La star di “Harry
Potter” Daniel Radcliffe si apre nuovamente sui
continui commenti di J.K. Rowling contro le donne
trans, dicendo che “mi rende davvero triste“. In una nuova
intervista rilasciata
all’Atlantic, Radcliffe ha dichiarato di non aver più avuto
contatti diretti con la Rowling dopo i suoi tweet del giugno 2020,
criticati da molti come anti-trans. “Mi rende davvero triste,
in definitiva“, ha detto a proposito della situazione.
“Perché guardo alla persona che ho conosciuto, ai tempi in cui
ci siamo incontrati, ai libri che ha scritto e al mondo che ha
creato, e tutto questo è per me così profondamente
empatico“.
“Ho lavorato con il Trevor
Project per 12 anni e mi sarebbe sembrato, non so, un’immensa
codardia non dire qualcosa“, ha detto Radcliffe all’Atlantic.
“Volevo cercare di aiutare le persone che erano state colpite
negativamente dai commenti. E dire che se quelle sono le opinioni
di Jo, allora non sono le opinioni di tutti coloro che sono
associati al franchise di ‘Potter‘”. Radcliffe ha poi
riconosciuto che “Harry
Potter” “non sarebbe esistito senza” la Rowling,
“quindi niente nella mia vita sarebbe probabilmente accaduto
nel modo in cui è senza quella persona“. Ma, ha continuato,
“questo non significa che devi le cose in cui credi veramente a
qualcun altro per tutta la vita“.
La nuova dichiarazione
di Daniel
Radcliffe in merito arriva dopo che, il mese scorso,
la Rowling ha risposto a un utente su X affermando di aspettarsi
delle scuse da Radcliffe e Emma Watson, anche lei
dichiaratasi distante da quanto espresso dalla scrittrice.
All’epoca, Radcliffe decise di rilasciare una dichiarazione
attraverso il Trevor Project – un’associazione di beneficenza LGBTQ
a cui era associato da tempo. Quando gli è ora stata chiesta una
nuova risposta a quanto dichiarato dalla Rowling, Radcliffe si è
limitato a dire: “Continuerò a sostenere i diritti di tutte le
persone LGBTQ e non ho altri commenti da fare“.
Shōgun,
il dramma storico di FX acclamato dalla critica, ha concluso la
scorsa settimana il suo ciclo di 10 episodi e Anna
Sawai è stata universalmente elogiata per la sua
interpretazione della tragica Toda Mariko. Tra le voci di
nomination agli Emmy, la star vista anche
Monarch: Legacy of Monsters sarà ora sicuramente sommersa
di offerte cinematografiche e non ci sarebbe da sorprendersi se
prima o poi le venisse proposto un ruolo da supereroe.
Sawai ha dunque parlato della sua
carriera e del suo potenziale trasferimento a Hollywood a
THR, rivelando che la sua grande occasione sarebbe potuta
arrivare molto prima, ma l’impegno con la sua band J-Pop, le FAKY,
l’ha costretta a perdere l’occasione di fare il provino per il
ruolo di Katana in Suicide
Squad del 2016. “Dopo la formazione – più anni di
formazione – o sei fortunato e ti unisci a un gruppo, o debutti
come cantante solista, o te ne vai“, ha spiegato Sawai.
“Mi sono detta: “Questa è la mia
occasione!”. Poi sono andata dal mio manager e mi ha detto: ‘Non
puoi fare l’audizione’. In pratica mi hanno detto che se fossi
stata via per più di un mese, le ragazze [gli altri membri delle
FAKY] non avrebbero avuto nulla da fare. Sembrava che mi stessero
davvero vincolando e, a causa del mio contratto, non potevo
andarmene fino al momento in cui me ne sono effettivamente andata
[nel 2018]“.
Naturalmente, non è detto che la
Sawai avrebbe effettivamente ottenuto la parte, e anche se l’avesse
ottenuta, potrebbe non aver fatto molto per il suo status. Katana è
stata infine interpretata da Karen Fukuhara, star
di The
Boys, e sebbene abbia fatto un buon lavoro, il personaggio
non era esattamente posizionato per essere un punto di riferimento,
tant’è che Fukuhara ha poi ottenuto una buona popolarità solo
grazie alla serie di Prime Video.
Nonostante l’amore diffuso che lo
show ha ricevuto negli ultimi mesi, la risposta al rinnovo o meno
di Shōgun
per una seconda stagione sembra un secco no. Questo è supportato
dai recenti commenti dei creatori dello show, Rachel
Kondo e Justin Marks, che hanno entrambi
ribadito che lo show è sempre stato pensato come una serie limitata
a una sola stagione. Kondo e Marks sembrano più che soddisfatti del
punto in cui la serie è stata lasciata, e lo ribadiscono
ulteriormente nella dichiarazione che segue:
“Abbiamo portato la storia alla
fine del libro e abbiamo messo un punto alla fine della frase.
Amiamo il modo in cui finisce il libro; è stata una delle ragioni
per cui entrambi sapevamo di volerlo fare, e abbiamo concluso
esattamente in quel punto. In passato mi è capitato di assistere a
episodi come questo, in cui si costruisce un’intera fabbrica che
produce solo 10 auto e chiude i battenti. È una rottura. Uno dei
nostri produttori ha scritto un manuale di istruzioni di quasi 900
pagine su come realizzare questo show, lungo quasi quanto il libro
Shogun.
C’era dentro tutta questa conoscenza infrastrutturale. Spero solo
che qualcun altro, magari un amico, abbia bisogno di un manuale di
produzione sul Giappone feudale, così potrò dire: “Ecco, usa questo
libro. Ti farà risparmiare 11 mesi‘”.
È chiaro che Rachel Kondo e
Justin Marks tengono in grande considerazione il romanzo
originale di James Clavell e hanno voluto raccontare la storia nel
modo più accurato possibile, aggiornandola per il pubblico moderno.
Hanno certamente ragione sul fatto che il libro originale ha un
finale potente e chiaro, quindi ha senso che Kondo
e Marks non vogliano stravolgerlo troppo. Terminare una serie nel
suo momento migliore e abbandonarla finché si è in vantaggio ha
certamente i suoi vantaggi. Dopotutto, Shōgun
è stato ripetutamente paragonato a Game of
Thrones, uno show che ha infamemente cercato di adattare
materiale al di là dei libri, con una conclusione disastrosa.
C’è grande attesa per il sequel di
M3GAN
(qui
la recensione), dopo che il film horror fantascientifico
acclamato dalla critica ha ottenuto ottimi risultati al botteghino.
Questo secondo film dedicato alla ultraprotettiva bambola,
intitolato M3GAN
2.0, è ufficialmente in fase di sviluppo, ma ancora
poco o nulla sappiamo a riguardo. Deadline riporta però ora che la
star di AhsokaIvanna Sakhno si è unita al cast. Non sono stati
forniti dettagli sul suo personaggio, ma si parla di un “ruolo
importante“. Sakhno si unisce dunque alle star del film
originale Allison Williams e Violet
McGraw.
Sakhno ha interpretato la mercenaria
Shin Hati, sensibile alla Forza, nella serie Disney+ di Star
Wars e dovrebbe riprendere il ruolo anche nella
seconda stagione. Prima di rivedere Sakhno nella galassia
lontana lontana, però, è dunque probabile che faccia prima la sua
comparsa nell’universo di M3GAN
2.0, la cui uscita in sala – inizialmente prevista per
il 17 gennaio 2025 – è ora stata fissata al 16 maggio
2025. Mentre dunque continuano i preparativi per il film,
si attende di sapere quale ruolo l’attrice avrà all’interno di
questo sequel.
M3GAN 2.0: cosa sappiamo del film
M3GAN vede Williams
(Girls, Get
Out) nei panni di Gemma, una brillante robotica di
un’azienda di giocattoli che utilizza l’intelligenza artificiale
per sviluppare una bambola a grandezza naturale programmata per
essere la più grande compagna di un bambino e la più grande alleata
di un genitore. Dopo aver ottenuto inaspettatamente la custodia
della nipote orfana, Gemma chiede l’aiuto del prototipo M3GAN, ma,
come ci si potrebbe aspettare, le cose non vanno esattamente
secondo i piani.
Il film si conclude con Gemma e Cady
che riescono a distruggere la forma fisica di M3GAN, ma non si può
tenere a bada una buona bambola assassina troppo a lungo, ed è
fortemente implicito che la coscienza dell’I.A. sia stata
trasferita nel dispositivo smart home Alexa di Gemma. Akela
Cooper, autrice del primo film, si occuperà nuovamente
della sceneggiatura insieme a Gerard Johnstone,
che tornerà anche alla regia. Ulteriori dettagli sulla trama di
M3GAN
2.0 sono ancora sconosciuti, anche se il produttore
James Wan ha dichiarato che il sequel
esplorerà ulteriormente l’universo delle AI.
Robert Downey Jr. non accetta le lamentele di
Chris Hemsworth su Thor nel Marvel Cinematic Universe.
Nell’ambito di una recente intervista a Vanity
Fair, la star di Thor ha infatti rivelato di essersi sentito
frustrato nell’interpretare l’eroe asgardiano in quattro film
standalone e in diversi altri film degli “Avengers“.
“A volte mi sentivo come una guardia di sicurezza per la
squadra“, ha ammesso Hemsworth. “Leggevo le battute degli
altri e pensavo: ‘Oh, loro hanno cose molto più fighe. Si divertono
di più. Cosa sta facendo il mio personaggio?”. Si trattava sempre
di dire: ‘Hai la parrucca. Hai i muscoli. Hai il costume. Dov’è
l’illuminazione?”. Sì, faccio parte di questa grande cosa, ma
probabilmente sono abbastanza sostituibile“.
Downey ha però respinto la
frustrazione di Hemsworth, dichiarando alla rivista: “Prima di
tutto, Thor come personaggio è stato molto difficile da adattare –
un sacco di limitazioni implicite – ma lui e Ken Branagh hanno
capito come trascenderlo, renderlo in qualche modo relazionabile ma
simile a un dio”. “Hemsworth è, a mio parere, la psiche
più complessa di tutti gli Avengers“, ha aggiunto Downey.
“Ha arguzia e gravitas, ma anche tanta moderazione, fuoco e
dolcezza“. Downey ha poi elogiato Hemsworth e l’arco delle sue
performance nei film Marvel “Thor:
Ragnarok“, “Avengers:
Infinity War” e “Avengers
Endgame” come “una formidabile tripletta“.
Robert Downey Jr. e Chris Hemsworth
torneranno nel MCU?
Sebbene la Marvel non abbia ancora
confermato il ritorno dell’Iron Man di Robert Downey Jr. e del Thor di Chris Hemsworth, entrambi gli attori hanno
espresso interesse a rimettere i loro costumi da supereroi per il
grande schermo. Hemsworth vuole dare ai fan della Marvel il film su
Thor che meritano, dopo aver fallito con “Thor:
Love and Thunder” del 2022 (“Mi sono fatto prendere
dall’improvvisazione e dalla stravaganza, e sono diventato la
parodia di me stesso“,
ha detto l’attore). Downey, nel frattempo, il mese scorso ha
dichiarato alla rivista Esquire che sarebbe
sicuramente disposto a interpretare nuovamente Iron Man, anche
se non tutti sembrano
ben disposti ad un ritorno del personaggio.
Roberto Andò è uno di
quei registi che negli ultimi anni ha regalato al cinema italiano
film in grado di suscitare domande e riflessioni, spesso attraverso
l’utilizzo di generi diversi. Da Viva la libertà a
Le confessioni, da
Una storia senza nome e
fino Il bambino nascosto. Con quello che ad oggi è il suo
ultimo film, La
stranezza (qui
la recensione) si è poi riconfermato come uno dei più
interessanti registi attivi oggi in Italia. Distribuito nel 2022,
il film porta a riscoprire la figura di Luigi
Pirandello attraverso una storia che, nel pieno
dell’intenzione celebrativa dell’autore premio Nonel, si muove tra
realtà e finzione, divertendo ma anche sollevando importanti
riflessioni sulla natura umana.
Candidato a ben 14 David di
Donatello (vincendo poi quelli per Miglior sceneggiatura originale,
Miglior produttore, Miglior costumista e Miglior scenografo), il
film ha dunque presentato una serie di elementi che hanno subito
attirato l’attenzione della critica e del pubblico, facendo
registrare incassi superiori ai 5 milioni di euro. Si tratta dunque
di uno dei maggiori successi per un film italiano negli ultimi
anni, favorito anche da un crescente passaparola che ha permesso di
rendere tale pellicola sempre più popolare. Indubbiamente la
presenza dei tre principali protagonisti, Toni Servillo e il duo
Ficarra e Picone ha aiutato in
tal senso.
Grazie ora al suo passaggio
televisivo, è dunque questo un titolo da non perdere, meritevole
anzi di più visioni affinché si possano cogliere le sue numerose
sfumature che tanto ci dicono dell’arte cinematografica e teatrale
quanto dell’essere umano e della vita. In questo articolo,
approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a
La
stranezza. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alla
storia vera a cui si ispira. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di La stranezza
Nel 1920, Luigi
Pirandello torna per motivi personali in Sicilia e
all’arrivo a Girgenti apprende della morte dell’amata balia Maria
Stella. Al funerale incontra due becchini, Nofrio
e Bastiano, esseri singolari che per diletto
praticano anche il teatro. Sempre più incuriosito dal fascino
singolare dei due becchini, Pirandello decide di spiarne le prove e
assiste alla prima della loro nuova farsa: La trincea del
rimorso, ovvero Cicciareddu e Pietruzzu. Durante lo
spettacolo, però, accade un evento imprevisto che costringe Nofrio
e Bastiano a interrompere la rappresentazione. Per Pirandello,
presente tra il pubblico, sarà la scintilla che darà forma a quella
stranezza che aveva in mente da un po’.
Ad interpretare Luigi Pirandello vi
è l’attore Toni Servillo, mentre Sebastiano “Bastiano”
Vella e Onofrio “Nofrio” Principato sono interpretati
rispettivamente dal duo comico Salvatore Ficarra e
Valentino Picone. I due sono poi stati candidati
insieme come Miglior attore protagonista ai David di Donatello.
Fanno poi parte del cast l’attrice Giulia Andò nel
ruolo di Santina Vella, sorella di Sebastiano e amante di Onofrio,
mentre l’attore Rosario Lisma è Mimmo Casà e
Aurora Quattrocchi è la balia Maria Stella.
L’attrice Donatella Finocchiaro interpreta invece
Maria Antonietta, mentre Luigi Lo Cascio è il capocomico
e Renato
Carpentieri fa una breve comparsa nel ruolo dello
scrittore Giovanni Verga.
