Charlie Cox ha rischiato di interpretare
Superman in un film DC
mai realizzato e pensato, all’epoca, da Matthew Vaughn (che aveva diretto Cox in
Stardust) e Mark Millar. Il regista
americano e il fumettista scozzese hanno lavorato insieme diverse
volte nel corso degli anni: Vaughn, infatti, ha portato al cinema
diversi fumetti di Millar, come
Kick-Ass e Kingsman.
Anni prima della realizzazione dei
due film sopracitati, e prima ancora della nascita del DCEU,
Matthew Vaughn e Mark Millar
ebbero un’idea per rilanciare il personaggio di Superman al cinema.
Non sappiamo fino a che punto dello sviluppo del progetto il duo si
sia effettivamente spinto (Millar ha più volte dichiarato che non
arrivarono mai a scrivere un vero pitch), ma sembra che nei loro
intenti ci fosse la realizzazione di una vera e propria trilogia.
Ovviamente, il progetto non ha mai visto la luce, dal momento che –
come la storia ci insegna – l’eroe kryptoniano è tornato al cinema
grazie ad un progetto totalmente differente, ossia L’Uomo d’Acciaio di Zack
Snyder.
In una recente intervista con
The Aspiring Kryptonian,
Millar è tornato a parlare del film mai realizzato, rivelando che
all’epoca Vaughn avrebbe voluto Charlie Cox (che
in seguito sarebbe diventato il Daredevil della
Marvel nell’omonima serie tv
targata Netflix) per il ruolo di Superman: “Matthew aveva
già lavorato con Charlie per Stardust, circa uno o due anni
prima”, ha spiegato il fumettista. “Pensava ci fosse
davvero qualcosa di attraente in merito a Charlie. Sapeva che la
stazza di Charlie non si adattava alle tradizionali dimensioni di
Superman, ma continuava a dire: ‘Assomiglia un po’ al Superman
della Golden Age, quando è un po’ più simile ad un qualunque essere
umano.”
Tornando al presente, non sappiamo
ancora se Henry Cavill – Superman
attualmente in carica – tornerà a vestire i panni del supereroe sul
grande schermo. L’attore ha più volte dichiarato di non aver ancora
chiuso con il personaggio, ma ad oggi i piani della Warner Bros. e
della DC Films in merito al futuro cinematografico dell’Uomo
d’Acciaio sono ancora avvolti nel mistero.
Ricordiamo che al
momento Henry
Cavill è la star della serie The
Witcher disponibile su Netflix, in cui
interpreta l’eroe Geralt di Rivia. Di recente è emerso che l’attore
potrebbe interpretare un “mutante famoso” in Captain
Marvel 2, ma per ora non esiste ancora una
conferma ufficiale.
Robert Pattinson, star dell’attesissimo
The
Batman, ha rivelato che inizialmente non
sapeva se accettare o meno il ruolo del Crociato di Gotham. Per
qualsiasi attore di tratta di una grande responsabilità e, senza
ombra di dubbio, di una parte che può segnare profondamente la
carriera di un interprete (basti pensare a George Clooney, ancora oggi criticato per la
sua incarnazione del Cavaliere Oscuro in Batman &
Robin).
Robert Pattinson non è di certo estraneo a
ruoli in grado di catalizzare l’attenzione a livello
internazionale, basti pensare al personaggio di Edward Cullen
interpretato nella saga di Twilight. Eppure, interpretare un
personaggio come quello di Batman rappresenta una
sfida ancora più grande, dal momento che si tratta di una parte che
ha avuto già diverse iterazioni in passato, ognuna con risultati
molto differenti.
In una recente intervista con
GQ, Pattison ha parlato proprio del mondo in cui ha deciso di
preparsi al suo debutto nei panni del Crociato di Gotham. Proprio
come Clooney, l’attore era piuttosto scettico all’idea di accettare
l’iconico ruolo nel film di Matt Reeves, ma invece
di permettere alle paure e ai timori di prendere il sopravvento,
l’attore ha scelto di concentrarsi sulla grande opportunità che gli
era stata concessa e di prendere spunto da tutte le precedenti
incarnazioni del personaggio:
“Pensavo che fosse divertente il
fatto che si trattasse di un personaggio che era già stato portato
tante e tanto volte sul grande schermo. Quindi, si è trattato di
capire dove fosse il divario. Abbiamo visto così tante versioni di
Batman che alla fine mi sono ritrovato di fronte ad una sorta di
puzzle davvero soddisfacente, in cui c’era bisogno di inserire una
nuova sfumatura. Pensavo: quale sarà il mio posto in tutto ciò? C’è
qualcosa dentro di me che potrebbe aiutarmi ad interpretarlo al
meglio? E poi… c’è tutto il discorso legato all’eredità del
personaggio, che è un qualcosa che mi piace molto.”
Sappiamo che le riprese di
The
Batman sono state momentaneamente sospese a
causa della pandemia di Covid-19. Sempre nella medesima intervista,
Pattinson ha rivelato di essere in isolamento a Londra,
nell’appartamento che la Warner Bros. ha affittato per lui e la sua
ragazza, e ha parlato di come le sue giornate siano comunque
focalizzate sulla preparazione al ruolo. Nello specifico, l’attore
continua a tenersi in forma attraverso un programma alimentare che
la major ha stabilito per lui: “Devo seguire un regime
alimentare per Batman. Grazie a Dio. Altrimenti non so cosa avrei
fatto.”
HN Entertainment ha suggerito che le
riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di
Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche
di Batman
v Superman: Dawn of Justice, Justice
League, Wonder
Woman e del sequel Wonder
Woman 1984) mentre l’uscita nelle sale è stata già fissata
al 25 giugno 2021.
“The
Batman esplorerà un caso di detective“,
scrivono le fonti, “Quando alcune persone iniziano a morire in
modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di
Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una
cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham
City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà
disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei
film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti
sospettati“.
Mark Hamill ha ripreso il ruolo di Luke
Skywalker ne L’Ascesa di Skywalker, il
terzo e ultimo capitolo della trilogia sequel di Star Wars. Uscito nelle sale di tutto il
mondo lo scorso Dicembre (e disponibile dallo scorso 4 Maggio su
Disney+), il film ha ufficialmente chiuso la “saga degli
Skywalker”, iniziata nel lontano 1977 con il primissimo Una Nuova Speranza (in cui,
ovviamente, recitava anche Hamill).
Sappiamo che nel futuro
cinematografico della saga ci sarà spazio per nuovi personaggi che,
attraverso le loro storyline, dovrebbero andare a costituire
l’assetto di una nuova mitologia (ricordiamo che uno dei prossimi
film del franchise sarà diretto da Taika Waititi, regista di Thor:
Ragnarok e JoJo
Rabbit). In una recente intervista con Entertainment
Weekly, Mark Hamill ha parlato della possibilità
di tornare a vestire i panni di Luke Skywalker nella saga, e sembra
proprio che quello sia ormai un capitolo definitivamente chiuso per
l’attore:
“Non riesco proprio ad
immaginare di poter tornare. Il mio personaggio ha avuto un inizio,
un centro e una fine. Quei film mi hanno dato più di quanto potessi
mai aspettarmi, ma non ho mai pensato di poter fare ritorno. Il mio
addio è stato in Episodio IX, ed è stato un addio agrodolce. Amo
tutte le persone che hanno lavorato alla saga e nutro un profondo
affetto per George Lucas e per il personaggio che ha creato. Sono
veramente grato per ciò che è riuscito a regalarmi e per la mia
carriera, ma non voglio essere avido. Ci sono ancora tante grandi
storie da raccontare e tanti grandi attori per raccontarle. Non
hanno più bisogno di me.”
Dopo la conclusione della “saga
degli Skywalker” lo scorso dicembre, con l’uscita in sala di
L’Ascesa di Skywalker, la saga
continua nelle sue declinazioni fumettistiche e con le serie tv,
tra cui The
Mandalorian che, dopo una stagione di grande
successo conclusasi il 2 maggio, è stata rinnovata per un secondo
ciclo.
Rosie
Huntington-Whiteley è oggi una delle più affermate modelle
del momento, protagonista di numerose celebri campagne che l’hanno
portata ad essere una vera e propria icona. Nel corso della sua
carriera ha poi avuto modo di recitare anche in due film di grande
successo, che le hanno permesso di mettere in mostra le proprie
qualità da interprete.
Ecco 10 cose che non sai di
Rosie Huntington-Whiteley.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Rosie Huntington-Whiteley: i film
in cui ha recitato
10. Ha recitato in due noti
lungometraggi. La ancora esigua filmografie dell’attrice
si compone di due titoli particolarmente celebri. Il primo è il
film Transformers
3 (2011), dove recita accanto all’attore Shia
LaBeouf, nel ruolo di Carly. Successivamente, nel
2015, ricopre il ruolo di Angharad la splendida in Mad Max: Fury
Road, con protagonista Tom
Hardy. Al momento, l’attrice non sembra avere altri
progetti in lavorazione.
9. È stata nominata per un
indesiderato premio. Per il suo ruolo nel film
Transformers 3, l’attrice ha ricevuto due nomination ai
temuti Razzie Awards, ovvero i premi al peggio del cinema. Le due
categorie in cui è stata candidata sono quella per la peggior
attrice non protagonista e quella per la peggior coppia sullo
schermo. Per sua fortuna, non ha trionfato né nell’una né
nell’altra.
Rosie Huntington-Whiteley è su
Instagram
8. Ha un account
personale. La modella è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 11,3 milioni di persone. Qui è
solita condividere immagini personali, siano esse di svago che
legate al suo lavoro. Sono molto presenti, infatti, foto tratte da
servizi fotografici, ma non mancano anche elementi della sua
quotidianità.
7. Possiede un profilo per
la sua linea di prodotti di bellezza. La
Huntington-Whiteley gestisce anche il profilo Rose Inc., seguito da
318 mila persone, dove pubblicizza la propria linea di cosmetici.
Si possono qui ritrovare diversi tutorial e immagini dimostrative
delle proprietà di tali prodotti.
Rosie Huntington-Whiteley: chi è
suo marito
6. Ha una relazione con un
noto attore. Dal 2010, la modella ha una relazione con
l’attore Jason
Statham, celebre per film come Fast & Furious –
Hobbs & Shaw e I mercenari.
La coppia ha poi ufficializzato il fidanzamento nel gennaio del
2016, e nell’attesa del matrimonio hanno dato vita al loro primo
figlio, nato nel 2017.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Rosie Huntington-Whiteley: il suo
fisico
5. Fu vittima di
bullismo. L’attrice ha raccontato di essere stata vittima
di bullismo durante gli anni del liceo, attaccata per via del
proprio fisico, giudicato acerbo. Ciò la spinse a prendere lezioni
di judo, grazie al quale ha potuto irrobustirsi e sviluppare un
fisico particolarmente curato.
4. Ha recitato in alcune
note campagne pubblicitarie. Per la Mark &
Spencer, nel 2013 la Huntington-Whiteley ha preso parte alle
pubblicità ispirate alle favole di Alice nel Paese delle
Meraviglie, Il mago di Oz e Aladino. Qui ha modo di
recitare con l’attrice Helena Bonham
Carter, nota proprio per aver interpretato la Regina
di Cuori in Alice in Wonderland.
3. È una delle modelle più
pagate al mondo. Grazie alla sua collaborazione con alcuni
dei principali marchi di moda, come Valentino, Louis Vuitton, e
Kenzo, la modella ha raggiunto compensi particolarmente elevanti,
stabiliti tra i 9 e gli 11,5 milioni di dollari. Ciò le ha permesso
di essere indicata dalla rivista Forbes come una delle modelle più
pagate al mondo.
Rosie Huntington-Whiteley in Mad
Max
2. Ha indossato una
particolare protesi. Nel film Mad Max: Fury Road,
l’attrice interpreta una delle “Cinque Mogli” destinate ad
accoppiarsi con Immortan Joe per dare vita ad una nuova stirpe.
Poiché nel film il suo personaggio è incinta, l’attrice ha dovuto
indossare una speciale protesi che le conferisse il tipico
“pancione”. Questo ha inoltre limitato i suoi movimenti,
costringendola a lavorare sulla propria mobilità.
Rosie Huntington-Whiteley: età e
altezza
1. Rosie Huntington-Whiteley
è nata a Plymouth, in Inghilterra, il 18 aprile 1987.
L’attrice e modella è alta complessivamente 175 centimetri.
Il regista e sceneggiatore
Akiva Goldsman, in una recente intervista con
Collider, ha parlato della versione mai realizzata di
Batman v
Superman che avrebbe dovuto vedere Colin Farrell nei panni del Crociato di Gotham
e Jude Law in quelli dell’Uomo d’Acciaio, con
Wolfgang Petersen impegnato dietro la macchina da
presa. Il progetto, che risale agli inizi del 2000, non entrò mai
in produzione e al suo posto la Warner Bros. decise di realizzare
Troy, diretto sempre da Petersen e con
protagonista
Brad Pitt.
Akiva Goldsman è
noto per aver curato le sceneggiature di Batman Forever e
Batman & Robin, entrambi diretti da Joel Schumacher.
