L’accoglienza tiepida ricevuta da Kingsman: The Golden Circle non ha impedito al secondo capitolo del franchise di riscontrare un grande successo al botteghino nel 2017, incassando oltre 410 milioni in tutto il mondo ($ 100 milioni di dollari, $ 310,6 milioni di stranieri) su un budget di produzione di $ 104 milioni.
Di tempo ne è passato ma Taron Edgerton, uno dei protagonisti del film, non riesce ancora a comprendere le ragioni di questo accanimento delle recensioni americane e non solo, come confessato durante il podcast di Empire che potete ascoltare qui.
L’attore lo definisce un trattamento “ingiusto” nei confronti di un sequel che non è riuscito ad eguagliare i record del primo Kingsman (75% di positività su Rotten Tomatoes) ma che non è nemmeno il disastro descritto dai media.
Dopo aver confermato la sua “assenza” nel prossimo capitolo del franchise, Taron Edgerton ha svelato che Kingsman 3 sarà un’altra origin story ambientata circa cento anni prima degli eventi di Secret Service. Ecco spiegata quindi la ragione del mancato ritorno di Eggsy sullo schermo:
“Non sarò nel terzo film, anche se ci troviamo nell’universo di Kingsman e saremmo in grado di sviluppare una macchina del tempo nel primo atto del film…Posso dirvi che l’idea è davvero fantastica, e si tratta più una storia di origini come il primo capitolo.“
A quanto pare il prequel si chiamerà Kingsman: The Great Gamee seguirà gli eventi legati all’organizzazione di spionaggio intorno al 1900. Poche settimane fa la 20th Century Fox aveva ufficialmente annunciato che Matthew Vaughn avrebbe diretto e scritto il film, presumibilmente l’ultimo dell’ideale trilogia su Kingsman e che l’uscita nelle sale è fissata al 9 novembre 2019.
Al momento non sono stati diffusi ulteriori dettagli sulla produzione, ma a questo punto l’assenza di Edgerton sembra compromettere anche il ritorno di Colin Firth nel ruolo di Harry Hart. Lo stesso Vaughn aveva recentemente descritto il terzo capitolo come “la conclusione del rapporto Harry Hart / Eggsy”, ma senza uno dei due sarà comunque possibile realizzare questa prospettiva? Non sono nemmeno arrivate conferme ufficiali su eventuali ritorni di Halle Berry, mentre alcuni rumors danno per certi quelli di Channing Tatum e Jeff Bridges.
Grazie al disegnatore ufficiale dei Marvel StudiosAndy Park possiamo dare uno sguardo ad un’altra versione del costume di Vedova Nera che l’eroina – interpretata da Scarlett Johansson – avrebbe potuto indossare in Avengers: Infinity War.
Questi concept, approvati e condivisi su Twitter da Park in persona, mostrano Natasha Romanoff con i suoi iconici capelli rossi (invece che biondi come nel film), e un’uniforme molto semplice di pelle nera a cui sono stati aggiunti vari gadget e armi e un fazzoletto legato al collo.
Secondo il disegnatore questa sarebbe dovuta essere la versione finale di Vedova Nera in Infinity War, ma all’ultimo momento i fratelli Russo avrebbero optato per l’alternativa che abbiamo visto sullo schermo. Che ne pensate? Quale delle due preferite?
Vi ricordiamo che il prossimo capitolo sui Vendicatori, Avengers 4, arriverà al cinema ad Aprile 2019, diretto da Anthony e Joe Russo concludendo la Fase 3 del Marvel Cinematic Universe.
Assegnati ieri tutti i premi dei GothamIndependent Film Awards, conosciuti semplicemente come i Gotham Awards, riconoscimenti destinati al cinema indipendente americano ogni anno dal 1991 ad oggi nella consueta cornice del Cipriani Wall Street a New York.
L’obiettivo è sempre quello di onorare la comunità cinematografica, oltre che offrire al pubblico uno sguardo sulle più importanti produzioni indipendenti della stagione appena trascorsa e sostenere il lavoro compiuto dall’associazione nonprofitIFP (Indipendent Feature Project), attiva dal 1979.
First Reformed, l’ultimo lavoro firmato da Paul Schrader (e presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2017), è il titolo a cui sono stati assegnati più premi, tra cui Miglior Sceneggiatura e Miglior Attore Protagonista. A bocca asciutta rimane La Favorita di Yorgos Lanthimos, che sicuramente rivedremo nella corsa agli Oscar e che riesce ad agguantare soltanto il Premio speciale della giuria per il miglior cast.
Gotham Awards 2018 – i premi
Di seguito la lista dei vincitori dell’edizione 2018:
Miglior Film – The Rider di Chloe Zhao
Miglior Documentario – Hale County This Morning, This Evening di RaMell Ross
Miglior Regista Esordiente – Bo Burnham per Eighth Grade
Miglior Sceneggiatura – First Reformed, Paul Schrader
Miglior Attore – Ethan Hawke per First Reformed
Miglior Attrice – Toni Collette per Hereditary
Miglior Attore Esordiente – Elsie Fisher per Eighth Grade
Continuano a New York le riprese di Joker, il film che racconterà le “origini” del celebre clown principe del crimine di Gotham interpretato da Joaquin Phoenix. Todd Phillips, regista di Una notte da leoni, firmerà questo capitolo esterno all’universo condiviso DC.
Qui sotto possiamo dare uno sguardo all’attore mentre gira alcune scene della pellicola in un cimitero.
Joker ruota attorno all’iconico arcinemico di Batman ed è una storia originale e autonoma mai vista sul grande schermo. L’esplorazione di Arthur Fleck (Joaquin Phoenix), un uomo trascurato dalla società, non sarà solo lo studio di un personaggio grintoso, ma anche il racconto di un tema molto più ampio.
Vi ricordiamo che il film arriverà nelle sale il 4 ottobre 2019, come ufficializzato nelle ultime settimane dalla Warner Bros. La produzione diJoker si sovrapporrà a quella dello spin-off, annunciato nei mesi scorsi, con protagonistaJared Leto.
Contrariamente alle altre apparizioni del personaggio nei Batman di Tim Burton, nella trilogia del Cavaliero Oscuro di Christopher Nolan e in Suicide Squad, Joker sarà ambientato nel 1980 e racconterà l’evoluzione di un uomo ordinario e la sua trasformazione nel criminale che tutti conosciamo.
Possibile l’ispirazione al fumetto di Alan Moore The Killing Joke, dove il noto villain è mostrato come un comico fallito che inizia a commettere atti violenti dopo che è entrato in contatto con sostanze chimiche nocive.
“Sono tre o quattro anni che chiedo al mio agente perché non esista un film su questi personaggi da realizzare con budget inferiori, che possa studiarli per bene…certo non aver mai pensato al Joker, perché aveva già avuto diverse rappresentazioni“, ha raccontato Phoenix in una recente intervista. “Prendo molto tempo quando si tratta di accettare un ruolo Il processo è sempre lo stesso: leggo la sceneggiatura e incontro il regista, che è ciò che ho fatto con con Todd [Phillips], e ho subito pensato che fosse un progetto molto interessante. Aveva una speciale comprensione di questo mondo, unico nel genere, e mi spaventa a morte.“
Mamma Mia! Ci risiamo (dal 27 novembre in DVD, Blu-ray, 4K Ultra HD e Digital), con la partecipazione del cast originale del primo film e molti nuovi attori tra cui Lily James e Jeremy Irvine (Meryl Streep e Pierce Brosnan da giovani), Andy Garcia e la magnifica Cher nel ruolo della “nonna”, è un viaggio fra passato e presente (il film è allo stesso tempo prequel e sequel), fra amicizia e famiglia.
Ambientato nell’isola greca di Kalokairi con le atmosfere solari esaltate dal sottofondo musicale delle memorabili canzoni degli Abba (da “Dancing Queen” a “Fernando”, da “Super Trouper” a “Waterloo”) il film è l’occasione perfetta per un excursus nelle trasposizioni dei musical per il grande schermo. Ecco le dieci da non perdere.
Chicago (2002)
Ambientato negli anni ’20 (la famosa “Chicago anni ’20), il film ispirato all’omonimo musical del 1975 e diretto da Rob Marshall (Memorie di una Geisha,Pirati dei Caraibi – Oltre i Confini del Mare) racconta il mondo della musica e del crimine di quell’epoca con un taglio estremamente al femminile. Renée Zellweger e Catherine Zeta-Jones sono bravissime in scena sia che recitino o che ballino, e non è da meno Richard Gere che interpreta un avvocato pieno di fascino. Vincitore di 6 Oscar, Chicago ha in “Funny Honey” e “Nowadays” due delle sue migliori canzoni.
