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Guardiani della Galassia 3: le teorie dei fan sul film

Guardiani della Galassia 3: le teorie dei fan sul film

Attualmente impegnato con la pre-produzione di The Suicide Squad, James Gunn tornerà presto al timone di Guardiani della Galassia 3, cinecomic che con molte probabilità farà parte della Fase 5 del MCU non ancora annunciata. Ma cosa sappiamo davvero del film? Poco o nulla, tuttavia questo non ha impedito ai fan di formulare interessanti teorie sulla trama.

Ecco le migliori:

Adam Warlock

In una delle scene post-credits di Guardiani della Galassia Vol. 2, Ayesha mostrava ai suoi servi un bozzolo dorato in grado di distruggere i nemici e chiamato “Adam”, dettaglio che non è sfuggito ai fan. Da lì sono iniziate le speculazioni: si trattava di Adam Warlock? Stiamo parlando dell’unico personaggio, esclusa Captain Marvel, che potrebbe competere con Thanos a parità di fama e caratteristiche, e niente esclude che rientri nei piani di James Gunn per il terzo capitolo.

Anni fa i due sceneggiatori del film Christopher Markus e Stephen McFeely avevano spiegato le ragioni dietro l’assenza di Warlock nella Fase 3 dopo l’uscita di Infinity War: Non abbiamo introdotto Adam Warlock nel film perché è un personaggio troppo importante e per farlo dovresti girare un film intero. Non puoi semplicemente farlo apparire sullo schermo. C’è stato un breve momento in cui eravamo indecisi, poi guardando alla lista già numerosa di personaggi abbiamo deciso di escluderlo. Un po’ come per Silver Surfer, che si, ci sarebbe stato utile, ma non possiamo toccarlo adesso“.

Thor insieme ai Guardiani

Guardiani della Galassia Vol. 3

Dopo la battaglia finale di Avengers: Endgame, Thor decide di lasciare il trono di Asgard a Valchiria e di unirsi ai Guardiani della Galassia, con i quali – sostengono diverse teorie -presumibilmente attraverserà lo spazio in cerca di qualche avventurosa missione, diventando ciò che era destinato a essere. Questo però non ha escluso, come abbiamo visto, la possibilità di vedere al cinema il quarto capitolo del franchise sul dio del tuono (già annunciato e intitolato Love and Thunder).

Lo stesso Chris Hemsworth si era detto entusiasta di fronte sulla prospettiva di un cinecomic sugli “Asgardiani” della Galassia dicendo che “Lavorerei con quei ragazzi senza esitazione. Asgardiani della Galassia…questo si che è davvero fantastico”. Sarà davvero così e Thor apparirà in Guardiani 3?

Drax ritroverà sua figlia

Un’interessante teoria circa gli sconvolgimenti di trama del terzo film riguardano la comparsa della figlia di Drax, Moondragon, che tutti credevamo morta e che potrebbe invece ai Guardiani della Galassia creando un maggiore legame con il passato del personaggio interpretato da Dave Bautista. Inoltre Moondragon è una figura affascinante nei fumetti, con poteri telepatici e telecinetici, abilità nelle arti marziali e nel pilotaggio, quindi sarebbe un’ottima aggiunta al cast.

In un’intervista lo stesso Bautista aveva espresso il desiderio di vedere prodotto uno spin-off sul suo personaggio in cui raccontare qualcosa in più della storia della famiglia di Drax, “bellissima e commovente, con la moglie e la figlia che vengono uccise lasciandogli il cuore spezzato.” Sarà davvero così e il terzo capitolo esaudirà i suoi sogni?

Gamora sarà il villain

Una delle domande con cui ci lasciava Avengers: Endgame riguarda il destino di Gamora e del suo possibile ritorno in Guardiani della Galassia 3, lei che – a differenza degli altri personaggi – non viene “resuscitata” dallo schiocco di Hulk, ma torna in scena grazie ai viaggi nel tempo nella sua versione passata durante la battaglia finale con i Vendicatori. E se fosse lei la vera villain del terzo capitolo?

Sul finale di Endgame poi vediamo Star-Lord interagire con lei, oltre al fatto che sul Benatar compare la schermata “searching” con la sua immagine. Possibile allora che sia ancora viva e che sia fuggita da qualche parte? Oppure lo schiocco di Tony Stark l’ha spazzata via insieme agli altri?

Uno dei personaggi principali morirà

james gunn guardiani della galassia vol. 3

Chiudiamo con la più triste delle ipotesi, ovvero che uno dei personaggi principali del team potrebbe morire alla fine del film. James Gunn aveva stuzzicato i fan dicendo che qualcosa del genere sarebbe successo al termine della trilogia, anche se è ciò che accade in quasi tutti i fumetti…In Volume 1 abbiamo detto – provvisoriamente – addio a Groot, in Vol.2 abbiamo salutato per sempre Yondu, e nel Vol.3 a chi toccherà la drammatica sorte?

Leggi anche – Guardiani della Galassia: 10 cose che non sapevi sul dietro le quinte dei film

Fonte: ScreenRant

The Crown 3: recensione della serie Netflix con Olivia Colman

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The Crown 3: recensione della serie Netflix con Olivia Colman

Per un sovrano è un bene non parlare, non trasmettere emozioni, punti di vista o opinioni. E il non schierarsi è spesso più difficile del prendere una posizione. È questa la lezione, imparata sul campo, che Elisabetta impartisce a Carlo, ed è questo dictat che la “nuova” Regina segue in tutto The Crown 3, la terza stagione della serie The Crown  disponibile sulla piattaforma Netflix a partire da domenica 17 novembre.

È un cambio di rotta deciso, quello dello show britannico, che in primo luogo sostituisce gli interpreti, scegliendo un cast più adulto e tuffando la famiglia Windsor nei tumultuosi anni ’60, un trambusto di avvenimenti sia da un punto di vista sociale e politico, sia da quello privato, nascosto nei corridoi di Buckingham Palace. Ma i cambiamenti si riscontrano anche nella struttura della serie e nella maggiore verticalizzazione degli episodi, mentre cambia pure il modo di raccontare e inquadrare la protagonista: Elisabetta II.

The Crown 3, nuovo cast a corte

Il primo esame superato di The Crown 3 è senza dubbio la scelta del nuovo cast, via Foy, Smith, Kirby, dentro Olivia Colman, reduce dall’Oscar per La Favorita e qui strepitosa Elisabetta II, che fa i conti con gli anni che avanzano e con i tumulti del suo regno e della sua corona, Tobias Menzies, perfettamente a suo agio nei panni di un nuovo Filippo, più anziano e posato, ma non più sereno, Helena Bonham Carter, che regala una Principessa Margaret vivace, brillante, esuberante, ma anche tremendamente infelice, superando ogni più rosea aspettativa.

The Crown 3 assume una forma antologica e focalizza ogni episodio su un avvenimento preciso della storia pubblica e/o privata di Elisabetta. A partire dagli episodi di apertura, che si concentrano sul suo rapporto con il nuovo primo ministro, il laburista Harold Wilson, considerato inadatto al suo ruolo da Elisabetta stessa, fino a che non ci si rende conto (e lei con noi) che, nonostante la tendenza politica, i due hanno molte cose in comune e devono svolgere un lavoro molto simile.

The Crown 3 ha una struttura antologica

Ci sono poi i personaggi comprimari che prendono il loro posto sotto i riflettori, dalla turbolenta Margaret, il cui carattere è sempre stato considerato dalla sorella troppo estroverso e “rumoroso” per un membro della famiglia reale, ma verso il quale Elisabetta sembra nutrire una segreta invidia, non solo per la più felice predisposizione alla socializzazione della sorella, ma anche per un ruolo sociale che glielo permette.

Anche Filippo ha la sua occasione di occupare il centro della scena, rivelandosi sempre, come nelle precedenti stagioni, un uomo inquieto, ma ormai devoto alla moglie e regina e quasi rassegnato al suo ruolo e alla rinuncia delle ambizioni che non ha potuto perseguire a causa del suo fortunato matrimonio e degli obblighi che ne sono conseguiti.

La serie trova anche spazio per far emergere la nuova generazione di Windsor; Carlo e Anna diventano finalmente personaggi attivi, e non più bambini sullo sfondo, e in particolare il primogenito viene seguito in un percorso e in un momento della sua vita fondamentale per la sua futura posizione di re (almeno lo si pensava all’epoca, visto che ad oggi Elisabetta sembra più convinta che mai a regnare in eterno).

Non solo, il giovane principe sarà anche protagonista di diatribe sentimentali, che i giornaletti di gossip hanno riportato fin troppo a lungo, ma che in The Crown assumono la sostanza e la forma di tormenti estremamente umani, determinanti, sappiamo, per il destino della corona.

The Crown 3

Elisabetta II, imperturbabile nella tempesta

Tra le figure di spicco, chi entra ed esce di scena, traditori e madri esuli, zii pentiti ed eventi epocali (un episodio è dedicato anche allo sbarco sulla Luna), si erge granitica e imperturbabile Elisabetta II. La serie, ancora meglio di come fatto con Claire Foy nelle prime due stagioni, costruisce una figura elegante, composta, autoritaria, sempre in controllo della situazione, apparentemente insensibile, lontana, algida, inattaccabile e inavvicinabile. Tuttavia, gli showrunner si sono assicurati di inserire almeno due episodi che incrinano questa facciata, questa intangibilità.

L’episodio dedicato alla tragedia di Aberfan, che racconta il crollo della miniera che nel 1966 causò la morte di 28 adulti e 116 bambini, squarcia il ritratto pubblico di Elisabetta II. La Regina, riservata, chiusa nelle sue stanze, scende in piazza, tra i suoi sudditi, tra le madri in lutto, tra le salme dei piccoli, si commuove, piange in pubblico, sorprendendo forse prima se stessa ma poggiando il primo tassello per la costruzione di quella fortezza dentro cui ha murato la monarchia britannica, facendola passare indenne attraverso anni in cui si credeva che non avesse più senso di esistere e che fosse troppo onerosa per il popolo.

Il secondo episodio in cui Elisabetta mostra inequivocabilmente il suo lato umano, è quello di chiusura, in cui si festeggia il Giubileo del suo regno, i primi 25 anni di sovranità sul Regno Unito. Il confronto con la sorella Margaret è da manuale di recitazione e di scrittura per la tv. E Olivia e Helena si dimostrano assolutamente all’altezza dei nobili personaggi che interpretano.

Il prezzo per la sopravvivenza è l’apertura

Il prezzo per la sopravvivenza è stata l’apertura, come vedremo meglio nella prossima stagione; Peter Morgan, creatore e showrunner, ha tenuto presente ogni singolo dettaglio, ogni momento cardine della vita della sovrana, per regalare allo spettatore, non solo un prodotto di grande classe e straordinaria fattura, ma anche un viaggio emozionante nel privato della donna più potente del mondo.

Con The Crown 3 sono messi completamente da parte i turbamenti di Lilibet, non c’è più spazio per i tradimenti di Filippo, l’ansia di essere all’altezza del ruolo, le domande e i dubbi. Ora c’è solo spazio per Elisabetta II, una donna pacificata con il suo ruolo di comando, una regina all’altezza del suo compito, che con grande fatica ha portato la sua famiglia e la sua corona nel futuro.

Hawkeye: quello che sappiamo sulla serie tv

Hawkeye: quello che sappiamo sulla serie tv

Hawkeye è l’annunciata serie tv per Disney Plus basata sul personaggio interpretato da Jeremy Renner nel Marvel Cinematic Universe. Jonathan Igla (Mad Men, Pitch, Sorry for Your Loss) è stato scelto come sceneggiatore e produttore esecutivo della serie tv che avrà un arco narrativo limitato.

Hawkeye: anticipazioni

La serie tv Hawkeye arriverà nel 2021 la prima stagione che sarà composta da otto episodi e si baserà sulle avventure di Young Avenger, Kate Bishop, che ha assunto il ruolo dopo dopo che Clint Barton lascia in seguito agli eventi di Endgame. La serie vedrà Jeremy Renner tornare nei panni del personaggio, e l’attore stesso ha presentato il progetto alla gremita Hall H durante il Comic-Con di San Diego. Secondo le parole di Renner la serie racconta “la fibra di ciò che è Occhio di Falco, ovvero un supereroe senza super poteri, e questo vuol dire che tutti possono essere dei supereroi.”

Secondo le prime indiscrezioni nella serie Kate Bishop utilizza le sue notevoli capacità di combattimento per combattere delle buone battaglia, sia come come Young Avenger, al fianco del mentore Clint Barton, sia da sola.

Hawkeye: cast

Oltre al già citato Jeremy Renner  che riprenderà il ruolo cinematografico di CLint protagonista della serie sarà Hailee Steinfeld (Dickinson, Bumblebee, The Edge of Seventeen, Spider-Man: Into the Spider-Verse) che interpreterà appunto Kate Bishop.

Kate Bishop è nara a Manhattan, New York, da Derek e Eleanor Bishop, in una delle famiglie più ricche e potenti degli Stati Uniti. Kate cresce tra gli agi assieme alla sorella maggiore, Susan, divenendo a tratti una ragazzina viziata e snob, carattere in realtà costruitosi per mascherare il dolore dovuto alla perdita dell’amatissima madre a soli quattordici anni, fatto a seguito del quale il padre, per natura emotivamente distante, si allontana sempre di più dalle due figlie tentando di esorcizzare il dolore con una seconda moglie, Heather, ex-compagna di liceo di Kate con soli tre anni in più di lei. Vi ricordiamo che la serie tv fa parte dei progetti televisivi limitati annunciata dai Marvel Studios per Disney Plus che si concentreranno su personaggi del MCU come Falcon e Winter Soldier, oltre a  Loki, WandaVision. Disney ha annunciato al D23 che ci saranno anche serie tv basati sui personaggi Marvel Ms. Marvel, Moon Knight e She-Hulk.

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Hawkeye fa parte della prima ondata di serie tv prodotte dai Marvel Studios che avrebbero dovuto uscire su Disney+ a partire dall’autunno 2020. Il primo spettacolo doveva essere stato The Falcon and The Winter Soldier, ma la serie è stata ritardata a causa della pandemia di coronavirus che ha colpito la produzione. Altre serie tv includono WandaVision (sempre nel 2020?)Loki (primavera 2021) oltre a HawkeyeTutti vedranno i thespian del grande schermo che completano la serie.

Hawkeye, la serie tv

Hawkeye è l’annunciata spin off del franchise di Avengers e fa parte della fase 4 del Marvel Cinematic Universe che si estenderà nel racconto seriale per debuttare su Disney+.

