Raya e
l’Ultimo Drago, il nuovo lungometraggio d’animazione
targato Walt Disney Animation Studios, arriverà in Italia a marzo
al cinema e dal 5 marzo su Disney+ con Accesso VIP.
Diretto da Don Hall (Big Hero 6) e
Carlos López Estrada (Blindspotting) e
prodotto da Osnat Shurer (Oceania) e Peter Del Vecho
(Frozen
– Il Regno di Ghiaccio,
Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle), il film trae
ispirazione dalle culture e dai popoli dell’Asia sudorientale.
Nella versione italiana del film,
il cast di voci include l’attrice Luisa Ranieri
(Virana), l’attrice e doppiatrice Jun Ichikawa
(Namaari), l’attore e conduttore Paolo Calabresi
(Tong) e l’attrice Vittoria Schisano (Generale
Atitaya).
Gli influencer Emanuele
Ferrari, Vatinee Suvimol e
Maryna hanno prestato la propria voce per un
cameo, insieme alla cantante Camille Cabaltera
che, inoltre, interpreta il brano nei titoli di coda della versione
italiana del film.
Raya e l’Ultimo
Drago viaggia nel fantastico mondo di Kumandra, dove molto
tempo fa umani e draghi vivevano insieme in armonia. Ma quando una
forza malvagia ha minacciato la loro terra, i draghi si sono
sacrificati per salvare l’umanità. Ora, 500 anni dopo, quella
stessa forza malvagia è tornata e Raya, una guerriera solitaria,
avrà il compito di trovare l’ultimo leggendario drago per riunire
il suo popolo diviso. Durante il suo viaggio, imparerà che non
basta un drago per salvare il mondo, ci vorrà anche fiducia e
lavoro di squadra.
WandaVision
di Marvel Studios unisce televisione
classica e Marvel Cinematic
Universe e vede protagonisti Wanda Maximoff e Visione,
due individui dotati di super poteri che conducono vite di
periferia idealizzate, che iniziano a sospettare che ogni cosa non
sia come sembra.
WandaVision,
la prima serie targata Marvel Studios, creata in esclusiva
per Disney+, ha per protagonisti
Elizabeth Olsen nel ruolo di Wanda Maximoff e
Paul Bettany in quello di Visione. Kathryn Hahn è Agnes e
Teyonah Parris è Monica Rambeau, personaggio che è stato
presentato al pubblico in Captain
Marvel. Kat
Dennings riprenderà il suo ruolo di Darcy
da Thor e Thor:
The Dark World, mentre Randall Park tornerà a vestire i
panni di Jimmy Woo da Ant-Man
and The Wasp. La serie è diretta da Matt Shakman
mentre Jac Schaeffer è il capo sceneggiatore. Composta da nove
episodi, WandaVision è disponibile in streaming
su Disney+.
Il vincitore dell’Emmy Bob Odenkirk (Better Call Saul, The Post,
Nebraska) è protagonista di Io
sono nessuno, in cui interpreta Hutch Mansell, un
padre sottovalutato e un marito trascurato, che prende le
umiliazioni della vita in faccia, senza mai respingerle. Un signor
nessuno.
Quando una notte due ladri entrano
nella sua casa di periferia, Hutch si rifiuta di difendere se
stesso e la sua famiglia, sperando di prevenire una violenza
maggiore. Suo figlio adolescente Blake (Gage Munroe, The
Shack), rimane deluso da lui, e sua moglie Becca
(Connie Nielsen, Wonder Woman) sembra volerlo tenere
sempre più lontano.
Le conseguenze dell’incidente si
scontrano con la rabbia ribollente di Hutch, innescando istinti
dormienti e spingendolo verso un percorso brutale che farà emergere
oscuri segreti e abilità letali. In un turbine di pugni, sparatorie
e stridore di pneumatici, Hutch dovrà salvare la sua famiglia da un
pericoloso avversario (il popolare attore russo Aleksey
Serebryakov, Amazon’s McMafia) e assicurarsi che non sarà mai più
trattato come un “nessuno” qualunque.
Io sono nessuno è diretto
dall’acclamato regista Ilya Naishuller (Hardcore Henry), da una
sceneggiatura di Derek Kolstad, l’architetto narrativo della serie
di John Wick, con la partecipazione del leggendario vincitore
dell’Emmy Christopher Lloyd nel ruolo del padre di Hutch e
dell’eclettico attore e musicista RZA nel ruolo del fratello di
Hutch, il cui talento nascosto aiuta Hutch nella sua ricerca di
vendetta.
Il film è prodotto da Kelly
McCormick e David Leitch, i creatori dello spinoff di Fast &
Furious, Hobbs & Shaw, di Deadpool 2 e di Atomica Bionda, con la
loro società 87North, da Braden Aftergood (Hell or High Water, Wind
River) per la Eighty Two Films, e da Bob Odenkirk e Marc
Provissiero (Hulu’s PEN15) per la Odenkirk Provissiero
Entertainment. I produttori esecutivi sono Derek Kolstad, Marc S.
Fischer e Tobey Maguire.
La regia sarà firmata
da Justin Lin, già regista di numerosi
capitoli del franchise, mentre la release dopo un primo spostamento
all’aprile 2021(inizialmente il film sarebbe
dovuto arrivare al cinema nel 2020), è fissata al 28 maggio
2021.
Ricordiamo che il decimo capitolo
della saga è già in pre-produzione. Secondo quanto riferito, il
capitolo numero 10 della saga concluderà definitivamente la serie
principale Fast
and Furious, a seguito degli eventi che vedremo nel
nono capitolo. Questa informazione ci fa pensare che alla fine del
franchise si sia pensato più a un dittico di chiusura che a due
film separati.
L’attore Randall Park è attualmente uno dei
co-protagonisti della serie WandaVision nei panni dell’agente Jimmy Woo, ma ad
oggi l’attore non sa se tornerà in Ant-Man and the Wasp: Quantumania. I Marvel Studios hanno recentemente dato il via
alla Fase 4 del MCU con la prima serie Disney+ ambientata nell’universo
condiviso. WandaVision è solo il primo di ben 25 progetti – tra
film e serie tv – che la Marvel distribuirà da qui al
prossimo futuro. Nonostante la serie con Elizabeth Olsen e Paul
Bettany non sia ancora giunta al termine, è chiaro che uno dei
personaggi chiave della storia è proprio l’agente dell’FBI
Jimmy Woo.
Il MCU ha introdotto al pubblico il
personaggio di Park, per la prima volta, in Ant-Man
and the Wasp del 2018, anche se in quel film il suo ruolo
è stato piuttosto limitato. Il sequel di Ant-Man
del 2015 si concludeva con Jimmy Woo che liberata Scott Lang
(Paul
Rudd) dagli arresti domiciliari e con i due personaggi che
ironizzavano sulla possibilità di rivedersi. Questo finale, unito
al ritorno di Woo in
WandaVision, ha spinto diversi fan a sperare che l’agente
possa fare ritorno anche nell’annunciato Ant-Man and the Wasp:
Quantumania, anche se ad oggi Park non fa ancora parte dei
membri del cast confermati.
Anche grazie al successo di
WandaVision, i fan vorrebbero certamente vedere una nuova
apparizione di Jimmy Woo nel MCU. Proprio per questo,
Extra ha chiesto a Randall Park del futuro del suo personaggio in
una recente intervista in occasione della promozione dell’acclamata
serie. La fonte ha chiesto specificamente all’attore se tornerà in
Ant-Man 3 dopo essere già apparso nel sequel. Allo
stato attuale, però, Park ammette di non sapere se effettivamente
Jimmy Woo tornerà in Ant-Man and the Wasp: Quantumania.
Naturalmente, l’attore sarebbe pronto a tornare qualora la Marvel glielo chiedesse.
“Non lo so. Non ho ricevuto
ancora nessuna chiamata”, ha detto Park. “Se dovessi
ricevere una chiamata, sicuramente accetterei di tornare. Se non
dovessi ricevere nessuna chiamata, andrebbe bene lo stesso. Anche
perché in questo momento sono a Westview, nel New Jersey. Sai,
bisogna concentrarsi su un caso alla volta…”
Dopo la finale del Super Bowl di
questa notte, è disponibile il nuovissimo trailer della serie
Marvel StudiosThe Falcon And The Winter Soldier. La nuova
serie composta da sei episodi debutterà in esclusiva su Disney+ il
19 marzo 2021. Nella serie tornano in azione due noti personaggi
Anthony Mackie e Sebastian Stan riprenderanno i loro ruoli nei
panni del titolo Falcon (alias Sam Wilson) e The Winter Soldier
(alias Bucky Barnes).
The Falcon And The Winter Soldier,
la serie tv
The
Falcon And The Winter Soldier è la serie di prossima
uscita nel quale
Anthony Mackie e Sebastian Stan riprenderanno i loro
ruoli nei panni del titolo Falcon (alias Sam Wilson) e The Winter
Soldier (alias Bucky Barnes) che sarà diretta da Kari Skogland.
Vi ricordiamo che nel cast di
The Falcon And The Winter Soldier è previsto
anche il ritorno di due volti noti dell’universo cinematografico,
ovvero Emily VanCamp, Sharon Carter in Captain America: The Winter Soldier e
Civil War e Daniel Bruhl, nei panni
del Barone Zemo. Per quanto concerne la serie di The Falcon And The Winter Soldier, il lancio è
fissato in autunno 2020 e Kari Skogland (The
Handmaid’s Tale, Penny Dreadful, Boardwalk Empire, The Killing, The
Walking Dead, Fear the Walking Dead, Under the Dome, Vikings,
The Americans, House of Cards e The Punisher) dirigerà tutti i
sei episodi.
Probabile, visti gli esiti di
Avengers:
Endgame, che lo show si concentrerà sulla
dinamica del rapporto tra le due figure più vicine a Captain
America (nonché suoi eredi) e sulle imprese dei supereroi per
garantire la sicurezza mondiale.
Netflix Italia ha diffuso il trailer
ufficiale del film originale Netflix Pelé: il
re del calcio, il docufilm sulla leggenda del
Brasile.