La storia vera e il significato del film
Nel pieno rispetto della poetica
pirandelliana, dove verità e finzione si mescolano continuamente,
anche il film presenta una combinazione di vicende e personaggi
realmente esistiti e altri invece pura invenzione degli
sceneggiatori Roberto Andò, Ugo
Chiti, Massimo Gaudioso. La
stranezza propone dunque un ipotetico antefatto
all’ideazione di Sei Personaggi in cerca
d’autore, inscenando la vicenda di due personaggi in
realtà mai esistiti: i becchini appassionati di teatro
Nofrio e Bastiano. Questi
personaggi servono infatti al film unicamente come presenza che
scatena l’intuizione in Pirandello di quel qualcosa a cui non
riusciva a dare forma.
Nel corso del film, l’autore premio
Nobel è infatti quasi un personaggio secondario, più spettatore che
non attivamente coinvolto nelle vicende. Egli si limita ad
osservare le loro vicende teatrali, trovando ispirazione in esse
per quella serie di tematiche che gli interessava affrontare e che
confluiranno poi in Sei Personaggi in cerca d’autore. Se
dunque gli elementi biografici di Pirandello sono ispirati alla
realtà, dal suo ritorno in Sicilia per il compleanno di
Giovanni Verga fino agli accenni riguardanti la
salute di sua moglie Maria Antonietta Portulano.
Dal momento in cui incontra Nofrio e Bastiano, però, subentra la
finzione.
Sarà dunque osservando le situazioni
di vita quotidiana che i due becchini teatranti portano in scena,
con i loro paradossi, contraddizioni e quelle maschere indossate
per rispettare certe convenzioni, che Pirandello sviluppa l’idea
per Sei Personaggi in cerca d’autore. Opera che, come
mostrato nel finale del film, verrà poi accolta in modo
contrastante al momento della sua prima il 9 maggio del
1921 al Teatro Valle. Il pubblico presente in sala scatenò
infatti una vera e propria rivolta nei confronti di Pirandello,
accusandolo di averli ingannati con una farsa. Nel 1923 l’opera
diverrà però uno dei maggiori successi di Pirandello e lo porterà a
ricevere il Premio Nobel nel 1934.
Per quanto riguarda Nofrio e
Bastiano, invece, il finale del film solleva dubbi non sulla loro
reale esistenza, che sappiamo non trovare conferme nella realtà,
bensì sulla loro effettiva presenza nelle vicende del film. Quando
nel finale Pirandello chiede all’assistente di scena se i biglietti
per i due becchini siano stati ritirati, questi gli dice di non
aver mai ricevuto disposizione di invitare nessuno che
corrispondesse a quei nomi, lasciando il grande autore in preda ai
dubbi. Anche Nofrio e Bastiano sono dunque personaggi inventati
dalla mente di Pirandello? Possibile che l’autore abbia immaginato
tutte le vicende dei film, assistendo dunque ad un mero
manifestarsi dei fantasmi della sua mente?
Sono domande che si pongono anche
gli spettatori di una rappresentazione dei Sei personaggi in
cerca d’autore. Cos’è vero e che cos’è falso? Dove inizia la
persona e dove il personaggio? Nel sollevare tali domande mentre
racconta la finta genesi della vera opera, La
stranezza si dimostra dunque intenzionato a replicare
a sua volta gli espedienti del testo di Pirandello, suscitando
medesime domande e riflessioni sulla natura umana e i confini tra
persona e personaggio. Il film, dunque, ci racconta della celebre
opera non in modo lineare ma ricorrendo a quel teatro nel teatro e
a quella frammentazione della linea temporale teorizzata da
Pirandello, per il quale la vita non segue un corso lineare.
Il trailer di La
stranezza e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di La
stranezza grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple
TV e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 1° maggio alle ore
21:30 sul canale Rai 1.
Quasi dieci anni fa, quando il
MCU era in piena espansione e la
Fase 3 era di gran moda, i Marvel
Studios erano alla ricerca di un attore che incarnasse in
modo convincente il personaggio che oggi è uno dei supereroi più
popolari del franchise: Doctor
Strange. All’epoca, Joaquin Phoenix (Joker:
Folie à Deux) sembrava un candidato sicuro per il ruolo, e il
vincitore dell’Oscar era già in procinto di recitare nel
blockbuster. Ma poi… se n’è andato. Cosa è successo? In una lunga
intervista con SlashFilm, il regista di
Doctor Strange Scott Derrickson ha parlato del
processo di ricerca dell’attore perfetto e ha rivelato cosa è
successo con Phoenix.
Durante l’intervista,
Derrickson ha rivelato che, per quanto fosse
entusiasta di Joaquin Phoenix, ha sempre voluto che Benedict Cumberbatch (Sherlock) interpretasse
lo Stregone Supremo. Il problema era che c’era un conflitto di
programmazione e
Cumberbatch non sarebbe stato disponibile per le riprese nel
periodo stabilito dai Marvel Studios per il film.
Inoltre, per quanto a Joaquin Phoenix piacesse l’idea di diventare
Stephen Strange, aveva delle riserve sul fatto di firmare
un contratto per più film con la Disney.
Questo non ha impedito a Joaquin Phoenix di incontrare Derrickson e di
ascoltare ciò che il regista aveva da dire. Derrickson ha
dichiarato a SlashFilm che hanno “trascorso un paio di
lunghi pomeriggi” insieme e che è rimasto
“davvero colpito” dall’approccio di Phoenix al
ruolo e dal processo sull’approccio ai personaggi dell’attore.
Derrickson ha anche aggiunto di aver pensato che Phoenix stesse iniziando ad aprirsi alla
possibilità di diventare il volto di Doctor Strange.
Joaquin Phoenix “Non ha mai fatto
parte del MCU”, afferma Scott Derrickson
La mente di Derrickson stava ancora
giocando con l’idea di Cumberbatch, tuttavia, e
per quanto amasse Phoenix, alcune cose stavano
diventando chiare per entrambi:
“Ho incontrato un gruppo
di attori e Joaquin è stato quello con cui ho passato più tempo.
Mentre continuavamo a parlare, mi è stato chiaro che Joaquin non
apparteneva a quel film e probabilmente non è mai appartenuto al
MCU. È un ragazzo molto specifico, con obiettivi molto specifici
come attore e un modo molto specifico di recitare. Credo che sia
diventato chiaro a entrambi che forse non era il caso di farlo,
ecco come si è arrivati a questo punto“.
Non è difficile immaginare il tipo
di coinvolgimento che Joaquin Phoenix voleva avere con il mondo dei
supereroi. Dopo aver visto Joker, è chiaro che
l’attore era interessato a qualcosa che gli offrisse molto più
margine di manovra per provare a giocare, senza necessariamente
legarsi troppo al canone del personaggio. Per quanto riguarda
Doctor Strange, Derrickson alla fine ha convinto i
Marvel Studios e la Disney a spostare l’intero programma di riprese
per accogliere Benedict Cumberbatch, ed è abbastanza facile
capire che è stata la mossa giusta.
Da allora, Steve è diventato
M.I.A., anche se il suo destino finale non è
ancora stato rivelato. Tuttavia, con il
Multiverso in gioco, ci sono infinite possibilità per
quanto riguarda il ritorno di Capitan America in Avengers:
Secret Wars.
Durante il fine settimana, è
stato riferito che Chris Evans è ormai un punto fermo per
quel film. Se da un lato prevediamo che si riunisca agli altri sei
Vendicatori originali nel ruolo del Cap “classico”, dall’altro
scommettiamo che l’attore interpreterà anche alcune varianti
diverse. Di seguito, troverete alcune delle possibilità più
eccitanti, intriganti e probabili…
Soldier Supreme
Introdotto durante l’evento
Infinity Wars del 2018, il Soldato Supremo è
un’amalgama di Capitan America e Doctor
Strange.
Non solo possiede la forza,
l’agilità e le abilità di combattimento potenziate di Cap, ma il
Soldato Supremo esercita anche la padronanza di
Stephen Strange sulla magia e sugli artefatti mistici (rendendolo
un supereroe formidabile su più fronti).
In questo modo Chris Evans avrebbe la possibilità di
fare qualcosa di nuovo in un ruolo a cui è legato dal 2011,
interpretando uno Steve simile a quello che tutti conosciamo e
amiamo, anche se con un tocco magico diverso da quello che abbiamo
visto prima d’ora.
Zombie CAP
Abbiamo già visto un
Capitan America non-morto in What
If…?, ma quello Steve Rogers non era altro che uno zombie barcollante.
Tuttavia, se i Marvel Studios ci portano in un
mondo di zombie più in linea con quanto visto sulla pagina, Evans
potrebbe subire una rivelazione davvero sorprendente.
Onestamente, saremmo felici di
vederlo trasformarsi nella Variante animata per una o due scene, ma
il Colonnello Rogers sarebbe ancora meglio.
Un tempo Presidente degli Stati
Uniti, è stato responsabile della trasformazione di Spider-Man e
trasformato in un cattivo mangia-cervelli da nientemeno che il
Teschio Rosso. Immaginate i Vendicatori che
pensano di aver trovato Cap su un’altra Terra, solo per essere
accolti da questo!
Cap-Wolf
Nei fumetti, Steve è stato
trasformato in un lupo mannaro in una storia che si è svolta sulle
pagine di Capitan America #402 e #403. Infettato da un virus creato
da Nightshade, Cap ha mantenuto la sua coscienza
umana ma ha anche ceduto agli istinti primordiali di un lupo
mannaro.
Cap-Lupo è diventato un beniamino
dei fan e in seguito è stato reintrodotto come variante di
Terra-666 in un mondo in cui i Vendicatori erano dei mostri.
Tuttavia, nonostante il suo aspetto bestiale, Cap-Wolf era un eroe
tanto quanto la sua controparte della Terra-616. Basterebbe un po’
di VFX per trasformare Chris Evans in un Capitan America che non
avremmo mai immaginato di vedere in live-action.
Old Man Rogers
I Marvel Studios non hanno ancora
stabilito se lo Steve Rogers della Terra 616 sia vivo o
morto. Sappiamo che ha viaggiato indietro nel tempo per ottenere il
suo lieto fine con Peggy Carter, tornando poi nel presente
per donare il suo scudo a Sam Wilson.
Supponendo che Steve sia ancora
vivo, potrebbe tornare in azione come Old Man
Rogers. Indossando l’armatura e utilizzando il siero del
Super Soldato che gli scorre nelle vene, sarebbe
bello vedere Chris Evans esplorare i limiti dell’eroe
prima di essere probabilmente riportato alla sua giovinezza. Sarà
anche il suo Vartiant della Terra-616 (sì, stiamo
barando un po’), ma bisogna ammettere che sarebbe uno spasso
vederlo sullo schermo!
President Rogers
In diverse realtà, esistono
versioni di Capitan America che sono diventate
Presidente degli Stati Uniti. Abbiamo persino
intravisto uno di loro nella prima stagione di What
If…?
Questa variante potrebbe fondersi
con un’altra; ad esempio, pensiamo che sarebbe fantastico vedere un
gruppo di Vendicatori viaggiare in un’altra realtà, entrare nella
Casa Bianca e trovare il colonnello Rogers non morto seduto dietro
la scrivania (come abbiamo accennato sopra).
Che si tratti di un Capitan America
tirannico che detiene il potere nello Studio Ovale o di una
Variante che ha cambiato il suo mondo in meglio, c’è qualcosa di
interessante in questo concetto che Avengers: Secret Wars ha la possibilità
di esplorare.
Hydra Cap
A proposito di varianti malvagie di
Capitan America, non ce ne sono di peggiori di questa. Nelle pagine
di Capitan America, abbiamo appreso che Steve era stato
segretamente un fedele agente dell’HYDRA fin dall’infanzia, anche
se è seguita una retcon che ha fatto sì che il Cubo Cosmico avesse
semplicemente riscritto la realtà.
Alla fine, il Cap dell’HYDRA e lo
Steve normale sono diventati due personaggi separati, rendendo più
facile per i fan accettare che un doppelganger abbia fatto tutte le
cose contro cui l’eroe si batte.
Siamo tutti entusiasti di vedere
Chris Evansbrandire
di nuovo lo scudo, ma se fosse un Capitan America malvagio che, nel
suo mondo, è fedele all’HYDRA? Naturalmente, vorrebbe ancora
salvare il
Multiverso per il proprio tornaconto e, senza dubbio, avrebbe
una dinamica affascinante con i veri eroi della Terra-616.
Di recente abbiamo appreso che la
quarta e ultima stagione di Superman e
Lois ha ufficialmente terminato le riprese, e la star
Elizabeth Tulloch ha ora deciso di dare un addio
affettuoso al suo personaggio di Lois Lane.
“Quanto sono fortunata
ad aver potuto abitare le ossa, il cervello e il cuore di questa
donna negli ultimi 6 anni, 4 dei quali in #supermanandlois. Lois
Lane è stata un’icona per tutto il tempo in cui lo è stato Superman grazie alla sua
ferocia, alla sua etica del lavoro, alla sua determinazione, alla
sua giocosità, al suo impegno nel trovare la verità, non importa a
quale costo“.
L’attrice ha poi ringraziato il
cast e la troupe dello show e ha augurato la migliore fortuna a
James Gunn che si prepara a riportare
l’Uomo d’Acciaio sul grande schermo con
Superman,
ill reboot del DCU attualmente in lavorazione.
“Auguro la migliore fortuna
a @jamesgunn e al resto del cast e della troupe, e in particolare a
@rachelbrosnahan – sono sicuro che sarai una Lois meravigliosa e
non vedo l’ora di vedere cosa farai con questo ruolo. Divertiti
tantissimo, io so di essermi divertita“. Rachel
Brosnahan ha poi risposto:
“Congratulazioni a tutta la squadra! E grazie per questo
bellissimo passaggio di testimone“.
Poiché internet è oscuro e pieno di
strambi, alcuni hanno criticato la star di La meravigliosa
signora Maisel per non aver citato Amy Adams, che è stata l’ultima attrice a
interpretare Lois sul grande schermo (anche se stava chiaramente
rispondendo al tag di Tulloch). Non abbiamo ancora visto Rachel
Brosnahan nei panni di Lois Lane, né in una foto
ufficiale né sul set, ma Gunn ha recentemente condiviso uno scatto
dietro le quinte dell’attrice insieme alla co-star David Corenswet
in occasione del Superman Day.
Superman, tutto
quello che sappiamo sul film di James Gunn
Superman,
scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting ha
portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel
casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi,
Anthony Carrigan,
Nicholas Hoult e Nathan Fillion. Sean Gunn, María
Gabriela de Faría, Terence Rosemore, Wendell Pierce, Sara Sampaio,
Anthony Carrigan, Pruitt Taylor Vince completano il
cast.
