Sono stati svelati i primi poster
per The Exorcist:
Believer, che mostrano immagini inquietanti del
film in bianco e nero. Il film, in Italia distribuito come
L’esorcista – Il credente è un nuovo
sequel del lungometraggio del 1973, diretto dal regista della nuova
trilogia di HalloweenDavid
Gordon Green. Sebbene il film horror fungerà da sequel
diretto de L’esorcista, è stato
comunicato che gli altri film esistenti nel franchise rimarranno
canonici. I nuovi poster mettono in mostra bambini posseduti che
sembrano simili alla Regan della pellicola originale. Tuttavia,
sembra che uno dei bambini posseduti in L’esorcista: Il
credente non provi timore nei confronti del crocifisso. Di
seguito, ecco i poster:
— The Exorcist: Believer (@TheExorcistBlvr)
July 20, 2023
L’esorcista: Il credente, tutto quello che sappiamo
sul film
L’esorcista: Il credente si
concentrerà sul padre di un bambino posseduto in cerca di aiuto,
entrando infine in contatto con Chris MacNiel (Ellen Burstyn). La Burstyn
riprenderà il suo ruolo de L’esorcista nei panni della
madre di Regan (interpretata da Linda Blair),
aiutando a combattere il possesso di un altro bambino. Oltre alla
Burstyn, il cast di L’esorcista – Il credente include
Leslie Odom Jr. (Hamilton), Ann
Dowd (The Handmaid’s Tale), Raphael
Sbarge (C’era una volta) e la cantante
Jennifer Nettles.
Con un cast di talento riconoscibile
che dà vita al film, L’esorcista – Il credente sta
prendendo forma come un degno seguito di
L’esorcista. La decisione di avere tutti i film nel
canone di indica inoltre che ci saranno riferimenti anche agli
altri quattro titoli della serie. Il nuovo film, però, segna anche
l’inizio di una nuova trilogia di sequel,
similmente a quanto fatto anche con i sequel di Halloween,
di cui appunto Green è stato regista.
Resta però da vedere come questo
nuovo film si affermerà presso il grande pubblico. Mentre Green si
è dimostrato un talentuoso regista slasher con Halloween,
i suoi sequel Halloween Kills e
Halloween Ends non sono
stati particolarmente apprezzati né dal pubblico né dalla critica.
Tuttavia, con L’esorcista – Il credente, che
crea una nuova storia all’interno dell’universo di
L’esorcista, il film potrebbe svelare nuovi entusiasmanti
aspetti degni di essere raccontati.
Con il Comic Con 2023 in pieno
svolgimento, la Marvel ha diffuso il
nuovo trailer di The
Marvels, rivelando qualche dettagli in più della trama
nonché l’identità del cattivo, Dar-Benn (interpretata da
Zawe Ashton), e il suo piano vendicativo contro
Carol Danvers e i suoi nuovi compagni di squadra. Il trailer rivela
anche come mai le tre eroine protagoniste si scambiano posto nello
spazio, quando usano i loro poteri, come aveva anticipato la scena
post credits alla fine di Mrs. Marvel. Il tutto a causa di una
maledizione inflitta a Carol dalla villain.
Insieme a Larson, Parris e Vellani
nel film ci sono Samuel L. Jackson nei panni di
Nick Fury, Ashton nei panni della cattiva Kree Dar-Benn e
Park Seo-joon nei panni di un personaggio
misterioso noto solo per essere un alleato di Carol.
Un Funko Pop ha confermato che interpreterà il principe
Yan, che Danvers ha sposato nei fumetti, e il trailer suggerisce un
legame romantico tra i due.
Dar-Benn dà anche a Captain Marvel
un nuovo soprannome (molto più bello di “Captain Marvel” in
effetti), soprannominandola “l’Annientatrice” e spiegando il suo
piano di vendetta dopo che Danvers le ha portato via tutto. È una
fanatica e presumibilmente un’ex seguace di Ronan L’Accusatore di
Lee Pace, ancora ferita dalla sconfitta
dell’esercito Kree da parte di Captain Marvel nel primo film. The
Marvels conferma anche che Dar-Benn sarà in possesso dell’altro
braccialetto che corrisponde al gingillo superpotente visto in
Mrs. Marvel, che nella storia sostituisce a tutti
gli effetti la Gemma del Potere che invece dava i poteri a Ronan in
Guardiani della Galassia.
The Marvels, la trama
Nel film Marvel StudiosThe
Marvels, Carol Danvers alias Captain Marvel ha
recuperato la propria identità dai tirannici Kree e si è vendicata
della Suprema Intelligenza. Ma a causa di conseguenze impreviste,
Carol deve farsi carico del peso di un universo destabilizzato.
Quando i suoi compiti la portano in un wormhole anomalo collegato a
un rivoluzionario Kree, i suoi poteri si intrecciano con quelli
della sua super fan di Jersey City Kamala Khan, alias Ms. Marvel, e
con quelli della nipote di Carol, il capitano Monica Rambeau,
diventata ora un’astronauta S.A.B.E.R.. Insieme, questo improbabile
trio deve fare squadra e imparare a lavorare in sinergia per
salvare l’universo come “The Marvels”.
Tutto ciò che sappiamo su The
Marvels
The
Marvels, il sequel del cinecomic Captain
Marvel con protagonista il premio Oscar Brie
Larson che ha incassato 1 miliardo di dollari al
box office mondiale, sarà sceneggiato da Megan McDonnell,
sceneggiatrice dell’acclamata serie WandaVision.
Sfortunatamente, Anna
Boden e Ryan Fleck, registi del
primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: il sequel,
infatti, sarà diretto da Nia DaCosta, regista
di Candyman. Nel
cast ci saranno anche Iman Vellani (Ms.
Marvel, che vedremo anche nell’omonima serie tv in arrivo
su Disney+)
e Teyonah Parris (Monica Rambeau, già
apparsa in WandaVision). L’attrice Zawe
Ashton, invece, interpreterà il villain principale, del
quale però non è ancora stata rivelata l’identità.
Nessun dettaglio sulla trama del
sequel è stato rivelato, ma l’ambientazione del film dovrebbe
spostarsi dagli anni ’90 ai giorni nostri.
Naturalmente, Brie
Larson tornerà nei panni di Carol Danvers. Il
sequel di Captain
Marvelarriverà il 10 novembre 2023.
“Ambientata nell’unico college
americano esclusivamente per supereroi giovani adulti (gestito da
Vought International), Gen V è una serie irriverente e classificata
come R che esplora le vite di Supes ormonali e competitivi mentre
mettono i loro confini fisici, sessuali e morali nella loro vita,
gareggiando per i migliori incarichi nelle migliori città”, si
legge nella sinossi. “È in parte una serie generazionale, in
parte un Hunger Games– con tutto il cuore, la satira e la
volgarità di The Boys.”
I primi tre episodi di Gen V
debutteranno su Prime Video venerdì 29 settembre, seguiti da nuovi
episodi ogni settimana fino all’epico finale di stagione di venerdì
3 novembre. La serie sarà disponibile in oltre 240 Paesi e
territori nel mondo.
Gen V – il progetto
Dal mondo di The Boys arriva
Gen
V, il racconto della formazione scolastica della prima
generazione di supereroi a conoscenza del Compound V, i cui
superpoteri non sono innati, ma sono stati loro iniettati. Questi
giovani e competitivi eroi metteranno alla prova i propri limiti,
sia fisici sia morali, nell’impresa di raggiungere la bramata prima
posizione della classifica della scuola. Presto impareranno che
l’ambizione necessita di sacrifici e che la differenza tra giusto e
sbagliato non è così chiara come credevano. Quando gli oscuri
segreti dell’università verranno a galla, gli studenti dovranno
fare i conti con il tipo di supereroi che vogliono diventare.
Il cast della serie include Jaz
Sinclair, Chance Perdomo, Lizze Broadway, Shelley Conn, Maddie
Phillips, London Thor, Derek Luh, Asa Germann, Patrick
Schwarzenegger, Sean Patrick Thomas e Marco Pigossi. In Gen
V vedremo anche Clancy Brown e Jason Ritter nel ruolo
di guest star, oltre alla partecipazione straordinaria di Jessie T.
Usher, Colby Minifie e P.J. Byrne negli stessi ruoli che
interpretano in The Boys.
Michele Fazekas e Tara Butters sono
showrunner ed executive producer della serie. Eric Kripke, Seth
Rogen, Evan Goldberg, James Weaver, Neal H. Moritz, Ori Marmur,
Pavun Shetty, Ken Levin, Jason Netter, Garth Ennis, Darick
Robertson, Craig Rosenberg, Nelson Cragg, Zak Schwartz, Erica Rosbe
e Michaela Starr sono executive producer anche dello spinoff della
serie. Nel ruolo di co-executive producer troviamo Brant
Englestein, Sarah Carbiener, Lisa Kussner, Gabriel Garcia, Aisha
Porter-Christie, Judalina Neira e Loreli Alanís. La serie è
prodotta da Sony Pictures Television e Amazon Studios, in
collaborazione con Kripke Enterprises, Point Grey Pictures e
Original Film.
Il nuovo spot di Blue Beetle, il prossimo film
DC Studios in uscita, conferma che il Superman di James
Gunn esiste nell’universo del film e che quindi siamo di
fronte al primissimo riferimento all’Uomo d’Acciaio di
Superman: Legacy di questo nuovo universo dei
personaggi DC Comics.
Cosa sappiamo su Blue Beetle?
Blue Beetle è un personaggio
immaginario dei fumetti; venne pubblicato negli Stati Uniti
d’America da diverse case editrici a partire dal 1940. Tale
supereroe ha avuto nel tempo diversi alter ego. Kord “è saltato”
nell’universo DC Comics durante Cisis on Infinite
Earths insieme a un certo numero di altri
personaggi di Charlton Comics. Il secondo Blue Beetle in
seguito ha recitato nel suo fumetto di 24 numeri. Kord non ha
mai avuto superpoteri, ma ha usato la scienza per creare vari
dispositivi che lo aiutassero a combattere il crimine.
È diventato un membro
della Justice League of America ed è stato
successivamente ucciso durante il crossover Infinite
Crisis della DC Comics. Soto (“Charm City
Kings”, “The Farm”) dirige da una sceneggiatura di
Gareth Dunnet-Alcocer (“Miss Bala”),
basata sui personaggi DC. Al fianco di Xolo
Maridueña (“Cobra Kai”) troviamo Adriana
Barraza(“Rambo: Last Blood”, “Thor”) nel ruolo
della nonna di Jaime, Nana, Damían Alcázar
(“Narcos”, “Narcos: Mexico”) in quello di suo padre,
Elpidia Carrillo (“Mayans M.C.”, la saga
di “Predator”) nel ruolo della madre, Bruna
Marquezine (“Maldivas”, “God Save the King”) in
quello di Jenny Kord, Raoul Max Trujillo (i film
di “Sicario”,“Mayans M.C.”) come Carapax. I
Il Premio Oscar
Susan Sarandon (“Monarch”, “Dead Man
Walking”) come Victoria Kord e George Lopez
(le saghe di “Rio” e “I Puffi”) nel ruolo di suo
zio Rudy. Nel cast anche Belissa Escobedo
(“American Horror Stories”, “Hocus Pocus 2”) nel ruolo
della sorella di Jaime, Milagro, e Harvey Guillén
(“What We Do in the Shadows”) che interpreta il Dott.
Sanchez. Blue Beetle sarà disponibile nelle sale italiane
a partire dal 17 agosto 2023 distribuito da Warner Bros.
Pictures.
Sarà il regista e sceneggiatore Andrea Pallaoro
(Medeas,
Hannah,
Monica) a presiedere la Giuria di studenti di cinema che – per
il decimo anno – assegnerà il Premio Venezia
Classici per il miglior film restaurato. La Giuria,
composta da 24 studenti, ognuno indicato dai docenti dei diversi
corsi di cinema delle università italiane, dei DAMS e della
veneziana Ca’ Foscari, potrà altresì premiare il miglior
documentario sul cinema presentato all’interno della Sezione.
