Chi interpreterà Marion Cotillard
in The Morning Show 4?
Secondo Deadline, la Cotillard ha firmato per interpretare un ruolo
chiave durante un importante arco narrativo della quarta
stagione di The Morning
Show. Il suo personaggio si chiama Celine
Dumont, che viene descritta come “un’esperta operatrice
proveniente da una famiglia europea di grande prestigio“.
Questa è la prima serie importante
della Cotillard dopo una breve apparizione nella
serie antologica Extrapolations del 2023. La
vedremo poi nel prossimo film biografico Lee,
con Kate Winslet nel ruolo di una fotoreporter che
racconta la Seconda Guerra Mondiale.
The Morning
Show è una serie drammatica e sincera che analizza il
posto di lavoro moderno attraverso la lente delle persone che
aiutano a svegliare l’America. La Cotillard si unirà ai
protagonisti della serie, Jennifer
Aniston, Reese
Witherspoon e Billy
Crudup. La serie vede anche il ritorno delle star
Mark Duplass, Nestor Carbonell, Karen Pittman, Bel Powley,
Desean Terry, Janina Gavankar, Tom Irwin e Marcia Gay
Harden.
La serie è creata e prodotta
esecutivamente da Michael Ellenberg (The
Leftovers), con Kerry Ehrin come sceneggiatore. I produttori
esecutivi sono Witherspoon, Aniston, Ehrin, Mimi Leder, Kristin
Hahn, Lauren Levy Neudstadter, Adam Milch ed Erica Lipez.
Divenuta celebre con il personaggio
di Trinity in Matrix, l’attrce Carrie-Anne Moss si
è negli anni costruita una carriera all’insegna della diversità,
muovendosi tra grandi produzioni e film più indipendenti.
Recentemente si è fatta apprezzare per la sua partecipazione ad
alcune serie targate Marvel, che le hanno permesso di
reinventarsi ed ottenere nuova fama.
Ecco 10 cose che non sai di
Carrie-Anne Moss.
Carrie-Anne Moss: i suoi film e le
serie TV
1. Ha recitato in una
celebre trilogia di fantascienza. Il debutto sul grande
schermo per l’attrice avviene nel 1996 con il film
Sabotage, ma la vera popolarità arriva con Matrix
(1999), film cult dove recita accanto agli attori Keanu
Reeves e Lawrence
Fishburne. Dopo essere comparsa in
Memento (2000) e Chocolat (2000),
partecipa anche ai sequel
Matrix Reloaded (2003) e Matrix Revolutions (2003). Negli anni successivi
recita invece a pellicole come Kidnapped – Il rapimento
(2005), Fido (2006),
Disturbia (2007), Un segreto tra di noi (2008),
con Ryan
Reynolds, Silent Hill:
Revelation 3D (2012), Pompei
(2014), Frankenstein(2016) e The Bye Bye
Man (2016). Nel 2022 ha ripreso il ruolo di Trinity in
Matrix Resurrections, mentre nel 2023 ha recitato in
Accidental Texan.
2. Ha preso parte a note
produzioni televisive. Dopo aver ottenuto un’iniziale
popolarità recitando nelle serie I giustizieri della notte
(1991-1993), Models, Inc. (1994-1995) e F/X
(1996-1997), l’attrice conosce nuova popolarità tornando a recitare
per il piccolo schermo. Qui compare infatti nelle serie
Chuck (2011), Vegas (2012-2013) e Jessica Jones (2015-2019), dove ricopre il ruolo
di Jeri Hogart. Ruolo che poi riprende anche in
Daredevil (2016), Iron Fist (2017), e
The Defenders (2017). Ha poi partecipato anche alle
serie Humans (2016), Tell Me a Story (2019-2020)
e Wisting (2019-2022). Nel 2024 è invece tra i
protagonisti della serie di Star
Wars intitolata The Acolyte, dove recita accanto a DafneKeen.
Carrie-Anne Moss in Memento
3. Christopher Nolan è rimasto molto
soddisfatto di lei. Dopo essere rimasta impressionata
dall’interpretazione di Carrie-Anne Moss nel ruolo di Trinity in
Matrix (1999), Jennifer Todd la propose per la parte
di Natalie. Mentre Mary McCormack faceva pressioni
per il ruolo, Christopher Nolan decise di affidare alla Moss
il ruolo di Natalie, affermando: “Ha aggiunto al ruolo di
Natalie una quantità enorme di cose che non erano sulla
pagina”.
Carrie-Anne Moss e Guy Pearce in Memento
Carrie-Anne Moss è Trinity in Matrix
4. Ha evitato di essere
sostituita dal suo ruolo. Nel girare una delle sue prime
scene per il film Matrix, l’attrice subì un infortunio slogandosi una
caviglia. Tuttavia decise di non dire a nessuno della cosa, temendo
che la produzione l’avrebbe sostituita. Riuscì fortunatamente a
recuperare in fretta, potendo mantenere così il ruolo che l’ha resa
celebre.
5. Le fu richiesto di
leggere alcuni saggi. Agli attori del cast fu richiesto di
essere in grado di spiegare cosa fosse Matrix. Pertanto, anche
l’attrice dovette leggere saggi e libri riguardanti i simulacri, le
simulazioni virtuali e sulla cultura postmoderna in generale. La
Moss ha in seguito raccontato di aver trovato questa come la parte
più complessa del suo coinvolgimento nel processo.
6. È stata la prima volta
che si è rivista sullo schermo. Quando assistette al primo
montaggio del film, per l’attrice questa rappresentava la prima
volta in cui si rivedeva sullo schermo. Pur avendo già dei titoli
all’attivo nella sua filmografia, infatti, non aveva ancora avuto
tale possibilità.
Carrie-Anne Moss è una Jedi in
The Acolyte
7. Ha eseguito molti dei
combattimenti previsti per il suo personaggio. Per la
serie The Acolyte l’attrice non si è tirata indietro dal
prepararsi fisicamente per poter eseguire personalmente diverse
delle scene di combattimento per lei previste. Ha infatti
raccontato: “È stato complicato. I miei blocchi fisici in
realtà provenivano dal costume. È davvero importante esercitarsi
con i costumi. Sono pesanti. Era qualcosa da cui ho dovuto
recuperare molto. Il costume ti dà sicuramente l’immagine, ma
essere effettivamente libero nei combattimenti, è stata una
sfida“.
Carrie-Anne Moss e Keanu Reeves in Matrix
Carrie-Anne Moss: chi è suo marito
8. È sposata. Nel
1999 l’attrice è sposata con l’attore Steven Roy,
dal quale ha avuto due figli e una figlia. Insieme vivono a Los
Angeles, conducendo una vita famigliare particolarmente riservata,
evitando di porre sotto i riflettori dei media o della stampa
dettagli personali.
Carrie-Anne Moss è su Instagram
9. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 22 mila persone. All’interno di
questo l’attrice è solita condividere immagini scattate in momenti
di svago quotidiano, ma anche piccole curiosità per i propri fan.
Non mancano poi video in cui l’attrice parla di tematiche a lei
care o di meditazione, della quale è una grande amante.
Carrie-Anne Moss: età e
altezza
1. Carrie-Anne Moss è nata a
Vancouver, in Canada, il 21 agosto del 1967. L’attrice è
alta complessivamente 174 centimetri.
Se si pensa a saghe cinematografiche
che coniugano la
fantascienza con l’horror,
i primi due titoli che vengono in mente sono senza dubbio
Alien e
Predator. Il primo, il cui film iniziale è uscito
nel 1979, portava l’essere umano a scontrarsi con i terribili
xenomorfi nel cuore dello spazio. In Predator,
invece, sono gli alieni a venire sul pianeta Terra, con l’obiettivo
di uccidere e conquistare tutto ciò che gli si presenta davanti. A
dirigere il primo film della serie, uscito nel 1987, vi è il
regista John McTiernan, noto
anche per Trappola di cristallo, Caccia a Ottobre Rosso
e Last Action Hero.
Sin dalla sua uscita,
Predator si è imposto come un cult del suo genere.
Ciò è merito degli effetti speciali, del look della mostruosa
creatura aliena e della presenza di Arnold Schwarzenegger come protagonista. Il
film, inoltre, è a suo modo anche una cupa metafora sulla guerra
del Vietnam, con il predatore che sostituisce il nemico, le cui
capacità gli permettono di essere pressoché invisibile sino al
momento dell’attacco. Gli elementi che ne hanno fatto un classico
sono dunque molti, e non stupisce dunque che questo primo capitolo
abbia dato origine ad un vero e proprio franchise.
Per gli amanti del genere si tratta
infatti di un titolo imprescindibile, che offre non solo grande
azione ma anche tanto terrore. Prima di intraprendere una visione
del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e ai suoi sequel. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La storia del film ha inizio quando
un commando di recupero delle Forze Speciali statunitensi
addestrate dalla CIA, guidato da Alan “Dutch”
Schaefer, viene inviato nello sperduto paese di Val Verde,
in America Centrale. Qui il gruppo deve soccorrere l’equipaggio di
un elicottero con a bordo il ministro di un Paese alleato. Vicino
al velivolo, però, vengono ritrovati i cadaveri mutilati di quanti
vi erano a bordo. Indagando su chi possa aver compiuto quella
barbarie, il gruppo finirà per perdersi nella giungla, andando
incontro a qualcosa che va ben oltre la loro immaginazione.
Il cast del film
Al momento di scegliere l’interprete
di Alan Schaefer, il comandante del gruppo, l’unico nome possibile
risultò essere quello di Arnold
Schwarzenegger. L’attore, divenuto in quegli anni una
celebrità grazie a film come
Terminator e Conan il distruttore. Una volta accettato il ruolo,
egli si sottopose ad una rigida dieta che lo portò a perdere più di
venticinque chili, poiché dal suo punto di vista il personaggio
doveva non solo essere muscoloso ma anche molto magro.
Nel ruolo del maggiore George
Dillon, invece, si ritrova l’attore Carl Weathers, principalmente noto per aver
interpretato Apollo Creed nella saga di Rocky. L’attrice messicana Elpidia
Carrillo è invece Anna Gonsalves, una ribelle del luogo.
Gli altri membri del gruppo di soldati sono Billy, interpretato da
Sonny Landham,, Mac Eliot, interpretato da
Bill Duke, Jorge Ramirez, interpretato da
Richard Chavez e Blain Cooper, interpretato
dal wrestler Jesse Ventura.
Vi è poi anche Rick Hawkins, nei cui
panni si ritrova lo sceneggiatore Shane Black. Quest’ultimo è noto per aver
ideato la saga di Arma Letale e i produttori speravano che potesse
collaborare anche alla sceneggiatura di Predator.
Quando però, anche dopo essere stato ingaggiato come attore, egli
si rifiutò di scrivere qualcosa, il suo personaggio fu riscritto
per essere il primo a morire. Sotto il costume dell’alieno, invece,
vi è Kevin Peter Hall, già interprete di altri
mostri cinematografici.
L’attore Jean-Claude Van Damme era stato inizialmente
scritturato per interpretare il Predator. L’idea era che egli
avrebbe usato le sue conoscenze delle arti marziali per rendere il
Predator un cacciatore agile e simile a un ninja. Tuttavia, il
design originale del costume era troppo ingombrante e difficile da
gestire nella giungla, e Van Damme non riusciva a fare i movimenti
richiesti. Inoltre, è stato riferito che Van Damme si è
costantemente lamentato del fatto che la tuta del mostro fosse
troppo calda.
Alla fine Van Damme è stato
eliminato dal film, ufficialmente perché troppo basso rispetto agli
altri attori, venendo sostituito da Kevin Peter
Hall. La tuta fu poi ridisegnata perché, anche con un
attore più imponente, si riteneva che non suscitasse abbastanza
paura. Il design finale presenta quindi una testa insettoide e
zanne che si estendono dalle mandibole. Per il resto il mostro
rimase umanoide nella fisiologia, consentendo di essere
interpretato da un performer in tuta.
I sequel di Predator
Il grande entusiasmo che
Predator suscitò nel pubblico spinse alla
realizzazione di due sequel. Il primo uscì nel 1990 con il titolo
di Predator 2 ed è interpretato da Danny
Glover, mentre nel 2010 è uscito il terzo capitolo,
Predators, interpretato
da Adrien Brody. Quest’ultimo, in realtà, si
configura come un reboot dell’originale. Nel 2018 è invece uscito
The Predator, scritto e
diretto proprio da Shane Black,
che ha così finalmente accettato di sceneggiare uno dei film della
serie, strutturandolo però come un sequel dei primi due film.
Esistono poi due film crossover,
Alien vs. Predator e Alien vs.
Predator 2, dove i mostri delle due celebri saghe si danno
battaglia. Nel 2022 è poi stato realizzato un prequel della saga
semplicemente intitolato Prey.
La storia ruota attorno a una giovane donna Comanche, Naru, che si
ritrova a dover proteggere la sua gente da un alieno umanoide e
feroce che caccia gli umani per sport. Ad oggi sembra essere
in fase di sviluppo un sequel, mentre si sta lavorando anche ad
un nuovo capitolo della saga
intitolato Badlands.
