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Ischia Film Festival: la notte di Valerio Mastandrea

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Ischia Film Festival: la notte di Valerio Mastandrea

È stata la sera di Valerio Mastandrea all’Ischia Film Festival 2019. L’attore romano ha infatti ritirato il premio alla carriera e ha avuto ben tre film in cartellone, a partire dalla sua opera prima da regista, Ride, che ha presentato al pubblico insieme alla protagonista, Chiara Martegiani, un’opera, ha detto Mastandrea “in cui c’è tanto rispetto per il pubblico, una storia piccola, silenziosa e molto autentica”. Un film difficile per entrambi, essendo una coppia nella vita. “Lavorare in coppia non mi era mai successo, la notizia che la volevo protagonista del film gliel’ho data proprio a Napoli, a cena, lei era commossa e io avevo i conati di vomito per il nervosismo. Siamo una coppia e abbiamo un rapporto  schietto e privo di filtri.  Sul set si sono divertiti tutti, tranne noi”.  Una preoccupazione che aveva anche l’attrice, ma per altre ragioni. “Ce la farò? è stato il primo pensiero, e me lo chiedo ancora. Il personaggio era complesso e tutti i giorni dovevo confrontarmi con Valerio che mi chiedeva molte cose, era difficile stargli dietro. Ne abbiamo parlato molto, mi ha chiesto di affrontare la mia Carolina in maniera istintiva, ma sapendo bene chi fosse lei, che aveva molte oltretutto molte cose in comune con Valerio e dovevo rubare da lui per fare mio il personaggio”.  Un fillm che l’attore voleva fare da tempo. “Ride lo avevo in mente da 15 anni, avevo letto tante interviste a donne che avevano perso qualcuno per un incidente sul lavoro, quando la stampa aveva iniziato a parlarne quasi tutti I giorni. Il lavoro e morire di lavoro è una costante nella nostra cultura. Il concetto stesso di lavoro è cambiato, una volta era affermazione, oggi è come  andare in guerra, per il precariato e per lo scarsissimo interesse verso l’essere umano. L’attuale media di morti bianche è di 3,12 al giorno, quando girai il primo cortometraggio sul tema era 3,87”.

Dopo Ride, Mastandrea ha introdotto anche Domani è un altro giorno in compagnia del regista Simone Spada, commedia di amicizia e malattia in cui divide la scena con Marco Giallini, un film “dedicato proprio a Marco, mi sono messo al servizio di questa storia  facendo assist a lui. E fare un assist è più bello che segnare. Volevo fare questo viaggio con lui per capirne l’importanza non solo a livello professionale”. Spada  ha aggiunto: “Domani è un altro giorno è il remake di un bellissimo film spagnolo, Truman, ma con  Valerio e Marco abbiamo sconvolto il copione per renderlo nostro. Loro sono attori particolari che vanno sull’istinto. C’è molto di loro dentro, soprattutto un aspetto malinconico ironico che in truman non ‘è. E almeno un paio di scene del film sono venuti fuori da loro due, senza che io dovessi fare niente”.

Ieri c’è stata anche la proiezione  evento del  film La Banda Grossi di Claudio Ripalti. Storia vera del brigante ottocentesco Terenzio Grossi e della sua banda di fuorilegge, la cui trasposizione cinematografica è stata fortemente sostenuta dalla Regione Marche, dalla Marche Film Commission e dalla Fondazione Cultura Marche. “È importante” ha commentato Rosanna Rosi delle Attività Produttive, Lavoro, Turismo e Cultura  della Regione Marche “che le istituzioni valorizzino i territori  attraverso il cinema, non solo finanziando la produzione cinematografica, ma anche proponendo itinerari turistici per vivere da protagonisti le storie più affascinanti dei film ambientati in un determinato territorio. Questo lo stiamo facendo da diverso tempo con la Regione Marche». Una grande sfida, quindi, nel campo del cineturismo, come grande è stata anche quella di Camillo Marcello Ciorciaro. «Interpretare Terenzio Grossi– ha raccontato l’attore alla platea-  è stato un’ esperienza bella e speciale, anche per avere scoperto una terra meravigliosa come le Marche”.

Spider-Man: Far From Home: recensione del film di Jon Watts

Spider-Man: Far From Home: recensione del film di Jon Watts

Avengers: Endgame ha messo un punto ad una storia che andava avanti da più di dieci anni, il mondo è cambiato e a Spider-Man: Far From Home tocca il compito di farci vedere come è il nuovo mondo senza Iron Man, con Thanos sconfitto e Captain America rimasto indietro nel tempo.

Spider-Man: Far From Home è il film che ci fa ricominciare, nonostante sia l’ufficiale chiuda della Fase 3, che ci fa digerire ciò che è successo e ci fa andare avanti, verso nuove storie e tutto un nuovo Marvel Cinematic Universe. Al cinema dal 10 luglio, questo nuovo capitolo diretto da Jon Watts riprende non solo la storia post Endgame, ma ci fa giustamente tornare alla vita del liceale Peter Parker, tra problemi a scuola e turbe amorose. 

Spider-Man: Far From Home segna il ritorno di Peter Parker

Peter Parker (Tom Holland) è molto triste dopo la morte di Tony Stark (Robert Downey Jr.) e si domanda chi potrebbe prendere il suo posto, ma soprattutto è molto stanco di portare il mondo sulle sue spalle, così, con l’occasione di un viaggio in Europa con la scuola, decide di lasciare a casa la sua tutina da ragno per prendersi una vacanza anche dal suo alter-ego. Peccato però che i guai lo seguano fino a Venezia, quando un Nick Fury (Samuel L. Jackson) molto arrabbiato perché ignorato, chiede aiuto a Peter per sconfiggere una nuova minaccia per la terra: gli Elementali, aria, fuoco, terra e acqua.

Spider-man: far from home
Credit © Marvel Studios

Insieme a Fury e Maria Hill (Cobie Smulders), Peter conosce Quentin Beck (Jake Gyllenhaal), rinominato Mysterio, un nuovo supereroe arrivato da un altra terra, che già conosce e ha già sconfitto questa minaccia. Ma Peter ha un altro piano, che non riguarda ragnatele e elementi impazziti da fermare, ma coinvolge MJ (Zendaya) a cui vorrebbe dichiarare il suo amore sulla cima della Torre Eiffel.

Come nel primo capitolo del 2017 Spider-Man: Homecoming, il tono del film è divertente, leggero e Peter trova nel suo amico Ned (Jacob Batalon) e nei professori e amici, perfette spalle per risate a cuore leggero. Ma non scordiamoci che siamo in un mondo in cui non c’è più Iron-Man e per tutto il film questa cosa ci viene ricordata: sui muri delle città, in altarini improvvisati in giro per le strade ma soprattutto nella mente e nel cuore di Peter, che si trova spesso perso senza il suo mentore, colui che ha creduto in lui da subito e che ora gli porta dubbi esistenziali. Senza fare spoiler, questo nuovo capitolo ci fa vedere come Peter sia alla disperata ricerca di una figura paterna, che lo porta a fidarsi e confidarsi con tutti, da Nick Fury a Happy Hogan (Jon Favreau) fino al nuovo amico Quentin Beck.

Spider-Man: Far From Home Samuel L Jackson e Jon Favreau
Credit © Marvel Studios

Una vera e propria bromance che appassiona

Ed è proprio con Beck che si instaura una vera e propria bromance che appassiona, forse merito del carisma di Jake Gyllenhaal, che anche in un ruolo del genere, nuovo per lui, riesce a dare tutto se stesso, portando sullo schermo un personaggio dalle mille sfaccettature. Tom Holland si conferma un ottimo Spider-man, un ragazzo dalla faccia pulita ma che sa cosa vuole, quando riesce finalmente a capirlo mentre combina un sacco di guai. Certo il tirarlo fuori dal suo quartiere gli ha creato non pochi problemi, facendogli assaporare tutte le culture di un Europa stereotipata, tra gondole, galline, contadinelle e tifosi di calcio pazzi (e una colonna sonora divertentissima adatta ad ogni tappa del film!). Infine anche Zendaya è riuscita a costruire una MJ che risulta inevitabilmente simpatica, dall’umorismo tagliente e i riferimenti molto dark, rendendola un personaggio essenziale per il film.

Jake Gyllenhaal in Spider-Man: Far From Home
Credit © Marvel Studios

Tutto è orchestrato alla perfezione, tra colonna sonora divertente e nostalgica, un’amore adolescenziale degno delle migliori teen-comedy, effetti speciali notevoli (c’è una sequenza in particolare che confonderà la mente e vi farà venire un ansia pazzesca!) e nuovi scenari che non sono i grattacieli di New York ma cattedrali e turisti. 

Senza dubbio, Jon Watts si sarà divertito molto con questo secondo capitolo di Spidey, perfetto blockbuster estivo,  sorprendendo alle spalle il pubblico in diversi momenti e destreggiandosi con un supereroe allo sbaraglio che deve ricominciare da capo imparando a capire il suo posto in questo mondo. 

Mysterio: le differenze tra film e fumetti del personaggio di Far From Home

ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU SPIDER-MAN: FAR FROM HOME

Presentato nei trailer come un alleato di Peter Parker nella lotta agli Elementali, Quentin Beck aka Mysterio è uno dei personaggi principali di Spider-Man: Far From Home oltre che uno dei villain più celebri dei fumetti sull’Uomo Ragno.

Ma quali sono stati i cambiamenti apportati dai Marvel Studios per la versione cinematografica interpretata da Jake Gyllenhaal?

Maestro delle illusioni

Inizialmente introdotto come il nuovo eroe di cui il mondo ha disperatamente bisogno dopo la morte di Iron Man, Mysterio si rivela essere più fedele di  quanto pensavamo all’originale dei fumetti ispirandosi alla prima apparizione sulle pagine della Marvel Comics (anche se la spiegazione della realtà alternativa da cui proviene si riferisce alle nuove storie).

La versione Ultimate di Mysterio infatti sta usando un avatar di se stesso in un altro universo e tutte le sue abilità sono semplicemente illusioni. La fonte è diversa (nel film lo spettacolo viene riprodotto grazie a dei droni-proiettori governati a distanza) ma l’effetto finale è molto simile.

Al contrario invece il Mysterio del MCU non ha uno stretto legame con l’industria cinematografica come l’originale, ma appare più come il direttore di una compagnia che lo sostiene e aiuta nel suo piano malvagio.

Il suo passato con Tony Stark

Diversamente dai fumetti, il Quentin Beck di Far From Home non è solo un esperto di effetti speciali che ha sposato il “lato oscuro”, ma uno dei tanti inventori che lavorarono con Tony Stark alla creazione della tecnologia BARF (la cui dimostrazione veniva fornita all’inizio di Captain America: Civil War).

In realtà, ci dice il film, fu proprio Beck a ultimare gli studi sugli ologrammi e non Stark, e il fatto che il Vendicatore si sia preso i meriti di qualcun altro sembra aver scatenato la sua rabbia tanto da essere licenziato per il carattere “instabile”. Da qui il piano escogitato per rubare la gloria di Tony dopo la sua morte in Avengers: Endgame.

Fanno parte di questa crociata anche vecchi personaggi del MCU che in qualche modo hanno incrociato la strada dell’eroe.

Morto per sempre?

Jake Gyllenhaal is Mysterio in Columbia Pictures’ SPIDER-MAN: ™ FAR FROM HOME.

Nei fumetti Mysterio muore alla fine della trama di Daredevil Guardian Angel, sparandosi alla testa. C’è un riferimento a questo evento anche nel MCU, dove Beck sembra vittima del colpo sparato dai suoi droni, tuttavia l’idea che possa tornare in futuro non è da escludere.