Il film è stato anche descritto
come una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
“Superman è il vero fondamento
della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman
è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei
personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei
film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn
durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Il film uscirà nelle sale l’11 luglio
2025.
Anche se
Kang non sarà dimenticato – una delle sue varianti
dovrebbe ancora essere la minaccia principale della Saga del Multiverso – lo scrittore di
Loki e
Doctor Strange nel Multiverso della Follia Michael
Waldron sta ora revisionando la sceneggiatura di
Avengers 5, dopo che Jeff Loveness ci aveva provato
per primo a scrivere il film.
Quest’ultimo sarebbe stato
licenziato dal progetto poco dopo l’uscita del sequel di
Ant-Man, mentre il regista di Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli
Destin Daniel Cretton è passato a Wonder Man e al
sequel di Shang-Chi.
Non si sa molto dei prossimi film
sui Vendicatori (il sesto capitolo è ancora intitolato Secret
Wars), ma lo scooper @MyTimeToShineH sostiene di aver
appreso l’identità di cinque personaggi che saranno
fondamentali in questa avventura.
Chi saranno i protagonisti di
Avengers 5?
Si tratta di Capitan America
(Sam Wilson), Spider-Man, Moon Knight,
Hulk e She-Hulk.
Non è stato fornito alcun contesto
aggiuntivo, anche se in precedenza è stato riferito che
Spidey guiderà la propria squadra in questo film.
Il Capitan America del MCU dovrebbe essere assolutamente al centro
dell’attenzione, mentre è giunto il momento di riabbracciare
Moon
Knight dopo il grande cliffhanger di Jake Lockley.
Come può questo film affrontare
questo aspetto e il posto di Moony nel più ampio MCU Questo è
ancora da vedere. Per quanto riguarda Hulk e sua
cugina She-Hulk, non uno ma due supereroi potenti
saranno fondamentali per ribaltare le sorti di quella che potrebbe
essere un’altra guerra multiversale. Non ci aspettiamo un’altra
stagione di
She-Hulk: Attorney at Law, quindi il passaggio di
Jennifer Walters al franchise degli Avengers è un passo logico.
“È davvero un sistema di
classificazione per il pubblico che ci segue“, ha
detto l’anno scorso il presidente dei Marvel Studios
Kevin Feige a proposito della
Saga del Multiverso.
“Serve a tenere traccia di come i pezzi si incastrano
al loro posto. Non tutti i film della Saga dell’Infinito si sono
concentrati sulle
Pietre dell’Infinito o su
Thanos, e sarà così anche nel
5 e nel
6. Ma ci stiamo preparando. Ma ci stiamo
preparando“.
“Sapete, sto per
compiere 23 anni alla Marvel. È un periodo lungo. Non è proprio
metà della mia vita, ma è quasi metà della mia vita. [Molti di noi
sono insieme da dieci anni o più. E lo facciamo solo perché siamo
così entusiasti e innamorati del potenziale di ciò che possiamo
fare in futuro“.
“Le trame che si
intrecciano attraverso la
Fase 5 e
6 fino a Secret
Wars e le opportunità che il multiverso offre a livello di
narrazione sono un aspetto completamente nuovo del MCU”, ha
concluso il dirigente.
Di recente abbiamo saputo che era
in fase di sviluppo un film live-action basato
sulla serie di fumetti fantasy/horror Avengelyne di Rob
Liefeld, e abbiamo alcuni interessanti aggiornamenti
svelati da Deadline.
Come riportato in precedenza, il
progetto sarà diretto da Olivia Wilde (Don’t
Worry Darling), con la LuckyChap, la
società che Margot Robbie gestisce insieme a Tom
Ackerley e Josey McNamara, e Simon
Kinberg, a bordo per la produzione. Ora abbiamo appreso
che la Warner Bros è in trattativa per chiudere un accordo a sette
cifre per i diritti cinematografici del film e che lo sceneggiatore
di Poor
Things Tony McNamara ha firmato la sceneggiatura.
Gli addetti ai lavori hanno anche
confermato che Margot Robbie è interessata a
interpretare il ruolo principale, ma sembra che la sua decisione
dipenderà dalla sceneggiatura. Una prima versione del film
era in lavorazione dal 2013, con l’ex attrice di The
MandalorianGina Carano come protagonista.
Di cosa parla Avengelyne?
Il fumetto Avengelyne è stato
creato da Liefeld e Cathy Christian ed è incentrato su un angelo
caduto che combatte le forze del male. “Avengelyne ha risuonato
in modo così forte con il pubblico perché la sua storia di
redenzione è così simile a quella di un personaggio”, ha dichiarato
Liefeld. “Un angelo caduto, condannato a redimersi servendo
l’umanità, la Terra è un ambiente estraneo per lei, che deve
adattarsi per salvare se stessa e l’umanità. Il suo dilemma è fonte
di umorismo in mezzo al grande motore della trama che guida il suo
viaggio“.
La sinossi di Deadline recita:
“Avengelyne è un angelo che combatte le forze del male e spesso
si trova faccia a faccia con demoni e mostri. È stata la guerriera
più temuta della Casa della Guerra del Cielo, avendo fatto
irruzione da sola nel Pandemonio, la fortezza esterna dell’Inferno,
per affrontare il Diavolo in persona. È un angelo caduto, bandito
dal Paradiso da Dio dopo essere stato ingannato e aver messo in
dubbio il suo amore per gli umani. Avengelyne è stata privata di
tutte le sue capacità angeliche, a parte la sua grande forza e il
suo sangue che, una volta estratto dal suo corpo, può essere usato
come arma o come miracolo una volta potenziato citando i versetti
della Bibbia. Avengelyne usa i suoi poteri per combattere i demoni
sulla terra e viene preparata per essere l’ultima speranza
dell’umanità in un prossimo Armageddon“.
Olivia Wilde si è fatta conoscere come attrice
prima di attirare l’attenzione con il suo debutto alla regia, il
film Booksmart, un film sull’adolescenza del 2019.
Ha poi diretto il discusso thriller del 2022 Don’t Worry
Darling ed è prossimamente impegnata nella regia di
Naughty della Universal, di cui LuckyChap è anche
produttore.
L’episodio di questo mercoledì di X-Men
’97 dà il via a un finale in tre parti intitolato
“La tolleranza è l’estinzione“. Con Bastion deciso
a porre fine all’umanità mutante e un esercito di “Prime
Sentinelle” a disposizione, gli eroi sembrano destinati ad
affrontare la loro sfida più difficile.
Abbiamo una lunga lista di domande
senza risposta in queste puntate, tra cui il ruolo che
Magneto giocherà nel processo ora che è in mano a
Bastion e se il viaggio nel tempo sarà usato per
annullare il genocidio che ha avuto luogo su
Genosha (e che ha portato alla morte di
Gambit).
Grazie a Toonado.com, abbiamo una
nuova clip dell’episodio 8 che vede Ciclope, Jean Grey e
Cable in fuga da un esercito di Sentinelle e che si legano
come solo questi mutanti sanno fare.
Jean non è tecnicamente la madre di
Nathan, ovviamente, ma il suo clone (Madelyne Pryor) sì. Questo
sneak peek ricco di azione dimostra che non si scherza con i
Summers (come dice Scott), e speriamo che Cable
diventi un membro permanente degli X-Men dopo il suo ritorno a sorpresa/origine
in questo revival.
“C’era la possibilità,
credo, di mantenere la promessa degli X-Men“, ha
detto in precedenza il responsabile Marvel Studios per la TV, lo
streaming e l’animazione Brad Winderbaum a proposito del seguito di
X-Men: The Animated Series. “Gli X-Men sono una storia
di personaggi che vivono in un mondo complicato come il nostro. E
dal punto di vista tematico, raccontare una storia degli X-Men
significa onorare questo aspetto, secondo me“.
“C’era qualcosa in
quella serie originale su Fox Kids dopo la scuola che sembrava
incontrare il pubblico dove si trovava. Non era una serie per
bambini che ti parlava male, era una serie per bambini che ti
onorava come essere umano e onorava il modo in cui vedevi il mondo
fuori dalla tua finestra e ti faceva sapere che anche altre persone
lo vedevano“, ha aggiunto. “Anche se sei
un bambino che sta ancora trovando la sua voce, non sei solo. E se
c’è una cosa che il nuovo show può far rivivere, spero sia proprio
questa“. Di seguito la clip:
La nuovissima serie X-Men
’97, composta da 10 episodi, è arrivata in streaming a
partire dal 20 marzo. La serie rivisita l’epoca iconica degli anni
‘90, con il gruppo di mutanti che usa i propri poteri straordinari
per proteggere un mondo che li odia e li teme, vengono messi alla
prova come mai prima d’ora, costretti ad affrontare un nuovo futuro
pericoloso e inaspettato.
Il cast delle voci nella versione
originale include Ray Chase (Ciclope),
Jennifer Hale (Jean Grey), Alison
Sealy-Smith (Tempesta), Cal Dodd
(Wolverine), JP Karliak nel ruolo di Morph,
Lenore Zann nel ruolo di Rogue, George
Buza nel ruolo di Bestia, AJ LoCascio
(Gambit), Holly Chou (Jubilee), Isaac
Robinson-Smith (Alfiere), Matthew
Waterson (Magneto) e Adrian Hough
(Nightcrawler).
Deadpool &
Wolverine si sta avvicinando rapidamente e le nuove
immagini promozionali del film mettono in primo piano il Merc
with the Mouth e le sue strampalate varianti. Abbiamo scatti
in alta risoluzione di Kidpool, Babypool, Dogpool e
Headpool (che si dice sia la testa mozzata dell’Arma XI di
X-Men Origins: Wolverine). Nessuno di loro è stato
mostrato nei trailer del film, il che suggerisce che il piano
prevede che le varianti siano per lo più tenute nascoste.
C’è anche un grande scatto di
Hugh
Jackman vestito da Wolverine e molti pezzi
accattivanti con i “migliori Bubs” del MCU che assumono pose diverse
insieme. Sebbene abbiamo visto molte varianti di Wade
Wilson, è probabile che i camei più importanti del film siano
tenuti nascosti fino alla fine del film. Un attore che possiamo
apparentemente dimenticare di vedere in Deadpool &
Wolverine è la star di X2: X-Men UnitedBrian Cox.
Alla domanda di The Starting Line se è previsto che
riprenda il suo ruolo del malvagio William Stryker,
l’attore ha risposto: “Non ne ho sentito
parlare“.
E ha aggiunto: “No,
voglio dire, ho fatto Stryker, e poi l’hanno rifatto in Australia,
e il mio amico Danny Huston ha interpretato Stryker. Danny è un mio
vecchio amico, quindi non mi sento… ma continuavo a pensare perché
non me l’hanno chiesto. Quando queste cose finiscono, tendo a
lasciarle andare. Non mi soffermo su nulla. Voglio dire, se
vogliono farlo con l’altra parte sono affari
loro“.
Date un’occhiata alle ultime
immagini promozionali di Deadpool e Wolverine negli X post qui
sotto.
Deadpool &
Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di
Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia
dell’atteso progetto. Hugh Jackman
uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere
il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli
ufficiali della storia di Deadpool &
Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds,
non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la
serie di film di Deadpool – l’unica parte del
franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da
parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano
svolti in un universo diverso.
Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al
contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman,
viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi
presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e
Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche
altri X-Men possano fare la loro
comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della
Marvel comparsi sul
grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben
Affleck.
Una voce recente afferma che anche
Liev Schreiber
sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo,
Morena Baccarin
(Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie
Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e
Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni
dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in
franchising Emma Corrin (The
Crown) e Matthew
Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora
segreti. Un recente report afferma inoltre che la TVA di Loki,
incluso l’agente Mobius (Owen Wilson) e
Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool &
Wolverineuscirà nei cinema il 26 luglio
2024.
Il Regno del Pianeta delle Scimmie, l’ultimo
capitolo del franchise rilanciato del Pianeta delle
Scimmie, arriverà nelle sale tra dieci giorni esatti e la
20th Century Studios ha rilasciato un po’ di nuovo materiale
promozionale, tra cui un trailer finale ricco di azione e di nuove
riprese.
Il teaser ci dice qualcosa di più
sulla nuova scimmia protagonista, Noa, e ci rivela perché ha una
vendetta contro il tirannico Proximo Caesar. Sentiamo anche parlare
Mae, e sembra che la ragazza umana sia pienamente consapevole che
il mondo apparteneva al suo popolo prima della rivolta delle
scimmie.
Questo significa che KOTPOTA
chiuderà il cerchio degli eventi? È possibile, ma potremmo vedere
almeno un altro film prima che le cose inizino a collegarsi al
Pianeta delle scimmie originale. Guardate il nuovo trailer di
Il Regno del Pianeta delle Scimmie,
insieme a due featurette di seguito:
Tutto quello che sappiamo su
Il Regno del Pianeta delle Scimmie
La sinossi ufficiale di
Il Regno del Pianeta delle Scimmie (Kingdom of the Planet of
theApes) riporta:
“Alcuni gruppi di scimmie non hanno mai sentito parlare di
Cesare, mentre altri hanno distorto il suo insegnamento per
costruire imperi fiorenti.In questo scenario, un leader
delle scimmie inizia a schiavizzare altri gruppi per trovare la
tecnologia umana, mentre un’altra scimmia, che ha visto il suo clan
essere preso in ostaggio, intraprende un viaggio per trovare la
libertà. Una giovane donna umana, intanto, diventa la chiave per la
ricerca di quest’ultimo, anche se ha dei piani tutti
suoi.”
Il regista Wes Ball dà nuova vita
all’epico franchise ambientato diverse generazioni dopo il regno di
Cesare, in cui le scimmie sono la specie dominante che vive in
armonia e gli umani sono costretti a vivere nell’ombra. Mentre un
nuovo tirannico leader delle scimmie costruisce il suo impero, una
giovane scimmia intraprende uno straziante viaggio che la porterà a
mettere in discussione tutto ciò che conosceva sul passato e a fare
scelte che definiranno un futuro sia per le scimmie che per gli
umani.
Il Regno del Pianeta delle Scimmie è diretto da Wes
Ball (trilogia di Maze Runner) ed è interpretato da
Owen Teague (It), Freya
Allan (The Witcher), Kevin
Durand (Locke & Key), Peter
Macon (Shameless) e William H.
