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The Falcon and the Winter Soldier: Emily VanCamp sul set

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The Falcon and the Winter Soldier: Emily VanCamp sul set

Come molti di voi sapranno la lavorazione di The Falcon and The Winter Soldier è ripartita e oggi dal set arrivano alcuni scatti che mostrano l’attrice Emily VanCamp impegnata in alcune scene.

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The Falcon And The Winter Soldier, la serie tv

The Falcon And The Winter Soldier è la serie di prossima uscita nel quale Anthony Mackie e Sebastian Stan  riprenderanno i loro ruoli nei panni del titolo Falcon (alias Sam Wilson) e The Winter Soldier (alias Bucky Barnes) che sarà diretta da Kari Skogland.

Vi ricordiamo che nel cast di The Falcon and The Winter Soldier è previsto anche il ritorno di due volti noti dell’universo cinematografico, ovvero Emily VanCamp, Sharon Carter in Captain America: The Winter Soldier e Civil War e Daniel Bruhl, nei panni del Barone Zemo. Per quanto concerne la serie di The Falcon and The Winter Soldier, il lancio è fissato in autunno 2020 e Kari Skogland (The Handmaid’s Tale, Penny Dreadful, Boardwalk Empire, The Killing, The Walking Dead, Fear the Walking Dead, Under the Dome, Vikings, The Americans, House of Cards e The Punisher) dirigerà tutti i sei episodi.

Probabile, visti gli esiti di Avengers: Endgame, che lo show si concentrerà sulla dinamica  del rapporto tra le due figure più vicine a Captain America (nonché suoi eredi) e sulle imprese dei supereroi per garantire la sicurezza mondiale.

Shazam 2: il regista anticipa dei villain inattesi

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Shazam 2: il regista anticipa dei villain inattesi

Durante lo scorso weekend si è svolta la seconda parte del DC FanDome e il regista di Shazam!, David F. Sandberg, si è reso disponibile per condividere con i fan alcuni aggiornamenti sull’atteso sequel, il cui titolo ufficiale sarà Shazam! Fury of the Gods.

Allo stato attuale, non c’è molto che il regista abbia potuto rivelare a proposito del film, ma quando gli è stato chiesto di accennare ai villain che vedremo nella nuova avventura di Billy Batson, il regista ha spiegato: “Non posso assolutamente parlare del cattivo del film o dei cattivi del film. Tutto quello che posso dire è che il pubblico resterà sorpreso. Sarà qualcosa di decisamente inaspettato.”

Nella scena durante i titoli di coda del primo Shazam! abbiamo visto il personaggio di Sivana, in prigione, che viene raggiunto da Mr. Mind, con il quale stringe un’alleanza per cercare di sconfiggere Billy. È chiaro che il sequel prenderà le mosse proprio da quest’alleanza, ma stando alle parole del regista sembra che Sivana e Mr. Mind non saranno gli unici antagonisti che appariranno nel film.

Un dettaglio che invece Sandberg sembra aver confermato è il fatto che in Shazam! Fury of the Gods scopriremo molto di più sulla famiglia Shazam e sui vari supereroi alter ego apparsi alla fine del primo film. “Ora sono tutti supereroi, sono un’intera famiglia con dei superpoteri”, ha spiegato il regista. “E ora, finalmente, possiamo vederlo. L’abbiamo visto solo di sfuggita nel primo film, quindi è sicuramente un aspetto che non vedo l’ora di approfondire.”

Tutto quello che c’è da sapere su Shazam!

Shazam! è uscito nelle sale ad aprile 2019. Nel cast Zachary Levi, Asher Angel, Mark Strong, Jack Dylan Grazer, Grace Fulton, Faithe Herman, Ian Chen, Jovan Armand, Cooper Andrews, Marta Milans Djimon Hounsou.

Abbiamo tutti un supereroe dentro di noi, ci vuole solo un po’ di magia per tirarlo fuori. Nel caso di Billy Batson, basterà gridare una sola parola – SHAZAM! – affinché questo ragazzo adottato di 14 anni si trasformi nel Supereroe per gentile concessione di un antico mago. Ancora bambino all’interno di un corpo divino, Shazam si diverte nella versione adulta di se stesso facendo ciò che qualsiasi adolescente farebbe con i superpoteri: divertirsi! Volare? Vedere a raggi X? Saltare i compiti a scuola? Shazam vuole testare i limiti delle sue capacità con la gioiosa imprudenza di un bambino, ma dovrà padroneggiare rapidamente questi poteri per combattere le forze mortali del male controllate dal Dr. Thaddeus Sivana.

Fonte: ComicBook

Chicago Fire 9: Adriyan Rae nel cast

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Chicago Fire 9: Adriyan Rae nel cast

Un nuovo paramedico si unirà al team di Firehouse 51 di Chicago Fire 9.  Secondo quanto apprendiamo da Deadline l’attrice Adriyan Rae (Light as a Feather, Vagrant Queen) si unirà al cast di Chicago Fire come personaggio regolare della serie per la nona stagione.

Rae entrerà nel ruolo di Gianna Pierce nel procedimento. Il suo personaggio è descritto come “un adorabile piantagrane con uno scintillio negli occhi”. È anche “affascinante, grintosa, divertente, spiritosa e di buon carattere”. Gianna Pierce proviene da una famiglia di genitori della classe operaia che sono adorati dalla loro comunità. Questo rende Gianna un individuo accogliente e amichevole che tratta tutti come una famiglia, ma non stravolgerlo. Non è un avversario. È dura e veloce nel difendere gli indifesi, non ha paura di un po ‘di caos e rotola con i pugni mentre si avvicina a tutto con un po’ di ironia.

Chicago Fire 9

Chicago Fire 9 è la nona stagione di Chicago Fire, la serie creata da Michael Brandt e Derek Haas e prodotta da Dick Wolf per la NBC.

Nel cast di Chicago Fire 9 ritorneranno i personaggi Matthew Casey (stagione 1-in corso), interpretato da Jesse Spencer, Tenente del Camion 81. Quando non è di turno, lavora nel suo business di costruzione. Nella prima stagione è fidanzato con la tirocinante di medicina Hallie Thomas ma successivamente la ragazza lo lascia. Torna alla fine della stagione nel quale i due riprendono la relazione, fino a quando Hallie non rimane uccisa nell’incendio della clinica in cui lavorava. Nella seconda stagione si fidanza ufficialmente con Gabriela Dawson. Diventerà consigliere del quartiere, sotto incoraggiamento di Dawson.

Kelly Severide (stagione 1-in corso), interpretato da Taylor Kinney, tenente della Squadra di Soccorso 3. Ha vissuto insieme a Leslie Shay, sua migliore amica. È un “don Giovanni”. Nella prima stagione soffre di dolori alla spalla, che terrà sotto controllo prendendo antidolorifici senza prescrizioni. Soltanto alla fine della stagione si deciderà ad affrontare il problema e a farsi operare. Nella terza stagione si sposa a Las Vegas, ma dopo pochi mesi di relazione i due si lasciano; nonostante questo, la donna, aiuta Kelly a superare il trauma pe la morte di Shay. Nella quinta stagione, Kelly si metterà in testa di aiutare una donna malata di leucemia, facendo di tutto per donare il suo midollo osseo. Gabriela Dawson (stagione 1-in corso), interpretata da Monica Raymund, paramedico nell’Ambulanza 61 e amica di Leslie Shay. Successivamente seguirà il corso per diventare vigile del fuoco. Ha una relazione con Peter Mills nella prima stagione. Nella seconda stagione si fidanza con Matthew Casey di cui successivamente rimarrà incinta, ma nella quarta stagione perde il bambino. Successivamente prenderà in affido un bambino salvato da un incendio, Louie.

Comandante Wallace Boden (stagione 1-in corso), interpretato da Eamonn Walker, è il Comandante della Caserma 51. È molto autorevole e ha la mano ferma, ma è sempre in prima linea quando si tratta di difendere i suoi uomini. È divorziato e ha un figliastro che non vede da anni. Nella seconda stagione si sposa con Donna Robins da cui poi avrà un figlio, Terrence. Ha avuto una relazione con la madre di Peter Mills.Christopher Herrmann (stagione 1-in corso), interpretato da David Eigenberg, Vigile del fuoco del Camion 81. È sposato e ha 5 figli. Insieme a Dawson e Otis ha un locale, il Molly’s. Brian “Otis” Zvonecek (stagione 1-in corso), interpretato da Yuri Sardarov Vigile del fuoco del Camion 81. Ha avuto una relazione con la sorellastra di Kelly Severide. Ha abitato con Leslie Shay e Kelly Severide. Joe Cruz (stagione 1-in corso), interpretato da Joe Minoso, Vigile del fuoco del Camion 81. Ha avuto una relazione con Zoya, la cugina di Otis, arrivando anche a chiederle di sposarlo ma lei lo lascia tornando in Russia. È coinquilino di Otis e ha avuto una relazione con Sylvie Brett. Randy “Mouch” McHolland (stagione 1-in corso), interpretato da Christian Stolte, Vigile del fuoco del Camion 81. Si sposerà con il sergente Trudy Platt di Chicago P.D..

James Gunn rivela la reazione di Kevin Feige a The Suicide Squad

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James Gunn rivela la reazione di Kevin Feige a The Suicide Squad

La storia del licenziamento di James Gunn da parte della Disney è ormai nota a tutti. Dopo che una serie di vecchi tweet del regista, ritenuti offensivi, balzarono nuovamente all’attenzione, la Casa di Topolino decise di interrompere i rapporti con Gunn impedendogli di portare a compimento i suoi lavori su Guardiani della Galassia Vol. 3. Successivamente, il regista venne nuovamente assunto dalla multinazionale, tornando nuovamente a lavorare al terzo capitolo del franchise dedicato a Star Lord & co.

Nel mezzo, James Gunn avrebbe stretto un accordo con la Warner Bros. per occuparsi del nuovo adattamento cinematografico basato sui personaggi della Squadra Suicida, l’attesissimo The Suicide Squad che arriverà al cinema il prossimo anno. Adesso, nei commenti ad un recente post condiviso via Instagram, è stato proprio Gunn a spiegare come hanno reagito i Marvel Studios e Kevin Feige quando hanno appreso che sarebbe andato a lavorare per la “concorrenza”.

“Prima di accettare il lavoro l’ho detto a Kevin Feige ed è stato molto gentile e di supporto, come sempre. Voleva solo che facessi un bel film. Lui e Lou D’Esposito sono persino venuti a visitare il set e ci hanno guardato girare. Non c’è inimicizia dietro le quinte come spesso accade invece nella comunità dei fan.”

Il cast ufficiale di The Suicide Squad comprende i veterani Margot Robbie (Harley Quinn), Viola Davis (Amanda Waller), Joel Kinnaman (Rick Flag) e Jai Courtney (Captain Boomerang), insieme alle new entry Idris ElbaMichael RookerNathan FillionTaika WaititiJohn CenaPeter Capaldi, Sean Gunn, David Dastmalchian Storm Reid. Nel film reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio, Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.

Ant-Man 3: Jonathan Majors sarà Kang Il Conquistatore

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Ant-Man 3: Jonathan Majors sarà Kang Il Conquistatore

Jonathan Majors sarà Kang Il Conquistatore in Ant-Man 3. Dopo un ruolo di spicco in The Last Black Man in San Francisco, Jonathan Majors è apparso recentemente anche in Da 5 Bloods di Spike Lee ed è la star della nuova imponente serie della HBO, Lovecraft Country. Chiaramente, è un attore incredibile, uno dei grandi talenti emergenti di Hollywood. Quindi, naturalmente, non ci è voluto molto perché i Marvel Studios lo catturassero per un film futuro.

Secondo Deadline, Majors si è unito a Paul Rudd ed Evangeline Lilly nel prossimo sequel di Ant-Man, ancora senza titolo. Sebbene non ci siano dettagli sulla trama di Ant-Man 3 (questo è un film dei Marvel Studios, dopotutto), il report afferma che Majors non sarà dalla parte degli eroi, ma invece, l’attore molto probabilmente interpreterà Kang Il Conquistatore, uno dei cattivi più iconici di tutto l’Universo Marvel.

L’ultimo film del franchise di Ant-Man che abbiamo visto al cinema è stato  Ant-Man and the Wasp, diretto da Peyton Reed e uscito nel 2018. Il cast del film comprende Paul RuddEvangeline LillyMichael Peña, Walton Goggins, Bobby Cannavale, Judy Greer, Hannah John-Kamen, Michelle PfeifferLaurence Fishburne Michael Douglas.