La trama si svolge dopo gli eventi di Avengers: Endgame e si baserà sulle avventure di Young AvengerKate Bishop, che ha assunto il ruolo dopo dopo che Clint Barton lascia in seguito agli eventi di Endgame. La serie vedrà Jeremy Renner tornare nei panni del personaggio, e l’attore stesso ha presentato il progetto alla gremita Hall H durante il Comic-Con di San Diego. Secondo le parole di Renner la serie racconta “la fibra di ciò che è Occhio di Falco, ovvero un supereroe senza super poteri, e questo vuol dire che tutti possono essere dei supereroi.” Secondo le prime indiscrezioni nella serie Kate Bishop utilizza le sue notevoli capacità di combattimento per combattere delle buone battaglia, sia come come Young Avenger, al fianco del mentore Clint Barton, sia da sola.

Ploi: recensione del film d’animazione di Árni Ólafur Ásgeirsson

Ploi: recensione del film d’animazione di Árni Ólafur Ásgeirsson

Terzo lungometraggio del regista islandese Árni Ólafur Ásgeirsson, Ploi è il suo primo lavoro d’animazione dopo due film drammatici dalle atmosfere piuttosto oscure, Thicker than water (2007) e Undercurrent (2010). Per questo esordio nel mondo animato, Ásgeirsson ha voluto al suo fianco Gunnar Karlsson, autore del primo film d’animazione prodotto in Islanda – Thor – The legend of Valhalla (2011), ma anche di Anna and the moods e The lost little caterpillar, presentato al Giffoni Film Festival nel 2003. Karlsson è qui co-regista assieme a Ives Agemans, ma anche character designer. A dirigere l’animazione c’è Dirk Henrotay.

Ploi: il film

Ploi è un pulcino di piviere allegro e curioso. Per suo padre il coraggio è il valore più importante e vuole trasmetterlo al piccolo. Ploi sogna di diventare un giorno la guida dello stormo, proprio come il suo papà. Ha una compagna di giochi, Ploveria, dalla quale è inseparabile. Insieme imparano tutto ciò che c’è da sapere per diventare adulti, soprattutto a procurarsi il cibo e a volare. Solo così potranno andare nei paesi caldi a trascorrere l’inverno. Ploi però, ha paura di volare e durante un’esercitazione è attaccato dal temibile falco Shadow.

Suo padre si sacrifica per salvarlo, ma lui, traumatizzato, non vuole più volare. Così, quando il suo stormo migra verso sud, lui rimane ad affrontare il rigido inverno da solo. Non gli resta che cercare di arrivare a Paradise Valley, dove i codardi che non se la sentono di migrare, trascorrono l’inverno. Nel viaggio verso la valle, Ploi incontra amici come la pernice Giron, che vuole vendicarsi di Shadow, o il topolino Mousy, che lo aiuta più di una volta. Ma affronta anche nemici come la volpe o il gatto. Queste avventure lo aiutano a crescere e lo preparano a raccogliere l’eredità del padre, imparando non solo a volare, ma anche a difendere il proprio stormo.

Il tema della crescita

Ploi è un film d’animazione per bambini, che affronta il tema della crescita, di cosa significhi diventare adulti, concentrandosi su chi, come il protagonista, in questo percorso può incontrare qualche difficoltà più degli altri. In particolare si parla di paure, che vengono considerate da chi le vive e magari da qualcuno intorno come debolezze, di quel senso di esclusione e inadeguatezza che avvince chi ha paura e finisce per sentirsi diverso. Un senso di esclusione che può essere talvolta alimentato dai coetanei e da atteggiamenti di disprezzo o derisione, come quelli del piviere Sloi nei confronti di Ploi.

Ebbene, quelle stesse paure che possono sembrare ostacoli insormontabili, se affrontate con l’aiuto di chi ci vuole bene – qui un folto gruppo di amici, dal simpatico Mousy all’amorevole cervo, fino al pentito falco Skua – possono essere superate e far scoprire invece i propri punti di forza. Ci sono figure di riferimento nel mondo adulto con le quali si può stabilire un forte e proficuo legame, anche quando vengono meno i genitori. È quello che accade con la buffa pernice Giron, che fa da guida a Ploi, aiutandolo a orientarsi nel mondo. Il film è una storia di crescita e riscatto dall’immancabile lieto fine, dove il timido e insicuro diventa eroe, dimostrando che in ciascuno può esserci un eroe, basta solo avere un po’ di fiducia in sé stessi per scoprirlo.

Per questo racconto animato Ásgeirrson e Karlsson scelgono toni delicati e pacati e si rivolgono anche al pubblico dei piccolissimi. Il ritmo ne risente un po’ e nonostante le diverse avventure, tutte molto semplici e lineari, risulta a tratti lento. Il film riesce però a mescolare leggerezza e serietà, facendo sorridere e riflettere. Ad accompagnarlo la colonna sonora di Atli Örvarsson, che ben si adatta ai vari momenti del film.

Per quanto riguarda l’estetica, che si deve al disegno di Karlsson e al character modelling di Filip Van Mieghem, l’immagine dei pivieri non brilla per le fattezze – un’enorme testa con occhioni e becchi da peluche – ma più che altro per il colore arancio vivo e per la resa del piumaggio dall’effetto realistico. Più accattivanti nel complesso sono invece la pernice, i falchi, i topi e gli altri animali. Alla fotografia, Frederik Sallaerts e Tomas Kvӕrner.

Joker: tutte le risate del clown in un video

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Joker: tutte le risate del clown in un video

Niente definisce di più il personaggio di Joker come la sua risata. Nel corso della storia televisiva e cinematografica abbiamo assistito a diverse versioni con gli attori impegnati a definirne una caratteristica per ogni interpretazione, da Cesar Romero nella serie degli anni Sessanta all’ultimo clown principe del crimine di Joaquin Phoenix nel film di Todd Phillips.

E a tal proposito è molto suggestivo il video pubblicato da Mark Hamill (voce del Joker animato) su Instagram, a sua volta realizzato da TheScenesOfCinema, che illustra tutte le risate delle star che hanno dato voce al celebre antagonista di Batman.

Sei, finora, gli iconici Joker della storia: Cesar Romero, Jack Nicholson nel primo Batman di Tim Burton, Heath Ledger nel secondo capitolo della trilogia sul Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan, Jared Leto in Suicide Squad, Phoenix nella pellicola vincitrice del Leone d’oro a Venezia e infine la voce inconfondibile di Hamill nelle numerose serie animate.

Ho visto tantissimi video di persone che soffrono di risate patologiche, un disturbo neurologico che fa ridere in modo incontrollato le persone.“, aveva dichiarato Phoenix nell’intervista con il Venerdì prima della presentazione di Joker a Venezia, spiegando che questo elemento recitativo è stato studiato guardando per ore filmati su youtube.

Joker è il cinecomic più redditizio di tutti i tempi

Joker vede nel cast Joaquin Phoenix, Zazie BeetzFrances ConroyBrett CullenDante Pereira-OlsonDouglas Hodge e Josh Pais ed è arrivato nelle sale il 4 ottobre 2019.

Contrariamente alle altre apparizioni del personaggio nei Batman di Tim Burton, nella trilogia del Cavaliero Oscuro di Christopher Nolan e in Suicide Squad, il film è ambientato negli anni Ottanta e racconta l’evoluzione di un uomo ordinario e la sua trasformazione nel criminale che tutti conosciamo.

Ho amato il Joker di The Dark Knight, e anche quello di Jared Leto di Sucide Squad che è venuto dopo, così come il ritratto di Jack Nicholson“, ha dichiarato Phillips parlando dei possibili riferimenti alle vecchie versioni del clown principe del crimine e dell’eredità che il suo Joker si porta dietro. “Negli Stati Uniti, i fumetti sono il nostro Shakespeare, e come esistono varie versioni dell’Amleto, così noi potremmo offrire varie versioni di Joker in futuro.” “Onestamente non riusciamo ancora a credere alla vittoria di Venezia. Ci vorrà del tempo per realizzare“, ha commentato il regista nell’intervista con Variety.

Joker: rivelato il destino di Sophie in una scena tagliata

Fonte: Mark Hamill

Moon Knight, She Hulk e Ms. Marvel arriveranno anche al cinema

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Moon Knight, She Hulk e Ms. Marvel arriveranno anche al cinema

La nuova sfida, dopo il traguardo raggiunto con la fine della Fase 3, per i Marvel Studios è rappresentata dall’approccio alla tv. A partire dal prossimi anno infatti saranno disponibili sulla piattaforma streaming di Disney + alcuni titoli originali che porteranno il concetto di “condivisione” ad un livello successivo, e tra questi ci saranno le serie dedicate a Moon Knight, Ms. Marvel e She-Hulk. Proprio riguardo questi tre eroi, è Kevin Feige a confermare in un recente podcast che arriveranno anche al cinema dopo il loro debutto sul piccolo schermo.

Alcuni personaggi che abbiamo annunciato come She-Hulk, Ms. Marvel e Moon Knight li incontrerete per la prima volta in uno show di Disney + e successivamente nei film, ma nel frattempo il MCU andrà avanti e indietro“.

Fin dall’inizio“, spiega il presidente e direttore creativo dello studio, “l’idea era creare delle storie che facessero parte di un grande universo connesso. Quindi anche queste serie sono state pianificate specificamente per entrare sia nell’universo cinematografico, sia nell’universo delle serie tv“.

Feige ha poi aggiunto che “Stiamo realizzando produzioni con un livello artistico da cinema per Disney +. The Falcon and The Winter Soldier è attualmente in fase di riprese e proprio ieri sono stato sul set di WandaVision, che gireremo tra poco. Tutti questi personaggi saranno sottoposti a trasformazioni e cambiamenti molto entusiasmanti negli show e nei nostri film“.

Marvel Studios: tutte le serie in arrivo su Disney +

Moon Knight e le altre serie arriveranno nei prossimi anni su Disney +, il servizio di video on-demand ad abbonamento che The Walt Disney Company che, come saprete, offrirà all’utente la possibilità di accedere a contenuti esclusivi più titoli dell’archivio della casa di Topolino. Sulla piattaforma saranno disponibili una vasta collezione di prodotti originali, tra cui film e serie tv, e tutti i titoli di Disney, Pixar, Marvel Studios, Lucasfilm e National Geographic.

Ma quando arriverà in Italia? Il profilo twitter ufficiale ha confermato che il pubblico del Regno Unito, Germania, Francia, Italia, Spagna e altri paesi dovranno aspettare fino al 31 marzo del 2020 per abbonarsi. Negli Stati Uniti invece Disney + debutterà il 12 novembre 2019.

La piattaforma streaming è stata concepita per competere con i colossi dello streaming già attivi come Netflix e Amazon Prime Video e vanterà di un catalogo con il meglio delle produzioni Disney, Pixar, Marvel, Lucasfilm (Star Wars) e National Geographic, oltre ai titoli prodotti da 21st Century Fox grazie all’acquisizione recente da parte dello studios.

Kevin Feige a ruota libera sul futuro del MCU, le serie di Disney + e l’arrivo di Deadpool

Fonte: THR

Avengers: Endgame, ecco cosa avrebbe voluto dire Downey Jr. sul finale

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Omaggio al suo primo film solista e chiusura del cerchio di una saga iniziata undici anni fa, la battuta finale di Tony Stark in Avengers: Endgame è qualcosa che si cristallizzerà nella mente dei fan per molto tempo. Sono bastate tre semplici parole per provocare l’entusiasmo e la commozione del pubblico, quel “Io sono Iron Man” che ha messo fuori gioco Thanos e il suo esercito salvando la vita dei compagni eroi, ma come rivelato dai realizzatori, l’idea di chiudere così è stata una scelta dell’ultimo minuto selezionata tra varie alternative.

Lo stesso Robert Downey Jr. ha dichiarato ieri sera, durante la cerimonia di premiazione dei People’s Choice Awards, che il suo piano originale non prevedeva l’epica battuta sentita nel film, ma “Oh snap!“. Questo è insomma ciò che l’attore avrebbe voluto esclamare come perfetta conclusione del suo arco narrativo in Endgame.

A quanto pare la battuta è stata sostituita poco prima del montaggio definitivo, con il team dei fratelli Russo che si è affrettato a sistemare la scena nel migliore dei modi. “Inizialmente Tony non avrebbe detto nulla in quel momento. E stavamo andando nella sala di montaggio quando ci siamo accorti che doveva dire qualcosa, perché questo è un personaggio che è vissuto e morto facendo battute”, aveva dichiarato Joe Russo durante un Q&A.

Abbiamo provato un milione di frasi diverse, con Thanos che esclamava “Sono ineluttabile”, mentre il nostro editor Jeff Ford, che è stato con noi in tutti e quattro i film Marvel, ci ha suggerito di tornare alla frase del primo Iron Man“.

Avengers: Endgame, una scena di Captain Marvel è stata aggiunta all’ultimo

Un anno dopo la folle corsa agli Oscar di Black Panther (il primo cinecomic della storia ad essere candidato nella categoria Miglior Film capace di conquistare ben tre statuette) Disney e Marvel Studios lanciano ufficialmente la campagna a sostegno di Avengers: Endgame.

Film evento del decennio, è riuscito in un’impresa che sembrava impossibile: ricapitolare un discorso narrativo iniziato nel 2008 da Iron Man riunendo sul grande schermo tutti i personaggi del Marvel Universe. Gli incassi hanno premiato lo studio di Kevin Feige, raggiungendo e superando in cima alla classifica Avatar di James Cameron.

Nel cast del film Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Avengers: Endgame, le scene eliminate che lo avrebbero migliorato

Fonte: Comicbook

Joker è il cinecomic più redditizio di tutti i tempi

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Contro ogni previsione o aspettative, il nuovo Joker di Todd Phillips vincitore del Leone d’oro a Venezia non è più soltanto uno dei maggiori incassi della stagione, ma anche il cinecomic più redditizio di tutti i tempi. A rivelarlo è una recente indagine di Forbes relativa al percorso in sala del film che vede protagonista Joaquin Phoenix, paragonando la sua corsa a quella altrettanto fortunata di Avengers: Infinity War dello scorso anno.

Dunque a partire da venerdì 8 novembre, Joker avrà incassato più di 304,2 milioni di dollari in Nord America e 957 milioni globalmente, cifre da capogiro che assumono un’importanza ancora più significativa se confrontate con il budget che ammonta a “soli” 62,5 milioni per un prodotto che racconta le origini dell’antagonista di Batman. Questo risultato è ovviamente provvisorio, visto che il film è ancora in sala e potrebbe battere altri record prima della fine del 2019.

