La Fase 4 del Marvel Cinematic Universe è pronta ad aprire una nuova porta sulle sconfinate opportunità della sua storia, e in tal senso Black Widow fungerà da trampolino di lancio per la nuova “vita” del franchise dopo gli eventi di Endgame. Tuttavia, la crisi sanitaria in corso alla fine ha fatto deragliare i piani iniziali dello studo, e adesso il film interpretato da Scarlett Johansson arriverà soltanto a Maggio del 2021.
Nonostante ciò, l’attesa è ancora alle stelle per il film prequel, soprattutto dopo che negli ultimi mesi sono state rivelate una miriade di curiosità. I vari trailer di Black Widow hanno già accennato al fatto che il concetto di famiglia sarà ampiamente presente, mentre passate interviste al cast stellare hanno fornito maggiori informazioni su come il film plasmerà il futuro del franchise.
Dato che gli eventi di Black Widow saranno ambientati tra quelli di Civil War e Infinity War, è possibile che nel film di Cate Shortland appaiano diverse figure importanti del MCU. Ora, una nuova voce potrebbe aver rivelato che un celebre alleato di Natasha Romanoff potrebbe fare la sua comparsa nel tanto atteso cinecomic.
Amit Chaudhari, un insider cinematografico indiano, ha spifferato su Twitter (via The Direct) che Clint Barton, alias Occhio di Falco, apparirà in Black Widow, ma “non è ancora del tutto confermato se si tratterà di una nuova scena, di un flashback o di una scena post-credit”. L’avvertimento “spoiler” di Chaudhari all’inizio del suo post potrebbe indicare che la Marvel starebbe cercando di mantenere segreto il coinvolgimento di Occhio di Falco prima dell’arrivo del film in sala.
Oltre a Occhio di Falco, è da tempo ormai che si parla anche della presenza di Iron Man nel film dedicato a Vedova Nera. In una vecchia intervista fatta da Robert Downey Jr. a Gennaio di quest’anno, l’attore aveva ironizzato sulla questione, senza né confermare né smentire il suo coinvolgimento. Proprio per questo, non è ancora da escludere che un’apparizione di Tony Stark sia effettivamente possibile.
La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson(The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett Johansson ci saranno anche David Harbour, Florence Pugh e Rachel Weisz.
In Black Widow, quando sorgerà una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che diventasse un membro degli Avengers.
Un nuovo report di Screen Rant fa luce sui motivi secondo cui l’immagine e la reputazione di Iron Man dovrebbero essere “ripulite” nella Fase 4 del MCU. Tony Stark, al pari di suo padre, è sempre stato entusiasta dell’eredità che sapeva si sarebbe lasciato alle spalle. Questo spiega la sua propensione verso l’innovazione, il progresso tecnologico e anche – e soprattutto – verso l’esigenza di fungere da “mentore” nei confronti di eroi più giovani e inesperti di lui. Sfortunatamente, nonostante abbia agito in maniera totalmente disinteressata in Avengers: Endgame, la sua reputazione resta sotto attacco a causa di alcune precedenti azioni piuttosto discutibili.
Oltre a chiudere l’arco principale della Saga dell’Infinito, il cinecomic di Anthony e Joe Russo è stato anche il canto del cigno per il personaggio di Iron Man, dal momento che l’eroe ha esercitato il potere di tutte e sei le Gemme dell’Infinito per abbattere Thanos (Josh Brolin), provocandone la morte. Ciononostante, la sua storia non è finita qui: Spider-Man: Far From Home di Jon Watts, infatti, ha portato in qualche modo avanti la sua memoria, rendendolo parte integrante della narrazione del sequel.
Considerata la relazione di Peter Parker con Tony Stark, il film ha affrontato il modo in cui il giovane eroe ha dovuto fare i conti con la scomparsa del suo mentore e della sua figura paterna. Tuttavia, il film ha anche dipinto il “genio, miliardario, playboy, filantropo” sotto una luce completamente diversa. Il danno arrecato alla reputazione di Tony – e alla sua eredità – deve essere riparato nella Fase 4 e, cosa più importante, è lo stesso MCU a dover capire se Tony debba essere ricordato come un eroe o come qualcosa di diverso…
Non è mai stato un segreto che Quentin Beck/Mysterio (Jake Gyllenhaal) sarebbe stato il cattivo principale di Far From Home, ma ciò che nessuno si aspettava era la sua connessione con Iron Man. In quella che è probabilmente una delle scene più elettrizzanti del MCU, è stato rivelato che lui e altri ex dipendenti delle Stark Industries hanno collaborato per rubare gli occhiali da sole EDITH che erano stati lasciati alle cure di Peter, ossia gli occhiali high-tech che consentono a chiunque di accedere al database completo di Stark.
Questo ha messo Spider-Man in serio pericolo, nonostante non abbia nulla a che fare con la questione in maniera diretta. Alla fine del film, il giovane eroe è stato lasciato al suo destino dopo che William Gitner Riva (Peter Billingsley) ha condiviso pubblicamente un video che incolpa Peter per la morte di Beck e rivela la sua la sua vera identità.
Il MCU e i “problemi” legati all’eredità di Tony Stark
La serie di eventi in Far From Home mina efficacemente il ruolo eroico di Tony Stark in Endgame, soprattutto perché non c’è ancora una soluzione in vista per l’attuale situazione in cui è piombato Spider-Man. Anche se il film inizia con l’eroe che viene celebrato in tutto il mondo, la percezione che gli spettatori hanno di lui cambia completamente alla fine, considerando ciò che è stato rivelato sulla sua storia con Beck e gli altri ex dipendenti. Proprio per questo, la fase 4 del MCU deve sistemare l’eredità del suo “primo” eroe in un modo o nell’altro.
Iron Man è sempre stato un personaggio complesso: era tutt’altro che un eroe all’inizio del suo viaggio sul grande schermo e anche dopo aver avuto un’illuminazione in seguito al suo rapimento in Afghanistan, ha comunque fatto delle scelte discutibili. Tuttavia, non è mai stato intrinsecamente cattivo: ammesso che abbia commesso degli errori, le sue intenzioni sono state sempre buone. Ciò è palese, ad esempio, in Captain America: Civil War, quando si trovava in difficoltà contro Captain America (Chris Evans): Stark sarebbe apparso sempre come il cattivo della situazione rispetto all’eroe (apparentemente) senza macchia Steve Rogers, ma alla fine le sue argomentazioni sugli accordi di Sokovia erano più che valide.
Quando si è reso conto di aver giudicato erroneamente Bucky Barnes (Sebastian Stan) prima che scoprisse che aveva ucciso i suoi genitori, ha comunque ammesso i suoi errori. Lasciare l’eredità di Stark contaminata in questo modo, ora che l’eroe non è più presente nel MCU e non può riscattarsi, sembra ingiusto nei confronti di un personaggio che ha sacrificato la sua vita per il bene più grande.
Certo, “sistemare” i problemi legati all’eredità di Iron Man non sarà la priorità della Marvel nella Fase 4. Il franchise è attualmente in un periodo di totale ricostruzione, con l’introduzione di nuovi personaggi chiave e la continuazione della trama degli eroi sopravvissuti, ma data l’importanza di Stark all’inizio e alla fine della Saga dell’Infinito, è importante che decidano presto come vogliono che i fan si ricordino di Tony Stark nel MCU: se come un eroe o come un cattivo.
Nonostante la produzione del film stia procedendo senza alcun intoppo, la Universal Pictures – a causa dell’emergenza Coronavirus – ha deciso di posticipare l’uscita nelle sale di Jurassic World: Dominion. Inizialmente previsto per l’11 Giugno 2021, il film arriverà adesso al cinema il 10 Giugno 2022, ad un anno esatto di distanza dalla release inizialmente stabilita.
Nonostante la nuova data di uscita del film, The Wrap ci informa che la Universal sarebbe assolutamente soddisfatta dei tempi di lavorazione, nonostante i ritardi causati dalla pandemia, mentre The Hollywood Report fa sapere che mancano soltanto tre settimane alla fine delle riprese. A quanto pare, la decisione di posticipare il film sarebbe stata presa anche per concedere al marketing del film di poter organizzare al meglio tutta l’attività promozionale.
Nel frattempo, insieme all’annuncio della nuova release, è stato anche diffuso online il primo teaser poster ufficiale che, oltre a riportare la nuova data di uscita, presenta anche tutti i nomi degli attori che andranno a comporre il cast, in ordine rigorosamente alfabetico, tra cui anche Laura Dern, Jeff GoldblumeSam Neill, protagonisti dell’originale Jurassic Park del 1993.
Jurassic World: Dominion vedrà sia Chris Pratt che Bryce Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella Pineda, Jake Johnson e Omar Sy. Laura Dern e Sam Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che avevano in Jurassic Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta nel Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe originale, Ian Malcolm, interpretato da Jeff Goldblum, ha firmato per tornare in Jurassic World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta in Jurassic World: Il Regno Distrutto.
Mentre volge al termine la seconda stagione di The Boys, oggi arrivano i primi dettagli sull’annunciata serie spin-off. Come molti di voi sanno la nuova serie racconterà la storia di un gruppo di giovani supereroi alle prese con il college. Ebbene oggi lo showrunner Eric Kripke ha rivelato si ispirerà molto liberamente a G-Men, la parodia delle avventure degli X-Men.
Parte della storia di G-Men è che si tratta di un’esperienza educativa e legata al college. E semplicemente lo abbiamo usato come punto di partenza, un po’ come accaduto con The Boys, prendendo l’idea iniziale e poi sviluppandola nella nostra direzione strana e personale. Io, Seth Rogen, Evan Goldberg e Craig Rosenberg non sentiamo il bisogno di proporre spinoff. Stavamo semplicemente parlando e ci siamo imbattuti in questa idea e ci siamo entusiasmati, l’abbiamo quindi proposta ad Amazon. Pensiamo realmente ci sia l’opportunità di mostrare un’altra parte del mondo di Vought. Inoltre, ed è la cosa più importante, si può realizzare una serie che non è stata realizzata spesso, che è ciò che amiamo, visto che The Boys è uno sguardo inflessibile sulla realtà
Vi ricordiamo che la serie avrà un pilot che sarà scritto da Craig Rosenberg e sarà poi lo showrunner di tutta la serie. La serie racconterà le vicissitudini all’interno nell’unico college americano destinato a giovani supereroi, gestito da Vought Internazional. La serie viene descritta come “irriverente e vietata ai minori, in grado di esplorare le vite dei supes alle prese con ormoni e rivalità mentre mettono alla prova i propri limiti fisici, sessuali e morali”.
Intervistata da Collider, a Tran è stato chiesto del suo futuro nella saga Star Wars. L’attrice ha detto che è stato “divertente” essere coinvolta nel franchise, ma che le condizioni dovrebbero essere giuste affinché accetti di tornare ad interpretare quel personaggio, magari di una serie tv (all’epoca dell’uscita de L’Ascesa di Skywalker, il regista Jon M. Chu si offrì volontario per la realizzazione di una serie tv destinata a Disney+ che potesse in qualche modo rendere giustizia al personaggio di Rose Tico).
“Sarebbe fantastico, ma onestamente non lo so. Davvero, non lo so”, ha spiegato l’attrice. “È tutto così strano. Mi sono divertita davvero tanto ad essere parte di quel mondo, ma sento che i pezzi dovrebbero combaciare alla perfezione e il momento giusto dovrebbe sembrare davvero quello giusto. Non solo il momento, ovviamente, ma anche la storia dovrebbe essere quella giusta, come con qualsiasi altro progetto. Quindi… non lo so.”