Il nuovo documentario Netflix
“Pelé:
il re del calcio” racconta la vita del calciatore
brasiliano Edson Arantes do Nascimento, meglio noto come Pelé. Il
documentario ripercorre lo straordinario periodo in cui Pelé,
l’unico giocatore ad aver vinto tre Coppe del mondo, è passato da
giovane superstar nel 1958 a eroe nazionale nel mezzo di un’era
radicale e turbolenta nella storia del Brasile. Il film narra
l’incredibile percorso di Pelé, culminato con il titolo di “Re del
calcio” e con la storica vittoria della sua squadra nazionale ai
Campionati del mondo del 1970.
Attraverso rari ed esclusivi
filmati con Pelé stesso, il film mette in primo piano la star in
maniera toccante mentre riflette sulla sua impressionante carriera.
Il documentario include inoltre rare apparizioni e interviste
d’archivio di ex leggendari compagni di squadra del Santos Futebol
Clube e della nazionale brasiliana, tra cui Zagallo, Amarildo e
Jairzinho, così come straordinarie testimonianze da parte di
familiari, giornalisti e celebrità che hanno vissuto gli anni d’oro
del calcio brasiliano. Disponibile su Netflix in tutto il mondo il
23 febbraio 2021.
Cadillac ha appena
diffuso il suo spot realizzato per il Super Bowl. Per l’occasione,
il marchio di automobili si è affidato a Timothee Chalamet, che per l’occasione
interpreta il figlio di… Edward Mani di
Forbice!
Proprio così, l’attore,
insieme a Wynona Rider, recita in uno spot che
ricostruisce il film di Tim Burton, con
protagonista Johnny Depp. Eccolo di seguito!
È morto Giuseppe
Rotunno, che molti conoscono con il nome affettuoso di
Peppino, uno dei grandi direttori della fotografia
dell’intero mondo, collaboratore stretto di Luchino Visconti e di
Federico Fellini, all’età di 97 anni. È sua la firma sulla
fotografia di Amarcord, Il
gattopardo e Rocco e i suoi fratelli e
Il Casanova.
Il suo palmares vede scintillare
sette Nastri d’Argento, due David di Donatello e una nomination
agli Oscar per All That Jazz – Lo spettacolo continua di
Bob Fosse, nel 1980, un BAFTA per il film di Fosse e una nomination
ai premi britannici per Il Casanova di Federico Fellini. Attivo
fino alla fine, ha supervisionato il restauro di moltissimi film,
tra cui Rocco e i suoi fratelli di Visconti,
di Amarcord di Fellini.
Ha lavorato con i più grandi del
cinema italiano, molto apprezzato anche all’estero:
Vittorio De Sica, Pier Paolo Pasolini, Mario Monicelli,
Valerio Zurlini, Mario Soldati, Antonio Pietrangeli, Lina
Wertmuller, Massimo Troisi e Roberto Benigni, Roberto Faenza, Dario
Argento, Stanley Kramer, Martin Ritt, John Huston, Mike Nichols,
Monte Hellman, Bob Fosse, Robert Altman, Alan J. Pakula, Fred
Zinnemann, Terry Gilliam, Sydney Pollack.
Veterano della fantascienza al
cinema, il regista Ridley Scott ha
nel corso degli anni partecipato alla produzione di diverse serie
televisive. Mai però si era cimentato nella regia per il piccolo
schermo. Il suo debutto (limitato ai primi due episodi) è infine
arrivato con Raised by Wolves – Una nuova umanità,
disponibile in Italia su Sky Atlantic a partire
dall’8 febbraio. Dalle immagini e dai trailer
rilasciati negli scorsi mesi si poteva già intuire il perché Scott
abbia deciso di dedicarsi proprio a questo progetto. La serie,
ideata da Aaron Guzikowski,
presenta infatti caratteristiche e tematiche particolarmente
ricorrenti nella filmografia del regista di Alien. Dagli
interrogativi sul senso stesso della vita agli estremismi religiosi
e i conflitti che questi generano, il tutto inserito in un contesto
futuristico e post-apocalittico non nuovo per Scott.
La storia, infatti, si concentra su
due androidi, Madre (Amanda Collin) e Padre
(Abubakar Salim). Questi sono fuggiti da una Terra
devastata dalla guerra tra atei militanti e un ordine religioso di
derivazione cristiana noto come Mitraici. Il loro obiettivo è
quello di raggiungere e colonizzare il pianeta Kepler-22b. Gli
androidi portano con sé embrioni umani con cui iniziare una nuova
civiltà. Dodici anni dopo, solo un bambino, Campion (Winta
McGrath), è sopravvissuto. Mentre le prospettive per
il futuro della colonia appaiono cupe, i tre scopriranno di non
essere più soli sul pianeta. Una colonia umana, capitanata da
Marcus (Travis Fimmel),
è infatti sbarcata su questo, e le loro intenzioni sono quanto mai
misteriose.
L’immaginario fantascientifico di
Raised by Wolves – Una nuova umanità
Ancora una volta l’umanità e la sua
esistenza sono minacciate in modo irreparabile. La causa stavolta
non sono gli effetti del cambiamento climatico, bensì lo scontro
tra atei ed estremisti religiosi. Una contrapposizione che non può
che risuonare ora più attuale che mai. A partire da tale evento si
snoda il racconto della fine dell’esistenza così come nota, e la
nascita di una nuova civiltà. Se è vero però che la storia tende a
ripetersi, anche quest’ultima, nel suo piccolo, sarà vittima delle
stesse minacce già riscontrate. Guzilowski, insieme a Scott,
concepisce dunque una storia dalle tematiche estremamente umane e
contemporanee, inserita però in un puro contesto
fantascientifico.
Per questi motivi, Raised
by Wolves – Una nuova umanitàsi presenta
allora come un universo esteticamente e tematicamente molto simile
a film come Prometheus e Blade Runner, non a
caso entrambi diretti da Scott. Il regista si sbizzarrisce infatti
con la possibilità di approfondire quanto già trattato grazie ai
tempi più dilatati che la serialità offre. Il titolo in questione
non raggiunge ovviamente, né intende farlo, il livello o l’impatto
dei film succitati. Si offre però come un’affascinante
rielaborazione di quello stesso immaginario. Sono infatti molte le
immagini che, nella loro ricercata messa in scena, riescono a
trasmettere quanto basta per suscitare l’attenzione e la curiosità
dello spettatore. Molte di queste, non a caso, sono legate allo
studio del corpo degli androidi, in particolare quello di
Madre.
Dalla sua capacità di poter
generare la vita sino alla trasformazione in vera e propria
macchina da guerra, attraverso di lei si snoda un racconto che
riflette sulle possibilità del corpo biotecnologico di cambiare, di
diventare più umano di quello degli umani. Se è ormai appurato che
gli androidi possono sognare pecore elettriche, viene di
conseguenza anche a decadere l’unica differenza che distingueva
questi dall’uomo, ovvero la mancanza di empatia. Dal Roy Batty di
Roger Hauer al David di Michael Fassbender, Scott ha lentamente
smontato tale certezza. Con Madre, la quale risulta estremamente
più soggetta agli sconvolgimenti emotivi rispetto agli umani
presenti nella serie, raggiunge ora un nuovo risultato.
Un intero mondo da esplorare
Raised by Wolves – Una
nuova umanità appare dunque essere un progetto quanto
mai ambizioso, che riesce a raggiungere i propri obiettivi anche a
scapito di una narrazione non propriamente ricca di particolari
colpi di scena. L’interesse non sta infatti nell’azione, comunque
presente, ma appunto nell’analisi della protagonista, della sua
emotività e del suo ruolo in una storia molto più grande. Ci si
trova dunque di fronte ad un prodotto che non si dota di un ritmo
particolarmente esagitato, e che per molti potrebbe rappresentare
una visione sin troppo pesante. Occorre pertanto superare
l’iniziale diffidenza, entrando piano piano nel mondo qui
presentato e da questo lasciarsi conquistare episodio dopo
episodio.
Non è vero infatti, come può
inizialmente sembrare, che la serie non offra intrattenimento. Al
contrario riesce a coinvolgere grazie alle sue immagini, alle
sonorità futuristiche e alle atmosfere cupe, sottolineate da una
fotografia tendente ad un grigio che ricorda quello delle tute dei
due androidi. Con il progredire della narrazione, e delle tematiche
citate, verrà poi sempre più naturale sentirsi parte della colonia
gestita da Madre, con tutti i pro e i contro che questo può
rappresentare. Già rinnovata per una seconda stagione,
Raised by Wolves – Una nuova
umanitàsembra dunque rielaborare un preciso
immaginario di fantascienza biopunk per aggiungervi qualcosa di
nuovo. Un qualcosa che pur mantenendo un sapore fantascientifico
rimane strettamente connesso alla nostra realtà.
Lluís Quílez ,
regista catalano classe ’78, autore di numerosi cortometraggi tra
cui Avatar (2005) Graffiti (2015) e
72% (2017), oggi al suo secondo lungometraggio
dopoOut of
the dark del 2014, continua a scandagliare l’universo
dell’azione e del thriller con storie inquietanti, ambientate in
contesti proibitivi, che mettono a dura prova i suoi protagonisti,
spingendoli al limite delle proprie capacità. Lo fa con Sotto
lo zero, dove azione e suspense si mescolano, con risultati
non sempre ugualmente efficaci.
Sotto lo zero, la
trama
Il poliziotto Martìn
Salas, Javier Gutiérrez, sta trasportando sei detenuti –
Ramìs, Luis Callejo, Nano, Patrick
Criado, il
Romeno, Florin Opritescu, Ray, Edgar Vittorino,
Pardo, Miquel Gelabert, e Golum, Andrés Gertrúdix –
in una notte di gelo e neve. Con lui c’è il collega
Montesinos,Isak Férriz. I due però si trovano a fronteggiare i malumori
dei detenuti, che crescono quando il furgone blindato
improvvisamente si ferma, bloccato da qualcosa, oggetto di un
agguato. Alcuni vogliono approfittare dell’occasione per scappare,
mentre l’individuo misterioso che li ha bloccati è interessato a
uno dei prigionieri, Nano, con cui sembra avere una questione in
sospeso, e minaccia di uccidere tutti se non glie lo consegneranno
vivo. Quanti di loro riusciranno a salvarsi? Il furgone blindato a
prova di assalto è davvero il luogo più sicuro?
