Dopo il suo passaggio nelle sale
nell’estate 2023, il film Mission:
Impossible – Dead Reckoning Parte Uno (qui
la recensione) uscirà su Paramount+ questo mese, ma con un significativo
cambiamento. Come riportato da Deadline, un comunicato stampa
rilasciato dalla Paramount, infatti, mostra che il film con
protagonista Tom Cruise non possiede più la dicitura “Parte
Uno” e si intitola ora semplicemente Mission:
Impossible – Dead Reckoning. Un cambiamento che porta
a pensare che anche l’ottavo capitolo attualmente in produzione, ad
oggi noto come
Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Due,
potrebbe subire una variazione nel titolo.
La Paramount ha anche modificato la
locandina del film per rimuovere la dicitura “Parte Uno”, decadendo
la quale risulta logico che prossimamente potrebbe essere
comunicato un nuovo titolo per la
“Parte Due”, idealmente in concomitanza con il rilascio di un
primo trailer ufficiale. Non sono al momento noti i motivi che
starebbero spingendo lo studio di produzione a cambiare il titolo
dei nuovi capitoli della saga. Anche se ciò avvenisse, resta il
fatto che a differenza dei precedenti capitoli, questo settimo e
ottavo film presentano un racconto unico, con gli eventi di
Dead Reckoning che
troveranno conclusione solo nel film di prossimo arrivo.
La trama e il cast di Mission:
Impossible – Dead Reckoning Parte Uno
In Mission:
Impossible – Dead Reckoning Parte Uno, Ethan Hunt
(Tom
Cruise) e la sua squadra dell’IMF si trovano di fronte
alla sfida più pericolosa che abbiano mai affrontato: trovare e
disinnescare una nuova terrificante arma che minaccia l’ intera
umanità. Con il destino del mondo e il controllo del futuro appesi
a un filo, la squadra inizierà una frenetica missione in tutto il
mondo, per impedire che l’arma cada nelle mani sbagliate. Messo di
fronte a un nemico misterioso e onnipotente, tormentato da forze
oscure del passato, Ethan sarà costretto a decidere se sacrificare
tutto per questa missione, comprese le vite di coloro che gli
stanno più a cuore.
Il film è diretto da
Christopher McQuarrie su una sceneggiatura di
McQuarrie e Erik Jendresen. Nel cast si ritrovano
gli attori
Tom Cruise,
Hayley Atwell, Ving Rhames,
Simon Pegg,
Rebecca Ferguson,
Vanessa Kirby, Esai Morales, Pom Klementieff, Mariela
Garriga, Henry Czerny, Shea Whigham, Greg Tarzan Davis, Charles
Parnell, Frederick Schmidt, Cary Elwes, Mark Gatiss, Indira Varma,
Rob Delaney.
Netflix
rilascia una featurette sulla trasformazione di Sofía Vergara in Griselda Blanco per
Griselda, che debutterà su Netflix
il 25 gennaio 2024. Sofía Vergara è la protagonista della nuova
miniserie dai creatori e produttori di NARCOS e
NARCOS: MESSICO, Eric Newman e Andrés Baiz (anche
regista di tutti i sei episodi).
Dice Sofía Vergara, produttrice esecutiva e
protagonista: “Avevo un incredibile team di acconciatori e
truccatori che hanno fatto un lavoro straordinario creando questo
personaggio che viveva nel mondo di Miami negli anni ’70 e ’80.
Ottenere l’aspetto corretto era molto importante per me perché
avevo bisogno di scomparire. Non volevo che nessuno pensasse a me o
al mio ultimo ruolo come Gloria Pritchett. Volevo entrare nella
testa di Griselda e capire davvero la sua mentalità, da dove
veniva.”
Il regista Andrés Baiz
aggiunge: “Sofía e io abbiamo deciso che dovevamo trovare un
aspetto fisico che facesse sembrare Sofía diversa da Sofía Vergara,
ma senza cercare di imitare la vera Griselda Blanco. Quindi ogni
differenza che potesse dare fiducia a Sofía era ciò che diventava
importante: nelle sopracciglia, nel naso, nei capelli. Voleva
sentirsi una persona diversa, ma non al punto che le protesi o il
trucco prendessero il sopravvento sulla sua performance. Doveva
essere sottile. Questa trasformazione si ottiene anche attraverso
il comportamento: il modo in cui cammina, il modo in cui si muove,
il modo in cui fissa o ride. Sofía non aveva mai fumato in vita
sua, Griselda fuma sempre.”
In questa serie, Griselda
Blanco trascorre dieci anni come mente dietro l’operazione di
traffico di droga di suo marito Alberto a Medellín e New York.
Quando fugge in Florida con i suoi tre figli, usa quell’esperienza
per costruire una nuova vita per la sua famiglia con una ferocia
che non sempre la premia.
Il cast di Griselda
Nel cast, insieme a Sofía
Vergara, Alberto Guerra (Dario Sepúlveda), Christian Tappan (Arturo
Mesa), Martín Rodríguez (Rivi Ayala), Juliana Aidén Martinez (June
Hawkins), Vanessa Ferlito (Carmen Gutiérrez).
La serie, creata da
Eric Newman, Doug Miro, Ingrid Escajeda e Carlo
Bernard, è diretta da Andrés Baiz. Sofía Vergara, oltre
che protagonista, è produttrice esecutiva insieme a Eric Newman,
Andrés Baiz, Doug Miro, Ingrid Escajeda, Carlo Bernard e Luis
Balaguer con Latin World Entertainment.
La trama della serie
Griselda
GRISELDA è ispirata alla
vita della scaltra e ambiziosa imprenditrice colombiana Griselda
Blanco, una madre affettuosa che ha creato uno dei cartelli della
droga più redditizi della storia. Nella Miami degli anni ‘70-’80,
con un mix letale di insospettabile ferocia e fascino, Blanco è
riuscita a tenere in pugno business e famiglia, guadagnandosi il
soprannome di “Madrina”.
Snow Black is
back! La serie tv mystery, prodotta da Good
Karma con Rai Kids, torna con una seconda stagione: dieci
nuovi episodi per scoprire insieme ai fratelli Ella e Kennedy Davis
dove sia finita la giovane videoblogger conosciuta sul web come
Snow Black. Appuntamento dalla mattina di domenica 21 gennaio su
RaiPlay, con il boxset con tutti gli episodi, e tutti i giorni,
alle ore 20, su Rai Gulp. Nel cast della serie i giovani attori
Christine Perez, Clarissa Malavasi e Federico Di
Scola.
Dieci episodi in cui il mistero
sulla sua scomparsa si infittisce, mentre i nostri protagonisti
sperimentano nuove amicizie, amori e rivalità e alla fine dei quali
si renderanno conto di quanto sia importante avere al proprio
fianco persone di cui ci si possa fidare. Sono passati alcuni mesi
dall’ultima volta in cui Ella e Kennedy hanno avuto contatti con
Snow Black e i due ragazzi sono andati avanti con la loro vita.
Flor è diventata la loro nuova casa, le amicizie sono diventate
solide e si sono stabiliti anche legami più profondi.
Eppure, quando a Kennedy sembra di
intravedere Snow, priva di sensi, sul sedile posteriore di un
furgone nero, le ricerche ricominciano e i Davis sono disposti a
tutto per ritrovarla. Profondamente convinti che la ragazza si
trovi ancora nelle grinfie di Devon Richter, si mettono sulle sue
tracce, mentre a Flor iniziano a succedere di nuovo cose strane:
alcuni ragazzi si comportano in modo freddo, come se fossero degli
automi, e Kennedy viene pedinato da un personaggio misterioso
che
per qualche motivo è nel mirino
della polizia. In una serratissima corsa contro il tempo in cui
anche gli amici più stretti si trasformano in nemici, Ella e
Kennedy potranno contare sull’aiuto di un gruppo di fidatissimi
alleati per salvare se stessi, Snow Black e tutti i ragazzi di
Flor.
Snow Black 2 è una
co-produzione Good Karma e Rai Kids. Girata tra Lombardia e
Piemonte, è basata sull’omonima saga di libri scritta da Francesca
Tassini e Mario Pasqualotto, scritta per la televisione da Massimo
Bavastro, Giancarlo Germino e dalla stessa Tassini, e diretta da
Niccolò Sacchi.
Dopo diciotto lungometraggi scritti,
diretti, prodotti e montati insieme, i fratelli
Joel e Ethan Coen hanno deciso di
intraprendere strade diverse, dividendosi a tempo indeterminato.
Per Joel ciò ha portato alla regia di The
Tragedy of Macbeth nel 2021, mentre per Ethan alla regia
del documentario Jerry Lee Lewis: Trouble in Mind e al
film in arrivo a marzo Drive-Away
Dolls. In precedenza, non era chiaro se i fratelli Coen si
sarebbero mai riuniti, ma già a luglio i Ethan aveva anticipato
un possibile ritorno in coppia per un nuovo progetto.
Ora, nell’ultimo numero di Empire, Ethan Coen e sua moglie
nonché sua compagna creativa Tricia Cooke,
parlando del loro nuovo film Drive-Away
Dolls, hanno confermato che Ethan e suo fratello Joel
stanno “lavorando per scrivere qualcosainsieme”
ancora una volta. Anche se non ha offerto ulteriori dettagli su
cosa potrebbe essere, la reunion dei fratelli Coen è decisamente un
qualcosa da festeggiare. Noti per film come Fargo,
Il grande Lebowski,
Fratello dove sei?,
Non è un paese per vecchi, Il
grinta o A proposito di Davis, caratterizzati da un umorismo
grottesco, i due sarebbero dunque ora pronti ad aggiungere un
titolo in più alla loro pluripremiata filmografia.
È però da prendere anche in
considerazione la possibilità che ciò che i due scriveranno
potrebbe non essere diretto da loro, come avvenuto per Il
ponte delle spie, film poi diretto da Steven Spielberg. O ancora, potrebbero
decidere di non dirigere insieme il film, lasciando che sia solo
uno dei due ad occuparsene. Va infine riportato alla mente che i
fratelli Coen sono noti per il loro iniziare a scrivere film che
restano poi a lungo nel cassetto prima di trovare il momento giusto
per la loro realizzazione. Il ritorno dei due potrebbe dunque
essere meno vicino del previsto, specialmente considerando che
Ethan ha in programma di dirigere prima un altro film in solitaria,
descritto come “una storia poliziesca lesbica più seria”
di Drive-Away Dolls.
Mark Ruffalo è trai protagonisti della
stagione dei premi per la sua performance in Povere
Creature di Yorgos Lanthimos,
che porterà sicuramente a nomination lui e
Emma Stone per la loro incredibile performance nel
film.
Proprio Ruffalo e Stone hanno, nel
film, diverse scene di nudo e di sesso, e in occasione di
un’intervista con The Perfect
Magazine, Mark Ruffalo ha commentato come segue le scene
che ha dovuto girare con la giovane collega: “Ho 55 anni, e
dunque… le scene di sesso… sono troppo vecchio per fare quella
roba? C’è qualcuno a cui interessa vederle?”
Chiaramente l’attore si prende in
giro, cercando anche di tenere un profilo basso rispetto al
pubblico femminile che non trova affatto disdicevole che si sia
messo a nudo e si sia cimentato in quelle scene anche se ha ormai
55 anni. Nella sua lunga carriera, non gli è capitato spesso,
certo, a parte forse un glorioso ma breve momento in I
Ragazzi Stanno Bene, in cui la sua compagna di set era
Julianne Moore.
Dal regista Yorgos
Lanthimos e dalla produttrice
Emma Stone arriva l’incredibile storia e la fantastica
evoluzione di Bella Baxter (Stone),
una giovane donna riportata in vita dal brillante e poco ortodosso
scienziato Dr. Godwin Baxter (Willem
Dafoe). Sotto la protezione di Baxter, Bella è
desiderosa di imparare. Affamata della mondanità che le manca,
Bella fugge con Duncan Wedderburn (Mark
Ruffalo), un abile e dissoluto avvocato, in una
travolgente avventura attraverso i continenti. Libera dai
pregiudizi del suo tempo, Bella è sempre più decisa nel suo
proposito di difendere l’uguaglianza e l’emancipazione.
Searchlight Pictures in associazione
con Film4 e TSG Entertainment, una produzione Element Pictures,
presenta Povere Creature!, diretto dal candidato
all’Academy Award® Yorgos Lanthimos (La
favorita, The Lobster). Con una sceneggiatura scritta
dal candidato all’Academy Award Tony McNamara (La
favorita), basata sul romanzo di Alasdair Gray, il film è
prodotto dal candidato all’Oscar Ed Guiney p.g.a. (La
favorita, Room), Andrew Lowe p.g.a. (The Eternal
Daughter, The Souvenir: Part II), Yorgos Lanthimos
p.g.a. ed Emma Stone p.g.a..
La vincitrice dell’Academy Award®
Emma Stone, (La favorita, La La Land), è
protagonista insieme al candidato all’Academy Award® Willem Dafoe
(The Lighthouse, The French Dispatch), al
candidato all’Academy Award® Mark Ruffalo (Il caso
Spotlight, Foxcatcher – Una storia americana), al
vincitore del Golden Globe® Ramy Youssef (Ramy, Mr.