Macy (Fargo). La sceneggiatura è di Josh
Friedman (La guerra dei mondi), Rick Jaffa & Amanda Silver
(Avatar: La Via dell’Acqua) e
Patrick Aison (Prey), basata sui personaggi creati da Rick
Jaffa & Amanda Silver. Il film è prodotto da Wes Ball, Joe Hartwick
Jr. (Maze Runner), Rick Jaffa, Amanda Silver e Jason Reed
(Mulan), mentre Peter Chernin (trilogia de Il
Pianeta delle Scimmie) e Jenno Topping (Le Mans ’66 – La
grande sfida) sono i produttori esecutivi. Il film è atteso in
sala il 10 maggio.
Non è il modo ideale per dare una
prima occhiata al mostro rosso, ma i peluche non erano esattamente
dettagliati. Ora, grazie ad alcune nuove immagini promozionali,
possiamo finalmente dare un’occhiata al design del personaggio.
L’immagine non è delle più chiare,
ma ci dà comunque un’idea abbastanza precisa di cosa aspettarci
dalla versione di
Brave New World del trasformato Presidente
Generale Thaddeus “Thunderbolt” Ross (Harrison
Ford). E no, non sembra che si farà ricrescere i baffi
quando si trasformerà!
Un paio di settimane fa sono state
diffuse le prime foto ufficiali del film, che mostrano Anthony
Mackie nei panni del redivivo Sam
Wilson, dotato dell’iconico scudo di vibranio di Steve
Rogers, e la nostra nuova Sentinella della Libertà che
incontra Ross, il quale incaricherà Wilson di riformare i
Vendicatori.
Nel filmato proiettato al CinemaCon
all’inizio di questo mese, Ross accoglie Wilson alla Casa Bianca
per lodarlo per il suo passato eroismo, ma il caos si scatena
quando la musica attiva alcuni assassini agenti dormienti, tra cui
Isaiah Bradley di Carl Lumbly, che tentano di
eliminare il Presidente.
Quello che sappiamo sul film
Captain America: Brave New World
Captain America: Brave New World riprenderà da dove si
è conclusa la serie Disney+The Falcon and the Winter
Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson (Anthony Mackie)
dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il
regista Julius Onah (Luce, The Cloverfield
Paradox) ha descritto il film come un “thriller
paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno del Leader
(Tim Blake Nelson), che ha iniziato la sua
trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile Hulk
del 2008.
Secondo quanto riferito, la star di
Alita: Angelo della BattagliaRosa
Salazar interpreta la cattiva
Diamondback. Nonostante dunque avrà degli elementi
al di fuori della natura umana, il film riporterà il Marvel Cinematic
Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già
fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad ora,
il film è indicato come uno dei titoli più importanti della
Fase 5.
Immagina di svegliarti un giorno e
scoprire che tutto ciò che conosci e ami è destinato a scomparire
per sempre. La tua casa, la tua famiglia, i tuoi amici e persino la
tua stessa vita. Cosa faresti se ti restassero solo 200
giorni su questa Terra?
È su questo interrogativo che si
basa la tragica storia di Addio alla Terra (titolo
originale 종말의 바보), il nuovo emozionante k-drama
distopico di Netflix con protagonisti gli attori Ahn
Eun-jin (Hospital Playlist, My Dearest, The
Good Bad Mother) e Yoo Ah-in (Burning,
Hellbound, Alive). Diretta da Kim Jin-min
(Extracurricular, My Name) e scritta da Jeong
Seong-joo (Secret Affair, Heard It Through the
Grapevine), la serie è ispirata al romanzo The
Fool At the End of the World (Shūmatsu no
Fūru) di Kōtarō Isaka, autore giapponese già
noto al pubblico italiano per l’opera I sette killer dello
Shinkansen da cui è stato tratto l’adrenalinico thriller di
David Leitch, Bullet Train.
La serie, composta da 12
episodi di circa un’ora ciascuno, è disponibile su
Netflix da venerdì 26 aprile 2024.
“Oggi, domani e ogni giorno, aspettiamo la fine.
Insieme.”
È la primavera del 2025 quando la
pacifica città di Woongcheon, in Corea del Sud, si ritrova
improvvisamente sconvolta da caos e illegalità. La spaventosa
notizia di un asteroide in rotta di collisione con la
Terra, che minaccia di devastare gran parte dell’Asia,
inclusa la penisola coreana, getta la città nel panico ed entra in
vigore la legge marziale. Le scorte di cibo e medicine
diminuiscono, scoppiano guerre civili, i detenuti fuggono dalle
prigioni, i bambini vengono rapiti sempre più frequentemente dai
trafficanti di esseri umani e alcune sette religiose prendono il
sopravvento.
In questo sfondo
apocalittico, a soli 200 giorni dalla fine, quattro amici
d’infanzia – la coraggiosa insegnante Se-kyung (Ahn
Eun-jin), il giovane prete Sung-jae (Jeon
Seong-woo), la ex comandante In-a (Kim
Yoon-hye) e il brillante scienziato Ha Yun-sang
(Yoo Ah-in) – lottano per proteggere il proprio
quartiere e gli ultimi bambini rimasti dall’oscurità dei
criminali.
Mentre il conto alla rovescia verso
la fine del mondo prosegue implacabile, i cittadini di Woongcheon
si sforzano di affrontare l’inevitabile con coraggio e
determinazione, confrontandosi con i loro rimpianti e con
il futuro che è stato loro negato.
Addio alla Terra – In foto l’attrice Ahn Eun-jin nei panni di Jin
Se-kyung.
“Un posto senza speranza è l’inferno”
Addio alla Terra catapulta
il pubblico nella ormai disastrata e sofferente cittadina di
Woongcheon con una precisa premessa: “Questa storia
mostra gli ultimi giorni della gente della nostra
città”. Ed è esattamente ciò che accade: episodio
dopo episodio, infatti, la narrazione intreccia le vite dei
personaggi, principali e secondari, per raccontare tutta la
rabbia, l’odio, il dolore e la profonda depressione dei
loro ultimi giorni sulla Terra. Tra adorabili fugaci momenti di
felicità e dolorosi avvenimenti, il regista Kim Jin-min tenta
quindi di catturare su schermo come reagirebbe l’umanità
innanzi alla fine, e lo fa attraverso gli sguardi di
differenti generazioni: dalla fievole speranza dei bambini
destinati a non vedere mai la luce del mondo e quelli che non
avranno mai la possibilità di diventare grandi, fino alla forte
disperazione degli adulti e la solitudine degli anziani.
I tre moschettieri + 1
Tra tutti i personaggi, quello di
Se-kyung emerge senza dubbio come il più
complesso e interessante della serie. Se-kyung si
distingue fin dal primo episodio come una vera e propria
“eroina alle prime armi”. È, infatti, la prima a
combattere con coraggio e a rischiare la propria vita per
rivendicare i bambini perduti (per cui i sensi di colpa non la
lasciano riposare) e proteggere gli ultimi rimasti. In un mondo in
cui la catastrofe imminente ha spazzato via ogni certezza, Se-kyung
trova nel suo impegno per i bambini una ragione per andare
avanti, una fiamma di speranza che la spinge ad affrontare
il pericolo con dedizione.
Addio alla Terra – In foto l’attrice Kim Yoon-hye nel ruolo di Kang
In-a.
Ma nonostante le nobili intenzioni e
la grande forza morale che guidano il personaggio di Se-kyung, la
sua figura non riesce del tutto a risultare convincente. Nel corso
degli eventi, infatti, sembra che il suo personaggio si annulli
progressivamente, con la sua unica funzione narrativa che appare
sempre più limitata alla sola necessità di assicurare che
il sacrificio dei bambini perduti non sia vano. Così,
l’evoluzione e la profondità emotiva di Se-kyung vengono
sacrificate a vantaggio di un ritratto più “eroico”, ma meno
plausibile.
Il vortice di vendetta, confusione e
irrazionalità che segue Se-kyung travolge ingiustamente anche il
personaggio di Yoo Ah-in. Yun-sang decide di
tornare a casa per condividere gli ultimi istanti sulla Terra con
Se-kyung, ma il suo ritorno sembra non avere un impatto
significativo sul corso degli eventi e sul destino dei
protagonisti. Fin dai primi istanti del suo ritorno, il suo
personaggio sembra relegato all’ombra di Se-kyung.
Yun-sang appare al pubblico come un protagonista
passivo, il cui ruolo pare definirsi principalmente dalla
sua dipendenza emotiva.
Addio alla Terra – In foto l’attore Jeon Seong-woo nel ruolo di Woo
Sung-jae.
Diversa è invece la situazione per i
personaggi di Jeon Seong-woo e Kim Yoon-hye: pur avendo ruoli
minori, il giovane prete Sung-jae e l’ex comandante
In-a (che acquisisce un valore aggiunto anche per il suo
riferimento alla comunità LGBTQ+, un aspetto tutt’altro che comune
nella serialità sudcoreana) mostrano un’evoluzione
significativa nel corso della storia, riuscendo a creare
un forte legame emotivo con il pubblico. Infatti, mentre il
rispettoso e gentile Sung-jae, deluso dalle istituzioni
ecclesiastiche, decide di rinunciare ai suoi voti per vivere gli
ultimi giorni come un fedele laico; In-a, dopo una vita dedicata a
proteggere gli altri, trova il coraggio di congedarsi, liberandosi
del peso delle sue responsabilità e mettendosi in viaggio per
riscoprire se stessa.
Non è tutta colpa di Yoo Ah-in!
Sarà davvero una sfida impossibile
per l’opera di Kim Jin-min guadagnarsi un posto nell’ambita Top10
di Netflix. Al di là del significativo sabotaggio ricevuto
in patria a causa della partecipazione dell’attore Yoo
Ah-in, indagato lo scorso anno per uso di droghe (e si sa
quanto può essere severa e impietosa l’opinione pubblica
sudcoreana), Addio alla Terrafatica a imporsi
come un adattamento degno dell’opera di Isaka.
Nonostante il superamento del ritmo
troppo lento e ripetitivo dei primi episodi, infatti, il pubblico
non riesce mai a sentirsi completamente coinvolto dalla narrazione.
Sebbene l’intento registico di Kim Jin-min e Jeong Seong-joo sia
lodevole nel creare un mondo distopico il più autentico e
realistico possibile, rinunciando del tutto al fantasy
(che invece caratterizza i celebri k-thriller apocalittici quali
Sweet Home
e Hellbound), Addio alla Terra finisce per
accontentarsi di una trama piatta e
depotenzializzata che, oltre a compromettere la capacità
dell’opera di mantenere viva l’attenzione e l’interesse nel corso
della visione, non riesce a trasmettere appieno
l’emozione e l’impatto che ci si aspetterebbe dallo
scenario apocalittico dell’opera di Isaka.
Thor:
Love and Thunder ha ricevuto un’accoglienza
contrastante da parte dei fan. Il sequel del MCU ha esteso
ulteriormente il tono stravagante e comico di Thor:
Ragnarok. Tuttavia, in una recente intervista,
l’attore Chris Hemsworth ha espresso un certo rammarico
per questa direzione del film e ha parlato di dove ritiene che il
progetto sia andato storto.
Chris Hemsworth
dice di “non aver fatto centro” con Thor: Love and
Thunder
In un’intervista con Karen Valby di
Vanity Fair, Chris Hemsworth ha parlato di ciò che non
ha funzionato nella sua quarta uscita da solista nei panni del
Dio del Tuono. Ha espresso il suo rammarico per aver
puntato maggiormente sulla commedia nel sequel. Ha spiegato:
“Mi sono fatto prendere dall’improvvisazione e
dalla stravaganza e sono diventato la parodia di me stesso. Non
sono riuscito ad atterrare”.
All’inizio dell’intervista,
Chris Hemsworth ha descritto i motivi
della sua frustrazione nel ruolo di Thor. Ha dichiarato che gli
altri Vendicatori avevano archi caratteriali migliori, mentre lui
come Thor si sentiva solo “una guardia di
sicurezza per la squadra“. Poi, Thor:
Ragnarok ha modificato il personaggio. Ha permesso a
Chris Hemsworth di utilizzare le sue doti
comiche naturali per la parte.
Ma dopo l’arco di tre film in
Thor:
Ragnarok, Infinity
War e Endgame,
il personaggio è diventato quasi completamente comico in Love
and Thunder. La combinazione con gli archi narrativi
più seri di
Jane Foster e
Gorr il Macellaio ha prodotto risultati
contrastanti per i fan delle precedenti apparizioni di Thor nel
MCU.
L’accoglienza critica e commerciale
di Thor:
Love and Thunder non è stata così eccezionale come
quella dei precedenti tre film di Chris Hemsworth nel MCU. Dopo l’uscita del
film, Hemsworth ha parlato con Josh Horowitz per
l’Happy Sad Confused Podcast e ha detto che secondo lui Thor ha
bisogno di un drastico cambio di tonalità per il futuro.
A24 collaborerà
nuovamente con Danny e Michael Philippou di
Talk to
Me per un nuovo film horror con Sally
Hawkins intitolato Bring
Her Back.
Dopo il successo della loro unione
per il film horror del 2023 Talk to Me, A24 e i coniugi Philippous hanno
deciso di riunirsi per altri progetti, soprattutto se si considera
che Talk to Me è stato il titolo horror di A24 che
ha ottenuto il miglior risultato sul mercato nazionale.
Bring Her Back riunirà A24 e i
Philippou
Sally Hawkins non
è estranea al cinema di genere, avendo recitato in La forma dell’acqua di Guillermo Del
Toro e
Godzilla: King of the Monsters di Michael Dougherty. È nota
soprattutto per i ruoli drammatici in film come
Spencer, Submarine, Un’educazione,
Happy-Go-Lucky.
La trama di Bring
Her Back è attualmente sconosciuta, ma il film si
aggiunge ai progetti che i Philippous stanno già sviluppando, con
un
sequel di Talk to Me e un progetto di
documentario ispirato al loro viaggio nel mondo del
deathmatch wrestling underground
internazionale.
Talk to Me è stato
uno dei film horror più apprezzati del 2023, con un’interpretazione
di spicco della protagonista Sophie Wilde. Il film
ha consacrato il duo di registi australiani Philippous come una
nuova ed entusiasmante voce del genere. Samantha Jennings e
Kristina Ceyton della Causeway Films produrranno
Bring
Her Back. L’inizio della produzione è previsto per
l’estate del 2024.
Per quanto il cinema possa essere
un’arte in grado di produrre opere complesse e intricate, talvolta
ciò che il pubblico cerca è una semplice e rassicurante storia a
lieto fine. Film come The idea of you sono
perfetti per i momenti in cui serve una commedia romantica per
evadere, anche solo per un po’, dalla realtà. Tratto dall’omonimo
romanzo dell’attrice e scrittrice Robinne
Lee (Sette
anime), The idea of you presenta un cast di
figure già ben affermate nel panorama cinematografico
internazionale.