Stando a quanto rivelato dallo stesso alla fonte, la versione mai
realizzata di Batman v Superman era
basata sulla collana antologica a fumetti “World’s
Finest“. I toni del film erano oscuri e molti inquietanti,
e la storia avrebbe incluso anche il funerale di Alfred e
l’omicidio della moglie di Bruce per mano del Joker. A proposito
della sceneggiatura del film, Goldsman ha spiegato:
“Ho scritto questa versione di
Batman v Superman, intorno al 2001 o forse al 2002. Colin Farrell
doveva interpretare Batman e Jude
Law doveva interpretare Superman. Il regista Wolfgang Petersen
avrebbe dovuto dirigere il film. Eravamo impegnati con la
pre-produzione e sarebbe stata la cosa più dark che avreste mai
visto. La storia partiva dal funerale di Alfred, con Bruce che si
era innamorato e aveva rinunciato ad essere Batman. Il Joker aveva
ucciso sua moglie, ma poi avremmo scoperto che era tutto una
menzogna. Quella relazione era stata architettata dal Joker per
distruggere Bruce. All’epoca c’era la possibilità di trasformare
questo tipo di storie in una sceneggiatura, ma la verità è che
forse il mondo non era pronto ad accoglierle. Ad ogni modo, credo
che le aspettative sul progetto – sotto diversi punti di vista –
non si stessero concretizzando nel modo in cui volevamo quando
abbiamo scritto il film.”
Circa quindici anni dopo,
precisamente nel 2016, Batman v Superman è finalmente
arrivato sul grande schermo, come parte del DCEU: un progetto
totalmente diverso da quello pensato da Goldsman, che ha visto
Zack Snyder dietro la macchina da presa e Ben Affleck e Henry Cavill nei panni dei due eroi
protagonisti, e che non ha mancato di dividere tanto la critica
quanto il pubblico.
L’attore Sam
Worthington si è reso noto al grande pubblico grazie alla
sua partecipazione ad alcuni dei maggiori blockbuster degli ultimi
anni. In particolare, ha dimostrato una predilezione per i generi
action e avventura, distinguendosi come l’eroe in grado di
affrontare sfide titaniche. L’attore è ora atteso, nei prossimi
anni, come protagonista dei sequel del film che lo resero
celebre.
9. Ha recitato per la
televisione. Nel corso della sua carriera l’attore ha
compiuto una serie di sporadiche apparizioni anche sul piccolo
schermo. I ruoli di maggior rilievo sono stati quelli per per le
serie Love My Way (2004-2005) e The Surgeon
(2005). Nel 2017 è però protagonista della miniserie Manhunt:
Unabomber, dove ricopre il ruolo di Jim Fitzgerald, profiler
dell’FBI che viene inviato ad individuare il noto terrorista,
interpretato dall’attore Paul
Bettany.
Sam Worthington: chi è sua
moglie
8. È sposato.
Nell’ottobre del 2013 l’attore ha confermato le voci che lo
vedevano impegnato in una relazione con la modella Lara
Bingle. Un anno dopo, nel dicembre del 2014 i due si sono
ufficialmente sposati, dando poi la luce al primo figlio, nato nel
2015. Nel 2016 nasce invece il secondo figlio. Particolarmente
riservata, la coppia non è solita rilasciare grandi dichiarazioni
riguardo la propria vita sentimentale.
Sam Worthington in Scontro tra
titani
7. Non ha indossato veri
sandali. Ambientato al tempo delle divinità greche, il
film vede l’eroe Perseo cercare di riportare la pace nella propria
terra. Nel film, dunque, l’attore indossa abiti usati comunemente
dai guerrieri di quel tempo. I suoi sandali, tuttavia, sono in
realtà delle scarpe Nike realizzate appositamente per l’occasione.
Utilizzare una riproduzione delle calzature dell’epoca gli avrebbe
infatti impedito di eseguire al meglio le coreografie
richieste.
6. Avrebbe dovuto avere i
capelli lunghi. Inizialmente, il suo personaggio era
previsto che avesse i capelli lunghi, e che solo in seguito se li
tagliasse. Tuttavia, la produzione decise di scartare quest’idea,
considerando anche che l’attore in quel momento portava un taglio
già corto per le riprese del film Avatar.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Sam Worthington in Avatar
5. È il film che gli ha
cambiato la vita. Worthington ha raccontato come prima di
Avatar fosse solito vivere di stenti. L’attore si era
infatti ridotto a vivere nella sua macchina, senza averi. Quando
venne chiamato a sostenere un provino per il film, non gli venne
rivelato nulla a riguardo, né il nome del regista né l’argomento
della sceneggiatura. Worthington era inizialmente seccato, poiché
temeva si sarebbe rivelata una perdita di tempo, salvo poi scoprire
solo in seguito la portata del progetto.
4. È stato aiutato dal suo
essere sconosciuto. Per il ruolo del protagonista, lo
studios voleva nomi di attori già celebri, ma il regista
James Cameron decise in modo
irremovibile di affidare la parte a Worthington, poiché il suo
essere sconosciuto lo rendeva perfetto affinché lo spettatore
potesse immedesimarsi nelle sue avventure.
3. Ha avuto difficoltà a
recitare con un accento diverso. Essendo cresciuto in
Australia, l’attore sfoggia l’accento tipico della sua terra. In
un’intervista, ha raccontato che per lui è stato più facile
imparare la lingua dei Na’vi che riuscire a recitare con un
corretto accento americano.
Sam Worthington in Avatar 2
2. Sarà nuovamente
protagonista nel sequel. A più di dieci anni di distanza,
Worthington è pronto a riprendere il ruolo che lo ha reso celebre
in Avatar 2,
primo dei quattro annunciati sequel dell’originale. L’attore,
attualmente impegnato nelle riprese, ha raccontato di come la
produzione di questo secondo film superi di gran lunga la portata
del primo, lasciando immaginare un evento cinematografico senza
precedenti.
Sam Worthington: età e altezza
1. Sam Worthington è nato a
Godalming, in Inghilterra, il 2 agosto 1976. L’attore è
alto complessivamente 178 centimetri.
Tra le più grintose attrici di
Hollywood, Gina Carano si è costruita una fama da
vera dura grazie alla sua partecipazione a film d’azione con grandi
scene di combattimento. Prima di approdare alla recitazione, la
Carano ha infatti avuto una carriera nel mondo delle arti marziali
miste, che l’hanno aiutata a formare il fisico che oggi sfrutta per
ricoprire i ruoli che le vengono offerti.
Ecco 10 cose che non sai di
Gina Carano.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Gina Carano: i suoi film e le serie
TV
10. Ha recitato in noti
lungometraggi d’azione. Dopo aver debuttato nella
recitazione con il film Blood and Bone (2009), l’attrice
arriva sul grande schermo con il film Knockout – Resa dei
conti (2012), di Steven
Soderbergh, per poi prendere parte a Fast & Furious
6 (2013), con Vin
Diesel, In the Blood (2013), Bus 657
(2013), Extraxtion (2015), con Bruce
Willis, e Deadpool
(2016), dove recita accanto a Ryan
Reynolds ed Ed
Skrein. Negli ultimi anni ha poi preso parte a
Kickboxer – La vendetta del guerriero (2016), Scorched
Earth – Cacciatrice di taglie (2018) e Daughter of the
Wolf – La figlia del lupo (2019).
9. Ha recitato in una nota
serie TV. Dopo essere comparsa nell’episodio
Unbound, della prima stagione di Almost Human
(2014), con Karl
Urban, l’attrice ha guadagnato maggior popolarità sul
piccolo schermo dando vita al ruolo di Cara Dune
nella serie Disney+The Mandalorian (2019), dove ha
recitato accanto a Pedro
Pascal.
Gina Carano e l’MMA
8. È stata una lottatrice
professionista. Dal 2006 al 2009 la Carano si è cimentata
con ottimi risultati nel mondo delle arti marziali miste. Ha
combattuto in particolare per le organizzazioni Strikeforce ed
EliteXC, arrivando a detenere il record personale di 7 vittorie e
una sola sconfitta. Ha inoltre gareggiato per il titolo dei pesi
piuma, senza però riuscire ad ottenerlo.
7. Ha ottenuto un importante
riconoscimento. Durante il suo periodo di attività, la
Carano è stata indicata tra le prime dieci lottatrici al mondo per
la sua categoria di peso. Nel 2008, visti i suoi successi e la sua
popolarità, ha ottenuto il premio come lottatrice donna dell’anno
ai Fighters Only World MMA.
Gina Carano e Henry Cavill
6. Ha avuto una relazione
con il noto attore. Nel settembre del 2013 viene rivelata
la relazione tra la Carano e l’attore Henry
Cavill, noto per il ruolo di Superman nell’DC
Extended Universe. La coppia sta insieme però soltanto pochi
mesi, annunciando una prima separazione nel maggio del 2013.
Nell’ottobre dello stesso anno viene poi confermato un loro ritorno
di fiamma, che li porterà a stare insieme per circa un anno, fino
all’autunno del 2014.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Gina Carano in Deadpool
5. Voleva indossare delle
speciali lenti. Per ricoprire il ruolo della mutante Angel
Dust, l’attrice propose di indossare delle lenti a contatto che
conferissero ai suoi occhi un’iride di color giallo. Ciò le avrebbe
permesso di assomigliare ulteriormente al personaggio dei fumetti.
Tuttavia, l’addetto al trucco rifiutò tale richiesta, sostenendo
che gli occhi gialli avrebbero ricordato i vampiri del film
Twilight.
4. Aveva timore ad essere
troppo aggressiva. Il protagonista Ryan
Reynolds ha raccontato che nelle scene di combattimento
tra i protagonisti la Carano manifestava più volte il timore di
fare realmente male a qualcuno. Anche se colpito dalla sua
gentilezza, l’attore dovette comunque chiederle di trattarlo con
più aggressività, affinché il loro scontro potesse risultare più
realistico.
3. Non aveva paura di farsi
male. Se l’attrice manifestava timore per l’incolumità
altrui, altrettanto non fece per sé stessa. Si rese infatti
disponibile ad eseguire personale le scene di combattimento o le
spericolate acrobazie, senza dover ricorrere a controfigure. A
spaventarla, invece, erano i ragni in cui temeva di imbattersi
nella scena dello scontro nella discarica.
Gina Carano in The Mandalorian
2. Ha imparato ad accettarsi
grazie al suo ruolo nella serie. La Carano ha raccontato
di aver pensato più volte di abbandonare la recitazione, sentendosi
lontana e inadeguata rispetto all’attrice standard. Interpretando
il personaggio di Cara Dunne in The Mandalorian, ha però
iniziato a sentirsi sempre più legata a tale mestiere,
comprendendosi e accettandosi per il tipo di attrice che è, e che
può diventare.
Gina Carano: età e altezza
1. Gina Carano è nata a
Dallas, in Texas, Stati Uniti, il 16 aprile 1982.
L’attrice è alta complessivamente 173 centimetri.
Divisa tra cinema e televisione,
l’attrice Kelly Reilly ha negli anni costruito la
propria carriera recitando in alcuni celebri titoli, dando prova di
versatilità e carisma. Attualmente impegnata sul piccolo schermo,
la Reilly è oggi apprezzata per il suo ruolo di Beth Dutton nella
serie Yellowstone,
grazie alla quale ha ottenuto nuova popolarità.
9. Ha preso parte a
produzioni televisive. Nel corso della sua carriera sono
molti i titoli televisivi a cui l’attrice ha preso parte, ma tra i
più significativi si annoverano le serie Above
Suspicion (2009-2012), Black
Box(2014) e True
Detective(2015), dove ha recitato nella seconda
stagione nel ruolo di Jordan Semyon, accanto agli
attori Colin
Farrelle Vince
Vaugh. Successivamente recita in Britannia
(2017-2018), mentre dal 2018 è tra i protagonista di Yellowstone,
recitando accanto a Kevin
Costner.
8. Ha prodotto una serie
TV. In un’occasione, la Reilly ha ricoperto il ruolo di
produttrice per una serie di cui è stata anche protagonista. Si
tratta di Black Box, dove l’attrice dà vita al personaggio
della neuroscienziata Catherine Black, la quale in prima persona
soffre di problemi neurologici, nascondendo però numerosi altri
segreti. Composta di soli 13 episodi, la serie è andata in onda nel
2014.
Kelly Reilly è su Instagram
7. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 78,3 mila persone. All’interno
di questo la Reilly è solita condividere fotografie scattate
durante i set a cui prende parte, come anche immagini promozionali
dei suoi progetti recenti o imminenti. Non mancano ovviamente anche
foto ritraenti momenti di svago o curiosità a lei legate.
Kelly Reilly in Flight
6. Ha ottenuto il ruolo
grazie ad un provino molto convincente. Protagonista
femminile del film Flight, dove ha una relazione con il
personaggio interpretato da Denzel
Washington, la Reilly fu scelta dopo che ebbe inviato
un video provino alla direttrice del casting. Questa rimase
particolarmente sorpresa dalla capacità della Reilly di rendere
umano un personaggio tossicodipendente, e dopo averla mostrata al
regista, questi la confermò per il ruolo.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Kelly Reilly in True Detective
5. Aveva sostenuto il
provino per un altro ruolo. Per la seconda stagione della
serie antologica True Detective, l’attrice aveva
inizialmente sostenuto il provino per il personaggio della
detective Antigone Bezzerides, andato poi all’attrice Rachel
McAdams. Colpiti dalla performance della Reilly, però,
i produttori decisero di assegnarle il ruolo di Jordan Semyon,
rientrate sempre tra i personaggi principali della stagione.
Kelly Reilly in Britannia
4. Ha interpretato una
guerriera. Nella prima stagione della serie
Britannia, ambientata nel 43 d.C., durante la guerra tra
l’esercito romano e i guerrieri della Britannia, l’attrice ha dato
vita al personaggio di Kerra, figlia del re e disposta a guidare il
proprio popolo in battaglia pur di salvare la propria terra.
3. Le ha permesso di
sperimentare cose nuove. Assumere i panni della guerriera
Kerra, ha permesso all’attrice, come da lei dichiarato, di
cimentarsi in cose nuove, che mai prima nella sua carriera aveva
avuto modo di fare. Tra questi vi sono i sanguinosi combattimenti,
come anche la possibilità di recitare in lingue diverse da quella
che le è propria.