Robot), Christopher Abbott (Black Bear,
Possessor), il vincitore del Primetime Emmy® Award Jerrod
Carmichael (The Carmichael Show), Hanna Schygulla (Ai
confini del paradiso), Kathryn Hunter (Macbeth) e la
candidata al Primetime Emmy® Award Margaret Qualley (C’era una
volta a… Hollywood, Maid).
Il direttore della fotografia è il
candidato all’Oscar® Robbie Ryan, BSC, ISC (La favorita,
C’mon C’mon), gli scenografi sono James Price
(Judy) e Shona Heath, con i costumi di Holly Waddington
(Lady Macbeth, War Horse), e le acconciature e il
trucco prostetico della candidata all’Oscar® Nadia Stacey (La
favorita, Crudelia). La colonna sonora originale è
composta da Jerskin Fendrix, il montatore è il candidato all’Oscar®
Yorgos Mavropsaridis, ACE (La favorita, The
Lobster) e la set decorator è Zsuzsa Mihalek (La
talpa).
“No Activity – Niente
da segnalare” ripetono pigramente Marcello e
Achille, due poliziotti appostati al porto, in
attesa che accada qualcosa, forse una consegna di un carico di
droga in arrivo dall’estero. Il primo è completamente alla deriva,
non fa altro che parlare della moglie che vuole lasciarlo e delle
sue terapie olistiche per cercare di sopravvivere alla separazione,
il secondo è un giovane poliziotto desideroso di fare per bene il
proprio lavoro, di essere coinvolto nell’azione e di avere una
promozione sul campo.
Dall’altra parte del loro
ricevitore ci sono Katia e
Palmira, detta Perri, due donne che sono ai due
poli opposti rispetto al loro rapporto con il lavoro che svolgono
alla centrale; una al vertice della sala di controllo che lei
considera “il centro dell’azione”, con il fermo proposito di fare
il proprio lavoro e felice di essere dov’è, l’altra invece mandata
in quel posto a seguito di un’azione disciplinare, che non vuole
altro che andar via, ma che troverà il modo per creare un ambiente
piacevole in cui lavorare proprio grazie alla sua disarmante
ingenuità.
Intanto, in un container
al porto, in attesa del famoso carico di droga, ci sono
Toni e Dario, due criminali, e
anche qui la coppia è bene assortita, perché Toni è il criminale
disincantato e incallito, Dario è un orfano, un delinquente alle
prime armi, che vuole con tutto se stesso diventare un grande
esponente della malavita organizzata e che come unico idolo e
esempio di vita ha proprio Toni e le sue gesta fuorilegge.
Sei vite che seguiamo per
poco più di tre ore, sul posto di lavoro, nell’arco di diversi
giorni, in attesa, mentre si conoscono, si confidano, si
confrontano e danno vita a sei tropi umani, molto spesso comici,
più spesso tragici nella loro comicità.
No Activity – Niente da segnalare, la versione italiana
Basata su un format
australiano, No Activity – Niente da segnalare è
disponibile su Prime
Video dal 18 gennaio 2024 e offre da
una parte uno spaccato di comicità leggera e pungente, dall’altra è
un palcoscenico per sei straordinari attori che si affidano
reciprocamente al proprio compagno di scena. Luca Zingarettie
Alessandro Tiberi,Rocco Papaleo e Fabio
Balsamo, Carla Signoris e
Emanuela Fanelli mettono in scena un talento
raffinato e leggero che permette loro di diventare il vero cuore
della serie.
Dopotutto la struttura
teatrale dell’idea originale, replicata nella riproposizione
italiana, prevede lunghi dialoghi a due voci, mentre gli interpreti
sono sempre fermi sul posto (l’abitacolo di una macchina,
la scrivania di un centralino, i bancali all’interno di un
container), con piccole eccezioni. La scrittura, che porta
la firma di Laura Grimaldi, Paolo Piccirillo, Stefano Di
Santi e Pietro Seghetti, è quindi
fondamentale, insieme alla chimica tra gli attori. La necessità di
raccontare la noia delle attese si fa dunque contenitore in cui i
sei protagonisti, e i diversi comprimari, tra cui Maccio
Capatonda,
Tommaso Ragno,
Francesco Pannofino e Diego
Abatantuono, riversano pensieri, convinzioni, contrasti
generazionali, problemi personali, ambizioni, guai, emozioni.
Il risultato è una serie
comedy, che racconta tante umanità in difficoltà con se
stesse, e che si contamina talvolta con il thriller e il dramma.
Diretta da Valerio Vestoso, No Activity –
Niente da segnalare vince quindi una doppia sfida: da una
parte traduce e italianizza il format originale senza snaturarlo e
sfruttando al meglio i talenti forti della nostra commedia;
dall’altra offre un contenuto garbato e divertente che potrebbe
trovare il giusto spazio nella giungla delle proposte che le
piattaforme offrono ogni giorno.
Grazie alla saga letteraria di
J.K.Rowling e al franchise di Animali
Fantastici quasi tutti i segreti della famiglia di
Albus Silente sono venuti a galla, come ben sanno
i lettori de I Doni della Morte. Scopriamo di
seguito i più interessanti, anche in vista dei prossimi capitoli
prequel che vedremo al cinema:
La morte della madre
Moglie di Percival e madre di Albus,
Aberforth e Ariana, Kendra Silente morì uccisa
accidentalmente da sua figlia in preda ad un attacco di rabbia per
un trauma avuto da bambina (la ragazza era stata infatti attaccata
violentemente da un gruppo di babbani). All’epoca Albus aveva
diciassette anni, fresco di diploma a Hogwarts.
Kendra si trasferì a
Godrick’s Hollow insieme alla famiglia dopo che il
marito fu imprigionato ad Azkaban per aver quasi ucciso i Babbani
che avevano aggredito Ariana. È qui che tenne nascosta la bambina
per paura che venisse mandata al San Mungo per malattie e ferite
magiche.
Ariana Silente
La breve vita di Ariana
Silente è stata segnata da eventi tragici: il
personaggio aveva soltanto sei anni quando due ragazzi Babbani la
sorpresero mentre praticava accidentalmente una magia; spaventati,
la picchiarono lasciandole un trauma inguaribile. I suoi poteri,
dopo l’incidente, erano ovviamente cambiati e nel tempo diventarono
distruttivi e letali. Così, cercando di vendicare la sua amata
figlia, il padre Percival quasi uccide i due babbani e per questo
fu spedito ad Azkaban.
Fu soltanto in seguito della morte
di Kendra Silente che Albus, una volta incontrato Grindelwald e appreso la sua filosofia
sull’ordine nel mondo magico, decise di seguirlo scatenando
l’ira del fratello. I due combatterono in un duello dove restò
uccisa Ariana da una maledizione vagante.
La prigionia del padre ad
Azkaban
Sappiamo
che la sorella di Silente ha vissuto una giovinezza tragica e il
padre,
Percival,
fu talmente turbato dalla situazione spiacevole con i babbani che
la aggredirono da esigere vendetta personale. Per questo
crimine, venne imprigionato adAzkaban,
lasciando la moglie a difendere da sola la famiglia.
Anche se la rabbia del padre è
comprensibile, il suo crimine ha probabilmente condannato la
famiglia ad una vita peggiore di quella che avrebbero altrimenti
avuto. E sembra che Silente abbia imparato, dalla vicenda, qualcosa
sulla vendetta.
Oscuriale
Un
Obscurus è
un’entità oscura e parassita che nasce da un bambino incapace di
controllare i propri poteri, volente o nolente, noto come
Oscuriale. Questa
energia si manifesta in forma di entità distaccata dal suo
“creatore” e quando ha il sopravvento scatena una forza violenta e
distruttiva, infine uccidendo il mago o la strega da cui proveniva
e cercando un altro ospite.
Nel franchise di Animali
Fantastici viene spiegato
che Credence non è l’unico Oscuriale
dell’universo di Harry Potter, dal momento che anche la sorella di
Silente, Ariana, lo è. C’è allora chi pensa
che, dopo la sua morte, il suo spirito oscuro si sia trasferito in
un altro ospite: Aurelius.
La faida con il fratello Aberforth
Sappiamo quindi che la
morte di Ariana fu il risultato involontario di un orribile duello
fratricida. La lotta tra Albus e Aberforth, con il
terzo incomodo Grindelwald, fu soltanto
l’apice di un rapporto non proprio idilliaco tra loro, e il fatto
che Aberforth non condividesse la visione del mago oscuro sulla
“purezza” dei purosangue fu determinante.
Disgustato dal comportamento del
fratello, non riuscì mai a perdonarlo. Soprattutto a causa della
morte di Ariana nel corso del loro duello magico e tre.
Il fratello segreto
Per tutta la durata
di Animali
Fantastici: I Crimini di Grindelwald, viene portata
avanti l’ipotesi che Credence sia in realtà
Corvus Lestrange, il figlio perduto da molto tempo Corvus Sr. e
fratellastro di Leta, e solo alla fine del film, una volta che
Credence si unisce a Grindelwald, il mago oscuro gli dice che il
suo vero nome è Aurelius Silente e che Albus
è suo fratello.
Se così fosse dovremmo fare alcuni
chiarimenti sulla timeline dell’universo di Harry
Potter. Sappiamo che il padre di Silente si trovava in
prigione durante il periodo in cui sarebbe stato concepito
Aurelius, e subito dopo Percival Silente è stato incarcerato,
mentre sua moglie morì. Quindi come potrebbe funzionare questa
parentela?
La fenice
La famiglia Silente viene
normalmente associata alla fenice per generazioni, e nell’universo
di Harry Potter questa specie rarissima di uccelli appare
esclusivamente in momenti relativi ad Albus.
Se non fosse che in Animali
Fantastici 2, prima che venga rivelata la vera
identità di Credence Barebone, siamo portati a
credere il ragazzo sia Corvus Lestrange, mentre il ragazzo mostra
familiarità con un piccolo colatile rosso…si tratta infatti di
Fanny, la fenice che risorge dalle sue ceneri.
L’amore giovanile di Albus
Una semplice battuta pronunciata
da Silente in Animali
Fantastici: I Crimini di Grindelwaldbasterebbe a
definire il tipo di rapporto che i due maghi avevano da giovani:
“Eravamo molto più che fratelli“. La “natura” della
relazione fra i personaggi non è mai stata esplicitamente
etichettata, e ciò significa che il mistero potrà essere risolto
nei prossimi capitoli; ma se lo specchio delle brame rivela
ciò che una persona desidera davvero, allora perché Silente
vede Grindelwald? Nel suo
cuore c’è spazio solo per Grindelwald?
Ci sono cantanti e musicisti le cui
vite spericolate e ricche di eccessi non potevano non diventare
oggetto di celebrazione al cinema. Nel corso dei decenni, infatti,
sono molti i titoli biografici dedicate alle leggende della musica.
Da Ray per Ray Charles al più recente
Rocketman per Elton
John. Un successo clamoroso è però stato quello di
Bohemian Rhapsody (qui la recensione), dedicato a
Freddie Mercury e i Queen.
Diretto da Bryan Singer (il quale però si
allontanerà dalla produzione a seguito di contrasti, lasciando il
posto a Dexter Fletcher), il film ripercorre i primi
quindici anni del gruppo, dal 1970 al Live Aid del 1985.
L’intenzione di raccontare la vita
di Mercury al cinema circolava già da anni in quel di Hollywood e
inizialmente il progetto era stato affidato a Sacha Baron Cohen. L’attore voleva però dar
vita ad un film che esplorasse in profondità il privato di Mercury
e i suoi modi di fare dissoluti, cosa che ai restanti membri dei
Queen non sembrò andare a genio. Con l’abbandono di Cohen, si
decise così di puntare su un biopic più canonico, celebrativo tanto
del cantante quanto della band. Con l’arrivo in sala nel 2018,
Bohemian
Rhapsody si rivelò un successo straordinario, diventando
un inaspettato caso mediatico.
Ad oggi è il biopic musicale di
maggior successo nella storia del cinema, con un incasso globale di
oltre 900 milioni di dollari in tutto il mondo. Pur se storicamente
non sempre preciso, il film ha certamente il merito di aver
riportato in auge uno dei grandi gruppi della storia del rock.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a
questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama,
al cast di attori e a molto altro. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Bohemian Rhapsody
Il film segue le vicende del giovane
Farrokh Bulsara, studente britannico di origine
parsi il quale nel 1970 assiste all’esibizione di una band che lo
colpirà in particolare. Dato il suo forte desiderio per la musica,
il giovane si propone poi a questa come nuovo frontman, dimostrando
grandi capacità canore. Fatta così la conoscenza di Roger
Taylor e Brian May, Farrokh assume il
nome di Freddie Mercury e rinomina la band in
Queen. Da quel momento ha inizio un’avventura
ricca di eccessi e successi, che porterà il gruppo a doversi
scontrare con il dirigente discografico Ray
Foster, con i problemi legati alla droga e con il
desiderio di offrire sempre di più. L’ideazione di un brano
chiamato Bohemian Rhapsody sembrerà però cambiare ogni
cosa.
Bohemian Rhapsody: la vera
storia dietro al film
Nonostante si sia cercato di
rimanere quanto più fedeli alla realtà di come si svolsero gli
eventi, il film dà vita ad una serie di modifiche necessarie ai
fini del racconto cinematografico. Una prima sostanziale differenza
si ritrova nella descrizione dell’incontro tra Mercury e gli altri
membri dei Queen. Questi, nella realtà, si conoscevano già tramite
la scuola e l’amico in comune Tim Staffell, il
quale era il cantante del gruppo all’epoca noto come Smile. Quando
poi Staffell lasciò tale ruolo, Mercury venne arruolato come nuovo
cantante, dando così vita ai Queen. L’ingresso del bassista
John Deacon, invece, risale al 1971, quando il
gruppo aveva già provinato diversi altri musicisti per quel
ruolo.