Sulla scia de L’Ascesa di Skywalker, attori come John Boyega e Oscar Isaac hanno espresso il loro desiderio di non tornare a recitare nella saga, mentre Daisy Ridley non è ancora certa se tornerà o meno ad interpretare Rey. Non dovrebbe sorprendere, dunque, se anche Tran fosse della medesima opinione. Probabilmente l’attrice è interessata ad ampliare i suoi orizzonti, cercando magari opportunità per interpretare personaggi diversi.
Un nuovo report di Screen Rant prova a spiegare perché quello di Doctor Strange sia il più grande superpotere del MCU. L’universo condiviso è pieno zeppo di personaggi dotati di poteri straordinari, ma non tutti sono stati creati in modo uniforme e Strange è di gran lunga il più potente di tutti i difensori della Terra.
Gli eroi e i cattivi del MCU hanno un miscuglio di poteri, che vanno dalla maestria nel tiro con l’arco ad abilità decisamente più impressionanti, come l’incredibile manipolazione della realtà. Il più grande superpotere di tutti appartiene a Doctor Strange, che ha debuttato nella Fase 3 dell’universo condiviso. Stephen Strange è ora lo Stregone Supremo, anche se all’inizio del film del 2016 di Scott Derrickson non era ancora così. Nel tentativo di recuperare l’uso delle mani dopo un grave incidente d’auto, Strange si reca a Kamar-Taj dove apprende le arti mistiche dall’Antico, entrando in possesso della Gemma del Tempo e, al tempo stesso, di una vasta gamma di poteri.
Mentre studia sotto l’ala dell’Antico, Strange impara la magia, inclusa la proiezione astrale, percorrendo grandi distanze (dentro e fuori dimensioni diverse) in un batter d’occhio e, soprattutto, la manipolazione del tempo grazie all’Occhio di Agamotto, che nel film contiene la Gemma del Tempo. Ecco perché quel potere è il più potente del MCU…
In Doctor Strange, il personaggio di Benedict Cumberbatch dimostra il valore della manipolazione del tempo quando è in grado di invertire il tempo per annullare il danno che Dormammu e i poteri della Dimensione Oscura hanno fatto alla Terra, incluso riportare in vita personaggi morti. Quella padronanza della morte è qualcosa che nessun personaggio del MCU ha mai veramente raggiunto. Arriva persino a intrappolare se stesso e Dormammu in un loop temporale infinito, lasciandosi morire ripetutamente fino a quando il Distruttore dei Mondi non accetta di prendere i suoi seguaci e liberare la Terra in cambio della sua libertà dal loop temporale.
Competere con i poteri soprannaturali di Doctor Strange
Con tutto il rispetto per i personaggi super forti o super veloci, personaggi del calibro di Capitan America o anche l’incredibile Hulk, nessuno può competere con i poteri soprannaturali posseduti da personaggi come Scarlet Witch, Visione e, naturalmente, Doctor Strange. E anche se Scarlet Witch può essere in grado di manipolare le menti delle persone, Strange può cambiare il tempo stesso e non ha bisogno di impedire che accadano risultati indesiderati (come la sua stessa “morte” alla fine di Avengers: Infinity War). Anche se dovesse risultare non all’altezza, può sempre correggere i suoi errori invertendo semplicemente il tempo. Essenzialmente, si rende infallibile.
A ragione, si potrebbe obiettare che il potere risieda in realtà nella Gemma del Tempo e non nello stesso Strange, ma è comunque la sua padronanza della manipolazione del tempo e la sua conoscenza di come funziona il Multiverso a confermare quanto rappresenti un elemento chiave. Quando Thanos aveva la Gemma del Tempo, aveva accesso ai sui poteri, ma non l’aveva mai “studiata” come avrebbe poi fatto Strange e non ha mai potuto affermare di essere stato in grado di usarla davvero. Grazie al suo studio del Libro di Cagliostro, Strange comprende veramente l’arte della manipolazione del tempo, e in realtà potrebbe anche non aver bisogno della Gemma del Tempo per agire. Il cinecomic del 2016 ha stabilito che Strange può viaggiare attraverso il Multiverso e che gli Stregoni potrebbero usare la magia dello Sling Ring per entrare nel Regno Quantico, cosa che potrebbe ancora permettergli di piegare il tempo alla sua volontà.
Fondamentalmente, all’inizio di Doctor Strange l’eroe del titolo è semplicemente un arrogante – anche se brillante – chirurgo, ma alla fine del film è in grado di sconfiggere un male senza precedenti proveniente da un’altra dimensione esclusivamente attraverso la sua capacità di manipolare il tempo. Ciò è la testimonianza dell’incredibile potere che deteneva, ed è per questo che è il più grande eroe di tutti. E anche se il potere di Strange dipende da un’influenza esterna – la Gemma e lo Sling Ring – è anche l’unico personaggio del MCU il cui potere deriva da una delle Gemme dell’Infinito, fattore che non può essere minimizzato.
Constantin Film ha messo in moto un nuovo adattamento da aggiungere al franchise di Resident Evil in continua espansione. Constantin e lo sceneggiatore-regista Johannes Roberts hanno dichiarato di aver concepito un adattamento ufficiale della storia di origini con legami fedeli ai classici giochi survival horror di Capcom. Questa storia è ambientata nel 1998 in una notte fatale a Raccoon City.
Protagonista sarà Kaya Scodelario di Maze Runner nei panni di Claire Redfield insieme a Hannah John-Kamen (Ant-Man and the Wasp) nei panni di Jill Valentine, Robbie Amell (Upload) nei panni di Chris Redfield, Tom Hopper (The Umbrella Academy) nei panni di Albert Wesker, Avan Jogia (Zombieland: Double Tap) nei panni di Leon S. Kennedy e Neal McDonough (Yellowstone) nei panni di William Birkin.
“Con questo film, volevo davvero tornare ai primi due giochi originali e ricreare la terrificante esperienza viscerale che ho avuto quando li ho giocati per la prima volta, raccontando allo stesso tempo una storia umana radicata in una piccola città americana morente in modo tale che sia riconoscibile che rilevante per il pubblico di oggi” ha detto Roberts.
Il produttore del franchising Robert Kulzer produrrà di nuovo per conto di Constantin con James Harris di Tea Shop Productions e Hartley Gorenstein.
Paul W.S. Anderson ha scritto e diretto i sei film precedenti, con protagonista Milla Jovovich e con un incasso totale di 1,2 miliardi di dollari al botteghino mondiale. È una delle serie di film basate su un videogioco di maggiore successo e con l’incasso migliore.
Attrice ricca di grinta e dedita al genere d’azione, Jordana Brewster ha negli ultimi anni ricoperto diversi ruoli di rilievo in celebri film. Ma a darle la grande popolarità è stata la saga di Fast & Furious, dove tutt’oggi recita interpretando uno dei personaggi principali. Presente anche sul piccolo schermo, qui l’attrice ha dato prova di versatilità affrontando generi diversi, passando dal thriller alla soap opera.
Ecco 10 cose che non sai di Jordana Brewster.
Jordana Brewster: i suoi film e le serie TV
10. È celebre per la saga di Fast & Furious. Nel 2001 l’attrice ottiene il ruolo di Mia Toretto nel film Fast and Furious, recitando così accanto agli attori Vin Diesele Paul Walker. Dopo essere stata assente nel secondo e nel terzo film, riprende il ruolo nei successivi Fast & Furious – Solo parti originali (2009), dove ha modo di recitare anche conMichelle Rodriguez, Fast & Furious 5(2011), con Dwayne Johnson, Fast & Furious 6 (2013), e Fast & Furious 7 (2015), con Jason Statham. Quella nel settimo capitolo della saga sembrava dovesse essere la sua ultima apparizione, ma l’attrice è stata riconfermata anche per l’atteso nono film, Fast & Furious 9 – The Fast Saga, previsto per il 2021.
9. Ha recitato anche in altri noti film. Il debutto cinematografico per l’attrice non è però avvenuto con Fast and Furious, bensì tre anni prima con the Faculty (1998), thriller con Elijah Wood. Ha poi proseguito la sua carriera recitando da protagonista in Verità apparente (2001), con Cameron Diaz, e nei film D.E.B.S. – Spie in minigonna (2004), Nearing Grace (2005), Annapolis (2006), con James Franco, e Non aprite quella porta – L’inizio (2006). Dopo alcuni anni dedicati solo alla saga che l’ha resa famosa, è poi tornata al cinema in un nuovo ruolo nel film American Heist (2014), conAdrien Brody, e Home Sweet Hell (2015). Nel 2019 ha invece recitato nel thriller Random Acts of Violence, mentre nel 2020 è tra i protagonisti della commedia Terapia di letto.
8. Ha preso parte a celebri serie televisive. Nel corso della sua carriera la Brewster non ha però mancato di recitare anche per la televisione, comparendo in ruoli di rilievo in alcune note serie TV. A conferirle una buona notorietà è stata la soap opera Così gira il mondo, dove ha recitato dal 1995 al 2001. È poi tornata sul piccolo schermo per comparire in alcuni episodi della serie Chuck (2008-2009), con Zachary Levi. Successivamente ha svolto il ruolo di guest star in Dark Blue (2010) e Gigantic (2010). Importante per lei è stato il ruolo di Elena Ramos in Dallas (2012-2014), mentre nel 2016 è stata Denise Brown nell’acclamata American Crime Story. Nello stesso anno ha recitato in Secret and Lies, per poi dedicarsi alla serie Lethal Weapon (2016-2018), basata sulla saga di Arma letale.
Jordana Brewster in Fast & Furious
7. Ha dovuto prendere lezioni di guida. Guardando i film della saga di Fast & Furious si potrebbe pensare che gli attori protagonisti siano dei grandi esperti di guida, ma è sorprendente scoprire che non tutti erano avvezzi a tale pratica al momento della realizzazione del primo film. Scelta per interpretare Mia Toretto, la sorella di Dominic, la Brewster non possedeva infatti la patente di guida. La produzione le ha dunque chiesto di prendere lezioni di guida per ottenere la licenza, e poter così eseguire alcune delle manovre automobilistiche richieste dal copione. Nel giro di poche settimane, l’attrice riuscì a conseguire il risultato.
6. Ha rischiato di non poter più comparire nella saga. Al momento delle riprese del settimo film, l’attrice era impegnata anche sul set della soap opera Dallas. Quest’ultima le richiedeva un grande impegno, e pertanto la Brewster fu sul punto di dover rinunciare al prendere parte al film nel ruolo di Mia. Fortunatamente, la produzione decise di spostare alla fine le sue scene, così che lei potesse terminare il lavoro su Dallas e spostarsi poi sul set del film. La Brewster si dichiarò entusiasta della possibilità, ed ebbe modo di riprendere il ruolo che l’ha resa celebre.
Jordana Brewster e Paul Walker
5. I loro personaggi formavano una coppia. Sin dal primo film della saga c’è stato del tenero fra i personaggi Mia Toretto e Brian O’Conner, interpretato da Walker. I due finiscono infine con il formare una coppia, e sul finire del settimo film sembrano ritirarsi ad una tranquilla vita di famiglia. Essendo molto legata all’attore, la Brewster è rimasta devastata dalla notizia della sua scomparsa. Ha in seguito raccontato che al momento di girare le sue scene sul settimo film l’attore non c’era già più, e lei dovette così recitare con una delle controfigure che lo sostituivano. Riuscire a reggere una situazione di quel tipo fu per lei un’esperienza difficilissima.
