Rosie Huntington-Whiteley è oggi una delle più affermate modelle del momento, protagonista di numerose celebri campagne che l’hanno portata ad essere una vera e propria icona. Nel corso della sua carriera ha poi avuto modo di recitare anche in due film di grande successo, che le hanno permesso di mettere in mostra le proprie qualità da interprete.
Ecco 10 cose che non sai di Rosie Huntington-Whiteley.
Parte delle cose che non sai sull’attrice

Rosie Huntington-Whiteley: i film in cui ha recitato
10. Ha recitato in due noti lungometraggi. La ancora esigua filmografie dell’attrice si compone di due titoli particolarmente celebri. Il primo è il film Transformers 3 (2011), dove recita accanto all’attore Shia LaBeouf, nel ruolo di Carly. Successivamente, nel 2015, ricopre il ruolo di Angharad la splendida in Mad Max: Fury Road, con protagonista Tom Hardy. Al momento, l’attrice non sembra avere altri progetti in lavorazione.
9. È stata nominata per un indesiderato premio. Per il suo ruolo nel film Transformers 3, l’attrice ha ricevuto due nomination ai temuti Razzie Awards, ovvero i premi al peggio del cinema. Le due categorie in cui è stata candidata sono quella per la peggior attrice non protagonista e quella per la peggior coppia sullo schermo. Per sua fortuna, non ha trionfato né nell’una né nell’altra.
Rosie Huntington-Whiteley è su Instagram
8. Ha un account personale. La modella è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 11,3 milioni di persone. Qui è solita condividere immagini personali, siano esse di svago che legate al suo lavoro. Sono molto presenti, infatti, foto tratte da servizi fotografici, ma non mancano anche elementi della sua quotidianità.
7. Possiede un profilo per la sua linea di prodotti di bellezza. La Huntington-Whiteley gestisce anche il profilo Rose Inc., seguito da 318 mila persone, dove pubblicizza la propria linea di cosmetici. Si possono qui ritrovare diversi tutorial e immagini dimostrative delle proprietà di tali prodotti.
Rosie Huntington-Whiteley: chi è suo marito
6. Ha una relazione con un noto attore. Dal 2010, la modella ha una relazione con l’attore Jason Statham, celebre per film come Fast & Furious – Hobbs & Shaw e I mercenari. La coppia ha poi ufficializzato il fidanzamento nel gennaio del 2016, e nell’attesa del matrimonio hanno dato vita al loro primo figlio, nato nel 2017.
Parte delle cose che non sai sull’attrice

Rosie Huntington-Whiteley: il suo fisico
5. Fu vittima di bullismo. L’attrice ha raccontato di essere stata vittima di bullismo durante gli anni del liceo, attaccata per via del proprio fisico, giudicato acerbo. Ciò la spinse a prendere lezioni di judo, grazie al quale ha potuto irrobustirsi e sviluppare un fisico particolarmente curato.
4. Ha recitato in alcune note campagne pubblicitarie. Per la Mark & Spencer, nel 2013 la Huntington-Whiteley ha preso parte alle pubblicità ispirate alle favole di Alice nel Paese delle Meraviglie, Il mago di Oz e Aladino. Qui ha modo di recitare con l’attrice Helena Bonham Carter, nota proprio per aver interpretato la Regina di Cuori in Alice in Wonderland.
3. È una delle modelle più pagate al mondo. Grazie alla sua collaborazione con alcuni dei principali marchi di moda, come Valentino, Louis Vuitton, e Kenzo, la modella ha raggiunto compensi particolarmente elevanti, stabiliti tra i 9 e gli 11,5 milioni di dollari. Ciò le ha permesso di essere indicata dalla rivista Forbes come una delle modelle più pagate al mondo.
Rosie Huntington-Whiteley in Mad Max
2. Ha indossato una particolare protesi. Nel film Mad Max: Fury Road, l’attrice interpreta una delle “Cinque Mogli” destinate ad accoppiarsi con Immortan Joe per dare vita ad una nuova stirpe. Poiché nel film il suo personaggio è incinta, l’attrice ha dovuto indossare una speciale protesi che le conferisse il tipico “pancione”. Questo ha inoltre limitato i suoi movimenti, costringendola a lavorare sulla propria mobilità.
Rosie Huntington-Whiteley: età e altezza
1. Rosie Huntington-Whiteley è nata a Plymouth, in Inghilterra, il 18 aprile 1987. L’attrice e modella è alta complessivamente 175 centimetri.
Fonte: IMDb




Favolacce è un’opera di grandissima bellezza, in cui i D’Innocenzo costruiscono ogni inquadratura con una cura certosina, disponendo nello spazio dello schermo un piccolo racconto per ogni frame, con un’eleganza formale frutto sicuramente di studio ma anche di talento e di una sensibilità che emerge in maniera cristallina nelle inquadrature affettuose e carezzevoli, sui protagonisti più piccoli.