Kelly Reilly in Yellowstone
2.Era attratta dalla forza
del suo personaggio. Nell’assumere il ruolo di Beth
Dutton, figlia del protagonista, la Reilly si è dichiarata
particolarmente entusiasta nel poter dar vita ad un personaggio
femminile caratterialmente così forte, come se ne vedono pochi. Tra
i principali elementi che rendono Beth particolarmente predominante
nel confronto con gli altri protagonisti vi è la sua acuta
intelligenza.
Kelly Reilly: età e altezza
1. Kelly Reilly è nata a
Surrey, in Inghilterra, il 18 luglio 1977. L’attrice è
alta complessivamente 168 centimetri.
A due anni da La terra
dell’abbastanza, i Fratelli Fabio e
Damiano D’Innocenzo tornano a fare grande cinema con
Favolacce, già presentato al Festival di
Berlino 2020 e vincitore dell’Orso d’Argento per la migliore
sceneggiatura. Il film arriva on demand l’11 maggio, saltando
l’uscita in sala prevista per il 16 aprile a causa dell’emergenza
COVID-19.
I Fratelli
D’Innocenzo nascondono in piena vista, proprio nel titolo,
il primo indizio sulla storia che stanno per raccontarci: non sono
fiabe, con principesse e magia, ma favole, parlano di animali,
bestie e cuccioli. Inoltre, il dispregiativo indirizza ancora più
precisamente lo sguardo dello spettatore. Assisteremo a storie
brutte, sicuramente non edificanti, di animali.
La realtà non è molto diversa dalla
premessa. La storia si apre con una voice over, quella di
Max Tortora (già papà di uno dei due protagonisti
de La terra dell’Abbastanza), racconta
di aver trovato un diario di una bambina e ha deciso di continuare
la storia che lei stava raccontando. Nelle parole dei D’Innocenzo,
è quindi il racconto vero di una storia inventata.
Siamo a Spinaceto, nella periferia
romana, ma non si tratta di quella periferia realistica di cemento
che abbiamo visto nell’opera prima dei due registi. Siamo di fronte
ad un margine della città completamente disancorato da luoghi reali
e indicazioni geografiche. Siamo fuori al Grande Raccordo Anulare,
ma potremmo essere anche in una campagna americana, con villette
monofamiliari a schiera, atmosfera assolata e arsa dal sole
dell’estate, nelle giornate lunghe e pigre.
Messa in scena impeccabile
La messa in scena, sempre
impeccabile, racconta proprio di un luogo che potrebbe essere
ovunque sulla Terra, ma anche nei sogni di qualcuno, un luogo
sospeso dove le case possono sembrare quelle che vediamo nei film
di Tim Burton, le persone quelle che raccontava il
primo Pasolini, l’atmosfera quella magica e
realistica, ma meno ruvida, di un film di Garrone,
eppure Fabio e Damiano D’Innocenzo emergono con il
loro occhio affettuoso e allo stesso tempo disincantato,
raccontando di età, di famiglie, di realtà che irrompe
nell’irrealtà nella scena di un primo rapporto sessuale, nella
bellezza di una bambina con i pidocchi accanto ad una ragazza
rimasta incinta, sfatta e trasandata, completamente abbandonata
alla feccia che la circonda, immagine disperata di gioventù
perduta.
Eppure non c’è mai condanna o
giudizio, nell’occhio dei registi, solo, forse, una profonda
compassione per l’abisso profondo in cui cercano di non affogare i
grandi e la via di fuga che invece trovano i ragazzini, unica e
sola, verso l’autodistruzione. Una compassione che finisce per
mostrare dei bambini che nella loro purezza assurgono a eroi
drammatici, di fronte ad una miserabile umanità, rappresentata dai
loro genitori, che di contro sembra non smettere di sognare di
evadere, senza mai fare i conti con ciò che succede davvero e
provando a trascinare sul fondo anche la piccola innocente
progenie.
Favolacce è un’opera di grandissima bellezza
Favolacce è
un’opera di grandissima bellezza, in cui i D’Innocenzo costruiscono
ogni inquadratura con una cura certosina, disponendo nello spazio
dello schermo un piccolo racconto per ogni frame, con un’eleganza
formale frutto sicuramente di studio ma anche di talento e di una
sensibilità che emerge in maniera cristallina nelle inquadrature
affettuose e carezzevoli, sui protagonisti più piccoli.
E loro, tutti volti talmente belli
da sembrare davvero usciti da una fiaba, sono invece gli attori
principali delle favolacce che si intrecciano, in un
racconto crudo e ordinario che riesce a mantenere la purezza di uno
sguardo fanciullo che trova la sua via di fuga, la sua salvezza, in
un finale brutale eppure, liberatorio.
Favolacce
racconta storie di bestie e cuccioli, in un non luogo da cui si
scappa soltanto scomparendo da quello spazio-tempo indefinito,
oppure spostandosi più in là, quel poco che basta per mettersi a
guardare la tv, traendo conforto dalle miserie degli altri.
The Walt Disney Company, Lin-Manuel
Miranda, Jeffrey Seller e Thomas Kail hanno annunciato che Disney+
anticiperà la premiere di Hamilton, la versione
filmata della produzione originale di Broadway. Il musical teatrale
che ha vinto 11 Tony Award, i GRAMMY Award, gli Olivier Award e il
Premio Pulitzer arriverà nelle case di tutto il mondo dal 3 luglio
2020. I produttori di Hamilton, il
film della produzione originale di Broadway, includono
Lin-Manuel Miranda, Jeffrey Seller e
Thomas Kail, quest’ultimo sarà anche regista.
Il film è un passo avanti nell’arte della “ripresa dal vivo” che
trasporta il pubblico nel mondo dello spettacolo di Broadway in
modo unico e intimo. Combinando i migliori elementi del teatro dal
vivo, del cinema e dello streaming, il risultato è un’esperienza
cinematografica che rappresenta un modo completamente nuovo di
vivere Hamilton.
«Nessun altro lavoro artistico nell’ultimo decennio ha avuto
l’impatto culturale di Hamilton, una storia stimolante e
accattivante raccontata ed eseguita in modo fortemente creativo.
Alla luce delle straordinarie sfide che il nostro mondo sta
affrontando, questa storia sulla leadership, la tenacia, la
speranza, l’amore e il potere delle persone di unirsi contro le
avversità è di grande impatto», ha affermato Robert A.
Iger, Executive Chairman di The Walt Disney Company.
«Siamo entusiasti di portare questo show su Disney+ alla vigilia del Giorno
dell’Indipendenza e dobbiamo ringraziare il geniale Lin-Manuel
Miranda e il team di Hamilton per averci permesso di farlo
un anno prima di quanto previsto».
«Sono così orgoglioso di come Tommy Kail sia riuscito a
portare sullo schermo Hamilton. Ha riservato a tutti coloro che
guardano questo film un biglietto in prima fila», ha
dichiarato Lin-Manuel Miranda. «Sono molto grato a Disney e
Disney+ per aver re-immaginato e
anticipato l’uscita al weekend del 4 luglio di quest’anno, alla
luce di questa situazione in cui il mondo è sottosopra. Sono
davvero grato a tutti i fan che l’hanno chiesto a gran voce e sono
molto felice che sia stato possibile farlo. Sono davvero orgoglioso
di questo show e non vedo l’ora che tutti possano
vederlo».
Registrato al The Richard Rodgers Theatre di Broadway nel giugno
del 2016 Hamilton annovera nel cast il vincitore
del Tony Award Lin-Manuel Miranda nel ruolo di
Alexander Hamilton. Daveed Diggs interpreta
Marquis de Lafayette/Thomas Jefferson, mentre Renée Elise
Goldsberry è Angelica Schuyler; Leslie Odom, Jr. è Aaron
Burr; il nominato ai Tony Award Christopher Jackson interpreta il
ruolo di George Washington; Jonathan Groff è King George; Phillipa
Soo è Eliza Hamilton e Jasmine Cephas Jones interpreta Peggy
Schuyler/Maria Reynolds; Okieriete Onaodowan è Hercules
Mulligan/James Madison e Anthony Ramos è John Laurens/Philip
Hamilton.
Il cast include anche Carleigh Bettiol, Ariana DeBose,
Hope Easterbrook, Sydney James Harcourt, Sasha Hutchings, Thayne
Jasperson, Elizabeth Judd, Jon Rua, Austin Smith, Seth Stewart e
Ephraim Sykes.
Anche Alessandro
Baricco e Milo Manara si
uniscono agli oltre 80 autori del Fumetto italiano nel progetto
benefico COme Vite
Distanti ideato e coordinato
da ARF! il Festival del Fumetto di
Roma in collaborazione
con PressUp a sostegno della raccolta
fondi per l’emergenza Coronavirus dell’INMI Lazzaro Spallanzani di
Roma, al quale – grazie alle copie pre-ordinate del libro dallo
scorso 25 marzo – sono già stati donati 50.000
euro.
Alessandro
Baricco, scrittore, saggista, autore teatrale,
critico musicale e fondatore della prestigiosa Scuola Holden di
Torino, firmerà l’introduzione del volume.
Non è certo un segreto la sua grande passione per i fumetti: da
sempre affezionatissimo lettore di Tex così come
dei paperi & topi della Walt Disney, le sue
“incursioni” nella Nona Arte contano almeno un paio di precedenti
illustri. Come la trasposizione a fumetti – splendida “parodia
Disney” con protagonisti Topolino e Pippo – del suo La
vera storia di Novecento adattata da Tito
Faraci e disegnata da Giorgio
Cavazzano; o ancora, sempre grazie ai testi di Faraci,
l’adattamento di Senza Sangue (Feltrinelli
Comics), diventata graphic novel con le matite
di Francesco Ripoli.
COme VIte
Distanti, il racconto collettivo in cui il
protagonista è un “eroe mascherato” catapultato nelle vite – e
nelle case – degli altri, vedrà tra i suoi autori
anche Milo Manara, Maestro del fumetto amato
in Italia e all’estero per la sensualità del suo segno, già
protagonista della grande mostra «MACROMANARA» per
ARF! Festival e COMICON nel 2017.
Manara opererà all’interno
di COme VIte Distanti un
inedito, esclusivo “collegamento” con una delle sue opere di
maggior successo: Il profumo dell’invisibile
(racconto del 1985, pubblicato in tutto il mondo) dove esordì il
suo personaggio più celebre, la biondissima Miele.
IL PROGETTO COme VIte
Distanti
“Di fronte al prezioso compito che quotidianamente svolgono
medici e ricercatori scientifici, soprattutto in un periodo di
crisi come quello che stiamo vivendo, noi fumettisti ci sentiamo
spesso piccoli e impotenti. D’altronde il nostro lavoro è
raccontare storie, non salvare vite. Ci siamo chiesti, quindi, se
esisteva un modo per contribuire a essere utili – presto e
concretamente – all’intera comunità. “COme VIte Distanti” è la
nostra risposta a questo bisogno. La risposta del Fumetto
Italiano.”ARF! Festival del Fumetto
In un momento in cui tutta l’Italia è ferma, i
migliori fumettisti italiani si
mobilitano da casa, a sostegno della raccolta fondi dell’Istituto
Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro
Spallanzani e si uniscono per raccontare un’unica,
grande storia. Ideatore
e promotore dell’iniziativa è ARF! «Festival di Storie,
Segni & Disegni», il Festival del Fumetto di Roma che
seguirà, passo dopo passo, tutto il progetto, curandone il
coordinamento editoriale, la comunicazione, la stampa del volume e
il flusso delle donazioni.
COme VIte Distanti, che
sta prendendo vita sul sito e sui canali social di
ARF! Festival con la pubblicazione di una tavola al giorno
per diventare a fine maggio un libro
cartonato, è già preordinabile on-line alla
pagina www.arfestival.it/covid, così che
l’INTERO RICAVO venga donato sin da subito, vista l’urgenza del
momento, all’Ospedale Spallanzani.
Il gesto solidale di un intero ambito professionale,
unito alla volontà di continuare a intrattenere con una lettura
quotidiana gratuita, resterà per sempre una testimonianza di questo
momento storico e sociale così umanamente intenso e surreale.
Daniel Radcliffe è il protagonista indiscusso
di un nuovo prodotto Amazon
Prime. Dopo aver vestito i panni del maghetto nella
saga di Harry
Potter che lo ha portato al successo,
Radcliffe è l’eroe di un fumettone nerd che combatte il male
armato di tanta goffaggine e, suo malgrado, di due
pistole. Diretto da Jason Lei Houden,
Guns Akimbo è un concentrato di action
adrenalinico e violenza, una storia di fantascienza ambientata in
un futuro distopico, venata di uno humour goffo quanto il suo
protagonista.
Guns
Akimbo, la trama
Miles è uno sviluppatore di
videogame che, quando non lavora, passa le giornate a
lanciare commenti al vetriolo agli appassionati di Skism:
persone che restano incollate a uno schermo a guardare uomini e
donne che si uccidono come se fossero in un videogame, ma è tutto
vero. Un gioco mortale e illegale in diretta streaming, in cui
coppie di sfidanti combattono fino alla morte con ogni tipo di
armi. Per il criminale ideatore di Skism, Riktor, Ned
Dennehy, Miles è un disturbatore. Così lo costringe a
entrare nel gioco: Miles si ritrova con due pistole inchiodate alle
mani e ventiquattro ore per uccidere la sua avversaria Nix,
Samara Weaving, o esserne ucciso. Inizia così la
partita di Miles, una corsa affannosa contro il tempo, che da
innocuo nerd in pantofole, lo trasforma in un vero combattente, non
solo a parole e non solo dietro una tastiera, per salvare sé stesso
e la sua ragazza, Nova, Natasha Liu Bordizzo,
rapita da Riktor.
Guns
Akimboè critica?