Jordana Brewster: il marito e i figli
4. Ha conosciuto suo marito sul set. Nel 2006 l’attrice è chiamata a recitare nel film horror Non aprite quella porta – L’inizio. Qui recita nel ruolo della protagonista, ed ha modo di conoscere il produttore Andrew Form. Tra i due nasce in breve una relazione sentimentale, che li porta poi al matrimonio nel maggio del 2007. Da quel momento la coppia si è dimostrata particolarmente affiatata e riservata, evitando di condividere particolari dettagli sul loro privato. Hanno però annunciato la nascita del primo figlio, Julian Brewster-Form nel 2013, e del secondo, Rowan Brewster-Form, nel 2016. Nel 2020, tuttavia, la coppia annuncia la separazione.
Jordana Brewster: è su Instagram
3. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo verificato e seguito da 3,7 milioni di persone. All’interno di questo l’attrice ha ad oggi condiviso oltre 2.648 post, molti dei quali dedicati al suo quotidiano. Si possono infatti ritrovare immagini legate a momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi, come anche di momenti legati alla sua vita famigliare. Non mancano però anche post relativi al suo lavoro, con immagini promozionali dei suoi film di prossima uscita o dove annuncia i prossimi progetti. Così facendo, l’attrice permette ai suoi follower di rimanere sempre aggiornati sulle sue attività.
Jordana Brewster: il suo fisico
2. È stata anche modella. Che la Brewster sia considerata una delle maggiori bellezze di Hollywood è oggi risaputo. Non molti sanno però che nei suoi primi anni di attività ha avuto modo di lavorare anche come modella, sfoggiando da subito un fisico mozzafiato. Negli anni, poi, l’attrice ha mantenuto un certo regime per poter mantenere un fisico tonico. Questo le è infatti tornato utile nel momento in cui ha dovuto recitare in sequenze particolarmente dinamiche o impegnativi nei film che l’hanno vista coinvolta.
Jordana Brewster: età e altezza
1. Jordana Brewster è nata a Panama City, in Panama, il 26 aprile del 1980. L’attrice è alta complessivamente 170 centimetri.
Con l’arrivo nei cinema di tutto il mondo, nel 1993, di Jurassic Park, il regista Steven Spielbergmostrò le reali potenzialità della computer grafica, cambiando per sempre la settima arte. Sullo schermo era ora possibile veder prendere vita, dopo milioni di anni dalla loro estinzione, i celebri dinosauri in tutta la loro maestosità. Dopo la conclusione della trilogia nel 2001, però, il grido di battaglia del Tirannosaurus Rex è rimasto a tacere per ben quattordici anni. Nel 2015 la saga ha poi ripreso vita grazie a Jurassic World, a cui è poi seguito Jurassic World – Il regno distrutto nel 2018.
Diretto da Juan Antonio Bayona, quest’ultimo film è strettamente legato ai suoi precedenti e sviluppa il celebre parco in quello che è ora un vero e proprio mondo dei dinosauri. Come già nel film del 2015, nuove “attrazioni” sono qui disponibili, e come è ben immaginabile il pericolo che queste rappresentano è allo stesso tempo la fonte di fascino della storia. Il film si è infatti affermato come uno dei maggiori successi del franchise, e a fronte di un budget di circa 170 milioni è arrivato a guadagnarne oltre 1.3 miliardi. Ciò lo ha reso il terzo film della saga a raggiungere questo importante traguardo.
Con un cast che riunisce personaggi della trilogia originale a nuovi membri, il film è inoltre il secondo di una nuova trilogia. È infatti stato già annunciato per il 2021 il terzo e conclusivo capitolo, intitolato Jurassic World: Dominion, che vedrà anche la partecipazione degli attori protagonisti del film del 1993, ovvero Sam Neill, Laura Dern e Jeff Goldblum. In attesa di sapere come si concluderanno le vicende, è possibile scoprire le tante curiosità legate a Il regno distrutto, sia per quanto riguarda il cast che per le creature ricreate e presenti all’interno del film.
Jurassic World – Il regno distrutto: la trama del film
Le vicende del film si svolgono a tre anni di distanza dal precedente. Il parco a tema Jurassic World è ormai andato in rovina, distrutto dai dinosauri scappati dalle gabbie e che ora dominano quella terra. Quel luogo abbandonato da ogni forma di vita umana sembra destinato a rimanere per sempre proprietà di quelle antiche creature, ma questo equilibrio potrebbe non durare a lungo. Il vulcano dormiente sull’isola, infatti, si risveglia improvvisamente, minacciando di estinguere nuovamente tutti i dinosauri lì presenti. Proprio per questo motivo l’addestratore Owen Grady e l’ex responsabile del parco Claire Dearing decidono di tornare sull’isola per salvare le creature da una catastrofe annunciata.
Giunti dunque a Isla Nublar, il gruppo tenta di radunare i dinosauri per poterli trasferire altrove. Owen, in particolare, spera di ritrovare Blue, il velociraptor da lui addestrato e al quale è ancora affezionato. Ad aiutarli nella missione vi sarà anche il professor Ian Malcolm, decisosi a tornare tra i dinosauri dopo gli eventi che lo videro coinvolto vent’anni prima. Ben presto, però, il gruppo si scontra con pericolose verità, comprendendo che è in atto una cospirazione volta a riportare il mondo intero ad un irreversibile stato di disordine. Oltre a salvare le creature, dunque, Grady, Dearin e Malcolm dovranno salvare anche sé stessi e l’intera loro specie.
Jurassic World – Il regno distrutto: il cast del film
Nel film riprende il ruolo di Owen Grady l’attore Chris Pratt. Come per il precedente capitolo, anche questo gli ha richiesto un consistente allenamento preparatorio in vista delle complesse scene previste. Pratt, infatti, ha richiesto di non usare controfigure, desiderando svolgere da sé le acrobazie che il suo personaggio compie. È infatti convinto che ciò aggiunga realismo alla sua performance. L’attore ha inoltre più volte raccontato della difficoltà di recitare con creature non realmente esistenti sul set, e di come l’utilizzo di pupazzi sostitutivi lo abbia in parte aiutato a orientarsi. Come lui, anche Bryce Dallas Howardha ripreso i panni di Claire Dearing.
L’attrice ha raccontato di aver temuto, durante la lettura della sceneggiatura, che il suo personaggio sarebbe morto da un momento all’altro. Dopo aver constatato che questo sopravvive fino alla fine del film, il suo timore è ora quello che possa trovare una tragica conclusione nel terzo e conclusivo capitolo. In attesa di scoprire se ciò si verificherà o meno, l’attrice ha comunque avuto modo di praticare particolari attività in vista di quanto richiesto dal copione. Si è infatti ritrovata a dover imparare a salire sul dorso di uno dei dinosauri, rimanendo al galoppo di questo. Tali attività le hanno ovviamente richiesto un certo tempo per poter essere eseguite senza problemi.
Il film segna poi il ritorno nella saga di Jeff Goldblum. Il ritorno del suo Ian Malcolm è stato fortemente voluto dal regista, il quale lo riteneva indispensabile per i risvolti che la trama assume. Sono poi presenti gli attori Toby Jones nel ruolo di Gunnar Eversoll, Geraldine Chaplin in quello di Iris Carroll, Justice Smith per Franklin Webb, e Daniella Pineda nei panni della dottoressa Zia Rodriguez. Per ottenere la parte, quest’ultima ha dovuto sostenere diversi provini. Dove infatti dimostrare al regista e ai produttori di possedere una buona capacità di improvvisazione e di poter passare con naturalezza dalla commedia al dramma. Fu soltanto dopo aver superato queste prove che l’attrice venne confermata nel ruolo.
Jurassic World – Il regno distrutto: i dinosauri presenti nel film
Come per i precedenti i film, anche qui i dinosauri sono stati ricreati combinando insieme pupazzi animatronici e CGI. Numerose modifiche sono poi state fatte circa il loro aspetto, sulla base delle nuove scoperte a riguardo. Grazie alla consulenza con celebri paleontologi, gli animatori hanno potuto rendere più realistici i movimenti dei dinosauri. Allo stesso modo anche i loro versi e il colore della loro pelle sono stati perfezionati. Il film, inoltre vanta la presenza del maggior numero di dinosauri rispetto agli altri titoli della saga. Molti di questi sono anche esemplari totalmente nuovi, come l’Allosauro, il Baryonyx, il Carnotaurus, il Sinoceratopo e il Pachycephalosaurus. Pur se talvolta simili tra loro, queste specie presentano delle notevoli differenze sia nell’altezza che nei movimenti o nelle abitudini.
Il film introduce poi anche un nuovo dinosauro non realmente esistito, chiamato Indoraptor. Rappresentato come un quadrupede, l’esemplare ha lunghe braccia che ricordano quelle umane, e può raggiungere un’altezza di circa tre metri una volta in posizione eretta. A questo è stata inoltre conferito un colore nero, che ne accentuasse la minacciosità. A queste specie si aggiungono poi ovviamente anche l’immancabile Tirannosaurus Rex e i Velociraptor, da sempre caratteristici della sega. Per realizzare tutte queste creature, come detto, sono stati usati anche diversi pupazzi animatronici, resi però più tecnologicamente avanzati che mai. L’intenzione dei produttori è naturalmente quella di rendere sempre più realistiche le creature. Si prevede inoltre che nuove specie verranno aggiunte al prossimo capitolo della trilogia.
Jurassic World – Il regno distrutto: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Per gli appassionati del film, o per chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali piattaforme streaming oggi disponibili. Jurassic World – Il regno distrutto è infatti presente su Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. In base alla piattaforma scelta, sarà possibile noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale al catalogo. In questo modo sarà poi possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre in programma in televisione per martedì 6 ottobre alle ore 21:15 su Canale 5.
Black Box è il secondo film della nuova serie tematica di Jason Blum che il famoso produttore ha realizzato con la sua casa di produzione insieme ad Amazon Studios. Welcome to the Blumhouse è il titolo del progetto che consta di quattro film, tutti thriller e tutti realizzati da talenti emergenti che si avvalgono del sostegno della realtà produttiva sempre più vincente e della piattaforma Amazon Prime Video.
Scritto e diretto da Emmanuel Osei-Kuffour Jr., che condivide i crediti di sceneggiatura con Stephen Herman, anche autore del soggetto, Black Box è un thriller che si muove nel territorio più oscuro e insidioso di tutti, la mente umana. La storia è quella di un padre di famiglia che, a seguito di un terribile incidente d’auto, ha perso la memoria. Nell’incidente ha perso la vita sua moglie, e lui adesso si trova a dover crescere una figlia senza riuscire a recuperare la memoria. Proprio per far fronte a questa sua incredibile difficoltà, si sottopone ad una cura molto dolorosa che dovrebbe aiutarlo a recuperare la memoria persa, ma che avrà degli effetti collaterali devastanti.
La recensione di Black Box
Emmanuel Osei-Kuffour Jr. affronta Black Box con un approccio scolastico, senza grossi guizzi di regia, regalando qualche brivido relegato alle sequenze oniriche, per così dire, che coinvolgono il protagonista, splendidamente interpretato da Mamoudou Athie. La storia tocca dei concetti fantascientifici che costituiscono l’ossatura di moltissimi racconti di genere, ma lo fa approcciandosi con un tocco horror alla storia, in consonanza con lo spirito della produzione che ha portato alla realizzazione del film.
Black Box è la storia di un padre che si sottopone ad una vera e propria tortura per il bene della figlia, ma è anche la storia di una madre che usa ogni suo strumento, lecito e non, per aiutare il figlio e dargli un’altra possibilità con quella vita che ha sprecato. Il film mette in modo sentimenti primordiali e viscerali, che da qualunque parte si racconti la storia sono in qualche modo validi e condivisibili, anche se violenti o radicali.