E se anche stavolta avesse finto di morire? Il sistema operativo EDITH (quello degli occhiali di Tony Stark) conferma a Peter che non si tratta di un inganno ma della verità, ma sappiamo anche che, tecnicamente, Beck non ha mai perso i poteri di amministratore del conegno. Magari ha istruito il programma dicendogli di mentire in caso di morte…

Leggi anche – Mysterio: le migliori illusioni del personaggio nei fumetti Marvel

Fonte: CBR

Star Wars: Daisy Ridley voleva lasciare il franchise dopo Episodio VII

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Passare dall’anonimato più assoluto al diventare protagonista di un importante franchise cinematografico può scatenare un senso di pressione mista a inadeguatezza denominato “sindrome dell’impostore”, e le persone affette da tale convinzione sono convinte di non meritare il successo ottenuto. Della stessa idea era Daisy Ridley, che prima di entrare nei panni di Rey in Star Wars: Il Risveglio Della Forza aveva all’attivo sporadiche comparsate in tv e poco altro.

Talmente sopraffatta dall’esperienza sul set di Episodio VII, l’attrice aveva quasi deciso di abbandonare dopo la fine delle riprese, come dichiarato nella nuova puntata del podcast di Josh Horowitz Happy Sad Confused:

Fu abbastanza orribile e spaventoso. Mi sentivo male e non conoscevo ancora nessuno. Purtroppo mi ci vuole davvero tanto tempo per sistemarmi e ambientarmi con le persone, e ricordo un momento in cui ero su uno speeder e c’era un sacco di gente sul set che mi teneva un ombrello sulla testa…pensavo ‘Oh, qualcuno fa questo per me? Non posso farlo, non è giusto“.

Fortunatamente così non è stato, e l’attrice è tornata a interpretare l’eroina dalle origini misteriose anche nei successivi capitoli, compreso Episodio IX: L’ascesa Di Skywalker, atteso nelle sale il prossimo dicembre.

Leggi anche – Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, 10 domande che ci pone il film

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L’Ascesa di Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia del franchise diretto da J.J. Abrams, arriverà nelle sale a dicembre 2019.

Nel cast Daisy RidleyOscar IsaacJohn BoyegaKelly Marie TranNaomi AckieJoonas Suotamo, Adam Driver, Anthony DanielsBilly Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Billie Lourd e il veterano del franchise Mark Hamill. Tra le new entry c’è Richard E. Grant.

Il ruolo di Leia Organa sarà interpretato di nuovo da Carrie Fisher, usando del girato mai visto prima da Star Wars: Il Risveglio della Forza. “Tutti noi amiamo disperatamente Carrie Fisher – ha dichiarato Abrams – Abbiamo cercato una perfetta conclusione alla saga degli Skywalker nonostante la sua assenza. Non sceglieremo mai un altra attrice per il ruolo, né mai potremmo usare la computer grafica. Con il supporto e la benedizione della figlia, Billie, abbiamo trovato il modo di onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia in Episodio IX, usando del girato mai visto che abbiamo girato insieme per Episodio VII.”

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, le teorie sul significato del titolo

Fonte: Happy Sad Confused

Alessandro Borghi ospite all’Ischia Film Festival 2019

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Alessandro Borghi ospite all’Ischia Film Festival 2019

Penultimo giorno dell’Ischia Film Festival 2019 all’insegna del grande cinema civile. Prima di tutto grazie alla presenza di Alessandro Borghi, David di Donatello quest’anno per Sulla mia pelle, il film che racconta la storia tragica di Stefano Cucchi e che lo stesso attore presenterà al pubblico, ritirando dalle mani di Michelangelo Messina e Boris Sollazzo, direttori artistici del festival, il prestigioso Ischia Film Award.

Claudio Giovannesi porta invece al Castello Aragonese La paranza dei bambini, tratto dal romanzo di Roberto Saviano e vincitore del premio per la migliore sceneggiatura all’ultimo Festival di Berlino. Insieme a lui proprio lo sceneggiatore Maurizio Braucci. E restando al cinema italiano, Un giorno all’improvviso è una delle più piacevoli sorprese di questa stagione cinematografica, con protagonista una magnifica Anna Foglietta.

Per il concorso internazionale, è la volta del potentissimo Angela, del regista colombiano Agamenon Quintero, storia di una ragazzina quindicenne la cui verginità viene venduta dalla famiglia a un ricco proprietario terriero nella Colombia degli anni Cinquanta.

A proposito di concorsi, tra i partner di quest’anno dell’Ischia Film Festival c’è anche Mini, il leggendario marchio automobilistico britannico, che proprio nella sera del 5 luglio presenta il cortometraggio Una tradizione di famiglia, piccolo film nato all’interno di MINI FILMLAB, il progetto di MINI sviluppato in partnership con OffiCine, (progetto culturale nato dalla collaborazione di Anteo e IED Istituto Europeo di Design), dedicato a giovani filmmaker, con la Supervisione Artistica del regista Silvio Soldini. MINI FILMLAB è il contenuto principale dell’attività MINI MOVES CINEMA che celebra, per il secondo anno consecutivo, la rinascita del legame tra il cinema e il brand britannico.

Una tradizione di famiglia racconta nei toni freschi e attuali quel mondo di emozioni e valori che costituisce l’essenza stessa di MINI.

Il film è ispirato a “60 years of now”, il sessantesimo anniversario dal lancio della piccola auto britannica, divenuta nel tempo un’icona tradizionalmente contemporanea. Diretto da Giuseppe Cardaci, Una tradizione di famiglia è la storia di due sorelle, che dopo la scomparsa prematura della madre, litigano in occasione del sessantesimo compleanno del padre, non sapendo se proseguire o abolire la tradizione di famiglia. Finiranno per aggiornarla in un modo buffo e irrituale. I tre protagonisti sono Matilde Gioli, di cui ricordiamo lo sfolgorante esordio ne Il Capitale Umano di Paolo Virzì, Ivano Marescotti ed Erica Del Bianco. L’appuntamento con Una tradizione di famiglia, che sarà introdotto dal regista e da Erica Del Bianco, è alle 21:25 alla Cattedrale dell’Assunta.

Venerdì 5 Luglio Piazzale delle Armi

  • Ore 20:45 “Parliamo di Cinema” con Alessandro Borghi
  • Ore 21:05 Sulla mia pelle di Alessio Cremonini
  • Ore 22:45 “Parliamo di Cinema” con Romano Montesarchio e Gaetano Di Vaio
  • Ore 23:05 So sempe chille di Romano Montesarchio
  • Cattedrale dell’Assunta
  • Ore 20:45 “Parliamo di Cinema” con Alvaro Vitali
  • Ore 21:05 Vivi la vita di Valerio Manisi
  • Ore 21:25 “Parliamo di Cinema” con Erica del Bianco e Giuseppe Cardaci
  • Ore 21:45 Una tradizione di famiglia di Giuseppe Cardaci
  • Ore 21:55 “Parliamo di Cinema” con Claudio Giovannesi e Maurizio Braucci
  • Ore 22:15 La paranza dei bambini di Claudio Giovannesi

Casa del Sole

  • Ore 20:45 “Parliamo di Cinema” con Vincenzo Caiazzo
  • Ore 20:55 Il diario di Carmela di Vincenzo Caiazzo
  • Ore 22:25 “Parliamo di Cinema” con Farhat Qazi
  • Ore 22:35 Allahu Akbar di Farhat Qazi e Farhan Alam

Carcere Borbonico

  • Ore 20:45 “Parliamo di Cinema” con Ciro D’Emilio e Fabio De Caro
  • Ore 21:00 Un giorno all’improvviso di Ciro D’Emilio
  • Ore 22:25 “Parliamo di Cinema” con Alessandro Soetje e Daniel Kihlgren
  • Ore 22:45 La nostra pietra di Alessandro Soetje

Terrazza degli Ulivi

  • Ore 21:00 “Parliamo di Cinema” con Agamenon Quintero
  • Ore 21:15 Ángela di Agamenon Quintero
  • Ore 22:50 El cuarto reino di Alex Lora Cercos e Adán Aliaga

Spider-Man: Far From Home ha anticipato l’arrivo del film su Nova?

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ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU SPIDER-MAN: FAR FROM HOME

Come sottolineato già dal titolo del film, il presupposto narrativo di Spider-Man: Far From Home è il viaggio in Europa di Peter Parker e dei suoi compagni di scuola subito dopo lo schiocco di Iron Man che ha ripristinato l’equilibrio del mondo alla fine di Avengers: Endgame. E sull’aereo che porterà i ragazzi a Venezia (prima tappa del tour), Peter inganna il tempo guardando un film nella ricca selezione di documentari disponibili, ognuno dei quali ha a che fare con un aspetto dell’universo cinematografico Marvel.

Tra questi, inquadrati velocemente dal film, figurano i titoli The Snap, Finding Wakanda, Hunting Hydra e Nova, ma la locandina di quest’ultimo non presenta nient’altro che la foto del fisico più famoso del MCU: Erik Selvig (interpretato da Stellan Skarsgård).

Che si tratti di un semplice easter egg o di un’anticipazione dell’arrivo di un film interamente dedicato a Richard Rider resta un mistero. Sappiamo che i Marvel Studios amano seminare nel corso dei loro cinecomic piccoli indizi su storie e personaggi dei fumetti, alcuni dei quali nemmeno sfruttati in futuro, ma voci sempre più insistenti trapelate lo scorso maggio danno per certo l’ingresso del supereroe (forse nella Fase 4).

A quanto pare infatti il team creativo di Kevin Feige potrebbe già essere al lavoro su uno standalone, e se ricordate era stato lo stesso presidente dello studio a rivelare che Richard Rider figurava tra i supereroi con il “potenziale più immediato” per via della sua connessione con l’universo dei Guardiani della Galassia e per gli spunti interessanti provenienti dai fumetti originali.

Dunque gli scenari possibili sono due, nel caso questa voce venisse confermata: nel primo, Gunn introdurrà Nova come eroe partecipante alle avventure nello spazio di Guardiani della Galassia Vol.3, andando a complicare le teorie circa la struttura di un film con il vecchio cast e Thor (che si è unito al team dopo Endgame), mentre nel secondo lo studio svilupperà un titolo indipendente con Rider protagonista assoluto e maggiori libertà di movimento per la trama.

Come andranno realmente le cose?

Spider-Man: Far From Home, scene inedite nel trailer finale

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Diretto ancora una volta da Jon Watts, Spider-Man: Far From Home è arrivato nelle nostre sale il 10 luglio. Confermati nel cast del film il protagonista Tom Holland nei panni di Peter Parker, Marisa Tomei in quelli di zia May e Zendaya in quelli di Michelle, Samuel L. Jackson in quelli di Nick Fury e Cobie Smulders in quelli di Maria Hill. Jake Gyllenhaal interpreterà invece Quentin Beck, aka Mysterio, uno degli antagonisti più noti dei fumetti su Spidey.

Di seguito la sinossi ufficiale: In seguito agli eventi di Avengers: Endgame, Spider-Man deve rafforzarsi per affrontare nuove minacce in un mondo che non è più quello di prima. ‘Il nostro amichevole Spider-Man di quartiere’ decide di partire per una vacanza in Europa con i suoi migliori amici Ned, MJ e con il resto del gruppo. I propositi di Peter di non indossare i panni del supereroe per alcune settimane vengono meno quando decide, a malincuore, di aiutare Nick Fury a svelare il mistero degli attacchi di creature elementali che stanno creando scompiglio in tutto il continente.

Spider-Man: Far From Home, la descrizione delle scene post credits [SPOILER]

Fonte: Comicbook

Vedova Nera: confermata l’assenza di un personaggio chiave del MCU

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Mentre si attendono conferme sulla misteriosa ambientazione dello standalone su Vedova Nera, il film targato Marvel Studios attualmente in produzione tra Regno Unito e Ungheria, sembra ufficialmente sfumata la possibilità di rivedere in azione uno dei personaggi chiave del percorso di Natasha Romanoff nel MCU. Ma di chi parliamo?

Intervistato durante il tour promozionale di Spider-Man: Far From Home (ultimo capitolo della Fase 3), Samuel L. Jackson ha dichiarato che Nick Fury non comparirà nel film con Scarlett Johansson, contrariamente alle teorie circolate in rete negli ultimi mesi:

Natasha è sempre stata la preferita di Fury perché è lui ad averla reclutata“, confessa l’attore, “Ma posso dirvi che non sono nella sua origin story, anche se è il personaggio che mi è stato più vicino in quel gruppo“.