La domanda che viene da porsi
nell’affrontare la visione del film è: riuscirà a non crogiolarsi
nel meccanismo che dice di voler denunciare? Il film propone uno
scenario distopico, ma come tutte le distopie, per funzionare ha
bisogno di non essere troppo lontano dalla realtà. Guns
Akimbo sembra voler essere un monito, mostrare la deriva che
si rischia se si continua a trascorrere più tempo davanti a uno
schermo, rapiti da una realtà virtuale, che impegnati a vivere la
vita reale, come spesso accade già oggi.
Ad esempio, Miles a un certo punto
dice: “Non ricordo l’ultima volta che ho camminato per strada
senza gli occhi sul telefono. È tutto così in HD!”. Tutti noi
sappiamo quanto questa affermazione possa essere pericolosamente
vicina al vero. Se gli ideatori di Skism sono criminali violenti
senza scrupoli e i giocatori a loro volta psicopatici e criminali
disposti a tutto, chi sembra uscirne peggio sono gli spettatori,
che vogliono illudersi di stare guardando un videogioco, ma sono
complici e anzi principali artefici di una trappola mortale ordita
a colpi di visualizzazioni.
Compiacimento, visivo e
non solo
Tuttavia, nonostante le
enunciazioni e i nobili intenti, Guns Akimbo affonda le
sue radici nel pieno di una contraddizione e dai suoi risvolti più
orrendi, truculenti e feroci trae il suo appeal. Dal punto
di vista visivo, il film mette in campo tutte le armi possibili, le
stesse usate nei videogiochi, ne emula le tecniche per far presa
sul pubblico, soprattutto nelle scene d’azione e combattimento,
esasperandone l’aspetto di finzione attraverso il ralenti o effetti
grafici da fumetto. Lo spettatore si trova così a guardare una
violenza esibita, ma che sembra irreale e questo approccio lo
induce all’indulgenza, anziché alla riflessione su come quello che
sembra un gioco sia in effetti una tremenda realtà. Inoltre, il
protagonista, un Radcliffe che ha conservato e se possibile
accentuato l’ingenua espressione del maghetto Harry
Potter , di fatto semina a sua volta morte, sebbene
nei panni dell’eroe giustiziere. Il gioco non si ferma, il business
neanche e a farla da padrona è sempre la violenza. A questa
si attinge a piene mani per catturare lo spettatore. Il ritmo è
frenetico, sparatorie ed esplosioni si susseguono, fiotti di sangue
schizzano ovunque con assoluta gratuità.
Ciò che dovrebbe stemperare questa
valanga di violenza è l’ironia, quelle venature di commedia,
incentrate soprattutto sull’attitudine nerd del protagonista, sulla
sua inadeguatezza al ruolo di eroe che si trova suo malgrado a
ricoprire, che restano però circoscritte e ben poca cosa a fronte
di una narrazione brutale e incalzante, scandita da una colonna
sonora trascinante, fatta di classici rock reinterpretati in
versione metal industrial, come Spin me round e Wild
one (real wild child).
Guns
Akimbo è un film stucchevole forse avvincente per gli
amanti dell’adrenalina e del videogioco violento, per un pubblico
di teenagers che difficilmente si soffermeranno sulla critica, e
certo sono il target scelto per il film. Un’overdose di brutalità e
ripetitiva per gli altri.
L’horror è il genere per eccellenza
che presenta immagini tanto violente ed inquietanti da lasciare
turbato lo spettatore anche dopo la fine della visione di un film.
Ma questo non è una regola: anche il dramma o il thriller possono
rivelarsi talmente strazianti da lasciare un solco profondo nello
spettatore più sensibile o suscettibile.
Alcuni film, al di là di quanto
siano stati riconosciuti dalla critica o apprezzati dal pubblico,
sono talmente inquietanti, disturbanti o sconcertanti che spesso è
altamente improbabile che si decida di dedicare loro una seconda
visione. Ecco 10 film carichi di suspense che la maggior
parte del pubblico ha forse visto soltanto una volta nella sua
vita, o che forse ha rivisto parecchio tempo dopo la primissima
visione:
Requiem for a Dream
L’opera seconda di Darren Aronofsky è un film incentrato sulle
speranze che sorreggono la vita di ognuno di noi, almeno fino a
quando non si cade vittime di un baratro dal quale sembra
impossibile fare ritorno (nel caso dei protagonisti, si parla di
dipendenza da droga e psicofarmaci).
In Requiem for a
Dream, attori del calibro di
Jared Leto,
Jennifer Connelly, Marlon Wayans e l’iconica Ellen
Burstyn devono fare i conti con una dipendenza che finirà per
annientare totalmente le loro esistenze, quando il loro unico
desiderio era soltanto quello di sperare di riuscire a sfuggire da
una realtà opprimente e miserevole.
Irreversible
Irreversible è uno dei film più
controversi di
Gaspar Noé: non soltanto per la struttura narrativa
(la storia viene raccontata al contrario, giustificando così il
titolo), ma anche per la sconvolgente scena che riguarda il brutale
pestaggio e il conseguente stupro ai danni di Alex, il personaggio
interpretato da
Monica Bellucci.
Nel dettaglio, il film racconta la
spietata ricerca di vendetta da parte del suo ragazzo e, oltre alla
scena dello stupro, ce n’è anche un’altra parecchio disturbante in
cui un uomo viene brutalizzato con un estintore.
Millennium – Uomini che odiano le donne
La versione americana
dell’adattamento cinematografico del romanzo di Stieg Larsson ad
opera di David Fincher ruoto attorno ad uno dei
personaggi femminili più complessi che la recente storia della
letteratura e del cinema abbiano mai conosciuto.
In Millennium – Uomini che odiano le donne,
attraverso una serie di sequenze particolarmente crude, veniamo a
conoscenza del passato di Lisbeth Salander, un passato fatto di
violenze, ricoveri e perizie psichiatriche, al punto che la stessa
venne riconosciuta incapace di badare a sé stessa e per questo
affidata a un tutore. Ma la verità è che ognuno dei personaggi
della storia sembra nascondere qualcosa di particolarmente oscuro e
scabroso…
L’amore bugiardo – Gone Girl
Se per caso state facendo i conti
con una relazione potenzialmente dannosa, allora L’amore bugiardo – Gone Girl non è il
film che fa al caso vostro.
Rosamund Pike veste i panni di Amy, donna vendicativa
che scompare misteriosamente e gettando la figura del marito al
centro di un vero e proprio circo mediatico. Ma qual è la verità?
Chi ha ucciso veramente Amy?
Tratto dall’omonimo bestseller di
Gillian Flynn e diretto ancora una volta da David Fincher: il ritorno del celebre regista
nella nostra classifica sottolinea quanto è a lui che si devono
alcuni dei thriller meglio riusciti degli ultimi tre decenni.
L’esorcista
Anche se non siete propriamente dei
fan del genere horror, L’esorcista è uno di quei film
che bisogna guardare almeno una volta nella vita. E forse, dopo la
sua visione, non si avrà mai più voglia di rivederlo.
La storia della piccola Regan che
inizia a manifestare segni di inspiegabile – all’apparenza –
violenza e che solo in seguito – con l’aiuto di un prete che sembra
aver perduto la fede – si capirà essere posseduta da un feroce
demone, ha segnato l’immaginario collettivo e turbato i sogni di
più generazioni a partire dall’inizio degli anni ’70. A
cinquant’anni dalla sua uscita, il capolavoro di William Friedkin è ancora considerato il film
più spaventoso di tutti i tempi.
Saw – L’enigmista
Nonostante abbia dato vita ad un
franchise i cui vari capitoli non sono mai stati ritenuti
all’altezza dell’originale, è innegabile quanto il primo film della
saga di Saw sia una dei film più disturbanti
della recente storia del cinema. Due uomini, incatenati, si
svegliano in un bagno sporco e lurido, senza sapere minimamente
come siano arrivati lì.
Una voce registrata inizia a dare
loro alcune istruzioni per garantirsi la sopravvivenza: è solo
l’inizio di un gioco a dir poco mortale, in cui uno dovrà uccidere
l’altro per evitare che la propria famiglia venga massacrata.
Entrambi cercano di capire come fuggire senza dover ricorrere al
gesto più estremo di tutti, fino a quando la speranza abbandonerà
entrambi…
American Psycho
Ambientanto alla fine degli anni
’80, in una nuova New York decadente, in American Psycho, ispirato
all’omonimo romanzo di Bret Easton Ellis,
Christian Bale interpreta Patrick Bateman, un uomo
alle prese con una sanità mentale precaria e con una doppia
identità.
La vita da consulente finanziario
freddo e distaccato, ossessionato dalla cura del corpo, si alterna
a quella da killer psicopatico che cerca in tutti i modi di
nascondere alle persone che lo circondano la sua vera natura.
Seven
Anche una volta David Fincher, regista capace di mescolare
costantemente le carte in tavola ad ogni nuovo film che realizza.
In effetti, tutto ha avuto inizio con
Seven, considerato uno dei più bei thriller mai
realizzati, con uno dei finali più strazianti di tutti i tempi.
Interpretato da Brad Pitt e Morgan Freeman, il film vede il detective
William Somerset e il giovane collega, impulsivo ed istintivo,
David Mills sulle tracce di un pericoloso serial killer che sta
punendo con la morte i colpevoli dei sette vizi capitali: avarizia,
gola,
accidia, invidia, superbia, ira e lussuria.
Assassini nati – Natural Born Killers
Sesso, droga, rock & roll,
omicidi e caos sono alla base del celebre film di Oliver Stone su come i media e la violenza si
alimentano a vicenda secondo una logica perversa.
Basato su un soggetto di
Quentin Tarantino, in Assassini nati –
Natural Born KillersWoody Harrelson
e Juliet Lewis interpretano Mickey e Mallory Knox,
entrambi segnati da un’infanzia problematica, che si incontrano, si
innamorano e decidono di uccidere insieme, in una storia in cui la
violenza più brutale si mescola a dialoghi brillanti.
American History X
A volte, i
film più inquietanti sono quelli che ispirati a fatti che
potrebbero tranquillamente accadere nella realtà.
American History X di Tony Kaye racconta
la storia di Derek Vinyard, sostenitore del suprematismo bianco,
che viene scarcerato dopo aver scontato tre anni di carcere per
aver ucciso due ragazzi di colore che stavano tentando di rubargli
l’auto.
Tornato a casa,
cerca di salvare il fratello minore Danny, che a quanto pare ha
intrapreso la sua stessa strada. Il film, dedicato al tema
delle tensioni sociali e del razzismo negli Stati Uniti, è valso a
Edward Norton una candidatura all’Oscar come
miglior attore protagonista.
Michael Madsen,
attore feticcio di Quentin Tarantino, ha rivelato in una recente
intervista con
Cinemablend che il primo capitolo del dittico Kill
Bill con protagonista Uma Thurman
contiene una citazione a Le iene, primo film diretto da
Tarantino nel 1992 e in cui recita anche Madsen.
“Le citazioni piacciono tanto a
Quentin”, ha spiegato Madsen. “Ecco perché la mia Cadillac
è in C’era una volta a
Hollywood… quella è la macchina di Mr. Blonde (il
personaggio interpretato dall’attore ne
Le iene, NdR), ma chi se ne sarebbe accorto senza
saperlo? Quentin non vuole mai parlarne, vuole che il pubblico
scopra tutti questi riferimenti da solo.”
E sempre a proposito de Le iene, Michael
Madsen ha rivelato che un easter egg legato al film è
presente anche in Kill Bill Vol. 1: “Quando
vidi il film per la prima volta a Londra, dopo la premiere andai a
cena con Quentin, che mi disse: ‘L’hai visto?’. E io risposi: ‘Che
cosa?’. E lui: ‘Quando Uma è sotto terra, l’hai visto?’. Io non
avevo la minima idea di cosa stesse parlando, e lui insistette:
‘Michael, il rasoio!’. E poi aggiunse: ‘Era il tuo. Era proprio
quello che hai usato ne Le iene’.”
A proposito di Kill
Bill, sappiamo che Quentin Tarantino ha “un’idea interessante” per un possibile terzo
capitolo, idea di cui avrebbe anche parlato con Uma
Thurman:
“Proprio ieri ho cenato con Uma
Thurman”,
aveva spiegato Tarantino a dicembre dello scorso anno.
“Eravamo in un ristorante giapponese davvero molto figo. Ho
un’idea in merito a ciò che mi piacerebbe fare con Kill Bill 3. Ed
il punto di tutta la questione è proprio questo: conquistare l’idea
alla base del film. Cosa è successo esattamente alla Sposa
dall’ultima volta? Cosa voglio fare adesso? Non mi interessa
trovare un’idea che non funzioni e che possa risultare ridicola.
Beatrix non lo merita. Adesso ho un’idea che potrebbe essere
interessante. Ad ogni modo, non ci lavorerei subito. Ci vorrebbero
almeno tre anni a partire da ora. Ma è sicuramente nei miei
piani.”
Più di recente, di un possibile
Kill Bill Vol. 3 ha parlato l’attrice
Vivica A. Fox, interprete di Vernita Green/Testa
di rame. Alle pagine di
THR l’attrice, che sarebbe assolutamente interessata a prendere
parte ad un nuovo film, ha spiegato: “L’ultima notizia che so
in merito è che Quentin e Uma ne stanno parlando. Vorrei tanto che
riuscissero a trovare un modo per farlo. Quentin è bravissimo con i
flashback e sa come riportare in vita i suoi personaggi. Quindi
spero proprio che Vernita Green riuscirà a vendicarsi.”
