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Thor: Love and Thunder, Christian Bale fotografato sul set!

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Thor: Love and Thunder, Christian Bale fotografato sul set!

Christian Bale è stato fotografato a Sidney, con un nuovo look che probabilmente sarà complementare al costume di scena che indosserà in Thor: Love and Thunder, nuovo film Marvel Studios in cui l’attore premio Oscar interpreterà il villain, Gorr il Macellatore di Dei.

Thor: Love and Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie Portman, come confermato sabato durante il panel dei Marvel Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece al 6 maggio 2022.

Taika Waititi tornerà alla regia di un film dei Marvel Studios dopo Thor: Ragnarokcosì come Chris Hemsworth e Tessa Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers: Endgame. Nel cast anche Christian Bale nei panni del villain Gorr il Macellatore di Dei. L’ispirazione del progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.

Zero: recensione della serie Netflix dal romanzo di Antonio Dikele Distefano

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From Zero to Hero, direbbero gli americani, ed è proprio quello che succede a Omar, il protagonista della nuova serie Netflix, liberamente tratta dal romanzo “Non ho mai avuto la mia età”, scritto dal giovane talento editoriale Antonio Dikele Distefano, che qui firma anche la sceneggiatura dello show creato da Menotti. 

La trama di Zero

Siamo nella periferia di Milano, Omar fa il rider, è praticamente invisibile al mondo, vive con il padre e la sorella nel Barrio, quartiere con una popolazione a maggioranza nera e che, a seguito di una serie di atti vandalici che ne degradano le strade, corre il rischio di essere distrutto e ricostruito, sradicando così tutta la comunità che lì cerca un posto nel mondo. Omar è un ragazzo timido, solitario, ma quando scopre di avere un superpoteri la sua vita cambia. Insieme ad un gruppo di ragazzi del Barrio, che tentano di tutelare e salvare la loro comunità, imparerà che c’è molto per cui combattere, soprattutto quando conoscerà il valore dei legami, dell’amicizia, ma anche dell’amore verso Anna, una ragazza della Milano ricca e pre bene che sembra lontanissima da suo mondo, ma che in modo molto tenero e spontaneo ricambierà i suoi sentimenti. Omar diventa così Zero (come il numero sulla sua casacca da rider), il supereroe del Barrio, che usa i suoi poteri per proteggere il suo quartiere. Ma al sorgere di un grande eroe, corrisponde sempre l’arrivo e la nascita di un grande e misterioso villain…

Zero è nata da un’idea di Antonio Dikele Distefano e prodotta da Fabula Pictures con la partecipazione di Red Joint Film. Il cast è composto da giovani talenti italiani, energici, simpatici, con tante storie da raccontare: Giuseppe Dave Seke (Zero/Omar), Haroun Fall (Sharif), Beatrice Grannò (Anna), Richard Dylan Magon (Momo), Daniela Scattolin (Sara), Madior Fall (Inno), Virginia Diop (Awa), Alex Van Damme (Thierno), Frank Crudele (Sandokan), Giordano de Plano (Ricci), Ashai Lombardo Arop (Marieme), Roberta Mattei (La Vergine), Miguel Gobbo Diaz (Rico) e Livio Kone (Honey).

Antonio Dikele Distefano, ha scritto la serie, creata da Menotti, insieme a Stefano Voltaggio (anche Creative Executive Producer) Massimo Vavassori, Lisandro Monaco e Carolina Cavalli.

Alla regia di Zero si alternano quattro nomi: Paola Randi, Ivan Silvestrini, Margherita Ferri e Mohamed Hossameldin. In particolare Paola Randi ha diretto il primo e terzo episodio, Mohamed Hossameldin il secondo, Margherita Ferri il quarto e quinto episodio, mentre Ivan Silvestrini il sesto, settimo e ottavo episodio; tutti loro sono stati seguiti da Daniele Ciprì, che ha uniformato il look della serie, occupandosi della direzione della fotografia.

Zero serie tv 2021From Zero to Hero

Zero è un racconto fantastico, calato nella normalità. Un supereroe riluttante in un contesto realistico è quello che molti anni fa ci aveva raccontato già M. Night Shyamalan con il suo bellissimo Unbreakable e che in questa nuova declinazione replica quel messaggio di accettazione di sé. Omar ha i suoi sogni ma anche le sue responsabilità e deciderà di abbracciarle per il bene della comunità, che finalmente impara a sentire sua. 

Un prodotto di intrattenimento leggero, realizzato con una buona dose di aderenza alla realtà e che soprattutto nella ricerca del linguaggio dei protagonisti si colloca in un’intenzione realista che ricorda SKAM Italia, che ovviamente trattava con lo stesso grado di realismo gli adolescenti romani. Qui siamo a Milano, una dei protagonisti dello show, soprattutto perché il nostro (super)eroe fa il rider e quindi percorre e vive le strade della città, ma anche perché il luogo di provenienza di Omar, il Barrio, è esattamente un quartiere, un posto preciso da difendere.

La storia di Zero sembra avere molte potenzialità e questo ce lo suggerisce soprattutto un finale aperto che desta curiosità, voglia di sapere cosa succede dopo. Una curiosità che nasce dal fatto che la vera svolta narrativa arriva proprio nel finale, sbilanciando il ritmo della trama e relegando agli ultimi episodi, i migliori, diretti da Silvestrini, il cuore action del racconto, quello che può trasformare una storia di normalizzazione della multietnicità in un racconto universale di super eroi e supercattivi. 

Zero è una buona prima volta, che per fortuna indugia poco sugli stereotipi razziali e si lascia andare al cuore dei suoi personaggi. Le emozioni sono la cosa che ci lega non il colore della pelle, secondo Dikele Distefano, e il giovane autore fa sua questa idea e la manifesta nel suo racconto della storia di Omar, un ragazzo timido che scopre di avere un superpotere e ne fa un buon uso.

Furiosa: il prequel di Mad Max Fury Road verrà girato in Australia

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Il produttore Doug Mitchell, il protagonista Chris Hemsworth e il regista George Miller hanno partecipato alla presentazione alla stampa di Furiosa, il prequel di Mad Max Fury Road che verrà girato in Australia e che vede protagonista, nei panni del personaggio del titolo, Anya Taylor-Joy, in una versione più giovane della stessa Imperatrice Furiosa interpretata da Charlize Theron nel magnifico film del 2015.

Di seguito la premier australiana, Gladys Berejiklian, che annuncia la grande produzione:

Nonostante il grande successo di Fury Road, un nuovo film è stato bloccato per anni a causa di una disputa legale tra Miller e la Warner Bros. Tuttavia, lo scorso ottobre il progetto è stato confermato ufficialmente attraverso la notizia del casting di Anya-Taylor Joy, la star di The New Mutants e La regina degli scacchi, che interpreterà una versione più giovane del personaggio di Furiosa. Oltre a lei, nel cast ci saranno anche Chris Hemsworth (Thor: Ragnarok) e Yahya Abdul-Mateen II (Aquaman), anche se al momento i loro ruoli non sono stati ancora svelati.

George Miller dirigerà, co-scriverà e produrrà Furiosa insieme al suo partner di produzione di lunga data Doug Mitchell. Il film sarà prodotto dal marchio australianoKennedy Miller Mitchell di Miller, insieme al partner di Fury Road, la Warner Bros. Pictures.

Voyagers: trailer italiano dello Sci-fi con Colin Farrelll

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Voyagers: trailer italiano dello Sci-fi con Colin Farrelll

La Universal Pictures ha diffuso il trailer italiano di Voyagers, il nuovo film di fantascienza diretto da Neil Burger con Colin Farrell, Tye Sheridan, Isaac Hempstead Wright, Lily-Rose Depp, Viveik Kalra, Fionn Whitehead.

Il futuro del genere umano è in pericolo e un gruppo di giovani uomini e donne, cresciuti valorizzando intelligenza e obbedienza sono imbarcati per una spedizione che punta a colonizzare un pianeta distante. Quando però scoprono alcuni sconcertanti segreti della propria missione, iniziano a rifiutare le regole imposte per esplorare la propria natura più primitiva. La vita sulla navicella spaziale viene travolta dal caos, con i giovani protagonisti travolti dalla paura, dalla lussuria e un’insaziabile fame di potere. Scritto e diretto da Neil Burger (Limitless, L’Illusionista – The Illusionist), il film vede la partecipazione di Tye Sheridan (la saga diX-Men), Lily-Rose Depp (Selvaggi), Fionn Whitehead (Dunkirk), Chanté Adams (Roxanne Roxanne), Isaac Hempstead Wright (IlTrono di Spade – Game of Thrones),Viveik Kalra (Blinded by the Light – Travolto dalla Musica), Archie Madekwe (Midsommar – Il Villaggio dei Dannati), Quintessa Swindell (Trinkets), Madison Hu (Bizaardvark)e Colin Farrell (The Gentlemen).

Antonio Dikele Distefano presenta Zero: “Il cambiamento ci sarà quando tutto diventerà normale”

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“Penso che nella vita tutti abbiamo degli obbiettivi, e questi più che un traguardo da raggiungere a tutti i costi siano uno stimolo a correre più forte verso la versione migliore di noi stessi. Io sono partito anni fa come scrittore di romanzi e sono arrivato qui, oggi, come scrittore di una serie tv, d’altronde non è sempre tutto chiaro dall’inizio, altrimenti Marracash sarebbe diventato ricco nel 2008.” Così, Antonio Dikele Distefano esordisce durante la conferenza stampa di presentazione di Zero, che ha scritto e che è stata creata da Menotti, insieme a Stefano Voltaggio (anche Creative Executive Producer) Massimo Vavassori, Lisandro Monaco e Carolina Cavalli dando forma ad una originale e unica esplorazione di Milano e raccontando un mondo ricco e variegato di culture sottorappresentate, a cui si aggiungeranno significativi contributi presi dalla scena rap.

“C’è una cosa che mi è sempre stata chiara – continua Distefano – è che avrei sempre dovuto avere un approccio personale sincero nel mio lavoro, perché la cosa che ho imparato dalla musica è che non vince chi lo dice meglio, ma chi si racconta meglio. Un approccio che ho portato anche in Zero, a cui ho lavorato con tanti altri autori. In questa serie c’è dentro un po’ della mia storia, quella di un ragazzino afro-italiano cresciuto fuori dal centro dell’attenzione, un po’ come quelle persone che nella vita si sono sempre date per sconfitte, anche prima di scendere in campo. In Zero non volevamo raccontare la vita di un supereroe predestinato, ma quella di un ragazzo che è costretto a diventarlo. Zero è la storia di chi impara ad accettare la propria diversità, al di là di ogni tratto estetico, come quella che nascondiamo ogni giorno, quando usciamo dalla nostra porta di casa. Zero è la nostra storia, che spero diventi presto la storia di tutti, la storia di chi impara che spesso le cose più importanti che ci salveranno sono proprio quelle che avevamo tenuto invisibili.”

“Il cambiamento ci sarà quando tutto diventerà normale” Antonio Dikele Distefano

La serie è il primo prodotto italiano che per protagonista ha un cast composto esclusivamente da ragazzi neri, un unicum, al momento, ma anche un primo passo verso quella che Distefano si augura possa diventare normalità.

“Io dico sempre che la cosa che conta di più è esistere, quando abbiamo cominciato a lavorare al progetto, dicevano che non c’erano attori, registi, direttori della fotografia neri, pensavano tutti che fosse possibile. Ma a vedere il cast di Zero, ci rendiamo conto che esistono questi attori neri. Esistono questi talenti, bisogna coinvolgerli. Questa è la prima finestre verso una rappresentazione migliore. L’errore che non bisogna fare è che questa sia una serie che parla di tutti i ragazzi neri italiani. La cosa che ci accomuna non è il colore della pelle, ma sono le emozioni. La storia parla di Omar, un ragazzo timido che vuole disegnare i fumetti. E spero che in futuro si parli di Omar e non del fatto che è nero.”

Partendo da una base letteraria, sembra inevitabile un confronto tra ciò che è scritto e ciò che è filmato, differenze e affinità, spirito, sviluppo dei personaggi e dei luoghi. Per l’autore la differenza è insita principalmente nel tono, dal momento che il romanzo è più biografico e legato ad un solo immaginario, mentre la serie è frutto di una collaborazione e di diversi punti di vista: “Il romanzo di partenza spinge molto alla riflessione, mentre la serie dà molta leggerezza. Quando l’ho vista sono rimasto piacevolmente colpito, in un periodo come questo, qualcosa che alleggerisca è la cosa che ci vuole.”

Ma Zero è l’inizio di un cambiamento? “Mio padre è arrivato in Italia negli anni ’80, io sono nato nel ’92 e quando facevo le medie, mi dicevano che era nuovo avermi in classe e io pensavo che a 14 anni non ero nuovo. Succede anche oggi, a 28 anni come faccio a essere nuovo? C’è sempre questa politica del non siamo pronti, ma la verità è che questo è un Paese da sempre restio al cambiamento. Ma se una serie come questa ha successo, costringi i poteri forti a includerti. Se Zero dovesse essere un successo, allora questo mondo si racconterà. Penso che Zero sia l’inizio di un processo, di un cambiamento.”

E sull’inclusione e la diversity, Antonio Dikele Distefano ha le idee estremamente chiare: “Il termine diversità non mi piace, mi piace molto il termine normalità. Zero deve essere la prima serie che racconta la normalità e solo quando sarà normale avere serie come queste, ci sarà un cambiamento. La maggior parte delle domande di oggi sono legate al fatto che i protagonisti della serie sono neri. Il vero cambiamento ci sarà quando alla prossima conferenza stampa parleremo delle cose che hanno fatto Zero e i suoi amici nella serie.”

Gli otto episodi di Zero sono diretti da 4 registi diversi: Paola Randi, Ivan Silvestrini, Margherita Ferri e Mohamed Hossameldin. In particolare Paola Randi ha diretto il primo e terzo episodio, Mohamed Hossameldin il secondo, Margherita Ferri il quarto e quinto episodio, mentre Ivan Silvestrini il sesto, settimo e ottavo episodio. Personalità diverse che affiorane dalle immagini ma che trovano la loro uniformità stilistica grazie alla fotografia di Daniele Ciprì, che ha confezionato un altro ottimo lavoro che si aggiunge al suo CV.

Il bellissimo cast è composto da giovani talenti italiani: Giuseppe Dave Seke (Zero/Omar), Haroun Fall (Sharif), Beatrice Grannò (Anna), Richard Dylan Magon (Momo), Daniela Scattolin (Sara), Madior Fall (Inno), Virginia Diop (Awa), Alex Van Damme (Thierno), Frank Crudele (Sandokan), Giordano de Plano (Ricci), Ashai Lombardo Arop (Marieme), Roberta Mattei (La Vergine), Miguel Gobbo Diaz (Rico) e Livio Kone (Honey). Tutti volti interessanti, decisamente tutti belli (e forse questo è poco realistico) e tutti portatori di un’energia incredibile che traspare da ogni singola scena.

ZERO è la nuova serie originale italiana Netflix in 8 episodi nata da un’idea di Antonio Dikele Distefano e prodotta da Fabula Pictures con la partecipazione di Red Joint Film, disponibile su Netflix in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo dal 21 aprile.

Zero

Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli: teaser del nuovo film Marvel Studios

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Marvel Studios ha diffuso il primo trailer e il primo poster di Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli, il suo prossimo film che arriverà in sala e su Disney+ a partire dal 3 settembre.

Il trailer di Shang-Chi e la Leggenda dei dieci anelli in italiano

L’uscita nelle sale di Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli è fissata al 3 settembre 2021. Destin Daniel Cretton, acclamato regista di Short Term 12 e The Glass Castle (di recente è uscito il suo ultimo lavoro Il Diritto di Opporsi, con Michael B. Jordan, Jamie Foxx e Brie Larson) è stato scelto per dirigere il film che vanta la sceneggiatura di Dave Callaham (The Expendables, Godzilla, Wonder Woman 1984).

Vi ricordiamo che nei panni del protagonista ci sarà l’attore canadese Simu Liu, visto di recente nella commedia di Netflix Kim’s Convenience. Insieme a lui, nel cast, figureranno anche Tony Leung Chiu-wai nei panni del Mandarino, e Awkwafina, che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo superpotere è l’ipnosi.

