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Competencia oficial, recensione del film con Penelope Cruz e Antonio Banderas

Competencia Oficial segna il gradito ritorno alla Mostra del cinema di Venezia dei registi argentini Mariano Cohn e Gastón Duprat. I due tornano, a distanza di cinque anni, dopo il successo della pellicola Il Cittadino illustre che valse al suo protagonista Oscar Martínez una meritata Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile. Lo stesso Martínez, affiancato da due attori del calibro di Antonio Banderas e Penélope Cruz, è uno dei tre protagonisti.

Competencia oficial, la trama

Il film, in concorso nella selezione ufficiale, è una commedia ironica e dissacrante sul mondo del cinema. Il pretesto che innesca la storia riguarda un miliardario che è deciso a lasciare un buon ricordo di sé nel mondo, per questo è intenzionato a dare vita ad un progetto che porterà alto il suo nome. Tra le possibilità può scegliere se costruire un nuovo ponte o finanziare un grande film di successo, suo malgrado opterà proprio per la seconda opzione dando il via ad una narrazione metacinematografica. Il soggetto del film nel film è tratto da un bestseller di un famoso premio Nobel proprio a voler strizzare l’occhio a quel cittadino illustre del film precedente e ha per protagonisti due fratelli. Il film è affidato dall’anziano committente ad una regista eccentrica Lola Cuevas (Penélope Cruz) che ha già ottenuto diversi riconoscimenti in ambito internazionale, a sua volta Lola sceglie come protagonisti della pellicola due attori agli antipodi: Ivàn (Martínez) attore di forte tradizione teatrale considerato un grande maestro e Félix (Antonio Banderas) star affermata in patria e a Hollywood. Il contrasto tra le due forti personalità  è la forza motrice e ispiratrice della pellicola che si accingono a realizzare ma anche di quella a cui stiamo assistendo. I registi ci mostrano le fasi della preparazione al film regalando momenti di pura ilarità senza tralasciare stoccate pungenti per gli addetti ai lavori. 

Una commedia esilarante

Le risate del pubblico che hanno accompagnato le visioni della brillante commedia in quel di Venezia si fanno però via via sempre più amare e ragionate. Il film è sicuramente un vero e proprio elogio all’arte dell’attore, la perfetta capacità dei tre protagonisti di condividere lo schermo è sublime. Quello che ci viene mostrato è un emisfero popolato da prime donne in cui anche il personaggio più positivo finisce per restare vittima del proprio ego.

La maggior parte del film è ambientato in una villa, allo stesso tempo maestosa e asettica, ideale per mostrarci gli scontri e i dispetti tra i due attori ma anche tra loro e la regista come su un ring allargato e amplificato. Il film entra nel profondo del mestiere dell’attore, si esplorano le tecniche, le metodologie e allo stesso tempo le storie personali e le prove d’attore che ingannano persino i più scettici. Come nei film precedenti non manca la morale che giustifica anche un dialogo diretto con lo spettatore. 

Mariano Cohn e Gastón Duprat si confermano due voci originali della commedia “intelligente” senza risultare leziosi.

Venezia 78: intervista a Jamie Lee Curtis per Halloween Kills

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Venezia 78: intervista a Jamie Lee Curtis per Halloween Kills

Ecco la nostra intervista a Jamie Lee Curtis che torna a interpretare Laurie Strode in Halloween Kills, presentato Fuori Concorso a Venezia 78. Con lei anche il regista del film, David Gordon Green.

Halloween Kills, recensione del film con Jamie Lee Curtis

Halloween Kills, l’atteso nuovo film del franchise di Halloween che vedrà il ritorno in scena di Michael Myers e Jamie Lee Curtis. Halloween Kills arriverà al cinema ad ottobre 2021.

Scritto da David Gordon Green, Danny McBride e Scott Teems, basato sui personaggi creati da John Carpenter e Debra Hill, il film sarà diretto da David Gordon Green e prodotto da Malek Akkad, Jason Blum e Bill Block. John Carpenter, Jamie Lee Curtis, Jeanette Volturno, Couper Samuelson, Danny McBride, David Gordon Green e Ryan Freimann sono i produttori esecutivi. Ryan Turek sta supervisionando il progetto per Blumhouse.

The Last Duel: recensione del film di Ridley Scott

The Last Duel: recensione del film di Ridley Scott

Ridley Scott ormai è una rassicurante certezza. Giunto alla nobile età di ottantatré anni, appena nel 2017 ci consegnava il suo ultimo film, anzi, i suoi due, per esser precisi: Tutti i soldi del mondo e Alien: Covenant. Arriva dunque alla 78esima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia presentando fuori concorso la sua nuova pellicola The Last Duel, dal sapore non troppo dissimile dai suoi vecchi titoli in costume, dall’atmosfera epica, trionfante e piovosa.

The Last Duel, tratto da una storia vera

I macro temi affrontati girano sempre attorno all’eterna lotta tra oppressori e oppressi che, a dispetto del lontano contesto storico, sono talmente attuali da risultare quasi manipolati. Invece, soprattutto in questo caso, è tutto vero. The Last Duel infatti copre gli ultimi anni del 1300 ed è la trasposizione cinematografica di un saggio storico scritto nel 2004 da Eric Jager, dove si tratta di un fatto realmente accaduto in Francia che vide lo svolgersi dell’ultimo duello – appunto – legalmente approvato, dopo il quale la pratica iniziò progressivamente a cadere in disuso, anche per la crescente opposizione della Chiesa riguardo a un tale genere di risoluzione giudiziaria. La specificità del combattimento consisteva nel fatto che, in mancanza di prove, l’esito della contesa – dunque chi dei due sarebbe morto – sarebbe stata decisione di Dio.

La storia perciò narra precisamente di un tragico caso del genere, che coinvolse una moglie (Jodie Comer) che venne violentata da un vecchio amico del marito (Adam Driver l’uno e Jodie Comer l’altro), e decise di denunciare l’episodio, con tutta la valanga di conseguenze del caso, tra cui, naturalmente, l’incredulità dell’intero Paese. Per tamponare il pubblico ludibrio e salvare il proprio orgoglio, il marito, quindi, sfida l’uomo al duello del titolo. Il vincitore sarà il portatore della verità, che significherà la condanna a morte della donna, qualora fosse il marito a morire.

Scritto a sei mani

Scritto proprio da Jodie Comer, Ben Affleck (che si cala anche nei panni del conte Pierre) e Nicole Holofcener, il film è strutturato in tre parti che raccontano, in sequenza, i tre punti di vista sull’andamento dei fatti. L’inizio è quello del cavaliere Jean de Carrouges (Damon), il successivo è dell’amico Jacques Le Gris (Driver) e l’ultimo di Marguerite de Carrouges (Comer).

Il modo in cui ogni attore incarna la propria versione dei fatti attraverso le sfumature recitative, è nettamente un elemento degno di nota, perché gran parte dell’intero corpo del film è splendidamente sostenuto dalle tre figure dei protagonisti. Su tutti spicca la personalità di Adam Driver, che però non oscura minimamente i due colleghi, al contrario. Ciascuno si avvale dell’altro per costruire la sua singola ondulazione narrativa, e così creare il quadro perfetto di una storia, in fondo, veramente triste.

The Last DuelUna storia, tre punti di vista

La scelta di portare alla luce un episodio più unico che raro – figuriamoci per quei tempi – è naturalmente di un’attualità che è quasi scontato sottolineare. Fa chiaramente riflettere molto, specialmente per questo. Ad ogni modo, Ridley Scott sa dirigere i tre episodi, e di conseguenza tutto l’impianto, con una perfetta armonia. E ogni contrasto creato dai differenti punti di vista, viene montato con chiarezza e crescente ritmo, che giunge all’apice con lo sguardo di Marguerite de Carrouges, per poi culminare con la battaglia finale tra i due contendenti visivamente spettacolare e che condensa, forse, più di ogni altro momento l’impronta del regista.

Il penoso evento raccontato, è reso ancor più doloroso dal progressivo dischiudersi di come stiano le cose in realtà, poiché, in un modo o nell’altro, la protagonista femminile è sostanzialmente sola e usata in ogni caso e la sua non è una condizione eccezionale ma, anzi, è un aspetto culturale di cui sono intrisi millenni di storia. Ciò che, però, è mostrato in maniera evidente e delicata, è la forza dolce e ostinata con cui Marguerite de Carrouges porta avanti la sua decisione di difendersi, il suo personale duello, che non avviene affatto con un suo pari, com’è invece nel caso dei due uomini. La sua è una lotta impari, tra lei e un sistema intero.

Ma quello che alcune donne lasciano indelebile nel tempo, non è solo un esempio da seguire, ma la consapevolezza che le cose si possano cambiare operando delle scelte concrete. Accettando, in certi momenti, di combattere da sole, con una forza la cui potenza si propaga nel tempo.

Venezia 78, foto dal red carpet: Ben Affleck, Jennifer Lopez, Matt Damon e …

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Si è tenuta ieri sera la presentazione attesissima di The Last Duel, ultimo film del regista Ridley Scott, Fuori concorso a Venezia 78. Attesissimi erano la coppia del momento Ben Affleck e Jennifer Lopez. Con loro il resto del cast Matt Damon,Jodie Comer e il regista.

SINOSSI

Avvincente storia di tradimento e vendetta, ambientata nel clima brutale della Francia del XIV secolo, The Last Duel è un film epico storico, un dramma provocatorio che esplora l’onnipresente potere dell’uomo, la fragilità della giustizia e la forza e il coraggio di una donna pronta a mettersi da sola al servizio della verità. Basato su fatti realmente accaduti, il film fa luce sulle ipotesi a lungo tenute per vere riguardo all’ultimo duello legalmente autorizzato in Francia, disputato tra Jean de Carrouges e Jacques Le Gris, due amici diventati acerrimi rivali. La moglie di Carrouges, Marguerite, viene brutalmente aggredita da Le Gris, ma questi respinge l’accusa. Tuttavia la donna rifiuta di stare zitta e si fa avanti per accusare il suo aggressore: un atto di coraggio e di sfida che mette a repentaglio la sua vita. Ne segue un estenuante duello a morte che mette il destino dei tre nelle mani di Dio.

COMMENTO DEL REGISTA

La prima volta che ho sentito parlare dell’ultimo duello legalmente autorizzato disputato nella Francia medievale, ho capito subito che se ne sarebbe potuto ricavare un film potente. E quando ho saputo che Matt Damon, Ben Affleck, e Nicole Holofcener stavano scrivendo la sceneggiatura, non ho avuto dubbi sul fatto che sarei stato io a dirigerlo. Il film mi ha dato l’occasione di riprendere il tipo di storia epica che amo, ma arricchita dai temi del coraggio, dell’inganno e della difesa di una causa che fanno presa sul pubblico di oggi. Il film è la storia di un’amicizia e di un’unione coniugale distrutti a causa di un atto particolarmente crudele e disonorevole, ma è anche la storia del coraggio di una donna che fa sentire la propria voce. È un’opera che fa riflettere, e ne sono particolarmente orgoglioso.

Venezia 78: intervista ai protagonisti di Lovely Boy

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Venezia 78: intervista ai protagonisti di Lovely Boy

Ecco la nostra intervista a Andrea Carpenzano, Francesco Lettieri e Ludovica Martino, protagonisti e regista di Lovely Boy, il film scelto come evento speciale di chiusura, fuori concorso, delle Giornate degli Autori 2021 a Venezia 78.

Leggi la recensione di Lovely Boy

Lovely Boy, il film Sky Original di Francesco Lettieri presentato oggi fuori Fuori Concorso alle Giornate degli Autori della 78ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Lovely Boy – Un film Sky Original, prodotto da Indigo Film in coproduzione con Vision Distribution con il sostegno di IDM Film Fund & Commission dell’Alto Adige, sarà trasmesso in prima assoluta su Sky Cinema Uno lunedì 4 ottobre, disponibile anche on demand e in streaming su NOW.

Nic, in arte Lovely Boy, è l’astro nascente della scena trap romana. Tatuaggi in faccia, talento puro, completa strafottenza per il mondo. Inizialmente proiettato verso una folgorante ascesa musicale, rischia di essere risucchiato in una spirale di autodistruzione.

Scritto da Peppe Fiore e Francesco Lettieri, Lovely Boy ha tra i protagonisti Andrea Carpenzano (La terra dell’abbastanza, Il Campione)Ludovica Martino (Il Campione, Skam Italia, Sotto il sole di Riccione, Carosello Carosone) ed Enrico Borello (Il filo invisibile, Settembre), e si avvale della direzione della fotografia di Gianluca Palma, della scenografia di Marcella Mosca, dei costumi di Antonella Mignogna e del montaggio di Mauro Rodella.