In una recente intervista
rilasciata ad
Empire, James Cameron ha aggiornato sullo
stato della produzione dei sequel di
Avatar, attualmente ferma a causa
dell’emergenza Covid-19. Il regista ha spiegato che poco prima
dello scoppio della pandemia stava per affrontare una nuova
sessione di riprese: “Voglio tornare a lavorare ai
sequel”, ha spiegato il regista. “Ma al momento è una cosa
che non ci è permesso fare. Prima che tutto venisse bloccato,
stavamo per tornare in Nuova Zelanda per le riprese. Speriamo di
riuscire a tornare a girare il prima possibile.”
Parlando invece della data di
uscita del primo sequel, James Cameron è apparso
abbastanza fiducioso sul fatto che la stessa non subirà variazioni
e, di conseguenza, nessuna delle altre date già fissate per i
successivi nuovi capitoli: “Il lato positivo è che la Nuova
Zelanda sembra aver risposto in maniera davvero molto efficiente al
controllo del virus. L’obiettivo non è la riduzione ma
l’eradicazione, cosa che si crede possibile attraverso il
tracciamento dei contatti e i test. Queste sono buone notizie.
C’è una buona possibilità che le nostre riprese
possano essere ritardate soltanto di un paio di mesi. Laddove
possibile, tutti quelli della Weta Digital e di Lightstorm stanno
lavorano da casa. Il mio lavoro, invece, è sul set, con le macchine
da presa virtuali e tutto il resto. Al momento mi sto dedicando un
po’ al montaggio, ma ad essere sinceri, per uno come me, non è
proprio il massimo.”
Sempre a proposito dei sequel di
Avatar, di recente abbiamo appreso che a
quanto pare, i film potranno contare su un budget totale di 1
miliardo di dollari.
In un report di Deadline non è stato specificato in che modo
l’ingente cifra è stata suddivisa per i vari capitoli che
arriveranno in sala tra il 2021 e il 2027: è probabile comunque –
anche in base ad una voce che circolava da parecchio tempo – che
per ogni singolo episodio sia stato utilizzato un budget di 250
milioni di dollari.
Avatar
2debutterà
il 17 dicembre 2021, seguito dal terzo
capitolo il 22 dicembre 2023. Per il quarto e
quinto capitolo, invece, si dovrà attendere ancora qualche
anno: 19 dicembre 2025 e 17
dicembre 2027.
Il cast della serie di film è
formato da Kate
Winslet, Edie
Falco, Michelle
Yeoh, Vin Diesel, insieme ad un
gruppo di attori che interpretano le nuove generazioni di Na’vi.
Nei film torneranno anche i protagonisti del primo film,
ossia Sam
Worthington, Zoe
Saldana, Stephen
Lang, Sigourney
Weaver, Joel David
Moore, Dileep
Rao e Matt Gerald.
Si è parlato a lungo della
possibilità che Chris Pratt potesse interpretare
Indiana Jones nel quinto capitolo della
celebre saga, quando si vociferava che il progetto dovesse essere
in realtà un reboot del franchise. Le cose sono poi cambiate, con
il nuovo film che sarà a tutti gli effetti un prosieguo e che vedrà
Harrison Ford ancora una volta nei panni del
celebre archeologo.
Adesso però, grazie allo youtuber
Shamook, i fan hanno
la possibilità di immaginare come sarebbe stato Chris Pratt nei panni dell’iconico personaggio
partorito dalla mente di George Lucas grazie ad un
nuovo video deepfake in cui il volto di Harrison Ford nelle immagini dai primi tre
film della saga viene sostituito con quello della star di Guardiani della Galassia. Potete
vedere il divertente esperimento di seguito:
Per quanto riguarda
Indiana Jones 5, sappiamo che Steven Spielberg ha lasciato la regia del film
ad un altro regista. Si tratta della prima volta in 39 anni in cui
il franchise avrà un regista differente.
Le fonti di Variety dicono
che, sebbene l’accordo non sia ancora concluso, la regia passerà a
James Mangold, che ha diretto Le Mans
’66 e Logan. Questo secondo film ha garantito al
regista un enorme successo e una nomination agli Oscar per la
migliore sceneggiatura non originale.
Spielberg rimarrà a bordo del
progetto in veste di produttore esecutivo. Secondo una fonte vicina
al regista, la decisione di lasciare la regia è stata interamente
di Spielberg, nel desiderio di passare il testimone, o meglio la
frusta di Indy a una nuova generazione di registi che potrebbero
portare nella storia la loro visione.
La Warner Bros. si sta impegnando
al massimo, come forse è solita fare soltanto la Disney con i film
del MCU e con gli episodi della saga di
Star
Wars, per cercare di tenere assolutamente sotto chiave i
dettagli sulla trama di Tenet,
il nuovo attesissimo film di Christopher Nolan.
Neanche
Michael Caine, attore feticcio del regista che sarà
presente anche in quest’ultima fatica, conosce i dettagli sulla
storia,
come rivelato da lui stesso in una recente intervista. Le unica
informazioni in nostro possesso, ad oggi, riguardano il fatto che
il film sarà ambientato nel mondo dello spionaggio internazionale e
che i protagonisti dovranno impegnarsi per evitare lo sviluppo di
un evento catastrofico su scala mondiale (forse una Terza Guerra
Mondiale?); inoltre, sappiamo che nel film si dovrebbe addirittura
parlare di viaggi nel tempo.
Lo scorso gennaio, la Warner Bros.
ha rilasciato
il primo trailer ufficiale del film che ci ha permesso di dare
un primissimo sguardo al ricco cast della pellicola, composto da
John David Washington, Robert Pattinson, Elizabeth Debicki, Kenneth
Branagh e il già citato Caine. In seguito alla scoppio
dell’emergenza legata al Covid-19, tutta l’attenzione riservata
alla segretissima trama del film si è improvvisamente spostata
sull’effettiva release dello stesso: inizialmente previsto per il
17 luglio nelle sale americane, ad oggi non sappiamo ancora con
certezza se il film di Nolan potrà davvero fare il suo debutto al
cinema tra circa due mesi esatti. Una decisione in merito da parte
della major –
che vorrebbe mantenere la release originale – dovrebbe essere
comunicata a breve.
In attesa di capire quando
Tenetarriverà
ufficialmente sul grande schermo, sembra che la diffusione del
merchandising legato al film proceda come inizialmente pianificato,
con un libro interamente dedicato al backstage della pellicola che
è già disponibile per il pre-order su Amazon. I dettagli
sulla trama del film potrebbero essere nascosti proprio nel titolo
del libro: “The Secrets of Tenet: Inside Christopher
Nolan’s Quantum Cold War“.
Stando alla descrizione del libro:
“Tenet è un thriller di spionaggio strabiliante, talmente unico
che negli anni a venire il pubblico starà ancora parlando della sua
complessità. ‘The Secrets of Tenet’ accompagna i lettori in un
viaggio inedito alla scoperta del capolavoro di Nolan che piega le
leggi del tempo, offrendo rari spunti di riflessione su tutti gli
aspetti della sua lavorazione. Si tratta della massima esplorazione
di un film concepito per indugiare nell’immaginazione relativa al
futuro… o forse al passato…”
È probabile dunque che i
protagonisti di Tenetsi
ritroveranno a dover viaggiare nel tempo per impedire il ripetersi
di un guerra nucleare dalla conseguenze devastanti che
probabilmente ha già avuto luogo. Ma, probabilmente, per avere
certezza di ciò non bisognerà far altro che attendere con
impazienza l’uscita del film, preparandoci al fatto che quasi
certamente ci ritroveremo di fronte ad una narrazione ancora più
“macchinosa” di Inception o
Interstellar.
Tenet, il
nuovo film di Christopher
Nolan, vede protagonista John David
Washington insieme a Robert
Pattinson e Elizabeth
Debicki.
Con Tenet, i
fan stanno pensando che la fine di Inception è
stata reale, non si sia trattato di un sogno, e che ora vedremo la
storia di quei bambini, espandendo così l’universo di Inception,
consentendo anche l’esplorazione di nuovi temi e nuove storie. Come
ipotizzato da The Hollywood Reporter, Tenetpotrebbe
rivelare che la tecnologia dei sogni sviluppata per i militari
in Inception è
andata ancora oltre, o è stata sviluppata in qualcosa di ancora più
pericoloso, questa volta permettendo alle missioni di spionaggio di
non funzionare nel regno dei sogni ma di attraversare tempo.
Forse gli eventi di Inception hanno
avuto conseguenze terribili e impreviste, portando la prossima
generazione a dover affrontare proprio quei cambiamenti.
È possibile, anzi probabile,
che Tenet sia
completamente scollegato da Inception. Una
delle cose che rende così affascinante il film del 2012 è il finale
ambiguo, dato che i fan possono decidere da soli se il ritorno a
casa di Dom nella sua famiglia è reale o è un sogno. Se Tenet fosse
davvero un sequel di Inception, potrebbe risolvere questa
ambiguità. Ma per ora si tratta solo di congetture.
Il film, il primo lungometraggio di
Nolan dal 2017, anno di Dunkirk, viene
descritto come un’epica storia action che si svolge nel mondo dello
spionaggio internazionale. Il regista ha scritto la sceneggiatura
da un’idea originale e le riprese in sette paesi sono ora in
corso.
Lo studio ha già fissato la data di
uscita per il 17 luglio 2020. Nolan ed Emma Thomas producono, con
Thomas Hayslip produttore esecutivo. Il team di Tenet include
il direttore della fotografia di Dunkirk Hoyte van
Hoytema (girato in un mix di Imax e 70mm) e la montatrice
Jennifer Lame, lo scenografo Nathan Crowley, il costumista Jeffrey
Kurland e il supervisore del VFX Andrew Jackson.
Apprendiamo grazie a
Variety che il due volte premio Oscar Cate Blanchett è entrata a far parte del
cast dei prossimi progetti cinematografici di due cineasti molti
noti: stiamo parlando di Adam McKay, regista de
La grande
scommessa, e di James Gray, regista di
Ad
Astra. Ma andiamo per ordine…
Per quanto riguarda Adam
McKay, il progetto in questione è Don’t Look
Up, film targato Netflix di cui abbiamo già sentito parlare per via
del casting di Jennifer Lawrence. Il film, che vedrà McKay
coinvolto anche in qualità di sceneggiatore, racconterà la storia
di due astronomi che intraprendono un tour mediatico per avvisare
l’umanità dell’avvicinamento alla Terra di un asteroide che
potrebbe distruggere il pianeta. Al momento non sappiamo i dettagli
sul ruolo che la Blanchett interpreterà. McKay si occuperà anche
della produzione del film insieme a Kevin Messick e alla sua
Hyperobject Industries.
Per quanto riguarda invece
James Gray, il progetto cinematografico del
regista in cui sarà coinvolta la Blanchett è Armageddon
Times, di cui Gray firmerà anche la sceneggiatura. Il
film sarà ispirato all’adolescenza dello stesso regista e agli ani
trascorsi presso la “Few Forest School” nel Queens, il celebre
quartiere di New York; all’epoca, tra gli studenti figuravano anche
Donald Trump, attuale Presidente degli Stati Uniti
d’America, e l’attore Hank Azaria. A quanto pare
la storia dovrebbe focalizzarsi sulla figura dell’allora preside
dell’istituto.
L’ultima volta che abbiamo visto
Cate Blanchett sul grande schermo è stato
lo scorso anno in Che fine ha fatto Bernadette? di Richard
Linklater. L’attrice è attualmente la protagonista di
Mrs. America, miniserie targata Hulu in
cui interpreta la scrittrice e politica statunitense Phyllis
Schlafly, celebre per la sua strenua opposizione al
femminismo.
Di recente abbiamo appreso anche che
Cate Blanchett è in trattative per
recitare in Borderlands,
adattamento live action del videogioco sviluppato dalla Gearbox
Software, che sarà diretto da Eli Roth, regista
di Cabin Fever, Hostel e Knock
Knock. Roth e la Blanchett avevano già lavorato insieme
nell’ultimo film del regista, il fantasy Il mistero della casa del tempo.
Ad ottobre del 2018 Netflix aveva annunciato un accordo
pluriennale con The C.S. Lewis Company per lo sviluppo di film e
serie tv basati sull’amata saga fantasy di C.S. Lewis
Le cronache di Narnia. Da allora, però,
non ci sono stati più aggiornamenti sul progetto.
Adesso, in una lunga intervista
diffusa su
YouTube nelle ultime ore, è stato Douglas
Gresham, figlio adottivo di Lewis e produttore della saga
cinematografica basata su Le cronache di
Narnia, ha parlato proprio dell’ambizioso progetto
affidato al colosso dello streaming. Gresham, che è stato
confermato come produttore anche dei futuri adattamenti, ha
spiegato:
“Da quando abbiamo stretto
l’accordo con Netflix nell’ottobre del 2018, non abbiamo più avuto
notizie da parte loro. Sono un po’ preoccupato sinceramente… ho
come la sensazione che non accadrà davvero. Mi piacerebbe che fosse
qualcosa a episodi. Con i film hai a disposizione al massimo due
ore per cercare di metterci dentro un intero libro, ed è sempre
difficile farlo nel modo più giusto. Vorrei che questo nuovo
progetto fosse il più fedele possibile al materiale originale e con
la formula della serie o della miniserie sarebbe possibile adattare
la saga per intero, in ogni suo dettaglio e sfumatura.”
La saga de Le cronache
di Narnia è già stata adattata per il grande schermo
tra il 2005 e il 2010, con gli adattamenti de Il leone,
la strega e l’armadio (2005) e Il
principe Caspian (2008), entrambi diretti da Andrew
Adamson, e con Il viaggio del
veliero diretto da Michael Apted (2010).
Sulla base di un accordo pluriennale
con The C.S. Lewis Company, Netflix darà vita alle
incredibili storie ambientate nell’universo di Narnia con nuovi
film e serie TV disponibili in esclusiva per gli utenti di tutto il
mondo.