Niente è scontato quando si tratta dell’universo cinematografico Marvel, ma se davvero le avventure in solitaria di Natasha saranno ambientate prima di Avengers: Infinity War, ci sarebbe ancora l’occasione per giocarsi la carta Fury anche solo per un piccolo cameo.

Nel tempo si sono alternate varie teorie e indiscrezioni, e una parte c’è chi pensa che il film sarà un prequel i cui eventi hanno luogo prima di Iron Man 2, dall’altra voci di corridoio suggeriscono che possa svolgersi addirittura dopo gli eventi di Captain America: Civil War, e non alla fine degli anni Novanta. Quale sarà la risposta definitiva?

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Vi ricordiamo che il film vedrà Scarlett Johansson di nuovo protagonista nei panni di Natasha Romanoff, il personaggio introdotto nel MCU da Iron Man 2. Il titolo di lavorazione è “Blue Bayou” e in regia c’è Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel.

La sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme alla Johansson ci saranno anche David Harbour, Florence Pugh, e Rachel Weisz, ma i loro ruoli non sono stati ancora rivelati.

Al momento non ci sono ulteriori aggiornamenti sul film, né sui personaggi o le direzioni della trama. Lo studio è invece determinato a mantenere la massima segretezza intorno al progetto che, come saprete, rivedrà la Johansson nei panni della spia sovietica Natasha Romanoff presumibilmente prima degli eventi che l’hanno portata a diventare un membro del team dei Vendicatori.

Vedova Nera: le teorie dei fan sul film solista

Fonte: CBM

Intervista a Luca Raffaelli: il lavoro del critico e la nuova edizione de Le anime disegnate

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Ospite alla XIV edizione del Sardinia Film Festival, Luca Raffaelli, giornalista, saggista e sceneggiatore italiano esperto di fumetti e animazione, ha presentato la nuova edizione aggiornata di Le anime disegnate, volume fondamentale per chiunque voglia approcciarsi alla storia e alla filosofia del cinema d’animazione, sia da appassionato che da addetto ai lavori.

Pubblicato inizialmente nel 1994, la nuova edizione (Tunuè) presenta un lavoro importante di integrazione con tutto ciò che è accaduto nel cinema d’animazione negli ultimi 25 anni.

Chiediamo a Luca Raffaelli: rimettendo mano a questo lavoro, sei ancora d’accordo con il te del ’94?

“Questa è la terza edizione del libro e ogni volta che l’ho aggiornato mi sono sempre trovato d’accordo con me, questo mi fa piacere sia dal punto di vista lavorativo che personale. L’idea del libro è nata durante un viaggio in Giappone, io, che non ero un amante del cinema d’animazione giapponese, ho avuto la possibilità di scoprire come quest’ultimo non fosse realizzato né con il computer né dal computer, come si diceva, e poi quanto fosse realmente amato dai giovani spettatori italiani. Era il 1985, e, negli studi d’animazione, ho visto scatole di lettere che i giapponesi non sapevano decifrare, ed erano tutte di giovani ammiratori italiani che si lamentavano del fatto che i loro genitori non gli permettessero di guardare i loro cartoni animati ed esprimevano il desiderio di andare a lavorare in Giappone a realizzarli.”

Chi oggi ha dai 30 ai 40 anni considera invece i cartoni animati giapponesi un culto, quando è accaduto che la cultura occidentale ha accolto questo nuovo modo di fare animazione?

“Gli anni ’80 sono stati pieni di articoli di giornalisti che condannavano questi prodotti dicendo che erano fatti dal computer e non a mano, per poter ipnotizzare l’attenzione dei ragazzi italiani, perché il linguaggio di questa animazione era totalmente diverso da quello che avevano visto i ragazzi della generazione precedente. Se i cartoni americani sono sempre stati sdrammatizzanti, quelli giapponesi erano invece drammatizzanti. Abbiamo avuto per la prima volta non più coniglietti o cagnolini che affrontavano la vita, ma dei ragazzi in carne e ossa che spesso si disperavano per l’incomprensione che ricevevano dal mondo e piangevano per la loro solitudine. Un cambiamento epocale. Come capita molto spesso, quando un adulto vede che i ragazzi si appassionano a qualcosa di completamente diverso rispetto a ciò che hanno amato loro, pensano che la cosa nuova sia sbagliata. Si pensa sempre che la maniera in cui siamo cresciuti noi sia la maniera giusta per crescere.”

A conclusione del blocco dedicato al cartone animato giapponese, ne Le Anime Disegnate, si legge infatti che con questo nuovo linguaggio è il cartone animato a parlare al giovane spettatore, non più il genitore.

“È stato proprio questo il grande cambiamento del cartone animato giapponese. Mentre il cartone animato americano in genere parlava ad un pubblico di famiglie, perché era destinato al cinema, dai film Warner Bros di Bugs Bunny a quelli di Topolino, fino ai classici Disney, quello giapponese era un cartone animato televisivo che si rivolgeva ai ragazzi, parlava proprio ai loro sentimenti, e questo ha rivoluzionato il linguaggio del cinema d’animazione popolare.”

Il libro è diviso in tre grandi capitoli, ognuno dei quali espone una filosofia e ha un titolo molto evocativo: Uno per Tutti, per il cinema a marchio Disney; Tutti contro Tutti, per l’animazione “anti” Disney; Tutti per Uno, infine, per l’animazione giapponese. Come sei arrivato a questa razionalizzazione dell’enorme mole di materiale con la quale ti sei confrontato?

“Quando ho deciso, di ritorno dal Giappone, nel 1985, che bisognava scrivere qualcosa su questo argomento, innanzitutto avrei dovuto documentarmi e guardare i cartoni animati che non conoscevo, per capire quel mondo. Ma mi sembrava che un libro dedicato solo a quello fosse troppo povero, così ho cercato di capire in che maniera la filosofia del prodotto giapponese fosse differente da quella americana. Così è venuta fuori la distinzione tra le tre filosofie: Uno per Tutti è perché il personaggio Disney è quello in cui noi ci identifichiamo, da Biancaneve a Cenerentola, e attraverso il quale cerchiamo di raggiungere la felicità, liberandoci dal male che ha colpito i protagonisti. Tutti contro Tutti, invece, è una visione più laica, i personaggi anti-disneyani non sanno bene dove sia la felicità, sanno invece dov’è lo scontro e lo cercano per crearsi una personalità, lo fa Bugs Bunny come lo fa Homer Simpson. In questo scontro però non c’è redenzione, non c’è possibilità di felicità eterna, fino ad arrivare alla massima espressione dell’impossibilità di raggiungere le felicità, che è rappresentata da Bojack Horseman. Invece, Tutti per Uno vede tutti i personaggi che si rivolgono allo spettatore. E proprio così era una volta, soprattutto in Giappone, dove la natalità è molto bassa, ci sono tanti figli unici e dove tutti i personaggi cercano di consolare questo bambino solitario davanti alla tv.”

Sembra quindi che il discorso sull’animazione non possa prescindere dalla Disney, anche solo per contrapposizione ad essa.

“Questo dipende da un fatto storico. La definizione delle filosofie si ha con la nascita del grande cartone animato industriale, alla fine degli anni ’20, e con l’arrivo del sonoro. La produzione d’animazione precedente è molto meno strutturata, basata sulla casualità di eventi e produzioni. La Disney, per prima, dà una filosofia alla propria produzione, non solo in senso di pensiero ma anche in senso di voler raggiungere la qualità del cinema di Serie A. Poi arrivano gli anti-Disney, e solo dopo troviamo i giapponesi con le prime produzioni televisive degli anni ’60.”

Il libro è stato pubblicato nel 1994, e nel 1995 è uscito Toy Story. Cosa hai pensato quando hai visto per la prima volta quel film?

“Innanzi tutto che finalmente l’animazione al computer aveva raggiunto quella dimensione che per anni aspettavamo. Ho l’età che mi permette di poter dire che ho cominciato a vedere le immagini generate all’interno di un computer ad una lentezza incredibile. Io ho lavorato anche con Guido Vanzetti, uno dei precursori dell’animazione al computer in Italia. Sapevamo che prima o poi si sarebbe arrivati al lungometraggio realizzato al computer, ed è formidabile come i maestri della Pixar siano riusciti a rimodulare una disneyanità in linea con la filosofia Disney ma compatibile con il rinnovamento dei tempi. Certamente non era possibile continuare a fare Biancaneve e i Sette Nani né era possibile continuare ad avere una struttura di un film in cui il cattivo rompe l’equilibrio di personaggi che sono fondamentalmente buoni. La Pixar ci ha dato prova di una capacità di sviluppare la poeticità disneyana in maniera assolutamente mirabile. Senza John Lasseter e compagni il cinema d’animazione sarebbe stato molto più povero.”

Della tua professione hai dichiarato che in te non esiste la parte di critico e la parte di appassionato, ma esiste un’unità e questa si approccia alla visione del film e poi al commento. Come fai a mantenere in equilibrio le due parti?

“Forse c’è bisogno di un allenamento per guardare le emozioni in maniera razionale, ovvero di riuscire a scandagliare quello che si sta vivendo, non solo quello che si è vissuto, in maniera da capire là dove l’emozione tradisce la razionalità, e viceversa. Bisogna cercare di avere un equilibrio, il giudizio di un film non può essere distaccato, deve esserci la parte emotiva che ti dice se il film ti dà delle emozioni o non te le vuole dare, se quindi raggiunge il suo scopo oppure no. Però le emozioni che tu vivi, nel momento in cui le stai vivendo, devono essere razionalizzate, cioè devi comprendere da che cosa provengano, cosa te le sta facendo scatenare, diciamo che è una visione anche psicoanalitica. Bisogna cercare di capire in che maniera il film può dare emozioni ad altre persone, non solo a te stesso.”

E non rischi di guardarti l’ombelico parlando in questo modo di cinema?

“No, perché non guardo me stesso, cerco sempre di riferirmi alla pellicola, tuttavia un critico non è mai lontano da se stesso. Scrive sulla base di ciò che ha ricevuto, e quello appartiene solo a lui perché ognuno elabora le emozioni che riceve dall’esterno in maniera personale. Bisogna cercare però di razionalizzare le emozioni, capirle, senza venirne sopraffatti e allo stesso tempo cercando di non difendersi troppo. Le emozioni da parte di un film devono arrivare, io stesso spesso mi commuovo guardando dei film, ma questa commozione deve essere capita. È per questo che il critico non può essere lontano dall’appassionato e l’appassionato non può essere lontano dal critico.”

Qual è invece lo stato dell’animazione in Italia, sia al cinema che in televisione?

“Ci sono dei segnali molto positivi. Quello di Mad Entertainment è uno dei segnali più importanti, è uno studio a Napoli che lavora con continuità, dopo L’Arte della Felicità ha fatto Gatta Cenerentola e adesso sta lavorando ad altri progetti (The Walking Liberty, ndr). È un fatto molto positivo che questi film ricevano premi e che continuino a lavorare. In Italia c’è la difficoltà di fare film d’animazione o serie televisive che non siano rivolte a bambini o adolescenti, perché il maggior produttore italiano del settore è la Rai che si rivolge a quel target. Credo che questo sia un bel problema, perché l’animazione ormai si rivolge ad un pubblico anche adulto, e si può permettere di trattare tutti i temi della vita, come fanno anche molti autori di cortometraggi che vanno per Festival. Sono tantissimi gli autori che fanno grande animazione ma non sono aiutati. Bisogna trovare più produttori coraggiosi che realizzano più film d’animazione anche tenendo conto che la nuova legge sul cinema offre all’animazione spazi interessanti. Esistono anche finanziamenti da parte dello Stato che prima non erano previsti. Quindi, rimbocchiamoci le maniche e cerchiamo di lavorare!”

Bisognerebbe riconoscere all’animazione il ruolo di strumento e di linguaggio, non quello di genere.

