Jordan ha esordito alla regia con
Creed 3, in cui ha interpretato ancora una
volta il campione dei pesi massimi Adonis Creed, protagonista della
serie di film spin-off Rocky. Il terzo episodio, presentato in
anteprima nelle sale a marzo di quest’anno, ha performato molto
bene il botteghino con il suo weekend di debutto da 58 milioni di
dollari, una somma da
record per il franchise di boxe.
Jordan è apparso per la prima volta
nei panni di Adonis in Creed del 2015, seguito dal
sequel del 2018 e dal trequel del 2023. Sylvester
Stallone ha ripreso il ruolo di Rocky Balboa nei primi due
episodi di questo nuovo franchise, diventando mentore di Adonis, il
figlio del suo ex rivale Apollo Creed (Carl
Weathers). Creed 3 è il primo capitolo
della lunga serie senza Stallone.
A marzo, Variety aveva riferito che
Jordan e Amazon erano in trattative per un
universo cinematografico e televisivo che espandesse il mondo
della boxe. Sebbene i dettagli siano ancora scarsi riguardo ai
progetti in discussione, fonti hanno affermato che erano in corso
conversazioni per esplorare le possibilità di capitalizzare il
successo del franchise cinematografico della MGM su Prime Video, in seguito all’acquisizione della
MGM da parte di Amazon.
“Stiamo progettando di
realizzare ‘Creed 4’ proprio ora– è in lavorazione – e
pensiamo di avere una storia davvero bella, una trama davvero
buona”, ha detto Winkler, aggiungendo che i piani sono stati
ritardati “a causa dello sciopero, come tutti gli altri”
ma “probabilmente tra un anno andremo in
pre-produzione”.
Nonostante le temperature siano
ancora alte, il Natale si avvicina sempre di più! Questa stagione
dell’anno porta con sé un grande sentimento di gioia ed allegria,
spesso protagonista di gran parte delle pellicole a tema natalizio.
Netflix apre allora il periodo con la
commedia Best. Christmas. Ever! Il film,
diretto da Mary Lambert (The
blacklist) è caratterizzato inoltre da un cast di figure
già abbastanza note nel panorama cinematografico, specialmente nel
genere comico. Heather Graham (Terapia d’urto,
Una notte da leoni) interpreta la protagonista Charlotte,
mentre Jason Biggs (American
Pie, La
ragazza del mio migliore amico) qui è nei panni di Rob,
marito di Charlotte.
Best. Christmas. Ever!: un
Natale diverso dal solito
Charlotte ha una
famiglia normale: un marito amorevole, una casa e due bambini che
semplicemente si comportano da bambini. Ogni anno, nel ricevere la
cartolina di Natale dalla sua ex amica del college
Jackie sente però l’invidia e l’insoddisfazione
montare dentro di lei. Mentre Charlotte deve preoccuparsi della
vita di tutti i giorni, l’esistenza di Jackie e della sua famiglia
sembra essere perfetta: ha dato vita ad una fiorente società, il
marito è un maestro di Karate, la loro figlia
Beatrix è la più giovane alunna di Harvard e suo
fratello svolge delle missioni umanitarie in Africa. Charlotte non
riesce a credere realmente a queste cartoline, fin quando lei con
tutta la sua famiglia arrivano, con un inganno da parte del loro
figlio Grant, ad essere ospiti a casa di Jackie
per Natale. In casa della sua “rivale”, Charlotte cercherà di
scoprire i segreti che si celano dietro la facciata di perfezione,
ma la verità sarà tristemente oltre quello che immagina.
Il significato dietro la
commedia
All’occhio di uno spettatore
distratto, Best. Christmas. Ever!
potrebbe sembrare una normale commedia di Natale, ma in realtà
raccoglie dentro di se degli spunti di riflessione molto
interessanti oltreché attuali. Si parte, come prima importante
tematica, nel paragone che di sé si fa con gli altri: Charlotte non
riesce ad essere pienamente soddisfatta della propria vita perché
la paragona continuamente con quella di Jackie. Questa sorta di
competizione influisce molto sulla società attuale, specialmente
attraverso i social: qui si tende a mostrare sempre il meglio di
se, e si potrebbe finire per scambiare una visione parziale come la
vita perfetta degli altri.
Il problema del paragone con gli
altri non riguarda neanche solamente le questioni prettamente
economiche, come viene presentato nel film, ma anche l’aspirazione
a specifici canoni fisici o ad una continua corsa per il
raggiungimento dei grandi traguardi della vita, come la laurea. Per
dirla in maniera filosofica, ognuno intraprende un percorso di vita
unico, e quindi impossibile da comparare con le altre persone.
Charlotte finisce per rendersi conto di come la sua vita sia stata
comunque piena di gioia e di persone amate, una vita degna di
essere protetta da paragoni ed inutili insoddisfazioni.
Best. Christmas. Ever!:
non è tutto oro quel che luccica
Un altro tema interessante di
Best. Christmas. Ever! è la differenza
tra apparenza e realtà. Jackie mostra nelle sue cartoline di Natale
una famiglia che sembra essere perfetta, camuffando parte della
realtà. Talvolta si tende a mostrare solamente gli aspetti positivi
al mondo, che si tratti di una cartolina o di alcune storie sui
social. Ma la vita non è solo quella: come è giusto che sia, tutte
le persone vivono dei momenti più tristi, dolorosi, che
preferiscono non rendere pubblici. Di conseguenza uno spettatore
esterno, come in questo caso è Charlotte, non riesce subito a
vedere la dolorosa realtà che si nasconde dietro ai canti e ai
sorrisi.
Un finale affrettato
Nonostante questi sempre validi e
profondi spunti di riflessione, la pellicola resta comunque molto
leggera. La breve durata (appena 1 ora e un quarto circa) permette
al pubblico di seguire il film con interesse, anche se magari
sarebbe stato preferibile un finale più pacato ed approfondito. La
conclusione sembra invece essere quasi frettolosa: ciò si sarebbe
potuto semplicemente evitare allungando anche di 15 o 20 minuti la
durata totale della commedia. La presenza di attori già avvezzi a
ruoli comici permette però alla pellicola di risultare in ogni caso
divertente, senza scadere nel demenziale.
Ad ogni modo, Best.
Christmas. Ever! sembra essere un film perfetto da
vedere, anche in famiglia, durante le vacanze, proprio per
recuperare un po’ di sano spirito natalizio anche alla luce delle
tematiche proposte da questa pellicola.
Il MCU ha dato
ai fan l’impressione che i suoi personaggi così eroici fossero
destinati a durare per sempre, ma il leggendario franchise è ormai
attivo da un bel po’ di tempo ed è stato necessario concludere gli
archi di alcuni personaggi. In alcuni casi, i percorsi dei
personaggi sono stati così convincenti da far ritenere giusto che
sia giunto il momento salutarli. Tra chi ha avuto una morte eroica,
e chi ha abbandonato la tuta da supereroe per andare in pensione,
il MCU
ha garantito nel corso degli anni dei finali strappalacrime per
alcune delle sue icone più popolari. In oltre 30 film del Marvel Cinematic
Universe, molti viaggi finali degli eroi sono stati
ritenuti memorabili e sono ancora impressi nel cuore e nella mente
del pubblico: li analizziamo insieme in questo articolo.
Groot dice finalmente qualcosa di
diverso
Tra l’eclettico cast
dell’action-comedy space opera di James
Gunn,
Guardiani della Galassia, Groot si è subito imposto
all’attenzione del pubblico come mascotte accattivante e centro
morale della squadra, nonostante il suo vocabolario limitato.
Nonostante questa sua apparente difficoltà nel comunicare, il
doppiaggio convincente di Vin Diesel ha conferito una quantità
sorprendente di emozioni al personaggio, rendendo il suo sacrificio
verso la fine del film ancora più straziante. “Noi siamo
Groot” è diventata una delle citazioni più degne di nota del
MCU,
anche solo per aver introdotto due nuove parole nel lessico
dell’alberello che cammina.
La nobile morte di Groot ha lasciato
un’ottima impressione sui fan e sugli stessi
Guardiani, che si sono stretti attorno a lui come
squadra e famiglia ritrovata. Fortunatamente, la rinascita di Groot
come alberello non lo ha tenuto fuori dall’azione per molto tempo,
anche se questo ha in qualche modo sminuito la gravità del suo atto
eroico – cosa poi attenuata dalla conferma che il secondo Groot era
un nuovo personaggio, nato dal sacrificio della prima iterazione.
In ogni caso, è bene tenere a mente che Groot
potrebbe ancora apparire insieme a Rocket Raccoon
come uno dei pochi Guardiani della Galassia fondatori
che sono rimasti con la squadra entro la fine di Guardiani della Galassia vol.
3.
Vedova Nera si sacrifica per la
Pietra dell’Anima
Membro originale dei
Vendicatori, Vedova Nera è stata purtroppo
relegata a personaggio di supporto per gran parte del suo tempo
sullo schermo. Sia che assistesse Steve Rogers in
Captain America: The Winter Soldier o a
supporto di Tony in
Iron Man 2, la morte di Natasha
Romanoff ha segnato il suo vero momento di
maggior splendore in Avengers: Endgame. Quando si è trattato di
raccogliere tutte le Gemme dell’Infinito, Vedova Nera ha superato
Occhio di Falco nell’essere colei che ha pagato il
prezzo più alto per riportare in vita metà dell’universo.
Ciò che ha reso la morte di
Vedova Nera così tragica è stato quanto fosse
stata parte integrante di tutti gli altri Vendicatori, essendo
amica intima di Occhio di Falco, amante di
Bruce Banner e collega fidata di molti altri. In
definitiva, la sua fine è stata in qualche modo offuscata dalla
mancanza di opportunità di essere la star dello spettacolo fino al
suo film prequel post-mortem, Black Widow. Tuttavia, la fine della storia di
Natasha Romanoff è stata un momento straziante che
il MCU
non dimenticherà presto.
Scarlet Witch sceglie di concludere
la sua storia da eroina
Tra tutti i membri degli
Avengers, forse nessun personaggio ha avuto un
percorso così tumultuoso come Scarlet Witch. Passando da cattiva a eroina e
viceversa, la storia di Wanda Maximoff è stata
segnata dalla perdita, prima del fratello
Quicksilver e poi del suo compagno,
Visione. Questo lutto ha definito la sua carriera
di villain, facendole rivoltare le spalle contro un multiverso che
le aveva tolto molto.
Per questo motivo, il suo ultimo
atto ha segnato una scelta di cuore decisamente eroica, che l’ha
riscattata nella morte, quando ha fatto crollare il Monte
Wungadore sopra di sé, distruggendo tutte le copie
dell’insidioso Darkhold insieme a se stessa.
Sebbene Wanda avesse molto da espiare, questo atto finale è stato
un buon modo per chiudere il suo arco pieno di turbolenze
all’interno del MCU.
Anche se ci sono state speculazioni sul fatto che un personaggio
così potente potesse essere ucciso così facilmente, il MCU
ha confermato la morte di Scarlet Witch.
Killmonger perseguita il Wakanda
con le sue ultime parole
In un franchise che
storicamente ha avuto problemi a rappresentare bene i suoi cattivi,
Eric Killmonger si è distinto come nemico
ferocemente carismatico e inquietantemente letale per
T’Challa del Wakanda, mettendo
quasi in ginocchio l’intero regno. Killmonger è stato anche uno dei
pochi cattivi della Marvel ad avere argomentazioni
importanti, sottolineando i difetti della decisione del Wakanda di
isolarsi e accumulare la sua incredibile tecnologia. Anche se la
scena del combattimento finale di Black Panther ha lasciato molto a desiderare,
le ultime parole di Killmonger hanno reso tale momento
“ossessionante”.
Nonostante si opponesse ai suoi
metodi malvagi, Black Panther ha sempre mostrato un certo
livello di rispetto per Killmonger, che utilizzava le leggi e i
riti di comando preesistenti del Wakanda per prendere il potere.
Portando Killmonger sanguinante su una scogliera
per vedere il tramonto africano per l’ultima volta,
Eric chiede a T’Challa di
seppellirlo nell’oceano con i suoi antenati, che scelsero di
annegare piuttosto che sottomettersi. Questa potente battuta è
rimasta impressa nella mente del pubblico, rendendo ancora più
dolce l’ultima apparizione di Killmonger nel
viaggio di Shuri verso il Piano Ancestrale.
L’Antico fa pace con la morte
Tra le nterpretazioni più
sottovalutate di tutto il MCU,
il breve periodo di Tilda Swinton nei panni
dell’Antico ha portato una grazia e un’eleganza
ultraterrene al mistico mentore di Stephen
Strange. È stata l’ultimo chiodo nella bara che ha mandato
in frantumi la visione del mondo dell’arrogante chirurgo; il suo
spostamento dello spirito di Strange nel regno astrale per un
viaggio surreale attraverso il cosmo del MCU
è diventato un classico meme Marvel con protagonista il
Dottor Strange. Ma la scena più memorabile rimane
la sua morte per mano di Kaecilius.
Dissanguato rapidamente,
l’Antico abbandona la sua forma fisica e ammira il
panorama dall’ospedale insieme a Stephen. Il suo
bellissimo monologo riflette sulla sua paura della morte anche dopo
secoli di vita, lasciandosi lentamente andare mentre fuori si
accumula la neve appena caduta. Facendo un’ultima apparizione in un
flashback durante la battaglia di New York in Avengers: Endgame, l’Antico è uno dei pochi
personaggi a riconoscere che i Vendicatori sono fuori dal tempo, il
che la rende ancora più cool dopo la sua morte.