I titoli generati da questa
collaborazione saranno produzioni originali Netflix, Mark Gordon di
Entertainment One (eOne), Douglas Gresham e Vincent Sieber saranno
produttori esecutivi delle serie e produttori dei film. In totale,
i romanzi della serie Le cronache di
Narnia hanno venduto oltre 100 milioni di copie
e sono stati tradotti in più di 47 lingue in tutto il mondo. Per la
prima volta, grazie a questo accordo, i diritti dei sette libri che
compongono la saga sono proprietà di una sola compagnia.
«Le splendide storie di C.S.
Lewis hanno conquistato il cuore di generazioni di lettori in tutto
il mondo», ha affermato Ted Sarandos, Chief
Content Officer di Netflix. «Intere famiglie si sono
innamorate di personaggi come Aslan e dell’intero universo di
Narnia, siamo molto emozionati perché Netflix diventerà la loro
casa nei prossimi anni».
«È meraviglioso sapere che il
pubblico di tutto il mondo potrà scoprire nuovi aspetti del mondo
di Narnia. Le nuove tecnologie di produzione e distribuzione
avanzata ci consentiranno di far vivere ancora una volta le
avventure dei protagonisti in tutto il mondo», ha osservato
Douglas Gresham, figlio adottivo di C.S. Lewis.
«Netflix rappresenta il medium migliore per questo progetto,
non vedo l’ora di lavorare con loro per realizzarlo».
«Narnia rappresenta un fenomeno
raro, una storia che supera i confini geografici, amata da diverse
generazioni», ha affermato Mark Gordon,
Presidente e Chief Content Officer, Film & Television di eOne.
«eOne ed io siamo emozionati di poter collaborare con la C.S.
Lewis Company e con Netflix, che trasformeranno l’universo di
Narnia in film e serie TV. Non potremmo essere più felici di
iniziare a lavorare su queste nuove produzioni».
Hugh
Jackman ha detto addio al personaggio di
Wolverine dopo l’uscita di Logan, il film
di James Mangold del 2017 che ha ufficialmente
segnato l’ultima apparizione cinematografica dell’attore
australiano nei panni dell’iconico mutante con gli artigli di
adamantio. Eppure, c’è chi spera ancora che Jackman possa tornare a
vestire i panni del personaggio che gli ha regalato la fama
internazionale.
Stiamo parlando di Rob
Liefeld, creatore del personaggio di
Deadpool, che nel corso degli anni non ha mai
nascosto la sua passione per la saga degli
X-Men e, in particolare, per il personaggio di
Wolverine interpretato da Hugh
Jackman. In una recente intervista con Inverse, Liefeld ha
ribadito il suo attaccamento nei confronti di Logan:
“Sono praticamente fissato con
Hugh Jackman. Dopo aver incontrato Hugh, averlo conosciuto e averlo
amato, posso dire che se Deadpool esiste è solo perché esiste
Wolverine. Mi sono dedicato a Deadpool, a creare il personaggio dei
fumetti, soltanto per arrivare a Wolverine. È sempre stato quello
l’obiettivo.”
Quando gli è stato poi chiesto quale
attore potrebbe raccogliere l’eredità di Jackman nei panni del
personaggio ora che i diritti cinematografici appartengono alla
Marvel, Liefeld ha detto: “È
una domanda alla quale non posso rispondere. Sono troppo fissato
con Hugh Jackman. Spero che ritorni ad interpretarlo… lo spero
davvero! È stato molto deciso sul fatto che non vuole più
interpretare Wolverine, ma io da ingenuo continuo a non
credergli.”
Di recente
è stato proprio Hugh Jackman a rivelare che,
se si fosse presentata davvero l’opportunità, sarebbe stato ben
felice di poter recitare al fianco di Iron Man e
Captain America nel MCU.
Per quanto riguarda il personaggio
di Wolverine, gli ultimi
rumors riferiscono che sarebbe Henry
Cavill il prescelto ad indossare gli artigli
ereditandoli da Hugh
Jackman, comparendo in Captain
Marvel 2. Ma la notizia non ha trovato ancora
conferma ufficiale.
Per quanto riguarda Logan, invece,
si tratta sicuramente del migliore adattamento dedicato al singolo
personaggio e in generale il miglior film
sugliX-Men mai
visto al cinema. Il film ha debuttato al Festival di Berlino ed è
stato nominato agli Oscar per la migliore sceneggiatura adattata,
primo cinecomic a raggiungere tale livello di riconoscimento
dall’industria.
Per quello che riguarda
invece Hugh
Jackman, il personaggio di Wolverine gli ha regalato
la fama internazionale imperitura, il successo e sicuramente la
visibilità che lo ha portato ad interpretare molti dei suoi ruolo
più importanti, nel corso della sua carriera, sempre divisa tra
cinema e musical.
Divenuta celebre a livello
internazionale grazie ai suoi ruoli più recenti, l’attrice spagnola
Najwa Nimri è in realtà attiva da diversi anni,
vantando nella propria filmografia titoli di grande rilievo.
Eclettica e carismatica, la Nimri ha infatti avuto modo di
collaborare con importanti autori, grazie ai quali ha potuto
maturare come interprete.
Ecco 10 cose che non sai di
Najwa Nimri.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Najwa Nimri: i suoi film e le serie
TV
10. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attrice ottiene il suo primo ruolo di
rilievo al cinema con il film Morire a San Sebastian
(1997), per poi confermare la propria popolarità con titoli come
Apri gli occhi (1997), con Penelope
Cruz, Gli amanti del circolo polare (1998),
Prima che sia notte (200), con Javier
Bardem e Johnny
Depp, Lucìa y el sexo (2001),
Piedras (2002), Agents secrets (2004), 20
centimetri (2005), L’altra verità (2010),
Habitaciòn en Roma (2010) e L’albero del sangue
(2018), con Úrsula
Corbero.
9. È nota per i suoi ruoli
cinematografici. L’attrice ottiene una prima popolarità
internazionale grazie alla serie Vis a vis – Il prezzo del
riscatto (2015-2019), dove interpreta il ruolo di Zulema
“Zule” Zahir, recitando accanto all’attrice Alba
Flores. Dal 2019 dà invece vita al personaggio di
Alicia Sierra nella popolare serie La casa di
carta, recitando con gli attori Itziar Ituño,Álvaro Morte
e Miguel
Herrán. Nel 2020 riprende poi il ruolo di Zulema per
lo spin-off Vis a vis – El Oasis.
8. Ha ricevuto importanti
nomination. Nel corso degli anni l’attrice è stata
nominata per ben cinque volte al premio Goya, considerato l’Oscar
spagnolo. In particolar, ha ricevuto candidature come miglior
attrice protagonista per Gli amanti del circolo polare,
come miglior attrice non protagonista per Lucì y el sexo,
e di nuovo come protagonista per Quién te cantara.
Najwa Nimri è su Instagram
7. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 4,2 milioni di persone.
All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie che
la ritraggono nei panni dei personaggi da lei interpretati, ma
anche in momenti di svago in compagnia di amici o colleghi. Non
mancano immagini promozionali dei suoi progetti da attrice, come
anche piccole curiosità a lei legate.
Najwa Nimri: il marito e il figlio
Teo Nabil
6. È stata sposata con un
regista. Nel 1995 l’attrice intraprende una relazione con
Daniel Calparsoro, regista del film Morire a
San Sebastian, nel quale la Nimri ha recitato. I due si sono
poi separati nel 2000. Nel 2004, invece, l’attrice ha avuto un
figlio chiamato Teo Nabil, mantenendo però segreta l’identità del
nuovo compagno. La Nimri è infatti particolarmente restìa a
condividere dettagli sulla propria vita privata.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Najwa Nimri in Vis a vis
5. Ha richiesto di non dover
eseguire dei nudi. Per interpretare la criminale Zulema,
l’attrice ha espressamente chiesto ai produttori della serie che
non venissero previste per il personaggio delle scene di nudo. La
Nimri ha infatti dichiarato di non sentirsi a suo agio nel girare
tali scene, specialmente davanti a troupe numerose. I produttori
acconsentirono alle richieste dell’attrice, che fu così libera di
ricoprire il ruolo.
4. Si è ispirata ad un noto
personaggio di un film. Per la costruzione del suo
personaggio, l’attrice, in collaborazione con gli autori, si è
ispirata all’antagonista del film Faster Pussycat, Kill
Kill. I due sono infatti estremamente simili, sia
nell’acconciatura quanto nella caratterizzazione e nelle tendenze
da sociopatica.
3. Aveva un’agguerrita
rivale al ruolo. Quello di Zulema è stato un personaggio
particolarmente ambito, desiderato da molte attrici. Una delle
principali rivali durante i casting era l’attrice Alba
Flores, la quale venne però preferita dalla produzione per
il personaggio di Saray. Ciò permise alla Nimri di ottenere il
ruolo, ritenuta tra tutte maggiormente adatta a ricoprirlo.
Najwa Nimri canta Bella ciao
2. Ha interpretato la
celebre canzone italiana. La Nimri, oltre ad essere
un’affermata attrice, è anche un’apprezzata cantante. In
particolare, la si può sentire eseguire il brano Bella
ciao durante i titoli di coda dell’ultima puntata della quarta
stagione di La casa di
carta. Per l’esecuzione del brano, l’attrice ha puntato su
un’atmosfera più soft ed un ritmo più disteso, conferendovi così
una nota di malinconia.
Najwa Nimri: età e altezza
1. Najwa Nimri è nata a
Pamplona, in Spagna, il 14 febbraio 1972. L’attrice è alta
complessivamente 172 centimetri.
Popolare attrice spagnola,
Maggie Civantos ha negli ultimi anni guadagnato
notorietà grazie ai suoi ruoli in progetti diversi, dal cinema alle
soap opera, e fino ad alcune acclamate serie televisive. Grazie a
queste ultime, in particolare, ha potuto oltrepassare i confini
nazionali guadagnando consensi in diverse parti del mondo.
Ecco 10 cose che non sai di
Maggie Civantos.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Maggie Civantos: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in noti
lungometraggi spagnoli. La filmografia dell’attrice si
compone ancora di sole pellicole di produzione spagnola, come
Prime Time (2008), che segna il suo debutto. Negli anni
successivi guadagna poi popolarità grazie ai titoli
Temporal (2013), 321 dìas en Michigan (2014),
Crustàceos (2014), Escombros (2018), El mejor
verano de mi vida (2018), Alegria, tristeza (2018),
Antes de la quema (2019), La pequeña Suiza
(2019), e Influenze maligne (2019).
9. È nota per i suoi
ruoli cinematografici. Il primo ruolo televisivo a rendere
popolare l’attrice è quello nella serie Eva y kolegas
(2008). In seguito, la Civantos torna sul piccolo schermo per
recitare in Hospital Central (2009-2011), Arrayàn
(2012-2013), Bienvenidos al Lolita (2014), e Ciega a
citas (2014). A renderla davvero famosa, però, è la serie
Vis a vis – Il prezzo
del riscatto, dove dal 2015 al 2019 recita nel ruolo di
Macarena Ferreiro, una delle protagoniste, recitando anche al
fianco dell’attrice Alba
Flores. Altro ruolo importante per la Civantos è
quello di Angeles Vidal in Le ragazze del centralino
(2017-2020). Nel 2020 riprende il ruolo di Macarena nella serie
spin-off Vis a vis: El Oasis, dove recita accanto a
Najwa
Nimri.
8. Ha ottenuto importanti
riconoscimenti. Con la serie Vis a vis, la
Civantos è diventata una delle più apprezzate interpreti del
panorama spagnolo. Ciò viene ulteriormente ribadito anche dalle due
nomination come miglior attrice televisiva che la Civantos ha
ricevuto nel 2016 e nel 2017 agli Award of the Spanish Actors
Union, vincendo nella prima di queste due occasioni.
Maggie Civantos è su Instagram
7. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 2 milioni di persone.
All’interno di questo, la Civantos è solita condividere fotografie
scattate in momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi. Non
mancano però anche curiosità personale, e immagini promozionali dei
suoi progetti da interprete.
Maggie Civantos e il litigio con
Najwa Nimri
6. Ha discusso realmente con
la sua collega. Nella nuova serie che vede protagonista la
Civantos, Vis a vis: El Oasis, dove recita accanto a
Najwa Nimri, si sarebbe rivelato l’astio presente
tra le due attrici. Durante una delle puntate, infatti,
quest’ultima da uno schiaffo alla prima, cosa che a quanto pare non
era prevista in sceneggiatura. Questo sarebbe il culmine di un
periodo di divergenza tra le due attrici, che però non è stato
ufficialmente commentato dalle due.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Maggie Civantos in Vis a vis
5. È stata assente per un
lungo periodo. A partire dal secondo episodio della terza
stagione, e fino al penultimo della quarta, il personaggio
interpretato dall’attrice esce di scena. La Civantos ha motivato
questa lunga assenza per via degli impegni previsti con la serie
Le ragazze del centralino. L’attrice non sapeva come
sarebbe stato gestito a riguardo il suo personaggio, ma gli
sceneggiatori hanno deciso di farlo semplicemente entrare in coma,
così da permettergli un futuro ritorno.
4. È la protagonista dello
spin-off. Nel 2020 l’attrice riprende ufficialmente il
ruolo di Macarena per essere la protagonista dello spin-off
intitolato Vis a vis: El Oasis. Ambientata qualche anno
dopo il termine della serie originale, questa segue ora le vicende
di Macarena e Zulema una volta uscite di prigione. Le due sono
ancora solite dedicarsi a furti e crimini, ma le loro strade sono
prossime a separarsi.
