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Noi siamo Leggenda: intervista ai protagonisti

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Noi siamo Leggenda: intervista ai protagonisti

Ecco la nostra intervista ai protagonisti di Noi Siamo Leggenda, dal 22 novembre su Rai2. Diretta da Carmine Elia, la serie vede protagonisti Nicolas Maupas, Sofya Gershevich, Milo Roussel, Emanuele Di Stefano, Margherita Aresti, Giulio Pranno, Giacomo Giorgio, Giulia Lin e Beatrice Vendramin.

La storia della serie è quella di cinque ragazzi – e del loro mondo – con cinque poteri straordinari che affondano le radici nelle loro paure e nei loro desideri più profondi, capaci di stravolgere le loro vite. Un coming of age che unisce dramma, azione e ironia in una narrazione originale, capace di rinnovare e riscrivere i canoni del racconto young adult di supereroi. Niente missioni iperboliche, nessun universo da salvare o supercattivi da combattere. Un racconto di formazione in cui i superpoteri si fanno metafora delle difficoltà che gli adolescenti sono chiamati ad affrontare. Un affresco commovente, forte, divertente e spiazzante di una società – la nostra – e di una parentesi della vita – l’adolescenza – in cui tutti, almeno una volta, hanno sognato di avere i superpoteri. Per combattere le ingiustizie che li circondano. Vincere la propria insicurezza. Accettarsi. Fare la cosa giusta. Senza immaginare che qualcuno, nell’ombra, è consapevole della vera origine degli improvvisi poteri.

Nosferatu: prima immagine ufficiale per il film di Robert Eggers

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Nosferatu: prima immagine ufficiale per il film di Robert Eggers

C’è grande attesa per Nosferatu, il nuovo film diretto da Robert Eggers (The Witch, The Lighthouse, The Northman), remake dell’omonimo film di F. W. Murnau del 1922, divenuto uno dei più famosi film sui vampiri di tutti i tempi. classico dei vampiri, riproposto anche nel 1979 da Werner Herzog. Di questa nuova versione, in arrivo nel 2024, si sono da poco concluse le riprese ed Empire svela ora una prima immagine ufficiale visibile qui. In essa ritroviamo Lily-Rose Depp sul cui volto si staglia l’artiglio del vampiro protagonista del film.

 

Nosferatu, quello che sappiamo sul film

La pellicola, prodotta della Focus Features e scritta e diretta da Robert Eggers, sarà dunque un vero e proprio remake del capolavoro del 1922 di F. W. Murnau. Quel film non è solo considerato una delle opere d’arte più influenti nel mondo del cinema e del genere horror, ma ha anche introdotto alcuni stilemi sui vampiri che sono ancora oggi in uso. Stando a quanto si legge nella sinossi, “il film è una storia gotica di ossessione tra una giovane donna perseguitata nella Germania del 19° secolo e l’antico vampiro della Transilvania che la perseguita, portando con sé un orrore indicibile“. Nel cast del film Nosferatu troviamo Bill Skarsgård (Barbarian), interprete del vampiro protagonista.

Nicholas Hoult (The Menu), Lily-Rose Depp (Wolf), Aaron Taylor-Johnson (Bullet Train, Kick-Ass, Godzilla), Emma Corrin ( Lady Chatterley’s Lover ), Willem Dafoe (Inside), Simon McBurney (Carnival Row) e Ralph Ineson (Il cavaliere verde) completano il cast. Piuttosto che essere un semplice racconto horror di vampiri, Eggers si è detto molto sicuro di ciò che il suo Nosferatu si propone di fare. “Sì, è un film che fa paura. È un film dell’orrore. È un film horror gotico“, ha dichiarato ad Empire, aggiungendo però che “credo che da un po’ di tempo non ci sia un film gotico vecchio stile che faccia davvero paura. E credo che la maggior parte del pubblico lo troverà così“. Ad oggi non vi è ancora una data di uscita del film, previsto però nel corso del 2024.

Premio Virna Lisi 2023 a Greta Scarano

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Premio Virna Lisi 2023 a Greta Scarano

La Fondazione Virna Lisi assegnerà anche quest’anno il prestigioso Premio che eccezionalmente sarà organizzato in collaborazione con il Torino Film Festival. Istituito dalla famiglia dell’attrice sette anni fa, il Premio Virna Lisi viene assegnato ogni anno ad una protagonista del cinema italiano che si è distinta non solo per la sua professionalità ma per il carisma e la passione , emozionando con le sue interpretazioni gli spettatori.

Mercoledì 29 novembre al Torino Film Festival si renderà omaggio ad una delle stelle più luminose del nostro cinema celebrando l’arte, il talento e la forza delle donne nel settore cinematografico. A ricevere il Premio Giovane Rivelazione sarà Romana Maggiora Vergano che con la sua bravura è riuscita ad arrivare al cuore di tutti gli italiani con l’interpretazione di Marcella nel film C’è ancora domani di Paola Cortellesi, con una performance di grande maturità artistica e freschezza espressiva che anticipano una brillante carriera futura.

Il Premio Virna Lisi verrà assegnato a Greta Scarano, che con la sua presenza scenica incarna quella straordinaria combinazione di talento, passione e intensità emotiva. Nel suo lavoro viene fuori dedizione e profondità artistica.

Il Premio sarà assegnato con un talk condotto dal direttore artistico Steve Della Casa e da Laura Delli Colli presidente dei giornalisti cimnematografici italiani alla presenza delle due attrici nel pomeriggio di mercoledì 29 novembre alle ore 17.30 presso il Cinema Romano.

Questi riconoscimenti non solo celebrano il talento attuale e emergente nel cinema, ma anche riaffermano l’importanza di investire e credere nelle nuove generazioni di artiste, continuando a onorare l’eredità di donne che hanno lasciato un’impronta indelebile nell’arte cinematografica.

Nel corso degli anni il Premio Virna Lisi è stato assegnato ad attrici come Margherita Buy, Paola Cortellesi, Monica Bellucci, Claudia Gerini, Elena Sofia Ricci e Micaela Ramazzotti, protagoniste di primo piano nel cinema italiano, alle quali si è aggiunto nelle ultime edizioni il riconoscimento nato per segnalare una Giovane rivelazione, assegnato ad Ilenia Pastorelli e Ludovica Nasti.

50 Km all’ora, trailer e poster del film di e con Fabio De Luigi con Stefano Accorsi

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Ecco il trailer di 50 Km all’ora, il nuovo film diretto da Fabio De Luigi che insieme a Stefano Accorsi recita in questa storia di famiglia, di fratellanza per scelta. Il film arriverà al cinema a partire dal 4 gennaio distribuito da Sony Pictures.

50 Km all’ora – la trama

Due fratelli si ritrovano dopo tanti anni al funerale del padre. Tra rancori passati e affetto sopito, i due affrontano un viaggio per portare le ceneri del loro genitore accanto alla moglie, seguendo le sue ultime volontà. A bordo di due motorini scassati, costruiti anni fa quando erano due ragazzini, percorreranno un viaggio attraverso l’Emilia Romagna e attraverso i loro sentimenti per scoprire che c’è sempre tempo per litigare ed amarsi di nuovo.

50KM all'ora poster

L’arte della felicità e Mad Entertainment compiono 10 anni

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L’arte della felicità e Mad Entertainment compiono 10 anni

Il 21 novembre si festeggiano i 10 anni del film L’arte della felicità” di Alessandro Rak: il film d’animazione realizzato a Napoli da giovani disegnatori, fumettisti, musicisti e da un produttore-sceneggiatore illuminato, è nel 2014 il vincitore dell’Oscar europeo e ha fatto la recente storia dell’animazione in Italia per il cinema destinato a un pubblico adulto.

10 anni che segnano anche la storia della produzione Mad Entertainment che esordisce con questo titolo e che da allora è un punto di riferimento imprescindibile per l’animazione in Italia, aperta anche alla produzione cinematografica di fiction e di documentari.

Mad Entertainment (Movie Animation and Documentary) è la factory creativa e produttiva, fondata a Napoli e animata da Luciano Stella, Maria Carolina Terzi, Carlo Stella e Lorenza Stella e che ha sede nel cuore della città, negli storici appartamenti dove Vittorio De Sica girò “L’oro di Napoli” e “Matrimonio all’italiana”. È qui che è nata la scommessa di convogliare in un unico luogo artisti e professionisti dell’audiovisivo nei settori del documentario, della fiction e dell’animazione.

Oggi si festeggia questo compleanno per ricordare l’avventura di “L’arte della felicità” nata con pochi mezzi, e molta fantasia. “L’arte della felicità” è la favola metropolitana ambientata in una Napoli divisa fra “monnezza” e nobiltà, all’ombra di un Vesuvio bellissimo ed inquietante, dove il taxi driver Sergio attraversa una città plumbea trasportando passeggeri, ricordi e una grande rabbia per il fratello scomparso.

Il film, prima di uscire in sala il 21 novembre 2013, aprì la Settimana della Critica a Venezia, e dopo tanti riconoscimenti in patria arrivò la consacrazione con il prestigioso riconoscimento agli EFA (che vince su grandi competitors come Luc Besson). Un film acclamatissimo dalla critica e che, ancora oggi, a 10 anni di distanza, è considerato cult. Napoli lo festeggerà il 25 novembre con un grande evento-festa al Teatro Bolivar, destinato a tutti gli appassionati e seguaci del film e di Mad.

«“L’arte della felicità” è uno dei primi film di animazione per adulti tutto made in Italy (o meglio in Naples) – dichiara Luciano Stella che è anche autore tra gli altri della sceneggiatura. – Ora Alessandro Rak è un autore di animazione riconosciuto a livello europeo. Ma quando si partì con questa avventura, nessuno avrebbe mai immaginato di essere all’inizio di un percorso che avrebbe fatto di Mad il polo produttivo più importante di Napoli e del Sud, che ha creato un indotto economico fuori dall’ordinario».

Mad, da allora, ha formato una nuova leva di professionisti dell’animazione, i primi a usare un software Blender molto avveniristico al tempo, dimostrando di essere pionieri, e facendo di necessità virtù, in assenza di risorse. Oggi Mad è una società per azioni che conta una factory di 40/50 animatori.

«In questi 10 anni abbiamo fatto altri due film di animazione con Rak, Gatta cenerentola” e “Yaya e Lennie – The Walking Liberty”, una serie animata di 26 puntate, “Food Wizards”, oltre a tre film per il cinema – tra cui “Nostalgia” di Mario Martone e il prossimo atteso “Caracas” di Marco D’Amore – e diversi documentari, che spesso si avvalgono di insert di animazione, contaminando i linguaggi – dichiara Carolina Terzi, da poco eletta presidente di Cartoon Italia, importante riconoscimento da parte dell’industria e delle istituzioni. – Abbiamo aperto una finestra su un mercato mondiale, con un linguaggio evidente e forte che ci spinge a continuare».

Oggi Mad è impegnata sul fronte dell’animazione con la realizzazione di “I’m still alive – Sono ancora vivo” di Roberto Saviano – primo lungometraggio diretto dallo scrittore, tratto dall’omonima graphic novel – e a giorni presenterà in Concorso al Festival di Torino il corto di animazione che racconta delicatamente il passaggio dalla condizione di figlio a quella di genitore, “Due battiti” di Marino Guarnieri, che fa parte della factory Mad fin dall’inizio di questa lunga storia.

American Fiction, recensione del film con Jeffrey Wright

American Fiction, recensione del film con Jeffrey Wright

Vincitore dell’Audience Award all’ultimo Toronto Film Festival, American Fiction, esordio alla regia cinematografica del regista Cord Jefferson – per la TV ha diretto episodi di Master of None, watchmen e Station Eleven – si presenta come una delle possibili sorprese in corsa per la prossima stagione dei premi.

American Fiction, la trama

Al centro della vicenda di questa commedia drammatica si trova lo scrittore in crisi Thelonious “Monk” Ellison (Jeffrey Wright), il quale si trova costretto a tornare nella casa natia vicino Boston per riunirsi con la disfunzionale famiglia. Stanco del modo in cui la società e l’industria editoriale continua ad abbracciare gli stereotipi sui neri in America, Monk scrive un manoscritto che in maniera satirica abbraccia qualsiasi retorica e appunto stereotipo sulla questione. Il problema arriva quando il libro trova l’attenzione di editori e successivamente il grande successo di pubblico, “costringendolo” dentro un personaggio che odia. Questa dicotomia non può che rendere ancora più complessa la sua vita privata.

L’idea di partenza di American Fiction possedeva tutte le carte in regola per farne una satira sociale di enorme presa e soprattutto graffiante descrizione del razzismo culturale ancora vigente negli Stati Uniti. Il regista e sceneggiatore sceglie invece un approccio maggiormente orientato alla rappresentazione psicologica del protagonista, inserendolo dentro le dinamiche di un dramma familiare che rende l’operazione decisamente più adatta ad andare incontro ai gusti del grande pubblico. E se questa si dimostra una scelta che quasi sicuramente pagherà di fronte all’opinione della critica e al botteghino statunitense, allo stesso modo non ci si può esimere dal chiedersi come sarebbe stato il film se Jefferson avesse osato rischiare maggiormente.