Zia May dà finalmente la sua
“classica lezione” a Peter Parker
Quando il MCU
si è finalmente deciso a introdurre Spider-Man in
modo adeguato, la critica ha lodato i film sul supereroe per non
aver sposato troppo elementi del personaggio che erano già stati
fatti a pezzi. Questo include una serie di elementi che sono stati
modificati, tra cui l’assenza dello zio Ben e la presenza di una
zia May significativamente più giovane di quella
che viene convenzionalmente rappresentata. La versione più giovane
del personaggio è stata una boccata d’aria fresca, che le ha
permesso di avere un ruolo più attivo nella vita di
Peter.
Zia May raggiuge il
punto più alto del suo arco in Spider-Man: No Way Home. Sostenendo Peter dopo
la rivelazione della sua identità segreta, zia May fa di tutto per
proteggerlo, pagando il prezzo più alto dopo essere stata presa di
mira da Green Goblin. Aspettare questo momento
strappalacrime per dare finalmente all’Uomo Ragno la sua battuta
classica – “Da un grande potere derivano grandi
responsabilità” – ha dato alla battuta un impatto maggiore che
mai. Così, una delle morti più tristi del MCU
è diventata anche una delle più d’impatto con la fine della storia
di Zia May.
Yondu si sacrifica per
Star-Lord
Yondu è un
personaggio poco ortodosso per quanto riguarda le figure paterne.
Rapendo Peter Quill in giovane età e
terrorizzandolo, non è stato esattamente un modello di influenza
per il ragazzo in crescita, approfittando della sua piccola taglia
per rubare in spazi ristretti e bloccando i suoi tentativi di
festeggiare il Natale. Ma la morte di Yondu è stata così
significativa per stabilire quanto alla fine tenesse davvero a
Star-Lord, amandolo abbastanza da sacrificare la
propria vita.
Considerando quanto sia stata
d’impatto la fine di Yondu, è sorprendente pensare
che Guardiani della Galassia Vol. 2 volesse in
origine far morire prima Gamora. Fortunatamente,
questa idea è stata messa in secondo piano, dato che il sacrificio
di Gamora era necessario per Avengers: Infinity War. Ciò significa che
Yondu ha avuto un addio adeguato che ha riconosciuto il suo amore
definitivo per Peter, disposto a mettere da parte il suo tipico
egoismo con la battuta: “Sarà anche stato tuo padre, ragazzo,
ma non era il tuo papà“.
La morte di Iron Man segna un
riposo a lungo meritato
L’epilogo e la conclusione
di Avengers: Endgame è stato il culmine di
anni di sviluppo del MCU
e la morte dei personaggi principali era attesa anche dai fan più
ottimisti. Dopo essere stato devastato dalle forze cosmiche delle
Gemme dell’Infinito, Tony
Stark si sacrifica per porre fine alla minaccia di
Thanos una volta per tutte. Dalle sue umili
origini di appaltatore di armi amorale, costretto a costruire
un’armatura in una caverna con una scatola di rottami, l’uccisione
di una minaccia universale è stata una nota di merito per l’eredità
di Iron Man.
L’aspetto significativo della morte
di Tony è che ha rappresentato la chiusura di un capitolo non solo
della vita di un personaggio Marvel, ma anche della pietra
miliare raggiunta da Robert Downey Jr. con la sua interpretazione.
Quando Pepper Potts dice a Tony
che può finalmente riposare, si fa quasi portavoce dei fan
di lunga data e dello stesso MCU, dicendo direttamente
a Robert Downey Jr. che ha dato più
che abbastanza allo storico franchise, permettendogli
finalmente di essere in pace. È difficile immaginare una fine più
appropriata per l’eredità di Iron Man di quella che Avengers: Endgame.
Capitan America prova finalmente un
po’ di quella “vita” che Tony gli ha detto di godersi
Sebbene
l’Iron Man di Robert Downey Jr. abbia gettato le
fondamenta del MCU,
Chris Evans nel ruolo di Capitan America lo ha
seguito da vicino come personaggio di punta che ha tenuto insieme
il franchise per molto tempo. Leader de-facto dei Vendicatori e
ispirazione personale per molti personaggi dell’universo,
l’innegabile fascino di Capitan America e la sua incrollabile
dedizione alla giustizia meritavano un lieto fine, considerando
tutto ciò che aveva subito. In Avengers: Endgame, ha ottenuto proprio questo,
la chiusura pacifica del suo personaggio davvero meritata.
Dopo essere stato rimandato indietro
per riportare le Gemme dell’Infinito al loro giusto posto nella
linea temporale, Steve Rogers
sceglie di non tornare ai giorni nostri, cogliendo l’opportunità di
costruirsi finalmente una vita con colei che gli è sfuggita,
Peggy Carter. Per tutto il bene che Steve Rogers
ha fatto nel presente, il suo personaggio è sempre stato
perseguitato dalla vita che gli è stata rubata, un uomo fuori dal
tempo. Il suo viaggio nel tempo gli ha dato la possibilità di
vivere finalmente la vita che desiderava veramente, un lieto fine
commovente per il Marvel Cinematic
Universe.
The Crown Stagione 6 Prima Parte racconta il
periodo di otto settimane che precedono la morte di Lady Diana,
focalizzandosi, ovviamente, sulla sua relazione con Dodi al Fayed,
l’imprenditore egiziano che rimase vittima, insieme alla
Principessa, nell’incidente d’auto che le costò la vita.
La serie procede per tappe,
raccontando l’avvicinamento dei due voluto dal padre di lui,
Mohamed, le vacanze, le fighe romantiche, Parigi, la
foto scattata da Mario Brenna, i timori di Palazzo, i paparazzi,
infine la serata della fine. Ma come sono andate davvero le cose?
La serie, ovviamente, ricostruisce molti dei momenti privati, dei
quali non sappiamo molto, ma di seguito ecco alcune differenze e
analogia della storia vera con ciò che racconta The
Crown Stagione 6 Prima Parte.
Il primo incontro
Sembra che il primo
incontro tra Diana e Dodi sia avvenuto nel 1986, nel corso di una
partita di polo al Castello di Windsor, dove l’imprenditore
egiziano giocava contro il Principe del Galles. Si ritiene che qui,
i due, si scambiarono un saluto e qualche parola, anche se non ci
sono testimonianze fotografiche di questo primo contatto.
Il divorzio da Carlo
Nel 1986 Carlo e Diana
cominciano a non fare più mistero delle difficoltà del loro
matrimonio. Entrambi i coniugi reali avevano relazioni
extraconiugali: Carlo era legato a
Camilla Parker Bowles, forse suo unico e vero amore, che lo
accompagnava da ben prima che si sposasse con Diana; la Principessa
aveva invece una relazione con l’ufficiale militare britannico
James Hewitt, durata cinque anni. Bisogna arrivare al 1992 per
avere l’annuncio ufficiale della separazione tra Principe e
Principessa di Galles, per bocca del Primo Ministro britannico John
Major. Sebbene il divorzio non venga finalizzato fino al 1996, la
copertura mediatica dell’evento è massiccia e
capillare.
Anche Dodi aveva avuto dei problemi
sentimentali. Sposatosi con la modella americana
Susanne Gregard, aveva divorziato da lei dopo soli otto mesi. In
compenso, però, la sua carriera di produttore cinematografico
procedeva spedita e stava sbocciando, tanto che alla sua produzione
si devono film quali Momenti di Gloria, per il quale vinse
addirittura il Premio Oscar, è Hook – Capitan Uncino, dal genio di
Steven Spielberg. Si dice che Dodi ebbe
moltissimi flirt con donne famose, tra cui anche Julia Roberts e
Winona Ryder.
Mohammed Al-Fayed, l’imprenditore
Ma se Dodi era
apparentemente un simpatico viveur, suo padre,
Mohammed Al-Fayed, aveva dei progetti ben più solidi e di lunga
durata. Sembra che nella metà degli anni ’90 cominciò ad entrare
sempre di più nella vita della Principessa Diana, i due si
incontravano spesso in occasioni pubbliche. Il direttore degli
affari pubblici di Harrods considerava l’ex altezza reale un’amica
e il loro rapporto era sempre più intimo.
Gli incontri a
St Tropez
Elizabeth Debicki nella prima parte di The Crown 6
Dopo oltre dieci anni di conoscenza, Mohammed Al-Fayed invita Diana
sul suo yatch, per un periodo di vacanza. Era il luglio 1997.In
compagnia dei figli, Diana trascorre delle settimane a bordo della
famosa imbarcazione Jonikal. All’epoca Dodi era fidanzato con la
modella americana Kelly Fisher, che fece poi causa all’uomo per la
rottura del fidanzamento. Chiaramente, a seguito della piega
tragica degli eventi, ritirò la denuncia. In quelle settimane si
dice che sia nata una simpatia tra Diana e Dodi.
Ad agosto, William e Henry lasciano
la madre per trascorrere un periodo con il padre, in Scozia. A
questo periodo risalgono le foto di Mario Brenna, il paparazzo
italiano che immortala i neo amanti sullo yatch al largo delle
coste della Sardegna. Le foto fanno il giro del mondo e catalizzano
l’attenzione dei paparazzi su Diana e sulla sua nuova storia
d’amore. Alcuni ritengono addirittura essere arrivata una proposta
di matrimonio. Le voci sono alimentate dal padre di Fayed. Il
maggiordomo di Diana ha poi negato l’ipotesi.
Alla fine di agosto, i due fanno
tappa a Parigi. Cenano al Ritz, di proprietà della famiglia Fayed.
Poi, accompagnati dalla guardia del corpo Trevor Rees-Jones e
dall’autista Henri Paul, lasciano la struttura. Si pensa che
l’autista fosse brillo, tuttavia, nel tentativo di seminare i
paparazzi che la inseguivano, l’automobile che trasporta i quattro
si schianta sotto il Ponte de l’Alma, a Parigi. Fayed e Paul furono
dichiarati morti sul colpo, mentre Diana morirà poi in ospedale.
L’unico sopravvissuto all’incidente è Jones.
Conseguenze
Il fatto che i due
neo-amanti siano morti insieme, ha generato una romanticizzazione
della loro relazione che ancora oggi dura. Dodi viene considerato
il grande amore di Diana e i due sono legati per sempre dalla loro
fine tragica. La loro morte ha generato una commozione senza
precedenti in tutto il mondo. Addirittura il padre di Dodi ha fatto
erigere nel suo grande magazzino Harrods una statua che li
raffigura, intitolata Innocent Victims. In realtà nessuno sa quanto
potesse essere profondo il legame trai due, tuttavia si trattava
comunque di una storia all’inizio, che non è detto sarebbe poi
continuata dopo l’estate, così come sceglie di raccontare The
Crown. Oltre 31 milioni di persone nel Regno Unito hanno seguito la
diretta del funerale di Stato di Diana e il suo mito perdura ancora
oggi, mentre non si può dire lo stesso per Dodi.
Acclamato sceneggiatore di film come
La promessa dell’assassino
e Locke (di cui è stato
anche regista), Steven Knight ha sempre dichiarato
di nutrire un profondo amore per i noir degli anni Quaranta e
Ottanta, dove la tensione per complessi intrighi si mescola ad una
sessualità conturbante. Dal desiderio di cimentarsi con una storia
simile nasce nel 2019 Serenity – L’isola
dell’inganno (qui la recensione), film
ambizioso all’interno del quale si mescolano molteplici generi in
un crescendo di intrecci e sorprese. A rendere ancor più
interessante il lungometraggio vi è la presenza di due attori del
calibro di Matthew McConaughey e Anne
Hathaway.
Nonostante queste premesse, il film
non ha ottenuto buoni consensi durante le proiezioni di prova,
portando i produttori ad abbassare drasticamente i toni della
campagna pubblicitaria. Di conseguenza, il film è passato quasi
inosservato, raccogliendo per lo più critiche negative ed un totale
di appena 14 milioni di dollari. Ad aver tradito Knight, in
particolare, è stato l’aver fatto confluire nel film numerosi
elementi che non hanno poi trovato una giusto equilibrio tra loro.
Nonostante ciò, per i fan dei thriller contenenti elementi come la
sessualità, i complotti e i finali con forti colpi di scena,
Serenity è un film da riscoprire.
Pur con i suoi difetti, il film di
Knight può infatti affermarsi come un guilty pleasure da
cui poter ottenere alcuni momenti di particolare fascino e altri
divenuti involontariamente iconici. Se si è in cerca di una visione
bizzarra, questo è il film giusto. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori alle location e alla
spiegazione del finale. Infine, si elencheranno
anche le principali piattaforme streaming
contenenti il film nel proprio catalogo.
Serenity – L’isola dell’inganno: la trama del
film
Il film racconta la misteriosa
storia del capitano Baker Dill. Egli si è lasciato
alle spalle il passato e il nome di John Mason, trasferendosi in
una bellissima isola tropicale e iniziando una nuova vita. La sua
tranquilla esistenza viene però nuovamente sconvolta quando
ricompare la sua ex moglie Karen Zariakas. Mai
realmente dimenticata, questa si presenta con una terribile
richiesta d’aiuto: uccidere il suo violento e sadico marito
Frank Zariakas. Diviso tra il desiderio di essere
lasciato in pace e l’amore che ancora nutre per la donna, il
capitano Dill dovrà fare i conti con attrazioni e segreti sepolti
da tempo. Allo stesso tempo, c’è verità tutta da scoprire e quanto
mai inaspettata.
Serenity – L’isola
dell’inganno: il cast e le location del film
Come anticipato, nel ruolo del
protagonista, il capitano Baker Dill, vi è l’attore premio Oscar
Matthew McConaughey,
mentre Anne Hathaway è
la sua ex moglie Karen Zariakas. I due attori tornano qui a
recitare insieme dopo aver condiviso il set di Interstellar. La Hathaway, in particolare,
ha accettato il ruolo poiché affascinata dalla maschera che il suo
personaggio sfoggia in base allo sguardo maschile di turno. Allo
stesso tempo, il fatto che non le vengano proposti frequentemente
ruoli tanto controversi è stato un altro motivo per accettare.
