Verso la fine di Guardiani della Galassia Vol.
3, sentiamo Groot parlare e le teorie dei fan. Sin dalla
sua introduzione in Guardiani della Galassia Vol.
1, Groot ha sempre detto solo “Io sono Groot”.
Quando Star-Lord lo chiede a
Rocket, il procione gli dice: “Beh, non sa parlare
bene come me e te, quindi il suo vocabolario si limita a
questo”. Il vocabolario limitato di Groot è
spesso utilizzato per ottenere grandi effetti comici, come quando
incontra Capitan
America in Avengers: Infinity War e l’eroe di
Chris Evans risponde: “Io sono Steve
Rogers”.
Anche se il pubblico e Steve Rogers non parlano la lingua di Groot, alcuni personaggi del Marvel Cinematic Universe riescono comunque a
comprenderlo. Ad esempio, Thor è in grado di capire le parole di
Groot al primo incontro. Nell’ultimo film,
tutti i personaggi principali, tranne Gamora, sono in grado di capire
Groot e, nel finale di Guardiani della
Galassia Vol. 3, anche lei impara. È alla fine del film
che Groot parla per la prima volta nel MCU, dicendo: “Vi amo
ragazzi”. Ci sono potenziali spiegazioni del perché
Groot parli per la prima volta, anche se una è
forse più probabile dell’altra.
In realtà Groot non parla in
Guardiani della Galassia Vol. 3
La decisione di far parlare
Groot è una scelta stilistica dello sceneggiatore
e regista James Gunn per Guardiani della
Galassia Vol. 1. Nel 2016, Gunn ha rivelato di aver dato a
Diesel una versione del copione di Guardiani della Galassia
Vol 2 che includeva le traduzioni in inglese delle battute
di Groot. Tuttavia, sono gli unici a sapere cosa
dice Groot, mentre il pubblico vede solo gli altri
personaggi che reagiscono al dialogo di Groot,
costringendo lo spettatore a utilizzare gli indizi del contesto per
determinare approssimativamente cosa è stato detto.
Per quanto riguarda la scena di
Guardiani della Galassia Vol. 3 in cui
Groot parla, è possibile che si tratti di un’altra
scelta stilistica fatta da
James Gunn per far finalmente sentire allo spettatore
quello che Groot sta effettivamente dicendo. Se
così fosse, l’impatto emotivo della scena aumenta, accogliendo lo
spettatore tra le fila dei Guardiani della
Galassia e permettendogli di sentire ciò che sentono gli
altri personaggi. James Gunn ha poi confermato su Twitter che
questa teoria è in realtà corretta.
L’influenza dei fumetti
Naturalmente, c’era un’altra
spiegazione per la battuta di Groot in
Guardiani della Galassia Vol. : Groot parla effettivamente nei fumetti. Quando
Groot è stato introdotto per la prima volta nei
fumetti Marvel Comics come cattivo, era in grado di
parlare fluentemente. Tuttavia, dopo essere stato riattrezzato come
eroe, il suo vocabolario si è ridotto alla frase “Io sono Groot”.
Più recentemente, nella serie a fumetti Infinity
Countdown del 2018, Groot è stato modificato per avere un
vocabolario molto più ampio.
Nel primo numero,
Groot viene distrutto e poi resuscitato come un
alberello. Quando il Giardiniere viene sconfitto, usa i suoi poteri
per riportare Groot al suo aspetto adulto e Groot
è in grado di parlare inglese, anche se si riferisce a se stesso in
terza persona. Quindi, ci sono un paio di casi in cui il
personaggio parla nei fumetti Marvel, il che significa che è possibile che
Groot parli davvero in Guardiani della
Galassia Vol. 3.
Perché Groot ha parlato per la
prima volta in Guardiani della Galassia Vol. 3
Per quanto riguarda il motivo per
cui James Gunn ha scelto di far parlare Groot per
la prima volta in Guardiani della Galassia Vol. 3
è probabile che si tratti di un motivo per aumentare l’impatto
emotivo della scena. Come già detto, il fatto che
Groot parli consente allo spettatore di entrare a
far parte della squadra, come con Gamora.
Gunn ha dichiarato
che questo nuovo Groot non è lo stesso della
versione introdotta nel Vol. 1 e ha rivelato che hanno personalità
diverse. Forse è possibile che il nuovo Groot
abbia una maggiore capacità di parlare altre lingue rispetto al
padre e che, essendo cresciuto tra i Guardiani della
Galassia, alla fine sia in grado di parlare anche lui.
Tuttavia, si tratterebbe di un grande cambiamento per il
personaggio, quindi è logico che James Gunn non abbia scelto questa strada e
l’abbia invece resa una decisione stilistica.
Groot parlerà ancora nel MCU?
Poiché Groot che parla in Guardiani della
Galassia Vol. 3 è stata una scelta stilistica fatta da
James Gunn per ottenere un impatto emotivo, è
improbabile che il pubblico lo senta parlare di nuovo, almeno per
qualche tempo. Dato che nei fumetti Groot è
passato da una lingua all’altra, è del tutto possibile che il
MCU
lo faccia evolvere. Tuttavia, dovrebbero spiegare come ciò sia
possibile, altrimenti rischiano di sminuire l’emozione della scena
di Groot in Guardiani della Galassia Vol.
3.
Con l’uscita di Guardiani
della Galassia Vol. 3,James Gunn chiude ufficialmente il suo periodo
di lavoro con questi personaggi – scambiando il MCU con il nuovo Universo DC – lo
stesso non si può dire di Groot. Le scene dei
titoli di coda di Guardiani della Galassia Vol. 3
hanno fatto sì che Groot tornasse in una nuova forma e, quando lo
farà, sarà un team creativo diverso a dargli vita. Il suo
personaggio potrebbe tornare in Avengers: Kang Dynasty e/o Avengers: Secret Wars.
La vendetta è una bestia
e Nikolaj
Coster-Waldau è pronto a
nutrirla. XYZ Films ha rilasciato il trailer
di God Is a Bullet, il nuovo film di
Nick Cassavetes che manca dalla scena dal 2015 che
vede il protagonista di Game
of Thrones interpretare un detective a
caccia di sua figlia che è stata rapita da un feroce
culto. Quella stessa setta gli ha anche strappato via la sua
ex moglie, e il contributo mostra che non ha scrupoli a piantare
una pallottola nella testa ad ogni membro se questo significa
salvare ciò che resta della sua famiglia in frantumi.
Il trailer si apre più come un film
dell’orrore che come un oscuro thriller d’azione mentre i
membri del culto irrompono nella casa dell’ex moglie del detective
Bob Hightower (Nikolaj
Coster-Waldau ), rapiscono sua figlia e uccidono
brutalmente sua madre mentre cerca di mettersi in
salvo. Hightower è sconvolto dalla tragedia e immensamente
frustrato dalle indagini fallite della polizia, ma trova un barlume
di speranza in Case Hardin (Maika
Monroe), l’unica donna fuggita dal culto. È
disposto a fare qualsiasi cosa ea fidarsi di chiunque se ciò
significa riavere sua figlia, quindi si allea con lei nonostante i
sospetti che circondano il suo coinvolgimento con il
gruppo. Per lei, questa missione consiste anche nel trovare
una chiusura ponendo fine al culto che l’ha portata via da
bambina.
God Is a Bullet vede
anche Jamie
Foxx nei panni del Traghettatore, un emarginato
della società che aiuta Hightower e Hardin con alcune informazioni
sulla figlia e sui tatuaggi di Hightower per aiutarli ad
avvicinarsi al culto e al suo leader, Cyrus (Karl
Glusman. Man mano che si conoscono, tuttavia, a
Hightower non piace quello che dice. Coster-Waldau interpreta bene
il ruolo del padre imperfetto e sconvolto mentre scopre che la
maggior parte dei bambini viene uccisa dal culto in modo
rituale. Che sua figlia sia viva o no, ha intenzione di
portare l’inferno nel culto. Gli ultimi secondi del trailer
mostrano Hightower e Hardin su tutte le furie mentre inviano
cultisti dementi al creatore, indipendentemente dal pericolo che
devono affrontare. God Is A Bullet uscirà nelle sale negli
USA il 23 giugno. Guarda il trailer qui sotto.
Oltre a riunire Cassavetes e
Coster-Waldau, il film completa il cast con January
Jones, Paul
Johansson e David
Thornton. La pellicola segna anche una
riunione per XYZ Films e Patriot Pictures che in precedenza hanno
unito le forze per il film con di Nicolas
Cage Prisoners of the
Ghostland. Hanno collaborato con il
neo nato distributore Wayward Entertainment, dando alla compagnia
la sua prima uscita nelle sale fino ad oggi.
In cento anni di storia la
Disney ha regalato al mondo del cinema, dei
fumetti e dell’animazione molti dei personaggi più noti nella
storia dell’entertainment. I personaggi Disney per
decenni hanno emozionato e fatto ridere milioni di spettatori. Ecco
una carrellata con le immagini dei personaggi Disney
più famosi.
Topolino
Personaggi e Walt
disney, trai i primi che vengono in mente quando si
pronunciano quelle due parole, balza in cima ai nostri pensieri
Topolini.Topolinonoto anche con il nome storico di
Mickey Mouse è un personaggio immaginario dei
fumetti e dei cartoni animati creato nel 1928 da Walt
Disney e Ub Iwerks e successivamente sviluppato da
Floyd Gottfredson. È fra i più famosi al mondo e icona
stessa della Walt Disney Company,
il più grande conglomerato mediatico al mondo in termini di
fatturato annuo. Secondo la storia Walt Disney, aveva
pensato di dare a Topolino il nome di Mortimer, ma sua moglie lo
convinse a chiamarlo Mickey Mouse.
Il debutto cinematografico del
personaggio avvenne il 18 novembre 1928 al Colony Theatre di New
York, nel cortometraggio Steamboat Willie,
proiettato insieme al film Gang War; il successo fu notevole
grazie anche alla presenza di trovate visive e sonore perfettamente
fuse tra loro. Il primo cortometraggio prodotto in cui compare il
personaggio è però L’aereo impazzito, sempre del 1928, ma
non riuscì a trovare un distributore fino al 1929. Nei fumetti il
personaggio debuttò il 13 gennaio 1930 con la storia Topolino
nell’isola misteriosa. Per la sua creazione Walt Disney vinse un
Premio Oscar onorario. Secondo Forbes, i
ricavi annuali di Topolino al 2004 erano di 5,8 miliardi di
dollari, facendone il personaggio di fantasia più redditizio della
storia.
PAPERINO – Personaggi
Disney
Trai personaggi Disney
maschili più noti, Paolino Paperino (Donald
Fauntleroy Duck), più noto come Paperino, è un
personaggio dei cartoni animati e dei fumetti della Disney il
cui esordito risale cortometraggio La gallinella
saggia (The Wise Little Hen) del 1934 e nello
stesso anno debutta sui fumetti della serie Sinfonie allegre
(Silly Symphonies).
Paperino è stato
protagonista di molti cortometraggi e di innumerevoli storie a
fumetti realizzate oltre che negli Stai Uniti in varie parti del
mondo come l’Italia e Brasile. Il successo del personaggio è tale
che presto diventa testimonial di molte iniziative in varie parti
del mondo e oggetto anche di un diffuso merchandising.
Secondo molti Paperino
è «l’antieroe per eccellenza, l’incarnazione
dell’uomo medio moderno, con le sue frustrazioni, i suoi problemi,
le sue nevrosi».
Trai personaggi
disney femminili più noti, Minni,
o Topolina (in inglese Minnie) è un personaggio dell’universo di Topolino
presente nei cartoni animati, nei fumetti e nelle pubblicazioni
della Walt Disney Company.
Debutta ufficialmente nella storia
a fumetti Topolino e il mistero delle collane di
Merrill De Maris e Floyd Gottfredson pubblicata in Italia nel
1946 nel quale si chiavama Minerva
Mouse, Minerva è stato da allora un nome ricorrente per
identificarla.
La precedente storia a fumetti
Topolino e il bel gagà (pubblicata in Italia nel 1936)
introduce suo padre Marcus Mouse e la sua madre innominata,
entrambi agricoltori. La stessa storia comprende fotografie dei
suoi nonni Marshall Mouse e Matilda. I suoi parenti più conosciuti
rimangono tuttavia lo zio Mortimer e le sue nipoti, Millie e Melody
In alcune apparizioni, Minni è presentata come una cara amica di
Paperina.
PAPERINA
Anch’essa trai
personaggi Disney femminili Paperina (Daisy Duck) è
un personaggio della Banda Disney, nota per essere la fidanzata di
Paperino.
a prima apparizione di una
controparte femminile di Paperino avviene nel 1937, nel
cortometraggio animato Don Paperino (Don Donald). In
esso appare Donna Duck; a parte l’aspetto e alcuni tratti
caratteriali, questa non ha però molto a vedere con Paperina, e
somiglia più che altro ad una vera e propria versione femminile
dell’irascibile papero, tanto più che la sua voce le è data da
Clarence Nash, lo stesso doppiatore di Paperino. Donna Duck non
doveva essere un personaggio ricorrente, almeno nel concept
originario: l’idea era di utilizzarla in un paio di cortometraggi
al massimo.
Al Taliaferro, che nel frattempo
cura le avventure a fumetti di Paperino, non è però dello stesso
avviso: l’idea di movimentare le storie con una vera e propria
partner del papero è molto allettante, e in alcune strisce a
fumetti torna a disegnare Donna Duck, proprio come rivale in amore
di Paperina.
PIPPO
Pippo è un
personaggio immaginario dei cartoni animati e dei
fumetti della Disney, ideato nel 1932 da Pinto Colvig e
dall’animatore Johnny Cannon come comprimario di Topolino in un
cortometraggio, ma viene caratterizzato definitivamente
dall’animatore Art Babbitt nel 1935 e successivamente
esordisce nei fumetti realizzati da Floyd Gottfredson che definisce
ulteriormente il personaggio dandogli spessore come spalla di
Topolino.
È apparso in centinaia di cartoni
animati come protagonista o comprimario e in migliaia di albi a
fumetti realizzati in vari paese del mondo.
Pippo abita nella città di
Topolinia ed è il migliore amico di Topolino. È un cane
antropomorfo, alto, dinoccolato e vestito da contadino; è goffo,
sbadato, smemorato, disordinato e dotato di una disarmante
irrazionalità, e quindi rappresenta la controparte ideale del
razionale ed efficiente Topolino
PLUTO
Pluto (Pluto, the
Pup) è un personaggio dei
fumetti Disney, ed è il cane domestico di
Topolino, spesso comprimario nelle avventure del suo
padrone.
Il nome Pluto deriva, in originale,
dal nome del pianeta Plutone (in inglese Pluto), scoperto nel 1930,
lo stesso anno in cui venne introdotto il personaggio. Pluto fu uno dei primi
personaggi Disney a uscire dal modello “tubo flessibile e cerchio
di gomma” che veniva fino ad allora usato per il design dei vari
personaggi.
