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The Informer, il regista Andrea Di Stefano parla del film

The Informer, il regista Andrea Di Stefano parla del film

In arrivo al cinema a partire dal 17 ottobre, il film The Informer – Tre secondi per sopravvivere è il nuovo lungometraggio internazionale del regista italiano Andrea Di Stefano, già autore nel 2014 del film Escobar, con protagonista il premio Oscar Benicio Del Toro. Il lungometraggio, basato sul romanzo Tre secondi, di Roslund & Hellström, segue la vicenda di Pete Koslow, interpretato dall’attore Joel Kinnaman, ex soldato specializzato in operazioni speciali, che si trova nella rischiosa posizione di infiltrato per l’FBI con il compito di smantellare il traffico di droga della mafia polacca a New York.

Presentato in anteprima a Roma, il viene raccontato in conferenza stampa proprio dal regista, che racconta i retroscena del progetto e i suoi progetti per il futuro.

“Dopo il successo di Escobar, – esordisce Andrea Di Stefanomi sono stati proposti numerosi progetti legati alle tematiche della criminalità. Tuttavia non volevo ripetermi senza un valido motivo, cosa che invece ho trovato leggendo la prima sceneggiatura di questo film. Sono rimasto affascinato dal debole confine tra bene e male, e girare per le strade di New York mi avrebbe consentito di accenturare il tono noir della pellicola.”

Di Stefano si apre poi a parlare delle influenze rimutuate all’interno del film, ammettendo di non essere un vero fan del genere. “Ho sempre preferito altri tipi di storie. La mia prima sceneggiatura era una commedia amara. Sono cresciuto guardando i film di Monicelli, Risi, e ho lavorato in più di un’occasione con Bellocchio. Forse è per questo che non è tanto il thriller in sé ad interessarmi, ma il poter ricercare una componente umana all’interno di esso.”

“Non volevo affatto realizzare l’ennessimo thriller con buoni e cattivi, – continua poi il regista – né tantomeno volevo cadere nei cliché del genere. È per questo che abbiamo condotto tantissime ricerche prima delle riprese. Abbiamo visitato i luoghi, abbiamo parlato con le persone. Ho incontrato numerosi agenti dell’FBI e della polizia di New York. I racconti più interessanti sono però arrivati nelle conversazioni con i criminali e i detenuti. Sono loro che mi hanno permesso di arricchire di dettagli questo film, permettendomi di essere più sincero e autentico nelle scelte per la messa in scena.”

Chiamato a parlare del cast di star a disposizione, Di Stefano esordisce tessendo le lodi del suo protagonista. “Kinnaman è stato straordinario. Un attore gentilissimo, generoso. Per il ruolo avevo bisogno di qualcuno che potesse dar vita tanto alla parte più cruda quanto a quella più sentimentale del personaggio. Non tutti gli attori sono in grado di far ciò, ma lui ci è riuscito. Straordinari sono stati anche Common e Rosamund Pike. Per il ruolo del detective Grens avevo bisogno qualcuno che avesse il temperamento del poliziotto, ma che fosse anche in grado di dar voce alla strada, e Common si è rivelato perfetto per la parte. Rosamund era invece legata al progetto ben prima del mio arrivo. È stata sempre molto devota al personaggio, anche nei momenti più complessi del suo arco narrativo.”

Il regista anticipa poi alcuni dei suoi progetti per il futuro, rivelando il suo grande sogno. “Mi piacerebbe realizzare un film in Italia. Sono convinto che le nostre maestranze siano le migliori al mondo. Negli Stati Uniti ci sono i professionisti, questo è indubbio, ma credo che qui sia possibile oltre al professionismo ottenere anche quel pizzico di sentimento che ti permette davvero di toccare le corde dello spettatore. Il mio desiderio è poter realizzare un film con queste premesse. Per il momento tuttavia sono al lavoro sulla prima serie italiana targata Amazon Prime. Sarà sempre ambientata nel mondo della criminalità, ma avrà un tono grottesco che spero di riuscire ad esaltare al meglio. Dal mio punto di vista, puoi essere bravo nella tecnica quanto vuoi, ma se non riesci a cogliere l’emotività del momento hai fallito. Questa è una delle lezioni più preziose che abbia mai appreso.”

Marvel: 10 personaggi delle serie Netflix che vorremmo nel MCU

Marvel: 10 personaggi delle serie Netflix che vorremmo nel MCU

Con l’imminente inizio della Fase 4 e gli annunci sulla Fase 5 non si fa che parlare di tutti quei personaggi che potrebbero finalmente arrivare nel Marvel Cinematic Universe. E tra di loro ci fossero alcuni supereroi e villain visti nelle serie di Netflix? Quali vorremmo come nuovi protagonisti del MCU insieme ai Vendicatori?

Ecco qualche valido candidato:

Daredevil

Daredevil

Daredevil è senza dubbio il più riuscito degli adattamenti televisivi di Netflix Matt Murdock uno dei personaggio preferiti dai fan, quindi sembra naturale e obbligato il suo passaggio dal piccolo al grande schermo (dimenticando la prova fallimentare di Ben Affleck) magari introducendolo come legale di Spider-Man per difendersi dalle accuse del Daily Bugle.

Jessica Jones

Un altro personaggio particolarmente riuscito delle serie Netflix è Jessica Jones, eroina noir osannata dalla critica e interpretata con grande carima da Krysten Ritter. Sarebbe davvero una ventata di aria fresca nel MCU, per il suo carattere diverso dagli altri Vendicatori e per l’approccio originale alle missioni.

Luke Cage

Dopo una breve apparizione in Jessica Jones, Luke Cage è diventato protagonista della sua serie standalone prima di unirsi agli altri Difensori, impressionando il pubblico grazie ai poteri senza paragoni, la pelle a prova di proiettile come armatura mentre si aggira per le strade di Harlem. E se mai dovesse arrivare nel MCU, sarebbe interessante vederlo in azione al fianco degli eroi di New York come Spider-Man.

The Punisher

The Punisher, alter ego di Frank Castle (interpretato nello show Netflix da Jon Bernthal) è un villain atipico originariamente membro del Corpo dei Marines degli Stati Uniti e criminale dal carattere molto più dark e violento di tanti personaggi visti finora nel MCU. Senza dubbio da prendere in considerazione per le prossime Fasi dell’universo condiviso…

Elektra

Elektra (Elodie Yung) è già stata portata al cinema nei primi anni Duemila con un film non proprio indimenticabile, ma fedele alle sue origini nei fumetti è tornata protagonista nella serie su Daredevil di Netflix ingannando la morte a più riprese e dimostrando di avere tutte le carte in regola per tornare in grande stile anche nel MCU.

Jeri Hogarth

Il ritratto di Jeri Hogarth di Carrie-Ann Moss visto in Jessica Jones è la prova che i personaggi possono facilmente cambiare il genere originale nei fumetti senza dimenticarne la vera essenza. Questa avvocatessa spietata e intraprendente diventerebbe uno dei pochi personaggi LGBT del MCU, e potrebbe tornare utile come difensore legale dei nostri eroi.

Misty Knight

Misty Knight, interpretata sullo schermo da Simone Missick, è un altro di quei personaggi su cui scommettere per il futuro del MCU, dopo che in Luke Cage, The Defenders e Iron Fist ha sfoggiato le sue doti da detective al fianco di nemici ostici. Combattente nata, ha le abilità giuste per mescolarsi senza problemi nei celebri team dei supereroi.

Kingpin

spider-man homecoming kingpin

Arriviamo al pezzo forte delle serie Netflix, ovvero i villain, come il Kilgrave di David Tennant o il Wilson Fisk aka Kingpin  di Vincent D’Onofrio, indimenticabile antagonista di Matt Murdock in Daredevil. L’universo cinematografico Marvel ha bisogno di figure come lui che agiscano nelle nuove trame “umane” e lontane dai percorsi cosmici.

Colleen Wing

Colleen Wing (Jessica Henwick) è apparsa nella prima stagione di Luke Cage per poi tornare come regular in Iron Fist. È un abile guerriera ed esperta di arti marziali, molto vicina sentimentalmente a Danny Rand (Iron Fist), e praticamente perfetta per incrociare la sua strada con Shang-Chi, primo vero supereroe asiatico del MCU in arrivo nel 2020.

Claire Temple

Chiudiamo questa lista con uno dei nostri personaggi preferiti delle serie Marvel di Netflix, ovvero Claire Temple (interpretata da Rosario Dawson) apparsa in Daredevil, Jessica Jones, Iron Fist, Luke Cage e The Defenders. L’infermiera si è rivelata sempre utile nell’assistenza dei vigilanti, e sarebbe fantastico rivederla in azione anche nel MCU.

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Fonte: Screenrant

Ant-Man: Kevin Feige parla del futuro dell’eroe dopo Endgame

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Ant-Man: Kevin Feige parla del futuro dell’eroe dopo Endgame

Inserite nel lungo profilo dedicato dal New York Times a Paul Rudd, le dichiarazioni di Kevin Feige sul futuro dell’attore nel MCU lasciano intendere che ci sia ancora molto da raccontare su Scott Lang aka Ant-Man nelle prossime fasi dell’universo cinematografico. Vi ricordiamo che dopo l’assenza “giustificata” in Infinity War, il personaggio è tornato protagonista in Avengers: Endgame.

I pezzi degli scacchi sono stati disposti in modo preciso dopo Endgame“, ha dichiarato il presidente dei Marvel Studios, “Gli eroi che sono fuori dal tabellone sono anche fuori dal quadro, mentre quelli che sono ancora dentro…beh, non si sai mai.

Questo significa che Ant-Man è ancora in gioco e che nonostante il mancato annuncio ufficiale del terzo capitolo standalone ci siano ottime possibilità di rivederlo in azione? Il commento di Feige lascia aperta una finestra sulla Fase 5, in cui gli sceneggiatori potrebbero esplorare il rapporto tra Scott e Cassie, la figlia ormai adolescente ritrovata cinque anni dopo la Decimazione…

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L’ultimo film del franchise, Ant-Man and The Wasp, ha visto Scott Lang (Paul Rudd) alle prese con le conseguenze delle proprie scelte come Supereroe e come padre, dopo Captain America: Civil War. Mentre lotta per ritrovare un equilibrio tra la sua vita famigliare e le responsabilità di Ant-Man, viene chiamato da Hope van Dyne e il Dr. Hank Pym per intraprendere una nuova missione: salvare Janet van Dyne persa nel Regno Quantico.

Scott deve quindi indossare di nuovo i panni di Ant-Man e imparare a combattere al fianco di Wasp, pur cercando di rispettare gli arresti domiciliari. Il tutto mentre si impegna a dare una mano all’amico Luis (Michael Peña), tenendosi pronto a combattere un nuovo nemico, Ghost (Hannah John-Kamen), e il suo alleato Bill Foster (Laurence Fishburne).

Fonte: New York Times

Nova: il personaggio debutterà nella Fase 5 del MCU?

