Sembra che sia proprio la Lucasfilm
a volere che Natalie Portman compaia nei flashback dell’era prequel
dedicata a Obi-Wan per aggiungere più profondità alla relazione tra
Padme e Anakin la quale nei film, per ragioni naturalmente
drammaturgiche, è finita in tragedia nei film.
Mentre le cose possono sempre
cambiare dal momento in cui le sceneggiature sono ancora in fase di
scrittura, il recente ritorno della Portman nell’universo
cinematografico Marvel indica che l’attrice è
disposta a ritrattare la sua posizione che sembrava ripudiare i
franchise a cui aveva partecipato e quindi potrebbe essere disposta
anche a tornare a essere Padme.
Con la fine del lockdown, la
finestra di #cinemadacasa, si apre al Laghetto dell’Eur, per
realizzare in collaborazione con Eur Spa, la prima esperienza di
arena galleggiante della città di Roma.
Il FLOATING THEATRE porta con sé lo
spirito delle 200 finestre sparse per il mondo che nelle giornate
di chiusura forzata hanno tenuto insieme le persone attraverso il
cinema, usando come schermo le facciate dei palazzi, proiettando le
trame e le immagini dei film che ci legano di più. L’arena
presenterà trenta giorni di programmazione (dal 24 agosto al 24
settembre) realizzati in uno dei quartieri più cinematografici
della città.
Spazi iconografici che ci legano
all’immenso patrimonio culturale dell’EUR, alla modernità
dell’architettura razionalista, essenza del sogno folle di Fellini
e leggerezza metafisica di Michelangelo Antonioni. Uno spazio
ideale dove valorizzare al massimo la sostenibilità green dando
vita ad un’esperienza unica, ambiziosa e capace di esaltare il
bello della città e le caratteristiche del sogno di cui si nutre il
cinema.
“Abbiamo accolto con entusiasmo –
commenta Alberto Sasso, presidente di Eur Spa, società proprietaria
del Parco Centrale del Lago e del Laghetto dell’Eur – la proposta
di ospitare e collaborare alla realizzazione di questo innovativo
progetto, che siamo certi contribuirà a rilanciare questa area
della città, sulla quale stiamo investendo importanti risorse, non
soltanto nella cura del verde, ma anche nel rivitalizzare l’area
con nuove idee, nuovi servizi ed infrastrutture, nella
consapevolezza che l’Eur sia non solo un luogo stupendo dal punto
di vista urbanistico ed architettonico, ma anche fortemente
attrattivo, curato, inclusivo e sicuro sia per i romani che per i
turisti anche internazionali. Una scelta capace di valorizzare il
legame che c’è tra l’Eur e il cinema e che guarda al futuro per
dare un forte segnale di ripartenza – conclude Alberto Sasso –
all’insegna di valori che sentiamo fondamentali: la sostenibilità,
il paesaggio, l’innovazione e la cultura“.
L’arena avrà una capienza di 150
posti con audio diffuso con cuffie wireless, e sarà inserita nel
progetto Moviement village. Il cartellone metterà al centro il
rapporto tra partecipazione e sicurezza, cultura e cittadinanza,
programmando sul grande schermo film cult, classici, rassegne a
tema e film di genere. Una selezione di anteprime, esordi alla
regia e conferme originali provenienti da tutto il mondo, abbinati
ad incontri speciali con registi e attori che accompagneranno
l’inizio delle proiezioni.
L’arena farà anche da teatro al
programma di anteprime di Aspettando Alice: tra i titoli
confermati, il film candidato agli oscar Mister link di Chris
Butler, che torna alla regia dopo il successo di
Paranorman, con le voci originali di Zoe
Saldana, Hugh Jackman,
Timothy Olyphant e Emma Thompson –
animazione in stop-motion gentilmente concessa dalla Leone Film
Group e da 01 Distribution che lo distribuirà nelle sale italiane
dal 17 settembre.
Mister Link è una bestia un po’
buffa, sorprendentemente intelligente e piena di sentimenti che Sir
Lionel scoprirà. Probabilmente è l’ultimo della sua specie ed è
irrimediabilmente solo e crede che Sir Lionel sia l’unico uomo in
grado di aiutarlo. Insieme intraprenderanno un’audace ricerca in
tutto il mondo per cercare dei lontani parenti di Mister Link nella
favolosa valle di Shangri-La. In tutto questo il fascino disarmante
di Mister Link e il suo costante buon umore, sono le basi emotive e
comiche di questo avventuroso e divertente film per famiglie.
Tra le anticipazioni del concorso
ufficiale di Alice nella città, diretta da Fabia Bettini e Gianluca
Giannelli, che si terrà come da tradizione in contemporanea alla
Festa del cinema di Roma (15-25 ottobre 2020) c’è Gagarine,
l’esordio fulminante dei registi Fanny Liatard e Jérémy Trouilh,
definito da Variety la rivelazione del Marchè du film di Cannes
2020.
Distribuito in Italia da Officine Ubu, il film si stacca dalla
narrazione dei tipici film sulle banlieue. Pur essendo quasi
contemporaneo al successo dei Miserabili,ne rappresenta l’altra
faccia della medaglia, con un approccio sognante, un realismo
magico e uno sguardo rivolto verso l’alto più che verso il basso,
lì dove è forte il richiamo della strada. Un cinema che riesce a
mescolare memoria e sogno con sguardo non banale su cosa sia il
senso di appartenenza a un luogo, e su cosa comporti smantellare
una comunità.
Alla periferia sud di Parigi,
l’enorme complesso residenziale Cité Gagarine, un tempo simbolo di
modernità e progresso, sta per essere demolito dopo anni di degrado
rampante. Tra le 370 famiglie in attesa di essere assegnate ad
altre abitazioni c’è chi è più pronto di altri a dire addio a un
luogo così significativo, ma su tutti è il sedicenne Youri, che lì
è cresciuto, a non volersi rassegnare. Mentre gli appartamenti
attorno a lui si svuotano, e mentre i cantieri e gli operai si
moltiplicano, il ragazzo che porta il nome del primo uomo nello
spazio mette il talento ingegneristico e una fantasia “cosmica” al
servizio di un sogno.
Nella cronaca incessante di una
diaspora invisibile, abbondano i personaggi sfumati al di là degli
stereotipi così come i volti di attori subito memorabili, che siano
quello nuovo del protagonista Alséni Bathily, quello già noto di
Lyna Khoudri (fresca di un premio César come miglior promessa per
Non conosci Papicha), o quelli della coppia Jamil McCraven –
Finnegan Oldfield, che ritorna da un altro fondamentale film che
esplora la gioventù francese di oggi (Nocturama di Bertrand
Bonello).
GRANDE SPAZIO COME DI CONSUETO AL
CINEMA ITALIANO
Il primo titolo del Panorama Italia
è “Il mio corpo” documentario di Michele Pennetta. Una riflessione
aperta sullo stato di abbandono in cui versa una regione intera.
Non è né un reportage né un documentario classico. È un’immersione
nella vita di alcune persone che, reagendo all’abbandono dello
Stato e delle istituzioni, hanno escogitato metodi di sopravvivenza
che si collocano fuori dal sistema e seguono regole che si sono
creati da soli.
Prodotto da Close Up Films, Kino
Produzioni, Rai Cinema, RSI Televisione Svizzera, racconta una
Sicilia profonda e abbandonata in cui la vita di Oscar, figlio di
un rigattiere, e Stanley, un giovane immigrato, vivono ai margini
della società.
Oscar e il fratello maggiore,
Roberto, lavorano con il padre raccogliendo ferraglia dalle
discariche abusive. Ogni metallo ha il suo valore e la famiglia di
Oscar sopravvive trasformando i rifiuti altrui in una nuova merce
di scambio. È un lavoro estenuante, svolto per un padre-padrone
incontentabile. Per Stanley il peggio sembra essere alle spalle: ha
un piccolo appartamento per sé, un permesso di soggiorno di due
anni e un amico con cui dividere un piatto di banku e qualche
ricordo.Potrebbe lasciare la Sicilia e tentare la fortuna in un
paese che gli dia una vera chance, ma qualcosa lo trattiene in
questo limbo. In questo luogo dimenticato, tra detriti e ferraglia,
le solitudini di Oscar e di Stanley si sfioreranno per un breve
momento.
SINTONIE
Quest’anno Alice nella città avvia una nuova linea di ricerca:
SINTONIE. Nata dal dialogo con Alberto Barbera, Direttore della
Mostra del Cinema di Venezia, con la volontà di sostenere il cinema
con al centro il tema dell’infanzia e dell’adolescenza, in questi
tempi di eccezionale difficoltà. Un programma di cinque film della
Mostra di Venezia, selezionati dal Direttore e dai suoi
collaboratori, che saranno riproposti nel programma di Alice nella
città; per approfondire e amplificare tra i giovani i temi che più
li riguardano. Giovani che quest’anno non potranno essere presenti
numerosi come in passato alle proiezioni veneziane. Ogni film sarà
raccontato e approfondito attraverso schede didattiche, arricchite
da video recensioni e bibliografie che permetteranno alle scuole di
costruire, durante tutto l’anno percorsi legati agli spunti
tematici che attraversano i ragazzi e discutendone in classe.
“Siamo davvero grati, in quest’anno
così complicato, ad Alberto Barbera e alla Mostra del Cinema di
Venezia per aver aperto questo dialogo con Alice nella città,
perché esso ci permette di avere uno sguardo su una nuova
generazione che in questo modo può essere meglio compresa”.
Una sintonia – hanno dichiarato Gianluca Giannelli e Fabia Bettini
Direttori Artistici di Alice nella città – che va al di là dei
confini e delle regole tradizionali nei festival, realizzando
un’eccezione nel panorama del dialogo culturale”.
“Non posso che aderire con favore
all’iniziativa di riproporre nell’ambito di Alice nella Città
alcuni film della Mostra del Cinema di Venezia che riflettono su
tematiche giovanili. È un modo concreto – dichiara Alberto Barbera,
Direttore Artistico della Mostra del Cinema di Venezia – di mettere
in contatto film meritevoli con un pubblico più vasto di quello che
potrà venire al Lido, specie in un anno che sconta pesanti
restrizioni sanitarie”. Barbera ha aggiunto: “Ed è anche la
conferma, dopo la collaborazione già annunciata con la Cineteca di
Bologna, che i festival e le istituzioni culturali possono e devono
individuare modalità condivise per uscire dall’isolamento provocato
dalla pandemia, contribuendo alla ripartenza della vita culturale
del Paese”.
Rispetto agli anni passati la
struttura del festival subirà una razionalizzazione del programma
nel rispetto dei contenuti e dei protocolli stabiliti per
l’emergenza Covid- 19.
Queste le sezioni ufficiali
2020:
Concorso – Fuori concorso – Eventi Speciali – Masterclass –
Panorama Italia – Concorso Cortometraggi
FILM ANNUNCIATI:
ASPETTANDO ALICE – FLOATING
THEATRE
Mister link di Chris Butler
CONCORSO ALICE NELLA CITTÀ
Gagarine di Fanny Liatard e Jérémy Trouilh
PANORAMA ITALIA CITTÀ
Il mio corpo di Michele Pennetta
Affermatasi come una delle più
popolari saghe cinematografiche d’animazione di tutti i tempi,
L’era glaciale ha negli anni esteso i
propri orizzonti, arrivando ad essere composta da film, serie
televisive, cortometraggi, speciali televisivi, attrazioni a tema e
videogiochi. Con un guadagno complessivo di oltre 6 miliardi, il
titolo è oggi uno dei franchise con il maggio incasso di sempre, e
ciò grazie anche al legame sviluppato negli anni con diverse
generazioni di spettatori. Ideata da Carlos
Saldanha e Chris Wedge, la saga
principale è oggi composta da bene cinque titoli, tutti di più o
meno grande successo.
A contribuire all’esito positivo
dei film sono in particolare i suoi brillanti personaggi, ognuno
con una propria ben definita e riconoscibile personalità.
Inizialmente composto dal mammut Manfred, dal bradipo Sid e dallo
smilodonte Diego, il gruppo di protagonisti si è negli anni
arricchito senza perdere il proprio fascino originale. A renderli
poi ulteriormente memorabili sono le voci da loro sfoggiate,
appartenenti a noti e apprezzati doppiatori italiani, i quali hanno
saputo conferire ulteriore carattere ai personaggi
protagonisti.
Con diversi progetti in programma
per il futuro, la saga sembra tutt’altro che essersi conclusa. I
due autori hanno però annunciato l’intenzione di tornare alle
origini del racconto, ricercando il calore emotivo che ancora oggi
il primo film diffonde nei suoi spettatori. Il film fu inoltre il
primo prodotto realizzato dalla Blue Sky Studios,
fondata dallo stesso Wedge e negli anni specializzatasi nella
realizzazione di film d’animazione in grafica computerizzata.
Ambientato intorno al 18 mila a.C.,
nel bel mezzo dell’era glaciale, la storia narra di Manny, un
mammuth scontroso, Sid, un bradipo pasticcione, e Diego, un’astuta
tigre dai denti a sciabola. Il trio si ritrova loro malgrado a
dover collaborare per riportare un piccolo bambino smarrito dalla
sua famiglia. Diego, in realtà, all’oscuro dei suoi compagni, li
sta conducendo tutti verso una trappola organizzata dal suo branco.
Il viaggio, tuttavia, consentirà loro di conoscersi meglio, e i tre
finiranno con lo svelarsi a vicenda il proprio passato, spesso
doloroso. Sviluppando così un legame, i tre diventeranno un
insolito branco, e si ritroveranno ad affrontare pericoli e
avventure inaspettate in un mondo che va sempre più coprendosi di
ghiaccio.