Venezia 78: Ben Affleck, Matt Damon e Jodie Comer presentano The Last Duel

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Ben Affleck ha dichiarato di sperare che il suo ultimo film, The Last Duel, presentato Fuori Concorso a Venezia 78, generi “molta catarsi ed empatia” tra il pubblico dell’epopea storica diretta da Ridley Scott, che sarà il film protagonista della penultima serata della Mostra.

Affleck ha detto che la storia è “quella che speravo avrebbe sviluppato nello spettatore un senso di compassione e l’idea che potremmo guardarci l’un l’altro in un modo diverso, e con più empatia, e con il senso di chiedersi se la nostra prospettiva personale possa non prendere in considerazione completamente la realtà, la storia, la cultura e l’educazione dell’altro”.

Basato su eventi reali, The Last Duel è una storia di tradimento e vendetta ambientata nella brutale Francia del XIV secolo. La storia è incentrata su Marguerite de Carrouges (Jodie Comer), la moglie di Jean de Carrouges (Matt Damon), che accusa Jacques Le Gris (Adam Driver) di averla aggredita sessualmente. Il destino di tutti e tre deve essere deciso in un duello all’ultimo sangue.

La sceneggiatura, scritta da Nicole Holofcener, Affleck e Damon, ha una struttura in tre parti, con le prime due raccontate dal punto di vista degli uomini e la terza raccontata dal punto di vista di Marguerite. Comer ha detto che quando ha preso la parte al progetto aveva voluto “assicurarsi che questa donna fosse completamente incarnata e che avesse questa esperienza, ma non ne fosse definita”. Ha aggiunto che, nonostante le diverse prospettive ritratte, “alla fine del film c’è solo una verità”.

Ben Affleck, Matt Damon e Jodie Comer presentano The Last Duel a Venezia 78

Alla domanda se il movimento #MeToo avesse influenzato la sua performance, Comer ha detto: “Penso che per me, accettando questo ruolo, il senso del dovere di diligenza sia sempre stato molto presente – penso che ci saranno così tante donne che guardando questo film entreranno in relazione con la storia”.

Holofcener, che ha lavorato principalmente per fornire la prospettiva di Marguerite nel film, ha aggiunto: “Certo, eravamo tutti consapevoli del movimento #MeToo e di come questa esperienza – quello che ha attraversato – stia ancora andando avanti, ma non scrivo davvero in quel modo. Volevo che la storia si raccontasse in tutta la sua rilevanza, perché penso che la gente la capirà, senza bisogno di scriverlo. Ho lavorato su di lei come essere umano e su quello che ha passato. E abbiamo fatto molta attenzione per assicurarci che la sua storia fosse la vera storia”.

Matt Damon, che pure scrive, produce e recita nel film, ha spiegato che per lui “era importante e interessante raccontare una storia che non fosse solo un atto d’accusa contro una persona cattiva, ma che indicasse l’antecedente culturale che l’Europa e i paesi colonizzati dai paesi europei condividono, ovvero il fatto di non vedere le donne per molti, molti secoli come esseri umani, e di fatto ancora adesso rimangono molti aspetti residui di quella prospettiva nella nostra società”.

The Last Duel: il trailer italiano del film di Ridley Scott

Diretto da Ridley Scott, The Last Duel è un’appassionante storia di tradimento e vendetta che racconta la brutalità e l’oppressione femminile nella Francia del XIV secolo e uscirà in Italia il 14 ottobre. Targato 20th Century Studios, il film storico vede protagonisti il vincitore dell’Oscar Matt Damon e il due volte candidato all’Academy Award Adam Driver nei panni di due uomini, entrambi nobili di nascita, che devono affrontarsi in un duello all’ultimo sangue per risolvere i propri rancori. The Last Duel vede nel cast anche la vincitrice dell’Emmy Jodie Comer e il vincitore di due Premi Oscar Ben Affleck.

Venezia 78: intervista ai protagonisti di America Latina

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Venezia 78: intervista ai protagonisti di America Latina

Ecco la nostra intervista ai protagonisti di America Latina, quinto film italiano in Concorso a Venezia 78. Ai microfoni i registi e sceneggiatori Fabio e Damiano D’Innocenzo e il protagonista Elio Germano, alla sua seconda collaborazione con il duo romano.

Venezia 78: il red carpet dei Fratelli D’Innocenzo per America Latina

America Latina arriverà in sala a novembre 2021, è scritto e diretto da Fabio D’Innocenzo e Damiano D’Innocenzo e prodotto da The Apartment (Lorenzo Mieli), Vision Distribution, Le Pacte. Nel cast Elio Germano, Astrid Casali, Sara Ciocca, Maurizio Lastrico, Carlotta Gamba, Federica Pala, Filippo Dini, Massimo Wertmüller.

Venezia 78: a Freaks Out il Leoncino D’Oro di AGISCUOLA

Venezia 78: a Freaks Out il Leoncino D’Oro di AGISCUOLA

Si è tenuta venerdì 10 settembre alle ore 17.30 presso la Sala degli Stucchi dell’Hotel Excelsior la cerimonia di premiazione del Leoncino d’Oro istituito da AGISCUOLA, alla presenza di Francesca Puglisi, Capo della Segreteria Tecnica del Ministro dell’Istruzione, Roberto Cicutto, Presidente La Biennale, Alberto Barbera, Direttore della Mostra Internazionale d’Arte CinematograficaAndrea Del Mercato, Direttore Generale La Biennale, Luigi Lonigro, Presidente Nazionale Distributori Anica, Giuseppe Pierro, Dirigente Ufficio VI Direzione generale per il personale scolastico del Ministero dell’Istruzione. A fare gli onori di casa erano presenti Piera Detassis, Presidente Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello, Mario Lorini, Vice Presidente AGIS e Presidente ANEC, Carmela Pace, Presidente Unicef Italia, Simone Gialdini, Direttore Generale Anec.

Il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, a testimonianza della sua vicinanza, ha inviato un videomessaggio agli studenti della giuria del Leoncino d’Oro e ha dichiarato:

“Il Leoncino d’oro è un Premio importante perché testimonia la vicinanza e la sintonia che c’è tra scuola e cinema. Come Ministero abbiamo appena firmato un Protocollo per dare alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi più strumenti per esprimere la loro creatività e la loro capacità di interpretare questo mondo così complesso. Il cinema è uno strumento fondamentale in una nuova scuola, una scuola aperta, diffusa, sconfinata perché è lo strumento con cui il nostro occhio si espande e noi riusciamo a cogliere anche quella parte dell’intimità delle persone che usualmente, nella superficialità del giorno, non riusciremmo a cogliere. Complimenti a tutte le ragazze e ai ragazzi e a tutte le persone che lavorano nel cinema italiano e che sono l’emblema stesso della voglia di rinascita del nostro Paese”.

Giunto alla 33° edizione, il Leoncino è divenuto nel tempo uno dei premi collaterali più importanti e significativi della Mostra del Cinema di Venezia. Anche quest’anno il gruppo di giovani giurati provenienti da tutta Italia ha assegnato – in seguito ad un accordo siglato con il Comitato Italiano per l’UNICEF – il prestigioso premio Segnalazione Cinema For UNICEF, riconoscimento istituito dal Comitato Italiano per l’UNICEF presso la Mostra sin dal 1980.

Nel corso della cerimonia di premiazione, è stato assegnato il Premio Leoncino d’Oro della 78. Mostra d’arte cinematografica di Venezia al film FREAKS OUT di Gabriele Mainetti alla presenza del regista, con la seguente motivazione:

“Un’imprevedibile atmosfera conquista lo spettatore proiettandolo in un mondo tanto spettacolare quanto catastrofico. Tra tendoni da circo e campi da guerra, quattro protagonisti, nella loro diversità, esprimono la necessità di essere umani. Un’opera innovativa e coraggiosa, che racchiude in una grande avventura fra sogno e realtà, tutto l’amore per il cinema. Per queste ragioni il Leoncino d’Oro della 78esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia va a Freaks Out di Gabriele Mainetti.”

La giuria ha assegnato la Segnalazione Cinema For UNICEF al film LA CAJA di Lorenzo Vigas, presente alla premiazione, con la seguente motivazione:

“ Povertà, sfruttamento e abbandono sono le ferite di un Paese orfano di certezze. Il paesaggio desertico diventa metafora della vita di tutti i ragazzi privati di una famiglia e dei loro diritti.  Attraverso gli occhi di un bambino, il film ci proietta nel profondo di una tragica realtà nella quale il protagonista ci mostra che affermare la propria identità è sempre possibile. Per queste ragioni la Segnalazione Cinema for Unicef della 78esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia va a “La Caja” di Lorenzo Vigas.”

Venezia 78: Il Buco vince il Green Drop Award 2021

Venezia 78: Il Buco vince il Green Drop Award 2021

Al film “Il Buco” di Michelangelo Frammartino, in concorso alla 78maMostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, è andato il “Green Drop Award” 2021 di Green Cross Italia.

Il premio – la goccia di vetro di Murano realizzata dal maestro Simone Cenedese – in occasione della sua decima edizione è stato consegnato da Lino Banfi, stamattina all’Hotel Excelsior nella Sala della Fondazione dello Spettacolo, alle produttrici Piera Boccacciaro e Chiara Cerretini di Doppio Nodo Double Bind.

Alla cerimonia di premiazione, condotta dal giornalista Marco Gisotti, sono intervenuti gli attori Ronn Moss e Mayra Pietracola, protagonisti con Lino Banfi del film “Viaggio a sorpresa”, in anteprima alla Mostra, Bepi Vigna, presidente della Giuria del Green Drop Award, Elio Pacilio, presidente di Green Cross Italia, Nevina Satta, CEO della Sardegna Film Commission e General Secretary EUFCN, la pr del cinema italiano Paola Comin e lo scrittore americano di best seller green John Woods.

Leggi la recensione de Il Buco

Il Green Drop Award, che ad ogni edizione contiene la terra proveniente da un luogo di particolare significato, quest’anno ha al proprio interno la terra di Glasgow, la città scozzese dove a novembre si svolgerà la Conferenza mondiale delle parti sul Clima (COP 26). L’origine della terra è stata certificata dal prof. Rodolfo Coccioni paleontologo e geologo, professore Onorario dell’Università di Urbino.

“Il buco” è ambientato durante il boom economico degli anni Sessanta e racconta il viaggio di  un gruppo di giovani speleologi che esplorano la grotta più profonda d’Europa nel cuore del Parco del Pollino. È stato premiato con il Green Drop per “il rigore con cui descrive la grandiosa bellezza della natura – si legge nella motivazione della Giuria -, conducendo la rappresentazione su un piano quasi mistico, che riesce a coniugare il viaggio nelle viscere della Terra al percorso della vita; e per la capacità di rendere poeticamente il senso del tempo, conferendo significato allegorico all’esplorazione di un abisso nel Sud italiano e l’edificazione, nel Nord, del grattacielo simbolo di una nuova era”.

“Ringraziamo per questo premio, siamo molto emozionati ed onorati. Per Doppio nodo double bind è molto importante la questione ambientale e cercare di fare un cinema che possa sensibilizzare sulle tematiche ambientali e di sostenibilità. Nella lavorazione de Il Buco ci siamo impegnati come produzione a rispettare il protocollo green ottenendo il patrocinio dell’Ente Parco Nazionale del Pollino.” hanno dichiarato Piera Boccacciaro e Chiara Cerretini, produttrici del film, ritirando il premio.

Nel corso della cerimonia, Green Cross Italia ha voluto rendere omaggio per l’impegno sociale e per il lavoro di sensibilizzazione verso le nuove generazioni a Lino Banfi e Ronn Moss con un’edizione speciale della goccia, di colore blu, come quelle assegnate nelle passate edizioni a Francesco Rosi e Terry Gilliam.

A Simone Cenedese, Maestro vetraio di Murano è stata consegnata una targa speciale per la realizzazione delle sue preziose gocce d’artista che nel corso delle dieci edizioni del Green Drop Award sono diventate il simbolo di un cinema ecosostenibile.

36° Settimana Internazionale della Critica, i vincitori

36° Settimana Internazionale della Critica, i vincitori

La Settimana Internazionale della Critica (SIC), sezione autonoma e parallela organizzata dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI) nell’ambito della 78. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia (1 – 11 settembre 2021), ha assegnato oggi, venerdì 10 settembre, i premi della 36esima edizione.