Proprio in questa capacità di raccontare una storia in cui “tutti hanno ragione” è il pregio principale di Black Box, che non rischia troppo da un punto di vista narrativo, muovendosi a cavallo tra la fantascienza e il thriller, con punte di horror, ma che riesce comunque a dare dignità alle ragioni di tutti i personaggi.
Si intitola The Lie il primo film della nuova serie tematica di Jason Blum che il famoso produttore ha realizzato con la sua casa di produzione insieme ad Amazon Studios. Welcome to the Blumhouse è il titolo del progetto che consta di quattro film, tutti thriller e tutti realizzati da talenti emergenti che si avvalgono del sostegno della realtà produttiva sempre più vincente e della piattaforma Amazon Prime Video.
The Lie è scritto e diretto da Veena Sud, canadese, e interpretato da Joey King, Peter Sarsgaard e Mireille Enos. La storia molto semplice ma capace di affondare le sue radici nella complessità dei legami umani, tra la paura di perdere uno status quo alla protezione di chi amiamo fino alle estreme conseguenze, anche di fronte al comportamenti terribili. Quando la loro figlia confessa di aver ucciso a sangue freddo la sua migliore amica, due genitori cercheranno in ogni modo di coprire la verità, costruendo una intricata ragnatela di bugie e falsità nella quale rimarranno loro stessi intrappolati.
The Lie, la recensione del film Amazon-Blumhouse
Non abbiamo indicazioni temporali o geografiche precise per The Lie, che si cala in un’atmosfera fredda, non solo perché ambientato in una cittadina immersa nella neve, ma anche perché racconta l’apparente freddezza dell’animo di una teenager insensibile alle vicende, anche crude, che la toccano e la circondano. Non abbiamo indicazioni temporali ma abbiamo la precisa percezione che quello che viene messo in scena è un dramma umano che riesce a toccare le tinte del thriller cercando di trascinare con sé lo spettatore, nella spirale della follia di chi vuole a tutti i costi difendere i propri cari.
In particolare, protagonisti della storia sono i genitori dell’adolescente interpretata da Joey King. I due, con un approccio differente ma in entrambi i casi comprensibile, vogliono proteggere la ragazzina da ciò che ha fatto, ma anche da se stessa, nel momento in cui appare totalmente indifferente all’orrore. Tuttavia, questa difesa strenua della ragazza porterà i due a confrontarsi con i loro limiti, le loro paure e soprattutto il loro senso di inadeguatezza nella misura in cui la regista cerca di intercettare, con la scusa della trama principale, anche una serie di temi che indagano la complessità dei ruoli familiari, dal senso di inadeguatezza e di impotenza dei genitori, fino alla paura dell’essere adolescenti quando ancora dentro si desidera essere bambini, irresponsabili delle proprie azioni, non costretti a pagare per le proprie bugie.
Avvalendosi di una sceneggiature lineare, di una buona consapevolezza nella gestione della suspance e di un cast in ottima forma, Sud, con The Lie, confeziona un prodotto a basso budget ma ad alto tasso di adrenalina, che riesce a tenere alta l’attenzione e la tensione, in un crescendo che deflagra nella rivelazione scioccante del finale.
Waiting for the Barbarians diretto da Ciro Guerra, con il vincitore premio Oscar Mark Rylance, il candidato al premio Oscar Johnny Depp si piazza primo al box office per media copia, con un grande successo di pubblico nel circuito milanese. Waiting for the Barbarians, film dal cast hollywoodiano ma prodotto da una società italiana, la Iervolino Entertainment, conquista il pubblico al suo primo week-end di uscita nelle sale. Basato sul pluripremiato romanzo “Aspettando i Barbari” dell’autore Premio Nobel J. M. Coetzee.
Basato sul pluripremiato romanzo “Aspettando i Barbari” dell’autore Premio Nobel J. M. Coetzee, che ne firma anche la sceneggiatura, il film racconta la storia della crisi di coscienza di un Magistrato che si ribella al regime. Il cast stellare è composto da Mark Rylance (Premio Oscar come Miglior attore non protagonista per Il ponte delle spie di Steven Spielberg, nonché vincitore di tre Tony Awards, due Olivier Award e due BAFTA), Johnny Depp (tre volte nominato agli Oscar come Miglior Attore Protagonista per La maledizione della prima luna, Neverland – Un sogno per la vita e Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet Street) e Robert Pattinson (protagonista della saga cult Twilight e dei film Bel Ami – Storia di un seduttore e Come l’acqua per gli elefanti, nonché prossimo Batmannell’attesissimo film di Christopher Nolan), affiancati da Gana Bayarsaikhan (Ex Machina, Wonder Woman) e Greta Scacchi (La ragazza nella nebbia, Presunto innocente, I protagonisti). Prodotto e distribuito da Iervolino Entertainment, Waiting for the Barbarians sarà al cinema dal 24 settembre.
Andrea Iervolino ha così dichiarato: “Dopo l’uscita del film in Usa e Canada, siamo molto felici che il nostro film veda la luce anche in Italia, grazie alla collaborazione con il circuito UniCi e la distribuzione in circa 100 sale. Il film vanta la partecipazione di un cast stellare dal grande talento incorniciato nella raffinata e potente regia di Ciro Guerra e la straordinaria fotografia del Premio Oscar Chris Menges. Il film, di nazionalità italiana, da valore aggiunto a questo progetto che, non solo è stato girato anche in Italia, ma vanta maestranze nostrane di tutto rispetto come Jacopo Quadri al montaggio, Domenico Sica alla scenografia e Carlo Poggioli ai costumi, solo per citarne alcuni. L’Italia ha bisogno di avere un respiro internazionale, perché merita di ritornare ad essere la culla del cinema e io sono contento di poter dare il mio contributo affinché questo possa accadere molto presto.”
La trama di Waiting for the Barbarians
Il Magistrato, amministratore di un isolato insediamento di frontiera al confine di un impero senza nome, è in attesa di andare in pensione con l’arrivo del Colonnello Joll, il cui compito è di riferire sulle attività dei “barbari” e sulla situazione di sicurezza al confine. Joll inizia a condurre una serie di spietati interrogatori. Il trattamento dei “barbari” per mano del Colonnello e la tortura di una giovane donna “barbara” portano il Magistrato a una crisi di coscienza e a un atto di ribellione.
Il remake americano – che in Italia è arrivato nel 2018 col titolo Mio Figlio – sarà diretto sempre da Carion. Le riprese partiranno in Scozia il prossimo Novembre. L’aspetto peculiare del film originale è stata la totale assenza di un copione per Canet. Tale particolarità sarà mantenuta anche per il remake: McAvoy dovrà quindi improvvisare la sua interpretazione basandosi esclusivamente su un canovaccio di riferimento.
“Siamo davvero felici di poter lavorare con Christian per portare la storia di My Son al pubblico di tutto il mondo” ha commentato Adam Fogelson, capo di STXfilms Motion Picture Group. “James lavorerà al film in tempo reale, davanti alla macchina da presa, creando una vera tensione per questo thriller. Amiamo sostenere forme di narrazione innovative e coraggiose. Claire non è altro che la scelta più spettacolare e emozionante. Il pubblico troverà questo film davvero avvincente.”
L’originale Mon Garçon racconta la storia di Julien (Canet), un uomo sempre in viaggio per lavoro, la cui continua assenza da casa ha mandato in frantumi il suo matrimonio. Mentre si trova in Francia riceve un’inquietante chiamata dalla sua ex moglie Marie (Laurent): Mathys, il loro bambino di sette anni, è scomparso. Si mette allora sulle sue tracce, pronto a percorrere anche il più oscuro dei sentieri pur di salvare suo figlio.
Nell’ultimo decennio, la parabola ascendente di Thanos sul grande schermo è stata senza precedenti rispetto a qualsiasi altro villain dei film di supereroi. Attraverso il MCU, è stato mostrato al grande pubblico ciò che i fan dei fumetti sapevano da molto tempo: il Titano Pazzo è uno dei migliori cattivi mai creati e pochissimi eroi dell’universo Marvel sono stati capaci di eguagliare il suo potere. È anche uno dei cattivi più intelligenti e furbi, ma è davvero un villain “perfetto”? CBR ha raccolto 5 motivi per cui Thanos è davvero la quintessenza dell’antagonista e altri 5 per cui non lo è:
Un interno universo per tenerlo a bada
Una delle cose che rendono Thanos un cattivo così perfetto è proprio l’enorme quantità di eroi necessari per metterlo fuori gioco. Naturalmente, il fatto che un cattivo necessiti di un’intera squadra per essere sconfitto non significa che necessariamente che sia migliore di altri villain; tuttavia, è difficile rappresentare una minaccia per l’intero universo dei supereroi se il cattivo viene costretto a sfidarsi con vigilanti impotenti.
Ci sono pochi esseri nell’universo dei supereroi più potenti di Thanos, il che rende la posta in gioco molto alta ogni volta che si parla di lui. I lettori dei fumetti si chiedono sempre come lo affronteranno gli eroi e quanti di loro usciranno vivi dallo scontro.
Un villain “prevedibile”
Uno dei problemi con la lettura delle storie di Thanos è che, a mano a mano, iniziano tutte a seguire uno schema. La colpa è probabilmente della serie a fumetti “Il Guanto dell’Infinito”. Sebbene sia ancora la migliore storia che lo ha visto protagonista, è diventata una sorta di “testo religioso” per il personaggio e – come spesso accade – da quel momento gli ha impedito di evolversi.
I fan si aspettano che Thanos entri in scena, dia del filo da torcere a tutti e poi venga sconfitto a causa della sua stessa arroganza. Questo non vuol dire che non siano più state raccontate grandi storie in merito al personaggio, ma la maggior parte di esse non sono state altro che racconti stereotipati le cui strutture erano già note ai lettori, e che in qualche modo hanno sminuito uno dei più grandi cattivi della Marvel.
L’importanza del personaggio nel MCU
Il ruolo che Thanos ha giocato nel grande successo del MCU non può essere sottovalutato. Anche se si tratta di una confluenza di più fattori disparati, Thanos ha avuto un ruolo piuttosto importante nell’intera storia dell’universo condiviso, dal momento che la sua ricerca delle Gemme dell’Infinito è sempre stata presente, seppur sullo sfondo, stuzzicando gli spettatori che avrebbero potuto non sapere nulla dei fumetti e di cosa sarebbe accaduto dopo.
Tutto ciò ha portato ad Avengers: Infinity War, uno dei film più attesi di tutti i tempi, e allo schiocco delle dita, il più grande evento singolo del MCU. Thanos è stato così efficace che per anni i fan lo hanno soltanto intravisto… e questo è stato sufficiente per far parlare di lui e a bramare il suo arrivo.
Un villain “sprecato”
I film e i fumetti funzionano in modo diverso. I fumetti sono finzione serializzata e i lettori sono preparati a trattarli come tali. I personaggi ricorrenti sono ciò che conta davvero, anche i cattivi che commettono atrocità terribili. Nei fumetti viene spiegato come gli eroi abbiano un codice morale contro ogni forma di omicidio, un concetto che da un lato aiuta questi personaggi ad apparire sotto una luce ancora più benevola, dall’altro rende ancora più esplicito il fatto che anche il peggiore dei villain può tornare in gioco.