Downton Abbey 2: il film al cinema a Natale

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Downton Abbey 2: il film al cinema a Natale

Arriva dagli account social ufficiali del franchise la notizia che Downton Abbey 2, il film, arriverà a Natale al cinema. Focus Features ha infatti annunciato che girerà il film e che il cast principale tornerà per la seconda volta, e l’appuntamento è fissato per il 22 dicembre 2021.

La Carnival Films di Gareth Neame co-produrrà il film. Oltre al cast originale, Hugh Dancy (“Hannibal”), Laura Haddock (“Guardians of the Galaxy”), Nathalie Baye (“Catch Me If You Can”) e Dominic West (“The Wire”) si uniranno ai festeggiamenti. Il creatore della serie originale, Julian Fellowes, scriverà ancora una volta la sceneggiatura del film, mentre la regia è stata affidata a Simon Curtis.

Il primo film seguiva una visita, alla famiglia Crawley e allo staff di Downton, da parte del re e della regina d’Inghilterra. Non è chiaro se un altro illustre personaggio visiterà la tenuta, o se sarà un altro lo spirito di questo secondo film.

“Dopo un anno molto impegnativo con così tanti di noi separati dalla famiglia e dagli amici, è un enorme conforto pensare che ci aspettano tempi migliori e che il prossimo Natale ci ritroveremo con i tanto amati personaggi di Downton Abbey”, ha detto il produttore Neame.

Anche il presidente di Focus Features Peter Kujawski si è concentrato sui piaceri ristoratori di un ritorno a Downton: “Non c’è posto come casa per le vacanze e non possiamo immaginare un regalo migliore che riunirsi con Julian, Gareth e l’intera famiglia Downton nel 2021 per riportare a casa i Crawley per i loro fan”.

ASC Awards 2021: tutti i premi alla migliore fotografia

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ASC Awards 2021: tutti i premi alla migliore fotografia

È Erik Messerschmidt, direttore della fotografia di Mank, a vincere il primo premio agli ASC Awards 2021, i riconoscimenti che il sindacato dei “cinematographer” assegna ogni anno a Hollywood. Ecco di seguito tutti i vincitori:

Feature Film

Erik Messerschmidt, ASC – “Mank

Spotlight

Aurélien Marra – “Two of Us”

Documentary

Michael Dweck and Gregory Kershaw  – “The Truffle Hunters”

Motion Picture, Limited Series or Pilot Made for Television

Steven Meizler – “The Queen’s Gambit” (“End Game”)

Episode of a One-Hour Television Series – Commercial

Jon Joffin, ASC – “Motherland: Fort Salem” (“Up is Down”)

Episode of a One-Hour Television Series – Non-Commercial

Fabian Wagner, ASC, BSC – “The Crown” (“Imbroglio”)

Episode of a Half-Hour Television Series

Baz Idoine – “The Mandalorian” (“Chapter 13: The Jedi”)

Zero: la nuova serie Netflix dal 21 aprile

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Zero: la nuova serie Netflix dal 21 aprile

Zero è la nuova serie originale italiana Netflix in 8 episodi nata da un’idea di Antonio Dikele Distefano e prodotta da Fabula Pictures con la partecipazione di Red Joint Film, disponibile su Netflix in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo dal 21 aprile. La serie è liberamente ispirata al romanzo “Non ho mai avuto la mia età” di Antonio Dikele Distefano, edito da Mondadori.

Il cast di Zero è composto da giovani talenti italiani, di prima e seconda generazione: Giuseppe Dave Seke (Zero/Omar), Haroun Fall (Sharif), Beatrice Grannò (Anna), Richard Dylan Magon (Momo), Daniela Scattolin (Sara), Madior Fall (Inno), Virginia Diop (Awa), Alex Van Damme (Thierno), Frank Crudele (Sandokan), Giordano de Plano (Ricci), Ashai Lombardo Arop (Marieme), Roberta Mattei (La Vergine), Miguel Gobbo Diaz (Rico) e Livio Kone (Honey).

Antonio Dikele Distefano, stella nascente nel panorama editoriale italiano, ha scritto la serie, creata da Menotti, insieme a Stefano Voltaggio (anche Creative Executive Producer) Massimo Vavassori, Lisandro Monaco e Carolina Cavalli dando forma ad una originale e unica esplorazione di Milano e raccontando un mondo ricco e variegato di culture sottorappresentate, a cui si aggiungeranno significativi contributi presi dalla scena rap.

Zero è diretta da Paola Randi, Ivan Silvestrini, Margherita Ferri e Mohamed Hossameldin. In particolare Paola Randi ha diretto il primo e terzo episodio, Mohamed Hossameldin il secondo, Margherita Ferri il quarto e quinto episodio, mentre Ivan Silvestrini il sesto, settimo e ottavo episodio.

La trama

Zero racconta la storia di un timido ragazzo con uno straordinario superpotere, diventare invisibile. Non un supereroe, ma un eroe moderno che impara a conoscere i suoi poteri quando il Barrio, il quartiere della periferia milanese da dove voleva scappare, si trova in  pericolo. Zero dovrà indossare gli scomodi panni di eroe, suo malgrado e, nella sua avventura, scoprirà l’amicizia di Sharif, Inno, Momo e Sara, e forse anche l’amore.

Colonna sonora

A scandire il ritmo di una storia “di strada”, un’importante colonna sonora che vede la presenza di grandi artisti italiani e internazionali contemporanei.

Il compositore delle musiche, ideate appositamente per Zero, è Yakamoto Kotzuga. Tra i brani principali presenti nella colonna sonora, l’inedito di Mahmood che ha anche accompagnato il trailer, dal titolo Zero, scritto da A. Mahmood, D. Petrella, D. Faini e prodotto da Dardust, che chiude la serie e che farà parte del nuovo album di Mahmood in uscita in primavera. Inoltre, l’artista ricopre l’importante ruolo di music supervisor dell’ultimo episodio, per il quale ha curato la selezione musicale. Nel primo episodio,  è  presente il brano Red Bull 64 Bars x Zero di Marracash prodotto da Marz, dal titolo “64 barre di Paura”, anche nel teaser di ZERO, attualmente disponibile in esclusiva su www.redbull.com/64bars.

Nella soundtrack completa di ZERO si alternano i brani di artisti del più moderno e attuale scenario musicale italiano, spaziando tra rap, urban, trap e R&B: Tha Supreme con Blun7 a Swishland, Emis Killa con Fuoco e Benzina, Bloody Vinyl, Slait, Tha Supreme feat. Mara Sattei e Coez con Altalene, Madame con Voce e  Ginevra con Rajasthan. Accanto ai successi nostrani anche uno sguardo al panorama internazionale con brani ricercati e multi-culturali, tra grandi classici e novità: Lil Wayne con Uproar, Alborosie con Cry, Amadou and Mariam feat. Manu Chao con Sénégal Fast Food, Nahaze con Behind e Ama Lou con Northside.

PERSONAGGI

ZERO (Giuseppe Dave Seke) vive con il padre e la sorella minore Awa in un piccolo appartamento al Barrio, pedala per le consegne a domicilio e, quando ha voglia di fare un giro nel mondo…indossa le cuffiette e si ritira nella sua bolla invisibile. Ha conosciuto Anna consegnandole la pizza, se ne è invaghito subito, preso in contropiede dalle sue domande personali e dalla sicura intraprendenza con la quale presenta il suo futuro. La vita di Zero viene però stravolta dall’incontro con Sharif, grazie al quale scopre l’amicizia, con il branco sarà disposto a tutto per salvare il quartiere.

ANNA (Beatrice Grannò) è una ragazza milanese di estrazione borghese. Mentre suo padre ha sempre cercato di darle tutto quello che hanno le sue amiche, per Anna non potersi permettere certi agi non è mai stato un problema, ma anzi un modo per mantenere un contatto con il pianeta terra. Anna inizia a scoprire le crepe celate da un’esistenza apparentemente perfetta, e comincia a domandarsi come sia possibile crescere senza lasciarsi influenzare dalle pressioni degli altri. Almeno fino a quando non incontra Zero, un ragazzo capace di accettarla per quel che è veramente.

SHARIF (Haroun Fall) è di origini nigeriane e l’unica cosa che vuole è avere il mondo ai suoi piedi, o almeno il quartiere in cui vive: “il Barrio” che, da qualche tempo, subisce le scorribande di un gruppo di teppisti sconosciuti. Sharif desidera ardentemente il rispetto di tutti, una credibilità di strada, ma non vuole finire dentro come quel mezzo criminale di Honey (Livio Kone), suo fratello maggiore, che tutti considerano un mito, e del quale è in fondo succube.

INNO (Madior Fall), diminutivo di Innocent, ha 21 anni ed una reputazione difficile da portare: “lui è uno dei pochi che potrebbero farcela”. Con la palla ai piedi Inno è infatti un vero fenomeno. Il suo sogno da quando è bambino è quello di giocare nel Milan, la squadra per cui tifa. Ogni argomento, dalla guerra alla politica, diventa per lui l’occasione di parlare del suo microcosmo, dell’etica del campo, del rapporto difficile con l’allenatore, ma soprattutto… di sé stesso.

SARA (Daniela Scattolin) è cresciuta in una casa famiglia dopo la morte dei genitori. Fa parte del gruppo di amici storici di Sharif e vorrebbe aprirsi uno studio di registrazione per fare la fonica/producer. Per questo gran parte del suo tempo lo passa a gestire una sala prove domestica, per lei divenuta una sorta di seconda casa.

MOMO (Richard Dylan Magon) è un vero gigante, uno che dice spesso la cosa sbagliata nel momento meno opportuno. E’ il cuore del gruppo. Quello che riesce a superare ogni difficoltà con un sorriso, pronto a dimenticarsi gli sgarbi subiti attraverso una visione fin troppo ottimista del mondo.

AWA (Virginia Diop), è la sorella di Zero, è spigliata e popolare. È bella, solare e ama la pallavolo. Ascolta cantanti pop italiani,  guarda programmi nazional-popolari e adora il made in Italy ─ per lei un vero must. Di sua madre Marieme (Ashai Lombardo Arop), Awa non ha praticamente ricordi. Ma dietro una naturale euforia si cela il dolore per la sua prematura scomparsa.

THIERNO (Alex Van Damme), padre di Zero ed Awa, sorride poco e parla ancora meno. Questa è l’immagine che hanno di lui i suoi figli che, ad uno sguardo esterno, potrebbero sembrare orfani pure di padre.

RICO (Miguel Gobbo Diaz): il cubano Rico ha una bambina, Adelita (5), per cui farebbe qualsiasi cosa. Rico è attratto dai soldi ma nemmeno quelli possono impedirgli di commettere disastri quando la rabbia prende il sopravvento. La sua banda è composta da gente come lui: il sogno di Rico è quello di mettersi nel giro grosso, quello che conta e che gestisce il mercato della droga. Per questo ha cominciato a fiutare l’aria dei piani alti, trovando un accordo con l’amministratore di “Sirenetta”, una società immobiliare che  gli affida il lavoro sporco. Il compito di Rico e della sua banda è infatti quello di rendere la vita quotidiana del Barrio, un tempo tranquilla, molto meno piacevole..

Batman/Fortnite: Punto Zero da domani disponibile

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Batman/Fortnite: Punto Zero da domani disponibile

Da domani, martedì 20 aprile, partono le pubblicazioni di Batman/Fortnite: Punto Zero, l’attesa miniserie in sei numeri che unisce il Cavaliere Oscuro e gli altri supereroi DC al fenomeno videoludico globale di Epic Games. Un appuntamento senza precedenti, con cadenza quindicinale, disponibile in edicola, nelle fumetterie e negli store online.

In ogni copia cartacea di Batman/Fortnite: Punto Zero sarà presente un codice per riscattare all’interno di Fortnite un oggetto estetico del gioco, ispirato agli eventi del fumetto. Si parte con il costume di Harley Quinn Rinascita, riscattabile con il primo numero della miniserie (e disponibile in gioco a partire da giugno). Poi, in ordine di uscita, il deltaplano Batman Zero Wing, il piccone Rampino Artigliato di Catwoman, il deltaplano del Distruttore Deathstroke, il dorso decorativo Vendetta di Harley Quinn e, con l’ultima uscita del 6 luglio, il piccone ascia Batarang. Chi raccoglierà tutti e sei i codici sbloccherà anche il nuovo costume Batman Zero Corazzato.

Scritta da Christos Gage, con la consulenza narrativa di Donald Mustard, il Chief Creative Officer di Epic, Batman/Fortnite: Punto Zero è disegnato da Reilly Brown, Christian Duce, Nelson DeCastro e JohnKalisz. La copertina del numero uno è realizzata da Mikel Janín (Batman, Wonder Woman, Future State: Superman – Worlds at War).

A Gotham City è apparsa un’anomalia. Una fenditura nella realtà stessa risucchia il Cavaliere Oscuro e lo trasporta in un mondo sconosciuto e bizzarro, nel quale non ricorda chi sia né da dove venga… Batman è finito dentro Fortnite! Qui si ritroverà a combattere contro avversari inusuali, faccia a faccia con personaggi come l’Incursore rinnegato, Pescesecco, Bandoliera e molti altri. E mentre il più grande detective del mondo cerca di dare un senso a questo nuovo, bizzarro mondo, scoprirà la sconvolgente verità sull’Isola, su ciò che si cela oltre il loop e su come tutto quanto sia collegato al misterioso Punto Zero.

Questa miniserie si caratterizza per i suoi straordinari disegni e per una storia che appassionerà i seguaci di Batman e quelli di Fortnite. Un’avventura senza precedenti che mette in scena le avventure del Crociato Incappucciato contro i campioni di Fortnite sull’Isola, nel disperato tentativo di salvare non solo sé stesso ma anche gli altri volti familiari dell’Universo DC… e forse l’intero Multiverso.

Minari: il film candidato all’Oscar arriva su Sky

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Minari: il film candidato all’Oscar arriva su Sky

Arriva in prima visione su Sky Cinema Due il film candidato a sei Oscar, Minari di Lee Isaac Chung, film rivelazione di questa stagione cinematografica già vincitore del Golden Globe come Miglior Film Straniero e del Gran Premio della Giuria e del Premio del Pubblico al Sundance Film Festival.

Minari ha ricevuto sei nomination agli Oscar come Miglior Film, Miglior Regista a Lee Isaac Chung, Miglior Attrice Non Protagonista a Yuh-Jung Youn, Miglior Attore Protagonista a Steven Yeun – primo interprete americano di origine asiatica nella storia a ricevere questa nomination -, Migliore Sceneggiatura Originale a Lee Isaac Chung e Migliore Colonna Sonora Originale a Emile Mosseri. Anche quest’anno si potrà seguire la Notte degli Oscar® 2021 in diretta su Sky Cinema Oscar (canale 303) tra domenica 25 e lunedì 26 aprile a partire dalle 00:15.

Minari (dal nome di una pianta acquatica coreana simile al crescione europeo) è ambientato negli Stati Uniti degli anni 80 e si ispira alle vicende personali del regista. Tutto ha inizio quando Jacob (Steven Yeun, The Walking Dead, Burning – L’amore brucia), immigrato coreano, trascina la sua famiglia dalla California all’Arkansas, deciso a ritagliarsi la dura indipendenza di una vita da agricoltore. Sebbene Jacob veda l’Arkansas come una terra ricca di opportunità, il resto della famiglia è sconvolto da questo imprevisto trasferimento in un fazzoletto di terra nell’isolata regione dell’Ozark. Ad aiutare Jacob nella fattoria il veterano di guerra Paul, inarrestabile lavoratore estremamente religioso, interpretato da Will Patton (Yellowstone).  L’arrivo dalla Corea della nonna (Yuh-Jung Youn, Youn’s Kitchen, The Housemaid), donna imprevedibile e singolare, stravolgerà ulteriormente la loro vita. I suoi modi bizzarri accenderanno la curiosità del nipotino David (Alan Kim) e accompagneranno la famiglia in un percorso di riscoperta dell’amore che li unisce.

Un film rivoluzionario in cui una famiglia coreana cerca integrazione e insegue il “sogno americano”, per una storia carica di speranza in un’epoca difficile in cui per ricominciare bisogna sostenersi soprattutto nelle difficoltà. Osannato dalla critica internazionale, il Wall Street Journal parla di una storia “intima, toccante, divertente e costantemente stimolante”, The Guardian lo descrive come “incantevole” nel raccontare la fede e la vita reale, vita che può migliorare una volta che si riescono ad apprezzare le cose semplici e a farne tesoro.