Di particolare importanza
all’interno del film è poi il rapporto tra Mercury e la sua storica
fidanzata Mary Austin. I due, a differenza di
quanto mostrato nel film, non si sono conosciuti la stessa sera in
cui Mercury incontrò gli Smile. Si conobbero infatti solo in
seguito, instaurando un rapporto di amore e amicizia durato anche
oltre la loro rottura. Un altro personaggio su cui si sono prese
diverse licenze è quello di Ray Foster, il quale è
in realtà fittizio e solo vagamente ispirato al capo della
Emy Roy Featherstone. Questo, pur se
contrario all’idea di pubblicare Bohemian Rhapsody, rimase
sempre un sostenitore della band.
Per quanto riguarda i rapporti tra
Mercury e il gruppo, invece, va segnalato che i Queen non si sono
mai sciolti come lasciato intendere nel film, ma al massimo si
presero alcune pause dai loro progetti. L’esibizione al Live Aid,
quindi, non rappresentò una reunion. Il gruppo, infatti, prima di
tale concerto avevano da poco rilasciato l’album The
Works. Arrivando a raccontare solo fino a questo storico
concerto, svoltosi nel 1985, il film ha inoltre anticipato un
evento accaduto in realtà solo nel 1987, ovvero la scoperta di
Mercury di essere positivo all’HIV. In Bohemian Rhapsody
il protagonista annuncia dunque tale scoperta ben prima di quanto
in realtà avvenuto.
Bohemian Rhapsody: il cast del film
Con la rinuncia di Cohen di
interpretare Mercury, ad interpretare il celebre frontman è stato
chiamato l’attore RamiMalek, divenuto particolarmente noto per la
serie Mr. Robot. Egli si dedicò moltissimo al personaggio,
studiandolo in ogni sua movenza e modo di fare. Ha poi
passato ore e ore alle prove costumi, indossato un trucco preciso e
dei denti posticci Inoltre, Malek ha cercato di capire che cosa
avesse ispirato Freddie, cercando di esprimere il suo carattere
meraviglioso e le sue sfumature, di renderlo umano, un umano che fa
errori come tutti gli altri. Arrivò così a dar vita ad una
performance estremamente realistica del cantante, ottenendo per
questa innumerevoli premi tra cui l’Oscar al miglior attore.
Nel ruolo degli altri membri della
band si ritrovano invece Ben Hardy nei panni del
batterista Roger Taylor, Joseph Mazzello in quelli
del bassista John Deacon e Gwilym Lee in quelli
del chitarrista Brian May. L’attrice Lucy Boynton
interpreta invece Mary Austin, la compagna di Mercury. Proprio sul
set di questo film è nato anche l’amore tra l’attrice e Malek, oggi
coppia nella realtà. L’attore Allen Leech
interpreta Paul Prenter, il manager personale di Mercury e suo
compagno per un certo periodo. Gli attori Aidan Gillen e
Tom Hollander interpretano rispettivamente John
Reid e Jim Beach, il primo e il secondo manager dei Queen.
Mike Myers compare nei panni del dirigente
discografico Ray Foster, mentre Aaron McCusker è
Jim Hutton, compagno di Mercury.
Chi canta in Bohemian Rhapsody?
Per quanto Malek si sia preparato a
lungo per il ruolo, non è davvero lui ad eseguire le canzoni
presenti nel film. Queste sono state interpretati da diversi
cantanti la cui voce ricorda quella di Mercury, tra cui
Marc Martel. Questi, oltre ad essere il leader di
una tribute band dei Queen (Ultimate Queen Celebration), ha anche
pubblicato una cover molto apprezzata del duetto Queen/David Bowie
“Under Pressure“, in cui l’artista indie rock Kevin Max ha
cantato la parte di Bowie. Proprio per via della sua somiglianza
vocale con Mercury è stato chiamato a partecipare al progetto e
quello che si può sentire nel film è dunque un mix della sua voce,
di quella di Freddie Mercury, oltre a quella di Rami Malek. La
presenza di una traccia vocale dell’attore è stata necessaria per
far sì che non si avvertisse un’eccessiva differenza tra cantato e
parlato.
Bohemian Rhapsody: la
canzone e il suo significato
Pubblicato il 31 ottobre del 1975,
il singolo Bohemiam Rhapsody è uno dei
brani più celebri e osannati di sempre. Primo estratto del quarto
album dei Queen, A Night at the Opera, questo è celebre
per la sua particolare struttura musicale, composta da cinque
diverse parti principali: un’introduzione corale cantata a
cappella, un segmento in stile ballata che termina con un assolo di
chitarra, un passaggio d’opera, una sezione di hard rock e un altro
segmento in stile ballata che conclude su una sezione solo piano e
chitarra. Il testo, scritto da Mercury, è quantomai misterioso ma è
spesso stato indicato come il messaggio tramite cui il cantante ha
dichiarato la propria omosessualità.
Il trailer di Bohemian
Rhapsody e dove vedere il film in streaming e in TV
Per gli amanti del gruppo e del
film, è possibile fruire di Bohemian
Rhapsody grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google
Play, Apple TV, Prime Video, Netflix e Disney+. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
giovedì 18 gennaio alle ore 21:20
sul canale Rai 2.
Con la serie di film intitolati
Scream, il regista
dell’horror Wes Craven regala al cinema un nuovo
iconico killer, chiamato Ghostface per via della caratteristica
maschera da lui indossata. Protagonista di quattro film, il
personaggio è tutt’oggi una delle figure chiave del cinema
thriller, mentre la serie ha contribuito a ridefinire le
caratteristiche del genere, segnando un momento di passaggio
all’interno di questo. In particolare, tali titoli contribuirono a
rilanciare il successo degli slasher, film nei quali un
maniaco omicida dà la caccia ad un gruppo di persone. Doo il grande
successo del
primo capitolo nel 1996, nel 1997 è arrivato al cinema il suo
sequel, Scream 2.
Diretto anche in questo caso da
Craven, il film riprende gli eventi e i personaggi del precedente
film dando vita a nuovi risvolti e omicidi, dietro i quali si
nasconde anche in questo caso un mistero tutto da risolvere.
Coerentemente con il precedente, anche Scream 2 unisce la
violenza dello slasher con elementi da commedia e da giallo. Se nel
primo film della saga si faceva una satira sui principali film
horror, in questo secondo capitolo l’attenzione si sposta sui
cliché dei sequel, dando vita a situazioni tanto spaventose quanto
ilari.
Anche Scream 2 conobbe un
buon successo di critica e pubblico, affermandosi al pari del
precedente titolo. Craven avrebbe poi concluso la trilogia nel 2000
con Scream 3, anche se in seguito ulteriori film sono
stati realizzati o sono in fase di realizzazione. Prima di
intraprendere una visione di questo sequel, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a
questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e
al cast di attori. Infine, si elencheranno anche
le principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
La trama di Scream 2
Il nuovo film è ambientato due anni
dopo gli eventi narrati nel precedente. In occasione della prima
proiezione del film ispirato al libro della giornalista
Gale Weathers, la cittadina di Windsor si riempie
di curiosi. Come si scoprirà ben presto, il vero killer è tuttavia
ancora in circolazione. Nascostosi tra gli spettatori, tutti
travestiti da Ghostface, attacca senza pietà due ignari studenti,
uccidendoli brutalmente. Sidney Prescott,
sopravvissuta agli eventi del precedente film, teme ora di essere
nuovamente in pericolo, e che qualcun altro stia indossando la
maschera del celebre killer.
La notizia dell’omicidio richiama
l’attenzione mediatica e in città giunge anche la giornalista
Debbie Salt, che nutre una sorta di ossessione per
la Weathers. Ben presto, il killer passa all’attacco cercando di
uccidere Sidney, ma la ragazza riesce a scappare con l’aiuto di
Derek. La polizia incarica allora alcuni agenti di
sorvegliarla, ma, traumatizzata dalla precedente esperienza, Sidney
inizia a dubitare di tutti coloro che le sono vicino, non potendo
immaginare chi si nasconde dietro la maschera di Ghostface. Ancora
una volta, dunque, si troverà a dover risolvere il mistero dietro
quegli omicidi e quello riguardo a chi stia ora ricoprendo il ruolo
dell’assassino.
Scream 2: il cast del
film
Prima ancora che questo sequel
venisse confermato, l’attrice Neve Campbell fu
messa sotto contratto per dei potenziali sequel. Ciò le permise
dunque di riprendere il ruolo di Sidney Prescott. Come noto, la
Campbell era incerta se accettare la parte, non volendo recitare in
un horror. Si convinse però poiché quella di Sidney sarebbe stata
la sua prima parte da protagonista, come anche per via del fatto
che il personaggio non presentava gli stereotipi del genere.
Accanto a lei hanno poi ripreso il loro ruolo gli attori
Courtney Cox come Gale Weathers e David
Arquette per il vicesceriffo Linus Riley.
Fa il suo ingresso nel cast
l’attrice Sarah Michelle Gellar, in quegli anni
popolarissima grazie alla serie Buffy l’ammazzavampiri e
qui nel ruolo di Cici Cooper. L’attrice ha raccontato di aver
accettato la parte senza il bisogno di leggere la sceneggiatura
poiché fan del primo film. Compaiono poi Laurie
Metcalf nei panni della giornalista Debbie Salt e
Jamie Kennedy in quelli di Randy Meeks. Nel film
torna poi anche l’attore Liev Schreiber,
nel ruolo di Cotton Weary. In ultimo, completano il cast Timothy
Olyphant con il personaggio di Mickey Altieri e
Jada
Pinkett-Smith con quello di Maureen Evans.
Scream2: chi è il killer Ghostface nel
film?
L’identità del killer nella saga di
Scream rappresenta ovviamente il principale mistero. Nel
tempo si sono affermate una serie di regole che possono aiutare a
svelare l’identità del Ghosface di turno, ragion per cui sapere da
subito chi si cela dietro la maschera inficia ovviamente sul gusto
dell’indagine e sulla tensione che il film va costruendo. Ad ogni
modo, dopo che nel primo film Ghostface era stato interpretato da
Billy Loomis e dal suo compare Stu, in Scream 2 ad
indossare l’inquietante maschera sono Mickey Altieri e, soprattutto
Nancy Loomis, la madre di Billy in cerca di vendetta per la morte
del figlio.
I sequel realizzati dopo Scream
2
Come anticipato, nel 2000 la
trilogia si è conclusa con Scream 3, che sembrava
concludere le vicende che legano Sydney con Ghostface. Nel 2011 è
però stato realizzato Scream 4, che ha riportato sul grande schermo l’ormai
iconica eroina. Con la scomparsa di Craven nel 2015, la saga sembrò
poi interrompersi lì. Nel 2019 viene tuttavia annunciato che la
Blumhouse Productions di Jason Blum, specializzatasi nella
realizzazione di horror come Paranormal Activity e
Get Out, ha acquistato
i diritti sul film, intenzionata a produrre il quinto capitolo.
Questo è poi effettivamente arrivato in sala nel gennaio 2022, con
il semplice titolo di Scream
(qui
la recensione). In esso si ritrovano Campbell, Cox e Arquette
ma le nuove protagoniste sono le attrici Melissa
Barrera e JennaOrtega.
Affermatosi come un grande successo,
nel 2023 è stato rapidamente portato al cinema un nuovo sequel,
sesto capitolo della saga. In Scream
VI (qui
la recensione), viene per la prima volta a mancare la presenza
di Sidney Prescott, mentre l’ambientazione si sposta da Woodsboro a
New York. Protagoniste, nuovamente Barrera e Ortega, alle prese con
un Ghostface che sembra averle seguite fin nella città che non
dorme mai. Affermatosi come uno dei maggiori successi della saga,
questo sesto capitolo ha permesso di confermare anche uno
Scream
VII, su cui al momento si sa però poco.
Barrera e
Ortega non riprenderanno i rispettivi ruoli, ma la produzione
starebbe cercando di
riportare in scena proprio Sidney Prescott.
Il trailer di Scream 2 e
dove vedere il film in streaming e in TV
In attesa di vedere i successivi
film, è possibile fruire di questo grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Scream 2 è infatti disponibile nei
cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple
TV, Prime Video e Paramount+. Per vederlo, una volta scelta
la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È
bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite
temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente
nel palinsesto televisivo di giovedì 18 gennaio
alle ore 21:15 sul canale Italia
2.
Da sempre impegnato a portare al
cinema storie di carattere catastrofico come The Day After Tomorrow,2012 e l’atteso Moonfall, il regista tedesco Roland Emmerich è oggi
sinonimo per il grande schermo di distruzione, attacchi
terroristici o invasione aliena. Proprio su quest’ultimo argomento,
è ormai celebre il suo Independence
Day, che nel 1996 lo consacrò come regista di
questa tipologia di opere. Immaginato come una nuova rilettura di
La guerra dei mondi, il
racconto fantascientifico di H. G. Wells, il film
rappresentò una vera e propria svolta nella storia dei blockbuster
cinematografici, portando questi a conoscere un nuovo periodo di
grande fortuna al cinema. Vent’anni dopo, nel 2016, è poi arrivato
il sequel Independence Day: Rigenerazione
(qui la recensione).