Esordisce nel cortometraggio
animato Topolino e lo scienziato pazzo (The Mad
Doctor) del 1933, anche se un cane simile a lui era già
comparso brevemente in “The Chain Gang” (La banda della catena,
1930). L’esordio nei fumetti avviene nella tavola domenicale di
Topolino del 10 gennaio 1932, dove inseguito da un gatto Pluto
viene salvato da Topolino. Ricompare nella tavola del 7 febbraio, e
da allora saranno spesso insieme.
Il cortometraggio “Porgimi la
zampa“, noto anche come “Qua la zampa” (“Lend a Paw”
1941), del quale era protagonista, ha vinto un premio Oscar.
CIP e CIOP
Cip & Ciop (Chip
‘n Dale) sono due personaggi immaginari dei cartoni animati,
creati dalla The Walt Disney Company e raffigurati come due
scoiattoli striati.
Il nome inglese Chip ‘n’
Dale è un gioco di parole basato sul nome “Chippendale”. Fu
suggerito da Bill “Tex” Henson, uno degli artisti della Walt
Disney.
Sebbene nella loro prima
apparizione (il cortometraggio Pluto soldato) fossero sia
fisicamente che psicologicamente molto simili, già dalla successiva
comparsa acquisirono ciascuno delle peculiarità specifiche. Cip ha
un piccolo naso nero e la voce più acuta, mentre Ciop ha un grande
naso rosso e due denti molto sporgenti; dal punto di vista
caratteriale, Cip è la “mente” del duo, prende sempre l’iniziativa
ed è l’ideatore dei piani; Ciop è invece pigro e imbranato, con
un’indole più ingenua e bonaria.
I due scoiattoli abitano
all’interno di un albero cavo alla periferia di Paperopoli, ma
qualche volta si spingono in città o nella fattoria di nonna
Papera. Dialogano fra di loro o con gli altri abitanti del bosco,
ma non hanno mai un contatto diretto con gli esponenti della Banda
Disney.
ZIO PAPERONE
Paperon de’
Paperoni (Scrooge McDuck), noto anche come Paperone o
Zio Paperone (Uncle Scrooge), è un personaggio dei fumetti e
dei cartoni animati della Disney, ideato da Carl Barks nel 1947. È
apparso come protagonista o comprimario in decine di cartoni
animati e in migliaia di storie a fumetti realizzate in vari paesi
del mondo. La rivista Forbes lo pone al 1º posto tra i
“personaggi di fantasia più ricchi del mondo” attribuendogli
un patrimonio di 65 miliardi di dollari.
È uno dei personaggi Disney più
amati e di maggior successo al mondo, nonostante il suo carattere
avaro, ricalcato sul modello di Ebenezer Scrooge, avido
protagonista del Canto di Natale di Charles Dickens, ne
abbia fatto alle origini un personaggio tutt’altro che simpatico.
Oltre al personaggio di Ebenezer Scrooge, la biografia di Paperone
è stata probabilmente ispirata anche dalla vita di Andrew Carnegie,
un miliardario americano emigrato dalla Scozia realmente
esistito.
Imprenditore, finanziere, manager,
magnate e banchiere, dotato di uno spiccato senso per gli affari, è
definito «il papero più ricco del mondo», è lo zio di Paperino e
appare per la prima volta nella storia Christmas on Bear Mountain
(l Natale di Paperino sul Monte Orso), pubblicata sul n° 178
di Four Color. Nella prima traduzione italiana della sua storia
d’esordio il nome del personaggio è stato tradotto in Paperone
de’ Paperini. Inoltre, in molte delle prime traduzioni il
cognome del personaggio è scritto “dei Paperoni”, anche se ci si
riferiva al nome della sua famiglia come “Paperoni”, senza
l’articolo.
QUI, QUO e
QUA
Qui, Quo e
Qua (Huey, Dewey e Louie) sono tre
personaggi immaginari dei fumetti e cartoni animati Disney. Ideati
da Al Taliaferro e Ted Osborne per la tavola domenicale del 17
ottobre del 1937, sono i tre nipoti di Paperino. Almeno in origine,
compaiono nel mondo di Paperino e dei paperi con caratteristiche
pressoché equivalenti a quelle di Tip e Tap, i nipoti di
Topolino.
Qui, Quo e Qua esordiscono
ufficialmente sul grande schermo nel cortometraggio del 1938 I
nipoti di Paperino.
Gemelli identici, sono presentati
come figli di Della Duck (sorella di Paperino) e di un padre
sconosciuto. Nel cortometraggio I nipoti di Paperino, i tre
paperi decidono di far esplodere un grosso petardo sotto la
poltrona del padre che per questo finisce all’ospedale. Della Duck
invia i tre piccoli monelli a casa di Paperino affinché li possa
ospitare fino a che il padre non termini le cure. Da allora Qui,
Quo, e Qua si trasferiscono definitivamente assieme allo zio a
Paperopoli e non si avranno più notizie della madre.
Ecco di seguito altri nomi dei personaggi Disney:
Acciuga
Al Popone
Amelia
Anacleto Faina
Anacleto Mitraglia
Archimede Pitagorico
Atomino Bip Bip
Azimuth Van Quack
Banda Bassotti
Battista
Brigitta McBridge
Bruto
Bum Bum Ghigno
Butch
Ciccio
Clarabella
Commissario Basettoni
Cuordipietra Famedoro
Dinamite Bla
Doctor Kranz
Doretta Doremì
Edi
Emily Paperett
Eta Beta
Figaro
Filo Sganga
Flip
Gaia
Gambadilegno
Gastone Paperone
Gennarino
Indiana Pipps
Inquinator
Iron Ciccius
Jet McQuack
John Rockerduck
Lith
Lupo
Lusky
Macchia Nera
Maga Magó
Manetta
Marchese Scarampola de’ Paperoni
Max
Melody
Merlock
Moby Duck
Nocciola
Nonna Papera
Nonno Bassotto
Orazio Cavezza
Ottoperotto
P.J.
Pacuvio
Paper Bat
Paper Hoog
Paperetta Yé Yé
Paperica
Paperinik
Paperinika
Paperoga
Pennino
Petunia
Pico de Paperis
Pieretto
Pierino
Quadrifoglio
Rock Sassi
Sgrizzo Papero
Superpippo
Tiburzio
Tip e Tap
Topesio
Trudy
Si è appena conclusa la cerimonia di
premiazione dei 68° Premi David di Donatello,
andata in onda in prima serata su RaiUno. A portare a casa il
maggior numero di statuette sono stati Esterno Notte, il grande favorito La
stranezza e Le Otto
Montagne che, a sorpresa ha portato a casa il premio
più prestigioso, Miglior Film.
MIGLIOR FILM –Le otto
montagne – Prodotto da Wildside una società del gruppo
Fremantle; Rufus; Menuetto; Pyramide Productions; Vision
Distribution; in collaborazione con Elastic; con la partecipazione
Canal+ e Ciné+; in collaborazione con Sky. Per la regia di Felix
Van Groeningen, Charlotte Vandermeersch
MIGLIOR REGIA – Marco Bellocchio per
il film
Esterno notte
MIGLIOR ESORDIO ALLA REGIA – Giulia
Louise Steigerwalt per il film Settembre
MIGLIORE SCENEGGIATURA ORIGINALE –
Roberto Andò, Ugo Chiti, Massimo Gaudioso per il film La stranezza
MIGLIORE SCENEGGIATURA NON ORIGINALE
– Felix Van Groeningen, Charlotte Vandermeersch per il
film Le
otto montagne
MIGLIOR PRODUTTORE – Angelo
Barbagallo per Bibi Film; Attilio De Razza per Tramp Limited; con
Medusa Film e Rai Cinema per il film La stranezza
MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA –
Barbara Ronchi per il film Settembre
MIGLIORE ATTORE PROTAGONISTA –
Fabrizio Gifuni per il film
Esterno notte
MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA –
Emanuela Fanelli per il film Siccità
MIGLIORE ATTORE NON PROTAGONISTA –
Francesco Di Leva per il film Nostalgia
MIGLIORE AUTORE DELLA FOTOGRAFIA –
Ruben Impens per il film Le otto
montagne
MIGLIORE COMPOSITORE – Stefano
Bollani per il film Il pataffio
MIGLIORE CANZONE ORIGINALE –
“Proiettili (Ti mangio il cuore)” musica di Joan Thiele, Elisa
Toffoli, Emanuele Triglia, testi e interpretazione di Elodie, Joan
Thiele per il film Ti mangio il
cuore
MIGLIORE SCENOGRAFIA – Per la
scenografia: Giada Calabria – per l’arredamento: Loredana Raffi per
il film La
stranezza
MIGLIORI COSTUMI – Maria Rita
Barbera per il film La stranezza
MIGLIOR TRUCCO – Enrico Iacoponi per
il film
Esterno notte
MIGLIOR ACCONCIATURA – Desiree
Corridoni per il film L’ombra di Caravaggio
MIGLIORE MONTAGGIO – Francesca
Calvelli con la collaborazione di Claudio Misantoni per il film
Esterno notte
MIGLIOR SUONO – Presa Diretta:
Alessandro Palmerini – Post-Produzione: Alessandro Feletti – Mix:
Marco Falloni per il film Le otto
montagne
MIGLIORI EFFETTI VISIVI – VFX –
Marco Geracitano per il film Siccità
MIGLIOR FILM INTERNAZIONALE – The
Fabelmans di Steven Spielberg (01 Distribution)
PREMIO CECILIA MANGINI AL MIGLIOR
DOCUMENTARIO – Il Cerchio di Sophie Chiarello
DAVID GIOVANI – L’ombra di
Caravaggio di Michele Placido
MIGLIOR CORTOMETRAGGIO – Le
variabili dipendenti di Lorenzo Tardella
DAVID DELLO SPETTATORE – Il grande
giorno di Massimo Venier
DAVID ALLA CARRIERA – Marina
Cicogna
DAVID SPECIALE – Isabella Rossellini
– Enrico Vanzina
Non si sa molto sull’imminente
serie Disney+
Star Wars: Skeleton Crew, ma secondo la protagonista
Jude Law, non tutto sarà rosa e fiori.
Parlando con Empire, l’attore ha
scherzato sul suo ruolo imminente nella serie in cui interpreta un
Jedi, ma dice che il suo personaggio è molto più complicato e
spingerà il pubblico a chiedersi se sia un bravo ragazzo o
no.
“Hanno bisogno di una
guida, ma sono vulnerabili“, ha detto Jude Law del suo ruolo di qualcuno che aiuta a
guidare i giovani nella serie. “E così per tutto il tempo, le
persone che incontrano, le interroghi tutte. Il mio carattere
è simpatico? Non è vero? Vuoi solo che stiano bene e che
tornino a casa. Ma se conosci il lavoro di Jon e Chris, saprai
che i bambini non sono sempre al sicuro. Vedere questa
galassia, questo mondo che tutti noi siamo cresciuti amando, e il
pericolo, le divisioni, gli eroi, i cattivi, attraverso gli occhi
dei bambini, è fantastico.
Lo spin-off di “Star
Wars” è stato annunciato per la prima volta alla Star Wars
Celebration del 2022, tenutasi ad Anaheim, in California. I
dettagli sono scarsi per la serie, a parte la seguente descrizione:
“Lo spettacolo si svolge durante il periodo di ricostruzione
post-‘Il ritorno dello Jedi’ che segue la caduta dell’Impero, la
stessa di “The
Mandalorian“, ma la sua trama rimane un segreto. È stato creato
e prodotto esecutivamente dal regista Jon Watts, che ha realizzato
Spider-Man: Homecoming per la Marvel, e dallo sceneggiatore Chris
Ford. È stato richiesto un avviso di casting per quattro bambini,
di età compresa tra gli 11 e i 12 anni. All’interno di Lucasfilm,
la serie viene descritta come una versione galattica dei classici
film d’avventura di Amblin degli anni ’80.”
Apple TV+
ha rilasciato il trailer italiano di The Crowded
Room, l’avvincente serie limitata interpretata e prodotta
da Tom Holland e creata dallo sceneggiatore e
produttore esecutivo premio Oscar Akiva Goldsman (“A Beautiful
Mind”). Interpretata da un cast corale guidato dallo stesso
Holland, da Amanda Seyfried ed Emmy Rossum, The Crowded
Room farà il suo debutto il 9 giugno su Apple TV+
con i primi tre dei dieci episodi totali seguiti da un nuovo
episodio ogni venerdì, fino al 28 luglio.
https://youtu.be/ugRxeR6pJiM
La serie segue le vicende di Danny
Sullivan (Tom
Holland), un uomo che viene arrestato in seguito al
suo coinvolgimento in una sparatoria a New York nel 1979. In un
thriller avvincente, raccontato attraverso una serie di interviste
realizzate dalla curiosa Rya Goodwin (Amanda
Seyfried), la storia della vita di Danny si dipana
rivelando elementi del misterioso passato che lo ha plasmato e
colpi di scena che lo porteranno a una rivelazione che cambierà la
sua vita.
Oltre a
Holland, Seyfried e Rossum,
la serie è interpretata da
Sasha Lane, Will Chase e Lior Raz
insieme alle guest star
Jason Isaacs, Christopher Abbott, Thomas Sadoski e Zachary
Golinger.
“The Crowded Room” è una coproduzione tra Apple Studios e New
Regency. Akiva Goldsman è produttore esecutivo attraverso la sua
Weed Road Productions. La serie è prodotta anche da Alexandra
Milchan per EMJAG Productions e da Arnon Milchan, Yariv Milchan e
Michael Schaefer di New Regency. Kornel Mundruczo, anch’egli
produttore esecutivo, ha diretto diversi episodi, tra cui
l’episodio pilota.
In una recente intervista
con Empire
Magazine, la vincitrice
dell’Oscar Olivia
Colman ha finalmente parlato del suo
prossimo debutto nel Marvel Cinematic Universe
che avverrà nella serie
Secret Invasionche debutterà su
Disney+.Nella
serie, l’attrice ha espresso la sua delusione per non essere
riuscita a interpretare un personaggio con superpoteri.
“Continuavo a chiedere se potevo essere morsa da qualcosa o
cadere in una vasca di qualcosa“, ha detto. “Non ne
volevano sapere niente.”
L’attrice interpreterà il
ruolo dell’agente dell’MI6 Sonya Falsworth, che agirà sia
come alleata che come avversaria di Nick Fury a causa dei
loro diversi metodi nel gestire la lotta contro gli Skrull.
Inoltre, Samuel
L. Jacksonha anche suggerito quanto fosse
eccitato durante il suo primo giorno di riprese quando ha visto la
Colman, che ammira già da molto tempo.
“Ho pensato, ‘Quanto
posso essere fortunato a sapere che oggi sarà finalmente il giorno
in cui potrò recitare con Olivia Colman?‘”, ha aggiunto
Jackson. “La prossima cosa che sai, ci stavamo divertendo
il più possibile, seduti lì fingendo di essere queste due persone
che hanno avuto una lunga relazione vedendosi di nuovo per la prima
volta da anni.”
