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The Crown: le prime immagini della prima parte della sesta e ultima stagione

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Netflix svela le nuove immagini inedite della prima parte della sesta e ultima stagione di The Crown, che sarà disponibile su Netflix in due parti: la prima (episodi 1-4) il 16 novembre 2023 e la seconda (episodi 5-10) il 14 dicembre 2023. La prima parte della nuova stagione descrive gli albori della relazione tra la Principessa Diana e Dodi Al Fayed prima che un fatidico viaggio in macchina abbia conseguenze tragiche.

Parlando del suo ruolo da protagonista in questa stagione, Elizabeth Debicki (la Principessa Diana) dice: “Penso che sia una sfida davvero unica come attrice, ritrarre quei giorni. Mi fidavo davvero del progetto che Peter ha creato a livello emotivo. È la sua interpretazione e credo che per me avesse un senso. Perché, ovviamente, è tragico e devastante e non potremo mai sapere fino in fondo come sono andate le cose.”

The Crown Elizabeth Debicki
Daniel Escale © Netflix / LeftBank
The Crown stagione 6
Daniel Escale © Netflix / LeftBank

Sia Dominic West (il Principe Carlo) che Imelda Staunton (la Regina Elisabetta II) hanno affrontato il proprio personaggio in questa stagione con facilità e comprensione.

Imelda Staunton dice: “Convivo con lei da molto tempo, quindi, semmai, questa volta mi sono sentita più a mio agio. Adoro la sua immobilità e la sua capacità di non lasciarsi sconvolgere da tutto ciò che è accaduto intorno a lei, per tutta la sua vita.”

The Crown stagione 6 Imelda Staunton
Keith Bernstein © Netflix / LeftBank

Dominic West dice a proposito del Principe Carlo: “Credo che provi vera tristezza e vera compassione e la cosa fantastica di The Crown è che ti dà la possibilità di vedere questi personaggi pubblici nella sfera privata. Sospetto che in privato Carlo sia piuttosto emotivo, io l’ho interpretato così… Penso, anzi spero, che il risultato dimostri sensibilità mantenendo un certo equilibrio. Ho parlato con molte persone che lo hanno incontrato. Lui ne ha conosciute tantissime, probabilmente più di chiunque altro tranne la Regina e il Principe Filippo. Quasi tutti hanno cose estremamente cordiali e gentili da dire su di lui.”

The Crown stagione 6 Dominic West

Salim Daw è entusiasta di interpretare Mohamed Al Fayed: “Adoro questo personaggio. Lo amo tantissimo e mi diverto a interpretarlo. In questa stagione, è così umano e ricco di sfaccettature. A volte è duro, molto duro, altre divertente, come un bambino – con suo figlio a volte è molto severo, ma ha tantissimo amore per lui e il pubblico se ne accorgerà.”

E Khalid Abdalla riguardo al ruolo di Dodi Al Fayed, dice: “È stato un onore essere stato coinvolto in questo progetto, far parte di The Crown e interpretare Dodi.”

The Crown 6 Khalid Abdalla
Daniel Escale © Netflix / LeftBank

La trama della sesta stagione di The Crown

Una relazione sboccia tra la Principessa Diana e Dodi Fayed prima del tragico incidente. Il principe William cerca di reintegrarsi nella vita all’Eton College dopo la morte di sua madre mentre la monarchia deve cavalcare l’onda dell’opinione pubblica. Con l’avvicinarsi del suo Giubileo d’Oro, la Regina riflette sul futuro della monarchia, che vedrà il matrimonio di Carlo e Camilla e l’inizio di una nuova favola reale tra William e Kate.

Da quando è arrivata su Netflix nel 2016, la serie The Crown ha vinto e ha ricevuto nomination per numerosi premi, tra cui 15 nomination ai BAFTA, 10 nomination ai Golden Globe (di cui 4 vittorie), 69 nomination agli Emmy in 5 stagioni (con 21 vittorie in 4 stagioni) e altri ancora.

The Holdovers – Lezioni di vita: trailer del film con Paul Giamatti

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Universal Pictures Italia ha diffuso il trailer di The Holdovers – Lezioni di vita, il nuovo film diretto dal regista candidato all’Oscar Alexander Payne.

Dall’acclamato regista Alexander Payne, The Holdovers – Lezioni di vita racconta la storia di uno scontroso professore (Paul Giamatti) di una scuola privata del New England, che rimane nel campus durante le vacanze di Natale per sorvegliare gli studenti che non possono tornare a casa.  Alla fine stringe un improbabile legame con uno di loro, un ragazzo strambo e problematico (l’attore emergente Dominic Sessa), e con la cuoca della scuola, il cui figlio risulta di recente disperso in Vietnam (Da’Vine Joy Randolph).

Amazing – Fabio De Luigi: trailer del nuovo One Prank Show comedy italiano in arrivo su Prime Video

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Prime Video ha svelato oggi il trailer r di Amazing – Fabio De Luigi il nuovo “One Prank Show“ comedy italiano che vede protagonista l’attore comico Fabio De Luigi alle prese con una serata molto speciale: ha ricevuto un premio alla carriera, ma è così schivo che ne farebbe a meno, evitando celebrazioni per lui imbarazzanti. Suo malgrado si ritrova in un lussuoso hotel protagonista di una notte in cui scoprirà, insieme agli spettatori, che il premio è un espediente per un viaggio comico e onirico tra amici prestigiosi e sorprese inaspettate, fino al palco e alla meritata statuetta.

Con la partecipazione, tra gli altri, di Virginia Raffaele, Elio, Diego Abatantuono, Marco Mengoni. Amazing – Fabio De Luigi è diretto da Alessio Muzi e scritto da Giovanni Todescan, con Ugo Ripamonti, Paolo Cananzi, Fabio De Luigi, Leonardo Parata, Marco Curti. Prodotto da Fremantle Italia, sarà disponibile in esclusiva su Prime Video in tutto il mondo a partire dal prossimo 3 novembre 2023. Amazing – Fabio De Luigi  è l’ultima novità per i clienti Amazon Prime, che in Italia beneficiano di spedizioni veloci, offerte esclusive e intrattenimento, incluso Prime Video, con un solo abbonamento al costo di €49,90/anno o €4,99/mese.

Amazing – Fabio De Luigi si unirà a migliaia di film e serie già presenti nel catalogo di Prime Video, tra cui le produzioni italiane Original Everybody Loves DiamondsThe Bad GuyPrismaBang Bang BabyGianluca Vacchi: Mucho MásLaura Pausini – Piacere di conoscertiThe Ferragnez – La serie S1 e S2The Ferragnez: Sanremo special, All or Nothing: JuventusAnni da caneDinner Club S1 e S2Vita da CarloFERROCelebrity Hunted – Caccia all’uomo S1S2 e S3, e LOL: Chi ride è fuori S1S2 e S3; le serie pluripremiate The Marvelous Mrs. Maisel e Lizzo’s Watch Out for the Big Girls, la serie satirica sui supereroi The Boys e grandi successi come Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del PotereCitadelJack Ryan di Tom ClancyUn matrimonio esplosivoSamaritanTredici ViteThe Tender BarA proposito dei RicardoLa guerra di domaniReacher e Il principe cerca figlio, oltre a contenuti in licenza disponibili in più di 240 paesi e territori nel mondo, e le dirette in esclusiva in Italia delle migliori partite del mercoledì sera della UEFA Champions League, oltre che della Supercoppa UEFA, fino alla stagione 2026/27. Altri titoli Original italiani già annunciati sono le serie Gigolò per casoAntoniaNo Activity – Niente da segnalareSul più bello – La serie, gli show Karaoke Night – Talenti Senza VergognaLOL Talent Show: Chi fa ridere è dentro, i film Elf MeIl migliore dei mondiPensati Sexy, oltre ai rinnovi per nuove stagioni di MonterossiPrismaSono LilloProva Prova Sa Sa Celebrity Hunted – Caccia all’uomo. È stata inoltre annunciata la serie Citadel: Diana, il capitolo italiano dell’universo Citadel.

Notorious Pictures annuncia lo sviluppo del film su Nicola Calipari

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Notorious Pictures annuncia lo sviluppo del lungometraggio dal titolo provvisorio Nicola Calipari – IL NIBBIO, un progetto ambizioso che racconterà i ventotto giorni precedenti i tragici eventi del 4 marzo del 2005 che hanno visto morire Nicola Calipari, Alto Dirigente del SISMI, che ha sacrificato la propria vita per salvare quella di Giuliana Sgrena, la giornalista de il manifesto rapita in Iraq da una cellula terrorista.

Il progetto nasce dalla volontà di celebrare il ventesimo anniversario della morte di Nicola Calipari che ricade nel 2025 e vede la stretta collaborazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Nicola Calipari non è soltanto un eroe, è anche l’uomo che, responsabile del Sismi delle operazioni in Iraq, nei primi anni Duemila è riuscito a cambiare radicalmente il modo di operare dei Servizi Segreti italiani, affermando una linea strategica che mettesse sempre al primo posto la difesa della vita e il perseguimento della pace. Da un soggetto di Davide Cosco, Sandro Petraglia e Lorenzo Bagnatori, la sceneggiatura è stata affidata allo stesso Petraglia, un autore che da sempre volge una particolare attenzione al racconto del reale e della storia italiana.

La presenza di Sandro Petraglia, Vincitore di cinque David di Donatello, tra i suoi lavori più noti Bianca, Il portaborse, Il Ladro di Bambini, La meglio gioventù, L’ombra di Caravaggio, Suburra, conferma l’autorevolezza e l’ambizione del progetto. L’intento è quello di restituire un ritratto di Nicola Calipari ad ampio spettro, che, pur concentrando il racconto nel mese del rapimento Sgrena, sia capace di valorizzarne l’importanza nella storia dei Servizi Segreti italiani, senza trascurare la dimensione privata di uomo, marito e padre.

Wish: annunciati i doppiatori italiani del nuovo film di Natale di Disney

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The Walt Disney Company festeggia oggi 100 anni di storie magiche, celebrando gli amati personaggi, le avventure sul grande schermo, le esperienze indimenticabili, i fan e gli storyteller che hanno reso tutto questo possibile. In occasione di questo anniversario, Disney Italia annuncia le voci italiane del nuovo film di Natale Wish: la cantautrice Gaia presta la propria voce alla brillante sognatrice Asha; il conduttore Amadeus interpreta l’adorabile capretta di Asha, Valentino; e l’attore Michele Riondino presta la propria voce nei dialoghi al potente Re Magnifico. Wish, il nuovo lungometraggio Walt Disney Animation Studios, che rende omaggio all’eredità Disney, arriverà il 21 dicembre nelle sale italiane con sette canzoni originali scritte dalla cantautrice nominata ai Grammy Julia Michaels e dal produttore/autore/musicista vincitore del Grammy Benjamin Rice.

Gaia è Asha, una brillante sognatrice che tiene molto alla sua famiglia e alla sua comunità. Si occupa di accogliere i visitatori a Rosas, un’isola fantastica situata al largo della penisola iberica, e il suo è uno dei primi volti che le persone vedono quando arrivano sull’isola, piene di speranze e sogni.

Amadeus è Valentino, una capretta saccente e sicura di sé che segue Asha ovunque vada. Questo adorabile piccoletto in pigiama potrebbe insegnare agli umani un paio di cose sulla perseveranza… quando Star gli dà magicamente il potere della parola.

Michele Riondino è Re Magnifico, la persona più potente del regno di Rosas, dove i desideri diventano realtà. Le persone vengono da tutto il mondo per offrire i propri desideri a Magnifico, un re affascinante e sicuro di sé che promette di esaudire i loro sogni più profondi… un giorno. Soltanto lui può decidere quali desideri si avvereranno e quando.

Il cast di voci della versione italiana del film include anche Marco Manca, che interpreta le canzoni di Re Magnifico; Ilaria De Rosa (Amaya); Carlo Valli (Sabino); Beatrice Caggiula (Sakina); Vittoria Bartolomei (Dahlia); Alex Polidori (Gabo); Silvia Alfonzetti (Hal); Federico Campaiola (Simon); Lorenzo D‘Agata (Safi); Gabriele Patriarca (Dario); e Monica Volpe (Bazeema).

La colonna sonora originale di Wish sarà disponibile dal 17 novembre su tutte le piattaforme digitali.

WISH, il film

Il film Walt Disney Animation Studios Wish accoglie il pubblico nel magico regno di Rosas, dove la brillante sognatrice Asha esprime un desiderio così potente da essere accolto da una forza cosmica, una piccola sfera di sconfinata energia chiamata Star. Insieme, Asha e Star affrontano un nemico formidabile – il sovrano di Rosas, Re Magnifico – per salvare la sua comunità e dimostrare che quando la volontà di un umano coraggioso si unisce alla magia delle stelle, possono accadere cose meravigliose.

Il film è diretto dal regista premio Oscar Chris Buck (Frozen – Il regno di ghiaccioFrozen 2 – Il Segreto di Arendelle) e Fawn Veerasunthorn (Raya e l’ultimo drago), e prodotto da Peter Del Vecho (Frozen – Il regno di ghiaccioFrozen 2 – Il Segreto di Arendelle) e Juan Pablo Reyes Lancaster Jones (Encanto). Jennifer Lee (Frozen – Il regno di ghiaccioFrozen 2 – Il Segreto di Arendelle) è la produttrice esecutiva, oltre che sceneggiatrice del progetto insieme a Allison Moore (Notte stellataManhunt). Le canzoni originali sono firmate dalla cantautrice nominata ai Grammy Julia Michaels e dal produttore/autore/musicista vincitore del Grammy Benjamin Rice, mentre la colonna sonora è composta da Dave Metzger.

Killers of the Flower Moon: la storia vera dietro il film di Martin Scorsese al cinema dal 19 ottobre

Dopo l’anteprima in pompa magna al Festival di Cannes 2023, dove è stato accolto con consensi unanimemente positivi, Killers of the Flower Moon, il nuovo film di Martin Scorsese, distribuito da 01Distribution arriverà nelle sale italiane dal 19 ottobre ed il biglietto è già acquistabile in prevendita.

Sicuramente, Killers of the Flower Moon, diretto da uno dei più grandi registi di tutti i tempi e con alla guida del cast un duo stellare (Leonardo DiCaprio e Robert De Niro), si preannuncia un frontrunner per la prossima stagione dei premi, ma quello che sembra ancora più interessante della 26° pellicola diretta da Scorsese è che la sanguinosa storia che racconta è basata sul bestseller di David Grann, Killers of the Flower Moon: The Osage Murders and the Birth of the FBI, a sua volta bastato su una storia vera. Nel film, infatti, si racconta di una serie di omicidi di ricchi Osage (tribù indiana che viveva tra il Missouri e l’Arkansas) avvenuti nei primi anni ’20, dopo che importanti giacimenti di petrolio furono scoperti nella loro terra.

Nel film, DiCaprio compare nel ruolo di Ernest Burkhart, il marito di una donna nativa americana di nome Mollie Burkhart (Lily Gladstone), la cui famiglia ha avuto un ruolo chiave nella storia degli Osage. Robert De Niro interpreta il ruolo di William Hale, un ricco e influente allevatore della contea e zio di Burkhart, mentre Jesse Plemons compare nel ruolo di Tom White, l’agente dell’appena nata FBI inviato sul posto a indagare sugli omicidi. Ecco alcuni elementi della storia vera che racconta Killers of the Flower Moon che abbiamo scoperto grazie al report di Katie Rife di EW.

La nazione Osage

La nazione Osage
Cortesia di 01 Distribution & RaiCinema

Originariamente situate nelle valli dei fiumi Ohio e Mississippi, la nazione Osage (o Wahzhazhe, come si chiamano loro stessi) subì lo sfollamento forzato dei nativi americani da parte del governo degli Stati Uniti nel 19° secolo. Così, gli Osage si stabilirono nel “territorio indiano”, nell’attuale Oklahoma. La loro gente acquistò legalmente la terra della riserva, il che rese più difficile per il governo degli Stati Uniti imporre un sistema di “ripartizione”, in base al quale la terra dei nativi veniva spartita e ceduta ai coloni bianchi. Nel 1906, il capo più importante degli Osage, James Bigheart, insieme a un avvocato sangue misto di nome John Palmer, negoziò un accordo con il governo degli Stati Uniti concedendo a ciascun membro degli Osage un diritto, o una quota, nel fondo minerario della tribù. I diritti sui diritti umani non potevano essere acquistati o venduti, ma solo ereditati. Ciò divenne estremamente importante solo pochi anni dopo, quando furono scoperti giacimenti petroliferi sotto la terra di Osage.

Poiché gran parte dei profitti derivanti dalle successive trivellazioni appartenevano legalmente alla tribù, all’inizio degli anni ’20 i membri erano le persone con il livello di ricchezza pro capite più alta del mondo. Ciò attirò decine di truffatori e uomini d’affari corrotti, i quali speravano di ottenere una parte della ricchezza degli Osage legalmente, attraverso il sistema di “tutela” che affidava ai bianchi la responsabilità delle fortune degli Osage, o illegalmente, attraverso l’omicidio e il furto.