Il trailer
di Predator dove vedere il film in streaming
e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Predator è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten Tv, Google
Play, Apple TV, Disney+ e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 5 agosto alle ore
21:20 sul canale Rai 4.
Becoming Karl Lagerfeld, la nuova
serie originale francese Disney+ è stata presentata oggi a
Milano con la partecipazione di
Daniel Brühl, attore protagonista che
interpreta proprio Karl Lagerfeld. Becoming Karl
Lagerfeld sarà disponibile su Disney+ da venerdì 7 giugno
ed è prodotta da Gaumont e Jour Premier ed ecco cosa ha
raccontato il protagonista.
La serie è ambientata a
Parigi nel 1972, quando Karl è in cerca di un posto nel mondo e sa
esattamente dove vuole arrivare, è affamato di fama, di conoscenza
e anche alle prese con il suo primo amore.
“Vorrei poter parlare
italiano come faceva Karl – ha iniziato
Daniel Brühl– che era un genio anche dal punto di
vista linguistico. Pur avendo un forte accento tedesco, aveva
padronanza del francese anche raffinata. Nell’interpretarlo ho
dovuto calcare l’accento tedesco che naturalmente non ho, per
interpretarlo.”
“E’ molto stato
interessante scoprire chi fosse Karl prima di diventare famoso e
prima che arrivasse a perfezionare quel ruolo che si era inventato
per sé, quell’icona. L’ho incontrato vent’anni fa ma era già il
simbolo che lui aveva costruito di se stesso, per proteggersi, come
aveva fatto anche Andy Wharol. Ricordo i capelli bianchi, i suoi
guanti, ho visto i suoi occhi solo per un attimo. Mi interessava
interpretare l’uomo che era arrivato a costruire quel simbolo di se
stesso, anche con tutte le sue insicurezze e le sue
fragilità”.
Sulla
preparazione che ha affrontato per interpretare il
ruolo:
“E’ stato un processo
lungo. Io più invecchio più non ho voglia di nascondere la mia età
e in questa fase della mia vita mi piace affrontare nuove sfide.
Qui si trattava di mettere insieme un rompicapo con moltissimi
pezzi. Ho letto tre sue biografie e ho avuto la possibilità di
imparare quanto sin da giovane era molto bravo a vendere se stesso,
guardando le sue interviste. Ho potuto acquisito il suo linguaggio
e il modo in cui si muoveva, ho anche incontrato suoi vecchi amici.
Grazie a loro ho trovato nuovi spunti. Poi mi sono tuffato a testa
in giù. I primi che hanno potuto testimoniare i miei sforzi di
immedesimazione sono stati gli animali della fattoria vicino a dove
vivo, in Spagna. Le pecore sono rimaste molto colpite da me con i
tacchi che parlo in francese”.
Sulla solitudine di Karl
Lagerfeld:
“E’ stato
particolarmente impegnativo, perché quando si tratta di
interpretare un personaggio così misterioso ma anche così iconico
il rischio è di scivolare nella caricatura. Era un uomo molto
discreto, ed è stato necessario prendere delle decisioni per
cercare di capire lui e quello che desiderava. Voleva l’amore,
conquistare Parigi, essere rispettato? Era affamato di
affermazione. Per quanto riguarda invece il suo amore, cercava di
aprirsi ma temeva di perdere il controllo. Io riesco anche ad
identificarmi con alcuni aspetti di questo personaggio, ma non
posso paragonarmi certo all’attenzione cui era soggetto Karl. Ho
condiviso però alcuni aspetti della sua personalità, come la
solitudine e la voglia di essere amati. Da attore cerco di
collegarmi con alcuni aspetti estremi di sentimenti che non mi
appartengono.”
Sugli attori come
mercenari e i registi come stilisti che li scelgono e li
“vestono”:
“Devo dire che ho
conosciuto dei registi che possono essere considerati stilisti
haute couture. Ma il mio maestro p stato mio padre, che dirigeva
documentari. Quando ho cominciato ad avvicinarmi alla recitazione
mi ha sempre sostenuto, e mi diceva che avremmo dovuto puntare a
raccontare storie di cui avrebbero parlato tutti. I primi film che
mio padre mi fece vedere da adolescente sono stati quelli di
Visconti, De Sica e Fellini. Il mio eroe era Marcello
Mastroianni.”
Sull’equilibrio
tra la profondità della drammaturgia e la superficialità della
moda:
“Quello che amo negli
esseri umani e quello che è arricchente per un attore da mettere in
scena è la contraddizione. Karl Lagerfeld era effettivamente pieno
di contraddizioni, era un uomo di profonda e vasta cultura, ma era
anche una icona di moda e di tutto ciò che è effimero e frivolo.
Era un artista, un illustratore, un fotografo e un creativo
eccezionale, ma era anche un uomo d’affari estremamente duro e
pratico. Mi sono divertito a esplorare queste contraddizioni che ha
continuato a vivere fino alla fine. È ammirevole che nonostante
l’età non abbia mai smesso di essere curioso e di rimanere in
contatto con il tempo. Un uomo appassionato di Proust e dei
romantici tedeschi, ma anche di sfilare dai ritmi folli, così
diverso da quel XVIII secolo che così tanto amava.”
Sull’eredità
tedesca che
Daniel Brühl condivide con Karl Lagerfeld:
“Mi rapporto al
desiderio di Karl di riuscire a superare i confini e riuscire a
esplorare e lavorare con culture diverse. Già da giovanissimo avevo
questo desiderio, forse a causa della mia famiglia con madre
spagnola, padre tedesco e due zii francesi. Ero abituato a questa
commistione di culture, avevo già il desiderio di lavorare in tutta
Europa, non osavo neanche sognare gli Stati Uniti, e mi piace
recitare in più lingue. Mio padre citava spesso Carlo V re di
Spagna, che diceva che con Dio parlava in spagnolo, con l’amante in
francese e con il cavallo il tedesco. Mi piace lavorare con le
debolezze e con i punti di forza di ogni lingua.”
Becoming Karl Lagerfeld sarà disponibile su
Disney+ da venerdì 7 giugno ed è
prodotta da Gaumont e Jour Premier. Vede protagonista
Daniel Brühl.
Negli ultimi anni l’attore Bruce Willis si è dedicato senza sosta a
partecipare ad una serie di film di genere d’azione
e
thriller. Tra questi si ritrovano titoli come Survive the
Night, Trauma Center e Hard Kill. Un altro
recente titolo, simile a questi, a cui ha partecipato, è
White Elephant: Codice criminale, diretto da
Jesse V.
Johnson, noto per aver lavorato a lungo come
controfigura e stuntman. Nel film, in realtà, la partecipazione di
Willis è marginale e altri sono gli interpreti protagonisti. Data
la sua popolarità come attore, però, la promozione del film si è
costruita sulle sue spalle.
White Elephant: Codice
criminale è inoltre uno degli ultimi film con protagonista
Bruce Willis, che si è ora ritirato dalla
recitazione perché gli è stata diagnosticata una
demenza frontotemporale. Il regista, che in precedenza, quando
lavorava come stuntman, aveva collaborato con Willis, ha detto al
Los Angeles Times che “era chiaro che non era il Bruce che
ricordavo“. Le battute di Willis sono state girate a un ritmo
più veloce su suggerimento del suo assistente, Stephen J.
Eads, così da nascondere i difetti di pronuncia
dell’attore.
In seguito a Johnson è stato chiesto
se voleva girare un altro film con Willis, ma il regista ha
rifiutato l’offerta, affermando: “Siamo tutti fan di Bruce
Willis e l’accordo sembrava sbagliato e in definitiva una fine
piuttosto triste per una carriera incredibile, con la quale nessuno
di noi si sentiva a proprio agio“. Di certo White
Elephant: Codice criminale non contiene la miglior
performance della carriera di Willis e probabilmente non verrà mai
citato tra i suoi lavori migliori, ma per i fan dell’attore e gli
appassionati del genere si tratta comunque di un film da non
perdere.
La trama di White Elephant: Codice
criminale
Arnold
Solomon è un ricco e potente speculatore del settore
immobiliare, con legami con la criminalità organizzata e intento
ora a trattare un accordo con i russi. Per stare tranquillo ed
evitare interferenze da parte del suo rivale, Luis
Velasquez, a capo di un Cartello messicano, Arnold affida
al suo fidato sicario e caro amico Gabriel “Gabe”
Tancredi, un ex marine ora al servizio della criminalità,
il compito di gestire le negoziazioni. All’incontro con Velasquez,
Gabe si presenta con il suo aiutante Carlos
Garcia. Quando però le trattative con Velasquez
falliscono, Garcia decide di eliminarlo.
Gli agenti della polizia
investigativa Vanessa Flynn e Walter
Koschek, appostati per sorvegliare Velasquez, vedono
Carlos uscire di corsa e scampare per un pelo all’esplosione
dell’ufficio del boss messicano. Appreso dell’esistenza dei
testimoni, Arnold ordina a Gabe di eliminarli. Koschek viene allora
ucciso a casa sua da Gabe e Carlos, mentre per l’agguato a Vanessa,
Carlos si porta dietro alcuni amici per aiutarlo. L’ex marine
decide però di infrangere il codice criminale e aiuta la Flynn a
sfuggire all’aggressione mortale. Da quel momento per loro la
situazione si complica e si troveranno a dover fermare i suoi
nemici prima che essi fermino lei.
Il cast del film
Ad interpretare il ricco e potente
speculatore del settore immobiliare Arnold Solomon vi è, come
anticipato, l’attore Bruce Willis. Negli
ultimi anni abituato ad interpretare ruoli piuttosto marginali,
questo accettò di partecipare al film a patto di girare tutte le
proprie scene nel minor numero possibile di giorni. Per via della
malattia di cui inizia a soffrire in modo sempre più evidente,
Willis ebbe però diverse difficoltà sul set, ad esempio nel
ricordare le proprie battute. Vero e proprio protagonista del film,
nei panni di Gabriel Tancredi è però Michael Rooker,
meglio noto per aver interpretato Yondu nei film di Guardiani della Galassia.
Olga Kurylenko,
protagonista femminile del film, è invece impegna ad interpretare
la poliziotta Vanessa Flynn. Prima di questo film l’attrice è
divenuta celebre grazie a titoli come Quantum of
Solace, dove interpretava la Bond girl Camille
Montes, To
the Wondere La
corrispondenza. Completano poi il cast gli attori
Vadhir Derbez nei panni di Carlos Garcia e
Louie Ski Carr in quelli di Luis Velasquez.
L’attore candidato agli Oscar John Malkovich
ricopre invece il ruolo di Glen Follett.
Il trailer di White
Elephant: Codice criminale e dove vederlo in streaming e
in TV
Il film è presente unicamente sulla
piattaforma streaming Infinity+. È però presente
presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 5 giugno alle ore
21:20 sul canale Italia 1. Di
conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche
sulla piattaforma Mediaset Play, dove quindi lo si
potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda.
Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per
trovare il film e far partire la visione.
Una delle cose più sorprendenti di
Captain America: Brave New World è il fatto che
Sam Wilson dovrà confrontarsi con
The Leader. Abbiamo incontrato Samuel Sterns per la prima volta
in L’incredibile Hulk del 2008 e abbiamo appreso
che l’apparente alleato di Bruce Banner aveva alcune convinzioni
discutibili quando si trattava di scienza.
Ciò includeva la creazione
dell’Abominio e, quando Emil Blonsky andò su tutte le furie ad
Harlem, Sterns ricevette la sua dose di avvelenamento gamma dopo
che un campione del sangue di Banner contaminò una ferita sulla sua
testa. La sua testa iniziò a crescere e quella fu l’ultima volta
che vedemmo Sterns, finché un fumetto tie-in (che può o meno essere
considerato “canonico”) rivelò che la Vedova Nera lo portò sotto la
custodia dello S.H.I.E.L.D.
Parlando con Screen Rant, l’attore
Tim Blake Nelson ha confermato che farà parte
delle riprese di
Captain America: Brave New World e che avremo una
spiegazione per l’assenza di 16 anni di The Leader
dal MCU. “[Sono] molto
entusiasta di questo. Domani andrò ad Atlanta per continuare a
lavorarci. È stato molto emozionante riportare in vita un
personaggio di 16 anni fa e immaginare come è invecchiato con me e
come ciò si è manifestato.”
“Il team Marvel è
arrivato con una spiegazione davvero interessante – una
rivelazione, dovrei dire, su cosa ha fatto per 16 anni e
perché”, ha anticipato l’attore. Il personaggio potrebbe anche
aver lavorato in segreto per il Governo degli Stati Uniti, magari
contribuendo alla creazione di Red Hulk.
“Mi sono divertito moltissimo a
girarlo”, ci ha recentemente raccontato Nelson riguardo al suo
ruolo nel film. “E [io] ho lavorato con il team Marvel e con
questo meraviglioso
truccatore di nome David Atherton con il quale ho collaborato a
una dozzina di film ormai.”“Penso che le persone saranno
piuttosto entusiaste di come appare questo ragazzo. E di cosa ha da
dire e cosa fa”, ha detto.