Selena Gomez: 10 cose che non sai sull’attrice e cantante

Selena Gomez: 10 cose che non sai sull’attrice e cantante

Selena Gomez ha cominciato con la Disney, ed è diventata una pop star e una star del cinema. Ha avuto l’attenzione di molti per la relazione con Justin Bieber. È bella e raggiante, delicata, impegnata, e piena di talento. Ha fan in tutto il mondo. Ha cominciato con la Disney, ma è diventata una star matura e interessante, una dei grandi nomi del mondo pop.

Selena Gomez è nata il 22 luglio 1992 a Grand Prairie, in Texas, con il nome di Selena Marie Gomez. È figlia di Mandy Teefey, che ha origini italiane, e Ricardo Gomez, di origini messicane. Il nome Selena viene dalla musica: è il nome di una famosa cantante texana, di nome appunto Selena, morta nel 1995.

Ha vissuto la propria vita pubblicamente da quando era una ragazzina, e i dettagli della sua vita privata sono stati spesso condivisi con il pubblico. C’è qualcosa che non sapete? Ecco dieci curiosità su Selena Gomez:

Selena Gomez: film

selena gomez

1. La carriera di Selena Gomez tra film e televisione. Il primo ruolo di Selena Gomez è stato quello di Gianna nel famosissimo show televisivo per bambini degli anni ’90 Barney, nel quale ha recitato accanto a Demi Lovato dal 2002 al 2004. Si è poi tresferita a Los Angeles, dove si è aggiudicata il ruolo di Alex Russo nella serie di Disney Channel I maghi di Waverly, che l’ha portata alla fama. Da allora, ha avuto il suo primo ruolo da doppiatrice in Ortone e il mondo dei Chi nel 2008, ed ha recitato accanto all’amica di infanzia Demi Lovato in Programma protezione principesse l’anno successivo. Il suo primo album è uscito nel 2009, realizzato con la band “Selena Gomez & The Scene”. Altri ruoli includono: Monte CarloSpring Breakers – Una vacanza da sballoHotel Transilvania (1 e 2)GetawayComportamenti molto… cattiviAltruisti si diventaCattivi vicini 2.

Nel 2018 ha prestato la voce a Mavis in Hotel Transylvania 3 – Una vacanza mostruosa. Nel 2019 ha preso parte nei panni di Chan nel film I morti non muoiono ed è stata Chan nell’ultimo film di Woody Allen, Un giorno di pioggia a New York (2019). Nel 2021 ha interpretato Mabel nella serie Only Murders in the Building. Sempre quest’anno riprenderà il ruolo di Mavis nel film animato Hotel Transylvania: Transformania.

2. Ha incontrato Demi Lovato durante le audizioni per Barney. In molti sanno che Selena Gomez e Demi Lovato abbiano recitato in uno show per bambini di nome Barney da piccole, e che sono state migliori amiche per molto tempo. Ma non si sono conosciute sul set: infatti, entrambe hanno raccontato del loro incontro: questo è avvenuto in coda per i provini per Barney in Texas, il giorno del compleanno di Selena. Selena si ricorda addirittura che Demi indossava una giacca di jeans blu e un fiocco rosso.

3. Ha la propria casa di produzione. I suoi impegni non sono solo relativi alla musica e alla recitazione. Oltre a questi, infatti, Selena Gomez possiede una propria casa di produzione cinematografica e televisiva. La compagnia si chiama July Moon Productions, e ha prodotto uno degli show di Netflix più popolare degli ultimi due anni: Tredici, del quale Selena è stata produttore esecutivo, e del quale è appena stata rilasciata una seconda stagione.

Selena Gomez: Instagram

4. Selena Gomez segue solo 36 persone su Instagram. Nel corso dei primi mesi del 2018, infatti, ha deciso di non seguire più la maggior parte dei propri contatti, tra cui Gigi Hadid, Demi Lovato, la madre Mandy Teefey, e Petra Collins. Il che ha sorpreso molti, dato che la star ha ben 138 milioni di follower.

5. Ha una propria linea di vestiti. Si chiama Dream Out Loud, ed è la realizzazione di un sogno di Selena Gomez: ha sempre voluto una linea di moda, ed è riuscita a lanciare la propria nel 2010, all’età di 17 anni. La collezione aveva molto della stile di Selena: top floreali, gonne, e uno stile boho-chic. L’intento di Selena era quella di creare dei vestiti dal prezzo accessibile, versatili, che potessero essere indossati in modi diversi e che potessero essere abbinati in modo vario. Inoltre, la collezione era ecologica.

Selena Gomez: news

 

6. È Ambasciatrice dell’UNICEF. E non solo: lo è diventata a 17 anni, il che ha fatto di lei la più giovane ambasciatrice di sempre. La missione del United Nations Children’s Fund è quella di aiutare madri e bambini bisognosi in paesi in via di sviluppo, e la quantità di fan di Selena e la sua capacità di arrivare a molti l’hanno aiutata a diffondere coscienza riguardo alla causa e a raccogliere fondi. Ha fatto parte di diverse campagne, eventi, e ha viaggiato in tutto il mondo, incontrando e aiutanto bambini in prima persona. È stata Ambasciatrice dell’UNICEF a partire dal 2009, e ha parlato pubblicamente dell’importanza che il ruolo ha per lei: ha affermato che il tutto deve cominciare da un’educazione di qualità e dall’accesso a buone opportunità, come quelle che l’UNICEF fornisce, e di essere molto orgogliosa di esserne parte.

7. La pausa per il trapianto nel 2017. Nel settembre 2017, Selena Gomez ha postato su Instagram una fotografia di se stessa in un letto di ospedale, che stringe la mano ad un’altra ragazza. Nella didascalia, l’attrice ha spiegato le cose: molti fan si erano accorti della sua assenza, del fatto che non stesse promuovendo la propria musica, e che avesse passato l’estate un po’ in disparte. La ragione, spiega, è stata un trapianto di rene reso necessario dal Lupus del quale soffre. Ha inoltre affermato di voler condividere il proprio viaggio e la propria esperienza con i fan, e ha ringraziato la propria famiglia e la squadra di medici che l’ha seguita, oltre all’amica Francia Raisa, che le ha donato un rene. Per l’occasione, inoltre ha parlato del Lupus, indicando ai fan una risorsa per informarsi a riguardo.

8. Il video di Back to You e le anticipazioni sui social. Prima dell’uscita ufficiale del video, Selena Gomez ha condiviso un bel po’ di anticipazioni con i fan sul social media. Infatti, ha pubblicato una serie di snapshot su Instagram: fotografie inedite accompagnate da versi della canzone. Selena Gomez ama usare i social media per creare attesa attorno ai propri lavori: in precedenza, aveva rilasciato dei piccoli video con clip da Tredici, e un video Spotify sempre per Back to You.

Selena Gomez hot

 

9. Ha almeno 8 tatuaggi. L’anno scorso, Selena Gomez ha postato una fotografia su Instagram, sotto la quale diceva di avere sette tatuaggi (e che ne arriveranno altri). E riesce a nasconderli bene, quando è necessario. Recentemente, inoltre, ha fatto il proprio ottavo tatuaggio: un tatuaggio coordinato con altri due membri del casti di Tredici, che rappresentano un punto e virgola. Il tatuaggio con il punto e virgola, infatti, ha un significato ben preciso: viene utilizzato per rappresentare un’alternativa ai pensieri di suicidio, e per attirare l’attenzione sull’argomento dei problemi di salute mentale. Il simbolo suggerisce che chi lo porta ha deciso di andare avanti, che le difficoltà affrontate non sono state la fine ma piuttosto un nuovo inizio.

Justin Bieber e Selena Gomez

10. La storia con Justin Bieber. La relazione tra Selena Gomez e il famosissimo idolo delle ragazzine Justin Bieber ha fatto parlare i giornali di gossip come non si vedeva da tempo. La loro storia è stata un continuo prendersi e lasciarsi, che ha appassionato i fan di entrambi per parecchio tempo. Come si sono incontrati?   Nel 2011, quando Selena aveva 19 anni e Justin Bieber ne aveva 17, cominciarono a diffondersi pettegolezzi sulla loro relazione. E il fatto che si fossero presentati insieme al Vanity Fair Oscars Party dello stesso anno sembrò confermare la cosa. Ma Selena ha rivelato di come l’icontro tra loro due fosse avvenuto due anni prima, nel 2009, quando il manager di lui entrò in contatto con la madre di lei, che all’epoca era la sua manager. Una cosa combinata, insomma.

Fonti: IMDb, billboard, Thethings, Gioia

Ashley Tisdale: 10 curiosità sull’attrice

Ashley Tisdale: 10 curiosità sull’attrice

Ashley Tisdale ha cominciato con Disney Channel, l’abbiamo vista andare e venire dal cinema, e comparire in una serie televisiva dopo l’altra. Ha lanciato il proprio primo album nel 2007, è diventata produttrice, oltre che regina di Instagram e Youtube. Anche se molti la ricordano solo ed esclusivamente come la Sharpay di High School Musical, Ashley Tisdale ha qualche asso nella manica.

Ecco dieci curiosità su Ashley Tisdale:

Film con Ashley Tisdale

ashley tisdale

1. Ashley Michelle Tisdale è nata il 2 Luglio 1985 in New Jersey, negli Stati Uniti. Ha cominciato ad apparire sul piccolo schermo sin da piccola, e con numeri record: è comparla in più di 100 pubblicità televisive, oltre ad essersi aggiudicata ruoli precoci a teatro e in serie televisive. Nel 2004, comincia l’avventura con Disney Channel, che la porta alla fama: diventa prima Maddie in Zach e Cody al Grand Hotel, e poi Sharpay in High School Musical, nel 2006. E quest’ultimo personaggio diventa talmente famoso da guadagnarsi uno spin-off: Sharpay’s Fabulous Adventure nel 2011.

2. E dopo High School Musical? Sono parecchie le serie tv e i film con Ashley Tisdale, almeno fino a qualche hanno fa. Quando la fama è arrivata con High School Musical, per qualche anno ha lavorato ad un progetto dopo l’altro: cominciando dal doppiaggio, prima di tutto con Phineas and Ferb nel ruolo di Candace: sia nella serie, che nel film Phineas e Ferb nella seconda dimensione che nel talk show Take Two with Phineas and Ferb. È comparsa poi in Aiutami Hope!, Sons of Anarchy, Scary Movie 5, The Escorts, ha dato la voce a Sabrina in Sabrina: Secrets of a Teenage Witch, è stata protagonista della serie tv Clipped. E di recente? Ha fatto altro doppiaggio, come per la serie tv Ginger Snaps, Skylanders Academy, e nel film Charming. Ne 2019 ha interpretato Kayla nella serie tv Buon quel che vi pare e Maya nel film tv Pandas in New York. Nel 2020 è stata Jenny Kenney nella serie tv Carol’s Second Act. Nel 2021 ha prestato la voce a Rachel King nel videogames The Dark Pictures: House of Ashes.

3. È una produttrice. Non solo attrice e cantante, quindi: Ashley Tisdale ha cominciato a lavorare nel ruolo di produttrice esecutiva già nel 2008, a partire dal film televisivo della ABC Picture This. Ha lavorato poi alla serie Miss Advised nel 2013, Young and Hungry dal 2014 al 2017, olrte che allo spin-off di Scooby Doo Daphne & Velma nel 2018 e ad un nuovo film televisivo, The Keys, che è stato annunciato di recente.

4. La difficoltà nel separare la propria immagine dal personaggio di Sharpay. Il personaggio interpretato da Ashley Tisdale in High School Musical è stato particolarmente amato dai fan del film. E, come spesso succede, è stato difficile, per lei, riuscire a ricostruire una nuova immagine di sé, che sia separata dal ruolo. Infatti, ha spiegato l’attrice, le persone tendono a vedere in lei il personaggio di Sharpay e nient’altro: è per questo motivo che è particolarmente orgogliosa del proprio lavoro come produttrice, che le dà l’opportunità di creare qualunque cosa. E, come attrice, il suo obiettivo è ora quello di recitare in ruoli diversi, nei quali nessuno si aspetterebbe di vederla.

Ashley Tisdale: Instagram e Youtube

5. Ashley Tisdale ama i social media, in particolare Instagram e Youtube. Su Instagram, ha 9.6 milioni di follower. Fotografie di moda, lifestyle, ma anche messaggi impegnati: femminismo e donne imprenditrici, trucchi cruelty-free, lotta contro alle armi negli Stati Uniti. Il suo impegno sui social media ha plasmato il suo nuovo ruolo di influencer e l’ha riportata sotto i riflettori. (E c’è pure un cagnolino adorabile, per gli appassionati.)

6. Ha rilanciato il proprio canale di Youtube, che è diventato parte di StyleHaul. A proposito, Ashley Tisdale ha detto di essere un’utente molto attiva del social media, e di amare la creazione di contenuti, che sia come attrice, produttrice o appunto sui social. Per lei, YouTube è la piattaforma che le permette di creare contenuti che sono pensati precisamente per i propri fan: ha usato i social media, quindi, per diventare imprenditrice, e il contratto con StyleHaul ha il ruolo di associarla a marche e prodotti che ben si addicono alla sua persona pubblica, al suo stile, ai suoi progetti, e alla sua immagine di guri di lifestyle.

7. Ha una propria linea di make-up. Si chiama Illuminate, è stata acquistata a BH Cosmetics, ed è mirata alle “ragazze della porta accanto” che formano la fanbase di Ashley Tisdale. Niente strati di trucco quindi, ma la linea punta alla creazione di look glamour ma delicati, come quelli dell’attrice. E, come bonus, Illuminate è cruelty-free.

Ashley Tisdale: altezza e fisico

8. Ashley Tisdale è alta 1.60 metri, e pesa all’incirca 52 chili. Le sue origini sono inglesi, irlandesi, scozzesi e tedesche da parte di padre ed ebree aschenazite da parte di madre.

9. Si è sposata l’8 settembre 2014 con Christpher French. I due si erano frequentati per 21 mesi, ed erano stati fidanzati per 13. Tra le damigelle d’onore ci sono state Jennifer Tisdale, Vanessa Hudgens e altre quattro amiche.

10. La chirurgia plastica e l’operazione al naso. Quando una celebrità decide di ricorrere alla chirurgia plastica, tanti hanno sempre qualcosa da dire. Ma riguardo alla propria operazione al naso, Ashley Tisdale ha spiegato e difeso la propria scelta, dicendo di non averlo fatto perché crede nella chirurgia plastica, ma per aiutare la propria salute. Infatti, afferma, a causa del setto nasale deviato non poteva praticamente respirare dalla narice destra. Ed ha affermato di non volersi comportare come se non avesse cambiato nulla, e di voler essere aperta nei confronti dei fan.

Fonti: Variety, IMDb

Emma Watson: 10 cose che non sapevi sull’attrice

Emma Watson: 10 cose che non sapevi sull’attrice

Il mondo intero si è innamorato della piccola Emma Watson ai tempi di Harry Potter, quando interpretava la capellona e brillante Hermione. Ha molto talento, ed è stata scelta tra altre centinaia di piccole attrici per il ruolo all’età di nove anni. Ed ha cominciato ad ispirare migliaia e migliaia di ragazzine (e non solo) già da allora. E ha continuato: incredibilmente brillante, attivista, amante dei libri, capace di continuare a porsi nuove sfide, Emma Watson ha davvero usato Harry Potter come un trampolino di lancio per una carriera e una vita incredibile.

Ecco, quindi, dieci curiosità su Emma Watson, perché su di lei c’è davvero tanto da sapere.

Emma Watson: tutti i suoi film

Emma Watson Merilyn1. Emma Charlotte Duerre Watson è nata nel 1990, da Jacqueline Luesby e Chris Watson, due avvocati. Dall’età di sei anni, Emma sapeva di voler diventare un’attrice e ha studiato recitazione, danza, e canto per molto tempo alla Stagecoach Theatre Arts a Oxford. All’età di dieci anni, aveva già preso parte a tantissime produzioni della scuola.