Anne Hathaway (Oscar come miglior attrice non
protagonista per
Les Misérables) interpreta qui la protagonista Solène, mentre
l’attore Nicholas Galitzine (Bottoms)
è nel ruolo di Hayes.
The idea of you: l’amore ai tempi
del Coachella
Solène è una madre divorziata,
proprietaria di una piccola galleria d’arte contemporanea; all’alba
dei suoi quarant’anni vive per la figlia Iz, facendo una vita
tranquilla senza eccessi. Per un caso del destino si ritrova ad
accompagnare la figlia al Coachella, e qui incontra Hayes, pop star
poco più che ventenne. Tra i due si crea immediatamente un legame,
scatta un improbabile colpo di fulmine. Per quanto Solène tema i
suoi sentimenti per Hayes, e soprattutto i giudizi che
deriverebbero da una loro relazione, i due sembrano perennemente
attratti. Ma vivere sotto il continuo giudizio altrui non è facile:
semplicemente alcune volte l’amore non è abbastanza, serve anche il
giusto tempismo.
Un amore senza età
Fin dalla trama diviene chiaro al
pubblico che The idea of you non è certamente una
pellicola di alto spessore come tematiche trattate. Ciò però non
significa che non raggiunga il suo principale scopo di intrattenere
il pubblico. La commedia in sé si mantiene molto leggera, senza
però cadere nella banalità.
Le rom-com tendono a raccontare
prevalentemente storie d’amore tra teenager o giovani: ciò può
essere ricollegabile ad un preconcetto sociale per cui la passione
e l’innamoramento sono ricollegabili più alla gioventù.
L’originalità in The idea of you sta proprio nel
focus sull’età dei due personaggi: Solène ha appena compiuto
quarant’anni, ha una figlia adolescente e un matrimonio alle
spalle, mentre Hayes è nel pieno dei suoi vent’anni, con tanto
successo davanti a sé. Per quanto tra i due ci possa essere un
amore potente, la differenza d’età finisce per essere un
problema.
Solène si mostra fin da subito in
tutta la sua maturità: non riesce a fidarsi di Hayes e cerca di
chiarire dalla prima uscita il loro rapporto. Il peso delle
responsabilità verso sua figlia e gli altri sembra fermarla, finché
non trova la forza di abbandonarsi totalmente a questa folle
passione.
Il temibile giudizio dei
social
Ogni essere umano in una comunità
tende a conformarsi alle leggi sociali qui stabilite, temendo il
giudizio altrui e una forma di esclusione dal gruppo. Questo
fattore viene enormemente amplificato dai social: questi diventano
una sorta di patibolo per tutti i martiri giudicati e condannati
aspramente dalle figure già ben note come haters.
In The idea of you
questo finisce per essere un elemento di rottura: il giudizio
altrui. La paura di essere giudicata negativamente da amiche,
familiari e dalla stessa figlia ferma Solène dal rendere pubblica
la sua relazione con Hayes. Nel momento però in cui la notizia
diviene pubblica gli attacchi sui social e sui magazine diventano
continui e asfissianti, per Solène come anche per Iz.
La realtà presentata sembra sempre
falsa, superficiale: per coloro che vivono sotto i riflettori è
difficile essere visti per loro stessi, o anche solo poter essere
loro stessi. Lo stesso Hayes sottolinea come lui non riesca a
fidarsi facilmente delle persone.
E così viene da sé
bollare le celebrità per ciò che sembrano al feroce pubblico dei
social: Solène non era più una donna con un passato difficile ed un
nuovo amore davanti a sé, ma solo una signora troppo matura, troppo
avanti con l’età per poter stare con Hayes. Le critiche e gli
insulti cechi diventano continui, solo perché Solène non
corrisponde all’ideale della ragazza adatta ad una giovane pop
star.
The idea of you si
presenta come una classica commedia romantica, con un punto di
vista originale. Pur rispettando queste aspettative, la pellicola
non ha niente di più: con alcune mancanze dal punto di vista
tecnico, quali l’utilizzo quasi casuale in poche scene dello split
screen, The idea of you non è certamente un
capolavoro di cinematografia. Ciononostante incanta un pubblico
alla ricerca di una bella storia d’amore, così coinvolgente nella
sua semplicità.
Netflix
ha diffuso il primo teaser di Senna, la
miniserie in 6 episodi sul campione di Formula 1 e leggenda
dello sport, Ayrton Senna, in arrivo solo sulla
piattaforma nel 2024. Attraverso la storica telecronaca di
Galvão Bueno e il grido di vittoria di Senna a
Interlagos nel 1991, le primissime immagini di Senna ricreano il
momento epico in cui il pilota vinse per la prima volta il Gran
Premio di casa, dopo essere rimasto bloccato in sesta marcia.
Il teaser, disponibile da
oggi, racconta i pensieri e le esperienze che hanno portato Ayrton,
interpretato da Gabriel Leone, a quel punto della
sua carriera e rivela anche alcuni personaggi iconici che hanno
fatto parte della sua vita quell’anno, tra cui Xuxa (Pâmela
Tomé), Alain Prost (Matt Mella), il team
principal della McLaren, Ron Dennis (Patrick
Kennedy), e Galvão Bueno (Gabriel
Louchard).
Senna, cosa racconta la miniserie Netflix
Nel corso dei sei episodi,
Senna mostrerà, per la prima volta, il viaggio di trionfi,
delusioni, gioie e dolori di Ayrton, svelando la sua personalità e
le sue relazioni personali. La serie racconterà la storia del tre
volte campione del mondo di Formula 1 dall’inizio della carriera
automobilistica, dal trasferimento in Inghilterra per competere
nella Formula Ford, fino al tragico incidente di Imola, in Italia,
durante il Gran Premio di San Marino.
Con Vicente Amorim come
showrunner e co-regista, insieme a Julia Rezende, Senna è prodotto
da Gullane e creato in collaborazione con Senna Brands e la
famiglia del pilota. L’emozionante storia di uno dei più grandi
eroi dello sport di tutti i tempi vede protagonisti anche Alice
Wegmann (Lilian Vasconcelos, la prima moglie di Ayrton), Camila
Márdila (Vivianne Senna, sua sorella), Christian Malheiros
(Maurinho, il suo amico), Gabriel Louchard (Galvão Bueno), Hugo
Bonemer (Nelson Piquet), Julia Foti (Adriane Galisteu), Marco Ricca
(“Maurão” Senna, suo padre) e Susana Ribeiro (Zaza Senna, sua
madre), oltre a un cast internazionale: Matt Mella (Alain Prost) ,
Kaya Scodelario (una giornalista immaginaria, Laura), Arnaud Viard
(Jean-Marie Balestre), Patrick Kennedy (Ron Dennis), Joe Hurst
(Keith Sutton), Johannes Heinrichs (Niki Lauda), Keisuke Hoashi
(Osamu Goto), Leon Ockenden (James Hunt), Richard Clothier (Peter
Warr), Steven Mackintosh (Frank Williams) e Tom Mannion (Sid
Watkins), tra gli altri.
SENNA
Produttori: Fabiano Gullane e Caio Gullane
Capo Sceneggiatore: Gustavo Bragança
Scritto da: Álvaro Campos, Gustavo Bragança, Rafael
Spínola, Thais Falcão e Álvaro Mamute
Tra i film più celebri della
filmografia di Sergio Leone, e
dell’intera storia del cinema, vi è C’era una volta in
America (qui la recensione), gangster movie dai toni epici che ha consacrato Leone
come uno dei massimi autori del cinema mondiale. Malgrado lo scarso
successo di pubblico alla sua uscita, con il passare degli anni il
film è stato definito unanimemente come uno dei più belli di
sempre, posizionandosi quasi sempre nelle classifiche dei film
preferiti di pubblico e di critica.
Ecco 10 cose che forse non
sai su C’era una volta in America.
La trama di C’era una volta
in America
La vicende del film si svolgono
nell’arco di quarant’anni, e seguono le drammatiche vicissitudini
del criminale David “Noodles” Aaronson e dei suoi
amici, dal loro progressivo passaggio dal ghetto ebraico
all’ambiente della malavita organizzata nella New York del
proibizionismo e del post-proibizionismo.
C’era una volta in America è tratto da un
libro
1. C’è un’ispirazione
letteraria dietro il film.C’era una volta in
America è tratto dal romanzo The Hoods,
pubblicato dallo scrittore Harry Grey nel 1952. Il
romanzo è basato sulle esperienze dello stesso Grey, criminale nei
primi decenni del Novecento e la sua fu una delle poche
autobiografie di un gangster mai pubblicate. Leone, da tempo
desideroso di realizzare un gangster
movie, rimase molto colpito dal libro e scelse di trarne
ispirazione per il suo film, arrivando a definire quella come la
trama che andava cercando ormai da un decennio.
C’era una volta in
America: il cast del film
2. Ha un cast di grandi
attori e giovani debuttanti. Avendo a disposizione un
budget piuttosto elevato, Leone si avvalse di un cast misto,
composto da grandi stelle internazionali e da attori debuttanti.
Protagonista del film è Robert De
Niro, nel ruolo di David Aaronson, a cui si affianca
l’attore James Woods nel ruolo di Maximilian
Bercovicz. Tra gli attori che conobbero la celebrità con il film si
annoverano invece Tuesday Weld, Elizabeth
McGovern e Jennifer
Connelly. Al film partecipò anche
l’attore Joe Pesci in
un piccolo ruolo.
3. Pesci si era proprosto
per un ruolo più importante. L’attore Joe
Pesci, molto amico di De Niro, si era proposto per il
ruolo di Maximilian Bercovicz, ma Leone non lo ritenne adatto per
la parte. Gli propose così di scegliere un qualsiasi altro
personaggio e Pesci scelse così la parte di Frankie,
originariamente più ampia nella sceneggiatura e drasticamente
ridimensionata nella versione finale del film.
4. Jennifer Connelly divenne
celebre grazie al film.
Jennifer Connelly, all’epoca giovanissima, fu notata
da un addetto al casting di un altro film, il quale sapeva che il
regista italiano stava cercando una ragazza da far danzare davanti
alle cineprese. Dopo aver visto la Connelly ballare decise dunque
di proporla a Leone, che la scritturò immediatamente, avviandola
alla carriera cinematografica. Connelly è oggi una delle più
apprezzate attrici della sua generazione ed è anche una vincitrice
di premio Oscar.
5. De Niro cercò di
incontrare un vero boss della malavita. Come suo
solito, Robert
De Nirocercò di prepararsi e approfondire quanto
più possibile il suo personaggio. Per farlo, tra le altre cose,
chiese ripetutamente di poter incontrare il boss della malavita
Meyer Lansky, ma non ottenne mai una risposta
positiva e non ebbe dunque modo di conoscerlo. La sua intenzione
era quella di poter avere da lui qualche dettagli sulla sua vita,
sui suoi modi di fare, traendo così ispirazione per il carattere
del suo personaggio.
C’era una volta in
America: le location del film, dagli USA all’Italia
6. Il film è stato girato in
diverse parti del mondo. Per le riprese del film, Leone
scelse il quartiere Brooklyn di New
York, spostandosi poi anche in New Jersey
per poi andare in Florida, con alcune riprese
effettuate sulla St. Pete Beach del Don
Cesar Hotel. Le scene nell’immaginario cimitero di
Riverdale sono invece state girate nel Woodlawn
Cemetery nel Bronx. Si annoverano poi
diverse location europee: in Francia a
Parigi si è svolta la scena in cui Noodles assiste
alla partenza di Deborah in treno, mentra in
Italia sono state girate molte scene
(soprattutto quelle ambientate negli anni venti e trenta) nei set
di Cinecittà, a Roma, ma anche al
Lido di Venezia per la scena della cena al
ristorante di Noodles e Deborah all’hotel
Excelsior.
C’era una volta in
America: la colonna sonora del film
7. La colonna sonora fu
affidata ad Ennio Morricone. Leone non ebbe mai dubbi su
chi ingaggiare per realizzare la colonna sonora del film, affidando
tale ruolo ad EnnioMorricone,
suo collaboratore di lunga data. La musica del film fu
commissionata con così largo anticipo che veniva ascoltata, seppur
non nella versione orchestrata, sul set durante le riprese. Oggi,
questa è considerata tra i massimi capolavori di Morricone. Il film
contiene però anche brani composti da altri, come
Yesterday di Paul McCartney o un
brano dalla celeberrima sinfonia dell’opera La gazza ladra
di Gioachino Rossini.
C’era una volta in
America non è stato candidato agli Oscar
8. Non ha ricevuto nessuna
nomination al celebre premio. Nonostante sia ricordato
come uno dei maggiori capolavori della storia del cinema,
C’era una volta in America non ricevette nessuna
candidatura ai premi Oscar. Il film aveva ricevuto diverse
nomination ai premi BAFTA e le candidature per la Miglior regia e
la Miglior colonna sonora ai Golden Globe, lasciando immaginare che
in tali categorie il film potesse essere nominato anche agli Oscar,
ma così non fù. Questa “mancanza” nulla toglie però al valore
insindacabile del film.
9. Esistono tre versioni del
film. Versione cinematografica da 139 minuti, Versione
internazionale dal 229 minuti e Versione extended
director’s cut da 251 minuti: sono queste le copie esistenti
del film. La prima lo vede privato di moltissime scene e
caratterizzato da un montaggio che segue l’ordine cronologico degli
eventi. La seconda, distribuita in tutto il mondo tranne che negli
Stati Uniti, è universalmente riconosciuta come la vera
versione, ovvero maggiormente aderente al progetto originario di
Leone. Infine, nel 2012, è stata presentata la extended
director’scut, che include scene precedentemente
tagliate.
C’era una volta in
America: la spiegazione della Teoria del Sogno
10. Leone ha detto la sua
sulla celebre Teoria del Sogno. Il film inizia e finisce
con la stessa scena del 1933, con Noodles che si nasconde in una
fumeria d’oppio. Per questo motivo, alcuni interpretano la storia
come un sogno o una fantasia indotta dalla droga, con Noodles che
ricorda il suo passato e immagina il suo futuro. Gli oppositori di
questa teoria citano però il fatto che la sequenza del 1968 include
vari anacronismi: la musica dei Beatles, la televisione, e
riferimenti alla guerra del Vietnam, gli hippy nella stazione che
discutono su Jimi Hendrix, che ovviamente non esistevano nel 1933 e
quindi Noodles non sarebbe stato in grado di sognarli.
I sostenitori affermano che varie
scene avvalorano la teoria del sogno: per esempio il telefono che
squilla ossessivamente nella mente di Noodles è il sintomo di una
allucinazione ossessiva provocata dall’oppio ed egli viene
immediatamente soccorso da un inserviente della fumeria che gli
passa nuovamente la pipa facendolo immergere nuovamente nella
storia. Alla fine del film, il sorriso di Noodles viene
interpretato come il sollievo, nell’accorgersi di aver solo
sognato, anche se Noodles sorride poco, dopo aver iniziato a fumare
oppio. Lo stesso Leone affermò che secondo la sua visione del
racconto Noodles, grazie all’oppio, ha effettivamente una visione
del suo futuro.