Sebbene il MCU sia uno dei più grandi tentativi moderni di universo cinematografico serializzato, segue ancora la regola dei film. I cattivi sono generalmente più deboli e di solito vengono uccisi in un modo che spinga il pubblico a pensare, alla fine del film, che il male sia stato punito. Quindi, anche se la morte di Thanos è apparsa come normale e “giusta”, è stata al tempo stesso anche un terribile spreco per un cattivo così potente e avvincente.
L’incarnazione della paura
Nei fumetti, Thanos è uno degli esseri più temuti nel cosmo. Il suo stesso nome viene trattato come una maledizione e spesso viene soltanto sussurrato. Nei film, Thanos ha eserciti, navi e lacchè, mentre nei fumetti conta per lo più solo su se stesso ed è noto proprio per aver ucciso da solo e non per aver fatto affidamento su altri o sulla tecnologia.
Questa paura si estende anche agli eroi della Terra; ogni volta che lo hanno incontrato, sono stati poco più che carne da macello nelle battaglie contro di lui. Quindi, mentre hanno assistito alle sue sconfitte, sanno che il loro ruolo nelle battaglie è stato nel migliore dei casi infinitesimale, cosa che giustifica ancora di più la loro paura nei confronti del Titano Pazzo.
Un perenne fallimento
Tuttavia, nonostante la paura che si possa nutrire nei suoi confronti, Thanos è una specie di fallito. Basti pensare al tutto il tempo che ha avuto il Guanto dell’Infinito nei fumetti: era letteralmente un Dio, eppure ha comunque fallito perché ha sottovalutato il desiderio di vendetta di Nebula. Persino il Thanos dei film – che ai fan del MCU piace etichettare come migliore della versione a fumetti – non ha ucciso tutti gli eroi quando ne ha avuto la possibilità, condannando il suo intero piano al fallimento.
Thanos è un cattivo che ottiene un potere incredibile, il potere che dovrebbe renderlo praticamente intoccabile per ogni avversario e riesce sempre a rovinare le cose. È un miracolo che sia così temuto quanto lo è davvero.
La garanzia del suo scopo
Una cosa che Thanos ha in comune sia nei film che nei fumetti è la sua fede nella giustizia della sua causa. È una delle cose che rende Thanos così magnetico in quanto cattivo: potrebbe desiderare la morte di tutti… ma non è in realtà un cane pazzo. Ha delle ragioni e crede in quelle ragioni.
Thanos crede che le atrocità che commette non siano solo giustificate, ma necessarie ed è anche in grado di fornire un ragionamento alla base del suo pensiero. Questo è stato un aspetto particolarmente potente nei film, con alcuni fan degli adattamenti che sono stati rapiti dal suo modo miope e completamente sbagliato di preservare le risorse.
Un ragionamento “difettoso”
Anche se la certezza dello scopo di Thanos lo rende un personaggio avvincente, chiunque dia un’occhiata più da vicino la sua motivazione troverà una serie di buchi. Il Thanos dei fumetti è un nichilista che crede nell’assoluta mancanza di significato della vita; il suo amore per Morte è una metafora di quel nichilismo. La sua motivazione? La sua gente lo ha maltrattato a causa del suo aspetto. Il Thanos dei fumetti è fondamentalmente un adolescente spigoloso che soffre di una brutta acne…
Il Thanos dei film non è certamente molto meglio; la sua convinzione che il modo migliore per conservare le risorse sia uccidere metà dell’universo è quasi ragionevole… tranne per il fatto che gli scienziati sulla Terra affermano che anche con metà della popolazione, rovineremmo comunque il pianeta e le sue risorse in breve tempo. Perché non creare semplicemente infinite risorse? In Avengers: Endgame rivela che il suo nuovo piano è ricreare tutto, quindi potrebbe fare quel genere di cose…
Un villain “sfaccettato”
Thanos potrebbe facilmente essere un cattivo che desidera solo morte e distruzione, e sarebbe comunque un cattivo piuttosto intrigante. Tuttavia, ciò che lo mette sopra le righe è che, in realtà, è più di questo. Il Thanos dei fumetti è un essere profondamente imperfetto, forgiato da anni di derisione e disgusto verso se stesso. Di solito finisce sempre per darsi la zappa sui piedi, proprio a causa dell’odio che nutre verso di sé.
Nei film, è un uomo forgiato dalla tragedia di perdere la sua casa e farà di tutto per impedire agli altri di capire ciò che prova, non importa chi deve uccidere. Questo rende entrambe le versioni di questo villain che le persone amano più leggere o guardare di lui.
Un villain “sovraesposto”
Questo è vale più per il Thanos dei fumetti che per il Thanos dei film (da quando è morto). Thanos è stato ovunque negli ultimi anni, anche prima che uscissero i film che lo vedevano al centro della storia. La Marvel gli ha dato il suo libro, è apparso nei libri degli eventi della compagnia e in generale è sempre stato una parte importante dell’Universo Marvel.
La sovraesposizione è un grosso problema per Thanos, perché lo priva di ciò che lo rende così speciale. Vederlo troppo significa che i lettori lo vedono sconfitto in più di un’occasione e questo toglie molto alla sua malvagia quasi mistica. Non è più una forza implacabile: è solo un malvagio ordinario.
In The 355quando un’arma top-secret cade nelle mani dei mercenari, l’agente jolly della CIA Mason “Mace” Brown (attrice candidata all’Oscar Jessica Chastain) dovrà unire le forze con la rivale “tosta” agente tedesca Marie (Diane Kruger, In the Fade), ex Khadijah (la vincitrice dell’Oscar Lypita Nyong’O), l’alleata dell’MI6 e specialista di computer all’avanguardia, e l’abile psicologa colombiana Graciela (la vincitrice dell’Oscar Penelope Cruz in una missione letale e vertiginosa per recuperarlo, pur rimanendo un passo avanti a un donna misteriosa, Lin Mi Sheng (Bingbing Fan, X-Men: Days of Future Past), che segue ogni loro mossa. Mentre l’azione sfreccia in tutto il mondo dai caffè di Parigi ai mercati del Marocco fino alla ricchezza e al fascino di Shanghai, il quartetto di donne forgerà una tenue lealtà che potrebbe proteggere il mondo o farle uccidere.
The 355 è interpretato anche da Sebastian Stan (Avengers: Endgame) e Edgar Ramírez(The Girl on the Train). The 355 è diretto dal regista Simon Kinberg (scrittore-regista-produttore di Dark Phoenix, produttore di Deadpool e The Martian e scrittore-produttore dei film degli X-Men), da una sceneggiatura di Theresa Rebeck (Smash, Trouble della NBC ) e Kinberg, ed è prodotto da Jessica Chastain e Kelly Carmichael per Chastain’s Freckle Films e da Kinberg per i suoi Genre Films.
La proprietà che fungeva da residenza di Buffalo Bill ne Il Silenzio degli Innocenti è ufficialmente in vendita. Oltre ad essere stato uno dei film di maggior incasso del 1991, il celeberrimo thriller del compianto Jonathan Demme è universalmente riconosciuto come uno dei più grandi film mai realizzati.
È stato il terzo film a vincere tutti i “Big Five” in occasione degli Oscar, e ad oggi è l’unica pellicola dalle venature horror ad aver vinto l’ambita statuetta come miglior film. Inoltre, l’iconico psichiatra/serial killer Hannibal Lecter – interpretato nel film da un monumentale Anthony Hopkins – continua ad essere ancora oggi uno dei personaggi più popolari di sempre, a quasi tre decenni dall’uscita del film al cinema.
Anche se Buffalo Bill non è mai più apparso dopo Il Silenzio degli Innocenti, l’eredità del suo personaggio è altrettanto inquietante quanto quella di Hannibal Lecter. Nel film e nell’omonimo libro di Thomas Harris, Buffalo Bill è un altro serial killer noto per la sua ossessione nei confronti delle donne sovrappeso. Una delle scene più inquietanti del film coinvolge proprio una delle sue vittime, che viene imprigionata in una grande fossa nel seminterrato di casa sua, e in cui viene recitata la memorabile battuta: “Si strofina la lozione sulla pelle.”
Adesso, i fan accaniti del film, hanno la possibilità di fare un’offerta per l’iconica casa degli orrori di Buffalo Bill. Come riportato da Screen Rant, la casa a tre piani in stile vittoriano, situata al numero 8 di Circle Street a Perryopolis (in Pennsylvania), è ora in vendita, giusto in tempo per i festeggiamenti di Halloween. La casa si estende su quasi due acri di terreno lungo il fiume Youghiogheny e dispone di ben quattro camere da letto ed è quotata per $ 298.500.
Un tour virtuale nella vera casa di Buffalo Bill ne Il Silenzio degli Innocenti
Tuttavia, i fan del film potrebbero rimanere delusi nello scoprire che non c’è alcuna fossa gigante nel seminterrato incompiuto della casa, poiché quelle scene sono state girate in uno studio di registrazione. Gli agenti immobiliari dell’agenzia The Sisters Sold It hanno reso disponibile attraverso il loro canale YouTube un vero e proprio tour virtuale alla scoperta delle varie aree della casa presenti anche nel film, tra cui la cucina e la cantina. Potete ammirarlo di seguito:
Dopo essere stato presentato con grande successo di critica alla 77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e al Toronto International Film Festival, arriva nelle sale italiane I am Greta, documentario diretto dal regista svedese Nathan Grossman, che racconta la storia dell’adolescente attivista per il clima Greta Thunberg. Nell’agosto del 2018, Greta, una studentessa svedese di quindici anni, davanti al Parlamento svedese comincia uno sciopero per manifestare contro il cambiamento climatico, che nel giro di qualche mese si trasforma in un movimento globale, rendendola un’attivista di fama mondiale.
Il documentario segue Greta dal suo primissimo giorno di protesta fino all’incredibile viaggio in barca a vela verso New York per presenziare al Summit sul clima dell’ONU. I am Greta avrà un’uscita evento nelle nostre sale il 2, 3 e 4 novembre distribuito da Koch Media.
I am Greta, la trama
Un intimo documentario, il primo lungometraggio, che racconta la storia dell’adolescente attivista per il clima Greta Thunberg attraverso filmati avvincenti e mai visti prima, diretto dal regista svedese Nathan Grossman. A partire dallo sciopero scolastico solitario per una giustizia climatica fuori dal parlamento svedese, Grossman segue Greta – una timida studentessa con la sindrome di Asperger – nella sua ascesa alla ribalta e nel suo impatto globale galvanizzante che ha scatenato scioperi scolastici in tutto il mondo. Il film culmina con il suo incredibile viaggio nel 2019 in barca a vela nell’Oceano Atlantico per raggiungere New York e parlare all’ONU durante il Summit sul clima.
Dopo il successo raggiunto da Joker lo scorso anno, che è stato uno dei pochissimi film di supereroi a vincere addirittura un Academy Award, l’industria dell’intrattenimento è stata alla ricerca di altre storie relative all’universo dei supereroi che potessero essere esplorate in maniera differente rispetto al passato. Una nuova, oscura, versione del Cavaliere Oscuro è attualmente in produzione con l’attesissimo The Batman di Matt Reeves, mentre tutta una serie di film appartenenti al DCEU sono stati annunciati al recente DC FanDome.
Tuttavia, con la storia delle origini del Clown Principe del Crimine che ha avuto un tale successo tanto a livello di critica quanto a livello di pubblico, molti si sono chiesti se nel futuro della Warner Bros. e della DC Films non ci siano più storie incentrate sui cattivi dei fumetti. Di recente si è parlato di un possibile standalone dedicato a Bane, ma ci sono moltissimi altri villain DC tra cui scegliere per un eventuale adattamento live action.