Tutti Insieme Appassionatamente (1965)
Il musical diretto da Robert Wise (già regista di West Side Story) in cui Julie Andrews interpreta un’istitutrice appassionata di musica che si prende cura dei 7 figli di un ufficiale in pensione (Cristopher Plummer). Successo più di pubblico che di critica (al tempo dell’uscita il film è diventato il più alto incasso cinematografico di tutti i tempi). il lungometraggio ha la sua forza assoluta nella meravigliosa colonna sonora composta da Richard Rodgers e Oscar hammerstein II e che è ancora una delle più memorabili e più vendute con oltre 20 milioni di copie. Da ascoltare la title song “The Sound of Music”:
A Chorus Line (1985)
Trasposizione cinematografica del musical del 1975, il film diretto da Richard Attenborough (regista di Ghandi e attore in Jurassic Park) mette in scena la storia di un corpo di ballo impegnato a preparare un musical sotto la direzione di Zach, un sempre deciso e severo Michael Douglas. “Surprise, Surprise” ha ricevuto la nomination all’Oscar come migliore canzone originale
Rocky Horror Picture Show (1975)
Considerato un cult assoluto, Il Rocky Horror Picture Show, tratto dallo spettacolo teatrale del 1973 scritto da Richard O’Brien (Interprete del personaggio di Riff Raff nel lungometraggio) è sempre stato un simbolo di trasgressione. Nonostante al momento dell’uscita abbia avuto risultati non del tutto soddisfacenti, il film deve il suo successo alle proiezioni di mezzanotte dove che proseguono tuttora. La canzone della colonna sonora da ricordare è “The Time Warp”
West Side Story (1961)
Ispirato al musical di Broadway del 1957 e basato sulla pièce teatrale di Shakespeare “Romeo e Giulietta”, West Side Story è stato premiato con 10 Oscar su 11 nomination (record assoluto per un musical). Diretto da Robert Wise e con protagonisti Richard Beymer e Natalie Wood (per le parti erano stati considerati anche Burt Reynolds, Anthony Perkins e Audrey Hepburn) entrambi doppiati nelle parti cantate. La colonna sonora, composta da Leonard Bernstein e Stephen Sondheim, autori anche della versione teatrale, è stata in parte riarrangiata e cambiato l’ordine di alcune canzoni. Da ascoltare su tutte “Maria” e “Somewhere”:
My Fair Lady
Basato sull’omonimo musical di Lerner e Loewe, a sua volta ispirato alla pièce Pigmalione di George Bernard Shaw, il film musicale del 1965 di George Cukor (regista anche di E’ nata una stella con Judy Garland) racconta la storia di una giovane fioraia (Audrey Hepburn) che si scontra con un professore di fonetica (Rex Harrison) convinto ad ogni costo di insegnarle a parlare nel modo corretto per introdurla nell’alta società.
Nella versione originale proprio la voce della Hepburn è stata considerata inappropriata per cantare e così è stata doppiata da Marni Nixon. My Fair Lady ha vinto 8 Oscar e memorabile è rimasta la canzone “La rana in Spagna gracida in campagna” (in originale “Rain in Spain”).
Jesus Christ Superstar (1973)
La rock opera del 1970 scritta dalla premiata ditta Lloyd Webber-Tim Rice è stata trasposta per il grande schermo da Norman Jewison (Rollerball, Stregati dalla Luna). La storia verte su una compagnia teatrale che vuole mettere in scena “La Passione di Cristo” nel deserto. Il film è stato molto apprezzato da Papa Paolo VI che lo ha definito “il miglior veicolo per condurre le persone verso il cristianesimo”. Dei numerosi numeri musicali “Heaven on their Minds” cantata da Carl Anderson, interprete di Giuda.
Hairspray (2007)
Nel mondo dei film tratti dai musical, “Hairspray” è un caso del tutto particolare. Il musical di Broadway del 2002 a cui è ispirato è infatti stato scritto sulla base del film originale di John Waters del 1988. Nel lungometraggio, che affronta il problema dell’integrazione (siamo agli inizi degli anni ’60), Tracy è una giovane studentessa in sovrappeso che ha il sogno di partecipare a un dance show televisivo. Nel cast in cui sono presenti Michelle Pfeiffer, Zac Efron, Cristopher Walken spicca John Travolta in versione en travesti nella parte della madre della protagonista. “You can’t stop the beat” e “Without love” sono le due canzoni della colonna sonora da ascoltare.
Grease (1978)
“Grease”, ispirato all’omonimo musica del 1971, è andato in produzione alla fine del 1976. John Travolta, con una carriera in grande ascesa dopo il successo de “La Notte del Sabato Sera”, scelto come protagonista ha suggerito il regista Randal Kleiser e gran parte del cast, inclusa Olivia Newton-John che al tempo era nota solo al popolo del country.
Da qui è nato uno dei musical più cult della storia del cinema. Nel 1978 la colonna sonora è stato l’album più venduto, secondo solo alla già citata “Febbre del Sabato Sera”. Scegliere le canzoni più rappresentative non è semplice ma “Greased Lightnin’” e “Summer Nights” sono certamente due pietre miliari.
Evita (1996)
Andrew Lloyd-Webber e Tim Rice, autori di moltissimi musical, hanno composto “Evita”, storia della vita della nota First lady argentina, nel 1976 e l’hanno messa in scena nel 1978. Con la loro collaborazione Alan Parker (“Fuga di Mezzanotte, “Mississippi Burning”, “Angel Heart”) nel ’96 ha realizzato la versione cinematografica dopo numerosi tentativi falliti (uno di questi da parte di Oliver Stone).
Poiché Michelle Pfeiffer, prima scelta per la parte principale, abbandonò la produzione per portare avanti la sua seconda gravidanza, il ruolo della protagonista fu affidato a Madonna, che si era proposta a Parker in una appassionata lettera. Per questo ruolo Madonna ha dovuto fare numerose lezioni di canto per affrontare le difficoltà dello spartito. Nella colonna sonora una canzone su tutte: “Don’t Cry for Me Argentina”.
Intervistato da Collider in occasione dell’uscita di The Front Runner, il nuovo film di Jason Reitman che lo vede protagonista insieme a Hugh Jackman, J.K.Simmons ha avuto modo di accennare ad un personaggio interpretato recentemente, ovvero il commissario Jim Gordon, che è apparso in Justice League per pochi minuti.
Ma che ne sarà di lui e cosa aspera succeda l’attore? Questa è stata la sua riposta in merito:
“Nulla è cambiato dalla fine della produzione. Ci sono delle conversazioni in corso che ovviamente non renderò pubbliche, ma per quanto ne so non c’è alcuna possibilità, almeno nell’immediato futuro, che io ritorni nei panni del commissario Gordon. Tuttavia continuo ad essere ottimista e a rimanere fiducioso sul fatto che potrebbe accadere di nuovo.“
Dopo l’abbandono di Zack Snyder e il possibile allontanamento di Ben Affleck e Henry Cavill dall’universo DC, le sorti dei progetti che avrebbero incluso Gordon sono naufragate. Possibile che il personaggio ritorni in azione in The Batman di Matt Reeves? Non sarebbe un’ipotesi così sbagliata, ma staremo a vedere i prossimi sviluppi.
Continuano invece i lavori sulle produzioni “esterne” al DCEU, ovvero Joker di Todd Phillips sulle origini del clown principe del crimine interpretato da Joaquin Phoenix e Birds of Prey, cinecomic tutto al femminile guidato dalla Harley Quinn di Margot Robbie. Nel 2019 invece arriveranno in sala Aquaman di James Wan e Wonder Woman 1984, atteso sequel con Gal Gadot ancora nei panni di Diana Prince.
Un’altra voce si è appena unita al cast de Il Re Leone, nuovo live action targato Walt Disney Studios: come confermato da Variety infatti, Amy Sedaris (la Princess Carolyn di BoJack Horseman) è l’ultimo dei preziosi acquisti della squadra del film, basato sul classico di animazione che vede protagonista Simba, il cucciolo di leone che dovrà imparare a essere re.
Il sito riporta che l’attrice doppierà un personaggio completamente inedito dell’universo legato al Re Leone, ovvero un toporagno africano. Vi ricordiamo che la storia originale attinge a piene mani dal Macbeth di Shakespeare, ma anche dall’Amleto e dalle storie bibliche, senza nemmeno edulcorare troppo i toni considerata la destinazione “per bambini”.
Basato su una sceneggiatura scritta da Jeff Nathanson, Il Re Leone sarà realizzato con le stesse tecniche di animazione computerizzata utilizzare per portare alla luce Il Libro della Giungla (2016). Jon Favreau, che dirige anche questo secondo live action Disney, dovrà questa volta affrontare una sfida in più, visto che in questo caso non ci sarà nessun personaggio umano su cui basare le inquadrature e le scene.
Nel cast dei doppiatori, al momento, sono stati confermati Donald Glover, nel ruolo di Simba, e James Earl Jones, che torna a essere Mufasa. Seth Rogen e Billy Eichner doppieranno Pumba e Timon. Nel cast anche John Kani, visto in Civil War, che darà voce a Rafiki e Alfre Woodard, che sarà Sarabi. Chiwetel Ejiofor sarà Scar.
Il maestro dell’horror francese Pascal Laugier torna dietro la macchina da presa con un nuovo film a tinte dark, La casa delle bambole – Ghostland. Lanciatissimo in patria con Saint Ange (2004), Laugier raggiunse il successo in tutto il mondo con Martyrs (2008), film molto apprezzato dagli amanti del genere soprattutto per i toni gore estremi e i concetti legati alla filosofia del sadismo batailliana.
La Casa delle Bambole – Ghostland, quarto lungometraggio del regista francese, è stato presentato al Festival International du Film Fantastique de Gérardmer, dove si è aggiudicato tre premi tra cui Gran Prize, Audience Award e SyFy Award, oltre a far parte della selezione della 36° edizione Torino Film Festival.
Una madre single (Mayléne Farmer) si trasferisce con le sue due figlie adolescenti, Beth (Emilia Jones) e Vera (Taylor Hickson), nella casa di campagna ereditata dalla defunta zia. Ma una coppia di efferati assassini a piede libero le sorprenderà nel cuore della notte, cambiando per sempre le loro vite.
I film di Lagier partono come di consueto da un’idea di base intenta ad omaggiare i grandi maestri del passato del cinema horror. Se in Saint Ange si guardava a Fulci e in Martyrs alla saga di Hellraiser, stavolta il regista francese fa appello a Tobe Hooper e a Non Aprite Quella Porta.
