Gli episodi della trilogia sequel di
Star Wars hanno letteralmente diviso in due il
fandom, e una delle più grandi critiche mosse (anche da parte dei
membri del cast) è stato il modo in cui sono stati trattati gli
archi narrativi di alcuni personaggi.
Tra questi, c’è stato anche il Finn
di John Boyega, che dopo la trasformazione da
Stormtrooper a Jedi, ha in realtà contribuito molto poco allo
sviluppo della storia, finendo per essere un mero personaggio di
supporto ne
L’ascesa di Skywalker.
Più volte Boyega si è scagliato
contro il franchise, denunciando pubblicamente il modo in cui il
suo personaggio era stato trattato, ma pare che ultimamente sia
tornato sui suoi passi. L’attore, infatti, ha ammesso che sarebbe
disposto a tornare a recitare nel franchise, a condizione che venga
affiancato da alcuni volti familiari…
“In qualunque modo, sono sempre
aperto ad una conversazione, basta che siano coinvolti Kathleen
Kennedy, o J.J. Abrams, o qualcun’altro del team. Non c’è nemmeno
da pensarci”, ha rivelato l’attore (via
CBM).
Le passate dichiarazioni di John Boyega su Star Wars
In passato, John Boyega aveva così parlato del suo
coinvolgimento nella saga e del modo in cui, dal suo punto di
vista, erano stati trattati il personaggio di Finn e quello di Rose
Tico (interpretato da Kelly Marie Tran): “Sapevate cosa fare con
Daisy Ridley, sapevate cosa fare con Adam Driver.Sapevate
cosa fare con tutti gli altri personaggi, ma quando si è trattato
di Kelly Marie Tran, quando si è trattato di John Boyega… avete
mandato a f*****o tutto. Cosa volete che dica?”
“Quello che vogliono che tu dica
è: ‘Mi è piaciuto farne parte. È stata una grande esperienza’.
Accetterò di dire una cosa del genere soltanto quando mi ritroverò
a far parte di esperienze che possano veramente definirsi
fantastiche”, aveva ammesso senza mezzi termini l’attore.
“Hanno dato tutte le sfumature ad Adam Driver, tutte le
sfumature a Daisy Ridley. Siamo onesti! Daisy lo sa. Adam lo sa. Lo
sanno tutti. Non sto dicendo nulla di nuovo.”
Nonostante Jurassic
World: Dominion arriverà nelle sale soltanto il
prossimo anno, sembra che il primo trailer ufficiale del film stia
per arrivare. A confermarlo è stato il regista Colin Trevorrow durante una recente intervista
con
THR in occasione della promozione della serie animata
Jurassic World: Nuove avventure (disponibile su Netflix).
Le riprese del film sono terminate
ormai da parecchio tempo, ma l’uscita in sala è stata posticipata
di un anno (da giugno 2021 a giugno 2022) a causa della pandemia di
Covid-19. A Trevorrow è stato chiesto proprio quando inizierà la
promozione del film e lo stesso ha risposto di essere al lavoro su
un lancio molto “divertente”, che quasi sicuramente includerà anche
il primo trailer ufficiale.
“Sarà prima di quanto
pensi”, ha spiegato. “Non posso ancora parlarne. Abbiamo
qualcosa di molto divertente in programma, e ha tutto a che fare
con il riportare il pubblico nelle sale cinematografiche.”
La possibilità che il primo trailer
di Jurassic
World: Dominion arrivi presto è di certo
sorprendente. Il film non uscirà nelle sale fino a giugno 2022 e
sappiamo quanto sia pratica comune a Hollywood diffondere le prime
immagini ufficiali di un grande blockbuster tra i sei e gli otto
mesi prima della data di uscita. Universal aveva già adottato
questa strategia per Jurassic
World e
Jurassic World: Il regno distrutto, e i risultati sono
stati incredibilmente positivi. In base alle parole di Trevorrow,
il primo trailer di Jurassic
World: Dominion potrebbe arrivare già prima della
fine del 2021.
Jurassic
World: Dominion vedrà sia Chris
Pratt che Bryce
Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a
loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella
Pineda, Jake Johnson e Omar
Sy. Laura
Dern e Sam
Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che
avevano in Jurassic
Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan
Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta
nel Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe
originale, Ian Malcolm, interpretato da Jeff
Goldblum, ha firmato per tornare in Jurassic
World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta
in Jurassic World:
Il Regno Distrutto.
Il network americano
ABC dopo
il promo e la trama ha diffuso un nuovo promo di
The Good Doctor 4×19, il diciannovesimo inedito
episodio dell’attesissima quarta stagione di The Good
Doctor.
https://www.youtube.com/watch?v=C-LemRtqg0g
The Good Doctor 4×19
The Good Doctor 4
è la quarta stagione della serie tv The
Good Doctor creata da David Shore per il network
americano della ABC. In The
Good Doctor 4 Il dottor Shaun
Murphy, un giovane chirurgo con autismo e sindrome del savant,
continua a usare i suoi straordinari doni medici presso l’unità
chirurgica del St. Bonaventure Hospital. Man mano che le sue
amicizie si approfondiscono, Shaun continua ad affrontare il mondo
degli appuntamenti e delle relazioni romantiche e lavora più
duramente di quanto abbia mai fatto prima, navigando nel suo
ambiente per dimostrare ai suoi colleghi che il suo talento di
chirurgo salverà vite. La serie vede nel cast Freddie Highmore nei
panni del dottor Shaun Murphy, Antonia Thomas nei panni della
dottoressa Claire Browne, Hill Harper nei panni del dottor Marcus
Andrews, Richard Schiff nei panni del dottor Aaron Glassman,
Christina Chang nei pann
In The Good Doctor
4 protagonisti Freddie Highmore come Dr. Shaun Murphy,
Antonia Thomas come Dr. Claire Browne,
Nicholas Gonzalez come Dr. Neil Melendez,
Hill Harper come Dr. Marcus Andrews,
Richard Schiff come Dr. Aaron Glassman,
Christina Chang come Dr. Audrey Lim, Fiona
Gubelmann nel ruolo del Dr. Morgan Reznick, Will
Yun Lee nel ruolo del Dr. Alex Park, Paige
Spara nel ruolo di Lea Dilallo e Jasika
Nicole nel ruolo del Dr. Carly Lever.
La decisione di Sony Pictures di
sviluppare il proprio Universo Cinematografico Marvel incentrato sui personaggi
dell’universo di Spider-Man (noto come SPUMC) senza, però, il
coinvolgimento diretto dell’Uomo Ragno, ha lasciato perplessi molti
fan, che continuano a sperare di vedere sul grande schermo, prima o
poi, il famigerato crossover.
Tuttavia, nei film appartenenti allo
SPUMC abbiamo colto diversi segnali dell’esistenza dell’iterazione
dello Spidey di Tom Holland in quell’universo, e ora Sanford
Panitch, dirigente di Sony, ha confermato che i piani dello studio
sono davvero quelli di far sì che il destino del Peter Parker di
Holland si incontri con quello del Venom di Tom Hardy o del Morbius di Jared Leto.
Lasciando intendere che potrebbe già
esserci qualche riferimento a Peter Parker in Venom: La furia di Carnage, Panitch ha
dichiarato: “Sarebbe eccitante se si incontrassero,
giusto?”.
“La verità è che c’è un
piano”, ha spiegato a
Variety. “Penso che il pubblico stia iniziando a capire
dove siamo diretti, e penso che tutto sarà ancora più chiaro quando
arriverà al cinema Spider-Man: No Way Home. Abbiamo un ottimo
rapporto con Kevin Feige. Ci piace il fatto che i film del MCU siano così grandi, perché è
un’opportunità fantastica per i nostri personaggi. E penso che
anche loro provino le stesse sensazioni nei nostri riguardi.
Abbiamo un ottimo rapporto. Ci sono molto cose che accadranno… ne
sono certo.”
Il film è diretto
da Jon Watts (già regista
di Homecoming e Far
From Home) e prodotto da Kevin
Feige per i Marvel Studios e da Amy
Pascal per la Pascal Production. Il film arriverà
nelle sale americane il 17 dicembre 2021.
In Avengers:
Endgame, abbiamo visto il personaggio di Natasha Romanoff
scrificarsi su Vormir in modo da permettere a Occhio di Falcon di
tornare ai giorni nostri con la Gemma dell’Anima. È stato un
momento alquanto straziante, ma comunque in linea con l’arco
narrativo del personaggio interpretato da Scarlett
Johansson.
Tuttavia, sappiamo che il tempo di
Nat sul grande schermo non è ancora finito, considerando che a
breve arriverà finalmente nelle sale (e su Disney+, con Accesso Vip)
Black Widow,
l’atteso cinecomic Marvel interamente dedicato all’ex
spia russa. In una recente interivsta con Total
Film (via
The Direct), è stata proprio la Johansson a parlare del film,
rivelando che la sua speranza è che lo standalone dedicato a
Natasha rappresenti per tutti quei fan che sono rimasti
insoddisfatti da quanto accaduto in Endgame,
una degna conclusione dell’arco narrativo del suo personaggio.
“Il nostro obiettivo era che i
fan fossero soddisfatti da questa storia”, ha spiegato
l’attrice. “Che potessero, in qualche modo, riconciliarsi con
la morte del personaggio. A quanto pare, il pubblico voleva
questo.”
Sappiamo che Black Widow sarà ambientato
tra gli eventi di Captain
America: Civil War e quelli di Avengers:
Infinity War, e di certo sarà interessante scoprire cosa
ha combinato Nat durante quegli anni. Inoltre, i fan non vedono
l’ora di rivisitare, grazie al film, alcuni dei momenti chiave del
suo passato (incluso cosa è successo davvero a Budapest) e di
scoprire in che modo il film getterà le basi per il ruolo (chiave,
a quanto pare) che Yelena Belova (Florence
Pugh) avrà nel futuro del MCU.
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson(The Disappearance of Eleanor
Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz. Il film arriverà nelle sale il 7 luglio e
su Disney+ con
Accesso Vip il 9 luglio.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
Genius è
l’acclamata serie antologica di National Geographic che porta sullo
schermo le affascinanti storie dei più brillanti innovatori del
mondo, i loro straordinari successi con le loro volubili,
appassionate e complesse relazioni personali. Dopo Albert Einstein
e Pablo Picasso, questa terza stagione,
intitolata Genius: Aretha, esplora
il genio musicale e l’incomparabile carriera di Aretha Franklin,
così come l’enorme influenza che ha avuto sulla musica e sulla
cultura di tutto il mondo. Aretha Franklin è stata un prodigio del
gospel, una schietta sostenitrice dei diritti civili ed è
considerata la più grande cantante degli ultimi 50 anni, con
innumerevoli premi ricevuti durante la sua carriera.
Curata da Anthony
Hemingway e Suzan-Lori Parks, la stagione
si concentra su gran parte della vita della cantante,
focalizzandosi però su alcuni periodi in particolare. Questi
affrontano l’infanzia e il difficile rapporto con il padre, i primi
successi sul finire degli anni Sessanta, il declino negli anni
Settanta e la nuova popolarità raggiunta negli anni Ottanta. Ognuno
di questi bilancia tra vita pubblica e privata, mostrando quanto le
due si siano continuamente influenzate reciprocamente. Sullo
sfondo, si staglia un Paese in profondo cambiamento sociale e
culturale, segnato in particolare dagli scontri in nome dei diritti
civili del popolo afroamericano e dal trasformarsi dell’ambiente
musicale.
