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6 modi in cui il MCU può proseguire senza Kang il Conquistatore

6 modi in cui il MCU può proseguire senza Kang il Conquistatore

Jonathan Majors e i Marvel Studios non lavoreranno più insieme. Una notizia che, trovata la conferma, si è diffusa nel giro di pochissimo tempo, ed è conseguenza di un verdetto atteso a lungo, secondo cui l’attore è stato dichiarato colpevole di aver commesso due reati di molestie e aggressioni. Chiusi i rapporti con Majors, che dava volto e corpo a Kang il Conquistatore – il grande villain dell’MCU fino al 2027 – non si conosce ancora bene la linea che la casa di produzione prenderà in merito. Ci sarà un recast, ignoreranno il villain del multiverso oppure lo sostituiranno? Domande lecite, a cui cerchiamo di dare risposta. Intanto, in una notizia recente riportata da THR, Avengers: The Kang Dynasty continuerà ad essere lavorato, ma potrebbero esserci degli importanti cambiamenti creativi. E chissà, le modifiche apportate magari andranno a salvare l’MCU da una posizione al momento un po’ scomoda. Una cosa è certa: ci sono alcune ottime soluzioni che potrebbero far continuare ad andare avanti il Marvel Cinematic Universe senza Kang.

La TVA potrebbe tenere sotto controllo ogni variante di Kang

Seconda scena post credits Loki 2

Nel finale della seconda stagione di Loki, vediamo la TVA mettersi alla ricerca delle varianti di Kang e di altre potenziali figure che minacciano il multiverso. Un’operazione possibile grazie solo a Loki, il quale ha distrutto il Telaio Temporale di Colui che Rimane, per poi usare il proprio potere per mantenere in vita la Sacra Linea Temporale, riformando questa in un albero multiversale e mantenendo così tutte le linee temporali ramificate. Ciò si traduce in una sola cosa: la TVA può effettivamente essere un guardiano della pace per il multiverso, anziché limitarsi solamente a tenere sotto controllo la Sacra Linea Temporale secondo la volontà di Colui che Rimane.

Potremmo dire che, “senza volerlo”, Loki potrebbe aver creato un finale narrativo dignitoso per Kang. Supponendo che la TVA sia in grado di gestire qualsiasi variante di Kang in futuro, potrebbe essere rivelato che il Consiglio dei Kang – conosciuto in Ant-Man and the Wasp: Quantumania – è stato interrotto dall’azione di Loki, presente per l’appunto nel finale. Pur magari non essendo la soluzione migliore, sarebbe di sicuro un escamotage narrativo chiaro e completo che non avrebbe nessuna ripercussione nel futuro del MCU.

Dottor Destino potrebbe mettere fine al Consiglio dei Kang

Fantastici Quattro Dottor Destino

Che si voglia ammetterlo oppure no, tutti (o quasi) aspettano l’arrivo nel MCU di un villain in particolare: Victor Von Doom, meglio conosciuto come Dottor Destino. Che in fondo è uno dei protagonisti della miniserie a fumetti crossover Secret Wars (e potrebbe esserlo anche dell’omonimo film). Sugli schermi, in realtà, si è già visto, e per chi nell’attesa volesse gustarsi la rivalità fra lui e Mister Fantastic, il consiglio è di recuperare I Fantastici 4 (2005) e I Fantastici 4 e Silver Surfer (2007).

Ad ogni modo, tornando a Kang, l’MCU potrebbe farlo sostituire da un villain ancor più grande del Marvel Universe, che è per l’appunto Dottor Destino, e sarebbe interessante mostrare il suo terrificante potere facendogli distruggere il Consiglio dei Kang. Un modo, questo, per chiudere la porta al precedente cattivo del Multiverso, e aprirne contemporaneamente una a qualcuno di decisamente peggiore nel MCU. In fondo, Dottor Destino è molto più dell’acerrimo nemico di Mister Fantastic: è uno dei più importanti cattivi Marvel e dunque rappresenta un’oscura minaccia per il mondo intero e per tutti i suoi eroi.

La scena post-credits di Ant-Man and the Wasp: Quantumania

Kang sconfitto

La scena post-credits di Ant-Man and the Wasp: Quantumania, che doveva segnare poi la durata nel tempo del personaggio di Kang il Conquistatore, e dunque di Jonathan Major, vedeva il villain e le sue versioni riunite in un concilio dove figurano le varianti di tutti gli universi. Essendo poi arrivato il problema dell’attore, l’MCU potrebbe decidere di ignorare direttamente il Consiglio dei Kang, pittosto che trovare un modo per continuare con esso e proseguirne la storia.

Il MCU può concentrarsi solo sulle Incursioni

ant-man-and-the-wasp-quantumania-kang-mask

Se l’intenzione era puntare tutto su Kang il Conquistatore come previsto con Avengers: The Kang Dynasty, i Marvel Studios potrebbero concentrarsi di più sulla minaccia delle Incursioni multiversali nel MCU, introdotte per la prima volta in Doctor Strange nel Multiverso della Follia. Nonostante il villain sia stato definito come il principale catalizzatore delle Incursioni, altri personaggi ed eventi nel multiverso possono crearle, come in fondo ci dimostra lo stesso Doctor Strange alla fine del film. Potrebbe essere che un numero crescente di Incursioni sia la minaccia che gli Avengers devono fermare in Avengers: The Kang Dynasty, per poi fallire e provocare Avengers: Secret Wars e la fine della loro realtà attraverso un’Incursione.

Questo sarebbe simile alla storia …il tempo finisce, che ha fatto da preludio alle Guerre segrete dei fumetti. Nonostante gli Illuminati presenti nel cartaceo (un gruppo formato da alcuni dei supereroi più famosi e potenti sulla Terra) si siano compromessi nella convinzione di dover distruggere preventivamente altre realtà per salvare la propria, un’Incursione è avvenuta lo stesso con, per l’appunto, le Guerre segrete. Qualcosa che rispecchi questo concetto potrebbe essere molto avvincente e non necessiterebbe per forza di Kang il Conquistatore.

Galactus potrebbe sostituire Kang

Galactus Fantastici Quattro

In linea con il concetto di mondi distrutti, Galactus – il cui vero nome è Galan – potrebbe diventare un convincente e funzionale sostituto di Kang il Conquistatore. Il personaggio è conosciuto come il Divoratore di Mondi o anche il Distruttore, oltre a essere considerato un altro dei più grandi e importanti cattivi della Marvel. Ciò che rende un pericolo il villain è il fatto che, per nutrirsi, deve mangiare sempre mondi ricchi di vita.

Potrebbe anche essere che questa “qualità” venga potenziata, facendo in modo che Galactus consumi proprio intere realtà, che andrebbero dunque a intaccare il multiverso. Stando alle voci secondo le quali il Divoratore di Mondi dovrebbe essere introdotto in Fantastici Quattro, i Marvel Studios potrebbero pensare di affidargli un ruolo più esteso e incisivo, facendolo diventare il grande villain dell’intero MCU.

Nessun main villain per Avengers: Secret Wars

Avengers- Secret Wars

Infine, se consideriamo l’idea che Avengers: Secret Wars sarà con molta probabilità un’enorme resa dei conti tra diverse realtà e varianti come quelle viste nella controparte fumettistica, potrebbe non essere addirittura necessario avere un villain principale come Kang il Conquistatore (e, a questo punto, nemmeno un altro). Potrebbe, in sostanza, essere solo una battaglia che si incentra sulla sopravvivenza, in cui sono al centro diverse versioni di eroi che combattono per far sì che i loro rispettivi mondi continuino a esistere nel multiverso o in quello che verrà a sostituirlo in seguito. Insomma, nell’eventualità che non ci sia un recast, ci sono alcune buone possibilità per l’MCU di abbandonare il personaggio di Kang.

Indiana Jones e il Quadrante del Destino, la spiegazione del vero Quadrante del Destino

I film del franchise di Indiana Jones hanno caratteristiche così iconiche che sono state replicate e parodiate da innumerevoli film fin da quando I predatori dell’arca perduta uscì nelle sale. Le scene d’azione, gli inseguimenti, le fughe e il carismatico e audace avventuriero protagonista sono tutti ingredienti della ricetta che ha reso una delle serie cinematografiche più durature e amate di sempre. Forse, però, l’elemento più caratteristico di questa formula, che spesso determina il successo o il fallimento della storia, è l’artefatto al centro di ogni avventura. Questo rende l’oggetto al centro della prossima avventura di Indiana Jones una parte cruciale dell’equazione del successo della storia. Quindi, nel film di James Mangold Indiana Jones e il Quadrante del Destino (leggi qui la recensione), cos’è esattamente il quadrante del destino?

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Perché gli artefatti di Indiana Jones sono importanti?

Harrison Ford Indiana Jones

Uno dei motivi per cui l’artefatto è così importante per i film di Indiana Jones è che l’oggetto a cui Indy e i cattivi danno la caccia, nel migliore dei film, è direttamente collegato ai temi della storia. Ne I predatori dell’arca perduta, l’Arca dell’Alleanza come artefatto centrale giocava un ruolo fondamentale, non solo come oggetto desiderabile, ma anche in relazione al desiderio di potere che i cattivi della storia volevano usare l’Arca per ottenerlo.

Ne L’ultima crociata, il Santo Graal faceva da contrappunto all’egoistico desiderio di immortalità di Walter Donovan (Julian Glover) e all’uso contrastante dei poteri del Graal da parte di Indy (Harrison Ford) per salvare suo padre. In Indiana Jones e il Quadrante del Destino, l’artefatto mette in crisi il nostro protagonista.

Qual è il vero Quadrante del destino?

Indiana Jones e il Quadrante del Destino

Il successo (e il fallimento) dei precedenti artefatti del franchise rende il prossimo estremamente importante per il successo della storia finale del franchise di Indiana Jones e il Quadrante del Destino. Secondo le premesse del film, è il cosiddetto “Meccanismo di Antikythera” e sembra essere un dispositivo in grado di riportare indietro il tempo. Come funzioni esattamente è un mistero, ma è un oggetto tematico interessante e potenzialmente potente, in quanto un Indy invecchiato potrebbe essere tentato di riportare in vita il proprio passato. Il dispositivo è anche ricercato da un gruppo di ex scienziati nazisti, che sperano di riportare in vita il Terzo Reich e di creare scompiglio nel mondo con il potere di questo antico artefatto, sullo sfondo dello sbarco sulla Luna del 1969.

Tutto sommato, sembra una premessa intrigante che si sposa bene con i temi della storia: Indiana Jones e il Quadrante del Destino vede Indy partire per un’ultima avventura mentre lotta con la sua età e il suo posto nel tempo. D’altra parte, l’idea di un antico manufatto in grado di riportare indietro il tempo sembra un po’ inverosimile. Certo, nel Regno del Teschio di Cristallo c’erano degli alieni, ma almeno l’aspetto del teschio di cristallo era ispirato a una storia e a un mito semi-plausibili. L’Arca dell’Alleanza non vi farà sciogliere la faccia, ma ha potenti precedenti e un ruolo vitale nella tradizione biblica. Il Santo Graal è una figura centrale del mito e della leggenda arturiana, insieme a molte altre – e ha anche il vantaggio di avere una leggenda reale sul fatto che bere dal Graal garantisca l’immortalità.

Indiana Jones e il Quadrante del Destino: il Meccanismo di Antikythera

Phoebe Waller-Bridge

Sebbene l’Antikythera non sia (per quanto ne sappiamo) in grado di riportare indietro il tempo, si tratta di un manufatto storico che, a differenza del Graal e dell’Arca, è stato effettivamente riscoperto. Attualmente si trova nel Museo Archeologico Nazionale di Atene, il che tende a togliere un po’ di mistero all’avventura.

L’oggetto, che appare in Indiana Jones e il Quadrante del Destino, in sé è stato scoperto nel 1901 in un naufragio al largo delle coste dell’isola greca di Antikythera, ma solo molti anni dopo si è scoperto qualcosa di estremamente curioso sulle sue proprietà. La scansione di diversi segmenti dell’oggetto ha rivelato che si trattava in realtà di un sistema complesso e interconnesso di ingranaggi progettato per la previsione e l’osservazione, che lo ha reso il più antico computer analogico conosciuto.

A cosa serviva il Meccanismo di Antikythera?

Indiana Jones e il Quadrante del Destino harrison ford
Indiana Jones (Harrison Ford) in Lucasfilm’s IJ5. ©2022 Lucasfilm Ltd. & TM. All Rights Reserved.

Non è chiaro che cosa questo computer “calcolasse” nello specifico, ma il suo oggetto generale è noto: si trattava di un sistema di ingranaggi progettato intorno al II secolo a.C. che aveva una meccanica separata che regolava i moti di quelli che all’epoca erano tutti i corpi celesti conosciuti: il sole, la luna, Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno. Il suo scopo era quello di tracciare e prevedere le posizioni relative di tutti questi oggetti nel cielo contemporaneamente, consentendo all’operatore di vedere a colpo d’occhio quale sarebbe stata la posizione di ciascuno di essi in un determinato momento del futuro.