Venezia Classici è la sezione che dal 2012 presenta alla Mostra
in anteprima mondiale, una selezione dei migliori restauri di film
classici realizzati nel corso dell’ultimo anno da cineteche,
istituzioni culturali e produzioni di tutto il mondo. Curata da
Alberto Barbera con la collaborazione di Federico Gironi, Venezia
Classici presenta inoltre una selezione di documentari sul cinema e
i suoi autori.
“Anche quest’anno il programma di Venezia Classici si propone di
offrire al pubblico uno spaccato ampio e trasversale della storia
del cinema, attraversando generi e correnti, esplorando
cinematografie e celebrando grandi autori e anniversari.” –
dichiarano Alberto Barbera e Federico Gironi – “S’inizia
doverosamente con il tributo a una delle più grandi e popolari star
del cinema italiano. Nella serata di preapertura dedicata a Gina
Lollobrigida, si rivedranno La provinciale di Mario Soldati che
ripropone una delle sue migliori interpretazioni, e il documentario
(assai poco visto) che Orson Welles le dedicò nel 1958, Portrait of
Gina, con il quale si augurava di poter dar vita ad una serie di
ritratti di persone e luoghi per la televisione americana ABC che
invece non ebbe seguito.
Un altro omaggio si propone di ricordare uno dei maestri del cinema
italiano di genere, Ruggero Deodato, scomparso nel dicembre
dell’anno scorso, con il restauro di uno dei suoi film più estremi
e invisibili: Ultimo mondo cannibale.
Nel febbraio scorso, se n’è andato anche uno dei più grandi registi
spagnoli, Carlos Saura, del quale rivedremo in versione restaurata
uno dei primi e migliori film, che segnò la rinascita del cinema
spagnolo: La caccia, premiato al Festival di Berlino del 1965.
Tra gli anniversari che celebriamo quest’anno, anche quello di Anna
Magnani che ci ha lasciati cinquant’anni fa. Per l’occasione,
potremo assistere alla proiezione del nuovissimo restauro in 4K di
Bellissima, straordinario film di uno dei più grandi registi della
storia del cinema italiano, Luchino Visconti.
È il 120° anniversario anche della nascita di Yasujiro Ozu, di cui
si vedrà un film raro e mutilato dalla censura dell’epoca, in pieno
secondo conflitto mondiale: il recente ritrovamento di una parte
delle sequenze tagliate consentirà di riscoprire C’era un padre in
una versione non completa ma sicuramente più prossima all’edizione
originale di quella conosciuta sinora.
E poi una serie di grandi film che appartengono di diritto alla
storia del cinema e del suo pantheon” – continuano Alberto Barbera
e Federico Gironi – “Les Créatures di Agnès Varda (in concorso alla
Mostra del Cinema di Venezia del 1966); I giorni del cielo,
secondo, straordinario film di Terrence Malick; Per il re e per la
patria di Joseph Losey e Le ombre degli avi dimenticati di Sergej
Parajanov, che rivelò al mondo intero le straordinarie qualità del
grande regista armeno-ucraino inviso alle autorità sovietiche per
la sua opera, che rielabora in chiave surrealista e visionaria le
tradizioni popolari delle popolazioni caucasiche.
Non solo restaurati, ma anche rivisti dagli stessi autori in veri e
propri Director’s Cut, sono Un sogno lungo un giorno di Francis
Ford Coppola e Profundo Carmesí di Arturo Ripstein, mentre il
capolavoro Andrej Rublëv di Andrej Tarkovskij verrà presentato in
quella che è la ricostruzione della versione integrale, censurata
prima della sua uscita e mai vista prima d’ora.
Il 2023 è l’anno del centenario di Warner Bros. e Disney. Per
celebrarli entrambi, a 50 anni dalla sua realizzazione, ritorna in
versione restaurata un capolavoro del cinema non solo horror come
L’esorcista di William Friedkin, mentre per chi cerca qualcosa di
più dolce e rassicurante ecco Rondine senza nido, film con la
leggendaria Shirley Temple diretto dal prolifico e a tratti geniale
Allan Dwan.
Dalla scena indipendente americana arriva invece l’allieva di Roger
Corman Stephanie Rothman che diede alla sexploitation anni ‘70 un
impulso femminista. La Mostra presenterà The Working Girls, uno dei
recenti restauri dalla sua filmografia entrata a far parte della
collezione del MoMA di New York. Sempre in tema di trasgressioni,
il regista Yonfan ci porta nei quartieri a luci rosse di Singapore
a simpatizzare con un gruppo di irresistibili travestiti, con il
coloratissimo Bugis Street. I bambini sono invece protagonisti
anche di uno dei primi film di Amir Naderi, Harmonica (Saaz Dahani,
rimasto invisibile per anni), ambientato in un Iran costiero e
soleggiato che non ti aspetti. Da scoprire, o riscoprire, anche due
film da noi davvero poco noti: Life of a Shock Force Worker del
regista bosniaco Bahrudin Čengić, film considerato da molti critici
come uno dei capolavori dell’ex cinema jugoslavo, e Ohikkoshi del
giapponese Shinji Sōmai, autore ingiustamente sottovalutato di
soli 13 bellissimi film realizzati fra il 1980 e il 2000.”
Questo l’elenco completo dei restauri di Venezia Classici
selezionati per l’80. Mostra:
VENEZIA CLASSICI
SLIKE IZ ŽIVOTA UDARNIKA (LIFE OF A SHOCK FORCE WORKER)
di BAHRUDIN BATO ČENGIĆ (Jugoslavia, 1972, 78’, colore / B/N)
restauro: Slovenska kinoteka / Filmski centar Sarajevo / Hrvatski
državi arhiv – Hrvatska kinoteka / Ōsterreichisches Filmmuseum col
supporto di EU Creative Europe Medie Programme / ACE – Association
des Cinémathèques Européennes / Ministrstvo za kulturo Republike
Slovenije
ULTIMO MONDO CANNIBALE – Proiezione di mezzanotte
di RUGGERO DEODATO (Italia, 1977, 90’, colore)
restauro: Minerva Pictures
REBECCA OF SUNNYBROOK FARM (RONDINE SENZA NIDO)
di ALLAN DWAN (USA, 1938, 81’, B/N)
restauro: Walt Disney Studios / The Film Foundation
ONE FROM THE HEART: REPRISE (UN SOGNO LUNGO UN GIORNO)
di FRANCIS FORD COPPOLA (USA, 1982, 95’, colore)
restauro: American Zoetrope
THE EXORCIST (L’ESORCISTA)
di WILLIAM FRIEDKIN (USA, 1973, 132’, colore)
restauro: Warner Bros.
KING & COUNTRY (PER IL RE E PER LA PATRIA)
di JOSEPH LOSEY (UK, 1964, 88’, B/N)
restauro: StudioCanal
DAYS OF HEAVEN
di TERRENCE MALICK (USA, 1978, 94’, colore)
restauro: Criterion / Paramount
SAAZ DAHANI (HARMONICA)
di AMIR NADERI (Iran, 1973, 76’, colore)
restauro: Institute for the Intellectual Development of Children
and Young adults – KANOON / Roashana Laboratory
CHICHI ARIKI (C’ERA UN PADRE)
di YASUJIRO OZU (Giappone, 1942, 92’, B/N)
restauro: Shochiku / National Film Archive of Japan
TINI ZABUTYKH PREDKIV (LE OMBRE DEGLI AVI DIMENTICATI)
di SERGEI PARAJANOV (Ucraina, 1965, 99’, colore / B/N)
restauro: Oleksandr Dovzhenko National Film Studio
PROFUNDO CARMESÍ – DIRECTOR’S CUT
di ARTURO RIPSTEIN (Messico, Spagna, Francia, 2023, 136’,
colore)
restauro: Alebrije Producciones / Wanda Films
THE WORKING GIRLS
di STEPHANIE ROTHMAN (USA, 1974, 80’, colore)
restauro: The Museum of Modern Art, New York
LA CAZA (LA CACCIA)
di CARLOS SAURA (Spagna, 1966, 87’, B/N)
restauro: Video Mercury Films
LA PROVINCIALE
di MARIO SOLDATI (Italia, 1953, 113’, B/N)
restauro: CSC – Cineteca Nazionale, in collaborazione con Compass
Film
ANDREJ RUBLEV – DIRECTOR’S CUT
di ANDREJ TARKOVSKIJ (URSS, 1966, 191’, colore / B/N)
restauro: Istituto Internazionale Andrej Tarkovskij in
collaborazione con Coevolutions e Cloudpost
LES CRÉATURES (LE CREATURE)
di AGNÈS VARDA (Francia, 1965, 94’, colore / B/N)
restauro: Ciné Tamaris / CNC con il supporto di SHE ECHOES e
Chanel
BELLISSIMA
di LUCHINO VISCONTI (Italia, 1951, 114’, B/N)
restauro: CSC – Cineteca Nazionale, in collaborazione con Compass
Film
BUGIS STREET
di YONFAN (Hong Kong, 1995, 98’, colore)
restauro: L’immagine ritrovata / Far Sun Film
FUORI CONCORSO
PORTRAIT OF GINA
di ORSON WELLES (USA, 1958, 27’, B/N)
restauro: Filmmuseum di Monaco di Baviera, in collaborazione con
Cinecittà
C’è
ancora domani di
Paola Cortellesi è il film d’apertura della diciottesima
edizione della Festa del Cinema di Roma che si svolgerà
dal 18 al 29 ottobre 2023 all’Auditorium Parco della Musica “Ennio
Morricone”. Lo annuncia la Direttrice Artistica Paola Malanga con
Gian Luca Farinelli, Presidente della Fondazione Cinema per Roma, e
Francesca Via, Direttrice Generale.
Considerata una delle artiste più complete del panorama
italiano, Paola Cortellesi, attrice, sceneggiatrice e autrice,
Premio David di Donatello per la sua interpretazione
in Nessuno mi può giudicare e vincitrice di tre
Nastri D’Argento per Come un gatto in
tangenziale, Ma cosa ci dice il
cervello e Figli, firma il suo esordio alla
regia con un originale dramedy in bianco e nero ambientato nel
Secondo Dopoguerra, prodotto da Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa
per Wildside, società del gruppo Fremantle, e
Vision Distribution, società del gruppo Sky.
Nel cast del film Paola Cortellesi e Valerio Mastandrea sono affiancati da
Romana Maggiora Vergano, Emanuela Fanelli, Giorgio
Colangeli e
Vinicio Marchioni.C’è ancora domani, scritto
da Furio Andreotti, Giulia Calenda e Paola Cortellesi, sarà
distribuito in Italia e nel mondo da Vision
Distribution.
I fan del franchise di
Saw hanno avuto una bella sorpresa giovedì,
quando Lionsgate ha
annunciato che era stata fissata una nuova data di
uscita di Saw X, dato che il
film è stato anticipato di un mese! Oltre alla notizia di
una nuova data di uscita, Lionsgate ha anche condiviso il primo
sguardo al film, mostrando il ritorno di Tobin
Bell nei panni dell’iconico personaggio
Jigsaw/John Kramer. È stata anche rilasciata
una nuova sinossi del film, che rivela che Kramer si
recherà in Messico nel film, solo per ritrovarsi invischiato in
un’operazione progettata per truffare un sacco di persone.