Accanto a loro, nei panni del nuovo marito di Karen, vi è l’attore
Jason Clarke, noto per
film come Il primo uomo e Il grande Gatsby. Diane Laneè
Constance, mentre Djimon Hounsouè
Duke.
L’intero film è ambientato su di
un’isola caraibica immaginaria chiamata Plymouth, la quale viene
descritta come situata da qualche parte a sud della Florida. Le
riprese del film, però, si sono svolte alle Mauritius, collocate
nell’Oceanno Pacifico a ovest del Madagascar. Tale differenza
geografica ha portato la troupe a dover ricostruire buona parte
degli ambienti, al fine di farli assomigliare maggiormente a quelli
delle località tipiche dei Caraibi. Le Mauritius sono in
particolare state scelte per via della loro atmosfera esotica e per
la componente di mistero che determinati ambienti naturali
riuscivano a conferire al racconto.
Serenity – L’isola
dell’inganno: la spiegazione, il trailer e dove vedere il film
in streaming e in TV
Giunti al finale del film, si rimane
particolarmente spiazzati da ciò che avviene. Nel momento in cui
l’omicidio alla base della storia è compiuto, l’isola dove si
svolgono gli eventi e i suoi protagonisti si rivelano essere parte
di un videogioco ideato da Patrick, il figlio di John Mason.
Quest’ultimo era un soldato di guerra morto anni prima in Iraq e
tramite il videogioco il ragazzino tenta di elaborare il lutto per
quella perdita. Allo stesso tempo, testa l’omicidio che poi
realmente concretizzerà del nuovo violento compagno della madre.
Tutto ciò può sembrare un colpo di scena estremamente forzato, ma
Knight dissemina nel corso del film alcuni indizi significativi,
che se colti potrebbero anticipare tale risvolto.
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Serenity – L’isola
dell’inganno è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten Tv, Chili, Google Play, Apple TV, Now e
Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 18
novembre alle ore 21:00 sul canale
Iris.
Gli ultimi istanti della seconda
stagione di Loki (qui la recensione) potrebbero
aver impostato alcune importanti trame per i prossimi Deadpool 3 e Avengers: The Kang Dynasty. Distribuita nell’ambito
della Fase 5 dell’MCU, la seconda stagione di Loki ha visto
il Dio dell’inganno (Tom
Hiddleston) prendere in mano la situazione,
raccogliendo le ramificazioni temporali del multiverso e riunendole
per formare Yggdrasil, l’albero
dei mondi della mitologia norrena. Invece di tagliare le linee
temporali, la TVA è stata trasformata in
un’organizzazione per la protezione delle infinite realtà del
multiverso, il che fa pensare a un coinvolgimento importante di
essa in diversi progetti futuri del MCU.
Come il finale di Loki 2
prepara la TVA per Deadpool 3
Il fatto che la Time Variance
Authority sia stata trasformata in un’organizzazione dedicata al
monitoraggio e alla protezione delle varie linee temporali del
multiverso significa che i suoi dipendenti potrebbero apparire in
diversi progetti della Saga del
Multiverso. In particolare, si prevede che
Deadpool 3 del 2024 tratterà un’importante
storia multiversale, poiché Wade Wilson (Ryan
Reynolds), alias Deadpool, passerà dall’universo degli
X-Men della Fox al MCU vero e proprio, quindi è
possibile che la TVA appaia durante tale film. Presumibilmente,
infatti, ha ora giurisdizione su tutti i franchise cinematografici
Marvel, compresi i film precedenti
della Fox, quindi potrebbe essere già a conoscenza delle azioni di
Deadpool.
La TVA apparirà in Deadpool
3?
Non è tuttavia ancora stata
confermata dai Marvel Studios l’effettiva apparizione della
TVA in Deadpool 3, ma con la ripresa della
produzione del progetto dopo gli scioperi della WGA e della
SAG-AFTRA, è possibile che il coinvolgimento della TVA venga
svelato presto. Anche se non c’è stata alcuna conferma ufficiale,
inoltre, si è fatto il nome di Mobius (Owen Wilson), – personaggio della
serie Loki – come possibile membro del cast
di Deadpool 3, dove potrebbe entrare in contatto
con Deadpool e Wolverine (Hugh Jackman)
nella loro avventura multiversale, idealmente rappresentando
proprio la TVA.
Come il finale di Loki 2
prepara i villain di Avengers 5
Oltre a definire potenziali
storyline per Deadpool 3, il finale della seconda stagione
di Loki ha in un certo senso anche posto le basi per
Avengers: The Kang Dynasty. La missione di Kang di
distruggere intere linee temporali è contraria a ciò che la TVA sta
cercando di realizzare, quindi Kang e le sue varianti sono già sul
radar della TVA. Questo è stato dimostrato durante uno scambio tra
Mobius e B-15 dove parlano di un file riguardante le varianti di
Colui che Rimane, facendo anche riferimento agli eventi di Ant-Man and the Wasp: Quantumania. Mobius ha notato
che una variante di Kang ha causato il caos nel “regno adiacente al
616”, che presumibilmente si riferisce al Regno Quantico che Kang
il Conquistatore ha trasformato nel suo impero in
Quantumania. La caccia alle ulteriori varianti di Kang
potrebbe dunque essere alla base del quinto film dedicato agli
Avengers.
Loki e la TVA appariranno in
Avengers 5?
Attualmente non si sa molto sui
Avengers: The Kang Dynasty, anche se la TVA sembra
avere informazioni su ogni variante di Kang, compresi quelli che
compongono il Consiglio dei Kang visto nella scena post-credits di
Ant-Man and the Wasp:
Quantumania, che potrebbero quindi entrare in rotta di
collisione con la TVA. La missione è dunque ora quella di
proteggere il multiverso dopo che è stato riunificato da Loki,
quindi anche se Loki potrebbe non fare la sua apparizione nel
futuro del MCU è probabile che, date la tante
varianti di Kang in giro per il Multiverso, la TVA lo faccia e se
ciò accadrà sarà molto probabilmente nel quinto
Avengers.
In un panorama cinematografico
sempre più ricco di commedie, può essere difficile trovare un
titolo davvero in grado di stupire ed emozionare. Un titolo che più
di altri si è affermato per originalità negli ultimi anni è
10 giorni senza mamma,
brillante film del 2019 diretto da Alessandro
Genovesi. Si tratta di una storia tutta in famiglia, che
affronta in modo ironico e sincero il ruolo del genitore, tra
difficoltà e piaceri. Nel 2020 questo titolo ha poi avuto un sequel
di ambientazione natalizia dal titolo 10 giorni con
Babbo Natale, proponendo nuove avventure con il
medesimo cast del precedente, più qualche gradita aggiunta.
Originariamente previsto per la sala
cinematografica, il film è invece stato poi distribuito nel
dicembre del 2020 sulla piattaforma Amazon Prime Video a causa della pandemia di
Covid-19 e la chiusura dei cinema. Ciò non gli ha impedito di
affermarsi come un buon successo di critica e pubblico, venendo
anche indicato come uno dei migliori film italiani dell’anno. Ciò è
dato anche dalla capacità di Genovesi di dar vita ad un racconto
delicato e appassionato, raccontando nuovi aspetti della famiglia
italiana sotto una luce diversa da quella affrontata nel precedente
film.
10 giorni con Babbo Natale
(qui la recensione del film) è
dunque un titolo da non lasciarsi sfuggire, che regala emozioni,
riflessioni e tanto intrattenimento per i più piccolo come per i
più grandi. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
10 giorni con Babbo
Natale: la trama del film
Il film ha per protagonista ancora
una volta la famiglia Rovelli, la quale si trova ora a dover
gestire la situazione da disoccupato di Carlo.
Avendo lasciato il lavoro preferendo riscoprire il suo rapporto con
i figli Camilla, Tito e
Bianca, egli si trova inevitabilmente a dover
gestire anche i momenti più insoddisfacenti, ovvero quelli in cui
si rende conto di non essere di alcun aiuto da un punto di vista
economico. Nel momento in cui a sua moglie Giulia
viene offerta una promozione pochi giorni prima di Natale, questo
sembra essere un evento in grado di poter cambiare la loro
situazione.
La famiglia si deve dunque recare in
Svezia per accettare il lavoro. Partendo a bordo del loro vecchio
camper, i Rovelli prendono questa anche come una vacanza natalizia,
durante la quale poter consolidare i loro rapporti. Una volta
superato il confine con l’Austria, però, investono
involontariamente uno strano uomo che è convinto di essere Babbo
Natale. Per far felici i figli decidono di dargli un passaggio,
andando incontro ad eventi inaspettati, che gli faranno riscoprire
non solo la magia per quella festa ma anche il bene che provano
l’uno per l’altro.
10 giorni con Babbo Natale: il cast del film
Per dar volto al protagonista, Carlo
Rovelli, il regista si è affidato all’attore Fabio De Luigi,
con il quale aveva già lavorato in più occasioni precedentemente.
L’attore si è così cimentato in una prova attoriale particolarmente
impegnativa, che lo ha visto coinvolto a tutto tondo nella
costruzione del personaggio. La moglie Giulia è invece interpretata
da Ludovica
Lodovini. Un ruolo per il quale l’attrice si è
preparata affidandosi interamente alla sceneggiatura. Ad aiutarla
ulteriormente, stavolta, vi è stato il rapporto stretto sul set del
precedente film con gli attori che interpretano i figli.
A dar volto all’adolescente Camilla
è la giovane Angelica Elli, che proprio
con 10 giorni senza mamma aveva avuto il suo
primo ruolo cinematografico. Nel dar vita al personaggio, questa ha
raccontato di averci messo molto di sé, ma di essersi fatta guidare
anche dall’immaginazione. Matteo Castellucci è
invece il pestifero Tito, mentre a dar volto a Bianca, la più
piccola dei figli, vi è Bianca Usai. Nuovo
ingresso nel cast è quello di Diego Abatantuono,
il quale è chiamato ad interpretare Babbo Natale. Un personaggio
che l’attore ha raccontato di aver particolarmente adorato e di
essersi divertito molto ad interpretarlo.
10 giorni con Babbo
Natale: il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire di 10
giorni con Babbo Natale grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di
Infinity+, Amazon Prime Video e
Netflix. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video.
Arrivano nuovi rumors sul tanto
chiacchierato Spider-Man 4, la nuova saga su
Spider-Man derivata dall’accordo del 2015 tra Sony Pictures e
Marvel Studios che ha portato all’introduzione
del Peter Parker interpretato da Tom Holland.
Tuttavia, con la produzione di
Spider-Man: Far From Home, i dirigenti della
Sony per poco hanno pensato di privarsi dell’aiuto dei Marvel Studios e consideravano
Spidey pronto a tornare in quello che è diventato noto come
SSU (Sony’s Spider-Man Universe).
Fortunatamente la cosa non si è poi
concretizzata e i Marvel Studios hanno continuato a
supervisionare anche quel film, grazie anche ad un nuovo accordo
siglato per mantenere il wall crawler nell’MCU. Questo accordo chiaramente
come il precedente non durerà per sempre. Oggi lo scooper
Daniel Richtman – che ha dato la notizia
del casting di Pedro Pascal/Mister Fantastic – riferisce che
Spider-Man 4 presenterà più collegamenti
con la SSU. L’idea è che questo possa aprire la strada a una
potenziale fusione di quel mondo e dell’MCU.
Ciò che non sappiamo è se questo
significa che Peter si sta dirigendo nello stesso mondo di
Venom e
Morbius o se questi personaggi verranno trascinati
sulla Terra-616 in tempo per Avengers:
Secret Wars. Ci piacerebbe pensare che Sony
abbia intenzione di lasciare che i Marvel Studios si occupino
della sua lista Marvel, ma è un pio desiderio.
Invece, probabilmente rivogliono indietro l’eroe e questo è
l’inizio della fine del suo tempo nell’MCU.
Con questo in mente, è probabile
che avremo in Spider-Man 4,
un’apparizione di Tom Holland,
Tobey Maguire e
Andrew Garfield nei prossimi film degli
Avengers, e poi tornerà alla Sony mentre Kevin
Feige sposta l’attenzione sugli
X-Men e Fantastici
Quattro. Attualmente si prevede che Spider-Man
4 arriverà nei cinema nel 2025.
“Ho pensato che fosse un peccato
perché, per quanto ne so, tutti gli altri hanno avuto un’esperienza
meravigliosa“, mi ha detto Perez giovedì alla festa GQ
Men of the Year al Bar Marmont a West
Hollywood.
“È un peccato che questa sia stata
la sua esperienza sul set. Soprattutto quando sono usciti quei
film, era un momento in cui avevamo davvero bisogno di qualcosa del
genere”, ha detto, alludendo alla pandemia di
COVID. “So dalle nostre interazioni con i fan, dal fatto
che veniamo fermati ovunque vada, cosa significa ‘Kissing Booth’
per le persone e cosa ha portato loro durante un periodo così
buio. Immagino che il lato positivo sia che continuava a far
ridere e sentire bene la gente.
Cosa ha detto Jacob Elordi?
Jacob Elordi ha fatto notizia all’inizio di
questa settimana criticando il franchise nella suacover story su GQ Men of the Year. “Non
volevo fare quei film prima di fare quei film“, ha detto alla
rivista della trilogia Netflix di
The Kissing Booth. “Quei film sono
ridicoli. Non sono universali. Sono una via di
fuga.”
Nei tre film Netflix – usciti nel 2018, 2020 e 2021 e basati
sull’omonima serie di romanzi di Beth Reekles – Jacob Elordi ha interpretato Noah
Flynn, l’atleta di football interessato amoroso della Elle
Evans interpretata daJoey King.
Diretto, co-scritto e prodotto da
Vince Marcello, il secondo film
trova Elle all’ultimo anno delle superiori e
coinvolta in un triangolo amoroso con Noah e il nuovo ragazzo a
scuola interpretato proprio da Taylor Zakhar
Perez.