Tuttavia La Casa delle Bambole – Ghostland prende presto una direzione tutta sua, sviluppando il tema che sembra stare più a cuore al regista francese: la tortura. Ma se in Martyrs questo si traduceva, come si è detto, in un’indagine cruda eppure giustificata da un’intento filosofeggiante, in questo caso siamo di fronte ad un gore crudo che si attorciglia sulla storia stessa e sui piani temporali, dove ad un certo punto passato e presente si accavallano, confondendo non solo la protagonista ma anche lo spettatore.
La sceneggiatura, firmata dallo stesso regista, fa leva con forza su un buon twist, intorno ai 30 minuti dall’inizio del film, che sovverte la narrazione e soprattutto pone i villain della storia come torturatori senza nessun background, quindi rappresentati della paura e del gusto per la tortura senza nessuna motivazione razionale o subconscia: la violenza per il piacere della violenza.
Tuttavia il regista francese non si prende la briga di empatizzare con le protagoniste femminili, e le protagoniste diventano quindi semplici “bambole”, inerti pupazzi che popolano tutto il film, tanto che in questo modo compaiono anche in locandina. Le protagoniste non sono affatto eredi del cinema di genere e delle sue eroine, come la Sally Hardesty di Non Aprite Quella Porta (1974) o la Jennifer Hills di Non Violentate Jennifer (1978), ma diventano oggetto dello sguardo, vittime passive di una violenza senza controllo.
Empire Magazine ha diffuso una nuova imamgine di Hellboy in cui compare Big Red, interpretato da David Harbour, con un look che è molto più simile al personaggio portato sullo schermo da Guillermo Del Toro e Ron Perlman rispetto alla primissima foto ufficiale diffusa dal film.
Per pubblicizzare il nuovo sguardo al suo personaggio, David Harbour ha condiviso su Instagram una foto da Star Trek: Next Generation, in cui scherza con i fan. Peccato che non tutti hanno colto l’ironia dell’attore e alcuni commenti, a seguire, sono davvero esilaranti!
In arrivo il 12 aprile 2019, Hellboy di Neil Marshall vede David Harbor nei panni di Hellboy, Ian McShane nei panni di Trevor Bruttenholm, Milla Jovovich nei panni di Nimue, Sasha Lane nei panni di Alice Monaghan, Penelope Mitchell nei panni di Ganeida e Daniel Dae Kim nei panni di Ben Daimio.
20th Century Fox ha poi preso la decisione di spostare il film al 14 febbraio, slot che per lo studio è sempre stato di grande soddisfazione, soprattutto nel 2016, con l’uscita di Deadpool. Ora, Empire Magazine mette sotto i riflettori i grandi occhi della protagonista, Rosa Salazar, insieme a Christoph Waltz e Ed Skrein, per la sua nuova cover. Nel cast del film ci sono anche i due premi Oscar Jennifer Connelly e Mahershala Ali.
In Alita: Angelo della Battaglia, lo scienziato Dr. Ido recupera una cyborg femmina, Alita, da una discarica del 26esimo secolo. Diventato un surrogato di padre per Alita, Ido scopre che lei è una sorta di Angelo della Morte che potrebbe rompere il cerchio di morte e distruzione nel quale ruota questo mondo post-apocalittico, devastato 300 anni prima da una terribile guerra mondiale…
La protagonista del film sarà interpretata da Rosa Salazar (The Divergent Series,Maze Runner). Nel cast ci sono anche Lana Condor, Leonard Wu, Christoph Waltz, Jackie Earle Haley, Mahershala Ali, Ed Skrein, Jennifer Connelly e Jorge Lendeborg Jr. Il film, che verrà distribuito dalla 20th Century Fox, è diretto da Robert Rodriguez (Sin City, Grindhouse Planet Terror, Machete) e prodotto da James Cameron.
L’attore di The Walking Dead, Ross Marquand, ha sostituito Hugo Weaving nei panni di Teschio Rosso, visto in Captain America: il primo vendicatore in Infinity War. La scena in cui compare il personaggio è quella sul pianeta Vormir, dove è nascosta la Gemma dell’Anima e dove Thanos compie il suo sacrificio estremo: uccide Gamora per ottenere la Gemma.
Tra le tante cose che non sappiamo di Avengers 4, seguito di Infinity War, è se sarà confermata l’eventuale presenza di Teschio Rosso, in veste di custode delle Gemme. Ma sembra che Marquand non possa rivelare nulla in proposito: “Non so, non posso davvero rispondere a questa domanda. Davvero non lo so.”
Data la grande segretezza che circonda il titolo, c’è una possibilità che Marquand non stia solo scherzando e che sinceramente non sa se apparirà nel film, poiché avrebbe potuto girare scene aggiuntive nei panni di Teschio Rosso che non sono state usate per Infinity War. Inoltre, potrebbe essere tornato sul set per le scene aggiuntive di Avengers 4 ed è quindi vincolato dal segreto contrattuale.
Tramite VERO, Zack Snyder continua a diffondere immagini dei primi progetti relativi a Justice League, e questa volta è toccato a Darkseid, quello che sarebbe dovuto essere il villain del sequel del film, in questo momento in sospeso a causa del cattivo esito al box office.
All’inizio si pensava che il personaggio potesse comparire già in Justice League, su Apokolips, dopo la sconfitta di Steppenwolf. Sarebbe quindi arrivato sulla Terra nel sequel e presumibilmente scatenato la visione apocalittica che Bruce Wayne aveva avuto in Batman v Superman: Dawn of Justice.
Nonostante si tratti soltanto di una specie di geroglifico, è chiaro che l’intenzione fosse quella di mettere alla prova Steppenwolf e di far apparire il personaggio in altre vesti più avanti.
Adesso, con un sequel che probabilmente non verrà realizzato, possiamo probabilmente scordarci di vederlo per un po’, a meno che non finisca per fare un’apparizione in The New Gods di Ava DuVernary!
Di seguito, ecco la foto di cui abbiamo parlato:
Zack Snyder voleva uccidere Batman in uno dei sequel di Justice League
Con l’allontanamento di Zack Snyder, il franchise ha perso l’identità Warner DC che si stava costruendo, una identità non molto gradita dalla maggioranza dei fan ma che manteneva comunque una coerenza nella rappresentazione cinematografica dei personaggi. Adesso gli eroi DC al cinema hanno preso strade complicate e non sappiamo se mai si riuscirà a vederli di nuovo insieme sul grande schermo, magari con un esito migliore.
Se Son Rose, il nuovo film di Leonardo Pieraccioni uscirà nelle sale giovedì 29 novembre, e noi abbiamo incontrato eccezionalmente l’intero cast della pellicola.
Una storia semi-autobiografica, quella di Se Son Rose, che ha portato il regista a tirare un po’ le somme di tutte le sue precedenti storie d’amore, analizzandone le falle e dipingendo ritratti di donne diverse.
“Il film in origine doveva intitolarsi Gli Evitanti – spiega Pieraccioni – e parlare di coloro che cessano di credere alla favola romantica della ricerca dell’amore. Evidenziando invece come l’unico vero amore infinito che esista sia quello per i propri figli, perché è l’unico che dura per tutta la vita”.
“Ho scelto di narrare una storia quasi vera – prosegue il regista toscano – per cercare di alzare il livello di qualità dello spettacolo. Le ex fidanzate che porto sullo schermo sono esistite realmente e ognuna di loro simbolizza i motivi latenti per i quali ci siamo lasciati, ovvero IL motivo, cioè io, le mie colpe. Benedetta (Caterina Murino) rappresenta la noia che rovina il rapporto; Elettra (Gabriella Pession) pone l’accento sui forti contrasti e le litigate che inevitabilmente ledono la storia d’amore; Fioretta (Antonia Truppo) la superficialità che mi ha fatto rovinare i legami; e infine Angelica (Micaela Andreozzi) simbolo del tradimento, un germe che una volta entrato nella coppia non va più via”.
Non solo ex, le altre donne che popolano Se Son Rose rappresentano situazioni ben precise, come la Signora Coscia (Nunzia Schiano) “personificazione delle mie domande e dei miei dubbi, rivolti ad amici come fossero un oracolo di Delfi, per cercare di capire le mie insicurezze” prosegue LeonardoPieraccioni.
Il regista toscano rivela anche una chicca sui suoi progetti futuri: “Vista la grande alchimia vissuta sul set di Se Son Rose con Vincenzo Salemme (che vediamo in un breve ma incisivo cameo, ndr) ho già espresso il mio desiderio di fare un film insieme. Stavolta magari con un cast tutto al maschile, così da fare da parallelo a questo dove sono le donne a farla da padrone – prosegue il comico toscano – e sarà la volta buona che abbandonerò finalmente la commedia romantica, visto che ormai l’ho declinata in tutte le soluzioni possibili. Quindi forse parlerò di cinquantenni, uomini che arrivati alla mezza età credono meno al sentimentalismo e guardano più al rapporto con i figli, anche perché quelle sono dinamiche che ora – con la mia figliola di otto anni – comincio a conoscere bene”.
Ma state pure certi, tranquillizza il regista, i suoi prossimi lavori saranno sempre delle commedie.
“È il genere che trovo più variegato. Mi hanno proposto, negli ultimi vent’anni, di trattare altri generi. Ma io non ho la “sindrome del David di Donatello”. Io sono nato cabarettista e tale rimango. Piuttosto il mio lato malinconico ho preferito riversarlo nello scritto, e nei tre libri che ho pubblicato. Nei miei film accenno soltanto al mio lato malinconico, come nel caso di Se Son Rose, dove emerge nei ricordi della fidanzatina del liceo, quella con cui si “bigiava” a scuola per andare nei giardini di Boboli a baciarsi sulle pachine ghiacce”.