La giuria internazionale composta da Claudio Cupellini, Vanja Kaludjercic e Sandrine Marques ha assegnato il Gran Premio Settimana Internazionale della Critica a ZALAVA di Arsalan Amiri. Questa la motivazione: “La giuria è rimasta colpita dall’abile maestria del regista nella realizzazione del suo film d’esordio. È un lavoro maturo che naviga con competenza attraverso diversi stati d’animo nel film, consegnando un potente messaggio di superstizione e ignoranza, così rilevante per questi tempi difficili. Il regista rappresenta una voce fresca che, attraverso un linguaggio cinematografico giocoso, trasmette un messaggio universale. Il Gran Premio Settimana Internazionale della Critica di Venezia va a ZALAVA di Arsalan Amiri”.

A ZALAVA anche il Premio Internazionale Fipresci assegnato dalla Fédération Internationale de la Presse Cinématographique.

La giuria composta da Greta Calaciura, Sofia Mantovani, Cristiano Devigili, Riccardo Chiaramondia e Guglielmo Scialpi hanno deciso di assegnare Il Premio Circolo del Cinema di Verona al film più innovativo, ELTÖRÖLNI FRANKOT / ERASING FRANK di Gàbor Fabricius, “L’opera che abbiamo deciso di premiare declina, attraverso un viaggio sonoro in un universo orwelliano, il topos della lotta contro l’oppressione. Questo conflitto si esprime attraverso una violenza sonora e chiaroscurale che logora i corpi dei protagonisti fino ad annientarli. L’omologazione finale del protagonista e il soffocamento della sua voce, in antitesi alla potenza iniziale, segnano la dolorosa e inevitabile sconfitta della libertà individuale. Per la capacità di esprimere con intensità un tema delicato e universale, il Premio del Circolo del Cinema va a Eltörölni Frankot, di Gábor Fabricius”.

Il Premio Mario Serandrei – Hotel Saturnia per il Miglior Contributo Tecnico, assegnato da un’apposita commissione di esperti composta Massimo Causo, Adriano De Grandis e Silvana Silvestri, è andato al film ELES TRANSPORTAN A MORTE – THEY CARRY DEATH dei registi Helena Girón e Samuel M. Delgado. La motivazione: Per la capacità di elaborare una dimensione sonora immersiva, in cui la tensione tra figure e ambienti si amplifica e dialoga profondamente con la ricerca visiva degli autori. Una partitura di suoni, rumori e immagini, che alimenta una storia di misteri, vita e morte, dalla dimensione del mito fino alla deriva esistenziale dei personaggi.

Nell’ambito della sesta edizione di SIC@SIC (Short Italian Cinema @ Settimana Internazionale della Critica) la giuria composta da tre professionisti dell’industria cinematografica – Jacopo Chessa, Silvia Luzi e Nadia Trevisan – ha selezionato i seguenti vincitori tra i sette cortometraggi in concorso:

Premio Miglior Cortometraggio INCHEI di Federico Demattè con la motivazione “La naturalezza del gesto filmico e lo sguardo privo di giudizio ne fanno un film che racchiude un mondo pieno di sfaccettature e che crea aspettative verso le future opere dell’autore.”

Premio Migliore Regia INCHEI di Federico Demattè con la motivazione La capacità di entrare in intimità con i personaggi e gli ambienti si coniuga perfettamente ad una narrazione libera da ogni sovrastruttura che permette ai protagonisti di essere completamente credibili.”

Premio Miglior Contributo Tecnico L’INCANTO di Chiara Caterina con la motivazione “Per la capacità di far dialogare diversi formati e materiali, riuscendo a costruire una narrazione evocativa in grado di raccontare l’inconscio, la violenza, la morte.”

“Si conclude un’edizione dallo sguardo plurale, curioso e onnivoro, orientato a rappresentare la vasta complessità del presente attraverso temi universali e forme originali. Abbiamo lavorato cercando di offrire uno spettro ampio di possibilità del fare cinema oggi e i vincitori sono la concreta testimonianza di questa varietà: cinema di genere e d’autore, dal Medio Oriente all’Europa dell’Est e del Mediterraneo. Sono il segno di un cinema che nonostante le avversità che viviamo è sempre più vitale, inquieto e globale”. Commenta così questa edizione il Delegato Generale Beatrice Fiorentino.

I dibattiti, i confronti e le discussioni attorno ai film sono sempre segno di vitalità e interesse. E quest’anno con i titoli proposti nel cartellone della 36. Settimana Internazionale della Critica è accaduto regolarmente, a dimostrazione di una selezione quanto mai varia per generi, modalità produttive e soprattutto tematiche. La Settimana Internazionale della Critica, infatti, pur essendo da sempre concentrata su nuovi autori, nuovi linguaggi, proposte inusuali e inconsuete, non intende promuovere un unico ed esclusivo modello cinematografico, ma portare alla luce tutto ciò che per i più svariati motivi, giudica meritevole di interesse e l’edizione 2021 della SIC ne è stata l’ennesima” conferma dichiara Franco Montini, Presidente del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI). 

Alla Settimana della Critica, oltre al Premio Internazionale FIPRESCI della Fédération Internationale de la Presse Cinématographique, va il Premio Queer Lion per il film LA DERNIÈRE SÉANCE di Gianluca Matarrese con la seguente motivazione: “Per la sua capacità di tracciare un ritratto che da intimo si fa universale, usando la forma documentaria con notevole efficacia narrativa per dare voce alla memoria cruciale di un capitolo di storia, quello dell’Aids, tutt’altro che chiuso, e disinnescando al contempo con intelligenza il tabù intorno alle pratiche BDSM.”

Il Premio “Autrici under 40” dedicato a Valentina Pedicini va invece a Ekaterina Selenkina per il film DETOURS. Domani. sabato 11 settembre, ore 14, in Sala Perla si terranno, per tutti gli accreditati, le proiezioni del cortometraggio e del lungometraggio vincitori del Gran Premio Settimana Internazionale della Critica.

Venezia 78: La Pellicola D’oro, tutti i vincitori

Venezia 78: La Pellicola D’oro, tutti i vincitori

Si è tenuto oggi il Premio Collaterale de “La Pellicola D’oro” presso la Sala – Spazio Italian Pavillon all’interno dell’Hotel Excelsior nell’ambito della 78° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. “La Pellicola D’oro”, promossa ed organizzata dall’Associazione Culturale “Articolo 9 Cultura & Spettacolo” e dalla “Sas Cinema” di cui è Presidente lo scenografo e regista Enzo De Camillis (ideatore dell’evento), è il primo premio in Europa a riconoscere i mestieri e l’artigianato del cinema. Erano presenti all’evento: Enrico Bufalini (Responsabile archivio storico di Cinecittá) Nicola Maccanico (amministratore di Cinecittá), Antonio Falduto (regista) e la Direttrice Laura Nobili che ha ritirato il premio per la Sartoria Tirelli. Si ringrazia per questa occasione, La Biennale di Venezia.

Si premia per la V Edizione le maestranze e l’artigianato dei seguenti film in concorso:a

FREAKS OUT” di Gabriele Mainetti

Miglior Tecnico di Effetti Speciali: Maurizio Corridori

FREAKS OUT” di Gabriele Mainetti

Miglior Capo Elettricista: Loris Felici

IL BUCO” di Michelangelo Frammartino

Miglior Operatore di Macchina: Luca Massa

QUI RIDO IO” di Mario Martone

Miglior Sartoria Cineteatrale Tirelli

La giuria è composta da:

1)     Presidente –  Francesco Martino De Carles (Produttore esecutivo)

2)     Giurato – Franco Mariotti (Giornalista)

3)     Giurato – Gianluca Leurini (Produttore esecutivo)

4)     Giurato – Blasco Giurato (Autore della Fotografia)

5)     Giurato – Luciano Odorisio (regista)

6)     Giurato – Enzo de Camillis (Presidente de LA PELLICOLA D’ORO)

7)     Giurato – Gianni Quaranta (Scenografo)

Il bambino nascosto: trailer del film con Silvio Orlando

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Il bambino nascosto: trailer del film con Silvio Orlando

01 Distribution ha diffuso oggi il trailer ufficiale de Il bambino nascosto, il nuovo film del regista Roberto Andò con Silvio Orlando e Giuseppe Pirozzi, dal 4 novembre al cinema. Nel cast anche Roberto Herlitzka, Lino Musella, Francesco Di Leva, Enzo Casertano

Ne Il bambino nascosto Gabriele Santoro vive in un quartiere popolare di Napoli ed è titolare della cattedra di pianoforte al Conservatorio San Pietro a Majella. Una mattina, mentre sta radendosi la barba, il postino suona al citofono per avvertirlo che c’è un pacco, lui apre la porta e, prima di accoglierlo, corre a lavarsi la faccia. In quel breve lasso di tempo, un bambino di dieci anni si insinua nel suo appartamento e vi si nasconde. “Il maestro”– così lo chiamano nel quartiere – se ne accorgerà solo a tarda sera. Quando accade, riconoscerà nell’intruso, Ciro, un bambino che abita con i genitori e con i fratelli nell’attico del suo stesso palazzo. Interrogato sul perché della sua fuga Ciro non parla. Nonostante questo, il maestro, d’istinto, decide di nasconderlo in casa, ingaggiando una singolare, e tenace, sfida ai nemici di Ciro. Scoprirà presto che il bambino è figlio di un camorrista e che, come accade a chi ha dovuto negare presto la propria infanzia, Ciro ignora l’alfabeto dei sentimenti.  Silenzioso, colto, solitario, il maestro di pianoforte è uomo di passioni nascoste, segrete. Toccherà a lui lo svezzamento affettivo di questo bambino che si è sottratto a un destino già scritto. Una partita rischiosa in cui, dopo una iniziale esitazione, Gabriele Santoro si getta senza freni.

Lovely Boy: trailer del film Sky Original di Francesco Lettieri

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Lovely Boy: trailer del film Sky Original di Francesco Lettieri

SKY ha diffuso il trailer di Lovely Boy, il film Sky Original di Francesco Lettieri presentato oggi fuori Fuori Concorso alle Giornate degli Autori della 78ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Lovely Boy – Un film Sky Original, prodotto da Indigo Film in coproduzione con Vision Distribution con il sostegno di IDM Film Fund & Commission dell’Alto Adige, sarà trasmesso in prima assoluta su Sky Cinema Uno lunedì 4 ottobre, disponibile anche on demand e in streaming su NOW.

Nic, in arte Lovely Boy, è l’astro nascente della scena trap romana. Tatuaggi in faccia, talento puro, completa strafottenza per il mondo. Inizialmente proiettato verso una folgorante ascesa musicale, rischia di essere risucchiato in una spirale di autodistruzione.

Scritto da Peppe Fiore e Francesco Lettieri, Lovely Boy ha tra i protagonisti Andrea Carpenzano (La terra dell’abbastanza, Il Campione)Ludovica Martino (Il Campione, Skam Italia, Sotto il sole di Riccione, Carosello Carosone) ed Enrico Borello (Il filo invisibile, Settembre), e si avvale della direzione della fotografia di Gianluca Palma, della scenografia di Marcella Mosca, dei costumi di Antonella Mignogna e del montaggio di Mauro Rodella.

9/11: Inside The President’s War Room disponibile gratuitamente l’11 settembre su Apple TV+

In onore del 20° anniversario “9/11: Inside The President’s War Room” sarà disponibile per la visione gratuita l’11 settembre su Apple TV+. Questo speciale documentario Apple Original, narrato dal vincitore dell’Emmy Award Jeff Daniels (“The Looming Tower”, “Sfida al presidente – The Comey Rule”), esplora gli eventi dell’11 settembre 2001 attraverso gli occhi del presidente Bush e dei suoi più stretti collaboratori, ricostruendo – grazie alle testimonianze inedite degli uomini-chiave che hanno preso decisioni importanti e delicate per le sorti del paese – le ore cruciali di quel giorno storico.

