Nel corso degli ultimi mesi,
Dave
Bautista ha ribadito più volte che Guardiani
della Galassia Vol. 3 potrebbe segnare la fine
dell’arco narrativo del personaggio di Drax e, di conseguenza, la
fine dei suoi giorni come interprete dell’ormai iconico
personaggio.
Non solo. Baustia, oltre ad aver
sottolineato di essere ormai troppo “anziano” per poter continuare
ad interpretare il Distruttore, aveva anche espresso la sua
delusione per il modo in cui il personaggio è stato trattato sul
grande schermo.
Ora, in occasione della promozione
di Dune, il
nuovo attesissimo film di Denis Villeneuve, l’ex wrestler è tornato
a parlare di GOTG
Vol. 3 con
ComicBook, insistendo che sarà la sua ultima apparizione nel
MCU. Chiaramente, l’attore non ha
potuto rivelare alcun dettaglio in merito alla storia, limitandosi
a dire che lavorare al film, dopo aver trascorso quasi un decennio
con James Gunn e con il resto del cast, è stata
un’esperienza decisamente “agrodolce”.
“È il nostro terzo film.
Concluderemo il nostro viaggio. Ed è stato un gran bel viaggio,
anche se ci sono stati alcuni intoppi”, ha dichiarato
Bautista. “Non vedo l’ora che arrivi al cinema. James
Gunn e il cast rappresentano una vera famiglia per me. Il mio
viaggio da attore è iniziato proprio con loro. Sarà come chiudere
un cerchio e non vedo l’ora di portare tutto a compimento. Sarà un
addio ‘agrodolce’. Voglio dire… faccio Guardiani dal 2013. E quando
il terzo uscirà sarà il 2023. Saranno passati esattamente 10
anni.”
Erano anni che i fan aspettavano il
debutto del vero Mandarino nel MCU dopo la “trappola” di Iron Man
3, e ora, finalmente, abbiamo visto il personaggio
interpretato dal leggendario attore hongkonghese Tony
Leung in
Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, attualmente
nelle sale.
In una recente intervista con
The Hollywood Reporter, lo sceneggiatore del film Dave
Callaham (noto per aver curato anche lo script di Wonder
Woman 1984) ha parlato proprio delle difficoltà incontrate
durante la scrittura del personaggio di Wenwu, pensato per essere
sia una figura tragica che un antagonista in piena regola. Secondo
Callaham la vera sfida è stato trovare il giusto “equilibrio”.
“Il Mandarino è stato un
personaggio davvero difficile da costruire”, ha spiegato
Callaham. “Non a causa di Tony, ovviamente. Più che altro per
le cose in cui crede e per le motivazioni che poi lo spingono a
mettere in atto le sue idee più malvagie. Un passo in più in
entrambe le direzioni e risultava non abbastanza spaventoso o
totalmente inaffidabile, una specie di cattivo senza
senso.”
“Volevamo che questo personaggio
fosse tridimensionale”, ha aggiunto. “In definitiva, è un
personaggio motivato dall’amore. È un distrutto che ha fatto un po’
di casino nella sua lunghissima vita e ora vuole solo credere
disperatamente di poter rimettere insieme le cose. Questo lo rende
molto umano, qualcuno in cui è facile identificarsi. Al tempo
stesso, però, avevamo anche bisogno che fosse la figura di spicco
di una gigantesca organizzazione terroristica e tutte queste altre
cose. Trovare quell’equilibrio è stato parecchio
complicato.”
Vi ricordiamo che nei panni del
protagonista ci sarà l’attore canadese Simu
Liu, visto di recente nella commedia di NetflixKim’s Convenience. Insieme a
lui, nel cast, figureranno anche Tony
Leung nei panni del Mandarino,
e Awkwafina, che dovrebbe interpretare un
“leale soldato” del Mandarino, e se è vero che il villain qui sarà
il padre di Shang-Chi, in tal caso ci sono ottime possibilità che
si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto i fumetti saprà che è la
sorella dell’eroe del titolo e che il suo superpotere è
l’ipnosi.
Durante una recente intervista con
IndieWire, l’attore Jeffrey Wright ha avuto la possibilità di
parlare di The
Batman, rivelando che la Gotham City che vedremo
nel film di Matt Reeves sarà molto diversa da tutte le altre
rappresentazione dell’immaginaria città che abbiamo visto in
precedenza al cinema.
“Matt voleva portare i temi
della corruzione e delle tensioni di classe in questo mondo, che
per lui ha sempre avuto una certa rilevanza”, ha spiegato
l’interprete di Jim Gordon. “È come se stesse mescolando
fiction e non-fiction, in modo equilibrato e davvero interessante.
La città di Gotham, in questo film, sarà molto diversa dalla Gotham
che siamo stati abituati a vedere. Era una Gotham che potevamo
quasi toccare. Dal modo in cui mi è stata descritta la Batmobile,
ho capito che l’estetica che Matt stava cercando di rincorrere era
qualcosa di veramente palpabile. Se butti un occhio in qualche
vicolo di New York, potresti vederla apparire.”
Durante l’intervista, l’attore ha
anche avuto modo di parlare dell’esperienza di girare
The
Batman al culmine della pandemia di Covid-19 lo scorso
anno: “Stavo parlando con il produttore Dylan Wright e ricordo
di averli chiesto: ‘Cosa accadrà secondo te?’. All’epoca non
c’erano ancora restrizioni in merito agli spostamenti, ma i contagi
erano già in forte aumento. Ricordo che chiamai il mio agente e gli
dissi: ‘Dobbiamo andarcene da qui. Potremmo rimanere bloccati. Non
esiste che continuiamo a girare. Sta per succedere il
caos.'”
“The
Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono
le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi
strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per
trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa
alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la
Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a
quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più
villain, poiché sono tutti sospettati“.
Christopher Nolan è sempre stato un grande
sostenitore dell’esperienza in sala, al punto da arrivare a
schierarsi pubblicamente contro la Warner Bros. –
la studio con il quale collabora ormai da anni – in merito alla
decisione di far uscire non solo il suo
Tenet, ma anche tutti i titoli del 2021, in contemporanea
sia al cinema che su HBO Max.
Ora, un nuovo report di
Deadline anticipa i primissimi dettagli sul prossimo progetto
cinematografico dell’acclamato regista, che potrebbe ufficialmente
sancire la fine del suo sodalizio con la Warner Bros. Secondo la
fonte, infatti, Nolan avrebbe deciso di dirigere un film sulla
creazione della bomba atomica durante la Seconda Guerra Mondiale e
pare che il regista l’abbia già presentato a diversi studi di
Hollywood.
Come spiega la fonte, pare che
diverse importanti major stiano già leggendo la sceneggiatura di
Nolan e contattando i suoi rappresentati per vedere se è possibile
raggiungere un accordo. Al momento non sappiamo se la Warner sia
stata comunque presa in considerazione, ma pare che il divorzio tra
il regista e lo studio sia ormai cosa certa.
Sempre secondo la fonte, il film ci
focalizzerà sul coinvolgimento del fisico statunitense J. Robert
Oppenheimer nella creazione della bomba atomica
durante la Seconda Guerra Mondiale e secondo le prime indiscrezioni
pare che Cillian Murphy, attore feticcio di Nolan che
il regista ha diretto in diversi suoi film (tra cui la trilogia de
Il cavaliere oscuro e Inception), sarebbe già in
trattative per un ruolo nel film.
Il trailer di Matrix Resurrections ha riportato
tutti indietro… nel futuro! L’emozione di rivedere
Keanu Reevese
Carrie-Anne Moss nei panni di Neo e
Trinity è stata condivisa come un’ondata di calore in
tutto il mondo dai fan che dal 1999 sono stregati da questa storia
e da questa visione del mondo. Ma il
film rimane ancora un mistero, salvo per quelle informazioni e
quei riferimenti che si possono carpire dal trailer stesso. Ecco di
seguito tutte le rivelazioni nel trailer di Matrix
Resurrections.
Gli indizi da scrivania dello
psichiatra – gatti neri e pillole blu
Siamo dentro all’ufficio di
uno psichiatra. Ad attirare immediatamente l’attenzione c’è un
vasetto di vetro con delle pillole blu, che erano il simbolo della
conformità e dell’accettazione nel Matrix originale. Curiosamente,
un gatto nero sta camminando sulla scrivania. I fan potrebbero
ricordare un gatto nero come uno dei primi “difetti” che Neo ha
notato dopo aver incontrato Morpheus, la scena del deja-vu.
Guardando il collare, l’animale domestico dello psichiatra in The
Matrix Resurrections potrebbe effettivamente essere lo stesso
animale del 1999, dimostrando che siamo davvero tornati al punto in
cui tutto è iniziato.
Dietro alla scrivania si possono
distinguere alcuni libri, il più significativo dei quali è Blank
Slate di Steven Pinker, o per dare il titolo completo, Blank Slate:
The Modern Denial of Human Nature. È un altro indizio che ci dice
che Neo sta negando il suo vero sé.
Neo è di nuovo Thomas Anderson
Il terapeuta (ne parleremo
più avanti) si riferisce al personaggio di Keanu Reeves come
“Thomas”, quasi a confermare che Neo è tornato al nome che aveva in
Matrix, Thomas Anderson (la voce dell’agente Smith che dice “Mr.
Anderson” riecheggia ancora nelle nostre orecchie). Diventa subito
ovvio che Neo di Matrix Resurrections ha dimenticato cosa è
successo durante i 3 film passati e ora accetta l’errore del mondo
simulato che lo circonda. Resta da vedere se si tratta di una
versione precedente del programmatore di Reeves del Matrix
originale o semplicemente di un avatar nuovo di zecca.
Il personaggio del terapista
interpretato da Neil Patrick Harris
Naturalmente, lo stesso
psichiatra è incredibilmente importante. Neil Patrick Harris sembra
essere un programma in Matrix Resurrections, incaricato di
reprimere i ricordi di Neo e mantenere il Prescelto un cittadino
compiacente. Il suo allineamento con Matrix è suggerito dagli
occhiali colorati di blu (lo stesso colore delle pillole) e il tono
condiscendente suggerisce che non è stato pagato per aiutare
“Thomas Anderson”. Il dottore dice al suo paziente che “pazzo” non
è una parola che usano, seguendo quelle che tradizionalmente sono
le banali e stereotipate frasi da strizzacervelli.
Keanu Reeves fa dei sogni
Thomas descrive la
sofferenza di sogni ricorrenti mentre il trailer di Matrix
Resurrections mostra Keanu Reeves che cammina per una strada che si
trasforma rapidamente con dei glitch in una familiare tonalità di
verde digitale. La scena conferma più o meno che il vero sé di Neo
rimane sepolto all’interno di Thomas Anderson: tutti i ricordi, i
poteri e i tratti che conosciamo e amiamo sono ancora lì, cercano
una via d’uscita. Resta da vedere come Neo abbia perso la memoria.
È solo un sintomo della sua “resurrezione”? O sta succedendo
qualcosa di più sinistro?