Il cast di Sotto lo
zero
Per il suo secondo lavoro
dietro la macchina da presa, Quílez conta su un variegato
manipolo di attori. Alcuni hanno un’esperienza consolidata, come
Karra Elejalde, cui è affidato il compito di caratterizzare
Miguel, l’assalitore, puntando con sapienza su luci e ombre di un
uomo fiaccato dal dolore. L’attore, infatti, ha lavorato con
registi come Pedro Almodóvar, Alex de la Iglesia e
Alejandro Amenábar, senza disdegnare serie tv come Le verità nascoste. Altra garanzia è Javier
Gutiérrez, noto soprattutto per essere stato il protagonista de
La isla minima di Alberto Rodríguez Librero,
che gli è valso il Premio Goya, come anche Il
movente di Manuel Martín Cuenca. Qui ha a che fare
con un personaggio che intende coniugare l’umanità con il suo
essere tutto d’un pezzo, non senza una inaspettata evoluzione.
Peccato che una sceneggiatura a tratti forzata lo penalizzi. Buon
lavoro quello di Luis Callejo, qui un ex criminale
che vuole
lasciarsi il passato alle spalle e ricominciare da zero, e che era
stato personaggio centrale ne La vendetta di un uomo tranquillo di Raul
Arévalo. Nel cast vi sono però anche giovani promesse del
cinema spagnolo, come Patrick Criado, entrato nel cast de
La casa di carta 5.
Sotto lo zero con qualche
passaggio a vuoto
Il film sembra partire da
buone premesse, con l’atmosfera nebbiosa, il gelo incombente, la
notte, il buio, a creare il clima adatto per far crescere la
suspense – la fotografia è curata da Isaac Vila. Eppure la
sceneggiatura, firmata dal regista assieme a Fernando
Navarro, ha qualche pecca. La prima parte è lenta e alcuni
passaggi risultano perfino noiosi, tanto che dopo 45 minuti sembra
difficile riuscire a mantenere l’attenzione per un’altra ora.
Stancano le continue liti tra i prigionieri, come una sequenza di
inseguimento che poco aggiunge all’economia del film.
Il protagonista, poi,
viene dipinto come un campione di abnegazione e un paladino della
legge, ligio e intransigente fino all’eccesso, considerata la
natura degli eventi che si trova ad affrontare. La sua sembra quasi
una crociata da supereroe, sebbene ci si sforzi di sottolinearne il
lato umano. Si percepisce in questo qualcosa di forzato, nonostante
faccia poi risaltare maggiormente il passaggio finale.
Sotto lo zero, un
finale inaspettato che pone domande
E’ infatti proprio un
finale inatteso, preceduto da una sequenza claustrofobica e
letteralmente agghiacciante, di forte impatto, a riscattare il
film, spostando
inoltre la narrazione su un livello più alto. Un finale che pone
domande anziché dare risposte e spinge lo spettatore a
interrogarsi, a chiedersi: cos’è allora la giustizia? Cosa si può
definire una “giusta causa”? Infine, quanto contano le apparenze e
chi è davvero il criminale? È così che Quílez cerca di
conquistare uno spettatore un po’ scettico, riuscendovi almeno in
parte.
Dove vedere in streaming
Sotto lo zero
Prodotto da Film Factory,
ESCine Espanol, Morena Films e Amoros Producciones, con RTVE e 3
Televisió de Catalunya, con il finanziamento del governo spagnolo,
Sotto lo zero è disponibile in streaming su Netfilx dal 29
gennaio.
Giunto al suo terzo film, il
regista Gabriele
Muccino firma quello che è ancora oggi considerato uno
dei titoli più importanti e significativi della sua carriera, che
ha decretato un primo grande successo a livello internazionale. Si
tratta di L’ultimo bacio, una cinica e
disillusa riflessione sulle difficoltà della vita di coppia di
quella generazione di trentenni di cui il regista faceva parte.
Adulti affetti dall’ormai nota sindrome di Peter Pan, costantemente
in fuga dalla responsabilità che la loro età comporta, inseriti qui
in un film che ha definito lo stile del regista, ricco di emozioni
forti e momenti di grande impatto visivo. Uscito in sala nel 2001,
si tratta di un film che a distanza di vent’anni ancora definisce
il cinema e la cultura italiana.
Il film ebbe talmente tanto
successo al momento della sua uscita da rimanere in sala per ben 6
settimane, arrivando ad un incasso di circa 13 milioni di euro. Era
però solo l’inizio della sua fortuna, coronata poi con la vittoria
di ben 5 David di Donatello, tra cui quello per la miglior regia.
Uscito dai confini nazionali, L’ultimo bacio arrivò a
vincere il Premio del pubblico anche al prestigioso Sundance Film
Festival. Proprio negli Stati Uniti, dove Muccino avrebbe poi
trovato fortuna con La ricerca della felicità, prese vita
un remake del film, intitolato The Last Kiss, e con
protagonisti Zach Braff e Casey
Affleck.
Arricchito dalla canzone di
Carmen ConsoliL’ultimo bacio, a cui
si ispira il titolo, il film è dunque ormai parte dell’immaginario
culturale italiano. Un’opera imprescindibile, che racconta in modo
estremamente brillante degli italiani e della loro attitudine verso
la vita, il futuro e le passioni. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e al suo sequel. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
L’ultimo bacio: la trama del
film
Protagonisti del film sono un
gruppo di amici alla soglia dei trent’anni, i quali desiderosi di
sentirsi ancora adolescenti e volendo rifuggire le responsabilità
della propria età si trovano a mettere in discussione l’intera loro
vita. Tra questi vi è Carlo, da tempo fidanzato
con Giulia. Nel momento in cui quest’ultima gli
rivela di aspettare un bambino, egli inizia a vivere la paura di
diventare padre. Per nascondersi da questa, si rifugia in una
relazione clandestina con la bella Francesca. Allo
stesso tempo, Adriano vive un periodo di forte
crisi con la moglie Livia, mentre
Alberto non fa che passare da una relazione
all’altra, e Paolo si trova a dover gestire la
malattia del padre e l’abbandono della ragazza. Tra drammi,
tradimenti e perdite, ciascuno di loro cercherà di rimettere
insieme i pezzi di una vita che non li appaga quanto
vorrebbero.
L’ultimo bacio: il cast del
film
Personaggi centrali del film sono
la coppia formata da Carlo e Giulia, interpretati rispettivamente
da Stefano Accorsi
e Giovanna
Mezzogiorno. I due attori, già con diversi film
all’attivo, divennero delle celebrità del cinema italiano proprio
grazie a questo film. Al momento delle riprese, inoltre, i due
stavano vivendo una vera relazione sentimentale, iniziata qualche
anno prima, e terminata poco dopo l’uscita di L’ultimo
bacio. Memorabile nel film è la scena della loro litigata,
dove l’attrice finisce con il ferire realmente Accorsi con un
coltello. Accanto a loro, nei panni della seducente Francesca, si
ritrova invece Martina Stella,
qui al suo debutto cinematografico. Pierfrancesco
Favino, altro frequente collaboratore di Muccino,
interpreta invece il ruolo di Marco.
L’attore Giorgio Pasotti
interpreta invece Adriano, ruolo originariamente offerto a
Enrico Silvestrin. Diversi sono poi gli interpreti
qui presenti e che hanno più volte collaborato con Muccino anche in
altri dei suoi successivi film. Si tratta di Claudio
Santamaria nei panni di Paolo, Sabrina
Impacciatore in quelli di Livia, e Stefania
Sandrelli in quelli di Anna, la madre di Giulia. Sergio
Castellitto interpreta invece il professore Eugenio
Bonetti. Completano il cast anche Marco Cocci
nei panni di Alberto, e Luigi Diberti in quelli di
Emilio. Si ritrova inoltre, in un piccolo ruolo, anche
Silvio Muccino, fratello del regista. La cantante
Carmen Consoli, oltre ad aver eseguito il brano
che dà il titolo al film, appare in un cameo nei panni di una delle
fiamme di Alberto.
L’ultimo bacio: il sequel, il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
A quasi dieci anni dall’uscita del
film, il regista ha deciso di riprendere quei personaggi tanto
amati per vedere come erano cresciuti e quali percorsi di vita
avevano intrapreso. Nel 2010 è così arrivato al cinema il sequel
Baciami ancora, il cui titolo coincide stavolta con quello
della canzone di Jovanotti, scritta appositamente
per il film. In questo mancano però all’appello diversi degli
attori protagonisti di L’ultimo bacio, come Giovanna
Mezzogiorno, Martina Stella, Stefania Sandrelli e Sergio
Castellitto. Si aggiungono però attori come Valeria Bruni Tedeschi, Primo
Reggiani e Adriano
Giannini. Vittoria
Puccini assume qui i panni di Giulia, dal momento che
la Mezzogiorno si era rifiutata di interpretare nuovamente il
personaggio, insoddisfatta dal suo sviluppo.
Prima di vedere il sequel, però, è
possibile fruire di L’ultimo bacio grazie alla
sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV,Chili Cinema e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
sabato 6 febbraio alle ore 21:45
sul canale Rai 3.
Armie Hammer è stato
abbandonato da WME, la sua agenzia, come annuncia
Variety. Secondo una fonte ben informata, anche il pubblicista
personale di Hammer si sta allontanando. WME si è separato da
Hammer in seguito alle continue accuse contro l’attore che sono
emerse sui social media nell’ultimo mese.
Nei messaggi diffusi sui social
media, che Hammer non ha verificato, l’attore avrebbe avuto
numerose conversazioni di natura sessualmente esplicita, mostrando
attrazione per pratiche di cannibalismo, in cui avrebbe espresso il
suo desiderio di bere sangue, tagliare le dita dei piedi e
schiavizzare i partner sessuali. Hammer ha descritto anche fantasie
di stupro nei suoi messaggi.
Le accuse salaci, postate per la
prima volta sull’account Instagram anonimo House of Effie, sono
state oggetto di una dilagante copertura scandalistica, ma le donne
dicono che c’è di più nelle affermazioni scandalose di quanto non
sembri. Almeno tre ex partner di Hammer affermano che abbia usato
le sue inclinazioni sessuali come una copertura, accusandolo di
abuso emotivo, manipolazione e coercizione.