Le ricerche sulla dinamica del Meccanismo di Antikythera sono ancora in corso, per cui non si può dire cosa ci sarà di nuovo nell’elenco delle scoperte su questo intricato manufatto storico. Anche se, a dire il vero, il viaggio nel tempo è piuttosto in basso nella lista delle possibilità. Ciò che rende Indiana Jones e il Quadrante del Destino parte di una lunga e raffinata tradizione dei precedenti film del franchise è dunque il prendere un manufatto storico reale con proprietà intriganti o miti e leggende ad esso associati, e poi giocare con i dettagli e qualche licenza creativa per produrre un intrigante oggetto del desiderio sia per gli eroi che per i cattivi della storia.

Maestro: la vera storia d’amore tra Leonard Bernstein e Felicia Montealegre

Dal 20 Dicembre è disponibile su Netflix Maestro (qui la recensione), biopic su Leonard Bernstein di e con Bradley Cooper, presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia 2023. Un progetto che segna il ritorno alla regia dell’attore dopo il successo di A Star is Born e che ha subito ricevuto reazioni positive sia dagli spettatori che dalla critica fin dall’uscita del trailer del film. Al centro della pellicola, vi è la storia d’amore tra il celebre direttore d’orchestra e la moglie Felicia Montealegre, interpretata da Carey Mulligan: un matrimonio contraddistinto da un profondo affetto che li ha aiutati a rimanere insieme nonostante le sfide e le difficoltà che hanno dovuto affrontare, tra cui l’omosessualità di Bernstein e la malattia di Felicia. In occasione dell’uscita del film, in questo articolo ripercorriamo dunque gli eventi principali della storia di Leonard Bernstein e Felicia Montealegre.

La trama di Maestro racconta 30 anni di storia di Leonard Bernstein

Il film di Bradley Cooper, che ripercorre 30 anni di vita di Leonard Bernstein, racconta principalmente la storia d’amore tra Bernstein e sua moglie, Felicia Montealegre Cohn Bernstein. Si tratta dunque di un sentito omaggio non solo al talento artistico di Bernstein come direttore d’orchestra, ma anche al legame emotivo che condivideva con la sua famiglia. Anche se 30 anni possono essere un arco di tempo lungo da coprire per un film di 129 minuti, la pellicola di Cooper riesce brillantemente a sviscerare il profondo legame tra Felicia e Bernstein e l’evoluzione del direttore d’orchestra americano come musicista durante quel periodo.

La conoscenza e il matrimonio

Mentre Felicia Montealegre era un’attrice di successo, con ruoli che spaziavano dal teatro di Broadway a rinomate serie televisive, Leonard Bernstein era una delle figure più brillanti del mondo della musica, soprattutto dopo il suo debutto alla Filarmonica di New York. Il primo incontro tra i due, come mostra Maestro, avvenne ad una festa: fu il pianista cileno Claudio Arrau, ex insegnante di pianoforte di Felicia Montealegre, a presentarle Leonard Bernstein a una festa da lui organizzata nel 1947. Pochi mesi dopo questo incontro, i due si fidanzarono, ma Montealegre lasciò Bernstein in meno di un anno. Negli anni successivi, lei si legò sentimentalmente all’attore Richard Hart, dopo aver recitato con lui in diverse opere teatrali. Purtroppo Hart morì il 2 gennaio 1951. Sebbene Montealegre fosse ben consapevole delle precedenti relazioni di Bernstein, dopo la morte di Hart diede alla sua relazione una seconda possibilità. Il 12 agosto 1951 fu dunque annunciato il loro secondo fidanzamento e meno di un mese dopo si sposarono al Tempio Mishkan Tefilah di Boston.

Leonard Bernstein ha avuto relazioni con uomini e donne mentre era sposato

Sebbene Leonard Bernstein apparisse come un padre e un marito devoto agli occhi del pubblico, ebbe molteplici relazioni con uomini e donne mentre era sposato. Felicia Montealegre era a conoscenza delle relazioni extraconiugali del marito e ha riconosciuto il suo orientamento sessuale in una lettera privata. “Sei omosessuale e potresti non cambiare mai – non ammetti la possibilità di una doppia vita, ma se la tua tranquillità, la tua salute, il tuo intero sistema nervoso dipendono da un certo modello sessuale, cosa puoi fare?“. Nella stessa lettera, aggiungeva anche che il loro matrimonio non era “basato sulla passione, ma sulla tenerezza e sul rispetto reciproco“.

Nell’estate del 1971, Leonard Bernstein incontrò Tom Cothran (interpretato da Gideon Glick nel film Maestro), all’epoca direttore musicale di una radio classica di San Francisco. Dopo aver legato per il comune interesse per la musica, Cothran e Bernstein ebbero una relazione e trascorsero spesso le vacanze assieme. Cinque anni dopo il loro primo incontro, Bernstein lasciò poi la moglie Felicia per andare a vivere con Cothran nella California settentrionale. Secondo quanto riportato, la decisione di Bernstein fece infuriare Felicia, che gli disse che “sarebbe morto da vecchio amareggiato e solo“.

Maestro film

La morte di Felicia Montealegre

Poco dopo la partenza di Bernstein per la California del Nord, tuttavia, a Felicia Montealegre fu diagnosticato un cancro ai polmoni. Dopo aver saputo della diagnosi, Bernstein tornò da lei e se ne prese cura fino alla sua morte, avvenuta il 16 giugno 1978. Aveva 56 anni quando morì e fu sepolta al Green-Wood Cemetery di Brooklyn, New York. Dopo la sua morte, Leonard Bernstein rimase amico di Tom Cothran fino a quando il direttore musicale morì di AIDS nel 1987.

La morte di Leonard Bernstein

Dopo la morte della moglie, Leonard Bernstein continuò la sua carriera di musicista e nel 1980 ricevette il Kennedy Center Honor for Lifetime Contributions to American Culture through the Performing Arts, a Washington. Altri grandi traguardi raggiunti nella sua carriera sono stati la nomina a membro onorario della New York Philharmonic nel 1984 e l’avvio dell’Accademia orchestrale dello Schleswig-Holstein Musik Festival a Salzau, in Germania. Come riportato in Maestro, nell’ottobre 1990 Leonard Bernstein annunciò ufficialmente il suo ritiro dalla direzione d’orchestra. Pochi giorni dopo il suo pensionamento, il 14 ottobre 1990, si è spento all’età di 72 anni, nel suo appartamento di New York. Secondo quanto riportato, la causa del decesso fu un attacco cardiaco causato da un tipo di cancro chiamato mesotelioma. Oggi riposa accanto alla moglie al Green-Wood Cemetery di Brooklyn.

Helena Bonham Carter nella seconda clip di One Life

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Helena Bonham Carter nella seconda clip di One Life

Dopo la prima clip Eagle Pictures ha diffuso la seconda clip di One Life, l’atteso film che racconta storia vera di Sir Nicholas “Nicky” Winton interpretato da Anthony Hopkins. Diretto da James Hawes nel cast anche Helena Bonham Carter e Johnny Flynn. Scritto da Lucinda Coxon, Nick Drake.

La trama di One Life

One Life racconta la storia vera di Sir Nicholas “Nicky” Winton, un giovane broker londinese interpretato con maestria da Anthony Hopkins, che nei mesi precedenti lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale salvò 669 bambini profughi da morte certa. Nicky si reca Praga nel dicembre del 1938, e trova migliaia di famiglie fuggite dalla Germania e dall’ Austria, in condizioni disperate, con poco o nessun riparo e cibo, e sotto la costante minaccia dell’invasione nazista. Si rende subito conto che la sua è una corsa contro il tempo, ma capisce immediatamente cosa deve fare: salvare quanti più bambini possibile prima che le frontiere si chiudano definitivamente.

Cinquant’anni dopo nel 1988, Nicky vive ancora nel ricordo della triste sorte di quei bambini che non ha potuto portare in salvo in Inghilterra, incolpandosi sempre di non essere stato in grado di aver fatto di più. Ma il destino gli riserva un incontro inaspettato. Un programma televisivo della BBC, “That’s Life!”, racconta la sua incredibile vicenda, con una sorpresa che lo lascerà senza parole. Dopo ben cinque decenni un evento inaspettato lo porterà finalmente a confrontarsi con il suo senso di colpa e a riappacificarsi con il passato e con sé stesso.

Gigolò per caso, la recensione della serie con Christian de Sica

Gigolò per caso, la recensione della serie con Christian de Sica

Niente cinepanettone questa volta, anzi! Dal 21 dicembre, Christian de Sica sarà su Prime Video per un Natale molto particolare, e tutto da scoprire. Come la serie tv Gigolò per caso che lo vede protagonista, agli ordini di Eros Puglielli, e che in sei episodi ce lo mostrerà alle prese con situazioni quotidiane, ma insieme paradossali, come si confà a una comedy corale come questa. Una produzione Original che mette di fronte al mattatore romano il ‘figlio’ Pietro Sermonti e inserisce i due in un contesto creato grazie alla partecipazione di Ambra Angiolini, Frank Matano, Asia Argento, Claudio Gregori (Greg), Antonio Bannò, Francesco Bruni, Giorgia Arena, Marco Messeri, Sandra Milo e Stefania Sandrelli. Ai quali si aggiungono grandi guest star del calibro di Gloria Guida, Isabella Ferrari, Lillo e Virginia Raffaele.

Gigolò per caso, la trama

Una vita di mediocrità, che non lo ha mai visto emergere né per carisma né per bellezza, viene interrotta quando Alfonso (Sermonti) riceve notizia della morte del padre. Uno scherzo per attirare la sua attenzione, ma l’infarto subito dall’incontrollabile Giacomo (De Sica) è vero e costringe il tranquillo commesso in un negozio di orologi – dove viene quotidianamente umiliato – e marito fin troppo attento della insoddisfatta Margherita (Angiolini) a cambiare tutto. Dove non erano riusciti l’invadente terapista di coppia Costanza (Argento) e l’amichevole parroco Don Luigi (Matano), riesce il senso del dovere filiale, che lo costringe a improvvisarsi gigolò per impedire che l’attività paterna vada all’aria. Lo aspetta una rivoluzione alla quale nemmeno il suo femminismo poteva prepararlo e che lo trascinerà in un intreccio imprevedibile, tra criminali sadici, ladri da quattro soldi e donne tutte diverse che lo spingeranno ad affrontare i propri fantasmi e lo arricchiranno di nuove importanti consapevolezze sull’universo femminile e su di sé.

Gigolò per casoGigolò per caso, un Natale di scoperte

Non siamo certo di fronte al De Sica visto da poco nel bel I limoni di inverno, ma non aspettatevi di rivedere il dominatore di tanti natali cinematografici – in coppia o da solo – degli scorsi anni. In Gigolò per caso (guarda il trailer), l’attore romano ha spazio per svariare e un cast di spalle e controparti ben orchestrate e ben scritte (da Daniela Delle Foglie e Tommaso Renzoni). Sempre pronte a offrirgli l’aggancio giusto per dar sfogo all’istrionismo e al suo repertorio più classico quanto a farsi da parte in modo accorto per lasciare i riflettori al trasformista Sermonti, perfettamente a suo agio nel ruolo del rispettoso protagonista di quella che viene presentata come una “Comedy sofisticata che diverte senza volgarità”.

E in effetti, se il primo aggettivo è frutto di una particolare benevolenza non c’è dubbio che sia facile ritrovarsi a sorridere spesso seguendo lo svolgersi degli eventi. Ritmati, coerentemente intrecciati tra loro in modo da permettere di seguirli facilmente e di conservare un ritmo adatto al formato e al prodotto. Che nel corso del suo sviluppo, episodio dopo episodio, riesce e a bilanciare la linea principale e i duetti tra i due gigolò protagonisti, con le varie diramazioni e parallele, mai esagerate da sopraffare o confondere, sempre utili a presentare i tanti cameo – grandi e piccoli – ospitati dalla produzione, Gloria Guida e Isabella Ferrari su tutti.

L’insicurezza, i traumi infantili alla sua origine, un certo divertente anacronismo e l’impegnativo – a tratti apparentemente casuale – percorso di scoperta di sé e, come suggerisce Puglielli, di ciò che conta veramente e di chi siamo, sono costantemente presenti nella caratterizzazione del povero Alfonso. E sebbene azioni e apparizioni di un paio di personaggi, soprattutto femminili, sembrino più motivate dal blasone o da necessità produttive, complessivamente poche volte è stato ricordato in maniera intelligente e così gradevole quanto sia imprescindibile, necessario, attuale e moderno acquisire una diversa consapevolezza del femminile e rispettare bisogni, debolezze e scelte di vita e genere altrui.

Jason Momoa commenta la possibilità di interpretare Lobo nel DCU

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Jason Momoa commenta la possibilità di interpretare Lobo nel DCU

Le possibilità che Jason Momoa interpreti nuovamente Arthur Curry dopo Aquaman e il Regno Perduto (qui la recensione) sono molto scarse. Mettendo da parte il fatto che il sequel di James Wan sarà ufficialmente il film finale del “DCEU” prima che il DCU rinnovato di James Gunn e Peter Safran inizi a prendere forma, le prime proiezioni di incasso del film non sono promettenti per un terzo capitolo.

Tuttavia, il viaggio di Momoa con i personaggi DC potrebbe non essere concluso. Ci sono state voci persistenti secondo cui l’ex attore di Game of Thrones sarebbe destinato ad assumere un ruolo diverso nel DCU. Mentre chiacchierava con Fandango, a Momoa è stato chiesto delle notizie secondo cui sarebbe in trattative per interpretare Lobo, e mentre afferma di “non aver ricevuto la chiamata”, ammette che coglierebbe al volo l’opportunità di interpretare il Main Man.

