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Locked – In Trappola, spiegazione del finale: perché William sta cercando di uccidere Eddie?

Il finale di Locked – In Trappola è un momento sorprendentemente ottimista di crescita personale per Eddie, interpretato da Bill Skarsgård, dopo una trama piuttosto cupa. Locked – In Trappola è incentrato su Eddie, un criminale di strada che ha dato per scontata la sua famiglia. Mentre cerca di racimolare abbastanza soldi per riparare il suo furgone, Eddie finisce chiuso in un’auto di lusso che intendeva rubare. L’auto si rivela essere un modello avanzato controllato a distanza dal malvagio William, che cerca di sfogare la sua rabbia verso il mondo su Eddie. Adattamento del film argentino 4×4, Locked – In Trappola è ambientato in gran parte all’interno dell’auto con Eddie.

Man mano che il film procede, vengono rivelati ulteriori dettagli su William e sul motivo per cui vuole scagliarsi contro il mondo, spiegando infine perché ha intrappolato Eddie nella sua auto. Tutto culmina in un finale cupo ma appagante, con Eddie che alla fine ha la meglio su William in un momento cruciale della trama. Questo si ricollega ai temi comuni del film, evidenziati dalla crescita e dal destino finale sia di Eddie che di William. Ecco cosa succede nel finale di Locked – In Trappola e come questo rafforza i temi del film.

Perché William tortura Eddie in Locked – In Trappola

Eddie è vittima di un tempismo sfavorevole in Locked, poiché è lo sfortunato che cade nella trappola di William. Come Eddie (e il pubblico) scoprono lentamente nel corso di Locked, William è un medico ricco che vive una vita lussuosa rispetto alla realtà cruda in cui si trova Eddie. William alla fine rivela di aver avuto una figlia uccisa durante una rapina. Sviluppando un odio profondo per i criminali e morendo di una malattia terminale, William ha fatto in modo che la sua auto telecomandata fosse lasciata aperta in un parcheggio pubblico, nella speranza di attirare qualcuno da torturare.

La sua intenzione era quella di tormentare chiunque fosse finito nell’auto, vendicandosi del sistema su un povero criminale sfortunato. Questo finisce per essere Eddie, la cui disperata ricerca di denaro lo porta a entrare nell’auto e a rimanere immediatamente chiuso dentro. La personalità suprematista di William e il suo giudizio su coloro che sono “al di sotto” di lui diventano più evidenti durante le sue conversazioni con Eddie. È più inquietante che se William avesse preso di mira Eddie per un motivo specifico, poiché conferisce un tocco imprevedibile e pericoloso ai metodi brutali di William.

Come Eddie fugge dall’auto di William in Locked – In Trappola

Bill Skarsgård nel film Locked - In Trappola
Cortesia di © The Avenu

Eddie sfrutta la sua unica occasione per ribaltare la situazione a danno di William

Nonostante tutti i suoi sforzi, Eddie non riesce a trovare da solo un modo per uscire dall’auto di William. Deve invece aspettare il momento ideale per sorprendere William, concedendosi una finestra molto piccola per fuggire. Tutti i tentativi di Eddie di trovare un punto debole nell’auto falliscono, portando William a procedere con la parte finale del piano: portare Eddie nel bosco per sbarazzarsi di lui. Sebbene le misure di sicurezza dell’auto impediscano a Eddie di trovare una via d’uscita da solo, egli individua un vantaggio: il comando dell’accensione dell’auto.

Distraendo William, Eddie riesce ad attivare l’interruttore proprio mentre William sta per imboccare una strada tortuosa di montagna. Tutta la tecnologia avanzata del mondo non può salvare l’auto di William dai gravi danni causati dall’incidente che ne segue, un modo sorprendente ma efficace per Eddie di avere la meglio su William. Il vetro antiproiettile finisce per essere la rovina di William, poiché il colpo di pistola sparato durante l’incidente rimbalza fino a colpirlo mortalmente. È un modo intelligente per il film di dare a William ciò che si merita, poiché la sua stessa sicurezza nel proprio vantaggio lo porta alla rovina.

Cosa succede a Eddie dopo che è fuggito da William in Locked

Bill Skarsgård in Locked - In Trappola Photo-Courtesy-Of-The-Avenu
Cortesia di © The Avenu

Il climax di Locked – In Trappola vede Eddie, interpretato da Bill Skarsgård, riuscire a malapena a fuggire dai rottami in fiamme dell’auto di William, lasciando il cattivo morto a bruciare. Eddie ha trascorso tutto il film Locked riflettendo sui suoi fallimenti come padre di sua figlia Sarah, cosa che la sua famiglia gli ha ripetutamente rimproverato prima che rimanesse intrappolato nell’auto di William. Anche William spesso sminuisce le capacità di Eddie come genitore. Il film rende questo tema particolarmente chiaro quando William usa il suo autocontrollo sull’auto per quasi investire Sarah.

La grande crescita di Eddie nel film è quella di smettere di dare per scontate le sue responsabilità di genitore, vendendo il suo furgone e comprando una bicicletta per Sarah come segno della sua volontà di essere presente nella sua vita. Questo conferisce al finale di Locked un aspetto edificante che contrasta con il tono altrimenti cupo del film. Locked è una lezione di moralità per Eddie, che lo costringe a confrontarsi con ciò che è disposto a fare per stare con la sua famiglia. Anche se il rapporto di Eddie con sua figlia sembra essere stato riaffermato, non si sa come andranno le cose tra Eddie e la madre di Sarah.

Chi altro uccide William in Locked – In Trappola?

Mentre Eddie riesce a sfuggire alla morsa di William e a sopravvivere agli eventi di Locked, William ha altri due obiettivi che non sono così fortunati. Le vittime senza nome sono una coppia di criminali di strada che Eddie incontra mentre William guida l’auto a distanza. Dopo averli trovati mentre aggredivano un altro cittadino, William usa l’auto per investirli. Mentre il primo viene investito rapidamente e ucciso in modo inglorioso dall’auto, il secondo criminale riesce quasi a sfuggire a William.

Nonostante le suppliche di Eddie, William usa l’auto per inchiodare il criminale a una recinzione e schiacciarlo in modo raccapricciante. È un momento brutale che sottolinea la vera pericolosità di William. Il fatto che William citi spesso la Bibbia o faccia riferimento alla sua esperienza di medico mentre tortura e uccide persone “inferiori a lui” dimostra che non è un uomo con cui Eddie può ragionare. Anche quando le sue minacce si trasformano gradualmente in suppliche di pietà, William si conferma una minaccia reale. Questo rende Eddie, che altrimenti sarebbe un personaggio ambiguo, più facile da identificare per il pubblico ed esalta la minaccia rappresentata da William.

Il vero significato del finale di Locked – In Trappola

Bill Skarsgård in Locked - In Trappola Photo-Courtesy-Of-The-Avenu
Cortesia di © The Avenu

Locked – In Trappola tratta in definitiva due temi, uno per ciascuna delle storie di Eddie e William. Per Eddie, il nucleo del suo arco narrativo è imparare ad accettare la responsabilità delle proprie azioni. Finalmente in una situazione dalla quale non può uscire con le parole, Eddie inizialmente fatica a fare qualsiasi cosa. Tuttavia, è in grado di sopportare il dolore per rivedere sua figlia, trovando un modo per ribaltare la situazione a danno di William, ma dimostrando lungimiranza e pazienza nell’usarlo. Eddie viene ricompensato per la sua crescita personale e la realizzazione del suo potenziale, sfuggendo a William e ricongiungendosi con Sarah nei momenti finali emozionanti di Locked.

D’altra parte, William è un mostro tragico nella narrazione. La sua rabbia comprensibile verso il mondo per la morte della figlia si è trasformata in qualcosa di vile. La prospettiva della strada in Locked – In Trappola è desolante, con Eddie che esprime la sua convinzione che la classe inferiore sia calpestata e ignorata dalla classe superiore, un’accusa che William respinge e abbraccia per il proprio potere immaginario. William è uno specchio oscuro di una società che vede gli altri come parassiti, rendendo il suo destino in Locked un potente promemoria che l’odio che alimenta quella furia non ha altro che fini distruttivi.

Masters of the Universe: Alison Brie anticipa una relazione “interessante” tra Evil-Lyn e Skeletor

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La produzione di Masters of the Universe si è ufficialmente conclusa a giugno e, dopo una valanga di foto dal set trapelate, l’entusiasmo sta lentamente crescendo, mentre i fan attendono con ansia il primo trailer o un dietro le quinte per la rivisitazione live-action del classico cartone animato degli anni ’80.

Tra le scelte di casting più chiacchierate c’è quella di Alison Brie nel ruolo dell’astuta strega Evil-Lyn. Durante il tour stampa per il suo prossimo film horror Together, l’attrice di Community ha lasciato intendere qualcosa di allettante sul suo nuovo ruolo da cattiva, dando ai fan quel tanto che basta per alimentare l’attesa senza rovinare nulla.

Parlando con HeyUGuys, Brie ha anticipato l'”interessante” rapporto tra Evil-Lynn e Skeletor, affermando: “Ero incredibilmente entusiasta di farne parte. Non ho mai interpretato un vero cattivo prima d’ora. Ho interpretato esseri umani con tratti malvagi, ma Evil-Lyn è così deliziosamente malvagia, si diverte tantissimo. E adoro il suo rapporto con Skeletor. È molto interessante. Quindi tutti questi aspetti hanno reso il ruolo davvero divertente da interpretare e non vedo l’ora che la gente lo veda. Penso che le generazioni cresciute guardando He-Man lo adoreranno e penso che sarà davvero divertente presentarlo alle generazioni più giovani”.

alison-brie-instagram

Nella classica tradizione di Masters of the Universe, Evil-Lyn è spesso raffigurata come la donna più intelligente e capace, il braccio destro di Skeletor. Una potente strega, è spesso al centro dei suoi piani per conquistare Eternia, maneggiando la magia con abilità e precisione.

Eppure, la lealtà non è mai stata il suo forte. Spinta dalle sue ambizioni, Evil-Lyn escogita spesso piani segreti, complottando per rovesciare un giorno Skeletor e prendere il potere per sé. Questa duplice natura la rende sia un’alleata inestimabile che una minaccia perpetua.

In alcune versioni della storia, la loro dinamica è ulteriormente arricchita da un tragico retroscena, suggerendo che Evil-Lyn possa ancora nutrire sentimenti persistenti per l’uomo che Skeletor era un tempo, prima di diventare il temibile cattivo che i fan conoscono oggi.

Il live action di Masters of the Universe

La versione live-action della classica serie animata vedrà protagonista Nicholas Galitzine, ma anche la partecipazione di Morena Baccarin nel ruolo della Strega, e di James Purefoy e Charlotte Riley nei ruoli dei genitori di Adam, Re Randor e la Regina Marlena, insieme ad Alison Brie (GLOW, Community) nel ruolo del braccio destro di Skeletor, Evil-Lyn, Idris Elba (Thor, Luther) in quello di Man-At-Arms e Jared Leto (Morbius, Blade Runner 2049) in quello di Skeletor stesso. Nel frattempo, Sam C. Wilson (House of the Dragon) interpreterà Trap Jaw, con Kojo Attah (The Beekeeper) nei panni di Tri-Klops e Jon Xue Zhang (Eternals) nei panni di Ram-Man.

Dopo numerose false partenze, Netflix era pronta a sviluppare un lungometraggio tratto dall’amata serie animata già nel 2022, ma all’inizio di quest’anno abbiamo saputo che anche l’ultimo tentativo di far decollare il progetto era fallito.

Tuttavia, in seguito avremmo appreso che Amazon/MGM Studios aveva acquisito il film, con il regista di Bumblebee, Travis Knight, in trattative per la regia. L’uscita del film è ora prevista per il 5 giugno 2026. Chris Butler ha riscritto la sceneggiatura da una bozza iniziale di David Callaham (Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli). In precedenza, la regia era stata affidata ai fratelli Nee (La città perduta).

Todd Black, Jason Blumenthal e Steve Tisch saranno i produttori, insieme a DeVon Franklin. Masters of the Universe arriverà nelle sale il 5 giugno 2026.

Selina Kyle di Zoe Kravitz potrebbe non tornare in The Batman Parte II

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The Batman si è concluso con il Cavaliere Oscuro e Selina Kyle che si separano. Mentre Catwoman si lascia Gotham alle spalle, Batman giura di infondere speranza nella sua città, piuttosto che vendicarsi dei suoi criminali.

In The Penguin, Selina scrive alla sorellastra, Sofia Gigante, che si è ritrovata rinchiusa all’Arkham State Hospital. Questa corrispondenza sembrava un punto della trama che avremmo visto ulteriormente esplorato nella seconda stagione di The Penguin o in The Batman Parte II, anche se quest’ultimo sembra improbabile in base a una nuova indiscrezione.

Secondo Jeff Sneider (@TheInSneider), “Al junket di Una scomoda circostanza – Caught Stealing della scorsa settimana, gli addetti stampa hanno chiesto ai giornalisti di non fare domande a Zoë Kravitz su The Batman Part II perché ‘non c’è e non sa nulla’, secondo una fonte.”

“Non si sa se sia vero, perché sappiamo tutti che gli addetti stampa mentono, ma questa è la voce che circola. Lo dico e basta! Non sparate al messaggero.”