2. Il casting per Harry Potter e la Pietra Filosofale è cominciato nel 1999, e alcuni agenti di casting trovarono Emma grazie alla sua insegnante di recitazione di Oxford. Nonostante J.K. Rowling la volesse fin dalla prima audizione, Emma Watson ha fatto otto audizioni per la parte di Hermione, dopo le quali le fu annunciato di essersi aggiudicata il ruolo, insieme a Daniel Radcliffe e Rupert GrintHarry Potter e la Pietra Filosofale è il debutto cinematografico di Emma Watson, che avvenne nel 2001. Come tutti sappiamo, poi, il franchise la rese una delle attrici più famose al mondo. Da allora, nel 2011 ha avuto il suo primo ruolo accanto ad un cast stellare, per Marilyn di Simon Curtis. Nel 2012 ebbe il ruolo di co-protagonista nel film indipendente Noi siamo infinito

Nel 2013 è poi arrivato il momento di lavorare con Sofia CoppolaBling Ringed è apparsa in un cameo nel film di Seth Rogen Facciamola finita. Ha lavorato poi con Darren Aranofsky in Noah a fianco di Russel Crowe, è stata Belle in La Bella e la Bestia, e la protagonista del thriller drammatico The CircleE’ trai protagonisti di Regression, il del 2015 di Amenabar, mentre nel 2016 è al fianco di Daniel Brühl in Colonia. Nel 2020 ha interpretato Meg March nel nuovo adattamento cinematografico di Piccole Donne, diretta per la prima volta da Greta Gerwig.

 Emma Watson

3. Emma Waston è nata a Parigi. E ci ha vissuto fino all’età di cinqua anni, quando i genitori divorziarono e si ritrasferì in Inghilterra, in Oxfordshire. Sa parlare francesce, in modo abbastanza fluente, ma non troppo.

4. È un’insegnate di yoga certificata. Ha cominciato perché aveva bisogno di trovare equilibrio per se stessa, ha raccontato. Aveva bisogno di trovare un modo per sentirsi al sicuro a casa propria e internamente, con se stessa.

5. Uno dei modi in cui si prende cura di se, è scrivere un diario. O meglio, molti diari. E ha un metodo: Emma Watson ha all’incirca 30 diari personali, organizzati a seconda di temi diversi. Ha diari sullo yoga, sui sogni, sulla recitazione, sulle persona che incontra, sui consigli che riceve.

5. È una famosa attivista. Emma Watson è ambasciatrice per UN Women, il ramo ONU che si occupa di parità tra i sessi. È proprio all’ONU che ha parlato del proprio progetto, HeForShe, che ha appunto lo scopo di promuovere la parità. Uno dei suoi obiettivi principali, ha dichiarato, è quello di interrompere la credenza ora troppo diffusa che femminismo e diritti delle donne vogliano dire odio verso gli uomini.

6. Come Hermione, era una studentessa modello. Emma Watson si impegna parecchio nella propria vita intellettuale, e l’impegno è cominciato dagli studi. Infatti, Emma ha frequentato l’università e si è laureata alla Brown University a Providence, Rhode Island, in Letteratura Inglese. La scelta di un’università americana è dovuta alla fama: voleva, infatti, essere in grado di mischiarsi tra la folla e integrarsi tra gli studenti.

Emma Watson hot

7. Emma Waston è diventata un’icona della moda. L’attrice, infatti, ama particolarmente la moda ed è stata testimonial di diverse marche come Burberry e Lancome. Inoltre, è stata una delle più giovani di sempre ad apparire sulla cover di Vogue. Durante la promozione di La Bella e la Bestia, inoltre, Emma Watson ha aperto un nuovo account instagram chiamato @the_press_tour, che ha usato per condividere informazioni dettagliate su ognuno dei suoi outfit.

8. La moda etica è fondamentale e per Emma Watson. Si impegna anche quando si parla di moda, insomma, e nel 2015 ha deciso di prendere parte alla Green Carpet Challenge, impegnandosi a vestire solamente capi eco sostenibili sul red carpet. Il suo abito Calvin Klein del Met Gala del 2016, ad esempio, era fatto di plastica riciclata da bottiglie, e il suo abito firmato Emilia Wickstead per La Bella e la Bestia era fatta di scarti di tessuto che altrimenti non sarebbero stati usati.

Emma Watson: fidanzato

9. La prima cotta di Emma Watson è stata Tom Felton, ovvero Draco Malfoy. Tom Felton aveva 12 anni e Emma ne aveva 10, e l’attrice ha dichiarato di essersi presa un’enorme cotta per lui. Lui, però, la vedeva più come una sorellina che una potenziale fidanzata. Oggi, fortunatamente, sono ottimi amici.

10. Emma Watson ha frequentando Chord Overstreet. Era stato tenuto segreto per un po’, e per del tempo si sapeva solo che Emma stava frequentando un attore. E, finalmente, Emma è stata avvistata proprio con la star di Glee Chord Overstreet. Emma Watson ora è felicemente fidanzata dalla fine del 2019 con Leo Robinton, un giovane imprenditore e coetaneo dell’attrice.

The Falcon and the Winter Soldier: 10 cose da sapere sulla Contessa de Fontaine

Nel quinto episodio di The Falcon and the Winter Soldier, dal titolo “Verità”, ha fatto la sua comparsa, a sorpresa, il personaggio della contessa Valentina Allegra de Fontaine, interpretata da Julia Louis-Dreyfus. Il personaggio ha una ricca storia nei fumetti Marvel che potrebbe contenere numerosi indizi circa il suo futuro nel MCU. Ecco 10 cose che bisogna sapere su questo misterioso personaggio che ha già dimostrato di nutrire un particolare interesse nei confronti di John Walker:

Un membro dello SHIELD

La Contessa ha debuttato in “Strange Tales #159” dell’agosto 1967 come parte della leggendaria serie dell’iconico autore e artista di fumetti Jim Steranko su Nick Fury.

La Contessa era una donna italiana entrata a far parte dello SHIELD come agente segreto dopo la misteriosa morte dei suoi genitori. All’epoca non lo sapeva, ma entrambi erano in realtà membri dell’organizzazione segreta Leviathan e stavano lavorando contro le forze del comunismo in Europa. Divenne maestra di spionaggio e scalò i ranghi dello SHIELD abbastanza velocemente.

Un’esperta combattente

La Contessa accelerò il suo programma di addestramento all’interno dello SHIELD e divenne un’esperta nel combattimento corpo a corpo. Diventò anche molto abile nell’uso di una vasta gamma di armi. Ebbe modo di sfoggiare la sua abilità nel combattimento già la prima volta che incontrò Nick Fury, che allora era già un agente dell’organizzazione e che in futuro sarebbe diventato una figura molto importante nella sua vita.

Mentre terminava il suo programma di addestramento, Fury la sfidò ad un incontro per mettere alla prova le sue abilità. Valentina impressionò Nick e tutti gli altri lanciandolo dall’altra parte della stanza.

La storia d’amore con Nick Fury

La storia d’amore tra Valentina e Nick Fury è la relazione chiave dell’iconica serie di Steranko, che è iniziata come parte della serie “Strange Tales”, per passare poi alla serie solista “Nick Fury, Agent Of S.H.I.E.L.D.” del 1966.

Sebbene Valentina abbia esordito come una specie di Bond Girl nella serie, è stato stabilito in breve tempo che fosse uguale a Fury. I due furono compagni di lunga data dopo la fine della relazione di Fury con Laura Brown: la storia d’amore della coppia avrebbe lasciato un segno indelebile nella storia dei fumetti in America.

La controversia con il Comics Code Authority

Il #2 della serie “Nick Fury, Agent Of S.H.I.E.L.D.” è forse il volume più importante della run di Steranko per diverse ragioni. È un esempio della sua arte all’avanguardia, ma è anche una run molto, molto controversa. La storia originale disegnata da Steranko presenta una serie di pannelli sessualmente allusivi per l’epoca. All’epoca, il Comics Code Authority si è opposto e ha costretto la Marvel a cambiarli.

La preoccupazione era dovuta ad un telefono rotante, che era stato staccato in modo che non arrivassero chiamate. La cosa suggeriva era che i due personaggio volessero un po’ di privacy: alla fine la Marvel cedette, sostituendo il pannello del telefono con un’immagine della pistola di Fury nella sua fondina.

Flirtare con Capitan America

La relazione di Valentina e Fury è stata molto importante nei fumetti, qualcosa che i fan adorerebbero vedere di sicuro nell’annunciata serie dedicata a Nick Fury e in arrivo prossimamente. Tuttavia, per quanto sia stata importante, non è stata una relazione perfetta.

Quando i due erano in conflitto, Valentina iniziò a flirtare con Captain America. I due iniziarono a stringere a tal punto che Fury e Steve Rogers (che era un membro dello SHIELD) arrivarono a litigare. Alla fine, le cose si sono sistemate quando Valentina e Fury sono tornati insieme.

Leader della Femme Force

Nonostante la sua storia, Valentina è un personaggio un po’ oscuro se relazionato a Captain America. Un altro oscuro gruppo di personaggi a cui è stata associata è la Femme Force. Questa élite formata da agenti dello SHIELD ha debuttato in “Captain America #144” del 1971.

Uno dei primi membri e leader del team è stato Agente 13, ossia Sharon Carter, personaggio che interpreta un ruolo importante in The Falcon and the Winter Soldier. La squadra non è rimasta unita a lungo, con la maggior parte delle loro avventure che hanno avuto luogo proprio negli anni ’70.

Il suo ruolo in Secret Invasion

Potrebbe essere che Valentina interpreti un ruolo di rilievo nella prossima annunciata serie del MCU, Secret Invasion, al pari di quanto fatto nel fumetto originale.

Si scopre che Valentina è uno dei tanti eroi e alleati che vengono impersonati dagli agenti Skrull nell’enorme evento crossover. Nick Fury lo ha capito e, alla fine, ha ucciso l’impostore di Valentina. La vera Contessa fu poi trovata viva, tenuta in ostaggio con altri eroi Marvel che erano stati scambiati dagli invasori Skrull.

Madame Hydra

Valentina avrebbe avuto contatti diretti con il male nel ruolo di Madame Hydra, la leader dell’intera organizzazione. Ma come tutte le sue altre operazioni segrete, alla fine era soltanto uno stratagemma. Si è infiltrata nella temibile organizzazione al solo scopo di acquisire un potente artefatto dal Silver Samurai, la guardia del corpo dell’agente dell’HYDRA Viper.

Viene rivelato che Valentina ha effettivamente ucciso l’originale Madame Hydra per prendere il suo posto. Il risultato delle sue azioni fu una guerra aperta tra l’HYDRA e Leviathan, che cercò di abbattere l’organizzazione dall’interno per molti anni.

Il gruppo OXE

L’universo alternativo “Ultimate Comics” della Marvel ha ispirato alcuni elementi del MCU, in particolare il casting di Samuel L. Jackson nei panni di Nick Fury. Potrebbe averlo fatto di nuovo con Valentina. Nell’universo impostata da “Terra-1610”, lo stesso che ha anche dato vita a Miles Morales come nuovo Spider-Man, Valentina non è un agente ma il capo di una società internazionale chiamata OXE Group.

Fa anche parte di un gruppo di multimilionari industriali chiamato Kratos Club, che cercano di usare i loro soldi e la loro influenza per plasmare il mondo nel modo che più ritengono opportuno. Questo potrebbe essere più il suo punto di vista nel MCU, data la brevissima scena in cui la vediamo con John Walker.

Nessun rapporto con John Walker

La breve interazione nell’episodio cinque tra Valentina e John Walker sembra aver suggerito che la Contessa potrebbe spingerlo a diventare il suo alter ego dei fumetti, ossia US Agent. Inoltre, nella post-credits, Walker sta costruendo il proprio scudo, qualcosa che fa anche nei fumetti.

Tuttavia, nei fumetti originali, Valentina e John Walker non hanno alcuna relazione. I due non sembrano essersi mai incontrati, almeno sulla carta, e le loro storie hanno camminato su percorsi molto divergenti negli ultimi decenni di storia dei fumetti Marvel.

Dakota Johnson: 10 cose che non sai sulla star di Cinquanta Sfumature

La maggior parte di noi conosce Dakota Johnson per Cinquanta sfumature. Anche chi non è fan della trilogia l’ha vista tanto, tantissimo. Ma probabilmente su di lei conosce poco. Ad esempio, il fatto che, nel suo albero genealogico, compaiano molti nomi molto familiari. O che sia un’attivista. O che non abbia Facebook. Cose così.

Ecco quindi dieci fatti su Dakota Johnson che forse non conoscete:

Dakota Johnson: film

1. Dakota Mayi Johnson è attrice e modella, ed è nata a Austin, in Texas, il 4 ottobre 1989. Tutti sappiamo che è diventata famosa grazie al ruolo di Anastasia Steele nella trilogia di Cinquanta sfumature, ma l’abbiamo vista al cinema prima di allora. Il suo viso vi sembra familiare? Uno dei suoi primi ruoli al cinema è stato in The social network, e l’abbiamo vista poi in 21 Jump Street, e The five-year engagement. Dal 2012 al 2013 ha inoltre interpretato Kate nella serie tv Ben and Kate, ed è comparsa in un episodio di The Office. Dopo Cinquanta sfumature di grigio, nel 2016 arriva ancora al cinema con Single ma non troppo. Nel 2018 è stata protagonista nel chiacchierato remake di Suspiria (2018) di Luca Guadagnino nei panni di Susie Bannon e nell’epilogo Cinquanta sfumature di rosso (2018). Nello stesso hanno è stata Emily Summerspring in 7 sconosciuti a El Royale (2018). Nel 2019 è Carrie in Wounds (2019), è Eleanor in In Viaggio Verso Un Sogno (2019) e Nicole Teague in L’amico del cuore (2019). Nel 2020 è stata protagonista di L’assistente della star, uscito in ritardo a causa della Pandemia. Nel 2021 sarà nina in The Lost Daughter e Lucy nel film Am I OK?.

2. Il suo albero genealogico di star. Ci sono un bel po’ di nomi conosciuti, nella famiglia di Dakota Johnson. I genitori, Melanie Griffith e Don Johnson sono attori. I due si sono separati nel 1996, ed entrambi si sono risposati. Melanie Griffith si è sposata con Antonio Banderas. Ma c’è di meglio. la nonna da parte materna di Dakota è Tippi Hedren. Sì, la Tippi Hedren di Hitchcock.

Dakota Johnson in 50 sfumature di grigio

3. Prima dei lei, altre Anastasia Steele erano state prese in considerazione. Infatti, fino al 2012, Kristen Steward era una delle migliori candidate per il ruolo in Cinquanta sfumature di grigio. Il che è curioso, dato che il primo libro della trilogia è stato inizialmente scritto come fanfection di Twilight. Altre famosissime attrici vennero prese in considerazione: tra i provini, ci sono quelli di Lucy Hale e Shailene Woodley. Ma non solo. anche Emilia Clarke aveva ricevuto un’offerta, rifiutata perché aveva già avuto le sue scene di nudo in Trono di spade. Fu annunciato nel 2013 che la star di 50 sfumature di grigio sarebbe stata Dakota Johnson.

4. Inizialmente, Christian Grey non doveva essere Jamie Dornan. Il compagno sullo schermo di Dakota Johnson, infatti, doveva essere l’attore inglese Charlie Hunnam. Ma, pochi mesi dopo la conferma della sua presenza del cast, si ritirò. Non mancava molto tmepo all’inizio delle riprese, e si dovette cercare un Christian molto velocemente: si decise piuttosto in fretta per Jamie Dornan.

Dakota Johnson: Facebook e Instagram

5. Dakota Johnson non ha Facebook e raramente usa Instagram. Non molto tempo dopo la comparsa in The social network, che racconta di come Mark Zuckerberg abbia creto Facebook, Dakota ha raccontato di avere presto abbandonato il social. Non c’è nemmeno una pagina personale dell’attrice. Dakota Johnson ha raccontanto di averlo abbandonato dopo essersi resa conto di essere una “psico stalker”.

6. È attivista per i diritti degli animali. Come la nonna Tippi Hedren, anche Dakota Johnson è un’attivista. Nel 2014, ad esempio, ha salvato dodici cavalli dal macello, pagandone il prezzo solamente con questo scopo.

Jamie Dornan e Dakota Johnson sono stati insieme?