Quello che sappiamo sul
film Captain America: Brave New World
Captain America: Brave New World riprenderà da
dove si è conclusa la serie Disney+The Falcon and the Winter
Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson (Anthony Mackie)
dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il
regista Julius Onah (Luce, The
Cloverfield Paradox) ha descritto il film come un
“thriller paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno
del Leader (Tim Blake Nelson), che ha iniziato la
sua trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile
Hulk del 2008.
Secondo quanto riferito, la star
di Alita: Angelo della BattagliaRosa
Salazar interpreta la
cattiva Diamondback. Nonostante dunque avrà
degli elementi al di fuori della natura umana, il film riporterà
il Marvel Cinematic
Universe su una dimensione più terrestre e realista, come
già fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad
ora, il film è indicato come uno dei titoli più importanti
della Fase
5.
Anthony
Mackie ha recentemente dichiarato che questo film
è “10 volte più grande” della sua serie Disney+ e ha parlato della
dinamica tra Cap e il nuovo Falcon, Joaquin Torres. “Sono in
coppia alla pari“, ha scherzato. “Sono entrambi militari.
Io ero il suo ufficiale comandante. Tra noi c’è più amicizia
rispetto al modo in cui ammiravo Steve o al modo in cui non mi
piaceva Bucky“.
“Questo film è un chiaro reset.
Ristabilisce davvero l’idea di cosa sia e cosa sarà questo
universo“, ha aggiunto Mackie. “Penso che con questo film,
si stia ottenendo un chiaro, nuovo marchio di ciò che
la Marvel vuoole
essere nello stesso modo in cui hanno fatto con Captain America:
The Winter Soldier“.
Lo sceneggiatore e produttore premio
Oscar Akiva Goldsman e la sua Weed Road stanno
collaborando con Mattel, Inc. e Universal Pictures per sviluppare
un film cinematografico live-action basato sul franchise
multimediale di Monsters High.
Goldsman è coinvolto solo in veste di
produttore.
Presentato per la prima volta
tramite una linea di bambole nel 2010, Monster
High è incentrato su una scuola superiore immaginaria
frequentata dai figli adolescenti di famosi mostri. Questi
personaggi, come Draculaura (figlia di Dracula), Frankie Stein
(figlia del mostro di Frankenstein), Clawdeen Wolf (figlia del lupo
mannaro) e Cleo de Nile (figlia della Mummia), sono progettati per
riflettere la diversa e unica prole di classiche figure di mostri.
Ognuno porta la propria personalità, stile e background
nell’universo di Monster High, creando un ricco
arazzo di eredità mostruosa e dramma scolastico.
Oltre alle bambole,
Monster High si è finora espanso in varie forme di
media, tra cui serie web animate, speciali TV, film e libri. Il
franchise incoraggia il suo pubblico ad abbracciare le proprie
qualità e differenze uniche, proprio come fanno i personaggi nel
loro mondo.
Il presidente della Mattel Films
Robbie Brenner e Goldsman fungeranno da produttori
del film Monster High, con Kevin
McKeon e Arturo Thur De Koos che
supervisioneranno il progetto per Mattel, insieme a Greg
Lessans per Weed Road. Lexi Barta,
vicepresidente senior della produzione della Universal Pictures, e
il direttore creativo dello sviluppo della produzione Jacqueline
Garell stanno supervisionando il progetto per lo studio.
Brenner di Mattel Films ha
dichiarato: “Monster High aiuta i fan a scoprire la grande
bellezza dell’essere fedeli a se stessi e celebra la sensibilità
unica al centro di ciò che siamo come individui. Siamo orgogliosi
di collaborare con Universal Pictures e il brillante Akiva Goldsman
per portare questo importante messaggio al pubblico di tutto il
mondo”.
Goldsman, che è anche produttore del
prossimo film della Mattel Films, Major Matt Mason con Tom
Hanks, ha aggiunto: “Sono rimasto affascinato da
Monster High da quando le mie figlie erano ossessionate dalle
bambole da piccole. Sono entusiasta di unire ancora una volta le
forze con Robbie Brenner e i nostri amici di Mattel per contribuire
a dare vita a questa proprietà iconica”.
Precedentemente lavorando a film
come A Beautiful Mind e Cinderella
Man, nonché a serie come The Crowded Room
di Apple
TV+, Goldsman è anche conosciuto come showrunner di Star Trek: Strange New Worlds, nonché
produttore di numerosi film nel blockbuster Paranormal Franchising
di attività e prossimi sequel di Constantine e Io sono leggenda.
L’ultimo marchio di casa Mattel ad
arrivare al cinema è stato Barbie. Che possa
essere un buon auspicio per il prossimo progetto.
L’imminente seconda stagione di
Gen
V di Prime Video ha
aggiunto il suo primo nuovo membro al cast, con Hamish
Linklater, ex membro di Legion e
Midnight Mass, che si unirà all’ensemble come
nuovo preside della Godolkin University, Cipher.
Sembra che questo personaggio sia
stato creato per lo show (anche se potrebbe avere una controparte
nei fumetti), ed è descritto come “il carismatico e
affascinante neo-preside della Godolkin University. Formatosi come
scienziato, è politicamente brillante e gode della fiducia e
dell’ammirazione dei funzionari di più alto livello”.
La precedente preside, Indira Shetty
di Shelley Conn, ha avuto una fine complicata
nella prima stagione quando Maddie Phillips di Cate
Dunlap ha usato i suoi poteri di controllo mentale per
costringere il cattivo a tagliarsi la gola.
Lo showrunner
Eric Kripke ha precedentemente confermato che il
finale di Gen
V sarà direttamente collegato agli eventi della
stagione 4 di The
Boys. “Nella nostra mente, sono passati solo
un paio di giorni da qualunque siano gli eventi della Gen V”,
ha detto in una recente intervista con Variety. “Cerchiamo di
mantenere la timeline estremamente semplice perché tutto quel
ripiegamento su se stesso della timeline che penso che altri
universi di fumetti si trovino a dover fare è semplicemente
sconcertante per me come spettatore. Quindi è tutto molto
modulare.”
Gen
V è parzialmente basata sull’arco narrativo
“We Gotta Go Now” della serie di fumetti The
Boys, scritta da Garth Ennis e
illustrata da Darick Robertson. Lo spettacolo si
svolge tra gli eventi delle stagioni 3 e 4 di The
Boys, con Jessie T. Usher e Chase
Crawford che riprendono i rispettivi ruoli di A-Train e
The Deep, insieme ai compagni di cast Colby Minifie,
Claudia Doumit e PJ Byrne.
In Gen
V, gli studenti della Godolkin “metteranno alla
prova i loro limiti fisici e morali, gareggiando per l’ambito
massimo ranking della scuola. Impareranno presto che l’ambizione
arriva con il sacrificio, e la differenza tra giusto e sbagliato
non è così chiara come credevano una volta. Quando gli oscuri
segreti dell’università verranno alla luce, gli studenti dovranno
fare i conti con che tipo di eroi diventeranno.”
Il cast della serie
include Jaz Sinclair, Lizze
Broadway, Shelley Conn, Maddie
Phillips, London Thor, Derek
Luh, Asa Germann, Patrick
Schwarzenegger, Sean Patrick Thomas e
Marco Pigossi. In Gen V vedremo anche
Clancy Brown e Jason Ritter nel
ruolo di guest star, oltre alla partecipazione straordinaria di
Jessie T. Usher, Colby Minifie,
Claudia Doumit e P.J. Byrne negli
stessi ruoli che interpretano in The Boys. Chance
Perdomo ha avuto un ruolo da protagonista nella prima
stagione, ma l’attore è stato tragicamente ucciso in un incidente
motociclistico all’inizio di quest’anno, e il suo
personaggio non sarà riformulato.
Il creatore di Lost
e Watchmen, vincitore dell’Emmy Award,
Damon Lindelof lavorerà alla sceneggiatura pilota
insieme allo showrunner di Ozark Chris Mundy
precedentemente riportato (ma non confermato) e all’acclamato
scrittore di fumetti Tom King.
“Si è vero. La serie DCU di Lanterns sta mettendo insieme un team di scrittori
eccezionale, basato su una meravigliosa sceneggiatura pilota e una
bibbia di Chris Mundy, Tom King e Damon Lindelof”, ha scritto
Gunn nei suoi post sui social media. “Un caloroso benvenuto a
Chris e @damonlindelof che si uniscono alla famiglia DC
Studios.”
Secondo Nexus Point News, anche
Justin Britt-Gibson, Breannah Gibson e
Vanessa BadenKelly sono a bordo.
Il sito riporta inoltre che la produzione dovrebbe attualmente
iniziare nel primo trimestre del 2025 nel Regno Unito, mettendo
potenzialmente lo spettacolo sulla buona strada per un’uscita nel
2026.
Si dice che il casting sia in corso
per i protagonisti, con la DC alla ricerca di attori bianchi tra i
43 e i 49 anni per Hal Jordan e attori neri tra i
27 e i 35 anni per John Stewart. Ciò sarebbe in
linea con i precedenti rapporti secondo cui Jordan sarà un mentore
per il più giovane e meno esperto Stewart. Si prevede che
Guy Gardner di Nathan Fillion,
che farà il suo debutto nel reboot di Superman di Gunn, avrà
un ruolo di supporto nella serie.
Una precedente serie TV su
Lanterna Verde era in lavorazione prima che
Gunn e Peter Safran diventassero co-responsabili
dei DC Studios. Quella versione è stata creata da Greg
Berlanti e avrebbe visto Finn Wittrock
nel ruolo di Guy Gardner. Mentre come tutti purtroppo ricordiamo,
Hal Jordan è stato precedentemente interpretato da
Ryan Reynolds nel film Lanterna
Verde del 2011.
“Questa è la storia di una
coppia di Lanterne Verdi John Stewart e Hal Jordan”, ha detto
James Gunn del progetto quando è stato annunciato
per la prima volta. “Abbiamo alcune altre Lanterne sparse lì
dentro, ma questo è davvero uno show televisivo basato sulla terra
che è quasi come True Detective con un paio di Lanterne Verdi che
sono poliziotti spaziali che sorvegliano il Distretto Terra e
scoprono un mistero terrificante che si lega al nostro la più
grande storia del DCU.”
L’ex membro del cast del Saturday
Night Live Beck Bennett è stato fotografato
insieme al cast e alla troupe di Superman,
lasciando molti fan convinti che stia interpretando l’arrogante
editorialista sportivo del Daily Planet. Bennett potrebbe
anche essere nella foto incriminata perché è andato
a trovare degli amici, ovviamente, ma la forma dei suoi baffi
sembra un chiaro indizio!
Nei fumetti, Steve
Lombard – creato da Cary Bates e Curt Swan in
Superman #264 del 1973 – è un
giornalista sportivo e successivamente conduttore sportivo per il
Daily Planet, lo stesso giornale dove lavorano Clark Kent e Lois
Lane.
Conosciuto per la sua personalità
sfacciata e spesso arrogante, Steve è descritto come un ex
giocatore di football professionista che porta la sua mentalità da
atleta in redazione. È noto per fare scherzi pratici ai suoi
colleghi, in particolare a Clark, che percepisce come un reporter
mite e senza pretese.
Per quanto riguarda Bennett, il
comico è stato membro del cast di SNL tra il 2013 e il 2021 ed è
apparso in film come Zoolander 2, The
Angry Birds Movie e Bill & Ted Face the
Music. Se fosse in Superman,
scommetteremmo che per lui ci sarebbe un ruolo minore.
Superman, tutto
quello che sappiamo sul film di James Gunn
Superman,
scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting ha
portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel
casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi,
Anthony Carrigan,
Nicholas Hoult e Nathan Fillion. Sean Gunn, María
Gabriela de Faría, Terence Rosemore, Wendell Pierce, Sara Sampaio,
Anthony Carrigan, Pruitt Taylor Vince completano il
cast.
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
“Superman è il vero fondamento
della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman
è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei
personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei
film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn
durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Il film uscirà nelle sale l’11 luglio
2025.
Nel corso della promozione per il
suo ultimo film, The Holdovers, Paul Giamatti ha espresso il desiderio di
recitare in un progetto horror. “Orrore. Mi piacerebbe fare più
horror. Adoro l’horror”, ha detto quando gli è stato chiesto
su quale tipo di film gli sarebbe piaciuto lavorare dopo.
“Mi piace molto Non aprite
quella porta. Adoro l’horror. Lo adoro!” Quando
l’intervistatore è rimasto sorpreso dal fatto che l’attore sia un
grande fan di quel film, Giamatti ha detto: “Grande film. No,
no, è un film fantastico, è un film bellissimo.” “Non credo che
potrei fare l’assassino”, ha continuato. “non so cosa
sarei. Mi piacerebbe fare qualcosa… non so se voglio farlo
esattamente, ma mi piace l’horror.”