Fonte: The Playlist

Pietro Castellitto parla de I Predatori a Venezia 77

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Pietro Castellitto parla de I Predatori a Venezia 77

Pietro Castellitto, che presenta in Orizzonti la sua opera prima, che scrive, dirige e interpreta, I Predatori, parla del film e della stesura di una sceneggiatura complicata che gli ha permesso di vincere il premio per la Migliore Sceneggiatura in Orizzonti.

I predatori, film d’esordio alla regia di Pietro Castellitto è stato presentato in Concorso in Orizzonti alla 77° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dove ha vinto il premio per la migliore sceneggiatura. Protagonisti sono Massimo Popolizio, Manuela Mandracchia, Pietro Castellitto, Giorgio Montanini, Dario Cassini, Anita Caprioli, Marzia Ubaldi, Antonio Gerardi, Nando Paone, Vinicio Marchioni, Claudio Camilli, Liliana Fiorelli, Renato Marchetti, Giulia Petrini, Francesco Borghese.

Sono profondamente felice – dichiara il regista – che il mio film venga presentato nella sezione Orizzonti. Lo sconquasso della pandemia ha distrutto molte certezze aprendo le porte a un nuovo scontro fra culture e visioni del mondo, premessa fondamentale per qualsiasi era artistica. C’è un che di bellico in quest’alba veneziana e farne parte è motivo di orgoglio. Ringrazio Alberto Barbera e tutti i selezionatori per la fiducia data. Spero di esserne all’altezza.

       Pietro.

Nel film  I predatori È mattina presto, il mare di Ostia è calmo. Un uomo bussa a casa di una signora: le venderà un orologio. È sempre mattina presto quando, qualche giorno dopo, un giovane assistente di filosofia verrà lasciato fuori dal gruppo scelto per la riesumazione del corpo di Nietzsche. Due torti subiti. Due famiglie apparentemente incompatibili: i Pavone e i Vismara. Borghese e intellettuale la prima, proletaria e fascista la seconda. Nuclei opposti che condividono la stessa giungla, Roma. Un banale incidente farà collidere quei due poli. E la follia di un ragazzo di 25 anni scoprirà le carte per rivelare che tutti hanno un segreto e nessuno è ciò che sembra. E che siamo tutti predatori.

I predatori è una produzione FANDANGO con RAI CINEMA prodotto da Domenico Procacci e Laura Paolucci, opera realizzata con il sostegno della Regione Lazio Fondo regionale per il cinema e l’audiovisivo.

Alex de la Iglesia vuole dirigere un film su She-Hulk!

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Alex de la Iglesia vuole dirigere un film su She-Hulk!

Ospite a Venezia 77, dove ha presentato Fuori Concorso la sua nuova serie 30 monedas, Alex de la Iglesia ha dichiarato di voler dirigere un film su She-Hulk.

Il regista spagnolo ha presentato Fuori Concorso l’episodio pilota della sua nuova serie horror. Al centro della trama un pugile ex detenuto ed esorcista mandato a fare il parroco in uno sperduto paesino che verrà stravolto da strani accadimenti.

Howard: la vita, le parole, intervista al regista Don Hahn

Howard: la vita, le parole, intervista al regista Don Hahn

Da agosto è disponibile su Disney+ il documentario Howard: la vita, le parole (qui la nostra recensione), dedicato, appunto, alla vita e alle parole di Howard Ashman. Il nome non dirà molto ai più ma se pensate a Part of your world o a Be my Guest, canzoni memorabili della storia dell’animazione Disney, ecco che una lampadina si accende. Ebbene sì, Ashman è l’autore delle parole di alcune delle canzoni più belle dei classici Walt Disney. Insieme ad Alan Menken ha scritto la storia del genere musicale, del genere animato, ha cambiato la storia e la struttura dei classici Disney e, come apprendiamo grazie a questo documentario, ha denunciato la sua condizione di omosessuale malato di AIDS, che lo ha portato via ai suoi cari troppo giovane e con ancora tanto da dare al mondo dell’arte.

A raccontarne la storia è Don Hahn, regista in forze alla Casa di Topolino che a lungo lavorò con Ashman. Come mai proprio adesso Don ha sentito il bisogno di raccontare la storia del suo amico e collega? Cosa gli ha fatto desiderare di raccontare finalmente la storia di Howard?

Avevo un po’ paura che si sarebbe persa la sua memoria. Sua sorella gestisce un blog, in cui parla di lui, ma non esiste una biografia ufficiale, né in forma di libro né in forma di film. Volevo approfondirne la storia, conoscevo lui e le persone che hanno fatto parte della sua vita. Ho iniziato a mettere insieme gli elementi per vedere se riuscivo a mettere in piedi un film. E alla fine, eccolo, ed è stato più avvincente di quanto pensassi. È la stessa cosa quando pensi di conoscere le persone con cui lavori, ma non è così fino a che non scavi nelle loro vite e vedi le loro lotte.

Il documentario si apre su un dietro le quinte de La bella e la bestia. Come mai questa scelta?

Abbiamo provato molte cose diverse, incluso Howard che raccontava storie alla sua sorellina. Abbiamo ricreato la fantasia che avrebbe potuto essere nella sua mente, ma non era abbastanza avvincente. Il vero titolo della storia di Howard è una vita brillante troppo breve. Quindi quell’apertura era un modo per mostrare, in breve, “Ecco un ragazzo all’apice della sua carriera all’opera su alcuni dei suoi lavori migliori – e il segreto nascosto che nessuno conosceva tranne Howard”. Dopo quella ripresa, non sarebbe stato in giro per ancora molto tempo. Questa è la triste verità sulla storia, e quell’introduzione sembrava il gancio giusto nel resto del racconto. (Ashman morì di AIDS tre giorni prima della prima de La bella e la bestia, nel 1991, ndt).

Howard: la vita, le parole – intervista al regista Don Hahn

Howard: la vita, le parole non è pieno di tutti i suoi successi, hai parlato più della sua famiglia e della storia di questo bambino che cresce. Come hai affrontato la narrazione?

Il soggetto che stavo raccontando era Howard, e lui era così interessante e intelligente, dovevo lasciare che lui conducesse la storia e che lui la raccontasse in qualche modo, quindi niente narratore e niente teste parlanti. Nemmeno io volevo partecipare, non volevo inserire un gruppo di vecchietti che stavano lì a dire quanto fosse bravo. È stato più interessante conoscere l’uomo e la sua arte. È l’uomo che ci ha dato Part of your world o a Be my Guest, ma qui raccontiamo anche cosa è accaduto alla persona. E sono convinto che sarebbe felice di sapere che le sue lotte sono diventate parte della storia che ho raccontato.

Quali sono stati alcuni dei momenti più difficili da lasciare fuori dal montaggio finale?

Mi sono imbattuto in un nastro di Howard e Tina Turner; vorrei che tutti lo potessero sentire. Dura due ore e Tina prepara il pranzo a Howard mentre lui le chiede della sua vita. In quel periodo stava scrivendo una sceneggiatura sulla sua vita. Ma non era fondamentale per la sua carriera perché non è mai stato realizzato. Il suo caro amico Kyle Rennick aveva alcune registrazioni di quando Howard era malato, parlando della sua vita a teatro. Probabilmente dovrei fare un podcast su questi audio, ma dovevo attenermi ai momenti chiave e a ciò che è essenziale per la storia e ciò che non lo è. Ma quelli erano alcuni dei momenti affascinanti.

Come ha reagito la sua famiglia al documentario quando glielo hai mostrato?

Ero terrorizzato. Ma invece di avere una reazione a film completo, ho inviato loro parti del documentario mentre lo realizzavo. Ho finito il primo atto e l’ho mandato. Sono stati di supporto, ma sedersi per intervistarli è stato difficile, specialmente quando ho dovuto sedermi con Bill, il compagno di Howard. Ho dovuto chiedergli di come è stato essere un compagno di vita ma anche un assistente e infermiere. Aveva dedicato molti anni della sua vita a prendersi cura di quest’uomo. Volevo che parlasse di una relazione gay in un momento in cui era difficile. E lui è stato incredibilmente onesto.

Howard: la vita, le parole è disponibile su Disney+.

Howard: la vita, le parole recensione

Moran Atias: 10 cose che non sai sull’attrice

Moran Atias: 10 cose che non sai sull’attrice

Nota attrice di origini israeliane, Moran Atias si è negli anni affermata grazie alla sua versatilità, elemento che le ha permesso di trovare fortuna tanto nel proprio paese quanto negli Stati Uniti e in Italia. Oggi principalmente conosciuta per i suoi ruoli televisivi, l’interprete continua ad ottenere consensi, consolidando una carriera già ricca di importanti collaborazioni e riconoscimenti.

Ecco 10 cose che non sai di Moran Atias.

Moran Atias Instagram

Moran Atias: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in diversi film tra Italia e Stati Uniti. L’attrice intraprende la propria carriera al cinema recitando in Italia. Qui ha modo di ottenere popolarità grazie a titoli come Gas (2005), con Paolo Villaggio, Le rose del deserto (2006), con Michele Placido, La terza madre (2007) e Oggi sposi (2009), con Luca Argentero. Allo stesso tempo, l’attrice amplia i propri orizzonti recitando anche in Israele nel film Yamim Shel Ahava (2005) e poi negli Stati Uniti in Land of the Lost (2008), con Will Ferrell. Da quel momento, inizia a consolidare la propria popolarità in America con film come The Next Three Days (2010), con Russell Crowe, Third Person (2013), con Liam Neeson e Speed Kills (2018), con John Travolta.

9. È nota per i suoi ruoli televisivi. Giunta negli Stati Uniti, l’attrice inizia a farsi conoscere in particolare per i suoi ruoli in alcune note serie televisive. La prima di queste è Crash (2008-2009), seguita poi da CSI: NY (2010), White Collar – Fascino criminale (2011) e Tyrant (2014-2016), dove diventa popolare con il personaggio di Leila Al-Fayeed. Terminata questa, entra a far parte del cast di 24: Legacy (2017), ispirata alla celebre serie con Kiefer Sutherland. Negli ultimi anni ha invece recitato in The Resident (2018) e The Village (2019), dove è protagonista nel ruolo di Ava Behzadi.

8. Ha partecipato a diversi programmi italiani. Prima di diventare un’affermata attrice, la Atias era nota come modella. Intraprese tale carriera a livello internazionale, arrivando poi a sfilare per celebri stilisti italiani come Versace, Cavalli e Dolce&Gabbana. In Italia conosce infatti una certa popolarità, e ben presto viene chiamata a partecipare a diversi programmi televisivi in qualità di valletta. Tra questi si annoverano Carramba che fortuna (2000), Superconvenscion (2000-2001), Italiani (2002), Matricole & Meteore (2003) e I raccomandati (2003-2004). Così facendo, ha modo di affermarsi ulteriormente, arrivando poi ad ottenere ruoli in diversi film.

Moran Atias in The Resident

7. È stata un personaggio ricorrente della serie. Tra i primi grandi successi televisivi dell’attrice si annovera The Resident, medical drama con aspirazioni particolarmente realistiche sulla vita negli ospedali. Qui l’attrice ha recitato nel ruolo di Renato Thorpe, donna d’affare dotata di grande astuzia e fascino. Il personaggio era inizialmente stato affidato ad un’altra attrice, apparsa nel pilota della serie, ma per motivi non resi noti questa ha lasciato il ruolo. Gli sceneggiatori lo hanno allora riadattato affinché la Atias potesse prenderne i panni.

Moran Atias in The Village

6. È la protagonista della nuova serie drammatica. Dal 2019 l’attrice è impegnata con la serie The Village, di cui è protagonista. Qui interpreta Ava Behzadi, in una storia incentrata sui legami tra i residenti di un condominio, i quali tra drammi e gioie arrivano a formare un’unica grande famiglia. Si tratta di un progetto molto speciale per l’attrice, che ha dichiarato come consideri questa l’occasione con cui dar prova delle proprie capacità.

Moran Atias fisico

Moran Atias è su Instagram

5. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo ufficiale seguito da 396 mila persone. All’interno di questo, con oltre 700 post, è solita condividere immagini relative a propri momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi. Non mancano poi anche foto di curiosità a lei legate, come anche di serate di gala o eventi a cui ha preso parte e luoghi visitati.

4. Utilizza il social per promuovere il proprio lavoro. Tramite il proprio profilo, inoltre, l’attrice condivide con i propri follower immagini promozionali dei suoi progetti da interprete e modella. Sono infatti presenti interviste, servizi fotografici, foto di backstage tratte dai set e immagini o video promozionali vari. Così facendo, l’attrice ha modo di tenere continuamente aggiornati i propri follower sui suoi progetti, attuali o futuri.