Il ritorno di Bullet Time
Nell’inquadratura
successiva (velocissima), Neo sta cercando di catturare il
proiettile di un assassino con gli occhi “verdi”. Questa ripresa
conferma 2 ritorni principali per Matrix Resurrections. È il primo
indizio (e certamente non l’ultimo) che Neo recupererà i suoi
vecchi poteri. Ancora più importante, è il ritorno del bullet time
nel trailer, la tecnica del ralenty messa a punto per il film del
1999. Ovviamente l’effetto è molto più fluido nel 2021, ma è un bel
ritorno, anche quello, che indica una riproposizione, aggiornata,
di quello stesso universo visivo.
Le macchine sono tornate (e
resuscitano Neo?)
Tra i sogni di Neo ci sono
anche immagini di umani collegati a batterie, proprio come durante
la trilogia originale di Matrix. Insetti metallici strisciano su
lunghe zampe, a ricreare l’estetica alla H.R. Giger dei furono
Wachowski. L’immagine seppellisce ogni persistente sospetto che la
vittoria di Neo abbia avuto un qualche impatto sul regno delle
macchine: queste sono tornate e gli umani sono di nuovo la loro
fonte di energia. Sembra come se qualcuno avesse premuto un grande
pulsante blu di ripristino. Più interessante è il modo in cui
queste particolari Macchine sembrano ricostruire Neo, confermando
potenzialmente che i cattivi sono responsabili del ritorno del
Prescelto.
Yahya Abdul-Mateen è Morpheus?
Oltre a Neo e Trinity, il
video contiene anche le prime immagini del personaggio di Yahya
Abdul-Mateen II (Aquaman). Tutte le speculazioni puntano sull’attore
che interpreta una versione più giovane di Morpheus
(precedentemente interpretato da Laurence Fishburne), e i suoi
piccoli occhiali da sole rotondi supportano solo questa teoria.
Trinity
In un montaggio veloce
vediamo una scena di due mani che si uniscono e cominciano a
brillare, come se sprigionassero un potere. Poi, le immagini
velocissime mostrano anche un primo sguardo a Carrie-Anne Moss che
torna nei panni di Trinity, anche se è solo di spalle. Con i suoi
vestiti di pelle e i capelli pettinati all’indietro, questa è
chiaramente Trinity come la conoscono i fan di Matrix. Si nota
anche che Trinity è seduta vicino a un telefono, il punto di
ingresso/uscita per gli umani liberati per viaggiare tra Matrix e
il mondo reale. Se la sensazione è di déjà vu, è perché la scena è
molto simile a quella in cui gli agenti sorprendono Trinity in una
stanza al buio, nella trilogia originale.
Neo che si sveglia da Matrix
In un’altra inquadratura
strappata direttamente da Matrix del 1999, il trailer mostra un
Keanu Reeves calvo e fradicio che si sveglia nel suo baccello nel
mondo reale. L’illuminazione rossa è l’unica grande differenza
rispetto a prima, ma un’angolazione più ampia mostra la capsula di
Neo posizionata direttamente di fronte a un’altra. Potrebbe essere
che le Macchine custodiscono i corpi di Neo e Trinity fianco a
fianco nel mondo reale, con il primo che entra volontariamente
nella simulazione per trovare il suo unico vero amore? In ogni
caso, è strano che Matrix Resurrections stia riproponendo così
tante inquadrature del primo film. Neo sta mettendo insieme la sua
memoria o la storia si sta ripetendo?
La riunione di Neo e Trinity
La scena più commovente del
trailer di Matrix Resurrections mostra Trinity e Neo di nuovo
insieme… ma i due sembrano non conoscersi. Dalla sessione di
terapia, la maggior parte avrebbe ipotizzato che Neo non ricordasse
la sua ragazza, ma questa scena, che sembra svolgersi all’interno
di una caffetteria simulata, rivela che Trinity soffre della stessa
afflizione della memoria. Entrambi i personaggi che si dimenticano
a vicenda supportano l’idea che la resurrezione li abbia
“ripristinati”. Il trailer pone anche un’attenzione particolare
sulla loro stretta di mano che, vedremo, diventerà importante in
seguito.
Neo prende le pillole blu (ma poi
smette)
Dopo aver visto Neil
Patrick Harris e il suo barattolo di pillole blu, vediamo Neo che
le sta ingoiando a manciate, probabilmente prescritte dal suo
terapeuta. Forse sono necessarie grandi quantità di pillole blu per
mantenere sedati i poteri del Prescelto in Matrix? Non lo sappiamo,
ma vediamo chiaramente che Neo ad un certo punto se ne libera,
gettandole dentro a un lavandino. Questo potrebbe portare il
Prescelto ad aprire di nuovo la sua mente.
Through The Looking Glass è un
riferimento al film originale
Neo entra in un bar e trova
una donna che legge Alice nel paese delle meraviglie di Lewis
Carroll. Il classico letterario ha fortemente influenzato il Matrix
originale, con paralleli che si possono trovare in diversi punti,
come il seguire conigli bianchi, lo specchio, la tana del
bianconiglio e l’assunzione di pillole. Neo è essenzialmente Alice,
diretta verso l’ignoto, e la ricomparsa del libro in Matrix
Resurrections ricorda a Neo quando è stato liberato la prima
volta.
Chi è il personaggio di Priyanka
Chopra?
Il proprietario del libro
non è altri che Priyanka Chopra, che interpreta un personaggio
attualmente senza nome in Matrix Resurrections. Mentre il terapista
di Neil Patrick Harris indossa occhiali blu, gli occhiali di questa
donna sono colorati di rosso, il che suggerisce che può aiutare Neo
a scoprire la verità, e il suo libro ne è un’ulteriore prova. Se
Chopra sta aiutando Keanu Reeves, questo supporta le teorie secondo
cui interpreterà una versione precedente di Sati, la giovane che ha
riavviato Matrix alla fine di Matrix Revolutions, e il nuovo
Oracolo. E se Chopra sta interpretando Sati, questo suggerirebbe
che è lei il nuovissimo Oracolo.
Neo è un vecchio
La sequenza successiva di
rapide inquadrature nel trailer di Matrix Resurrections, totalmente
ambigui ma visivamente sbalorditivi, è Neo in piedi di fronte a uno
specchio, che riflette una figura molto diversa. Questa immagine
potrebbe dimostrare che Keanu Reeves non sta realmente
interpretando Neo, ma un costrutto di Matrix che imita i tratti del
Prescelto. Questo spiegherebbe il libro “Blank Slate” nell’ufficio
del terapeuta, spiegherebbe il ritorno di Neo dalla morte e anche
la sua memoria “persa”.
È ora di prendere la pillola
rossa
La prima vera inquadratura
di Yahya Abdul-Mateen II come probabile Morpheus vede l’attore che
era stato interpretato da Laurence Fishburne offrire a Neo la
pillola rossa, mentre gli dice “è ora di volare”. Così come il
personaggio di Priyanka Chopra, anche Abdul-Mateen indossa una
maglietta rossa, suggerendo che ha a che fare con la realtà e non
con la matrice.
Il personaggio di Jessica Henwick
in Matrix 4
Il prossimo volto nuovo nel
trailer di Matrix Resurrections è quello di Jessica Henwick.
Sebbene non conosciamo ancora il nome del suo personaggio, Henwick
funge da guida, informazione indicata dal suo tatuaggio del
coniglio bianco. A Neo è stato detto di “seguire il coniglio
bianco” in Matrix, e ha trovato un tatuaggio che alla fine lo ha
attirato verso Trinity. Henwick offre a Neo la “verità” e lo
conduce attraverso una porta dietro la quale c’è una luce intensa,
ma allo stesso tempo i suoi capelli blu potrebbero indicare la sua
appartenenza ai “cattivi”. Il personaggio di Henwick è una
doppiogiochista? Diventerà la risposta del 2021 a Cypher, che ha
tradito Morpheus nel film originale?
Neo attraversa lo specchio
Gli specchi sono ovviamente
molto importanti in Matrix Resurrections, anche se è troppo presto
per dedurre il loro pieno significato tematico. A livello pratico,
tuttavia, il riflesso dello specchio funge da portale tra le
diverse aree di Matrix. Henwick porta Neo attraverso una porta sul
tetto in un ristorante di lusso, e la scena successiva mostra uno
specchio che collega un teatro a una carrozza di un treno. Il
riflesso increspato è un’altra immagine riciclata del 1999. Dopo
aver preso la sua prima pillola rossa, Neo ha toccato uno specchio
liquido e il suo avatar digitale è stato consumato dal liquido.
Trinity è il motivo per cui Neo è
ancora vivo?
Yahya Abdul-Mateen dice a
Neo “l’unica cosa che conta per te è ancora qui” e questa è
probabilmente la battuta più rivelatrice del trailer. Implica che
Trinity rimane parte di Matrix dopo la sua morte in Matrix
Revolutions, e Neo in qualche modo è tornato alla simulazione in
cerca di lei. Questo spiegherebbe perché Neo può svegliarsi nel
mondo reale ma apparentemente sceglie di tornare, e anche perché il
prescelto è tornato ad essere Thomas Anderson – perché altrimenti
come potrebbe vedere Trinity nel mondo reale?
Neo e Trinity si ricordano a
vicenda
Dopo aver guardato il
bancone del caffè, Neo e Trinity sembrano finalmente ricordarsi
l’un l’altro in questo romantico scambio. I teneri tocchi di Neo
dimostrano che i suoi ricordi dell’amorevole Trinity sono tornati.
Ma mentre la camera ingrandisce sui loro volti, possiamo vedere
Trinity che suda (?) Codice matrice verde. Una possibile
spiegazione è che Neo stia toccando una proiezione, ma gli 1 e gli
0 che trapelano potrebbero anche dimostrare che la Trinity di
Matrix Resurrections è un costrutto di Matrix, non resuscitato come
suggerisce il titolo del film.
Neo e Morpheus tornano al dojo
Ancora un’altra scena
ricreata da Matrix, Keanu Reeves e Yahya Abdul-Mateen si affrontano
in un dojo di addestramento, probabilmente con l’intenzione di
risvegliare i poteri di Neo. Mentre duellano, Abdul-Mateen accenna
alla familiarità con Neo, aggiungendo elementi che sostengono il
fatto che sia davvero lui un “giovane Morpheus”. Neo finisce per
distruggere l’arena, dimostrando così che le sue piene abilità di
Prescelto sono tornate.
La città delle Macchine è viva e
vegeta
Se le batterie umane viste
in precedenza non fossero una conferma sufficiente, Matrix
Resurrection mostra Machine City, altrimenti nota come 01, che
prospera con le sue gigantesche fonti di energia in piena attività.
La vista è un’ulteriore prova che le Macchine hanno o rinnegato il
loro accordo con Neo, o trovato qualche scappatoia per soggiogare
l’umanità senza rompere la tregua.
Neo vs. Jonathan Groff?
In una breve scena,
assistiamo a una pistola puntata alla testa di Neo da un nemico
fuori fuoco. L’aggressore non identificato assomiglia
sospettosamente al personaggio di Matrix Resurrections interpretato
da Jonathan Groff, a cui diamo un’occhiata più da vicino a fine
trailer. Chiunque sia il cecchino, mettere in ginocchio Neo non è
un’impresa da poco, quindi siamo sicuri che l’antagonista del film
sarà molto molto potente.