Un approccio cauto a una storia esplosiva

Ad American Fiction non si possono infatti trovare difetti tangibili che ne minano la riuscita, tutt’altro, ma neppure vedendolo si prova l’emozione di un lungometraggio che vuole scuotere, mettere veramente in discussione quello che racconta. Da un soggetto di partenza potenzialmente esplosivo e pronto per essere adoperato virando dentro la commedia dell’assurdo, ci saremmo aspettati un film sinceramente più sfrontato. Il che comunque, come anticipato, non va ad inficiare la riuscita di un prodotto capace di parlare al cuore dello spettatore, che affronta il tema della famiglia americana e del suo sgretolarsi di fronte a generazioni piene di preconcetti e frustrazioni.

Come protagonista Jeffrey Wright non avrebbe potuto fare un lavoro migliore nel dipingere la comunissima “medietà” di Monk, interpretazione perfetta anche perché calibrata grazie a una sorta di contrappasso su quella dei suoi colleghi (fratelli sul grande schermo) Sterling K. Brown e Tracee Ellis Ross.Un trio di attori generoso, preciso sia quando deve andare sopra le righe che nel rappresentare le pieghe malinconiche e soffuse dei rispettivi personaggi. La vera sorpresa di American Fiction si rivela però la meno conosciuta Erika Alexander, capace di imprimere profondità e orgoglio alla sua coraline, donna comune che si trova a incrociare la strada di Monk.

Il cinema nero americano ha cambiato pelle nel corso di questi ultimi anni, forse decenni. Lo spirito “arrabbiato” di un autore di frontiera quale è stato – e a conti fatti ancora è – Spike Lee ha lasciato il posto a un modo di fare e intendere cinema maggiormente cadenzato, che cerca l’appoggio dell’opinione pubblica più di quanto non voglia realmente scuoterla. American Fiction nel bene e nel male si presenta come specchio fedele e preciso di questo modo di fare cinema. All’interno di questo discorso il lavoro di Cord Jefferson possiede un suo valore indubitabile, allo stesso modo di un peso specifico calibrato con evidente intelligenza. Dal punto di vista prettamente artistico poco o nulla si può obiettare a un prodotto scritto, diretto e interpretato con sensibilità. Speriamo soltanto non venga sopravvalutato o peggio ancora innalzato al livello di film “arrabbiato”, perché allora le sue effettive dimensioni andrebbero certamente ridiscusse…

Nanni Moretti a Linea d’Ombra 2023: “Il film di Paola Cortellesi è un bene per il cinema italiano”

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Il regista romano ospite a Salerno per una serata davvero speciale, durante la quale ha ripercorso la sua carriera concedendosi con grande generosità al pubblico e introducendo i film della maratona notturna a lui dedicata.

Scusate, una domanda per i meno giovani: questo era il cinema Diana?”. L’applauso, fragoroso, del pubblico di Linea d’Ombra Festival è stato spontaneo e sentito, perché Nanni Moretti ha fatto passare una serata davvero speciale alla platea della Sala Pasolini di Salerno. Che sì, una volta si chiamava Diana, come ben ricordava Moretti. “La mia famiglia passava le vacanze dove mia madre veniva assegnata come membro esterno delle commissioni per gli esami di maturità. Un anno venne assegnata a Nocera e scoprimmo Vietri, dove poi siamo venuti a villeggiare per qualche anno”.

Un assaggio del passato privato di Nanni Moretti, che invece ha raccontato tanto della sua vita professionale nel corso dell’incontro condotto dal co-direttore di Linea d’Ombra Boris Sollazzo “Era molto complicato quando ho cominciato a fare i miei primi cortometraggi, farli e farli vedere. C’erano queste pizzette da 2 minuti e mezzo, si girava, le si consegnava all’ottico, tornavano indietro sviluppate dopo due o tre settimane sperando fosse venuto qualcosa. E poi era complicato farle vedere, io andavo in giro con le pizze, il proiettore e l’amplificatore per il suono. Oggi è molto più facile”.

Fu grazie a questi primi esperimenti che Moretti capì che il cinema “era il modo migliore per esprimere quello che volevo dire”. Poi arrivò Io sono un autarchico, il successo che dal Filmstudio diventa nazionale per un film, girato in Super8 “che non era proprio a basso costo, perché 3 milioni e 300.000 lire non erano pochi per l’epoca”. Dopo arrivò Ecce Bombo, “il mio primo film all’interno dell’industria cinematografica che pensavo fosse drammatico e doloroso per pochi, invece poi ho scoperto di avere fatto un film comico per tutti”.

Un ricordo che ha dato modo al regista di commentare il grande successo italiano del momento, C’è ancora domani di Paola Cortellesi, per cui Moretti spende belle parole. “È un bene per il cinema italiano. Paola Cortellesi ha osato facendo un film fuori della norma rispetto ai film in cui è stata solo attrice. Produttori e distributori sottovalutano spesso il pubblico. È molto prepotente e presuntuoso pretendere di conoscere i gusti del pubblico”. A proposito di Paola Cortellesi, interrogato sulla battuta tratta da Nessuno mi può giudicare “ve lo meritate Nanni Moretti” ha risposto con una sola parola per commentare lo stato d’animo quando vide il film: “ZEN”.

La serata è proseguita alternando spezzoni dai suoi film, da Sogni d’oro a La messa è finita a La stanza del figlio, Il caimano e Habemus Papam, tra confessioni (“non ho nessun rapporto con la religione, sono ateo, e per questo ammiro profondamente chi ha fede. Bunuel diceva ‘Grazie a Dio sono ateo”, non sono mai stato d’accordo, io sono incazzato perché sono ateo”) e doverose puntualizzazioni riferite all’identificazione tra Nanni Moretti e i suoi personaggi portati sullo schermo. “Spesso c’è un modo primitivo di vedere i film e si scambiano le parole dei personaggi con le idee del regista”. Moretti con il suo cinema è stato anche veggente, come ha sottolineato Sollazzo, prevedendo la televisione trash, la parabola del PCI e la crisi della Chiesa. “Basta stare un po’ attenti e le tendenze della realtà si colgono. Dopo Habemus Papam mi fermavano per Roma e mi chiedevano i numeri al lotto e quando la Roma avrebbe vinto il quarto scudetto”.

Nanni Moretti si è concesso con generosità al pubblico di Salerno e di Linea d’Ombra, rispondendo anche alle domande che arrivavano dai social (“Ho visto Killers of the Flower Moon e ci sono altri film di Scorsese che mi piacciono di più. Molti altri”) e poi presenziando all’apertura della maratona notturna che gli ha dedicato il festival, composta da sette film più un quiz finale fornito dallo stesso Moretti, ventuno domande che aveva ideato per la retrospettiva che gli aveva dedicato il festival di Locarno e che ha riproposto alle decine di “eroici ed eroiche” che hanno affrontato 669 minuti di full immersion nel suo cinema, da Ecce Bombo a il sol dell’avvenire. È stato lo stesso Nanni ha introdurre i suoi film prima dell’inizio della lunga notte, conclusasi poi la mattina con una fetta di Sacher per tutti i sopravvissuti.

È stata una bellissima serata di cinema a Salerno, un grande regalo da parte di un cineasta di culto, che Linea d’ombra ha celebrato consegnandogli il Premio Maestri del Cinema, realizzato dalla ceramista Little Freak aka Elisabetta D’Arienzo.

Nanni Moretti ha voluto sottolineare una cosa: “È un bene che ci siano le piattaforme per poter recuperare il cinema del passato, ma per me fare un film significa prima di tutto portarlo in sala”. Poi, dopo, può andare anche in 190 paesi.

The Brave and the Bold: aggiornamenti deludenti sul film

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The Brave and the Bold: aggiornamenti deludenti sul film

Gli scioperi di WGA e SAG-AFTRA hanno rallentato la macchina produttiva dei DC Studios, ma Creature Commandos è in piena produzione e si prevede che le macchine inizieranno a girare per Superman: Legacy all’inizio del prossimo anno. Tuttavia, chi invece aspetta The Brave and the Bold dovrà avere pazienza.

The Batman II di Matt Reeves è ancora sulla buona strada per essere distribuito nel 2025, ma il Crociato Incappucciato della DCU farà il suo debutto – insieme a Robin – un po’ più avanti sulla base di un nuovo aggiornamento del co-CEO dei DC Studios James Gunn. Rispondendo a un fan su Instagram che chiedeva informazioni su un possibile annuncio del casting di Bruce Wayne, il regista ha detto: “No. Non abbiamo ancora nemmeno una sceneggiatura”.

È ancora molto presto per il film e non dovrebbe sorprendente nessuno se il film dovesse arrivare al cinema non prima del 2027. Si pensa che il regista Andy Muschietti, che Gunn ha assunto dopo essere rimasto colpito dal suo lavoro in The Flash, si concentrerà prima sulla serie televisiva It Welcome to Derry, quindi bisognerà aspettare.

Ciò significa anche che tutte le voci in merito al casting del Cavaliere Oscuro sono quasi certamente imprecise. Parlando a gennaio dei piani dei DC Studios per The Brave and the Bold, Gunn ha detto: “Questa è l’introduzione di Batman nella DCU. Questa è la storia di Damian Wayne, che è il vero figlio di Batman di cui non conoscevamo l’esistenza per i primi otto-dieci anni della sua vita. È cresciuto come un piccolo assassino. È un piccolo figlio di puttana. È il mio Robin preferito.” “È basato sul fumetto di Grant Morrison, che è una delle mie serie preferite di Batman, e lo stiamo mettendo insieme proprio adesso.”

Il co-CEO di DC Studios, Peter Safran, ha aggiunto: “Sarà ovviamente un lungometraggio, e presenterà altri membri della estesa ‘famiglia Bat’, solo perché riteniamo che siano stati esclusi dalle storie di Batman al cinema per troppo tempo.”

The Brave and the Bold, quello che sappiamo sul film

Insieme all’introduzione della versione DCU di Batman – che esisterà separatamente dalla versione interpretata da Robert Pattinson nei film di The Batman – il film introdurrà “la Bat-family“, ha detto James Gunn. Il primo tra loro è Robin, che sta tornando completamente ai film live-action per la prima volta dallo sfortunato film del 1997 Batman e Robin. Questa versione di Robin sarà impersonificata da Damian Wayne, che Gunn ha descritto come “il nostro Robin preferito, “un piccolo figlio di puttana” e “un assassino”.  Damian, per chi non lo sapesse, è il figlio biologico di Bruce Wayne, di cui non quest’ultimo non conosceva l’esistenza.

Thor 5: Taika Waititi conferma che il film è in programma ma che non ne farà parte

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Thor 5 è in arrivo. Il rapporto degli adattamenti di Thor dei Marvel Studios con il pubblico è sempre stato un pendolo che oscillava tra entusiasmo e scontento. Mentre Thor del 2011 è stato ben accolto, Thor: The Dark World è stato considerato per lungo tempo il peggiore film Marvel di sempre, quando poi con Thor: Ragnarok è arrivato il successo di pubblico e di critica, sembrava quasi che nessuno fosse pronto a gestirlo.

Non tutti hanno amato l’approccio bizzarro del regista Taika Waititi al personaggio, ma Thor: Ragnarok si è rivelato un successo e l’eccitazione per Thor: Love and Thunder era comprensibilmente alta. Dopotutto, oltre a presentare Christian Bale nei panni di Gorr il Macellatore di Dei, ha visto Natalie Portman tornare nei panni di Jane Foster per diventare il potente Thor (due ingredienti che avrebbero dovuto garantire una ricetta per il successo).

Sfortunatamente, sembra che i Marvel Studios abbiano dato allo sceneggiatore e regista troppa libertà, con il risultato che anche Chris Hemsworth ha definito “troppo sciocco” il film, prima di ammettere “Rabbrividisco e rido allo stesso modo“. Taika Waititi ha recentemente confermato che non dirigerà Thor 5. Tuttavia, in un’intervista con Inverse, ha rivelato che Hemsworth e i Marvel Studios sono impegnati in trattative per realizzare un quinto film di Thor.

Avrebbe continuato dicendo al sito che “aveva bisogno di una pausa da tutto ciò”, aggiungendo: “È un processo molto faticoso lavorare su questi film per due anni e mezzo e senza sosta”. Nonostante ciò, non ha intenzione di chiudere la porta alla possibilità di lavorare nuovamente con i Marvel Studios in futuro.

Nel libro Thor: Love and Thunder – The Official Movie Special pubblicato da Titan all’inizio di quest’anno, lo sceneggiatore e regista ha parlato di cosa gli sarebbe piaciuto fare con un altro film di Thor. Tuttavia, quell’intervista è stata probabilmente condotta durante o subito dopo la fine delle riprese di Thor: Love and Thunder e molto prima che il film ricevesse alcune delle peggiori recensioni dell’MCU. Si aspettano ancora le conferme ufficiali di Marvel Studios sulla produzione di Thor 5.

Slow Horses 3, recensione della serie con Gary Oldman

Slow Horses 3, recensione della serie con Gary Oldman

Questa la premessa di Slow Horses 3, acclamata serie prodotta perApple TV+ che arriverà in streaming a partire dal prossimo 29 novembre: Catherine Standish non arriva mai tardi a lavoro, anche se si tratta del borioso catalogo di centinaia di inutili scatoloni in un posto altrettanto “inutile” come la Slough House. Jackson Lamb capisce subito che qualcosa non quadra, e infatti la sua protetta è stata rapita la sera prima da un gruppo di criminali comandati da Sean Donovan, ex-spia che vuole arrivare a un documento custodito nei sotterranei del quartier generale dell’IM 5. E chi adoperare come esca se non River Cartwright, il più idealista e irruento dei cosiddetti “Slow Horses” di Lamb?