La volontà di realizzare un seguito
di quel fortunato primo capitolo girava già da tempo ad Hollywood,
ma inizialmente questo progetto sembrava non doversi concretizzare.
Quando infine è stato confermato,
Independence Day: Rigenerazione dovette scontrarsi con
l’impossibilità della star del primo film, Will Smith, a
riprendere il proprio ruolo. Buona parte del successo di Independence Day è da
attribuire proprio a Smith, all’epoca al massimo della propria
popolarità e che grazie al suolo di Steven Hiller, un soldato
dotato di grande umorismo ma anche coraggio, si consacrò
ulteriormente presso il grande pubblico. Si è dunque cercato di
compensare l’assenza di Smith con nuovi personaggi e attori.
Una nuova generazione di interpreti,
dunque, ma anche di alieni, pronti a replicare l’invasione del
pianeta Terra con mezzi ancor più massicci e letali. Per chi ha
apprezzato il primo iconico film, Independence Day: Rigenerazione è dunque un titolo da
non perdere, pur sapendo che non raggiunge le vette del primo
lungometraggio. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama
e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Independence day: Rigenerazione
Sono trascorsi vent’anni da quando
gli umani sono riusciti ad impedire l’invasione aliena e gli Stati
Uniti d’America hanno deciso di creare un piano ad hoc,
nell’eventualità che gli extra-terresti tornino a far visita al
pianeta Terra. David Levinson e la dottoressa
Catherine Marceaux vengono dunque incaricati di
ispezionare l’unica navicella aliena che riuscì ad atterrare
durante lo scontro. Si rendono così conto che l’equipaggio era
riuscito ad inviare un segnale di soccorso, prima che l’astronave
madre fosse distrutta. Nel mentre l’ex presidente americano
Thomas Whitmore e il signore della guerra
Dikembe Umbutu dichiarano di aver strane e
inquietanti visioni sul futuro.
Quando una piccola navicella
extraterrestre si avvicina pericolosamente alla stazione spaziale
lunare, diventa evidente che i restanti membri della specie aliena
hanno ricevuto il segnale di soccorso ed sono ora intenzionata a
riprendere l’invasione. Contro il parere dei suoi superiori, il
pilota Jake Morrison contatta Levinson e Marceaux,
convinto che solo loro possano sventare il prossimo tentativo di
invasione aliena. Questi ultimi, tuttavia, conoscono ormai i punti
deboli degli umani e non hanno intenzione di essere sconfitti una
seconda volta. La battaglia per la sopravvivenza umana ha dunque
nuovamente inizio e stavolta sarà molto più brutale del
previsto.
Il cast di Independence Day: Rigenerazione
Ad interpretare David Levinson vi è
nuovamente l’attore
Jeff Goldblum, il quale si è detto entusiasta di poter
esplorare nuovi aspetti del suo personaggio. Accanto a lui nel
ruolo di Catherine Marceaux vi è invece l’attrice fracese
Charlotte Gainsbourg. Altro attore a riprendere il
proprio ruolo, quello di Thomas Whitmore, dal primo film è
Bill Pullman. L’ex Presidente degli Stati Uniti
viene però ora qui ritratto come un uomo affetto da disturbo
post-traumatico da stress e con un legame psichico permanente con i
nemici alieni. Judd Hirsch, oggi noto per il
film The
Fabelmans, invece, riprende il ruolo di Julius Levinson,
padre di David.
Gli attori Brent
Spiner (dr. Brackish Okun), Vivica A. Fox
(Jasmine Dubrow-Hiller), John Storey (dr. Isaacs)
e Robert Loggia (generale Grey), sono gli altri
attori a tornare in questo sequel dal primo film. Tra i nuovi
ingressi vi sono invece l’attore
Liam
Hemsworth nel ruolo di Jake Morrison e
Maika Monroein quello di Patricia Whitmore,
figlia di Thomas. Il personaggio era interpretato da Mae
Whitman nel primo film e il recasting ha generato diverse
polemiche, in quanto l’attrice sarebbe stata sostituita poiché
ritenuta non corrispondente a determinati canoni di bellezza.
Completano il cast gli attori Jessie T. Usher in
quelli di Dylan Hiller, figlio adottivo di Steven Hiller, il
personaggio interpretato da
Will Smith nel primo film.
Independence Day 3, ci sarà il sequel?
Rispetto al suo predecessore,
Independence Day: Rigenerazione non ha raggiunto lo
stesso successo. Il film è infatti stato criticato per la sua
prevedibilità, per i suoi buchi di trama e anche perché, per
spiegare l’assenza di Smith, il suo personaggio è semplicemente
stato dichiarato morto. Questo riscontro negativo, tradottosi in
soli 389 milioni di dollari guadagnati a livello globale, hanno
dunque interrotto le possibili conversazioni su un Independence
Day 3. Nel 2019 Emmerich ha poi dichiarato che dopo l’aquisto
della Fox da parte della Walt Disney, si ritiene ancora fiducioso
sulla possibilità di realizzare il terzo film. La sua idea per
questo è quella di un viaggio intergalattico, ambientato uno o due
anni dopo gli eventi del secondo film, in quanto il regista
desidera mantenere lo stesso gruppo di attori, soprattutto i
giovani protagonisti.
Il trailer di Independence Day:
Rigenerazione e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di Independence Day: Rigenerazione
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV,Prime Video e Disney+. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
giovedì 18 gennaio alle ore 21:00
sul canale 20 Mediaset.
Da oggi, 18 gennaio, arriva nelle
sale italiane il nuovo film di Marco Risi, Il punto di
rugiada, presentato in anteprima al Torino
Film Festival, con cui il regista di Fortapàsc torna a esplorare gli archi di giovani
protagonisti inseriti in contesti ostili. In questo caso, si tratta
di Carlo e Manuel, interpretati
rispettivamente da Alessandro Fella e
Roberto Gudese, che devono scontare un anno di
riabilitazione presso la casa di riposo Villa Bianca.
Il punto di rugiada, la
trama: incontro generazionale
Carlo
(Alessandro Fella), un giovane viziato e
sregolato, causa un grave incidente d’auto da ubriaco e viene
condannato a un anno di lavori socialmente utili presso una casa di
riposo. Manuel (Roberto Gudese),
un giovane spacciatore colto in flagrante, è assegnato alla stessa
struttura. Luisa, un’infermiera con anni di
esperienza nella casa di riposo, guida i due ragazzi in un mondo in
cui la condivisione, il conforto e l’accoglienza cambiano per
sempre la loro prospettiva sulla vita.
Tra gli ospiti della villa,
Pietro, un colonnello (Eros
Pagni) che non sembra aver avuto un gran rapporto con il
figlio; Dino Rimoldi (Massimo De
Francovich), un ex fotografo che vorrebbe morire e che non
a caso si chiama Dino e ha un cognome con la stessa R di Risi; un
poeta Federico (Luigi Diberti),
che sta perdendo la memoria, e una anziana ospite
Antonella (Erika Blank) piena di
vita nonostante l’età. Oltre agli ospiti di Villa Bianca, che
naturalmente vivono entro le mura della struttura, c’è anche il
personale che gestisce le loro complesse esigenze, come
Luisa (interpretata da Lucia
Rossi), un’instancabile infermiera che ora deve gestire
anche la condotta di Carlo e Manuel. Quello che accade tra chi ha
tutta la vita davanti e chi ne ha troppo poca è sicuramente un
cortocircuito ricco di implicazioni per entrambi.
Un dialogo a più voci e omaggio alla figura paterna
Il punto di rugiada funziona,
soprattutto, come omaggio al padre del regista, Dino
Risi. “Sono circa tredici anni che penso a questo film
sugli anziani e, nel frattempo, si può dire che lo sono
diventato“, ha raccontato Marco Risi. Sono, in effetti, molti
i riferimenti al padre che si trovano in quest’opera, a partire da
uno degli anziani protagonisti del film che si chiama Dino e che
riprende molti dei tratti della figura paterna, compresa la
passione per i collage realizzati con fotografie prese da riviste o
scattate personalmente. Non è un caso che, parallelamente allo
sviluppo del film, Risi abbia anche scritto un libro che ha a che
fare con il rapporto con suo padre, “Forte respiro rapido”.
Erika Blanc,
Eros Pagni, Luigi Diberti,
Elena Cotta, Maurizio Micheli e
Massimo De Francovich sono solo alcuni dei grandi
nomi che raccontano questa storia in cui il conflitto principale è
quello generazionale, da non intendere necessariamente come un
punto di scontro, piuttosto come un dialogo a più voci scandito da
momenti di delicata poesia e riflessione. Il punto di
rugiada è un film nostalgico, ma anche di grande
apertura verso le nuove generazioni: in tutti questi protagonisti
anziani, c’è una forte curiosità verso questi giovani e, viceversa,
anche questi iniziano a capire che possono dare qualcosa agli
anziani.
Quella di Villa
Bianca non è una casa di riposo triste, anzi, è un luogo
abbastanza elegante e fuori dal comune, dove si respira comunque
solitudine e dolore. Ci troviamo di fronte a un film sul tempo che
passa molto velocemente per gli ospiti, e molto lentamente per i
giovani che sono costretti a stare li. Nonostante ciò, la
controparte giovanile, che ha una consapevolezza diversa del valore
del tempo, apprenderà qualcosa, allontanandosi sempre di più dalla
supponenza con cui si erano presentati all’inizio a Villa Bianca.
Pian piano, cominciano a entrare nei rapporti umani, guidati
dall’infermiera che cerca di fargli capire l’importanza del
rapporto con gli ospiti anziani.
Aprirsi all’ascolto in un luogo isolato dal mondo
La sceneggiatura del film di
Marco Risi evita di focalizzarsi sul viaggio di un
unico protagonista, abbracciando un parterre di personaggi
variopinti che, attraverso le loro esperienze di vita, danno
accesso a innumerevoli sfumature dell’animo umano ed emozioni. A
Villa Bianca convivono molte esistenze e, proprio
in virtù dell’età avanzata degli ospiti, questi possono donare
grande saggezza ai due ragazzi, che appaiono inizialmente come
sprovveduti e chiusi nella tipica arroganza giovanile, che presto
si scontra con la ricchezza intellettuale degli anziani.
In particolare, la passione
artistica si manifesterà agli occhi dei ragazzi tramite il
personaggio di Dino (Massimo De
Francovich), che ha sempre a fianco una macchina
fotografica con cui immortala scatti di quotidianità e che vengono
poi completamente rimodellati in collage fantasiosi e onirici,
sbarazzandosi di ogni associazione logica. D’altra parte,
Manuel scopre nelle poesie di
Federico qualcosa che non pensava di possedere
nell’animo, parole che risuonano con lui e gli rivelano qualcosa
sulla vita; si addentrerà così nell’universo della composizione
poetica, trovando un nuovo slancio per esistere tramite un arte che
mette in primo piano l’emotività umana.
Proprio nella messa in scena di
questi rinnovati legami interpersonali, Il punto di
rugiada si mostra nella sua sincerità narrativa,
proponendo un’analisi nostrana sul rapporto tra anziani e giovani
anche dal punto di vista pedagogico; interessante notare che la
stessa tematica è al centro di un altro film in uscita proprio oggi
nelle sale, The Holdovers – Lezioni di vitadi Alexander Payne. Purtroppo, una chiusa finale
raffazzonata va a minare le intenzioni del film, così come
l’ambiguità della sorte dei due giovani protagonisti, da cui ci
discostiamo progressivamente e forse un po’ troppo forzatamente,
dato che il loro sguardo viene introdotto come principale ponte su
un’altra età dell’esistenza.
Vediamo insieme i film di
Gennaio di questa terza settimana del mese
Il Fantasma di Canterville
Il primo titolo di film di
Gennaio è la trasposizione di un
grande classico della letteratura inglese uscito
dalla penna di Oscar Wilde. Questa versione
animata de Il
Fantasma di Canterville segue il racconto originale in cui una
famiglia americana si trasferisce in una casa di campagna in
Inghilterra a Canterville Chase, dove scopre appena arriva, che la
dimora è infestata da un fantasma. Lo spirito Sir Simon de
Canterville infatti abita indisturbato tra le mura della
villa da oltre trecento anni e cercherà in tutti i modi di
spaventare i nuovi arrivati. Questo film
d’animazione vede tra i produttori esecutivi il noto
attore britannico
Stephen Fry che ha doppiato la voce del fantasma nella versione
originale in compagnia di
Hugh Laurie, Freddie
Highmore e Toby
Jones.
Il punto di rugiada
Il protagonista di
Il punto di rugiada è Carlo, un
ragazzo viziato e sregolato, che una notte
provoca, da ubriaco, un grave incidente d’auto per il quale viene
condannato a scontare un anno di lavori socialmente utili in una
casa di riposo. Insieme a lui a Villa Bianca
arriva anche Manuel, un giovane
spacciatore colto in flagrante. Luisa,
infermiera che lavora da anni nella struttura, guiderà i due
ragazzi in un mondo senza età dove condivisione, conforto e
accoglienza cambieranno per sempre il loro sguardo sul mondo e
sulla vita. Il cast di questo film del regista Marco
Risi è composto da Massimo De
Francovich, Alessandro Fella, Eros Pagni, Lucia
Rossi, Luigi Diberti.