7. Jamie Dornan e Dakota Johnson: solo amici. No, per quanto molti fan della trilogia ci abbiano sperato, i due non stanno insieme. E hanno parlato molto della loro amicizia. Jamie Dornan ha spiegato di come i due si siano trovati in una situazione unica, che li ha spinti a fidarsi l’uno dell’altra al 100%. L’esperienza, ha raccontato, ha creato un legame tra i due che pensa non svanirà: inizialmente, non si conoscevano bene, ma in particolare il terzo capitolo ha dato loro modo di avvicinarsi e diventare migliori amici. In particolare, ha raccontato Dornan, sono proprio le scene di sesso che necessitavano di confidenza e fiducia reciproca per funzionare ed essere prive di imbarazzo.

Dakota Johnson e Chris Martin

8. La relazione tra Dakota Johnson e Chris Martin. La relazione è stata spifferata dalle testate di gossip nell’autunno 2017. Dopo aver frequentato l’attore Jordan Masterson e il modello e musicista Matthew Hitt, Dakota è stata vista più di una volta con il frontman dei Coldplay Chris Martin. La coppia è stata poi confermata, e il padre della Johnson ha dichiarato di approvare Chris che ha incontrato di persona, e di essere felice per la serenità della figlia con il compagno.

Dakota Johnson: altezza e fisico

9. Dakota Johnson è alta 1.71 metri e pesi circa 52 chili. Ha capelli naturalmente castani, occhi blu, e tatuaggi.

Dakota Johnson nuda per il cinema?

10. Le scene di sesso non sono un problema per Dakota Johnson. Immaginiamo tutti che siano particolarmente difficili da girare, e immaginiamo che susciterebbero almeno un po’ di imbarazzo in chiunque. Ma Dakota Johnson ha raccontato che, per lei, non sono assolutamente un problema: le vede infatti come semplici compiti, cose da fare, e finisce lì. A proposito, inoltre, ha raccontato di non avere alcuna vergogna, ma comunque di non volere che la famiglia vedesse i film di Cinquanta sfumature.

Fonti: IMDb, Wonderwall, TheThings

Cannes 74: Annette di Leos Carax film d’apertura in Concorso

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Cannes 74: Annette di Leos Carax film d’apertura in Concorso

Il Festival di Cannes 74 si aprirà in concorso, il prossimo 7 luglio, con Annette di Leos Carax, un film musicale romantico con Adam Driver e Marion Cotillard.

Annette uscirà simultaneamente nelle sale francesi da UGC. Il film segna il debutto in lingua inglese di Carax e contiene brani originali degli Sparks, la band art-rock fondata nel 1971 da Ron e Russell Mael. Il film sarà distribuito da Amazon Studios negli Stati Uniti e in Canada.

Annette è prodotto da Charles Gillibert (CG Cinéma International), Paul-Dominique Vacharasinthu (Tribus P. Films) e da Driver, in associazione con Amazon Studios, Arte e Canal Plus.

Carax, regista “visionario ed enigmatico”, ha diretto diversi film cult nel corso della sua lunga carriera, in particolare Pola X nel 1999 e Holy Motors nel 2012, entrambi in competizione a Cannes.

“Ogni film di Leos Carax è un evento. E anche questo film mantiene le sue promesse! Annette è il dono in cui speravano gli amanti del cinema, della musica e della cultura, che abbiamo desiderato ardentemente durante lo scorso anno”, ha affermato Pierre Lescure, presidente del Festival di Cannes.

“Non avremmo potuto sognare una riunione più bella con il cinema e il grande schermo, al Palais des festivals dove i film vengono ad affermare il loro splendore”, ha detto Thierry Frémaux, direttore di Cannes. “Il cinema di Carax è un’espressione di questi gesti potenti, queste misteriose alchimie che fanno il segreto della modernità e dell’eternità del cinema”, ha aggiunto Fremaux.

Il festival quest’anno non si terrà nella sua solita fascia temporale di metà maggio, ma dal 6 al 17 luglio 2021. È stato precedentemente annunciato che il regista americano Spike Lee sarà il presidente della giuria del Concorso.

Ecco il trailer di Annette

Macaulay Culkin curiosità: l’attore oggi, i film, la droga

Per quelli di noi che hanno circa una ventina d’anni, o poco più (come ci chiamiamo, Millennials?), Macaulay Culkin è uno degli eroi de”infanzia. Mamma ho perso l’aereo è un classico dai tempi in cui appariva periodicamente su Italia Uno. Sarà stata la fantasia di una totale libertà dai propri genitori, o l’esilarante progressione di eventi, ma lo amavano tutti. Il film è diventato uno dei cult della giovinezza. E tutti, ad un certo punto, si sono chiesti che fine abbia fatto Culkin.

E, nell’età adulta, le star bambine diventano sempre una questione interessante, soprattutto se crescendo sono andate incontro alla loro rovina. Ma nel caso di Culkin, si è trattato davvero di rovina?

Macaulay Culkin: i film della giovane star

Il piccolo Culkin non era famoso solo per la serie cinematografica di Mamma ho perso l’aereo, ma anche, tra gli altri, Richie Rich e Pagemaster: l’avventura meravigliosa. Una star bambina celeberrima negli anni Novanta, la sua filmografia vede una pausa di una decina di anni circa: dopo Richie Rich, uscito nel 1994, è tornato solo nel 2003, con Party Monster e nel celeberrimo show televisivo Will e Grace. Recentemente, ha recitato nella serie TV Dryvrs, in onda dal 2015 al 2017.

Macaulay Culkin e la droga

Le storie del declino delle giovani star piacciono particolarmente al pubblico, e Macaulay Culkin è diventata una di queste. Nel 2012, infatti, apparirono fotografie dell’attore oramai cresciuto, con un aspetto strano: magrissimo, quasi trasparente. I tabloid ebbero molto da dire a riguardo, e si diffusero voci di una presunta dipendenza da eroina e ossicodone in seguito alla fine della relazione con Mila Kunis.

All’epoca, era amico di Pete Doherty, che aveva problemi di droga. Inoltre, era stato precedentemente arrestato per possesso di marijuana, Xanax e Clonazepam. I pettegolezzi sulle sue dipenze, quindi, sembravano plausibili. Ma Culkin ha detto al Guardian: No, non prendevo seimila pound di eroina al mese, o quello che è. La cosa che mi infastidì fu che i tabloid mascherarono la faccenda con questa strana maschera di preoccupazione.” Quando gli è stato chiesto se c’è una sua versione della storia che vorrà raccontare, l’attore ha risposto: “Forse”.

Macaulay Culkin è morto?

Nel novembre 2014, cominciò a circolare la notizia che Macaulay Culkin fosse stato trovato morto nel suo appartamento a Manhattan. Si disse che l’attore si fosse ucciso all’età di 34 anni. La notizia circolò in rete con la velocità della luce, diventando un fenomeno virale.

Ma è vivo e vegeto. Non solo, ci ha scherzato sopra e, durante il tour con il suo gruppo Pizza Underground, ha inscenato la propria morte sul palco. E ha postato le foto su twitter.

Macaulay Culkin: il patrimonio e i genitori

Si sapeva da sempre che Culkin aveva una relazione difficile con il padre Kit. In seguito, l’attore riuscì ad emanciparsi legalmente dai propri genitori alla giovanissima età di 14 anni. Infatti, entrambi i genitori avevano cercato di appropriarsi dei 17 milioni di dollari che Macaulay aveva guadagnato nel corso della sua precoce carriera cinematografica.

Macaulay Culkin oggi

L’attore è recentemente tornato tra di noi, e in gran forma.

 

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Lo scorso 2 Marzo, infatti, è comparso nel Tonight Show, per discutere con Jimmy Fallon dei suoi prossimi progetti e di un problema che ha scoperto nella trama di Mamma ho perso l’aereo. In occasione della serata, inoltre, ha lanciato il proprio profilo Instagram. Le prime foto apparse, erano di Culkin e Fallon con delle orecchie da coniglio, per promuovere il suo nuovo podcast “Bunny Ears”.

E il profilo ci mostra tutta la nuova carica di showman e l’ironia della nuova immagine pubblica di Culkin: durante la notte degli Oscar, ha condiviso una nottata di livetweeting sulla cerimonia. Ma senza guardarla.

Durante la notte stellare, infatti, sono comparse una serie di fotografie e video dell’attore, intento a sfoggiare un casco da Storm Trooper, suonare la chitarra, cucinare del ramen, giocare con modellini, giocare ai videogiochi, e pitturarsi le unghie dei piedi. Tutto tranne che guardare gli Oscar.

Insomma, l’attore ha una nuova immagine: capelli biondi e corti, un po’ scarmigliati, occhiali da vista e camicia. Sembra mostrare un nuovo equilibrio? Una nuova persona pubblica? Si tratta di un rebranding? Vedremo. Ma Macaulay Culkin è tornato, ci fa ridere, fa quello che gli pare, e ci piace parecchio.

Theo James: la star di Divergent tra Shailene Woodley, Instagram e sguardi hot

L’attore britannico Theo James è conosciuto principalmente per la trilogia di Divergent, che comprende i film Divergent, Insurgent e Allegiant. Prima di allora, era conosciuto per essere l’attore protagnoista della serie della CBS Golden Boy, e per la serie britannica Bedlam. Ma ha lavorato anche per Woody Allen, è apparso in Underworld e, memorabilmente, in un episodio di Downton Abbey.

La saga di Divergent è stato un campione mondiale di incassi, con un totale di 742 milioni di dollari, e ha reso Theo James una star mondiale. Ecco alcune curiosità su Theo James, dalla relazione con Shailene Woodley, alla sua relazione con i social media, ai suoi leggendari sguardi hot, ai suoi attori preferiti.

Theo James: film e filmografia

Theo James ha fatto il suo debutto al cinema nel ruolo di Ray in Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni (2010). Ha avuto un piccolo ruolo nella serie tv Downton Abbey e nella miniserie A Passionate Woman. Nel 2012 interpreta David in Underworld – Il risveglio (2012). In questi anni prende parte a diverse serie tv come Room at the Top, Case Sensitive e Detective Walter Clark ma è il 2014 che lo rende noto al grande pubblico grazie alla partecipazione in Divergent nei panni di Four. Nel 2015 interpreta Luke in Funny. IL 2016 è un anno particolarmente redditizio per l’attore. Infatti è impegnato nel ruolo di Lord James Mangan in War on Everyone – Sbirri senza regole (2016), Riprende il ruolo di Four in The Divergent Series: Allegiant (2016), da la voce al videogames Allegiant: VR Experience, interpreta Father Gaunt in Il Segreto e riprende il ruolo di David in Underworld: Blood Wars (2016).

Nel 2018 interpreta Michael nel film Giochi di Potere (2018). Nello stesso anno è Ash in Zeo (2018), Will Younger in La fine (2018), Guy Clinch in Londono Fields (2018) e The parson in The War of the Worlds: The Musical Drama (2018). Nel 2019 è Ivan Warding ne L’arte della Truffa (2019), Sidney Parker nella serie Sandition (2019, Giovane Vesemir in The Witcher, presta la voce a Hector nella serie animata Castlevania. Nel 2020 è George Almore nel film Archive (2020). Nel 2022 prenderà parte alla serie tv The Time Traveler’s Wife e sarà trai protagonisti di Mr. Malcolm’s List.

Theo James in Divergent: i combattimenti

È il coordinatore degli stunt di Divergent a dichiarare che, secondo la sua opinione, a James deve essere riconosciuto il merito di aver fatto tutti i combattimenti di persona, senza stunt-men.

E la fatica fisica è parte dell’impegno e talento straordinario che l’attore ha mostrato nel film. L’autrice del libro dal quale è stato il film, Veronica Roth, ha lodato le sue capacità, dicendo “Ha aggiunto così tanto al personaggio, più di quanto avesse sperato.

Nel film, James interpreta un ragazzo conosciuto come “Quattro”, che vive in una società futuristica nella quale essere differenti è fortemente disapprovato. Quattro decide quindi di nascondere il proprio essere diverso e unirsi alla fazione degli Intrepidi, di coloro che rifiutano la codardia. La loro missione è combattere le proprie paure e agire con coraggio.

Theo James è su Instagram?

Theo James sembra essere un uomo misterioso. Per un semplice motivo: non esiste sui social media. È nel 2015 che l’attore ha spiegato la sua assenza, difendendo e valorizzando la propria privacy: “Sono contento che non ci siano molte informazioni.” ha dichiarato.

Dice di non voler condividere alcuni elementi della propria vita privata, e cerca di evitare i gossip Hollywoodiani. E, ovviamente, non compare né su Instagram né su Twitter. E dice che non ci sarà mai.

“Non l’ho mai fatto e non lo farò mai. (…) Non è per me. Se posto una fotografia in cui sono a bere, e ricevo una marea di commenti eccetera, allora improvvisamente sono parecchio esposto.” Ha dichiarato a Flaunt, affermando che, piuttosto, gli piace semplicamente essere presente.

A detta sua, al giorno d’oggi le persone fanno fatica ad essere presenti, in un preciso posto e un preciso momento. E l’essere disconnesso, a quanto pare, ha aiutato James in fare chiarezza su diversi aspetti della propria vita.

Theo James e Shailene Woodley

La chimica tra i due sullo schermo è eccezionale e convincente, e non pochi fan si aspettavano di vederla nascere anche nella loro vita privata. All’epoca del loro primo incontro, James si trovava già in una relazione seria con Ruth Kearney, cominciata nel 2009, e niente successe con la Woodley.

È quando James decide di non sposare la Kearney, nonostante fossero fidanzati da tempo, che alcune teorie emergono: è proprio Shailene la causa della loro rottura? Nulla è stato confermato, e i fan della coppia cinematografica rimangono in attesa dell’attesissimo amore tra Shailene Woodley e Theo James.

Theo James hot

La star di Divergent è uno degli uomini più attraenti di Hollywood. A quanto pare, leggendari sono i suoi sguardi terribilmente sexy, come questo:

Theo James: la star di Divergent è appassionato di classici

Una piccola curiosità cinematografica, ora, sulla star di Divergent. In una lista dei suoi attore preferiti su IMDb, in cima si trovano star di un’altra epoca: Marlon Brando, Paul Newman e Steve McQueen. Ecco cosa dice James su Brando: “Marlon Brando è stato uno dei grandi attori naturalistici, che ha rivoluzionato il modo di rappresentare i personaggi sullo schermo, con film come Fronte del porto.”

E il resto della lista? Ci sono Robert De NiroHarrison FordSean ConneryDaniel CraigChristian Bale, Geoffrey Rush e Brendan Gleeson. 

Il suo film preferito di sempre ha ora poco più di una ventina di anni: è Shine, con Geoffrey Rush. La sua performance è definita da James come una “performance trascendentale“.

Benedict Cumberbatch: 10 cose che non sai sull’attore

Benedict Cumberbatch: 10 cose che non sai sull’attore

Fin dall’inizio della carriera, Benedict Cumberbatch aveva due obiettivi: interpretare Amleto e Patrick Melrose, il protagonista degli acclamati romanzi di Edward St Aubyns. Nel 2015, Benedict Cumberbatch era sul palco a Londra con Hamlet.Patrick Melrose, la serie di Sky Atlantic, è uscita quest’anno.

È il 2018, ha 42 anni, ed è già riuscito ad interpretare entrambi. Oltre che a tantissimi altri ruoli a dir poco iconici. E lui stesso è diventato sicuramente un’icona. Cosa non sapete su di lui? Ecco dieci curiosità e fatti strani che forse non sapete su Benedict Cumberbatch.