“Quindi Lobo era… colleziono fumetti, e non faccio più molto, ma è sempre stato il mio preferito, e ho sempre voluto interpretare Lobo, perché ero tipo, ‘Ciao? È il ruolo perfetto,’. Voglio dire, ascolta. Se chiamano e mi chiedono di interpretarlo, è un ca**o, sì. Non ho ricevuto quella chiamata, quindi non voglio mettere in giro nessuna notizia falsa, ma se mai mi chiamassero e chiedimi di interpretarlo, o chiedimi di fare un’audizione, io sono lì.”

Stranamente, Momoa in realtà pensava di essere stato scelto come Lobo quando Zack Snyder lo ha scelto come Aquaman. L’attore conferma anche un precedente report secondo cui originariamente aveva fatto il provino per Batman, ma aveva la sensazione che non fosse del tutto adatto per quel personaggio. “All’inizio pensavo che avrei interpretato Lobo fin da subito”, ha spiegato Momoa. “Ho fatto il provino per Batman, ma pensavo, ‘È stupido. Non sarò io. Perché faccio il provino per Batman?’ Ma era solo un’audizione ordinaria, e poi vengo chiamato subito dopo l’annuncio di Affleck, e dico: “Oh, ca**o. Certo, interpreterò il cattivo”. tipo.’ Quindi ho pensato, ‘Sì, entrerò, li picchierò [Batman e Superman] e morirò, come faccio io.'”

“Mi hanno chiamato in ufficio e mi sono detto, ‘Beh, sai chi interpreterai?’ Io ho risposto: “Sì, Lobo! Certo. È l’unico che può combattere Batman e Superman”. [Il regista Zack Snyder era] tipo, “Cosa? Lobo? No, non è in questo universo”. Mi chiedo, ‘Cosa? Chi diavolo dovrei interpretare?’ E poi, vorrei che l’avesse registrato, perché dice “Aquaman”. E io non sono riuscito a nascondere la delusione.” Ma nonostate la prima reazione, c’è da dire che Jason Momoa sembra si sia comunque molto divertito a interpretare Arthur Curry.

Ryan Gosling avrebbe incontrato Kevin Feige per discutere il suo eventuale ingresso nel MCU

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Ryan Gosling era uno dei tanti nomi che si diceva fossero in fila per interpretare il Dottor Destino nel prossimo riavvio dei Fantastici Quattro, e mentre questa ipotesi sembra sfumata, Gosling potrebbe essere in trattative con i Marvel Studios per interpretare un personaggio diverso.

Secondo l’insider Daniel Richtman (tramite Patreon), Gosling ha incontrato Kevin Feige riguardo al potenziale ingresso nel Marvel Cinematic Universe. Non sappiamo se l’attore sia ufficialmente in trattative e Richtman non menziona alcun eroe o cattivo specifico, ma si dice che potrebbero discutere di più di un personaggio.

Questa è ovviamente solo una voce per ora, e Ryan Gosling si è recentemente separato dalla Universal e da Wolf Man di Blumhouse, a cui era legato da oltre tre anni. Questa situazione potrebbe essere una coincidenza, oppure no e c’è una possibilità che Gosling si sia allontanato dal progetto perché la Marvel è venuta a chiamarlo.

Gosling non è sembrato molto entusiasta della prospettiva di interpretare un supereroe o di unirsi al MCU nelle interviste precedenti, anche se ha menzionato Ghost Rider come un personaggio con cui potrebbe essere interessato a cimentarsi in un paio di occasioni.

Ryan Gosling sarà trai protagonisti della stagione dei premi grazie alla sua interpretazione di Ken in Barbie di Greta Gerwig.

Harry Potter e l’Ordine della Fenice in concerto: per la prima volta a Roma il 27 e 28 dicembre all’Auditorium Conciliazione

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Il ritorno di Lord Voldemort e l’arrivo della terribile Dolores Umbridge, la ribellione compatta dell’Esercito di Silente. Uno dei capitoli più complessi della saga torna sul grande schermo come non lo avete mai visto, pronto a incantare ancora una volta il pubblico grazie alla magia della musica dal vivo e alla bacchetta di un grande direttore d’orchestra.

L’Orchestra Italiana del Cinema presenta per la prima volta a RomaHarry Potter e l’Ordine della Fenice™ in Concerto”, in arrivo all’Auditorium della Conciliazione mercoledì 27 e giovedì 28 dicembre.

Sul palco una straordinaria formazione di oltre 80 musicisti che sotto la direzione del Maestro Benjamin Pope eseguirà l’indimenticabile colonna sonora di Nicholas Hooper dal vivo, in perfetto sincrono con la proiezione dell’intero film, in alta definizione su uno schermo di oltre 12 metri e con i dialoghi in italiano.

In questo quinto film della serie il Signore Oscuro è tornato ma il Ministero della Magia cerca di mantenere segreta la verità sull’incarico di un nuovo e ambizioso professore di Difesa dalle Arti Oscure a Hogwarts. Ron ed Hermione convincono Harry ad addestrare segretamente gli studenti per l’imminente guerra magica, e un nuovo e terrificante scontro tra il bene e il male è in agguato.

Nominato per un World Soundtrack Discovery Award, il compositore Nicholas Hooper ha utilizzato tecniche sperimentali e strumenti unici per comporre due nuovi temi principali che riflettono l’influenza di Voldemort sulla psiche di Harry. Utilizzando i tamburi Taiko giapponesi, Hooper permette a una corrente più sinistra e nefasta di permeare l’avventura magica di Harry e dei suoi amici mentre si preparano alla guerra in arrivo.

Justin Freer, Presidente di CineConcerts, produttore e direttore della serie di concerti di Harry Potter, spiega: “La serie di film di Harry Potter è un fenomeno culturale irripetibile che continua a deliziare milioni di fan in tutto il mondo. È con grande piacere che portiamo per la prima volta ai fan l’opportunità di sperimentare i premiati brani musicali suonati dal vivo da un’orchestra sinfonica, il tutto mentre il film è proiettato contemporaneamente sul grande schermo. Questo è davvero un evento indimenticabile”.

Harry Potter è sinonimo di entusiasmo in tutto il mondo ed è fantastico scoprire che eseguendo questa incredibile musica con il film completo, il pubblico torni a goderne la magia“: aggiunge Brady Beaubien di CineConcerts e Concert Producer.

 “Siamo orgogliosi di aver portato per primi in Italia una nuova ed emozionante forma di spettacolo dal vivo come The Harry Potter Film Concert Series”: dichiara Marco Patrignani, presidente dell’Orchestra Italiana del Cinema e produttore dello show in Italia. “Il ruolo della musica nel film è cruciale e questa è un’occasione più unica che rara per poter ammirare i musicisti creare un suono straordinario e scoprire i colori e le suggestioni che gli strumenti sono in grado di generare in relazione a ogni momento del film. Harry Potter è una delle maggiori saghe di successo nella storia e penso che la serie di film-concerto sia una meravigliosa opportunità adatta a tutte le età, per rivivere o scoprire fin dall’inizio questa emozionante avventura e lasciarsi trasportare dalla magia della sua musica”.

Warner Bros. Discovery Global Themed Entertainment e CineConcerts hanno creato la “Harry Potter Film Concert Series”, l’unica tournée concertistica al mondo dedicata ai film di Harry Potter.

Dal debutto di “Harry Potter e la Pietra Filosofale™ in Concerto” nel 2016, più di 3 milioni di fan hanno goduto di questa magica esperienza, per un totale di oltre 2.973 spettacoli in più di 48 paesi in tutto il mondo compresi quelli programmati fino al 2025. Le date italiane sono prodotte da Marco Patrignani e Forum Studios in partnership con Cineconcerts e Warner Bros. Consumer Products.

X-Men ’97: ci sarà un episodio con lo stile di un videogioco a 16 bit

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Quando i Marvel Studios hanno annunciato X-Men ’97, serie animata sequel di X-Men: The Animated Series non è stata una sorpresa per nessuno, visto quanto era amata e seguita la serie a cartoni animati degli anni ’90. Ad aggiungere gioia a questa notizia, è stato il fatto che tutto il cast della prima serie tornerà in questa seconda avventura animata degli X-Men che arriverà su Disney+, riprendendo la storia da dove era stata interrotta.

Ora, grazie allo scooper @CanWeGetToast (via Toonado.com), abbiamo alcuni nuovi dettagli su come si concluderà la prima stagione. Secondo quanto riferito, X-Men ’97 offrirà un finale in tre parti che si svolgerà negli episodi 8, 9 e 10. Nathan Summers/Cable tornerà, mentre gli X-Men si affronteranno con Mister Sinister, Bastion e una nuova ondata mortale di Sentinelle. In questo finale, secondo quanto riferito, vedremo Jubilee e il suo ragazzo, Sunspot, intrappolati in un videogioco a 16 bit di Mojo nel giorno del suo compleanno. Di conseguenza, parte dell’episodio sarà animato nello stile di un videogioco a 16 bit.

C’è un’enorme quantità di entusiasmo attorno a X-Men ’97, anche se prenderà spunto da X-Men: The Animated Series, è chiaro che anche i Marvel Studios intendono fare di testa propria con questo revival per assicurarsi che venga accolto anche da un pubblico moderno, così come dai fan di lunga data.

Thunderbolts: Wyatt Russell rivela quando cominceranno esattamente le riprese nel 2024

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Con lo spostamento delle date di uscita dei Thunderbolts dal 20 dicembre 2024 al 25 luglio 2025, i fan dei Marvel Studios si chiedono quando inizieranno esattamente le riprese del film. L’attore che interpreta il Guardiano Rosso, David Harbour, ha un impegno piuttosto grande con l’ultima stagione di Stranger Things di Netflix, le cui riprese inizieranno a gennaio 2024. E secondo i fratelli Duffer, la serie prevederà circa un anno di riprese.

Ora però Wyatt Russell, che in The Falcon e The Winter Soldier ha esordito nei panni di US Agent e che farà parte del cast di Thunderbolts ha fatto chiarezza sulla questione. Parlando con THR del suo ruolo in Monarch: Legacy of Monsters e delle riprese con suo padre, Kurt Russell, Wyatt ha rivelato che le telecamere di Thunderbolts inizieranno a girare a marzo o aprile.

Rispondendo alla domanda se ci sia una lunga strada di redenzione davanti a John Walker, dopo gli eventi di The Falcon e The Winter Soldier, Wyatt ha dichiarato: “Lo spero. C’è così tanto con cui giocare con John, e c’è molto altro da fare. Sono così fortunato a poter lavorare con i talenti con cui lavorerò quando inizieranno le riprese di Thunderbolts a marzo o aprile.”

“Non so ancora quando inizieremo, ma Sebastian Stan è un grande amico e non si potrebbe chiedere un attore migliore. Florence Pugh è una delle migliori attrici al mondo in questo momento, ed è una delle mie attrici preferite al mondo. David Harbour. Steven Yeun è uno dei migliori attori al mondo in questo momento. Ci sono tutte queste persone in questo film e non potrei sentirmi più fortunato.”

Se la Disney non sposta ulteriormente le date di uscita, Thunderbolts sarà presentato in anteprima nelle sale il 25 luglio 2025, tra Fantastic Four (2 maggio 2025) e Blade (7 novembre 2025). Avengers: The Kang Dynasty (1 maggio 2026) e Avengers: Secret Wars (7 maggio 2027) segnano la conclusione della Fase 6 della Saga del Multiverso.

Il roster di Thunderbolts è attualmente composto da Red Guardian (David Harbour), Ghost (Hannah John-Kamen), Yelena Belova (Florence Pugh), Bucky Barnes/The Winter Soldier (Sebastian Stan), John Walker/ US Agent (Wyatt Russell), Sentry (Steven Yeun) e Taskmaster (Olga Kurylenko). Secondo quanto abbiamo appreso la contessa Valentina Allegra de Fontaine (Julia Louis-Dreyfus) metterà insieme la squadra e potrebbe anche essere parzialmente responsabile della creazione di Sentry. Inoltre, Ayo Edebiri ha un ruolo nel film non ancora rivelato e dovrebbe apparire anche Thunderbolt Ross di Harrison Ford.

Aquaman e il Regno Perduto: recensione del film DC con Jason Momoa

Dopo numerosi rinvii e apparenti problemi produttivi, Aquaman e il Regno Perduto arriva finalmente in sala per concludere questo complicato e altalenante anno per i cinecomic. Arriva però soprattutto in qualità di colpo di coda del DC Extended Universe, su cui ha definitivamente posto la parola fine l’arrivo di James Gunn e Peter Safran quali nuovi co-CEO dei DC Studios, pronti a dar vita ad un reboot del franchise a partire dal 2025. Proprio la notizia di quest’imminente conclusione e del futuro riavvio sembra aver avuto un certo peso nei deludenti risultati economici dei cinecomic DC usciti quest’anno. Da Shazam! Furia degli Dei a The Flash e fino a Blue Beetle, nessuno di questi è riuscito ad ottenere gli incassi sperati.

Il sequel di Aquaman diretto da James Wan è allora atteso al varco da quanti sono curiosi di scoprire se le voci circolate negli ultimi mesi sono vere: che il film è un disastro, che il ruolo di Amber Heard è stato notevolmente ridotto e che l’intero progetto sarebbe stato concepito come uno standalone. Con sulle spalle la pesante eredità dell’incasso globale di circa un miliardo di dollari del precedente film, Aquaman e il Regno Perduto arriva dunque al cinema tra l’indifferenza e la curiosità per dare risposta a tutto ciò. E la risposta è piuttosto sorprendente: il film, continuando a non prendersi sul serio, si rivela essere una divertita e divertente commedia d’avventura e tanto dovrebbe bastare.

