Home Blog Pagina 24

Buffy: l’aggiornamento sul reboot da parte del regista è un enorme sollievo

La notizia che la serie Buffy l’ammazzavampiri in uscita nel 2026 sarà un “sequel” è una grande rassicurazione da parte della regista Chloé Zhao. Inizialmente, la notizia del riavvio di Buffy the Vampire Slayer sembrava un’arma a doppio taglio. Dopotutto, la serie originale è un classico dell’horror televisivo per adolescenti degli anni ’90, difficile da eguagliare.

Buffy l’ammazzavampiri ha avuto una grande influenza sulla televisione dei decenni successivi, e serie come Supernatural, Legacies e Teen Wolf potrebbero non essere mai esistite senza il suo successo. Tuttavia, anche se la Scooby Gang di Buffy l’ammazzavampiri rimane iconica, lo stile della serie era così influente che è difficile immaginare che possa funzionare decenni dopo.

Pertanto, fino a quando non è stato annunciato il ritorno di Sarah Michelle Gellar in Buffy – L’ammazzavampiri, c’era il comprensibile timore che lo show fosse un reboot che avrebbe ricastato e reinventato i personaggi principali originali. Fortunatamente, i recenti commenti della regista Chloé Zhao hanno chiarito questo malinteso e hanno accennato a un piano molto migliore.

Il seguito di Buffy l’ammazzavampiri del 2026 è “un sequel”

La regista del pilot del seguito di Buffy l’ammazzavampiri, Chloé Zhao, ha recentemente chiarito la confusione sullo status canonico della serie durante un’intervista a Variety. Secondo Zhao, la nuova serie non sarà un reboot in alcun senso, ma piuttosto un sequel diretto che riporta il cast originale e introduce nuovi personaggi.

Zhao ha dichiarato: “Non è un reboot. È un sequel. Non si possono sostituire questi personaggi. Non lo permetterei mai. E Sarah è tornata. Adoro il mio cast, il nuovo cast. Riporteremo sicuramente i personaggi originali. Ed è una serie che fa da ponte tra due generazioni, non riguarda solo i ragazzi”.

Le dichiarazioni di Zhao saranno un grande sollievo per chiunque fosse preoccupato per la premessa della serie. La serie segue la nuova Cacciatrice di Ryan Kiera Armstrong, Nova, anche se Gellar riprenderà il ruolo di Buffy. Buffy potrebbe essere la mentore di Nova, ma non è ancora chiaro quale sarà il rapporto tra i personaggi.

Tuttavia, solo perché è stato annunciato il ritorno di Gellar non significa che il reboot fosse sempre garantito come il sequel legacy descritto da Zhao. Il seguito di Buffy l’ammazzavampiri avrebbe potuto mantenere Buffy stessa, ma creare comunque una nuova linea temporale, ignorando il resto dei personaggi principali della serie originale e inventando un nuovo canone che non avesse nulla a che fare con la serie originale.

Il sequel di Buffy l’ammazzavampiri segue una grande tendenza horror

Come può testimoniare chiunque conosca i migliori cattivi di Buffy l’ammazzavampiri, l’eroina della serie affrontava spesso cattivi che avevano il potere di distorcere la realtà stessa. I più grandi cattivi di Buffy l’ammazzavampiri erano una minaccia per l’intero universo, quindi non sarebbe stato uno shock se il reboot della serie avesse completamente reinventato la sua linea temporale.

Tuttavia, questo sarebbe stato comunque un errore. Negli ultimi anni, la tendenza dei sequel legacy ha dimostrato che uno dei modi migliori per far rivivere un franchise horror dormiente è con un sequel che riporta in scena i personaggi principali originali, ma che allo stesso tempo introduce una nuova generazione di eroi.

Halloween 2018 è stato uno dei primi esempi di questa tendenza, ma è stato il successo di Scream 2022 a consolidare il sequel legacy come un pilastro dell’horror hollywoodiano. Ben presto sono seguiti sequel simili a L’esorcista e Non aprite quella porta, prima che So cosa hai fatto 2025 riportasse Gellar di Buffy l’ammazzavampiri per un cameo.

Sebbene I Know What You Did Last Summer 2025 abbia corso un grande rischio narrativo riportando in vita il personaggio morto di Gellar, il sequel ha anche seguito la strada tradizionale aperta da Scream 2022 e Halloween 2018. Tutti questi reboot di film slasher hanno riportato in vita le loro Final Girls originali e hanno aggiunto nuove star più giovani, invece di sostituirle semplicemente con nuovi personaggi.

Il sequel di Buffy l’ammazzavampiri può continuare la serie originale

L’impatto netto è stato che Halloween 2018, Scream 2022 e I Know What You Did Last Summer 2025 sembravano tutti esistere nello stesso universo narrativo coeso dei loro predecessori, ma rimanevano liberi di stabilire un tono, uno stile e una storia propri. Questo ha permesso ai film di ottenere il meglio da entrambi i mondi.

Ora, la serie sequel di Buffy l’ammazzavampiri può godere della stessa libertà creativa. Il famigerato triangolo amoroso tra Spike e Angel in Buffy l’ammazzavampiri dimostra che la serie originale non ha risolto tutte le questioni in sospeso, ma questo non sarà un problema poiché il seguito può ora spiegare i misteri irrisolti.

Qualsiasi trama rimasta irrisolta al momento del finale originale di Buffy l’ammazzavampiri può essere rivisitata in questo sequel. Tuttavia, per gli spettatori che non hanno familiarità con la serie originale o per chiunque desideri una visione nuova e fresca del suo universo immaginario, i nuovi personaggi assicurano che la serie sia più di una semplice continuazione.

Sfruttando la tendenza sempre più popolare dei sequel legacy, il seguito di Buffy The Vampire Slayer di Zhao sta massimizzando il suo fascino sia per i fan di lunga data che per i nuovi arrivati. Considerando quanto fosse popolare la serie originale, questo è un modo astuto per garantire che il suo atteso seguito non sia inaccessibile ai non iniziati né estraneo al suo predecessore.

Non sarà facile seguire una serie influente e iconica come quella horror per adolescenti degli anni ’90 che ha reso famosa Gellar. Tuttavia, gli ultimi commenti del regista del seguito di Buffy The Vampire Slayer sembrano promettere bene per la trama della serie in arrivo.

Shogun – Stagione 2: il cast si arricchisce con una new entry

0

Shōgun – Stagione 2 amplia ancora una volta il suo cast con l’aggiunta della pop star e attore giapponese Ren Meguro.

Meguro si unisce alla serie nel ruolo di Kazutada. Dopo aver debuttato come parte del gruppo idol Snow Man nel 2020, il 28enne si è dedicato alla recitazione cinematografica e televisiva. I suoi crediti televisivi includono produzioni straniere come “Silent”, “Trillion Game” e “The Beginning of the Sea”.

“Sono incredibilmente onorato di entrare a far parte del cast della seconda stagione di “Shogun“, ha dichiarato Meguro in una nota. “Quando ho guardato “Shogun” in streaming su Disney+ l’anno scorso, sono rimasto profondamente colpito dalla rappresentazione unica e grandiosa del Giappone offerta dalla serie, diversa dalle precedenti. Da giapponese, ho sentito un forte bisogno di far parte di questa produzione rivoluzionaria.”

Ha aggiunto: “Mi impegno a onorare l’eredità che così tanti hanno costruito prima di me e a plasmare con cura il ruolo che mi è stato affidato in questa straordinaria serie. Non vedo l’ora che tutti vedano l’uscita della seconda stagione di “Shogun” e di condividere con noi questo incredibile viaggio”.

Si unisce ai nuovi arrivati ​​Asami Mizukawa (Aya), Masataka Kubota (Hyūga), Sho Kaneta (Hidenobu), Takaaki Enoki (Lord Ito) e Jun Kunimura (Gōda).

Tra i membri del cast originale che tornano per la seconda stagione figurano le star Hiroyuki Sanada e Cosmo Jarvis, oltre a Fumi Nikaidō, Shinnosuke Abe, Hiroto Kanai, Yoriko Dôguchi, Tommy Bastow, Yuko Miyamoto, Eita Okuno e Yuka Kouri.

Secondo la sinossi ufficiale, la seconda stagione di “Shogun“è ambientata dieci anni dopo gli eventi della prima stagione e prosegue la saga di ispirazione storica di questi due uomini provenienti da mondi diversi, i cui destini sono indissolubilmente intrecciati”.

I registi Hiromi Kamata e Takeshi Fukunaga, che hanno entrambi diretto alcuni episodi della prima stagione, tornano alla regia per la seconda stagione. Anche Anthony Byrne, Kate Herron e il co-creatore della serie Justin Marks dirigeranno alcuni episodi della seconda stagione.

Gli sceneggiatori della seconda stagione includono la co-creatrice Rachel Kondo, Marks, Shannon Goss, Matt Lambert, Maegan Houang, Emily Yoshida, Caillin Puente e Sofie Somoroff.

“Shogun”, basato sul romanzo di James Clavell del 1975, è stato creato per la televisione da Kondo e Marks ed è prodotto da FX Productions. Il duo è anche produttore esecutivo insieme a Michaela Clavell, Edward L. McDonnell e Michael De Luca e Sanada. Jarvis è co-produttore esecutivo insieme a Eriko Miyagawa.

Dove è ambientato The Beast In Me? Le location delle riprese e l’ambientazione del thriller Netflix spiegate

0

La serie Netflix The Beast in Me è ambientata in un’idilliaca cittadina, il che rende facile essere curiosi di sapere dove è stato girato questo thriller. Continuando la tradizione del servizio di streaming di miniserie avvincenti con interpretazioni impressionanti, tutti gli otto episodi della serie sono arrivati sulla piattaforma il 13 novembre 2025.

Claire Danes e Matthew Rhys sono impeccabili nei panni dei protagonisti di The Beast in Me, Aggie Wiggs e Nile Jarvis. Aggie è una madre in lutto e scrittrice che sta avendo difficoltà a lavorare al suo secondo libro e viene incuriosita dal suo nuovo vicino, Nile, un magnate immobiliare sospettato di aver ucciso la sua prima moglie.

Netflix ha molti thriller nascosti che non tutti hanno visto, ma The Beast in Me ha fatto subito scalpore, suscitando domande su dove fosse stato girato.

The Beast In Me è ambientato in una versione immaginaria di Oyster Bay, New York

The Beast in Me Teddy Fenig

The Beast in Me è ambientato in un ricco sobborgo di Oyster Bay, New York. La città di Oyster Bay è un luogo reale, situato nella contea di Nassau a Long Island, New York.

Tuttavia, il quartiere in cui vivono Aggie e Nile è completamente fittizio. Si tratta di una scelta brillante da parte degli sceneggiatori perché, anche per il pubblico che non conosce bene Long Island, la location di The Beast in Me sembra familiare e autentica. Allo stesso tempo, la location funziona perfettamente per la storia, poiché non è vincolata all’accuratezza di un sobborgo reale.

La vera Oyster Bay è nota per essere una zona lussuosa, piena di case costose e con un alto costo della vita. In The Beast in Me, la casa di Aggie sembra inizialmente splendida, ma sta cadendo a pezzi perché lei non è più in grado di permettersi la manutenzione, dato che non scrive da molto tempo.

Le dimensioni regali della sua casa sottolineano anche il suo isolamento, dato che sua moglie se n’è andata dopo la morte del loro figlio, lasciando Aggie sola. Ma per quanto grande sia la casa di Aggie, quella di Nile, che abita nella casa accanto, è ancora più grande. Nile è un uomo molto ricco e un magnate del settore immobiliare newyorkese, quindi sembrerebbe logico che scegliesse di vivere a New York City.

Tuttavia, si trasferisce a Oyster Bay con la sua seconda moglie, Nina (Brittany Snow), proprio per rifugiarsi in periferia dopo che le pressioni derivanti dall’essere al centro di uno scandalo si sono rivelate troppo forti. Come le migliori ambientazioni televisive, anche la location di The Beast in Me è un personaggio a sé stante.

Non c’è da stupirsi che molti dei migliori thriller siano ambientati in periferia, dato che il gioco al gatto e al topo tra Aggie e Nile è ancora più intenso proprio perché vivono così vicini.

Dove è stato girato The Beast In Me di Netflix

The Beast in Me
© Netflix

The Beast in Me è stato girato nel New Jersey da settembre 2024 a gennaio 2025 (tramite TimeOut). La location principale delle riprese della miniserie è stata un quartiere della contea di Monmouth chiamato Redbank. Con i suoi paesaggi urbani e le sue case di lusso, è qui che sono state girate le scene di quartiere di The Beast in Me.

Diverse location di Newark hanno fatto da sfondo ad altre scene, tra cui il Tamaques Park di Westfield, un negozio chiamato Unique Design Menswear, il National Newark Building di Broad Street, un edificio con indirizzo 33 Washington Street e il Branch Brook Park di Newark.

Nel frattempo, le scene importanti che mostrano le proteste relative al progetto edilizio a cui sta lavorando Nile sono state girate nel centro di Jersey City.

Altre contee del New Jersey sono state utilizzate come location (tramite NJ.com), tra cui Passaic, Union, Hudson, Middlesex, Essex e Bergen. Le scene sono state girate in luoghi come Bibb’s Auto Recycling, Dreyer Farms, Hazel Wood Cemetery e Silver Spoon XR Studio.

Il thriller Netflix è sicuramente all’altezza di una delle migliori serie di Claire Danes, grazie alla sua credibilità nel ruolo di una donna che si chiede se il suo vicino abbia davvero commesso un omicidio. Tuttavia, The Beast in Me non sarebbe così avvincente senza la sua ambientazione, in particolare le bellissime ville nel quartiere di Nile e Aggie, che sono le location più memorabili.

Fonti: TimeOut, NJ.com

Black Phone 3: Mason Thames condivide alcune sue idee per il prossimo film

0

Mason Thames, protagonista di Black Phone 2, ha rivelato alcune idee per un terzo capitolo dopo il successo al botteghino del sequel, che ha incassato 123 milioni di dollari. La trama del secondo capitolo è molto diversa da quella del primo, con Grabber (Ethan Hawke) che prende di mira Finney (Thames) dall’aldilà. Il film ha ricevuto recensioni positive oltre al successo al botteghino.

Ora, in un’intervista con Grant Hermanns di ScreenRant, Thames ha rivelato le sue idee per un potenziale Black Phone 3, in particolare su come potrebbe continuare la storia di Finney e Gwen. Dice che vorrebbe vedere il suo personaggio in terapia, mentre elabora ciò che è successo nei primi due film, potenzialmente con sua sorella.

Penso che entrambi i film siano autonomi, entrambi raccontano una storia singola, e penso che se ci fosse un’altra storia da raccontare, penso che farebbero un ottimo lavoro. Quello che mi piacerebbe vedere in un terzo film, se lo facessero, è Finn in terapia. Finn in una terapia molto, molto profonda, perché quel ragazzo ne ha bisogno. E qualche abbraccio”.

LEGGI ANCHE: Black Phone 2, spiegazione del finale: come ritorna il Grabber e cosa vuole

Black Phone 2 si è concluso con Gwen che ha trovato i corpi dei ragazzi uccisi dal Grabber sepolti sotto il ghiaccio, liberando le loro anime e permettendo loro di attaccare l’antagonista. Lo spirito dell’assassino di bambini è poi stato trascinato nel lago, a significare che era stato sconfitto. Tuttavia, dato che il film ha avuto successo al botteghino, un sequel potrebbe ancora realizzarsi.

L’autore Joe Hill, che ha scritto il racconto originale del 2004, aveva precedentemente dichiarato che avrebbe potuto immaginare dei sequel di Black Phone 2 se il film avesse avuto successo al botteghino. Dato che ha incassato 123 milioni di dollari a fronte di un budget di 30 milioni, ha superato la somma necessaria per giustificare un altro film. Questo indica che il Grabber non è sparito per sempre.

Lo sceneggiatore e regista Scott Derrickson e lo sceneggiatore C. Robert Cargill hanno poi espresso interesse per l’idea di Black Phone 3, ma hanno anche dichiarato che avrebbero realizzato il film solo se avessero avuto un’idea in grado di superare il sequel. Anche Hawke è disponibile a tornare nei panni del Grabber, sperando di esplorare gli elementi più soprannaturali del personaggio ora che è morto.

Per quanto riguarda Thames, la sua idea sarebbe quella di basare il sequel sulle esperienze di Finney e sua sorella Gwen. Questo darebbe al film una trama più incentrata sull’aspetto umano, poiché sottolineerebbe quanto gli eventi dei due film precedenti abbiano influenzato la loro psiche. Sarebbe anche un modo creativo per riportare in scena il Grabber, utilizzandolo come simbolo del confronto con il trauma.

Sebbene al momento della stesura di questo articolo il terzo film non sia stato ancora confermato, il successo al botteghino di Black Phone 2 rende possibile la realizzazione di un sequel. Anche se le speranze di Thames hanno un potenziale per il futuro, alla fine spetterà a Derrickson decidere se il prossimo film verrà realizzato e quali idee porterà in tavola.