Tutto
quello che sappiamo su Secret Invasion
Samuel L. Jackson e
Ben Mendelsohn riprenderanno i loro ruoli
rispettivamente di Fury e Talos, e saranno
affiancati da Olivia Colman, che si dice interpreterà
un’incarnazione di Union Jack, ed Emilia Clarke, che potrebbe essere o meno
raffigurante Abigail Brand. Kingsley Ben-Adir sarà il cattivo nei panni di
Gravik. Ne cast di Secret
Invasion rivedremo anche Cobie Smulders nei panni di Maria Hill,
Don Cheadle nei panni di James “Rhodey” Rhodes
e Martin Freeman nei panni di Everett K.
Ross.Thomas Bezucha (Let Him Go) e Ali Selim (The
Looming Tower) hanno diretto la miniserie, scritta da Kyle
Bradstreet (Mr. Robot).
Secret
Invasion sarà presentata in anteprima il 21 giugno
2023 su Disney+ e vede la
partecipazione anche di Ben Mendelsohn, che riprende il ruolo di
Skrull Talos,
Olivia Colman,
Emilia Clarke, Kingsley Ben-Adir, Christopher McDonald e
Killian Scott. La serie di eventi comici crossover mette
in mostra una fazione di Skrull mutaforma che si sono infiltrati
sulla Terra per anni. La Smulders ha ripreso il ruolo in diverse
foto Marvel tra cui
Spider-Man: Far From Home,
Captain America: Civil War e tutti i film degli Avengers.
Di recente ha ricevuto ottime recensioni per la sua interpretazione
di Ann Coulter in American Crime Story: Impeachment.
Ali Selim dirige
la serie e ne è produttore esecutivo, insieme agli altri produttori
esecutivi Kevin Feige, Jonathan Schwartz, Louis D’Esposito,
Victoria Alonso, Brad Winderbaum, Samuel L. Jackson, Ali Selim,
Kyle Bradstreet e Brian Tucker. Bradstreet è anche la
scrittrice principale e Jennifer L. Booth, Allana Williams e Brant
Englestein sono co-produttori esecutivi.
Secondo Deadline, la
star di The White
LotusTheo
James è stata scelta per essere il protagonista del prossimo
adattamento di una storia di
Stephen King, The
Monkey. Il progetto proviene
dal creatore di The Conjuring James Wan,
che produrrà il film attraverso il suo società Atomic Monster.
“Stephen King è il padrino del
genere horror. Ha avuto un’enorme influenza su di me da
bambino e per tutta la mia carriera, ed è sempre stato un sogno
contribuire a dare vita a una delle sue storie“, ha dichiarato
Wan in una nota. “The Monkey è
uno dei miei preferiti, con la sua presunzione semplice, iconica e
incredibilmente commerciabile. E non riesco a immaginare
nessuno migliore di un fan del genere visionario e da una vita come
Osgood per dare vita a questo.
Questo è la seconda notizia di un
adattamento di Stephen King in una
settimana. Tom
Hiddleston e Mark Hamill
hanno firmato per
recitare in The Life of Chuck di Mike
Flanagan, basato su un altro racconto di King. Il film
Monkey sarà scritto e diretto dall’attore-regista
Osgood Perkins. Perkins è meglio conosciuto
per il suo lavoro su film horror come The Blackcoat’s
Daughter, I Am the Pretty Thing That Lives in
the House e Gretel &
Hansel. La storia è incentrata su due fratelli
gemelli le cui vite cambiano dopo aver scoperto una misteriosa
scimmia giocattolo che suona i piatti. Il casting è ancora in
corso per il progetto.
“Quando i fratelli gemelli Hal e Bill scoprono la vecchia
scimmia giocattolo del padre in soffitta, intorno a loro iniziano
una serie di morti raccapriccianti”, si legge nella sinossi.
“I fratelli decidono di buttare via la scimmia e andare avanti
con le loro vite, allontanandosi nel corso degli anni. Ma
quando le morti misteriose ricominciano, i fratelli devono riunirsi
per trovare un modo per distruggere la scimmia per sempre prima che
tolga la vita a tutti quelli a loro vicini.
The Monkey è prodotto da Brian
Kavanaugh-Jones, Fred Berger, Chris Ferguson, Peter Luo, Nancy Xu e
John Friedberg. Proviene da Atomic Monster, Stars Collective e
Black Bear International, con C2 Motion Picture Group che
finanzia il progetto.
Pedro Pascal, il protagonista diThe
Last of Usdella HBO, ha
firmato per recitare
in Weapons, il nuovo
progetto cinematografico dei cineasti dietro l’horror di
successoBarbarian.New
Line è alla base del lungometraggio, che ha una sceneggiatura
scritta da Zach Cregger, l’attore diventato
regista che è anche seduto sulla sedia del regista.
Cregger produrrà anche insieme al suo
team di produttori Barbarian, Roy Lee
di Vertigo e JD Lifshitz e Raphael Margules di BoulderLight
Pictures. Produce anche Miri Yoon di Vertigo.
I dettagli della trama non sono stati
al momento resi noti, maWeaponsè descritto come un’epopea horror a più livelli interconnessa
e ricorda dal punto di vista dei toniMagnoliadel regista Paul Thomas
Anderson. I dettagli del personaggio per Pascal
non sono stati rivelati.Le riprese dovrebbero
iniziare in autunno.
Weapons è stato oggetto di
un’intensa guerra di offerte a gennaio, quando gli studi e gli
streamer di Hollywood hanno combattuto per avere la possibilità di
lavorare con Cregger, il cui
Barbarian,prodotto per soli 4,5
milioni di dollari, è diventato un successo non solo di pubblico e
di critica ma anche all’interno della stessa industria. La New Line
ha vinto l’asta che si è venuta a creare concludendoun accordo che includeva, tra le altre
clausole, un via libera garantito e un’uscita nelle sale
garantita.
Pedro Pascal è apparso in serie comeNarcos e Game
of Thrones prima di interpretare il
ruolo del cacciatore di taglie con l’elmetto Din Djarin
nella serie di Star
WarsThe Mandalorian. E
mentre il volto dell’attore non è stato visto spesso nello
spettacolo, la popolarità di
Mandalorianha aumentato il fascino galattico di
Pascal. Quest’anno ha recitato in The
Last of Us, l’adattamento della HBO
del videogioco Sony. Interpretando la figura paterna spezzata
e dal cuore di pietra che guida una giovane donna testarda in
un’America postapocalittica, lo spettacolo ha sfidato le
aspettative del genere zombie per concentrarsi sul dramma e sulle
relazioni.
MUBI, il
distributore globale, servizio di streaming e società di
produzione, annuncia l’uscita di Medusa Deluxe,
primo lungometraggio del regista e sceneggiatore Thomas
Hardiman, che sarà in esclusiva su MUBI dal
4 agosto 2023. Da oggi disponibili anche
trailer e manifesto.
Quando, durante un
concorso di styling, un parrucchiere viene trovato morto, i
concorrenti rimasti cercano di scoprire l’assassino durante il
corso della serata. Le rivalità e le diffidenze aumentano quando il
gruppo di concorrenti inizia a sospettare che qualcuno stia
cercando di truccare la gara, eliminando in modo raccapricciante i
partecipanti. Nel cast Clare Perkins (Segreti e
Bugie, Censor, Eastenders), Kae Alexander
(Fleabag, Maleficent 2 – Signora del Male), Harriet
Webb (I May Destroy You, Big Boys), Darrell
D’Silva(Informer) e Luke Pasqualino
(Skins, Snowpiercer, Shantaram).
La splendida fotografia
di Medusa Deluxe è del candidato al Premio Oscar Robbie
Ryan (La Favorita, American Honey). Le folgoranti
acconciature sono opera del rinomato stylist Eugene Souleiman e
della hair e make-up designer Scarlett O’Connell,
il cui lavoro è valso al film il premio per il miglior make-up &
hairstyle ai British Independent Film Awards 2022. La colonna
sonora è di Koreless. Candidato per i premi al
Miglior Regista Esordiente e per la Miglior Scenografia ai British
Independent Film Awards dello scorso anno.
Il film è prodotto da
Michael Elliott, Louise Palmkvist Hansen e Lee Groombridge ed è una
produzione EMU Films. Il film è stato sviluppato e finanziato dal
BFI, che ha assegnato i fondi della National Lottery, e della BBC
Film, e finanziato in associazione con Time Based Arts. I
produttori esecutivi sono Eva Yates per BBC Film, Lizzie Francke
per BFI e Jim Mooney e Walli Ullah per EMU.
Il Museo Nazionale del
Cinema propone Stefano Bessoni. La Mole delle
Meraviglie, a cura di Stefano Bessoni e
Domenico De Gaetano,la prima grande
mostra dedicata al genio creativo del regista,
illustratore e animatore, ospitata dal 10 maggio all’11 settembre
2023 al piano di accoglienza delle Mole Antonelliana, con ingresso
libero negli orari di apertura del museo.
1 di 17
Stefano Bessoni
Stefano Bessoni e Domenico
De Gaetano
Le oltre 150 opere
esposte – per lo più provenienti dall’archivio privato di Bessoni e
dalle collezioni del Museo Nazionale del Cinema – raccontano gli
ambiti in cui si muove la sua ricerca espressiva: dalle fiabe al
mondo della scienza, dalle illustrazioni all’animazione
stop-motion e alla fabbricazione di puppets, fino
al grande amore per il cinema.
Tra fantastico e fiabesco, in un
percorso popolato da burattini, illustrazioni, filmati, reperti e
preparati scientifici, ci si ritrova immersi nel mondo di Stefano
Bessoni, un’affascinante Wunderkammer
all’interno della più maestosa e imponente fra le “camere delle
meraviglie” torinesi, la Mole Antonelliana.
Oltre alla mostra sono previste una
serie di iniziative che vedono protagonista Stefano Bessoni
e la sua arte.
Venerdì 12 maggio 2023 alle ore
10:00 nella sala Blu del Palazzo del Rettorato, Stefano Bessoni
dialogherà con Domenico De Gaetano nel corso della
MasterclassStop-motion. L’anima nera
dell’animazione, realizzata dal Museo Nazionale del
Cinema in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino e
la Scuola Holden, a cui seguirà la visita guidata alla mostra
(partecipazione gratuita fino ad esaurimento posti).
Sempre venerdì 12 maggio al
Cinema Massimo alle ore 20:30 verrà proiettato il
lungometraggio Krokodyle, che sarà
introdotto dal regista Stefano Bessoni e dal direttore del Museo
Nazionale del Cinema Domenico De Gaetano.
Sono inoltre previsti, nei mesi di
giugno e luglio, una serie di workshop organizzati
dal Museo Nazionale del Cinema di Torino e la Scuola Holden in
collaborazione con l’Università degli Studi di Torino.
La politica di Apple
TV+ di portare sul piccolo schermo trasposizioni di
romanzi di successo continua con Città in fiamme,
ispirato dall’omonimo romanzo d’esordio di Garth Risk Hallberg
pubblicato nel 2015. La storia ruota intorno a un crimine: una
giovane donna viene trovata a Central Park in fin di vita, colpita
da un proiettile. Chi le ha sparato? L’indagine della polizia
coinvolge ben presto i personaggi più disparati, alcuni
appartenenti alla scena musicale underground della Grande Mela ma
anche esponenti estremamente elevati dell’alta società della
metropoli.
Città in fiamme, l’ambientazione della serie
I creatori di
Città in fiammeJosh Schwartz e
Stephanie Savage hanno scelto un nuova
ambientazione temporale rispetto al testo letterario di partenza,
passando dagli anni ‘70 al 2003. Questo ha decisamente semplificato
i problemi di messa in scena che una ricostruzione d’epoca avrebbe
comportato, rivelandosi al tempo stesso una mossa piuttosto
efficace per creare l’atmosfera giusta
della serie. La New York in cui si dipanano infatti gli eventi
che ruotano intorno al crimine risulta una città ostile, pervasa da
un senso di minaccia incombente. Il trauma dell’11 settembre 2001
risulta ancora tangibile nelle strade che questa serie mostra,
arterie notturne e feroci di un enorme girone infernale in cui le
anime perse dello show si aggirano quasi senza meta.
Questo si presenta
decisamente come il pregio migliore di Città in
fiamme, produzione che altrimenti possiede poche frecce
nell’arco al fine di intrattenere il pubblico. Il doppio universo
in cui i personaggi principali sono relegati non si fonde mai
pienamente in una narrazione omogenea, e questo rende Città
in fiamme una
serie altalenante, la quale non possiede un vero centro
tematico, o meglio indebolisce eccessivamente la detection
principale raccontando le vicende e i rapporti tra figure piuttosto
stereotipate.
Il dramma non
coinvolge
Il dramma che i
personaggi principali vivono risulta in molti momenti piatto, non
emotivamente coinvolgente. Questo non aiuta interpreti come
Jemima Kirke, Ashley Zukerman o
John Cameron Mitchell a esprimere il meglio delle
proprie potenzialità. Il che alla fine risulta un errore piuttosto
evidente poiché sono proprio i due poliziotti incaricati delle
indagini la cosa maggiormente interessante di Città in
fiamme: lo sviluppo delle psicologie del detective Parsa
(Omid Abtahi) e del detective McFadden
(Kathleen Munroe) risulta scandito con
precisione.
Quando lasciano
entrare i loro
problemi personali e una vita privata non sempre appagante dentro
il lavoro che stanno svolgendo per scoprire il colpevole, ecco
che diventano figure drammatiche di rilievo, decisamente meglio
raccontate e meno superficiali rispetto a quelle che dovrebbero in
teoria trainare storia ed attenzione del pubblico. L’alchimia tra
Abtahi e Munroe poi permette loro di sviluppare due personalità
molto diverse che interagiscono con efficacia proprio in virtù di
tali differenze. La coppia di investigatori diventa in questo modo
un altro motivo valido per vedere Città in
fiamme.
Città in fiamme non convince fino in
fondo
Probabilmente il
materiale di partenza non era facilissimo da trasporre in un
prodotto seriale, rimane comunque il fatto che Città in
fiamme rimane troppo sfilacciato e disomogeneo per
convincere pienamente. Allo stesso tempo però questo non significa
che non abbia alcuni punti di interesse: come già scritto
l’ambientazione temporale e spaziale di una New York post-attacco
alle Torri Gemelle funziona a dovere, così come la trama legata
alle indagini riguardanti il crimine che fa partire la vicenda. Il
resto però è un mix mal amalgamato di storie e personaggi già
visti, già delineati con maggiore forza o originalità da qualche
altra parte. Peccato, le premesse per uno show avvincente potevano
esserci…
James Gunn ha risposto a decine di domande dei
fan su Guardiani della Galassia Vol
3. Il tanto atteso debutto del film conclusivo della
trilogia di Guardiani della
Galassia di Gunn ha finalmente permesso al pubblico di
vedere come finisce la trilogia e dove lascia i personaggi
principali. Ma ha anche lasciato delle domande sul film stesso, tra
cui cosa succederà a Rocket, Star-Lord e agli altri dopo le scene post-credits di Guardiani della
Galassia.