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Nova: il personaggio debutterà nella Fase 5 del MCU?

Negli ultimi mesi si è parlato spesso del possibile arrivo di Nova nel MCU, suggerito anche dalle parole del presidente dei Marvel Studios Kevin Feige a proposito dei piani sul personaggio, e da quanto riportato dal sito MCU Cosmic in via non ufficiale, sembrerebbe tutto pronto per accogliere il razzo umano nella Fase 5 insieme a Blade, Fantastici Quattro e X-Men.

A quanto pare un adattamento interamente dedicato a Richard Rider è in sviluppo da diversi anni, ma le fonti non specificano se si tratterà di un film o di un’altra serie televisiva destinata a Disney +. Per ora sappiamo che l’unico titolo confermato per la prossima Fase dell’universo cinematografico è Black Panther 2, che uscirà nelle sale il 6 maggio 2022.

Vi ricordiamo che un dettaglio presente in una scena di Spider-Man: Far From Home aveva in qualche modo anticipato il discorso su Nova e sulla sua “esistenza” nel MCU, perché sull’aereo che porta Peter Parker e i compagni a Venezia uno dei documentari selezionabili riportava il nome del personaggio con una locandina che presentava la foto del fisico Erik Selvig (interpretato da Stellan Skarsgård).

Che si trattasse di un semplice easter egg o di un’anticipazione dell’arrivo del film resta un mistero, tuttavia è evidente che i Marvel Studios amano seminare nel corso dei loro cinecomic piccoli indizi su storie e personaggi dei fumetti, alcuni dei quali nemmeno sfruttati in futuro. Tempo fa era stato lo stesso Feige a rivelare che Richard Rider figurava tra i supereroi con il “potenziale più immediato” per via della sua connessione con l’universo dei Guardiani della Galassia e per gli spunti interessanti provenienti dai fumetti originali.

Fonte: MCU Cosmic

I Goonies di nuovo al cinema in 4K per i 35 anni

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I Goonies di nuovo al cinema in 4K per i 35 anni

In occasione dei 35 anni dalla sua uscita in sala, I Goonies torna sul grande schermo, anche in Italia, rimasterizzato in 4K. Il film culto per tutta la generazione che oggi ha tra 40 e i 50 anni, torna in sala per sole due date, il 9 e 10 dicembre, distribuito da Warner Bros Pictures.

Il film, nato da un’idea di Steven Spielberg, scritto da Chris Columbus e diretto dal Richard Donner post-Superman, è il film d’avventura archetipico di più di una generazione.

Come nelle migliori avventure, i protagonisti, sette ragazzini, sono sulle tracce di un tesoro dei pirati, mentre un gruppo di super cattivi, la Banda Fratelli, li insegue nei sotterranei di una cittadina della provincia americana, Astoria. I protagonisti impiegheranno tutto il loro ingegno e la loro incoscienza per sfuggire alle grinfie dei cattivi e trovare il prezioso tesoro di Willie L’Orbo, in un’avventura che potrebbe essere l’ultima della loro vita.

Nel cast del film, alla loro prima apparizione cinematografica, Josh Brolin, poi diventato un attore ben noto, Sean Astin, che i più conoscono per il suo ruolo di Sam Gamgee nella trilogia de Il Signore degli Anelli. Tra i protagonisti del film anche Corey Feldman, Joe Pantoliano e l’indimenticabile Anne Ramsey, nel ruolo di Mamma Fratelli.

Halloween Kills: la prima foto dal set con Jamie Lee Curtis

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Sono ufficialmente iniziate le riprese di Halloween Kills, primo dei due nuovi film annunciati dalla Universal dopo il successo del capitolo (250 i milioni di dollari incassati) uscito nel 2018 interpretato da Jamie Lee Curtis e diretto da David Gordon Green. A rivelarlo è proprio l’attrice pubblicando uno scatto sul set che la ritrae con l’ormai “classico” look di Laurie Strode pronta a combattere.

Anche Judy Greer e Andi Matichak torneranno nei panni dei rispettivi personaggi come il regista, confermato dietro la macchina da presa per entrambi i titoli. La release è invece fissata al 16 ottobre 2020, mentre per Halloween Ends ci toccherà attendere il 15 ottobre 2021.

Vi ricordiamo che Halloween, sequel diretto de La notte delle streghe del 1978, si concludeva con la cattura di Michael Myers da parte delle tre donne Strode (Laurie, la figlia Karen e la nipote Allyson) e l’esplosione del seminterrato dove l’assassino era stato rinchiuso con una trappola.

https://twitter.com/jamieleecurtis/status/1181613712702095362?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1181613712702095362&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.comicbookmovie.com%2Fhorror%2Fhalloween-kills-star-jamie-lee-curtis-shares-first-look-photo-as-shooting-gets-underway-a170979

Halloween, la recensione del film di David Gordon Green

Jamie Lee Curtis ha interpretato ancora l’iconico ruolo di Laurie Strode, giungendo allo scontro finale con Michael Myers, l’uomo mascherato che le ha dato la caccia da quando era sfuggita per un soffio alla carneficina della notte di Halloween avvenuta quattro decenni prima.

Il Maestro dell’horror John Carpenter è stato produttore esecutivo e consulente creativo di questo capitolo, e ha unito le forze con il produttore leader della cinematografia horror contemporanea, Jason Blum (Get Out, Split, The Purge, Paranormal Activity). Ispirato da un classico di Carpenter, i registi David Gordon Green e Danny McBride hanno creato una storia che apre una nuova strada rispetto agli eventi del film-pietra miliare del 1978, e Green ne firma anche la regia.

Outlander 5: trailer ufficiale dalla nuova stagione

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Outlander 5: trailer ufficiale dalla nuova stagione

Il canale americano Starz ha diffuso il trailer ufficiale di Outlander 5, l’atteso quinto stagione di Outlander.

I Frasers combatteranno tempo, spazio e storia per proteggere la loro famiglia. La nuova stagione debutterà in aonteprima il 16 febbraio.

Outlander 5

Outlander 5 è la quinta stagione della serie tv Outlander creata da Ronald D. Moore per il canale americano Starz.

Nella quinta stagione di Outlander ritorneranno Claire Elizabeth Randall/Fraser, nata Beauchamp (stagione 1-in corso), interpretata da Caitriona Balfe,  James “Jamie” Alexander Malcolm MacKenzie Fraser (stagione 1-in corso), interpretato da Sam Heughan, Edward “Ned” Gowan (stagioni 1, 3-in corso), interpretato da Bill Paterson, Frank Randall/Jonathan “Black Jack” Randall (stagioni 1-3), interpretato da Tobias Menzies, Janet “Jenny” Fraser Murray (stagione 1-in corso), interpretata da Laura Donnelly, Ian Murray (stagione 1-in corso), interpretato da Steven Cree, Roger Wakefield (stagione 2-in corso), interpretato da Richard Rankin, Brianna “Bree” Randall Fraser MacKenzie (stagione 2-in corso), interpretata da Sophie Skelton, Lord John William Grey (stagione 3-in corso), interpretato da David Berry, Marsali MacKimmie Fraser (stagione 3-in corso), interpretata da Lauren Lyle,Claudel “Fergus” Fraser (stagione 3-in corso), interpretato da César Domboy e Capitano Raines (stagione 3-in corso), interpretato da Richard Dillane.

Birds Of Prey: Black Canary sarà fedele al personaggio dei fumetti

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Il nuovo percorso dell’universo cinematografico DC iniziato con Joker continuerà nel 2020 grazie all’arrivo nelle sale di Birds of Prey (e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn), spin-off di Suicide Squad che vede protagonista la squadra di antieroine capitanate da Harley Quinn (Margot Robbie).  Tra queste figura Dinah Lance aka Black Canary, interpretata sullo schermo da Jurnee Smollett-Bell, che in una recente intervista ha parlato del personaggio e di ciò che possiamo aspettarci da questo adattamento.

Black Canary è già apparsa ovviamente sulle pagine dei fumetti e in TV, ma quella dell’attrice sarà la prima versione per il cinema, mostrata brevemente nel trailer del film.

Sarà la Dinah Lance che conosciamo e amiamo dai fumetti, ovvero una feroce combattente di strada. Quando la incontriamo all’inizio della storia è una cantante nel club di Maschera Nera, un po’ esclusa e disconnessa dal mondo. Non vuole avere nulla a che fare con la lotta al crimine o essere una brava ragazza, il che va contro la sua natura perché sappiamo che Dinah ha un gran cuore. Quindi dovrà accettare il suo dono e il suo potere, una dinamica per me molto affascinante da esplorare, come la forza di questa donna che non vuole avere“.

Leggi anche – Birds Of Prey: tutti gli easter egg presenti nel trailer

Un piccolo dettaglio del trailer ci ha suggerito che nel film vedremo Black Canary in azione con tutti i suoi poteri, tra cui il celebre “canto” che fa tremare il bicchiere di Martini sul tavolo (causato da una sorta di grido sonico). Sin dagli anni ’60, Dinah ha avuto diverse versioni di “canary cry” usato contro i suoi nemici, e questa abilità è già stata mostrata in Smallville e in alcuni episodi di Arrow.

Vi ricordiamo che Birds of Prey, diretto da Cathy Yan arriverà nelle sale il 7 febbraio 2020. Nel cast anche Mary Elizabeth Winstead, Jurnee Smollett-Bell (rispettivamente Cacciatrice e Black Canary), Rosie Perez (Renee Montoya), Ella Jay Basco (Cassandra Cain) e Ewan McGregor (Maschera Nera).

La prima sinossi del film riporta:

Dopo essersi separata da Joker, Harley Quinn e altre tre eroine – Black Canary, Cacciatrice e Renee Montoya – si uniscono per salvare la vita della giovane Cassandra Cain da un malvagio signore del crimine.

Fonte: Cinemablend

La Sirenetta: Daveed Diggs in trattative per il ruolo di Sebastian

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Come riportato in esclusiva da Variety, Daveed Diggs si trova in trattative per interpretare Sebastian nel nuovo live action de La Sirenetta. L’attore è noto al grande pubblico per il doppio ruolo di Thomas Jefferson e del Marchese de Lafayette nel musical pluripremiato Hamilton, ma di recente l’abbiamo visto anche nell’acclamato Blindspotting (da lui sceneggiato) e nella commedia nera Velvet Buzzsaw al fianco di Jake Gyllenhaal.

Per quanto riguarda La Sirenetta, progetto attualmente in sviluppo, sappiamo che vedrà protagonista la giovane Halle BaileyJavier Bardem (in trattative per interpretare Re Tritone), Melissa McCarthy (nei panni di Ursula, la perfida strega del mare che ruba la voce ad Ariel), Jacob Tremblay (Flounder) e Awkwafina (Scuttle).

Questa versione del classico sarà diretta dal regista di Il Ritorno di Mary Poppins e Into The Woods, Rob Marshall, e includerà sia i brani dell’originale d’animazione del 1989, sia canzoni inedite a cui lavoreranno Alan Menken e Lin-Manuel Miranda.