Lo specchio liquido di Morpheus suggerisce la sua storia
passata
Continuando con il tema
dello specchio di Matrix Resurrections, il
personaggio di Yahya Abdul-Mateen tocca una lastra di vetro liquido
in un bagno, apparendo sorpreso quando questo si increspa. Data la
sua sorpresa, questa scena potrebbe rappresentare la storia delle
origini di Morpheus, il momento in cui è stato strappato da Matrix
e portato nella realtà. Non solo questo spiegherebbe la
sostituzione di Laurence Fishburne, ma Matrix Resurrections
potrebbe anche raccontare un ciclo temporale in cui Neo libera
Morpheus, che
libera Neo, che libera Morpheus, che libera Neo…
Il vero potere di Neo e
Trinity
Quando Neo e Trinity si
stringono la mano (dopo aver ricordato chi sono, presumibilmente),
una potente luce che si sprigiona da quel contatto fa volare una
folla di nemici per aria. Invece di calci e pugni e abilità
sovrumane, sembra che il loro vero potere derivi dal loro contatto
in Matrix Resurrections. Interessante è anche il
modo in cui la luce di Neo sostituisce le sue solite abilità. Usa
questo bagliore per fermare i proiettili, sia qui che in precedenza
nel trailer, ma perché i poteri di Neo sono cambiati, rimane un
mistero per ora.
Il cattivo di Jonathan Groff: chi
è?
Il trailer Matrix
Resurrections si conclude con un’introduzione, presumibilmente, del
cattivo principale del film. Interpretato da Jonathan Groff, l’uomo
fa direttamente riferimento a Matrix e dice a Neo che è tornato
“dove tutto è iniziato”. Le voci suggerivano che Groff avrebbe
potuto interpretare un nuovo agente Smith (con Hugo Weaving che
affermava di non essere coinvolto), ma il suo senso della moda e il
suo modo di parlare si avvicinano maggiormente a quelli
dell’architetto, idea avvalorata dall’eleganza dell’ambiente in cui
si trova e dalla sua conoscenza della differenza tra Matrix e la
realtà. Da notare anche come i capelli tinti di blu di Groff
proseguano il tema del colore mostrato in Matrix Resurrections.
Sebbene il cattivo faccia riferimento al ritorno di Neo in Matrix
come Thomas Anderson, la linea di Groff funziona anche a un meta
livello. Dopo tutti questi anni,
Keanu Reeves (e Lana Wachowski, ma anche tutti noi) sono
tornati al punto in cui tutto è iniziato: Matrix.
Universal Pictures
ha diffuso il nuovo trailer italiano ufficiale di Ultima
notte a Soho, l’atteso nuovo film del regista
Edgar Wright. Il nuovo misterioso thriller con
Anya Taylor-Joy, Thomasin Harcourt McKenzie
e Terence Stamp. Scritto da Edgar Wright e
Krysty Wilson-Cairns.
Il thriller psicologico Ultima
notte a Soho realizzato da Edgar Wright segue le
vicende di una giovane ragazza, appassionata di moda, che
misteriosamente scopre il modo di trovarsi negli anni ’60, dove si
imbatte nel proprio idolo, un’affascinante cantante che spera di
sfondare. Ma Londra negli anni ’60 non è sempre come appare e le
cose sembrano andare a rotoli con preoccupanti conseguenze…
Black Widow, il film Marvel Studios che esplora il passato di
Natasha Romanov (Scarlet
Johansson) prima degli eventi di Avengers: Infinity War, sarà disponibile dal 14
settembre in Blu-Ray, DVD e 4K UHD. Oltre alle spettacolari
sequenze del film, i formati Blu-Ray e 4K UHD includono anche 9
scene eliminate, gli errori sul set e gli esclusivi approfondimenti
con i filmmaker.
In Black Widow, quando viene alla luce un pericoloso
complotto, Natasha Romanoff alias Black Widow (Vedova Nera) si trova ad affrontare
il lato più oscuro del suo passato. Inseguita da una forza che non
si fermerà di fronte a nulla per distruggerla, Natasha dovrà fare i
conti con il suo passato da spia e con le relazioni che ha lasciato
dietro di sé molto prima di diventare un Avenger.
Scarlett Johansson torna a interpretare Natasha/Black Widow,
Florence Pugh interpreta Yelena, David Harbour è Alexei/The Red
Guardian e Rachel Weisz è Melina. Diretto da Cate Shortland e
prodotto da Kevin Feige, Black Widowè il primo film della
Fase Quattro dell’Universo Cinematografico Marvel.
CONTENUTI
EXTRA:
Le Sorelle Risolveranno Tutto –
Questa featurette mostra Scarlett e Florence mentre si allenano,
combattono e costruiscono quel legame che le renderà sorelle in
Black Widow. Cast e filmmaker analizzano i personaggi, i
rigorosi allenamenti e le dinamiche che hanno portato alla
costruzione del coraggioso duo;
Vai Alla Grande Se Vai a Casa –
Approfondimento che mostra la dimensione e la portata del film
dedicato alla Vedova Nera. Girato in location sparse in tutto il
mondo, il film tiene insieme temi legati alla famiglia e al genere
drama attraverso sequenze cariche d’azione. Cast e filmmaker
ripercorrono le difficoltà incontrate dagli stuntman durante le
scene mozzafiato del film;
Papere – Alcuni dei più
divertenti incidenti sul set del film;
Scene Eliminate:
Supermarket – Natasha entra in un
supermarket per prepararsi al suo viaggio in Norvegia. Dopo un
lungo tragitto in macchina, arriva a destinazione: una misteriosa
roulotte sperduta nel nulla;
Inseguimento in bici – Inseguite
dai nemici, Natasha e Yelena sfrecciano nella città cercando di far
perdere le loro tracce;
Lotta nel gulag – Alexei combatte
contro numerosi nemici e sta per avere la peggio. Ma quando tutto
sembra finito, Natasha arriva in suo soccorso;
Smile – Quando in un momento di
alta tensione viene attivato il protocollo Taskmaster, un iconico
casco fa la sua comparsa;
Seguitemi – Il Segretario Ross e
Mason scoprono un importante messaggio lasciato da Natasha;
Cammina e parla – Alexei e Melina
hanno uno scambio molto acceso. Arriva Taskmaster che si batte con
Alexei;
L’allenamento delle Vedove Nere –
Yelena e Alexei si svegliano in trappola. Melina è alle prese con
le fiale di Taskmaster e le Vedove Nere si allenano;
Il bacio – Alexei e Melina si
riuniscono dopo l’azione. Nel terribile epilogo della scena,
Natasha si dispera per una perdita prematura;
Ohio – Natasha rivive la vita
spensierata nella provincia dell’Ohio attraverso i bambini del
quartiere.
Amazon Prime Video ha diffuso il teaser
trailer di Encounter in uscita su Prime Video il
10 dicembre 2021.
Diretto da Michael
Pearce scritto da Joe Barton e Michael
Pearce con protagonisti Riz Ahmed,
Octavia Spencer, Rory Cochrane, Lucian-River Chauhan e
Aditya Geddada.
Encounter, la trama
Un Marine decorato parte in una
missione per salvare i suoi due figli da una misteriosa minaccia.
Man mano che il loro viaggio li conduce in situazioni sempre più
pericolose, i ragazzi dovranno lasciarsi l’infanzia alle
spalle.
L’uscita nelle sale è fissata per il
22 dicembre 2021, e negli USA in contemporanea su HBO Max. Il nuovo
capitolo del franchise sarà diretto da Lana Wachowski. La sceneggiatura del film è
stata firmata a sei mani con Aleksandar Hemon e David Mitchell.
Matrix Resurrection: l’official
trailer 1 del film di Lana Wachowski
ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU
SHANG-CHI E LA LEGGENDA DEI DIECI ANELLI!!!
Ecco tutti gli Easter Eggs e i
riferimenti ai fumetti e al MCU presenti in Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, il
cinecomic che ha ufficialmente introdotto nell’universo condiviso
il primo supereroe asiatico della Marvel.
Il Divoratore di Anime
Pensavate che quella
gigantesca creatura simile a un drago – soprannominata “Divoratore
di Anime” – fosse solo un mostro creato a caso per stravolgere
l’atto finale del film? Bene, sappiate che non è così! Questo
cattivo proviene direttamente dai fumetti, anche se sono state
apportate alcune modifiche per il suo debutto sul grande
schermo.
Sulla carta, il Divoratore di Anime
è uno dei Signori della Paura e afferma di essere il cugino di
Incubo (con grande disappunto da parte del celebre nemico di
Doctor Strange). Migliaia di anni fa, è stato
coinvolto in una guerra con Atlantide e ha persino legami con gli
Eterni e i Devianti; tuttavia, ai giorni nostri, è principalmente
un nemico di Strange e ha persino ottenuto un corpo robotico non
molto tempo fa. In definitiva, è possibile affermare che è stato
utilizzato abbastanza nel film.
Il Blip
Alla fine di Avengers: Infinity War, Thanos ha
fatto sparire metà dell’universo. Hulk ha invertito la conseguenze
del suo piano in Avengers: Endgame, ma
Shang-Chi non menziona nella maniera più assoluto
l’evento. Non sappiamo, dunque, se Shang-Chi, Katy e Wenwu siano
state vittime del Blip.
Tuttavia, si può vedere il
protagonista passare davanti ad alcuni cartelli sbrindellati che
pubblicizzano aiuti in favore delle persone colpite, mentre Shaun e
gli amici di Katy affermano di vivere in un mondo in cui “metà
della popolazione può scomparire da un momento all’altro”. Gli
eventi di questi ultimi due film degli Avengers sono ancora vividi
nella mente delle persone, ma a questo punto è chiaro che non si
tratta più di qualcosa che necessariamente deve essere tirato in
ballo in ogni film del MCU.
Ta-Lo
Anche Ta-Lo dovrebbe essere
familiare ai fan dei fumetti… a patto che si abbia una buona
memoria. In realtà, non è un luogo che è stato particolarmente
esplorato dopo aver debuttato nelle pagine di “Thor #301” degli
anni ’80. Si tratta di uno dei Regni Divini: esiste anche in una
piccola dimensione “tascabile” adiacente alla Terra ed è la casa
degli Xian.
Nonostante la storia spesso problematica della Marvel Comics con la cultura cinese, Ta-Lo è
stato introdotto come il più alto dei 36 cieli degli dei cinesi,
decisamente più in linea con l’attuale mitologia cinese (a
differenza del Mandarino e di Fin Fang Foom). Come il Ta-Lo che
vediamo in Shang-Chi e la Leggenda
dei Dieci Anelli, è abitato da molte creature mitologiche.
Non possiamo fare a meno di pensare a quanto sarebbe facile per i
Marvel Studios introdurre ora
K’un-Lun…
Il Golden Daggers
La sorella di Shang-Chi, Xialing, potrebbe non essersi
guadagnata il rispetto di suo padre, ma ha creato un fight club di
successo noto come Golden Daggers, situato a Macao. Le persone sono
in grado di scommettere sulle battaglie che si svolgono lì e la
maggior parte dei lottatori sembrano essere individui con
superpoteri.