Nel momento in cui si ritroveranno
ad aver quasi raggiunto il gruppo di umani a cui il bambino
appartiene, i tre animali si ritroveranno però a dover fare i conti
con la trappola preparata dai simili di Diego. Questi, tuttavia,
deciderà di avvertire gli amici, chiedendo loro di fidarsi di lui,
poiché è l’unico modo che hanno per uscirne vivi. Parallelamente
alla loro avventura, un’altra creatura, uno scoiattolo preistorico
di nome Scrat, tenta disperatamente di portare a termine la sua
missione di vita: seppellire la sua adorata ghianda. Nel cercare di
riuscirci, tuttavia, innescherà una comica serie di calamità.
L’era glaciale 2 – Il disgelo
(2006)
Con il secondo film, l’era glaciale
è ormai quasi terminata, e gli animali tornano finalmente a
prosperare nel loro habitat naturale. Manny, Sid e Diego si godono
ora i vantaggi della nuova condizione. Tale tranquillità viene
tuttavia sconvolta nel momento in cui una gigantesca inondazione,
provocata dallo scioglimento dei ghiacciai, minaccia di cancellare
ogni forma di vita. I tre protagonisti lanciano così l’allarme, e
spingono tutti gli animali a intraprendere un viaggio per trovare
un nuovo luogo abitabile prima che l’intera valle venga sommersa.
Durante il viaggio, Manny incontra Ellie, l’unica mammut femmina
rimasta al mondo.
Tuttavia, il rapporto tra di loro
non è dei migliori, specialmente per il fatto che Ellie ha due
“fratelli” opossum dispettosi e burloni, Crash e Eddie, e per
questo motivo crede fermamente di essere anche lei un opossum. Sid
tenta però di far avvicinare i due mammut, in modo tale che possano
preservare la loro specie. I rischi dati dalla loro nuova missione
porterà infine a far sbocciare un sentimento tra i due, che a
questo punto si renderanno però conto della necessità di salvarsi,
non potendo rischiare di perdere l’amore appena trovato.
L’era glaciale 3 – L’alba dei
dinosauri (2009)
Superate le vicende del precedente
fil, Manny ed Ellie sono ora una coppia, e aspettano la nascita del
loro primo figlio. Tale novità, tuttavia, sembra sconvolgere gli
equilibri del gruppo. Diego inizia infatti a sentirsi di troppo
all’interno del gruppo, accorgendosi inoltre di non possedere più
l’agilità di una volta a causa della vita tranquilla che conduce
con i suoi amici. Decide pertanto di separarsi dal branco. Sid,
invece, caduto in un buco nel ghiaccio, trova tre grandi uova in
una caverna sotterranea e decide di prenderle con sé, ignaro di chi
sia il loro proprietario. Desideroso di crearsi una famiglia tutta
sua, Sid decide di non riportare indietro quanto trovato, ma nel
momento in cui le uova si schiudono, da queste escono fuori tre
piccoli dinosauri.
Nonostante lo shock del gruppo, Sid
si affeziona subito ai piccoli e non sembra intenzionato a
lasciarli neanche quando una femmina di T-rex esce dalla caverna
per recuperare i propri figli. Questa, nel riprendersi ciò che è
suo, porta però via con sé anche il bradipo. Il resto del gruppo, a
cui si riunisce anche Diego, decide perciò di mettersi sulle tracce
del T-rex per salvare lo sfortunato compagno. Entrando nella
caverna, si trovano di fronte a uno spettacolo a dir poco
straordinario: un gigantesco mondo sotterraneo privo di ghiaccio e
popolato da dinosauri. Il gruppo di amici viene qui subito
attaccato da minacciose creature, ma a tirarli fuori dai guai ci
pensa Buck, un coraggioso furetto che li guiderà attraverso quel
mondo sconosciuto per ritrovare Sid.
A dare il via alla vicenda al
centro del quarto film della saga è lo scoiattolo Scrat, il quale
sta ancora cercando appropriarsi dell’inafferrabile ghianda, e nel
tentativo di riuscirci apre involontariamente una fenditura nel
terreno che provocherà accidentalmente una catastrofe continentale:
la deriva dei continenti. Nel frattempo, il gruppo è alle prese con
problemi di carattere famigliare. Il mammut Manny, infatti, si
trova a dover gestire l’adolescenza della figlia Pesca, rivelandosi
un padre molto protettivo quando la giovane vuole stringere
amicizia con dei suoi coetanei. Sid, invece, dopo un’iniziale
ricongiungimento con la sua famiglia, viene nuovamente abbandonato,
e con lui anche Nonnina, l’anziana della famiglia, considerata
ormai un peso.
All’improvviso, il ghiaccio sotto
di loro inizia a tremare fino a rompersi. Il mammut viene così
separato da Ellie e Pesca, ritrovandosi su un iceberg alla deriva
con Diego, Sid e nonnina. Nell’allontanarsi sempre di più, promette
però loro che troverà un modo per tornare a casa. Costretti a dover
attraversare l’oceano, i quattro verranno però catturati dal
crudele pirata Capitan Sbudella e dalla sua ciurma. I tre si
ritroveranno così a dover escogitare una fuga, rubando la nave
pirata per tornare casa e destreggiandosi in una delle avventure
più pericolose da loro affrontate.
Ancora una volta il maldestro
scoiattolo Scrat cerca il posto perfetto per custodire la sua
preziosa ghianda. Finisce tuttavia per mettersi nuovamente nei
guai, risvegliando un’antica navicella aliena che dirotta un
asteroide verso la Terra. Qui, ignari del pericolo in arrivo, Sid è
in disperata ricerca dell’amore, mentre Pesca presenta il fidanzato
Julian ai suoi genitori, e Manny sembra ovviamente non sembra
apprezzare il nuovo arrivato, poiché molto geloso della sua unica
figlia. Le sue angosce, tuttavia, sono interrotte da una festa a
sorpresa organizzata da Ellie in onore del loro anniversario.
Proprio quando Manny sta per rivelare alla compagna di aver
scordato l’importante ricorrenza, una serie di colorati fuochi
d’artificio illuminano il cielo, facendo credere a tutti che quello
sia il suo regalo per la moglie.
In realtà, scopriranno ben presto
che i responsabili delle esplosioni sono una serie di meteoriti, i
quali iniziano a colpire la crosta terrestre. Manny conducendo
allora il suo gruppo al riparto in una caverna, dove ritrovano
Buck, che li avvisa dell’imminente catastrofe che si sta per
abbattere sulla Terra. Il furetto, infatti, ha scoperto l’esistenza
di un grande pilastro che contiene una sventurata predizione sulla
fine del mondo. Il gruppo si trova così a dover escogitare un piano
per poter salvare il pianeta, con la speranza di potervi continuare
a vivere in tranquillità.
L’era glaciale: i doppiatori dei
film
Il cast vocale dei film si compone
di noti nomi tanto per il doppiaggio americano quanto per quello
italiano. Famosissima è divenuta, in particolare, la voce del
bradipo Sid. In Italia questi è doppiato dall’attore Claudio
Bisio, mentre la voce originale è di John
Leguizamo. Per doppiare il personaggio, questi ha
guardato numerosi documentari di Discovery Channel sui bradipi,
arrivando a provare oltre 30 varietà di voci diverse. Scelse infine
quella che desse l’impressione che il personaggio parlasse con del
cibo nelle guance, pratica di immagazzinamento realmente tipica dei
bradipi.
Per doppiare il mammut Manny,
furono considerati numerosi noti attori, come Pierce Brosnan,
Robert De
Niro e Johnny Depp.
La parte fu però affidata all’attore Ray Romano,
noto per i suoi ruoli televisivi. In Italia il personaggio è invece
doppiato da Leo Gullotta. Questi venne tuttavia
sostituito per il quarto e il quinto capitolo dall’attore Filippo
Timi. Tale scelta venne tuttavia poco apprezzata dai
fan, ormai abituatisi ad associare il mammut con la voce di
Gullotta.
Per la voce della tigre Diego, è
invece popolare il doppiaggio svolto da Pino
Insegno, in quello che è uno dei suoi personaggi ormai più
iconici. Con il lavoro svolto per il primo film si è infatti
aggiudicato il nastro d’argento per il miglior doppiaggio maschile
nel 2003. Per la voce originale del personaggio furono invece
considerati gli attori Antonio
Banderas, Anthony
Hopkins e Ralph
Fiennes, ma il ruolo venne infine assegnato a
Denis Leary, il quale a sua volta vinse numerosi
premi per il suo iconico doppiaggio.
L’era glaciale: dove vedere i film
in streaming
Per gli amanti della serie, o per
chi volesse vederla per la prima volta, è possibile fruirne grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. I film di L’era glaciale
sono infatti presenti nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play,
Microsoft Store, Apple iTunes, Tim Vision e Infinity. Tutti e
cinque i film sono inoltre presenti all’interno della piattaforma
Disney+. Per vederli, una volta scelto
il sito di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale, avendo così modo di
guardarli in totale comodità e al meglio della qualità video.
Non sappiamo ancora nulla di
concreto circa un possibile
Avengers 5 nella Fase 4 del MCU. Eppure, in vista di quando il
film diventerà una realtà, i fan continuano a chiedersi con chi
dovrebbero (o potrebbero) scontrarsi gli eroi più potenti della
Terra.
ComicBookMovie ha raccolto 10 villain che potrebbero giocare il
ruolo del principale antagonista di un nuovo ipotetico film che
riunirà gli amati Vendicatori dell’universo condiviso:
1Green Goblin
Norman Osborn ha avuto un ruolo chiave sia
nella trilogia di Spider-Man di Sam Raimi che nei film del franchise
The Amazing Spider-Man, quindi i Marvel Studios potrebbero
essere comprensibilmente riluttanti a riportarlo di nuovo al
cinema. Tuttavia, c’è ancora molto che si potrebbe fare con il
personaggio sul grande schermo, soprattutto se quei rumor che lo
vorrebbero alla guida degli Oscuri Vendicatori dovrebbero rivelarsi
fondate.
Abbiamo detto che ci sono molti cattivi di cui
Avengers 5 potrebbe fare buon uso, ma Norman assume un
ruolo secondario in questo discorso, a meno che Green Goblin non
venga usato come una sorta di figura oscura in Spider-Man 3,
prima che lo stesso decida di affronta Peter Parker e il resto
degli eroi nel prossimo film sugli Avengers.
La decisione è stata presa dal Cda
della Biennale di Venezia, che ha fatto propria la
proposta del Direttore della Mostra Alberto
Barbera.
Ann Huinell’accettare la proposta ha dichiarato: “Sono davvero
felice di ricevere questa notizia e sono onorata per il premio!
Sono così felice che non riesco a trovare le parole. Spero solo che
nel mondo tutto volga presto per il meglio e che ognuno possa
sentirsi di nuovo felice come io mi sento in questo
momento.”
Tilda Swintonnell’accettare la proposta ha dichiarato: “Porto nel cuore
questo grande festival da tre decenni: è con grande umiltà che
ricevo questo riconoscimento. Sarà per me una vera gioia venire a
Venezia, soprattutto quest’anno, per celebrare l’immortale arte del
cinema e la sua ribelle capacità di sopravvivenza di fronte a tutte
le sfide che il cambiamento può porre a noi tutti.”
A proposito di questi
riconoscimenti, il Direttore Alberto Barbera ha
dichiarato: “Ann Hui è una delle registe più
apprezzate, prolifiche e versatili del continente asiatico, la cui
carriera copre quattro decenni e attraversa tutti i generi
cinematografici. Da subito riconosciuta come una delle figure
cardine della cosiddetta Hong Kong New Wave – il movimento
cinematografico che tra la fine degli anni Settanta e gli Ottanta
rivoluzionò il cinema hongkonghese, trasformando la città
cosmopolita in uno dei centri creativi più vivaci del decennio – ha
diretto film di generi molto diversi, dal melodramma alla ghost
story, dal film semi-autobiografico all’adattamento di importanti
testi letterari, senza trascurare i drammi familiari, i film di
arti marziali e il thriller. È stata anche uno dei primi registi
della scena hongkonghese a unire materiale documentario al cinema
di finzione. Pur prestando attenzione anche all’aspetto commerciale
del cinema e riuscendo a riscuotere ampio successo di pubblico, il
cinema di Ann Hui non ha mai abbandonato la prospettiva autoriale.
Nel suo cinema ha sempre mostrato particolare interesse per le
vicende umane e sociali, raccontando con sensibilità ma anche con
la raffinatezza dell’intellettuale, storie individuali che
intrecciano temi sociali importanti quali quelli dei rifugiati,
degli emarginati e degli anziani. In modo pioneristico, il suo
linguaggio e la sua peculiare impronta visiva non solo hanno saputo
cogliere gli aspetti più specifici della città e dell’immaginario
di Hong Kong ma hanno anche saputo trasporli e tradurli in una
prospettiva universale”.