Vi ricordiamo che già al suo debutto Joker aveva messo a segno il miglior weekend di apertura ad ottobre superando rapidamente Deadpool come film vietato ai minori con il più alto incasso di sempre. Sarebbe un numero sbalorditivo per qualsiasi pellicola, ma qui si parla di un personaggio che poteva non incontrare il gusto popolare, senza contare le polemiche che hanno accompagnato l’uscita con accuse di istigazione alla violenza.

Joker: rivelato il destino di Sophie in una scena tagliata

Joker diretto da Todd Phillips vede nel cast Joaquin PhoenixZazie BeetzFrances ConroyBrett CullenDante Pereira-OlsonDouglas Hodge e Josh Pais ed è arrivato nelle sale il 4 ottobre 2019. Contrariamente alle altre apparizioni del personaggio nei Batman di Tim Burton, nella trilogia del Cavaliero Oscuro di Christopher Nolan e in Suicide Squad, il film è ambientato negli anni Ottanta e racconta l’evoluzione di un uomo ordinario e la sua trasformazione nel criminale che tutti conosciamo.

Da sempre solo in mezzo alla folla, Arthur Fleck (Joaquin Phoenix) desidera ardentemente che la luce risplenda su di lui. Cercando di cimentarsi come comico di cabaret, scopre che lo zimbello sembra invece essere proprio lui. Intrappolato in un’esistenza ciclica sempre in bilico tra apatia, crudeltà e, in definitiva, tradimento, Arthur prenderà una decisione sbagliata dopo l’altra, provocando una reazione a catena di eventi.

Ho amato il Joker di The Dark Knight, e anche quello di Jared Leto di Sucide Squad che è venuto dopo, così come il ritratto di Jack Nicholson“, ha dichiarato Phillips parlando dei possibili riferimenti alle vecchie versioni del clown principe del crimine e dell’eredità che il suo Joker si porta dietro. “Negli Stati Uniti, i fumetti sono il nostro Shakespeare, e come esistono varie versioni dell’Amleto, così noi potremmo offrire varie versioni di Joker in futuro.” “Onestamente non riusciamo ancora a credere alla vittoria di Venezia. Ci vorrà del tempo per realizzare“, ha commentato il regista nell’intervista con Variety.

Joker: Todd Phillips sulle scene eliminate e la director’s cut

Fonte: Forbes

Kevin Feige risponde al commento di Scorsese sui film Marvel

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Dopo settimane di silenzio assoluto, Kevin Feige ha finalmente risposto al commento di Martin Scorsese sui film Marvel, discussione che si è estesa nel tempo a varie personalità coinvolte nel mondo dei cinecomic come James Gunn, Bob Iger (CEO Disney) e vari attori. Sostanzialmente il regista americano aveva ribadito che la sua idea di arte non coincideva con quella dei prodotti dello studio e che il sistema è ormai monopolizzato da questo tipo di prodotto.

Penso che non sia vero“, ha dichiarato Feige spiegando che i film sui supereroi non sono negativi per il cinema. “Penso che io stesso e tutti coloro che lavorano su questi film adorano il cinema, amano i film, adorano andare al cinema, amano partecipare ad un’esperienza comunitaria in un cinema pieno di gente“.

Non c’è rivelazione, mistero o un vero pericolo emotivo“, aveva scritto Scorsese nella lettera pubblicata dal New York Times, “Nulla è a rischio. Le immagini sono realizzate per soddisfare una serie specifica di esigenze e sono progettate come variazioni su un numero finito di temi“. Il pensiero del presidente e ora direttore creativo dei Marvel Studios però è del tutto opposto: “Da anni cerchiamo di realizzare diversi tipi di film, come Ant-Man che è un heist movie e Captain America: The Winter Soldier come thriller politico. Un altro rischio è non aver realizzato film con Iron Man dal 2013, contrapponendo invece il Tony Stark di Robert Downey Jr. contro il Captain America di Chris Evans in Civil War.

Abbiamo fatto Civil War, una storia in cui i nostri personaggi più popolari entravano in un grave scontro ideologico e fisico. Abbiamo ucciso metà dei nostri personaggi alla fine di Infinity War. Penso che sia divertente per noi prendere il nostro successo e usarlo per correre dei rischi e andare in direzioni diverse“.

Martin Scorsese chiude il discorso sui film Marvel e spiega perché non sono cinema

Ognuno ha una diversa definizione di cinema. Ognuno ha una diversa definizione di arte. Ognuno ha una diversa definizione di rischio“, afferma Feige. “Alcune persone non pensano che sia il cinema. Tutti hanno diritto alla loro opinione. Tutti hanno il diritto di ripetere quell’opinione. Tutti hanno il diritto di scrivere articoli su quell’opinione, e non vedo l’ora di scoprire cosa succederà dopo. Ma nella nel frattempo continueremo a fare film“.

E sempre a proposito di rischi, la mente dietro il MCU ha fatto l’esempio di WandaVision, la serie ora in cantiere di cui ha recentemente visitato il set e che vedrà protagonisti Elizabeth Olsen e Paul Bettany in un’ambientazione da sitcom degli anni ’50. “È diverso da qualsiasi cosa che abbiamo fatto finora. È diverso da qualsiasi cosa questo genere abbia mai fatto prima.”

Martin Scorsese e i cinecomic: ecco tutta la verità

Fonte: THR

Liev Schreiber: 10 cose che non sai sull’attore

Liev Schreiber: 10 cose che non sai sull’attore

Apprezzato attore cinematografico, televisivo e teatrale, Liev Schreiber si è negli anni distinto come interprete capace di affrontare generi totalmente differenti, dalla commedia all’horror, dal crime al dramma. Fattosi notare grazie alla sua presenza scenica, Schreiber si è negli anni distinto anche come doppiatore e regista, ottenendo buoni consensi.

Ecco 10 cose che non sai di Liev Schreiber.

Liev Schreiber film

1. Ha recitato in film di successo. Il debutto cinematografico dell’attore avviene nel 1994 con il film Agenzia salvagente. In seguito recita nella trilogia Scream (1996), Scream 2 (1997) e Scream 3 (2000). Raggiunta a questo punto una buona notorietà, l’attore partecipa a film come Kate & Leopold (2001), The Manchurian Candidate (2004), Omen – Il presagio (2006), Il velo dipinto (2006), L’amore ai tempi del colera (2007) e in X-Men le origini – Wolverine (2009), dove recita a stretto contatto con Hugh Jackman. Successivamente reciterà in Salt (2010), Il fondamentalista riluttante (2012), The Butler – Un maggiordomo alla Casa Bianca (2013), Gigòlò per caso (2013), Il caso Spotlight (2015) e Un giorno di pioggia a New York (2019).

2. È celebre anche per i ruoli televisivi. L’attore ottiene una buona notorietà recitando il ruolo di Orson Welles nel film TV RKO 281 – La vera storia di Quarto Potere (1999). Reciterà ancora per il piccolo schermo in Il giovane Hitler (2003), CSI – Scena del crimine (2007), e come protagonista della celebre serie Ray Donovan (2013-in corso).

3. È stato doppiatore in più occasioni. Negli anni Schreiber si è distinto anche come doppiatore, prestando la sua voce per diversi film o serie d’animazione, come BoJack Horseman (2015), My Little Pony – Il film (2017), L’isola dei cani (2018) e Spider-Man – Un nuovo universo (2018).

4. Ha diretto un film. Nel 2005 Schreiber debutta alla regia con il film Ogni cosa è illuminata, di cui è stato anche sceneggiatore. L’opera è la trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di Jonathan Safran Foer, con protagonista l’attore Elijah Wood.

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Liev Schreiber vita privata

5. Aveva una relazione con l’attrice Naomi Watts. I due attori si erano incontrati per la prima volta al gala annuale sui costumi al Metropolitan Museum of Art nel 2005. Dopo essere rimasti in contatto, i due si sono poi rincontrati, ufficializzando la loro relazione. La coppia ha poi avuto due figli, rispettivamente nel 2007 e nel 2008. Nel 2016, dopo undici anni di relazione, i due si separano, rimanendo in ottimi rapporti e continuando a crescere insieme i loro figli.

Liev Schreiber Scream

6. Ha interpretato un ruolo ricorrente. Nella trilogia horror diretta da Wes Craven, l’attore interpreta Cotton Weary, sospettato per l’omicidio della madre di uno dei protagonisti. Il personaggio avrà poi occasione di riscattarsi nel momento in cui il temibile Ghostface si prenderà il merito delle numerose morti presenti nel film.

Liev Schreiber Wolverine

7. Si è allenato per competere con il protagonista. All’attore era stato fornita una tuta che accentuava la muscolatura, così da non sfigurare accanto al fisico imponente di Hugh Jackman. Schreiber tuttavia si sentì umiliato dalla cosa, chiedendo di poter avere il tempo di acquisire naturalmente la muscolatura richiesta. Dopo un lungo addestramento, l’attore fu in grado di competere ad armi pari con Jackman.

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8. Fu raccomandato da Jackman. L’attore di Wolverine aveva già lavorato con Schreiber nel film Kate & Leopold, e lo raccomandò alla produzione per il ruolo di Victor Creed, alia Sabretooth, nel film. Schreiber venne infine scelto per la parte, e i due attori sfoggiarono un’ottima sintonia durante la lavorazione.

Liev Schreiber 2019

9. Il 2019 è stato un anno ricco. Nel 2019 l’attore è tra i protagonisti del nuovo film di Woody Allen, intitolato Un giorno di pioggia a New York, dove recita accanto agli attori Timothée Chalamet ed Elle Fanning. Nello stesso anno l’attore recita nel film Human Capital e nella nuova stagione della serie Ray Donovan.

Liev Schreiber età e altezza

10. Liev Schreiber è nato a San Francisco, California, Stati Uniti, il 4 ottobre 1967. L’altezza complessiva dell’attore è di 191 centimetri.

Fonte: IMDb

Alec Baldwin: 10 cose che non sai sull’attore

Alec Baldwin: 10 cose che non sai sull’attore

Attore celebre anche per la sua vita al di fuori del set, Alec Baldwin si è fatto notare sin da giovane con ruoli di rilievo in film, arrivando ad ottenere anche importanti riconoscimenti. Negli anni l’attore ha saputo rinnovarsi, arrivando a lavorare con successo tanto al cinema quanto in televisione.

Ecco 10 cose che non sai di Alec Baldwin.

Alec Baldwin: film

1. Ha recitato in film di successo. Il debutto cinematografico dell’attore avviene nel 1987 con il film Forever Lulu. Successivamente ottiene una prima fama recitando in Un amore rinnovato (1988) e BeetleJuice – Spiritello Porcello (1988). Negli anni successivi l’attore recita nei film Una donna in carriera (1988), Talk Radio (1988), Caccia a Ottobre Rosso (1990), Alice (1990), Americani (1993), Il giurato (1996), The Confession (1999), e consacrando la propria celebrità con titoli come Pearl Harbor (2001), The Cooler (2003), … e alla fine arriva Polly (2004), Patto col diavolo (2004), The Aviator (2004), Dick & Jane – Operazione furto (2005), The Departed (2006), È complicato (2009), To Rome With Love (2012), Blue Jasmine (2013), Still Alice (2014), Zona d’ombra (2015), BlackKklansman (2018) e Motherless Brooklyn – I segreti di una città (2019), dove recita accanto a Edward Norton.

2. È celebre anche per i ruoli televisivi. L’attore si è fatto notare recitando anche in episodi di serie come California (1985), Friends (2002), Nip/Tuck (2004), Las Vegas (2003-2004), Will & Grace (2005-2017), ed è stato particolarmente apprezzato per il ruolo di Jack Donaghy nella serie TV 30 Rock (2006-2013).

3. Ha lavorato come doppiatore. Negli anni Baldwin si è fatto apprezzare anche come doppiatore, prestando la sua voce a film come Un giorno da ricordare (1995),  Come cani e gatti (2001), SpongeBob – Il film (2004), Madagascar 2 (2008), Le 5 leggende (2012) e Baby Boss (2017).

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Alec Baldwin e Kim Basinger

4. È stato sposato con la famosa attrice. Dal 1993 al 2002 l’attore è stato sposato con Kim Basinger, conosciuta sul set del film Bella, bionda… e dice sempre sì. Nel 1995 la coppia ha avuto una figlia. In seguito alla separazione, Baldwin ha affrontato una lunga battaglia legale per ottenere di poter continuare a vedere la figlia.

Alec Baldwin ha una moglie e dei figli

5. Si è sposato una seconda volta. Nel 2012 l’attore sposa la sua insegnante di ginnastica, Hilaria Lynn Thomas. Nel 2013 i due diventano genitori della prima figlia. Avranno poi un secondo figlio nel 2015, un terzo nel 2016 e un quarto nel 2018. Baldwin ha un totale di cinque figli con due differenti mogli.

Alec Baldwin e Trump

6. È celebre per la sua imitazione del presidente. Nel 2016, durante la campagna per le elezioni presidenziali degli Stati Uniti, Baldwin propone una riuscita imitazione di Donald Trump all’interno del famoso programma Saturday Night Live. L’imitazione viene così apprezzata che Baldwin la riprenderà più volte nel corso degli anni successivi.

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Alec Baldwin in Beetlejuice

7. Non è soddisfatto della sua performance. Successivamente al rilascio del film, tra i primi diretti dal regista Tim Burton, Baldwin ha confessato di non essere soddisfatto della sua interpretazione, e di non aver gradito in generale il film.

8. Ha recitato accanto a celebri attori. Il film è tra le prime esperienze cinematografiche dell’attore, che si è nell’occasione trovato a lavorare insieme ad attori già celebri come Michael Keaton e Winona Ryder.

Alec Baldwin e i suoi fratelli

9. Proviene da una famiglia di attori. Baldwin è il primo di quattro figli maschi. I suoi fratelli sono Daniel, William e Stephen Baldwin, ed essendo tutti attori i quattro sono conosciuti nel settore come “i fratelli Baldwin”.

Alec Baldwin: età e altezza

10. Alec Baldwin è nato a Massapequa, New York, Stati Uniti, il 3 aprile 1958. L’altezza complessiva dell’attore è di 183 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Leslie Mann: 10 cose che non sai sull’attrice

Leslie Mann: 10 cose che non sai sull’attrice

L’attrice Leslie Mann si è distinta negli anni per i suoi ruoli in celebri film comici, non mancando tuttavia di sfoggiare anche delle buone qualità drammatiche. Apprezzata da critica e pubblico, la Mann sa conquistare grazie alla sua presenza scenica e ad i suoi irresistibili tempi comici.

Ecco 10 cose che non sai di Leslie Mann.