Slow Horses 3 si conferma una boccata d’aria fresca

In un panorama cinematografico e televisivo in cui la figura della spia è ormai diventata sinonimo assicurato di azione scatenata inserita dentro un contenitore tanto spettacolare quanto fin troppo spesso effimero, la terza stagione di Slow Horses conferma invece la serie britannica come una boccata d’aria fresca. Come negli episodi precedenti infatti le avventure di Jackson Lamb e del suo gruppo di spie tutt’altro che perfette sia nella professione che nella vita privata rappresenta un mix riuscito di genere e studio caustico di caratteri.

Altro particolare non trascurabile perché davvero non accade spesso, a livello narrativo lo show possiede un piglio anche più forte del romanzo Real Tigers di Mick Herron da cui è tratto. E questo non significa che il testo di partenza non sia efficace, tutt’altro, ma la sceneggiatura degli episodi rende la minaccia che gli “Slow Horses” maggiormente seria, incombente rispetto al tono leggero delle pagine scritte. Nel caso della terza stagione infatti sono stati fatti cambiamenti sostanziosi rispetto al libro soprattutto nella prima parte, trovando un equilibrio drammatico che a livello logico funziona meglio. In particolare i primi tre episodi risultano in questo modo avvincenti nello sviluppo proprio della spy-story e riescono anche a restituire la profondità emotiva, la quale soprattutto riguardo il personaggio di Louisa Guy diventa persino malinconica.

SI privilegia la tensione allo spettacolo

Il gioco di specchi, i tradimenti e le vendette personali, i tranelli e i trucchi per sfuggire al pericolo rappresentato in Slow Horses un qualcosa che viene adoperato con una notevole attenzione al genere, privilegiando la tensione e la narrazione allo spettacolo. Anche se l’ultima puntata possiede il necessario showdown necessario per sistemare i conti in sospeso ed eliminare i personaggi ritenuti ormai superflui, il resto viene architettato come una spy-story classica, con i twist della trama che rispettano pienamente il gusto di questo tipo di produzioni. In più le puntate vengono riempite dall’umorismo a tratti realmente feroce che regola la vita di questi antieroi molto spesso tutt’altro che amabili, essere sempre capaci di trovare il modo di farzi apprezzare dal pubblico.

Nel caso di questa stagione, oltre ovviamente a Gary Oldman e Kristin Scott-Thomas che continuano a dimostrare di divertirsi un mondo nell’intepretare Lamb e Diana Taverner, una menzione particolare la merita Aimee-Ffion Edwards, pungente nell’impersonare l’aggressiva e velenosa Shirley Dander.

Un persistente retrogusto amaro

Risulta difficile catalogare Slow Horses dentro i confini della commedia mixata con il thriller di spionaggio. Anche quando infatti il tono dei dialoghi e delle situazioni porta al sorriso, con esso non si accompagna mai la vacua leggerezza della comicità. C’è sempre un retrogusto amaro nei personaggi quanto nei loro rapporti, e questo eleva lo spessore emotivo dello show ben oltre la media di questo tipo di produzioni. Aggiungete come scritto un gruppo di attori dalla bravura consumata – a cui si aggiunge in questa terza stagione anche Sophie Okonedo – e qualche volto nuovo ed emergente, ed ecco che il cocktail di intrattenimento intelligente non può che risultare saporito. Queste nuove sei puntate convincono quanto le precedenti dodici, confermando la bontà di un prodotto all-british che risulta molto più serio di quanto non voglia magari farci credere di essere.

Elf Me: recensione del film natalizio su Prime Video con Lillo Petrolo

“Anche da sveglio, non smettere di sognare.”Elf Me

Dalla notte dei tempi, c’è un preciso periodo dell’anno – quello del Natale – in cui sogni e desideri si fanno più vividi, intensi, fagocitati dalla sua atmosfera accogliente e luminosa. È la festa comandata più attesa, in fondo, il momento in cui adulti e piccini si siedono attorno a un tavolo, o in un angolo nascosto, con in mano carta e penna, per rimanere fedeli a un’antica tradizione: scrivere la lettera a Babbo Natale. Un gesto simbolico, in cui ognuno incide sul foglio con l’inchiostro ciò che vorrebbe ricevere sotto l’albero, che sia qualcosa di materiale o affettivo. E nel mentre buttano giù due o tre righe, magari accanto al caminetto acceso, immaginano quell’omone dalla barba bianca il quale, una volta lette, incarica i suoi aiutanti di fiducia, gli elfi, di far diventare le richieste realtà. Elf Me, nuovo film natalizio diretto dagli YouNuts, inizia proprio qui, al Polo Nord, nell’ azienda-dimora di Babbo Natale, facendosi spazio fra gli affaccendati elfi dalle orecchie a punta con il compito di monitorare tutto il comparto regali, tra agitazioni, corse e scadenze. Il film inagura il periodo natalizio di Amazon Prime Video, e vuole raccontare la festività attraverso un duplice sguardo: quello di un elfo, Trip, e quello di un bambino, Elia, che riscoprirà la felicità del Natale grazie al tocco magico e dolcemente divertente di un fabbricante sgangherato e burlone. Elf Me arriva su Prime Video dal 24 novembre.

Elf Me, la trama

Nella terra di Babbo Natale numerosi elfi sono in fermento per l’arrivo del 25 dicembre. I regali hanno bisogno di essere realizzati e impacchettati, pronti per arrivare puntuali nelle case dei bambini. Ognuno di loro ha una propria mansione e ogni settore si occupa di una determinata fase di produzione del dono. Trip fa parte degli elfi costruttori che ogni anno vengono chiamati da Babbo Natale per mostrargli la loro ultima creazione. Il problema, però, è che pur inventando giocattoli divertenti, quelli di Trip spesso sono difettati oppure finiscono per non funzionare come lui immagina.

In un momento di sconforto, dopo che l’ultima sua creazione si rivela l’ennesimo disastro, l’elfo si imbatte in una di quelle per cui va più orgoglioso, la macchina spara-regali, la quale era stata scartata perché pericolosa. Erroneamente, mentre cerca di dimostrare a se stesso quanto in realtà valga, Trip finisce per essere lui stesso impacchettato e spedito, arrivando in un paesello di montagna vicino Roma. Qui vive Elia, un bambino fin troppo cinico con una madre, Ivana, una giocattolaia, che al contrario è una grande sognatrice, e vive la vita positivamente pur portandosi sulle spalle un peso enorme. È che Elia, dentro al suo cuore, ha un solo desiderio: rivedere il padre. L’incontro con Trip sarà incisivo per lui e l’elfo pasticcione lo aiuterà a crescere e, contemporaneamente, crescerà anche lui.

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Un film italiano ambizioso

Sin dall’inizio di Elf Me ci si accorge che il film prodotto e sceneggiato (insieme a Giovanni Gualdoni, Leonardo Ortolani, Marcello Cavalli e Tommaso Renzoni) da Gabriele Mainetti ha un sapore differente rispetto ai prodotti natalizi uscenti sul nostro territorio a cui siamo abituati. Pur conservando in alcune scene, linguaggi e scenari quell’italianità tipica delle commedie nostrane, con l’immancabile comicità che ci contraddistingue, Elf Me si abbandona a quel gusto di internazionalità che caratterizza le pellicole d’oltreoceano. Lo dimostra il lavoro anzitutto svolto sugli effetti speciali, dalle dita scintillanti di Trip quando costruisce giocattoli, a questi stessi che prendono vita, fino ad arrivare all’iconica scena delle bici volanti. Un’operazione che nel cinema italiano non si vede spesso, spesso sacrificata, mal sfruttata o messa al margine, la quale però ci dimostra, con Elf Me, che anche nel Bel Paese si hanno le risorse giuste per puntare in alto ed eccellere nella forma.

Ma non è solo il comparto del VFX, supervisionato da Maurizio Corridori, a dover essere elogiato: un altro grande lavoro è stato svolto sulle scenografie, meticolosamente curate e colorate, ma soprattutto cariche di dettagli, che si rifanno un po’ (intenzionalmente, potremmo dire) ai film statunitensi, a cui Elf Me strizza l’occhio senza però diventarne copia carbone. Le reference poi, che in realtà sono veri e propri omaggi, sono più che evidenti, e spaziano da E.T. di Steven Spielberg a Jumanji di Joe Johnston. Diventando dimostrazione di quanto diceva Tarantino: la bravura sta nel saper rubare dagli altri ma fare proprio quel lavoro, adattarlo alla propria identità, senza cadere nella mera riproduzione. Ed è quello che fa il film: si nutre delle storie del passato, quelle per cui forse proviamo più nostalgia, inserendole in un prodotto fresco, pieno di humor e moderno, in cui la nostra artigianalità si percepisce, ma viene lavorata al contempo in qualcosa di più ambizioso, nel quale ci si è permessi di alzare l’asticella. Rimanendo, straordinariamente, in equilibrio.

Elia e Trip: una coppia vincente

Pur reggendosi su una storia comune, che bene o male altri prodotti hanno già sperimentato, Elf Me è comunque capace di rendersi speciale, fruibile e godibile. Mai noioso o posticcio. Una riuscita dovuta, in primis, da un lavoro di messa in scena mirato e preciso, esaltato da un cast valido e calzante, in cui spiccano i due affiatati protagonisti: da una parte abbiamo il Pinocchio di Matteo Garrone, Federico Ielapi, astro nascente del nostro cinema, e dall’altra uno dei comici più apprezzati a cui si è molto affezionati, Lillo Petrolo. Un duo che convince, diverte ed emoziona, supportato da ottimi comprimari come Claudio Santamaria nei panni di un villain che parla ciociaro, e già tale caratteristica strappa due risate, e Anna Foglietta, madre di Elia nonché giocattolaia che crede ancora nei sogni.

E in fondo la bellezza di Elf Me si ritrova proprio in loro, nei characters, ognuno dei quali si muove lanciando messaggi diversi, ma importanti nella stessa misura. Dal non smettere di sognare, colonna portante del film, perché come dice Peter Pan “solo così si impara a volare”, a quanto sia bello crescere e consapevolizzarsi, senza però rinunciare alle proprie unicità, alle tematiche del bullismo, dell’altruismo, della famiglia, il focolare acceso che mai si spegne. Fino ad arrivare all’importanza della diversità e delle nostre imperfezioni, rappresentate in tal senso da Trip, che pur essendo un elfo combinaguai ha una creatività da invidiare, e da Elia, che fa della sua dislessia un punto di forza. E allora, se ci pensiamo bene, non si racchiude in tutto questo il vero senso del Natale?

Superman: Legacy, ecco le principali fonti di ispirazione per il film

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Il co-CEO dei DC Studios, James Gunn, continua a lavorare allo sviluppo di Superman: Legacy, un riavvio che introdurrà i fan a un nuovo Uomo d’Acciaio e un DCU tutto da scoprire. Dopo Aquaman e il Regno Perduto, il DCEU non esisterà più, ma quale modo migliore per rilanciare questo franchise se non con il supereroe più iconico della DC Comics?

Oggi, il regista ha utilizzato Instagram per condividere un nuovo sguardo all’interno del suo ufficio di produzione. Come si può vedere, il muro di Gunn è tappezzato di tavole e copertine di Superman for All Seasons dello scrittore Jeph Loeb e dell’artista Tim Sale, un fumetto pubblicato con ampio successo di critica nel 1998.

Ci sono molti disegni che ritraggono Superman mentre prende il volo insieme ad alcuni altri che raffigurano Kal-El che si trasforma di nuovo in Clark Kent e generalmente protegge semplicemente Metropolis.

Composto da quattro numeri ambientati in primavera, estate, autunno e inverno, ogni episodio di questo arco narrativo è stato raccontato da un personaggio diverso (Jonathan Kent, Lois Lane, Lex Luthor e Lana Lang) ed è stato anche annoverato come fonte di ispirazione principale per la serie Smalville.

“Ho appena ricevuto questa splendida edizione Absolute di Superman for All Seasons, una delle mie storie di Superman preferite [e] che ha avuto un’enorme influenza su Legacy ([e] un fermalibri stranamente perfetto con All-Star Superman)”, ha detto Gunn a settembre. “Le ultime, fantastiche opere d’arte di Tim Sales [e] gli acquerelli di Bjarne Hansen non sono mai state così belle, né la storia elegante e sicura di Clark [e] Ma [e] Pa. Jeph Loeb canta ancora.”

È difficile dire esattamente cosa Gunn abbia intenzione di adattare direttamente da questa storia, anche se le foto che ha selezionato per la sua parete potrebbero offrire almeno qualche suggerimento. Indipendentemente da ciò, immaginiamo che il suo tono e il suo approccio all’Uomo di domani (insieme a ciò che abbiamo visto in All-Star Superman) saranno ciò su cui si concentrerà nel suo prossimo riavvio.

Superman: Legacy, tutto quello che sappiamo sul film

Superman: Legacy, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting, come già detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. María Gabriela De Faría sarà il villain “The Engineer”.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

“Superman: Legacy è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Superman: Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.