Prosegue AlbertoBarbera: “Tilda Swinton è
unanimemente riconosciuta come una delle interpreti più originali
ed intense affermatesi sul finire del secolo scorso. La sua unicità
riposa su una personalità esigente ed eccentrica, una versatilità
fuori del comune, la capacità di passare dal cinema d’autore più
radicale a grandi produzioni hollywoodiane, senza mai rinunciare al
proprio inesausto bisogno di dar vita a personaggi
inclassificabili. Ogni sua interpretazione è una sfida temeraria
alle convenzioni, siano esse artistiche o sociali, il frutto della
necessità di mettersi continuamente in gioco senza mai
accontentarsi dei risultati raggiunti, e il desiderio di esplorare
risvolti inediti dei comportamenti e delle emozioni umane, che la
Swinton non si limita a veicolare ma di cui offre la
personificazione più sorprendente e straniante. Ha lavorato con
alcuni dei maggiori registi contemporanei, ma è soprattutto fedele
ad alcuni autori, di cui è stata una musa più che una semplice
attrice prediletta. Esemplare, ad esempio, il sodalizio con Derek
Jarman, del quale interpretò tutti i film dal 1985 alla morte del
regista inglese avvenuta nel 1994, e quello con Luca Guadagnino,
con il quale ha realizzato quattro film, condividendone il progetto
di dar vita a un cinema fuori degli schemi. In questo senso, Tilda
Swinton si conferma come l’interprete per eccellenza del cinema
contemporaneo, che non si accontenta della semplicità e del
richiamo delle mode, ma aspira all’inosabile”.
Dopo aver studiato all’Università
di Hong Kong e alla London Film School all’inizio degli anni
Settanta, Ann Hui entra nella scena
cinematografica di Hong Kong come assistente alla regia del maestro
del cinema di arti marziali King Hu. Nel 1979 fa il suo esordio
alla regia con il thriller The Secret, interpretato da
Sylvia Chang e da subito viene riconosciuta come una delle figure
cardine della cosiddetta Hong Kong New Wave, il movimento
cinematografico di cui fanno parte tra gli altri anche John Woo,
Tsui Hark e Patrick Tam. Dal suo esordio, Ann Hui ha diretto 26
film, due documentari, vari cortometraggi ed ha contribuito in
qualità di produttore esecutivo ai film di Yim Ho e Xie Jin.
I suoi film sono stati selezionati
da tutti i più importanti festival internazionali sin dalle prime
fasi della sua carriera con la presentazione a Cannes di Boat
People (1982) e Song of the Exile (1990),
interpretato da Maggie Cheung. Summer Snow (1995) e
Ordinary Heroes (1999) sono stati presentati in concorso a
Berlino e, successivamente, A Simple Life (2011) e The
Golden Era (2014) a Venezia. Ann Hui è l’unica regista ad aver
ottenuto tutti i principali premi agli Hong Kong Film Awards per
ben due volte. Con Summer Snow e A Simple Life ha
infatti ricevuto il premio per il miglior film, la miglior regia,
il miglior attore, la miglior attrice e la miglior sceneggiatura.
Oltre ad aver ricevuto per ben sei volte il premio per la miglior
regia agli Hong Kong Film Awards e in vari altri festival, i
riconoscimenti alle attrici protagoniste dei suoi film – tra cui
Maggie Cheung, Deanie Ip (Coppa Volpi a Venezia per A
Simple Life) e Tang Wei tra le altre – hanno
confermato l’abilità di Ann Hui di dirigere grandi star e saper
scolpire indimenticabili personaggi femminili. La sua intera
carriera la conferma come una delle maggiori registe del cinema
contemporaneo.
Tilda Swinton ha
esordito nel cinema nel 1985 con il film Caravaggio di
Derek Jarman. Da quel momento in poi i due gireranno altri sette
film assieme, fino alla prematura scomparsa del regista nel 1994.
Tra le loro collaborazioni si ricordano Ciò che resta
dell’Inghilterra (1987), The Garden (1990), War
Requiem (1989), Edoardo II (1991, Coppa Volpi
per la migliore interpretazione femminile) e
Wittgenstein (1993). Nell’Orlando (1992) di Sally
Potter, basato sull’omonimo romanzo di Virginia Woolf, ottiene
ampio riconoscimento internazionale per l’incomparabile
interpretazione del protagonista.
Tilda Swinton ha stabilito lunghe e
importanti collaborazioni con registi quali Jim Jarmusch (Solo
gli amanti sopravvivono, 2013; I morti non muoiono,
2019), Joel e Ethan Coen, Lynne Ramsay (…e ora parliamo di
Kevin, 2011) e Luca Guadagnino (Io sono l’amore,
2009; A Bigger Splash, 2015; Suspiria, 2018). Ha
lavorato inoltre con Bong Joon Ho nei film Snowpiercer
(2013) e Okja (2017), entrambi grandi successi
internazionali.
Tilda Swinton ha recitato in Un
disastro di ragazza (2015), commedia acclamata dalla critica,
scritta da Amy Schumer e diretta da Judd Apatow; ha interpretato
l’iconica Strega Bianca nella saga di Narnia e l’Antico
nel blockbuster dei Marvel StudiosDoctor
Strange (2016). La parte in Michael Clayton (2007) di
Tony Gilroy le è valsa un premio BAFTA e un premio Oscar® come
miglior attrice non protagonista.
Tilda Swinton ha recentemente
recitato per Wes Anderson nel film The French Dispatch –
si tratta della sua quarta collaborazione col regista americano –
per Joanna Hogg nel film The Souvenir: Part II e per
Apichatpong Weerasethakul nel film Memoria.
Nel 2008 Tilda Swinton ha lanciato,
con il co-fondatore Mark Cousins, la 8 ½ Foundation, un’iniziativa
cinematografica mondiale rivolta ai bambini. Ha curato la
programmazione di numerosi festival cinematografici in varie zone
del mondo, nelle Highlands scozzesi, in Thailandia e a Pechino; tra
i festival da lei organizzati c’è anche Pilgrimage, una sorta di
cinema mobile trainato a piedi attraverso la Scozia.
Ad oggi Tilda Swinton ha prodotto i
seguenti film: Derek (2008), un ritratto del regista Derek
Jarman; Io sono l’amore; il progetto The Seasons in
Quincy (2016) che comprende quattro ritratti dedicati
all’amico John Berger (Swinton ne ha diretto uno e sceneggiato un
secondo); …e ora parliamo di Kevin; Okja; la
serie Women Make Film: A New Road Movie Through Cinema
(2018).
Attualmente Tilda Swinton sta
lavorando ai nuovi progetti di Pedro Almodóvar e George Miller.
Tilda Swinton vive nelle Highlands
in Scozia ed è madre di due gemelli.
Vincitore di tre Premi Oscar,
Dante Ferretti ha iniziato la sua carriera al
fianco di Pasolini, per poi dare forma ai sogni di Federico
Fellini, e alle visioni di altri grandi registi come
Marco Ferreri, Elio Petri, Luigi Comencini, Liliana Cavani,
Ettore Scola, Marco Bellocchio, Giuseppe Tornatore, ma
anche Martin Scorsese, Tim Burton, Terry Gilliam, Anthony
Mingella, Julie Taymor. E intraprendere un sodalizio di
vita e di lavoro unico, con la compagna di vita Francesca
Lo Schiavo, interior designer di valore mondiale, a sua
volta vincitrice di tre premi Oscar.
Sono sedici le nomination agli Oscar
per Ferretti, innumerevoli i premi vinti in tutto il mondo fra cui
spiccano tre Bafta, quattro David di Donatello e dodici Nastri
d’argento nell’arco di oltre cinquant’anni di carriera.
Appuntamento martedì 21
luglio, alle 20.30, su Miocinema.it: Dante Ferretti dialoga
con Laura Delli Colli e ripercorre le tappe della sua
meravigliosa carriera.
Per l’occasione sarà presentato il
documentario Dante Ferretti: scenografo italiano.
Il regista Gianfranco Giagni
intraprende un viaggio alla scoperta della vita e della carriera di
un uomo che ha fatto la storia del cinema, mostrandolo attraverso i
suoi lavori, la sua voce e le testimonianze dei grandi con cui
ha lavorato.
Come di consueto, la presentazione
sarà visibile gratuitamente, senza alcuna necessità di
registrazione, sul sito e sulla pagina Facebook di Miocinema.
DANTE FERRETTI: SCENOGRAFO
ITALIANO
Un film di Gianfranco Giagni
Prodotto da Nicoletta Ercole per
Cinecittà Studios e Nicomax Cinematografica e da Flavia Parnasi per
Combo Film.
Distribuzione italiana Istituto
Luce Cinecittà
SINOSSI
Il film documentario
“Dante Ferretti: scenografo italiano” presenta un
ritratto appassionante a 360 gradi di uno dei più geniali artefici
della storia del cinema italiano, dalle origini alla ribalta del
più grande cinema d’autore, compagno di visionarie avventure di
Fellini, Pasolini, Scorsese, Tim Burton, e di una “complice”
davvero speciale come Francesca Lo Schiavo. Il film si avvale della
viva voce dello stesso Maestro Ferretti, e di testimoni
eccezionali come Martin Scorsese, Terry Gilliam, Leonardo DiCaprio,
Giuseppe Tornatore, Liliana Cavani e di tanti altri amici e
collaboratori, partecipi di un capitolo e di un autore fondamentali
del libro della settima arte.
Con The
Book of Vision, Carlo S.
Hintermann firma il suo primo lungometraggio e dirige
un cast internazionale che vanta nomi come Charles
Dance, attore inglese star della serie TV Game of
Thrones, Lotte Verbeek, molto nota al
mondo delle serie TV (The Black List, Outlander, I
Borgia), Sverrir
Gudnason protagonista di Borg
McEnroe, Isolda Dychauk (I
Borgia, Faust, TwoGirls) e Filippo
Nigro. Il film aprirà la 35° edizione della Settimana
Internazionale della Critica a Venezia il 3 settembre.
Nel trailer ufficiale del film,
co-prodotto con Entre Chien et Loup (Belgio) e Luminous Arts
Productions (UK) con Rai Cinema e il sostegno della Direzione
Generale Cinema e la Provincia di Trento, si possono cogliere le
atmosfere visionarie e le suggestive ambientazioni in location
straordinarie. Altissimo il valore artistico, estetico e produttivo
del film, che porta la firma di eccellenze del settore a partire
dal produttore esecutivo Terrence Malick.
Direttore della fotografia Joerg Widmer, tra
i più celebrati direttori della fotografia europei,
Scenografo David Crank, considerato uno dei
più talentuosi scenografi americani e
costumista Mariano Tufano, vincitore del
David di Donatello per i costumi
di Nuovomondo nel 2007.
Musiche Hanan Townshend in
collaborazione con Federico Pascucci.
L’artwork è stato realizzato
da Lorenzo Ceccotti, in
arte LRNZ, Conceptual Visual Designer del
film.
“Di questo lavoro ho provato a
cogliere e isolare la visione trascendente e immanente della
natura, che brulica fuori e dentro il corpo, sempre in mutamento
come l’anima. Per un artista visuale raccontare le storie senza
tempo è allo stesso tempo una grande sfida formale e di onestà, ma
anche un’opportunità rarissima. Non posso quindi che essere grato
per essere stato considerato all’altezza di presentare un’opera
tanto profonda, complessa e ricca.” LRNZ
SINOSSI
Eva (Lotte Verbeek), una giovane e
promettente dottoressa, abbandona la sua carriera per immergersi
nello studio della Storia della medicina e mettere in discussione
tutto: la propria natura, il proprio corpo, la propria malattia e
un destino che sembra segnato. Johan Anmuth (Charles Dance) è
un medico nella Prussia del Settecento, in bilico tra nuove spinte
razionaliste e antiche forme di animismo. Book of Vision è il
manoscritto capace di intrecciare le loro esistenze in un vortice
ininterrotto. Lontano dall’essere un testo scientifico, il libro
contiene le speranze, le paure e i sogni di più di 1800 pazienti:
il medico prussiano sapeva come ascoltarli e il loro spirito vaga
ancora tra le pagine, dove vita e morte fanno entrambe parte di un
unico flusso. La storia di Anmuth e dei suoi pazienti darà così a
Eva la forza per vivere appieno la propria vita, comprendendo che
niente si esaurisce nel proprio tempo.
Un’altra città italiana si aggiunge
ai luoghi visitati dai supereroi DC SHAZAM! È la volta di
Bologna e di Shazam!, il “mortale più potente del mondo”, nella
variant inedita disegnata da Giovanni Timpano perShazam! e i Sette Regni della Magia. Disponibile
dal 20 agosto 2020
Shazam! (sì, con
il punto esclamativo), protagonista dello spassoso film dello
scorso anno diretto da David F. Sandberg (Warner Bros Pictures), è
una delle figure più originali dell’intero pantheon DC e possiede
delle peculiarità che lo distinguono da qualunque altro supereroe.
William“Billy”Batson è un orfano adolescente di Philadelphia che
un giorno, tramite un tunnel abbandonato della metropolitana, si
ritrova al cospetto dell’ultimo componente rimasto del potente
Consiglio dell’Eternità, il Mago Shazam, che gli
trasferisce i suoi formidabili poteri. Da quel momento in poi, al
ragazzo basta esclamare “Shazam!” per acquisire le fattezze di un
adulto dotato di capacità straordinarie! Billy ha presto deciso di
rinunciare a parte di questo enorme potenziale per condividerlo con
i suoi fratelli acquisiti Mary, Freddy, Darla, Eugene e Pedro,
tutti adottati dai coniugi Vasquez.
Nonostante il personaggio di
Shazam! esista da ben ottant’anni, il brossurato
Shazam! e i Sette Regni della Magia in
uscita il 20 agosto per PaniniComics, è il volume perfetto per cominciare a
leggere le sue avventure. All’interno, i primi sei numeri della
serie regolare americana, lanciata dalla DC in occasione
dell’esordio cinematografico del personaggio, firmata dal
collaudato team creativo di Geoff Johns e Dale Eaglesham.