“Questo è importantissimo. Come si fa a paragonare il lavoro di autori tanto differenti nel mondo dell’animazione e metterlo tutto nella stessa categoria. Animazione è anche Persepolis, anche Valzer con Bashir, film che non hanno davvero nulla a che vedere con i film per bambini.”

Edito da Tunuè in questa nuova veste, Le anime disegnate si fregia di una bellissima copertina ad opera di Lorenzo Ceccotti, in cui la filosofia Disney e quella dell’animazione giapponese si incontrano: la mano di Topolino e quella di un mecha si stringono, su fondo bianco, un riassunto perfetto dell’interessante contenuto del volume. E, a chi accusa questa rappresentazione di essere incompleta, perché non comprende la filosofia anti-Disney, Luca Raffaelli risponde che, nella sua immaginazione, quella stretta di mano tra un topo e un robot nasconde una statuetta di Bugs Bunny.

Jeremy Renner poteva essere Hellboy nel film di Guillermo Del Toro

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Prima di essere scelto da Kathryn Bigelow come protagonista di The Hurt Locker o di vestire i panni di Occhio di Falco nei cinecomic dei Marvel Studios, la carriera di Jeremy Renner oscillava tra ruoli secondari il film indipendenti e qualche produzione hollywoodiana dimenticabile, ma a quanto pare l’attore avrebbe potuto cambiare il suo futuro  professionale interpretando Hellboy nell’adattamento di Guillermo Del Toro del 2004.

A rivelarlo è lo stesso Renner nella nuova puntata del podcast di Justin Long, Life Is Short raccontando qualche aneddoto del periodo:

Mentre leggevo la sceneggiatura non riuscivo a capire quel personaggio…Non riuscivo a connettermi ad esso, e più non trovavo un modo, più non sapevo cosa farci, quindi ho rifiutato l’opportunità.”

Al suo posto è subentrato, come saprete, Ron Perlman, recitando nel primo capitolo e nel sequel e il suo sequel del 2008, mentre nel rebbot del 2019 il demone è stato interpretato dalla star di Stranger Things, David Harbour.

Non ho nessun rimpianto per quella scelta“, dichiara Renner, che anzi si dice contento per aver deciso di andare oltre. Il discorso però cambia con Occhio di Falco, il ruolo che gli ha letteralmente rivoluzionato la vita:

“Quando mi mostrarono il personaggio pensai che fosse grandioso. Un ragazzo senza superpoteri che ha a disposizione solo un set di abilità elevate. Era qualcuno con cui potevo relazionarmi”.

Jeremy Renner: 10 cose che non sai sull’attore

Come annunciato durante il lancio della piattaforma streaming Disney +, i Marvel Studios lavoreranno ad una serie tv interamente dedicata a Occhio di Falco, con protagonista Jeremy Renner.

Il progetto, secondo quanto riportato dalle fonti, si concentrerà sulle avventure in solitaria di Clint Barton, uno dei sei Vendicatori originali, che passerà il testimone a Kate Bishop, la prima erede dell’eroe nei fumetti e membro degli Young Avengers.

La serie arriverà nel secondo anno di programmazione.

Fonte: EW

MCU: le supereroine Marvel che meriterebbero uno standalone

MCU: le supereroine Marvel che meriterebbero uno standalone

Captain Marvel e Vedova Nera potrebbero essere soltanto le apripista di un futuro cinematografico sempre più aperto alle supereroine, e i Marvel Studios sembrano intenzionati a produrre ancora standalone dedicati alle donne del MCU (come testimoniato dal film su Natasha Romanoff attualmente in fase di riprese).

Ma quali sono i personaggi che meriterebbero un cinecomic solista? Ecco qualche valida proposta:

Valchiria

Valchiria ha debuttato nel MCU lo scorso anno in Thor: Ragnarok, catturando immediatamente l’attenzione grazie alla convincente prova di Tessa Thompson e all’adattamento del personaggio attuato dagli sceneggiatori e dal regista Taika Waititi.

Guerriera disillusa e riluttante, Valchiria nascondeva un passato doloroso (di cui abbiamo avuto un accenno grazie ad un flashback che raccontava la caduta delle Valchirie per mano di Hela), e su questo potrebbe basarsi un film prequel o una serie che segue la vita precedente dell’eroina.

Jessica Jones

Ora che Netflix ha cancellato definitivamente tutte le sue serie Marvel, quante possibilità ci sono di vedere Jessica Jones al cinema? Difficile ora rispondere alla domanda, tuttavia il ritratto dell’eroina di Krysten Ritter ha convinto il pubblico e la critica grazie ad una performance straordinaria.

Di veri antieroi il MCU è quasi sprovvisto, quindi perché non puntare sull’investigatrice privata più tosta dei fumetti? Per non parlare del fatto che i suoi poteri non sono stati pienamente sfruttati dalla serie, e sarebbe interessante vederla in azione al massimo delle sue capacità.

Spider-Gwen

L’enorme successo di Spider-Man: Into the Spider-Verse potrebbe favorire l’ingresso nel MCU di personaggi come Spider-Gwen, alter ego di Spidey incarnato da Gwen Stacy, già vista nei vari adattamenti di Sam Raimi e Marc Webb.

Ora che l’idea del Multiverso sembra solleticare il futuro della Fase 4, e Far From Home ne fornirà una prova grazie a Mysterio, ci piace immaginare un universo aperto a qualsiasi soluzione dove eroine come Gwen interagiscono con i personaggi noti.

Gamora

In entrambi i capitoli di Guardiani della Galassia abbiamo sentito storie sul passato di Gamora e sul fatto che sia “la donna più spietata della galassia”, ma mai visto niente di realmente entusiasmante a riguardo. E questo la rende potenzialmente uno dei personaggi più interessanti del MCU non ancora sfruttati.

A partire dal rapporto con sua sorella Nebula, e con il padre adottivo Thanos, Gamora meriterebbe senza dubbio uno standalone, magari un prequel dove spiegare perché viene considerata una ferocissima killer e cosa l’ha portata ad unirsi ai Guardiani.

Nakia e Okoye

Nakia e Okoye sono senza dubbio uno degli elementi migliori di Black Panther, oltre che coppia d’azione fantastica, e se il MCU dovesse proseguire con l’espansione dell’universo di T’Challa queste due eroine meriterebbero uno standalone.

Si potrebbe attingere dalla storia originale di Nakia, interpretata al cinema da Lupita Nyong’o, e il suo trascorso da spia internazionale, oppure seguire gli eventi di Okoye, una delle guardie più fidate delle Dora Milaje, che combatte le minacce del Wakanda.

Scarlet Witch

Da quando l’abbiamo incontrata in Avengers: Age of Ultron (dove ha visto morire suo fratello gemello Pietro alla fine della battaglia di Sokovia) Wanda Maximoff aka Scarlet Witch è cresciuta esponenzialmente fino ad Avengers: Infinity War, tuttavia la sensazione è che il personaggio non sia ancora sfruttato al massimo delle sue potenzialità.

Con l’acquisizione dei diritti sugli X-Men da parte della Disney i Marvel Studios potrebbero ampliare la descrizione dell’eroina associandole le qualità che la rendono una dei mutanti più pericolosi sulla Terra. Da qui si aprirebbe un ventaglio di possibilità narrative riferite ai fumetti che eleverebbero Scarlet Witch in una posizione di rilievo nel MCU.

Wasp

Marvel Studios ANT-MAN AND THE WASP..Wasp/Hope van Dyne (Evangeline Lilly)..Photo: Film Frame..©Marvel Studios 2018

Dopo l’introduzione in Ant-Man, il personaggio di Wasp ha finalmente avuto l’occasione per brillare sotto i riflettori del sequel con Evangeline Lilly che ha equamente diviso la scena con il collega Paul Rudd. Il film ha funzionato, ma la sensazione è che questo personaggio meriti di più di una commedia di coppia.

L’attrice è fantastica nella parte e la combinazione di energia, combattimento e sapere scientifico la rende un’eroina con del potenziale da sfruttare al cinema. Magari in un film che prepari il suo ingresso nei Nuovi Vendicatori…

Leggi anche – MCU: 10 personaggi poco noti che vorremmo nella Fase 4

Fonte: Cinemablend

Star Wars: L’Ascesa Di Skywalker, ci sarà un epico scontro di spade laser con Rey e Kylo

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A poco più di cinque mesi dall’uscita nelle sale di Star Wars: L’Ascesa Di Skywalker sono tanti i dubbi sulla trama del film che metterà la parole fine sulla saga degli Skywalker chiudendo un ciclo iniziato nel 1977 con Episodio IV – Una nuova speranza, ma qualche anticipazione è stata fornita in questi giorni da Daisy Ridley che ha promesso ai fan un “finale splendido e soddisfacente“.

Ospite poi del podcast di Josh Horowitz Happy Sad Confused, l’attrice ha rivelato un dettaglio di ciò che vedremo sullo schermo riguardante uno degli elementi più interessanti della nuova trilogia, ovvero la speciale connessione tra il suo personaggio, Rey, e Kylo Ren, interpretato da Adam Driver.

Apparentemente schierati ai lati opposti della battaglia, i due condivideranno la scena in un momento davvero particolare che coinvolgerà anche le spade laser:

Siamo protagonisti di un epico scontro, e sono davvero felice che le foto di Vanity Fair ne abbiano mostrato un assaggio. Si tratta di una grande lotta, perché è come se fossi diventata una combattente migliore e le spade laser sembravano più leggere, quindi ci sembrava di oscillare leggeri nello spazio“.

Le immagini a cui fa riferimento la Ridley sono quelle pubblicate in esclusiva dal magazine e realizzate da Annie Leibovitz sul set, ormai tradizione della Lucasfilm da diversi anni. Uno scatto mostrava proprio Rey e Kylo ai piedi di un pianeta misterioso ricoperto dalla nebbia sfoggiando le loro rispettive armi jedi.

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Vi ricordiamo che Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia del franchise diretto da J.J. Abrams, arriverà nelle sale a dicembre 2019.

Nel cast Daisy RidleyOscar IsaacJohn BoyegaKelly Marie TranNaomi AckieJoonas Suotamo, Adam Driver, Anthony DanielsBilly Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Billie Lourd e il veterano del franchise Mark Hamill. Tra le new entry c’è Richard E. Grant.

Il ruolo di Leia Organa sarà interpretato di nuovo da Carrie Fisher, usando del girato mai visto prima da Star Wars: Il Risveglio della Forza. “Tutti noi amiamo disperatamente Carrie Fisher – ha dichiarato Abrams – Abbiamo cercato una perfetta conclusione alla saga degli Skywalker nonostante la sua assenza. Non sceglieremo mai un altra attrice per il ruolo, né mai potremmo usare la computer grafica. Con il supporto e la benedizione della figlia, Billie, abbiamo trovato il modo di onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia in Episodio IX, usando del girato mai visto che abbiamo girato insieme per Episodio VII.”

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, le teorie sul significato del titolo

Fonte: Happy Sad Confused

Chris Evans: “Il MCU risolverà tutti i dubbi su Steve Rogers e Peggy Carter”

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La creazione di timeline alternative provocata dai continui viaggi nel tempo dei personaggi è ancora uno dei temi più dibattuti dal pubblico riguardo Avengers: Endgame, capitolo del MCU nel quale si verifica l’ultima grande impresa di Captain America, ovvero tornare nel passato per restituire le gemme dell’infinito. In una di queste realtà l’eroe ritrova l’amore della sua vita, Peggy Carter mentre il “vecchio” Steve Rogers invece ricompare nel presente per cedere lo scudo a Sam Wilson, aka Falcon.

Ora, grazie a questo squarcio temporale, l’universo cinematografico ha una doppia versione del personaggio, quella congelata dopo la seconda guerra mondiale, e quella che vive con Peggy. E se ci fate caso, nella scena in cui parla con Sam, Cap indossa perfino una fede nuziale, dunque è evidente che la coppia si è sposata.

Molti dubbi e questioni rimangono però irrisolti, ma a sentire Chris Evans i fan non dovranno preoccuparsi a lungo visto che secondo l’attore i Marvel Studios e i prossimi film risponderanno ad ogni domanda sul destino di Steve e Peggy e sul legame con Sharon Carter.

