A giugno avevamo appreso la
notizia che sarebbe stato il celebre compositore
olandese Junkie XL ad occuparsi della
colonna sonora di Godzilla
vs. Kong, l’attesissimo film della coppia
Legendary/Warner in cui vedremo scontrarsi i due iconici mostri
cinematografici.
Junkie XL è
noto per aver curato le musiche di film quai Il cavaliere
oscuro – Il ritorno, L’uomo d’acciaio, Mad Max: Fury Road,
Deadpool, Batman v Superman: Dawn of
Justicee, più di recente, Alita:
Angelo della Battaglia e Terminator:
Destino oscuro. Si tratta di uno dei compositori più
richiesti quanto si tratta di
pellicole action e, più in generale, di
grandi blockbuster.
“Sono un vero patito di
Godzilla. Ho tutte le versioni giapponesi dei film. Ad un certo
punto, solo per puro divertimento, ho anche scritto qualcosa per
Godzilla. Circa due anni fa, ho incontrato Adam perché ha mostrato
interesse per il mio lavoro. Gli ho detto: ‘Sai che sono il più
grande fan di Godzilla del pianeta e, anni fa, ho scritto anche
delle cose?. E lui mi ha risposto: ‘Mi prendi in giro?’. Così
abbiamo iniziato a parlare, ho modificato quello che avevo fatto,
gliel’ho fatto sentire e se n’è totalmente innamorato.”
Tutto quello che sappiamo su Godzilla vs. Kong
Inizialmente previsto per il
prossimo 20 Novembre, la data di uscita di Godzilla
vs. Kong è stata posticipata al 21 Maggio 2021 a causa
della pandemia di Covid-19. Il film ha ricevuto un PG-13, ossia un
divieto ai minori di 13 anni. La motivazione consiste nella
presenza nel film di “intense scene di violenza e distruzione e
di linguaggio volgare”. Nessun divieto ai minori di 17
anni, quindi, lasciando presagire che il film sarà molto meno crudo
di quanto i fan probabilmente si aspettano.
Monster
Hunter è uno dei tantissimi blockbuster di Hollywood
che sono stati posticipati a causa della pandemia di Covid-19.
Inizialmente previsto per il 4 settembre 2020, l’adattamento
cinematografico del celebre videogioco arriverà adesso nelle sale
il 23 aprile del prossimo anno.
Adesso la Sony Pictures ha diffuso
online (via
Comic Book) una nuova sinossi ufficiale del film che anticipa
non soltanto che il film sarà molto diverso dal videogioco, ma
anche che lo stesso lavoro di Paul W.S. Anderson sarà molto diverso
rispetto a ciò che il regista e sceneggiatore britannico ha fatto
con il franchise di
Resident Evil.
Nella nuova sinossi estesa si
legge: “Dietro il nostro mondo, ce n’è un altro: un mondo
fatto di mostri pericolosi e potenti che governano il loro dominio
con ferocia mortale. Quando un’inaspettata tempesta di sabbia
trasporta il tenente Artemis (Milla Jovovich) e la sua unità (TI
Harris, Meagan Good, Diego Boneta) in un nuovo mondo, i soldati
restano scioccati nello scoprire che questo ambiente ostile e
sconosciuto ospita mostri enormi e terrificanti, immuni alle loro
armi da fuoco.”
E ancora: “Nella loro disperata
battaglia per la sopravvivenza, l’unità incontra il misterioso
Hunter (Tony Jaa), le cui abilità uniche gli permettono di stare un
passo avanti rispetto alle potenti creature. Mentre Artemis e
Hunter iniziano a fidarsi l’una dell’altro, il tenente scopre che
l’unità fa parte di un squadra guidata dall’Ammiraglio (Ron
Perlman). Di fronte ad un pericolo così grande che potrebbe
minacciare di distruggere il loro mondo, i coraggiosi guerrieri
uniscono le forze per la resa dei conti finale.”
Tutto quello che sappiamo su
Monster Hunter
Monster
Hunter è l’adattamento dell’omonimo videogioco
sviluppato da Capcom. Il film, scritto e diretto da Paul
W.S. Anderson (regista della saga
di Resident
Evil), annovera nel cast Milla
Jovovich, Tony Jaa, T.I., Ron Perlman, Meagan
Good e Diego Boneta. L’uscita
nelle sale americane è fissata per il 23 aprile 2021.
Dietro il nostro
mondo, ce n’è un altro: un mondo di mostri pericolosi e potenti che
governano il loro dominio con ferocia mortale. Quando il tenente
Artemis (Milla
Jovovich) e i suoi fedeli soldati vengono trasportati
dal nostro mondo al loro, il tenente imperturbabile subisce uno
shock. Nella sua disperata battaglia per la sopravvivenza contro
enormi nemici con poteri incredibili e attacchi inarrestabili,
Artemis si unirà a un uomo misterioso che ha trovato il modo di
reagire.
Sappiamo ormai da diverso tempo che
la Paramount Pictures è impegnata nel cercare di capire quale sarà
il futuro cinematografico della saga Star Trek,
con la proprietà che attualmente sta riscuotendo un ritrovato
successo grazie alle serie tv Star
Trek: Discovery (disponibile su Netflix) e Stark
Trek: Picard (disponibile su Prime Video).
Star Trek 4, il quarto capitolo della saga rilanciata
da J.J. Abrams con il film del 2009, sembrava
essere stato ufficialmente accantonato dopo l’abbandono di Chris Pine e Chris Hemsworth a causa di alcune divergenze
con lo studio legate ai rispettivi compensi. Parallelamente, un
altro film del franchise sarebbe in sviluppo per conto di Noah Hawley – creatore della serie tv Fargo -,
che di recente ha confermato che il suo progetto non è stato
cancellato ma soltanto messo in stand-by.
In tutto questo, non può certamente
essere dimenticato il tanto chiacchierato film della saga a cui
Quentin Tarantino sembra aver lavorato per
lungo tempo: allo stato attuale, pare che il regista di
C’era una volta a… Hollywood abbia ufficialmente messo da
parte il suo desiderio di realizzare una personale interpretazione
dell’equipaggio dell’Enterprise, concentrandosi su altro.
Il futuro della saga di Star Trek al cinema
Di recente, proprio a causa
dell’evidente confusione che sembra circondare il futuro del
franchise, nelle ultime ore alcune voci emerse online hanno
sostenuto che la Paramount avesse definitivamente cancellato ogni
tipo di progetto legato al futuro cinematografico della saga per
concentrarsi esclusivamente sulla televisione, sperando che magari,
proprio grazie al successo di quelle serie, si sarebbe potuto
pensare in futuro di riportare nuovamente il franchise al
cinema.
Adesso è stata la stessa Paramount a
confermare a
Screen Rant che “i film di Stark Trek sono tutti ancora in
fase di sviluppo”. Ovviamente lo studio non ha aggiunto
ulteriori dettagli, quindi al momento non sappiamo di quali
progetti si tratti nello specifico. È probabile, comunque, che ad
essere stato definitivamente accantonato sia il film di Tarantino,
mentre Star Trek 4 e il film di Hawley restano ancora in
cantiere. Non ci resta che attendere ulteriori dettagli.
David F. Sandberg,
regista di Shazam!,
ha rivelato che inizialmente erano stati scelti due diversi attori
per interpretare Mr. Sivana. Dal momento che il Dr. Thaddeus Sivana
è uno dei più grandi nemici di Billy Batson nei fumetti, aveva
senso che anche il primo film da solista includesse il celebre
antagonista, che nel cinecomic uscito in sala lo scorso anno è
stato interpretato da
Mark Strong.
Nel film, il personaggio di Sivana è
perseguitato dai ricordi del padre violento, che viene mostrato
all’inizio del film attraverso un flashback. Il personaggio di Mr.
Sivana torna più avanti nel corso della storia, quando Thaddeus
scatena i Sette Peccati Capitali su di lui e sui membri della sua
compagnia. In entrambe le scene, Mr. Sivana è interpretato
dall’attore John Glover.
Tuttavia, quel ruolo era stato
pensato in maniera diversa all’inizio. Via
Twitter, un fan ha notato che, dal momento che Glover ha
interpretato Mr. Sivana sia negli anni ’70 che ai giorni nostri, il
personaggio non sembrava in realtà così vecchio. A questo punto è
intervenuto proprio David F. Sandberg, il quale ha
svelato: “Inizialmente avevamo scelto due attori diversi per
entrambe le versioni di Mr. Sivana, ma il pubblico presente agli
screen test non ha capito che si trattava dello stesso
personaggio”.
Sandberg ha poi spiegato che questo
può essere un problema anche se lo stesso attore modifca il proprio
aspetto in maniera drastica, quindi è importante “assicurarsi
che i personaggi di un film abbiano caratteristiche ben
distinte.”
Tutto quello che sappiamo su
Shazam!
Shazam!è
uscito nelle sale ad aprile 2019. Nel cast Zachary
Levi, Asher Angel, Mark
Strong, Jack Dylan Grazer, Grace Fulton, Faithe Herman, Ian
Chen, Jovan Armand, Cooper Andrews, Marta
Milans e Djimon
Hounsou.
Abbiamo tutti un supereroe dentro di
noi, ci vuole solo un po’ di magia per tirarlo fuori. Nel caso di
Billy Batson, basterà gridare una sola parola – SHAZAM! – affinché questo ragazzo adottato di 14 anni
si trasformi nel Supereroe per gentile concessione di un antico
mago. Ancora bambino all’interno di un corpo divino, Shazam si
diverte nella versione adulta di se stesso facendo ciò che
qualsiasi adolescente farebbe con i superpoteri: divertirsi!
Volare? Vedere a raggi X? Saltare i compiti a scuola? Shazam vuole
testare i limiti delle sue capacità con la gioiosa imprudenza di un
bambino, ma dovrà padroneggiare rapidamente questi poteri per
combattere le forze mortali del male controllate dal Dr. Thaddeus
Sivana.
Oh cazzo, è Peacemaker!
HBO
Max esplorerà le origini del personaggio di Peacemaker,
il maestro delle armi dell’attesissimo film di prossima uscita
The Suicide Squad, nella nuova serie di
Max Original action-adventure-comedy Peacemaker.
HBO
Max ha ordinato otto episodi per la prima stagione
dello show. John Cena riprenderà il suo ruolo dal
film The Suicide Squad per recitare nella serie, e
l’acclamato sceneggiatore/regista del film James
Gunn scriverà tutti gli otto episodi di Peacemaker
e dirigerà più episodi, incluso il primo. Il produttore di
Gunn e The Suicide Squad, Peter Safran,
servirà come produttori esecutivi della serie, con Cena come
co-produttore esecutivo. Basato sui personaggi di DC, Peacemaker
sarà prodotto da Gunn’s Troll Court Entertainment e The Safran
Company in associazione con Warner Bros. Television. Peacemaker dovrebbe
iniziare la produzione all’inizio del 2021, prima che Gunn inizi a
lavorare sul prossimo film dei Guardiani della Galassia.
Mentre i dettagli su Peacemaker
vengono tenuti nascosti, la serie esplorerà le origini del
personaggio che Cena interpreterà nel film in uscita, un uomo che
crede nella pace ad ogni costo, non importa quante persone debba
uccidere per ottenerla. La serie estenderà il mondo che Gunn sta
creando per il film The Suicide Squad, che
dovrebbe essere distribuito nelle sale da Warner Bros. Pictures il
6 agosto 2021.
James Gunn ha
dichiarato: “Peacemaker è
un’opportunità per approfondire le attuali questioni mondiali.
attraverso l’obiettivo di questo supereroe/supercattivo/e il più
grande coglione del mondo. Sono entusiasta di espandere
The Suicide Squad e portare questo
personaggio dall’universo cinematografico DC a tutta l’ampiezza di
una serie. E, naturalmente, poter lavorare di nuovo con John, Peter
e i miei amici alla Warner Bros. è la ciliegina sulla
torta”.
John Cena ha dichiarato: “Ho detto prima
che è stato un enorme onore e un’incredibile opportunità far parte
di The Suicide Squad e lavorare con James su
quello che sarà un film fantastico. Sono incredibilmente entusiasta
di avere la possibilità di collaborare di nuovo con lui per
Peacemaker. Non vediamo l’ora che i fan lo
vedano”.
“James Gunn ha la capacità
unica di creare un universo espansivo e allo stesso tempo dare vita
all’anima e all’arguzia di ogni personaggio. Non vediamo l’ora
di immergerci nel mondo di Peacemaker”, ha affermato Casey
Bloys, Chief Content Officer di HBO e HBO
Max.
John Cena è un attore, produttore,
imprenditore, autore, filantropo e superstar della WWE. Lo vedremo
prossimamente in F9, il nono capitolo della serie di film d’azione
Fast & Furious, che uscirà nell’aprile 2021. Lo seguirà con
The Suicide Squad della Warner Bros.
Pictures/DC nell’agosto 2021. Cena è anche l’autore numero 1 del
New York Times best-seller dei libri illustrati Elbow Grease,
ispirato dalle lezioni che ha imparato sul duro lavoro, sulla
perseveranza e sul lavoro di squadra crescendo con quattro
fratelli. Elbow Grease: Fast Friends, il terzo libro della serie,
uscirà a settembre 2020. È stato il volto della WWE per più di un
decennio, costruendo un marchio riconosciuto a livello
mondiale. Fuori dallo schermo e fuori dal ring, Cena dedica
gran parte del suo tempo e delle sue energie lavorando per numerose
cause di beneficenza, inclusa la Fondazione
Make-a-Wish; la Fondazione FitOps, che aiuta i veterani
dell’esercito statunitense a riabituarsi alla vita civile dopo il
servizio; e Susan G. Komen, per la ricerca e la consapevolezza
sul cancro al seno. Ha anche recitato nel cortometraggio “We
Are America” per la campagna Love Has No Labels dell’Ad Council,
per promuovere il messaggio di accettazione e inclusione nella
società.