Shazam! e i sette Regni della Magia è un
perfetto sequel a fumetti della pellicola e, allo stesso tempo, una
grande occasione per attualizzare le origini e ampliare
l’affascinante mitologia del “mortale più potente del mondo”.
Se non fosse stato assunto dai
Marvel Studios per interpretare il
genio miliardario playboy filantropo Tony Stark, alias Iron Man,
Robert Downey Jr. sarebbe voluto essere… Occhio di
Falco! A dichiararlo è stato lo stesso attore durante un’intervista
con BBC Radio 1.
Il format di BBC Radio 1, presentato
da Dev & Alice, prevede che a porre le domande siano i bambini,
qualche volta anche molto piccoli, e spesso il risultato è
esilarante, come quando viene chiesto a
Robert Downey Jr. se ha mai fatto pipì in una piscina!
Di seguito il video e al minuto 4:14 potete ascoltare la risposta
di Downey Jr. alla domanda “Quale Vendicatore saresti voluto essere
se non fossi stato Iron Man?”.
Robert Downey Jr. è stato per 12 anni il volto del
Marvel Cinematic Universe, il suo Tony Stark/Iron Man ha settato
uno standard altissimo per i casting Marvel Studios e da lui in poi
nessuna scelta dello studio è stata mai sbagliata. Lo stesso Occhio
di Falco, interpretato da Jeremy Renner, per
quanto leggermente defilato rispetto a Captain America, Thor o lo
stesso Iron Man, è uno degli Original Six e un eroe dal percorso
affascinante e coinvolgente. Chissà come sarebbe stato se avesse
avuto il visto di Robert Downey Jr.!
Idris Elba crede che i vecchi film con scene o
tematiche razziste non debbano essere censurati, ma necessitino
piuttosto di appositi avvertimenti prima dei titoli di testa. Elba,
conosciuto principalmente per aver interpretato il ruolo del boss
della droga Russell “Stringer” Bell nelle prime tre stagioni di
The Wire, nonché per il ruolo di Charles Miner nella
quinta stagione di The Office, ha commentato le recenti
discussioni nate attorno a vecchi film e serie tv che sono stati
modificati o ritirati dai servizi di streaming.
Esempi recenti includono diversi
episodi di serie come Scrubs, 30 Rock e Cuori senza
età che sono stati rimossi dai servizi di streaming a causa
del blackface. Inoltre, anche un episodio della stagione 9 di
The Office è stato modificato a causa dell’utilizzo del
blackface. Ancora, di recente c’è stato anche il caso eclatante di
Via Col Vento, che è stato rimosso da HBO Max: due
settimane dopo è stato reso di nuovo disponibile, con un video di
avvertimento posto all’inizio del film. Questi cambiamenti sono
stati il risultato del movimento Black Lives Matter, che ha aperto
una nuova ed accesa discussione sulle rappresentazioni razziste in
film e serie tv.
Ora, Idris Elba ha approfondito la questione in
un’intervista con
RadioTimes, dicendo che non crede che i film e le serie tv
dovrebbero essere censurati o rimossi dai servizi di streaming.
L’attore ha affermato che dovrebbero piuttosto essere corredati da
un avvertimento o essere sottoposti ad una sorta di sistema di
classificazione, in modo che gli spettatori siano consapevoli che
ciò che stanno per guardare contiene visioni o scene obsolete o
razziste. La star di Luther ha dichiarato fermamente che
crede nella libertà di parola, ma che al tempo stesso non ci si può
sottrarre da determinate responsabilità, ritenendo che sia giusto
far sapere al pubblico in che tipo di contenuti si stanno
imbattendo.
Idris Elba: “Sono un grande
sostenitore della libertà di parola. Non credo nella
censura.”
“Sono un grande sostenitore
della libertà di parola”, ha detto Elba.“Ma il fatto è che
la libertà di parola è un concetto non adatto a tutti. Ecco perché
abbiamo un sistema di classificazione: ti diciamo che questo
particolare contenuto è classificato U, PG, 15, 18, X. Per imitare
la realtà, devi conoscere la realtà. Ma per censurare i temi
razzisti all’interno di uno show, si dovrebbe prima riflettere,
perché credo che gli spettatori dovrebbero sapere che sono stati
realizzati film o serie tv del genere. In rispetto dei tempi e dei
movimenti, commissari e detentori di archivi cancellano contenuti
che pensano siano eccezionalmente fuori contesto al giorno d’oggi.
Penso che le persone dovrebbero sapere che la libertà di parola è
stata accettata, ma al tempo stesso dovrebbe sapere a cosa vanno
incontro. Non credo nella censura. Credo che dovremmo essere
autorizzati a dire ciò che vogliamo dire. Perché, dopo tutto, siamo
dei creatori di storie.”
Durante la scorsa settimana,
Tom
Holland ha utilizzato il suo profilo Instagram
ufficiale per far sapere che la produzione del travagliatissimo
Uncharted
è finalmente pronta a partire. Ad ogni modo, i fan del giovane
attore vogliono sapere quando partiranno le riprese dell’altro
franchise che lo vede coinvolto, quello dell’Uomo Ragno, dal
momento che le anche riprese dell’annunciato Spider-Man
3 (ancora senza un titolo ufficiale) sono state bloccate a
causa della pandemia di Covid-19.
Come riportato da
SuperHeroHype, di recente Holland è apparso in un video
pubblicato sul Patreon di suo padre, il comico inglese Dominic
Holland. Apparentemente, Holland dovrà concludere i suoi impegni
con Uncharted
prima di poter tornare a lavorare per il MCU. “Finito Uncharted,
finiremo Spider-Man a febbraio del prossimo anno”, ha
dichiarato l’attore. “Due tour promozionali, forse insieme, che
dovrebbero richiedere sei settimane di lavoro”. Dalle parole
di Holland, è facile ipotizzare che le riprese di
Spider-Man 3 dovrebbero partire il prossimo
autunno.
La Marvel aveva in programma di
iniziare a girare Spider-Man 3 questo mese ad
Atlanta. Sfortunatamente, la pandemia di Coronavirus lo ha reso
impossibile, con la Georgia che rimane uno degli Stati più colpiti
dall’emergenza. Inoltre, lo studio non ha ancora annunciato nuovi
casting, quindi ad oggi non sappiamo ancora chi saranno i nuovi
personaggi che appariranno nel film. Finora, tutto ciò che sappiamo
è che il sequel riunirà Holland con il regista Jon
Watts e con la co-protagonista Zendaya, che tornerà nei panni di MJ.
Cosa sappiamo di Spider-Man 3?
Di Spider-Man
3 si sa ancora molto poco, sebbene la teoria più
accredita è quella secondo cui il simpatico arrampicamuri sarà
costretto alla fuga dopo essere stato incastrato per l’omicidio di
Mysterio (e con il personaggio di Kraven il Cacciatore che sarebbe
sulle sue tracce). Naturalmente, soltanto il tempo sarà in grado di
fornirci maggiori dettagli sulla trama, ma a quanto pare il terzo
film dovrebbe catapultare il nostro Spidey in un’avventura molto
diversa dalle precedenti…
Tom
Holland si è unito al MCU nei
panni di Peter Parker nel 2016: da allora, è diventato un supereroe
chiave all’interno del franchise. Non solo è apparso in ben tre
film dedicati ai Vendicatori della Marvel, ma anche in due
standalone: Spider-Man:
Homecoming e Spider-Man: Far
From Home. La scorsa estate, un nuovo accordo siglato
tra Marvel e Sony ha permesso al personaggio dell’Uomo Ragno di
restare nel MCU per
ancora un altro film a lui dedicato –
l’annunciato Spider-Man 3 – e per un
altro film in cui lo ritroveremo al fianco degli altri eroi
del MCU.
Come apprendiamo grazie a
USA Today, Keanu
Reeves si è ufficialmente lanciato nel mondo dei
fumetti in qualità di “sceneggiatore”. La star delle saghe
cinematografiche di Matrix e John Wick,
infatti, ha scritto per conto di BOOM! Studios, nota casa editrice
statunitense, la miniserie BRZRKR in
collaborazione con il veterano Matt Kindt.
La miniserie, i cui disegni saranno
opera dell’italiano Alessandro Vitti, sarà
disponibile a partire dal prossimo autunno. Gli artisti
Rafael Grampá e Mark Brooks si
sono occupati della realizzazione delle copertine. Oltre ad averla
creata, Reeves è stato anche utilizzato come modello su cui è stato
disegnato Berzerker, il protagonista della miniserie.
La sinossi ufficiale del fumetto
recita: “L’uomo noto solo come Berzerker è mezzo mortale e
mezzo Dio, maledetto e costretto alla violenza… anche a costo della
sua sanità mentale. Ma dopo aver girato il mondo per secoli,
Berzerker sembra aver finalmente trovato uno scopo: lavorare per il
governo americano e combattere battaglie troppo violente e
pericolose per chiunque altro. In cambio, Berzerker otterrà l’unica
cosa che desidera: la verità sulla sua interminabile e sanguinaria
esistenza… e come porvi fine.”
Le tavole di BRZRKR, il fumetto
co-sceneggiato da Keanu Reeves per BOOM! Studios
1 di 8
In merito al progetto,
Keanu Reeves ha dichiarato: “Amo i fumetti
sin da quando ero bambino e hanno avuto un’importante influenza
artistica su di me. Avere l’opportunità di creare BRZRKR e
collaborare con leggende dell’industria come lo sceneggiatore Matt
Kindt, il disegnatore Alessandro Vitti, il colorista Bill Crabtree,
il letterista Clem Robins e l’artista concettuale e autore di
copertine Rafael Grampá – insieme all’incredibile team dei Boom!
Studios – è un sogno che si avvera.”
La scena di Avengers:
Endgame che ha visto lo scontro Cap vs
Cap ha entusiasmato i fan. Due Steve Rogers differenti,
uno puro e incorruttibile e l’altro segnato dall’esperienza e più
scaltro, si scontrano e se le danno di santa ragione. Ma a parità
di forza, si sa, vince sempre chi ha più esperienza.
Abbiamo già rivelato
qualche dettaglio dello scontro e un
segreto dal set in merito alla realizzazione della scena che ha
visto impegnato
Chris Evans e i suoi stunt double, ma adesso vi
mostriamo un nuovo video dal set che vede protagonisti proprio due
controfigure dell’attore.
Avengers:
Endgame è arrivato nelle nostre sale il 24 aprile
2019. Nel cast del film Robert
Downey Jr., Chris
Evans, Mark
Ruffalo, Chris
Hemsworth e Scarlett
Johansson. Dopo gli eventi devastanti di Avengers:
Infinity War, l’universo è in rovina a causa
degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati
rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi
ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
David Hayter,
co-sceneggiatore di Watchmen del 2009, ha rivelato in
un’intervista che il finale originale del film avrebbe potuto
essere completamente diverso da quello che i fan hanno visto sul
grande schermo. Un adattamento live-action del fumetto di Alan
Moore e Dave Gibbons era in lavorazione da decenni, con numerosi
registi di spicco (tra cui Terry Gilliam, Paul
Greengrass e Darren Aronofsky) che
vennero incaricati di dirigere il film durante le numerose fasi di
sviluppo. Il fumetto si è rivelato particolarmente complicato da
adattare, con diverse argomentazioni (incluse alcune dello stesso
Moore) che sostenevano che il fumetto era praticamente
“infilmabile”. Tuttavia, nel 2009 è finalmente uscito il live
action, diretto da Zack
Snyder.
Il finale del Watchmen di Snyder presenta alcune differenze
sostanziali rispetto al materiale originale: ciò è da sempre
considerato l’aspetto più controverso dell’adattamento. Creare
l’atto finale del film è stata la sfida ricorrente con cui hanno
dovuti confrontarsi tutti i registi coinvolti nel progetto nel
corso degli anni. Il fumetto termina con la rivelazione che
Ozymandias aveva costruito un calamaro gigante e lo aveva lasciato
cadere su Manhattan, sperando così di estinguere le tensioni tra
gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica, facendo credere che il mondo
fosse stato attaccato dagli alieni. La versione di Snyder contiene
la stessa tipologia di attacco, ma nel film Ozymandias fa sembrare
che sia il Dr. Manhattan il responsabile dell’accaduto. Il
cambiamento è stato oggetto di numerosi dibattiti all’interno del
fandom, sebbene ci siano dei meriti in entrambe le tipologie di
finale.
In una recente
intervista con
Script Apart, il co-sceneggiatore di
Watchmen,David Hayter (che a sua volta
era anche stato incaricato di dirigere l’adattamento), ha rivelato
che il finale che aveva scritto quando Paul
Greengrass era in procinto di dirigere il film, era molto
diverso dal finale che abbiamo visto nella versione di Snyder.
Ozymandias avrebbe creato una falsa proiezione del Dr. Manhattan
che avrebbe attaccato diverse città, nonostante il tempo per
festeggiare il suo successo sarebbe stato relativamente breve: Nite
Owl, infatti, avrebbe avuto il sopravvento su Ozymandias
schiacciandolo con la sua nave Archie, uccidendo l’uomo più
intelligente del mondo, nonché il responsabile della morte di
milioni di persone.
