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Hugh Grant non ha mai guardato Star Wars nonostante la sua imitazione di Jar Jar Binks in Heretic

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Hugh Grant ha recentemente rivelato che, nonostante dia l’impressione di essere Jar Jar Binks nel film horror-thriller Heretic (qui la nostra recensione), appena uscito, in realtà non ha mai visto nessun film di Star Wars. Grant si addentra in un territorio più oscuro con Heretic della A24, dove interpreta un uomo eccentrico ma sinistro di nome Mr. Reed, con un debole per l’umorismo inquietante. Il film, scritto e diretto da Scott Beck e Bryan Woods, segue una coppia di missionari mormoni, interpretati da Sophia Thatcher e Chloe East, che si ritrovano in balia dei giochi mentali sempre più terrificanti di Mr. Reed.

In un’intervista con Entertainment Weekly, Grant ha ammesso di non aver mai visto nessun Star Wars film, per non parlare del primo prequel della serie, La minaccia fantasma, dove Jar Jar Binks ha fatto il suo controverso debutto nel 1999. Ecco cosa ha detto:

Uno dei miei segreti più inconfessabili è che non ho ancora visto un film di Star Wars. Nella mia infinita meticolosità, ho fatto delle ricerche e ne ho guardato un po’. Penso di averlo visto su YouTube.

Il co-sceneggiatore e regista Scott Beck ha aggiunto che l’imitazione di Jar Jar da parte di Grant era un esempio del suo approccio alla recitazione improvvisata:

Quello è stato un esempio di qualcosa che Hugh avrebbe voluto nascondere intenzionalmente finché la telecamera non avesse iniziato a girare, per non tradirsi. E ci sono così tanti momenti nel film in cui iniziavamo a girare una scena e lui seguiva semplicemente il copione per poi aggiungere una piccola parola o una punteggiatura. Era quel momento in cui era semplicemente vero e autentico, ma anche esilarante. Anche se appartiene a un genere più oscuro, la performance sembra realistica ma gioca anche sull’umorismo nero.

Che cosa significa l’imitazione di Jar Jar di Grant

Jar Jar Binks Ahmed Best Star Wars

Le stranezze dell’attore danno un tocco comico e oscuro

Il monologo del signor Reed sul terrore della religione organizzata ha utilizzato diversi riferimenti alla cultura popolare nel discutere i due personaggi di Heretic sulle loro convinzioni, incluso il gioco da tavolo Monopoli. A un certo punto, parlando dell’irrazionalità delle figure messianiche, chiede alle sorelle: “Riuscite a immaginare che tra migliaia di anni la gente accetterà Jar Jar come figura religiosa significativa?” E infine dà la sua imitazione con “Scusate!

Sebbene il signor Reed sia una figura che inizialmente sembra innocua ma è un rapitore minaccioso, Grant sintetizza i suoi istinti comici con un’intensità inquietante, dando un tocco interessante al personaggio.

L’imitazione di Jar Jar Binks da parte di Grant è un’aggiunta sorprendente a Heretic, un film intriso di ombre claustrofobiche e terrore esistenziale. Anche se il signor Reed è una figura che inizialmente appare innocua ma è un rapitore minaccioso, Grant sintetizza i suoi istinti comici con un’intensità inquietante, conferendo un tocco interessante al personaggio.

In un’altra interpretazione da cattivo per Hugh Grant, l’imitazione di Jar Jar aggiunge un tocco imprevedibile, mettendo in mostra il mix inquietante di eccentricità e malizia del signor Reed. Come ha detto il regista Beck, l’imitazione sottolinea la capacità di Grant di portare momenti imprevedibili e di umorismo nero in un ruolo profondamente radicato nella suspense e nell’orrore.

Che Dio ci aiuti 8: dal 27 febbraio la nuova stagione

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Che Dio ci aiuti 8: dal 27 febbraio la nuova stagione

Da giovedì 27 febbraio arriva in prima serata su Rai1 per dieci prime serate Che Dio ci aiuti 8. Novità è la parola chiave per l’ottava stagione, tra new entry e graditi inattesi ritorni, Suor Azzurra si troverà di fronte a una nuova sfida: trasferirsi a Roma e impedire la chiusura della casa-famiglia La Casa del Sorriso.

Le viene infatti chiesto di abbandonare la sua missione ad Assisi, nel suo amato Convento degli Angeli Custodi, e di occuparsi delle ragazze ospiti della casa-famiglia nella Capitale che non solo rischia la chiusura, ma ha bisogno della sua energia e del suo cuore. Ad affidarle questo compito è proprio Suor Angela. Dovrà aiutare e sostenere il fin troppo puntiglioso direttore della struttura, Lorenzo Riva, stimato psichiatra sulla quarantina e padre di due figli: Pietro Giulia.  La giovane suora sbaglia, si confonde, combina disastri e continua ad essere segretamente innamorata delle sue borse…  Ma ha una luce negli occhi, e quella luce la trasmette alle ragazze che hanno la fortuna di incontrarla: Cristina, sedicenne incinta, Olly che ha perso il papà a sei anni e da quel momento ha sempre vissuto in casa-famiglia. E infine Melody che fugge da un compagno violento.

Che Dio ci aiuti 8 è diretta da Francesco Vicario. Nel cast al fianco di Francesca Chillemi, nel ruolo dell’ormai amatissima Suor Azzurra, troviamo Giovanni Scifoni (Lorenzo Riva), Bianca Panconi (Melody), Ambrosia Caldarelli (Cristina Vanzini), Tommaso Donadoni (Pietro Riva), Ludovica Ciaschetti (Olly),Giulio Maria Corso (Avvocato Corrado Proietti) e Gaia Bella (Giulia Riva).

Agatha All Along: Il boss della Marvel Television parla del potenziale per una seconda stagione

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Agatha All Along è stato il seguito di WandaVision, che ha spostato i riflettori da Scarlet Witch e Visiione per concentrarsi sulla Agatha Harkness di Kathryn Hahn. Tuttavia, la rivelazione che “Teen” era in realtà Billy Maximoff è stato un colpo di scena importante e la serie si è conclusa con il fantasma di Wiccan e Agatha che si mettono alla ricerca di suo fratello, Tommy. Abbiamo sentito in più occasioni che Agatha All Along era stata pensata come una stagione unica, ma se non è prevista una seconda stagione, quando e dove continuerà la storia di Billy e Tommy?

L’imminente serie Vision è una possibilità interessante, anche se non sembra proprio la soluzione giusta. Parlando con Entertainment Weekly, Brad Winderbaum, responsabile dello streaming, della televisione e dell’animazione dei Marvel Studios, si è espresso sulle probabilità di continuare la storia di Agatha All Along con una seconda stagione. “Penso che ci sia un potenziale di serie lineare”, ha spiegato il dirigente. “Una serie come Agatha, per me, è basata su un concetto. Sì, una seconda stagione è sicuramente qualcosa che vorremmo fare, ma non affrettiamo i tempi. Cerchiamo di avere l’idea giusta e poi realizziamola”.

Quando gli è stato fatto notare che la star Patti LuPone ha recentemente dichiarato che la showrunner Jac Schaeffer ha scartato l’idea di una seconda stagione di Agatha All Along, Winderbaum ha risposto: “So solo che Patti è incredibile. La sua interpretazione in quella serie è semplicemente incredibile. Quella serie è una delle cose che preferisco in assoluto e di cui ho fatto parte”. “E la chimica del cast e di Jac nel ruolo di showrunner è stata davvero magica. Scusate, è smielato, ma lo è stato davvero”.

Da Agatha All Along a Hawkeye, le serie che potrebbero avere una seconda stagione

Winderbaum ha poi indicato Hawkeye come un’altra serie con il potenziale per tornare. La prima serie di episodi è stata trasmessa nel dicembre 2021 (prima dell’incidente di Jeremy Renner con lo spazzaneve) e da allora abbiamo saputo che una seconda stagione ruoterebbe intorno a Clint Barton e Kate Bishop che combattono contro il fratello del Vendicatore, Trickshot. “Hawkeye è un’altra serie di cui si sente la possibilità di fare una seconda stagione perché è Natale, perché sono Clint e Kat”, ha detto.

Si può rivisitare in qualsiasi momento, e stiamo cercando delle opportunità per farlo. Ma mentre sviluppiamo le cose per il futuro, penso che saranno progettate per essere più stagioni, avere più di uno schema e poter essere rilasciate annualmente”. Il momento potrebbe essere passato per un altro Hawkeye, anche se ci aspettiamo che Clint e Kate abbiano dei ruoli di supporto decenti sia in Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars. A parte questo, sembra che la giovane Occhio di Falco sia destinata a Champions, la versione del MCU dei Giovani Vendicatori.

Captain America: Brave New World, il regista condivide il destino alternativo di Hulk Rosso

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Nei momenti finali di Captain America: Brave New World (qui la nostra recensione), Hulk Rosso ritorna alla sua forma umana come Presidente Thaddeus “Thunderbolt” Ross e viene successivamente imprigionato nel Raft. Tuttavia, dopo aver preso atto delle sue azioni passate, Ross si ricongiunge finalmente con la figlia separata, Betty. Secondo una recente fuga di notizie, il film si sarebbe originariamente dovuto concludere con la convinzione che il Presidente fosse morto. Tuttavia, una scena post-credits avrebbe poi rivelato che Hulk Rosso è ancora in libertà e vegliava su Betty.

Parlando con Variety, al regista del film Julius Onah è stato chiesto a se Ross fosse mai effettivamente morto in una versione precedente del film. “Non c’è mai stata una versione in cui è morto esplicitamente, ma sicuramente ci sono state versioni in cui forse il pubblico non sapeva quale fosse il suo destino dopo quello che succede verso la fine del film”, ha confermato. “Ma credo che si stia introducendo un personaggio così amato dai fan e, come tutti sappiamo, non è molto facile per un Hulk morire”.

Alla domanda se i Marvel Studios abbiano mai preso in considerazione l’idea di rivelare l’identità dei Vicepresidenti – dopo tutto, ora sono loro il Comandante in Capo del MCU – Onah ha fatto finta di niente. “Queste conversazioni avvengono di tanto in tanto. Ma quando si racconta una storia come questa, non si vuole lanciare 900 personaggi al pubblico. Alla fine abbiamo deciso di non approfondire l’argomento. Non era troppo pertinente al modo in cui questa storia veniva raccontata da un punto di vista emotivo e tematico”.

Per quanto riguarda la possibilità che la loro identità sia mai stata decisa ufficialmente, il regista ha riso e ha detto: “Vediamo come andrà a finire man mano che avanziamo in questo folle universo del MCU”. Di certo, si tratta di un nuovo mistero che prima o poi dovrà essere svelato, un po’ come l’identità del nuovo proprietario della Stark Tower. Dettagli apparentemente di secondo piano, ma che possono invece significativamente far cambiare gli equilibri di potere all’interno del MCU.

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Cos’altro è cambiato in Captain America: Brave New World?

Il destino di Hulk Rosso non è però l’unica cosa che è cambiata: Onah ha anche rivelato che la Betty Ross di Liv Tyler doveva apparire “prima nel film”. Tuttavia, ha precisato: “Per me era molto, molto importante che arrivasse alla fine del film, perché bisogna pensare a ciò di cui Ross viene privato”. “Lui vuole disperatamente riallacciare i rapporti con la figlia, quindi tenerla fuori dalla storia, farla essere una presenza che aleggia ai margini del film, avrebbe reso più forte il senso di nostalgia che Ross provava”, ha concluso il regista.

Sfortunatamente, a Onah non è stato chiesto nulla sulla scena del funerale che Tyler e Anthony Mackie hanno girato, anche se possiamo ricostruire abbastanza per capire che probabilmente doveva essere l’addio di Ross in una versione precedente della storia. Se Ross è contenuto nel Raft, c’è sempre la possibilità di farlo evadere e combattere a fianco dei Vendicatori, o addirittura contro di loro. Si dice che Harrison Ford abbia già firmato per tornare e solo il tempo ci dirà se per Avengers: Doomsday o per il tanto vociferato World War Hulk.

La Vita da Grandi di Greta Scarano chiude il Bif&st XVI edizione

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Film di chiusura della XVI edizione del Bif&st – Bari International Film&Tv Festival, diretto da Oscar Iarussi, sarà La Vita da Grandi, esordio alla regia di Greta Scarano, ispirato alla storia vera dei fratelli Margherita e Damiano Tercon.

La Vita da Grandi sarà presentato in anteprima a Bari sabato 29 marzo al Teatro Petruzzelli, all’interno della sezione “Rosso di Sera”, alla presenza della regista Greta Scarano e dei protagonisti Matilda De Angelis Yuri Tuci, per poi arrivare nelle sale italiane il 3 aprile distribuito da 01 Distribution.

Prodotto da Matteo RovereLa Vita da Grandi è una produzione GroenlandiaHalong, con Rai Cinema in collaborazione con Netflix con il sostegno della Regione Emilia-Romagna attraverso Emilia-Romagna Film Commission e il supporto del Comune di Rimini.  La sceneggiatura è firmata da Sofia Assirelli, Tieta Madia e Greta Scarano. Il montaggio è di Valeria Sapienza, la scenografia di Andrea Castorina, le musiche di Giuseppe Tranquillino Minerva, i costumi di Grazia Materia (a.s.c.), il trucco di Valentina Iannuccilli, le acconciature di Samankta Mura.

La trama di La Vita da Grandi

Irene vive la sua vita a Roma, quando sua madre le chiede di tornare per qualche giorno a Rimini, la città dove è nata e dalla quale è fuggita, per prendersi cura del fratello maggiore autistico, Omar. Una volta insieme, Irene scopre che Omar ha le idee chiarissime sul suo futuro: non ha nessuna intenzione di vivere con lei quando i loro genitori non ci saranno più ed è pronto a tutto per realizzare i sogni della sua vita: vuole sposarsi, vuole fare tre figli perché 3 è il numero perfetto e vuole diventare un cantante rap famoso.

Ma perché tutte queste cose accadano, Omar deve prima di tutto diventare autonomo. Con Irene inizia così un tenero e toccante corso intensivo per diventare “adulto”. Nella loro casa piena di ricordi, Irene e Omar affrontano insieme paure e speranze e scoprono che per crescere, a volte, bisogna essere in due.

Paradise: Disney rinnova la serie con Sterling K. Brown

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Paradise: Disney rinnova la serie con Sterling K. Brown

Disney+ ha annunciato che la serie drama originale Paradise, prodotta da 20th Television, è stata rinnovata per una seconda stagione. Il thriller politico è ideato da Dan Fogelman (Only Murders in the Building, This Is Us) e ha come protagonista Sterling K. Brown (This is Us, American Fiction) nel ruolo dell’agente Xavier Collins.

Paradise è ambientata in una tranquilla comunità abitata da alcune delle persone più importanti del mondo. Ma questa serenità va in frantumi quando si verifica uno scioccante omicidio e si apre un’indagine ad alto rischio.

La prima stagione è interpretata da Sterling K. Brown, James Marsden, Julianne Nicholson, Sarah Shahi, Nicole Brydon Bloom, Aliyah Mastin e Percy Daggs IV. Gli executive producer sono Dan Fogelman, Sterling K. Brown, John Requa, Glenn Ficarra, John Hoberg, Jess Rosenthal e Steve Beers.

James Marsden serie tv Paradise
© Disney+

Leggi la recensione della prima stagione di Paradise con Sterling K. Brown

Paradise ha ottenuto 7 milioni di visualizzazioni nella sua prima settimana su Hulu negli Stati Uniti e su Disney+ a livello internazionale, debuttando come un grande successo, con il plauso della critica e del pubblico. La serie è Certified Fresh su Rotten Tomatoes. La prima stagione è ora in streaming su Disney+. Il penultimo episodio debutterà questo martedì, 25 febbraio, mentre il finale della prima stagione arriverà il 4 marzo.

Belcanto: da lunedì 24 febbraio la nuova serie evento di Rai 1

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Belcanto: da lunedì 24 febbraio la nuova serie evento di Rai 1

Intrighi e passioni sullo sfondo dell’Italia dell’800 in Belcanto, la nuova serie evento Rai diretta da Carmine Elia con Vittoria Puccini e Carmine Recano, che andrà in onda su Rai 1 da lunedì 24 febbraio per quattro prime serate.

Tre donne – Maria (Vittoria Puccini) e le sue figlie Antonia e Carolina (Caterina Ferioli e Adriana Savarese) – unite da una forte passione per la musica e da un ancor più grande desiderio di rivalsa, fanno il loro ingresso nel mondo dell’Opera. Ma sulle loro vite grava un terribile segreto che Maria custodisce da sempre e che persino Antonia e Carolina ignorano; un segreto la cui scoperta potrebbe stravolgere per sempre il loro rapporto.

Belcanto – Foto Cortesia di Boom Pr

Nel cast, accanto a Vittoria Puccini e Carmine Recano, troviamo volti storici e nuove promesse della serialità italiana: Giacomo Giorgio, Caterina Ferioli, Adriana Savarese, Vincenzo Ferrera, Andrea Verticchio, Nicolò Pasetti, Serena De Ferrari con Antonio Gerardi, Andrea Bosca e Andreas Pietschmann.

Belcanto è una coproduzione Rai Fiction – Lucky Red con Umedia in collaborazione con Ufunds in partecipazione con Newen Connect realizzata con il sostegno del Ministero della Cultura, della Regione Lombardia Bando “Lombardia per il cinema” e della Regione Lazio Avviso “Lazio Cinema International”, programmi PR FESR 2021-2027 cofinanziato dall’Unione Europea.