The Marvels doveva introdurre i Giovani Vendicatori già formati, secondo Iman Vellani

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Iman Vellani, attrice che interpreta Kamala Khan, alias Ms. Marvel, nel MCU, è stata recentemente ospite del podcast Phase Zero in cui ha commentato una delle scene più importanti di The Marvels che si svolge negli ultimi momenti del film.

La scena in questione vede Mrs Marvel reclutare Kate Bishop di Hawkeye (Hailee Steinfeld) per una squadra dei Giovani Vendicatori con una dinamica che rendeva omaggio alla scena post credits del primo Iron Man, in cui Nick Fury comunica a Tony Stark dell’esistenza di un progetto chiamato Avengers.

Secondo Vellani quella scena di The Marvels sarebbe potuta sembrare più simile all’appello di Cap alla fine di Avengers: Age of Ultron invece che all’iconico primo incontro tra Nick Fury e Stark.

“Sì, erano più o meno le stesse battute… Stavano cercando di incorporarne quante più [persone potevamo], ma penso che sia meglio vedere Kamala formare i Giovani Vendicatori, a partire dall’inizio. C’era una versione [della scena] in cui il gruppo esisteva già e io ho pensato: “Non ha alcun senso”. E loro hanno risposto: ‘Lo sappiamo, non gireremo [quella versione].

Ma sì, è stato divertente e mi è piaciuto lavorare con Hailee per quel giorno in cui ho potuto incontrarla, vederla e parlarle. È stato bello avere qualcuno con cui relazionarsi e parlare dei super costumi e del futuro in cui si trovano i Giovani Vendicatori. Sono molto emozionata e fiduciosa che questo porti a qualcosa di reale”.

Nella scena in questione, Kamala Khan ha anche fatto il nome di Cassie Lang (Kathryn Newton), quindi è probabilmente lecito ritenere che Stature sarà un membro dei Giovani Vendicatori. Ma il MCU ha attualmente un sacco di potenziali candidati a unirsi alla squadra, tra cui Joaquin Torres (Danny Ramirez) di The Falcon e Winter Soldier, che diventerà il secondo Falcon e il nipote di Isaiah Bradley, Eli Bradley aka Patriot.

Ci sono anche Billy (Julian Hillard) e Tommy Maximoff (Jett Kylne) di WandaVision, che diventeranno Wiccan e Speed, mentre Black Panther: Wakanda Forever ha visto il debutto di Ironheart (Dominique Thorne).

She-Hulk ha anche introdotto il figlio di Hulk, Skaar (Wil Deusner) che potrebbe essere un’alternativa a Hulkling mentre Doctor Strange nel Multiverso della Follia ha presentato il debutto nel MCU di America Chavez (Xochitl Gomez). Insomma, i personaggi ci sono e sono già stati presentati, resta da vedere in che misura il progetto dei Marvel Studios il sfrutterà, andando avanti perso Avengers: The Kang Dynasty.

Box office: C’è ancora domani (ancora) primo

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Box office: C’è ancora domani (ancora) primo

Dopo quasi un mese nei cinema, C’è ancora domani, pellicola italiana esordio alla regia dell’attrice Paola Cortellesi, mantiene il primato d’incassi in Italia. Il film, ancora primo al box office, incassa €1.544.231 a fronte di un totale di quasi 19 milioni di euro, riempiendo le sale di tutto il paese!

Al secondo posto troviamo Hunger Games- la ballata dell’usignolo e del serpente, prequel della serie cinematografica Hunger Games con Rachel Zegler (West side story) e Peter Diklage (Tyrion Lannister ne Il trono di spade). La pellicola incassa €619.326 su un totale di quasi 2 milioni e mezzo di euro dal suol arrivo nelle sale il 15 novembre.

Terzo classificato è Trolls 3- tutti insieme, terzo capitolo della saga animata. Il cartone raggiunge un incasso di €250.674 a fronte di un totale di 1 milione e 800 mila euro.

Box office: il resto della classifica

Al quarto e quinto posto ritroviamo rispettivamente The marvels, nuova pellicola del MCU con Brie Larson, e The old oak, pellicola francese presentata in concorso al festival di Cannes. The marvels incassa €210.300 nel week end appena concluso e quasi 3 milioni dalla sua uscita nei cinema l’8 novembre. The old oak, invece, raggiunge un incasso di €127.054. Al sesto posto si stabilisce Comandante, pellicola italiana con Pierfrancesco Favino, che incassa €126.824 a fronte di un totale di più di 3 milioni di euro.

Settimo ed ottavo classificato sono Thanksgiving e Five nights at Freddy’s, entrambi film dell’orrore. Thanksgiving, diretto da Eli Roth (Knock Knock, Bastardi senza gloria), incassa €95.937, mentre Five nights at Freddy’s, horror con Josh Hutcherson (Hunger games) raggiunge un guadagno di €80.245 a fronte di un totale di più di 5 milioni di euro dal suo arrivo nei cinema il 2 novembre.

Ultime due pellicole nella classifica del box office del fine settimana sono rispettivamente Dream scenario- hai mai sognato quest’uomo? commedia con Nicholas Cage e Michael Cera, e Me contro te- vacanze in Transilvania, terza pellicola del duo di youtubers. Dream scenario incassa €44.301, mentre i me contro te raggiungono un incasso di €37.521 nel week end appena concluso e 4 milioni e mezzo dalla sua uscita nelle sale il 19 ottobre.

Jason Momoa a SNL: “Adoro interpretare Aquaman perché amo l’oceano”

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Jason Momoa ha dato inizio alla promozione per Aquaman e il Regno Perduto in occasione della sua presenza al Saturday Night Live. L’attore, ospite della nuova puntata del programma televisivo, ha avuto modo di professare il suo amore per Aquaman e per gli oceani nel suo discorso di apertura.

Come molti già sanno, Aquaman e il Regno Perduto sarà l’ultima volta per Momoa nei panni del Re di Atlantide vestito di verde e arancione, ma tutti i segnali indicano che continuerà la sua relazione con Warner Bros. Discovery nel nuovo DCU di James Gunn, nei panni di Lobo. Tuttavia, da bravo attore dedito all’adempimento del contratto, al momento è proiettato soltanto verso il suo Aquaman 2:

“Adoro interpretare Aquaman perché amo l’oceano. È vero. Crescendo, tutto ciò che volevo fare era diventare un biologo marino, il che ha senso perché ho la struttura di uno scienziato. Il problema era che, anche se sono nato alle Hawaii, sono cresciuto in Iowa, che non è molto noto per i suoi oceani.

Poi un giorno ero seduto a casa a guardare un film intitolato Nelle mani di Dio, che è stato girato alle Hawaii e ho visto mio cugino, Brian L. Keaulana, trascinarsi tra queste onde di 50 piedi e ho pensato: “Che diavolo ci faccio ancora qui?” Così sono tornato alle Hawaii per fare surf con la mia famiglia e sono finito in uno show televisivo chiamato Baywatch.

…Mi sento come se la mia vita avesse chiuso il cerchio. Mi occupo molto della protezione dei nostri oceani e delle piccole nazioni insulari. Ho anche fondato la mia azienda idrica per eliminare le bottiglie d’acqua in plastica monouso. Si chiama Mananalu che, in hawaiano, sta per Suck It Dasani (Dasani è un marchio di bottiglia d’acqua di proprietà della Coca-Cola lanciato nel 1999, dopo il successo di Aquafina, acqua prodotta dalla PepsiCo che usa bottiglie di plastica monouso, ndr). Questa parola significa davvero molto per me. Dico sul serio. Salveremo le balene, le barriere coralline e gli SpongeBob perché Jason Momoa ama la vita.”

Tutto quello che c’è da sapere su Aquaman e il Regno Perduto

Non essendo riuscito a sconfiggere Aquaman la prima volta, Black Manta, ancora spinto dal bisogno di vendicare la morte di suo padre, non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggere Aquaman una volta per tutte. Questa volta Black Manta è più formidabile che mai, poiché brandisce il potere del mitico Tridente Nero, che scatena una forza antica e malvagia. Per sconfiggerlo, Aquaman si rivolgerà al fratello Orm, l’ex re di Atlantide e imprigionato alla fine del primo film, per stringere un’improbabile alleanza. Insieme, dovranno mettere da parte le loro differenze per proteggere il loro regno e salvare la famiglia di Aquaman e il mondo dalla distruzione irreversibile.

Jason Momoa è atteso di nuovo nei panni dell’eroe in Aquaman e il Regno Perduto, sequel del film che ha rilanciato in positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. In questo seguito, diretto ancora una volta da James Wan (Insidious, The Conjuring), torneranno anche Patrick Wilson nei panni di Ocean Master, Amber Heard, nei panni di Mera, Dolph Lundgren che sarà ancora una volta Re Nereus, il padre di Mera, e ancora Yahya Abdul-Mateen II nei panni di Black Manta, che abbiamo visto riapparire nella scena post-credit del primo film. David Leslie Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente di Wanscriverà la sceneggiatura del film, mentre il regista e Peter Safran saranno co-produttori. Il film arriverà al cinema il 20 dicembre.

The Marvels: le scene tagliate confermavano la relazione romantica tra Carol e [SPOILER]

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Sono state riportate da Can We Get Some Toast quelle che dovrebbero essere le scene tagliate da The Marvels che non sono arrivate nel montaggio finale del film. Alcuni di questi momenti non sembrano apportare grandi cambiamenti alla storia, ma uno in particolare balza all’attenzione, ovvero la conferma che in un momento imprecisato fuori dallo schermo, Carol e Valchiria erano una coppia.

Ecco di seguito i dettagli:

Elementi della trama che sono stati tagliati da The Marvels:

• Kamala non è riuscita a togliersi il braccialetto ed è stata imprigionata/torturata da Dar-Benn.

Captain Marvel e Valkyrie erano esplicitamente insieme in passato (citazione tagliata: “lavoriamo meglio come amici”) ma la Disney è dei codardi.

• Il principe Yan avrebbe dovuto regalare a ciascuna dei Marvels un nuovo costume, subito prima di radunare il suo esercito. All’inizio Monica aveva le sue ali del fumetto, ma era troppo per lei, quindi se le strappa via.

• La nuova tuta di Kamala originariamente si era trasformata in una tuta spaziale, che sarebbe stata utilizzata per unirsi a Carol e Monica per chiudere INSIEME lo strappo nello spazio-tempo.

Gli elementi tagliati non avrebbero fatto grande differenza, tuttavia sarebbe stato interessante uno sviluppo del genere per il grande pubblico.

The Marvels, leggi la nostra recensione

The Marvels, il sequel con protagonista il premio Oscar Brie Larson, sarà sceneggiato da Megan McDonnell, sceneggiatrice dell’acclamata serie WandaVision. Sfortunatamente, Anna Boden e Ryan Fleck, registi del primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: il sequel, infatti, sarà diretto da Nia DaCosta, regista di Candyman. Nel cast ci saranno anche Iman Vellani (Ms. Marvel) e Teyonah Parris (Monica Rambeau, già apparsa in WandaVision). L’attrice Zawe Ashton, invece, interpreterà il villain principale. Il film è in sala dall’ 8 novembre 2023.

Saltburn: il ballo nudo di Barry Keoghan ha richiesto 11 riprese

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Saltburn: il ballo nudo di Barry Keoghan ha richiesto 11 riprese

C’è una scena molto importante in Saltburn di Emerald Fennell, che vede protagonista Barry Keoghan ballare nudo nella tenuta in cui è ambientato il film sulle note di Murder on the Dancefloor

La regista, commentando la scena, ha dichiarato: “Tutto è diabolico, ma è esilarante. È post-coitale, euforico, solitario ed è folle.”

Il direttore della fotografia Linus Sandgren ha detto che la scena parla di Oliver che si sente come se fosse il proprietario del posto. Per riuscire a catturare questa intenzione, Fennell ha effettuato 11 riprese prima di ottenere la ripresa giusta da Keoghan. “Erano tutti molto belli”, ha detto. “È una scena piuttosto complicata e tecnica. La maggior parte delle volte era immensamente paziente perché c’erano molti momenti di nudo. La ripresa n. 7 era tecnicamente perfetta. Potevi sentire la soddisfazione di tutti, ma ho dovuto dire “scusa rifacciamola” perché mancava qualunque cosa avesse reso Oliver quel coacervo di disordine molto poco umano. Quindi, abbiamo dovuto farlo altre quattro volte.”

Parlando alla première del film, Barry Keoghan ha scherzato: “Penso che siamo riusciti ad ottenere la ripresa giusta al quarto take, ma la gente voleva solo continuare a vedermi ballare”.

Saltburn, recensione del film di Emerald Fennell

Scritto e diretto da Emerald Fennell Prodotto da Emerald Fennell, Margot Robbie, Josey McNamara con Barry Keoghan, Jacob Elordi, Rosamund Pike, Richard E. Grant, Alison Oliver, Archie Madekwe e Carey Mulligan.

La regista e sceneggiatrice premio Oscar Emerald Fennell (Una donna promettente) ci regala una storia di privilegio e desiderio splendidamente perfida. Mentre tenta faticosamente di trovare il suo posto all’Università di Oxford, lo studente Oliver Quick (Barry Keoghan) viene attratto nel mondo dell’affascinante e aristocratico Felix Catton (Jacob Elordi), che lo invita a Saltburn, l’eccentrica tenuta di famiglia, per un’estate indimenticabile.