Il prolifico regista dietro ad
alcuni dei lungometraggi più importanti della cultura pop,
James Gunn porta la sua sensibilità distintiva al
prossimo film DC The Suicide Squad, che uscirà nelle
sale la prossima estate. Dopo Peacemaker,
andrà alla produzione del terzo capitolo del franchise dei
Guardiani della Galassia, che sta scrivendo e dirigendo ancora una
volta. In precedenza ha scritto e diretto Guardiani della Galassia
e Guardiani della Galassia Vol. 2, che hanno guadagnato
complessivamente oltre 1,6 miliardi di dollari al botteghino
globale. I suoi crediti cinematografici aggiuntivi includono
Scooby-Doo, Scooby-Doo 2: Monsters Unleashed, Dawn of the
Dead, Slither e Super.
Arriva da
Deadline la notizia che l’attrice Nicole Ari
Parker ha ottenuto un importante ruolo in Chicago
PD 8, l’annunciata ottava stagionediChicago
PD.
Nicole Ari Parker,
ex star di Empire, si unirà al cast di Chicago PD della NBC per un
importante ruolo ricorrente nella prossima ottava stagione della
serie drammatica firmata da Dick Wolf. L’attrice
interpreterà il vice sovrintendente Samatha Miller. Originario
di Atlanta, Miller è un fervente sostenitrice progressista della
riforma della polizia. Vuole aiutare Voight e l’intelligence ad
adattarsi alla nuova realtà, ma non tollererà le violazioni delle
nuove linee guida e protocolli della polizia.
Chicago PD 8
Chicago PD 8 è l’ottava stagione della
serie tv Chicago
PD creata da Dick Wolf e che fa
parte del franchise televisivo basato su Chicago trasmesso dal
network americano NBC.
In Chicago PD
8 ritorneranno i personaggi Henry “Hank” Voight
(stagioni 1-in corso), interpretato da Jason
Begheè il capo dell’Unità Intelligence del
Dipartimento di Polizia di Chicago. Voight è un poliziotto tosto
che finisce sempre quello che comincia, anche se significa non
rispettare le regole. La sua squadra lo rispetta, anche se è
sospettato di essere corrotto. Il suo defunto padre era un agente
di polizia, proprio come lui. È rimasto vedovo di sua moglie,
Camille. Jay Halstead (stagioni 1-in corso), interpretato
daJesse
Lee Soffer, è un membro dell’Intelligence, e partner
del Detective Erin Lindsay, che in seguito diventerà la sua
fidanzata. È stato un Ranger dell’Us Army. È uno dei pochi che
occasionalmente si oppone a Voight, trovando i suoi metodi troppo
discutibili, ma nonostante tutto tra i due vige un forte rispetto
reciproco. Adam Ruzek (stagioni 1-in corso), interpretata da
Patrick John Flueger, è il partner del
Detective Alvin Olinsky. Voight chiese ad Alvin di assumere un
agente dall’accademia, e lui scelse Adam vedendo in lui un grande
potenziale.
Kevin Atwater (stagioni 1-in
corso), interpretato da LaRoyce
Hawkins, è l’ex partner dell’agente Kim Burgess,
promosso all’Intelligence. Nonostante sia cresciuto in un brutto
quartiere, è un ragazzo onesto con un forte senso del
dovere. Kimberly “Kim” Burgess (stagioni 1-in corso),
interpretata da Marina
Squerciati, è l’ex partner dell’agente Kevin Atwater
ed è fidanzata con l’Agente Adam Ruzek. Prima di diventare un
agente di polizia, era un’assistente di volo. Sergente Trudy Platt
(stagioni 1-in corso), interpretata da Amy
Morton, Sean Roman (stagioni 2-3, guest 7), interpretato
da Brian
Geraghty, Hailey Upton (ricorrente stagione 4,
stagioni 5-in corso), interpretata da
Tracy Spiridakos, Detective dell’unità rapine-omicidi,
quando lavorerà insieme all’Intelligence in un caso di rapine in
banca si unirà temporaneamente alla squadra sostituendo Kim la
quale si era presa una pausa dal lavoro, per poi diventare un
membro ufficiale del team in seguito alla partenza di Erin. Vanessa
Rojas (stagione 7), interpretata da Lisseth
Chavez, agente sotto copertura, è afro-latina, si unisce
nell’Intelligence al posto del dimissionario Antonio Dawson. Quando
era giovane ha vissuto in diverse case-famiglia, inoltre, prima di
diventare un poliziotto, si metteva nei guai con la legge. È
intelligente, ma anche impulsiva.
Il leggendario costumista Jeffrey
Kurland ha dichiarato che il James
Bond di
Sean Connery ha influenzato in maniera preponderante il suo
lavoro su Tenet.
Il blockbuster di Christopher Nolan è incentrato sul concetto
dell’inversione del tempo e sulle avventure di un personaggio che
viene identificato soltanto come Il Protagonista, interpretato da
John David Washington. Nonostante la pandemia COVID-19
e i molteplici ritardi del film, alla fine Tenet ha
fatto il suo debutto nelle sale alla fine di Agosto in Europa e
all’inizio di Settembre negli Stati Uniti.
Nonostante i numeri
deludenti al botteghino, è innegabile quanto i costumi di Tenet
siano sbalorditivi. In una recente intervista con
Esquire, Jeffrey Kurland ha spiegato che gli abiti e i costumi
di James Bond lo hanno in parte ispirato: alla domanda se Bond
avesse influenzato le sue bozze, Kurland ha risposto in maniera
affermativa, dichiarando che “Bond è stato il fulcro”.
Sebbene Kurland sapesse di voler dare una svolta ai costumi di
Tenet, al tempo stesso sperava di riuscire a
catturare il look senza tempo e la totale sicurezza che hanno
sempre accompagnato il personaggio di James Bond nell’iterazione di
Sean Connery.
“Se stai girando
un film come questo, Bond è il fulcro”,ha spiegato Kurland. “Più che
altro, ho pensato al Bond di Sean Connery. Non necessariamente allo
stile del suo completo, ma al modo in cui il vestito viene
indossato dal personaggio, cercando sempre di andare oltre. Era più
una questione legata proprio al personaggio di Bond interpretato da
Sean Connery, non necessariamente ai vestiti che indossava, perché
ovviamente quelli sono stati fatti negli anni Sessanta. Era un
periodo totalmente diverso”,
Il costumista ha poi
aggiunto:“Ad ogni modo, si tratta di un
look senza tempo che funziona ancora oggi. Vuoi raggiungere
quell’essenza, senza rubarla, ma ottenere comunque la medesima
soddisfazione che è stata in grado di generare. Chiunque abbia
visto uno dei film di James Bond con Sean Connery avrà pensato:
‘Wow! Questo ragazzo è fantastico, voglio diventare così’. Ecco,
volevo riproporre quella sensazione e quel livello di
qualità.”
Un video deepfake immagina come
sarebbe il MCU se la scelta originale dei
Marvel Studios per il ruolo di Vedova
Nera, ossia l’attrice Emily Blunt, avesse davvero ottenuto la parte.
Come sappiamo tutti, alla fine il ruolo è stato affidato a Scarlett Johansson, che ha debuttato
nell’universo condiviso in
Iron Man 2 del 2010.
In seguito l’abbiamo vista in
Captain America: The Winter Soldier e
Captain America: Civil War, ma anche in tutti i film
dedicati ai Vendicatori, incluso l’ultimo Avengers:
Endgame in cui il pubblico ha assistito alla
scioccante e controversa morte del personaggio. Tuttavia, Johansson
non ha ancora chiuso ufficialmente con Natasha Romanoff, dal
momento che nei prossimi mesi (forse Novembre, ma è probabile che
il film slitti direttamente al 2021) dovrebbe debuttare al cinema
l’attesissimo film in solitaria a lei dedicato, Black
Widow.
Scarlett Johansson non è stata la prima scelta
dei Marvel Studios per il ruolo di
Vedova Nera. Inizialmente la parte era stata pensata per Emily Blunt, che dovette però rinunciare ad
unirsi all’Universo Cinematografico Marvel a causa di altri impegni
lavorativi. Anche John Krasinski – che nella vita reale è
fidanzato proprio con la Blunt dal lontano 2009 – era stato
inizialmente pensato per il ruolo di Captain America, prima che la
parte venisse affidata a Chris Evans. Nel corso degli anni, comunque,
la coppia ha più volte ribadito di essere contenta di non aver
avuto, alla fine, la possibilità di unirsi alla grande famiglia
Marvel a causa degli enormi vincoli
imposti dai contratti con lo studio cinematografico.
Tuttavia, ciò non ha mai impedito ai
fan di speculare su come sarebbe stato il MCU con Blunt che interpretava
Black Widow. Proprio per questo, lo YouTuber
Shamook
ha realizzato un video deepfake in cui la faccia di Blunt
sostituisce quella di Johansson in una serie di scene iconiche
relative al periodo di Natasha nell’universo condiviso, dalla sua
introduzione in
Iron Man 2 fino al suo confronto con Captain Marvel in Avengers:
Endgame. Potete ammirare l’incredibile risultato finale di
seguito:
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson(The Disappearance of Eleanor
Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
L’attore Ciaran
Hinds è attualmente impegnato con la promozione del suo
ultimo film The Man in the Hat.
NME ne ha approfittato per chiedere all’interprete di
Steppenwolf nella versione cinematografica di
Justice
League la sua opinione in merito all’arrivo della
Snyder Cut il prossimo anno su HBO Max.
La versione del cattivo che abbiamo
visto nel taglio di Joss
Whedon ha deluso la maggior parte dei fan del
personaggio DC, ma stando alle
prime immagini della
Snyder Cut mostrate in occasione del DC FanDome pare che la
versione dello stesso che vedremo nel film di Zack
Snyder sarà molto diversa. Al momento non sappiamo se
Hinds ha dovuto registrare dei dialoghi aggiuntivi per il nuovo
taglio del cinecomic, ma è probabile che ciò sia già stato fatto
prima che Snyder abbandonasse il film all’inizio della
post-produzione.
Hinds non ha voluto commentare la
cosa, ma ha comunque condiviso la sua eccitazione per la visione
del film che Snyder potrà finalmente condividere con il suo
pubblico. “Era il suo sogno realizzarlo, e penso che sia
fantastico che abbia avuto l’opportunità di realizzare quello che
voleva fare fin dall’inizio”, ha spiegato l’attore. “Ha la
possibilità di ricreare quello che voleva fare e spero che resista
al processo mediatico che gli è stato fatto.”
L’interprete di Steppenwolf
commenta le accuse mosse da Ray Fisher alla produzione di Justice
League
Il sito ha anche chiesto a Hinds un
commento in merito alle accuse mosse da parte di Ray Fisher
(interprete di Cyborg) alla produzione di Justice
League e alla Warner Bros., ma dal momento che il suo
lavoro si è svolto principalmente in una sala di registrazione,
l’attore non ha avuto modo di vivere il set del film come magari è
stato fatto dagli altri interpreti. “Tutto il lavoro che ho
fatto era quasi completamente in solitaria”, ha spiegato.
“Non sono stato abbastanza coinvolto sul set per formarmi
un’opinione particolare. Ho solo cercato di fare il mio lavoro nel
migliore dei modi.”
Vi ricordiamo che
la Snyder
Cut di Justice
League uscirà nel 2021 sulla piattaforma
streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA
dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la
versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO
MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in
Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere
una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere
programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima
è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori
notizie.
Divenuta celebre grazie al suo
ruolo nella saga degli X-Men,
l’attrice olandese Famke Janssen è nota per i suoi
ruoli in film prevalentemente di genere d’azione. Ma con le sue
interpretazioni ha sempre dimostrato di possedere una versatilità
non indifferente, che le ha permesso di distinguersi e rinnovarsi
continuamente. Negli anni, la Janssen ha così ricoperto varie
attività all’interno dell’industria cinematografica, compiendo
infine anche il passaggio dietro la macchina da presa.
Ecco 10 cose che non sai su
Famke Janssen.
Famke Janssen: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attrice debutta al cinema nel 1992 con il
film Presagio di morte, per poi ottenere fama
internazionale grazie al ruolo di Xenia Onatopp in
GoldenEye (1995), con Pierce
Brosnan. Successivamente, viene chiamata a recitare
per i film Conflitto d’interessi (1998),
Celebrity (1998), con Kenneth
Branagh, e Il mistero della casa sulla
collina (1999). La grande popolarità arriva però grazie a
X-Men (2000),
dove interpreta Jean Grey recitando accanto a Hugh
Jackman. Successivamente, riprende il ruolo anche in
X-Men 2 (2003) e
X-Men – Conflitto
finale (2006). In seguito, recita in Fa la cosa
sbagliata (2008), Io vi troverò (2008), con Liam
Neeson, Taken – La
vendetta (2012), Hansel & Gretel –
Cacciatori di streghe (2013), Taken 3 – L’ora
della verità (2015), e C’era una volta a Los Angeles
(2017). Nel 2020 è nel film romantico Endless, con gli attori
Alexandra
Shipp e Nicholas
Hamilton.