Harry Styles, contattato dalla Disney per il ruolo del principe Eric, ha rifiutato la parte ma non sono stati specificati i motivi.

Fonte: Variety

Brave ragazze: recensione del film di Michela Andreozzi

Brave ragazze: recensione del film di Michela Andreozzi

Michela Andreozzi, alla sua seconda regia dopo Nove lune e mezza, continua a raccontare il femminile con l’ironia e il divertimento della commedia uniti alla riflessione su temi spesso non facili da trattare, come la maternità surrogata nel precedente lavoro e ora, con Brave ragazze, la condizione di subalternità della donna nella società, fino alla violenza sulle donne, purtroppo di grande attualità.

Tutto finisce, prima o poi, ma la sfiga finisce solo se le dai una mano. Animate da questo motto, quattro amiche disperate decidono di non aspettare più che qualcuno offra loro un’opportunità e danno una svolta alle loro vite, organizzando una rapina in banca travestite da uomini. Siamo a Gaeta, anni ’80. Anna (Ambra Angiolini) è una donna sola con due figli, può contare solo sull’aiuto di sua madre (Stefania Sandrelli) e si ritrova senza lavoro. Maria (Serena Rossi) è devota alla Madonna, succube della famiglia, che vuole da lei un bambino che non arriva, e di Peppe (Massimiliano Vado), marito rozzo e violento. Chicca (Ilenia Pastorelli) è uno spirito ribelle alla ricerca di sé, mentre Caterina (Silvia D’Amico), sua sorella, è seria e responsabile e vorrebbe solo potersi permettere l’università, ma anche lei viene licenziata. La rapina con travestimento balza agli occhi di tutte come la soluzione ai loro problemi. È la prima di una serie, su cui è chiamato ad indagare l’ispettore Morandi (Luca Argentero).

Il soggetto del film, opera della stessa Andreozzi con Alberto Manni e Fiorenza Tessari, è ispirato ad una storia vera, quella di quattro rapinatrici improvvisate, le Amazzoni, così furono chiamate, che nella provincia francese degli anni ’80, private del sussidio di disoccupazione con cui vivevano, misero a segno una mezza dozzina di fortunate rapine prima di cadere vittime di un banale errore. Le Amazzoni riscossero il favore dell’opinione pubblica proprio perché erano quattro donne disperate che, come si vede nel film, non usarono i proventi delle rapine per arricchirsi, ma per pagare spese quotidiane come l’affitto, gli studi, per sostituire una lavatrice rotta.

Michela Andreozzi e il suo cast al femminile presentano Brave Ragazze

La regista  – e sceneggiatrice con Manni –  rielabora la vicenda filtrandola attraverso il suo peculiare punto di vista, ambientandola in Italia, così da poterla innestare sui propri ricordi di giovinezza a Gaeta – ben riuscita la ricostruzione d’epoca – e dando spessore al personaggio di Maria con uno sviluppo del tutto estraneo alla vicenda originaria, che le consente di trattare di violenza sulle donne ben coniugando leggerezza e profondità.

In questo quartetto affiatato, che fa perno sulle diversità e sull’unione, è proprio la storia di Maria la più coinvolgente e toccante, grazie alla sentita interpretazione di Serena Rossi, che dimostra ancora una volta talento e capacità di cambiare registri con disinvoltura. Anche il percorso di Chicca, sfrontata ma a tratti ingenua, che prende corpo grazie a Ilenia Pastorelli, e la sua ricerca d’identità sono interessanti. Mentre più convenzionali appaiono le altre due storie.

Il film vive però della bravura e dell’affiatamento delle quattro attrici, che riescono a dare ognuna il suo accento al film. Pure la componente maschile del cast offre caratterizzazioni valide, dal temibile e violento Peppe di Massimiliano Vado allo spassosissimo parroco Don Backy di Max Tortora, fino alla rassicurante positività dell’ispettore Morandi di Luca Argentero.

La caratteristica peculiare del lavoro ne rappresenta però in parte il limite: la regista scrive di donne, per le donne e non può non parteggiare smaccatamente per loro. Da un lato ciò è inevitabile per un film che vuole essere un inno al potere dirompente della sorellanza, alla capacità di reagire, al coraggio di prendere in mano le redini della propria vita, alla voglia di non farsi schiacciare in una subalternità che purtroppo pesa oggi non meno di allora, sembra dirci la regista.

Dall’altro, per suffragare il proprio punto di vista, la regista forza un po’ la mano: le quattro sono indiscutibilmente brave ragazze, anche la meno ortodossa nasconde un animo dolce e gentile, a tutte capitano una serie di sventure che sembrano portarle quasi inevitabilmente alla decisione estrema della rapina, a vestire i panni di moderne Robin Hood che rubano ai ricchi – le banche – per dare a sé stesse, povere. Per quanto sbagliato, alla fine è difficile non stare dalla parte di queste Brave Ragazze. Gli uomini, invece, salvo due eccezioni, vessano, sminuiscono, approfittano, quando non hanno comportamenti abominevoli.

Se questo schematismo non pesa troppo, e si finisce appunto per parteggiare per questa banda scombinata, è merito, oltre che del cast, del ritmo vivace del film, della comicità di situazione, dei travestimenti e anche dell’evoluzione di cui va dato atto alla regista, che le consente di passare dalla commedia pura all’action/poliziesco e di esplorare anche risvolti drammatici e amari della storia, riuscendo a gestire questo mix sperimentale in modo abbastanza fluido.

Guarda il trailer

Joker: easter egg, cameo e riferimenti nel film

Joker: easter egg, cameo e riferimenti nel film

ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU JOKER

Joker è finalmente arrivato nelle nostre sale e la caccia agli easter egg, ai cameo e ai riferimenti presenti nel film è aperta. Scopriamo di seguito tutti quelli scovati nel racconto sulle origini del clown principe del crimine interpretato da Joaquin Phoenix:

Zorro the Gay Blade

Uno dei riferimenti più diretti ai fumetti di Joker arriva nel momento in cui Thomas e Martha Wayne escono da un cinema insieme a Bruce, e scopriamo che la famiglia ha appena  visto Zorro the Gay Blade. Si tratta infatti della stessa pellicola vista dai Wayne sulle pagine della DC Comics prima dell’assassinio della coppia, uscita nel 1981 (dato che conferma l’ambientazione di Joker).

Super ratti

All’inizio del film i notiziari in tv parlano dell’invasione di “super topi” per le strade di Gotham City, e sebbene Batman non abbia mai affrontato top giganteschi nei fumetti, esiste effettivamente un villain chiamato Ratcatcher, alter ego di Otis Flannegan, che usa le sue abilità per addestrare i roditori a commettere crimini.

Justin Theroux

Dopo il cameo in Star Wars: Gli Ultimi Jedi, Justin Theroux torna a fare una breve apparizione anche in Joker, e possiamo scorgerlo quando Arthur riguarda una cassetta del Murray Franklin Show con ospite un certo Ethan Chase (interpretato proprio dall’attore).

The Franklin Murray Show

Il font utilizzato per il “Live With Murray Franklin” è lo stesso visto nei titoli di Batman: The Animated Series, ma non si tratta dell’unico riferimento; nello spogliatoio l’armadietto di Arthur è il numero 404, primo capitolo dell’iconico Batman: Anno Uno di Frank Miller e David Mazzucchelli.

Un villain dei fumetti

Il Dr. Benjamin Stoner, responsabile della diagnosi di Penny Fleck, sembra rimandare al Dr. Stone dei fumetti che faceva parte del team dell’Arkham Asylum negli anni ’80 diventando più tardi il villain chiamato Doctor Fate. Un altro possibile easter egg arriva grazie al personaggio del detective Burke, uno degli sbirri che inseguono Arthur, molto simile al Tommy Burke che abbiamo conosciuto sulle pagine di Detective Comics.

Bryan Callen

Uno dei colleghi di Arthur è interpretato da Bryan Callen, l’attore comico che ha vestito i panni di Eddie nella trilogia di Una notte da leoni di Todd Phillips.

Pogo’s Comedy Club

Arthur va in scena con il suo terribile monologo comico sul palco del Pogo’s Comedy Club e c’è una ragione se è chiamato così: Pogo il Clown era l’alias “rispettabile” del serial killer John Wayne Gacy, un indizio oscuro di ciò che accadrà al protagonista.

Tempi moderni

Quando Arthur riesce finalmente a rintracciare Thomas Wayne, nell’edificio va in scena il capolavoro di Charlie Chaplin Tempi Moderni del 1936, film aggiunto nella Library of Congress degli Stati Uniti nel 1989 in quanto ritenuto “culturalmente significativo”.

Il ritorno del cavaliere oscuro

L’apparizione di Joker al talk show di Franklin Murray è molto simile ad un episodio di The Dark Knight Returns, dove il clown commette un atto altrettanto violento. Un altro riferimento arriva con il bacio alla dottoressa Sally (forse citando il ruolo del dottor Ruth Weisenheimer del racconto di Frank Miller).

TW

In una scena, mentre Arthur si sta truccando, il personaggio prende una foto di sua madre da giovane con scritto un messaggio sul retro che recita “Adoro il tuo sorriso, TW“. Questo dettaglio potrebbe confermare la parentela tra Arthur e Thomas Wayne.

La residenza dei Wayne

Arthur arriva al cancello della residenza dei Wayne dove incontra suo “fratello” Bruce Wayne, forse un cenno al momento dei fumetti in cui Joker vede il bambino giocare nel Bat-Pole che è diventato un punto di riferimento della classica serie TV degli anni ’60. Inoltre l’uomo che viene maltrattato da Arthur è Alfred Pennyworth.

Il riferimento al creatore di Batman

All’inizio del film, Arthur incontra la sua assistente sociale Debra Kane. Questo personaggio appare nel romanzo Batman The Ultimate Evil, anche se potrebbe trattarsi di un omaggio al co-creatore di Batman Bob Kane.

Leggi anche – Joker: tutti gli indizi per un possibile sequel

Fonte: CBM

Gemini Man, recensione del film con Will Smith

Gemini Man, recensione del film con Will Smith

Arriva in sala il 10 ottobre Gemini Man, il nuovo film diretto da Ang Lee, con protagonista Will Smith, al fianco di Clive Owen e Mary Elizabeth Winstead. La peculiarità del film pensato e diretto dal regista taiwanese Premio Oscar è che il protagonista ha a che fare con una versione ringiovanita di sé stesso, interamente costruita in computer grafica.

La storia racconta la fine della carriera di un sicario al soldo del governo statunitense, Henry Brogan (Will Smith), che decide di appendere il fucile al chiodo accorgendosi di non avere più i fenomenali riflessi di un tempo. Tutto parrebbe procedere serenamente, anche se con reticenza da parte del suo superiore – visto che Brogan è il miglior tiratore che il governo abbia mai avuto nella sua scuderia –, se non fosse che il protagonista viene contattato da un vecchio amico e collega che gli svela che il suo ultimo assassinio, compiuto con la consueta precisione certosina, non era stato destinato esattamente ad un terrorista.