Creed 4 è in lavorazione, Michael B. Jordan tornerà a dirigere

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Creed 4 è in lavorazione, Michael B. Jordan tornerà a dirigere

Un quarto Creed è in fase di sviluppo con Michael B. Jordan che tornerà a dirigere il franchise. Ad annunciarlo è il produttore Irwin Winkler.

Jordan ha esordito alla regia con Creed 3, in cui ha interpretato ancora una volta il campione dei pesi massimi Adonis Creed, protagonista della serie di film spin-off Rocky. Il terzo episodio, presentato in anteprima nelle sale a marzo di quest’anno, ha performato molto bene il botteghino con il suo weekend di debutto da 58 milioni di dollari, una somma da record per il franchise di boxe.

Jordan è apparso per la prima volta nei panni di Adonis in Creed del 2015, seguito dal sequel del 2018 e dal trequel del 2023. Sylvester Stallone ha ripreso il ruolo di Rocky Balboa nei primi due episodi di questo nuovo franchise, diventando mentore di Adonis, il figlio del suo ex rivale Apollo Creed (Carl Weathers). Creed 3 è il primo capitolo della lunga serie senza Stallone.

A marzo, Variety aveva riferito che Jordan e Amazon erano in trattative per un universo cinematografico e televisivo che espandesse il mondo della boxe. Sebbene i dettagli siano ancora scarsi riguardo ai progetti in discussione, fonti hanno affermato che erano in corso conversazioni per esplorare le possibilità di capitalizzare il successo del franchise cinematografico della MGM su Prime Video, in seguito all’acquisizione della MGM da parte di Amazon.

“Stiamo progettando di realizzare ‘Creed 4’ proprio ora – è in lavorazione – e pensiamo di avere una storia davvero bella, una trama davvero buona”, ha detto Winkler, aggiungendo che i piani sono stati ritardati “a causa dello sciopero, come tutti gli altri” ma “probabilmente tra un anno andremo in pre-produzione”.

Best. Christmas. Ever!: recensione del nuovo film Netflix

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Best. Christmas. Ever!: recensione del nuovo film Netflix

Nonostante le temperature siano ancora alte, il Natale si avvicina sempre di più! Questa stagione dell’anno porta con sé un grande sentimento di gioia ed allegria, spesso protagonista di gran parte delle pellicole a tema natalizio. Netflix apre allora il periodo con la commedia Best. Christmas. Ever! Il film, diretto da Mary Lambert (The blacklist) è caratterizzato inoltre da un cast di figure già abbastanza note nel panorama cinematografico, specialmente nel genere comico. Heather Graham (Terapia d’urto, Una notte da leoni) interpreta la protagonista Charlotte, mentre Jason Biggs (American Pie, La ragazza del mio migliore amico) qui è nei panni di Rob, marito di Charlotte.

Best. Christmas. Ever!: un Natale diverso dal solito

Charlotte ha una famiglia normale: un marito amorevole, una casa e due bambini che semplicemente si comportano da bambini. Ogni anno, nel ricevere la cartolina di Natale dalla sua ex amica del college Jackie sente però l’invidia e l’insoddisfazione montare dentro di lei. Mentre Charlotte deve preoccuparsi della vita di tutti i giorni, l’esistenza di Jackie e della sua famiglia sembra essere perfetta: ha dato vita ad una fiorente società, il marito è un maestro di Karate, la loro figlia Beatrix è la più giovane alunna di Harvard e suo fratello svolge delle missioni umanitarie in Africa. Charlotte non riesce a credere realmente a queste cartoline, fin quando lei con tutta la sua famiglia arrivano, con un inganno da parte del loro figlio Grant, ad essere ospiti a casa di Jackie per Natale. In casa della sua “rivale”, Charlotte cercherà di scoprire i segreti che si celano dietro la facciata di perfezione, ma la verità sarà tristemente oltre quello che immagina.

Il significato dietro la commedia

All’occhio di uno spettatore distratto, Best. Christmas. Ever! potrebbe sembrare una normale commedia di Natale, ma in realtà raccoglie dentro di se degli spunti di riflessione molto interessanti oltreché attuali. Si parte, come prima importante tematica, nel paragone che di sé si fa con gli altri: Charlotte non riesce ad essere pienamente soddisfatta della propria vita perché la paragona continuamente con quella di Jackie. Questa sorta di competizione influisce molto sulla società attuale, specialmente attraverso i social: qui si tende a mostrare sempre il meglio di se, e si potrebbe finire per scambiare una visione parziale come la vita perfetta degli altri.

Il problema del paragone con gli altri non riguarda neanche solamente le questioni prettamente economiche, come viene presentato nel film, ma anche l’aspirazione a specifici canoni fisici o ad una continua corsa per il raggiungimento dei grandi traguardi della vita, come la laurea. Per dirla in maniera filosofica, ognuno intraprende un percorso di vita unico, e quindi impossibile da comparare con le altre persone. Charlotte finisce per rendersi conto di come la sua vita sia stata comunque piena di gioia e di persone amate, una vita degna di essere protetta da paragoni ed inutili insoddisfazioni.

Best. Christmas. Ever Brandy Norwood Heather Graham
Brandy Norwood nel ruolo di Jackie, Madison Validum nel ruolo di Beatrix, Heather Graham nel ruolo di Charlotte in Best. Christmas. Ever! Cr. Scott Everett White/Netflix © 2023.

Best. Christmas. Ever!: non è tutto oro quel che luccica

Un altro tema interessante di Best. Christmas. Ever! è la differenza tra apparenza e realtà. Jackie mostra nelle sue cartoline di Natale una famiglia che sembra essere perfetta, camuffando parte della realtà. Talvolta si tende a mostrare solamente gli aspetti positivi al mondo, che si tratti di una cartolina o di alcune storie sui social. Ma la vita non è solo quella: come è giusto che sia, tutte le persone vivono dei momenti più tristi, dolorosi, che preferiscono non rendere pubblici. Di conseguenza uno spettatore esterno, come in questo caso è Charlotte, non riesce subito a vedere la dolorosa realtà che si nasconde dietro ai canti e ai sorrisi.

Un finale affrettato

Nonostante questi sempre validi e profondi spunti di riflessione, la pellicola resta comunque molto leggera. La breve durata (appena 1 ora e un quarto circa) permette al pubblico di seguire il film con interesse, anche se magari sarebbe stato preferibile un finale più pacato ed approfondito. La conclusione sembra invece essere quasi frettolosa: ciò si sarebbe potuto semplicemente evitare allungando anche di 15 o 20 minuti la durata totale della commedia. La presenza di attori già avvezzi a ruoli comici permette però alla pellicola di risultare in ogni caso divertente, senza scadere nel demenziale.

Ad ogni modo, Best. Christmas. Ever! sembra essere un film perfetto da vedere, anche in famiglia, durante le vacanze, proprio per recuperare un po’ di sano spirito natalizio anche alla luce delle tematiche proposte da questa pellicola.

MCU: le 10 migliori uscite di scena dei personaggi dell’universo Marvel

Il MCU ha dato ai fan l’impressione che i suoi personaggi così eroici fossero destinati a durare per sempre, ma il leggendario franchise è ormai attivo da un bel po’ di tempo ed è stato necessario concludere gli archi di alcuni personaggi. In alcuni casi, i percorsi dei personaggi sono stati così convincenti da far ritenere giusto che sia giunto il momento salutarli. Tra chi ha avuto una morte eroica, e chi ha abbandonato la tuta da supereroe per andare in pensione, il MCU ha garantito nel corso degli anni dei finali strappalacrime per alcune delle sue icone più popolari. In oltre 30 film del Marvel Cinematic Universe, molti viaggi finali degli eroi sono stati ritenuti memorabili e sono ancora impressi nel cuore e nella mente del pubblico: li analizziamo insieme in questo articolo.

Groot dice finalmente qualcosa di diverso

Tra l’eclettico cast dell’action-comedy space opera di James Gunn, Guardiani della Galassia, Groot si è subito imposto all’attenzione del pubblico come mascotte accattivante e centro morale della squadra, nonostante il suo vocabolario limitato. Nonostante questa sua apparente difficoltà nel comunicare, il doppiaggio convincente di Vin Diesel ha conferito una quantità sorprendente di emozioni al personaggio, rendendo il suo sacrificio verso la fine del film ancora più straziante. “Noi siamo Groot” è diventata una delle citazioni più degne di nota del MCU, anche solo per aver introdotto due nuove parole nel lessico dell’alberello che cammina.

La nobile morte di Groot ha lasciato un’ottima impressione sui fan e sugli stessi Guardiani, che si sono stretti attorno a lui come squadra e famiglia ritrovata. Fortunatamente, la rinascita di Groot come alberello non lo ha tenuto fuori dall’azione per molto tempo, anche se questo ha in qualche modo sminuito la gravità del suo atto eroico – cosa poi attenuata dalla conferma che il secondo Groot era un nuovo personaggio, nato dal sacrificio della prima iterazione. In ogni caso, è bene tenere a mente che Groot potrebbe ancora apparire insieme a Rocket Raccoon come uno dei pochi Guardiani della Galassia fondatori che sono rimasti con la squadra entro la fine di Guardiani della Galassia vol. 3.

Vedova Nera si sacrifica per la Pietra dell’Anima

Membro originale dei Vendicatori, Vedova Nera è stata purtroppo relegata a personaggio di supporto per gran parte del suo tempo sullo schermo. Sia che assistesse Steve Rogers in Captain America: The Winter Soldier o a supporto di Tony in Iron Man 2, la morte di Natasha Romanoff ha segnato il suo vero momento di maggior splendore in Avengers: Endgame. Quando si è trattato di raccogliere tutte le Gemme dell’Infinito, Vedova Nera ha superato Occhio di Falco nell’essere colei che ha pagato il prezzo più alto per riportare in vita metà dell’universo.

Ciò che ha reso la morte di Vedova Nera così tragica è stato quanto fosse stata parte integrante di tutti gli altri Vendicatori, essendo amica intima di Occhio di Falco, amante di Bruce Banner e collega fidata di molti altri. In definitiva, la sua fine è stata in qualche modo offuscata dalla mancanza di opportunità di essere la star dello spettacolo fino al suo film prequel post-mortem, Black Widow. Tuttavia, la fine della storia di Natasha Romanoff è stata un momento straziante che il MCU non dimenticherà presto.

Scarlet Witch sceglie di concludere la sua storia da eroina

Elizabeth Olsen Scarlet WitchTra tutti i membri degli Avengers, forse nessun personaggio ha avuto un percorso così tumultuoso come Scarlet Witch. Passando da cattiva a eroina e viceversa, la storia di Wanda Maximoff è stata segnata dalla perdita, prima del fratello Quicksilver e poi del suo compagno, Visione. Questo lutto ha definito la sua carriera di villain, facendole rivoltare le spalle contro un multiverso che le aveva tolto molto.

Per questo motivo, il suo ultimo atto ha segnato una scelta di cuore decisamente eroica, che l’ha riscattata nella morte, quando ha fatto crollare il Monte Wungadore sopra di sé, distruggendo tutte le copie dell’insidioso Darkhold insieme a se stessa. Sebbene Wanda avesse molto da espiare, questo atto finale è stato un buon modo per chiudere il suo arco pieno di turbolenze all’interno del MCU. Anche se ci sono state speculazioni sul fatto che un personaggio così potente potesse essere ucciso così facilmente, il MCU ha confermato la morte di Scarlet Witch.

Killmonger perseguita il Wakanda con le sue ultime parole

In un franchise che storicamente ha avuto problemi a rappresentare bene i suoi cattivi, Eric Killmonger si è distinto come nemico ferocemente carismatico e inquietantemente letale per T’Challa del Wakanda, mettendo quasi in ginocchio l’intero regno. Killmonger è stato anche uno dei pochi cattivi della Marvel ad avere argomentazioni importanti, sottolineando i difetti della decisione del Wakanda di isolarsi e accumulare la sua incredibile tecnologia. Anche se la scena del combattimento finale di Black Panther ha lasciato molto a desiderare, le ultime parole di Killmonger hanno reso tale momento “ossessionante”.

Nonostante si opponesse ai suoi metodi malvagi, Black Panther ha sempre mostrato un certo livello di rispetto per Killmonger, che utilizzava le leggi e i riti di comando preesistenti del Wakanda per prendere il potere. Portando Killmonger sanguinante su una scogliera per vedere il tramonto africano per l’ultima volta, Eric chiede a T’Challa di seppellirlo nell’oceano con i suoi antenati, che scelsero di annegare piuttosto che sottomettersi. Questa potente battuta è rimasta impressa nella mente del pubblico, rendendo ancora più dolce l’ultima apparizione di Killmonger nel viaggio di Shuri verso il Piano Ancestrale.