Ora, secondo THR, la star di Billions ha firmato per interpretare il ruolo
principale in una serie TV basata sui film di
Hostel, con Eli Roth, Chris
Briggs e Mike Fleiss che torneranno. Lo
spettacolo, a cui non è ancora stata collegata una piattaforma,
viene descritto come un “adattamento moderno” e un
“thriller elevato” che è anche una “reinvenzione”
del franchise horror. Una versione elevata del famigerato franchise
di “torture porno” Hostel? Questa definizione desta
sicuramente curiosità.
I dettagli sul personaggio di
Paul Giamatti sono tenuti nascosti, ma si
ipotizza che interpreterà il proprietario dell’ostello del titolo
che funge anche da sadica camera degli orrori per sfortunati
viaggiatori. Roth ha condiviso la seguente immagine sul suo account
Instagram poco dopo l’annuncio della serie.
“I migliori amici Josh (Derek
Richardson) e Paxton (Jay Hernandez) decidono di trascorrere
l’estate dopo la laurea in un viaggio con lo zaino in spalla
attraverso l’Europa. Mentre si fermano ad Amsterdam per assecondare
i loro gusti in fatto di droga e sesso, incontrano Oli (Eythor
Gudjonsson), un viaggiatore islandese che la pensa allo stesso
modo. Quando i tre scapoli partono per indagare sulle voci
allettanti su un ostello slovacco in una città popolata da donne
lussuriose, si ritrovano involontariamente coinvolti in un gioco
mortale.”
Ecco il trailer in italiano di
Racconto di due stagioni, il nuovo film diretto
da Nuri Bilge Ceylan, che uscirà nelle sale
italiane il 20 giugno 2024.
Il film è stato candidato alla Palma
d’Oro al 76me Festival de Cannes, ed è valso il
premio a miglior interpretazione femminile alla
protagonista Merve Dizdar.
Il film sarà distribuito in Italia
da Movies Inspired.
Netflix mostra le prime immagini di
Emily in Paris
4, l’attesa quarta stagione di Emily in Paris, che
sarà
disponibile in due parti, i primi 5 episodi dal 15 agosto 2024,
gli ultimi 5 dal 12 settembre 2024.
Secondo la costumista
Marylin Fitoussi, “Emily sta davvero emergendo, affermandosi,
diventando molto più forte con uno stile che reinterpreta i codici
della moda parigina. E il nostro motto era ovviamente divertirci,
ma anche correre il massimo rischio”.
1 di 5
Emily in Paris 4: trama
e cast della quarta stagione
Dopo i drammatici eventi
del matrimonio fallito tra Camille e Gabriel, Emily è sconvolta:
prova forti sentimenti per due ragazzi diversi, ma ora Gabriel
aspetta un figlio dalla sua ex, e le peggiori paure di Alfie su lei
e Gabriel sono state confermate. In agenzia, Sylvie è costretta ad
affrontare uno spinoso dilemma del suo passato per il bene del suo
matrimonio, e il team dell’Agence Grateau deve affrontare
cambiamenti di personale. Mindy e la band si preparano per
l’Eurovision, ma quando i fondi finiscono sono costretti a
risparmiare. La chimica tra Emily e Gabriel è innegabile mentre
lavorano insieme per raggiungere una stella Michelin, ma due grandi
segreti minacciano di mettere a rischio tutto ciò che hanno
sognato.
Nel cast di
Emily in Paris
4 protagonisti Lily
Collins (Emily Cooper), Philippine Leroy-Beaulieu (Sylvie
Grateau), Ashley Park (Mindy Chen), Lucas Bravo (Gabriel), Camille
Razat (Camille), Samuel Arnold (Julien), Bruno Gouery (Luc),
William Abadie (Antoine Lambert), Lucien Laviscount (Alfie)
Paramount+
e SHOWTIME hanno annunciato oggi altri series regular per
Dexter: Original Sin, la nuova serie
drammatica originale in 10 episodi che racconta la storia del
serial killer preferito dagli americani in
addestramento.
James Martinez (Love Victor),
Christina Milian (Falling Inn Love), Alex
Shimizu (The Blacklist) e Reno Wilson
(Mike & Molly) si uniscono ai membri del cast già annunciati
Christian Slater, vincitore del Golden Globe,
nel ruolo di Harry Morgan, Patrick
Gibson nel ruolo di Dexter Morgan e Molly
Brown nel ruolo di Debra Morgan. La produzione inizia oggi
a Miami, con il ritorno del candidato agli Emmy® Clyde Phillips
(Dexter,
NURSE JACKIE) come showrunner e produttore esecutivo.
I quattro attori interpretano i membri del Dipartimento di
Polizia di Miami. Martinez presta il volto ad Angel Batista, un
detective emergente della Omicidi che guida con il cuore; Milian
vestirà i panni di Maria LaGuerta, la prima donna detective della
Omicidi di Miami Metro; Shimizu sarà Vince Masuka, un analista
forense che condivide avidamente la sua esperienza e che non vede
l’ora di “imporsi” sul suo nuovo tirocinante, Dexter Morgan;
Wilson infine interpreta Bobby Watt, partner e confidente di lunga
data di Harry.
Ambientato a Miami nel 1991, DEXTER: ORIGINAL
SIN è la serie nella quale il pubblico vedrà Dexter (Gibson)
nel suo passaggio da studente a serial killer vendicatore. Quando i
suoi impulsi sanguinari non possono più essere ignorati, Dexter
dovrà imparare a canalizzare la sua oscurità interiore.
Con la guida del padre Harry (Slater), adotterà un
codice che lo aiuteà a trovare e uccidere le persone che meritano
di essere eliminate dalla società con un solo scopo: non finire nel
mirino delle forze dell’ordine. Una sfida particolare quindi per il
giovane Dexter che inizierà uno stage di medicina legale presso il
Dipartimento di Polizia di Miami.
Martinez ha recentemente lavorato in Love,
Victor e Wolf Pack.Tra i suoi ruoli passati
figurano House of Cards, One Day at a Time, Tell Me a Story,
CSI, Unforgettable, Elementary e il pilot Guilt by
Association.
I ruoli passati di Milian
includono Resort to Love, Step Up: High Water, Falling Inn Love,
Soundtrack, The Oath, Bring It On, Family Guy, Grandfathered, Be
Cool e Love Don’t Cost A Thing.Prossimamente, Christina ha in
programma l’uscita di Meet Me Next Christmas e Body
Language, entrambi lungometraggi di cui è protagonista e
produttrice.
Shimizu è noto per il suo ruolo ricorrente nella
serie di successo The Blacklist e sarà presente nella
prossima serie di Taika Waititi Interior Chinatown. Tra gli
altri ruoli di rilievo figurano The Terror, S.W.A.T. e
The Outcasts.
Wilson ha debuttato in televisione nel Cosby
Show e da allora ha recitato in numerose serie televisive, tra
cui Good Girls, Mike & Molly, Heist, Blind Justice, The Hoop
Life, Fatal Attraction e Bel-Air.
Clyde Phillips, SHOWTIME Studios e Counterpart
Studios sono produttori esecutivi, tra i quali figurano anche Scott
Reynolds (Jessica Jones), Michael C. Hall (DEXTER), Mary Leah
Sutton (Resident Evil), Tony Hernandez (Emily in Paris) e Lilly
Burns (Russian Doll), mentre la serie è prodotta da Robert Lloyd
Lewis (The Lincoln Lawyer). Michael Lehmann (Heathers) è il
produttore esecutivo della regia.
L’italiana I Wonder Pictures ha acquisito i
diritti italiani di tre nuovi titoli di A24, tra
cui l’atteso The Smashing Machine di Benny
Safdie con
Dwayne Johnson ed
Emily Blunt. La mossa consolida il rapporto in corso tra lo
studio indie statunitense e il crescente distributore italiano.
I Wonder Pictures,
di proprietà e gestita dal fondatore del Biografilm Festival
Andrea Romeo, ha un rapporto di lunga data – anche
se non esclusivo – con A24, avendo distribuito con
successo altri loro titoli come “The
Zone of Interest”, “The
Whale” di Darren Aronofsky e “Everything
Everywhere All at Once”.
Oltre a The Smashing
Machine, i nuovi titoli di I Wonder Pictures in uscita in
Italia nel 2025 comprendono anche l’horror di Marc Anthony
Green, Opus, con John Malkovich e Ayo Edebiri, e il film per famiglie di
Isaiah Saxon, The Legend of Ochi,
con Willem Dafoe, Finn Wolfhard ed Emily
Watson.
“Amiamo i film di A24 e ci
sentiamo rispecchiati nelle storie che raccontano e nel modo in cui
le raccontano”, ha dichiarato Romeo in un comunicato. Il capo
di I Wonder Pictures ha poi aggiunto che “oltre a condividere
una grande affinità” con A24 in termini di tipi di film
prodotti, le due società hanno “una perfetta sinergia” in
termini di “procedure e obiettivi” e condividono “una
forte armonia tra i rispettivi team di lavoro” che si “riflette nei
risultati finali”.
Tutto quello che sappiamo su The
Smashing Machine, prodotto da A24
Annunciato nel 2023, The
Smashing Machine sarà prodotto da
Dwayne Johnson, dalla Seven Bucks Productions di Dany
Garcia, dalla Out for the Count di Safdie, da Eli Bush e da David
Koplan. “The Smashing Machine è un dramma basato sulla storia
di Mark Kerr, il leggendario lottatore di MMA dell’era dell’UFC
senza esclusione di colpi, all’apice della sua carriera“, si
legge nella descrizione del film. “Lotta con la dipendenza, la
vittoria, l’amore e l’amicizia nell’anno 2000“.
Johnson ha dichiarato a Variety a
proposito del film nel gennaio 2024: “Benny vuole creare e
continua a spingersi oltre i limiti quando si tratta di storie
crude e reali, personaggi autentici e a volte scomodi e
sorprendenti. Sono a un punto della mia carriera in cui voglio
spingermi in luoghi in cui non mi sono mai spinto in passato. Sono
a un punto della mia carriera in cui voglio fare film che contano,
che esplorano un’umanità ed esplorano la lotta [e] il dolore“.
The Smashing Machine non ha ancora una data di
uscita da parte di A24 ma è previsto in sala per
il 2025.
Sono passati più di dieci anni
dall’uscita nelle sale di Before Midnight, il terzo film della
cosiddetta Trilogia Before, diretta da
Richard Linklater, che ha portato avanti la storia
di Jesse (Ethan
Hawke) e Celine (Julie Delpy) dopo i
film Before Sunrise – Prima dell’alba e
Before Sunset – Prima del tramonto. Anche se il
film si concludeva con la coppia che rimaneva insieme, quella
potrebbe non essere stata la fine della storia. Parlando con
ComicBook.com a sostegno del suo
nuovo film Hit
Man, Linklater ha infatti detto “mai dire
mai” quando gli è stato chiesto riguardo un quarto film.
“Mai dire mai. Voglio dire,
abbiamo superato il periodo di nove anni, ma non siamo stati troppo
preziosi al riguardo. Sai, è come se fosse una cosa arbitraria
all’inizio. Lo faremo quando avrà senso, quando quei personaggi
avranno qualcosa da dire“, ha detto, riferendosi al fatto che
i tre film sono usciti tutti a distanza di nove anni l’uno
dall’altro. “Forse avrà senso quando quei personaggi saranno
più vecchi. Non è così urgente, ma non credo che sparisca mai
l’idea di farlo. Quindi, chi lo sa? Chi diavolo lo sa. Di certo per
ora non c’è nulla sulla lavagna”.
Linklater è noto per il suo forte
interesse sul tempo che scorre e il modo in cui cambia la vita
delle persone. Il suo capolavoro artistico
Boyhood girato nell’arco di 12 anni ci mostra il
crescere di un ragazzo da 6 ai 18 anni, mentre attualmente il
regista è impegnato nelle riprese di Merrly We Roll
Along, che si estenderanno nel corso di 20 anni.
Sebbene dunque per ora non ci siano programmi per un
quarto Before, non si può escludere che questo arrivi prima o
poi, per raccontare una nuova fase nella vita dei suoi
protagonisti.
La Trilogia Before
è una serie di tre film diretti da Richard
Linklater con protagonisti Ethan Hawke e Julie
Delpy. Il primo film, Before Sunrise – Prima dell’alba del 1995,
vede Jesse (Hawke), uno studente americano in viaggio per l’Europa,
e Celine (Delpy), una studentessa francese in visita ai parenti,
incontrarsi su un treno diretto a Parigi e poi passare la notte in
giro per Vienna, innamorandosi nel frattempo. Alla fine del film,
le loro strade si separano, ma decidono di incontrarsi di nuovo in
futuro.
Nel 2004 arriva così Before
Sunset – Prima del tramonto, che ritrova i personaggi nove
anni dopo, un pomeriggio a Parigi, dove lo scrittore Jesse, ormai
sposato, incontra Celine mentre promuove il suo libro che racconta
la storia del loro periodo a Vienna. I due passano il pomeriggio a
parlare del fatto che non si incontreranno più ma, alla fine del
film, Jesse sceglie di rimanere a Parigi con Celine.