Leslie Mann e i suoi film

1. È celebre come attrice comica. La carriera dell’attrice ha inizio nel 1996 con il film Le cose che non ti ho mai detto. Successivamente inizia ad acquisire popolarità con i film Il rompiscatole (1996), Big Daddy – Un papà speciale (1999) e Orange County (2002). Nel 2005 ottiene nuova notorietà grazie al film 40 anni vergine. Inizia così a comparire in una serie di popolari commedie come Molto incinta (2007), Colpo di fulmine – Il mago della truffa (2009), 17 Again – Ritorno al liceo (2009), Funny People (2009), Questi sono i 40 (2012) e in film come Bling Ring (2013), Single ma non troppo (2016), The Comedian (2016), Benvenuti a Marwen (2018) e Motherless Brooklyn – I segreti di una città (2019) accanto agli attori Edward Norton e Bruce Willis.

2. Ha recitato anche in televisione. Nel corso della sua carriera l’attrice ha ricoperto ruoli anche per il piccolo schermo, apparendo in Birdland (1994), Hercules (1998), Freaks and Geeks (2000), Modern Family (2011), Allen Gregory (2011), e prossimamente sarà tra i protagonisti della serie The Power.

3. È stata anche doppiatrice. Negli anni la Mann ha lavorato anche come doppiatrice, prestando la sua voce ai film d’animazione Rio (2011), ParaNorman (2012), Mr. Peabody e Sherman (2014) e Rio 2 – Missione Amazzonia (2014).

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Leslie Mann è su Instagram

4. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un proprio profilo, seguito da 541 mila persone. All’interno di questo è possibile trovare numerose foto scattate in momenti di svago, ma anche immagini promozionali dei progetti dell’attrice.

Leslie Mann ha un marito e dei figli

5. È sposata con un celebre regista. L’attrice è sposata dal 1997 con il regista e sceneggiatore Judd Apatow, autore di celebri commedie, conosciuto grazie al film Il rompiscatole, di cui Apatow era produttore. La Mann ha recitato in diversi dei film del marito, come 40 anni vergine, Molto incinta e Questi sono i 40.

6. Ha dei figli. L’attrice ha avuto con Apatow due figlie, di nome Iris e Maude. Le due ragazze sono inoltre apparse nel film Questi sono i 40, diretto dal padre e interpretato dalla madre.

Leslie Mann: la filmografia

7. Ha iniziato recitando in spot pubblicitari. All’età di 17 anni l’attrice inizia a recitare in svariati spot pubblicitari. Per cercare di dare una svolta alla sua carriera, ed inserirsi nel mondo del cinema, si presenta alle audizioni per il film Il rompiscatole, superando oltre 500 aspiranti per la parte della fidanzata dell’attore Matthew Broderick.

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8. Ha recitato più volte con Steve Carell. L’attrice si è trovata a recitare con l’attore e amico Steve Carell in più di un’occasione. La prima è stata per il film 40 anni vergine. I due hanno poi recitato nuovamente insieme per il film Benvenuti a Marwen.

9. È tra i protagonisti di Motherless Brooklyn. Nel nuovo film diretto da Edward Norton, basato sull’omonimo romanzo di Jonathan Lethem, l’attrice ricopre il ruolo di Julia Minna, moglie di Frank Minna, interpretato da Bruce Willis.

Leslie Mann: età e altezza

10. Leslie Mann è nata a San Francisco, California, Stati Uniti, il 26 marzo 1972. L’altezza complessiva dell’attrice è di 169 centimetri.

Fonte: IMDb

 

 

 

EFA 2019: tutte le nomination. Il Traditore fa poker

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EFA 2019: tutte le nomination. Il Traditore fa poker

Sono state annunciate le nomination agli European Film Awards, gli EFA 2019, i premi al cinema europeo che verranno assegnati il 7 dicembre a Berlino.

Con Il Traditore di Marco Bellocchio, l’Italia fa una bellissima figura, visto che il film presentato a Cannes 2019 ha guadagnato 4 nomination, anche se dovrà vedersela con il meglio del cinema europeo di quest’anno: L’ufficiale e la Spia di Roman Polanski, Les Miserables di Ladj Ly, Dolor y Gloria di Pedro Almodóvar, La Favorita di Yorgos Lanthimos e Systemsprenger di Nora Fingscheidt.

Oltre a Bellocchio, sono in nomination anche Selfie di Agostino Ferrente e La Scomparsa di mia Madre di Beniamino Barrese, che contribuiscono a siglare l’ottima annata per il nostro cinema.

Ecco tutte le nomination agli EFA 2019

MIGLIOR FILM EUROPEO 2019
L’ufficiale e la spia di Roman Polanski
Les Miserables di Ladj Ly
Dolor y Gloria di Pedro Almodóvar
System Crasher di Nora Fingscheidt
La favorita di Yorgos Lanthimos
Il Traditore di Marco Bellocchio

REGISTA EUROPEO 2019:
Pedro Almodóvar per DOLOR Y GLORIA
Marco Bellocchio per Il Traditore
Yorgos Lanthimos per LA FAVORITA
Roman Polanski per L’UFFICIALE E LA SPIA
Céline Sciamma per PORTRAIT OF A LADY ON FIRE

ATTRICE EUROPEA 2019:
Olivia Colman in LA FAVORITA
Trine Dyrholm in QUEEN OF HEARTS
Noémie Merlant e Adèle Haenel in PORTRAIT OF A LADY ON FIRE
Viktoria Miroshnichenko in BEANPOLE
Helena Zengel in SYSTEM CRASHER

ATTORE EUROPEO 2019:
Antonio Banderas in DOLORE E GLORIA
Jean Dujardin in L’UFFICIALE E LA SPIA
PierFrancesco Favino in Il Traditore
Levan Gelbakhiani in AND THEN WE DANCED
Alexander Scheer in GUNDERMANN
Ingvar E. Sigurðsson in A WHITE, WHITE DAY

SCENEGGIATORE EUROPEO 2019:
Pedro Almodóvar per DOLORE E GLORIA
Marco Bellocchio, Ludovica Rampoldi, Valia Santella e Francesco Piccolo per Il Traditore
Robert Harris e Roman Polanski per L’UFFICIALE E LA SPIA
Ladj Ly, Giordano Gederlini e Alexis Manenti per LES MISÉRABLES
Céline Sciamma per PORTRAIT OF A LADY ON FIRE

PREMIO FIPRESCI 2019
Aniara di Pella Kågerman e Hugo Lilja
Atlantique di Mati Diop
Blindstone di Tuva Novotny
Irina di Nadejda Koseva
Les Miserables di Ladj Ly
Ray & Liz di Richard Billingham

MIGLIORE COMMEDIA 2019
Ditte & Louise di Niclas Bendixen
Tutti pazzi a Tel Aviv di Sameh Zoabi
La favorita di Yorgos Lanthimos

MIGLIOR FILM D’ANIMAZIONE 2019
Buñuel in the Labyrinth of the Turtles di Salvador Simó
I Lost My Body di Jérémy Clapin
Marona’s Fantastic Tale di Anca Damian
The Swallows of Kabul di Zabou Breitman ed Éléa Gobbé-Mévellec

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO 2019
Dogs Barking at Birds di Leonor Teles
Reconstruction di Jiří Havlíček e Ondřej Novák
The Christmas Gift di Bogdan Mureşanu
The Marvelous Misadventures of the Stone Lady di Gabriel Abrantes
Watermelon Juice di Irene Moray

Dampyr è il ‘tempo zero’ del Bonelli Universe. Parola del produttore Vincenzo Sarno

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Sergio Bonelli Editore ha sancito l’inizio del suo universo cinematografico, il vero e proprio Bonelli Cinematic Universe. Dopo l’annuncio, risalente allo scorso anno, dell’entrata in produzione del film su Dampyr, personaggio creato nel 2000 da Mauro Boselli e Maurizio Colombo, la casa editrice ha ufficialmente mostrato al pubblico i volti gli eroi di questa prima avventura del BCU. Si tratta di Harlan, Kurjak e Tesla, i tre eroi riluttanti di Dampyr – il film, che hanno occupato il centro di piazza Antelminelli per tutta la durata del Lucca Comics and Games 2019, in forma di giganteschi character poster.

A dare loro corpo e (è proprio il caso di dirlo) sangue, sono, rispettivamente, Wade Briggs, Stuart Martin e Frida Gustavsson i cui volti cominciano adesso ad entrare nell’immaginario collettivo degli appassionati di fumetto. Ma perché cominciare proprio da Dampyr? E come è nata l’idea del BCU? E soprattutto quali sono le speranze, le ambizioni e le aspettative per un progetto del genere? Ne abbiamo parlato con Vincenzo Sarno, Responsabile Ufficio Sviluppo e produttore del film per Bonelli Entertainment insieme a Roberto Proia (di Eagle Pictures) e Andrea Sgaravatti (di. Brandon Box).

Dampyr ha una collocazione storica molto chiara, la guerra civile nei Balcani, un momento molto preciso della nostra timeline – esordisce Sarno – Questo ci permetteva di avere un punto da cui partire e avventurarci verso il futuro. Se fossimo partiti dal nostro presente, avremmo avuto altri personaggi che interagivano sul domani, invece noi volevamo che il nostro universo si muovesse su una linea temporale limpida, volevamo incasellare precisamente ognuno di loro in un periodo storico. Dire che Dampyr è l’origine, significa dire che la guerra dei Balcani è il tempo zero, da cui si evolveranno tutte le nostre storie. Non è detto che alcuni di loro non possano agire prima di quel momento storico, ma li vedremo principalmente attraverso flashback.

La guerra dei Balcani è un periodo della storia molto conosciuto e che ha un impatto realistico molto forte. Le scene di quella guerra spaventosa sono molto vive negli occhi di tutti. Volevamo dire che partiamo da un orrore reale, non un evento fantastico. L’avventura degli eroi Bonelli è l’avventura delle persone comuni, che si trovano ad interagire con la grande storia e con un orrore reale.”

Dampyr è il ‘tempo zero’ del Bonelli Universe

A sentir parlare di timeline, sembra chiaro che c’è una progettualità precisa. Ci dobbiamo aspettare scene post credits, easter eggs, riferimenti agli altri personaggi bonelliani già in Dampyr?

“Vogliamo che Dampyr sia un film indipendente e che abbia il suo pubblico, ma che sia facilmente identificabile come prodotto Bonelli. Gli elementi che useremo per connotarlo, saranno quelli che diventeranno comuni a tutti gli altri progetti del Bonelli Cinematic Universe.”

Il Marvel Cinematic Universe è un modello di riferimento obbligato, anche solo per l’aspetto strutturale del progetto. Ma i film Marvel si somigliano per estetica e realizzazione, e questa è una critica che si rivolge spesso a questi prodotti, perché sembrano annichilire completamente il cinema di storytelling. In che direzione si muoverà l’Universo Bonelli?

“Il nostro punto di partenza è la centralità degli autori. Questo significa non tradire mai quello che Maurizio Colombo e Mauro Boselli hanno scritto. Per questo abbiamo creato una writing room con autori che già lavoravano con noi, in modo che potessero trasporre senza tradire, perché conoscono le regole del fumetto Bonelli e sanno come replicarle nel mondo cinematografico. Per questo abbiamo scelto tre persone che hanno un forte background cinematografico e bonelliano: Giovanni Masi, Mauro Uzzeo e Alberto Ostini. Il modello produttivo sarà costruito intorno al personaggio, perché prima di tutto vogliamo raccontare la storia di queste persone che non saltano da un palazzo all’altro né che vivono in una giostra, ma che devono fare i conti con fallimento, crescita e difficoltà, con la necessità di superare tutto con la propria umanità. Dampyr è il racconto di un alcolizzato che vive per strada senza credere più in niente, ma che sceglie di assumersi delle responsabilità, per difendere gli uomini come lui da persone e mostri che sono estremamente realistici.”

Il fatto di dare fiducia a risorse interne alla Bonelli, come vi ha fatto porre rispetto a co-produzioni che avrebbero potuto voler intervenire nella scrittura? Il fatto che Masi, Ostini e Uzzeo conoscano e facciano fumetti è una dichiarazione di intenti verso il materiale di partenza del BCU?

“Prima di arrivare allo svelamento di oggi, che rimarrà un momento fissato nella nostra storia (le 17.30 del 31/10/2019), abbiamo lavorato per cinque anni per attuare una strategia, per poterci sedere al tavolo dei produttori ed avere la facoltà e i poteri legali di dire cosa dovevano o non dovevano essere la sceneggiatura e il film. Trovare i partner giusti e costruire questo progetto è stato complicatissimo ma se volevamo mettere i personaggi e gli autori al centro, senza dimenticare il core business dell’azienda, dovevamo riuscirci. Non volevamo che un produttore ci spiegasse come si fa un film, dovevamo essere noi a trovare le giuste regole con i coproduttori giusti che ci comprendessero.”

Una writing room per rispettare il Dampyr del fumetto

Quando è nata l’idea del Bonelli Cinematic Universe?

“Storicamente ci sono delle cene e delle riunioni. Non c’è stato un giorno in cui ci siamo detti: ‘partiamo’, ma un periodo in cui Davide Bonelli ha dichiarato che voleva un futuro per l’azienda e dei talenti a lavorarci, per realizzare quel futuro. Devo ringraziare lui per aver messo insieme la squadra.”

Com’è stato il confronto della Writing Room di Dampyr con Mauro Boselli (co-autore del personaggio)?

“Costante, continuo, impegnativo, ma fondante. Ci siamo presi il tempo e gli spazi, ma anche la possibilità di tornare indietro ed andare avanti, di confrontarci sempre, di lavorare con un obbiettivo che non era quantificabile in termini di tempo ma di qualità.”

E come si coniugano le necessità industriali con le necessità di tempo e qualità?

“Con la volontà di realizzare un progetto d’unione. La nostra squadra non vuole vincere il campionato, la prima volta che scende in campo, ma vuole giocare una partita bellissima. Questo vuol dire imporre all’industria la qualità. Cambiare un modello industriale è stata la cosa che ci ha richiesto più impegno, ma è stato anche il primo obbiettivo da raggiungere. L’importante non era avere attori di richiamo, o effetti visivi importanti. Era avere storie bellissime da raccontare, con un team di creatori di storie straordinario, e darsi come obbiettivo raccontare al meglio quelle storie bellissime, non l’uscita al cinema.”

“Il film di Dampyr è un unicum, al momento, nel panorama cinematografico italiano – spiega Vincenzo Sarnoma il nostro obbiettivo è quello di fare un film che piaccia alla gente, indipendentemente da dove è stato fatto. Per questo vorremmo che piacesse non solo al pubblico italiano. Scegliere di adottare una grammatica universale forse è arrogante, ma è anche l’unica strada percorribile.”