LA SERIE 

Belcanto è la storia di Maria (Vittoria Puccini) e delle sue figlie, Antonia (Caterina Ferioli) e Carolina (Adriana Savarese), e della loro fuga da Napoli per liberarsi dall’oppressione del violento marito di Maria, Iginio (Antonio Gerardi), e inseguire il sogno del canto a Milano.

Le tre donne sono destinate a entrare nel mondo dorato e spietato dell’Opera di metà ‘800, ma dovranno scontrarsi con inganni, tradimenti e passioni travolgenti. Maria, segnata da un misterioso segreto che nasconde alle figlie, spinge Antonia verso il successo, ma la ribelle Carolina sembra possedere una forza e un carisma che nessuno aveva previsto. Sospese tra sogni di fama, gelosie e lotte di potere, si troveranno a confrontarsi con la durezza del mondo che hanno scelto.

Belcanto è una storia di lotta per la libertà, che spinge le protagoniste a sfidare non solo il destino, ma anche loro stesse.

A Working Man: il trailer italiano del film di David Ayer

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A Working Man: il trailer italiano del film di David Ayer

Ecco il trailer di A Working Man, il nuovo film diretto da David Ayer, e da lui scritto assieme a Sylvester Stallone. Adattamento del romanzo di Chuck Dixon del 2014 intitolato “Levon’s Trade”, il film vede Jason Statham nei panni del protagonista Levon Cade. Con lui nel cast Michael Peña, David Harbour, Jason Flemyng e Arianna Rivas nei panni di Jenny.

Il film sarà distribuito nelle sale italiane da Warner Bros. Pictures a partire dal 10 aprile 2025.

Diretto da David Ayer, il nuovo film segna un’altra collaborazione tra Ayer e Statham dopo The Beekeeper, che è stato un successo a sorpresa all’inizio del 2024. A Working Man vede Statham nei panni di Levon Cade, un ex soldato dei Black Ops che ha abbandonato le sue abitudini violente per una vita da operaio edile. Tuttavia, quando la figlia del suo capo viene rapita, l’uomo si mette in viaggio per salvarla, scoprendo la corruzione ad ogni angolo.

Stick: le prime immagini della nuova comedy sul golf con Owen Wilson

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Apple TV+ ha svelato oggi le prime immagini di Stick, la nuova comedy sul golf interpretata e prodotta da Owen Wilson e creata da Jason Keller. La serie farà il suo debutto su Apple TV+ il 4 giugno con i primi tre episodi dei dieci totali, seguiti da un nuovo episodio ogni mercoledì fino al 23 luglio.

In Stick, Owen Wilson interpreta Pryce Cahill, un ex giocatore di golf professionista, la cui carriera è deragliata prematuramente 20 anni fa. Dopo il fallimento del suo matrimonio e il licenziamento dal suo lavoro in un negozio di articoli sportivi dell’Indiana, Pryce punta tutto su un diciassettenne problematico di nome Santi (Peter Dager). Stick è una commedia sincera e piacevole su una famiglia ritrovata e sulle sue relazioni, ambientata nel mondo del golf come non è mai stato mostrato prima.

Oltre a Wilson e Dager, il cast comprende Marc Maron, Mariana Treviño, Lilli Kay, Judy Greer e Timothy Olyphant, e vede la partecipazione di superstar del golf come Collin Morikawa, Keegan Bradley, Max Homa, Wyndam Clark e altri. Tra i vari camei, figurano Jim Nantz e Trevor Immelman, Matt Scharff, Brad Dalke e Garrett Clark di Good Good, nonché l’appassionato di golf Dan Rapaport.

Stick è ideata da Jason Keller, che è anche showrunner e produttore esecutivo insieme a Owen Wilson, Ben Silverman per Propagate Content e Guymon Casady di Entertainment 360. La serie è prodotta anche da Howard T. Owens, Rodney Ferrell, Drew Buckley, Lee Eisenberg, Natalie Sandy, Christopher Moynihan, Bill Callahan, Valerie Faris e Jonathan Dayton. Faris e Dayton sono i registi insieme a David Dobkin, Jaffar Mahmood, M.J. Delaney e John Hamburg.

Kate Hudson si è pentita di aver rifiutato un ruolo in Il diavolo veste Prada

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L’attrie Kate Hudson ha rivelato di avere ancora dei rimpianti per aver rifiutato un ruolo ne Il diavolo veste Prada. L’attrice, a cui inizialmente era stato chiesto di interpretare proprio la protagonista Andy Sachs (che alla fine è stata interpretata da Anne Hathaway), ha recentemente dichiarato a Capital FM che avrebbe voluto far quadrare i suoi impegni per riuscire a recitare nel film del 2006, accanto a Meryl Streep, Emily Blunt e Stanley Tucci.

È stata una scelta sbagliata. Ed è stata una questione di tempismo. Era una di quelle cose per cui non potevo farlo e avrei dovuto farlo, ma non l’ho fatto”, ha detto la Hudson. “Quando l’ho visto, ho pensato: “Ah!. Ma ancora una volta, tutto accade per una ragione. C’è una ragione per questo. È stato un vero e proprio ‘avrei dovuto farlo funzionare’”. “È divertente, sono ondate di cose che accadono e persone che girano in tempi diversi”, ha aggiunto Hudson. “Non è che non le fai perché non vuoi farle. È come se stessi facendo qualcos’altro. Ed è stato uno schifo, capisci?”.

Perché Kate Hudson ha rifiutato il film?

Come da lei affermato, l’attrice non ha rifiutato il film per via di assenza di interesse, bensì perché nel periodo in cui Il diavolo veste Prada veniva girato e distribuito, la Hudson stava infatti lavorando a diversi altri progetti, tra cui Come farsi lasciare in 10 del 2003, The Skeleton Key del 2005, Tu, io e Dupree del 2006, Tutti pazzi per l’oro del 2008 e La ragazza del mio migliore amico del 2008. La sua agenda era dunque particolarmente ricca e non è stato possibile aggiungere altro. In seguito ha comunque avuto modo di recitare con Anne Hathaway nella commedia Bride Wars del 2009.

In arrivo il sequel di Il diavolo veste Prada

Il diavolo veste Prada, diretto da David Frankel, è stato adattato dall’omonimo romanzo di Lauren Weisberger. Segue l’aspirante giornalista Andy, che si reca a New York e inizia a lavorare come assistente di una delle più importanti redattrici di riviste di alta moda della città, la cinica Miranda Priestly (Streep). Il diavolo veste Prada ha incassato più di 326 milioni di dollari in tutto il mondo e ha ottenuto due nomination agli Oscar. Come recentemente riportato, un sequel è attualmente in fase di sviluppo presso la Disney, con la sceneggiatrice originale Aline Brosh McKenna che sta scrivendo la sceneggiatura.

Spider-Man 4: la data di uscita è stata posticipata

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Spider-Man 4: la data di uscita è stata posticipata

È stato confermato da THR che la data di uscita di Spider-Man 4 è stata posticipata dal 24 luglio 2026 al 31 luglio 2026. Per fortuna, si tratta di un ritardo di una sola settimana e non di più. Ma perché questo cambiamento? Il prossimo film sull’Uomo Ragno arriverà nelle sale due settimane dopo The Odyssey di Christopher Nolan. Tom Holland è il protagonista di entrambi i progetti e questo cambiamento sarà sicuramente vantaggioso sia per la Sony che per la Universal.

Spostandosi di una settimana, Spider-Man 4 evita quindi di essere travolto dall’epopea fantasy di Nolan e dovrebbe avere maggiore accesso a schermi di formato premium come IMAX e 4DX. Altri 7 giorni nel grande schema delle cose non sono un grosso problema e potrebbero, in effetti, essere una buona notizia per Peter Parker. In passato si è parlato in rete di un ritardo significativo del film; tuttavia, il fatto che la Sony abbia spostato il film di una sola settimana rispetto al film di Nolan suggerisce che la società e i Marvel Studios sono rimasti fedeli al debutto previsto per quel periodo.

Di conseguenza, continua ad essere certo che il film ancora senza titolo su Spider-Man arriverà tra Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars. Continuano inoltre a circolare voci sulla direzione che prenderà Spider-Man 4; a seconda di chi si ascolta, si tratterà di un’epopea multiversale o di un’attesa avventura di strada. Si dice che diversi personaggi e attori faranno parte del film, ma sembra che nessuno sappia veramente cosa stia succedendo alla prossima uscita in solitaria del Wall-Crawler nel MCU.

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Cosa sappiamo su Spider-Man 4?

Precedenti indiscrezioni hanno affermato che Tom Rothman della Sony e Kevin Feige, capo dei Marvel Studios, hanno avuto dei disaccordi per quanto riguarda la storia di Spider-Man 4, con quest’ultimo che sperava di ridimensionare il Multiverso per un’avventura più piccola. Rothman, invece, si dice che voglia capitalizzare il successo di No Way Home riportando Tobey Maguire e Andrew Garfield nei rispettivi ruoli di Peter Parker.

Più di recente, abbiamo sentito che entrambi gli studios si sono accordati su una storia prevalentemente terrestre con alcuni elementi multiversali, anche se il film viene ancora descritto come un “evento di livello Avengers”. Oltre a Tom HollandZendaya dovrebbe riprendere il suo ruolo di MJ. Si dice inoltre che Sydney Sweeney potrebbe interpretare Black Cat, mentre è stato ampiamente riportato – ma non confermato – che Charlie CoxVincent D’Onofrio e Paul Rudd potrebbero a loro volta apparire come Daredevil, The Kingpin e Ant-Man.

Si ritiene però che Holland sia “sempre più diffidente” nei confronti del ruolo dell’iconico eroe, per cui questa potrebbe essere la sua ultima uscita da solista nei panni del wall-crawler – anche se quasi certamente avrà un ruolo in uno o entrambi i prossimi film degli Avengers. Gli sceneggiatori di No Way Home, Chris McKenna e Erik Sommers, stanno scrivendo la sceneggiatura. Mentre a dirigere il progetto vi sarà Destin Daniel Cretton, già regista di Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli.

Spider-Man 4 uscirà al cinema il 31 luglio 2026.

Clayface: James Watkins ottiene la regia del film

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Clayface: James Watkins ottiene la regia del film

È ufficiale: James Watkins sarà il regista di Clayface, il lungometraggio sulla creatura della DC sceneggiato da Mike Flanagan, come confermato da Deadline. La notizia arriva dopo che di recente era stato riportato sia Watkins che Jeff Wadlow erano tra i papabili per la regia di Clayface. Ora che il regista è stato scelto, anche il casting può procedere. I co-capi della DC James Gunn e Peter Safran produrranno insieme al regista di The Batman, Matt Reeves, e Lynn Harris, mentre Chantal Nong sarà il produttore esecutivo. Non ci si aspettava che Flanagan dirigesse lui stesso il progetto, dato il suo impegno in progetti come il nuovo film della Universal sull’Esorcista.

La conferma definitiva di Watkins farà piacere ai fan, dato che egli è un regista con una comprovata esperienza nel genere horror. Dopo aver diretto l’agghiacciante film horror britannico, Eden Lake, il regista ha infatti continuato a dirigere film di questo genere come The Woman in Black e l’apprezzato – e decisamente brutale – remake di Speak No Evil dell’anno scorso. Anche Clayface apparterrà a questo genere, il che permette di immaginare un horror a tutti gli effetti.

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Cosa sappiamo di Clayface

Si dice che Clayface sia un horror-thriller-tragedia, con il protagonista che non dovrebbe essere ritratto come il noto cattivo che è conosciuto nel canone di Batman. Il personaggio è stato introdotto dalla DC in Detective Comics #40 nel giugno 1940. In origine, era raffigurato come un attore di discreto successo che, dopo essersi dato al crimine, aveva adottato l’identità di un personaggio che aveva interpretato in un film horror. Ha un corpo apparentemente fatto di argilla ed è apparso nel corso degli anni in vari film, serie, opere d’animazione, videogiochi e altre forme di media.

In base ai commenti di James Gunn, il film sarà ambientato nel DCU, al contrario del “BatVerse” del regista di The Batman Matt Reeves. “Notizie entusiasmanti da [DC] Studios oggi, poiché [Clayface], una storia del DCU da una sceneggiatura di Mike Flanagan, ha ricevuto UFFICIALMENTE il via libera. Clayface debutterà nel 2026.”

Il co-CEO di DC Studios Peter Safran ha condiviso alcuni nuovi dettagli sulla sceneggiatura di Flanagan, osservando che Clayface sarà effettivamente un film horror sullo stesso filone di La Mosca di David Cronenberg. THR ha recentemente fornito alcuni aggiornamenti interessanti e sembra che il film trarrà anche più di un po’ di ispirazione dal successo di body horror di Coralie Fargeat, The Substance.

“Clayface, vedi, è una storia horror di Hollywood, secondo le nostre fonti, che usa l’incarnazione più popolare del cattivo: un attore di film di serie B che si inietta una sostanza per mantenersi giovane e rilevante solo per scoprire che può rimodellare il suo viso e la sua forma, diventando un pezzo di argilla ambulante”.

Clayface ha un budget dichiarato di 40 milioni di dollari e dovrebbe essere girato in una varietà di località, tra cui Vancouver, Toronto e New Jersey o Atlanta. Alan Tudyk ha recentemente prestato la voce a Clayface nella serie animata Creature Commandos di James Gunn, il che significa che c’è la possibilità che possa anche interpretare il personaggio in un live-action a un certo punto.

Clayface arriverà nelle sale l’11 settembre 2026.

Heretic conferma che Hugh Grant ha avuto fino ad ora un talento inespresso

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Si può dire che Hugh Grant sia un nome noto, ma sta mostrando sempre più un suo talento sottovalutato, come dimostra il suo nuovo film horror, Heretic (qui la nostra recensione). Il ruolo di Grant è arrivato quasi quarant’anni fa nel film drammatico Maurice del 1987, che ha attirato l’attenzione di registi e pubblico. Tuttavia, è stato con le sue popolari commedie romantiche degli anni ’90 e 2000 che Hugh Grant si è veramente affermato come star del cinema.

Film come Quattro matrimoni e un funerale, Notting Hill e Il diario di Bridget Jones hanno consolidato la fama di Grant come uno degli attori più carismatici del settore. Tuttavia, dopo quattro decenni come attore, Hugh Grant è riuscito a dare una svolta alla sua carriera con un ruolo molto diverso. Il suo ultimo film, Heretic, che ha ottenuto un punteggio del 94% su Rotten Tomatoes, mette in evidenza il suo talento in un ruolo molto diverso da quelli che hanno fatto la sua carriera, e continua una serie di tre film che ha iniziato con un successo da 227 milioni di dollari.

Hugh Grant ha interpretato un grande cattivo in tre film e in una serie TV

Hugh Grant in Heretic
Hugh Grant in Heretic – Cortesia A24

Hugh Grant è diventato un antagonista molto credibile

Superando il suo personaggio da adorabile romantico, Hugh Grant è diventato un fantastico cattivo cinematografico, con diversi ruoli di successo alle spalle. Grant ha iniziato questa serie di ruoli da cattivo con Paddington 2, in cui la sua interpretazione di Phoenix Buchanan è stata molto apprezzata. Allo stesso modo, la sua interpretazione in Dungeons & Dragons: Honor Among Thieves è stata ben accolta dalla critica. Anche il suo ruolo in Wonka era leggermente antagonista all’inizio. Sebbene questi ruoli fossero adatti a un pubblico familiare e permettessero a Grant di fare affidamento sulle sue precedenti capacità comiche, rappresentano una netta svolta rispetto al suo passato di affascinante protagonista.

Il ruolo di Hugh Grant nella serie televisiva The Undoing del 2020 ha aggiunto il tocco finale a questo cambiamento di carriera, poiché ha dimostrato di poter interpretare il ruolo moralmente grigio e drammatico accanto a Nicole Kidman, così come i cattivi più apertamente comici. Questi stessi tratti drammatici e le sue capacità comiche elevano la performance di Grant in Heretic. Nel film, Grant interpreta il signor Reed, un recluso che crea un piano per intrappolare due missionari mormoni. Molti hanno notato il netto distacco dal suo lavoro passato, ma il fascino classico che ha usato in precedenza viene applicato solo in modi nuovi ed entusiasmanti.

Il passato di Hugh Grant nelle commedie romantiche è ciò che lo rende un grande cattivo

Heretic
© A24 Films

Hugh Grant è piuttosto disarmante

Anche se L’eretico non ha nulla in comune con film come Quattro matrimoni e un funerale o Notting Hill, la capacità di Grant di interpretare ruoli affascinanti e comici gli dà un vantaggio quando interpreta ruoli più cupi. Hugh Grant usa il suo carisma a suo vantaggio, sia che si tratti di flirtare o di creare una trappola. Tutti gli aspetti che il pubblico ha amato di Grant nei suoi ruoli da commedia romantica, come la sua leggera goffaggine o il suo carattere scherzoso, lo rendono il perfetto cattivo senza pretese. Quel fascino superficiale può essere tirato indietro per rivelare un personaggio molto più minaccioso.

Grant utilizza alcuni dei suoi stessi manierismi recitativi che ha usato per la prima volta nelle commedie romantiche: il suo sorriso leggero, la sua goffaggine e persino un ricordo di fanciullezza. In Heretic, li usa per il male.