Kripton
Kripton è un
documentario che indaga la vita sospesa di sei ragazzi, tra i venti
e i trent’anni, volontariamente ricoverati in due comunità
psichiatriche della periferia romana, che combattono con disturbi
della personalità e stati di alterazione. Attraverso il racconto
della quotidianità dei protagonisti, mostrando le relazioni che
intrecciano tra di loro e con il mondo degli adulti composto da
psichiatri, dottori e dalle stesse famiglie. Questo docufilm di
Francesco Munzi vuole mostrare in profondità la soggettività
umana e la condizione estrema del disturbo mentale che diventa
quindi la chiave per avvicinarsi all’abisso misterioso della nostra
mente, metafora anche del nostro tempo.
La Petite
La Petite di
Guillaume Nicloux tratta il tema della maternità
surrogata attraverso gli occhi di un nonno in
lutto e una giovane ragazza fiamminga che
ha scelto di procreare per una coppia gay. Il
protagonista Joseph, l’attore
Fabrice Luchini, è un raffinato ebanista esperto in mobili
antichi alle prese appunto con la morte di suo figlio Emmanuel e
del suo compagno in un incidente aereo. La sua vita cambierà quando
conoscerà Rita, l’attrice Mara Taquin, la donna
che porta in grembo la sua futura nipotina.
L’anima in pace
L’anima in pace racconta di Dora, una giovane con un carattere
all’apparenza ruvido ed impenetrabile che lavora portando la spesa
a domicilio. I suoi fratellini gemelli Massimo e Nunzio sono stati
affidati ad una famiglia visto che la madre è appena uscita di
prigione. La protagonista quindi per cambiare vita cercherà
d’accumulare più soldi possibili, sia attraverso il suo lavoro e
sia tramite una seconda illegale attività, quella di pusher di
droga che le viene procurata da Yuri, bello e dannato del quartiere
dove abita ospite della zia. Questo film di Ciro Formisano è
composto dalla giovane Livia Antonelli e da attori
noti al grande pubblico come Donatella
Finocchiaro e Lorenzo Adorni.
Pare parecchio Parigi
Pare
Parecchio Parigi racconta la storia di tre fratelli interpreati
dall’attore e regista Pieraccioni e
dall’attrici
Chiara Francini e
Giulia Bevilacqua che decidono di realizzare il desiderio del
loro anziano e malato padre, un inedito
Nino Frassica. Il sogno del babbo, che ormai sta morendo, è
fare un viaggio nella capitale francese e i figli inventeranno dei
fantasiosi modi per realizzarlo, non uscendo mai dal loro paese
toscano. Questa commedia è ispirata ad una storia
vera.
The Holdovers – Lezioni di
vita
Paul Hunham, il Premio Golden Globe 2024
Paul Giamatti, è un insegnante impopolare e a scuola nessuno
sembra gradire il suo carattere rigido. Durante le vacanze
natalizie del 1970, l’uomo senza famiglia né un posto dove andare,
decide di rimanere a scuola come supervisore per gli studenti
rimasti. Tra questi c’è il difficile quindicenne Angus, il giovane
attore Dominic Sessa e la capocuoca Mary, interpretata Da’Vine
Joy Randolph, che ha perso il figlio in Vietnam. Questi tre
personaggi protagonisti di
The Holdovers – Lezioni di vita inizialmente distanti finiranno
poi per formare un’improbabile famiglia, affrontando insieme
avventure e disavventure durante le due settimane nevose passate
insieme.
The Piper
La protagonista di questo horror
intitolato
The Piper è una giovane compositrice a cui viene data
l’occasione della vita quando le viene assegnato il compito di
finire il concerto del suo defunto mentore. Ma presto scoprirà che
suonare quella musica può avere conseguenze mortali, e che le
origini inquietanti della melodia possono risvegliare le forze del
male. La musicista Melanie è interpretata da
Charlotte Hope.
Yannick – La rivincita dello
spettatore
L’ultimo titolo di film di
Gennaio è
Yannick – La rivincita dello spettatore del regista
Quentin Dupieux. La trama è ambientata in un teatrino di
periferia dove tre attori mettono in scena una maldestra commedia
degli equivoci. Finché Yannick si alza dalla sua poltrona e
interrompe lo spettacolo, l’uomo non è disposto a subire ancora
questa tortura a costo di prendere in ostaggio l’intera platea.
Sono state annunciate le nomination
ai EE BAFTA 2024, i riconoscimenti cinematografici
della British Academy Film che ogni anno si
accodano alla stagione dei premi dell’industri cinematografica ma
che, come è ovvio che sia, hanno sempre un occhio di riguardo per
il cinema britannico, tanto da avere anche un premio specifico di
categoria (Miglior debutto britannico).
Rispetto al grande scontro su
territorio americano che vede contrapporsi Barbie
e Oppenheimer,
i BAFTA hanno messo in luce principalmente altri film, come
Estranei
e Past
Lives, oltre a includere ovviamente i due grandi
titoli del 2023, e mettendo un po’ da parte il grande affresco di
Martin Scorsese,
Killers of the Flower Moon, che conquista solo due
candidature, lasciando clamorosamente fuori
Lily Gladstone dalla rosa delle migliori attrici
protagoniste.
“Spider-Man:
Across the Spider-Verse” — Joaquim Dos Santos, Kemp
Powers, Justin K. Thompson, Avi Arad, Phil Lord, Christopher
Miller, Amy Pascal, Christina Steinberg
Il film Minecraft
guidato da Jason Momoa alla
Warner Bros. potrebbe aver appena svelato il suo misterioso membro
del cast che si assumerà il ruolo della “funny lady”.
Jennifer Coolidge, fresca della sua seconda
vittoria agli Emmy per The White Lotus della HBO,
si unisce all’adattamento del videogioco. Secondo Deadline, l’attrice fa parte di
un ensemble sempre più costellato di star, tra cui Momoa insieme a
Jack Black, Emma Myers, Danielle
Brooks e Sebastian EugeneHansen che stanno attualmente girando in Nuova
Zelanda.
Coolidge è sicuramente un altro
motivo per cui i fan attendono con ansia questo adattamento. È una
vera star di Hollywood grazie al suo ruolo della privilegiata Tanya
nella commedia cupa di Mike White The White Lotus.
Il suo personaggio era così amato che è stata una delle uniche due
a continuare la sua vacanza dalla Stagione 1 alla Stagione 2
insieme al suo nuovo marito Greg (Jon Gries),
anche se purtroppo non farà il viaggio in Tailandia per la Stagione
3. A parte Tanya, vanta numerosi ruoli di alto profilo, tra cui
Legally Blonde, American Pie, Promising Young
Woman e A Mighty Wind insieme alla serie
The Watcher di Ryan Murphy su Netflix.
È stato precedentemente riferito che
le riprese del film sarebbero iniziate nell’agosto 2023, ma
soltanto adesso sembra che la macchina sia pronta a partire. Anche
se i dettagli sono scarsi, Minecraft seguirà
l’Ender Dragon mentre “si avvia su un percorso di distruzione,
spingendo una ragazza e il suo gruppo di improbabili avventurieri a
partire per salvare l’Overworld”, secondo la logline di Warner
Bros. Il film sarà basato sulla popolare serie di videogiochi dello
studio svedese Mojang, che consente ai giocatori di costruire un
mondo tridimensionale combattendo nemici e creando oggetti.
I dettagli della trama del film
live-action su Minecraft non
sono ancora stati resi noti. Oltre a Jack Black,
il film è interpretato anche da Jason Momoa, Emma Myers
(Mercoledì),
Danielle Brooks e Sebastian Eugene Hansen. La regia è
affidata a Jared Hess, regista di Nacho Libre e
Napoleon Dynamite.
Un film su Minecraft è
in fase di sviluppo da diversi anni presso la Warner Bros. Shawn
Levy di Free Guy e Deadpool
3 era stato incaricato di dirigere una sceneggiatura
scritta da Kieran Mulroney e Michele Mulroney, ma i tre hanno
abbandonato il progetto nel dicembre 2014.
Rob McElhenney di
It’s Always Sunny in Philadelphia è stato chiamato a
sostituire Levy nel 2015, ma anche lui ha lasciato
il film qualche anno dopo. Peter Sollett ha poi
lasciato il progetto prima che Hess venisse ufficialmente assunto
nell’aprile del 2022.
Dopo diverso tempo bloccato in un
limbo di incertezza, il reboot di Highlander che
vedrà protagonista Henry Cavill è stato finalmente sbloccato e
sembra che la produzione verrà presto avviata. A confermarlo è
Chad Stahleski, il regista di John Wick, che si siederà anche su questa
sedia di regia.
THR riferisce che il regista ha
siglato un nuovo accordo con la Lionsgate che lo vedrà responsabile
dei franchise di Highlander e John
Wick sul grande e piccolo schermo. “Questo
accordo espande l’ottimo rapporto creativo che abbiamo già in
essere con John Wick e lo estende al nostro franchise
Highlander”, hanno affermato Joe Drake,
presidente uscente del Lionsgate Motion Picture Group e Adam
Fogelson, presidente dell’MPG. “Fin dall’inizio, Chad è stata
la forza creativa che ha definito il mondo di Wick; mentre
continuiamo a pensare al futuro di quel mondo, vogliamo che Chad,
lavorando insieme a Basil Iwanyk ed Erica Lee di Thunder Road, come
nostri steward ci guidino e stabiliscano insieme strategie ad ogni
passo. Questo accordo lo rende ufficiale e non vediamo l’ora di
ricevere la sua mano ferma e il suo contributo creativo non solo
sul film che sta realizzando, ma anche sulle altre storie che ne
deriveranno. È un vero visionario e siamo entusiasti di averlo
dalla nostra parte”.
Highlander segue una storia
immaginaria che afferma che gli immortali esistono, nascosti nella
società come persone qualunque. Devono cacciare e uccidere altri
immortali decapitandoli in un concorso noto come The
Gathering, che vedrà l’ultimo immortale ottenere il potere
supremo.
Anche se le origini della
competizione non vengono mai spiegate esplicitamente, il franchise
generalmente ritiene che gli immortali esistano fin dall’alba dei
tempi e che la competizione tra loro debba rispettare solo tre
regole rigide:
il combattimento su Terra Santa è proibito;
il combattimento deve essere uno contro uno;
alla fine, può essercene solo uno.
Henry Cavill ha condiviso il suo entusiasmo
nel guidare il progetto. “Sono stato un fan di Highlander
fin da quando ero ragazzino. Dai film a tutti gli anni ’80, i Queen
riempivano di gloria gli show televisivi con un attore che
somigliava notevolmente a uno dei miei fratelli. Non essendo timido
con le spade, e avere al timone un regista talentuoso come Chad
Stahelski, questa è un’opportunità senza eguali.”
Venom 3 arriverà nei cinema entro la fine
dell’anno e con Tom
Hardy che lo definisce “l’ultimo ballo”, sembra
ormai chiaro che il film sarà “l’ultima vota” dell’attore nei panni
di Eddie Brock. Naturalmente, la delusione più grande per molti fan
sarà il fatto che questa iterazione di Venom non avrà mai condiviso
lo schermo con Spider-Man (forse).
Tuttavia, continuano a circolare
voci secondo cui Venom 3 ruoterà attorno a Eddie che
rintraccia Peter Parker nel suo mondo, solo per scoprire che nel
suo mondo, l’eroe che ha visto in Spider-Man: No Way
Home è un bambino. Non siamo sicuri di quanto valore
possano avere queste informazioni, tuttavia sono invece confermati
i casting di Chiwetel Ejiofor, probabilmente nei panni del
malvagio generale Orwell Taylor, e di Juno Temple, la Keeley Jones di
Ted
Lasso.
Non abbiamo idea di chi interpreterà
quest’ultima, anche se una sua recente intervista con Variety
potrebbe aver fornito qualche dettaglio interessante. “Sto
imparando molto”, ha detto l’attrice in merito a questo set
“È divertente e interessante, perché ci sono così tante cose
che filmi che quando il film finalmente uscirà sembreranno diverse
da come le stavamo girando. Sono entusiasta di vedere le creazioni
che avvengono anche fuori dalla macchina da presa”. La
dichiarazione si riferisce sicuramente all’aggiunta di effetti
visivi in post produzione, una pratica a cui Temple non è abituata
ma che è prassi consolidata per i film di supereroi.
Venom 3 segue i successi al botteghino
consecutivi di Venom: La furia di
Carnage del 2021 (502 milioni di dollari a
livello globale) e Venom del 2018 (856 milioni di
dollari a livello globale). Kelly Marcel, che ha
scritto i primi due film, dirigerà e scriverà il trequel.
Tom Hardy ha
menzionato Marcel nel suo post, scrivendo “Voglio menzionare
molto brevemente quanto sia orgoglioso della mia regista, compagna
di sceneggiatura e cara amica Kelly Marcel. Vederti prendere il
timone di questo film mi riempie di orgoglio, è un onore. Fidati
del tuo istinto, il tuo istinto è sempre perfetto. Prima classe: ti
appoggio.”