LEGGI ANCHE: Black Phone 2 trasforma il Grabber in una risposta moderna a Freddy Krueger

Daredevil: Rinascita – Stagione 2, le nuove immagini rivelano un look migliore della nuova tuta

0

Tornerà il prossimo anno. Il finale dell’episodio 9 di Daredevil: Rinascita ha cambiato per sempre il panorama per gli eroi e i vigilanti di New York, grazie alla legge marziale del sindaco Wilson Fisk contro i combattenti del crimine in costume.

Empire ha condiviso un nuovo sguardo al prossimo costume MCU di Charlie Cox, dato che la seconda stagione vedrà finalmente il Diavolo di Hell’s Kitchen indossare il costume nero con il famoso logo DD. Date un’occhiata qui sotto:

Daredevil: Rinascita - Stagione 2 tuta
Credit Empire

La produttrice esecutiva Sana Amanat ha parlato della libertà di cui godono con Daredevil: Rinascita –  stagione 2, dopo la revisione creativa della stagione 1. Amanat ha dichiarato: “Il panorama era aperto, ed era così liberatorio. Ci siamo detti: ‘Possiamo fare quello che vogliamo’”.

Il creativo della Marvel Studios ha anche aggiunto che, con il nuovo status quo di Matt, dopo che questi ha letteralmente preso una pallottola per Kingpin, Amanat ha detto: “Cosa significa per Fisk aver ottenuto tutto ciò che desidera? Quando dai a una persona la cui sete non può essere placata il suo tesoro più prezioso, è sufficiente? O stringe troppo forte il suo tesoro?”

Quando la stagione 1 di Daredevil: Born Again è arrivata su Disney+ all’inizio di quest’anno, gli spettatori hanno potuto ammirare diversi costumi indossati da Matt durante la sua crociata da supereroe, dato che nella premiere sono stati avvistati diversi cappucci. Tuttavia, non sarà l’unico eroe di New York presente nella prossima stagione, dato che Jessica Jones, interpretata da Krysten Ritter, sta tornando.

Con la conclusione delle riprese della seconda stagione nel luglio 2025, Disney+ e Marvel Studios sono già al lavoro sulla terza stagione di Daredevil: Rinascita, che arriverà nel 2027. La produzione della terza stagione inizierà nel 2026. Altre serie TV MCU in arrivo nella Fase 6 includeranno Wonder Man, che debutterà il 27 gennaio 2027, e la serie VisionQuest, anch’essa in arrivo il prossimo anno. Tuttavia, Disney+ e Marvel Studios non hanno ancora fissato una data per lo spin-off di WandaVision con Paul Bettany.

Marvel Studios ha programmato il lancio della seconda stagione di Daredevil: Born Again per il 4 marzo 2026.

Lo showrunner di The West Wing lancia una nuova serie politica su Netflix

0

Lo showrunner di The West Wing, John Wells, ha realizzato una nuova serie drammatica politica per Netflix, The Aisle. Wells è stato produttore esecutivo e alla fine ha assunto il ruolo di produttore esecutivo e capo sceneggiatore della serie vincitrice di un Emmy della NBC, andata in onda per sette stagioni dal 1999 al 2006 e incentrata sul personale dell’ala ovest della Casa Bianca.

Ora, secondo Deadline, John Wells sta tornando a Washington, D.C. per la nuova serie drammatica politica di Netflix, The Aisle. Wells sarà produttore esecutivo insieme a Phoebe Fisher, co-creatrice e showrunner della serie Cruel Intentions di Amazon, che si occuperà della sceneggiatura.

La serie è incentrata su un giovane team motivato che lavora per un senatore appena eletto, determinato a dimostrare che il coraggio e i principi possono ancora prosperare nella politica americana, anche mentre affrontano il tumulto seducente e ad alta pressione delle loro vite personali in una città dove il potere è irresistibile e ogni vittoria richiede qualcosa in cambio.

Presentata come “The West Wing incontra Industry”, la serie approfondirà il modo in cui una nuova generazione si muove nel panorama politico di Washington, D.C.

Aaron Sorkin ha creato, curato la produzione e scritto quasi tutti gli episodi delle prime quattro stagioni di The West Wing, vincendo l’Emmy Award per la migliore serie drammatica per le prime tre stagioni. Tuttavia, Sorkin ha lasciato la serie dopo la quarta stagione e il produttore esecutivo John Wells ha assunto il ruolo di showrunner e capo sceneggiatore.

John Wells è anche produttore esecutivo di ER e The Pitt, nonché delle serie Netflix Maid e Untamed.

The Aisle rappresenta anche un ritorno a Washington, D.C. per la sceneggiatrice Phoebe Fisher, dato che anche la serie Cruel Intentions di Amazon era ambientata nella capitale della nazione e seguiva le vite di ricchi studenti universitari.

Wicked: For Good rivela finalmente chi interpreterà Dorothy

0

Uno dei film più attesi dell’anno, Wicked: For Good svela la verità mai raccontata sulla Strega Malvagia dell’Ovest, Elphaba (Cynthia Erivo). Ambientato durante gli eventi del Mago di Oz del 1939, il sequel musicale segue Elphaba e la Strega Buona Glinda (Ariana Grande), dopo che la prima sfida il Mago (Jeff Goldblum) in difesa degli Animali di Oz.

Mentre il primo film Wicked, basato sull’omonimo musical di Broadway, fungeva da prequel de Il mago di Oz, For Good è una rivisitazione della sua storia. Pertanto, la scelta del cast per Dorothy Gale, protagonista de Il mago di Oz, è stata oggetto di grande discussione tra i fan di Wicked.

Mentre la versione originale del 1939 vedeva Judy Garland nel ruolo della protagonista, For Good vede l’attrice britannica Bethany Weaver nei panni di Dorothy. In particolare, Dorothy è solo un personaggio secondario, il cui volto non viene mostrato direttamente nel film, ma la sua missione di sconfiggere la Malvagia Strega dell’Ovest e consegnare la sua scopa al Mago è comunque una parte importante della storia.

Per questo motivo, l’attenzione è concentrata su altri personaggi, tra cui il gruppo di compagni di viaggio di Dorothy composto dallo Spaventapasseri, dall’Uomo di Latta e dal Leone Codardo, tutti presenti nel primo film Wicked. Prima che i titoli di coda di For Good confermassero la partecipazione di Weaver, si ipotizzava che il ruolo sarebbe stato interpretato dall’attrice Alisha Weir.

In precedenza, Erivo aveva discusso la decisione di ridurre al minimo il ruolo di Dorothy in For Good. L’attrice ha dichiarato: “Penso che sia una cosa meravigliosa da fare, perché così tutti possono conservare l’immagine di Dorothy che conoscono”.

Ciononostante, For Good non sminuisce il ruolo di Dorothy nella storia, ma offre piuttosto una prospettiva alternativa. Anche Grande ha parlato di questa scelta e di come il film mostri la dinamica tra Glinda e Dorothy, affermando: “Adoro il lato un po’ ambiguo che Glinda ha nei confronti di Dorothy”.

Ci sono molte cose da fare e lei non ha davvero tempo per occuparsi di questo”, ha continuato Grande. “Avrebbe potuto dirle di prendere il treno per la Città di Smeraldo! Ma non l’ha fatto. È un po’ ambigua, Glinda! Quindi mi sono concentrata sul fatto che Glinda alzi gli occhi al cielo ogni volta che ha a che fare con Dorothy”.

Nonostante la ridotta rilevanza di Dorothy nella storia, la sua presenza e quella dello Spaventapasseri, dell’Uomo di Latta e del Leone Codardo sono un’aggiunta divertente per i fan del film classico e del libro da cui è tratto. Wicked: For Good uscirà nelle sale il 21 novembre 2025.

Dr. Fate potrebbe tornare in Man of Tomorrow: le rivelazioni di Pierce Brosnan

0

Il nuovo DC Universe potrebbe riportare in scena un importante eroe del DCEU nel sequel di Superman, Man of Tomorrow. Durante una nuova intervista con GQ, Pierce Brosnan ha rivelato di aver sentito che Doctor Fate, che ha interpretato in Black Adam, apparirà in Man of Tomorrow. Secondo l’ex attore di James Bond, Doctor Fate potrebbe inoltre ottenere un progetto da solista, sia una serie TV che un film, oltre appunto ad apparire nel sequel di Superman.

Ho sentito che Dr. Fate avrà una sua serie o un suo film. Ho sentito che apparirà nel prossimo Superman. Mi è piaciuta molto la filosofia di quel personaggio e sarei sicuramente disponibile”. Il ritorno di Doctor Fate in Man of Tomorrow sarebbe una vera sorpresa. Brosnan ha interpretato il personaggio solo una volta, apparendo nel film Black Adam del 2022. Non solo però il film faceva parte della vecchia serie cinematografica DCEU, ma Doctor Fate moriva nel corso della trama.

Detto questo, la DCU di Gunn ha riportato in scena attori della DCEU nei loro ruoli, quindi Doctor Fate di Brosnan potrebbe seguire l’esempio. L’attore potrebbe semplicemente interpretare una nuova versione di Doctor Fate, e la DCU lo ha già fatto in Superman. Uno dei più grandi easter egg del film DC era un murale nella Hall of Justice, che mostrava diversi eroi che fanno parte della DCU di Gunn. Il murale includeva anche un paio di importanti eroi della Justice Society of America: Wildcat e Sandman.

James Gunn ha però poi affrontato la questione di Doctor Fate su Threads, dicendo: “La mia opinione è che non ho mai sentito voci su Dr. Fate!”, apparentemente escludendo questo ritorno. Tuttavia, non sarebbe così azzardato affermare che la Justice Society of America potrebbe essere coinvolta in Man of Tomorrow, spiegando così perché Doctor Fate potrebbe apparire nel film. Dopotutto, Gunn ha utilizzato diversi eroi della DCU, la Justice Gang, in Superman. Con Brainiac che richiede l’alleanza tra Lex Luthor e Superman, probabilmente saranno necessari altri eroi.

Il DCEU aveva originariamente piani più ambiziosi per la Justice Society oltre al loro debutto in Black Adam. In una delle scene post-crediti di Shazam! Furia degli Dei, Emilia Harcourt e John Economos, che sono entrati a far parte della DCU nella seconda stagione di Peacemaker, reclutano Shazam, interpretato da Zachary Levi, nella JSA. Il ruolo accennato di Doctor Fate in Man of Tomorrow potrebbe dunque riportare in vita la squadra.

The Gunman: la spiegazione del finale del film con Sean Penn

Diretto da Pierre Morel (regista di Io vi troverò e From Paris with Love) e interpretato da Sean Penn nel ruolo di Jim Terrier, il thriller d’azione del 2015 The Gunman è tratto dal romanzo “The Prone Gunman” dello scrittore francese Jean-Patrick Manchette. Questo film ricco di azione racchiude tutti gli elementi necessari per un intrattenimento popcorn a tutto tondo. Presenta scene d’azione mozzafiato, un protagonista affascinante e dal passato oscuro, una storia d’amore straziante con una bellissima protagonista femminile e un cattivo appartenente a un’organizzazione malvagia.

Questo thriller ruota attorno a un assassino mercenario, Jim Terrier, che uccide il ministro del Congo ed è costretto a fuggire dal continente, tornando solo per sfuggire alla morte. Durante la sua ricerca di informazioni nascoste su una squadra di sicari incaricata di ucciderlo, si ricongiunge con la sua amante perduta. Il film segue la ricerca emozionante del principale colpevole che vuole catturare Jim e come tutto sia collegato al suo passato oscuro. Sebbene il film non abbia avuto un grande successo al cinema, è divertente sotto ogni aspetto. Quindi, se siete curiosi di conoscere il finale di The Gunman, ecco tutto quello che dovete sapere.

La trama di The Gunman

Il film è ambientato nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) nel 2006, in un periodo di forte instabilità politica tra i governi, i funzionari minerari e i gruppi ribelli locali. Jim Terrier (Sean Penn) è un ex soldato delle forze speciali diventato mercenario delle operazioni segrete di stanza nella RDC. Incontra Annie, una dottoressa che lavora per il benessere delle comunità locali. I due si innamorano rapidamente, ma la situazione politica nella RDC peggiora. Il paese è sull’orlo di una guerra civile. Di conseguenza, un’organizzazione mineraria anonima assume una squadra di mercenari assassini per uccidere il ministro delle miniere della RDC.

Jim lavora con i suoi amici Stanley e Felix alla missione e riceve l’ordine di premere il grilletto quando avrà una visuale libera sul ministro. Di conseguenza, Jim è costretto a fuggire dal Paese e si ritira dal lavoro di mercenario poco dopo la missione. Tuttavia, il senso di colpa di Jim inizia a pesare su di lui, e otto anni dopo torna nella Repubblica Democratica del Congo in un viaggio di espiazione. Jim scopre che Annie è sposata con Felix. Jim aiuta a costruire pozzi per la comunità locale per espiare il suo passato e soffre di un grave disturbo da stress post-traumatico.

The Gunman cast

Ben presto, Jim scopre di essere lui stesso il bersaglio di una squadra di sicari e sospetta che il motivo sia legato agli eventi accaduti otto anni prima, l’assassinio dell’allora ministro delle miniere. Dopo essere sfuggito per un soffio a una squadra di mercenari inviati per ucciderlo, Jim decide di cercare delle risposte. Di conseguenza, Jim parte per Londra per incontrare il suo ex capo, Cox. A Londra, Jim viene aiutato dal suo amico ed ex collega Stanley, che gli rivela che il loro vecchio capo lavora per una grande società di sicurezza internazionale. Man mano che Jim si addentra nella cospirazione, scopre la verità sull’attacco alla sua vita. Il resto della trama ruota attorno alla sopravvivenza di Jim agli attacchi e alla scoperta dell’identità di coloro che sono determinati ad ucciderlo.

Il finale di The Gunman: cos’è Aquila Corp? Perché vogliono uccidere Jim?

Subito dopo il suo incontro con l’agente dell’Interpol a Gibilterra, Jackie Barnes, Jim si rende conto che l’Interpol è sulle tracce della sua squadra (coinvolta nell’assassinio in Congo otto anni prima) e cerca di avvertire Cox. Tuttavia, i sospetti su Cox erano già stati seminati da Stanley, che ha informato Jim del nuovo accordo “grande come il Pentagono” che l’azienda aveva concluso e che stava “ripulendo la casa”, il che significa che volevano Jim morto, con Bryson, Reed e Felix già morti. Jim capisce subito che Cox e Aquila Corp lo stanno dando la caccia. Lo stesso viene confermato quando Jim affronta Cox all’Oceana Aquarium.

Aquila Corp è una società di sicurezza gestita da Terrance Cox a Gibilterra. Nel corso del film, il nome dell’azienda continua a comparire come società di sicurezza internazionale pronta a concludere un accordo con il Pentagono. Tuttavia, i precedenti legami con qualsiasi attività criminale possono compromettere il nuovo accordo. Pertanto, l’obiettivo principale dell’azienda è quello di non lasciare testimoni dell’assassinio del ministro delle miniere in Congo uccidendo fino all’ultimo membro dell’“Operazione Calvary”.

Gli eventi successivi ci portano al finale del film, dove Cox rapisce Annie e uccide Stanley. Jim propone di liberare Annie in cambio delle prove concrete che Jim ha raccolto durante l’Operazione Calvary (l’assassinio del ministro delle miniere del Congo) che mostrano i video di Cox mentre guida l’operazione. Cox accetta la proposta e i due si incontrano nell’arena. Dopo alcune scene d’azione in stile vecchia scuola, Jim esce vittorioso e Cox viene brutalmente ucciso da un toro. Jim consegna tutto all’Interpol e confessa tutto sull’Operazione Calvary, contribuendo a smantellare la malvagia società.

Alla fine, a causa del suo coinvolgimento nell’omicidio, Jim viene condannato a diversi anni di carcere. Tuttavia, alla fine, Jim sopravvive alla terribile caccia condotta dal suo ex capo e si salva da una morte certa grazie alla sua abilità e determinazione. Consegnando le prove dell’Operazione Calvary all’Interpol, Jim si libera anche dalla sua coscienza. Scontata la pena per i suoi crimini, viene rilasciato dal carcere, libero di iniziare una nuova vita senza il peso dei suoi peccati passati.

Perché Jack Barnes aiuta Jim?

L’entrata in scena dell’Interpol subito dopo la conversazione notturna tra Jim e Stanley (Stanley: “Devi tornare a casa, Jim. Avvisa l’Interpol o il Dipartimento di Giustizia, di’ loro esattamente dove ti trovi. Chiama il tuo avvocato. Consegnati alle autorità. È l’unica possibilità che hai“). Ci si interroga sulla coincidenza. Si può supporre che sia stato Stanley a informare l’Interpol dell’intera situazione per salvare il suo amico. L’agente dell’Interpol Jack Barnes è un perfetto esempio di ”poliziotto buono“ che ti fa venire voglia di confessare. È lecito supporre che Jack e Jim abbiano sicuramente ”costruito insieme una casa sull’albero”.

In una scena “amichevole ma ansiogena” proprio fuori dalla Aquila Corp, Jim si trova di fronte alla sua versione della “legge di Murphy”, ma in modo amichevole. Nella scena, tuttavia, Barnes non cattura Jim sul posto. Piuttosto, verso la fine del film, vediamo Barnes aiutare Jim riducendo la sua pena. È possibile che l’Interpol avesse bisogno delle informazioni per smantellare la malvagia organizzazione di sicurezza che controllava le proprie operazioni segrete e fermare le loro intenzioni corrotte, dato che erano sul punto di concludere uno dei più grandi affari. È anche lecito pensare che l’Interpol avesse tutte le informazioni necessarie su Jim, ma aveva bisogno che lui confessasse e consegnasse tutti i documenti che potevano essere usati contro la Aquila Corp.