Infine, in Before Midnight del 2013 li ritroviamo ancora
nove anni dopo, quando sono ormai una coppia con due figlie gemelle
in vacanza in Grecia. I due finiscono per litigare sul desiderio di
Jesse di trasferirsi a Chicago per stare più vicino al figlio
maggiore, Hank, e finiscono per esaminare nuovamente la loro
relazione. Il film è stato poi candidato al Premio Oscar nella
categoria Miglior sceneggiatura originale.
Il primo trailer di Venom: The Last Dance è stato davvero
notevole. È un film su Venom, certo, e anche se
sembra una conclusione “epica” della trilogia, ci sono segni dei
soliti problemi.
Sony Pictures non è mai riuscita ad
afferrare questo personaggio, ma Venom è
stato un successo nel 2018 e Venom: La
furia di Carnage ha ottenuto buoni risultati
nonostante sia uscito negli ultimi mesi della pandemia
COVID-19.
Questo ha dato allo studio un falso
senso di fiducia e la convinzione che, a prescindere da ciò che
dicono i fan e la critica, la direzione strampalata in cui hanno
portato questo franchise sia quella giusta. In questo articolo,
individuiamo i momenti del trailer che evidenziano gli errori che
la Sony ha già commesso con Venom: The Last Dance.
Il protettore letale
Goofball
Venom: La furia di
Carnage è stato un miglioramento rispetto al suo
predecessore del 2018, ma anche con la regia di
Andy Serkis, la sceneggiatura (e la classificazione
PG-13) ha deluso Cletus Kasady.
Tuttavia, il film ha posto le basi
per far sì che Eddie Brock diventi il Protettore Letale
dei fumetti in una terza uscita, promettendoci una versione del
personaggio che i fan attendono di vedere sullo schermo dai tempi
di Spider-Man 3. Nel trailer di Venom: The Last Dance, ma è subito
messo in ombra da una commedia sciocca e da Venom che mangia teste
in una battaglia senza sangue.
Da qualche parte nel Multiverso, c’è
un film su Venom in cui Eddie Brock dà la caccia ai criminali e
dispensa giustizia letale, bilanciando i suoi impulsi più oscuri e
il desiderio di essere un eroe.
Invece, abbiamo… questo tizio.
Nel multiverso della
mediocrità
Forse c’è una spiegazione per
questo, ma come per Morbius, sembra che questa scena sia stata
pensata per eccitare i fan alla prospettiva che Venom: The
Last Dance si svolgerà nel MCU.
I trailer del film del vampiro
vivente hanno fatto pensare allo Spider-Man di Tobey Maguire e all’Avvoltoio del MCU, solo
che il primo è stato assente dal montaggio finale e il secondo è
stato inserito nella scena post-credits più “debole” mai
girata.
Questa sequenza è forse intesa come
una sorta di retcon di Spider-Man: No Way Home? Se è così, non ha
alcun senso, ma onestamente pensiamo che sia proprio questo il suo
scopo. Inoltre, non crediamo che il cattivo di Chiwetel Ejiofor possa saltare da una realtà
all’altra.
Venom ha confermato
in precedenza di essere a conoscenza dell’esistenza del Multiverso
e ne segue un altro stupido accenno…
Il ritorno del dottor Curt
Connors?
Sì, quella nel trailer è la star di
The Amazing Spider-Man e Spider-Man:
No Way Home,
Rhys Ifans. E sì, abbiamo sentito che interpreta
davvero il dottor Curt Connors (e che la madre, la figlia
e il bambino avvistati altrove sono la sua famiglia).
Potrebbe essere una variante
stravagante del mondo di Eddie, ma è molto più probabile che sia il
Curt di No Way
Home che, come l’Avvoltoio, è stato mandato a casa
nella realtà sbagliata.
A meno che non si voglia far credere
che questo sia il mondo di
The Amazing Spider-Man… cosa che potrebbe benissimo
essere grazie ad alcune retcon. Probabilmente è quello che la Sony
vuole farci credere per creare entusiasmo per il trequel.
Il suo braccio potrebbe essere
ricresciuto grazie alla cura che gli Uomini Ragno hanno fatto e, se
avremo Venom-Lizard, tutto sarà perdonato. Se
Rhys Ifans è stato scritturato per un personaggio
a caso nonostante abbia interpretato Connors in precedenza, questo
dimostra quanto sia sprovveduta la Sony.
C’è troppo da fare
Se Venom: The Last Dance è caotico e
disordinato come il primo trailer, siamo nei guai.
Abbiamo un’agenzia governativa
segreta che raccoglie i Simbionti, la Tossina, l’invasione degli
Xenofagi (alieni mangiatori di Simbionti) e quella che sembra una
storia piuttosto banale di Venom che protegge una famiglia. E,
naturalmente, le già citate anticipazioni sul Multiverso.
Kelly Marcel non ha dimostrato di
essere una buona scrittrice con Venom e Venom: The Last Dance, quindi il fatto che si
metta dietro la macchina da presa per fare il suo debutto alla
regia è una decisione… unica da parte della Sony.
Dopo essersi sbarazzata di Carnage
nel secondo film di Venom – una decisione che lascia perplessi –
Knull o addirittura Toxin e un Cletus Kasady resuscitato sarebbero
stati un modo forte per concludere la trilogia. Invece, stiamo
ricevendo un po’ di tutto e azzarderei l’ipotesi che la maggior
parte non funzionerà.
Più cattivi simbionti e un cast
sprecato
Stiamo cercando di non fare troppe
ipotesi, ma è ovvio che i simbionti entreranno in gioco prima o
poi. Se questo significhi una versione di The Jury posseduta dagli
alieni o il debutto di cattivi come Phage e Scream è difficile da
dire in questa fase; l’azione Simbionte contro Simbionte è comunque
il massimo dell’inventiva che questo franchise sembra in grado di
esprimere.
Poi c’è il cast. Dopo essere stato
sprecato dai Marvel Studios per la maggior parte del tempo,
Chiwetel Ejiofor sembra interpretare un generico
militare e Juno Temple una scienziata poco convincente. Con un po’
di fortuna, diventerà Scream e potrà divertirsi un po’. Conoscendo
la Sony, si tratterà solo di una scena o due.
Se vi sono piaciuti Venom e
Venom: La
furia di Carnage, è probabile che questo trequel vi
piacerà. Se vi piacciono i bei film, però, preparatevi a un brutto
momento al cinema…
Diretto da Adrian Panek,
I colori del male: Rosso è il nuovo
thriller polacco di Netflix
e tratto dall’omonimo romanzo di Malgorzata
Oliwia. Dopo Mister Car e i templari,
Operazione Soulcatcher e L’amore dimenticato si tratta di nuovo lungometraggio
polacco a raggiungere in poco tempo le vette di Netflix. Il motivo è da ritrovarsi anche nel loro
riprendere generi tipicamente americani per adattarli ai canoni
delle proprie cinematografie. I colori del male:
Rosso non fa eccezione, proponendo un puro thriller
investigativo.
Sulla scia di grandi film di questo
genere come
Seven oZodiacprende
dunque vita un film che conduce gli spettatori all’interno di un
caso che sembra incrociare passato e presente e che si svelerà
pezzo dopo pezzo grazie alla presenza di alcuni flashback. Si
assiste così ad un vero e proprio percorso non lineare che porta a
galla una serie di intrecci e risvolti difficilmente prevedibili ma
che regalano infine grande intrattenimento. Non sorprende infatti
che I colori del male: Rosso sia divenuto
rapidamente uno dei film più visti su Netflix.
Per gli appassionati di questo
genere, dunque, si tratta di un film da non perdere. In questo
articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità
relative a I colori del male: Rosso. Proseguendo
qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori
dettagli relativi alla trama, al cast di
attori e alla spiegazione del finale.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Una scena di I colori del male: Rosso. Copyright: Przemo
Paczkowski
La trama e il cast di I colori del male:
Rosso
Una spiaggia di Tripla Città, in
Polonia, diventa un luogo del delitto a seguito di una drammatica
scoperta. Il mare riporta infatti a galla il corpo di una giovane
ragazza per la quale si sospetto un omicidio. L’indagine è condotta
da un procuratore ambizioso e tenace, Leopold
Bilski, ma anche la madre della vittima, il giudice
Helena Bogucka, è coinvolta nelle indagini. Ben
presto, però, le loro scoperte iniziano a farsi scomode e a far
emergere il volto di una vicenda più tragica del previsto.
Ad interpretare Leopold Bilski vi è
l’attore Jakub Gierszal, attore polacco già visto
anche nei film All That I Love – Tutto quello che amo
(2009) e Dracula
Untold (2014). Accanto a lui, nel ruolo di Helena Bogucka
vi è invece Maja Ostaszewska, vista anche
in Schindler’s
List e ne Il pianista, mentre Zofia
Jastrzębska interpreta Monika Bogucka, la ragazza
assassinata. Andrzej Konopka è Tadeusz
Dubiela, amante di Helena, mentre Jan
Wieteska è suo figlio Mario . Completano il cast
Przemysław Bluszcz nel ruolo di Łukasz
Kazarski “Kazar”, Andrzej Zieliński in quelli
di Waldemar Mila e Wojciech Zieliński in
quelli di Roman Bogucka, padre di Monika.
La spiegazione del finale del film
All’inizio di I colori
del male: Rosso, si pensa che quell’omicidio possa essere
opera di uno psicopatico che non conosceva personalmente la
vittima, Monika, ma l’aveva uccisa per
divertimento. Bilski, però, scopre poi che 15 anni prima c’era
stata un’altra vittima, Zaneta Kaleta, che era
stata uccisa in modo simile alla nuova ragazza. Il suo fidanzato,
Jakubiak, fu accusato del crimine e la cosa più
interessante è che è uscito da poco di galera dopo aver scontato
tutta la sua pena. Così, i sospetti ricadono subito su di lui, che
però si proclama innocente.
Capendo di non avere nulla affinché
gli si possa credere, Jakubiak si uccide, ma non prima di suggerire
a Bilski di andare al Club del Cantiere Navale e di parlare con le
persone che vi lavoravano. Il locale – dove lavorava Monika – è di
proprietà di un uomo di nome Kazarski Lukasz, il
quale si scopre abusava della ragazza. Questo perché Monika aveva
assistito a un omicidio compiuto dal boss, ma la sua denuncia è
stata raccolta da un poliziotto corrotto, che fa dunque decadere la
cosa.
A quel punto, però, si scopre che
anche Roman, il padre di Monika, lavorava con
Kazarski e può dimostrare che è stato quest’ultimo ad uccidere la
figlia proprio per evitare che rivelasse ciò che ha visto. Con le
prove dalla sua, Bilski è pronto ad arrestare Kazarski, il quale
però nel frattempo si è dileguato. Tuttavia, Bilski riusce a
trovare un braccialetto fatto di pelle umana e a collegare Kazarski
all’omicidio di Zaneta Kaleta. Kazarski non aveva paura di
ammettere i suoi crimini, ma ripeteva costantemente di non avere
nulla a che fare con l’omicidio di Monika.
Una scena di I colori del male: Rosso. Copyright: Przemo
Paczkowski
Il finale di I colori del
male: Rosso rivela che Kazarski ha detto la verità e non
ha ucciso Monika. Mentre Bilski continua le sue indagini, Helena si
trova a casa del suo amante TadeuszDubiela, il medico che ha eseguito le autopsie, e
lì vede l’anello di rubini della figlia. Il figlio Mario
Dubiela lo aveva lasciato intenzionalmente perché voleva
che Helena sapesse cosa era successo. A quel punto, capì però che
non poteva più nascondere la verità e così vengono confessati i
crimini di padre e figlio. Si scopre infatti che è stato Mario ad
uccidere Monika, di cui era infatuato.
Una serà tentò di possederla fino a
diventare violento quando lei ha cercato di opporre resistenza.
Mario non aveva intenzione di ucciderla, ma il suo attacco d’ira
finì con il trasformarsi in un omicidio. A quel punto, avendo
sabuto che Jakubiak era appena uscito di prigione decise di farne
il capro espiatorio con l’aiuto del padre. Mario dice dunque ad
Helena che era stato tutto un incidente. Nel frattempo, anche
Bilski capisce che dietro l’omicidio c’era Mario, ma prima di
arrivare a casa sua, Tadeusz si è già tolto la vita.
Mario, invece, decide di
costituirsi alla polizia. Il rimorso, il senso di colpa e la
sensazione di essere stato così malvagio nei confronti di una
persona per cui provava dei sentimenti non gli permettevano più di
vivere in pace. Alla fine, dopo che la giustizia è stata fatta e
l’indagine si è conclusa, Bilski è andato a incontrare la sua
famiglia e, come aveva promesso a Helena, ha abbracciato forte sua
figlia, perché probabilmente si è reso conto di quanto tutto sia
fragile nella vita e che nulla può essere dato per scontato.