Selina Kyle potrebbe non tornare nel sequel di The Batman

Come sottolinea Sneider, gli addetti stampa mentono, e questo potrebbe essere stato solo un modo per evitare che il junket venisse dirottato da un flusso infinito di domande sul previsto ritorno di Catwoman nel sequel di The Batman. Tuttavia, è anche possibile che il regista Matt Reeves non sia riuscito a trovare un posto per il personaggio nella sua sceneggiatura e in quella di Mattson Tomlin.

Per molti aspetti, The Batman – Parte II non ha bisogno di Catwoman, dato che la sua storia ha raggiunto una conclusione ampiamente appropriata nel primo film (quanto a quella anticipazione su Sofia, mostra semplicemente che Selina è ancora là fuori da qualche parte, e probabilmente si sta rifacendo una vita). Non possiamo nemmeno escludere la possibilità che i DC Studios abbiano i loro piani per la femme fatale nel DCU.

The Brave and the Bold inizierà con un Batman esperto che scopre di avere un figlio di 10 anni, Damian. Ciò significa che probabilmente ha incontrato Catwoman, e se lei è destinata a entrare nel film dei DC Studios – e nel DCU in generale – allora potrebbe aver costretto Reeves ad abbandonare Selina.

The Batman Part II uscirà nelle sale il 1° ottobre 2027.

I Duffer Brothers, creatori di Stranger Things, sotto contratto con Paramount

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I Duffer Brothers, Matt e Ross, noti per aver creato il colosso Netflix Stranger Things, sono ufficialmente in affari con Paramount.

La coppia si separa da Netflix per stipulare un ampio accordo esclusivo quadriennale per progetti cinematografici, televisivi e di streaming di Paramount. L’accordo, che dovrebbe concentrarsi su film “ambiziosi” e “di grande portata”, entrerà in vigore dopo la conclusione dell’attuale accordo con Netflix nell’aprile 2026. I progetti futuri saranno sviluppati attraverso la loro società di produzione, Upside Down Pictures, guidata dai fratelli e dalla loro socia produttrice e presidente della società, Hilary Leavitt.

“Non potremmo essere più entusiasti di unirci alla famiglia Paramount”, hanno dichiarato Matt e Ross Duffer in una nota. “Partecipare a questa missione non è solo emozionante, è la realizzazione di un sogno che dura da una vita. E farlo in uno studio con una storia così gloriosa a Hollywood è un privilegio che non prendiamo alla leggera. Siamo anche entusiasti di riunirci con i nostri amici Cindy [Holland] e Matt [Thunell], che sono stati tra i primissimi a credere in noi e in una piccola e insolita sceneggiatura che abbiamo scritto, che poi è diventata “Stranger Things”. Ci hanno dato una possibilità nel 2015 e ci stanno dando una possibilità di nuovo: non vediamo l’ora di creare nuove storie insieme.”

Come indicato nella loro dichiarazione, l’operazione riunisce i Duffer Brothers con Cindy Holland, la nuova responsabile dello streaming di Paramount, che ha dato il via libera a Stranger Things su Netflix, e Matt Thunell, presidente di Paramount Television, che ha anche lavorato con i fratelli presso la piattaforma di streaming. La coppia lavorerà anche con Josh Greenstein e Dana Goldberg, che condividono i ruoli creativi di film e serie TV presso Paramount. La loro assunzione, che arriva poco dopo la fusione da 8 miliardi di dollari di Paramount con Skydance, rientra nell’obiettivo del presidente e CEO dell’azienda David Ellison di essere “il primo punto di riferimento per registi e artisti in cerca di una casa creativa che promuova il loro lavoro e lo amplifichi a livello globale”.

Guarda il trailer di Stranger Things 5 dei Duffer Brothers

“Ho avuto il privilegio di conoscere Matt e Ross per oltre un decennio e di lavorare con loro dai loro esordi fino al loro meritato successo globale. Abbiamo visto in prima persona la loro straordinaria visione creativa e il loro eccezionale talento per la narrazione”, ha affermato Holland. “Non potremmo essere più entusiasti di riunirci e di dar loro il benvenuto in Paramount.”

Dana Goldberg, co-presidente di Paramount Pictures e presidente di Paramount Television, e Josh Greenstein, co-presidente di Paramount Pictures e vicepresidente di Platform, hanno aggiunto: “Siamo entusiasti che gli incomparabili fratelli Duffer si uniscano alla nostra famiglia Paramount. Il loro talento unico nel creare storie e mondi che plasmano la cultura li distingue, e questa partnership è un ottimo esempio della nuova Paramount in azione: i nostri settori cinema, televisione e streaming uniti per offrire a Matt e Ross tutta la potenza delle nostre piattaforme per raccontare le loro storie migliori e più ambiziose di sempre.”

Questa notizia, trapelata la scorsa settimana, arriva mentre i Duffer Brothers si preparano per la quinta e ultima stagione di “Stranger Things” su Netflix. Al completamento del loro accordo con Netflix, i Duffer rimarranno coinvolti in “Stranger Things” e negli altri progetti di sviluppo in corso.

“Il nostro periodo a Netflix è stato incredibile. Ted [Sarandos], Bela [Bajaria] e Peter [Friedlander] ci hanno dato il tipo di libertà creativa e il supporto che gli artisti sognano ma che raramente ricevono. Dopo un decennio, sono diventati una famiglia”, hanno continuato i Duffer. “Siamo entusiasti di continuare a collaborare, non solo per l’imminente uscita di ‘Stranger Things 5‘, ma anche per le serie che siamo profondamente orgogliosi di produrre, tra cui ‘Something Very Bad Is Going to Happen’ e ‘The Boroughs’. E non vediamo l’ora di costruire insieme il futuro di ‘Stranger Things’: ci sono molte altre storie da raccontare oltre a Hawkins e non vediamo l’ora di condividerle”.

Black Widow: nella prima versione, il personaggio di Dreykov era un pedofilo

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Ray Winstone ha interpretato il malvagio supervisore della Red Room, Dreykov, in Black Widow del 2021. Pur essendo ben lontano dall’essere il cattivo più memorabile dell’MCU, l’attore aveva del materiale di tutto rispetto con cui cimentarsi ed è apparso in alcune scene di grande impatto al fianco di Scarlett Johansson.

Tuttavia, sembra che queste scene siano impallidite in confronto a ciò che ha girato prima delle riprese aggiuntive imposte dallo studio. L’attore ha precedentemente descritto quell’esperienza come “devastante” e ha parlato dei suoi problemi con Black Widow durante la sua apparizione al Sarajevo Film Festival.

“Si tratta solo di vendere i biglietti”, ha esordito Winstone, condividendo la sua valutazione dello stato attuale di Hollywood. “Vediamo cosa sta succedendo a Hollywood con la Marvel e tutto il resto. C’è spazio per questo, ed è divertente, ma distoglie dalla realizzazione di film culturali, che sono i migliori per gli attori, [e] offrono ruoli davvero validi.”

“Sta diventando sempre più difficile”, ha continuato. “Se non sei sui social media ora, potrebbero anche non prenderti in considerazione per un film perché vogliono una fanbase che lo accompagni.”

Dreykov era un personaggio molto più controverso

Raccontando la sua esperienza ai Marvel Studios, Winstone ha detto: “Ho lavorato con questa straordinaria regista, Cate Shortland, e abbiamo lavorato su come sarebbe stato il mio personaggio. Era come un pedofilo che si aggirava tra tutte queste ragazze, e loro diventavano delle Vedove Nere. Venivamo applauditi sul set. È stata probabilmente la cosa migliore che abbia fatto da molto tempo.”

Ha aggiunto: “Poi torno a casa dopo aver finito il lavoro e ricevo una chiamata che mi dice che dobbiamo fare delle riprese aggiuntive. Dico: quante scene? [Cate] risponde ‘tutte’. Così le ho detto di cambiare [attore], ma ero sotto contratto, quindi ho dovuto farlo io. Torno indietro, mi sistemano i capelli, mi mettono il costume, e non ci riesco. L’avevo già fatto.”

“Ho pensato: ‘Non lo faccio più. L’ho già fatto. Ecco come andrà'”, ha ammesso Winstone. “Questo è un rifiuto, sai? Non c’è niente di peggio che fare qualcosa, abbandonarla e poi sentirsi dire che non è giusta.”

Non è difficile capire perché sia stata un’esperienza demoralizzante per l’attore, e Black Widow si è rivelato un film piuttosto controverso. Ha ottenuto il 79% di giudizi positivi su Rotten Tomatoes, ma l’uscita durante la pandemia ha fatto sì che incassasse solo 379,8 milioni di dollari al botteghino mondiale.

Dreykov, interpretato da Winstone, è stato ucciso in Black Widow, mentre la figlia del suo personaggio, Taskmaster, è stata colpita alla testa dopo solo un paio di scene in Thunderbolts*, uscito lo scorso maggio.

Fallout Stagione 2: il trailer presentato alla Gamescom

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Fallout Stagione 2: il trailer presentato alla Gamescom

Alla Gamescom, il più grande evento videoludico al mondo, Prime Video ha presentato in anteprima il teaser trailer della serie di successo globale acclamata dalla critica, Fallout Stagione 2. 

Durante la diretta globale dell’Opening Night Live della Gamescom, è stato inoltre rivelato che l’attesissima nuova stagione debutterà il 17 dicembre 2025, gli otto episodi verranno rilasciati settimanalmente fino al finale di stagione previsto per il 4 febbraio 2026.

Fallout è prodotta da Kilter Films, con Jonathan Nolan e Lisa Joy come executive producer. Geneva Robertson-Dworet e Graham Wagner sono executive producer, creatori e showrunner. Ad oggi, la prima stagione di Fallout ha totalizzato oltre 100 milioni di spettatori in tutto il mondo, classificandosi tra i tre titoli più visti di sempre sulla piattaforma.

I nuovi episodi ricominciano dall’epico finale della prima stagione e trasporteranno il pubblico in un viaggio attraverso il deserto del Mojave fino alla città post-apocalittica di New Vegas. La seconda stagione debutterà in esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo.

Davanti a una folla di oltre cinquemila partecipanti alla Gamescom, Nolan, Robertson-Dworet e le star della serie Ella Purnell e Aaron Moten hanno offerto uno sguardo approfondito sulle sfide della seconda stagione e sul percorso che attende i personaggi amati dal pubblico: Lucy, Maximus e il Ghoul.

Insieme, hanno sorpreso il pubblico svelando il teaser trailer della serie che ha mostrato un nuovo componente del cast, Justin Theroux nel ruolo di Robert House, e ha svelato per la prima volta al pubblico uno dei predatori post-apocalittici più terrificanti dell’universo di Fallout: il Deathclaw.

Basata su una delle più grandi serie di videogiochi di tutti i tempi, Fallout racconta la storia di chi ha tutto e di chi non ha nulla in un mondo in cui ormai non è rimasto quasi più niente. Duecento anni dopo l’apocalisse, i pacifici abitanti dei lussuosi rifugi antiatomici sono costretti a tornare nella landa infernale radioattiva che i loro antenati avevano abbandonato. Con sorpresa, scoprono che ad attenderli c’è un universo incredibilmente complesso, follemente bizzarro e profondamente violento.

La serie è interpretata da Ella Purnell (Yellowjackets, Sweetpea), Aaron Moten (Emancipation – Oltre la libertà, Father Stu), Walton Goggins (The White Lotus, The Righteous Gemstones), Kyle MacLachlan (Twin Peaks), Moisés Arias (Il re di Staten Island) e Frances Turner (The Boys).

Fallout è prodotta dalla Kilter Films e vede Jonathan Nolan, Lisa Joy e Athena Wickham come executive producer. Geneva Robertson-Dworet e Graham Wagner figurano come executive producer, creatori e showrunner. Todd Howard di Bethesda Game Studios è executive producer insieme a James Altman per Bethesda Softworks. La serie è prodotta da Amazon MGM Studios e Kilter Films, in collaborazione con Bethesda Game Studios e Bethesda Softworks.

Harry Potter, la serie svela i Weasley: ecco Fred, George, Percy e Ginny!

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Ecco a voi i ragazzi Weasley! Con le riprese della serie Harry Potter della HBO ora in pieno svolgimento presso i Leavesden Studios della Warner Bros. nel Regno Unito, è stato rivelato il casting per i fratelli di Ron Weasley: Fred, George, Percy e Ginny.

Tristan Harland interpreterà Fred Weasley, Gabriel Harland George Weasley, Ruari Spooner Percy Weasley e Gracie Cochrane Ginny Weasley. Guardate una foto di tutti i bambini Weasley, incluso Alastair Stout Ron, insieme qui sotto.

Credit HBO / Everett Collection via Variety

HBO ha recentemente svelato la prima apparizione del giovane esordiente Dominic McLaughlin nei panni di Harry Potter e in seguito ha mostrato un barbuto Nick Frost nei panni di Rubeus Hagrid.

Accanto a McLaughlin nei panni di Harry Potter e Stout nei panni di Ron, Arabella Stanton interpreta Hermione Granger. Il giovane trio è stato selezionato tra oltre 30.000 attori che si sono presentati ai provini lo scorso autunno.