Jim e Annie finiranno insieme?

Alla fine, gli spettatori sono accolti da una calda sensazione di benessere quando finalmente vediamo Jim e Annie insieme dopo tutti quegli anni in Congo. La lunga attesa della coppia è finita quando Jim torna dopo aver scontato la pena per il suo coinvolgimento nell’assassinio. Tuttavia, c’è più di quanto sembri. Ora che la notizia dell’assassinio è stata resa pubblica, l’organizzazione Aquila Corp è caduta e il popolo del Congo ha scoperto le vere ragioni dietro l’assassinio del loro ministro delle miniere.

L’amore di Annie per i bambini e la popolazione potrebbe renderla riluttante a ricongiungersi con Jim. Jim ha già un passato di abbandoni, mettendola in situazioni pericolose e costringendola a lasciare il lavoro. Tuttavia, Jim dimostra il suo amore per Annie sacrificandosi per salvarla da Jim. Inoltre, si assicura che Annie non finisca nel mirino della giustizia e stringe un accordo con Barnes per proteggerla.

Alla fine, Annie accoglie Jim a braccia aperte e il film si conclude con l’abbraccio della coppia, che lascia intravedere un futuro romantico insieme. Il grande pubblico sembra ignaro del coinvolgimento di Jim, poiché anche i notiziari si riferiscono a lui come a un “testimone chiave” senza rivelarne il nome. Pertanto, Jim non sembra correre alcun pericolo da parte dell’opinione pubblica, nonostante il suo passato. Di conseguenza, è lecito supporre che lui e Annie inizieranno a costruirsi una nuova vita nella Repubblica Democratica del Congo.

LEGGI ANCHE: The Gunman: libro, trama e cast del film con Sean Penn

Fast & Furious 7: la spiegazione del finale alternativo del film

Il settimo capitolo della serie Fast & Furious della Universal è uscito nelle sale nel 2015 ed è diventato rapidamente il film di maggior incasso della saga. Fast & Furious 7, diretto da James Wan ha incassato oltre 1,5 miliardi di dollari in tutto il mondo dopo aver ricevuto ottime recensioni. Non solo gli spettatori hanno potuto godersi le solite scene spettacolari per cui la serie Fast & Furious è famosa, ma la maggior parte di loro è rimasta sorpresa dall’emozionante addio a Brian O’Conner, interpretato da Paul Walker.

Verso la fine della produzione, infatti, la tragedia ha colpito il film quando Walker è morto in un incidente stradale il 30 novembre 2013. La devastante perdita della star della serie ha portato alla sospensione della produzione per mesi, mentre il cast e la troupe erano in lutto. Dopo quattro mesi di pausa dalle riprese, la produzione è ripresa nel marzo 2014 per finire il film, ma anche con un piano per far uscire Brian O’Conner dalla serie. Dopo le scene d’azione culminanti del film, Brian viene infatti mostrato mentre gioca con la sua famiglia sulla spiaggia e poi mentre si allontana in auto verso il tramonto.

Il nuovo finale di Fast & Furious 7 è stato possibile solo riutilizzando e modificando alcune riprese esistenti di Paul, mentre i suoi fratelli Cody e Caleb lo hanno sostituito quando necessario. Tuttavia, il film non era stato concepito come l’ultima apparizione di Paul Walker. Da allora sono stati rivelati i dettagli del finale originale e cosa significava per il futuro di Brian nella serie. Ecco allora in questo approfondimento tutto quello si sa dei cambiamenti apportati al finale di Fast & Furious 7.

Fast & Furious 7 cast

Cosa succedeva nel finale originale di Fast & Furious 7

Qualche anno dopo l’uscita di Fast & Furious 7 nelle sale, lo sceneggiatore Chris Morgan ha iniziato a rivelare come fosse il finale originale del film. Il finale ruotava ancora attorno a Brian e al resto della squadra di Dominic Toretto (Vin Diesel) che tentavano di fermare God’s Eye, un programma informatico avanzato in grado di trovare qualsiasi persona sul pianeta. Ma, invece di riconoscere la fine dell’esperienza di Brian con la squadra, il film sarebbe terminato con la preparazione della prossima missione della squadra. Non è chiaro esattamente come la sceneggiatura originale di Morgan prevedesse di farlo, ma lui ha detto che c’era un accenno al fatto che ci sarebbe stata un’altra missione in futuro.

Quando Fast & Furious 7 era in fase di sviluppo, Diesel aveva anticipato che sarebbe stato l’inizio di una nuova trilogia di film. Tenendo presente questo, è probabile che il settimo film avrebbe potuto includere alla fine l’impostazione della trama di Fast & Furious 8. Non è dato sapere se questo finale avrebbe contribuito a preparare il terreno per Cipher (Charlize Theron) o per una storia completamente diversa. Tuttavia, Morgan ha fatto riferimento al fatto che la squadra di Dom stava diventando sempre più simile a dei fuorilegge, il che potrebbe indicare che era in atto un piano diverso, dato che da allora hanno continuato a lavorare a stretto contatto con Mr. Nobody (Kurt Russell) e la sua organizzazione.

Per quanto riguarda Brian, il suo ruolo non è cambiato in modo drastico, tranne che per quanto riguarda il suo futuro. Il finale originale di Fast & Furious 7 lo avrebbe visto continuare a riflettere sul suo posto all’interno della squadra. In questa versione, Brian non li avrebbe lasciati completamente alla fine del film, ma avrebbe avuto priorità diverse. Alla fine del film capisce che la sua famiglia in crescita con Mia (Jordana Brewster) è la cosa più importante per lui, quindi assicurarsi di essere sempre presente sarebbe stato un elemento fondamentale del finale del film che avrebbe plasmato il futuro di Brian.

Fast & Furious 7 auto

Tutto ciò che Fast & Furious 7 ha mantenuto nella versione finale

Le modifiche apportate al finale di Fast & Furious 7 sono state drastiche in termini di significato per l’arco narrativo di Brian nella serie, ma la versione finale del film ha dimostrato di mantenere intatti gli aspetti fondamentali del finale. Con la morte di Walker e le riscritture avvenute a metà della produzione, l’ambito generale del film era già stato definito. La Universal e Wan avrebbero dovuto prolungare ulteriormente le riprese per rigirare le parti precedenti del film. Alla fine, la direzione migliore da prendere per Furious 7 era quella di concentrare l’attenzione dei cambiamenti sul ruolo di Brian e lasciare che la maggior parte del finale si svolgesse come previsto.

Di conseguenza, il terzo atto è incentrato sulla distruzione di God’s Eye. La squadra di Dom ha chiesto l’aiuto della creatrice di God’s Eye, Ramsey (Nathalie Emmanuel), per hackerare il programma e disattivarlo. Mentre Brian, Ramsey e gli altri membri abituali della squadra di Dom sono concentrati su questa parte della missione, Dom è coinvolto in una rissa con Deckard Shaw (Jason Statham) e rischia di morire quando un parcheggio crolla intorno a lui. Tuttavia, il ruolo di Brian nel finale non è stato completamente modificato, poiché Walker ha girato scene significative del terzo atto, tra cui la possibile morte di Dom. Per le scene che Walker non ha girato, è stato utilizzato un mix di controfigure, CGI e vecchie riprese per completare il ruolo di Brian.

Dwayne Johnson in Fast & Furious 7

 

Fast & Furious 7 continua a plasmare il futuro della saga

Nonostante i diversi finali che Fast & Furious 7 avrebbe potuto avere, entrambe le versioni del film hanno contribuito a plasmare il futuro del franchise Fast & Furious. I capitoli successivi sarebbero stati sicuramente diversi se Paul Walker fosse ancora vivo, soprattutto considerando i dettagli delineati da Morgan. Il compromesso di Brian tra salvare il mondo e la sua vita familiare sarebbe stata una naturale evoluzione del suo arco narrativo e si sarebbe perfettamente integrato con i temi della famiglia trattati dal franchise. La storia di Brian potrebbe essere finita con questo film, ma le trame più importanti del film hanno già dato i loro frutti nei sequel e negli spin-off.

Il film fa un buon lavoro nel preparare il terreno per l’ottavo capitolo della serie, che si basa su molteplici aspetti della storia di Fast & Furious 7. God’s Eye gioca ancora una volta un ruolo fondamentale nella serie, poiché fa parte del piano di Cipher in quel film, che vede anche Ramsey continuare a far parte della squadra. Un’altra evoluzione del franchise è arrivata con l’espansione del ruolo dell’organizzazione di Mr. Nobody, compresa l’introduzione di Little Nobody (Scott Eastwood). Il film ha anche riportato in scena Deckard Shaw e ha dato inizio a un arco narrativo di redenzione per l’ultimo cattivo della squadra.

Parlando di Deckard Shaw, Fast & Furious 7 segna anche l’inizio del suo legame con Luke Hobbs (Dwayne Johnson). I due si affrontano all’inizio del film, con Hobbs che subisce gravi ferite e trascorre la maggior parte delle due ore e venti minuti di durata del film in ospedale. Alla fine del film, Hobbs viene mostrato mentre mette Deckard in una prigione di massima sicurezza, il che prepara il terreno per lo spin-off Fast & Furious – Hobbs & Shaw. Tutto sommato, Fast & Furious 7 non ha avuto il finale che era stato originariamente previsto, ma la serie ha trovato un modo per andare avanti ed espandersi.

LEGGI ANCHE: Fast & Furious 7: trama, cast e canzone del film con Vin Diesel

Man of Tai Chi: la spiegazione del finale del film di Keanu Reeves

Man of Tai Chi segna l’esordio alla regia di Keanu Reeves, che decide di mettersi dietro la macchina da presa per raccontare una storia che unisce arti marziali, spiritualità e spettacolo d’azione. Reeves interpreta anche il villain Donaka Mark, un enigmatico imprenditore che gestisce un circuito clandestino di combattimenti, ruolo che gli permette di giocare con un’energia oscura e di ribaltare la sua immagine da eroe. La scelta di dirigere e recitare contemporaneamente dimostra la sua volontà di esplorare nuovi linguaggi espressivi e di costruire un prodotto profondamente personale.

Il film appartiene al genere action-marziale, ma lo attraversa con un taglio moderno, contaminando lo stile tradizionale con un’estetica quasi cyber-criminale. Al centro della storia c’è la tensione tra purezza e corruzione, tra disciplina interiore e sfruttamento esterno, incarnata dal protagonista Tiger Chen, giovane maestro di Tai Chi trascinato in una spirale di violenza. I temi dell’identità, della tentazione e della perdita di controllo emergono con forza, accompagnati da un uso della coreografia che traduce visivamente il conflitto morale del personaggio.

In questo senso, Man of Tai Chi dialoga con titoli simili come Ong-Bak, The Raid e Fearless, opere che uniscono combattimenti autentici a una riflessione sul costo psicologico della violenza. Tuttavia, il film di Reeves si distingue per la volontà di mostrare come un’arte marziale nata per l’armonia possa essere distorta e trasformata in un’arma. Nel resto dell’articolo approfondiremo il finale, interpretando il percorso del protagonista e il significato ultimo del suo confronto con Donaka Mark.

Tiger Hu Chen in Man of Tai Chi

La trama di Man of Tai Chi

Protagonista del film è ‘Tiger’ Chen Lin Hu, giovane determinato e ribelle, ultimo erede del Tai Chi, antica arte marziale cinese, che richiede meditazione e lentezza nei movimenti. Tiger di giorno lavora a Pechino come fattorino e durante il tempo libero indossa le vesti del combattente, cercando di raffinare le tecniche del Tai Chi grazie all’aiuto del suo anziano maestro. Il ragazzo col tempo diventa una stella nascente nel campo delle arti marziali e partecipa all’importante torneo di Wulin Wang. Durante la manifestazione viene notato da Donaka Mark, disonesto uomo d’affari alla ricerca di nuovi lottatori da inserire in un circuito d’incontri clandestini da lui gestito.

Il potente Donaka è al centro di un’indagine della polizia guidata dall’investigatrice Suen Jing-Si, che lavora per un’unità anti-criminalità organizzata. Quando l’antico tempio del maestro di Tiger viene dichiarato instabile dagli ispettori edili e rischia di essere demolito, Donaka offrirà a Tiger, la possibilità di combattere per denaro e salvare il tempio. Tiger attirato dalla facile ricompensa e dal forte desiderio di combattere che è insito dentro di lui, accetta l’offerta. Andando contro tutte le regole e la filosofia stessa del Tai Chi, Tiger si troverà coinvolto in un’oscura realtà dalla quale non sarà facile uscire.

La spiegazione del finale del film

Tiger affronta il climax del film quando Donaka Mark organizza un combattimento all’ultimo sangue, rivelando di aver orchestrato l’intera crisi del tempio per trasformare Tiger in un killer spietato. All’inizio dello scontro, Donaka dimostra la sua superiorità tecnica, sfruttando la brutalità che Tiger ha sviluppato nei combattimenti precedenti. Nonostante la minaccia, Tiger riesce a mantenere il controllo, evocando la disciplina interiore del Tai Chi. La sequenza alterna tensione fisica e morale: ogni colpo è una sfida non solo fisica, ma anche etica, mentre il protagonista confronta le conseguenze delle sue azioni passate.

Durante lo scontro, Tiger riesce a ribaltare la situazione grazie alla sua padronanza del Tai Chi, usando tecniche di difesa e attacco basate sul principio della non aggressione trasformata in efficacia. Riesce a colpire Donaka con un palmo-strike, nonostante la ferita ricevuta da una lama. Donaka, morente, riconosce il proprio successo nel corrompere momentaneamente Tiger ma mostra soddisfazione per aver spinto il giovane all’estremo. La scena finale della lotta sancisce la vittoria di Tiger non solo fisica ma morale: dimostra di poter resistere alla corruzione della propria arte e di preservare i valori originali del Tai Chi.

Man of Tai Chi cast

Il finale mostra la ricomposizione della comunità e la giustizia che segue la caduta di Donaka. Sun-Jing viene promossa a Superintendente e il tempio di Tiger ottiene finalmente il riconoscimento come luogo storico. Tiger decide di aprire la propria scuola di Tai Chi in città, segnando la continuità della tradizione e la rinascita della disciplina come pratica di crescita personale e comunitaria. Il film chiude con un senso di equilibrio ristabilito: la violenza cieca è stata superata dal controllo interiore, e la filosofia dell’arte marziale trionfa sulla brama di potere.

Il finale compie i temi principali del film: il contrasto tra purezza e corruzione, tra disciplina interiore e sfruttamento esterno. Tiger dimostra che il vero potere non risiede nella forza bruta, ma nel controllo di sé e nella fedeltà ai principi dell’arte marziale. La sua trasformazione culmina in una scelta etica consapevole: rifiutare la violenza fine a sé stessa e preservare la virtù della propria pratica. In questo modo, la narrazione sottolinea il messaggio del film sulla responsabilità personale, sull’integrità e sulla capacità dell’individuo di resistere alle seduzioni del denaro e della violenza.

Il messaggio lasciato dal film è che la vera forza non consiste nella capacità di uccidere o sopraffare, ma nella capacità di rimanere fedeli ai propri valori anche quando il mondo intorno premia la brutalità. Man of Tai Chi sottolinea come il percorso di crescita personale sia intrinsecamente legato al rispetto di sé e della propria disciplina. Tiger impara che il Tai Chi non è solo un sistema di combattimento, ma una guida morale e spirituale, e che il successo autentico è raggiunto solo attraverso l’equilibrio tra abilità tecnica e rettitudine interiore.

Il finale lascia aperta la possibilità di ulteriori sfide, mostrando Tiger pronto a continuare la sua vita dedicata al Tai Chi e all’insegnamento. La vittoria morale e fisica contro Donaka non annulla le minacce future, ma stabilisce un precedente: l’arte marziale può essere usata come strumento di protezione e crescita, non di corruzione. Il film chiude così con una nota di speranza e continuità, preparando lo spettatore a immaginare il futuro del protagonista come mentore e custode della tradizione del Tai Chi, capace di ispirare le nuove generazioni.

LEGGI ANCHE: Man of Tai Chi: trama, cast e curiosità sul film di Keanu Reeves

Virgin River – Stagione 7: svelato finalmente il mese di uscita

0

La settima stagione di Virgin River ha rivelato il mese della sua prima visione. Una delle serie drammatiche più longeve di Netflix è tornata con la sua sesta stagione nel dicembre 2024, conquistando ancora una volta le classifiche di streaming e dimostrando la sua longevità come una delle serie originali più viste della piattaforma. Mentre i prossimi episodi promettono ulteriori sviluppi per Mel (Alexandra Breckenridge) e Jack (Martin Henderson), c’è anche un importante colpo di scena che attende di essere risolto.

Adattamento dei popolari romanzi di Robyn Carr, la Virgin River – stagione 6 termina con l’accenno alla possibilità che Charmaine (Lauren Hammersley) possa essere morta. Anche se il pubblico dovrà attendere una spiegazione concreta su ciò che è successo all’ex fidanzata di Jack, la buona notizia è che non dovrà aspettare troppo a lungo per vedere come si evolverà la situazione.

