Le voci attorno all’annunciato film
di Superman:
Legacy cominciano ad intensificarsi in vista
della fine dello sciopero e dell’imminente inizio della produzione.
Ebbene, anche se conosciamo molti dettagli “ufficiali” sul
film, una degli aspetti che non è stato ancora affrontato è chi
sarà il cattivo principale che il nuovo “Uomo d’Acciaio”
dovrà affrontare?
Proprio questa settimana
vi abbiamo svelato che l’attrice venezuelana María
Gabriela De Faría interpreterà nel film Angela
Spica alias “The Engineer” (L’Ingegnere) ma sarà
parte della compagine di personaggi cattivi del film Warner/DC.
Al cinema, l’iconico eroe DC
ha affrontato personaggi del calibro del generale Zod, Steppenwolf e persino Batman, ma
James Gunn in Superman: Legacy
metterà finalmente Kal-El contro un personaggio mai visto in azione
sul grande schermo, ovvero Brainiac! almeno stando a questo nuovo
rumors emerso in rete.
Ma quale sarà il contesto nel
quale si troverà il nuovo Clark Kent?
Anche se per ora prendiamo
queste voci solo appunto voci, uno dei tanti scooper sembra
aver portato alla luce alcuni dei primi importanti dettagli della
trama per il prossimo riavvio dei DC Studios.
Innanzitutto sembra che il
Medio Oriente sarà davvero parte integrante di questa storia e che
Superman si ritroverà sotto i riflettori dopo aver
tentato di recuperare la tecnologia kryptoniana scomparsa
che potrebbe contenere le risposte al suo passato.
Supponiamo che
Superman venga scambiato per un terrorista o
ritenuto una super arma americana.In ogni caso,
dovrebbe dare a James Gunn
l’opportunità di approfondire il tipo di conseguenze a livello
mondiale che l’emergere di un essere come questo avrebbe sulla
politica globale.
Tuttavia, il fatto che sia
presumibilmente Brainiac a tirare le fila è ciò che
potrebbe effettivamente accadere in quel contesto, dunque le voci
potrebbero rivelarsi credibili. Inoltre non dimentichiamoci che se
questa voce si rivelerà falsa, James Gunn sarà pronto a smentirla sui social; se rimarrà in
silenzio, come ha fatto con la situazione
Gal Gadot/Wonder Woman, è probabile che questo leaker
abbia centrato il punto!
Superman: Legacy, tutto
quello che sappiamo sul film
Superman:
Legacy, scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting,
come già detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane.
Il film è stato anche descritto
come una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
“Superman: Legacy è il vero
fondamento della nostra visione creativa per l’Universo
DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC,
ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti,
dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il
mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Superman:
Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.
In una recente intervista
con Deadline, il regista
candidato all’Oscar Ridley
Scottha ammesso che gli è stato offerto di
dirigere
film sui supereroi più volte. Il regista che è in queste ore
impegnato a promuovere Napoleon
(vi invitiamo a leggere la nostra
recensione!) ha spiegato perché ha rifiutato categoricamente
ogni proposta che riceve di questo tipo.
“Sì, mi è stato offerto,
ma ho appena detto, no, grazie”, ha detto Ridley Scott. “Non per me. Ho fatto
due o tre film di supereroi. Penso
che Sigourney
Weaver sia un supereroe in Alien. Penso
che Russell
Crowe sia un supereroe nel
Gladiatore. E Harrison
Ford è il super antieroe di
Blade Runner. La differenza è che le fottute storie sono
migliori.
I prossimi film di Ridley Scott
Il prossimo progetto di
Ridley Scott sarà il prossimo film biografico
Napoleondella Sony Pictures e Apple Studios, che lo riunirà con
la star del Gladiatore Joaquin Phoenix. Nel film
compaiono anche Vanessa Kirby, Tahar Rahim, Ben Miles,
Ludivine Sagnier, Matthew Needham, Youssef Kerkour, Phil
Cornwell e altri. Il film arriverà nelle sale la prossima
settimana, il 22 novembre.
Dopo l’uscita nelle sale di
Napoleon,
Ridley Scott tornerà presto sul set del suo
tanto atteso film Il
Gladiatore 2, la cui produzione in precedenza era
stata interrotta a causa dello sciopero degli attori. Il sequel
sarà guidato dal candidato all’Oscar Paul Mescal nel ruolo di Lucius, il figlio
adulto della Lucilla di
Connie Nielsen del primo capitolo. L’uscita nei cinema è
prevista per il 22 novembre 2024.