Il
Golden Daggers esiste nei fumetti, ma in realtà è un’organizzazione
criminale gestita dalla sorella di Shang-Chi, Leiko (su cui si basa
il personaggio di Xialing). Ha deciso di fondare il gruppo nel
tentativo di rivaleggiare con l’impero dei Dieci Anelli del padre,
quindi è facile capire cosa i Marvel Studios abbiano preso in
prestito dai fumetti. Leiko, alla fine, diventa cattiva, ma resta
da vedere se sarà questo anche il caso di Xialing, ora che è
responsabile dei Dieci Anelli dopo la morte di Wenwu.
Il braccio di Bruce Banner
Shang-Chi presenta due
scene post-credits. Nella prima scena durante i titoli di coda,
Smart Hulk è tornato ad essere Bruce Banner. Tuttavia, il suo
braccio è ancora malconcio. Non sappiamo cosa lo abbia portato a
scegliere di tornare al suo stato umano, ma al di là di ciò, il
danno fatto dalle Gemme dell’Infinito è ancora evidente.
Non possiamo fare a meno di pensare
che tutto ciò sarà esplorato più da vicino nella serie She-Hulk, e dato lo stato pietoso in cui si
trovava Thanos quando gli eroi più potenti della Terra lo
trovarono, è forse normale essere preoccupati per il futuro di
Bruce…
Un volto familiare di Spider-Man:
Homecoming
Durante la superba
battaglia sull’autobus per le strade di San Francisco, vediamo un
volto familiare del MCU. Sebbene abbia avuto solo un
ruolo davvero minore in Spider-Man: Homecoming, siamo
certi che molti fan hanno riconosciuto in Shang-Chi
l’attore Zach Cherry, che in Homecoming ha interpretato un
venditore ambulante di New York senza nome. Presumibilmente, il suo
Klev in Shang-Chi e quel venditore in Homecoming
dovrebbero essere lo stesso personaggio.
Tuttavia, non siamo sicuri di quale
sia il vero scopo di questo cameo. A questo punto, non possiamo
fare a meno di chiederci dove apparirà in futuro: in Ant-Man and The Wasp:
Quantumania, forse? Indipendentemente da ciò, vale anche
la pena notare che nella lotta sull’autobus Shang-Chi usa la sua
giacca, un probabile riferimento alla propensione di Jackie Chan a
fare lo stesso nelle sue numerose battaglie di arti marziali.
Alcuni combattenti… familiari
Durante la sequenza
ambientata al Golden Daggers, è possibile intravedere la bandiera
di Madripoor dipinta su un muro (Sharon Carter, il Power Broker del
MCU, avrà quasi sicuramente
qualcosa da ridire sull’emergere dei Dieci Anelli guidati da
Xialing). Tuttavia, sono i combattenti del fight club a catturare
l’attenzione.
Abominio è ovvio, poiché lo vediamo
combattere Wong in quello che sembra essere un esercizio di
addestramento prima di tornare in prigione. Altrove, vediamo uno
dei soldati potenziati da Extremis di Iron
Man 3 che forse è riuscito a sopravvivere per tutto questo
tempo o magari è stato sperimentato da qualcun altro che utilizzava
la tecnologia. Quel personaggio senza nome può essere visto anche
mentre combatte contro una delle vedove di Black Widow, ossia “Helen”, interpretata da
Jade Xiu.
Death Dealer
Death Dealer non parla mai
in Shang-Chi, ma vediamo che è sia un abile combattente
che il responsabile dell’addestramento dell’eroe eponimo quando era
giovane. È chiaro che c’è molto odio tra questi due personaggi
(forse Death Dealer era geloso del rapporto tra Shang-Chi e suo
padre?). Tuttavia, questo non è qualcosa che il film esplora, a
parte il momento in cui Shang-Chi decide quasi di pugnalarlo alla
fine dell’epica battaglia sull’impalcatura.
Per quanto riguarda la controparte
dei fumetti di questo cattivo, Li Ching-Lin era un agente dell’MI6
che lavorava segretamente per il padre di Shang-Chi, Fu Manchu. In
seguito fu chiamato Death Dealer e divenne una minaccia ricorrente
nel mondo degli eroi. Avrebbe dovuto essere preservato per un ruolo
molto più ampio? Forse.
Iron Man 3
Iron Man 3 ha rivelato che Il Mandarino era, in
realtà, un attore inglese con problemi di alcol, assunto da Aldrich
Killian dell’AIM per fingersi il leader dei Dieci Anelli. Nel corto
della serie “Marvel One-Shot” dal titolo All
Hail The King, Trevor è evaso di prigione grazie al vero
Mandarino, e in Shang-Chi apprendiamo che Wenwu aveva
pianificato di ucciderlo. Tuttavia, dopo aver intrattenuto gli
uomini del cattivo attraverso la sua recitazione, è stato usato…
beh, come una specie di giullare.
Wenwu
fa riferimento anche agli eventi di Iron Man 3,
confermando di non aver avuto alcun ruolo nel piano di Killian e
prendendo in giro gli americani per aver avuto paura di un uomo che
prende il nome da un albero da frutto. Rivela anche alcuni dei suoi
veri appellativi, tra cui Re Guerriero, maestro Khan e Uomo più
pericoloso della terra. Maestro Khan è stato utilizzato dal
Mandarino dei fumetti per un po’ di tempo, ma nel MCU è facile credere che Wenwu e
Gengis Khan fossero, in effetti, la stessa
persona.
Dove ci colloca il film nella timeline del MCU?
Non abbiamo ancora un’idea precisa di come tutti i film della
Fase 4 del MCU ci collocheranno nella nella
timeline. Tuttavia, abbiamo un’idea approssimativa di dove si
colloca Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli. Wenwu
sottolinea che il cancello di Ta-Lo si apre solo a Qingming Jie, il
giorno della Festa cinese che si svolge il 4 aprile
2024.
Poiché questo film è ambientato dopo gli eventi di
Avengers: Endgame, supponiamo che sia ancora il 2024, e
questo probabilmente ci permette di collocare Shang-Chi
dopo gli eventi di WandaVision, ma prima di quelli di
The Falcon and the Winter
Soldier e Spider-Man: Far From Home. Se
ciò sia davvero importante è chiaramente oggetto di dibattito,
soprattutto perché molte di queste storie sembrano avere luogo
nello stesso momento. Tuttavia, è un dettaglio interessante che per
alcuni vale la pena conoscere.
Gabriele
Mainetti è tornato. L’attesa è stata sfibrante: nel 2015
Lo chiamavano Jeeg Robot era stato un successo
clamoroso ricevendo valanghe di riconoscimenti, facendo accedere
Ilenia Pastorelli al
fatato mondo del cinema (e dei David di Donatello), e
confermando una volta in più la sacralità folle delle doti
attoriali di Luca Marinelli, così come di Claudio
Santamaria – per quanto, quest’ultimo, imbolsito e con
l’occhio a mezz’asta, sfruttato in chiave positiva, da eroe ruvido
ma dal cuore di panna.
Freaks (sono) out!
Freaks
Out è una tra le gemme del cinema italiano in Concorso
a Venezia alla 78esima Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica, e regala uno spettacolo pirotecnico, proprio come
il “Circo Mezzapiotta” di Israel (Giorgio
Tirabassi), che non si risparmia in luci, colori e
bagliori di fuliggine volante.
Avvalendosi, infatti,
sempre della scrittura di Nicola Guaglianone,
Gabriele Mainetti confeziona un fantasy
intensamente nostrano, ma con l’intelligenza e l’acume
dell’elaborazione e la mescolanza di una tecnologia decisamente ben
utilizzata, che volge lo sguardo anche verso il cinema del resto
del mondo.
Freaks
Out parla in maniera perfetta e ritmata di un gruppo
di scalcagnati – neanche a dirlo – romanacci d.o.c., che fanno
parte, appunto, del “Circo Mezzapiotta” di proprietà di Israel.
Cencio (Pietro
Castellitto), Fulvio (Claudio
Santamaria), Matilde (Aurora
Giovinazzo) e Mario (Giancarlo Martini)
sono quattro adorabili fenomeni da baraccone, amati come figli dal
loro presentatore e gestore d’esibizioni itineranti, che possiedono
però realmente dei poteri soprannaturali e che diventeranno, loro
malgrado, oggetto d’interesse di un malvagio nazista che prevede il
futuro (Franz Rogowski), a sua volta a capo di un
sanguinario circo tedesco.
L’ambientazione storica di
Freaks Out
Perché, a condimento di
tutto questo fantastico carrozzone, il contesto scelto dagli autori
è il 1943, anno di grande sofferenza e rastrellamenti, che
subiranno tutti i protagonisti della nostra storia, soprattutto per
le qualità che li contraddistinguono. E in effetti quasi ogni
personaggio del film con cui si entra in contatto è caratterizzato
da qualcosa per certi aspetti di orrorifico, dunque le persecuzioni
naziste, dopotutto, simboleggiano tutto ciò che in assoluto si
vorrebbe distruggere, quando non rientra entro i ranghi
dell’accettabilità. Ma non è certo solo questo ad interessare al
regista.
Tutta l’architettura di
Freaks
Out rappresenta in realtà lo spasso di un ragazzo che
mette insieme i suoi supereroi, inserendoli in un ambiente a lui
caro e conferendogli quel giusto senso di “imbranatezza” che
soltanto noi, da bravi italiani un po’ malandati, possiamo
conoscere. E nel farlo si diverte un mondo.
Mainetti è un creatore
che ha colto l’essenza di come unire l’utile al dilettevole: ciò
che si desidera fortemente mettere in scena partendo, però, dalla
precisa consapevolezza di chi si è personaggi un po’ storti,
bucherellati, ma tremendamente geniali, simpatici e passionali.
Personaggi passionali e “storti”
Tant’è che un altro degli
elementi che fa perdutamente innamorare del film, è l’ardore
traboccante che trasuda sempre dai suoi protagonisti, anche i
cattivi. Il desiderio scalpitante, continuo, che muove ogni
interprete della storia: partendo dalla voglia di giustizia,
d’amore, di conquista del mondo o dell’attenzione del proprio
fratello, ognuno freme per arrivare ad agguantare ciò che
agogna.
E il regista sa
raccontarlo con un’efficacia così fluida, da renderla vera e
incredibilmente attraente. Perché se c’è una cosa che questi
supereroi conoscono bene, è la difficoltà a convivere con
l’ingombro di loro stessi. Ed così perfetto quando nella scrittura
di una storia si combinano insieme l’impaccio e la bellezza,
l’artista con l’arte, senza rinunciare mai ai difetti, agli aspetti
– naturalmente – un po’ freak.
La spettacolarità del
cinema italiano incarnato dalla seconda opera di Gabriele
Mainetti, racconta la scaltrezza del non rigettare mai
quel che sembra malconcio, ma incorniciarlo con attori che siano
dei fuoriclasse, una fotografia e dei suoni calibrati e studiati al
millimetro, e da lì far iniziare la magia.