In un’intervista a Good Day New York per promuovere il suo nuovo film The Christmas Ring, attualmente disponibile in VOD, la star Ben Hollingsworth rivela che Virgin River stagione 7 debutterà nel marzo 2026. Il mese di debutto viene annunciato per la prima volta da uno dei conduttori del programma mattutino, con Hollingsworth che in seguito conferma la notizia e riflette sul rinnovo record della stagione 8 dello show e sul suo percorso nei panni di Dan Brady:

“Sto ancora cercando di rendermi conto della cosa. Per me è surreale. Netflix è la più grande piattaforma di streaming al mondo ed essere lo show più longevo è una vera benedizione. Adoro il mio personaggio. Sono molto affezionato a Brady. Lotto per lui. A questo ragazzo capitano solo cose brutte; dico sempre che se avesse un indirizzo, sarebbe tra l’incudine e il martello. Non riesce proprio a trovare pace. E così, quando leggo queste sceneggiature, penso: “Dai, ragazzi, date loro la possibilità di essere felici”.

Virgin River – stagione 8, che ufficialmente diventa la serie live-action più longeva di Netflix, ha terminato le riprese a giugno. Presenterà alcune nuove aggiunte al grande cast del dramma romantico. Sara Canning, che ha interpretato zia Jenna in The Vampire Diaries, si unisce all’adattamento nei panni di un’ex poliziotta che è stata ferita mentre era in servizio. Ora lavora per l’ordine dei medici dello Stato come investigatrice e il suo arrivo è incentrato sulle indagini sulla pratica del dottore.

La star di Riverdale Cody Kearsley si unisce al cast di Virgin River nei panni di Clay, un ragazzo in affido alla ricerca di sua sorella. Tra gli altri attori che tornano nella serie ci sono Tim Matheson, Annette O’Toole, Colin Lawrence, Zibby Allen, Sarah Dugdale, Grazzini, Kai Bradbury e Kandyse McClure. Mancherà però un volto familiare, dato che lo showrunner e produttore esecutivo Patrick Sean Smith ha confermato che Mark Ghanimé non farà più parte del cast principale. Ghanimé interpretava il dottor Cameron Hayek, entrato a far parte della serie nella quarta stagione.

Smith ha anche sottolineato che la clinica che dà il titolo alla serie sarà al centro dell’attenzione, insieme alle difficoltà personali e finanziarie di Dan Brady, che dovrebbero ricevere una certa attenzione dopo le turbolenze che il personaggio di Hollingsworth ha dovuto affrontare. Nei prossimi mesi gli spettatori potranno saperne di più, grazie al trailer completo e alle foto in anteprima, mentre Virgin River e tutte le sue storie d’amore si preparano a tornare su Netflix.

Y: Marshals, il prossimo spin-off di Yellowstone di Taylor Sheridan ha fissato la data di uscita per marzo 2026

0

Y: Marshals, lo spin-off dedicato a Kayce Dutton, ha una data di debutto sulla CBS. Annunciato a marzo, l’ultimo capitolo della saga di Yellowstone vedrà Kayce Dutton, interpretato da Luke Grimes, allontanarsi dal ranch di Yellowstone. L’attenzione sarà invece concentrata sulla vita militare di Kayce e sul figlio di John Dutton, circondato da un nuovo gruppo di personaggi.

Lo spin-off, che continua dopo gli eventi della stagione 5 di Yellowstone, è uno dei numerosi spin-off attualmente in lavorazione. Anche la coppia preferita dai fan, Beth Dutton (Kelly Reilly) e Rip Wheeler (Cole Hauser), avrà uno spin-off per Paramount+, intitolato The Dutton Ranch. Sebbene al momento non ci sia ancora una data di uscita, il ritorno di Kayce non è lontano.

Variety rivela che Y: Marshals andrà in onda su CBS domenica 1 marzo alle 20:00 ET. La serata inizierà con 60 Minutes alle 19:00 ET. Seguirà poi la prima puntata della serie Y: Marshals. La terza stagione di successo di Tracker slitterà alle 21:00, mentre la seconda stagione di Watson concluderà la serata con un nuovo orario alle 22:00 ET.

Y: Marshals si concentra su Kayce mentre si lascia alle spalle il ranch Yellowstone per unirsi a un’unità d’élite degli U.S. Marshals. Il personaggio di Grimes combina le sue abilità di cowboy e il suo passato per portare la giustizia nel Montana. Kayce dovrà anche trovare un equilibrio tra la famiglia, il dovere e l’alto costo psicologico che deriva dal suo lavoro. Il cast principale dello spin-off è stato confermato, con Logan Marshall-Green (Upgrade, Spider-Man: Homecoming) nel ruolo di Pete Calvin, un amico di Kayce dai tempi dell’esercito.

È stato inoltre riferito che Brecken Merrill, Gil Birmingham e Mo Brings Plenty riprenderanno i loro Yellowstone personaggi. Merrill interpreta Tate Dutton, il figlio di Kayce, mentre Birmingham e Mo Brings Plenty interpretano rispettivamente Thomas Rainwater e Mo. A loro si uniranno nel cast Arielle Kebbel, ex protagonista di The Vampire Diaries, Tatanka Means di Ransom Canyon, Ash Santos di Mayor of Kingstown e l’attore di Narcos Brett Cullen.

Spencer Hudnut, che in precedenza ha lavorato alla serie drammatica SEAL Team della CBS e Paramount+, sarà anche lo showrunner di Y: Marshals. La nuova serie potrebbe ricordare agli spettatori la longeva serie con David Boreanaz, che trattava temi simili. Ma lo spin-off ha legami con Yellowstone anche fuori dallo schermo. Il creatore del franchise Taylor Sheridan è tra i produttori esecutivi, insieme a David C. Glasser, John Linson, Art Linson, Ron Burkle, David Hutkin, Bob Yari, Grimes e Hudnut.

9-1-1: la star rivela l’inaspettata verità sulla scena migliore della stagione 9 fino ad ora

0

La scena migliore della stagione 9 di 9-1-1 finora presenta un trucco di ripresa inaspettato, come rivela uno dei suoi protagonisti. La serie più popolare della ABC sui primi soccorritori torna dopo la sua ottava stagione rivoluzionaria, in cui ha visto la sua prima morte importante. L’inaspettata scomparsa di Bobby Nash continua a tormentare i 118 mesi dopo “Contagion”, ma Ryan Murphy e i suoi co-creativi sanno bene che 9-1-1 non può rimanere bloccata in questo periodo di lutto. Alla fine, Athena e il resto dei personaggi dovranno andare avanti.

La maggior parte degli episodi della stagione 9 di 9-1-1 finora hanno trattato il tema della perdita o del concetto di morte, incorporando questi grandi concetti nei casi settimanali caratteristici della serie. Athena e Hen hanno entrambi viaggiato nello spazio, mentre Eddie ha affrontato la perdita della sua abuela. Sulla scia di questi eventi, tuttavia, il finale di metà stagione della nona stagione di 9-1-1 è sembrato il vero inizio di una nuova era per la serie, poiché ha presentato alcuni nuovi inizi, tra cui uno che coinvolge Buck e Harry.

In un nuovo episodio del podcast The Aftermath Show di Corinne Massiah ed Elijah Cooper, l’attore che interpreta Harry Grant rivela che durante le riprese delle scene di allenamento per entrare nell’Accademia dei Vigili del Fuoco, insieme a Oliver Stark, il suo personaggio ha ricevuto del sudore finto dalla produzione di 9-1-1. Questo non significa che non stesse fisicamente facendo gli esercizi che Buck aveva preparato per il suo personaggio, ma stranamente non sudava abbastanza per rendere efficace l’idea di quanto fosse rigoroso l’intero montaggio. Guarda il video qui sotto:

Ciò che rende la sequenza di addestramento di Harry e Buck molto speciale è che era una fusione di tutto ciò per cui 9-1-1 è famoso. In primo luogo, ha stabilito quanto sia davvero difficile entrare nel Dipartimento dei Vigili del Fuoco di Los Angeles, rafforzando il fatto che ogni singola persona del 118 ha seguito lo stesso addestramento. È stato un ritorno alla narrazione essenziale, quasi come una parte non ufficiale della storia delle origini di Harry come futuro pompiere.

In secondo luogo, ha dato a Buck un nuovo senso di scopo. Non è un segreto che sia ancora sconvolto dalla morte di Bobby, quindi fornire una guida al figliastro del suo defunto mentore è un buon modo per impiegare il tempo. Infine, ha dato vita a una nuova narrazione che avrà un impatto sul futuro della 9-1-1 stagione 9 e, si spera, anche oltre. L’inizio ufficiale del percorso di Harry per diventare pompiere significa aprire la strada a una nuova generazione di primi soccorritori. È curioso sapere se lo show ha in programma anche qualcosa per May in futuro.

Guardando al futuro, si può dire con certezza che Harry passerà più tempo con Buck e il 118. Anche se questo è positivo per il personaggio di Cooper, solleva interrogativi su come influirà sulle relazioni esistenti di Buck in 9-1-1. Ciò è particolarmente interessante, dato che la serie procedurale della ABC non ha dato a lui ed Eddie il tempo di stare davvero insieme quest’anno.

Wake Up Dead Man – Knives Out: online il trailer ufficiale del nuovo capitolo Netflix

0

Netflix ha pubblicato il trailer ufficiale di Wake Up Dead Man – Knives Out, terzo capitolo della saga investigativa scritta e diretta da Rian Johnson e interpretata da Daniel Craig, che torna nei panni dell’eccentrico detective Benoit Blanc. Il film, attesissimo dai fan e distribuito direttamente in streaming, prosegue l’universo di Knives Out dopo i successi globali dei primi due titoli.

Il trailer introduce un nuovo caso intricato, più cupo e misterioso dei precedenti, con atmosfere quasi gotiche e un ensemble cast ricchissimo, come da tradizione del franchise.

Il cast del film

Nel nuovo mistero firmato Johnson troviamo, tra gli altri: Daniel Craig, Josh O’Connor, Cailee Spaeny, Andrew Scott, Kerry Washington, Glenn Close, Jeremy Renner, Mila Kunis, Daryl McCormack, Josh Brolin.

Cosa mostra il trailer

Il video anticipa un’indagine più oscura, una morte misteriosa che sconvolge una comunità isolata e un Benoit Blanc ancora più enigmatico, in una storia che promette colpi di scena, humour tagliente e una costruzione narrativa complessa — marchio di fabbrica del regista.

Uscita su Netflix

Wake Up Dead Man: A Knives Out Mystery sarà disponibile su Netflix nel 2025, come terza collaborazione tra Rian Johnson e la piattaforma.

F1: Il Film, il regista conferma le trattative per il sequel

0

Il regista del film di maggior incasso della carriera di Brad Pitt ha confermato che stanno lavorando a un’idea per un sequel: F1: Il Film è uscito nelle sale quest’estate, incassando 631 milioni di dollari in tutto il mondo e ricevendo recensioni generalmente positive. Il film d’azione segue un pilota veterano di Formula Uno (Pitt) che esce dal ritiro e si scontra con il pilota esordiente della sua squadra (Damson Idris).

F1: Il Film vede anche la partecipazione di Kerry Condon, Tobias Menzies e Javier Bardem, diretto da Joseph Kosinski da una sceneggiatura scritta da Ehren Kruger. Kosinski è il regista di TRON: Legacy, Oblivion e Only the Brave, ma la sua carriera ha avuto una svolta quando ha diretto il sequel del 2022 e candidato all’Oscar come miglior film Top Gun: Maverick, consolidandosi come regista di film d’azione di alto livello.

In un’intervista con Variety, Kosinski ha rivelato che è in discussione con Apple un sequel di F1. “Siamo in quella fase in cui stiamo solo immaginando quale potrebbe essere il prossimo capitolo per Sonny Hayes e per Apex GP, ma sapete, vista la reazione di tutto il mondo a questo film, è qualcosa che la gente vuole vedere. Sarei felice di tornare indietro e farlo perché ci siamo divertiti tantissimo a realizzare questo film”, dice il regista.

Kosinski sta dirigendo il prossimo film Miami Vice, con Michael B. Jordan e Austin Butler, la cui uscita è prevista per il 2026. Si prevede anche che tornerà per Top Gun 3, con Kruger che scriverà la sceneggiatura. Questo sequel sarà particolarmente emozionante con il ritorno di Glen Powell, dato che la star di Top Gun: Maverick è diventata uno dei più grandi talenti degli ultimi anni.

Detto questo, il sequel di F1 potrebbe passare in secondo piano per un po’ di tempo, fino a quando l’agenda di Kosinski non si libererà. Anche Pitt è molto impegnato, dato che dovrebbe recitare in diversi film in uscita, tra cui The Adventures of Cliff Booth (il sequel di C’era una volta a Hollywood, il ruolo per cui Pitt ha vinto un Oscar) e Ocean’s Fourteen, attualmente in fase di sviluppo.

Ma lavorare ad altri progetti potrebbe dare più tempo alla trama del sequel di F1 per maturare, aumentando le possibilità di successo finale. Trovare un’idea per la trama che giustifichi un sequel è senza dubbio la parte più importante del processo. Inoltre, dato che F1: Il Film è costato circa 250-300 milioni di dollari, il prossimo film dovrà essere forte per recuperare il suo budget, che sarà probabilmente altrettanto elevato.

Ma F1: Il Film ha già avuto successo quest’anno e i sequel hanno un vantaggio intrinseco al botteghino, poiché il pubblico va a vedere il seguito di una storia che già conosce. Warner Bros. e Apple Original Films potrebbero guadagnare ancora di più la prossima volta, nonostante si trovino ad affrontare un’altra produzione costosa, poiché gli studi cercano di espandere questo potenziale franchise.

Christian Bale in lizza per un ruolo in Heat 2, l’attesissimo sequel di Michael Mann

0

Deadline ha appreso che Michael Mann ha ingaggiato la sua star di Nemico Pubblico, Christian Bale, per un ruolo importante al fianco di Leonardo DiCaprio in Heat 2. Amazon MGM e United Artists inizieranno la produzione il prossimo anno del secondo capitolo del classico di Mann del 1995. Mann ha scritto la sceneggiatura, basata sul bestseller numero uno del New York Times che ha scritto con Meg Gardiner.

Amazon non ha rilasciato dichiarazioni. Il film è prodotto da Mann, Jerry Bruckheimer, Scott Stuber, Nick Nesbitt e dai produttori esecutivi Shane Salerno ed Eric Roth.

Non è stato ancora chiarito quale ruolo interpreterà Bale, ma la sceneggiatura ha suscitato un forte interesse da parte dei migliori talenti. Bale e DiCaprio hanno entrambi vinto un Oscar, dando a Mann l’opportunità di eguagliare gli standard elevati che aveva fissato nell’originale, con Robert De Niro, Al Pacino e Val Kilmer a guidare il cast.

Heat – La sfida del 1995 vedeva Al Pacino nei panni del detective Vincent Hanna, Robert De Niro nei panni di Neil McCauley e Val Kilmer in quelli di Shiherlis. Pur essendo stato un successo strepitoso, è da allora diventato un classico del genere poliziesco con un seguito globale.

Heat 2 è anch’esso un libro scritto da Mann e Meg Gardiner, ma non è una trasposizione letteraria del film, bensì racconta la storia di tutto ciò che accade prima e dopo ai personaggi principali.

Il libro, pubblicato nel 2022, si muove tra due periodi storici: il primo segue Shiherlis mentre cerca di eludere la polizia di Los Angeles e Hanna dopo la rapina in banca andata male, per poi addentrarsi in nuovi territori nella zona dei tre confini e nel Sud-est asiatico. La seconda trama riporta i lettori a Chicago nel 1988, quando McCauley, Shiherlis e la loro squadra di poliziotti stanno facendo razzie sulla costa occidentale, al confine tra Stati Uniti e Messico e nella Città del Vento. Allo stesso tempo, Hanna si sta facendo le ossa come stella nascente nel Dipartimento di Polizia di Chicago, inseguendo una banda di intrusi ultraviolenti.

Christian Bale è rappresentato da WME e lo vedremo accanto a Jessie Buckley nel film della Warner Bros. The Bride.

FOTO DI COPERTINA: Christian Bale arriva alla premiere di “The Pale Blue Eye” di Netflix. Foto di Image Press Agency via DepositPhotos.com

Dwayne Johnson: 10 cose che non sai sull’attore

Dwayne Johnson è uno di quegli attori che sembra sia sempre pronto per la prossima avventura e che abbia un aspetto da vero macho, ma sotto sotto è un gran tenerone e ha un gran cuore d’oro.

Tra i vari aspetti che contraddistinguono The Rock da altri suoi colleghi, vi è sicuramente il fatto di essere sempre rimasto con i piedi per terra e di essere molto devono ai suoi fan che lo sostengono sempre.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Dwayne “The Rock” Johnson.

