che debutterà su Netflix a partire dal prossimo
4 settembre.
La sceneggiatura del film è tratta
dal romanzo omonimo di Iain Reid, che a sua volta
racconta la storia di Jake, in viaggio per andare a trovare i suoi
genitori nella loro fattoria isolata in compagnia della sua
fidanzata che sta pensando di terminare la loro relazione. Quando
però il ragazzo prende una decisione inaspettata lasciandola senza
prospettiva, la coppia entrerà in uno stato di palpabile tensione,
fragilità psicologica e puro terrore.
Il cast del film annovera
Jesse Plemons (Breaking Bad, Fargo), David
Thewlis (Wonder Woman), Toni Collette (Hereditary – Le Radici del
Male) e Jessie Buckley (Taboo, Chernobyl).
Mannarino, tra i
maggiori cantautori italiani contemporanei, è il presidente di
Giuria della IX edizione di Bookciak, Azione!
2020, evento di pre-apertura delle Giornate degli
Autori, in collaborazione con SNGCI. Il
Premio, ideato e diretto da Gabriella
Gallozzi, celebra l’intreccio tra cinema e letteratura
attraverso i bookciak, corti ispirati a romanzi e graphic
novel, realizzati da giovani filmmaker. La
premiazione si svolgerà il 1° settembre al Lido di
Venezia, durante la tradizionale serata di benvenuto alla stampa.
Dopo la prima veneziana i bookciak vincitori andranno in tour per
festival e premi, fino ad approdare a Parigi.
Mannarino si
aggiunge così al lungo elenco di presidenti di giuria che Bookciak
ha avuto in questi anni, fatto di grandi nomi del
cinema (Ettore Scola, Citto Maselli, Ugo
Gregoretti, Gabriele Salvatores, Daniele Vicari) del
teatro (Ascanio Celestini) della
letteratura (Lidia Ravera) e
dell’arte (Lorenzo Mattotti).
In un anno così difficile segnato
dalla pandemia, il premio Bookciak, Azione! sceglie la vitalità
musicale di un artista fuori dagli schemi, un’icona culturale
definito in Francia “poeta segreto”. Romano, classe 1979, figlio
della borgata di San Basilio, Mannarino ha ricevuto numerosi
riconoscimenti tra cui nel 2018 il prestigioso Premio De André,
artista di cui ha sempre riconosciuto la profonda influenza, mentre
nel 2019 si è aggiudicato il primo Premio Gabriella Ferri, nato in
memoria della grande interprete della canzone popolare romana.
È tra queste coordinate che si muove il suo lavoro; un artista
cittadino del mondo che mette insieme l’elettronica e canzone
d’autore, attingendo sempre a ritmi d’Oltreoceano e a storie di
vita vissuta.
Dall’esordio nel 2009 con Bar
della rabbia a oggi, ha saputo dare dignità di poesia a
canzoni indimenticabili: brani come Me so ‘mbriacato,
Apriti Cielo o Marylou sono diventati dei grandi
classici. Con l’ultimo album, Apriti cielo (2017) ha
raggiunto la definitiva consacrazione: un inno alla vita, una
visione libera del mondo e della sua ferocia, che si è guadagnato
il disco di platino e un tour di nuova concezione che in appena un
anno ha superato i 150mila spettatori.
Mannarino è inoltre il primo artista
italiano ad essere stato invitato a suonare come ospite d’onore
sotto la Navata Centrale del Musée d’Orsay di Parigi in occasione
dell’evento Curieuse Nocturne, a gennaio 2020. In
quell’occasione il cantautore ha annunciato il suo ritorno live con
un tour nei palazzetti. Attualmente è in studio per la
registrazione del nuovo album. Mannarino, in veste
di presidente di giuria di Bookciak, Azione! 2020, sarà affiancato
da Wilma Labate, Teresa Marchesi e Gianluca
Arcopinto, componenti della giuria permanente di
Bookciak, Azione!
La IX edizione del
premio conferma le sezioni speciali Memory Ciak,
in collaborazione con LiberEtà, Spi-CGIL e Premio
Zavattini, quella di Rebibbia aperta alle
allieve-detenute del Liceo artistico Enzo Rossi,
interno al carcere romano e la nuova arrivata, Fuori
sala, spazio di riflessione sul futuro, dopo quanto
accaduto al pianeta.
Il premio dopo la prima veneziana
porterà in tour i bookciak vincitori attraverso un prezioso
circuito di festival (Solinas, Festival PremioEmilio Lussu, Festa Cinema del
reale, Le giornate della Luce, Cinema
d’iDEA) che quest’anno toccherà anche
Parigi (Vo-VF. Le monde en
livres).
Bookciak, Azione! è
prodotto dall’Associazione culturale Calipso, Bookciak
Magazine, col sostegno di MiBACT, MIAC, 8 e 1/2,
Spi-CGIL, LiberEtà, Regione Lazio. In collaborazione con
Giornate degli Autori, SNGCI, ANAC, Premio Zavattini, FICC,
Nel Blu Studios. Col patrocinio di Biblioteche di Roma. RAI è
mediapartner.
Bleeding Cool ha condiviso una serie di possibili spoiler sulla
trama di Wonder
Woman 1984, emersi grazie ad alcune recenti
pubblicazioni che pare abbiano rivelato molto su ciò che accadrà
nel sequel diretto ancora una volta da Patty
Jenkins e in arrivo nelle sale ad ottobre. Se non
volete rovinarvi la sorpresa, vi consigliamo di non proseguire
nella lettura dell’articolo.
ATTENZIONE: SEGUONO SPOILER!
Come farà Steve Trevor
(Chris
Pine) a tornare in vita? Questa è una domanda che i
fan si sono posti fin dall’annuncio ufficiale del sequel: adesso,
la fonte conferma che il personaggio risorgerà grazie alla Pietra
del Sogno. Utilizzata nella serie a fumetti “Sandman”, in Wonder
Woman 1984avrà la forma di un
anello custodito all’interno dello Smithsonian
Institution. Concede la possibilità di esprimere un unico
desiderio, ma essendo stato creato da Dream, uno degli Endless
nella continuity di “Sandman”, questo potrebbe generare dei
problemi.
Non viene spiegato di più in merito
al destino di Steve, ma sappiamo che quando Maxwell Lord
(Pedro
Pascal) riuscirà a mettere le mani sopra la Pietra, la
userà per i suoi loschi affari e per rendere la sua attività di
nuovo proficua e di successo. Tuttavia, poiché l’anello può
esaudire un solo desiderio alla volta, ha bisogno di indurre altri
a crearne di nuovi. A questo punto, le cose diventeranno molto più
complicate…
La Cheetah di Wonder Woman 1984
come la Catwoman di Batman – Il Ritorno?
Alle fine, le
macchinazioni di Lord spingeranno il mondo sull’orlo della guerra,
ed è qui che entrerà in gioco Wonder Woman. Per quanto
riguarda Barbara Minerva (Kristen
Wiig), amica di Diana ed estremamente gelosa della sua
forza e e della sua bellezza, questa si alleerà con Maxwell Lord,
entrando in contatto con i suoi poteri attraverso un “lapsus”. La
sua discesa nella follia – che la spingerà poi a diventare
cosciente delle sue abilità e a trasformarsi in Cheetah – viene
paragonata a quella Catwoman in
Batman – Il Ritorno.
Wonder
Woman 1984 uscirà il 2 ottobre 2020. Il film è stato
definito dal produttore Charles Roven un sequel
“inusuale“, che poterà in scena lo stesso personaggio
grazie al lavoro dello stesso team creativo e che seguirà gli
eventi del precedente capitolo, ma che i fan non dovrebbero
aspettarsi un seguito tradizionale definendolo “la
prossima iterazione della supereroina”.
L’ordine cronologico del personaggio
di Diana Prince è stato già rimescolato, essendo stata introdotta
nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn
of Justice per poi tornare al vecchio secolo
con Wonder Woman. Il sequel vedrà
ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta
a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris
Pine (volto del redivivo Steve Trevor)
e Pedro
Pascal (nei panni di Maxwell Lord).
Chris Evans crede fermamente che i film
Marvel meritino più riconoscimenti
di quanti, in realtà, ne ottengano. Per quasi dieci anni, Evans ha
interpretato Steve Rogers, ossia Captain America, nell’Universo
Cinematografico Marvel, a partire da
Captain America: Il primo vendicatore. Evans ha concluso
la sua corsa all’interno dell’universo condiviso proprio lo scorso
anno con Avengers:
Endgame, che ha visto Steve fare ritorno negli anni ’40
per vivere una vita tranquilla insieme alla sua amata Peggy Carter.
Anche se il suo contratto con la Marvel è ufficialmente terminato,
di recente Evans
ha ammesso di sentire già la mancanza dei tempi in cui ha
interpretato l’eroe a stelle e strisce.
Nel corso degli
anni, il MCU è diventato senza dubbio il più grande franchise
cinematografico della cultura pop. Il pubblico continua ad amare e
sostenere i film dell’universo condiviso, che regolarmente vengono
accolti positivamente anche dalla critica. Ciononostante, i film
Marvel (anche se, in realtà, è un discorso che potrebbe essere
ampliato a qualsiasi film di supereroi) non riescono effettivamente
ad ottenere importanti riconoscimenti da parte dell’industria e dei
vari sindacati. Lo scorso anno Black
Panther ha raggiunto un traguardo impensabile,
conquistando ben 3 premi Oscar su 7 candidature, e diventando il
primo film di supereroi ad essere candidato nella categoria miglior
film.