La parola poi passa al nutrito cast femminile, che si ritrova particolarmente coeso e d’accordo nel descrivere con piacere l’esperienza vissuta sul set del film di Pieraccioni. Alcune di loro hanno già lavorato al fianco di Leonardo, come Micaela Andreozzi e Nunzia Schitano.
Caterina Murino in particolare ricorda che era stata scartata per ben due volte per due film precedenti del regista toscano, e che quando finalmente ha deciso di ingaggiarla per questo film “mi ha dato il ruolo di suora laica. A me. E invece si è rivelato perfetto. E mi sono preparata a dovere!”
“Leonardo è quello che avete visto nel film – spiega Elena Cucci, che nel film interpreta Ginora detta Quarantotto – positivo, calmo, e questo suo essere così lo irradia sul set che ne trae automaticamente beneficio e diventa automaticamente armonico”.
Se Son Rose uscirà nei cinema il 29 novembre inaugurando ufficialmente la stagione cinematografica di Natale.
Robin Hood – L’origine della leggenda apre in seconda posizione con 849.000 euro incassati in 370 sale a disposizione e registra una media per sala pari a 2200 euro. Alla sua quarta settimana di programmazione, Lo Schiaccianoci e i Quattro Regni è sempre sul podio. La pellicola Disney incassa altri 524.000 euro e sfiora il tetto dei 9 milioni complessivi. Troppa grazia debutta al quarto posto con 458.000 euro e una buona media per sala di 2900 euro, mentre Widows – Eredità criminale totalizza 1 milione con altri 330.000 euro.
Morto tra una settimana (o ti ridiamo i soldi) apre in sesta posizione con 294.000 euro, seguito dalla new entry Conta su di me, che esordisce con 251.000 euro. Calo per Tutti lo sanno (242.000 euro) e Red Zone – 22 miglia di fuoco (239.000 euro), giunti rispettivamente a 1,7 milioni totali e 789.000 euro complessivi. Chiude la top10 A Private War che debutta con 208.000 euro in 232 copie disponibili.
Bim Distribuzioneha diffuso il trailer italiano ufficiale di The Old Man & the Gun, il film che segna l’ultima incredibile interpretazione dell’attore e regista statunitense Robert Redford prima del ritiro dalle scene dopo cinquantasei anni di carriera.
Il film si basa sulla storia vera di Forrest Tucker (Redford), dalla coraggiosa fuga dal carcere di San Quintino vall’età di 70 anni fino a una serie di colpi senza precedenti che incantarono il pubblico e lasciarono le forze dell’ordine a brancolare nel buio. A dare la caccia a Tucker sono il detective John Hunt (Casey Affleck), sempre più affascinato dalla dedizione di Forrest all’arte del furto, e una donna (Sissy Spacek) che lo ama nonostante la professione che si è scelto.
La scomparsa di Bernardo Bertolucci nel pieno della 36° edizione del Torino Film Festival ha spinto Emanuela Martini, direttrice dell’evento, a dedicare al regista, nell’ambito di questa edizione in corso, un tributo.
Di seguito il suo messaggio di omaggio:
Un visionario, un intellettuale, soprattutto un sognatore. Bernardo Bertolucci, dopo la rivoluzione, ha fatto il cinema come non immaginavamo più di farlo: più grande della vita, e per questo capace di restituirci tutta la vita, e la Storia, e la memoria, e il futuro, nella loro profondità. Tragedie di ideali che si frantumano, di uomini e donne che si perdono in rapporti impossibili, affreschi magnifici del nostro passato recente e bruciante, di imperatori e Buddha e ragazzi e ragazze in cerca di identità. Ragazzi e ragazze che sognano, a Parigi come altrove, la loro vita, un’altra vita, migliore. Meno di venti film in quasi cinquant’anni di carriera sono troppo pochi per uno dei più grandi registi del mondo.
Emanuela Martini
Il TFF saluta Bernardo Bertolucci e lo ricorda con un breve montaggio che sarà proiettato prima dei film in programmazione e con una giornata dedicata a lui domenica 2 dicembre al Cinema Massimo 3.
Michael B. Jordan e Tessa Thompson tornano insieme a interpretare una coppia sul grande schermo in occasione di Creed II. Il film è il sequel dell’omonimo primo (e rischioso film) che ha visto tornare sullo schermo Sylvester Stallone nei panni di Rocky, e che è uscito nel 2015.
In occasione della promozione di Creed II, i due attori sono stati invitati da IGN ad intervistarsi a vicenda, e di seguito potete vedere il risultato in cui sembra che Tessa Thompson non abbia dubbi: in uno scontro diretto tra Killmonger e Valchiria, quest’ultima ne uscirebbe vincitrice.
Dopo Creed e Thor: Ragnarok, Tessa Thompson è diventata uno dei volti più esposti del cinema di blockbuster e a breve la vedremo tornare a fare coppia con Chris Hemsworth (dopo Thor 3) in Men in Black, spin off della trilogia con Will Smith.
Di seguito la sinossi ufficiale di Creed II:
La vita è diventata un atto di equilibrio per Adonis Creed. Tra gli impegni personali e l’allenamento per il suo prossimo grande combattimento, si trova di fronte alla sfida della sua vita. Affrontare un avversario con legami con il passato della sua famiglia non fa altro che intensificare la sua imminente battaglia sul ring. Rocky Balboa è lì al suo fianco per sostenerlo in tutto questo processo e, insieme, Rocky e Adonis affronteranno la loro eredità condivisa, chiedendosi per cosa valga la pena combattere e scoprendo che nulla è più importante della famiglia. Creed II significa tornare alle origini per riscoprire ciò che ti ha reso un campione in primo luogo, e ricordando che, non importa dove tu vada, non puoi sfuggire alla tua storia.
Diretto da Steven Caple Jr. e atteso nelle sale italiane a novembre 2018, il sequel vede nel cast Sylvester Stallone, Michael B. Jordan, Tessa Thompson, Dolph Lundgren, e Florian Munteanu.
A seguito della proficua distribuzione in Cina, Venom è riuscito a raggiungere e superare gli incassi di Wonder Womanin tutto il mondo. Gli analisti avevano predetto che il film avrebbe potuto raggiungere anche gli 800 milioni prima della fine della sua vita in sala, e adesso è arrivato a 822 milioni in tutto il mondo (211,7 negli USA e 610,8 nel mondo).
Tom Hardy, Michelle Williams, Woody Harrelson, Jenny Slate, Riz Ahmed, Michelle Lee, Reid Scott, Scott Haze, Sam Medina formano il cast di Venom, diretto da Ruben Fleischer e in sala dal 4 ottobre 2018.
Il protettore letale è uno dei personaggi Marvel più enigmatici, complessi e tosti arriva sul grande schermo interpretato dall’attore candidato all’Oscar Tom Hardy.
È stato diffuso un nuovo contenuto speciale per Spider-Man: Un Nuovo Universo in cui vediamo Miles Morales, protagonista di questa avventura targata SONY, alle prese con gli “altri” Spider-Man che incontra, in un susseguirsi di situazioni sempre più strane!
Ecco il contenuto video che ci presenta anche alcuni dei doppiatori originali del film, che sono Shameik Moore con Hailee Steinfeld, Mahershala Ali, Jake Johnson, Liev Schreiber, Brian Tyree Henry, Luna Lauren Velez e Lily Tomlin.
Spider-Man: Un Nuovo Universo racconta le vicende del teenager Miles Morales e delle infinite possibilità dello Ragno-Verso, dove più di una persona può indossare la maschera. Una visione fresca di un nuovo Universo Spider-Man con uno stile visivo innovativo e unico nel suo genere.
Dando per scontato che Avengers 4 porrà rimedio al tragico epilogo di Infinity War, con i nostri eroi impegnati a porre rimedio allo schiocco di dita di Thanos che ha messo fine a metà dell’universo vivente, sulla trama del film tutto tace e Kevin Feige, insieme ai fratelli Russo e all’intero cast, non hanno ancora rivelato nulla degli eventi del quarto capitolo sui Vendicatori.
Questo non ha impedito ai fan di formulare assurde teorie sul destino dei personaggi sopravvissuti allo schiocco. Ecco le 10 più interessanti:
Valchiria diventerà il nuovo Thor
Dopo la conferma dei fratelli Russo, sappiamo che Valchiria è ancora viva ed è sopravvissuta allo schiocco di Thanos. Ciò che non sappiamo però è dove sia e come potrebbe inserirsi all’interno della trama di Avengers 4, tuttavua alcuni fan credono che Thor morirà in battaglia e che l’eroina Valchiria ne prenderà le redini diventando una sorta di Dio del Tuono al femminile. È interessante notare come un’altra teoria aveva suggerito che questo fosse il piano di Loki fin dall’inizio, e durante Ragnarok fu proprio il Dio dell’Inganno a toccare Valchiria per esaminare i suoi ricordi…
Wong è uno Skrull
L’attore Benedict Wong ha di recente pubblicato una foto che lo ritrae sul set di Avengers 4, confermando così la teoria della sua sopravvivenza agli effetti del finale di Infinity War. L’immagine però resta abbastanza inquietante perché vede Wong indossare una protesi sul retro della sua testa, ed è come se la sua testa si stia staccando… Ciò ha indotto i fan a pensare che il personaggio sia in realtà uno Skrull e che questi alieni mutaforma abbiano invaso la Terra quando Thanos ha attuato il suo piano entrando nel corpo delle persone che non sono sopravvissute allo schiocco per far credere ai propri cari di essere ancora vivi.