Dwayne Johnson: i suoi film

1. Dwayne Johnson: i film e la carriera. Parallelamente alla sua carriera nella WWE, Dwayne Johnson è riuscito a dare vita ad un carriera nel mondo della recitazione non di poco conto. Esordisce nel mondo del cinema nel 2001 con La mummia – Il ritorno e Longshot. La sua carriera cinematografica continua poi con Il Re Scorpione (2002), Il tesoro dell’Amazzonia (2003), Be Cool (2005), Cambio di gioco (2007), Agente Smart – Casino totale (2008) e L’Acchiappadenti (2010). Nel secondo decennio del Duemila lavora in Fast & Furious 5 (2011), Viaggio nell’isola misteriosa (2012), Snitch – L’infiltrato (2013), G.I. Joe – La vendetta (2013), Pain & Gain – Muscoli e denaro (2013), Fast & Furious 6 (2013), Hercules: il guerriero (2014), San Andreas (2015) e Baywatch (2017). Tra i suoi ultimi film vi sono Jumanji – Benvenuti nella giungla (2017), Rampage – Furia animale (2018), Skyscraper (2018), Fast & Furious: Hobbs & Shaw (2019), Jumanji: The Next Level (2019), Jungle Cruise (2021), Red Notice (2021) e Black Adam (2022).

Continuando a sorprendere il pubblico con progetti cinematografici di grande impatto, Johnson è stato il protagonista Red One (2023), Inarrestabile (2024), ma soprattutto di The Smashing Machine, il film del 2025 di Bennie Safdie che lo ha consacrato come attore drammatico. Nel 2026 è per la prima volta Maui in carne e ossa nel live action di Oceania della Disnesy.

2. Dwayne Johnson è anche doppiatore e produttore. Nel corso della sua carriera, Dwayne Johnson ha ricoperto diversi mansione, tra cui anche quelle di doppiatore e produttore. Se come doppiatore ha prestato la propria voce per i film d’animazione Planet 51 (2009) e Oceania (2016), come produttore The Rock è stato produttore esecutivo di diversi film come Baywatch, Jumanji – Benvenuti nella giungla, Rampage: Furia animale, Una famiglia al tappeto (2019) e Shazam! (2019),  ma anche tutti gli ultimi film a cui ha partecipato, compreso The Smashing Machine; oltre che di serie comme Clash of the Corps (2016), Bro/Science/Life: The Series (2017), Lifeline (2017) e Ballers (2015-2018).

Dwayne Johnson e Lauren Hashian

3. Dwayne Johnson è insieme da quasi dieci anni con Lauren Hashian. Dopo la fine del primo matrimonio nel 2007, Dwayne Johnson ha trovato quello che sembra essere davvero l’amore della sua vita, la cantautrice Lauren Hashian. I due sono uniti da molti anni e dalla loro unione idilliaca, che non sembra subire contraccolpi, sono nate due figlie: Jasmine Lia nel 2016 e Tiana Gia nell’aprile del 2018.

4. Dwayne Johnson è in ottimi rapporti con la ex moglie. Non capita a tutti di rimanere in ottimi rapporti con il proprio ex partner, ma a Dwayne Johnson è successo. L’attore, infatti, dopo 17 anni insieme a Dany Garcia (di cui 7 di fidanzamento e 10 di matrimonio), i due avevano deciso di dirsi addio nel 2007. Ma, nonostante il divorzio e l’avvio di una nuova famiglia, i due non si sono mai persi di vista e non è raro vederli sfilare insieme sul tappeto rosso dispensando sorrisi. D’altra parte, i due hanno avuta anche una figlia, Simone Alexandra.

Dwayne Johnson: l’altezza dell’attore

5. Dwayne Johnson è un gigante. Alcuni attori sembrano molto alti e massicci ma in realtà non lo sono veramente e non è questo il caso di Dwayne Johnson. L’attore americano di origini samoane, infatti, è alto 196 centimetri con più di cento chili di muscoli: un vero e proprio gigante. Impossibile non notarlo nei suoi tanti diversi film, sia per altezza che per il suo tono muscolare: ma a differenza di altri attori muscolosi e prestanti, Johnson ispira subito una gran simpatia, caratteristiche che gli consente di fare anche ruoli particolari e molto ironici.

dwayne johnson

Dwayne Johnson e le sue figlie

6. Dwayne Johnson si è fatto truccare da sua figlia. Dwayne Johnson è apparentemente un duro, una vera e propria roccia come il suo soprannome The Rock, ma in fondo è un gran tenerone ed è totalmente innamorato delle sue figlie. Di recente, l’attore ed ex wrestler ha postato una foto sul suo profilo Instagram mentre si fa truccare da sua figlia Jasmine Lia che voleva tanto dipingere la faccia del suo papà.

7. La figlia di Dwayne Johnson, Simone, ama il wrestling. Anche se ormai la figlia diciassettenne di The Rock, Simone, sta terminando l’ultimo anno delle superiori, ha firmato un contratto da modella per la IMG ed è stata anche ambasciatrice ai Golden Globes, ha già deciso di seguire le orme paterne. La giovane Johnson, infatti, pare che voglia diventare una wrestler, così come lo sono stati suo padre, suo nonno e anche il suo bisnonno. Nel 2020, infatti, ha firmato un contratto con la WWE, la stessa federazione dove Dwayne ha combattuto per anni.

Dwayne Johnson è dimagrito

8. Dwayne Johnson ha modellato il suo corpo per The Smashing Machine. Dwayne Johnson è dimagrito circa 27 kg per prepararsi a due ruoli specifici: l’ex lottatore Mark Kerr nel film The Smashing Machine di Bennie Sfadie e il “Chicken Man” nel prossimo film “Lizard Music”.

Il patrimonio di Dwayne Johnson

9. Dwayne Johnson è anche un imprenditore intelligente. Grazie ai suoi film di blockbuster, ai contratti con la WWE e alle sue attività imprenditoriali, tra cui la linea di abbigliamento Project Rock e investimenti nel settore del fitness e delle bevande proteiche, il suo patrimonio netto è stimato intorno ai 400 milioni di dollari nel 2025. Johnson è considerato uno degli attori più pagati di Hollywood, capace di combinare talento, marketing e passione imprenditoriale.

Dwayne Johnson è su Instagram

10. Dwayne Johnson ha un profilo Instagram seguitissimo. Che Dwayne Johnson sia un gran utilizzatore di Instagram è un fatto ormai appurato. Ma quello che non si sa è da quante persone sia seguito: ebbene, l’attore americano ha qualcosa come 133 milioni di follower, una cifra letteralmente da capogiro. Molto attivo sul sociale, con post che si dividono tra momenti cinematografici e sessioni di allenamento, sono molti i post dedicati alla sua famiglia e alle sue tre figlie.

Fonti: IMDb, biography

Oceania live action: il primo trailer ci mostra Catherine Laga’aia nel ruolo di Vaiana

0

La Disney ha pubblicato il primo trailer del remake live-action di Oceania, con Catherine Laga’aia nel ruolo del personaggio principale. Come il film d’animazione originale del 2016, il film live-action vedrà ancora una volta Dwayne Johnson nei panni di Maui, un tempo potente semidio che aiuta l’avventurosa adolescente nella sua missione per salvare la sua isola e i suoi abitanti.

Sebbene Johnson riprenda il ruolo dei film d’animazione, Vaiana (originariamente interpretata da Auli’i Cravalho) è ora interpretata dalla giovane esordiente Laga’aia.

“Sono davvero entusiasta di interpretare questo personaggio perché Vaiana è uno dei miei preferiti”, ha detto la diciassettenne Laga‘aia. “Mio nonno è di Fa‘aala, Palauli, a Savai‘i. E mia nonna è di Leulumoega Tuai, sull’isola principale di ‘Upolu, a Samoa. Sono onorata di avere l’opportunità di celebrare Samoa e tutti i popoli delle isole del Pacifico, e di rappresentare le ragazze che mi assomigliano”.

John Tui interpreterà il padre di Vaiana, il capo Tui, mentre Frankie Adams interpreterà Sina, la madre di Vaiana. Rena Owen interpreta anche la nonna Tala.

Il primo film d’animazione Oceania è stato diretto da John Musker e Ron Clements, con una sceneggiatura di Jared Bush e musiche di Mark Mancina, Lin Manuel Miranda e Opetaia Foaʻi. Bush torna al live-action di “Oceania” come co-sceneggiatore insieme a Dana Ledoux Miller, con la regia di Thomas Kail. Johnson, Dany Garcia, Hiram Garcia e Beau Flynn saranno i produttori. Mark Mancina torna a comporre le musiche del film, mentre Manuel Miranda sarà il produttore.

Annunciato per la prima volta in un’assemblea degli azionisti nell’aprile 2023, il live-action di “Oceania” segna il cambio di rotta più rapido tra l’uscita originale di un film d’animazione Disney e il remake live-action: l’originale avrà appena 10 anni quando la rivisitazione live-action arriverà nei cinema il 10 luglio 2026.

Avatar: Fuoco e Cenere, la prima clip dal film di James Cameron!

0

20th Century Studios ha diffuso la prima clip di Avatar: Fuoco e Cenere in cui vediamo il popolo della Cenere inseguire i piccoli Sully nella foresta.

Il terzo film del franchise di successo Avatar arriverà nelle sale cinematografiche italiane il 17 dicembre 2025.

Con Avatar: Fuoco e Cenere, James Cameron riporta il pubblico a Pandora in una nuova e coinvolgente avventura con il marine diventato leader Na’vi Jake Sully (Sam Worthington), la guerriera Na’vi Neytiri (Zoe Saldaña) e la famiglia Sully. Il film, che ha una sceneggiatura di James Cameron & Rick Jaffa & Amanda Silver e una storia di James Cameron & Rick Jaffa & Amanda Silver & Josh Friedman & Shane Salerno, è interpretato anche da Sigourney Weaver, Stephen Lang, Oona Chaplin, Cliff Curtis, Joel David Moore, CCH Pounder, Edie Falco, David Thewlis, Jemaine Clement, Giovanni Ribisi, Britain Dalton, Jamie Flatters, Trinity Jo-Li Bliss, Jack Champion, Brendan Cowell, Bailey Bass, Filip Geljo, Duane Evans, Jr. e Kate Winslet.

Inoltre sono aperte le prevendite per Avatar: La Via dell’Acqua, il fenomeno cinematografico mondiale vincitore di un Oscar® per i migliori effetti visivi, uscito nel 2022 e che ha incassato oltre 2,3 miliardi di dollari in tutto il mondo, che tornerà nelle sale cinematografiche italiane in 3D, dal 2 all’8 ottobre.

A House of Dynamite: la storia che ha ispirato il terrificante finale del film

0

In A House of Dynamite di Netflix, il Presidente degli Stati Uniti, interpretato da Idris Elba, e l’intero Paese affrontano una crisi letale. Quando un missile nucleare si dirige verso Chicago, non è minimamente pronto a gestire l’emergenza, dando vita così a quel finale così tanto discusso.

Quando lo sceneggiatore del film, Noah Oppenheim, e la regista, Kathryn Bigelow, hanno fatto qualche ricerca per preparare il film, hanno fatto una scoperta inquietante. Il dilemma di A House of Dynamite e la scarsa preparazione del protagonista all’attacco non erano lontani dalla realtà. I ​​presidenti sono raramente coinvolti quando si tratta di prepararsi a un attacco nucleare.

Oppenheim e Bigelow hanno scoperto che Ronald Reagan è stato l’ultimo presidente ad adottare un approccio pratico quando si è trattato di affrontare le minacce nucleari. Il più delle volte, queste questioni sono gestite dal Segretario della Difesa, dai Capi di Stato Maggiore Congiunti, dal Centro di Comando Militare Nazionale e dal Comando Strategico degli Stati Uniti. Sebbene sia positivo che il Paese abbia così tante persone pronte ad affrontare queste minacce, la mancanza di coinvolgimento del presidente non è l’ideale.

Oppenheim ha fornito maggiori informazioni sulla situazione, grazie alla sua vasta esperienza nella ricerca su questi argomenti. L’autore è stato presidente di NBC News. Di conseguenza, ha avuto molti contatti con cui ha parlato durante tutto il processo, quindi A House of Dynamite potrebbe essere più accurato di altri film dello stesso genere.

Le persone che abbiamo incontrato e con cui abbiamo parlato, che erano stati ufficiali di guardia nella Situation Room della Casa Bianca, funzionari civili del Pentagono, militari in pensione, che avevano lavorato per Stratcom o nella difesa missilistica, sono incredibili funzionari pubblici. Sono esperti nel loro campo. Hanno dedicato l’intera carriera a garantire la nostra sicurezza. Le persone con cui abbiamo parlato erano il più apolitice possibile.

L’autore ha anche parlato di quanto fosse preoccupante il fatto che il Presidente degli Stati Uniti non fosse maggiormente coinvolto nel processo. Ha spiegato come una persona in grado di comandare l’uso delle armi nucleari dovrebbe saperne di più su di esse e sui pericoli che ne derivano.

Uno dei fatti più spaventosi che abbiamo scoperto all’inizio del nostro processo di ricerca è stato quando abbiamo parlato con un ex alto funzionario che aveva lavorato al Pentagono e gli abbiamo chiesto: “Con quale frequenza il Presidente degli Stati Uniti si esercita per questo scenario?”. La sua risposta è stata: “Quasi mai”. E questo è particolarmente preoccupante, perché negli Stati Uniti d’America abbiamo una monarchia nucleare. Abbiamo un sistema basato sull’autorità esclusiva. Il Presidente degli Stati Uniti può decidere se, quando e come usare le armi nucleari unilateralmente. Non deve sottoporsi al voto del Consiglio dei Ministri o dei Capi di Stato Maggiore. Non deve assolutamente costruire alcun tipo di consenso. È tutto sulle sue spalle, eppure è il meno preparato e preparato.

A House of DynamiteSebbene lui e il suo film abbiano ricevuto alcune critiche dal Pentagono, è stato elogiato anche da molti altri. Secondo lui, molti esperti hanno elogiato l’accuratezza di A House of Dynamite.

Due cose emergono. La prima è il numero di persone che lavorano in prima linea in queste agenzie e istituzioni, che si tratti della Situation Room della Casa Bianca, del Comando Strategico, del Pentagono o della CIA, che ci hanno detto di aver avuto la sensazione che avessimo catturato fedelmente i loro mondi, il che, ovviamente, è stato di enorme importanza per noi. Quindi è stato estremamente gratificante. La seconda cosa è la misura in cui così tante persone sembrano desiderose di avviare finalmente questo dibattito sulla minaccia nucleare e su cosa potremmo fare tutti per contribuire a mitigarla. È un argomento che legislatori, studiosi, attivisti, molti di loro ritengono sia stato trascurato per troppo tempo, ed è stato bello vedere quanti abbiano usato il film come punto di partenza per queste importanti conversazioni.

A House of Dynamite è disponibile per lo streaming su Netflix.

Zachary Levi: 10 cose che non sai sull’attore

Divenuto celebre grazie alla serie televisiva Chuck, l’attore Zachary Levi è ad oggi popolare per i suoi ruoli comici o scanzonati, ricoperti in film di particolare successo. Di recente è divenuto noto per essere il supereroe Shazam, in quelle che si preannunciano essere vesti che l’attore tornerà a ricoprire anche in futuro.

Ecco 10 cose che non sai di Zachary Levi.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Zachary Levi Shazam

Zachary Levi: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri film per il cinema. L’attore debutta sul grande schermo con il film FBI: Operazione tata (2006), con Martin Lawrence. Successivamente recita in Spiral (2007), Wieners – Un viaggio da sballo (2008), An american Carol (2008), Alvin Superstar 2 (2009), per poi ottenere maggior fama recitando nel ruolo di Fendral in Thor: The Dark World (2013), con Chris Hemsworth e Natalie Portman, e Thor: Ragnarok (2017), di Taika Waititi. Nel 2019 è invece protagonista del film Shazam!, dove recita accanto all’attore Mark Strong. Levi ha ripreso il ruolo di Shazam in Shazam! Furia degli Dei (2023), consolidando il suo status di star dei film DC Comics.

Sempre nel 2023 recita per Robert Rodriguez in Spy Kids: Armageddon e poi nel ’24 e nel ’25 è il protagonista dei film per bambini Il magico mondo di Harold e Il bambino di cristallo.

9. Ha preso parte a produzioni televisive. Nel corso della sua carriera l’attore si è reso celebre per aver partecipato in qualità di protagonista alla serie Chuck (2007-2009), accanto all’attrice Yvonne Strahovski. Successivamente ha preso parte anche alle serie Heroes Reborn (2015-2016), con Ryan Guzman, Hot & Bothered (2015-2016), L’altra Grace (2017) e La fantastica signora Maisel (2018-2019), con Rachel Brosnahan. Dal 2021 al 2022 Levi ha anche collaborato con Netflix in alcune serie animate e progetti speciali, confermando la sua versatilità tra cinema e televisione.

8. È un apprezzato doppiatore. Levi si è distinto negli ultimi anni per aver prestato la propria voce al personaggio di Flynn Rider al film d’animazione Rapunzel: L’intreccio della torre (2010). In seguito ha invece doppiato il personaggio di Eugene per il film televisivo Rapunzel – Prima del sì (2017) e di nuovo per Rapunzel – La serie (2017-2020). Ha poi partecipato anche al doppiaggio dei videogiochi Fallout: New Vegas (2010), Halo: Reach (2010) e Kingdom Hearts III (2019). Nel 2022 ha doppiato Apollo 10 e mezzo di Richard Linklater e Una notte al museo – La vendetta di Kahmunrah. Nel 2023 invece ha lavorato con la Aardman prestando la voce a Galline in fuga – L’alba dei nugget.