Il trailer di I colori del
male: Rosso e dove vederlo in streaming
I colori del male: Rosso in
streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:
Durante una sessione di domande e
risposte su Twitter nel 2020, lo showrunner di
The
Boys Eric Kripke ha dichiarato
che la sua idea approssimativa per l’intera serie dello show
includeva “cinque stagioni in totale”. Ma la serie è stata
recentemente rinnovata per la quinta stagione e la parola “finale”
non si vede da nessuna parte nel comunicato stampa di
Prime
Video! Ora Kripke ha modificato la sua previsione
originale.
Lo showrounner ha spiegato a
Inverse che ha imparato a non
considerare più le stagioni come qualcosa di granitico, visto che
possono cambiare: “Qualcuno me lo ha fatto notare e io ho
pensato: ‘Hai ragione. È ridicolo. Devo tenere la bocca chiusa’. E
così farò”. Kripke potrebbe non sapere quando finirà
The Boys, ma sa come si concluderà la storia.
“Non puoi costruire uno
spettacolo incentrato su queste due forze di Homelander e Butcher
che si avvicinano lentamente l’una all’altra senza portare la cosa
al culmine”, dice in un’intervista separata con Empire. “Ogni volta che si
verifica l’ultimo episodio, so cosa succede.”
La quarta stagione sarà presentata
in anteprima tra poco più di una settimana, quindi sarà
interessante vedere se i pezzi sul tabellone si avvicineranno
ulteriormente l’uno all’altro, quando il finale andrà in onda.
La trama della quarta
stagione di The Boys
Nella quarta
stagione, il mondo è sull’orlo del baratro. Victoria
Neuman è più vicina che mai allo Studio Ovale e sotto il controllo
di Patriota, che sta consolidando il suo potere. Billy Butcher, a
cui restano solo pochi mesi di vita, ha perso sia il figlio di
Becca sia il suo ruolo di leader dei The
Boys. Il resto della squadra è stanco delle sue bugie.
La posta in gioco sarà più alta del solito e loro dovranno trovare
un modo per collaborare e salvare il mondo, prima che sia troppo
tardi.
Il cast di The
Boys vede protagonisti
Karl Urban, Jack Quaid, Antony Starr, Erin Moriarty, Jessie T.
Usher, Laz Alonso,
Chace Crawford, Tomer Capone, Karen Fukuhara, Colby Minifie,
Claudia Doumit e Cameron Crovetti. Si uniranno per la
quarta stagione anche Susan Heyward, Valorie Curry e Jeffrey Dean
Morgan.
The
Boys è basata sul fumetto certificato bestseller dal
New York Times, creato da Garth Ennis e Darick Robertson, qui in
veste anche di executive producer, e sviluppato dall’executive
producer e showrunner Eric Kripke. Tra gli altri executive producer
si annoverano anche Seth Rogen, Evan Goldberg, James
Weaver, Neal H. Moritz, Pavun Shetty, Phil Sgriccia, Craig
Rosenberg, Ken F. Levin, Jason Netter, Paul Grellong, David Reed,
Meredith Glynn e Michaela Starr. The
Boys è prodotta da Amazon Studios e Sony Pictures
Television Studios, in collaborazione con Kripke Enterprises,
Original Film e Point Grey Pictures.
Disney/Marvel Studios hanno dato il via
alla presentazione di Deadpool e
Wolverine del CinemaCon con un divertente PSA
“Silenzia i tuoi cellulari” in cui il Mercenario
Chiacchierone e il Mutante con lo scheletro di
Adamantio invitano il pubblico a silenziare il cellulare
in sala.
Una versione più breve e di scarsa qualità è trapelata on-line
all’inizio di questo mese, ma ora il tutto è arrivato
online.
Il teaser inizia con Wade Wilson che
tenta di dire a Logan quali personaggi debutteranno in
Avengers: Secret Wars, ma ogni
volta che ci prova, viene interrotto dallo squillo di un cellulare.
Alla fine, il mutante notoriamente scontroso spinge via il
Mercenario Chiacchierone e rompe lui stesso la
quarta parete.
“Ehi, amico, sei in un cinema,
non nella casa di cura di tua nonna: spegni il tuo fottuto
telefono!” Deadpool poi risponde menzionando che Wolvie
parlando in questo modo fa vibrare il suo “cazzo”. Poi aggiunge:
“Bella rottura della quarta parete, non pensavo di avercela con
te!”. La clip termina con Logan che dice a Wade di “chiudere
la bocca” – con un’ultima parolaccia ad hoc.
Deadpool e
Wolverine uscirà nei cinema il 26 luglio e segna
l’introduzione del Mercenario Chiacchierone di Ryan Reynolds nell’universo cinematografico
Marvel (con un rating decisamente diverso rispetto ai primi due
capitoli). Soprannominandosi “Marvel Jesus”,
Deadpool arriva nel MCU dopo essere stato rapito
dalla Time Variance Authority, i manager del
multiverso visti l’ultima volta in Loki, e si
ritrova nello stesso mondo dei Vendicatori.
Sebbene il suo volto non si veda nel
trailer, anche Wolverine di Hugh Jackman passa dall’universo di
X-Men al MCU. Diretto da Shawn
Levy, il film comprende anche Emma Corrin,
Morena Baccarin, Rob Delaney,
Leslie Uggams, Karan Soni e Matthew Macfadyen.
I primi due episodi di
The Acolyte: La Seguacesono ora in streaming su Disney+ e l’ultima
serie live-action di Star
Wars di Lucasfilm inizia sicuramente con il botto. La premiere
inizia con la misteriosa guerriera mascherata Mae (Amandla
Stenberg) che entra in una taverna e sfida a duello il
Maestro Jedi Indara (Carrie-Ann
Moss). Abbiamo visto diversi momenti del loro scontro nei
vari trailer e spot televisivi, ma l’esito dello scontro è stato
scioccante e inaspettato.
Incapace di avere la meglio su
Indara in un combattimento leale, Mae sceglie di barare e lanciare
una delle sue lame contro il barista, e quando il suo avversario
Jedi usa la Forza per fermare l’arma prima che lo colpisca,
l’assassino del Lato Oscuro approfitta della sua distrazione,
lanciando un altro coltello nel petto di Indara, uccidendola
all’istante.
Durante un’intervista con EW, la showrunner Leslye
Headland ha spiegato la decisione di uccidere il
personaggio interpretato probabilmente dal nome più importante
dello show durante la primissima scena. “La verità è che
volevo solo creare un’apertura fredda. Penso che sia lo
sceneggiatore televisivo che è in me, a creare un’apertura fredda
da cui vieni scioccato.”
“Non per paragonarmi
affatto a Vince Gilligan”, continua, “ma l’apertura fredda
di Breaking Bad è una delle migliori aperture fredde di sempre.
Quindi ogni volta che mi siedo per scrivere qualcosa, dico: ‘Bene,
io non sarò in grado di superarlo, ma nel mio show, qual è la
versione di quella scena?’ E sembrava che il meglio che potevo
inventare fosse uccidere Carrie-Anne Moss. Mi dispiace.”
Il mistero che circonda l’assassino
di Indara viene rivelato poco dopo, quando apprendiamo che Stenberg
sta effettivamente interpretando il doppio ruolo, Mae e
Osha. “Le considero come yin e yang”, dice della
coppia. “Questo è stato davvero importante per me. E abbiamo
alcune di quelle immagini nello show. Yin e yang sono state anche
immagini importanti nell’universo di Star Wars attraverso Gli
Ultimi Jedi e The Clone Wars. E adoro quel tipo di parte del
fascino di Star Wars”.
The
Acolyte: La Seguace è scritto e prodotto
esecutivamente da Leslye Headland (Russian Doll), che sarà anche
showrunner. Insieme alla Stenberg ci sono Lee
Jung-jae (Squid
Game),
Dafne Keen (His Dark Materials), Rebecca
Henderson (Inventing Anna), Dean-Charles
Chapman (1917), Carrie-Anne Moss (The Matrix), Manny
Jacinto (The Good Place), Jodie Turner-Smith (After Yang),
Charlie Barnett (Russian Doll) e l’ex stao della
trilogia sequel di Star Wars, Joonas Suotama, che
interpreta un nuovo personaggio sotto forma di maestro Jedi
Wookiee.
The
Acolyte: La Seguace è l’annunciata serie tv parte del
franchise di Star Wars creata
da Leslye Headland. La serie tv è ambientato alla
fine dell’era dell’Alta Repubblica prima degli eventi dei
principali film di Star
Wars.
The
Acolyte: La Seguace è ambientato alla fine dell’era
dell’Alta Repubblica in un mondo di “segreti oscuri e poteri
emergenti del lato oscuro”, circa 100 anni prima di
Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma (1999). Un’ex
Padawan si riunisce con il suo Maestro Jedi per indagare su una
serie di crimini, ma le forze che affrontano sono più sinistre di
quanto avessero mai previsto.
Nel cast della serie tv protagonisti sono
Amandla Stenberg come ex padawan, Lee
Jung-jae come Maestro Jedi, Manny Giacinto,
Dafne Keen come una giovane Jedi,
Jodie Turner-Smith, Rebecca Henderson
nei panni di Vernestra Rwoh, un cavaliere Jedi prodigio.
Charlie Barnett come un giovane Jedi,
Dean-Charles Chapman,
Carrie-Anne Moss come una Jedi,
Margherita Levieva, Joonas Suotamo nei panni di
Kelnacca, un maestro Jedi Wookiee.
Evangeline Lilly conferma che si ritirerà
dalla recitazione… Sembra che il tempo dell’attrice nei panni di
The Wasp nel MCU sia quindi giunto al termine.
Lilly ha condiviso un post su Instagram confermando che ha intenzione
di “allontanarsi” da Hollywood nel prossimo futuro. Ha
incluso un video del 2006 che la vedeva parlare delle sue
aspirazioni future, tra cui ritirarsi dalla recitazione per fondare
una famiglia e concentrarsi sul lavoro umanitario. Ora, sembra che
stia realizzando quel sogno.
“Sono così piena di gioia e
contentezza oggi mentre vivo la mia visione. Lode a Dio, mi sento
così grata per le mie benedizioni”, ha scritto Lilly nel post.
“Allontanarsi da quella che sembra la scelta più ovvia
(ricchezza e fama) può sembrare spaventoso a volte, ma entrare nel
proprio dharma sostituisce la paura con l’appagamento. Potrei
tornare a Hollywood un giorno, ma, per ora, è qui che
appartengo.”
Evangeline
Lilly è un volto molto amato del MCU. Ant-Man and The Wasp: Quantumania ha ricevuto
recensioni in gran parte negative, ma ha posto le basi affinché
Scott Lang e Hope Van Dyne fossero i protagonisti principali nella
saga del Multiverso e, più specificamente, nei prossimi film dei
Vendicatori. Con le riprese del prossimo Avengers che inizieranno
nel prossimo anno o due, sembra improbabile che Lilly lasci la
pensione per interpretare The Wasp. Il lato
positivo è che Ant-Man può ancora fare squadra con sua figlia
Cassie!
“Ho intenzione di dire che
potrebbe essere il momento per un film indipendente su Wasp”,
ha detto Lilly alla première di Ant-Man and the Wasp: Quantumania l’anno
scorso. “Questi
film sono un impegno“, ha aggiunto in seguito quando le è
stato chiesto del suo futuro nell’MCU. “C’è molto da fare, e ho
due figli a casa. Ogni volta che arriva quella chiamata, faccio un
respiro profondo e dico: ‘Whoa, sono pronto per questo? Sono
disposto a farlo di nuovo?’ ogni volta che lo faccio.”
Lilly si è unita per la prima volta
all’MCU in Ant-Man del 2015 ed è stata scelta per
il ruolo di Hope dal regista originale Edgar
Wright (ha anche considerato di lasciare il progetto
quando Wright si è separato dai Marvel Studios). È tornata in
Ant-Man and The Wasp del 2018 e poi è stata messa
da parte fino all’atto finale di Avengers: Endgame.
Dopo l’uscita del
primo trailer di Venom: The
Last Dance, Tom
Hardy ha preso parte ad un’intervista con
Forbes, e l’attore ha avuto
alcune cose interessanti da dire sul Sony’s Spider-Man
Universe (SSU) e sul fatto che Spider-Man
non si è ancora presentato nel franchising.
Tom Hardy ha
iniziato condividendo la sua eccitazione per quello che viene
pubblicizzato come l’ultimo film solista di Venom. “Sono così
entusiasta perché siamo diventati molto più grandi. Kelly [Marcel]
e io lavoriamo con Tom Rothman e Sanford [Panitch] e il loro team
Sony ormai da 7-8 anni. Abbiamo iniziato, come se inizialmente
[Venom] fosse solo Eddie Brock e nessuno sapeva cosa avremmo fatto.
Poi è arrivato il secondo [film, Venom: La Furia di Carnage] –
abbiamo scritto il secondo, l’abbiamo lanciato, diretto, messo
insieme la squadra – è stato grandioso! Quella è stata un’enorme
scuola.”