“Tutto il percorso di Dampyr ha un set-up internazionale, pur rimanendo italiano. Questo vuol dire che le maestranze per la realizzazione del film vengono da tutto il mondo, ma non tradiscono né il gusto per il cinema italiano, né quello per il cinema d’azione e horror a marchio internazionale. Vogliamo realizzare un bel film.” Conclude, infervorato.

Timeline, comics, cinematic universe. Sono parole che l’industria del cinema americano ha imparato a conoscere molto bene nel corso dell’ultimo decennio, da quando i Marvel Studios hanno traslato sul grande schermo il loro immaginario a fumetti, creando un universo coerente e affollato. Dal prossimo anno, da quando Dampyr arriverà al cinema, linee temporali, fumetti, universi cinematografici cominceranno a parlare anche il linguaggio del cinema a marchio Bonelli Entertainment.

Dampyr: svelato il first look del film al Lucca Comics 2019

Iron Man: 10 cose che non sapevi sulla Mark 1

Iron Man: 10 cose che non sapevi sulla Mark 1

L’armatura è il vero “superpotere” di Tony Stark, e senza di essa non potrebbe mai definirsi un supereroe. Da pezzi di ferro è nato Iron Man, coniugando l’intelligenza del magnate allo studio della tecnologia più avanzata. Ma sappiamo davvero tutto sulla corazza dell’eroe del MCU?

Ecco di seguito 10 curiosità sulla Mark 1:

Il tempo di utilizzo nei fumetti

Tony Stark è un vero guru della costruzione di armi di distruzione di massa, che progetta da quando era adolescente nel garage di suo padre reinventando la scienza delle micro-munizioni con i suoi nuovi bombardieri miniaturizzati. All’epoca del rapimento, gli fu chiesto di mettere insieme delle armi ed è allora che nasce la prima armatura di Iron Man, ma a differenza del film, nei fumetti Tony aveva già realizzato altre armature e ha continuato a usare l’originale per molto più tempo.

La prima armatura da Vendicatore

Iron Man è un membro fondatore dei Vendicatori, e insieme a Hulk, Ant-Man, Wasp e Thor, forma la prima squadra originale di supereroi dell’universo Marvel. Diversamente dagli altri però, Tony Stark non aveva superpoteri, ma poteva contare sulla sua armatura di metallo super resistente e all’epoca nemmeno così all’avanguardia. In effetti, quando si unì agli altri Avengers, Tony indossava ancora la Mark I, la meno sofisticata del suo arsenale.

Può “leggere” i suoi pensieri

La Mark 1 debutta sul numero 39 di Tales of Suspense nel 1963, e all’epoca non esisteva tutta la tecnologia digitale che conosciamo oggi, ma la descrizione di quel modello parla di un’armatura dotata di un equipaggiamento poco sofisticato e in grado di essere azionata dopo aver subito danni cerebrali estremi. Nella storia originale viene inoltre rivelato che la Mark 1 può effettivamente leggere le onde cerebrali, dunque i pensieri di chi la indossa.

Il primo strumento per aiutare le persone

Come designer di armi, Tony Stark ha sporcato le sue mani con il sangue delle vittime di guerra, ed è durante la trama di EXTREMIS (che ha aggiornato la sua storia di origine) che un giornalista lo informa che il 18% delle bombe realizzate per l’Aeronautica hanno ucciso tantissimi bambini. Per riscattarsi, Tony utilizza la Mark 1 per fare del bene e salvare quante più vite possibili usando la sua ricchezza a scopo filantropico.

Il progetto della Mark 1

Un altro dettaglio rivelato nella storia di EXTREMIS spiega che Tony Stark aveva già avuto l’idea dell’armatura ben prima di realizzare effettivamente la Mark I, un progetto chiamato “Iron Man Project” di cui solo Yinsen – il medico che ha contribuito a salvargli la vita – era a conoscenza.

Il cambio di colore

Quando la Mark I ha debuttato in Tales of Suspense, la tonalità andava su un grigio-ferro che trasformava il carismatico bel playboy in un mostro inumano meccanico, molto simile ad un golem. Nei nuovi numeri però ricompare come simbolo di speranza anziché oggetto di paura, con una nuova colorazione dorata.

Originariamente fu costruita in Vietnam

Nelle recenti storie su Iron Man, l’origine del personaggio è stata riconnessa al rapimento in Afghanistan, anche se inizialmente Tony Stark non è mai stato in ma catturato dai guerriglieri del Vietnam. Aggiornare l’origin story significa non riferirsi più ad un pezzo di storia superata e a rappresentazioni stereotipate di personaggi asiatici.

Post Extremis

Sempre durante la trama di Extremis si verificano diversi cambiamenti importanti sul personaggio, tra cui il già citato aggiornamento delle origini di Tony Stark. Dopo essere stato ferito a morte, l’eroe usa il siero EXTREMIS appena realizzato per riscrivere il suo DNA, conservando parti della tuta di Iron Man nelle cavità delle sue ossa.

Il confronto con le armature moderne

Quando Tony Stark utilizzò la Mark 1 per proteggersi dalla caccia di Norman Osborn, sapeva di essere in svantaggio, e lo stesso Osborn aveva riproposto la struttura di Iron Man per crearsi una nuova identità come Iron Patriot. In questo epico scontro Stark non ha dubbi: si cala nella sua prima armatura e combatte fino all’ultimo respiro.

Gadget

Che Iron Man avesse inserito diversi gadget nella sua armatura non dovrebbe sorprenderci, tuttavia durante la silver age, la Mark 1 sembrava molto più simile alla versione a cartoni dell‘ispettore Gadget piuttosto che ad un eroe super tecnologico. Alcuni di questi supporti includevano una sega in miniatura sulla punta delle dita, un tubo che sparava olio e un dispositivo di radio-disturbo che creava interferenze di rumore e permetteva a Iron Man di dirottare i sistemi di altoparlanti per parlare a distanza.

Leggi anche – Iron Man: 10 cose che non sapevi sul dietro le quinte della trilogia

Fonte: CBR

Ben Affleck nel cast di Hypnotic di Robert Rodriguez

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Ben Affleck nel cast di Hypnotic di Robert Rodriguez

Ben Affleck è ufficialmente entrato nel cast di Hypnotic, il nuovo progetto di Robert Rodriguez dove ricoprirà il ruolo del protagonista. Descritto come un thriller d’azione, il film seguirà le vicende di un detective che rimane coinvolto nel mistero della figlia scomparsa e di un programma governativo segreto.

La pellicola è stata co-sceneggiata da Rodriguez e Max Borenstein (Kong: Skull Island), e le riprese dovrebbero partire ad aprile 2020 con il sostegno di Studio 8, Solstice Studios.

Avendo lavorato con Ben nei suoi progetti pluripremiati come Argo e The Town, ho visto come la sua versatilità e creatività lo hanno reso uno degli attori più talentuosi sia davanti che dietro la macchina da presa. È molto significativo collaborare di nuovo con lui in questo thriller ricco di suspense e straordinariamente avvincente, e so che lui e Robert realizzeranno un film fantastico insieme.“, ha dichiarato il produttore Jeff Robinov.

Ben Affleck: i migliori momenti di Batman nel DCEU

Vi ricordiamo che Ben Affleck tornerà presto sul set insieme a Matt Damon per girare The Last Duel di Ridley Scott, adattamento cinematografico del romanzo di Eric Jager The Last Duel: A True Story of Trial by Combat in Medieval France. La notizia è stata divulgata nelle ultime settimane da Deadline, spiegando che lo script è quasi terminato e che a scriverlo sono stati gli stessi Damon e Affleck insieme a Nicole Holofcener.

Per quanto riguarda i nuovi progetti da regista, sappiamo che la star dirigerà e interpreterà per Universal Pictures il dramma storico Ghost Army, ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale  e sceneggiato da Nic Pizzolato (l’autore di True Detective) basandosi sul libro The Ghost Army of World War II: How One Top-Secret Unit Deceived the Enemy with Inflatable Tanks, Sound Effects, and Other Audacious Fakery di Rick Beyer e Elizabeth Sayles.

Fonte: Collider

Avengers: Endgame, una scena di Captain Marvel è stata aggiunta all’ultimo

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Riuscire a equilibrare uno spettacolo che riunisce undici anni di narrazione e tutti i personaggi di uno stesso universo condiviso non è stata un’impresa facile per i registi e gli sceneggiatori di Avengers: Endgame, così come è stato complicato dedicare lo stesso tempo a ogni supereroe e alla sua storia personale in “soli” 181 minuti di film. Di recente ne ha parlato il montatore Jeff Ford in una lunga intervista con Slash Film menzionando una scena aggiunta all’ultimo minuto che vedeva protagonista Captain Marvel, l’eroina introdotta prima nello standalone con Brie Larson e poi inserita in due momenti chiave di Endgame.

Nel capitolo evento che chiude la saga delle gemme dell’infinito, Carol Danvers si scontra faccia a faccia con Thanos per impedire lo schiocco durante la battaglia finale, ma a quanto pare quella sequenza è stata concepita last minute e aggiunta in corso d’opera:

“L’arrivo di Captain Marvel era nella sceneggiatura dal primo giorno, così come il modo in cui arriva attraversando la nave di Thanos. Sapevamo che lo avrebbe fatto, ma ciò che abbiamo modificato, aggiunto ed espanso in seguito, è stato principalmente il frutto di quanto avevamo amato del lavoro di Brie con il personaggio, che poi si è tradotto con la lotta contro Thanos prima che il suo potere la colpisca.”

Come spiegato dagli sceneggiatori Christopher Markus e Stephen McFeely, l’idea approssimativa del ritorno di Captain Marvel è stata escogitata insieme ai registi dello standalone Anna Boden e Ryan Fleck, ragionando sul tono sul carattere che Carol avrebbe potuto avere nel film senza ostacolare l’avventura dei Vendicatori originali e il loro arco narrativo.

https://youtu.be/O52LSzwLLXE

Avengers: Endgame, ecco l’omaggio a Ritorno al Futuro Parte 2

Un anno dopo la folle corsa agli Oscar di Black Panther (il primo cinecomic della storia ad essere candidato nella categoria Miglior Film capace di conquistare ben tre statuette) Disney e Marvel Studios lanciano ufficialmente la campagna a sostegno di Avengers: Endgame.

Film evento del decennio, è riuscito in un’impresa che sembrava impossibile: ricapitolare un discorso narrativo iniziato nel 2008 da Iron Man riunendo sul grande schermo tutti i personaggi del Marvel Universe. Gli incassi hanno premiato lo studio di Kevin Feige, raggiungendo e superando in cima alla classifica Avatar di James Cameron.

Nel cast del film Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Avengers: Endgame, le scene eliminate che lo avrebbero migliorato

Fonte: Slash Film

Justice League: Aquaman e Steppenwolf in uno scatto della Snyder Cut

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L’ultima voce ad unirsi al coro del “release the Snyder Cut” è quella di Jason Momoa, interprete di Arthur Curry aka Aquaman nel DCEU, pubblicando con l’occasione uno scatto inedito di Justice League che vede protagonista il re dei mari e Steppenwolf in una scena d’azione.

Mesi fa, era stato lo stesso Zack Snyder a confermare l’esistenza della versione estesa (o meglio, montata e supervisionata da lui) del cinecomic durante un Q&A con i fan: “Tutto quello che posso dire è che una cut c’è…è fatta. Anzi ne ho diverse versioni, ma dipende da loro e avrebbe comunque bisogno di alcuni ritocchi in CGI.

Nei giorni scorsi invece il musicista Junkie XL aveva dichiarato che la colonna sonora della Snyder Cut sono state ultimate, spiegando che la lavorazione è proseguita in contemporanea con l’ingresso nel team di Joss Whedon e Danny Elfman: “La colonna sonora completa è ancora lì. È un’ottima soundtrack ed è proprio lì. Non andrà mai via. Vedremo cosa succederà in futuro…

Vi ricordiamo che il regista si era allontanato dal set in seguito alla morte di sua figlia, ammettendo di non aver mai visto il film.

Justice League: la recensione del film

Di recente sono emersi ulteriori dettagli circa la lavorazione “travagliata” di Justice League, con Snyder che ha spiegato che i cambiamenti apportati in itinere sono stati causati da varie interferenze con lo studio:

“Partivamo con l’idea che una minoranza di persone non aveva amato Batman v Superman, e questo ha avuto un effetto anche sul film successivo. La mia versione originale del film, che avevo scritto insieme a Chris Terrio, non è mai stata girata. L’idea reale, difficile, e spaventosa, non è mai stata realizzata per le paure dello studio, e io e miei collaboratori eravamo insicuri proprio a causa della reazione scatenata da Batman v Superman […]

Sarebbe stata una lunga storia da raccontaresaremmo finiti in un futuro a distanza dove Darkseid conquistava la Terra e dove Superman cedeva all’equazione dell’anti vita. Alcuni membri della Justice League sopravvivevano in quel mondo combattendo, Batman rompeva il suo patto con Cyborg e Flash tornava indietro nel tempo per dire qualcosa a Bruce…

Zack Snyder: la director’s cut, l’originale Justice League e la “scena di Martha”

Fonte: Jason Momoa

Frozen 2: ecco i primi pareri della stampa americana

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Frozen 2: ecco i primi pareri della stampa americana

Sono comparsi su Twitter i primi pareri a caldo della stampa americana su Frozen 2 – Il segreto di Arendelle, atteso sequel che arriva sette anni dopo il successo del capitolo originale. Complessivamente positive, le reazioni sottolineano il carattere più dark del film rispetto al precedente e la forza dei personaggi, senza dimenticare la bellezza dei nuovi brani della colonna sonora.

Di seguito la traduzione di alcuni commenti:

Non riesco a credere a ciò che sto dicendo, ma FROZEN 2 è migliore del suo predecessore. Più dark, più maturo, ma comunque un film eccellente per le famiglie

Ho amato Frozen 2. È una storia più dark, complessa ed emotivamente matura, che continua tutto ciò che avevate amato del primo film mantenendo l’intimità dell’originale. Animazione meravigliosa, nuovi meravigliosi personaggi e, finalmente, una canzone per Kristoff!

Frozen 2 è un degno sequel. La storia è di grande ispirazione. Elsa che cavalca un cavallo d’acqua è mozzafiato. La canzone “Into the Unknown” è pronta per essere avvincente come “Let It Go”, e c’è persino una ballata stile anni ’80

Frozen 2 si profila non solo come un’evoluzione dei suoi personaggi, ma riconosce sinceramente che la sua base di fan è cresciuta negli ultimi sei anni e che quegli spettatori hanno nuove cose da imparare in un mondo che cambia.