L’anno di Aretha
Non capita tanto spesso che nel
giro di un solo anno si trovino ad uscire, in streaming e al
cinema, due opere dedicate alla stessa personalità. Se il 4 giugno
sulla piattaforma Disney+ arriverà la serie
Genius: Aretha, al 7 ottobre è
attualmente fissata l’uscita in sala del film Respect, dove Aretha
Franklin sarà interpretata dalla cantante e attrice premio Oscar
Jennifer
Hudson, la quale aveva ricevuto la benedizione della
stessa Franklin. Due opere impegnate a raccontare dunque la stessa
vita e gli stessi eventi, lasciando allo spettatore il compito di
identificare le differenze con cui questi verranno trattati. Se è
ancora presto per parlare del film, della serie di imminente arrivo
è invece già possibile dire qualcosa.
I primi due episodi visti in
anteprima mostrano l’evidente volontà di raccontare quanto più
possibile della Franklin, compiendo numerosi salti temporali tra la
sua vita adulta e la sua infanzia. Da questo punto di vista
Genius: Aretha non si distingue né dalle precedenti
stagioni né da altri prodotti biografici di National Geographic
come il recente The Right Stuff. Si
tratta di opere con un’impostazione molto classica, quasi uniforme
tra loro, che rinunciano a particolari vezzi visivi per lasciare
tutte le attenzioni allo sviluppo narrativo ed alle interpretazioni
dei protagonisti.
E così facendo anche la nuova
stagione di Genius trova il suo punto di forza. Quello che
potrebbe essere un canonico racconto di ascesa alla popolarità nel
mondo della musica, diventa un racconto perfettamente aderente al
suo tempo. In Genius: Aretha c’è tutto ciò di cui si
discute anche oggi, dai diritti per gli afroamericani alle
battaglie per l’emancipazione femminile. Aretha Franklin diventa
allora non solo un’icona da celebrare, ma anche un modello per
l’attualità, con gesta compiute però ormai quasi sessant’anni
fa.
Genius: Aretha, la recensione
Per interpretare una donna tanto
forte ci voleva un’attrice a sua volta in un periodo d’oro della
sua carriera. La scelta è così ricaduta su Cynthia
Erivo, recentemente candidata agli Oscar come miglior
attrice per Harriet. Per lei interpretare una simile icona
non è stato facile, richiedendole ore di esercitazioni nel canto,
ma le ha permesso di dimostrare una volta di più la sua incredibile
intensità recitativa. La Erivo è una convincentissima Aretha
Franklin, che dà vita ad un interpretazione che dovrebbe far
preoccupare la Hudson. Sulle sue spalle si costruisce l’intera
serie, che trova dunque nella presenza magnetica dell’attrice il
suo pregio maggiore.
Realizzata non senza alcune
controversie, legate all’insoddisfazione della famiglia Franklin in
merito ad alcune scelte narrative, la serie ha saputo infine trarre
ulteriore forza da una mancanza non da poco. In Genius:
Aretha non si sentiranno infatti le canzoni più celebri della
cantante, assenti per motivi di diritti. Quello che per un film
come Stardust ha rappresentato
un grosso limite, qui è invece l’occasione per riscoprire alcuni
dei brani meno noti ma altrettanto struggenti della Franklin. Così
facendo, la serie riesce a scavare ancor più nella vita della
cantante, lasciando trasparire un’umanità, una sofferenza e una
forza non facili da affrontare.
Grazie al film The Artist,
Michel Hazanavicius si è consacrato a livello
mondiale, arrivando addirittura a vincere il premio Oscar al
miglior regista. Impostosi così come uno dei grandi nomi del cinema
francese, egli ha poi realizzato nel 2017 un nuovo film con cui ha
esplorato un nuovo aspetto della storia del cinema. Se The
Artist era incentrato sul cinema muto, Il mio
Godard (qui la recensione) è invece la
biografia di un ben preciso momento della vita del celebre regista
della nouvelle vagueJean-Luc Godard.
Presentato in concorso al Festival
di Cannes, il film si configura anche un’irresistibile commedia
sentimentale.
La storia per questo nuovo
lungometraggio nasce a partire dall’autobiografia Un an
après, scritta dall’attrice Anne Wiazemsky,
dove si ripercorre anche del suo rapporto lavorativo e sentimentale
con Godard. Nelle sue pagine Hazanavicius ha ritrovato l’occasione
non solo di portare sul grande schermo una delle icone del cinema
mondiale, ma anche una riflessione sulla sua poetica, la settima
arte e la sua critica. Impegno sociale e commedia si mischiano così
in un film apprezzato per la sua irriverenza ma anche per la sua
lucida trattazione di tematiche affatto semplici.
Con un cast di grandi star, tra cui
anche diversi attori italiani, Il mio Godard si è
affermato come un nuovo buon successo del regista, guadagnando
anche numerosi consensi internazionali. Un film che Godard ha
invece definito “stupido”, contribuendo però alla sua popolarità.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a
questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e
al cast di attori. Infine, si elencheranno anche
le principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Il mio Godard: la trama del film
La storia del film si apre nella
Parigi del 1967, dove Jean-Luc Godard è ormai una
figura di spicco del cinema francese e della sua generazione. Ora
egli è pronto a distribuire il suo nuovo film, La cinese,
verso cui ha un legame speciale. Si tratta infatti di un’opera che
vede come protagonista l’attrice Anne Wiazemsky,
la donna che Godard ama. Nonostante i venti anni di differenza, i
due decidono di sposarsi. La felicità dell’unione è però spezzata
dalla cattiva accoglienza del loro film, un evento che segnerà per
il regista l’inizio di una profonda crisi spirituale.
Per Godard è l’inizio di un periodo
particolarmente movimentato, che si muove parallelamente agli
scontri politici del maggio del 1968. Affascinato dai nuovi moti
rivoluzionari, egli intraprenderà un percorso che lo porterà ad
allontanarsi da tutti. La sua mancanza di diplomazia e le sue
posizioni integraliste non faranno che peggiorare la situazione, a
cui la moglie Anne tenterà di far fronte. Ben presto, però, i due
saranno chiamati a scontrarsi, riflettendo sulla vita, l’amore,
l’arte e le passioni.
Il mio Godard: il cast del film
Ad interpretare il ruolo
dell’acclamato regista francese Jean-Luc Godard, vi è il noto
attore francese Louis Garrel, celebre
per film come The Dreamers, L’ufficiale e la spia e
Piccoledonne. L’attore, che si è dichiarato fan
di Godard, ha cercato di interpretarlo mettendosi al completo
servizio del personaggio, senza pretendere di ritrovare in questo
qualcosa di sé. Per assomigliargli, si è ovviamente dovuto
sottoporre a diverse ore di trucco. Per lui, inoltre, era
particolarmente importante far trasparire tanto le spinte
passionali quanto gli elementi più comici del ruolo. Accanto a lui,
nei panni della giornalista e regista Michèle Rosier vi
l’attrice Bérénice Bejo,
moglie di Hazanavicius.
Nel ruolo di Anne Wiazemsky, invece,
vi è Stacy Martin. Attrice divenuta nota grazie ai
film Nymphomaniac e Vox Lux, questa ha studiato a
fondo la vita della Wiazemsky, cercando a sua volta di fornirne
un’interpretazione realistica. Grégory Gadebois è
invece Michel Cournot, sceneggiatore e regista francese dell’epoca.
Nel film sono poi presenti due attori italiani. Il primo di questi
è Guido Caprino, che
interpreta qui il regista premio Oscar Bernardo Bertolucci. Nella
preparazione al ruolo, questi fu aiutato anche dallo stesso Garrel,
che aveva avuto il suo primo ruolo proprio grazie a Bertolucci.
Emmanuele Aita, invece, è il regista Marco
Ferreri.
Il mio Godard: il trailer e dove
vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Il mio
Godard è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes e Tim
Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di
riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un
abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso
di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui
guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto
televisivo di venerdì 28 maggio alle ore
21:10 sul canale Rai Movie.
Stanno partendo negli Stati Uniti le
riprese del nuovo film di Luca Guadagnino da
titolo provvisorio “Bones and All”.
Il primo film che Luca
Guadagnino gira in America, un teen d’autore, tratto dal
libro di Camille DeAngelis e scritto da David Kajganich
(“Suspiria”, “A Bigger Splash”), vedrà protagonisti
Timothée Chalamet (che torna a lavorare
con Guadagnino dopo il successo di “Call me by your
name”), Taylor Russell, Mark Rylance, André Holland,
Jessica Harper, Michael Stuhlbarg, David
Gordon-Green, Francesca Scorsese e Chloë
Sevigny.
Una
produzione Frenesy Film Company e Per Capita
Productions. Prodotto, tra gli altri,
da Luca Guadagnino e Marco
Morabito per Frenesy Film
Company, Lorenzo Mieli per The
Apartment Pictures, del
gruppo Fremantle, Francesco Melzi
d’Eril e Gabriele
Moratti per Memo.
I produttori esecutivi
sono Giovanni Corrado e Raffaella Viscardi.
Il film è interamente finanziato da
società italiane: The Apartment (società del gruppo
Fremantle), 3 Marys, Memo, Tender Stories,
Adler, Elafood, Elafilm, Manila, Serfis e
Wise.
Altra cosa molto importante è che
sempre delle società italiane si occuperanno delle vendite estere
del film: The Apartment (del gruppo
Fremantle), Frenesy Film, Memo e
3 Marys.
Come riporta Deadline, Il film
racconta la storia di un primo amore, quello che porta Maren, una
giovane donna che impara a sopravvivere ai margini della società, e
Lee, un reietto vagabondo dall’animo combattivo, a unirsi e
intraprendere un’odissea di centinaia di chilometri nell’America di
Ronald Reagan, tra botole, passaggi segreti e stradine di
provincia. Tuttavia, per quanto si sforzino, qualunque strada
sembra riportarli al loro tremendo passato, fino al momento finale
che deciderà se il loro amore sia realmente in grado di
sopravvivere al loro essere altro rispetto al
mondo che li circonda.
01 Distribution ha
diffuso il trailer di School of
mafia, il film diretto da Alessandro Pondi con
Giuseppe Maggio,
Guglielmo Poggi, Michele Ragno, Emilio Solfrizzi, Fabrizio
Ferracane,
Paolo Calabresi, Maurizio Lombardi, Giulia Petrungaro, Giulio
Corso, Mario Pupella, Tony Sperandeo, Monica Vallerini e con
Gianfranco Gallo, con la partecipazione di Paola Minaccioni e con Nino
Frassica. Prodotto da Rodeo Drive con
Rai Cinema.
New York – giorni nostri. Tony
Masseria, Joe Cavallo e Nick Di Maggio sono tre ragazzi newyorkesi.