La trama di Aquaman e il Regno Perduto

Ritroviamo dunque Arthur Curry alias Aquaman (Jason Momoa), diviso tra la noiosità del suo ruolo di re di Atlantide e le difficoltà dell’essere padre. Le avventure di un tempo sono sempre di meno e sempre meno entusiasmanti, ma naturalmente ciò è destinato a cambiare. Dalle profondità degli abissi, David Kane alias Black Manta (Yahya Abdul-Mateen II), ancora spinto dal bisogno di vendicare la morte di suo padre, è entrato il potere del mitico Tridente Nero, che scatena una forza antica e malevola. Per sconfiggerlo, Aquaman dovrà allora rivolgersi al fratello imprigionato Orm (Patrick Wilson). I due dovranno però mettere da parte le loro differenze per proteggere il loro regno e il mondo intero.

Aquaman e il Regno Perduto Patrick Wilson Jason Momoa
Courtesy Warner Bros Pictures / ™ & © DC Comics

La seconda e ultima avventura di Aquaman è una gradita sorpresa

Probabilmente il modo migliore di intraprendere la visione di Aquaman e il Regno Perduto è dimenticare che faccia parte di un universo condiviso. Il film in questo aiuta, non presentando neanche un riferimento agli altri titoli del DCEU, né verbale né sotto forma di cameo. Il nuovo Aquaman può dunque davvero essere considerato un lungometraggio standalone, legato solo al capitolo di cui è il seguito. Questa autonomia permette di non distrarsi con elementi che poco o nulla avrebbero significato ai fini del racconto, concentrandosi invece sul costruire adeguatamente una nuova storia su questo riluttante re alla disperata ricerca di nuove avventure, senza dimenticare di lanciare un convincente messaggio sui pericoli del cambiamento climatico.

Seguendolo in esse, Wan può dunque sbizzarrirsi nel offrire tanto situazioni comiche cucite su misura sul protagonista quanto un’esplorazione di nuovi ambienti e culture sottomarine che si rivelano più affascinanti del previsto. C’è infatti un gusto per l’immagine, la ricostruzione scenografica e l’uso degli effetti speciali a cui il regista e il suo team dimostrano di aver lavorato con grande cura, raggiungendo entusiasmanti risultati. Visivamente, dunque, Aquaman e il Regno Perduto offre continue gioie per gli occhi, pur al netto di alcune scelte estetiche che potranno far storcere il naso a qualcuno. Di certo, il risultato è ben al di sopra di quanto compiuto da un altro film che parzialmente esplorava gli abissi quale Black Panther: Wakanda Forever.

Aquaman e il Regno Perduto Jason Momoa
Courtesy Warner Bros Pictures / ™ & © DC Comics

Ma tornando al racconto, questo potrà forse apparire fin troppo semplice nel suo svolgersi, ma è proprio questa semplicità che premia il film, portando lo spettatore da un punto ad un altro e poi ad un altro ancora, senza che le sottotrame strabordino in quella principale. Wan aveva inoltre anticipato che ci saremmo ritrovati davanti ad una sorta di buddy movie incentrato sul rapporto tra Aquaman e Orm, ed è proprio il loro condividere la scena a regalare al film momenti particolarmente brillanti. Certo, non ci si trova dinanzi ad una comicità tale da sbellicarsi dalle risate, ma è giusto che sia così o altrimenti il film avrebbe rischiato con il diventare demenziale. Ancora una volta, Aquaman non si prende dunque sul serio e questo è il suo punto di forza.

Cosa ci resta di questi personaggi?

Aquaman e il Regno Perduto smentisce dunque le voci che lo volevano disastro completo, regalando due ore di sano intrattenimento, senza dimostrare particolari ambizioni ma facendo della propria semplicità la propria forza. A volte, in realtà, si ha l’impressione che si giochi troppo sul sicuro, non ottenendo dunque momenti particolarmente coinvolgenti da un punto di vista emotivo. Per quanto la posta in gioco sia alta, forse un maggior senso di pericolo o di furia vendicativa da parte dei protagonisti li avrebbe resi più interessanti, lasciando qualcosa in più di loro negli spettatori. Ciò non avviene ma importa fino ad un certo punto. Il film presenta gli ingredienti giusti per divertire, intrattenere e, che piaccia o meno, concludere l’avventura del DCEU.

Taylor Swift sarà Lady Deadpool in Deadpool 3?

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Taylor Swift sarà Lady Deadpool in Deadpool 3?

Il protagonista di Deadpool 3 Ryan Reynolds ha recentemente confermato che una variante di Wade Wilson, Dogpool, apparirà nel prossimo trequel, e ora alcuni rumor vorrebbero l’apparizione di un’altra variante del Mercenario Chiacchierone. Secondo Daniel Richtman, Lady Deadpool di Terra-3010, alias Wanda Wilson, apparirà nel film e “sembrerà esattamente come nei fumetti”. Non sappiamo se il personaggio avrà un ruolo sostanziale, ma sembra più probabile che sia un cameo.

Si è anche diffusa la speculazione che Taylor Swift – che per tanto tempo era stata accostata al personaggio di Dazzler – potrebbe essere stata scelta per il ruolo di Lady Deadpool, dal momento che pop star è stata vista uscire con Reynolds, Hugh Jackman e il regista Shawn Levy al MetLife Stadium per i Kansas City Chiefs contro New York.

Un’altra popolare scelta dei fan per il ruolo di lady Deadpool è la moglie di Reynolds, Blake Lively, ma se è coinvolta nel progetto, è stato fatto un ottimo lavoro per mantenere il segreto.

Altri cameo che secondo quanto riferito sono stati raccolti per Deadpool 3 includono diversi personaggi degli X-Men (Tempesta, Ciclope e Jean Gray tra gli altri), e forse anche Channing Tatum e Taylor Kitsch come diverse varianti di Gambit. Una voce recente affermava che anche Liev Schreiber riprenderebbe il suo ruolo in X-Men Origins: Wolverine nei panni di Victor Creed (abbiamo visto un attore che è apparso a Tyler Mane di X-Men 1 nelle recenti foto dal set). L’unico grande ritorno confermato è quello di Jennifer Garner nei panni di Elektra, ma attrice ha rifiutato di confermare il suo coinvolgimento in una recente intervista.

Morena Baccarin (Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter), Brianna Hildebrand (Negasonic Teenage Warhead) e Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in franchising Emma Corrin (The Crown) e Matthew Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora segreti. Anche i dettagli della trama rimangono un mistero per ora, ma si prevede che Wade e Wolvie si ritroveranno (intrappolati?) nell’universo cinematografico Marvel.

Un recente report afferma che la TVA di Loki, incluso l’agente Mobius (Owen Wilson) e Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. I rumors sembrano anche indicare che il debutto di Wade nell’MCU sarà molto più parte integrante della Fase 5 di quanto pensassimo inizialmente. Shawn Levy dirigerà Deadpool 3, che uscirà nei cinema il 26 luglio 2024.

Triple Frontier: un nuovo aggiornamento sul sequel

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Triple Frontier: un nuovo aggiornamento sul sequel

Il sequel di Triple Frontier potrebbe essere ancora vivo a quattro anni di distanza dall’uscita del primo film su Netflix. Distribuito sulla piattaforma nel 2019, Triple Frontier è un film d’azione che racconta di un gruppo di amici che lavorano insieme per sconfiggere il leader di un cartello della droga sudamericano usando le loro abilità di ex agenti delle forze speciali. Il film presenta un cast di serie A che conta Ben Affleck, Oscar Isaac, Charlie Hunnam, Garrett Hedlund e Pedro Pascal.

In un’intervista con The Mary Sue, Charlie Hunnam si apre sulle prospettive di Triple Frontier 2. L’attore ha detto che non c’era “nulla di garantito” ma ha accennato a un “potenziale seguito”. Ha detto: “[È nella sua] fase iniziale. Niente di garantito, ma di recente ho iniziato a diventare il produttore principale di un potenziale sequel di Triple Frontier su Netflix.”

Sebbene Triple Frontier fosse un film Netflix, il film ha ricevuto una distribuzione limitata nel marzo 2019. L’uscita di Triple Frontier è stata meno fruttuosa dal punto di vista economico di quanto Netflix avesse sperato, soprattutto dopo che lo studio ha speso l’enorme cifra di 115 milioni di dollari per realizzarlo. Ciononostante, Triple Frontier ha ottenuto un 70% su Rotten Tomatoes tra i critici.

Triple Frontier rimonta su Netflix: 10 film da guardare se ti è piaciuto

Triple Frontier è diretto da J.C.Chandor (Margin Call, All Is Lost, A Most Violent Year) e arrivato sulla piattaforma streaming a partire dal 13 Marzo 2019. Nel cast Ben Affleck, Oscar Isaac, Charlie Hunnam, Garrett Hedlund, Pedro PascalAdria Arjona.

Play Entertainment annuncia l’avvio delle riprese di Una fottuta bugia

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La casa di produzione Play Entertainment è lieta di annunciare l’avvio delle riprese di Una fottuta bugia, un dramedy in cui un giovane ex-enfant prodige squattrinato si trova, suo malgrado, costretto a fingersi malato di cancro per non essere sfrattato di casa. L’incontro con Claudia, una ragazza malata terminale, lo costringe a confrontarsi col suo castello di bugie.

Il film è prodotto da Play Entertainment e diretto da Gianluca Ansanelli, che ne firma anche la sceneggiatura insieme a Tito Buffulini. L’opera è realizzata in co-produzione con Agresywna Banda, con il supporto di Lazio Cinema International 2022 e con il sostegno della Fondazione Calabria Film Commission.

Protagonisti principali sono Emanuele Propizio (Tutto quello che vuoi, Ghiaccio, Romantiche), Antonia Fotaras (Il Silenzio grande, Luna Nera e Un’estate fa) e Giampaolo Morelli (7 ore per farti innamorare, C’era una volta il crimine, Falla Girare). Nel cast anche Mariano Rigillo, Gianmarco Tognazzi, Antonello Fassari, Antonella Fattori, Marit Nissen e Paola Sotgiu.

Gianluca Ansanelli, non solo sceneggiatore e regista per cinema e teatro, ma anche autore, cabarettista e attore televisivo, torna dietro la macchina da presa per il grande schermo dopo il recente La Guerra dei Nonni e ritrova sul set in questa nuova avventura Giampaolo Morelli con cui ha già lavorato in diversi progetti in veste di sceneggiatore (7 ore per farti innamorare, Falla girare). Commenta il regista: “Molti film che parlano della malattia hanno per protagonisti persone mature o anziane e questo allontana il pubblico giovane, io ho scelto di raccontare la storia di due ragazzi, con le fragilità, gli slanci e l’incoscienza tipici della loro età per poter parlare a un target più allargato. Anche il modo di girare rispecchierà questa mia intenzione di abbassamento anagrafico”. Le riprese dureranno 5 settimane e si snoderanno tra Roma e la Calabria.

Una Fottuta Bugia, la trama del film

Pietro (Emanuele Propizio) è un ex-enfant prodige della pubblicità che oggi, a quasi trent’anni viene regolarmente scartato ai provini e sbarca il lunario insegnando teatro ai ragazzini della parrocchia. Vive in un modesto appartamento della diocesi con Nicolas (Giampaolo Morelli) un infermiere dall’indole casinara e menefreghista, divorziato con moglie e figlio a carico. Quando i due rischiano di essere sfrattati dal prete, Nicolas inventa l’orrenda bugia che il suo inquilino è malato di cancro. Inizialmente Pietro subisce la cosa impotente ma poi, proprio quando decide di confessare tutto, conosce Claudia (Antonia Fotaras), una ragazza veramente malata, che malgrado le sue gravi condizioni di salute, sprizza vitalità da tutti i pori. Tra i due ragazzi si crea un indissolubile legame a cui Pietro non vuole rinunciare. Riuscirà a gestire i suoi sentimenti senza ferire quelli di Claudia?

PLAY ENTERTAINMENT è una società di produzione audiovisiva operativa dal 2008 che si è affermata rapidamente nel mondo dell’entertainment sviluppando e commercializzando in tutto il mondo progetti “made in Italy”. Tra i suoi precedenti prodotti la serie TV animata Angel’s Friends lanciata nel 2008 e co-prodotta da R.T.I. che è stata venduta in oltre 30 paesi internazionali e ha realizzato oltre 100 contratti di licensing e merchandising; il mistery horror Shortcut di Alessio Liguori uscito in oltre 700 schermi e arrivato settimo negli USA; la black comedy I Iiviatani, cattive attitudini, regia di Riccardo Papa, Un mondo in più, un dramma sociale di Luigi Pane, Blackbits, un thriller di Alessio Liguori e la commedia romantica corale L’amor Fuggente di Davide Lomma. Fanum è l’ultimo mistery-thriller per la regia della giovanissima Iris Gaeta, attualmente in post-produzione.