Nel giro di poco Brogan si rende conto di essere braccato da un cecchino dalla mira incredibilmente simile alla sua, fino ad accorgersi che quel cecchino è un suo clone più giovane di trent’anni. Ang Lee torna alla regia sperimentando effetti visivi più che all’avanguardia. Oltre alla performance di Will Smith che interpreta sé stesso più giovane in motion capture, Gemini Man è stato girato (e proiettato) in High Frame Rate 3D, che conferisce al risultato finale un notevole realismo. Infatti il progetto risale al 1997 da un soggetto di Darren Lemke, che però non aveva mai visto la luce proprio per la necessità di evoluzioni tecnologiche di un certo livello.

Il regista premio Oscar per Vita di Pi (e I Segreti di Brokeback Mountain), visionario e appassionato di sperimentazioni visuali, viene scelto nel 2017 per dare corpo all’idea, e in effetti raggiunge egregiamente il risultato. Certo, il punto di forza di Gemini Man può concludersi con l’aspetto tecnologico, perché il lavoro risente di una accentuata debolezza narrativa che non aiuta l’attenzione dello spettatore, rinvigorita solo dalle roboanti esplosioni. Ma, se ad apprezzare dev’essere più che altro lo sguardo, quello senz’altro non resterà deluso.

Guarda il trailer di Gemini Man

Torino Film Festival 37: Carlo Verdone è il Guest Director

Carlo Verdone è il Guest Director della 37.ma edizione del Torino Film Festival (22 – 30 novembre 2019). Il regista, sceneggiatore e attore sarà a Torino nei giorni del festival e presenterà al pubblico “Cinque grandi emozioni”, la sezione da lui curata composta dai film: Ordet di Carl Theodor Dreyer, Buon compleanno Mr. Grape di Lasse Hallström, Divorzio all’italiana di Pietro Germi, Oltre il giardino di Hal Ashby, Viale del tramonto di Billy Wilder.

“Accolgo con vero piacere l’invito di Emanuela Martini ad essere Guest Director per qualche giorno al Festival di Torino” dichiara Carlo Verdone, “e ho scelto di presentare cinque film estremamente diversi fra loro, che resteranno per sempre nella mia memoria di spettatore. Cinque film che mi hanno rapito ed emozionato non solo per le perfette regie, ma soprattutto per le notevoli interpretazioni dei loro protagonisti. Ho visto ognuno di questi film più di tre volte, scoprendo sempre dettagli che mi erano sfuggiti. Potrebbe sembrare strano che tra queste scelte ci sia solo una commedia brillante, ma in prima battuta cerco sempre di scegliere film di contenuti ‘forti’, che mi propongano suggestioni intime, amare, poetiche o malinconiche. Un film che mi lasci o una carezza o un pugno allo stomaco o una riflessione. In un film cerco insomma la poesia.

Vidi Ordet di Carl Theodor Dreyer in un cineclub negli anni ‘70. Ero con tre amici cinefili e ricordo che ne discutemmo tanto dopo la proiezione. La grandezza di questo film è nell’estremo rigore delle immagini in bianco e nero. Un bianco e nero assai contrastato che rispecchia l’austerità della vicenda e la superba direzione di tutti gli attori. Di impronta prettamente teatrale, lo considero un capolavoro assoluto perché pone quesiti oscuri sulla lettura della figura di Cristo e sulle diverse posizioni della religione protestante. Un film che non potrà mai essere dimenticato per le domande che continueremo a porci dopo la visione. Buon Compleanno Mr. Grape è una mia piccola ‘creatura’. Quando dirigevo la programmazione del cinema Roma, una sala di 200 posti a Trastevere, cercavo di dare una fisionomia di qualità al cinema. Frugando nella cantina della Cecchi Gori Group trovai questo film il cui titolo originario era What’s Eating Gilbert Grape. Lo vidi, me ne innamorai per l’immensa poesia, mi inventai questo titolo. Film di grande atmosfera, ci mostrava un Leonardo DiCaprio giovanissimo alle prime armi. Mi sembrò un attore strepitoso, insieme all’ottimo Johnny Depp. Il film ebbe un gran successo e fui orgoglioso di averlo tolto dal dimenticatoio trovandogli un titolo originale per l’Italia. Divorzio all’Italiana resterà il mio film preferito di Pietro Germi. Ho sempre avuto un gran rispetto per questo regista, spesso torturato ingiustamente da una critica altezzosa e troppo politicizzata. Tutto è perfetto in questa pellicola: dal più bel bianco e nero della storia del cinema italiano, alla sceneggiatura (vincitrice dell’Oscar nel 1963), agli interpreti. Mastroianni è in una forma magnifica e ancora oggi, personalmente, lo considero il più grande e completo attore italiano. Oltre il Giardino di Hal Ashby. Poesia pura e interpretazione piena di vera anima da parte di Peter Sellers. Uno dei miei attori preferiti. Viale del Tramonto di Billy Wilder. Tra le migliori opere di Wilder, racconta l’altra faccia di Hollywood. La perdita del successo, gli anni che rendono la tua maschera non più interessante ma patetica, la solitudine dell’artista dimenticato. Fino ad arrivare alla follia finale. Un mondo spietato raccontato con immensa classe. Gloria Swanson è magnifica e l’interpretazione di Erich von Stroheim indimenticabile. Quando vidi questo film restai turbato e incantato. C’è un’atmosfera di morte e solitudine che solo un genio come Billy Wilder poteva allestire. Ecco, queste sono le mie Cinque Emozioni. Immagini che non scompariranno mai dai miei ricordi di spettatore, ignaro che un giorno avrei anche io detto ‘azione!’.  Anche se non ho raggiunto e non raggiungerò queste vette, sono felice di aver imparato tanto da questi cinque capolavori che tanta autorevolezza hanno dato al cinema”.

“Carlo Verdone è uno dei pochi autori italiani che hanno accompagnato il passar del tempo della mia generazione: caratteri, aspirazioni, desideri che cambiano, e spesso ti ritrovi che non ti riconosci.” – afferma Emanuela Martini, direttore del Torino Film Festival – “Per questo sono molto affezionata ai suoi film, perché raccontano anche me e i miei amici, da ieri a oggi, per lo più prendendosi (e prendendoci) in giro, in commedia (che è una gran bella cosa). Con gran parte della mia generazione condivide anche la passione cinefila onnivora, il piacere che davanti a un film nasce da stimoli diversi, visivi, sentimentali, razionali o istintivi. La sua selezione per il Torino Film Festival dimostra questa apertura a 360 gradi, questa disponibilità all’emozione che emana dallo schermo. Immagino che avrebbe potuto sceglierne altri cento diversi e che le rinunce siano state faticose; ma apprezzo molto le cinque ‘perle’ che ci propone.”

Lupin III – The First, ecco l’attesissimo trailer

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Lupin III – The First, ecco l’attesissimo trailer

Anime Factory, etichetta di Koch Media che raccoglie il meglio dell’offerta Anime, ha rilasciato il teaser trailer dell’attesissimo film Lupin III – The First. Il ladro casanova più amato di sempre sta per tornare nelle sale cinematografiche italiane nell’inverno 2020!

Sinossi: Il ladro gentiluomo più famoso del mondo, Lupin III, torna a colpire in una nuova grande avventura alla scoperta dei segreti del Diario di Bresson, legato all’eredità del suo famoso nonno Lupin I.

A proposito di Anime Factory: Anime Factory è l’etichetta di proprietà di Koch Media che racchiude il meglio dell’offerta Anime, cinematografica e home video, della società.

Nato nel maggio 2015 con il nome di Anime al Cinema, il brand ha consolidato nel tempo la sua identità fino ad affermarsi come uno dei punti di riferimento per i fan del genere. A distanza di tre anni, complice un’offerta sempre più ampia e una presenza sul mercato di riferimento sempre più forte, Anime al Cinema cambia casa per diventare vera e propria Factory, fucina di prodotti di altissima qualità.

Anime Factory diventa, così, l’anima orientale di Koch Media, la sua identità legata all’animazione giapponese. I grandi classici del passato che tornano rimasterizzati, che per la prima volta arrivano sul grande schermo o in edizioni limitate e da collezionisti, titoli inediti che non hanno mai raggiunto il grande pubblico italiano pur rappresentando vere e proprie icone in ambito Anime e Manga. Tutto questo, unito alla grande qualità delle lavorazioni, è la mission di Anime Factory.

Sotto l’etichetta Anime Factory, Koch Media si appresta a portare sul mercato cinematografico e home video titoli del calibro di Dragon Ball Super: Broly – Il film, UFO Robot Goldrake, Jeeg Robot d’Acciaio, Mazinga Z e Il Grande Mazinga, Lupin III, Lamù la ragazza dello spazio, Gigi La trottola, Ken il Guerriero, C’era una volta… Pollon.

Sedicicorto International Film Festival 2019: parte l’Iranfest

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Sedicicorto International Film Festival 2019: parte l’Iranfest

Sedicicorto International Film Festival Forlì 2019 conserva anche quest’anno la su anima persiana, anzi, la incrementa. Iranfest torna e diventa competitivo a tutti gli effetti. Una finestra sul nuovo cinema iraniano, alla scoperta di un cinema indipendente che non passa, non ancora almeno, per I grandi festival internazionali.

Iranfest è anche l’occasione per scoprire e riflettere. Scoprire che ogni anno vengono prodotti in Iran oltre 2000 cortometraggi, un movimento ricchissimo artisticamente parlando, ma poverissimo di mezzi. Mancanze dovute anche all’embargo voluto dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump nei confronti del governo iraniano, ma che sta inevitabilmente anche il popolo iraniano e le attività cultrurali. Maggiori I costi di noleggio delle attrezzature, difficilissimo poter iscrivere I propri lavori ai festival fuori dall’Iran, perché in caso di tassa d’iscrizione, non è possibile trasferire denaro attraverso transazioni on line, anche di modesta entità.

Una realtà che è stata descritta durante questa I primi giorni di questa edizione di Sedicicorto da Arash Abbasi, filmmaker e drammaturgo iraniano presente nel concorso Cortinloco con il suo film Bologna, girato tutto nel capoluogo emiliano. Abbasi è anche uno dei tre giurati di Iranfest, e insieme ai suoi colleghi dovrà decretare I vincitori tra i quindici film in gara, selezionati dalle responsabili di sezione Jessica Milardo e Alessandra Orlo.
Iranfest si svolgerà dal 9 al 12 ottobre, naturalmente all’interno della programmazione di Sedicicorto 2019. Per scoprire I quindici film in concorso, basta andare sul sito.

Sedicicorto International Film Festival Forlì 2019 si terrà dal 4 al 13 ottobre2019 a Forlì ed è realizzato con il contributo di Mibact – Direzione Generale Cinema, MIUR, Provincia di Forlì-Cesena, Comune di Forlì, Regione Emilia Romagna, Intesa San Paolo, Fondazione Cassa dei Risparmi di Forli e della Romagna e in collaborazione di Mini e Cantine Drei Donà.