Hanno sogni, aspirazioni, progetti per la propria vita: Nick è un
chitarrista che sta per entrare nel talent show più famoso
d’America, Joe è un cadetto dell’accademia di polizia e Tony è un
insegnante di danza. Un ostacolo li separa dalla realizzazione dei
loro sogni: sono i figli dei tre boss mafiosi che si spartiscono i
traffici illegali della città, determinati a farli diventare,
volenti o nolenti, gli eredi dei loro affari. I tre padri, dunque,
rapiscono i loro figli per portarli in Sicilia, alla scuola di Don
Turi ‘u Appicciaturi, il Padrino più temuto, che dovrà addestrarli
a diventare dei veri boss. Sarà un duro percorso per tutti e tre,
ma sarà anche un percorso di crescita personale che permetterà a
Tony, Nick e Joe di definirsi e capire ciò che sono e ciò che
potranno diventare.
Koch Media Italia annuncia che
Run Hide Fight – Sotto Assedio, il dramma
scolastico dello sceneggiatore e regista Kyle Rankin, sarà
disponibile on demand dal 1° giugno 2021su Sky,
MediasetInfinity, Tim Vision, Rakuten
TV, Chili, Itunes, Google Play e
YouTube.
Run Hide Fight
segue le vicende di Zoe Hull (Isabel May), una
diciassettenne che dovrà sopravvivere a un gruppo di aggressori
armati, che decidono di attaccare il suo liceo e di trasmettere la
strage in live-streaming. La nuova pellicola del regista Kyle
Rankin si focalizza su un tema molto attuale, quello delle
sparatorie negli istituti scolastici e sull’uso sconsiderato delle
armi da fuoco. Solo negli Stati Uniti, nell’ultimo anno, si sono
verificati quasi duecento episodi di sparatorie di massa con almeno
una decina in cui sono stati coinvolti degli studenti. E la recente
cronaca mondiale ci ha ricordato che tale problema non è legato
solo agli USA, ma tocca diverse nazioni come la recente strage
nella scuola di Kazan (Russia) ad opera di un ragazzo di 19 anni
che ha tolto la vita almeno a una decina di innocenti.
Offrendo il punto di vista di un
adolescente sull’argomento delle sparatorie nei licei americani,
Isabel May ha dichiarato: “Ricordo di essere stata a scuola e
di aver realizzato che gli studenti intorno a me, me compresa, in
modi strani, sognavano ad occhi aperti come avremmo combattuto o
protetto i nostri compagni studenti da potenziali attentatori. Ciò
mi ha molto turbata, il fatto che fossi così insensibile
all’argomento e al problema che era appena diventato la mia realtà
in età così giovane.”
Il regista Kyle
Rankin, autore di Night of the Living Deb, era
consapevole che il tema delle sparatorie scolastiche avrebbe potuto
suscitare polemiche, ma non era certo che avrebbe avuto la stessa
risonanza a livello internazionale, dato che questo problema è
molto più diffuso in America che altrove. “Ho scritto Run Hide
Fight per affrontare la mia paura e impotenza di fronte alle
sparatorie di massa. Il mio intento non è mai stato quello di
sfruttare il dolore di qualcuno, ma quello di dar vita a un
confronto civile sulle armi in America.” ha dichiarato.
“Il film non è concepito né a favore né contro le armi, in modo da
incoraggiare un dialogo anziché una divisione, soprattutto tra
amici che hanno visioni opposte su un tema complesso come
questo.”
Rankin ha poi concluso: “Spero
che guardando il film, il pubblico pensi a quali scelte farebbe e
chi vorrebbe essere se si trovasse nella posizione di Zoe. In
definitiva, il film vuole essere emotivamente vero e lasciare agli
spettatori un ricordo che sembri quasi il loro.”
Run Hide Fight – Sotto Assedio, la trama
Zoe sta per diplomarsi in un
momento molto difficile della sua vita a seguito della morte della
madre. Per distrarsi esce a caccia col padre Todd, ex membro delle
forze speciali. Un giorno, mentre Zoe è a scuola, quattro studenti
armati fanno irruzione nell’istituto con un furgone, sparando a
chiunque capiti loro sotto tiro. Utilizzando le tecniche apprese
dal padre, Zoe riesce a sfuggire agli attentatori.
Mortal
Kombat, la nuova esplosiva avventura cinematografica
ispirata alla celebre saga di videogame, diretta da Simon McQuoid e
prodotta da James Wan, arriva in Italia in prima assoluta
il 30 maggio su Sky Cinema uno alle 21.15 e in streaming su
NOW.
Mortal
Kombat porta in vita l’intensa azione della saga di
videogame campione di vendite, in tutta la sua brutale gloria,
mettendo l’uno contro l’altro i campioni indiscussi e tanto amati
dai fan, in una battaglia cruenta e senza esclusione di colpi, che
li spingerà al limite. Il film è diretto dal pluripremiato regista
australiano Simon McQuoid e prodotto da James Wan (i film di
The Conjuring, Aquaman), Todd Garner (Into the Storm,
Tag), McQuoid ed E. Bennett Walsh (Men in Black:
International, The Amazing Spider-Man 2).
Mortal Kombat, il film
In Mortal
Kombat, il campione di MMA Cole Young, abituato a
scontrarsi con chiunque per soldi, è ignaro della sua eredità, e
del motivo per cui l’arcistregone dell’Outworld, Shang Tsung, abbia
inviato il suo miglior guerriero Sub-Zero, un Criomante
ultraterreno, a dargli la caccia. Temendo per la sicurezza della
sua famiglia, Cole va alla ricerca di Sonya Blade, che è sotto la
direzione di Jax, Maggiore delle Forze Speciali che porta anche lui
sulla pelle lo stesso marchio del drago con cui Cole è nato. Presto
si ritrova nel tempio di Lord Raiden, Antico Dio e Protettore di
Earthrealm, che garantisce rifugio a coloro che portano il marchio
come il suo. Qui, Cole si allena con i guerrieri esperti Liu Kang,
Kung Lao e l’implacabile mercenario Kano, per prepararsi a
combattere con i più grandi campioni della Terra, contro i nemici
dell’Outworld, in una battaglia in cui è in gioco il destino
dell’universo. Riuscirà Cole ad essere abbastanza motivato da
scatenare il suo arcana – l’immenso potere custodito nella
sua anima – in tempo, non solo per salvare la sua famiglia, ma
anche per fermare l’Outworld una volta per tutte?
Il variegato cast internazionale
riflette la natura globale del brand, con talenti che spaziano dal
mondo del cinema, alla televisione e alle arti marziali. L’ensemble
include Lewis Tan (Deadpool 2, “Wu Assassins) nel ruolo di
Cole Young; Jessica McNamee (The Meg) nel ruolo di Sonya
Blade; Josh Lawson (Bombshell) nel ruolo di Kano;
Tadanobu Asano ( Midway) è Lord Raiden; Mehcad Brooks
(Supergirl per la TV) è Jax; Ludi Lin
(Aquaman) è Liu Kang; con Chin Han (Skyscraper)
nei panni di Shang Tsung; Joe Taslim (Star Trek Beyond) in
quelli di Bi-Han e Sub-Zero; e Hiroyuki Sanada
(Skyscraper) nei panni di Hanzo Hasashi e Scorpion.
Inoltre sono presenti Max Huang come Kung Lao, e Sisi Stringer come
Mileena.
McQuoid ha diretto il film da una sceneggiatura di Greg Russo e
Dave Callaham (Wonder Woman 1984), da una storia di
Oren Uziel (Mortal Kombat: Rebirth) e Russo, basato sul
videogioco creato da Ed Boon e John Tobias. Richard Brener, Dave
Neustadter, Victoria Palmeri, Michael Clear, Jeremy Stein e Larry
Kasanoff sono i produttori esecutivi.
Per la trasposizione cinematografica del popolarissimo
franchise, McQuoid ha guidato un team di filmmaker australiani e
statunitensi, tra cui il direttore della fotografia Germain
McMicking (True Detective, Top of the Lake: China Girl),
lo scenografo Naaman Marshall (Underwater, Servant), i
montatori Dan Lebental (Spider-Man: Far From Home) e
Scott Gray (Top of the Lake, Daffodils), il supervisore
agli effetti visivi Chris Godfrey (Hacksaw Ridge), la
costumista Cappi Ireland (Lion, The Rover), ed il
coreografo dei combattimenti Chan Griffin. Musiche di Benjamin
Wallfisch (Blade Runner 2049, i film di
IT).E grazie a
extra, per i clienti Sky da più di 3 anni e con
Sky Cinema è disponibile prima di tutti on demand nella sezione
extra.
MUBI, la piattaforma di streaming globale, casa
di produzione e di distribuzione di film, ha diffuso il trailer e
la data di uscita dell’atteso debutto di Emma Seligman,
Shiva Baby, disponibile solo su MUBI dall’11
giugno 2021.
Shiva Baby: la
trama
Shiva
Babyè una caustica commedia degli equivoci
ambientata durante una giornata di shiva, la riunione
ebraica di amici e familiari in un periodo di lutto, in cui la
protagonista è una ragazza bisessuale alle prese con la tradizione
ebraica e con il suo bisogno di indipendenza. Uno dei film
più sorprendenti del Toronto International Film Festival e
del South by Southwest del 2020. L’acclamato
debutto della scrittrice-regista Emma Seligman, con la
straordinaria performance dell’attrice emergente Rachel Sennott, è
un film audace e moderno, il cinema nella sua forma più sfacciata,
esilarante e indimenticabile.
Impreziosito dalla straordinaria
performance nel ruolo di protagonista dell’attrice emergente
e comica Rachel Sennott, Shiva
Baby, l’acclamato film di debutto della scrittrice e
regista Emma Seligman, vede anche la partecipazione di Molly Gordon
(Booksmart), Polly Draper (Billions, The Good Wife), Fred Melamed
(Wandavision, The Morning Show, A Serious
Man) e Dianna Agron (Berlin, I Love You, Glee).
Le musiche sono composte dall’eclettica polistrumentista Ariel
Marx (Ted Bundy: Falling For a Killer). Emma
Seligman, originaria di Toronto, vive a New York. Durante
un corso in “Film & TV program” alla New York University ha scritto
e diretto il cortometraggio Shiva Baby, su cui si basa il
film omonimo. Presentato al South by Southwest nel 2018, è stato in
concorso al Woodstock Film Festival, TIFF Next Wave Film Festival e
al Palm Springs ShortFest.
Nonostante gli Avengers siano universalmente riconosciuti
come gli eroi più potenti della Terra, questo non vuol dire che non
possano commettere errori come qualsiasi essere umano. In effetti,
nell’arco dell’interno MCU, la maggior parte di loro ha commesso
alcuni passi falsi. Ma quali sono, nello specifico, le cose più
deludenti che gli eroi hanno fatto? Secondo Screen Rant
sono le seguenti:
Spider-Man che dà gli occhiali a Mysterio
Peter Parker non è altro
che uno studente delle superiori che si ritrova coinvolto in
diverse battaglie, soprattutto dopo la morte di Tony Stark. La
morte del suo mentore ha avuto, ovviamente, un forte impatto sulla
sua vita e ora sta cercando di trovare la propria strada nel mondo
in quanto supereroe a sé stante.
Proprio per questo, anche se è
difficile biasimarlo data la sua età e il modo in cui Mysterio lo
ha manipolato, dare gli occhiali che Tony gli ha lasciato a
Mysterio è stata una mossa sbagliata, che ha avuto molte
conseguenze. Probabilmente tutti i fan si sono ritrovati ad urlare
contro lo schermo, implorandogli di non farlo.