CBR riferisce che il produttore di Joker,Michael E. Uslan, ha partecipato di recente ad un panel online organizzato da Wizard World, durante il quale ha commentato il potenziale per un film live-action dedicato nientemeno che a Mr. Freeze. Durante il panel, infatti, Uslan ha dichiarato che l’approccio che il regista Todd Phillips ha usato per Joker potrebbe potenzialmente essere utilizzato anche per altri film dedicati ai cattivi dell’universo DC.
A quanto pare, la scelta personale di Uslan ricadrebbe proprio su Mr.Freeze, già visto sul grande schermo in Batman & Robin del 1997, interpretato da Arnold Schwarzenegger. “Uno dei miei episodi preferiti della serie animata di Batman, che amo, adoro alla fone, ha a che fare con Mr. Freeze e la perdita di sua moglie”, ha spiegato il produttore. “L’empatia, le emozioni che ciò ha creato… ho davvero immaginato di farne un film.”
Un film su Mr. Freeze? Ecco come potrebbe funzionare…
È proprio dall’uscita di Batman & Robin che Mr. Freeze non appare sul grande schermo, quindi ci sarebbero potenzialmente molte opportunità per il cattivo di tornare con una nuova iterazione al cinema, magari molto più cruda e più vicina allo stile di Joker. Victor Fries è meglio conosciuto per i suoi esperimenti con la tecnologia criogenica, che potrebbe fornire alcune storie davvero interessanti per il personaggio, affrontate magari da una prospettiva moderna. Inoltre, la tragica perdita della moglie potrebbe tradursi in una storia molto avvincente ed emotiva.
Amazon annuncia oggi il Prime Day Live, un concerto speciale che verrà trasmesso in live streaming venerdì 9 ottobre a partire dalle 20:00, insieme a Lewis Capaldi, vincitore del BBC Sound 2020 e dell’Amazon Music Ones to Watch 2020, con la partecipazione della cantante Celeste e dell’artista e producer gallese Cate Le Bon. L’iniziativa è promossa per sensibilizzare sul rischio che i locali più amati del Regno Unito oggi rischiano di chiudere a causa della pandemia da COVID-19. Scopri di più su www.amazon.it/primedaylive
Il Prime Day Live, presentato da Amazon Music a sostegno del Music Venue Trust, vedrà ciascun artista esibirsi in una performance di 30 minuti che sarà trasmessa live dal palco di un piccolo locale di musica indipendente di loro scelta, che oggi rischia di chiudere. La performance supporterà il Music Venue Trust e l’evento sarà fruibile ovunque in diretta streaming. Ospite di eccezione Gemma Cairney, popolare presentatrice britannica, che si connetterà da un secondo locale iconico in Scozia. La diretta sarà trasmessa in streaming anche su www.twitch.tv/amazonmusicuk e sull’app Amazon Music, disponibile per iOS e Android.
Dal 2019 ad oggi, Lewis Capaldi è l’artista best seller nel Regno Unito. La star scozzese ha vinto sia come miglior album che come miglior singolo: il brano “Someone You Loved”, con i suoi 2 miliardi di stream, gli ha permesso di raggiungere un successo mai visto prima. Per questa speciale occasione, il due volte vincitore dei BRIT awards, abituato a concerti e festival sold-out, vivrà un’esperienza del tutto nuova sul palco di un locale vuoto e di piccole dimensioni, proprio quel palco che nel 2017 lo ha accolto per uno dei suoi primi concerti. Questo, per sensibilizzare sulle sfide quotidiane che l’industria della musica live sta fronteggiando in questo particolare periodo. “Non vedo l’ora di suonare in show così speciale, per Amazon Music, nel posto dove tutto è cominciato, che per me sa di casa.”ha affermato Lewis, commentando l’evento.
“Il Prime Day Live cointribuirà a sensibilizzare le persone sulla difficile situazione che importanti locali, così integrati nella cultura musicale britannica, stanno vivendo, così come a raccogliere fondi per sostenerli. Una serata di grande musica aperta a tutti, durante la quale i più appassionati potranno sentirsi ancora più vicini ai loro artisti preferiti, comodamente dalla loro casa. Vedere questi artisti riconnettersi con alcuni dei locali di musica dal vivo che fanno parte della loro carriera musicale, sarà un momento davvero speciale.” ha affermato Patrick Clifton, Head of Music, Amazon Music UK
Amazon Music Unlimited
Per soli 0.99€ per 4 mesi i clienti Amazon Prime che non hanno ancora provato Amazon Music Unlimited possono iscriversi al servizio di abbonamento musicale premium con accesso illimitato a oltre 60 milioni di brani senza pubblicità. Per maggiori informazioni: www.amazon.it/primedaylive.
Lo scorso weekend è arrivata la notizia – non così inaspettata – che No Time to Die è stato ufficialmente posticipato al 2021. Il film sarebbe dovuto arrivare nelle sale di tutto il mondo il prossimo Novembre, ma a causa dell’emergenza Covid-19 che purtroppo non appresta a fermarsi, Universal e MGM hanno deciso di rinviare l’uscita del film ad Aprile del prossimo anno.
Adesso, in una recente ospitata da Jimmy Fallon, è stato proprio Daniel Craig a commentare il nuovo rinvio del film: “Quello che sta accadendo nel mondo è semplicemente più grande di tutti noi”, ha spiegato l’attore britannico. “Vogliamo solo che le persone vado a vedere questo film nel modo giusto, in totale sicurezza. I cinema, in tutto il mondo, sono chiusi al momento. Vogliamo che il film esca in contemporanea in tutto il mondo, e questo non è purtroppo il momento giusto. Quindi, incrociamo le dita e speriamo che il 2 Aprile possa davvero essere il ‘nostro’ giorno.”
Parlando invece del film, che rappresenterà la sua ultima volta nei panni dell’iconico agente segreto, Craig ha aggiunto: “Ho dato tutto quello che potevo. Sono davvero felice di essere tornato nei panni di Bond e di aver avuto la possibilità di interpretarlo ancora una volta. C’erano ancora diversi fili sciolti che dovevano essere legati. Semplicemente, la storia non era ancora completa. Lo ammetto, avevo bisogno di una pausa. Avevo bisogno di allontanarmi per un attimo dal personaggio e una volta che l’ho fatto abbiamo iniziato a parlare di tutte le storyline e di tutte le cose che si sarebbero potute fare, e di dove avremmo potuto portare la storia.”
Parlando invece dell’eredità di 007 e chi sarà il prossimo attore a vestire i panni del personaggio, Fallon ha chiesto a Craig di dare un consiglio a chi avrà il compito, dopo di lui, di raccontarne le avventure sul grande schermo. Ironicamente, l’attore ha dichiarato: “Non fare ca****e! È una cosa bellissima, meravigliosa.”
In No Time to Die, Bond si gode una vita tranquilla in Giamaica dopo essersi ritirato dal servizio attivo. Il suo quieto vivere viene però bruscamente interrotto quando Felix Leiter, un vecchio amico ed agente della CIA, ricompare chiedendogli aiuto. La missione per liberare uno scienziato dai suoi sequestratori si rivela essere più insidiosa del previsto, portando Bond sulle tracce di un misterioso villain armato di una nuova e pericolosa tecnologia.
Sappiamo che un terzo film è ufficialmente in cantiere: lo scorso anno abbiamo appreso che sarà Dexter Fletcher (regista diRocketman) ad occuparsi della regia, ma da allora non ci sono stati più aggiornamenti sul progetto. Sappiamo che nel terzo film torneranno sai Downey Jr. che Jude Law nei panni di del Dottor John Watson, ma a quanto pare i piani dell’interprete di Iron Man per il franchise sull’iconico detective sono molto più ambiziosi e oltrepassano la realizzazione di un terzo film.
In occasione del Fast Company Innovation Festival, Robert Downey Jr. e sua moglie, la produttrice Susan Downey, hanno spiegato di voler costruire una saga dedicata a Sherlock Holmes basata sul modello dell’Universo Cinematografico Marvel, quindi con progetti interconnessi e destinati tanto al grande quanto al piccolo schermo. “A questo punto ci sembra che un universo cinematografico basato sui misteri non esista ancora”, ha spiegato Downey Jr. “Quello di Conan Doyle potrebbe essere la voce definitiva in tal senso. Quindi ci stiamo chiedendo se valga la pena fare un terzo film senza dargli la possibilità di spianare la strada ad eventuali spin-off che vadano ad aggiungere diversità ed altri elementi.”
Susan Downey ha invece dichiarato: “Pensiamo che ci siano tutte le carte in regola per ampliare la storia. Magari si potrebbe pensare a degli spin-off sui personaggi che vedremo nel terzo film e capire come si potrebbero collegare nel panorama televisivo, guardando a quello che WarnerMedia ha cominciato a fare con HBO e HBO Max. In questo decennio ci siamo mossi con cautela e abbiamo avuto la possibilità di osservare il lavoro della Marvel e la costruzione del loro universo. È stata un’esperienza incredibile. Una masterclass continua.”
Per quanto riguarda Sherlock Holmes 3, la data di uscita del film era inizialmente fissata per il 21 Dicembre 2021, ma ad oggi non sappiamo quando arriverà effettivamente nelle sale. Chris Brancato sta scrivendo la sceneggiatura, mentre Susan Downey, Joel Silver e Lionel Wigram si occuperanno della produzione. Entrambi i film diretti da Ritchie hanno avuto molto successo, con il primo che ha incassato di 524 milioni di dollari in tutto il mondo e il secondo che ha portato a casa 545 milioni.
Nei fumetti, le pistole elementali di Peter Quill sono un punto fermo delle sue avventure in qualità di Star-Lord. Tuttavia, non le abbiamo mai viste nei film dedicati ai Guardiani della Galassia appartenenti all’Universo Cinematografico Marvel. Come i fan più esperti sapranno, le pistole elementali danno all’eroe il potere di evocare vento, fuoco, acqua e fulmini: una trovata all’apparenza sciocca, ma che in realtà ha portato alla creazione nei fumetti di molti momenti memorabili nel corso degli anni.
Di recente, un fan ha chiesto proprio a James Gunn – via Twitter – come mai non abbia mai utilizzato le pistole elementali nei due film sui Guardiani da lui diretti. Il regista, nonostante sia un grande fan di quei particolari oggetti, ha spiegato che forse all’interno dei film sarebbero stati un elemento accessorio fin troppo bizzarro, sottolineando che ci deve essere un limite a tutte le informazioni di carattere fantascientifico che vengono sottoposte all’attenzione del pubblico in circa due ore di film.
“L’eleganza è sempre la mia priorità numero uno all’interno della narrazione e le pistole elementali, per quanto io le ami nei fumetti, sarebbero state una nuova cosa strana di troppo”, ha spiegato il regista. Gunn ha poi rivelato che aveva anche considerato l’idea di inserirle nel film senza fornire alcuna spiegazione, ma che ciò sarebbe stato impossibile perché si tratta di armi differenti dalle tradizionali pistole Kree di Star Lord.
Dopo aver interpretato il ruolo di Thanos nell’Universo Cinematografico Marvel, Josh Brolinsi è poi unito all’universo degli X-Men, andando a vestire i panni di Cable in Deadpool 2. La speranza tra i fan è che l’attore abbia l’opportunità di riprendere quel ruolo anche nel MCU, anche se probabilmente sarà qualcosa di totalmente svincolato dalla sua volontà.
Durante una recente intervista con il podcast Team Deakins, Brolin ha parlato di come la lavorazione di Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame – e il conseguente lavoro sul personaggio – sia stata molto diversa rispetto a quella di Deadpool 2.