State chiedendo continuità temporale, e va bene. Ma non sono sicuro di ciò che dirò…dovreste chiedere agli sceneggiatori. Capisco che ci sono un sacco di cose che i viaggi nel tempo hanno messo in discussione, ma se c’è qualcosa che ho imparato durante questi anni di lavoro con la Marvel, è che non lasciano nulla al caso. E ogni volta che ho fatto una domanda, c’è sempre stata una risposta.

Evans, ospite di un panel dell’ACE Comic-Con di Seattle, sembra aver suggerito che in qualche modo il proseguimento del MCU rimedierà ad ogni buco temporale o questione lasciata in sospeso. Sarà davvero così?

Vi ricordiamo, a proposito, che lo scorso maggio erano stato lo sceneggiatore di Endgame Christopher Markus a dire che una serie televisiva dedicata a Captain America e Peggy Carter era possibile, non escludendo un futuro sul piccolo schermo per i due personaggi riunitosi nella scena finale del film. “Forse c’è una storia da raccontare…Ci sono molti strati incorporati in Endgame e abbiamo passato tre anni a rifletterci sopra, quindi è divertente parlarne e, si spera, riempire buchi per le persone in modo che capiscano bene a cosa stiamo pensando“, aveva inoltre affermato Anthony Russo.

Forse Evans sa qualcosa e non può svelare ancora nulla?

Leggi anche – Il “vecchio” Captain America era al funerale di Peggy in Civil War?

Fonte: Cinemablend

C’era una volta a Hollywood sarà l’ultimo film di Quentin Tarantino?

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Quentin Tarantino l’aveva rivelato tre anni fa all’Hollywood Reporter: “Mi ritirerò dopo il mio decimo film“. All’epoca il regista si preparava all’uscita di The Hateful Eight, ottavo sigillo di una carriera straordinaria, lasciando così intendere che mancavano ancora due titoli per concludere il suo viaggio come autore cinematografico. Tuttavia sembra che l’addio potrebbe arrivare prima del previsto e che C’era una volta a Hollywood, la pellicola presentata a Cannes e in arrivo nelle sale americane a Luglio, segnerà il suo canto del cigno.

A suggerire questa ipotesi è lo stesso Tarantino in una recente intervista con GQ:

Se il film verrà accolto bene dal pubblico, forse non lavorerò al decimo film” ha dichiarato. “Magari mi fermerò proprio ora! Oppure mi fermerò mentre sono in fase di sviluppo. Vedremo. Credo di essere arrivato alla fine di questa strada, almeno quando si tratta di film per il cinema“.

Il regista ha poi parlato nel dettaglio di C’era una volta a Hollywood, un progetto costruito nel corso degli ultimi sei anni, che si profila come una vera e propria lettera d’amore ad un’epoca che occupa un posto speciale nella sua vita, dai sogni d’infanzia alle aspirazioni professionali future.

Per tutta la vita ho rincorso questo film, cercando di conoscere quel mondo, e ora posso finalmente fare qualcosa con tutto ciò che mi ha riempito il cervello negli ultimi 56 anni“.

Non sembra negare la possibilità di ritiro precoce neanche Brad Pitt, che nell’intervista afferma:

No, non penso che stia bluffando affatto, anzi, credo dica sul serio. Me ne lamento spesso e apertamente con lui, ma Quentin è consapevole del fatto che i registi, ad un certo punto, iniziano a perdere la bussola del loro gioco“.

La decisione di Tarantino non esclude l’uscita definitiva dal mondo del cinema, ed è lui stesso a spiegare che un domani si vede “impegnato a scrivere libri di cinema, o spettacoli teatrali, insomma attivo creativamente. Oggi penso solo di aver dato tutto ciò che dovevo dare ai film“.

Leggi anche – C’era una volta a Hollywood: Tarantino paragona il film a Pulp Fiction

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Di seguito la prima sinossi:

La storia si svolge a Los Angeles nel 1969, al culmine di quella che viene chiamata “hippy” Hollywood. I due protagonisti sono Rick Dalton (Leonardo DiCaprio), ex star di una serie televisiva western, e lo stunt di lunga data Cliff Booth (Brad Pitt). Entrambi stanno lottando per farcela in una Hollywood che non riconoscono più. Ma Rick ha un vicino di casa molto famoso…Sharon Tate.

Nel cast anche Damian LewisDakota FanningNicholas Hammond, Emile HirschLuke PerryClifton Collins Jr.Keith JeffersonTimothy Olyphant, Tim Roth, Kurt Russell Michael MadsenRumer Willis, Dreama WalkerCosta Ronin, Margaret Qualley, Madisen Beaty Victoria Pedretti. Infine Damon Herriman sarà Charles Manson.

Il film segnerà anche l’ultima apparizione cinematografica di Luke Perry, morto lo scorso 4 marzo. L’uscita nelle sale di C’era una volta a Hollywood è fissata al settembre 2019.

Ho lavorato alla sceneggiatura per cinque anni, e vissuto nella contea di Los Angeles per gran parte della mia vita, anche nel 1969, e all’epoca avevo sette anni“, ha dichiarato Tarantino. “Sono davvero felice di poter raccontare la storia di una città e di una Hollywood che non esistono più, e non potrei essere più entusiasta dei miei due attori protagonisti.

C’era una volta a Hollywood: tutto quello che sappiamo sul nuovo film di Tarantino

Fonte: GQ

Spider-Man: Far From Home, scene inedite nel trailer finale

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Spider-Man: Far From Home, scene inedite nel trailer finale

A meno di una settimana dall’uscita italiana del film, ecco arrivare online il trailer finale di Spider-Man: Far From Home (già sbarcato nei cinema americani il 2 Luglio) contenente qualche scena mai vista prima durante la campagna pubblicitaria dei Marvel Studios.

Diretto ancora una volta da Jon Watts, il cinecomic arriverà da noi il 10 Luglio. Confermati nel cast del film il protagonista Tom Holland nei panni di Peter Parker, Marisa Tomei in quelli di zia May e Zendaya in quelli di Michelle, Samuel L. Jackson in quelli di Nick Fury e Cobie Smulders in quelli di Maria Hill. Jake Gyllenhaal interpreterà invece Quentin Beck, aka Mysterio, uno degli antagonisti più noti dei fumetti su Spidey.

Le riprese del film sono durate circa tre mesi, e nella maggior parte delle foto circolate in rete abbiamo visto Peter Parker alle prese con Michelle (Zendaya). Naturalmente il film vedrà tornare anche Flash Thompson (Tony Revolori) e Ned Leeds (Jacob Batalon), gli altri compagni di scuola di Peter. Ma cosa conosciamo realmente della trama e quali teorie circolano intorno al nuovo titolo dei Marvel Studios?

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Fonte: ONE Media

La Sirenetta: trovata l’attrice che incarnerà Ariel

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La Sirenetta: trovata l’attrice che incarnerà Ariel

La cantante Halle Bailey, membro del duo Chloe x Halle, è pronta per entrare a far parte del mondo del cinema e in particolare della Disney nei panni di Ariel, protagonista de La Sirenetta.

Sebbene il regista Rob Marshall abbia passato l’ultimo paio di mesi a incontrare giovani attrice di talento, gli insider affermano che la Bailey è stata sin dall’inizio del casting in cima alla lista. “Dopo un’estesa ricerca, è stato ampiamente chiaro che Halle possiede quella rara combinazione di spirito, cuore, giovinezza, innocenza e sostanza – oltre a una gloriosa voce – tutte qualità intrinseche necessarie per interpretare questo ruolo iconico”, ha detto Marshall in un comunicato.

Bailey si unisce a un cast che include Jacob Tremblay e Awkwafina, mentre Melissa McCarthy è in trattativa per interpretare Ursula. Sappiamo che Lin-Manuel Miranda, che ha lavorato con Marshall per Il Ritorno di Mary Poppins, lavorerà alle musiche originali del film, che saranno integrate con il lavoro storico di Alan Menken, ancora una volta coinvolto nel progetto (come accaduto con Aladdin).

Il ruolo segna il debutto cinematografico per la Bailey, dopo la formazione del suo gruppo musicale Chloe x Halle con la sorella Chloe nel 2015. La coppia è diventata famosa grazie alla pubblicazione di una cover di Beyoncé su YouTube, prima che fossero scoperta dall’attuale etichetta discografica. Dalla loro scoperta, il duo ha firmato un contratto discografico con Parkwood Entertainment e ha aperto per Beyoncé nel suo tour “Lemonade”.

Gennaro Aquino, location manager, alla ricerca dei luoghi per il Pinocchio di Garrone

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Sono Gennaro Aquino e faccio il location manager”. Gentile e diretto, Aquino rappresenta una figura professionale che si sta sempre più delineando nel nostro cinema; collaboratore di Matteo Garrone, con il quale ha lavorato anche a Pinocchio, ha lavorato con moltissimi nomi prestigiosi del cinema italiano, da Mario Martone a Matteo Rovere.

Ospite al Sardinia Film Festival 2019, Aquino ha partecipato a delle masterclass in cui ha parlato del suo lavoro, situazioni che lui preferisce definire incontri “molto costruttivi per me ma anche per chi ha partecipato”, ci tiene a sottolineare: “C’erano un sacco di giovani autori invitati al festival che pensavano di annoiarsi, ma hanno capito che potevano apprendere nozioni utili anche al loro lavoro.”

Professione consolidata da sempre nel cinema anglofono, il location manager è un ruolo che sono negli ultimi anni ha assunto una forma nel panorama del cinema italiano e “in poche parole – spiega Gennaro Aquino – è quello che cerca i luoghi dove girare le scene dei film, le cosiddette location.”

Passando poi alla spiegazione pratica del suo lavoro, Aquino procede: “Ci sono diverse fasi nel corso del lavoro: la prima è quella di scouting, che avviene nella fase precedente alla preparazione del film in cui il location manager entra in contatto con il regista, la produzione e lo scenografo. Dopo degli incontri preliminari con tutti i reparti creativi del film, e dopo aver raccolto delle informazioni specifiche fondamentali, ci si arma di pazienza e di tutti i dispositivi necessari a produrre immagini. Questo è lo scouting vero e proprio. Attraverso il confronto con regista e scenografo, durante la ricerca, si delinea quello che sarà l’impianto visivo del film.”

Ma quali sono le caratteristiche necessarie per essere un bravo location manager?

“Prima di tutto la sensibilità visiva e artistica. Spesso il LM è considerata una figura che ha solo competenze tecniche, ma a mio avviso è importante che abbia una cultura artistica e architettonica, deve riuscire a capire l’epoca e il periodo storico in cui sarà ambientato il film, ma anche quando lavora ad un progetto contemporaneo, deve capire cosa si addice di più a script e alle linee direttive del regista.”

Proprio rispetto al regista con cui si confronta di volta in volta, Aquino spiega che è importante capirne le necessità e le possibilità: “Ci sono varie tipologie di registi più o meno esigenti e più o meno consapevoli di quello di cui hanno bisogno per il film, ma anche più o meno in possesso di una cultura visiva. È importante capire con chi si ha a che fare, e lo stesso vale nel rapporto con lo scenografo. Inoltre è importante da un punto di vista produttivo capire che lavoro si sta affrontando, ovvero di che tipo di budget dispone la produzione del film a cui si lavora.”

Trai suoi ultimi lavori c’è l’atteso Pinocchio di Garrone, qual è la mappa geografica del film?