Benedict Cumberbatch: film e filmografia

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1. Benedict Cumberbatch: i film e i ruoli importanti. Benedict è nato il 19 luglio 1976 a Londra, dove è cresciuto. Ha studiato teatro e recitazione prima alla Manchester University, e poi alla London Academy of Music and Dramatic Art: alla fine degli studi, aveva già un agente. La svolta arrivò nel 2004, quando interpretò Stephen Hawking nel film televisivo Hawking, e gli anni successivi furono pieni di impegni. Tra gli altri, recitò in EspiazioneL’altra donna del re, The Last EnemyCreation. Il 2010 fu l’anno di Sherlock: il ruolo lo rese uno degli attori più famosi e più amati al mondo. Da lì, non si è più fermato: tra blockbuster e film amati dalla critica, Benedict Cumberbatch è diventato uno degli attori più richiesti, più acclamati, e con maggior successo. Nel 2010 ha recitato nei panni di Van Gogh in Van Gogh – Lettere della follia, e poi in La talpa (2011), War Horse (2011), Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato (2012), Into Darkness – Star Trek (2013), 12 anni schiavo (2013), Il quinto potere (2013), I segreti di Osage County (2013), Lo Hobbit – La desolazione di Smaug (2013), The Imitation Game (2014), Lo Hobbit – La battaglia delle cinque armate (2014), Black Mass – L’ultimo gangster (2015), Zoolander 2 (2016), Doctor Strange (2016), Thor: Ragnarok (2017), Avengers: Infinity War (2018). Nel 2018, inoltre, ha recitato nella serie tv Patrick Melrose. Nel 2019 invece ha preso parte ai film Il GrinchMowgli – Il figlio della giunglaBrexit (un film per la televisione), IronbarkThe Man in the Rockefeller SuitRogue MaleMagik. Sempre nello stesso hanno ha ripreso il ruolo di Doctor Strange nell’enorme successo di pubblico Avengers: Endgame. Inoltre ha preso parte nel film di Sam Mandes 1917.

Nel 2020 ha interpretato Greville Wynne ne L’ombra delle Spie. Nello stesso anno è apparso nella miniserie James and the Giant Peach with Taika and Friends. Nel 2021 interpreta Stuart Couch nel film The Mauritanian e nuovamente Doctor Strange in Uomo-Ragno: nessuna via di casa, terzo capitolo della saga di Peter Parker con Tom Holland. Sarà inoltre Phil Burbank in The Power of the Dog e Louis Wain in The Electrical Life of Louis Wain.

Benedict Cumberbatch in Doctor Strange nel Multiverso della Pazzia

Nel 2022 ritornerà nei panni di Doctor Strange nell’attesissimo Doctor Strange nel Multiverso della Pazzia che sarà diretto da Sam Raimi.

Benedict Cumberbatch: Hamlet

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2. Benedict Cumberbatch ha reso Hamlet uno degli show più richiesti di sempre. Nel 2015, Benedict Cumberbatch ha realizzato uno dei sogni della sua vita, quando è stato scelto per interpretare Amleto in una produzione di Hamlet lunga dodici settimane per il Barbican Theatre di Londra. I biglietti sono stati esauriti un anno prima dell’effettivo inizio della produzione. Nelle prime ora di vendita dei biglietti, le ricerche di questi hanno superato del 214% quelle del tour globale di On the Run di Beyoncé e Jay Z. “I biglietti per Hamlet sono stati messi in vendita alle 10 del mattino dell’11 agosto, e nel giro di qualche minuto i fan hanno cominciato ad esprimere la propria frustrazione per il fatto di essersi trovati al 20.000esimo posto in coda”.

Benedict Cumberbatch: Sherlock

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3. Benedict Cumberbatch e Sherlock: i dubbi prima di accettare la parte. È il ruolo che l’ha reso una star internazionale, ma Benedict Cumberbatch ha raccontato di avere avuto dei dubbi sull’accettare o meno la parte in Sherlock. Durante un evento ai BAFTA del 2014, infatti, ha raccontato di aver esitato un po’: “Quando ne ho sentito parlare, mi è sembrata un’idea fatta per ricreare un franchise con l’obiettivo di fare soldi” ha detto, “Avrebbe potuto essere di poco valore e un po’ melenso. Poi ho scoperto chi era coinvolto e mi sono reso sonto che non sarebbe stato così. (..) Mia madre aveva fatto alcuni episodi di Coupling con Steven (Moffat) e Mark Gatiss era uno dei miei eroi”.

4. La BBC non era sicura che Benedict Cumberbatch fosse abbastanza sexy per interpretare Sherlock. Fa ridere, a pensarci ora che Benedict Cumberbatch è uno dei sex symbol più amati al mondo. Ma, all’epoca del casting, la BBC non era sicura che l’attore fosse adatto al ruolo: volevano qualcuno con più sex appeal. Come ha raccontato Mark Gatiss, la cosa era già successa quando David Tennant era stato scelto per interpretare Casanova: “Con Benedict Cumberbatch, ci è stata detta la stessa cosa. ‘Ci avevate promesso uno Sherlock Sexy, non lui.'”

5. I genitori di Benedict Cumberbatch in Sherlock… nei panni dei suoi genitori. I genitori di Benedict Cumberbatch, Timothy Carlton e Wanda Ventham, fanno gli attori. E hanno fatto anche loro la propria comparsa in Sherlock, proprio nei panni dei genitori del detective. Nel 2014, Benedict ha raccontato di essere stato nervoso all’idea di lavorare con i genitori, ma che questi siano poi stati “fantastici”.

Benedict Cumberbatch: Doctor Strange

benedict cumberbatch

6. Benedict Cumberbatch è entrato in un negozio di fumetti durante le riprese di Doctor Strange. Durante una conferenza stampa per Doctor Strange, Benedict Cumberbatch ha raccontato: “Sono entrato in un negozio di fumetti surante l’ultimo giorno di riprese a New York”. A quanto pare, il regista Scott Derrickson ha un video dell’episodio, che non ha mai mandato a nessuno se non all’attore. “Ho detto, dobbiamo entrare. E lui ha detto: ‘dovremmo, eh?’ Ho puntato la videocamera su di lui e l’ho seguito nel negozio e le persone non ci credevano, che ci fosse Doctor Strange”.

7. Benedict Cumberbatch ha insegnato inglese in India per un anno. Durante un anno di pausa, l’attore ha deciso di fare il volontario e insegnare inglese in un monastero tibetano nel Darjeeling, in India. “Sono sempre stato affascinato dall’idea della meditazione e da cosa significhi” ha raccontato, “In india, sono andato in ritiro con un lama: parecchi giorni d’incanto per rasserenare e pulire la mente, con un’altra dozzina di persone. È stato incredibile”.

Benedict Cumberbatch: Instagram

8. Benedict Cumberbatch e Instagram: niente social media per lui. Benedict Cumberbatch non ha account personali né su Twitter né su Instagram: a riguardo, lui ha detto che sarebbe “un disastro” sui social media. “Non posso venire coinvolto dai social, perché come sapranno, sarei un disastro. Non posso twittare per salvarmi la vita. (…) Mi consumerebbe e trovo l’intera cosa  in fin dei conti davvero tossica. Preferisco spendere le mie energie facendo quello che ha attirato l’attenzione (dei fan), ovvero il mio lavoro”.

Benedict Cumberbatch e Sophie Hunter

9. Benedict Cumberbatch e Sophie Hunter hanno avuto il secondo bambino, che porta il nome di un poeta e di un re. Nel marzo 2017, Benedict Cumberbatch e Sophie Hunter hanno avuto il secondo figlio: Hal Auden Cumberbatch. Un nome particolare, con delle origini particolari. “Auden” è il nome di un poeta, WH Auden. “Hal”, invece, viene da Shakespeare: è il soprannome del giovane Enrico V, reso famoso dallo scrittore.

10. Benedict Cumberbatch ha una rara mutazione genetica. Se vi sembra che, ogni tanto, gli occhi di Benedict Cumberbatch abbiano un colore diverso, ebbene, non state impazzendo. L’attore, infatti, è nato con due mutazioni genetiche (innocue), chiamate eterocromia centrale e eterocromia settoriale, che hanno degli effetti sul colore degli occhi. Entrambi i suoi occhi hanno infatti, al loro interno, colori diversi (un misto di blu, verde, e oro) a causa dell’eterocromia centrale. E l’eterocromia settoriale, inoltre, è il motivo per cui ha una macchiolina marrone dell’occhio destro.

Fonti: IMDb, Mrs. Kathy King, People, Telegraph, Mental Floss

Robert Downey Jr.: 10 cose che non sai sull’attore

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Robert Downey Jr.: 10 cose che non sai sull’attore

Robert Downey Jr. è sempre stato un attore di qualità. Conosciuto per film quali Charlot e per interpretato ruoli come Sherlock Holmes e il genio, miliardario, playboy e filantropo Tony Stark, Robert Downey Jr. ha avuto un passato difficile dal quale è uscito e il suo futuro cinematografico è più che roseo.

 Ecco dieci cose che, forse, non sapevate su Robert Downey Jr.

Robert Downey Jr.: film e carriera

1.Robert Downey Jr. è di New York. Robert John Downey Jr. è nato il 4 aprile del 1965 a Manhattan, New York, figlio dello sceneggiatore e regista Robert Downey Sr. e dell’attrice Elsie Downey. Il padre è per metà lituano, un quarto ungherese e un quarto irlandese, mentre da parte di madre ha origini inglesi, scozzesi, tedesche e svizzero-tedesche. Robert e sua sorella Allyson si sono trovati immersi sin da subito nella recitazione, sin dalla più tenera età, tanto che Robert ha iniziato a studiare alla Stagedoor Manor Performing Arts Training Center a New York prima di trasferirsi in California con suo padre in seguito al divorzio dei suoi genitori nel 1978. Nel 1982 Robert ha abbandonato la Santa Monica High School, per diventare attore a tempo pieno.

2. Robert Downey Jr. ha debuttato come attore all’età di cinque anni. Robert ha fatto il suo debutto attoriale nel film Pound (1970) scritto e diretto dal padre. Tra gli anni ’80 e ’90 Robert fa la consueta gavetta partecipando a film come Ultima occasione (1985), La donna esplosiva (1985), Verdetto finale (1989), Uno strano caso (1989), mentre nel 1992 interpreta Charlie Chaplin nel film Charlot: per questo film viene candidato agli Oscar per la categoria di Miglior Attore Protagonista, ai Golden Globe e ai BAFTA, vincendo quello per il miglior attore. Nel corso degli anni ’90, Robert compare in film come The Last Party (1993), Assassini nati – Natural born killers (1994), Conflitto d’interessi (1998) e Wonder Boys (2000).

3. La carriera di Robert Downey subisce un’impennata nel corso degli anni 2000. mentre lottava con i suoi problemi di droga, nei primi anni 2000 Robert entra nel cast di diversi film come Kiss Kiss Bang Bang (2005), Good Night, and Good Luck (2005), fa parte del film di David Fincher, Zodiac (2007) e nel 2008 comincia a vestire i panni di Tony Stark in Iron man. Nello stesso anno, lavora con Ben Stiller per il film Tropic Thunder, con Joe Wright per Il solista e con Guy Ritchie per Sherlock Holmes. Nel 2014 produce il film The Judge, di cui fa parte insieme a Robert Duvall, grazie alla sua compagnia Team Downey, creata da lui e dalla moglie.

Robert Downey Jr. è Sherlock Holmes

robert downey jr.

4. Nel 2009 Robert Downey Jr. interpreta Sherlock Homes nell’omonimo film di Guy Ritchie. Il film ottiene ottimi incassi e con questo ruolo Robert vince il Golden Globe per il migliore attore in un film commedia o musicale. Due anni dopo, Robert riprende il ruolo, sempre al fianco di Jude Law, per il film, sempre di Guy Ritchie, Sherlock Holmes – Gioco di ombre. Robert si calerà di nuovo nei panni di Sherlock per il terzo film che ha un’uscita prevista per il 2021. Nel 2020 ha interpretato il Dr. John Dolittle nel remake Dolittle.

Robert Downey Jr. è stato Iron Man

robert downey jr.

5. Robert Downey Jr. è stato scelto per il ruolo di Tony Stark nel 2006. Jon Favreau, regista del film, ha dovuto convincere la produzione che Robert sarebbe stato perfetto per quel ruolo e così è stato, determinando il grande successo del film. Robert riprende il ruolo per i due sequel previsti dalla Marvel, ovvero Iron Man 2 (2010) e Iron Man 3 (2015). Il suo personaggio è sempre stato protagonista dei film collettivi Marvel, ossia in The Avengers (2012), Avengers: Age of Ultron (2015), Captain America: Civil War (2016), Spider-Man: Homecoming (2017), Avengers: Infinity War (2018) e Avengers: Endgame. Nel 2024 vince un premio Oscar per Oppenheimer di Christopher Nolan.

Robert Downey Jr. in Iron Man 4?

L’attore recentemente è tornato a parlare del ruolo di Tony Stark, che ha ufficialmente abbandonato dopo la conclusione della saga dell’infinito terminata con Avengers: Endgame. Ebbene l’attore ha ammesso che ritornerebbe ad interpretarlo ad una sola condizione: «Per me, ricominciare è piuttosto fuori discussione. Mi sembra di aver già fatto tutto il possibile con quel personaggio. Valuterei di vestire di nuovo i suoi panni se ci fosse un argomento davvero super convincente. E anche una serie di eventi che rendessero ovvio il suo ritorno. Ma una cosa importante è che al momento vorrei fare altre cose.»

I prossimi film di Robert Downey Jr.?

L’attore dopo aver concluso il suo impegno con i Marvel Studios ha ripreso la sua carriera individuale ed aver interpretato nel 2020 il Dr. John Dolittle in Dolittle, si appresta a tornare nei panni di Holmes nell’attesissimo Sherlock Holmes 3, terzo capitolo del franchise che questa volta però non vedrà in regia Guy Ritchie. E’ attualmente in post produzione All-Star Weekend, il film esordio alla regia di Jamie Foxx, nel quale recita al fianco di Gerard Butler, Benicio Del Toro e lo stesso Jamie Foxx.

Robert Downey Jr. su Instagram

6. Robert Downey Jr. ha un profilo Instagram ufficiale. Aperto nell’aprile del 2015, Robert Downey Jr. ha qualcosa come quasi 26 milioni di follower. Cifre pazzesche per un attore pazzesco quanto lui. Robert è molto attivo e usa il social per postare foto con effetto nostalgia di quando stava lavorando ai film Marvel. Oltre che pubblicare foto di premier Marvel o a postare qualche foto che lasci capire quale sarà il film in arrivo (è successo di recente con Sherlock Holmes), Robert dimostra di essere ironico ed autoironico riguardo quello che la vita gli riserva. Tra i post più famosi ci sono sicuramente quelli che lo riguardano insieme agli altri Avengers mentre si sono fatti fare un tatuaggio collettivo, il simbolo dei vendicatori.

Robert Downey Jr.: curiosità

7. Robert Downey Jr. non ha mai fatto mistero di aver avuto problemi di droga. Chi lo ha iniziato a questo mondo è stato suo padre, che lo costringeva, da bambino, a fumare marijuana. Nel 1996 Robert viene arrestato per possesso di droghe, quali eroina, cocaina e per il possesso anche di una pistola. Dopo essere stato rilasciato per buona condotta, Robert viene di nuovo arresta per violazione di domicilio per essersi addormentato da ubriaco sotto casa di un vicino. Condannato a tre anni di libertà condizionale e una serie di test antidroga da sostenere, nel 1997 ne salta uno i questo e viene condannato a sei mesi di riabilitazione. Nel 1999 viene arrestato ancora una volta per aver saltato un altro testo e viene condannato a tre anni presso una struttura atta alla riabilitazione. Nel 2000 viene rilasciato e Robert si unisce al cast della serie tv Ally McBeal, vincendo persino un Golden Globe come miglior attore non protagonista. Poco dopo viene arrestato di nuovo per possesso di valium e cocaina e l’anno successivo venne trovato a vagare per strada sotto effetto di cocaina, mentre si trovava in libertà vigilata. Questi ultimi arresti gli costano la presenza in Ally McBeal, perde il ruolo in I perfetti innamorati e costringe Mel Gibson a chiudere la produzione teatrale di Amleto, per cui Robert era stato ingaggiato. Durante il processo, l’attore viene spedito in riabilitazione e rimane sotto libertà vigilata per tre anni.

8. Robert Downey Jr. è stato fidanzato con Sarah Jessica Parker. I due sono stati fidanzati per diversi anni, dal 1984 al 1991, mentre nel 1992 Robert sposa Deborah Falconer, una musicista, da cui hanno il primo figlio, Indio, nato nel 1993. Dopo aver divorziato nel 2004, nell’agosto 2005 Robert sposa la produttrice Susan Levin, conosciuta sul set di Gothika (2003). La coppia ha due figli, Exton Elias nato nel 2012 e Avril Roel nata nel 2014.

9. Robert Downey Jr. ha messo tanto impegno per superare la sua dipendenza da alcol e droghe. Pare che l’attore sia pulito dal 2003 e che sia riuscito ad uscirne grazie al sostegno della sua famiglia, e soprattutto grazie alla pratica della meditazione, dello yoga e del Wing Chun.