Gli anni Venti di Killers of the Flower Moon

Gli anni 20 killers-of-the-flower-moon
Cortesia di 01 Distribution & RaiCinema

Nel 1921, due membri degli Osage, Anna Brown e Charles Whitehorn, furono assassinati a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro in circostanze molto simili. Entrambi erano stati uccisi e i loro corpi erano stati abbandonati in zone rurali isolate. Poco dopo, un altro uomo Osage, Henry Roan (cugino di Anna), fu scoperto morto al volante della sua macchina. Gli avevano sparato alla nuca.

Ventiquattro persone furono uccise in quello che la tribù cominciò a chiamare il “Regno del Terrore”. Alcune vittime, come la star del rodeo di Osage William Stepson, furono avvelenate. Altri semplicemente svanirono o furono uccisi. Tutte le vittime erano ricchi nativi americani, tranne due: un petroliere bianco di nome Barney McBride, che era un alleato di Osage, e un avvocato di nome W. W. Vaughan. Poco prima della sua morte, Vaughan chiamò l’ufficio dello sceriffo della contea di Osage, dicendo che aveva informazioni importanti che avrebbero potuto aiutare a risolvere gli omicidi e che sarebbe arrivato da Oklahoma City con il prossimo treno. Tuttavia non riuscì mai ad arrivare.

Il libro Killers of the Flower Moon parla di Mollie Burkhart, una donna Osage che perse la madre e tre sorelle in circostanze misteriose. Una delle sue sorelle, Minnie, e sua madre, Lizzie, si indebolirono misteriosamente entrambe e alla fine morirono. I medici parlarono di “particolari malattie da deperimento” non meglio identificate. Un’altra sorella, la citata Anna Brown, fu vittima dell’omicidio che diede il via al “Regno del Terrore”. Ma è stata la morte della terza sorella di Mollie, Rita Smith, del marito di Rita, Bill, e della loro domestica, Nettie Brookshire, in un’esplosione nella loro casa a Fairfax, Oklahoma, che ha portato l’Osage Tribal Council a fare appello al Dipartimento di Giustizia. Si scoprì solo dopo che negli omicidi erano implicati il marito di Mollie (un uomo bianco di nome Ernest Burkhart), suo fratello Bryan, e il loro zio, William Hale.

L’indagine dell’FBI

indagine FBI killers of the flower moon
Cortesia di 01 Distribution & RaiCinema

All’indomani della morte della sorella Anna, Mollie Burkhart ha assunto investigatori privati per trovare i suoi assassini. Quattro anni dopo, erano stati fatti pochi progressi. Poi, nell’estate del 1925, J. Edgar Hoover – capo di una nuovissima agenzia governativa allora denominata Bureau of Investigation (che in seguito sarebbe diventata l’FBI) – chiamò uno dei suoi agenti a Washington, DC.

L’agente era Tom White, che venne messo da Hoover a capo dell’ufficio sul campo di Oklahoma City, una regione senza legge considerata l’ultimo avamposto del selvaggio West. Lì White riunì una squadra che includeva John Burger, un investigatore esperto ben noto nella contea di Osage, oltre a diversi agenti sotto copertura.

Nel corso dei mesi successivi, White e la sua squadra scoprirono le prove che William Hale non solo si era avvicinato a diversi criminali locali offrendosi di pagarli per l’omicidio di Anna Brown, ma aveva anche assunto più persone per costruire e far esplodere la bomba che aveva ucciso Rita e Bill Smith. Ernest Burkhart aveva contribuito a organizzare l’esplosione contro sua cognata e suo marito, mentre suo fratello Bryan aveva assistito all’omicidio di Anna. Anche Mollie avrebbe dovuto essere a casa di Rita e Bill la notte in cui morirono, ma all’ultimo minuto aveva cambiato idea, il che significa che suo marito aveva intenzione di uccidere anche lei.

Il processo in Killers of the Flower Moon

Il 4 gennaio 1926, William Hale ed Ernest Burkhart furono arrestati per gli omicidi di Bill e Rita Smith e Nettie Brookshire. Burkhart confessò il suo ruolo nel complotto e identificò un uomo di nome John Ramsey come il ” grilletto ” che sparò a Henry Roan.

Il 12 marzo 1926 si tenne un’udienza preliminare a Pawhuska, Okla. Temendo per la sua vita, Ernest ritirò la sua dichiarazione e alla fine testimoniò contro suo zio. Il primo processo di Hale e Ramsey per l’omicidio di Henry Roan si concluse con un giudizio sospeso, ma entrambi gli uomini furono giudicati colpevoli di omicidio di primo grado in un nuovo processo.

Hale avrebbe poi scontato 18 anni a Leavenworth, una prigione federale nel Kansas, il cui direttore era nientemeno che lo stesso Tom White. Fu rilasciato sulla parola nel 1947, così come John Ramsey. Burkhart fu rilasciato nel 1937, ma tornò in prigione dopo aver rapinato una banca e trascorse i suoi ultimi anni vivendo in una roulotte con suo fratello Bryan. Mollie divorziò da Ernest durante il processo, si risposò nel 1928 e morì nel 1937 all’età di 50 anni.

Domande senza risposta di Killers of the Flower Moon

Mentre scriveva Killers of the Flower Moon, il giornalista David Grann si è recato in Oklahoma per incontrare i membri della Osage Nation, tra cui la nipote di Ernest e Mollie, Margie Burkhart. Mentre era lì, interviste e archivi hanno portato alla luce prove di morti più misteriose nella contea di Osage su cui non si era mai indagato.

La ricerca di Grann lo portò a concludere che l’uccisione sistematica degli Osage per i loro diritti sul petrolio era “una vasta operazione criminale che stava raccogliendo milioni e milioni di dollari” attraverso frodi assicurative, appropriazione indebita e persone non Osage che uccidevano i loro coniugi Osage per denaro. William Hale ed Ernest Burkhart avevano pagato per i loro crimini, ma “ogni elemento della società era complice di questo sistema omicida”. E la maggior parte dei carnefici era riuscita a farla franca, scappando con milioni di dollari in ricchezza Osage. La storia è dunque complicata e non ancora del tutto alla luce del sole, e non c’è da stupirsi se l’occhio di Martin Scorsese è rimasto sedotto da questa storia tanto dal volerla raccontare al cinema!

Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese

Killers of the Flower Moon

Martin Scorsese, il suo cast e la troupe hanno trascorso molto tempo con gli storici di Osage e i leader della tribù durante lo sviluppo dell’adattamento cinematografico di Killers of the Flower Moon. Secondo quanto riferito, Scorsese e il suo co-sceneggiatore Eric Roth hanno riscritto la sceneggiatura dopo questi incontri, cambiando il fulcro della storia e spostandolo dalla formazione dell’FBI alla cultura e alle esperienze del popolo Osage. In una conferenza stampa successiva alla première mondiale del film, l’attuale leader della nazione Osage, Chief Standing Bear, ha descritto Killers of the Flower Moon come una storia sulla fiducia – tra Mollie e suo marito, così come tra gli Osage e il mondo esterno – e il “profondo tradimento” di quella fiducia. “La mia gente ha sofferto molto e fino ad oggi questi effetti sono con noi”, ha detto. “Ma posso dire, a nome degli Osage, che Martin Scorsese e il suo team hanno ripristinato quella ferita, e sappiamo che la fiducia non verrà tradita.”

I Marvel Studios sono rimasti “scossi” dalla risposta negativa ad Ant-Man and the Wasp: Quantumania

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Ant-Man and The Wasp: Quantumania (recensione) avrebbe dovuto dare il via alla Fase 5 in grande stile, introducendo Kang il Conquistatore e rivelando finalmente i segreti del Regno Quantico.

Anche se il film ha in ogni caso fatto quanto previsto al meno dal punto di vista narrativo, non ha mantenuto le aspettative né dello studio né dei fan che hanno alla fine risposto negativamente al film e in gran parte sono rimasti delusi del finale per alcuni definito “bizzarro”. Sappiamo che il finale è stato girato subito prima che il trequel arrivasse nei cinema e, col senno di poi, affidare una storia così importante a un regista che in precedenza aveva lavorato su prodotto differenti forse è stato un errore di valutazione.

L’autrice di MCU: The Reign of Marvel Studios, Joanna Robinson, è recentemente apparsa sul podcast di The Watch e ha condiviso alcune informazioni interne su come i Marvel Studios hanno reagito alla risposta negativa della critica e dei fan all’ultima avventura di Ant-Man. “[Marvel Studios] è consapevole di ciò che sta accadendo al loro marchio”, ha rivelato la Robinson. “Quello che ho capito, avendo parlato con alcune persone, è che ‘Quantumania‘ li ha davvero scossi, e sono sicuro che ‘Secret Invasion‘ li ha scossi ulteriormente, ma ‘Quantumania’ li ha davvero scossi perché sentivano di avere qualcosa di buono. Perché loro tutti internamente pensavano: ‘Tutti lo adoreranno.'” “E poi l’hanno lanciato il film e la gente non lo ha fatto. E poi hanno detto, ‘Oh no, il nostro barometro interno non è più in sintonia con ciò che la gente vuole.’ Con “Quantumania” dicevano “Abbiamo fatto uscire un pezzo forte”. E poi non è così che si sentivano molte persone.”

I Marvel Studios stanno attualmente producendo così tanti film e programmi TV che forse non dovremmo essere sorpresi dal fatto che alcuni fallimenti stiano iniziando a diventare più frequenti. Nel caso di Ant-Man and The Wasp: Quantumania, posizionare l’azione davanti a uno schermo VFX gigante ha fatto sì che la storia raccontata sembrasse un po’ piatta e senz’anima. È anche difficile capire perché abbiano introdotto la variante Kang il Conquistatore – che, di diritto, avrebbe dovuto essere il grande cattivo della Saga del Multiverso – solo per vederlo sconfitto da Ant-Man e alla fine ucciso.

Sembra che stiano imparando da questi errori, però, ecco perché si pensa che scrittore del film, Jeff Loveness non stia più lavorando su Avengers: The Kang Dynasty .  I Marvel Studios possono, e probabilmente lo faranno, riprendersi da Ant-Man and The Wasp: Quantumania, ma in questo quadro è facile comprendere perché di recente vi abbiamo rivelato perché una serie come Daredevil: Born Again sia stata riportata in sviluppo per riscriverne alcune parti e riprendere a girare in un secondo momento.

I 10 film di fantascienza più profetici di sempre, secondo Reddit

Spesso in grado di offrire al pubblico intriganti rappresentazioni di impressionanti progressi e dispositivi tecnologici, forme di vita extraterrestri, viaggi interstellari e nel tempo, il genere della fantascienza è ben noto e apprezzato nell’industria cinematografica. I film di questa categoria ricorrono spesso a una concettualizzazione futuristica, che affascina le menti degli spettatori con trame innegabilmente accattivanti. Film come Interstellar e Her richiamano l’attenzione su scenari prossimi al futuro che potrebbero benissimo essere i nostri: vediamo insieme quali sono i 10 film di fantascienza più profetici di sempre, secondo Reddit.

Gattaca (1997)

GattacaGattaca vede Ethan Hawke e Uma Thurman nei ruoli principali. Racconta la storia di un uomo che è stato concepito in modo naturale e quindi ha dovuto affrontare limitazioni genetiche rispetto alle sue controparti geneticamente potenziate. Tuttavia, non lascia che i suoi difetti lo frenino e si sforza di perseguire il suo sogno di diventare un astronauta. “Sento che siamo solo a uno o due decenni di distanza da Gattaca“, ha detto ASDF0716 quando l’OP ha chiesto quali film di fantascienza saranno ricordati come i più visionari. Il film di Andrew Niccol è un’interessante visione del nostro potenziale futuro, con una luce particolare sui problemi di identità che potrebbero verificarsi in un mondo che ha normalizzato i metodi di parto artificiale.

District 9 (2009)

District 9Considerato uno dei migliori film di fantascienza a basso costo, con un budget di produzione di 30 milioni di dollari e un incasso totale di 210 milioni di dollari in tutto il mondo, District 9 è un avvincente found footage di Neill Blomkamp che illustra una razza extraterrestre costretta a vivere in condizioni simili a quelle di una baraccopoli sulla Terra. Esplorando i temi dell’umanità e della segregazione sociale e facendo luce sull’ingiustizia con cui l’umanità tratta chi è diverso, District 9 è sicuramente un film stimolante che offre spunti di riflessione. “Uno dei migliori film che spesso viene dimenticato“, ha scritto Crendrink quando futterecker ha citato il film in una discussione.

Elysium (2013)

Elysium film Matt DamonAmbientato nell’anno 2154, Elysium offre al pubblico un’intrigante rappresentazione di due classi sociali distinte: i ricchi, che vivono in una stazione spaziale piena di risorse chiamata Elysium, e i poveri, che si trovano costretti ad abitare una Terra esausta. Nel frattempo, un uomo (Matt Damon) intraprende un’ardua missione che potrebbe portare l’uguaglianza tra i due mondi polarizzati. Un buon numero di persone ha citato il film di fantascienza come uno dei più profetici grazie alla sua rappresentazione di un pianeta logoro e della disuguaglianza sociale. “Abbiamo già dei miliardari che corrono per vedere chi arriva per primo nello spazio invece di fare qualcosa di utile per tutti“, ha detto cptnamr7. “L’élite brucerà assolutamente il pianeta per profitto e se ne andrà“.

Snowpiercer (2013)

Basato sulla graphic novel francese “Le Transperceneige” di Jacques Lob, Benjamin Legrand e Jean-Marc Rochette, Snowpiercer è un film convincente ambientato nel 2031 dove, 17 anni dopo un tentativo di fermare il cambiamento climatico, un’iniezione di aerosol si è ritorta contro e ha accidentalmente creato una nuova era glaciale. A causa di ciò, l’umanità è costretta a vivere in un treno autonomo. Il film di fantascienza di Bong Joon-ho è indubbiamente un interessante ammonimento sull’uso della tecnologia umana e sulle conseguenze che ne derivano, oltre a mettere in luce i cambiamenti climatici e a fornire al pubblico una satira sociale. “Sento che Snowpiercer finirà per essere qualcosa di vicino alla realtà. Forse non in senso letterale, ma credo che i nostri sforzi per risolvere il cambiamento climatico con più tecnologia ci porteranno alla rovina“, ha scritto un account ora cancellato.

Interstellar (2014)

InterstellarDiretto da Christopher Nolan, l’eccezionale Interstellar ha come protagonista Matthew McConaughey in uno dei suoi ruoli migliori e racconta la storia di un ex-astronauta che viene incaricato di guidare una rischiosa missione intergalattica attraverso un wormhole per trovare una nuova casa al genere umano prima che la mancanza di risorse provochi l’estinzione. Come molti altri film di questa lista, Interstellar affronta i temi dell’esplorazione umana e descrive le conseguenze dannose delle nostre azioni. “La previsione di Interstellar di un’altra catasta di polvere è probabilmente la più accurata”, ha ammesso ChocolateBunny. “Visti tutti i terribili avvertimenti sul cambiamento climatico che tutti ignorano“.

Don’t Look Up (2021)

Don't Look Up recensione film WGA Awards 2022Quando si parla di cambiamenti climatici, Don’t Look Up merita sicuramente un cenno per la sua allegoria ben realizzata sull’argomento. Nel film, due astronomi di basso livello (Leonardo DiCaprio e Jennifer Lawrence) cercano di avvertire l’umanità dell’avvicinarsi di una cometa che distruggerà il mondo. Tuttavia, nessuno sembra ascoltare. Il film di Adam McKay è stato comprensibilmente scelto da Reverandglass come film di fantascienza più preveggente, in quanto presenta un commento provocatorio che sottolinea il fatto che la società ignora attivamente gli esiti letali della propria autodistruzione, che, in questo caso, sarebbe l’emergenza climatica.

Sorry To Bother You (2018)

sorry to bother youCombinando elementi di commedia, dramma, fantasia e fantascienza, il film surrealista di Boots Riley Sorry to Bother You è ambientato in una versione alternativa di Oakland, dove il televenditore Cassius Green (Lakeith Stanfield) si ritrova in uno strano universo dopo aver trovato una chiave magica. “Si tratta solo marginalmente di fantascienza, ma credo che Sorry To Bother You verrà considerato come la quintessenza della satira dell’era Amazon“, ha spiegato mikevago. “Ho ancora la speranza che quel film (la parte del “contratto a vita”, non quella del cavallo) non sia la fine che faremo, ma di certo sembra che sia la direzione in cui siamo diretti“. Senza dubbio, questa satira assurda che commenta le dinamiche di potere tra le classi sociali, i bianchi e i POC rimarrà nella mente del pubblico.