In un annuncio ufficiale di
giovedì, Lionsgate ha confermato che il decimo capitolo del
franchise di lunga data sarebbe arrivato il 29 settembre, un mese
intero prima della data di uscita precedentemente annunciata. Dai
un’occhiata alla nuova immagine di Tobin Bell nei panni di Jigsaw
in Saw
X qui sotto:
Il regista ha anche notato
che spera di mantenere il titolo provvisorio di Saw
X come nome del film, sottolineando che “torna
alle radici di ciò che rende Saw così
speciale”. Ha poi elogiato l’intero cast, inclusa la star di
ritorno Tobin Bell, così come altri che hanno lavorato al
film. “Spero che potremo usare il titolo Saw
X perché questo capitolo torna davvero
alle radici di ciò che rende Saw così
speciale per me e per tutti gli altri che amano la saga di John
Kramer“, ha detto Greutert. “Grazie di cuore a tutto
il cast, non tutti quelli che posso nominare qui ma inclusi Tobin
Bell, Shawnee Smith, Synnøve Lund, Steven Brand, Renata Vaca… e
tutti gli altri che hanno contribuito a realizzare tutto questo,
così come i produttori Mark Burg, Oren Koules, Ulrich Maier, Erick
Ahedo e Lionsgate per avermi affidato questa bestia sputa sangue di
una storia. Questo è un giorno incredibile per me, non vedo
l’ora che il mondo veda il film finale“.
L’ultimo film di
Saw,Spiral, è stato scritto da Josh Stolberg e
Pete Goldfinger e diretto da Darren Lynn Bousman, che in precedenza
aveva diretto Saw II, Saw
III e Saw IV. Il
film è stato generalmente considerato una delusione, con il
progetto che ha ricevuto recensioni contrastanti e ha incassato
solo circa $ 40 milioni al botteghino. Saw
X uscirà negli USA il 29 settembre 2023.
Dozzine di film hanno ricevuto
l’approvazione dal sindacato SAG-AFTRA per continuare le riprese
durante lo sciopero degli attori, inclusi
film con grandi nomi come Jenna Ortega,
Matthew
McConaughey e Mark Wahlberg.
Mentre gli attori di Hollywood sono in sciopero e non lavoreranno
con studi affiliati all’Alliance of Motion Picture and Television
Producers (AMPTP), SAG-AFTRA ha infatti deciso di concedere
esenzioni dallo sciopero ad alcune produzioni indipendenti e
Variety riferisce che circa 39
progetti hanno ricevuto tale approvazione.
Fanno parte di questo elenco due
produzioni A24, Mother Mary con
Anne Hathaway e
Michaela Coel, e Death of a Unicorn con
Paul Rudd e
Jenna Ortega. Altre star che gireranno durante lo
sciopero includono i già citati Matthew
McConaughey in The Rivals of Amziah
King, Mark Wahlberg in Flight
Risk e l’attrice Sigourney
Weaver in Dust Bunny. I film che SAG-AFTRA
sta approvando per continuare la produzione durante lo sciopero
degli attori sono realizzati da società che non sono associate
all’AMPTP. Ciò include studi completamente indipendenti come A24 e
Angel Studios.
Nonostante gli attori non siano in
grado di lavorare con gli studi AMPTP, sembra dunque che SAG-AFTRA
sia indulgente nei confronti di coloro che chiaramente non fanno
parte del gruppo contro cui si sta scioperando. Poiché alcuni
importanti nomi sono legati a progetti più piccoli, in futuro
probabilmente il pubblico sarà attirato sempre più verso questi
film non affiliati ad AMPTP. Date queste prime comunicazioni,
potrebbero esserci ancora più approvazioni per alcuni lavori per
continuare le riprese in futuro. Resta da vedere che impatto queste
approvazioni per le riprese avranno su tutta Hollywood, mentre
continua lo sciopero degli attori SAG-AFTRA contro AMPTP.
Dopo aver anticipato
un’uscita nel 2024, la data di
uscita del film Borderlandsè stata ufficialmente fissata e comunicata durante il San
Diego Comic-Con 2023 in corso.La data di uscita del
film Borderlands è
stata fissata per il 9 agosto 2024, con la notizia che arriva
tramite gli account Twitter ufficiali per il film
Borderlands, nonché daRandy
Pitchford co-fondatore di Gearbox Software e
creatore della serie Borderlands.
Il film Borderlands è
interpretato da
Cate Blanchett, Kevin Hart,
Jack Black,
Jamie Lee Curtis, Ariana Greenblatt, Florian Munteanu, Haley
Bennett,
Édgar Ramírez, Bobby Lee, Olivier Richters, Janina Gavankar,
Gina Gershon, Cheyenne Jackson, Charles Babalola, Benjamin Byron
Davis, Steven Boyer, Ryann Redmond e Penn Jillette.
Il film è diretto da Eli
Roth e si basa su una sceneggiatura scritta da Craig Mazin
(che ha recentemente rimosso il suo nome dal film e sarà
accreditato con uno pseudonimo). Nel cast anche Haley
Bennett, Janina Gavankar, Gina Gershon, Cheyenne Jackson, Charles
Babalola, Benjamin Byron Davis, Steven Boyer, Ryann Redmond e Bobby
Lee.
Borderlands è prodotto da Avi Arad e Ari Arad di Arad Productions,
insieme a Erik Feig di Picturestart. Il
produttore esecutivo sarà Randy Pitchford, fondatore di Gearbox, e
Strauss Zelnick, CEO di Take-Two
Interactive. James
Myers e Aaron Edmonds di Lionsgate stanno supervisionando il
progetto insieme a Emmy Yu di Arad e Lucy Kitada e Royce
Reeves-Darby di Picturestart.
Mi dispiace tanto scriverlo,
soprattutto nella settimana più calda dell’anno per il cinema e
anche a causa delle alte temperature sopra alla media, ma da noi
non ci sarà nessun
Barbenheimer. In questa settimana di luglio in sala in Italia
dobbiamo, per così dire, accontentarci di
Barbie e rimandare ad agosto la bomba atomica di
Oppenheimer, non in CGI, diretta da
Christopher Nolan. Intanto alla gradino più alto troviamo
Tom Cruise con
Mission: Impossible – Dead Reckoning –
Parte
Uno e chissà se la bambola più famosa riuscirà a spodestare il
Re dell’azione e degli stunt-man estremi.
Vediamo insieme i film di
luglio in salaal cinema diquesta settimana
Cattiva coscienza
Tra le novità in sala spicca subito
questa commedia romantica e surreale del regista italiano Davide
Minnella.
Cattiva coscienza immagina che le nostre coscienze abbiano una
forma umanoide e vivano in un universo parallelo, Mondo Altro, da
cui controllano noi umani di cui sono i responsabili. Nel film uno
di loro, il personaggio di Otto interpretato da
Francesco Scianna, viene tra noi per aiutare il suo assistito
Filippo l’attore Filippo Schicchitano. Nel cast troviamo poi
Caterina Guzzanti,
Matilde Gioli e Beatrice
Granno’ che hanno già lavorato insieme nella serie Doc – Nelle
tue mani e con la straordinaria partecipazione di
Drusilla Foer.
La Maledizione della Queen
Mary
Questa pellicola dell’irlandese
Gary Shore è il racconto horror della maledizione, che dopo un
sanguinario delitto a bordo nel 1938, colpi’ il transatlantico di
lusso Queen Mary.
La maledizione della Queen Mary è ambientata in due epoche
diverse quella prima della furia omicida di un padre che ammazza
senza pietà la sua famiglia e quella di molti anni dopo di Lukas
Calder che viaggia in compagnia dei sui genitori. Il bambino mentre
si aggirerà per i corridoi della nave verrà posseduto e da qui
inizierà per l’incubo ad occhi aperti dei Calder. Questo mistery
sovrannaturale europeo vede per protagonisti
Alice Eve e
Joel Fry.
Avanzers – Italian
Superheroes
Questo film di Cosimo Bosco è il
secondo e ultimo titolo italiano che troverete al cinema tra le
novità di questi giorni. Avanzers – Italian
Superheros è una parodia e una rivisitazione del celebre
cinecomic The Avengers. Il lungometraggio continua con il filone
dello Spaghetti-fi, iniziato dal regista con Anatar che prende
ispirazione da Avatar, e che proseguirà con altri mockbuster.
Barbie
Margot Robbie è Barbie,
Ryan Gosling è Ken e sono la coppia più bella e famosa di
Barbieland, il mondo perfetto e rosa dove vivono i due protagonisti
con i loro simili. Un giorno all’improvviso l’iconica bambola
bionda sarà costretta a fuggire dalla sua terra natale e
trasferirsi nel nostro mondo reale alla ricerca della felicità.
Questo è il terzo film da sola da regista di
Greta Gerwig che ha scritto la sceneggiatura cinematografica
con il suo compagno di vita
Noah Baumbach.
Barbie possiede un cast numeroso è molto variegato composto da
volti molto noti delle serie come
Emma Mackey,
America Ferrara,
Kate McKinnon, Issa Rea,
Ncuti Gatwa, Hari Nef e tanti altri tra cui spicca anche la
cantante
Dua Lipa nei panni di Barbie Sirena al suo debutto sul grande
schermo.
Il Mistero del Profumo Verde
Questa commedia gialla francese del
regista Nicolas Pariser è stata presentata l’anno scorso nella
Quinzaine de Realisateurs del Festival di Cannes del 2022.
Il Mistero del Profumo Verde è ambientato ai giorni nostri tra
Parigi durante una rappresentazione teatrale della
Comedie-Française un attore in scena muore improvvisamente. Questo
film che profuma di vecchio cinema e di noir alla Hitchcock ma cita
anche i fumetti di Herge’ e
Tintin.
Il Supplente
Il Supplente di
Diego Larman è un film ispirato all’operaio disegnato dal
vignettista da Altan. Questa pellicola vede per protagonista Lucio,
un professore universitario che accetta l’incarico di
supplente in un liceo nella periferia di Buenos Aires. Usando il
valore della letteratura il giovane insegnante cercherà di aiutare
i suoi studenti una possibile alternativa alla dura realtà del
quartiere.
Piggy
Il titolo originale di questo film
è Cerdita che vuol dire maialino in lingua
spagnola.
Piggy è un lungometraggio che tratta il difficile argomento del
bullismo e del body shaming. La protagonista è Sara, l’attrice
Laura Galan , una ragazza che viene continuamente bullizzata dai
suoi coetanei a causa del suo aspetto perché in sovrappeso e che
finalmente avrà la sua vendetta personale. Un piccolo fenomeno del
grande schermo che ha esordito al Sundance 2022 ed è decisamente
“l’anti Barbie” di questo luglio in sala al cinema in Italia.
L’attore Cillian
Murphyha riflettuto sull’aver quasi
interpretato Bruce
Wayne/ Batmannella trilogia del Cavaliere Oscuro di Christopher
Nolan.Murphy recita nel
nuovo film di Christopher
Nolan, Oppenheimer,
un thriller storico su J. Robert Oppenheimer, la persona
che sarebbe poi diventata nota come il padre della bomba atomica.
Tuttavia, questa è solo un’altra delle lunghe collaborazioni tra
Nolan e
Murphy. Il duo attore-regista ha lavorato insieme alla
trilogia di
The Dark Knight,
Inception e
Dunkirk.
Sebbene Murphy sia diventato
noto come il malvagio Dr. Jonathan Crane / Spaventapasseri
nei tre film di Batman di Nolan,
Cillian Murphy ha quasi interpretato lo stesso
Cavaliere Oscuro. È arrivato al punto di fare un provino per il
ruolo.“È stato più eccitante che snervante,
perché non mi ero mai considerato il tipo di esemplare dal fisico
perfetto per Batman“, ha detto Murphy a GamesRadar+ . “Era
solo l’occasione per lavorare con lui, anche se per un breve
periodo. Avevano
costruito l’intero set, ed era tutto girato in
35mm. Quindi, è stato un vero provino. E mi è sempre
sembrato che dovesse essere
Christian Bale, sempre. Ma poi è successo qualcosa in quel
test e mi ha dato quell’altra parte in Spaventapasseri. E
abbiamo continuato a lavorare”.
Christopher Nolan ha
condiviso anche la sua versione della storia,rivelando: “La prima volta che ho
incontrato Cillian è stato per
Batman Begins, e stavo cercando chi potesse interpretare
Batman, e avevo visto una sua fotografia da
28 Days Later di Danny Boyle. Ero solo rimasto molto colpito
dal suo aspetto, dai suoi occhi meravigliosi e da quello sguardo. I
due hanno cenato e Nolan ha detto che Murphy “non si sentiva bene
per Bruce Wayne, il Batman”, ma ha detto che era “qualcuno con cui
voglio creare. Questa è una persona con cui voglio
lavorare”.