Secondo Evans, tuttavia, le cose
dovrebbero cambiare. In una recente intervista con Deadline in
occasione della promozione della serie Defending Jacob disponibile su Apple
TV+, Evans ha parlato della qualità dei film Marvel e del
motivo per cui sente che dovrebbero ottenere un serio
riconoscimento: “C’è un enorme pensiero e un’enorme
considerazione che riguardano questi aspetti della storia. Se togli
il nome Marvel da questi film e se rendi i personaggi meno
identificabili con i fumetti, allora verrebbero lodati. Non sto
dicendo che ognuno di questi film rappresenta qualcosa di unico. Ma
la Marvel ha dimostrato di essere in grado di realizzare film
davvero impressionanti.”
Chris Evans sottolinea la qualità dei film del MCU
Il dibattito sul fatto che i grandi
blockbuster di successo come i film del MCU siano degni di grandi
riconoscimenti non è certamente nuovo, e per un breve periodo aveva
anche ispirato l’Academy ad introdurre un riconoscimento per il
“film più popolare”. Negli ultimi anni, ci sono stati diversi
segnali che l’Academy si stia aprendo a film di grande blockbuster
acclamati dalla critica (basti pensare non solo a Black
Panther, ma anche al “caso” Joker),
eppure la strada fare è ancora lunga. Evans ha sottolineato la
qualità dei film Marvel: otterrebbero davvero maggiore attenzione
durante la stagione dei se non venissero “commercializzati” come
film dell’Universo Cinematografico Marvel?
Continuano ad arrivare
aggiornamenti sull’annunciata serie Disney+Obi-Wan
Kenobi che estenderà ulteriormente l’universo di
Star
Wars della LucasFilms. Ebbene secondo
quanto apprendiamo dal sito
LRM Online, sembra che l’attore Hayden Christensen abbia firmato per essere
uno degli attori regular di Obi-Wan
Kenobi. Questa notizia va contro i
recenti rumors che sostenevano che l’attore sarebbe apparso solo
per un breve cameo.
Probabilmente la notizia verrà
annunciata ufficialmente a ridosso dell’inizio della produzione,
che è stata rimandato a causa dell’emergenza nel 2022. Inoltre
alcuni aggiornamenti arrivati da Insider Daniel Richtman, hanno
confermato che Darth Vader sarà presentato nella serie
Obi-Wan
Kenobi e anche se non è stato confermata la presenza
di Christensen è probabile che l’attore possa essere coinvolto
nella serie per riprendere il suo ruolo.
Ma se Hayden Christensen dovesse apparire
veramente nella serie, come suggeriscono le voci, questo vorrà dire
che il personaggio avrà un impatto significativo su la narrativa
generale, rispetto a quanto pensato precedentemente. Ci sono alcuni
modi in cui Anakin Skywalker potrebbe tornare per la serie
di Obi-Wan Kenobi . Magari
attraverso flashback sugli eventi precedenti all’Ordine
66 che consentirebbero una maggiore esplorazione del rapporto tra
Anakin e Obi-Wan, che è stato anche uno degli aspetti più
interessanti di Star
Wars: The Clone Wars.
Che dire, non resta che aspettare ulteriori conferme e magari un
annuncio ufficiale.
In occasione
dell’anteprima del nuovo lungometraggio d’animazione Disney e
Pixar Onward – Oltre la Magia,
Favij è stato protagonista a
#Giffoni50 che ieri ha dato il via alle
celebrazioni della sua 50esima edizione. Il noto creator, che nel
film presta la voce con uno speciale cameo a uno spiritello, ha
presentato il film ai ragazzi, rispondendo alle loro domande.
Diretto da Dan Scanlon e prodotto da Kori Rae,
la squadra creativa che ha realizzato Monsters
University, Onward – Oltre la Magia
include tra le voci italiane anche Sabrina Ferilli, Fabio Volo,
Raul Cremona e David Parenzo. Sabrina Ferilli, nei
panni di Laurel Lightfoot, è una mamma determinata e devota che
lavora duramente e si impegna con tutto il cuore in tutto ciò che
fa. Fabio Volo è Wilden Lightfoot, intelligente e
sicuro di sé, che ha scoperto un modo creativo e al tempo stesso
fantastico per rivedere i suoi figli molti anni dopo la sua morte.
Raul Cremona interpreta un apprendista stregone,
David Parenzo un cameriere.
Onward – Oltre la
Magia è basato sulle esperienze personali vissute dal
regista insieme a suo fratello: “La storia è ispirata al
rapporto con mio fratello e al legame con nostro padre, che è
venuto a mancare quando avevo circa un anno”, ha affermato Dan
Scanlon. “Lui è sempre stato un mistero per noi. Un nostro
parente ci ha inviato una registrazione su cassetta in cui lui
pronunciava soltanto due parole: ‘ciao’ e ‘arrivederci’. Due
parole. Ma per me e mio fratello era pura magia”.
ONWARD – OLTRE LA
MAGIA
Quando due fratelli elfi adolescenti, Ian e Barley
Lightfoot, hanno l’inaspettata opportunità di trascorrere
un giorno in più con il loro defunto padre, si imbarcano in una
straordinaria avventura a bordo dell’epico furgone di Barley,
Ginevra. Come ogni impresa che si rispetti, la loro avventura è
ricca di incantesimi magici, mappe misteriose, ostacoli
insormontabili e scoperte incredibili. Ma quando la coraggiosa
mamma dei ragazzi, Laurel, si accorge che i suoi figli sono
scomparsi, si allea con la Manticora, una ex guerriera in parte
leone, in parte pipistrello e in parte scorpione, e inizia a
cercarli. Nonostante le pericolose maledizioni, questo singolo
magico giorno potrebbe significare molto più di quanto avessero mai
immaginato.
Il mondo dello spettacolo è sempre
alla ricerca di nuovo gemme nascoste da scoprire. Una di queste è
senza dubbio LaRoyce Hawkins, attore di film e
serie tv attivo ormai da diversi anni. Gli appassionati di
polizieschi lo ricorderanno sicuramente per Chicago
PD mentre per tutti gli altri, diamo una rinfrescatina
alla loro memoria.
Scopriamo insieme tutto
quello che c’è da sapere su LaRoyce Hawkins.
10. Nato e
cresciuto a Harvey, Illinois, Stati Uniti, nella periferia sud di
Chicago, LaRoyce Hawking sin da bambino ha manifestato un
interesse particolare per la recitazione e il mondo dello
spettacolo. Al liceo ha cominciato a prendere confidenza con il
palcoscenico esibendosi in spettacoli di stand-up comedy.
Grazie alla sua dedizione e soprattutto alla sua passione, dopo il
liceo, ha ricevuto una borsa di studio completa per la Illinois
State University dove ha potuto finalmente studiare
recitazione.
9.Molto
attaccato alla sua città e alle sue radici, LaRoyce è
sempre stato molto attivo all’interno della sua comunità. Oltre a
fare della beneficenza, si è occupato di persona dei ragazzi meno
fortunati, facendo loro da tutor e cercando con le sue parole di
ispirare nuove giovani menti.
LaRoyce Hawkins film
8. Il primo
ingaggio per LaRoyce arriva nel 2008 quando gli viene offerto un
piccolo ruolo nel film The Express, diretto da
Gary Fleder. Basato sulla biografica Ernie Davis: The Elmira
Express di Robert Gallagher, il film racconta
la storia di Ernie David, il primo campione di football
afroamericano a vincere il trofeo Heisman. Questo premio,
infatti, è il riconoscimento più importante legato al football
universitario. Purtroppo Davis morì presto, a solo 23 anni, a causa
della leucemia, proprio quando la sua carriera sportiva stava per
cominciare.
Negli anni successivi prende parte
a due cortometraggi, Reflection (2011) e
Google Me Love (2013), prima di approdare nel
mondo della televisione e delle serie tv.
7. Parallelamente alla sua carriera
cinematografica, LaRoyce Hawkins inizia ad
affacciarsi anche nel mondo della televisione. Dopo alcune
‘comparsate’ e piccoli ruoli in serie tv minori
come House of Payne (2008), Detroit
187 (2011), Underemployed – Generazioni in
saldo (2012), nel 2013 finalmente arriva la svolta.
In quell’anno LaRoyce viene scelto
per interpretare il ruolo di Kevin Atwer nella
serie Chicago PD.
6. Spinoff della
serie televisiva Chicago Fire, creata da
Dick Wolf nel 2012, Chicago
PD segue le vicende della polizia di Chicago, sia
l’unità di pattuglia che quella di intelligence. La
squadra è composta da tredici elementi e a capo dell’unità
intelligence c’è Henry “Hank” Voight (Jason
Beghe), un poliziotto dai modi duri e che non si ferma
davanti a niente e nessuno pur di arrivare alla verità. I suoi
modi, infatti, sono spesso contestati dagli altri membri della
squadra e non solo.