Per celebrare l’uscita del film e
fare chiarezza James Gunn ha risposto alle domande su
Guardiani della Galassia Vol 3 che circolavano in
rete facendo un Q&A su Twitter. Ha
dedicato molto tempo a rispondere a varie domande sullo sviluppo
del film e sulle decisioni relative alla storia, su cosa significhi
per il futuro del Marvel Cinematic Universe e altro ancora.
Senza dover scorrere tutti i tweet a cui ha risposto, ecco
le 37 domande su Guardiani della Galassia Vol 3 a
cui James Gunn ha risposto.
Guardiani della Galassia Vol 3:
James Gunn risponde alle domande
In un modo o nell’altro, James Gunn ha forgiato i Guardiani
della Galassia Vol 3. Il regista lascia il franchise del
MCU ma prima di farlo risponde a delle domande
riguardo il futuro del mondo Marvel. In particolare, si è esposto riguardo
il casco di Peter Quill nell’ultimo capitolo. “C’è un
motivo per cui Quill non ha il suo casco in Guardiani 3?” e
“C’è una spiegazione in-universo del perché Quill abbia
abbandonato l’elmetto e gli stivali a razzo?“. La risposta del
regista non è mancata ad arrivare: “Hanno il jet pack. Gli
stivali a razzo, in confronto, fanno schifo. Sembrano roba da poco
che si trova nella versione intergalattica di Radio Shack. E Chris
non avrebbe mai potuto fare quelle incredibili mosse nei corridoi
con il casco“.
Un punto importante che ha
incuriosito i fan è il mondo della Contro-Terra e
in particolare della popolazione che lo abita. Le domande si
concentrano sul linguaggio: “Sono MOLTO curioso di sapere come
mai Drax conosceva il JOOB JOOB e Mantis no essendo la traduttrice
di Ego?”,James Gunn risponde: “Drax conosceva la
lingua fin dalla sua infanzia. Non è nei traduttori di nessuno. È
una cultura di clausura. Sarebbe normale non avere la loro lingua
umana nei traduttori“. Scongiurando qualsiasi rumors su
possibili altri film dei Guardiani della Galassia,
James Gunn risponde alla domanda su un
prossimo film con il team protagonisti: non ci sarà un Vol
4 e non ci sarà una versione estesa del film. Aggiungendo
qualcosa al futuro, il regista ha parlato dei precedenti film
commentando le scelte compiute: James
Gunn ha sempre avuto le idee chiare sulla conclusione del
franchise fin da quando ha girato Guardiani della Galassia
Vol 1.
Le più grandi rivelazioni di
Guardiani della Galassia 3 fornite da James Gunn
Gran parte delle risposte
fornite da James Gunn su Guardiani della Galassia
3 riguardano la sua collaborazione con i Marvel Studios per la realizzazione del film.
In particolare, alla domanda su chi avesse scelto la nuova squadra
di Guardiani della Galassia del MCU, ha risposto che è stato lui a scegliere
la formazione, non i Marvel Studios. Sebbene il
fatto che Rocket, Groot, Kraglin,
Adam Warlock,
Cosmo e Phyla-Vell facciano parte del
nuovo gruppo segni l’ultima volta che Gunn darà
forma al futuro della squadra, ha anche confermato di aver parlato
con la Marvel di come vogliono
utilizzare i Guardiani dopo Guardiani
della Galassia Vol 3.
James Gunn ha anche risposto ad alcune domande
su Guardiani della Galassia Vol 3 che alcuni
ritenevano sviste o buchi nella trama. Gunn ha anche rivelato che
la Disney non si è opposta alle scene più cupe
del film, come i momenti legati a chi morirà o le parolacce.
Comprensibilmente, molte delle altre domande su Guardiani
della Galassia Vol 3 a cui James Gunn ha risposto riguardano la fine
della sua collaborazione con il franchise. Ha confermato che non ci
sono finali alternativi per il film. Tutto ciò contribuisce a
segnalare che Guardiani della Galassia Vol 3 è la
fine del suo viaggio nel MCU, in quanto diventerà co-CEO dei DC Studios per i prossimi anni.
Ritorno a
Seoul è
diretto da Davy Chou, regista quarantenne
franco-cambogiano che ha iniziato la sua carriera prima con i
cortometraggi e poi, nel 2012, con un documentario sugli anni d’oro
del cinema cambogiano degli anni ’60 e ’70 intitolato Le Sommeil
d’or. Nel 2016 gira il suo primo lungometraggio di finzione,
Diamond Island, presentato alla Settimana della Critica
durante il Festival
di Cannes di quello stesso anno. Proprio come
Ritorno a Seoul, selezionato sempre per
Cannes
l’anno scorso nella sezione Un Certain Regard. Diversi sono i riconoscimenti che
Davy Chou consegue nel corso degli anni, anche e
soprattutto grazie al suo fine sguardo registico sulla realtà del
suo Paese e non solo. Tanto che questa sua ultima pellicola è stata
scelta come rappresentante della Cambogia per la candidatura a
Miglior film internazionale agli
Oscar 2023.
Ritorno a Seoul, dalla Francia
Ritorno a
Seoul, in sala dall’11 maggio, è infatti la storia di
Frédérique Benoît (Park Ji-Min), una 25enne coreana che
vive in Francia e che viene adottata quando è ancora molto piccola
da una coppia francese, appunto. Mossa da un’iniziativa presa più o
meno d’impulso, decide di partire alla volta della capitale della
sua patria d’origine alla ricerca dei suoi genitori biologici,
senza però condividerlo con quelli adottivi.
L’idea di questa
specifica storia al regista è venuta a partire dalla vita personale
di una sua cara amica e di un particolare episodio accaduto nel
2011 nel quale è stato direttamente coinvolto. Laure Badufle –
questo il nome della vera protagonista dei fatti – aveva chiesto a
Davy Chou di accompagnarla in Corea a conoscere i suoi genitori
naturali che tanti anni prima l’avevano affidata ad un orfanotrofio
dal quale poi sarebbe partita con i suoi nuovi mamma e papà per
crescere in Francia. Assistere a un tale sconvolgimento
esistenziale ha così toccato Chou che ha deciso di farne un
film.
Ogni dettaglio dipinto
nel film è dunque un condensato dell’esperienza diretta dei suoi
veri interpreti principali: iniziando dalle emozioni che
contrastano tra i passionali toni europei e quelli asiatici
accennati, a volte carichi di slanci sacrificali, fino alle
descrizioni degli spazi, i luoghi e i colori.
Ritorno a
Seoul, il cui titolo inizialmente avrebbe dovuto
essere All the people I’ll never be, racconta quindi con
grazia e un’ottima consapevolezza dell’uso della macchina da presa
e del flusso narrativo, il tentativo disperato di una ragazza di
cercare le proprie radici e un’identità.
Davy
Chou descrive otto anni a partire dall’arrivo di
Frédérique per la prima volta a Seoul, scorrendo lungo una serie di
momenti che scandiranno i disorientati percorsi che lei proverà a
intraprendere nella speranza di arrivare finalmente a conoscere chi
è e da dove viene. E la descrizione, Chou, la fa con grandi stacchi
temporali, a volte anche rispetto alla trama, dettando una
corrispondenza nel ritmo sincopato con gli stati d’animo sempre
borderline che lei prova, accompagnato dalle grandi differenze tra
i posti e le esperienze che Frédérique vive.
Un film profondamente delicato
L’attrice Park
Ji-Min è poi incredibilmente brava a rendere la glaciale
disperazione della sua Frédérique, che non conosce mezze misure,
vaga senza meta per poi trovarsi spesso a sbattere a ripetizione
come una mosca contro un vetro. E curiosamente coincide anche con
la sua di storia personale: Park Ji-Min è davvero una coreana
cresciuta in Francia, anche se con suoi genitori biologici, quindi
non adottata, ma ben consapevole di quello smarrimento congenito di
chi non sente salde le proprie radici.
Davy
Chou è dunque estremamente abile nell’uso delle luci e dei
suoni, che conducono sempre la protagonista e le sue emozioni, e se
ne lascia condurre a sua volta, seguendola nelle sue pungenti
ostinazioni. Il taglio che il regista riesce a dare ad ogni
sequenza è profondamente delicato, calibrato e molto chiaro nel
racconto della storia: differenziando sempre il ritmo e usando la
pazienza e l’attenzione necessarie a lasciar trapelare dolore,
disagio e la necessità di sapere che chi ti ha messo al mondo l’ha
fatto desiderandoti sul serio.
ATTENZIONE, L’ARTICOLO CONTIENE
SPOILER SU Guardiani della Galassia Vol. 3
Guardiani della Galassia Vol. 3 si conclude
con una scena molto emozionante, allegra ma allo stesso tempo
malinconica, con in sottofondo una canzone dei Florence &
The Machine, “Dog Days Are Over”, e la cantante
della band, Florence Welch, ha reagito a quel
momento in maniera molto emozionata.
Su TikTok, @indiemixtape ha
condiviso la reazione di Florence Welch al momento
in cui si sente “Dog Days Are Over” di Florence & The
Machine. Si può vedere il cantante emozionarsi per l’uso della
canzone nel finale del film. La scena con “Dog Days Are
Over” è stata molto importante per il film, poiché è arrivata
dopo che la squadra ha battuto l’Alto Evoluzionario e ha deciso di
sciogliersi. La canzone è stata usata per un momento celebrativo
del viaggio dei Guardiani, con i personaggi che prendono strade
diverse e si mettono a ballare al ritmo del brano su
Ovunque.
Basato sul manga giapponese creato
da Yukito Kishiro, l’adattamento live-action di
Alita: Battle Angel del 2019 era originariamente
destinato a generare più sequel, anche se questi piani sono stati
successivamente messi in dubbio a seguito all’acquisizione della
20th Century Fox da parte della Disney. Le speranze per la
continuazione della serie, tuttavia, sono state recentemente
riaccese quando Landau ha suggerito che stava parlando attivamente
con Rodriguez e la protagonista, Rosa Salazar, del
potenziale ritorno per un sequel.
Durante una recente intervista con
Collider, a Robert
Rodriguez è stato chiesto dei suoi piani per
Alita: Battle Angel 2 e a che punto si trovava
attualmente il progetto. Ammettendo che inizialmente non era sicuro
che un sequel sarebbe mai stato realizzato, il regista rivela che
le sue speranze per un ritorno alla PI sono state sostenute grazie
al fatto che anche altri progetti della Fox erano andati avanti.
Tuttavia, conferma che i colloqui sono attualmente in corso e,
sebbene non ci siano notizie più definitive di queste, rimane
fiducioso.
“Non ero sicuro che sarebbe mai
successo perché anche quando è uscito il primo film, la Disney
aveva appena comprato la Fox, quindi anche i nostri addetti al
marketing, tutti, se n’erano andati quando è uscito quel film. E
poi non sono stati realizzati film della Fox per anni perché la
Disney era ancora impegnata a realizzare le proprie cose Disney. Ma
ora ho visto uscire alcuni film della Fox, quindi questo mi ha dato
speranza. E poi quando Jon [Landau, produttore] ne ha parlato, e
poi [James Cameron]
e io abbiamo parlato del fatto che avremmo sempre voluto fare un
sequel di ‘Alita’. Ha delineato, molto accuratamente, un secondo e
un terzo film, quindi c’è già del materiale lì. Quindi sì, speriamo
che ciò accada. Ma non c’è niente di definitivo.”
Uscito nel 2019, Alita – Angelo della
Battagliaaveva
ottenuto un buon successo di pubblico, ma non abbastanza da far
subito confermare un suo sequel. Dato anche il finale aperto del
film, i fan per anni hanno chiesto a gran voce di poter avere
almeno un altra pellicola dedicata alla letale cyborg. Il successo
di Avatar – La via dell’acqua sembra
dunque aver ora favorito il riprendere dei lavori su tale
sequel, che potrà a quanto pare benificiare anche dei nuovi
traguardi tecnologici raggiunti dal film diretto da Cameron. Come
sempre, non resta ora che attendere nuovi aggiornamenti, che
forniscano maggiori dettagli sui progressi nello sviluppo del
film.
Ecco il primo trailer di
Denti da
squalo, opera prima di Davide
Gentile, con Virginia Raffaele,
Claudio Santamaria, Edoardo Pesce
e, per la prima volta sul grande schermo, il giovane protagonista
Tiziano Menichelli.
Da un’idea di Valerio Cilio e
Gianluca Leoncini che firmano soggetto e sceneggiatura vincitori
del Premio Solinas, un racconto di formazione poetico e
avventuroso. Prodotto da Goon Films, Lucky
Red, Ideacinema con Rai
Cinema, in collaborazione con Prime Video. Il film vede per la prima
volta alla regia Davide Gentile, classe 1985, già autore del
pluripremiato cortometraggio “Food for Thought”.
La trama del film
Questa è la storia di Walter e della
più incredibile estate della sua vita. La scuola è finita e Walter,
13 anni, ha appena perso suo padre. Nel suo vagare apparentemente
senza meta per il litorale romano, è un luogo affascinante e
misterioso a catturare la sua attenzione: una villa abbandonata con
una gigantesca, torbida, piscina. Ma la villa non è
incustodita e inizierà per lui un
viaggio indimenticabile.
Una nuova clip di La
Sirenetta offre offre uno sguardo ravvicinato al
granchio Sebastian. Si tratta di una clip che rievoca l’iconica
In fondo al mar, la canzone più rappresentativa del film
originale.
Con la cantante Halle Bailey
nei panni della principessa sirena Ariel, l’adattamento live-action
del 2023 è basato sull’omonimo classico del 1989, che a sua volta è
stato ispirato dalla fiaba del 1837 di Hans Christian
Anderson. La star di Wonder e
HamiltonDaveed Diggs interpreta
il minuscolo granchio, un fedele servitore del re Tritone
(Javier Bardem) e
compositore musicale per la corte del re.
Entertaiment Tonight ha recentemente
diffuso una nuova clip dal remake live-action de La
Sirenetta della Disney che porta Sebastian
al centro della scena. Guarda il video qui di seguito:
La
Sirenetta racconta l’amata storia di Ariel, una bellissima e
vivace giovane sirena in cerca di avventura. Ariel, la figlia più
giovane di Re Tritone e la più ribelle, desidera scoprire di più
sul mondo al di là del mare e, mentre esplora la superficie, si
innamora dell’affascinante principe Eric. Alle sirene è vietato
interagire con gli umani, ma Ariel deve seguire il suo cuore e
stringe un patto con la malvagia strega del mare, Ursula, che le
offre la possibilità di sperimentare la vita sulla terraferma,
mettendo però in pericolo la sua vita e la corona di suo padre.