Tutto quello che sappiamo sul
film Oppenheimer
Scritto e diretto
daChristopher Nolan,
Oppenheimer è un
thriller storico girato in IMAX che porta il pubblico
nell’avvincente storia paradossale di un uomo enigmatico che deve
rischiare di distruggere il mondo per poterlo salvare. Il film è
interpretato da Cillian
Murphy nel ruolo di J. Robert Oppenheimer e
da Emily
Blunt nel ruolo della moglie, la biologa e
botanica Katherine “Kitty” Oppenheimer. Il premio
Oscar Matt
Damon interpreta il generale Leslie Groves Jr.,
direttore del Progetto Manhattan, e Robert Downey Jr.
interpreta Lewis Strauss, commissario fondatore della Commissione
statunitense per l’energia atomica.
Il film è tratto dal libro
vincitore del premio Pulitzer American Prometheus: The Triumph
and Tragedy of J. Robert Oppenheimer di Kai
Bird e del compianto Martin J. Sherwin.
Il film è prodotto da Emma Thomas, Charles
Roven di Atlas Entertainment e Christopher
Nolan. Oppenheimer è girato sia
in IMAX 65mm che in pellicola di grande formato 65mm che include,
per la prima volta in assoluto, sezioni in fotografia analogica
IMAX in bianco e nero.
Barbie,
l’attesissimo film fenomeno dell’anno scritto e diretto da
Greta Gerwig, tinge di rosa il cinema italiano con
uno straordinario incasso di 2.178.000 € nel suo primo
giorno di programmazione. Risultato che segna la miglior apertura
al box office del 2023 oltre a numerosi record nel giorno
di esordio.
Accompagnato da una
maestosa strategia di marketing e straordinarie attività publicity,
Barbie ha registrato in Italia numerosi record al box office tra
cui:
Miglior debutto per un film nel 2023
La quarta miglior apertura di sempre per un film distribuito da
Warner Bros. Pictures
Il secondo miglior esordio dall’inizio della pandemia
Miglior debutto per un film uscito a luglio dall’inizio della
pandemia
Il terzo miglior debutto di sempre per un film uscito nel mese
di luglio
Miglior debutto per un film diretto da una regista
Miglior debutto per un film diretto da Greta Gerwig
Miglior debutto per un film con Margot Robbie
Miglior debutto per un film con Ryan Gosling
Uscito ieri, giovedì 20 luglio, su
oltre 600 schermi cinematografici della penisola, Barbie ha
richiamato nelle sale oltre 284.000 spettatori curiosi ed
entusiasti di poter finalmente vedere quello che viene considerato
il film più coinvolgente degli ultimi anni.
Barbie, il cast del
film
Dalla sceneggiatrice/regista
candidata all’Oscar Greta
Gerwig (Piccole donne, Lady Bird) arriva
Barbie
con protagonisti i candidati all’Oscar Margot Robbie
(Bombshell – La voce dello scandalo, Tonya) e
Ryan Gosling (La La
Land, Drive) nei panni di Barbie
e Ken. Insieme a loro nel cast anche America Ferrera
(End of Watch – Tolleranza zero, i film Dragon
Trainer), Kate McKinnon
(Bombshell – La voce dello scandalo, Yesterday),
Michael Cera (Scott Pilgrim vs. the World,
Juno), Ariana Greenblatt (Avengers:
Infinity War, 65 – Fuga dalla Terra), Issa
Rae (The Photograph – Gli scatti di mia madre,
Insecure), Rhea Perlman (Nei miei sogni,
Matilda 6 Mitica) e Will Ferrell
(Anchorman, Ricky Bobby – La storia di un uomo che sapeva
contare fino a uno).
Fanno parte del cast del film anche
Ana Cruz Kayne (Piccole donne),
Emma Mackey (Emily,
Sex Education), Hari Nef (Assassination
Nation, Transparent), Alexandra Shipp (i film X-Men),
Kingsley Ben-Adir (Quella notte a Miami, Peaky
Blinders), Simu Liu (Shang-Chi e la
leggenda dei dieci anelli), Ncuti Gatwa
(Sex Education), Scott Evans (la serie TV
Grace e Frankie), Jamie Demetriou
(Crudelia), Connor Swindells (Sex
Education, Emma.), Sharon Rooney
(Dumbo, Jerk), Nicola Coughlan
(Bridgerton, Derry Girls), Ritu Arya
(The Umbrella Academy) e il premio Oscar Helen Mirren
(The Queen – La Regina). Il film è al cinema dal
20 luglio.
Al momento si tratta di rumor non
confermati, ma Variety riferisce che non è da
escludere che lo studio possa decidere di spostare al 2024 i tre
film, non potendo promuoverli adeguamente allo stato attuale delle
cose. Gli attori in sciopero, infatti, non possono prendere parte a
premiere, interviste e qualunque altro evento legato al proprio
film. Secondo le fonti di Variety, specie per quel che riguarda
Dune – Parte 2, lo studio non vorrebbe
perdere la possibilità di coinvolgere nella promozione del kolossal
di Denis Villeneuve il sontuoso cast che ha preso
parte alla lavorazione e si starebbe pertanto pensando di rinviarlo
al 2024.
Al momento, ribadiamo, né Warner
Bros. Discovery né Legendary Entertainment (che coproduce Dune – Parte Due) hanno commentato questo
rapporto. Resta da vedere se dunque questo si realizzerà, ma se
davvero gli scioperi dovessero protrarsi a lungo, potrebbe essere
solo una questione di tempo prima che anche altri grandi studi di
produzione prendano in considerazione di fare lo stesso. Il
coinvolgimento delle star nella promozione di un film è infatti
ormai quasi indispensabile e la mancanza di tale elemento rischia
di privare le pellicole di una forte pubblicità in più.
James Cameron
torna a parlare dell’ascesa dell’intelligenza
artificiale, divenuta in questi ultimi anni sempre più
sofisticata. Il regista ha infatti dichiarato a CTV News “vi avevo avvertito
nel 1984 e non mi avete ascoltato“, riferendosi al film
Terminator, uscito in
quell’anno. Come noto, nel celebre film di fantascienza una rete di
difesa artificialmente intelligente che è diventata senziente,
chiamata Skynet, ha guidato una guerra delle macchine contro gli
uomini, scatenando dunque l’apocalisse e l’estinzione di massa.
“Penso che rende l’IA un’arma
sia il pericolo più grande“, ha poi aggiunto Cameron.
“Penso che entreremo nell’equivalente di una corsa agli
armamenti nucleari con l’intelligenza artificiale, e se non lo
costruiamo noi, altri lo faranno sicuramente, e quindi si
intensificherà“. Cameron, tuttavia, non pensa che
l’intelligenza artificiale possa sostituire gli scrittori nnel
breve periodo. Un tema particolarmente caldo, nonché tra quelli che
hanno portato allo sciopero degli sceneggiatori
attualmente in corso negli Stati Uniti, i quali chiedono maggiori
garanzie e controlli proprio riguardo l’uso delle intelligenze
artificiali applicate alla scrittura.
A riguardo Cameron non sembra essere
preoccupato, dichiarando che “personalmente non credo che una
mente senza corpo, che rigurgita solo ciò che altre menti le hanno
detto – sulla vita che hanno avuto, sull’amore, sulla menzogna,
sulla paura, sulla mortalità – possa mettere tutto insieme,
mescolando e poi elaborando qualcosa… Non credo che possieda
qualcosa che possa emozionare un pubblico“. Ha poi continuato:
“Aspettiamo 20 anni e se un’intelligenza artificiale dovesse
vincere un Oscar per la migliore sceneggiatura, penso che a quel
punto dovremo prenderla sul serio“.
Film di apertura del Festival
di Cannes 2022 | Un Certain
Regard, Io sono tuo
padre di Mathieu Vadepied arriva dal 24 agosto
nei cinema italiani con un titanico Omar Sy, attore e produttore,
affiancato dal coprotagonista Alassane Diong. Il film, una
produzione Unitè e Korokoro, prodotto da Bruno Nahon e Omar Sy è
distribuito da Altre Storie con Minerva Pictures.
Il film è ambientato nel 1917,
durante la Prima Guerra Mondiale, quando truppe ‘senegalesi’
formate da soldati provenienti dal Senegal e dal resto dell’Africa
combattevano al fianco dell’esercito francesce. È la
storia di un padre, il senegalese Bakary Diallo (Omar
Sy) e del figlio Thierno (Alassane Diong) costretti
ad affrontare una guerra che metterà a dura prova il loro forte
legame. Un film che racconta un evento storico, poco
conosciuto, che ha segnato molte generazioni
anche in Africa dove interi villaggi furono privati
della loro linfa vitale e allo stesso tempo un film intimista,
un racconto privato ma ‘universale’, sull’amore di un
padre verso suo figlio.
“Io sono tuo
padre è il progetto di una vita. – ha
affermato il regista – Senza riconoscere il nostro
il nostro passato comune, non possiamo andare avanti e creare
insieme una società basata sul rispetto.
Abbiamo cercato di raccontare una storia di un padre
e un figlio, di esseri umani, con tutte le loro emozioni e i
problemi, molti dei quali sono gli stessi di oggi: rapporti con
l’autorità, dominazione, rivolta, ambizione. Lo scopo è riuscire a
trasformare la visione che abbiamo della nostra società. Il film
vuole creare curiosità. Arrivare, spero, a coloro che
sono intrappolati nelle paure. Parlare della bellezza delle diverse
culture, dei modi di vita, delle lingue e della loro accettazione.
Perché questo desiderio di differenza è una
forza”.
“Io sono tuo
padre– aggiunge Omar Sy – racconta la
vita privata degli uomini sullo sfondo della guerra. Una
guerra raccontata dal punto di vista umano. Credo che
questo sia praticamente l’unico modo per raccontarla. Non c’è altro
modo per trasmettere il suo pieno significato, per vedere le sue
orribili conseguenze”.
La trama
1917, Prima Guerra
Mondiale. Il senegalese Bakary Diallo si arruola nell’esercito
francese per raggiungere Thierno, il figlio diciassettenne
reclutato contro la sua volontà. Inviati al fronte, padre e figlio
dovranno affrontare insieme la guerra. Animato dall’ardore del suo
capitano che vuole condurlo nel cuore della battaglia, Thierno
dovrà emanciparsi e diventare un uomo. Ma Bakary farà di tutto per
evitare che suo figlio combatta e per riportarlo a casa
sano e salvo…
La regista di
Barbie (leggi qui la nostra recensione),
Greta Gerwig,
ha recentemente ammesso di essere “terrorizzata” all’idea di
dirigere il reboot de Le
cronache di Narnia di Netflix. Durante
un’intervista con Total Film, alla regista è stato
chiesto se la sua interpretazione dei racconti fantasy di
C. S. Lewis sarebbe stata “meravigliosa” quanto la
sua interpretazione delle bambole Barbie della Mattel. “Non lo
so”, ha risposto la Gerwig. “Non ho ancora iniziato a
metterci le mani sopra. Ma ne sono davvero spaventata, il che mi
sembra un buon punto di partenza. Credo che quando ho paura, sia
sempre un buon segno“.
“Forse quando smetto di avere
paura, sarà una cosa del tipo ‘Okay. Forse non dovrei farlo.’ No,
ne sono terrorizzata. È straordinario. E quindi vedremo, non lo
so“. Già alla fine del 2022 circolavano voci secondo cui la
regista aveva firmato con Netflix per l’imminente riavvio di Le
Cronache di Narnia, ma solo di recente è stato confermato che
Greta Gerwig ha effettivamente concluso un accordo con lo streamer
per scrivere e dirigere almeno due film basati sull’acclamata serie
fantasy di Lewis. Ad oggi però ancora non sono state comunicate
tempistiche su quando inizieranno le riprese e quando potranno
arrivare i film nel catalogo.
