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Notti Magiche: recensione del film di Paolo Virzì #RomaFF13

Notti Magiche: recensione del film di Paolo Virzì #RomaFF13

L’ultima fatica di Paolo Virzì, Notti Magiche, è stato presentato in anteprima al Festival del Cinema di Roma 2018. Il titolo rimanda subito la mente all’intro della canzone cantata da Gianna Nannini e Edoardo Bennato, Estate Italiana, che fece da colonna sonora per la quattordicesima Coppa del Mondo FIFA nel 1990. Ma Notti Magiche è anche un esplicito riferimento all’omonimo documentario di Mario Morra, che seguiva la Nazionale di Calcio Italiana nelle fasi speciali dei mondiali di quell’anno, svoltisi nel Bel Paese e durante i quali l’Italia perse in semifinale contro l’Argentina. Un pezzo di storia nostrana che rivive però solo come mero pretesto per mettere in scena una storia corale, a suo modo una sorta di docufilm degli ultimissimi anni d’oro del cinema italiano. Notti Magiche è però anzitutto una commedia, che si diverte a travestirsi di “giallo” per poter andare a ritroso nel tempo e parlare delle vite di più persone.

Nell’estate dei mondiali di calcio 1990 in Notti Magiche tre giovani aspiranti sceneggiatori – Antonino (Mauro Lamantia), Luciano (Giovanni Toscano) ed Eugenia (Irene Vetere) – vengono convocati a Roma in occasione del Premio Solinas, che conferirà ad uno di loro venticinque milioni di lire e la possibilità di vedere il proprio scritto portato su grande schermo. I tre ragazzi si troveranno tuttavia a fronteggiare il turbolento mondo dello spettacolo, stavolta non più da spettatori ma dalla parte di registi, sceneggiatori, attori e produttori, scoprendo quanto possa essere oscuro. E infatti verranno accusati dell’omicidio del produttore Leandro Saponaro (Giancarlo Giannini) senza capire bene perché. Uno zelante maresciallo dei carabinieri dall’accento partenopeo (Paolo Sassanelli) spiegherà loro come sono andate le cose.

Notti Magiche specchio della nostra società

notti magiche castPaolo Virzì scrive la sua nuova opera con la collaudata collaborazione di Francesca Archibugi e di Francesco Piccolo, rifiutandosi come di consueto di inserirsi in un genere specifico. Quello a cui ama guardare, ormai lo sappiamo, è lo spaccato sociale di un’Italia che, nel caso di Notti Magiche, si tinge di una certa malinconia. Metacinematografico fin nel midollo, il nuovo film del regista toscano parla anzitutto del lato nascosto del mondo dello spettacolo. Dove scrittori squattrinati vengono sfruttati da sceneggiatori anziani e potenti, dove i registi “che contano” sono ancora vivi e temutissimi, e dove i produttori cinematografici vengono ritratti come speculatori senz’anima.

In Notti Magiche le figure che riescono meglio sono quelle di contorno, dal temibile sceneggiatore Fulvio Zappellini di un superbo Roberto Herlitzka alla svampita ex-soubrette di Colpo Grosso di Marina Rocco. C’è tanto di autobiografico nel film di Virzì, a partire dall’omaggio affettuoso ma caustico al vecchio ambiente lavorativo di sceneggiatori come Age e Scarpelli (coi quali il regista livornese si è formato e ha collaborato). Le vicende dei tre personaggi principali, palese metafora di un ristretto e stereotipato ventaglio sociale (la ragazza viziata di nobili origini, il ragazzo colto che viene da un sud altrimenti privo di possibilità e il proletario che vuole fuggire dal proprio destino in fabbrica), cita esplicitamente il C’eravamo Tanto Amati di Ettore Scola e tuttavia non ne raggiunge i livelli, come invece avveniva in La Bella Vita, primo film di Paolo Virzì e riuscito omaggio al maestro di Trevico.

Notti Magiche possiede due storie molto diverse che solo apparentemente si intersecano, procedendo in realtà su due registri narrativi (e stilistici) completamente differenti e discordanti tra loro. Da un lato la storia dei tre sceneggiatori in erba, dall’altro il nostalgico amarcord sugli ultimi anni “magici”del cinema italiano. I due segmenti sono qualitativamente agli antipodi. Per cui all’ottima visione (critica) della realtà cinematografia fine anni ‘80, corrisponde in parallelo la storia dei tre personaggi principali, piena di lacune e composta da un cast acerbo e poco simpatico (volutamente o no poco importa). Notti Magiche è un film riuscito a metà, “virziniano” più negli intenti che nella messa in atto. Il continuo palleggio tra un genere e l’altro non cattura del tutto l’attenzione dello spettatore. Tuttavia rimangono memorabili alcuni frammenti, come la cena tra cineasti e il personaggio del regista Pontani, interpretato da Ferruccio Soleri, figura simbolo di un passato mitizzato dai tre aspiranti sceneggiatori e protagonista di una sua piccola ma poeticissima storia.

Il trailer del film

Avengers 4: 15 personaggi morti che potrebbero tornare nei flashback

Sappiamo, visto l’epilogo tragico di Infinity War, che Avengers 4 sistemerà quasi sicuramente ciò che è andato storto nel precedente film; o meglio, sarà un tentativo dei nostri eroi di porre rimedio allo schiocco di dita di Thanos che ha messo fine a metà dell’universo vivente, portando con sé moltissimi eroi, tra cui Spider-Man, Doctor Strange, Black Panther e Bucky.

Kevin Feige, i fratelli Russo e l’intero cast non hanno ancora rivelato nulla degli eventi del quarto film sugli Avengers, tranne il fatto che (come visto nell’unica scena post credits di Infinity War) Captain Marvel arriverà in soccorso per regolare i conti con il Titano Pazzo. E se invece molti degli eroi non fossero stati cancellati del tutto dal MCU? Ecco di seguito 15 personaggi morti in Infinity War che potrebbero tornare nei flashback di Avengers 4:

Doctor Strange

Tra le vittime dello schiocco di Thanos c’è anche Doctor Strange, ma è del tutto fattibile che l’eroe abbia previsto ogni evento del futuro che tutte quelle persone sarebbero dovute morire per salvare il mondo e riportarlo in vita. Forse torneremo al suo accordo con Dormammu o al tempo trascorso insieme all’Antico?

Ho Yinsen

Se crediamo nella teoria dei viaggi nel tempo, allora dovremmo credere anche nella possibilità di rivivere i migliori momenti dell’universo cinematografico Marvel, tra cui l’incontro fra Tony Stark e Ho Yinsen nella grotta dove ha costruito la sua prima armatura. Dopotutto è lì che è iniziata la storia di questo mondo condiviso…

I Tre Guerrieri

I Tre Guerrieri sono stati uccisi in Thor: Ragnarok e mentre molti pensano che sia altamente improbabile rivederli in scena, sarebbe bello vederli riunirsi con il Dio del Tuono. Zachary Levi nel frattempo ha recitato in Shazam! della DC, ed è quasi impossibile che riprenda il ruolo nel MCU. Come andrà a finire?

Phil Coulson

La morte dell’agente Phil Coulson in Avengers e la sua resurrezione in Agents of S.H.I.E.L.D. potrebbero lasciar pensare che gli sceneggiatori non abbiano più nulla da dire sul personaggio, tuttavia se i viaggi nel tempo diventeranno realtà allora i Vendicatori dovranno tornare agli eventi della battaglia di New York ed eventualmente cercare di salvare il loro vecchio amico.

Quicksilver

Aaron Taylor-Johnson ha categoricamente negato di aver ricevuto un invito a partecipare ad Avengers 4, tuttavia sappiamo come vanno le cose dalle parti dei Marvel Studios tra segreti e clausole contrattuali…Scarlet Witch potrà anche essere morta, ma il legame di Quicksilver con la gemma della mente è ancora vivo, visto che gli ha donato i suoi poteri, ed è un importante storyline che potrebbe essere esplorata in un flashback sul Barone Von Strucker.

Heimdall

avengers infinity war

L’ultima apparizione di Heimdall risale al prologo di Avengers: Infinity War, dove è morto per mano di Thanos, ma c’è chi pensa che lo rivedremo nel prossimo capitolo dei Vendicatori quando torneremo indietro nel tempo agli eventi del primo Avengers. Forse i nostri eroi avranno bisogno di lui per aprire il Bifrost?

Hela

Thor Ragnarok

Alcuni pensano che anche Hela tornerà in Avengers 4 quando Thor avrà bisogno di reclutare un esercito di morti per aiutare i Vendicatori a sconfiggere Thanos. La teoria riporta che la Dea stringerà un accordo con il fratello per salvare l’universo, e che questo accordo la riporterà in vita.

Peggy Carter

Hayley Hatwell Peggy Carter Avengers: Infinity War

Una delle teorie più popolari su Avengers 4 ipotizza la morte di Captain America e un incontro nell’aldilà con Peggy Carter, in modo che possano finalmente concedersi il ballo di cui parlarono in Captain America: Il Primo Vendicatore. Tuttavia il viaggio nel tempo potrebbe riportare l’eroe alla seconda guerra mondiale, dove potrebbe incontrare Peggy e chiederle aiuto.

Howard Stark

Supponendo che la tecnologia B.A.R.F. verrà usata in Avengers 4, non sarebbe affatto sorprendente veder tornare Howard Stark. Fonti attendibili hanno affermato che John Slattery è stato avvistato sul set ma invece che in flashback, è possibile che lo vedremo effettivamente incontrare Iron Man e Captain America, e apprendere che Steve Rogers è stato salvato dal ghiaccio e che suo figlio è diventato un supereroe.

Loki

Sappiamo che Loki sarà protagonista di una serie standalone sul servizio di streaming della Disney, tuttavia le foto rubate dal set di Avengers 4 hanno già confermato che il Dio dell’Inganno tornerà in scena durante la vecchia battaglia di New York. Sarebbe interessante esplorare anche il passato di Loki in relazione a Thanos e come i due hanno iniziato a tramare contro gli eroi.

Captain Marvel/Cull Obsidian

Un easter egg presente in Avengers: Infinity War aveva rivelato un possibile legame tra uno dei membri dell’Ordine Nero di Thanos e Captain Marvel, l’eroina che vedremo in Avengers 4 come annunciato dalla scena post credits. I fan avevano infatti avvistato quello che poteva essere una parte del suo costume intorno alla vita di Cull Obsidian, il che non preclude la possibilità che il passato fra i due verrà esplorato nel prossimo film in un flashback.

Visione

In merito dai flashback, Visione non avrebbe granché da raccontare, ma è più che probabile che venga resuscitato in Avengers 4 dopo che Shuri aveva operato su di lui per estrarre la gemma della mente. Il lavoro è ancora da concludere in fondo. Privo della gemma, l’eroe potrebbe trovare una fonte di energia diversa per tornare in vita, magari come un guscio grigio di un androide che non ha più emozioni (un punto della trama raccontato in West Coast Avengers).

Spider-Man

La morte di Peter Parker ha sconvolto Tony Stark nella fase finale di Avengers: Infinity War, e questo rapporto fra i due potrebbe venir esplorato in un flashback, oppure grazie ai viaggi nel tempo, dove Stark potrebbe persino trovarsi faccia a faccia con un Peter molto più giovane…magari il giorno in cui è stato morso dal ragno radioattivo…

Antico

L’Antico è morto durante gli eventi di Doctor Strange, lasciando la Terra senza uno Stregone Supremo. Ma è possibile che trovi un modo per tornare in vita grazie ai suoi poteri? Dopotutto, se avesse guardato il futuro prevedendo la scomparsa del suo allievo Strange, potrebbe aver messo in atto alcune misure di salvaguardia per assicurarci la presenza di almeno un Maestro delle Arti Mistiche.