Apple TV+ è disponibile sull’app Apple TV in oltre 100 paesi, su oltre 1 miliardo di schermi, inclusi iPhone, iPad, Apple TV, iPod touch, Mac, specifiche smart TV Samsung, LG, Sony e VIZIO, Amazon Fire TV e dispositivi Roku, console PlayStation e Xbox e su tv.apple.com, per € 4,99 al mese con una prova gratuita di sette giorni. Per un periodo di tempo limitato, i clienti che acquistano un nuovo iPhone, iPad, Apple TV, Mac o iPod touch possono usufruire gratuitamente di un anno di Apple TV+. Questa offerta speciale è valida per tre mesi dopo la prima attivazione del dispositivo. Skydance Animation è una divisione di Skydance Media di David Ellison, gestita da John Lasseter (Head of Animation) e Holly Edwards (President of Skydance Animation)

Figli del sole, recensione del film di Majid Majidi

Figli del sole, recensione del film di Majid Majidi

Dopo un anno dalla presentazione alla 77esima Mostra Internazionale D’Arte Cinematografica di Venezia, approda nelle sale italiane Figli del sole, nuovo film di Majid Majidi, già regista de I ragazzi del paradiso (1997), che gli valse da candidatura di primo film iraniano candidato agli Oscar, pellicola che si serve degli stilemi della trama d’avventura per affrontare il tema dell’infanzia negata.

I figli del sole: un racconto realista dai toni avventureschi

La trama de I figli del sole è intrinsecamente legata al fenomeno disumano dello sfruttamento minorile, e il regista lo mette in chiaro fin da subito: il film, difatti, si apre con una dedica ai 152 milioni di bambini costretti al lavoro forzato e soggiogati da ambienti loschi e malsani per poter sostenere le proprie famiglie. Il film di Majid muove quindi le fila dal tema dell’infanzia negata e profanata, che ha come cornice il sottobosco criminale di Teheran e le vicissitudini di un gruppo di amici: Ali, Mamad, Reda e Abofazl. I quattro amici sono infatti costretti ad interfacciarsi col lavoro coatto e il mondo criminale, ma scovano una scintilla inaspettata nel conseguimento di un obiettivo comune: trovare un tesoro nascosto che potrebbe cambiare per sempre il corso delle loro vite. Per farlo, dovranno però recarsi in un’area unicamente accessibile attraverso la Scuola del sole, un’associazione di beneficienza che cerca di educare i bambini che vivono per strada.

Le radici narrative di Figli del sole sono profondamente radicate nel contesto socio-politico d’ambientazione, ricreato in maniera piuttosto realistica e senza troppi filtri soggettivi da parte del regista. La metafora dello scavare per arrivare al tesoro e, figurativamente, di dirigersi verso un’emancipazione atta a sottolineare la funzione innovatrice degli animi giovanili, è preponderante. L’istituzione scolastica è, infatti, qui vista come unico punto di luce in un sistema deformato in cui la comunità nel complesso è sorda di fronte all’anelito di libertà dei ragazzi.

Sfortunatamente la sceneggiatura di Figli del sole pecca nel non riuscire effettivamente a sondare le profondità psicologiche dei giovani protagonisti, alzando una barriera protettiva nei confronti di un realismo registico pervasivo, che sfocia in un imperativo narrativo fuorviante, debole per quanto riguarda l’acquisizione di un legame ragguardevole tra personaggi e spettatori, che caratterizza invece il cinema di un’altra regista mediorientale, Nadine Labaki.

Film Figli del sole

I figli del sole: un realismo magico mancato

Di notevole interesse è il lavoro svolto per quanto riguarda il casting, che ha occupato oltre quattro mesi e coinvolto quattromila giovani da tutto il paese; il regista, infatti, era fermamente risoluto nel voler assoldare attori non professionisti, per poter conferire maggiore verosimiglianza e valore alla vicenda narrata. Nelle interviste ha dichiarato più volte lo sforzo produttivo effettuato, col fine di scovare talenti genuini, senza tuttavia mai esimersi dal ribadire che il dover escludere i tanti partecipanti al casting è stata fonte di grande sofferenza, proprio per la consapevolezza che la partecipazione al film sarebbe potuta essere una svolta assoluta per tante famiglie iraniane in grande difficoltà.

Colonna portante del film è poi l’antinomia tra realismo e fiaba, due dimensioni narrative apparentemente differenti che ne I figli del sole emergono in maniera preponderante, conferendo all’intera vicenda narrata quelle sfumature di realismo magico che, cercando di convergere con una dimensione storica, hanno dato risultati strabilianti in altre pellicole, come ne Il labirinto del Fauno di Guillermo del Toro. Certamente i guizzi narrativi de I figli del sole non raggiungono l’organicità filmica del grande regista messicano, tuttavia avrebbero potuto rappresentare premesse interessanti dalle quali far emergere l’elemento di denuncia sociale; ciò che, purtroppo, manca al soggetto è proprio la fluidità, il dinamismo e la ritmicità tali da riuscire a qualificare ancora di più il grande lavoro attoriale, soprattutto del protagonista Roohollah Zamani, premiato come miglior giovane attore al Festival di Venezia.

Il nobile intento di Majidi non riesce purtroppo ad essere supportato da una sceneggiatura chiara e ben architettata, pertanto i Figli del sole si rivela nel complesso pressochè innocuo, discostandosi senza soluzione di continuità dalla cornice apparentemente impegnata e da  cinéma vérité degli eventi. Non vi è un’estetica ben definita a supportarne il discorso politico, né una regia ferma e incisiva a dare adito alle voci inascoltate di chi tenta disperatamente di esprimersi, per sancire una propria impronta. Resta dunque in mano allo spettatore la difficoltà dell’interpretare integralmente una visione poetica incerta, che vuole portare avanti un discorso socio-politico netto e chiaro, eppure senza realmente porre interrogativi di spessore allo spettatore.

Doctor Strange: i 10 poteri più incredibili dello Stregone Supremo

Doctor Strange ha dimostrato di essere in grado di espandere notevolmente i suoi poteri e le sue abilità nel quarto episodio della serie What If… ?. La versione a fumetti dello Stregone Supremo ha, però, una vasta gamma di poteri che non si limitano solo alla magia. Con il suo intelletto, le sue abilità nel combattimento e il suo talento mistico, Doctor Strange è di fatto uno dei più potenti supereroi Marvel.

Il suo ego

Potrebbe essere strano pensare che l’ego di una persona sia una risorsa, ma per Stephen Strange, la sua sicurezza si è spesso rivelata preziosa. La sua fiducia in se stesso e nelle sue capacità lo ha spinto, in primo luogo, a cercare un rimedio magico per le sue mani danneggiate e lo ha guidato attraverso il suo rigoroso addestramento sia nella magia che nelle arti marziali.

Senza il suo ego, Doctor Strange si sarebbe probabilmente arreso più e più volte, e il mondo sarebbe stato senza uno dei suoi più potenti guardiani. Tuttavia, a volte lo ha messo anche nei guai, come è successo quando ha affrontato Wanda Maximoff e il suo dolore durante la trama di “House of M”, portandola a indurirsi contro qualsiasi influenza esterna.

L’intelligenza

Chirurgo affermato e praticamente studente da tutta una vita, Doctor Strange è una delle persone più intelligenti nell’insieme dei supereroi Marvel. La sua intelligenza è uno dei suoi poteri più forti, con la sua fame di conoscenza che lo aiuta nell’apprendimento dell’arte della magia.

La sua memoria è fondamentale per impiegare i centinai di incantesimi complessi che usa abitualmente nel corso della sua lotta contro il male, oltre ad essere vitale nella scelta della migliore strategia durante le battaglie contro i suoi principali avversari. Inoltre, sa anche quando mettersi da parte, come successo nel conflitto tra i supereroi nel crossover a fumetti Civil War. 

Le arti marziali

La maggior parte dei fan pensa a Doctor Strange come a un mago di prim’ordine, ma in realtà è anche uno dei migliori artisti marziali della Marvel Comics. Mentre studiava magia a Kamar-Taj, ha anche studiato una varietà di diversi stili di arti marziali, tra cui il kung fu e il judo.

È anche un esperto nell’uso di una varietà di armi, come le spade, anche se le usa molto raramente. Sebbene Doctor Strange basi principalmente la sua magia sulla difesa, ha anche dimostrato la sua abilità come combattente corpo a corpo durante i periodi in cui era senza i suoi poteri, come nel caso della fine degli anni ’80.

La capacità di volare

Doctor Strange ha la capacità di volare, anche se non è necessariamente un prodotto della sua abilità magica. Grazie al Mantello della Levitazione, un artefatto mistico che indossa come Stregone Supremo, è in grado di volare e levitare. Il mantello è una delle sue risorse mistiche più potenti e gli permette di volare alla fascia alta delle velocità subsoniche.

Il Mantello della Levitazione può funzionare indipendentemente dal dottore e volare da solo, anche se ha bisogno di un pizzico di energia magica per “mettersi in circolo”. Senza di essa, il Mantello non è in grado di funzionare e Strange non potrebbe volare, a meno che non utilizzi un potente incantesimo. 

Le esplosioni di energia

Una delle capacità più potenti di Doctor Strange è l’uso delle esplosioni di energia. Può generare magici lampi di energia dalla resa indeterminata contro nemici sia piccoli che grandi. Li ha usati contro gli Undying Ones, il suo noto avversario Dormammu, ma anche contro minacce megalitiche come Shuma-Gorath.

In alcuni casi, come visto in “Doctor Strange #386”, è in grado di distruggere interi pianeti grazie alle esplosioni. Sebbene queste siano spesso il suo punto di riferimento in battaglia, deve sempre maneggiarle con cura, considerando la potenza di fuoco che sono in grado di sprigionare.

Le capacità metafisiche

In numerose occasioni, nei fumetti Marvel Comics, Doctor Strange ha dimostrato di essere intangibile, con la capacità di attraversare muri, strade e altri oggetti solidi. Ha anche usato questo potere per estrarre parassiti demoniaci dal proprio corpo e da altri.

Questo suo potere è probabilmente alla pari con quello di alcune delle varianti più potenti di Kitty Pryde, poiché entrambi i personaggi, in alcune forme, possono spostarsi attraverso le realtà. Collegato alla sua capacità di passare attraverso la materia è anche il suo potere di diventare completamente invisibile.

La proiezione astrale

Doctor Strange è uno dei più potenti maghi della Marvel Comics e lo ha dimostrato più volte grazie alla sua capacità di proiezione astrale. Strange può astrarre la sua anima dal suo corpo fisico, e viaggiare quindi virtualmente ovunque voglia. Anche la sua forma astrale è invisibile e intangibile, senza limitazioni o vulnerabilità fisiche.

Mentre usa la sua forma astrale, Doctor Strange può viaggiare nello spazio ed è estremamente veloce, fino quasi alla velocità del pensiero, come si è visto in “Defenders #29” quando la squadra ha affrontato l’alieno Badoon insieme agli originali Guardiani della Galassia

La manipolazione del tempo

Nel MCU, Doctor Strange si affida all’Occhio di Agamotto e alla sua Gemma del Tempo nascosta per controllare il tempo. Nei fumetti, usa la sua complessa magia per manipolarlo. Doctor Strange è in grado di rallentare o addirittura fermare il tempo in alcuni casi. È anche in grado di viaggiare nel tempo.

Strange ha bisogno di molto potere e concentrazione per influenzare il tempo, quindi usa questo potere raramente. Uno dei vantaggi di aver sconfitto la Morte in battaglia è stato quello di acquisire una maggiore durata della vita, che gli ha concesso un’influenza ancora maggiore sul tempo.

Il viaggio dimensionale

Uno dei più grandi poteri di Doctor Strange è la capacità di viaggiare tra le dimensioni. Quest’abilità lo rende particolarmente adatto al fiorente Multiverso del MCU, ed è stata fondamentale per espandere l’orizzonte dell’Universo Marvel nei fumetti.

Strange è stato in grado di viaggiare grazie alla magia fino alla Dimensione Oscura, la casa di Dormammu e di sua sorella Umar, così come è riuscito ad arrivare fino alla dimensione infernale di Mefisto. Può anche esplorare piani dell’esistenza a malapena comprensibili, come quando ha scoperto per la prima volta alcuni degli esseri cosmici più potenti della Marvel, come Eternità.

La consapevolezza cosmica

Insieme alla sua capacità di viaggiare tra diverse dimensioni, Doctor Strange ha raggiunto la consapevolezza cosmica, o universale. Ciò gli consente di percepire eventi in altri regni e realtà, nonché di anticipare minacce o invasioni dei principali supercriminali, come Dormammu o Shuma-Gorath.

Ciò viene potenziato notevolmente dall’Occhio di Agamotto, un antico manufatto di immenso potere. Strange ottenne l’Occhio e il suo potere da Eternità, quando l’entità cosmica lo ritenne degno del suo potere.