Paul Schrader, che di recente ha presentato a
Venezia
78 il suo ultimo film, Il collezionista di carte, condivide con Martin Scorsese una longeva collaborazione,
essendo stato sceneggiatore di moltissimi dei film del regista
italo americano, tra cui Taxi Driver, Toro scatenato e
L’ultima tentazione di Cristo.
Eppure, i due sembrano avere una
visione diametralmente opposta in merito a ciò che si può
considerare o meno “cinema”. Il riferimento è, ovviamente, alle
dichiarazioni di Scorsese del 2019, quando in occasione della
promozione di The
Irishman dichiarò che, dal suo punto di vista, i film
Marvel “non sono cinema”.
Come ben sappiamo, i commenti di
Scorsese ebbero un’ampissima risonanza, aprendo la strada ad un
dibattito particolarmente accesso che vide scendere in campo
tantissime altre personalità di Hollywood, tra registi, attori e
sceneggiatori, come ad esempio Francis Ford Coppola e James Gunn.
Ora, in una recente intervista con
GQ,
Paul Schrader ha avuto la possibilità di
commentare proprio quelle dichiarazioni di Martin Scorsese in merito ai film di
supereroi, dichiarando che, dal suo punto di vista, i film Marvel “sono cinema”.
“Sono cinema esattamente come lo
sono quei video di gattini su YouTube”, ha spiegato. “È di
certo sorprendente che quello che un tempo consideravamo come
intrattenimento per adolescenti sia oggi diventato il genere
dominante al box office. Ogni generazione si forma attraverso
strumenti differenti, che possono essere la letteratura, il teatro,
la televisione, le scuole di cinema. Oggi abbiamo una generazione
che si forma attraverso i videogiochi e i fumetti.”
“Non sono i registi ad essere
cambiati, è il pubblico che è cambiato. E quando il pubblico
preferisce guardare film meno impegnati, allora è molto, molto
difficile realizzarne uno”, ha aggiunto Schrader. “Negli
anni ’50, ’60, ’70 abbiamo realizzato diversi film che trattavano
questioni sociali. E hanno avuto anche un discreto successo
finanziario, perché il pubblico li voleva vedere. Poi qualcosa è
cambiato a livello culturale. Quella tipologia di film vengono
ancora realizzati, ma non rappresentano più il centro della
conversazione.”
Eternals
introdurrà finalmente il gruppo di antichi alieni nel MCU, potenti esseri simili a
divinità che esistono sulla Terra da migliaia di anni. I vari
trailer hanno già spiegato perché gli Eterni non sono intervenuti
nella lotta contro Thanos, ma ora c’è un altra domanda che rimbomba
nella mente dei fan: dove si colloca esattamente il film nella
timeline dell’universo condiviso?
Il trailer finale del film sembrava
suggerire che fosse ambientato poco dopo gli eventi di Avengers:
Endgame, perché a quanto pare l’uso da parte di Hulk
del Guanto dell’Infinito ha rilasciato un bagliore di energia
cosmica che ha innescato “l’Emergenza” che ha spinto gli Eterni ad
uscire allo scoperto. Tuttavia, sembra che ciò non corrisponda
precisamente alla verità.
In una recente intervista con Empire
(via
Screen Rant), il produttore Nate Moore ha finalmente svelato il
posizionamento definitivo di Eternals nella
timeline del MCU. Secondo quanto dichiarato da
Moore, il film di Chloé Zhao si svolge “più o
meno nello stesso periodo di Spider-Man: Far From Home, con il
mondo in fase di ripresa in seguito all’attacco di Thanos e il
ritorno di metà della popolazione mondiale alla vita”.
Avengers:
Endgame ha visto gli eroi sopravvissuti ripristinare metà
delle vite nell’universo, ed è ambientato nell’ottobre 2023, mentre
Spider-Man:
Far From Home è ambientato diversi mesi dopo, cioè
nell’estate 2024. Apparentemente, è passato un po’ di tempo tra
l’uso da parte di Hulk del Il Guanto dell’Infinito e la misteriosa
“Emergenza” che ha attirato l’attenzione degli Eterni.
Eternals,
il terzo film della Fase Quattro dell’Universo Cinematografico
Marvel diretto dalla regista vincitrice dell’Academy
Award Chloé Zhao, arriverà il 3 novembre
nelle sale italiane. Il film targato Marvel StudiosEternals presenta
un nuovo team di supereroi dell’Universo Cinematografico
Marvel: l’epica storia, che abbraccia migliaia di anni, mostra
un gruppo di eroi immortali costretti a uscire dall’ombra per
unirsi contro il più antico nemico dell’umanità, The Deviants.
Il cast del film
comprende Richard
Madden, che interpreta l’onnipotente
Ikaris; Gemma
Chan, che interpreta Sersi, amante
dell’umanità; Kumail
Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del
cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la
velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che
interpreta l’intelligente inventore Phastos;Salma
Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale
Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite,
eternamente giovane e al tempo stesso piena di
saggezza; Don Lee, che interpreta il
potente Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario
Druig; e Angelina
Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera
Thena.Kit
Harington interpreta Dane Whitman.
La Fase 4 del
MCU ha introdotto, e continuerà a introdurre,
tre nuove armi che potrebbe rivelarsi più potenti del Mjolnir di Thor. Ma quali sono? Vediamole nello
specifico.
La prima arma è rappresentata,
ovviamente, dai Dieci Anelli di Shang-Chi
introdotti ufficialmente nel
film di Destin Daniel Cretton attualmente nelle nostre sale. Si
tratta di reliquie aliene immensamente potenti, che nei fumetti –
così come nel film,
nonostante il redesign – vengono brandite dal Mandarino. Gli
anelli vengono descritti come “più forti di qualsiasi altra cosa
nell’universo”. Nei fumetti, non viene mai esplicitato che sono più
potenti del Mjolnir, ma è sembra proprio che lo saranno, invece,
nel MCU.
Passiamo poi alla Lama
d’Ebano, che verrà introdotta nell’attesissimo Eternals
attraverso il personaggio di Black Knight, interpretato da
Kit Harington. Nei fumetti, Black Knight brandisce un’arma
incredibilmente potente, chiamata appunto Lama d’Ebano, che è stata
realizzata da una meteora caduta sulla Terra durante il Medioevo.
La versione a fumetti della spada è dotata di diversi poteri
alquanto impressionati, inclusa la capacità di deviare la maggior
parte della magia, tagliare quasi tutto e persino impedire che chi
la impugna muoia. Tuttavia, è anche “segnata” da una maledizione
mortale, che tende nel tempo a corrompere lentamente il suo
possessore.
Infine, abbiamo
All-Black, la necro-spada che potrebbe essere
introdotta in Thor: Love and
Thunder e che dovrebbe essere brandita da Gorr il
macellatore di dei, il villain interpretato da
Christian Bale. Assassino assetato di sangue deciso a
distruggere tutti gli dei, Gorr è salito al potere per la prima
volta proprio dopo aver conquistato All-Black, che in precedenza
era stata brandita da Knull, il Re in Nero. La spada contiene il
potere degli stessi Celestiali, in grado di uccidere qualsiasi cosa
e persino di evocare potenti magie oscure. Se il Gorr del MCU brandirà davvero la medesima
spada, allora è quasi certo che il potente oggetto avrà
ripercussioni per la futura Fase 4 del MCU su larga scala.
Di recente Zachary Levi è stato ospite del Dragon Con
2021, durante il quale ha avuto la possibilità di rivelare numerosi
dettagli in merito alla sua esperienza con i Marvel Studios (in riferimento al
ruolo di Fandral nel franchise di Thor) e con la DC
Films (l’attore spera prima o poi di vedere uno
scontro tra Shazam e Black Adam).
Oltre a ciò, Levi ha anche rivelato
che il personaggio dei fumetti che ha sempre voluto interpretare,
in realtà, è Deadpool. Ammettendo candidamente di essere
“geloso” di Ryan Reynolds, l’attore ha in realtà elogiato
la performance del collega e ha anche rivelato quale altro
personaggio dell’universo Marvel gli sarebbe piaciuto
interpretare.
“Per anni ho voluto essere
Deadpool. Ero così geloso di Ryan”, ha detto Zachary Levi. “Quando vedi qualcuno fare
una cosa che tu sognavi di fare da tempo così bene, non puoi che
complimentarti. Sarebbe divertente interpretare Reed Richards.
Tuttavia, non mi va di pensare più a queste cose perché sento che
il ruolo di Shazam è quello giusto per me. Il fatto che io abbia la
possibilità di interpretarlo è già un sogno. È così divertente. È
un personaggio che ha un DNA completamente diverso rispetto agli
altri supereroi.”
Mentre Reynolds si sta preparando
per il suo ritorno trionfale nei panni di Deadpool per il MCU, è interessante vedere che Levi
ha citato Reed Richards, ossia il Mr. Fantastic dei Fantastici
Quattro. Come dimostra il ritorno di Gemma Chan in Eternals,
è possibile che un attore possa interpretare due ruoli differenti
nell’universo condiviso se i registi e i Marvel Studios credono che sia
giusto per quella determinate parte. Solo il tempo dirà chi la
Marvel sceglierà, alla fine, per il
film dei Fantastici Quattro, che si tratti di Levi, del
preferito dai fan, John Krasinski, o magari di una star meno
conosciuta.
ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU
SHANG-CHI E LA LEGGENDA DEI DIECI ANELLI!
Per molti, il personaggio di Wenwu
di Tony Leung è stato uno degli aspetti più belli
e importanti di
Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, ma ora il
regista Destin Daniel Cretton ha rivealto che il
destino del personaggio, in origine, era molto diverso.
Sebbene il film stabilisca che Il
Mandarino è stato uno spietato conquistatore nel corso della sua
lunga vita, questi tenta di lasciarsi alle spalle il suo passato
criminale quando incontra Jiang Li. Sfortunatamente, la morte di
sua moglie è il motivo scatenante del suo ritorno ai suoi modi
assassini e, spinto dal dolore, alla fine scatena un grande male
sul mondo sotto forma del mostruoso Divoratore di Anime.
La creatura uccide Wenwu, ma non
prima che quest’ultimo riesca a riscattarsi salvando suo figlio e
passandogli in custodia i Dieci Anelli. Alcuni fan sono rimasti
delusi nel vedere un cattivo così complesso e carismatico messo già
da parte, e di recente Cretton ha confermato che, effettivamente,
Wenwu doveva sopravvivere agli eventi del film in una prima bozza
della sceneggiatura.
“Alcune cose funzionano e altre
no”, ha spiegato il regista a
ET Online. “Siamo costantemente alla ricerca della versione
della storia che sembri il più autentica possibile per i
personaggi. Voglio dire, anche se questi personaggi operano ad un
livello molto lirico, ci sono comunque delle cose che senti che non
funzionano. E quella era una di queste cose. Ad ogni modo, lo
sappiamo che nel MCU può succedere di
tutto”.
Vi ricordiamo che nei panni del
protagonista ci sarà l’attore canadese Simu
Liu, visto di recente nella commedia di NetflixKim’s Convenience. Insieme a
lui, nel cast, figureranno anche Tony
Leung nei panni del Mandarino,
e Awkwafina, che dovrebbe interpretare un
“leale soldato” del Mandarino, e se è vero che il villain qui sarà
il padre di Shang-Chi, in tal caso ci sono ottime possibilità che
si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto i fumetti saprà che è la
sorella dell’eroe del titolo e che il suo superpotere è
l’ipnosi.