L’Antico fa pace con la morte

Tilda Swinton l'anticoTra le nterpretazioni più sottovalutate di tutto il MCU, il breve periodo di Tilda Swinton nei panni dell’Antico ha portato una grazia e un’eleganza ultraterrene al mistico mentore di Stephen Strange. È stata l’ultimo chiodo nella bara che ha mandato in frantumi la visione del mondo dell’arrogante chirurgo; il suo spostamento dello spirito di Strange nel regno astrale per un viaggio surreale attraverso il cosmo del MCU è diventato un classico meme Marvel con protagonista il Dottor Strange. Ma la scena più memorabile rimane la sua morte per mano di Kaecilius.

Dissanguato rapidamente, l’Antico abbandona la sua forma fisica e ammira il panorama dall’ospedale insieme a Stephen. Il suo bellissimo monologo riflette sulla sua paura della morte anche dopo secoli di vita, lasciandosi lentamente andare mentre fuori si accumula la neve appena caduta. Facendo un’ultima apparizione in un flashback durante la battaglia di New York in Avengers: Endgame, l’Antico è uno dei pochi personaggi a riconoscere che i Vendicatori sono fuori dal tempo, il che la rende ancora più cool dopo la sua morte.

Zia May dà finalmente la sua “classica lezione” a Peter Parker

MCU Zia MayQuando il MCU si è finalmente deciso a introdurre Spider-Man in modo adeguato, la critica ha lodato i film sul supereroe per non aver sposato troppo elementi del personaggio che erano già stati fatti a pezzi. Questo include una serie di elementi che sono stati modificati, tra cui l’assenza dello zio Ben e la presenza di una zia May significativamente più giovane di quella che viene convenzionalmente rappresentata. La versione più giovane del personaggio è stata una boccata d’aria fresca, che le ha permesso di avere un ruolo più attivo nella vita di Peter.

Zia May raggiuge il punto più alto del suo arco in Spider-Man: No Way Home. Sostenendo Peter dopo la rivelazione della sua identità segreta, zia May fa di tutto per proteggerlo, pagando il prezzo più alto dopo essere stata presa di mira da Green Goblin. Aspettare questo momento strappalacrime per dare finalmente all’Uomo Ragno la sua battuta classica – “Da un grande potere derivano grandi responsabilità” – ha dato alla battuta un impatto maggiore che mai. Così, una delle morti più tristi del MCU è diventata anche una delle più d’impatto con la fine della storia di Zia May.

Yondu si sacrifica per Star-Lord

Yondu Guardiani della Galassia MarvelYondu è un personaggio poco ortodosso per quanto riguarda le figure paterne. Rapendo Peter Quill in giovane età e terrorizzandolo, non è stato esattamente un modello di influenza per il ragazzo in crescita, approfittando della sua piccola taglia per rubare in spazi ristretti e bloccando i suoi tentativi di festeggiare il Natale. Ma la morte di Yondu è stata così significativa per stabilire quanto alla fine tenesse davvero a Star-Lord, amandolo abbastanza da sacrificare la propria vita.

Considerando quanto sia stata d’impatto la fine di Yondu, è sorprendente pensare che Guardiani della Galassia Vol. 2 volesse in origine far morire prima Gamora. Fortunatamente, questa idea è stata messa in secondo piano, dato che il sacrificio di Gamora era necessario per Avengers: Infinity War. Ciò significa che Yondu ha avuto un addio adeguato che ha riconosciuto il suo amore definitivo per Peter, disposto a mettere da parte il suo tipico egoismo con la battuta: “Sarà anche stato tuo padre, ragazzo, ma non era il tuo papà“.

La morte di Iron Man segna un riposo a lungo meritato

Robert Downey Jr Iron Man in Avengers-EndgameL’epilogo e la conclusione di Avengers: Endgame è stato il culmine di anni di sviluppo del MCU e la morte dei personaggi principali era attesa anche dai fan più ottimisti. Dopo essere stato devastato dalle forze cosmiche delle Gemme dell’Infinito, Tony Stark si sacrifica per porre fine alla minaccia di Thanos una volta per tutte. Dalle sue umili origini di appaltatore di armi amorale, costretto a costruire un’armatura in una caverna con una scatola di rottami, l’uccisione di una minaccia universale è stata una nota di merito per l’eredità di Iron Man.

L’aspetto significativo della morte di Tony è che ha rappresentato la chiusura di un capitolo non solo della vita di un personaggio Marvel, ma anche della pietra miliare raggiunta da Robert Downey Jr. con la sua interpretazione. Quando Pepper Potts dice a Tony che può finalmente riposare, si fa quasi portavoce dei fan di lunga data e dello stesso MCU, dicendo direttamente a Robert Downey Jr. che ha dato più che abbastanza allo storico franchise, permettendogli finalmente di essere in pace. È difficile immaginare una fine più appropriata per l’eredità di Iron Man di quella che Avengers: Endgame.

Capitan America prova finalmente un po’ di quella “vita” che Tony gli ha detto di godersi

Captain America MCU EndgameSebbene l’Iron Man di Robert Downey Jr. abbia gettato le fondamenta del MCU, Chris Evans nel ruolo di Capitan America lo ha seguito da vicino come personaggio di punta che ha tenuto insieme il franchise per molto tempo. Leader de-facto dei Vendicatori e ispirazione personale per molti personaggi dell’universo, l’innegabile fascino di Capitan America e la sua incrollabile dedizione alla giustizia meritavano un lieto fine, considerando tutto ciò che aveva subito. In Avengers: Endgame, ha ottenuto proprio questo, la chiusura pacifica del suo personaggio davvero meritata.

Dopo essere stato rimandato indietro per riportare le Gemme dell’Infinito al loro giusto posto nella linea temporale, Steve Rogers sceglie di non tornare ai giorni nostri, cogliendo l’opportunità di costruirsi finalmente una vita con colei che gli è sfuggita, Peggy Carter. Per tutto il bene che Steve Rogers ha fatto nel presente, il suo personaggio è sempre stato perseguitato dalla vita che gli è stata rubata, un uomo fuori dal tempo. Il suo viaggio nel tempo gli ha dato la possibilità di vivere finalmente la vita che desiderava veramente, un lieto fine commovente per il Marvel Cinematic Universe.

The Crown Stagione 6 Prima Parte: Dodi e Diana, quali sono le differenze con la storia vera?

The Crown Stagione 6 Prima Parte racconta il periodo di otto settimane che precedono la morte di Lady Diana, focalizzandosi, ovviamente, sulla sua relazione con Dodi al Fayed, l’imprenditore egiziano che rimase vittima, insieme alla Principessa, nell’incidente d’auto che le costò la vita.

La serie procede per tappe, raccontando l’avvicinamento dei due voluto dal padre di lui, Mohamed, le vacanze, le fighe romantiche, Parigi, la foto scattata da Mario Brenna, i timori di Palazzo, i paparazzi, infine la serata della fine. Ma come sono andate davvero le cose? La serie, ovviamente, ricostruisce molti dei momenti privati, dei quali non sappiamo molto, ma di seguito ecco alcune differenze e analogia della storia vera con ciò che racconta The Crown Stagione 6 Prima Parte.

Il primo incontro

The Crown 6Sembra che il primo incontro tra Diana e Dodi sia avvenuto nel 1986, nel corso di una partita di polo al Castello di Windsor, dove l’imprenditore egiziano giocava contro il Principe del Galles. Si ritiene che qui, i due, si scambiarono un saluto e qualche parola, anche se non ci sono testimonianze fotografiche di questo primo contatto.

Il divorzio da Carlo

The Crown 4Nel 1986 Carlo e Diana cominciano a non fare più mistero delle difficoltà del loro matrimonio. Entrambi i coniugi reali avevano relazioni extraconiugali: Carlo era legato a Camilla Parker Bowles, forse suo unico e vero amore, che lo accompagnava da ben prima che si sposasse con Diana; la Principessa aveva invece una relazione con l’ufficiale militare britannico James Hewitt, durata cinque anni. Bisogna arrivare al 1992 per avere l’annuncio ufficiale della separazione tra Principe e Principessa di Galles, per bocca del Primo Ministro britannico John Major. Sebbene il divorzio non venga finalizzato fino al 1996, la copertura mediatica dell’evento è massiccia e capillare. 

Dodi, Hollywood, il cinema, le attrici

Daniel Escale © Netflix / LeftBank

Anche Dodi aveva avuto dei problemi sentimentali. Sposatosi con la modella americana Susanne Gregard, aveva divorziato da lei dopo soli otto mesi. In compenso, però, la sua carriera di produttore cinematografico procedeva spedita e stava sbocciando, tanto che alla sua produzione si devono film quali Momenti di Gloria, per il quale vinse addirittura il Premio Oscar, è Hook – Capitan Uncino, dal genio di Steven Spielberg. Si dice che Dodi ebbe moltissimi flirt con donne famose, tra cui anche Julia Roberts e Winona Ryder.

Mohammed Al-Fayed, l’imprenditore

Ma se Dodi era apparentemente un simpatico viveur, suo padre, Mohammed Al-Fayed, aveva dei progetti ben più solidi e di lunga durata. Sembra che nella metà degli anni ’90 cominciò ad entrare sempre di più nella vita della Principessa Diana, i due si incontravano spesso in occasioni pubbliche. Il direttore degli affari pubblici di Harrods considerava l’ex altezza reale un’amica e il loro rapporto era sempre più intimo. 

Gli incontri a St Tropez

The Crown Elizabeth Debicki
Elizabeth Debicki nella prima parte di The Crown 6

Dopo oltre dieci anni di conoscenza, Mohammed Al-Fayed invita Diana sul suo yatch, per un periodo di vacanza. Era il luglio 1997.In compagnia dei figli, Diana trascorre delle settimane a bordo della famosa imbarcazione Jonikal. All’epoca Dodi era fidanzato con la modella americana Kelly Fisher, che fece poi causa all’uomo per la rottura del fidanzamento. Chiaramente, a seguito della piega tragica degli eventi, ritirò la denuncia. In quelle settimane si dice che sia nata una simpatia tra Diana e Dodi. 

La storia continua

Daniel Escale © Netflix / LeftBank

Ad agosto, William e Henry lasciano la madre per trascorrere un periodo con il padre, in Scozia. A questo periodo risalgono le foto di Mario Brenna, il paparazzo italiano che immortala i neo amanti sullo yatch al largo delle coste della Sardegna. Le foto fanno il giro del mondo e catalizzano l’attenzione dei paparazzi su Diana e sulla sua nuova storia d’amore. Alcuni ritengono addirittura essere arrivata una proposta di matrimonio. Le voci sono alimentate dal padre di Fayed. Il maggiordomo di Diana ha poi negato l’ipotesi.

La notte di Parigi

Daniel Escale © Netflix / LeftBank

Alla fine di agosto, i due fanno tappa a Parigi. Cenano al Ritz, di proprietà della famiglia Fayed. Poi, accompagnati dalla guardia del corpo Trevor Rees-Jones e dall’autista Henri Paul, lasciano la struttura. Si pensa che l’autista fosse brillo, tuttavia, nel tentativo di seminare i paparazzi che la inseguivano, l’automobile che trasporta i quattro si schianta sotto il Ponte de l’Alma, a Parigi. Fayed e Paul furono dichiarati morti sul colpo, mentre Diana morirà poi in ospedale. L’unico sopravvissuto all’incidente è Jones.

Conseguenze

Imelda-Staunton-The-CrownIl fatto che i due neo-amanti siano morti insieme, ha generato una romanticizzazione della loro relazione che ancora oggi dura. Dodi viene considerato il grande amore di Diana e i due sono legati per sempre dalla loro fine tragica. La loro morte ha generato una commozione senza precedenti in tutto il mondo. Addirittura il padre di Dodi ha fatto erigere nel suo grande magazzino Harrods una statua che li raffigura, intitolata Innocent Victims. In realtà nessuno sa quanto potesse essere profondo il legame trai due, tuttavia si trattava comunque di una storia all’inizio, che non è detto sarebbe poi continuata dopo l’estate, così come sceglie di raccontare The Crown. Oltre 31 milioni di persone nel Regno Unito hanno seguito la diretta del funerale di Stato di Diana e il suo mito perdura ancora oggi, mentre non si può dire lo stesso per Dodi.

Serenity – L’isola dell’inganno: trama, cast e curiosità sul film

Acclamato sceneggiatore di film come La promessa dell’assassino e Locke (di cui è stato anche regista), Steven Knight ha sempre dichiarato di nutrire un profondo amore per i noir degli anni Quaranta e Ottanta, dove la tensione per complessi intrighi si mescola ad una sessualità conturbante. Dal desiderio di cimentarsi con una storia simile nasce nel 2019 Serenity – L’isola dell’inganno (qui la recensione), film ambizioso all’interno del quale si mescolano molteplici generi in un crescendo di intrecci e sorprese. A rendere ancor più interessante il lungometraggio vi è la presenza di due attori del calibro di Matthew McConaughey e Anne Hathaway.

Nonostante queste premesse, il film non ha ottenuto buoni consensi durante le proiezioni di prova, portando i produttori ad abbassare drasticamente i toni della campagna pubblicitaria. Di conseguenza, il film è passato quasi inosservato, raccogliendo per lo più critiche negative ed un totale di appena 14 milioni di dollari. Ad aver tradito Knight, in particolare, è stato l’aver fatto confluire nel film numerosi elementi che non hanno poi trovato una giusto equilibrio tra loro. Nonostante ciò, per i fan dei thriller contenenti elementi come la sessualità, i complotti e i finali con forti colpi di scena, Serenity è un film da riscoprire.