Frozen 2 è incredibilmente bello e si appoggia sull’empowerment dei suoi personaggi. Ho pianto almeno tre volte. Per la storia, la cura e l’amore messi in mostra

Frozen 2 è un buon film, non ottimo come il primo. Sembra fantastico e ha delle deliziose battute, ma la storia sembra debole con poche eccezioni, le canzoni non sono molto buone, e suonano come melodie ridondanti delle motivazioni dei personaggi

Frozen 2: tutto quello che sappiamo sul sequel

La sinossi di Frozen 2 – Il segreto di Arendelle:

A tre anni dagli eventi del primo film, la città di Arendelle ha ritrovato la pace. La tranquillità viene però turbata da una voce angelica che soltanto Elsa riesce a sentire e che costantemente, giorno e notte, la chiama con un canto fino a risvegliare in lei dei poteri legati alla forza che il padre ha incontrato nella foresta molti anni prima. Questi nuovi poteri si materializzano con dei cristalli e diventano sempre più forti fino a quando tutti gli elementi (fuoco, acqua, vento e terra) si abbattono sulla città di Arendelle…

Il film uscirà nelle sale il prossimo 27 novembre, sempre doppiato da Serena Rossi, Serena Autieri, Enrico Brignano e Massimo Lopez.

Fonte: Cinemablend

Ghostbusters 2020: Bill Murray ci sarà

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Ghostbusters 2020: Bill Murray ci sarà

La notizia è ormai ufficiale: Bill Murray torna nei panni del Dottor Peter Venkman in Ghostbusters 2020, terzo capitolo del franchise scritto e diretto da Jason Reitman in cui rivedremo anche Dan Aykroyd, Ernie Hudson e Sigourney Weaver. A confermare la presenza dell’attore nel cast è Aykroyd durante il The Greg Hill Show.

Il leader della squadra originale degli acchiappafantasmi farà dunque la sua comparsa dopo Ghostbusters e Ghostbusters II e il piccolo cameo come Martin Heiss nel reboot al femminile di Paul Feig uscito nelle sale nel 2016.

Vi ricordiamo che nel film reciteranno anche le new entry McKenna Grace, Finn Wolfhard, Carrie Coon, Paul Rudd, Bokeem Woodbine e Celeste O’Connor e che la storia sarà il seguito diretto dei due episodi diretti da Ivan Reitman, senza nessun collegamento con la versione di Feig. La trama dovrebbe ruotare attorno alle vicende della giovane protagonista interpretata dalla Grace, e della sua famiglia formata dalla madre e dal fratello.

Ghostbusters 2020: nuova foto dal set per la fine delle riprese

Il regista ha definito Ghostbusters 2020 come “una lettera d’amore ai fan, che sinceramente, fino a qualche tempo, fa non credevo fosse possibile…d’altronde ero solo un ragazzo che girava pellicole indipendenti per il Sundance. E poi è arrivato questo personaggio, una ragazzina di dodici anni. Non sapevo chi fosse, o perché mi fosse saltata in testa, ma l’ho vista con un pacchetto di protoni e la storia ha cominciato a formarsi“.

Abbiamo contattato tutti gli attori del cast originale, la troupe, insomma le persone che hanno contribuito a realizzare Ghostbusters, proprio per conservare lo spirito della saga.” ha spiegato il regista. “Non posso dirvi niente, tranne che sarà una storia nuova, con nuovi personaggi e una nuova location. Spero solo che i fan li amino quanto me, perché sono straordinari, e non vedo l’ora di presentarveli“.

Fonte: The Greg Hill Show

Aspromonte – La terra degli ultimi, Mimmo Calopresti e il cast presentano il film

Tratto dal racconto Via dall’Aspromonte, di Pietro Criaco, Aspromonte – La terra degli ultimi è il nuovo film del regista Mimmo Calopresti. Interpretata da Valeria Bruni Tedeschi, Marcello Fonte, Francesco Colella, Marco Leonardi e Sergio Rubini, la pellicola è ambientata ad Africo, paesino arroccato nella valle dell’Aspromonte calabrese, alla fine degli anni ’50. Qui, isolati dal resto del mondo, gli abitanti in preda alla frustrazione decidono di costruire da sé una strada che li metta in contatto con le realtà circostanti.

In sala dal 21 novembre, il film è prodotto da Fulvio e Federica Lucisano, che tanto desideravano realizzare questa storia. Presentato in anteprima a Roma, il film è poi stato raccontato dai suoi protagonisti e dallo stesso Calopresti, che ha aperto la conferenza stampa.

“Credo che questo sia un film particolarmente attuale. – esordisce Calopresti  – Ma non in modo voluto o ricercato. Quando lessi il racconto di Criaco capii che era una buona storia da raccontare. La portai a Fulvio Lucisano, il quale si dichiarò entusiasta all’idea di poter realizzare un film sulla terra delle sue origini. Realizzando il film ci siamo resi conto di quanto sia una storia attuale anche oggi, e penso che forse in fondo la storia non fa che ripetersi, e ogni epoca ha i suoi personaggi in cerca di riscatto. Insomma, l’attualità del film l’ha fatta il film stesso.”

“È un racconto del sud, – prosegue il regista nel raccontare il film – del suo orgoglio, della forza della sua identità che diventa prigione, della grandiosa bellezza della sua natura che si intreccia con la miseria delle condizioni di vita, del suo isolamento e del sogno disperato dei suoi abitanti di far parte di un mondo più grande. È il racconto dell’impossibilità di un riscatto collettivo, della condanna all’abbandono e all’emigrazione come unica possibilità di rinascita.”

 “Per quanto mi riguarda, non volevo apparire nel film, – afferma poi Fulvio Lucisano, il quale compare nelle scene finali del film – ma Mimmo ha insistito tanto. Mia nonna era dell’Aspromonte, e ho sempre sentito un forte richiamo nei confronti di quella terra, che racchiude le mie origini. Quando Mimmo mi portò il racconto da cui è tratto, capii che doveva diventare un film, e devo davvero ringraziarlo. Lui, gli attori, Rai Cinema… senza di loro tutto ciò non sarebbe stato possibile.”

Il film si apre parlando dei sogni, e della loro importanza nella vita di ognuno di noi. Un tema che il regista ci ha tenuto a ribadire affermando che “abbiamo bisogno di sognare, che i nostri sogni non vengano infranti. Ed è altrettanto importante realizzarli, renderli concreti, farli uscire da noi e trovare compimento nel mondo.”

“Per fortuna sognare è gratis – esordisce Marcello Fontee non c’è cosa più forte. Sognare è davvero il primo passo per un cambiamento per noi e per il mondo che ci circonda.”

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Tra i protagonisti del film vi è l’attrice Valeria Bruni Tedeschi, nel ruolo della maestra Giulia, arrivata ad Africo dal Nord Italia. “Il mio personaggio è un personaggio solo, e a me piace la solitudine, l’infelicità. – afferma l’attrice –  Credo che questi stati d’animo ci permettano di diventare ricettivi nei confronti di chi è intorno a noi. Ci permettono di dare agli altri, sperando di poterci sentire meglio noi stessi.”

 “Il passato del mio personaggio non viene spiegato, quindi ho provato a immaginare io cosa potesse esserle successo. – continua la Tedeschi – Devo dire che l’immaginazione è sempre stato il mio punto forte. In passato ho lavorato come maestra, quando avevo tra i 6 e i 9 anni, e ogni pomeriggio insegnavo le principali materie scolastiche alle mie bambole. Ritrovarmi ora a ricoprire nuovamente il ruolo di insegnante mi ha rigettato in quel mio mondo immaginario, e anche in questo caso l’immaginazione mi ha aiutato molto.”

Marcello Fonte interpreta invece il poeta del paesino, personaggio stravagante e costantemente curioso. “Qui non parlo ai cani, ma ad altri animali: gli uomini. – dichiara Fonte –  Senza istruzione, senza libertà non si può essere che bestie. Il mio personaggio è invece libero nella prigionia. Riesce ad essere una guida per gli altri. È la bocca della verità, e cerca di far progredire gli altri, di non lasciarli nello stato brado. È costantemente curioso, desideroso di imparare.”

Ulteriore spunto di riflessione sul film è fornito, in conclusione dagli attori Francesco Colella e Sergio Rubini, rispettivamente il leader del paesino di nome Peppe, e il malavitoso Don Totò. “Personalmente penso che la storia sia emblematica. – afferma Colella – Può davvero essere ambientata ovunque. Lo ammetto, sono innamorato di questo film, è dotato di grande innocenza e tenerezza nel raccontare una comunità che cerca di risollevarsi dalla povertà. Incarna un’utopia. La comunità di Africo può essere ovunque. Oggi certe situazioni di povertà vengono bistrattate, mentre questo film cerca di far apprendere i sentimenti verso gli ultimi.”

“Anche io trovo che questo film sia molto attuale, – conclude Rubini – ed è un’attualità che si può ritrovare non solo nel sud ma in qualunque altro luogo. In un momento in cui nel mondo vanno di moda i muri, questa comunità cerca di aprirsi al nuovo con una strada. Spero che anche il film trovi la sua, e possa toccare l’animo degli spettatori.”

Occhio di Falco poteva avere un film solista nel MCU

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Occhio di Falco poteva avere un film solista nel MCU

Occhio di Falco è l’unico dei sei Vendicatori originali a non aver ottenuto il suo film solista, ma come sappiamo sarà presto protagonista di una serie tv che arriverà su Disney + nei prossimi anni. Tuttavia il piano iniziale dei Marvel Studios prevedeva in effetti uno standalone su Clint Barton destinato al grande schermo, e a rivelarlo è Kevin Feige spiegando che, dopo averne discusso con Jeremy Renner e ottenuto il suo consenso, la produzione ha optato per un adattamento a episodi.

Se il piccolo schermo si dimostrerà più adatto ad accogliere le avventure dell’arciere solo il tempo saprà dirlo, ma le aspettative sono alle stelle per questo show che vedrà in azione anche Kate Bishop, l’erede di Occhio di Falco nei fumetti.

Nelle ultime settimane è stato Variety a riportare che lo studio avrebbero “puntato” la star di Pitch Perfect e Bumblebee Hailee Steinfeld per interpretare l’eroina nella nuova serie di Disney +. Sappiamo già che il progetto coinvolgerà anche Jeremy Renner, aka Clint Barton nel MCU, e che la storia ruoterà attorno al passaggio di consegne tra l’eroe e la sua erede.

La prima apparizione di Kate Bishop nei fumetti della Marvel risale al 2005 nella run degli Young Avengers, quando l’eroina entra in squadra nonostante non avesse alcun potere. Più tardi i cosiddetti “supereroi adulti” come Iron Man e Captain America decidono di addestrare i giovani Vendicatori solo con il consenso dei rispettivi genitori, scelta alquanto plausibile, fornendo ai ragazzi le giuste attrezzature e consigli per affrontare al meglio i propri nemici.

Occhio di Falco: 10 modi in cui il MCU ha sprecato il personaggio

Lo show su Occhio di Falco dovrebbe fare riferimento alla origin story, approfondendo così quanto era stato escluso dai precedenti film del MCU. A spiegarlo è il produttore Trinh Tran: “Ho scelto di fare questa serie proprio perché non abbiamo mai avuto la possibilità di raccontare la storia di Clint Barton. Abbiamo visto Thor nei suoi diversi film, conosciuto i suoi retroscena, così come Captain America e Iron Man…Tutti hanno avuto la loro possibilità di raccontare il loro passato, tranne Clint Barton“.

Sono entusiasta per questo motivo, e sono anche entusiasta del fatto che ci sia una ragazza che vuole diventare Occhio di Falco“, ha aggiunto Tran, alludendo ai piani sull’introduzione di Kate Bishop nello show. “La run di Matt Fraction è assolutamente una delle cose più sorprendenti a cui guardare. Ricordo di essermi seduto lì a leggere pensando che fosse incredibile, e che era qualcosa che potevamo raccontare.

Scavare nel passato di Occhio di Falco significa avere accesso ad una serie di personaggi come Trickshot, il fratello cattivo dell’eroe, o comunque giocare con le migliori avventure dei fumetti in vista del suo futuro e probabile addio al MCU.

Fonte: Bloomberg

Spider-Man: il Daily Bugle finge l’invasione di Thanos non sia mai avvenuta

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Il Daily Bugle ci riprova. Il giornale annuncia la riapertura di Coney Island dopo l’attacco “devastante” di Spider-Man (durante gli eventi di Spider-Man: Homecoming). Mentre il Bugle è pronto a incolpare Spider-Man per tutti i guai del mondo, i lettori con l’occhio lungo non possono non notare che il giornale gestito da J. Jonah Jameson non menziona Thanos, il grande avversario che ha cancellato metà dell’umanità con un solo schiocco di dita viola.

Durante gli eventi di Spider-Man: Homecoming, Peter Parker ha saltato il ballo della scuola, per intervenire in una rapina in corso ad alta quota. Come risultato del suo confronto con Adrian Toomes (Avvoltoio), un grande aereo si è schiantato a Coney Island. La ricaduta di quell’evento non è stata affrontata negli eventi di Spider-Man: Far From Home. Tuttavia, la quella avventura di Spider-Man si è conclusa con un inaspettato cliffhanger, per gentile concessione del Daily Bugle, che ha pubblicato un video postumo di Mysterio / Quentin Beck, un ex dipendente scontento di Tony Stark. Grazie a Beck, il Daily Bugle ha diffuso anche la vera identità di Spider-Man, scatenando l’ira del mondo su un povero ragazzo del Queens: Peter Parker.

Nonostante il fatto che Coney Island abbia effettivamente subito danni enormi durante il combattimento di Spider-Man contro Avvoltoio, il Bugle non menziona il fatto che l’Uomo Ragno ha deviato l’aereo per impedire che si schiantasse direttamente in aree più popolate dell’isola.

Mentre il sito del Bugle approfondisce i dettagli sui danni collaterali causati da Spider-Man, la pura devastazione di Thanos inflitta durante gli eventi di Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame non viene menzionata affatto. Dopotutto, il fatto che Coney Island abbia impiegato otto lunghi anni per riaprire dopo “l’attacco” di Spider-Man ha probabilmente a che fare con metà della popolazione mondiale che scompare nel nulla. La ricostruzione di un quartiere iconico di New York richiederebbe moltissimo tempo se metà degli abitanti della città sparisse per cinque anni. Da quel punto di vista, un incidente aereo con zero vittime è uno strano obiettivo su cui focalizzarsi dopo che un alieno ha letteralmente spazzato via metà della popolazione umana. Ma, naturalmente, il Daily Bugle è focalizzato su un solo “vero” cattivo:

“Coney Island ha riaperto le sue porte storiche oggi, anni dopo che un devastante attacco di Spider-Man ha costretto il parco e la spiaggia adiacente a chiudere al pubblico. Questo resiliente quartiere di Brooklyn ha assunto un volto coraggioso dopo l’attacco provocato dal lancia ragnatele, in cui un aereo si è schiantato contro il parco divertimenti per famiglie, durante la notte.”