Netflix aveva firmato un accordo
pluriennale nel 2018 con la The C.S. Lewis Company
per poter sviluppare film e serie televisive basati su tutti e
sette i romanzi di Narnia. “È meraviglioso sapere che
le persone di tutto il mondo non vedono l’ora di vedere di più su
Narnia e che i progressi nella tecnologia di produzione e
distribuzione ci hanno permesso di far riprendere vita alle
avventure di Narnia portandole tutto il mondo“, aveva
dichiarato Douglas Gresham, figliastro di Lewis.
Ad ora sono stati annunciati solo i due film affidati a Greta
Gerwig, ma gli accordi originali prevedevano anche una serie televisiva,
quindi potrebbe esserci altro in serbo per il futuro.
I Marvel Studios hanno
diffuso il trailer ufficiale di The
Marvels, il prossimo film del MCU che riporta in veste
di protagonista Carol Danvers. Questa volta l’eroina, interpretata
da Brie Larson, non sarà sola, ma affiancata da
Kamala Khan e Monica Rambeau, nei panni di Mrs. Marvel e
Photon.
The Marvels, la trama
Nel film Marvel StudiosThe
Marvels, Carol Danvers alias Captain Marvel ha
recuperato la propria identità dai tirannici Kree e si è vendicata
della Suprema Intelligenza. Ma a causa di conseguenze impreviste,
Carol deve farsi carico del peso di un universo destabilizzato.
Quando i suoi compiti la portano in un wormhole anomalo collegato a
un rivoluzionario Kree, i suoi poteri si intrecciano con quelli
della sua super fan di Jersey City Kamala Khan, alias Ms. Marvel, e
con quelli della nipote di Carol, il capitano Monica Rambeau,
diventata ora un’astronauta S.A.B.E.R.. Insieme, questo improbabile
trio deve fare squadra e imparare a lavorare in sinergia per
salvare l’universo come “The Marvels”.
Tutto ciò che sappiamo su The
Marvels
The
Marvels, il sequel del cinecomic Captain
Marvel con protagonista il premio Oscar Brie
Larson che ha incassato 1 miliardo di dollari al
box office mondiale, sarà sceneggiato da Megan McDonnell,
sceneggiatrice dell’acclamata serie WandaVision.
Sfortunatamente, Anna
Boden e Ryan Fleck, registi del
primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: il sequel,
infatti, sarà diretto da Nia DaCosta, regista
di Candyman. Nel
cast ci saranno anche Iman Vellani (Ms.
Marvel, che vedremo anche nell’omonima serie tv in arrivo
su Disney+)
e Teyonah Parris (Monica Rambeau, già
apparsa in WandaVision). L’attrice Zawe
Ashton, invece, interpreterà il villain principale, del
quale però non è ancora stata rivelata l’identità.
Nessun dettaglio sulla trama del
sequel è stato rivelato, ma l’ambientazione del film dovrebbe
spostarsi dagli anni ’90 ai giorni nostri.
Naturalmente, Brie
Larson tornerà nei panni di Carol Danvers. Il
sequel di Captain
Marvelarriverà il 10 novembre 2023.
Il regista Christopher
Nolan ha spiegato perché si è astenuto dal mostrare i
bombardamenti nucleari del 1945
su Hiroshima e Nagasaki nel suo film biografico Oppenheimer. Parlando con
IndieWire, Nolan ha infatti
discusso della sua decisione creativa di omettere il tristemente
noto bombardamento durante un evento di proiezione a New York,
affermando che l’intento era quello di ritrarre gli eventi attraverso la prospettiva di
J. Robert Oppenheimer. “Sappiamo molto di
più di quanto ne sapesse Oppenheimer all’epoca“, ha detto
Nolan.
“Ha saputo dei bombardamenti di
Hiroshima e Nagasaki alla radio, come tutto il resto del
mondo“. Nolan ha poi ulteriormente difeso la sua decisione di
escludere i bombardamenti atomici sottolineando che Oppenheimer
doveva essere considerato un dramma storico piuttosto che un film
educativo. “Non è un documentario. È un’interpretazione. Questo
è il mio lavoro. Penso che sia un film drammatico narrativo“,
ha continuato. “C’è anche un motivo ricorrente che ha molto a
che fare con lui che chiude gli occhi. Per me, si tratta davvero di
restare nella sua testa“.
Tutto quello che sappiamo sul
film Oppenheimer
Scritto e diretto
daChristopher Nolan,
Oppenheimer è un
thriller storico girato in IMAX che porta il pubblico
nell’avvincente storia paradossale di un uomo enigmatico che deve
rischiare di distruggere il mondo per poterlo salvare. Il film è
interpretato da Cillian
Murphy nel ruolo di J. Robert Oppenheimer e
da Emily
Blunt nel ruolo della moglie, la biologa e
botanica Katherine “Kitty” Oppenheimer. Il premio
Oscar Matt
Damon interpreta il generale Leslie Groves Jr.,
direttore del Progetto Manhattan, e Robert Downey Jr.
interpreta Lewis Strauss, commissario fondatore della Commissione
statunitense per l’energia atomica. La candidata all’Oscar Florence
Pugh interpreta la psichiatra Jean Tatlock,
Benny Safdie interpreta il fisico teorico Edward
Teller, Michael Angarano interpreta Robert Serber
e Josh Hartnett
interpreta il pionieristico scienziato nucleare americano Ernest
Lawrence. Il film è anche interpretato dal vincitore
dell’Oscar Rami
Malek e questo film vede Nolan riunirsi con
l’attore, scrittore e regista otto volte candidato
all’Oscar Kenneth
Branagh. Il cast comprende anche Dane DeHaan
(Valerian e la città dei mille pianeti), Dylan
Arnold (serie Halloween), David Krumholtz
(La ballata di Buster Scruggs), Alden Ehrenreich
(Solo: A Star
Wars Story) e Matthew Modine (Il Cavaliere
Oscuro – Il ritorno).
Il film è tratto dal libro vincitore
del premio Pulitzer American Prometheus: The Triumph and
Tragedy of J. Robert Oppenheimer di Kai Bird
e del compianto Martin J. Sherwin. Il film è
prodotto da Emma Thomas, Charles
Roven di Atlas Entertainment e Christopher
Nolan. Oppenheimer è girato sia
in IMAX 65mm che in pellicola di grande formato 65mm che include,
per la prima volta in assoluto, sezioni in fotografia analogica
IMAX in bianco e nero.
Dopo aver incantato il mondo con
film incentrati sul mondo della musica e dello spettacolo come
Whiplash e La La Land, il più giovane
premio Oscar per la regia Damien Chazelle si è
cimentato in un’impresa diversa, particolarmente rischiosa ma
ampiamente riuscita. Si tratta di First Man – Il primo
uomo (qui la recensione), film
biografico incentrato sulla preparazione dell’astronauta
Neil Armstrong in vista della missione che, il 20
luglio del 1969, lo avrebbe portato ad essere il primo uomo a
mettere piede sul suolo lunare. Un film apparentemente diverso dai
suoi precedenti, ma che permette al regista di scavare ancora un
po’ nel complesso animo umano.
First Man – Il primo uomo
non è infatti una canonica biografia, quanto una vera e propria
esplorazione dell’intimità umana, con tutte le sue paure e le sue
ferite. Traendo spunto dall’omonima biografia ufficiale di
Armstrong scritta da James R. Hansen, Chazelle
porta sullo schermo un uomo afflitto dal lutto, presentando un
Armstrong diverso da quello che si è soliti conoscere. Non manca
ovviamente anche una accurata ricostruzione degli eventi, dei
fallimenti e dei successi, presentando in tutto e per tutto la
pericolosità di quei viaggi nello spazio, dove ogni più piccolo
rumore dell’astronave poteva essere sintomo di guai in arrivo.
Presentato in concorso al Festival
di Venezia e poi acclamato da critica e pubblico, First Man –
Il primo uomo è uno dei più bei film biografici visti di
recente, capace di unire storia e umanità con grande delicatezza.
Un titolo assolutamente imperdibile, che intrattiene ed emoziona
profondamente. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
First Man – Il primo uomo: la trama del film
Ambientato nel corso degli anni
Sessanta, il film ha per protagonista il pilota della NASA
Neil Armstrong. Personalità taciturna, introversa
ed estremamente riservata, egli nutre grandi ambizioni nel suo
lavoro, non mancando però di impegnarsi ad essere il miglior marito
e padre possibile. La sua vita famigliare, sfortunatamente, viene
colpita dalla prematura morte della figlia, afflitta da un male
incurabile. È questa una ferita che rimane particolarmente profonda
nell’animo di Neil, che nel tentativo di difendersi smette di
parlare della bambina con chiunque, anche con sua moglie
Janet Shearon.
Per sfuggire al dolore, Neil decide
di prendere parte al progetto spaziale che punta a portare l’uomo
sulla luna. La missione si rivela però più complessa del previsto,
portando a numerosi incidenti di percorso particolarmente gravi.
Neil è però determinato ad atterrare sul satellite, mettendosi
continuamente alla prova. Ben presto, la sua diventa non una
missione non per il progresso della comunità quanto per soddisfare
la propria ricerca di redenzione. Consapevole dei rischi a cui va
incontro, egli non mancherà di sfidare tutto e tutti pur di dare un
ultimo personale saluto all’amata figlia.
First Man – Il primo uomo: il cast del film
Ad interpretare l’astronauta Neil
Armstrong vi è l’attore Ryan Gosling, che aveva
già lavorato con Chazelle per La La Land. Per prepararsi
al ruolo, Gosling eseguì un’approfondita ricerca, studiando quanto
più possibile della vita pubblica e privata di Armstrong. Ebbe modo
anche di conoscere i figli e la moglie di lui, apprendendo molte
delle informazioni più private. Ciò gli permise di rappresentare al
meglio il dolore che il personaggio porta con sé, dando vita ad
un’interpretazione giudicata dai familiari come estremamente
accurata. Gosling inoltre ascoltò le musiche che Armstrong sentì
per prepararsi al viaggio e si sottopose anche ad un vero
addestramento per astronauti.
Ad interpretare sua moglie Janet vi
è l’attrice Claire Foy,
celebre per essere stato la protagonista delle prime due stagioni
di The Crown. Un ruolo per cui anche l’attrice si preparò
a lungo, anche grazie alle numerose conversazioni con la vera
Janet. Vi sono poi gli attori Corey Stoll nei panni
dell’astronauta Buzz Aldrin, secondo uomo a camminare sulla luna, e
Jason Clarke, nel ruolo
di Edward Higgins White, astronauta e vicino di casa di Neil.
Kyle Chandler compare nel ruolo di Deke Slayton,
capo dell’ufficio astronauti, Shea Whigham è
l’astronauta Gus Grissom e Lukas Haas è
l’astronauta Mike Collins. L’attore irlandese Ciaran
Hinds compare infine nei panni di Robert R. Gilruth, primo
direttore del Manned Spacecraft Center della NASA.
First Man – Il primo uomo:
il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. First Man – Il primo
uomo è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Google Play, Apple
TV+ e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 20
luglio alle ore 21:00 su
Iris.
Oltre a titoli di stampo erotico
comeBasic
Instinct ed Elle, il regista
Paul Verhoeven ha nel corso della sua carriera
dato vita ad alcune tra le più celebri pellicole di fantascienza di
sempre, da RoboCop ad Atto di
Forza e fino a Starship Troopers– Fanteria dello spazio. Questo, uscito nel
1997, è stato inizialmente accolto in modo negativo dalla critica e
dal pubblico, salvo venire poi rivalutato nel tempo tanto per il
suo contesto fantascientifico quanto per il modo in cui viene
portato avanti un discorso fortemente critico nei confronti della
società statunitense.