Moran Atias e i suoi fidanzati

3. Ha avuto relazioni con note personalità dello spettacolo. L’attrice ha più volte lasciato intendere di voler mantenere il più privata possibile la propria vita sentimentale. Negli anni, infatti, ha molto limitato le notizie a riguardo, evitando anche di condividere particolari a riguardo sui propri social. Nel tempo le sono poi comunque state attribuite diverse relazioni, tra cui quella con il calciatore romeno Adrian Mutu e con l’imprenditore Lapo Elkann. La Atias non si è però mai sbilanciata a riguardo, mantenendo per sé i dettagli delle sue vicende sentimentali.

Moran Atias: il suo fisico

2. Si è affermata come modella. L’attrice ha perseguito sin da giovanissima la volontà di diventare una modella. Il suo fisico particolarmente curato e rientrante nei canoni di bellezza le ha poi permesso di ottenere il successo a cui aspirava. Con le misure 90-61-90, la Atias ha infatti iniziato sin da adolescente a posare per note riviste e comparire in televisione. All’età di 17 anni si è poi trasferita in Germania, dove ha vissuto per sette mese, raggiungendo importanti risultati. Partecipò infatti ai concorsi Miss Globe International e Top Model of the World, vincendo poi quest’ultimo.

Moran Atias: età e altezza

1. Moran Atias è nata ad Haifa, in Israele, il 9 aprile del 1981. L’attrice è alta complessivamente 177 centimetri.

Fonte: IMDb

No Time To Die: clip “Rami Malek nel ruolo di Safin”

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No Time To Die: clip “Rami Malek nel ruolo di Safin”

Manca oramai poco all’arrivo al cinema di No Time To Die, il nuovo film su James Bond che è diretto da Cary Joji Fukunaga e prodotto da Michael G. Wilson e Barbara Broccoli

Protagonisti del cast sono Daniel Craig, Léa Seydoux, Ralph FiennesRami Malek e Naomie HarrisBen WhishawRory Kinnear, Jeffrey Wright Dali BenssalahBilly MagnussenAna De ArmasDavid Dencik e Lashana Lynch. Ebbene oggi la Universal Pictures Italia ha diffuso un nuovo contributo video di No Time To Die che ci svela Rami Malek nel ruolo di Safin:

In No Time To Die, Bond si gode una vita tranquilla in Giamaica dopo essersi ritirato dal servizio attivo. Il suo quieto vivere viene però bruscamente interrotto quando Felix Leiter, un vecchio amico ed agente della CIA, ricompare chiedendogli aiuto. La missione per liberare uno scienziato dai suoi sequestratori si rivela essere più insidiosa del previsto, portando Bond sulle tracce di un misterioso villain armato di una nuova e pericolosa tecnologia.

Il meraviglioso mondo di Topolino, la serie di corti in arrivo su su Disney+

Topolino e i suoi amici stanno arrivando su Disney+ con la nuova serie di corti animati Il meraviglioso mondo di Topolino. Dal team dei creatori di Topolino, la serie di cortometraggi animati targata Disney Channel vincitrice degli Emmy Awards, arriva la nuova serie originale Disney+ che debutterà lo stesso giorno del compleanno di Topolino, mercoledì 18 novembre. A partire dal 27 novembre, ogni venerdì, verranno poi rilasciati due nuovi cortometraggi. Quest’anno debutteranno in anteprima un totale di dieci corti, con altri 10 previsti per l’estate 2021.

Ne Il meraviglioso mondo di Topolino non c’è altro che divertimento ed entusiasmo per Topolino e i suoi migliori amici – Minni, Paperino, Paperina, Pippo e Pluto – che intraprendono le più grandi avventure vissute finora, destreggiandosi tra gli imprevisti di un mondo selvaggio e bizzarro in cui la magia Disney rende possibile l’impossibile. Ogni cortometraggio, della durata di sette minuti, è pieno di momenti esilaranti, ambientazioni moderne, storie senza tempo, nuova musica e l’inconfondibile stile artistico classico dei corti di Topolino. La serie includerà storie ispirate alle varie aree tematiche dei parchi Disney e cammeo dei classici personaggi della tradizione Disney.

Contrassegnati da uno stile artistico contemporaneo che rimanda agli inizi di Topolino nel 1928, la serie di cortometraggi animati di Topolino è stata presentata in anteprima su Disney Channel nel 2013, in onda per cinque stagioni per un totale di 96 episodi, e ha vinto sette Primetime Emmy Awards, due Daytime Emmy Awards e 21 Annie Awards. Questi corti hanno ispirato una linea mondiale di prodotti su licenza, giocattoli e abbigliamento, nonché Mickey & Minnie’s Runaway Railway, la prima attrazione nella storia Disney con Topolino e Minni, ora aperta ai Disney’s Hollywood Studios di Walt Disney World Resort in Florida. Tutte e cinque le stagioni di Topolino sono attualmente disponibili in streaming su Disney+.

Il meraviglioso mondo di Topolino è prodotta da Disney Television Animation con l’artista e regista vincitore di un Emmy Award, Paul Rudish, nel ruolo di produttore esecutivo e supervising director. Christopher Willis, il compositore dei cortometraggi di Topolino nominato all’Emmy Award, ha realizzato la musica anche per questa serie.

Un Divano a Tunisi: trailer ufficiale

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Un Divano a Tunisi: trailer ufficiale

BIM Distribution ha diffuso il trailer ufficiale di Un Divano a Tunisi di Manèle Labidi con Golshifteh Farahani, Majd Mastoura, Aïcha Ben Miled, Feriel Chamari, Hichem Yacoubi, Najoua Zouhair, Jamel Sassi e Ramla Ayari.

In Tunisia c’è stata la Primavera araba, ma forse aprire uno studio da psicanalista per una donna è ancora troppo presto… Selma (Golshifteh Farahani) è una giovane psicanalista dal carattere forte e indipendente cresciuta a Parigi insieme al padre, quando decide di tornare nella sua città d’origine, Tunisi, determinata ad aprire uno studio privato le cose non andranno come previsto…. La ragazza si scontrerà con un ambiente non proprio favorevole, i suoi parenti cercheranno di scoraggiarla, lo studio inizierà a popolarsi di pazienti alquanto eccentrici…

 

Molecole, recensione del film di Andrea Segre #Venezia77

Molecole, recensione del film di Andrea Segre #Venezia77

È stato presentato nella serata di Pre-apertura di Venezia 77 ed è in sala dal 3 settembre Molecole, il nuovo lavoro del regista veneto Andrea Segre. Autore di lungometraggi come Io sono Li e La prima neve. Apprezzato regista di documentari che indagano il rapporto tra luoghi e persone, con un’attenzione particolare al suo Veneto, ma anche alle migrazioni e alle marginalità, da La mal’ombra a Mare chiuso, al più recente Il Pianeta in Mare, Segre propone con Molecole un lavoro documentaristico dalla forma e dal contenuto inattesi, come inatteso è stato per lui e per tutti il confronto con l’emergenza Covid 19 e il confinamento che ne è scaturito.

Come nasce Molecole

Molecole è sgorgato. Come l’acqua”. Queste le parole usate dal regista per descrivere la genesi del lavoro. L’espressione rende bene l’idea del suo carattere imprevisto e naturale. Altro era infatti il progetto di Segre: un documentario che trattasse due grandi questioni centrali per la Venezia di oggi: il turismo di massa e l’acqua alta. Due fenomeni apparentemente molto diversi, ma che pongono sfide alla città. Era tutto pronto, quando è arrivato il Covid, che ha imposto il lockdown. E’ in questo nuovo scenario, con una città svuotata, che Segre prova a riflettere sui due temi di cui sopra. Una riflessione in absentia, dal momento che, come ovvio, dei turisti non c’è l’ombra e sono giorni di una bassa marea eccezionale.

Contestualmente, prende vita l’altro filone che percorre il documentario: un dialogo per parole e immagini col padre, Ulderico Segre, scomparso dieci anni fa. Sono le parole delle lettere che il regista scriveva al padre, ma è anche la sua voce off che spesso si rivolge direttamente alla figura paterna con domande e osservazioni, e le immagini, foto e filmati in Super 8 che il genitore girava in gioventù, ritrovati nella casa di famiglia in cui il regista ha trascorso il periodo del confinamento. Il dialogo è continuo, in uno scambio padre-figlio che arricchisce il lavoro, grazie anche al montaggio di Chiara Russo. La  sceneggiatura è firmata dallo stesso Andrea Segre.

Lo sguardo di Andrea Segre su Venezia

La Venezia che interessa a Segre è nel vuoto da confinamento e nei pochi elementi che lo popolano: concerti di gabbiani affamati, canti di donne solitarie, sprazzi di un carnevale mai partito. Due vogatrici si allenano in un canale della Giudecca deserto – sono Elena Almansi e Giulia Tagliapietra – e parlano a Segre della città che vivono e di quella che vorrebbero. È vuoto e fragilità Venezia, incapacità di controllare qualcosa che non si conosce, ma è anche la grandiosità delle sue bellezze, la sua impressionante capacità di adattamento,  è resilienza. Venezia è per antonomasia città in costante dialogo con l’ineluttabile, in equilibrio precario – un turismo che è vitale, ma che spesso sembra soffocarla, un’acqua che è natura, ma sempre più insidiosa per ciò che l’uomo ha costruito. Eppure Venezia e la sua laguna per Segre non sono solo uno splendido luogo che tutto il mondo ci invidia, esso stesso in bilico tra grandezza e fragilità, emblema della condizione collettiva in cui la pandemia ha gettato tutti, ma sono luoghi del cuore – sebbene il regista affermi di avere con la città un rapporto controverso – qui riscoperti. La Venezia di oggi, in costante dialogo con quella di ieri, immortalata dai filmati paterni. Due mondi sorprendentemente simili, a causa di una pandemia che ha colto tutti di sorpresa, riportando però l’ambiente ad una dimensione più autentica.

Dal punto di vista visivo, ciò è reso con un’estrema cura del dettaglio, con inquadrature in cui dominano due elementi: la nebbia e l’acqua, con la vastità vuota della città. Immagini girate di giorno, ma anche, spesso, di notte. Ombre, aloni, vetri appannati. Una fotografia suggestiva, curata da Matteo Calore e dal regista.

Le musiche di Teho Teardo accompagnano alla scoperta delle calli veneziane, colte con prospettive non comuni, alimentando il mistero di una città sospesa. Le atmosfere ricordano da vicino quelle di un grande veneto, cultore del rapporto tra l’uomo e i suoi luoghi, Carlo Mazzacurati.

Il proprio passato alla luce del presente

È dunque un lavoro intimo e personale Molecole, influenzato dal confinamento, da quella nebbia che spinge a riflettere e a guardarsi dentro, a riannodare i fili col passato. Ulderico Segre, padre del regista, era uno scienziato chimico-fisico, il cui oggetto di studio erano appunto le molecole. Quelle particelle di cui siamo fatti, che non vediamo e ci determinano. Era forse quello del padre, riflette il regista, un tentativo di venire a patti, di dialogare con ciò che non poteva controllare, quella parte fisica di sé predeterminata che ne ha segnato il destino ed ha portato alla sua prematura scomparsa. Sembra essere proprio questo l’aspetto che il regista non aveva compreso fino in fondo della figura paterna, e che oggi gli appare improvvisamente più chiaro, mentre affronta l’incertezza di una pandemia contro la quale ci si sente impotenti. È questo confronto con ciò che appare ineluttabile che accomuna oggi le due figure, oltre all’essere entrambi padri, consentendo al figlio di rinsaldare il legame con il genitore.

Si prende i suoi tempi Molecole, ha l’incedere lento e ovattato dell’atmosfera di quei giorni. E’ forse meno ricco di contributi di confronti, ridotto all’essenziale, rispetto a quello che era il progetto iniziale. Forse anche assai distante da quello, come era inevitabile che fosse. Tuttavia, riesce ad evitare il rischio di annoiare lo spettatore, cosa che poteva succedere con un’opera dall’incedere così meditativo e riflessivo. Merito della delicatezza poetica che Segre mette nel racconto, ma anche di una giusta durata, 71 minuti, che rende agile il lavoro.