La star di “Priscilla”
e “Euphoria”
ha affermato che “The Kissing Both” sembrava parte
di una “trappola” in cui cadono alcuni attori di
Hollywood. “Non hai idee originali e sei morto
dentro. Quindi è una bella danza“, ha detto a GQ.Anche se Jacob Elordi ha detto di non aver
sentito direttamente nessuno del cast in merito alle sue
osservazioni, ha detto, sempre alla festa di GQ, “Sono
incredibilmente grato a tutti i presenti“.
Le notizie che arrivano oggi su
Wonder
Mansono piuttosto
deludenti. Joanna Robinson, autrice di MCU: The Reign of Marvel
Studios, ha recentemente rivelato di
aver sentito: “Stanno distruggendo il progetto Wonder
Man”. Oggi, John Rocha ha sostenuto
questi commenti aggiungendo alcuni dettagli in merito allo sviluppo
della serie tv.
“L’idea che lavorerà
alla serie Wonder Man è una copertura”,ha
affermato il podcaster.“Da quello che mi è
stato detto, agli attori è stato suggerito di abbandonare la serie
Wonder Man e, se avessero voluto farlo, avrebbero dovuto iniziare
da zero.”
Rocha ha continuato a parlare
della serie paragonandola alla situazione di quanti attori del
DCEU sono stati licenziati dal DCU, con la vaga promessa che potrebbero
tornare ad un certo punto in futuro.Se è così, ciò
potrebbe significare che Cretton (che deve ancora commentare le
notizie su The
Kang Dynasty) e Marvel Studios potrebbero aver
concluso la collaborazione.
Cosa sappiamo sulla serie tv Wonder
Man?
Per quanto riguarda Wonder
Man, Andrew Guest è
stato scelto per ricoprire il ruolo di Head Writer con
Daniel Destin Cretton alla regia dei primi due
episodi.Si spera che gli scioperi abbiano
semplicemente significato che i Marvel Studios stiano
apportando alcuni miglioramenti ai processi di sviluppo dei
progetto.
La star di Aquaman e il Regno
Perduto,Yahya
Abdul-Mateen II, è stata scelta per interpretare Wonder
Man, con Sir Ben Kingsley pronto a riprendere il suo ruolo
diIron
Man 3 nei panni di Trevor
Slattery.Ad aprile, Demetrius
Grosse è stato confermato come The Grim Reaper,
mentre si dice che appariranno parecchi A-Listers – tra cui
Ed Harris,
Bob Odenkirk e Courtney Cox.
Wonder
Man fece il suo debutto nei fumetti Marvel sulle pagine diAvengers #9nel
1964.Inizialmente un cattivo, fu successivamente
ricollegato e divenne un eroe (e un Vendicatore) negli anni ’70. Il
Tristo Mietitore è suo fratello e le sue onde cerebrali furono
usate da Ultron come base per VISION; in seguito, si unì ai
Vendicatori della West Coast e divenne una star di
Hollywood.
L’anno scorso avevamo saputo che
20th Century Studios stava sviluppando un prequel
di The Omen dal titolo The
First Omen, con la regista di Legion
eBriarpatch, Arkasha
Stevenson, pronta a fare il suo debutto al cinema, e oggi
finalmente lo studio ha diffuso un primo sguardo è stato
rivelato che ci mostra un’inquietante immagine teaser.
L’immagine presenta Nell
Tiger Free (Servant, Game of
Thrones) al centro di molte candele.
Secondo quanto riferito, Nell Tiger Free ha
ottenuto il ruolo principale grazie al suo lavoro da protagonista
nei panni della tata soprannaturale Leanne Grayson in Servant di Apple TV+.
L’attrice ha anche interpretato la sfortunata Myrcella
Baratheon in Il
Trono di Spade e ha avuto un ruolo secondario nella
bizzarra serie Prime Video di Nicolas Winding Refn
Too Old to Die Young.
Nel cast di The First
Omen figurano anche Tawfeek
Barhom (Mary Magdalene), Sonia
Braga (Il bacio della donna ragno), Ralph
Ineson (The Northman) e Bill
Nighy (Living). Il film è basato sui
personaggi creati da David Seltzer (The Omen), con
una storia di Ben Jacoby (Bleed) e una sceneggiatura di
Tim Smith & Arkasha Stevenson e Keith Thomas
(Firestarter).
I produttori sono David S. Goyer
(Hellraiser) e Keith Levine (The Night
House), con i produttori esecutivi Tim Smith, Whitney
Brown (Rosaline) e Gracie Wheelan. L’uscita nelle
sale americane di The First
Omen è prevista per il 5 aprile 2024.
James Gunn ha
recentemente confermato che Superman:
Legacy rispetterà la sua data di uscita originale
il 25 luglio 2025, il che significa che molto probabilmente la
produzione inizierà ancora all’inizio del prossimo anno.
Le foto precedenti della star David Corenswet
in pubblico hanno suggerito che l’attore ha già messo su una
discreta quantità di muscoli ed è tutt’ora in preparazione per il
suo ruolo da protagonista come Uomo d’Acciaio, e questo
nuovo scatto dalla pagina Instagram del suo personal trainer ci
suggerisce che da allora è ingrossato ancora di più.
Oltre a David Corenswet
nei panni di Clark Kent e Rachel Brosnahan nei
panni di Lois Lane,Legacy presenterà Isabela
Merced nei panni di Hawkgirl, Edi Gathegi
nei panni di Mister Terrific, Nathan Fillion nei
panni di Lanterna Verde Guy Gardner e Anthony
Carrigan nei panni di Metamorpho.
Appariranno anche i membri
della squadra antieroe The Authority, e
recentemente
abbiamo appreso che María Gabriela de Faría
(Animal
Control) è stata scelta per il ruolo di
Angela Spica/The Engineer.
Non siamo ancora sicuri di
come questi altri supereroi influenzeranno la storia, ma James Gunn, ha
precedentemente rivelato che la doppia vita di Superman sia nei
panni di Clark Kent che dell’Uomo d’Acciaio verrà esplorata nel
film, suggerendo che questi personaggi saranno suoi”super amici”.
Resta da vedere se faranno parte o meno di una vera
squadra.
“Superman: Legacy è
il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo
DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC,
ma è anche il personaggio preferito dai lettori di fumetti, dagli
spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il
mondo”, ha detto James Gunn
durante l’annuncio del programma DCU. “Non vedo
l’ora di presentarvi
la nostra versione di Superman che il pubblico potrà seguire e
conoscere attraverso film, film, animazione e
giochi”.
Superman: Legacy, tutto
quello che sappiamo sul film
Superman:
Legacy, scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting,
come già detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane.
Il film è stato anche descritto
come una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
“Superman: Legacy è il vero
fondamento della nostra visione creativa per l’Universo
DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC,
ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti,
dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il
mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Superman:
Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.
Poco dopo l’inizio degli
scioperi WGA e SAG-AFTRA, abbiamo sentito parlare di
The Mandalorian 4, la quarta
potenziale stagione di serie basata sull’universo di Star WarsThe
Mandalorian. In
quell’occasione abbiamo appreso che le sceneggiature dei nuovi
episodio erano state già scritte.
I
piani originali prevedevano che le riprese della serie
Disney+ iniziassero a ottobre
del 2023, ma con la disputa tra studi e attori giunta al termine
solo la scorsa settimana, duqne era chiaro da tempo che un ritardo
sulla lavorazione fosse inevitabile. Tuttavia, oggi arriva un
aggiornamento positivo per gentile concessione di due attori che
sono una parte fondamentale della fortunata serie TV diStar
Wars.
Il primo ci viene da
Katee Sackhoff; l’attrice che interpretà
Bo-Katan Kryze ha condiviso una sua foto della terza stagione e ha
sostanzialmente confermato che tornerà nei panni della guerriera
mandaloriana nella prossima serie di episodi.
Quindi, lo stuntman e
controfigura di Din Djarin, Brendan
Wayne, ha pubblicato una foto su
Instagram con la
didascalia: “Solo una cosa è più
emozionante per me dello sciopero finito o dell’accelerazione della
stagione 4 di Mando e questa è la stagione 2 di Coach Mando e i
Lady Lancieri.”
Chiaramente, una volta
terminati gli scioperi, agli attori viene detto che presto saranno
impegnati a tornare in una Galassia Molto, Molto Lontana. Dunque
sembra improbabile che le riprese inizieranno prima
della fine del 2023, ma la domanda che ci poniamo in queste ore è
quando inizierà la produzione, sarà senza la protagonista Pedro Pascal?
Recentemente, è stato
riferito che l’attore non tornerà nei panni di Din, e alcuni sono
arrivati a suggerire che non darà nemmeno la voce al personaggio
andando avanti. Inoltre l’attore potrebbe addirittura entrare a far
parte della famiglia Marvel, come
vi abbiamo rivelato questa settimana.
Come spiega StarWarsNews.net ,
“Questa è assoluta disinformazione. È stato tutto tratto da un
articolo di Bespin Bulletin, in cui si sosteneva che l’attore
probabilmente non lavorerà durante la produzione, poiché deve
ancora finire di girare Il Gladiatore 2
e trascorrerà la prima parte del 2024 in Canada a girare la seconda
stagione di The Last of
Us“
Questa non è una novità dato
che Pedro Pascal non ha mai messo piede sul set
della terza stagione diThe
Mandalorian. La produzione della serie ha
stabilito che Din non si toglierà mai più il casco, quindi l’attore
semplicemente non è necessario se non lavorare durante la post
produzione per doppiare il personaggio.
Anche Bespin
Bulletin è intervenuto per
dire: “Non aspettatevi che sia sul set di
Mando. Sarà lui la voce. Solo non aspettatevi che sia in costume…
mi aspetterei che mostrasse la sua faccia per il film Filoni però.
Un grande successo: ne sarà entusiasta, come
dovrebbe.”
Le voci attorno all’annunciato film
di Superman:
Legacy cominciano ad intensificarsi in vista
della fine dello sciopero e dell’imminente inizio della produzione.
Ebbene, anche se conosciamo molti dettagli “ufficiali” sul
film, una degli aspetti che non è stato ancora affrontato è chi
sarà il cattivo principale che il nuovo “Uomo d’Acciaio”
dovrà affrontare?
Proprio questa settimana
vi abbiamo svelato che l’attrice venezuelana María
Gabriela De Faría interpreterà nel film Angela
Spica alias “The Engineer” (L’Ingegnere) ma sarà
parte della compagine di personaggi cattivi del film Warner/DC.
Al cinema, l’iconico eroe DC
ha affrontato personaggi del calibro del generale Zod, Steppenwolf e persino Batman, ma
James Gunn in Superman: Legacy
metterà finalmente Kal-El contro un personaggio mai visto in azione
sul grande schermo, ovvero Brainiac! almeno stando a questo nuovo
rumors emerso in rete.
Ma quale sarà il contesto nel
quale si troverà il nuovo Clark Kent?
Anche se per ora prendiamo
queste voci solo appunto voci, uno dei tanti scooper sembra
aver portato alla luce alcuni dei primi importanti dettagli della
trama per il prossimo riavvio dei DC Studios.
Innanzitutto sembra che il
Medio Oriente sarà davvero parte integrante di questa storia e che
Superman si ritroverà sotto i riflettori dopo aver
tentato di recuperare la tecnologia kryptoniana scomparsa
che potrebbe contenere le risposte al suo passato.
Supponiamo che
Superman venga scambiato per un terrorista o
ritenuto una super arma americana.In ogni caso,
dovrebbe dare a James Gunn
l’opportunità di approfondire il tipo di conseguenze a livello
mondiale che l’emergere di un essere come questo avrebbe sulla
politica globale.
Tuttavia, il fatto che sia
presumibilmente Brainiac a tirare le fila è ciò che
potrebbe effettivamente accadere in quel contesto, dunque le voci
potrebbero rivelarsi credibili. Inoltre non dimentichiamoci che se
questa voce si rivelerà falsa, James Gunn sarà pronto a smentirla sui social; se rimarrà in
silenzio, come ha fatto con la situazione
Gal Gadot/Wonder Woman, è probabile che questo leaker
abbia centrato il punto!
Superman: Legacy, tutto
quello che sappiamo sul film
Superman:
Legacy, scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting,
come già detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane.
Il film è stato anche descritto
come una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
“Superman: Legacy è il vero
fondamento della nostra visione creativa per l’Universo
DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC,
ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti,
dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il
mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Superman:
Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.
In una recente intervista
con Deadline, il regista
candidato all’Oscar Ridley
Scottha ammesso che gli è stato offerto di
dirigere
film sui supereroi più volte. Il regista che è in queste ore
impegnato a promuovere Napoleon
(vi invitiamo a leggere la nostra
recensione!) ha spiegato perché ha rifiutato categoricamente
ogni proposta che riceve di questo tipo.
“Sì, mi è stato offerto,
ma ho appena detto, no, grazie”, ha detto Ridley Scott. “Non per me. Ho fatto
due o tre film di supereroi. Penso
che Sigourney
Weaver sia un supereroe in Alien. Penso
che Russell
Crowe sia un supereroe nel
Gladiatore. E Harrison
Ford è il super antieroe di
Blade Runner. La differenza è che le fottute storie sono
migliori.
I prossimi film di Ridley Scott
Il prossimo progetto di
Ridley Scott sarà il prossimo film biografico
Napoleondella Sony Pictures e Apple Studios, che lo riunirà con
la star del Gladiatore Joaquin Phoenix. Nel film
compaiono anche Vanessa Kirby, Tahar Rahim, Ben Miles,
Ludivine Sagnier, Matthew Needham, Youssef Kerkour, Phil
Cornwell e altri. Il film arriverà nelle sale la prossima
settimana, il 22 novembre.