Da parte sua, Hammer ha inizialmente
rifiutato qualsiasi accusa, dichiarando che tutto ciò che ha
condiviso con le sue partner sessuali era stato concordato e fatto
con consensualità. Nonostante la squadra di Hammer mantenga la
posizione sulla sua innocenza, le accuse hanno portato rapidamente
all’abbandono di Hammer da due progetti di alto profilo: la
commedia romantica Shotgun Wedding, in cui era
stato originariamente scelto al fianco di Jennifer
Lopez, e
la serie della Paramount The Offer, che è sulla
realizzazione di Il Padrino.
Dopo averlo visto in azione in
Ant-Man and the Wasp, Randall
Park torna a interpretare l’agente Jimmy Wo in WandaVision,
la nuova serie Disney+ disponibile sulla piattaforma
ogni venerdì con un nuovo episodio.
Christopher Plummer
è morto a 91 anni, ne dà conferma la sua famiglia. Si è spento
serenamente a casa sua nel Connecticut, con Elaine
Taylor, sua moglie, al suo fianco per 75 anni.
Lou Pitt, suo amico di lunga data e
suo manager da 46 anni ha dichiarato: “Chris era un uomo
straordinario che amava e rispettava profondamente la sua
professione con grandi maniere all’antica, umorismo autoironico e
musicalità delle parole. Era un tesoro nazionale che apprezzava
profondamente le sue radici canadesi. Attraverso la sua arte e
umanità, ha toccato tutti i nostri cuori e la sua vita leggendaria
durerà per tutte le generazioni a venire. Sarà per sempre con
noi”.
Christopher Plummer
ha trascorso 75 anni della sua vita tra schermo e palcoscenico,
girando più di 100 film. È meglio conosciuto per aver interpretato
il capitano John Von Trapp nel classico diretto da
Robert Wise del 1965, Tutti insieme
appassionatamente, ma ha vinto il suo Oscar per il film
Beginners del 2010, ed è stato recentemente
nominato all’Oscar per Tutti i soldi del mondo, di Ridley
Scott. In quel film ha sostituito Kevin Spacey nel ruolo
di J. Paul Getty a riprese già concluse, dopo che Spacey era stato
ostracizzato dal film in seguito alle accuse di molestie da lui
perpetrate. Plummer ha recentemente recitato nel cast corale di
Knives Out, diretto da Rian Johnson.
La recensione di Malcolm
& Marie non può non cominciare con una
considerazione importante: il film di Sam
Levinson, disponibile su Netflix dal 5 febbraio, è stato girato in piena
pandemia, e potrebbe a tutti gli effetti appartenere ad una specie
di sottogenere che definiremo “cinema pandemico”, ovvero un cinema
fatto di pochi attori, location uniche interne, troupe ridotta al
minimo e basato principalmente su una sceneggiatura lineare e dei
dialoghi fitti. Si parla tanto in Malcolm
& Marie, e sembra che con i due episodi speciali di
Euphoria arrivati nelle scorse settimane,
Levinson abbia offerto ai suoi spettatori una specie di antipasto,
per concludere con questa elegante portata principale in bianco e
nero.
È l’una di notte, siamo
in una lussuosa villa di Hollywood, Malcolm e Marie rientrano da
una serata di gala, lo capiamo dai loro abiti eleganti. Man mano
che li spiamo nella loro casa, attraverso le grandi finestre che
danno sul giardino, veniamo messi a conoscenza della situazione:
lui è un regista, lei la sua compagna, ex attrice, sono di ritorno
dalla premiere del nuovo film di lui, un vero e proprio trionfo.
Lui infatti balla per tutta la casa, bevendo e parlando senza
sosta, carico di adrenalina. Lei, con fare meccanico, prepara la
cena, maccheroni al formaggio, lo fa con gesti rapidi, palesando un
malcelato nervosismo che di lì a poco esploderà.
Malcolm
& Marie è la storia di un litigio, una discussione
furiosa, una conversazione che vede due persone che si amano
profondamente confrontarsi con le reciproche mancanze, con le
proprie paure, una notte che li vede spogliarsi a poco a poco di
ogni barriera. Certo, non c’è sempre da entrambe le parti la voglia
di confrontarsi e la violenza verbale che ne consegue è una spia,
da una parte e dall’altra in momenti differenti, un segnale che la
tentazione di lasciarsi alle spalle i non detti è forte, ma i
nostri protagonisti vanno avanti, affondano la lingua e i pensieri
nelle loro idiosincrasie e cercano, in tutti i modi, di farlo
insieme.
Un litigio lungo un film
Così come i due speciali
di Euphoria già citati, anche in questo caso
Levinson ha ridotto all’osso il suo progetto narrativo, tanto che
sia il film in questione che gli episodi sembrano essere stati
costruiti intorno alle esigenze pandemiche, per così dire. Il
risultato, come accennato, è un lunghissimo flusso di coscienza a
due voci in cui i due protagonisti affrontano qualsiasi tipo di
argomento possa in qualche modo toccare, anche solo di sfuggita, la
loro vita e l’esperienza personale. Ecco che la conversazione parte
da una quasi “canonico” sentirsi dati per scontati, toccando in
punta di piedi questioni razziali, questioni di genere, discorsi
sull’importanza dell’ego per un artista, sull’influenza che la
presenza dell’altro ha nella propria vita e nella propria arte, sui
rapporti di co-dipendenza, sul passato e sul futuro. Insomma sulla
vita stessa e la natura più intima di una storia
d’amore.
Splendidamente
fotografato da Marcell Rév (lo stesso di
Euphoria), Malcolm
& Marie è anche un bellissimo film da un punto di
vista puramente estetico. Non c’è un altro termine per definirlo,
perché in ogni momento, in ogni inquadratura, in ogni costume e
espressione dei suoi protagonisti, il film è bello, nell’eccezione
più superficiale del termine. Talmente tanto bello che quando sono
uscite le prime immagini del film, sembravano fotogrammi di uno
spot di lusso, uno di quelli che sembrano mini film e promuovono
brand di alta moda. Invece no, invece Sam Levinson usa di nuovo una
confezione extra-lusso per raccontare, provarci almeno, la
profondità dell’animo umano.
E proprio qui, cade. Il
regista, attraverso il suo discorso fitto e incessante, che replica
una partita serrata di ping pong, non riesce ad aggiungere nulla al
dialogo vivace e costruttivo su tutti i temi che tocca. Sembra non
avere altra utilità se non quella di una vetrina dove i due
interpreti si mettono in mostra. E, intendiamoci, anche se fosse
solo questo il senso del film, una vetrine, un esercizio estetico,
si tratterebbe comunque di un’ora e 46 minuti ben
spesi.
Due interpreti straordinari
Anche trai produttori,
Zendaya e John David Washington sono dei fenomeni
assoluti. Entrambi mettono in gioco ogni goccia del loro talento,
da quello puramente fisico della presenza scenica, che in entrambi
abbonda, a quello più intimo ed emotivo, delle inflessioni vocali,
delle espressioni facciali, dei silenzi e dei momenti di
ira.
Zendaya, giovanissima reginetta del cinema e
della tv, conferma un talento smagliante, che ha già messo al
servizio dei Blockbuster, del cinema d’autore, della serialità di
altissimo livello, dimostrando di poter passare dall’essere una
ragazzina fragile e problematica, a un’adolescente sarcastica e
cinica, fino ad apparire come una donna fatta e finita, elegante e
raffinata, diventando la più giovane attrice della storia ad aver
vinto un Emmy da protagonista.
John David Washington, affascinante scoperta
di Spike Lee, che lo ha fatto protagonista di
BlacKkKlansman, si cimenta qui in un ruolo molto
interessante, perché lo vede utilizzare il suo corpo con un
approccio prima giocoso, poi molto intenso, una performance che si
distacca da quanto ci ha fatto vedere fino a questo momento nel
citato film di Lee o in Tenet, per esempio, e ci offre ancora un’altra
faccia del suo talento, che, in questo caso, immaginiamo sia anche
una questione di sangue, dato che suo padre è Denzel.
Cinema da pandemia mascherato da prodotto indie
Malcolm
& Marie paga forse il prezzo di un’urgenza narrativa
che non sembra esserci sedimentata, ma è spinta più dalla pancia
che da un ragionamento sistematico e compiuto, relativo a ciò che
il regista stesso voleva raccontare. Superficiale quasi
involontariamente, il film lascia l’impressione di aver sbirciato
dentro casa di una coppia che gioca ad essere in crisi ma che in
fondo è troppo bella, troppo ricca, troppo innamorata per avere
davvero dei problemi. E forse la chiave del racconto è tutta qui,
in questa magnifica apparenza che offusca ogni ragionamento e fa
apparire Malcolm
& Marie come grande cinema indie, quando invece
siamo di fronte ad un buon esempio di cinema “pandemico”.
Ecco una clip
esclusiva di EST
– Dittatura Last Minute, di Antonio Pisu, con Lodo Guenzi
interprete principale al suo debutto in un lungometraggio, e con
Matteo Gatta, Jacopo Costantini e Paolo Rossi Pisu.
Attenzione, l’articolo contiene spoiler
sulla quinta puntata di WandaVision, disponibile dal 5 febbraio su
Disney+.
Il nuovo episodio di
WandaVision ha lasciato sicuramente
tutti a bocca aperta, e per più motivi. Svelato l’arcano dietro
alla versione da sit-com, ora sappiamo che Wanda controlla la
realtà nel perimetro della cittadina dove si è insediata con
Vision, compresi tutti i suoi abitanti, e quindi ora la storia si
alterna tra la realtà che la potente strega ha creato, con quella
dello SWORD che cerca in tutti i modi di stanarla.
I momenti topici dell’episodio sono
diversi, da quello in cui ci si chiede se Wanda abbia o meno un
“nome in codice” (sappiamo che la serie lancerà finalmente la sua
identità di Scarlet Witch, ma non sappiamo ancora quando), a quello
in cui assistiamo a ciò che Wanda ha fatto appena sconfitto Thanos.
Filmati di sorveglianza, immagini da altri film Marvel Studios, tutto contribuisce a darci un
quadro più chiaro della storia e a ricostruire la contemporaneità
dei fatti.