LaRoyce Hawkins interpreta
Kevin Atwater, un giovane membro
dell’intelligence, onesto e capace e dal passato
difficile. Cresciuto in brutto quartiere e con il padre in galera,
Kevin è riuscito a emergere dalla miseria e a diventare un bravo
poliziotto. E’ molto in sintonia con gli altri membri della
squadra, diventati per lui come una seconda famiglia, e ha un
fratello e una sorella più piccoli di lui ai quali è molto
affezionato.
5.Chicago
PD, andata in onda per la prima volta nel 2014, a oggi è
arrivata alla sua settimana stagione, facendo strage di pubblico.
La serie ha dato la possibilità a LaRoyce di farsi conoscere e
apprezzare dalle persone. L’attore, ancora impegnato con Chicago
PD, è comparso anche nella serie madre Chicago
Fire in ben nove episodi tra cui alcuni
crossover e in un paio di episodi degli spinoff Chicago
Justice e Chicago
Med.
4. Parallelamente
al suo lavoro sul set di Chicago PD, LaRoyce Hawkins ha anche
lavorato in altre serie tv, ricoprendo ruoli minori, dal 2015 al
2019. In questo arco temporale lo vediamo quindi anche sui set di
Ballers (2015), Boyband (2016),
Special Skills (2017) e Southside
(2019).
3. Quando le
riprese di Chicago PD vanno in pausa o comunque quando ha un po’ di
tempo libro, LaRoyce si dedica a una delle sue passioni: la musica
dal vivo. L’attore è il volto ufficiale di Let’s
Gro, uno spettacolo che unisce musica, stand-up comedy e
poesia tutto live.
2. Per restare
connesso con i suoi fan, LaRoyce condivide su Instagram e in
generale sui suoi account social, molti dei suoi spettacoli e in
generale delle sue attività fuori dai set televisivi e
cinematografici.
1. LaRoyce è anche
molto attivo nella condivisione della sua musica preferita. Sul suo
account Instagram
c’è un link dal quale è possibile ascoltare alcuni brani della
PWRFLMUSIC di Chicago.
Su Soundcloud Hawkins
ha messo a disposizione dei suoi fan una piccola selezione di
musica della sua città natale e dei suoi artisti preferiti.
Alessio Lapice in "Imma
Tataranni - Sostituto Procuratore"
Tra gli attori italiani di nuova
generazione Alessio Lapice è senza dubbio uno dei
più amati dal pubblico. Nonostante la sua giovane età, la sua
carriera è già piena di progetti interessanti. Se volete saperne di
più, mettetevi comodi.
Scoprite insieme a noi
tutto quello che c’è da sapere su Alessio
Lapice.
Alessio Lapice serie tv
Alessio Lapice in “Imma Tataranni – Sostituto
Procuratore”
10. Nato a Napoli
il 12 agosto del 1991, fin sa subito Alessio Lapice mostra un
grande interesse per il mondo del cinema e della televisione.
Subito dopo il diploma, infatti, si trasferisce a Roma per studiare
recitazione prima all’Accademia Duse International
e poi presso il celebre Centro Sperimentale di
Cinematografia, dove approda nel 2016.
9. La carriera
d’attore di Alessio Lapice comincia nel 2015 grazie alla serie tv
Sotto Copertura – La Cattura di Zagaria, prodotta
dalla Rai. La fiction, andata in onda per due stagioni, racconta la
storia di Antonio Iovine, boss del clan dei Casalesi. Gli episodi
ricostruiscono perfettamente gli anni di latitanza del boss, le
indagini della Polizia fino ad arrivare alla cattura del boss.
La serie, come la maggior parte di
quelle italiane ispirate a fatti di cronaca, ha avuto un grande
successo di pubblico e ha messo in luce le doti attoriale di
Alessio. Il giovane Lapice ha saputo distinguersi, interpretando
Rudy, anche se ha partecipato solo a due episodi.
Alessio Lapice e la tv
8. La sua carriera
televisiva continua con diverse ‘comparsate’ in fiction più o meno
note come Endless Summer di Valentina Vlasova
(2015), Fuoco Amico TF45 – Eroe per amore – in cui
recita al fianco di Raoul
Bova – (2016) e Don Matteo 10 (2016),
famosissima serie tv Rai con Terrence Hill.
Tuttavia la notorietà vera arriva
per Alessio con la sua partecipazione all’ormai nota serie
Gomorra diretta da Claudio Cupellini. Il
giovanissimo Lapice compare negli episodi 11 e 12 della seconda
stagione, andata in onda nel 2016, dove interpreta Alfredo
Natale, braccio destro del boss Avitabile, incaricato di
una missione molto importante e pericolosa.
7. Acquisita ormai
una certa notorietà, Lapice viene scelto per un ruolo abbastanza
importante nella fiction Rai, Imma Tataranni – Sostituto
Procuratore (2019). La serie, liberamente tratta dai
romanzi di Mariolina Venezia, racconta la storia
di Imma Tataranni, sostituti procuratore della Procura di Matera,
donna forte, combattiva e dalla moralità ineccepibile. Sul lavoro è
uno squalo e non fa sconti a nessuno ma nella vita private riesce a
essere anche una donna molto divertente e dolce.
Le sue indagini si svolgono sempre
in Basilicata ed è sempre affiancata da Ippazio Calogiuri,
interpretato da Alessio Lapice.
Alessio Lapice film
Alessio Lapice in “Nato a Casal di Principe”
6. La carriera di Alessio, però, pur essendo
solo agli inizi, non si limita solo alla televisione. Il giovane
Lapice ha infatti partecipato anche a diversi film italiani. La sua
prima esperienza riguarda il film del 2017 di Fabio Mollo dal
titolo Il Padre d’Italia, in cui Alessio ha
recitato al fianco di Luca
Marinelli e Isabella
Ragonese.
Il film racconta la storia di Paolo
(Marinelli), un giovane omosessuale che una sera, in una dark room,
incontra Mia (Ragonese), una ragazza incinta che gli sviene tra le
braccia. Un incontro casuale e tante storie di umanità diverse che
si intrecciano, storie di disagio sociale, dolore e speranza.
5. Nello stesso
anno (2017), Lapice partecipa a un altro film molto importante,
diretto da Bruno Oliviero e dal titolo Nato a Casal di
Principe. La pellicola, presentata fuori concorso alla
74a edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
di Venezia nella sezione Cinema Giardini, racconta la
storia del giovane Amedeo Letizia (Alessio Lapice) costretto di
punto in bianco a interrompere la sua carriera d’attore per tornare
nella sua città natale. Da Roma il ragazzo torna quindi a Casal di
Principe dove suo fratello Paolo è stato rapito. Nonostante la
città sia notoriamente sotto il controllo della camorra casertana e
la cattiva reputazione di Paolo Letizia, Amedeo non si dà per vinto
e tenta di scoprire la verità dietro il rapimento del fratello.
Il film è stato accolto con grande
entusiasmo sia dal pubblico che dalla critica che ha premiato
l’interpretazione di Lapice. Il giovane Alessio ha infatti ottenuto
nel 2018 il Premio Ischia – Breakout Actor Award all’Ischia
Global Fest.
Alessio Lapice filmografia
Alessio Lapice in “Il Primo Re”
4. A distanza di
due anni dal successo di Nato a Casal di Principe, Alessio Lapice
torna al cinema con Il Primo
Re, film diretto da Matteo Rovere.
Il nostro giovane attore stavolta
si mette alla prova con un genere completamente diverso; quello di
Rovere è, infatti, un film storico ambientato nel 753 a.C., anno
della fondazione di Roma, e che rivisita il mito di Romolo
e Remo. Nel film Alessio Lapice interpreta Romolo ed è
affiancato dal grande Alessandro
Borghi che veste invece i panni di Remo.
In occasione dei David di
Donatello 2020, il film si aggiudicato il
premio per il migliore autore della
fotografica.
3. Ci sono ancora
due progetti che figurano sul curriculum di Alessio Lapice ma che
purtroppo non hanno ancora visto la luce. Nel 2019 l’attore ha
partecipato al film Io Sto Bene di Donato Rotunno,
film che purtroppo è ancora fermo in fase di post-produzione.
Stessa sorte per il film Weekend di Riccardo
Grandi che, a causa della pandemia in corso, si è fermato in fase
di pre-produzione.
Alessio Lapice è su Instagram
2. Nonostante la
sua giovane età – Alessio ha solo 28 anni -, l’attore pare stia già
facendo parlare di sé oltre oceano. Lapice è stato, infatti,
inserito da Forbes Italia della classifica dei
trenta giovani leader del domani nella categoria
Under 30, ovviamente nella sezione
intrattenimento.
1. Come tutti i
quasi trentenni che si rispettino, anche Alessio ha un suo account
Instagram
aggiornato dove l’attore posta piccoli stralci della sua vita
quotidiana e professionale. Se non volete perdervi nulla della sua
carriera in ascesa, seguitelo su Instagram.
All’epoca dell’uscita in sala
Captain
America: Civil War,Anthony Mackie aveva già interpretato Sam
Wilson/Falcon in ben 3 film del MCU: eppure, nonostante le
precedenti apparizioni, è stato il terzo film dedicato a Steve
Rogers ad accendere ufficialmente i riflettori sul guerriero
alato.