Halloween Kills, recensione del film con Jamie Lee Curtis

Halloween Kills, recensione del film con Jamie Lee Curtis

Ennesimo tassello della nota saga sorta nell’anno 1978 e all’epoca diretta dal gran John Carpenter, Halloween Kills viene presentato fuori concorso alla 78esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica a Venezia. La storia non tiene per nulla conto di tutti i sequel che sono usciti dal ’78 in poi, ma solo di quello del 2018, che ne era immediata continuazione e dal quale prosegue senza soluzione di continuità.

Ancora con la regia di David Gordon Green, tre anni fa avevamo lasciato il nostro noto tagliagole Michael Myers intrappolato nel seminterrato di Laurie (Jamie Lee Curtis), che pareva essere spacciato, ma il cui respiro affannato lasciava dedurre che le cose non fossero proprio così semplici. E infatti avevamo ragione.

Halloween Kills, la trama

Il racconto inizia con la spiacevole sorpresa di un’intensa e serrata ripresa dei giochi, dove troviamo Laurie insieme alla figlia Karen (Judy Greer) e alla nipote Allyson (Andi Matichak) che stanno compiendo una sfrenata corsa a bordo di un pick-up verso l’ospedale per ricucire l’addome della protagonista che il killer ha tentato più volte di perforare fatalmente. Ma la faccenda si mette ovviamente male: Michael Myers affetta tutti, scappa e ricomincia tutto daccapo.

Il sottogenere slasher, facente parte della categoria horror, è stato praticamente inaugurato da John Carpenter proprio con questo lungometraggio. In realtà la principale derivazione dello stile sarebbe Psyco di sir Alfred Hitchcock ma, ad ogni modo, le principali delineazioni che ne sono conseguite si son sviluppate tutte dagli anni 80 in poi, e hanno generato tutti quei film in cui il cattivo trucida più gente che può ed è tendenzialmente mascherato o dal volto sfigurato. Ma l’aspetto che per certi versi sfiora il tragicomico, è tutto quello per cui è necessario applicare la sospensione dell’incredulità. Perché ce ne sarebbe da vendere, d’incredulità.

Il ritorno (di nuovo) di Michael Myers

Michael Myers, così come tutti quei tremendi Uomini Neri che braccano e massacrano senza pietà, è la personificazione di quel che si definisce l’archetipo dell’ombra, o, in altri termini, tutto quel che dentro e fuori di noi è rappresentazione dei nostri peggiori incubi, in qualunque forma si possano manifestare.

È chiaro che Halloween Kills sia sostanzialmente un sollazzo da serate goliardiche a base di grida, risate casalinghe, pop-corn, e cuscini per ripararsi gli occhi. Ma è altrettanto vero che c’è un motivo molto più profondo di quel che sembra se, nonostante ci terrorizzi, sia così magnetico.

Halloween KillsDavid Gordon Green gestisce e organizza in maniera molto organica il lento peregrinare del killer. Lo fa con una maggiore scorrevolezza rispetto al precedente: sia rispetto ai singoli agguati con corrispondenti efferati omicidi, che per quanto concerne la narrazione, con il montaggio parallelo dell’ospedale in cui Laurie è ricoverata e fa parzialmente da controcampo, spiegando le dinamiche della psicologia di Michael.

Ma il punto fondamentalmente resta sempre lo stesso, per quanto possa essere motivato e pianificato da trame più o meno originali: Michael Myers è invincibile perché in caso contrario verrebbe meno il senso rappresentativo di questo genere di film.

Se è vero che ad un certo punto diventa snervante pensare di aver davanti un personaggio che, stando al patto stabilito col pubblico, è un essere umano ma che comunque seguita a rialzarsi dopo qualunque tipo di mazzata, d’altra parte è altrettanto vero che, invece, venga da pensare che possa andare esattamente così.

Paure universali

In fondo, è proprio quella la realizzazione delle nostre paure più grandi: il fatto che mai saranno dissipate, che mai ci sarà la luce e che, presto o tardi, ci staneranno e sarà la fine. Halloween Kills è un prodotto che funziona perché fa da specchio a qualcosa che si teme universalmente, ad ogni latitudine.

E un punto sul quale David Gordon Green mette l’accento è che il capro espiatorio si pensa sempre che sia la soluzione ai mali del mondo, ma non è affatto così, al contrario. È la solidarietà che fa la forza, soprattutto quando per diventare dei mostri terribili è sufficiente voler uccidere qualcuno, anche se si tratta del cattivo. Perché non c’è nessuno che sia veramente cattivo. O forse sì.

Scarlett Johansson vs Disney: emergono nuovi dettagli sulla disputa legale

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All’inizio di quest’anno, quando la Disney ha annunciato che avrebbe distribuito Black Widow sia nei cinema che su Disney+ tramite Accesso Vip, nessuno avrebbe mai potuto immaginare che tale scelta avrebbe avuto delle conseguenze imprevedibili.

Quando il film  diretto da Cate Shortland ha debuttato lo scorso luglio, è diventato il più grande weekend d’apertura in epoca pandemica grazie ai suoi 80 milioni di dollari raccolti al botteghino, ai quali si sono poi aggiunti i 30 milioni derivati da Disney+. Sebbene in molti abbiamo discusso sul fatto che l’uscita in streaming abbia impedito a Black Widow di incassare ancora di più al box office, alla fine la polemica sembrava fosse destinata a spegnersi molto rapidamente.

Poi, all’improvviso, Scarlett Johansson ha letteralmente sorpreso Hollywood e i fan del MCU quando ha deciso di fare causa alla Disney per una presunta violazione del contratto. L’attrice, che è anche produttrice di Black Widow, ha affermato che le era stato promesso che il film sarebbe uscito solo al cinema e che, attraverso l’uscita in streaming, la Disney le avrebbe in qualche modo negato i bonus legati agli incassi. Da allora le dinamiche della battaglia legale sono diventate assai caotiche, con Disney che ha insinuato che Johansson avesse assunto un atteggiamento insensibile di fronte all’attuale situazione legata alla pandemia e con Johansson che, dal canto suo, ha visto una risposta misogina nelle parole della multinazionale.

La Disney sta attualmente cercando di risolvere la causa legata a Black Widow in via stragiudiziale, ma pare che prima di arrivare alla decisione di intentare una causa, Johansson abbia cercato di chiarire la situazione usando un’altra strada. Secondo un nuovo report del Wall Street Journal (via IGN), infatti, l’attrice avrebbe cercato di negoziare con la Disney con l’obiettivo di ricevere una somma pari a 100 milioni di dollari. Questo totale sarebbe stato calcolato “in base a ciò che la star avrebbe ricevuto da un ipotetico incasso globale al botteghino, pari a 1,2 miliardi”, calcolato sulla base dei totali raggiunti dai precedenti film del MCU.

Questa cifra si sarebbe dovuta aggiungere al compenso originale ricevuto dall’attrice, che ammonterebbe a 20 milioni di dollari. Il report specifica che i 100 milioni di dollari erano soltanto un numero di partenza, e che la Disney non ha mai provato a fare una controfferta.

Quanto ha incassato ad oggi Black Widow?

La Disney avrebbe cercato di insistere sul fatto che l’uscita in streaming di Black Widow significava che Johansson avrebbe avuto comunque diritto ad una retribuzione significativa. Tuttavia, quando ci si è resi conto che l’attrice stava pianificando di arrivare ad un fatturato globale di oltre un miliardo, l’approccio da parte della multinazionale sarebbe in qualche modo cambiato. Attualmente, Black Widow ha incassato 372,3 milioni di dollari in tutto il mondo. Considerando le entrate di Disney+, il film ha raggiunto un totale di 500 milioni, cifra che non può essere in alcun modo paragonata ai precedenti, esorbitanti, numeri al botteghino raggiunti dai film del MCU.

La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh e Rachel Weisz. Il film arriverà nelle sale il 7 luglio e su Disney+ con Accesso Vip il 9 luglio.

In Black Widow, quando sorgerà una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che diventasse un membro degli Avengers.

Venezia 78: Fabio e Damiano D’Innocenzo presentano America Latina

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Quinto e ultimo film italiano in Concorso a Venezia 78, America Latina è il terzo film dei Fratelli Fabio e Damiano D’Innocenzo. Dopo aver conquistato il Festival di Berlino e il circuito di festival minori con i loro primo due lavori, La terra dell’abbastanza e Favolacce, i due gemelli romani si preparano a conquistare anche il Lido con un film che promette di dividere, almeno stando alle prime reazioni della stampa.

Nella frase che accompagna la locandina del film si legge “È amore“. “Ogni volta che ci approcciamo all’amore parliamo di sentimenti – esordisce Fabio – quali il ricongiungersi con fantasmi e ossessioni, con una grandissima suspence e con l’incertezza sull’avvenire. Quindi col thriller, con tutte le sue variabili impazzite.”

Per Damiano D’Innocenzo, “America Latina non è un thriller” pur avendone degli aspetti, ma “un film misterioso e volutamente ambiguo“. “Se vogliamo usare la parola thriller possiamo usare la definizione thriller psicologico – prosegue – Amiamo i generi perché il genere ha delle regole precise ed è bello conoscerle tutte, approfittarsi di una regola che può far decollare in maniera rapida una storia ma anche aggirarne tante altre. America Latina contiene la voglia di non ripetere quanto abbiamo già fatto, io e mi fratello vogliamo rimanere scomodi. Innanzitutto a noi stessi.”

Foto di Luigi de Pompeis © Cinefilos.it

Il film sembra essere in connessione con Favolacce, il loro film precedente, che al Festival di Berlino ha vinto il riconoscimento alla migliore sceneggiatura, e Fabio D’Innocenzo commenta: “L’abbiamo scritto a Berlino durante la presentazione di Favolacce, anche per scordarci della competizione e se avevamo vinto un premio oppure no, per non pensare a come sarebbe stato recepito. Abbiamo iniziato a pensare al successivo andando, per anticorpi, verso un film meno episodico e frammentario, con un personaggio che vive la storia e ce la fa vivere in modo molto dritto. Noi siamo lui, siamo il suo sguardo, viviamo questo racconto in prima persona. Non è un viaggio al termine della notte ma al termine di un uomo, come ha detto oggi mio fratello Damiano, è una frase bellissima che gli rubo. Non è stata però un fatto scientifico, non ci siamo detti di fare il contrappunto di Favolacce, anche perché noi lavoriamo bene in una condizione di incertezza. Per cui ci siamo detti: ripartiamo da zero, facciamo un nuovo esordio.”

Venezia 78: il red carpet dei Fratelli D’Innocenzo per America Latina

America Latina arriverà in sala a novembre 2021, è scritto e diretto da Fabio D’Innocenzo e Damiano D’Innocenzo e prodotto da The Apartment (Lorenzo Mieli), Vision Distribution, Le Pacte. Nel cast Elio Germano, Astrid Casali, Sara Ciocca, Maurizio Lastrico, Carlotta Gamba, Federica Pala, Filippo Dini, Massimo Wertmüller.

Venezia 78: il red carpet dei Fratelli D’Innocenzo

Venezia 78: il red carpet dei Fratelli D’Innocenzo

Ecco le foto dal red carpet di Venezia 78 dove hanno sfilato cast e crew dell’ultimo film italiano in concorso, America Latina, dei Fratelli D’Innocenzo, che hanno partecipato alla premiere del film insieme al loro cast. Protagonista del film è Elio Germano.

America Latina di Fabio D’Innocenzo, Damiano D’Innocenzo prodotto da The Apartment (Lorenzo Mieli), Vision Distribution, Le Pacte. Nel cast Elio Germano, Astrid Casali, Sara Ciocca, Maurizio Lastrico, Carlotta Gamba, Federica Pala, Filippo Dini, Massimo Wertmüller

SINOSSI

Latina: paludi, bonifiche, centrali nucleari dismesse, umidità. Massimo Sisti è il titolare di uno studio dentistico che porta il suo nome. Professionale, gentile, pacato, ha conquistato tutto ciò che poteva desiderare: una villa immersa nella quiete e una famiglia che ama e che lo accompagna nello scorrere dei giorni, dei mesi, degli anni. La moglie Alessandra e le figlie Laura e Ilenia (la prima adolescente, la seconda non ancora) sono la sua ragione di vita, la sua felicità, la ricompensa a un’esistenza improntata all’abnegazione e alla correttezza. È in questa primavera imperturbabile e calma che irrompe l’imprevedibile: un giorno come un altro Massimo scende in cantina e l’assurdo si impossessa della sua vita.