“Durante la lunga gestazione del film, la ricerca della location ci aveva portati prima in Sicilia, molto a sud, perché pensavamo che potesse essere una soluzione alternativa alle tante versioni della storia realizzate. L’idea di Matteo Garrone era che fosse un on the road, in cui si cogliessero gli spostamenti paesaggistici, così come avviene nela storia di Collodi. La geografia del film si è concentrata su tre regioni. Prima la Toscana, il che ha senso anche da un punto di vista filologico, visto che Collodi rimanda all’impianto culturale di quel territorio, anche se non lo dice mai. Tutta la prima fase è stata girata nel senese. Quando poi Pinocchio comincia a seguire le sue avventure, ci spostiamo nel Lazio, e infine in Puglia. Per una serie di ragioni, anche produttive, abbiamo ambientato in Puglia la maggior parte del film. Ci siamo mossi tra quelli che io chiamo “blocco mare” e “blocco Murge”. La prima parte delle riprese sono state svolte in aree più marine, precisamente nel territorio che va dalla provincia di Bari verso il Salento, quindi Monopoli, Polignano a Mare e Ostuni, dove abbiamo girato il Paese dei Balocchi. Poi ci siamo spostati nell’Alta Murgia barese, nel territorio di tre comuni: Altamura, Gravina in Puglia e Spinazzola, dove abbiamo realizzato tutta un’altra serie di scene che portano verso il finale del film.”

Alla luce del primo trailer del film, presentato a Riccione durante le Giornate estive di Cinema, sembra che Gennaro Aquino abbia di nuovo contribuito alla realizzazione dell’ennesimo grande film del regista romano.

Pinocchio di Matteo Garrone sarà il più fedele di sempre alla storia di Collodi

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Dopo averne visto il primo trailer, presentato a Ciné – Giornate estive di Cinema di Riccione, possiamo dire che il Pinocchio di Matteo Garrone si candida ad essere uno dei titoli di maggiore interesse e richiamo dei prossimi mesi.

Seguendo il suo stile sempre personale e identificabile, il regista ha realizzato, sembra, un film che fonde alla perfezione realtà e fantasia, dimostrando di trovarsi perfettamente a suo agio in quel fiabesco che riesce ad inserire anche negli scenari più crudi e realistici.

Anche il suo approccio al materiale di Collodi è stato quindi personale e unico, nonostante gli adattamenti della storia siano numerosi e soprattutto ancora attuali, visto che sono in produzione a Hollywood almeno altri due film sul tema (un live action con Robert Downey Jr. e uno stop motion di Guillermo Del Toro).

Stando a quanto dichiarato dal location manager di Pinocchio di Garrone, Gennaro Aquino, incontrato in occasione del Sardinia Film Festival, il film sarà il più fedele ai realizzato alla storia di Collodi.

“Il risultato finale non lo conosco ancora, ma l’intento è quello di rimanere fedeli a Collodi – ha dichiarato Aquino – a differenza delle altre produzioni cinematografiche. Mi riferisco principalmente allo sceneggiato televisivo di Comencini, ma anche ad altre versioni, italiane e non. Ad esempio, per la prima volta Pinocchio resta burattino dall’inizio alla fine del racconto, e diventa bambini solo nel finale. Un altro elemento di fedeltà è stato quello di mantenere intatte tutte le figure antropomorfe dell’originale, ad esempio il Gatto e la Volpe hanno sembianze animalesche, ma anche i mastini/carabinieri, o il gorilla/giudice e i dottori/uccelli. Tutto ciò che aveva connotati antropomorfi nel racconto, li avrà anche nel film.”

Stando a quanto visto nel primo trailer del film, questa scelta sembra premiare tutto l’impegno e l’immaginario visivo di Garrone e della sua squadra.

Pinocchio: il primo trailer del film di Matteo Garrone

PINOCCHIO, una coproduzione internazionale Italia/Francia, è prodotto da Archimede con Rai Cinema e Le Pacte, con Recorded Picture Company, in associazione con Leone Film Group, con il contributo del MiBAC – Direzione Generale Cinema – e di Eurimages, in associazione con Unipol Banca, con il sostegno di Regione Toscana – Toscana Promozione. Le vendite internazionali sono curate da HanWay Films. Il film sarà distribuito in Italia da 01 Distribution e in Francia da Le Pacte.

Le riprese del film sono iniziate lo scorso 18 marzo e proseguiranno tra Toscana, Lazio e Puglia per un totale di 11 settimane. Il film è scritto e diretto da Matteo Garrone  che si avvale della stessa squadra che lo ha seguito in Dogman: fotografia di Nicolaj Bruel, scenografie di Dimitri Capuani, costumi di Massimo Cantini Parrini, montaggio di Marco Spoletini, suono di Maricetta Lombardo. Al Prosthetic make up ci saranno i francesi Coulier Creatures SFX, mentre gli effetti speciali saranno eseguiti da One of Us.

Di seguito tutto il cast al completo:

Pinocchio Federico Ielapi
Geppetto Roberto Benigni
Mangiafuoco Gigi Proietti
Gatto Rocco Papaleo
Volpe Massimo Ceccherini
Fata adulta Matilda De Angelis
Fatina bambina Alida Baldari Calabria
Lucignolo Alessio Di Domenicantonio
Lumaca Maria Pia Timo
Grillo parlante Davide Marotta
Mastro Ciliegia Paolo Graziosi
Civetta Gianfranco Gallo
Corvo Massimiliano Gallo
Pappagallo Marcello Fonte
Gorilla Teco Celio
Faina Enzo Vetrano
Omino di burro Nino Scardina

Pinocchio: il primo trailer del film di Matteo Garrone

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Pinocchio: il primo trailer del film di Matteo Garrone

In occasione di Ciné – Giornate estive di Cinema, 01 Distribution ha presentato il primo trailer di Pinocchio, il nuovo film di Matteo Garrone, con Roberto Benigni nei panni di Geppetto. Eccolo a seguire:

Il regista, reduce dal travolgente successo ai Premi David di Donatello 2019, dove il suo Dogman ha conquistato nove premi, è tornato subito al lavoro al suo nuovo ambizioso progetto che vede Roberto Benigni di nuovo alle prese con il burattino di Collodi, questa volta nei panni di Geppetto.

Pinocchio, una coproduzione internazionale Italia/Francia, è prodotto da Archimede con Rai Cinema e Le Pacte, con Recorded Picture Company, in associazione con Leone Film Group, con il contributo del MiBAC – Direzione Generale Cinema – e di Eurimages, in associazione con Unipol Banca, con il sostegno di Regione Toscana – Toscana Promozione. Le vendite internazionali sono curate da HanWay Films. Il film sarà distribuito in Italia da 01 Distribution e in Francia da Le Pacte.

Le riprese del film sono iniziate lo scorso 18 marzo e proseguiranno tra Toscana, Lazio e Puglia per un totale di 11 settimane. Il film è scritto e diretto da Matteo Garrone  che si avvale della stessa squadra che lo ha seguito in Dogman: fotografia di Nicolaj Bruel, scenografie di Dimitri Capuani, costumi di Massimo Cantini Parrini, montaggio di Marco Spoletini, suono di Maricetta Lombardo. Al Prosthetic make up ci saranno i francesi Coulier Creatures SFX, mentre gli effetti speciali saranno eseguiti da One of Us.

Di seguito tutto il cast al completo:

  • Pinocchio Federico Ielapi
  • Geppetto Roberto Benigni
  • Mangiafuoco Gigi Proietti
  • Gatto Rocco Papaleo
  • Volpe Massimo Ceccherini
  • Fata adulta Matilda De Angelis
  • Fatina bambina Alida Baldari Calabria
  • Lucignolo Alessio Di Domenicantonio
  • Lumaca Maria Pia Timo
  • Grillo parlante Davide Marotta
  • Mastro Ciliegia Paolo Graziosi
  • Civetta Gianfranco Gallo
  • Corvo Massimiliano Gallo
  • Pappagallo Marcello Fonte
  • Gorilla Teco Celio
  • Faina Enzo Vetrano
  • Omino di burro Nino Scardina

Diabolik: Luca Marinelli, Miriam Leone e Valerio Mastandrea nel cast

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Dopo le voci che si sono susseguite nelle ultime settimane, è stato confermato che il cast del film su Diabolik, diretto dai Manetti Bros, sarà composto da Luca Marinelli, Miriam Leone e Valerio Mastandrea, che rispettivamente saranno il protagonista, Eva Kant e Ginko.

La notizia arriva direttamente da Ciné – Giornate estive di Cinema. Il film sarà girato anche a Triste ed è stato definito un “film oscuramente romantico“.

Lo scorso maggio, lo sceneggiatore del film Michelangelo La Neve, ha dichiarato: “Il nostro approccio è stato quello di studiare il personaggio del fumetto, capirlo e non tradirlo fino in fondo. Cercare di raccontare questo, prima di tutto, e per questo siamo riusciti ad arrivare a raccontare Diabolik. È un’icona e non bisogna avere l’arroganza di tradirlo, ma è necessario usare i meccanismi del cinema per portarlo sul grande schermo. Nella seconda parte del film, ci siamo basati principalmente sul numero tre, dove si racconta l’incontro tra Eva e Diabolik.”

Sembra quindi essere confermato che il film si concentrerà principalmente sulla storia d’amore dei due protagonisti.

Personaggi come proprietà intellettuali: fumetto al cinema, web e tv – Dampyr, Diabolik, Dragonero

Ischia Film Festival, Luca Argentero: “Dopo un supereroe, sarò un genio e un dottore”

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Quarta giornata della diciassettesima edizione dell’Ischia Film Festival, all’insegna di Luca Argentero che accompagna Copperman, il film di Eros Puglielli in cui interpreta un supereroe molto speciale.

Un film che arriva in un momento molto particolare della sua carriera “Ho compiuto quarant’anni, sono a un punto in cui cambiano I ruoli perché cambia la percezione di te. Nonostante io, come tutti, rimanga ancorato alla versione migliore di te. In questo senso, la storia di Copperman è capitata nel momento migliore nella mia vita, perché sono ancora affezionato al bambino che c’è in me, ma sono anche consapevole di essere diventato adulto, ormai i capelli iniziano a imbiancarsi. Probabilmente per questo sono riuscito a entrare nel mondo di Anselmo, che un vero superpotere non ce l’ha, se non la sua diversità. Copperman, pur nella sua dimensione fantastica, è un film per cui ci siamo tutti dovuti confrontare con la realtà, è una storia che parla di autismo, su cui abbiamo fatto tante ricerche, aiutati da un’associazione, scoprendo che è una condizione che ha tantissimi livelli di lettura. E proprio questo mi ha permesso di guardare il mondo attraverso un diverso punto di vista”. Dopo Copperman, Argentero non si è certo riposato, anzi, la sua agenda è fittissima. “Mi sono ritrovato con una parrucca lunga fino al sedere e in costumi del Quattrocento trasformato in Leonardo Da Vinci in un film prodotto da Sky che sarà al cinema il 26 settembre. Poi circondato da quattro donne, in un bellissimo ruolo da comprimario, nel nuovo film di Michela Andreozzi. E per la prima volta farò una serie, in cui vestirò i panni del medico. Dopo essere stato un supereroe, che era il mio sogno da attore, adesso inizieranno altre sfide, e questa è una di quelle. Spero che fra un paio d’anni mi fermino per strada per chiedermi un parere!

Una sfida è stata quella di Aitana Serrallet, sedici anni da compiere, regista di Bosa, cortometraggio che racconta una storia di migrazioni e di amicizia. Forse un record mondiale per un festival, e la giovane esordiente spagnola, oltre che a essere un talento, ha le idee molto chiare. “Ho fatto un corso di cinema a scuola, sapevo che era una mia passione, quando ho pensato a questa storia ho fatto tutto quello che dovevo per realizzarla e poi ho iniziato a mandarla ai festival. È l’inizio, ma sono sicura che è questo che voglio fare nella vita”.

Un film molto speciale, come lo è stato nella sua genesi e nel suo percorso  Rwanda, di Riccardo Salvetti, nato da un testo teatrale di Marco Cortesi e Mara Moschini, tutti e tre presenti a Ischia, città numero 98 in cui il film fa tappa da quando ha iniziato il suo percorso. Un film che racconta “del massacro dei tutsi del 1994, una storia che ci siamo accorti essere stata dimenticata” ha detto al pubblico la Moschini. Film in concorso nella sezione Location Negata “una scelta perfetta” ha detto il regista “perché ci siamo dovuti inventare l’Africa in Emilia Romagna”.