L’attore ha continuato commentando
come sono stati percepiti i film, in parte a causa della mancanza
di un certo Amichevole Arrampicamuri di Quartiere. “La gente ci
avrebbe giudicato, sai? L’Universo Marvel sotto la gestione di [Kevin]
Feige sta andando così bene. Spider-Man è andato al campo di Feige
alla Marvel. Ne abbiamo uno [alla Sony]! Per me e Kelly, è così, è
importante lavorare con tutto ciò che possiamo per sfruttare questa
opportunità. Quindi, per il terzo adesso, Kelly lo sta dirigendo,
sta scrivendo – sono legato a questo progetto fisicamente, e
qualunque cosa ti serva, noi ci abbiamo pensato.”
Quando Hardy dice “ne abbiamo uno”
si riferisce a un accampamento o a uno Spider-Man? Questo potrebbe
significare che il SSU alla fine introdurrà la
versione di Spider-Man di Andrew Garfield? Voci precedenti
sostenevano che questo fosse il piano per Madame
Web prima di una profonda revisione della
sceneggiatura.
Oppure sta insinuando che Venom sia
lo Spider-Man del SSU? Ciò suggerirebbe che Tom Hardy abbia
intenzione di restare nei panni di Eddie Brock ancora per un po’,
anche se The Last
Dance è il capitolo finale di questa trilogia.
Tutto quello che sappiamo
su Venom: The Last Dance
Venom: The Last Dancesegue i successi
al botteghino consecutivi di Venom: La furia di
Carnage del 2021 (502 milioni di dollari a
livello globale) e Venom
del 2018 (856 milioni di dollari a livello globale). Kelly
Marcel, che ha scritto i primi due film, dirigerà e
scriverà il trequel.
Tom Hardy ha
menzionato Marcel nel suo post, scrivendo “Voglio menzionare
molto brevemente quanto sia orgoglioso della mia regista, compagna
di sceneggiatura e cara amica Kelly Marcel. Vederti prendere il
timone di questo film mi riempie di orgoglio, è un onore. Fidati
del tuo istinto, il tuo istinto è sempre perfetto. Prima classe: ti
appoggio.”
A parte il ritorno di Tom Hardy nei
panni del giornalista Eddie Brock e del suo inconsapevole aiutante
e parassita Venom, la trama del terzo capitolo è
stata tenuta nascosta. Juno Temple e Chiwetel Ejiofor si sono uniti al cast in
ruoli non rivelati. Abbiamo visto l’ultima volta Venom/Eddie Brock
nei titoli di coda di
Spider-Man: No Way Home del 2021, ma non è chiaro
quale dei personaggi dell’Universo Marvel di Sony – che
include
Morbius, Kraven Il
Cacciatore e Madame
Web, tra gli altri – potrebbe comparire in
Venom: The Last
Dance.
Elliot Page
(precedentemente noto come Ellen Page) è l’attore
noto per film come
Juno,
Inception, X-Men – Giorni di un futuro passato e, più
recentemente, per la serie
The Umbrella Academy. La sua carriera nel mondo della
recitazione è iniziata abbastanza presto e la sua è una gavetta di
certo non indifferente. Tra film commerciali e non, Elliot
Page è stato in grado di farsi amare da una grande fetta
di pubblico. Lo stesso pubblico che l’ha sostenuto a pieno quando
l’attore ha fatto coming out qualche anno fa e ha annunciato il suo
cambio di genere, dando inizio ad una nuova fase della sua
vita.
Ecco, allora, dieci cose che
forse non sapete su Elliot Page.
Elliot Page: i suoi film e le serie TV
1. Ha recitato in celebri
film. Elliot Page approda al cinema nel
2003 con Touch & Go e Love That Boy. Nel 2005
gira Mouth to Mouth e Hard Candy, e l’anno
successivo recita in X-Men – Conflitto
finale. In seguito, recita in An American Crime
(2007),
Juno (2007) – che gli conferisce grande notorietà –
Whip It (2009),
Inception (2010), To Rome with Love (2012) e X-Men – Giorni di un futuro passato (2014). Tra gli
ultimi film da lui interpretati vi sono Freeheld – Amore, giustizia, uguaglianza (2015),
Tallulah (2016), The Cured (2017), My
Days of Mercy (2017), con Kate Mara, Flatiners: Linea mortale
(2017).
2. Ha preso parte ad alcune
note serie TV. Oltre che sul grande schermo, Page ha
recitato anche per la televizione, iniziando con il film per la TV
Pit Pony (1997) e alla serie omonima che venne poi
realizzata due anni dopo. Recita poi in alcune serie, come
Trailer Park Boys (2001-2002) e Rideau Hall
(2002) e in alcuni film TV, come Abbandonata dal destino
(2003) e I Downloaded a Ghost (2003). In seguito prende
parte alla serie ReGenesis (2004) e al film Tilda
(2011). Torna poi sul piccolo schermo nel 2019 per la miniserie
Tales of the City e la serie originale NetflixThe
Umbrella Academy.
Elliot Page protagonista di Juno insieme a Olivia
Thirlby
3. Ha contribuito alla
caratterizzazione del suo personaggio. Nel popolare film
Juno Page interpreta una sedicenne che rimane incinta dopo
il suo primo rapporto sessuale, decidendo di tenere il bambino.
All’epoca delle riprese, l’attore ha contribuito in più modi alla
caratterizzazione del suo personaggio. Ad esempio, ha ideato
l’acconciatura con la coda di cavallo e una lunga frangia ai lati
del viso, mentre ha suggerito Kimya Dawson e The Moldy Peaches come
gusti musicali preferiti di Juno. Per la sua interpreatazione, ha
poi ricevuto la nomination agli Oscar come Miglior attrice.
4. Ha avuto una relazione
sul set con la sua collega. Sul set di
Juno Page conosce l’attrice Olivia
Thirbly, oggi nota anche per la serie Y – L’ultimo
uomo e il film Oppenheimer. Tra le due, come ha narrato Page nella
sua autobiografia Pageboy, è nata una relazione segreta
che le ha portate in più occasioni a ricercare occasioni in cui
incontrarsi privatamente. L’esperienza, però, sembra essere durata
unicamente per il tempo trascorso sul set del film.
Elliot Page ha recitato con
Leonardo DiCaprio in Inception
5. È stato uno dei suoi
primi ruoli “da adulta”. In
Inception Page recita accanto a Leonardo DiCaprio nel ruolo di Arianna, la
giovane architetto a cui è affidato il ruolo di progettare gli
scenari onirici. Nonostante all’epoca delle riprese l’attore avesse
ormai 23 anni, quello di Arianna è stato uno dei primi personaggi
adulti interpretati. Prima di esso, infatti, aveva interpretato
quasi sempre ruoli di adolescenti, anche per via del suo viso che
gli permetteva di dimostrare diversi anni in meno a quelli
effettivamente posseduti.
Elliot Page contro The Last of Us
6. Ha accusato gli ideatori
del gioco di aver copiato le sue fattezze. Quando è stato
svelato l’aspetto del personaggio Ellie del videogioco The Last of Us, in molti hanno
notato una certa somiglianza con Elliot Page, tra cui lo stesso
attore. Page ha dunque poi accusato gli ideatori di aver copiato le
sue fattezze senza permesso. Poco dopo, l’aspetto del personaggio
di Ellie è stato rivisto rispetto all’incarnazione originale e
Naughty Dog ha dichiarato che le modifiche sono state apportate per
rendere il personaggio più simile all’attrice che lo interpreta,
Ashley Johnson.
Elliot Page è su Instagram
7.Ha un
profilo sul social network. L’attore è naturalmente
presente sul social network Instagram, con un profilo seguito
attualmente da 6 milioni di persone. Su tale piattaforma egli ha ad
oggi pubblicato 170 post, tutti relativi alle sue attività come
attore o modello. Si possono infatti ritrovare diverse immagini
relative a momenti trascorsi sul set ma anche foto promozionali dei
suoi progetti. Seguendolo si può dunque rimanere aggiornati sulle
sue attività.
Elliot Page era Ellen Page
8. Prima era nota come Ellen
Page. Il giorno di San Valentino del 2014, l’attrice
all’epoca conosciuta come Ellen Page ha deciso di fare
coming out. Nel 2020, poi, ha annunciato di essere transgender,
comunicando il cambio di nome in Elliot e chiedendo che la sua
persona venga declinata con pronomi maschili o neutri. Tramite i
propri social ha poi dichiarato: “Più mi tengo vicino
e abbraccio pienamente chi sono, più sogno, più il mio cuore cresce
e più prospero. A tutte le persone trans che ogni giorno si
occupano di molestie, disgusto di sé, abusi e minacce di violenza:
ti vedo, ti amo e farò tutto il possibile per cambiare questo mondo
in meglio”.
Elliot Page e Emma Portner
9. Quando era ancora Ellen,
era sposata con Emma Portner. Ellen Page ha sempre avuto
una vita sentimentale riservata: tuttavia, di lei si sappiamo che
nel gennaio del 2018 si è sposata con Emma
Portner, una ballerina. Da quel momento le due hanno però
continuato a condurre una vita molto riservata, condividendo solo
di tanto in tanto alcune foto insieme sui social. Dopo l’annuncio
della transizione di genere, nel 2021 Elliot Page ha però rivelato
di aver avviato le pratiche di divorzio da Emma, con la quale però
è rimasta in ottimi rapporti.
Elliot Page: età e altezza
10. Elliot Page è nato il 21
febbraio del 1987 a Contea di Halifax, Canada. L’attore è
alto complessivamente 1,55 metri.
Ecco un nuovo trailer
per Inside
Out 2, nelle sale italiane dal 19 giugno, che dà
il benvenuto a nuove Emozioni nella mente di Riley, ora
adolescente. A Gioia (voce originale di Amy
Poehler), Rabbia (voce originale di Lewis
Black), Tristezza (voce originale di Phyllis
Smith), Paura (voce originale di Tony
Hale) e Disgusto (voce originale di Liza
Lapira), si aggiunge un gruppo di Emozioni perfettamente
adatto all’età dell’adolescenza. Tra queste, il nuovo trailer
presenta: Nostalgia!
Il film Disney e Pixar Inside
Out 2 torna nella mente dell’adolescente Riley proprio quando
il quartier generale viene improvvisamente demolito per far posto a
qualcosa di completamente inaspettato: nuove Emozioni! Gioia,
Tristezza, Rabbia, Paura e Disgusto, che a detta di tutti
gestiscono da tempo un’attività di successo, non sanno come
comportarsi quando arriva Ansia. E sembra che non sia sola.
Inside Out 2 è diretto da Kelsey Mann e prodotto da
Mark Nielsen, con una colonna sonora di Andrea Datzman.
Le immagini in bianco e nero
(che potete vedere qui) ci
offrono un’altra occhiata a Sam Wilson (Anthony Mackie)
nei panni di Capitan America, Rosa Salazar nei
panni di Diamondback, membro della Serpent Society, e a Giancarlo Esposito che negli ultimi
giorni sembra essere il centro dell’attenzione dei fan Marvel di
tutto il mondo.
I fan hanno
speculato sull’identità del misterioso personaggio dell’attore
di The
Mandalorian e The Boys da
quando si è scoperto che
si era unito al MCU e, nonostante le foto dal set siano state
alquanto rivelatrici sul costume che indossa Esposito durante le
riprese, non si è ancora arrivati a una conclusione ufficiale
sull’identità del suo personaggio.
Tutto quello che si sa per certo è
che è alle prese con un antagonista e, in base alla sua gamma di
armi, si può dire che è più che probabile che sia un mercenario di
qualche tipo senza superpoteri. Questo dettaglio restringe il campo
delle ipotesi plausibili. Si è ipotizzato che il personaggio
di Giancarlo Esposito possa essere
Bushman di Moon Knight, ma lo scooper MTTSH non crede che sia
così.
Probabilmente bisognerà
aspettare del tempo per un teaser trailer, ma le prime foto
ufficiali del film sono state diffuse un paio di settimane fa. Le
immagini mostravano Anthony
Mackie nei panni di Sam Wilson equipaggiato con
l’iconico scudo di vibranio di Steve Rogers, e la nostra nuova
Sentinella della Libertà che incontrava il presidente Ross, con il
volto di Harrison Ford, che incaricherà Wilson
di riformare i Vendicatori.
Nel filmato proiettato al CinemaCon il mese scorso, Ross dà il
benvenuto a Wilson alla Casa Bianca per lodarlo per il suo eroismo
passato, ma presto scoppia il caos quando una musica diffusa attiva
alcuni agenti assassini dormienti, tra cui
Isaiah Bradley di Carl Lumbly, che tentano di
eliminare il Presidente.
“Aveva più senso che fosse più
un film d’azione di spionaggio realistico piuttosto che un film di
alieni e aeroplani che attraversano portali e cose del
genere”, ha detto Mackie in una recente intervista.“Anche
se ho recitato in così tanti film e ho visto tutto, l’opportunità
per Sam di affermarsi davvero come una vera star d’azione e tra gli
Avenger arriva con questo film.”