Zachary Levi: chi è sua moglie

7. È stato sposato. Nel 2014, dopo un periodo di frequentazione, Levy sposa l’attrice ed ex-modella canadese Missy Peregrym, nota per il suo ruolo nelle serie Van Helsing (2017-2018) ed FBI (2018-in corso). Il matrimonio viene celebrato alle Hawaii alla presenza di pochi intimi. Tuttavia, la coppia divorzia nell’aprile del 2015, citando differenze inconciliabili. Per quanto riguarda la sua vita privata e personale, mantiene un certo riserbo. Zachary Levi non ha figli.

Zachary Levi: il suo fisico

6. Ha smentito le voci sul suo fisico. Quando vennero pubblicate le prime immagini del film Shazam!, molti fan criticarono l’attore accusandolo di aver indossato un costume imbottito per far sembrare il suo fisico più possente. Levi si è allora limitato a pubblicare sul proprio profilo Instagram alcune foto del suo torso nudo, dimostrando così di aver naturalmente raggiunto la forma fisica richiesta dal ruolo. Questo allenamento è stato fondamentale anche per il seguito del film, Shazam! Furia degli Dei.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Zachary Levi Fandral

Zachary Levi è Fandral

5. Doveva interpretare il personaggio sin dal primo film. Levi è comparso nel ruolo di Fandral soltanto a partire dal secondo film dedicato a Thor. Egli era sin da subito la prima scelta, ma dovette rinunciare al ruolo poiché impegnato in altri progetti. Venne così scelto un altro attore al suo posto, il quale tuttavia lasciò il personaggio in seguito al primo film. Per sostituirlo fu allora chiamato Levi, che fu ben lieto di poter assumere tali panni. È contento che il suo personaggio sia morto. Fandral viene ucciso nel corso del film Thor: Ragnarok, e per quanto Levi vi fosse affezionato ha dichiarato che tale fine è stata con il senno di poi un bene. Se il personaggio fosse sopravvissuto, secondo Levi, egli sarebbe ancora sotto contratto con la Marvel, e non avrebbe dunque potuto interpretare Shazam, cosa della quale invece è estremamente grato.

Zachary Levi in Shazam!

4. Si è tinto i capelli. Per ricoprire il ruolo del supereroe Shazam, l’attore ha dovuto dar vita ad alcuni drastici cambiamenti fisici ed estetici. Oltre ad essersi sottoposto ad un duro allenamento per guadagnare circa 15 chili di muscoli, Levi si è inoltre dovuto tingere di nero i capelli, poiché così previsto dalle sembianze del personaggio dei fumetti.

Zachary Levi in Chuck

3. È stato il protagonista della serie. Dal 2007 al 2012 l’attore ha recitato nei panni di Chuck Bartowski, protagonista della fortunata serie a metà tra commedia e azione. Il suo personaggio, un esperto di computer che lavora in un negozio di elettronica, si ritrova la vita sconvolta nel momento in cui un supercomputer con segreti di Stato si installa nel suo cervello, facendolo diventare l’obiettivo delle principali forze governative.

Zachary Levi e il sostegno a Trump

2. Zachary Levi ha suscitato scalpore per il suo sostegno pubblico a Donald Trump. Durante la campagna presidenziale del 2024, ha ufficialmente appoggiato Trump, affermando di averlo fatto dopo il ritiro di Robert F. Kennedy Jr. Secondo Levi, è stata una scelta ponderata: ha dichiarato che, per lui, era “più importante” sostenere Trump che salvaguardare la propria carriera hollywoodiana. Dopo il gesto si è detto convinto di aver preso una posizione di principio, nonostante accuse di essere “gray‑listato” dal settore. Inoltre, ha lanciato un appello agli “conservatori nascosti” di Hollywood, incoraggiandoli a farsi avanti e a non nascondere le proprie opinioni politiche.

Zachary Levi: età e altezza

1. Zachary Levi è nato a Lake Charles, in Louisiana, Stati Uniti, il 29 settembre 1980. L’attore è alto complessivamente 191 centimetri.

Fonte: IMDb

Glen Powell: 10 cose che forse non sai sull’attore

Versatile, intelligente, divertente e ricco di fascino, Glen Powell è senza ombra di dubbio tra gli attori più richiesti del momento. Grazie ad una serie di progetti e ruoli particolarmente azzeccati, l’attore ha negli ultimi anni conosciuto una crescente popolarità, che lo ha portato ora ad essere protagonista di diversi importanti film e ad avere già altri interessanti progetti in lavorazione. Questo perché Powell ha dimostrato di sapersi adattare a generi sempre diversi, fornendo interpretazioni convincenti e memorabili.

Ecco 10 cose che forse non sai su Glen Powell

Glen Powell: i suoi film da attore e doppiatore

1. Ha recitato in celebri film. Powell debutta al cinema nel 2003 con un ruolo in Missione 3D – Game Over. Successivamente ottiene piccoli ruoli nei film Fast Food Nation (2006), L’amore giovane (2006), regia di Ethan Hawke, The Great Debaters (2007), regia di Denzel Washington, e Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno (2012), regia di Christopher Nolan. Ottiene poi una prima notorietà recitando in I mercenari 3 (2014), con Sylvester Stallone, per poi prendere parte ai film Un poliziotto ancora in prova (2016), Tutti vogliono qualcosa (2016), Il diritto di contare (2016), Castello di sabbia (2017), Come far perdere la testa al capo (2018) e Top Gun: Maverick (2022), con Tom Cruise. Dopo quest’ultimo film ottiene ruoli da protagonista in Hit Man (2023), Tutti tranne te (2023) e Twisters (2024). Nel 2025 è il protagonista assoluto di The Running Man di Edgar Wright, nuovo adattamento dell’omonimo romanzo di Stephen King.

2. Ha lavorato anche come doppiatore, sceneggiatore e produttore. Oltre ad aver recitato davanti la macchina da presa, in diverse occasioni Powell si è distinto anche come doppiatore. Ciò è avvenuto per le serie animate Tutti pazzi per Re Julien (2017), Jurassic World – Nuove avventure (2020-2022) e per il film Apollo 10½ (2022). Powell ha poi collaborato alla sceneggiatura di Hit Man, di cui è anche produttore. Ha poi ricoperto quest’ultimo ruolo anche per i film Sulle ali dell’onore (2022) e The Blue Angels (2024). Sarà poi sceneggiatore e produttore del film Captain Planet.

Glen Powell e Sydney Sweeney in Tutti tranne te

3. Hanno volutamente alimentato le voci su una loro relazione. Il film Tutti tranne te è stato uno dei maggiori successi degli ultimi anni per una rom-com. Il merito è da ritrovarsi anche nel fatto che Powel e Sweeney hanno fatto in modo che la relazione dei loro personaggi fosse sfociata in una loro relazione fuori dal set. “La gente vuole che quello che c’è sullo schermo ci sia anche fuori dallo schermo, e a volte bisogna solo fare un po’ di leva in tal senso e ha funzionato meravigliosamente”, ha dichiarato Powell in un’intervista al New York Times.

Tutti tranne te Glen Powell Sydney Sweeney
Glen Powell e Sydney Sweeney in Tutti tranne te. Foto di Brook Rushton – © 2023 CTMG, Inc. All Rights Reserved.

Glen Powell in Top Gun: Maverick

4. Tom Cruise gli ha offerto un ruolo nel film. Per l’importante ruolo del figlio di Goose, Bradley “Rooster” Bradshaw, è stato scritturato l’attore Miles Teller, battendo candidati del calibro di Nicholas Hoult e lo stesso Glen Powell. Quest’ultimo, però, è stato poi scritturato in questo film in un ruolo riscritto appositamente per lui, avendo impressionato Cruise, il produttore Jerry Bruckheimer e i dirigenti della Paramount Pictures e della Skydance con i suoi provini. L’attore ha così avuto modo di interpretare Jake “Hangman” Seresin, ottenendo grande popolarità.

Glen Powell è un sicario in Hit Man

5. Ha interpretato più “versioni” dello stesso personaggio. Nella commedia Hit Man (qui la recensione), di cui è anche sceneggiatore insieme al regista Richard Linklater, Powell interpreta Gary Johnson, professore universitario e tecnico che ha come secondo lavoro quello di essere un finto sicario sotto copertura. Per via di ciò, nel film il suo Gary assume diverse personalità, cambiando continuamente di aspetto. Powell ci ha infatti tenuto a dar vita a versioni molto diverse tra loro, cammuffandosi e divertendosi con trucchi e acconciature sempre diverse.

Glen Powell ha avuto un ruolo in I mercenari 3

6. Ha avuto un ruolo di rilievo nel terzo film, ma non nel quarto. In I mercenari 3 Powell ha interpretato il ruolo di Thorn, un hacker, alpinista e pilota di droni altamente qualificato. Il personaggio ha permesso all’attore di mettere in mostra le proprie capacità fisiche, destreggiandosi con un ruolo che ha richiesto anche una forte preparazione fisica per certe scene. Nonostante alla fine Thorn diventi un membro ufficiale della squadra, il personaggio non è comparso in I mercenari 4.

Glen Powell ha recitato in Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno

7. Temeva di essersi seriamente infortunato sul set. Quando ancora era un attore poco noto, Powel ha avuto l’occasione di fare un cameo nel film Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno, più precisamente nella sequenza ambientata alla Borsa valori, dove figura anche il Bane di Tom Hardy. In essa, Powell viene malmenato da quest’ultimo ma a quanto pare il pestaggio finì con l’essere involontariamente realistico e dopo una botta alla testa l’attore temette di aver subito un trauma cranico. Nolan, a quel punto, interruppe le riprese e mando Powell a farsi visitare.

Glen Powell Adria Arjona Hit Man
Glen Powell e Adria Arjona in Hit Man. Foto di Courtesy of Netflix

Glen Powell è su Instagram

8. Ha un profilo sul social network. L’attore è naturalmente presente sul social network Instagram, con un profilo seguito attualmente da 1.6 milioni di persone. Su tale piattaforma egli ha ad oggi pubblicato oltre trecento post, tutti relativi alle sue attività come attore o modello. Si possono infatti ritrovare diverse immagini relative a momenti trascorsi sul set ma anche foto promozionali dei suoi progetti. Seguendolo si può dunque rimanere aggiornati sulle sue attività.

Glen Powell ha una fidanzata?

9. È molto riservato sulla sua vita privata. In questi anni Powell ha dimostrato di non essere quel tipo di persona che condivide dettagli della propria vita sentimentale. Di lui, ad oggi, sappiamo solo che ha frequentato la modella Gigi Paris dal 2019, ma nell’aprile del 2023 è stata resa nota la loro separazione. Da quel momento ad oggi l’attore sembra essere ancora single, anche se negli scorsi mesi si era parlato di una possibile relazione con la collega Sydney Sweeney ma, come già accennato, la cosa si è rivelata non vera.

Glen Powell: età, altezza e fisico dell’attore

10. Glen Powell è nato il 21 ottobre 1988 a Austin, in Texas, Stati Uniti. L’attore è alto complessivamente 1,83 metri. Per quanto riguarda la sua “situazione fisica”, Powell non ha mai nascosto di possedere una corporatura particolarmente muscolosa, mostrata sia in alcuni suoi film che sui propri canali social. Ma l’attore non sembra essere a fare di ciò il motivo del suo successo e anzi ha dimostrato di possedere un’acuta intelligenza nello scegliere progetti che non valorizzino solo il suo fascino.

Fonti: IMDb, Instagram

40 Secondi: la storia vera dietro il film ispirato a Willy Monteiro Duarte

40 Secondi è un film che nasce per raccontare la violenza, la paura e il coraggio di un ragazzo che, nel tentativo di difendere un amico, ha perso la vita. Diretto da Vincenzo Alfieri e prodotto da Eagle Pictures, il film si ispira alla tragica vicenda di Willy Monteiro Duarte, avvenuta nella notte tra il 5 e il 6 settembre 2020 a Colleferro.

Con un cast guidato da Justin De Vivo, Francesco Gheghi, Francesco Di Leva, Sergio Rubini e Maurizio Lombardi, 40 Secondi è un’opera che unisce cinema civile e dramma corale, riflettendo sulla brutalità e sull’indifferenza che possono consumare una vita in pochi istanti.

Cosa succede in 40 Secondi

Il film si apre con una giornata come tante: amici che si incontrano, discussioni che si accendono, un sabato sera che sembra destinato a finire senza sorprese. Ma nel giro di quaranta secondi – il tempo di uno sguardo, di una parola di troppo, di un pugno – tutto cambia.

40 Secondi racconta le ultime ore di Willy, intrecciando i punti di vista dei ragazzi coinvolti e delle persone che gravitano attorno a quella notte. L’approccio non è sensazionalistico, ma intimo e osservativo: la violenza non è spettacolo, ma trauma collettivo.

Alfieri sceglie di alternare momenti di luce – i sogni, la musica, la speranza – con quelli di buio e caos, costruendo una tensione crescente che culmina nell’aggressione finale. Ogni dettaglio, ogni gesto, è scandito da una regia che punta a mostrare quanto il male possa essere banale e rapido, come la durata del titolo stesso: quaranta secondi che cambiano tutto.

La storia vera di Willy Monteiro Duarte

i fratelli Bianchi in 40 Secondi
Cortesia di Eagle Pictures

Willy Monteiro Duarte aveva 21 anni. Nella notte tra il 5 e il 6 settembre 2020, a Colleferro (provincia di Roma), intervenne per difendere un amico coinvolto in una lite davanti a un locale. In pochi istanti – quei “quaranta secondi” che il titolo del film trasforma in dispositivo narrativo – fu pestato a calci e pugni da più persone fino a perdere la vita. L’omicidio scosse il Paese e portò a quattro arresti: Marco e Gabriele Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, tutti originari di Artena.

Il procedimento giudiziario ha avuto tappe decisive. Il 4 luglio 2022, in primo grado, la Corte d’Assise di Frosinone ha condannato i fratelli Bianchi all’ergastolo, Belleggia a 23 anni e Pincarelli a 21. Nel luglio 2023, in appello, ai Bianchi sono state riconosciute le attenuanti generiche con la riduzione a 24 anni; le pene per Belleggia e Pincarelli sono state confermate. Il 17 settembre 2024, la Corte di Cassazione ha annullato la decisione limitamente alle attenuanti concesse ai Bianchi, imponendo un nuovo giudizio d’appello (“appello-bis”).

L’appello-bis si è concluso a Roma il 14 marzo 2025: la Corte d’Assise d’Appello ha stabilito l’ergastolo per Marco Bianchi e 28 anni di reclusione per Gabriele Bianchi (con attenuanti generiche); le responsabilità penali per l’omicidio di Willy risultano così definitivamente riaffermate nella parte sostanziale, dopo l’intervento della Cassazione. È la fotografia giudiziaria più recente del caso.

La dimensione civile della vicenda è stata immediata e profonda. Ai funerali del 12 settembre 2020 parteciparono autorità e centinaia di persone, mentre l’episodio aprì un confronto pubblico sulla violenza di gruppo e sull’importanza di chi sceglie di intervenire per fermarla. Nei mesi e negli anni successivi, la memoria di Willy è stata tenuta viva da iniziative istituzionali e territoriali, a partire dalla piazza a lui intitolata nel luogo dell’uccisione inaugurata a Colleferro il 6 settembre 2023.

Sul piano simbolico, la Repubblica ha riconosciuto il gesto di Willy: il 6–7 ottobre 2020 il Presidente Sergio Mattarella gli ha conferito la medaglia d’oro al Valor Civile “alla memoria”, definendolo un “luminoso esempio” di coraggio e altruismo per le giovani generazioni. Questo onore sottolinea il nucleo etico della storia: l’idea che un atto di solidarietà spontanea possa – e debba – essere un riferimento per la comunità.

Nel racconto filmico, quei pochi secondi diventano il punto di non ritorno: un tempo brevissimo in cui si incrociano destini, responsabilità e omissioni. Nella cronaca reale, invece, la stessa manciata di secondi ha generato anni di indagini e processi, testimonianze di coetanei che si sono presentati subito in questura e un dibattito collettivo sulla prevenzione della violenza, sulla cultura del branco e sul valore—spesso rischioso—di non voltarsi dall’altra parte. È in questo spazio, tra memoria e giustizia, che si colloca l’“approfondimento”: ricordare chi era Willy, come e perché è stato ucciso, e quali conseguenze sociali e giudiziarie – fino alle sentenze del 14 marzo 2025 – quel crimine ha lasciato in eredità.

Timeline della vicenda Willy Monteiro Duarte (2020–2025)

  • 5–6 settembre 2020 – A Colleferro, Willy Monteiro Duarte viene ucciso durante un pestaggio mentre cerca di difendere un amico.

  • 7 settembre 2020 – Arrestati i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia.

  • 12 settembre 2020 – Funerali solenni a Paliano con la presenza del Presidente del Consiglio e di numerose autorità.

  • 6 ottobre 2020 – Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella conferisce a Willy la Medaglia d’Oro al Valor Civile “alla memoria”.

  • 4 luglio 2022 – La Corte d’Assise di Frosinone condanna i fratelli Bianchi all’ergastolo, Belleggia a 23 anni, Pincarelli a 21.