Tanti se ne vedranno, sulle città svuotate dal Covid. Non tutti racconteranno qualcosa, oltre ad essere cartoline da città deserte, che mai si sarebbe immaginato di vedere così. Questo invece, lo fa. Perché non nasce a causa del lockdown, ma è la rielaborazione durante il lockdown di un progetto preesistente, che conserva una riflessione sui temi del turismo di massa e dell’acqua alta nella città lagunare, forse anche arricchita dalla prospettiva del confinamento. Inoltre, non è solo un’occasione per riflettere sulla fragilità e precarietà dell’esistenza e sull’impotenza umana di fronte a una natura che non sembra si possa controllare, ma che si dovrebbe invece rispettare di più. È soprattutto un viaggio esistenziale a ritroso, nei ricordi, a riallacciare i fili di un legame con un padre amato, ma non fino in fondo compreso. Un viaggio che sa coinvolgere col suo incedere sentito e poetico.

Prodotto da ZaLab Film, con Rai Cinema, in associazione con Vulcano e Istituto Luce Cinecittà, in collaborazione con il Teatro Stabile del Veneto Carlo Goldoni, distribuito da ZaLab e Deckert Distribution GMBH, Molecole è nelle sale dal 3 marzo.

City Hall, recensione del film di Frederick Wiseman #Venezia77

City Hall, recensione del film di Frederick Wiseman #Venezia77

Dopo la National Gallery londinese e la Public Library di New York, il Queens di In Jackson Heights, Berkeley, l’Indiana e oltre 50 anni di documentari, Frederick Wiseman torna a casa. È la sua Boston la protagonista dell’ultimo City Hall, Fuori Concorso alla 77. Mostra Internazionale di Cinema di Venezia, una città divenuta esemplare e come tale presentata dal regista Leone d’Oro alla Carriera nel 2014. Che, non senza orgoglio, mostra l’impegno dell’amministrazione locale nei confronti dei cittadini, sia a livello di servizi offerti, sia nella comunicazione con gli stessi.

Polizia, vigili del fuoco, sanità e tutte le attività pensate a tutela di residenti e visitatori sono esaminate in sequenza. Mentre seguiamo l’onnipresente e instancabile sindaco Walsh offrirsi a platee di veterani, associazioni per anziani, senzatetto, di tutela ambientale, associazioni professionali e i vari uffici preposti alla registrazione delle nascite, registrazione matrimoni e dichiarazione di morte e via dicendo.

City Hall, un’utopia realizzata?

Tutto funziona, e bene. Persino meglio di come lo avremmo potuto sognare. Dall’Italia le scene che scorrono sullo schermo sembrano quelle di un film di fantascienza, eppure mai come questa volta gli alieni sono tra noi. Come noi. Nessun eroe, solo coscienziosi funzionari e componenti consapevoli del consesso civile: sono loro a comporre un tessuto cittadino che davvero non sembra avere falle o smagliature. E quando pure appaiano, ecco allo studio un modo per rimediare e rilanciare.

Quale che sia il campo di intervento, infatti, alcune costanti emergono dall’oceanica analisi di Wiseman, pilastri su cui si basa tutta la gestione virtuosa organizzata dall’amministrazione comunale: rispetto, valorizzazione delle minoranze, coinvolgimento, condivisione, appartenenza. Dalla divertente sequenza dedicata alla storica vittoria dei Red Sox nelle World Series di baseball (le riprese sono del 2018) in poi è un continuo ribadire come Boston sia una “city of immigrants” e sia fiera di esserlo. In primis per la possibilità di volgere a proprio favore quello che spesso viene visto come un pericolo, e poi perché non potrebbe essere altrimenti, considerato il mondo in cui viviamo.

Dai Latini agli Irlandesi (comunità della quale fa parte lo stesso Sindaco), fino alle vongole che vivono nell’Argilla Blu su cui posa la città – e che scopriamo essere le prime abitanti dell’area – tutti sono chiamati a fare la propria parte. Con orgoglio, per fare di tanti patrimoni diversi una ricchezza unica da aggiungere al bagaglio comune della città, che non smette di investire su indagini approfondite sui singoli gruppi etnici, anche per decidere come orientare le proprie risorse economiche.

Un’altra Boston, un sindaco onnipresente

È un merito che un documentario come questo possa aver trovato posto nella selezione ufficiale di una edizione tanto importante della Mostra veneziana, una perla, come tutte le opere del regista novantenne. Forse però una organizzazione così capillare non richiedeva una rappresentazione ossessivamente dettagliata, esaustiva quasi, che per quanto fornisca una fotografia più che completa dell’oggetto scelto diventa facilmente ripetitiva. E sicuramente troppo sbilanciata sulla figura di Marty Walsh, protagonista assoluto, nonostante sia – e operi come tale – un impiegato pubblico come tanti. O almeno come tanti dovrebbero essere, al servizio dei cittadini.

Nel suo operare quotidiano c’è quasi un tutorial del giusto governo di una città tanto importante, e nel succedersi degli appuntamenti molta dell’umanità nascosta e spesso ignorata a favore delle testimonianze di cittadini illustri o rappresentati di questa o quella élite. Un elemento umano che gradualmente si definisce, diventa visibile, ma che Wiseman cancella dalle suggestive riprese dell’edificio di stile brutalista, cardine e fulcro silenzioso delle tante storie raccontate, rappresentato nel suo stagliarsi immobile e monolitico.

Una similitudine evidente, considerato quanto risulti complesso a tratti ritrovare il gusto della composizione, un quadro generale, anche proprio per l’insistito seguire il tuttofare della City Hall del titolo. È richiesta dedizione, da entrambi i lati dello sportello, e dello schermo. Almeno in attesa di allontanarsi dagli uffici e dalle sedi istituzionali. Il panorama cambia con la comparsa di case familiari, strade e negozi, di altri esempi, tentativi, persino pregiudizi e tensioni. Ma emoziona questo cambio di sguardo, e scuote dal torpore, come l’imprevista ed encomiabile sferzata alla politica nazionale di Washington sul controllo delle armi, troppo condizionata dalla lobby della National Rifle Association e incapace di porre un freno al drammatico fenomeno dei mass shooting, tristemente frequenti oltreoceano.

Jason Momoa: Dune più grande di Aquaman e di Game of Thrones

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Jason Momoa: Dune più grande di Aquaman e di Game of Thrones

Jason Momoa, che interpreta Duncan Idaho nel nuovo adattamento di Dune, pensa che il film sarà più grande anche di Aquaman e di Game of Thrones. Dune, diretto da Denis Villeneuve e in programma per un’uscita a dicembre 2020, è il remake del film del 1984 diretto da David Lynch ed è a sua volta basato sul romanzo di Frank Herbert, edito nel 1965 con lo stesso titolo. Momoa, come altri attori che partecipano al film, non è estraneo a prodotti ad alto budget e di grande ambizione, avendo interpretato Arthur Curry in  Aquaman e Khal Drogo in Game of Thrones, quindi i fan sono molto eccitati all’idea di vederlo in un ruolo in cui il suo look appare differente.

Con il trailer di Dune uscito all’inizio di questa settimana, Momoa e i suoi colleghi hanno generato molto clamore intorno al film. Dune è stato a lungo considerato un libro “non adattabile”, soprattutto dal momento che il film del 1984 non ha funzionato molto bene. Tuttavia, con un team esperto che lavora sia davanti che dietro la macchina da presa, molti credono che il film del 2020 non solo avrà successo, ma rivoluzionerà il genere di fantascienza.

Jason Momoa è certamente uno tra quelli. In una recente conferenza stampa riportata per la prima volta da Cinemablend, Momoa ha rivelato che la sua esperienza di lavoro su Dune differiva significativamente dai suoi progetti precedenti. Momoa ha descritto Villeneuve come un genio del cinema e ha detto che Dune non assomiglia ai film d’azione che aveva fatto prima.

“Come si confronta? Beh, non ho mai lavorato con un regista di questa portata. Denis è un genio del cinema, e in generale tutto il materiale d’azione che ho fatto non è arrivato da nessuna parte, nemmeno lontanamente vicino a Denis. Solo guardando alcune delle mosse che avrei fatto, e andando dietro alla macchina da presa e vedendo l’occhio di Greig, con Denis, non ho mai visto qualcosa di così bello in una scena di combattimento. Generalmente le cose che faccio non mi sembrano così belle. Quindi grazie, Denis.”

Dune: il trailer italiano ufficiale del film di Denis Villeneuve

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In DuneTimothée Chalamet interpreterà il protagonista Paul Atreides, nato sul pianeta Caladan dal matrimonio fra il duca Leto Atreides I e la sua concubina Lady Jessica. Nel cast anche Javier BardemZendayaOscar IsaacRebecca FergusonStellan SkarsgardDave Bautista, Charlotte Rampling Jason Momoa. Ricordiamo che il film arriverà nelle sale americane il 18 Dicembre 2020.

Will Smith apre le porte dell’iconica villa a LA del Principe di Bel-Air

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Sono passati 30 anni da quando Will Smith ha percorso il vialetto entrando a far parte della famiglia della tv che tutti ricordiamo. Per celebrare gli indimenticabili ricordi, le preziose lezioni di vita e le risate che hanno accompagnato il pubblico per decenni, Will Smith scompiglierà – ancora una volta – la città dove è iniziato il suo regno. L’attore e imprenditore ha infatti aggiunto la qualifica di “host Airbnb” al suo lungo curriculum di successi, aprendo le porte del suo ex “regno”, permettendo così ai fan di vivere l’esperienza in prima persona.

La residenza non ha perso il fascino di quando era la casa più seguita della tv. Graffiti, interni eleganti, ritratti di famiglia senza tempo e cheesesteak di Philadelphia serviti su piatti d’argento trasporteranno gli ospiti nel lusso fino ad oggi visto solo attraverso il piccolo schermo. A partire dal 29 settembre alle 11:00 PDT (20:00 ora italiana), gruppi di massimo due residenti della Contea di Los Angeles avranno la possibilità di prenotare uno dei cinque soggiorni in un’ala della casa di Will, disponibili nelle date 2, 5, 8, 11 e 14 ottobre. Le prenotazioni hanno un costo di soli $30, come 30 sono gli anni passati da quando Will ha bussato alla porta di questa iconica casa di Los Angeles per la prima volta.

Gli ospiti potranno dormire per una notte nell’ala del palazzo, con accesso alla sua lussuosa camera da letto e al pomposo bagno, un’area lounge a bordo piscina e un’elegante sala da pranzo. Durante questa notte regale, gli ospiti potranno godere di un po’ di divertimento alla vecchia maniera, in vero “Big Willie Style”.

Ci sarà la possibilità di:

  • Indossare un paio di Air Jordan prima di fare qualche canestro in camera da letto.

  • Ascoltare per tutta la notte dei classici throwback, come quelli di DJ Jazzy Jeff, sul giradischi

  • Provare un fashion look direttamente dall’armadio del principe, con capi di Argyle Prepster a All Star Athletics e Bel-Air Athletics. 

  • Prendere il sole a bordo piscina su sedie a sdraio di lusso.

  • Essere (virtualmente) accolti nella villa nientemeno che da DJ Jazzy Jeff.

Le regole della casa rispettano le linee guida locali relative al contenimento della pandemia Covid-19; chi intende prenotare deve dimostrare la propria residenza nella contea di Los Angeles e di stare attualmente soggiornando in città per ridurre al minimo i rischi. Gli ospiti possono riposare tranquillamente nel letto matrimoniale sapendo che la casa sarà pulita secondo le regole del CDC e in linea con il protocollo di pulizia avanzata di Airbnb.

Per permettere anche ai fan di tutto il mondo di prendere parte ai festeggiamenti, il DJ Jazzy Jeff ospiterà un’Esperienza Online Airbnb in cui insegnerà agli ospiti come una leggenda dell’hip-hop fa girare i dischi! I partecipanti all’esperienza trascorreranno con lui un po’ di tempo nel suo studio di casa, ascoltando vinili in ricordo dei bei vecchi tempi trascorsi a LA. Gli aspiranti dj potranno prenotare l’esperienza, prevista per il 1 ottobre, a partire da oggi attraverso il link http://abnb.co/djjazzyjeff.

Per celebrare il sentimento comunità che Will Smith e i suoi amici hanno portato a tutti noi, Airbnb farà una donazione ai Boys & Girls Clubs di Philadelphia, ente di beneficenza che sostiene i giovani, in particolare quelli più bisognosi, offrendo programmi di specializzazione, attività ricreative e strumenti di responsabilizzazione. Coloro che vogliono vivere il soggiorno più cool di sempre, posso inoltrare la loro richiesta di prenotazione* a partire dal 29 settembre alle 11.00 PDT (20:00 ora italiana) su airbnb.com/fresh.