Sappiamo tutti che Sam
Raimi è subentrato a Scott Derrickson
nella regia di Doctor
Strange in the Multiverse of Madness. Derrickson, che
aveva diretto il primo film, ha deciso di abbandonare il sequel a
causa di alcune “divergenze creative” con i Marvel Studios, e con lui ha deciso di andare
via anche lo sceneggiatore originale del film, C. Robert
Cargill.
Ora, in una recente intervista con
The Hollywood Reporter, il protagonista
Benedict Cumberbatch ha parlato per la prima
volta dell’addio di Derrickson, rivelando di essere stato molto
triste dopo aver scoperto che non avrebbe più lavorato con il
regista e che la Marvel, ovviamente, avrebbe
ingaggiato qualcun altro, pur essendo consapevole che queste cose
sono un po’ all’ordine del giorno quando si tratta di grandi
blockbuster.
L’attore ha anche rivelato che era
sul set di The
Power of the Dog (il nuovo film di Jane Campion presentato
di recente, in Concorso, a
Venezia 78) quando Kevin Feige, il presidente
dei Marvel Studios, lo ha chiamato per
comunicargli la dipartita di Derrickson. “Quando mi è stata
data la notizia, mi è dispiaciuto molto, ma ovviamente non è stata
una mia decisione”, ha detto Cumberbatch. “Ho rispettato
completamente la decisione dello studio, e so che è stato fatto
tutto in maniera molto amichevole. I piani alti mi hanno chiamato e
mi hanno parlato della cosa. Ecco come sono andate le
cose.”
Sebbene Derrickson e Disney abbiano
sperimentato alcune divergenze creative, sembra che la scissione tra le due parti sia stata amichevole,
cosa lasciano intuire le dichiarazioni di Cumberbatch. Sia
Derrickson che la Disney avevano idee diverse per il sequel: alla
fine, è sempre la multinazionale che ha l’ultima parola quando si
tratta dei suoi film; per questo, l’opzione migliore era che
Derrickson lasciasse il posto ad un altro collega.
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Jade
Bartlett e Michael Waldron.
Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno
anche Benedict
Wong (Wong), Rachel
McAdams(Christine
Palmer), Chiwetel
Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl
Gomez (che interpreterà la new entry America
Chavez).
Doctor Strange in the Multiverse
of Madness arriverà al cinema il 25 marzo 2022.
Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo
anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe
apparire in un cameo anche Bruce
Campbell, attore feticcio di Sam
Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in
merito.
Il possibile ritorno di Tobey Maguire e Andrew Garfield in Spider-Man:
No Way Home è diventato l’argomento di
discussione più in voga degli ultimi mesi per quanto riguarda il
mondo dei cinecomics. Nonostante siano in molti a dare per
certa ormai la loro presenza nel film, la realtà è che i Marvel Studios non hanno ancora confermato
nulla, e probabilmente le cose resteranno così fino a quando il
threqueel non arriverà nelle sale.
Ovviamente, tutto ciò mette gli
attori in una posizione alquanto scomoda quando, durante le
interviste, viene chiesto loro del film, e se Maguire, almeno per
ora, è riuscito ad evitare situazioni compromettenti, Garfield al
contrario è già stato interrogato sulla questione più volte.
L’attore è attualmente impegnato con la promozione del suo ultimo
film, The Eyes of Tammy Faye, e di recente si è trovato di
nuovo a dover commentare la sua eventuale presenza nel film di Jon
Watts.
Variety ha riportato una recente dichiarazione dell’attore in
merito, sottolineando che quando gli è stata posta la domanda è
diventato rosso e ha cominciato a ridere. “Capisco perché le
persone stiano impazzendo dietro a tutta questa roba, perché anche
io sono un fan”, ha spiegato Andrew Garfield. “Non puoi fare a meno di
immaginare situazioni e personaggi quando si tratta di questi film.
Ma, per l’ennesima volta, mi tocca ribadire che non sono nel film.
Tuttavia, sono consapevole che qualsiasi cosa dica, ci sono tante
persone che continueranno a pensare che io stia mentendo. Qualsiasi
cosa dica, quindi, sono fregato! Sarà una cosa davvero deludente
per il pubblico o davvero emozionante.”
Il film è diretto
da Jon Watts (già regista
di Homecoming e Far
From Home) e prodotto da Kevin
Feige per i Marvel Studios e
da Amy Pascal per la Pascal Production. Il
film arriverà nelle sale americane il 17 dicembre 2021.
Sarà presentato in concorso a
Venezia 78 oggi un altro film italiano, America
Latina di Fabio D’Innocenzo, Damiano D’Innocenzo prodotto da
The Apartment (Lorenzo Mieli), Vision Distribution, Le Pacte. Nel
cast
Elio Germano, Astrid Casali, Sara Ciocca, Maurizio
Lastrico, Carlotta Gamba, Federica Pala, Filippo Dini, Massimo
Wertmüller
SINOSSI
Latina: paludi,
bonifiche, centrali nucleari dismesse, umidità. Massimo Sisti è il
titolare di uno studio dentistico che porta il suo nome.
Professionale, gentile, pacato, ha conquistato tutto ciò che poteva
desiderare: una villa immersa nella quiete e una famiglia che ama e
che lo accompagna nello scorrere dei giorni, dei mesi, degli anni.
La moglie Alessandra e le figlie Laura e Ilenia (la prima
adolescente, la seconda non ancora) sono la sua ragione di vita, la
sua felicità, la ricompensa a un’esistenza improntata
all’abnegazione e alla correttezza. È in questa primavera
imperturbabile e calma che irrompe l’imprevedibile: un giorno come
un altro Massimo scende in cantina e l’assurdo si impossessa della
sua vita.
COMMENTO DEI REGISTI
Abbiamo scelto
di raccontare questa storia perché, semplicemente, era quella che
ci metteva più in crisi. In crisi come esseri umani, come
narratori, come spettatori. Una storia che sollevava in noi domande
alle quali non avevamo (e non abbiamo, nemmeno a film ultimato)
risposte che non si contraddicessero l’una con l’altra.
Interrogarci su noi stessi è la missione più preziosa che il cinema
ci permette e America Latina prende alla lettera
questa possibilità, raccontando un uomo costretto a rimettere in
discussione la propria identità. Essendo gemelli, anche i nostri
due film precedenti raccontavano storie di famiglie, di senso di
appartenenza, di sangue, ma non ci eravamo mai addentrati così a
fondo nel tema e abbiamo scelto la via per noi più rischiosa: la
dolcezza. La dolcezza e tutte le sue estreme
conseguenze. America Latina è un film sulla luce
e abbiamo scelto il punto di vista privilegiato dell’oscurità per
osservarla.
La consegna
del Leone d’oro alla
carriera a Jamie
Lee Curtis avrà luogo mercoledì 8
settembre nella Sala
Grande del Palazzo del
Cinema (Lido di Venezia), prima della
proiezione fuori
concorso di Halloween
Kills, diretto da David Gordon
Green e interpretato da Jamie Lee
Curtis, presentato da Universal Pictures, Miramax,
Blumhouse Productions e Trancas International
Films. Halloween
Killssarà nelle
sale il 15 ottobre.
DICHIARAZIONE DI JAMIE LEE CURTIS
“Sono
incredibilmente onorata di ricevere questo premio dalla Mostra del
Cinema della Biennale di Venezia”, ha dichiarato Jamie Lee Curtis. “Mi sembra impossibile di
essere stata così a lungo nel mondo del cinema da ricevere un
riconoscimento alla carriera, e che ciò accada oggi,
con Halloween Kills, è particolarmente significativo
per me. Halloween – e il mio sodalizio con
Laurie Strode – ha lanciato e sostenuto la mia carriera, e
rappresenta davvero un regalo il fatto che questi film abbiano dato
vita a un nuovo franchise, amato dal pubblico di tutto il mondo. Il
cinema italiano ha sempre onorato ed esaltato il genere che ha
segnato la mia carriera, così non potrei essere più orgogliosa e
felice di accettare questo premio dalla Mostra di Venezia, da parte
di Laurie e di tutte le coraggiose eroine nel mondo che affrontano
a testa alta ostacoli insormonta
E’ stato presentato in concorso a
Venezia 78 l’attesissimo Freaks
Out di Gabriele Mainetti, il film che vede
protagonisti
Claudio Santamaria, Aurora Giovinazzo,
Pietro Castellitto, Giancarlo Martini, Giorgio Tirabassi, Max
Mazzotta, Franz Rogowski. Tutti presenti sul red carpet
del lido, ecco tutte le foto!
Roma, 1943: Matilde, Cencio, Fulvio e Mario
vivono come fratelli nel circo di Israel. Quando quest’ultimo
scompare misteriosamente, forse in fuga o forse catturato dai
nazisti, i quattro “fenomeni da baraccone” restano soli nella città
occupata. Qualcuno però ha messo gli occhi su di loro, con un piano
che potrebbe cambiare i loro destini… e il corso della Storia.
COMMENTO DEL REGISTA
Freaks
Out nasce da una sfida: ambientare sullo sfondo della
pagina più cupa del Novecento un film che fosse insieme un racconto
d’avventura, un romanzo di formazione e – non ultima – una
riflessione sulla diversità. Per farlo ci siamo avvicinati alla
Roma occupata del 1943 con emozione e rispetto, ma allo stesso
tempo abbiamo dato libero sfogo alla fantasia: sono nati così i
nostri quattro freak, individui unici e irripetibili, protagonisti
di una Storia più grande di loro.
Ecco la nostra intervista ai
protagonisti di Freaks
Out, con Franz Rogowski, Aurora Giovinazzo,
Claudio Santamaria,
Pietro Castellitto, Giancarlo Martini e il regista,
Gabriele Mainetti. Il film arriverà il 24 ottobre
al cinema. Freaks Out è il quarto film italiano in
Concorso a Venezia 78.
Nel cast di Freaks
Outprotagonisti sono
Aurora Giovinazzo,
Claudio Santamaria,
Pietro Castellitto, Giancarlo Martini, con la
partecipazione di Giorgio Tirabassi, Max Mazzotta,
Franz Rogowski.Freaks Out è
prodotto da Lucky
Red e Goon
Films con Rai Cinema, in
coproduzione con Gapfinders (Belgio).
Freaks Out, la trama
Matilde, Cencio, Fulvio e Mario sono
come fratelli quando il dramma della seconda guerra mondiale
travolge Roma. Siamo nel ‘43, nel pieno del conflitto, e la città
eterna ospita il circo in cui lavorano. Israel, il proprietario e
loro padre putativo, scompare nel tentativo di aprire una via di
fuga per tutti loro oltre oceano. I nostri quattro protagonisti
sono allo sbando. Senza qualcuno che li assista ma, soprattutto,
senza il circo, hanno smarrito la loro collocazione sociale
e si sentono solo dei fenomeni da baraccone, “a piede
libero” in una città in guerra.