Shuri diventerà la nuova Black Panther e ricreerà Visione
Anche se il destino di Shuri è al momento sconosciuto, sono state formulate diverse teorie sul destino della principessa del Wakanda e sul perché non l’abbiamo vista alla fine di Infinity War. Si ipotizza infatti che Shuri sia sopravvissuta allo schiocco e che stia realizzando una copia della gemma della Mente per ricreare Visione. Usando la gemma l’eroina aiuterà i Vendicatori a sconfiggere Thanos. Un’altra teoria suggerisce invece che con la morte di T’Challa, Shuri prenderà il suo posto diventando la prossima Black Panther.
Nebula prenderà il guanto dell’infinito e diventerà Super Massiva
I veri fan della Marvel potrebbero aver notato la mancanza di un membro dell’Ordine Nero in Avengers: Infinity War: Super Massiva. E se la sua omissione dal film fosse un piano per svelare la vera identità di un altro supereroe già introdotto nel MCU, e questo corrispondesse a Nebula? Questa teoria suggerisce che la figliastra si schiererà con Thanos in Avengers 4 prendendo il guanto dell’infinito e diventando molto più potente del Titano Pazzo.
War Machine è una spia del Wakanda
War Machine è un personaggio abbastanza trascurato dal MCU, ma potrebbe esserci una ragione dietro questa scelta. Secondo una teoria infatti, James “Rhodey” Rhodes sarebbe in realtà una spia del Wakanda inviata negli Stati Uniti per infiltrarsi nell’esercito e impedire a Tony Stark di mettersi al passo con la tecnologia Wakandan. Questo spiegherebbe perché Rhodey non sembra scioccato quando T’Challa rivela la sua identità in Civil War e perché non rimane colpito dai progressi della nazione africana.
Occhio di Falco diventerà Ronin
Insieme a Ant-Man, l’unico Vendicatore scomparso dai radar è Occhio di Falco, e questa assenza ha scatenato diverse teorie tra i fan del MCU. La più popolare suggerisce che Clint Barton tornerà in Avengers 4 nei panni di Ronin e combatterà gli Skrull in Giappone. A dare peso a questa ipotesi sono state le foto di Jeremy Renner sul set del film con un nuovo look e un abito nero con fodera dorata, molto simile allo stile di Ronin nei fumetti.
Vedova Nera fonderà l’A-Team ma morirà in battaglia
I fan di tutto il mondo aspettano da tempo di vedere una squadra di Vendicatori al femminile e c’è chi pensa che questo desiderio verrà esaudito già in Avengers 4, dove Vedova Nera recluterà Okoye, Shuri, Nebula, Valchiria e Captain Marvel per combattere Thanos come un unico gruppo coeso. Tuttavia un’altra teoria ipotizza che l’eroina morirà in battaglia per sfruttare l’arco narrativo del personaggio di Hulk, con Bruce Banner che rimarrà col cuore spezzato e in cerca di vendetta.
Iron Man diventerà il Mago Supremo
Scambiando la gemma del tempo per risparmiare la vita di Tony Stark, Doctor Strangepotrebbe essere entrato in un cortocircuito finale dove Stark è la chiave per vincere la battaglia contro Thanos. D’altronde questa teoria sembra esser stata suggerita da un video in cui Robert Downey Jr. indossa il Mantello della Levitazione di Strange…che sia lui il prossimo Mago Supremo?
Captain America sacrificherà se stesso per il bene degli altri
Thanos crede che il modo migliore per garantire la vita sia sacrificarne altre per il bene della collettività. Per questo mette in piedi un piano diabolico e schiocca le dita alla fine di Infinity War, dimezzando la popolazione dell’universo. Non è della stessa idea Captain America, quando afferma che lo scambio di vite umane è moralmente sbagliato e che si può sacrificare gli altri per un bene superiore. Pertanto, nel film rifiuta che sia Visione a sacrificare se stesso; i fan però credono che la sua idea cambierà e che in Avengers 4sceglierà il sacrificio per salvare l’umanità.
Hulk diventerà Sfregio Verde e sconfiggerà Thanos
In molti credono che Hulk sia il Vendicatore più forte, anche più di Thor, tuttavia l’eroe che abbiamo visto in Infinity War ci ha dimostrato che non può essere onnipotente come pensavamo. Alcuni fan hanno teorizzato che Bruce Banner fosse troppo traumatizzato per trasformarsi, anche se smentiti dai fratelli Russo; da lì è partita un’altra tesi: e se Hulk si stesse nascondendo per incanalare più potere e tornare in azione come Sfregio Verde (la versione di World War Hulk)?
Star Wars: Gli Ultimi Jedi di Rian Johnson ha ricevuto numerose critiche da parte dei fan, in particolare per la rappresentazione di Luke Skywalker, eroe indiscusso della saga. Alcuni fan sono stati messi alla prova da quello che hanno visto; il cambiamento da Cavaliere Jedi a eremita disilluso che si nasconde dal conflitto. Tuttavia, la nuova concept art de Il Risveglio della Forza indica che la prima interpretazione di Johnson del personaggio di Luke non era particolarmente lontana dalle idee esistenti sul destino del personaggio dopo Il Ritorno dello Jedi.
L’art in questione è una versione di Luke di Christian Alzmann, un artista che ha lavorato ai concept de Il Risveglio della Forza e di Rogue One. L’immagine mostra Luke con i capelli lunghi e una barba grigiastra, simile a quella che gli abbiamo poi visto al cinema. Nella sua didascalia, Alzmann scrive: “La mia prima immagine che ho realizzato per Star Wars: Il Risveglio della Forza. Era il gennaio del 2013. Luke veniva descritto come un Col. Kurtz che si nasconde dal mondo, in una grotta. Per questa immagine ho avuto anche i complimenti di George.” Il colonnello Kurtz a cui si riferisce Alzmann sarebbe un riferimento al personaggio interpretato da Marlon Brando in Apocalypse Now, basato sul Cuore di tenebra di Joseph Conrad.
La didascalia di Alzmann è stato realizzato nel 2013, ovvero due anni prima dell’uscita de Il Risveglio della Forza, e che il disegno ha ricevuto grandi elogi dal creatore della serie, George Lucas, apprezzamento importante per qualsiasi artista si approcci al mondo di Star Wars.
Phil Szostak, Creative Art Manager della Lucasfilm, che ha lavorato a Il Risveglio della Forza “praticamente dall’inizio”, ha condiviso l’immagine su Twitter, fornendo un ulteriore contesto per approfondire l’idea di Luke nei panni di un eremita nelle prime idee sul personaggio, rispetto a come poi lo abbiamo ritrovato in Star Wars: Gli Ultimi Jedi. Secondo Szostak, la rappresentazione di Luke in Gli Ultimi Jedi è coerente con la visione di Lucas per il personaggio.
"He ended up secluding himself in this Jedi temple on a new planet, and he's just there meditating, reassessing his whole life. Gradually, over the arc of the movie, he rediscovers his vitality and comes back to himself." – Doug Chiang, May 2013, The Art of TLJ book
“A questo punto della storia, trent’anni dopo la caduta dell’Impero, Luke ha intrapreso un cammino oscuro, ha sempre avuto questo potenziale lato oscuro dentro di lui, dato che suo padre era Darth Vader. (…) Ha finito per nascondersi in questo tempio Jedi su un nuovo pianeta, ed è lì a meditare, a rivalutare tutta la sua vita, gradualmente, mentre nell’arco narrativo del film, riscopre la sua vocazione e ritorna“.
Queste prime indicazioni sul personaggio di Mark Hamill sembrano sorprendentemente simili alla versione finale del personaggio visto in Gli Ultimi Jedi di Johnson, a indicare che il regista ha sicuramente preso ispirazione dalle idee sul personaggio che erano già in discussione nel momento in cui si è avviata la produzione della nuova trilogia.
Nel cast del film tornano Daisy Ridley, Adam Driver, John Boyega, Oscar Isaac, Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Kelly Marie Tran, Joonas Suotamo e Billie Lourd. Si uniranno al cast di Star Wars: Episodio IX Matt Smith, Naomi Ackie e Richard E. Grant, insieme ai veterani del franchise Mark Hamill, Anthony Daniels e Billy Dee Williams, che riprenderà il ruolo di Lando Calrissian.
John Cena è il protagonista della nuova clip da Bumblebee, il nuovo film prodotto da Paramount Pictures che vedrà ritornare sul grande schermo il più simpatico dei Transformers cinematografici, portati per la prima volta al cinema da Michael Bay nel 2007.
Il film racconterà del maggiolino giallo e della sua avventura, ambientata negli anni ’80, per difendere la Terra. Con lui ci sarà Charlie, una ragazzina che diventerà come una famiglia per l’Autobot rimasto solo.
A dirigere Bumblebee c’è Travis Knight, già regista di Kubo e la Spada Magica per la Laika. Protagonista del film è Hailee Steinfeld. Nel cast anche John Cena, Jorge Lendeborg Jr., Abby Quinn, Rachel Crow, Ricardo Hoyos, Gracie Dzienny e Jason Drucker. La sceneggiatura del film è firmata da Christina Hodson.
Ecco la prima sinossi del film: “Durante il 1987, Bumblebee trova rifugio in una discarica in una piccola cittadina di mare della California. Charlie (Hailee Steinfeld), in procinto di compiere 18 anni e mentre cerca di trovare il suo posto nel mondo, scopre Bumblebee, scarico, ammaccato e spezzato. Quando Charlie gli restituisce la vita, impara immediatamente che non si tratta di un ordinario maggiolino giallo WV.”
Si è spento a 77 anni Bernardo Bertolucci, uno dei grandi autori del cinema italiano ed europeo, noto in tutto il mondo e regista, tra gli altri di Ultimo Tango a Parigi. Il regista fu premiato nel 2007 con il Leone d’Oro alla Carriera durante la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e nel 1988 vinse il premio Oscar come miglior regista per L’Ultimo Imperatore, il suo film più premiato all’aestero. Anche il Festival di Cannes, nel 2011, lo onorò con il premio alla carriera.