Her (2013)

joaquin phoenixDiretto da Spike Jonze e interpretato dal bravissimo Joaquin Phoenix, la trama di Her segue un uomo solo e con il cuore spezzato che sviluppa una strana e improbabile relazione con un’intelligenza artificiale, a cui dà voce Scarlett Johansson. Anche se Her è un film sull’amore e sulla solitudine, il suo messaggio profondo sul progresso tecnologico, in particolare sull’intelligenza artificiale, è sicuramente avvincente. Sulla piattaforma, NoMoassNeverWas sottolinea una scena futuristica particolarmente d’impatto in cui il protagonista “si guarda intorno e tutti parlano con le loro AI“.

I figli degli uomini (2006)

I Figli degli UominiÈ impossibile stilare una lista del genere e non includere I figli degli uomini. Il film, diretto da Alfonso Cuarón, è ambientato nel 2027 e descrive un mondo caotico in cui le donne non riescono a concepire. Un ex attivista accetta di aiutare a trasportare una donna miracolosamente incinta in un santuario situato in mare. Questo acclamato film post-apocalittico è spesso lodato per il modo in cui inscena i temi della sopravvivenza, della speranza e della fede. Tuttavia, “ritrae un futuro in cui la xenofobia è in aumento. La disuguaglianza continua a crescere tra i ricchi e i poveri. La depressione economica ha devastato il mondo. So che è uscito nel 2007“, ha scritto TheCosmicFailure.

Blade Runner 2049 (2017)

Ana de Armas Blade RunnerBlade Runner 2049, uscito nel 2017, è il sequel del film originale con protagonista Harrison Ford. Questa volta il ruolo di protagonista è affidato a Ryan Gosling. Il film è ambientato trent’anni dopo gli eventi del film originale, dove l’agente della polizia di Los Angeles “K” scopre un segreto a lungo sepolto che potrebbe gettare nel caos la società rimanente. Concentrandosi sulla decadenza dell’ambiente, con la rappresentazione di una società distopica incredibilmente costruita, il film di Denis Villeneuve è sicuramente indimenticabile. “L’umanità diventa meno umana. Nel corso del film vediamo che gli esseri umani sono meno sociali e anche meno empatici“, ha commentato un utente. “San Diego diventa una discarica perché stiamo esaurendo lo spazio per la nostra spazzatura“.

Arcbound: Tom Hardy e Scott Snyder insieme per la serie di fantascienza!

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L’attore di Venom Tom Hardy e lo sceneggiatore di fumetti Scott Snyder stanno unendo le forze per una nuova serie a Fumetto di proprietà che si intitolerà Arcbound. La storia di fantascienza è ambientata in un futuro lontano, dove la Terra è una landa desolata e l’umanità ha raggiunto le stelle. La popolazione umana è governata da un governo sostenuto dalle multinazionali il cui potere si basa su una fonte di energia chiamata Kronium. Il primo numero della serie di 12 numeri del fumetto uscirà a marzo.

Altri creativi coinvolti nella serie includono lo scrittore Frank Tieri e l’artista Ryan Smallman. Altri artisti che lavoreranno alle copertine saranno Ryan Ottley, Clay Mann, Tyler Kirkham e Dan Panosian. Riguardo al progetto, Snyder ha dichiarato: ” Arcbound si distingue non solo per il concetto originale e la narrativa, ma anche per il team che gli sta dando vita. Frank è uno dei migliori narratori che conosca. Il suo talento fantasioso è sorprendente, ma è è anche un incredibile strutturalista. Lo stile di Ryan è così dinamico, così pieno di energia e passione. E Tom è stato responsabile di dare vita ad alcuni dei miei personaggi preferiti sullo schermo: è una vera forza creativa. “

Tom Hardy ha aggiunto: “La tela è illimitata, una vasta distesa per esplorare la condizione umana, la profondità dei personaggi e i regni sconfinati, tutti limitati solo dalla nostra immaginazione collettiva. È un onore avere l’opportunità di lavorare al fianco di leggende del settore come Scott, Frank , e Ryan nel contribuire a dare vita all’universo di Arcbound. Hanno creato un mondo epico che è tanto emozionante da esplorare per coloro che amano i fumetti quanto lo è per coloro che li creano“.

Il team creativo sta attualmente cercando di collaborare con un editore per lanciare il fumetto il prossimo anno. Tuttavia, il team creativo sarà al New York City questo fine settimana, per promuovere le edizioni ashcan.  I primi 12 numeri sono stati descritti come la prima stagione di Arcboun, suggerendo che il progetto è solo la punta dell’iceberg per altre storie e spin-off a venire.

Arcbound fumetto

Nightmare Before Christmas: trent’anni fa nasceva la favola dark di Tim Burton

“Ho dentro me che cosa non so, un vuoto che non capirò. Lontano da quel mondo che ho, c’è un sogno che spiegarmi non so”, cantava Jack Skellington al chiaro di una pallida luna, nella notte, sulla punta di una collina dentro un cimitero. Una scena iconica, proprio come il personaggio che ne è protagonista, passati alla storia in Nightmare Before Christmas, film firmato Tim Burton e diretto nel lontano 1993 da Henry Selick.

Per celebrare il trentennale di una pellicola diventata nel tempo uno dei più grandi successi dell’animazione, non si poteva che iniziare da una sequenza nella quale si condensano alcuni dei temi portanti del cinema di Burton: il sentirsi incompresi, l’essere freak… i cimiteri, che per il regista sono uno dei suoi luoghi di pace.

Ma Nightmare Before Christmas è prima di ogni cosa un cult indiscusso, un classico, fruito da intere generazioni che ancora oggi amano e si appassionano al Re delle zucche e a Halloweentown. Perché la sua storia e il suo main character Jack, non solo sono i protagonisti perfetti per un’ideale serata a tema Halloween, ma rappresentano anche, per il cinema, l’irrompere di un immaginario fresco e originale e, per Tim Burton, l’espressione totale della sua personalità e creatività, esplosa in un’opera che è riuscita a costruire un mondo inedito e stravagante in cui immergersi e da cui attingere.

Fra poesia e tecnica: la nascita del film

Nella mente di Tim Burton, Nightmare Before Christmas nasce subito dopo Vincent, cortometraggio del 1982 realizzato in stop motion. “L’idea di partenza di Nightmare ha molto a che vedere con gli special televisivi come Rudolph e il Grinch”, racconta il regista nel suo libro Burton racconta Burton, all’epoca rapito dalla tecnica a passo uno. Per qualche tempo, però, il progetto rimase una bozza, un pensiero; Burton aveva cominciato a lavorarci quando ancora era alla Disney e la scelta, al tempo, era se farne proprio uno special stagionale oppure un cartone animato. Entrambe soluzioni che però a lui non piacevano affatto. Alla fine, Burton riuscì a stipulare un accordo con gli Studios della Casa di Topolino nel 1990, e così un anno dopo iniziò la sua produzione sotto la regia di Henry Selick, al quale aveva passato il testimone poiché impegnato con Batman – Il ritorno.

Nightmare Before Christmas, nato da una poesia dello stesso regista che a sua volta si ispira a un’altra di Clement Clarke Moore, doveva però essere in stop-motion. Una tecnica d’animazione a cui Burton è molto affezionato e che ha sicuramente contribuito al successo del film.

Una delle difficoltà maggiori riscontrate nella creazione proveniva però dai suoi personaggi, a cui bisognava dare espressioni credibili nonostante molti di questi fossero senza occhi, come Jack, a dir poco bizzarri. Nonostante questo, la stop motion era l’opzione migliore affinché il lavoro fosse il più vicino possibile a come era stato pensato. “Con questo tipo di personaggi e immagini”, dice ancora Burton, “non potevamo usare altro che l’animazione a passo uno. Ricordo che ogni inquadratura, ogni singola ripresa, corrispondeva a una piccola botta di energia. (…) È stato lì che ho capito che se l’avessimo girato con degli attori in carne e ossa o se ne avessimo fatto un cartone animato non sarebbe stata la stessa cosa. L’animazione a passo uno possiede un’energia che nessun’altra tecnica può dare”.

Jack Skellington e il romantico filosofeggiare

Oltre all’aspetto puramente tecnico e al percorso evolutivo del film, a rendere così iconico Nightmare Before Christmas, ma anche così importante, è il suo protagonista, Jack, un freak, chiaramente un alter ego animato di Tim Burton. Il regista di Burbank si è sempre sentito un outsider sin da quando era piccolo; un diverso, un incompreso, avvolto da una costante malinconia, come lui stesso ha raccontato parlando della sua infanzia. Con Nightmare Before Christmas non è la prima volta che porta in scena personaggi che si sentono smarriti, di fronte al bivio dell’esistenza, diversi o in crisi. Fra gli esempi più emblematici abbiamo Edward mani di forbice, Victor, il Cappellaio Matto o la più recente Mercoledì. Ciò che però rende speciale Jack Skellington è il suo romantico filosofeggiare sull’esistenza, il suo enunciare i propri desideri e sogni come un poeta, nonostante non sappia quali essi siano, e il voler trovare spiegazione a qualcosa che una spiegazione non ha, come l’essenza del Natale.

Tutto questo nasconde nel sottotesto un pensiero sui misteri della vita, sulla misticità delle cose, sull’ignoto, sul ciò che non si potrà mai conoscere a pieno, gli elementi che più affascinano lo stesso Burton. Inoltre, proprio come accade con Guillermo del Toro, il regista si sente vicino ai mostri perché pensa che la loro identità non sia davvero capita. Averne paura è la prova di come spesso ci si lasci influenzare solo dall’idea che si ha di qualcosa o qualcuno che non è come noi, pur non rispecchiandone la realtà, e ci invita ad andare oltre l’apparenza per arrivare al vero cuore delle cose (o delle persone). Questi, come dice lui stesso, “venivano considerati orripilanti e cattivi, anche se non lo erano. E lo stesso succede nella vita. La gente spesso viene percepita come non è. Una situazione nella quale mi ero trovato anch’io e non mi era piaciuta per niente. E poi ho sempre amato quei personaggi incompresi ma pieni di passione e sentimenti. Jack è simile a molti di quei personaggi della letteratura classica che sono bruciati da una passione, dal desiderio di fare qualcosa che gli altri non capiscono.”

L’immortalità di Nightmare Before Christmas

Tim Burton ha perciò arricchito la sua filmografia con una storia immortale, che custodisce al suo interno dei messaggi incisivi, che sottolineano come Nightmare Before Christmas sia, sì, un fenomeno della cultura pop e – oramai – un brand, ma soprattutto un film abbastanza denso, con un grande cuore, in grado di dialogare con ogni tipo di spettatore. Ed è forse questo uno dei motivi per cui è diventato un cult, anche se all’inizio non ha avuto un’accoglienza tale da far pensare che lo sarebbe stato (quando debuttò guadagnò solo 50 milioni di dollari, per poi arrivare a 91 milioni successivamente).

Si è spesso discusso su quali fossero le colonne tematiche portanti della pellicola, e addirittura quale fosse la sua natura: un film su Halloween o sul Natale? Nightmare Before Christmas è innanzitutto un film sul valore delle festività, che si susseguono secondo uno specifico rito di passaggio. Nel raccontare il momento a cavallo tra le due Feste, Burton ci parla delle differenti culture che dominano la nostra società, delle loro bellezze, delle usanze, del loro essere speciali per ognuno di noi, e per ognuno in modo differente. Ci parla di come le percepiamo, perché queste festività aiutano a “darti un senso di luogo”, di appartenenza, in un certo senso anche di libertà.

La magia di Nightmare Before Christmas, mentre mescola Halloween con il Natale, sta proprio qui. E Halloween è la chiave perfetta per decodificarne le tematiche, in quanto è “il momento in cui tutte le regole vengono sospese e puoi diventare quel che ti pare. È la fantasia a dettare le regole. È una festa spaventosa, ma in modo divertente. Nessuno cerca di spaventare gli altri. Piuttosto di divertirli con la propria mostruosità” (leggi unicità), e questo, quindi, è anche “il succo di Nightmare”. Provando a diventare Babbo Natale, Jack capisce infine che ciò che lega le due feste è il loro scopo finale: quello dell’unione trai diversi, che siano giocattoli, zucche o ragnetti. E l’operazione meticolosa sui personaggi di Nightmare Before Christmas, la cura dei modellini, la loro forte plasticità ed espressività, combinata alla colonna sonora memorabile di Danny Elfman che ne enfatizza le atmosfere contribuiscono a renderlo il cult senza tempo che oggi si ama ancora guardare. E che ricorda, più di ogni altra cosa, quanto sia essenziale abbracciare le nostre stranezze, perché sono quelle che ci rendono unici.

X-Men: Conflitto finale, Vaughn ha abbandonato il film dopo aver scoperto una sceneggiatura falsa per “ingannare” Halle Berry

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Prima che Brett Ratner firmasse per dirigere X-Men 3, conosciuto poi con il titolo di X-Men: Conflitto finale, Matthew Vaughn era stato ingaggiato per dirigere il film per la 20th Century Fox.

Matthew Vaughn, che anni dopo avrebbe poi diretto X-Men: L’inizio, ha parlato in termini vaghi di essersi allontanato dal film in passato, ma durante un’apparizione al Comic-Con di New York di questo fine settimana (tramite THR) , il regista di Kick-Ass ha rivelato finalmente il motivo piuttosto scioccante per cui alla fine ha deciso di abbandonare il progetto.

“Sono entrato nell’ufficio di un dirigente e ho visto una sceneggiatura di X3 e ho subito capito che era molto più corposa. Ho pensato: “Che diavolo è questa bozza?”. Lui mi ha detto “Non preoccuparti” e io ho risposto “No, no”. Sono il regista. Sono preoccupato per questa bozza,’” ha ricordato Vaughn. “Non me lo ha voluto dire, quindi l’ho presa senza permesso – è stato come un momento folle – ho aperto la prima pagina e diceva: ‘Africa’. Tempesta. Bambini che muoiono senza acqua. Crea un temporale e salva tutti questi bambini.’”

Matthew Vaughn ha chiarito  che secondo lui era una “idea davvero interessante”, senza inizialmente rendersi conto che i “poteri forti” non avevano intenzione di inserire effettivamente la scena nel film finale, e l’avevano semplicemente aggiunta alla sceneggiatura nel tentativo di “ingannare ” Halle Berry ad accettare di riprendere il ruolo di Ororo Munroe.

“[Ho detto,] ‘Cos’è questo?’ [Hanno detto:] ‘Oh, è la sceneggiatura di Halle Berry. Ho detto: “OK, perché non ha ancora firmato?”. “Ma questo è quello che vuole che sia, e una volta che avrà firmato, la getteremo nella spazzatura”, ha continuato il regista, raccontando la risposta del dirigente senza nome. “Ero tipo, ‘Wow, farete questo a un’attrice premio Oscar che interpreta Tempesta? Allora io mi chiamo fuori.’ Quindi a quel punto ho abbandonato il progetto”.

All’epoca Vaughn aveva diretto un solo lungometraggio, Layer Cake, ed era molto entusiasta di ricevere un’offerta da studios così importanti, prima di rendersi conto che non avrebbe avuto molto controllo sul film. “Ero preoccupato di provare a mettermi nei panni di Bryan Singer, ed è stato un sogno diventato realtà. Ho realizzato lo storyboard del film. La fine del film non era il film che avrei realizzato. La sequenza del Golden Gate era l’inizio dell’atto Due, e avevamo questa folle sequenza d’azione per Washington… ma ero ingenuo.”

Matthew Vaughn ha aggiunto che gli è stato fatto il discorso “Non lavorerai mai più in questa città” dopo aver abbandonato X-Men 3, e “in un certo senso ci credeva” allora. “L’uomo che ha detto che non avrebbe mai più lavorato in questa città, ha guardato Kick-Ass e mi ha richiamato e mi ha detto: ‘Sai una cosa, non intendevo dire questo quando l’ho detto’.”

Hulk: il film da solista è finalmente in sviluppo presso i Marvel Studios?

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Nonostante sia stato un punto fermo del Marvel Cinematic Universe nel corso degli anni, le questioni relative ai diritti che circondano Bruce Banner/The Hulk hanno sempre reso altamente improbabile la prospettiva di un altro film da solista su HULK. HULK del 2003 e L’incredibile Hulk del 2008 sono stati distribuiti dalla Universal Pictures, che è riuscita a mantenere i diritti sul personaggio dopo l’acquisizione della Marvel da parte della Disney.

Ciò significava che se Kevin Feige e co. avessero voluto sviluppare un nuovo film di Hulk, questa pellicola sarebbe dovuta essere lanciata da Universal. Tuttavia, all’inizio di quest’anno, un report ha rivelato che i Marvel Studios potrebbero aver riacquistato tutti i diritti sul gigante verde, e una nuova voce ora ha rivelato che un film di Hulk sia addirittura in lavorazione. Potrebbe essere questo il film di World War Hulk di cui abbiamo sentito parlare un paio di anni fa?