A parte il ritorno di Tom Hardy nei
panni del giornalista Eddie Brock e del suo inconsapevole aiutante
e parassita Venom, la trama del terzo capitolo è
stata tenuta nascosta. Juno Temple e Chiwetel Ejiofor si sono uniti al cast in
ruoli non rivelati. Abbiamo visto l’ultima volta Venom/Eddie Brock
nei titoli di coda di Spider-Man: No Way Home del
2021, ma non è chiaro quale dei personaggi dell’Universo Marvel di Sony – che include
Morbius, Kraven the Hunter e Madame
Web, tra gli altri – potrebbe comparire in
Venom 3.
Todd McFarlane
spiega come vuole avvicinarsi a Spawn in modo
diverso rispetto a qualsiasi altro film di supereroi, sperando di
distinguerlo dalla formula consolidatasi nel corso degli anni. Dal
momento che Spawn è un personaggio unico, rientra
nella classificazione degli antieroi, il che apre tutta una serie
di possibilità narrative e di punti di vista che, per come sono
stati abituati i fan negli anni, sono molto diversi rispetto ai
“classici” film di supereroi, che ormai per antonomasia sono i Film
Marvel.
In un’intervista esclusiva con Screen Rant, Todd
McFarlane ha spiegato cosa è entusiasta di fare con il
film di Spawn. Ha rivelato che stanno cercando di
fare qualcosa di audace e diverso da ciò che il genere dei
supereroi ha esplorato finora e come ha capito che Spawn non può
essere “una formula Marvel”.
“Domanda interessante perché
probabilmente la nostra risposta e quella dello studio potrebbero
essere due cose diverse. L’unica cosa di cui sono entusiasta nelle
mie conversazioni, e soprattutto con Scott Silver, è che lui è
determinato a voler fare qualcosa di diverso. In ogni
conversazione, dice semplicemente: “Non possiamo proprio usare la
formula Marvel”. Non vuole fare horror perché è una cosa sua. Sta
solo lottando per provare a vedere se possiamo fare qualcosa di
leggermente diverso. Lasceremo che sia il pubblico a decidere. Ho
sempre detto che quando provi a fare qualcosa di diverso, lasci che
sia il pubblico a decidere se è meglio o peggio, giusto? Sono loro
il cliente pagante.
Ma l’altro giorno mi ha detto
qualcosa che pensavo fosse quasi perfetto. Ha detto: “Voglio fare
una storia che sia pericolosa”. E non intendeva dire che ci sia
pericolo nella storia, di per sé. Voleva dire che sarebbe stato un
po’ rischioso fare questo film perché non sarebbe una formula
semplice, e io sono assolutamente d’accordo. Sono assolutamente
favorevole a provare qualcosa di diverso – in parole sue, qualcosa
di pericoloso. Questa è musica per le mie orecchie.”
Il nuovo film dedicato
a Spawn avrà come protagonista il premio
Oscar Jamie
Foxx nel ruolo dell’antieroe del titolo. Del cast
dovrebbe far parte anche Jeremy
Renner nei panni di Twitch
Williams. Greg Nicotero, truccatore
di The Walking
Dead, si occuperà del trucco e degli effetti
speciali. Il film sarà prodotto da Jason
Blum e dalla sua Blumhouse Productions.
Non sempre le feste
natalizie sono un momento di gioia e aggregazione. Possono anche
rivelarsi il periodo dell’anno in cui ci si sente maggiormente
soli, o peggio ancora abbandonati. In cui si deve necessariamente
fare i conti con le proprie piccole grandi tragedie personali,
affrontare il dolore della perdita, della mancanza o del rimorso.
In particolar modo se l’anno è il 1970, in piena Guerra del
Vietnam, e l’ambientazione è un innevato liceo del Nord Est degli
Stati Uniti. C’è più umanità in The Holdovers – Lezioni di
vita che in tutto il cinema
mainstream visto negli ultimi mesi. E non parliamo di quei
personaggi che ti innalzano lo spirito, i quali attraverso il
proprio arco narrativo di spingono a voler diventare la miglior
parte di te. Non è questo il cinema di Alexander
Payne.
L’umanità di The Holdovers
– Lezioni di vita
Come in
Sideways, Paradiso amaro, Nebraska e gli altri suoi film migliori, ci
troviamo di fronte a un quadro umano in cui la quotidianità è
costruita su piccole meschinità, ipocrisie, segni evidenti che lo
spirito del singolo individuo è stato fiaccato giorno dopo giorno
dal peso della propria vicenda personale.
Ed ecco allora che
The Holdovers – Lezioni di vita costruisce scena
dopo scena un universo che si fa specchio deformato di quello che
dovrebbe invece rappresentare, ovvero la culla da cui partire per
allevare coloro che guideranno un domani il Paese. Pur essendo
pervaso da un sottotesto di umorismo caustico e corrosivo, il film
di Payne non è però una commedia grottesca: i tempi di
Election sono ormai passati,
Sideways è stato realmente il punto di svolta
nella carriera del suo autore, quello in cui ha iniziato a mostrare
empatia nei confronti delle figure che metteva in scena. E questo
succede con pienezza e potenza anche nel caso dello spocchioso
aguzzino professor Hunham, oppure dell’irritante e indisciplinato
studente Angus Tully. Perché per loro come per le figure secondarie
in questo film l’unico modo per sopportare il proprio dolore
diventa quello di scaricarlo sugli altri in ogni modo
possibile.
Lo svelamento delle
maschere
La forza della
sceneggiatura scritta da David Hemingson sta nel
mostrare con la giusta progressione drammatica le persone dietro la
maschera, dietro la corazza che più o meno consciamente si sono
costruite col passare del tempo. In The Holdovers – Lezioni
di vita dunque non ci sono il turning point o il momento
catartico in cui lo spettatore assiste allo “svelamento”
dell’umanità. Al contrario siamo invece incoraggiati a esperire
sulla nostra pelle lo svelamento intimo e doloroso della
disperazione quieta, del dolore quotidiano. In questo modo la
verità dei personaggi scaturisce alla stessa maniera dai loro pregi
come dalle mancanze, a formare un quadro frastagliato di figure in
chiaroscuro con cui diventa impossibile non condividere i
sentimenti, sia quelli più puri che i decisamente meno nobili.
Come sempre Payne sa
sfruttare al meglio gli script su cui lavora, supportando i
dialoghi con una messa in scena precisa ma mai soffocante. E come
sempre la direzione d’attori risulta eccelsa:
Paul Giamatti regala al cineasta una prova superba,
che si avvicina per molti versi a quella straordinaria di
Sideways e al tempo stesso la smentisce. Il suo
Paul Hunham, a differenza di Miles, si presenta come un “tipo
fisso” che l’attore deve in qualche modo “scardinare”, esporre una
parte per volta fino a ricostruirlo come essere umano. Accanto a
lui l’esordiente Dominc Sessa sorprende come
energetico, vitale contraltare al dogmatico docente. Insieme
formano una coppia che racconta lo scontro tra età, potere, visione
del mondo davvero difficile da dimenticare.
Payne torna ad altissimi
livelli
Se non fosse per un
ultimo quarto d’ora che incanala il film in binari forse
leggermente prevedibili, The Holdovers – Lezioni di
vita sarebbe un film da massimo dei voti per la potenza
della narrazione emotiva e la pulizia della visione
cinematografica. Dopo il passo forse non falso ma comunque
maggiormente incerto di Downsizing, Alexander Payne è
tornato ai livelli che gli competono con un dramma di indubbio
spessore. Un film in cui si ride spesso, certo, ma sempre in
qualche modo per nascondere la miseria, per allontanare quel dolore
di vivere anche soltanto di un altro giorno. Perché i personaggi
piû dolorosi in fondo non possono fare altro che vivere un giorno
alla volta…
Ryan Reynolds ha condiviso una nuova foto dal
set di Deadpool 3 sui
suoi social media, una foto che rivela una location mai vista prima
per le riprese del film. Il terzo film con protagonista il
Mercenario Chiacchierone è molto atteso e le foto dal set di
Deadpool 3 hanno fatto
il giro della rete. Reynolds ha cercato di tenere le cose nascoste
ma non ha esitato a stuzzicare il suo pubblico su ciò che
accadrà.
Sul suo account Instagram, Ryan Reynolds ha condiviso una storia con due
sedie da set affiancate che riportano i nomi di Logan e Wade
Wilson, facendo riferimento al suo personaggio e al Wolverine di
Hugh Jackman.
Il set è inedito, non abbiamo mai visto questo scenario nelle foto
trapelate e pubblicate on line, ma questo non fa altro che
stuzzicare ancora di più la nostra curiosità, e Reynolds lo sa
bene!
Chi c’è in Deadpool 3?
Deadpool 3
riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di
Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia
dell’atteso progetto. Hugh Jackman
uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere
il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli
ufficiali della storia di Deadpool 3, con
protagonista Ryan Reynolds,
non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la
serie di film di Deadpool – l’unica parte del
franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione
della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di
Reynolds si siano svolti in un universo diverso.
Ciò preserva i film degli X-Men
della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e
Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman,
viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi
presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e
Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche
altri X-Men possano fare la loro
comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della
Marvel comparsi sul
grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben
Affleck.
Una voce recente afferma che anche
Liev Schreiber
sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo,
Morena Baccarin
(Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie
Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e
Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni
dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in
franchising Emma Corrin (The Crown) e Matthew
Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora
segreti. Un recente report afferma inoltre che la TVA di Loki,
incluso l’agente Mobius (Owen Wilson) e
Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool 3
uscirà nei cinema il 26 luglio 2024.
Ryan Gosling ha spiegato perché non ha ancora permesso
alle sue figlie di guardare
Barbie. Da quando il film ha fatto il
suo debutto nelle sale, Gosling ha ricevuto elogi per la sua
carismatica interpretazione di Ken, e non solo, la canzone che
interpreta nel film, “I’m Just Ken” scritta da
Mark Ronson, è diventata un vero e proprio
tormentone, oltre che aggiudicarsi il premio ai Critics Choice Awards 2024.
Parlando con E Online,
Ryan Gosling ha rivelato perché non ha permesso
alle sue figlie di guardare
Barbie. L’attore ha due figlie
piccole, di 10 e 8 anni, avute dalla compagna e collega Eva
Mendes, che devono ancora vedere Barbie perché Gosling non
“sa se dovresti guardare tuo padre nei panni di Ken”. Ecco
cosa ha raccontato l’attore:
“Non so se dovresti guardare tuo
padre nei panni di Ken. Non so quale sia l’età giusta per vedere
tuo padre fare una cosa del genere. Diventa davvero pazzesco. Ne
hanno visto piccole parti e sono venute sul set un giorno quando ho
fatto un grande numero musicale.” Ma non hanno ancora avuto
l’opportunità di vederlo completamente. Magari tra qualche anno
sarà Gosling a essere pronto a mostrarsi alle sue bambine nei panni
di Ken!
Chi c’era nel film di Barbie?
Barbie è stato
diretto da Greta
Gerwig da una sceneggiatura scritta insieme a
Noah Baumbach. È stato prodotto da Margot Robbie e Tom Ackerly per LuckyChap e da
Robbie Brenner di Mattel Films insieme a Josey McNamara e Ynon
Kreiz. Durante la sua programmazione nelle sale, il film ha
ottenuto un incasso mondiale di oltre 1,4 miliardi di
dollari, diventando così il film di maggior incasso del
2023.
Il film è interpretato da Margot Robbie,
Ryan Gosling, America Ferrera, Simu Liu, Kingsley Ben-Adir,
Scott Evans, Kate McKinnon, Ariana Greenblatt, Alexandra Shipp,
Emma Mackey, Issa Rae, Michael Cera, Hari Nef, Will Ferrell,
Helen Mirren, Dua Lipa e altri ancora.
Kate Herron,
regista di Loki,
si è unita alla serie HBO per dirigere la seconda stagione di
The
Last of Us.
Jeff Sneider di
The InSneider ha dato la notizia che la Herron
sarà una dei registi che lavoreranno a The Last of
Us – seconda stagione, dichiarando che dirigerà
“almeno un” episodio della prossima stagione
dell’adattamento del videogioco.
Kate Herron ha
diretto tutti gli episodi della prima stagione di Loki,
nonché quattro episodi di Sex
Education di Netflix e un episodio della serie Daybreak
del 2019. Ha anche diretto diversi cortometraggi, tra cui
Frank del 2010, Open House del 2013 e Fan
Girl del 2016.
The
Last of Us è attualmente interpretato da Pedro Pascal nel ruolo di Joel, Bella Ramsey nel ruolo di Ellie, Gabriel Luna nel ruolo di Tommy Miller e
Rutina Wesley nel ruolo di Maria. La seconda
stagione dovrebbe essere basata sull’acclamato sequel del
videogioco The Last of Us Part II di Naughty Dog, che
presenterà un significativo salto temporale introducendo una Ellie
ormai cresciuta. Recentemente sono stati assegnati diversi nuovi
ruoli per la seconda stagione, tra cui quello dell’antagonista
Abby. I nuovi ingressi già annunciati saranno
Kaitlyn Dever, Young Mazino e
Isabela Merced
La prima stagione ha visto la
partecipazione di Nico Parker,
Anna Torv,
Melanie Lynskey, Murray Bartlett, Nick Offerman e Storm
Reid. La serie The
Last of Us ha visto la partecipazione come guest-star
degli attori del videogioco originale, Jeffrey Pierce,
Merle Dandridge, Troy Baker e Ashley Johnson, che hanno
interpretato nuovi personaggi.