Chiwetel Ejiofor: 10 cose che non sai sull’attore

Chiwetel Ejiofor: 10 cose che non sai sull’attore

Chiwetel Ejiofor è uno di quegli attori talentuosi che, pur avendo lavorato a lungo a Hollywood, vengono scoperti soltanto dopo anni grazie al ruolo che ne consacra il talento. Dopo aver dimostrato più volte le sue doti attoriali, Ejiofor ha finalmente ottenuto i riconoscimenti meritati, prendendo parte a numerosi film di successo e sfoggiando continuamente un’intensità raramente eguagliabile.

Ecco 10 cose che non sai di Chiwetel Ejiofor.

Chiwetel Ejiofor film

1. Ha debuttato in un film d’autore. Il primo ruolo cinematografico dell’attore risale al 1997, quando prende parte al film Amistad diretto da Steven Spielberg. Successivamente partecipa a film di successo come Love Actually (2003), Melinda e Melinda (2004), Fuor Brothers (2005), Serenity (2005), Inside Man (2006), I figli degli uomini (2006), American Gangster (2007), 2012 (2009), 12 anni schiavo (2013), con cui ottiene la fama mondiale. Da qui la sua carriera prende una svolta, e l’attore diventa protagonista di film come The Martian (2015), Il segreto dei suoi occhi (2015), Doctor Strange (2016), Maria Maddalena (2018), Il ragazzo che catturò il vento (2019) e Maleficent – Signora del male (2019).

2. È stato anche doppiatore. In alcune occasioni Ejiofor si è cimentato come doppiatore, ricoprendo il ruolo per il film d’animazione Sherlock Gnomes (2018) e per il film live-action Il re leone (2019), dove presta la voce al perfido Scar.

3. Ha debuttato come regista. Nel 2019 l’attore esordisce alla regia con il film Il ragazzo che catturò il vento, di cui è anche sceneggiatore e interprete. Il film è stato presentato al Sundance Film Festival e verrà in seguito distribuito sulla piattaforma di streaming Netflix.

Chiwetel Ejiofor Doctor Strange

Chiwetel Ejiofor vita privata

4. È molto riservato. L’attore si è negli anni rivelato essere piuttosto restìo a condividere dettagli circa la sua vita privata e sentimentale. È tuttavia noto che Ejiofor aveva una relazione con la modella canadese Sari Mercer. La coppia si è tuttavia separata nel 2015, senza rilasciare dichiarazioni a riguardo.

Chiwetel Ejiofor Doctor Strange

5. Ha fatto parte del film Marvel. L’attore è stato tra i protagonisti del film Doctor Strange, che vedeva nel ruolo del celebre stregone Benedict Cumberbatch. Ejiofor ricopriva invece il ruolo di Barone Mordo, amico e mentore del protagonista. L’attore si è dichiarato entusiasta della sua incursione nel genere cinecomic, affermando di aver scoperto una nuova realtà nella quale poter dar vita a personaggi continuamente sorprendenti.

Chiwetel Ejiofor Maleficent – Signora del male

6. Ha un ruolo nel film con Angelina Jolie. L’attore apparirà tra i protagonisti del film Maleficent – Signora del male, sequel del live-action distribuito dalla Disney nel 2014. Ejiofor ricoprirà il ruolo di Conall, uno dei leader nella guerra tra uomini e fate.

Chiwetel Ejiofor Il re leone

7. È stato affascinato dal suo personaggio. L’attore ha prestato la voce al temibile Scar nella versione live-action de Il re leone. Ejiofor si è dichiarato affascinato dalla psicologia del personaggio, ritenendolo interessante poiché nonostante il suo comportamento distruttivo è possibile empatizzare con lui. Secondo l’attore Scar è semplicemente un estremizzazione della sete di potere insita in ognuno di noi, un perfetto riflesso della nostra società.

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Chiwetel Ejiofor 12 anni schiavo

8. Ha difeso la violenza presente nel film. Nel film diretto da Steve McQueen l’attore interpreta Solomon Northup, violinista di colore ridotto in schiavitù con l’inganno. All’interno del film sono presenti numerose scene particolarmente crude, oggetto di numerose critiche. L’attore tuttavia si è posto in difesa di queste, dichiarando che sarebbe ingiusto parlare della schiavitù senza mostrare realmente cosa essa comportava per chi la subiva.

9. Ha ottenuto le lodi della critica. Grazie al suo ruolo nel film, l’attore ha visto crescere enormemente la sua fama. Numerosi sono stati anche i riconoscimenti ricevuti, tra cui le prestigiose nomination come miglior attore ai Critics’ Choiche Movie Awards, ai Bafta Awards, ai Golden Globe, agli Screen Actors Guild Awards e infine al premio Oscar.

Chiwetel Ejiofor età e altezza

10. Chiwetel Ejiofor è nato a Londra, il 10 luglio 1977. L’altezza complessiva dell’attore è di 178 centimetri.

Fonte: IMDb

Sarah Paulson: 10 cose che non sai sull’attrice

Sarah Paulson: 10 cose che non sai sull’attrice

Attiva tanto nel campo cinematografico quando in quello televisivo, l’attrice Sarah Paulson ha ottenuto grande successo per la sua partecipazione a celebri serie TV e film, ottenendo importanti riconoscimenti di critica e pubblico. Oggi è tra le più apprezzate interpreti del momento, sempre pronta a stupire con nuovi affascinanti ruoli.

Ecco 10 cose che non sai su Sarah Paulson.

Sarah Paulson film

1. Ha recitato in lungometraggi di successo. L’attrice debutta al cinema nel 1999 con il film Un amore speciale. Prende poi parte a What Women Want (2000), con cui ottiene una prima notorietà, ed appare successivamente in importanti titoli come Serenity (2005), The Spirit (2008), Capodanno a New York (2011), Mud (2012), 12 anni schiavo (2013), Carol (2015), The Post (2017), Ocean’s 8 (2018), Bird Box (2018), Glass (2019) e Il cardellino (2019).

2. È celebre per i suoi ruoli televisivi. La Paulson è particolarmente nota per aver preso parte ad alcune delle più celebri serie degli ultimi anni. Dopo aver partecipato ad alcuni episodi di American Gothic (1995-1996) e Deadwood (2005), dal 2011 l’attrice è infatti una delle punte di diamante della serie American Horror Story, apparendo in ognuna delle otto stagioni fino ad ora realizzate. L’attrice è poi protagonista anche della prima stagione di American Crime Story (2016), dedicata al caso O.J. Simpson.

3. Ha prodotto alcuni dei suoi progetti da interprete. Negli anni l’attrice si è dedicata anche alla produzione, in particolare ricoprendo il ruolo per la serie American Crime Story e la serie Ratched, prevista per il 2020.

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Sarah Paulson Instagram

4. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un proprio profilo, seguito da 2,5 milioni di persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie scattate in momenti di svago. Non mancano tuttavia anche scatti realizzati per riviste di moda o per pubblicizzare i suoi progetti da interprete.

Sarah Paulson fidanzata

5. Si è dichiarata bisessuale. In un’intervista rilasciata nel 2013, l’attrice ha chiarito di considerarsi bisessuale, e di aver avuto relazioni sia con uomini che con donne. Dal 2015 la Paulson è fidanzata con l’attrice Holland Taylor, con la quale vive a Los Angeles.

Sarah Paulson Desperate Housewives

6. Ha avuto una parte nella serie. L’attrice è apparsa in due episodi della celebre serie. Il primo risale al 2007, mentre il secondo al 2011. In entrambi l’attrice ha interpretato il personaggio di Lydia, sorella di Lynette, interpretata da Felicity Huffman. Nel corso dei due episodi, distanti anni l’uno dall’altro, viene esplorato il rapporto tra le due sorelle, fatto di comprensione ma anche di rivalità reciproca.

Sarah Paulson American Horror Story

7. Ha ricevuto numerose nomination. Per i suoi numerosi ruoli nella serie, l’attrice ha ricevuto diverse nomination ai prestigiosi Emmy Award. La prima risale al 2013, quando viene nominata come attrice non protagonista per la stagione Asylum. Segue nel 2014, come attrice protagonista, per la stagione Coven. Nel 2015 viene nuovamente nominata come attrice non protagonista per Freak Show, e replica nel 2016 con Hotel. Nel 2018 viene infine nominata come attrice protagonista per la stagione Cult.

8. Non farà parte della nona stagione. Dopo essere stata una delle attrici di punta della serie, la Paulson ha confermato che non farà parte della nuova stagione, intitolata 1984 e prevista per il 2020. L’attrice non ha chiarito i motivi della sua assenza, limitandosi a suggerire che potrebbe al massimo comparire come comparsa.

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Sarah Paulson American Crime Story

9. Grazie alla serie ha vinto il suo primo Emmy. Nel 2016 l’attrice prende parte alla serie American Crime Story: Il caso O.J. Simpson. Qui l’attrice interpreta il ruolo di Marcia Clark, e recita insieme agli attori Cuba Gooding Jr. e John Travolta. Per la sua parte, l’attrice ha vinto il suo primo Emmy Award come miglior attrice in una miniserie per la televisione.

Sarah Paulson età e altezza

10. Sarah Paulson è nata a Tampa, in Florida, Stati Uniti, il 17 dicembre 1974. L’altezza complessiva dell’attrice è di 168 centimetri.

Fonte: IMDb

 

 

 

Alexander Skarsgård: 10 cose che non sai sull’attore

Alexander Skarsgård: 10 cose che non sai sull’attore

L’attore svedese Alexander Skarsgård ha costruito negli anni una solida carriera, arrivando a partecipare in film e serie TV di successo che in più di un’occasione gli hanno fruttato il favore del pubblico e premi della critica. Ad oggi l’attore è particolarmente richiesto, avendo inoltre dimostrato di sapersi adattare ad ogni tipo di ruolo.

Ecco 10 cose che non sai di Alexanders Skarsgård.

Alexander Skarsgård film

1. Ha recitato in lungometraggi di successo. Dopo aver partecipato ad alcuni film e serie televisive svedesi, nel 2001 l’attore compie il grande salto e arriva ad ottenere un ruolo nel film Zoolander. La fama arriva però soltanto nel 2011, quando recita in un ruolo di rilievo nel film Melancholia, di Lars Von Trier. Da qui inizia la sua scalata al successo, prendendo parte a Battleship (2012), Quel che sapeva Maisie (2012), The Giver – Il mondo di Jonas (2014), Zoolander 2 (2016), The Legend of Tarzan (2016), dove recita accanto agli attori Margot Robbie e Christoph Waltz, Mute (2018), La conseguenza (2019) e Non succede, ma se succede… (2019), con gli attori Charlize Theron e Seth Rogen.