Un adattamento tematicamente
accurato di Watchmen è possibile
Questa rivelazione
arriva in un momento in cui Watchmen ha vissuto
una nuova impennata di rilevanza all’interno del panorama della
cultura pop. L’omonima serie targata HBO del 2019, ideata da
Damon Lindelof e che funge da sequel del fumetto,
ha ricevuto ampi consensi da parte della critica. Alcuni sostengono
che la serie di Lindelof corrisponda narrativamente al materiale
originale più del film di Zack
Snyder. Nonostante la sua storia particolarmente
travagliata, il tempo ha dimostrato che un adattamento
tematicamente accurato di Watchmen è molto
possibile.
Tenet
di Christopher Nolan potrebbe rischiare di
non uscire in Cina a causa della durata del film, che entrerebbe in
contrasto con le attuali restrizioni del Paese relative al
Coronavirus. L’attesissimo nuovo film del regista britannico
sarebbe dovuto arrivare nelle sale a luglio: nonostante
l’insistenza da parte dello stesso Nolan a mantenere la release
originale, alla fine la Warner Bros. si è vista costretta a
posticiparne l’uscita ad agosto proprio a causa della pandemia.
Naturalmente, con l’emergenza
Covid-19 ancora in atto e con molte aree messe di nuovo in lockdown
dopo un ritorno forse troppo prematuro alla normalità, quella data
di uscita fissata per agosto non rappresenta in realtà alcuna
certezza. Ad oggi, nessuno sa con certezza quando il pubblico potrà
finalmente vedere l’ultima fatica di Nolan. Come riferito dagli
analisti, il film dovrebbe arrivare a guadagnare 800 milioni di
dollari al box office globale per non essere considerato un flop:
data l’attuale situazione, raggiungere un risultato del genere
rappresenta, ora come ora, un’impresa a dir poco titanica.
A peggiorare ancora di più la
situazione, arriva la notizia (riportata da
IndieWire) che l’uscita di Tenet
in Cina sarebbe a rischio a causa della durata del film. In base
alle restrizioni dovute all’emergenza di Covid-19, il governo
cinese ha stabilito che la durata di un film deve essere contenuta
nelle due ore affinché lo stesso possa essere distribuito nelle
sale: essendo Tenet lungo
ben 150 minuti, il suo minutaggio lo renderebbe “inadatto” ad una
distribuzione sul mercato cinese.
Nolan disposto a cedere alle
restrizioni della Cina pur di garantirsi una distribuzione per
Tenet?
Ad oggi Tenet non
ha ancora una data di uscita ufficiale in Cina, ma non ci sono
dubbi che il film verrà rilasciato, considerata l’ampia popolarità
dei film di Nolan sul mercato (il più grande successo del regista
in Cina è stato Interstellar, che ha incassato ben 122 milioni
di dollari soltanto nella nazione dell’Asia Orientale). Resta da
capire se, qualora Tenet non possa essere distribuito a causa del
suo minutaggio, Nolan sarà disposto ad effettuare dei tagli e
ridurre la durata del film entro i 120 minuti.
In passato, molti
studi e molti registi hanno ceduto alle restrizioni della Cina e
hanno tagliato i loro film pur di garantirsi una distribuzione nel
Paese, che continua a rappresentare una grossa fetta del mercato
cinematografico globale. Ci sono stati anche casi notevoli di
cineasti che si sono rifiutati di eseguire dei tagli, come Quentin
Tarantino, che ha rinunciato all’uscita di
C’era una volta a… Hollywood in Cina, dopo che il
paese ha chiesto di rimuovere le scene che pensava fossero
umilianti nei confronti dell’eroe nazionale Bruce Lee.
Finn (John Boyega) and Poe
Dameron (Oscar Isaac) in STAR WARS: THE RISE OF
SKYWALKER.
A quanto pare i fan della saga di
Star Wars dovranno prepararsi a dire
ufficialmente addio al personaggio di Finn interpretato da John Boyega, dal momento che l’attore ha
dichiarato di non essere interessato a ritornare nel franchise.
L’ultima volta che abbiamo visto il personaggio in azione è stato
ne L’Ascesa di Skywalker, ultimo capitolo della
trilogia sequel che ha chiuso ufficialmente la saga degli
Skywalker.
Nonostante abbia interpretato uno
dei personaggi principali della nuova trilogia, Boyega non ha mai
nascosto le sue opinioni contrastanti in merito alla celebre saga
fantascientifica: dopo l’uscita nelle sale de
Gli Ultimi Jedi di Rian
Johnson, infatti, l’attore ha espresso il suo
disappunto in merito ad alcune scelte narrative operate in fase di
sceneggiatura. Per quanto riguarda
L’Ascesa di Skywalker, invece, l’attore è sempre stato un
grande sostenitore del film, nonostante lo stesso abbia
letteralmente diviso in due tanto la critica quanto il
pubblico.
Il ruolo di Finn gli ha regalato la
fama internazionale, ma a quanto pare John Boyega non ha intenzione di tornare a
recitare nel franchise di
Star Wars. È quanto rivelato dallo stesso attore in un
commento su Instagram, sotto
una foto che lo ritrae sul set di uno dei suoi prossimi progetti,
ossia la serie tv Small Axe. Un fan gli ha chiesto se
in futuro sarebbe tornato nei panni di Finn nello storico
franchise, e Boyega ha risposto: “No, grazie. Sono andato
avanti”, dichiarazione accompagnata dall’emoji di un
cuore.
Una nuova trilogia nel futuro di Star Wars
In realtà, l’affermazione di
John Boyega circa un possibile ritorno nei
panni di Finn non dovrebbe cogliere di sorpresa i fan. Già in
passato, infatti, l’attore aveva rivelato che probabilmente non
sarebbe tornato a recitare in nessun altro film di Star Wars. Nel futuro del franchise
c’è già in cantiere una nuova trilogia, ma non è da escludere che
uno dei personaggi principali della trilogia sequel possa apparire
nei nuovi episodi. A quanto pare, però, sembra proprio che non sarà
Finn.
L’Agente Coulson è
morto per mano di Loki nel film The Avengers del 2012, evento che spinse
Captain America, Iron Man, Thor, Occhio di Falco, Vedova Nera e
Hulk – motivati anche da Nick Fury – a fare squadra per cercare di
sconfiggere il nemico. Da allora, Coulson è stato riportato in vita
nella serie Agents
of SHIELD, ma al di là del personaggio di Fury, non
abbiamo più visto il percorso dell’agente incrociarsi con quello di
altri personaggi del MCU.
Nonostante sembri che qualsiasi
occasione di rivedere Coulson nel MCU sia andata ormai persa, in
molti ancora si chiedono se Coulson possa mai riunirsi con gli eroi
più potenti della Terra. In una recente intervista con
ComicBook.com, l’attore Clark Gregg ha ammesso la sua delusione circa
il fatto che il suo personaggio non ha avuto la possibilità di
incontrarsi nuovamente con il team di Vendicatori prima degli
eventi di Avengers:
Endgame.
“La cotta per Cap non muore mai.
Provo sempre una certa tristezza quando penso a come tutti è
iniziato. Penso che il motivo per cui Coulson sia diventato ciò che
rappresenta oggi sia merito delle scene con Robert Downey Jr. e di
tutti quei botta e risposta”, ha spiegato l’attore.
“Riesci a farti sentire meglio e
a mettere in evidenza molto più di quello che potresti vedere
normalmente in una scena. Il modo in cui ha preso quelle scene e
quel personaggio, in un certo senso mi ha portato alla vita, in
modo in cui da solo forse non sarei riuscito. Ho sempre pensato:
‘Dai, non avete ancora fatto un One-Shot’. Perché non ci potrebbe
essere un One-Shot in cui gli Avengers sono in missione, noi agenti
siamo in missione… sarebbe interessante!”, ha continuato
Gregg.
Un futuro per Phil Coulson nel MCU è possibile?
Un corto della serie
One-Shot sarebbe stato divertente da vedere, ma ad oggi è
decisamente improbabile che accada. Tuttavia, ora che Kevin
Feige è responsabile della Marvel Television, chissà…
forse troverà un modo per incorporare gli eventi di Agents of
SHIELD nel MCU? Ancora, più semplicemente potrebbe trovare
un modo per far tornare Coulson nell’universo condiviso.
I film e le serie tv destinati agli
adolescenti sono da tempo un settore importante dell’industria
cinematografica. Ma è con gli anni Ottanta che questo genere ha
acquisito una sua autonomia ed ha trovato numerose fortunate
strade, sia sul grande che sul piccolo schermo, lanciando attori e
attrici che ancora oggi li popolano. Così hanno iniziato Michael J. Fox, John Cusack, Demi Moore e Leonardo DiCaprio, solo per citarne
alcuni.
The Breakfast Clube il “brat
pack”
È il caso di The
Breakfast Club, un piccolo cult del 1985 diretto da
John Hughes, oggi disponibile su Netflix, che
portò alla ribalta il cosiddetto “brat pack”, ovvero un
manipolo di attori che divennero noti appunto per aver interpretato
una serie di pellicole incentrate sugli adolescenti e le loro
problematiche. Del gruppo facevano parte tutti i protagonisti del
film: Molly Ringwald, Emilio
Estevez, Anthony Michael Hall,
Judd Nelson e Ally Sheedy.
La Trama
Un gruppo di liceali, studenti alla
Shermer High School di Chicago, è costretto a passare il sabato
nella biblioteca della scuola per punizione. Il preside Richard
Vernon, Paul Gleason, li sorveglia, non sempre con
scrupolo, e assegna loro un tema dal titolo: chi sono io? Per
spingerli a riflettere. Claire, Molly Ringwald,
John, Judd Nelson, Andrew, Emilio
Estevez, Brian, Anthony Michael Hall, e
Allison, Ally Sheedy, sono molto diversi, ma tutti
accomunati da un cattivo rapporto coi genitori e da problemi in
famiglia, che pian piano li faranno avvicinare uno all’altro,
rendendo quest’esperienza di condivisione un’opportunità per
crescere, abbandonare i propri pregiudizi e aprirsi agli altri. Non
mancheranno poi goliardate, balli e fumo per combattere la noia
delle lunghe ore a scuola.
Un film senza sorprese, che però si riscatta nel
finale
Dopo Sixteen candles –
Un compleanno da ricordare, che nel 1984 aveva fatto
conoscere al pubblico la giovane Molly Ringwald e
portato sullo schermo un altrettanto giovane John Cusack in una delle sue prime
apparizioni, Hughes ci riprovò l’anno successivo
con questo The Breakfast Club, costruendo
attorno ai giovani attori del brat pack un film per
teenagers corale e senza grosse sorprese.
La prima parte del film è piuttosto
scontata e poco coinvolgente, a tratti perfino fastidiosa, in
particolare il personaggio di John, interpretato da Judd
Nelson, è davvero sgradevole. L’attore interpreta anche
bene il classico giovanotto spavaldo e strafottente, dai modi
bruschi e aggressivi, ma senza neppure quella vena di ironia o
simpatia che lo possa rendere in qualche modo accattivante. Le
dinamiche fra i vari personaggi sono fin troppo prevedibili e
rendono il film piatto. Ognuno è intrappolato in uno stereotipo:
c’è Claire la snob, Brian il secchione, Andrew lo sportivo, Allison
la pazza e appunto John, lo spaccone aggressivo. Ciascuno
guarda gli altri dall’alto in basso, sentendosi migliore. Nulla di
nuovo o di particolarmente esaltante.
Nella seconda parte e verso il
finale il film si riscatta, acquista un po’ di spessore e riesce a
catturare l’attenzione perché Hughes, anche
sceneggiatore e produttore, scompagina le carte e toglie le
certezze, rimescolando tutto. Soprattutto, scopre il vero animo dei
protagonisti e le loro fragilità. Qui entra finalmente in gioco un
po’ di empatia che coinvolge lo spettatore. Cadono così i
pregiudizi e nessuno si sente più diverso o meglio dei
compagni.
Nell’interminabile giornata a
scuola, poi, non mancano momenti goliardici, balletti in stile
Footloose o Saranno
Famosi, inevitabili figli dell’epoca. Nella colonna
sonora, da segnalare Don’t you (forget about me), scritta
appositamente per il film da Keith Forsey e
Steve Schiff che accompagna i titoli di testa e
quelli di coda ed è diventata uno dei maggiori successi dei
Simple Minds.
Molly Ringwald e compagni
oggi
Che fine hanno fatto oggi
Molly Ringwald e compagni? La bella Claire è
apparsa di recente in due prodotti di successo come la serie tv
Riverdale,
dove ha interpretato la madre di Archie – KJ Apa – Mary Andrews, e nel film Netflix
The Kissing Booth (2018) che, seppur non
apprezzato dalla critica, ha raccolto un buon successo di pubblico
sulla piattaforma.
Emilio Estevez,
figlio d’arte, non sembra aver avuto la stessa fortuna
professionale del padre Martin Sheen. Oltre a
quella di attore ha intrapreso la carriera di regista, ma il suo
nome resta legato ai lavori degli anni Ottanta. Tra gli altri, fu
nel cast de I ragazzi della 56a strada di
Francis Ford Coppola già nel 1983, poi in
Young guns – Giovani pistole di
Christopher Cain (1988). Più recentemente è stato
regista di un film su Bob Kennedy, Bobby
(2006) e ha diretto sé stesso e il padre ne Il cammino per Santiago (2010).
Per quel che riguarda
Judd Nelson, si ricorda la sua
partecipazione in Fandango accanto a
KevinCostner (1985).
Prosegue poi la sua carriera di attore, che lo ha visto
recentemente prendere parte al film di James CoxBillionaire Boys Club con Emma Roberts, Kevin Spacey e Ansel Elgort.