Anche se guardando i vari film
potrebbe sembrare che l’attore si sia divertito molto ad
interpretare il ruolo, in una recente intervista con
Entertainment Weekly è stato proprio Mackie a rivelare di aver
faticato parecchio nell’atterraggio dopo alcune acrobazie. “Con
i film Marvel mi sono messo alla prova per la prima volta con il
genere action”, ha spiegato l’attore. “Quando ho
incontrato per la prima volta il team, mi hanno detto: ‘Vogliamo
che atterri come un uccello’. Essendo un attore abbastanza strano,
e in memoria dei giorni in cui ho lavorato come mimo e clown, ho
iniziato a studiare diversi tipi di uccelli per capire il modo in
cui atterravano, decollavano, volavano… tutte cose del
genere.”
“Il primo giorno sul set di
Civil War dovevamo girare una scena con Visione e Rhodey e io
dovevo atterrare”, continua Mackie. “Mi tirano su a circa
10 metri di altezza e mi misero su questo pendolo. Io avrei dovuto
spingere le gambe e atterrare. Fino a quel momento non mi ero mai
reso conto di quanto pesasse la parte inferiore del mio corpo,
quindi caddi a faccia a terra e rimbalzai per alcuni metri. Tutto
lo staff era piegato in due dalle risate. Stavano letteralmente
morendo dal ridere.”
Anthony Mackie si prepara a
diventare il nuovo Captain America
L’ultima volta che abbiamo visto
Anthony Mackie nei panni di Falcon è stato in
Avengers:
Endgame: alla fine di quel film, Steve Rogers ha
passato il suo scudo e la sua eredità a Sam Wilson, che
nell’attesissima serie The Falcon and the Winter Soldier diventerà
così il nuovo Captain America. Di recente l’attore ha fatto
abbastanza parlare di sé
dopo aver criticato l’atteggiamento della Marvel nei
confronti della diversità, non solo in riferimento al cast dei
film, ma anche e soprattutto alla troupe, quindi a tutte le persone
che lavorano sul set.
Il Regno Unito ha dato i natali a
tantissimi grandi attori e uno di questi è proprio Gabriel
Byrne. Famoso sia al cinema che sul piccolo schermo,
alcune delle sue interpretazione sono passate alla storia. Ma se
ancora non conoscete Byrne e la sua lunga carriera, mettetevi
comodi. Venite a scoprire con noi tutto quello che c’è da
sapere su Gabriel Byrne.
Gabriel Byrne film: dal seminario
al grande schermo
10. Nato a
Dublino, in Irlanda, il 12 maggio del 1950, Gabriel Byrne è il
primo di sei figli. La sua famiglia è molto numerosa e religiosa e
i suoi genitori sono membri della classe lavorativa. Gabriel, così
come i suoi fratelli, riceve la sua educazione presso i
Fratelli Cristiani, un istituto maschile di
diritto pontificio.
9. Conosciuti come
i Marines della Chiesa Cattolica, i Fratelli Cristiani, a detta
dello stesso attore, non erano particolarmente permissivi o
tolleranti. Essere educati in un contesto del genere
voleva dire seguire un rigido codice morale e di comportamento.
Ogni trasgressione veniva condannata e il trasgressore punito
severamente. In un’intervista rilasciata a The Hollywood
Interview, Byrne afferma di essere stato
picchiato più volte e di come quel metodo educativo non abbia
giovato alla sua crescita emotiva e professionale.
Secondo l’attore, punire
corporalmente un ragazzino che non riesce ad afferrare i basilari
concetti della matematica o della grammatica non porta a nessun
risultato. Le umiliazioni fisiche non fanno altro che minare
l’autostima della persona che le subisce e può causare gravi
problemi comportamentali.
Gabriel Byrne filmografia:
dall’Irlanda a Hollywood
Gabriel Byrne nel film “Excalibur” Fonte: IMDB
8. Grazie (o a
causa) della rigida istruzione cattolica ricevuta, Gabriel
trascorre ben cinque anni in seminario, studiando
per diventare un terapista ordinato dalla Chiesa. Ma ben presto
capisce di voler intraprendere una carriera differente. Dopo aver,
infatti, cimentato nei mestieri più disparati, Byrne si dedica
anima e corpo al mondo della recitazione.
A Dublino frequenta l’Abbey
Theatre e in seguito il Royal Court di
Londra; studia recitazione per molti anni fino a quando la sua
carriera prende il volo.
La sua prima apparizione sul grande
schermo risale al 1981 quando debutta nel film
Excalibur, diretto da John Boorman. Ma il suo
talento non passa inosservato e nel corso degli anni ottanta
partecipa a tante altre produzioni come Hanna K
(1983), La fortezza (1983),
Reflections (1984), Dossier
confidenziale (1985), Gothic (1986),
Cuor di leone (1987), Giulia e
Giulia (1987), Bentornato fantasma
(1987), Siesta (1987), Il
corriere (1988) Spia per forza (1989) e
L’ora del tè (1989).
Gabriel Byrne e i film degli anni
novanta
Gabriel Byrne in “Piccole Donne”
7. Gli anni novanta sono
senza dubbio i più importanti per la carriera di Gabriel Byrne che
pian piano si fa strada verso Hollywood. Dal 1990 fino al 2000,
l’attore prende parte a produzioni di grande pregio e comincia a
lavorare con grandi registi e attori. I film di quegli anni sono
Crocevia della morte (1990),
Naufragio (1990), Fuga dal mondo dei
sogni (1992), Into the West (1992),
Nome in codice: Nina (1993), Una donna
pericolosa (1993), Prince of Jutland
(1994), Uno strano scherzo del destino (1994) e
Il verdetto della paura (1994).
Uno dei film più amati e conosciuti
che vede Gabriel Byrne tra i suoi protagonisti risale proprio al
1994. In quell’anno l’attore viene scelto per interpretare il
professor Friedrich Bhaer nel remake di Piccole
Donne, tratto dal celebre omonimo romanzo di
Louisa May Alcott. Nel cast del film troviamo
anche Susan Sarandon,
Winona Ryder,
Kirsten Dunst,
Christian
Bale e Claire
Danes.
Successivamente, Byrne recita anche
nei film I soliti sospetti (1995), Dead
Man (1995), Il tempo dei cani pazzi
(1996), L’ultimo dei grandi re (1996), Il
senso di Smilla per la neve (1997), Crimini
invisibili (1997), Fra odio e amore
(1997), Amori e segreti (1998), La
maschera di ferro (1998), Nemico pubblico
(1998), Stigmate (1999) e Giorni contati –
End of Day(1999)
Gabriel Byrne e i film del nuovo
millennio
Gabriel Byrne in “Canone Inverso”
6. Gabriel Byrne
continua la sua scalata nel mondo del cinema. Grazie alla notorietà
acquisita tra gli anni ottanta e novanta, l’attore viene arruolato
sempre più spesso e in produzioni internazionali ed è proprio il
nuovo millennio a fare la sua fortuna. Lavora infatti con registi
da tutto il mondo come Mira Nair, Ricky Tognazzi, David
Cronenberg,Jean-François
Richet, Wim Wenders e molti altri ancora.
Tra i suoi film più importanti
ricordiamo Canone inverso (2000) La corsa
di Virginia (2002), Spider (2002),
Contratto con la morte (2002), Nave
fantasma (2002), Shade (2003), La
fiera della vanità (2004), P.S. Ti amo
(2004), Il ponte di San Luis Rey (2004),
Assault on Precinct 13 (2005), Emotional
Arithmetic (2007), Attacco a Leningrado
(2009) e 2:22 – La rapina ha inizio (2008).
Negli ultimi dieci anni, la sua
carriera ha, tuttavia, subito un rallentamento. I film più
importanti di questo periodo sono Le capital
(2012), The Deadly Game (2013), Vampire
Academy (2014), Nadie quiere la noche
(2015), Segreti di famiglia (2015), The
33 (2015), No Pay, Nudity (2016)
Mad to Be Normal (2017), Hereditary – Le
radici del male (2018) e Lost Girls
(2020).
Gabriel Byrne serie tv
5. Parallelamente
alla sua carriera nel cinema, Gabriel Byrne inizia a lavorare anche
per il piccolo schermo. Tra gli anni settanta e ottanta partecipa a
diverse serie tv, con piccoli ruoli o ‘comparsate’. In questi anni
ricordiamo Last of Summer (1978), The
Burke Enigma (1978), The Riordans
(1978-1979), Bracken (1980-1982),
Wagner (1981-1983), The Search for
Alexander the Great (1981), Strangers
(1981) e i film tv Joyce in June (1982) e
Treatment (1984).
Gabriel Byrne in Cristoforo
Colombo
Gabriel Byrne nella miniserie “Cristoforo Colombo”
4. Una dei ruoli
più famosi e amati dal pubblico, interpretati da Gabriel Byrne è
senza dubbio quello di Cristoforo Colombo.
L’attore irlandese, infatti, nel 1985 ha preso parte alla miniserie
tv dedicata al navigatore italiano.
Lo sceneggiato in quattro puntate,
prodotto dalla RAI nel 1984, narra le vicende del
navigatore e cartografo genovese che precedono e seguono il suo
viaggio verso le Indie che lo porterà invece alla scoperta di un
nuovo continente.