Dopo l’uscita nelle sale di
Napoleon,
Ridley Scott tornerà presto sul set del suo
tanto atteso film Il
Gladiatore 2, la cui produzione in precedenza era
stata interrotta a causa dello sciopero degli attori. Il sequel
sarà guidato dal candidato all’Oscar Paul Mescal nel ruolo di Lucius, il figlio
adulto della Lucilla di
Connie Nielsen del primo capitolo. L’uscita nei cinema è
prevista per il 22 novembre 2024.
Disney e Warner Bros.
Discovery si sono uniti a un elenco crescente di
inserzionisti di fascia alta che in queste ore stanno ritirando
pubblicità e promozioni dal social media X sulla scia di un recente
commento antisemita pubblicato dal proprietario,
Elon
Un portavoce della
Lionsgate ha detto venerdì che la società di
intrattenimento “ha sospeso la pubblicità su X a causa del
recente tweet antisemita di Elon Musk”. La mossa arriva
mentre Lionsgate sta commercializzando l’uscita di “Hunger
Games: la ballata dell’usignolo e del serpente“, l’ultimo film
della sua serie “Hunger
Games“. IBM venerdì scorso ha dichiarato di aver “sospeso
immediatamente tutta la pubblicità su X mentre indaghiamo su questa
situazione del tutto inaccettabile”
Si ritiene che Disney e Comcast
NBCUniversal abbiano seguito l’esempio venerdì. Un portavoce
della Warner Bros. Discovery ha detto venerdì che
la società ha “messo in pausa” la sua presenza su
X, anche se gli investimenti dello studios fossero
già ai minimi termini.
Mercoledì Musk ha rivelato su
X di sostenere una dichiarazione pubblicata da un
altro utente che suggeriva che “le popolazioni ebraiche
occidentali” stavano “arrivando alla inquietante
consapevolezza che quelle orde di minoranze che sostengono
l’inondazione del loro paese non le piacciono
molto“. Musk ha ripubblicato l’osservazione e ha aggiunto
“hai detto la verità“. Axios ha riferito
venerdì che anche Apple, uno dei marketer più influenti del
settore, ha ritirato la sua pubblicità da X.
La nuova serie di uscite da Musk
arriva mentre anche la Casa Bianca e la Commissione Europea hanno
preso una posizione dura contro X venerdì.
“Abbiamo assistito a un aumento allarmante della
disinformazione e dell’incitamento all’odio su diverse piattaforme
di social media nelle ultime settimane, e X è sicuramente molto
efficace in questo senso”, ha affermato la Commissione in una
nota. Venerdì una dichiarazione della Casa Bianca afferma che
“condanniamo questa ripugnante promozione dell’odio antisemita
e razzista nei termini più forti, che va contro i nostri valori
fondamentali come americani”.
L’indignazione attorno
all’osservazione di Musk arriva nonostante un post di
giovedì dell’amministratore delegato di
X, Linda Yaccarino, in cui si sottolinea che la
società di social media è stata “estremamente chiara riguardo
ai nostri sforzi per combattere l’antisemitismo e la
discriminazione“, aggiungendo: “Non c’è posto per questo
in nessuna parte del mondo — è brutto e
sbagliato. Punto.”
In una recente intervista
con Deadline, il
creatore della serie Alien
per FX, Noah Hawley, ha finalmente fornito un
nuovo aggiornamento sulla produzione dell’imminente spin-off
fantascientifico, dopo che le riprese sono state temporaneamente
interrotte lo scorso agosto. Ora che lo sciopero
del SAG-AFTRA è terminato,
Hawley ha confermato che stanno attualmente pianificando di
riprendere la produzione della serie
Alien in Thailandia intorno a gennaio o
febbraio 2024.
“Stiamo tornando in produzione
il più rapidamente possibile“, ha detto
Hawley. “Gireremo a Bangkok, dall’altra parte del
mondo; riprese di nuovo nel nuovo anno”. Fornendo
un aggiornamento, Hawley ha detto: “Ho qualche filmato. Parte
della prima ora è stata girata prima che dovessimo fermare le
riprese. È roba con cui giocare e modificare”. “Sono
entusiasta di tornare in quel mondo.”
Tutte le sceneggiature di Alien
furono completate prima che lo sciopero della WGA fosse indetto a
maggio.
Il cast è guidato da Sydney
Chandler insieme ad Alex Lawther nei
panni di un soldato di nome CJ, Samuel Blenkin nei
panni di Boy Kavalier, un amministratore delegato, così come
Essie Davis nei panni di Dame Silvia e
Adarsh Gourav nei panni di
Slightly. Kit Young interpreta un personaggio
chiamato Tootles.
La produzione di Alien è
iniziata a luglio senza l’americano Chandler, membro della
SAG-AFTRA. Le riprese sono continuate per più di un mese con
il resto del cast che era membro della Equity affiliato al
sindacato britannico.
Disney/20th Century Studios ha anche un
nuovo film su Alien:
Romulus del regista Fede Alvarez,
attualmente previsto per l’uscita nelle sale il 16 agosto 2024. Il
film vede protagonisti Cailee Spaeny, Isabela Merced,
Archie Renaux, David Jonsson, Aileen Wu e Spike
Fearn. Dovrebbe raccontare di un gruppo di giovani
provenienti da un mondo lontano devono affrontare la forma di vita
più terrificante dell’universo.
Secondo quanto apprendiamo
daVariety, la star della
MarvelKaren Gillane la star di
Downton AbbeyHugh Bonnevillehanno firmato per i ruoli da protagonisti nel prossimo dramma
limitato intitolatoDouglas is
Canceled, incentrato su un giornalista
veterano la cui vita e carriera vengono bruscamente messe in
discussioni dopo essere serie di accuse che si scatenano via social
media. Il progetto proviene dal creatore di
Sherlock e scrittore di
Doctor Who,Stephen
Moffat.
“Mi sono semplicemente
seduto e ho scritto questo“, ha detto Moffat. “Non ho
nemmeno detto a nessuno cosa stavo facendo. E ora tutto sta
accadendo, grazie alla straordinaria Sue Vertue (famosa produttrice
televisiva e, in un raro momento di debolezza, mia
moglie). Non riesco a credere che siamo riusciti a coinvolgere
il potente Hugh Bonneville nel ruolo di Douglas e che abbiamo
attirato la mia vecchia amica Karen Gillan da Hollywood per
interpretare Madeline. E come se ciò non bastasse, abbiamo Ben
Miles, Alex Kingston, Nick Mohammed e Simon Russell Beale. È
il tipo di cast che ti rende terrorizzato all’idea di entrare nella
stanza”.
Cosa aspettarsi da Douglas is Canceled
?
“Nella serie, Douglas
vive una vita perfetta. Si gode il suo status privilegiato di
tesoro nazionale e conduttore del programma di attualità
“Live at Six”, mentre fuori onda condivide una casa armoniosa
con la moglie Sheila, redattrice di un giornale“, si legge
nella sinossi. “Ma il loro mondo viene sconvolto quando la
famiglia subisce uno ‘scherzo sconsiderato’. Quando un ospite
minaccia di smascherare Douglas sui social media, le voci di
corridoio vanno a gonfie vele e scatenano una tempesta digitale che
sconvolge rapidamente la sua vita e la sua carriera. Con i
suoi 2 milioni di follower sui social media, la co-conduttrice
Madeline, esperta di tecnologia, potrebbe lanciare a Douglas
un’ancora di salvezza pubblicando in sua
difesa. . . ma lo farà?“
Douglas is
Canceled è scritto da Moffat, con Ben
Palmer come regista. Insieme a Gillan e
Bonneville ci sono Ben Miles, Alex Kingston, Nick
Mohammed e Simon Russell Beale. La serie in quattro
parti è prodotta da Moffat e Sue Vertue, con Lawrence Till come
produttore. È una produzione di Hartswood Films in
associazione con SkyShowtime e BBC Studios Distribution.
Originariamente previsto in sala per
il 3 novembre 2023, Dune: Parte 2, l’atteso
sequel di Dune diretto da
Denis Villeneuve è stato poi spostato, nell’agosto di quest’anno, al
15 marzo 2024, per via degli scioperi fino a poco
in corso ad Hollywood. La Warner Bros., infatti,
era preoccupata dal non poter garantire al film un’adeguata
promozione con i tanti e noti membri del cast. Lo spostamento a
marzo è stato dunque effettuato nella speranza che per quel momento
la situazione si fosse sbloccata. Come noto, dal 9 novembre si è
ufficialmente concluso lo sciopero
degli attori, cosa che sta ora permettendo ad Hollywood di
tornare alla normalità.
Naturalmente è troppo tardi per
riprogrammare l’uscita di Dune: Parte 2 entro la
fine di quest’anno, ma la Warner Bros. ha ora fatto sapere che,
come riporta il The Hollywood Reporter, l’uscita
è stata anticipata di due settimane, ovvero al 1° marzo
2024. La decisione arriva anche in conseguenza dello
spostamento che la Universal ha effettuato per The Fall Guy, il film
con Ryan Gosling passato da un uscita il 1° marzo
al 3 maggio, creando dunque un vuoto che i dirigenti della Warner
Bros. hanno prontamente riempito con Dune: Parte 2.
Considerando la quasi contemporaneità prevista tra l’uscita negli
Stati Uniti e quella in Italia, è lecito aspettarsi che tale
anticipo valga anche per il nostro Paese.
Dune: Parte Due, tutto quello che sappiamo sul
film
Dopo gli eventi del primo capitolo, Dune: Parte Due ritrova
Paul Atreides, unitosi ora a Chani e ai Fremen e in cerca di
vendetta contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia e
tutto ciò che conosceva del suo mondo. Una guerra contro il
malvagio barone Vladimir Harkonnen, e di conseguenza contro
l’imperatore Shaddam IV, è dunque inevitabile. In preparazione a
questa, Paul rafforzerà il suo rapporto con Chani, farà la
conoscenza della principessa Irulan Corrino, figlia
dell’Imperatore, e conoscerà profondamente lo spirito del deserto
proseguendo la sua strada come “Mahdi” il messia profetizzato dal
popolo del deserto, andando dunque incontro al proprio destino.
Fanno inoltre il loro ingresso nel
sequel Dune: Parte
Due anche Austin Butler
(Elvis, C’era una volta… a Hollywood) nei panni del
famigerato Feyd Rautha e il premio Oscar Christopher
Walken (Il cacciatore, Prova a prendermi) nei
panni dell’Imperatore. Florence
Pugh (Black Widow, Piccole donne),
Léa
Seydoux (Crimes of the Future) e
Souheila Yacoub (la serie No Man’s
Land, Climax) completano infine l’ampio cast nei
panni rispettivamente della principessa Irulan, figlia
dell’Imperatore, Lady Margot, amica stretta di quest’ultimo, e
Shishakli, guerriera dei Fremen.
Affermatasi grazie a brani come
Poker Face, Bad Romance e Alejandro, la cantante
Lady Gaga ha negli ultimi anni ricoperto anche il
ruolo di attrice per alcuni film e serie TV, interpretando però per
lo più personaggi secondari. Nel 2018 è invece arrivata la sua
grande occasione grazie al film A Star Is
Born (qui la recensione), che non solo
l’ha vista recitare nel ruolo di protagonista ma anche guadagnare
alcuni dei maggiori onori della sua carriera. Diretto da Bradley Cooper,
qui alla sua prima prova come regista dopo tanti anni di sola
recitazione, il film è il terzo rifacimento del musical È nata
una stella del 1937.
Prima di questo nuovo adattamento,
la versione più celebre era quella del 1976, interpretata da
Barbra Streisand e Kris
Kristofferson. A dirigere questa nuova traspozione doveva
poi inizialmente esserci il premio Oscar Clint Eastwood, il quale però si tirò
poi indietro lasciando il posto a Cooper. L’attore decise dunque di
riproporre la storia già nota arricchendola però di nuovi dettagli,
come anche di un tocco più contemporaneo nelle tematiche trattate.
Presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, A
Star Is Born è stato poi accolto in modo particolarmente
entusiasta, venendo subito indicato come uno dei migliori film del
suo anno.
Candidato a ben otto premi Oscar,
tra cui miglior film, la pellicola si aggiudicò la statuetta
per la miglior canzone per Shallow, eseguita dalla
stessa Gaga. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Struggente, coinvolgente e ricco di
emozioni, è un film decisamente imperdibile. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alla vera storia dietro il film.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
A Star Is Born: la trama del film
Protagonista del film è la star
della musica rock Jackson Maine, la cui carriera è
però continuamente segnata dalle cattive abitudini di cui non
riesce a fare a meno, in particolare quella per l’alcol. Quella che
per lui sembra una vita senza più sorprese da offrire, lo sconvolge
nuovamente nel momento in cui lo porta ad imbattersi in
AllyCampana, una talentuosa
ragazza che si esibisce come drag queen in un night club. Intuendo
il potenziale di lei, Jackson inizia a coinvolgerla sempre di più
nella sua attività di musicista, portandola infine ad ottenere una
sempre crescente popolarità. Allo stesso tempo, tra i due si
instaura una relazione particolarmente passionale. I problemi del
passato di Jackson, però, rischieranno di rovinare
quell’idillio.
A Star Is Born: il cast del film
Per interpretare il ruolo di Ally
Campana era originariamente stata scelta la cantante
Beyoncé. Questa però si tirò indietro per via di
altri impegni e quando Cooper subentrò alla regia egli scelse
Lady Gaga per il ruolo. Benché fosse profondamente
diversa dal personaggio, l’attrice ha raccontato di essersi sentita
estremamente coinvolta da lei, vivendo sulla propria pelle tutti i
tormenti previsti dal racconto. Gaga contribuì moltissimo al
personaggio, convincendo ad esempio Cooper della necessità di
cantare davvero sul set e di non farlo in playback. Per la sua
struggente interpretazione, la Gaga ha poi ricevuto la sua prima
nomination all’Oscar come miglior attrice.