Quello che però naturalmente
emoziona di più è il ritorno, a sorpresa, di un personaggio che
pensavamo morto. Alla fine dell’episodio fa il suo ritorno in scena
Pietro Maximoff! Ebbene sì, il fratello di Wanda, morto in
Avengers: Age of Ultron, torna in scena… ma non come
ci aspettavamo!
Invece di far rinascere il
personaggio di Aaron Taylor Johnson, Kevin Feige
ha utilizzato “l’altro”
Quicksilver, ovvero quello interpretato da Evan
Peters in X-Men: Giorni di un Futuro Passato, un momento
EPOCALE per tutta la serie. Si tratta infatti della prima volta in
cui assistiamo all’incontro tra un Mutante e un
Vendicatore, personaggi che fino a questo momento erano
costretti, per ragioni produttive, ed essere separati.
La grandezza di questo momento,
oltre ad aprire finalmente tantissimi scenari attesi dai
fan da ormai oltre 10 anni, mostra anche la bravura della
squadra di Kevin Feige che sfrutta ogni piccolo
strumento a sua disposizione per creare il suo perfetto universo
condiviso.
Ultima chicca, non meno
divertente, senz’altro la battuta di Darcy (Kat
Dennings) all’apparizione di Pietro/Evan Peters. La
dottoressa, guardando lo schermo, esclama: “Ha cambiato
attore!”.
A meno che… a meno che non si tratti
solo di un inside joke per i fan dei due universi fino a
questo momento separati e l’arrivo di Evan Peters
non sia altro che una nuova trappola per gli spettatori.
A Salma
Hayek non è stato permesso di leggere la sceneggiatura
de Gli
Eterni fino a quando non ha firmato ufficialmente
per recitare nel film. L’attrice di origine messicana e candidata
all’Oscar è stata uno dei primi membri del cast ad unirsi
all’attesissimo film Marvel della regista Chloé
Zhao. Sebbene abbia una filmografia eclettica, con molti
film di genere, Gli Eternisegnerà la prima
incursione di Hayek nell’universo cinematografico Marvel.
Il film di Zhao esplorerà la storia
della razza degli essere creati dalla leggenda dei fumetti Jack
Kirby, e sebbene gran parte della trama sia stata ancora tenuta
segreta, il cast del film è bastato da solo ad alzare l’interesse
attorno al progetto. Oltre a Hayek e al premio Oscar
Angelina Jolie, ci saranno molti attori noti
soprattutto agli amanti delle serie tv, tra cui Richard
Madden e Kit
Harington di Game of Thrones,Brian Tyree Henry di Atlanta,Gemma Chan di Humans e Kumail
Nanjiani di Silicon Valley. Hayek interpreta
Ajak, il leader degli Eterni che, secondo quanto riferito, è dotata
di mani curative ed è l’unico membro in grado di comunicare con i
loro creatori, i Celestiali.
In una recente intervista con
Variety, Salma
Hayek ha ammesso di non aver saputo nulla a proposito
de Gli
Eterni fino a quando non si è ufficialmente unita
al progetto, cosa che ha reso il processo un po’
“snervante”. Data l’estrema segretezza che coinvolge la
realizzazione di un film del MCU, non le è stato nemmeno
permesso di leggere la sceneggiatura.
“Non sapevo nulla di
quest’universo condiviso. Ma sono stata molto fortunata perché ho
un’amica messicana che è un grande fan della Marvel. Avevo giurato di mantenere
il segreto, anche perché sono statauna delle prime persone ad
essere assunta… ma poi ho capito che avrei dovuto mantenere quel
segreto per molto, molto tempo. Così, quando ho ricevuto la
chiamata, ho detto: ‘Lo confesso. Alla fine saprò tutto quello che
c’è da sapere, ma ora ditemi… cosa sono gli Eterni? Esistono nei
fumetti? Non so chi sia Ajax’. Poi mi hanno spiegato tutto. Mi
hanno spiegato la sceneggiatura, ma non me l’hanno data. Ho dovuto
firmare il contratto senza leggere la sceneggiatura. Potevo
leggerla soltanto dopo aver firmato. Questo è stato parecchio
inquietante… ero spaventata. Ma alla fine non mi è più importato, e
ti dirò perché… perché amo la regista. È fantastica.”
Gli Eterni, diretto
da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina
Jolie (Thena), Richard
Madden (Ikaris), Kit
Harington (Black Knight), Kumail
Nanjiani (Kingo), Lauren
Ridloff (Makkari), Brian Tyree
Henry (Phastos), Salma
Hayek (Ajak), Lia
McHugh (Sprite), Gemma
Chan (Sersi) e Don
Lee (Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta
da Matthew e Ryan
Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 12
febbraio 2021.
Secondo gli ultimi aggiornamenti, il
cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi
immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi
Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le
fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood Reporter che un
aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un
uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama
muoversi tra gli umani.
Guarda il nuovo trailer di
Raya e
l’Ultimo Drago, il nuovo lungometraggio d’animazione
targato Walt Disney Animation Studios, arriverà in Italia a marzo
al cinema e dal 5 marzo su Disney+ con Accesso VIP.
Diretto da Don Hall (Big Hero 6) e
Carlos López Estrada (Blindspotting) e
prodotto da Osnat Shurer (Oceania) e Peter Del Vecho
(Frozen
– Il Regno di Ghiaccio,
Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle), il film trae
ispirazione dalle culture e dai popoli dell’Asia sudorientale.
Nella versione italiana del film,
il cast di voci include l’attrice Luisa Ranieri
(Virana), l’attrice e doppiatrice Jun Ichikawa
(Namaari), l’attore e conduttore Paolo Calabresi
(Tong) e l’attrice Vittoria Schisano (Generale
Atitaya).
Gli influencer Emanuele
Ferrari, Vatinee Suvimol e
Maryna hanno prestato la propria voce per un
cameo, insieme alla cantante Camille Cabaltera
che, inoltre, interpreta il brano nei titoli di coda della versione
italiana del film.
Raya e l’Ultimo
Drago viaggia nel fantastico mondo di Kumandra, dove molto
tempo fa umani e draghi vivevano insieme in armonia. Ma quando una
forza malvagia ha minacciato la loro terra, i draghi si sono
sacrificati per salvare l’umanità. Ora, 500 anni dopo, quella
stessa forza malvagia è tornata e Raya, una guerriera solitaria,
avrà il compito di trovare l’ultimo leggendario drago per riunire
il suo popolo diviso. Durante il suo viaggio, imparerà che non
basta un drago per salvare il mondo, ci vorrà anche fiducia e
lavoro di squadra
La realtà parallela e per certi
aspetti “salvifica” di WandaVision si è completamente alterata nel terzo
episodio della seria Disney+, quando Monica Rambeau, nei
panni fittizi di Geraldine, ha inavvertitamente richiamato alla
memoria di Wanda lo spettro di Ultron e, quindi, la morte di suo
fratello Pietro. Ci sono state tantissimi speculazioni sul fatto
che Ultron possa effettivmente tornare nel MCU. E se lo stesso destino
toccasse anche a Pietro?
La morte prematura di Pietro
Maximoff in Avengers:
Age Of Ultron sembrava qualcosa di permanente, ma la
maggior parte delle persone pensava lo stesso di Visione (anche se
il suo ritorno nella serie non è stata ancora chiarito in maniera
definitiva). Ci sono, quindi, molti modi in cui il personaggio di
Pietro potrebbe tornare nel MCU. Vediamo di seguito – grazie a
Screen
Rant – i 10 più probabili:
Non è mai morto
La teoria più ovvia, e
quindi più improbabile, è che Pietro non è mai davvero morto. È
possibile che la sua morte sia stata semplicemente uno stratagemma,
o che sia morto e sia in qualche modo guarito.
Come ha detto Maria Hill a Captain
America in Age Of
Ultron,“Lui è veloce”. Il metabolismo di Pietro
deve essere fuori scala vista la velocità con cui corre, ed è
possibile che da ciò derivi un fattore di guarigione. Questo non
spiegherebbe perché Pietro non abbia cercato sua sorella negli
ultimi anni, ma è comunque una possibilità in merito al ritorno del
personaggio.
Flashback
Un altro espediente che
potrebbe garantire il ritorno di Pietro è quello del flashback. Ci
sono alcuni aspetti parecchio confusionari nella sequenza temporale
del MCU, quindi un flashback qui o là
non farebbe male a nessuno.
Dato quanto Wanda Maximoff abbia
profondamente represso il dolore e il trauma per la perdita non
solo di suo fratello ma anche di Visione, un flashback potrebbe
essere il culmine logico della perdita totale del suo controllo.
Dover affrontare il passato e il dolore per la perdita di suo
fratello, e anche dei suoi genitori, morti quando lei era più
giovane, sarebbe un altro modo per far tornare Pietro.
È stato ricreato da Ultron
Age
Of Ultron ha regalato ai fan diverse cose belle quando è
uscito nel 2015, ma anche tante cose che non hanno soddisfatto a
pieno il pubblico. In primo luogo, ad alcuni non è piaciuto che
Pietro sia morto. Ultron potrebbe essere la chiave non solo per una
nuova versione aggiornata del classico cattivo, ma anche per il
ritorno di Pietro.
Ultron è stato fortemente investito
nella creazione di un corpo artificiale per se stesso, che alla
fine è diventato Visione. Il suo interesse per i gemelli Maximoff
potrebbe averlo portato a sperimentare nuovi tipi di corpi, cloni o
droni, alcuni dei quali potrebbero essere stati modellati proprio
su Pietro.
Life Model Decoy
Agents Of S.H.I.E.L.D.
presenta molti personaggi e concetti che non sono tratti
direttamente dai fumetti Marvel. Uno di questi è il Life
Model Decoy (noto anche come LMD). Si tratta di androidi progettati
per replicare ogni caratteristica di una persona vivente. Sono
stati originariamente progettati dallo S.H.I.E.L.D. ed è possibile
che Pietro possa tornare proprio grazie ad essi.
L’esempio più importante nella serie
televisiva è stato progettato da Holden Radcliffe, che ha creato un
corpo per l’intelligenza artificiale che fungeva da sua assistente,
Aida. Anche Tony Stark conosceva il programma LMD, come si evince
da un dialogo avuto con l’agente Coulson.
Progetto T.A.H.I.T.I.