10. Robert Downey Jr. è un avido collezionista di orologi. Pare che Robert abbia una collezione di orologi impressionante e che la sua collezione comprenda marchi come Breitling, Omega, Jaeger-LeCoultre e Rolex.

Fonti: IMDb, biography

Black Panther 2 si girerà in Georgia nonostante la controversia della legge sul voto

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Le riprese di Black Panther 2 si terranno in Georgia quest’estate, nonostante le nuove controverse leggi sul voto. Si tratta di una decisione che arriva in seguito alla proposta di boicottaggio da parte di registi come James Mangold e di attori come Mark Hamill, che pubblicamente si sono schierati contro le recenti e più rigide norme sul voto, definite “razziste” da Joe Biden, presidente degli Stati Uniti.

Alle pagine di Variety, il regista Ryan Coogler ha denunciato le nuove leggi restrittive sul voto. Parallelamente, ha spiegato perché intende continuare a girare Black Panther 2 in Georgia. Coogler ha firmato un editoriale, condiviso con Shadow and Act, in cui ha paralto proprio della controversa legislazione.

“La lotta per la piena concessione del diritto di voto è fondamentale per la questione afroamericana in questo paese e per la pretesa in questo paese di una democrazia funzionante”, ha scritto Coogler. “Da cittadino afroamericano, mi oppongo a tutti i tentativi, espliciti e non, di ridurre l’elettorato e l’accesso al voto.”

“Sono giunto alla conclusione che molte delle persone impiegate nel mio film, compresi tutti i fornitori locali e le aziende che abbiamo coinvolto, sono le stesse persone che dovranno fare i conti con questa nuova legge”, ha aggiunto Coogler. “Le riprese del nostro film si svolgeranno in Georgia. Mi impegnerò personalmente per aumentare la consapevolezza in merito ai modi per cercare di ribaltare questo disegno di legge dannoso e per continuare ad essere sempre aggiornato sull’argomento dalle persone sul campo.”

Black Panther 2 arriverà nelle sale l’8 luglio 2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio interpretato al compianto Chadwick Boseman nel primo film, non verrà interpretato da un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.

Letitia Wright (Shuri), Angela Bassett (Ramonda), Lupita Nyong’o (Nakia), Danai Gurira (Okoye), Winston Duke (M’Baku) e Martin Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei rispettivi personaggi interpretati già nel primo film. L’attore Tenoch Huerta è in trattative con i Marvel Studios per interpretare il villain principale del sequel.

Star Wars: per Domhnall Gleeson ci sarebbe ancora da dire sul Generale Hux

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La trilogia sequel di Star Wars, conclusasi ufficialmente con L’ascesa di Skywalker, ha introdotto tutta una serie di nuovi personaggi all’internno del celebre universo galattico, tra il leader del Primo Ordine interpretato da Domhnall Gleeson, ossia il Generale Armitage Hux.

Il personaggio è apparso per la prima volta ne Il risveglio della forza del 2015: in quel film era un comandante astuto e spietato, assetato di potere e in lotta con Kylo Ren per la leadership del Primo Ordine. Nei primi due film della trilogia sequel ha mostrato incrollabile lealtà nei confronti del Leader Supremo Snoke. Tuttavia, l’arco narrativo del personaggio si è concluso in maniera alquanto sorprendente ne L’ascesa di Skywalker, dopo che la scopera che aveva tradito il Primo Ordine e che era lui la talpa della Resistenza.

Durante una recente intervista con Collider, Domhnall Gleeson ha spiegato che c’è ancora molto che vorrebbe sapere sul generale Hux, alludendo alla possibilità di un nuovo film in cui sarebbe disposto a tornare nei panni di Armitage. L’attore ha anche parlato di come J.J. Abrams e Rian Johnson abbiano aggiunto nuovi livelli all’arco narrativo del personaggio in ogni film.

“Ho scoperto qualcosa di nuovo su di lui ad ogni nuovo film, perché non solo è cambiato lui, ma sono cambiate anche le sue circostanze”, ha detto l’attore. “Quindi credo che ci siano ancora molte cose da scoprire sul suo conto. È un personaggio che mi ha sempre sorpreso. Rian Johnson aveva questa visione sul personaggio per il secondo film che non mi aspettavo minimamente e che ho adorato. Analogamente, J.J. Abrams ha approfondito un altro aspetto del suo carattere che mai credevo sarebbe stato affrontato. Ci sono tanti aspetti che potrebbero essere ancora approfonditi, ma sfortunatamente è morto. Quindi non sono sicuro di quanto spazio ci sia effettivamente per indagare ancora su di lui.”

Il futuro della saga di Star Wars

Di recente è stato confermato Rogue Squadron, primo film ad arrivare nelle sale dopo la conclusione della saga degli Skywalker. Il film, diretto da Patty Jenkins (regista di Wonder Woman), verrà distribuito nelle sale a dicembre 2021.

Oltre a Rogue Squadron, sappiamo che a Rian Johnson, regista de Gli Ultimi Jedi, è stata affidata la scrittura di una nuova trilogia basata su nuove storie e nuovi personaggi, ma su quel progetto non si hanno aggiornamenti da diverso tempo. In passato, anche ai creatori di Game of Thrones, David Benioff e D.B. Weiss, era stato affidato lo sviluppo di una trilogia parallela: sfortunatamente, il duo ha deciso poi di abbandonare il progetto.

In sviluppo c’è anche un misterioso film che sarà prodotto da Kevin Feige, presidente dei Marvel Studios, e che sarà scritto da Michael Waldron, sceneggiatore di Doctor Strange in the Multiverse of Madness

Zack Snyder commenta la campagna #RestoreTheSnyderVerse

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Zack Snyder commenta la campagna #RestoreTheSnyderVerse

In seguito alla distribuzione della Snyder Cut di Justice League su HBO Max, i fan del regista Zack Snyder hanno lanciato una nuova campagna via Twitter attraverso l’hashtag #RestoreTheSnyderVerse per chiedere alla Warner Bros. di ripristinare l’universo DC che Snyder aveva in mente di realizzare.

In brevissimo tempo la campagna ha raggiunto numeri impressionati e la notizia, ovviamente, è arrivata anche alle orecchie del diretto interessato, ossia Zack Snyder. In occasione della Justice Con, l’evento virtuale organizzato lo scorso weekend per celebrare la Snyder Cut di Justice League ad una mese esatto dalla distribuzione, è stato proprio Snyder ha commentare la nuova campagna guidata dai suoi sostenitori attraverso i social media.

Snyder ha detto di essere aperto alla possibilità e che sosterrà gli sforzi dei fan. Tuttavia, ha voluto anche mitigare le loro aspettative, specificato che al momento non sembra che possa esserci alcun nuovo progetto DC sotto la sua egida. “Dirò soltanto questo: è un movimento che credo mostri rispetto nei confronti del mio lavoro”, ha commentato il regista. “Ad ogni modo, qualunque sarà il risultato, io non ne ho assolutamente idea. Molto probabilmente non porterà a nulla… La venerazione per il mio lavoro è qualcosa che non potrei mai rigettare o non rispettare. Naturalmente, darei tutto il mio impegno per sostenere la causa. Se qualcuno mi dicessi, indipendentemente da chi fosse: ‘Ho amato davvero quello che hai fatto, vorrei che ne facessi un altro’, personalmente… non sono una di quelle persone che potrebbe mai rispondere: ‘Non ci pensare. Dimenticatelo’. Penso sia una cosa davvero scortese.”

Chissà se Warner Bros. deciderà di tornare sui suoi passi e cambiare rotta alla luce di questo rinnovato entusiasmo dei fan nei confronti dello SnyderVerse. Ovviamente, è troppo presto per dire se gli ultimi sforzi dei fan di Snyder porteranno gli stessi frutti che hanno poi condotto alla Snyder Cut. Inoltre, la Warner Bros. ha un’intera lista di nuovi film DC in fase di uscita e/o sviluppo, e ciò non può certamente essere ignorato. Non ci resta che attendere eventuali sviluppi.

Zack Snyder’s Justice League è uscito in streaming il 18 marzo 2021 su HBO Max in America e, in contemporanea, su Sky e TV in Italia. Il film ha una durata 242 minuti (quattro ore circa) ed è diviso in sei capitoli e un epilogo.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film recitano Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast figurano anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Christian Bale: 10 cose che non sai sull’attore

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Christian Bale: 10 cose che non sai sull’attore

Christian Bale è uno degli attori più versatili ed eclettici che il cinema potesse conoscere. Molto dedito al suo lavoro, si impegna molto per dare vita ai suoi personaggi, subendo anche diverse trasformazioni fisiche.

Un attore che si mette sempre in gioco e che è sempre in grado di realizzare performance brillanti per ogni genere e categoria. E, che senza la gavetta svolta ed il suo impegno, non sarebbe arrivato dove è ora. Ecco 10 cose che, forse, non sapevate di Christian Bale.

Christian Bale: film

Christian Bale: film

1. Ha lo spettacolo nel sangue. Christian Charles Philip Bale è nato il 30 gennaio 1974 ad Haverfordwest, nel Galles, da Jenny James, un’artista circense, e da David Bale, ex pilota civile, uomo d’affari e attivista per i diritti degli animali. Christian ha due sorelle, Sharon e Louise, e un fratellastro, Erin. Durante l’infanzia ha viaggiato per il mondo. Quando aveva due anni, la sua famiglia si è trasferita nel Bournemouth, in Inghilterra e vi è cresciuto prendendo lezioni di chitarra e anche di balletto

2. Ha iniziato a recitare da ragazzino. Bale debutta come attore nello spot pubblicitario di una famosa marca di detersivi per lavatrice a soli 8 anni e debutta a teatro nel 1984. Verso la fine degli anni ’80 lavora nella miniserie Anastasia – L’ultima dei Romanov, Heart of the Country e viene raccomandato a Steven Spielberg per il film L’impero del sole. Grazie alla sua interpretazione in questo film, Christian comincia ad essere notato maggiormente.

3. I film di Christian Bale. Gli anni ’90 si aprono con L’isola del tesoro e proseguono con Gli strilloni (1992), Piccole donne (1994), Ritratto di Signora (1996). Gli anni 2000 cominciano con American Psycho (2000) e L’uomo senza sonno (2004) mentre, nel 2005, veste i panni di Batman per Batman Begins. In seguito ha recitato in The Prestige (2006), Quel treno per Yuma (2007), Il cavaliere oscuro (2008), Terminator Salvation (2009), The Fighter (2010), Il cavaliere oscuro – Il ritorno (2012), American Hustle – L’apparenza inganna (2013), Knight of Cups (2015), Hostiles – Ostili (2017) e Vice – L’uomo nell’ombra (2018). Nel 2019 ha interpretato Ken Miles nel film Le Mans ’66 – La Grande Sfida. Nel 2022 invece sarà trai protagonisti dell’atteso Thor: Love and Thunder dei Marvel Studios nel quale interpreta il villain Gorr the God Butcher. Nel 2022 sarà anche trai protagonisti della nuova commedia diretta da David O. Russell che non ha ancora un titolo.

Christian Bale: American Psycho

Christian Bale in American Psycho

4. Si è fatto conoscere agli occhi del mondo. Questo film ha sicuramente dato una svolta alla carriera di Bale. Presentato al Sundance Film Festival, il film racconta di Patrick Bateman, uno yuppie che lavora a Wall Street. Nella vita privata, dedica molte ore alla cura di sé e se di giorno viva una vita frenetica, il suo vero io si manifesta di notte, cominciando a disprezzare gli emarginati e ad invidiare i suoi colleghi. In breve tempo, diventerà un serial killer. Di questo film è stato realizzato anche un musical.

Christian Bale: fisico e altezza

5. È un abile trasformista. Christian Bale è famoso per l’incredibile impegno che mette nel trasformare fisicamente il suo per dare migliore realismo al suo personaggio. Ne L’uomo senza sonno, Bale perse circa 30 chili, assumendo un aspetto cadaverico. Sembra che per non sentire i morsi della fame abbia iniziato a fumare costantemente. Subito dopo questo film, Bale si è lanciato nella produzione di Batman Begins. Per interpretare Bruce Wayne, l’attore è prima ingrassato e poi ha messo su diversi chili di massa muscolare.

6. È un combattente. Per girare The Fighter, Bale è dimagrito nuovamente, perdendo circa un terzo del proprio peso corporeo. Per adeguarsi al ruolo che gli ha dato l’Oscar al Migliore Attore non Protagonista e un Golden Globe per la stessa categoria, Bale ha cercato di adattare il suo fisico al momento in cui Dicky esce dal carcere, con il fisico asciutto e in grado di boxare. Torna in forma per realizzare Il cavaliere oscuro – Il ritorno ed è ingrassato di 20 kg per il suo ruolo in American Hustle – L’apparenza inganna del 2013. Avrebbe dovuto fare un altro cambiamento fisico per il ruolo di Enzo Ferrari nel proprio biopic, ma ha abbandonato perché aveva poco tempo a disposizione per farlo. Tuttavia, nel 2018 si è trasformato in Dick Cheney per il film Vice – L’uomo nell’ombra di Adam McKay.

7. Bale è un attore imponente. Oltre alla sua stazza di un metro e ottantatré centimetri, Bale è un attore sorprendente sotto tutti gli aspetti. Sempre brillante e realistico, mette davvero tutto l’impegno e l’entusiasmo possibile in ogni lavoro in cui è coinvolto. Infatti, questa è una delle qualità per cui viene sempre elogiato e che lo rende uno degli attori più grandi del cinema moderno.

Christian Bale: Batman

Christian Bale: Batman

8. Ha letto molti fumetti. Nel 2005, Bale venne scelto per interpretare il nuovo Bruce Wayne: secondo la produzione, aveva l’aspetto adatto e la giusta caparbietà per interpretarlo. Per dare vita ad un Batman convincente, ha dovuto sottoporre se stesso ad una trasformazione fisica impegnativa. Grazie all’aiuto di un personal trainer, ha aumentato il suo peso di più di 20 chili (considerato che arrivava da L’uomo senza sonno), mettendo su altrettanti chili, muscoli per la maggior parte. Per entrare maggiormente nella mente del personaggio, Bale si è messo a leggere molti volumi di fumetti.

9. Ha visitato i sopravvissuti di Aurora. Il cavaliere oscuro – Il ritorno venne presentato in anteprima alla mezzanotte del 20 luglio 2012 a Denver, nel Colorado, e i suoi spettatori furono vittima di un massacro. Durante la proiezione, un ragazzo di 24 anni, James Holmes, ha sparato in sala, uccidendo 12 persone e riuscendo a ferirne altre 58. Bale è rimasto molto colpito da questo eventi e ha deciso di porre omaggio alle vittime e di andare a visitare i sopravvissuti in ospedale.

Christian Bale: L’uomo senza sonno

Christian Bale: L’uomo senza sonno

10. Per realizzarlo, Bale ha messo a rischio la propria salute. In questo film del 2004, Bale dà veramente vita ad una delle sue migliori interpretazioni. Recita, infatti, il ruolo di Trevor Reznik, un operaio che non riesce a riposare da circa un anno, in seguito ad uno shock: per questo motivo, il suo aspetto è come quello di un cadavere. Comincia ad avere le allucinazioni e subisce delle distrazioni che faranno precipitare la sua vita. Per realizzare questo film, Bale ha perso circa 25 chili, mettendo a rischio la propria salute.

Fonti: IMDb, thefamouspeople, biography

Batman v Superman: dall’ispirazione di Heat – La sfida ai vari titoli originali

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Lo scorso weekend si è tenuto il Justice Con, evento virtuale interamente dedicato all’uscita della Snyder Cut di Justice League, ad un mese esatto dalla distribuzione. Chiaramente, l’evento è stata l’occasione per parlare anche del più ampio coinvolgimento di Zack Snyder nel DCEU.

All’evento ha partecipato anche Chris Terrio, sceneggiatore non solo di Justice League, ma anche di Batman v Superman: Dawn of Justice. Durante l’evento, Terrio e Snyder hanno ricordato le discussioni avute in merito alle origini di Batman e all’introduzione della loro versione dell’iconico eroe nel DCEU. Nello specifico, Terrio ha parlato di una conversazione che lui e Snyder ebbero con Ben Affleck a proposito di Heat – La sfida, il film di Michael Mann con Robert De Niro e Al Pacino. Lo sceneggiatore ha spiegato che volevano che i personaggi interpretati dai due celebri attori nel film fosse in qualche modo d’ispirazione per Batman e Superman.