C’era una volta in
America: le frasi più belle del film
Il film è divenuto celebre anche per
le sue numerose frasi entrate nella storia del cinema, che sanno
racchiudere il senso e l’atmosfera del film e dei suoi personaggi.
Ecco alcune delle frasi più belle.
– Nessuno t’amerà mai come ti ho
amato io. C’erano momenti disperati che non ne potevo più e allora
pensavo a te e mi dicevo: “Deborah esiste, è là fuori, esiste!”. E
con quello superavo tutto. Capisci ora cosa sei per me?
(Noodles)
– Il tempo non può
scalfire. (Noodles)
– A me piace da matti la puzza
della strada, mi si aprono i polmoni quando la sento. E mi tira
anche di più. (Noodles)
– Ho rubato la tua vita e l’ho
vissuta al tuo posto. T’ho preso tutto. Ho preso i tuoi soldi, la
tua donna, ti ho lasciato solo 35 anni di rimorso. Per la mia
morte. Rimorso sprecato. (Max)
– Noodles, ci rimangono solo dei
bei ricordi e se adesso uscirai da quella porta nemmeno quelli ti
rimarranno. (Deborah)
– Noodles, cos’hai fatto in
tutti questi anni? – Sono andato a letto presto. (Fat Moe e
Noodles)
Il trailer di C’era una
volta in America e dove vederlo in streaming e in TV
È possibile fruire di C’era
una volta in America grazie alla sua presenza su alcune
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV,
Google Play, Apple TV, Now, Netflixe Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 30
aprile alle ore 21:20 sul canale
Rai 4.
L’attore Vin Diesel è universalmente noto per la saga
di Fast & Furious, che lo
ha reso una celebrità nonché uno dei grandi interpreti del cinema
d’azione. Nel corso della sua carriera, però, questi si è distinto
anche per altri film e ruoli, alcuni dei quali altrettanto famosi e
apprezzati. Dopo Dominic Toretto, il suo personaggio più noto è
certamente quello di Xander Cage, esperto di sport estremi e
protagonista del primo film della trilogia di xXx.
Iniziata nel 2002 e proseguita nel 2005 con xXx 2: The Next
Level, questa ha infine ottenuto un terzo capitolo soltanto
nel 2017. Intitolato
xXx – Il ritorno di Xander Cage, questo è ora diretto
da D.J. Caruso.
Benché questo sia il terzo film, il
personaggio di Cage non era apparso nel secondo film, in quanto
dato per morto al termine del primo. Sin dal 2006, tuttavia, Diesel
si era detto estremamente interesso a riportare sul grande schermo
il personaggio. Ci sono voluti però anni affinché ciò diventasse
realtà. L’intento di Diesel era quello di riportare il film alle
caratteristiche originali della serie, presentando tanta azione e
grandi sequenze di sport estremi. Con un budget di circa 85 milioni
di dollari, xXx
– Il ritorno di Xander Cage ha dimostrato il grande
interesse dai fan per il personaggio e le sue vicende.
Il film ha infatti ottenuto un
guadagno mondiale di 346 milioni di dollari, lasciando del tutto
aperte le porte per ulteriori sviluppi. Data la buona ricezione del
film, questi non mancheranno ad arrivare. Prima di intraprendere
una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire
alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo
qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori
dettagli relativi alla trama, al cast di
attori e al suo sequel. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di xXx – Il ritorno di Xander Cage
L’agente Augustus
Gibbons si trova in Brasile per reclutare il celebre
calciatore Neymar Jr. tra le file dei suoi agenti
xXx. Nel corso delle trattative, un satellite si schianta
improvvisamente al suolo uccidendo entrambi. A provocare il
catastrofico incidente è stata un’arma potentissima, chiamata ‘Vaso
di Pandora’, in grado di controllare i satelliti che gravitano
attorno all’orbita terrestre. Dal momento che il dispositivo è
nelle mani dell’ex xXx Xiang e del suo braccio
destro Serena Unger, l’agente della CIA
Jane Marke è costretta a chiedere l’aiuto del suo
miglior agente: Xander Cage. Venuto a conoscenza
della morte di Gibbons, Cage esce dal suo isolamento forzato nella
Repubblica Domenicana e forma una squadra per catturare Xiang.
Come anticipato, il ritorno del
personaggio di Xander Cage ha necessariamente comportato la
presenza dell’attore Vin Diesel.
Lieto di poter riprendere il ruolo, questi si è sottoposto ad un
ferreo periodo di allenamento, al fine di poter acquisire la
muscolatura necessaria ad interpretare anche alcune delle sequenze
più complesse. Per Diesel, inoltre, è stato fondamentale mostrare
aspetti nuovi del personaggio, che dimostrassero i cambiamenti
d’animo verificatisi in lui in tutti quegli anni. Accanto a lui,
nei panni dell’agente Augustus Eugene Gibbons vi è l’attore
Samuel L.
Jackson, il quale riprende il suo ruolo dal primo
film.
Noto per essere Nick Fury
nell’MCU, Jackson ha caratterizzato
Augustus in modo da far assomigliare i due personaggi. Il rapper e
attore Ice Cube riprende invece il ruolo di Darius
Stone, protagonista del secondo film. L’attrice Toni Collette è
presente nei panni dell’agente CIA Jane Marke, mentre
DonnieYen, attore celebre per la
saga di Ip Man, è il villain Xiang. Questi ha in realtà
sostituito l’attore Jet Li, il quale
originariamente scelto per la parte ha abbandonato il film per
motivi ignoti. L’attrice di Bollywood Deepika
Padukone ha avuto qui il suo primo ruolo in un film
statunitense interpretando Serena Unger, braccio destro di
Xiang.
Ad interpretare la squadra formata
da Cage per la sua missione vi sono gli attori Rory
McCann nei panni del pilota Tennyson, e Kris
Wu in quelli di Harvard “Nicks” Zhou. Ruby Rose è
Adele Wolff, cecchino ispirato alla nota soldatessa Kinessa
Johnson, mentre Nina Dobrev è
l’informatica Rebecca Clearidge. Scontenta per via della mancanza
di scene d’azione per il suo personaggio, questa ha chiesto e
ottenuto di poter partecipare ad almeno una sparatoria,
preparandosi dunque ad essa con un apposito addestramento.
Dato il grandissimo successo del
film, Diesel ha espresso l’intenzione di dar vita ad un quarto
capitolo della serie, nuovamente con protagonista il personaggio di
Xander Cage. La stessa Paramount Pictures, casa produttrice del
film ha dichiarato di aver avviato la fase di sviluppo per un nuovo
film. Il progetto prende ulteriormente vita nel momento in cui, nel
2018, Diesel ha acquistato i diritti sul franchise con la propria
casa di produzione, la One Race Film. È dunque solo questione di
tempo prima che Xander Cage torni a calcare lo schermo
cinematografico, dando vita a nuove spericolate avventure.
Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV
In attesa di tale sequel, è
possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete.xXx
– Il ritorno di Xander Cage è infatti disponibile nei
cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple
TV e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
martedì 30 aprile alle ore 21:20
sul canale Italia 1.
Emmanuel Carrère è generalmente
noto come scrittore, autore di celebri romanzi quali
L’avversario e Limonov. Tuttavia, non tutti sanno
che il suo primo lavoro è stato come critico cinematografico. La
passione per il cinema si è poi ripresentata nel tempo, portandolo
a realizzare come regista tre lungometraggi. Il suo ultimo,
risalente al 2021, è Tra due mondi, presentato in
anteprima alla Quinzaine des Réalisateurs del
74º Festival di Cannes e incentrato
su un noto romanzo-inchiesta della scrittrice e giornalista
Florence Aubenas. In esso si racconta la vita
degli “invisibili”, di coloro che svolgono lavori umilissimi e
vivono alla giornata.
Dopo molti anni di trattative tra
varie case di produzione e Florence Aubenas,
quest’ultima ha finalmente accettato, nel 2015, che fosse
Emmanuel Carrère – scrittore e regista – a
adattare il suo libro al cinema. Carrère, la cui maggior parte
delle opere è incentrate sulla riflessione su sé stessi e sul nesso
fra illusioni e realtà, è infatti risultato essere il regista
giusto per trasporre l’indagine svolta da Aubenas sul grande
schermo. Ha così preso forma un film incentrato su un tema delicato
e particolarmente importante, che permette di mostrare realtà che
troppo spesso vengono ignorate, composte da persone la cui voce
passa continuamente inascoltata.
È però anche un film sull’amicizia e
i sinceri legami di solidarietà che possono nascere in situazioni
di difficoltà, dove l’unione può realmente fare la differenza. Tra
buoni sentimenti e commento sociale, è dunque questo un film da non
perdere. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle
principali curiosità relative a Tra due mondi.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e al libro e
lastoria vera che racconta. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di Tra due mondi
Protagonista del film è
Marianne Winckler, una nota scrittrice che decide
di iniziare a lavorare a un romanzo, che tratti il lavoro precario
nella società francese. Per documentarsi sull’argomento, la donna
decide di vivere lei stessa questa realtà e inizia a lavorare come
“infiltrata” per alcuni mesi, come addetta alle pulizie sui
traghetti che solcano la Manica. Quello che scopre va oltre il
problema della precarietà, infatti le donne sono costrette a
lavorare per pochi spicci in condizioni misere e ritmi massacranti,
che restano invisibili agli occhi della società. Nonostante il
lavoro sia umiliante, tra le sue compagne c’è una grande
solidarietà, che le unisce in questa situazione delicata.
Per preservare l’aspetto
documentaristico della storia di Aubenas, Carrère stabilì sin da
subito che, fatta eccezione per la celebre attrice Juliette Binoche nel ruolo di Marianne
Winckler, tutti gli altri interpreti del film sarebbero stati
attori non professionisti. Egli costruisce dunque secondo questo
principio il suo cast, a partire da Hélène Lambert
nel ruolo di Christèle Thomassin, donna che sviluppa un forte
legame di amicizia con Marianne. Tra gli altri ruoli di spicco si
annoverano Lèa Carne nei panni di Marilou,
Émily Madeleine in quello di Justine Leroy,
Patricia Prieur in quello di Michèle e
Évelyne Porée in quello di Nadège
Porteur.
Il libro e la storia vera che racconta
Il film, come anticipato, è tratto
dal libro Le Quai de
Ouistreham, racconto autobiografico della giornalista
Florence Aubenas pubblicato nel 2010. Questo è il
culmine di un lavoro di indagine in cui, per sei mesi, la
giornalista è stata pienamente impegnata nel vivere la vita dei più
poveri, di coloro che passano da un lavoro umile all’altro, da un
lavoro insicuro a uno part-time che non permette di guadagnarsi da
vivere. Aubenas ha iniziato questo libro con una domanda: come
definire e chiarire l’impatto della crisi economica sulla vita
quotidiana delle persone più svantaggiate, che non sono state
viziate dalla vita e che spesso non hanno conosciuto altro che
lavoro temporaneo e disoccupazione?
L’autrice vuole capire i meccanismi
dell’esclusione sociale e il vero significato della parola “crisi”
per questa fetta di popolazione, e vuole darne testimonianza reale.
Per diversi mesi si è dunque messa in gioco e ha indossato i panni
di una donna di quarant’anni, senza formazione, senza esperienza
professionale, che svolge lavori precari e che è semplicemente
“invisibile” agli occhi dei più fortunati. Per far ciò sceglie
Caen, una città di medie dimensioni senza particolari difficoltà,
dove non ha legami, per cercare un lavoro, confrontarsi con i
limiti e le incongruenze del sistema socio-economico e scoprire un
sistema di agenzie di collocamento sopraffatte dalla portata delle
richieste.
Uno dei numerosi lavori svolti dalla
giornalista consisteva nel pulire i traghetti tra Caen-Ouistreham e
Portsmouth quando attraccavano, da cui il titolo del libro. Nel
corso della sua storia, l’autrice incontra persone ossessionate
dalla sopravvivenza quotidiana, senza sapere cosa riserverà il
domani. Ha ad esempio conosciuto le difficoltà e le umiliazioni di
una donna divenuta sua amica che passa da lavori duri e poco
interessanti che le permettevano a malapena di sopravvivere al
doversi sacrificare per ottenere anche il più piccolo lavoro
part-time ed essere costretta a non rispondere alle provocazioni.
Questo ha permesso alla giornalista di tracciare bellissimi
ritratti di donne, sopraffatte o trascese dalla loro
condizione.
Il trailer di Tra due
mondi e dove vedere il fim in streaming e in TV
È possibile fruire di Tra
due mondi grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Google Play,
Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 30
aprile alle ore 21:20 sul canale
Rai 2.
L’attore Chris Hemsworth ha rivelato che uno dei suoi
figli porta il nome di un amato personaggio interpretato in passato
da Brad Pitt. Chris Hemsworth ha recentemente confermato che
suo figlio, Tristan, prende il nome da un personaggio di Brad Pitt del 1994, Vento di
passioni.
Il figlio di Chris
Hemsworth si chiama come Tristan Ludlow
Tutti e tre i figli di Chris Hemsworth hanno nomi con ispirazioni
significative. Tra i due gemelli, Tristan prende il nome dal
personaggio del tormentato ranchero di Brad Pitt in Vento di
passioni, Tristan Ludlow.
In un’intervista con Karen
Valby di Vanity Fair, Chris Hemsworth ha parlato del prossimo film
Furiosa,
della sua delusione per Thor: Love and Thunder e
della storia del nome di Tristan.
Ha rivelato che lui e sua moglie,
Elsa Pataky, hanno scelto il nome mentre
rivedevano Vento di passioni quando la Pataky era incinta dei gemelli. Parlando del
personaggio di Brad Pitt, ha detto:
“Non c’è mai stato un uomo più
bello sullo schermo“. Inoltre, ha detto a Pataky: “Non è
il personaggio più bello del mondo? Penso che uno dei nostri figli
debba chiamarsi Tristan“.
D’altra parte, il secondo gemello,
Sasha, sarebbe stato chiamato come uno stuntman
amico della famiglia Hemsworth. Come riporta Metro, Chris Hemsworth ha anche rivelato che la sua
prima figlia, India Rose, è stata chiamata come il paese
sud-asiatico in una passata intervista con l’agenzia di stampa
IANS. Durante la promozione di Men in Black:
International nel 2019, ha dichiarato all’agenzia:
“Mia moglie ha trascorso molto tempo in India e da lì è nato il
nome“.