Il film è interpretato
dalla cantante e attrice Halle Bailey
(grown-ish) nel ruolo di Ariel; Jonah
Hauer-King (Un viaggio a quattro zampe) nel ruolo
del principe Eric; Noma Dumezweni (Il Ritorno
di Mary Poppins) nel ruolo della regina Selina; Art
Malik (Homeland – Caccia alla spia) nel ruolo di
Sir Grimsby; con il vincitore del premio Oscar® Javier Bardem (Non
è un paese per vecchi) nel ruolo di Re Tritone; e con la due
volte candidata all’Academy Award® Melissa McCarthy
(Copia originale, Le amiche della sposa) nel ruolo di
Ursula.
La
Sirenetta è diretto dal candidato all’Oscar® Rob
Marshall (Chicago, Il Ritorno di Mary
Poppins), con una sceneggiatura del due volte candidato
all’Oscar David Magee (Vita di Pi, Neverland – Un sogno
per la vita). Le musiche delle canzoni sono composte dal
pluripremiato agli Academy Award® Alan Menken (La Bella e la
Bestia, Aladdin), con i testi di Howard Ashman e i
nuovi testi del tre volte vincitore del Tony
Award® Lin-Manuel Miranda. Il film è prodotto dal due volte
vincitore dell’Emmy® Marc Platt (Jesus Christ Superstar Live in
Concert, Grease: Live!), da Lin-Manuel Miranda, dal due
volte vincitore dell’Emmy John DeLuca (Tony Bennett: An
American Classic) e da Rob Marshall, mentre Jeffrey Silver
(Il Re Leone) è il produttore esecutivo.
Dopo molte voci e tanti
annunci, finalmente Warner Bros ha diffuso una data ufficiale
d’uscita per
Beetlejuice 2, che vedrà trai protagonisti Jenna Ortega,
attrice della nuova serie di Scream diventata famosa grazie al
personaggio di Mercoledì di
Netflix.
Il film arriverà al cinema il 6
settembre 2024, e Tim Burton e Michael Keaton torneranno a fare
coppia per raccontare di nuovo in sala lo spiritello che tanto
amato dal pubblico degli anni Ottanta.
Beetlejuice 2 dovrebbe anche riunire i membri del cast
originale, oltre a Michael Keaton nei panni del
“bio-esorcista” Betelgeuse, anche Winona Ryder in
quelli Lydia, e Catherine O’Hara nel ruolo della
matrigna di Lydia, Delia Deetz. Nel febbraio 2022, inoltre, si
riportava che tale sequel sarebbe stato prodotto dalla Plan B di
Brad Pitt. Al di là di queste indiscrezioni, però,
non ci sono ancora conferme sull’effettiva realizzazione di questo
sequel, atteso ormai da oltre 30 anni. Inoltre è stato anche
confermato che Justin Theroux è entrato nel cast
del film.
Tim Burton
tornerà a dirigere la storia, e farà anche da produttore, insieme a
Tommy Harper, Plan B, Marc Toberoff e
David Geffen, con Alfred Gough e Miles Millar che
sono stati incaricati di scrivere la sceneggiatura.
15 anni dopo che Iron
Man ha dato il via al Marvel Cinematic Universe, ci sono
ancora parti del film che i fan non hanno mai visto. In una recente
intervista con Screen
Rant, il produttore Jeremy Latcham ha
descritto una delle
scene tagliate del film, rimaste inedite. Nell’era dell’home
video e dello streaming, molti film metteno a disposizione dei fan
le scene cancellate dei film. Tuttavia, c’è una scena
apparentemente così brutta, che il presidente dei Marvel StudiosKevin Feige
non vuole che venga distribuita.
Latcham dice che ci sono tre o
quattro
scene cancellate così brutte di Iron Man che
non pensa che verranno mai rilasciate. Una scena eliminata riguarda
i Dieci Anelli, l’organizzazione che ha catturato Tony Stark
(Robert
Downey Jr.) all’inizio del film. I Dieci Anelli
vogliono che Tony costruisca un missile per loro. Secondo Latcham,
Tony doveva fare anche il bucato per i Dieci Anelli. “Ricordo
che Kevin mi ha detto nel 2012, ‘Dovremmo far uscire le scene
cancellate di Abu che fa il bucato?’ E Kevin ha detto, ‘No. Non
potremo mai farlo’,” ha detto Latcham. “La gente saprà che
non sapevamo cosa stavamo facendo. Sarà imbarazzante se vedranno
queste scene”. Ma c’era un intero rullo in Iron Man in cui
Tony Stark faceva il bucato e non credo che sia mai stato visto in
giro”.
Nel film, mentre i Dieci Anelli
pensano che Tony stia costruendo un missile, in realtà sta
costruendo il primo costume di Iron Man con le risorse che ha a
disposizione. Più avanti nel film, quando Obadiah Stane
(Jeff Bridges) chiede agli scienziati di creare
un’armatura per lui, dice loro che Tony ha costruito il suo abito
“con una scatola di scarti”. La scena cancellata mostrava Tony che
approfittava del momento in cui faceva il bucato dei Dieci Anelli.
“Tony sta facendo il bucato per i rapitori, ma sta davvero
rompendo la lavatrice e rubando parti da essa per costruire la tuta
Mark 1”, ha detto Latcham. “È così assurdo. È
selvaggio.”
Se Kevin Feige ha
paura che il suo eroe più amato possa apparire ridicolo, forse è
giusto che queste scene non vengano mai diffuse, tuttavia è
innegabile che i fan, curiosi e innamorati di Tony Stark,
amerebbero anche le scene più buffe che lo vedono protagonista.
La strada verso la guarigione di
Jeremy Renner ha portato a una parziale reunion
di The Avengers. Il mese scorso,
Scarlett Johansson e Chris Evans hanno fatto un viaggio a Los
Angeles per far visita a Renner, che è stato coinvolto in un
incidente quasi fatale il 1° gennaio quando è stato schiacciato da
un gatto delle nevi da 7 tonnellate. L’interprete di Occhio di
Falco si è rotto
più di 30 ossa e ha subito lesioni ortopediche e un trauma
toracico mentre cercava di raggiungere suo nipote che era bloccato
in un cumulo di neve.
“Onestamente ero così
fottutamente felice di vederlo. Non sapevo se l’avrei mai più
rivisto”, racconta la Scarlett Johansson a Variety in una cover
story sui suoi 30 anni di carriera che include otto film Marvel, molti dei quali insieme a
Renner. “Non solo vederlo di nuovo, ma vederlo prosperare e in
uno stato mentale così sereno. È una persona molto spirituale in
generale e una persona molto piena di sentimento. E puoi vederlo
nel suo lavoro. Si sente. Ha una tale profondità. Ed ero così
felice di vedere che è pieno di vita e luce, ed è anche divertente.
Abbiamo riso un sacco.”
Evans, che ha iniziato a lavorare
con Johansson quando era un’adolescente in The Perfect
Score, offre alcuni dettagli di ciò che è accaduto quando
i tre si sono ritrovati per una riunione, che non è stata
pubblicizzata. “Niente lacrime. Un sacco di risate, sorrisi e
abbracci”, dice Evans. “Lascia che sia Jeremy a prendere
qualcosa di così potenzialmente tragico e trasformarlo in qualcosa
di così stimolante.”
Il giorno dell’incidente,
Scarlett Johansson stava girando il prossimo film
della Apple Project Artemis con Channing
Tatum quando si è svegliata con la notizia che il suo
co-protagonista di Avengers, Renner, è stato quasi
ucciso in un incidente.
“Ero molto arrabbiata”,
ricorda. Ma mentre la prognosi di Renner migliorava rapidamente,
lei e i suoi compagni Vendicatori hanno cominciato a scherzare con
il loro compagno in convalescenza. “Sulla catena di messaggi di
Avengers, siamo tipo, ‘OK, ci hai battuti tutti. Questo è tutto.
Hai vinto”, dice. (il gruppo di messaggistica include i sei
Vendicatori originali: Johansson, Evans, Renner,
Robert Downey Jr.,
Chris Hemsworth e
Mark Ruffalo.) “È come una vera roba da supereroi.
È incredibile.”
L’attrice Caterina
Murino condurrà le serate di apertura e di chiusura
dell’80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della
Biennale di Venezia, diretta da Alberto
Barbera.
Caterina
Murino aprirà l’80. Mostra nella serata di mercoledì
30 agosto 2023, sul palco della Sala Grande (Palazzo del Cinema al
Lido) in occasione della cerimonia di inaugurazione, e guiderà la
cerimonia di chiusura sabato 9 settembre, in occasione della quale
saranno annunciati i Leoni e gli altri premi ufficiali dell’80.
Mostra.
Nata a Cagliari, Caterina
Murino ha studiato recitazione nel laboratorio
teatrale della Scuola di Cinema e Teatro di Francesca De Sapio.
Diventa volto e testimonial di molte campagne pubblicitarie. Dino
Risi la vuole nella fiction tv Le ragazze di Miss Italia
(2002).
Il suo debutto sul grande schermo
avviene grazie al primo film dello scrittore cileno Luis Sepulveda
Nowhere (2002), che in Francia riscuote successo di critica.
Qualche anno dopo inizia la sua carriera francese con il film Il
bandito corso (2004) con Christian Clavier e Jean Reno. In seguito
al successo della pellicola, le arrivano molte proposte tra Italia
e Francia.
Ma è nel 2006 che diventa famosa in
tutto il mondo come nuova Bond Girl al fianco di Daniel
Craig, nel ruolo di Solange in Casinò
Royale. In seguito gira la commedia inglese Le ragazze del
St.Trinian’s – La scuola può essere uno sballo
(2007), per poi tornare in Italia per il film Non pensarci (2007)
di Gianni Zanasi.
La incontriamo poi nei panni della
protagonista ne Il seme della discordia (2008) di Pappi Corsicato
presentato alla 65. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
di Venezia. Impegnata su numerosi set tra il Canada e la
Francia, è nel cast, tra gli altri, di XIII – Il
Complotto, (2008) e Antigang – Nell’ombra
del crimine (2015), in quest’ultimo al fianco di
Jean Reno. Gira per la BBC accanto a Rufus
SewellLe inchieste dell’ispettore Zen
(2011) una miniserie TV che racconta le indagini di Aurelio
Zen, brillante ispettore di polizia che lavora a Roma.
Successivamente, tesserà la tela in attesa del suo amato disperso,
nella serie di Stéphane GiustiIl ritorno
di Ulisse. Torna in Italia e partecipa all’ultimo lavoro
del regista d’inchieste Renzo Martinelli,
Ustica (2016) e all’opera prima del regista sardo
Cesare FuresiChi salverà le
rose? (2017). Attrice versatile, nel 2017, la vediamo nel
cast di due film, La voce della pietra di
Eric D. Howell, e Agadah di
Alberto Rondalli.
Nel 2018 interpreta
Benedetta nel film Se son rose di
Leonardo Pieraccioni. L’anno successivo è nella
serie campioni di ascolti in Francia Le Temps est
assassin, uscita anche su Canale 5 con il titolo
L’ora della verità.
Nel 2020 Davide
Livermore la sceglie per interpretare Triboulet di
Le Roi s’amuse di Victor Hugo per
la prima del Teatro alla Scala di Milano A Riveder le
Stelle… Per Netflix è nel film di Roberto
Capucci prodotto da Lotus Film dal titolo Mio
Fratello Mia Sorella (2021). Nel 2022 esce con il nuovo
film di Alex de la Iglesia Veneciafrenia. Nel
maggio 2023 partirà con le riprese del film The
Opera! per la regia di Davide Livermore e
Paolo Gep Cucco con Vincent
Cassel e Rossy De Palma.
Jack RyandiTom Clancy ritorna per un’ultima
adrenalinica stagione! La quarta e ultima stagione della serie
distintiva del servizio streaming con John Krasinski debutterà il 30 giugno su
Prime Video con due episodi disponibili ogni
venerdì fino all’epico finale il 14 luglio. La quarta stagione è
disponibile a soli sei mesi dal debutto dell’emozionante terza
stagione, per soddisfare i fan impazienti di conoscere il
proseguimento della storia di Jack. La stagione in sei episodi sarà
disponibile in esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e
territori nel mondo.
La quarta stagione di
Jack RyandiTom Clancy: data di
uscita e dove vederla in streaming
Gli appassionati possono recuperare
le prime tre stagioni della serie già disponibili su Prime
Video. La quarta stagione di Jack Ryan di Tom
Clancy è l’ultima novità per i clienti Amazon Prime, che in
Italia beneficiano di spedizioni veloci, offerte esclusive e
intrattenimento, incluso Prime Video, con un solo abbonamento al
costo di €49,90/anno o €4,99/mese
Jack Ryan di Tom Clancy 4: Trama e
cast
La quarta e ultima stagione di
Jack RyandiTom Clancy vede il
protagonista affrontare la sua missione più pericolosa fino ad ora,
alle prese con un nemico sia esterno che interno. Nel nuovo ruolo
di Acting Deputy Director della CIA, Jack Ryan deve portare alla
luce la corruzione interna; nella sua indagine scopre una serie di
operazioni clandestine che potrebbero esporre la vulnerabilità del
Paese. Nell’investigare fino a che punto si è infiltrata la
corruzione, Jack e il suo team scoprono una realtà molto peggiore –
la convergenza di un cartello della droga con un’organizzazione
terroristica – che rivela quanto la cospirazione sia molto più
vicina a loro di quanto pensassero, mettendo alla prova la fiducia
del nostro eroe nel sistema che ha protetto e per cui ha sempre
combattuto.
Il cast della serie vede John Krasinski nel ruolo di Jack Ryan,
Wendell Pierce nei panni di James Greer,
Michael Kelly come Mike November, e Betty
Gabriel nel ruolo di Elizabeth Wright, Acting Director
della CIA, con Abbie Cornish di nuovo nei panni di Cathy
Mueller. Si uniscono al cast per questa nuova stagione
Michael Peña nei panni di Domingo Chavez e Louis
Ozawa nel ruolo di Chao Fah.
Jack Ryan di Tom Clancy è coprodotta
da Amazon Studios, Paramount Television Studios e Skydance
Television, con gli executive producer Allyson Seeger, Andrew Form,
John Krasinski, Brad Fuller, Michael Bay e John Kelly. A loro si
uniscono come executive producer della quarta stagione Tom Clancy e
David Ellison, Dana Goldberg e Matt Thunell di Skydance Television
insieme a Vaun Wilmott, Mace Neufeld e Carlton Cuse.
Celebre per innumerevoli motivi, da
quelli più lusinghieri a quelli più controversi, il film del 1998
Shakespeare in Love ha portato sul grande
schermo uno degli autori più famosi e amati di sempre, ancora oggi
attuale nonostante il passare del tempo. Diretto dal regista
John Madden, e scritto da Marc
Norman e Tom Stoppard, il film non è però
la trasposizione di una delle opere di Shakespeare, ma racconta
bensì dell’innamoramento del drammaturgo per una nobildonna, il
tutto durante i preparativi per la messa in scena a teatro del suo
Romeo e Giulietta. Si tratta dunque di una storia
inventata, che presenta però una serie di somiglianze con l’opera
del poeta.