Questo è particolarmente vero in Heretic, che si basa sull’abilità del signor Reed di attirare i due missionari mormoni nella sua casa. Il signor Reed vuole essere simpatico, affascinante e affabile per realizzare i suoi piani nel terrificante finale di Heretic. Inoltre, Grant utilizza alcuni dei suoi stessi manierismi recitativi che ha usato per la prima volta nelle commedie romantiche: il suo sorriso leggero, la sua goffaggine e persino un ricordo di fanciullezza. In Heretic, li usa per il male.

Il ruolo da cattivo di Hugh Grant rivela una verità più triste sulla sua carriera

Love Actually

Le commedie romantiche non sono più così popolari come una volta

Le commedie romantiche sono una parte importante di ciò per cui il pubblico conosce Hugh Grant. Purtroppo, i grandi studi cinematografici non sono più così interessati alle commedie romantiche come una volta. Le commedie romantiche di medio budget con cui Grant ha costruito la sua fama sono quasi scomparse dal botteghino, non lasciando all’attore altra scelta che quella di muoversi in una direzione diversa. Anche se i fan dei film di Grant possono rivederne molti sui servizi di streaming, è scoraggiante che non vengano realizzate molte nuove commedie romantiche.

Tuttavia, diversi film degli ultimi anni, come la commedia romantica Anyone But You e la volgare commedia No Hard Feelings, dimostrano che potrebbe esserci una leggera rinascita del genere, dato che il pubblico è ancora interessato. Anche se il pubblico ha imparato ad amare Hugh Grant nei suoi affascinanti ruoli romantici, anche se il genere dovesse tornare in auge, non è detto che voglia riprendere quel tipo di parti. Invece, dato il chiaro successo dei suoi ruoli antagonisti (come quello del signor Reed in Heretic), Grant dovrebbe continuare a esplorare parti da cattivo.

Il mio nome è Vendetta: la storia vera dietro il film con Alessandro Gassmann

Il thriller d’azione italiano di Netflix Il mio nome è Vendetta (qui la nostra recensione) è un mix di tutti i tropi che ci si può aspettare da un film di questo tipo. Diretto da Cosimo Gomez e scritto da lui, Sandrone Dazieri e Andrea Nobile, il film ha la premessa di base di mettere i suoi protagonisti in un inseguimento tra gatti e topi. Pieno di avvincenti sequenze d’azione e con colpi di scena all’interno di una trama incentrata sul desiderio di vendetta, il film si basa molto sull’interpretazione cupa e conflittuale di Alessandro Gassmann.

Al momento della sua distribuzione, il film è diventato un successo internazionale straordinario, divenendo uno dei titoli italiani più visti su Netflix. Sarà probabilmente merito anche del suo ambiguo finale, che lascia allo spettatore più di qualche interrogativo da risolvere con proprie riflessioni. In questo articolo, approfondiamo proprio questa parte del film, fornendo dunque una spiegazione del finale e del suo significato.

La trama di Il mio nome è Vendetta

Basta un errore e il passato può raggiungerti e cambiare completamente il tuo futuro. Questo sembra essere il motto del film Il mio nome è Vendetta. Santo (Alessandro Gassmann) vive un periodo di serentià con la moglie Ingrid (Sinja Dieks) e la figlia Sofia (Ginevra Francesconi). Pratica l’hockey su ghiaccio, guida su terreni accidentati lungo una valle lussureggiante. Momenti e luoghi pittoreschi che richiedono una foto. È questo l’errore di Sofia, che scatta e pubblica di nascosto la foto del padre su Instagram.

Questo scatena una catena di eventi che Sofia non avrebbe mai potuto prevedere. Santo, che non è il suo vero nome, è infatti un killer fuggito dall’Italia. La mafia milanese lo sta ancora cercando e in particolare Don Angelo (Remo Girone), il cui figlio maggiore è stato ucciso proprio da Santo, probabilmente per una faida. Da quel momento Don Angelo nutre ovviamente un fortissimo sentimento di vendetta, che lo ha spinto a cercare il suo nemico in lungo e in largo.

Alessandro Gassmann e Ginevra Francesconi in Il mio nome è Vendetta
Alessandro Gassmann e Ginevra Francesconi in Il mio nome è Vendetta

Don Angelo ha anche assunto un’ampia squadra di tecnici per la ricerca sui social media, incaricati di trovare Santo attraverso la scansione facciale. E quando Sofia carica quella foto sfortunata su Instagram, segna il destino suo e della sua famiglia. Gli uomini di Don Angelo irrompono rapidamente nel cottage in collina di Santo e uccidono brutalmente Ingrid e suo fratello. Sofia riesce fortunatamente a fuggire, mentre Santo, fuori per lavoro, evita inavvertitamente lo scontro.

Quando però Santo torna a casa e vede quanto accaduto, rimane naturalmente sconvolto e scioccato. Allevia in parte il suo dolore il ritrovare Sofia, con cui fugge rapidamente dal luogo, dalla polizia e dai suoi nemici. A quel punto Santo è costretto a rivelare alla figlia il suo passato e quando Santo si allontana temporaneamente per ottenere delle risposte da un suo ex collaboratore, Sofia cerca di fuggire con l’aiuto di un’amica.

Il risultato è che gli uomini di Don Angelo li pedinano e li catturano. Santo arriva però al momento giusto per salvare Sofia da morte certa. La sua amica, tuttavia, viene uccisa. Santo e Sofia si recano a questo punto a Milano, dove l’uomo, ferito, ha bisogno di assistenza medica. Sofia lo fa dunque ricoverare in un losco ospedale cinese che è anche un luogo illegale per abortire. Tuttavia, la foto di Sofia nei filmati del traffico permette ancora una volta agli uomini di Don Angelo di ritrovarli.

Santo e Sofia riescono di nuovo a sfuggire ai killer, che raggiungono l’ospedale armati quando i due se ne sono ormai già andati. Consapevole di non poter fuggire per sempre, Santo insegna a Sofia alcune arti di autodifesa e decidono di fare il passo successivo. Rapiscono l’altro figlio di Don Angelo e lo usano per attirare la maggior parte dei mafiosi. Dove Santo, uno alla volta, li elimina tutti. Ma Santo si rende subito conto che lui e sua figlia non saranno al sicuro finché non porteranno davvero a termine quella vicenda.

Remo Girone in Il mio nome è Vendetta
Remo Girone in Il mio nome è Vendetta

La spiegazione del finale di di Il mio nome è Vendetta

Santo prepara dunque la figlia per il passo successivo. Mentre la chiama, traccia anche il suo intero piano. Sa che in questo mondo letteralmente spietato della mafia, uccidere è l’unico modo per sopravvivere e non bisonga lasciare nulla di intentato. Per questo decide di porre fine anche alla vita di Don Angelo. Ma uccidere il potente boss potrebbe non essere sufficiente. Il seme della vendetta verrebbe piantato di nuovo, dando inizio ad una nuova spirale di odio e violenza.

La morte di Don Angelo per mano di Santo farebbe infatti sì che qualcuno della famiglia di Don Angelo cerchi di nuovo vendetta. Per garantire che ciò non accada di nuovo e assicurarsi che la vita di Sofia non sia nuovamente minacciata, Santo permette alla polizia di sparargli. In questo modo, si suicida indirettamente. Perché, insieme a Don Angelo, ritiene necessaria anche la sua morte per garantire che il testimone della vendetta non venga passato.

Tuttavia, le cose non vanno esattamente così. La polizia salva Sofia e il figlio minore rapito di Don Angelo. Poiché Sofia non ha commesso alcun omicidio, apparentemente se la cava con una punizione più lieve. Viene iscritta in un istituto di correzione ed educazione. Proprio qui, il figlio minore di Don Angelo le fa visita, apparentemente per porre fine pacificamente all’ostilità tra loro. Ma la natura squallida del figlio è già stata mostrata in precedenza. Il ragazzo mostra infatti rapidamente il suo vero volto dopo essere uscito dalla struttura di visita dell’istituto.

Alessandro Gassmann in Il mio nome è Vendetta
Alessandro Gassmann in Il mio nome è Vendetta

Ha rilevato l’impero del padre e dimostra di essere altrettanto senza scrupoli nell’ordinare che Sofia venga eliminata nella sua stanza nell’istituto di correzione. La vendetta, dunque, non muore, va solo in letargo, in attesa dello stimolo giusto. Sofia, dopo tutto questo, sembra averlo capito. Non si fa dunque trovare impreparata e attua il suo piano senza aspettare che la mafia la trovi. Fugge dal suo istituto nel cuore della notte, in possesso di quella che si rivelerà essere l’arma vincente per la sua vendetta: il biglietto da visita del figlio di Don Angelo.

Il biglietto permette a Sofia di entrare nell’ufficio dell’impero di Don Angelo. Qui aspetta che arrivi il figlio. Una volta che entrambi sono nell’ufficio, lo attira facendo leva sulla sua natura squallida e poi al momento opportuno gli pianta un coltello nella parte inferiore della mascella. Come le aveva detto il padre, si assicura anche che l’ultimo volto che il suo nemico veda sia la sua, quella che si vendica. Dopo tutto, Santo ha ragione. La vendetta è completa.

Il suo destino si compie e ora Sofia porterà avanti il nome della famiglia forse con lo stesso stile. Ha scelto di non prendere una strada diversa e ha imparato che le leggi del gioco rimangono le stesse: uccidere o essere uccisi. Sofia non sarebbe mai potuta sfuggire al caos e i passato di Santo rimarrà per sempre con lei e con l’eredità del nome della sua famiglia. Anche se non è il finale più tematicamente rassicurante, di certo comunica l’eterno ereditarsi della vendetta e delle colpe dei padri.

Constantine: la spiegazione del finale del film con Keanu Reeves

Constantine: la spiegazione del finale del film con Keanu Reeves

Constantine, film del 2005 diretto da , ha un finale complesso, con un colpo di scena che merita un’analisi più approfondita proprio mentre si torna a parlare di un sequel. Ma andiamo con ordine. Questo adattamento dei fumetti DC Comics ha come protagonista Keanu Reeves nei panni di John Constantine, alias Hellblazer, un detective e stregone dell’occulto che passa le sue giornate a combattere demoni, spiriti e altri elementi soprannaturali in una lotta costante tra Terra, Paradiso e Inferno. La trama, come il suo materiale di partenza, coinvolge il mondo sotterraneo soprannaturale.

Dopo che Isabel Dodson (Rachel Weisz) si toglie la vita, la sua sorella gemella, Angela (sempre Weisz), cerca delle risposte e alla fine arruola Constantine per aiutarla a trovarle. Alla fine viene spiegato che Mammon, figlio di Lucifero, vuole lasciare l’Inferno e stabilire un regno sulla Terra. Può farlo solo attraverso una potente sensitiva come Isabel. Per impedire a Mammon di usarla come tramite, la donna si toglie quindi la vita. Nel cercare di svelare questo mistero con l’aiuto di Constantine, però, Angela si rende conto di possedere anche lei capacità psichiche, che Constantine aiuta a liberare.

Il problema è che questo attira immediatamente Mammon verso Angela, con l’obiettivo di riprendere proprio da dove si era interrotto il suo tentativo di venire sulla Terra. Come per la maggior parte degli esseri soprannaturali, ci sono però dei rituali necessari per assicurare l’arrivo di Mammon, tra cui l’utilizzo di un’arma spirituale, la Lancia del Destino. Dopo infine che Angela viene rapita e quasi sopraffatta da Mammon con l’aiuto dell’Arcangelo Gabriele (Tilda Swinton), Constantine trova abilmente una via di salvezza, che si rivela un’impresa non facile.

Keanu Reeves e Rachel Weisz in Constantine
Keanu Reeves e Rachel Weisz in Constantine© 2005 Warner Brothers. All rights reserved.

La Lancia del Destino è un potente artefatto religioso

Nel Cristianesimo, la Lancia del Destino, nota anche come Lancia Santa, è una vera e propria reliquia religiosa. La Bibbia la descrive come la lancia usata da un soldato romano per trafiggere Gesù mentre veniva crocifisso, assicurandone la morte. La vera Lancia del Destino è attualmente esposta nel Tesoro Imperiale del Palazzo Hofburg di Vienna, in Austria. Durante la Seconda Guerra Mondiale, i nazisti si impossessarono del manufatto. Sebbene sia stato poi ufficialmente restituito, molti ritengono che l’oggetto esposto sia una contraffazione.

In Constantine, la “vera” Lancia del Destino viene dissotterrata da un uomo (Jesse Ramirez) sotto una chiesa messicana abbandonata, avvolta in una bandiera nazista. L’uomo cade in trance e la porta a Los Angeles, dove Gabriele può svolgere la cerimonia per portare Mammon sulla Terra. L’Arcangelo ha bisogno della Lancia del destino perché è un oggetto divino (in quanto contiene il sangue di Cristo), che può “uccidere” Angela e portare Mammon sulla Terra attraverso il suo corpo. L’oggetto dunque è indispensabile come pezzo del puzzle per completare la cerimonia.

Perché Gabriel stava cercando di scatenare l’inferno sulla Terra

La trama riguardante Gabriele è confusa, ma alla fine si riduce alla sua convinzione che l’umanità trovi il suo “io più nobile” solo attraverso l’orrore e il dolore. Scatenando l’inferno sulla Terra, l’Arcangelo crede che coloro che sopravvivranno all’orribile esistenza che ne consegue avranno dimostrato di essere degni dell’amore di Dio e, in definitiva, di un posto in Paradiso. Le intenzioni di Gabriele sono in definitiva la forza trainante della trama di Constantine, dall’uso di Balthazar per trovare un ospite per far rinascere Mammon alla scoperta e alla consegna della Lancia del Destino. Gabriele è davvero al centro di tutto.

Per qualche motivo, Gabriele sta vivendo un’esistenza potente sulla Terra ma la sua mente è annebbiata quando si tratta della sua missione per Dio, sviluppando un disprezzo generale per l’umanità che lo porta a pianificare di scatenare l’inferno su di loro. La missione dell’Arcangelo non nasce dalla compassione o dalla comprensione, ma piuttosto dall’egocentrica illusione che gli esseri umani debbano soffrire di più per raggiungere l’amore di Dio. Gabriele vuole quindi istituire un’Apocalisse su tutta l’umanità per dimostrare che devono essere più grati e riconoscenti per il dono della vita.

Keanu Reeves e Tilda Swinton in Constantine
Keanu Reeves e Tilda Swinton in Constantine © 2005 Warner Brothers. All rights reserved.

Constantine inganna Lucifero uccidendo sé stesso

Dopo aver temporaneamente impedito a Mammon di possedere completamente Angela, Gabriele appare improvvisamente, uccidendo il partner di Constantine, Chas (Shia LaBeouf), prima di rivelarsi. Annuncia i suoi piani a Constantine, poi lo getta via e si prepara a trafiggere la carne di Angela con la Lancia del Destino per liberare definitivamente Mammon. Constantine allora fa l’unica cosa che gli viene in mente per fermare Gabriel: chiama Lucifero (Peter Stormare). Tagliandosi i polsi con un vetro in frantumi, Constantine si uccide per la seconda volta, evocando Lucifero, che appare personalmente per riportarlo all’Inferno.

Essendosi già tolto la vita da bambino, Constantine è condannato all’Inferno e per questo porta avanti la sua missione di fermare la diffusione di demoni e spiriti maligni, sperando di guadagnarsi un posto in Paradiso. Purtroppo, l’esorcizzazione dei demoni di Lucifero ha sviluppato in quest’ultimo un odio amaro per Constantine, con il Diavolo che dice che verrà a reclamare l’anima dell’uomo quando sarà il suo momento. In punto di morte, Costantine dice a Lucifero che Mammon è nella stanza accanto con Gabriele e la Lancia del Destino. Lucifero, furioso, rimanda allora Mammon all’Inferno e brucia le ali di Gabriele. Torna poi da Constantine e gli chiede cosa vuole.

Constantine dice che vuole che Isabel sia rilasciata in Paradiso, cosa che Lucifero concede rapidamente prima di iniziare a trascinare Constantine all’Inferno. Prima che possa andare molto lontano, Constantine viene però improvvisamente tirato verso il Paradiso, respingendo Lucifero mentre sale. Lucifero si rende conto di ciò che è successo: Il sacrificio altruistico di Constantine per salvare Isabel dall’Inferno gli ha fornito l’assoluzione per raggiungere il Paradiso. Dannandosi una seconda volta, Constantine ha quindi ingannato Lucifero ed è riuscito a redimersi. Tuttavia, Lucifero non può permettere che un’anima come quella di Constantine sfugga alla sua presa così facilmente.

Lucifero guarisce Costantine

Mentre Costantine ascende al cielo, Lucifero fa dunque un’ultima mossa, che consiste nel curare il corpo morente dell’uomo. Costantine, infatti, stava in ogni caso morendo di cancro ai polmoni a causa di una vita di tabagismo sfrenato, un dettaglio rivelato sin dall’inizio del film. Raggiungendo il suo petto, Lucifero estrae tutto il cancro dai suoi polmoni, riportandolo in vita e dandogli dunque una seconda possibilità di dannarsi ancora una volta. Lucifero crede infatti che Constantine sia destinato a sbagliare e che le sue scelte di vita lo porteranno di nuovo tra le sue braccia (e all’Inferno). Egli è dunque dannato a vivere ancora e, potenzialmente, a cedere al peccato.