Infine, il nome di Ally
Sheedy è rimasto principalmente legato alle pellicole anni
Ottanta. Oltre a The Breakfast Club, vi
sono St. Elmo’s Fire di Joel
Shumacher e Wargames – Giochi di
guerra di JohnBatham.
E’ stato un gesto da vero eroe
quello compiuto da un bambino di sei anni nei riguardi della
sorellina più piccola e chi se non gli Avengers e
Robert Downey Jr. potevano congratularsi per
questo incredibile atto d’amore?
Un post condiviso da Nikki Walker
(@nicolenoelwalker) in data:
Il fatto, come riporta la
CNN, il 9 luglio il bambino di 6 anni del Wyoming ha salvato la
sua sorellina minore da un pastore tedesco che era per strada. Il
cane lo ha attaccato al volto e a causa di ciò Bridger ha subito un
intervento chirurgico durato due ore con 90 punti sulla ferita.
Arriva dal THR la notizia
che l’annunciata serie tv Marvel/Disney+Hawkeye basata
sul personaggio di Occhio di Falco interpretato da Jeremy Renner ha finalmente un regista.
Più precisamente più di un regista.
Infatti sembra che i Marvel
Studios abbiamo scelto Amber Finlayson
(Bert) e Katie Ellwood (Bertie) noto per aver diretto la
commedia per adulti di Amazon, Troop Zero, per dirigere un
blocco di episodi della prossima serie tv Hawkeye per
Disney+.
Dunque finalmente la miniserie sembra prendere forma. Altro nome
che figurerà nel ruolo di timoniere sarà quello di Rhys Thomas,
regista già del Saturday Night Live che la serie di commedie
d’azione di Amazon Comrade Detective.
Come molti di voi sapranno Jeremy Renner, che ha interpretato il ruolo
nei film per il grande schermo, riprenderà il personaggio di Clint
Barton, che per la prima volta ha fatto il suo debutto nel fumetto
in Tales of Suspense # 57 del 1964. Uno degli archi
narrativi della serie vedrà Barton interpretare la parte di mentore
per una nuova generazione di arcieri, tra cui spiccherà il
personaggi di Kate Bishop. Al momento non è chiaro chi interpreterà
il ruolo nonostante Hailee Steinfeld era stata
disegnata dai rumors come l’attrice in trattative per la parte.
Hawkeye
fa parte della prima ondata di serie tv prodotte dai Marvel Studios
che avrebbero dovuto uscire su Disney+ a
partire dall’autunno 2020. Il primo spettacolo doveva essere
stato The Falcon and The
Winter Soldier, ma la serie è stata ritardata a causa
della pandemia di coronavirus che ha colpito la produzione. Altre
serie tv includono WandaVision (sempre
nel 2020?), Loki (primavera
2021) oltre a Hawkeye.Tutti
vedranno i thespian del grande schermo che completano la serie.
La trama si svolge dopo gli eventi
di Avengers:
Endgame e si baserà sulle avventure
di Young Avenger, Kate Bishop,
che ha assunto il ruolo dopo dopo che Clint Barton lascia in
seguito agli eventi di Endgame. La serie vedrà Jeremy
Renner tornare nei panni del personaggio, e
l’attore stesso ha presentato il progetto alla gremita Hall H
durante il Comic-Con di San Diego. Secondo le parole di Renner la
serie racconta “la fibra di ciò che è Occhio di Falco,
ovvero un supereroe senza super poteri, e questo vuol dire che
tutti possono essere dei supereroi.” Secondo le prime
indiscrezioni nella serie Kate Bishop utilizza le sue
notevoli capacità di combattimento per combattere delle buone
battaglia, sia come come Young Avenger, al fianco del mentore Clint
Barton, sia da sola.
Dopo
la notizia che vi abbiamo dato ieri su The Falcon and
The Winter Soldier, anche la serie WandaVision sembra stia
per essere rimandata di qualche mese. Infatti da quanto apprendiamo
da un nuovo report di The Hollywood Reporter la serie
Disney prodotta dai Marvel StudiosWandaVision,
rischia seriamente di slittare alla primavera del 2021. In quel
caso salterebbe la precedente data di uscita che collocava lo show
per un debutto programmato a fine anno.
Il report non chiarisce se ci sono
effettivamente dei ritardi nella lavorazione di WandaVisioncome
accaduto per The Falcon and The Winter Soldier,
che effettivamente ha subito delle variazioni in seguito
all’emergenza in atto in America latina. Da quello che sembra però
la serie potrebbe subire lo stesso destino accaduto anche a
Loki.
AGGIORNAMENTO: Il
giornalista autore del report di The Hollywood Reporter Borys
Kit ha corretto la sua affermazione via Twitter rivelando che
l’articolo porta un’inesattezza nel rapport originale. L’autore
sostiene che WandaVision è ancora sulla buona strada per
debuttare nel dicembre 2020 anziché nella primavera del 2021. Di
seguito il tweet originale:
I’ve made a correction to the article saying
WandaVision is due to come out in 2020. Thanks to the Brandons for
keeping me on my toes. https://t.co/Ju7vrSg6US
WandaVision
è uno delle prossime miniserie in uscita su Disney+
creata da Jac Schaeffer e basata sui personaggi
Marvel Scarlet/Scarlet Witch interpretato da
Elizabeth Olsen e Vision interpretato da
Paul Bettany. La serie è ambientato nel Marvel
Cinematic Universe (MCU) e ne condividendo la continuità con i
film.
La trama si svolge dopo gli eventi
di Avengers:
Endgame dove in qualche modo Visione tornerà in
vita e insieme all’amata Wanda inizieranno la loro vita di coppia
in una New York negli anni ’50. La nuova serie tv sarà strettamente
collegata con il film Doctor Strange in
the Multiverse of Madness previsto per il 2021
dove la Olsen riprenderà il suo ruolo in tale film come
co-protagonista accanto a Benedict
Cumberbatch l’interprete di Doctor
Strange. La serie tv fa parte della Fase 4 del franchise.
Elizabeth
Olsen e
Paul Bettany. riprendono rispettivamente i ruoli di
Wanda Maximoff / Scarlet Witch e Vision della serie
cinematografica. Anche Teyonah Parris,
Kat Dennings, Randall Park e Kathryn
Hahn sono i protagonisti.
E’ un atto di incredibile sensibilità quello compiuto da
Chris Evans nei riguardo del vero eroe nella
vita reale: il bambino di 6 anni che ha salvato la sorellina da un
attacco di un cane.
L’attore ha chiamato il piccolo eroe per congratularsi con lui e
indovinate cosa le ha promesso? lo scudo di CAP!!!! Ecco di seguito
la dolce call avuta dall’attore con il piccolo eroe:
Bridger, 6 years old, saved his little
sister from an attacking dog. He knew he would get hurt, but he did
it anyway. He’s a hero.
So, we made this happen. One of the most fulfilling things,
ever, huge thanks to Chris Evans.
Il fatto, come riporta la
CNN, il 9 luglio il bambino di 6 anni del Wyoming ha salvato la
sua sorellina minore da un pastore tedesco che era per strada. Il
cane lo ha attaccato al volto e a causa di ciò Bridger ha subito un
intervento chirurgico durato due ore con 90 punti sulla ferita.
Nel corso di una conferenza stampa
indetta per la mattina di sabato 18 luglio 2020, Franco
Maresco, regista di La mafia non è più quella di una volta, ha
chiesto a Rai Cinema, nella persona dell’amministratore delegato
Paolo Del Brocco, di riconoscere il suo film come
un film proprio. Alla conferenza erano presenti anche la fotografa
Letizia Battaglia, nel cast del film, e l’avvocato di Maresco,
Antonio Ingroia.
Maresco ha dichiarato: “Alla
cerimonia di premiazione di Venezia dello scorso anno, mentre Rai
Cinema si congratulava per il premio a Luca Marinelli, protagonista
del film Martin Eden di Pietro Marcello, doveva
contemporaneamente essere felice per un altro film, che era il
nostro. La Rai però non aveva più riconosciuto La
mafia non è più quella di una volta già da diverso tempo,
da qualche settimana, perché riteneva che il film non fosse
rispettoso nei confronti del Presidente della Repubblica, Sergio
Mattarella. Facemmo naturalmente tutto un lavoro tra i legali della
Ilapalma [la società di Rean Mazzone, tra i produttori del film,
n.d.r.] e quelli della Rai per arrivare a un compromesso. Tra
l’altro nessuno di noi poteva pensare che un film di satira e un
film che smitizzava la mafia potesse essere censurato. Ma in
effetti arrivò questo rifiuto. E allora cercammo un compromesso,
provando a eliminare alcune scene che magari potevano dare qualche
problema. Togliemmo quelle scene, ma non fu sufficiente perché Rai
Cinema non voleva che si parlasse proprio del presidente
Mattarella. Tra l’altro, questa è proprio l’occasione per
raccontare altri retroscena, perché in realtà ci furono problemi
anche con il festival di Venezia, perché il film fu selezionato e
il direttore della Mostra, Alberto Barbera, molto dispiaciuto mi
telefonò per dirmi: “Franco, mi dispiace, ma dobbiamo sospendere il
film, per problemi dall’alto”. Per problemi dall’alto intendeva
Paolo Baratta, allora presidente della Biennale, che evidentemente
aveva subito pressioni. Ma dopo quei tagli, Barbera mi richiamò
dicendomi: “Bene, ora che hai fatto questi tagli, il film può
passare”. Avevamo quindi il suo sostegno. Fermo restando che un
festival dovrebbe essere un luogo libero e che mai ho sentito di un
festival che entra nei contenuti di un film.
La mafia non è più quella di una volta di
Franco Maresco – recensione
Comunque, a Rai Cinema questo
non andava bene e per questo decise di togliere il logo. E, come
sapete, oggi avere il sostegno di Rai Cinema è fondamentale, la
maggior parte del cinema italiano vede coinvolta Rai Cinema. E il
fatto che la Rai si sia sfilata ha fatto sì che il film venisse
danneggiato. Io devo molto alla Rai, faccio questo mestiere da
trentacinque anni. E se penso a cosa è successo in questi mesi e
ripenso a quello che facevamo in passato in Rai, quando andava in
onda la striscia di Cinico TV e alla libertà che avevamo, non c’è
paragone. Questa Rai non ha niente a che vedere con quella. Questa
Rai è una Rai che si permette di censurare e questa censura è
avvenuta per decisione del presidente di Rai Cinema, Paolo Del
Brocco. Evidentemente lui è stato più realista del re, perché il
film è uscito e non c’è stata una sola nota di protesta da parte
della famiglia Mattarella. Semplicemente il 6 di settembre uscì una
nota del Quirinale in cui si diceva che le sentenze non si
commentano, e si riferiva a un passaggio del film in cui ci
domandavamo perché il Presidente non avesse detto nulla sulla
sentenza del processo sulla trattativa Stato-mafia. Ecco, a parte
questo, nessuno di noi ha ricevuto una qualche lettera da parte del
Quirinale. Nessuno ha mai detto che questo film mancasse di
rispetto al Presidente della Repubblica, solo Paolo Del Brocco, che
rappresenta Rai Cinema, ha deciso che questo film non può passare.
Quello che noi chiediamo allora alla Rai è che riconosca questo
film, questo suo figlio illegittimo“.
A queste parole molto dirette, sono
seguite quelle di Ingroia, che ha dichiarato: “L’opera è stata
danneggiata, la Rai non ha comprato soltanto dei diritti, si è
assunta anche dei doveri, aveva il dovere di promuovere il film. E
rispetto a questo la Rai è inadempiente e il contratto con Franco
Maresco è ancora in corso, non c’è stata nessuna rescissione del
contratto e sino ad oggi il produttore Rean Mazzone non ha ancora
preteso dalla Rai l’ultima tranche di pagamento. Il film è stato
censurato, anche perché Rai Cinema, togliendo il logo e
disconoscendo il film e non facendo nessun passaggio televisivo, ha
danneggiato la sua visibilità (…) Franco Maresco non vuole fare la
guerra alla Rai, è la Rai che ha fatto la guerra a Franco
Maresco“.
Se è vero che Iron
Man ha sacrificato la sua vita per riportare l’Universo al
suo stato primigenio sconfiggendo Thanos, è anche vero che è stato
uno dei “buoni” che maggiormente ha contribuito alla nascita dei
cattivi. Se la maggior parte delle persone ricorda soltanto il suo
contributo nella nascita di Ultron, ci sono molti altri villain del
MCU la cui nascita è dipesa
direttamente da comportamenti e azioni compiute dallo stesso
Tony Stark/Iron Man.
1Mysterio
Jake Gyllenhaal is Mysterio in Columbia Pictures’ SPIDER-MAN:
FAR FROM HOME.
Tony Stark ha anche avuto un ruolo nella
creazione del Mysterio. Quentin Beck in
Captain America: Civil War era un dipendente delle
Stark Industries che lavorava specificamente sulle tecnologie
olografiche. Il lavoro di Beck ha attirato l’attenzione di Tony,
che ha sfruttato la sua tecnologia.
Tony lo ha marchiato come B.A.R.F. (Binary
Augmented Retro-Framing) tale tecnologia e ha licenziato Beck che
si era lamentato del nome. Ma, una volta che Tony è morto salvando
l’universo in Avengers:
Endgame, Beck ha usato la sua tecnologia olografica
come voleva e si è trasformato in Mysterio. Ha progettato ologrammi
elaborati usando i droni per fare di sé un eroe e rubare E.D.I.T.H.
a un ingenuo Peter Parker. Alla
fine, Spider-Man è riuscito a risolvere tutto, sconfiggendo
Mysterio e arginando i problemi causati dall’ego smisurato di
Tony.