Ultron

Molti fan hanno formulato teorie secondo cui Ultron sarebbe ancora vivo dopo gli eventi di Avengers: Age of Ultron, e ci sarebbero molti modi in cui il personaggio potrebbe effettivamente tornare in azione. Per alcuni l’uscita di scena di Visione aprirebbe aprire la porta al villain, come succede nell’evento a fumetti Annihilation, mentre in termini di flashback e viaggi nel tempo, potremmo rivederlo quando i Vendicatori rivisiteranno gli eventi del film in cui era apparso per esplorare il suo rapporto con la gemma della mente.

Leggi anche – Avengers 4: 15 dettagli che già conosciamo sul film

Fonte: ScreenRant

#Romaff13, Paolo Virzì presenta Notti Magiche

#Romaff13, Paolo Virzì presenta Notti Magiche

A chiusura della Festa del Cinema di Roma, Paolo Virzì è arrivato per presentare al pubblico il suo ultimo film, Notti Magiche, la storia di un omicidio ambientato proprio durante Italia ’90, che sarà al cinema dall’8 novembre 2018. Il regista Virzì, accompagnato da Giancarlo Giannini, Marina Rocco e i tre ragazzi protagonisti esordienti, Mauro Lamantia, Giovanni Toscano e Irene Vetere, ha raccontato come è nata l’idea dietro questo film, scritto insieme a Francesca Archibugi e Francesco Piccolo.

“Quella stagione lì ha suscitato delle emozioni che sono rimaste evidentemente indelebili, che poi si sono trasformate in qualcos’altro, come nostalgia o si riaffacciavano nei sogni quelle giornate e nottate che sono rimaste memorabili. C’è sicuramente qualcosa di autobiografico, come si fa sempre: si prendono cose che si conoscono, elementi della propria vita e si usano per trasformarli in qualcos’altro. Ci sono senz’altro pezzetti della mia e delle vostra vita e ricordi però allo stesso tempo c’è il disegno narrativo, l’affresco di una grande galleria di personaggi e ritratti. E c’è anche la seduzione potente che suscitava avvicinarsi alla corte dei grandi maestri del cinema, in una stagione bellissima e le emozioni di un ragazzetto come me che a 20 anni sognava di lavorarci: tutte cose reali che abbiamo voluto mettere in questa storia. E soprattutto c’è uno spirito che è controverso perché da una parte aderisce a questo mito ma dall’altra c’è la burla, canzonatura e quel modo caricaturale di raccontare”.

Quanto ha pesato su di te e sulla tua generazione questa eredità del grande cinema italiano?

Si però d’altro canto è lo stesso problema con cui si confrontavano loro quando erano giovani. Avendoli conosciuti da vicino io so quanto in realtà simulassero in realtà un sentimento di sofferenza verso il fatto che certa critica li sminuisse rispetto a qualcosa che era ritenuto più nobile o quello che era reputato un cinema d’autore o che era la parte più seria del cinema. Ad esempio La Grande Guerra quando uscì suscitò molto dissenso, oggi lo celebriamo. Comunque io ho deciso di fare questo film, mi ci ha fatto pensare Francesco Piccolo in un intervista, il giorno in cui abbiamo salutato Ettore Scola alla Casa del Cinema: sentivo che con lui erano andati via un po’ tutto e avevo voglia di dire loro ‘Grazie’. Ma avevo voglia anche di fare come loro e prenderli in giro, ‘Vi voglio bene ma mi avete anche insegnato l’arte di essere irriverente’ e quindi ho voluto raccontare quanto fossero seducenti ma anche terribili i grandi maestri del cinema italiano.

Sono 25 anni dalla morte di Fellini e nel film c’è un ultimo ciack girato da lui che sembri simboleggiare uno spartiacque tra quello che era la commedia e quello che è il nuovo cinema…

Sì, proprio uno dei motivi per cui abbiamo pensato di ambientarlo per 1990 è perché è stato l’anno dell’ultimo film di Fellini. Tra l’altro ho chiesto il permesso a Roberto Benigni di usare la sua voce e ci ha rivelato una cosa che non sapevo, che per davvero l’ultima scena inquadrata è stata proprio l’ultima scena girata da lui… Proprio come l’abbiamo inscenata noi.

Notti Magiche: Il trailer

Come mai ha deciso di ambientare la storia proprio durante la notte dei Mondiali?

Quello è un espediente narrativo per far riverberare un evento che ha riguardato tutta l’Italia e c’è anche una piccola considerazione sul cinema e su che cosa vuol dire raccontare. Ed è interessante notare come mentre avviene qualcosa di rilevante qualcuno guarda qualcos’altro. Qui mentre avviene il principale evento del nostro racconto, tra l’altro un evento piuttosto notevole, nessuno se ne accorge perché sono tutti a guardare il rigore sbagliato.

Nel film si fanno nomi e cognomi, mentre di altri no… Come mai?

Il sistema usato è stato molto semplice: laddove i grandi personaggi erano menzionati con nome e cognome noi li guardavamo da lontano, perché non mi potevo permettere di ricreare persone come Scola o Scarpelli. Laddove invece li abbiamo avvicinati, abbiamo cambiato i loro dati biografici e ci siamo sentiti liberi di prendere dei pezzetti di ciascuno in modo più umoristico, parola che poi ci hanno insegnato proprio loro.

Giancarlo Giannini, si è ispirato a qualcuno in particolare per creare il suo personaggio?

Tutti dicono Cecchi Gori, in realtà per niente! Anzi io ho lavorato con lui, gli ho anche fatto degli scherzi molto strani: ad esempio una volta che stava producendo un film per me e doveva darmi una barca per una settimana, ho chiesto ad un aiuto regista una forbice, mi sono tagliato dei capelli e me li sono riattaccati in testa e sono andato nel suo studio e facendo finta di strapparmi i capelli gli dicevo “guarda che succede!”, insomma… Lo conoscevo molto bene! Invece no, mi sono ispirato ad un altra persone, di cui non farò mai il nome perché è anche un mio amico. Ma questo film è bello perché è così autobiografico anche per me, anche io ricordo perfettamente questi momenti. Virzì invece aveva l’età dei protagonisti a quel tempo e quindi è autobiografico in modo anche un po’ malinconico. Io ho incontrato questi grandi registi come Pasolini, Antonioni e alla fine, quando li conoscevi, erano le persone più semplici del mondo. Ad esempio Fellini alle 4 del mattino sul set che mi faceva vedere in una stagnola del parmigiano dicendomi ‘Vieni qua ci facciamo degli spaghetti al ragù con questo parmigiano appena arrivato da Parma’ e così io infatti ho una foto con lui che mangio gli spaghetti. E Virzì è un po’ come loro: è sempre sul set con il sorriso, malinconico forse, ma il cinema è un gioco. Per tornare alla domanda, ho messo insieme tante persone che ho conosciuto e mi sono divertito a fare il produttore che frega le persone, perché era sempre senza una lira come tutti i produttori e allora doveva inventarsi delle storie ammaliando questi giovani portandoli sul set di Fellini in un modo o in un altro. Si può dire che il film ha una curiosa malinconica verità ma comunque abbastanza  sincera… Che è quello che io ho scoperto in Virzì, un regista che ride ride, perché si diverte prendendo in giro e rappresentando in modo ironico quei tempi.

Notti Magiche è un film su quel tempo, ma anche sull’oggi: che cosa si rimpiange  di quell’epoca e invece cosa siamo contenti non ci sia più?

Non c’è dubbio che quello era un modo originale di avvicinarsi al cinema, per un giovane aspirante l’unica strada era intrufolarsi su un set per avvicinarsi nella corte di un maestro. Adesso si può girare anche un film con uno smartphone, metterlo in rete e sperare di avere milioni di visualizzazioni, ma il ricambio generazionale è un tema sempre attuale. Un altro dei conflitti che mettiamo in scena è quello ‘maschi contro femmine’, che probabilmente c’è ancora ma a livelli diversi. Una cosa che raccontiamo di quella stagione del cinema è che era un ambiente molto maschilista, fatto tutto da uomini e dove le poche femmine si mascolinizzavano. E in questo senso mi fa molto pace aver scritto questo copione Francesca Archibugi, che è stata, oltre che una amica e sorella, la prima regista italiana ad andare sul set con la gonna. Non sto dicendo un iperbole, è stato proprio così e ha segnato la fine di un’epoca. E mi fa piacere vedere che, nonostante il nostro sia un paese macista con elementi di squilibrio nel rapporto tra i due sessi, dati bassissimi di accesso al lavoro da parte delle donne, ci siano tante brave autrici nel nostro cinema.

 

 

 

#RomaFF13: Il vizio della speranza vince il premio del pubblico BNL

Il vizio della speranza di Edoardo De Angelis si è aggiudicato il “Premio del Pubblico BNL” alla tredicesima edizione della Festa del Cinema di Roma. Il “Premio del Pubblico BNL”, in collaborazione con il Main Partner della Festa del Cinema, BNL Gruppo BNP Paribas, è stato assegnato dagli spettatori che hanno espresso il proprio voto sui film in programma nella Selezione Ufficiale utilizzando myCicero, con l’app ufficiale della Festa del Cinema, RomeFilmFest (realizzata da Pluservice), e attraverso il sito www.romacinemafest.org.

Il vizio della speranza di Edoardo De Angelis arriverà in sala giovedì 22 novembre 2018, distribuito da Medusa.

#RomaFF13: Il vizio della speranza, la recensione del film di Edoardo De Angelis

SINOSSI: Lungo il fiume scorre il tempo di Maria, il cappuccio sulla testa e il passo risoluto. Un’esistenza trascorsa un giorno alla volta, senza sogni né desideri, a prendersi cura di sua madre e al servizio di una madame ingioiellata. Insieme al suo pitbull dagli occhi coraggiosi Maria traghetta sul fiume donne incinte, in quello che sembra un purgatorio senza fine. È proprio a questa donna che la speranza un giorno tornerà a far visita, nella sua forma più ancestrale e potente, miracolosa come la vita stessa. Perché restare umani è da sempre la più grande delle rivoluzioni. “A me non mi uccide nessuno”.

IL REGISTA: Edoardo De Angelis, nato nel 1978 a Napoli, a diciannove anni scopre il cinema e gira i suoi primi cortometraggi. Nel 2006 si diploma in regia presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma: il suo saggio di fine corso è il corto Mistero e passione di Gino Pacino. Del 2011 è il suo primo lungometraggio da regista, Mozzarella Stories. Nel 2014, con la società fondata con Pierpaolo Verga, la O’Groove, realizza Perez, opera seconda. Nel 2016 dirige Indivisibili, che vince sei Nastri d’argento, otto Ciak d’oro, un Globo d’oro, e riceve diciassette candidature ai David di Donatello, vincendone sei.

#RomaFF13: Edoardo De Angelis racconta Il Vizio della Speranza

NOTE DI REGIA: Nel fotogramma passato, presente e futuro. Nessuna presentazione dei personaggi, nessuna divagazione. La storia delle donne e degli uomini è scritta sul corpo: nelle cicatrici il passato, nei gesti il presente, negli occhi il futuro. Il corpo è lo strumento principale della narrazione perché la sua materia mobile esprime la trasformazione dei personaggi; è veicolo tematico in quanto mostra la bellezza ferita di essere umani in attesa di qualcosa o qualcuno, disperati attaccati a un’ultima speranza; infine, il corpo esprime la volontà dell’anima di sovvertire l’ordine della disperazione, attraverso la resistenza e, al momento giusto, la ribellione. Pensate a un inverno freddo, un tempo in cui tutto attorno a noi sembra morto e accendiamo il fuoco per scaldarci, in attesa che cambi. La terra genera, la terra ospita, la terra lascia prosperare e poi sovrasta il corpo morto; il vento soffia sul fuoco e spinge l’acqua del fiume verso la terra, per ravvivarla. La vita si ostina a lottare contro la morte: l’arco del mondo si trasforma attraverso la nascita, la morte e la rinascita. Tutto ciò che resta immobile muore. Ciò che si muove vive. Per chi ha la forza di resistere, il premio è il miracolo del mondo che nasce.