2. È famoso per alcuni ruoli televisivi. Oltre al cinema, l’attore partecipa anche a serie TV quali Revelations (2005), Generation Kill (2008), True Blood (2008-2014), dove diventa celebre nel ruolo di Eric Northman, e Big Little Lies (2017-2019), dove recita accanto alle attrici Laura Dern, Reese Witherspoon, Nicole Kidman, Shailene Woodley e Meryl Streep.

Alexander Skarsgård Instagram

3. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un proprio profilo, seguito da 104 mila persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere fotografie scattate sui set a cui prende parte, ma anche foto o video raffiguranti momenti di svago.

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Alexander Skarsgård famiglia

4. È figlio di un celebre attore. Alexander è il figlio maggiore del noto attore Stellan Skarsgård. Ha quattro fratelli ed una sorella, di cui due di questi sono anch’essi attori, rispettivamente Gustaf Skarsgård Bill Skarsgård. 

Alexander Skarsgård fidanzata

5. Ha avuto alcune storie importanti. L’attore è stato fidanzato dal 2009 al 2011 con l’attrice Kate Bosworth, e in seguito alla loro separazione è stato legato sentimentalmente, dal 2015 al 2017 con la modella Alexa Chung.

Alexander Skarsgård True Blood

6. È stato tra i protagonisti della serie. In True Blood l’attore interpreta il millenario vampiro Eric Northman, tra i protagonista dalla prima alla settima stagione.

7. Era entusiasta del suo ruolo. L’attore ha dichiarato di non essersi mai sentito stanco del ruolo, neanche dopo diverse stagioni. Per l’attore l’ottima qualità della scrittura permetteva sempre nuovi eventi in cui era possibile dare nuove sfumature al personaggio.

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Alexander Skarsgård Tarzan

8. Ha dovuto allenarsi per il ruolo. Per ricoprire il ruolo del celebre Tarzan, l’attore si è dovuto allenare duramente, con una rigida dieta e numerosi esercizi che lo hanno portato ad ottenere un fisico scolpito ideale per il personaggio.

Alexander Skarsgård 2019

9. Ha molti progetti in arrivo. Ogni anno che passa è un anno sempre più ricco per l’attore. Nel 2019 comparirà infatti nel film Non succede, ma se succede…, mentre ha già recitato nel film di prossima uscita Godzilla vs. Kong, e tra i prossimi importanti progetti vi è quello della serie L’ombra dello scorpione, tratta dall’omonimo romanzo Stephen King, dove l’attore interpreterà l’iconico personaggio Randall Flagg.

Alexander Skarsgård età e altezza

10. Alexander skarsgård è nato a Stoccolma, in Svezia, il 25 agosto 1976. L’altezza complessiva dell’attore è di 194 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Diabolik: ecco la prima immagine dal film dei Manetti

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Diabolik: ecco la prima immagine dal film dei Manetti

È stata diffusa oggi, tramite i social, la prima foto dal set di Diabolik, il film diretto dai Manetti Bros che porterà al cinema l’omonimo protagonista delle storie a fumetti di Angela Giussani.

Eccola di seguito:

diabolik

Diretto dai Manetti Bros, sarà composto da Luca Marinelli, Miriam Leone e Valerio Mastandrea, che rispettivamente saranno il protagonista, Eva Kant e Ginko.

Lo sceneggiatore del film Michelangelo La Neve, ha dichiarato: “Il nostro approccio è stato quello di studiare il personaggio del fumetto, capirlo e non tradirlo fino in fondo. Cercare di raccontare questo, prima di tutto, e per questo siamo riusciti ad arrivare a raccontare Diabolik. È un’icona e non bisogna avere l’arroganza di tradirlo, ma è necessario usare i meccanismi del cinema per portarlo sul grande schermo. Nella seconda parte del film, ci siamo basati principalmente sul numero tre, dove si racconta l’incontro tra Eva e Diabolik.”

Personaggi come proprietà intellettuali: fumetto al cinema, web e tv – Dampyr, Diabolik, Dragonero

James Mangold presenta Le Mans ’66: “Solo il cinema può fotografare i pensieri”

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“Amo fare film ma credo che, semmai annoiassi i miei spettatori, rinuncerei a farli.” Esordisce così James Mangold, regista di Logan e Quando l’amore brucia l’anima, intervenuto a Roma dove ha presentato il suo ultimo film, Le Mans ’66 – La grande sfida, che racconta della rivalità tra le scuderie Ford e Ferrari nella fatidica gara e soprattutto dell’amicizia e della caparbietà dei due uomini che cambiarono la sorte della Ford: il costruttore Carroll Shelby (Matt Damon) e il pilota Ken Miles (Christian Bale).

Il film racconta un mondo delle gare e dello sport molto distante da quello che siamo abituati a conoscere oggi, visto che le corporazioni cominciavano a prendere il sopravvento sull’aspetto emotivo delle gare proprio in quel periodo: “Lo sport ora è una questione di azienda, negli anni Sessanta c’erano ancora dei valori. Ora non è più così – ha spiegato Mangold – E sia per lo sport che per l’arte vale la stessa cosa. Se fossi un pittore mi servirebbero degli sponsor, è una continua lotta tra cuore e industria e si sceglie di farne parte consapevoli di questo.”

Dopo aver diretto grandissimi attori nel corso della sua carriera, James Mangold si è trovato alle prese con due vere e proprie star, Bale e Damon, che, a dispetto del loro status hollywoodiano, gli hanno reso la vita abbastanza facile: “Entrambi amano il loro lavoro, e per loro non si tratta di essere delle star ma è essere attori, per cui per loro non fa differenza essere una star di Hollywood quando sei su un set ad interpretare un personaggio. Non ho molta pazienza e non mi dedico mai a soli due attori di un intero cast, che siano più grandi o più piccoli, per me sono tutti come dei figli, tutti allo stesso modo, anche i non protagonisti. Li conosco da tanto tempo entrambi e, per me, è stato come fare un film con degli amici.”

Le Mans ’66 – La grande sfida racconta un episodio storico documentato in tv, sui giornali, in radio e con tante foto, la sua ricostruzione, quindi, è stata un’operazione molto complessa, data la varietà di fonti: “Lo sforzo di ricostruire la vicenda storica è stato monumentale, perché ci sono state tante tante informazioni, documentari, lettere, cose private e pubbliche, registrazioni. Forse una delle cose più interessanti è stato a quella di ricreare i dialoghi privati. Christian ha trovato una registrazione di un’intervista, in cui Ken Miles spiega la sua filosofia della corsa, ed abbiamo usato quelle dichiarazioni per scrivere il dialogo tra Ken e il figlio, nella scena al tramonto, sulla pista. Lì lui spiega il rapporto tra auto e pilota e mi sembrava molto bello usare quel pezzo di dichiarazione pubblica per ricreare quel momento con il figlio.”

Uno degli aspetti più interessanti del film è certamente quello fotografico, laddove il Dop ha scelto di illuminare l’azione quasi sempre alla luce del tramonto: “Io e Phedon (Papamichael, direttore della fotografia, ndr) siamo carissimi amici, come Shelby e Miles nel film, abbiamo fatto cinque film insieme. Credo che per entrambi non conti qual è il film che stiamo facendo, l’obbiettivo è sempre quello di trovare la bellezza del personaggio. È quello che cerchiamo di fare sempre, è l’effetto speciale che non si può acquistare da un fornitore. Solo il cinema può fotografare i pensieri degli uomini, non le parole, i pensieri.”

Come ogni film sportivo che si rispetti, anche Le Mans ’66 – La grande sfida ha un aspetto tecnico molto interessante: “Il lavoro finale è un mix di montaggio, stunt, fotografia, per ottenere il risultato che ho avuto. Ho un grande team con cui lavoro da quasi vent’anni. CI prepariamo molto e facciamo dei test. Una delle mie più grandi sfide è stata come rendere allettante una cosa che io trovo noiosa, infatti mi annoio a guardare le corse automobilistiche. Quindi ho analizzato quello che mi annoia e ho cercato di raccontare quello che non mostrano le cronache sportive. Non so mai che succede dentro alle macchine, e questo ho provato a raccontare, i segreti dietro a tutto quello che vediamo in genere. In questo modo ho cercato di coinvolgere e di esplorare le emozioni delle persone che sono coinvolte nell’azione.”

Insieme a James Mangold, ha partecipato all’incontro stampa anche Remo Girone, che nel film interpreta Enzo Ferrari, una delle personalità italiane più amate e rispettate nel mondo: “Mangold è un grande direttore di attori, mi ha insegnato delle cose – ha spiegato Girone – Ha un occhio molto attento e si accorge subito se l’attore dà l’impressione di recitare e se lavora a favore della macchina da presa  o se è calato nel personaggio. Interpretare Ferrari è stato bello, è un personaggio talmente noto, nella storia italiana e nel mondo, che, sul set c’erano tanti piloti che guidavano le automobili vere, lì, e nessuno di loro mi conosceva come attore, ma quando hanno saputo che interpretavo Ferrari, hanno voluto fare una foto con me.”

Le Mans ’66 – La grande sfida, il cui titolo internazionale è Ford vs Ferrari, arriverà al cinema il prossimo 14 novembre, distribuito da 20th Century Fox.

Lucca Comics & Games 2019: presentato il programma ufficiale

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Lucca Comics & Games 2019: presentato il programma ufficiale

É stato presentato questa mattina a Milano il programma ufficiale del Lucca Comics & Games 2019, 53° edizione che anche quest’anno anno proporrà il meglio del fumetto, del cinema d’animazione, dell’illustrazione e del gioco e si svolgerà dal 30 ottobre al 3 novembre 2019.

La manifestazione porterà nella cittadina toscana tantissimi ospiti dal mondo del fumetto e del fantasy, tra cui Hirohiko Araki, Chris Claremont, Jim Starlin, Don Rosa, Zerocalcare, Gipi, Sio, Leo Ortolani, Emil Ferris, Barbara Baldi e molti altri. Nell’Area Movie, a cura di QMI – Stardust, i fan potranno incontrare le giovani protagoniste di The WitcherAnya Chalotra e Freya Allan, Rebecca Sugar, Alessandro Rak, Lorenzo Mattotti e assistere a numerose anteprime dal mondo del cinema e delle serie tv, tra cui Zombieland: Doppio Colpo e Terminator: Destino Oscuro.

Queste invece alcune delle mostre allestite per l’edizione 2019: Le origini del Manga – Da Hokusai al manga modernoBarbara Baldi – Lo spessore del silenzioEmil Ferris – Mostri: non lo siamo tutti?Suehiro Maruo – La luna è un buco nel cieloLuca Carboni – Bologna è un’immagine

Per tutte le informazioni vi rimandiamo al sito ufficiale dove è possibile consultare il programma completo.

Lucca Comics & Games 2019: il poster di Barbara Baldi

Spider-Man: 10 eroi con cui fare squadra nel nuovo film

Spider-Man: 10 eroi con cui fare squadra nel nuovo film

Spider-Man rimarrà nell’Universo Cinematografico Marvel grazie al nuovo accordo siglato da Sony e Marvel Studios dopo che pochi mesi fa era stata confermata la rottura del contratto di co-produzione, dunque il personaggio sarà protagonista di un terzo capitolo standalone (uscita prevista il 16 luglio 2021) e comparirà in un altro cinecomic del franchise.