Come già anticipato nell’articolo che parla delle differenze tra libro e film de Le Due Torri, è chiaro che anche qui ci sono alcune cose che cambiano. Infatti il secondo libro della trilogia termina con Frodo prigioniero degli orchi, dopo essere stato punto da Shelob, Sam da solo, con l’Anello fuori alle porte di Minas Morgul, mentre, dall’altro lato della Terra di Mezzo, Aragorn, Legolas e Gimli, con Gandalf, si sono ricongiunti con Merry e Pipino trai relitti di Isengard.
Il lavoro che Peter Jackson fa nel costruire la rivalità tra Sam e Gollum, come rappresentati di due accompagnatori complementari per Frodo, è davvero mirabile, imbastendola sin dall’inizio. Nel libro, però, Sam non si separa mai da Frodo, mentre nel film Gollum trama contro lo “hobbit grasso” per separarlo da Frodo, e alla fine ci riesce, tanto che Frodo si avventura da solo nella tana di Shelob e lì viene ferito.
Nei romanzi c’è un intero capitolo, alla fine de Le Due Torri, dedicato all’incontro della compagnia con Saruman. Sembra strano a pensarci, ma in realtà è la prima volta che incontriamo lo stregone votato al male nei libri, perché le altre volte era stato solo evocato nei racconti. Nel film lo vediamo sulla sua fortezza, Gandalf gli distrugge il bastone, tuttavia lo vediamo anche assassinato da Grima Vermilinguo. La caduta di Saruman dalla torre, causa anche la caduta del palantir che viene raccolto da Pipino.
Il romanzo parte con Theoden alla guida dei Rohirrim in marcia verso Gondor, con Aragorn, Legolas, Gimli e Merry nelle sue schiere, mentre Gandalf e Pipino sono andati avanti verso Gondor. Durante la traversata, i Dunedain si uniscono all’esercito e suggeriscono ad Aragorn di percorrere la strada del suo, verso la roccia nera di Erech, dove c’è l’esercito dei morti che infranse un giuramento fatto a Isildur. Quest’esercito maledetto risponderà solo alla chiamata del vero re, per sfuggire alla sua condanna. Aragorn intraprende così il cammino verso sud e indossa lo stemma di Gondor, l’albero bianco, uno stemma ricamato da Arwen stessa che lo renderà riconoscibile in quanto legittimo re agli occhi dei re dei morti.
La battaglia nei campi del Pelennor è più o meno simile nell’adattamento cinematografico de Il Signore degli Anelli: Il Ritorno del Re, tuttavia la sequenza successiva del romanzo si concentra molto sul potere di guarigione del re Aragorn. A questo punto della storia, sia nel romanzo che nel film, Aragorn ha abbracciato il suo destino, e si rivela in quanto erede di Isildur. Lo fa confrontandosi con Sauron nel palantir, ma lo fa anche guarendo tutti quelli rimasti feriti durante la battaglia del Pelennor. In particolare guarisce anche Faramir, Eowyn e Merry.
L’attraversamento della terra di Mordor da parte di Frodo e Sam è più o meno simile tra libro e film, tuttavia c’è un piccolo dettaglio che differisce. Quando, quasi alla voragine del Fato, Gollum raggiunge di nuovo gli hobbit, aggredisce prima Sam, poi Frodo indossa l’Anello e sparisce. Gollum aggredisce Frodo invisibile e gli stacca l’Anello dal dito.
In molti pensano che il finale del Il Signore degli Anelli: Il Ritorno del Re sia troppo lungo, o meglio che comprenda troppi momenti conclusivi, troppi finali. La verità è che il romanzo ne contiene anche di più, perché Tolkien ha dato spazio e un lieto fine a tutti i suoi personaggi.
Alla fine di questo viaggio tra i fotogrammi e le pagine, anche a distanza di un ventennio, si può affermare senza ombra di dubbio che il lavoro di Peter Jackson sul romanzo di Tolkien, con cambiamenti tagli e aggiustamenti, è stato un prezioso percorso che ha ridato visibilità ad una delle opere più importanti del ‘900, regalando a più di una generazione il fascino del fantasy senza tempo.