Un altro programma associato alla
serie
Agents Of S.H.I.E.L.D.
è il metodo con cui l’agente Coulson, morto per mano di Loki nel
film
The Avengers
del 2012, è tornato in vita. Il Progetto T.A.H.I.T.I. era un
progetto dello S.H.I.E.L.D. avviato da Nick Fury e diretto da Phil
Coulson.
Comprendeva l’uso di un cadavere
alieno per il progresso medico umano. Questo sarebbe un modo
fattibile per riportare Pietro indietro, soprattutto visto il
collegamento con lo S.H.I.E.L.D. (e ora, forse, con la sua
organizzazione gemella, lo S.W.O.R.D.).
È Wanda che lo evocherà
Date le circostanze di WandaVision,
è altrettanto probabile che il ritorno di Pietro coinvolga sua
sorella. Scarlet Witch è uno dei più potenti Avengers nei fumetti e
Wanda sta crescendo in potenza e abilità nel MCU.
È possibile che sia proprio lei ad
evocare semplicemente Pietro, allo stesso modo in cui ha
apparentemente rianimato Visione. Se Visione e le gemelle sono in
qualche modo frutto della sua immaginazione, allora è molto
probabile che alla fine riporterà indietro anche Pietro.
Un incantesimo opera di qualcun altro
Wanda non è
certamente l’unico “potente” di Westview. Secondo le teorie più
accreditate, la vicina di Wanda, Agnes, è in realtà una delle più
potenti streghe dell’universo Marvel , ossia Agatha
Harkness.
Altrettanto
possibile è che Dottie, l’ape regina dei sobborghi di Westview, sia
in realtà la maga Arcanna Jones dei fumetti della serie “Squadron
Supreme”. Suo marito era Phil Jones e proprio quest’ultimo è uno
dei tanti strani vicini che Wanda e Visione hanno a
Westview.
Un viaggio nel tempo
Le regole sui viaggi nel tempo sono
solo una delle tante cose che non hanno molto senso in Avengers:
Endgame. Tuttavia, il viaggio nel tempo esiste all’interno
del MCU ed è molto probabile che Pietro
torni in questo modo. Forse durante il corso della serie o anche
durante gli eventi di Endgame,
il tempo si è destabilizzato e Pietro è stato in grado di farsi
avanti nel presente.
Il suo ritorno sarebbe una
conclusione unica e drammatica in una serie incentrata comunque sul
dolore e sul trauma. Il dolore di Wanda, però, è reale ed è
improbabile che venga semplicemente cancellato grazie al fatto che
il fratello riesce a tornare al passato. Quanto accaduto nel
passato sarebbe ancora valido… almeno per Wanda.
Il Multiverso
Il viaggio nel tempo va di
pari passo con il concetto di Multiverso, che sta per diventare una
delle principali caratteristiche del MCU. Sapere che Wanda svolgerà un
ruolo importante nel prossimo
Doctor Strange in the Multiverse of Madness, suggerisce
che sarà collegata a tutto ciò in qualche modo.
Ci sono molti personaggi che non
appartengono al MCU che potrebbero apparire in quel
film come risultato di qualsiasi cosa Wanda faccia nella sua serie…
e uno di loro potrebbe essere proprio suo fratello, magari in una
forma diversa.
Il Quicksilver degli X-Men
Electro e Doctor Octopus torneranno
ufficialmente nel MCU: la porta è quindi aperta per
altre versioni di personaggi classici che approderanno
nell’universo condiviso. Uno dei più probabili, soprattutto visto
WandaVision, è Pietro.
La
strana rottura dei diritti con gli Avengers e gli X-Men significava
che sia Fox che Disney potevano usare Quicksilver e Scarlet Witch.
La versione Fox divenne molto popolare e un modo per il MCU di incorporare finalmente i
mutanti potrebbe essere quuello di estendere un invito ad Evan
Peters di unirsi al franchise attraverso il Multiverso.
Tom
Holland ha definito le sequenze d’azione di Uncharted
le più incredibile a cui abbia mai preso parte. Il giovane attore è
noto per il ruolo di Spider-Man nel MCU e presto sarà protagonisti di
alcuni interessanti progetti cinematografici, tra cui Cherry di
Anthony e Joe Russo e Chaos Walking di Doug Liman.
Tuttavia, tra i film che l’attore ha in cantiere, Uncharted è
senza dubbio quello più atteso (insieme, ovviamente, al threequel
di
Spider-Man: Homecoming).
Holland è stato scelto per
interpretare un giovane Nathan Drak nel lontano 2017, nonostante
l’adattamento cinematografico di Uncharted
fosse in sviluppo già da alcuni anni. Il film ha dovuto fare i
conti con una generi particolarmente travagliata. Dopo una serie
innumerevoli di cambia di regia e di sceneggiatori, alla fine il
progetto ha dovuto fare i conti anche con l’esplosione della
pandemia di Covid-19: inizialmente previsto per luglio di
quest’anno, alla fine Uncharted è
stato posticipato direttamente a febbraio 2022. Ciò significa che i
fan dovranno aspettare ancora un bel po’ prima di vedere il tango
agognato adattamento della celebre serie videoludica.
Adesso, in occasione di
un’apparizione durante il podcast “Awards Circuit” di
Variety (in cui ha discusso anche dell’attesissimo Spider-Man 3), Tom
Holland ha parlato proprio di Uncharted,
esprimendo tutto il suo entusiasmo in merito ad un progetto che
cercava davvero di realizzare da anni. Il giovane attore ha anche
parlato delle sequenze d’azione del film (sicuramente uno degli
aspetti più intriganti, dato il genere di appartenenza),
definendole “le più incredibili a cui abbia mai preso
parte”, nonostante si sai procurato numerosi tagli, contusioni
e lividi che in più di un’occasione lo hanno fatto sentire
parecchio “ridicolo”.
Tutto quello che sappiamo su
Uncharted
In Uncharted, Tom
Holland sarà Nathan Drake, mentre Mark
Wahlberg vestirà i panni di Sully Sullivan. Non
tutti sanno che, inizialmente, Wahlberg avrebbe dovuto interpretare
l’eroe del titolo anni fa quando David O.
Russell era coinvolto nel progetto, mentre negli
anni la Sony ha deciso di sviluppare il film come
una origin story.
La sceneggiatura del film, che
arriverà al cinema il 16 luglio 2021, è stata firmata
da Art Marcum, Matt
Holloway e Rafe Judkins, e
racconterà le avventure del protagonista Nathan Drake nei suoi anni
giovanili mentre diventa il cacciatore di tesori che tutti
conosciamo.
Vi ricordiamo che Uncharted
sarà la prima produzione cinematografica di Sony PlayStation
Productions, divisione interna della Sony fondata lo scorso anno da
Asad Qizilbash e Carter Swan in collaborazione con PlayStation
Productions, Chuck Roven, Avi Arad, Alex Gartner e Ari Arad.
A parte L’incredibile Hulk,
non c’è stato un solo film realmente indipendente dei Marvel Studios, che non abbia quindi generato
almeno un sequel. D’altronde, l’unica ragione per cui la storia del
Gigante di Giada è stata affrontata esclusivamente in altri
franchise (come quello dedicato agli Avengers o quello dedicato a
Thor) è a causa di alcuni “fastidiosi” problemi legati ai diritti
sul personaggio.
Tuttavia, l’attesissimo Black
Widow potrebbe cambiare l’attuale situazione.
Ambientato tra gli eventi di Captain
America: Civil War e Avengers: Infinity War, il film
prenderà le mosse da quando Natasha Romanoff rompe gli accordi di
Sokovia ed è costretta a fuggire, prima di incontrare Steve Rogers
e i suoi Vendicatori Segreti. Tutti sappiamo come è finita la
storia dell’ex spia russa in Avengers: Endgame, ma potrebbe esserci
una Black Widow 2?
Jac Schaeffer,
showrunner e capo degli sceneggiatori della serie
WandaVision, è stata di recente interrogata proprio sulla
questione. Schaeffer ha lavorato ad una prima versione della
sceneggiatura di Black
Widow, prima di essere sostituita da Eric Pearson. Nei
titoli di coda del film il suo nome (insieme a quello di Ned
Benson) verrà menzionato in relazione al soggetto del film; di
fatto, l’unico credito per la sceneggiatura è stato affidato
esclusivamente a Pearson.
“Beh, sai… ho avuto la fortuna
di salire a bordo del treno Black Widow quando ha lasciato la
stazione per la prima volta. Poi sono passata a WandaVision e molti altri sceneggiatori di grande
talento hanno preso la penna e hanno continuato con quel
film”, ha spiegato Schaeffer in un’intervista con
ComicBook. “Quindi, non posso davvero parlare in merito
alla totalità del progetto Black Widow. Mi posso limitare a dire
che sono davvero entusiasta che stia per arrivare nelle
sale.”
Si tratta di una risposta
volutamente criptica. Molto probabilmente, se il franchise di
Black
Widow dovesse effettivamente continuare, sarà con
Florence
Pugh e la sua Yelena Belova alla guida: è da tempo
ormai che si parla della possibilità che il personaggio erediti il
“mantello” di Vedova Nera, e visto che Scarlett
Johansson sembra aver chiuso con il personaggio,
questa sembra davvero l’ipotesi più plausibile al momento.
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson(The Disappearance of Eleanor
Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
Il ritorno di Chris Evans nel MCU potrebbe finalmente raccontare
la storia della missione di
Captain America che Avengers:
Endgame ha scelto di non mostrare. Il film di Anthony
e Joe Russo, infatti, non ha mai esplorato in che modo Steve Rogers
abbia completato la sua missione e sia tornato indietro nel tempo
per rimettere le Gemme dell’Infinito ognuna al suo posto,
sicuramente un’opportunità piena di potenziale che in molti non
hanno esitato a bollare come persa.
In Avengers:
Endgame,
Captain America è stato l’Avenger incaricato di riportare tutte
e sei le Gemme dell’Infinito al loro posto nella timeline. Tornato
nel presente, è ricomparso in versione anziana. La sua decisione di
rimanere nel passato insieme alla sua amata Peggy Carter (Hayley
Atwell) ha segnato, di fatto, la fine del suo viaggio nel
MCU. Tuttavia, sembra che la
Marvel sia intenzionata a far
tornare l’iconico personaggio in qualche modo. È stato infatti
riferito che Marvel ed Evans stanno lavorando a
un accordo che consenta all’attore per riprendere il ruolo di
Capitan America in ben due progetti del MCU. Fino ad ora, Evans sta
minimizzato la notizia, mentre la Marvel non ha né smentito né
confermato la fuga di notizie delle ultime settimane.