#RomaFF13: Alice nella città, i vincitori dell’edizione 2018

#RomaFF13: Alice nella città, i vincitori dell’edizione 2018

Sezione autonoma e parallela della Festa del cinema di Romadedicata alle giovani generazioni, Alice nella città ha svelato oggi i suoi vincitori. Tra gli 11 film in concorso nella sezione Young Adult la giuria di assegna il premio come miglior film a “Jelly Fish” primo lungometraggio di finzione di James Gardner che ci racconta una delicata storia d’identità sostenuta dal forte desiderio di fuggire via quando la tua famiglia e tutto il mondo intorno sembrano rimanere immobili. Un’opera onesta e dura – è la motivazione dei giovani giurati – che riesce a raccontare una situazione difficile con la crudezza che le appartiene. Con sguardo e tempi spietati Gardner racconta la vita di una giovane donna che tra senso di responsabilità e rabbia tenta di diventare adulta con ironia e forza.

Il premio speciale della giuria va invece all’attesissimo “Ben is Back” di Peter Hedges. Nel cast il figlio Lucas Hedges e Julia Roberts che per la stampa italiana ha regalato un’interpretazione da Oscar. Secondo la giuria il film racconta con umana fragilità l’amore di una madre, un amore che proteggendoci a volte ci impedisce di crescere, in un eterno ritorno di colpe e dipendenze. La sinergia tra la Roberts e Lucas Hedges racconta la lottà alla tossicodipendenza con uno sguardo inedito e disperato.

Il premio speciale della giuria per il miglior attore va a Thomas Blachard per “The Elephant and the butterfly” secondo lungometraggio della regista Amelie Van Elmbt prodotto dai Fratelli Dardenne con la produzione esecutiva di Martin Scorsese. Il film esplora la tensione tra reale e immagiario e mette in scena con grande delicatezza tutte le sfumature di tre giornate in cui una bambina si ricongiunge con il suo padre sconosciuto.

Il Premio giuria opera prima My Movies va a “The Harvesters“. “Siamo onorati di premiare questo film – dichiarano i giurati – per il suo stile cinematografico maturo e personale e inoltre per l’abilità del regista nel definire le contraddizioni e le fragilità di una società attraverso l’emozionante figura di un adolescente che combatte contro i terribili cambiamenti nella sua vita e il difficile distacco dalle tragedie della sua infanzia.”

Jelly Fish di James Gardner porta a casa un altro premio con la Menzione Speciale opera prima My Movies per la miglior interpretazione alla giovane protagonista Liv Hill.

Il Premio Roma Lazio FIlm Commission, rivolto alle produzioni del Panorama Italia girate nel territorio del Lazio va a Go Home, opera prima di Luna Gualano, un’iperbole che ci accompagna verso un horror allegorico, uno zombie movie, scritto da Emiliano Rubi che vuole utilizzare gli zombie come metafora per una società sempre più chiusa, spaventata, aggressiva nei confronti dei migranti, dei profughi, del “diverso da se” in generale.

Grazie alla collaborazione con Premiere Film quest’anno Alice ha inaugurato con grande successo il concorso Internazionale Cortometraggi. La giuria composta dal regista Fabio Guaglianone, dalla giornalista Rai Cinema Channel Manuela Rima, da Maria Theresia Braun di Studio Universal e dall’attore Edoardo Natoli decreta come vincitore “Beauty” di Nicola Abbatangelo per il dichiarato intento di mostrare e diffondere bellezza, per l’ambizione visiva e produttiva, per la padronanza della messa in scena e della gestione artistica e pratica di un micro sistema complesso, per l’esplorazione di un genete narrativo spettacolare e inusuale come il “musical”.

Da quest’anno Alice assieme a Leone Film Group promuove il talento presentando un format innovativo dal corto al lungo. I 10 registi concorrenti hanno partecipato a un campus di tre giorni e la giuria composta da Raffaella Leone, Marco Belardi, Maite Bulgari, Ughetta Curto, Serena Lonigro e Carlo Salem assegna il primo premio a “Il mondiale in Piazza“. Il regista Marco Belardi si aggiudica un premio di 3000 euro per l’opzione del soggetto di 18 mesi e il possibile sviluppo della sceneggiatura.

Per Istant Stories Alice Cinemotore Award la giuria composta da Paolo Genovese, Nicola Giuliano, Nicola Maccanico, Antonio e Marco Manetti e Paola Minaccioni ha assegnato il premio a Ilaria Marchetti per “Another me“, una storia innovativa e coinvolgente.

 

TUTTI I PREMI

Young Adult – Concorso

Miglior film
“Jelly Fish” di James Gardner

Menzione speciale
“Ben is Back” di Peter Hedges

Miglior attore
Thomas Blanchard – The Elephant and the butterfly di Amelie Van Elmbt

Giuria Opera Prima – My Movies

Primo Premio
“The Harvesters” di Etienne Kallos

 

Menzione speciale miglior attrice
Liv Hill – Jelly Fish

 

Premio Roma Lazio Film Commission
Go Home – Luna Gualano

 

Concorso internazionale cortometraggi
“Beauty” di Nicola Abbatangelo

 

Dal corto al lungo – Leone Film Group
“Il mondiale in piazza” – Marco Belardi

 

Istant Stories Alice Cinemotore Award
“Another Me” di Ilaria Marchetti

Boba Fett: lo spin off è ufficialmente morto

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Boba Fett: lo spin off è ufficialmente morto

Il flop di Solo: A Star Wars Story ha dimostrato che non basta che i fan amino il protagonista di un film per garantirne il successo, e questo è ciò che avrà pernsato Kathleen Kennedy, comunicando che il progetto di un film solo su Boba Fett è stato abortito.

La Disney aveva messo in cantiere diversi progetti molto interessanti, ma nessuno di questo è sembrato poi essere all’altezza di quanto costruito e sviluppato con i fatti. Lo spin off su Boba Fett, di cui avevamo sentito parlare, è adesso ufficialmente fuori dai giochi. DUrante una speciale proiezione dedicata a Black Panther, Kathleen Kennedy ha confermato che il film non si farà più e che la Lucasfilm è al momento impegnata nella produzione della serie tv The Mandalorian. Lo show andrà in onda sulla piattaforma streaming della Disney e vedrà protagonisti tutti personaggi nuovi.

Per quanto riguarda il futuro cinematografico della Lucasfilm, tutti i suoi sforzi sono adesso concentrati su Star Wars: Episodio IX, che è attualmente in fase di riprese.

Star Wars: Episodio IX, chi ha deciso di far “tornare” Carrie Fisher?

Nel cast del film tornano Daisy Ridley, Adam Driver, John Boyega, Oscar Isaac, Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Kelly Marie Tran, Joonas Suotamo e Billie Lourd. Si uniranno al cast di Star Wars: Episodio IX Naomi Ackie e Richard E. Grant, insieme ai veterani del franchise Mark Hamill, Anthony Daniels e Billy Dee Williams, che riprenderà il ruolo di Lando Calrissian.

L’uscita di Star Wars: Episodio IX è prevista per il dicembre 2019.

Marvel: 15 attori che avrebbero potuto interpretare un supereroe

Marvel: 15 attori che avrebbero potuto interpretare un supereroe

Sappiamo quanto oggi interpretare un supereroe Marvel sia diventato un grande privilegio oltre che un’immensa responsabilità nei confronti del pubblico (specialmente dei fan dei fumetti); tuttavia non tutti gli attori a cui è stata offerta la possibilità di farlo si sono comportati nella stessa maniera. Alcuni di loro hanno deciso di rifiutare per motivi professionali, altri per ragioni legate ai propri gusti o scelte di carriera. Ma quali sono i più celebri fra questi?

Ecco allora seguito 15 attori che avrebbero potuto interpretare un supereroe in Marvel:

EDDIE REDMAYNE – STAR LORD

Eddie Redmayne filmIl casting di Chris Pratt come Star-Lord arrivò del tutto inaspettato, dal momento che l’attore era noto principalmente per aver interpretato il buffo ragazzo paffuto della serie Parks and Recreation. Come avrebbe potuto vestire i panni di un guerriero della galassia? Tuttavia prima di lui i Marvel Studios avevano considerato Eddie Redmayne. Forse col senno di poi la scelta di Pratt è sembrata quella migliore, perché il collega britannico non avrebbe dato a Peter Quill lo stesso tono scanzonato e ironico che necessitava.

DOUGRAY SCOTT – WOLVERINE

10 attori

Fin dall’inizio della produzione di X-Men Dougray Scott era la scelta della Fox per il personaggio di Wolverine, e prima dell’inizio delle riprese aveva perfino concesso interviste. Tuttavia la lavorazione di Mission Impossible 2 costrinse Scott ad abbandonare il ruolo, costringendo Bryan Singer a scegliere uno sconosciuto attore australiano di nome Hugh Jackman, che proprio grazie al film lanciò la sua carriera a Hollywood.

JESSICA CHASTAIN – THE WASP

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Co-protagonista nel primo Ant-Man, Hope van Dyne ha avuto un ruolo d’eccezione al fianco di Scott Lang in Ant-Man and The Wasp interpretata ancora una volta da Evangeline Lilly. Tuttavia al suo posto avrebbe potuto esserci nientemeno che Jessica Chastain, scritturata quando a dirigere il film c’era ancora Edgar Wright (ovvero nel 2013). L’attrice sembrava intenzionata a partecipare, ma l’addio del regista al progetto la spinse a rinunciare.

JIM CARREY – ROCKET RACOON

 

Jim-Carrey-Una-settimana-da-dioSulla carta, Rocket Raccoon potrebbe essere interpretato da chiunque, dal momento che il personaggio è riprodotto interamente con la CGI, però il casting dell’attore che l’avrebbe doppiato si è rivelato decisivo ai fini della riuscita generale di Guardiani della Galassia: originariamente i Marvel Studios avevano considerato Adam Sandler e Jim Carrey, basandosi sul loro fruttuoso rapporto con la commedia. Fu però lo stesso Carrey ad affermare di non aver mai avuto un’offerta.

JOAQUIN PHOENIX – DOCTOR STRANGE

 

joaquin phoenixMolti fan considerano Benedict Cumberbatch un Doctor Strange perfetto, capace di catturare facilmente tutta l’arroganza e il potere del personaggio risultando più che credibile come guerriero magico. Tuttavia non molti sanno che prima dell’inizio della produzione, Joaquin Phoenix venne segnalato per il ruolo ma rifiutò perché “troppo impegnato” con altri progetti e scostante.

SAOIRSE RONAN – SCARLET WITCH

 

Saoirse RonanElizabeth Olsen non era esattamente ciò che i fan si aspettavano per il casting di Scarlet Witch, eppure l’attrice è riuscita a sorprendere tutti grazie alla sua intensa interpretazione. Ma la prima scelta di Joss Whedon per Avengers: Age of Ultron era Saoirse Ronan, l’irlandese all’epoca nota per Espiazione e Hanna. A quanto pare sembrava interessata al ruolo, come testimoniano diverse interviste, anche se poi decise di declinare l’offerta per non impegnarsi in un franchise a lungo termine. Per lo stesso motivo rifiutò anche il ruolo di Jean Gray in X-Men: Apocalypse.

MEL GIBSON – ODINO

 

Mel GibsonIl premio Oscar Anthony Hopkins si è rivelata un’ottima scelta per portare sullo schermo il sovrano di Asgard Odino, eppure in fase di progettazione i Marvel Studios avevano considerato un attore molto diverso da Hopkins: parliamo di Mel Gibson, di cui il regista Kenneth Branagh era grande fan, che successivamente dichiarò di aver rifiutato il lavoro perché non gradiva i costumi “stravaganti.” del personaggio.