Ieri è stata anche la volta di Costanza Quatriglio, regista che con le sue opere accompagna l’Ischia Film Festival dalla prima edizione. Alla diciassettesima è venuta con Sembra mio figlio, film vincitore del Ciak d’oro e del Nastro d’argento. Un film che arriva da lontano. “Durante le riprese del mio documentario Il mondo addosso, nel 2005, ho conosciuto un giovane afgano, Jan Azad, che desiderava trovare e conoscere la sua famiglia. Sogno che ha coronato qualche anno dopo, un lungo viaggio alla ricerca delle sue origini, che è anche il viaggio che ho fatto con questo film”.

Una sera di viaggi all’Ischia Film Festival che si era aperta raccontando nella maniera ideale. Raccontando il porto di Napoli, nel cortometraggio di Aldo Zappalà Ogni nave ha bisogno di un porto. Segno che il cinema non succede mai per caso.

Bucky: 10 cose sull’eroe che il MCU non ha rivelato

Bucky: 10 cose sull’eroe che il MCU non ha rivelato

Introdotto nel MCU in Captain America: Il Primo Vendicatore e interpretato da Sebastian Stan che ha poi ripreso il ruolo in Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War e Avengers: Infinity War, Bucky Barnes è uno dei personaggi più amati dai fan.

Creato da Joe Simon e Jack Kirby, il Soldato d’Inverno debuttò in Captain America Comics (Vol. 1) nel 1941 come braccio destro di Steve Rogers e al cinema presenta diverse differenze rispetto alla controparte dei fumetti.

Ecco allora di seguito tutte le cose lasciate fuori dal MCU:

È stato la spalla di Batman

the batman

È raro vedere personaggi Marvel e DC insieme sulla stessa pagina, ma quando questo succede si tratta sempre di scontri testa a testa e non di collaborazioni.

Uno di quei rari casi risale al 1996 con il crossover Batman/Captain America, nelle realtà alternativa di Elseworld durante la seconda guerra mondiale dove Batman e il suo fedele compagno Robin incrociano la strada di Steve e Bucky.

Solo per il gusto di farlo, i due supereroi leader decidono di scambiare i rispettivi compagni per un giorno, ma inspiegabilmente, Bucky muore nelle pagine seguenti.

Il revival di Ed Brubaker

Come accennato sopra, Bucky Barnes ha lasciato la Marvel dopo la sua morte per un breve periodo, sorte di cui si occuperà in seguito Ed Brubaker con i suoi fumetti su Captain America.

Lo scrittore, cresciuto amando il personaggio sul quale produsse una fanfiction in cui veniva catturato dai sovietici, desiderò rendergli giustizia riportandolo in vita e facendolo diventare ciò che è oggi.

Ha distrutto il Tesseract

Il cubo cosmico è stato presentato nel MCU semplicemente come Tesseract, uno degli oggetti più potenti dell’universo e fondamentale ai fini della trama culminata in Infinity War. Nei fumetti però (Captain America vol. 5, #14), vediamo Bucky mentre lo distrugge.

Successivamente Steve Rogers, convinto che in lui ci fosse ancora traccia del suo amico (e non solo il Soldato d’Inverno post-lavaggio del cervello), usa il cubo per ripristinare la memoria di Bucky, e l’idea funziona.

Armi speciali

Da quando è stato reintrodotto ai lettori di fumetti come Soldato D’Inverno, Bucky ha mostrato tutte le sue abilità nel maneggiare le armi, tra cui pistole, granate, fucili e altri oggetti da lui progettati.

Inoltre le sue armi hanno sensori palmari esplosivi. il che significa che se qualcun altro volesse provare a usarle, non ci riuscirebbe perché queste esploderebbero immediatamente. L’impronta del loro padrone non corrisponde…

Ha addestrato Vedova Nera

Quando Ed Brubaker riavviò la figura di Bucky per i fumetti Marvel, versione che ha ispirato maggiormente il MCU, sono aumentati i legami del personaggio con la Russia e la Stanza Rossa. Questi due nomi vi ricordano qualcosa?

Ebbene si, nelle pagine della Marvel Comics Bucky ha addestrato Vedova Nera, stringendo perfino una relazione sentimentale con la spia.

Il passato con Wolverine

Il passato di Bucky Barners annovera anche l’incontro con Wolverine, subito dopo la fuga del mutante dalla Weapon X. Senza saperlo, il Soldato D’Inverno ha aiutato Logan molte volte,  senza che lui scoprisse che era stato proprio Bucky ad uccidere sua moglie, Itsu.

La lunga lista di omicidi

È stato chiarito fin dall’inizio che nel MCU Bucky Barnes viene sfruttato dall’ HYDRA per molti decenni come un assassino letale, dopo che l’organizzazione segreta lo aveva sottoposto al lavaggio del cervello.

Tuttavia c’è un dettaglio tenuto fuori dai film, ovvero la lunga lista di omicidi commessi che ammonta a 100 vittime uccise nel corso di 70 anni.

La versione di Arnie Roth

Le origini di Bucky Barners nel MCU hanno attinto a vari dettagli dell’originale, rubando diversi elementi dalla rilettura di Earth-616 in cui Capitan America ritrova l’amico Arnie Roth che l’aveva difeso quando era stato vittima di bullismo a Brooklyn.

Nei fumetti era molto più giovane

sebastian stan

Come successo a tanti personaggi dei fumetti tradotti sul grande schermo, le storie di origine possono subire dei cambiamenti, e nel caso di Bucky, il suo debutto è leggermente diverso da quello del MCU.

La sua controparte originale era infatti molto più giovane della versione di Sebastian Stan, addirittura adolescente quando si unì a Steve Rogers come suo aiutante.

Morto per decenni

Raramente la “morte” viene presa sul serio nei fumetti, dal momento che ci si aspetta sempre che i personaggi vengano resuscitati in qualche modo. Ma nel caso di Bucky, gli autori avevano hanno esposto la cosiddetta “clausola” che diceva che fra tutti, solo Bucky Barnes, Jason Todd o lo zio Ben non sarebbero “sopravvissuti”.

Ironia della sorte, sia Jason Todd che Bucky Barnes sono stati riportati in vita nel 2006 entrambi come assassini armati di pistola.

Fonte: Screenrant

Bond 25: Dan Romer comporrà le musiche originali

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Bond 25: Dan Romer comporrà le musiche originali

Sarà Dan Romer il compositore della colonna sonora originale di Bond 25, nuovo capitolo del franchise attualmente in produzione e affidato alla regia di Cary Joji Fukunaga, con il quale il musicista aveva già collaborato nella serie di Netflix Maniac e Beasts of No Nation.

A quanto pare Romer è riuscito a scalzare nella lista di possibili candidati il vincitore dell’Oscar Justin Hurwitz e il veterano della saga di James Bond David Arnold, autore – tra gli altri – della soundtrack di Casino Royale e Quantum of Solace.

Come annunciato lo scorso aprile, la MGM ha assunto Phoebe Waller-Bridge per “ravvivare” lo script di Bond 25 sotto speciale richiesta di Daniel Craig, grande fan di Fleabag e Killing Eve, le due serie prodotte e scritte dall’attrice. Era dal 1963 (l’ultima fu Johanna Hardwood con Dr. NoFrom Russia With Love) che la casa di produzione non assumeva una donna per dare voce ai personaggi del franchise, una scelta oggi più che mai “rilevante”.

Vi ricordiamo che insieme a Craig figureranno anche Ralph Fiennes (M), Naomie Harris (Eve Moneypenny), Ben Whishaw (Q), Lea Seydoux (Dr. Madeleine Swann), Rory Kinnear (Bill Tanner) e Jeffrey Wright (Felix Leiter). Le new entry del cast sono invece Rami Malek, Billy Magnussen, Lashana Lynch e Ana de Armas.

Una parte importante delle riprese si terrà nella città di Matera, capitale europea della cultura per 2019, fornendo l’ambientazione perfetta per quella che dovrebbe diventare la sequenza d’azione del prologo, simile al segmento di apertura di Spectre a Città del Messico durante le celebrazioni del Giorno dei Morti.

Bond 25: trapelati nuovi dettagli sulla trama

Fonte: Indiewire

La famosa invasione degli orsi in Sicilia presentato ad Alice nella Città

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Dopo lo straordinario successo della scorsa edizione, Alice nella città è pronta a ripartire per la nuova edizione ed ha scelto di annunciare, in occasione di Ciné, il primo titolo italiano in concorso quest’anno.

La famosa invasione degli orsi in Sicilia di Lorenzo Mattotti, tratto dall’omonimo romanzo di Dino Buzzati edito da Arnoldo Mondadori Editore, è prodotto da Indigo Film con Rai Cinema, Prima Linea Productions, Pathé, France 3 Cinema e uscirà nelle sale italiane con Bim Distribuzione.

A prestare le voci ai protagonisti del film un cast d’eccezione formato, tra gli altri, da: Toni Servillo, Antonio Albanese e Corrado Guzzanti e con la partecipazione straordinaria di Andrea Camilleri.

Il film racconta la storia di Leonzio, il Re degli orsi, che, nel tentativo di ritrovare il figlio da tempo perduto e di sopravvivere ai rigori di un terribile inverno, decide di condurre il suo popolo dalle montagne fino alla pianura, dove vivono gli uomini. Grazie al suo esercito e all’aiuto di un mago, riuscirà a sconfiggere il malvagio Granduca e a trovare finalmente il figlio Tonio. Ben presto, però, Re Leonzio si renderà conto che gli orsi non sono fatti per vivere nella terra degli uomini.

La famosa invasione degli Orsi in Sicilia, recensione

Mattotti sarà inoltre protagonista al Festival di una Masterclass aperta al pubblico e in particolare agli studenti delle scuole di cinema.

Per noi il film di Mattotti è più di una premiere è un progetto” dichiarano Fabia Bettini e Gianluca Giannelli, “Alice è uno start, dal festival partirà un percorso che accompagnerà il film in occasione dell’uscita sala e si snoderà durante l’anno a cavallo tra letteratura e cinema tra proiezioni, letture ed incontri con le scuole”.

Alice nella Città inoltre prosegue la collaborazione con Moviement e ha realizzato, grazie al supporto del Mibac, delle associazioni di categoria Anica, Anec , Anem, e di tutti gli attori in campo, una card personalizzata che permetterà agli studenti che hanno seguito tutto il percorso formativo promosso da Alice  – Seminare Domande, di accedere con il biglietto ridotto a tutte le proiezioni estive a partire da ora fino a settembre. Un modo per premiare e per incentivare e supportare i ragazzi appassionati e amanti del cinema ad andare in sala anche in estate.

Phillip Noyce al Cinecocktail: Porto al cinema la guerra e la storia d’amore tra i miei genitori

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Ha ricevuto il Taormina Arte Award, il regista e produttore australiano Phillip Noyce, protagonista del CineCocktail condotto dalla giornalista Claudia Catalli al Taormina Film Fest. “Un onore avere ospite dei nostri speciali incontri di cinema un pezzo della storia del cinema hollywoodiano come Noyce, ringraziato ieri anche da Nicole Kidman per averla scelta, appena diciottenne, per il suo Ore 10: Calma Piatta”, dichiara Catalli in apertura del CineCocktail.

Al Taormina Film Festival il cineasta presenta il film in concorso Show Me What You Got, di cui è produttore esecutivo. “Questo film è il debutto alla regia della già acclamata Direttore della Fotografia Svetlana Cvetko, e la prova che solo le donne oggi possono portare sullo schermo un’opera così unica, speciale, che parla di un amore non convenzionale. Era ora che Hollywood si accorgesse delle donne”.

Sorseggiando un cocktail all’Hotel Metropole di Taormina, il regista si lascia andare sulle novità riguardo al suo nuovo progetto Rats of Tobruk: “L’idea è nata quando ho ritrovato dei diari personali di mio padre, che partì per la guerra in Libia otto ore dopo aver conosciuto mia madre. Nel film racconterò quella guerra tra tedeschi, australiani e italiani – ma, giuro, nessun italiano morirà – e anche una incredibile storia d’amore. Mio padre è tornato dalla guerra due anni e mezzo dopo, e i miei sono stati insieme per 65 anni”.