Il tema Disney+
e censura continua a tener banco e dopo aver appreso che il colosso
sembra abbia preso una posizione più morbida nei confronti della
censura di recente, oggi l’attore Ryan Reynolds che interpreta
Deadpool nell’universo Marvel al cinema è tornato a
richiedere a gran voce le versioni non censurate dei film di
Deadpool.
L’occasione è stata ghiotta per
l’attore quando il collega e star di X-MenHugh
Jackman ha celebrato proprio l’uscita di X-Men: giorni di un futuro
passatosu Disney+;
il film, secondo Jackman, è il primo ad essere disponibile sulla
piattaforma di streaming completamente senza censure. Di
seguito il post di Jackman:
Un post condiviso da Hugh Jackman
(@thehughjackman) in data: 11 Lug 2020 alle ore 8:00 PDT
Ryan Reynolds dal canto suo ha risposto
all’attore in maniera piccata manifestando a sua speranza che
Deadpool possa ottenere lo stesso trattamento. Ecco il suo
commento:
Arrivano brutte notizie per i fan
del Marvel Universe, infatti
da quanto apprendiamo oggi sembra che Disney+
abbiamo rimosso dalle prossime uscite la serie
The Falcon and The Winter Soldier.
Secondo un rapporto
di Laughing
Place,
The Falcon and The Winter Soldier non figurava
più nell’elenco dei titoli in arrivo su Disney+
nell’agosto 2020. Mentre Walt Disney Studios non ha ancora fatto
una dichiarazione ufficiale su The Falcon and the Winter
Soldier , si prevede che lo spettacolo non rispetterà la
finestra di lancio inizialmente prevista dal servizio Streaming che
collocava lo show ad agosto. In aggiunta a questa
notizia,Entertainment Weekly
ha rivelato poco dopo che una nuova premiere per la serie sarà
annunciata dalla Disney: “presto … se tutto va
bene”. Si potrebbe presumere che lo studio attenderà
fino a quando i piani non saranno definiti per poo annunciare la
data di uscita.
COSA SIGNIFICA
The Falcon and The Winter Soldier fino a qualche tempo
fa doveva ancora finire le riprese per alcuni giorni nella
Repubblica Ceca e ad Atlanta, in Georgia. Ma la cosa non sorprende
considerati gli enormi ritardi accumulati per via dell’emergenza,
il che ha reso impossibile concludere le riprese principali
in tempo per rispettare i tempi.
È probabile che anche gli altri
spettacoli Disney+ come
WandaVision e Loki subiranno
dei ritardi, dato che la schedule di Disney sia al cinema che in tv
sta subendo delle modifiche in corso. Questo darà a ogni serie
tutto il tempo necessario per terminare le riprese e la
post-produzione, senza dover essere legato a una finestra di
rilascio che si troppo ravvicinata.
The Falcon and The Winter Soldier è la serie di
prossima uscita nel quale
Anthony Mackie e Sebastian Stan riprenderanno i loro
ruoli nei panni del titolo Falcon (alias Sam Wilson) e The Winter
Soldier (alias Bucky Barnes) che sarà diretta da Kari Skogland.
Vi ricordiamo che nel cast di
The Falcon and The Winter Soldier è previsto
anche il ritorno di due volti noti dell’universo cinematografico,
ovvero Emily VanCamp, Sharon Carter in Captain America: The Winter Soldier e
Civil War e Daniel Bruhl, nei panni
del Barone Zemo. Per quanto concerne la serie di
The Falcon and The Winter Soldier, il lancio è fissato
in autunno 2020 e Kari Skogland (The
Handmaid’s Tale, Penny Dreadful, Boardwalk Empire, The Killing, The
Walking Dead, Fear the Walking Dead, Under the Dome, Vikings,
The Americans, House of Cards e The Punisher) dirigerà tutti i
sei episodi.
Probabile, visti gli esiti di
Avengers:
Endgame, che lo show si concentrerà sulla
dinamica del rapporto tra le due figure più vicine a Captain
America (nonché suoi eredi) e sulle imprese dei supereroi per
garantire la sicurezza mondiale.
Henry Cavill è proprio un tesoro. Il ragazzone
britannico che interpreta una delle più grandi icone della cultura
pop made in USA, Superman, si sta (di)mostrando sempre più vicino
alle persone normali e a tutti quei fan che lo seguono sui social,
dove Henry si racconta.
Dopo ever mostrato via Instagram che, in
occasione del suo compleanno in tempo di pandemia, si è preparato
da solo una
bella torta, adesso Cavill ha pubblicato un video che ha fatto
esplodere il web. Nessun allenamento forsennato, nessun bicipite
teso a favore di camera, solo un ragazzo che assembla da solo il
suo pc gaming. Non è davvero un tesoro?
Sempre dai social, sappiamo che
Henry Cavill è anche un appassionato di
statuine e miniature, tanto che ha mostrato pure il modo in cui lui stesso le
dipinge, altro passatempo che sembra lo stia aiutando
moltissimo durante il periodo di reclusione che, lo ricordiamo,
negli Stati Uniti continua ancora a causa dell’indice ancora alto
di contagio da coronavirus.
Per quanto riguarda invece la sua
carriera, sembra che Henry Cavill non sia ancora pronto ad
appendere il mantello di Superman al chiodo, soprattutto ora che la
Snyder Cut, che dovrebbe dare giustizia al suo
Uomo d’Acciaio risorto, arriverà su HBO Max nel 2021. Il suo futuro
nei panni dell’eroe sembra ancora incerto, ma sicuramente non è una
partita da considerarsi chiusa.
Arriva da Deadline la “bomba” secondo la quale Netflix
riunirà Chris Evans e i Fratelli Russo per il più
grande film Netflix mai prodotto. Il film sarà The Grey
Man, una spy-story che vedrà protagonisti
Chris Evans e
Ryan Gosling per la regia di Joe e Anthony Russo, i registi del record
d’incassi Avengers: Endgame. L’intenzione di Netflix
è quella di costruire un franchising alla James
Bond ad alto budget e per questa ragione supererà i 200
milioni investiti per The
Irishman facendo diventare il film, il più grande
della storia della piattaforma streaming americana.
The Grey Man sarà
prodotto dalla AGBO dei Russos e si baserà su una sceneggiatura
scritta da Joe Russo, al fianco di
Christopher Markus e Stephen
McFeely, che hanno già sceneggiato i film
Captain
America e Avengersdiretti
da Russo. I due sceneggiatori sono anche co-presidenti del comparto
story della AGBO. Il film si baserà sul romanzo di Mark Greaney del
2009 che introduceva le vicende de “L’uomo grigio“, un
assassino indipendente ed ex agente della CIA di nome Court
Gentry.
The Grey Man, il film
The Grey Man sarà
prodotto dai Russo e Mike Larocca della AGBO,
insieme a Joe Roth e Jeff Kirschenbaum per Roth
Kirschenbaum. Le riprese dovrebbero iniziare il prossimo
gennaio a Los Angeles, con alcune location internazionali che si
aggiungeranno man mano. La storia racconterà di uno scontri mortali
tra spietati assassini e sarà incentrato sul personaggi di
Gentry (Gosling) che viene cacciato in
tutto il mondo da Lloyd Hansen (Chris
Evans), ex coorte di Gentry della CIA. Il primo
romanzi di The Grey Man si è trasformato in una
serie di libri di successo e l’aspettativa di Netflix è che i
personaggi di
Ryan Gosling e
Chris Evans continueranno a duellare in più
puntate. Il progetto originale è stato sviluppato anni fa alla
New Regency e vedeva Brad Pitt
nei panni di James Gray, ma alla fine il film ha avuto
diversi blocchi fino a che i Russo sono subentrati. La coppia di
registi sta sviluppando il fil ormai da anni.
“Il film è una vero e proprio
tête-à-tête con quei due grandi attori che rappresentano due
diverse versioni della CIA: la prima racconta cosa si può essere, e
la seconda cosa si può diventare”, ha detto Anthony Russo a
Deadline. “Per coloro che erano fan
di Captain America: Winter Soldier,
in pratica siamo noi che ci trasferiamo in territorio e in un
ambiente più reale. Questo è ciò che questo film significa davvero
per noi.”
Joe Russo in
merito alla scala del film ha aggiunto: “L’intenzione è quella
di fare un film che sia competitivo con qualsiasi franchise
d’azione per il cinema prodotto fino ad ora, e la possibilità di
lavorare con Ryan Gosling ed Chris Evans è un sogno per noi. L’idea
è quella di creare un franchising e costruire un intero universo,
con Ryan Gosling al centro di esso. Ci siamo tutti impegnati per il
primo film, e questo deve essere fantastico e di buon auspicio per
portarci al secondo film. Questi sono maestri assassini, il
personaggio di Gosling viene fatto fuori dalla CIA e il
personaggio di Evans deve dargli la caccia. Abbiamo un ottimo
rapporto di lavoro con Netflix, e dopo quasi 20 anni ritorniamo a
lavorare con Scott Stuber. Abbiamo formato AGBO
per essere una compagnia di narrazione agnostica, dove abbiamo
trovato la migliore piattaforma. Pensiamo che Netflix sia il
posto perfetto per questo film.”
L’investimento che verrà fatto è la
testimonianza di quanto Netflix
abbia fiducia nei Fratelli Russo, soprattutto
dopo che il film d’azione prodotto da
AGBO Extractioncon
Chris Hemsworth, Golshifteh Farahani e Randeep
Hooda è diventato il film originale Netflix più visto di tutti
i tempi e un sequel è già in lavorazione con Sam Hargrave
che torna come regista e Joe Russo che scrive la
sceneggiatura.
Nel corso della storia del cinema,
il mondo del ballo ha da sempre dimostrato uno stretto legame con
la settima arte. Sono numerosi i film incentrati su tale arte
performativa, e in tempi recenti è esemplare il caso di
Step Up. Divenuto con gli anni un vero e
proprio franchise, composto da cinque film e una serie televisiva,
questo ha raccolto numerosi fan in tutto il mondo, affermandosi
come uno dei maggiori successi di pubblico per questo genere.
Con nuove storie ad ogni capitolo,
la serie è arrivata al cinema in un arco temporale che va dal 2006
al 2014, coinvolgendo il grande pubblico con alcune delle migliori
sequenze di ballo viste sul grande schermo. Le coreografie, curate
da alcuni dei più rinomati ballerini statunitensi, sono divenute in
breve tempo estremamente famose, attirando la curiosità di sempre
nuovi appassionati. I film hanno inoltre contribuito a lanciare la
carriera di alcuni interpreti oggi particolarmente famosi.
Con l’arrivo di una serie TV basata
sugli omonimi film, il mondo narrativo si è espanso ulteriormente,
e con il rinnovo ad una seconda e terza stagione si è confermato il
grande favore che il genere tutt’oggi riscuote. Al di là del ballo,
infatti, la serie riesce a catturare gli appassionati anche grazie
ai sentimenti e alle storie d’amore messe in gioco. Ad oggi, il
franchise cinematografico vanta un incasso globale di oltre 630
milioni, e con potenziali futuri capitoli tale cifra potrebbe
continuare a crescere ancora.
Step Up (2006)
Tyler Gage (Channing
Tatum) e Nora Clark (Jenna Dewan)
sono due giovani della città di Baltimora. Questa è l’unica cosa
che sembrano avere in comune, poché lui ha un passato problematico
ed è cresciuto per strada, mentre lei viene da una ricca famiglia
benestante. Le loro vite si incrociano alla Maryland School of the
Arts, dove Nora è prima ballerina. Tyler si trova invece lì per
scontare ore di lavoro socialmente utile dopo essersi messo nei
guai con la giustizia.
Ritrovati senza il proprio partner
di danza, Nora sembra impossibilitata a partecipare a un’importante
competizione, per la quale si allenava da molto tempo.
Fortunatamente, imbattutasi in un’esibizione di ballo di Tyler, la
ragazza non può fare a meno di notare il grande talento di lui.
Ritrovatisi con questa passione in comune, i due decidono allora di
fare coppia e gareggiare insieme. Allo stesso tempo, però, dovranno
fare i conti con diverse difficoltà, come con i sentimenti che
iniziano a provare l’uno per l’altra.
Step Up 2 – La strada per il
successo (2008)
Il secondo capitolo della serie,
ambientato sempre a Baltimora, ha per protagonista Andie
(Briana Evigan), giovane ballerina di strada. Con
un’infanzia problematica alle spalle, Andie è una ribelle facente
parte di una crew chiamata “410”, con la quale si sta preparando
per l’evento di street dance più importante della città. Sono ormai
sei anni che Andie partecipa, senza successo, a questa competizione
illegale, e questa volta è determinata a vincere. Per poter
rimanere in città, viene però costretta dalla sua tutrice a
frequentare la Maryland School of the Arts, prestigiosa scuola di
danza.
Qui si ritrova a dover lottare per
adattarsi a questo nuovo mondo, cercando allo stesso tempo di
rimanere legata alla sua vecchia vita di strada. Tuttavia, il suo
doversi dividere tra le due realtà, la porta a venir ciacciata
dalla sua crew. Costretta ad abbandonare i suoi sogni di gloria,
Andie conoscerà però Chase (Robert Hoffman),
ballerino talentuoso che aiuterà la giovane a realizzare il proprio
sogno di fondare una crew tutta sua con cui gareggiare
all’importante competizione.
Step Up 3D (2010)
Con Step Up 3D si narra
ancora una nuova storia incentrata nel mondo del ballo.