Maggie Civantos in Le ragazze del
centralino
3. Ha scelto di lasciare la
serie. Costretta a doversi dividere per diverso tempo tra
le riprese delle serie Vis a vis e Le ragazze del
centralino, la Civantos ha infine deciso di abbandonare
quest’ultima. Arrivata alla quarta stagione, ha infatti appeso al
chiodo in panni di Angeles, per potersi dedicare a tempo pieno allo
spin-off dell’altra serie spagnola di cui era protagonista.
2. Si è detta soddisfatta
della conclusione scritta per il suo personaggio. Molti
fan si sono dimostrati delusi da quanto previsto per il personaggio
di Angeles, interpretato dall’attrice. Questa, però, ha affermato
che per quanto si tratti di una conclusione brusca, era la migliore
che si potesse trovare, completando in modo coerente l’arco
narrativo del personaggio.
Maggie Civantos: età e altezza
1. Maggie Civantos è nata a
Malaga, in Spagna, il 28 dicembre 1984. L’attrice è alta
complessivamente 171 centimetri.
Dopo l’analisi de La Compagnia
dell’Anello e de Le Due Torri, siamo infine giunti a
segnalare le differenze dell’adattamento de Il Signore
degli Anelli: Il Ritorno del Re, rispetto
all’originale di Tolkien. I punti di differenza non sono molti, ma
sono perfettamente inseriti nella riscrittura che Peter Jackson ha
fatto dei bellissimi romanzi del Professore.
L’inizio
Come già anticipato
nell’articolo che parla delle differenze tra libro e film de
Le Due Torri, è chiaro che anche qui ci
sono alcune cose che cambiano. Infatti il secondo libro della
trilogia termina con Frodo prigioniero degli orchi, dopo essere
stato punto da Shelob, Sam da solo, con l’Anello fuori alle porte
di Minas Morgul, mentre, dall’altro lato della Terra di Mezzo,
Aragorn, Legolas e Gimli, con Gandalf, si sono ricongiunti con
Merry e Pipino trai relitti di Isengard.
Tutto questo invece, sia l’incontro
con Shelob che la riunione dei Tre Cacciatori con i due Hobbit a
Isengard, fa parte della prima parte del terzo film di Peter
Jackson. Con l’unica differenza che nei libri sono gli hobbit a
raccontare a Gandalf e gli altri l’attacco di Isengard da parte
degli Ent, mentre nei film lo vediamo, mentre accade, alla fine de
Le Due Torri.
Sam vs Gollum
Il lavoro che Peter Jackson
fa nel costruire la rivalità tra Sam e Gollum, come rappresentati
di due accompagnatori complementari per Frodo, è davvero mirabile,
imbastendola sin dall’inizio. Nel libro, però, Sam non si separa
mai da Frodo, mentre nel film Gollum trama contro lo “hobbit
grasso” per separarlo da Frodo, e alla fine ci riesce, tanto che
Frodo si avventura da solo nella tana di Shelob e lì viene
ferito.
Nel libro, invece, i due hobbit
entrano insieme nell’insidioso antro, e mentre Sam ha la meglio su
Gollum che lo ha attaccato, Frodo viene punto dal ragno.
La voce di Saruman
Nei romanzi c’è un intero
capitolo, alla fine de Le Due Torri, dedicato all’incontro della
compagnia con Saruman. Sembra strano a pensarci, ma in realtà è la
prima volta che incontriamo lo stregone votato al male nei libri,
perché le altre volte era stato solo evocato nei racconti. Nel film
lo vediamo sulla sua fortezza, Gandalf gli distrugge il bastone,
tuttavia lo vediamo anche assassinato da Grima Vermilinguo. La
caduta di Saruman dalla torre, causa anche la caduta del palantir
che viene raccolto da Pipino.
Nei romanzi, invece, sia Saruman che
Grima restano prigionieri a Orthanc, sotto la supervisione di
Barbalbero e degli antri Ent. In questo caso, è Grima che butta via
dalla finestra della torre il palantir, sperando di colpire
qualcuno dei guerrieri sotto di essa. Anche in questo caso, Pipino
raccoglie la pietra veggente.
L’intervento di Arwen
Il romanzo parte con
Theoden alla guida dei Rohirrim in marcia verso Gondor, con
Aragorn, Legolas, Gimli e Merry nelle sue schiere, mentre Gandalf e
Pipino sono andati avanti verso Gondor. Durante la traversata, i
Dunedain si uniscono all’esercito e suggeriscono ad Aragorn di
percorrere la strada del suo, verso la roccia nera di Erech, dove
c’è l’esercito dei morti che infranse un giuramento fatto a
Isildur. Quest’esercito maledetto risponderà solo alla chiamata del
vero re, per sfuggire alla sua condanna. Aragorn intraprende così
il cammino verso sud e indossa lo stemma di Gondor, l’albero
bianco, uno stemma ricamato da Arwen stessa che lo renderà
riconoscibile in quanto legittimo re agli occhi dei re dei
morti.
Nel film, invece, Elrond arriva
all’accampamento di Theoden con Narsil riforgiata in Anduril, la
fiamma dell’occidente. Arwen ha convinto il padre a riforgiarla e a
consegnarla ad Aragorn per abbracciare il suo destino di re degli
uomini. Con quella spada, Aragorn, con Legolas e Gimli al seguito,
convincerà i morti a seguirlo in battaglia e a liberarsi così dalla
loro maledizione. Non molti ci fanno caso, ma in entrambi i casi,
sia nel film che nel libro, è un dono di Arwen ad aiutare Aragorn
ad assumere il ruolo di comando che gli spetta per nascita.
Il re guaritore
La battaglia nei campi del
Pelennor è più o meno simile nell’adattamento cinematografico de Il
Signore degli Anelli: Il Ritorno del Re, tuttavia la sequenza
successiva del romanzo si concentra molto sul potere di guarigione
del re Aragorn. A questo punto della storia, sia nel romanzo che
nel film, Aragorn ha abbracciato il suo destino, e si rivela in
quanto erede di Isildur. Lo fa confrontandosi con Sauron nel
palantir, ma lo fa anche guarendo tutti quelli rimasti feriti
durante la battaglia del Pelennor. In particolare guarisce anche
Faramir, Eowyn e Merry.
Nella versione estesa del film, c’è
una piccolissima parte dedicata invece alle Case di Guarigione, il
luogo di Gondor che vede sbocciare l’amore tra Faramir e Eowyn,
evento che si svolge in contemporanea con l’attacco al cancello
nero di Mordor. Per Tolkien è importantissimo il segmento del
racconto che parla di re guaritore: le mani di re sono mani di
guaritore, e da questo che di riconosce un vero re.
La fine di Gollum
L’attraversamento della
terra di Mordor da parte di Frodo e Sam è più o meno simile tra
libro e film, tuttavia c’è un piccolo dettaglio che differisce.
Quando, quasi alla voragine del Fato, Gollum raggiunge di nuovo gli
hobbit, aggredisce prima Sam, poi Frodo indossa l’Anello e
sparisce. Gollum aggredisce Frodo invisibile e gli stacca l’Anello
dal dito.
Nel romanzo gioisce per il Tesoro
ritrovato, ma scivola e cade. Nel film lotta corpo a corpo con
Frodo ed entrambi cadono, ma come sappiamo Frodo sopravvive, ancora
una volta grazie all’aiuto di Sam.
Molte Separazioni
In molti pensano che il
finale del Il Signore degli Anelli: Il Ritorno del Re sia troppo
lungo, o meglio che comprenda troppi momenti conclusivi, troppi
finali. La verità è che il romanzo ne contiene anche di più, perché
Tolkien ha dato spazio e un lieto fine a tutti i suoi
personaggi.
Oltre all’incoronazione di Aragorn e
al suo matrimonio con Arwen, sulla strada verso la Contea,
assistiamo anche al funerale di Theoden, all’incoronazione di
Eomer, al commiato di Barbalbero, all’amore tra Faramir e Eowyn, e
infine, sulla soglia di Casa Baggins, nel cuore della Contea, alla
morte di Saruman per mano di Vermilinguo.
Conclusione
Alla fine di questo viaggio
tra i fotogrammi e le pagine, anche a distanza di un ventennio, si
può affermare senza ombra di dubbio che il lavoro di Peter
Jackson sul romanzo di Tolkien, con cambiamenti tagli e
aggiustamenti, è stato un prezioso percorso che ha ridato
visibilità ad una delle opere più importanti del ‘900, regalando a
più di una generazione il fascino del fantasy senza tempo.
Il Festival di
Cannes presenterà una selezione di film all’inizio di
giugno e collaborerà con diversi festival, tra cui Venezia, per
presentare altre pellicole, stando a quanto riportato da Variety. Gli
organizzatori sembrano anche aver escluso la possibilità di un
festival fisico in autunno.
“Ad oggi, un’edizione fisica
sembra complicata da organizzare, quindi stiamo andando avanti con
l’annuncio dei film della selezione (ufficiale) che ci sarà a
giugno”, ha detto un portavoce del festival, confermando ciò
che il diettore artistico di Cannes Thierry
Fremaux aveva detto domenica in un’intervista con Screen
Daily.
Invece di optare per un festival
virtuale, Cannes organizzerà una “ridistribuzione” fuori dalle
mura (di Cannes), in collaborazione con i festival autunnali”,
ha detto il portavoce. Questo include anche il festival di Venezia,
come precedentemente riportato da Variety, con cui sono iniziati i
colloqui, e alcuni cinema.
Il direttore di Cannes, fervente
sostenitore dei cinema, ha dichiarato: “Il cinema e le sue
industrie sono minacciati. Dovremo ricostruire, riaffermare la sua
importanza con energia, unità e solidarietà ”, ha detto Fremaux ad
Variety ad aprile.
Durante il fine settimana, Fremaux
ha dichiarato che invece di svelare tutto ciò che avrebbe dovuto
essere la selezione ufficiale di quest’anno – tra cui Concorso
ufficiale, Fuori concorso e Un Certain Regard – annuncerà solo un
elenco di film che facevano parte del roster e che dovrebbero
essere distribuiti nei cinema tra oggi e la prossima primavera. A
questi film verrà assegnata un’etichetta “Cannes 2020”. Il processo
di selezione per il festival del prossimo anno, nel frattempo,
inizierà in autunno. Alcuni film selezionati per questa edizione e
che hanno ritardato la loro uscita di un anno verranno presi in
considerazione per l’edizione 2021.
Cannes presenterà i suoi film
“etichettati” in festival come Toronto, Deauville, Angoulême, San
Sebastian, New York, Busan e il festival Lumière di Fremaux a
Lione. Fremaux ha aggiunto che c’è anche l’idea di presentare i
film insieme al Festival di Venezia.
Nel frattempo, l’edizione virtuale
del Marché du Film di Cannes è prevista tra il 22 e il 26 giugno,
insieme a un mercato virtuale guidato da agenzie statunitensi.
Vision Distribution, Pepito
Produzioni e Rai Cinema sono lieti di annunciare che
FAVOLACCE dei Fratelli D’Innocenzo, previsto in
uscita al cinema il 16 aprile, andrà direttamente on demand a
partire da oggi 11 maggio. Una scelta dettata dalla volontà di
continuare ad incontrare il pubblico, nonostante le restrizioni
imposte in questo periodo che hanno richiesto la chiusura
temporanea delle sale.
Saranno SKYPRIMAFILA
Premiere, TIMVISION, CHILI, GOOGLE PLAY, INFINITY, CG
Digital e RAKUTEN TV le piattaforme
digitali sulle quali noleggiare l’opera seconda di Fabio e Damiano
D’Innocenzo che – oltre a risultare i più giovani autori ad
aver ricevuto l’ambito riconoscimento per la sceneggiatura
dal Festival tedesco – hanno collezionato critiche entusiastiche
sia dalla stampa nazionale che estera.
Elio Germano, anche lui trionfatore
a Berlino con l’Orso d’argento come miglior attore per il film di
Giorgio Diritti, è il protagonista di questa “favola nera” – come
la definiscono gli autori – insieme a Barbara Chichiarelli, Gabriel
Montesi, Max Malatesta ed Ileana D’Ambra.
Il film è stato prodotto da PEPITO
PRODUZIONI con RAI CINEMA in coproduzione con VISION DISTRIBUTION,
in associazione con QMI in coproduzione con AMKA FILMS e RSI
RADIOTELEVISIONE SVIZZERA/SRG SSR.
C’era una volta una favola nera,
ambientata nella provincia romana, tra la malinconica litoranea
brutalmente costruita ed una campagna che è stata palude. Una
piccola comunità di famiglie, i loro figli adolescenti, la scuola.
Un mondo apparentemente normale dove silente cova il sadismo
sottile dei padri, impercettibile ma inesorabile, la passività
delle madri, l’indifferenza colpevole degli adulti. Ma
soprattutto è la disperazione dei figli, diligenti e crudeli,
incapaci di farsi ascoltare, che esplode in una rabbia sopita e
scorre veloce verso la sconfitta di tutti.
In occasione dell’arrivo in
digitale su tutte le piattaforme di Favolacce, l’11 maggio 2020, ecco l’intervista
ai registi e sceneggiatori i fratelli Fabio e Damiano
D’Innocenzo.
Vision Distribution, Pepito
Produzioni e Rai Cinema sono lieti di annunciare che FAVOLACCE dei Fratelli D’Innocenzo, previsto
in uscita al cinema il 16 aprile, andrà direttamente on demand a
partire da oggi 11 maggio. Una scelta dettata dalla volontà di
continuare ad incontrare il pubblico, nonostante le restrizioni
imposte in questo periodo che hanno richiesto la chiusura
temporanea delle sale.