Mark Ruffalo ha già espresso interesse nell’esplorare questa storia sullo schermo e World War Hulk sarebbe un evento epico da cui attingere. Naturalmente, è altamente improbabile che questo progetto sia un adattamento diretto del fumetto, ma la premessa di base – un Hulk infuriato in cerca di vendetta sugli eroi più potenti della Terra – ha molto potenziale.

Hulk/Banner è apparso nella scena post-crediti di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli e ha avuto un ruolo significativo anche in She-Hulk: Attorney At Law. Nel finale di stagione della serie Disney+, Hulk è apparso con suo figlio, Skaar, il che potrebbe dare più credito alle voci sulla World War Hulk.

Probabilmente non arriverà un annuncio ufficiale relativo a qualsiasi potenziale progetto solista di Hulk nell’immediato, ma con la maggior parte degli attori titolari e Avengers originali che abbandonando i rispettivi ruoli, sembra probabile che i Marvel Studios abbiano grandi piani in atto per Mark Ruffalo che affronta l’iconico eroe mentre ci dirigiamo verso Avengers: The Kang Dynasty e Secret Wars. Qualunque cosa lo studio possa avere in serbo per il Golia Verde, molti fan sperano di vedere Banner lasciarsi alle spalle “Smart Hulk” e liberare il mostro.

Lisa Frankenstein: rivelata l’uscita della commedia horror con Cole Sprouse e Kathryn Newton

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Focus Features ha finalmente fissato la data di uscita di Lisa Frankenstein, il prossimo film che segnerà il debutto alla regia di Zelda Williams con Cole Sprouse e Kathryn Newton. La commedia horror debutterà nelle sale USA il 9 febbraio 2024.

L’uscita nelle sale attualmente non contrappone il film a un concorrente diretto al botteghino. Tuttavia, debutterà nello stesso mese di altri film di alto profilo come la commedia d’azione di Matthew Vaughn ArgylleImaginary di Blumhouse, Madame Web di Sony Pictures e il film biografico Bob Marley: One Love di Paramount Pictures.

Cosa aspettarsi da Lisa Frankenstein?

Il film parla di un’adolescente incompresa e della sua cotta al liceo, che sembra essere un bel cadavere“, si legge nella sinossi. “Dopo che una serie di circostanze giocosamente orribili lo riportano in vita, i due intraprendono un viaggio “omicida” per trovare l’amore, la felicità… e alcune parti del corpo mancanti lungo la strada”.

Descritta come una “storia d’amore rabbiosa”, Lisa Frankenstein  è diretta da Zelda Williams  e si basa su una sceneggiatura scritta dal premio Oscar Diablo Cody. Oltre a Cole Sprouse e Kathryn Newton nel cast ci sono anche Carla Cugino (The Haunting of Hill House), Liza Soberano (Alone/Together), Joe Chrest (Stranger Things) e Henry Eikenberry (The Crowded Room).

Lisa Frankenstein è prodotto da Cody e Mason Novick, con Jeff Lampert come produttore esecutivo e il vicepresidente di produzione e sviluppo di Focus Features, Michelle Momplaisir come dirigente creativo.

Tutti tranne te: posticipata l’uscita della commedia vietata con Sydney Sweeney

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La data di uscita di Tutti tranne te (Everyone But You) per la prossima commedia R-rated con protagonista Sydney Sweeney è stata leggermente posticipata. A darne notizia è il noto sito americano Deadline che ha riferito che la data di uscita del film è stata posticipata di una settimana.

Tutti tranne te (Everyone But You) uscirà negli USA ora nelle sale venerdì 22 dicembre invece della data di uscita originale di venerdì 15 dicembre.  Il sito rileva che questa nuova data di uscita consente alla commedia romantica di “giocarsi le sue carte durante il fine settimana di quattro giorni di Natale“. In Italia il film uscirà il 25 Gennaio 2024.

Tutti tranne te (Everyone But You) è diretto da Will Gluck e si basa su una storia di Ilana Wolpert. Nel cast Sydney Sweeney, Glen Powell, Alexandra Shipp, GaTa, Hadley Robinson, Michelle Hurd,  Dermot Mulroney, Darren Barnet e Rachel Griffiths.

Il film è stato scritto da Wolpert e Gluck ed è prodotto da Gluck, Joe Roth e Jeff Kirschenbaum. I produttori esecutivi sono Alyssa Altman, Jacqueline Monetta, Catherine Bishop, Natalie Sellers, Charlie Corwin, Sidney Kimmel, Mark O’Connor, Sweeney e Jonathan Davino.

Di cosa parla Everyone But You?

Nella commedia Everyone But You, Bea (Sydney Sweeney) e Ben (Glen Powell) sembrano la coppia perfetta, ma dopo uno straordinario primo appuntamento accade qualcosa che trasforma la loro focosa attrazione in ghiaccio, finché non si ritrovano inaspettatamente ricongiunti insieme per un matrimonio in Australia”, si legge nella sinossi del film. “Quindi fanno quello che farebbero due adulti maturi: fingono di essere una coppia”.

Nightmare Before Christmas: il regista parla di un possibile prequel?

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Il co-regista di Nightmare Before Christmas, Henry Selick, ha un’idea per un seguito del film che scavi nel passato della storia originale ideata e diretta insieme a Tim Burton. Selick, che ha diretto la visione di Tim Burton 30 anni fa, e ha diretto un altro gioiello dello stop-motion come Coraline del 2009, ha detto alla rivista People che crede che un prequel potrebbe essere la strada migliore se mai si dovesse realizzare un altro film. 

Non che Selick abbia molte speranze che Tim Burton abbia voglia di tornare a farlo. Perché? Bene, perché Selick ritiene che Nightmare Before Christmas sia “un film perfetto [che] è uscito nel momento perfetto, solo per diventare qualcosa di molto più grande nel corso degli anni“.

Penso che Tim [Burton], in particolare, pensi, perché scherzare con tutto ciò? Certamente non ha bisogno di guadagnare di più da un sequel. Ha avuto tanti altri successi e finora nessuno ha avuto una grande idea per un seguito. E penso ancora che sia Tim a decidere. Non credo ci sia alcuna idea che possa convincerlo”. Il regista ha continuato a parlare di un potenziale sequel rifiutando l’idea e riflettendo piuttosto sul un potenziale prequel: “Potrebbe esserci una storia più interessante su come Jack è diventato il re di Halloween Town“.

Non è un’idea particolarmente rivoluzionaria, e se Burton è contrario al ritorno a quel mondo come suggerisce Selick, sembra improbabile che possa decollare un’idea prequel. Ma considerata la carriera attuale Tim Burton sembra aver ritrovato un po’ della sua vecchia scintilla ha acconsentito a girare il sequel di un’altra delle sue prime creazioni, Beetlejuice 2, quindi forse questo potrebbe riaccendere il desiderio di tornare ad Halloween Town. Nello stesso articolo, lo stesso Jack Skellington Chris Sarandon afferma che “sarebbe lì tra un minuto” per qualsiasi  idea di un possibile nuovo film.

Tim Burton è tornato a lavorare con la tecnica della stop motion con La sposa cadavere nel 2005 e in Frankenweenie del 2012. Selick ha rivelato che si riunirà con Burton su un progetto diverso. Se fosse il progetto giusto per il quale entrambi nutrivamo una passione, nessun problema. Mi piacerebbe lavorare di nuovo con lui”, dice Selick, che ha avuto Burton come produttore per il suo adattamento di James e la pesca gigante. Nightmare Before Christmas festeggia quest’anno il suo 30° anniversario ed è disponibile su Disney+.

Martin Scorsese: 10 cose che non sai sul regista

Martin Scorsese: 10 cose che non sai sul regista

Il regista Martin Scorsese è tra i più celebri e rispettati autori della storia del cinema, nonché personalità poliedrica e tra i maggiori esperti della settima arte in tutte le sue forme. Dai primi film realizzati negli anni Sessanta, quando contribuì alla rivoluzione della New Hollywood, fino a quelli più recenti, Scorsese continua a dimostrare un talento irraggiungibile, in costante evoluzione, che lo colloca insindacabilmente tra quei grandi maestri che hanno contribuito al prestigio dell’arte da loro adoperata.

Ecco 10 cose che non sai di Martin Scorsese.

Martin Scorsese: la sua filmografia

1. Ha diretto alcuni tra i più celebri film della storia. Il primo film realizzato da Scorsese risale al 1967, ed è Chi sa bussando alla mia porta. Negli anni successivi si affermerà poi grazie a pellicole come America 1929 – Sterminateli senza pietà (1972), Mean Streets (1973), Alice non abita più qui (1974), Taxi Driver (1976), con Robert De Niro, New York, New York (1977), Toro Scatenato (1980), Re per una notte (1983), Fuori orario (1985), Il colore dei soldi (1986), L’ultima tentazione di Cristo (1988), con Willem Dafoe, Quei bravi ragazzi (1990), con Joe Pesci, Cape Fear (1991), L’età dell’innocenza (1993), con Daniel Day-Lewis, Casinò (1995), Al di là della vita (1999), Gangs of New York (2002), The Aviator (2004), con Leonardo DiCaprio, The Departed (2006), con Jack Nicholson, Shutter Island (2010), Hugo Cabret (2011), The Wolf of Wall Street (2013), Silence (2016), con Andrew Garfield, e The Irishman (2019), con Al Pacino. Nel 2023 porta al cinema Killers of the Flower Moon.

2. È un affermato produttore. Da sempre all’attività di regista Scorsese lega quella di produttore esecutivo, ricoprendo tale ruolo spesso per piccoli film indipendenti. Oltre ad aver prodotto molti dei suoi film, egli ha infatti sostenuto titoli come Cose nostre – Malavita (2013), Bleed (2016), Free Fire (2016), Before the Flood (2016), A Ciambra (2017), Edison – L’uomo che illuminò il mondo (2017), con Benedict Cumberbatch, Lazzaro felice (2018), The Souvenir (2019), Diamanti grezzi (2019), con Adam SandlerShirley (2020), Pieces of a Woman (2020), Il collezionista di carte (2021), Maestro (2023) e Pet Shop Days (2023). È stato inoltre produttore esecutivo delle serie Boardwalk Empire: L’impero del crimine (2010-2014) e Vinyl (2016).

3. È stato anche attore. Scorsese è uno dei quei registi a cui piace fare dei cameo nei propri film. Tra i più celebri vi sono quelli in Taxi Driver, Fuori orario, L’età dell’innocenza, Gangs of New York e Hugo Cabret. Ma nel corso degli anni non ha mancato di interpretare veri e propri ruoli in film come Il pap’occhio (1980), Round Midnight (1986), Sogni (1990), dove ricopre dà corpo a Vincent Van Gogh, Quiz Show (1994), di Robert Redford, Cerca e distruggi (1995) e La dea del successo (1999).

Martin Scorsese dirige Taxi Driver

4. Ha avuto un duro scontro con i produttori. Taxi Driver è il film che ha reso celebre Scorsese a livello mondiale. Eppure non tutti erano pronti a credere in tale progetto, e tra questi vi erano i dirigenti della Columbia Pictures. Al regista furono infatti imposti una serie di tagli, per eliminare alcune scene giudicate troppo violente. Secondo alcune leggende, Scorsese minacciò di uccidersi se lo avessero costretto a rimontare il film, mentre un altra versione prevede che si presentò dai produttori con una pistola, intimandoli di non ritoccare il film. Quale che sia la verità, alla fine le due parti raggiunsero un accordo comune.

5. Non era previsto il suo ruolo nel film. All’interno del film Scorsese compie un iconico cameo, dando vita ad un controverso passeggero del taxi guidato dal protagonista. Questi, in particolare, racconta i propri desideri di vendetta sulla moglie, la quale lo tradiva. Originariamente però, il ruolo avrebbe dovuto essere ricoperto da un attore professionista, ma poiché questi si infortunò dovette rinunciare. Scorsese ricevette allora da De Niro consigli di recitazione su come affrontare la parte.

Martin Scorse dirige Casinò

6. Ha inserito un preciso “easter egg” nel film. Casinò si presenta come un adattamento di una storia vera, dove non si menziona mai il vero casinò coinvolto nelle vicende, ovvero lo Stardust. Martin Scorsese, tuttavia, vi fa comunque riferimento attraverso la colonna sonora, in cui la canzone “Stardust” si può ascoltare per ben tre volte diverse. Una versione strumentale viene suonata durante il matrimonio di Ace e Ginger, e una versione vocale si sente durante la scena in cui Remo chiede a Marino se Nicky e Ginger stanno facendo sesso. Infine, il brano si può ascoltare durante la fine dei titoli di coda.

Martin Scorsese e il suo nuovo film: Killers of the Flower Moon

7. Ha desiderato a lungo realizzare questo film. Il nuovo film di Scorsese, Killers of the Flower Moon, racconta dell’indagine svolta un’ondata di omicidi di ricchi nativi all’inizio degli anni ’20 nella contea di Osage, in Oklahoma. Gli omicidi sono avvenuti dopo che grandi giacimenti petroliferi furono scoperti sotto la terra del popolo Osage e per i quali furono concessi in tribunale i diritti sui profitti. Tutto ciò viene raccontato nell’omonimo libro di David Grann, dopo aver letto il quale Scorsese ha subito deisderato trarne un film. Per farlo, il regista ha trascorso diverso tempo a contatto con la comunità Osage affinché gli concedessero la loro benedizione e lo aiutassero a realizzare il film.

Martin Scorsese e Leonardo DiCaprio

8. Ha stretto un sodalizio artistico con il noto attore. In occasione del casting per Gangs of New York, Scorsese conosce Leonardo DiCaprio, con il quale intraprende da quel momento un fortunato sodalizio artistico. I due si sono poi riuniti per lavorare insieme a The Aviator,The Departed, Shutter Island e The Wolf of Wall Street e per il cortometraggio The Audition. Nel 2023 tornano infine a lavorare insieme per Killers of the Flower Moon. Per i film di Scorsese, DiCaprio è stato candidato all’Oscar in due occasioni e l’attore ha sempre dichiarato di aver raggiunto una sintonia tale con Scorsese per cui si capiscono al minimo accenno.

Martin Scorsese e le sue origini italiane

9. Ha dedicato un documentario alle proprie origini. Il cognome originario della famiglia del regista era “Scozzese”, poi modificato in “Scorsese” per un errore di trascrizione in alcuni documenti. Figlio di Luciano Charles Scorsese e di Catherine Cappa, il regista ha, come si intuisce, delle origini italiane. I suoi nonni, sia paterni che materni, erano immigrati italiani originari rispettivamente di Polizzi Generosa e di Ciminna (entrambi comuni della provincia di Palermo), giunti negli Stati Uniti agli inizi del XX secolo. A queste sue origini e alla vita come italoamericani, Scorsese ha dedicato un documentario nel 1974 dal titolo, appunto, Italoamericani.

Martin Scorsese: chi è la sua coniuge

10. È sposato con una produttrice. Nel corso della sua vita, Scorsese si è sposato cinque volte e tra le sue mogli vi è anche l’attrice italiana Isabella Rossellini, a cui il regista è stato legato dal 1979 al 1982. Dal 1999, invece, è sposato con la produttrice Helen Morris da cui ha avuto, nello stesso anno, la figlia Francesca. Ad ogni modo, Scorsese mantiene un certo riserbo sulla propria vita privata, anche se grazie all’account Instagram della figlia si possono ogni tanto vedere alcuni momenti della loro vita quotidiana tra le mura domestiche.

Fonte: IMDb

Verna: chi è il personaggio de La caduta della casa degli Usher?

Verna: chi è il personaggio de La caduta della casa degli Usher?

Di tutte le domande che emergono durante la visione di La caduta della casa degli Usher (qui la recensione), la nuova miniserie Netflix di Mike Flanagan, poche sono pressanti e snervanti come quella riguardo l’identità di Verna. Interpretato da Carla Gugino, una delle attrici ricorrenti nelle opere di Flanagan, il personaggio appare nel primissimo episodio dello show, sia assistendo da lontano al funerale dei bambini Usher, sia presentandosi ai giovani Madeline (Willa Fitzgerald) e Roderick Usher (Zack Gilford) come un’amica. È chiaro fin dall’inizio che la sua presenza rappresenta qualcosa di inquietante per la famiglia titolare, ma la serie costruisce un grande mistero su chi sia e cosa stia cercando esattamente.

Chi è Verna e qual è il suo ruolo?

La caduta della casa degli Ushern Verna Carla Gugino

Diventa ben presto chiaro che Verna è in cerca della vita degli eredi di Roderick Usher (Bruce Greenwood). Poiché sappiamo dal titolo e dai trailer che La caduta della casa Usher vede la scomparsa di tutti i membri della potente famiglia dietro l’impero farmaceutico, non è difficile immaginare che Verna abbia un ruolo centrale nelle morti. che verranno. Ma resta la domanda sul perché reclami tali vite. La sua è una vendetta contro Roderick Usher? È una sorta di entità soprannaturale? La morte dei bambini Usher ha qualcosa a che fare con ciò che disse a Madeline e Roderick in quella fatidica notte tra il 1979 e il 1980?