Keanu Reeves e Peter Stormare in Constantine
Keanu Reeves e Peter Stormare in Constantine © 2005 Warner Brothers. All rights reserved.

La spiegazione della scena post-credits di Constantine

Dopo aver consegnato la Lancia del Destino ad Angela e aver scambiato le sigarette con una gomma da masticare, Constantine appare in una scena post-credits visitando la tomba di Chas, ucciso da Gabriele. Si avvicina alla tomba e vi appoggia il suo accendino, dicendo: “Sei stato bravo, ragazzo”. Mentre si allontana, appaiono un paio di ali d’angelo e Chas si rivela in forma di angelo prima di volare via nel cielo. Questa trasformazione è assente nel fumetto e non è chiaro perché diventi un angelo, né quale sia il suo nuovo scopo, ma è sicuramente qualcosa che potrebbe essere esplorato nel sequel.

Come il finale di Constantine prepara un sequel

Il finale di Constantine apre dunque una prospettiva interessante per il sequel, poiché John Constantine si trova in uno stato in cui non è mai stato da quando era bambino: la sua anima è salva. Questo non è quello che è successo nei fumetti, perché la cura per il cancro è stata ottenuta grazie a un accordo tra Constantine e diversi governanti dell’Inferno, che dovevano rispettare gli accordi degli altri o sarebbe potuta scoppiare una guerra civile. Ciò significa che Constantine non poteva morire o l’Inferno sarebbe andato in pezzi. In questo caso, invece, ha ingannato Lucifero e ha salvato la propria anima.

Questo significa che il sequel di Constantine non avrebbe nulla a che fare con i fumetti, in nessun senso reale. Con John che ha un certificato di buona salute e nessun peccato che lo opprime, può andare avanti con la sua vita, potenzialmente ritrovandosi a dover affrontare un’altra situazione da cui non può uscire senza danneggiare ancora una volta la sua anima. Lucifero vuole chiaramente riavere l’anima di John per guadagnarsi il diritto di torturarlo per l’eternità, quindi è probabile che questo scontro tra i due venga ripreso in un potenziale sequel, di cui si parla ormai da tempo ma su cui ancora non ci sono certezze.

Safe House – Nessuno è al sicuro: dal cast al sequel, tutte le curiosità sul film

La carriera del premio Oscar Denzel Washington si alterna prevalentemente tra grandi drammi impegnati come Barriere e thriller d’azione come The Equalizer. Proprio in quest’ultimo genere si colloca anche Safe House – Nessuno è al sicuro (qui la recensione), film del 2012 diretto da Daniel Espinosa, regista anche di Life – Non oltrepassare il limite e di Morbius. Con questo suo primo lungometraggio in lingua inglese, scritto da David Guggenheim, egli non ha però raccontato di alieni o vampiri.

La storia di questo film ruota infatti intorno ad un ambiente, quello della safe house, luoghi nascosti o privati dove si può trovare protezione da ogni pericolo possibile. Naturalmente, quando l’anonimato di questi luoghi viene meno hanno inizio una serie di problemi per chi vi si trova dentro, costretto a scappare per rimanere vivo. È ciò che accade anche ai due protagonisti di questo adrenalinico thriller, affermatosi come un grandissimo sucesso di pubblico.

Il film affronta inoltre il tema della fuga di notizie pericolose, una realtà quanto mai attuale e sempre scottante, che spinge a riflettere sulle destabilizzazioni che si scaturiscono da tali sottrazioni. In questo articolo, approfondiamo alcune delle principali curiosità relative a Safe House – Nessuno è al sicuro. Proseguendo qui nella lettura sarà possibile ritrovare dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo sequel mancato. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Safe House - Nessuno è al sicuro trama film
Denzel Washington e Ryan Reynolds in Safe House – Nessuno è al sicuro. Foto di Universal Pictures – © 2012 Universal Studios.

La trama di Safe House – Nessuno è al sicuro

Protagonista del film è il giovane agente della CIA Matt Weston, il quale per sua indole sperava di essere assegnato ad incarichi che prevedessero azione o pericolose indagini sul campo. Egli, invece, viene inviato a fare da custode ad una safe house nella cittadina di Cape Town, in Sudafrica. Frustrato da tale posizione lavorativa, Matt trova il suo unico svago nel tormentare in continuazione il proprio capo, David Barlow, cercando di convincerlo a fargli ottenere incarichi più importanti e dinamici.

Ciò che Matt non sa, è che quello che chiede e desidera sta per verificarsi proprio in quello sperduto e silenzioso rifugio. Tobin Frost, un ex agente della CIA, viene catturato e portato nella safe house per essere interrogato sotto tortura dai suoi ex-compagni. In quel mentre una squadra di mercenari li attacca e uccide quasi tutti gli agenti. Tobin, portato via da Matt Weston, dovrà di malavoglia fare coppia con lui per sfuggire ai mercenari.

Il cast del film e la tortura a cui si è sottoposto Denzel Washington

Come anticipato, tra i protagonisti del film si ritrova il due volte premio Oscar Denzel Washington. Egli ricopre qui il ruolo del ricercato Tobin Frost, personaggio a cui l’attore si è interessato sin dalla prima lettura della sceneggiatura. Washington decise di sottoporsi anche ad alcune vere torture al fine di poter comprendere meglio la situazione di Tobin. Egli è così stato realmente sottoposto al waterboarding per alcuni istanti.

Questa consistente nell’immobilizzare un individuo in modo che i piedi si trovino più in alto della testa e versargli acqua sulla faccia in modo che, entrando dagli orifizi respiratori, stimoli il riflesso faringeo che provoca l’effetto di annegamento. A seconda delle tecniche di esecuzione, la tortura dell’acqua può non condurre a danni fisici permanenti, anche se in ogni caso provoca dolore estremo. Sono possibili diversi danni fisici che psichici.

Safe House - Nessuno è al sicuro cast Ryan Reynolds
Ryan Reynolds in Safe House – Nessuno è al sicuro. © 2012 – Universal Pictures. All right reserved.

Accanto a lui, nei panni del giovane agente Matt Weston vi è invece l’attore Ryan Reynolds, oggi noto come protagonista dei film di Deadpool. Brendan Gleeson compare invece nel rolo di David Barlow, superiore di Matt alla safe house. L’attrice Vera Farmiga, oggi celebre per la saga di The Conjuring, interpreta qui Catherine Linklater, colei incaricata dell’interrogatorio a Frost. Sam Shepard è Harlan Whitford, direttore della CIA. L’attore libanese Fares Fares è invece presente nei panni del criminale Vargas.

Il sequel di Safe House – Nessuno è al sicuro

Una volta giunto in sala, il film – senza dubbio sostenuto dall’appeal di Washington e del co-protagonista Ryan Reynolds – è riuscito a raccogliere 202 milioni di dollari in tutto il mondo a fronte di un budget di produzione di 85 milioni di dollari. Sebbene il finale del film non lasci particolari porte aperte per un secondo capitolo, a seguito del successo ottenuto è stato annunciato un sequel, con David Guggenheim (già autore del primo film) incaricato di scrivere il nuovo film. Da quel momento, tuttavia, di questo progetto non si è più saputo nulla, portando infine a ritenere che sia stato del tutto abbandonato.

In un’intervista rilasciata a Yahoo! nel 2018, Washington è tornato a parlare del sequel di Safe House – Nessuno è al sicuro: “Ne avevano parlato di Safe House, di un prequel di Safe House, ma non so che fine abbia fatto”. Le parole dell’attore sembrano dunque confermare l’abbandono del progetto, pur offrendo il dettaglio in più secondo cui il nuovo film sarebbe stato un prequel anziché un sequel, nel quale dunque si sarebbe potuto probabilmente venire a conoscenza di eventi precedenti a quelli alla base del film del 2012.

LEGGI ANCHE: Safe House, la spiegazione del finale del thriller con Ryan Reynolds

Il trailer di Safe House – Nessuno è al sicuro e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Safe House – Nessuno è al sicuro grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 21 febbraio alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Reacher – Stagione 3: cosa significa HGH? La spiegazione della battuta di Reacher a Paulie

Nell’episodio 1 della terza stagione (qui la recensione) di Reacher, il personaggio di Alan Ritchson prende in giro la taglia di Paulie chiedendogli dell’“HGH”, lasciando la curiosità di capire cosa stia cercando di insinuare. Per quanto riguarda la rappresentazione del personaggio principale, Jack Reacher, la serie poliziesca di Prime Video è rimasta fedele al materiale di partenza. Anche se la versione della serie parla un po’ troppo, sfidando il tropo del “Reacher non ha detto niente”, è comunque ancora un uomo di poche parole.

Come nei libri, il personaggio di Alan Ritchson si limita quindi a qualche battuta di circostanza. Altre volte, la sua sola presenza è sufficiente a incutere timore ai suoi nemici e a ottenere il rispetto dei suoi alleati. Nella terza stagione, tuttavia, il personaggio si dota di gag relative alle dimensioni del cattivo perché, per la prima volta, si imbatte in una persona alta molto più di lui. Quando quindi incontra per la prima volta il cattivo, Paulie, non si trattiene dal chiedergli se sta cercando HGH.

Anthony Michael Hall e Olivier Richters in Reacher
Anthony Michael Hall e Olivier Richters in Reacher © Prime Video

Cosa significa l’insulto “HGH” a Paulie

Quando Reacher arriva per la prima volta alla residenza di Zachary Beck nell’episodio 1 della terza stagione, incontra Paulie. Poiché Reacher incrocia raramente persone più alte e più larghe di lui, la mastodontica statura di Paulie lo coglie di sorpresa. Tuttavia, invece di sentirsi intimidito dalla presenza di Paulie, lo affronta quando inizia a perquisirlo alla ricerca di armi. Chiede a Paulie se si aspetta di trovare HGH e un ago ipodermico. Poiché l’ormone sintetico della crescita umana (HGH) è spesso usato dai culturisti per migliorare le prestazioni e aumentare le dimensioni, Reacher accusa Paulie di fare uso di steroidi.

Lo chiama apertamente in causa per il suo uso di steroidi, insinuando che le sue dimensioni massicce siano solo il risultato di miglioramenti chimici piuttosto che di una forza naturale. Reacher raddoppia poi la sua posizione in un’altra scena in cui Paulie lo sfida a fare più panca di lui in palestra. Invece di accettare la sfida, Reacher smaschera abilmente Paulie perché è tutto muscoli e niente cervello, facendo sì che si dia un pugno da solo. Questi momenti esilaranti tra il protagonista e Paulie stabiliscono che, anche se per una volta Reacher si trova ad affrontare qualcuno più grande di lui, i suoi insulti intelligenti e la sua prontezza di spirito sono sufficienti a livellare il campo di gioco.

Reacher stagione 3 recensione serie
Alan Richtson in Reacher © Prime Video

Reacher probabilmente conosce una serie di insulti basati sull’altezza per esperienza personale

Quando Reacher dice a Neagley che Paulie è ancora più grosso di lui, lei dice scherzando che l’ultima volta che ha visto qualcuno così grosso è stato sul monte Rushmore. D’altronde, non è la prima volta che qualcuno prende in giro le sue di dimensioni. La battuta di Neagley stabilisce che Reacher ha ricevuto molte battute basate sull’altezza per tutta la vita. Perciò, per esperienza personale, probabilmente ha molti altri arguti assi nella manica per sviare le affermazioni di Paulie di essere più forte e più grosso di lui.

Anche se queste battute potrebbero non essere sufficienti per sconfiggere Paulie in una sfida uno contro uno, potrebbe entrare nella testa del cattivo della terza stagione e rompere la sua fiducia con i suoi giochi psicologici. Di solito, nei libri originali, il protagonista non dovrebbe essere un gran chiacchierone. Tuttavia, il fatto che debba affidarsi maggiormente alle parole e agli stratagemmi per stabilire la sua superiorità su Paulie suggerisce che il personaggio di Olivier Richters è una vera e propria minaccia nella terza stagione di Reacher.

Gli Spietati, la spiegazione del finale: il merito non c’entra niente

A più di 30 anni dalla sua uscita, Gli spietati del 1992 rimane il punto di riferimento per la valutazione di altri western revisionisti. È un film che nemmeno il suo prolifico regista e protagonista, Clint Eastwood, ha mai del tutto superato come cineasta, anche se la sua ultima opera, “Giurato numero 2”, ha rappresentato un epilogo tematico sorprendentemente decente per la cupa e malinconica storia di William Munny.

Munny, interpretato da Clint Eastwood, è un ex fuorilegge ormai anziano che vive come un umile allevatore di maiali del Kansas e cresce due figli quando “Gli spietati” inizia nel 1880. La meta natura di questo casting non è mai passata inosservata; Eastwood si è fatto un nome interpretando cowboy moralmente flessibili (se non addirittura senza scrupoli) negli anni ’60 e ’70, in particolare negli spaghetti western di Sergio Leone. Eppure, anche per i suoi standard, Munny è un uomo violento, avendo ucciso “quasi tutto ciò che cammina o striscia” (come dice Munny durante il climax del film) prima di smettere di bere alcolici e sistemarsi con l’aiuto della sua defunta moglie.

Anche nel Vecchio West di Gli spietati non esistono riscatti semplici e lieti fini, come Munny si rende conto quando la sua fattoria inizia a fallire. Spinto a comportarsi bene con i suoi figli, recluta con riluttanza il suo vecchio amico Ned Logan (Morgan Freeman), un ex fuorilegge, per unirsi a lui e a un giovane pistolero che si fa chiamare The Schofield Kid (Jaimz Woolvett) per raccogliere una taglia per la morte di due allevatori che hanno attaccato e sfigurato una prostituta nella piccola città di Big Whiskey, Wyoming.

Un mondo di cappelli grigi e inganni

Morgan Freeman and Gene Hackman in Gli spietati (1992)
© 1992 – Warner Bros. Home Entertainment

In molti western girati prima degli anni ’50, gli eroi indossavano cappelli bianchi e i cattivi cappelli neri per riflettere le loro intenzioni. È significativo che, tra Munny e i suoi alleati, solo il vanaglorioso e ingenuo Schofield Kid aderisca a questa tradizione. Munny e Ned, invece, indossano cappelli marroni, così come lo sceriffo di Big Whiskey, “Little Bill” Daggett (Gene Hackman).

Anche senza alcun “cappello grigio” letterale, il sottotesto di Gli spietati è chiaro: le cose non sono così bianche e nere nell’ambientazione del film. Né Munny né Ned sono i mostri senza cuore che la loro reputazione suggerisce, né Little Bill è qualcuno da ammirare, come il film dimostra quando picchia brutalmente il suo vecchio rivale, English Bob (Richard Harris). Ma per quanto Little Bill conosca la sporca verità sulle bugie e le esagerazioni che Bob e i suoi simili amano raccontare sulle loro imprese, non riesce a vedere oltre la sua stessa illusione: quella di essere un nobile uomo di legge che trasforma Big Whiskey in qualcosa di meglio (un’idea che sente simboleggiata dalla costruzione della sua casa).

L’inganno non inizia e finisce con gli uomini, però. Delilah Fitzgerald (Anna Thomson), la prostituta il cui viso è stato permanentemente sfigurato, non ha subito le gravi ferite che altri sono portati a credere, eppure i suoi simili hanno diffuso la voce, sapendo che era l’unico modo per ottenere qualcosa di simile alla giustizia che Little Bill ha negato loro quando ha lasciato che gli aggressori di Delilah la facessero franca. Possono permettersi di essere decenti solo nella misura in cui gli uomini intorno a loro lo permettono.

“È una cosa tremenda, uccidere un uomo”.

Clint Eastwood, Morgan Freeman, and Jaimz Woolvett in Gli spietati (1992)
© 1992 – Warner Bros. Home Entertainment

Quando arriva il momento di sparare agli aggressori di Delilah, Ned si rende conto di non essere più in grado di uccidere altre persone, costringendo Munny a intervenire e a uccidere uno degli uomini per lui. Mentre Ned fugge, Munny e The Schofield Kid rintracciano l’altro obiettivo, e quest’ultimo lo sorprende e gli spara mentre si trova in un gabinetto. È una realtà ingloriosa e orribile rispetto a qualsiasi fantasia immaginata da The Schofield Kid, che lo spinge ad ammettere a Munny di non aver mai ucciso nessuno prima e di rinunciare alla vita da pistolero quando i due ricevono la ricompensa.

Per Munny, tuttavia, fuggire non è un’opzione quando gli viene detto che Little Bill ha scoperto la sua identità dopo aver catturato e torturato Ned a morte. È anche il momento in cui beve alcolici per la prima volta dalla morte di sua moglie, per calmare i nervi per ciò che deve essere fatto. Tonally, tuttavia, la sua azione è presentata come un momento di fallimento (che è), non di trionfo.

Allo stesso modo, lo scontro finale di Munny con Little Bill è tutt’altro che una battaglia d’onore. Piuttosto, sorprende Little Bill e la sua banda di notte nel saloon locale mentre si preparano a dare la caccia a lui e a The Schofield Kid la mattina dopo. Munny poi spara con calma al proprietario disarmato del saloon prima di abbattere la banda di Little Bill e ferire Bill. Quando Little Bill, incredulo, insiste che non si merita questo destino umiliante, Munny risponde freddamente:

“Il merito non c’entra nulla”.