UCI Cinemas arriva Una notte al Louvre. Leonardo Da Vinci

UCI Cinemas arriva Una notte al Louvre. Leonardo Da Vinci

Per la prima volta il Museo del Louvre viene presentato in un documentario negli UCI Cinemas realizzato appositamente per le sale cinematografiche di 60 paesi del mondo. Un eccezionale tour notturno nella sale della mostra su Leonardo per riaprire la stagione della Grande Arte al Cinema dopo il lockdown.

Nelle multisale del circuito UCI Cinemas prosegue la stagione de La Grande Arte al Cinema di Nexo Digital. Il prossimo appuntamento è dal 21 al 23 settembre con Una notte al Louvre. Leonardo da Vinci, un esclusivo tour notturno attraverso le sale del Louvre in occasione della mostra dedicata a Leonardo da Vinci, che ha chiuso i battenti lo scorso febbraio segnando risultati da record.

Il lungometraggio offre l’occasione unica di contemplare da vicino le opere più belle di Leonardo, accompagnando lo spettatore in una straordinaria passeggiata notturna attraverso il Louvre, in compagnia dei curatori della mostra, Vincent Delieuvin e Louis Frank. La retrospettiva senza precedenti del Louvre, dedicata al lavoro dell’artista nella sua totalità, dimostra come Leonardo avesse elevato la pittura al di sopra di tutte le altre ricerche e in che modo la sua indagine sul mondo (la “scienza della pittura”, come l’aveva definita) fosse messa al servizio di un’arte la cui ambizione suprema era quella di dar vita ai suoi dipinti.

Quattro notti di riprese e una squadra di 30 tecnici hanno partecipato alla realizzazione del docu-film girato appositamente per il cinema con camere 5K, sotto la direzione di Pierre-Hubert Martin. I testi sono opera di Catherine Sauvat e Pierre-Hubert Martin, con la supervisione dei curatori congiunti. La narrazione è stata affidata a Coraly Zahonero, membro della Comédie-Française.

Le multisala che proietteranno Una notte al Louvre. Leonardo da Vinci il 21 e 22 settembre alle 20:30 e il 23 settembre alle 18:00 e alle 20:30 sono UCI Bicocca (MI), UCI Luxe Campi Bisenzio (FI), UCI Fiumara (GE) e UCI Porta Di Roma.

UCI Casoria (NA), UCI Montano Lucino (CO), UCI Curno (BG), UCI Ferrara, UCI Firenze, UCI Fiume Veneto (PN), UCI Lissone (MB), UCI Cinepolis Marcianise (CE), UCI Molfetta, UCI Orio (BG),  UCI Parco Leonardo (RM), UCI Perugia, UCI Piacenza, UCI Reggio Emilia, UCI Roma Est, UCI Romagna Savignano sul Rubicone, UCI Torino Lingotto, UCI Luxe Marcon (VE) proietteranno il contenuto il 21 e 22 settembre alle 20:30.

Quelle che lo proietteranno il 22 settembre alle 20:30 sono invece: UCI Alessandria, UCI Arezzo, UCI MilanoFiori, UCI Showville Bari, UCI Meridiana Casalecchio di Reno (BO), UCI Bolzano, UCI Catania, UCI Certosa (MI), UCI Seven Gioia del Colle, UCI Red Carpet Matera, UCI Mestre (VE), UCI Palermo, UCI Sinalunga, UCI Villesse.

A UCI Casoria, UCI Catania, UCI Cinepolis Marcianise, UCI Red Carpet Matera, UCI Showville Bari, UCI Molfetta e UCI Seven Gioia del Colle la tariffa applicata è di 10 euro per l’intero e 8 euro per il ridotto. Nelle restanti multisala il costo del biglietto è di 11 euro per l’intero e 9 euro per il ridotto. È possibile acquistare i biglietti tramite App gratuita di UCI Cinemas per dispositivi Apple e Android e sul sito www.ucicinemas.it. I biglietti paper-less acquistati tramite App e i biglietti elettronici acquistati tramite sito danno la possibilità di evitare la fila alle casse. Il pubblico può comunque acquistare i biglietti anche tramite le biglietterie automatiche self-service presenti sul posto, presso le casse delle multisale aderenti e tramite call center (892.960).

Justice League Snyder Cut: ascolta una preview della colonna sonora

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Come sappiamo, Junkie XL ha scritto la colonna sonora per Justice League Snyder Cut, e adesso è pronto a condividerne una piccola preview con i fan dell’attesissimo film a cui sta ri-lavorando il regista di Watchmen.

Discepolo di Hans Zimmer, ha raccolto il testimone dal famoso compositore e si è messo al servizio degli eroi DC, per i quali ha già compiuto in passato un lavoro che è rimasto iconico, su tutti i tema di Wonder Woman in Batman v Superman: Dawn of Justice. Ecco di seguito un piccolo assaggio della colonna sonora di Justice League Snyder Cut:

https://twitter.com/ZackSnyderBible/status/1304828889211047965?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1304828889211047965%7Ctwgr%5Eshare_3&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fjustice-league-snyder-cut-junkie-xl-music-score%2F

CORRELATE:

Vi ricordiamo che la Snyder Cut di Justice League uscirà nel 2021 sulla piattaforma streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori notizie.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Black Adam: le riprese al via a inizio 2021

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Black Adam: le riprese al via a inizio 2021

Finalmente il tanto anticipato film su Black Adam comincia ad assumere una forma. Dopo gli annunci del DC Fandome, arriva dal produttore stesso del film la notizia che si comincerà a girare a inizio 2021.

Hiram Garcia, che è un produttore di Black Adam, ha recentemente parlato con Variety del fitto programma imminente per Dwayne Johnson (che interpreta il protagonista) e la sua compagnia Seven Bucks Productions. La rivista ha chiesto quando Black Adam dovrebbe entrare in fase effettiva di produzione sul set e Garcia ha confermato che non inizierà fino al prossimo anno. Il produttore ha menzionato specificamente che la produzione inizierà nel primo trimestre del 2021, quindi un qualsiasi momento tra gennaio e marzo.

Durante il DC FanDome stato annunciato che Hawkman, Doctor Fate, Cyclone e Atom Smasher saranno i membri della Justice Society of America che verranno presentati nel film.

“Ho un talento per distruggere i bulli, ma ci sono alcuni che pensano che abbia bisogno di aiuto – ha raccontato Johnson come Black Adam – Hawkman, Doctor Fate e le loro nuove reclute: Cyclone e Atom Smasher. Si chiamano Justice Society, un’organizzazione che combatte per la verità e la giustizia, ma l’unica giustizia è la mia giustizia. Benvenuti nella verità, nella giustizia e in Black Adam “.

Per quanto riguarda il cast di Black Adam, oltre a Dwayne Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo, ad oggi sappiamo che nel film reciterà anche Noah Centineo, noto per Sierra Burgess è una sfigata e Tutte le volte che ho scritto ti amo (entrambi disponibili su Netflix), ingaggiato per vestire i panni di Atom Smasher. È di ieri invece la notizia che la Warner Bros. vorrebbe affidare ad Alexander Skarsgard (True Blood, The Legend of Tarzan, Big Little Lies) il ruolo di Carter Hall, meglio conosciuto come Hawkman, anche se per ora si tratta di un semplice rumor.

Tutto quello che sappiamo su Black Adam

Black Adam, affidato alla regia di Jaume Collet-Serra (Orphan, Paradise Beach – Dentro l’incubo), arriverà nelle sale il 22 Dicembre 2021. Il progetto originale della Warner Bros. su Shazam! aveva previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua nemesi, Black Adam, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla sua origin story. E come annunciato nei mesi scorsi, i piani per portare al cinema uno standalone con Dwayne Johnson sono ancora vivi, e a quanto pare il film dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei primi anni duemila.

“Questo progetto ha comportato dei rischi, ed è stato una sfida. Anni fa volevamo introdurre due origin story in un’unica sceneggiatura, e chi conosce i fumetti e la mitologia dei fumetti saprà che Shazam è collegato a Black Adam“, aveva raccontato l’attore in un video. “Questo personaggio è un antieroe, o villain, e non vedo l’ora di interpretarlo. Stiamo sviluppando il progetto che è nel mio DNA da oltre dieci anni. Dovremmo iniziare a girare in un anno e non potrei essere più eccitato all’idea.”

The Flash, il film vedrà sfilare moltissimi personaggi DC Comics

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The Flash, il film vedrà sfilare moltissimi personaggi DC Comics

Abbiamo già abbondantemente detto che il film The Flash in produzione alla Warner Bros sarà un punto importantissimo di ripartenza per l’Universo DC al cinema. Sappiamo che il film vedrà protagonista Ezra Miller nei panni del protagonista e che con lui avrà un ruolo consistente anche il Bruce Wayne/Batman di Michael Keaton. Comparirà anche Ben Affleck nei panni del Cavaliere Oscuro, per un cameo omaggio, ma ora sappiamo che ci saranno tantissimi altri eroi DC che avranno la possibilità di essere ritratti in questo film.

DCEUe The Flash: il Multiverso è la strada giusta per redimere i personaggi DC al cinema

Durante una sessione di domande e risposte con il cast e la troupe di The Flash, in occasione del secondo giorno di DC FanDome, sono stati rivelati nuovi dettagli sul film. Una delle domande è stata rivolta alla produttrice Barbara Muschietti che ha fornito maggiori informazioni sul film. Nonostante sia stata molto cauta nel non rivelare troppo, Muschietti ha precisato che Flash e i due Batman non saranno gli unici eroi che vedremo in azione nel film:

“Beh, voglio che la gente vada a vederlo, quindi non dirò molto. Ma quello che dirò è che è una corsa. Sarà divertente ed eccitante e ci sono molti personaggi DC che compariranno. Flash è il supereroe di questo film perché è il ponte tra tutti questi personaggi e le linee temporali. E in un certo senso, riavvia tutto e non dimentica nulla.”

Tutto quello che c’è da sapere su The Flash

Ricordiamo che The Flash arriverà al cinema il 1 luglio 2022. Il film sarà diretto da Andy Muschietti, regista di IT e IT – Capitolo Due. Ezra Miller tornerà a vestire i panni del Velocista Scarlatto dopo un cameo in Batman v Superman: Dawn of Justice e Justice League. Il film dovrebbe essere ispirato alla serie a fumetti “Flashpoint” del 2011, scritta da Geoff Johns e disegnata da Andy Kubert.

Il film prevede, confermata, la presenza di Michael Keaton e di Ben Affleck, entrambi nei panni di Batman.

Greenland: trailer del film con Gerard Butler

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Greenland: trailer del film con Gerard Butler

Universal Pictures Italia e Lucky Red hanno diffuso il trailer di Greenland, l’atteso nuovo action movie con protagonista Gerard Butler, in arrivo ad ottobre al cinema!

Gerard Butler  di nuovo alle prese con il peggiore dei nemici: la fine del mondo. L’attore torna a lavorare con il regista Ric Roman Waugh dopo il successo di Attacco al potere 3in un disaster movie ad alta tensione, dal ritmo adrenalinico e con spettacolari effetti speciali dagli stessi produttori di John Wick.

Per l’umanità sta per scoccare l’ultima ora a causa di un cataclisma naturale, Gerard Butler veste i panni di un uomo che, se salvare il mondo è ormai diventato impossibile, tenterà il tutto per tutto per salvare la sua famiglia.

Greenland, la trama

La minaccia di una cometa distruttrice si abbatte contro l’umanità e John (Gerard Butler), insieme all’ex moglie Allison (Morena Baccarin) e al giovane figlio Nathan,​compiranno un viaggio impossibile e pieno di insidie nel tentativo di mettersi in salvo. Mentre diverse città in tutto il mondo sono rase al suolo dai frammenti della

Tom Holland svela il suo stunt preferito da Spider-Man: Homecoming

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Tom Holland è al momento impegnato nelle riprese di Uncharted, ma sappiamo che il prossimo anno tornerà ad essere l’amichevole Spider-Man di quartiere, per la sua terza avventura da solista, avventura che parte da presupposti molto molto interessanti, dato il finale apertissimo di Spider-Man: Far From Home.

Di recente, Tom Holland ha deciso di ricordare il suo primo film da Spider-Man, Homecoming, in un nuovo video di Instagram. Un Holland molto annoiato ha guardato Homecoming nel suo giorno libero dalle riprese di Uncharted, cosa che lo ha portato a condividere con i fan la sua acrobazia preferita dal film. Nel film, Peter entra nella sua camera da letto attraverso la finestra e striscia sul soffitto. Come ha spiegato Holland nel video, c’è un ingegnoso effetto di CGI nella scena, quando Spidey tiene una mano attaccata al soffitto mentre chiude la porta con l’altra. Holland inizia a spiegare la scena per circa 2 minuti nel video, che si può vedere in basso.