Cosa sappiamo della serie HBO su Harry Potter

Il cast principale include anche John Lithgow nel ruolo di Albus Silente, Janet McTeer nel ruolo di Minerva McGranitt, Paapa Essiedu nel ruolo di Severus Piton, Katherine Parkinson nel ruolo di Molly Weasley, Lox Pratt nel ruolo di Draco Malfoy, Johnny Flynn nel ruolo di Lucius Malfoy, Leo Earley nel ruolo di Seamus Finnigan, Alessia Leoni nel ruolo di Parvati Patil, Sienna Moosah nel ruolo di Lavender Brown, Bertie Carvel nel ruolo di Cornelius Fudge, Bel Powley nel ruolo di Petunia Dursley e Daniel Rigby nel ruolo di Vernon Dursley. Lunedì sono stati rivelati anche altri nomi: Rory Wilmot nel ruolo di Neville Paciock, Amos Kitson nel ruolo di Dudley Dursley, Louise Brealey nel ruolo di Madama Rolanda Hooch e Anton Lesser nel ruolo di Garrick Ollivander.

Le riprese della prima stagione dovrebbero durare fino alla primavera del 2026, mentre la produzione della seconda stagione inizierà pochi mesi dopo. Ognuno dei sette libri di “Harry Potter” costituirà un’intera stagione.

La serie debutterà nel 2027 su HBO e HBO Max (ove disponibile) ed è guidata dalla showrunner e sceneggiatrice Francesca Gardiner (“Queste oscure materie”, “Killing Eve”) e dal regista Mark Mylod (“Succession”). Gardiner e Mylod sono produttori esecutivi insieme all’autrice della serie J.K. Rowling, Neil Blair e Ruth Kenley-Letts di Brontë Film and TV, e David Heyman di Heyday Films. La serie di “Harry Potter” è prodotta da HBO in collaborazione con Brontë Film and TV e Warner Bros. Television.

Peacemaker: James Gunn rivela un finale alternativo della Stagione 1 che avrebbe “ucciso” un personaggio importante

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A parte la scomparsa del malvagio padre di Chris Smith, Auggie, interpretato da Clemson Murn e di alcuni personaggi secondari chiave, la prima stagione di Peacemaker si è conclusa con tutti i personaggi principali ancora in vita (anche se un po’ provati), ma questo non sarebbe potuto accadere se James Gunn si fosse attenuto al suo piano originale.

Nell’ultimo episodio del Peacemaker Podcast, a Gunn è stato chiesto dall’attrice di Emilia Harcourt, Jennifer Holland, se esistessero versioni della sceneggiatura in cui i personaggi principali morissero. “Harcourt è stata presa in consegna da Goff. C’era una battuta più pronunciata in cui Goff era innamorato di Peacemaker, e Peacemaker era innamorato di Harcourt. La tiene in vita e rimane con Harcourt anche se lei è stata presa in consegna da Goff.”

Con “presa in consegna da Goff“, presumiamo che Gunn intenda che la coscienza di Harcourt è stata sostituita dalla Farfalla che controllava il senatore Royland Goff. Ciò avrebbe essenzialmente portato alla morte di Harcourt, poiché non c’è modo di ripristinare la psiche originale una volta che un parassita alieno prende il sopravvento.

“Quando dico che l’ho cambiato, erano solo delle linee guida su cui cercavo di capire le cose”, ha aggiunto Gunn. “Non era una sceneggiatura completamente scritta. Ma in quella versione, la seconda stagione avrebbe visto Goff nei panni di Harcourt.”

Peacemaker 2Peacemaker torna per la sua seconda stagione questa settimana e le recensioni sono state molto positive (97% su Rotten Tomatoes).

“La gente si sta rendendo conto che la seconda stagione di Peacemaker riguarda due dimensioni, e questo è davvero il fulcro della serie”, ha spiegato Gunn a Rolling Stone in una recente intervista. “Ma non è che uno di questi sia il vecchio DCEU e l’altro il DCU. Questo viene affrontato in modo diverso, molto diretto in una stagione in cui quasi tutto nella prima stagione è canonico e alcune cose non lo sono. E infatti, ho fatto un podcast con [gli attori] Steve Agee e Jen Holland. E abbiamo fatto ogni episodio di Peacemaker, e in quegli episodi parlo di cosa è canonico e cosa non lo è. In pratica, ritaglio piccoli dettagli dalla prima stagione di Peacemaker che non sono canonici, come Aquaman. Ma la maggior parte del materiale è canonico.”

“La nuova stagione segue Christopher ‘Chris’ Smith, alias Peacemaker, il supereroe vigilante che lotta per riconciliare il suo passato con il suo ritrovato scopo, continuando a prendere a calci i giusti malfattori nella sua folle ricerca di pace a ogni costo.

Nella seconda stagione, Peacemaker scopre un mondo alternativo in cui la vita è tutto ciò che desidera. Ma questa scoperta lo costringe anche ad affrontare il suo passato traumatico e a prendere in mano il futuro.”

Mahershala Ali Will non presterà la voce a Blade in Marvel Zombies

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L’imminente spin-off di What If…? della Marvel Animation, Marvel Zombies, introdurrà una variante multiversale davvero unica: Blade Knight. Il Daywalker ha in qualche modo ereditato il ruolo di Moon Knight da Marc Spector, e ci si aspettava che Mahershala Ali prestasse la voce al personaggio.

Beh, ComicBook.com ha confermato che Todd Williams (The Chicago Code) interpreterà Blade Knight. È interessante notare che in precedenza aveva sostituito Ali come voce di Titano nella serie TV animata Invincible di Prime Video.

Mentre Mahershala Ali ha avuto un breve cameo vocale in Eternals del 2021, il film da solista del Daywalker rimane bloccato nel limbo dopo essere stato annunciato al Comic-Con oltre sei anni fa. Immaginavamo che l’intenzione fosse quella di farci incontrare Blade, il premio Oscar, prima della messa in onda di Marvel Zombies, anche se non è più chiaro se Ali avrebbe mai ripreso il ruolo in questa serie.

Marvel Zombies: anticipata l’uscita su Disney+

Se il film di Blade non dovesse concretizzarsi, il lavoro di Ali nel MCU potrebbe ridursi alla confusa e irrisolta scena post-credit di Eternals. Tuttavia, il nostro ultimo aggiornamento sul reboot a lungo rimandato è stato ampiamente positivo.

“Non volevamo semplicemente mettere un vestito di pelle ad [Ali] e farlo iniziare a uccidere vampiri”, ha recentemente dichiarato il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige sul motivo per cui le sceneggiature di Michael Starrbury, Nic Pizzolatto, Michael Green e altri non sono state presentate alle telecamere. “Doveva essere unico e cadeva proprio nel momento in cui abbiamo iniziato a tirarci indietro e a dire ‘accetta solo ciò che è incredibilmente fantastico’, e all’epoca non era così fantastico.”

“E non ci sentivamo, come spesso accade, di poter iniziare con una buona sceneggiatura e renderla fantastica attraverso la produzione”, ha ammesso. “Non eravamo sicuri di poterlo fare con ‘Blade’ e non volevamo fare lo stesso con Mahershala e non volevamo farlo con noi.” “Ce n’erano tre o quattro, due che erano del secondo periodo e non lo sono”, ha aggiunto il dirigente. “Siamo arrivati ai giorni nostri ed è su quello che ci stiamo concentrando.”

Chi recita in Marvel Zombies?

Il cast confermato di Marvel Zombies include Elizabeth Olsen (Scarlet Witch), Awkwafina (Katy), David Harbour (Red Guardian), Simu Liu (Shang-Chi), Randall Park (Jimmy Woo), Florence Pugh (Yelena Belova), Hailee Steinfeld (Occhio di Falco), Dominique Thorne (Ironheart), Iman Vellani (Ms. Marvel), Hudson Thames (Spider-Man) e Todd Williams in un ruolo misterioso.

Per quanto riguarda la trama, sappiamo solo che “Scarlet Witch che sarà “in prima linea nella nuova serie come una potente avversaria”. Verrà chiamata la Regina Morta, mentre Okoye “fungerà da cattiva secondaria e sarà a capo di un esercito di non morti, seguendo gli ordini di Scarlet Witch”.

Bryan Andrews dirige Marvel Zombies da una sceneggiatura di Zeb Wells. I produttori esecutivi includono Kevin Feige, Louis D’Esposito, Brad Winderbaum, Dana Vasquez-Eberhardt, Wells e Andrews. Danielle Costa e Carrie Wassenaar sono le produttrici.

Marvel Zombies debutterà su Disney+ il 24 settembre.

Bella Ramsey nel cono d’interesse dei Marvel Studios

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Bella Ramsey nel cono d’interesse dei Marvel Studios

Dopo l’acclamata interpretazione di Ellie nella seconda stagione di The Last of Us della HBO, abbiamo sentito da diverse fonti che Bella Ramsey è entrata nel cono di interesse dei Marvel Studios.

Non è chiaro se questo significhi che Bella Ramsey abbia effettivamente incontrato lo studio o che sia semplicemente nell’interesse dei vertici dello studio, ma l’attrice non ha voluto confermare nulla quando gli è stato chiesto delle voci e se fosse interessata a seguire Pedro Pascal nel MCU durante l’HBO Max Nominee Celebration Day.

“Non lo so”, ha risposto Ramsey. “Potrei essere Spider-Man. Tom Holland ha fatto un ottimo lavoro, però. Quindi forse hanno bisogno di un nuovo [supereroe] per me.” Ramsey stava chiaramente scherzando, e in realtà non ha visto molti film Marvel. Infatti, ha visto solo di recente il primo: uno dei film di The Amazing Spider-Man con Andrew Garfield.

“Era la prima volta che guardavo un film Marvel, ed è stato due o tre mesi fa. Incredibile”, ha detto Ramsey a proposito dell’uscita di Garfield nei panni dell’arrampicamuri. “L’ho adorato”. Ci sono alcuni importanti film del MCU all’orizzonte e non possiamo fare a meno di chiederci se Ramsey potrebbe essere in lizza per un ruolo nel prossimo reboot degli X-Men.

Bella Ramsey ha debuttato sulla scena nei panni della feroce Lyanna Mormont nella serie HBO Il Trono di Spade, prima di impressionare in film come Catherine Called Birdy, Requiem, His Dark Materials e Time.

Nonostante un finale di stagione teso e in sospeso, Ramsey tornerà nei panni di Ellie per la terza stagione di The Last of Us.

Cinque Secondi: il trailer del nuovo film di Paolo Virzì

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Cinque Secondi: il trailer del nuovo film di Paolo Virzì

Vision Distribution ha presentato oggi il trailer, il poster e le prime immagini di CINQUE SECONDI, il nuovo film di Paolo Virzì, che ha come protagonisti Valerio Mastandrea, Galatea Bellugi, Ilaria Spada, Anna Ferraioli Ravel e Valeria Bruni Tedeschi, e sarà al cinema dal 30 ottobre con Vision Distribution.

Scritto da Paolo Virzì, Francesco Bruni e Carlo Virzì, CINQUE SECONDI è prodotto da Greenboo Production e Indiana Production, in associazione con Vision Distribution e Motorino Amaranto, in collaborazione con Sky e Playtime.

I produttori del film sono Marco Belardi (per Greenboo Production), Benedetto Habib, Fabrizio Donvito, Marco Cohen Daniel Campos Pavoncelli, Alessandro Mascheroni (per Indiana Production), Ester Ligori (per Motorino Amaranto).

La distribuzione è curata in Italia da Vision Distribution. In Francia, la distribuzione sarà gestita da PAN Distribution, mentre le vendite internazionali sono affidate a Playtime. PAN Distribution, Playtime e Indiana Production fanno parte del nuovo studio Pan EuropeoVuelta. CINQUE SECONDI sarà al cinema dal 30 ottobre con Vision Distribution.

La trama di Cinque Secondi

Chi è quel tipo dall’aria trascurata che vive da solo nelle stalle ristrutturate di Villa Guelfi, una dimora disabitata e in rovina? Passa le giornate a non far nulla, fumando il suo mezzo-toscano ed evitando il contatto con tutti. E quando si accorge che nella villa si è stabilita abusivamente una comunità di ragazze e ragazzi che si dedicano a curare quella campagna e i vigneti abbandonati, si innervosisce e vorrebbe cacciarli. Sono studenti, neolaureati, agronomi, e tra loro c’è Matilde, che è nata in quel posto e da bambina lavorava la vigna con il nonno Conte Guelfo Guelfi. Anche loro sono incuriositi da quel signore misantropo dal passato misterioso: perché sta lì da solo e non vuole avere contatti con nessuno? Mentre avanzano le stagioni, arriva la primavera, poi l’estate e maturano i grappoli, il conflitto con quella comunità di ragazze e ragazzi si trasforma in convivenza, fino a diventare un’alleanza. E Adriano si troverà ad accudire nel suo modo brusco la contessina Matilde, che è incinta di uno di quei ragazzi…

I personaggi dei fumetti peggio rappresentati al cinema nel 2025

I personaggi dei fumetti peggio rappresentati al cinema nel 2025

Il 2025 ha visto l’uscita di tre film MCU (Captain America: Brave New World, Thunderbolts* e I Fantastici Quattro: Gli Inizi) e uno DCU (Superman).

Nel complesso, la qualità di questi film è stata buona, con l’eccezione del primo film da solista di Sam Wilson. Tuttavia ognuno di questi film ha faticato al box office. Lungo il percorso, abbiamo incontrato molti nuovi personaggi e ci siamo riuniti con diversi volti familiari.