Il significato del finale de Gli spietati

La replica di Munny funge da dichiarazione di tesi per Gli spietati, un film che sostiene che il selvaggio west era un luogo ingiusto dove la forza faceva il diritto e che coloro che si allontanavano dagli scontri a fuoco non erano, di per sé, tiratori decenti o addirittura esperti, ma quelli che sapevano mantenere la calma. Era ben lungi dall’essere il primo western a sminuire il genere e il suo ritratto tipicamente idealizzato del passato dell’America, ma significava qualcosa proveniente da Eastwood: un’icona di Hollywood che è diventata famosa interpretando film che glorificavano il violento Vecchio West, volutamente o meno.

Gli spietati non si tira indietro nel sottolineare questo punto, anche dopo che Munny pronuncia la sua iconica battuta. Quando Little Bill risponde: ‘Ci vediamo all’inferno, William Munny’, Munny si limita a ringhiare: ‘Sì’, prima di sparargli e andarsene dalla città, avvertendo la gente del posto che tornerà per ucciderli se non daranno a Ned una degna sepoltura o se torneranno a fare del male alle prostitute. Poi svanisce nella notte fredda e piovosa, somigliando più a uno spettro della morte che a un vendicatore giusto le cui azioni hanno risolto i problemi di tutti tranne che i suoi.

L’epilogo del film si chiude con una triste inquadratura (accompagnata dall’altrettanto triste leitmotiv di Lennie Niehaus) di Munny in piedi accanto alla tomba della moglie. E mentre il testo sullo schermo menziona le voci secondo cui Munny avrebbe poi avuto successo nel commercio di tessuti, tutto in questa scena suggerisce che questo barlume di “lieto fine”, come i miti del selvaggio west, sia sicuramente una sorta di menzogna.

L’ultima tempesta: la vera storia dietro al film con Chris Pine

L’ultima tempesta: la vera storia dietro al film con Chris Pine

Ci sono storie talmente tanto ricche di avventura, ostacoli da superare e passioni che sembrano essersi svolte appositamente per divenire poi film per il cinema. Una di queste è quella narrata in L’ultima tempesta, pellicola del 2016 direta da Graig Gillespie (regista oggi noto per Tonya, Crudelia e la miniserie Pam & Tommy), basata su un reale episodio di salvataggio in mare avvenuto negli anni Cinquanta. Un racconto tanto eroico e adatto per il grande schermo da invogliare subito la Walt Disney Pictures a realizzarne una trasposizione cinematografica, avvalendosi di un cast di tutto rispetto.

Scritto da Paul Tamasy ed Eric Johnson, il film è basato sul libro del 2009 The Finest Hours: The True Story of a Heroic Sea Rescue, di Michael Tougias. In questo si riporta un fedele resoconto di quanto avvenuto al largo della costa della Nuova Inghilterra, regione degli Stati Uniti situata nella parte nordorientale del Paese. Tougias, che aveva avuto anche modo di intervistare i sopravvissuti a quel terribile incidente, poté raccontare nei minimi dettagli ciò che avvenne e tale precisione fu utile agli sceneggiatori per cercare di dar vita ad un racconto per il cinema altrettanto realistico, pur con le dovute modifiche a fini di spettacolarizzazione di determinati eventi.

Nonostante la premessa di essere basato su una storia vera e il cast di richiamo, L’ultima tempesta finì con l’essere un flop al box office, passando di conseguenza in sordina. A distanza di anni, è però un titolo da riscoprire, anche solo per l’intrattenimento offerto da un regista che sa come costruire i suoi film. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

L’ultima tempesta: la trama e il cast del film

Chris Pine in L'ultima Tempesta
© 2015 – Walt Disney Studios

Ambientato nel febbraio 1952, il film ha per protagonista Bernard Webber, un sottufficiale presso una stazione della guardia costiera sulla costa del Massachusetts. Una forte tempesta, in corso in mare aperto, ha danneggiato due petroliere al punto che sembra certo il loro affondamento. Su una nave cisterna, la Pendleton, l’ingegnere capo, Ray Sybert, sta usando tutta la sua ingegnosità esperienza per mantenere la nave a galla e guadagnare tempo fino all’arrivo dei soccorsi. Questi, però, sono stati inviati prima in aiuto dell’altra petroliera, lasciando Sybert e i suoi uomini a dover gestire la situazione. In loro soccorso si lancerà proprio Webber più altri suoi uomini, ma trovare la nave e portare al sicuro l’equipaggio nel mezzo di quel mare in tempesta sarà una sfida quanto mai ai limiti dell’impossibile.

Ad interpretare il protagonista, il sottoufficiale Bernard Webber, vi è l’attore Chris Pine, celebre per essere il capitano Kirk nei nuovi film di Star Trek. Accanto a lui, nei panni di Ray Sybert, l’ignere capo della Pendleton, vi è il premio Oscar Casey Affleck. Recitato noi nel film anche gli attori Ben Foster nel ruolo di Richard Livesey, John Ortiz in quello di Wallace Quirey e Josh Stewart nei panni di Tchuda Southerland. L’attore Eric Bana è il capitano Daniel Cluff, che guidò l’operazione di salvataggio. Completano poi il cast Holliday Grainger nel ruolo di Miriam Pentinen Webber, moglie di Bernard, e Rachel Brosnahan in quelli di Bea Hansen. Tutti gli attori che si trovarono a dover recitare nelle sequenze ambientate in mare aperto, vennero addestrati per superare le difficoltà date dal dover svolgere le riprese all’interno di vere vasche d’acqua fredda.

L’ultima tempesta: la vera storia dietro il film

Holliday Grainger e Chris Pine in L'ultima tempesta (2016)
© 2015 – Walt Disney Studios

Come anticipato, quella di L’ultima tempesta è una vera vicenda che ha luogo il 18 febbraio del 1952. Un potente ciclone extratropicale colpì la costa orientale degli Stati Uniti, danneggiando irreparabilmente le pretroliere SS Fort Mercer e SS Pendleton. La prima delle due, spezzata a metà dalla violenza delle onde, riuscì a contattare i soccorsi e diverse unità della Guardia Costiera si mobilitarono in suo soccorso. Anche la Pendleton si spezzo poi in due, come riscontrabile nel film, ma non fece in tempo a contattare i soccorsi. Un addetto portuale, tuttavia, riuscì a sentire la sirena di emergenza della nave e avvertì la stazione. Subito partì una motovedetta, l’unica imbarcazione rimasta disponibile, con a bordo Webber e alcuni uomini.

Dopo diverse difficoltà nell’orientarsi nel mare in tempesta, questi riuscino a raggiungere la sezione di poppa della petroliera e a salvare 32 dei 33 uomini che si erano qui rifugiati. L’operazione fu particolarmente rischiosa, specialmente considerando che la motovedetta era pensata per trasportare un massimo di 12 persone. A fronte di queste vite salvate, per tante altre non si poté invece far nulla. I restanti membri della petroliera che erano rimasti nella sezione di prua morirono quando la loro parte di nave affondò. Ancora oggi, l’operazione eseguita da Webber e il suo piccolo equipaggio è considerata uno dei più grandi salvataggi mai eseguiti dalla United States Coast Guard tramite piccola imbarcazione.

L’ultima tempesta: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di L’ultima tempesta grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Disney+, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.

L’ultima tempesta in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

 


Fonte: IMDb, HistoryvsHollywood, Time

Reacher – Stagione 3: la spiegazione di come Jack Reacher si infiltra nell’operazione di Beck

Nella terza stagione (qui la recensione), Reacher elabora un piano complicato per infiltrarsi nell’operazione di Beck, sospetto trafficante di droga, che diventa tanto più complesso quanto più si approfondisce. La terza stagione adatta Persuader, il settimo romanzo della serie dell’autore Lee Child e la storia inizia seriamente quando Reacher (Alan Ritchson) scorge per strada un vecchio nemico che pensava di aver ucciso anni prima, il che porta alcuni agenti della DEA a reclutarlo per una pericolosa missione sotto copertura che coinvolge l’importatore di tappeti Zack Beck (Anthony Michael Hall).

La première della terza stagione di Reacher si apre dunque con il protagonista che salva il figlio di Beck, Richard (Johnny Berchtold), da un tentativo di rapimento e si ritrova nella proprietà di Beck. I primi tre episodi rimangono fedeli al romanzo, dove il protagonista deve improvvisare e superare i suoi nuovi datori di lavoro mentre il piano affrettato che ha ideato con l’agente della DEA Duffy (Sonya Cassidy) si dipana lentamente intorno a loro. L’obiettivo è dunque quello di infiltrarsi negli affari di Beck è però in contrasto con quello di Duffy: lei vuole salvare un’informatrice scomparsa, mentre Reacher vuole solo uccidere Quinn (Brian Tee) una volta per tutte.

Come Reacher e gli agenti della DEA hanno inscenato il tentativo di rapimento del figlio di Beck

Il rapimento che apre la terza stagione di Reacher è tratto direttamente da Persuader: l’antieroe di Ritchson “salva” Richard da un rapimento e lo riporta da Beck. I fan della serie potrebbero subito sospettare che ci sia qualcosa di strano, come la probabilità che Reacher si imbatta in un rapimento e porti con sé una grossa magnum. Questo perché il rapimento di Richard era in realtà un elaborato stratagemma per far entrare il protagonista nella villa di Beck, e l’episodio racconta di come Reacher, Duffy e gli altri agenti della DEA abbiano organizzato il rapimento passo dopo passo.

Reacher deve sparare sia con munizioni vere che a salve, con cartucce per simulare gli spari. Devono simulare la morte della guardia del corpo di Richard lanciando una granata nella sua auto, che in realtà è una flashbang progettata per stordire. Reacher è anche consapevole di dover eliminare l’opzione di portare Richard alla polizia, quindi fa credere di aver ucciso un poliziotto per sbaglio durante la sparatoria; in realtà, l’agente della DEA Villanueva (Roberto Montesinos) è stato imbottito di squibs per simulare questo effetto.

In sostanza, si tratta di un piano folle che non accadrebbe mai nella realtà, ma che è in qualche modo accettabile in questo contesto. La cosa funziona anche a loro favore: Beck è talmente grato a Reacher da offrirgli un lavoro e una nuova casa. Tuttavia, proprio come pensava Reacher, c’erano delle falle nel piano a cui non avevano pensato, che causano grossi problemi negli episodi successivi.

Sonya Cassidy e Alan Richtson in Reacher
Sonya Cassidy e Alan Richtson in Reacher © Prime Video

La verità sulla missione sotto copertura

L’agente Duffy è l’ultimo interesse amoroso di Reacher ed è lei che lo recluta per andare sotto copertura con Beck. Come per Reacher, anche per lei la missione è personale. Ha infatti inviato un’informatrice confidenziale di nome Teresa sotto copertura all’interno dell’operazione di Beck, che poi è scomparsa. Sebbene l’operazione sia finalizzata a distruggere Beck e il suo misterioso datore di lavoro, l’obiettivo principale di Duffy è salvare Teresa. Proprio come in Persuader, la terza stagione svelerà questo mistero. Reacher trova l’orecchino di Teresa in una cella del complesso di Beck, a riprova della sua presenza, ma non sa se sia viva o morta.

Reacher vuole invece trovare Quinn e ucciderlo una volta per tutte. Quinn faceva parte dei servizi segreti militari durante il periodo in cui Reacher lavorava con i 110° Investigatori Speciali ed era sospettato di aver venduto informazioni riservate; Reacher reclutò una giovane e brillante sergente di nome Kohl (Mariah Robinson) per indagare sul caso insieme a lui. I due stringono una stretta amicizia lavorando insieme e alla fine Reacher la incarica di arrestare Quinn.

Tragicamente, Quinn ha però la meglio e Reacher scopre in seguito il corpo gravemente mutilato di Kohl nella casa di Quinn. Nel libro, questo lo porta a rintracciare Quinn e a sparargli in testa, cosa a cui l’agente disonesto riesce però a sopravvivere. Il terzo episodio della terza stagione, “Numero 2 con una pallottola”, ha confermato che Quinn è il capo di Beck e che in precedenza aveva fatto rapire, torturare e tagliare l’orecchio a suo figlio Richard in un gioco di potere per impadronirsi degli affari di Beck.

Reacher stagione 3 recensione serie
Alan Richtson in Reacher © Prime Video

Come Reacher copre i suoi omicidi e prende il posto di Duke

Nel secondo e terzo episodio della terza stagione di Reacher, il personaggio diventa quindi un tirapiedi di Beck. Gli vengono affidati vari compiti noiosi, come guidare un camion o scortare il figlio di Beck in città, ma il capo della sicurezza di Beck, Duke (Donald Sales), che in realtà lavora per Quinn, tiene Reacher fuori dal giro degli affari interni. Reacher decide che, per portare a termine la sua missione, deve dunque prendere il posto di Duke come capo della sicurezza di Beck.

Prima di arrivare a questo punto, il secondo episodio “Truckin‘” vede Reacher in coppia con un criminale soprannominato Angel Doll (Manuel Rodriguez-Saenz) per identificare il camion guidato dal presunto rapitore. Beck sospetta che il tentativo di rapimento provenga da una banda rivale, quindi Angel Doll e Duke indagano su questa possibilità. Purtroppo Reacher non è l’attore più convincente, quindi quando Angel Doll ispeziona il veicolo distrutto, nota dei buchi nella storia di Reacher. Quando affronta l’antieroe di Ritchson alla fine dell’episodio, Reacher decide che sarebbe più facile uccidere Angel Doll per eliminarlo come minaccia.

L’episodio 3 prevede che il protagonista esca di nascosto dal complesso di Beck per ripulire il casino che ha fatto con Angel Doll, solo che lui e Duffy vengono attaccati da due camionisti che si imbattono nella scena. Dopo aver ucciso anche loro, Reacher e Duffy nascondono i loro corpi in container vuoti, mentre Duffy entra nelle e-mail di Angel Doll per rintracciare le sue attività precedenti. Le fa poi inviare un’e-mail da Angel Doll a Duke, affermando di sapere dove si nascondono i rapitori.

Si tratta di una trappola tesa dal protagonista per mettere alle strette Duke e, una volta entrati, punta la pistola contro il capo della sicurezza di Beck. Duke si rifiuta di spifferare tutto e sostiene che egli è uno sprovveduto, dato che aveva avuto l’impressione che lui sia della DEA. Reacher lo uccide con un colpo alla testa. Poi spara alla casa per convincere Beck che è appena avvenuto un furioso scontro a fuoco, prima di farla saltare in aria per eliminare tutte le prove. Consegna poi anche la pistola di Angel Doll a Beck, che ritiene che il primo lo abbia venduto a una banda rivale.

Anthony Michael Hall e Olivier Richters in Reacher
Anthony Michael Hall e Olivier Richters in Reacher © Prime Video

Reacher diventa il braccio destro di Beck

La rapida scalata di Reacher all’interno dell’operazione di Beck è fenomenale, ma è molto mirata. Con Duke e Paulie (Olivier Richters) che sospettano profondamente di lui e il tempo potenzialmente a disposizione di Teresa che sta per scadere, ha bisogno di conoscere rapidamente i dettagli dell’operazione di Beck. L’unico modo per farlo è togliere di mezzo Duke e, poiché Beck è a corto di uomini, Reacher è l’unica vera scelta per sostituirlo.

La morte di Duke assicura quindi al protagonista la promozione che cercava, e nei prossimi episodi si vedrà come si comporterà in questo ruolo. Non ha ancora incontrato Quinn, ma dato che quest’ultimo è sopravvissuto a malapena a un colpo alla testa, è possibile che non ricordi nulla del suo nemico. In ogni caso, con l’inevitabile scontro tra Reacher e Paulie all’orizzonte, le cose potrebbero farsi più intense nella serie di Amazon.

Come guardare i film di Cattivissimo Me in ordine cronologico

Come guardare i film di Cattivissimo Me in ordine cronologico

Mentre la Disney è ancora il re dell’animazione al cinema, e la Pixar ha ora il film d’animazione con il maggior incasso di tutti i tempi, con Inside Out 2, il franchise di film d’animazione di maggior successo di tutti i tempi è Cattivissimo me. I quattro film della serie principale, insieme ai due film dei Minions, hanno incassato più di 5 miliardi di dollari al botteghino mondiale.

I sei film della serie saltano in ordine cronologico, quindi cercare di seguire la storia completa può creare confusione. Se sei un fan di Cattivissimo me che vuole rivedere i film in ordine cronologico, o qualcuno che non conosce il franchise e vuole solo seguire una trama sequenziale dalle origini all’era attuale, ecco come guardare tutti i film del franchise di Cattivissimo me in ordine, dall’inizio della storia alla fine (almeno al momento della stesura di questo articolo).

Minions (2015)

Minions

Minions è il vero inizio del franchise e non si può andare molto più indietro, considerando che è il prequel che spiega gli inizi evolutivi dei maldestri personaggi gialli e come esistano dalla notte dei tempi, con il desiderio di servire gli esseri umani più malvagi. Tre dei Minion, Kevin, Stuart e Bob, partono alla ricerca di un nuovo padrone da servire, e si ritrovano al Villain-Con, dove vengono assunti da Scarlett Overkill (un’esilarante Sandra Bullock) e da suo marito Herb (John Hamm).

Minions è un film interessante, in quanto è il film di maggior successo della serie fino ad oggi, se si considera il botteghino globale, mentre al contrario è considerato dai critici uno dei peggiori della serie. Tutto dipende da quanto si riesca a sopportare i Minion e il loro linguaggio incomprensibile in una sola seduta.