Pur con i suoi difetti, il film di Knight può infatti affermarsi come un guilty pleasure da cui poter ottenere alcuni momenti di particolare fascino e altri divenuti involontariamente iconici. Se si è in cerca di una visione bizzarra, questo è il film giusto. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori alle location e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Serenity – L’isola dell’inganno: la trama del film

Il film racconta la misteriosa storia del capitano Baker Dill. Egli si è lasciato alle spalle il passato e il nome di John Mason, trasferendosi in una bellissima isola tropicale e iniziando una nuova vita. La sua tranquilla esistenza viene però nuovamente sconvolta quando ricompare la sua ex moglie Karen Zariakas. Mai realmente dimenticata, questa si presenta con una terribile richiesta d’aiuto: uccidere il suo violento e sadico marito Frank Zariakas. Diviso tra il desiderio di essere lasciato in pace e l’amore che ancora nutre per la donna, il capitano Dill dovrà fare i conti con attrazioni e segreti sepolti da tempo. Allo stesso tempo, c’è verità tutta da scoprire e quanto mai inaspettata.

Serenity – L’isola dell’inganno: il cast e le location del film

Come anticipato, nel ruolo del protagonista, il capitano Baker Dill, vi è l’attore premio Oscar Matthew McConaughey, mentre Anne Hathaway è la sua ex moglie Karen Zariakas. I due attori tornano qui a recitare insieme dopo aver condiviso il set di Interstellar. La Hathaway, in particolare, ha accettato il ruolo poiché affascinata dalla maschera che il suo personaggio sfoggia in base allo sguardo maschile di turno. Allo stesso tempo, il fatto che non le vengano proposti frequentemente ruoli tanto controversi è stato un altro motivo per accettare. Accanto a loro, nei panni del nuovo marito di Karen, vi è l’attore Jason Clarke, noto per film come Il primo uomo e Il grande Gatsby. Diane Lane è Constance, mentre Djimon Hounsou è Duke.

L’intero film è ambientato su di un’isola caraibica immaginaria chiamata Plymouth, la quale viene descritta come situata da qualche parte a sud della Florida. Le riprese del film, però, si sono svolte alle Mauritius, collocate nell’Oceanno Pacifico a ovest del Madagascar. Tale differenza geografica ha portato la troupe a dover ricostruire buona parte degli ambienti, al fine di farli assomigliare maggiormente a quelli delle località tipiche dei Caraibi. Le Mauritius sono in particolare state scelte per via della loro atmosfera esotica e per la componente di mistero che determinati ambienti naturali riuscivano a conferire al racconto.

Serenity - L'isola dell'inganno film

Serenity – L’isola dell’inganno: la spiegazione, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Giunti al finale del film, si rimane particolarmente spiazzati da ciò che avviene. Nel momento in cui l’omicidio alla base della storia è compiuto, l’isola dove si svolgono gli eventi e i suoi protagonisti si rivelano essere parte di un videogioco ideato da Patrick, il figlio di John Mason. Quest’ultimo era un soldato di guerra morto anni prima in Iraq e tramite il videogioco il ragazzino tenta di elaborare il lutto per quella perdita. Allo stesso tempo, testa l’omicidio che poi realmente concretizzerà del nuovo violento compagno della madre. Tutto ciò può sembrare un colpo di scena estremamente forzato, ma Knight dissemina nel corso del film alcuni indizi significativi, che se colti potrebbero anticipare tale risvolto.

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Serenity – L’isola dell’inganno è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten Tv, Chili, Google Play, Apple TV, Now e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 18 novembre alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

Loki: il finale della serie influenzerà Deadpool 3 e Avengers 5?

Loki: il finale della serie influenzerà Deadpool 3 e Avengers 5?

Gli ultimi istanti della seconda stagione di Loki (qui la recensione) potrebbero aver impostato alcune importanti trame per i prossimi Deadpool 3 e Avengers: The Kang Dynasty. Distribuita nell’ambito della Fase 5 dell’MCU, la seconda stagione di Loki ha visto il Dio dell’inganno (Tom Hiddleston) prendere in mano la situazione, raccogliendo le ramificazioni temporali del multiverso e riunendole per formare Yggdrasil, l’albero dei mondi della mitologia norrena. Invece di tagliare le linee temporali, la TVA è stata trasformata in un’organizzazione per la protezione delle infinite realtà del multiverso, il che fa pensare a un coinvolgimento importante di essa in diversi progetti futuri del MCU.

Come il finale di Loki 2 prepara la TVA per Deadpool 3

Il fatto che la Time Variance Authority sia stata trasformata in un’organizzazione dedicata al monitoraggio e alla protezione delle varie linee temporali del multiverso significa che i suoi dipendenti potrebbero apparire in diversi progetti della Saga del Multiverso. In particolare, si prevede che Deadpool 3 del 2024 tratterà un’importante storia multiversale, poiché  Wade Wilson (Ryan Reynolds), alias Deadpool, passerà dall’universo degli X-Men della Fox al MCU vero e proprio, quindi è possibile che la TVA appaia durante tale film. Presumibilmente, infatti, ha ora giurisdizione su tutti i franchise cinematografici Marvel, compresi i film precedenti della Fox, quindi potrebbe essere già a conoscenza delle azioni di Deadpool.

La TVA apparirà in Deadpool 3?

Non è tuttavia ancora stata confermata dai Marvel Studios l’effettiva apparizione della TVA in Deadpool 3, ma con la ripresa della produzione del progetto dopo gli scioperi della WGA e della SAG-AFTRA, è possibile che il coinvolgimento della TVA venga svelato presto. Anche se non c’è stata alcuna conferma ufficiale, inoltre, si è fatto il nome di Mobius (Owen Wilson), – personaggio della serie Loki – come possibile membro del cast di Deadpool 3, dove potrebbe entrare in contatto con Deadpool e Wolverine (Hugh Jackman) nella loro avventura multiversale, idealmente rappresentando proprio la TVA.

Come il finale di Loki 2 prepara i villain di Avengers 5

Oltre a definire potenziali storyline per Deadpool 3, il finale della seconda stagione di Loki ha in un certo senso anche posto le basi per Avengers: The Kang Dynasty. La missione di Kang di distruggere intere linee temporali è contraria a ciò che la TVA sta cercando di realizzare, quindi Kang e le sue varianti sono già sul radar della TVA. Questo è stato dimostrato durante uno scambio tra Mobius e B-15 dove parlano di un file riguardante le varianti di Colui che Rimane, facendo anche riferimento agli eventi di Ant-Man and the Wasp: Quantumania. Mobius ha notato che una variante di Kang ha causato il caos nel “regno adiacente al 616”, che presumibilmente si riferisce al Regno Quantico che Kang il Conquistatore ha trasformato nel suo impero in Quantumania. La caccia alle ulteriori varianti di Kang potrebbe dunque essere alla base del quinto film dedicato agli Avengers.

Loki e la TVA appariranno in Avengers 5?

Attualmente non si sa molto sui Avengers: The Kang Dynasty, anche se la TVA sembra avere informazioni su ogni variante di Kang, compresi quelli che compongono il Consiglio dei Kang visto nella scena post-credits di Ant-Man and the Wasp: Quantumania, che potrebbero quindi entrare in rotta di collisione con la TVA. La missione è dunque ora quella di proteggere il multiverso dopo che è stato riunificato da Loki, quindi anche se Loki potrebbe non fare la sua apparizione nel futuro del MCU è probabile che, date la tante varianti di Kang in giro per il Multiverso, la TVA lo faccia e se ciò accadrà sarà molto probabilmente nel quinto Avengers.

10 giorni con Babbo Natale: trama, cast e curiosità sul film

10 giorni con Babbo Natale: trama, cast e curiosità sul film

In un panorama cinematografico sempre più ricco di commedie, può essere difficile trovare un titolo davvero in grado di stupire ed emozionare. Un titolo che più di altri si è affermato per originalità negli ultimi anni è 10 giorni senza mamma, brillante film del 2019 diretto da Alessandro Genovesi. Si tratta di una storia tutta in famiglia, che affronta in modo ironico e sincero il ruolo del genitore, tra difficoltà e piaceri. Nel 2020 questo titolo ha poi avuto un sequel di ambientazione natalizia dal titolo 10 giorni con Babbo Natale, proponendo nuove avventure con il medesimo cast del precedente, più qualche gradita aggiunta.

Originariamente previsto per la sala cinematografica, il film è invece stato poi distribuito nel dicembre del 2020 sulla piattaforma Amazon Prime Video a causa della pandemia di Covid-19 e la chiusura dei cinema. Ciò non gli ha impedito di affermarsi come un buon successo di critica e pubblico, venendo anche indicato come uno dei migliori film italiani dell’anno. Ciò è dato anche dalla capacità di Genovesi di dar vita ad un racconto delicato e appassionato, raccontando nuovi aspetti della famiglia italiana sotto una luce diversa da quella affrontata nel precedente film.

10 giorni con Babbo Natale (qui la recensione del film) è dunque un titolo da non lasciarsi sfuggire, che regala emozioni, riflessioni e tanto intrattenimento per i più piccolo come per i più grandi. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

10 giorni con Babbo Natale: la trama del film

Il film ha per protagonista ancora una volta la famiglia Rovelli, la quale si trova ora a dover gestire la situazione da disoccupato di Carlo. Avendo lasciato il lavoro preferendo riscoprire il suo rapporto con i figli Camilla, Tito e Bianca, egli si trova inevitabilmente a dover gestire anche i momenti più insoddisfacenti, ovvero quelli in cui si rende conto di non essere di alcun aiuto da un punto di vista economico. Nel momento in cui a sua moglie Giulia viene offerta una promozione pochi giorni prima di Natale, questo sembra essere un evento in grado di poter cambiare la loro situazione.

La famiglia si deve dunque recare in Svezia per accettare il lavoro. Partendo a bordo del loro vecchio camper, i Rovelli prendono questa anche come una vacanza natalizia, durante la quale poter consolidare i loro rapporti. Una volta superato il confine con l’Austria, però, investono involontariamente uno strano uomo che è convinto di essere Babbo Natale. Per far felici i figli decidono di dargli un passaggio, andando incontro ad eventi inaspettati, che gli faranno riscoprire non solo la magia per quella festa ma anche il bene che provano l’uno per l’altro.

10 giorni con Babbo Natale cast

10 giorni con Babbo Natale: il cast del film

Per dar volto al protagonista, Carlo Rovelli, il regista si è affidato all’attore Fabio De Luigi, con il quale aveva già lavorato in più occasioni precedentemente. L’attore si è così cimentato in una prova attoriale particolarmente impegnativa, che lo ha visto coinvolto a tutto tondo nella costruzione del personaggio. La moglie Giulia è invece interpretata da Ludovica Lodovini. Un ruolo per il quale l’attrice si è preparata affidandosi interamente alla sceneggiatura. Ad aiutarla ulteriormente, stavolta, vi è stato il rapporto stretto sul set del precedente film con gli attori che interpretano i figli.

A dar volto all’adolescente Camilla è la giovane Angelica Elli, che proprio con 10 giorni senza mamma aveva avuto il suo primo ruolo cinematografico. Nel dar vita al personaggio, questa ha raccontato di averci messo molto di sé, ma di essersi fatta guidare anche dall’immaginazione. Matteo Castellucci è invece il pestifero Tito, mentre a dar volto a Bianca, la più piccola dei figli, vi è Bianca Usai. Nuovo ingresso nel cast è quello di Diego Abatantuono, il quale è chiamato ad interpretare Babbo Natale. Un personaggio che l’attore ha raccontato di aver particolarmente adorato e di essersi divertito molto ad interpretarlo.

10 giorni con Babbo Natale: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di 10 giorni con Babbo Natale grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Infinity+, Amazon Prime Video e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video.

Fonte: IMDb

Spider-Man 4: il film potrebbe introdurre più legami tra MCU e SSU in vista di una possibile fusione

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Arrivano nuovi rumors sul tanto chiacchierato Spider-Man 4, la nuova saga su Spider-Man derivata dall’accordo del 2015 tra Sony Pictures e Marvel Studios che ha portato all’introduzione del Peter Parker interpretato da Tom Holland.

Ebbene quell’annuncio ha fatto si che Peter Parker si è poi unito al Marvel Cinematic Universe in Captain America: Civil War. Dopo aver dato una mano a Iron Man, il lanciatore di ragnatele di Tom Holland ha continuato a recitare in Spider-Man: HomecomingAvengers: Infinity War e Avengers: Endgame.

Tuttavia, con la produzione di Spider-Man: Far From Home, i dirigenti della Sony per poco hanno pensato di privarsi dell’aiuto dei Marvel Studios e consideravano Spidey pronto a tornare in quello che è diventato noto come SSU (Sony’s Spider-Man Universe).

Fortunatamente la cosa non si è poi concretizzata e i Marvel Studios hanno continuato a supervisionare anche quel film, grazie anche ad un nuovo accordo siglato per mantenere il wall crawler nell’MCU. Questo accordo chiaramente come il precedente non durerà per sempre. Oggi lo scooper Daniel Richtman – che ha dato la notizia del casting di Pedro Pascal/Mister Fantastic – riferisce che Spider-Man 4 presenterà più collegamenti con la SSU. L’idea è che questo possa aprire la strada a una potenziale fusione di quel mondo e dell’MCU.