Nel ruolo del tormentato Jackson
Maine, invece, vi è lo stesso Cooper. Proprio come il suo
personaggio, anche lui ha avuto in gioventù problemi legati
all’alcol ed alla droga. Interpretare Jackson è stato per lui un
modo di riflettere su quel periodo. Per interpretare il cantante,
inoltre, Cooper si è esercitato a lungo, arrivando infine a
sfoggiare notevoli doti canore. Nel ruolo di Bobby Maine, il
fratello maggiore di Jackson, vi è invece il noto
attore Sam Elliott, il
quale per la sua interpretazione ha ottenuto la sua prima
nomination all’Oscar dopo decenni di carriera. Completano il cast
Rafi Gavron nel ruolo di Rez Gavron, il produttore
discografico di Ally e Andrew Dice Clay, il padre
di Ally.
A Star Is Born: la vera storia dietro il film
Con l’arrivo del nuovo adattamento
di È nata una stella, in molti si sono chiesti se quella
raccontata fosse una storia vera o meno. Benché quella raccontata
di base non sia una vicenda realmente avvenuta, è noto che ognuna
delle quattro versioni esistenti presenta riferimenti a specifiche
persone o eventi della realtà. Nel nuovo adattamento di Cooper, ad
esempio, si possono ritrovare diverse similitudini tra il
personaggio di Jackson Maine e il suo interprete. Come già
accennato, entrambi hanno avuto problemi legati all’alcolismo e
all’abuso di droghe, un elemento che Cooper ha enfatizzato per
sentirsi più legato al personaggio.
Allo stesso modo il personaggio di
Ally presenta alcuni tratti biografici simili a quelli di Lady
Gaga. Come la protagonista del film, anche la cantante ha infatti
iniziato la propria carriera esibendosi in luoghi frequentati
prevalentemente dalla comunità LGBT, da lei sempre sostenuta. Sia
Ally che la sua interprete sono poi caratterizzate da una
personalità vivace e audace, con uno stile a suo modo eccentrico.
Oltre a comuni tratti biografici, però, non vi è una storia vera da
cui il film riprende le sue principali dinamiche, le quali sono
invece ereditate dalle precedenti versioni di questa struggente
vicenda.
A Star Is Born: il trailer
e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. A Star Is
Born è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Google Play, Apple TV, Infinity, Amazon Prime Video e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È
bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite
temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente
nel palinsesto televisivo di venerdì 17 novembre
alle ore 21:20 sul canale Canale
5.
Leonardo DiCaprioha
rivelato aE! News che ha
ringraziato Sharon
Stone “molte volte” per aver pagato il suo
stipendio da attore nel 1995, quando lo studio si rifiutò di
scritturarlo nel dramma western revisionista di Sam
Raimi “The Quick and the Dead”. All’epoca
Leonardo DiCaprio era uscito dal ruolo
rivoluzionario candidato all’Oscar in “Buon compleanno Mr. Grape” e
Sharon Stone era piuttosto ansioso di lavorare
con la giovane star. Era irremovibile nel volere Leonardo DiCaprio e Russell Crowe nel film ed era disposta a
pagare per questo.
“Ha detto: ‘Questi sono i due
attori con cui voglio lavorare‘”, ha ricordato
DiCaprio. “È incredibile. È stata una grande
sostenitrice del cinema e ha dato opportunità ad altri attori,
quindi le sono molto grato.“L’ho ringraziata
molte volte“, ha aggiunto. “Non so se le ho inviato
un vero regalo di ringraziamento fisico, ma non posso ringraziarla
abbastanza.”
In “The Quick and the Dead”,
Sharon Stone ha interpretato il ruolo di un
pistolero che visita una città di frontiera e si scontra con il suo
leader (Gene Hackman). Nel suo libro di memorie
del 2021, “La bellezza di vivere due volte”, ha rivelato
di aver pagato lei stessa lo stipendio di Leonardo DiCaprio dopo che lo studio
TriStar Pictures si è rifiutato di sceglierlo
(tramiteInsider).
“Questo ragazzo di nome Leonardo
DiCaprio è stato l’unico che ha centrato l’audizione“, ha
aveva scritto la Stone, aggiungendo di aver fatto l’audizione ad
una manciata di attori adolescenti per il ruolo di The Kid.
“Secondo me è stato l’unico che è entrato e ha pianto,
implorando suo padre di amarlo mentre moriva nella
scena.”
La Stone ha ricordato che lo studio le
aveva detto: “Perché uno sconosciuto, Sharon, perché ti dai
sempre la zappa sui piedi?'”“Lo studio ha
detto che se lo avessi voluto così tanto, avrei potuto pagarlo con
il mio stipendio. Così ho fatto”, ha continuato
Stone.L’incontro con lo studio e la decisione di
pagare lei stessa DiCaprio hanno parzialmente motivato la Stone a
diventare una produttrice, dove avrebbe potuto lottare per il
talento che credeva meritasse il lavoro.
“Ottenere un credito come
produttrice come attrice è spesso considerato nel mio lavoro come
un ‘accordo di vanità‘, nel senso che ti pagano per il
lavoro ma stai zitto e stai fuori dai piedi“, ha scritto la
Stone nel suo libro di memorie. “Non accetterò un accordo
di vanità e non glielo farò sapere in anticipo. Questo è
illegale, dico, e mi piace lavorare nel rispetto della
legge. Questo porta molto silenzio e poca gioia dall’altra
parte”.
Dopo aver diretto il distopico
The Road e il western
Lawless, il regista
John Hillcoat è tornato al cinema nel 2016, dopo
quattro anni di assenza, con il film Codice
999 (qui la recensione), un thriller
poliziesco intriso di azione, personaggi controversi e colpi di
scena continui. Basato su una sceneggiatura di Matt
Cook, il film è noto in particolare per via del numeroso
cast di grandi celebrità di Hollywood che vi recitano. Paragonato a
molti altri titoli celebri di questo genere, in particolare allo
straordinario Heat – La sfida di
Michael Mann, il film è un’opera particolarmente
convincente e visivamente accattivante.
Nonostante la lunga lavorazione,
dovuta a continui cambi tra i membri del cast, Codice 999
è infine riuscito ad arrivare in sala. Qui ha ottenuto un
accoglienza piuttosto variegata, con la maggior parte delle
recensioni che lodano però le scene d’azione, magnificamente
coreografate. Meno fortunato è stato il risultato al box office,
con il film riuscito a guadagnare appena 25 milioni di dollari a
fronte di un budget di 20. Ciò ha portato il film ad essere
ingiustamente trascurato, passando più in sordina del dovuto.
Pur con i suoi difetti, Codice
999 è però un film capace di offrire buon intrattenimento e
interpretazioni convincenti. Se anche la storia potrà risultare già
vista in alcune occasioni, una serie di colpi di scena
permetteranno di godersi un finale inaspettato. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Codice 999: la trama del
film
Ambientato nella città di Atlanta,
in Georgia, il film ha per protagonisti Marcus
Belmont, Franco Rodriguez,
Gabe e Russell Welch. Questi
formano una gang composta di poliziotti corrotti e criminali
professionisti, capitanati da Michael Atwood, un
ex agente delle forze speciali. Non nuovo ad azioni quantomai
illecite, il gruppo si vede ora ricattato dalla mafia russa, con il
compito di mettere a segno un colpo difficilissimo: rapinare alla
luce del giorno una banca con dei sistemi di sicurezza altamente
sofisticati e tecnologicamente innovativi. Per assicurarsi che il
lavoro venga svolto, la mafiosa sovietica Irina
Vaslov rapisce la famiglia di Terrell e lo obbliga inoltre
a rubare dei documenti segreti governativi.
Per l’uomo si tratta dunque di una
situazione al limite, dove non può permettersi di fallire. L’unico
modo per effettuare la rapina in banca è creare un diversivo che
porti confusione: l’idea è di causare un 999, codice utilizzato
dalla polizia per indicare l’uccisione di un agente sul campo.
Quando a Marcus viene affiancato un nuovo partner, il novellino
Chris Allen, il gruppo decide che è la persona
perfetta da sacrificare per il colpo. Ma il piano non va affatto
come previsto e gli errori commessi costringeranno il gruppo a
dover improvvisare nella speranza di rimanere vivi e poter portare
a termine il colpo.
Codice 999: il cast del
film
Prima di giungere al cast di attori
definitivo che si può ritrovare nel film, numerosi sono state le
defezioni tra i nomi considerati. Per il personaggio di Chris
Allen, ad esempio, era inizialmente stato assunto Shia
LaBeouf, il quale ha però rinunciato al ruolo cedendolo a
Charlie Hunnam. Anche quest’ultimo ha tuttavia poi
abbandonato il progetto, portando così all’introduzione nel cast
del premio Oscar Casey Affleck,
il quale ha definitivamente assunto la parte. In ogni scena in cui
Affleck compare, inoltre, lo si può notare mentre mastica
continuamente un chewing gum.Per il ruolo di Michael Atwood si
ritrova invece Chiwetel
Ejiofor, attore divenuto celebre grazie a 12 anni
schiavo.
Marcus Belmont è interpretato da
Anthony Mackie,
noto per il ruolo di Falcon nell’MCU. Per tale parte era
inizialmente stato contattato l’attore Michael B.
Jordan. I fratelli Gabe e Russell Welch sono interpretati
da Aaron Paul e
Norman Reedus.
Quest’ultimo, pur essendo indicato come uno dei protagonisti,
compare nel film per appena 10 minuti complessivi. Per il ruolo
della criminale russa Irina vaslov era stata scelta Cate
Blanchett, il cui rifiuto ha portato al subentro di
Kate Winslet.
Nel film si ritrovano poi anche Woody Harrelson
nel ruolo del sergente Jeffrey Allen e Gal Gadot in
quelli di Helena Vlaslov.
Codice 999: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Codice
999 è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Apple TV, Google Play, Infinity e
Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente, nel palinsesto televisivo di venerdì 17
novembre alle ore 21:00 sul canale
20 Mediaset.
Nella nuova intervista, a
Jason
Momoaè stato chiesto del suo
ruolo di Aquaman e del suo status generale nel mondo dei
film DC in futuro. L’attore ha riconosciuto che il prossimo film
Aquaman e il regno perduto segnerà “la fine”
dell’attuale universo DC, ma crede che ci sarà sempre un posto per
lui nell’universo cinematografico.
“Voglio dire, è un po’ come la
fine di questo universo DCEU“, ha detto Jason Momoa. “A
meno che, sai, le cose non siano già accadute prima,
quindi. . . Immagino che alla gente piaccia. Ma
sì, ci sarà sempre un posto per me alla DC. Gli
piaccio.”
Per mesi, sono circolate voci
secondo cui Momoa
avrebbe potenzialmente lasciato la DC
o addirittura avrebbe cambiato ruolo e
si sarebbe dimesso da Aquaman per
interpretare Lobo. Il
co-responsabile dei DC Studios, Peter
Safran, ha parlato del futuro di Momoa
all’inizio di quest’anno,
affermando che si aspetta che Momoa avrà un posto nel DCU “per molti anni a venire”, sia come Aquaman
che come qualcun altro.
Lo stesso Jason Momoa ha anche
accennato a un possibile cambiamento all’inizio dell’anno, dicendo
che “sarà sempre” Aquaman, ma potrebbe
interpretare altri personaggi in futuro. Ha anche
confermato di aver incontrato la Warner
Bros. Discovery e di avere “grandi notizie”
da condividere ad un certo punto.
Non essendo riuscito a sconfiggere
Aquaman la prima volta, Black Manta, ancora spinto dal bisogno di
vendicare la morte di suo padre, non si fermerà davanti a nulla pur
di sconfiggere Aquaman una volta per tutte. Questa volta Black
Manta è più formidabile che mai, poiché brandisce il potere del
mitico Tridente Nero, che scatena una forza antica e malvagia. Per
sconfiggerlo, Aquaman si rivolgerà al fratello Orm, l’ex re di
Atlantide e imprigionato alla fine del primo film, per stringere
un’improbabile alleanza. Insieme, dovranno mettere da parte le loro
differenze per proteggere il loro regno e salvare la famiglia di
Aquaman e il mondo dalla distruzione irreversibile.
Jason Momoa è atteso di
nuovo nei panni dell’eroe in Aquaman e il
Regno Perduto, sequel del film che ha rilanciato in
positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. In questo
seguito, diretto ancora una volta da James
Wan(Insidious, The Conjuring),
torneranno anche Patrick
Wilson nei panni di Ocean Master, Amber
Heard, nei panni di Mera, Dolph Lundgren che sarà ancora una volta
Re Nereus, il padre di Mera, e ancora Yahya
Abdul-Mateen II nei panni di Black Manta,
che abbiamo visto riapparire nella scena post-credit del primo
film.David Leslie Johnson-McGoldrick,
collaboratore ricorrente di Wan, scriverà la
sceneggiatura del film, mentre il regista e Peter
Safran saranno co-produttori. Il film arriverà al cinema
il 20 dicembre.
Il nuovo film Walt
Disney Animation Studios, Wish, ci
porta nel regno di Rosas, un posto dove tutti sono accettati senza
distinzioni. Un film che per la natura dei temi trattati strizza
l’occhio allo spettatore del presente senza dimentica quello
passato. La protagonista è Asha, una brillante
sognatrice, che esprime un desiderio così potente da invocare una
forza cosmica: una piccola sfera di sconfinata energia chiamata
Star. Insieme, Asha e Star affrontano un formidabile avversario –
il sovrano di Rosas, Re Magnifico – per salvare la sua comunità e
dimostrare che, quando la volontà di un essere umano coraggioso si
unisce alla magia delle stelle, possono accadere cose meravigliose.