Minions: Come Gru diventa cattivissimo (2022)

Minions 2 - Come Gru diventa cattivissimo doppiatori
Minions 2 – Come Gru diventa cattivissimo. Foto di Illumination Entertainment – © 2021 Universal Pictures and Illumination Entertainment. All Rights Reserved.

Minions: The Rise of Gru è ambientato a metà degli anni ’70 e, sebbene il film sia incentrato sul marchio dei Minion, è più un prequel diretto di Cattivissimo me che vede Gru (Steve Carrell) come un ragazzino che sogna di diventare un supercattivo, con i Minion come suoi… servitori. Dopo aver fatto un provino per entrare nella squadra degli antagonisti, i Viscious 6, Gru viene rapito da uno dei loro ex membri, e i Minion si uniscono per salvare il loro padrone.

Cattivissimo me (2010)

Cattivissimo Me

Il primo vero film di Cattivissimo me presenta Gru come un supercattivo adulto il cui rivale ruba una delle piramidi d’Egitto, spingendo Gru a rilanciare cercando di rubare la Luna. Il suo piano per combattere il rivale supercattivo Vector porta Gru a fare squadra e legare con tre ragazze orfane, portando alla scoperta che anche questo grande cattivo non è del tutto malvagio.

Il primo Cattivissimo me è ancora ampiamente considerato dai fan e dalla critica come il migliore della serie, il che ha senso, dato che questo era il film che doveva essere abbastanza buono da lanciare un’intera serie. Di sicuro ha il cuore più grande.

Cattivissimo me 2 (2013)

Steve Carell, Chris Renaud e Pierre Coffin in Cattivissimo me 2
© 2013 – Universal Pictures

Dopo essersi ritirato dalla vita da supercattivo per dedicarsi a tempo pieno alla paternità, Gru viene richiamato nel mondo del crimine dalla Lega Anti-Cattivi e da una donna di nome Lucy (Kristen Wiig), che vuole che l’ex supercattivo li aiuti a fermare un nuovo supercattivo. Lui accetta e il suo nuovo partner nella lotta al crimine potrebbe rivelarsi ancora più importante per Gru a livello personale.

Cattivissimo me 2 si è rivelato un ottimo seguito del primo, sia agli occhi dei fan che della critica. Da qui in poi era chiaro che avevamo tra le mani il primo vero franchise di Illumination.

Cattivissimo me 3 (2017)

Steve Carell e Kristen Wiig in Cattivissimo me 2
© 2013 – Universal Pictures

In Cattivissimo me 3, Gru e Lucy sono felicemente sposati, ma dopo che una missione della Lega Anti-Cattivi va male, entrambi vengono licenziati. Gru e la sua famiglia vengono poi contattati dal fratello gemello Dru, precedentemente sconosciuto, e scopriamo che la malvagità è sicuramente una caratteristica di famiglia, dato che anche il loro padre era un supercattivo.

Cattivissimo me 3 è stato il primo film del franchise principale a non essere diretto da Chris Renaud, il che potrebbe spiegare la risposta piuttosto fiacca da parte della critica. Sebbene sia il campione del botteghino globale della serie di film di punta, generalmente non è considerato il migliore di quelle uscite.

Cattivissimo me 4 (2024)

Cattivissimo me 4 Gru
© Illumination Entertainment and Universal Studios. All Rights Reserved.

Nel luglio 2024 è uscito l’ultimo film della serie, il primo Cattivissimo me in sette anni. Cattivissimo me 4 ha riportato l’attenzione sulla storia di Gru adulto, che continua la sua avventura lavorando per la Lega Anti Cattivi e la sua vita personale, con una famiglia sempre più numerosa.

In Cattivissimo me 4 un ex rivale di scuola di Gru dichiara vendetta contro l’ex cattivo dopo che è diventato l’ultimo cattivo catturato dalla Lega Anti-Cattivi. Questo porta Gru e la sua famiglia, che ora include il piccolo Gru Jr., a nascondersi e assumere nuove identità. Cattivissimo me 4 ha avuto un ottimo esordio al botteghino, quindi questo franchise non sta ancora perdendo colpi.

Come guardare i film di Cattivissimo me in ordine di uscita

Cattivissimo me saga

Se vuoi guardare tutti i film di Cattivissimo me in ordine cronologico, segui la sequenza indicata sopra per seguire la storia dall’inizio alla fine. Se invece vuoi guardare tutti i film come li avresti visti al cinema, l’ordine corretto sarebbe il seguente.

  • Cattivissimo me (2010)
  • Cattivissimo me 2 (2013)
  • Minions (2015)
  • Cattivissimo me 3 (2017)
  • Minions 2 – Il ritorno di Gru (2022)
  • Cattivissimo me 4 (2024)

Il franchise è ormai arrivato al sesto film, ma non è ancora finito. Minions 3 è stato recentemente annunciato per il 2027. Chiaramente, questo franchise è ancora estremamente popolare. Con l’Universal Orlando Resort che ha recentemente aperto un’intera Minions Land, sembra improbabile che i film abbiano intenzione di fermarsi presto, a patto che i supercattivi non gestiscano lo studio.

Scissione – Stagione 2 Episodio 6, la spiegazione del finale: cosa succede a Mark?

Mark incontra un destino oscuro nel finale della sesta puntata della seconda stagione di Scissione, dopo che i nuovi sviluppi della storia presentano diversi colpi di scena scioccanti. Dopo aver detronizzato Ted Lasso, “Severance” è diventato lo show più visto su Apple TV+. Dato che “Severance” migliora ad ogni episodio e riesce a mantenere la sua storia comprensibile nonostante sia guidata da diverse idee complesse, non sorprende che abbia raggiunto questo risultato. Anche nella seconda stagione, Severance ha lasciato gli spettatori con domande avvincenti dopo ogni puntata, spingendoli a chiedere di più.

La sesta puntata della seconda stagione di Severance ha un impatto simile sugli spettatori, lasciandoli con un enorme cliffhanger che rende incerto il destino di Mark. L’episodio mostra come, dopo averci riflettuto un po’, Mark alla fine accetti di fare un passo drastico che intensificherà la sua reintegrazione, ma che lo lascerà anche con il rischio di perdere la vita. Pochi istanti dopo, Mark cade a terra e inizia ad avere le convulsioni, il che rende difficile non chiedersi se starà bene nelle prossime puntate della serie di fantascienza di Apple TV+.

Perché Mark collassa alla fine della seconda stagione di Severance

Scissione - stagione 2

Dopo che Reghabi ha riempito il chip di Mark con uno strano liquido, lei e Mark sperano che questo acceleri la procedura di reintegrazione. Pur rendendosi conto delle potenziali conseguenze del processo sulla salute di Mark, lo incoraggia ad accettare il riempimento del chip. Anche Mark alla fine accetta di farlo e manifesta strani sintomi. All’inizio avverte uno strano sapore in bocca, che gli fa presagire un attacco epilettico. Pochi istanti dopo, l’improvvisa ondata di attività elettrica nel suo cervello gli fa perdere la funzione motoria, impedendogli di afferrare un bicchiere d’acqua.

Prima che Mark possa reagire a ciò che sta accadendo, cade improvvisamente a terra. Anche se lo show non rivela cosa gli sia successo, è sicuramente vivo ma privo di sensi. Mentre è privo di sensi, sembra probabile che avrà visioni più viscerali della sua vita da innie, dato che l’aumento dell’attività elettrica nel suo cervello lo aiuterà ad accedere a ricordi sepolti o repressi. Solo il tempo dirà quale sarà l’impatto della nuova fase di integrazione sull’innerie di Mark, ma il suo outerie sarà probabilmente pieno di segreti su Lumon e sulla vita del suo innerie prima che Mark riprenda conoscenza.

Spiegazione della strana conversazione a cena di Irving, Burt e Fields – Burt sta nascondendo qualcosa?

Scissione - stagione 2
Cortesia di Apple TV+

Durante la scena della cena nell’episodio 6 della seconda stagione di Severance, Fields ricorda che decisero di mandare Burt a lavorare per Lumon come dipendente separato per assicurarsi il suo posto in paradiso. Un prete lo convinse che gli esseri umani sono individui separati, il che significa che Dio li giudicherebbe separatamente. Il fatto che Fields e Burt abbiano anche solo pensato a questo suggerisce quanto sia distorta la loro percezione della religione. Allo stesso tempo, suggerisce anche che Burt ha un passato oscuro, che lui e Fields credevano gli avrebbe impedito di andare in paradiso.

Sembra anche strano che Fields sembri certo del suo posto in paradiso, ma dubiti che Burt possa essere giudicato in modo diverso. La conversazione a tavola diventa ancora più sospetta e strana quando Fields afferma che Burt è stato con Lumon per 20 anni. Prima che Irv possa chiedere come sia possibile, Burt lo corregge dicendo che la procedura di separazione non esisteva nemmeno 20 anni fa, rendendo impossibile per lui lavorare con Lumon.

Dopo questa scena, è difficile non credere che Burt abbia lavorato alla Lumon anche prima che venisse introdotta la procedura di separazione. Anche se solo il tempo potrà dire cosa stanno tramando Burt e Fields, Irving potrebbe commettere un errore fidandosi ciecamente di loro. Se non sta attento, Burt potrebbe scoprire cosa sta cercando di fare per fermare la Lumon dall’esterno e potrebbe persino denunciarlo alla Lumon. L’errore di Fields sull’identità di Burt rende meno verosimile che sia coinvolto con Lumon. Burt, tuttavia, sembra aver fatto alcune cose losche per l’azienda in passato, il che lo rende una minaccia per Irv.

Perché Mark accetta di farsi travolgere dal suo chip dopo aver incontrato Helena

Mark e Helena inizialmente si lasciano andare a imbarazzanti battute di flirt nell’episodio 6 della seconda stagione di Severance, quando si incontrano in una tavola calda.

Sebbene Mark si chieda perché il membro della famiglia Eagan stia cercando di attaccare bottone con lui, Helena cerca di sostenere che è solo curiosa di lui perché lavora per Lumon. Le cose prendono una strana piega, tuttavia, quando Helena chiama Gemma “Hannah” quando gli chiede della sua defunta moglie. Mark sembra capire immediatamente che Helena sa qualcosa su Gemma che lui non sa e sta solo fingendo di non conoscerla affatto.

Con questo, si rende conto che deve scoprire la verità su ciò che Lumon sta facendo a Gemma prima che sia troppo tardi. Rendendosi conto dell’urgenza della sua ricerca di reintegrazione, torna a casa e chiede a Reghabi di inondare il suo chip. Spera che inondare il chip acceleri il processo e lo aiuti finalmente a connettersi con la versione di sua moglie esistente all’interno di Lumon.

I vuoti temporali e i crossover nella memoria di Mark spiegati

Gli introversi e gli estroversi esistono nello stesso mondo materiale. Tuttavia, poiché la percezione del tempo è unica, l’esperienza del tempo di Mark introverso ed estroverso è diversa. Per questo motivo, più le due personalità si sovrappongono dopo la reintegrazione, più Mark sperimenterà un senso di dissonanza cognitiva e frammentazione psicologica. Sta già iniziando a vedere sottili incroci tra le sue due vite e a notare strani vuoti temporali, che suggeriscono che il suo senso di sé sta iniziando a spezzarsi. Prima della reintegrazione, il suo io interiore e il suo io esteriore mantenevano la propria individualità unica.

Alcuni aspetti delle loro personalità condividevano un terreno comune, ma entrambi esistevano come entità separate con desideri, personalità e motivazioni distinte. Mentre l’outie faticava ad accettare la morte della moglie, l’innie era relativamente più allegro, godendosi i primi giorni della sua storia d’amore con Helly. Tuttavia, una volta che la sovrapposizione sarà completa, Mark noterà un senso contrastante di dualità in quasi tutto ciò che ha conosciuto di sé stesso finora. Come gli assicura Reghabi nell’episodio 6 della seconda stagione, avrà bisogno di tempo prima di imparare a comprendere le linee temporali e i ricordi con cui ha convissuto.

Le implicazioni di Mark che va a letto con Helly spiegate

La presenza di bambini nei titoli di testa della seconda stagione di The Divide ha fatto sì che molti spettatori si chiedessero se non fosse un accenno a una trama sulla gravidanza. Anche se solo il tempo potrà dire se questa teoria si concretizzerà, la serie sembra aver aperto la strada alla narrazione mostrando come Mark sia andato a letto sia con Helly che con Helena. Tuttavia, anche se la storia della gravidanza non vedrà mai la luce, Mark si è trovato in una situazione complessa in cui è romanticamente attratto da due donne (Helly e Gemma) e dai loro doppi personaggi.

Una volta avvenuta la reintegrazione, ci sarà una sovrapposizione tra i sentimenti del Mark introverso per Helly e l’amore del Mark estroverso per Gemma. Allo stesso tempo, poiché il Mark introverso sta già lottando per distinguere tra ciò che prova per Helly e Helena, probabilmente dovrà affrontare ancora più confusione una volta iniziata la reintegrazione. L’innie di Mark si trova già in una strana situazione di “triangolo amoroso” dopo i recenti episodi della seconda stagione. Dopo la reintegrazione, questi intrecci romantici si intensificheranno e faranno sì che Mark metta in discussione la sua identità e la sua percezione dell’amore.

Chi stava guardando i documenti nella scatola di Irving?

Anche se l’episodio 6 della seconda stagione di Severance non rivela chi stava guardando i documenti nella scatola di Irving, rivela che l’uomo ha un tatuaggio “FROLIC”. Questo rende evidente che l’uomo è Drummond, il lavoratore della Global Management di Lumon, che sembra detenere un potere immenso nell’azienda. Il fatto che Drummond si introduca in casa di Irving dopo che questi è uscito per incontrare Burt suggerisce che i due personaggi potrebbero essere in contatto. Burt potrebbe avergli dato il via libera per indagare a casa di Irv mentre lo va a trovare per cena.

L’outie di Irving sembra essere in serio pericolo, dato che anche i funzionari di Lumon, come Drummond, sembrano essere a conoscenza di ciò che sta cercando di fare. Poiché anche Burt sembra essere coinvolto con l’azienda, Irv dovrà osservare attentamente le sue mosse future e assicurarsi di non fidarsi di nessuno. Potrebbe essere troppo presto per determinare il destino di Irving, ma il suo outie potrebbe avere la stessa fine del suo innie se non procede con cautela.

Spiegata la minaccia di Milchick alla signorina Huang per la “laurea” della borsa di studio

Milchick avverte la signorina Huang nell’episodio 6 della seconda stagione di Severance che se non adempirà alle sue responsabilità alla Lumon e non completerà la sua borsa di studio, non sarà accettata nel programma Wintertide della Lumon. La serie non rivela cosa significhi Wintertide, ma l’avvertimento di Milchick conferma che Huang sta svolgendo un tirocinio presso Lumon, sperando che alla fine la aiuti a ottenere un altro profilo in azienda. Questa rivelazione potrebbe significare che, anche se Huang sembra incredibilmente giovane, è associata a Lumon solo durante le vacanze estive.

Oppure potrebbe essere sul punto di diplomarsi e sperare di entrare in Lumon dopo aver completato il suo tirocinio presso l’azienda. Indipendentemente da ciò che il futuro le riserva in Lumon, c’è qualcosa in lei che non sembra giusto. La sua insensibilità nei confronti dei lavoratori licenziati e il suo comportamento robotico sollevano molte domande su quanto tempo sia stata associata alla “setta” Lumon e su cosa speri di ottenere da essa.

Perché la moglie di Dylan gli mente riguardo al suo incontro con il suo innie

Quando nell’episodio 2 ha mostrato le difficoltà di Dylan nel trovare il suo posto nel mondo esterno, lo show ha lasciato intendere che lui non è particolarmente gentile con sua moglie quando è stressato.

Anche sua moglie, Gretchen, ha accennato ai suoi problemi con Dylan quando ha raccontato al suo innie delle sue difficoltà nel trovare la sua strada nel mondo esterno. Tuttavia, come suggerisce l’episodio 6, lei apprezza davvero l’innie di Dylan e sta iniziando a piacergli anche più del suo outie.

Poiché l’outie e l’innie di Dylan sono tecnicamente individui diversi, si può dire che Gretchen tradisca l’outie baciando l’innie. Si rende conto che questo non andrebbe bene per l’altro e sembra anche sentirsi in colpa per la sua interazione intima con lui. Pertanto, invece di complicare il rapporto con il marito dicendogli la verità su ciò che è successo tra lei e l’altro, mente sul fatto di non averlo incontrato affatto nell’episodio 6 della seconda stagione di The Divide.

La storia vera di The Brutalist: il vero Laszlo Toth, molto diverso, e le reali ispirazioni del film

Il film drammatico in costume del regista Brady Corbet, The Brutalist, sta spopolando nella stagione dei premi. Dal suo lancio alla fine del 2024 negli Stati Uniti (e all’inizio del 2025 nel Regno Unito), The Brutalist ha ottenuto un impressionante 97% su Rotten Tomatoes. Sebbene sia uno dei film più lunghi del 2024, con una durata di 215 minuti, le recensioni di The Brutalist sono estremamente positive. E The Brutalist vanta alcune interpretazioni incredibili; infatti, Adrien Brody è stato nominato come miglior attore per la sua interpretazione di László Tóth. Anche la performance di Felicity Jones nei panni della moglie di László, Erzsébet, si è distinta anche tra le altre potenti interpretazioni del cast di The Brutalist.