I prossimi film con Chris
Hemsworth
Chris Hemsworth dovrebbe tornare in un
potenziale quinto capitolo di Thor, oltre ai due prossimi
film sugli Avengers. Inoltre, nel 2024, sarà
protagonista di altri due film. Il primo sarà Furiosa: A Mad Max
Saga, dove interpreterà l’antagonista, il Dr.
Dementus. A seguire, il film d’animazione Transformers
One. In questo film, Transformers
One darà voce a una versione più giovane di Optimus
Prime, Orion Pax.
Furiosa: A Mad Max Saga, quello
che sappiamo sul film
In Furiosa: A Mad
Max Saga,Anya Taylor-Joy
assume il ruolo che è stato di Charlize Theron
in Mad Max: Fury Road. La
sinossi ufficiale recita: mentre
il mondo va in rovina, la giovane Furiosa viene strappata dal Luogo
Verde delle Molte Madri, e cade nelle mani di una grande Orda di
Motociclisti guidata dal Signore della Guerra Dementus.
Attraversando le Terre Desolate, si imbattono nella Cittadella
presieduta da Immortan Joe. Mentre i due tiranni si battono per il
predominio, Furiosa deve sopravvivere a molte prove e mettere
insieme i mezzi per trovare la strada di casa.
Taylor-Joy ha rivelato che il film
è molto diverso da Fury
Road. Mentre quest’ultimo era un “road movie” che si
svolge in pochi giorni, questo nuovo film è invece descritto come
un racconto più “epico, che si svolgesu un
piùlungo periodo di tempo, e in un certo senso impari a
conoscere Furiosa meglio in questo modo“. Atteso da molti anni
e a lungo bloccato da una disputa legale tra Miller e la Warner
Bros. il film è ora in fase di post-produzione. Furiosa è
scritto, diretto e prodotto da George
Miller insieme al suo partner di produzione di lunga
data Doug Mitchell. Oltre a Taylor-Joy, nel film
ci sarà anche Chris Hemsworth nel
ruolo del villain. Furiosa
debutterà nelle sale il 24 maggio 2024.
Tilda Swinton si unirà a Colin Farrell in The Ballad of a
Small Player di Edward Berger per
Netflix. La storia segue un giocatore d’azzardo ad
alto rischio che, dopo essere stato tormentato dal suo passato e
dai suoi debiti, decide di restare nascosto a Macao e incontra uno
spirito affine che potrebbe contenere la chiave della sua salvezza.
La produzione dovrebbe iniziare entro la fine dell’anno. Il film
segna il primo progetto nato dalla partnership creativa di Berger e
dall’accordo globale per un film first look con Netflix, tramite la
sua società Nine Hours.
Rowan Joffe
adatterà la sceneggiatura, basata sul romanzo di Lawrence
Osborne. Mike Goodridge produrrà
attraverso la sua Good Chaos insieme a Berger per Nine Hours e
Matthew James Wilkin. Swinton ha recentemente
lavorato alla produzione di The Room Next Door di
Pedro Almodovar e prevede il lancio di The
End di Joshua Oppenheimer entro la fine dell’anno.
Colin Farrell continua a lavorare tanto sia
sul grande che sul piccolo schermo. E’ appena uscita su Apple TV+ la sua serie
Sugar e entro la fine dell’anno, uscirà
l’attesissima serie Max, The Penguin, in cui
riprende il suo ruolo acclamato dalla critica nei panni del
gangster più famigerato di Gotham City già visto in The
Batman.
Dal 24 al 26 maggio 2024,
a Roma, negli spazi della Pelanda al Mattatoio e della Città
dell’Altra Economia, torna ARF! Festival, la festa di chi ama, scrive,
disegna, legge e respira fumetti, che celebra il traguardo della
sua decima edizione.
Ideato e organizzato da
Daniele “Gud” Bonomo, Paolo “Ottokin” Campana, Stefano
“S3Keno” Piccoli, Mauro Uzzeo e Fabrizio
Verrocchi, ARF! offre tre giorni di
“Storie, Segni & Disegni”: un’immersione totale nel
Fumetto nel cuore del Testaccio, quartiere-simbolo del fermento
creativo della Capitale.
In questa decima edizione
di ARF! sarà possibile visitare ben 9 mostre super
esclusive, che vedranno la presenza di tutti gli artisti. La prima
Più di 100 proiettili della superstar
argentina Eduardo Risso, organizzata
da ARF! e l’Instituto
Cervantes di Roma con inaugurazione il 17 maggio
presso la Sala Dalì di Piazza Navona. Dal 24 al 26 maggio, nei
luoghi del Festival (Mattatoio + CAE), troveremo
Xtraordinarie! dedicata all’Arte di
Silvio Camboni; O partigiano, portami
via che celebra l’intera carriera artistica di
Baru; l’immaginifica I dreamed a
dream di Dave McKean; Slice of
Summer della giovane mangaka vietnamita Lâm
Hoàng Trúc; la potenza lisergica di
Hurricane e del suo Euforico
Hangover (nella Self Area); il talento della
fumettista e illustratrice Iris Biasio (Premio
Bartoli di ARF! 2023 “Miglior promessa del Fumetto italiano”) e
Avatar (dalla celebre serie USA creata da
Michael Dante DiMartino e Bryan Konietzko) un percorso espositivo
allestito nell’Area Kids. In mostra anche i due street artist
SOLO & Diamond, autori dell’opera
murale (che rappresenta anche la versione variant del
manifesto di ARF! 2024) realizzata a Testaccio, lo storico rione
che ospita il festival, per celebrare i 10 anni di ARF!.
Come ogni anno non
mancheranno gli attesissimi incontri della Sala
Talk, la Job ARF!, format di successo
che, attraverso colloqui di lavoro tra autrici, autori esordienti e
case editrici, crea vere opportunità professionali,
l’ARFist Alley per incontrare decine di
stelle del comicdom nazionale e internazionale
(Rafael Albuquerque, Ivàn
Brandon, Otto Schmidt, Sara
Pichelli, il Collettivo Moleste e
Rita Petruccioli solo per citarne alcune).
Inoltre le due aree a ingresso gratuito: la Self
ARF!, un “festival nel Festival” interamente dedicato al
mondo delle autoproduzioni e della microeditoria indipendente e
l’ARF! Kids, l’area pensata per i giovanissimi,
che si conferma come uno degli appuntamenti più attesi con i suoi
laboratori creativi non-stop di qualità, gli incontri con i libri,
le letture e il disegno sotto la guida dei migliori talenti
dell’editoria italiana per l’infanzia.
Completano il programma
le attesissime Lectio Magistralis tenute dai
Maestri Vittorio Giardino e Baru,
indiscutibili veterani del Fumetto italiano e
franco-belga.
Nato nel 2015, in dieci
anni il festival è diventato un punto di riferimento nel panorama
delle manifestazioni italiane, posizionandosi efficacemente nel
calendario nazionale degli eventi di settore con carattere e
identità. ARF! è anche co-fondatore di RIFF • Rete Italiana
Festival Fumetto, l’Associazione nazionale di categoria
dell’intero comparto, di cui Stefano Piccoli (direttore di ARF!) è
presidente.
La decima edizione di
ARF! Festival è promossa da Assessorato alla
Cultura di Roma Capitale e
Azienda Speciale Palaexpo e le partnership di
ATAC, PressUp e
Koh-I-Noor.
VARIANT
POSTER di ARF! X realizzato dagli street artist SOLO &
DIAMOND
La serie di Prime Video, Fallout,
è – come noto – l’adattamento dell’omonimo franchise videoludico e
naturalmente non poteva non presentare al proprio interno numerosi
riferimenti proprio ai vari titoli che lo compongono. Nonostante
sia perfettamente fruibile anche da chi non ha mai giocato ad uno
dei vari capitoli di Fallout, la serie offre a quanti invece sono
avvezzi ai vari videogiochi diversi easter eggs,
provenienti tanto dal Fallout del 1997 quanto
anche da capitoli successivi come Fallout: New
Vegas, Fallout 3 e Fallout
4. Alcuni di questi easter eggs sono solo esempi di come
la serie sia rimasta fedele al gioco, mentre altri ancora hanno un
certo peso ai fini della trama e del futuro della serie. Scopriamo
allora i 10 easter eggs più interessanti!
La serie Fallout svela le origini
del pollice in sù di Vault Boy
Non sorprende che Vault
Boy, la mascotte della Vault-Tec, appaia in Fallout.
Personaggio dei cartoni animati che appare nel materiale
promozionale della Vault-Tec, sui Pip Boys e sui poster e altrove,
Vault Boy cattura il look retro-futuristico della serie con il suo
design. Spesso visto ammiccare e fare il pollice in su, Vault Boy è
fondamentale anche per l’interfaccia del videogioco. Tuttavia, la
serie di Fallout si spinge un po’ più in là dei poster, offrendo
agli spettatori la storia delle origini dell’iconico pollice in sù
del personaggio.
Nel primo episodio della stagione 1
di Fallout, la storia si apre nel 2077. Il Cooper
Howard pre-Ghoul di Walton Goggins, allora attore di
Hollywood, si esibisce in trucchi di corda da cowboy alla festa di
compleanno di un bambino ricco. La figlia di Cooper, Janey
(Teagan Meredith), non riesce a smettere di
pensare all’imminente catastrofe nucleare che si presume avverrà da
un giorno all’altro. Ex soldato, Cooper spiega a Janey il trucco
del pollice: se la nuvola a fungo di un’esplosione nucleare è più
piccola del suo pollice, deve scappare. Se è più grande, scappare
non serve a niente.
Altri flashback raccontano l’uso del
pollice in su da parte di Cooper come testimonial nelle pubblicità
della Vault-Tec. Il coinvolgimento dell’attore nella società
malintenzionata deriva in parte dalla moglie, Barb
Howard (Frances Turner), che è una
dirigente della Vault-Tec. Nel corso della serie, i progettisti
della produzione hanno abilmente nascosto i bobblehead di Vault
Boy, un riferimento agli oggetti da collezione della serie di
videogiochi. Il Vault 33 vanta persino un biliardino con le
figurine dei Vault Boy.
L’episodio pilota di Fallout fa
riferimento alla storia di Fallout 3
“La guerra. La guerra non cambia
mai“, secondo l’iconica frase di apertura dei videogiochi.
Sebbene questo particolare riferimento non emerge nella serie fino
all’episodio 8, Fallout
fa riferimento ad alcune apparenti somiglianze con le narrazioni
dei giochi nell’episodio pilota. Jonathan
Nolan – autore e regista dei primi episodi – è un fan
dichiarato del terzo capitolo della serie e rende omaggio
all’episodio che ha rilanciato la serie di giochi post-apocalittici
facendo in modo che Lucy lasci il Vault per rintracciare suo padre.
All’inizio, l’azione incitante sembra familiare, ma lo show si
allontana drasticamente da qualsiasi vibrazione di Fallout
3 facendo di Hank un antagonista chiave nel finale della
stagione 1.
Di tanto in tanto entrano in gioco
altri elementi narrativi tratti dai giochi esistenti della serie.
Ad esempio, il punto della trama relativo al congelamento
criogenico – Hank e altri dipendenti devoti della Vault-Tec sono
stati congelati nel 2077 per poter portare avanti i piani della
Vault-Tec in futuro – deriva da Fallout 4. In
effetti, persino l’apertura della serie con una festa di compleanno
per bambini è un sottile riferimento all’apertura di
Fallout 3, in cui il personaggio del giocatore
festeggia il suo decimo compleanno.
La serie Fallout è ricca di
elementi RPG
Ella Purnell (Lucy) in Fallout. Courtesy of Prime
Video.
Una delle parti migliori di Fallout
di Prime Video sono tutti i riferimenti agli elementi di gioco
della serie. Invece di ignorare il fatto che sta adattando un gioco
a favore di una tecnologia e di un’azione realistiche, Fallout
abbraccia il suo materiale di partenza. Quando Lucy viene
introdotta per la prima volta, sta esaminando le sue statistiche
per il consiglio del Vault 33. Menzionando le sue abilità di
riparazione, scienza e linguaggio, Lucy fa un riferimento banale
alle regole S.P.E.C.I.A.L. di Fallout. Dalle sfide
di hacking e dagli Stimpak al negozio di articoli vari che vanta
“Salvage, Buy, Sell, or Trade” (recupero, acquisto, vendita o
commercio) in riferimento al menu di azione degli oggetti di
Fallout.
L’iconico Grognak il barbaro di
Bethesda appare in Fallout
Nel corso della prima stagione di 8
episodi, si fa anche riferimento a diversi oggetti tecnologici del
mondo e a linee di media popolari. Nell’episodio 1, si vedono i
bambini guardare spezzoni di Grognak il Barbaro,
una serie ricorrente di cartoni animati e fumetti che appare nei
giochi di Bethesda. In seguito, si vedono spezzoni di Cooper Howard
giocare su un televisore marchiato Radiation King,
che compare nei giochi. Il fratello di Lucy, Norm (Moisés
Arias), gioca persino a Atomic Command
sul suo Pip Boy, mentre sullo sfondo delle inquadrature compaiono
riviste in-universe come Tesla Science Magazine e
Capital Post.
“Orange Colored Sky” di
Nat King Cole diventa un tema chiave della serie
Ella Purnell (Lucy) in “Fallout”. Courtesy of Prime
Video.
Una canzone chiave della serie
Fallout è
“Orange Colored Sky“, eseguita da
Nat King Cole e dalla Stan Kenton
Orchestra. Il motivo compare nell’episodio 1 della serie
di Prime Video, ma è stato utilizzato anche nelle pubblicità
televisive di diversi giochi di Bethesda, tra cui Fallout:
New Vegas, Fallout 4 e Fallout
76. L’utilizzo di musica degli anni ’40 e ’50 rende
l’ambientazione unica e retrofuturistica.
Fallout anticipa altri personaggi e
trame di gioco
Sebbene la stagione 1 non possa
racchiudere ogni singolo riferimento ai videogiochi essa lascia
intendere molti elementi interessanti che potrebbero concretizzarsi
nella stagione 2. Ad esempio, in una scena, una barella passa
davanti al dottor Wilzig. Sebbene il corpo sia coperto da un
lenzuolo, un braccio floscio di colore verdognolo sporge dalla
copertura. Questa è simile a quella dei Super
Mutanti della serie. Il dettaglio potrebbe anche fare
riferimento all’esistenza del Virus Evolutivo Forzato dell’Enclave.
La serie presenta anche un Assaultron delle RobCo Industries
ricoperto di sabbia e il teschio di un Deathclaw.