Thor che rinuncia a essere il re di Asgard
Questa è un’altra decisione
che sembra più un errore da parte dei creatori dei film che altro,
perché non era assolutamente in linea con l’arco narrativo di Thor
fino a quel momento.
Nonostante la trilogia di Thor avesse
impiegato molto tempo a preparare il Dio del Tuono al suo futuro da
re, tutto questo è stato spazzato via inAvengers:
Endgame,quando Thor si
è arreso. Non c’è dubbio cheValchiria diventerà una grande leader, ma è
comunque apparso un modo strano di gestire la storia di Thor. I fan
volevano davvero vederlo all’altezza del suo potenziale finalmente
realizzato.
Vedova Nera che si fida troppo dello SHIELD
Vedova Nera ha fatto molte
cose orribili durante il suo passato e per questo conserva una
lunga lista di debiti che ha da pagare. Tuttavia, era più vittima
che carnefice, considerata anche la giovane età che aveva quando è
stata addestrata nella Stanza Rossa.
Tuttavia, la sua lealtà verso lo
SHIELD e Nick Fury a volte è stata d’intralcio. I fan sono rimasti
delusi dal fatto che Nat si fidasse così ciecamente di
un’organizzazione governativa e non si fosse mai chiesta quali
fossero i suoi veri obiettivi.
Hulk che rinuncia a essere Bruce Banner
Ci sono molti personaggi in
Avengers:
Endgame che hanno avuto trame e archi narrativi piuttosto
diversi da quelli che avevano nei film precedenti. Una grossa fetta
di fan è rimasta alquanto sconvolta quando Bruce Banner si è fuso
in una nuova versione di sé stesso a metà fra Hulk e il Bruce
precedente.
Anche
se questo doveva essere percepito come una crescita per il
personaggio, a molti è apparso più come se Bruce si fosse arreso.
Sarebbe stato forse meglio se il personaggio avesse avuto modo di
essere ancora Bruce, ma con un maggiore controllo in merito alla
sua trasformazione nel Gigante Verde.
Black Panther che si fa giustizia con le se mani
Black Panther è
probabilmente uno degli eroi etici più simpatici e complessi di
tutti, quindi i suoi errori non sono mai stati così gravi.
Tuttavia, ha agito in modo avventato quando ha cercato di uccidere
Bucky, che era stato incastrato da Zemo, dopo la morte di suo
padre.
È
difficile biasimarlo perché era consumato dal dolore, e ha subito
cercato di fare ammenda non appena ha appreso la verità, offrendo a
Bucky un posto sicuro in cui vivere. Tuttavia, poiché era uno dei
sostenitori degli Accordi di Sokovia, questo rifiuto immediato
degli stessi è apparso a molti come una scelta molto
strana.
Captain America che torna nel passato
Mentre ad alcuni fan è
piaciuto il finale riservato a Steve Rogers, molti altri non
l’hanno affatto gradito, perché sentivano che non era davvero
coerente con il personaggio. Per questi fan, era come se la
Marvel stesse forzando per dargli a
tutti i costi un lieto fine.
Se ci pensiamo, Steve avrebbe
vissuto nel passato mentre accadevano cose terribili di cui era a
conoscenza e che non ha contribuito a fermare. In base a ciò, è
difficile vederlo come un eroe…
Star-Lord che rovina il piano del Guanto dell’Infinito
Una delle cose più
frustranti che siano mai accadute nel MCU è quando Star-Lord ha rovinato
il piano per rimuovere il Guanto dell’Infinito da Thanos. Anche se
Quill potrebbe essere stato sopraffatto dal dolore per aver perso
Gamora, ha agito comunque in modo avventato ed emotivo, e alla fine
ha rovinato tutto.
Senza
di lui, avrebbero ottenuto il Guanto e probabilmente avrebbero
potuto impedire che lo Snap accadesse. Dato che Peter Quill è
spesso tacciato per la sua arroganza, questo gesto non gli ha fatto
di certo guadagnare punti tra la maggior parte dei fan.
Iron Man che crea Ultron
Tony Stark è uno dei
Vendicatori che detiene il maggior numero di errori commessi e
sicuramente intraprende un viaggio narrativo molto bello, che da
egoista pieno di sé lo spinge a prendersi davvero cura degli altri.
Tuttavia, anche se cerca di essere un eroe e di salvare gli altri,
spesso lascia che il suo ego e le sue paure si mettano in
mezzo.
Realizzare Ultron è stato qualcosa
che non avrebbe mai dovuto fare: è solo un esempio (ma ce ne
sarebbero tanti altri!) del fatto che Iron Man aveva bisogno di
essere supervisionato, dal momento che pensava sempre di poter fare
quello che voleva.
Scarlet Witch che controlla un’intera città
Scarlet Witch ha
effettivamente fatto un sacco di cose brutte nella sua vita,
incluso il fatto che ha praticamente lavorato prima con l’HYDRA e
poi con Ultron. Tuttavia, forse la cosa peggiore che ha fatto, e
quella per cui ha maggiore responsabilità, è stata quando ha
praticamente controllato l’intera città di Westview solo per creare
la vita fantastica che voleva.
Anche dopo aver appreso ciò che
aveva fatto, all’inizio cercò comunque di giustificarlo. Alcuni fan
sono rimasti delusi dalla sua iniziale mancanza di rimorso.
Occhio di Falco che diventa un vigilante assassino
Occhio di Falco è un altro
Vendicatore che fa qualcosa di abbastanza imperdonabile. Dopo aver
perso la sua famiglia nel Blip, diventa una sorta di vigilante che
uccide i criminali. Tuttavia, prendere questo tipo di giustizia
nelle sue mani è stato piuttosto problematico, soprattutto perché
stava prendendo di mira principalmente persone nei paesi
asiatici.
Alla
fine, è stato accettato di nuovo come un eroe senza sostanziali
ripercussioni. Molti fan sono rimasti delusi nel vederlo seguire
questa strada e nel vedere una mancanza di riflessione su tutta la
questione da parte dello stesso personaggio.
Ta-Nehisi Coates ha
ricevuto ampi consensi da parte della critica per il suo lavoro su
personaggi dei fumetti quali Black Panther e Captain America, e ora
è stato scelto dalla Warner Bros. per scrivere l’annunciato reboot
di Superman. Dal momento che sembra quasi certo
che il film avrà un protagonista nero, è già chiaro che in qualche
modo darà una svolta significativa alla storia dell’iconico
eroe.
Su questo nuovo riavvio non sappiamo
altro (a parte che sarà supervisionato da J.J. Abrams e che molto probabilmente non sarà
ambientato nel DCEU), ma in una recente intervista con
Polygon, è stato proprio Ta-Nehisi
Coates a parlare delle aspettative dei fan e della
volontà di realizzare un film valido. “Viviamo in un’era in cui
le persone, anche grazie ai social media e alla condivisione, è
come se in qualche modo partecipassero al processo creativo di
un’opera d’arte”, ha spiegato. “In tal senso, la cosa che
mi preoccupa è quella di seminare determinate idee nella testa
della gente e magari creare false aspettative.”
“Sono consapevole che ad un
certo punto dovrà parlare di questo progetto, perché usciranno le
prime immagini, i trailer, ecc. Ma se dipendesse da me, non direi
mai nulla. Vorrei parlarne solo dopo l’uscita e solo dopo aver dato
al pubblico la possibilità di vederlo. È come se non volessi
ostacolare il prodotto finale. È come se volessi che Superman abbia
una nuova possibilità. Dopotutto, niente di quello che dico
potrebbe influenzare il modo in cui il film verrà accolto alla
fine. “
“Voglio che Superman viva.
Voglio che venga accolto. Non voglio che i miei precedenti possano
offuscare in qualche modo il mio lavoro”, ha aggiunto.
“Per quanto possibile, mi piacerebbe davvero recedere e, si
spera, fare qualcosa che il pubblico ritenga sia degno.”
Il Superman nero più celebre dei
fumetti è indubbiamente Calvin Ellis, ma al
momento non sappiamo se sarà davvero lui il personaggio al centro
della storia del nuovo film. La speranza è di avere quanto prima
nuovi aggiornamenti ufficiali in merito. Ricordiamo che il reboot
di Superman rappresenta il terzo progetto WB/DC supervisionato
da J.J,
Abrams, che sta già curando Justice
League Dark e la serie reboot
di Constantine.
Sarà dedicata
a Marcello Mastroianni l’11esima
edizione del Social World Film
Festival (www.socialfestival.com) che si
terrà dal si terrà dall’11 al 18 luglio 2021 a Vico
Equense. Il divo italiano più amato nel mondo verrà
omaggiato con una mostra fotografica, una retrospettiva, e dei
question time con i giovani delle giurie.
Il cinema impegnato torna così nella Penisola
Sorrentina con la Mostra Internazionale
del Cinema Socialearticolata in 19 sezioni,
competitive e non. “Forti dell’esperienza vincente dello
scorso anno, anche per il 2021 sfrutteremo a pieno le potenzialità
del web offrendo una programmazione ibrida tra eventi in presenza e
una programmazione online. Non mancheranno gli incontri con i
protagonisti del cinema e le tante opportunità per i giovani
autori. Inoltre, ogni giorno ci collegheremo con il Festival
di Cannes per creare un ponte virtuale tra le due rassegne
cinematografiche”, ha commentato il regista e
produttore Giuseppe Alessio Nuzzo, direttore
artistico del Social World Film Festival.
“Il festival è un vanto per la nostra città, un evento che
arricchisce da oltre 10 anni il calendario di offerte per l’estate,
una rassegna che ha una notevole ricaduta sulle nostre attività
commerciali, le strutture ricettive, i ristoranti, e sarà ancora
più importante quest’anno lanciare un segnale positivo alla
cittadinanza”, ha dichiarato Andrea
Buonocore, Sindaco di Vico Equense.
Anche per questa nuova edizione sezioni dedicate anche a opere
in realtà virtuale, verticali, realizzate con
smartphone, serie e webserie, spot, videoclip, film
sperimentali, fotografie e sceneggiature per film cinema e tv oltre
alle tradizionali selezioni per cortometraggi, lungometraggi e
documentari.
Definito “l’evento cinematografico più emozionante al mondo”
dall’attrice Claudia Cardinale, è un festival
che da spazio e visibilità a tutte le opere
iscritte grazie alla speciale
sezione “Mercato”, a prescindere dalla
selezione che viene effettuata per le sezioni competitive e non
competitive le cui opere sono proiettate e/o presentate in appositi
eventi organizzati.
Oltre a vari importanti riconoscimenti, anche premi in denaro
per 4mila euro. Inoltre, l’organizzazione del festival, per i
selezionati al “Concorso Internazionale”, copre le spese di
vitto e alloggio in una delle strutture ricettive sul mare di
Vico Equense, nella Penisola Sorrentina.
La partecipazione alla Mostra internazionale del Cinema Sociale
“Social World Film Festival” offre, ad alcune opere appositamente
selezionate, l’esclusiva possibilità di partecipare agli
eventi internazionali che in dieci anni hanno coinvolto trenta
città dei cinque continenti tra cui Los Angeles, New York,
Shanghai, Rio de Janeiro, Vienna, Washington DC, Seoul, Busan,
Berlino, Barcellona, Amsterdam, Cannes, MonteCarlo, Parigi,
Istanbul, San Francisco, Tokyo, Sydney, Marsiglia, Palma, Tunisi,
Hong Kong, Jakarta.