Prende la parola la regista Svetlana Cvetko, il cui film è una sorta di Jules et Jim contemporaneo senza frontiere. “Mi piaceva raccontare come, nelle problematiche di oggi, tra dramma dei migranti e paura di attacchi terroristici, potesse scoccare una scintilla di amore travolgente e passionale tra tre ragazzi, Christine, Nassim e Marcello”.

Ad interpretarli, un trio di giovani attori italiani trapiantati a Los Angeles: Cristina Rambaldi, Mattia Minasi e Neyssan Falahi. Presenti al CineCocktail anche gli attori Pietro Genuardi, Giusy Frallonardo e la vincitrice di due premi César Anne Brochet.

Knives Out: trailer del film all stars diretto da Rian Johnson

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Knives Out: trailer del film all stars diretto da Rian Johnson

Lionsgate ha diffuso il primo trailer di Cena con delitto – Knives Out, il nuovo film diretto da Rian Johnson (Star Wars: Gli Ultimi Jedi), descritto come un moderno giallo deduttivo.

Dopo la morte del celebre romanziere Harlan Thrombey, avvenuta in circostanze misteriose poco dopo il suo 85esimo compleanno, il detective Benoît Blanc viene ingaggiato per scoprire l’assassino. Blanc avrà a che fare con la famiglia disfunzionale del defunto, dove tutti hanno un movente tra bugie e depistaggi.

Nel cast all stars del film compaiono Daniel Craig, Chris Evans, Ana de Armas, Jamie Lee Curtis, Toni Collette, Don Johnson, Michael Shannon, Lakeith Stanfield, Katherine Langford, Jaeden Martell e Christopher Plummer.

Tom Holland rivela il suo soprannome per Robert Downey Jr.

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Tom Holland rivela il suo soprannome per Robert Downey Jr.

Chi ha visto i film del MCU sa che il rapporto tra Tony Stark e Peter Parker ha un po’ sostituito quella che, nei fumetti e al cinema, è la dinamica padre-figlio instaurata dal giovane supereroe con lo zio Ben. Allo stesso modo, in Avengers: Endgame, Peter si confronta con la morte del suo mentore ed è chiamato ad affrontare il futuro senza una figura chiave per il suo percorso di realizzazione personale (e come abbiamo visto nel trailer di Far From Home, superare il lutto non sarà affatto facile).

Allo stesso modo sembra che anche i loro interpreti Tom Holland e Robert Downey Jr. abbiano instaurato un legame speciale sul set, talmente stretto da permettere al più giovane dei due di dare un soprannome al collega (con cui ha registrato il suo numero di telefono).

A rivelarlo è stato Holland sul red carpet di Spider-Man: Far From Home, l’ultimo capitolo della Fase 3 in uscita nelle sale tra pochi giorni:

Nel mio cellulare è il Padrino. Sì, c’è scritto RDJ The Godfather.

Non poteva esserci soprannome migliore per l’icona del MCU, nonché primo supereroe dell’universo cinematografico.

Leggi anche – Spider-Man: Far From Home, Tom Holland rivela uno spoiler su Mysterio e gli Elementali

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Diretto ancora una volta da Jon Watts, Spider-Man: Far From home arriverà nei cinema il 10 luglio. Confermati nel cast del film il protagonista Tom Holland nei panni di Peter Parker, Marisa Tomei in quelli di zia May e Zendaya in quelli di Michelle, Samuel L. Jackson in quelli di Nick Fury e Cobie Smulders in quelli di Maria Hill.

Le riprese del film sono durate circa tre mesi, e nella maggior parte delle foto circolate in rete abbiamo visto Peter Parker alle prese con Michelle. Naturalmente il film vedrà tornare anche Flash Thompson (Tony Revolori) e Ned Leeds (Jacob Batalon), gli altri compagni di scuola di Peter. Ma cosa conosciamo realmente della trama e quali teorie circolano intorno al nuovo titolo dei Marvel Studios?

Fonte: Marvel

Il Re Leone: gli splendidi ritratti di Entertainment Weekly

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Il Re Leone: gli splendidi ritratti di Entertainment Weekly

Entertainment Weekly ha diffuso gli splendidi ritratti del Il Re Leone, in cui vediamo i personaggi principali del film confrontarsi con gli attori che danno loro la voce nell’adattamento in live action diretto da John Favreau.

Potete vederli di seguito:

A seguire, ecco una nuova featurette dal film Disney:

Il Re Leone: recensione del nuovo live action Disney

Basato su una sceneggiatura scritta da Jeff Nathanson, il film è stato realizzato con le stesse tecniche di animazione computerizzata utilizzare per portare alla luce Il Libro della Giungla (2016). Jon Favreau, che dirige anche questo secondo live action Disney, dovrà questa volta affrontare una sfida in più, visto che in questo caso non ci sarà nessun personaggio umano su cui basare le inquadrature e le scene.

Nel cast de Il Re Leone figurano Donald Glover, nel ruolo di Simba, e James Earl Jones, che torna a essere MufasaSeth Rogen e Billy Eichner doppieranno Pumba e Timon. Nel cast anche John Kani, visto in Civil War, che darà voce a Rafiki e Alfre Woodard, che sarà Sarabi. Chiwetel Ejiofor sarà Scar.

Il Re Leone: il trailer del film Disney

Breaking Bad: Aaron Paul e Bryan Cranston alimentano le voci sulla reunion con un’altra foto

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Aaron Paul e Bryan Cranston sanno come alimentare le aspettative dei fan di Breaking Bad, e quanto pare ogni voce su una possibile reunion di Jesse Pinkman e Walter White nel film-sequel sembrerebbe fondata.

Così, dopo le immagini pubblicate qualche giorno fa su Twitter e Instagram, gli attori hanno replicato con questa foto che trovate qui sotto e che li mostra finalmente insieme mentre camminano a piedi nudi su un torrente.

Cosa avranno voluto dire? E quel “Sooner” è presagio di una futura reunion oppure soltanto una crudele strategia di marketing per promuovere il film?

https://twitter.com/aaronpaul_8/status/1146101798211473409?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1146101798211473409&ref_url=https%3A%2F%2Fcomicbook.com%2Ftv-shows%2F2019%2F07%2F02%2Fbreaking-bad-bryan-cranston-aaron-paul-movie-tease%2F

Breaking Bad: 10 cose che non sai sulla serie

Chi conosce gli eventi dello show creato da Vince Gilligan sa che il personaggio interpretato da Cranston muore nell’ultimo episodio,  quindi resta da capire in che modo potrebbe tornare in azione.

Tempo fa lo stesso Cranston si era detto disponibile a comparire nel film, sebbene all’epoca non conoscesse i dettagli:

Mi faranno vedere su una lapide o qualcosa del genere? Non ne ho idea, non ho ancora letto né visto una sceneggiatura. Presumo che stia succedendo qualcosa, o forse no. Ma certo che mi piacerebbe fare un film di Breaking Bad. Non ora, perché sono impegnato con uno spettacolo a Broadway, almeno fino marzo….poi chissà“.

Sul progetto si sa ancora poco, tranne il fatto che Gilligan scriverà la sceneggiatura e figurerà nelle vesti di produttore esecutivo. È anche probabile che alla fine dei giochi assumerà il comando dell’operazione dirigendo il film. Per quanto riguarda le riprese, sembra che il set sia pronto a partire già nelle prossime settimane in New Mexico.

Va ricordato che questo speciale lungometraggio di due ore di Breaking Bad segna il primo titolo di Gilligan in seguito al nuovo accordo triennale firmato a luglio con Sony TV. Le fonti parlano di un contratto da 50 milioni di dollari che fa affiancare la figura del produttore a nomi del calibro di Shonda Rhimes e Ryan Murphy.

Comic-Con 2019: in arrivo la reunion degli Avengers?

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Comic-Con 2019: in arrivo la reunion degli Avengers?

Dopo un anno di assenza i Marvel Studios hanno confermato la loro presenza al Comic-Con che si terrà a San Diego dal 18 al 21 Luglio, e le aspettative sono ovviamente alle stelle, considerando l’uscita di Spider-Man: Far From Home (film conclusivo della Fase 3) e il possibile annuncio dei nuovi progetti della Fase 4.

Come riportato da Deadline, Anthony e Joe Russo (registi di Avengers: Endgame, Infinity War, Civil War e The Winter Soldier) saranno protagonisti di un panel venerdì 19 luglio nella Sala H in cui si parlerà di Endgame e dei loro piani futuri con lo studio di produzione indipendente, moderato dal caporedattore di Collider Steven Weintraub.

Diverse voci però suggeriscono che sul palco del Comic-Con potrebbe arrivare anche una reunion dei Vendicatori con la presenza di alcuni attori lo stesso venerdì oppure sabato sera, sempre in concomitanza del panel Marvel. Ovviamente si tratterebbe di una sorta di cerimoniale di addio per festeggiare i primi dieci anni di MCU con i volti più rappresentativi del franchise.

Un momenti simile si era verificato nel 2010, con l’intero cast di The Avengers (quindi Robert Downey Jr, Chris Evans, Scarlett Johansson, Mark Ruffalo, Chris Hemsworth, Jeremy Renner, Samuel L. Jackson e Clark Gregg) e l’annuncio ufficiale del film che sarebbe uscito in sala due anni dopo.

Sarà davvero così? Possiamo aspettarci l’ingresso nella sala H degli original six?

Qui sotto invece trovate il tweet “misterioso” dei Russo con un dettaglio del logo del Comic-Con.

https://twitter.com/Russo_Brothers/status/1146097334108880896

Leggi anche – Marvel Studios: 10 annunci che vorremmo sentire al Comic-Con

Fonte: Deadline

The Flash: Andy Muschietti in trattative per dirigere il film con Ezra Miller

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Dopo i due capitoli di IT la nuova avventura cinematografica di Andy Muschietti potrebbe essere The Flash, lo standalone dedicato a Barry Allen che vedrà protagonista Ezra Miller dopo le apparizioni in Batman v Superman e Justice League: come riportato dall’Hollywood Reporter infatti, il regista sarebbe ora in trattative con la Warner Bros. per dirigere il cinecomic al posto di Jonathan Goldstein e John Francis Daley, che a quanto pare hanno definitivamente lasciato il progetto.

La notizia arriva a pochi giorni dall’ultimo aggiornamento di Variety, secondo cui le riprese inizieranno non prima della fine della produzione di Animali Fantastici 3, film a cui Miller è legato da contratto e che uscirà nelle sale il 12 novembre 2021.

Per quanto riguarda lo sviluppo di The Flash, lo studio metterà da parte sia la sceneggiatura completata da Goldstein e Daley, sia lo script rivisto da Miller insieme all’autore di fumetti Grant Morrison. Al loro posto ci sarà invece Christina Hodson, che aveva già curato le storie di Bumblebee e dell’altro titolo DC in cantiere, Birds of Prey con Margot Robbie.

L’Hollywood Reporter spiega inoltre che l’uscita di scena dei due registi è stata volontaria ma motivata da differenze creative inconciliabili con gli obiettivi della produzione.

The Flash: possibili indizi su trama, villain e cast del film

Kiersey Clemons ha recentemente confermato che tornerà nei panni di Iris West dopo che la sua scena era stata tagliata da Justice League. Dunque sembrerebbe che la Warner bros. abbia grandi progetti per lei nello standalone.  E come riportato nei mesi scorsi, anche Billy Crudup tornerà per interpretare Henry Allen, personaggio introdotto in Justice League.

Recenti dichiarazioni di Miller sembrano anticipare l’arrivo di un nuovo universo in casa DC, proprio a partire dal cinecomic:

Ne stiamo parlando e l’intenzione è scatenare un intero nuovo universo, non solo il multiverso DC, ma il multiverso dello speedster. E gli speedster sono quelli che connettono tutti i pezzi disparati di esso. Sarà un mondo con tutti gli stessi personaggi e storie diverse con realtà diverse, eroi diversi e versioni differenti di personaggi. E gli speedster sono quelli che si muovono attraverso tutto questo.

Fonte: THR