9. È nota per i suoi ruoli
cinematografici. Parallelamente all’attività per il
cinema, l’attrice ha preso parte anche ad alcune serie TV, come
Ally McBeal (2000-2001) e Nip/Tuck (2004-2010).
Negli ultimi anni si è poi dedicata maggiormente a recitare per il
piccolo schermo, comparendo da prima in Hemlock Grove
(2013-2015), con Bill Skarsgård, e in seguito in
Le regole del delitto perfetto (2015-2020), con Viola
Davis, dove ricopre il ruolo di Eve Rothlo. Ha poi
interpretato Susan Hargrave in The Blacklist (2016), con
James
Spader, e The Blacklist: Redemption (2017).
Nel 2019 ha invece recitato in due episodi della serie NetflixWhen They See Us.
8. Ha scritto e diretto un
film. Nel 2011, dopo anni di sola recitazione, l’attrice
decide di passare dietro la macchina da presa per il film
Bringing Up Bobby, da lei anche scritto e prodotto. La
pellicola ha per protagonista l’attrice Milla
Jovovich nel ruolo di Olive, un’artista europea in
cerca di un nuovo futuro nello Stato dell’Oklahoma. In sua
compagnia vi è il figlio Bobby, e i due si ritrovano ben presto a
vivere una stravagante avventura on the road, con la donna che si
rivelerà essere in fuga da un passato criminale e intenzionata a
proteggere il suo bambino.
Famke Janssen è Jean Grey in
X-Men
7. Non è stata la prima
scelta per il ruolo. All’interno del mondo degli X-Men, il
personaggio di Jean Grey è particolarmente importante. Per questo
si svolsero degli attenti casting, per ricercare l’interprete che
potesse risultare più idonea. Inizialmente, il ruolo era stato
offerto alle attrici Peta Wilson e Helen
Hunt, ma entrambe declinarono per via di altri impegni. Fu
a quel punto che venne scelta la Janssen per il ruolo. I produttori
erano infatti rimasti colpiti dalle sue qualità nel film
GoldenEye, dove sfoggiava grandi capacità per le sequenze
d’azione e di combattimento.
6. Era a conoscenza del
destino del suo personaggio. Quando al termine di
X-Men 2 il personaggio di Jean Grey muore, gli spettatori
rimasero particolarmente sorpresi dalla cosa. La Janssen, invece,
era a conoscenza del destino che sarebbe stato riservato al suo
ruolo. Il regista Bryan Singer, infatti, decise di
far morire il personaggio a riprese già iniziate, ma volle farlo
sapere solo all’attrice. Lei era infatti l’unica a sapere di questo
cambio di programma, ma sapeva anche il personaggio sarebbe poi
tornato nel terzo film sotto altre spoglie.
5. Ha condotto diverse
ricerche per il suo personaggio. Nel terzo film della
trilogia, infatti, Jean Grey torna in vita con la pericolosa
personalità di Fenice. Per poter rappresentare la scissione presente nel personaggio, che si ritrova
divisa tra l’una e l’altra parte di sé stessa, l’attrice condusse
diverse ricerche sui disturbi della personalità e sulla
dissociazione psicologica. Così facendo, ha avuto modo di
comprendere in modo più accurato i conflitti della mutante,
riuscendo a darne una più convincente interpretazione.
Famke Janssen: chi è suo
marito
4. Era sposata con un
regista. Nel 1995, quando doveva ancora ottenere i primi
successi cinematografici, l’attrice sposò il regista Tod
“Kip” Williams. Questi è oggi noto per aver diretto nel
2010 il film Paranormal Activity 2. La coppia rimase
sposata per cinque anni, fino al 2000, anno in cui divorziarono.
Durante questo tempo, i due mantennero la propria vita personale
piuttosto riservata, evitando di incorrere nell’esposizione
mediatica portata dai loro rispettivi mestieri. Gli stessi motivi
della loro separazione non sono stati resi noti, anche se diverse
voci parlano di differenze inconciliabili.
Famke Janssen: il suo fisico
3. Ha lavorato come
modella. Prima di diventare un’affermata attrice, la
Janssen è stata una nota modella nei Paesi Bassi. Qui ha infatti
iniziato lavorando per nomi come Chanel e Victoria’s Secret.
Successivamente si trasferisce negli Stati Uniti, dove continua per
un po’ l’attività prima di dedicarsi al cinema. A renderla celebre
come modella l’ha certamente aiutata il suo fisico prorompente, le
cui misure sono attestate a 92-61-92. La sua presenza scenica e il
suo carisma le hanno poi permesso di distinguersi dalle tante altre
modelle incontrate negli anni.
Famke Janssen: oggi
2. Ha nuovi progetti in
arrivo. L’attrice ha confermato di essere attualmente
impegnata nella lavorazione di due nuovi lungometraggi per il
cinema. Il primo di questi è il thriller action Way Down,
dove recita nel ruolo di Margaret accanto all’attore Freddie
Highmore. Sarà poi una duchessa nel film Redeeming
Love, basato sull’omonimo romanzo di carattere storico
ambientato intorno al 1835. Con questi progetti l’attrice avrà modo
di tornare all’attenzione del grande pubblico, dando prova di nuove
carismatiche interpretazioni.
Famke Janssen: età e altezza
1. Famke Janssen è nata ad
Amstelveen, in Olanda, il 5 novembre del 1964. L’attrice è
alta complessivamente 182 centimetri.
Considerata la più bella tra le
favole di Guillermo Del Toro, Il Labirinto del
Fauno è ricco di magia, amore e speranza, ma non
manca anche la sofferenza, il dolore e la paura, elementi dati dal
contesto storico in cui il film è ambientato. Il regista, come suo
solito, rielabora un dato periodo arricchendolo di elementi
fantastici, sempre simbolici e funzionali al racconto. Con questo
film del 2006, uno dei suoi più apprezzati e premiati, egli porta
lo spettatore nel bel mezzo della guerra civile spagnola. La
pellicola, insieme al precedente La spina del
diavolo, fa infatti parte di un duologia informale ambientata
proprio in tale contesto.
La storia del film si è formata
nella mente del suo autore nel corso di oltre vent’anni. Per tutto
questo tempo, infatti, Del Toro ha avuto con sé un prezioso
taccuino che riempì di aneddoti, bozzetti e appunti vari. Molto di
quanto si ritrova nel suo film proviene da eventi di violenza
realmente accaduti davanti ai suoi occhi, come anche da sogni da
lui fatti o antiche leggende popolari. Con il tempo, il tutto ha
iniziato ad assumere una forma sempre più organica, trovando poi
concretezza al momento della scrittura. Questa subì comunque
diverse modifiche nel corso del tempo, con il regista che però si
batté fino all’ultimo contro i produttori affinché il film venisse
realizzato così come l’aveva immaginato lui.
Nonostante fosse un progetto
difficile da commercializzare, data l’atmosfera sinistra e la
lingua spagnola, il film si rivelò un grande successo di pubblico e
critica. A fronte di un budget di circa 19 milioni di dollari, la
pellicola riuscì ad incassare globalmente circa 83 milioni.
Inoltre, ottenne riconoscimenti in tutto il mondo, tra cui sei
nomination al premio Oscar, dove vinse nelle categoria per la
miglior fotografia, miglior scenografia e miglior trucco. Con il
tempo, è diventato il titolo più celebre nella filmografia del
regista, e ancora oggi è considerato il film dove egli ha potuto
meglio infondere tutta la propria affascinante poetica.
Il Labirinto del Fauno: la trama
del film
La vicenda del film è ambientata
nel 1944, in Spagna, dove sono in corso gli scontri tra i ribelli e
i fedeli alla dittatura di Francisco Franco. Tra le fila di questi
ultimi vi è il crudele capitano Vidal, che ha il compito di
eliminare senza pietà i dissidenti. Questi, situatosi in un
avamposto nel bosco, ordina a sua moglie Carmen di raggiungerlo per
dare alla luce il loro bambino. La donna porta con sé anche la
figlia Ofelia, nata dal precedente matrimonio. Quest’ultima,
spaventata dal clima angosciante che abita in quel luogo, inizia a
ricercare una fuga dalla realtà nella fantasia. Ben presto,
scoprirà che quanto da lei immaginato è più reale del previsto.
Durante un’escursione nel bosco, infatti, si ritrova ad entrare in
un misterioso e antico labirinto.
Qui, dopo averne percorso le
disorientanti vie, si imbatte nel Fauno che vi abita. La creatura
si rivela però pacifica, e le confessa una serie di verità su un
passato che la bambina non sembra ricordare. Egli sostiene infatti
che Ofelia sia la reincarnazione della principessa di un mondo
fatato, smarritasi secoli prima. Per poter tornare in quel luogo, e
ricongiungersi con la sua vera famiglia, dovrà però superare tre
prove. Per lei non sarà facile eseguire quanto richiestole,
specialmente alla luce degli eventi che avvengono intorno a lei.
Quando il conflitto si farà più acceso, infatti, il tempo per
portare a termine la sua missione sembrerà venire meno. Tutto
sembra allora perduto, ma un macabro sacrificio potrebbe essere
l’unica salvezza per la giovane.
Il Labirinto del Fauno: il cast
del film
Il film è interpretato
prevalentemente da soli attori spagnoli, poco conosciuti
all’estero. Anche per questo i produttori erano preoccupati, non
avendo nomi di particolare richiamo su cui puntare. Per Del Toro
però, era important dar voce ai personaggi, e non ai volti di chi
li interpretava. Procedette così nel ricercare i giusti interpreti.
Per il ruolo della piccola Ofelia, in particolare, il regista
ricercava un’attrice tra gli 8 e i 9 anni. Dopo aver provinato
oltre cento candidate, rimase però colpito dall’allora undicenne
Ivana Baquero. Convintosi che fosse la giusta
attrice per il ruolo, le assegnò la parte, che riscrisse affinché
si adattasse alla sua età. Inoltre, l’attrice ricevette dal regista
diversi libri e fumetti di fiabe, con i quali poteva entrare
ulteriormente nel ruolo e nel mondo narrato.
Per la fondamentale parte del Fauno
e dell’Uomo Pallido, Del Toro si affidò ad un suo storico
collaboratore. Questi è l’attore Doug Jones, noto
per la sua capacità di dar vita alle creature più strane e
incantevoli. Egli aveva già lavorato con il regista per
Mimic ed Hellboy, e tornò in seguito a recitare
per lui anche in Crimson Peak
e La forma
dell’acqua. Jones accettò subito il doppio ruolo, ma fu
intimorito dal fatto che il film sarebbe stato recitato in sola
lingua spagnola. Egli decise allora di sfruttare le cinque ore
giornaliere di trucco per imparare i propri dialoghi. Il regista,
alla fine, preferì comunque farlo doppiare da un attore spagnolo,
ma gli sforzi di Jones resero certamente più semplice il lavoro di
questi.
Altro personaggio rimasto celebre
del film è quello del capitano Vidal. Del Toro, nonostante la
contrarietà dei produttori, offrì la parte all’attore Sergi
López, divenuto noto in quegli anni grazie ad alcuni film
internazionali. Lopez ottenne la parte un anno e mezzo prima delle
riprese del film, ed iniziò così a lavorarvi sopra. Rimase
impressionato dalla malvagità del personaggio, considerandolo
talmente tanto ben scritto da non dovervi aggiungere altro. Per lui
la sfida fu quella di rappresentare la sua natura risultando
realistico in questa. Gli fu anche difficile comprendere le sue
motivazioni, cosa che gli rese naturalmente complesso il processo
di immedesimazione.
Il Labirinto del Fauno: la
spiegazione del film
Il Labirinto del Fauno è
una favola, e va guardato tenendo bene a mente questo principio.
Ciò non significa però che quanto avviene nel film sia frutto
dell’immaginazione della protagonista, ma l’esatto opposto. Per Del
Toro, infatti, era importante lasciare una serie di indizi che
permettessero di capire la realtà di quanto avviene alla
protagonista, e lo stretto rapporto che c’è tra il mondo magico e
quello terrestre infestato dai conflitti bellici. Sapendo ciò, ci
si può approcciare alla visione con occhi diversi, specialmente in
vista di quanto avviene nello svolgersi della narrazione.
Tra le tante tematiche trattate, il
regista si è in particolare concentrato sul concetto di immortalità
e sulla necessità di guadagnarsi tale possibilità. Alla giovane
protagonista vengono infatti richieste tre prove da superare se
vuole tornare nel suo regno incantato. Le prove, come suggerisce lo
stesso fauno, sono pensate per stabilire se l’essenza della
principessa non sia andata perduta, e non sia quindi diventata una
mortale. Per quanto Ofelia si trovi a disubbidire a molte delle
raccomandazioni del fauno, fallendo di conseguenza le proprie
missioni, ella dimostra invece quanto si sperava. La disobbedienza,
che per il regista è una virtù, è infatti ciò che le permette di
manifestare le proprie qualità.
Lo scopo delle prove, infatti, si
rivela essere non il recuperare ciò che il fauno le chiede, quanto
prendere delle decisioni difficili se messa alle strette. Quando le
viene chiesto di uccidere per avere salva la propria anima, Ofelia
preferisce sacrificare sé stessa, e così facendo le viene concessa
l’immortalità. Alla luce di ciò, Del Toro sembra dunque raccontare
la necessità di perseguire la disobbedienza in un mondo di regole
dittatoriali, e, ancor di più, di agire secondo una morale umana,
caritatevole, volta al bene. Solo perseguendo tali valori, infatti,
si può pensare di sconfiggere il male, incarnato nel film dai
feroci fascisti spagnoli.