Bookciak, Azione!
ricomincia da Zero. Zerocalcare, il celebre
fumettista, è il presidente di giuria della
X edizione di Bookciak, Azione!2021, evento di pre-apertura delle
Giornate degli Autori, in collaborazione con il
Sindacato dei Giornalisti Cinematografici (SNGCI).
Il Premio, ideato e diretto da Gabriella Gallozzi,
celebra l’intreccio tra cinema e letteratura attraverso i bookciak,
corti ispirati a romanzi e graphic novel, realizzati da giovani
filmaker e dalle ragazze del carcere romano di Rebibbia. La
premiazione si svolgerà il 31 agosto prossimo al
Lido di Venezia, durante la tradizionale serata di benvenuto alla
stampa. Dopo la prima veneziana i bookciak vincitori andranno in
tour per festival e premi, fino ad approdare a Parigi (VO-VF. Le
monde en livres)
Zerocalcare si
aggiunge così al lungo elenco di presidenti di giuria che Bookciak
ha avuto in questi anni, fatto di grandi nomi del cinema (Ettore
Scola, Citto Maselli, Ugo
Gregoretti, Gabriele Salvatores, Daniele Vicari)
del teatro (Ascanio Celestini) della letteratura (Lidia Ravera)
dell’arte(Lorenzo Mattotti), della musica (Mannarino).
Il concorso quest’anno festeggia il
suo decennale, un bel risultato per un premio che ha portato alla
ribalta tanti giovani talenti, viaggiando sempre tra l’attuale e
l’inattuale, tra l’immaginazione e la memoria, tra solidarietà e
passioni; un bel traguardo da festeggiare proprio con Zerocalcare,
a compimento di un lavoro importante e condiviso con i nostri
giurati permanenti: Wilma Labate, Teresa
Marchesi e Gianluca Arcopinto.
Tanto più in questo difficile
biennio segnato dalla pandemia che proprio il fumettista romano ha
saputo raccontare nel geniale Rebibbia
Quarantine, animazione in pillole dal suo universo di
periferie e «accolli» che ha fatto da contrappunto scanzonato alle
nostre angosce da lockdown.
Ma Zerocalcare (il suo vero nome è
Michele Rech, nato ad Arezzo il 12 dicembre 1983) è molto di più di
un autore di enorme successo. È un po’ la stella cometa che ha
illuminato il fumetto italiano di questi ultimi dieci anni,
indicando una direzione – che è tutta personale e difficile da
imitare – che coniuga narrazione del «sé» e dell’«altro».
Il «sé» è la sua vita, quella dei
suoi affetti, delle persone che lo circondano e del quartiere in
cui vive da sempre. Ovvero Rebibbia, periferia Nord-Est di Roma,
dove arriva da ragazzo, dopo un’infanzia vissuta in Francia.
Le vicende quotidiane dei personaggi
di Zerocalcare, di Secco e dei suoi amici, dell’Armadillo (un
alter-ego immaginato, ma non troppo), per i riferimenti culturali e
identitari e per la spumeggiante forza comica di situazioni e
battute (amplificata da un’icastica forma grafica) trascendono
quello che agli inizi poteva sembrare una sorta di giovanilismo
localistico, legato a un’età e a un luogo. In realtà mostravano già
un’appartenenza più ampia, comune a più generazioni cresciute tra
cartoon, serie cult tv, playstation e videogiochi; fortificata,
però, nell’esperienza vitale di centri sociali, concerti punk,
graffiti e militanza politica e di strada.
Ecco l’«altro», ovvero l’attenzione
sincera, vissuta e rigorosa (Zerocalcare si è definito uno
straight-edge: una versione etica del punk, contro ogni
forma di alterazione della coscienza) per gli altri, incarnati
nelle tante declinazioni sociali degli emarginati, degli oppressi e
dei diversi.
Candidato nel 2015 al Premio Strega
(il secondo fumettista dopo Gipi a «sfidare» la società
letteraria), ha una bibliografia sterminata di titoli (tutti
pubblicate da BAO Publishing) tra cui va citato almeno il
capolavoro Kobane Calling (2016) diario-reportage di un
fumettista embedded: sul fronte però non delle potenze
militari ma a supporto del popolo curdo sul confine turco-siriano.
Da La profezia dell’Armadillo (2012) è stato tratto
l’omonimo film, diretto da Emanuele Scaringi, presentato nel 2018
alla 75esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia.
Attualmente Zerocalcare sta
lavorando come ideatore, sceneggiatore e regista alla sua prima
serie animata tv per Netflix, Strappare lungo i bordi che sarà
ambientata nel suo universo narrativo con i suoi classici
personaggi: Secco, l’Amico Cinghiale, Sarah e l’Armadillo che avrà
la voce di Valerio Mastandrea. La serie è prodotta da Movimenti in
collaborazione con BAO Publishing e il suo teaser su YouTube sta
spopolando.
Per iscriversi al concorso c’è tempo
fino al primo luglio. La consegna dei bookciak è fissata entro il
20 luglio .
Nel lontano 2012 cominciarono a
diffondersi alcune voci secondo cui Zack Snyder era stato coinvolto in un
potenziale nuovo film della saga di Star Wars. Inizialmente si pensava che il
regista di Justice
League potesse addirittura dirigere
Il risveglio della forza, il film che avrebbe poi sancito
il ritorno ufficiale della saga sul grande schermo sotto l’egida di
J.J. Abrams.
In seguito, sia Snyder che i suoi
rappresentanti hanno prontamente smentito quelli voci, ma ora
scopriamo che, in realtà, c’era un fondo di verità nascosto dietro
quelle speculazioni. Lo stesso regista, infatti, ha confermato di
aver davvero lanciato un’idea alla Lucasfilm per un film autonomo
di Star Wars ispirato nientemeno che a I
sette samurai di Arika Kurosawa.
Ospite del podcast Happy Sad Confused di
Josh Horowitz in occasione della promozione di
Army of the Dead, Snyder ha approfondito la questione del
suo legame con la saga di
Star Wars, rivelando che quell’idea sarebbe qualcosa che,
in realtà, vorrebbe ancora realizzare. Il regista ha confermato di
aver presentato l’idea alla Lucasfilm prima dell’acquisizione da
parte della Disney.
“Ne abbiamo parlato, ma non è
mai diventato una realtà. La verità è che era qualcosa di molto
lontano dall’universo di Star
Wars, era qualcosa di indipendente. Ci ho lavorato da solo,
come se fosse un film di fantascienza a sé stante”,
ha spiegato Zack Snyder. “È ancora una storia di
fantascienza. È la stessa storia… ma ho sempre voluto che non fosse
collegata all’universo di Star Wars. Volevo che Star Wars restasse
Star Wars. Forse, un giorno, chissà… Vedremo.”
I piani futuri di Zack Snyder al cinema
Ricordiamo che i tra prossimi
progetti di Zack Snyder figurano un film dedicato a Re
Artù, e ad altri due incentrati sulle figure di George Washington e
Napoleone. Inoltre, sempre di recente il regista ha sottolineato il
suo interesse nel portare sul grande schermo il romanzo “The
Fountainhead” di Ayn Rand, progetto che però pare abbia accantonato
a causa di alcune implicazioni politiche.
The
Marvels, il sequel di Captain
Marvel, uscirà in America l’11 novembre 2022 e
farà ufficialmente parte della Fase 4 del MCU. Di recente, l’attrice
Teyonah Parris ha ufficialmente debuttato nei
panni di Monica Rambeau in WandaVision,
personaggio che ritroveremo nel sequel di Captain Marvel al fianco di Carola Danvers
(Brie Larson) e della new entry Kamala Kham/Ms. Marvel (Iman Vellani).
Durante un’intervista con
Collider in occasione della promozione di Candyman,
Parris ha parlato del lavoro della regista Nia
DaCosta, che dirigerà appunto The
Marvels.“Per quanto riguarda gli attori con
cui lavora, sento che ripone grande attenzione nei loro
confronti”, ha spiegato l’attrice. “Ascolta i nostri
feedback sul personaggio, sulla storia che stiamo cercando di
raccontare, ed è un approccio che ha utilizzato anche per quanto
riguarda The
Marvels. Molto spesso quando penso una cosa, scopro che lei ci
era già arrivata.”
Poi ha aggiunto: “Le dico: ‘Ho
pensato a questa cosa’, e lei mi risponde: ‘Tranquilla, ci
arriveremo. Prima bisogna pensare a questo, e poi a questo, e poi a
quest’altro ancora’. Mi piace come la sua mente sia sempre
proiettata verso il futuro. Mi sento molto a mio agio quando devo
andare a parlare con lei per magari sbrogliare i punti della
storia, gli archi narrativi dei personaggi e il loro
sviluppo.”
Tutto ciò che sappiamo su Captain
Marvel 2
The
Marvels, il sequel del cinecomic Captain
Marvel con protagonista il premio Oscar Brie
Larson che ha incassato 1 miliardo di dollari al
box office mondiale, sarà sceneggiato da Megan McDonnell,
sceneggiatrice dell’acclamata serie WandaVision.
Sfortunatamente, Anna
Boden e Ryan Fleck, registi del
primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: il sequel,
infatti, sarà diretto da Nia DaCosta, regista
di Candyman. Nel
cast ci saranno anche Iman Vellani (Ms.
Marvel, che vedremo anche
nell’omonima serie tv in arrivo su Disney+)
e Teyonah Parris (Monica Rambeau, già
apparsa in WandaVision). L’attrice Zawe
Ashton, invece, interpreterà il villain principale, del
quale però non è ancora stata rivelata l’identità.
Nessun dettaglio sulla trama del
sequel è stato rivelato, ma l’ambientazione del film dovrebbe
spostarsi dagli anni ’90 ai giorni nostri.
Naturalmente, Brie
Larson tornerà nei panni di Carol Danvers. Il
sequel di Captain
Marvelarriverà l’11 novembre 2022.
Ciak
d’inizio riprese in Toscana per il film opera Gianni
Schicchi, prodotto da Genoma Films di Paolo Rossi
Pisu, da Albedo Production di Cinzia Salvioli e con
DO Consulting & Production.
Il
film, che rappresenta l’esordio cinematografico del regista
teatrale di successo internazionale Damiano Michieletto, è tratto
dall’omonima opera lirica di Giacomo Puccini su libretto di
Giovacchino Forzano, e ispirata al Canto XXX dell’Inferno di
Dante.
Un cast
di artisti d’eccellenza, arricchito della grande presenza di
Giancarlo Giannini nel ruolo di Buoso Donati, e
della collaborazione con l’Orchestra del Teatro Comunale di
Bologna, diretta dal Maestro Stefano Montanari, che registrerà le
musiche di Puccini, e su cui gli artisti sul set reciteranno
cantando in presa diretta.
LOGLINE: Gianni Schicchi, un furbo
faccendiere toscano, riesce con un abile stratagemma ad intascare
la cospicua eredità dell’anziano collezionista d’arte Buoso Donati,
appena deceduto.Il folto
stuolo di parenti avidi, accorsi per ottenere la loro parte, verrà
cacciato di casa a bocca asciutta.