Ma quali sono i personaggi che potrebbero fare squadra con l’arrampicamuri? Ecco qualche valido candidato:

Doctor Strange

Prima dell’uscita di Spider-Man: Far From Home diversi rumor avevano suggerito la partecipazione nel film di Doctor Strange, teoria poi smentita ma che apre ad una serie di possibilità concrete per il terzo capitolo solista di Spidey. Avengers: Infinity War ha stabilito una simpatica dinamica tra i due personaggi, quindi perché non approfondirla meglio introducendo Peter nel covo dello stregone a New York?

Deadpool

deadpool

Ora che l’accordo tra Disney e Fox è siglato e la casa di topolino ha finalmente acquisito tutti i diritti sui supereroi Marvel, è facile immaginare che in un futuro nemmeno troppo lontano personaggi come gli X-Men e i Fantastici Quattro verranno introdotti nell’universo cinematografico di Kevin Feige. Ma in che modo? E se Deadpool, il mercenario chiacchierone interpretato da Ryan Reynolds, incontrasse Spider-Man nel terzo film?

La possibilità è affascinante soprattutto da un punto di vista narrativo, e se i Marvel Studios decidessero di proseguire la linea editoriale del franchise, Deadpool rimarrebbe un marchio contraddistinto all’interno della proposta cinecomic Disney con qualche incursione nel target più “giovanile” di Spidey.

She-Hulk

Come annunciato durante il D23, Jen Walters aka She-Hulk sarà la protagonista di una serie di Disney + prodotta dai Marvel Studios. Il personaggio dei fumetti è un avvocato che, dopo aver acquisito i suoi poteri, concentra i suoi sforzi in tribunale con l’idea di rappresentare i suoi compagni supereroi in questioni legali.

E ora che il Daily Bugle conosce l’identità segreta di Spider-Man ed è intenzionato a incolparlo come unico responsabile dell’attacco a Londra e della morte (forse finta?) di Mysterio, Peter Parker potrebbe aver bisogno di un aiuto. Ecco suggerito l’arrivo di She-Hulk nel nuovo film!

Miles Morales

SPIDER-MAN (MILES MORALES)

Anche Tom Holland ha dichiarato di voler vedere Miles Morales nei nuovi film in live action di Spider-Man, non come sostituto di Peter ma come suo alleato. Spider-Man: Homecoming ha stabilito l’esistenza del personaggio nel MCU grazie al riferimento di Aaron Davis (interpretato da Donald Glover), suo zio nel film, quindi nulla è escluso e ogni trama è sviluppabile in futuro…

Black Panther

chadwick boseman Black Panther 2

È molto probabile che nel prossimo film ritroveremo uno Spider-Man in fuga da quel mondo che ha scoperto la sua identità segreta, e un luogo sicuro in cui rifugiarsi potrebbe essere il Wakanda, proprio come fece Captain America dopo la firma degli Accordi di Sokovia. Qui la sua strada potrebbe incrociare quella di Kraven, che nel frattempo si trova nella nazione africana alimentata dal vibranio in attesa dell’arrivo della nuova “preda”, e per sconfiggerlo Spidey potrebbe chiedere aiuto a T’Challa…

Rocket e Groot

Il vero sogno sarebbe vedere insieme in un film dal taglio comico Spider-Man, Rocket Raccoon e Groot, dal momento che i personaggi non hanno avuto occasione di scambiare troppe battute in Infinity War e Endgame. Il procione ha l’insulto perfetto per tutti, e il vocabolario limitato di Groot completerebbe il quadro in maniera praticamente perfetta!

Wolverine

hugh jackman

Wolverine potrebbe unirsi al MCU grazie all’accordo tra Disney e Fox, e l’occasione giusta per introdurlo sarebbe un entusiasmante team-up con Spider-Man sul grande schermo. Così facendo si metterebbero a confronto la saggezza di un giovane eroe e la sua visione ottimistica del futuro con il pessimismo di Logan, l’amarezza dei suoi anni e il suo cinicmo nei confronti della società.

Ant-Man

Tra tutti i supereroi del MCU ce n’è uno che sicuramente farebbe un ottimo lavoro di squadra con Spider-Man: Ant-Man. Avere un nome da insetto non è l’unica coincidenza, ma considerando che insieme hanno sconfitto Cull Obsidian in Avengers: Endgame ed entrambi condividono un senso dell’umorismo simile, ecco servito il perfetto duo per il MCU!

Smart Hulk

avengers: endgame

Non tutti sanno che l’accordo iniziale della Sony aveva richiesto ai Marvel Studios di dare a Hulk un ruolo secondario in Spider-Man: Homecoming, considerato come una sorta di mentore per Peter Parker, e che quella trama è stata invece sviluppata su Tony Stark. Tuttavia avrebbe ancora senso proseguire l’interazione tra Peter e Bruce, perché entrambi sono interessati alla scienza e il vuoto di Tony deve essere colmato in qualche modo…

La Torcia Umana

Spider-Man e i Fantastici Quattro sono stati alleati ricorrenti nei fumetti, e Peter in particolare ha sempre avuto una particolare affinità con la Torcia Umana. Entrambi sono supereroi di New York, giovani e spassosi quando catturano i cattivi. L’unica differenza è che Johnny Storm vuole diventare un supereroe per la fama, mentre Peter Parker ha una ragione più seria: fare la cosa giusta. Ma quanto sarebbe bello rivederli insieme al cinema?

Leggi anche – Spider-Man: 5 possibili trame per il terzo film

Fonte: Screenrant

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, tornerà un personaggio di Una Nuova Speranza

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L’indizio sul ritorno di uno dei personaggi di Una Nuova Speranza in Star Wars: L’Adcesa di Skywalker era stato scoperto sulla copertina (in lingua spagnola) del romanzo Star Wars: Resistance Reborn, che mostrava proprio Denis Lawson aka Wedge Antilles, uno dei pochi piloti dell’Alleanza Ribelle ad apparire in tutti e tre i film della trilogia originale. al fianco di  Finn, Poe Dameron, Leia Organa e Rey.

L’immagine diffusa su Twitter lo conferma, come l’indiscrezione riportata da Rebel Force Radio in cui si parla dell’apparizione di Lawson nel film in uscita a dicembre. “Abbiamo appena ricevuto un solido si da parte di un rappresentante dell’attore: Denis Lawson sarà in Star Wars: L’Ascesa di Skywalker riprendendo il suo ruolo di Wedge Antilles“, dichiara il sito.

Vi ricordiamo che nel nuovo romanzo si parla dello stato della Resistenza, ora in rovina, e che sulla scia degli eventi della battaglia sul pianeta Crait dovrà raccogliere i pezzi della sconfitta e dei suoi eroi feriti.

https://twitter.com/EckhartsLadder/status/1180131122442854400?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1180131122442854400&ref_url=https%3A%2F%2Fcomicbook.com%2Fstarwars%2F2019%2F10%2F07%2Fstar-wars-the-rise-of-skywalker-wedge-antilles-return-a-new-hope%2F

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Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia del franchise diretto da J.J. Abrams, arriverà nelle sale a dicembre 2019.

Nel cast Daisy RidleyOscar IsaacJohn BoyegaKelly Marie TranNaomi AckieJoonas Suotamo, Adam Driver, Anthony DanielsBilly Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Billie Lourd e il veterano del franchise Mark Hamill. Tra le new entry c’è Richard E. Grant.

Il ruolo di Leia Organa sarà interpretato di nuovo da Carrie Fisher, usando del girato mai visto prima da Star Wars: Il Risveglio della Forza“Tutti noi amiamo disperatamente Carrie Fisher – ha dichiarato Abrams – Abbiamo cercato una perfetta conclusione alla saga degli Skywalker nonostante la sua assenza. Non sceglieremo mai un altra attrice per il ruolo, né mai potremmo usare la computer grafica. Con il supporto e la benedizione della figlia, Billie, abbiamo trovato il modo di onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia in Episodio IX, usando del girato mai visto che abbiamo girato insieme per Episodio VII.”

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Fonte: Comicbook

I film Marvel non sono cinema? Ecco la risposta di Robert Downey Jr.

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Dopo la replica di James Gunn (regista dei due Guardiani della Galassia) e Joss Whedon (la firma di The Avengers e Avengers: Age of Ultron) al commento di Martin Scorsese sui film dei Marvel Studios, giudicati troppo lontani dall’idea di cinema dell’autore americano, arriva anche la risposta del “padrino” dell’universo cinematografico Robert Downey Jr., intervenuto durante il The Howard Stern Show.

Non mi aspettavo che il MCU diventasse quello che è diventato…ho sempre avuto altri interessi e se Scorsese dice che non è cinema, forse dovrei dargli un’occhiata?” ha scherzato l’attore. “È la sua opinione. Voglio dire, quei film escono al cinema, ma apprezzo la sua opinione perché penso che abbiamo bisogno di tutte le diverse prospettive in modo da poter arrivare al centro della questione e andare avanti.

Non credo affatto che Martin sia geloso del successo commerciale dei Marvel Studios“, ha poi continuato Downey, “Anzi, c’è davvero tanto da dire su come questi siano diventati film di genere e sono felice di aver fatto parte della discussione. Non bisogna denigrare nessuna forma d’arte cinematografica“.

I cinecomic non sono cinema, e la cosa più vicina a questo tipo di produzioni sono i parchi a tema […] è un cinema dove gli esseri umani non cercano di trasmettere esperienze emotive veicolandole ad altri esseri umani“, aveva dichiarato Scorsese.

Leggi anche – Iron Man: il video del provino di Robert Downey Jr.

Fonte: The Howard Stern Show

Zombieland: Doppio Colpo, un cameo inaspettato nel nuovo trailer

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Zombieland: Doppio Colpo, un cameo inaspettato nel nuovo trailer

Manca meno di un mese dall’uscita nelle sale di Zombieland – Doppio Colpo, e per ingannare l’attesa la Sony Pictures Entertainment ha diffuso un nuovo trailer vietato ai minori del film con scene mai viste prima del sequel diretto ancora una volta da Ruben Fleischer e un “sorprendente” cameo.

Nel cast torneranno i veterani Jesse EisenbergWoody HarrelsonEmma Stone e Abigail Breslin riprendendo i rispettivi ruoli del film originale, mentre le new entry sono Zoey Deutch e Dan Aykroyd.

La sceneggiatura è stata firmata da Dave Callaham (Godzilla, Wonder Woman 1984) con Paul Wernick e Rhett Reese (Deadpool, Deadpool 2), mentre le riprese si sono svolte nei mesi scorsi a Los Angeles. Per quanto riguarda la trama – ancora avvolta nel mistero – sappiamo che dovrebbe riprendere le sorti dei quattro protagonisti (Columbus, Tallhassee, Witchita e Little Rock) immersi in un mondo dove l’apocalisse zombie si è evoluta.