Sebbene il sito Web del Daily Bugle sia solo uno stratagemma di viral marketing per mantenere i fan coinvolti fino all’uscita del prossimo film di Spider-Man, è una visione satirica piuttosto interessante del giornalismo sensazionalista.

Anche se la maggior parte dei cittadini della Terra era pienamente a conoscenza dei sacrifici dei Vendicatori per riportare il mondo in equilibrio dopo gli eventi di Avengers: Endgame, il Daily Bugle dimostra che anche nel MCU esistono notizie false. Non sorprenderebbe nessuno, dunque, se il prossimo numero del Bugle vedesse in prima pagina una vera e propria fake news che incolpa lo stesso Spider-Man della scomparsa di metà della popolazione terrestre!

Fonte: The Daily Bugle

Avengers: Endgame, la Disney propone Robert Downey Jr. (e altri) per la corsa all’Oscar

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Dopo una iniziale dichiarazione in cui si tirava fuori dalla corsa agli Oscar per gli attori, in merito ad Avengers: Endgame, la Disney ha deciso di sponsorizzare la nomination agli Academy Awards per Robert Downey Jr. nel ruolo di Tony Stark/Iron Man.

Il nome dell’attore non era inizialmente nella lista della lista “For Your Consideration” della Casa di Topolino, nonostante il grande consenso, non solo dei fan ma anche degli esperti, ottenuto dopo l’uscita del film diretto da Joe e Anthony Russo lo scorso aprile. Quella decisione aveva sorpreso molti dei suoi sostenitori, che hanno accusato lo studio di non riconoscere il talento e l’impegno di un attore che ha consegnato alla storia un personaggio, nell’arco narrativo di dieci anni, con incredibile efficacia e dedizione.

Iron Man di Downey diretto da Jon Favreau ha dato il via, nel 2008, al MCU. Dopo aver interpretato brillantemente l’industriale carismatico nel primo film, ha continuato a riprendere il ruolo altre 10 volte incluso il suo cameo nella scena post credits di Incredible Hulk. Alla fine ha appeso il suo completo da supereroe al chiodo in Endgame dove ha probabilmente offerto la sua migliore performance nei panni di Stark. Quindi, naturalmente, gli spettatori si aspettavano che la Disney inserisse il suo nome nella lista “For Your Consideration”. Ora, dopo settimane dall’inizio della loro campagna, è confermato che lo studio sta effettivamente spingendo il suo nome per una nomination come miglior attore non protagonista.

Avengers: Endgameil nostro speciale sul film

Dal sito ufficiale dei Disney Studios Awards è riportato l’elenco completo della selezione “For Your Consideration” della Casa di Topolino per Endgame. Mentre la maggior parte delle informazioni sulla pagina è stata precedentemente divulgata al pubblico, la società svela anche le sue puntate sugli attori, tutti ovviamente candidati a una nomination nella categoria non protagonista. È interessante notare che RDJ non è l’unico; è affiancato da Chris Evans, Mark Ruffalo, Chris Hemsworth, Jeremy Renner, Josh Brolin, Paul Rudd e Don Cheadle. Nel frattempo, Disney ha anche diverse candidate per la corrispondente categoria femminile: Scarlett Johansson, Gwyneth Paltrow, Zoe Saldana, Karen Gillan e Brie Larson.

Nonostante l’affollamento, è normale che forse soltanto Robert Downey Jr. ha effettivamente una possibilità di essere preso in considerazione dall’Academy, dopotutto l’attore non è nuovo alla pratica, visto che vanta già due nomination: per Chaplin (miglior attore, 1992) e Tropic Thunder (miglior attore non protagonista, 2008). Entrambe le volte ha perso, però, visto che i premi andarono ad Al Pacino e Heath Ledger.

Inoltre, la scelta di proporre Downey nella categoria “non protagonista” può essere vista come una strategia da studio per dargli una migliore possibilità di ottenere una nomination all’Oscar considerando che la corsa al migliore protagonista, quest’anno, è estremamente serrata. Trai contendenti di quest’anno infatti ci sono: Joaquin Phoenix per Joker, Robert De Niro per The Irishman, Leonardo DiCaprio per Once C’era una volta a Hollywood e Taron Egerton per Rocketman.

Marvel: 10 eroi che non hanno ancora avuto giustizia al cinema e in tv

Tutti i film del MCU hanno fatto un ottimo lavoro nel dare vita ai personaggi dei personaggi, rispettando le qualità delle controparti originale sfruttando il carisma di attori come Chris Evans, Chris Hemsworth e Robert Downey Jr. Questo non significa che nell’universo Marvel alcuni eroi e villain abbiano ottenuto una rappresentazione davvero degna del loro nome.

Ma quali sono stati i protagonisti “sprecati” che non hanno ancora avuto giustizia sul piccolo e grande schermo?

Quicksilver

QuicksilverFinora il pubblico ha potuto ammirare due versioni di Quicksilver sul grande schermo, ovvero quella di Aaron Taylor Johnson nel MCU (in Avengers: Age of Ultron) e quella di Evan Peters nella nuova trilogia di X-Men. Entrambi riusciti ma solo in parte, non hanno restituito tutta la complessità dell’originale e la storia dei fumetti che lo lega a Magneto.

Iron Fist

Netflix ha fatto un discreto lavoro per quanto riguarda le trasposizioni di Daredevil, Jessica Jones e Luke Cage, ma lo stesso non si può dire di Iron Fist, la più debole delle quattro serie lanciate sulla piattaforma streaming. Forse Finn Jones non era il volto che i fan sognavano, o forse le intenzioni – seppure nobili – si sono scontrate con una mancanza evidente di idee.

Fantastici Quattro

La Fox ha sprecato non una, ma ben due possibilità per adattare al meglio le storie dei Fantastici Quattro sul grande schermo. Per molti la prima è da considerare parzialmente riuscita, ma non perfetta, mentre la seconda ad opera di Josh Trank ha sbagliato su qualsiasi fronte. Speriamo che i Marvel Studios riescano a fare di meglio portando la famiglia di supereroi alle vette che merita…

Inhumans

La ABC ha totalmente fallito nel tentativo di portare sul piccolo schermo gli Inumani, ma diverse fonti sostengono che i Marvel Studios sono al lavoro per portarli nella serie di Disney + su Ms. Marvel, o meglio, due personaggi che rispondono al nome di Black Bolt e Maximus. I rumor dicono che Vin Diesel potrebbe interpretare Blackagar Boltagon  aka Black Bolt e Aaron Taylor Johnson suo fratello Maximus.

Silver Surfer

L’adattamento di Silver Surfer in Fantastici Quattro 2 aveva regalato al pubblico un fantastico design di animazione e la performance convincente di Doug Jones, tuttavia la sensazione è che il personaggio debba ancora ottenere una degna rappresentazione al cinema.

Per quanto riguarda Silver Surfer, a febbraio 2018 era stato l’Hollywood Reporter a confermare che Brian K. Vaughn, fumettista e sceneggiatore sia per Marvel che DC, avrebbe curato lo script di questo progetto. In realtà sono anni che si parla di un possibile cinecomic sul personaggio “più filosofico” dei fumetti Marvel, e non se ne è fatto nulla…

Dottor Destino

Sono quattro, finora, le apparizioni cinematografiche di Victor Von Doom, aka Dottor Destino, signore e  monarca di Latveria e arcinemico dei Fantastici Quattro: la prima, nel 1994, poi due nei due capitoli diretti da Tim Story sulla famiglia Marvel (dove a interpretarlo era Julian McMahon) e infine l’ultima nel fallimentare tentativo di Josh Trank del 2015, da molti definitiva come la versione più imbarazzante. Forse è arrivato il momento di rendere giustizia a questo grande villain dei fumetti, magari introducendolo nel MCU come erede di Thanos…

Gambit

C’è poco di davvero memorabile in X-Men Origins: Wolverine, forse solo l’interpretazione di Liev Schreiber nei panni di Sabretooth, e di certo i fan non ricorderanno il ritratto di Gambit di Taylor Kitsch. Completamente sprecato dal franchise, il personaggio potrebbe tornare al cinema grazie al progetto che vede coinvolto Channing Tatum.

Secondo gli ultimi aggiornamenti, dovrebbe esserci ancora una speranza per il mutante creato da Chris Claremont e Jim Lee nel 1990 (esordì sulle pagine di Uncanny X-Men n.226), e a suggerirlo è stato di recente Simon Kinberg, produttore e regista di Dark Phoenix.

Emma Frost

Passiamo ad un altro personaggio “sprecato” dal franchise sugli X-Men, ovvero Emma Frost, apparsa è apparsa nei film di X-Men: L’inizio del 2011 senza esplorare granché della sua interessante origine nei fumetti. La regina del Club Infernale interpretata da January Jones avrà anche rispettato i canoni di bellezza e sensualità della controparte, ma ha perso per strada tutto il fascino della mutante in grado di trasformare il suo intero corpo in diamante organico.

Doc Samson

Doc Samson è apparso brevemente in L’incredibile Hulk, secondo titolo in ordine di uscita del MCU, senza onorare però il vero Dr. Leonard Samson amatissimo dai lettori dei fumetti, scienziato brillante e supereroe contraddistinto dalla forza sovrumana e dalla caratteristica capigliatura verde, ottenute esponendosi volontariamente a un dosaggio di raggi gamma. Purtroppo non si è andato oltre la semplice citazione, senza approfondire nei successivi film la sua storia.

Ghost Rider

Grande fan del fumetto, Nicolas Cage ha interpretato Ghost Rider nei due adattamenti cinematografici dedicati a Johnny Blaze, entrambi bocciati dalla critica e non particolarmente amati dai fan del personaggio originale. Per alcuni la trasposizione migliore è arrivata nella serie Agents of S.H.I.E.L.D., ma resta ancora lontano dalla rappresentazione che meriterebbe e che renderebbe onore alla sua complessità.

Leggi anche – Marvel: 10 personaggi delle serie Netflix che vorremmo nel MCU

Fonte: CBR

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, solo 8 minuti di girato per Carrie Fisher

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J.J. Abrams è riuscito a ricavare soltanto otto minuti di riprese inutilizzate dal girato de Il Risveglio della Forza, da utilizzare in Star Wars: L’Ascesa di Skywalker allo scopo di riportare Carrie Fisher sullo schermo, nei panni della Principessa Leia, senza avvalersi di tecniche digitali.

In quanto una delle star originali del franchise di George Lucas, la scomparsa di Fisher nel 2016 è stata un duro colpo per la famiglia, gli amici, i fan, ma anche per la famiglia allargata di Star Wars. Fisher aveva già completato le riprese di Star Wars: Gli Ultimi Jedi prima di morire, ma naturalmente la sua presenza era prevista nell’Episodio 9, cosa che invece non era stata prevista per Harrison Ford, il cui personaggio muore ne Il Risveglio della Forza, e per il Luke Skywalker di Mark Hamill, che invece si “unisce alla Forza” alla fine dell’Episodio VIII.

Lucasfilm ha deciso di non sostituire il ruolo di Leia né di ricrearla digitalmente (come accaduto per la versione giovare della principessa in Rogue One: A Star Wars Story), ma di utilizzare filmati scartati da Star Wars: Il Risveglio della Forza e Gli Ultimi Jedi. Da quando è stata presa questa decisione, i fan si sono chiesti quale ruolo Leia potesse realisticamente svolgere nella conclusione della saga degli Skywalker. Nei trailer già in circolazione l’abbiamo vista soltanto in due scene, e la sua presenza limitata nel marketing sembra rispecchiare un ruolo ridotto anche nel film. Ma dopotutto non potevamo certo aspettarci un ruolo da protagonista ricreato con “filmati di scarto”.

Parlando con Yahoo, il fratello di Carrie, Todd Fisher, ha rivelato quanto materiale ha effettivamente potuto utilizzare Abrams per realizzare il ruolo di Leia in L’Ascesa di Skywalker. Secondo suo fratello, i creatori del film hanno avuto solo otto minuti con cui lavorare: “Avevano otto minuti di riprese. Hanno preso ogni fotogramma e l’hanno analizzato… e poi lo hanno retroingegnerizzato e [inserito] nella storia nel modo giusto. È stata una specie di magia”.

Il risultato sarà sicuramente diverso dal progetto di partenza, che voleva addirittura che fosse Leia l’ultima jedi del titolo dell’Episodio VIII, tuttavia è quanto di meglio possiamo aspettarci, soprattutto perché rivedremo il personaggio interpretato da Carrie Fisher e non digitalizzato.

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, gli indizi che confermano Dark Rey

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia del franchise diretto da J.J. Abrams, arriverà nelle sale a dicembre 2019. Nel cast Daisy RidleyOscar IsaacJohn BoyegaKelly Marie TranNaomi AckieJoonas Suotamo, Adam Driver, Anthony DanielsBilly Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Billie Lourd e il veterano del franchise Mark Hamill. Tra le new entry c’è Richard E. Grant.

Joker: le suggestive foto inedite dal backstage

Joker: le suggestive foto inedite dal backstage

Joker il film, Joker  la maschera, Joker  l’origine, Joker il fumetto. Se n’è parlato in tutte le maniere e da tutte le prospettive del film di Todd Philips, con un Joaquin Phoenix in stato di grazia. Un film capace di avere un effetto sulla realtà, un’indagine sociale sui reietti e sulla gestione del potere, anche da parte delle masse arrabbiate e scontente.

Quello che però a volte sfugge è l’estrema bellezza del film, le immagini, le inquadrature, la luce, tutti i dettagli giusti al posto giusto. Infatti, prima di essere un film violento, educativo o ammonitorio, triste, sconvolgente e coinvolgente, importante e (anche) necessario, Joker  è un film esteticamente magnifico.

Leggi la recensione di Joker

Di seguito, ecco alcuni scatti dal backstage del film, che ne rimarcano proprio l’aspetto estetico impeccabile:

La maschera nella spazzatura. Il simbolo di una rivolta, che diventa seconda pelle per il protagonista e icona dietro la quale dare sfogo alla propria rabbia contro tutti, ma anche semplicemente per liberare la bestia. La maschera ricorda il Joker televisivo di Romero, nonché quella indossata da Heath Ledger nell’adrenalinico prologo de Il Cavaliere Oscuro. Un omaggio nell’omaggio, in segnale che, nella sua totale indipendenza creativa, Phillips ha comunque voluto guardare al passato, reinventandolo e mettendolo al servizio della sua storia.