Tra le onorificenze pubbliche, Bertolucci era anche Grand’Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana e Medaglia d’oro per i benemeriti della cultura e dell’arte.
Morto Bernardo Bertolucci
Nato artisticamente insieme a Pier Paolo Pasolini, ma anche al fianco di Sergio Leone, Bernardo Bertolucci faceva parte di quel gruppo di autori italiani che hanno contribuito in maniera determinante a diffondere il cinema del nostro Paese in tutto il mondo, creando dibattito e scandalo (si veda Ultimo Tango a Parigi) ma anche producendo arte e cultura con l’occhio sempre vivace e attento.
Da Il Conformista, fino al grande successo di Novecento e Ultimo Tango a Parigi, la sua carriera è stata costellata di capolavori e intuizioni, film che sono diventati patrimonio culturale italiano e che tutto il mondo riconosce come punte altissime della settima arte.
Con la speranza di rivederlo in azione in Avengers 4, un fan ha creato il poster che trovate di seguito in cui Hulk distrugge con ferocia la sua Hulkbuster nella quale si era rintanato in Avengers: Infinity War.
Stando a quanto si era già detto in precedenza e a giudicare dai concept di Infinity War diffusi di recente, il supereroe doveva essere presente durante la Battaglia del Wakanda, non solo, doveva confrontarsi direttamente con Thanos, insieme agli altri Vendicatori, tentando di fermarlo. Per quello che riguarda il percorso di Hulk in Avengers 4, possiamo già immaginare che sarà conclusivo rispetto alla sua parabola narrativa cominciata in Ragnarok, e già le teorie fioccano in rete.
Hulk tornerà protagonista in Avengers 4? E che ne sarà della Hulkbuster? Non ci resta che attendere qualche mese per scoprirlo…
Dopo quelle che mostravano Carol Danvers con il suo iconico elmetto da battaglia, ecco arrivare online altre due promo art relative al merchandise ufficiale di Captain Marveldove vediamo Brie Larson indossare il classico costume dell’eroina.
Vi ricordiamo che alla regia del cinecomic ci saranno Anna Boden e Ryan Fleck mentre l’uscita nelle sale è fissata all’8 marzo 2019.
Il cast ufficiale: Brie Larson, Samuel L. Jackson, Ben Mendelsohn, Djimon Hounsou, Lee Pace, Lashana Lynch, Gemma Chan, Algenis Perez Soto, Rune Temte, McKenna Grace, Clark Gregg, Jude Law, Annette Bening.
La sinossi:
Basato sul personaggio dei fumetti Marvel apparso per la prima volta nel 1968, il film segue Carol Danvers mentre diventa uno degli eroi più potenti dell’universo. Quando la Terra viene coinvolta in una guerra galattica tra due razze aliene, è lì che Captain Marvel interverrà. Ambientato negli anni ’90, il cinecomic è un’avventura tutta nuova che racconterà un periodo inedito nella storia dell’universo cinematografico Marvel.
Captain Marvel non sarà una tradizionale storia di origine e che Carol Danvers non è, nei piani del Marvel Cinematic Universe, un’eroina come tante. Adesso, a darne conferma è Kevin Feige in persona, durante un’intervista ai British Academy Britannia Awards.
Cosa aspettarci, dunque, da Captain Marvel? “È ambientato negli anni Novanta e anche se è una storia d’origine, è un tipo molto diverso di storia d’origine, e sono molto eccitato di svelare questa storia agli spettatori”. Inoltre Feige ha aggiunto che il film diretto da Anna Boden e Ryan Fleck sta “venendo su estremamente bene”.
“Brie Larson ha fatto un lavoro enorme, Samuel L. Jackson sarà un Nick Fury molto molto diverso, ha fatto un ottimo lavoro, e l’intero cast è tutto molto diverso ed eccitante.”Considerato che il film sarà ambientato nel passato, il senso comune ci dice che possiamo aspettarci che il film sia collegato in modi davvero inaspettati agli altri film del MCU, a partire dalla lunga carriera di Fury nello SHIELD.
Quante volte si è pensato se esistano un gruppo di film per tutti i gusti? Film che possano soddisfare ogni desiderio e che siano stati, magari, dei punti fermi nella storia del cinema mondiali e anche nazionale? Abbiamo provato a dare una risposta e ad identificare un gruppo di film per tutti i palati, che prova a fare tappa su diversi generi e diversi film che hanno fatto la storia del cinema, sia internazionale che italiano.
Harry Potter
Più che di Harry Potterbisognerebbe parlare di tutta la saga. Impossibile che ci sia qualcuno, giovane o anziano, a cui non siano piaciuti i film del maghetto con gli occhiali più famoso del mondo. Forse i primi film sono quelli adatti ad un pubblico più variegato, composto anche da bambini, mentre gli ultimi richiedono una maturità maggiore.
Harry Potter è adatto a tutte le stagioni: che sia pieno agosto o la notte di Natale, vede HP sarà sempre una gioia. Perché rappresenta tutti, con i suoi pregi e difetti, perché tutti i personaggi sono umani e più vicini a noi, perché ci si sente coinvolti nelle avventure che si sviluppano lungo gli 8 film. A cui, poi, ci potrebbe eventualmente aggiungere la saga di Animali Fantastici.
Miracolo nella 34° strada
Remake dell’omonimo film del 1947 di George Seaton, Miracolo nella 34° strada è un film di Natale, anzi, il film. Realizzato nel 1994, con Richard Attenborough nei panni del protagonista, è adatto a tutte le età: riesce a far vivere una favola alla piccola Susan, dissuasa dal fatto che Babbo Natale esista davvero, e riesce a farla vivere persino al pubblico.
Perché, inevitabilmente, ogni volta, dopo ogni visione, grandi e piccoli si chiederanno se Santa Claus esista davvero, se ogni renna ha il suo nome, se abita davvero al Polo Nord e come faccia a portare i regali in tutto il mondo in una sola notte: ma soprattutto ci si chiederà se conosce uno per uno i bambini del pianeta (e anche quelli che bambini lo sono stati).
https://www.youtube.com/watch?v=9lMptANZTBM
Cantando sotto la pioggia
Se vi piace il musical, allora questo è il film che fa al caso giusto. Realizzato nel 1952, diretto da Stanley Donen e Gene Kelly, il film racconta la conversione del cinema che da muto diventa sonoro, con tutte le problematiche del caso.
Un film che racconta la favola della storia d’amore da Don Lockwood e Kathy Selden, ma che racconta anche di come i film sia realizzati con la più assoluta delle falsità. Un film geniale che autocelebra il cinema in generale e il musical in particolare, che esplode letteralmente con le coreografie, soprattutto in quei passi di danza ginnici targati Gene Kelly.
Toy Story
Realizzato dalla Pixar e distribuito dalla Walt Disney Pictures nel 1995, è il primo film di animazione realizzato interamente con l’utilizzo della computer grafica. Anche in questo caso sarebbe più opportuno parlare di saga. Chi non ha mai pensato che i propri giocattoli prendessero vita quando non si guardavano alzi la mano.
Ma Toy Storynon è solo questo: racconta il valore dell’amicizia, del legame affettivo che si può instaurare con quello che potrebbe essere un oggetto banale. Di come un semplice giocattolo possa essere il compagno di un’infanzia e delle mille avventure vissute.
https://www.youtube.com/watch?v=KYz2wyBy3kc
Il sesto senso
Uscito nel 1999, Il sesto senso è uno dei film thriller più riusciti del cinema recente. Scritto e diretto a M. Night Shyamalan, Il sesto senso racconta la storia di Malcom Crowe, uno psicologo infantile che non si capacita dell’allontanamento della moglie da lui.
Inoltre, il suo obiettivo principale diventa quello di aiutare Cole, un bambino di nove anni, che vive nel terrore generato dal suo segreto: vedere le persone morte. Forte di un’ottima sceneggiatura e delle splendide interpretazioni di Bruce Willis e di Haley Joel Osment, il film è uno dei thriller migliori degli ultimi vent’anni.
6. Jumanji
Uscito nel 1995 e interpretato da Robin Williams, Bonnie Hunt, Bradley Pierce e Kirsten Dunst, è uno dei migliori film di avventura della storia del cinema. Due ragazzini, Caleb e Benjamin, seppelliscono una cassa misteriosa sotto terra nel 1869 che viene riscoperta 100 anni dopo da Alan Parrish. Aprendola, scopre che all’interno c’è un gioco da tavolo chiamato Jumanji.
Alan gioca con la sua amica Sarah e per una serie concatenata di eventi, Alan viene risucchiato nel gioco e vi rimarrà fino a che non comparirà un cinque o un otto. Sarah rimane spaventata dalla cosa e il gioco rimane sospeso. Dopo 26 anni, Judy e Peter trovano la stessa scatola in soffitta ed iniziano a giocarci. Esce un cinque ed Alan può finalmente tornare nel mondo reale e, quindi, può provare e finire il gioco.
7. Intrigo Internazionale
Per gli amanti dello spionaggio, Alfred Hitchcock è altamente consigliato. Nella fattispecie, si parla di Intrigo Internazionale, uno dei capolavori del Maestro del Brivido, realizzato nel 1959, che vede Cary Grant nei panni del protagonista. Roger Thornhill è un agente pubblicitario che, a causa di un equivoco, viene avvicinato da due uomini che pensano sia un certo George Kaplan e portano con la forza alla villa di Lester Townsend, vicino a Long Island.
Dopo essere riuscito a fuggire e aver detto quello che sapeva alla polizia, che non riscontra nulla di anomalo dopo delle frettolose indagini, Thornill si reca alla sede dell’O.N.U. dove ha scoperto vi lavora Townsend, ma non è la stessa persona della villa.