COMMENTO DEI REGISTI

Abbiamo scelto di raccontare questa storia perché, semplicemente, era quella che ci metteva più in crisi. In crisi come esseri umani, come narratori, come spettatori. Una storia che sollevava in noi domande alle quali non avevamo (e non abbiamo, nemmeno a film ultimato) risposte che non si contraddicessero l’una con l’altra. Interrogarci su noi stessi è la missione più preziosa che il cinema ci permette e America Latina prende alla lettera questa possibilità, raccontando un uomo costretto a rimettere in discussione la propria identità. Essendo gemelli, anche i nostri due film precedenti raccontavano storie di famiglie, di senso di appartenenza, di sangue, ma non ci eravamo mai addentrati così a fondo nel tema e abbiamo scelto la via per noi più rischiosa: la dolcezza. La dolcezza e tutte le sue estreme conseguenze. America Latina è un film sulla luce e abbiamo scelto il punto di vista privilegiato dell’oscurità per osservarla.

MCU: qual è la differenza tra universi e dimensioni?

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MCU: qual è la differenza tra universi e dimensioni?

Da quando il Marvel Cinematic Universe ha iniziato ad aprirsi anche ad altre dimensioni con film quali Doctor Strange e Ant-Man, l’universo è letteralmente esploso con nuovi contenuti. Da allora queste piccole increspature si sono “evolute” in un vasto Multiverso in continua espansione che, ad oggi, è ancora in fase di esplorazione. Tuttavia, dal momento che film come Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli hanno contribuito a rendere ancora più ricche le varie realtà e i vari regni del MCU, è fondamentale a questo punto comprendere la differenze tra dimensioni e universi.

In Shang-Chi, l’eroe eponimo e i suoi compagni di viaggio devono recarsi nel regno mistico di Ta Lo. Tuttavia, raggiungere la destinazione non è un’impresa facile, poiché tale regno si trova in un’altra dimensione. Per accedervi, i viaggiatori devono attraversare un pericoloso labirinto fatto di foreste di bambù che si muove a suo piacimento. Una volta oltrepassato il labirinto, devono avventurarsi in un tunnel e attraversare un portale d’acqua simile ai portali a forma di anello che usano gli stregoni. Una volta superato, si ritroveranno finalmente nel regno di Ta Lo.

La terra è composta da creature mitiche al centro delle cultura folkloristica cinese, inclusi i draghi, e fa parte di una rete di villaggi simili all’interno di Ta Lo. Sebbene l’accesso alla terra sia difficile per una persona normale, non è niente in confronto all’accesso alle moltitudini di universi derivanti dalla Sacra Linea Temporale.

regno quantico

Nel MCU, le dimensioni sono terre che contengono spazio, materia ed energie simili ma separate da differenze tra gli elementi. Oltre a Ta Lo, queste dimensioni includono la Dimensione Oscura (la casa del temuto Dormammu) e il Regno Quantico. Per accedere alla Dimensione Oscura, la maggior parte degli stregoni deve accedere alla propria forma astrale, a meno che non si apra un buco nella realtà, rendendo possibile l’ingresso nello spazio malvagio. Ci si può avventurare nel Regno Quantico, invece, restringendosi tra le molecole di uno spazio, praticamente sfondando una barriera teorica in un altro mondo. Anche i Nove Regni, come Asgard, contano come dimensioni e possono essere raggiunti tramite i wormhole o il Bifrost.

Dall’altra parte, gli universi sono un concetto molto più complesso che si estende oltre la logica dei regni, in qualcosa che tuttavia è ancora compreso nel MCU. Quando Sylvie ha ucciso Colui che rimane nella serie Loki, ha provocato la nascita del Multiverso. Ciò significa che le linee temporali hanno cominciato a diramarsi rispetto all’unica Sacra Linea Temporale e a creare infinite realtà e possibilità all’interno del canone. Di conseguenza, queste linee temporali hanno continuato a ramificarsi nelle loro realtà (o universi). Pertanto, anche le realtà che contengono caratteristiche quasi identiche alla realtà primaria contano come un universo separato. Quell’universo, a sua volta, potrebbe anche contenere le sue stesse dimensioni, completamente separate da quanto visto in precedenza.

Perché nel MCU è importante conoscere la differenza tra universi e dimensioni?

Dal momento che il concetto è ancora in fase di esplorazione e comprensione nel MCU, la struttura utilizzata per classificarlo nei fumetti non è stata implementata. Nei libri, a ogni nuovo universo è stato assegnato un numero per aiutare i lettori a distinguerlo dagli altri universi. Ad esempio, l’universo dei fumetti Marvel principale è Terra-616, mentre l’universo dei fumetti Ultimate è Terra-1610 e quello del MCU è Terra-199999. Tuttavia, si applica ancora la stessa logica per le dimensioni e gli universi designati.

Il canone del MCU è rinato con il Multiverso. Di conseguenza, possono nascere nuovi universi e nuove storie in qualsiasi momento, come mostrato nella nuova serie What If… ?. Con eroi come Doctor Strange e Ant-Man che sono in grado di esplorare entrambe le arene, conoscerne le differenze è più importante che mai. Tuttavia, è parecchio esaltante vedere nuove realtà e dimensioni esplorate in tempo reale.

Avengers: Benedict Cumberbatch ha improvvisato una delle migliori battute di Strange

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Benedict Cumberbatch, il Doctor Strange del MCU, ha rivelato che una delle battute più iconiche di Avengers: Infinity War è stata totalmente improvvisata. Parlando con The Hollywood Reporter, l’attore ha rivelato che quando Stephen Strange reagisce alle parole offensive di Tony Stark, in realtà c’è una parola da lui pronunciata che non era presente in sceneggiatura.

Quando Tony dice a Stephen: “Qual è esattamente il tuo lavoro, oltre a creare animali con palloncini?”, lo Stregone Supremo gli risponde: “Proteggi la tua realtà, cogli**e”. Quest’ultima parole, in italiano, è stata tradotto con “imbecille”, ma ora sappiamo che è stata completamente frutto dell’improvvisazione di Cumberbatch.

L’attore britannico ha poi riflettuto su come quella battuta è stata percepita sul set, raccontando: “Ricordo che sul set, quando l’ho chiamato cogli**e, c’è stato una sorta di effetto domino. Tutti che ripetevano: ‘Oh mio dio. Hai appena dato del cogli**ne ad Iron Man?’. Alla fine hanno deciso di tenere quel momento. Buon per loro.”

“E anche il pubblico al cinema ha reagito allo stesso modo”, ha aggiunto. “Mi ero stufato di essere paragonato a Liberace o a qualsiasi altro nominato da quel tizio con il pizzetto uguale al mio. Quindi ho provato a rispondergli a tono. È stato divertente. Alla fine vuoi solo trovare il tuo spazio. Più lo fai, più diventa tutto familiare.”

Ricordiamo che Benedict Cumberbatch tornerà a vestire i panni di Doctor Strange nell’attesissimo Spider-Man: No Way Home, atteso nelle sale per il prossimo dicembre. Dopo quel threequel, lo ritroveremo nelle vesti dello Stregone Supremo in un altro atteso film dei Marvel Studios, Doctor Strange in the Multiverse of Madness.

Guardiani della Galassia Vol. 3: per Dave Bautista sarà un finale “agrodolce”

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Nel corso degli ultimi mesi, Dave Bautista ha ribadito più volte che Guardiani della Galassia Vol. 3 potrebbe segnare la fine dell’arco narrativo del personaggio di Drax e, di conseguenza, la fine dei suoi giorni come interprete dell’ormai iconico personaggio.

Non solo. Baustia, oltre ad aver sottolineato di essere ormai troppo “anziano” per poter continuare ad interpretare il Distruttore, aveva anche espresso la sua delusione per il modo in cui il personaggio è stato trattato sul grande schermo.

Ora, in occasione della promozione di Dune, il nuovo attesissimo film di Denis Villeneuve, l’ex wrestler è tornato a parlare di GOTG Vol. 3 con ComicBook, insistendo che sarà la sua ultima apparizione nel MCU. Chiaramente, l’attore non ha potuto rivelare alcun dettaglio in merito alla storia, limitandosi a dire che lavorare al film, dopo aver trascorso quasi un decennio con James Gunn e con il resto del cast, è stata un’esperienza decisamente “agrodolce”.

“È il nostro terzo film. Concluderemo il nostro viaggio. Ed è stato un gran bel viaggio, anche se ci sono stati alcuni intoppi”, ha dichiarato Bautista. “Non vedo l’ora che arrivi al cinema. James Gunn e il cast rappresentano una vera famiglia per me. Il mio viaggio da attore è iniziato proprio con loro. Sarà come chiudere un cerchio e non vedo l’ora di portare tutto a compimento. Sarà un addio ‘agrodolce’. Voglio dire… faccio Guardiani dal 2013. E quando il terzo uscirà sarà il 2023. Saranno passati esattamente 10 anni.”

Scritto e diretto da James GunnGuardiani della Galassia Vol. 3 arriverà nelle sale nel 2023, anche se una data di uscita ufficiale non è stata ancora comunicata. Le riprese del film dovrebbero partire ufficialmente entro la fine del 2021. Torneranno nel cast Chris PrattZoe SaldanaDave BautistaPom Klementieff e Karen Gillan, insieme a Vin Diesel e Bradley Cooper che offriranno ancora le loro voci. Nel film è atteso anche Chris Hemsworth nei panni di Thor.

Shang-Chi e la sfida di costruire il personaggio del Mandarino

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Shang-Chi e la sfida di costruire il personaggio del Mandarino

Erano anni che i fan aspettavano il debutto del vero Mandarino nel MCU dopo la “trappola” di Iron Man 3, e ora, finalmente, abbiamo visto il personaggio interpretato dal leggendario attore hongkonghese Tony Leung in Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, attualmente nelle sale.

In una recente intervista con The Hollywood Reporter, lo sceneggiatore del film Dave Callaham (noto per aver curato anche lo script di Wonder Woman 1984) ha parlato proprio delle difficoltà incontrate durante la scrittura del personaggio di Wenwu, pensato per essere sia una figura tragica che un antagonista in piena regola. Secondo Callaham la vera sfida è stato trovare il giusto “equilibrio”.

“Il Mandarino è stato un personaggio davvero difficile da costruire”, ha spiegato Callaham. “Non a causa di Tony, ovviamente. Più che altro per le cose in cui crede e per le motivazioni che poi lo spingono a mettere in atto le sue idee più malvagie. Un passo in più in entrambe le direzioni e risultava non abbastanza spaventoso o totalmente inaffidabile,  una specie di cattivo senza senso.”

“Volevamo che questo personaggio fosse tridimensionale”, ha aggiunto. “In definitiva, è un personaggio motivato dall’amore. È un distrutto che ha fatto un po’ di casino nella sua lunghissima vita e ora vuole solo credere disperatamente di poter rimettere insieme le cose. Questo lo rende molto umano, qualcuno in cui è facile identificarsi. Al tempo stesso, però, avevamo anche bisogno che fosse la figura di spicco di una gigantesca organizzazione terroristica e tutte queste altre cose. Trovare quell’equilibrio è stato parecchio complicato.”

L’uscita nelle sale di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli è fissata al 3 settembre 2021. Destin Daniel Cretton, acclamato regista di Short Term 12The Glass Castle e Il Diritto di Opporsi con Michael B. JordanJamie Foxx e Brie Larson, è stato scelto per dirigere il film, che vanta la sceneggiatura di Dave Callaham (The Expendables, Godzilla, Wonder Woman 1984).

Vi ricordiamo che nei panni del protagonista ci sarà l’attore canadese Simu Liu, visto di recente nella commedia di Netflix Kim’s Convenience. Insieme a lui, nel cast, figureranno anche Tony Leung nei panni del Mandarino, e Awkwafina, che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo superpotere è l’ipnosi.

The Batman mostrerà una Gotham City diversa rispetto ai film precedenti

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Durante una recente intervista con IndieWire, l’attore Jeffrey Wright ha avuto la possibilità di parlare di The Batman, rivelando che la Gotham City che vedremo nel film di Matt Reeves sarà molto diversa da tutte le altre rappresentazione dell’immaginaria città che abbiamo visto in precedenza al cinema.