La serie The
Last of Us è prodotta e co-scritta dal creatore
di Chernobyl Craig Mazin e dallo scrittore del
gioco originale Neil Druckmann, che è anche uno dei registi. È una
coproduzione con Sony Pictures Television in associazione con
PlayStation Productions. I produttori esecutivi sono Carolyn
Strauss, il presidente di Naughty Dog Evan Wells e Asad Qizilbash e
Carter Swan di PlayStation Productions.
Il cast di The White Lotus
3, l’attesa terza stagione di The
White Lotus si è arricchito di altri cinque attori,
tra cui Walton Goggins.
Come riportato da Variety,
Walton Goggins, Patrick Schwarzenegger, Sam Nivola, Sarah
Catherine Hook e Aimee Lou Wood sono entrati a far parte
del cast della terza stagione di The
White Lotus. Goggins ha recentemente prestato la sua
voce alla prima metà della seconda stagione di Invincible,
mentre Patrick Schwarzenegger ha interpretato il
ruolo di Golden Boy in Gen V. Nelle ultime settimane
hanno firmato per la nuova stagione molte star, tra cui
Carrie Coon e Christian Friedel.
Creata da Mike
White, la prima stagione di The
White Lotus ha debuttato nel 2021 e ha avuto come
protagonisti Jennifer Coolidge, Murray Bartlett, Connie
Britton, Alexandra Daddario, Fred Hechinger, Steve Zahn,
Sydney Sweeney e altri. La Coolidge è tornata per la
seconda stagione, andata in onda nel 2022, insieme a una serie di
nuovi attori come F. Murray Abraham, Michael Imperioli,
Haley Lu Richardson, Aubrey Plaza, Simona Tabasco e altri.
La terza stagione di The White Lotus non ha ancora
una data di uscita ufficiale, ma probabilmente sarà trasmessa nel
2025. Le riprese inizieranno nel febbraio 2024.
Quando inizia la produzione della
terza stagione di The White Lotus?
La produzione della terza stagione
di The
White Lotus inizierà il mese prossimo e le riprese si
svolgeranno a Bangkok, Phuket e Ko Samui. Per quanto riguarda la
storia, al momento non si sa molto della trama della terza stagione
di The
White Lotus.
The
White Lotusè stato un successo per la HBO. La prima
stagione, girata alle Hawaii, ha ricevuto 11 nomination ai 74°
Primetime Emmy Awards, vincendone cinque, tra cui Outstanding
Limited or Anthology Series. La seconda stagione, girata in Italia,
ha ottenuto 12 nomination ai 75° Primetime Emmy Awards, con la
vittoria di Jennifer Coolidge come miglior attrice non protagonista
in una serie drammatica.
Come seguito del pluripremiato film
del 2000 sempre di Ridley Scott,
il sequel sarà la storia di Lucius Verus (Paul Mescal)
molti anni dopo la morte di Massimo di Russell
Crowe. Sebbene sia uno dei film più attesi del 2024,
l’epico sequel ha dovuto affrontare ritardi nelle riprese a causa
del doppio sciopero di Hollywood che ha costretto la produzione a
fermarsi. Il gladiatore
2 ha ripreso la produzione nel dicembre 2023 dopo
la fine degli scioperi, a quel punto Scott ha rivelato che il film
necessitava ancora di circa 90 minuti in più di riprese.
In una conversazione con IndieWire,
Scott ha rivelato di aver “finito quasi l’85% de Il Gladiatore 2”.
Ha detto che aveva bisogno di altri dieci giorni di produzione
prima di poter finire il sequel. E infatti adesso arriva la
conferma che il set si è chiuso.
Intanto, Paul Mescal se pure emozionato all’idea di un
film di così grande portata, ha
espresso delle preoccupazioni in merito alla fama che questo
film, che sarà visto da moltissimi presumibilmente, gli darà.
Chi c’è nel cast de Il gladiatore 2?
Il gladiatore 2 è
diretto da Ridley Scott e
si basa su una sceneggiatura scritta da David Scarpa. A guidare
l’atteso sequel è Paul Mescal nel
ruolo di Lucio, il figlio di Lucilla e nipote dell’imperatore
Commodo del primo capitolo. A Paul Mescal si
aggiungono i membri del cast Connie Nielsen nel ruolo di Lucilla e
Derek Jacobi in quello di Gracco. Nel cast ci
saranno anche
Denzel Washington,
Pedro Pascal, Joseph Quinn, Fred Hechinger, May Calamawy, Lior
Raz e altri ancora.
Il gladiatore 2
è prodotto da Ridley Scott,
Michael Pruss, Douglas Wick e Lucy Fisher. Il film
è considerato una produzione in joint-venture tra
Paramount, Universal Pictures, Scott Free Productions e
Parkes/MacDonald Productions. Ricordiamo che Russell Crowe non è
coinvolto in alcun modo nel progetto, specialmente alla luce
del fatto che il suo Massimo muore, appunto, al termine del primo
film. La produzione de Il gladiatore 2 è
ripresa
all’inizio del mese dopo la fine degli scioperi a Hollywood.
Attualmente il film dovrebbe arrivare nelle sale il 22 novembre
2024.
Il
Trono di Spade (Game of Thrones) della
HBO si è infamemente conclusa in modo controverso,
con i fan scontenti per come si sono svolti alcuni eventi del
finale. Secondo i due showrunner della serie, ci sono alcune cose
che con il senno di poi farebbero diversamente.
Parlando con
The Hollywood Reporter, David Benioff e Dan
Weiss hanno detto che cambierebbero qualcosa se potessero,
anche se quasi sicuramente non è qualcosa che i fa
apprezzerebbero.
“Una cosa che so che avrei
voluto fare è il personaggio di Mord il Carceriere“, ha detto
Benioff. “È stato un errore non riportare Mord il
Carceriere“, ha aggiunto Weiss.”Abbiamo sempre parlato di
farlo“, ha osservato Benioff. “C’è una scena ambientata in
una taverna. …“
“Ma ci siamo resi conto troppo
tardi che Mord avrebbe potuto essere il proprietario della
taverna“, ricorda Weiss. “Avremmo potuto avere
quell’attore sullo sfondo che si comportava esattamente come il
carceriere, ma ora come proprietario di una piccola impresa. È
stata un’idea così ovvia, senza dubbio, del giorno dopo“.
Il Trono di Spade (Game of
Thrones) si è conclusa suscitando pareri contrastanti
Sebbene i fan stessero aspettando
notizie su una potenziale nona stagione o su revisioni dell’ottava,
sembra che entrambi i creatori abbiano deciso di adottare un
approccio più scanzonato alla questione.
Dopo essere stata una delle serie
televisive di maggior successo della storia, Il
Trono di Spade (Game of Thrones) si è conclusa nel
2019, con un’ultima stagione che, secondo molti, si è conclusa in
modo più divisivo di quanto i fan immaginassero. All’epoca, molti
erano scontenti di come si erano svolti alcuni eventi e della
brevità della stagione (solo 6 episodi) rispetto a qualsiasi altra
stagione.
Ospite da Jimmy Fallon, Jodie Foster ha confermato di aver
ricevuto dalla Lucasfilm l’offerta per interpretare una giovane
principessa Leia ma ha dovuto rifiutare perché era impegnata con la
Disney per un’altra produzione.
Ospite al talk show per presentare
la quarta stagione di True Detective, al momento disponibile su NOW,
Foster ha confermato che avrebbero voluto che lei facesse un
provino per interpretare il personaggio che poi è stato affidato a
Carrie Fisher, all’epoca leggermente più grande di
lei di tre anni. La scelta è stata poi premiata, dal momento che
Foster sarebbe stata forse troppo giovane per alcune scene girate
poi da Fisher, anche se non mancava certo del carisma necessario
per dare vita alla Principessa Leia che ha fatto innamorare di sé
tutto il mondo.
Ecco cosa ha raccontato Jodie Foster a Jimmy
Fallon:
Nella quarta stagione di True Detective, quando la lunga notte
invernale cala a Ennis, in Alaska, i sei uomini che gestiscono la
Tsalal Arctic Research Station svaniscono senza lasciare traccia.
Per risolvere il caso, le detective Liz Danvers (Foster) ed
Evangeline Navarro (Reis) dovranno affrontare i loro demoni e
l’oscurità per scoprire segreti sepolti e ben custoditi dal
ghiaccio.
Issa López è showrunner, creatrice,
regista ed executive producer. Jodie Foster, oltre ad essere protagonista, è
anche executive producer insieme a Barry Jenkins, Adele Romanski,
Mark Ceryak di PASTEL e Alan Page Arriaga. Per Anonymous Content
hanno lavorato come executive producers Mari Jo Winkler, Matthew
McConaughey, Woody Harrelson, Cary Joji Fukunaga e Nic Pizzolatto.
True
Detective: Night Country.
Andrea Newman,
showrunner di Chicago
Fire, ha condiviso alcuni nuovi dettagli su come si
svolgerà l’uscita di scena di Kara Killmer nella
dodicesima stagione del procedurale della NBC. L’attrice interpreta
il ruolo del paramedico Sylvie Brett dalla terza stagione
del 2014, che ha sostituito il personaggio Leslie Shay
interpretato da
Lauren German.
La notizia dell’uscita di scena di
Kara Killmer era stata
diffusa l’anno scorso, ma all’epoca non era stato rivelato
l’episodio specifico. L’annuncio, ovviamente, ha deluso alcuni fan,
soprattutto alla luce dell’importanza del personaggio nella serie
Chicago
Fire. L’undicesima stagione si è conclusa con la
proposta di matrimonio di Matthew Casey (Jesse
Spencer) a Sylvie Brett, il che ha aperto
ulteriori porte sul futuro del personaggio nello show.
Parlando con TVLine, Newman ha
rivelato che l’uscita di scena della Killmer non avverrà nei primi
episodi della 12° stagione, lasciando intendere che l’ultima
stagione della Killmer sarà piena di azione.
“Dovete sintonizzarvi per
scoprirlo! Ma dirò che ha un sacco di piani in atto quando la
vediamo nella première, e tutto non va, ovviamente, esattamente
secondo i suoi piani, come lei vorrebbe“, ha detto la
Newman.
E ha continuato: “Kara è
presente in una buona parte della stagione. Questa stagione è una
montagna russa per [Brett]. Quest’anno ha un sacco di azione
importante, e sta facendo molti piani che continuano a essere
stravolti. Quindi si sta riadattando al volo. Ma ha un sacco di
cose da eroe in questa stagione“.
Killmer è apparso in 193 episodi di
Chicago
Fire, con ruoli ricorrenti in altri spin-off di
One Chicago, tra cui Chicago
PD e Chicago Med.
La sinossi della dodicesima
stagione di Chicago
Fire: “In seguito a un incendio/minaccia
estremista, la vita di Mouch è in bilico. La relazione di Sylvie
con Dylan si è conclusa e una nuova porta si è aperta quando Casey
le ha proposto di sposarlo, nel frattempo lei stava cercando di
adottare una bambina. Stella prende la decisione di lasciare
Chicago nella speranza di riportare indietro Kelly”.
Chicago
Fire è la serie tv del 2012 creata da Michael
Brandt e Derek Haas,
con Dick Wolf come produttore
esecutivo con Jesse
Spencer, Taylor
Kinney,Monica
Raymund, Eamonn
Walker,David
Eigenberg, Yuri
Sardarov, Joe
Minoso, Christian Stolte.
Lo spettacolo esplora le vite, sia
professionali che personali, dei vigili del fuoco, del personale di
soccorso e dei paramedici dei vigili del fuoco di Chicago presso la
fittizia Firehouse 51, sede della fittizia Engine Company 51, Truck
Company 81, Rescue Squad Company 3, Battalion 25. e Ambulance 61.
Sono guidati dall’eroico e determinato capo del battaglione Wallace
Boden.
In attesa del debutto dei prossimi
due episodi di Doc – Nelle tue mani 3, la terza stagione della
serie tvDOC
– Nelle tue mani che andranno in onda questa sera
giovedì 18 gennaio, in prima serata su Rai 1. ecco le
anticipazioni dell’episodio tre e dell’episodio quattro, che si
intitolano rispettivamente “Perfetta” e “Sogni”.
Doc – Nelle tue mani 3 EPISODIO 3
– “Perfetta”
Doc scava alla ricerca di nuovi
ricordi e, ora che ha finalmente incontrato la sua “vela”, ha una
pista chiara da seguire. Al suo fianco c’è Giulia che, oltre ai
problemi di Andrea e a una direttrice d’orchestra appena
ricoverata, deve però pensare anche alla sua carriera. Nel
frattempo, in reparto finisce anche un famoso travel blogger, che
viene affidato alle cure di Federico. Un incontro che rischia di
creare più di qualche problema.
Doc – Nelle tue mani 3 EPISODIO 4
– “Sogni”
Mentre viene ricoverato un
panettiere con strani sintomi, la ricerca della memoria di Doc
arriva a un punto morto. Forse però Andrea ha trovato una nuova
“vela”: il concorso di cori in onore di Mattia che si terrà a
breve. E così, mentre lui cerca di convincere Agnese ad
accompagnarlo, in reparto Federico finisce sotto pressione e
Riccardo si trova ad affrontare un caso che lo manda in crisi e
spinge al limite il suo rapporto con Martina.