Interpreti così intensi rendono facile credere alla realtà della storia che si svolge sullo schermo. Al loro meglio, i film fanno dimenticare al pubblico che ciò che sta guardando è una narrazione, non la realtà, e The Brutalist ha sicuramente raggiunto questo obiettivo. Le storie di László ed Erzsébet sono intense e credibili, quindi è facile pensare che László sia un genio misconosciuto del ventesimo secolo. Gli spettatori che sono usciti da The Brutalist e hanno cercato su Internet la storia di László Tóth, però, sono rimasti sorpresi.

The Brutalist non è basato su una storia vera

Adrien Brody e Felicity Jones in The Brutalist
Adrien Brody e Felicity Jones in The Brutalist

Ma c’è del vero in The Brutalist

Non c’è mai esistito un architetto ebreo ungherese di nome László Tóth. Anche se le performance in The Brutalist sono incredibilmente realistiche, i personaggi ritratti non sono mai esistiti nella realtà. È importante notare che The Brutalist non afferma mai il contrario; non ci sono dichiarazioni di non responsabilità del tipo “basato su una storia vera” o crediti del tipo “basato sulla biografia di…” in The Brutalist. Al contrario, personaggi come Harrison Van Buren (Guy Pearce) sarebbero stati importanti figure politiche o sociali, semplicemente per la loro ricchezza, quindi il fatto che il suo nome non suoni familiare avrebbe dovuto chiaramente segnalare che The Brutalist è un’opera di finzione.

È la verità in The Brutalist che rende il film così avvincente.

Tuttavia, il mondo di The Brutalist è reale. Quindi, sebbene The Brutalist non sia basato su una storia vera specifica, c’è del vero nelle storie che The Brutalist racconta. Non esisteva un architetto ebreo ungherese di nome László Tóth sopravvissuto all’Olocausto ed emigrato in America, ma centinaia di migliaia di ebrei ungheresi furono perseguitati durante l’Olocausto e alcuni sopravvissuti emigrarono davvero in America, continuando a fare grandi cose nella loro patria adottiva. László ed Erzsébet potrebbero non essere stati separati nella vita reale, ma innumerevoli famiglie reali lo furono. È la verità in The Brutalist che rende il film così avvincente.

Il vero Laszlo Toth non era un architetto come in The Brutalist

The Brutalist

Ci sono molti Lazlo Toth, ma nessuno di loro è un architetto

D’altra parte, però, c’era un vero ungherese di nome “Laszlo Toth” o “László Tóth”. In realtà, ci sono stati almeno sei Laszlo Toth. Tre “László Tóth” erano atleti: uno ha giocato a pallanuoto per l’Ungheria alle Olimpiadi, uno gioca a calcio per una squadra ungherese e il terzo è un pilota automobilistico che ha gareggiato fino all’estate del 2024. László Fejes Tóth era un matematico nato nel 1915, mentre László Tahi Tóth era un attore ungherese pluripremiato, scomparso nel 2018. Chiaramente, non c’è nessun architetto tra loro.

Lo scrittore, attore e regista americano Don Novello, noto soprattutto per le sue apparizioni in Saturday Night Live e per il ruolo di Vinny in Atlantis: The Lost Empire, ha usato lo pseudonimo “Laszo Toth” per scrivere un romanzo basato sugli eventi della vita del geologo ungherese.

Il più famigerato Laszlo Toth nacque in Ungheria nel 1938, ma si trasferì in Australia da adulto nel 1965. Sebbene avesse studiato per diventare geologo, Toth aveva difficoltà con l’inglese e lavorava in una fabbrica di sapone in Australia. A differenza di László, Toth è stato cresciuto come cattolico e durante il suo soggiorno in Australia si è convinto di essere la reincarnazione di Gesù Cristo. Nel 1971 Toth si è trasferito in Italia, dove ha scritto lettere al Papa per ottenere il riconoscimento come Cristo e, quando questo non è riuscito, Toth ha vandalizzato la statua della Pietà di Maria di Michelangelo, staccandole un braccio e il naso prima di essere sopraffatto.

Non sorprende che Laszlo Toth sia diventato tristemente famoso a livello internazionale. È stato citato in programmi televisivi e ha ispirato due libri. Prima di The Brutalist, il geologo che vandalizzava le statue era di gran lunga il Laszlo Toth più famoso. In quanto tale, vale la pena considerare come il vero Laszlo Toth si relaziona con il personaggio immaginario László Tóth. I temi della religione, dell’arte e della salute mentale sono presenti in The Brutalist. È ironico che un ebreo che costruisce una chiesa in marmo abbia lo stesso nome di un cristiano che ha distrutto una statua cristiana. Indipendentemente da quanti dei parallelismi siano intenzionali, ci sono echi di Laszlo Toth nel László Tóth di The Brutalist.

L’architetto brutalista è ispirato allo stile architettonico brutalista degli anni ’50

The Brutalist

E c’erano architetti brutalisti come László Tóth

Mentre László Tóth, l’architetto brutalista, è un personaggio di fantasia, il brutalismo è uno stile architettonico molto reale. In The Brutalist, László dice al suo mecenate, Harrison, di aver studiato al Bauhaus, una scuola d’arte tedesca incredibilmente influente. Il Bauhaus è stato la culla del Modernismo e la sedia che László disegna all’inizio di The Brutalist è quasi identica alle sedie reali progettate dall’artista formatosi al Bauhaus, Heinrich Neuy. Mentre il Bauhaus era famoso per l’arte e l’architettura modernista, non per il Brutalismo, quello stesso movimento modernista è stato il progenitore diretto del Brutalismo.

Il brutalismo sostiene che gli edifici debbano avere uno scopo chiaro per le persone che li utilizzano.

Negli anni ’50, un gruppo di architetti modernisti (per lo più britannici) sviluppò il brutalismo. Ma il brutalismo è più di un semplice stile architettonico, è anche un approccio filosofico al mondo materiale. L’eminente architetto brutalista Reyner Banham ha spiegato che una struttura può essere valutata come “brutalista” in base a tre qualità: “1) leggibilità formale della pianta; 2) chiara esposizione della struttura; 3) valutazione dei materiali per le loro qualità intrinseche ‘così come sono’”. In altre parole, il brutalismo si preoccupa del materiale così com’è, non di come può essere utilizzato, e insiste sul fatto che gli edifici debbano avere uno scopo chiaro per le persone che li utilizzano.

Il brutalismo è anche nato, in gran parte, come reazione contro l’architettura più popolare degli anni ’30 e ’40, la nostalgia. Gran parte dell’architettura europea di quel periodo si basava su riferimenti alla storia europea, soprattutto nella Germania nazista. I movimenti fascisti si basavano su gesta di gloria passata per giustificare le atrocità presenti, e ciò si rifletteva chiaramente nell’architettura dell’epoca. Molti architetti brutalisti furono perseguitati dai nazisti e l’architettura brutalista ipermoderna fu progettata come una chiara confutazione dell’ideologia fascista.

Anche se The Brutalist potrebbe non essere basato sulla vita reale di Ernő Goldfinger, egli è il parallelo più vicino a László.

L’architetto brutalista Ernő Goldfinger è la cosa più vicina a un László Tóth nella vita reale. Come László, Goldfinger era sia ebreo che ungherese, e lui e sua moglie fuggirono dai nazisti in Ungheria. Goldfinger, tuttavia, fuggì in Gran Bretagna, non in America. Inoltre, Goldfinger non iniziò la sua carriera in Gran Bretagna grazie a un ricco mecenate, come Harrison, ma grazie al Partito Comunista Britannico. Nell’epilogo di The Brutalist, vengono rivelati i successi ottenuti da László nel corso della sua vita, e questi successi sono simili a quelli di Goldfinger nel mondo reale. Anche se The Brutalist potrebbe non essere basato sulla vita reale di Ernő Goldfinger, è il parallelo più vicino a László.

Perché The Brutalist sembra basato su una storia vera

Guy Pearce e Adrien Brody in The Brutalist (2024)

Ricorda un famoso film biografico

Dato che né Laszlo Toth, il geologo, né Ernő Goldfinger, l’architetto brutalista, sono la base di The Brutalist, vale la pena considerare perché il film sembra così basato su una storia vera. In parte è una questione di stile; la fotografia in The Brutalist assomiglia molto a quella del film biografico di Christopher Nolan del 2023, Oppenheimer. E i parallelismi tra The Brutalist e Oppenheimer sono più che stilistici. Sia László Tóth che J. Robert Oppenheimer (Cillian Murphy) fanno i conti con la loro ebraicità di fronte all’assimilazione, quindi c’è una sovrapposizione tematica.

Un’altra somiglianza è il modo in cui il genio di László e quello di Oppenheimer sono rappresentati nel linguaggio cinematografico. Le complessità dell’architettura o della fisica nucleare sarebbero difficili o impossibili da mostrare chiaramente sullo schermo, quindi sia in Oppenheimer che in The Brutalist, i registi hanno optato per sequenze stilizzate surreali per trasmettere il processo creativo. Inoltre, vale la pena notare che Amalia è anche incredibilmente lungo, con una durata di 180 minuti. Dati i parallelismi tematici e cinematografici con il più recente film biografico epico, non sorprende che The Brutalist abbia ritenuto che potesse essere basato su una storia vera.

Martin Scorsese: il prossimo film con The Rock, DiCaprio ed Emily Blunt scatena una guerra di offerte a 5

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Il nuovo film drammatico sul crimine organizzato di Martin Scorsese è oggetto di una guerra di offerte a cinque. Secondo quanto riportato, il potenziale nuovo film è stato venduto agli studi cinematografici, con Dwayne Johnson, Emily Blunt e il solito Leonardo DiCaprio, tutti legati alla star. Soprannominato un incrocio tra il classico del crimine Quei bravi ragazzi e The Departed ambientato alle Hawaii, il film sarà incentrato su una sanguinosa battaglia tra sindacati criminali rivali che cercano di strappare il controllo delle isole.

Secondo Puck It, il pacchetto ha scatenato una guerra di offerte a cinque tra Netflix, Amazon, Apple, Warner Bros. e almeno un altro studio tradizionale. Anche se Netflix non offre un’uscita completa nelle sale, sta facendo offerte aggressive e il rapporto afferma che Scorsese dovrebbe dare la priorità al miglior offerente, con il progetto che potrebbe ottenere un’offerta di oltre 200 milioni di dollari. Anche le star del progetto non dovrebbero opporsi a un’uscita prevalentemente in streaming.

Cosa significa questo per il successo del prossimo progetto di Martin Scorsese

Leonardo DiCaprio e Martin Scorsese in Killers of the Flower Moon 10 marchi
Gentile concessione di © 01 Distribution

Scorsese non ha avuto paura di lavorare con gli streamer

La guerra delle offerte dimostra il fascino che Scorsese esercita ancora come regista, quasi 60 anni dopo il suo debutto con Who’s That Knocking at My Door?. Dimostra anche il potere delle star Johnson, Blunt e DiCaprio, che sono tra i più grandi attori del mondo in questo momento. Avere tutti e tre insieme nello stesso progetto è molto probabile che generi un notevole interesse e contribuisca a rendere il film un successo, indipendentemente dalla sua uscita. Mentre molti registi danno la priorità alle uscite nelle sale, in passato l’aspetto economico dello streaming ha attirato l’attenzione di Scorsese.

Se uno streamer finisce per presentare l’offerta più allettante, difficilmente il regista esiterà ad accettare.

Gli streamer ricchi di liquidità spesso pagano bene per progetti di nomi noti e se il budget è accompagnato dalla libertà creativa, si possono realizzare film ambiziosi che potrebbero non essere mai approvati per le sale. La recente carriera di Scorsese lo dimostra, avendo realizzato The Irishman per Netflix e Killers of the Flower Moon per Apple, due film costosi che si collocano tra i suoi film più apprezzati dalla critica. Se uno streamer finisce per presentare l’offerta più allettante, probabilmente non esiterà ad accettarla.

Bong Joon-ho annuncia i piani per il suo ritorno al genere horror 19 anni dopo

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Bong Joon-ho ha anticipato alcuni dettagli sul suo prossimo progetto horror. Bong è il regista premio Oscar dietro il film del 2019 Parasite, che ha fatto scalpore al momento dell’uscita e ha catapultato il regista verso ulteriori riconoscimenti internazionali. Ora, il creativo sudcoreano sta per pubblicare Mickey 17. La commedia dark d’azione fantascientifica in lingua inglese sarà interpretata da un cast stellare che include Robert Pattinson, Steven Yeun, Mark Ruffalo, Naomi Ackie e Toni Collette, e uscirà il 7 marzo. È il primo film di Bong in sei anni.

Parlando con MBC Korea (traduzione via Fangoria), Bong anticipa alcuni dettagli sul suo prossimo film. Definendo il film horror il suo “progetto di vita”, afferma di aver pensato a questa storia fin dal 2001. Descrivendo alcuni momenti del film, ha detto: “Stiamo correndo nella sezione sotterranea della metropolitana. Nella carrozza accanto alla nostra, delle persone vestite in modo simile iniziano ad avvicinarsi al nostro lato”. Guarda la descrizione completa di Bong qui sotto:

È un po’ il mio progetto di vita. Ci sto pensando dal 2001. Stiamo correndo nella sezione sotterranea della metropolitana. Nella carrozza accanto alla nostra, delle persone che indossano abiti simili iniziano a venire dalla nostra parte. Stiamo correndo. Molte persone iniziano a venire dalla nostra parte.

Cosa significa questo per il prossimo progetto di Bong

Bong Joon Ho e Chloé Zhao
Foto di Luigi de Pompeis © Cinefilos.it

Bong ha confermato che il suo prossimo progetto sarà un film horror, confermando le precedenti dichiarazioni del regista. Nel 2020, dopo l’uscita di Parasite, il regista aveva detto che stava lavorando a un “film coreano” che sarebbe stato ambientato a Seoul e avrebbe avuto “elementi unici di horror e azione”. Questo era uno dei due film a cui stava lavorando in quel periodo, l’altro è diventato Mickey 17. Ora, è chiaro che questo misterioso film d’azione sotterraneo sarà questo film. Resta da vedere da cosa stia scappando il gruppo di persone e cosa significhi il “lato oscuro”.

Bong non è nuovo al genere horror, ma il suo ritorno in questo campo sarà sicuramente ben accolto. Anche se Parasite aveva elementi horror, il film si basava su aspetti thriller e commedia nera per tessere la sua storia intrisa di commenti sociali. Prima di questo, tuttavia, il regista aveva diretto il film in lingua coreana The Host nel 2006. Da allora questo film è diventato un classico dell’horror coreano, il che fa ben sperare per il successo del suo ultimo film horror.

Leonardo DiCaprio sarà il protagonista del prossimo film di Damien Chazelle: rivelata la storia e l’inizio delle riprese

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Leonardo DiCaprio è attualmente in trattative per recitare nel prossimo film di Damien Chazelle, che secondo quanto riferito sarà un film biografico su Evel Knievel e si concentrerà sul suo famoso salto sul fiume Snake. Knievel era un famoso stuntman che ha realizzato diverse acrobazie impensabili nel corso del XX secolo. Tuttavia, questo film sarebbe la cronaca di un tentativo fallito di acrobazia da parte di Knievel, in cui ha tentato di attraversare il canyon del fiume Snake su un razzo a vapore.

In un nuovo reportage di The New York Times, è stato rivelato che DiCaprio potrebbe recitare nel prossimo film di Chazelle, che potrebbe essere girato già quest’estate. Se questo piano andrà in porto, DiCaprio girerà il film su Evil Knievel prima di qualsiasi altro dei suoi film in programma con Martin Scorsese, come l’adattamento di Devil in the White City e il progetto recentemente annunciato ambientato alle Hawaii. L’ultima bozza del progetto Evil Knievel è stata scritta da Terence Winter ed è attualmente in fase di revisione da parte di Chazelle.

DiCaprio sarebbe perfetto per il film Evil Knievel di Chazelle

Leonardo DiCaprio
Leonardo DiCaprio al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefios.it

Il sogno di Knievel era di lanciarsi nel Grand Canyon, ma ha avuto continuamente difficoltà a ottenere il permesso dal governo degli Stati Uniti. Questo lo ha portato a eseguire un salto più piccolo al Snake River Canyon. Secondo quanto riferito, il razzo fu lanciato perfettamente e avrebbe superato il canyon, ma il paracadute di Knievel si aprì troppo presto, facendo sì che il razzo colpisse la parete opposta del canyon. La storia di questo salto e della vita di Knievel potrebbe essere un ottimo film biografico, ed è emozionante che sia DiCaprio che Chazelle siano coinvolti nel progetto.

Tra i migliori film di Chazelle ci sono Whiplash, La La Land, First Man e Babylon. Negli ultimi dieci anni, Chazelle ha dimostrato di essere uno dei registi più talentuosi di Hollywood. Babylon, in particolare, è uno dei film più ambiziosi degli ultimi anni. Il lavoro di Chazelle su First Man dimostra anche che è la persona giusta per dirigere un progetto su Evil Knievel, poiché è possibile tracciare delle somiglianze tra un astronauta che vuole andare sulla luna e uno stuntman che si sforza di eseguire acrobazie impensabili ed estremamente pericolose.