Se è vero che
Captain America tornerà sul grande schermo, la domanda più
importante che i fan si pongono in merito al suo ritorno è
ovviamente relativa al punto della Fase 4 in cui verrà impostato il
suo ritorno. Invece di correre il rischio di annullare (e quindi di
rovinare) la fine dell’arco narrativo di Cap impostato da
Endgame,
la Marvel potrebbe avere in programma
di mostrare parti della sua storia che non sono state ancora
mostrate, o forse non esplorate del tutto. Probabilmente, l’evento
più emozionante nella vita di
Capitan America è accaduto fuori dallo schermo e i fan non
hanno ancora avuto la possibilità di esserne testimoni.
Presumibilmente, proprio perché si è
scelto di far apparire la versione anziana di Cap che consegna il
suo scudo a Sam Wilson/Falcon (Anthony
Mackie), Avengers:
Endgame non ha avuto tempo sufficiente a disposizione
per mostrare anche come Steve abbia rimesso a posto tutte le Gemme.
Per alcuni fan tale scelta è stata parecchio deludente; tuttavia,
si è trattato di una scelta narrativa comprensibile in definitiva,
dato che la ricomparsa dell’eroe nel presente aveva l’obbligo di
essere – sempre per fini narrativi – tanto brusca quanto
sorprendente.
Che si tratti di una serie o
addirittura di uno speciale (qualcosa di molto simile allo speciale
natalizio sui
Guardiani della Galassia che arriverà nel 2022), la Marvel ha finalmente la possibilità
di concentrarsi direttamente sull’avventura di Steve con le Gemme
dell’Infinito, mostrando diversi elementi chiave (come, ad esempio,
quello che
Captain America ha fatto con il Mjolnir). Se fosse stato
mostrato in Endgame,
il momento si sarebbe probabilmente esaurito in una scena di cinque
minuti o giù di lì, mentre un progetto incentrato esclusivamente
sulla missione di Cap potrebbe raccontare, anche in maniera
divertente, tutta una serie di retroscena inediti.
Rupert Grint, che ha interpretato Ron Weasley
nella saga di Harry Potter, ha ammesso di aver visto solo i
primi tre film del franchise. Sono passati dieci anni dall’uscita
del capitolo finale dell’amatissima serie cinematografica in otto
parti e quattordici anni da quando l’autrice J.K. Rowling ha completato il romanzo
finale della saga letteraria. Tuttavia, la popolarità di Harry
Potter continua ancora oggi.
Naturalmente, i fan non hanno mai
avuto realmente la possibilità di distaccarsi definitivamente dal
mondo magico. Attraverso prequel/spin-off, produzioni teatrali,
videogiochi e
una nuova potenziale serie tv, le creazioni di Rowling
continuano a essere al centro dell’attenzione, anche quando le
polemiche hanno minacciato di alterarne l’eredità. Essendo uno dei
personaggi chiave sia dei romanzi che dei film, anche Ron ha la sua
fedele schiera di fan, nonostante ancora oggi si continui a
discutere sulla conclusione del suo arco narrativo (in particolare
della sua storia d’amore con Hermione) e delle sue abilità magiche,
decisamente “minori” rispetto a quelle dei suoi compagni.
Nella vita reale, la carriera di
Rupert Grintnon è stata
così sfavillante come quelle di Daniel Radcliffe e (ancora di più) Emma Watson, ma a prescindere da questo, i fan
di Harry Potter sanno bene che la serie non sarebbe la stessa senza
Ron. Tuttavia, in una nuova intervista con
Variety, Grint ha rivelato di non essere un devoto al Wizarding
World come molti fan si aspettano…
Dopo aver ammesso di aver visto
soltanto i primi tre film del franchise, ma soltanto in occasione
delle anteprime mondiali, Grint ha continuato dicendo che ora che è
padre, probabilmente finirà di guardare l’intera serie con sua
figlia, ad un certo punto, in futuro: “Forse ho visto soltanto
i primi tre film della saga, alle rispettive premiere, ma poi ho
smesso di guardarli. Ma ora che ho una figlia, probabilmente, dovrò
guardarli insieme a lei.”
Anche se potrebbe sembrare strano,
la verità è che non è così inusuale per alcuni attori non amare
rivedersi sul grande schermo. Sempre di recente, un altro membro
del cast di Harry Potter, Matthew Lewis, interprete di Neville Paciock,
ha rivelato di avere dei problemi a riguardare i film della saga
oggi. L’attore aveva spiegato: “Trovo abbastanza difficile
quando in un personaggio inizia ad emergere troppo di me. È più
facile quando posso interpretare qualcuno di completamente diverso,
come un agente di polizia a Londra o una persona ricca… A volte è
doloroso vedere quanto di me c’è in Neville. Quando riguardo i
film, spesso penso: ‘Quello non è Neville. Sei tu’.”
Kevin Feige, presidente dei Marvel Studios, non pensa che ci sarà mai un
crossover tra Star Wars e il MCU. Entrambi i franchise sono due dei più
grandi universi cinematografici di tutti i tempi.
Star Wars, con ben tre trilogie, due spin-off e diverse serie
tv (anche animate), è stato un punto fermo della cultura pop per
oltre quarant’anni. Il
MCU, molto più recente, è comunque riuscito in breve tempo a
diventare un universo condiviso onnicomprensivo, composto da ben
ventitré film e pronto ad espandere la propria narrativa anche al
piccolo schermo (come dimostrato da
WandaVision).
Sebbene i due franchise non siano
direttamente collegati, esistono tuttavia alcune connessioni
tangenziali. I Walt Disney Studios hanno acquistato sia i Marvel Studios che la Lucasfilm nel
2010, con la multinazionale che ha contribuito ad aumentare la
portata a livello globale di entrambi gli studi. Spesso la saga di
Star Wars e l’Universo
Cinematografico Marvel hanno non solo impiegato gli stessi
registi, ma anche utilizzato gli stessi attori. Inoltre,
Kevin Feige è attualmente coinvolto nella
produzione di un nuovo film della saga di
Star Wars, di cui però non sono stati ancora svelati i
dettagli. Ciò ha portato anche alla nascita di voci secondo cui, un
giorno, Feige potrebbe addirittura rilevare la Lucasfilm.
Ora che Feige lavorerà direttamente
con la Lucasfilm, molti fan si sono chiesti se c’è anche una remota
una possibilità che
Star Wars e il
MCU possano incrociarsi. In una recente intervista con Yahoo,
il boss dei Marvel Studios ha discusso proprio
della questione. Feige ha ammesso di non aver mai pensato che
avrebbe avuto la possibilità di far crescere così tanto il
MCU, quindi escludere completamente un crossover con
Star Wars potrebbe non essere la scelta migliore. Tuttavia, non
pensa che accadrà presto o che comunque sia necessario.
“Se mi avessi chiesto questa
cosa 20 anni fa, avrei risposto: ‘Non credo proprio’. Ma la verità
è che lo penso ancora oggi. Non credo che ci sia alcun motivo per
una cosa del genere”, ha detto Feige.
Il MCU incontra Star Wars: realtà o chimera?
Kevin Feige ha
ragione sul fatto che né il
MCU né la saga di
Star Wars abbiano bisogno l’uno dell’altro in questo momento,
ma ciò non significa che il produttore non possa cambiare idea in
futuro. Con gli studi che sono sempre alla continua (ed estenuante)
ricerca del prossimo grande blockbuster capace di sbancare il
botteghino, la Disney potrebbe un giorno spingere affinché i suoi
due più grandi franchise si incontrino.
Probabilmente, sarebbe un’operazione
piuttosto complicato dal punto di vista narrativo, ma non c’è alcun
dubbio sul fatto che un crossover tra
Star Wars e il
MCU rappresenterebbe un’attrazione senza precedenti. Tuttavia,
non sembra che Feige sia particolarmente interessato alla cosa; è
probabile, quindi, che finché ci sarà lui al comando, resterà
soltanto una chimera.
Tom
Holland ha ammesso che la Marvel non gli ha rivelato se
Andrew Garfield e Tobey Maguire saranno effettivamente in
Spider-Man 3. Garfield e Maguire hanno interpretato
due diverse iterazioni di Peter Parker nei franchise di Marc Webb e
Sam Raimi dedicati all’Uomo Ragno, prima che Holland assumesse il
ruolo dello Spidey del MCU.
Fin dal suo debutto in Captain
America: Civil War, il giovane attore ha raccolto ampio
consenso tra i fan dell’universo Marvel, interpretando l’iconico
personaggio altre cinque volte (se si considera, ovviamente, anche
l’attesissimo threequel). Sembra che
Spider-Man 3 sarà il film in cui rivedremo tutte e tre
le iterazioni cinematografiche dell’Uomo Ragno, dal momento che il
film dovrebbe esplorare ufficialmente il concetto di Multiverso. È
da tempo ormai che si vocifera del possibile coinvolgimento di
Andrew Garfield e Tobey Maguirenel film,
ma ad oggi non esiste ancora nessuna conferma ufficiale da parte
dei Marvel Studios. E a quanto pare, neanche
Holland è in grado di fornire maggiore chiarezza sulla
questione…
Ospite del postcad “Awards Circuit”
di
Variety, a Tom
Holland è stato chiesto se Garfield e Maguire saranno
davvero in
Spider-Man 3. L’attore ha affermato di essere
totalmente all’oscuro di qualsiasi dettaglio. “Davvero, non lo
so. Se sono nel film, nessuno me l’ha ancora detto”, ha
spiegato Holland. “Certo, sarebbe qualcosa che la Marvel potrebbe tranquillamente
fare.”