Protagonista è Luke (Rick Malambri) ballerino di
strada orfano, il quale è impegnato nel disperato tentativo di non
perdere la sua unica “casa”. Questa è in realtà un vecchio
magazzino decadente, divenuto luogo di allenamento ed esibizione
per i ballerini di strada provenienti da tutto il mondo. Per non
essere sfrattati, lui e la sua banda dovranno impegnarsi a vincere
la World Jam Competition, dove i migliori ballerini del mondo si
ritrovano per competere e decretare chi sia il più forte.
Tutto cambia nel momento in cui
Luke incontra Natalie, ballerina di talento che lui convincerà ad
entrare a far parte della banda. In breve, il ragazzo si innamorerà
di lei, arrivando però a scoprire che questa è la sorella del suo
grande nemico Julian, il quale l’ha mandata soltanto per spiarli.
Innamoratasi però a sua volta, Natalie cerca in tutti i modi di
farsi perdonare, e, ricomposta la squadra che nel frattempo si era
sciolta, insieme si preparano per la grande competizione.
Protagonisti di Step Up
Revolutionsono Sean (Ryan
Guzman) ed Eddy, amici d’infanzia i quali lavorano
come camerieri nell’elegantissimo Dimont Hotel di Miami. Quando non
sono in servizio, però, i due sono i leader di una spavalda crew
conosciuta come i “MOB”. Questa è composta da ballerini, musicisti
e artisti d’avanguardia, i quali guadagnano sempre più popolarità
grazie ai loro spettacolari flash mob. Le esibizioni del gruppo
attraggono l’attenzione della figlia di un ricco uomo d’affari,
Emily (KathrynMcCormick), che il
suo talento per il ballo decide di unirsi al gruppo.
Quando però suo padre annuncia un
piano per radere al suolo il quartiere dove vivono i ragazzi della
banda, al fine di costruirvi un gigantesco centro residenziale, il
gruppo deve escogitare un piano per evitare che ciò avvenga.
Decidono pertanto di organizzare il loro flash mob più coraggioso.
Allo stesso tempo, Emily e Sean, innamoratisi, si trovano costretti
a scegliere tra i legami di sangue e il loro amore appena nato.
Step Up All In (2014)
Ad oggi l’ultimo capitolo uscito al
cinema, Step Up All In ha per protagonista di nuovo Sean,
il quale si è ora trasferito a Hollywood per inseguire il suo sogno
di notorietà e successo. Qui si renderà però conto che il nuovo
ambiente non è come se lo immaginava, e che per ottenere popolarità
nel mondo della danza professionista dovrà scontrarsi con grandi
difficoltà. Non tutti sono pronti a sacrificarsi per queste, e
molti membri della bandi di Sean, i MOB, decideranno di tornare a
Miami. Sean però decide di non seguirli, non avendo intenzione di
rinunciare al suo sogno.
Ritrovatosi però senza un gruppo e
senza amici, dovrà ora trovare un modo per reinventarsi.
L’occasione arriva nel momento in cui decide di partire per Las
Vegas e partecipare a un’imminente gara di ballo in un reality tv.
Qui entrerà a far parte di una nuova crew formata insieme alla
bella e testarda Andie, già protagonista del secondo film della
serie. Arrivati alle fasi finali del reality, Sean si troverà ora
ad un passo dal raggiungere il proprio sogno. Per guadagnarsi la
vittoria, tuttavia, sarà costretto a mettere da parte vecchie
rivalità, dedicando anima e corpo alla danza
Step Up: High Water
Basata sul franchise, nel 2018 è
stata realizzata la serie intitolata Step UP: High Water.
Prodotta anche da Tatum e Dewan, protagonisti del primo film,
questa si concentra su di un gruppo di studenti della High Water,
scuola di ballo dove la competizione è all’ordine del giorno. Tra
di loro spiccano Janelle e Tal, due gemelli trasferitisi da poco
nel nuovo ambiente. Per realizzare il loro sogno di diventare
ballerini professioni, si ritroveranno ben presto a doversi
scontrare con il duro contesto della scuola, dove dovranno
continuamente dar prova del loro valore.
La prima stagione della serie,
composta da 10 episodi, è stata rilasciata sulla piattaforma
YouTube Premium nel gennaio del 2018. Rinnovata poi per una seconda
stagione, composta sempre da 10 episodi, la serie viene tuttavia
cancellata per via degli ascolti al di sotto delle aspettative. Nel
maggio del 2020 la serie viene però acquistata dall’emittente
Starz, che l’ha così rinnovata per una terza stagione di prossima
uscita.
Step Up: dove vedere i film in
streaming
Per gli amanti del franchise, o per
chi volesse vederlo per la prima volta, è possibile fruirne grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. I film di Step Up sono
infatti presenti nei cataloghi di Netlix, Rakuten TV, Google Play,
Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederli, una volta scelta
la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale, avendo così modo di
guardarli in totale comodità e al meglio della qualità video. La
serie Step Up: High Water è invece interamente disponibile
su YouTube Premium.
C’è chi la ricorda per il suo ruolo
più celebre nella serie
The O.C e chi invece di Mischa Burton
ricorda solo gli incidenti con l’auto e i suoi continui esaurimenti
nervosi. Noi oggi vogliamo rispolverare un po’ tutti gli step della
lunga carriera dell’attrice statunitense.
Venite con noi a (ri)scoprire
tutto quello che c’è da sapere su Mischa
Barton.
Mischa Barton vita privata:
l’inizio della sua carriera
10. Nata a Londra
il 24 gennaio del 1986, Mischa si trasferisce molto presto con la
sua famiglia negli States. Cresciuta a New York, entra subito in
contatta con l’atmosfera più artistica della Grande Mela. Nel 1994,
infatti, inizia a prendere lezioni di recitazione, imparando dai
migliori come lo scrittore e regista James Lapine,
Naomi Wallace e Tony Kushner.
9. I suoi primi
passi nel mondo dello spettacolo, Mischa li muove all’età di soli
nove anni quando viene scelta da Tony Kushner per la sua opera
teatrale Slavs!: Thinking About the Longstanding Problems
of Virtue and Happiness. L’opera, ambientata tra il 1985 e
il 1992, racconta della dissoluzione dell’Unione Sovietica e della
successiva nascita di nuove nazioni indipendenti. In Slavs! Mischa
interpretava la parte della protagonista, Vodya Domik, una bambina
russa scappata dalla guerra ma purtroppo contaminata dalle
radiazioni.
L’interpretazione della Barton,
nonostante la sua giovane età, convince e sconvolge il pubblico
che, stupito, s’innamora di quel talento così autentico e
primordiale.
8. Grazie ad un
inizio così spumeggiate, la carriera teatrale di Mischa Barton
prosegue negli anni successivi. Dal 1995 al 1997, la giovane
attrice viene scelta come protagonista di altri tre spettacoli,
Twelve Dreams (1995), Where the Truth
Lies (1996) e One Flea
Spare (1997).
7. Dopo aver avuto
un assaggi di notorietà con i suoi successi teatrali, Mischa Barton
si butta nel mondo del cinema. Alla fine degli anni novanta,
l’attrice partecipa a diverse produzioni minori come Lawn
Dogs (1997), Pups (1999) e ad altre molto
più importanti come Notting Hill (1999) e
Il Sesto Senso (1999).
6. Nonostante non
le sia stato ancora assegnato il ruolo della protagonista, Mischa
continua la sua scalata. Gli anni duemila sono per lei estremamente
importanti; l’attrice infatti è continuamente impegnata sul set di
qualche film. Sono di questo periodo i film
Paranoid (2000), Skipped Parts
(2000), L’altra metà dell’amore (2001),
Julie Johnson (2001), Tart – Sesso, droga
e… college (2001), Octane (2003),
Prima o poi s…vengo! (2006) Closing the
Ring (2007), St. Trinian’s (2007),
Decameron Pie (2007), The Assassination –
Al centro del complotto (2008), Walled In – Murata
viva (2009) e Homecoming (2009).
5. Negli ultimi
dieci anni, parallelamente alla sua carriera in tv, Mischa continua
a recitare sul grande schermo. In questo periodo ricordiamo
Don’t Fade Away (2010), You and I
(2011), Beauty and the Least: The Misadventures of Ben
Banks (2012), I Will Follow You Into The
Dark (2012), 1303 – La paura ha inizio
(2012), A Resurrection (2013), Beyond
Justice (2014), Mining for Ruby (2014),
Starcrossed (2014), Bhopal: A Prayer for
Rain (2014), Hope Lost (2015),
Zombie Killers: Elephant’s Graveyard (2015),
24 Hours (2015), The Hoarder
(2015), L.A. Slasher (2015),
Checkmate (2015), American Beach
House (2015), Codice d’emergenza (2015),
The Disaster
Artist (2017), Gli acchiappamostri
(2018), Painkillers (2018), Ouija
House (2018), Camper Killer (2018),
Papa (2018), The Basement (2018)
e Spree (2020).
Mischa Barton serie tv
4. Dopo il teatro
e parallelamente al cinema, Mischa inizia a esplorare anche il
mondo della televisione. Il suo primo esperimento televisivo
riguarda il film Un Angelo a New York, trasmesso
in tv nel 1996. A questo primo assaggio di tv ne seguono altri.
Negli anni successivi vediamo
Mischa nei film per la tv Frankie & Hazel (2000) e
A Ring of Endless Light (2002) e con ruoli minori
nelle serie Ancora Una Volta (2001-2002) e
Fastlane (2003).
Mischa Barton in The O.C.
Mischa Barton in “The O.C.”
3. La vera grande
occasione per Mischa Barton arriva solo nel 2003 quando viene
scelta per la nuovissima serie The O.C..
Creata da Josh
Schwartz, The O.C è un teen drama che racconta la storia
delle famiglie facoltose di Newport Beach, a Orange County,
località della California, Stati Uniti. Pur essendo una serie
corale, la storia è tutta incentrata sul personaggio di Ryan Atwood
(Benjamin
McKenzie), un ragazzo problematico e con una famiglia
disastrata alle spalle. Senza casa né prospettive, Ryan viene
adottato da Sandy Cohen (Peter Gallagher) e sua
moglie Kirsten Cohen (Kelly Rowan) che vivono in
una lussuosa villa a Newport Beach con il loro unico figlio, Seth
Cohen (Adam
Brody).
Ryan entra quindi a far parte di un
mondo a lui completamente estraneo, fatto di case da sogno, scuole
private e adolescenti problematici. Tra i primi incontri di Ryan
c’è Marissa Cooper (Mischa Barton), figlia
maggiore dei Cooper, che vivono proprio nella villa accanto ai
Cohen. Tra i due c’è subito una forte attrazione ma qualcuno ci si
mette di mezzo…
Andata in onda per ben quattro
stagioni prima della cancellazione, dal 2003 al 2007, la serie
conta un totale di 92 episodi complessivi. Mischa Barton, tuttavia,
ha lasciato la serie nel 2006 alla fine della terza stagione.
L’ultima puntata che vede Marissa Cooper nella serie è la
3×25, dal titolo “I
Diplomati”.
2. Conclusasi la
sua avventura sul set di The O.C., Mischa continua la sua carriera
tra cinema e televisione. Mentre al cinema continua a partecipare a
film più o meno dello stesso genere, in tv si dedica a progetti
sempre diversi. In questi anni la vediamo ricoprire piccoli ruoli
in serie come La Valle dei Pini (2006),
The Beautiful Life (2009), Law & Order –
SVU (2010) e Recovery Road (2016).
Mischa Barton oggi: tra meltdown e
problemi giudiziari
1. Entrare a far
parte del mondo dello spettacolo molto giovane non è quasi mai un
bene. Ne sa qualcosa Mischa che soprattutto negli ultimi dieci
anni, ne ha passate di cotte e di crude. Dal suo primo
arresto nel 2007 per guida in stato d’ebbrezza, per
l’attrice è stato tutto una lunga parabola discendente.
Dopo essere stata arrestata e messa
in libertà vigilata, nel 2009 la Barton viene portata in ospedale
per un sospetto tentativo di suicidio a base di
tranquillanti. Nonostante l’attrice abbia poi spiegato di aver
preso gli antidolorifici a causa di un dente dolorante, Mischa
resta in osservazione e completa la sua riabilitazione.
Per la Barton sembra andare tutto
bene fino a quando nel 2015 decide di far causa a sua
madre, nonché sua ex manager, per averle sottratto dei
soldi a sua insaputa. Il processo, problematico e doloroso, porta
Mischa di nuovo in una spirale autodistruttiva. Nel gennaio del
2017, infatti, viene di nuovo arrestata a seguito
di una chiamata da parte dei vicini per schiamazzi notturni.
L’attrice viene condotta in ospedale dove scopre di essere sotto
l’effetto di GHB, la cosiddetta droga da
stupro.
La Barton cerca di andare avanti e
buttarsi alle spalle quella brutta esperienza eppure quello stesso
anno, nel 2017, finisce col fare causa al suo ex per
‘revenge porn’. L’attrice scopre che il fidanzato
l’ha filmata in atteggiamenti compromettenti a sua indaputa e che
ha intenzione di rendere pubblici quei video. Prontamente Mischa
chiede un ordine restrittivo e riesce a recuperare i video in
questione.
Dopo averne passate di cotte e di
crude, Mischa Barton oggi pare aver ripreso di nuovo in mani le
redini della sua vita. Il suo ultimo progetto televisivo che le ha
restituito un pizzico di popolarità è il
reboot dell’iconico reality show The
Hills.