GAL GADOT – NEBULA

Gal GadotEbbene si, la Wonder Woman che tutti abbiamo amato nell’universo DC è stata ad un passo dall’interpretare un’altra supereroina per i Marvel Studios. Parliamo ovviamente di Gal Gadot, alla quale fu offerto il ruolo di Nebula in Guardiani della Galassia Vol.1, ma le sfide fisiche che la aspettavano (tra cui radersi a zero i capelli) la spinsero a rifiutare.

JOHN MALKOVICH – AVVOLTOIO

Educazione SiberianaMichael Keaton ha convinto i fan grazie alla sua prova nei panni di Avvoltoio in Spider-Man: Homecoming, e non c’è attore migliore su piazza che avrebbe potuto interpretarlo. Tuttavia il personaggio, se fosse apparso in Spider-Man 4 di Sam Raimi, sarebbe stato adattato sul grande schermo da un genio come John Malkovich.

KATE HUDSON – MARY JANE WATSON

Kate Hudson filmMolte attrici vennero suggerite a Sam Raimi per vestire i panni del grande amore di Spider-Man, Mary Jane Watson, nel primo film del franchise. All’epoca Kate Hudson aveva appena interpretato la protagonista femminile di Almost Famous di Cameron Crowe ed era sulla cresta dell’onda, mentre Raimi, un suo grande fan, le offrì la parte. Spiegando che “il momento non sembrava giusto”, la Hudson declinò lasciando la strada aperta a Kirsten Dunst.

JAKE GYLLENHAAL – SPIDER-MAN

Molti l’avranno dimenticato, ma nel 2003 ci fu una grande controversia sulla partecipazione di Tobey Maguire in Spider-Man 2. Prima delle riprese infatti l’attore si infortunò sul set di Seabiscuit, e sembrava che la Sony avesse iniziato la ricerca di un sostituto. Preoccupati che il film potesse essere ritardato, i vertici raggiunsero Jake Gyllenhaal, e il futuro protagonista di Brokeback Mountain fu ad un passo dal vestire i panni di Peter Parker.

JASON MOMOA – DRAX

Jason Momoa
Jason Momoa in Game of Thrones – © HBO

Il casting dell’ex wrestler Dave Bautista nei panni di Drax è stata una scelta insolita per i Marvel Studios, ma ha funzionato benissimo. I fan adorano sue sue battute divertenti e il suo modo di fare, ma cosa sarebbe successo se al suo posto ci fosse stato Jason Momoa? All’epoca l’attore stava appena uscendo da Game of Thrones e star quasi per accettare la parte offertagli da Kevin Feige e Co.

JOHN KRASINSKI – CAPTAIN AMERICA

john krasinskiLa scelta di Chris Evans per Capitan America suscitò non pochi dubbi nella fanbase della Marvel, dal momento che l’attore era stato coinvolto nel fallimentare Fantastici Quattro dei primi anni Duemila. Per fortuna Evans mise a tacere questi sospetti interpretando il ruolo a meraviglia, ma prima di lui altri nomi erano stati considerati, tra cui John Krasinski. All’epoca l’attore era più noto per la sit-com The Office, e stava iniziando a costruire le basi di una solida carriera drammatica.

ANNE HATHAWAY – BLACK CAT

 

Ann HathawayCome saprete Sam Raimi aveva in programma un quarto film su Spider-Man, ma la cattiva reazione del pubblico al terzo film del franchise lo gettò in crisi. Il film avrebbe però introdotto Felicia Hardy, un’ereditiera nota come Black Cat, e per il ruolo il regista avrebbe sognato Anne Hathaway. Curioso come nel 2012, la Hathaway abbia finito per interpretare un’altra “gatta”, ovvero Catwoman in The Dark Knight Rises.

EMILY BLUNT – VEDOVA NERA

 

emily bluntNon tutti sanno che a Emily Blunt venne offerto il ruolo di Vedova Nera in Iron Man 2, e ogni cosa sembrava andare per il verso giusto fino a quando Sembrava pronto per andare, ma la sovrapposizione di progetti spinsero i Marvel Studios a trovare un’altra candidata. La trovarono in Scarlett Johansson.

Leggi anche – Marvel: 10 personaggi che il cinema ha reso migliori rispetto ai fumetti

Fonte: The Richest

Avengers 4: ecco quando arriverà il trailer, parola di Kevin Feige

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Avengers 4 arriverà tra sei mesi al cinema, eppure non abbiamo ancora a disposizione un titolo ufficiale, né tantomento un trailer che possa darci un’idea di quello che ci aspetta nel film conclusivo della Fase 3 Marvel Studios. Tuttavia, secondo Kevin Feige, presidente dei Marvel Studios, il tanto atteso video promozionale è dietro l’angolo.

Durante una proiezione speciale di Black Panther, a Los Angeles, il boss Marvel ha risposto a diverse domande relative al futuro dello studio e ai progetti che vedremo in seguito. Oltre a confermare la possibilità dell’ingresso di Namor nel MCU, Feige ha anche detto che il trailer di Avengers 4 arriverà “entro la fine dell’anno” on line.

Un mese di riprese aggiuntive appena conclusesi, la supervisione di Anthony e Joe Russo e l’inizio della post-produzione sono gli ultimi step del film, che adesso potrebbe avere abbastanza elementi per mettere insieme un bel trailer, magari anche solo un teaser, che possa dare soddisfazione ai fan, alimentando la loro già spasmodica attesa.

Avengers 4: una nuova attrice nel cast e la conferma di un ritorno!

Avengers 4 arriverà al cinema ad Aprile 2019, sarà diretto da Anthony e Joe Russo e porterà a conclusione la Fase 3 del Marvel Cinematic Universe.

Nel cast del film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo, Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

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Namor il Submariner: per Kevin Feige “potrebbe” arrivare nel MCU

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Namor il Submariner: per Kevin Feige “potrebbe” arrivare nel MCU

Nonostante le speranze dei fan e il fatto che sia uno degli eroi più vecchi della Marvel, Namor il Submariner non è ancora arrivato sul grande schermo. Tuttavia, sembra che Kevin Feige sia possibilista in merito a una futura apparizione del personaggio.

Durante una proiezione speciale di Black Panther a Los Angeles, il boss Marvel ha risposto ad alcune domende del giornalista Erick Weber e tra queste ce n’era proprio una relativa a Namor, i cui diritti di sfruttamento sembrano essere in una situazione complicata. Tuttavia, secondo quanto riporta il giornalista, un film che possa comprendere l’antieroe acquatico è effettivamente possibile, anche se non si sa quando.

Spiegando che “i dirittir di Namor non sono chiari come quelli di tutti gli altri personaggi” Feige ha dichiarato che gli piacerebbe comunque portare l’eroe nel MCU. Tuttavia la storia passata e gli eventi degli anni ’90, hanno complicato l’aspetto legale dell’eventuale trasposizione cinematografica del personaggio.

Il personaggio gemello di casa DC, Aquaman, arriverà invece sul grande schermo il prossimo anno, con il volto di Jason Momoa e la regia di James Wan.

Namor il Sub-Mariner (Namor, the Sub-Mariner), o più semplicemente Namor, alter ego di Namor McKenzie, è un personaggio immaginario dei fumetti creato da Bill Everett nel 1939 e pubblicato dalla Marvel Comics. Durante il periodo denominato Golden Age, insieme a Capitan America e alla Torcia Umana originale, è uno dei primi personaggi della casa editrice Timely Comics, che poi divenne la Marvel Comics. Successivamente Stan Lee e Jack Kirby, anni dopo, lo ripresero durante la Silver Age come comprimario dei Fantastici Quattro. Negli anni ottanta è un comprimario della serie dei Vendicatori e dei Difensori di cui è membro fondatore e storica è anche la sua alleanza con il Dottor Destino e i frequenti incontri e scontri con i Fantastici Quattro. Everett ammise anni dopo di essersi ispirato al poema La ballata del vecchio marinaio dello scrittore inglese Samuel Taylor Coleridge per sceglierne il nome. Namor è comparso in quasi tutte le serie Marvel, dove si è messo in luce per la sua arroganza, la sua forza e il suo lessico regale e autoritario.

Milla Jovovich mostra il look finale di Monster Hunter

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Milla Jovovich mostra il look finale di Monster Hunter

Dopo una prima immagine teaser, Milla Jovovich condivide il look definitivo del suo personaggio nel prossimo Monster Hunter il nuovo film che la vede protagonista.

Capcom ha lanciato il primo capitolo del franchise di videogiochi Monster Hunter nel 2004, e la saga è cresciuta immensamente da allora. All’inizio di quest’anno, l’ultima puntata dal titolo Monster Hunter World (la nostra recensione) è diventato il gioco più venduto di sempre per lo Studio, e così l’inizio della lavorazione del film arriva in un momento straordinariamente propizio data la grande eccitazione che circonda il titolo in questo momento.

Milla Jovovich ha debuttato al cinema nel 1997, con Il Quinto Elemento,  solo cinque anni dopo si sarebbe ritrovata a guidare un franchise d’azione tutto suo. Infatti, non è estranea ad adattamenti di videogiochi al cinema, dopo aver interpretato il ruolo di Alice in sei film di Resident Evil, con l’ultimo film uscito nel 2016. Ora, con Monster Hunter, Milla è destinata a recitare in un altro adattamento di videogioco.

A dirigere il film, così come accaduto anche con il franchise di Resident Evil, ci sarà Paul W.S. Anderson, anche marito della Jovovich nella vita. Nel cast del film ci sono anche Ron Perlman, T.I. Harris, Diego Boneta e Tony Jaa.

Ecco l’immagine:

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Rambo V: un nuovo “strumento” in una foto dal set

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Rambo V: un nuovo “strumento” in una foto dal set

Sylvester Stallone ha diffuso una nuova foto dal set di Rambo V in cui vediamo il “fermatore di cuore”, o almeno è questa la traduzione più letterale possibile del nome dato al coltellaccio che l’eroe brandisce nell’immagine di seguito.

Sylvester Stallone è al momento una star molto impegnata. Dopo la rinascita grazie a Creed, che gli ha fatto guadagnare un Golden Globes e una nomination agli Oscar. Adesso, mentre è impegnato sul set di Rambo V, l’attore e regista arriverà presto in sala con Creed 2, dove ritrova Dolph Lundgren nel ruolo di Ivan Drago, mentre in programma per lui c’è anche I Mercenari 4.

Tutto ciò che sappiamo del film, finora, è che è stato scritto da Matt Cirulnick e prodotto dalla Millennium Media di Avi Lerner e da Kevin King, mentre è confermato che verrà sottoposto all’attenzione di papabili finanziatori durante il Festival di Cannes.

In Rambo V vedremo il veterano del Vietnam alla ricerca della figlia di un suo caro amico scomparsa misteriosamente in Messico. Lasciato quindi il ranch dove si era ritirato, Rambo viaggerà oltre il confine degli Stati Uniti per ritrovare la ragazza, scoperchiando un segreto giro di prostituzione gestito da un pericoloso boss del crimine.

The Eternals: ecco una prima sinossi?

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The Eternals: ecco una prima sinossi?

Ci sono interessanti novità in merito a The Eternals, il film Marvel Studios che sembra concretizzarsi ogni giorno di più. Secondo un recente rumor infatti la storia sarà ambientata “milioni di anni fa“. Il film, che dovrebbe occupare uno slot di uscita del 2020 per lo Studio, sarà quindi ambientato molto indietro nel tempo, aggirando in qualche modo i problemi di continuity che potrebbero sorgere rispetto a quanto realizzato fino a questo momento.