  • 12 luglio 2023 – In appello, i Bianchi ottengono le attenuanti generiche: pena ridotta a 24 anni.

  • 17 settembre 2024 – La Cassazione annulla la concessione delle attenuanti e dispone un nuovo appello-bis.

  • 14 marzo 2025 – La Corte d’Assise d’Appello di Roma conferma la colpevolezza: ergastolo per Marco Bianchi, 28 anni per Gabriele Bianchi.

Piccole cose come queste, la spiegazione del finale

Il finale di Piccole cose come queste è allo stesso tempo commovente e straziante. Tratto dal romanzo storico di Claire Keegan, il nuovo film di Cillian Murphy lo vede nei panni del minatore Bill Furlong, un uomo tranquillo e pacato che soffre di insonnia, con una moglie e cinque figlie. Offrendo una delle migliori interpretazioni di Cillian Murphy, Piccole cose come queste vede la vita del suo personaggio prendere una svolta quando si imbatte in una lavanderia Magdalene nascosta in un convento che maltratta le ragazze e decide di aiutarle.

Bill viene coinvolto nel dilemma di una ragazza di nome Sarah e cerca di proteggerla dalla corrotta Madre Mary. Lei minaccia e corrompe sottilmente Bill affinché mantenga il silenzio su tutto ciò che ha visto. La notizia dell’interazione di Bill con Madre Mary si diffonde in città e i personaggi di Piccole cose come queste consigliano a Bill di rimanere in silenzio. Ma alla fine, la moralità di Bill ha la meglio, con un finale in cui a Sarah viene promesso un futuro migliore.

Perché Bill torna per salvare Sarah nel finale di Piccole cose come queste

Doveva fare qualcosa perché lei era stata privata della possibilità di scegliere

Quando Bill incontra Sarah per la prima volta, le suore del convento la costringono a dire che alcune ragazze del convento l’hanno lasciata nel capanno dopo aver giocato a nascondino, in netto contrasto con l’ovvio fatto che le suore stanno costringendo Sarah a dormire nel capanno come punizione per la sua gravidanza illegittima. Quando Bill entra per discutere la questione con Madre Mary, è chiaro che Sarah ha molta paura di lei. È anche chiaro dalla loro interazione che persino Bill è nervoso nei confronti di Madre Mary. Nonostante ciò, Bill offre aiuto a una delle ragazze e alla fine aiuta Sarah.

Bill è una persona gentile e dal cuore tenero che alla fine mostra il coraggio morale che ha cercato per tutto il film. Il suo atto di gentilezza è ciò di cui sia Bill che Sarah hanno bisogno.

Durante tutto il film, Bill ha cercato qualcosa da fare una volta venuto a conoscenza degli abusi nella lavanderia, anche se non sapeva bene come aiutare. Bill è una persona gentile e dal cuore tenero che alla fine mostra il coraggio morale che ha cercato per tutto il film. Il suo atto di gentilezza è ciò di cui sia Bill che Sarah hanno bisogno.

Nel film si capisce che la madre di Bill era una domestica di una donna ricca. La madre di Bill non poteva dargli molto, il che lo frustrava a causa della sua mancanza di scelta. Quando lei morì tragicamente, Bill si sentì in colpa e non si perdonò mai per la sua morte. Questo fardello influì pesantemente sul desiderio travolgente di Bill di aiutare in Piccole cose come queste.

Cosa significa per la sua famiglia il fatto che Bill abbia salvato Sarah

Emily Watson in Piccole cose come queste

Probabilmente saranno emarginati e allontanati

Madre Mary ha chiarito il suo immenso potere prima di corrompere Bill. Ha chiesto a Bill delle sue figlie e ha fatto notare che per le ragazze sta diventando sempre più difficile entrare nella scuola della chiesa. La moglie di Bill e le persone della città, come la signora Kehoe, hanno fatto pressione su Bill affinché rimanesse in silenzio. È evidente che la città non reagirà bene alle azioni di Bill. Anche la sua famiglia rimarrà scioccata dalle sue azioni. Il film lo mostra chiaramente alla fine. Sebbene la famiglia di Bill non sia stata coinvolta nella sua scelta, ne subirà comunque le conseguenze. Sarà difficile per loro, poiché probabilmente non saranno d’accordo con la sua scelta, in particolare sua moglie Eileen.

Bill Furlong ha lottato per instaurare un legame con la sua famiglia durante tutto il film. Il momento in cui entra in contatto con la povera Sarah è un punto di svolta nell’arco narrativo di Bill. Un momento che probabilmente non sarà ben accolto da sua moglie Eileen.

Quando Bill e Sarah attraversano il ponte per tornare in città, tutti per strada guardano Bill e Sarah con occhi penetranti, ma lui continua ad aiutare Sarah, in difficoltà, fino a casa sua. Una volta arrivati a casa sua e assicurato a Sarah che è al sicuro, la presenta alla sua famiglia. Stavano divertendosi in un’altra stanza quando Bill e Sarah sono entrati. La stanza diventa silenziosa. Poi lo schermo diventa nero. Il loro shock si percepisce attraverso lo schermo.

Bill è stato responsabile di aver reso pubblico lo scandalo della lavanderia della Maddalena?

Piccole cose come queste (2024)

Nessun altro avrebbe aiutato quelle ragazze

Bill Furlong è un personaggio il cui cuore ha bisogno di essere ricucito. È tormentato dal suo passato giovanile e dalla morte traumatica di sua madre. La responsabilità di Bill cresce man mano che la storia procede. Prima nota una ragazza in difficoltà che entra nel manicomio, poi parla con le ragazze maltrattate all’interno del manicomio. Quando Bill finalmente incontra Sarah, la responsabilità che sente crescere dentro di sé si manifesta in un’azione. Ci è voluto del tempo, ma una volta che Bill ha capito di avere il compito di salvare Sarah, la sua coscienza lo ha spinto ad agire.

L’impatto del convento fa sì che le persone rimangano in silenzio su questo tema, mentre altri sostengono che le ragazze in difficoltà nella lavanderia della Maddalena non sono una loro responsabilità. Il cuore gentile di Bill lo spinge a compiere piccoli atti di gentilezza che altri potrebbero mettere in discussione. La differenza è che lui sa di stare prendendo la decisione moralmente giusta.

Cosa è successo al convento dopo Piccole cose come queste?

Piccole cose come queste

Basandosi sulla storia vera su cui è basato il film, il convento alla fine avrebbe chiuso.

Piccole cose come queste, con il suo finale improvviso, ci impedisce di vedere le ripercussioni della decisione di Bill di salvare Sarah. Il film sfuma nel nero con una dedica a tutte le vittime e ai sopravvissuti di queste lavanderie della Maddalena in Irlanda dall’inizio del 1900 al 1990. Questi famigerati manicomi descritti in Piccole cose come queste sono stati oggetto di indagini, risarcimenti e scandali. Alla fine, il governo irlandese ha chiuso tutti questi luoghi e nel 1993 è stata scoperta una fossa comune di donne provenienti da una di queste lavanderie.

Per quanto riguarda il film, il salvataggio di Sarah da parte di Bill probabilmente susciterebbe alcune reazioni negative anche nella timida comunità cattolica di New Ross, in Irlanda. Più probabilmente, avrebbe ripercussioni a livello nazionale, creando reazioni divisive e polarizzanti intorno al dibattito sulla religione e sui cattolici in Irlanda. Alla fine, il convento sarebbe costretto a chiudere a causa dello scandalo e del governo nel corso del prossimo decennio.

Il vero significato di Piccole cose come queste

Intervieni se qualcosa non ti convince

Piccole cose come queste è la storia di una persona pacata e distaccata con un cuore desideroso di fare del bene in una comunità cattolica dove il convento gestisce una lavanderia Magdalene che abusa delle ragazze. La gente del paese ne è a conoscenza, ma lascia correre. Ci vuole un personaggio come Bill, che sta combattendo i suoi demoni e i traumi del passato, per rendersi conto che ignorare la questione dopo averla vista con i propri occhi è moralmente sbagliato.

Il finale improvviso e ambiguo ci dice che Bill non si cura delle ripercussioni delle sue azioni. L’unica cosa che contava era fare la cosa giusta, ovvero salvare Sarah. Questa è stata la sua redenzione e il passo finale nel perdono di Bill verso il suo io più giovane, traumatizzato dalla morte della madre. Una volta superato il trauma del passato, Bill ha potuto salvare Sarah senza paura.

Bill Furlong si assume la responsabilità di compiere piccoli atti di gentilezza, anche se soffre per la sua infanzia traumatica e l’insonnia che lo affligge per tutta la storia, che poi culmina in un enorme atto di gentilezza che sconvolgerà tutti a New Ross, in Irlanda. Piccole cose come queste cerca di dire al suo pubblico che anche nelle circostanze più difficili, le persone sono capaci di compiere grandi atti di gentilezza, anche con i mezzi più semplici possibili.

Come è stato accolto il finale di Piccole cose come queste

Critici e fan hanno amato il film con Cillian Murphy

Piccole cose come queste è stato molto apprezzato, con una valutazione del 93% su Rotten Tomatoes e un punteggio dell’81% su Popcornmeter. Tuttavia, non tutti i fan sono rimasti colpiti dal film, e in particolare dal suo finale tranquillo. Una recensione su RT recita: “Lento e noioso, con un finale poco soddisfacente. Durante tutto il film ci chiediamo cosa stia succedendo nel convento senza mai scoprirlo davvero. È necessario consultare altre fonti dopo aver visto il film per capirlo meglio.

Tuttavia, Richard Roeper ha scritto, nella sua recensione per il Chicago Sun-Times, che è stato uno dei migliori film che ha visto nel 2024:

“Diretto con precisione e tocchi visivi dickensiani da Tim Mielants, con Enda Walsh che ha adattato il romanzo omonimo di Claire Keegan, ”Small Things Like These“ colpisce ogni nota alla perfezione. Anche se Bill sembra spesso portare il peso del mondo sulle spalle, è grato per questa vita. Non può salvare tutti in quel convento, ma forse c’è spazio per un’altra ragazza intorno a quel tavolo da cucina”.

C’era anche un thread su Reddit che analizzava il finale di Piccole cose come queste. Molti fan sembravano apprezzare il finale aperto. Un utente di Reddit ha scritto: “Adoro il fatto che lasci aperto ciò che succede dopo. La sua famiglia soffrirà per la sua decisione di aiutare questa ragazza? Ne deriverà un bene maggiore o si tratterà solo di una ragazza salvata? E quale sarà il destino di questa ragazza, starà meglio fuori dalla lavanderia quando la società la vedrà come una donna perduta? … Fare la cosa giusta è giusto e, nel quadro generale, è la cosa migliore, indipendentemente dalle conseguenze in un caso specifico.

Isla Fisher: 10 cose che non sai sull’attrice

Isla Fisher è negli anni diventa una vera e propria icona di stile, nonché apprezzata interprete, distintasi principalmente per i suoi ruoli comici. Non sono tuttavia mancati negli anni anche ruoli più drammatici, che le hanno permesso di sfoggiare una buona versatilità e riconosciute doti interpretative.

Ecco 10 cose che non sai di Isla Fisher.

Isla Fisher: i suoi film

1. È celebre per i suoi film comici. L’attrice esordisce al cinema con il film The Pool, per poi prendere parte a titoli come Scooby-Doo (2002), I ♥ Huckabess (2004) e 2 single a nozze (2005), con cui ottiene maggior notorietà. Dopo alcuni ruoli in film come Matrimonio per sbaglio (2006) e Hot Rod – Uno svitato in moto (2007), diventa celebre come protagonista del film I Love Shopping (2009). Dal quel momento viene chiamata per titoli di rilievo come Il Grande Gatsby (2013), Now You See Me – I maghi del crimine (2013), Life of Crime – Scambio a Sorpresa (2013), Grimsby – Attento a quell’altro (2016), dove recita accanto agli attori Sacha Baron Cohen, Mark Strong e Rebel Wilson, Le spie della porta accanto (2016), Animali Notturni (2016), Prendimi! (2018) e The Beach Bum (2019).

Isla Fisher ha partecipato a nuovi progetti cinematografici che hanno confermato la sua versatilità, tra cui film indipendenti e produzioni streaming di rilievo. In particolare, nel 2025 abbiamo visto Isla Ficher in Bridget Jones, al nuovo film di Noah Baumbach Jay Kelly, con George Clooney, e al terzo capitolo del franchise “magico” Now You See Me, dove torna dopo l’assenza dal secondo capitolo.

2. Ha recitato in celebri serie TV. Dopo aver esordito in televisione con le serie Bay City (1993) e Paradise Beach (1993), l’attrice ottiene una prima notorietà recitando nel ruolo di Shannon Reed nella soap opera Home and Away (1994-1997). Successivamente continuerà a recitare per il piccolo schermo comparendo in serie come Oliver Twist (1999), Neighbors from Hell (2010), Bored to Death (2011), Sofia la principessa (2015) e in Arrested Development, dove ricopre il ruolo di Rebel Alley in un totale di 16 episodi. La sua presenza in tv è costante, trai suoi ultimi progetti si annovera la mini serie australiana Wolf Like Me.

3. È anche doppiatrice. In diverse occasioni l’attrice ha prestato la propria voce per alcuni noti film d’animazione. Nel 2008 doppia infatti il personaggio della professoressa Losà in Ortone e il mondo dei Chi, mentre nel 2011 è la voce di Borlotta, la protagonista femminile del film Rango, premiato con l’Oscar al miglior film d’animazione. Nel 2012 dà invece voce al personaggio di Dentolina in Le 5 leggende.

isla-fisher-sacha-baron-cohen

Isla Fisher e Sacha Baron Cohen

4. È stata sposata con il noto attore. Nel 2004 l’attrice si fidanza con Sacha Baron Cohen, che ha poi sposato nel 2010. La coppia si è in più occasioni distinta per l’affiatamento che li unisce, dando vita in più occasioni a divertenti gag anche sui rispettivi social network. La Fisher ha inoltre lavorato con il marito nel film Grimsby – Attento a quell’altro. I due hanno inoltre avuto tre figli, nati rispettivamente nel 2007, nel 2010 e nel 2015. Nel 2024, Sacha Baron Cohen e Isla Fisher si sono separati, per l’attrice il divorzio è stata la cosa più difficile che abbia mai affrontato.

Isla Fisher e Amy Adams

5. Le due attrici vengono spesso scambiate l’una per l’altra. Negli anni è divenuta sempre più nota la somiglianza che intercorre tra la Fisher e l’attrice Amy Adams. Entrambe rosse di capelli, le due condividono anche una simile fisionomia del volto, ma la Fisher ha scherzosamente sottolineato che la vera differenza tra di loro è che la Adams è una nominata al premio Oscar, mentre lei no. Le due hanno poi avuto modo di recitare nel film Animali notturni.

Isla Fisher in I Love Shopping

6. Ha frequentato dei gruppi speciali per prepararsi al ruolo. Per dar vita a Rebecca Bloomwood, protagonista di I Love Shopping che manifesta appunto un’ossessione per il continuo acquisto di abiti fino ad indebitarsi, l’attrice ha frequentato diversi gruppi di recupero per persone affette da tale disturbo, cercando di comprenderne le motivazioni e la psicologia.

Isla Fisher in Scooby-Doo

7. Avrebbe potuto interpretare uno dei protagonisti. Ancora alle prime esperienze cinematografiche, la Fisher è stata la seconda classificata per il ruolo di Daphne nel film live-action di Scooby-Doo, prima che Sarah Michelle Gellar venisse infine scelta, poiché il regista Raja Gosnell voleva una coppia nella vita reale per interpretare Fred e Daphne. La sua audizione ha comunque impressionato i direttori del casting e come risultato le è stato assegnato il ruolo di supporto di Mary Jane.

isla-fisher-now-you-see-me

Isla Fisher in Now You See Me

8. Ha lavorato alla caratterizzazione del suo personaggio. Nel primo film della trilogia Now You See Me l’attrice ricopre il ruolo di Henley, e in molti hanno notato come per tutto il film questa indossi dei guanti. La Fisher ha motivato tale scelta come parte di una caratterizzazione da lei ideata. Il personaggio è stato infatti pensato come germofobico, e per tanto indossa continuamente dei guanti. E’ poi tornata al ruolo solo nel 2025, con il terzo film della saga.

9. Ha rischiato di affogare. Durante le riprese di una scena dove il personaggio interpretato dall’attrice doveva eseguire un numero di magia all’interno di una vasca piena d’acqua, la Fisher rischiò realmente di annegare, essendo rimasta bloccata. Tutti pensavano stesse solamente recitando, ma il rischio era reale. L’attrice riuscì fortunatamente a liberarsi e uscire dalla vasca.

Isla Fisher: età e altezza

10. Isla Fisher è nata a Muscat, nell’Oman, il 3 febbraio 1976, ma è cresciuta a Perth, in Australia. L’attrice è alta complessivamente 160 centimetri.

Fonte: IMDb

Piccole cose come queste è basato su una storia vera?