Verhoeven, infatti, ritrae nel film
una società militarizzata e xenofoba, alla continua ricerca di un
nemico da combattere. Questa si pone dunque come una satira della
politica statunitense dell’epoca, al contrario di quanto invece
faceva il romanzo omonimo da cui il film è tratto. Scritto nel 1959
da Robert A. Heinlein, questo è infatti stato più
volte accusato di promuovere l’ideologia fascista e l’uso della
violenza armata. Oggi il film è però ricordato anche per i suoi
effetti speciali, all’epoca particolarmente avanzati, candidati al
premio Oscar.
Starship Troopers si
configura dunque non solo come un film di fantascienza che offre
del sano intrattenimento, ma anche come un’opera capace di far
riflettere sulla brutalità della guerra e delle degenerazioni che
questa porta nell’animo umano. Prima di intraprendere una visione
del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e ai suoi sequel. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Starship Troopers: la trama del film
Ambientata in un lontano futuro,
dove la razza umana ha iniziato la colonizzazione di nuovi pianeti,
la storia ha inizio nel momento in cui gli esseri umani si
imbattono in una sconosciuta e ostile specie insettoide, chiamata
“Aracnidi”. Johnny Rico, la sua fidanzata
Carmen Ibanez e il loro migliore amico, dotato di
poteri psichici, Carl Jenkins, si arruolano nel
servizio militare Federale per combattere contro l’orripilante
specie. Dopo aver dimostrato grandi doti combattive e abilità di
leadership durante l’addestramento, Rico viene promosso a
caposquadra. La formazione sembra procedere nel migliore dei modi,
finché uno dei suoi sottoposti causa la morte di un altro durante
un’esercitazione.
Retrocesso e punito, Rico decide di
dimettersi, ritenendo che quella vita non sia adatta per lui.
Tuttavia, un attimo prima di lasciare l’accademia, viene informato
che un enorme asteroide lanciato dagli Aracnidi ha colpito Buenos
Aires. L’effetto dell’impatto ha causato la morte dei suoi genitori
e di milioni di altre persone. Il ragazzo annulla le dimissioni e,
seppure reintegrato come soldato semplice, si prepara ad andare in
guerra. La Federazione ha deciso di rispondere all’attacco alieno
con un’invasione di massa nel pianeta degli insetti. La guerra sarà
però molto più dura di quanto la razza umana possa immaginare.
Starship Troopers: il cast del film
Ad interpretare Johnny Rico,
protagonista del film, vi è l’attore Casper Van
Dien, divenuto celebre proprio grazie a questo film. Per
interpretare questo ruolo, l’attore si è dovuto sottoporre ad un
lungo addestramento simile a quello previsto per i militari. Egli è
così non solo stato in grado di entrare nella mentalità del
personaggio, ma anche di sviluppare le capacità fisiche necessarie
per interpretare anche le scene più complesse. Ad oggi Van Dien
considera Starship Troopers il film più bello tra tutti
quelli a cui ha partecipato, ritenendosi estremamente contento del
fatto che i fan continuino ad associarlo al personaggio di Johnny
Rico.
Accanto a lui, nel ruolo di Carmen
Ibanez vi è invece Denise Richards. L’attrice
apprezzò molto il ruolo, specialmente perché le permetteva di dar
vita ad una donna forte, non coinvolta dunque solamente per scene
romantiche. L’attore Neil Patrick
Harris, qui in uno dei suoi primi film e oggi noto per
il ruolo di Barney in How I Met Your Mother, è invece Carl
Jenkins. Completano poi il cast gli attori Dina
Meyer nei panni di Dizzy Flores, Patrick
Muldoon in quelli di Zander Barcalow e Clancy
Brown per il ruolo del sergente istruttore Zim.
I sequel di StarshipTroppers, il trailer e dove vedere il film in streaming e
in TV
Pur se sul momento non ha avuto il
successo sperato, Starship Troopers ha comunque ottenuto
diversi sequel nel corso degli anni, anche se tutti caratterizzati
da registi e un cast diversi, dall’essere stati distribuiti
direttamente per l’home-video e dall’aver goduto di ancor
minor fortuna presso il pubblico e la critica. Il primo sequel
uscito, Starship Troopers 2 – Eroi della federazione, è
del 2004 e pur riprendendo alcune tematiche del titolo precedente
si configura come un prodotto più simile alla serie Alien.
Nel 2008 è invece uscito Starship Trooper 3 – L’arma
segreta, che è invece un sequel più diretto del primo film.
Sono poi stati realizzati due sequel animati, Starship Troopers
– L’invasione (2012) e Starship Troopers – Attacco su
Marte (2017).
È possibile fruire di Seven grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Prime Video, Apple
TV+ e Disney+. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
giovedì 20 luglio alle ore 21:10
sul canale Rai Movie.
Prodotto dalla Blumhouse
Productions di JasonBlum, specializzata in horror a basso budget
ma dal concept molto forte, il film Obbligo o
verità è stato uno degli slasher più popolari
del suo anno, il 2018. Diretto da Jeff
Wadlow, già regista di Kick-Ass 2, questo
propone infatti una versione mortale del celebre gioco,
aggiungendovi però elementi orrorifici e soprannaturali, dando
dunque vita ad un film capace di spaventare, divertire e tenere con
il fiato sospeso. Pur non avendo ottenuto ampi consensi critici, il
film si è come prevedibile affermato come un grande successo di
pubblico.
Per vedersi finanziato il progetto,
a Wadlow è bastato raccontare a Blum la scena iniziale e il titolo.
Al produttore non è servito altro per capire che si trattava di
un’idea forte, potenzialmente espandibile, su cui costruire un
racconto capace di attirare tutti i fan del genere. Prendendo
ispirazione da film vagamente simili come It Follows, The Ring e il romanzo
di Donna TarttDio di illusioni,Obbligo o verità si configura dunque come un film che va
ad adattare un fenomeno ludico diffuso tra i giovani,
stravolgendolo però in chiave horror. Similmente a quanto fatto
anche da film come Escape Room o
Ouija.
Per tutti gli appassionati del
genere, si tratta dunque di un film da non perdere, dotato di una
propria personalità e contenente tutto ciò che si richiede da
un’opera di questo tipo. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori, ma anche ad altro ancora Infine, si elencheranno
anche le principali piattaforme streaming
contenenti il film nel proprio catalogo.
Obbligo o verità, il gioco a cui si ispira il
film
Il gioco su cui si basa il racconto
del film, Obbligo overità, sembra esistere da
secoli, con la sua testimonianza più antica risalente al 1712, dove
si suggerisce che era praticato prevalentemente come passatempo
natalizio. Nel tempo si è poi evoluto e perfezionato, ma la
dinamica di base rimane quella per cui, in un gruppo di giocatori,
a turno si è chiamati a scegliere tra il dover rivelare un segreto
(verità) o il dover compiere un’azione (obbligo) scelto dagli altri
partecipanti. Sono dunque infinite le possibilità di gioco, con
risvolti più o meno impegnativi in base a ciò che si decide di
rivelare o ciò che viene chiesto di eseguire.
La trama e il cast di Obbligo o verità
La giovane Olivia
Barron e il suo gruppo di amici decidono di
organizzare un viaggio in Messico, nell’esotica città di Rosarito.
Con la ragazza ci sono la migliore amica Markie,
Lucas, Tyson,
Penelope e Brad. Giunti a
destinazione, i giovani turisti si lasciano convincere dal
misterioso Carter a visitare le rovine di una
chiesa abbandonata per rilassarsi e passare una serata diversa dal
solito. Qui iniziano a giocare ad ‘obbligo o verità’. e,
prima di sparire misteriosamente, confida ad Olivia che il gioco
dovrà continuare. Mentre sono intenti a portare avanti
quest’attività, però, Carter confida loro che da ora in poi non
potranno più smettere di giocare.
Inizialmente nessuno dà peso alle
parole di Carter, fino a quando però il gruppo inizia ad avere
inquietanti visioni che li obbligano effettivamente a continuare il
gioco. I ragazzi si ritrovano dunque costretti ad assecondare le
violente richieste e le prove che gli vengono imposte da un’entità
misteriosa, con regole tutte da scoprire loro malgrado. Nel
tentativo di capire cosa sta effettivamente accadendo, il gruppo
dovrà allora cercare di risalire alle origini di quel gioco, come
ha avuto inizio e perché. Il tutto prima che sia troppo tardi e
qualcuno di loro ci rimetta la vita.
Ad interpretare Olivia Barron vi è
l’attrice Lucy Hale, nota
per aver recitato nella serie Pretty Little Liars,
mentre nei panni di Lucas si ritrova Tyler Posey,
celebre per la serie Teen Wolf. Recitano poi nel film anche
Violett Beane nei panni di Markie, Sophia
Taylor Ali in quelli di Penelope Amari e Hayden
Szeto in quelli di Brad. Landon Liboiron
interpreta Carter, mentre Nolan Gerard Funk è
Tyson e Aurora Perrineau è Giselle. Ognuno degli
attori si è in particolare dovuto cimentare con il deforme sorriso
– poi accentuato in post-produzione – che il demone fa acquisire a
chi possiede. Il gruppo, inoltre, ha raccontato di essersi
realmente cimentato nel gioco durante le pause sul set.
Il sequel di Obbligo o
verità, il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
Considerando il finale del film, in
cui l’intera popolazione mondiale viene potenzialmente coinvolta
nel gioco, uno o più sequel/spin-off diventano facilmente
concepibili. Nell’aprile 2018, in concomitanza con l’uscita del
film in sala, il regista Jeff Wadlow ha infatti
parlato di eventuali altri lungometraggi, affermando che “se il
film avrà successo e mi verrà chiesto di trovare altre buone idee,
ci sono sicuramente altre storie che potrebbero essere raccontate
attraverso il gioco di obbligo o verità“. Nonostante il
discreto incasso del film, di circa 95 milioni di dollari a fronte
di un budget di 3 e mezzo, ad oggi non vi sono stati nuovi annunci
riguardo sequel o spin-off.
È possibile fruire di
Obbligo o verità grazie alla sua presenza
su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Google Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
giovedì 20 luglio alle ore 21:15
sul canale Italia 2.
Negli anni del secondo Dopoguerra,
le bambine si dilettavano in un solo modo: con i bambolotti. Davano
loro da mangiare, li cullavano e portavano nel passeggino. L’unica
proiezione che potevano avere di se da grandi era come madri.
Qualcosa, però, nel sistema non funzionava. Perché dovevano essere
solo quello? Perché non potevano avere qualcosa di più glamour e
divertente con cui passare il tempo? Gli anni Sessanta americani,
come ben sappiamo, pur essendo stati un decennio di grandi
rivoluzioni e assestamenti, sia socio-culturali che politici, in
questo senso non avevano ancora fatto alcun progresso. È in questo
periodo di svolte che si inserisce Ruth Handler, imprenditrice e
cofondatrice della Mattel, la quale sceglie di
contribuire al cambiamento in corso (in tal caso sociale) ideando
Barbie, una bambola adulta che usciva fuori dagli
schemi (anche di pensiero) ritenuti “consoni” per l’epoca, allora
ignara che sarebbe diventata il giocattolo più desiderato e usato
da intere generazioni.
Tutto partì da sua figlia Barbara,
da cui prende il nome il giocattolo, la quale era solita giocare
con sagome di attrici ritagliate dai giornali, manifestando un
bisogno di volersi intrattenere con qualcosa di diverso, che non la
confinasse nel solo ruolo di “madre” come accadeva con i
bambolotti. Handler, grazie a lei, capì così che erano dei
riferimenti al sesso femminili a mancare a quello specifico
mercato, e questa mancanza contribuiva a soffocare l’immaginazione
delle bambine. Tale situazione era però specchio della condizione
sociale della donna che, in quel preciso contesto storico, era
ancora ingabbiata nell’etichetta di moglie e madre, con poche
possibilità lavorative e molta fatica a imporsi nella società.