Purtroppo, non tutti hanno funzionato. Che si tratti di archi narrativi discutibili, design scadenti o del fatto che non abbiano aggiunto molto alle storie raccontate, questi personaggi sono stati, trai peggiori visti nei film Marvel Studios e DC Studios di quest’anno.

Falcon

Abbiamo incontrato Joaquin Torres per la prima volta in The Falcon and The Winter Soldier, ma il personaggio non ha lasciato un segno duraturo. Quindi, quando è tornato in Captain America: Brave New World nei panni del nuovo Falcon, non ha sorpreso che abbia suscitato l’approvazione da parte dei fan. Invecchiato rispetto alla sua controparte dei fumetti e privato dei suoi superpoteri ispirati agli uccelli, il Joaquin del MCU è un soldato generico in tuta da volo.

Il fatto che Falcon venga abbattuto in combattimento e ricoverato in ospedale (il che significa che non può dare una mano contro Hulk Rosso) sembrava appropriato, considerando che era un personaggio tutto sommato debole, e niente di ciò che abbiamo visto sembra giustificare il suo ritorno in Avengers: Doomsday, se non il suo legame con Sam Wilson.

Baby Joey

Questa mostruosità in computer grafica ha avuto uno scopo: giustificare il comportamento di Metamorpho e il motivo per cui alla fine decide di aiutare Superman. Baby Joey esiste davvero nei fumetti. Tuttavia, il design per la versione del personaggio nel DCU è bruttino, proprio come la materia di cui sono fatti gli incubi.

A peggiorare le cose è stata una lunga sequenza d’azione, in cui l’Uomo d’Acciaio cercava di proteggere il bambino. Presentava delle immagini fantastiche, ma in un film già pieno zeppo di idee, Baby Joey forse era una di troppo.

Sidewinder

Quando è stata diffusa la notizia che Captain America: Brave New World aveva aggiunto Giancarlo Esposito, la star di The Mandalorian, come un misterioso cattivo, i fan erano comprensibilmente entusiasti. Dopotutto, chi meglio dell’icona di Breaking Bad poteva interpretare un cattivo?

In questo caso, le voci erano hanno gonfiato le aspettative e la realtà si è rivelata deludente. Sidewinder aveva del potenziale, ma questo mercenario generico (che guidava gli altrettanto insipidi “Serpents”) è stato una delusione, e non un cattivo che siamo ansiosi di rivedere, nonostante le voci di una sua apparizione sul piccolo schermo.

Giancarlo Esposito, purtroppo e non per colpa sua, non è stato così convincente nel ruolo e i Serpents erano troppo poco definiti per essere considerati una vera minaccia per Capitan America e l’MCU in generale. Che spreco di potenziale!

Ghost

ant-man mcuSebbene Taskmaster meritasse in qualche modo un posto in questa lista, il suo tempo sullo schermo è stato così limitato che non valeva la pena menzionare il personaggio che abbiamo incontrato per la prima volta in Black Widow.

Per quanto riguarda Ghost, il cattivo di Ant-Man and The Wasp sembrava un’aggiunta del tutto superflua a Thunderbolts*. I suoi poteri non sono stati utilizzati in modo particolarmente elettrizzante e non ha aggiunto molto alle dinamiche di squadra. Ora è una Nuova Vendicatrice e la cosa non genera molto entusiasmo.

Thunderbolts* è un candidato al premio come miglior film di supereroi dell’anno, ma Ava Starr contribuisce molto poco (e non mancherebbe, anche se avesse fatto la fine di Taskmaster). Forse Ghost potrà essere riscattato in futuro. Vedremo.

Uomo Talpa

I Fantastici Quattro: Gli Inizi ha offerto un’interpretazione della Prima Famiglia Marvel che ha finalmente fatto la cosa giusta per gli eroi. Tuttavia, c’era un elemento del film che sembrava un innegabile punto debole: l’Uomo Talpa.

La scena nel Baxter Building era certamente molto divertente, ma Paul Walter Hauser ha lavorato un poì troppo in overactng (forse spiegando perché altre scene con il personaggio sono state lasciate in sala di montaggio).

Il problema non era solo l’Uomo Talpa. Quando finalmente abbiamo visitato Subterranea, era solo una grotta e i Moloidi erano persone in equipaggiamento da minatore. Non c’era nemmeno un mostro in vista, una decisione a dir poco insolita.

Ultraman

Ultraman!Sembra che Ultraman sia stato inserito in Superman solo per dare all’Uomo del Domani qualcuno da picchiare. Rivelatosi come un clone di Superman, Ultraman non si è prestato a scene di combattimento memorabili.

Dal punto di vista del design, non è riuscito a impressionare (non possiamo fare a meno di chiederci perché Supes non abbia mai usato la sua vista a raggi X per vedere chi o cosa ci fosse sotto la maschera). Se fosse stato smascherato come Bizarro o Parasite, sarebbe stato forse più divertente, ma Ultraman in sé era generico come Sidewinder.

Fortunatamente, Lex Luthor ha più che compensato questa mancanza. In futuro, James Gunn trarrebbe beneficio dallo scegliere i suoi cattivi in modo un po’ più oculato.

Come mai Clark Kent non ha lo stesso accento “redneck” dei suoi genitori in Superman?

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Nel corso degli anni abbiamo visto diverse interpretazioni dei genitori adottivi di Clark Kent, sia in live-action che in animazione, sul grande e piccolo schermo, ma in Superman di James Gunn ci confrontiamo per la prima volta con il fatto che Jonathan e Martha Kent hanno un accento marcato.

Quando Clark parla al telefono con i suoi genitori, scopriamo che mamma e papà Kent parlano con un accento del sud pronunciato (alcuni potrebbero dire leggermente esagerato), mentre il loro figlio ha un accento più neutro e metropolitano, nonostante sia cresciuto a Smallville.

Alcuni fan si sono chiesti perché l’Uomo d’Acciaio non abbia lo stesso accento “redneck” dei suoi genitori. James Gunn ha ora spiegato su Threads: “Sebbene il termine “redneck” non mi piaccia, il motivo è lo stesso per cui io non ho lo stesso accento dei miei genitori. Vai all’università in una città diversa, vieni preso in giro per il tuo accento di provenienza e ti alleni a poco a poco.”

Clark probabilmente avrebbe mantenuto almeno un leggero accento del Midwest, ma questo è un film, in fin dei conti, e non siamo sicuri che il mondo sia pronto per una versione “campagnola” dell’Uomo di Domani.

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Nella nostra recensione di Superman abbiamo scritto: James Gunn firma un film divertente e emozionante, con un cast perfettamente assortito e un protagonista destinato a lasciare il segno. Un’opera che non solo inaugura il DCU, ma che dimostra come ci sia ancora un immenso bisogno di eroi luminosi, puri e umani. Superman è tornato, e mai come questa volta ci serviva davvero.”

Locked – In Trappola e l’etica del vigilantismo: punire o proteggere?

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Un ladro bloccato dentro un SUV “intelligente”, un proprietario che orchestra a distanza la punizione. Locked – In Trappola (in sala dal 20 agosto con Eagle Pictures) mette in scena una fantasia di controllo totale che sfida una domanda scomoda: quando la giustizia diventa vendetta?

Che cos’è il vigilantismo (e cosa non è)

The Batman - Parte 2- Jeffrey Wright Jim Gordon nel sequel

Per “vigilantismo” intendiamo l’esercizio privato della punizione: un cittadino si sostituisce a indagine, processo e sanzione. Non va confuso con la legittima difesa (reazione immediata a un’aggressione per evitare un danno), né con la semplice segnalazione alle autorità. Il vigilante decide colpa e pena, spesso a freddo, fuori da garanzie e proporzionalità.

Il caso Locked: giudice e boia dentro un abitacolo

Bill Skarsgård Locked - In Trappola
Cortesia di © The Avenu

Nel film la tecnologia (chiusure, comandi remoti, sorveglianza) rovescia i ruoli: il “proprietario” trasforma l’auto in spazio punitivo privato. Il problema etico non è solo “quanto soffre” il ladro, ma chi decide che debba soffrire, con quali limiti e quali controlli.
Tre nodi critici:

  • Proporzionalità: il furto/effrazione giustifica una punizione fisica?

  • Dignità e diritti: anche il colpevole mantiene diritti fondamentali (cura, integrità, possibilità di difendersi).

  • Errore e abuso: la “certezza” del vigilante può essere sbagliata; la tecnologia amplifica l’asimmetria di potere.

Utilitarismo vs. principi: due lenti per leggerlo

Bill Skarsgård in Locked - In Trappola Photo-Courtesy-Of-The-Avenu
Cortesia di © The Avenu
  • Utilitarismo (esiti): se il vigilantismo riduce furti, potrebbe sembrare “utile”. Ma genera effetti collaterali: spirale di violenza, emulazione, errori d’identità, erosione della fiducia nella giustizia.

  • Deontologia (principi): punire senza due process viola regole morali e civili indipendenti dagli esiti; trattare una persona solo come mezzo (di deterrenza) è inaccettabile.

La tecnologia come “moltiplicatore morale”

Telecamere, blocchi digitali, comandi remoti: strumenti pensati per sicurezza e assistenza possono diventare leve punitive se usate con intenzione vendicativa. Il film estremizza (sedili “a scossa”), ma intercetta tensioni reali: tra sorveglianza domestica (dashcam, “sentry mode”), ansia securitaria e desiderio di “giustizia immediata”.

Archetipi e paragoni nel cinema

Taxi Driver Cannes

Dal vigilante punitivo (Death Wish) all’angelo sterminatore urbano (Taxi Driver), fino agli home-invasion rovesciati (Don’t Breathe, Hard Candy) e all’originale argentino 4×4, il genere interroga da decenni il confine tra protezione e sopraffazione. Locked innesta questa tradizione nella one-location ad alta tensione e in un presente dove l’high-tech sembra autorizzare “micro-sovranità” private.

La domanda che resta allo spettatore

Il film invita a un test etico personale: quanto siamo disposti ad accettare quando la vittima ci somiglia e il colpevole appare “prendibile”? E cosa succede al patto sociale se normalizziamo punizioni fai-da-te, magari “mediate” da app e sensori?

Verdetto etico (senza spoiler)

Locked – In Trappola funziona perché rende seducente l’idea di controllo assoluto; ma la seduzione è parte del problema. Se il cinema mette comodo lo sguardo, l’etica ci chiede il contrario: scomodarci, distinguere tra difesa e vendetta, tra sicurezza e abuso. Il resto lo decide la sala: 20 agosto.

Vanessa Kirby sostiene che l’esperienza finale di Sue Storm in Fantastici Quattro avrà conseguenze in Avengers: Doomsday

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Nell’atto finale di I Fantastici Quattro: Gli Inizi (qui la nostra recensione), Sue Storm, interpretata da Vanessa Kirby, ha dimostrato come mai viene spesso indicata come il membro più potente della Prima Famiglia Marvel quando ha spinto Galactus nel teletrasporto che lo ha spedito a milioni di anni luce dalla Terra.

Tuttavia, spingendo i suoi poteri al limite, la Donna Invisibile ha sacrificato la sua vita per salvare non solo suo figlio, ma l’intero pianeta. È stato un momento fondamentale per il personaggio, che a quanto pare avrà conseguenze anche in Avengers: Doomsday.

MovieWeb ha recentemente incontrato Vanessa Kirby per parlare del suo nuovo film Netflix, Night Always Comes, e l’attrice ha spiegato come la morte di Sue (e la resurrezione, per gentile concessione del piccolo Franklin Richards) stia influenzando il suo approccio nei confronti di Sue nel prossimo film di Avengers.

“Ho pensato molto, lavorando su Avengers e altre cose, a come qualcuno che ha vissuto, nell’arco di una settimana circa, qualcuno che ha partorito, è morto ed è tornato in vita”, ha spiegato, “[e] come un’esperienza di morte del genere ti cambierebbe.” Vanessa Kirby ha aggiunto: “Ho ascoltato molte persone che hanno avuto questo tipo di esperienze e cosa hanno imparato, e quindi quanto siano diverse dopo essere tornate indietro.”

La star di Mission: Impossible sta chiaramente puntando tutto su questo personaggio, e Avengers: Doomsday esplorerà sicuramente anche l’accesso di Franklin al Potere Cosmico, e il fatto che sia abbastanza potente non solo da resuscitare i morti, ma anche da creare nuove realtà (se segue le orme della sua controparte nei fumetti).

La scena post-credit di I Fantastici Quattro: Gli Inizi si è svolta quattro anni dopo la morte di Sue, ma ha suggerito che Franklin fosse molto intelligente. Sebbene non sia confermato, si pensa che il Dottor Destino gli abbia chiesto di curare il suo volto sfregiato, un punto della trama che dovrà sicuramente essere approfondito il prossimo dicembre.

Cosa sappiamo di Avengers: Doomsday

Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars arriveranno in sala rispettivamente il 18 dicembre 2026, e il 17 dicembre 2027. Entrambi i film saranno diretti da Joe e Anthony Russo, che tornano anche nel MCU dopo aver diretto Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame.