Grazie
al ritmo incalzante e ai suoi quindici esilaranti personaggi,
l’opera sembra essere la felice antesignana della commedia
all’italiana, grazie al sapiente lavoro di adattamento del regista
Damiano Michieletto. Il Produttore creativo è Elisabetta
Bruscolini, e la scenografia sarà firmata da Paolo Fantin, con i
costumi di Nicoletta Ercole in collaborazione con Alessandra
Carta.
Le
riprese sono previste per quattro settimane nella splendida cornice
toscana, in provincia di Siena tra i comuni di Trequanda e Pienza.
DAMIANO MICHIELETTO
Nel
giro di poco tempo, Damiano Michieletto è emerso sulla scena
internazionale come uno dei rappresentanti più interessanti della
giovane generazione di registi italiani ed è oggi tra i più
richiesti nel mondo. Ha studiato opera e produzione teatrale presso
la Scuola d’Arte Drammatica di Milano Paolo Grassi e si è laureato
in lettere moderne presso l’Università di Venezia, sua città
natale.
I suoi
spettacoli sono stati rappresentati nei più importanti teatri,
festival e istituzioni quali il Festival di Salisburgo, il Teatro
alla Scala, l’Opéra di Parigi, la Royal Opera House di Londra, il
Festival di Glyndebourne, il Bolshoi di Mosca, il Nuovo Teatro
Nazionale di Tokyo, la Sydney Opera in Australia, la Komische Oper
e la Staatsoper di Berlino, il Theater an der Wien di Vienna, la
Nederlandse Opera di Amsterdam, il Teatro Real di Madrid, La Fenice
di Venezia, il Teatro dell’Opera di Roma e il Rossini Opera
Festival di Pesaro.
Le sue
produzioni hanno ricevuto molti premi come il Laurence Olivier
Award, l’Irish Time Award, il premio russo Casta Diva, il Premio
Abbiati della Critica Musicale Italiana, l’Österreichischer
Musiktheaterpreis, il Reumert Prize, il Melbourne Green Room
Award.
Oltre
all’intensa attività nel teatro lirico, Michieletto è attivissimo
anche nel teatro di prosa, altrettanto importante nel suo percorso
artistico, collaborando in particolare con il Teatro Stabile del
Veneto e il Piccolo Teatro di Milano.
Ora che Amazon ha ufficialmente
acquistato la MGM, i film del franchise di James Bond saranno disponibili sulla
piattaforma di streaming. Anche se alla fine è possibile che la
società cercherà di espandere l’universo di 007 al piccolo schermo,
l’ultima parola spetta sempre a Barbara Broccoli e
Michael G. Wilson, gli storici produttori del
franchise che continueranno ad avere voce in capitolo su come viene
e continuerà ad essere rappresentata l’iconica creazione di Ian
Fleming.
Lo scorso anno, molto prima
dell’ufficializzazione dello storico accordo, alcuni rumor avevano
ipotizzato che la MGM stava cercando un servizio di streaming a cui
affidare l’uscita in esclusiva di No Time to
Die, per la “modica” cifra di 600 milioni di dollari.
Adesso, sulla scia dell’avvenuta fusione, sono stati proprio
Broccoli e Wilson a smentire categoricamente quelle voci e a
confermare che i film della saga di Bond – incluso No Time to Die,
appunto – continueranno ad arrivare sul grande schermo.
In una dichiarazione congiunta, il
duo ha spiegato a
Variety: “Ci impegneremo per continuare a realizzare film
di James
Bond destinato agli spettatori della sala cinematografica in
tutto il mondo”. Ad oggi, non è chiara quale sarà la
finestra di utilizzo di No Time to
Die e dei futuri film del franchise prima dell’arrivo
su Prime Video.
In No Time to Die, Bond si
gode una vita tranquilla in Giamaica dopo essersi ritirato dal
servizio attivo. Il suo quieto vivere viene però bruscamente
interrotto quando Felix Leiter, un vecchio amico ed agente della
CIA, ricompare chiedendogli aiuto. La missione per liberare uno
scienziato dai suoi sequestratori si rivela essere più insidiosa
del previsto, portando Bond sulle tracce di un misterioso villain
armato di una nuova e pericolosa tecnologia.
In seguito all’accordo Disney e Fox,
i fan hanno atteso a lungo notizie in merito all’agognato Deadpool 3 e finalmente, lo scorso
gennaio, è stato confermato non solo che il film si farà, ma anche
che sarà ambientato nel MCU.
Ad ogni non sappiamo comunque molto
del progetto, se non che Ryan Reynolds tornerà nei panni del Mercenario
Chiacchierone e che la sceneggiatura porterà la firma di
Wendy Molyneux e Lizzie
Molyneux-Logelin (che andranno a sostituire i
veterani Rhett Reese e Paul Wernick).
In una recente intervista con
Inverse in occasione della promozione della serie Love,
Death + Robots,Tim Miller, il regista del
primo Deadpool, ha
commentato proprio l’ingresso dell’iconico personaggio nel grande
universo condiviso Marvel. Miller (che avrebbe dovuto
dirigere anche Deadpool
2, sostituito poi da David Leitch a causa
di alcune “divergenze creative” con la Fox) ha affermato che finché
sarà Reynolds a vestire i panni del mutante, il personaggio
continuerà ad avere successo incredibile e, di conseguenza, una
possibile lunga vita sul grande schermo.
“Penso che la visione che ha
Ryan Reynolds del personaggio e il modo in cui abbraccia quel
particolare tipo di follia – anche se forse non userà più parolacce
– esistono ancora, sono ancora lì. Si tratta ancora di quel
personaggio. Puoi togliere tutte le parti vietate ai minori se lo
desideri, ma sarebbe comunque Deadpool se fosse Ryan ad
interpretarlo.”
Il futuro di Deadpool al
cinema
Dopo l’uscita di Deadpool
2 e l’acquisizione di Fox da parte di Disney, il
futuro di Deadpool è
stato per lungo tempo appeso al filo dell’incertezza. Tuttavia, lo
scorso gennaio è stato confermato che Deadpool
3 si farà e che sarà ufficialmente collegato al
MCU. Al momento le uniche
informazioni sul film riguardano gli sceneggiatori: la Marvel, infatti, ha affidato
a Wendy Molyneux e Lizzie
Molyneux-Logelin (che andranno a sostituire i
veterani Rhett Reese e Paul Wernick) il compito di scrivere il
nuovo film.
Joseph
Gordon-Levitt è un attore che da bambino prodigio è
diventato un professionista del settore, in grado di saper
incanalare il suo talento non solo nella recitazione, ma anche
nella regia, nella produzione e nello sceneggiare. In tutti questi
anni, l’attore ha avuto modo di dimostrare le sue abilità,
scegliendo ruoli iconici e indimenticabili, tanto da essere
notevolmente apprezzato da una grande fetta di pubblico a livello
internazionale. Ecco, allora, dieci cose da sapere su
Joseph Gordon-Levitt.
Joseph Gordon-Levitt: film
1. I film e la
carriera. La carriera dell’attore inizia nel 1988, quando
debutta nel mondo della recitazione con il film tv Uno straniero
sulla mia terra, per poi apparire in diverse serie come Casa
Keaton (1988), La signora in giallo (1990), Dark
Shadows (1991) e La signora del West (1993). In
seguito, lavora nel cinema e appare in Halloween – 20 anni
dopo (1998), 10 cose che odio di te (1999),
Miracolo a Sant’Anna (2008) e (500) giorni insieme (2009). Tra i suoi ultimi lavori
si citano
Inception (2010), Il cavaliere oscuro – Il ritorno (2012), Lincoln (2012), Don Jon (2013), Sin City – Una donna per cui uccidere (2014), The Walk (2015), Snowden (2016) e la serie Comrade Detective
(2017). Nel 2020 ha interpretato Frank in Project Power ma è il suo ruolo del 2020 è quello di
Richard Schultz ne Il processo ai Chicago 7 di Aaron Sorkin. Nel 2021
sarà trai protagonisti nel ruolo di Josh Corman nella serie
Mr.
Corman. Presterà la voce al personaggio di Jiminy Cricket
nell’attesissimo Pinocchio di Robert Zemeckis.
2. È anche doppiatore,
sceneggiatore, regista e produttore. L’attore non ha
svolto unicamente questa attività ma ha, ad esempio, vestito i
panni del doppiatore, prestando la propria voce per i film Il
pianeta del tesoro (2002) e Star Wars: Gli ultimi Jedi (2017). Inoltre, l’attore
ha sceneggiato la serie HitRECord on TV (2014), ha diretto
diversi corti e film come Buttercup (2015) e ha prodotto i
film
Looper (2012) e il documentario Band Together with
Logic (2019). L’attore ha anche riunito queste tre professioni
dando vita al corto Sparks (2009) e al film
Don Jon. Ha prestatola sua voce al personaggio di Slowen
Lo in Star
Wars – Gli ultimi Jedi (2017), e al Detective Hardrock in
Cena con delitto (2019).
Joseph Gordon-Levitt moglie
3. È sposato da qualche
anno. Nel 2013, l’attore ha iniziato a frequentare
Thasha McCauley, presidente e fondatrice della
Fellow Robots. Dalla loro unione sono nati due figli, il primo nato
nell’agosto 2015 e il secondo nel giugno del 2017.
4. Ha avuto diverse
fidanzate. Sembra che l’attore, prima di sistemarsi, abbia
frequentato diverse donne, sopprattutto colleghe nell’ambito della
recitazione. Dal 1998 al 2002 ha frequentato la collega
Larisa Oleynik, mentre nel 2010 si è visto con
Lexy Hulme. Tra i vari flirt attribuitigli ci
sarebbero quelli con le colleghe Julia Stiles, Meagan Good,
Evan Rachel Wood, Devon Aoki e Phoebe
Tonkin.
Joseph Gordon-Levitt e Heath
Ledger
5. Ha un sosia
d’eccezione. L’attore è stato spesso confuso con il
collega, il compianto Heath Ledger, con cui aveva diviso il set
grazie al film 10 cose che odio di te. Addirittura, pare che quando
venne scritturato per Il cavaliere oscuro – Il ritorno alcuni fecero
confusione e pensarono che potesse interpretare il Joker, anche se
ha dato vita a Robin.
Joseph Gordon-Levitt Looper
6. Ha studiato Bruce
Willis. L’attore ha dovuto indossare una protesi per il
film Looper e ha studiato film del passato per interpretare il
ruolo più giovane di Bruce Willis. È stato così soddisfacente che
Willis ha riconosciuto i suoi manierismi nelle loro scene
insieme.
7. È l’opposto del suo
personaggio. In Looper, Joe viene mostrato mentre
studia il francese senza molto successo. Per ironia della sorte, il
suo interprete, cioè Gordon-Levitt, parla fluentemente il
francese.
Joseph Gordon-Levitt Don Jon
8. Voleva la Johansson nel
film. L’attore ha scritto la parte appositamente per
Scarlett Johansson ed è stato molto felice
quando la collega ha accettato di recitare nel suo film.