Le origini di Barbie
Ruth, a quel punto, decise di dare
una scossa a questo concetto estremamente patriarcale e
anacronistico, ponendosi l’obiettivo di introdurre nel mondo dei
giocattoli qualcosa di più sfacciato e inedito per gli usi
dell’epoca. La prima Barbie debuttò nel ’59 e,
seppur all’inizio non fu accolta nel migliore dei modi, riuscì
nell’intento per cui – sotto sotto – era stata realizzata:
diventare un vero e proprio simbolo femminista, un giocattolo
moderno – che poi diventò un mito – volto a rappresentare in primis
la libertà, l’emancipazione e le mille sfumature femminili. Nata
inizialmente bruna con un costume zebrato, Barbie
è stata in seguito soggetta a modifiche, prima di trasformarsi
nella biondissima bambola – riferimento estetico e trasposizione di
sé e dei propri desideri di tutte le bambine del mondo – che oggi
noi conosciamo e amiamo.
Partendo dunque dal significato
insito della Barbie (pur essendo stata oggetto di
mille controversie riguardo l’aver imposto un’idea di perfezione
irraggiungibile), non sembra essere un caso che Greta Gerwig – il cui
percorso artistico e registico si fonda proprio sull’emancipazione
femminile, la ricerca del proprio posto nel mondo e la ribellione
al patriarcato – abbia deciso di continuare tali discorsi (iniziato
con Lady Bird e Piccole Donne), con
Barbie,
offrendo una chiave di lettura originale sulla famosa bambola della
Mattel. La regista, al suo terzo film, alza così l’asticella
drammaturgico/satirica del racconto, compiendo una
riflessione sociologica della nostra realtà,
andando a colpire l’ancora non completamente colmato gap di genere,
i contesti maschilisti e l’imposizione di un canone di bellezza (e
perfezione) inesistente ma preponderante.
Barbie, due facce della stessa
medaglia
Tenendo come saldo riferimento della
narrazione le ragioni per cui è stata creata Barbie, la regista
apre il suo film con la scena (già mostrata nel primo teaser
trailer) che omaggia 2001: Odissea nello
spazio, dove alle bambine costrette a giocare con soli
bambolotti viene introdotta la prima Barbie, il
cui arrivo permette di poter avere accesso ad ogni possibilità fino
a quel momento negata. Comincia allora il film, con la voce
narrante di Helen Mirren
che ci introduce alla rivoluzione portata dalla Barbie, che nel
tempo si è continuamente trasformata includendo sempre nuove
caratteristiche, da quelle estetiche fino al campo delle
professioni. Ecco allora non più solo Barbie stereotipo
(interpretata da Margot Robbie
nel film), ma anche Barbie dottoressa, Barbie presidentessa, Barbie
avvocata, Barbie scienziata, Barbie giornalista, Barbie poetessa,
Barbie premio Nobel e così via, alla scoperta di un campionario
potenzialmente infinito.
L’intento è chiaro: ogni tipologia
di Barbie esistente sembra automaticamente
permettere l’emancipazione di una bambina e donna nel mondo reale.
Ma è davvero così? Questo è quello che credono le Barbie, ma
nonostante le loro buone intenzioni la Gerwig arriva ben presto al
punto del discorso proposto dal suo film: la realtà è tutt’altro
che rosea e ci sono almeno due facce della stessa medaglia. Se da
un lato è indubbio che la Barbie abbia rappresentato – e
rappresenti ancor di più oggi – un tentativo di contributo
all’inclusività e allo sdoganamento di determinati aspetti;
dall’altro ha anche coadiuvato la diffusione di stereotipi,
prevalentemente estetici, che hanno marciato contro quello stesso
progresso di cui la Barbie si fa promotrice.
Nel film tutto ciò è esplicitato nel
momento in cui la protagonista giunge nel mondo reale e si imbatte
in situazioni che fino a quel momento le erano inconcepibili:
sguardi maliziosi, battute lesive della dignità, assenza di donne
in ruoli di rilievo, fino allo scontro con la giovane Sasha
(Ariana Greenblatt), che massacra verbalmente la
protagonista sbattendole in faccia tutti gli aspetti più negativi
portati dalle Barbie nel tempo. La regista spinge dunque la bambola
a fare esperienza delle situazioni tipo con cui ogni bambina o
donna può scontrarsi nel corso della propria vita. C’è la
consapevolezza di non poter offrire una vera e propria soluzione a
queste problematiche, ma aver permesso a Barbie – e agli spettatori
con lei – di conoscere la verità sull’universo (attraverso la
metafora della Birkenstock) rappresenta un già significativo primo
passo verso una presa di consapevolezza imprescindibile.
Uno sguardo al futuro
Il film della Gerwig si svela dunque
essere l’occasione per raccontare la nostra società
contemporanea attraverso un oggetto, la bambola Barbie,
che ha contribuito alla sua formazione tanto nel bene quanto nel
male. Così facendo, la regista compie anche un atto
coraggioso: oltre mette in rilievo il contrasto della Barbie in
quanto bambola e, nello specifico, il suo valore storico legato a
doppio giro alla storia di ogni donna, madre e figlia, si impegna a
sottolineare quanto lavoro nel nostro tessuto sociale e umano ci
sia ancora da fare, nonostante l’evoluzione e il progresso.
E che, se anche una bambola
idealmente “vergine da corruzioni, inganni e pregiudizi” si
modifica una volta entrata a contatto con il mondo vero, significa
che il tempo di cambiare rotta è ora, perché siamo già molto in
ritardo. È davvero questo il nostro presente? E se il presente è
così, come sarà il futuro? Queste sono le domande che emergono e si
enfatizzano nell’universo colorato e scintillante di
Barbie. Allora potrebbe annidarsi qui il
vero senso del film: farci riflettere su ciò che è per farci
immaginare ciò che sarà se non interveniamo adesso. Ricordandoci,
nel frattempo, che niente è perfetto, neanche ciò che sembra tale
(come può essere Barbieland), ma che la perfezione, in realtà, è
l’imperfezione, la quale determina l’unicità di tutti noi.
Prima di
Barbie molte altre bambole e giocattoli
hanno preso vita, alcuni sono dolci e coccolosi, altri sono
decisamente terrificanti. Che si tratti di Woody e
Buzz che devono salvarsi a vicenda o di una
bambola posseduta che cerca la sua prossima vittima, l’introduzione
di oggetti ha creato un genere di film con discreto successo.
L’attesa relativa all’uscita di
Barbie indica che questo modo di fare i
film non è andato perduto. In particolare sono 13 i film passati e
attuali che hanno come protagonista una bambola o dei
giocattoli.
1Toy Story
Come M3GAN, i
giocattoli di Andy farebbero qualsiasi cosa per il loro padrone. In
Toy Story, molto più leggero rispetto ai
precedenti, i giocattoli rivelano cosa succede in assenza di umani.
Quando Woody e i suoi amici incontrano il nuovo regalo di
compleanno, è evidente che i giocattoli si sentono un po’
minacciati. Buzz Lightyear ha più gadget di un
coltellino svizzero. Alla fine, tutti collaborano per superare il
grande trasloco. Bo Peep (e la sua pecora), Mr. Potato, Ham, Rex e
Slinky si uniscono alle avventure dei cowboy e degli eroi spaziali.
A dimostrazione che i giocattoli dell’infanzia sono sempre di
tendenza, sono stati realizzati altri tre racconti su
Woody e la sua banda.
Il nuovo trailer di
Gran
Turismo: La storia di un sogno impossibile, il film
Sony Pictures diretto da Neill Blomkamp con
David Harbour e
Orlando Bloom. Tratto dalla celebre saga dei racing
game, il film si ispira alla storia vera di un giovane giocatore di
Gran Turismo, Jann Mardenborough, che, vincendo una serie di gare
competitive del videogioco, riesce a diventare un pilota
professionista nella realtà.
Nel cast oltre a
David Harbour (Stranger Things) e
Orlando Bloom (Il Signore degli Anelli),
Archie Madekwe (I Miserabili) nel ruolo del protagonista,
Darren Barnet (Non ho mai…), Djimon Hounsou (Blood
Diamond – Diamanti di sangue) e Geri Halliwell-Horner
(Spice Girls – Il film). Gran Turismo: La storia di un
sogno impossibile sarà dal 20 settembre solo al cinema
prodotto da Sony Pictures e distribuito da Eagle Pictures.
Nell’ultimo di un lungo elenco di
fallimenti del DCEU, è stato rivelato che lo studio aveva
intenzione di far agire il Batman di Michael Keaton come una specie di Nick Fury di
Samuel L. Jackson, una figura che sarebbe saltata
da un film all’altro, legando insieme la serie.
È innegabile che i due attori
condividano una presenza scenica simile, carismatica e autorevole,
e allo stesso modo i loro rispettivi personaggi fanno in modo che
sia loro compito conoscere gli affari di tutti gli altri,
rendendoli entrambi i migliori per essere onnipresenti, per così
dire. Purtroppo le date di rilascio mescolate, le riprese multiple
e i progetti accantonati hanno mandato a monte i piani dello
studio.
La rivelazione arriva da un nuovo
rapporto di The Hollywood Reporter, che ha
delineato la caotica produzione di Aquaman e il
regno perduto. Il rapporto afferma che l’ex capo dei
DC Studios Walter Hamada aveva deciso che il
personaggio agisse come “un anziano statista che potrebbe
apparire in vari film”, con Keaton che doveva apparire in
Batgirl,Aquaman
2 e The
Flash.
Uno degli scopi del personaggio di
Nick Fury nella Fase 1 del MCU era aiutare a stabilire un
universo condiviso per il pubblico, fungendo da filo conduttore tra
i film per stabilire una continuità cinematografica che era, fino a
quel momento, diversa da qualsiasi cosa fosse venuta prima. Mentre
il DCEU è andato avanti per circa un decennio, la
sua continuità è forse più incerta ora di quanto non sia mai stata
– e ha un disperato bisogno di un collegamento come quello che Fury
ha fornito al MCU. Tuttavia, con James Gunn e
Peter Safran, ora al timone dei DC Studios, sono
pronti a premere il pulsante di ripristino con l’imminente
Superman: Legacy, l’aggiunta di Michael Keaton come personaggio simile a Fury
sarebbe stata ridondante.
Michael Keaton ha indossato per la prima volta
il mantello di Batman nel film di Tim
Burton del 1989, che lo ha visto affrontare il Joker di
Jack Nicholson. Avrebbe ripreso il ruolo nel
sequel del 1992 Batman Il Ritorno, al fianco di
Michelle Pfeiffer e Danny DeVito
rispettivamente nei panni di Catwoman e Penguino. Sarebbero passati
altri 31 anni prima che Keaton si vestisse ancora una volta come
l’eroe, per tornare in The
Flash.
Dopo il successo di
The Undoing sempre per HBO,
la coppia formata dallo sceneggiatore David E.
Kelley e da Nicole Kidman (qui in veste di produttore
esecutivo) torna a collaborare con una miniserie che possiede molti
punti di contatto con lo show appena citato. Come il
precedenteLove and Death esplora ancora una
volta le pieghe oscure e sanguinose di un tessuto sociale soltanto
in apparenza stabile e armonico. In realtà il germe che conduce
alla disfatta dello stesso nasce proprio dall’istituzione primaria
della civiltà come lo conosciamo, ovvero la famiglia. Ispirata da
una storia vera, la miniserie racconta infatti la storia di Candy
Montgomery, moglie e madre che nel Texas del 1980 assassinò
barbaramente la moglie dell’uomo con cui aveva avuto una relazione
clandestina.
Rispetto a The
Undoing possiamo notare fin dal primo episodio una
definizione molto più precisa di ambientazione e personaggi. Dove
infatti la regista del precedente show Susanne
Bier aveva prediletto la forza della messa in scena
badando meno alla sua veridicità, nel caso di Love and
Death la regista Lesli Linka Glatter
procede in direzione esplicitamente opposta.
Love and Death, la
trama
La piccola e coesa
comunità che volge da teatro della vicenda viene tratteggiata con
minuzia di particolari, al fine di trovare quell’omogeneità di
visione necessaria per rendere ancor più credibili i fatti narrati.