Oggi in conferenza stampa oltre alle voci italiane dei
protagonisti: Gaia (Asha),
Amadeus (Valentino) e Michele
Riondino (Re Magnifico), anche i registi Chris
Buck (regista di Frozen e Frozen 2) e Fawn Veerasunthorn e il
produttore Peter Del Vecho.
Wish è un film pieno di
riferimenti
Una cosa che colpisce molto
Wish è come il lavoro dei due registi
Buck e Veerasunthorn prenda vita
con una semplicità davvero unica. Il lavoro di due registi che
appartengono a due generazioni diverse ma che si incontrano in una
commistione di stili: “L’equilibrio tra un linguaggio moderno e
la tradizione Disney. Volevamo dare allo spettatore la sensazione
che trasmettevano i film passati di questo universo, sfruttando,
però, le nuove tecnologie: cercavamo una storia in cui la macchina
da presa potesse muoversi all’unisono con i vari personaggi”,
dice Buck. Il film Disney esplora l’importanza dei
desideri: “Quando si esprime un desiderio e si soffiano le
candeline sulla torta di compleanno, tutti dicono, ‘Non dirlo a
nessuno!’ Ma penso che dovremmo esprimere i nostri desideri, farli
sapere alla gente”, ha raccontato il regista. “Nella mia
vita, ho sempre desiderato lavorare alla Disney, e lo dicevo sin da
quando frequentavo il liceo. E ora sono qui”.
“Abbiamo voluto ambientare la
storia a Rosas, un regno magico che potesse soddisfare tutti i
desideri di persone che vengono da tutte le parti del mondo, senza
distinzione tra loro. L’abbiamo situato nel Mediterraneo come
un’isola tra diversi continenti: volevamo che fosse credibile e si
ricollegasse all’attualità. Asha ama Rosas”, ha spiegato la
coregista Fawn Veerasunthorn. “È cresciuta lì, è tutto ciò che
conosce”. Il film è carico di riferimenti alcuni voluti altri
lascianti intendere: “Abbiamo inserito tanti omaggi sia nei
personaggi che nelle atmosfere a vecchi film della Disney come
Pinocchio e Biancaneve, ma vogliamo lasciare al pubblico la
possibilità di riconoscerli”.
Per quanto riguarda la genesi del
progetto: “Il progetto è iniziato cinque anni fa. Ci siamo
concentrati sulle storie Disney classiche che contrappongono il
bene e il male”, afferma Chris Buck. “Non riesco a trovare
un riferimento diretto all’attualità ma sicuramente nel film c’è
l’idea che nessun essere umano debba avere il potere
sull’altro”.
I doppiatori
Gaia,
Amadeus e Michele Riondino sono i
doppiatori italiani di Asha, Valentino e Re Magnifico in
Wish. Tutti alla loro prima esperienza di doppiaggio in un
film animato della Disney. I tre si sono preparati singolarmente,
non incontrandosi mai nella sala di doppiaggio, ma hanno comunque
constatato una cerca energia e sincronia nel lavorare insieme anche
se separati.
Michele Riondino ha parlato della
preparazione e dell’emozione di doppiare un personaggio Disney:
“Un desiderio, quello di doppiare un film Disney, che inseguivo
da anni e anni. Avendo due figlie, una di 9 anni e una di 3 anni,
ripeto con loro tutti gli anni le battute dei personaggi“.
Anche Amadeus, nonostante anni di carriera e di palcoscenici
importanti, ha provato una certa emozione: “La formazione in
radio mi ha agevolato nel giocare un po’ con la voce. Era
complicato da un punto di vista tecnico ma ho capito che, se le mie
espressioni avessero corrisposto a quelle del personaggio, la voce
sarebbe performata nel modo migliore”.
La giovane cantante Gaia dà voce
alla protagonista di Wish: “Doppiare un film Disney è
stato un onore, un privilegio, e un sogno. Mi sono riconosciuta in
molti aspetti caratteriali di questa eroina, una donna armata di
tanto coraggio e tanta perseveranza; quindi, è stato molto
emozionante poterle prestare voce”.
1 di 4
Chris Buck - Fawn
Veerasunthorn - Peter Del Vecho alla premiere italiana di Wish -
foto di Aurora Leone
Amadeus alla premiere
italiana di Wish - foto di Aurora Leone
Gaia alla premiere italiana
di Wish - foto di Aurora Leone
Michele Riondino alla
premiere italiana di Wish - foto di Aurora Leone
Arriva su Primo
VideoIl migliore dei mondi, il nuovo
film scritto, co-diretto e interpretato da Marcello
Macchia/Maccio
Capatonda, che questa volta esce dalla sua maschera
per realizzare un film molto ricco, attuale e sempre divertente, ma
che cambia pelle nel suo corso e non ha timore di sfociare nel
dramma e nell’action.
A dirigere, insieme a
Macchia, anche Danilo Carlani e Alessio
Dogana, che a sei mani confezionano un prodotto ibrido che
si basa quasi completamente sul personaggio di Ennio (Macchia), un
uomo pieno di stranezze che ama sopra ogni cosa avere il controllo
della situazione.
Il migliore dei mondi, la trama
Immaginiamo un uomo
comune del millennio digitale catapultato in un inaspettato viaggio
analogico. È quello che succede a Ennio Storto, il nostro
protagonista, che si ritrova improvvisamente in un 2023 alternativo
dove la tecnologia si è fermata per sempre agli anni ’90. Ma quello
che nasce come un disastroso imprevisto può evolvere in
un’avventura straordinaria, in cui Ennio scoprirà un nuovo lato di
sé. Così recita la sinossi ufficiale del film, che è un’opera
citazionista in maniera intelligente, che riesce a camminare lungo
una sua linea narrativa ben strutturata e che, al netto di alcune
ingenuità, riesce a centrare con grande acume il centro del suo
discorso, in una riflessione molto a fuoco sulla mania di controllo
alimentata da una vita scandita dall’utilizzo invasivo della
tecnologia.
Così Ennio Storto diventa
il simbolo dell’uomo che vive al 40%, ovvero quell’individuo
tipizzato che si lascia scandire la vita da una pianificazione
serrata e che non lascia mai spazio a imprevisti e incidenti, ma
nemmeno a sorprese, emozioni, che si tratti di routine mattiniera o
di relazioni sentimentali.
Costruendo un presente
bloccato negli anni ’90, in Il migliore dei mondiMaccio Capatonda evita con sapienza il rischio
di realizzare un film nostalgico, che inneggia a una società
migliore se priva di tecnologia. Gli smartphone sono raccontati,
sì, come una specie di male del nostro tempo, ma più che contro lo
strumento, il film si schiera chiaramente contro la modalità di
utilizzo dello stesso, invitando a un equilibrio tra gli eccessi,
che come spesso accade è poi la buona misura di tutto.
foto di Katia Zavaglia
La fotografia di una condizione sociale depersonalizzata
Anche le dinamiche
interpersonali del film si rivelano strutturate con una certa
maturità narrativa, in particolare il ritratto della relazione tra
Ennio e suo fratello, che rappresentano due approcci diversi alla
vita e alla tecnologia, opposti ed entrambi fallimentari. La
commedia si impreziosisce quindi di una riflessione sociale e
antropologica, che fa emergere una condizione sociale
depersonalizzata, smarrita nel tentativo di difendere uno status
quo apparentemente perfetto ma che cade a pezzi non appena il
fatidico smartphone si scarica.
Il migliore dei
mondi però, alla fine, non esiste: Maccio Capatonda è abbastanza intelligente da
non cedere a un nostalgico discorso facilone su quanto si stava
meglio senza gli smartphone, ma da fruitore lui stesso di
tecnologia per molti aspetti della sua vita, si pone le domande
giuste, quelle che non sempre trovano una risposta precisa ed
esaustiva, ma che cambiano con il tempo, che si modificano con
l’uso, che trovano il giusto mezzo tra il rimanere consapevole
della propria contemporaneità, senza mai lasciar andare l’umanità
imprevedibile della vita stessa.
Ispirato dall’indagine vincitrice
del Premio Pulitzer che ha mandato in frantumi un sistema corrotto
dando alle donne il potere di parlare apertamente, Anch’io arriva in prima tv lunedì
20 novembre alle 21.15 su Sky Cinema Uno (e alle 21.45 anche su Sky
Cinema Drama), in streaming su NOW e disponibile on demand. Su Sky
il film sarà disponibile on demand anche in 4K.
Il 25 novembre,
Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza
contro le donne, il film sarà proposto in seconda
serata su Sky Cinema Due.
Basato sull’indagine bomba del New
York Times, Anch’io segue la straordinaria storia vera di
come le reporter Megan Twohey e Jodi Kantor sono passate da
perdenti a fonte d’ispirazione rompendo il silenzio che circonda la
violenza sessuale a Hollywood. Determinate a svelare la verità che
molti temono di dire, la collaborazione di Megan e Jodi scuote il
sistema, consentendo alle donne coraggiose di riprendere forza
attraverso storie di sopravvivenza in questo straordinario film
della regista vincitrice di un Emmy Maria Schrader
(Unorthodox, I’m Your Man), con le accattivanti
interpretazioni della due volte candidata all’Oscar
Carey Mulligan (Una donna promettente, An
Education) e Zoe Kazan (The Big Sick – Il matrimonio si
può evitare… l’amore no, Il complotto contro
l’America), con la performance di Mulligan che ha ricevuto una
nomination ai Golden Globe come Miglior Attrice non
protagonista.
A testimonianza del potere del
giornalismo investigativo e della sua influenza nel rinvigorire il
movimento #MeToo, l’imponente cast del film comprende anche
Patricia Clarkson (Schegge di April, House of
Cards), Andre Braugher (Brooklyn 99, The
Mist) e Ashley Judd (Colpevole d’innocenza).
Anch’io, in prima tv lunedì 20
novembre alle 21.15 su Sky Cinema Uno (e alle 21.45 anche su Sky
Cinema Drama), in streaming su NOW e disponibile on demand. Su Sky
il film sarà disponibile on demand anche in 4K per i clienti Sky Q
o Sky Glass con pacchetto Sky Cinema e con servizio opzione Sky
HD/Sky Ultra HD attivo. Il 25 novembre,Giornata
internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne,
il film sarà proposto in seconda serata su Sky Cinema
Due.
“I sogni son desideri, di
felicità”, cantava Cenerentola nel
1950 quando la casa di Topolino era già affermata. Wish,
il nuovo film Disney dei registi Chris Buck (regista di Frozen – Il regno di ghiaccio e Frozen 2 – Il segreto di Arendelle) e Fawn
Veerasunthorn (head of story di Raya e l’ultimo drago) ci mostra un altro lato dei
desideri attraverso citazioni a uno stile visivo che ricorda i film
del passato ma che parla al futuro, alle generazioni che verranno.
Un connubio perfetto tra passato e presente che i due registi –
appartenenti a due generazioni diverse – cercano di raccontare.
Wish si sofferma molto sui tempi classici della
filmografia Disney e lo fa omaggiando il suo creatore nell’anno del
100° anniversario dalla sua nascita e con una colonna sonora
impreziosita con sette nuovissime canzoni scritte dalla cantautrice
nominata ai Grammy, Julia Michaels, e dal
produttore/autore/musicista premiato con il Grammy, Benjamin
Rice.
Wish, la trama
Il nuovo film Walt Disney Animation
Studios, Wish, ci porta nel regno di Rosas, dove
Asha, una brillante sognatrice, esprime un
desiderio così potente da invocare una forza cosmica: una piccola
sfera di sconfinata energia chiamata Star. Insieme, Asha e Star
affrontano un formidabile avversario – il sovrano di Rosas, Re
Magnifico (un po’ di orwelliana memoria) – per salvare la sua
comunità e dimostrare che, quando la volontà di un essere umano
coraggioso si unisce alla magia delle stelle, possono accadere cose
meravigliose. La combinazione tra elementi visivi senza tempo rende
Wish un prodotto che celebra la speranza e la comunità costruita
intorno al mondo fantastico di Topolino. La produzione del film,
iniziata circa cinque anni fa, casualmente riesce ad arrivare nelle
sale proprio l’anno del 100° anniversario.
Wish celebra i sogni e chi meglio
della Walt Disney sa cosa significa tutto questo, ma allo stesso
modo la pellicola di Buck mette in guardia i piccoli spettatori.
Attenzione a chi affidiamo i nostri sogni perché potremmo volerli
indietro perché semplicemente siamo cresciuti e non appartengono
più. È quello che succede a Rosas: Asha vuole diventare
l’apprendista strega di Re Magnifico e una volta
avvicinata a lui scopre che in realtà il Re di Rosas non è come se
lo aspettava. Il racconto di Wish parte da questo punto si svolta
per raccontare la tenacia di Asha a non mollare e cercare di
esaudire il suo più grande desiderio: regalare a suo nonno il sogno
nel cassetto che ha custodito a 18 anni tra le mani di Magnifico.
Un sogno come a tutti i giovani di quell’età: cercare di essere di
ispirazione, di fare qualcosa di buono per la società.
Noi siamo stelle
Nonostante la storia sia poco
originale e non aggiunga nulla alla filmografia, Wish porta sul
grande schermo personaggi mai raccontati prima, con una
consapevolezza diversa e adulta rispetto al passato. Sì, perché
Wish non dimentica le sue radici e mentre i nostri protagonisti
guardano le stelle affidandogli i desideri tutto rimane ben
ancorato al terreno lì dove si radica la storia della Walt Disney
Animation. Quello che rende questo ultimo film così speciale sono
anche tutte le menzioni, riferimenti e easter egg ai classici del
passato che vengono ricordati come una descrizione
metacinematografica che collega le storie tutte insieme. Wish è
tanto un film sull’eredità centenaria della Disney nel campo
dell’animazione quanto la storia di una giovane donna che cerca di
cambiare il mondo. Come una lettera d’amore la forza dei sogni e la
tenacia di Asha la rendono un ottimo avversario per Magnifico,
diventato ormai un dittatore che distrugge i sogni del suo
popolo.