9. Voleva scritturare
Tatum. Che l’attore e il collega Channing Tatum siano amici da molti anni è un
fatto noto. Addirittura, Levitt ha considerato di far interpretare
al suo amico il ruolo per protagonista, prima di decidere di
interpretarlo lui stesso.
Joseph Gordon-Levitt: età e
altezza
10. Joseph Gordon-Levitt è
nato il 17 febbraio del 1981 a Los Angeles, in California,
e la sua altezza complessiva corrisponde a 176 centimetri.
Un nuovo report emerso online nelle
ultime ore suggerisce che Todd Phillips avrebbe firmato per occuparsi
della sceneggiatura del sequel
di Joker.
Il primo film, che ha permesso a Joaquin Phoenix di vincere l’Oscar come
migliore attore protagonista, ha ottenuto ampi consensi da parte
della critica e ha vinto numerosi riconoscimenti importanti,
incluso il Leone d’oro alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
di Venezia.
Il
sequel è molto atteso dai fan, nonostante la Warner Bros. non
abbia ancora ufficializzato nulla. Ricordiamo che il primo film era
ambientato al di fuori del DCEU, scelta che ha avuto un impatto
drastico sullo stile e sul tono dell’intera pellicola, e che le
addirittura permesso di ottenere un rating R, ossia un divieto ai
minori di 17 anni. Lo scorso maggio, dopo mesi e mesi in cui non si
era più saputo nulla sul futuro di Artur Fleck, era arrivata
l’indiscrezione secondo cui il sequel era ancora nei piani della
major, quindi effettivamente in sviluppo.
Ora, secondo quanto spiegato da
THR, Todd Phillips sarà coinvolto nel
sequel di Joker
in qualità di sceneggiatore. Non è chiaro se Scott Silver, con cui
Phillips aveva scritto il primo film, tornerà ad occuparsi anche
del nuovo capitolo, così come non è chiaro se Phillips potrebbe
comunque essere coinvolto di nuovo dietro la macchina da presa. La
Warner Bros. ha annunciato un gran numero di nuovi progetti DC
relativamente indipendenti nell’ultimo anno: sarà di sicuro
interessante vedere come lo stile unico di Joker si
inserirà in questi piani futuri.
Un sequel di Joker: sì o no?
Molti sono abbastanza scettici in
merito ad un sequel di Joker.
In realtà, nonostante fosse stato concepito come progetto autonomo,
il film ha lasciato una porta aperta ad un eventuale seguito. Nel
finale del film, Arhtur si trova rinchiuso all’Arkham State
Hospital e lo vediamo uscire da una stanza lasciando dietro di sé
una scia di impronte di sangue: probabilmente, ha appena ucciso la
sua psichiatra, anche se non sappiamo se sia riuscito o meno a
fuggire dagli infermieri dell’istituto che cercano di
braccarlo.
Per quanto raccontasse una storia
autosufficiente, il film ha lasciato quel tanto che basta per un
eventuale nuovo film, che potrebbe approfondire – tra le altre cose
– il legame tra il personaggio e Bruce Wayne o il destino del
personaggio di Sophie (Zazie
Beetz).
La quantità di personaggi
proveniente da realtà alternative che potremmo dunque vedere nel
film, è potenzialmente esplosiva: ad oggi, i due unici ritorni
confermati sono quelli di Jamie Foxx e Alfred
Molina, che torneranno nei panni rispettivamente di
Electro e Doctor Octopus.
Chiaramente, nel corso soprattutto
degli ultimi mesi, i nomi dei possibili attori legati all’universo
dell’Uomo Ragno che potrebbe fare la loro apparizione nel film di
Jon Watts non hanno fatto altro che susseguirsi e moltiplicarsi.
Tra questi c’è stato anche quello del premio Oscar Emma Stone, che nel franchise di The Amazing Spider-Man di Marc Webb ha
interpretato il ruolo di Gwen Stacy.
In occasione della promozione di
Crudelia,
MTV News ha chiesto all’attrice di commentare proprio quelle
voci, nella speranza di carpire se ci fosse un fondo di verità
oppure no. Questa è stata la sua replica: “Ho sentito anche io
quelle voci. Non so se posso parlarne, ma la verità è che non sono
coinvolta. Non lo sono.”
L’attrice ha poi ricordato la sua
esperienza con i due film diretto da Webb, spiegando: “È stato
incredibile fare quei film, anche se sono stati molto impegnativi.
Ho amato lavorare con Marc Webb e con l’intero team. È stata
un’esperienza veramente speciale per me. In un certo senso, mi
sento di dover proteggere quella versione di Spider-Man, anche se
ci sono comunque state tante altre bellissime storie nel corso
della storia su quel personaggio.”
Il film è diretto
da Jon Watts (già regista
di Homecoming e Far
From Home) e prodotto da Kevin
Feige per i Marvel Studios e da Amy
Pascal per la Pascal Production. Il film arriverà
nelle sale americane il 17 dicembre 2021.
La Marvel ha finalmente confermato che
Oscar Isaac sarà Moon
Knight nella serie in produzione con Disney
Plus. Sette mesi dopo che
Variety ha annunciato per la prima volta il casting, la
Marvel ha dato conferma attraverso
i suoi account ufficiali che l’attore 42enne sarà il protagonista
del progetto.
Naturalmente, la Marvel lo ha fatto tramite un tweet
che recita, “‘WE ARE MOONKNIGHT’ – Oscar Isaac” – una
strizzata d’occhio astuta al fatto che il personaggio di Isaac – il
soldato d’élite e mercenario Marc Spector – ha personalità multiple
e distintive, e sviluppa dopo che diventa l’incarnazione di
Khonshu, il dio egizio della luna.
Non è chiaro perché la Marvel abbia impiegato così tanto
tempo per confermare uno dei segreti peggio custoditi di Hollywood,
al di là della propensione generale dello studio a fare annunci
ufficiali nel proprio programma. A marzo, la star di The Falcon and the Winter
SoldierSebastian Stan ha
persino menzionato che Isaac avrebbe interpretato Moon
Knight durante una conferenza stampa
virtuale per la serie Disney Plus, affermazione che il capo dei
Marvel Studios Kevin
Feige, anche lui presente, non ha contraddetto.
Moon
Knight racconta la storia di Marc Spector, un
soldato d’elite e mercenario che decide di combattere il crimine e
decide di diventare il rappresentante umano di Khonshy, il dio
egizio della luna.
Presentato in anteprima nel 2019 al
Toronto
Film Festival, Saint Maud, esordio
alla regia della britannica Rose Glass raggiunge
le piattaforme on demand italiane solo a partire dal 16 Aprile.
Protagoniste di questo horror indipendente sofisticato e pregno di
intuizioni suggerite e metaforiche, sono Morfyyd
Clark e Jennifer Ehle, entrambe punti
cardine di una narrazione che fa leva su come un dualismo dialogico
alterato e storpiato sfoci nell’auto possessione di una voce
trainante tutt’altro che salvifica.
Saint Maud come apogeo materico
dell’horror di possessione
In Saint Maud Maud
(Morfydd Clark) è una giovane infermiera, che
soffre di forti dolori allo stomaco e vive in una stanzetta spoglia
di una cittadina di mare, Scarborough, dove lavora per un’agenzia
medica privata. La ragazza si è recentemente convertita e vede nel
mistero religioso un progetto per lei: diventare missionaria di
fede, per salvare e redimere l’anima di Amanda Kohl
(Jennifer Ehle), ex ballerina e coreografa con un
male terminale. L’ambientazione gotica della magione isolata e
scricchiolante di Amanda e il monolocale squallido e claustrofobico
di Maud, in cui l’unico sguardo verso l’esterno sono due ampie
finestre rialzate, che simboleggiano la condizione servile
autoimpostasi da Maud, che guarda a un Assoluto esterno, diventano
teatro di un tacito e suggerito gioco di seduzione, che trascende
il fisico ed è tutto mentale, psicologico e spirituale e che trova
la sua risonanza filmica nell’abbracciare le tinte non solo
dell’horror, ma anche del dramma e del thriller psicologico. Una
messa in scena curata al dettaglio unita a una fotografia-specchio,
riflesso distorto della percezione di Maud, fanno svettare
pienamente un prodotto in cui è difficile distinguere il fervore
religioso dalla follia, le apparizioni sovrannaturali dalle
proiezioni mentali.
Rose Glass, qui anche
sceneggiatrice, ci consegna un soggetto narrativo dallo svolgimento
piuttosto lineare, che non intende soffermarsi troppo su possibili
colpi di scena: lo spofondamento psicofisico di Maud è già sancito
dall’inizio, ma è il come ci si approda a conferire passo a passo a
noi spettatori le informazioni chiave per poter delineare la psiche
emotivamente disgregata di Maud. Glass ci regala un prodotto
superbamente confezionato, che conferma come alcune registe
contemporanee stiano svettando nel panorama horror (Coralie
Fargeat con Revenge; Julia
Ducournau con Raw – Una cruda
verità). Il crescendo tensivo si innalza
lentamente ma in maniera inesorabile, potenziato dalla
fotografia lugubre e tenebrosa di Ben Fordesman,
giocata sui toni del rosso, marrone e beige, e la colonna sonora
spettrale di Adam Janota.
La personale apologia di Maud, in
perenne cerca di redenzione
Un male incurabile costringe Amanda
a letto; un ulteriore male è insito nella memoria di Maud: vorrebbe
pulirlo, sciacquarlo via con il medesimo zelo maniacale che pone
nella sua professione, eppure la missione di Maud è troppo grande
per essere adempita nella dimensione terrena. Maud deve
necessariamente abbracciare una dimensione altra, in cui lei stessa
si configura come regista e attrice: Maud diventa paladina della
chiamata ricevuta, moderna alterazione della figura di
Giovanna D’Arco, vittima di ferite auto-inflitte, flagelli
ricercati, croci da innalzare come portavoce di una chiamata
ricevuta che diventa unico scopo di una vita vuota e solitaria, in
cui l’alterazione percettiva si configura come unica chiave di
sopravvivenza.
Saint Maud è il
racconto della dolorosa e fluttuante fede della protagonista, alla
ricerca di un’identità indefinita, tra ascetismo e momenti di
perdizione. E’ una visione enigmatica, che ci fornisce dettagli
captabili da un’unica prospettiva, che ha a che fare con la realtà
esperienziale del personaggio. Maud è un personaggio estremamente
complesso e caratterizzato con accurata precisione, secondo uno
schema narrativo che segue la metodologia estatica di Maud. La
mente e il corpo di Maud sono i veicoli di connessione con il
divino, che si vanno a scontrare con la controparte della ragazza:
Amanda. La natura delle due è infatti agli antipodi, non solo per
quanto riguarda i tratti caratteriali ma anche il retaggio
culturale: Maud è gallese, Amanda americana. Non è un caso che Maud
sia diventata religiosa in un Paese ampiamente laico, mentre Amanda
non creda in nulla e l’unico rifugio che cerca sono esperienze e
piaceri fisici, corporali. Ognuna, a sua modo, ha rifiutato la
comunità: la desolata casa di Amanda è correlativo oggettivo del
suo corpo, destabilizzato, mentre Maud non vuole far altro che
trascendere il proprio. La conversione religiosa si configura qui
come profezia negativa autoavveratasi: una personale crociata
scelta per sopperire ai danni di un trauma che hanno alienato Maud,
rendendola schiava di un soggettivismo esasperato.