Ciò che non sappiamo è se questo significa che Peter si sta dirigendo nello stesso mondo di Venom e Morbius o se questi personaggi verranno trascinati sulla Terra-616 in tempo per Avengers: Secret Wars.  Ci piacerebbe pensare che Sony abbia intenzione di lasciare che i Marvel Studios si occupino della sua lista Marvel, ma è un pio desiderio. Invece, probabilmente rivogliono indietro l’eroe e questo è l’inizio della fine del suo tempo nell’MCU.

Con questo in mente, è probabile che avremo in Spider-Man 4, un’apparizione di Tom Holland, Tobey Maguire e Andrew Garfield nei prossimi film degli Avengers, e poi tornerà alla Sony mentre Kevin Feige sposta l’attenzione sugli X-Men e Fantastici Quattro. Attualmente si prevede che Spider-Man 4 arriverà nei cinema nel 2025.

Taylor Zakhar Perez risponde a Jacob Elordi che aveva definito i film Netflix The Kissing Booth “ridicoli”

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L’attore di The Kissing Booth Taylor Zakhar Perez afferma di essere rimasto sorpreso dalle critiche del co-protagonista Jacob Elordi al franchise romantico Netflix The Kissing Booth.

Ho pensato che fosse un peccato perché, per quanto ne so, tutti gli altri hanno avuto un’esperienza meravigliosa“, mi ha detto Perez giovedì alla festa GQ Men of the Year al Bar Marmont a West Hollywood.

È un peccato che questa sia stata la sua esperienza sul set. Soprattutto quando sono usciti quei film, era un momento in cui avevamo davvero bisogno di qualcosa del genere”, ha detto, alludendo alla pandemia di COVID. “So dalle nostre interazioni con i fan, dal fatto che veniamo fermati ovunque vada, cosa significa ‘Kissing Booth’ per le persone e cosa ha portato loro durante un periodo così buio. Immagino che il lato positivo sia che continuava a far ridere e sentire bene la gente.

Cosa ha detto Jacob Elordi?

Jacob Elordi ha fatto notizia all’inizio di questa settimana criticando il franchise nella sua cover story su GQ Men of the Year. “Non volevo fare quei film prima di fare quei film“, ha detto alla rivista della trilogia Netflix di The Kissing Booth. “Quei film sono ridicoli. Non sono universali. Sono una via di fuga.”

Nei tre film Netflix – usciti nel 2018, 2020 e 2021 e basati sull’omonima serie di romanzi di Beth Reekles – Jacob Elordi ha interpretato Noah Flynn, l’atleta di football interessato amoroso della Elle Evans interpretata da Joey King.

Diretto, co-scritto e prodotto da Vince Marcello, il secondo film trova Elle all’ultimo anno delle superiori e coinvolta in un triangolo amoroso con Noah e il nuovo ragazzo a scuola interpretato proprio da Taylor Zakhar Perez.

La star di “Priscilla” e “Euphoria” ha affermato che “The Kissing Both” sembrava parte di una “trappola” in cui cadono alcuni attori di Hollywood. “Non hai idee originali e sei morto dentro. Quindi è una bella danza“, ha detto a GQ. Anche se Jacob Elordi ha detto di non aver sentito direttamente nessuno del cast in merito alle sue osservazioni, ha detto, sempre alla festa di GQ, “Sono incredibilmente grato a tutti i presenti“.

Wonder Man: brutte notizie per la serie Marvel

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Wonder Man: brutte notizie per la serie Marvel

All’inizio di questa settimana, abbiamo appreso che Daniel Destin Cretton non dirigerà più Avengers: The Kang Dynasty per i Marvel StudiosLa notizia è stata condivisa da tutti gli operatori del settore, che hanno menzionato i piani confermati del regista di dirigere il sequel di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli pur rimanendo coinvolto con Wonder ManLa serie è ancora in fase di sviluppo per Disney+ e come abbiamo appreso sempre questa settimana sarà uno dei primo progetti a debuttare sotto l’etichetta Marvel Spotlight… questa notizia ci ha confermato che Wonder Man è ancora in piedi. Ma per quanto lo sarà ancora? 

Le notizie che arrivano oggi su Wonder Man sono piuttosto deludenti. Joanna Robinson, autrice di MCU: The Reign of Marvel Studios, ha recentemente rivelato di aver sentito: “Stanno distruggendo il progetto Wonder Man”. Oggi, John Rocha ha sostenuto questi commenti aggiungendo alcuni dettagli in merito allo sviluppo della serie tv.

“L’idea che lavorerà alla serie Wonder Man è una copertura”, ha affermato il podcaster. “Da quello che mi è stato detto, agli attori è stato suggerito di abbandonare la serie Wonder Man e, se avessero voluto farlo, avrebbero dovuto iniziare da zero.”

Rocha ha continuato a parlare della serie paragonandola alla situazione di quanti attori del DCEU sono stati licenziati dal DCU, con la vaga promessa che potrebbero tornare ad un certo punto in futuro. Se è così, ciò potrebbe significare che Cretton (che deve ancora commentare le notizie su The Kang Dynasty) e Marvel Studios potrebbero aver concluso la collaborazione. 

Cosa sappiamo sulla serie tv Wonder Man? 

Per quanto riguarda Wonder Man, Andrew Guest è stato scelto per ricoprire il ruolo di Head Writer con Daniel Destin Cretton alla regia dei primi due episodi. Si spera che gli scioperi abbiano semplicemente significato che i Marvel Studios stiano apportando alcuni miglioramenti ai processi di sviluppo dei progetto. 

La star di Aquaman e il Regno Perduto, Yahya Abdul-Mateen II, è stata scelta per interpretare Wonder Man, con Sir Ben Kingsley pronto a riprendere il suo ruolo di Iron Man 3 nei panni di Trevor Slattery. Ad aprile, Demetrius Grosse è stato confermato come The Grim Reaper, mentre si dice che appariranno parecchi A-Listers – tra cui Ed Harris, Bob Odenkirk e Courtney Cox.

Wonder Man fece il suo debutto nei fumetti Marvel sulle pagine di Avengers #9 nel 1964.Inizialmente un cattivo, fu successivamente ricollegato e divenne un eroe (e  un Vendicatore) negli anni ’70. Il Tristo Mietitore è suo fratello e le sue onde cerebrali furono usate da Ultron come base per VISION; in seguito, si unì ai Vendicatori della West Coast e divenne una star di Hollywood. 

The First Omen: prima foto dell’atteso prequel horror

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The First Omen: prima foto dell’atteso prequel horror

L’anno scorso avevamo saputo che 20th Century Studios stava sviluppando un prequel di The Omen dal titolo The First Omen, con la regista di Legion e Briarpatch, Arkasha Stevenson, pronta a fare il suo debutto al cinema, e oggi finalmente lo studio ha diffuso un primo sguardo è stato  rivelato che ci mostra un’inquietante immagine teaser.

L’immagine presenta Nell Tiger Free (Servant, Game of Thrones) al centro di molte candele. Secondo quanto riferito, Nell Tiger Free ha ottenuto il ruolo principale grazie al suo lavoro da protagonista nei panni della tata soprannaturale Leanne Grayson in Servant di Apple TV+. L’attrice ha anche interpretato la sfortunata Myrcella Baratheon in Il Trono di Spade e ha avuto un ruolo secondario nella bizzarra serie Prime Video di Nicolas Winding Refn Too Old to Die Young.

The First Omen film 2024
oto di Moris Puccio/20th Century Studio/Moris Puccio/20th Century Studi – © 2023 20th Century Studios. All Rights Reserved.

Nel cast di The First Omen figurano anche Tawfeek Barhom (Mary Magdalene), Sonia Braga (Il bacio della donna ragno), Ralph Ineson (The Northman) e Bill Nighy (Living). Il film è basato sui personaggi creati da David Seltzer (The Omen), con una storia di Ben Jacoby (Bleed) e una sceneggiatura di Tim Smith & Arkasha Stevenson e Keith Thomas (Firestarter).

I produttori sono David S. Goyer (Hellraiser) e Keith Levine (The Night House), con i produttori esecutivi Tim Smith, Whitney Brown  (Rosaline) e Gracie Wheelan. L’uscita nelle sale americane di The First Omen è prevista per il 5 aprile 2024.

David Corenswet sembra sotto pressione e “muscoloso” in vista dell’inizio delle riprese di Superman: Legacy

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James Gunn ha recentemente confermato che Superman: Legacy rispetterà la sua data di uscita originale il 25 luglio 2025, il che significa che molto probabilmente la produzione inizierà ancora all’inizio del prossimo anno.

Le foto precedenti della star David Corenswet  in pubblico hanno suggerito che l’attore ha già messo su una discreta quantità di muscoli ed è tutt’ora in preparazione per il suo ruolo da protagonista come Uomo d’Acciaio, e questo nuovo scatto dalla pagina Instagram del suo personal trainer ci suggerisce che da allora è ingrossato ancora di più.

 

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Oltre a David Corenswet nei panni di Clark Kent e Rachel Brosnahan nei panni di Lois Lane, Legacy presenterà Isabela Merced nei panni di Hawkgirl, Edi Gathegi nei panni di Mister Terrific, Nathan Fillion nei panni di Lanterna Verde Guy Gardner e Anthony Carrigan nei panni di Metamorpho.

Appariranno anche i membri della squadra antieroe The Authority, e recentemente abbiamo appreso che María Gabriela de Faría (Animal Control) è stata scelta per il ruolo di Angela Spica/The Engineer.

Non siamo ancora sicuri di come questi altri supereroi influenzeranno la storia, ma James Gunn, ha precedentemente rivelato che la doppia vita di Superman sia nei panni di Clark Kent che dell’Uomo d’Acciaio verrà esplorata nel film, suggerendo che questi personaggi saranno suoi”super amici”. Resta da vedere se faranno parte o meno di una vera squadra.

“Superman: Legacy è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche il personaggio preferito dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto James Gunn durante l’annuncio del programma DCU. “Non vedo l’ora di presentarvi la nostra versione di Superman che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film, animazione e giochi”.

Superman: Legacy, tutto quello che sappiamo sul film

Superman: Legacy, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting, come già detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

“Superman: Legacy è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Superman: Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.

The Mandalorian 4: rivelati aggiornamenti, Pedro Pascal ritornerà nei panni di Din Djarin!

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Poco dopo l’inizio degli scioperi WGA e SAG-AFTRA, abbiamo sentito parlare di The Mandalorian 4, la quarta potenziale stagione di serie basata sull’universo di Star Wars The Mandalorian. In quell’occasione abbiamo appreso che le sceneggiature dei nuovi episodio erano state già scritte.

I piani originali prevedevano che le riprese della serie Disney+ iniziassero a ottobre del 2023, ma con la disputa tra studi e attori giunta al termine solo la scorsa settimana, duqne era chiaro da tempo che un ritardo sulla lavorazione fosse inevitabile. Tuttavia, oggi arriva un aggiornamento positivo per gentile concessione di due attori che sono una parte fondamentale della fortunata serie TV di Star Wars

Il primo ci viene da Katee Sackhoff; l’attrice che interpretà Bo-Katan Kryze ha condiviso una sua foto della terza stagione e ha sostanzialmente confermato che tornerà nei panni della guerriera mandaloriana nella prossima serie di episodi. 

Quindi, lo stuntman e controfigura di Din Djarin, Brendan Wayneha pubblicato una foto su Instagram con la didascalia: “Solo una cosa è più emozionante per me dello sciopero finito o dell’accelerazione della stagione 4 di Mando e questa è la stagione 2 di Coach Mando e i Lady Lancieri.” 

Chiaramente, una volta terminati gli scioperi, agli attori viene detto che presto saranno impegnati a tornare in una Galassia Molto, Molto Lontana. Dunque sembra improbabile che le riprese inizieranno prima della fine del 2023, ma la domanda che ci poniamo in queste ore è quando inizierà la produzione, sarà senza la protagonista Pedro Pascal?

Recentemente, è stato riferito che l’attore non tornerà nei panni di Din, e alcuni sono arrivati ​​a suggerire che non darà nemmeno la voce al personaggio andando avanti. Inoltre l’attore potrebbe addirittura entrare a far parte della famiglia Marvel, come vi abbiamo rivelato questa settimana

Come spiega StarWarsNews.net , “Questa è assoluta disinformazione. È stato tutto tratto da un articolo di Bespin Bulletin, in cui si sosteneva che l’attore probabilmente non lavorerà durante la produzione, poiché deve ancora finire di girare Il Gladiatore 2 e trascorrerà la prima parte del 2024 in Canada a girare la seconda stagione di The Last of Us

Questa non è una novità dato che Pedro Pascal non ha mai messo piede sul set della terza stagione di The Mandalorian. La produzione della serie ha stabilito che Din non si toglierà mai più il casco, quindi l’attore semplicemente non è necessario se non lavorare durante la post produzione per doppiare il personaggio.

Anche Bespin Bulletin è intervenuto per dire: “Non aspettatevi che sia sul set di Mando. Sarà lui la voce. Solo non aspettatevi che sia in costume… mi aspetterei che mostrasse la sua faccia per il film Filoni però. Un grande successo: ne sarà entusiasta, come dovrebbe.”

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