A tutte queste domande viene fornita una risposta alla fine di La caduta della casa degli Usher, anche se non tutte le risposte fugano ogni dubbio. Verna sembra avere una particolare preferenza per le persone crudeli e potenti, ma scopriamo non essere in cerca di vendetta e anche se diventa chiaro dagli episodi finali della serie che Verna è ben lontana dall’essere un’umana, la serie non ci dice mai in modo preciso cosa sia. Lei è il Corvo, ovviamente, un riferimento alla poesia più famosa di Edgar Allan Poe: può trasformarsi in un corvo, e il suo nome è un anagramma della parola corvo (raven, in inglese). Ma, nel mondo de La caduta della casa Usher, cos’è questa entità conosciuta come il corvo? È qui che iniziamo ad addentrarci in un territorio nebuloso.

Verna stringe un accordo con Roderick e Madeline in La caduta della casa Usher

Carla Gugino Verna La caduta della casa degli Usher

Verna incontra per la prima volta Roderick e Madeline Usher quando stanno cercando un posto dove nascondersi e costruirsi un alibi dopo aver ucciso il loro allora capo, Rufus Griswold (Michael Trucco), negli ultimi spasmi del 1979. Fuggendo dal parti aziendale di capodanno organizzato da Fortunato, i fratelli entrano in un bar in cui Verna lavora come barista. Non sanno che il bar non è nemmeno un luogo reale, ma si è creato proprio per accoglierli, e che usciranno dalle sue porte con la vita completamente cambiata.

Dopo che l’orologio segna le 12, gli altri avventori del bar lasciano la scena e Verna lascia il suo posto dietro il bancone per un’interessante e inquietante conversazione con gli Usher. Affascinata dalla loro ambizione e dalla loro mancanza di scrupoli, chiede loro cosa farebbero per realizzare la vita che credono sia loro per diritto di nascita. Mentre dichiarano di non avere limiti di sorta, la conversazione prende una piega particolarmente bizzarra. Verna rivela loro che sa che hanno appena ucciso qualcuno e promette loro una vita priva di ripercussioni da questo o da qualsiasi altro crimine che potrebbero commettere in futuro.

Offre dunque loro anche tutto ciò che hanno sempre desiderato, tutto il denaro e tutto il potere che è stato loro negato quando il padre, ex amministratore delegato di Fortunato, si è rifiutato di riconoscerli come suoi figli. Ma c’è un però. L’offerta di Verna sarà valida finché Madeline e Roderick saranno disposti a sacrificare qualcosa come garanzia. E ciò che vuole non è negoziabile: quando moriranno, la loro stirpe dovrà morire con loro e dunque non aavranno eredi per portare avanti la loro eredità. Madeline è un po’ sorpresa e, infatti, dopo aver lasciato il bar, si procura una spirale per assicurarsi di non avere figli.

Roderick, al contrario, non batte ciglio prima di accettare le condizioni di Verna, nonostante abbia già due figli. La sua logica è che una vita breve e piena di lusso è migliore di una lunga vissuta negli stenti. Pertanto, non batte ciglio prima di generare altri quattro figli oltre a Frederick (Henry Thomas) e Tamerlano (Samantha Sloyan). È difficile sapere quanto Roderick abbia effettivamente preso a cuore le parole di Verna. Lui stesso dice a Madeline (Mary McDonnell) che non sa in cosa credere dopo che lasciano il bar e si voltano per non vedere altro che un edificio vuoto ricoperto di compensato e adornato con i graffiti di un corvo.

Verna, tuttavia, intendeva davvero quello che ha detto, e poiché a Roderick viene diagnosticata la demenza vascolare e gli vengono concessi solo pochi anni di vita nell’episodio 2, l’entità arriva realmente a raccogliere quanto pattuito. Questo è il motivo per cui Verna è presente nell’avvenire della morte di tutti i figli Usher (e dell’unico nipote), strappandoli personalmente uno per uno alla vita: non ha infatti fatto altro che mantenere la propria parola e reclamare la sua parte dell’accordo.

Verna è il Corvo, ma cosa significa esattamente?

Verna La caduta della casa degli Usher

C’è una parola che abbiamo usato nel paragrafo precedente che è della massima importanza quando parliamo di Verna: raccogliere. Come un corvo, Verna ama collezionare oggetti, più specificamente oggetti luccicanti, non nel senso che emettano letteralmente una luminosità naturale, ma in quanto preziosi per le persone che li possiedono. Quindi, Verna colleziona vite, le vite delle persone care che stipulano un contratto con lei. Raccoglie anche oggetti importanti dalle persone che uccide, come evidenziato dalla scena finale di La caduta della casa degli Usher, in cui Verna decora le tombe degli Usher con alcune delle loro cose più preziose, dagli zaffiri di Madeline alla maglia del cuore di Victorine (T ‘Nia Miller).

Verna, però, non è un corvo qualsiasi, è il Corvo, il minaccioso uccello di sventura e oscurità che, come già detto, dà il nome alla poesia di Poe. Ma ciò cosa comporta? Innanzitutto, Verna è un’entità immortale. Se non la Morte stessa, come dice Madeline, è almeno qualcuno che ha il controllo completo sulla morte. Ciò è dimostrato dalle fotografie che mostrano Verna fianco a fianco con persone potenti già all’inizio del XX secolo e dal fatto che non può essere uccisa: sia Madeline che Arthur Pym (Mark Hamill) cercano di eliminare Verna in modi diversi senza mai riuscirci.

La propensione di Verna a frequentare persone ricche e potenti può anche essere attribuita alla sua natura corvida. Dopotutto, a causa del loro amore per tutte le cose luccicanti, si ritiene che anche i corvi abbiano una predilezione per gli oggetti che gli umani considerano preziosi. Non c’è quindi da stupirsi che Verna cerchi di allargare la sua collezione di anime andando dove ci sono i soldi. Ma per Verna non è solo questione di ricchezza. Le piace anche la giustizia poetica. Ancora e ancora, chiarisce ai bambini Usher che non devono morire di una morte orribile. Se fossero persone migliori, sarebbero potuti morire tutti tranquilli nei loro letti. Cerca dunque di dare una via d’uscita a Prospero e confessa persino di aver esagerato un po’ con la morte di Federico a causa della sua straordinaria crudeltà verso sua moglie.

La più grande prova del tipo di giustizia di Verna, tuttavia, è la sua cura per Lenore (Kyliegh Curran), un’adolescente onesta e amorevole a cui viene effettivamente permesso di andarsene all’istante, senza un briciolo di dolore. E, alla fine, quando arriva il momento di rimettere a posto gli oggetti che ha raccolto, Verna non ha nulla per la tomba di Lenore, offrendole invece un dono sotto forma di una delle sue piume legata a una rosa bianca. Questo è anche un riferimento a Il corvo” di Poe, poiché, nella poesia, l’uccello minaccioso appare dopo la morte di una “fanciulla santa che gli angeli chiamano Lenore” e il narratore chiede all’uccello di “non lasciare alcuna piuma nera come un gettone“. Verna, però, non dà ascolto a questa richiesta.

Gen V: nuovo trailer anticipa quello che sta per accadere nei prossimi episodi

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È stato rivelato un nuovissimo trailer di Gen V (recensione) per l’ultimo spin-off di The Boys di Amazon Studios che anticipa cosa aspettarsi negli episodi rimanenti. Il nuovo contributo arriva a due settimane dal debutto della serie di supereroi ambientata al college sulla piattaforma Prime Video.

Il video promette momenti più caotici per il cast principale della Gen V, mentre si avvicinano alla scoperta della verità sulla misteriosa struttura nascosta della Godolkin University chiamata The Woods. I primi cinque episodi sono ora disponibili per lo streaming su Prime Video. Nuovi episodi escono ogni venerdì.

Tutto quello che c’è da sapere su Gen V

Ambientato nel mondo diabolico di The Boys, Gen V espande l’universo della Godolkin University, il prestigioso college per soli supereroi dove gli studenti si esercitano per diventare una nuova generazione di eroi, preferibilmente con sponsorizzazioni lucrative. Non tutti, però, scelgono la strada della corruzione. Oltre al classico caos universitario, oltre alla ricerca della propria identità e alle feste, questi ragazzi si troveranno ad affrontare situazioni letteralmente esplosive. Mentre si contendono popolarità e buoni voti, è chiaro che la posta in gioco è molto più alta quando sono coinvolti dei super poteri. Quando il gruppo di giovani dai poteri soprannaturali scopre che qualcosa di più grande e sinistro sta succedendo a scuola, saranno messi alla prova: sceglieranno di diventare gli eroi o i cattivi delle loro storie?

Il cast della serie include Jaz Sinclair, Chance Perdomo, Lizze Broadway, Shelley Conn, Maddie Phillips, London Thor, Derek Luh, Asa Germann, Patrick Schwarzenegger, Sean Patrick Thomas e Marco Pigossi. In Gen V vedremo anche Clancy Brown e Jason Ritter nel ruolo di guest star, oltre alla partecipazione straordinaria di Jessie T. Usher, Colby Minifie, Claudia Doumit e P.J. Byrne negli stessi ruoli che interpretano in The Boys.

Michele Fazekas e Tara Butters sono showrunner ed executive producer della serie. Eric Kripke, Seth Rogen, Evan Goldberg, James Weaver, Neal H. Moritz, Ori Marmur, Pavun Shetty, Ken Levin, Jason Netter, Garth Ennis, Darick Robertson, Craig Rosenberg, Nelson Cragg, Zak Schwartz, Erica Rosbe e Michaela Starr sono executive producer anche dello spinoff della serie. Nel ruolo di co-executive producer troviamo Brant Englestein, Sarah Carbiener, Lisa Kussner, Gabriel Garcia, Aisha Porter-Christie, Judalina Neira e Loreli Alanís. La serie è prodotta da Sony Pictures Television e Amazon Studios, in collaborazione con Kripke Enterprises, Point Grey Pictures e Original Film.

Ahsoka: Hayden Christensen ringrazia i fan di Star Wars

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Ahsoka: Hayden Christensen ringrazia i fan di Star Wars

Più di una settimana dopo che Star Wars: Ahsoka (recensione) ha concluso la sua prima stagione di 8 episodi, Lucasfilm ha pubblicato un nuovissimo video per l’ultima serie di Star Wars. Nella clip, Hayden Christensen ricorda quanto fosse elettrizzato quando ha ricevuto la chiamata per entrare a far parte della serie con protagonista Rosario Dawson. Hayden Christensen ha anche ringraziato i fan per l’enorme supporto e feedback che gli hanno dato da quando è tornato nel franchise di fantascienza.

È stato davvero notevole il sostegno che ho sentito da parte dei fan“, ha detto. “È stato semplicemente fantastico, voglio dire, è difficile per me definirlo davvero a parole. Significa molto, ed è il motivo per cui sono tornato in Star Wars e ho fatto di più con questo personaggio, ed è stata davvero una cosa speciale”. Guarda il video di Ahsoka qui sotto:

 

 

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Tutto quello che sappiamo su Ahsoka

Ambientata dopo la caduta dell’Impero, Star Wars: Ahsoka segue l’ex cavaliere Jedi Ahsoka Tano mentre indaga su una minaccia nascente in una galassia ormai vulnerabile.Oltre a Rosario Dawson nei panni della protagonista, Ahsoka è interpretata da Natasha Liu Bordizzo nel ruolo di Sabine Wren e Mary Elizabeth Winstead in quello di Hera Syndulla, Ray Stevenson nei panni di Baylan Skoll, Ivanna Sakhno in quelli Shin Hati; Diana Lee Inosanto è Morgan Elsbeth, David Tennant interpreta Huyang, Lars Mikkelsen è il Grand’ammiraglio Thrawn ed Eman Esfandi interpreta Ezra Bridger.

Ahsoka è la prossima serie Disney+ che ha come protagonista Rosario Dawson nei panni di Ahsoka, un Jedi in esilio che un tempo era l’apprendista di Anakin prima che lui si rivolgesse al lato oscuro e diventasse Darth Vader. La serie sarà presentata in anteprima ad agosto, ha confermato la Disney durante l’evento.

Kathleen Kennedy e Jon Favreau hanno elogiato lo showrunner di Ahsoka Dave Filoni, che è stato raggiunto sul palco da Dawson e Natasha Liu Bordizzo, che interpreta Sabin Wren, un guerriero mandaloriano, rivoluzionario e artista di graffiti che è apparso per la prima volta in Star Wars Rebels. A sorprendere anche i fan del Regno Unito è stata Mary Elizabeth Winstead, che ha rivelato che interpreterà Hera Syndulla di Rebels.

Scott Pilgrim Takes Off: trailer della serie animata in arrivo su Netflix

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Dopo Invincible, tocca ad un’altra serie animata diffondere il trailer, ovvero Scott Pilgrim Takes Off, l’annunciata serie originale Netflix animata basata sul film di Edgar Wright. La nuova serie Netflix segue la commedia d’azione romantica di Edgar Wright del 2010 Scott Pilgrim Vs The World, basata sulla serie di graphic novel di Bryan Lee O’Malley. La serie debutterà il 19 Novembre su Netflix.

https://youtu.be/dLvRvqByxUI

Basato sulla serie di graphic novel Scott Pilgrim di Bryan Lee O’Malley, Scott Pilgrim Takes Off è prodotto e scritto da O’Malley e Grabinski, che saranno anche showrunner. La pluripremiata casa di animazione Science SARU funge da studio di animazione per l’anime. I produttori esecutivi sono Eunyoung Choi, Edgar Wright, Marc Platt, Jared LeBoff, Adam Siegel, Michael Bacall e Nira Park.

I personaggi animati di Scott Pilgrim Takes Off sono doppiati quasi interamente dagli attori del film del 2010. Questo include Mary Elizabeth Winstead come Ramona, Kieran Culkin come Wallace Wells, Chris Evans come Lucas Lee, Jason Schwartzmen come Gideon Graves, Satya Bhabha come Matthew Patel, Brie Larson come Natalie V. “Envy” Adams, Aubrey Plaza come Julie Powers, Ellen Wong nei panni di Knives Chau e Anna Kendrick nei panni di Stacey Pilgrim.

Invincible 2: trailer della nuova stagione in arrivo su Prime Video

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Dopo aver pubblicato ieri un poster per la seconda stagione, Prime Video ha rilasciato un nuovo trailer della seconda stagione di Invincible per il ritorno dell’adattamento della serie di supereroi. La nuova stagione sarà presentata in anteprima venerdì 3 novembre su Prime Video. Dai un’occhiata al nuovo trailer di Invincible Stagione 2 su YouTube. 

Basato sulla  serie di fumetti di Robert Kirkman , Cory Walker e Ryan Ottley, Invincible è descritta come una serie ricca di suspense, azione ed emozioniL’adattamento presenta le voci originali di Steven Yeun, Sandra Oh, JK SimmonsGillian Jacobs, Andrew Rannells, Walton Goggins, Zazie Beetz, Mark Hamill, Chris Diamantopoulos e altri. 

Cosa è successo nella prima stagione di Invincible?

La prima stagione di Invincible è incentrata su Mark Grayson, un ragazzo di 17 anni che inizia a sviluppare superpoteri come la super forza, il volo e la super velocità. Inizia quindi ad allenarsi per usare le sue abilità sotto la guida di suo padre, Nolan Grayson, che è uno dei supereroi più potenti della Terra, Omni-Man.

Su cosa si basa Invincible?

Basato sulla serie di fumetti di Robert Kirkman , Cory Walker e Ryan Ottley, Invincible è descritta come una serie ricca di suspense, azione ed emozioni. L’adattamento presenta nella versione originale le voci di Steven Yeun, Sandra Oh, JK SimmonsGillian Jacobs, Andrew Rannells, Walton Goggins, Zazie Beetz, Mark Hamill, Chris Diamantopoulos e altri.

La prima stagione di Invincible è incentrata su Mark Grayson, un ragazzo di 17 anni che inizia a sviluppare superpoteri come la super forza, il volo e la super velocità. Inizia quindi ad allenarsi per usare le sue abilità sotto la guida di suo padre, Nolan Grayson, che è uno dei supereroi più potenti della Terra, Omni-Man.

Carla Gugino: 10 cose che non sai sull’attrice

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Carla Gugino: 10 cose che non sai sull’attrice

Carla Gugino è una di quelle attrici che ha fatto compagnia a tanti spettatori per molti anni, interpretando molti ruoli e passando per diversi generi. L’attrice ha costruito una carriera solida e concreta lavorando duramente e sapendo scegliere ruoli che la valorizzassero, con l’opportunità di mostrare tutto il suo talento.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Carla Gugino.