Grazie alle serie di film Mad
Max e Arma Letale, Mel Gibson si è
affermato come una delle grandi icone del cinema d’azione. Da quel
momento ha infatti preso parte a numerosi titoli di questo genere,
distinguendosi sempre per bravura e fisicità. Tra i suoi titoli più
recenti di questo genere si annovera Fuori
controllo, titolo italiano di Edge of
Darkness, uscito nel 2010 per la regia di Martin
Campbell, noto per film come The Legend of Zorro
e Casino Royale. Insieme, i due hanno dato vita ad un
grintoso film d’azione, che spinge il protagonista e con lui gli
spettatori verso i luoghi più insidiosi dell’oscurità dell’animo
umano.
Scritto da Andrew
Bovell e William Monahan, il film è
basato sull’omonima serie televisiva prodotta dalla BBC nel 1985 e
diretta dallo stesso Campbell. Conoscendo già il materiale
narrativo, il regista ha dunque potuto da qui nuovamente forma alla
sua originale messa in scena di opere action, basata su di un
evidente geometrismo che nella sua semplicità e pulizia permette di
esprime al meglio la compiutezza dell’azione. Il film, inoltre, non
è da confondere con altre opere dal titolo italiano simile, come
Autobahn – Fuori
controllo e Unstoppable – Fuori
controllo, usciti tutti e tre nel giro di pochi anni.
Nonostante le buone premesse di
Fuori controllo, il film mancò di affermarsi come un
successo al box office. Arrivò infatti a guadagnare appena 81
milioni di dollari a fronte di un budget di 80. Si tratta però di
un’opera composta da solida azione, che merita di essere riscoperta
in tutto il suo valore. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Fuori controllo: la trama del film
Protagonista del film è
ThomasCraven, esperto detective
della sezione omicidi del Boston Police Department. Al di là della
carriera lavorativa, egli è però un uomo piuttosto schivo, che
trova il suo unico grande conforto nella figlia
Emma, che ha cresciuto da solo. La sua pace
interiore viene però spezzata nel momento in cui proprio la figlia
viene brutalmente uccisa con un colpo d’arma da fuoco alle spalle,
mentre si recava a trovare il padre. Sconvolto dalla cosa, Thomas
sospetta che dietro quell’omicidio vi sia un vecchio nemico in
cerca di vendetta.
Nel momento in cui le indagini non
portano però a nulla di concreto, Thomas decide di procedere per
proprio conto. Inizierà così a ricercare nella vita di Emma e nei
suoi segreti, arrivando ben presto a scoprire verità difficili da
digerire. Comprendendo chi vi è dietro la morte della figlia, egli
inizierà una spietata vendetta, che lo porterà però a finire
invischiato nello stesso pericoloso sistema in cui si era ritrovata
Emma. Smascherare i colpevoli non sarà a quel punto l’unico
obiettivo, poiché Thomas sarà chiamato anche a dover salvare la
propria vita.
Fuori controllo: il cast del film
Ad interpretare il personaggio del
detective Thomas Craven vi è dunque il premio Oscar Mel Gibson. Per
lui si trattò del primo ruolo da attore ricoperto dal 2002. In quel
lasso di tempo, infatti, egli si era dedicato principalmente alla
regia con i film La Passione di Cristo e
Apocalypto. Per interpretare il personaggio, inoltre, egli
ha incontrato e seguito per diverse settimane alcuni veri
detective, per comprendere al meglio il loro lavoro e imparare a
padroneggiare le armi. Per Gibson, si è trattato del primo ruolo da
poliziotto al di fuori della trilogia di Mad Max. Accanto
a lui, l’attrice serba Bojana Novaković interpreta il ruolo
della figlia Emma, interpretazione per cui ha ricevuto diverse
lodi.
Nel ruolo di Darius Jedburgh,
agente incaricato di insabbiare l’omicidio, vi è Ray
Winstone. Originariamente era stato scelto Robert De Niro
per il ruolo, il quale abbandonò però il progetto per via di
divergenze creative. Danny Houston è Jack Bennett,
controverso diretto della Northmoor. Shawn Roberts
interpreta invece David Burnham, fidanzato di Emma che aiuterà
Thomas nelle indagini, mentre Caterina Scorsone,
celebre per Grey’s Anatomy è l’amica di Emma,
Melissa. Jay O. Sanders, infine, è il detective
Bill Whitehouse, collega e amico stretto di Thomas. Nel film si
ritrova poi l’attore Frank Grillo
nel ruolo dell’Agente Uno, il killer di Emma che opera per ordini
ricevuti dall’alto.
Fuori controllo: il trailer e dove
vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Fuori
controllo è infatti disponibile nei cataloghi di
Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes,
Amazon Prime Video e Rai
Play. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di
riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un
abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso
di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui
guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto
televisivo di giovedì 27 maggio alle ore
21:10 sul canale Rai Movie.
Questa estate, il regista
visionario M. Night Shyamalan svela Old,
un nuovo intrigante e misterioso thriller su una famiglia che
durante una vacanza in una località tropicale scopre che la
spiaggia appartata dove si stanno rilassando li sta facendo
invecchiare rapidamente… riducendo le loro intere vite ad un solo
giorno.
Old:
trailer italiano del film di M. Night
Shyamalan
Old è
interpretato da un notevole cast internazionale che include il
vincitore del Golden Globe Gael García Bernal (Mozart in the Jungle),
Vicky Krieps (Il filo nascosto), Rufus
Sewell (L’uomo nell’alto castello), Ken
Leung (Star
Wars: Episode VII — Il risveglio della Forza), Nikki
Amuka-Bird (Jupiter – Il destino dell’universo),
Abbey Lee (Lovecraft Country), Aaron
Pierre (Krypton), Alex Wolff
(Hereditary), Embeth Davidtz (Millennium – Uomini
che odiano le donne), Eliza Scanlen (Piccole
Donne), Emun Elliott (Star Wars: Episode VII — Il
risveglio della Forza), Kathleen Chalfant (The
Affair) e Thomasin McKenzie (Jojo Rabbit).
Old è
una produzione Blinding Edge Pictures, diretta e prodotta da M.
Night Shyamalan, da una sceneggiatura basato sulla graphic novel
Sandcastle di Pierre Oscar Lévy e Frederik Peeters. Il film è anche
prodotto da Ashwin Rajan (Glass, Servant) e Marc Bienstock (Glass,
Split). Il produttore esecutivo è Steven Schneider.
Da Londra, in Inghilterra, Lily
parte per la foresta amazzonica e recluta Frank per guidarla lungo
il corso del fiume con La Quila, la sua barca diroccata ma
affascinante. Lily è determinata a scoprire un antico albero con
straordinarie capacità curative, in grado di cambiare il futuro
della medicina. Durante questa epica ricerca, l’improbabile duo
incontra innumerevoli pericoli e forze soprannaturali, nascosti
nell’ingannevole bellezza della rigogliosa foresta pluviale. Ma
quando vengono svelati i segreti dell’albero perduto, la posta in
gioco per Lily e Frank diventa sempre più alta e il loro destino e
quello dell’umanità sono appesi a un filo.
Jungle
Cruise è diretto da Jaume Collet-Serra e interpretato
da Dwayne Johnson, Emily Blunt, Edgar Ramirez e Jack Whitehall, con
Jesse Plemons e Paul Giamatti. Il film è prodotto da John Davis e
John Fox di Davis Entertainment, Dwayne Johnson, Hiram Garcia e
Dany Garcia di Seven Bucks Productions, e Beau Flynn di Flynn
Picture Co., mentre Scott Sheldon e Doug Merrifield sono i
produttori esecutivi. La sceneggiatura è firmata da Michael Green e
Glenn Ficarra & John Requa, da un soggetto di John Norville & Josh
Goldstein e Glenn Ficarra & John Requa.
Lungo la sua carriera, Dante
Spinotti ha illuminato stagioni e generi molto diversi del
cinema mondiale: dall’esordio su grande schermo, dopo le prime
esperienze di operatore televisivo, con Il
minestrone (Sergio Citti, 1981), sino alla grande chiamata
del cinema americano, grazie al produttore Dino De Laurentiis, che
lo ha portato a stringere un importante sodalizio con il regista
Michael Mann coronato da premi prestigiosi e da una candidatura
agli Oscar, per The Insider. Thriller metropolitani
(L.A. Confidential, Curtis Hanson, 1997, anche nominato per
un Oscar), western (The Quick and the Dead, Sam Raimi,
1995), commedie romantiche (Frankie and Johnny, Garry
Marshall, 1991), film di supereroi (X-Men: The Last Stand,
Brett Ratner, 2006, Ant-Man and the Wasp, Peyton Reed,
2018): non c’è genere a cui questo maestro non abbia prestato il
proprio imprescindibile contributo, così come sono innumerevoli le
autrici e gli autori che lo hanno voluto sul set, da Ermanno Olmi a
Lina Wertmüller, fino a Peter Bogdanovich.
Giona A. Nazzaro, direttore
artistico del Locarno Film Festival: “Dante Spinotti è un
maestro della luce e un’eccellenza italiana. Un vero e proprio
autore della fotografia cinematografica. Da Sergio Citti ad Aldo
Lado, passando per Salvatore Samperi e Liliana Cavani, Spinotti è
approdato a Hollywood dove lavorando con Michael Mann ha ridefinito
l’estetica del noir contemporaneo e non solo, realizzando alcuni
dei film statunitensi più ammirati degli ultimi decenni. Artigiano
e artista, non ha mai smesso di sperimentare lavorando a cavallo
fra gli Stati Uniti e l’Italia con registe e registi diversissimi
come Sam Raimi ed Ermanno Olmi, Giuseppe Tornatore e Barbra
Streisand. A suo agio con l’intimismo psicologico così come con il
fantasy, ha impresso il suo segno inconfondibile anche ai film di
supereroi. Celebrare Dante Spinotti significa rendere omaggio a un
talento immenso della fotografia cinematografica, a un artista che
ha cambiato il modo di percepire le immagini sul grande schermo.
Senza l’immenso contributo di Dante Spinotti il cinema sarebbe più
povero, meno bello. Celebrare Dante Spinotti è una gioia e un
privilegio.”
Il programma dell’omaggio
In onore di Dante Spinotti, verranno
proiettate due opere della sua straordinaria filmografia:
Heat di Michael Mann – Stati Uniti –
1995, presentato in Piazza Grande la sera del 12 agosto
The Insider di Michael Mann – Stati Uniti
– 1999
Dante Spinotti riceverà
il Pardo
alla carriera il 12 agosto in Piazza Grande,
mentre il 13 agosto sarà protagonista di una
conversazione con il pubblico presso il Forum @Rotonda by
la Mobiliare.
Fra le vincitrici e i vincitori del
Pardo alla carriera nelle scorse edizioni vi sono Francesco Rosi,
Claude Goretta, Bruno Ganz, Claudia Cardinale, Johnnie To, Harry
Belafonte, Peter-Christian Fueter, Sergio Castellitto, Víctor
Erice, Marlen Khutsiev, Bulle Ogier, Mario Adorf, Jane Birkin e,
nel 2019, Fredi M. Murer.