Secondo The Hashtag Show, esiste una prima data d’uscita, il 6 novembre 2020, e una possibile sinossi del film, che recita quanto segue: “La storia di The Eternals è ambientata milioni di anni fa, quando gli esseri cosmici noti come i Celesti fecero esperimenti genetici sugli umani, creando individui super-potenti noti come i Devianti. I due gruppi di creature entrarono in conflitto nel corso dei secoli, per stabilire quale delle due sarebbe stata la razza definitiva. La storia comprende una love-story tra Ikaris, un uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, che invece si nasconde tra gli umani.”

Da tempo sappiamo che il futuro del MCU risiede nella direzione cosmica ma in pochi si aspettavano che lo studio mettesse in cantiere un film proprio su questi personaggi. Il franchise è poco noto e fu originariamente creato dallo stesso Jack Kirby e poi ripreso da Neil Gaiman nel 2006. La Marvel, a maggio, ha ingaggiato la coppia Matthew e Ryan Firpo per lavorare alla sceneggiatura. Restiamo in attesa di avere ulteriori aggiornamenti in merito.

Fonte:That Hashtag Show 

Avengers: Infinity War, ecco chi è sopravvissuto secondo Kevin Feige!

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Deadpool è sopravvissuto allo schiocco di Thanos in Avengers: Infinity War, perché non è ancora nel Marvel Cinematic Universe. Il gesto del Titano Pazzo ha spazzato via metà dell’universo (condiviso) e gli eroi sopravvissuti cercheranno in Avengers 4 di porre rimedio a questo terribile atto. Tuttavia, i fan si chiedono se altri personaggi possano spuntare fuori nel prossimo film, personaggi che fino a questo momento non aveva preso parte al MCU.

Questa supposizione è più che legittima, data la fusione tra Disney e 20th Century Fox, che come conseguenza, tra le altre cose, avrà il “ritorno a casa” degli X-Men (e di tutti i personaggi ad essi connessi) e dei Fantastici Quattro. Questi gruppi di eroi hanno sempre operato al cinema in maniera parallela agli eventi del MCU, ma adesso potrebbero finalmente partecipare alla festa.

Infatti, Variety ha chiesto a Kevin Feige se uno come Deadpool sarebbe stato in grado di sopravvivere allo schiocco di Thanos, ma per tutti quelli preoccupati per il Mercenario Chiacchierone, Feige si è sentito di tranquillizzarli: nessun personaggio Fox è stato toccato dal gesto del Titano pazzo. “Questa è una buona domanda che nessuno mi aveva fatto prima. Tecnicamente non è nel MCU, quindi non essendo in quell’universo condiviso, Deadpool non è stato affatto toccato dallo schiocco!”.

E se fosse lui, o qualche altro eroe fino a ieri di casa Fox, a intervenire o semplicemente ad apparire alla fine di Avengers 4? Sognare, per i fan, non costa nulla!

Marvel Studios: ecco i due titoli che arriveranno nel 2020

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Marvel Studios: ecco i due titoli che arriveranno nel 2020

I Marvel Studios dovrebbero distribuire nel 2020 due film: Black Widow e The Eternals. Data la mole di segretezza che circonda Avengers 4, non c’è da stupirsi se i piani per la Fase 4 sono ancora nascosti a parte Spider-man: Far From Home, le cui riprese sono già completate e che uscirà a giugno 2019.

Mentre non ci sono conferme su nessun fronte, l’originaria programmazione della produzione di Guardiani della Galassia Vol. 3, puntava ad occupare uno slot del 2020. Tuttavia, il licenziamento di James Gunn ha causato il posticipo del film, con un conseguente ritardo nella data d’uscita. Come risultato, lo studio ha bisogno di ripianificare le uscite del 2020.

That Hashtag Show riporta adesso che Black Widow e The Eternals saranno I due titoli della Marvel per il 2020. Il film con Scarlett Johansson dovrebbe arrivare per primo nei cinema, andando a occupare la finestra di Maggio, mentre The Eternals si insedierà nella finestra autunnale, a novembre, come è successo a Doctor Strange e a Thor: Ragnarok.

Nonostante si tratti soltanto di un rumor, sembra chiaro che la Fase 4 del MCU possa riservare sorprese di questo genere, che possano sviluppare e ampliare l’universo condiviso in direzioni fino a questo momento inesplorate.

Il particolare sarà interessante vedere in che modo si sceglierà di raccontare la storia di Natasha Romanoff, che sarà diretta da Cate Shortland e che entrerà in produzione il prossimo anno. Il film sarà il secondo targato Marvel Studios con una protagonista donna e stando all’accoglienza ricevuta dal trailer di Captain Marvel, è chiaro che il pubblico non vede l’ora di accogliere eroine protagoniste.

Avengers 4: una nuova attrice nel cast e la conferma di un ritorno!

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Nonostante si siano concluse le riprese aggiuntive di Avengers 4, arriva adesso la conferma che una nuova attrice è entrata a far parte del cast del film. Si tratta di Katherine Langford, la protagonista di 13, serie evento di Netflix.

La conferma ufficiale arriva da The Wrapche ovviamente riporta anche un’assenza di ulteriori dettagli sul personaggio, che rimane sotto il più stretto riserbo. Tuttavia il sito conferma che la giovane attrice, nominata ai Golden Globes per la sua performance di Hannah Baker nella serie Netflix, ha già ultimato le sue scene.

Inoltre, l’executive producer Michael Grillo, ha confermato che nel film tornerà anche l’Antico e che quindi rivedremo Tilda Swinton nei panni del personaggio che ha esordito in Doctor Strange alla fine del 2016. L’attrice è stata molto impegnata di recente e sembra che per Avengers 4 sia stata in grado di partecipare soltanto per una giornata, il tempo necessario a partecipare alle scene che la coinvolgevano. Chissà in che modo, L’Antico, verrà reinserito nel tessuto narrativo, ora che il suo legame con Strange sembra appartenere a un passato tanto lontano!

Avengers 4 arriverà al cinema ad Aprile 2019, sarà diretto da Anthony e Joe Russo e porterà a conclusione la Fase 3 del Marvel Cinematic Universe.

Nel cast del film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo, Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

#RomaFF13: Paolo Virzì chiude la Festa con Notti Magiche

#RomaFF13: Paolo Virzì chiude la Festa con Notti Magiche

Notti Magiche di Paolo Virzì è il film di chiusura della tredicesima edizione della Festa del Cinema di Roma: il nuovo lavoro del regista livornese sarà presentato domani, sabato 27 ottobre, alle ore 19 presso la Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica di Roma. Considerato uno dei maggiori eredi della tradizione della commedia all’italiana, autore di una serie di successi fra i quali Ovosodo, Il capitale umano, La prima cosa bella, Tutta la vita davanti, La pazza gioia, The Leisure Seeker, Virzì ambienta il suo nuovo lavoro a Roma nel 1990 sullo sfondo dell’estate dei mondiali di calcio. Nella notte in cui la Nazionale viene eliminata ai rigori dall’Argentina, un noto produttore cinematografico viene trovato morto nelle acque del Tevere. I principali sospettati dell’omicidio sono tre giovani aspiranti sceneggiatori, chiamati a ripercorrere la loro versione al Comando dei Carabinieri. Notti magiche è il racconto della loro avventura trepidante nello splendore e nelle miserie dell’ultima stagione gloriosa del cinema italiano.

Avengers 4: tutte le armature che potrebbe avere Iron Man

Avengers 4: tutte le armature che potrebbe avere Iron Man

Dopo aver visto i nuovi costumi di Thor e Rocket Raccoon per Avengers 4, ogni dettaglio a disposizione sembrerebbe suggerire che i Vendicatori si avventureranno (forse) nel Regno Quantico con delle “speciali” uniformi. E Tony Stark invece? Come potrebbe apparire Iron Man nel film?

Sappiamo che l’inventore miliardario ha creato cinquanta variazioni della sua armatura, ognuna con scopi diversi, come l’ultima Bleeding Edge indossata per Infinity War, adatta al viaggio nello spazio e al combattimento contro Thanos (che però è andata distrutta). A seguito della disastrosa conclusione del conflitto con il Titano Pazzo, sembra chiaro che Tony si riarmerà per portare avanti la sua vendetta, ma con quale dei suoi pezzi pregiati? Di seguito quattro possibili alternative:

UNA VERSIONE AGGIORNATA DELL’ARMATURA DI INFINITY WAR

Dando una prima occhiata ai personaggi principali di Avengers 4 grazie a leak e foto rubate dal set, sembra che il film mostrerà una sostanziale differenza di look tra la maggioranza degli eroi sopravvissuti e Tony Stark. A quanto pare potrebbe indossare la stessa armatura che aveva in Avengers: Infinity War con dei miglioramenti rispetto alla Mark I di dieci anni fa. È anche probabile che Stark abbia aggiornato la nanotecnologia della sua Mark 50, in grado di cambiare forma e avere diverse abilità a seconda delle esigenze di chi la usa.

L’ARMATURA DI WAR MACHINE CON NANOTECNOLOGIE

Lo stesso concept art che aveva rivelato il look di Tony Stark in Avengers: Infinity War includeva dettagli sulla nuova armatura sfoggiata dall’amico Rhodey, aka War Machine, una sorta di sostituzione aggiornata della versione precedente con nanotecnologie. A quanto pare il pezzo forte dell’uniforme sarebbe un Cannone Protonico già avvistato in Infinity War quando Rhodey dava il benvenuto a Capitan America, Vedova Nera e Falcon al quartier generale dei Vendicatori. Successivamente i fratelli Russo avevano condiviso un’immagine relativa all’arma di Rhodey, anche se ad oggi non è chiaro se sarà o meno in Avengers 4 o se sarà proprio Tony ad usarla. Di certo c’è l’incredibile somiglianza con l’arma del personaggio apparsa in Marvel vs Capcom 2: New Age of Heroes

UN’ARMATURA PER IL REGNO QUANTICO

Una delle teorie più gettonate su Avengers 4 riguarda i viaggi nel tempo degli eroi sopravvissuti allo schiocco per rimediare al piano di Thanos e recuperare prima di lui le gemme dell’infinito. D’altronde le foto rubate dal set hanno mostrato un vecchio Tony Stark e Scott Lang durante la Battaglia di New York del primo Avengers, e sembra che questi viaggi saranno possibili grazie al Regno Quantico. Tuttavia, per entrare in questa realtà parallela, i Vendicatori potrebbero aver bisogno di costumi speciali, e se le immagini promozionali del merchandise non mentono, allora anche Iron Man dovrebbe avere in Avengers 4 un’armatura bianca.

L’ARMATURA DI RESCUE

Ogni speculazione circa l’ingresso in scena di un personaggio, o meglio, del suo nuovo “look” è stata incoraggiata dall’immagine comparsa online che vede Gwyneth Paltrow – interprete di Pepper Potts dal primo Iron Man – indossare l’uniforme di Rescue. Questa versione di Pepper è già apparsa nella serie animata Iron Man Armored Adventures, mentre nei fumetti la compagna di Tony indossa l’armatura Mark 1616, molto diversa da quella di Stark, progettata specificatamente per le abilità acquisite dalla donna dopo l’impianto del Reattore Arc. Addirittura alcuni fan hanno ipotizzato che Pepper potrebbe essere colei che salverà Stark sul pianeta Titan, dove si trova con Nebula dopo lo schiocco di Thanos…

Leggi anche – Iron Man: 14 cose che lo rendono più contraddittorio di Thanos

Fonte: ScreenRant

Emily VanCamp sulla sua esperienza in Marvel: rivedremo l’Agente 13?

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Ospite da Seth Meyers, Emily VanCamp ha avuto occasione di raccontare la sua esperienza in Marvel, dove ha lavorato per un breve periodo, comparendo nei panni di Sharon Carter/Agente 13, in Captain America: The Winter Soldier e in Captain America: Civil War. L’attrice non è stata confermata per Avengers 4, né l’abbiamo vista in Avengers: infinity War, ma ha partecipato alla bella foto del decennale degli Studios.