Piccole cose come queste dipinge un affascinante quadro della vita in Irlanda nel corso del XX secolo. Tratto dal romanzo di Claire Keegan del 2021, il film racconta la vita di Bill Furlong, un commerciante di carbone che vive a Wexford, in Irlanda, e lavora duramente per mantenere la moglie e i figli. Nel periodo che precede il Natale del 1985, Bill inizia a nutrire sospetti sul convento locale e si impegna a scoprire i segreti della lavanderia Magdalene gestita dalle suore del convento.

Il cast di Piccole cose come queste è guidato dall’attore irlandese Cillian Murphy, al suo primo film dopo la performance vincitrice dell’Oscar in Oppenheimer. Presentato in anteprima al Festival del Cinema di Berlino, Piccole cose come queste ha ricevuto un punteggio critico elevato del 93% su Rotten Tomatoes ed è stato considerato un eccellente seguito per Murphy dopo il suo successo in Oppenheimer. Piccole cose come queste è stato descritto dalla critica come “un dramma sobrio e significativo” che esamina l’Irlanda degli anni ’80 e offre uno spaccato delle esperienze delle donne che vivevano nelle famigerate lavanderie Magdalene.

Piccole cose come queste è ispirato alla vera storia delle lavanderie Magdalene in Irlanda

Piccole cose come queste (2024)

Le lavanderie Magdalene ospitavano “donne perdute” in tutta l’Irlanda

Sebbene i personaggi descritti nel film siano fittizi, Piccole cose come queste è ispirato alla storia delle lavanderie Magdalene in Irlanda. Durante tutto il film, Bill deve convivere con lo stigma di essere figlio di una madre single. Sua madre, Sarah, è stata emarginata dalla sua famiglia per essere rimasta incinta fuori dal matrimonio, ma la sua datrice di lavoro, la signora Wilson, le ha permesso di continuare a lavorare. La signora Wilson l’ha aiutata a crescere Bill da bambino. Mentre la madre di Bill è riuscita a evitare di trasferirsi in una lavanderia Magdalene, migliaia di altre donne non sono state così fortunate.

Fondati in Irlanda nel XVIII secolo, i lavatoi di Magdalene furono creati per ospitare e redimere le donne che erano “cadute” nella società irlandese. Prendendo il nome da Maria Maddalena, i lavatoi accoglievano donne incinte non sposate, ragazze orfane, piccole criminali e coloro che erano considerate “troppo promiscue” dalla società. Coloro che venivano ammesse erano spesso ripudiate dalle loro famiglie e costrette a svolgere lavori non retribuiti, lavando e pulendo il bucato dalla mattina alla sera, sotto la stretta sorveglianza delle suore che gestivano le lavanderie. Secondo il NCWI, tra il 1790 e il 1996, si stima che 30.000 donne e ragazze siano state detenute nelle lavanderie Magdalene in tutta l’Irlanda.

Gli scandali delle lavanderie Magdalene in Irlanda spiegati

Piccole cose come queste

Le lavanderie erano piene di storie di abusi e adozioni forzate

Le recensioni di Piccole cose come queste hanno definito il film un eccellente esempio di vedere ma non dire. Mentre consegna il carbone al convento locale, Bill assiste al rapimento di una ragazzina che viene portata con la forza alla lavanderia. Più tardi, scopre una ragazza di nome Sarah, chiusa fuori dall’edificio con il freddo. Questi momenti fanno sì che Bill si interroghi sulla vera natura della lavanderia Magdalene, ma gli viene ripetutamente detto di tacere su ciò che vede.

Sebbene ci fossero silenziose speculazioni sugli abusi, fu solo nel 1993, quando fu scoperta una fossa comune di 155 donne Magdalene a Donnybrook, che la realtà della vita all’interno delle lavanderie venne rivelata (tramite The Irish Times).

Le donne della Magdalene erano spesso private del cibo, picchiate selvaggiamente se svolgevano male il loro lavoro e rinchiuse in isolamento.

Dal 1993, le sopravvissute hanno raccontato gli abusi e le crudeltà subiti per mano delle suore; le donne della Magdalene erano spesso private del cibo, picchiate selvaggiamente se svolgevano male il loro lavoro e rinchiuse in isolamento (via History). I figli delle madri non sposate venivano dati in adozione con la forza e chiunque tentasse di fuggire veniva picchiato e trasferito in un’altra lavanderia. Alcune detenute riuscirono a fuggire o furono salvate da parenti comprensivi, ma molte donne furono costrette a lavorare nelle lavanderie per il resto della loro vita (via JFMR).

Cosa è successo alle lavanderie Magdalene in Irlanda

Piccole cose come queste

L’ultima lavanderia Magdalene ha chiuso nel 1996

Il film Piccole cose come queste è ambientato a New Ross, nella contea di Wexford. La lavanderia situata a New Ross era gestita dalle Suore del Buon Pastore ed era una delle 10 lavanderie Magdalene presenti in Irlanda. Mentre il film descrive la lavanderia come aperta e in funzione nel 1985, in realtà chiuse nel 1967. Con il passare del tempo, la società cambiò e in Irlanda furono introdotti i diritti delle donne, il che significò che il numero di donne mandate nelle lavanderie della Maddalena diminuì lentamente fino alla chiusura dell’ultima lavanderia nel 1996.

Piccole cose come queste: il film con Cillian Murphy arriva su RaiPlay dal 6 dicembre

0

Dopo il successo nelle sale e l’accoglienza calorosa alla Berlinale, Piccole cose come queste di Tim Mielants arriva finalmente su RaiPlay dal 6 dicembre. Il film, interpretato da Cillian Murphy, Premio Oscar come miglior attore protagonista per Oppenheimer, si conferma una delle opere più intense e acclamate dell’anno.

Tratto dal romanzo di Claire Keegan, Piccole cose da nulla (Einaudi), il film è prodotto da Matt Damon e Ben Affleck per Artists Equity e intreccia dolore, colpa e redenzione nell’Irlanda del 1985. Al centro della storia c’è Bill Furlong (Murphy), commerciante di carbone, padre di cinque figlie e uomo dalla vita apparentemente semplice. La sua quotidianità cambia radicalmente quando scopre un segreto oscuro custodito nel convento locale guidato da Suor Mary (Emily Watson, Orso d’Argento a Berlino). Da quel momento, Bill è costretto a fare i conti con il proprio passato e a interrogarsi sul prezzo del silenzio in una comunità che preferisce non vedere.

Cillian Murphy in Piccole cose come queste

Diretto dal regista di Peaky Blinders, Tim Mielants, il film adotta uno stile essenziale e potente che rispecchia la scrittura di Keegan e affronta con profondità il tema doloroso delle Case Magdalene, una ferita ancora aperta nella storia irlandese. “Da tempo io e Cillian volevamo tornare a lavorare insieme,” racconta Mielants. “Quando ci arrivò il libro, capimmo subito di avere tra le mani una storia necessaria.” Durante le riprese di Oppenheimer, Murphy fece conoscere il progetto a Matt Damon, che decise di produrlo.

Accanto a Murphy ed Emily Watson, nel cast troviamo Eileen Walsh, Michelle Fairley, Clare Dunne, Helen Behan e Agnes O’Casey, per un racconto che unisce rigore, sensibilità e grande forza morale. Con la fotografia di Frank Van Den Eeden e le musiche di Senjan Jansen, Piccole cose come queste si è imposto nei festival internazionali come un film di rara quiete emotiva, lodato da testate come Chicago Sun-Times, The Guardian e Variety.

Da oggi, la storia di Bill Furlong e del suo coraggio silenzioso è disponibile in streaming su RaiPlay. Una visione imprescindibile per chi ama il cinema che interroga, emoziona e lascia un segno.

Woody Harrelson: 10 cose che non sai sull’attore

Woody Harrelson è uno di quegli attori che ha fatto la storia del cinema moderno con le sue innumerevoli ed iconiche rappresentazioni. Grazie al suo talento e alle sue capacità recitative, l’attore è riuscito a farsi apprezzare da diverse fasce di pubblico di tutto il mondo.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Woody Harrelson.

Woody Harrelson: i suoi film

1. Ha recitato in celebri film e serie. La carriera dell’attore è iniziata nel 1986 con il film Una bionda per i Wildcats. Successivamente recita in Pazzi a Beverly Hills (1991), Chi non salta bianco è (1992), Proposta indecente (1993), Assassini nati (1994), Verso il sole (1996) e Larry Flynt – Oltre lo scandalo (1996). In seguito, lavora in EdTV (1999), Terapia d’urto (2003), After the Sunset (2004), The Big White (2005), Non è un paese per vecchi (2007), Sette anime (2008), The Messenger (2009), Benvenuti a Zombieland (2009) e 2012 (2009). Tra i suoi ultimi lavori vi sono 7 psicopatici (2012), Hunger Games (2012), Now You See Me – I maghi del crimine (2013), Il fuoco della vendetta (2013), Hunger Games: La ragazza di fuoco (2013), Hunger Games: Il canto della rivolta – Parte 1 (2014) e Parte 2 (2015), Now You See Me 2 (2016), Wilson (2017), Tre manifesti a Ebbing, Missouri (2017), The War – Il pianeta delle scimmie (2017), Il castello di vetro (2017), Solo: A Star Wars Story (2018), Highwaymen – L’ultima imboscata (2019), Midway (2019), Zombieland – Doppio colpo (2019) e Venom – La furia di Carnage (2021). Inoltre, ha continuato a lavorare per il piccolo schermo in serie come Will & Grace (2001), True Detective (2014) e The Freak Brothers (2021).

Nel 2023 è tornato sul piccolo schermo con White House Plumbers, una miniserie HBO dal tono satirico-politico in cui affianca Justin Theroux. Nel 2025 invece lo ha visto impegnato in Last Breath. Sempre nel 2025 torna alla saga di illusioni e furti con L’illusione perfetta – Now You See Me: Now You Don’t. 

2. È anche doppiatore, produttore e regista. L’attore non ha mai svolto solamente questa professione nel corso della sua carriera, ma anche sperimentato, ad esempio, il doppiaggio, prestando la propria voce per film come Free Jimmy (2006) e Free Birds – Tacchini in fuga (2013). In quanto produttore, invece, ha lavorato alla realizzazione del film Highwaymen – L’ultima imboscata (2019) e della serie True Detective (2014-2019). Nel 2025 ha partecipato al film animato Animal Farm, dove presta la voce a Boxer.

Negli ultimi anni si è impegnato molto anche come produttore: basti pensare a White House Plumbers, dove ha avuto un ruolo chiave dietro le quinte oltre che davanti alla macchina da presa. E benché dal 2017 non diriga un film (l’esperimento folle e riuscitissimo Lost in London), continua a essere coinvolto creativamente nei progetti a cui partecipa, contribuendo spesso allo sviluppo dei personaggi.

woody harrelson

Woody Harrelson in Hunger Games

3. Sono state introdotte delle accortezze. L’attore è notoriamente vegano e, quando viene mostrato Haymitch, il suo personaggio, intento a mangiare, egli è sempre inquadrato con dessert o verdure, oppure mentre beve. Ciò ha permesso all’attore di non dover venire meno alle sue regole etiche e allo stesso tempo di non dover rinunciare ad alcune scene importanti per la storia.

Woody Harrelson è Carnage in Venom

4. Non voleva doppiare il personaggio. Inizialmente Harrelson era riluttante a dare la voce a Carnage stesso, poiché era nervoso per come sarebbe stato percepito da fan e dai critici. L’attore aveva dunque suggerito al regista Andy Serkis, noto per i personaggi di Gollum e Cesare, di essere lui la voce della creatura, poiché particolarmente più esperto con questo tipo di personaggi. Serkis, tuttavia, era convinto che Harrelson avrebbe potuto svolgere un ottimo lavoro e lo spinse a sperimentare, convincendolo a dare lui voce a Carnage.

5. Ha personalmente curato il look del suo personaggio. Woody Harrelson ha avuto un grande potere decisionale circa il guardaroba del suo personaggio. Ha anche insistito sul fatto che i suoi capelli dovessero essere più realistici, poiché aveva particolarmente odiato la parrucca che gli era stata fatta indossare nella scena post-credits del primo film. Ai suoi occhi, infatti, questa risultava troppo stravagante e “un po’ amatoriale“.

Woody Harrelson e Matthew McConaughey: True Detective e non solo

6. Ha accolto True Detective con entusiasmo. Woody Harrelson e Matthew McConaughey sono molto più che due colleghi che hanno condiviso il successo della prima stagione di True Detective. La loro amicizia è diventata un elemento quasi leggendario di Hollywood. Negli ultimi anni hanno annunciato un ritorno insieme in una nuova serie comica per Apple TV, una sorta di “mockumentary familiare” che gioca sul loro rapporto, spesso descritto da loro stessi come quello tra due fratelli mancati. Ogni loro progetto condiviso attira immediatamente l’attenzione del pubblico, e non c’è da stupirsi: la loro chimica funziona sia sullo schermo che nella vita reale.

Quando gli è stato offerto il ruolo di Marty Hart, l’attore non ci ha pensato due volte ad accettare, sia perché sapeva come lavora la HBO, sia per il fatto che ci fosse il suo collega e grande amico Matthew McConaughey. I due, infatti, avevano già lavorato insieme in film EdTV e Surfer, Dude. Anche per True Detective i due si sono trovati in perfetta sintonia, costruendo insieme i loro rispettivi personaggi. Ancora oggi i fan lodano in particolare la chimica che c’è tra loro come una delle cose migliori della prima stagione.

woody harrelson

Woody Harrelson e il padre

7. Non ha saputo chi fosse veramente il padre fino all’adolescenza. Charles Harrelson, padre dell’attore, aveva abbandonato la famiglia quando Woody aveva appena sette anni. Tuttavia, cominciò a farsi un’idea di chi fosse suo padre a dodici anni, nel 1973, quando venne rivelato alla radio della sua condanna per l’omicidio di Sam Degelia. Woody scoprì così che il padre era un killer professionista. Ha voluto stabilire un rapporto con suo padre. Dopo l’accusa per l’omicidio del giudice John H. Wood nel 1981, l’attore decise di andare a trovare suo padre in carcere, ristabilendo un rapporto padre-figlio che andava oltre gli omicidi da lui commessi e presunti (si vociferava anche che potesse essere stato lui ad uccidere John F. Kennedy nell’attentato a Dallas). I due continuarono a frequentarsi anche dopo il suo tentativo di evasione di Charles nel 1995 e fino alla sua morte, sopraggiunta in carcere nel 2007.

Lo stile di vita di Woody Harrelson

8. Harrelson è noto per il suo stile di vita etico, per il suo attivismo e per un approccio alla vita che molti descriverebbero come spirituale e anti-convenzionale. Anche quando affronta ruoli cupi — come quelli in True Detective o Hunger Games — l’attore conserva una forte attenzione alla propria integrità personale. Negli ultimi anni, il suo rapporto con il pubblico è cresciuto ulteriormente attraverso interviste e apparizioni che lo mostrano sempre più consapevole, ironico e riflessivo.

Woody Harrelson: chi è sua moglie

9. È sposato e ha un divorzio alle spalle. Alla fine di giugno del 1985, l’attore si era sposato con Nancy Simon, figlia di Neil Simon. Sebbene i due si siano sposati in Messico più per gioco che per vero amore, alla fine rimasero legalmente sposati fino all’anno successivo, per poi, inevitabilmente, divorziare. Nel 1987, invece, ha conosciuto Laura Louie, allora sua assistente: i due sono insieme da quell’anno e si sono sposati nel 2008. Dall’unione con la sua attuale seconda moglie, sono nate tre figlie: Deni Montana (nata il 5 marzo 1994), Zoe Giordano (nata il 22 settembre 1996) e Makani Ravello (nata il 3 giugno 2006). Harrelson ha più volte dichiarato quanto la famiglia sia centrale nella sua vita, e questo equilibrio sembra riflettersi anche nella scelta dei suoi impegni professionali più recenti.

Woody Harrelson: età e altezza

10. Woody Harrelson è nato il 23 luglio del 1961 a Midland, nel Texas. La sua altezza complessiva corrisponde a 177 centimetri.

Fonti: IMDb, Collider, The Sun

The Legend of Zelda: ecco Link e la principessa nelle prime immagini dal film

0

Ecco il primo sguardo al film live-action di Sony e Nintendo The Legend of Zelda. Le immagini pubblicate offrono un’anteprima dei giovani attori Bo Bragason e Benjamin Evan Ainsworth, che interpretano rispettivamente la magica Principessa Zelda e lo spadaccino vestito di verde Link, nell’adattamento cinematografico dell’amato videogioco. Le foto mostrano Link e Zelda in piedi in un rigoglioso campo verde, Zelda con il suo caratteristico arco e freccia ed entrambi gli attori in costume con tanto di orecchie Hylian.

The Legend of Zelda Cortesia Nintendo/Sony
The Legend of Zelda Cortesia Nintendo/Sony

Il regista di Kingdom of the Planet of the Apes e The Maze Runner Wes Ball dirige il live-action The Legend of Zelda, che arriverà nei cinema il 7 maggio 2027.

Shigeru Miyamoto di Nintendo, produttore del film, ha rivelato il cast di Link e Zelda durante l’estate, scrivendo in un post sui social media: “Sono lieto di annunciare che per il live-action di ‘The Legend of Zelda’, Zelda sarà interpretata da Bo Bragason-san e Link da Benjamin Evan Ainsworth-san. Non vedo l’ora di vederli entrambi sul grande schermo”.