Carla Gugino: i suoi film

1. Carla Gugino: i film e la carriera. La carriera dell’attrice americana è iniziata nel 1988, quando ha debuttato in alcune serie tv come Casalingo Superpiù e Good Morning, Miss Bliss. In seguito appare nel film In campeggio a Beverly Hills (1989), Voglia di ricominciare (1993), Omicidio in diretta (1998) e Spy Kids (2001). La sua carriera continua, lavorando in Sin City (2005), Una notte al museo (2006), American Gangster (2007), Watchmen (2009), Sucker Punch (2011) e I pinguini di Mr. Popper (2011). Tra i suoi ultimi lavori vi sono Capodanno a New York (2011), San Andreas (2015), Lo spazio che ci unisce (2016), Il gioco di Gerald (2017) e Gunpowder Milkshake (2021). L’attrice ha lavorato anche in molte serie tv, come Spin City (1996-1998), Chicago Hope (1999-2000), Entourage (2007-2010), Californication (2011), New Girl (2012), Wayward Pines (2015-2016), The Haunting of Hill House (2018), Jett – Professione ladra (2019), Manhunt: Deadly Games (2020) e La caduta della casa degli Usher (2023).

2. Non solo attrice, ma anche doppiatrice e produttrice. Nel corso della sua carriera, Carla Gugino ha avuto modo di sperimentare diversi ambiti del cinema. L’attrice, infatti, ha vestito i panni della doppiatrice, prestando la propria voce per i film Quattro zampe a San Francisco (1996), L’uomo d’acciaio (2013), Bling (2016), Batman v Superman: Dawn of Justice (2016), Robot Chicken (2018) e . In quanto produttrice, la Gugino ha lavorato alla realizzazione del film Judas Kiss (1998), del corto Tell-Tale (2010) e della serie Jett (2019).

Carla Gugino è su Instagram

3. Ha un profilo ufficiale Instagram. Anche l’attrice ha deciso di aprire un proprio account ufficiale Instagram, seguito da circa 812 mila persone. La sua è una bacheca molto variopinta e piena di foto che la ritraggono protagonista di momenti di svago, lavoro e tanta vita quotidiana. Non mancano però anche post relativi ad eventi o riflessioni su notizie di attualità. Seguendola si potrà dunque rimanere aggiornati su tutte le sue attività.

Carla Gugino San Andreas

Carla Gugino e Sebastian Gutierrez

4. Non si è mai sposata. L’attrice non si è mai sposata e non ne è nemmeno interessata. Ma al di là di cio, è fidanzata da molti anni, più precisamente dal 1996, con Sebastian Gutierrez, un regista, sceneggiatore e produttore, conosciuto per gli script di Gothika, Snakes on a Plane e molti altri film. I due si erano conosciuti diverso tempo prima di iniziare a frequentarsi, tanto da avere un tipo di rapporto solo professionale. Con il passare del tempo, però questo rapporto si è evoluto tanto da diventare una relazione seria.

Carla Gugino in Always di Bon Jovi

5. Ha recitato nel videoclip della celebre canzone. Non c’è dubbio che Always, cantata dalla band Bon Jovi, sia una delle canzoni d’amore più belle e conosciute di sempre. Particolarmente noto è anche il videoclip di accompagnamento realizzato per il brano, all’interno del quale compaiono diversi attori tra cui la stessa Gugino. All’epoca questo fu uno dei primi lavori come attrice per lei, e di certo il successo del videoclip, che conta ad oggi oltre 755 milioni di visualizzazioni, l’ha aiutata ad ottenere una buona notorietà.

Carla Gugino in Watchmen

6. Ha interpretato un personaggio più vecchio di lei. In Watchmen, l’attrice ha interpretato la madre di Malin Akerman, un personaggio più vecchio di lei di ventisette anni (lei ne aveva 37 durante le riprese, e nel ruolo 64). Inoltre, tra lei e l’attrice che interpretava la figlia c’erano solo sette anni di differenza. Il personaggio, in realtà, compare sia in versione anziana che più giovane e più vicina all’età dell’attrice. Per le scene da anziana le è dunque stato applicato del trucco prostetico sul volto e sulle mani.

7. Ha adorato lavorare con Zack Snyder. Stando a quanto dichiarato dalla stessa attrice, Zack Snyderè incredibilmente concentrato ed ha una visione incredibile della storia, cosa che porta una combinazione davvero portentosa, come quella di un bambino di un negozio di dolciumi, così felice di tutto”. Per l’attrice, dunque, lavorare al film è stata una continua sorpresa e un piacere.

Carla Gugino Watchmen

Carla Gugino in Midnight Mass

8. Ha recitato in un episodio della serie. Nel primo episodio della serie horror di Netflix Midnight Mass, storia di una piccola comunità su un’isola remota le cui divergenze sono amplificate dal ritorno di un giovane caduto in disgrazia e dall’arrivo di un carismatico prete, la Gugino ha interpretato un piccolo ruolo nel primo episodio, intitolato Libro I: Genesi. Qui l’attrice compare infatti nei panni di un giudice.

Carla Gugino in San Andreas

9. Ha fatto la maggior parte delle acrobazie. In questo film, l’attrice ha sempre accettato di fare tutte le acrobazie del caso, cercando di ricorrere il meno possibile a stuntwoman. E deve essere stata talmente brava e coraggiosa che “il coordinatore degli stunt mi è venuto incontro alla fine del film – e loro fanno un sacco di film enormi – e ha detto: “Non ho mai lavorato con un’attrice che ha detto sì a così tante acrobazie”.

Carla Gugino: età e altezza

10. Carla Gugino è nata il 29 agosto del 1971 a Sarasota, in Florida. La sua altezza complessiva corrisponde a 165 centimetri.

Fonti: IMDb, denofgeek, indielondon, The Famous People

Miguel Bernardeau: la star di Elite parla del nuovo Zorro

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Miguel Bernardeau: la star di Elite parla del nuovo Zorro

La star spagnola Miguel Bernardeau che sarà presto protagonista della nuova serie tv su Zorro e in perito al personaggio ha rivelato che è riuscito ad identificarsi con “Zorro”. Deve crescere molto velocemente. Deve decidere chi vuole essere e lo deve fare quando è ancora molto giovane. Questo è successo anche a me“, racconta a  Variety  a Cannes prima della première di mercato del suo nuovo spettacolo. 

Dopo il successo di “Elite”, Miguel Bernardeau è diventato un volto familiare per molti mercati. Ma non ci pensa quando sceglie i suoi ruoli.  “Mi piacerebbe che fosse così semplice. Inoltre, non ho “sceltoquesto ruolo: ho fatto il provino  sette  volte. Prima del primo ho saputo che mio nonno era malato e poi è andata davvero male. Ma avevo già questo fuoco dentro di me, quindi ho continuato a tornare.”

Il pilot d’apertura del Mipcom Zorro” è prodotto da Secuoya Studios con sede a Los Angeles e Madrid e diretto da Javier Quintas. Come riportato da  Variety , Prime Video ha acquisito i diritti per Stati Uniti, America Latina, Spagna, Andorra e Portogallo. Mediawan Rights si occupa della distribuzione internazionale.

Zorro Serie Tv 2024

Ma nonostante il suo pedigree, Miguel Bernardeau si è comunque preso il suo tempo prima di impegnarsi nello spettacolo.  È stata una decisione difficile e una lunga ripresa. All’inizio pensavo che Zorro fosse un personaggio iconico, ma ho deciso di lasciarlo alle spalle. Se volevo farlo, volevo divertirmi. E non puoi divertirti se ti chiedi costantemente se stai copiando qualcun altro”, aggiunge.  Lo vedevo semplicemente come il personaggio che volevo interpretare. Qualcuno che il mio io più giovane ammirerebbe sicuramente. “

Nel nuovo Zorro ambientato nel 1834, Diego de la Vega ritorna a Los Angeles dopo l’omicidio di suo padre. Quella notte morì anche un assassino mascherato di nome Zorro. Ma si ritiene che il suo spirito continui a vivere, in attesa di un successore. 

Mi piacciono questi primi episodi. Mostrano come sta diventando un uomo, scoprendo tutti questi segreti del passato. Sta pensando alle sue origini, ma anche a chi potrà diventare, cosa che capisco”, osserva, ammettendo che le estenuanti riprese hanno avuto presto il loro prezzo.  Era difficile. In realtà ho scoperto che le sequenze d’azione non sono così giocose. Ha smesso di essere divertente intorno al quinto mese”, scherza. Tuttavia, la versione “frenetica” di “Zorro” era qualcosa che gli dava gioia.

Voglio scegliere progetti che mi rendano felice. Ci sono così tanti spettacoli là fuori che fingono di essere qualcosa che non sono. Non questo. Ci sono avventure, azioni e personaggi che apportano tantissimo alla storia, ma ha comunque profondità e momenti molto emozionanti”. Dopo la proiezione, il produttore esecutivo Sergio Pizzolante ha commentato: “Ci siamo posti la domanda: ‘Perché questo personaggio non è mai stato interpretato in spagnolo?’ Nessuno poteva rispondere. È risaputo che se vuoi girare qualcosa con un budget limitato, devi farlo in inglese con un cast americano. Abbiamo deciso di cambiare la situazione.

Oltre a introdurre personaggi femminili forti lungo il percorso, interpretati da Renata Notni e Dalia Xiuhcoatl, che “si collegano a storie di oppressione” dei popoli indigeni. 

È stato doloroso, ma l’ho usato per interpretare questo personaggio. È potente, potente quanto Zorro“, osserva, con Notni che afferma:   Oggi le donne vogliono essere rappresentate. Meritavano di essere rappresentati. Il modo in cui siamo, il modo in cui ci sentiamo: potenziati, stimolanti. In questa versione di ‘Zorro’ ci stiamo allontanando dalla tradizione. Non ci aspettiamo che nessuno ci salvi, non ne abbiamo bisogno”. 

Questa è una nuova versione per la nuova generazione.”  Tuttavia, assumere un’icona è stata una grande responsabilità per tutti i soggetti coinvolti, ammette Pizzolante. Ricordo di aver chiesto alle persone quale fosse la cosa più bella che avessero mai fatto. Direbbero: “Ci siamo”. È una lettera d’amore a tutte le altre versioni, da Douglas Fairbanks a Tyrone Power e Banderas.” Mia moglie è una cantautrice e dico sempre che i cantanti muoiono in rovina: i cantautori lasciano un’eredità. Il nostro compito è creare un’eredità. Non stavamo cercando di fare uno spettacolo spagnolo. Stavamo realizzando uno spettacolo globale in lingua spagnola”.

La caduta della casa degli Usher: il significato dei titoli degli episodi

Dal 12 ottobre disponibile su Netflix, La caduta della casa degli Usher (qui la recensione) è il nuovo incontro tra Mike Flanagan e la piattaforma, che dopo The Haunting of Hill House e The Haunting of Bly Manor, torna a raccontare l’orrore attraverso la lente delle grandi opere letterarie, scomodando questa volte il padre della letteratura gotica: Edgar Allan Poe.

In La caduta della casa degli Usher, lo scrittore americano viene omaggiato in un gioco di rimandi continui, precisi e creativi, aggiornando il suo ottocento letterario al 2023 e costruendo una specie di bignami dei suoi celebri componimenti. Sebbene infatti la serie prenda il titolo dall’omonimo racconto, il lavoro di adattamento di Flanagan ha intessuto la storia di partenza di trame, fili e intrecci che percorrono molti dei racconti, e sebbene alcuni siano delle citazioni riservate ai più profondi conoscitori dell’opera di Poe, altre sono nascoste in bella vista… nei titoli degli episodi! Ogni episodio della serie infatti porta il titolo di un racconto o di un poema e lo adatta all’interno della storia-cornice de La caduta della casa degli Usher.

Una tetra mezzanotte

The Fall of the House of Usher. (L to R) Bruce Greenwood as Roderick Usher, Matt Biedel as Bill-T Wilson in episode 101 of The Fall of the House of Usher. Cr. Eike Schroter/Netflix © 2023

Il primo episodio, quello in cui ci viene presentata la famiglia Usher, comincia in medias res, con i ragazzi Usher già morti e il capostipite, Roderick, pronto a confessare. Sebbene Una tetra mezzanotte non sia il titolo di nessun racconto, è il primo verso della più celebre poesia di Poe: Il corvo.

Siamo all’inizio di una storia che si abbevera costantemente della mitologia dell’autore statunitense, e così la storia comincia con l’incipit di una delle sue opere più famose.

La maschera della morte rossa

Verna La caduta della casa degli Usher
The Fall of the House of Usher. Carla Gugino as Verna in episode 102 of The Fall of the House of Usher. Cr. Eike Schroter/Netflix © 2023

Il secondo episodio invece presenta un adattamento molto più letterale. Come scopriremo man mano che si va avanti con la serie, ogni puntata racconta la morte di uno degli Usher, fino all’inevitabile caduta finale (come anticipa il titolo), e così in questa puntata assistiamo alla caduta di Prospero, uno dei figli bastardi del protagonista.

Il racconto omonimo adattato in questo caso è la storia di un periodo di peste noto come Morte Rossa, durante il quale la classe alta di una città medievale si rinchiude nel palazzo del principe Prospero. Pensando di essere al sicuro dall’infezione, si lanciano in un lussureggiante ballo in maschera. Ma un ospite misterioso, che indossa una maschera da scheletro, invade la festa e ne consegue l’orrore.

Si tratta proprio di quello che succede nell’episodio: Prospero (come il principe) organizza una festa/orgia durante la quale una figura con una maschera da scheletro e un mantello cremisi assiste a un terribile incidente a causa del quale tutti gli invitati muoiono.

I delitti della Rue Morgue

The Fall of the House of Usher. (L to R) Aya Furukawa as Tina, Igby Rigney as Toby in episode 103 of The Fall of the House of Usher. Cr. Eike Schroter/Netflix © 2023

Nel terzo episodio assistiamo alla morte di Camille. Anche lei bastarda di Roderick Usher, è la figlia più brillante, intelligente, la stratega della famiglia, quella che parla con la stampa e che risolve le questioni pubbliche. In I delitti della Rue Morgue, un personaggio di nome Camille trova la sua morte per mano di un orango omicida, esattamente come accade alla fredda e calcolatrice erede Usher.

Questa storia venne utilizzata anche come fonte di ispirazione per The Raven, film del 2012 con John Cusack che racconta la vita di Edgar Allan Poe, proprio come se fosse uno dei suoi racconti polizieschi.

Il gatto nero

The Fall of the House of Usher. (L to R) Henry Thomas as Frederick Usher, Mark Hamill as Arthur Pym in episode 104 of The Fall of the House of Usher. Cr. Eike Schroter/Netflix © 2023

Si tratta di uno dei racconti più celebri di Poe, ripercorre proprio la vicenda di un uomo, un criminale, che viene spinto a denunciarsi da un gatto nero che lo perseguita. Certo, il nostro Leo, l’Usher che trova la morte in questo quarto episodio, si toglie la vita in autonomia, tuttavia la relazione di Leo con il gatto è la stessa della storia dallo stesso titolo, con risvolti gore molto pesanti e momenti di tensione pura, mentre il giovane uomo scivola nella follia e nella paura.

Il cuore rivelatore

The Fall of the House of Usher. (L to R) Samantha Sloyan as Tamerlane Usher, Henry Thomas as Frederick Usher in episode 105 of The Fall of the House of Usher. Cr. Eike Schroter/Netflix © 2023

I battito del cuore della sua vittima fa impazzire un assassino che confessa così il suo stesso delitto, dopo giorni di ossessione che lo portano sull’orlo della follia. Si tratta della trama del racconto di Poe con questo titolo, ed è anche quello che accade a Victorine, ultima dei figli illegittimi di Roderick Usher, che ossessionata dal ticchettio di un cuore di cui in realtà aveva sancito la morte, impazzisce e si toglie la vita.

Lo scarabeo d’oro

The Fall of the House of Usher. Samantha Sloyan as Tamerlane Usher in episode 106 of The Fall of the House of Usher. Cr. Eike Schroter/Netflix © 2023

In questo caso, più che un adattamento da un racconto o da una poesia, si tratta di una citazione, un riferimento che viene utilizzato da Flanagan e dai suoi sceneggiatori per mettere in scena la morte della secondogenita di casa Usher, Tamerlane.

La donna, ossessionata dal lancio di un progetto per dare un nuovo volto all’azienda di famiglia, non dorme per giorni e cade in uno stato confusionale che la porta alla pazzia (complice ovviamente è l’intervento di Verna) e, involontariamente, causa la sua stessa morte. Il nome del progetto è “Goldbug” e The Gold-Bug è proprio il titolo originale del racconto.