“Matt voleva portare i temi della corruzione e delle tensioni di classe in questo mondo, che per lui ha sempre avuto una certa rilevanza”, ha spiegato l’interprete di Jim Gordon. “È come se stesse mescolando fiction e non-fiction, in modo equilibrato e davvero interessante. La città di Gotham, in questo film, sarà molto diversa dalla Gotham che siamo stati abituati a vedere. Era una Gotham che potevamo quasi toccare. Dal modo in cui mi è stata descritta la Batmobile, ho capito che l’estetica che Matt stava cercando di rincorrere era qualcosa di veramente palpabile. Se butti un occhio in qualche vicolo di New York, potresti vederla apparire.”

Durante l’intervista, l’attore ha anche avuto modo di parlare dell’esperienza di girare The Batman al culmine della pandemia di Covid-19 lo scorso anno: “Stavo parlando con il produttore Dylan Wright e ricordo di averli chiesto: ‘Cosa accadrà secondo te?’. All’epoca non c’erano ancora restrizioni in merito agli spostamenti, ma i contagi erano già in forte aumento. Ricordo che chiamai il mio agente e gli dissi: ‘Dobbiamo andarcene da qui. Potremmo rimanere bloccati. Non esiste che continuiamo a girare. Sta per succedere il caos.'”

Il cast di The Batman è formato da molti volti noti: insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul Dano (Enigmista) e Andy Serkis (Alfred). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore Distrettuale di Gotham.

The Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti sospettati“.

Christopher Nolan pronto a raccontare lo sviluppo della bomba atomica

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Christopher Nolan è sempre stato un grande sostenitore dell’esperienza in sala, al punto da arrivare a schierarsi pubblicamente contro la Warner Bros. – la studio con il quale collabora ormai da anni – in merito alla decisione di far uscire non solo il suo Tenet, ma anche tutti i titoli del 2021, in contemporanea sia al cinema che su HBO Max.

Ora, un nuovo report di Deadline anticipa i primissimi dettagli sul prossimo progetto cinematografico dell’acclamato regista, che potrebbe ufficialmente sancire la fine del suo sodalizio con la Warner Bros. Secondo la fonte, infatti, Nolan avrebbe deciso di dirigere un film sulla creazione della bomba atomica durante la Seconda Guerra Mondiale e pare che il regista l’abbia già presentato a diversi studi di Hollywood.

Come spiega la fonte, pare che diverse importanti major stiano già leggendo la sceneggiatura di Nolan e contattando i suoi rappresentati per vedere se è possibile raggiungere un accordo. Al momento non sappiamo se la Warner sia stata comunque presa in considerazione, ma pare che il divorzio tra il regista e lo studio sia ormai cosa certa.

Sempre secondo la fonte, il film ci focalizzerà sul coinvolgimento del fisico statunitense J. Robert Oppenheimer nella creazione della bomba atomica durante la Seconda Guerra Mondiale e secondo le prime indiscrezioni pare che Cillian Murphy, attore feticcio di Nolan che il regista ha diretto in diversi suoi film (tra cui la trilogia de Il cavaliere oscuro e Inception), sarebbe già in trattative per un ruolo nel film.

Matrix Resurrections: tutte le rivelazioni nel trailer del film

Matrix Resurrections: tutte le rivelazioni nel trailer del film

Il trailer di Matrix Resurrections ha riportato tutti indietro… nel futuro! L’emozione di rivedere Keanu Reeves e Carrie-Anne Moss nei panni di Neo e Trinity è stata condivisa come un’ondata di calore in tutto il mondo dai fan che dal 1999 sono stregati da questa storia e da questa visione del mondo. Ma il film rimane ancora un mistero, salvo per quelle informazioni e quei riferimenti che si possono carpire dal trailer stesso. Ecco di seguito tutte le rivelazioni nel trailer di Matrix Resurrections.

Gli indizi da scrivania dello psichiatra – gatti neri e pillole blu

Siamo dentro all’ufficio di uno psichiatra. Ad attirare immediatamente l’attenzione c’è un vasetto di vetro con delle pillole blu, che erano il simbolo della conformità e dell’accettazione nel Matrix originale. Curiosamente, un gatto nero sta camminando sulla scrivania. I fan potrebbero ricordare un gatto nero come uno dei primi “difetti” che Neo ha notato dopo aver incontrato Morpheus, la scena del deja-vu. Guardando il collare, l’animale domestico dello psichiatra in The Matrix Resurrections potrebbe effettivamente essere lo stesso animale del 1999, dimostrando che siamo davvero tornati al punto in cui tutto è iniziato.

Dietro alla scrivania si possono distinguere alcuni libri, il più significativo dei quali è Blank Slate di Steven Pinker, o per dare il titolo completo, Blank Slate: The Modern Denial of Human Nature. È un altro indizio che ci dice che Neo sta negando il suo vero sé.

Neo è di nuovo Thomas Anderson

Il terapeuta (ne parleremo più avanti) si riferisce al personaggio di Keanu Reeves come “Thomas”, quasi a confermare che Neo è tornato al nome che aveva in Matrix, Thomas Anderson (la voce dell’agente Smith che dice “Mr. Anderson” riecheggia ancora nelle nostre orecchie). Diventa subito ovvio che Neo di Matrix Resurrections ha dimenticato cosa è successo durante i 3 film passati e ora accetta l’errore del mondo simulato che lo circonda. Resta da vedere se si tratta di una versione precedente del programmatore di Reeves del Matrix originale o semplicemente di un avatar nuovo di zecca.

Il personaggio del terapista interpretato da Neil Patrick Harris

Naturalmente, lo stesso psichiatra è incredibilmente importante. Neil Patrick Harris sembra essere un programma in Matrix Resurrections, incaricato di reprimere i ricordi di Neo e mantenere il Prescelto un cittadino compiacente. Il suo allineamento con Matrix è suggerito dagli occhiali colorati di blu (lo stesso colore delle pillole) e il tono condiscendente suggerisce che non è stato pagato per aiutare “Thomas Anderson”. Il dottore dice al suo paziente che “pazzo” non è una parola che usano, seguendo quelle che tradizionalmente sono le banali e stereotipate frasi da strizzacervelli.

Keanu Reeves fa dei sogni

Matrix ResurrectionsThomas descrive la sofferenza di sogni ricorrenti mentre il trailer di Matrix Resurrections mostra Keanu Reeves che cammina per una strada che si trasforma rapidamente con dei glitch in una familiare tonalità di verde digitale. La scena conferma più o meno che il vero sé di Neo rimane sepolto all’interno di Thomas Anderson: tutti i ricordi, i poteri e i tratti che conosciamo e amiamo sono ancora lì, cercano una via d’uscita. Resta da vedere come Neo abbia perso la memoria. È solo un sintomo della sua “resurrezione”? O sta succedendo qualcosa di più sinistro?

Il ritorno di Bullet Time

Nell’inquadratura successiva (velocissima), Neo sta cercando di catturare il proiettile di un assassino con gli occhi “verdi”. Questa ripresa conferma 2 ritorni principali per Matrix Resurrections. È il primo indizio (e certamente non l’ultimo) che Neo recupererà i suoi vecchi poteri. Ancora più importante, è il ritorno del bullet time nel trailer, la tecnica del ralenty messa a punto per il film del 1999. Ovviamente l’effetto è molto più fluido nel 2021, ma è un bel ritorno, anche quello, che indica una riproposizione, aggiornata, di quello stesso universo visivo.

Le macchine sono tornate (e resuscitano Neo?)

Tra i sogni di Neo ci sono anche immagini di umani collegati a batterie, proprio come durante la trilogia originale di Matrix. Insetti metallici strisciano su lunghe zampe, a ricreare l’estetica alla H.R. Giger dei furono Wachowski. L’immagine seppellisce ogni persistente sospetto che la vittoria di Neo abbia avuto un qualche impatto sul regno delle macchine: queste sono tornate e gli umani sono di nuovo la loro fonte di energia. Sembra come se qualcuno avesse premuto un grande pulsante blu di ripristino. Più interessante è il modo in cui queste particolari Macchine sembrano ricostruire Neo, confermando potenzialmente che i cattivi sono responsabili del ritorno del Prescelto.

Yahya Abdul-Mateen è Morpheus?

Oltre a Neo e Trinity, il video contiene anche le prime immagini del personaggio di Yahya Abdul-Mateen II (Aquaman). Tutte le speculazioni puntano sull’attore che interpreta una versione più giovane di Morpheus (precedentemente interpretato da Laurence Fishburne), e i suoi piccoli occhiali da sole rotondi supportano solo questa teoria.

Trinity

In un montaggio veloce vediamo una scena di due mani che si uniscono e cominciano a brillare, come  se sprigionassero un potere. Poi, le immagini velocissime mostrano anche un primo sguardo a Carrie-Anne Moss che torna nei panni di Trinity, anche se è solo di spalle. Con i suoi vestiti di pelle e i capelli pettinati all’indietro, questa è chiaramente Trinity come la conoscono i fan di Matrix. Si nota anche che Trinity è seduta vicino a un telefono, il punto di ingresso/uscita per gli umani liberati per viaggiare tra Matrix e il mondo reale. Se la sensazione è di déjà vu, è perché la scena è molto simile a quella in cui gli agenti sorprendono Trinity in una stanza al buio, nella trilogia originale. 

Neo che si sveglia da Matrix

In un’altra inquadratura strappata direttamente da Matrix del 1999, il trailer mostra un Keanu Reeves calvo e fradicio che si sveglia nel suo baccello nel mondo reale. L’illuminazione rossa è l’unica grande differenza rispetto a prima, ma un’angolazione più ampia mostra la capsula di Neo posizionata direttamente di fronte a un’altra. Potrebbe essere che le Macchine custodiscono i corpi di Neo e Trinity fianco a fianco nel mondo reale, con il primo che entra volontariamente nella simulazione per trovare il suo unico vero amore? In ogni caso, è strano che Matrix Resurrections stia riproponendo così tante inquadrature del primo film. Neo sta mettendo insieme la sua memoria o la storia si sta ripetendo?

La riunione di Neo e Trinity

La scena più commovente del trailer di Matrix Resurrections mostra Trinity e Neo di nuovo insieme… ma i due sembrano non conoscersi. Dalla sessione di terapia, la maggior parte avrebbe ipotizzato che Neo non ricordasse la sua ragazza, ma questa scena, che sembra svolgersi all’interno di una caffetteria simulata, rivela che Trinity soffre della stessa afflizione della memoria. Entrambi i personaggi che si dimenticano a vicenda supportano l’idea che la resurrezione li abbia “ripristinati”. Il trailer pone anche un’attenzione particolare sulla loro stretta di mano che, vedremo, diventerà importante in seguito.

Neo prende le pillole blu (ma poi smette)

Dopo aver visto Neil Patrick Harris e il suo barattolo di pillole blu, vediamo Neo che le sta ingoiando a manciate, probabilmente prescritte dal suo terapeuta. Forse sono necessarie grandi quantità di pillole blu per mantenere sedati i poteri del Prescelto in Matrix? Non lo sappiamo, ma vediamo chiaramente che Neo ad un certo punto se ne libera, gettandole dentro a un lavandino. Questo potrebbe portare il Prescelto ad aprire di nuovo la sua mente.

Through The Looking Glass è un riferimento al film originale

Neo entra in un bar e trova una donna che legge Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll. Il classico letterario ha fortemente influenzato il Matrix originale, con paralleli che si possono trovare in diversi punti, come il seguire conigli bianchi, lo specchio, la tana del bianconiglio e l’assunzione di pillole. Neo è essenzialmente Alice, diretta verso l’ignoto, e la ricomparsa del libro in Matrix Resurrections ricorda a Neo quando è stato liberato la prima volta.

Chi è il personaggio di Priyanka Chopra?

Il proprietario del libro non è altri che Priyanka Chopra, che interpreta un personaggio attualmente senza nome in Matrix Resurrections. Mentre il terapista di Neil Patrick Harris indossa occhiali blu, gli occhiali di questa donna sono colorati di rosso, il che suggerisce che può aiutare Neo a scoprire la verità, e il suo libro ne è un’ulteriore prova. Se Chopra sta aiutando Keanu Reeves, questo supporta le teorie secondo cui interpreterà una versione precedente di Sati, la giovane che ha riavviato Matrix alla fine di Matrix Revolutions, e il nuovo Oracolo. E se Chopra sta interpretando Sati, questo suggerirebbe che è lei il nuovissimo Oracolo.