Presenti all’incontro Renzo
Rossellini, Roberto Petrocchi e il
Preside della Scuola Nazionale di Cinema – Centro Sperimentale di
Cinematografia di Roma, Adriano De Santis.
E’ intervenuto, inoltre,
Francesco Verdinelli, Assessore alla Cultura del
Comune di Calvi dell’Umbria – dove questa estate si è svolto il
Premio Nazionale in onore di Rossellini.
L’Evento di Calvi apre alla
prospettiva di manifestazioni analoghe nell’intero territorio
nazionale, purché coerenti con gli obiettivi del Premio e in
sinergia con il Premio Internazionale Roberto Rossellini, con la
finalità di valorizzare il patrimonio artistico-culturale della
provincia.
Nato nel 1999 a Maiori – località
particolarmente cara al maestro del cinema italiano, in cui ha
girato diversi film come: Paisà, 1946;
L’amore, 1948; Viaggio in
Italia, 1954 – per volontà di Renzo
Rossellini (figlio del celebre cineasta), il Premio è
stato sospeso nel 2013 a causa della mancanza dei necessari apporti
finanziari.
Dopo questa lunga pausa, durata
circa un decennio, la manifestazione riprende finalmente la sua
attività.
Il Premio Internazionale
Roberto Rossellini, ha l’ambizione d’incentivare i giovani
talenti, in Italia e nel mondo – importante, in tal senso, il
contributo dell’Istituto Italiano di Cultura di New
York e di SIAE – Società Italiana degli Autori ed
Editori, assieme alle partnership degli Istituti
di Los Angeles e di Pechino, e ad altri istituti italiani
operanti nel mondo – ed inaugurare un percorso di studio parallelo
e coincidente con il Progetto completamento dell’Enciclopedia
Audiovisiva della Storia, fortemente voluta da Roberto
Rossellini.
Il punto di partenza sarà il
rinnovato omaggio al maestro, portando avanti la sua idea di cinema
e di arte: cinema etico e Umanesimo, ricerca di verità nel
frammento del presente ed interpretazione della storia.
La cerimonia di premiazione del
Premio Internazionale Roberto Rossellini si terrà
alla Casa del Cinema di Roma il 18
dicembre 2021, all’interno della XIII edizione
dell’International Fest Roma Film Corto.
Il disegno del logo del Premio
Rossellini è stato realizzato da Fabrizio
Cintoli.
NOTE DEL DIRETTORE ARTISTICO
ROBERTO PETROCCHI
“Quando Renzo Rossellini – al
quale avevo proposto un convegno permanente sull’opera e la figura
di Roberto Rossellini, che ne permettesse un approfondito studio in
ambito scolastico e universitario – mi ha proposto di ridare vita
al Premio intitolato a suo padre, sono stato investito
immediatamente dalla volontà di ricercare i presupposti necessari
affinché il Progetto si realizzasse ma, soprattutto, facendo mio il
desiderio di Renzo, che potesse attuarsi nel pieno rispetto delle
volontà di Roberto Rossellini: fare del cinema un’arte davvero
utile alle persone. Va in questa direzione il suo grande Progetto,
al quale dedicò molte delle sue energie, di un’Enciclopedia
Audiovisiva della Storia, ma anche il proposito d’incentivare il
Talento di giovani autori e registi.
Quanto ha rappresentato Roberto
Rossellini per il cinema e la cultura, c’impone la sfida di ridare
vita definitivamente al Premio, a Roma, come riteniamo giusto che
sia, con una connotazione Internazionale, pur lasciando aperta la
possibilità ad iniziative analoghe, sempreché rispettose delle
finalità del Progetto, che potranno nascere nella provincia
dell’intero territorio nazionale – è il caso del Premio, svoltosi
questa estate a Calvi dell’Umbria –, con lo scopo di valorizzarne
il patrimonio, ed operare in autonomia, ma sempre in modo sinergico
con l’Evento di Roma,. senza escludere la prospettiva di Premio
itinerante”.
Jamie Lee Curtis ha avuto una carriera incredibile,
piena di ogni sorta di opportunità. Lei stessa lo ha affermato in
conferenza stampa a
Venezia 78, dove presenta in anteprima, fuori
concorso, Halloween
Kills, ma dove riceve anche il
Leone d’Oro alla Carriera. “Sono un’attrice. Scrivo libri
per bambini. Creo siti web e podcast. Ho venduto yogurt che ti fa
fare la cacca. Ho fatto pubblicità Hertz con O.J. Simpson. Sono
stata in grado di fare così tanto e sono molto fortunata a poter
fare quello che faccio, in qualunque forma sia”. Queste le sue
parole alla platea di giornalisti accorsi ad ascoltarla.
Jamie Lee Curtis Leone d’oro alla carriera a Venezia
78
Eppure, il riconoscimento del
Leone d’oro alla carriera al Festival
Internazionale del Cinema di
Venezia 78 la sorprende molto, nonostante sia alla
Mostra per presentare l’ennesimo capitolo di una saga che porta
avanti dal 1978.
Dopo tanta attesa e tanti
spostamenti dovuti alla pandemia, finalmente il pubblico
(selezionato del festival
di Venezia) è riuscito a vedere nelle anticipate del mattino
Freaks
Out, il secondo film da regista di Gabriele
Mainetti, che, dopo il successo di Lo Chiamavano
Jeeg Robot, ha ripreso mano con Nicola
Guaglianone a una vecchia storia che hanno trasformato in
realtà.
“Dopo l’esperienza di Jeeg,
Nicola (Guaglianone, sceneggiatore, ndr) e io ci siamo detti ‘ora
che famo, cosa raccontiamo?’ – ha detto il regista –
Ci siamo visti in quello che poi sarebbe diventato lo studio della
mia casa di produzione e ci siamo detti ‘buttiamo giù tutti i film
che vogliamo fare e poi decidiamo’. Dall’unione di tante idee
diverse è arrivata questa storia. Poi un giorno Nicola mi ha detto
‘famolo nella seconda guerra mondiale’. Ci divertiva accostare ai
freak un elemento conflittuale forte, il nazista”.
Il film ha avuto una lavorazione
lunga e difficile, con la sfida di lavorare una produzione italiana
come fosse un colossal e di farlo in maniera credibile, soprattutto
per quello che riguarda la messa in scena e il fattore storico.
“Ci sono volute più settimane e più soldi ma siamo riusciti a
portare a termine il progetto e siamo felici di essere qui in
concorso. Raramente in Italia si sono fatti progetti di queste
dimensioni e qualità di artigianato. Mainetti sosteneva che le
capacità per fare grandi film di azione e effetti speciali nella
nostra tradizione ci sono. E ha dimostrato sulla sua pelle che è
possibile” ha spiegato Andrea Occhipinti di
Lucky Red che produce il film.
Ovviamente il primo riferimento che
viene in mente già dal titolo del film è
Freak di Tod Browing, vero capolavoro
senza tempo, e Mainetti ha ammesso che per lui si tratta di un
“maestro di un film meraviglioso che non è stato accolto come
doveva, e che ha avuto vita e carriera distrutta da
quell’insuccesso. Il titolo però è anche un gioco di parole perché
‘freak out’ in inglese vuol dire impazzire, come succede al nostro
Franz. Infine una terza interpretazione del titolo è il fatto che i
nostri freak sono nel grembo del circo Mezzapiotta e quando il
circo viene bombardato si ritrovano improvvisamente fuori dal loro
spazio sicuro, costretti a misurarsi con la loro diversità. Ci
siamo rifatti ai grandi sceneggiatori del passato Rodolfo Sonego,
Piero De Bernardi per raccontare dei personaggi vigliacchi che
riescono in un rapporto reale con gli altri a tirare fuori la parte
più bella. La nostra è una Armata Brancaleone, ma i nostri sono
ancora più tosti e simpatici”.
A cinque anni di distanza
da The Bad Batch torna in concorso a Venezia 78
con il suo ultimo film, Mona Lisa and the Blood
Moon, la regista di origine iraniana naturalizzata
statunitense Ana Lily Amirpour. Proprio a Venezia, la
regista dallo stile inconfondibile, convinse vincendo il Premio
Speciale della Giuria sbilanciando i pronostici che vedevano altri
film favoriti. Come nel film precedente la
protagonista è una donna che non accetta passivamente ciò che le
accade ma combatte per trovare il proprio posto nel mondo.
La Mona Lisa del titolo
fa di cognome Lee ed è interpretata da una giovane attrice, la
sudcoreana Jeon Jong-seo nota principalmente ai
più per il suo ruolo in Burning di Lee Chang-dong. La
ritroviamo ad inizio film in una prigione psichiatrica, non
sappiamo da dove viene ne tantomeno si scoprirà, però sarà
intuibile da subito il motivo della sua reclusione. Il modo in cui
la regista sceglie di mostrarla porterà il pubblico a parteggiare
immediatamente per lei e per quello che sarà la sua storia. La
vicenda è ambientata a New Orleans, il tessuto mistico e l’alone
magico che da sempre contraddistingue nell’immaginario collettivo
la città renderà la storia e il personaggio di Mona Lisa più
credibile.
La ragazza grazie alle sue
capacità riuscirà a scappare dalla struttura in cui è rinchiusa
proprio durante la notte di luna piena che il titolo richiama, da
lì la sua vicenda prosegue, si arricchisce di particolari, si fa
più intrigante a mano a mano che Mona incrocia vari
personaggi facendo
crescere la sceneggiatura insieme alla sua protagonista. Quello di
Mona Lisa Lee è un viaggio verso la consapevolezza di sé stessa che
ottiene solo dopo l’incontro con gli altri personaggi. Come nella
realtà ci sono persone che possono aiutare a raggiungere i nostri
obiettivi e persone che ce ne allontanano. Sicuramente per quanto
riguarda il film della prima sfera fanno parte l’eccentrico Dj Fuzz
interpretato da un convincente Ed Skrein, subentrato in corsa al posto di
Zac Efron, e Charlie, Evan
Whitten, bambino con cui la protagonista creerà un solido
legame e che ci regala i momenti più poetici del film; dell’altra
sfera fanno invece parte in primis la Bonnie Belle di
Kate Hudson che seppur può essere considerata
un’alleata di Mona lo fa invece solo per un proprio tornaconto
personale e l’agente Harold interpretato dal caratterista Craig
Robinson che risulterà essere un buffo ostacolo tra Mona e il suo
futuro e che avrebbe fatto meglio a dar retta a ciò che il biscotto
della fortuna gli suggeriva.
Colonna sonora come punto di forza
Punto di forza del film è
sicuramente una coinvolgente colonna sonora, curata dall’italiano
Daniele Luppi, dove emergono atmosfere funky house
e la fotografia di Paweł Pogorzelski che si sposa
sapientemente con le indicazioni che l’Amirpour ha impartito per
ottenere un ambientazione reale e allo stesso tempo surreale
puntellata di luci psichedeliche.
Ana Lily
Amipour si conferma una regista matura con le idee chiare,
nel suo stile non esistono mezze misure quindi se lo spettatore
sceglierà di stare al suo gioco l’esperienza non potrà che essere
rivelatrice di significato e significanti senza tralasciare il puro
intrattenimento, in caso contrario invece sarà difficile che il
film possa convincere fino in fondo.