Nel film, infatti, vi sono una serie
di eventi ripresi proprio da alcune tragedie o commedie scritte da
Shakespeare. L’amore dei due protagonisti, ricalca a suo modo
quello di Romeo e Giulietta, con tutte le differenze di classe
sociale di appartenenza del caso. Libero dalla necessità di essere
storicamente accurato, Shakespeare in Love sembra essere
un film sulla vita dell’autore come se egli stesso l’avesse girato.
Tra grandi passioni, conflitti e tutta la bellezza del teatro
elisabettiano, si snoda così una vicenda tanto appassionante quanto
bella anche solo da vedere per il piacere degli occhi. Non
sorprende infatti l’enorme successo di pubblico ottenuto dal
film.
A fronte di un budget di soli 25
milioni di dollari, questo è infatti arrivato a guadagnarne circa
290 in tutto il mondo. Vincitore poi di ben 7 premi Oscar, tra cui
quello per il miglior film, Shakespeare in Love, amato o
odiato, si è comunque affermato come uno dei film più importanti
dei suoi anni. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alle
frasi più belle del film. Infine, si elencheranno
anche le principali piattaforme streaming
contenenti il film nel proprio catalogo.
Shakespeare in Love: la
trama del film
La vicenda è ambientata nel 1953, a
Londra. Qui l’impresario Philip Henslowe, oppresso
dai debiti, promette al suo creditore Hugh
Fennyman che presto potrà ripagarlo grazie ai guadagni
della commedia di prossima rappresentazione. L’autore di questi è
William Shakespeare, il quale però si trova in
piena crisi creativa, senza una figura femminile che possa
servirgli da musa. Il drammaturgo non immagina minimamente che
nella zona aristocratica della città la giovane Lady Viola
De Lesseps recita a memoria i suoi versi, coltivando il
desiderio di poter far parte di una vera compagnia teatrale,
attività all’epoca però negata alle donne.
Con lo spettacolo da realizzare al
più presto, hanno dunque inizio i provini per i ruoli dei
protagonisti. In particolare, Shakespeare è colpito dalla bravura
di un certo Thomas Kent, un giovane tanto
talentuoso quanto riservato. Il drammaturgo non sospetta
minimamente che sotto i panni di questi si nasconde in realtà Lady
Viola. Ben presto avrà inizio un complesso gioco di seduzione che
porterà la giovane a rischiare sempre di più con il suo
travestimento, e con l’avvicinarsi del debutto a teatro
l’imprevedibile non mancherà di accadere, tra gelosi pretendenti e
amori impossibili.
Shakespeare in Love: il
cast del film
Il film si avvale di alcuni tra i
più celebri interpreti del cinema mondiale, tra cui diversi premi
Oscar. Ad interpretare il ruolo del celebre William Shakespeare è
Joseph Fiennes.
Per prepararsi ad un personaggio tanto complesso, l’attore si
dedicò ad un approfondito studio della vita e delle opere di
questi, cercando di costruire però una propria versione del
drammaturgo. Accanto a lui, nei panni dell’impresario Philip
Henslowe vi è il celebre Geoffrey Rush, il quale
venne poi candidato all’Oscar come miglior attore non protagonista
per la sua interpretazione. Rupert Everett è
invece il poeta Christopher Marlowe, contemporaneo di Shakespeare.
Tom Wilkinson interpreta Hugh Fennyman, il
creditore di Henslowe.
Vera e propria star del film è
l’attrice Gwyneth
Paltrow, presente nei panni di Viola de Lessemps e del
fantomatico Thomas Kent. L’attrice aveva inizialmente rifiutato il
ruolo, volendosi prendere una pausa dalla recitazione. Grazie alla
sua interpretazione, tuttavia, arrivò a vincere il premio Oscar
come miglior attrice protagonista, battendo altre celebri
candidate. Colin Firth è
presente nei panni di Lord Wessex, promesso sposo di Lady Viola,
mentre Ben Affleck interpreta
Ned Alleyn, attore realmente esistito e noto come uno dei più
popolari del teatro elisabettiano. Infine, vi è la celebre Judi Dench nei
panni della regina Elisabetta I. L’attrice ottenne poi il premio
Oscar come miglior attrice non protagonista, pur comparendo
soltanto in quattro scene per un totale di sei minuti.
Le frasi più belle di
Shakespeare in Love, il trailer e dove vedere il film in
streaming e in TV
È possibile vedere o rivedere tale
film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari
piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Shakespeare in Love è infatti disponibile nel
catalogo di Rakuten TV, Google Play, Apple TV, Now e
Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
semplicemente iscriversi, in modo del tutto gratuito alla
piattaforma. Si avrà così modo di guardare il titolo in totale
comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso
di noleggio si avrà a disposizione un determinato limite temporale
entro cui effettuare la visione. Il film sarà inoltre trasmesso in
televisione il giorno martedì 9 maggio alle ore
21:10 sul canale TwentySeven.
Qui di seguito si riportano invece
alcune delle frasi più belle e significative pronunciate dai
personaggi del film. Attraverso queste si potrà certamente
comprendere meglio il tono del film, i suoi temi e le variegate
personalità dei protagonisti. Ecco dunque le frasi più
belle del film:
Chi sei tu che, avvolta nella
notte, inciampi così nei miei pensieri più profondi? (William
Shakespeare)
Siamo fatti anche noi della
materia di cui son fatti i sogni, e nello spazio e nel tempo d’un
sogno è racchiusa la nostra breve vita. (William
Shakespeare)
I drammaturghi ci imbrogliano
sull’amore. Lo rendono carino, comico, lascivo, ma non possono
renderlo vero. (Regina Elisabetta I)
Io voglio avere poesia nella
mia vita e avventura e amore… Amore soprattutto. Non gli
artificiosi atteggiamenti dell’amore, ma l’amore che
sconvolge. (Lady Viola)
Ho paura, poiché è notte, che
sia soltanto un sogno troppo seducente e dolce per avere
sostanza. (Lady Viola)
Alle 12:01 del 2 maggio 2023 è
ufficialmente iniziato lo sciopero della Writers Guild of
America del 2023 e l’incapacità della WGA e
dell’Alliance of Motion Picture and Television Producers (AMPTP) di
raggiungere una soluzione accettabile alle trattative iniziate in
settimana avrà un profondo effetto a catena sul panorama
televisivo, in particolare su show della seconda serata e serie
tv.
Lo sciopero degli
sceneggiatori WGA del 2023 colpirà soprattutto la seconda
serata, ma interromperà anche la produzione di diverse serie in
streaming dopo aver fallito nel soddisfare le richieste dei membri
della WGA. Con gli sceneggiatori in marcia da una costa all’altra,
si tratta del più grande sciopero degli ultimi 15 anni, senza una
chiara fine in vista.
Il talk show di satira politica in
onda sulla ABC verrà messo in pausa, quindi i fan
del particolare umorismo di Jimmy
Kimmel non riceveranno la dose quotidiana delle sue
affabili riflessioni sugli eventi di attualità per almeno due
settimane, se non di più.
Nel frattempo, la ABC trasmetterà le
repliche degli episodi passati in assenza del JKL ora e nel
prossimo futuro. Lo sciopero degli sceneggiatori di Hollywood
potrebbe ostacolare il ritorno di Kimmel per un
bel po’ di tempo e, per questo motivo, si attendono
aggiornamenti.
Il Tonight Show di Jimmy
Fallon
Jimmy
Fallon non porterà nel suo studio nessun nuovo ospite
questa settimana, poiché la NBC ha messo in pausa
il Tonight
Show per le prossime settimane. Tutte le interviste
agli ospiti e le esibizioni musicali saranno rimandate e le
repliche degli episodi precedenti andranno in onda al posto del
nuovo materiale.
L’ex collega del
SNL non apparirà sugli schermi per almeno altre
due settimane, ma in passato ha espresso il suo sostegno ai suoi
autori.
Insieme agli altri conduttori di
talk show notturni, il Late Night Show di
Stephen Colbert verrà sospeso in seguito all’inizio
dello sciopero della WGA, il 2 maggio, e andranno
in onda delle repliche del programma al posto dei nuovi
episodi.
Colbert ha
menzionato l’incombente sciopero nella puntata del 1° maggio,
esprimendo il suo sostegno agli autori del suo show, ai sindacati
e, in caso di sciopero, si è augurato di rivedere i suoi fan tra
qualche settimana.
Late Night With Seth Meyers
Seth Meyers aveva
già illustrato le condizioni dello sciopero della
WGA nelle puntate precedenti del Late Night with Seth
Meyers, preparandosi al momento in cui la
NBC lo avrebbe sospeso.
Meyers,
sceneggiatore egli stesso, ha ricordato lo sciopero della WGA che
si è svolto tra il 2007 e il 2008 e che è durato 100 giorni, con
ripercussioni sul suo lavoro al SNL e su
innumerevoli altre serie. Meyers ha poi espresso la sua totale
solidarietà agli sceneggiatori di Hollywood, salutando il pubblico
per qualche settimana.
Real Time With Bill Maher
Real Time with Bill
Maher della HBO, che di recente ha
trasmesso un episodio controverso con ospite Elon
Musk, è un altro dei talk show notturni che verrà messo in
pausa durante lo sciopero degli autori.
Il conduttore del talk show,
schietto e a volte aggressivo, ha affrontato il tema dello sciopere
nelle scorse settimane e si preparerà a rientrare nel programma tra
qualche settimana. Anche in questo caso, andranno in onda delle
repliche dello show.
L’altro talk show notturno della
HBO, Last Week
Tonight with John Oliver, verrà sospeso e il suo
pungente conduttore apparirà solo in repliche per le prossime
settimane.
Oliver ha discusso dello sciopero
della WGA in precedenti episodi del suo programma
e ha persino fatto riferimento allo sciopero della WGA di 15 anni
fa, che ha interessato il suo periodo al Daily Show. Ha espresso
grande solidarietà ai membri della WGA e spera di rivedere presto i
suoi fan.
The Daily Show
Il
Daily Show ha già detto addio al suo ultimo conduttore
Trevor Noah e ora Comedy Central
sospenderà la serie a causa dello sciopero della WGA. Dopo la
partenza di Noah, la serie ha avuto un cast di
conduttori a rotazione, gestione che dovrebbe proseguire anche
quando si ripartirà tra qualche settimana.
Anche prima del 2015, quando il
conduttore di lunga data Jon Stewart se ne andò,
il Daily Show ha sempre sostenuto i suoi autori e
continuerà a mandare in onda delle repliche fino alla fine dello
sciopero della WGA.
SNL
Mentre ci si chiedeva se il
Saturday Night
Live avrebbe rispettato lo sciopero della WGA, sembra
che lo show settimanale di sketch comedy prenderà la stessa strada
dei talk show notturni. L’ex allievo del SNLPete Davidson avrebbe dovuto condurre la puntata
del 6 maggio assieme all’ospite musicale Lil Uzi
Vert, ma lo show è stato ufficialmente cancellato.
Al suo posto, la
NBC trasmetterà un episodio di replica, una
pratica che probabilmente continuerà il sabato successivo se non si
riuscirà a raggiungere un chiaro consenso tra la WGA e l’AMPTP.
Yellowjackets
Attualmente, alla sua
seconda stagione, i lavori per la terza stagione di Yellowjackets
si fermeranno dopo l’annuncio ufficiale dello sciopero della
WGA. Con la writing room in sospeso, l’episodio 6
della seconda stagione del drama di Showtime ha
una nuova data di uscita e non si sa se questo sia dovuto allo
sciopero.
La co-creatrice Ashley
Lyle è stata attiva sui suoi social media spiegando quanto
sarà divertente riprendere a scrivere la terza stagione non appena
la WGA troverà un accordo equo.
Abbott Elementary
Il 2 maggio si sarebbe
dovuta riunire la writers room per la terza stagione di Abbott
Elementary, ma lo sciopero della WGA
ha avuto la precedenza. Questo potrebbe influire sul numero di
episodi che potranno essere scritti per la prossima stagione, a
seconda di quanto durerà lo sciopero.
Poiché Abbott
Elementary è uno show che viene scritto mentre va in onda,
se lo sciopero si protrarrà per un periodo di tempo significativo,
la terza stagione potrebbe non essere rilasciata come previsto e
potrebbe anche essere molto più breve.
Cobra Kai
La popolare serie tv
Cobra
Kai ha chiuso le porte della sua writers room dove si
stava scrivendo la sesta stagione. Jon Hurwitz,
co-creatore della serie nostalgica, si è espresso attivamente sui
suoi social media per solidarizzare con lo sciopero degli
sceneggiatori e per unirsi ai suoi colleghi fuori dal set della
sesta stagione.
Come per Abbott
Elementary, lo sciopero della WGA
potrebbe influenzare il numero di episodi che i fan riceveranno
nella prossima stagione.
Big Mouth
Dopo il recente annuncio da
parte di Netflix dell’ottava e ultima stagione di
Big
Mouth, la writing room era pronta a mettersi al
lavoro, ma lo sciopero WGA del 2023 ne ha bloccato
il processo creativo. Si era già iniziato a sceneggiare l’ottava
stagione della serie animata da sei settimane e i creatori
avrebbero potuto terminarla ad agosto se non ci fossero state
interruzioni.
Attualmente sono in solidarietà con
i loro colleghi scrittori di Hollywood, e la pausa potrebbe
influire sul numero di episodi di cui sarà composta la prossima
stagione.
Stranger Things
La serie di punta del
catalogo Netflix
potrebbe essere in difficoltà. Non si sa ancora nulla
sull’andamento della stagione 5 di Stranger Things, ma è possibile che i
fratelli Duffer non ne abbiano ancora terminata la
sceneggiatura, dunque lo sciopero della WGA
potrebbe avere conseguenze sulla stagione finale, che andrà in onda
nel 2024.
Con una conclusione così epica in
arrivo, lo sciopero della Writers Guild of America
potrebbe avere un impatto significativo sulle storyline della serie
e ritardare la messa in onda del gran finale di Stranger Things.
Ready Player One ha disseminato
nella pellicola degli easter egg di Ritorno al Futuro. In un 2045 distopico,
l’adolescente Wade Watts cerca di trovare gli
indizi che lo condurranno nella realtà virtuale O.A.S.I.S. o Oasis
(Ontologically Anthropocentric Sensory Immersive Simulation).
Il giocatore che completa l’enigma
ottiene il controllo completo dell’Oasis, che è esattamente ciò a
cui aspirano gli avatar all’interno della realtà virtuale.
Ironicamente, il film è disseminato altri easter egg in particolare
su Ritorno al futuro.
Il brano di apertura è Jump di Van
Halen (il chitarrista preferito di Marty McFly)
All’inizio di Ready Player
One, il pubblico vede Wade lasciare la
sua casa di Columbus, Ohio. È un 2045 distopico e tutti vivono in
villaggi di baracche costruiti alla periferia della maggior parte
delle grandi città durante la crisi energetica globale.