Spider-Man 3: 10 cose da sapere sul possibile villain Kraven il Cacciatore

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Tom Holland si è unito al MCU nei panni di Peter Parker nel 2016: da allora, è diventato un supereroe chiave all’interno del franchise. Non solo è apparso in ben tre film dedicati ai Vendicatori della Marvel, ma anche in due standalone: Spider-Man: Homecoming e Spider-Man: Far From Home. La scorsa estate, un nuovo accordo siglato tra Marvel e Sony ha permesso al personaggio dell’Uomo Ragno di restare nel MCU per ancora un altro film a lui dedicato – l’annunciato Spider-Man 3 – e per un altro film in cui lo ritroveremo al fianco degli altri eroi del MCU.

The Suicide Squad: Margot Robbie “pesta” alla fine di una sequenza impegnativa

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Sembra che The Suicide Squad sia stato molto molto impegnativo per tutto il cast di James Gunn, ma a quanto pare, proprio la star del film, Margot Robbie, ha avuto un’esperienza molto molto dura con una sequenza in particolare, una sequenza che l’ha lasciata malconcia e “pesta” per usare le sue parole. L’attrice ne ha parlato durante un panel del DC FanDome, in cui ha confessato che la sequenza è stata dura ma che a quanto pare il risultato è stato grandioso.

Margot Robbie ha spiegato che la sequenza è stata molto complicata e che ha necessitato di 4 giorni di riprese: “Mi ricordo che guardando gli ordini del giorno ho pensato che non saremmo stati in grado di fare quello che c’era scritto. Ma lo abbiamo fatto, ed è stata durissima, ed ero pesta alla fine, davvero pesta. Ma poco fa James mi ha mandato un messaggio e mi ha detto che la scena è venuta fantastica. A quanto pare tutta la sequenza sembra venuta fuori molto molto bene, saprete esattamente di cosa sto parlando.”

The Suicide Squad sneak peek del film con Margot Robbie

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Il cast ufficiale di The Suicide Squad comprende i veterani Margot Robbie (Harley Quinn), Viola Davis (Amanda Waller), Joel Kinnaman (Rick Flag) e Jai Courtney (Captain Boomerang), insieme alle new entry Idris ElbaMichael RookerNathan FillionTaika WaititiJohn CenaPeter Capaldi, Sean Gunn, David Dastmalchian Storm Reid. Nel film reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio, Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.

Gli Eterni: la regista Chloe Zhao spiega perché si è voluta unire al MCU

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La registadi Gli Eterni, Chloe Zhao, ha appena conquistato il Leone d’oro a Venezia 77 con il suo ultimo film, Nomadland, con protagonista Frances McDormand. La giovane regista ha così catalizzato nuova attenzione e ulteriore prestigio sul prossimo film del Marvel Cinematic Universe.

In una intervista con Indiewire sulla realizzazione proprio di Nomadland e sulla sua decisione di unirsi al MCU, la regista ha affermato che quest’ultima è stata una decisione facile da prendere. Lei non è certo la prima regista indie che si approccia ad un film dei Marvel Studios, tuttavia non è stata la possibilità di fare un blockbuster che l’ha convinta a dire sì a Gli Eterni. Infatti sembra che la sua scelta sia stata condizionata dal fandom dei Marvel Studios e dalla voglia di fare un film senza tempo.

“Sono stata una fan del MCU per un decennio, per cui per me ha molto senso unirmi ad un progetto Marvel. Voglio fare film che durino, che siano legati ad emozioni senza tempo, che non siano solo legati a ciò che è un trend topic sui social. Non sono interessata a questo.”

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Gli Eterni, diretto da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina Jolie (Thena), Richard Madden (Ikaris), Kit Harington (Black Knight), Kumail Nanjiani (Kingo), Lauren Ridloff (Makkari), Brian Tyree Henry (Phastos), Salma Hayek (Ajak), Lia McHugh (Sprite), Gemma Chan (Sersi) e Don Lee (Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta da Matthew Ryan Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 12 Febbraio 2021.

Secondo gli ultimi aggiornamenti, il cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood Reporter che un aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama muoversi tra gli umani.

Il processo ai Chicago 7: il trailer italiano del film di Aaron Sorkin

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Netflix ha diffuso il trailer ufficiale de Il processo ai Chicago 7, il nuovo film dell’acclamato sceneggiatore Aaron Sorkin, alla sua seconda regia dopo Molly’s Game.

Protagonisti di Il processo ai Chicago 7 un cast stellare composto da Sacha Baron Cohen, Joseph Gordon-Levitt, Frank Langella, Eddie Redmayne, Mark Rylance, Jeremy Strong, Yahya Abdul-Mateen II, Michael Keaton, John Carroll Lynch e Alex Sharp. Il processo ai Chicago 7 sarà disponibile in streaming su Netflix dal 16 ottobre.

Nel film Quella che doveva essere una manifestazione pacifica alla convention del partito democratico statunitense del 1968 si è trasformata in una serie di scontri violenti con la polizia e la Guardia nazionale. Gli organizzatori delle proteste, tra cui Abbie Hoffman, Jerry Rubin, Tom Hayden e Bobby Seale, sono stati accusati di cospirazione e incitamento alla sommossa in uno dei processi più noti della storia americana.

Olivia Wilde: 10 cose che non sai sull’attrice

Olivia Wilde: 10 cose che non sai sull’attrice

Fresca di debutto alla regia, Olivia Wilde ha dato prova di possedere tutte le carte in regola per diventare uno dei nomi più influenti del panorama cinematografico statunitense. Affermatasi come attrice, la Wilde ha inoltre dato prova nel corso degli anni di grande talento, distinguendosi in titoli di rilievo e al fianco di noti interpreti o registi.

Crescendo però, non si è limitata alla sola recitazione, ricoprendo con successo anche altre attività all’interno dell’industria cinematografica. Oggi le attenzioni sono tutte su di lei, sui suoi prossimi passi come interprete e soprattutto come regista.

Ecco 10 cose che non sai di Olivia Wilde.

Olivia Wilde Dr House

Olivia Wilde: la sua filmografia

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attrice compie il suo debutto sul grande schermo nel 2004, con il film La ragazza della porta accanto, con Elisha Cuthbert. Prosegue poi la sua carriera recitando in titoli come Alpha Dog (2006), Bobby Z – Il signore della droga (2007), Anno uno (2009), con Jack Black, Tron: Legacy (2010), Butter (2011), The Next Three Days (2011), Cowboys & Aliens (2011), In time (2011), The Words (2012), con Bradley Cooper, Una famiglia all’improvviso (2012), Rush (2013), Drinking Buddies – Amici di bevuta (2013), Lei (2013), con Joaquin Phoenix, Third Person (2013), The Lazarus Effect (2015), Natale all’improvviso (2015), La vita in un attimo (2018), con Oscar Isaac, A Vigilante (2018) e Richard Jewell (2019), di Clint Eastwood.

9. Ha debuttato alla regia. Nel 2019 l’attrice fa parlare molto di sé per il suo brillante esordio alla regia con il film La rivincita delle sfigate, incentrato sulla ricerca di svago di due adolescenti prima dell’inizio del College. Grazie a tale titolo, particolarmente amato dalla critica, la Wilde ottiene importanti riconoscimenti e l’attenzione dell’industria riguardo alle sue doti da regista. È inoltre già al lavoro sul suo prossimo film in tale ruolo, intitolato Don’t Worry, Darling, descritto come un thriller psicologico e con interpreti quali Shia LaBeouf e Chris Pine.

8. È nota anche per i suoi ruoli televisivi. A conferire una prima notorietà all’attrice è stato il ruolo di Jewel Goldman in Skin (2003-2004), e ancor di più quello di Alex Kelly nella celebre serie The O.C., dove ha recitato in un totale di 13 episodi tra il 2004 e il 2005. Successivamente, continua ad apparire sul piccolo schermo coni il dramma The Black Donnellys (2007), ma il ruolo che le conferisce vera popolarità è quello di Tredici nella serie Dr. House – Medical Division (2007-2012), dove recita accanto a Hugh Laurie. Dedicatasi poi al cinema, la Wilde tornerà in televisione per il ruolo di Devon Finestra in Vinyl (2016), serie ideata da Martin Scorsese.

Olivia Wilde in Dr. House

7. Non sapeva quale ruolo avrebbe interpretato. Poco dopo aver sostenuto il suo provino all’attrice venne comunicato che aveva ottenuto un ruolo nella serie. Nessuno, però, le rivelò quale. Il giorno delle riprese, l’attrice si presentò dunque senza ancora aver saputo cosa realmente avrebbe dovuto fare, e fu solo in quel momento che ricevette la sceneggiatura con indicato il proprio personaggio: Tredici. La Wilde affermò di essere rimasta colpita nell’aver ricevuto una parte tanto importante e centrale, e scoprì che nulla le era stato detto affinché le sue prime scene potessero apparire il più spontanee possibili.

6. Ha in seguito confermato la sessualità del proprio personaggio. Quando il personaggio di Tredici iniziò a prendere piede nella serie, in molti iniziarono a chiedersi quale fosse il suo orientamento sessuale. Ella, infatti, era stata scritta per risultare ambigua a riguardo e generare un’iniziale confusione. In seguito, la stessa Wilde ha confermato che il personaggio di Tredici è bisessuale, anche se tale aspetto non viene eccessivamente marcato all’interno della serie. Per l’attrice, inoltre, si trattava del secondo personaggio bisessuale in pochi anni, essendolo stata anche la sua Alex Kelly di The O.C.

Olivia Wilde Tron

Olivia Wilde e Tron

5. È molto legata al titolo fantascientifico. Nel 2010 l’attrice ha recitato nel film di fantascienza Tron: Legacy, sequel dell’originale del 1982. Qui la Wilde ha dato vita al personaggio di Quorra, una ribelle che aiuterà il protagonista nella sua missione. L’attrice si è particolarmente affezionata al personaggio, a tal punto da voler eseguire personalmente le numerose scene di combattimento con le arti marziali, e ha poi avuto occasione di riprendere il personaggio anche in seguito al film. Ha infatti doppiato Quorra nei videogiochi Tron: Evolution (2010), Tron: Evolution – Battle Grids (2010) e nella serie animata Tron: Uprising (2012).

Olivia Wilde: il marito e i figli

4. Era sposata con un italiano. All’età di soli 19 anni, nel 2003, l’attrice è convolata a nozze con il regista e musicista italiano Teo Ruspoli, figlio dell’attore Alessandro. La coppia rimane legata per quasi un decennio, mantenendo una particolare riservatezza circa la propria vita privata. Nel 2011, tuttavia, i due annunciano di aver divorziato, citando come cause alcune differenze inconciliabili. Stando a quanto da lei poi dichiarato, in seguito a tale evento ha iniziato a ritrovare la propria femminilità e la voglia di concentrarsi sulla propria carriera.

3. Ha una relazione con un noto attore. A partire dal novembre del 2011 l’attrice ha avuto una relazione con l’attore Jason Sudeikis, celebre per i suoi ruoli comici al cinema e in televisione, poi trasformatasi in fidanzamento ufficiale nel 2013. Benché sembra siano ancora in attesa del vero e proprio matrimonio, la coppia continua ancora oggi ad essere una delle più solide di Hollywood, e nel 2014 hanno dato il benvenuto al loro primo figlio, seguito poi da una bambina nel 2016. La Wilde ha inoltre voluto il compagno tra gli attori principali del suo film La rivincita delle sfigate.

Olivia Wilde è su Instagram

2. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 3,4 milioni di persone. All’interno di questo, con un totale di quasi duemila post, la Wilde è solita condividere momenti relativi alla propria quotidianità, tra momenti di svago, luoghi visitati, curiosità, foto con amici o la propria famiglia. Non manca inoltre di condividere e sostenere le numerose cause umanitarie e animaliste che le stanno a cuore, mentre spesso è possibile ritrovare anche post relativi al proprio lavoro, aggiornando i suoi follower riguardo i progetti futuri.

Olivia Wilde: età e altezza

1. Olivia Wilde è nata a New York, Stati Uniti, il 10 marzo del 1984. L’attrice è alta complessivamente 170 centimetri.

Fonte: IMDb

Teddy Reno: 10 cose che non sai sull’attore e cantante

Teddy Reno: 10 cose che non sai sull’attore e cantante

Personalità poliedrica dello spettacolo italiano, Teddy Reno si è distinto nel corso della sua carriera tanto come cantante quanto come attore. Interprete in noti film, ha infatti avuto in più occasioni la possibilità di recitare accanto a noti nomi del cinema italiano, da amati attori a illustri registi.