Il Labirinto del Fauno: il libro,
i premi, il trailer e dove vedere il film in streaming
Da sempre legato al film e alla sua
storia, Del Toro non manca mai di tornarvi su, approfondendone
aspetti e dettagli. Nel 2019, inoltre, ha annunciato la
pubblicazione di un’antologia di racconti che permetteranno di
approfondire ed espandere la mitologia alla base del film. Il libro
viene scritto dallo stesso Del Toro insieme alla scrittrice
Cornelia Funkle, celebre per i suoi racconti di
genere fantasy e d’avventura. Pubblicato poi in Italia nell’ottobre
dello stesso anno, il libro è diventato un oggetto particolarmente
imperdibile per i fan del film, che potranno grazie a questo
conoscere molti retroscena sulle fiabe narrate o accennate nel
lungometraggio.
Come anticipato in apertura, il
film è stato accolto con grande entusiasmo a livello globale, ed è
indicato come uno dei migliori film del 2006. Presentato
inizialmente all’interno del concorso ufficiale del Festival
di Cannes, il film è stato poi protagonista della stagione dei
premi di quell’anno, arrivando infine a vincere i già citati tre
premi Oscar. Prima di ciò, però, Il Labirinto del fauno
fece incetta di vittorie anche al premio Goya (gli Oscar spagnoli),
dove si aggiudicò 7 premi su 13 nomination. Si annoverano anche 3
BAFTA Awards su 8 nomination, e 8 Ariel Award (gli Oscar messicani)
su 12 nomination. Numerosissimi sono poi i riconoscimenti ricevuti
dai premi dedicati al cinema di genere fantasy.
Per gli amanti del film, o per chi
volesse vederlo per la prima volta, è possibile fruirne grazie alla
sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Il Labirinto del Fauno è
infatti presente nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema,
Google Play, Apple iTunes, Tim Vision, Rai Play e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video.
Netflix ha diffuso il nuovo trailer di
Over the Moon – Il fantastico mondo di Lunaria, il
nuovo film di animazione originale diretto dal leggendario
animatore e regista premio Oscar Glen Keane, che
sarà disponibile dal 23 ottobre in tutti i Paesi
in cui il servizio è attivo.
Over the Moon – Il fantastico mondo di Lunaria una
co-produzione Pearl Studio e
Netflix, vede come produttrici le celebri
Gennie Rim e Peilin
Chou. Nella versione originale del film, la voce
della giovane protagonista Fei Fei è dell’attrice
rivelazione Cathy Ang. Il voice cast originale
vede inoltre la presenza di Phillipa Soo
(Chang’e), Robert G. Chiu (Chin), Ken
Jeong (Gobi), John Cho (Papà),
Ruthie Ann Miles (Mamma), Margaret
Cho (Zia Ling), Kimiko Glenn (Zia Mei),
Artt Butler (Zio) e Sandra Oh
(Signorina Zhong).
Over the Moon – Il fantastico mondo di Lunaria, la
trama
Una brillante ragazzina, spinta
dalla determinazione e dalla passione per la scienza, costruisce
una navicella spaziale per andare sulla Luna e dimostrare
l’esistenza della leggendaria dea che vi abita.
Una volta atterrata, rimane
coinvolta in una ricerca inaspettata e scopre un luogo bizzarro
popolato da creature fantastiche. Diretto dal leggendario animatore
Glen Keane e prodotto da Gennie Rim e Peilin Chou, “Over the Moon –
Il fantastico mondo di Lunaria” è un’emozionante avventura musicale
che racconta la capacità di andare avanti, l’accettazione di novità
inattese e il potere dell’immaginazione.
Regista: il premio Oscar Glen Keane (Dear
Basketball)
Produttori: Gennie Rim (Gli
Incredibili, Cars, Ratatouille e
Up), Peilin Chou (Mulan,Romy & Michelle, Il
piccolo yeti)
Autore: Audrey Wells (The Hate U
Give)
Co-regista: il premio Oscar John Kahrs
(Paperman)
Produttori esecutivi: Janet Yang (The Joy
Luck Club), Glen Keane, Ruigang Li, Frank Zhu, Thomas Hui
Musiche di: Christopher Curtis
(Chaplin), Marjorie Duffield, Helen Park
(KPOP)
Compositore: il premio Oscar Steven Price
(Gravity)
Nel magico mondo Disney, uno
dei personaggi più amati soprattutto dai più piccoli è
Pluto, l’adorabile e dolcissimo cane, compagno
d’avventure di Topolino e soci. Migliore amico
dell’uomo, e nello specifico anche del ‘topo’, Pluto si trova
spesso coinvolto in bizzarre e divertenti situazioni ed è sempre
pronto ad aiutare il suo padroncino dalle orecchie giganti e i suoi
amici. Ma cosa sappiamo di Pluto e della sua storia nell’universo
Disney?
Scopriamo insieme tutto
quello che c’è da sapere su Pluto, il cane di Topolino
nonché uno dei più famosi personaggi della Disney.
Pluto Disney: la genesi del suo
personaggio
La genesi del personaggio di
Pluto è assai complessa e affonda le sue radici
molto in profondità. Un primissimo prototipo di cagnolino simile a
Pluto risale al 1930, anno d’uscita del
cortometraggio animato dal titolo Fuga di Topolino
(in inglese The Chain Gang). In questo corto, il
cane in questione è però molto diverso da quello targato Disney a
cui siamo abituati; si tratta infatti di un chien de
Saint-Hubert, una particolare razza canina vicina a quella di
Pluto ma non esattamente la stessa. Inoltre, nel corto, questo
cagnolino non è affatto il migliore amico di Topolino ma bensì il
segugio che gli dà la caccia dopo la sua evasione.
Più somigliante al Pluto che tutti
conosciamo e amiamo è invece il cagnolino del cartone animato
Il Picnic di Topolino, sempre datato
1930. In questo caso specifico, il cane del
cartone si chiama Rover e appartiene alla dolce
Minnie.
Nonostante i miglioramenti apportati dagli animatori, quello de Il
Picnic di Topolino è ancora una versione abbozzata di Pluto ma,
questo tentativo è l’ennesimo passo verso la giusta direzione.
https://youtu.be/_KcO96pJjPY
Soltanto un anno più tardi, nel
1931, finalmente compare la prima immagine
completamente formata di Pluto in Topolino a
Caccia. In questo cartone animato, il cagnolino Rover
cambia aspetto e nome e diventa Pluto, compagno di Topolino che
diventa suo amico e padroncino. Questa trasformazione che sembra
così radicale e repentina nei cartoni animati, in realtà nelle
strisce a fumetti è molto più lenta e graduale.
L’incontro tra Pluto e
Topolino
Nei fumetti dedicati al mondo
Disney di quegli anni,
si assiste all‘incontro tra Pluto e Topolino,
episodio che addirittura viene raccontato in due versione
differenti. La prima apparizione di Pluto è nella storia a fumetti
intitolata Topolino Domatore e Saltimbanco in cui
il cane vede per la prima volta Topolino mentre insegue un
criminale che ha rapito una fanciulla indifesa.
A distanza di pochi giorni dalla
pubblicazione della sua prima apparizione, il cagnolino Disney
compare nuovamente nelle strisce a fumetti dal titolo Pluto
The Pup. In questi fumetti, pubblicati orientativamente
dall’8 al 18 luglio del 1931, lo vediamo attirato da Topolino che
sta mangiando un enorme gelato che quest’ultimo sta portando alla
sua bella Minnie. Pluto comincia a seguire Topolino e, al momento
giusto, si avventa sul gelato divorandolo in un morso solo.
Nonostante i suoi tentativi di sbarazzarsi del cane, Topolino alla
fine non può fare altro che adottare Pluto e portarlo via con
se.
Dopo questi due incontri casuali,
il 10 gennaio del 1932 il cagnolino divora gelati entra
ufficialmente a far parte della squadra Disney. Questa data segna
infatti il suo esordio nelle strisce domenicali a fumetti della
Disney; in questo particolare episodio, Pluto è inseguito da un
malvagio accalappiacani ma viene poi salvato dal suo fedele padrone
Topolino. Da quel momento in poi, il suo personaggio comincia
comparire sempre più spesso nei fumetti Disney fino a quanto, dal 7
febbraio 1932, diventa una presenza ricorrente.
Nel 1932 la Disney, quindi,
presenta questo nuovo personaggio non con il vecchio nome di
Rover. Sembra che gli animatori abbiano
voluto catturare l’attenzione del pubblico dando al loro nuovo
cagnolino il nome del nuovo pianeta appena scoperto. Nel 1930,
infatti, l’astronomo Clyde Tombaugh scoprì
l’allora nono pianeta Plutone, in inglese
Pluto.
Pluto e Pippo: uguali ma
diversi
Pluto, simile
nell’aspetto a un cane di razza bracco, di colore
giallo ocra e con una sottile coda nera, è uno dei pochissimi
personaggi Disney a non parlare e a non avere caratteristiche
antropomorfe. Quasi tutti i componenti della squadra Disney dei
primi anni, sono infatti animali ma con tratti umani e in grado di
parlare. Uno dei pochi personaggi borderline è
Paperino che, pur essendo in grado di comunicare,
fa fatica a farsi capire.
Negli anni il cane resta sempre un
personaggio minore all’interno dell’universo Disney eppure anche
per lui non mancano di certo i momenti di gloria. Nel
1933, ad esempio, diventa il protagonista del
corto Pluto L’amico di Topolino. In questa piccola
fiaba, il cane salva un dolce gattino che, adottato da Topolino,
sembra attirare su di se tutte le attenzioni di quest’ultimo. Sul
finale, il cucciolone si redime, supera la sua gelosia e accetta la
presenza del nuovo membro della famiglia. Questa è in assoluto la
prima volta in cui Pluto ruba, per così dire, la scena a Topolino,
fino a quel momento unico protagonista.
Da quella prima apparizione nel
1932, Pluto diventa un personaggio ricorrente e comincia a
interagire sempre di più con gli amici di Topolino come
Minnie, Paperino,
Clarabella e Pippo. In particolare, è
proprio l’interazione tra Pluto e Pippo a generare
confusione nel pubblico. Gli spettatori sono convinti che entrambi
siano dei cani ma mentre Pippo ha sembianze umane e può parlare,
l’altro è semplicemente un buffo animale da compagnia.
A chiarire le idee è stato
Bill Farmer, voce originale di Pippo, in
un’intervista per Yahoo!.
“Non è un cane […] Pippo
appartiene alla famiglia canina allo stesso modo di un lupo, che
non è un cane. Però entrambi sono dentro la famiglia
canina.”
I cartoni di Pluto
Tutti i cartoni di
Pluto, così come di tutti gli altri personaggi
della Disney, sono disponibili in streaming solo
sulla piattaforma a pagamento di Disney Plus.
Storie uniche, originali,
interpretate dai volti più popolari e premiati di grande e piccolo
schermo e raccontate da alcuni degli autori più apprezzati di
cinema e TV. Ai blocchi di partenza le nuove grandi
storie targate Sky Original, su Sky e NOW
TV a partire dal prossimo anno. Crime drama, comedy,
produzioni di genere, storie ispirate a fatti di cronaca rimasti
nella memoria storica dell’intero Paese: tutte all’insegna del
talento, davanti e dietro la macchina da presa, e accomunate da una
forza espressiva che fa di questi progetti storie in grado di
arrivare a tutti.
Storie italiane pronte ad
appassionare anche il pubblico internazionale grazie a Sky
Studios, l’hub pan-europeo di produzione e sviluppo
nato poco più di un anno fa, attualmente al lavoro su oltre 50
progetti scripted targati Sky Original e attraverso
cui Sky si è impegnata a raddoppiare, da qui al 2024, il proprio
investimento in titoli originali.
Sono appena partite le riprese di
ALFREDINO – UNA STORIA ITALIANA, con Anna
Foglietta nei panni di Franca Rampi, madre del piccolo Alfredo,
caduto in un pozzo artesiano a Vermicino, nel 1981, e rimasto nel
cuore e nella memoria di tutti anche grazie a una – per quei tempi
– inedita copertura mediatica.
Come annunciato pochissimi giorni
fa, primo ciak fra la fine del 2020 e l’inizio del nuovo anno per
IL RE, il primo prison drama
italiano, con Luca Zingaretti – fra gli attori più amati del
cinema e della TV italiani – in un ruolo oscuro e controverso,
quello del direttore di un carcere di frontiera dove non vige
alcuna legge al di fuori della sua.
Riprese al via a ottobre per
RIDATEMI MIA MOGLIE, comedy che riunisce, per la
prima volta in tv dopo tanti successi al box office, Fabio De Luigi e Alessandro
Genovesi, davanti e dietro la macchina da presa
dell’adattamento della produzione BBC I Want My Wife
Back.
Una storia originale è
CHRISTIAN, racconto di genere fra sovrannaturale e
supereroistico, con Edoardo Pesce nei panni dello
scagnozzo di un boss della Roma di periferia. Christian “mena le
mani”, fino a quando un giorno non prenderanno a fargli male e a
sanguinare: sono stimmate, con cui farà miracoli.