Saranno SKYPRIMAFILA
Premiere, TIMVISION, CHILI, GOOGLE PLAY, INFINITY, CG
Digital e RAKUTEN TV le piattaforme
digitali sulle quali noleggiare l’opera seconda di Fabio e
Damiano D’Innocenzo che – oltre a risultare i più
giovani autori ad aver ricevuto l’ambito riconoscimento per
la sceneggiatura dal Festival tedesco – hanno collezionato critiche
entusiastiche sia dalla stampa nazionale che estera.
Elio Germano, anche lui trionfatore a Berlino
con l’Orso d’argento come miglior attore per il film di
Giorgio Diritti, è il protagonista di questa
“favola nera” – come la definiscono gli autori – insieme a Barbara
Chichiarelli, Gabriel Montesi, Max Malatesta ed Ileana D’Ambra. Il
film è stato prodotto da PEPITO PRODUZIONI con RAI CINEMA in
coproduzione con VISION DISTRIBUTION, in associazione con QMI in
coproduzione con AMKA FILMS e RSI RADIOTELEVISIONE SVIZZERA/SRG
SSR.
FAVOLACCE: la trama del film
C’era una volta una favola nera,
ambientata nella provincia romana, tra la malinconica litoranea
brutalmente costruita ed una campagna che è stata palude. Una
piccola comunità di famiglie, i loro figli adolescenti, la scuola.
Un mondo apparentemente normale dove silente cova il sadismo
sottile dei padri, impercettibile ma inesorabile, la passività
delle madri, l’indifferenza colpevole degli adulti. Ma
soprattutto è la disperazione dei figli, diligenti e crudeli,
incapaci di farsi ascoltare, che esplode in una rabbia sopita e
scorre veloce verso la sconfitta di tutti.
La musica è sempre
stata un elemento fondamentale dei film dell’Universo
Cinematografico Marvel, soprattutto dopo
l’uscita del primo Guardiani della Galassia. Generi e
annate musicali più disparati: sono questi due i principali motivi
che rendono quanto mai arduo scegliere i migliori brani musicali
apparsi nei 23 titoli della Saga
dell’Infinito.
Tuttavia, ci sono alcuni classici
intramontabili usati nel MCU che inevitabilmente saranno sempre
associati a quel determinato cinecomic. Di seguito abbiamo provato
a raccogliere 10 delle migliori colonne sonore/canzoni apparse nel
MCU:
Redbone – “Come and Get Your
Love” (Guardiani della Galassia)
Nella sequenza d’apertura di
Guardiani della Galassia, Peter
Quill/Chris
Pratt danza su un pianeta lontano alla ricerca di una
delle Gemme dell’Infinito. Il nostro protagonista sfoggia un
mangiacassette che suona alcuni classici molto noti sul pianeta
Terra, attraverso delle cuffie che rappresentano un ricordo della
madre tragicamente scomparsa. La scena in questione ritorna in
Avengers:
Endgame, quando i Vendicatori viaggiano indietro
nel tempo alla ricerca di una delle Gemme per cercare di eliminare
Thanos.
Electric Light Orchestra – “Mr.
Blue Sky” (Guardiani della Galassia Vol. 2)
Ancora una volta, con la scena
d’apertura di Guardiani della Galassia Vol. 2,James Gunn ha puntato a restare impresso nella
mente dei fan grazie a “Mr. Blue Sky”, classico degli anni
’70 che ogni generazione adora ascoltare. Il fatto che la canzone
venga usata per una sequenza in cui i Guardiani combattendo contro
un enorme mostro spaziale la rende ancora più incredibile…
Led Zeppelin – “Immigrant Song” (Thor: Ragnarok)
Thor:
Ragnarok è uno dei 23 film più particolari ed
eccentrici che compongono il MCU. Il regista Taika Waititi è uscito completamente fuori
dagli schemi con la terza avventura del Dio del Tuono sul grande
schermo, dando vita a sequenza davvero memorabili. Una di queste è
senza ombra di dubbio la battaglia finale in cui Thor incombe
sull’esercito della malvagia Hela sulle note di “Immigrant
Song”, un momento davvero iconico nel MCU e probabilmente il
più grande della trilogia dedicata al personaggio interpretato da
Chris Hemsworth.
AC/DC – “Back in Black”
(Iron Man)
Iron Man, il primo film in assoluto del MCU ci
presenta il multi-miliardario Tony Stark/Robert
Downey Jr. mentre presenta all’esercito degli Stati
Uniti d’America il suo nuovo missile, il Jericho. Terminata
l’esposizione, il proprietario delle Stark Industries si mette in
viaggio verso l’aeroporto della base, ma durante il tragitto il
convoglio che lo scorta viene attaccato da alcuni terroristi e Tony
viene rapito. Ad accompagnare la sequenza c’è “Back in
Black”, brano che sarà presente anche in Spider-Man:
Far From Home, quando Peter
Parker si dedica da solo a progettare il suo costume, proprio come
ha fatto Tony Stark.
No Doubt – “Just a Girl”
(Captain Marvel)
Questa è senza dubbio la migliore
canzone della colonna sonora di Captain
Marvel. Il film, ambientato negli anni ’90,
presenta numerosissimi riferimenti alla cultura pop quell’epoca,
con easter egg che rimandano addirittura a
Pulp Fiction.“Just a Girl” è presenta nella
scena in cui Carol Danvers/Brie
Larson combatte contro l’esercito di Kree, verso
la fine del film. La scena è assolutamente riuscita per
l’incredibile contrasto che si viene a creare tra la tecnologia
impiegata per realizzarla e il brano comunque datato che
l’accompagna.
Kitty Kallen – “It’s Been a
Long, Long Time” (Avengers: Endgame)
Captain America ha dovuto affrontare
numerose avversità da quando in Captain America: Il primo vendicatore
– a causa del suo congelamento fino al 2012 – lo abbiamo visto
rinunciare al suo amore per Peggy Carter. Nella sequenza finale di
Avengers:
Endgame, Cap torna nell’America degli
anni ’40 e ritrova la sua amata Peggy, con i due che si lasciano
andare ad un lento sulle note del grande successo dell’epoca
‘It’s Been a Long, Long Time’: si tratta dell’ultima scena
di Steve Rogers/Chris
Evans nel MCU, oltre ad essere un modo perfetto per
chiudere il suo arco narrativo.
AC/DC – “Shoot to Thrill”
(Iron Man 2)
Gli AC/DC non si sono soltanto
occupati della colonna sonora di Iron
Man 2, ma hanno praticamente sfruttato il successo del
film per rilanciare alcuni dei loro classici più celebri attraverso
nuovi video musicali. “Shoot to Thrill” è presente nella
scena in cui Iron Man si alza in volo con la nuova armatura del
supereroe creata da lui stesso.
Blue Swede – “Hooked on a Feeling”
(Guardiani della Galassia)
Quando i Guardiani vengono catturati
nel primo film, vengono trasportati in una sorta di mega-carcere in
cui sono confinati i peggiori criminali dell’intera Galassia. Nella
scena in cui si apprestano a sottoporsi al rituale delle foto
segnaletiche, è possibile ascoltare “Hooked on a Feeling”,
brano iconico che, anche se i giovani fan del MCU possono non
conoscere, si adatta perfettamente alla scena.
Star Spangled Man (Captain America:
Il primo Vendicatore)
Canzone composta appositamente per
il film Captain America: Il primo
vendicatore, “Star Spangled Man” ricorda
quelle tipiche tracce degli anni ’40 che miravano a sollevare gli
spiriti dei soldati che, negli anni ’40, venivano mandati in
guerra. Nella scena del film con Chris Evans, Capitan America non sta ancora
usando i suoi potere per fare del bene, e agli occhi dei soldati
appare più come un’artista da quattro soldi che come l’eroe che il
mondo imparerà ad amare…
Alan Silvestri – “Main On End” (Avengers:
Endgame)
Questa traccia può essere ascoltata
in tutti i film dei Vendicatori ed è diventata in qualche modo il
tema principale degli Original Six. La maggior parte dei fan avrà
ancora la pelle d’oca ogni volta che ascolterà la versione
realizzata per Avengers:
Endgame, poiché viene riprodotta nel
momento più iconico del film, ossia la battaglia finale. Speriamo
che se gli Avengers continueranno ad entrare in azione (anche se la
formazione sarà diversa da quella che abbiamo conosciuto in tutti
questi anni), questa musica farà ancora da tappeto musicale alle
loro gesta…
Si è spento a 92 anni, per cause
naturale, Jerry Stiller, attore comico, famoso
caratterista e papà di Ben, con il quale ha anche
condiviso il set. Salta subito alla mente
Zoolander. A confermarlo è proprio
Ben Stiller che ha condiviso un post su Twitter,
scrivendo: “Sono triste perché devo dire che mio padre, Jerry
Stiller, è morto per cause naturali. È stato un grande papà e
nonno, e il più attento marito per Anne nel corso di 62 anni di
matrimonio. Mancherà tanto a tutti noi, ti voglio bene
papà.”
Il ruolo a cui tutti lo legano è
quello di Frank Constanza in Seinfeld,
che ha ricoperto per 26 episodi della serie culto, ma ha lavorato
tanto a teatro e in tv, anche al fianco della moglie Anne Meara.
Jerry Stiller ha recitato accanto al figlio Ben
per la prima volta nel 1987, in Su e giù per i
Caraibi, e nell’esordio dietro alla macchina da presa
di Ben, Giovane, carini e disoccupati, ha
recitato accanto alla moglie, scomparsa nel 2015.
I’m sad to say that my father, Jerry
Stiller, passed away from natural causes. He was a great dad and
grandfather, and the most dedicated husband to Anne for about 62
years. He will be greatly missed. Love you Dad. pic.twitter.com/KyoNsJIBz5
Arriva da
The Hollywood Reporter la notizia che Mike
Flanagan, regista de Il gioco di Gerald e
Doctor
Sleep, porterà sul grande schermo un nuovo
adattamento cinematografico dell’opera di Stephen King. Il romanzo in questione che
arriverà questa volta al cinema sarà
Revival, pubblicato dal maestro del
brivido nel 2014.
Flanagan sarà coinvolto nel
progetto in qualità di produttore insieme a Trevor Macy. A causa
dei numerosi impegnai del regista – che includono la
post-produzione della miniserie The Hauting of Bly Manor e lo
sviluppo dell’adattamento tv di The Midnight
Club e della serie Midnight Mass
–, non sappiamo se Flanagan si occuperà anche di
dirigere il film. L’adattamento di
Revival è stato ordinato dalla Warner
Bros., già dietro la produzione di Doctor
Sleep con
Ewan McGregor. Di seguito potete leggere la sinossi
ufficiale del romanzo originale:
“Più di cinquant’anni fa, in
una placida cittadina del New England, un’ombra si allunga sui
giochi di un bambino di sei anni. Quando il piccolo Jamie alza lo
sguardo, sopra di lui si staglia la figura rassicurante del nuovo
reverendo, appena arrivato per dare linfa alla vita spirituale
della congregazione. Intelligente, giovane e simpatico, Charles
Jacobs conquista la fiducia dei suoi parrocchiani e l’amicizia
incondizionata del bambino: per lui il pastore è un eroe,
soprattutto dopo che gli ha “salvato” il fratello con una delle sue
strepitose invenzioni elettriche. Ma l’idillio dura solo tre anni:
la tragedia si abbatte come un fulmine su Jacobs, tutto il suo
mondo è ridotto in cenere e a lui rimane solo l’urlo disperato
contro il Dio che lo ha tradito. E il bando dal piccolo Eden che
credeva di avere trovato. Trent’anni dopo, quando Jamie avrà
attraversato l’America in compagnia dell’inseparabile chitarra che
l’ha reso famoso, e dei demoni artificiali che ha incontrato lungo
il cammino, l’ombra di Charles Jacobs lo avvolgerà ancora: questa
volta per suggellare un patto terribile e definitivo. “Revival” è
il racconto di due vite, quella che King ha vissuto e quella che
avrebbe potuto vivere, attraverso due personaggi formidabili per
potenza e fragilità, due uomini ai quali accade di incontrare il
demonio e di affondare nel suo cuore di tenebra.”
Le
ultime immagini arrivate direttamente dal backstage dei sequel
di Avatar – scatti che risalgono
ovviamente a prima che la produzione dei sequel venisse bloccata a
causa della pandemia di Covid-19 -, hanno lasciato intendere quanto
importante è stata (e ancora sarà) in termini economici la
produzione degli attesissimi nuovi film diretti da James Cameron, che promettono di superare da
un punto di vista non solo tecnico ma anche di “esperienza
cinematografica immervisa” il primo capitolo.
Adesso, un nuovo report
dell’autorevole
Deadline ha svelato con maggiore precisione qual è l’effettivo
budget messo a disposizione dalla Disney per la realizzazione dei
sequel: a quanto pare, i sequel di Avatar
potranno contare su un budget totale di 1 miliardo di dollari.
Nell’articolo della fonte, però, non viene specificato in che modo
l’ingente cifra è stata suddivisa per i vari capitoli che
arriveranno in sala tra il 2021 e il 2027. È probabile comunque,
anche in base ad una voce che circolava da parecchio tempo, che per
ogni singolo episodio sia stato utilizzato un budget di 250 milioni
di dollari.
Avatar
2debutterà
il 17 dicembre 2021, seguito dal terzo
capitolo il 22 dicembre 2023. Per il quarto e
quinto capitolo, invece, si dovrà attendere ancora qualche
anno: 19 dicembre 2025 e 17
dicembre 2027.
Il cast della serie di film è
formato da Kate
Winslet, Edie
Falco, Michelle Yeoh, Vin
Diesel, insieme ad un gruppo di attori che
interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno
anche i protagonisti del primo film, ossia Sam
Worthington, Zoe
Saldana, Stephen
Lang, Sigourney
Weaver, Joel David
Moore, Dileep
Rao e Matt Gerald.