Celebri sono tuttavia anche le sue partecipazioni al Festival di Sanremo, come anche i numerosi singoli incisi ed entrati nell’immaginario collettivo della canzone italiana. Oggi novantenne, Reno ha modo di godersi i frutti di una vita dedicata alla musica e allo spettacolo, ricevendo tutt’ora riconoscimenti tanto dalle istituzioni quanto dai suoi fan.

Ecco 10 cose che non sai di Teddy Reno.

Parte delle cose che non sai sull’attore e cantante

Teddy Reno: la sua biografia

10. Ha origini aristocratiche. Reno nacque a Trieste, figlio di Paola Sanguinetti Sacerdote e di Giorgio Merk. Quest’ultimo proveniva da una famiglia austroungarica di origini aristocratiche. Il suo cognome nobiliare completo è infatti Merk Von Merkenstein. Tuttavia, dovette cambiarlo in Ricordi negli anni Trenta. Fu così che anche il futuro cantante dovette acquisire il nuovo cognome. Teddy Reno, infatti, non è altro che il nome d’arte di Ferruccio Merk Ricordi. Egli venne in seguito anche naturalizzato svizzero, avvicinandosi così ancor di più alle proprie origini.

9. Fu incarcerato dai tedeschi. Per via delle origini ebraiche della madre, la famiglia si trovò a dover sfuggire, in seguito all’8 settembre, al tentativo di cattura da parte dei tedeschi. Dovettero così soggiornare per un periodo di tempo a Milano Marittima, nel giugno del 1944, sotto falsa identità. Tuttavia, nel dicembre dello stesso anno si trasferirono nel ferrarese, dove vennero catturati e rinchiusi nel carcere di Codigoro. Con l’avvicinarsi della fine della guerra, fortunatamente, riuscirono a riacquistare la libertà, e Reno poté proseguire la carriera da cantante.

Teddy Reno a Sanremo

8. Ha partecipato al celebre festival della canzone italiana. Nel 1953 Reno consacra la propria popolarità partecipando per la prima volta al Festival di Sanremo. Qui si presenta con i brani Lasciami cantare una canzone e Campanaro, classificandosi rispettivamente al terzo e secondo posto. Pur mancando la vittoria per soli otto punti di differenza dal primo classificato, Reno ne acquista in visibilità, contribuendo così al suo sempre più deciso ingresso nel mondo della musica e della televisione.

Teddy Reno: i suoi film

7. Ha recitato in noti lungometraggi italiani. Reno debutta come attore nel 1951 per il film Miracolo a Viggiù, per poi prendere parte I cinque dell’Adamello (1954), Balla tragica (1955), e Totò, Peppino e la… malafemmina (1956), grazie a cui ottiene maggior popolarità come interprete. Negli anni successivi, compare anche in Totò, Peppino e i fuorilegge (1956), Totò, Vittorio e la dottoressa 1957), Peppino, le modelle e… ‘chella llà (1957), Il nemico di mia moglie (1959), con Marcello Mastroianni, I Teddy boys della canzone (1960), Il giorno più corto (1962), Rita la zanzara (1966), con Giancarlo Giannini, Non stuzzicate la zanzara (1967), La feldmarescialla (1967), con Terence Hill, e Little Rita nel West (1967), suo ultimo film al cinema.

6. Ha ideato un film televisivo musicale. Pur essendosi ritirato molto tempo prima dal mondo del cinema, Reno ha continuato ad intrattenere un solido rapporto con la televisione. Nel 2002, infatti, ha ideato per il piccolo schermo un film musicale basato sulle avventure del celebre personaggio Gian Burrasca. Per l’occasione, Reno ha inoltre partecipato al processo di scrittura del film, insieme ad un gruppo di altri sceneggiatori. All’interno del lungometraggio vi è inoltre la presenza dell’attrice Ambra Angiolini nel ruolo di Luisa.

Parte delle cose che non sai sull’attore e cantante

Teddy Reno: chi è sua moglie

5. È sposato con una celebre cantante. Nel 1961 Reno idea il Festival degli sconosciuti, con l’obiettivo di scoprire e lanciare nuovi talenti. La prima edizione, tenutasi nel 1962, vede come vincitrice l’aspirante cantante Rita Pavone. Oltre a segnare per lei un importante primo trampolino di lancio, il Festival le diede l’occasione di conoscere Reno, con il quale intraprenderà una relazione sentimentale. Nel 1968 i due finiranno poi per sposarsi a Lugano, in Svizzera, nel 1968. In seguito all’ottenimento del divorzio dalla prima moglie, giunto nel 1971, i due furono poi liberi di sposarsi civilmente ad Ariccia nel 1976.

4. Hanno recitato insieme in diversi film. Dopo essersi conosciuti grazie alla comune passione per la musica e il canto, Reno e la Pavone ebbero modo di recitare insieme anche in alcuni film della fine degli anni Sessanta. La cantante è stata infatti protagonista dei film Rita la zanzara, Non stuzzicate la zanzara, La feldmarescialla e Little Rita nel West, nei quali compare anche lo stesso Reno. Nel 2002, poi Reno collaborò insieme alla moglie per l’ideazione del film su Gian Burrasca, trasmesso in televisione.

Teddy Reno e i suoi figli

3. Ha tre figli. Dal matrimonio con la prima moglie, la produttrice e distributrice cinematografica Vania Protti, Reno ebbe un primo figlio nel 1958. Questi è Franco Ricordi, oggi celebre come filosofo, saggista e direttore artistico di teatro. Questi è in particolare divenuto famoso per i suoi studi su Shakespeare e sulla drammaturgia antica. Reno ebbe poi altri due figli dal successivo matrimonio, con la cantante Rita Pavone, di cui però non si sa molto riguardo le loro professioni.

Teddy Reno: oggi

2. Ha ricevuto importanti riconoscimenti. Oggi Reno, a più di novant’anni, ha drasticamente limitato le proprie apparizioni pubbliche, senza però smettere di dedicarsi all’amata musica. Nel 2016, infatti, ha rilasciato l’album Pezzi da… 90, realizzato proprio per i suoi novant’anni e contenente nuove versioni dei suoi storici successi, come anche brani totalmente inediti. Nello stesso anno, inoltre, Reno ha ricevuto il Sigillo Trecentesco in argento della città di Trieste, per i suoi meriti artistici e per l’aver portato in alto il nome della sua città natale.

Teddy Reno: quanti anni ha

1. Teddy Reno è nato a Trieste, in Friuli-Venezia Giulia, l’11 luglio del 1926. Oggi Reno ha un totale di 94 anni.

Fonte: IMDb, Wikipedia

 

Renato Pozzetto: 10 cose che non sai sull’attore

Renato Pozzetto: 10 cose che non sai sull’attore

Amato protagonista della comicità italiana, Renato Pozzetto ha costruito una carriera unica, fondata su una serie di surreali personaggi che hanno fatto la sua fortuna come interprete. Recitando in noti film, sempre accanto a celebri attori e registi, Pozzetto è infatti diventato negli anni uno dei nomi di punta del cinema italiano, con caratteristiche uniche nel suo genere.

Ecco 10 cose che non sai di Renato Pozzetto.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Renato Pozzetto taac

Renato Pozzetto: la sua biografia

10. La sua famiglia sfuggì ai bombardamenti della guerra. L’infanzia dell’attore fu particolarmente movimentata. A soli due anni, infatti, egli si ritrova da Milano insieme ai genitori. La città era infatti stata bombardata nell’ottobre del 1942, in piena Seconda guerra mondiale. Egli trascorse così i primi anni della sua vita a Gemonio, piccolo comune in provincia di Varese. Nel 1946, a guerra terminata, la famiglia ebbe finalmente modo di tornare a Milano. Qui, Pozzetto completò la sua formazione, arrivando a frequentare l’istituto tecnico per geometri “Carlo Cattaneo”, dove conobbe Aurelio Ponzoni, detto Cochi.

9. Fece parte di un acclamato duo comico.  Insieme a Ponzoni, Pozzetto forma il due comico “Cochi e Renato”, e insieme debuttano all’Osteria dell’Oca di Milano. In breve tempo iniziano ad ottenere sempre più popolarità grazie a significative esperienze nell’ambiente del cabaret milanese. Il segreto del loro successo è uno stile comico originale e poetico. La svolta arriva nel momento in cui ottengono un contratto con la Rai, arrivando così a condurre programmi come Quelli della domenica (1968), Il buono e il cattivo (1972) e Canzonissima (1974). A partire dalla metà degli anni Settanta, Pozzetto esordì poi al cinema con i suoi primi film.

Renato Pozzetto: i suoi film e la televisione

8. Ha recitato in celebri film comici. Pozzetto debutta al cinema nel 1974 con il film Per amare Ofelia, per poi distinguersi in titoli come Di che segno sei? (1975), con Paolo Villaggio, Il padrone e l’operaio (1975), Telefoni bianchi (1976), Sturmtruppen (1976), Gran bollito (1977), con Laura Antonelli, Giallo napoletano (1979), La patata bollente (1979), Sono fotogenico (1980), Fico d’india (1980), con Gloria GuidaNessuno è perfetto (1981), La casa stregata (1982), Testa o croce (1982), Questo e quello (1983), Il ragazzo di campagna (1984), Lui è peggio di me (1985), Grandi magazzini (1986), con Lino Banfi, Le comiche (1990), Piedipiatti (1991), Ricky e Barabba (1992), Miracolo italiano (1994), Oggi sposi (2009), Ma che bella sorpresa (2015), con Claudio Bisio. È inoltre pronto a tornare al cinema nel film Lei mi parla ancora, nel ruolo di Nino Sgarbi.

7. Ha preso parte a produzioni televisive. Nel corso della sua carriera, Pozzetto ha sempre intrattenuto un buon rapporto con la televisione, arrivando in più occasioni a recitare per diverse miniserie. La prima di queste risale al 1971, ed è Riuscirà il cav. papà Ubu?, dove interpreta il Secondo paladino. Ormai particolarmente celebre, torna a recitare per la TV nel 1985 in Sogni e bisogni, nel ruolo di Orazio. È poi in Nebbia in Valpadana, del 2000, che segna il ritorno della coppia Cochi e Renato. Al 2013 risale invece la sua ultima interpretazione televisiva, per la miniserie Casa e bottega, di cui è protagonista.

6. È anche regista e sceneggiatore. Pozzetto non si è fatto mancare anche la possibilità di ricoprire ruoli diversi da quello dell’interprete. Nel 1978, infatti, esordisce alla regia con il film Saxofone, da lui anche interpretato. Seguiranno poi Il volatore di aquiloni (1987), Papà dice messa (1996) e Un amore su misura (2007). Questi, come molti altri titoli della sua carriera, sono anche stati scritti da lui. Pozzetto, infatti, vanta anche una ricca attività da sceneggiatore per film come Tre tigri contro tre tigri (1977), Per vivere meglio divertitevi come noi (1978), Culo e camicia (1981), Questo e quello (1983) e Un povero ricco (1983).

Parte delle cose che non sai dell’attore

Renato Pozzetto moglie

Renato Pozzetto in Da grande

5. Da grande è uno dei suoi film più famosi. Una delle pellicole che più di altre hanno segnato la carriera dell’attore è Da grande, commedia del 1987. La storia è quella di Marco Marinelli, bambino di 8 anni che non sopportando più i rimproveri dei genitori e le prese in giro subite a scuola, esprime il desiderio di diventare subito adulto. Ciò, straordinariamente, si realizza, e così il piccolo Marco si ritrova nel corpo di un quarantenne, che ha le fattezze di Pozzetto. L’attore ebbe qui modo di dar vita a numerose gag comiche, dando prova della sua grande capacità di risultare divertente anche in situazioni particolarmente stravaganti.

Renato Pozzetto: la moglie e i figli

4. Ha avuto un solo, lungo matrimonio. Dietro a Pozzetto e ai suoi tanti successi vi è sempre stata la stessa donna, Brunella Gubler, da lui sposata nel 1967 e amata per tutta la vita. L’attore ha raccontato di averla conosciuta durante l’adolescenza, e di esserle stato sempre accanto, sino alla scomparsa di lei avvenuta nel 2009. Nel corso dei decenni, Pozzetto non ha mai lasciato che la propria vita privata vedesse l’intromissione del suo successo. La stessa moglie non era interessata al mondo del cinema, e ciò le permetteva di rimanere “nell’ombra”. La coppia ha inoltre avuto due figli, Francesca e Giacomo.