L’appello di Asha, che non smette di
cantare anche di fronte all’ultimo attacco di Magnifico, genera una
forza incredibile in tutto il popolo che finalmente si ribella al
tiranno. Rosas è finalmente libera di vivere i suoi sogni, di
infrangerli e crearne di nuovi senza un mago che tramuti tutto in
una gara al più meritevole. Perché grazie ad Asha scopriamo che non
ci sono sogni più meritevoli di altri ma solo occasioni che vale la
pena vivere. “Dimentica il presente, e il sogno realtà
diverrà“.
Immaginiamo un uomo comune del
millennio digitale catapultato in un inaspettato viaggio analogico.
È quello che succede a Ennio Storto, il nostro protagonista, che si
ritrova improvvisamente in un 2023 alternativo dove la tecnologia
si è fermata per sempre agli anni ’90. Ma quello che nasce come un
disastroso imprevisto può evolvere in un’avventura straordinaria,
in cui Ennio scoprirà un nuovo lato di sé.
Il DCU si sta lentamente costruendo sotto l’egida
di James Gunn, il
quale per il nuovo universo ha in mente molti cambiamenti e novità.
Dopo aver delineato il suo Superman, il regista ha
svelato anche il suo piano per Batman con
l’annuncio di The Brave and The Bold. Nel
film, il Cavaliere Oscuro sarà insieme a suo figlio, Damian
Wayne, nel ruolo di Robin. Prima che i
fan potessero sollevare congetture e ipotesi, è stato confermato
che il ruolo dell’eroe pipistrello non sarà più assegnato a
Ben Affleck, indi per cui i DC Studios sono alla ricerca di un nuovo volto
che possa rappresentarlo. A Hollywod sono tanti gli attori che
potrebbero vestire i suoi panni in base a fisicità, background e
recitazione: scopriamo quali.
Jeffrey Dean Morgan
Jeffrey Dean Morgan potrebbe essere un Batman
azzeccato nel nuovo universo DCU di James
Gunn. L’attore nella sua carriera – anche abbastanza lunga – ha
spaziato nei ruoli, vestendo i panni sia degli eroi che dei
villain. Ma se ben ricordiamo, Morgan aveva già fatto parte
dell’universo della DC, quando ancora era il DCEU, interpretando in Batman v. Superman: Dawn of Justice proprio il padre
di Bruce Wayne. In fondo, nei fumetti DC, Thomas Wayne diventa
Batman in Flashpoint, cosa che però il
pubblico non ha visto divenire realtà con Zack
Snyder. Questa, dunque, potrebbe essere l’occasione per
avere l’attore in quel ruolo che gli sarebbe spettato di diritto,
se solo fossero andate avanti le cose nel “vecchio ordinamento”.
Tra l’altro, dato che la direzione del DCU dovrebbe essere quella di seguire il
personaggio in un’età avanzata, il suo viso sensibile e duro al
tempo stesso si presterebbe bene a un Batman più anziano.
Luke Evans
Un attore a cui forse molti non pensano, ma che
sarebbe anch’egli perfetto per il ruolo, è Luke Evans, che purtroppo molto spesso
interpreta ruoli secondari nei film, seppur riesca ad elevarli e
farli diventare significativi allo stesso modo dei protagonisti.
Pensiamo, ad esempio, alla sua bella performance nella trilogia de
Lo Hobbit, o ancora alla sua partecipazione come Gaston
nel live-action de La bella e la bestia. Evans ha tutte le qualità per
interpretare Batman: contegno, imponenza e
freddezza. Inoltre, come abbiamo visto in più di una occasione,
l’attore sa gestire molto bene anche le sequenze d’azione, e Batman
ne avrebbe sicuramente molte.
Ben Barnes
È delle ultime ore la notizia che Tenebre
e Ossa è stato cancellato. Questo, perciò, per molti del
pubblico affezionati alla serie, equivale anche a salutare
l’amatissimo Generale Kirigan di Ben Barnes.
L’attore ha spesso partecipato a prodotti di stampo fantasy, basti
pensare alla serie sopracitata, o ancora alla saga Le cronache di Narnia, dove ha interpretato
l’affascinante Principe Caspian. A ogni ruolo affidatoglisi, Barnes
ha saputo dimostrare la sua bravura, e complice anche il suo
sguardo magnetico, potrebbe essere un candidato perfetto per
interpretare Batman. Soprattutto ora che abbiamo
bisogno di vederlo in qualche altro prodotto avvincente. Inoltre,
per lui, sarebbe un’esperienza che potrebbe aprirgli maggiori porte
nel mondo di Hollywood.
Tom Ellis
Un altro attore che potrebbe adattarsi bene nei
panni di Batman è
Tom Ellis, soprattutto conosciuto per aver
interpretato negli anni l’affascinante Lucifer Morningstar. Grazie
alla serie Lucifer, Ellis ha dimostrato la sua grande
versatilità sullo schermo, riuscendo a passare da momenti intensi a
sequenze divertenti senza mai risultare fuori tono e contesto. Ma
anzi, regalando spesso grandi emozioni al suo pubblico che, proprio
per questo, gli è rimasto fedele. Con la sua imponente altezza, Tom
Ellis corrisponde all’idea di un Batman attivo con
un figlio semi-adolescente. Inoltre, l’attore ha già dichiarato che
sarebbe disposto a partecipare a una serie di film tratti da
fumetti.
Se dobbiamo pensare a un attore che, nel solo
aspetto, è adatto a interpretare Batman, allora possiamo dire che
David Boreanaz ha la giusta fisicità per diventare
Bruce Wayne. Occhi marroni e mascella scolpita, l’attore avrebbe
potuto essere l’eroe pipistrello in qualsiasi momento della sua
carriera. Meritevoli anche le sue doti recitative, che senza ombra
di dubbio potrebbero dare a Batman il giusto
spessore. C’è poi da aggiungere che Boreanaz è uno dei detective
televesivi preferiti dai fan, avendo con la serie Angel
(spin-off di Buffy l’ammazzavampiri) dato vita ad un
vampiro investigatore di tutto rispetto. Questo è un ulteriore
punto di forza, se si considera che il lavoro investigativo di
Batman rimane uno degli aspetti preferiti del Cavaliere Oscuro.
Henry Cavill
Qualcuno potrebbe non essere d’accordo poiché
legato al ruolo che ha avuto come Superman, ma
Henry Cavill grazie al suo magnetico sguardo, la
mascella dura e una fisicità prorompente, potrebbe essere un altro
candidato perfetto. In fondo, pur essendo stato svestito dei panni
di Clark Kent, James Gunn ha dichiarato che alcuni
attori del
DCEU potrebbero fa ritorno con altri abiti. Inoltre Cavill con
The
Witcher ed Enola Holmes ha dato prova di saper
interpretare sia personaggi un po’ burberi, come Geralt, sia
morbidi e intelligenti, come il detective Sherlock Holmes. Questi
due aspetti, se fossero uniti, lo renderebbero un
Batman decisamente accattivante.
Alan Ritchson
Da quando il
DCEU ha introdotto Ben Affleck come Batman, la
maggior parte dei fan ne ha apprezzato la presenza soprattutto
perché, fra tutti i Cavalieri Oscuri che il cinema ha avuto,
l’attore è quello che si è avvicinato di più alla rappresentazione
del suo fisico nel fumetto. Eppure,
Affleck non è l’unico a rispecchiare la controparte cartacea.
Ci sarebbe Alan Ritchson che non solo avrebbe la
giusta fisicità, ma sarebbe anche in grado di offrire una
performance impattante. Non sarebbe poi neppure la prima prova nei
panni di un eroe, in quanto Ritchson è conosciuto, fra le altre
cose, per aver vestito i panni del tormentato Hawk in Titans.
Regé-Jean Page
Un altro attore versatile che potrebbe essere in
grado di interpretare Batman è
Regé-Jean Page. Diventato famoso per aver interpretato il Duca
di Hastings in Bridgerton,
Page ha dimostrato la sua bravura e padronanza di linguaggio del
corpo recitando in film molto diversi tra loro, basti pensare a
Denny Carmichael nel thriller d’azione The Gray Man e Xenk Yendar, l’impavido paladino di
Dungeons
& Dragons: L’onore dei ladri. Non sarebbe dunque
spiacevole vederlo calarsi nei panni del Cavaliere Oscuro, anche se
c’è da considerare che è abbastanza giovane. Se però il
DCU decidesse di raccontare un’ipotetica storia di Bruce Wayne
da giovane, Regé-Jean Page sarebbe una scelta quanto più
azzeccata.
Jake Gyllenhaal
Nel panorama di Hollywood, forse
Jake Gyllenhaal non sarebbe per molti il pesce ideale da
pescare per farlo diventare Batman. E invece
l’attore potrebbe rivelarsi una scelta sorprendente, intanto perché
è estremamente versatile: Gyllenhaal ha recitato in numerosi film
attraversando generi più disparati, dal neo-noir al thriller,
passando al fantasy e l’horror, fino a pellicole tratte proprio dai
fumetti. Se pensiamo alle sue performance, ci accorgiamo che
l’attore potrebbe portare qualcosa di speciale nel personaggio,
tanto da renderlo, un po’ come Robert Pattinson,
molto particolare e intenso. Un’idea dunque da non scartare.
Michael Fassbender
Pensando a Batman, però, c’è un
attore in particolare che potrebbe vestire comodamente i suoi
panni. Lo abbiamo visto di recente nel glaciale e analitico
The
Killer di David Fincher, attualmente disponibile sulla
piattaforma Netflix: parliamo di
Michael Fassbender che fra l’altro è molto famoso nel fandom
dei fumetti per aver interpretato Magneto nei film degli X-Men.
Nonostante abbia avuto un ruolo centrale e incisivo nell’universo
Marvel, ciò non toglie che
Fassbender potrebbe vestire i panni del Cavaliere Oscuro nel
DCU. Magari un Bruce Wayne più anziano. L’aspetto dell’attore
irlandese è perfetto, basti pensare al suo sguardo ipnotico e al
tempo stesso ruvido per figurarselo nell’immediato.
Jensen Ackles
Concludiamo con Jensen Ackles, il quale a conti fatti sarebbe
forse il candidato migliore per dare carisma, fascino e forza a
Batman. L’attore è conosciuto in particolare per
aver interpretato Dean Winchester nella longeva serie
soprannaturale Supernatural, e di recente è riuscito a
spiccare anche in The
Boys, dove – grazie al ruolo di Soldier Boy – assume un
aspetto supereroistico.Tra l’altro, dobbiamo ricordare, che oltre
ad avere la fisicità, lo sguardo e l’impostazione ideale, Ackles ha
doppiato due volte Batman nei film d’animazione Tomorrowverse della
DC. Ma non è finita qui perché l’ex cacciatore di mostri ha proprio
dichiarato di avere il desiderio di interpretare il Cavaliere
Oscuro in un film live-action. Che Jensen Ackles abbia dunque il
potenziale per vestire i suoi panni? Ad oggi, stando ad alcuni
rumor, sarebbe lui uno dei
favoriti.
Ecco una clip di
Delicatessen, il film di Marc Caro e
Jean-Pierre Jeunet, del 1991, che lunedì 20 novembre
torna al cinema in versione restaurata 4k.
https://www.youtube.com/watch?v=Mjx30M7pCo8
I WONDER CLASSICS,
la divisione di I Wonder Pictures dedicata alla riscoperta
dei classici d’autore, porta al cinema DELICATESSEN,
pluripremiata commedia dark e surreale di Jean-Pierre Jeunet
(Il favoloso mondo di Amelie) e Marc Caro (Dante
01) che arriverà nelle sale nella versione restaurata in 4k.
Tra horror, commedia e fantasia distopica,
DELICATESSEN è uno dei film più originali e influenti
dei suoi anni, definito da Empire come “un quadro deliziosamente
originale in cui farsa e horror si bilanciano perfettamente”.
DELICATESSEN racconta di un futuro distante e
apocalittico, in cui la società è al collasso. Il grano è
utilizzato come moneta di scambio e la carne è quasi impossibile da
trovare. È in questa atmosfera che Louison, un clown disoccupato,
trova lavoro come manutentore in uno squallido condominio, dove al
piano terra si trova una macelleria. Ben presto scopre la terribile
verità sulle intenzioni del proprietario del negozio, un uomo
astuto e malvagio: le sparizioni degli inquilini del palazzo ne
sono un chiaro indizio. La sua unica speranza potrebbe essere una
banda di fuorilegge vegetariani che combattono per la libertà… Ma
se fosse già troppo tardi?
DELICATESSEN sarà nei cinema dal 20 NOVEMBRE
con I WONDER CLASSICS, distribuito da I Wonder con
Unipol Biografilm Collection.
DELICATESSEN la
trama
L’imperdibile cult che ha
consacrato il talento di Jeanne-Pierre Jeunet (Il favoloso mondo
di Amelie) e influenzato una generazione di cineasti. In una
Francia fumosa e post-apocalittica, il cibo scarseggia, il mais è
diventato moneta di scambio e la carne… la carne è praticamente
introvabile. Alla macelleria Delicatessen hanno trovato una
soluzione a quest’ultimo problema: attrarre a sé disperati in cerca
di lavoro, sfruttarli come factotum del condominio in cui la
macelleria è ubicata e poi farne spezzatino. Dei disperati, si sa,
non si butta via niente! Ma il nuovo arrivato, Louison, un ex-clown
affabile e un po’ ingenuo, sembra diverso da tutti gli altri che lo
hanno preceduto. Con il suo sconfinato ottimismo nei confronti
dell’umanità, le sue peculiari abilità e uno spiccato senso
pratico, è proprio quel che serve a sbilanciare i precari equilibri
che fino a quel momento hanno permesso al luciferino macellaio
Clapet di spadroneggiare.