“È stato magnifico. Sono tutti incredibili – ha detto Emily durante il talk show – Anche i film sono strepitosi, ed è davvero incredibile farne parte. Ma essere sul quel tipo di palcoscenico è stato molto strano. Perché mi sentivo fuori posto, non pensavo che avessero dovuto chiamarmi sul serio; è stato affascinante.”

Nonostante la breve permanenza nel MCU, Emily VanCamp ha riscosso da subito grande successo presso i fan, che forse avrebbero voluto vedere compiersi il suo percorso narrativo al fianco di Cap, così come accade nei fumetti. Così non è stato, e sembra che il futuro dell’universo condiviso farà a meno dell’Agente 13!

Avengers 4: la chiave sarà Loki? Nuovi dettagli da una foto dal set

Avengers 4 arriverà al cinema ad Aprile 2019, sarà diretto da Anthony e Joe Russo e porterà a conclusione la Fase 3 del Marvel Cinematic Universe.

Nel cast del film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo, Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Fonte:Late Night With Seth Meyers

Spawn: al via le riprese a giugno a Toronto

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Spawn: al via le riprese a giugno a Toronto

Arriva da Production Weekly un aggiornamento sullo stato di avanzamento del film su Spawn che al timone vede Todd McFarlane. Secondo quanto riportato, il film comincerebbe la produzione nel 2019, il prossimo giugno, con le riprese che si svolgeranno a Toronto.

L’ultima volta che avevamo parlato del progetto, il nome di Greg Nicotero (The Walking Dead) si era aggiunto al cast tecnico, e ora sembra che la produzione possa procedere senza troppe fasi di stallo. Nel cast del film sono stati confermati fino a questo momento Jeremy Renner e Jamie Foxx.

McFarlane ha scritto il film e ne firmerà la regia che sarà orientata su un prodotto dal rating R e avrà un budget contenuto, tra i 10 e i 12 milioni di dollari, seguendo la politica produttiva della Blumhouse.

Uno dei commenti più interessanti però riguarda il paragone azzardato con altre due pellicole uscite negli ultimi anni, entrambe protette dall’etichetta r-rated per i contenuti vietati ai minori e il linguaggio esplicito, ovvero Deadpool e Logan, con McFarlane convinto che “Spawn sarà molto, ma molto più scorretto di quei due film. Deadpool aveva qualche nudo e un paio di scene davvero forti, ma rientrava nei canoni del vietato ai minori di tredici anni“.

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Captain America: gli indizi che dicono che Falcon (non Bucky) sarà il prossimo

Ci sono sempre più indizi, nel Marvel Cinematic Universe, che indicano che sarà Falcon a raccogliere lo scudo di Captain America e di ereditarne il titolo, e non, come tutti si aspettavano, Bucky. Chris Evans ha completato le riprese di Avengers 4, e con questo ha esaurito il suo lungo contratto con lo studio. C’è una precisazione sempre importante da fare: con Evans va via dal MCU Steve Rogers, non Captain America, che in quanto maschera e simbolo, rimane nella squadra. Ma con l’assenza di Steve, chi prenderà il suo posto?

Nei fumetti sia Bucky Barnes che Sam Wilson raccolgono lo scudo, in momenti differenti, ma la scelta del MCU sembra stia prendendo una direzione precisa nei confronti di Falcon. Nei fumetti, il titolo di Capitan America è “ereditario”, passa da un eroe all’altro. Un certo numero di eroi hanno rivendicato il titolo di Captain America e alcuni hanno persino avuto la benedizione di Steve Rogers, raccogliendo lo scudo quando Rogers stesso non era più in grado di farlo.

Tutto ciò significa che, proprio come nei fumetti, l’imminente addio di Evans dal MCU non significa che non avremo un altro Capitano. E, fortunatamente per Marvel, ci sono due personaggi nell’entourage di Steve Rogers che hanno preso lo scudo nei fumetti. Ma quale dei due sarà? Di seguito le “prove” che fanno pendere l’ago della bilancia dalla parte di Falcon!

Lo sceneggiatore pensa che Bucky non dovrebbe diventare Captain America

Christopher Markus, co-sceneggiatore di Avengers: Infinity War, ha ammesso di non capire l’entusiasmo per l’idea che Bucky Barnes diventi Captain America. Ecco cosa ha detto: “Penso che Winter Soldier sia così fantastico che vale la pena conservarlo, perché sprecare il Soldato d’Inverno trasformandolo in Captain America?”.

È un commento interessante che suggerisce che alcuni dei principali realizzatori alla Marvel non si sentono a proprio agio con l’idea che Bucky possa diventare Captain America. Naturalmente, non abbiamo idea di quanto sia diffusa questa opinione, o addirittura di quanto sia influente Markus nella pianificazione a lungo termine di Kevin Feige.

Il percorso di Bucky

La scena post-credits di Black Panther ha rivelato che Bucky ha assunto un ruolo molto diverso. Shuri lo ha deprogrammato con successo e il braccio cyborg che gli è stato dato da Hydra è stato sostituito con una versione wakandiana. Bucky ha vissuto nel Wakanda per anni e si è gradualmente integrato in quella società. Aveva perfino abbandonato il soprannome “Winter Soldier”, con i bambini wakandiani lo chiamavano adesso il Lupo Bianco.

Nei fumetti, il Lupo Bianco era il suddito più devoto di T’Chaka, un guerriero fisicamente potente che avrebbe difeso il monarca dei wakandiani fino al suo ultimo respiro. La decisione inaspettata del MCU di usare quel titolo in relazione a Bucky ha un enorme peso; suggerisce che la principale lealtà di Bucky ora risiede nel Wakanda, nel Re che gli ha dato una nuova vita e nella famiglia reale che ha distrutto la presa della Hydra sulla sua mente. Lungi dal diventare Captain America, è più appropriato che nel post-Avengers 4 Bucky sceglierà di stabilirsi in Wakanda. Dopotutto, è anche l’unica parte del mondo in cui non è braccato dalle autorità.

Un film su Falcon è improbabile

Mentre Falcon è stato un importante eroe di supporto, non ha avuto la possibilità di recitare in un film standalone e nemmeno Anthony Mackie, l’attore che lo interpreta, è sicuro che funzionerebbe. Già nel 2016, notava che il vero divertimento nel ritrarre questo personaggio era vederlo interagire con altri eroi. “Mi piace andare a lavorare con brave persone”, ha dichiarato, “incontrare queste persone e vedere il modo in cui lavorano, approfondire la loro relazione è davvero un’esperienza di apprendimento per me”.

È importante notare che questa dichiarazione risale a Captain America: Civil War e non sia assolutamente attendibile in relazione ai piani futuri della Marvel. Mentre non ci sono prove del fatto che un film di Falcon sia presente nei programmi, è possibile che Sam Wilson possa avere uno show televisivo. Recentemente è stato riferito che i Marvel Studios stanno lavorando a una serie di spin-off da otto a dieci episodi TV, prodotti con un budget cinematografico e interpretati da personaggi secondari come la Scarlet Witch di Elizabeth Olsen e il Loki di Tom Hiddleston, che andranno direttamente sul servizio di streaming che Disney lancerà entro il prossimo anno. Falcon è un personaggio che potrebbe potenzialmente funzionare bene anche in quel formato.

Falcon è diventato Cap nei fumetti più di recente

Sia Sam Wilson che Bucky Barnes sono stati Captain America nei fumetti, ma il turno di Sam è arrivato molto più di recente – e ha funzionato molto meglio. Il periodo di Bucky come Cap fu caratterizzato da un semplice problema: l’eroe ha vissuto per sempre all’ombra di ciò che era stato prima (e ciò sarebbe vero anche nel MCU). In realtà, il fumetto in cui Bucky è Captain America era insolito, e mostrava una inedita tensione tra il personaggio stesso e il ruolo che doveva ricoprire.

Al contrario, la trasformazione di Sam Wilson in Captain America sembrava lo sviluppo naturale per l’eroe. Sam era molto consapevole del ruolo che stava provando a riempire, e del significato simbolico di un Captain America nero. Divenne una versione molto più politicamente consapevole del personaggio. Questo è stato controverso, sia nei fumetti stessi che tra i lettori; ma era certamente un’evoluzione naturale. Nel MCU, è vero che anche Sam Wilson è attualmente un ricercato, a causa del suo rifiuto di acconsentire agli Accordi di Sokovia, ma, sembra chiaro che, qualunque cosa accada in Avengers 4, quel piccolo intoppo di trama verrà risolto.

Secondo Kevin Feige, la diversità è il futuro del Marvel Studios

I Marvel Studios sono stati per anni al centro della polemica sulla mancanza di diversità a Hollywood, e fino a poco tempo fa cercavano fondamentalmente di ignorare la questione. Tutto ciò è cambiato nell’ultimo anno, con Kevin Feige che sembra essere stato incoraggiato dal successo riscontrato da personaggi come Valchiria di Tessa Thompson in Thor: Ragnarok e dallo straordinario successo al botteghino di Black Panther. Kevin Feige ha spiegato, di recente, che la rappresentazione “può solo aiutarti, puoi aiutarti a raccontare storie uniche, puoi aiutarti a fare le cose in un modo nuovo, elettrizzante. Se lo fai, il pubblico lo noterà, lo apprezzerà e lo sosterrà.”

Di conseguenza, la Marvel guarda alle registe, all’abbondanza di personaggi femminili e agli eroi appartenenti alla comunità LGBTQ. Un Captain America nero sarebbe un altro modo per continuare a percorrere questo sentiero della diversità, dando uno dei ruoli più grandi della serie a una persona di colore.

Frank Grillo ha suggerito un Cap nero

Frank Grillo ha interpretato Brock Rumlow/Crossbones in Captain America: The Winter Soldier e in Captain America: Civil War. In una recente intervista, Grillo ha parlato del suo periodo con la Marvel e ha discusso su chi potrebbe essere il prossimo Capitan America, dicendo che non sarebbe sorpreso di vedere un afroamericano o una donna, nel ruolo.

Vale la pena notare che Grillo fa riferimento a “voci”, quindi potrebbe essere la persona adatta che risponde alla speculazione dei fan rispetto a qualsiasi altra informazione ufficiale che difficilmente possiede. In effetti, non c’è davvero alcun motivo per cui i Marvel Studios abbiano deciso di mettere Grillo a parte dei loro piani per la Fase 4, a parte il fatto che pur essendo stato ucciso in Civil War, ha da poco confermato che tornerà in Avengers 4 per un breve flashback.

Stanlio e Ollio: recensione del film con John C. Reilly

Stanlio e Ollio: recensione del film con John C. Reilly

Il canto del cigno di Stan Laurel e Oliver Hardy, meglio noti come Stanlio e Ollio, diventa nel film di John S. Baird l’occasione per riflettere sul tramonto di un’epoca e l’opportunità di scavare nel lato umano della fine di un matrimonio artistico. Nel 1937, all’apice del loro successo sotto la direzione di Hal Roach,  il duo comico si separa e sedici anni più tardi  – dopo aver smesso con il cinema – intraprende una tournée in Gran Bretagna e Irlanda; i teatri sono spesso semivuoti, le tv fanno restare le persone a casa e il mondo intorno a loro sta cambiando. Tranne l’affetto del pubblico, “rinato” proprio ad un passo dal loro ultimo saluto alle scene.

Questo preludio alla vecchiaia (che inizialmente rifiutano, aggrappati all’illusione di vedere realizzato il loro nuovo film su Robin Hood) è un momento chiave della vita di ognuno, ovvero quella presa di coscienza che include l’accettazione della fine e assume i contorni di una malinconica ballata romantica; lo sa bene Baird, bravo nel dare alla pellicola il tono serio che meritava ma anche il gioco, la purezza e l’innocenza, perché si sa che al tramonto delle nostre vite torniamo bambini e guardiamo le cose del mondo come la prima volta.