Ricordando le conversazioni che ha avuto con Anthony e Joe Russo a proposito di Thanos, Brolin ha dichiarato: “Ho pensato al personaggio di Marlon Brando in Apocalypse Now… un ragazzo molto sfuggente, un folle… ma che dice delle cose che hanno senso. Mi sembrava poetico. Ho iniziato a vedere una sorta di parallelismo, e mi piaceva. Mi piaceva poter pensare ad un film come Apocalypse Now mentre stavo facendo un film come Avengers.”
“Deadpool è stato difficile”, ha continuato l’attore. “Anche se è stato comunque divertente, era più difficile. È stata più una transizione d’affari. Era più: ‘Dobbiamo farlo così’, mentre con Avengers non mi sono mai sentito in quel modo”. Dalle parole di Brolin sembra che non gli sia stata concessa molta libertà creativa durante le riprese di Deadpool 2 e che si sia divertito molto di più ad interpretare Thanos per il MCU.
L’attore ha poi spiegato i motivi che lo hanno spinto ad accettare il ruolo del Titano Pazzo: “Quando ho detto di sì ad Avengers era qualcosa di ancora molto piccolo”, ha detto riferendosi ad Avengers: Age of Ultron del 2015. “Era fondamentalmente un cameo, quindi non c’erano molti soldi coinvolti. Quindi non era questo il motivo. Se il ruolo fosse stato uno dei Vendicatori, probabilmente non l’avrei fatto.”
Josh Brolin ha poi ammesso che in passato ha rifiutato diverse offerte da parte dei Marvel Studios per ruoli diversi da quello di Thanos. Alla fine ha aggiunto: “Il fatto che fossero tutti gli Avengers contro questo ragazzo… mi è piaciuto questo aspetto.”
The Batman non arriverà più nei cinema nel 2021, ma è stato posticipato. In un altro calendario reso pubblico dalla Warner Bros, leggiamo che anche The Flash e Shazam 2 sono stati rimandati.
The Batman, in particolare, era stato pianificato per il primo ottobre 2021, data che ora occupa Dune, mentre il film con Robert Pattinson nei panni dell’Uomo Pipistrello arriverà il 4 marzo 2022.
Altri slittamenti significativi sono Matrix 4, di Lana Wachowski, che è stato spostato soltanto di pochi mesi, da dicembre 2021 al 1° aprile 2022. Inoltre, lo studio pianifica di far uscire a giugno 2022 e agosto 2022 due film non ancora annunciati, mentre The Flash con Ezra Miller uscirà il 4 novembre 2022. Intanto, Shazam 2, che doveva uscire in quella che è la nuova data di The Flash, arriverà il 2 giugno 2023. Black Adam, previsto per dicembre 2021, e Minecraft, per marzo 2022, sono stati momentaneamente tolti dal calendario.
L’unico film che non è stato spostato è Wonder Woman 1984, che invece uscirà il 25 dicembre 2020, e, con Soul, di Disney Pixar, rappresenta l’unico blockbuster ad uscire, per ora, in questo funesto 2020.
Negli ultimi anni, il palinsesto televisivo e i cataloghi delle piattaforme di streaming come Netflix e Amazon Prime Video, si sono lentamente riempiti di titoli di ogni genere e adatti a ogni età. Tuttavia, i contenuti che occupano la maggior parte dello spazio sul piccolo schermo sono serie e film crime, medical e legal drama. Oggi vi parliamo di una delle serie più amate dal pubblico, Suits.
Creata da Aaron Korsh per USA Network – e poi passata alle reti via cavo americane -, Suits è una delle serie legal drama più famose e apprezzate dai telespettatori di tutto il mondo. In onda dal 2011 al 2019, Suits è arrivata a ben 9 stagioni e 136 episodi, senza mai registrare un forte calo di ascolti. Mentre negli States la serie ha esordito nel 2011 sulla tv nazionale, in Italia Suits è arrivato solo un anno più tardi, nel 2012 e sul canale a pagamento Joi, proprietà del gruppo Mediaset.
Suits trama
La serie ha come protagonista Harvey Spencer (Gabriel Macht), un avvocato di grido di New York, incredibilmente bravo nel suo lavoro e assolutamente detestabile nella vita privata. Cinico, arrogante, snob, modaiolo e amante della vita notturna, Harvey odia il lavoro di squadra nonostante sia socio senior dello studio legale Pearson & Hardman. Convinto di poter gestire tutti i suoi affari in autonomia, Harvey è costretto tuttavia ad assumere dei neolaureati appena usciti dalla prestigiosa università di Harvard, da formare e che saranno di supporto allo studio.
Per un caso assai fortuito, un giorno Harvey incontra Mike Ross (Patrick J. Adams), un ragazzo prodigio dotato di una memoria eidetica e in grado quindi di memorizzare ogni più piccola e insignificante informazione senza sforzo. Mike, nonostante questa sua grande capacità non si è ai laureato in legge ma ha sfruttato la sua memoria per sostenere esami al posto di altri studenti a pagamento.
Grazie a questo incontro, Mike svela il suo grande talento ad Harvey che, impressionato dalla competenza del ragazzo in materia di legge, gli offre un lavoro come collaboratore presso il suo studio. Non avendo però i requisiti necessari per poter accedere a una delle posizioni messe a disposizione dalla Pearson & Hardman, Harvey e Mike terranno segreti i termini del contratto. In questo modo Harvey avrà una potentissima arma legale nel suo arsenale e Mike potrà finalmente farsi strada nel mondo della legge.
Suits cast e personaggi
Durante tutta la prima stagione della serie, Harvey e Mike lavorano a braccetto e si adoperano affinchè il loro segreto, ormai comune, resti tale. Nonostante però la buona volontà di entrambi, a un certo punto il segreto del falso curriculm di Mike viene a galla. La prima persona a scoprire del raggiro di entrambi è Donna Roberta Paulsen (Sarah Rafferty), segretaria di Harvey nonché sua migliore amica e confidente.
Con l’aiuto di Donna, sempre dalla sua parte, Harvey riuscirà a nascondere il segreto di Mike agli altri soci dello studio e membri dello staff. Tra i più sospettosi del team Pearson & Hardman c’è Louis Marlow (Rick Hoffman), uno degli avvocati migliori dello studio, ingiustamente sottovalutato e costantemente in competizione con Harvey. Meno testarda di Louis ma non per questo meno pericolosa, c’è la socia anziana titolare dello studio, Jessica Lourdes Pearson (Gina Torres). Oltre a essere un avvocato eccellente, Jessica è anche la più sospettosa dei soci della Pearson & Hardman, maniaca del controllo e poco amante dei metodi di Harvey.
L’unica possibile alleata di Harvey e Mike è Rachel Elizabeth Zane – interpretata da Meghan Markle– assistente dello studio. Figlia di un ricco avvocato, Rachel ha sempre sognato di poter studiare ad Harvard e poter un giorno diventare un legale in gamba e competente. Tuttavia, non riuscendo a entrare nell’università dei suoi sogni, Rachel si laurea alla Columbia.
Grazie ai suoi ottimi voti e alle sue doti persuasive, Rachel convince Jessica a fare uno strappo alla regola e ad assumerla alla Pearson & Hardman, studio che accetta solo laureati provenienti da Harvard. Proprio a causa del suo passato così travagliato, Rachel sarà una preziosa alleata di Harvey, proteggendo il segreto di Mike del quale finirà per innamorarsi.
Suits stagione 9: trama
Tra i tantissimi legal drama, Suits è di certo il più longevo. Nel giro di otto anni ha vissuto diversi avvicendamenti di cast e stravolgimenti di trama che non sempre hanno incontrato i gusti dei telespettatori che, nonostante tutto, sono rimasti fedeli. In ognuna delle stagioni, anche in quelle meno amate, le intricate relazioni interpersonali e gli avvincenti casi seguiti dallo studio di Harvey e co., riuscivano a tenere il pubblico attaccato allo schermo.
[SPOILER ALERT]
Nella stagione finale di Suits a tenere banco è la nuova relazione tra Harvey e Donna che, innamorati già da moltissimo tempo, dovranno imparare a comunicare tra loro come coppia e non più solamente come amici e/o colleghi. Il loro rapporto, sincero ma problematico, finirà per creare non pochi disagi all’interno dello studio, influenzando negativamente le loro prestazioni professionali.
A funestare ulteriormente la vita di Harvey e Donna c’è il procedimento avviato dal Comitato Etico contro quest’ultima, accusata di aver rivelato un’informazione riservata riguardante un caso a un cliente dello studio. Dopo averle tentate tutte, Harvey, per proteggere Donna, decide di autoaccusarsi ma il suo piano naufraga. Sarà infatti Robert Zane (Wendell Pierce), padre di Rachel e capo dello studio, a prendersi la colpa per redimersi agli occhi della figlia, mettendo di fatto fine alla sua carriera legale e lasciando il suo posto a Samatha Wheeler (Katherine Heigl).
Nell’ultima stagione molti dei ‘vecchi’ personaggi di Suits fanno capolino come guest star in uno o più episodi. Tra questi ricordiamo Louis Litt (Rick Hoffman), Alex Williams (Dulè Hill) e Katrina Bennet (Amanda Schull). C’è anche il grande ritorno di Mike Ross che, alla fine della settima stagione, era sparito dopo le nozze con Rachel. Grande assente, tuttavia, è Meghan Markle che, dopo il matrimonio con il principe Harry, ha detto addio alla serie.
Suits 10: una nuova stagione?
Il finale di Suits, pur avendo chiuso nel migliore dei modi tutte le questioni in sospeso, non sembra aver accontentato tutti i fan che per moltissimo tempo hanno chiesto a gran voce agli autori una nuova stagione. La decima stagione di Suits, però, tanto voluta dagli spettatori della serie non è mai arrivata.
Oltre ad aver esaurito le storyline di ognuno dei personaggi della serie, gli autori hanno puntato tutto su di un nuovo progetto. Si tratta dello spin-off di Suits dal titolo Pearson, andato in onda dal 17 luglio al 18 settembre 2019 su USA Network. Questa serie ha come protagonista Gina Torres e riprende la storia del personaggio di Jessica Pearson a partire dalle sue dimissioni dallo studio Pearson & Hardman.
Dopo aver lasciato lo studio nelle mani dei suoi ex soci, Jessica decide di cambiare completamente vita e di dare un taglio netto col passato. Si trasferisce quindi nella città di Chicago dove comincia a frequentare il mondo della politica. Diventa infatti il nuovo braccio destro del sindaco Bobby Novak (Morgan Spector), un uomo con grandi progetti ma che spesso si muove ai limiti della legalità. Jessica dovrà quindi imparare alla svelta come muoversi all’interno del suo nuovo mondo, fatto di intrighi e situazioni borderline, celate da una facciata di apparente normalità.
La serie Pearson, che all’inizio era stata accolta con grande entusiasmo, non è riuscita però a far breccia nel cuore del pubblico. Dopo soltanto una stagione di 10 episodi, il network ha deciso di chiudere il rubinetto per sempre cancellando la serie.
Suits in streaming
Le prime otto stagioni di Suits sono disponibili in abbonamento sulla piattaforma di streaming a pagamento di Netflix.
L’uscita di Dune era prevista per il 18 dicembre, ma la Warner Bros. ha recentemente spostato Wonder Woman 1984 al giorno di Natale, il che sembrava complicare le cose. All’epoca, si era detto che la Warner Bros. era fiduciosa che il mercato potesse supportare più blockbuster, come ha fatto ogni anno durante le vacanze, ma senza vaccino in vista, gli americani sono rimasti riluttanti a tornare nei cinema anche se nessuno dei contagiati di COVID-19 è stato ricondotto ad un contagio avvenuto nelle sale.