DOC
– Nelle tue mani è una produzione Lux Vide,
società del gruppo Fremantle, in collaborazione con Rai
Fiction. Tra partenze e nuovi arrivi in DOC
– Nelle tue mani, nuove sfide attendono la squadra del
Policlinico Ambrosiano di Milano, guidata dall’amatissimo dottor
Andrea Fanti (Luca
Argentero), che torna finalmente a rivestire il ruolo di
primario mentre prova a recuperare quei ricordi che ormai tutti (o
quasi) ritenevano perduti per sempre.
DOC – Nelle tue mani, la
serie
DOC
– Nelle tue mani è la serie tv prodotta da RAI
FICTION scritta da Francesco Arlanch e Viola Rispoli. Una
produzione Lux Vide, società del gruppo Fremantle, in
collaborazione con Rai Fiction
Nel cast di DOC
– Nelle tue mani
Luca Argentero,
Matilde Gioli, Pierpaolo Spollon, Sara Lazzaro, Marco Rossetti,
Laura Cravedi, Giacomo Giorgio, Elisa Wong, Elisa Di Eusanio,
Giovanni Scifoni, Aurora Peres e Diego Ribon. La
regia è affidata a Jan Maria Michelini (ep. 1-4),
Nicola Abbatangelo (ep. 5-10) e Matteo
Oleotto (ep. 11-16).
Le riprese della serie si sono
svolte tra Roma, Milano e Formello; per la location
ospedaliera il
Policlinico Universitario Campus Bio-Medico e l’Università Campus Bio-Medico di
Roma hanno messo a disposizione spazi e tecnologie.
Quando si fa amicizia con
un gruppo di adolescenti che poi, pian piano lasciano il nido è
difficile che chi arriva dopo nel gruppo, riesca ad avere la stessa
presa su di noi, che invece rimaniamo seduti a guardarli
affacciarsi alla vita e crescere davanti ai nostri occhi, ed è la
sensazione che ci cogli davanti a Skam 6, che dal
18 gennaio arriva su Netflix.
La trama di Skam 6
Al centro di questa nuovo
ciclo troviamo Asia, interpretata da Nicole Rossi
(Il Collegio, Pechino Express),
una ragazza carismatica, trascinatrice, determinata, che nel suo
gruppo di amiche rappresenta un punto di riferimento, una roccia.
Nel corso dei dieci episodi di cui è composta la
sesta stagione, vedremo però Asia crollare sotto il peso delle
sue fragilità, diventate insostenibili, e assisteremo al culmine di
un disordine alimentare che la porterà verso l’isolamento e la
malattia. Nella sua vita entra anche Giulio, interpretato da
Andrea Palma (Le
Otto Montagne), misterioso ragazzo di Ciampino che si
trasferisce nella sua scuola a fine anno.
La loro relazione sembra
da subito complessa e complicata da bugie e omissioni che finiscono
per metterli entrambi nudi con le loro fragilità l’uno contro
l’altra. Intorno alla loro trama, si sviluppano anche le vite degli
altri protagonisti, alcuni nuovi altri amici di vecchia data del
pubblico di Sam, tra cui Francesco Centorame
(Elia), Lea Gavino (Viola), Maria Camilla
Brandenburg (Rebecca), Benedetta
Santibelli (Fiorella), Cosimo Longo
(Jorge), Yothin Clavenzani (Munny).
Un cambio generazionale
che non convince
La serie, prodotta da
Rosario e Maddalena Rinaldo per Cross
Productions, continua a dimostrare i suoi aspetti
vincenti, pur scoprendo il fianco all’inevitabile trascorrere del
tempo e al fatto che i “veri” protagonisti della serie, sono ormai
delle comparse nelle vite di nuovi personaggi i quali (forse) non
hanno lo stesso carisma di quelli che ci avevano stregato nelle
prime stagioni. Certo, e qui torniamo agli aspetti vincenti, anche
Skam 6 è uno spaccato di adolescenza senza prezzo,
perché sceglie di mettere in mostra ancora una volta dei percorsi
tortuosi e complessi, delle umanità irrisolte che si incontrano per
migliorarsi. Non disturba mai infatti il buonismo con cui i
problemi del caso vengono affrontati, in questo caso disturbi
alimentari e razzismo/fascismo, perché la scrittura di Skam riesce
sempre ad essere onesta e diretta.
Nel team di scrittura si
confermano Ludovico Bessegato, Alice
Urciuolo e Elisa Zagaria che pur
mantenendo vivo lo spirito della serie, si scontrano contro
l’inevitabile cambio generazionale che, se nella quinta stagione
era attenuato dalla presenza di Elia nei panni del protagonista
(l’irresistibile Francesco Centorame), in questa
sesta stagione non ha nessun paracadute. Lo spettatore si trova
quindi a dover empatizzare con dei personaggi totalmente nuovi e
sconosciuti e con degli interpreti forse meno talentuosi di quelli
a cui la serie ci aveva abituati. Tuttavia la prova di Rossi e
Palma, in particolare, riesce lo stesso a raccontare con precisione
e rispetto le tematiche importanti che la stagione vuole sottoporre
allo spettatore.
La forza del gruppo
Anche per questa
stagione, i temi espressi attraverso le disavventure e i dolori
grandi e piccoli dei protagonisti adolescenti sono stati scelti con
grande cura e trattati con eleganza e tatto, e, come anticipato
all’inizio di questa recensione di Skam 6, non
risultano mai espressi in maniera retorica, superficiale o
buonista. Questi ragazzi sono ottimisti e molto legati, anche se in
alcuni casi parecchio incasinati, e la positività e la lealtà con
cui affrontano anche il momento più difficile è tipico di
quell’adolescenza sana condivisa in gruppo. Perché se è vero che
quel periodo della vita è particolarmente complicato e difficile
per tutti, se è vero che lascia segni indelebili sugli adulti che
si diventerà, è pur vero che le amicizie che si stringono durante
l’adolescenza sono estremamente pure e totalizzanti, e che insieme
ci si fa forza in maniera del tutto disinteressata e positiva. Per
cui tutto diventa superabile. E quindi ben vengano anche i momenti
ironici, quelli frivoli insieme a quelli più drammatici e seri.
L’adolescenza è così, un’altalena emotiva senza fine.
Nonostante manchino tanto
i primi protagonisti della serie, qui relegati a piccole comparse
sullo sfondo del mondo dei “quasi adulti”, Skam 6
riesce comunque ad aggiungere alla mitologia dello show un pezzo
importante, un nuovo argomento raccontato e sdoganato, una nuova
storia e nuovi personaggi che, sicuramente, riusciranno a catturare
l’attenzione del pubblico di riferimento.
Il network americano della
NBC dopo il
primo episodio ha diffuso il promo e la trama del secondo
episodio di Chicago PD
11, l’attuale undicesima stagione di Chicago
PD.
In Chicago PD 11:02 che si intitolerà “Retread” e che
andrà in onda mercoledì Nonostante sia in congedo, Ruzek viene
coinvolto in un caso dopo l’irruzione in una partita di poker a
tarda notte.
La sinossi ufficiale della stagione 11 di Chicago P.D. è
la seguente:
“Un avvincente dramma poliziesco
sugli uomini e le donne del Distretto 21 della polizia di Chicago
che mettono tutto in gioco per servire e proteggere la loro
comunità”. Il Distretto 21 è composto da due gruppi distinti: i
poliziotti in uniforme che pattugliano il territorio e affrontano
testa a testa i crimini di strada della città e l’Unità di
Intelligence che combatte i reati più importanti della città –
criminalità organizzata, traffico di droga, omicidi di alto profilo
e altro ancora”.
L’undicesima stagione di Chicago
PD darà l’addio a Tracy Spiridakos, che nella serie interpretava
il detective Hailey Upton. I restanti membri del cast
Chicago P.D., tra cui
Jason Beghe nel ruolo di Hank Voight,
Lisseth Chavez nel ruolo di Vanessa Rojas,
Patrick Flueger nel ruolo di Adam Ruzek, LaRoyce Hawkins nel ruolo di Kevin Atwater,
Amy Morton nel ruolo di Trudy Platt e
Marina Squerciati nel ruolo di Kim Burgess,
rimangono i protagonisti dello show.
Chicago
PD è il secondo capitolo della franchise di serie
Chicago della Wolf Entertainment e arriva a due anni di distanza
dal debutto della prima serie, Chicago
Fire. Spin-off di Chicago
Fire, Chicago
PD si concentra sul 21° distretto fittizio, che
ospita gli agenti di pattuglia e l’unità di intelligence d’élite
del dipartimento, guidata dal sergente Hank Voight (Jason Beghe).
La serie segue gli agenti di pattuglia in uniforme e l’Unità di
Intelligence del 21° distretto del Dipartimento di Polizia di
Chicago mentre inseguono gli autori dei principali reati di strada
della città.
Nell’undicesima stagione La Upton fa da ombra a una squadra di
prevenzione delle crisi e si trova in contrasto con il medico di
salute mentale.
Ha avuto un interessante
percorso, attraverso festival come l’IFFI Goa in India, quello del
Cinema Italiano a Tolosa e quelli di Fano, Foggia e Napoli (dove ha
vinto i premi come Miglior Film e per la Miglior Attrice a Livia
Antonelli), il film che arriva in sala il 18 gennaio distribuito da
Farocinema. Sostenuto dall’azienda Latte Sano, il film
L’anima in pace diretto dal
vincitore del Globo D’OroCiro Formisano
(L’Esodo, L’altro buio in sala) conta sulla
partecipazione di Donatella Finocchiaro e Daniela
Poggi – accanto a Lorenzo Adorni
(Un passo dal cielo, Maschile singolare,
Adagio), Antonio Di Girolamo,
Cinzia Susino e la protagonista Livia
Antonelli, debuttante formatasi alla scuola Volonté – per
raccontare una storia ambientata entro le barriere invisibili e
invalicabili dei sobborghi.
L’anima in pace, la trama
Dora è una giovane di 25
anni con un carattere all’apparenza ruvido ed impenetrabile che
lavora portando la spesa a domicilio, un lavoro molto pesante. Non
l’unica difficoltà delle sue giornate, che ogni sera si concludono
a casa della zia, dove vive con la madre Lia. Questa è una donna
instabile ed inaffidabile, da poco uscita di prigione, la cui
inadeguatezza ha fatto sì che i gemelli Massimo e Nunzio siano
stati affidati a un’altra famiglia. Dora cerca di guadagnare soldi
sia attraverso il suo lavoro sia tramite una seconda attività,
illegale, consegnando le dosi che il pusher con cui ha una
relazione le passa. Soldi che spera le serviranno per costruire una
nuova vita, per potersi permettere il ritorno dei suo fratellini,
augurandosi che la sentenza imminente possa restituirglieli, che
inizia a sembrare possibile con l’arrivo di Andrea, un giovane
specializzando in medicina che cerca di aiutarla e spronarla,
almeno fino a quando Yuri non scopre il rapporto pulito e sincero
dei due giovani, per altro osteggiato dalla madre di lui.
Le
fatiche di Dora
Il sostegno dell’azienda
casearia Latte Sano alla realizzazione del film è evidente
(a partire dalla presenza dei locali dell’Azienda in alcune
riprese), e fondante, nel bene e nel male, con il rischio che il
risultato appaia quasi prodotto su committenza. Definizione che non
sarebbe la più adatta a un film dal forte realismo che si potrebbe
descrivere invece come ‘a tesi’, viste le implicazioni e i messaggi
che la storia di crescita ed emancipazione della giovane
protagonista suggerisce.
Una ragazza problematica,
costretta a occuparsi del sostentamento proprio e della famiglia –
disfunzionale e divisa, dai traumi passati e dalla giustizia –
senza poter contare sulla madre e con tutti i mezzi. Leciti e non.
Questa la premessa, sviluppata con forza quasi documentaristica nel
pieno della pandemia di Covid-19, fotografata nel momento del
lockdown dal quale tutti speravamo di uscire migliorati da una
esperienza che oggi risulta più anacronistica di quanto sia in
realtà. In parte anche per le scelte fatte nel rappresentarla.
Pregi e difetti del realismo popolare
Intorno il
Quarticciolo, un contesto popolare e periferico,
quello delle moderne borgate romane, delle quali si sceglie di
mettere in luce con onestà gli aspetti più positivi (da solidarietà
e dignità all’etica del lavoro) senza nasconderne i peggiori
(microcriminalità e diverse forme di abusi e violenza, domestica
primis). Peccato che le emblematiche e coinvolgenti sfide che Dora
affronta e supera siano accompagnate da qualche disattenzione,
figlia evidente di limiti di budget – contrastati anche con l’aiuto
delle stesse comparse (scelte tra gli abitanti del quartiere, che
hanno messo addirittura a disposizione la propria abitazione per le
riprese) – e da una evitabile ricerca del gesto simbolico, come
nell’insistenza finale sulla borsa della madre.
Personaggio a suo modo
chiave, affidato alla presenza scenica e all’esperienza di
Donatella Finocchiaro, cui fa da contraltare
l’altrettanto speciale partecipazione di Daniela
Poggi, madre borghese e diffidente del ragazzo che Dora
inizia a frequentare. Figura alla quale istintivamente verrebbe da
assegnare una funzione liberatoria che nella didascalica
conclusione la protagonista reclama giustamente per sé, giovane
consapevole e decisa a rompere un circolo vizioso che le impedisce
di – anche solo sognare – essere più di quel che è.