Sono confermati nel cast del film (per ora): Paul Rudd / Ant-Man, Simu Liu / Shang-Chi, Tom Hiddleston / Loki, Lewis Pullman / Bob-Sentry, Florence Pugh / Yelena, Danny Ramirez / Falcon, Ian McKellen / Magneto, Sebastian Stan / Bucky, Winston Duke / M’Baku, Chris Hemsworth / Thor, Kelsey Grammer / Beast, James Marsden / Cyclops, Channing Tatum / Gambit, Wyatt Russell / U.S. Agent, Vanessa Kirby / Sue Storm, Rebecca Romijn / Mystique, Patrick Stewart / Professor X, Alan Cumming / Nightcrawler, Letitia Wright / Black Panther, Tenoch Huerta Mejia / Namor, Pedro Pascal / Reed Richards, Hannah John-Kamen / Ghost, Joseph Quinn / Johnny Storm, David Harbour / Red Guardian, Robert Downey Jr. / Doctor Doom, Ebon Moss-Bachrach / La Cosa, Anthony Mackie / Captain America.

The Marvels: secondo Nia DaCosta il film mancava di una sceneggiatura solida

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Nia DaCosta ha commentato le ragioni per l’insuccesso di The Marvels del 2023, che incassando solo poco più di 200 milioni di dollari in tutto il mondo, si è aggiudicato il dubbio onore di essere il film con il minor incasso di sempre dei Marvel Studios. Il sequel dell’MCU si è certamente rivelato controverso, ma lo stesso si può dire di Captain Marvel, che ha invece incassato un miliardo di dollari quando è uscito nel 2019.

Parlando con THR della sua esperienza con 28 anni dopo: The Bone Temple, la regista Nia DaCosta ha suggerito che il problema principale di The Marvels risiedesse nella sceneggiatura.

“Realizzare il sequel di 28 anni dopo è stata una delle migliori esperienze cinematografiche che abbia mai avuto. Uno dei problemi che ho avuto con Candyman e Marvels è stata la mancanza di una sceneggiatura davvero solida, che avrebbe sempre rovinato l’intero processo. Ma Alex Garland ti consegna una sceneggiatura e tu dici: ‘È fantastica’. Non devi cambiarla, anche se l’ho fatto, in pratica ho chiesto più infetti. [Ride.] Quello è stato, tipo, il mio grande contributo.”

“Ho ereditato un cast fantastico, poi mi è stata data la libertà di scegliere il cast per il resto del film”, ha continuato. “C’erano un paio di location che ho ereditato. Mi è stata data la libertà di sviluppare tutte le altre location. Alcune si sovrapponevano, come il personaggio di Sansone: io e Danny collaboravamo un po’ sull’aspetto, ma alla fine, Danny gira in modo completamente diverso dal mio.”

In un’altra intervista con Deadline di inizio anno, DaCosta ha rivelato che la versione del film che abbiamo visto al cinema era molto diversa da quella che ha girato.

The Marvels è molto diverso dal film girato da Nia DaCosta

“Avevano un appuntamento, stavano preparando alcune cose, e bisognava semplicemente lasciarsi trasportare dal processo con decisione. Il modo in cui realizzano quei film è molto diverso dal modo in cui, idealmente, realizzerei un film, quindi bisogna semplicemente lasciarsi trasportare dal processo e sperare nel meglio. Il meglio non è successo questa volta, ma bisogna avere fiducia nella macchina.”

“È stato interessante perché c’è stato un momento in cui mi sono detta: ‘Ok, questo non sarà il film che avevo proposto o la prima versione del film che ho girato’, quindi ho capito che questa è un’esperienza, una curva di apprendimento, e ti rende davvero più forte come regista in termini di capacità di orientamento.”

Da allora non abbiamo più visto Carol Danvers o i suoi amici superpotenti, ma si prevede che torneranno tutti per Avengers: Secret Wars (non siamo ancora sicuri di Doomsday).

Warfare – Tempo di Guerra: recensione del film di Alex Garland e Ray Mendoza

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Con Warfare – Tempo di Guerra, Alex Garland e Ray Mendoza firmano probabilmente la rappresentazione più cruda e accurata dell’esperienza del fronte di guerra contemporaneo. Siamo lontani dalle lande desolate e dalle terre di nessuno di Niente di Nuovo sul Fronte Occidentale di Edward Berger. Warfare ci porta nella guerra di oggi, quella che si combatte nelle case e per le strade. La respiriamo insieme alla polvere della confusione che deflagra subito dopo l’inizio dello scontro. Lo spettatore sente l’odore acre della cordite, il ferro del sangue nella gola. Non c’è scampo, se non quello offerto dalle luci di sala a fine proiezione. L’esperienza è tanto fisica quanto emotiva, un’immersione nel caos che richiama gli incubi collettivi evocati da Steven Spielberg nei primi minuti di Salvate il soldato Ryan.

Un’esperienza sensoriale senza scampo

Tradizionalmente, il cinema bellico tende a giustificare la sofferenza attraverso cornici di senso: patriottismo, eroismo, redenzione. Garland e Mendoza infrangono deliberatamente questa regola non scritta. Warfare – Tempo di Guerra non offre né bandiere sventolanti né melodrammi consolatori. Al contrario, priva lo spettatore di ogni appiglio emotivo convenzionale: niente backstory, niente monologhi, nessuna costruzione di personaggi a cui aggrapparsi. Nessuna identità: i Navy SEALs che seguiamo potrebbero essere chiunque, e proprio in questo anonimato sta la loro forza. La guerra non ha bisogno di essere romanzata o drammatizzata: è già, di per sé, un incubo sufficiente.

La storia vera di una giornata qualunque

La vicenda narrata è tratta dalle memorie dello stesso Mendoza, ex Navy SEAL rimasto intrappolato con la sua squadra a Ramadi nel 2006. Non una “battaglia storica” in senso tradizionale, ma un episodio reale, di quelli che non finiscono sui libri ma che segnano in maniera indelebile chi li ha vissuti. Ed è proprio in questa scelta di concentrarsi su un evento circoscritto, apparentemente marginale, che il film trova la sua radicalità: non la grande Storia, ma la microstoria di uomini costretti a sopravvivere a una giornata infernale, dove procedure e protocolli collassano sotto la pressione del fuoco nemico.

Il sodalizio tra Garland e Mendoza funziona a meraviglia. Garland porta la sua visione estetica e la precisione chirurgica del linguaggio filmico; Mendoza fornisce l’esperienza diretta, la memoria muscolare della guerra, guidando gli attori verso una fisicità credibile e priva di retorica. Ne risulta un’opera “a quattro mani” in cui la grammatica del cinema incontra la verità del ricordo e dell’esperienza diretta. Non c’è invenzione drammaturgica: tutto è basato su testimonianze, e la scrittura si riduce al minimo indispensabile.

Se i nomi coinvolti – da Will Poulter a Joseph Quinn, da Charles Melton a Cosmo Jarvis fino a Kit Connor – sono tra i più promettenti della nuova generazione, il film non concede spazio a protagonismi individuali. Nessuno domina la scena, perché la forza di Warfare – Tempo di Guerra è la coralità. I soldati sono un organismo unico, un corpo collettivo che si muove tra attese interminabili e esplosioni improvvise. Le dinamiche di gruppo, più che i singoli destini, diventano la vera sostanza narrativa. Lo spettatore non “conosce” i personaggi: li vive, li subisce insieme al resto della squadra.

Oltre le convenzioni del war movie

La struttura del film è esemplare nella sua semplicità. La prima mezz’ora è fatta di attesa: un appartamento occupato a Ramadi, il silenzio interrotto da rumori lontani, la tensione che cresce a ogni sussurro. Poi, improvvisamente, l’inferno: Al-Qaeda attacca e non c’è più tregua. Da quel momento fino ai titoli di coda, Warfare – Tempo di Guerra è un corpo a corpo continuo, girato quasi in tempo reale, senza momenti di respiro. Lo spettatore è incatenato a quei soldati, costretto a condividere ogni proiettile, ogni scheggia, ogni urlo.

Il realismo è la cifra assoluta del film. La macchina da presa alterna sguardi composti e studiati a momenti convulsi, in cui sembra di dover schivare fisicamente i colpi. Il sonoro è una tortura necessaria: esplosioni che scuotono la sala, urla che lacerano l’udito, il rombo degli aerei che sembra spezzare l’aria stessa. Nessuna colonna sonora a guidare l’emozione: la guerra non ha bisogno di archi o ottoni. Non c’è epica, non c’è scopo, solo la disperata ricerca della salvezza.

Nonostante la prospettiva americana, Warfare – Tempo di Guerra non cade mai nella trappola della glorificazione. Non ci sono eroi, non c’è nobiltà, non c’è senso. C’è solo l’assurdità della sopravvivenza, la casualità di chi cade e chi si salva. In questo, il film si avvicina più al cinema documentario che al cinema hollywoodiano di guerra. La scena finale, con una donna irachena che domanda ai soldati “Perché?”, senza ricevere risposta, riassume l’intero spirito dell’opera: la guerra è un enigma senza soluzione, un vortice che inghiotte senza dare spiegazioni.

Un anti-war movie radicale

Il rischio, per alcuni spettatori, sarà di percepire il film come alienante, troppo distante dai codici narrativi rassicuranti del genere. Ma è proprio qui che risiede la sua grandezza: Warfare – Tempo di Guerra non consola, non spiega, non giustifica. Ti trascina dentro e ti lascia esausto, svuotato, con più domande che risposte. È un’esperienza che scuote il corpo prima ancora che la mente, ma che proprio per questo resta impressa con una forza rara.

Alla fine, ciò che resta nello spettatore è un senso di sgomento, ma anche di gratitudine per un’opera che ha il coraggio di guardare la guerra senza veli, né abbellimenti. Warfare – Tempo di Guerra è un film duro, essenziale, a tratti insostenibile. Non fa propaganda, non cerca consensi: mostra e basta. Ed è in questa purezza che trova la sua verità più profonda. Un lavoro rispettosamente spietato, che ridefinisce i confini del war movie contemporaneo.

Fallout Stagione 2: le foto ufficiali anticipano la nuova missione di Lucy e Ghoul

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Con la seconda stagione di Fallout in programma per dicembre, Prime Video ha alimentato l’hype svelando il primo poster ufficiale della serie. Ha anche diffuso le prime nuove immagini:

Ideata da Graham Wagner e Geneva Robertson-Dworet, la serie Prime Video è come noto un adattamento della serie di videogiochi Bethesda, che mette i giocatori nei panni di diversi personaggi che esplorano un’America post-apocalittica ora conosciuta come The Wasteland.

La prima stagione della serie era incentrata sulla vivace Lucy, abitante del Vault, alla ricerca del padre rapito nella zona di Los Angeles, che la metteva in conflitto con un leggendario cacciatore di taglie Ghoul e un aspirante scudiero della Confraternita d’Acciaio. Anche se alla fine trova suo padre, Lucy scopre che lui e Vault-Tec sono responsabili della Grande Guerra che ha distrutto il mondo.

Con Ella Purnell, Walton Goggins e Aaron Moten nei ruoli principali, la prima stagione è diventata subito un successo per Prime Video, ottenendo grandi consensi dalla critica e diventando il secondo titolo più visto nella storia della piattaforma. Oltre ad essere stata rinnovata per la seconda stagione nello stesso mese della sua uscita, Fallout è già stata rinnovata anche per la terza stagione.

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A pochi mesi dalla fine delle riprese del prossimo capitolo della serie, IGN ha ora pubblicato il primo poster della seconda stagione di Fallout. L’immagine chiave offre un assaggio del ritorno di Lucy, Maximus e del Ghoul mentre attraversano la Zona Contaminata alla ricerca del padre di lei a New Vegas, con il cartello della città e la città stessa visibili sullo sfondo. L’annuncio è stato accompagnato dalla notizia che la seconda stagione uscirà a dicembre.

Dept. Q: Netflix rinnova la serie per una seconda stagione

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Dept. Q: Netflix rinnova la serie per una seconda stagione

Netflix ha rinnovato Dept. Q per una seconda stagione. La serie vede Matthew Goode nei panni di Carl Morck, ispettore capo di Edimburgo. Secondo la sinossi ufficiale, Carl “è un poliziotto brillante ma un pessimo collega”, che sopravvive a una sparatoria in cui muore un giovane agente e il suo collega rimane paralizzato. Traumatizzato, viene relegato a essere l’unico membro dell’unità casi irrisolti del dipartimento di polizia, ma inaspettatamente “inizia a creare una banda di derelitti e vagabondi che hanno tutto da dimostrare”. Insieme, iniziano a svelare il caso del procuratore scomparso Merritt Lingard (Chloe Pirrie). Alexej Manvelov, Kelly Macdonald e Leah Byrne recitano insieme a Goode e Pirrie.

Dept. Q è basato sulla serie di romanzi polizieschi di Jussi Adler-Olsen “Department Q”. La prima stagione è stata presentata in anteprima a maggio ed è stata generalmente ben accolta, con un punteggio dell’88% su Rotten Tomatoes e una permanenza di sei settimane nella Top 10 di Netflix.

Matthew Goode è il protagonista di Dept. Q

Scott Frank scrive e dirige la serie, ed è produttore esecutivo insieme a Rob Bullock tramite Left Bank Pictures e Charlotte Moore. Mona Qureshi e Manda Levin sono i dirigenti che supervisionano la produzione per Netflix. Come la prima stagione, anche la seconda stagione sarà girata a Edimburgo.

Non vediamo l’ora di tornare a Carl Morck e alla sua banda di gloriosi disadattati del ‘Dipartimento Q’“, hanno dichiarato Qureshi e Manda Levin in una nota. “Scott Frank ci ha offerto una narrazione di prim’ordine e ha entusiasmato il pubblico Netflix di tutto il mondo. Non vediamo l’ora di scoprire cosa scopriranno Morck e la sua banda nella seconda stagione… Edimburgo, siamo tornati.