Via col Vento
Amanti dei film storici, drammatici e di guerra, Via col Vento capita a fagiolo. Realizzato nel 1939 da Victor Fleming (che in realtà è stato uno degli ultimi registi cambiati dalle manie di perfezionismo di David O. Selznick), con Vivien Leigh, Clarke Gable, Hattie McDaniel, Leslie Howard e Olivia De Havilland, il film si basa sull’omonimo libro di Margaret Mitchell.
Il film è ambientato nel periodo pre, durante e post guerra di secessione e vede protagonista la vulcanica e capricciosa Rossella O’Hara, ossessionata dalla figura di Ashley Wilkes che è sposato con Melania Hamilton. Il film racconta il passaggio di Rossella dall’adolescenza all’età adulta, anni fatti di egoismo e dure lotte per la sopravvivenza, di matrimoni sbagliati e di scelte coraggiose, senza contare la storia di amore ed odio tra lei e Rhett Butler.
https://www.youtube.com/watch?v=oFe0ix1Ni5I
Gomorra
Diretto da Matteo Garrone, uscito nel 2008 e tratto dall’omonimo libro di Roberto Saviano, Gomorra è il film che ha rivoluzionato la storia del cinema italiano per la dose di drammaticità, di verità e di crudezza degli eventi. Il film racconta quattro diverse vicende che si alternano tra di loro.
Da Pasquale che lavora in nero per l’alta moda alla faida in corso tra il clan Di Lauro e gli scissionisti, da Franco, imprenditore che fa affari con il Nord Italia per smaltire i rifiuti in maniera illegale, ai delinquenti Marco e Ciro, che sfidano la camorra a fare quello che vogliono.
Tre uomini e una gamba
Primo lungometraggio del trio Aldo, Giovanni e Giacomo, è uscito nel 1997. Il film ripropone alcuni dei loro sketch e si basa sulle avventure che il trio dovrà affrontare nel corso del loro viaggio dal Nord al Sud Italia: i tre, infatti, devono andare da Milano a Gallipoli, dove Giacomo si deve sposare con la terza ed ultima figlia del cavalier Cecconi, imprenditore romano e proprietario de Il Paradiso della Brugola, negozio di ferramenta in cui i tre lavorano come commessi. Questo è diventato, nel corso del tempo, un vero e proprio cult tra i film comici italiani ed uno dei migliori realizzato dal trio.
The Amazing Spider-Man 3 è un film che non ha mai avuto modo di esistere. Pensato come sequel e terzo capitolo della saga di Amazing Spider-Man, a causa di una serie di motivi diversi, si decise di non fargli vedere la luce (era già stato programmato insieme a un 4 film della serie) in favore di un reboot del personaggio.
Questo terzo film aveva tutte la carte in regola per essere un buon prodotto targato Sony, frutto della volontà dello studio di realizzare un propri universo condiviso. In ogni caso si sa già come sia andata a finire: del film non ne è più fatto niente e ad Andrew Garfield è stato poi preferito Tom Holland.
The Amazing Spider-Man 3: il film
The Amazing Spider-Man sarebbe dovuta essere una saga. Già nel giugno del 2013 la Sony aveva fissato la data di uscita di un terzo film, posizionata per il 10 giugno 2016. Di questo film si erano già avute le conferme della presenta di Kurtzman, Orci e Pinkner come sceneggiatori, di Marc Webb alla regia della conferma di Andrew Garfield per il ruolo del protagonista.
Già l’anno successivo la Sony spostò l’uscita del film al 2018, anno in cui era già stata precedentemente fissata la data un futuro quarto film della saga, diventato poi ipotetico poiché sia Garfield che Webb non erano sicuri di tornare nei loro rispettivi ruoli. Già nel luglio del 2014 cominciano a vedere la luce diversi problemi, che fanno spostare il film fino a data da destinarsi fino a quando i due sequel pensati verranno cancellati per fare spazio al reboot Spider-Man: Homecoming, uscito nel 2017, con Tom Holland come protagonista.
Pare che tra Garfield e lo studio non sia corso buon sangue dopo il secondo capitolo della saga, dato che l’attore e lo sceneggiatore Alex Kurtzman avevano già iniziato a lavorare al progetto. In ogni caso, Andrew si è sempre mostrato molto diplomatico anche dopo essere stato messo da parte ed dopo essere stato sostituito dal giovane Tom Holland.
The Amazing Spider-Man 3: 2016
Dopo il ritiro di Sam Raimi da un eventualeSpider-Man 4 a causa delle interferenze dello studio, la Sony Pictures decise di fare un reboot del franchise. La nuova serie dell’uomo ragno ha visto Andrew Garfield come protagonista e Marc Webb come regista. Per la Sony è stata una sfida, poiché la collaborazione tra Sam Raimi e Tobey Maguire è sempre stata determinata da un comprovato successo, conclamato da gli ottimi incassi di tutti e tre i film realizzati.
In ogni caso, lo studio voleva qualcuno di giovane per il ruolo di Peter Parker, sentendo che la storia di Spider-Man è la storia di un ragazzo che prova a diventare un uomo. Mentre alcuni fan hanno espresso tristezza per il fatto di andare a perdere l’interpretazione di Tobey Maguire, altri erano felici del fatto che ci sarebbe stato un altro film sull’uomo ragno di altro tipo. In più, secondo alcuni, non si sarebbe più vista almeno l’espressione confusa di Maguire mentre recita. Questione di gusti.
Il 2012 vede la nascita del primo Amazing Spider-Man. Questo primo film è andato oltre la storia delineata da Raimi e il personaggio andava incontro ha una seria e approfondita psicologia e attaccamento al mondo reale. Questo film ha avuto anche un cast di un certo livello: Denis Leary, Martin Sheen, Sally Field ed Emma Stone. In più, forse la coppia Garfield ed Emma Stone era forse molto più attrattivi di Kristen Dunst e Tobey Maguire. Il film andò bene al box office, registrando anche un ottimo record per essere un reboot. Il film si è anche guadagnato un’ottima critica.
Il seguito, Il potere di Electro, non ha avuto il successo del precedente, sia di critica che di pubblico: il consenso generale era che gli interpreti avevano fatto un buon lavoro, ma ci sarebbe stato molto da fare per realizzare un ottimo film come era stato per il primo.
Nonostante ciò, la Sony aveva già programmato i numeri 3 e 4 della saga, previsti, rispettivamente, per il 10 giugno 2016 e per il 4 maggio 2018: il piano non comprendeva solo la resurrezione di Gwen Stacy e di suo padre, ma anche che Gwen sarebbe diventata una sorta di Spider-Gwen che ha avuto il suo debutto fumettistico nel 2015 (Gwen avrebbe gli stessi poteri di Spider-Man e sarebbe di un’altra dimensione). L’idea della Sony era quella di creare un universo per competere con il Marvel Cinematic Universe, usando, ironicamente, dei personaggi concepiti dalla Marvel.
The Amazing Spider-Man 3: trama
Per questo terzo film era stato confermato Paul Giamatti per il ruolo di Rhino. Marc Webb aveva dato per certa la sua presenza alla lavorazione del terzo film, mentre avrebbe fornito solo qualche consulenza per il successivo quarto: cosa non presa di buon auspicio. Alla fine, entrambi i film vennero cancellati.
È stato strano che lo studio, che aveva in mente grandi piani per il personaggio, li ha subito rimossi. I perché della questione sono diversi, tra cui, probabilmente il fatto di non aver trovato la giusta sceneggiatura o il fatto di aver avuto qualche disaccordo tecnico. Il terzo capitolo di Amazing Spider-Man, stando alle rivelazioni di Marc Webb, ci sarebbe stato il Goblin, interpretato da Chris Cooper, e ci sarebbe stato anche un nuovo personaggio che si sarebbe fatto chiamare Il Gentiluomo.
In questo terzo capitolo l’Uomo Ragno sarebbe entrato in possesso di una formula che, con il suo utilizzo, avrebbe potuto riportare in vita le persone defunte. L’ipotesi era quella di far tornare in vita il cap. Stacy, Gwen Stacy e zio Ben.
The Amazing Spider-Man 3: Venom
Mentre si pensava alla realizzazione del terzo e quarto capitol del franchise, la Sony aveva anche pianificato la realizzazione di film incentrati sui villain: i Sinistri SeieVenom. Questi film sarebbero stati essenziali per realizzare un universo condiviso targato Sony, sulla scia di quello Marvel. Venom è stato poi realizzato e distribuito il 4 ottobre 2018 in Italia: diretto da Ruben Fleischer, il protagonista è stato interpretato da Tom Hardy.
Per il crociato di Gotham la Batsuit è un po’ come la seconda pelle, un modo per celare se stesso al mondo e le sue debolezze ma anche fonte di potere e accessori che usa per combattere il crimine. D’altronde Bruce Wayne non è il classico supereroe e senza il suo costume Batman non esisterebbe; da questa “tuta” – che nel tempo è stata disegnata e progettata in vari modi – ricava tutta l’energia necessaria per trasformare la sua vulnerabilità in vantaggio, come raccontato sui fumetti e al cinema.
Ma quali Batsuit vorremmo vedere, prima o poi, sul grande schermo? Ecco 10 candidate:
Terra Uno
Se paragonata alle altre Batsuit, è evidente che quella di Terra Uno Batman sia più “grezza” senza discostarsi troppo dal tipico costume moderno del Cavaliere Oscuro; e se a prima vista può essere facilmente confuso con quello di Batman Inc., c’è una differenza chiave: la configurazione del simbolo sul petto di Bruce Wayne. Similmente ad altri precedenti batsuit, qui vediamo uno sfondo giallo dietro l’iconico pipistrello, ma a cambiare è la forma (da ovale a esagonale).