Oltre all’immancabile
Nuka-Cola di Fallout, la serie TV
presenta numerose immagini di marche e prodotti alimentari noti
nell’universo videoludico. Anche in questo caso, questo tipo di
easter egg deriva dall’insistenza con cui lo show si appoggia agli
elementi RPG dei giochi: nella serie Fallout,
i giocatori consumano ogni sorta di oggetti per curarsi o aumentare
altre statistiche. Per quanto riguarda gli alimenti, nella prima
stagione di Fallout si vedono i cereali Sugar
Bombs, le torte Fancy Lads, i Mac
& Cheese della Blamco e persino l’iguana
su bastoncino e la carne secca misteriosa. Anche
RadAway, il detergente Abraxo fa
una fugace apparizione.
Le armi sono per lo più tratte dai
giochi
Il Cavaliere Titus e Maximus in Fallout. Foto: JoJo Whilden/Prime
Video.
Tutti i fan dei videogiochi
speravano che l’arsenale della serie TV fosse paragonabile a quello
del materiale di partenza. Dopotutto, parte del divertimento di
Fallout consiste nel curare una serie di armi pratiche e
fantastiche. Sebbene Lucy inizi la serie con una pistola a dardi,
alla fine impugna armi familiari del franchise, come una pistola da
10 mm che ricorda Fallout 4 e lo Squartatore, un
vibroblade portatile che lacera la carne e spezza le ossa. Mentre
la Colt 6520 in stile revolver di Maximus è un riferimento ai primi
giochi della serie, Moldaver (Sarita Choudhury)
sfoggia l’elegante pistola laser nel finale. Anche il Junk Jet di
Fallout 4 compare nel primo episodio.
Il codice di Hank è un riferimento
al videogioco originale
Ella Purnell e Kyle MacLachlan in Fallout. Courtesy of Prime
Video
Nel finale della prima stagione,
Hank MacLean sblocca il ricercatissimo reattore a
fusione fredda inserendo un codice fondamentale:
101097. Il codice a sei cifre è in realtà uno dei
riferimenti più inventivi della serie: Il 10 ottobre
1997 è la data di uscita del primo titolo della serie
videoludica. Dal momento che lo show televisivo di Fallout è
il più lontano nel futuro di tutti i titoli attuali, non sorprende
che la maggior parte dei suoi riferimenti si riferisca a
Fallout 3 e 4. Tuttavia, è bello
vedere la serie rendere omaggio al luogo in cui tutto è iniziato.
All’inizio della stagione, lo fa rendendo il Vault-Tec Water Chip –
il MacGuffin che dà il via alla storia del primo gioco – un punto
chiave della trama.
La serie anticipa la città di New
Vegas
Interpretato da Rafi
Silver, Robert Edwin House – spesso chiamato semplicemente
Mr. House – fa un cameo nell’episodio finale della stagione 1.
Fondatore della RobCo, Mr. House è legato a una delle società
chiave del franchise con cui la Vault-Tec collabora segretamente.
Alla fine, il personaggio diventa il sovrano di New Vegas. È chiaro
che New Vegas sarà collegata alla seconda stagione di Fallout,
dato che Hank si dirige verso la città nel finale della stagione.
Detto questo, ha senso che lo show parli di Mr. House, anche se il
suo ruolo rimane poco chiaro visti i molteplici finali potenziali
di Fallout: New Vegas.
Christian Bale è stato avvistato per la prima
volta sul set del film. L’attore premio Oscar ha ricevuto
alcuni suggerimenti dalla regista Maggie
Gyllenhaal mentre si preparavano a girare le scene di
The
Bride lunedì (29 aprile) a New York City.
Christian è stato visto
completamente coperto con uno sporco trench di pelle nera e con una
sciarpa nera avvolta intorno al viso mentre indossava minuscoli
occhiali da sole e un cappello nero mentre trasportava due
valigie.
The
Bride è ambientato nella Chicago degli anni ’30 e
offre una rilettura all’iconica tradizione di Frankenstein. Il
film è il secondo impegno da regista di Gyllenhaal. Il suo primo è
stato La Figlia Oscura, che Netflix ha distribuito nel 2021. Il film ha ottenuto
tre nomination ai 94esimi Academy
Awards: migliore attrice (Olivia
Colman), migliore attrice non protagonista
(Buckley) e migliore sceneggiatura adattata.
The
Bride di Gyllenhaal non è l’unico film di Frankenstein
in arrivo. Guillermo del Toro sta attualmente
girando il suo Frankenstein, con Jacob Elordi nei
panni dell’iconico mostro. Il film di Del Toro è supportato da
Netflix e vede protagonisti Oscar Isaac, Mia Goth, Lars
Mikkelsen, David Bradley Christian Convery, Charles Dance
e Christoph Waltz.
La Warner Bros. pubblicherà
The Bride di Maggie
Gyllenhaal nelle sale e Imax il 2 ottobre
2025.
Alejandro Amenábar
torna sul set con Il
Prigioniero un film che racconta le avventure
del giovane Miguel de Cervantes, interpretato da Julio Peña
(La Casa di Carta: Berlino)
imprigionato nella città pirata di Algeri sotto il controllo del
tiranno Hasán, interpretato da
Alessandro Borghi (Le
Otto Montagne).
Santa Pola, 30 aprile
2024. Nelle scorse settimane sono iniziate a Santa Pola le
riprese de Il
Prigioniero di Alejandro Amenábar. A maggio
il set si sposterà al Castello di Santa Barbara ad Alicante, e
negli studi Ciudad de la Luz, per proseguire in diverse località
della provincia di Valencia e per concludersi a metà giugno nel
Real Alcazar di Siviglia.
Il Prigioniero – la
trama
Anno 1575. Il giovane Miguel de
Cervantes, ferito in uno scontro navale, durante il suo ritorno in
Spagna, viene catturato in mare aperto dai corsari algerini.
Consapevole che una morte crudele lo attende ad Algeri se il suo
riscatto non sarà pagato al più presto, Miguel trova rifugio nella
sua passione per il racconto di storie. I suoi affascinanti
racconti ridanno speranza anche ai suoi compagni di prigionia e
attirano l’attenzione di Hasán, il misterioso e temuto governatore
di Algeri, con il quale inizia a sviluppare una strana affinità.
Mentre i conflitti crescono tra i suoi disperati compagni, Miguel,
guidato dal suo incrollabile ottimismo, inizia a pianificare un
audace piano di fuga.
Il regista e autore
Alejandro Amenábar dichiara, “In
questo film, come nei precedenti, giocherò con i contrasti:
dall’oscura realtà in cui viveva Miguel de Cervantes al potere
delle sue storie, i suoi epici tentativi di fuga, le dure
condizioni di prigionia, la crudeltà dei suoi carcerieri, il
paradiso e la lussureggiante esuberanza dell’hamam, o l’allegria
delle strade di Algeri. Miguel de Cervantes ha vissuto tutto
questo, ed è esattamente ciò che ha plasmato l’umanismo e la
complessità della sua opera.
Si sa che uno dei suoi
racconti nel Don Chisciotte, intitolato Il prigioniero, contiene
numerosi riferimenti autobiografici. Miguel de Cervantes ha
lasciato una grande storia non raccontata: la sua. È tempo di
conoscerla.”
Il
Prigioniero è una coproduzione Spagna – Italia
realizzata da Mod Producciones, Himenóptero (produttori di
The Others, Mare Dentro e Agorà), Misent Produzioni e Propaganda Italia, con la
partecipazione di Netflix, RTVE, RAI Cinema e il supporto di
ICAA-Ministero della Cultura, Generalitat Valenciana, Lazio Cinema
International ed Eurimages.
La produzione esecutiva è affidata
a Fernando Bovaira, produttore di tutti i film di Alejandro
Amenábar e di serie di successo come I Farad,La Fortuna, Crematorio e El día de mañana. Il team tecnico è composto da capi
reparto che hanno già un sodalizio con il regista come: Álex
Catalán, direttore della fotografia, lo scenografo Juan Pedro de
Gaspare il tecnico del suono Gabriel Gutiérrez, a cui si aggiungono
la costumista italiana Nicoletta Taranta (nominata ai David di Donatello per L’isola delle Rose, 5 è il
numero perfetto e Agadah e vincitrice per Romanzo Criminale), e
al trucco e acconciature Ana López Puigcerver e Belen López
Puigcerver (nominate agli Oscar® per La Società della
Neve). La colonna sonora sarà composta dallo stesso Alejandro
Amenábar.
Dopo l’uscita di Cenerentola’s Revenge nei cinema USA,
arriverà anche un film su una delle due sorellastre dell’amato
personaggio reso immortale da Disney, rigorosamente in chiave
horror. Secondo quanto riferito, Memento
International ha aderito al progetto, intitolato
The Ugly Stepsister, che seguirà la feroce ricerca
di Elvira per trovare un modo di eclissare la sua bella
sorellastra. Il film, descritto come una combinazione di commedia e
horror, sarà guidato dall’attrice esordiente norvegese Lea
Myren.
Oltre a Myren nel ruolo di Elvira,
il debutto alla regia della regista norvegese Emilie
Blichfeldt vedrà nel cast anche Thea Sofie Loch
Naess (The Last Kingdom) e Ane DahlTorp (The Wave). Oltre ai nomi coinvolti nel
progetto, le altre informazioni su The Ugly
Stepsister sono ancora relativamente scarse. Tuttavia,
l’outlet ha condiviso che il film seguirà “Elvira mentre
combatte per competere con la sua bellissima sorellastra in un
regno dove la bellezza è un affare brutale. Farà di tutto per
catturare l’attenzione del principe”, pronto a dare al
pubblico una versione contorta dell’amata storia attraverso il
punto di vista inedito della sorellastra di
Cenerentola. Memento International avvierà le vendite
di The Ugly stepsister a Cannes questo maggio.
Una delle sorprese arrivate con il
primo trailer di Mufasa:
Il Re Leone è stata la rivelazione che Blue
Ivy Carter farà il suo debutto come doppiatrice nel film.
Nella storia interpreterà nientemeno che… la figlia di Beyoncé.
Darà la voce all’erede di Simba (Donald Glover) e
Nala (Beyoncé Knowles-Carter), e durante
un’intervista con Empire il regista del film Barry
Jenkins (Moonlight) ha rivelato perché la
decisione di scegliere Blue Ivy Carter per il ruolo di Kiara è
stata una “no-brainer”, ovvero una decisione semplice e quasi
scontata.
Jenkins ha commentato che il talento
vocale di Blue Ivy ha attirato la sua attenzione
per la prima volta quando ha ascoltato la versione audiolibro del
libro per bambini Hair Love. Jenkins ha definito
il lavoro della ragazza “assolutamente straordinario“, e
questo alla fine gli ha fatto pensare che avere madre e figlia che
interpretavano una madre e una figlia sullo schermo avrebbe aiutato
a trasmettere questo tipo di connessione che a volte è difficile da
trasmettere sullo schermo. Il premio Oscar non sembra pentirsi
della sua decisione:
“Guardare [Beyoncé] convivere
con sua figlia, e quanto sia adorabile, gentile e incoraggiante è
stato davvero speciale. Penso che abbia influenzato anche le
performance che hanno offerto. Penso che questa sarà davvero una
bellissima capsula del tempo per loro due, in questo momento in cui
potranno condividere questa parte della loro relazione come questi
personaggi.”
Mufasa:
Il Re Leone, il nuovo film in arrivo il 19 dicembre
nelle sale italiane, che esplora l’ascesa dell’amato re delle Terre
del Branco. È stato annunciato anche il cast stellare che darà voce
ai nuovi personaggi e a quelli più amati nella versione originale
del film. Inoltre, il pluripremiato compositore Lin-Manuel
Miranda firma le canzoni del film, prodotte da Mark
Mancina e Miranda, con musiche aggiuntive e performance di Lebo
M.
Miranda ha
affermato: “Elton John. Tim Rice. Hans Zimmer. Lebo M. Mark
Mancina. Beyoncé, Labrinth, Ilya Salmanzadeh. Beau Black, Ford
Riley, l’incredibile team musicale di The Lion Guard e
tanti altri collaboratori musicali nel corso degli anni. Il Re
Leone ha un’eredità musicale incredibile, con brani di alcuni
dei più grandi compositori in circolazione, e sono onorato e
orgoglioso di farne parte. È stata una gioia lavorare al fianco di
Barry Jenkins per dare vita alla storia di Mufasa e non vediamo
l’ora che il pubblico possa vedere questo film al cinema”.
Mufasa:
Il Re Leone racconta, attraverso Rafiki, la leggenda
di Mufasa alla giovane cucciola di leone Kiara, figlia di Simba e
Nala, con Timon e Pumbaa che offrono il loro caratteristico
spettacolo. Raccontata attraverso flashback, la storia presenta
Mufasa, un cucciolo orfano, perso e solo fino a quando incontra un
leone comprensivo di nome Taka, erede di una stirpe reale.
L’incontro casuale dà il via al viaggio di uno straordinario gruppo
di sventurati alla ricerca del proprio destino: i loro legami
saranno messi alla prova mentre lavorano insieme per sfuggire a un
nemico minaccioso e letale.
Nella versione originale del film
prestano le proprie voci:
– Aaron Pierre nel ruolo di Mufasa
– Kelvin Harrison Jr. nel ruolo di Taka, un principe leone dal
futuro radioso che accoglie Mufasa nella sua famiglia come un
fratello
– Tiffany Boone nel ruolo di Sarabi
– Kagiso Lediga nel ruolo del giovane Rafiki
– Preston Nyman nel ruolo di Zazu
– Mads Mikkelsen nel ruolo di Kiros, un leone straordinario con
grandi progetti per il suo branco
– Thandiwe Newton nel ruolo della madre di Taka, Eshe
– Lennie James nel ruolo del padre di Taka, Obasi
– Anika Noni Rose nel ruolo della madre di Mufasa, Afia
– Keith David nel ruolo del padre di Mufasa, Masego
– John Kani nel ruolo di Rafiki
– Seth
Rogen nel ruolo di Pumbaa
– Billy Eichner nel ruolo di Timon
– Donald Glover nel ruolo di Simba
– Blue Ivy Carter nel ruolo di Kiara, figlia di Re Simba e della
Regina Nala
– Beyoncé Knowles-Carter nel ruolo di Nala
Il cast di voci originali comprende
anche Braelyn Rankins, Theo Somolu, Folake Olowofoyeku,
Joanna Jones, Thuso Mbedu, Sheila Atim, Abdul Salis e Dominique
Jennings. Unendo tecniche cinematografiche live-action con
immagini fotorealistiche generate al computer, Mufasa:
Il Re Leone è diretto da Barry Jenkins e prodotto
da Adele Romanski & Mark Ceryak, mentre Peter Tobyansen è il
produttore esecutivo.