AGRESYWNA BANDA è una società di produzione cinematografica con sede in Polonia coinvolta principalmente in co-produzioni internazionali, dal 2010 ha prodotto la fiction Rai Marco D’aviano e 14 film tra cui Closer to the Moon (9 premi Gopo rumeni tra cui miglior film), Rimetti a noi i nostri debiti di Antonio Morabito (prima produzione italiana Netflix), Non odiare di Mauro Mancini presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2020, Il Silenzio grande di Alessandro Gassmann presentato sempre alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2021 e Beibis (remake di Figli di Mattia Torre). Attualmente ha 5 film in lavorazione.

Henry Cavill commenta il suo look insolito in Argylle – La super spia

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Henry Cavill commenta l’aspetto del suo personaggio, compreso il suo bizzarro taglio di capelli, nel film di spionaggio Argylle – La super spia. Dal regista di Kingsman The Secret Service Matthew Vaughn, la commedia d’azione vede Cavill nei panni dell’omonimo agente Argylle, un personaggio immaginario creato dall’autrice Elly Conway (interpretata da Bryce Dallas Howard) come protagonista della sua serie di romanzi di spionaggio bestseller. Da quando abbiamo visto Henry Cavill con il look del film nel novembre 2022, il bizzarro taglio di capelli del suo personaggio è stato argomento di discussione.

In vista dell’uscita di Argylle l’anno prossimo, Henry Cavill ha parlato del look del suo personaggio e del bizzarro taglio di capelli in una nuova intervista con Entertainment Weekly. La star di Argylle dice che l’aspetto dell’omonima spia non è stata una sua scelta, ma è da attribuire al regista Matthew Vaughn, anche se è arrivato ad apprezzare lo stile caratteristico dell’agente Argylle. “Quella era in realtà la proposta di Matthew, il suo stile distintivo. Volevo divertirmi. Matthew mi ha detto: “Guarda, questo ragazzo avrà un aspetto particolare e devi fidarti di me”. E l’ho fatto! Questo è il tipo di cosa che stavo cercando. Sono felice di averlo fatto.”

Bryce Dallas Howard (Jurassic World) è Elly Conway, autrice solitaria di una serie di romanzi best-seller di spionaggio, la cui idea di felicità è una serata a casa al computer con il suo gatto Alfie. Ma quando le trame dei libri di Elly, incentrate sull’agente segreto Argylle e sulla sua missione di smascherare un’organizzazione criminale globale, iniziano a rispecchiare le azioni segrete di un’organizzazione di spionaggio reale, le tranquille serate a casa diventano un lontano ricordo.

Accompagnata da Aiden (il premio Oscar Sam Rockwell), una spia allergica ai gatti, Elly (che porta Alfie nello zaino) corre per il mondo cercando di stare un passo avanti agli assassini, mentre il confine tra il mondo immaginario di Elly e quello reale inizia a svanire.

Il cast di prim’ordine comprende Henry Cavill (The Witcher), John Cena (Fast X), la vincitrice dell’Oscar Ariana DeBose (West Side Story), la superstar del pop Dua Lipa (Barbie), il vincitore dell’Emmy e candidato all’Oscar Bryan Cranston (Breaking Bad), la vincitrice dell’Emmy e icona della commedia Catherine O’Hara (Schitt’s Creek), Sofia Boutella (Kingsman – The Secret Service) e il leggendario Samuel L. Jackson. Alfie è interpretato da Chip, che nella vita reale è il gatto della top model Claudia Vaughn (nata Schiffer).

Argylle – La super spia è diretto e prodotto da Matthew Vaughn, da una sceneggiatura di Jason Fuchs (Sei ancora qui – I Still See You). Il film è prodotto da Matthew Vaughn, Adam Bohling (del franchise Kingsman), Jason Fuchs e David Reid (del franchise Kingsman). I produttori esecutivi sono Adam Fishbach, Zygi Kamasa, Carlos Peres e Claudia Vaughn. Apple Original Films presenta, in associazione con MARV, una produzione Cloudy. Argylle – La super spia è distribuito da Universal Pictures Italia.

Land of Bad: Trailer dell’action thriller con Liam Hemsworth e Russell Crowe

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È stato diffuso il trailer ufficiale di Land of Bad, il prossimo thriller d’azione di The Avenue con Liam Hemsworth e Russell Crowe.

Il video mostra Liam Hemsworth nei panni di un ufficiale alle prime armi, la cui operazione segreta deraglia, lasciando lui e la sua squadra bloccati in territorio nemico. Spetta al personaggio di Russell Crowe, pilota di droni dell’Air Force, guidarli verso la salvezza prima che sia troppo tardi. Il film debutterà nelle sale americane il 16 febbraio 2024.

Di cosa parla Land of Bad?

Nel film, un’operazione segreta delle Forze Speciali nel sud delle Filippine si trasforma in una brutale battaglia di 48 ore per la sopravvivenza“, si legge nella sinossi. “Quando una squadra di estrazione d’élite cade in un’imboscata in territorio nemico, l’ufficiale Kinney (Hemsworth), alle prime armi, si ritrova in inferiorità numerica ma determinato a non lasciare indietro nessuno. Con un attacco aereo in avvicinamento, l’unica speranza di Kinney dipende dalla guida del pilota di droni dell’Air Force Reaper (Crowe), che naviga in un pericolo inconoscibile dove ogni mossa potrebbe essere l’ultima. 

Land of Bad è diretto da William Eubank da una sceneggiatura scritta insieme a David Frigerio. Il film, vietato ai minori, è interpretato anche da Luke Hemsworth, Ricky Whittle, Milo Ventimiglia, Daniel MacPherson, George Burgess e altri. Il film è prodotto da Luke Hemsworth, Tracey Robertson, Nathan Mayfield, Tracey Vieira, Jack Bear Liu, Vanessa Yao Guo, Delphine Perrier, Sophie Jordan e altri.

TMNT: Mutant Mayhem, il regista svela il ruolo di Shredder nel sequel

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Il regista di Tartarughe Ninja: Caos mutante Jeff Rowe ha parlato del ruolo dell’iconico cattivo Shredder nel sequel.

Parlando con Empire Magazine, Jeff Rowe ha rivelato perché Shredder non è diventato il cattivo principale del primo film Tartarughe Ninja: Caos mutante. Ha paragonato la situazione a quella della serie di film de Il cavaliere oscuro, che ha utilizzato Joker nel secondo film invece che nel primo. Il regista ha poi spiegato quanto Shredder sia più spaventoso dell’antagonista del primo film, Superfly.

Shredder era il cattivo principale [in Mutant Mayhem] prima che ce ne allontanassimo“, ha detto. “L’unica cosa che posso dire senza spoilerare nulla è che [Shredder] deve essere 100 volte più spaventoso di Superfly – che è un cattivo credibile, è pericoloso, è forte, sembra che possa mettere in difficoltà le Tartarughe. Shredder deve essere così, solo molto di più“.

Tartarughe Ninja: Mutant Mayhem vede le voci di Micah Abbey nel ruolo di Donatello, Shamon Brown Jr. nel ruolo di Michelangelo, Nicolas Cantu nel ruolo di Leonardo e Brady Noon nel ruolo di Raffaello. A loro si aggiunge un cast stellare che comprende Hannibal Buress nel ruolo di Gengis Frog, Rose Byrne nel ruolo di Leatherhead, John Cena nel ruolo di Rocksteady, Jackie Chan nel ruolo di Splinter, Ice Cube nel ruolo di Superfly, Natasia Demetriou nel ruolo di Wingnut, Ayo Edebiri nel ruolo di April O’Neil, Giancarlo Esposito nel ruolo di Baxter Stockman, Post Malone nel ruolo di Ray Fillet, Seth Rogen nel ruolo di Bebop, Paul Rudd nel ruolo di Mondo Gecko e Maya Rudolph nel ruolo di Cynthia Utrom.

Il film è stato diretto da Jeff Rowe e Kyle Spears da una sceneggiatura che Rowe ha scritto insieme a Rogen, Evan Goldberg, Dan Hernandez e Benji Samit. È stato prodotto da Rogen, Goldberg e James Weaver, con Ramsay McBean e Josh Fagen come produttori esecutivi.

David Lynch ha accettato di partecipare a The Fabelmans di Steven Spielberg per un sacchetto di Cheetos

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David Lynch ha accettato di partecipare a una scena di The Fabelmans di Steven Spielberg per un sacchetto di Cheetos.

Lynch – l’iconico regista noto per Twin Peaks, Eraserhead del 1977, Mulholland Drive del 2001 e molti altri titoli – appare nei momenti finali di The Fabelmans del 2022. Nel film, David Lynch interpreta il regista John Ford in carne e ossa nella breve ma memorabile scena che lo vede offrire alcuni consigli sugli orizzonti di ripresa a un giovane Sammy Fabelman (un personaggio, interpretato da Gabriel LaBelle, che è basato sulla vita di Steven Spielberg).

Parlando con Empire Magazine, David Lynch ha detto che all’inizio non voleva girare la scena. “E il motivo è che, quando si tratta di recitare, ho cercato di proposito di starne alla larga, dando una possibilità di carriera a personaggi come Harrison Ford e George Clooney“, ha spiegato.

Alla fine, però, ha accettato di farlo, non solo perché “gli piaceva molto la scena“, ma anche perché il suo requisito principale per accettare il ruolo era stato soddisfatto: Un sacchetto di Cheetos nel suo camerino.

John Ford sulle Cheetos: “Hanno un sapore incredibile”.

Beh, le Cheetos, numero uno, le adoro“, ha detto Lynch. “E ogni volta che posso, le prendo. Ma so che non sono esattamente un alimento salutare. Quindi, quando esco di casa e ne ho la possibilità… Ma non li prendo spesso, onestamente. Se li prendo, ne voglio una busta grande. Perché una volta che inizi… devi averne un bel po’ prima di poter rallentare e fermarti. Altrimenti, con un sacchetto piccolo, saresti stato in giro per giorni a cercarne altri […] È un sapore incredibile“.

Al momento non è chiaro quale tipo di Cheetos (normali, Flamin’ Hot, Cheetos Puffs, ecc.) Lynch abbia richiesto e di cui sia più ghiotto. The Fabelmans non è l’unica volta che Lynch ha recitato. Sebbene abbia fatto un cameo in alcuni dei suoi film (tra cui The Elephant Man del 1980 e Dune del 1984), ha anche avuto un ruolo di supporto in Lucky del 2017, diretto da John Carroll Lynch e interpretato dal compianto Harry Dean Stanton.

Wonder – White Bird: trailer originale del film con Helen Mirren

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Wonder – White Bird: trailer originale del film con Helen Mirren

Lionsgate ha rilasciato il trailer originale del dramma d’epoca Wonder – White Bird, basato sulla graphic novel Wonder di R. J. Palacio. Il film debutterà nelle sale italiane il 4 Gennaio  2024.

Wonder – White Bird è uno spin-off del film Wonder del 2017, anch’esso tratto dall’omonimo romanzo di Palacio. Il film, di prossima uscita, viene definito “un film edificante su come un atto di gentilezza possa vivere per sempre“. Wonder – White Bird racconta la storia della nonna di Julian (interpretato da Bryce Gheisar), Sara Albans (Helen Mirren), e di come abbia condotto una vita coraggiosa scegliendo la gentilezza.

Con l’intenzione di trasformare la vita del nipote, appena espulso da scuola a causa del trattamento riservato ad Auggie Pullman (personaggio apparso nell’adattamento cinematografico del 2017 con Jacob Tremblay), ha iniziato a rivelare la propria storia di coraggio durante i primi anni di vita.

Wonder – White Bird incoraggia tutti a “scegliere sempre la gentilezza”.

Secondo la sinossi ufficiale del film, Wonder – White Bird. La magia di Wonder torna ad emozionarci con un nuovo capitolo tratto dalla graphic novel di R. J. Palacio, Wonder: White Bird. Dopo gli eventi di Wonder, il bullo Julian è stato espulso dalla scuola e cerca di ambientarsi nel nuovo istituto. Sentendolo in difficoltà, la nonna lo sorprende, gli fa visita da Parigi e gli racconta la storia della sua infanzia. Di come lei, giovane ragazza ebrea nella Francia occupata dai nazisti, fu nascosta e protetta da un compagno di classe. Di come la sensibilità e il coraggio di questo ragazzo le abbiano salvato la vita. Di quanto può essere forte il potere della gentilezza.

Wonder – White Bird è diretto da Marc Forster (Finding Neverland), mentre Mark Bomback è lo sceneggiatore del film. Oltre a Gheisar di The Astronaut e alla Mirren di The Queen, White Bird è interpretato anche da Gillian Anderson (Sex Education) nel ruolo di Vivienne, Ariella Glaser (Radioactive) nel ruolo della giovane Sara e Orlando Schwerdt (True History of the Kelly Gang) nel ruolo di Julien.

Jason Momoa pronuncia un discorso accorato durante la proiezione di Aquaman 2

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Dopo una settimana in cui Jason Momoa ha dichiarato che il suo futuro nei panni di Aquaman non si prospettava roseo, l’attore ha pronunciato un discorso accorato per ringraziare i fan del loro sostegno prima della proiezione di Aquaman e il Regno Perduto.

Prima della proiezione (tramite l’utente Twitter TheEricGoldman), Jason Momoa e il regista James Wan hanno parlato brevemente del film. Tra le voci sul suo futuro come Aquaman nel DCU, l’attore ha detto che “questa potrebbe essere l’ultima volta” che lui e Wan salgono insieme su un palco.