New 52
Quando si dice che la semplicità, a volte, è l’arma vincente, e in questo caso niente potrà mai battere l’elementare ma accattivante combinazione di nero e grigio, quindi: stiamo parlando della Batsuit indossata dal nostro eroe nei fumetti di The New 52, dove l’unico elemento bizzarro è la cintura giallo brillante. Finora l’unico esempio di costume che si è adattato a questa formula è quello di Ben Affleck in Batman Vs Superman e Justice League, che per certi versi sembra la giusta continuazione di quello di Christian Bale in The Dark Knight Returns.
Lanterna Verde
Anche se esiste più di una versione di Batman in Green Lantern, solo nella più recenti storie di Dark Nights: Metal vediamo il personaggio di Earth-32 come un omicida capace di corrompere il potere dell’anello. È qui che Bruce Wayne viene condotto alla nave precipitata di Abin Sur e incontra l’alieno Lanterna Verde, prendendo il mantello e iniziando a combattere il crimine. La tuta che indossa è la perfetta combinazione di una batsuit con la classica uniforme delle lanterne.
Batman Inc
Lo sfondo giallo per il simbolo del pipistrello appare per la prima volta nei fumetti degli anni ’60 e grazie al suo utilizzo nel film del 1989 diretto da Tim Burton con Michael Keaton, questo iconico segnale è diventato globalmente riconoscibile. Secondo lo sceneggiatore Grant Morrison, il cinecomic ha contribuito alla progettazione della tuta di Batman nella serie a fumetti di Batman Incorporated dove Bruce Wayne trasforma il suo alter-ego in una specie di franchigia, reclutando vigilanti che possano unirsi alla sua crociata in tutto il mondo.
Batman: Arkham City
Tutto, nella serie di Arkhamverse di Rocksteady, sembra già pronto per un adattamento cinematografico: dall’incredibile colonna sonora agli archi narrativi dei personaggi, passando per l’incredibile batsuit di Batman: Arkham City che richiama il design di Jim Lee con il caratteristico “cappuccio”. Il Cavaliere Oscuro non è mai apparso così cattivo e feroce…
Kingdom Come
Nei fumetti di Kingdom Come seguiamo un Batman anziano chiedere aiuto per tornare ad operare come vigilante, e la batsuit disegnata da Alex Ross è a dir poco spettacolare. Difficilmente riproducibile sul grande schermo, se non grazie all’intervento degli effetti speciali, vede il crociato di Gotham con un’uniforme metallica a cui sono stati apportati elementi come cannoni e altre armi.
Batman Beyond
Mentre i fan attendono il fatidico momento in cui le storie di Batman Beyond di Terry McGinnis vengano adattate per il grande schermo, riportiamoci con la mente a questa batsuit estremamente semplice ma dall’impatto notevole. Si tratta di un completo total black con la particolarità del dettaglio rosso nel simbolo del pipistrello e sulla cintura, oltre alla mancanza del mantello. Qualcosa di mai visto prima al cinema.
Jim Lee
Per molti fan, poche storie su Batman potranno essere all’altezza di quelle di Jim Lee sul personaggio, a partire dal design della stessa batsuit che solo apparentemente appare semplice. In realtà l’uso del colore quasi vibrante, talvolta opaco, che va da sfumature blu ad altre grigie, fa di questa uniforme un pezzo pregiato della collezione di Bruce Wayne. La cintura poi e il simbolo del pipistrello sono la ciliegina sulla torta.
Gotham By Gaslight
Nei suoi adattamenti animati per il piccolo schermo, invece del suo tipico mantello nero abbiamo visto Batman indossare un trench in Gotham By Gaslight che richiama un look steampunk, forse difficile da portare al cinema, ma sicuramente coraggioso e quasi “vittoriano”.
Flashpoint
Il design della batsuit di Thomas Wayne in Flashpoint è diventato ben presti uno dei preferiti dei fan, che ad un primo sguardo potrebbe risultare quasi uno standard per il Cavaliere Oscuro, eppure la combinazione di colori e il modo in cui il vestito si adatta a questo supereroe lo rende unico.
Candidato democratico alla presidenza, Hart vide sfumare qualsiasi possibilità di vittoria quando trapelò sui giornali la notizia di una sua ipotetica relazione extraconiugale con la modella Donna Rice Hughes. Per la prima volta il gossip sulla vita privata dei politici occupò le prime pagine dei giornali.
The Front Runner tratto da una storia vera
The Front Runner – Il vizio del potere è la versione cinematografica del regista Jason Reitman ed è tratto dal romanzo del 2014, All the Truth Is Out, di Matt Bai. Reitman, che ha introdotto il film in sala durante la cerimonia di apertura a Torino, racconta una storia diversa dai suoi precedenti lavori. Il film è una riflessione intensa su moralità e giornalismo, il declino pubblico di un uomo, Gary Hart, e della sua corsa alla Casa Bianca. Non solo: è un punto di vista insolito sul rapporto tra vita pubblica e l’erosione del concetto di privacy, attraverso una storia che forse non era nota ai più, e che rende questo lavoro -sicuramente nulla di nuovo rispetto ai classici racconti attorno agli scivoloni di uomini politici- godibile al pubblico.
Quanto la vita di un uomo di successo possa essere compromessa da una debolezza, amplificata dai media, e quanto le conseguenze possano influenzare il corso degli eventi, e addirittura della storia di un paese? Reitman apre la kermesse di Torino con un film ‘scolastico’: pochi fronzoli, molta attenzione sui fatti storici, attraverso sale e ambienti ricostruiti in maniera impeccabile. La pellicola però ha un ritmo altalenante: momenti di alta tensione sono poi smorzati da cali di alcune dinamiche narrative che rallentano la fruizione.
Tutto si fa per il pubblico
Quello che resta del film di Reitman è il punto di vista: quello del pubblico, comprimario all’interno della narrazione. Tutto si fa per il pubblico: l’opinione scandisce le sue azioni per tutta la durata della pellicola fino al grande rifiuto finale. Così il film è come se avesse due anime: una prima parte in cui tutto è frenetico, in cui la corsa alla vittoria è portata con impeto sullo schermo, e il senso di tutto è una competizione a perdifiato tra chi riesce a compiacere di più.
Sul finale, Hart decide di rallentare. Ti uscire da questo meccanismo di compiacimento e di dover tutelare la propria vita, a costo di perdere tutto quello per cui ha lottato. Così la pellicola rallenta e si distende, perde in tensione e forse rotola a fatica verso un finale scontato, che poteva essere però l’unico possibile.
Mentre è al cinema nei panni dello sceriffo di Nottingham in Robin Hood – L’Orgine della Leggenda, Ben Mendelsohn si sta preparando ad arrivare al cinema in Captain Marvel, con un altro personaggio che appartiere alla sfera del villain.
Dopo essere stato Orson Krennic in Rogue One: A Star Wars Story, Sorrento in Ready Player Onee lo sceriffo in Robin Hood, adesso Mendelsohn sarà Talos, uno Skrull, una razza di mutaforma extraterrestre, nel prossimo film Marvel.
In un’intervista con The Hollywood Reporter, Mendelsohn ha discusso del film in uscita e dell’impatto dei film sui supereroi, in generale.
“Penso che ci sia qualcosa di veramente speciale qui, e che tutto deriva da una sceneggiatura finemente realizzata, è assolutamente bellissima”, ha detto Mendelsohn di Captain Marvel. Quando si è arrivati alla domanda se c’è o meno saturazione per il genere, l’attore si è detto contrario.
“Se guardi al business del cinema, sia come business che come arte, i film di supereroi hanno le migliori possibilità di realizzare un grande impatto culturale e artistico al momento”, ha spiegato.
I film Marvel devono ancora perdere il loro vigore, con tre film in uscita solo per il 2019 (Captain Marvel, Avengers 4 e Spider-Man: Far From Home). “Potremmo essere in grado di ottenere un capolavoro, o anche tre, da questo genere”, ha aggiunto.
Quando si parla del fatto che Captain Marvel è il primo film del MCU in cui la protagonista è donna, l’attore ha notato: “Ovviamente questo è un grande momento per la Marvel e, auspicabilmente, un cambiamento radicale per l’inclusione e la diversità nel settore”.
Il film è anche il primo nel MCU ad essere diretto da una donna, Anna Boden, che condivide il ruolo con il suo partner di lunga data, Ryan Fleck. Mendelsohn ha già lavorato con loro prima in Mississippi Grind del 2015. “La cosa che mi piace di più del film, oltre al ricongiungimento con Anna e Ryan, è che il mio personaggio interagisce quasi con tutti gli altri (…) questa è la bellezza di essere l’antagonista”.
Vi ricordiamo che alla regia di Captain Marvel con protagonista Brie Larson, ci sono Anna Boden e Ryan Fleck. Il film invecearriverà al cinema l’8 marzo 2019.
Il cast ufficiale: Brie Larson, Samuel L. Jackson, Ben Mendelsohn, Djimon Hounsou, Lee Pace, Lashana Lynch, Gemma Chan, Algenis Perez Soto, Rune Temte, McKenna Grace, Clark Gregg, Jude Law, Annette Bening.
La sinossi:
Basato sul personaggio dei fumetti Marvel apparso per la prima volta nel 1968, il film segue Carol Danvers mentre diventa uno degli eroi più potenti dell’universo. Quando la Terra viene coinvolta in una guerra galattica tra due razze aliene, è lì che Captain Marvel interverrà. Ambientato negli anni ’90, il cinecomic è un’avventura tutta nuova che racconterà un periodo inedito nella storia dell’universo cinematografico Marvel.