Mentre
Wade scende dalla sua casa sopraelevata, saltando da una
piattaforma all’altra, il brano di sottofondo è “Jump” dei
Van Halen. Van Halen era il chitarrista preferito di Marty McFly, come si vede in Ritorno al futuro quando inserisce una
cassetta nel lettore di cassette del padre.
L’avatar di Doc Brown appare nella
scena di apertura di Oasis
Oasis è la realtà virtuale in cui
risiede Parzival, l’avatar virtuale di Wade. Tra
di lui ci sono molti altri avatar, la maggior parte dei quali sono
easter egg e riferimenti ad altri videogiochi e alla cultura pop.
In una fase iniziale del film, uno di questi avatar viene visto
sullo sfondo, dietro Parzival, e mostra un uomo vestito esattamente
come Doc Brown in Ritorno al futuro parte II.
L’avatar indossava una lunga giacca
gialla, una camicia rossa brillante sotto, pantaloni marrone chiaro
e occhiali video argentati avvolgenti che, in Ritorno al futuro, erano occhiali da sole
contenenti un display video interno.
La DeLorean scelta da Parzival in
Ready Player One
Dopo che i personaggi hanno appreso
che l’ormai defunto James Halliday ha lanciato
delle sfide ai giocatori, Parzival decide di
affrontare la cosiddetta corsa imbattibile, che è la prima delle
sfide di Halliday.
Mentre Parzival si prepara per la
gara, vediamo schierati una serie di veicoli virtuali pronti ad
affrontare la corsa impossibile, tra cui un monster truck Bigfoot,
la moto di Kaneda di Akira, la Batmobile e la Ford Interceptor di
Mad Max 2. Il veicolo scelto da Parzival,
tuttavia, non è altro che la macchina del tempo
DeLorean di Ritorno al futuro. Anche l’auto è equipaggiata
in modo appropriato, con i caratteristici cavi esterni.
Art3mis si riferisce a Parzival
come McFly
Dopo la gara,
Parzival e Art3mis si ritirano
nel laboratorio di Aech, dove sono disseminati
numerosi riferimenti e uova di Pasqua. Una di queste uova di Pasqua
(che viene pronunciata verbalmente ed è così esplicita che è
praticamente impossibile non notarla) è quando
Art3mis si riferisce a Parzival
chiamandolo McFly.
Si tratta di un ovvio riferimento a
Marty McFly di Ritorno al futuro che, ovviamente, guida una
DeLorean proprio come Parzival
nella gara precedente. È una scena che vede
Parzival e Art3mis flirtare,
dando alla sequenza un tocco romantico e, considerando che
Marty McFly era una specie di rubacuori, è un
momento che favorisce la scintilla del flirt.
“Il cubo di Zemeckis” aiuta
Parzival a tornare indietro nel tempo
Wade e
Art3mis visitano il nightclub Distracted Globe per
cercare indizi su come vincere le sfide di Halliday. È qui che
Wade confessa ad Art3mis il suo amore. Questa
rivelazione, che sorprende Art3mis e mette in
allerta i suoi nemici, favorisce l’avanzata degli assalitori verso
la loro posizione.
Sotto attacco,
Parzival decide di usare un oggetto che ha
comprato di recente. Si tratta di un cubo di Rubik
che, una volta attivato e lanciato in aria, riporta istantaneamente
indietro il tempo di 60 secondi, dando loro il tempo di fuggire.
L’oggetto si chiama Cubo di Zemeckis, essendo
Robert Zemeckis, ovviamente, il regista di
tutti e tre i film di Ritorno al futuro.
Alan Silvestri in Ready Player
One
Di solito i registi hanno dei
compositori con cui tendono a fare coppia nel corso dei loro
progetti. Steven Spielberg, per esempio, è solito avere
John Williams come partner nei suoi progetti
cinematografici. Alan Silvestri è il compositore del famoso tema di
Ritorno al futuro, che di solito firma le
colonne sonore insieme al regista Robert Zemeckis. Ready Player
One, diretto da Steven Spielberg, è stato invece firmato da
Alan Silvestri. Ma c’è un’ottima ragione per
questo.
Nel momento esatto in cui
Parzival completa il cubo di
Rubik e attiva il suo potere di riavvolgimento del
tempo, la famosa colonna sonora di Ritorno al futuro arriva puntuale. Un momento
che è un omaggio al grande Robert Zemeckis, regista della trilogia di
Ritorno al futuro. La colonna sonora di Ritorno al
futuro compare anche alla fine del film, quando Sorrento e
F’Nale sono sul retro dell’auto della polizia dopo essere stati
arrestati.
Il manifesto recita “Rieleggete il
sindaco Goldie Wilson” di Ritorno al futuro
Un ultimo easter egg di Ritorno al futuro in Ready Player
One, ed è talmente piccolo che è facile non notarlo.
Quando Parzival si trova ancora una volta nel
laboratorio di Aech, c’è un momento in cui viene
mostrato un poster sulla parete accanto a
Parzival.
Il manifesto mostra il sindaco
Goldie Wilson e chiede a tutti gli astanti di rieleggerlo come
sindaco di Hill Valley.
Guardiani della Galassia Vol. 3 ha concluso la
trilogia del MCU di
James
Gunn, ma ha lasciato alcune domande senza risposta.
Nonostante sia una storia incentrata principalmente sul personaggio
di RocketRaccoon, Guardiani della Galassia 3 ha portato a
termine le storie di tutti gli eroi principali. Sorprendentemente,
l’elenco dei personaggi morti in Guardiani della Galassia 3 non include nessuno
dei Guardiani. Pertanto, il futuro dei membri dei Guardiani della Galassia,
vecchi e nuovi, è in sospeso dopo gli eventi del terzo volume.
Guardiani della Galassia 3 doveva essere un
capitolo conclusivo per il viaggio dei Guardiani, cosa in cui il
film è riuscito. Infatti, nè la mancanza di morti degli eroi né
l’introduzione di una nuova squadra di Guardiani della
Galassia hanno ostacolato il senso di chiusura che
James Gunn ha dato a
Guardiani della Galassia Vol. 3. Tuttavia, la Fase 5 della Marvel è in corso e si prevede che
diversi punti della trama di Guardiani della Galassia Vol. 3 avranno un
ruolo importante nelle storie future.
Come ha fatto Groot a dire “Vi
voglio bene” in Guardiani della Galassia 3?
Uno dei momenti più
sorprendenti di Guardiani della Galassia 3 è stato sentire
Groot pronunciare la frase “Vi voglio bene
ragazzi“. Finora, ogni versione di Groot nel MCU poteva
comunicare solo in “Groot”. Prima di Guardiani della Galassia 3, l’unica volta che
Groot ha detto qualcosa di diverso da “Io sono Groot” è
stato alla fine di Guardiani della Galassia (2014), durante il
quale il Groot originale ha dichiarato “Noi siamo Groot”. La scena
“Vi voglio bene ragazzi” di Guardiani della Galassia 3 ha funzionato come
richiamo alla morte del Groot originale, ma è stata comunque
scioccante. Tra l’altro, il film non spiega perché Groot sia in
grado di parlare inglese.
Nei fumetti, Groot
era originariamente in grado di parlare inglese. La situazione è
cambiata solo dopo la morte del personaggio e il suo ritorno nella
serie a fumetti Guardiani della Galassia del 2008. Il
Groot dell’MCU si basa su
questa versione retconned di Groot, che era in grado di comunicare
solo attraverso frasi del tipo “Io sono Groot“. Anche se
alcuni personaggi del MCU parlano
correntemente “Groot”, come Rocket e
Thor, la maggior parte dei Guardiani non lo fa.
Groot che dice “vi voglio bene” in inglese potrebbe essere
stata solo una scelta stilistica di James Gunn;
qualcosa di simile a quando un personaggio dovrebbe parlare in una
lingua aliena, ma l’attore pronuncia le sue battute in inglese.
L’Alto Evoluzionario è davvero
morto?
I Guardiani della
Galassia hanno sconfitto l’Alto
Evoluzionario alla fine del film. Dopo aver
orchestrato gli eventi di Guardiani della Galassia 3, l’Alto
Evoluzionario è riapparso verso la fine del film per
affrontare i Guardiani e reclamare Rocket. Dopo aver salvato le
altre cavie e liberato i suoi amici, Rocket ha
avuto la possibilità di uccidere l’Alto Evoluzionario. Tuttavia,
nonostante tutto ciò che il cattivo aveva fatto contro di lui e i
suoi amici d’infanzia, Rocket Raccoon non ha ucciso l’Alto
Evoluzionario. Rocket ritiene che uccidere non sia qualcosa che un
Guardiano della Galassia dovrebbe fare, il che dimostra quanto il
personaggio sia cambiato.
Detto questo, la nave dell’Alto
Evoluzionario è stata attaccata ed è esplosa con il
cattivo a bordo. Presumibilmente l’Alto Evoluzionario è morto alla
fine di
Guardiani della Galassia 3. Non è infatti tornato in
nessuna delle scene post-credit di Guardiani della Galassia Vol. 3, il che
suggerisce che il cattivo sia davvero morto. Tuttavia, dato che
l’Alto Evoluzionario è morto fuori dallo schermo in un’esplosione,
non si può escludere che il cattivo sia ancora vivo. Se l’Alto
Evoluzionario è davvero morto, allora tutti e tre i cattivi
principali della trilogia di Guardiani della Galassia sono morti
nei rispettivi film.
Che fine hanno fatto i
Sovereign?
I
Sovereign, introdotti in
Guardiani della Galassia Vol. 2, hanno svolto un ruolo
significativo in Guardiani della Galassia 3. Sappiamo che sono
stati creati dall’Alto Evoluzionario e sono all’origine della
creazione di Adam Warlock. L’Alto
Evoluzionario ha incaricato i Sovereign – più
precisamente Adam Warlock – di trovare e catturare
Rocket. Tuttavia, nonostante avesse creato i
Sovereigh, l’Alto Evoluzionario non esitò ad attaccare la
Contro-Terra quando l’Alta Sacerdotessa, madre di Adam Warlock,
mentre era ancora lì e rimase uccisa nell’esplosione. La morte di
Ayesha ha cambiato il corso della storia di Adam
Warlock, ma ciò che accade al resto dei Sovereign ora è un
mistero.
Quando e come tornerà il
leggendario Star-Lord?
Guardiani
della Galassia Vol. 3 si conclude con la promessa che
“Il leggendario fuorilegge Star-Lord
tornerà“. Peter Quill non è morto in Guardiani della Galassia 3,
anche se il film ha giocato con le aspettative del pubblico
riguardo al destino di Star-Lord. Se non fosse stato per Adam Warlock, Star-Lord sarebbe morto.
Tuttavia, alla fine del film Peter Quill non faceva più parte dei
Guardiani della Galassia. Il
finale di Guardiani della Galassia 3 vede il ritorno di
Star-Lord sulla Terra e il riavvicinamento di Peter Quill alla sua
famiglia per la prima volta dopo la morte della madre. In un certo
senso, la storia di Peter Quill nel MCU è giunta al suo
termine.
Ciò che accade a
Star-Lord alla fine di Guardiani della Galassia Vol. 3 avrebbe potuto
rappresentare la fine del viaggio del personaggio. Tuttavia, il
MCU ha chiarito che Star-Lord
tornerà. Una solida previsione è che Peter Quill ritorni in
Avengers: The Kang Dynasty o
Avengers: Secret Wars. Chris Pratt potrebbe anche tornare a
vestire i panni di Peter Quill in un film da solista su Star-Lord o
in una serie TV Disney+ su Star-Lord. Probabilmente,
però, Quill non lavorerà con i nuovi Guardiani della
Galassia, in quanto ciò ridurrebbe l’impatto del finale di
Guardiani della Galassia vol. 3.
Cosa succederà alla nuova squadra
dei Guardiani della Galassia?
La scena mid-credits di
Guardiani della Galassia Vol. 3 ha introdotto
un nuovo roster di Guardiani della Galassia. Sebbene nessuno dei
Guardiani sia morto in Guardiani della Galassia Vol. 3, il che è
stato sorprendente, la squadra come il pubblico l’ha conosciuta dal
2014 non esiste più. La nuova formazione dei Guardiani
della Galassia comprende Rocket Raccoon,
Groot,Cosmo,
Kraglin, Adam Warlock e
Phylla-Vell. Il fatto che i Guardiani della
Galassia esistano ancora alla fine del Vol. 3 suggerisce che la
squadra tornerà prima o poi. Inoltre, personaggi come Adam Warlock
e Phylla-Vell, appena introdotti, hanno probabilmente un futuro nel
MCU.
I nuovi Guardiani della
Galassia potrebbero tornare in
Avengers: The Kang Dynasty, in modo simile a come i Guardiani
della Galassia originali hanno partecipato ad
Avengers: Infinity War. Allo stesso modo, tutti i principali
personaggi Marvel dovrebbero essere coinvolti
in
Avengers: Secret Wars. Pertanto, i nuovi Guardiani
della Galassia torneranno sicuramente prima della fine
della
Saga del Multiverso. Sarà interessante vedere se i nuovi
Guardiani della Galassia avranno un film tutto loro, che potrebbe
essere l’inizio di una seconda trilogia di Guardiani della
Galassia.
Come si è unita Phyla ai nuovi
Guardiani della Galassia?
L’aggiunta più sorprendente
alla nuova formazione dei Guardiani della Galassia
è stata quella di Phyla-Vell. Phyla, personaggio dei fumetti
Marvel Comics, era uno dei bambini usati come
cavie dall’Alto
Evoluzionario. Phyla è stata liberata dai Guardiani,
ma non è rimasta a Knowhere. Al contrario, Phyla-Vell si è unita ai
nuovi Guardiani della Galassia a un certo punto tra la battaglia
finale di Guardiani della Galassia 3 e la prima scena
post-credits. Nei fumetti, Phyla-Vell è stato il quarto personaggio
a utilizzare il titolo di Capitan Marvel. Phyla faceva anche
parte della formazione di Guardiani della Galassia del
2008. 15 anni dopo, Phyla si unisce finalmente ai Guardiani del
MCU.
Gamora tornerà nel MCU dopo
Guardiani della Galassia 3?
Gamora è morta in
Avengers: Infinity War, ma una versione passata di Gamora è
stata portata dal 2016 al 2023 in
Avengers: Endgame. Sebbene la “Gamora del 2016” si sia
ricongiunta ai Guardiani della Galassia, non era la stessa persona
che conoscevano un tempo. Guardiani della Galassia Vol. 3 ha
riconosciuto che si trattava di una Gamora diversa, che non aveva
mai vissuto gli eventi dei primi due film di Guardiani della
Galassia. Per questo motivo Gamora ha scelto di rimanere con i
Ravagers invece di unirsi a Quill o ai nuovi
Guardiani della Galassia. Zoe Saldana aveva precedentemente accennato al
fatto che Guardiani della Galassia Vol. 3 sarebbe stato
il suo ultimo film nei panni di Gamora.