Parlando nello specifico del film,
Tom
Holland non ha potuto ovviamente svelare alcun
dettaglio, limitandosi a dire di non aver mai visto un cinecomic
come Spider-Man 3, che dal suo punto di vista sarà
il film di supereroi più ambizioso di sempre. “Posso dire che è
il film di supereroi standalone più ambizioso mai realizzato. Ti
siedi, leggi la sceneggiatura, vedi cosa stanno cercando di fare e
capisci che ci stanno riuscendo. È davvero impressionante”, ha
spiegato. “Non ho mai visto un film di supereroi come questo. E
ancora una volta ho la fortuna di essere quel pezzettino di m***a
che è riuscito ad essere Spider-Man. Sono entusiasta come tutti gli
altri alla sola idea di vederlo… figuriamoci di farne
parte.”
Cosa sappiamo di Spider-Man
3?
Di Spider-Man
3 – che arriverà al cinema il 17 Dicembre 2021 –
si sa ancora molto poco, sebbene la teoria più accredita è quella
secondo cui il simpatico arrampicamuri sarà costretto alla fuga
dopo essere stato incastrato per l’omicidio di Mysterio (e con il
personaggio di Kraven il Cacciatore che sarebbe sulle sue tracce).
Naturalmente, soltanto il tempo sarà in grado di fornirci maggiori
dettagli sulla trama, ma a quanto pare il terzo film dovrebbe
catapultare il nostro Spidey in un’avventura molto diversa dalle
precedenti…
Tom
Holland si è unito al MCU nei panni di Peter Parker nel
2016: da allora, è diventato un supereroe chiave all’interno del
franchise. Non solo è apparso in ben tre film dedicati ai
Vendicatori della Marvel, ma anche in due
standalone: Spider-Man:
Homecoming e Spider-Man: Far
From Home. La scorsa estate, un nuovo accordo siglato
tra Marvel e Sony ha permesso al
personaggio dell’Uomo Ragno di restare nel MCU per
ancora un altro film a lui dedicato – l’annunciato Spider-Man
3 – e per un altro film in cui lo ritroveremo al
fianco degli altri eroi del MCU.
Personalità poliedrica dello
spettacolo italiano, Gaia Bermani Amaral è oggi
una delle più richieste e affascinanti modelle in ambito
televisivo. Negli anni ha infatti preso parte a diversi programmi
di grande successo, intraprendendo anche una carriera nel mondo
della recitazione. Proprio quest’ultima le ha permesso di diventare
ancor più nota presso il pubblico italiano, e oggi è sul punto di
collaborare con importanti nomi di tale settore. Divisa tra cinema
e televisione, ha ad oggi ricoperto ruoli sempre diversi, passando
con naturalezza dal dramma alla commedia.
Ecco 10 cose che non sai di
Gaia Bermani Amaral.
Gaia Bermani Amaral: i suoi film e
la televisione
1. Ha recitato in diversi
lungometraggi. La Amaral debutta sul grande schermo nel
2005, quando recita nel ruolo di Carla in I giorni
dell’abbandono, con Luca
Zingaretti. Tornerà poi al cinema con i film
Polvere (2009), nel ruolo di Betty, La donna della mia
vita (2010), con Alessandro
Gassmann, West Coast (2016) e
All’improvviso Komir (2016). Nel 2018 è tra i protagonisti
della commedia sentimentale Malati di sesso, dove recita
nei panni di Giovanna. Nel 2021 è invece protagonista del
drammatico L’ultimo paradiso, dove
interpreta Bianca Schettino, figlia di un proprietario terriero, e
segretamente innamorata del personaggio interpretato da Riccardo
Scamarcio. Tale film sarà distribuito sulla
piattaforma Netflix a partire dal 5 febbraio.
2. Ha preso parte a
numerose serie televisive. Dopo aver debuttato al cinema,
la Amaral ha negli anni portato avanti anche una ricca carriera
televisiva, recitando in diverse fiction e serie di grande
successo. La prima di queste è Donne sbagliate (2007),
seguita da Capri (2008), dove recita in tre episodi nei
panni di Roxane. Successivi ruoli sono quello di Lulu in Amiche
mie (2008), con Margherita Buy,
di Elise Jess in Xanadu – Una famiglia a luci rosse (2011)
e di Valentina Trevisol in Baciati dall’amore (2011), con
Giampaolo
Morelli. Dal 2011 al 2012 recita invece in Un
passo dal cielo, con Terence Hill,
ricoprendo il personaggio di Silvia, che la rende particolarmente
celebre.
Gaia Bermani Amaral e lo spot
della TIM
3. È stata testimonial per
la TIM. Tra i primissimi lavori in ambito televisivo della
Amaral vi è quello nel 2000 per uno spot della TIM. Grazie a questo
ha ottenuto una prima visibilità come modella, divenendo da quel
momento particolarmente richiesta nel mondo dello spettacolo. Fino
al 2002 sarà infatti testimonial per la compagnia telefonica,
girando una serie di pubblicità a bordo di una barca a vela, oggi
considerati tra i più significativi realizzati per il marchio. Nel
2008 è poi tornata a realizzare ulteriori pubblicità per la
TIM.
Gaia Bermani Amaral in Un passo
dal cielo
4. Ha lasciato la
serie. Dopo aver recitato nelle prime due stagioni della
fiction di Rai Uno Un passo dal cielo, dove interpretava
la veterinaria Silvia, l’attrice ha annunciato che non sarebbe
tornata per la terza stagione. I motivi di tale decisione non sono
stati resi noti, ma la Amaral ha semplicemente lasciato intendere
di volersi dedicare a nuovi progetti. Il suo abbandono ha comunque
lasciato scontenti numerosi spettatori, ormai affezionatisi a lei,
e ha costretto ad una serie di rimaneggiamenti nella scrittura
della nuova stagione.
Gaia Bermani Amaral in L’ultimo
paradiso
5. Ha amato da subito la
forza del suo personaggio. Imbattutasi nella sceneggiatura
scritta dallo stesso Scamarcio e dal regista Rocco
Ricciardulli, l’attrice ha raccontato di essere rimasta
particolarmente colpita dal personaggio di Bianca Schettino. In
particolare, ha ritrova in questa una donna desiderosa a tutti i
costi di affermare la propria identità, portando avanti dei valori
che la rendono estremamente moderna. Affascinata da un ruolo
femminile tanto complesso e raro, la Amaral ha dunque subito
accettato di recitare in tali panni, convinta che Bianca possa
essere portatrice di un messaggio fondamentale per le donne di
oggi.
Gaia Bermani Amaral è su
Instagram
6. Ha un profilo
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo verificato e contrassegnato dalla celebre
spunta blu. Qui la Amaral vanta ad oggi un totale di 33,6 mila
followers, ed ha fin ad ora pubblicato ben 953 post. Con questi è
solita promuovere il proprio lavoro di modella, e numerosi sono
infatti gli scatti che la vedono indossare particolari capi di
abbigliamento o promuovere determinati prodotti. Non mancano
ovviamente anche post relativi a suoi momenti di svago, in
compagnia di amici o parenti.
7. Sul suo profilo si
ritrovano curiosità sulla sua carriera da attrice. Con la
crescente popolarità come attrice, la Amaral ha sempre di più
condiviso post relativi ai suoi nuovi progetti per il cinema o la
televisione. In particolare, tra le immagini più recenti si possono
ritrovare alcuni dietro le quinte di L’ultimoparadiso. Diverse sono infatti le foto che la ritraggono
insieme al cast o immersa nelle splendide location in cui si sono
svolte le riprese. Sul suo profilo si possono dunque ritrovare gli
ultimi aggiornamenti relativi a tali sue attività.
Gaia Bermani Amaral: chi è il suo
fidanzato
8. Ha avuto una relazione
con un noto scrittore. Particolarmente riservata circa la
sua vita privata, l’attrice ha affermato di non voler esibire
questa sui propri profili social. Non ha però potuto nascondere di
aver avuto una relazione con il noto scrittore Roberto
Cotroneo. I due, fidanzatisi nel 2012, hanno anche scritto
un libro di fiabe per bambini insieme, intitolato Le Fate
dell’Arcobaleno. La coppia si è però in seguito separata,
senza divulgare i reali motivi dietro tale decisione.
9. È fidanzata con un
regista. La Amaral è oggi fidanzata con il regista
Rocco Ricciardulli, conosciuto grazie al film del
2016 All’improvviso Komir. I due hanno poi tornato a
collaborare proprio per il già citato L’ultimo paradiso,
consolidando la loro unione. Per l’attrice, infatti, si tratta di
una storia particolarmente seria, che l’ha anche vista decidersi ad
andare a convivere con il compagno. È dunque lecito aspettarsi
ulteriori progetti in futuro che li vedranno affiancati come
regista e interprete.
Gaia Bermani Amaral: età e
altezza
10. Gaia Bermani Amaral è
nata a San Paolo, in Brasile, il 16 settembre del 1980.
Suo padre è brasiliano, mentre sua madre è italiana, e sin da
quando è adolescente vive ormai nella penisola. L’attrice è alta
rispettivamente 173 centimetri.
La regista di
Nomadland, Chloé Zhao, sta
attraversando un momento d’oro. Dopo il Leone d’Oro a Venezia per
il suo film e la nomination ai Golden Globes 2021, mette a segno un
nuovo colpo importante, mentre i Marvel Studios aspettano di poter far uscire
il suo Gli Eterni.
La Universal ha infatti incaricato
la regista di scrivere, dirigere e produrre un nuovo adattamento di
Dracula, che abbraccerà lo sci-fi e il western.
“Sono sempre stata affascinata
dai vampiri e dal concetto dell’Altro che incarnano”, ha detto
Zhao in un comunicato. “Sono molto entusiasta di lavorare con
Donna [Langley], Peter [Levinsohn] e il team della Universal per
ri-immaginare un personaggio così amato.”
L’annuncio si aggiunge alla scia di
novità della nuova strategia di Universal per ri-immaginare il suo
canone di personaggi dei film di mostri attraverso l’obiettivo di
registi di alto livello, inaugurato dall’acclamato aggiornamento di
Leigh Whannell de L’uomo
invisibile nel 2020, con Elisabeth
Moss.
Gli altri adattamenti includono
Dexter Fletcher (“Rocketman”) che sviluppa la
propria interpretazione della leggenda di Dracula con un film sul
suo scagnozzo, Renfield; Elizabeth Banks che
dirige e interpreta The Invisible Woman; e
Paul Feig che ha scritto, prodotto e diretto il
film di mostri Dark Army.