Anche la progressione narrativa di Love and Death
evita quasi programmaticamente di arrivare al cuore del dramma
prediligendo al contrario un tono che spesso scivola nella commedia
di costume. D’altronde l’assurdità della vicenda, dei suoi sviluppi
e della conclusione si prestano perfettamente a un gioco di specchi
che consente alla regista e al cast di lavorare sulle pieghe
grottesche della miniserie con indubbia efficacia. Quello che alla
fine colpisce maggiormente di Love & Death è la pacata, serafica
compostezza con cui sia la comunità che gli stessi protagonisti
vivono il crimine atroce commesso da Candy Montgomery.
La Glatter si concentra
talmente sul voler evitare gli eccessi del melodramma che talvolta
forse pecca in senso opposto, non dotando ovvero lo sviluppo
narrativo della forza emotiva necessaria per dargli la spinta
finale. Le puntate dello show infatti arrivano a intrigare lo
spettatore, a irretirlo con il tono ondivago e leggermente folle
della messa in scena, ma mai del tutto a soggiogarne mente e cuore.
Il che non è chiaramente l’intento dei creatori e della regia, e
ancor meno del cast.
Foto : HBO Max
Elizabeth Olsen,
convincente protagonista
Elizabeth Olsen nel ruolo della Montgomery
offre infatti una prova molto convincente proprio perché
straniante, respingente. Il suo giocare con i lati frivoli di
questa figura femminile, i quali si accompagnano con una forza
d’animo ottusa, bigotta ma inarrestabile, le consente di mettere in
piedi scena dopo scena una performance notevole. Dopo gli anni
passati dentro l’universo Marvel in un ruolo che sembrava
averne definitivamente tarpato le ali artistiche, l’attrice sembra
aver ritrovato una parte di quella forza propositiva che aveva
dimostrato nel film che l’ha lanciata, ovvero il notevole La fuga
di Martha di Sean Durkin. Accanto a lei il sempre
efficace Jesse Plemons quando si tratta di dare
spessore dolceamaro a fuori di uomini senza qualità, a cui si
aggiungono altri caratteristi di sicuro affidamento come
Elizabeth Marvel,Lily Rabe,
Patrick Fugit e un Tom Pelphrey
che sale in cattedra nelle ultime puntate. Sono questi interpreti
il cuore pulsante di Love & Death, il motivo fondamentale per cui
merita una visione attenta e incuriosita.
Ci sono
prodotti televisivi a cui bisogna dare il tempo di “crescere”,
di comporre il proprio mosaico a livello di narrazione e messa in
scena per arrivare a produrre sul pubblico un effetto preciso e
voluto. Love and Death si prende il suo tempo per
farlo, forse anche un po’ troppo, ma è indubbio si tratti di
un’operazione che non va assolutamente incontro al grande pubblico
per ingraziarselo. Neppure vuole scuoterlo con eccessivi momenti ad
effetto o figure in chiaroscuro. Al contrario questa miniserie
preferisce insinuare con pazienza e lucidità un senso di disagio
che a tratti arriva a farci sorridere a denti stretti. Una qualità
che non dovrebbe mai essere sottovalutata.
Manodopera (Interdit
Aux Chiens Et Aux Italiens), lungometraggio d’animazione
scritto e diretto da Alain
Ughetto vincitore di numerosi premi, fra cui
Miglior Film di Animazione agli
European Film Awards 2022 e Premio della Giuria al Festival
International du Film d’Animation di Annecy 2022, presentato per la
prima volta alla 75° edizione del Locarno Film Festival e scelto
come film di chiusura del 40° Torino Film Festival, arriva nelle
sale italiane il 31 agosto distribuito
da Lucky Red. Una coproduzione internazionale
– sostenuta, tra gli altri, da Film Commission Torino Piemonte –
Piemonte Doc Film Fund, Ministero della Cultura – Direzione
Generale Cinema e Audiovisivo, Eurimages – che testimonia una
storia personale nel contesto dei grandi movimenti migratori dei
primi del ‘900. L’animazione in stop-motion si muove sulle musiche
originali del compositore, pianista, direttore d’orchestra e Premio
Oscar Nicola Piovani.
Manodopera, la trama
Piemonte, inizi del ‘900. La
speranza di una vita migliore spinge Luigi Ughetto e sua moglie
Cesira a varcare le Alpi e a trasferirsi con tutta la famiglia in
Francia. Il regista Alain Ughetto ripercorre la sua storia
familiare in un dialogo immaginario con la nonna. L’animazione in
stop-motion ripercorre la vita sofferta e romanzesca degli emigrati
italiani mettendo in scena un racconto fresco e poetico.
Ad inaugurare il Torino Film Festival venerdì 24 novembre, nel
segno del successo dell’edizione precedente, sarà una serata di
apertura nella prestigiosa cornice della Reggia di Venaria
trasmessa in diretta su Rai Radio 3 a partire dalle ore 19.00
nell’ambito del programma Hollywood Party. Una serata che unisce la
vocazione pop del festival allo spirito di ricerca che da sempre
contraddistingue la manifestazione, alla presenza di grandi ospiti
del mondo del cinema e dello spettacolo.
Dopo l’inaugurazione, sabato 25
novembre sarà presentato il primo film Fuori Concorso del TFF,
Un anno difficile, la nuova irresistibile
commedia dei registi di Quasi amici Olivier Nakache e Éric
Toledano, con Pio Marmaï, Jonathan Cohen e Noémie Merlant. Albert e
Bruno, due simpatici imbroglioni sempre al verde, nel tentativo di
scroccare un aperitivo si trovano coinvolti nelle attività di un
gruppo di eco-attivisti. Tra inganni, maldestri sotterfugi e
bislacche azioni di protesta, per i due amici sarà forse
l’occasione di redimersi e rimettere ordine nelle proprie vite. Il
film uscirà in Italia per I Wonder Pictures in collaborazione con
Unipol Biografilm Collection.
Madrina della 41ma edizione del TFF
sarà Catrinel Marlon, attrice ed ex modella con un
passato da atleta, nata in Romania e poi trasferitasi in Italia.
Dopo i suoi ruoli nel mondo del cinema e delle serie tv, tra cui
Tutti per uno – Uno per tutti di Giovanni Veronesi, La
Gomera di Corneliu Porombou e Loro chi? di Francesco
Miccichè e Fabio Bonifacci, Cartinel Marlon è recentemente passata
dietro la macchina con Girasoli, film d’esordio ispirato
ad una storia vera che ha toccato da vicino la regista e i suoi
familiari, scritto dalla stessa Marlon con Francesca Nozzolillo e
Heidrun Schleef e interpretato tra gli altri da Gaia Girace e
Monica Guerritore.
Tra gli appuntamenti del 41° Torino
Film Festival ci sarà anche una retrospettiva dedicata a
Sergio Citti, in occasione del novantesimo anno dalla
nascita, realizzata in collaborazione con il Centro Sperimentale di
Cinematografia – Cineteca Nazionale. Un omaggio ad un maestro che
nella sua cinematografia ha fatto coesistere popolarità e ricerca,
come da sempre fa il Torino Film Festival.
La retrospettiva, curata da Stefano
Boni, Grazia Paganelli, Matteo Pollone e Caterina Taricano sarà
accompagnata da un convegno e da un volume edito dal Centro
Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale curato da
Matteo Pollone e Caterina Taricano.
La 20th Century
Studios ha diffuso il trailer e il poster di
Assassinio
a Venezia, il nuovo film diretto e interpretato da
Kenneth Branagh
nonché suo terzo lungometraggio dedicato al detective
Hercule Poirot dopo Assassinio sull’Orient
Express e Assassinio sul Nilo. Questo
inquietante nuovo thriller soprannaturale è ora basato sul romanzo
“Hallowe’en Party” di Agatha Christie ha
una data d’uscita nelle sale attualmente fissata al il 15
settembre 2023.
Per quanto riguarda la trama,
Assassinio
a Venezia è ambientato nella misteriosa Venezia
del secondo dopoguerra alla vigilia di Ognissanti, dove Hercule
Poirot, ormai in pensione e vivendo in un esilio autoimposto nella
città più affascinante del mondo, partecipa con riluttanza a una
seduta spiritica in un palazzo fatiscente e infestato. Quando uno
degli ospiti viene assassinato, il detective viene catapultato in
un sinistro mondo di ombre e segreti, costretto nuovamente a dover
risolvere il caso prima che qualcos altro di spiacevole possa
accadere.
Il film, come già riportato, è
diretto da Kenneth Branagh con una sceneggiatura del
candidato all’Oscar Michael Green
(Logan). I produttori sono Kenneth Branagh, Judy
Hofflund, Ridley Scott e Simon
Kinberg, con Louise Killin, James
Prichard e Mark Gordon come produttori
esecutivi. Un brillante ensemble interpreta un cast di personaggi
indimenticabili, tra cui Kenneth Branagh, Kyle Allen
(Rosaline), Camille Cottin (Call My
Agent), Jamie Dornan
(Belfast), Tina Fey (30 Rock),
Jude Hill (Belfast), Ali
Khan (6 Underground), Emma Laird
(Mayor of Kingstown), Kelly Reilly
(Yellowstone), Riccardo
Scamarcio (L’ombra di Caravaggio) e la
recente vincitrice dell’Oscar Michelle Yeoh
(Everything Everywhere All at Once).
Nonostante il terremoto che ha
scosso le stanze della Warner Bros, sembra che
Aquaman e il
regno perduto sia sopravvissuto allo
scossone e che uscirà comunque a fine di quest’anno, non senza una
o due modifiche significative per far rientrare il film dentro a un
nuovo canone.
Secondo un nuovo rapporto di
THR uno dei cambiamenti più recenti al film diretto da
James Wan è stato quello di annullare
completamente la partecipazione del Batman di Ben
Affleck al film.
L’Hollywood Reporter rivela che,
secondo le fonti, sono in corso dei cambiamenti in Aquaman e il
regno perduto– che ha
appena terminato il suo enorme
terzo round di riprese – perché il film deve riflettere lo
stato in continua evoluzione dell’Universo DC. Nel caso di Batman,
sia Affleck che Michael Keaton hanno preso parte e
ad un certo punto hanno filmato delle scene. Inizialmente, l’ex
capo della DC Films Walter Hamada voleva che il
Batman di Keaton fosse una presenza di tipo Nick Fury nel
franchise, che transitava tra i film, diventando una sorta di
mentore per altri supereroi, ma l’idea è stata poi definitivamente
bocciata quando lo studio ha annullato Batgirl.
Dopo che The Flash
non è riuscito a incassare bene al botteghino globale anche con più
Uomini Pipistrello al suo interno, sembra che l’ordine del giorno
sia rendere Aquaman e il Regno Perduto
completamente privo di Batman. Le fonti spiegano che il motivo alla
base di questa decisione è che i nuovi capi della DC James
Gunn e Peter Safran vogliono evitare di
presentare un universo condiviso prima che prenda completamente
forma, che è stato uno dei più grandi errori che il
DC
Extended Universe ha commesso in passato. Le fonti
hanno anche riferito che c’è una maggiore tendenza a rendere il
film con
Jason Momoa il più autonomo possibile, in modo da
tagliare qualsiasi riferimento a un universo condiviso che ormai
non esiste più in quella forma.
Jason Momoa è atteso di nuovo nei panni dell’eroe in
Aquaman e il
regno perduto, sequel del film che ha rilanciato
in positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. In questo
seguito, diretto ancora una volta da James
Wan (Insidious, The Conjuring), torneranno
anche Patrick
Wilson nei panni di Ocean Master, Amber
Heard, nei panni di Mera, Dolph Lundgren che sarà ancora una volta
Re Nereus, il padre di Mera, e ancora Yahya
Abdul-Mateen II nei panni di Black Manta,
che abbiamo visto riapparire nella scena post-credit del primo
film.David Leslie Johnson-McGoldrick,
collaboratore ricorrente di Wan, scriverà la
sceneggiatura del film, mentre il regista e Peter
Safran saranno co-produttori.