Quello che sappiamo sul
film Captain America: Brave New World
Captain America: Brave New World riprenderà da
dove si è conclusa la serie Disney+The Falcon and the Winter
Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson (Anthony Mackie)
dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il
regista Julius Onah (Luce, The
Cloverfield Paradox) ha descritto il film come un
“thriller paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno
del Leader (Tim Blake Nelson), che ha iniziato la
sua trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile
Hulk del 2008.
Secondo quanto riferito, la star
di Alita: Angelo della BattagliaRosa
Salazar interpreta la
cattiva Diamondback. Nonostante dunque avrà
degli elementi al di fuori della natura umana, il film riporterà
il Marvel Cinematic
Universe su una dimensione più terrestre e realista, come
già fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad
ora, il film è indicato come uno dei titoli più importanti
della Fase
5.
Anthony
Mackie ha recentemente dichiarato che questo film
è “10 volte più grande” della sua serie Disney+ e ha parlato della
dinamica tra Cap e il nuovo Falcon, Joaquin Torres. “Sono in
coppia alla pari“, ha scherzato. “Sono entrambi militari.
Io ero il suo ufficiale comandante. Tra noi c’è più amicizia
rispetto al modo in cui ammiravo Steve o al modo in cui non mi
piaceva Bucky“.
“Questo film è un chiaro reset.
Ristabilisce davvero l’idea di cosa sia e cosa sarà questo
universo“, ha aggiunto Mackie. “Penso che con questo film,
si stia ottenendo un chiaro, nuovo marchio di ciò che
la Marvel vuoole
essere nello stesso modo in cui hanno fatto con Captain America:
The Winter Soldier“.
Thomas Shelby tornerà in un film
dedicato ai Peaky Blinders, appena annunciato da Netflix. Il
Premio OscarCillian Murphy tornerà nei panni del
temibile gangster nel film Peaky Blinders di
Netflix, diretto da Tom Harper (“Heart of Stone”,
“Wild Rose”), che ha diretto gli episodi della prima stagione nel
2013.
“Sembra che Tommy Shelby non
avesse finito con me… È molto gratificante collaborare nuovamente
con
Steven Knight e Tom Harper sulla versione cinematografica di
‘Peaky Blinders’. Questa è una cosa per i fan”, ha detto
Cillian Murphy.
“Quando ho diretto ‘Peaky
Blinders’ per la prima volta più di 10 anni fa, non sapevamo cosa
sarebbe diventata la serie, ma sapevamo che c’era qualcosa
nell’alchimia del cast e nella scrittura che sembrava esplosivo.
“Peaky” è sempre stata una storia sulla famiglia – e quindi è
incredibilmente emozionante riunirsi con Steve e Cillian per
portare il film al pubblico di tutto il mondo su Netflix”, ha
aggiunto Harper.
Il seguito della saga, ambientato
nelle strade senza legge di Birmingham nel 1900, è stato scritto
dal creatore della serie, Steven Knight, che
coprodurrà insieme a Murphy, Caryn Mandabach e
Guy Heeley. I produttori esecutivi includono
Harper, David Kosse, Jamie Glazebrook, Andrew
Warren e David Mason.
“Sono sinceramente entusiasta
che questo film stia per realizzarsi”, ha detto Knight.
“Sarà un capitolo esplosivo nella storia di ‘Peaky Blinders’.
Senza esclusione di colpi. Pieno di “Peaky Blinders” in
guerra.” I dettagli della trama e gli ulteriori casting
rimangono nascosti. Il film entrerà in produzione entro la fine
dell’anno e sarà realizzato in associazione con BBC Film.
Sembra che Shawn Levy stia programmando di rimanere
nell’universo cinematografico Marvel ancora un po’.
Levy, che ha diretto Deadpool &
Wolverine in arrivo quest’estate, è stato preso
di mira dalla Marvel per dirigere il prossimo film collettivo del
franchise, Avengers
5.
Destin Daniel
Cretton, che ha diretto Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli nel
2021, avrebbe dovuto dirigere il quinto film
Avengers, ma
si è ritirato nel novembre 2023. Quel film, che è previsto per
maggio 1, 2026, attualmente non ha nemmeno un titolo.
Originariamente si chiamava Avengers:
The Kang Dynasty, ma quel titolo è stato accantonato
dopo che Jonathan Majors, scelto per il ruolo del
cattivo viaggiatore nel tempo Kang il
Conquistatore, è stato condannato per aver aggredito e
molestato la sua ex ragazza. Dopo questo Avengers senza
titolo, il prossimo sarà Avengers:
Secret Wars, previsto per il 7 maggio 2027.
Deadpool &
Wolverine di Levy, che riunisce gli iconici supereroi
interpretati da Ryan Reynoldse
Hugh
Jackman nell’universo X-Men della
Fox, uscirà nei cinema il 26 luglio. Sarà il primo film di
“Deadpool” distribuito dalla Disney dopo aver acquisito la 20th
Century Fox, e segna il primo film MCU classificato come
R. Per non parlare del fatto che porterà ufficialmente i
mutanti di Fox nella corretta sequenza temporale dell’MCU, cosa che
i fan chiedono a gran voce sin dall’acquisizione.
Levy ha già lavorato con Reynolds
nel film d’avventura per famiglie del 2022 The Adam
Project (che includeva gli attori Marvel Mark
Ruffalo e Zoe Saldaña) e Free
Guy del 2021 (che aveva riferimenti che ammiccavano a
Capitan America e Hulk). Ha anche
lavorato con Jackman nel film d’azione del 2011 Real
Steel.
Si è svolta la scorsa notte la
cerimonia di premiazione dei Gotham TV Awards,
corrispettivi dedicati alla tv dei
Gotham Independent Film Awards, assegnati ogni anno dalla
Independent Filmmaker Project.
Trai vincitori di questa stagione,
spiccano Baby Reindeer di Netflix e Andrew Scott che, sempre per Netflix, ha
recitato in Ripley, tra le serie più acclamate degli
ultimi mesi. Di seguito tutta la lista dei vincitori:
Breakthrough Comedy Series
“Bodkin” “Colin From Accounts” — WINNER
“Gen V”
Breakthrough Drama Series
“Black Cake”
“Fallout” “Mr. & Mrs. Smith” — WINNER
“The Curse”
“X-Men ‘97”
Breakthrough Limited Series “Baby Reindeer” — WINNER
“Ripley”
“The Sympathizer”
“Shōgun”
“Under the Bridge”
Breakthrough Nonfiction Series
“Black Twitter: A People’s History” “Jerrod Carmichael Reality Show” — WINNER
“Life on Our Planet”
“Murder in Boston: Roots, Rampage & Reckoning”
“STAX: Soulsville, U.S.A”
Outstanding Performance in a Comedy Series
Robyn
Cara, “Bodkin”
Siobhán Cullen, “Bodkin” Harriet Dyer, “Colin From Accounts” —
WINNER
Kaya Scodelario, “The Gentlemen”
Jaz Sinclair, “Gen V”
Kristen Wiig, “Palm Royale”
Outstanding Performance in a Drama Series
Nathan Fielder, “The Curse” Walton Goggins, “Fallout”
Mia Isaac, “Black Cake”
Emma Stone, “The Curse” Zine Tseng, “3 Body Problem” — WINNER
Outstanding Performance in a Limited Series
Richard Gadd, “Baby Reindeer”
Lily Gladstone, “Under the Bridge “
Ambika Mod, “One Day”
Tobias Menzies, “Manhunt”
Andrea Riseborough, “The Regime”
Hiroyuki Sanada, “Shōgun”
Anna Sawai, “Shōgun” Andrew Scott, “Ripley” — WINNER
Hoa Xuande, “The Sympathizer”
Ji-young Yoo, “Expats”
A partire dal 5 giungo,
Disney+ ci
riporta in una
galassia lontana lontana con The Acolyte: La
Seguace, nuova
mini serie ambientata nell’universo di Star
Wars che, come accaduto raramente dal 2015 a oggi,
porta il franchise in territori nuovi e inesplorati, sfidando la
sacralità della teologia starwarsiana e provando a dare
nuova linfa vitale a questo mondo. Da quando la Disney ha rimesso
mano a Star Wars con Il Risveglio della Forza, due soli prodotti
sono riusciti ad avere il coraggio di tracciare percorsi
alternativi a quelli disegnati da George
Lucas.
Vitalità e flessibilità per
ottenere longevità
Il primo è stato
Gli Ultimi Jedi di Ryan Johnson, che,
per quanto contestato dal pubblico, è riuscito a spostare
l’attenzione dagli eroi Jedi predestinati, cercando di veicolare un
messaggio nuovo, ovvero che la Forza può agire attraverso chiunque
e non ci sono legami di sangue o di stirpe che determinano il
destino degli eroi, chiunque può diventarlo. Il secondo prodotto
che ha osato camminare fuori dai binari canonici è stato Andor
di Tony Gilroy. Anche qui si è assistito a una
decostruzione della predestinazione e il racconto
di fantascienza è diventato un dramma politico dove le azioni
collettive hanno molto più valore del singolo atto eroico. Entrambi
i prodotti non sono stati trai più amati o seguiti, ma sicuramente
hanno dimostrato una vitalità e una flessibilità che la volontà di
longevità del brand richiede per poter andare avanti.
The Acolyte: La Seguace è completamente
indipendente
The Acolyte: La
Seguace si differenzia profondamente da entrami questi
prodotti che abbiamo citato, tuttavia li eguaglia nella volontà di
raccontare storie che sono totalmente indipendenti dai
grandi personaggi del franchise e che pur incastrandosi
alla perfezione nella continuity di Star Wars, ne
rifuggono ogni schema e struttura già raccontata in questi lunghi
anni. La serie, creata da Leslye Headland di
Russian Doll, condivide con i predecessori
citati la volontà di dare la propria interpretazione alla
tradizione sacra.
Nei primi
quattro episodi messi a disposizione della stampa, The
Acolyte: La Seguace trova l’equilibrio tra gli elementi
classici della tradizione di Star Wars che gli
conferiscono un fascino identitario e intramontabile e i nuovi
elementi aggiunti al canone, personaggi, pianeti e circostanze.
Così facendo dimostra di aver appreso una lezione importante: non è
necessario riciclare parti della narrativa principale per rendere
avvincenti le sue avventure periferiche.
Una storia completamente
originale
Ambientato un secolo
prima del crollo della Repubblica in una sorta di prequel
dei prequel di George Lucas, The
Acolyte: La Seguace si apre come un mistero. La Maestra
Jedi Andara (Carrie-Ann
Moss) si confronta con una guerriera (Amandla
Stenberg) che nutre un rancore personale contro di lei e contro
altri tre maestri Jedi. Dopo il loro scontro, ci viene introdotta,
in un altro contesto, la meccanica navale Osha (anche lei
Stenberg), un ex apprendista Jedi che aveva lasciato l’ordine sei
anni prima. Osha non sembra il tipo che aggredisce qualcuno come ha
fatto la guerriera misteriosa, ma i Jedi inviati a indagare la
identificano subito come sospetta.
Ma questo primo mistero
viene presto svelato. A quanto pare la serie avrà ben altro da
raccontare che non il segreto che lega la meccanica navale ex Jedi
con la guerriera misteriosa.
Mettersi in discussione e
perdonarsi
La cosa davvero
interessante di The Acolyte: La Seguace è che per
quanto possa essere ricchissimo e denso di riferimenti e rimandi a
cose che già conosciamo, riesce a sovvertire e capovolgere ogni
cosa che pensavamo di conoscere, mostrando i personaggi sotto una
luce nuova. Persino le nostre nozioni sui Jedi e la concezione
binaria della Forza verranno messe in discussione.
Il concetto di colpa e
fallibilità ha sempre accompagnato le trilogie originali, e anche
in questa serie c’è una forte componente che riflette sul senso di
colpa, di perdita e di smarrimento. Semi narrativi che sono sempre
stati presenti dentro al franchise: addirittura Luke Skywalker
divenne così disilluso dal lavoro della sua vita che giurò che
l’ordine sarebbe morto con lui. Eppure The Acolyte
sembra imparare dalla sua contemporaneità e predica l’indulgenza e
la clemenza, prima di tutto verso se stessi.
Per quanto ambientato in
un periodo storico in cui i Jedi non sono mai stati così forti e
centrati anche come ordine, The Acolyte: La
Seguace non si dilunga in scene d’azione a colpi di Forza
e predilige inoltre i combattimenti corpo a corpo, con dinamiche e
coreografie ispirate fortemente alle arti marziali e al cinema
wuxia. Il tutto immerso in atmosfere molto legate al franchise
originale (il primo episodio si apre in una taverna!) che, nelle
mani di Leslye Headland diventano punto di
partenza e ambientazione perfetta per raccontare anche di
fallimento e dolore, emozioni che dovrebbero portare al Lato
oscuro, ma che sono anche estremamente umane e degne di essere
valorizzate, capite e elaborate.