Un intenso ritratto di Joaquin Phoenix durante le riprese. In molti inneggiano a buon diritto la performance dell’attore, tuttavia c’è da dire che mai, in nessuna occasione e persino nel film più mainstream, Joaquin Phoenix ha consegnato una performance meno che eccellente e che questo lavoro lo porta avanti da che aveva 6 anni. Nel caso di Joker , si tratta sicuramente di un ruolo impegnativo che le sue doti lo hanno reso all’altezza di poter portare sullo schermo con un risultato del genere.

Scene da un suicidio. Ci troviamo nel salotto di casa Fleck e Arthur gioca a fare il gangster con la sua pistola. Si tratta di un momento acerbo del film, in cui il ragazzone non ha ancora oltrepassato il confine della follia, lasciandosi completamente andare alla malattia mentale e anzi, trovando in essa una (distorta, violenta, pericolosa) via di salvezza. Sappiamo poi che al suicidio comincerà a preferire l’omicidio, anche perché è una pratica ripetibile e sicuramente perché cambia la sua prospettiva sul mondo.

Il quaderno delle battute. Un diario, un confidente, la cosa più vicina ad un amico che Arthur abbia mai avuto. Nel suo diario, lui riversa i suoi pensieri, i suoi neri umori, le sue paure e anche i suoi tentativi di diventare uno stand up comedian. Un sogno che presto assumerà una sfumatura impensata ma liberatoria. La commedia che lui voleva portare nel mondo è in realtà la tragedia del mondo stesso, e lui cambia soltanto il suo modo di vedere giusto e sbagliato, bianco e nero.

Non Ridere. Quando viene licenziato, Arthur abbandona, amareggiato nonostante la risata isterica, il posto di lavoro e cancella rabbiosamente parte del cartello che campeggia sulle scale d’uscita del posto. Un cambio di prospettiva, forse l’inizio, il primo scroscio d’acqua che penetra attraverso la diga della sua mente, che sta andando in frantumi e che crollerà sotto il peso della solitudine e della terribile verità che apprenderà su se stesso e sulle sue origini.

Il potere di un simbolo. Lo vediamo anche nella nostra società, dal comandante Carola, all’ambientalista Greta: il mondo ha bisogno di un simbolo dietro cui unirsi per sentirsi spronato a seguire le cause che contano. Così, i poveri, i reietti di Gotham si uniscono dietro al simbolo del Clown, personaggio misterioso che ha tolto la vita a tre impiegati della Wayne Enterprise, tre persone privilegiate, ricche, tre di quelli che succhiano via la vita dalla città e dalla popolazione meno fortunata. Arthur non vuole diventare un simbolo, lui non è un politico o un attivista, nonostante questo, il popolo affamato di sogni e pieno di rabbia, lo trasforma.

Un lavoro di squadra. Risultati come quelli di Joker si possono raggiungere soltanto lavorando in squadra. Todd Phillips e Joaquin Phoenix hanno senza dubbio collaborato, sia da un punto di vista professionale che da quello umano, scavandosi dentro a vicenda e portando fuori entrambi il massimo dall’altro. È una condizione felice ed estremamente rara. Nello scatto in questione, i due sono stati immortalati durante le riprese della scena alla tavola calda, dove Arthur fantastica di portare la sua bella vicina di casa.

Il travestimento. Ancora il regista e il suo attore all’opera. La scena è quella che vede Arthur alla ricerca di un modo per riuscire a intercettare da solo Thomas Wayne, così da avere chiarezza sul suo passato: è suo figlio? è frutto dell’amore? è stato un incidente? La risposta potrebbe spingerlo definitivamente da una parte o dall’altra della follia.

Scrivendo il diario. Il semplice atto di scrivere il suo diario, per Arthur, diventa un momento molto doloroso, quasi a livello fisico, perché spinge l’uomo a guardarsi dentro, a pescare dai suoi pensieri, dai suoi sentimenti, dalle sue paure e dalle sue pulsioni. Mettere nero su bianco tutto questo, lo rende inquieto, come se il gesto rendesse più vive le sue inquietudini.

Il corpo del matto. Il lavoro fisico di Joaquin Phoenix è stato mirabile, non soltanto per la perdita di peso, che è una pratica comune tra gli attori in preparazione di un ruolo, ma proprio per quello che riguarda l’aver indossato i turbamenti e i problemi nelle contorsioni del suo torace, nelle pieghe tra le costole, tra una vertebra e l’altra. Phoenix ha indossato la malattia mentale come mai nessuno prima.

Star Wars: le 5 migliori sequenze della saga

Star Wars: le 5 migliori sequenze della saga

Da sempre sospesa tra amore assoluto e polemiche di vario genere, la saga di Star Wars ha regalato al pubblico alcune delle scene più iconiche e memorabili della storia del cinema. E ora che il racconto sulla famiglia Skywalker volge al termine con l’uscita di Episodio IX: L’ascesa di Skywalker, è tempo di ripercorrere i migliori momenti delle tre trilogie finora prodotte.

Ecco le nostre 5 preferite:

Kylo Ren e Rey nella sala del trono di Snoke

https://www.youtube.com/watch?v=D4cugJ7JzvM

Duramente criticato dal versante “tossico” della fanbase di Star Wars, Gli Ultimi Jedi è in realtà uno dei capitoli più originali e coraggiosi del franchise, scritto e diretto da Rian Johnson, dove abbiamo potuto ammirare la spettacolare sequenza in cui Rey e Kylo Ren, finalmente alleati, combattono contro le guardie del Leader Supremo Snoke.

Johnson sembra omaggiare il cinema di Akira Kurosawa prediligendo sfondi rossi e uno stile di combattimento che si fonde con i personaggi, immersi in questa straordinaria scenografia dove si pone fine alla vita del villain. Semplicemente indimenticabile.

Tramonto su Tatooine

Bastano trentaquattro secondi e l’eccezionale colonna sonora di John Williams per suggellare la magia inconfondibile della scena del “doppio tramonto” su Tatooine girata da George Lucas per Una nuova speranza, dove Luke Skywalker guarda in lontananza l’orizzonte. È qui che inizia il viaggio del nostro eroe, punto fermo per tutta la trilogia e per lo sviluppo della trama.

Il ritorno di Han Solo e Chewbacca

Torniamo alla nuova trilogia e in particolare all’episodio che apre questo nuovo ciclo narrativo, ovvero Il Risveglio della Forza, che arriva in sala più di dieci anni dopo La vendetta dei Sith. Rivedere in azione i propri personaggi preferiti non ha prezzo, come non è paragonabile a nessuna altra sequenza quella in cui Han Solo e Chewbacca rimettono piede sul Millennium Falcon esclamando “Chewie, siamo a casa“.

La rivelazione di Darth Vader

C’è un momento che la storia del cinema contemplerà per sempre nel ricordo di quella che è probabilmente la rivelazione più eclatante e inaspettata del franchise: Darth Vader, il minaccioso villain con la maschera introdotto da George Lucas in Episodio IV, è il realtà Anakin Skywalker, padre di Luke e Leia. Questo grande colpo di scena arriva alla fine di L’Impero colpisce ancora, supportato dalla performance stellare di Mark Hamill e James Earl Jones.

Darth Maul sfida Obi Wan Kenobi e Qui Gon Jinn

https://www.youtube.com/watch?v=Qp91xlsaKSo

Lo scontro con le spade laser tra Darth Maul, Obi-Wan Kenobi e Qui Gon Jinn in La minaccia fantasma è di gran lunga una delle più grandi sequenze action della saga di Star Wars (se non addirittura di tutta la storia del cinema). Insieme alla memorabile colonna sonora di John Williams e alla coreografia di Nick Gillard, i personaggi si muovono sulla scena con grazia ed eleganza, ispirandosi ai film dei Samurai.

Leggi anche – Star Wars: 10 rumor che si sono rivelati falsi

Fonte: Screenrant

Avengers: Endgame, ecco l’omaggio a Ritorno al Futuro Parte 2

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Avengers: Endgame, ecco l’omaggio a Ritorno al Futuro Parte 2

I viaggi nel tempo hanno occupato il cuore del racconto di Avengers: Endgame, con i Vendicatori sopravvissuti impegnati in una corsa contro il destino per recuperare le gemme dell’infinito prima di Thanos e salvare l’universo dalla catastrofe, riportando in vita le vittime dello schiocco. Il Regno Quantico diventa quindi per gli eroi come una DeLorean per Doc e Marty McFly in Ritorno al Futuro, e a quanto pare il cinecomic dei fratelli Russo ha espressamente omaggiato il cult di Robert Zemeckis del 1985 (che a sua volta faceva riferimento a Lo Squalo di Steven Spielberg) in una scena particolare.

Ci troviamo nel terzo atto di Endgame, durante la battaglia tra eroi e l’esercito di Thanos, quando Rocket Raccoon sta fissando dal basso una delle gigantesche creature volanti aizzate dal Titano Pazzo; il procione sembra ormai spacciato fino a quando Tony Stark riesce a schioccare il guanto dell’infinito mettendo facendo scomparire tutti gli avversari. E se ci fate caso, la dinamica della sequenza ricorda in maniera impressionante un momento di Ritorno al Futuro Parte 2, come ci ricorda un utente del forum Reddit nel video che trovate di seguito.

Ovviamente il film non viene espressamente nominato in Endgame, ma il confronto con  altre rappresentazioni cinematografiche dei viaggi nel tempo è quasi obbligato. Che ne dite? Quanti di voi avevano scoperto questo piccolo dettaglio?

Did anyone else catch this visual reference to Back to the Future: Part II in Avengers: Endgame?
byu/malechite inmarvelstudios

Avengers: Endgame, ecco le varie versioni della scena finale di Tony

Un anno dopo la folle corsa agli Oscar di Black Panther (il primo cinecomic della storia ad essere candidato nella categoria Miglior Film capace di conquistare ben tre statuette) Disney e Marvel Studios lanciano ufficialmente la campagna a sostegno di Avengers: Endgame.

Film evento del decennio, è riuscito in un’impresa che sembrava impossibile: ricapitolare un discorso narrativo iniziato nel 2008 da Iron Man riunendo sul grande schermo tutti i personaggi del Marvel Universe. Gli incassi hanno premiato lo studio di Kevin Feige, raggiungendo e superando in cima alla classifica Avatar di James Cameron.

Nel cast del film Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Avengers: Endgame, le scene eliminate che lo avrebbero migliorato

Fonte: Reddit

Julia Stiles: 10 cose che non sai sull’attrice

Julia Stiles: 10 cose che non sai sull’attrice

Apparsa in numerosi film celebri, l’attrice Julia Stiles si è negli anni distinta grazie ai suoi ruoli, facendosi notare da critica e pubblico. In attesa del ruolo che possa consacrarla definitivamente, la Stiles non manca di cimentarsi tanto al cinema quanto in televisione.

Ecco 10 cose che non sai su Julia Stiles.

Julia Stiles film

1. Ha recitato in celebri film. L’attrice ha debuttato al cinema nel 1996 con il film I Love You, I Love You Not. Successivamente prende parte a Ad occhi aperti (1998), 10 cose che odio di te (1999), Save the Last Dance (2001) e O come Otello (2001). L’attrice si fa poi notare interpretando il ruolo di Nicky Parson nei film The Bourne Identity (2002), The Bourne Supremacy (2004), The Bourne Ultimatum – Il ritorno dello sciacallo (2007), e Jason Bourne (2016). Tra gli altri celebri film in cui l’attrice ha recitato si annoverano anche Mona Lisa Smile (2003), Il lato positivo (2012), Conspiracy – La cospirazione (2016) e Le ragazze di Wall Street (2019), dove recita accanto a Jennifer Lopez.

2. È celebre per i suoi ruoli televisivi. Dopo aver partecipato ad alcuni episodi delle serie Terra promessa (1996) e Chicago Hope (1997), l’attrice è divenuta celebre per il ruolo di Lumen Pierce nella quinta stagione della serie Dexter (2010). Nel 2017 recita invece come protagonista nella serie a sfondo thriller Riviera.

3. Ha ricoperto anche i ruoli di regista e sceneggiatrice. L’attrice è anche autrice di cinque episodi della serie Paloma, andata in onda tra il 2013 e il 2014. Degli episodi da lei scritti, la Stiles ha curato anche la regia.

Julia Stiles Instagram

4. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un proprio profilo, seguito da 306 mila persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie scattate in momenti di svago, ma anche immagini promozionali dei suoi progetti da attrice.

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5. È sposata. L’attrice è sposata dal 2017 con l’assistente alla regia Preston J. Cook, conosciuto nel 2015 sul set del film Go with Me. Nell’ottobre del 2017 la coppia ha dato alla luce il primo figlio, annunciato tramite alcune fotografie su Instagram.

Julia Stiles Heath Ledger

6. Fa fatica a riguardare il loro film insieme. L’attrice ha recitato insieme all’attore Heath Ledger nel film 10 cose che odio di te. La Stiles ha dichiarato che non le piace riguardare quel film, poiché le ricorda un periodo felice che ora non c’è più. In seguito alla scomparsa di Ledger, l’attrice ha ammesso di essere rimasta duramente colpita dalla cosa, tanto da non averla ancora del tutto accettata.

Julia Stiles Dexter

7. Il suo personaggio è stato molto apprezzato. L’attrice recita in dieci episodi della quinta stagione della serie Dexter, lasciando la serie all’ultimo episodio della stagione. Il personaggio fu così apprezzato che numerosi fan e critici, seppur comprendessero l’uscita di scena del personaggio, hanno più volte dichiarato che avrebbero desiderato continuare a vederla all’interno della storia.

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Julia Stiles Riviera

8. È la protagonista della serie. Dal 2017 l’attrice ricopre il ruolo di Georgina Marjorie Clios nella serie Riviera, una curatrice d’arte americana che cerca di scoprire la verità sulla morte del marito. La serie è attualmente alla seconda stagione, con la terza in produzione e prevista per il 2020.

Julia Stiles Hustlers

9. Recita nel nuovo film con Jennifer Lopez. Nel 2019 la Stiles è tra le protagoniste del film Hustlers, in Italia distribuito con il titolo Le ragazze di Wall Street, dove ricopre il ruolo di Elizabeth.

Julia Stiles età e altezza

10. Julia Stiles è nata a New York, Stati Uniti, il 28 marzo 1981. L’altezza complessiva dell’attrice è di 170 centimetri.

Fonte: IMDb