Sempre nel corso dell’evento, Terrio e Snyder hanno anche rivelato i titoli alternativi a cui avevano pensato prima di approdare al definitivo Batman v Superman: Dawn of Justice. Snyder ha ricordato che, all’epoca, ci fu un grosso dibattito con la Warner Bros. a proposito del titolo, sia in merito al sottotitolo ‘Dawn of Justice’ sia in merito all’utilizzo di ‘v’ al posto del tradizionale ‘vs’. Snyder ha confermato che propose alla major sottotitoli come “Son of Son” o “Night of Night”.

Ancora, inizialmente i due pensarono di aggiungere un sottotitolo anche al titolo ufficiale di Justice League. Tra le opzioni vagliate, c’erano Justice League: Foundations e Justice League: Rising. Terrio ha spiegato che il sottotitolo nasceva dall’esigenza di rimarcare che il film avrebbe rappresentato l’inizio della grande avventura del team sul grande schermo, anche se le cose – come ben sappiamo – sono poi andate diversamente.

Batman v Superman: in arrivo una nuova versione IMAX

A proposito di Batman v Superman, di recente Zack Snyder ha confermato di essere a lavoro su una nuova versione IMAX rimasterizzata del film, che arriverà direttamente in home video. Non è chiaro se questa nuova versione includerà filmati inediti, ma una cosa è certa: non ci saranno riprese aggiuntive, al contrario di quanto avvenuto con il suo taglio di Justice League (disponibile in Italia su Sky e ), che ha potuto contare su un budget – senza precedenti per dei reshoot – di 70 milioni di dollari.

Martian Manhunter: Harry Lennix vorrebbe una detective story per J’onn J’onzz nel DCEU

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Il personaggio di Martian Manhunter è una delle tante novità presenti all’interno della Snyder Cut di Justice League. Il personaggio era completamente assente nella versione theatrical, ma grazie al taglio di Zack Snyder il generale Swanwick interpretato da Harry Lennix ne L’uomo d’acciaio e in Batman v Superman ha avuto finalmente la possibilità di trasformarsi in J’onn J’onzz.

Durante il Justice Con dello scorso weekend, l’evento virtuale organizzato per celebrare la Snyder Cut ad un mese di distanza dalla distribuzione, l’attore Harry Lennix, interrogato dai fan, ha avuto la possibilità di riflettere su che tipo di storia avrebbe voluto per Martian Manhunter se avesse avuto la possibilità di interpretare il personaggio ancora una volta.

Lennix ha quindi espresso il desiderio di vedere Martian Manhunter protagonista di una detective story sul grande schermo, proprio come accade nei fumetti. L’attore ha spiegato che vorrebbe vedere il personaggio sfoggiare le sue abilità da detective per scongiurare, magari, una crisi a livello mondiale. “Sarebbe bello vederlo agire in qualità di detective”, ha spiegato. “Ci sono alcune storie a fumetti in cui lo è. Anche se di giorno sarebbe comunque Calvin Swanwick, sarebbe altrettanto bello fargli svolgere un lavoro di tipo investigativo in cui può usare le sue abilità speciali. Così avremmo anche modo di vedere che la diplomazia può essere una sorta di superpotere. Potrebbe usare le sue capacità di detective e la sua intelligenza per evitare o scongiurare una sorta di catastrofe.”

Durante il suo intervento in occasione della Justice Con, Harry Lennix ha anche rivelato che stava per abbandonare la recitazione prima del suo coinvolgimento ne L’uomo d’acciaio: “Erano gli anni della serie Dollhouse, ideata curiosamente proprio da Joss Whedon. Lo show era stato cancellato e non riuscivo più ad ottenere un’audizione. Poi, improvvisamente, il mio telefono squillò e il mio agente mi disse che Zack Snyder mi voleva ne L’uomo d’acciaio.”

Zack Snyder’s Justice League è uscito in streaming il 18 marzo 2021 su HBO Max in America e, in contemporanea, su Sky e TV in Italia. Il film ha una durata 242 minuti (quattro ore circa) ed è diviso in sei capitoli e un epilogo.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film recitano Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast figurano anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Bucky Barnes e la lettura de Lo Hobbit: Sebastian Stan appoggia la teoria di un fan

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Sebastian Stan sembra appoggiare una divertente teoria dei fan riguardo i primi giorni dell’amicizia tra Bucky Barnes e Steve Rogers. La relazione tra i due personaggi nel MCU è essenzialmente il cuore pulsante della trilogia cinematografica di Captain America: inizia da prima che Steve diventasse l’eroe a stelle e strisce e prosegue fino ai giorni nostri, quando Bucky diventa il Soldato d’Inverno.

Il loro profondo legame ha portato alcuni fan a credere che potrebbe esserci una vera e propria relazione romantica tra i due, anche se la Marvel ha sempre ribadito la natura platonica del loro rapporto. Ora, una delle tante teorie emerse nel corso degli anni a proposito della storia tra Bucky e Stan ha attirato l’attenzione dell’interprete del Winter Soldier, ossia Sebastian Stan.

In The Falcon and the Winter Soldier viene spiegato che Bucky ha avuto la possibilità di leggere Lo Hobbit nel 1937, la prima volta che il celebre romanzo è stato pubblicato. Ora, un fan del MCU, via Twitter, ha cercato di fornire un maggiore contesto alla situazione, suggerendo che c’è stato un momento in cui qualcuno ha informato Bucky “che Steve era di nuovo coinvolto in un combattimento e Bucky aveva appena messo giù il romanzo, esclamando: ‘Quel mio amico non mi lascia leggere!’. Stan ha quindi condiviso il tweet attraverso le sue storie di Instagram e ha confermato di essere assolutamente d’accordo con questa teoria.

The Falcon and the Winter Soldie, la serie tv

The Falcon and the Winter Soldier è l’annunciata spin off del franchise di Captain America e fa parte della fase 4 del Marvel Cinematic Universe che si estenderà nel racconto seriale per debuttare su Disney+.

In The Falcon and the Winter Soldier l’attore  Anthony Mackie e Sebastian Stan riprendono i loro rispettivi ruoli di Falcon e Bucky Barnes, mentre Daniel Bruhl riprenderà il suo ruolo di Barone Zemo mentre Emily VanCamp tornerà come Sharon Carter (aka Agente 13), e Russell interpreterà John Walker che è anche conosciuto nei fumetti come il fanatico Super Patriot.

Spider-Man: No Way Home, Alfred Molina sul ritorno di Doctor Octopus

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Dopo mesi di rumor e speculazioni, di notizie date per certe ma mai confermate da Sony e Marvel, è stato Alfred Molina in persona ad ufficializzare che tornerà a vestire i panni di Otto Octavius, meglio conosciuto come Doctor Octopus, nell’attesissimo Spider-Man: No Way Home con Tom Holland, in arrivo nelle sale a dicembre.

“Quando stavamo girando, avevamo tutti ricevuto l’ordine di non parlarne al di fuori del set, perché avrebbe dovuto essere un grandissimo segreto. Poi la notizia è esplosa ovunque su Internet. Direi che posso tranquillamente definirmi il segreto peggio nascosto di Hollywood”, ha dichiarato l’attore.

Parlando con Variety, Molina non solo ha confermato il suo coinvolgimento nel film, ma ha anche parlato di come sia stato tornare nei panni di Octopus a quasi vent’anni di distanza dall’uscita di Spider-Man 2: “È stato meraviglioso. È stato davvero interessante tornare ad interpretare lo stesso ruolo dopo 17 anni. È passato molto tempo… ora ha il doppio mento, un bargiglio, le zampe di gallina e una schiena leggermente malandata.”

Uno degli aspetti più misteriosi del ritorno di Doctor Octopus riguarda, ovviamente, come farà il personaggio a tornare in vita nel film di Jon Watts, dal momento che nella pellicola di Sam Raimi il personaggio di Otto è morto. Come rivelato da Molina, Watts gli ha spiegato che “in questo universo, nessuno muore davvero”, senza rivelare maggiori dettagli, ma spiegando che la storia di Doc Ock in No Way Home riprenderà proprio dal finale di Spider-Man 2, cioè dal momento in cui il personaggio si è sacrificato per salvare Peter (Tobey Maguire), Mary Jane (Kirsten Dunst) e tutta New York City.

Molina ha poi spiegato che verrà ringiovanito digitalmente attraverso la tecnica del de-aging: “Jon Watts mi ha guardato e mi ha detto: ‘Hai visto cosa abbiamo fatto a Robert Downey Jr. e Samuel L. Jackson?’. Hanno ringiovanito la faccia di Robert De Niro, anche se quando combatteva, sembrava un vecchio. Sembrava un vecchio! Questa era la cosa che mi spaventata di più. Non ho lo stesso fisico che avevo 17 anni fa. È un dato di fatto.”

“Poi mi sono ricordato che sono i tentatoli a fare la maggior parte del lavoro”, ha aggiunto l’attore. “In genere sono le braccia meccaniche a colpire, distruggere e ammazzare. Io mi limito a fare delle espressioni cattive. È stato fantastico.”

Cosa sappiamo di Spider-Man: No Way Home?

Le riprese di Spider-Man: No Way Home sono in corso ad Atlanta. Nel film vedremo Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei tornare nei loro personaggi del francise. Inoltre, il film vedrà, trai suoi interpreti, anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che tornerà a vestire i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, e infine Alfred Molina, che sarà di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2.

Il film è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production. Dovrebbe arrivare al cinema a dicembre 2021.

Ma Rainey’s Black Bottom: recensione del film con Viola Davis

Ma Rainey’s Black Bottom: recensione del film con Viola Davis

Ma Rainey’s Black Bottom, film diretto da George C. Wolfe e disponibile su Netflix dal 18 Dicembre 2020, è tratto dall’omonima pièce teatrale di August Wilson, parte di una raccolta di dieci opere conosciute come Il ciclo di Pittsburgh. Il regista segue le orme di un grande autore che, attraverso le sue opere, voleva indagare le condizioni e l’identità della popolazione afroamericana nel XX secolo, senza alcun freno inibitore.

Ma Rainey’s Black Bottom: la trama

Ma Rainey (Viola Davis) è una nota e affermata cantante, nota come “La madre del blues” che, in un afoso pomeriggio della Chicago del 1927, si trova in uno studio di registrazione assieme alla sua band, per incidere un album di inediti. Attorno alla sua figura gravitano, dunque, gli altri musicisti: il bassista Slow Drag (Michael Potts), il pianista Toledo (Glynn Turman), il trombonista Cutler (Colman Domingo) e il trombettista Leeve (Chadwick Boseman), che ambisce a formare una propria band e svecchiare la musica blues – desiderio di cui dà prova mettendo a punto una nuova versione di Ma Rainey’s Black Bottom, storica canzone della madre del blues. Durante la sessione di registrazione verranno fuori tutte le discrepanze e le paure di un popolo che per anni ha subito il razzismo e la tirannia dei bianchi.

Dialoghi come armi da usare in un campo di battaglia infuocato

Il film di Wolfe si sofferma non tanto sulla vicenda biografica della madre del blues, quanto piuttosto tende ad analizzare implicitamente il contesto specifico e la posizione sociale degli afro-americani nel XX secolo. La pellicola mantiene l’impianto teatrale originale, ambientando tutta la storia all’interno di una sala di registrazione gestita da produttori bianchi, dove Ma Rainey si trova per incidere il pezzo del film: da qui si dipartono poi le sottotrame portanti della narrazione. La macchina da presa esamina unicamente lo studio di registrazione, per aumentare la tensione sia in noi spettatori che tra i protagonisti, animati da un mix emotivo incandescente, che sconfina in scontri verbali e fisici, che metteranno in subbuglio gli equilibri della band.

Ma Rainey’s black bottom mette in primo piano scambi di dialogo brillanti, arguti e senza freni inibitori. I personaggi si fanno conoscere tramite le interazioni con l’altro, in cui emergono verità scomode e traumi di un passato all’interno di anime all’apparenza inscalfibili, ma che ci dimostrano tutte le loro fragilità. Viene concesso loro uno spazio per potersi rendere portavoce di un’incomunicabilità pervasiva e straziante.

La frammentazione interna al gruppo dei musicisti mette in primo piano una disgregazione comune interna alla comunità nera; la mancanza di esperienze collettive per potersi sentire parte di una comunità nei primi anni ’20 dà voce ad universi individuali spesso in contrasto tra loro, da cui emergono ambizioni, punti di vista e traumi del passato singolari, sotto l’occhio dello sguardo tutelare dei produttori discografici bianchi. Abbiamo poi il rapporto di natura economica che costringe l’afroamericano tra l’accettazione di un ruolo subordinato (Leeve e il resto della band) -che grida però disperatamente libertà- e la lotta costante per difendere la propria dignità artistica e personale (Ma Rainey), amaramente consapevoli di venire sempre beffati, come ci svela l’amaro finale.

La traccia musicale della pellicola è opera di  Branford Marsalis, noto sassofonista jazz, e deve tenere testa al talento sovrastante di un cast eccezionale, che cattura prepotentemente la scena. Altra nota di merito della pellicola sono i costumi, la scenografia e il lavoro di make-up: categorie in cui, non a caso, la pellicola si è aggiudicata tre nomination agli Oscar 2021, oltre a quelle principali di Miglior Attore e Migliore Attrice Protagonista.

Ma Rainey's Black Bottom

Due performance staordinarie da parte di Viola Davis e Chadwick Boseman

Protagonisti indiscussi della pellicola sono il compianto Chadwick Boseman, che ci regala un’ultima, stellare performance, e Viola Davis, che si riconferma attrice eclettica, catalizzatrice indiscussa dell’attenzione registica, nelle vesti di questa peculiare personalità. Ma Rainey è star assoluta, esuberante ed eccessiva nei comportamenti, che richiede un controllo quasi dispotico sulla sua carriera. E’ completamente distaccata dal resto del gruppo, come messo in evidenza anche dalle scelte registiche e di fotografia. Le richieste esagerate e i capricci di Ma Rainey sono in realtà l’unico appiglio a cui tenersi stretta, per non essere del tutto un burattino nelle mani del suo agente bianco. In un monologo piuttosto intenso, l’artista afferma che il pubblico bianco si interessa solo alla  sua voce, non alla vera personalità dell’artista, rendendola quindi quasi paragonabile a una prostituta, pagata per il servizio offerto.

Chadwick Boseman propone un’interpretazione stellare, che fa leva su battute affilate e provocatorie.Leeve è un personaggio scanzonato, irriverente, piuttosto conscio delle proprie potenzialità. Anche Boseman ci regala un monologo impeccabile sul ruolo di Dio nei confronti delle I dialoghi e gli scambi di battute in Ma Rainey’s Black Bottom hanno sempre uno scopo preciso, non sono mai ridondanti, bensì motore di azione. Lo studio di registrazione diventa luogo di perdizione e confessione al tempo stesso, dal quale risulta difficile trovare una via d’uscita: è un contenitore di emozioni totalmente contrastanti tra di loro, che rivelano tutte le sfaccettature caratteriali dei personaggi. Frustrazione, rabbia repressa, confidenze silenziose o urlate e richieste d’aiuto: l’incisione del disco viene quasi totalmente oscurata rispetto alle tematiche che derivano dalle esternazioni dei personaggi.  Anche Boseman ci regala un monologo impeccabile sul ruolo di Dio nei confronti delle persone di colore, in cui si interroga se esista o meno una giustizia divina anche per chi è inevitabilmente posto in una condizione di reietto nella società.

Anche la scelta degli altri membri del cast si rivela particolarmente azzeccata: ogni personaggio si mette sotto i riflettori in un qualche punto della narrazione, rivelandoci un ricordo, un fatto che funge da spunto per allargare la discussione e renderla universale, interrogandoci sulla posizione sociale di un’intera comunità all’epoca.

E in mezzo al turbinio di emozioni e confessioni conservati dentro allo studio di registrazione, c’è un unico filo conduttore: il blues, espressione intrinsecamente afroamericana della vita che, se non vissuta, non può essere espressa: “La vita parla con il blues. Non si canta per star meglio. Si canta per capire la vita”, dice Ma Rainey. L’arte è si, anche commercio, ma il suo senso profondo non potrà mai essere acquistato.