Quindi, stiamo scendendo al piano di sotto per la seconda stagione di ‘Dept. Q’. Noi della Left Bank Pictures attendiamo con ansia ciò che Scott ha in serbo per il suo alter ego Carl Morck e per gli altri membri del team, che ci aiutano a vicenda“, ha detto Bullock. “Rendiamo omaggio a Netflix per il coraggio di lasciarli andare ancora una volta“.

Sono grato a tutti quelli di Netflix, così come al nostro brillante cast e alla nostra troupe, per aver rischiato ancora una volta la carriera per assecondare la mia follia“, ha detto Frank.

Vorrei ringraziare Netflix per averci dato l’opportunità di approfondire le trame di Department Q“, ha detto Goode. “Abbiamo un cast e una troupe meravigliosi, guidati dal nostro genio Scott Frank. Non vedo l’ora di leggere cosa uscirà dalla sua penna magica!

Frankenstein di Guillermo Del Toro ottiene una data di uscita nelle sale con una mossa insolita da parte di Netflix

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Frankenstein, l’attesissimo film del regista premio Oscar Guillermo del Toro con Oscar Isaac, Jacob Elordi, Mia Goth e Christoph Waltz, che sarà presentato in concorso alla 82ª Mostra Internazionale D’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, sarà disponibile in cinema selezionati dal 22 ottobre e su Netflix dal 7 novembre.

Il regista premio Oscar Guillermo del Toro adatta il classico racconto di Mary Shelley su Victor Frankenstein, uno scienziato brillante ma egocentrico che dà vita a una creatura in un esperimento mostruoso che sarà la rovina sia del creatore stesso che della sua tragica creazione.

Netflix ha annunciato le date di uscita di Frankenstein tramite X. Frankenstein sarà distribuito in sala in edizione limitata a partire dal 17 ottobre 2025 e sarà disponibile su Netflix poco dopo, a partire dal 7 novembre. Netflix raramente distribuisce i suoi film originali nelle sale cinematografiche, ma fa un’eccezione per quelli che richiedono un’esperienza cinematografica completa. Dai un’occhiata al post e ai nuovi poster del film qui sotto:

Cosa significano queste date di uscita per Frankenstein

L’annuncio di Netflix che distribuirà Frankenstein nelle sale cinematografiche prima che arrivi sulla piattaforma di streaming un mese dopo è una mossa significativa da parte del servizio di streaming. Questo tipo di distribuzione è un chiaro segno della fiducia di Netflix nel progetto, e probabilmente è dovuto al fatto che Guillermo del Toro è in corsa agli Oscar, aumentando le possibilità di Frankenstein di essere nominato.

Per i fan di lunga data di del Toro, questo film rappresenta molto più di un semplice adattamento: è un ritorno al horror gotico nella sua forma più pura, che combina temi che il regista ha esplorato per decenni. Inoltre, le date di uscita nelle sale a metà ottobre e in streaming all’inizio di novembre collocano Frankenstein in una posizione perfetta per la stagione di Halloween, il che non fa che aumentare l’attesa per questo evento cinematografico.

Denzel Washington sulla cancel culture: “Non aderite”

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Denzel Washington sulla cancel culture: “Non aderite”

Denzel Washington parla con sincerità della cultura del “cancellare” nella società odierna, offrendo una risposta ponderata. Noto soprattutto per la serie The Equalizer e per film come Training Day (2001), The Book of Eli (2010) e Flight (2012), Washington rimane uno degli attori più amati e celebrati di Hollywood e attualmente è possibile vederlo in Highest 2 Lowest (2025) di Spike Lee.

Tuttavia, per quanto rispettabile possa sembrare una figura di Hollywood, gli ultimi anni hanno dimostrato che nessuno è immune alla cultura del “cancellare”, con movimenti che spesso prendono piede sui social media a causa di foto o commenti di attori o registi. Washington finora è rimasto immune da questo fenomeno dannoso.

Durante una recente intervista con Complex, Washington è stato chiesto direttamente del suo rapporto con l’opinione pubblica e l’attore ha chiarito che non è qualcosa che gli interessa molto. Ecco il suo commento:

“Chi se ne frega? Cosa ha reso il sostegno del pubblico così importante, tanto per cominciare? Non si può guidare e seguire allo stesso tempo, e non si può seguire e guidare allo stesso tempo”.

Washington prosegue spiegando che l’unica cosa che segue è la sua religione e che il trucco per evitare la cultura del cancellare è quello di non “iscriversi” in primo luogo:

“Non puoi essere cancellato se non ti sei iscritto. Non iscriverti”.

Cosa significa questo per Denzel Washington

Evidentemente, l’approccio di Washington alla cultura della cancellazione e all’opinione pubblica ha funzionato per lui e per la sua carriera. Sebbene abbia vinto solo due Oscar nel corso della sua lunga carriera, continua a essere regolarmente nominato per il suo lavoro ed è ampiamente considerato un peso massimo di Hollywood per le sue interpretazioni e la legittimità che conferisce ai progetti.

Highest 2 Lowest ha ricevuto recensioni molto positive sia dalla critica che dal pubblico finora, e la quinta collaborazione di Washington con Lee sembra già un successo assicurato. Prima di questo ultimo thriller, Washington è stato ampiamente celebrato come la parte migliore del controverso Il Gladiatore 2 (2024) di Ridley Scott.

Il film di Scott ha fatto seguito alla calorosa accoglienza riservata a The Equalizer 3 (2023), che ha ottenuto un successo al botteghino quasi identico a quello dei due predecessori, indicando che c’è un pubblico fedele per Washington in questo tipo di ruolo. L’attore ha persino annunciato che The Equalizer 4 e 5 sono in fase di sviluppo.

Tutto questo per dire che Washington sembra aver capito come funzionano le cose, e non preoccuparsi di come il pubblico lo vede è una strategia vincente. Questo non significa che Washington non dirà o farà qualcosa in futuro che susciterà critiche, ma è chiaro che non gli importerà se ciò accadrà.

Butterfly, spiegazione del finale: cosa ha fatto Rebecca?

Butterfly, spiegazione del finale: cosa ha fatto Rebecca?

Butterfly di Prime Video sembra quasi concludersi con una nota positiva prima di introdurre un enorme colpo di scena che apre la strada a un altro episodio. Prima che inizino i titoli di coda del drama di spionaggio di Prime Video, gli spettatori rimangono con molte domande sul destino della moglie di David e sulla sorte di sua figlia Rebecca.

Nei primi minuti, Butterfly presenta Daniel Dae Kim (famoso per Lost) nei panni di David Jung, che parte per salvare sua figlia Rebecca, un’assassina, da una donna di nome Juno. Juno, che per molto tempo ha creduto che suo padre fosse morto, scopre con sorpresa di essere stata ingannata per tutta la vita sul suo destino.

Con questo, David cerca di salvare Rebecca da Juno, che lo ha costretto a fingere la sua morte e ha addestrato Rebecca a diventare un’assassina. Allo stesso tempo, cerca anche di sistemare il suo rapporto compromesso con la figlia, sperando che lei capisca che ha finto la sua morte per proteggerla. Tutto sembra finire bene per David e la sua famiglia nei momenti finali di Butterfly, prima che le cose prendano una piega oscura.

Cosa è successo a Rebecca nel finale di Butterfly

Il finale di Butterfly suggerisce il tradimento di Rebecca

Con l’aiuto di Rebecca, David riesce a sopraffare Juno e tutto sembra finire bene per lui e la sua famiglia. Prima della fine dello spettacolo, si rilassa con sua moglie, la figlia minore e Rebecca in un ristorante, progettando di trasferirsi negli Stati Uniti per iniziare una nuova vita. Tuttavia, si rende conto che qualcosa non va quando Rebecca e sua moglie vanno in bagno e non tornano più.

Quando va a controllare, trova sua moglie sul pavimento con un profondo taglio sotto la scapola. Si accorge subito che Rebecca è scomparsa, il che lo porta a chiedersi se lei lo abbia tradito e ucciso sua moglie. Considerando la significativa catarsi che Rebecca ha vissuto in Butterfly, sembra improbabile che abbia tradito suo padre.

Butterfly è basato sulla serie di graphic novel della Boom! Studios creata da Arash Amel e Marguerite Bennett.

Prima di andare in bagno con Eunju, sembra notare che c’è qualcosa di strano in un cameriere del ristorante. Questo la spinge a seguire Eunju in bagno. Anche se la serie non rivela cosa sia successo dopo, Rebecca sembra aver cercato di salvare Eunju dal cameriere che l’ha aggredita.

L’assenza di Rebecca nella scena finale suggerisce che l’aggressore sia riuscito a sopraffarla e rapirla, oppure che lei sia uscita per inseguirli dopo che hanno aggredito Eunju. Indipendentemente da ciò che è successo, la sua assenza farà dubitare David della sua fiducia in lei.

Chi ha aggredito Eunju nel finale di Butterfly?

Considerando che Rebecca è andata in bagno con Eunju nei momenti finali di Butterfly, è difficile non sospettare che possa averla aggredita. In una sequenza precedente, Rebecca ha persino mostrato pietà verso Juno, affermando che era stata una parte importante della sua vita. Queste sequenze sollevano molte domande sulle sue motivazioni.

Tuttavia, sembra improbabile che abbia cercato di uccidere la moglie di David dopo tutto quello che hanno passato durante l’intera stagione. È probabile che, dopo essere stata risparmiata, Juno abbia assunto qualcuno per attaccare David e la sua famiglia. Rebecca ha cercato di proteggere Eunju dall’aggressore, ma non ci è riuscita.

Probabilmente si è resa conto che lo scontro avrebbe potuto essere facilmente frainteso da suo padre. Pertanto, ha cercato di catturare l’aggressore per dimostrare la sua innocenza. Questo spiegherebbe perché non è presente nella scena finale. Se Eunju sopravvive miracolosamente, potrebbe essere in grado di fornire delle risposte a David.

Perché Rebecca risparmia Juno in Butterfly

David crede di avere un buon motivo per uccidere Juno perché non solo lo ha tradito e costretto a fingere la sua morte, ma ha anche preso sua figlia sotto la sua ala e l’ha corrotta. Tuttavia, quando lui le punta la pistola contro, Rebecca gli chiede di risparmiarla, ricordandogli quanto lei sia stata importante nella sua vita.

Le dichiarazioni difensive di Rebecca rivelano come lei continui a vedere Juno come una figura materna, anche se le sue azioni hanno danneggiato la sua famiglia e rovinato la sua infanzia. Inoltre, non riesce a provare empatia per lei, nonostante sappia che l’ha trasformata in un’arma invece di darle un’educazione normale.

Dopo aver trascorso abbastanza tempo con suo padre, anche Juno sembra capire l’importanza di conservare la propria umanità. Si rende conto che Juno avrebbe successo se si lasciasse consumare dalla vendetta, perdendo gli ultimi bricioli della sua umanità. Pertanto, per ottenere una vittoria morale su Juno, Rebecca chiede a suo padre di risparmiarla.

Il piano di David e Rebecca per sconfiggere Juno

La serie poliziesca di Amazon Prime Video rivela anche che l’FBI aveva messo gli occhi su Juno e sul suo impero Caddis. Hanno iniziato a sospettare di lei quando ha iniziato a vendere informazioni riservate alla Russia tramite Karpov, l’ambasciatore russo in Corea del Sud. Poiché le sue azioni danneggiavano l’Ucraina, gli Stati Uniti sembravano voler intervenire per evitare ulteriori danni geopolitici.

L’FBI ha prima assunto Jae-hoon per ottenere prove concrete sugli affari di Caddis, chiedendogli di ottenere informazioni dal figlio di Juno, Oliver. Sebbene Jae-hoon sia riuscito a mettere le mani su informazioni che provavano che Caddis aveva incrociato la strada dei russi, Oliver lo ha ucciso prima che potesse fornire prove concrete.

David e Rebecca uniscono le forze per convincere Oliver che sua madre lo vuole morto per averla tradita. Oliver cade nella loro trappola e si unisce al programma di protezione testimoni dell’FBI dopo aver confessato la verità sulle operazioni di Caddis al senatore George Dawson. Questo dà a Dawson e alla sua squadra un motivo valido per indagare su Caddis e sulle sue attività.

Perché Juno ha tradito David in Butterfly

Butterfly non spiega mai esplicitamente perché, dopo aver fondato Caddis, Juno abbia deciso di tradire David e farlo uccidere. La serie rivela solo che, dopo che David è partito per le Filippine per una missione, Juno non ha potuto fare a meno di vedere questa come un’opportunità per toglierlo di mezzo. Sembra che David avesse sempre buone intenzioni quando ha fondato la Caddis con Juno.

Juno, al contrario, era più interessata a usare l’azienda per aumentare i profitti piuttosto che per il bene comune. Questo conflitto di interessi tra i due personaggi ha portato alla loro rottura, spingendo Juno a uccidere David per poter portare Caddis a nuovi livelli. Con suo grande sgomento, David ha capito cosa stava facendo e ha finto la sua morte per stare un passo avanti a lei.