Fonte: Sony Pictures Entertainment

Hulk: Edward Norton rivela i suoi piani originali per il personaggio

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Per tutti il Bruce Banner aka Hulk dell’universo cinematografico Marvel è Mark Ruffalo, ma sappiamo benissimo che quando il personaggio è stato introdotto nel 2009 venne interpretato da Edward Norton nel film snobbato di Louis Leterrier scritto dallo stesso Norton. Tutto lasciava intendere, all’epoca, che l’attore sarebbe tornato anche in un ipotetico sequel (o almeno negli altri capitoli del MCU), ma le divergenze creative con lo studio hanno reso possibile questo cambio in corso d’opera.

Intervistato dal New York Times in occasione dell’uscita di Motherless Brooklyn (scelto come film d’apertura della quattordicesima edizione della Festa del Cinema di Roma), Norton ha parlato del suo rapporto con la Marvel e dei piani mai concretizzati su un altro capitolo delle avventure in solitaria di Hulk:

Ho adorato i fumetti di Hulk. Pensavo avessero un che di mitologico. E quello che stava facendo Christopher Nolan con Batman è un po’ la strada che avrei percorso anche io: un racconto lungo, dark e serio. Hulk, per come lo immaginavo io, aveva tutte quelle caratteristiche, perché è letteralmente il mito di Prometeo. Quindi presentai ai Marvel Studios un’idea per due film: una origin story e un seguito su Bruce Banner sognatore cosciente, un personaggio che poteva gestire il viaggio. Prima mi dissero che era ciò che volevano, poi si è scoperto che non era così. Ma mi sono divertito moltissimo a farlo e mi è piaciuto lavorare con Kevin Feige.

Dunque è evidente che se Norton avesse proseguito il suo percorso nel MCU, il suo Bruce Banner sarebbe stato decisamente più oscuro del ritratto diversamente complesso di Ruffalo, ispirato al lavoro di Nolan sulla trilogia del cavaliere oscuro. Nell’intervista ha poi spiegato che quando discusse dei suoi piani con i Marvel Studios, non era disposto a dedicare tutto il tempo necessario per realizzare questa visione creativa e che il budget non corrispondeva alle richieste avanzate.

Leggi anche – Hulk: 10 idee per il futuro del personaggio nel MCU

Fonte: The New York Times

Joker: tutte le domande che ci lascia il film

ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU JOKER

Campione d’incassi nel primo weekend di programmazione e vincitore del Leone d’oro a Venezia, Joker è finalmente sbarcato nelle nostre sale e sta facendo discutere per le domande lasciate in sospeso. Qui sotto abbiamo riassunto le più importanti a cui un ipotetico sequel potrebbe rispondere:

Thomas Wayne è davvero il padre di Arthur?

Iniziamo dal quesito più “caldo” che pone il film: Arthur Fleck è davvero il figlio illegittimo di Thomas Wayne? Sappiamo che la madre del protagonista, Penny Fleck, ha lavorato come domestica nella residenza di famiglia e che – come rivelato dalle lettere che la donna inviava regolarmente al suo ex datore di lavoro – lei crede fermamente che Arthur sia nato proprio in seguito alla relazione che aveva con il miliardario di Gotham.

L’età dei personaggi potrebbe confermare questa verità, tuttavia la documentazione ufficiale racconta una storia diversa: le carte affermano che Arthur è stato adottato, e la credibilità di Penny è discutibile a causa della sua diagnosticata psicosi delirante. D’altra parte però Wayne potrebbe essere il classico uomo potente che cerca in ogni modo di nascondere uno scandalo dichiarando il suo accusatore mentalmente instabile…

Cosa è accaduto a Sophie?

Niente, nel corso di Joker, rende rassicurante il rapporto tra Arthur e Sophie, la giovane madre single che vive nel fatiscente condominio del protagonista, e sarà per questo che quando alla fine del film viene spiegato che tutto ciò che riguarda la loro relazione fa parte di un’illusione, lo spettatore tira un sospiro di sollievo.

I fatti parlano chiaro: Arthur non ha più cercato Sophie dopo i suoi primi omicidi, lei non è mai andata a vedere i suoi spettacoli di stand up comedy e non era con lui in ospedale dopo la morte della madre. Ma la vera domanda è: cosa è successo a Sophie? Forse è viva da qualche parte, se è mai esistita?

Arthur ha realmente lasciato l’ospedale psichiatrico?

joker

Quello di Joker si potrebbe descrivere come un narratore tremendamente inaffidabile e la sua prospettiva della trama del film è alquanto misteriosa (vedi il modo in cui si svolge la relazione con Sophie). In questo senso non possiamo sapere se tutti gli eventi rappresentati accadano effettivamente, o se sono tutti solo creazioni della mente di Arthur, e viene da chiedersi se il personaggio abbia mai realmente lasciato l’Arkham Asylum.

Questa teoria è suggerita da diversi dettagli seminati nel film, come l’orologio nell’ufficio dell’assistente sociale di Arthur impostato alle 11:11, che è stranamente anche l’ora esatta che leggiamo sul muro durante il “flashback” dell’uomo mentalmente disturbato e mostrato mentre sbatte la testa contro una porta. Forse i due fatti sono simultanei e il “flashback” è una “sbirciatina” nella realtà?

Anche il finale è degno di nota, con Arthur in terapia circondato da pareti bianche che sembra ridere in una realtà mentale da lui creata…

Arthur Fleck è il Joker?

Joker recensione film

Chiudiamo con una domanda più che lecita sostenuta dal film e da tutte le possibili discussioni: Arthur Fleck è davvero il Joker? Dopo la fine del suo percorso diventerà il clown principe del crimine che conosciamo? Questo adattamento di Todd Phillips segue, in parte, la narrativa tradizionale di Batman mostrando il giovane Bruce Wayne e l’assassinio dei genitori, e il protagonista abbraccia la classica trasformazione in pagliaccio con il trucco, gli abiti e azioni criminali, ma potrebbe esserci da qualche parte a Gotham il “vero” Joker, qualcuno che si ispirerà alle gesta di Arthur diventando il prossimo super villain della città.

Leggi anche – Joker: tutti gli indizi per un possibile sequel

Fonte: Cinemablend

Angelina Jolie e Michelle Pfeiffer incantano Roma alla premiere di Maleficent 2

In occasione della premiere europea di Maleficent 2 – Signore del Male, Angelina Jolie e Michelle Pfeiffer hanno partecipato alla serata di presentazione del film, che rientra negli eventi di preapertura di Alice nella città.

Nello scenario mozzafiato dell’Auditorium della Conciliazione, con un tramonto viola-Malefica, le due star hanno illuminato la serata romana. Ecco gli scatti di Angelina Jolie e Michelle Pfeiffer:

Angelina Jolie e Michelle Pfeiffer presentano a Roma Maleficent 2

Maleficent – Signora del Male è uscito il 17  ottobre 2019, continuando a cavalcare l’onda dei live action dei classici Disney. Maleficent – Signora del Male sarà diretto da Joachim Ronning, che collaborerà ancora con Espen Sandberg, come per Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar.

Maleficent – Signora del Male vanta la presenza di un cast stellare come Angelina Jolie, Elle Fanning, Chiwetel Ejiofor, Sam Riley, Harris Dickinson, Ed Skrein, Imelda Staunton, Juno Temple, Lesley Manville e Michelle Pfeiffer nel ruolo della Regina Ingrith ed è diretto da Joachim Rønning. Basato su una storia di Linda Woolverton e scritto da Linda Woolverton e Noah Harpster & Micah Fitzerman-Blue, il film è prodotto da Joe Roth, Angelina Jolie e Duncan Henderson, mentre Matt Smith, Jeff Kirschenbaum e Mike Vieira sono i produttori esecutivi.

Maleficent – Signora del Male rientra nella nuova politica Disney del revival in live action del classici d’animazione. Dopo il primo capitolo, Cenerentola, La Bella e la Bestia e Il Libro della Giungla, Aladdin, Dumbo e Il Re Leone già arrivati in sala, il film con protagonista la Jolie si aggiunge alla lista di film che riproporranno in carne e ossa i personaggi iconici della Casa di Topolino, insieme a tanti altri confermati e molti che sicuramente arriveranno.

Maleficent – Signora del Male, il trailer italiano

James Wan insieme a Bonelli Editore per una nuova serie tv su Dylan Dog

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La notizia viene riportata in esclusiva da Variety: James Wan lavorerà insieme alla Sergio Bonelli Editore per sviluppare e co-produrre una nuova serie tv in lingua inglese basata sul fumetto di Dylan Dog.

Per Bonelli Entertainment, divisione interna della casa editrice italiana, figureranno come produttori esecutivi il responsabile dello sviluppo dell’azienda Vincenzo Sarno e Giovanni Cova, che è a capo del gruppo di marketing di intrattenimento insieme a Michele Masiero e Simone Airoldi. Per Atomic Monster, la casa di produzione di Wan, ci saranno il regista, Michael Clear e Rob Hackett.

James Wan e Atomic Monster sono maestri del genere horror e hanno una comprovata sensibilità sul modo migliore di adattare i fumetti allo schermo“, ha dichiarato il presidente Davide Bonelli in una nota ufficiale. “Siamo davvero entusiasti di avere questa squadra dei sogni che lavorerà su uno dei nostri personaggi più importanti“.

Fonte: Variety

El Camino: Aaron Paul parla della possibilità di un sequel

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Mancano ormai pochissimi giorni dall’arrivo su Netflix di El Camino, il film sequel di Breaking Bad che racconterà la vita di Jesse Pinkman dopo la fine della quinta e ultima stagione dello show creato da Vince Gilligan e, intervistato dal The Guardian, Aaron Paul ha già affermato che i fan non dovrebbero aspettarsi un sequel della pellicola, almeno in forma episodica per il piccolo schermo, ma che le sue speranze di continuare il viaggio del personaggio sono ancora vive.

Pensavo che avessimo finito quella storia sei anni fa. E ora sono di nuovo nei panni di Jesse” ha detto l’attore, “Il pubblico si era appassionato così tanto e voleva delle risposte…ma non chiedeteci se ci sarà una nuova stagione di Breaking Bad, perché è un sogno irrealizzabile. Abbiamo fatto un film però, tutto su Jesse, e racconta cosa è successo a lui dopo la fine“.

Paul ha poi spiegato come sia più opportuno, in caso, esplorare il futuro di Jesse sotto forma di film sempre su Netflix, la piattaforma dove Breaking Bad è approdata in questi anni e che a sentire la sua star ha contribuito a plasmare una carriera: “L’aggiunta della serie è stato un momento fondamentale della mia vita, che da allora è cambiata.

Vi ricordiamo che la release di El Camino è fissata per l’11 ottobre 2019.

Guarda il trailer di El Camino – Il film di Breaking Bad

Fonte: The Guardian

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