Ma le avventure televisive di Byrne
non finiscono qui. Tra gli anni ottanta e duemila lo vediamo in
altre serie tv come Mussolini: The Untold Story
(1985), Screen Two (1994),
Glenroe (1997), Madigan Men
(2000) e film tv come Buffalo Girls (1995),
Draiocht – Magia (1996) e Weapons of Mass
Distraction (1997).
Gabriel Byrne nella serie In
Treatment
Gabriel Byrne nella serie “In Treatment”
3. Il successo
televisivo per Gabriel Byrne, tuttavia, arriva solo nel 2008 con
In
Treatment. La serie tv è andata in onda dal 2008 al
2010 per tre stagioni e un totale di 106 episodi ed è stata accolta
molto bene dal pubblico e dalla critica.
Prodotta da Rodrigo
Garcia e trasmessa dalla HBO, la serie
racconta la vita dello psicoterapeuta Paul Weston, interpretato da
Gabriel Byrne, il quale cerca di esorcizzare in qualche modo i suoi
demoni interiori attraverso le sedute con i suoi pazienti. Disturbo
da stress post traumatico, paura della morte, depressione, manie
suicide, problemi relazionali e terapia di coppia; questi sono solo
alcuni dei temi affrontati dalla serie, problemi che il dottor
Weston dovrà trattare.
Insieme a Gabriel Byrne, nella
serie troviamo anche attori come Melissa George, Blair
Underwood, Mia Wasikowska e Hope
Davis.
Tra le altre serie interpretate da
Byrne ricordiamo Secret State (2012),
Quirke (2014), Marco Polo (2016),
Maniac (2018), War of the Worlds
(2019 e attualmente in corso), ZeroZeroZero (2020)
e ovviamente Vikings (2013).
Gabriel Byrne in Vikings
Gabriel Byrne nella serie “Vikings”
2. Gli amanti
delle serie storiche e in costume ricorderanno sicuramente il ruolo
di Gabriel Byrne nella famosa serie Vikings.
Nata da una co-produzione di Canada
e Irlanda, la serie è andata in onda per bene sei stagioni e un
totale di 79 episodi, tutti trasmessi a partire dal 2013.
Ambientata nel IX secolo in Scandinavia e nei paesi del nord
Europa, Vikings, così come suggerisce il titolo, racconta delle
vicende (romanzate) della stirpe vichinga attraverso il personaggio
di Ragnarr Sigurðsson una figura semi leggendaria
di un re che dominato nelle terre di Svezia e Danimarca nel 1800.
Ovviamente, oggi non ci sono prove certe dell’esistenza di questo
valoroso re oppure non sono ancora state scoperte.
Gabriel Byrne nella serie ha
interpretato il ruolo del Conte Haraldson,
personaggio presente solo nei primi sei episodi della prima
stagione di Vikings.
Gabriel Byrne moglie e figli:
curiosità e vita privata
1. La vita
sentimentale di Byrne è sempre stata molto chiacchierata. Dal 2001,
anno d’uscita della sua autobiografia dal titolo Pictures
in my Head, ormai quasi più nulla del suo privato è
rimasto tale.
Nel 1988 Gabriel Byrne sposa
Ellen Barkin, attrice, dalla quale negli anni
successivi ha due figli Jack Daniel (1989) e
Romy Marion (1992). La loro relazione, molto bella
e intensa, purtroppo giunge al capolinea nel 1999, anno in cui i
due divorziano ma in modo amichevole, mantenendo buoni rapporti.
Tra flirt e brevi storie, Byrne non sembra intenzionato di nuovo a
prendere moglie.
Soltanto nel 2014 l’attore decide
si tornare sull’altare e di sposare la produttrice Hannah
Beth King, con cui era già fidanzato da qualche anno.
Tyler
Rake con Chris
Hemsworth ha debuttato su Netflix lo scorso
marzo, in un momento in cui i cinema erano chiusi a causa della
pandemia di Covid-19 e la fruizione di film e serie tv in streaming
è aumentata in maniera esponenziale. Il film è stato diretto da
Sam Hargrave, coordinatore degli stunt
dell’Universo Cinematografico Marvel che ha firmato il suo
debutto dietro la macchina da presa, ed è stato sceneggiato da
Joe Russo, co-regista di Avengers:
Infinity War e Avengers:
Endgame.
In precedenza era già stato rivelato
che Tyler
Rake stava per diventare il più grande film
originale di Netflix, e adesso i dati condivisi da
Bloomberg lo confermano. In base ai numeri ufficiali che
mostrano quanti abbonati hanno visto quel determinato titolo
durante le prime quattro settimane di disponibilità sulla
piattaforma, il film con Chris
Hemsworth è risultato il più visto di tutti.
La Top 10 dei film originali più
visti su Netflix include Tyler
Rake (99 milioni), Bird Box
(89 milioni), Spenser Confidential (85 milioni), 6
Underground (83 milioni), Murder Mystery (73
milioni), The
Irishman (64 milioni), Triple Frontier (63 milioni), La
Missy sbagliata (59 milioni), Il buco (56 milioni) e The Perfect Date (48
milioni).
Questa notizia dovrebbe cementare la
possibilità che Tyler
Rake dia il via ad un nuovo franchise: di recente,
infatti, era stato lo stesso Russo a confermare di aver già chiuso
un accordo con il colosso dello streaming per occuparsi della
sceneggiatura del sequel.
La sinossi ufficiale di Tyler Rake
In attesa di nuovi dettagli,
ricordiamo che Tyler
Rake racconta la storia di un mercenario che opera nel
mercato nero e che non ha nulla da perdere quando viene ingaggiato
per salvare il figlio rapito di un boss del crimine internazionale.
Ma nel torbido mondo dei trafficanti di armi e di droga, questa
missione, che da pericolosissima diventa pressoché impossibile,
cambierà per sempre la vita di Rake e del ragazzo.
Arrivano finalmente le primissime
conferme in merito al cast di Black
Adam, l’atteso cinecomic DC che vedrà Dwayne
Johnson nei panni del guerriero egiziano
potenziato. Come apprendiamo grazie a
The Hollywood Reporter, infatti, l’attore Noah Centineo, noto per Sierra Burgess è
una sfigata e Tutte le volte che ho scritto ti amo
(entrambi disponibili su Netflix), reciterà nel film.
Centineo (il cui nome è stato per
molto tempo associato al travagliatissimo reboot di
Masters of the Universe) interpreterà il ruolo di
Atom Smasher, alter ego di Albert Rothstein,
personaggio creato da creato da Roy Thomas e disegnato da Jerry
Ordway. La sua capacità è quella di poter aumentare le sue
dimensioni e, di conseguenza, la sua forza in maniera esponenziale.
Il personaggio era già apparso nella seconda stagione della serie
televisiva The Flash interpretato
da Adam Joseph Copeland.
Inizialmente, le riprese di Black
Adam sarebbero dovute partire questo mese, ma la
pandemia di Covid-19 ha reso la cosa di fatto impossibile. Ad ogni
modo, sembra che la produzione non subirà un ritardo
particolarmente significativo: di recente “The Rock” ha affermato
che la produzione potrebbe partire tra Agosto e Settembre, anche se
le ultime voci parlano di un inizio delle riprese fissato per i
primi mesi del 2021.
Tutto quello che sappiamo su Black
Adam
Black
Adam, affidato alla regia di Jaume
Collet-Serra(Orphan, Paradise Beach – Dentro
l’incubo), arriverà nelle sale il 22 Dicembre 2021. Il
progetto originale della Warner Bros. su Shazam! aveva
previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua
nemesi, Black
Adam, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura per
dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla
sua origin story. E come annunciato nei mesi scorsi,
i piani per portare al cinema uno standalone con Dwayne
Johnson sono ancora vivi, e a quanto pare il film
dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei primi
anni duemila.
“Questo progetto ha comportato
dei rischi, ed è stato una sfida. Anni fa volevamo introdurre due
origin story in un’unica sceneggiatura, e chi conosce i fumetti e
la mitologia dei fumetti saprà che Shazam è collegato a Black
Adam“, aveva raccontato l’attore in un video.
“Questo personaggio è un antieroe, o villain, e non vedo l’ora
di interpretarlo. Stiamo sviluppando il progetto che è nel mio DNA
da oltre dieci anni. Dovremmo iniziare a girare in un anno e non
potrei essere più eccitato all’idea.”
È stato diffuso un nuovo trailer di
The New Mutants, che viene definito trailer
ufficiale e che oltre a mostrare delle immagini inedite, ci dà
anche appuntamento al prossimo Comicon di San Diego, che si
svolgerà completamente on line, che potrebbe essere la location
ideale per la diffusione di nuovi contenuti del film.
The
New Mutants è un thriller con sfumature
horror, originale e ambientato in un ospedale isolato dove un
gruppo di giovani mutanti è rinchiuso per cure psichiatriche.
Quando iniziano ad avere luogo degli strani episodi, le loro nuove
abilità mutanti e la loro amicizia saranno messe alla prova, mentre
cercano di fuggire.