Come il finale della prima stagione di Butterfly prepara la seconda

L’arco narrativo finale della prima stagione di Butterfly suggerisce che sia David che Rebecca facciano la scelta moralmente giusta risparmiando Juno. Tuttavia, il finale lascia intendere che potrebbero aver commesso un errore non uccidendola. Juno sembra andarsene con rinnovata determinazione e, negli ultimi momenti della serie, sembra prendere di mira la famiglia di David.

Se la seconda stagione di Butterfly vedrà la luce, David intraprenderà un viaggio alla ricerca della verità su chi ha aggredito sua moglie e scoprirà se Rebecca ha qualcosa a che fare con tutto questo. Dopo la morte della moglie, potrebbe persino trovarsi ad affrontare una minaccia significativa da parte di suo suocero, Doo Tae, i cui legami criminali sono stati accennati nella prima stagione di Butterfly.

Natalie Dormer si unisce al cast di Extraction di Netflix

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Natalie Dormer si unisce al cast di Extraction di Netflix

Natalie Dormer (Hunger Games, Il Trono di Spade) è stata scelta per la nuova serie Netflix Extraction, al fianco di Omar Sy e Boyd Holbrook.

La serie è ambientata nell’omonimo franchise di film thriller d’azione, diretto dallo showrunner, sceneggiatore e produttore esecutivo Glen Mazzara e prodotto da AGBO di Joe Russo e Anthony Russo.

Negli 8 episodi del thriller d’azione Extraction, un mercenario (Omar Sy) intraprende una pericolosa missione per salvare degli ostaggi in Libia. Intrappolato tra fazioni in guerra e spietati assassini, deve affrontare scelte di vita o di morte, affrontando profonde ferite emotive. Extraction esplora il trauma, il tradimento e i conflitti morali di personaggi spinti al limite.

In un ruolo fisso nella serie, Natalie Dormer interpreterà Clayton Wisper, il leader di un contractor militare privato, secondo quanto riportato da Deadline.

Extraction, la serie Netflix prende forma

Boyd Holbrook interpreterà il leader della squadra di Extraction, David Ibby, in un ruolo fisso nella serie, secondo quanto riferito a Deadline da fonti vicine alla produzione.

Questa è la seconda volta che Netflix estende un franchise cinematografico originale di successo a una serie TV. La trilogia cinematografica “Tutte le volte che ho scritto ti amo” ha dato vita a una serie comica di successo, “XO, Kitty“, recentemente rinnovata per una terza stagione. Al contrario, la piattaforma di streaming ha in programma un film di “Peaky Blinders” basato sulla popolare serie TV.

Il thriller d’azione del 2020 “Extraction”, diretto da Sam Hargrave, e che in Italia si intitola Tyler Rake, è basato sulla graphic novel “Ciudad” di Ande Parks. Chris Hemsworth interpreta un mercenario australiano delle operazioni segrete che accetta una missione per salvare il figlio rapito da un boss della droga indiano a Dhaka, in Bangladesh, ma la missione va a rotoli quando viene tradito.

Un sequel, “Extraction 2“, è uscito nel 2023, con il ritorno del cast principale. Il film riporta in scena il Rake di Hemsworth, incaricato di una nuova missione: salvare la famiglia maltrattata di uno spietato gangster georgiano dalla prigione in cui sono detenuti. AGBO ha prodotto entrambi i film.

Confermati nel cast ci sono Boyd Holbrook, Omar Sy e Natalie Dormer.

Night Always Comes, la spiegazione del finale: riuscirà Lynette a salvare la casa della sua famiglia?

Night Always Comes è l’ultimo thriller teso di Netflix, e il finale del film merita di essere analizzato nei dettagli. Tra i migliori film di Vanessa Kirby, il nuovo film esamina ciò che anche una brava persona deve fare per sopravvivere nell’America moderna. Per garantire un tetto alla sua famiglia, Lynette è costretta a prendere misure drastiche.

Night Always Comes presenta un cast di personaggi forti, che contribuiscono a rendere gli eventi del film ancora più impactanti. Dopo che la madre di Lynette decide di spendere il loro acconto per comprarsi una nuova auto, Lynette si ritrova a viaggiare per la città di Portland, cercando di guadagnare abbastanza soldi con ogni mezzo necessario.

Questo thriller Netflix si svolge principalmente nell’arco di una notte disperata. In un triste riflesso delle sfide del mondo reale, quali la disparità di reddito e l’inflazione galoppante, Lynette viene spinta al limite. Tutto questo si svolge con il tempo che stringe, poiché deve procurarsi i soldi prima delle 9:00 del mattino, altrimenti la sua famiglia finirà in strada.

Night Always Comes termina con la famiglia che perde la casa

Nonostante tutto lo stress che Lynette subisce nel corso del film, il finale agrodolce la vede fallire nel raggiungimento del suo obiettivo. È riuscita a racimolare i 25.000 dollari necessari per l’anticipo, ma sua madre si rifiuta di co-firmare l’acquisto con lei, rendendo così nullo l’intero piano.

Sebbene sua madre abbia la possibilità di aiutarla, decide di non farlo, dicendo che odia la casa e incolpando Lynette per i propri problemi. Anche Doreen sta attraversando un periodo difficile e ha deciso che non è in grado di aiutare gli altri.

Tuttavia, anche se Doreen accettasse di co-firmare, le cose non funzionerebbero comunque. Lynette riceve una telefonata da David, che le dice di aver deciso di vendere la casa a un altro acquirente che gli ha fatto un’offerta migliore. Lynette viene ingiustamente incolpata e alla fine del film se ne va via da sola.

Come Lynette è riuscita a ottenere 25.000 dollari in una notte

Night Always Comes

Fortunatamente, alla fine del film Lynette ha 25.000 dollari e potrebbe esserci ancora un futuro luminoso per lei. Non sarà riuscita a prendersi cura di sua madre e suo fratello, ma le azioni che ha compiuto nel corso del film le hanno fruttato una grande somma di denaro che potrebbe aiutarla a ricominciare da capo.

La maggior parte di questa somma proviene dal fidanzato di Gloria. Lynette ruba la cassaforte dal suo appartamento e fa in modo che venga aperta per poter prendere ciò che c’è dentro. All’interno c’è una grande quantità di denaro contante, oltre a orologi Rolex e un enorme pacchetto di cocaina.

È un ottimo inizio per Lynette, che ha anche rubato una Mercedes al suo cliente, Scott, che cerca senza successo di vendere per recuperare il resto. Alla fine, deve intraprendere un’altra strada oscura, vendendo la cocaina a Blake.

Questa scena è sgradevole quando Blake costringe Lynette ad avere rapporti sessuali. Tuttavia, è qui che il pubblico vede una nuova energia in Lynette, quando lei reagisce, attaccandolo con un vaso di vetro. Riesce a scappare, tormentata dai ricordi delle sue esperienze con Tommy, rinvigorita dalla sua autonomia.

Lynette scompare di sua spontanea volontà, ma finalmente sente di avere un po’ di controllo sulla propria vita

Doreen allontana Lynette, il che purtroppo la porta a separarsi dal fratello. Questo contribuisce a un finale piuttosto triste del film, in cui Lynette viene vista allontanarsi in auto dalla sua famiglia. Sebbene ci siano grandi perdite e fallimenti, vedere l’evoluzione di Lynette nel corso del film aiuta a immaginare un futuro più luminoso per lei.

Sebbene abbia fatto cose contorte durante la notte, ha imparato che si tratta di azioni rese necessarie dal mondo sfruttatore in cui vive. Sebbene la separazione dalla sua famiglia sia una tragedia, c’è speranza nel futuro di Lynette. Ha smesso di incolpare se stessa.

È improbabile che ci saranno gravi ripercussioni legali per le azioni di Lynette, ma non è impossibile. A casa di Drew, è stata aggredita e, nel difendersi, potrebbe aver ucciso qualcuno. Questo peso grava su di lei, ma a causa delle circostanze criminali che circondano l’evento, non è chiaro se seguirà una punizione legale.

Lynette ha rubato l’auto di Scott, ma lui le aveva detto che apparteneva a sua moglie, ed è probabile che farà tutto il possibile per evitare di dirle che è andato a letto con Lynette. Date le circostanze, il futuro di Lynette potrebbe essere roseo.

Il vero significato del finale di Night Always Comes

Gran parte di Night Always Comes riguarda l’attribuzione della colpa. Lo si vede con Lynette, che viene incolpata dalla madre per gran parte della loro situazione. Nel finale del film, Doreen allontana la figlia, rimproverandola con parole cupe e piene di odio, prendendosela con lei invece di affrontare i veri problemi.

Il film chiarisce che Lynette non ha alcuna colpa. Il film inizia con servizi giornalistici e notizie che descrivono la triste situazione finanziaria degli Stati Uniti e come questa abbia colpito tutti, specialmente i lavoratori delle classi più basse. Lynette viene descritta come una gran lavoratrice con più impieghi, che è stata spinta in circostanze difficili.

Il rapporto di Lynette con Tommy e il modo in cui lei vede il loro passato sono importanti per comprendere questo aspetto. Da ragazza è stata costretta a prostituirsi, ma le è stato fatto credere che fosse stata una sua decisione e una sua colpa. Fortunatamente, gli eventi del film la aiutano a vedere oltre e a capire che è stata vittima di un abuso.

Il finale di Night Always Comes vede Lynette trasformata. Anche se le cose non sono andate come sperava, è motivata e determinata a combattere i suoi oppressori con ogni mezzo necessario. Non è lei la colpevole e finalmente ha la possibilità di ritagliarsi un posto nel mondo.

Anya Taylor-Joy e Meryl Streep interpreteranno Joni Mitchell per Cameron Crowe

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Anya Taylor-Joy è in trattative per interpretare la leggenda della musica Joni Mitchell in un nuovo film biografico del regista Cameron Crowe. Il progetto, ancora in fase iniziale di sviluppo, racconterà la vita e la carriera dell’iconica cantautrice attraverso una struttura narrativa non convenzionale.

Anya Taylor-Joy, che ha recentemente recitato in Furiosa: A Mad Max Saga e ha ottenuto grandi consensi per La regina degli scacchi, dovrebbe interpretare la Mitchell nel suo periodo migliore, tra gli anni ’60 e ’70. Fu questo il periodo in cui Mitchell pubblicò album rivoluzionari come Blue and Clouds e scrisse canzoni senza tempo come “Both Sides Now” e “A Case of You“.

Il film vedrà anche la tre volte vincitrice del premio Oscar Meryl Streep nei panni della Mitchell di oggi, offrendo una prospettiva a più livelli sul percorso dell’artista, dalla sua ascesa nella scena folk al suo duraturo impatto culturale.

Il regista Cameron Crowe, noto per Quasi Famosi e Jerry Maguire, nutre da tempo una passione per la narrazione incentrata sulla musica. Si prevede che il suo approccio metterà in risalto l’arte di Mitchell, le sue lotte personali e la sua influenza su generazioni di musicisti.

Mitchell, spesso acclamata come una delle più grandi cantautrici di tutti i tempi, ha superato le sfide del settore e le battaglie personali per la salute, lasciandosi alle spalle un corpus di opere che continua a risuonare a livello globale. I suoi testi poetici e le sue composizioni innovative hanno rimodellato il panorama della musica moderna.

Se confermata, l’interpretazione di Anya Taylor-Joy segnerebbe un altro ruolo trasformativo nella sua carriera, mentre il casting di Meryl Streep aggiunge un notevole prestigio. Non sono ancora state annunciate una data di uscita o una tempistica di produzione per il film biografico.

Chad Powers: la serie con Glen Powell dal 30 settembre su Disney+

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Disney+ ha annunciato che la serie comedy originale Chad Powers, con protagonista Glen Powell, debutterà il 30 settembre in esclusiva su Disney+ in Italia, con due episodi disponibili al lancio, seguiti da un episodio a settimana.

Dopo otto anni dall’errore imperdonabile che ha stroncato la sua promettente carriera nel college football, il quarterback di successo Russ Holliday cerca di rivivere i suoi sogni travestendosi da Chad Powers, uno stravagante giocatore di talento che entra a far parte di una squadra in difficoltà, i South Georgia Catfish. Basata su un episodio di Eli’s Places, serie di ESPN e Omaha Productions, la comedy targata 20th Television sarà disponibile in streaming su Disney+ in Italia. Powell e Michael Waldron hanno scritto insieme il primo episodio.

La serie è interpretata da Glen Powell nel ruolo di “Russ Holliday/Chad Powers”, Perry Mattfeld in quello di “Ricky”, Quentin Plair nei panni di “Coach Byrd”, Wynn Everett in quelli di “Tricia”, Frankie A. Rodriguez nel ruolo di “Danny” e Steve Zahn in quello di “Jake Hudson”.

Chad Powers è prodotta dai co-creatori ed executive producer Glen Powell e Michael Waldron. Eli Manning ricopre il ruolo di executive producer insieme a Peyton Manning, Jamie Horowitz e Ben Brown di Omaha Productions e a Burke Magnus, Brian Lockhart e Kati Fernandez di ESPN. Waldron e Adam Fasullo sono gli executive producer per Anomaly Pictures. Luvh Rakhe è executive producer e Tony Yacenda regista ed executive producer. La serie vede come protagonista Powell, che è anche co-creatore ed executive producer con la sua società di produzione Barnstorm Productions.

Un efficace sistema di parental control assicura che Disney+ rimanga un’esperienza di visione adatta a tutti i membri della famiglia. Oltre al “Profilo Bambini” già presente sulla piattaforma, gli abbonati possono impostare dei limiti di accesso ai contenuti per un pubblico più adulto e creare profili con accesso tramite PIN, per garantire massima tranquillità ai genitori.