Produzioni che vanno ad arricchire
ulteriormente una line-up straordinaria, di grande varietà, fatta
dei titoli Sky Original annunciati negli ultimi mesi: la prima
serie TV dei visionari e talentuosi GEMELLI
D’INNOCENZO, attualmente in fase di scrittura, che sarà la
prima in-house production Sky Studios per l’Italia, seguita da
BLOCCO 181, ambientata tra le comunità
multietniche della Milano di periferia, con un artista come
Salmo produttore creativo e musicale nonché
attore; ANNA, la seconda serie TV per Sky (dopo il
successo de Il Miracolo) di Niccolò
Ammaniti le cui riprese si concluderanno a giorni;
DOMINA con Kasia Smutniak, protagonista di un dramma
storico più attuale che mai nonostante l’ambientazione nell’Antica
Roma, con Isabella Rossellini e Liam Cunningham e un grande cast
internazionale; SPERAVO DE MORÌ PRIMA, la serie su
Francesco Totti con Pietro Castellitto – appena
premiato a Venezia per la miglior sceneggiatura per I
Predatori, suo esordio alla regia – nei panni del leggendario
numero 10 della Roma. E ancora A CASA TUTTI BENE,
la prima serie TV firmata da Gabriele Muccino,
reboot dell’omonimo film campione d’incassi del regista; e
l’attesissima quinta stagione di GOMORRA, con il
ritorno in scena di Marco D’Amore nei panni di
Ciro l’Immortale, di nuovo accanto a Genny (Salvatore
Esposito), nel cast insieme ad Arturo Muselli nei panni di
Enzo Sangue Blu e Ivana Lotito in quelli di Azzurra Avitabile.
E ancora, dopo il successo della
prima stagione, sono attualmente in fase di scrittura i nuovi
episodi di DIAVOLI, il thriller finanziario con
Alessandro Borghi, Kasia Smutniak e Patrick Dempsey. Inizio riprese
previsto per l’anno prossimo.
Se queste sono le serie Sky
Original in arrivo a partire dal prossimo anno, gli ultimi mesi del
2020 saranno all’insegna di produzioni firmate da grandi autori:
WE ARE
WHO WE ARE di Luca Guadagnino, una
storia sui misteri dell’adolescenza e sulla ricerca dell’identità,
già acclamata dalla critica americana, ambientata in una base
militare americana in Italia, dal 9 ottobre su Sky e NOW TV;
ROMULUS,
creata e diretta da Matteo Rovere che fra storia e
leggenda ricostruisce il mito fondativo della nascita di Roma, in
programma a novembre.
Prossimamente su Sky anche la
grande commedia italiana: COPS – UNA BANDA DI
POLIZIOTTI, con un talentuoso cast corale in due storie
dirette da Luca Miniero, regista di Benvenuti
al Sud, uno dei maggiori successi del cinema italiano degli
ultimi anni; e il ritorno dell’amatissimo BARLUME,
per due nuove storie – ancora dirette da Roan Johnson – che vedono
il ritorno di tutto il cast, da Filippo Timi, Lucia Mascino e
Alessandro Benvenuti fino a Enrica Guidi, Stefano Fresi, Corrado
Guzzanti.
Oltre alle produzioni italiane, Sky
continua a produrre sempre più contenuti in tutti i Paesi in cui è
presente: gli Studios raddoppieranno il numero di Original
tedesche, fra queste le nuove Funeral for A Dog, Ich und die
Anderen e Souls nonché l’esplosivo documentario sullo
scandalo Wirecard. E continuano a riscuotere l’entusiasmo di
critica e pubblico anche le produzioni Sky Original inglesi, come
l’imminente The Third Day (su Sky e NOW TV dal 19 ottobre)
con Jude Law e Naomie Harris, la prossima Intergalactic, o
le nuove stagioni di Britannia, Code 404 o A
Discovery of Witches – Il manoscritto delle streghe.
Wanda Maximoff è uno dei personaggi
più potenti – se non il più potente – finora conosciuti grazie
all’Universo
Cinematografico Marvel. Ha fatto il suo debutto nella Fase 2
del franchise ed è diventata rapidamente una delle protagoniste
principali della trama legata ai Vendicatori. Avrà un ruolo chiave
anche nelle prossime fasi, con progetti come
WandaVision, che si dice la vedrà entrare ufficialmente
nel ruolo di Scarlet Witch. Nonostante la maggior parte dei
riflettori sul campo di battaglia siano stati dati ai Vendicatori
originali, Wanda ha già dimostrato il suo valore come membro del
team e la sua forza come personaggio più e più volte. Screen Rant
ha raccolto i 10 migliori contributi di Wanda alle numerose
battaglie che abbiamo visto nel MCU:
Avengers Facility (Captain America: Civil War)
Ciò che mancava a questa
battaglia in termini di dimensioni e posta in gioco, viene
compensato con la tensione. Il conflitto tra Visione, Occhio di
Falco e Wanda in questa scena è stata la prima delle battaglie di
Civil War in cui i Vendicatori avrebbero combattuto
l’uno contro l’altro. È diventato subito chiaro che Clint avrebbe
perso se Wanda non fosse intervenuta per aiutarlo, cosa che ha
fatto, rivoltandosi contro Visione.
Il suo ruolo nella battaglia è
stata la manifestazione della sua decisione di ribellarsi agli
Accordi con il resto del team di Capitan America. Molti fan
ritengono sia stata una decisione sbagliata per il suo personaggio,
considerando anche la sua storia a quel momento nel film.
Seoul, South Korea (Avengers: Age Of Ultron)
La scelta che Wanda fa in questa
battaglia rappresenta un altro punto di svolta per il suo
personaggio. All’inizio venne reclutata da Ultron per aiutarlo a
distruggere i Vendicatori, cosa che la convince che renderà il
mondo un posto migliore e più sicuro. Dopo aver visto che la sua
vera intenzione è porre fine non solo ai Vendicatori ma a tutta
l’umanità, abbandona il suo piano.
Invece di scappare, lei e Pietro
combattono contro Ultron per salvare Captain America e una folla di
persone da un treno che attraversa la città, permettendo agli altri
Vendicatori di ottenere la Culla con la
Gemma della Mente.
Lagos, Nigeria (Captain America: Civil War)
Il suo ruolo nella
battaglia di Lagos è stato un momento decisivo non solo per lei ma
per l’intera squadra. La missione, sebbene intesa a sottomettere
un’arma chimica nelle mani di Crossbones, si concentra su Wanda e
sul suo addestramento come Vendicatore. Cerca di contenere il gas
velenoso quando Rumlow lo rilascia, ma lo guida accidentalmente in
un edificio pieno di soccorritori del Wakanda.
L’errore che commette serve a
ricordare quanto sia giovane e inesperta, nonostante sia uno dei
più potenti Vendicatori. Questa è una nota importante da
sottolineare prima che la sua storia nel MCU continui e la
porti ad ottenere un ruolo più importante.
Scozia (Avengers: Infinity War)
Dopo che Visione è
gravemente ferito, Wanda li difende entrambi e riesce quasi a
sfuggire a due dei guerrieri di
Thanos. Non si tira indietro nemmeno quando Visione le dice di
andarsene. Restando per proteggere la persona che ama, protegge
anche la
Gemma della Mente, che finisce per dare ai Vendicatori la loro
ultima speranza di fermare
Thanos.
La parte iniziale della battaglia
nelle strade della città potrebbe essere vista come un precursore
della sua parte nella battaglia finale di Infinity
War. È probabile che avrebbe potuto vincere la battaglia
da sola, ma gli aggressori si ritirano dopo che Captain America,
Occhio di Falco e Vedova Nera intervengono per aiutarla.
Base dell’HYDRA, Sokovia
(Avengers: Age Of Ultron)
Anche Wanda era stata
inizialmente presentata brevemente durante la scena post-credits di
Captain America: The Winter Soldier, la battaglia iniziale
in Age
of Ultron è la prima a mostrare le sue abilità in
combattimento. È presumibilmente la prima volta che Wanda usa i
suoi poteri in modo offensivo.
Dopo che lei e Pietro hanno
disorientato i Vendicatori mentre prendono d’assalto la base
dell’HYDRA, Wanda fa capolino nella mente di Tony e vede le sue
paure relative alla fine del mondo. Invece di riprendersi lo
scettro, ha abbastanza lungimiranza per prevedere che userà lo
strumento per trasferire l’incubo su di lui.
Salvage Yard, Costa Africana
(Avengers: Age Of Ultron)
Wanda incontra i
Vendicatori per la seconda volta su una nave che contiene il
vibranio di cui Ultron ha bisogno per costruire la sua arma che
distrugge il mondo. Simile al modo in cui aveva dato a Tony un
anticipo delle sue peggiori paure durante il loro primo incontro,
usa i suoi poteri di manipolazione mentale anche contro Thor,
Steve, Natasha e Banner.
Lo sforzo mette alla prova i limiti
dei suoi poteri; sembra infatti assorbire i ricordi e le
allucinazioni che provoca. È possibile che questo viaggio nelle
loro menti abbia modellato la sua prospettiva, le abbia fatto
capire che i Vendicatori non erano le persone malvagie che credeva
fossero, e potrebbe anche aver influenzato la sua successiva
decisione di unirsi a loro.
La città di Sokovia (Avengers: Age Of Ultron)
Se la battaglia a Seoul è
dove Wanda decide di fidarsi dei Vendicatori, Sokovia è dove i
Vendicatori decidono di fidarsi di lei. È la prima volta che
diventa veramente parte della squadra, le loro intenzioni si
allineano dall’inizio alla fine. Questa accettazione è
simboleggiata da Clint, che aveva minacciato la sua vita solo poche
ore prima, facendole un discorso di incoraggiamento e assicurandole
che faceva parte della squadra.
È anche la prima volta che vediamo
tutta la portata delle sue capacità telecinetiche, dal momento che
le sue precedenti battaglie si erano concentrate solo sui suoi
poteri ipnotici. Elimina orde di sentinelle di Ultron in pochi
secondi ed è abbastanza ben equipaggiata da proteggere da sola il
nucleo di vibranio.
Avengers Facility (Avengers: Endgame)
È importante ricordare che
durante questa battaglia in Endgame, Wanda – come metà dei
suoi compagni – era morta a causa dello schiocco, e l’ultimo
frammento di coscienza nella sua memoria includeva la perdita
contro
Thanos e Visione che veniva ucciso davanti a lei. È giusto
presumere che si sentisse giustamente vendicativa per quanto
accaduto, non solo per la sua temporanea scomparsa, ma anche per la
morte dell’amore della sua vita.
Il suo confronto con
Thanos è ciò che lo motiva a spendere tutte le risorse del suo
esercito. Non si tira indietro quando ha l’opportunità di sparare
alla versione del 2012 del cattivo, che rivela di non sapere lei
chi sia. “Lo saprai” risponde lei, lacerando la sua
armatura e indebolendolo.
Aeroporto, Germania (Captain America: Civil War)
Nonostante
non abbia un ruolo grandissimo in questa scena già ricca di eroi, i
combattimenti di Wanda riflettono ciò che lei crede essere la
rettifica delle sue azioni catastrofiche a Lagos.Probabilmente la più potente del gruppo, è la
principale difesa del Team Captain America contro
Visione.
Preservarla durante
la
Civil War segna una sorta di rito di passaggio per lei
come personaggio e membro della squadra: smette di essere una
ragazzina e una tirocinante, e inizia il suo viaggio come entità
autonoma.
Wakanda (Avengers: Infinity War)
Lasciata all’inizio a
proteggere Visione e la
Gemma della Mente, Wanda capisce presto che la sua squadra ha
un disperato bisogno di aiuto sul campo. Entra così in azione, dove
elimina una parte enorme dell’esercito di
Thanos. Sulla via del ritorno, viene interrotta da Proxima
Midnight, così Natasha e Okoye corrono in suo aiuto.
Ciò che rende davvero il culmine
della battaglia tra lei e
Thanos è che Wanda è l’unica a non essere immediatamente
sconfitta dal titano mentre brandisce le
Gemme. Con una mano lo tiene lontano da Visione, mentre con
l’altra distrugge la
Gemma della Mente.
Sidney Poitier e Paul
Newman sono i protagonisti dell’immagine ufficiale della
quindicesima edizione della Festa del Cinema di Roma, che si
svolgerà dal 15 al 25 ottobre 2020 presso l’Auditorium Parco della
Musica con la direzione artistica di Antonio
Monda, prodotta dalla Fondazione Cinema per Roma
presieduta da Laura Delli Colli, Direttore
Generale Francesca Via.
La foto, scattata in occasione delle
riprese di Paris Blues di Martin Ritt (1961), film
candidato all’Oscar® per la Miglior colonna sonora firmata da Duke
Ellington, rappresenta un omaggio a due icone della storia del
cinema. Il senso di complicità, la gioia di stare insieme, la
condivisione delle esperienze, il valore della collaborazione umana
e artistica sono il beat della Festa del Cinema 2020.
“Ho fortemente voluto questa
immagine per la quindicesima edizione – ha detto
Antonio Monda– È una foto che celebra il
glamour del grande cinema, l’idea di festa che ho cercato di
comunicare sin dalla prima edizione che ho avuto il privilegio di
dirigere e, mai come in questo periodo, il senso di comunione e
amore interraziale”.
Adesso è ufficiale: partiranno il
prossimo anno le riprese del primo film interamente girato nello
spazio che vedrà coinvolti Tom Cruise in qualità di protagonista e
il regista Doug Liman dietro la macchina da presa.