Straordinari Steve Coogan e John C. Reilly, tanto bravi a restituire perfettamente la mimica di Laurel e Hardy, quanto efficaci nel comunicare l’importanza del fattore umano, di ciò che rende “persone” celebrità conosciute da tutti, della tristezza che si cela dietro la figura del comico (più evidente quando è vicino al pensionamento). Allo stesso modo il film riesce a creare un bellissimo contrappunto con le due mogli, interpretate da Nina Arianda e Shirley Henderson, che sullo schermo – ironia della sorte – hanno i numeri più divertenti. La sceneggiatura frizzante e mai patetica di Jeff Pope (premio Bafta per Philomena), unita alla regia discreta di Baird fanno di Stanlio e Ollio un’inaspettata e agrodolce commedia come se ne realizzano poche, deliziosa quando rende omaggio al duo comico slapstick, audace perché decide di confrontarsi con delle icone ritenute ancora intoccabili.

Stanlio e Ollio, il trailer

Netflix produrrà un musical d’animazione ispirato alla vita di Wyclef Jean

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Netflix annuncia oggi un nuovo progetto con il visionario artista Wyclef Jean, un film d’animazione ispirato alla storia della sua infanzia, trascorsa ad Haiti.

Stampede, la società di intrattenimento recentemente fondata da Greg Silverman, sta collaborando con il musicista, vincitore di tre Grammy, per la produzione di questo lungometraggio che sarà scritto da Justin Marks (Il libro della giungla, Counterpart).

«Sono cresciuto nella povertà, ma la mia immaginazione è sempre stata ricca. Oggi, vedere le fantasie di quando ero bambino trasformarsi in realtà con Netflix e i miei partner di produzione, fa nascere in me il desiderio di trasmettere un messaggio ai bambini delle baraccopoli di tutto il mondo: non smettete mai di sognare», ha commentato Wyclef Jean.

Melissa Cobb, Netflix Kids and Family Vice President, ha aggiunto: «Quando Wyclef ci presentò per la prima volta la sua idea, il desiderio di realizzare un film d’animazione sulla sua vita e sull’evoluzione del suo modo di fare musica, da quando era un bambino ad Haiti al successo raggiunto a New York, rimanemmo incantati. L’animazione è uno strumento potente, ci consente di percorrere il mondo intero, e non vediamo l’ora di mostrare la sua prospettiva unica alle famiglie di tutto il mondo».

Justin Marks ha commentato: «Quando avevo diciassette anni, due elementi in particolare hanno avuto un grande impatto sulla mia vita: la musica di Wyclef Jean e lo spirito di Haiti, il suo paese d’origine. Ho avuto la fortuna di visitare Haiti, lavorando insieme alla popolazione locale in diverse occasioni negli ultimi anni, per questo motivo ho sempre desiderato raccontare una storia sulla sua cultura, vibrante e resiliente al tempo stesso. Se mi avessero detto che un giorno avrei lavorato con Wyclef ad un film come questo, non ci avrei mai creduto. Questo film è un onore e sono grato a Greg, Stampede e Netflix per averlo reso realtà».

Silverman ha poi aggiunto: «Haiti occupa un posto speciale nel mio cuore e il film di Wyclef e Justin mostrerà questo Paese magico, con uno stile unico e caratteristico».

Wyclef Jean, biografia

Nato ad Haiti e cresciuto nel New Jersey, Wyclef Jean ha scritto, interpretato e prodotto – sia come superstar solista che come fondatore e membro dei Fugees – alcune delle canzoni più popolari della nostra epoca ed è una delle icone della cultura pop degli ultimi due decenni. È stato un sostenitore di Haiti, specialmente in occasione dei soccorsi necessari dopo il devastante terremoto del 2010. Come membro dei Fugees, Jean ha pubblicato l’album “The Score” nel 1996, che ha ottenuto il primo posto nella classifica di Billboard, con tre singoli di grande successo – compresa la loro versione della ballata del 1973 di Roberta Flack “Killing Me Softly“, oggi certificata sei volte disco di platino.

Allontanandosi dal gruppo come produttore, ha lavorato con artisti leggendari come Michael Jackson, i Queen, Mick Jagger, Paul Simon, Earth, Wind & Fire, Kenny Rogers, le Destiny’s Child e Tom Jones, guadagnando un posto sulla copertina degli speciali “Top 50 Hip Hop Players” di Rolling Stone. Come artista solista, ha pubblicato sei album che hanno venduto quasi nove milioni di copie in tutto il mondo, inclusi “The Carnival” nel 1997 e “The Eclectic: 2 Sides” nel  2000, e, più recentemente, nel 2017 “Carnival III : Fall and Rise of a Refugee”. Nel 2006, ha co-scritto, prodotto ed è apparso sul singolo di Shakira, “Hips Do not Lie“, che è salito al numero 1 in 20 paesi tra cui gli Stati Uniti – la coronazione di una serie di successi, tra cui i suoi singoli “Gone Till November“, “Ghetto Superstar” (Pras feat. Wyclef Jean), il singolo di Carlos Santana n. 1 “Maria, Maria” (con Jean e Product G & B) e “My Love is Your Love” di Whitney Houston.

Vox Lux: il nuovo trailer del film con Natalie Portman

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Vox Lux: il nuovo trailer del film con Natalie Portman

È stato diffuso un nuovo trailer di Vox Lux, il film diretto da Brady Corbet che vede protagonista Natalie Portman nei panni di una pop-star. Il film è stato presentato in Concorso all’ultima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia. Ecco il trailer:

Vox Lux, recensione del film con Natalie Portman

Da adolescente, Celeste rimane coinvolta in una sparatoria a scuola. L’evento la scuote nel profondo e per dare sfogo al suo malessere scrive una canzone. Sarà questo il primo passo verso una carriera da pop star, che la lancerà, insieme alla sorella maggiore, nel mondo dello spettacolo.

Fonte: NEON

#RomaFF13: Dead in a Week (Or Your Money Back), la recensione del film con Tom Wilkinson

Presentato nella sezione “Tutti ne parlano” della Festa del Cinema di Roma, Dead in a Week (Or Your Money Back) è un’irriverente commedia nera sul tema del suicidio. Opera prima del regista Tom Edmunds, il film vanta un cast composto da Tom Wilkinson, Aneurin Barnard e Freya Mavor.

William (Aneurin Barnard) è un giovane scrittore profondamente insoddisfatto della sua vita che, dopo aver tentato più volte di suicidarsi, decide di ingaggiare Leslie (Tom Wilkinson), killer professionista prossimo alla pensione, per porre fine ai propri tormenti. Nell’attesa di morire, la vita di William prende però una piega inaspettata, facendogli cambiare idea sulla sua morte. Per Leslie, tuttavia, il contratto non è rescindibile.

Si apre con una premessa originale e divertente il film, che pone il protagonista nella situazione di ricercare la propria morte attraverso l’intervento di un killer professionista. Da qui il regista e sceneggiatore costruisce una commedia nera dal puro humor britannico, concatenando eventi che nel quadro generale danno vita ad ottimi tempi comici, battute frizzanti e dialoghi così spontanei da risultare irresistibilmente divertenti. Una sceneggiatura, quella di Dead in a Week che si rifà alle migliori commedie britanniche recenti, nonché traendo ispirazione dall’umorismo nero dei fratelli Coen.

Elemento fondamentale del film, e che lo arricchisce significativamente, è che oltre la comicità si svela un’umanità, data dai personaggi ben scritti e approfonditi, che infonde un calore in tutto il film. Merito anche di ottimi interpreti, su cui spicca il veterano Tom Wilkinson.

Il suo non è il classico ritratto del killer freddo e spietato, bensì quello di un anziano che riconosce la propria identità esclusivamente nel proprio lavoro, e che dunque non vuole arrendersi al pensionamento. Allo stesso tempo Wilkinson riesce a conferire una profondità umana al suo personaggio, portandoci sempre più dal suo punto di vista, potendone così comprendere le debolezze che svelano l’uomo dietro il killer.

Degna di nota anche Freya Mavor, nel ruolo di Ellie, la ragazza che porterà il protagonista a cambiare idea sulla propria vita. All’interno del film l’attrice risalta per il suo personaggio dal carattere bizzarro e distaccato, a cui l’interprete dona un curioso senso dell’umorismo, che tende con successo a rendere ancor più straniante la comicità del film.

Ben presto ci rendiamo conto di come tutti i protagonisti debbano affrontare, ognuno a modo loro, le proprie battaglie personali. A partire da William, in cerca di uno scopo alla sua vita che gli appare priva di senso, tanto da desiderare il suicidio. L’incastro tra i personaggi porta a risvolti spesso imprevedibili, e che manifestano costantemente una capacità di ridere anche di cose di cui normalmente non si dovrebbe ride.

Tema da sempre delicato da trattare, il suicidio viene qui reso attraverso una chiave ironica che stimola ad una profonda riflessione. Insieme al protagonista, scopriamo lentamente le bellezze che la vita ci può riservare se solo si ha il coraggio di viverla. Nella sua leggerezza, e senza diventare un ritratto sociale o moralizzante dell’argomento, Dead in a Week si afferma essere una brillante commedia capace di coniugare intrattenimento intelligente con una piacevole satira.

Ragazze a Beverly Hills: in arrivo il remake

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Ragazze a Beverly Hills: in arrivo il remake

La Paramount ha messo in cantiere un remake di Ragazze a Beverly Hills, il film del 1990 divenuto un piccolo cult, diretto da Amy Heckerling. La tendenza a produrre remake e reboot è sempre più seguita e anche se fino a questo momento il genero horror sembrava il più saccheggiato da questo fenomeno, anche altri generi sono stati presi di mira dalle produzioni.

Ci sono molti film degli anni ’90 che hanno guadagnato lo status di cult negli anni, e uno di questi è proprio Ragazze a Beverly Hills, una commedia romantica di formazione scritta e diretta dalla Heckerling e liberamente ispirata al romanzo di Jane Austen, Emma. Ambientato nella Beverly Hills degli anni ’90, il film vede Alicia Silverstone nei panni di Cher Horowitz, una ragazza in cima alla piramide sociale, che insieme alla sua migliore amica Dione (Stacey Dash) dà alla nuova ragazza Tai (Brittany Murphy) una serie di suggerimenti per apparire più inserita, ignara che questo porterà alcuni cambiamenti non solo alla sua vita sociale ma anche alla sua vita personale. Ora, la Paramount proverà di raccontare la stessa storia, ambientandola ai nostri giorni.

Secondo Deadline, il remake è in lavorazione con Tracy Oliver alla produzione e con Marquita Robinson che firmerà la sceneggiatura. Non ci sono molti altri dettagli in merito al progetto ma restiamo tutti in attesa di sapere chi raccoglierà l’eredità di Alicia Silverstone e sarà la nuova Cher.

Fonte: Deadline

Il vizio della speranza: recensione del film di Edoardo De Angelis

Dopo tre lungometraggi, tutti girati nelle periferie della Campania e nei suoi angoli più disperati, la coerenza di Edoardo De Angelis inizia a farsi vedere, e Il vizio della speranza contribuisce a rendere evidente il percorso di un regista che sa come raccontare storie inverosimili ambientate in contesti realistici con sguardo originale, affamato di carne e polvere, di bellezza e degrado. Stavolta abbandonando l’immaginario fantastico che aveva caratterizzato Indivisibili e abbracciando la simbologia cristiana in chiave contemporanea: Maria è il miracolo della nascita, come l’Immacolata concezione, e incubatrice dell’umanità stessa racchiusa nei luoghi dimenticati da Dio. In questo caso, il fazzoletto di spiaggia e la palude che circondano Castel Volturno.