Qual è il futuro di Nebula nel
MCU?
Nonostante si sia unita ai
Guardiani della Galassia alla fine del secondo
film, Nebula sta già lasciando la squadra. Nebula
non fa parte della nuova formazione dei Guardiani della Galassia.
Al contrario, ha deciso di rimanere su Knowhere
per aiutare i bambini sottoposti a esperimenti da parte
dell’Alto
Evoluzionario. Considerando che Nebula è stata
cresciuta da Thanos, ha perfettamente senso che voglia dare a quei
bambini una vita migliore rispetto a quella che ha avuto lei. Dopo
aver trascorso gran parte della sua vita a combattere battaglie in
tutta la galassia, Nebula potrebbe stare lontana dall’azione per un
po’.
Dove andrà a finire Mantis?
Nonostante si sia unita
ai Guardiani della Galassia alla fine del secondo
film, Nebula sta già lasciando la squadra. Nebula
non fa parte della nuova formazione dei Guardiani della Galassia.
Al contrario, ha deciso di rimanere su Knowhere
per aiutare i bambini sottoposti a esperimenti da parte
dell’Alto
Evoluzionario. Considerando che Nebula è stata
cresciuta da Thanos, ha perfettamente senso che voglia dare a quei
bambini una vita migliore rispetto a quella che ha avuto lei. Dopo
aver trascorso gran parte della sua vita a combattere battaglie in
tutta la galassia, Nebula potrebbe stare lontana dall’azione per un
po’.
La storia di Drax nel MCU è davvero
finita?
Prima di Guardiani della Galassia Vol. 3, Dave Bautista ha confermato che il film
sarebbe stato la sua ultima interpretazione di
Drax. Detto questo, Drax non è morto in Guardiani della Galassia Vol. 3. Il
personaggio ha invece deciso di rimanere su Knowhere per aiutare i
bambini catturati dall’Alto
Evoluzionario. Come Nebula, Drax ha
incontrato la possibilità di trasformare il dolore del suo passato
in qualcosa di buono. Considerando che la famiglia di Drax è stata
uccisa da Thanos, il finale di Drax nel Vol. 3 è abbastanza adatto al personaggio. Se
Drax non dovesse mai tornare nel MCU, Guardiani della Galassia Vol. 3 è stato il
perfetto commiato per lui.
Guardiani della Galassia 3 è
davvero l’ultimo film?
Guardiani
della Galassia Vol. 3 rappresenta la fine della
trilogia di Guardiani della Galassia di James
Gunn. Questo non significa che sia la fine del franchise
di Guardiani della Galassia nel MCU. Finora non sono
stati fatti annunci ufficiali riguardo a
Guardiani della Galassia 4. In tutto il MCU, solo i
franchise di Avengers, Thor e Captain
America hanno ricevuto più di tre film. Tuttavia, ora che
c’è un nuovo team di Guardiani della Galassia nel MCU, Guardiani della
Galassia 4 potrebbe benissimo essere realizzato in futuro. In tal
caso, probabilmente non sarà diretto da James
Gunn.
I Guardiani della Galassia
originali torneranno mai insieme?
Nessuno dei
Guardiani della Galassia è morto nel Vol. 3. In altre parole, sebbene Guardiani della Galassia 3 abbia concluso la
saga del MCU
di James Gunn, i Guardiani della Galassia
originali potrebbero ancora tornare insieme prima o poi. Non si può
escludere una riunione dei Guardiani della
Galassia, poiché raramente il MCU abbandona un
personaggio per sempre. Anche se alcuni membri del cast di
Guardiani della Galassia decidessero di non continuare a far parte
del franchise, un ritorno occasionale potrebbe sempre essere
previsto. Guardiani della Galassia Vol. 3 introduce una
nuova squadra, ma lascia anche aperta la porta a un eventuale
ritorno della squadra originale.
Con un
nuovo trailer appena uscito, il desiderio di sapere il più
possibile sull’attesissimo film biografico Oppenheimer
è sempre più difficile da appagare. L’epopea diretta da
Christopher Nolan sarà uno dei film estivi più
attesi e discussi (soprattutto perché uscirà lo stesso giorno di un
altro dei titoli più attesi dell’anno, Barbie). Il
film descriverà in dettaglio gli eventi che circondano J.
Robert Oppenheimer e lo sviluppo della prima bomba
atomica che sarebbe stata usata contro il Giappone per porre fine
alla seconda guerra mondiale. La pellicola presenterà un
ensemble di prim’ordine che includerà
Cillian Murphy nei panni dello scienziato
titolare incaricato del non invidiabile lavoro di scatenare il
potere dell’atomo sull’umanità a Hiroshima.
Tra i tanti attori di talento che
recitano al fianco di Murphy c’è Robert Downey
Jr. nel ruolo di Lewis
Strauss. Non si sa molto su Strauss come anche su altri
grandi protagonisti della storia come lo stesso Oppenheimer e il
generale Leslie Groves che hanno puntato tutto sullo sviluppo
militare di quest’arma e che saranno interpretati tra gli altri
anche da Matt Damon. Sembra essere il casting
perfetto in quanto Downey ha tutta la versatilità per interpretare
il dinamico motore e agitatore dell’eredità ebraica che ha
indossato molte vesti e altrettanti ruoli tra cui quello di
ufficiale di marina, finanziere, industriale e filantropo che alla
fine ha trovato la sua strada nel dirigere l’Atomic Energy
Commission e la cerchia ristretta del famigerato Progetto
Manhattan.
Strauss aiutò gli ebrei a fuggire da
Hitler e dal Terzo Reich
Strauss nacque a
Charleston, West Virginia nel 1896, quasi 50 anni prima di
acquisire notorietà a livello nazionale per il suo ruolo nello
sviluppo della prima bomba atomica. Cresciuto a Richmond, in
Virginia, Strauss è salito alla ribalta lavorando per Herbert
Hoover dopo la prima guerra mondiale fornendo assistenza e sollievo
con la ditta Kuhn, Loeb & Co. Fu durante i suoi 20 e 30 anni che il
brillante banchiere accumulò la maggior parte della sua
considerevole fortuna che in seguito avrebbe utilizzato per
avanzare questioni che erano importanti per lui. Uno dei suoi ruoli
più importanti è arrivato in risposta all’ascesa di Hitler e agli
eventi che circondano la seconda guerra mondiale. In qualità di
membro del comitato esecutivo dell’American Jewish Committee e di
molti altri comitati, Strauss ha lavorato per rendere più facile il
viaggio dall’Europa agli Stati Uniti per le persone di origine
ebraica. In particolare quelli che stavano fuggendo dal Terzo Reich
e dall’orribile regime nazista che salì al potere negli anni ’30 e
nei primi anni ’40. Ha anche conseguito il grado di ammiraglio
nella riserva navale per il suo servizio dal 1941 al 1945 ed è
stato anche insignito della medaglia del Congresso della
libertà.
Il coinvolgimento di Strauss
nell’energia nucleare e nella bomba atomica
Strauss è stato nominato
dal presidente Harry S. Truman come membro fondatore
dell’Atomic Energy Council e in seguito ne sarebbe
stato il presidente. L’AEC è stata una contromisura
all’emergere della Guerra Fredda alla fine degli anni
’40. Secondo il National Museum of Nuclear Science & History,
è stato uno dei più accesi sostenitori di stare al passo con
l’Unione Sovietica nella ricerca e nello sviluppo dell’energia
atomica, oltre a insistere sulla necessità di mantenere il
progresso americano nell’area il più silenzioso possibile. Questa è
l’area in cui avrà una grande influenza
in Oppenheimer, poiché il tema generale dietro la
segretezza del progresso americano nelle bombe Fat Man e
Little Boy e nel Progetto Manhattan è diventato
un aspetto critico della sua attuazione, nel bene e nel
male. Strauss non era affatto un falco politico guerrafondaio
affamato di usare la bomba, ed era noto per aver sostenuto l’uso
pacifico dell’energia atomica e come alla fine potesse diventare
una fonte di energia sostitutiva ampiamente utilizzata alternativa
all’elettricità. La sua presenza nel film (e il ritratto di
Downey) rifletteranno probabilmente il cauto
ottimismo che Strauss aveva sul potere distruttivo di ciò che J.
Robert Oppenheimer stava creando. Fu solo dopo che l’Unione
Sovietica testò la sua prima bomba atomica nel 1949 che Strauss
iniziò una campagna per lo sviluppo di armi termonucleari come
risposta.
Strauss vedeva Oppenheimer come una minaccia per gli Stati
Uniti
Secondo il National
Museum of Nuclear Science & History, dopo essersi scontrati con la
ricerca e lo sviluppo della bomba all’idrogeno, Strauss e
Oppenheimer sono diventati nemici politici. Oppenheimer non
vedeva la necessità di creare un’arma così letale e pensava che la
prospettiva del suo potere distruttivo fosse disumana, ma Strauss
credeva che non farlo avrebbe rappresentato una certa minaccia alla
sicurezza nazionale dell’Unione Sovietica e di altri paesi che già
lavoravano per realizzare il bomba. Strauss arrivò persino a
fare appello all’allora presidente Dwight D. Eisenhower
affermando che “non avrebbe potuto svolgere il lavoro all’AEC se
Oppenheimer fosse stato collegato in qualche modo al
programma”. I due avrebbero continuato a litigare sull’energia
atomica negli anni avvenire dopo il Progetto Manhattan e il
dispiegamento delle bombe sul Giappone all’inizio di agosto 1945.
Diversi anni dopo aver sganciato le uniche bombe all’idrogeno mai
usate sui civili, il governo ha privato Oppenheimer del suo nulla
osta di sicurezza per presunti legami comunisti da parte del
Consiglio per la sicurezza del personale della Commissione per
l’energia atomica. Il comitato che ha ritirato le sue
credenziali è stato presieduto dallo stesso Strauss in una serie di
udienze molto pubbliche e controverse che lo hanno portato a essere
considerato da molti una figura antipatica. Successivamente, quando
la sua nomina a Segretario al Commercio degli Stati Uniti arrivò al
Congresso, non passò al Senato nel giugno 1959.
Quello che sarà in grado di
apportare al personaggio Robert Downey Jr resta da vedere e non
possiamo far altro che aspettare il 21 luglio (23 agosto in
Italia). Detto questo, guardando indietro alla sua lunga e
variegata carriera, siamo certi che Robert Downey Jr aggiungerà un tocco in
più alla rappresentazione di uno dei protagonisti meno annunciati
ma più importanti nello sviluppo della bomba atomica. Lo ha fatto
in passato interpretando personaggi della vita reale come Roger
Avery in Zodiac di David
Fincher e la sua interpretazione nominata all’Oscar
di Charlie
Chaplin in Chaplin.
Indiana
Jones e il Quadrante del Destino, il
lungometraggio Lucasfilm diretto da James Mangold, sarà
presentato in anteprima italiana alla 69esima edizione
del Taormina Film Fest alla presenza del cast.
Interpretato da Harrison Ford nel ruolo del
leggendario eroe archeologo, l’attesissimo ultimo capitolo
dell’amato franchise, un’epica e travolgente avventura in giro per
il mondo, arriverà il 28 giugno nelle sale italiane.
Diretto da James
Mangold (Le Mans ‘66 – La grande
sfida, Logan – The Wolverine) e con una
sceneggiatura scritta da Jez Butterworth & John-Henry Butterworth e
David Koepp e James Mangold, basata sui personaggi creati da George
Lucas e Philip Kaufman, il film è prodotto da Kathleen Kennedy,
Frank Marshall e Simon Emanuel, mentre Steven Spielberg e George Lucas sono i
produttori esecutivi. La colonna sonora è composta ancora una volta
da John Williams, che ha firmato le musiche di ogni avventura
di Indiana Jones a partire
dall’originale I predatori dell’arca perduta nel
1981.
Un appuntamento speciale quello di
venerdì 12 maggio al The Space Cinema
Moderno di Roma che darà la possibilità a tutti i fan
della saga di Fast & Furious di salutare il cast
alle ore 19:00fuori dal multisala
romano grazie all’allestimento di una Fan Zone dedicata
che offrirà al pubblico l’occasione di assistere all’arrivo del
cast allo Special Screening di Fast
X.
In questo nuovo film Dominic
Toretto e la sua famiglia affrontano la minaccia più letale. Emerge
dal passato, è nutrita dalla vendetta ed è determinata a
distruggere la famiglia. Il nemico da sconfiggere è Dante, figlio
di Hernan Reyedel, il boss della droga che Dom e la sua famiglia
hanno affrontato e ucciso in Fast Five, che è in cerca di vendetta
e il suo obiettivo è il figlio Dom, che ha solo otto anni.
Il film sarà in programmazione in
tutti i The Space Cinema dal prossimo 18
maggio. Sono state aperte le prevendite dei
biglietti del film Fast
X ed è, quindi, possibile assicurarsi il proprio
posto in sala visitando la sezione dedicata sul sito di The
Space Cinema.
Fast X, La fine della
corsa ha inizio
Fast
X uscirà nelle sale il 18 maggio 2023 ed è
diretto dal regista di Transporter Louis
Leterrier, che ha raccolto il timone dopo che Justin Lin ha
improvvisamente abbandonato il progetto a causa di divergenze
creative. Il film è scritto da Justin Lin e Dan Mazeau, con Justin
Lin ancora impegnato come produttore del film.
La fine della corsa ha inizio.
Fast
X, il decimo film della
saga di Fast & Furious, dà il via ai capitoli
finali di uno dei più leggendari e popolari franchise
cinematografici, giunto al suo terzo decennio e ancora sostenuto
dallo stesso cast e dagli stessi personaggi degli esordi. Nel corso
di molte sfide e contro ostacoli impossibili, Dom Toretto
(Vin
Diesel) e la sua famiglia hanno superato in astuzia,
coraggio e abilità tutti i nemici che hanno incontrato sul loro
cammino. Ora si trovano di fronte all’avversario più letale che
abbiano mai affrontato: una minaccia terribile che emerge dalle
ombre del passato, alimentata dalla vendetta, determinata a
disperdere la famiglia e a distruggere per sempre tutto e tutti i
suoi cari.
In Fast Five del 2011, Dom e la sua
squadra hanno eliminato il famigerato boss della droga brasiliano
Hernan Reyes e distrutto il suo impero su un ponte di Rio De
Janeiro. Quello che non sapevano è che il figlio di Reyes, Dante
(Jason
Momoa di Aquaman), ha assistito a tutto questo e ha passato
gli ultimi 12 anni a elaborare un piano per far pagare a Dom il
prezzo più alto. Il complotto di Dante spingerà la famiglia di Dom
da Los Angeles alle catacombe di Roma, dal Brasile a Londra e dal
Portogallo all’Antartide. Si stringeranno nuove alleanze e
torneranno vecchi nemici. Ma tutto cambia quando Dom scopre che suo
figlio di 8 anni (Leo Abelo Perry, Black-ish) è
l’obiettivo finale della vendetta di Dante