“Doppio talento!”: La foto della reunion di James Gunn e Zack Snyder nel 2025 convince i fan della DC di una collaborazione all’orizzonte

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Il DC Universe potrebbe unire le menti creative del futuro e del passato, con una foto di Zack Snyder e James Gunn che accende il dibattito su una grande collaborazione. Man mano che l’uscita dei prossimi film DCU si avvicina, l’entusiasmo per il nuovo universo non fa che crescere. Che si tratti del film di James Gunn su Superman nel luglio 2025 o di Supergirl: Woman of Tomorrow un anno dopo, la DCU è finalmente arrivata. Dopo il successo del DCEU, il pubblico si è convinto che il passato possa incontrare il futuro dopo che un dibattito è stato causato da una riunione tra James Gunn e Zack Snyder.

Inizialmente, James Gunn aveva sollevato la questione sui social, con il nuovo capo della DC Studios che aveva pubblicato una sua foto insieme al suo amico e collaboratore di lunga data, Zack Snyder. Gunn ha elogiato il modo di fare cinema di Snyder e la sua capacità di raccontare storie, fondendo il futuro della DCU con il passato della DCEU in un modo che sicuramente entusiasmerà i fan della DC.

@bonniegrrl ha condiviso l’entusiasmo per l’idea che James Gunn e Snyder collaborino a un futuro concept DCU. Considerati i legami passati, presenti e futuri di entrambi i registi con il mondo della DC Comics, questo è sicuramente un desiderio comune tra il pubblico.

 

Cosa significa la foto della reunion di James Gunn e Zack Snyder per la DCU

Per quanto riguarda il significato della foto di James Gunn e Zack Snyder per il futuro della DCU, è certamente di vasta portata. Naturalmente, una possibilità è che la foto non significhi nulla per quanto riguarda i vari film e spettacoli del Capitolo Uno della DCU: Gods and Monsters. Come spesso sottolineato dalle fazioni neutrali tra le tribù in guerra dei fan del DCEU di Snyder e dei sognatori del DCU di Gunn, i due registi sono amici da molto tempo. Che si tratti delle loro collaborazioni passate o semplicemente delle loro conversazioni sul futuro della DC che si è confermato che si sono tenute, la foto di Snyder e Gunn potrebbe semplicemente significare la loro amicizia.

Tuttavia, da un punto di vista molto più divertente e basato su congetture, la foto potrebbe avere grandi implicazioni. Come sottolineato dalle numerose reazioni di cui sopra, la collaborazione è certamente possibile, data la storia del duo, la volontà di Gunn di consentire a voci registiche distinte di lavorare sulla DCU e l’attitudine di Snyder per diversi progetti anticipati nel franchise. Resta da vedere se questo sarà confermato o meno, ma la foto condivisa da Gunn potrebbe significare che i giorni di Snyder alla DC non sono così contati come si pensava inizialmente.

Le probabilità che Christopher Nolan diriga Bond 26 sarebbero aumentate dopo l’acquisizione di James Bond da parte di Amazon

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Ora che Amazon ha rilevato il franchise di James Bond, le possibilità di Christopher Nolan di dirigere un film sono aumentate. Fino a un recente annuncio, la famiglia Broccoli aveva il controllo creativo sul franchise di Bond. Dopo l’uscita di Daniel Craig dalla serie dopo No Time to Die, era in corso la ricerca di un nuovo attore per 007, ma gli aggiornamenti su Bond 26 erano lenti. La situazione è cambiata questa settimana, quando è stato annunciato che Amazon MGM Studios, che ora possiede la veterana distributrice di Bond MGM, avrebbe assunto il controllo creativo del franchise.

Ora, un rapporto di The Hollywood Reporter dice che il leggendario regista Nolan è una possibilità più alta dopo il passaggio ad Amazon. Matt Belloni di The Hollywood Reporter ha detto che il principale ostacolo alla regia di Nolan in passato erano i Broccoli. Con Amazon al comando, ipotizza che Nolan sia il favorito per il lavoro di regia. Ritiene che Amazon MGM Studios dia a Nolan carta bianca e un’ampia finestra teatrale simile al suo accordo di 120 giorni con la Universal ne valga la pena, in quanto garantirebbe un successo.

Cosa significa questo per il franchise di Bond

James Bond

Nolan sta attualmente lavorando a Odyssey

Nolan che realizza un film di James Bond non sarebbe del tutto inaspettato. Nolan ha già dichiarato che sarebbe interessato a lavorare a un film di James Bond, dato che è un appassionato della serie. Spiegando cosa lo tratteneva, Nolan aveva già notato che avrebbe dovuto “lavorare con una serie di vincoli” per realizzare un film di Bond, e preferisce avere un maggiore controllo creativo. Sulla base dell’argomentazione di Belloni, è possibile che il cambio di produttore possa fornire maggiore libertà a Nolan se Amazon fosse più disposta dei Broccoli a cedere il controllo.

Un ostacolo che potrebbe intralciare Nolan e il prossimo Bond 26 è il suo programma. Il regista sta attualmente lavorando a un adattamento de L’Odissea, un progetto che vede la partecipazione di numerose star e che è un’impresa enorme. L’uscita del film è attualmente prevista per luglio 2026, il che sposterebbe ulteriormente in avanti l’inizio della produzione di Bond 26.

Massimiliano Caiazzo: 10 cose che forse non sai sull’attore

Massimiliano Caiazzo: 10 cose che forse non sai sull’attore

Al giovane attore Massimiliano Caiazzo sono bastati pochi ruoli tra cinema e televisione per affermarsi come uno dei volti più interessanti della sua generazione per quanto riguarda la recitazione. Dotato di carisma e versatilità, Caiazzo è infatti passato con naturalezza dal dramma a sfumature più leggere, dando prova di possedere un futuro radioso davanti a sé, che lo rende un interprete tutto da scoprire e da tenere d’occhio.

Ecco 10 cose che forse non sai di Massimiliano Caiazzo.

I film e i programmi TV di Massimiliano Caiazzo

1 È noto per alcune serie televisive. Ad aver reso celebre Caiazzo vi sono principalmente alcune televisive, a partire naturalmente da Mare fuori, dove dal 2020 interpreta uno dei protagonisti, Carmine Di Salvo, accanto ad attrice e attori come Carolina Crescentini, Nicolas Maupas, Serena Codato e Giacomo Giorgio. Ha poi recitato anche in un episodio della serie Love Dilemma, più precisamente in quello intitolato Mi fido di te. Nel 2022 prende invece parte ad uno degli episodi di Filumena Marturano. Nel 2024 ha recitato nella serie Uonderbois, con Serena Rossi e nello stesso torna a recitare nella quarta stagione di Mare fuori. Nel 2025 è invece accanto a Eduardo Scarpetta in Storia della mia famiglia.

2. Ha iniziato a recitare anche per il cinema. Nel 2021 arriva per Caiazzo la prima avventura in un lungometraggio. Si tratta di School of Mafia, nel quale tre ragazzi newyorchesi con sogni e progetti per il proprio futuro vedono i loro sogni ostacolati dai loro padri, tre boss mafiosi che sono determinati a farli diventare i loro eredi. Qui Caiazzo interpreta il giovane Turi, personaggio poi interpretato da Nino Frassica nella sua versione adulta. Nel 2023 torna poi al cinema recitando in Piano piano, film ambientato nel 1987 a Napoli, dove gli abitanti di un condominio di periferia si godono gli ultimi mesi prima di lasciare il posto a un’autostrada che spazzerà via per sempre il loro piccolo mondo.

Massimiliano Caiazzo sarà Pino Daniele

3. Interpreterà il celebre musicista e cantante in un biopic. A dieci anni dalla scomparsa del grande Pino Daniele, è stato messo in sviluppo un biopic a lui dedicato dal titolo Je so’ pazzo. Caiazzo avrà l’onore e l’onere di interpretare Pino Daniele, un ruolo molto importante per cui si sta preparando studiando chitarra ma anche guadagnando diversi chili per avvicinarsi alla corporatura del musicista. Le riprese sono previste a marzo, con una data d’uscita prevista per la fine dell’anno.

Mare Fuori 4 recensione
Massimiliano Caiazzo in Mare fuori

Massimiliano Caiazzo è Carmine Di Salvo in Mare fuori

4. Ha lavorato molto sul personaggio. Per dar vita a Carmine, Caiazzo ha raccontato di aver inizialmente svolto un lavoro di analisi sugli aspetti fisici ed emotivi del personaggio, avvicinandosi così sempre di più ad esso. Tuttavia, l’attore ha anche sottolineato come egli stia bene attento a mantenere un confine evidente tra sé e il proprio personaggio, senza mai confondere le due cose. Giunto alla quarta stagione, l’attore si dice però sempre più vicino al suo personaggio, comprendendolo tanto negli aspetti positivi che in quelli negativi.

Massimiliano Caiazzo su Netflix con Storia della mia famiglia

5. È tra i protagonisti della nuova serie NetflixNella serie Storia della mia famiglia Caiazzo interpreta Valerio, il fratello di Fausto, che corso della vita ha assunto il ruolo di riferimento maschile per il fratello, portandolo a sentire una iper-responsabilizzazione. La pressione e la continua ricerca della propria identità fuori dal complesso sistema famigliare l’ha tuttavia portato a divenire dipendente dalla cocaina. Un personaggio dunque emotivamente molto forte, che ha permesso all’attore di dimostrare nuove sfumature del suo talento.

Massimiliano Caiazzo è su Instagram

6. Ha un profilo sul social network. L’attore è naturalmente presente sul social network Instagram, con un profilo seguito attualmente da 1.4 milioni di persone. Su tale piattaforma egli ha ad oggi pubblicato appena una settantina di post, tutti relativi alle sue attività come attore o modello. Si possono infatti ritrovare diverse immagini relative a momenti trascorsi sul set ma anche foto promozionali dei suoi progetti. Seguendolo si può dunque rimanere aggiornati sulle sue attività.

Storia della mia famiglia cast
Vanessa Scalera, Massimiliano Caiazzo, Cristiana Dell’Anna e Antonio Gargiulo in Storia della mia famiglia – Credits: Claudia Sicuranza / Netflix

Massimiliano Caiazzo, Elena D’Amario e Maria Esposito, chi è la fidanzata dell’attore?

7. L’attore ha una relazione con la balleria. Nonostante siano molti i fan di Mare fuori che sperano in una relazione tra Caiazzo e la sua collega di set Maria Esposito, tra i due sembrerebbe esserci nulla più che un’amicizia. Caiazzo, infatti, è attualmente fidanzato con la ballerina e attrice Elena D’Amario. I due non sono molto attivi sui social in quanto a condividere aspetti della loro vita insieme, ma di tanto in tanto emergono foto che li ritraggono insieme, riconfermando dunque il loro essere ancora una coppia. La stessa Esposito, d’altronde, già nei mesi scorsi aveva messo fine alle voci su una sua relazione con Caiazzo, bollando la cosa come completamente falsa.

Massimiliano Caiazzo e il rapporto con la madre, il padre e il fratello

8. È sostenuto dai genitori. La madre di Caiazzo è un’insegnante, mentre il padre un funzionario. L’attore ha raccontato che entrambi ipotizzavano una carriera diversa per il figlio, che per andare incontro alle loro aspettative si era iscritto ad un corso di laurea in biotecnologie. La passione per la recitazione lo ha però infine spinto a mollare tutto e inseguire la propria passione. Stando a quanto dichiarato dall’attore, nonostante i dubbi iniziali dei due genitori circa le sicurezze che il mondo dello spettacolo può dare a livello lavorativo, i due iniziano ora a ricredersi e sono i primi sostenitori del figlio.

9. Ha un fratello. Massimiliano ha inoltre un fratello di nome Riccardo e i due si somigliano moltissimo, tanto nei capelli quanto nello sguardo. I due compaiono talvolta l’uno nei social dell’altro, dimostrando dunque di andare d’accordo e poter vantare un ottimo rapporto tra fratelli. Non sappiamo però cosa faccia nella vita Riccardo, anche se non dovrebbe far parte del mondo dello spettacolo.

L’età, l’altezza e dove vive Massimiliano Caiazzo

10. Massimiliano Caiazzo è nato a Vico Equense, il 28 agosto del 1996. L’attore è alto complessivamente 1.82 centimetri. Cresciuto in Campania, tra Vico Equense e Napoli, Caiazzo risiederebbe oggi a Roma.

Fonti: IMDb, DoCinema, Instagram

Heretic: guida al cast e ai personaggi del film horror in uscita

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Heretic: guida al cast e ai personaggi del film horror in uscita

Il cast di Heretic (qui la nostra recensione) è ridotto, il che lascia agli attori molto spazio per dare vita ai loro personaggi. Diretto e scritto da Scott Beck e Bryan Woods, autori di A Quiet Place, il thriller è incentrato su una coppia di giovani missionarie della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni che accettano un invito a casa del signor Reed, apparentemente gentile. Mentre la loro conversazione, inizialmente piacevole, diventa sempre più personale e astratta, le due giovani donne si rendono conto del vero pericolo in cui sono finite.

Heretic è un grande film horror e ha ottenuto alcuni dei più alti riconoscimenti della carriera della star Hugh Grant. Il film vive della sua interpretazione, che passa dal divertente al raccapricciante e viceversa con sorprendente efficacia. Grant ha al suo fianco un paio di stelle nascenti, che si dimostrano più che capaci di tenere il passo con la veterana del cinema. È un film che vive o muore sulla forza di quelle interpretazioni principali, e le tre stelle di Heretic fanno un lavoro formidabile nel dare vita alla storia.

Hugh Grant nel ruolo di Mr. Reed

Hugh Grant in Heretic (2024)

L’attore: Hugh Grant è il principale antagonista di Heretic e rappresenta la minaccia principale del film. Nato nel quartiere londinese di Hammersmith, Grant ha debuttato nel 1982 con Privileged, prima di trovare la sua grande occasione con Maurice nel 1987. Grant è diventato una star mondiale grazie al ruolo in Quattro matrimoni e un funerale. Successivamente è apparso in altre commedie romantiche iconiche, tra cui Notting Hill e Il diario di Bridget Jones. Ultimamente i suoi ruoli sono diventati più diversi, spaziando da film horror come Heretic a film d’azione come The Gentlemen, commedie come Paddington 2 e thriller televisivi come The Undoing.

Personaggio: il signor Reed è il principale antagonista di Heretic. Un uomo apparentemente affascinante ed erudito che vive nei boschi, accoglie suor Barnes e suor Paxton nella sua casa per una conversazione sulla religione. Sebbene mantenga il naturale fascino comico degli altri ruoli di Grant, l’attore conferisce al signor Reed un tocco silenziosamente inquietante che diventa più evidente man mano che il film procede.

Sophie Thatcher nel ruolo di suor Barnes

Sophie Thatcher in Heretic (2024)
© A24 Films

Attrice: Nata a Chicago, Illinois, Sophie Thatcher ha debuttato sullo schermo con ruoli da guest star in serie come Chicago P.D. e L’esorcista. Dopo essere apparsa nel film di fantascienza Prospect al fianco di Pedro Pascal, Thatcher ha avuto la sua grande occasione con il ruolo della giovane Natalie in Yellowjackets. Oltre alla carriera musicale, che include il suo EP di debutto “Pivot & Scrape” pubblicato di recente, Thatcher ha fatto da contorno a film come The Boogeyman e serie come The Book of Boba Fett.

Personaggio: Sophie Thatcher interpreta suor Barnes in Heretic, una delle due missionarie mormoni che fanno visita al signor Reed. Un personaggio più tranquillamente sicuro di sé rispetto alla sua amica suor Paxton, suor Barnes si scopre aver aderito alla chiesa insieme alla madre dopo una serie di tragedie nella sua vita. Suor Barnes è anche più apertamente sospettosa nei confronti del signor Reed, e si impegna a far fuggire le ragazze dalle sue grinfie.

Chloe East Come suor Paxton

Chloe East e Sophie Thatcher in Heretic (2024)
© A24 Films

Attrice: Nata a San Clemente, California, Chloe East recita fin da bambina. East ha debuttato sullo schermo nella serie della HBO True Blood. L’attrice è poi apparsa in diversi altri programmi televisivi, da un ruolo secondario nella serie originale di Disney Channel Liv and Maddie, a ruoli da protagonista in programmi come Ice e Kevin (Probably) Saves the World. East ha debuttato al cinema nel film Next Level prima di apparire in film come The Fablemans e Popular Theory.

Personaggio: Chloe East interpreta suor Paxton in Heretic, l’altra missionaria insieme a suor Barnes. Presentata come una giovane donna più dolce e tenera rispetto alla sua amica più stoica e sicura di sé, suor Paxton è inizialmente più amichevole e aperta con il signor Reed. Tuttavia, man mano che il terrore per la loro situazione aumenta, suor Paxton si trova messa alla prova in modi che non si sarebbe mai aspettata.

Il resto del cast di Heretic

Heretic
© A24 Films

Heretic non ha un grande cast di supporto

Heretic è un film ben costruito, con poco tempo o attenzione dedicata agli altri personaggi. Gran parte del tempo è dedicato a Suor Barnes e Suor Paxton nella casa del signor Reed. Questo significa che ci sono solo pochi altri personaggi nominati nel film. Topher Grace (That 70’s Show) è il più importante, e appare come membro di spicco della chiesa di Barnes e Paxton, l’anziano Kennedy. Elle Young, Wendy Gorling e Stephanie Lavinge hanno ruoli minori ma importanti (impossibile parlarne senza rivelare troppo). Questa attenzione va a vantaggio della storia e del focus specifici di Heretic.

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