Gal Gadot attribuisce il flop di Biancaneve all’esigenza di Hollywood di denunciare Israele

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Gal Gadot è diventata una figura sorprendentemente divisiva negli ultimi anni. Mentre molti si sono scagliati contro la star di Wonder Woman per il suo video musicale “Believe”, ampiamente ridicolizzato, pubblicato durante la pandemia di COVID-19, la sua posizione sul conflitto israelo-palestinese si è rivelata problematica anche per coloro che sostengono la causa per la liberazione della Palestina.

È un altro argomento complicato e altamente divisivo, in cui è rimasto invischiato il remake live-action di Biancaneve di quest’anno. Ciò è dovuto in parte al sostegno di Gadot al suo Paese d’origine (i manifestanti sono apparsi in vari eventi per il film), ma anche al fatto che la protagonista Rachel Zegler ha scritto “e ricordate sempre, liberate la Palestina” in un post su X sul trailer.

Alla fine, Biancaneve ha ricevuto recensioni ampiamente negative (38% su Rotten Tomatoes) e ha incassato solo 205,7 milioni di dollari al botteghino mondiale.

Parlando con giornalisti amatoriali affetti da autismo (tramite Toonado.com), Gal Gadot ha ammesso di credere che Biancaneve “sarebbe stato un enorme successo“, ma ha condiviso la sua convinzione che “il 7 ottobre è successo, e quello che sta succedendo in tutti i tipi di settori, e anche a Hollywood, è che c’è molta pressione sulle celebrità affinché si esprimano contro Israele”.

Quando uno degli intervistatori ha definito Biancaneve un “enorme flop”, Gadot ha risposto: “Si può sempre spiegare e cercare di dare alle persone nel mondo un contesto su ciò che sta accadendo [in Israele] e su quale sia la realtà qui, ma alla fine le persone decidono da sole. Sono rimasta delusa dal fatto che il film ne sia stato fortemente influenzato e non abbia avuto successo al botteghino. Ma è così che vanno le cose. A volte si vince, a volte si perde”.

Gal Gadot, tuttavia, ha affermato che lavorare con Zegler è stato “divertente” e che hanno riso molto insieme sul set.

L’attrice ha poi condiviso la seguente dichiarazione su Instagram dopo che le testate giornalistiche hanno riportato le sue dichiarazioni: “Sono stata onorata di partecipare a un’intervista straordinaria con intervistatori stimolanti, le cui domande vanno dritte al cuore. A volte rispondiamo alle domande partendo dalle emozioni. Quando il film è uscito, ho avuto la sensazione che coloro che sono contro Israele mi criticassero in modo molto personale, quasi viscerale.”

“Mi vedevano prima di tutto come un’israeliana, non come un’attrice. Questa è la prospettiva da cui ho parlato quando ho risposto alla domanda. Naturalmente, il film non è fallito solo a causa di pressioni esterne. Ci sono molti fattori che determinano il successo o il fallimento di un film, e il successo non è mai garantito.”

Il film è diretto da Marc Webb e prodotto da Marc Platt e Jared LeBoff, con Callum McDougall come produttore esecutivo, e presenta nuove canzoni originali di Benj Pasek e Justin Paul.

Biancaneve della Disney è ora disponibile in streaming su Disney+.

Moon Knight: a che punto è la seconda stagione?

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Moon Knight: a che punto è la seconda stagione?

Moon Knight dei Marvel Studios ha debuttato su Disney+ nel 2022 e, sfortunatamente, è stato ampiamente oscurato durante quello che si è rivelato un altro anno fin troppo impegnativo per l’MCU, sia al cinema che in streaming.

La serie, sebbene non perfetta, ha ricevuto un riscontro ampiamente positivo da fan e critica. Tuttavia, il personaggio non è più stato visto da allora, nonostante un finale cliffhanger che ha preparato perfettamente il terreno per una seconda stagione incentrata su Khonshu e la terza personalità di Moon Knight, Jake Lockley.

In occasione della promozione, il protagonista Oscar Isaac ha confermato di aver firmato per una sola stagione, il che significa che sarà necessario negoziare un nuovo accordo se la storia di Marc Spector/Steven Grant/Jake Lockley deve continuare.

Il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige ha recentemente ipotizzato che ci sia “un futuro per quel personaggio“, ma non ha fornito ulteriori dettagli. L’aspettativa tra i fan (basata in gran parte sulle indiscrezioni dei social media) è che Moon Knight farà il suo attesissimo ritorno nel film Midnight Sons.

Parlando con Screen Rant di Eyes of Wakanda, il compositore di Moon Knight, Hesham Nazih, ha condiviso un aggiornamento deludente sulla situazione di una possibile seconda stagione. “Questa è la domanda da un milione di dollari. Nessuno lo sa. Nemmeno Mohamed Diab”, ha rivelato Nazih. “Nessuno ne ha mai parlato. Nessuno lo sa. Se lo chiedete a qualcuno, come ho fatto io, vi dico solo: ‘Nessuno lo sa’”.

È deludente, ma è in linea con quanto abbiamo sentito diverse volte prima di oggi. Anche la Marvel Television sta cercando di spostare l’attenzione sulle serie annuali, e facciamo fatica a credere che la seconda stagione di Moon Knight sarà tra queste (soprattutto perché sono passati più di tre anni dall’ultima volta che abbiamo visto il personaggio sui nostri schermi).

Se Kang il Conquistatore fosse rimasto il grande cattivo della Saga del Multiverso, è probabile che Moony avrebbe combattuto Rama-Tut in Avengers: The Kang Dynasty. Sfortunatamente, non contiamo sulla sua presenza in Avengers: Doomsday.

“Penso che la Marvel Television sia nata a ondate, e penso che Moon Knight sia nato in un’ondata di serie che avrebbero creato personaggi che si sarebbero legati al futuro”, ha dichiarato il dirigente dell’MCU Brad Winderbaum all’inizio di quest’anno. “E andando avanti, le nostre priorità sono cambiate.”

“Stiamo realizzando serie che possano esistere come uscite annuali, più simili alla televisione”, ha continuato, prima di promettere: “Ci sono piani per Moon Knight in futuro.” Come accennato, la serie Disney+ si è conclusa con un enorme cliffhanger; mentre Marc Spector e Steven Grant apparentemente si liberano di Khonshu, in seguito scopriamo che una terza personalità, Jake Lockley, lavora segretamente come braccio destro del Dio della Luna.

Se Moon Knight è tra i personaggi al centro della scena in Midnight Sons, è probabile che sotto la maschera ci sia Lockley. Steven veste i panni di Mr. Knight, mentre Marc è una versione classica di Moon Knight. Che aspetto abbia la versione di Jake è per noi un mistero.

Lo squalo di Steven Spielberg torna al cinema

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Lo squalo di Steven Spielberg torna al cinema

Adler Entertainment è lieta di riportare sul grande schermo Lo squalo (Jaws), il capolavoro di Steven Spielberg, il primo blockbuster estivo, capostipite degli shark movie e autentico manifesto della tensione cinematografica, che tornerà nei cinema italiani dall’1 al 3 settembre, in occasione del 50° anniversario e dopo aver terrorizzato milioni di spettatori al mondo.

Uscito negli Stati Uniti nell’estate del 1975 e accolto da un successo planetario, Lo squalo ha terrorizzato intere generazioni con la sua minaccia invisibile e inarrestabile che arriva dal profondo. L’iconica colonna sonora firmata da John Williams, che grazie ad essa vinse il suo secondo Oscar, è entrata nell’immaginario collettivo: due sole note che bastano a far crescere la paura per un predatore che non lascia scampo.

Fu proprio con Lo squalo che venne lanciata la carriera di Steven Spielberg, allora ventisettenne, spalancando la porta per i suoi futuri successi. La produzione non fu semplice: lo squalo meccanico da usare per le riprese non funzionava a dovere, le inquadrature sul mare erano continuamente rovinate dalle imbarcazioni di passaggio e il tempo di lavorazione triplicò rispetto a quanto previsto inizialmente. Ma nonostante tutti gli imprevisti il film fu un enorme successo al boxoffice mondiale e segnò il passo per tutti i blockbuster successivi, dalle strategie di marketing e distribuzione alle tecniche narrative e perfino alle caratterizzazioni dei protagonisti. A cinquant’anni dalla sua prima apparizione, questo film conserva intatta la sua forza: un ritmo perfetto, una regia magistrale, personaggi iconici e una colonna sonora da urlo, tanto che anche Quentin Tarantino lo ha definito “il più grande film mai realizzato”.

Il ritorno in sala è un’occasione unica per vivere (o rivivere) su grande schermo l’esperienza di un classico assoluto, che ha dato il via a un intero genere e che oggi continua a influenzare l’immaginario contemporaneo, dagli shark movies ai film di sopravvivenza, dalle serie TV ai videogame.

Lo squalo sarà in sala con Adler dal 1 al 3 settembre.

La trama de Lo Squalo

Diretto dal premio Oscar® Steven Spielberg, Lo Squalo è uno dei film di maggior successo della storia del cinema. Ha rivoluzionato l’industria cinematografica ed è entrato nell’immaginario collettivo, grazie anche all’indimenticabile colonna sonora di John Williams.

Quando ad Amity, una piccola località sulla costa atlantica, un enorme squalo bianco attacca i bagnanti, il capo della polizia (Roy Scheider), un giovane biologo marino (Richard Dreyfuss) ed un cacciatore di squali (Robert Shaw) decidono di affrontare il terribile animale prima che colpisca ancora.

Venezia 82: il programma delle masterclass

Venezia 82: il programma delle masterclass

Dopo lo straordinario successo riscontrato nel 2024, tornano le Masterclass e le Conversazioni con grandi personalità del cinema all’82. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, per la seconda volta nella location della Match Point Arena (250 posti) allestita al Tennis Club Venezia al Lido (di fronte all’Hotel Excelsior, ingresso aperto agli accreditati dell’82. Mostra).

In particolare cinque saranno le Masterclass che vedranno come protagonisti: il regista tedesco Werner Herzog (Leone d’oro alla carriera 2025) giovedì 28 agosto alle 16.00; il regista cinese Jia Zhang-ke (Leone d’oro per il miglior film nel 2006 per Still Life) sabato 30 agosto alle 16.00; la leggendaria attrice americana Kim Novak (Leone d’oro alla carriera 2025) mercoledì 3 settembre alle 16.00; il regista rumeno Cristian Mungiu (giurato di Venezia 82, Palma d’oro 2007) giovedì 4 settembre alle 14.30; il regista taiwanese Tsai Ming-liang (Leone d’oro per il miglior film nel 1994 con Vive l’amour) venerdì 5 settembre alle 16.00. Le Masterclass si potranno seguire anche in livestream sul sito www.labiennale.org.

Leggi il programma di Venezia 82

Saranno quattro le Conversazioni organizzate da Cartier – The Art and Craft of Cinema, in collaborazione con la Biennale, che vedranno dialogare la regista americana premio Oscar Sofia Coppola (Leone d’oro per il miglior film nel 2010 con Somewhere) con la costumista italiana quattro volte premio Oscar Milena Canonero venerdì 29 agosto alle 15.30, il regista e attore italiano Sergio Castellitto con la scrittrice Margaret Mazzantini domenica 31 agosto alle 16.00, il regista messicano premio Oscar Alfonso Cuarón (Leone d’oro per il miglior film nel 2018 con Roma) lunedì 1 settembre alle 16.00 e la regista neozelandese premio Oscar  Jane Campion (Leone d’argento per la migliore regia nel 2021 per The Power of the Dog) con la produttrice britannica Tanya Seghatchia martedì 2 settembre alle 16.00.

Qui di seguito il calendario in sintesi di Masterclass e Conversazioni alla Match Point Arena al Lido (Lungomare Marconi angolo via Emo, di fronte all’Hotel Excelsior), per tutti gli accrediti, senza prenotazione:

· Giovedì 28 agosto
ore 16.00 Masterclass di Werner Herzog (Leone d’oro alla carriera), conduce Federico Pontiggia – Livestream labiennale.org

· Venerdì 29 agosto
ore 15.30 Conversazione tra Sofia Coppola e Milena Canonero, conduce Stéphan Lerouge

· Sabato 30 agosto
ore 16.00 Masterclass di Jia Zhang-ke, conduce Elena Pollacchi, critica cinematografica – Livestream labiennale.org

· Domenica 31 agosto
ore 16.00 Conversazione tra Sergio Castellitto e Margaret Mazzantini, conduce Stéphan Lerouge

· Lunedì 1 settembre
ore 16.00 Conversazione con Alfonso Cuarón, conduce Stéphan Lerouge

· Martedì 2 settembre
ore 16.00 Conversazione tra Jane Campion e Tanya Seghatchia, conduce Stéphan Lerouge

· Mercoledì 3 settembre
ore 16.00 Masterclass di Kim Novak (Leone d’oro alla carriera), conduce Giulia d’Agnolo Vallan – Livestream labiennale.org

· Giovedì 4 settembre
ore 14.30 Masterclass di Cristian Mungiu, conduce Angela Prudenzi – Livestream labiennale.org

· Venerdì 5 settembre
ore 16.00 Masterclass di Tsai Ming-liang, conduce Elena Pollacchi – Livestream labiennale.org