Diretto da Josh
Boone e scritto da Boone
e Knate Lee, il film vede nel cast la
presenza di Maisie
Williams, Anya
Taylor-Joy, Charlie Heaton, Alice Braga, Blu
Hunt e Henry Zaga.
ll film è prodotto
da Simon Kinberg, Karen
Rosenfelt e Lauren Shuler
Donner, mentre Stan
Lee e Michele Imperato
Stabile sono i produttori esecutivi.
Sono diverse le serie Marvel
che debutteranno prossimamente su Disney+.
Le prime ad arrivare sulla piattaforma di streaming della Casa di
Topolino dovrebbero essere
The Falcon and the Winter Soldier e WandaVision,
mentre in futuro ci aspettano Hawkeye
e Loki, ma
anche She-Hulk, Ms. Marvel e
Moon
Knight. In attesa di capire meglio in che modo
l’attuale situazione legata alla pandemia di Covid-19 avrà effetti
sull’arrivo delle serie,
The Direct ha raccolto i personaggi che potrebbe apparire in
ogni show, divisi tra conferme, rumor e predizioni:
1Moon Knight
Personaggi
confermati
Ms. Marvel, She-Hulk e
Moon
Knightvennero annunciate dai Marvel Studios in
contemporanea. Su tutti e tre le serie i dettagli sono ancora
scarsi: anche in questo caso, non sappiamo ancora il nome
dell’attore che presterà le sue fattezze al personaggio di
Marc Spector.
Rumor
Diversi sono i villain e gli alleati di Moon
Knight che si vocifera appariranno nello show. Tra questi figurano
Raoul Bushman, Stained Glass Scarlet, Licantropus
e persino Dracula.
Predizioni
Dal
momento che Moon Knight dovrebbe raccontare di avventure a sfondo
soprannaturale, la serie sarebbe l’occasione perfetta per
introdurre nel MCU i Figli della Mezzanotte, i
successori di un antico ordine di protettori mistici.
Kevin
Feige ha avuto la sua grande occasione quando ha
lavorato al primo film degli
X-Men uscito nel 2000. All’epoca il produttore
esecutivo Lauren Shuler Donner rese Feige produttore associato del
film grazie alla sua approfondita conoscenza dell’Universo Marvel.
La sua competenza colpì così tanto Avi Arad che successivamente
venne designato come secondo in comando ai Marvel Studios, prima di diventarne
ufficialmente presidente (nonché mente creativa del MCU) a partire
dal 2007.
Durante
un’intervista con
Observer, al produttore esecutivo del primo film sugli X-Men,
Ralph Winter, è stato chiesto di condividere alcuni dettagli sul
ruolo che Kevin
Feige ha svolto nel contribuire a dare forma al film
di Bryan
Singer. “Lo studio desiderava il pubblico più
vasto possibile, il più grande botto in termini economici, come
d’altronde meritano e richiedono”, ha spiegato Winter.
“C’è stato un respingimento nell’essere fedeli al fumetto.
Kevin Feige, che nel film figurava come assistente alla produzione
di Donner, era proprio lì… in mezzo a tutto ciò”.
“Allora non aveva molta voce in
capitolo, ma era attento e fedele ai personaggi e ci ricordava:
‘Ehi, puoi farlo, ma ecco da dove viene il personaggio. Ecco da
dove sono iniziati i loro poteri. Quindi, tienilo a mente mentre lo
fai”. Considerando che Singer vietò la lettura di fumetti sul
set, è probabile che Feige abbia dovuto lottare per far sentire le
sue idee, ma ha chiaramente fatto la differenza.
Winter ha parlato di altre sfide che
il primo
X-Men ha dovuto affrontare, tra cui la mancanza di
denaro. “Il budget è stato una sfida. Non abbiamo pagato molto
gli attori. Ian McKellen, Patrick Stewart…. Non hanno ricevuto un
grande stipendio alla fine degli anni ’90, quando sono stati
stipulati gli accordi. Dovevamo rientrare in un budget di 75
milioni di dollari. Gli effetti visivi non erano
economici.”
Il primo X-Men ancora oggi nel cuore dei fan
Il primo
X-Men viene ancora oggi ricordato con affetto dalla
stragrande maggioranza dei fan, e mentre le accuse fatte contro
Singer nel corso degli anni hanno in qualche modo offuscato la sua
eredità, non si può negare che sia stato un punto di svolta per i
film dedicati ai supereroi. Inoltre, cosa ancora più importante, ha
messo Kevin Feige in una posizione che,
successivamente, gli avrebbe permesso di farsi carico dell’interno
Universo Cinematografico Marvel.
Essendo uno dei film più eccentrici
del MCU realizzati fino ad oggi, è normale che Guardiani
della Galassiaincluda la sua
dose di strambi personaggi al di là del già bizzarro team di eroi
principale. Tra gli artefatti che compongono la collezione
dell’avido Collezionista interpretato da Benicio del Toro, figura forse il personaggio
più strano della Marvel, ossia Howard il Papero. Appare solo
brevemente durante la scena post-credits del film, ma quel piccolo
ruolo è stato comunque una gradita sorpresa. Adesso, l’attore che
ha dato la sua voce al papero antropomorfo ha spiegato in che modo
si è approcciato alla parte.
In un’intervista con
ComicBookMovie, Seth Green ha parlato di come
abbia lavorato sulla voce che ha usato per doppiare Howard il
Papero durante il cameo del personaggio nel primo Guardiani
della Galassia, citando l’iconico Danny
DeVito come fonte di ispirazione.
“James Gunn e io ne abbiamo appena parlato un
po’ e ha detto di averlo visto come una specie di Danny
DeVito”,ha spiegato l’attore.“Abbiamo sempre immaginato che fosse una specie
di personaggio sarcastico, burbero e cinico. Howard non sa nemmeno
cosa sia una specie di anatra terrestre e non pensa a se stesso in
quel modo. È offeso da quella generalizzazione.”
Howard il
Papero ha debuttato nei fumetti della Marvel nel lontano
1973, apparendo per lo più in storie parodistiche. Essendo
un’anatra parlante antropomorfizzata, nei fumetti viene spiegato
che Howard proviene da un’altra dimensione, e che è arrivato sulla
nostra Terra a seguito di uno spostamento dell’Asse Cosmico.
Sebbene non fosse un tradizionale eroe dei fumetti, è stato
protagonista di un film a lui interamente dedicato molto prima
della maggior parte dei supereroi della Marvel: Howard e il Destino del Mondo, uscito nel
1986. All’epoca il film si rivelò un fallimento colossale, ma non
oscurò la reputazione del personaggio, che continua ancora oggi ad
essere amatissimo dai fan.
Il nuovo film dedicato ai Guardiani
della Galassia
Dopo che la Sony Pictures ha deciso
di mettere in stand-by lo spin-off Silver and
Black ambientato nell’universo di Spider-Man, la regista
Gina Prince-Bythewood si è dedicata a The Old Guard, il film con
Charlize Theron attualmente disponibile su
Netflix. In una recente intervista con
Indiewire in occasione della promozione dell’action basato
sull’omonimo fumetto, la Prince-Bythewood ha dichiarato che la
possibilità di dirigere il film è arrivata proprio grazie al suo
coinvolgimento nel progetto Marvel.
“Volevo fare qualcosa di più
audace rispetto ad alcuni dei film Marvel”, ha spiegato la
regista riflettendo sullo spin-off naufragato. “Era una
questione di quanto potessi spingermi oltre in
quell’universo”. In merito alle porte che le si sono aperte,
ha aggiunto: “Silver & Black mi ha permesso di entrare a fare
parte di certe discussioni, di essere considerata. Sapevo che tipo
di film fanno alla Skydance. Era esaltante ma anche snervante.
Sapevo di amare questo progetto, in parte perché avevo la
possibilità di fare tutto ciò che avrei voluto fare con l’altro
film: un film di supereroi tagliente con due donne.”
Durante l’intervista
Prince-Bythewood ha confermato che per Silver and
Black per aveva sviluppato sia i look per costumi che le
scenografie, era andata a caccia di location, aveva progettato gli
storyboard delle scene d’azione e persino lavorato con il team
degli effetti visivi prima che Sony cambiasse idea. “Tutto
accade per un motivo”, osserva la regista. “Ho imparato
così tanto in quell’anno e mezzo. Stavo imparando a fare cose per
un film di quella portata e avrei potuto trasferirle in The Old
Guard. Non mi è sembrato un cambiamento enorme da
affrontare.“
Quale futuro per lo spin-off Silver and Black?
Le cose per Gina
Prince-Bythewood si sono sicuramente evolute nel migliore
dei modi, anche se è un peccato che non siamo riusciti a vedere
cosa aveva realmente pianificato per Silver and
Black. Al momento non sappiamo se il progetto è stato
ufficialmente cancellato o se la Sony deciderà di svilupparlo
nuovamente. Lo studio aveva confermato di aver iniziato a lavorare
a due progetti separati, dedicati sempre ai personaggi di Silver
Sable e Black Cat, ma da allora non ci sono più stati
aggiornamenti.
La generazione dei trentenni di
oggi ricorda benissimo l’adolescenza passata in compagnia di
boyband, stelline del pop e dei ragazzacci di American
Pie. Come dimenticarsi di Sean William
Scott e del suo iconico Steve Stifler?