Ha poi parlato di cosa hanno significato 12 anni di interpretazione di Aquaman e di quanto sia grato a coloro che lavorano alla Warner Bros. Discovery – compresi i nuovi co-CEO dei DC Studios James Gunn e Peter Safran – per avergli permesso di fare ciò che voleva con il film.

Cosa sappiamo del futuro di Momoa nel DCU?

Per mesi sono circolate voci di un possibile abbandono dell’Universo DC da parte di Jason Momoa o addirittura di un cambio di ruolo e di un abbandono del ruolo di Aquaman per interpretare Lobo. Il co-direttore dei DC Studios Peter Safran ha parlato del futuro dell’attore all’inizio di quest’anno, affermando che si aspetta che Jason Momoa avrà un posto nel DCU “per molti anni a venire”, che si tratti di Aquaman o di qualcun altro.

Lo stesso Jason Momoa  ha accennato a un possibile cambiamento all’inizio dell’anno, affermando che “sarà sempre” Aquaman, ma che in futuro potrebbe interpretare altri personaggi. Ha inoltre confermato di aver incontrato la Warner Bros. Discovery e di avere “grandi notizie” da condividere prima o poi.

Aquaman e il Regno Perduto

Aquaman e il Regno Perduto sarà il film conclusivo dell’era “DCEU” prima che il franchise venga riavviato. Jason Momoa molto probabilmente metterà da parte il tridente, ma si dice che sia in trattative per interpretare un personaggio completamente diverso nel DCU di James Gunn e Peter Safran, Lobo.

Non essendo riuscito a sconfiggere Aquaman la prima volta, Black Manta, ancora spinto dal bisogno di vendicare la morte di suo padre, non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggere il Re di Atlantide una volta per tutte. Questa volta Black Manta è più formidabile che mai, poiché brandisce il potere del mitico Tridente Nero, che scatena una forza antica e malevola. Per sconfiggerlo, Aquaman si rivolgerà al fratello imprigionato Orm, l’ex re di Atlantide, per stringere un’improbabile alleanza. Insieme, dovranno mettere da parte le loro differenze per proteggere il loro regno e salvare la famiglia di Aquaman e il mondo dalla distruzione irreversibile.

Cliffhanger 2: rivelati maggiori dettagli sul sequel con Sylvester Stallone

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Sono state rivelate ulteriori informazioni sul prossimo Cliffhanger 2 con Sylvester Stallone, tra cui la data di inizio della produzione del film.

Secondo un recente rapporto di Screen Daily, che spiega come il film abbia ricevuto finanziamenti dal fondo di produzione tedesco FFF Bayern, il rapporto indica che Cliffhanger 2 inizierà la produzione nell’estate del 2024. Per il momento, la produzione dovrebbe svolgersi in tutta Europa e il regista Jean-François Richet si occuperà del progetto.

Screen Daily riporta anche che la sceneggiatura del film – scritta da Mark Bianculli (Il buon vicino) – vedrà Sylvester Stallone riprendere il suo ruolo di ranger Gabriel “Gabe” Walker, che gestisce un rifugio di montagna durante la pensione.

Quando Gabe e un cliente di alto profilo vengono presi in ostaggio durante un’avventurosa gita di un weekend, sua figlia deve usare tutte le sue abilità nell’arrampicata per superare i rapitori, scatenando uno scontro di vita o di morte“, si legge nella sinossi.

Cosa aspettarsi dal reboot di Cliffhanger?

Il reboot di Cliffhanger sarà diretto e prodotto da Ric Roman Waugh e adattato da una sceneggiatura scritta da Mark Bianculli. Waugh è noto per aver diretto i film d’azione Angel Has Fallen e Greenland, interpretati da Gerard Butler.

Cresciuto con i più grandi film d’azione degli anni ’80 e ’90, lavorando io stesso a molti di essi, Cliffhanger è stato di gran lunga uno dei miei spettacoli preferiti“, ha dichiarato Waugh in un comunicato. “Essere al timone del prossimo capitolo, scalando le Alpi italiane con la leggenda in persona, Sylvester Stallone, è un sogno che si avvera. Sarà una grande sfida e un’esplosione portare questo franchise a nuove vette, una responsabilità che non prendo alla leggera“.

Il reboot di Cliffhanger è prodotto da Neil H. Moritz (Fast and the Furious) e Toby Jaffe per la Original Film banner, insieme a Sylvester Stallone e Thorsten Schumacher per la Balboa Productions. Anche Lars Sylvest produce sotto la Rocket Science, che finanzierà anche il film. Il film è prodotto esecutivamente da Ana Lily Amirpour, Chance Wright, Gianluca Chakra e Hisham Alghanim.

L’originale Cliffhanger è stato diretto da Renny Harlin da una sceneggiatura co-scritta da Sylvester Stallone. Il film ruotava attorno al personaggio di Stallone, Walker, un alpinista perseguitato dagli errori del passato. Nel film, Walker viene coinvolto in una rapina ad alto rischio, mentre un gruppo di ladri internazionali cerca di ritrovare il bottino mancante dopo che il loro aereo si è schiantato sulla montagna.

Il Gladiatore 2: Djimon Hounsou chiarisce il suo coinvolgimento nel sequel con Paul Mescal

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Nonostante le precedenti notizie sul suo ritorno nel ruolo di Juba, la star originale de Il gladiatore, Djimon Hounsou, ha confermato che non tornerà nell’atteso Il gladiatore 2 di Ridley Scott. Nel corso di una recente intervista con BroBible, l’acclamato attore ha chiarito ufficialmente il suo coinvolgimento nel prossimo sequel che vede protagonista Paul Mescal, dopo che i principali organi di stampa avevano iniziato a parlare di un suo ritorno lo scorso aprile 2023.

Onestamente, no. È stato un puro incidente di percorso“, ha detto Hounsou. “Avrei fatto parte del film. Le circostanze hanno imposto che fosse qualcosa di diverso“. Djimon Hounsou sarà nel cast dell’imminente Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco di Zack Snyder che debutterà su Netflix proprio oggi.

Chi c’è nel cast de Il gladiatore 2?

Il gladiatore 2 è diretto da Ridley Scott e si basa su una sceneggiatura scritta da David Scarpa. A guidare l’atteso sequel è Paul Mescal nel ruolo di Lucio, il figlio di Lucilla e nipote dell’imperatore Commodo del primo capitolo. A Paul Mescal si aggiungono i membri del cast Connie Nielsen nel ruolo di Lucilla e Derek Jacobi in quello di Gracco. Nel cast ci saranno anche Denzel Washington, Pedro Pascal, Joseph Quinn, Fred Hechinger, May Calamawy, Lior Raz e altri ancora.

Il gladiatore 2  è prodotto da Ridley Scott, Michael Pruss, Douglas Wick e Lucy Fisher. Il film è considerato una produzione in joint-venture tra Paramount, Universal Pictures, Scott Free Productions e Parkes/MacDonald Productions. Ricordiamo che Russell Crowe non è coinvolto in alcun modo nel progetto, specialmente alla luce del fatto che il suo Massimo muore, appunto, al termine del primo film. La produzione de Il gladiatore 2 è ripresa all’inizio del mese dopo la fine degli scioperi a Hollywood. Attualmente il film dovrebbe arrivare nelle sale il 22 novembre 2024.

What We Do in the Shadows si concluderà con la sesta stagione su FX

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La sesta stagione di What We Do in the Shadows, serie originale comedy horror di FX, sarà la stagione finale. La notizia (via Vulture) arriva pochi mesi dopo il finale della quinta stagione. Non è ancora stata fissata una data di uscita per la sesta stagione, anche se si prevede una prima nel 2024.

Creata da Jemaine Clement e basata sul film del 2014 da lui creato insieme a Taika Waititi, What We Do in the Shadows è una serie in stile mockumentary che segue le avventure notturne dei coinquilini vampiri Nandor (Kayvan Novak), Laszlo (Matt Berry), Colin Robinson (Mark Proksch) e Nadja (Natasia Demetriou) mentre progettano di conquistare Staten Island con l’aiuto del loro familiare umano Guillermo de la Cruz (Harvey Guillén).

La sinossi ufficiale di What We Do in the Shadows recita: “Uno sguardo in stile documentario sulla vita quotidiana (o meglio, notturna) di un gruppo di vampiri di Staten Island che “vivono” insieme da centinaia e centinaia di anni“.

La serie , che ha debuttato con grande successo di critica nel 2019, ha ottenuto diverse nomination agli Emmy e ha vinto un GLAAD Media Award per la categoria Miglior Serie Comica.

Sebbene i dettagli della trama della sesta stagione siano ancora sconosciuti, si prevede che la serie approfondirà quanto accaduto a Guillermo durante la quinta stagione, dopo che lotta per essere stato trasformato in parte in vampiro, con Laszlo che ha usato il suo sangue per fare alcuni esperimenti crudeli.

FX aveva precedentemente rinnovato la serie fino alla sesta stagione nel 2022. What We Do in the Shadows è prodotta esecutivamente da Clement, Waititi, Paul Simms, Stefani Robinson, Sam Johnson, Garrett Basch ed Eli Bush. La serie è prodotta da FX Productions.

Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo, l’incontro con i protagonisti

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Walker Scobell (“Percy Jackson”), Leah Sava Jeffries (“Annabeth Chase”), Aryan Simhadri (“Grover Underwood”), Jon Steinberg (Co-Creator/Showrunner/Executive Producer) e Dan Shotz (Executive Producer) sono stati i protagonisti di un incontro stampa che ha accompagnato i giornalisti nel nuovo mondo di Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo (leggi la recensione).

La serie, disponibile con i primi due episodi su Disney+ dal 20 dicembre, è l’inizio di una nuova avventura che si prefigge di portare sullo schermo le avventure dei personaggi creati da Rick Riordan e che già una volta avevano trovato la strada del cinema con degli adattamenti datati 2010 e 2013.

Ma mentre il progetto cinematografico si è interrotto nel 2013, la fama dei romanzi è cresciuta a dismisura, tanto che ora, principalmente negli Stati Uniti, c’è una generazione intera che sogna di unirsi a Percy, Annabeth e Grover nelle loro avventure al Campo Mezzosangue. E fan dei romanzi lo erano anche i protagonisti della serie Disney+, prima ancora di ricevere la chiamata dalla produzione.

“Leggo questi libri da prima che avessi dieci anni e per me è stato davvero emozionante mettere in scena le storie che leggevo da così tanto tempo. Ho letto il primo libro per sette volte.” Commenta Walker Scobell, seguito da Aryan Simhadri: “Eravamo grandi fan dei libri prima che venisse annunciata la serie. Interpretare questi personaggi, delle vere icone per noi, è stato fenomenale.” La conferma che sarebbe stata Annabeth è arrivata a Leah Sava Jeffries in un momento particolare: “Poco prima che ottenessi la parte nella serie, stavo scrivendo un tema per la scuola sui libri, ed è stato davvero emozionante scoprire che avrei recitato in Percy Jackson mentre scrivevo quel compito.”

Sebbene il lavoro di adattamento sia volto anche a trasportare personaggi di carta nelle tre dimensioni, i giovani attori hanno cercato di dare qualcosa di personale alle loro interpretazioni. Ad esempio Leah Sava Jeffries si è “assicurata di interpretare Annabeth mantenendo per lei una sfumatura caratteriale che comunque mi appartiene. Dopotutto anche io ho una parte un po’ goffa, ma sono anche una molto decisa che arriva dritta al punto. E credo che questa unione di due aspetti diversi sia stata molto utile. Ma credo che rimanere noi stesso durante le riprese abbia reso la chimica tra noi così forte.” E sembra essere d’accordo anche Walker Scobell che spiega: “Credo che, per il bene della serie, abbiamo tutti cercato di mantenere i personaggi un po’ più ancorati alla realtà, tenendo sempre bene a mente che nella storia, Percy ha 12 anni, e la storia è anche un viaggio emotivo dentro l’animo di questo ragazzino che ogni tanto si arrabbia un po’.” Interprete di un satiro non proprio coraggioso, almeno all’inizio della storia, Aryan Simhadri ha dichiarato: “La cosa interessante di Grover, è che all’inizio della storia è un pochino scostante, un codardo, ma poi imparerà a non tirarsi mai indietro per il bene dei suoi amici. Il suo viaggio consiste proprio nel diventare capace di mettersi in pericolo per coloro a cui tiene.”

Per quello che invece riguarda il lavoro vero e proprio non solo con i tre protagonisti ma con le centinaia di comparse, l’Executive Producer Dan Shotz ha dichiarato: “E’ stata la prima volta che ho effettivamente visto centinaia di comparse sullo sfondo – parlando del set del Campo Mezzosangue – Per me è stato davvero emozionante vedere così tanti ragazzini indossare quella maglia e entrare nel loro sogni. Vedere tutto quell’entusiasmo da parte di tutti i presenti è stato un momento davvero potente.”

Il co-creatore della serie e showrunner, Jon Steinberg, ha invece commentato il lavoro con i giovani protagonisti: “Lavorare con questi ragazzi è stato molto semplice. Ti dimentichi quasi che sono ragazzini perché riescono a costruire una tensione e un arco emotivo così complesso che sembra di lavorare con adulti consumati. Hanno fatto un lavoro incredibile.” E sempre Steinberg, in merito al lavoro di adattamento, ha spiegato: “Credo che tutto parta dai libri, dal capire effettivamente cosa porta senso ai vari momenti che vengono rappresentati, quali sono le parti che si ricordano giorni dopo aver letto. Ci sono delle cose di cui abbiamo parlato con Rick, che sono l’essenza della serie e che non possono mancare in un adattamento. E volevamo che ogni elemento della storia non sembrasse un extra, una cosa in più, tutto doveva essere organico nella storia stessa, doveva avere una funzione.”

Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo arriva su Disney+ il 20 dicembre con i primi due episodi e con un nuovo episodio a settimana per sette settimane.

Superman: Legacy, James Gunn rivela che non userà una tecnologia che molti fan odiano

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La tecnologia dei videowall a LED immersivi è ormai spesso utilizzato per le produzioni di alto profilo ed è considerata da molto una delle più importanti meraviglie tecnologiche introdotte di recente nell’Industria cinematografica mondiale.

Questa tecnologia consente ai registi di creare ambienti con sfondi realistici in tempo reale, e fornisce uno sfondo dinamico e interattivo per le scene. La tecnologia è stata utilizzata per la prima volta sul set di The Mandalorian.

Nonostante l’innegabile novità, gli studios non hanno tardato ad abusarne. Nel caso della Disney, ad esempio, ha portato lo studio a inscenare l’insipido Regno Quantico con non risultati entusiasmanti in Ant-Man and The Wasp: Quantumania e, o in Percy Jackson. Tutti i film che una volta sarebbero stati portati sugli schermi girando con tecnologie più sofisticate ma decisamente più costose.

Ebbene oggi in merito a questo dibattito interno all’industria è intervenuto James Gunn che si sta preparando a iniziare la lavorazione di Superman: Legacy. Alla domanda di un fan se questa tecnologia farà parte del prossimo reboot del DCU, il regista e co-CEO dei DC Studios ha risposto: “I set sono troppo grandi e le mie cineprese si muovono troppo“. Non siamo sicuri di cosa James Gunn pensi di questa tecnologia (molti registi non ne sono entusiasti), anche se è chiaro che non è adatto a questo particolare progetto.

Tuttavia, è stato utilizzato in modo eccellente per alcune sequenze di The Batman l’anno scorso. Non sappiamo se James Gunn abbia intenzione di girare in location dal vero. Se lo farà, è molto probabile che le foto del set emergeranno online e ci consentiranno di avere qualche  anticipazione dei protagonisti di Superman: Legacy, e magari anche qualche scatto dello stesso Uomo del Domani.

Superman: Legacy, tutto quello che sappiamo sul film

Superman: Legacy, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi. Il casting, come già detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. María Gabriela De Faría sarà il villain “The Engineer”. Superman sarà supportato da Lanterna Verde (Nathan Fillion), Hawkgirl (Isabela Merced), Mister Terrific (Edi Gathegi) e Metamorpho (Anthony Carrigan). Nicholas Hoult sarà invece Lex Luthor.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori e ciò ha permesso al film di non subire particolari ritardi. Ad oggi, infatti, è confermato che Superman: Legacy rispetterà la data di uscita prevista, arrivando in sala l’11 luglio 2025.

Marvel Comics annuncia la nuova serie a fumetti di DEADPOOL in vista dell’uscita del terzo film

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In tempo per il suo ritorno sul grande schermo l’anno prossimo, il mercenario più iconico della Marvel sarà protagonista di una nuovissima serie a fumetti targata Marvel Comics di Deadpool.

In arrivo nelle fumetterie americane il prossimo aprile, la serie sarà scritta da Cody Ziglar, noto per il suo lavoro acclamato dalla critica su Miles Morales: Spider-Man, e illustrata da Rogê Antônio, l’artista dietro alcune delle più sanguinose avventure recenti di Venom e Carnage. Insieme, porteranno i lettori e Wade con le pistole spianate in una nuova era ricca della violenza e della follia di Deadpool, insieme a una forte dose di drammi familiari mortali.

Oltre a un nuovo arcinemico chiamato Death Grip – che potrebbe essere all’altezza del suo nome – la serie vedrà anche la figlia di Deadpool, Ellie, in un ruolo centrale. Si tratta di un duo padre-figlia per il quale l’Universo Marvel non è ancora pronto… e se Death Grip vuole fare la sua parte, questo non potrà che portare allo scontro!

Wade è uno dei miei personaggi preferiti da quando ho iniziato ad appassionarmi ai fumetti di supereroi, quindi ricevere l’incarico di dirigere una serie su Deadpool è stato un sogno che si è avverato“, ha dichiarato Ziglar in un comunicato stampa condiviso dalla Marvel Comics. “Non vedo l’ora di immergermi ed esplorare la famiglia di Wade (ritrovata o meno), il suo approccio unico all’essere un mercenario (per lo più) immortale, oltre a vedere che tipo di tipi stravaganti portano nella sua orbita“.

Chi c’è in Deadpool 3?

Deadpool 3 riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia dell’atteso progetto. Hugh Jackman uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli ufficiali della storia di Deadpool 3, con protagonista Ryan Reynolds, non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la serie di film di Deadpool – l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso.

Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman, viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche altri X-Men possano fare la loro comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della Marvel comparsi sul grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben Affleck.

Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco, recensione del film di Zack Snyder

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Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco approda finalmente su Netflix. Il nuovo film di Zack Snyder, che troverà compimento solo nel 2024 con il rilascio di La sfregiatrice, sarà infatti disponibile su piattaforma a partire dal 22 dicembre.

Inizialmente pensato come parte integrante dell’universo di Star Wars e assestatosi poi come progetto a sé stante a seguito dell’estromissione dal franchise voluta da Disney e Lucasfilm, il film rappresenta dunque l’ultima fatica del controverso regista statunitense, figura autorevole nel panorama pop-cinematografico contemporaneo e manifesto di un’estetica che fin dai suoi esordi ha diviso pubblico e critica.

A comporre il variegato cast di interpreti sono nomi e volti noti del grande e piccolo schermo, dalla protagonista Sofia Boutella, apparsa in Star Trek Beyond (2016), all’Ed Skrein di Deadpool, passando per Djimon Hounsou (Il gladiatore, Blood diamonds, Guardiani della galassia) e Charlie Hunnam – star di Sons of Anarchy. All’interno di una pellicola che, a partire dall’ambientazione space-western, si configura come proseguimento ideale della poetica digitale del suo autore.

Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco: la trama

Schiantatasi su una luna ai confini dell’universo, Kora (Sofia Boutella), straniera dal misterioso passato, viene accolta presso un pacifico insediamento dedito all’agricoltura. Qui la vita della comunità sembra procedere tranquilla, scandita da stagioni di semina e raccolto; ma l’inaspettata “visita” del malvagio Ammiraglio Noble (Ed Skrein), emissario del crudele Reggente Balisarius, giunto a turbare la quiete del villaggio e a minacciarne la sopravvivenza, cambia drasticamente le carte in tavola.

Nel tentativo di difendere Vedt dall’autorità tirannica del Mondo Madre, Kora decide dunque di imbarcarsi in un viaggio interstellare volto a rintracciare i Bloodaxe (Cleopatra Coleman e Ray Fisher) – leader di un agguerrito gruppo di ribelli – e radunare coraggiosi guerrieri disposti a battersi per il villaggio e per i suoi abitanti. E insieme all’audace coltivatore Gunnar, suo fedele compagno di viaggio, riunisce un piccolo gruppo di rinnegati in cerca di redenzione.

Sofia Boutella come Kora in Rebel Moon

La squadra, composta dal grande Generale Titus (Djimon Hounsou), dal nobile Tarak (Staz Nair), dal pilota mercenario Kai (Charlie Hunnam), dalla intrepida spadaccina Nemesis (Doona Bae) e dalla ribelle Milius (E. Duffy), è pertanto chiamata ad unire le forze contro il comune nemico. Lo scontro con l’Ammiraglio Noble e i suoi pericolosi scagnozzi incombe funesto e nascosto nel buio dello spazio cosmico si nasconde un traditore.

Il mito digitale

“Cercate di fare squadra” suggeriva Il Saggio Scott Glenn a Babydoll e compagne nel bel mezzo di Sucker Punch. E poco importa della collocazione storico-scenografica, del campo di battaglia o persino della composizione numerica della stessa; d’altro canto che siano cinque, sei, o 300, i corpi ipertrofici di Snyder sono sempre stati – e tutt’ora rimangono – gli attanti di una poetica autoriale che, sin dagli albori, procede a una sistematica rilettura del “mito” in chiave digitale. Un processo letteralmente esploso nella muscolare rivisitazione termopiliana del 2006 e affinato nel tempo attraverso i molteplici cut targati DC.

Rebel Moon Sofia Boutella come Kora
Rebel Moon Sofia Boutella come Kora – Cr. Clay Enos/Netflix © 2023

Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco, in quest’ottica, più che al mero prolungamento del modo di intendere un dispositivo-cinema devoto alla messa in scena di replicanti men of steal di volta in volta declinati all’interno di differenti cornici narrative, assomiglia piuttosto al realizzarsi di una specifica volontà del suo artefice; desideroso di saggiare le possibilità concettuali del proprio sguardo, mediante un prodotto che, dopo aver affondato le proprie radici nel cuore pulsante dell’epos americano – il selvaggio West – inizia a divorare simboli e icone di ogni dimensione conosciuta dell’universo Hollywood (e non solo), fagocitandone estetica e linguaggio.

Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco, un mash-up intergenerazionale

Sospeso come un calcio a mezz’aria tra mito, immaginario collettivo e sua cibernetica sovrascrittura, il film di Snyder esegue così un poderoso mash-up intergenerazionale della produzione cinematografica “tutta”. Miscelando Kurosawa e Cameron, Tarantino e Lucas, Jackson e Scott; in una continua compenetrazione tra generi che – condita dalla consueta dose di ricercata magniloquenza – traspone su grande schermo l’odierna concezione dell’immagine come irrefrenabile flusso che travolge e sommerge il contemporaneo.

Rebel Moon - Parte 1: Figlia del fuoco
REBEL MOON: Ed Skrein as Atticus Noble in Rebel Moon. Cr. Justin Lubin/Netflix © 2023

Fotografato dal suo stesso creator nelle vigorose superfici che ne indirizzano il significato, Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco procede così ritmato accavallando coreografie action e maschere attoriali. Al punto da confinare la sola speranza di umanità dietro gli ingranaggi di latta di un vecchio robot ricondizionato – un nuovo uomo d’acciaio. E programmando un serratissimo viaggio a passeggio tra i mondi – tecno-arene videoludiche costantemente intercambiabili – dove l’assenza di sguardo pare esaurire ogni probabilità di salvezza. Rintracciabile solo, come fu per le fughe sognanti di Babydoll, nei punti ciechi del grande Occhio nemico. D’altronde “lui può unire il meglio di questi due mondi e creare un’umanità più bella”. Anche se spezzata a metà.

Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo, la recensione dei primi episodi della serie Disney+

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Dopo un’incursione al cinema divertente ma non sufficientemente ispirata, Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo è pronto a riproporsi in formato audiovisive su Disney+, dal 20 dicembre, in tempo per le vacanze di Natale che terranno il target di riferimento della serie a casa, e quindi con sufficiente tempo da dedicare al semi-dio figlio di Poseidone. Gli otto episodi della prima stagione ci accompagneranno nel viaggio di Percy a caccia del “Ladro di Fulmini”, così come si intitola il primo volume della saga letteraria di Rick Riordan.

La trama di Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo

La serie ci porta dentro il mondo di Percy, che sembra come il nostro ma racchiude un grande segreto. Da sempre ragazzino sveglio ma distratto, Percy crede di avere qualcosa che non va, di essere sempre fuori posto. Ma quando da un mondo misterioso, mescolato con il nostro, cominciano ad arrivargli visioni di mostri e meraviglie, l’esigenza di risposte a questa sua “stranezza” si fa più pressante. Scopre così, da un racconto della madre, che lui è in realtà un semi-dio, figlio di una donna mortale e di una divinità, come quelle che venivano adorate nell’antica Grecia, quelle che lui stesso studia a scuola. Arrivato al Campo MezzoSangue, dove tutti i semi-dei vengono accolti e addestrati per diventare eroi, Percy scoprirà che anche trai semi-dei, lui è un’eccezione. Insieme a Annabeth (Leah Sava Jeffries) figlia della dea Atena, e Grover (Aryan Simhadri) un satiro che aspetta la sua occasione per mostrare il suo valore, il giovane eroe intraprenderà una missione per ristabilire l’ordine sul Monte Olimpo e salvare il mondo. Tuttavia, l’impresa dei nostri protagonisti non sarà semplice, perché tutti loro verranno messi alla prova per scoprire quali i loro limiti, le loro potenzialità, ma soprattutto il loro posto nel mondo.

Un buon lavoro di adattamento

Adattare un romanzo così amato, soprattutto negli Stati Uniti, non è impresa da poco. I film dei primi anni ’10 hanno infatti dimostrato che non sempre le migliori intenzioni bastano a realizzare un prodotto che possa rendere onore al materiale di partenza ma anche essere un’opera autonoma e di valore. Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo riesce in entrambi i compiti, rivelandosi, almeno per i primi quattro episodi, un prodotto che se da una parte rispetta il materiale originale, cogliendone soprattutto lo spirito, dall’altra è un ottimo punto di entrata alla mitologia di Riordan. Non sembra necessario aver letto i libri per capire la storia di Percy, e questo risultato è da attribuire principalmente al lavoro di adattamento e sceneggiatura, che si è avvalso della collaborazione dello stesso autore dei romanzi, partecipe attivamente a tutta la produzione.