Il pozzo e il pendolo

The Fall of the House of Usher. Henry Thomas as Frederick Usher in episode 107 of The Fall of the House of Usher. Cr. Bettina Strauss/Netflix © 2023

Sgradevole e privo di un vero talento, il primogenito di Roderick, Frederick Usher, è forse colui che ha subito maggiormente l’influenza paterna. La sua storia si permea di senso di inadeguatezza, ma non è mai raccontato come una vittima per la quale provare simpatia, perché è anche un terribile carnefice.

Sottopone a terribili torture la moglie, la droga, proprio come fosse la vittima del famoso racconto di Poe che dà il titolo all’episodio. Come nel racconto, la vittima viene drogata, torturata e alla fine scampa al pericolo per un pelo. Tuttavia chi finisce tagliato in due da una lama a forma di pendolo non è lei, ma il suo carnefice, Frederick, appunto. L’ultimo dei figli Usher.

Il corvo

Carla Gugino Verna La caduta della casa degli UsherCome già detto, si tratta del componimento più famoso di Poe. Nella poesia, il nostro narratore è sveglio fino a tardi in una fredda sera d’inverno. Non riesce a dormire perché è addolorato per il suo amore, Lenore, “la fanciulla rara e radiosa che gli angeli chiamarono Lenore”. Un corvo vola in casa dalla sua finestra e lui non riesce a farlo uscire. Il corvo può pronunciare solo una parola, “mai più“, che viene generalmente interpretata come un simbolo che il narratore non supererà mai il suo dolore.

Lenore è la nipote di Usher, figlia di Frederick e unica anima innocente della famiglia, che però non sfuggirà al suo tremendo destino per portare a compimento La caduta della casa degli Usher. Inoltre, attraverso un passaggio di trama intricato, ma estremamente attuale secondo cui una volta morta la ragazzina, si crea per lei una persona virtuale ricavata da tutti i dati dei suoi account social, questa entità virtuale continua a vivere e a mandare messaggi al nonno con scritto “mai più” (sempre con qualche refuso). Un riferimento molto chiaro alla poesia, che si sovrappone all’altro significato che ha il corvo nella storia: l’animale infatti è Verna (leggi qui).

Loki dovrebbe fare più magie nella sua serie Disney+

Loki dovrebbe fare più magie nella sua serie Disney+

Michael Caine conferma il suo addio alla recitazione

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Michael Caine conferma il suo addio alla recitazione

Michael Caine, la leggendaria star del cinema britannico e mondiale, ha confermato il suo ritiro dalla recitazione all’età di 90 anni. Già il mese scorso, Caine aveva lasciato intendere che il suo ruolo in The Great Escaper sarebbe stato probabilmente l’ultimo della sua carriera, ma ora, in una nuova intervista con il programma Today di BBC Radio 4, Caine lo ha reso ufficiale. “Continuo a dire che andrò in pensione. Ebbene, adesso è così. Con The Great Escaper ho avuto l’opportunità di interpretare un ruolo da protagonista e ho ricevuto recensioni incredibili… Cosa potrò fare di meglio?“.

Le uniche parti che potrei ottenere adesso sono uomini di 90 anni, o forse 85, e molto probabilmente non saranno i protagonisti del racconto. Non ci sono uomini di punta a 90 anni, avrai giovani ragazzi e ragazze piuttosto. Quindi ho pensato che potevo anche andarmene avendo avuto quest’ultima occasione“, ha concluso l’attore. Sembra concludersi così una gloriosa carriera nel mondo del cinema, che ha visto l’attore novantenne recitare in oltre 160 film e vincere numerosi premi, tra cui due Oscar (come Miglior attore non protagonista per Hannah e le sue sorelle e Le regole della casa del sidro), un BAFTA, tre Golden Globe e un premio SAG.

La sua carriera è iniziata nel 1950, il che significa che l’attore ha lavorato per oltre 70 anni ed è apparso in film iconici, tra cui, solo per citare i più recenti, I figli degli uomini, la trilogia di Batman di Christopher Nolan, Interstellar e Youth – La giovinezza. Ora, il suo ultimo film lo vedrà calarsi nella vera storia di Bernard “Bernie” Jordan, un veterano della Royal Navy scomparso dalla sua casa di riposo all’età di 89 anni per recarsi in Francia per poter partecipare al 70° anniversario del D-Day. Distribuito da Warner Bros. Pictures UK, il film ha una data d’uscita prevista per il 6 ottobre nel Regno Unito, mentre non si hanno ancora notizie riguardo una data d’uscita nelle sale italiane.

Edgar Allan Poe: quali storie si trovano nella serie La caduta della casa Usher

Tra le numerose collaborazioni di Mike Flanagan con Netflix ci sono miniserie horror adattate dal lavoro di Shirley Jackson (The Haunting of Hill House) e Henry James (The Haunting of Bly Manor). Si tratta sempre di adattamento moderni di classici del canone letterario. Sembra così molto logico, consequenziale quasi, che ora Flanagan e Netflix si siano messi al lavoro su Edgar Allan Poe, che ha avuto una forte influenza sia su James che su Jackson.

La caduta della casa Usher infatti è il titolo di un racconto di Poe e in quella storia, un narratore senza nome viene convocato nella tenuta del suo vecchio amico, Roderick Usher. La casa è occupata da Roderick e sua sorella gemella, Madeline, che vivono entrambi in uno stato di avanzato decadimento mentale e spirituale. La casa stessa, sospetta il narratore, ha in qualche modo assorbito la loro malattia. Ma per quello che riguarda l’adattamento Netflix, questo racconto non è il solo di Edgar Allan Poe a cui si ispira la serie (sulla piattaforma dal 12 ottobre, qui la recensione). Ecco di seguito tutti i riferimenti a Poe che contiene la serie.

La caduta della casa Usher come Succession, ma in versione Spooky

The Fall of the House of Usher. (L to R) Paola Nuñez as Dr. Alessandra Ruiz, T’Nia Miller as Victorine LaFourcade, Kyliegh Curran as Lenore Usher, Crystal Balint as Morella Usher, Henry Thomas as Frederick Usher, Bruce Greenwood as Roderick Usher, Samantha Sloyan as Tamerlane Usher, Matt Biedel as Bill-T Wilson in episode 101 of The Fall of the House of Usher. Cr. Eike Schroter/Netflix © 2023

Gli Usher di Mike Flanagan sono una grande e litigiosa famiglia, gli eredi di una dinastia farmaceutica. Questi personaggi sono basati su altri personaggi del corpus di racconti di Poe, reinventati attualizzandoli e piegandoli alle esigenze del racconto. Gli Usher costruirono la loro fortuna grazie alla spietata società farmaceutica Fortunato. Ora però qualcuno li sta perseguitando, uno per uno, e si sta vendicando. Si tratta di un adattamento molto libero della storia omonima. Gli Usher letterari sono una famiglia benestante, ma Roderick non ha figli. L’intera famiglia Usher, che risale a generazioni, è nota per aver prodotto un solo erede per ogni generazione, e quindi non si è mai espansa al di fuori della loro unica tenuta.

Il corvo

The Fall of the House of Usher. (L to R) Samantha Sloyan as Tamerlane Usher, Henry Thomas as Frederick Usher in episode 105 of The Fall of the House of Usher. Cr. Eike Schroter/Netflix © 2023

“Il corvo” è una delle poesie più famose al mondo ed è senza dubbio l’opera più famosa di Poe, tanto che, quando nel 2012 uscì un film che voleva raccontare la vita e l’opera di Edgar Allan Poe, questo era intitolato proprio The Raven. Nella poesia, il nostro narratore è sveglio fino a tardi in una fredda sera d’inverno. Non riesce a dormire perché è addolorato per il suo amore, Lenore, “la fanciulla rara e radiosa che gli angeli chiamarono Lenore”. Un corvo vola in casa dalla sua finestra e lui non riesce a farlo uscire. Il corvo può pronunciare solo una parola, “mai più”, che viene generalmente interpretata come un simbolo che il narratore non supererà mai il suo dolore.

Guardando ai titoli di tutti gli otto titoli degli episodi, e Una tetra Mezzanotte dell’episodio 1 e Il corvo dell’episodio 8 sono entrambi riferimenti a questa poesia. Nella serie Netflix, un corvo perseguita Roderick Usher. Inoltre, il personaggio interpretato da Carla Gugino – un’entità soprannaturale che sembra intenzionata a vendicarsi dell’intero clan Usher – si chiama Verna, anagramma di Raven – Corvo in inglese. Verna e il corvo possono essere forme alternative della stessa creatura. Infine, la nipote di Roderick (Kyliegh Curran), l’unico membro innocente della famiglia Usher, si chiama Lenore.

La maschera della morte rossa

The Fall of the House of Usher. Carla Gugino as Verna in episode 102 of The Fall of the House of Usher. Cr. Eike Schroter/Netflix © 2023

La maschera della morte rossa è una storia di vendetta, basata sulla stessa divisione di classi che in parte racconta la serie. Edgar Allan Poe ambienta questo racconto in un periodo di peste noto come Morte Rossa, durante il quale la classe alta di una città medievale si rinchiude nel palazzo del principe Prospero. Pensando di essere al sicuro dall’infezione, si lanciano in un lussureggiante ballo in maschera. Ma un ospite misterioso, che indossa una maschera da scheletro, invade la festa e ne consegue l’orrore.

L’episodio 2 si intitola La maschera della morte rossa e uno dei tanti figli di Roderick è Prospero (Sauriyan Sapkota), che è il nome del principe che organizza il ballo in maschera.

Storia di Arthur Gordon Pym

The Fall of the House of Usher. (L to R) Carl Lumbly as C. Auguste Dupin, Mark Hamill as Arthur Pym in episode 101 of The Fall of the House of Usher. Cr. Ricardo Hubbs/Netflix © 2023

Mark Hamill interpreta Arthur Pym, l’avvocato della famiglia Usher, noto anche come “il Pym Reaper”. Pym è una sorta di riparatore iper-competente della famiglia, e si occupa del lavoro sporco degli Usher. Il nome deriva da Storia di Arthur Gordon Pym, l’unico romanzo di Poe. Il romanzo, che Poe scrisse perché i suoi racconti dell’orrore non vendevano, era inteso come un punto di partenza.

È una storia serializzata su un giovane che cerca l’avventura in alto mare e il personaggio di Hamill, in effetti, viene dipinto come un uomo dal passato misterioso e avventuroso capace di tutto, che in età adulta ha prestato con devozione i suoi servigi alla famiglia Usher.

Annabelle Lee

La caduta della casa degli Usher Carla Cugino
Cr. Eike Schroter/Netflix © 2023

La maggior parte della storia sarà raccontata in flashback, narrati da Roderick a Dupin (Carl Lumbly). In un lontano passato, incontreremo la prima moglie di Roderick Usher, nonché l’amore della sua vita, di nome Annabelle Lee (Katie Parker). Anabelle Lee è anche il nome della poesia di Poe su un amore infantile scomparso. Si ritiene generalmente che la poesia sia ispirata alla moglie di Poe, Virginia Eliza Clemm, che era anche sua cugina. Poe, la cui biografia è piuttosto sgradevole, sposò Clemm quando lei aveva 13 anni e lui 26.

La serie è piena di riferimenti a Edgar Allan Poe

La caduta della casa degli Usher recensione
The Fall of the House of Usher. Carl Lumbly as C. Auguste Dupin in episode 101 of The Fall of the House of Usher. Cr. Courtesy of Netflix © 2023

A prima vista, nella serie Netflix ci sono innumerevoli altre allusioni a Poe alcune fondamentali per la storia, altre solo divertente Easter Egg. Dupin di Carl Lumbly è un avvocato che tenta di fare giustizia incriminando gli Usher, il nome completo del suo personaggio è C. Auguste Dupin, il nome di un detective che appare in tre romanzi polizieschi di Poe, tra cui I delitti della Rue Morgue, che condivide il nome con l’episodio 3 della serie. Dupin, predecessore di Sherlock Holmes, è considerato il primo detective della letteratura. Si ritiene che Poe abbia essenzialmente inventato anche questo genere, che chiamò i suoi “racconti di raziocinio” perché il termine “giallo” non esisteva ancora. Qui, il personaggio di Dupin è stato fuso insieme a quello del narratore in La caduta della casa degli Usher.

La maggior parte dei nomi dei personaggi sono stati chiaramente tratti dai testi di Poe, ma spesso non c’è alcun collegamento con le storie da cui sono stati presi in prestito i nomi. Ciascuno dei nomi dei figli di Roderick deriva dalle opere minori di Poe. Frederick (Henry Thomas) è un uomo tedesco che eredita la fortuna della sua famiglia e poi diventa tragicamente ossessionato da un cavallo nella storia “Metzengerstein“. Tamerlane (Samantha Sloyan) era un conquistatore storico su cui Poe scrisse una poesia. Napoleone, Leo nella serie, (Rahul Kohli) è un uomo vanitoso che rifiuta di indossare gli occhiali in Gli Occhiali. Camille (Kate Siegel) è vittima di un orango omicida in I delitti della Rue Morgue. Victorine (T’Nia Miller) viene sepolta viva in La sepoltura prematura. William Wilson (Matt Biedel), il marito di Tamerlane, è perseguitato dal suo doppelgänger in “William Wilson”.

Infine, ci sono titoli degli episodi… Ma questa è un’altra storia! (leggi qui per scoprirla)

La caduta della casa degli Usher: la spiegazione del finale

La caduta della casa degli Usher: la spiegazione del finale

Come nel caso di molte serie horror dirette da Mike Flanagan (Hill House, Midnight Mass), il finale tragico de La caduta della casa degli Usher (qui la recensione) apre un varco nell’esplorazione della famiglia, dell’avidità e delle conseguenze.  Basato vagamente sull’omonimo racconto di Edgar Allan Poe, la serie analizza il percorso di ascesa e di resa dei conti della ricca famiglia Usher. Dopo anni di lusso senza alcuna conseguenza legale, tutti i discendenti di Roderick Usher muoiono uno per uno, pagando con la vita il prezzo dei suoi peccati.

Nel finale di La caduta della casa degli Usher, ogni membro della famiglia è morto: dalla gentile Lenore al violento Frederick, chiunque avesse il sangue di Roderick cade con lui. Il loro destino crudele è esaltato dal personaggio di Verna, un demone con cui Roderick e Madeline avevano fatto un patto anni prima. Dopo aver confessato tutti i suoi crimini e delitti, Roderick muore insieme alla gemella Madeline seppellito dalle macerie della loro casa d’infanzia, che collassa su se stessa. Nei momenti finali dell’ultimo episodio Auggie Dupin visita le tombe degli Usher e Verna recita un poema, ammirando le ceneri della dinastia caduta.

Perché muoiono tutti nella famiglia Usher: il patto di Verna spiegato

La caduta della casa degli Usher Carla Cugino
Cr. Eike Schroter/Netflix © 2023

La morte di ogni membro della famiglia Usher è il risultato del patto siglato tra Verna, Roderick e Madeline la notte di Capodanno del 1979. Dopo che i due hanno ucciso Rufus Grisworld per fare la loro scalata alla Fortunato, i due gemelli si imbattono in quello che credono sia un bar, gestito dalla barista Verna. I due finiscono a parlare con Verna per tutta la sera, finché la misteriosa barista li tenta con un’offerta allettante. Verna gli promette tutto quello che desiderano, ma ad un costo: la prossima generazione avrebbe pagato. Alla morte di Roderick tutta la dinastia degli Usher sarebbe morta con lui: Madeline, i suoi figli e nipoti inclusi.

Mentre Roderick otteneva una vita più lunga di qualsiasi altro Usher, tutti i suoi eredi avrebbero avuto un’esistenza privilegiata ma breve. Anche se il patto venne stretto nelle prime ore del primo gennaio del 1980, Verna riscuoterà la sua parte dell’accordo solo nel novembre 2023, nel momento in cui Roderick arriva allo stato terminale della CADASIL.

Quando la sua malattia avanza, Verna prende in ordine tutte le vite che Roderick le aveva consegnato: Perry, Camille, Leo, Victorine, Tamerlane, Frederick, Lenore, Madeline e lui stesso. Non era importante se la persona portasse il suo cognome o se si opponesse ai peccati di Roderick: ognuno di loro era stato condannato a morte quella notte di 43 anni prima.

La spiegazione della battuta finale di Roderick Usher: “Nevermore” in La caduta della casa degli Usher

La caduta della casa degli Usher recensione
The Fall of the House of Usher. Carl Lumbly as C. Auguste Dupin in episode 101 of The Fall of the House of Usher. Cr. Courtesy of Netflix © 2023

Nel momento prima che la sua casa d’infanzia crolli, Roderick pronuncia le parole “mai più” (originale Nevermore). Questa battuta è associata al poema “il corvo” di Edgar Allan Poe, dove le parole sono dette ripetutamente dal volatile per schernire il protagonista. Nel poema, il narratore è tormentato per la perdita della sua amata Lenore: questo è un parallelismo con Roderick e la perdita di sua nipote per via delle sue azioni. Nel poema il narratore si chiede se mai sarà riunito nella morte con la sua Lenore ed a questo il corvo replica “mai più”.