Impossibile. Eppure negli anni molte delle prodezze, delle
conquisti e degli scivolini di Sean sono passati inosservati.
Oggi scopriamo quindi insieme
tutto quello che c’è da sapere su Sean William
Scott.
Sean William Scott in tv: gli
inizi della sua carriera
Sean William Scott in “C’è sempre il sole a
Philadelphia”
10. Sean William
Scott è nato il 3 ottobre del 1976 a Cottage Grove, in Minnesota,
Stati Uniti, ed è l’ultimo di ben sette figli. Considerato sin da
piccolo come il figlio più creativo e ‘ribelle’, Sean si è
avvicinato alla recitazione e al mondo dello spettacolo in modo
decisamente anticonvenzionale.
Da ragazzo, infatti,
lavorava in un piccolo cinema vicino casa dove,
oltre che a risistemare le sale e a staccare i biglietti, aveva
l’opportunità di vedere tantissimi film. L’atmosfera della sala, le
luci spente e la magia del cinema l’hanno subito catturato. Tutto
il suo tempo libero Sean lo passava a lavorare e a vedere film
gratis: niente male, no?
9. Convinto di
voler intraprende una carriera nel mondo dello spettacolo, dopo il
diploma decide di trasferirsi a Los Angeles in cerca di fortuna. E
la dea bendata decide di premiarlo. Nel 1996 partecipa alla sua
prima serie tv dal titolo E Vissero Infelici per
Sempre, interpretando il ruolo di Moondoggie nel
secondo episodio della terza stagione.
L’anno successivo è stata la volta
di un film per la tv dal titolo Born Into Exile
che racconta la storia di una coppia di ragazzi, scappati dalla
miseria in cerca di una nuova vita e soprattutto della felicità.
Nel 1998 Sean ottiene un altro piccolo ruolo nella serie
Troppi In Famiglia, partecipando al terzo episodio
della seconda stagione.
I suoi ultimi lavori sul piccolo
schermi risalgono tuttavia a tempi più recenti. Nel 2013 partecipa
alla serie tv C’è Sempre Il Sole a Philadelphia,
dove compare solo nel quinto episodio della nona stagione.
Sean William Scott in Lethal
Weapon
Sean William Scott nella serie “Lethal Weapon”
8. Un ruolo
decisamente più importante gli viene offerto solo nel 2018 quando
accetta di partecipare alla serie tv Lethal Weapon. Si
tratta di un telefilm poliziesco infarcito con una buona dose di
comicità andato in onda per tre stagioni e quarantasei episodi, dal
2016 al 2019.
Sean William Scott ha interpretato
Wesley Cole, il nuovo partner di Roger Murtaugh
(Damon
Wayans), dopo la morte di Martin Riggs (Clayne
Crawford). Il suo personaggio, introdotto nella terza
stagione, è rimasto attivo per un arco di undici episodi.
La serie, prodotta e trasmessa
negli States dalla Fox, è andata in onda qui da
noi su Italia 1 per poi passare al canale a
pagamento Premium Crime di Mediaset.
Sean William in American Pie: un
grande successo
Sean William Scott in “American Pie – Ancora Insieme”
7. Dopo i primi
esperimenti televisivi, Sean decide di passare al cinema e decide
di accettare una parte nel film American Pie. Per
tutti coloro che finora hanno vissuto rinchiusi in una caverna e
non conoscono American Pie, ecco un piccolo riassunto…
Sopravvivere al liceo è sempre
un’impresa, soprattutto se si è nerd e un po’ sfigatelli. Il film
racconta la storia di quattro amici, Jim Levenstein (Jason
Biggs), Kevin Myers (Thomas Ian
Nicholas), Paul Finch (Eddie Kaye Thomas)
e Chris Ostreicher (Chris Klein) ossessionati
dall’idea di perdere la propria verginità. Arrivati ormai
all’ultimo anno del liceo, i quattro ragazzi stringono un patto:
promettono di fare sesso prima della fine dell’anno scolastico.
L’occasione perfetta gli viene offerta da un loro “amico”, Steve
Stifler (Sean William Scott) che, in occasione
ballo scolastico di fine anno, organizza una mega festa nella sua
villa in riva al lago.
da sinistra: Chris Klein, Sean William Scott, Jason Biggs, Eddie
Kaye Thomas e Thomas Ian Nicholas in “American Pie 2”
Ovviamente si tratta di una
commedia per teenagers che però è diventata col tempo un
vero cult di genere. Volgare, eccessiva e davvero troppo
divertente, American Pie hanno fatto storia proprio come i suoi
protagonisti. Nonostante, Sean ricoprisse un ruolo minore, il suo
Steve Stifler è diventato un icona pop.
Sean William Scott in “American Pie 2”
Il film ha avuto un successo enorme
tanto da diventare il primo di una saga. Al primo American
Pie sono seguiti American Pie 2 (2001),
American Pie – Il Matrimonio (2003) e American Pie –
Ancora Insieme (2012). Sono stati prodotti anche degli
spinoff che, a causa della mancanza del cast originale, sono stati
dei veri e proprio flop.
6. Anni più tardi
Sean William Scott ha rivelato un’indiscrezione relativa alla sua
esperienza con il primo film di American Pie. Sembra infatti che
l’attore, per interpretare il ruolo di Stifler, considerato di
contorno, sia stato pagato solo ottomila
dollari.
Sean William Scott film
Sean William Scott in “Road Trip”
5. Dopo una
partenza col botto grazie ad American Pie, la carriera
cinematografica di Sean ha preso il volo. Nei primi anni duemila,
infatti, l’attore ha partecipato a tantissime produzioni come
Final Destination (2000), Road
Trip (2000), Fatti Strafatti e Strafighe
(2000) e American Pie 2 (2001).
Dedito sempre a film dello stesso
genere, ovvero commedia, azione e avventura, negli anni successivi
lo vediamo anche nel cast di Crime Party (2002),
Old School (2003), Il Tesoro
dell’Amazzonia (2003), Il Monaco (2003) e
American Pie – Il matrimonio (2003).
Sean William Scott in “Final Destination”
Nel 2005 partecipa al film
Hazzard, diretto da Jay Chandrasekhar, ispirato
all’iconia serie anni ottanta. A seguire abbiamo Southland
Tales (2006), Mr Woodcock (2007),
Role Models (2008), Una Carriera a Tutti i
Costi (2008), Poliziotti fuori – Due Sbirri a
Piede Libero (2010) e Jackass 3D
(2010).
Negli ultimi anni la sua carriera
cinematografica, a causa di problemi personali, ha però subito un
rallentamento. Dal 2011 abbia Goon (2011),
American Pie – Ancora Insieme (2012),
Comic Movie (2013), Just Before I
Go (2014), Goon – Last of the Enforcers
(2017), Super Troopers 2 (2018),
Bloodline (2018) e Already Gone
(2019).
Sean William Scott curiosità
4. Forse pochi
sanno che Sean, all’inizio della sua carriera, era riuscito a
ottenere un provino per niente di meno che Baywatch, la
famosa serie divenuta poi un vero e proprio cult televisivo. Stando
a quanto dichiarato dallo stesso attore, sembra che quella stessa
mattina, mentre si recava al provino, Sean fu aggredito da
una gang di South Central L.A e derubato di tutto ciò che
aveva, compresi camicia e scarpe.
3. Prima ancora di
darsi al cinema e alla tv, nei primi anni della sua carriera, ebbe
l’incredibili opportunità di lavorare con gli
Aerosmith. Fu infatti scelto come comparsa per il
video musicale della canzone del 1997 dal titolo Hole In My
Soul.
2. Sean William
Scott è un vero appassionato di doppiaggio.
L’attore ha, infatti, prestato la sua voce a diversi progetti tra
cui film d’animazione famosissimi come L’era Glaciale 2 –
Il Disgelo (2006), L’era Glaciale 3 – L’alba dei
Dinosauri (2009), L’era Glaciale 4 – Continenti
alla Deriva (2012), L’era Glaciale –
In Rotta di Collisione (2016) e Planet
51 (2009).
Nella saga de L’era Glaciale,
l’attore doppia, nella versione originale, Crash,
uno dei due pazzi opossum, amatissimi dai bambini. In Planet 51,
invece, dà la voce a Skiff, un piccolo alieno
verde appassionato, incredibilmente, di film sugli alieni.
Sean William Scott oggi
1. Sean è sempre
stato un po’ una ‘testa calda’ e in passato il suo temperamento gli
ha dato non pochi problemi. Nel 2011, ad esempio, è stato
ricoverato in una struttura di recupero per far
fronte a “problemi personali e di salute”. Queste sono
state le motivazione divulgate dal suo agente e dal suo addetto
stampa che non hanno fornito nessuna informazione aggiuntiva. Il
nome della struttura dove è stato ricoverato non è mai stato
rivelato ma sappiamo che un mese più tardi, dopo aver completato il
suo trattamento, Sean è stato rimandato a casa.
Purtroppo oggi non si conoscono
molti dettagli della sua vita privata né tantomeno della sua salute
mentale e fisica. Sean è infatti poco presente sui social, non ha
un account Instagram e il suo account Twitter non è
aggiornato. Non ci resta che sperare di vederlo presto in tv o al
cinema.