Già a partire dalla scelta del cast, Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo dimostra carattere e intraprendenza. Walker Scobell, che abbiamo visato in The Adam Project, è un Percy perfettamente a suo agio nel ruolo: consapevole della sua particolarità, questo eroe non è affatto riluttante, ma desideroso di trovare il suo posto nel mondo, affidandosi anche molto a quelli che sono i suoi compagni di viaggio. Ogni personaggio ha un drive ben preciso che la storia e le vicende mettono in evidenza, permettendo quindi a ogni attore di dare tridimensionalità al proprio ruolo. La chimica tra Scobell, Leah Sava Jeffries e Aryan Simhadri è senza dubbio l’aspetto su cui l’intera serie fa maggiormente leva per catturare l’attenzione del pubblico.

I mondi che si compenetrano

Un altro aspetto interessante della storia inventata da Riordan, che la serie mette in scena perfettamente, è la facilità, la naturalezza con cui il mondo mitologico e quello reale si compenetrano, il modo in cui come il mondo antico e immaginario che soprattutto noi Europei conosciamo così bene, viene accolto nell’Era moderna.

A questo aspetto principalmente strutturale, Percy Jackson aggiunge una componente universale relativa ai temi che la storia tocca: il valore del coraggio, l’importanza della cooperazione e dell’amicizia, la scoperta di sé. Tutti ingredienti imprescindibili per un racconto di formazione che, in questo caso, si condisce non solo di mitologia greca antica, ma anche di ironia e un tocco di modernità nell’approccio che i tre protagonisti hanno alle loro vicissitudini. Se pure creature mitologiche o figli di divinità, sono pur sempre ragazzini del loro tempo, e come tali agiscono e interagiscono con il mondo intorno a loro. Forse questo aspetto, più di ogni altro, rende questi tre giovani aspiranti eroi molto più normali e vicini al pubblico di quanto fosse intenzionalmente previsto nelle pagine del romanzo, e come scelta di adattamento si rivela vincente.

Combinando avventura, amicizia, posta in gioco alta e “viaggio dell’eroe” nel senso più classico possibile, Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo è un buon adattamento, ispirato e contemporaneo, che forse farà venire a qualche giovane spettatore la voglia di sfogliare qualche vecchio manuale di mitologia, e che sicuramente coinvolgerà il pubblico con una narrazione incalzante e solida e dei protagonisti irresistibili.

X-Files: Ryan Coogler svilupperà il reboot in serie tv per Disney

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Bloomberg ha rivelato che il regista di Black Panther Ryan Coogler sta lavorando a una nuova versione di X-Files per i 20th Century Studios e Disney. Non è stato rivelato molto altro, ma molti fan speravano che il franchise potesse avere un’altra possibilità in chiave moderna nella odierà galassia seriale.

Il sito spiega: “La Disney, che ha dato vita all’idea degli “universi cinematografici, sta sviluppando una nuova versione di X-Files che sarà prodotta da Ryan Coogler, il regista di Black Panther e Creed“.

Al momento non si sa se Ryan Coogler dirigerà qualche episodio, ma il creatore di X-Files, Chris Carter, ha suggerito che il regista potrebbe essere coinvolto nella proprietà in un’intervista rilasciata all’inizio dell’anno.

“Ho appena parlato con un giovane, Ryan Coogler, che ha intenzione di rimettere in scena The X-Files con un cast eterogeneo“, ha detto durante un’apparizione in un podcast. “Quindi avrà il suo bel da fare, perché abbiamo coperto così tanto territorio“.

Ci risulta difficile credere che Fox Mulder (David Duchovny) e Dana Scully (Gillian Anderson) saranno i protagonisti di questa nuova serie, anche se è sempre possibile che i personaggi vengano reinterpretati. Entrambi gli attori, però, hanno già respinto l’idea di tornare al franchise, e ci sono moltissime cose che possono essere fatte con la proprietà che non richiedono necessariamente che Mulder e Scully entrino in qualche modo nella storia.

X-Files è andato in onda dal 1993 al 2002 e seguiva gli agenti dell’FBI Fox Mulder e Dana Scully, interpretati da David Duchovny e Gillian Anderson, mentre indagavano su casi irrisolti e misteriosi, noti come X-Files. Mulder crede nel paranormale, mentre Scully è scettica, creando un contrasto dinamico nel loro approccio alla risoluzione dei casi.

La trama generale coinvolge cospirazioni governative, fenomeni extraterrestri e un misterioso gruppo noto come il Sindacato. La serie ha conquistato un’enorme base di fan e il plauso della critica per la sua miscela di elementi soprannaturali, teorie cospirative e sviluppo dei personaggi ed è tornata nel 2016 per un’ultima serie limitata.

X-Files è un’altra proprietà acquisita dalla Disney quando ha comprato la 20th Century Fox ed è difficile biasimare lo studio per essere tornato al tavolo di sviluppo per rilanciare un marchio così popolare. I franchise di Alien e Predator, ad esempio, sono stati entrambi rebootati sotto l’egida della Casa del Topo e si pensa che siano in cantiere nuovi reboot di 24 e Prison Break.

C’era una volta a… Hollywood: tutte le curiosità sul film

C’era una volta a… Hollywood: tutte le curiosità sul film

Dopo aver riscritto gli esiti della Seconda guerra mondiale con Bastardi senza gloria e aver dato alla popolazione afroamericana la sua vendetta in Django Unchained, il regista Quentin Tarantino ha concluso nel 2019 la sua Trilogia del Revisionismo Storico con C’era una volta a… Hollywood. Con questo suo nono lungometraggio, Tarantino non solo rende giustizia all’attrice Sharon Tate ma propone anche una nostalgica rappresentazione di un momento di passaggio nella storia degli Stati Uniti. Egli fotografa infatti una trasformazione ancora agli esordi, che avrebbe introdotto il Paese e il mondo in tempi più complessi e cupi.

Partendo dal tristemente celebre eccidio di Cielo Drive, Tarantino ha poi costruito a ritroso un racconto che vede nei suoi personaggi e nella loro quotidianità il suo focus primario. Sono i protagonisti a portare avanti la storia, come d’altronde avviene sempre in tutta la filmografia di Tarantino. Presentato in concorso al Festival di Cannes e poi candidato a dieci premi Oscar, C’era una volta a… Hollywood si è affermato non solo come un grande successo, ma anche come uno dei titoli più complessi del regista e sceneggiatore, che sembra con questo portare a termine una fase del proprio percorso artistico.

Tra ricostruzioni scenografiche impeccabili, personaggi iconici interpretati da attori al loro meglio e una generale atmosfera nostalgica sui generis, è questo un titolo da non perdere, che ci ricorda di quanto grande e unica possa essere la settima arte. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori, alla storia vera e al libro. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

C’era una volta a… Hollywood: la trama del film e il libro

Ambientato nell’arco di tre giorni non conseguitivi dell’anno 1969, il film ha per protagonista l’attore Rick Dalton, il quale sta attraversando una fase discendente della sua carriera dopo numerosi ruoli da protagonista tra western e gangster movie. Come lui, la sua fidata controfigura Cliff Booth, cerca di non cadere nell’anonimato. Circondati da un’industria a loro sempre più estranea, i due si troveranno a fare i conti con novità impreviste, nel tentativo di adeguarsi ai tanti cambiamenti che sempre più si presentano in quel periodo. Allo stesso tempo, poco distante da loro, l’attrice Sharon Tate si gode la sua giovinezza, a sua volta inconsapevole di ciò che accadrà.

Come noto, Tarantino aveva originariamente concepito questo racconto come un romanzo. Più portava avanti il progetto, però, più si rendeva conto di come questo avrebbe funzionato meglio come film. In seguito all’uscita del titolo al cinema, però, Tarantino ha ripreso in mano anche l’idea di pubblicare sotto forma di libro questa storia. Con l’occasione, egli ha ampliato alcune parti del racconto ridotte per esigenze cinematografiche ed ha introdotto descrizioni molto più accurate di alcuni eventi e personaggi. Il libro, intitolato come il film, è poi stato pubblicato in Italia nel luglio del 2021 con la casa editrice La Nave di Teseo.

C'era una volta a... Hollywood storia vera

C’era una volta a… Hollywood: il cast del film

Ad interpretare Rick Dalton vi è l’attore Leonardo DiCaprio, qui alla sua seconda collaborazione con Tarantino dopo Django Unchained. Per potersi calare nei panni di una stella del cinema d’azione, DiCaprio si è sottoposto ad una dieta e ad un allenamento fisico, così da poter guadagnare atleticità. Egli, inoltre, riuscì a convincere Tarantino a farlo improvvisare in alcune scene, poi effettivamente finite nel montaggio finale. Brad Pitt è invece presente nei panni dello stuntman Cliff Booth, ruolo per il quale egli ha poi vinto il premio Oscar come miglior attore non protagonista. Nel ruolo di Sharon Tate, invece, vi è Margot Robbie, che per la sua interpretazione ha ricevuto le lodi della sorella della vera Tate.

Nel film sono poi presenti numerosi altri celebri attori in ruoli più o meno piccoli. Emile Hirsch interpreta Jay Sebring, amico di Sharon Tate, mentre Margaret Qualley è Pussycat, la giovane hippie invaghita di Cliff Booth. Al Pacino interpreta Marvin Schwarz, agente di casting, mentre Timothy Olyphant è l’attore James Stacy. Sono poi presenti Luke Perry nei panni dell’attore Wayne Maunder, Damian Lewis in quelli di Steve McQueen, e Kurt Russell in quelli del capo stuntman Randy. Charles Manson è interpretato da Damian Herriman, mentre alcuni membri della famiglia sono interpretati da Dakota Fanning, Maya Hawke e Austin Butler.

La vera storia dietro al film e la spiegazione di C’era una volta a… Hollywood

Per quanto riguarda ciò che viene narrato nel film, C’era una volta a… Hollywood riprende luoghi, personaggi e vicende vere per adattarle e costruirvi sopra liberamente ispirato ad essi. Se, come noto, reale è stata il massacro di Cielo Drive compiuto dalla famiglia Manson, personaggi come quelli di Rick Dalton e Cliff Booth sono ispirati a personalità realmente esistite. Il primo particolare fonte di ispirazione sono stati gli attori Ty Hardin, Ralph Meeker e Steve McQueen. Per Booth, invece, Tarantino si è ispirato a nomi come Thomas Laughlin e Gary Kent. Ogni riferimento presente nel film trova poi un corrispettivo nella realtà. Soltanto il finale differisce da quanto realmente accaduto, dando vita al revisionismo storico teorizzato da Tarantino.

In particolare, dopo aver dato vita ad un vero e proprio ritratto d’epoca per buona parte del film, nel finale Tarantino offre una duplice chiave interpretativa. Da una parte vi è Rick Dalton e Cliff Booth che sconfiggono i seguaci di Manson e salvano la situazione, con il primo dei due che ottiene così l’opportunità di incontrare Tate e, idealmente, rilanciare la propria carriera. Una lettura più metaforica del finale, invece, vede Dalton “morire” e andare incontro a Sharon Tate (come noto, tristemente morta nella realtà) percorrendo la salita verso la casa di lei che corrisponde ad un’ascesa verso il paradiso. Questa lettura trova il suo senso se si pensa che l’intero film è un omaggio ad un epoca terminata proprio con il massacro di Cielo Drive e di quel 1969 e tutto C’era una volta a… Hollywood riflette dunque su questo senso di tragica fine.

C'era una volta a... Hollywood

C’era una volta a… Hollywood e le polemiche legate al film

Come spesso accade con i film di Tarantino, anche C’era una volta a… Hollywood ha visto l’emergere di diverse polemiche nei suoi confronti. La prima di esse è mossa da chi giudica poco rispettoso il ritratto dato di Sharon Tate e del “lieto fine” qui riservatole, che nella realtà non ha però avuto. In particolare, si sostiene che Tarantino banalizzi il massacro di Cielo Drive cambiando quanto avvenuto in un finale che risulta fin troppo favolistico. Tuttavia, l’obiettivo di Tarantino era proprio quello di offrire una versione alternativa e opposta a quanto avvenuto, portando dunque avanti sia il proprio intento revisionista quanto anche il concetto che il cinema può cambiare o quantomeno alterare la storia.

Altra polemica, emersa con maggior forza, è invece quella legata al Bruce Lee messo in scena da Tarantino. Questa è stata in particolare avanzata dalla figlia dell’attore, Shannon Lee relativamente al modo in cui viene rappresentato il personaggio, ovvero un “arrogante sbruffone, mentre mio padre era un asiatico-americano nella Hollywood degli anni ’60 che ha dovuto lavorare molto più duramente degli altri per riuscire a guadagnarsi il rispetto“. Tarantino ha però replicato affermando che “Bruce Lee era una specie di ragazzo arrogante. Il modo in cui parla nel film non l’ho inventato, anzi, molto proviene da ciò che gli ho sentito dire. Se chiedi alla gente, quella ti risponderà che Lee ha affermato di poter picchiare Muhammad Ali”.

C’era una volta a… Hollywood: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di C’era una volta a… Hollywood grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple TV, Netflix, Amazon Prime Video, Infinity+ e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 19 dicembre alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Fonte: IMDb