Anche se Lenore era già morta, Roderick continua a ricevere messaggi dalla sua versione IA per tutta la notte, che ripetono semplicemente la parola “nevermore” per diverse volte ed in diverse forme. Roderick allora ripete “mai più” a sua sorella Madeline (che pensava di avere già ucciso) che replica lo stesso rito di morte, come i loro genitori più di 60 anni prima. Mentre i due fratelli muoiono nello spesso modo in cui tutto è cominciato, Roderick chiude tristemente il cerchio della famiglia. Mai più una cosa del genere sarebbe successa alla famiglia Usher. Mai più Roderick avrebbe preso vite innocenti per il proprio tornaconto.

La spiegazione del poema “Gli spiriti dei morti” di Verna

La caduta della casa degli Usher serie tv netflix 2023
EIKE SCHROTER/NETFLIX

Nel finale de La caduta della casa degli Usher, Auggie visita le tombe per informarli di cosa ne è stato del mondo dopo la loro dipartita: Auggie è andato in pensione, Juno è riuscita a disintossicarsi dal ligodone ed ha ereditato tutta la fortuna di Roderick, la Fortunato si è dissolta ed ogni suo dollaro è stato investito per la disintossicazione e la ricerca, Arthur conclude la sua vita in prigione. Dopo che Auggie lascia il cimitero, Verna recita un inquietante poema mentre poggia su ogni lapide oggetti che rappresentano cosa ha causato il loro decesso. I versi recitati da Verna provengono dal poema di Poe “gli spiriti dei morti”.

Il poema ha lo scopo di esplorare la bellezza di cosa porta la morte, considerando l’uomo e la natura come un unicum più che due entità separate. Mentre lamenta la misteriosa matura della morte ed il passaggio dalla vita all’oltre vita, il poema mette in guardia contro la possibilità di romanticizzarlo. Il mondo e la vita sono pieni di misteri, ma la morte si dimostra essere il più grande di tutti. Il poema enfatizza che mentre le persone possono essere sole in vita, non lo sono nella morte.

Tornando alla morte della famiglia Usher, ogni membro era solo in un certo senso; prima che Camille morisse, lei ha spiegato che la mancanza di affetto paterno ha lasciato un vuoto che non potranno mai colmare. In vita, loro erano concentrati sull’orgoglio, l’avidità e il poter che alla fine li ha lasciati vuoti e soli; ora però loro giacciono insieme nella morte, ora possono realmente essere una famiglia. La morte ha portato agli Usher la pace e l’unità che non avevano ottenuto in vita.

Qual è il significato de La caduta della casa degli Usher?

La caduta della casa degli Usher mette in guardia dalla trappola del potere, dai peccati dell’orgoglio e dell’avidità.  Roderick Usher ha venduto la sua famiglia (in un tempo in cui erano tutti innocenti) per l’agio, il potere e nessuna conseguenza per le sue azioni. Nel fare ciò, ha legato il loro destino ad una fine crudele che ha dimostrato che tale patto non era valso la pena per la vita di ognuno di loro. Montagne di denaro e di privilegi non gratificano l’esistenza, e la ricerca della ricchezza di Roderick è costata al mondo milioni di vite. Per il suo personale tornaconto, Roderick ha condannato milioni di innocenti ad un fato orribile.

Come rappresentato nel personaggio di Annabelle Lee, Roderick era più felice proprio quando non aveva grandi ricchezze.  Roderick avrebbe vissuto un’esistenza felice piena di amore semplicemente rimanendo umilmente con Annabelle, Frederick e Tamerlane.

La caduta della casa degli Usher paragona l’ottenimento di un’eccessiva ricchezza materiale con il fare un patto con il diavolo. Per mantenere il proprio impero, si finirebbe per abbandonare le leggi della morale e dell’etica. E questa sete di potere viene tramandata nelle generazioni. Anche se gli eredi di Roderick fossero vissuti, non avrebbero fatto altro che vivere nell’avidità e tramandare tale desiderio di ricchezza ai loro figli: anche Lenore sarebbe nel tempo stata contaminata dal marcio della famiglia.

Quando avidità, denaro, orgoglio e potere diventano l’unità di misura per l’amore e l’approvazione nella famiglia, si è condannati. Anche se Auggie ha mentito riguardo l’informatore, nessuno ha esitato a rivoltarsi l’uno contro l’altro. Neanche il buono riesce a sopravvivere quando un tale veleno si è infiltrato in famiglia: Annabelle e Lenore ne sono l’esempio.

Ouroboros: chi è il personaggio della serie LOKI, storia dei fumetti e modifiche nell’MCU

La seconda stagione di LOKI vede l’aggiunta di un nuovo personaggio noto come Ouroboros MCU. La seconda stagione della serie Disney+ guidata da Tom Hiddleston è stata annunciata il 14 luglio 2021, durante il finale della prima stagione di Loki, ed è destinata a seguire gli sviluppi degli eventi raccontati nella prima stagione, che ha visto l’omonimo Dio dell’inganno esplorare la Time Variance Authority (TVA), alle prese con varianti multiversali di se stesso e faccia a faccia con Colui che Rimane di Jonathan Majors, una variante di Kang il Conquistatore.

La prima stagione di LOKI si è conclusa con Sylvie, interpretata da Sophia Di Martino, che uccide Colui che Rimane, creando migliaia di linee temporali ramificate, e intrappolando Loki in una versione molto diversa della TVA, governata dallo stesso Kang il Conquistatore. Mentre la seconda stagione di Loki introdurrà Victor Timely, un’altra variante di Kang, nel franchise, l’MCU è anche benedetto dal debutto di Ke Huy Quan.

Ke Huy Quan interpreta Ouroboros nella seconda stagione di Loki

Ke Huy Quan interpreta Ouroboros nella seconda stagione di LokiKe Huy Quan assume il ruolo di Ouroboros nella seconda stagione di Loki, confermando i rumors c he hanno preceduto l’uscita della seconda stagione. Quan è un’aggiunta brillante al MCU, è apparso come Short Round in Indiana Jones e il Tempio Maledetto quando aveva solo dodici anni, e apparendo come l’inventore Richard “Data” Wang un anno dopo in The Goonies. Dopo essersi preso una lunga pausa dalla recitazione, Quan è tornato nel ruolo di Waymond Wang in Everything Everywhere All At Once con Michelle Yeoh, Stephanie Hsu e Jamie Lee Curtis.

Spiegato il ruolo di Ouroboros nella seconda stagione di Loki

Spiegato il ruolo di Ouroboros nella seconda stagione di LokiSi scopre che Ouroboros di Ke Huy Quan è l’ingegnere capo della TVA e, in effetti, il loro unico ingegnere. In quanto tale, è responsabile della manutenzione e della riparazione di tutti gli strumenti della fazione, compresi i dispositivi per viaggiare nel tempo, il che lo mette nella posizione di occuparsi di una tecnologia molto complicata. Fortunatamente, OB ha dimostrato di essere un vero e proprio genio e si è impegnato nel suo lavoro, poiché il primo episodio della seconda stagione di Loki lo vede trascorrere 400 anni faticando senza un solo visitatore, finché non appare Loki stesso.

Ouroboros nei fumetti Marvel spiegato

Ci sono diverse rappresentazioni di Ouroboros nelle pagine dei fumetti Marvel. L’Oculus Oroboros viene presentato come un condotto di magia elementale, che raffigura una variazione della classica forma dell’ouroboros, un serpente che si mangia la coda presentando un secondo serpente. Il Dottor Destino una volta tentò di sfruttare il potere dell’Oculus Oroboros, ma fu fermato dal Dottor Strange. C’è anche un ammiraglio Ouroboros, apparso in Silver Surfer vol. 7 #11, raffigurato come un personaggio antagonista che si trova faccia a faccia con Silver Surfer dopo che quest’ultimo è rimasto intrappolato in un loop temporale, che ricorda Il giorno della Marmotta.

Non è chiaro se queste idee si svilupperanno nella seconda stagione di Loki, anche se è già stato dimostrato che la tecnologia di distorsione del tempo della TVA intrappola gli individui in cicli temporali. È interessante notare che il loop temporale in cui si trova Silver Surfer viene chiamato nastro di Möbius: il personaggio di Loki di Owen Wilson si chiama Mobius M. Mobius e Tony Stark ha utilizzato una striscia di Möbius invertita per creare viaggi nel tempo in Avengers: Endgame. È possibile che questo tema del loop temporale possa svolgere un ruolo importante nella seconda stagione di Loki, ma il nome Ouroboros potrebbe anche suggerire una connessione più profonda con Loki stesso.

Ouroboros e Jörmungandr nella mitologia norrena e cosa potrebbe significare per Loki

Ouroboros e Jörmungandr nella mitologia norrena e cosa potrebbe significare per LokiLa forma dell’ouroboros è quella di un serpente che forma un cerchio, con l’estremità della coda in bocca. Questa immagine affonda le sue radici nell’iconografia dell’Antico Egitto e dell’Antica Grecia, ma ha anche un profondo legame con la mitologia norrena, su cui si basano la maggior parte delle trame del MCU di Thor e Loki. Nel mito nordico, Ouroborus è raffigurato come Jörmungandr, o il Serpente del Mondo, abbastanza grande da avvolgere il mondo intero. In questi racconti si dice che non appena Jörmungandr libera la coda, inizierà il Ragnarok.

Ciò che approfondisce il mistero, tuttavia, è il fatto che il serpente di Midgard è in realtà uno dei figli di Loki nella mitologia norrena, insieme a Hel, la dea della morte, e al lupo Fenrir, entrambi adattati per Thor: Ragnarok. Hela di Cate Blanchett era la sorella di Loki nel MCU. Nella mitologia norrena, Thor si scontra spesso con Jörmungandr, impegnandosi in epiche battaglie con il serpente, combattendo persino fino alla morte durante Ragnarök. Non è chiaro quanto di questo sarà adattato da Ke Huy Quan nella seconda stagione di Loki, ma potrebbe anche indicare un legame più profondo tra il personaggio di Quan e lo stesso Dio dell’inganno.

Festa del Cinema di Roma: masterclass con Michel Gondry e Jonathan Glazer

La Festa del Cinema di Roma presenta il programma degli incontri della diciottesima edizione che si svolgerà dal 18 al 29 ottobre all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone.

Masterclass

I Premi alla Carriera Isabella Rossellini e Shigeru Umebayashi saranno protagonisti di due masterclass con il pubblico. Isabella Rossellini condividerà con la platea il suo percorso di artista poliedrica e anticonformista che l’ha vista lavorare come filmmaker, sceneggiatrice e attrice di straordinario valore al fianco di registi come David Lynch e Robert Zemeckis. Il compositore giapponese Shigeru Umebayashi, autore di alcune fra le più iconiche colonne sonore della storia del cinema mondiale, ripercorrerà con gli spettatori le sue collaborazioni con cineasti del calibro di Wong Kar-wai, Zhāng Yìmóu e Tom Ford.

Fra i protagonisti delle Masterclass con il pubblico ci saranno inoltre Michel Gondry e Jonathan Glazer. Il regista francese sarà al centro di un omaggio che comprenderà Le Livre des solutions, il suo lavoro più recente, l’anteprima mondiale In Bed With Gondry di François Nemeta, ritratto intimo del geniale cineasta, e Se mi lasci ti cancello, che gli è valso il Premio Oscar alla Migliore sceneggiatura originale.

Jonathan Glazer, dopo aver lavorato ai video musicali di alcuni straordinari artisti come Massive Attack, Radiohead e Jamiroquai, è approdato al grande schermo con titoli come Birth – Io sono Sean Under the Skin. Il regista sarà alla Festa del Cinema con il suo nuovo film, The Zone of Interest, Gran Premio Speciale della Giuria al Festival di Cannes 2023.

ABSOLUTE BEGINNERS

La sezione in cui un autore affermato rievoca la storia del proprio esordio al cinema ospiterà nel 2023 gli incontri con Giuseppe Tornatore e Gianfranco Rosi. Il regista premio Oscar sarà alla Festa con Il camorrista – La serie (1986), girata contestualmente al suo omonimo film d’esordio e mai andata in onda, presentata in anteprima nella nuova versione prodotta da Titanus Production e RTI – Mediaset e distribuita da Minerva Pictures, con il restauro curato dallo stesso Tornatore.

Gianfranco Rosi invece racconterà al pubblico la sua prima esperienza dietro la macchina da presa, avvenuta con la regia di Boatman (1993), un viaggio lungo le rive del Gange in compagnia di un Caronte d’eccezione: il barcaiolo Gopal, che conosce ogni ansa del fiume. Il documentario, di cui nel 2023 ricorre il trentennale, è stato presentato con successo nell’ambito di alcuni importanti festival internazionali come il Sundance, Locarno e Toronto.

PASO DOBLE

Paso Doble è la sezione che la Festa del Cinema dedica al dialogo fra due autori. Il primo incontro vedrà protagoniste Emma Dante ed Elena Stancanelli, rispettivamente regista e cosceneggiatrice di Misericordia, presentato fra le Proiezioni Speciali della diciottesima edizione della Festa.

Il secondo Paso Doble coinvolgerà il cineasta argentino Lisandro Alonso, autore di Eureka, presentato al Festival di Cannes 2023 e riproposto nella sezione Best of 2023, e il regista italiano Alessio Rigo De Righi, candidato nel 2022 al David di Donatello come miglior regista esordiente per Re Granchio, film diretto insieme a Matteo Zoppis e presentato alla Quinzaine des Réalizateurs nel 2021.

FESTA DEL CINEMA DI ROMA

18|29 ottobre 2023

Il Camorrista – La serie di Giuseppe Tornatore, girata contestualmente all’omonimo film d’esordio del regista premio Oscar, e mai andata in onda, sarà presentata nella nuova versione, prodotta da Titanus Production e RTI – Mediaset, in anteprima giovedì 26 ottobre alla diciottesima edizione della Festa del Cinema.  Il giorno successivo, il cineasta sarà ospite della Festa del Cinema per un incontro con il pubblico

Il camorrista – La serie di Giuseppe Tornatore sarà presentata in anteprima giovedì 26 ottobre alla diciottesima edizione della Festa del Cinema di Roma.

La serie in cinque puntate è stata girata nel 1985, contestualmente alla realizzazione dell’omonimo film a suo tempo prodotto da Titanus Produzione e ReteItalia e uscito nelle sale nel 1986. La serie non è mai andata in onda. “L’attuale rielaborazione, che ha richiesto un grande impegno in termini artistici e di professionalità coinvolte, è stata completata dopo quasi un anno di attività ed è stata prodotta da Titanus Production e RTI – Mediaset e viene distribuita da Minerva Pictures” spiega il Presidente della Titanus Guido Lombardo. Il restauro è stato curato dallo stesso Tornatore: il pubblico potrà assistere alla prima e alla quarta puntata alle ore 19 nella Sala Sinopoli.

Il giorno successivo, il cineasta Premio Oscar e Grand Prix a Cannes per Nuovo Cinema Paradiso, sarà ospite della Festa del Cinema per un incontro con il pubblico che si terrà alle ore 16 sempre in Sala Sinopoli.

Spiega Giuseppe Tornatore: “Curioso destino quello del mio primo film, Il camorrista. Pur di farlo, il produttore Goffredo Lombardo della Titanus mi propose di realizzarne anche una versione a puntate per la televisione. Un azzardo in anticipo sui tempi, eravamo nel 1985, la febbre della serialità era ancora lontana, ma grazie alla lungimiranza di Lombardo disponemmo del budget utile alla realizzazione del progetto. Girai dunque contemporaneamente sia il film destinato allo sfruttamento cinematografico tradizionale che le cinque puntate di un’ora ciascuna per la televisione. Purtroppo il film non ebbe vita facile a causa dei temi scottanti che trattava e sparì dalla circolazione poche settimane dopo l’uscita nelle sale. Scoraggiati, i distributori non mandarono mai in onda la serie televisiva, e i cinque episodi andarono smarriti nei magazzini dei materiali in 35mm. Oggi, dopo circa quarant’anni, grazie alla ripresa produttiva del glorioso marchio Titanus, quelle cinque ore sono riemerse dall’ombra e Guido Lombardo, insieme ai nuovi dirigenti, mi ha chiesto di restaurarle e rieditarle. Ho aderito volentieri all’impresa, che ha comportato una nuova scansione in 4k dei supporti originari, un’innovativa color correction, un prodigioso rifacimento del suono mono riconvertito in 5.1, e il resize in formato 16:9 dall’originale 1:33. Il montaggio è rimasto intatto ma con lievi alleggerimenti per ridurre la durata di ciascuna puntata a circa cinquantacinque minuti. Tornare a rimettere le mani in un progetto realizzato quando ero poco più che ragazzo è stata una vera emozione, perché vi ho ritrovato tutto l’impegno e l’entusiasmo che mi avevano avvicinato al mestiere del cinema”.

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