Gli appassionati di televisione,
sit-com americane e commedie, conoscono senza dubbio Damon
Wayans, attore comico e sceneggiatore. In Italia è
conosciuto principalmente per prodotti televisivi come
Tutto in Famiglia e Lethal
Weapon ma la carriera di Damon è molto ricca ma
soprattutto molto lunga.
Scopriamo quindi insieme
tutto quello che c’è da sapere su Damon
Wayans.
Damon Wayans film: gli inizi della
sua carriera
10. Secondogenito
di ben dieci figli, Damon Wayans è nato nel 1960 a New York e ha
deciso subito dopo il diploma di intraprendere una carriera nel
mondo dello spettacolo. Il suo primo ingaggio, infatti, risale al
1984 anno in cui ha partecipato al film, diretto da Martin Brest,
Beverly Hills Cop – Un Piedipiatti a Beverly
Hills. Nonostante abbia più di trent’anni, questo film è
un vero classico di genere, a metà strada tra un poliziesco e una
commedia.
Negli anni ottanta ricordiamo anche
altri film come Roxanne (1987), Hollywood
Shuffle (1987), Colors (1988),
Scappa Scappa…Poi ti Prendo! (1988), Le
Ragazze della Terra Sono Facili (1988) e L’ultima
Battuta (1989).
Damon Wayans e Eddie Murphy in “Beverly Hills Cop”
Gli anni novanta per Damon sono
stati davvero una continua sorpresa; dopo aver fatto un bel po’ di
gavetta, adesso sempre più registi iniziano a riconoscere il suo
talenti. Uno tra questi è Tony Scott che nel 1991
lo scrittura per il film L’Ultimo Boy Scout.
Seguono poi film come Pioggia di Soldi (1992),
Last Action Hero (1993), Un Eroe Fatto In
Casa (1994), Il Maggiore Payne (1995),
Celtic Pride (1996), La Grande
Promessa (1996), Bulletproof (1996),
Harlem Aria (1999) e Goosed
(1999).
Nel 2000 Damon lavora con il grande
regista Spike Lee che lo sceglie come protagonista
del suo film dal titolo Bamboozled. A seguire, gli
ultimi due progetti cinematografici di Damon Wayans saranno
Marci X (2000) e Behind the Smile
(2006), film di cui è protagonista e regista.
Damon Wayans al Saturday Night
Live
9. Forse poche
persone sanno che la carriera televisiva di Damon Wayans – un po’
come quella di Will
Forte – è cominciata proprio con il famoso
Saturday Night Live. L’attore ha preso parte a ben
undici episodi dello show, andati in onda dal 1985 al 1986. Grazie
a questa incredibile esperienza, Damon è riuscito a esplorare il
suo lato comico che negli anni successivi della sua carriera ha
dato vita a perfetti prodotti televisivi d’intrattenimento.
Damon Wayans in tv
8. Ormai lanciato
dal Saturday Night Live, Damon continua la sua
spumeggiante carriera televisiva. Alla fine degli anni ottanta,
Wayans partecipa a diversi progetti come il film tv
Triplecross (1986) e alle serie Sweet
Surrender (1987) e Tutti al College
(1988). Ma per lui i ruoli più duraturi arrivano solo tra gli anni
novanta e duemila con le serie tv In Living Color
e Damon.
In Living Color è
una serie tv statunitense fatta di sketch comici, creata da
Keenen Ivory Wayans e lo stesso Damon
Wayans. Gli sketch, ideati dai fratelli Wayans, avevano
come tema centrale la differenza tra uomini e donne di colore. La
serie ha avuto un grandissimo successo ed è andata in onda per ben
cinque stagione e 127 episodi, dal 1990 al 1994.
Damon Wayans nella serie “In Living Color”
Damon, invece, è
una serie andata in onda nel 1998 per una sola stagione che
comprende tredici episodi. La storia ruota attorno a un detective
di Chicago un po’ sopra le righe che propone sempre piani
stranissimi ed esilaranti per risolvere i suoi casi. Ama passare il
tempo e circondarsi di persone bizzarre come la sua squadra di
colleghi, tutta composta da personaggi a dir poco naif, e da suo
fratello Bernard (David Alan Grier) con cui divide
l’appartamento.
Damon Wayans in Tutto in
Famiglia
Damon Wayans in “Tutto in Famiglia”
7. Una delle
sit-com più seguite soprattutto qui in Italia è proprio
Tutto in Famiglia che vede Damon Wayans nei panni
di protagonista e creatore della serie.
La serie, andata in onda per ben
cinque stagioni e 123 episodi, dal 2001 al 2005, racconta la storia
dei Kyle, una tipica famiglia afroamericana medio borghese composta
dai genitori e tre figli. Michael Kyle (Wayans) è un padre
decisamente particolare, goffo e un po’ immaturo mentre Janet
(Tisha Campbell-Martin) è una moglie molto gelosa,
un po’ nevrotica e preoccupata sempre del suo aspetto fisico.
Abbiamo poi i tre figli di età assai diverse; c’è Junior
(George O. Gore II ), figlio maggiore ma assai
imbranato e poco sveglio; Claire (Jennifer
Freeman), teenager carina, un po’ vanitosa e fin troppo
interessata ai ragazzi; e infine la piccola Kady (Parker
McKenna Posey) molto dolce e sveglia, una piccola combina
guai.
Tutto in Famiglia ha ottenuto un
grandissimo successo ma, dopo la fine dell’ultima stagione, la
carriera di Damon Wayans è andata avanti. Tra i progetti più
recenti abbiamo le serie The Underground (2006) e
Happy Endings (2011) e i film tv Never
Better (2008) e Herd Mentality
(2011).
Damon Wayans in Lethal Weapon
Damon Wayans e Sean William Scott in “Lethal Weapon”
6. Secondo per
successo solo a Tutto in Famiglia c’è la serie poliziesca
Lethal Weapon,
andata in onda dal 2016 al 2019.
Ideata da Matt Miller, la serie
segue le vicende del detective Roger Murtaugh, interpretato da
Damon Wayans, e del suo partner Martin Riggs (Clayne
Crawford). I due agenti si ritrovano sempre nel pieno
dell’azione, intenti a stanare pericolosi criminali. Nella terza
stagione però c’è un grande plot twist; Riggs esce di scena e
lascia il posto al nuovo partner di Murtaugh, il detective Wesley
Cole, interpretato da Sean William Scott.
5. La serie è
andata in onda per tre stagioni, con un totale di ben 55 episodi.
Nonostante la risposta positiva del pubblico, non sono mancate le
tensioni sul set.Durante le riprese, alcuni giornali americani
avevano riportato la notizia di un ipotetico abbandono della serie
da parte di Wayans proprio all’inizio della terza stagione. Ebbene
solo di recente, proprio subito dopo l’annuncio della chiusura del
telefilm, Matt Miller ha chiarito la situazione imputando malumore,
stanchezza e irritabilità del protagonista ad un’agenda fin troppo
piena di impegni. L’atteggiamento di Wayans, nonostante gli
accomodamenti fatti per ridurre il carico di lavori, pare però non
sia migliorato e in molto sembra si siano lamentati dei suoi
continui sbagli d’umore. [fonte Cinemablend]
Damon Wayans curiosità
4. Nel 1992,
proprio agli inizi della sua carriera nel mondo dello spettacolo,
Damon Wayans ha preso parte al video musicale di The best
things in life are free di Luther
Vandross & Janet Jackson.
3. Damon, a
differenza di molti suoi colleghi e coetanei, si è sposato molto
giovane. Nel 1984 sposa Lisa Thorner dalla quale
ha avuto ben quattro figli: Damon Jr,
Michael, Cara Mia e
Kyla. Purtroppo il matrimonio non è durato e i due
hanno divorziato nel 2000. I rapporti tra i due ex coniugi sono
rimasti buoni e anche quelli di Damon con i suoi figli. Soltanto un
anno dopo il divorzio, Wayans è diventato nonno e l’intera famiglia
ha accolto la bellissima Ava Marie Jean.
2. Nel 1990 Damon
Wayans ha fatto la sua prima esperienza come
doppiatorenel film Senti Chi Parla
2. Nella versione originale del film, infatti, l’attore
presta la sua voce al piccolo Eddie, un dolcissimo bambino di
colore amico di Mikey (Bruce
Willis, voce). I due piccoli chiacchierano amabilmente
dei loro problemi quotidiani e Mikey confessa a Eddie di non
riuscire a fare a meno del pannolino. Eddie allora fa al suo amico
una rivelazione scioccante; gli rivela infatti l’esistenza del
“mostro del gabinetto” sempre pronto a mordicchiare i sederini dei
poveri bambini che si siedono su di lui. Inutile precisare che
questa informazione terrorizza il povero Mikey.
1. Damon Wayans
pare abbia degli amici molto speciali. Oltre a
essere un grandissimo attore comico apprezzato dai suoi colleghi,
negli anni è riuscito a stringere alcune preziosissime amicizie
come quella con l’attore Jim
Carrey e quella con Michael Jordan,
campione indiscusso e leggendario dell’NBA, con il quale condivide
anche la grandissima passione per il basket, uno sport che pratica
da tutta la vita.