Ne Il vizio della speranza la fine del mondo ha il nome e l’aspetto di Castel Volturno, un comune della provincia di Caserta sepolto da cumuli di spazzatura, strade deserte e prostituzione. Qui comanda la mafia, con i suoi traffici illeciti di bambini, e vive Maria, figlia dell’assenza della madre e del luogo, che ogni giorno traghetta da una parte all’altra le povere anime delle donne con in grembo la vita, e non c’è sogno o possibilità di fuga in questo purgatorio terrestre: semplicemente si gira a vuoto aspettando che sorga e tramonti il sole (ma nemmeno la luce riesce a filtrare per quante nubi affollano il cielo), in un circolo “viziato”, terrificante, dove ogni gesto suggerisce miseria e morte. L’unico tocco di colore è dato dall’insegna rossa luminosa che delimita il confine tra il mondo reale e l’universo sospeso sul fiume Volturno; culla della criminalità e tomba dei silenzi.

De Angelis si mette alle (e sopra le) spalle della protagonista, interpretata da Pina Turco, e la insegue instancabilmente lungo tutto il film, con carrellate dense di dolore e riprese che lasciano il segno; sulla pelle di chi questa esperienza la vive dentro lo schermo e di chi la riceve impassibile, senza avere la forza di reagire. Ma se ci fosse stata una maggiore corrispondenza tra le meravigliose trovate della messa in scena e le intenzioni della sceneggiatura, Il vizio della speranza avrebbe rappresentato qualcosa di unico nel panorama cinematografico italiano (così come lo era stato in parte Indivisibili) e universale, anche rifiutandone l’accezione negativa del termine.

Il vizio della speranza, il trailer

Generation: il canale temporaneo dedicato ai millennials

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Serie tv, film, animazione, fumetti, manga giapponesi e videogiochi: con GENERATION, il canale temporaneo in arrivo dal 27 ottobre al 10 novembre sul canale 111 di Sky, si apre una finestra sull’intrattenimento che appassiona i più giovani, millennials e generazione z, con una particolare attenzione per il mondo dei social e del web. Il canale raccoglie i contenuti migliori della collezione On Demand GENERATION – attiva dal giugno scorso su NOW TV e Sky On Demand – più alcune novità esclusive, tutti (ri)proposti nella programmazione in lineare.

GENERATION sarà il canale della nuova produzione originale di Sky Atlantic, che andrà in onda in prima tv, OCCIDENTE VS ORIENTE, un docu-show in quattro puntate che mette a paragone tutto il meglio della cultura pop occidentale da una parte, e di quella orientale dall’altra: cartoni animati, videogames, fumetti, film e giocattoli. Nuovi e vecchi cult a confronto in una sfida senza esclusione di colpi: Transformers vs Gundam e i robottoni giapponesi – ma anche Dragon Ball vs Superman e i grandi supereroi a stelle e strisce; Lara Croft vs Super Mario e le star dei videogiochi orientali.

Il 29, 30 e 31 ottobre alle 19.00, in occasione di Halloween, con una programmazione dedicata, arrivano le tre puntate speciali del game show#socialfaceHalloween, con ancora una volta protagonisti, Favij, Mates (il gruppo formato da Anima, St3pny, SurrealPower e Vegas) e LaSabri. I creator più seguiti del web, conosciuti dal pubblico televisivo proprio grazie a #socialface, verranno anche raccontati in maniera del tutto inedita nelvlogumentary (docu-film in formato vlog) Social Dream – prodotto da Sky, Web Stars Channel e Indiana Production – un viaggio in presa diretta nella terra del Sol Levante, che andrà in onda in prima visione assoluta il 31 ottobre alle 21.15.

Tra i contenuti in evidenza del canale GENERATION, la prima tv esclusiva di due serie animate. La terza stagione di Animals  – creata nel 2016 da Phil Matarese e Mike Luciano per HBO – e l’esordio di Tour bus, serie animata in otto episodi, comedy musicale in cui Mike Judge (creatore di Silicon Valley) racconta le avventure di musicisti country come Johnny Paycheck, Jerry Lee Lewis, George Jones e Tammy Wynette, attraverso le testimonianze di chi ha avuto occasione di conoscerli più da vicino, come ex compagni di band e amici, con interviste animate e aneddoti video. Presente anche l’animazione cult, con alcuni cartoni giapponesi che hanno fatto la storia, tra cui Ken il guerriero e Capitan Harlock.

Spazio anche alla musica, con inserti musicali firmati da m2o e il film documentario This is Måneskin, che racconta la band che ha raggiunto il successo con la partecipazione a X-Factor, dalla sua nascita fino alla realizzazione del loro primo album di inediti, “Il ballo della vita”.

In programmazione anche due produzioni originali Sky: Tafanos, il divertente horror tributo ai b-movie italiani degli anni ’70, e The Generi, l’irresistibile viaggio fra i generi cinematografici di e con Maccio Capatonda.

In collaborazione con Sky Sport, GENERATION sarà anche la vetrina per alcuni degli sport 2.0 più seguiti, come la Drone Racing League e il magazine Adrenalinik, oltre all’evergreen e popolarissimo Wrestling. Non ultimo, uno spazio riservato all’informazione, con Non smetto quando voglio, appuntamento doc de Il Racconto del Reale, che racconta il tema dell’uso di droghe nel mondo giovanile.

GENERATION è realizzato con il contributo e i contenuti dei canali partner Manga, Cartoon Network, MTV e Blaze.

GENERATION, il canale temporaneo attivo dal 27 ottobre al 10 novembre sul canale 111 di Sky

Ben is Back: recensione del film con Lucas Hedges e Julia Roberts #RomaFF13

Il cinema per adolescenti (e post adolescenti) che denunciava l’assenza dei genitori come prima causa del loro malessere sociale sembra aver spostato, negli ultimi anni, il punto di vista del problema. Siamo stati abituati a credere che dietro la generazione di Spring Breakers e Bling Ring ci fossero famiglie troppo distratte, impegnate a fare altro mentre i loro figli cercavano la felicità in esperienze estreme al limite della criminalità; o che i ragazzi di Sixteen Candles e Breakfast Club siano stati dimenticati quando ricorrevano i loro compleanni e tentavano il suicidio per negligenza. 

Oggi non si può dire che in certi angoli del paese la situazione sia cambiata: tantissimi ragazzi allo sbando trovano rifugio nell’alcool e nella droga (con quest’ultima che è la prima causa di morte) ma alcuni di questi non scelgono cattive strade per “ribellione” o perché spinti dalla voglia di essere notati. Semplicemente le cose accadono, la dipendenza arriva quando meno te lo aspetti e non c’è niente che i genitori possano fare per riportarli casa.

Ben Burns, uno dei due protagonisti di Ben is Back, è un diciannovenne tossicodipendente che a casa ci torna ma contro la volontà della sua comunità di recupero. Si presenta la vigilia di Natale, senza preavviso, sconvolgendo l’equilibrio domestico e lo stato d’animo della madre Holly, terrorizzata all’idea di una possibile ricaduta e felice di riaverlo accanto. Bugie e imprevisti però fanno parte della vita di un addicted, e in una notte succederà di tutto.

Sincero ed emozionante, il film di Peter Hedges restituisce profondità al rapporto genitore-figlio in una situazione di dipendenza, senza ricorrere a stratagemmi fastidiosi come fa Beautiful Boy affrontando la stessa tematica, e soprattutto privo di quell’esasperante ripetitività che allontanava il lavoro di Felix Van Groeningen dal pubblico. Ben is Back riduce il distacco, ed è molto più credibile di quanto possa sembrare.

C’è un bisogno sempre più urgente di assumere un altro sguardo sul tema e sulle contraddizioni generazionali che hanno segnato gli ultimi trent’anni americani, scuotere le radici per comprendere meglio noi stessi e chi ci sta vicino, e nel suo piccolo Hedges ci riesce. Affermando che, contro ogni pessimismo sociale, la famiglia può ancora essere decisiva.

Ben is Back, il trailer

Avengers 4: Crossbones tornerà, parola di Frank Grillo

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Avengers 4: Crossbones tornerà, parola di Frank Grillo

Frank Grillo è sempre stato molto vago sul suo eventuale ritorno nel franchise Marvel, ma sembra ormai ufficiale che Avengers 4 avrà spazio per lui. Il personaggio era morto all’inizio di Captain America: Civil War, in uno scontro che era sembrato frettoloso e che non rendesse giustizia alla sua storia dei fumetti.

Adesso Crossbones ha la possibilità di vendicarsi, o meglio la possibilità di apparire di nuovo sullo schermo e di dire, forse, ancora qualcosa di suo. Come Grillo stesso ha confermato, il personaggio apparirà in un flashback di Avengers 4. Ospite durante il podcast UFC Unfiltered (via CBR), Grillo ha semplicemente dichiarato: “Crossbones farà la sua apparizione nel prossimo film degli Avengers, ma si tratterà di un flashback.”

L’utilizzo della parola “flashback” desta però qualche curiosità. Se è plausibile da un lato che il film contenga dei rimandi al passato, dall’altro tutta la teoria sul viaggio nel tempo del film sembra entrare in conflitto con l’idea di “flashback”. Probabilmente però Grillo ha utilizzato la parola che poteva utilizzare in quel contesto, senza rivelare nulla di specifico delle evoluzioni narrative contenute in Avengers 4.

Avengers 4: la chiave sarà Loki? Nuovi dettagli da una foto dal set

Avengers 4 arriverà al cinema ad Aprile 2019, sarà diretto da Anthony e Joe Russo e porterà a conclusione la Fase 3 del Marvel Cinematic Universe.

Nel cast del film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo, Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Birds of Prey potrebbe cambiare titolo. A bordo il DOP di Venom

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Birds of Prey potrebbe cambiare titolo. A bordo il DOP di Venom

Birds of Prey, film della Warner Bros/DC con Margot Robbie di nuovo nei panni di Harley Quinn, ha aggiunto nella sua squadra il Direttore della Fotografia (DOP) di Venom e di A Star is Born. Parallelamente sembra che il titolo del film possa cambiare a questo punto della produzione.

Gli altri progetti alla WB su sequel e spin off, intorno al personaggio di Harley Quinn, sono stati messi da parte in favore di un film tutto al femminile con la regia di Cathy Yan. Alla regista si sono aggiunte di recente le attrici che saranno protagoniste del film: Mary Elizabeth Winstead e Jurnee Smollett-Bell nei panni di Cacciatrice e Black Canary.

Matthew Libatique ha confermato a GMA News che il suo prossimo progetto sarà Birds of Prey, ha raccontato di quanto fosse elettrizzato all’idea spiegando anche di cosa parlerà il film. Ha poi detto che il titolo del film potrebbe cambiare:

“Sono in preparazione per un film che si chiama Birds of Prey, probabilmente avrà un titolo diverso, è con Warner Brothers, e la regista è Cathy Yan, che ha diretto un film intitolato Dead Pigs, un film cinese. Sono elettrizzato, appartiene al genere cinecomic, ma questa volta è nell’universo DC, non nell’universo Marvel. Margot Robbie è destinata a diventare una star e sono eccitato per questo, e poi ha anche una parte che racconterà la storia d’origine dei personaggi, per cui è molto divertente”.

Birds of Prey: tutto quello che sappiamo sul film con Margot Robbie

La prima sinossi del film riporta: Dopo essersi separata da Joker, Harley Quinn e altre tre eroine – Black Canary, Cacciatrice e Renee Montoya – si uniscono per salvare la vita della giovane Cassandra Cain da un malvagio signore del crimine.

Il film diretto da Cathy Yan da una sceneggiatura di Christina Hodson e arriverà al cinema il 7 febbraio 2020. Margot Robbie riprenderà il ruolo di Harley Quinn con cui ha debuttato in Suicide Squad, e si occuperà anche della produzione del film stesso, con Sue Kroll e Bryan Unkeless. Con la Robbie, ufficialmente nel cast Mary Elizabeth Winstead e Jurnee Smollett-Bell saranno rispettivamente Cacciatrice e Black Canary. Rosie Perez sarà Renee Montoya.