Ecco la nostra intervista ai
protagonisti di Una Relazione, il film di
Stefano Sardo con Guido Caprino ed Elena
Radonicich. Presentato nella selezione di Giornate degli Autori a Venezia 78, il film
sarà al cinema il 13, 14 e 15 settembre e dopo disponibile su su
Amazon Prime Video.
La laureanda in astronomia Kate
Dibiasky (Jennifer Lawrence) e il professor Randall Mindy (Leonardo
DiCaprio) fanno una straordinaria scoperta: una cometa in orbita
all’interno del sistema solare. Il primo problema è che si trova in
rotta di collisione con la Terra. E l’altro? La cosa non sembra
interessare a nessuno. A quanto pare, avvisare l’umanità di una
minaccia delle dimensioni del monte Everest rappresenta un evento
scomodo da affrontare. Con l’aiuto del dottor Oglethorpe (Rob
Morgan), Kate e Randall partono per un tour mediatico che li porta
dall’ufficio dell’indifferente presidente Orlean (Meryl Streep) e
del suo servile figlio nonché capo di gabinetto Jason (Jonah Hill),
fino alla stazione di The Daily Rip, un vivace programma del
mattino condotto da Brie (Cate Blanchett) e Jack (Tyler Perry). A
sei mesi dall’impatto della cometa, gestire continuamente le
cronache e catturare l’attenzione del pubblico ossessionato dai
social media prima che sia troppo tardi risulta essere un’impresa
incredibilmente comica. Cosa spingerà il mondo intero a guardare in
alto?
Don’t
Look Up è scritto e diretto dal premio Oscar Adam
McKay (La grande scommessa) ed è anche interpretato da Mark
Rylance, Ron Perlman, Timothée Chalamet, Ariana Grande, Scott
Mescudi (alias Kid Cudi), Himesh Patel, Melanie Lynskey, Michael
Chiklis e Tomer Sisley.
Una versione decisamente spaventosa
di Doctor Strange è apparsa nel quarto
episodio della serie What If… ?. Tale versione ha acquisito la
magia oscura per diventare una delle varianti più potenti dello
Stregone Supremo nel Multiverso impostato dal MCU. Nei fumetti della Marvel Comics, ci sono diverse varianti di
Stephen Strange, alcune più potenti di altre, che esistono sia
nella continuity di Terra-616 che nel più ampio Multiverso composto
da realtà e dimensioni infinite.
Strange 2099
Strange 2099, o Jeannie
(come era anche conosciuta), è emersa cento anni avanti nel futuro,
in una delle linee temporali più oscure della Marvel Comics. La Strega Suprema ha numerosi
poteri magici, inclusa l’immunità ai cambiamenti nella linea
temporale dovuti ad alcune azioni del passato.
Ma le sue abilità di base, incluso
il lancio di illusioni e la guarigione magica, non sono così
avanzate come quelle del Doctor Strange di Terra-616. Nel momento
in cui appare nei fumetti, non ha avuto il livello di istruzione
che Stephen o altri hanno sperimentato, nonostante sia naturalmente
molto abile nella magia.
MC2
Nell’universo alternativo
MC2 di Terra-982, Doctor Strange non era più lo Stregone Supremo,
ma era ancora un Maestro delle Arti Mistiche. Ha mantenuto i suoi
poteri di Terra-616 e li ha usati quando è uscito dalla pensione e
ha riformato i Difensori per affrontare il suo successore, Doc
Magus.
Doc Magus ha effettivamente
sconfitto Doctor Strange in questo confronto, dimostrando che lo
stregone più anziano aveva perso colpi quando si trattava di arti
mistiche in questo universo.
Sir Stephen Strange
Sir Stephen Strange appartiene alla realtà 1602 di Terra-311,
dove l’Universo Marvel esiste in un ambiente
tipicamente elisabettiano. Ha gli stessi poteri e abilità della sua
versione contemporanea e ha usato i suoi poteri per raggiungere una
breve alleanza con la versione a fumetti di Uatu
l’Osservatore.
Ciò
gli ha concesso una rara visione del Multiverso e del pericolo che
potrebbe affrontare la sua realtà. Ha usato la sua conoscenza per
aiutare a salvare il suo mondo, ma a costo della sua stessa vita.
Fu ucciso per tradimento da King James, anche se non fu esattamente
quella la fine per Strange.
Ultimate Doctor Strange
Doctor Strange
nell’universo Ultimate di Terra-1610 sembra essere, in generale,
più potente di suo padre. Stephen Strange Jr. è in grado di
esercitare una varietà di poteri senza nemmeno usare la magia, tra
cui la proiezione astrale e l’ipnotismo.
Praticamente, ogni potere che suo
padre Stephen Strange Sr. aveva è stato realizzato attraverso la
magia, o nel caso delle sue abilità come artista delle arti
marziali, tramite un intenso allenamento. È meno abile di suo padre
quando si tratta di arti mistiche, in quanto non ha sperimentato
molta formazione, ma possiede una grande attitudine naturale per la
magia.
Ducktor Strange
Ducktor Strange, il
“papero” delle arti mistiche, proviene dalla stessa realtà di
Howard il papero. Questa variante di Doctor Strange sembra avere le
stesse abilità di quella di Terra-616. Ha anche un’abilità naturale
aggiunta, che ovviamente proviene dalla sua fisiologia aviaria.
Simon Strange ha dimostrato la sua
enorme abilità nelle arti mistiche quando ha usato la magia per
spostare le persone da Duckworld di Terra-791021 all’universo
Marvel principale di Terra-616,
attraverso il Nexus di tutte le realtà.
Croctor Strange
Ducktor Strange non è
l’unica variante antropomorfa di Doctor Strange nei fumetti.
Croctor Strange si unisce al rango di una delle migliori varianti
di Loki, Alligator Loki, in qualità di versione coccodrillo di
Strange.
Croctor Strange sembra avere gli
stessi poteri e abilità della sua controparte umana in Terra-616,
con l’aggiunta dei suoi attributi rettiliani. Croctor Strange
proviene dallo stesso universo di Spider-Ham, e dal momento che
quel personaggio è già apparso al cinema, è possibile che anche
questa variante di Doctor Strange possa andare incontro alla stessa
sorte.
Strange-Thing
Strange-Thing, una potente fusione di Doctor Strange e Uomo
Cosa, condivide le straordinarie abilità di entrambi i personaggi.
Non solo Strange-Thing è uno dei maghi più potenti dell’Universo
Marvel, ma in qualità di guardiano
del Nexus di tutte le realtà sulla Terra, ciò gli concede la
capacità di spostare la realtà e attraversare le
dimensioni.
Questa versione del personaggio proviene da Terra-1298, dove
aiutò a fermare Madelyne Pryor dallo sfruttare il potere del Nexus
per mezzi nefasti.
Braccio destro di Dottor Destino
Sebbene la variante di Doctor Strange che funge da braccio
destro di Destino in Secret Wars del 2015 sia
apparentemente simile in potenza alla sua versione di Terra-616, in
realtà ha contribuito alla creazione di Battleworld insieme alla
versione Dio Imperatore di Doom.
Aveva
anche il potere e il potenziale per diventare lui stesso Dio
Imperatore in questa versione al collasso del Multiverso, ma ha
ceduto l’occasione. Ciò suggerisce che il Braccio destro di Destino
avesse un potere terrificante. Tuttavia, non è stato abbastanza per
salvarlo dall’ira del Dottore, che alla fine lo ha ucciso per aver
tradito il trono.
Discepolo di Dormammu
Il Doctor Strange apparso
in What If.. ? si rivolge alla magia oscura per salvare la
vita di Christine. Nel numero 18 della serie di fumetti, Stephen
Strange segue un percorso altrettanto oscuro. Strange raggiunge un
enorme potere in qualità di discepolo di Dormammu, ma soprattutto
perde tutti i suoi scrupoli.
Questa variante di Strange uccide il
Barone Mordo, anche dopo la guarigione delle sue mani. Libera Umar,
la sorella di Dormammu, dalla sua prigione dimensionale e cospira
con lei contro il suo maestro oscuro, cosa che avvicina questa
versione di Strange al potere delle entità oscure.
Dr. Strangefate
Il Dr. Strangefate combina
i poteri mistici del Doctor Strange della Marvel Comics e del Dr. Fate della DC Comics. I
due personaggi magici presentano molti degli stessi poteri, ma Dr.
Fate ha la capacità di viaggiare naturalmente tra mondi paralleli,
rendendo questa variante incredibilmente potente.
Inoltre, il personaggio, emerso dal
crossover di Amalgam Comics negli anni ’90, è in realtà Charles
Xavier. Con il potere mentale del Professor X, questa fusione dei
tre personaggi classici è una delle più potenti presente nei
fumetti.
Ecco la nostra intervista a
Mario Martone, regista, e a Iaia
Forte e Maria Nazionale, tra i
protagonisti di Qui rido
io, il film sulla vita e sull’opera di Eduardo
Scarpetta presentato in concorso a Venezia 78 e
in sala dal 9 settembre con 01 Distribution.
Arriverà il 9 settembre al cinema
Qui rido
io, il nuovo film di Mario Martone
che sarà presentato a Venezia 78. Nel cast del film
Toni Servillo, Maria Nazionale, Cristiana Dell’Anna, Antonia
Truppo, Eduardo Scarpetta, Roberto De Francesco, Lino Musella,
Paolo Pierobon, con Gianfelice Imparato e
con Iaia Forte. Il film è distribuito da 01
Distribution.
La trama di Qui rido io
Agli inizi del ‘900, nella Napoli
della Belle Époque, splendono i teatri e il cinematografo. Il
grande attore comico Eduardo Scarpetta è il re del
botteghino. Il successo lo ha reso un uomo ricchissimo: di
umili origini si è affermato grazie alle sue commedie e alla
maschera di Felice Sciosciammocca che nel cuore del
pubblico
napoletano ha soppiantato Pulcinella. Il teatro
è la sua vita e attorno al teatro
gravita anche tutto il suo complesso nucleo
familiare, composto da mogli, compagne, amanti, figli
legittimi e illegittimi tra cui Titina,
Eduardo e Peppino De Filippo. Al culmine
del successo Scarpetta si concede quello che si
rivelerà un pericoloso azzardo. Decide di realizzare
la parodia de La figlia di Iorio, tragedia del più grande
poeta italiano del tempo, Gabriele D’Annunzio. La sera del
debutto in teatro si scatena un putiferio: la commedia viene
interrotta tra urla, fischi e improperi sollevati dai poeti e
drammaturghi della nuova generazione che gridano allo
scandalo e Scarpetta finisce con
l’essere denunciato per plagio dallo stesso
D’Annunzio. Inizia, così, la prima storica causa sul
diritto d’autore in Italia. Gli anni del processo saranno
logoranti per lui e per tutta la famiglia tanto che il
delicato equilibrio che la teneva insieme pare sul punto
di dissolversi. Tutto nella vita di Scarpetta sembra
andare in frantumi, ma con un numero da grande
attore saprà sfidare il destino che lo voleva perduto e
vincerà la sua ultima partita.