Renato Pozzetto e il famoso “taac” di Il ragazzo di campagna

3. È noto il suo tormentone. Il film Il ragazzo di campagna non è celebre solo come uno dei più apprezzati film dell’attore, ma anche per la nascita di quello che negli anni è diventato uno dei grandi tormentoni dell’attore. Nel film, infatti, Pozzetto si ritrova ad improvvisare un verso, “taac”, che in breve tempo divenne estremamente popolare. L’ispirazione, raccontò in seguito, gli venne frequentando il Bar Gattullo, dove era solito riunirsi con Cochi. Qui si imbatté un giorno in un cliente che parlando utilizzava tale intercalare. Pozzetto riprese questa stravaganza e la fece propria, con un significato vicino al semplice “fatto”.

Renato Pozzetto e Sylvester Stallone

2. Vanta una curiosa somiglianza con l’attore americano. Se su Internet si cerca il nome di Pozzetto accostato a quello dell’attore Sylvester Stallone, ci si potrà imbattere in una serie di curiose e ironiche foto che pongono a confronto i due interpreti. Dalle immagini in questione risulta effettivamente una certa somiglianza tra i loro volti. Questi meme sono diventati particolarmente virali, e pur non avendo un reale fondamento, sono l’ennesima prova di come gli utenti di Internet siano in grado di ritrovare divertenti particolari degli interpreti più popolari del cinema, italiano e internazionale.

Renato Pozzetto: età e altezza

1. Renato Pozzetto è nato a Milano, in Lombardia, Italia, il 14 luglio del 1940. L’attore è alto complessivamente 173 centimetri.

Fonte: IMDb

Hedy Lamarr: 10 cose che non sai sull’attrice

Hedy Lamarr: 10 cose che non sai sull’attrice

Nella storia del cinema, una delle vite più intriganti, perfettamente identificabile con la formula “bigger than life”, è senza dubbio quella dell’attrice Hedy Lamarr. Ella non si distinse soltanto come interprete, attività dove segnò importanti traguardi, ma anche come brillante inventrice nella guerra contro i nazisti.

Ricca di intelligenza e fascino, Lamarr si distingueva da tutte le sue colleghe, vantando risorse inesauribili. Soltanto in seguito alla sua scomparsa si riscoprì molto del suo operato, che permise di dare nuovo prestigio alla sua figura, ancora oggi insuperata.

Ecco 10 cose che non sai di Hedy Lamarr.

Hedy Lamarr libro

Hedy Lamarr: la sua biografia

10. È cresciuta in un quartiere ebreo. L’attrice nacque a Vienna il 9 novembre del 1941 con il nome Hedwig Kiesler, e crebbe a Döbling, quartiere ebreo della stessa città. Qui suo padre era direttore di banca e sua madre una pianista. Frequentò la Döblinger Mädchenmittelschule, e intorno agli anni Trenta iniziò anche a frequentare i Sascha Film Studios, celebre casa di produzione austriaca, dove ottenne le sue prime parti cinematografiche. Per perseguire tale carriera, si ritrovò a dover rinunciare agli studi presso la facoltà di ingegneria, dove era ritenuta una delle studentesse più intelligenti. Grazie ai suoi primi ruoli, iniziò con l’ottenere una sempre maggiore popolarità in Austria, aiutata anche dal fatto che nessuno sembrava sospettare che fosse ebrea.

9. Scappò dal suo paese. Divenuta ormai una vera e propria icona, l’attrice conosce l’industriale delle armi Fritz Mandl. Questi era nato ebreo, ma si era in seguito convertito al cattolicesimo. I due si sposarono il 10 agosto del 1933, intraprendendo poi un viaggio di nozze in Italia. Al ritorno a Vienna, però, l’attrice si ritrovò reclusa nel palazzo del marito, estremamente geloso di lei. Dato anche il crescente antisemitismo di quegli anni, tentò dunque una prima fuga a Budapest, ma ebbe più successo al secondo tentativo, trovando riparo in Svizzera e poi a Londra, dove ottenne l’annullamento del matrimonio per “motivi razziali”. Qui conobbe il celebre produttore Louis B. Mayer, che acconsentì a portarla con sé ad Hollywood, assegnandole il nome “Hedy Lamarr”.

8. Ad Hollywood divenne una bellezza esotica. Giunta nella “Mecca del Cinema”, l’attrice inizia a consolidare le proprie caratteristiche, dalla recitazione statica all’inconfondibile look. In breve, la Lamarr si ritrova ad essere definita una “bellezza esotica”, e il suo fascino la fa diventare una delle donne più belle di Hollywood. Diventa estremamente popolare, realizza numerosi film accanto a celebri attori e si conferma uno dei nomi più ricercati dell’industria. Tuttavia, la sua attività cinematografica dura fino alla fine degli anni Cinquanta, dopodiché si ritirerà a vita privata, vivendo di altro.

Hedy Lamarr: i suoi film

7. Ha recitato in noti film tra l’Austria e Hollywood. L’attrice debutta sul grande schermo con film di produzione austriaca, tra cui il celebre Estasi (1933). Trasferitasi ad Hollywood, inizia a recitare per una serie di titoli come Un’americana nella Casbah (1938), La signora dei tropici (1939), Questa donna è mia (1940), La febbre del petrolio (1940), Corrispondente X (1940), Le fanciulle delle follie (1941), con Judy Garland, Gente allegra (1942), Crepi l’astrologo (1944), I cospiratori (1944), Venere peccatrice (1946), Disonorata (1947), Sansone e Dalila (1949), L’amante (1950), Le frontiere dell’odio (1950), L’avventuriera di Tangeri (1951), L’amante di Paride (1954), L’inferno ci accusa (1957) e L’animale femmina (1958), suo ultimo film.

6. Produsse due suoi film. Nel corso della sua carriera cinematografica, la Lamarr si dimostra sempre piuttosto legata ai progetti che la vedono protagonista. In due occasioni, oltre ai panni dell’interprete, ha infatti vestito anche quelli della produttrice. I titoli in questione sono Venere peccatrice, dove interpreta Jenny Hager, ragazza bella e senza cuore che aspira a sposare l’uomo più ricco in città, e L’amante di Paride, liberamente ispirato al mito del principe Paride, e dove l’attrice ricopre diversi ruoli, tra cui quello della leggendaria Elena di Troia.

Hedy Lamarr biografia

Hedy Lamarr in Estasi

5. Diede vita al primo nudo della storia del cinema. Nel 1932 l’attrice prende parte in qualità di protagonista al film Estasi. Questo titolo si rivelò estremamente importante nella sua carriera, e ne condizionerà l’intera esistenza. Motivo di ciò è la presenza del primo nudo integrale della storia del cinema. Tale immagine destò innumerevoli scandali, e il film venne inizialmente proibito in Germania per poi uscire nel 1935 con pesanti censure. Anche il pubblico dell’epoca accolse però in modo negativo il titolo, sottolineando l’immoralità della protagonista e la sua impunita trasgressione nei confronti del marito.

4. L’attrice lamentò di essere stata costretta a girare la scena. Difficile stabilire come si svolsero effettivamente le riprese, ma stando a quanto dichiarato dall’attrice nella sua autobiografia, sembra che si ritrovò pressoché costretta a girare la celebre scena. Ella afferma infatti di non aver saputo da subito che era previsto un suo nudo, e quando le venne comunicato il regista tirò fuori il suo impegno contrattuale per evitare lamentele. Stando ad altre fonti invece, che riportano testimonianze della troupe, l’attrice sembra fosse perfettamente consapevole del nudo e che non fece alcuna opposizione a riguardo. I dubbi sulla verità, come spesso accade, fanno parte del mito.

Hedy Lamarr e il moderno Wi-Fi

3. Partecipò all’invenzione di una moderna tecnologia. L’attività di inventrice della Lamarr venne alla luce soltanto verso il finire del XX secolo. Si scoprì così che, desiderosa di contribuire alla lotta contro il nazismo, ella sviluppò con il noto compositore George Antheil un sistema di comunicazione basato sulla produzione e variazione a intervalli regolari di 88 frequenze radio. Tale cambio di frequenza rendeva infatti impossibile l’intercettazione e la comprensione dei messaggi. Ciò permetteva al solo mandante e al solo ricevente del messaggio di conoscere la traiettoria di armi come i siluri. Il loro lavoro è alla basa della tecnica di trasmissione conosciuta come frequency-hopping spread spectrum, oggi utilizzata nella telefonia mobile e nelle reti wireless.

2. Ricevette numerosi riconoscimenti per il suo contributo. Nonostante la sua brillante invenzione, l’attrice dovette attendere gli anni Novanta per ricevere i primi riconoscimenti a riguardo. Decaduto il segreto militare sul brevetto, inizia così a diffondersi tale tecnologia. In breve, l’attrice conosce una nuova fama, e nel 1997 le viene conferito il prestigioso Electronic Frontier Foundation Pioneer Award, per il suo contributo al progresso nel campo delle telecomunicazioni e dell’informatica. L’anno seguente le viene invece assegnata la medaglia Kaplan, la più prestigiosa onorificenza austriaca per un inventore. Con questi ultimi tardivi riconoscimenti, l’attrice può essere infine consegnata alla Storia prima di congedarsi dal mondo, il 19 gennaio del 2000, data della sua scomparsa.

Hedy Lamarr: il suo libro autobiografico

1. Esiste una sua autobiografia. Nel 1966 viene pubblicato il libro Ecstasy and Me. My life as a Woman, il quale ripercorre la vita dell’attrice attraverso una serie di interviste da lei sostenute. La Lamarr, tuttavia, non gradì il modo in cui queste erano state rimaneggiate, secondo lei per ricercare un aspetto scandalistico. Per questo motivo intentò una causa contro la casa editrice, chiedendo un risarcimento di oltre 9 milioni. Le due parti trovarono tuttavia un accordo, e il libro continuò così ad uscire senza grandi modifiche, con l’attrice che ne riconobbe la validità.

Fonte: IMDb, Biography, WomensHistory

Venezia 77: tutti i vincitori dell’edizione 2020

Venezia 77: tutti i vincitori dell’edizione 2020

La giuria presieduta da Cate Blanchett e composta da Matt Dillon, Veronika Franz, Joanna Hogg, Nicola Lagioia, Christian Petzold, Ludivine Sagnier ha assegnato i premi per il concorso di Venezia 77, ecco li di seguito.

  • CONCORSO UFFICIALE

Leone d’Oro per il miglior film Nomadland di Chole Zhao

Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria a Nuevo Orden (New Orden) – Michel Franco

Leone d’Argento – Premio per la migliore regia a Kiyoshi Kurosawa – Spy No Tsuma (Wife of a Spy)

Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile a Pierfrancesco Favino – Padrenostro

Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile a Vanessa Kirby – Pieces of a Woman

Premio per la migliore sceneggiatura a Chaitanya Tamhane – The Disciple

Premio Speciale della Giuria a Dorogie Tovarisch! (Cari Compagni!) – Andrei Konchalovsky

Premio Marcello Mastroianni a un giovane attore o attrice emergente a Rouhollah Zamani – Khorshid (Sun Children)

  • SEZIONE ORIZZONTI

La Giuria della sezione Orizzonti – presieduta da Claire Denis e composta da Oskar Alegria, Francesca Comencini, Katriel Schory, Christine Vachon – ha assegnato i seguenti premi:

Premio Orizzonti per il miglior film a Dashte Khamoush (The Wasteland) – Ahmad Bahrami

Premio Orizzonti per la migliore regia a Lav Diaz – Lahi, Hayop (Genus Pan)

Premio Speciale della Giuria Orizzonti a Listen – Ana Rocha de Sousa

Premio Orizzonti per la miglior interpretazione maschile a Taha Mahayni – The Man Who Sold His Skin

Premio Orizzonti per la migliore interpretazione femminile a Khansa Batma – Zanka Contact

Premio Orizzonti per la miglior sceneggiatura a I predatori – Pietro Castellitto

Premio Orizzonti per il miglior cortometraggio a Entre Tú Y Milagros – Mariana Saffon

  • PREMIO VENEZIA OPERA PRIMA “LUIGI DE LAURENTIIS”

La Giuria del Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”- Leone del Futuro – presieduta da Claudio Giovannesi e composta da Remi Bonhomme e Dora Bouchoucha – ha assegnato il riconoscimento a Listen di Ana Rocha de Sousa.

  • VENICE VR EXPANDED

Miglior storia VR: Sha Si Da Ming Xing (Killing a Superstar) – Fan Fan

Migliore esperienza VR: Finding Pandora X – Kiira Benzing

Miglior VR – The Hangman at Home – An immersive single user experience – Michelle Kranot, Uri Kranot

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