Simon Kinberg è stato scelto per dirigere il film da una sceneggiatura che ha scritto insieme a Theresa Rebeck. Il film segue un gruppo di spie delle agenzie internazionali di tutto il mondo. Queste donne dovranno fare squadra, superare i reciproci sospetti e conflitti, usare tutti i loro talenti e la loro formazione per fermare un evento che potrebbe gettare il nostro mondo nel caos. Lungo la strada, queste sconosciute diventano compagne e amiche, e formano così una nuova squadra: nome in codice “355” (un nome preso in prestito dalla prima spia donna nella Rivoluzione americana). Anche Sebastian Stan e Edgar Ramirez fanno parte del cast.
“Sono così contento di avere un’attrice del suo calibro per completare questo cast straordinario” ha detto Kinberg. La Universal ha acquisito i diritti di distribuzione negli Stati Uniti. CAA Film Finance ha negoziato l’accordo con Film Nation per le vendite internazionali. Freckle Films della Chastain e Kelly Carmichael produrranno insieme alla Kinberg Genre di Simon Kinberg.
Nel 2017, Chastain e Bingbing erano nella giuria di Cannes quando Kruger vinse la palma d’oro per la migliore attrice per Oltre la notte. Quel film ha vinto anche un Critics Choice e un Golden Globe come miglior film in lingua straniera.
Secondo capitolo della cosiddetta Trilogia del Tempo, iniziata con C’era una volta il West e proseguita con C’era una volta in America, Giù la testa è un altro dei grandi film western diretti da Sergio Leone. Il film è in realtà uno dei meno citati della sua filmografia, ma mantiene tutte le caratteristiche principali del suo autore come anche quel grande e inconfondibile senso dell’epica. Distribuito in sala a partire dal 1971, questo è ambientato nel Messico del 1913, nel bel mezzo della rivoluzione che in quegli anni sconvolse il paese.
Il film nasce da un’idea dallo stesso Leone, il quale però non voleva ricoprire il ruolo di regista. Egli desiderava infatti smettere di dedicarsi al western per lavorare a film di genere differente. A fargli cambiare idea furono però i due attori protagonisti, che rifiutarono di prendere parte al progetto senza di lui. Fu così che Leone finì con l’essere anche regista di quello che è poi effettivamente stato il suo ultimo film western. Grazie a Giù la testa, inoltre, Leone vinse il suo unico David di Donatello come miglior regista.
Al momento della sua uscita al cinema, il film si affermò come un discreto successo, ma risultò essere il meno remunerativo tra i western di Leone. Come già accaduto al regista, inoltre, anche questo film manco di ricevere particolari riconoscimenti dalla critica. Con il tempo però, il titolo è stato fortemente rivalutato ed è oggi considerato uno dei migliori di Leone. Merito di ciò è il cast, l’ambientazione, le sue tematiche fortemente politiche e ovviamente il grande gusto per la messa in scena del regista. Numerosi sono stati negli anni i tributi al film, indicato come uno dei più significativi per cogliere l’evoluzione presente nel cinema e nella poetica del suo autore.
Giù la testa: la trama del film
La vicenda ha origine in Messico, nel 1913, e ha per protagonista Juan Miranda, il quale è a capo di un gruppo di banditi. Durante l’ennesimo colpo, questi si ritrovano però ostacolati dal dinamitardo John “Sean” Mallory, rivelatosi un asso delle esplosioni. Anziché farselo nemico, Mallory decide di stringere un’alleanza con questo, vedendo in lui la possibilità di espugnare la Banca di Mesa Verde, suo obiettivo da molto tempo. Mallory decide di accettare l’offerta, salvo poi fuggire alla prima occasione utile. I due, però, si ritroveranno proprio a Mesa Verde, dove il dinamitardo offre a Miranda la possibilità di entrare alla banca partecipando alla rivoluzione popolare attualmente in atto.
I due, partecipando ad una riunione dei rivoluzionari, riescono infatti a farsi assegnare come incarico quello di occuparsi della banca. Una volta qui, però, scopriranno che al suo interno non si nasconde un tesoro, bensì una prigione ricolma di contadini. Abbandonata la banca, i due si scontrano con il fallimento della rivoluzione. I loro compagni sono infatti stati tutti assassinati, e a loro non resta che fuggire su di un treno diretto per l’America. Nel corso di questo inizieranno a progettare una vendetta, aspirando a radunare un nuovo esercito di rivoluzionari con cui combattere le truppe del dittatore Victoriano Huerta.
Giù la testa: il cast del film
Ancora una volta, Leone si affidò a celebri attori statunitensi e italiani per i protagonisti del suo film. La parte di Juan Miranda, in particolare, era stata inizialmente pensata per Eli Wallach, che aveva già recitato per il regista in Il buono, il brutto, il cattivo. La produzione, tuttavia, impose la presenza di Rod Steiger, all’epoca divenuto popolare grazie all’Oscar vinto come miglior attore. Per prepararsi al ruolo, questi decise anche di prendere lezioni di spagnolo, così da raggiungere un accento il più credibile possibile. Il suo rapporto con Leone non fu però particolarmente roseo, e diede vita a celebri litigi tra i due, con il regista dichiaratosi insoddisfatto dall’interpretazione dell’attore. Riuscirono comunque a terminare le riprese, e dopo aver visto ultimato il film si dichiararono entrambi soddisfatti del risultato.
Per il ruolo di John Mallory, invece, si considerarono inizialmente gli attori John Wayne e Clint Eastwood. Il regista però scelse di non prendere in considerazione il primo per via della sua eccessiva fama, che avrebbe finito per distrarre il pubblico. Eastwood, invece, rifiutò il ruolo ritenendolo troppo simile a quello già interpretato nei precedenti film di Leone. Ad interpretare il ruolo è stato allora l’attore James Coburn. Questi era però inizialmente riluttante, e si decise ad accettare solo dopo che Henry Fonda, che aveva recitato in C’era una volta il West, gli descrisse Leone come il più grande regista di sempre. A sua volta, anche Coburn lavorò sull’accento. Per risultare credibile, spese diverso tempo in Irlanda, essendo il personaggio originario di quel paese.
Altro celebre attore presente nel film è l’italiano Romolo Valli. Celebre per i suoi ruoli in Il Gattopardo e Il giardino di Finzi Contini, questi ha qui interpretato un personaggio scritto appositamente per lui. Leone, infatti, ideo Villega come un medico di professione, consapevole che l’attore aveva studiato proprio medicina prima di iniziare a recitare. Ciò favorì la sua interpretazione, potendo risultare realistico nella parte. Sono poi presenti nel cast l’attore Antoine Saint-John nel ruolo di Günther Reza, Franco Graziosi nei panni del governatore Jaime, e l’attrice Maria Monti in quelli di Adelita. Rick Battaglia è invece il generale Santerna, il leader della rivoluzione messicana.
Giù la testa: la colonna sonora, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Come per tutti i film di Leone, anche Giù la testa vanta una colonna sonora firmata dal maestro Ennio Morricone. Questi realizzò una serie di brani originali, mantenendo però una perfetta coerenza con quelli già realizzati per i precedenti film western del regista. Il risultato fu una sequenza entusiasmante di epica ed emozioni, in grado di sottolineare nel miglior modo possibile ognuno dei grandi eventi del film. Quella presente in questo film è infatti stata considerata una delle più grandi e importanti colonne sonore realizzate da Morricone, con numerose delle tracce rimaste nell’immaginario comune. Nel 1972 viene pubblicato l’album contenente la colonna sonora completa.
Per gli appassionati del film, o per chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali piattaforme streaming oggi disponibili. Jumanji – Benvenuti nella Giungla è infatti presente su Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Now TV, e Tim Vision. In base alla piattaforma scelta, sarà possibile noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale al catalogo. In questo modo sarà poi possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione lunedì 5 ottobre alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.
Diretta da Shawn Levy e interpretata da Ryan Reynolds, la nuova entusiasmante commedia d’azione 20th Century Studios Free Guy – Eroe per Gioco arriverà prossimamente nelle sale italiane, distribuita da The Walt Disney Company Italia.
In Free Guy – Eroe per Gioco, un impiegato di banca che scopre di essere un personaggio all’interno di un videogioco open world decide di diventare l’eroe della propria storia e di riscrivere il suo personaggio. In un mondo senza limiti, il protagonista è determinato a diventare colui che salverà il suo mondo a modo proprio…prima che sia troppo tardi.
Interpretato da Ryan Reynolds, Jodie Comer, Joe Keery, Lil Rel Howery, Utkarsh Ambudkar e Taika Waititi, Free Guy – Eroe per Gioco è diretto da Shawn Levy da un soggetto di Matt Lieberman e una sceneggiatura di Lieberman e Zak Penn.
Prende il via martedì 6 ottobre l’edizione 2020 del Carbonia Film Festival, che quest’anno alza un doppio sipario: quello del Teatro Centrale dove si svolgeranno gli appuntamenti live in città, e quello della piattaforma streaming grazie alla quale sarà possibile vedere i film dei due Concorsi internazionali (rispettivamente dedicati a lungometraggi e cortometraggi) gratuitamente su tutto il territorio nazionale. Un’edizione ibrida e coraggiosa, in un momento particolare come quello che stiamo vivendo, con cui il Carbonia Film Festival dichiara di volerci essere.
Sono 13 i paesi raccontati dai 16 film in concorso per un racconto poliedrico sui temi cardine della manifestazione, ovvero lavoro e migrazioni.
L’apertura del CFF 2020 è affidata a Mogul Mowgli, esordio nel lungometraggio di finzione per Bassam Tariq che porta sul grande schermo una storia di successo, famiglia e tradizioni con un’imperdibile performance di Riz Ahmed (Venom, The night of) nei panni di un rapper che, all’apice del successo, viene colpito da una malattia autoimmune. Un dramma di seconda generazione in cui il desiderio di fama si oppone alle tradizioni ancestrali, per un moderno 8 mile in cui Riz Ahmed si muove e rappa sul palco con una presenza magnetica che non ha nulla da invidiare alle grandi star della scena rap internazionale. Il film sarà disponibile a partire da martedì 6 sulla piattaforma streaming del CFF, e inaugurerà le proiezioni cittadine al Cine-Teatro Centrale (ore 21.00).
Per il Concorso Internazionale Lungometraggi va in scena, sulla piattaforma streaming, anche Days of Cannibalism, documentario “western” di Teboho Edkins sull’impatto delle nuove frontiere della globalizzazione. Il film osserva il modo in cui l’arrivo della potenza cinese sia riuscito in poco tempo a modificare l’economia agro-pastorale di una comunità rurale dell’Africa meridionale.
Inoltre sulla piattaforma del festival saranno disponibili le conversazioni con i registi dei lungometraggi in concorso, realizzate in collaborazione con Eja TV e Fondazione Sardegna Film Commission.
Al via anche il Concorso Internazionale Cortometraggi, che da martedì 6 ottobre proporrà gli 8 film selezionati disponibili gratuitamente sulla piattaforma streaming fino a domenica 11 ottobre.
Presso la Mediateca Comunale inaugura la mostra (Quasi) tutto stampato a mano, un viaggio nelle opere di Sarah Mazzetti, autrice del manifesto di questa edizione. Illustratrice di fama internazionale, Sarah Mazzetti vanta collaborazioni con The New York Times, The New Yorker, Die Zeit, The Guardian, nel 2019 ha ricevuto l prestigioso premio Premio Internazionale d’Illustrazione Bologna Children’s Book Fair – Fundación SM.