La conferma è arrivata dall’account
Twitter ufficiale di Space Shuttle Almanac, il quale ha
confermato che il progetto ha finalmente ricevuto il via
libera.
L’account Twitter conferma che
Cruise, Liman e un altro “turista” non specificato (forse un
operatore e un membro del cast non ancora annunciato)
parteciperanno insieme al comandante Lopez Alegria per lo “Space X
Crew Dragon Axiom Tourist Flight”, uno dei numerosi viaggi
programmati dallo Space Shuttle Alamac fino al 2023. Stando al
tweet, il viaggio avrà luogo ad Ottobre del 2021.
Oltre a figurare come
regista, Doug Liman sarà coinvolto anche
in qualità di produttore insieme a Tom
Cruise: i due avevano già lavorato insieme
per Edge of
Tomorrowe Barry
Seal – Una storia americana. Il budget del film sarà
di 200 milioni di dollari, cifra indicativa che potrebbe ancora
variare, visto che la pre-produzione del film non è ancora
iniziata. Secondo fonti interne, invece, Cruise potrebbe guadagnare
tra i 30 e i 60 milioni di dollari per la parte. L’imprenditore ed
inventore sudafricano Elon Musk e la
NASA collaboreranno attivamente al progetto, che
arriverà nelle sale grazie alla Universal.
I piani futuri di Tom Cruise e Doug Liman
Ricordiamo che tra i piani
di Tom
Cruise e del regista Doug
Liman ci sarebbe anche la realizzazione di un altro
film per conto della Paramount Pictures, che dovrebbe
intitolarsi Luna Park e che dovrebbe
raccontare di una storia ambientata sempre nello spazio; su
quest’altro progetto, però, i dettagli sono piuttosto scarsi.
Inoltre, Liman è da tempo impegnato con la scrittura
dell’annunciato sequel di Edge
of Tomorrow, che dovrebbe vedere il ritorno di Cruise
al fianco di Emily
Blunt.
Sebbene Spider-Man
sia il personaggio più popolare della Marvel, non tutti i suoi
incredibili cattivi sono ancora arrivati sul grande schermo.
Insieme a quello di Batman della DC, potremmo dire che l’universo
dell’Uomo Ragno presenta la migliore schiera di antagonisti
rispetto a qualsiasi altro supereroe dei fumetti. Nei prossimi
decenni, è molto probabile che molti di questi cattivi faranno il
loro debutto sul grande schermo. Dopo tutto, Marvel e Sony non possono
continuare a proporre gli stessi vecchi cattivi in eterno. ComicBook
ha stilato una lista di 10 celebri nemici di Spider-Man che non
sono ancora apparsi al cinema:
Gli Esecutori
Questa squadra composta da
tre mafiosi è stata una spina nel fianco di Spider-Man per un bel
po’ di tempo all’inizio della storia del personaggio nei fumetti.
Spesso assunti da Granduomo, questi cattivi hanno dato parecchio
filo da torcere a Spidey.
I tre membri de Gli
Esecutori sono Fancy Dan, Ox e Montana. Ognuno di questi cattivi
può tormentare Spidey attraverso modi che oseremo definire unici:
Dan con la sua esperienza nelle arti marziali e la sua rapida
agilità, Ox con la sua incredibile forza e Montana con il suo lazo
di fiducia e l’incredibile capacità nell’usarlo.
Man-Wolf
John Jameson, figlio di J.
Jonah Jameson, ha una storia piuttosto contorta all’interno della
tradizione di Spider-Man. Dopo aver trovato – ed essersene
accidentalmente impossessato – una gemma magica e misteriosa, John
è diventato il cattivo noto come Man-Wolf.
J. Jonah Jameson è ora uno dei
personaggi cinematografici più iconici di Spider-Man grazie alla
meravigliosa interpretazione offerta da
J.K. Simmons. Avere un film in cui Jameson è emotivamente
legato al cattivo, cioè suo figlio, sarebbe qualcosa di
assolutamente nuovo ed eccitante per il franchise dell’Uomo
Ragno.
Testa di Martello
Questo boss della mafia e
la sua testa d’acciaio hanno causato a Spidey parecchi problemi
negli ultimi decenni. Testa di Martello potrebbe non adattarsi al
classico profilo dei cattivi di Spider-Man – che tipicamente sono a
“tema” animale – ma è comunque abile e scaltro come il resto di
loro.
Già nei videogiochi
Testa di Martello è stato uno degli antagonisti principali. Per
tutti quei fan che hanno sempre pensato che il personaggio sarebbe
potuto essere un ottimo supercriminale sullo schermo, il suo
aspetto nel gioco ha tolto qualsiasi tipo di dubbio. Non c’è che
dire: sarebbe davvero un grande cattivo al cinema.
Hydro-Man
In un certo senso, Moris
Bench è apparso in un film di Spider-Man, anche se in senso
canonico. In Spider-Man:
Far From Home, uno dei mostri che Mysterio crea è basato
proprio sull’Hyrdo-Man dei fumetti. Tuttavia, non è altro che
un’illusione, mentre Hydro-Man nei fumetti è un personaggio reale a
tutti gli effetti.
Se i film di Spider-Man riuscissero
a far debuttare una versione dei Sei Sinistri sullo schermo,
Hydro-Man sarebbe senza alcun dubbio una grande aggiunta alla
squadra. I suoi poteri sono davvero unici rispetto a qualsiasi
altro cattivo di Spidey. Questo lo aiuterebbe davvero a
distinguersi dalla massa.
Mister Negativo
Anche se la stragrande
maggioranza dei grandi cattivi di Spider-Man è stata creata decenni
fa, c’è un gruppo ristretto di nuovi villain che ha debuttato negli
ultimi anni che si è davvero distinto rispetto alla più ampia
schiera di antagonisti. Mister Negativo è certamente uno di
questi.
Essendo uno dei principali
antagonisti nei gioco Spider-Man per PS4, Mister Negativo ha
dimostrato di possedere la profondità del personaggio necessaria
per essere un grande antagonista principale per qualsiasi
iterazione live-action. Per non parlare dei suoi poteri:
visivamente unici, rappresentano un enorme ostacolo da superare per
Spider-Man.
Lapide
Lapide è un altro boss del
crimine con cui Spider-Man si è dovuto scontrare nei fumetti. A
differenza di molti altri, tuttavia, ha un’incredibile superforza e
una pelle indistruttibile, che lo rendono un avversario piuttosto
formidabile per Spidey contro cui combattere, sia intellettualmente
che fisicamente.
Nella serie animata The
Spectacular Spider-Man, Lapide viene usato come sostituto di
Kingpin, dal momento che a quest’ultimo non è stato permesso di
apparire nella serie. Lapide è stato un ottimo sostituto e siamo
certi che se avesse interpretato lo stesso ruolo in un film
campione d’incassi sarebbe stato altrettanto avvincente.
Camaleonte
Il primo supercriminale che
Spider-Man ha affrontato nei fumetti Marvel non era altro che
Camaleonte. Maestro del travestimento, Camalentone non ha mai avuto
poteri appariscenti, ma continua a dimostrarsi uno dei più grandi
nemici di Spidey.
Un film con Camaleonte come
principale antagonista sarebbe certamente un prodotto non
convenzionale. Questo è esattamente il motivo per cui
funzionerebbe, perché i film di supereroi al giorno d’oggi sono
quasi obbligati a rompere gli schermi e cercare di proporre
qualcosa di nuovo.
Hobgoblin
Per un lungo periodo
durante gli anni ’70, Hobgoblin è stato il principale antagonista
di Spider-Man. Rubando la tecnologia che Norman Osborn usò per
diventare Green Gobin, Hobgoblin si dimostrò un nemico altrettanto
formidabile sotto diversi punti di vista.
Sebbene il MCU non abbia ancora mostrato la
sua versione del Green Goblin, sarebbe divertente se i fan
potessero vedere anche Hobgoblin apparire nell’universo condiviso.
Ned Leeds, il migliore amico di Peter nei film, era in realtà uno
degli Hobgoblin nei fumetti, quindi forse potrebbe esserci una
svolta in tal senso prima o poi…
Scorpione
Nei fumetti J. Jonah Jameson ha
finanziato un esperimento che ha dato al detective privato Mac
Gargan incredibili poteri simili a quelli di uno scorpione, ma
invece di tenerli per sempre, Gargan li ha usati per diventare uno
dei supercriminali più pericolosi dell’Universo Marvel.
In natura, gli scorpioni cacciano i
ragni e sono molto più forti delle loro controparti aracnide.
Questo era il motivo per cui Jameson e Gargan volevano ricreare i
poteri di uno scorpione per la trasformazione di Gargan. Ciò lo
rende l’esemplare perfetto per affrontare un superumano con poteri
da ragno.
Kraven il Cacciatore
Kraven il Cacciatore è di
gran lunga il miglior cattivo di Spider-Man che deve ancora
arrivare sul grande schermo. Si dice che Kraven sarà il principale
antagonista di Spider-Man 3, ma al momento non ci sono ancora
conferme.
Durante la sua “carriera”, Kraven è
sempre stato alla ricerca della prossima preda da conquistare,
possibilmente più grande della precedente. Alla fine, per lui, non
c’è mai stato bersaglio più grande dello stesso Uomo Ragno.
Sfortunatamente per il supercriminale, non ha mai avuto veramente
successo.
John David Washington, protagonista di Tenet,
ha dichiarato che, dal suo punto di vista, il film lascia una porta
aperta per un eventuale sequel, sperando di poterlo effettivamente
realizzare. L’ultima fatica di Christopher Nolan ha lasciato i fan con
più domande che risposte, cosa che non dovrebbe sorprendere
considerato l’amore del regista britannico per le trame
particolarmente intricate.
Il film, che vede nel cast anche
Robert Pattinson ed
Elizabeth Debicki, gioca con il concetto di inversione
temporale e nonostante la maggior parte della critica lo abbia
apprezzato, l’entusiasmo attorno al progetto è stato mitigato dai
risultati non proprio soddisfacenti ottenuti dal film al box office
globale e dalle difficoltà in cui si trovano al momento le sale di
tutto il mondo, in particolare quelle americane, a causa della
pandemia di Covid-19.
In una recente intervista con
Esquire, Washington ha dichiarato che dal suo punto di vista il
finale di Tenet lascia
la porta aperta ad un eventuale sequel. Se così sarà, Washington ha
dichiarato di volerne essere assolutamente coinvolto. Il finale del
film rivela che il suo personaggio, il Protagonista, ha sempre
tirato le fila della storia e che nel futuro sarà lui stesso il
fondatore dell’organizzazione che dà il titolo al film. Ciò apre
naturalmente a tutta una serie di potenziali nuove storie da poter
raccontare. Tuttavia, Washington avverte i fan di non volare subito
con la fantasia…
“In realtà, non lo so. Chris fa
quello che vuole. Forse ha qualcosa che ha sviluppato per anni e
che adesso vorrà finalmente fare, forse è stato ispirato da
qualcos’altro che ha visto e vuole fare quello… non lo so. Spero
comunque che ci riusciremo, spero che potremo esplorare di più a
proposito di Tenet,
perché penso che abbiamo raccontato qualcosa di veramente
unico.”
In genere si sa che i bambini amano
molto gli animali, anche solo per il fascino che sulle loro menti
inesperte esercitano queste creature, grandi o piccole che siano,
così diverse dall’uomo. Non è quindi strano che la Casa di
Topolino, realtà che fa dei bambini i principali destinatari dei
suoi contenuti, abbia realizzato, in collaborazione con National
Geographic, una serie di documentari che raccontano proprio gli
animali. In particolare, Gli Eroi del Disney’s Animal
Kingdom offre agli spettatori un accesso esclusivo alla
magia di due delle attrazioni con gli animali più amate di tutto il
mondo, il parco a tema Disney’s Animal Kingdom e The Seas with Nemo
& Friends a EPCOT.
La serie di documentari, otto in
tutti da circa 40 minuti, arriverà su Disney+ il prossimo 25 settebre, e vede
coinvolto, in qualità di voce narrante, l’amatissimo Josh
Gad, attore che se ne intende in fatto di prestare la sua
voce a produzioni Disney, visto che è lui l’originale doppiatore
del pupazzo di neve Olaf, amatissimo comprimario di Frozen – Il Regno di Ghiaccio, Frozen 2 – Il Segreto di
Arendelle.
Gli spettatori potranno scoprire
non solo alcune delle creature più rare e belle del pianeta, ma, e
qui sta l’aggiunta preziosa della serie, la macchina da presa ci
porta anche ad incontrare gli esperti nella cura degli animali che
hanno stretto dei legami straordinari con gli oltre 5.000 esemplari
dei parchi.
Gli Eroi del Disney’s Animal
Kingdom, la nuova serie Disney+ e National Georgephic
Maclean, Mac for short, the African Elephant. (Disney)
Infatti, ciascuno degli 8 episodi
trasporta lo spettatore nei segreti di ogni parco, svelando i
molteplici aspetti della cura degli animali, delle diverse attività
e dell’Imagineering, ovvero il braccio di ricerca e sviluppo di The
Walt Disney Company, responsabile della creazione, progettazione e
costruzione di parchi a tema e attrazioni Disney in tutto il mondo,
zoo conpresi.