Neo è un vecchio

La sequenza successiva di rapide inquadrature nel trailer di Matrix Resurrections, totalmente ambigui ma visivamente sbalorditivi, è Neo in piedi di fronte a uno specchio, che riflette una figura molto diversa. Questa immagine potrebbe dimostrare che Keanu Reeves non sta realmente interpretando Neo, ma un costrutto di Matrix che imita i tratti del Prescelto. Questo spiegherebbe il libro “Blank Slate” nell’ufficio del terapeuta, spiegherebbe il ritorno di Neo dalla morte e anche la sua memoria “persa”.

È ora di prendere la pillola rossa

La prima vera inquadratura di Yahya Abdul-Mateen II come probabile Morpheus vede l’attore che era stato interpretato da Laurence Fishburne offrire a Neo la pillola rossa, mentre gli dice “è ora di volare”. Così come il personaggio di Priyanka Chopra, anche Abdul-Mateen indossa una maglietta rossa, suggerendo che ha a che fare con la realtà e non con la matrice.

Il personaggio di Jessica Henwick in Matrix 4

Il prossimo volto nuovo nel trailer di Matrix Resurrections è quello di Jessica Henwick. Sebbene non conosciamo ancora il nome del suo personaggio, Henwick funge da guida, informazione indicata dal suo tatuaggio del coniglio bianco. A Neo è stato detto di “seguire il coniglio bianco” in Matrix, e ha trovato un tatuaggio che alla fine lo ha attirato verso Trinity. Henwick offre a Neo la “verità” e lo conduce attraverso una porta dietro la quale c’è una luce intensa, ma allo stesso tempo i suoi capelli blu potrebbero indicare la sua appartenenza ai “cattivi”. Il personaggio di Henwick è una doppiogiochista? Diventerà la risposta del 2021 a Cypher, che ha tradito Morpheus nel film originale?

Neo attraversa lo specchio

Gli specchi sono ovviamente molto importanti in Matrix Resurrections, anche se è troppo presto per dedurre il loro pieno significato tematico. A livello pratico, tuttavia, il riflesso dello specchio funge da portale tra le diverse aree di Matrix. Henwick porta Neo attraverso una porta sul tetto in un ristorante di lusso, e la scena successiva mostra uno specchio che collega un teatro a una carrozza di un treno. Il riflesso increspato è un’altra immagine riciclata del 1999. Dopo aver preso la sua prima pillola rossa, Neo ha toccato uno specchio liquido e il suo avatar digitale è stato consumato dal liquido.

Trinity è il motivo per cui Neo è ancora vivo?

Yahya Abdul-Mateen dice a Neo “l’unica cosa che conta per te è ancora qui” e questa è probabilmente la battuta più rivelatrice del trailer. Implica che Trinity rimane parte di Matrix dopo la sua morte in Matrix Revolutions, e Neo in qualche modo è tornato alla simulazione in cerca di lei. Questo spiegherebbe perché Neo può svegliarsi nel mondo reale ma apparentemente sceglie di tornare, e anche perché il prescelto è tornato ad essere Thomas Anderson – perché altrimenti come potrebbe vedere Trinity nel mondo reale?

Neo e Trinity si ricordano a vicenda

Dopo aver guardato il bancone del caffè, Neo e Trinity sembrano finalmente ricordarsi l’un l’altro in questo romantico scambio. I teneri tocchi di Neo dimostrano che i suoi ricordi dell’amorevole Trinity sono tornati. Ma mentre la camera ingrandisce sui loro volti, possiamo vedere Trinity che suda (?) Codice matrice verde. Una possibile spiegazione è che Neo stia toccando una proiezione, ma gli 1 e gli 0 che trapelano potrebbero anche dimostrare che la Trinity di Matrix Resurrections è un costrutto di Matrix, non resuscitato come suggerisce il titolo del film.

Neo e Morpheus tornano al dojo

Ancora un’altra scena ricreata da Matrix, Keanu Reeves e Yahya Abdul-Mateen si affrontano in un dojo di addestramento, probabilmente con l’intenzione di risvegliare i poteri di Neo. Mentre duellano, Abdul-Mateen accenna alla familiarità con Neo, aggiungendo elementi che sostengono il fatto che sia davvero lui un “giovane Morpheus”. Neo finisce per distruggere l’arena, dimostrando così che le sue piene abilità di Prescelto sono tornate.

La città delle Macchine è viva e vegeta

Se le batterie umane viste in precedenza non fossero una conferma sufficiente, Matrix Resurrection mostra Machine City, altrimenti nota come 01, che prospera con le sue gigantesche fonti di energia in piena attività. La vista è un’ulteriore prova che le Macchine hanno o rinnegato il loro accordo con Neo, o trovato qualche scappatoia per soggiogare l’umanità senza rompere la tregua.

Neo vs. Jonathan Groff?

In una breve scena, assistiamo a una pistola puntata alla testa di Neo da un nemico fuori fuoco. L’aggressore non identificato assomiglia sospettosamente al personaggio di Matrix Resurrections interpretato da Jonathan Groff, a cui diamo un’occhiata più da vicino a fine trailer. Chiunque sia il cecchino, mettere in ginocchio Neo non è un’impresa da poco, quindi siamo sicuri che l’antagonista del film sarà molto molto potente.

Lo specchio liquido di Morpheus suggerisce la sua storia passata

Continuando con il tema dello specchio di Matrix Resurrections, il personaggio di Yahya Abdul-Mateen tocca una lastra di vetro liquido in un bagno, apparendo sorpreso quando questo si increspa. Data la sua sorpresa, questa scena potrebbe rappresentare la storia delle origini di Morpheus, il momento in cui è stato strappato da Matrix e portato nella realtà. Non solo questo spiegherebbe la sostituzione di Laurence Fishburne, ma Matrix Resurrections potrebbe anche raccontare un ciclo temporale in cui Neo libera Morpheus, che libera Neo, che libera Morpheus, che libera Neo…

Il vero potere di Neo e Trinity

Quando Neo e Trinity si stringono la mano (dopo aver ricordato chi sono, presumibilmente), una potente luce che si sprigiona da quel contatto fa volare una folla di nemici per aria. Invece di calci e pugni e abilità sovrumane, sembra che il loro vero potere derivi dal loro contatto in Matrix Resurrections. Interessante è anche il modo in cui la luce di Neo sostituisce le sue solite abilità. Usa questo bagliore per fermare i proiettili, sia qui che in precedenza nel trailer, ma perché i poteri di Neo sono cambiati, rimane un mistero per ora.

Il cattivo di Jonathan Groff: chi è?

Il trailer Matrix Resurrections si conclude con un’introduzione, presumibilmente, del cattivo principale del film. Interpretato da Jonathan Groff, l’uomo fa direttamente riferimento a Matrix e dice a Neo che è tornato “dove tutto è iniziato”. Le voci suggerivano che Groff avrebbe potuto interpretare un nuovo agente Smith (con Hugo Weaving che affermava di non essere coinvolto), ma il suo senso della moda e il suo modo di parlare si avvicinano maggiormente a quelli dell’architetto, idea avvalorata dall’eleganza dell’ambiente in cui si trova e dalla sua conoscenza della differenza tra Matrix e la realtà. Da notare anche come i capelli tinti di blu di Groff proseguano il tema del colore mostrato in Matrix Resurrections. Sebbene il cattivo faccia riferimento al ritorno di Neo in Matrix come Thomas Anderson, la linea di Groff funziona anche a un meta livello. Dopo tutti questi anni, Keanu Reeves (e Lana Wachowski, ma anche tutti noi) sono tornati al punto in cui tutto è iniziato: Matrix.

Ultima notte a Soho: il nuovo trailer italiano del film di Edgar Wright

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Universal Pictures ha diffuso il nuovo trailer italiano ufficiale di Ultima notte a Soho, l’atteso nuovo film del regista Edgar Wright. Il nuovo misterioso thriller con Anya Taylor-Joy, Thomasin Harcourt McKenzie e Terence Stamp. Scritto da Edgar Wright e Krysty Wilson-Cairns.

Il thriller psicologico Ultima notte a Soho realizzato da Edgar Wright segue le vicende di una giovane ragazza, appassionata di moda, che misteriosamente scopre il modo di trovarsi negli anni ’60, dove si imbatte nel proprio idolo, un’affascinante cantante che spera di sfondare. Ma Londra negli anni ’60 non è sempre come appare e le cose sembrano andare a rotoli con preoccupanti conseguenze…

Last night in Soho, recensione del film di Edgar Wright

Black Widow in arrivo in home video

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Black Widow in arrivo in home video

Black Widow, il film Marvel Studios che esplora il passato di Natasha Romanov (Scarlet Johansson) prima degli eventi di Avengers: Infinity War, sarà disponibile dal 14 settembre in Blu-Ray, DVD e 4K UHD. Oltre alle spettacolari sequenze del film, i formati Blu-Ray e 4K UHD includono anche 9 scene eliminate, gli errori sul set e gli esclusivi approfondimenti con i filmmaker.

In Black Widow, quando viene alla luce un pericoloso complotto, Natasha Romanoff alias Black Widow (Vedova Nera) si trova ad affrontare il lato più oscuro del suo passato. Inseguita da una forza che non si fermerà di fronte a nulla per distruggerla, Natasha dovrà fare i conti con il suo passato da spia e con le relazioni che ha lasciato dietro di sé molto prima di diventare un Avenger. Scarlett Johansson torna a interpretare Natasha/Black Widow, Florence Pugh interpreta Yelena, David Harbour è Alexei/The Red Guardian e Rachel Weisz è Melina. Diretto da Cate Shortland e prodotto da Kevin Feige, Black Widowè il primo film della Fase Quattro dell’Universo Cinematografico Marvel.

CONTENUTI EXTRA:
  • Le Sorelle Risolveranno Tutto – Questa featurette mostra Scarlett e Florence mentre si allenano, combattono e costruiscono quel legame che le renderà sorelle in Black Widow. Cast e filmmaker analizzano i personaggi, i rigorosi allenamenti e le dinamiche che hanno portato alla costruzione del coraggioso duo;
  • Vai Alla Grande Se Vai a Casa – Approfondimento che mostra la dimensione e la portata del film dedicato alla Vedova Nera. Girato in location sparse in tutto il mondo, il film tiene insieme temi legati alla famiglia e al genere drama attraverso sequenze cariche d’azione. Cast e filmmaker ripercorrono le difficoltà incontrate dagli stuntman durante le scene mozzafiato del film;
  •  Papere – Alcuni dei più divertenti incidenti sul set del film;
  • Scene Eliminate:
      • Supermarket – Natasha entra in un supermarket per prepararsi al suo viaggio in Norvegia. Dopo un lungo tragitto in macchina, arriva a destinazione: una misteriosa roulotte sperduta nel nulla;
      • Inseguimento in bici – Inseguite dai nemici, Natasha e Yelena sfrecciano nella città cercando di far perdere le loro tracce;
      • Lotta nel gulag – Alexei combatte contro numerosi nemici e sta per avere la peggio. Ma quando tutto sembra finito, Natasha arriva in suo soccorso;
      • Smile – Quando in un momento di alta tensione viene attivato il protocollo Taskmaster, un iconico casco fa la sua comparsa;
      • Seguitemi – Il Segretario Ross e Mason scoprono un importante messaggio lasciato da Natasha;
      • Cammina e parla – Alexei e Melina hanno uno scambio molto acceso. Arriva Taskmaster che si batte con Alexei;
      • L’allenamento delle Vedove Nere – Yelena e Alexei si svegliano in trappola. Melina è alle prese con le fiale di Taskmaster e le Vedove Nere si allenano;
      • Il bacio – Alexei e Melina si riuniscono dopo l’azione. Nel terribile epilogo della scena, Natasha si dispera per una perdita prematura;
      • Ohio – Natasha rivive la vita spensierata nella provincia dell’Ohio attraverso i bambini del quartiere.

Encounter: teaser trailer del thriller Riz Ahmed

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Encounter: teaser trailer del thriller Riz Ahmed

Amazon Prime Video ha diffuso il teaser trailer di Encounter in uscita su Prime Video il 10 dicembre 2021.

Diretto da Michael Pearce scritto da Joe Barton e Michael Pearce con protagonisti Riz Ahmed, Octavia Spencer, Rory Cochrane, Lucian-River Chauhan e Aditya Geddada.

Encounter, la trama

Un Marine decorato parte in una missione per salvare i suoi due figli da una misteriosa minaccia. Man mano che il loro viaggio li conduce in situazioni sempre più pericolose, i ragazzi dovranno lasciarsi l’infanzia alle spalle.

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