Celebrando la magnificenza di oltre
300 specie, Gli Eroi del Disney’s Animal Kingdom è un vero
e proprio invito ai fan Disney, della natura e degli animali ad
immergersi in questo mondo con tutti gli abitanti dei parchi. Tra
questi, gli spettatori incontreranno Grace, il nuovo membro del
branco dei gorilla. Poi, nella Harambe Wildlife Reserve, ci si
ritrova faccia a faccia con la supermamma giraffa Masai, Kenya,
fino ad un incontro ravvicinato e personale con l’ippopotamo Gus.
Gli spettatori possono viaggiare nella savana per vedere Dakari, il
leone africano maschio alfa, regnare sulla sua terra; e incontrare
Kinsey, la leonessa alfa, che è la vera capa del branco.
Da un punto di vista tecnico, la
serie si avvale di una tecnologia all’avanguardia, tra cui
postazioni GoPro costruite su misura, gru di oltre 5 metri e
sistemi di telecamere subacquee, per permettere allo spettatore di
volare, nuotare, camminare accanto a tutti gli animali. E
naturalmente anche allo scopo di omaggiare il lavoro che il
personale dei parchi, sotto al marchio Disney, porta avanti,
contribuendo a far crescere in reputazione e prestigio il nome
dell’azienda.
The Falcon and The Winter Soldier è la serie di
prossima uscita nel quale
Anthony Mackie e Sebastian Stan riprenderanno i loro
ruoli nei panni del titolo Falcon (alias Sam Wilson) e The Winter
Soldier (alias Bucky Barnes) che sarà diretta da Kari Skogland.
Vi ricordiamo che nel cast di
The Falcon and The Winter Soldierè previsto anche il
ritorno di due volti noti dell’universo cinematografico, ovvero
Emily VanCamp, Sharon Carter in Captain America: The Winter Soldier e
Civil War e Daniel Bruhl, nei panni
del Barone Zemo. Per quanto concerne la serie di
The Falcon and The Winter Soldier, il lancio è fissato
in autunno 2020 e Kari Skogland (The
Handmaid’s Tale, Penny Dreadful, Boardwalk Empire, The Killing, The
Walking Dead, Fear the Walking Dead, Under the Dome, Vikings,
The Americans, House of Cards e The Punisher) dirigerà tutti i
sei episodi.
Probabile, visti gli esiti di
Avengers:
Endgame, che lo show si concentrerà sulla
dinamica del rapporto tra le due figure più vicine a Captain
America (nonché suoi eredi) e sulle imprese dei supereroi per
garantire la sicurezza mondiale.
Yahya Abdul-Mateen II, che il grande pubblico
ha imparato a conoscere grazie al ruolo del villain Black Manta in
Aquaman,
figura tra le new entry dell’attesissimo Matrix
4, anche se non sappiamo ancora quale ruolo andrà a
ricoprire. In una recente intervista con
Collider, l’attore statunitense ha anticipato che il film avrà
diversi elementi in comune con la trilogia originale.
Fresco della vittoria dell’Emmy come
miglior attore non protagonista grazie all’acclamata miniserie
Watchmen e protagonista dell’atteso “sequel
spirituale” di Candyman
prodotto da Jordan Peele che arriverà in sala il prossimo anno,
Yahya Abdul-Mateen II non ha ovviamente potuto
rivelare nulla a proposito della storia di Matrix
4 o del suo personaggio nel film, limitandosi a
raccontare della sua reazione dopo aver letto la sceneggiatura del
film. Proprio per questo, l’attore ha spiegato che, sebbene il
nuovo capitolo sarà molto diverso, al tempo stesso condividerà con
la trilogia originale tutta una serie di elementi.
“La mia reazione alla
sceneggiatura è stata: ‘Wow, al pubblico piacerà davvero. Mi piace
questa cosa. Alla gente piacerà davvero’. È diverso ma allo stesso
tempo è anche uguale a ciò che abbiamo visto in passato. È come se
fosse una miscela molto intelligente di ciò che vogliamo e di ciò
che potremmo non sapere di volere.”
I personaggi che collegheranno
Matrix 4 ai precedenti capitoli della saga
Matrix 4 promette
di presentare forti connessioni con il passato già attraverso il
ritorno di
Keanu Reeves,
Carrie-Ann Moss e di altri membri del cast originale. Tuttavia,
sarà anche molto diverso proprio a causa di alcuni vecchi
personaggi che non ritroveremo nel nuovo film. A Laurence Fishburne, che ha interpretato
Morpheus nella trilogia originale, non è stato chiesto di tornare
nel nuovo capitolo, mentre a causa di altri impegni lavorativi
Hugo Weaving non ha potuto riprendere il ruolo
dell’Agente Smith. Si spera che i nuovi personaggi compensino
queste “dolorose” assenze e contribuiscano a rendere questo nuovo
film qualcosa di veramente speciale.
Matrix
4 vedrà nel cast il ritorno
di Keanu
Reeves, Carrie-Ann
Moss e Jada
Pinkett-Smith al fianco delle new
entry Yahya Abdul-Mateen II, Neil
Patrick Harris, Jonathan Groff, Jessica
Henwicke Toby
Onwumere. L’uscita nelle sale è fissata per il 1 aprile
2022. Il nuovo capitolo del franchise sarà diretto da Lana
Wachowski. La sceneggiatura del film è stata firmata a
sei mani con Aleksandar Hemon e David Mitchell.
Kit Harington ha ammesso di aver chiuso con i
ruoli da eroe stoico e silenzioso dopo la sua esperienza con la
serie Game
of Thrones nei panni di Jon Snow. La carriera
dell’attore britannico è iniziata sui palcoscenici londinesi, ma la
sua prima vera grande occasione è stata la celebratissima serie
targata HBO. Harington ha interpretato Snow per quasi un decennio e
ad oggi la sua fama ed il suo volto sono indissolubilmente legati
proprio a quel personaggio.
Dopo la fine della serie tratta dai
romanzi di George R. R. Martin, Harington sta cercando di mettersi
alla prova con i progetti più disparati. Tra i titoli più
interessanti che vedranno coinvolto l’attore in futuro c’è
sicuramente Gli
Eterni, l’attesissimo film dei Marvel Studios in cui avrà il ruolo di Dane
Whitman, alter ego di Black Knight. In realtà, il ruolo non sembra
essere molto diverso da quello interpretato in Game of
Thrones, o almeno sono in molti ad aver già riscontrato
delle analogie tra il personaggio di Jon Snow e quello di
Whitman.
A quanto pare, però, sembra che
Kit Harington abbia ben in mente quale
tipologia di personaggi voglia interpretare nella sua carriera da
questo momento in avanti.
The Independent ha riportato una recente intervista dell’attore
e pare che lo stesso abbia ammesso di non voler più interpretare
eroi silenziosi con emozioni represse in futuro. Secondo l’attore,
tale archetipo rafforza l’idea che gli uomini forti evitano di
affrontare le proprie emozioni in quanto simbolo di debolezza.
Kit Harington intenzionato a
stravolgere gli standard della mascolinità al cinema
A quanto pare, ciò che interessa
davvero l’attore è ricercare, attraverso i ruoli, nuove
rappresentazioni della mascolinità. Harington ha fatto riferimento
anche al contesto familiare in cui è cresciuto, sottolineando
quanto sua madre lo abbia allevato in un ambiente assolutamente
gender fluid, in cui qualsiasi standard relativo alla
mascolinità non è mai stato avallato.
Senza dubbio, le parole di Kit Harington indicano la volontà da parte
dell’attore di intraprendere una nuova direzione per la sua
carriera. Nelle intenzioni dell’attore pare ci sia la volontà di
abbracciare ruoli maschili completamente diversi, che siano in
qualche modo in grado di evolvere determinati archetipi. Sarà
interessante vedere se Harington ha avuto la possibilità di mettere
già alla prova queste sue volontà con il personaggio che si
ritroverà a dover interpretare ne Gli
Eterni.
Il network americano ABC ha diffuso il promo
ufficiale di Big
Sky, l’annunciata nuova serie tv in arrivo questo
autunno.
Big Sky
Big
Sky è la nuova serie tv creata da David E. Kelley per
il network americano ABC. David E. Kelley sarà lo showrunner della
prima stagione. Basato sulla serie di libri di CJ Box, “Big Sky” è
prodotto da David E. Kelley, Ross Fineman, Matthew Gross, Paul
McGuigan, CJ Box e Gwyneth Horder-Payton, ed è prodotto da 20th
Television. 20th Television fa parte dei Disney Television Studios,
insieme a ABC Signature e Touchstone Television.
La serie racconta
degli investigatori privati Cassie Dewell e Cody Hoyt
uniscono le forze con la sua ex moglie ed ex poliziotta, Jenny
Hoyt, per cercare due sorelle che sono state rapite da un
camionista su una remota autostrada nel Montana. Ma quando scoprono
che queste non sono le uniche ragazze scomparse nella zona, devono
correre contro il tempo per fermare l’assassino prima che un’altra
donna venga rapita. Big Sky vede protagonisti
Katheryn Winnick nei panni di Jenny Hoyt,
Kylie Bunbury nei panni di Cassie Dewell,
Brian Geraghty nei panni di Ronald Pergman,
Dedee Pfeiffer nei panni di Denise Brisbane,
Natalie Alyn Lind nei panni di Danielle Sullivan,
Jade Pettyjohn nei panni di Grace Sullivan,
Jesse James Keitel nei panni di Jerrie Kennedy,
Valerie Mahaffey come Helen Pergman con
John Carroll Lynch come Rick Legarski e
Ryan Phillippe come Cody Hoyt.
J.K.
Simmons è tornato nei panni di J. Jonah Jameson nella
scena durante i titoli di coda di
Spider-Man: Far From Home. L’attore premio Oscar aveva
già interpretato il direttore del Daily Bugle nella trilogia
dell’Uomo Ragno diretta da
Sam Raimi e adesso, in una nuova intervista, ha parlato del suo
futuro nel MCU.
Sappiamo –
per stessa ammissione dell’attore – che Simmons ha firmato per
tornare nuovamente nei panni di Jameson, anche se al momento non
sappiamo se lo rivedremo nell’attesissimo Spider-Man
3 o magari in qualche altro titolo dello
SpiderVerse (come ad esempio Morbius o
Venom: Let
There Be Carnage). Intervistato da
Collider, Simmons ha così commentato l’eventuale ritorno di
Jameson sul grande schermo:
“C’è una possibilità concreta.
Ci sono state alcune discussioni, ma non dirò nulla di definitivo…
perché non so se mi è permesso farlo. Ma sì, sono molto ottimista
sul fatto che ci sarà ancora un po’ di JJJ nel mio
futuro.”
Parlando sempre con
Collider, J.K.
Simmons ha anche spiegato i retroscena dietro il look
sfoggiato dal personaggio nella scena post-credits di Far
From Home, molto diverso rispetto a quello della trilogia
di Raimi. “L’unica cosa sulla quale non siamo andati proprio
d’accordo con la Marvel è stato il look del
personaggio. Era tutta una questione se renderlo più fedele ai
fumetti o ai film di Raimi. Se bisognava evolverlo in qualche modo
e renderlo più contemporaneo…”, ha spiegato Simmons.
J.K. Simmons parla del “nuovo” look di J. Jonah Jameson
“Ero molto attaccato a ciò che
avevo fatto in precedenza per una serie di motivi. Quindi, alla
fine, abbiamo raggiunto un compromesso e abbiamo optato per farlo
apparire senza capelli (ride). Credo però che si sia
trattata più di una questione di tempistiche. Forse non c’era il
tempo per realizzare una parrucca. J. Jonah Jameson potrebbe aver
perso i capelli negli ultimi anni, oppure ha indossato un
parrucchino per tutto il tempo. Onestamente non lo so. Scegliete
voi.”
Spider-Man
3 vedrà ancora una volta riuniti Tom
Holland e il regista Jon
Watts, che aveva già
direttoSpider-Man:
Homecoming del 2017 e Spider-Man: Far From
Home dello scorso anno. Le riprese del film sarebbero
dovute partire quest’estate, ma a causa della pandemia di Covid-19
sono bloccate. Al momento non sappiamo ancora quando partirà la
produzione, mentre l’uscita nelle sale è fissata per il 17 Dicembre
2021.
La diciassettesima stagione di
Grey’s Anatomy uscirà giovedì 12 novembre 2020. Vincitrice del
Golden Globe Award 2007 per la migliore serie televisiva drammatica
e nominata per più Emmy, inclusa la serie drammatica “Grey’s
Anatomy” è considerato uno dei più grandi programmi televisivi del
nostro tempo. Il medical drama ad alta intensità, giunto alla
diciassettesima stagione, segue Meredith Gray e il team di medici
del Grey Sloan Memorial che devono affrontare quotidianamente
decisioni di vita o di morte. Cercano conforto l’uno dall’altro e,
a volte, qualcosa di più della semplice amicizia. Insieme
scoprono che né la medicina né le relazioni possono essere definite
in bianco e nero.
In
Grey’s Anatomy 17ritorneranno i personaggi
Meredith Grey (stagioni 1-in corso), interpretata da Ellen
Pompeo, Alexander “Alex” Michael Karev (stagioni 1-in
corso), interpretato da Justin
Chambers, Miranda Bailey (stagioni 1-in corso),
interpretata da Chandra
Wilson, Richard Webber (stagioni 1-in corso),
interpretato da James
Pickens, Jr., Owen Hunt (stagioni 5-in corso),
interpretato da Kevin
McKidd, Teddy Altman (stagioni 6-8, 15-in corso,
ricorrente 14), interpretata da Kim
Raver, Jackson Avery (stagione 7-in corso,
ricorrente 6), interpretato da Jesse
Williams, Josephine “Jo” Alice Wilson (stagione 10-in
corso, ricorrente 9), interpretata da Camilla
Luddington, Margaret “Maggie” Pierce (stagione 11-in
corso, guest 10), interpretata da Kelly
McCreary, Greg
Germann come Tom Koracick, Benjamin Warren
(stagioni 12-14, ricorrente 6-in corso, guest 7), interpretato
da Jason George, Andrew DeLuca
(stagione 12-in corso, guest 11), interpretato da Giacomo
Gianniotti e Caterina
Scorsone nei panni di Amelia Shepherd.
Grey’s Anatomy 17 è stato creato ed è prodotto da
Shonda Rhimes (“Scandal”, “How to Get Away with Murder”, “Station
19”). Betsy Beers (“Scandal”, “How to Get Away with Murder”,
“Station 19”), Mark Gordon (“Saving Private Ryan”), Krista Vernoff
(“Shameless”), Debbie Allen, Zoanne Clack, Fred
Einesman, Andy Reaser e Meg Marinis sono i produttori esecutivi.
“Grey’s Anatomy” è prodotto da ABC Signature, che fa parte dei
Disney Television Studios, insieme a 20th Television e Touchstone
Television.
Arriva direttamente su Netflix la nuova declinazione del mito di
Sherlock Holmes, questa volta però nei panni di
Enola Holmes, la sorellina sedicenne. Il film,
diretto da Harry
Bradbeer (Fleabag, Killing
Eve), arriva sulla piattaforma il 24 settembre ed è basato
sulla serie di romanzi di Nancy Springer, The Enola Holmes
Mysteries, ispirati proprio alle storie crime di Conan Doyle.
Questa volta però al timone dell’indagine c’è Enola, e non più
Sherlock, una ragazzina di 16 anni che ha il volto di Millie Bobby Brown, che torna a Netflix che,
con Stranger Things, le ha dato la
notorietà globale.
Enola Holmes, la trama
Enola vive da sola con sua madre,
Eudoria (Helena
Bonham Carter), che a differenza di tutte le signore
benestanti dell’epoca, ha provveduto da sola all’educazione della
figlia: storia, chimica, lotta corpo a corpo, libero pensiero,
esercizi di logica, rebus e, naturalmente, niente corsetti! Una
notte però la madre della ragazza sparisce, lasciando alla figlia
degli indizi per farsi trovare. Anche se Enola è una ragazza
sveglia, caparpia, indipendente, ha ancora 16 anni, quindi di
fronte alla scomparsa della genitrice, viene affidata a Mycroft
(Sam
Claflin), il suo serioso fratello maggiore, che
vorrebbe rinchiuderla in un istituto per signorine, così da
supplire alla mancanza di educazione tradizionale che l’originalità
della madre ha sottovalutato per la giovane donna.
Lei però scappa e si mette alla
ricerca della madre. Lungo il suo cammino, però, incontra
Lord Tewksbury (Louis Partridge), un giovane rampollo che
scappa dalla sua famiglia. Enola sente di dover aiutare il ragazzo,
soprattutto quando scopre che è in serio pericolo, così alla
ricerca della madre, affiancherà anche un altro caso da risolvere.
Alle sue spalle, nell’ombra, si muove però un’altra persona, il suo
secondo fratello, maestro del ragionamento deduttivo: Sherlock
(Henry
Cavill). Ebbene sì, Enola altri non è che
Enola Holmes, sorella del grande detective e non
troppo diversa da lui!
Enola Holmes si
presta benissimo alla serialità, dal momento che nell’arco della
sua durata esaurisce un mistero per lasciarne un altro non
completamente risolto. Questo potrebbe aprire la strada a molti
altri episodi delle avventure della giovane detective sorella
d’arte, dato anche il fatto che l’originale letterario è proprio
una serie di romanzi. A sostenere questa ipotesi c’è la presenza di
Millie Bobby Brown, che dismessi i panni di Undici
di Stranger Things, qui si dimostra una giovane
donna volitiva, caparbia, tenace e molto molto sveglia.
Si rompe la quarta parete ma non si cattura lo spettatore
Le scelte registiche di rompere la
quarta parte e di aggiungere scene animate, rebus e indovinelli
sciolti con divertenti accorgimenti di montaggio rende il ritmo
veloce, la storia divertente, peccato però per gli interpreti.
Carter è l’ombra di se stessa, Claflin scompare, soprattutto se si
paragona questa alla sua performance nella quinta stagione di
Peaky Blinders, Cavill è poco più di una comparsa
che fa da tappezzeria, e Brown, sebbene sia fiorita in bellezza, ha
molto poco della veracità e della spontaneità che l’aveva resa
molto credibile nella prima stagione di Stranger
Things. Smorfiette e sguardo in macchina non aiutano.
Enola Holmes
snocciola tutti i punti principali di un coming of age in
chiave femminile e (ci prova) femminista, tanto che, naturalmente,
la conclusione romantica non rappresenta un punto di arrivo per il
personaggio, che invece comincia a scrivere davanti a sé un radioso
futuro da detective, e un’infinita possibilità di sequel per
Netflix.
Come previsto, Nomadland di Chloe Zhao,
già vincitore del Leone d’Oro a Venezia 77, ha vinto
il premio People’s Choice del Toronto International Film
Festival, che in molte occasioni si è rivelato una buona
spia per il destino del film vincitore in vista degli Oscar.
One Night in Miami di Regina
King, anche questo visto a Venezia 77, si è classificato al secondo
posto, e Beans è arrivato terzo nella competizione
del festival che quest’anno è stata presentata in formazione
ridotta, con un sesto dei film in gara.
Ora la stagione autunnale dei
Festival continua con il New York Film Festival, già cominciato e
anch’esso in forma ridotta data la pandemia di COVID-19 che sta
costringendo tutto il mondo a rallentare.
Ad aprire il film diretto da
Antonio Campos, è la
calda e ammaliante voice-over di Donald Ray Pollock,
autore del romanzo da cui è tratto Le strade del
male. Questo non troppo piccolo dettaglio la dice
lunga sull’operazione di trasposizione che i fratelli Campos hanno
scelto di adottare per il film. Per tutta la durata di questo,
infatti, la voce narrante di Pollock tornerà in più occasioni,
spiegando, anticipando o riflettendo su quanto accade in scena. La
sua, si capirà, è una lettura delle esatte parole utilizzate nel
suo libro, da cui sembra prendere vita un adattamento
cinematografico il più fedele possibile ad esso.
All’interno di questo racconto si
ritrova un cast corale composto da alcuni tra i più noti interpreti
del momento, da Tom
Holland a Robert
Pattinson, passando per Bill Skarsgård,
Mia Wasikowska,
Jason Clarke,
Sebastian Stan,
Eliza Scanlen, Harry
Melling e Riley Keough. Ambientate in un
arco temporale che va dalla Seconda guerra mondiale alla guerra del
Vietnam, le loro storie, talvolta apparentemente indipendenti l’una
dall’altra, finiranno per essere tutte collegate da una spirale di
violenza e vendetta che ha origini ben più antiche e radicate di
quanto possa sembrare.
Nel cuore dell’America, tra fede e
odio
Quello di Pollock è stato acclamato
come uno dei romanzi più affascinanti del 2011, capace di
raccontare senza mezzi termini le ferite della generazione che ha
combattuto nella Seconda guerra mondiale, e di come queste siano
poi state ereditate anche dai loro discendenti. Non è un caso,
infatti, che il racconto si apra e si chiuda tra i due conflitti
che più hanno sconvolto gli Stati Uniti, ad indicare che tutto
sembra destinato a ripetersi all’infinito. In questa parentesi,
germogliano così quei semi del male che infesteranno le vite dei
protagonisti di questa storia. Mano mano che il racconto del film
procede, risulta infatti sempre più interessante scoprire come i
singoli percorsi finiranno con l’intrecciarsi con quelli degli
altri, con esiti talvolta disastrosi.
In questa giostra si avvicendano
così veterani delusi dalla fede, serial killer in giro per gli
Stati Uniti, mogli fin troppo devote, e reverendi dalla dubbia
morale. In ultimo, i figli di tutti loro, su cui ricadono colpe che
si annidavano sulla terra già prima dei loro vagiti da infanti. Il
contesto in cui si muovono è sporco, rozzo, tutt’altro che
rassicurante. Un ruolo centrale a riguardo lo gioca la fede
religiosa. Dio appare infatti essere un passivo e silenzioso
osservatore, e coloro che dovrebbero professare la sua parola sono
i primi a portare corruzione morale. Se non c’è giustizia sulla
terra, non ce n’è neanche nel Regno dei Cieli. E se Dio è una
figura assente, a farla da padrone è allora il diavolo tentatore. A
questo proposito il titolo originale The Devil All The
Time, risulta ben più esplicativo dell’italiano Le strade
del male.
Ancora una volta, il cuore del
racconto sembra essere la violenza che sopravvive al suo artefice,
e che come un virus si diffonde in cerca di nuove vite da
distruggere. Si è sempre detto che l’America è fondata su tale
concetto, e Pollock sembra descriverlo davvero bene. Così bene che
ai due sceneggiatori deve essere sembrato un peccato rinunciare a
qualcosa del suo romanzo. Come si diceva in apertura, un’operazione
di trasposizione così fedele, con perfino brani riportati parola
per parola e letti dal loro stesso autore, è certamente una trovata
interessante. Dato il peso delle tematiche trattate, ciò non
significa però che sia stata del tutto un bene per il film.
Robert Pattinson in una scena del film.
Le strade del male: la
recensione
La sensazione, intraprendendo la
visione di Le strade del male, è infatti quella di
trovarsi davanti ad un racconto che non sa scegliere a cosa
rinunciare. I due autori riportano un’enorme quantità di eventi,
che per quanto affascinanti avrebbero probabilmente trovato maggior
compiutezza in un prodotto seriale. Qui invece finiscono con
l’essere compressi e male approfonditi. Ciò porta a due principali
e ben evidenti conseguenze. La prima è l’altalenante ritmo del
film, che fatica a conquistare davvero l’attenzione dello
spettatore. Molto spesso non è infatti chiaro quale direzione si
stia prendendo, passando in breve dal dramma famigliare, al
thriller al racconto di formazione. Un mix di generi certamente
possibile, ma che qui non dimostra una particolare, e naturale,
coesione.
La seconda conseguenza è quella di
sprecare un cast tanto ricco di talento. Fatta eccezione per
Holland, Pattinson e Skarsgård, che avendo più tempo a disposizione
riescono a rendere più tridimensionali i loro personaggi, gli altri
finiscono con l’essere quasi delle comparse. Molti di loro, la
Wasikowska su tutti, non riescono così ad esprimere il potenziale
che fanno intuire. Provare dunque un qualche coinvolgimento nei
loro confronti diventa così non sempre semplice. Ed è questo un
problema non indifferente per un film che punta tutto sul suo cast.
Fortunatamente, come detto, Holland e Pattinson riescono a
catturare l’attenzione, dimostrando di essere attori sempre più
maturi e meritevoli di considerazione.
Nel suo voler raccontare troppo,
dunque, Le strade del male inciampa nelle proprie
ambizioni e finisce con il lasciar solo intuire la propria forza.
Un racconto tanto ricco e affascinante avrebbe certamente meritato
un respiro più ampio, che potesse far sentire parte della sua
epica. Non si tratta di un’occasione totalmente mancata, va detto.
La pellicola riesce comunque ad assestare una serie di immagini e
scelte di regia avvincenti (il confronto tra Pattinson ed Holland è
certamente tra questi). Ma considerando le premesse non riesce a
non essere più fragile del dovuto. Rimane dunque il dubbio se non
sarebbe stato meglio adattare il romanzo in una miniserie.
Personaggi, eventi e racconto in sé ne avrebbero probabilmente
giovato.
È in arrivo nelle sale italiane,
distribuito da Vision Distribution e Cloud
9 Film,
The Secret – le verità nascoste, diretto da
Yuval Adler (Bethlehem, The Operative) e
tratto da una sceneggiatura di Ryan Covington e
Yuval Adler.
THE SECRET – Le verità nascoste è un thriller
emozionante che analizza in profondità le conseguenze della
vendetta e della violenza. È un esame di coscienza che ruota in
modo provocatorio intorno alla difficile scelta tra perdono e
desiderio di riscatto, raccontata attraverso gli occhi di una
sopravvissuta all’Olocausto.
Il film è interpretato da
Noomi Rapace (Millennium-Uomini che odiano le
donne, Seven Sisters), Joel Kinnaman(Suicide Squad, RoboCop, L’ora nera)Chris Messina (Harley Quinn Birds of Prey, La
legge della notte, Julie & Julia, Sharp Objects), e
Amy Seimetz(Pet Sematary, Alien:Covenant,
Stranger Things).
THE SECRET – Le verità nascoste, la trama
Maja (Noomi Rapace) scampata agli
orrori della guerra, si è ricostruita una vita serena in una
piccola cittadina americana, insieme a suo marito Lewis (Chris
Messina). Un giorno, lungo la strada, le sembra di riconoscere il
suo carnefice (Joel Kinnaman) e, dopo vari dubbi e appostamenti,
decide di rapirlo, pensando di vendicarsi per gli atroci crimini di
guerra che crede abbia commesso contro di lei.