Disney e Warner Bros.
Discovery si sono uniti a un elenco crescente di
inserzionisti di fascia alta che in queste ore stanno ritirando
pubblicità e promozioni dal social media X sulla scia di un recente
commento antisemita pubblicato dal proprietario,
Elon
Un portavoce della
Lionsgate ha detto venerdì che la società di
intrattenimento “ha sospeso la pubblicità su X a causa del
recente tweet antisemita di Elon Musk”. La mossa arriva
mentre Lionsgate sta commercializzando l’uscita di “Hunger
Games: la ballata dell’usignolo e del serpente“, l’ultimo film
della sua serie “Hunger
Games“. IBM venerdì scorso ha dichiarato di aver “sospeso
immediatamente tutta la pubblicità su X mentre indaghiamo su questa
situazione del tutto inaccettabile”
Si ritiene che Disney e Comcast
NBCUniversal abbiano seguito l’esempio venerdì. Un portavoce
della Warner Bros. Discovery ha detto venerdì che
la società ha “messo in pausa” la sua presenza su
X, anche se gli investimenti dello studios fossero
già ai minimi termini.
Mercoledì Musk ha rivelato su
X di sostenere una dichiarazione pubblicata da un
altro utente che suggeriva che “le popolazioni ebraiche
occidentali” stavano “arrivando alla inquietante
consapevolezza che quelle orde di minoranze che sostengono
l’inondazione del loro paese non le piacciono
molto“. Musk ha ripubblicato l’osservazione e ha aggiunto
“hai detto la verità“. Axios ha riferito
venerdì che anche Apple, uno dei marketer più influenti del
settore, ha ritirato la sua pubblicità da X.
La nuova serie di uscite da Musk
arriva mentre anche la Casa Bianca e la Commissione Europea hanno
preso una posizione dura contro X venerdì.
“Abbiamo assistito a un aumento allarmante della
disinformazione e dell’incitamento all’odio su diverse piattaforme
di social media nelle ultime settimane, e X è sicuramente molto
efficace in questo senso”, ha affermato la Commissione in una
nota. Venerdì una dichiarazione della Casa Bianca afferma che
“condanniamo questa ripugnante promozione dell’odio antisemita
e razzista nei termini più forti, che va contro i nostri valori
fondamentali come americani”.
L’indignazione attorno
all’osservazione di Musk arriva nonostante un post di
giovedì dell’amministratore delegato di
X, Linda Yaccarino, in cui si sottolinea che la
società di social media è stata “estremamente chiara riguardo
ai nostri sforzi per combattere l’antisemitismo e la
discriminazione“, aggiungendo: “Non c’è posto per questo
in nessuna parte del mondo — è brutto e
sbagliato. Punto.”
In una recente intervista
con Deadline, il
creatore della serie Alien
per FX, Noah Hawley, ha finalmente fornito un
nuovo aggiornamento sulla produzione dell’imminente spin-off
fantascientifico, dopo che le riprese sono state temporaneamente
interrotte lo scorso agosto. Ora che lo sciopero
del SAG-AFTRA è terminato,
Hawley ha confermato che stanno attualmente pianificando di
riprendere la produzione della serie
Alien in Thailandia intorno a gennaio o
febbraio 2024.
“Stiamo tornando in produzione
il più rapidamente possibile“, ha detto
Hawley. “Gireremo a Bangkok, dall’altra parte del
mondo; riprese di nuovo nel nuovo anno”. Fornendo
un aggiornamento, Hawley ha detto: “Ho qualche filmato. Parte
della prima ora è stata girata prima che dovessimo fermare le
riprese. È roba con cui giocare e modificare”. “Sono
entusiasta di tornare in quel mondo.”
Tutte le sceneggiature di Alien
furono completate prima che lo sciopero della WGA fosse indetto a
maggio.
Il cast è guidato da Sydney
Chandler insieme ad Alex Lawther nei
panni di un soldato di nome CJ, Samuel Blenkin nei
panni di Boy Kavalier, un amministratore delegato, così come
Essie Davis nei panni di Dame Silvia e
Adarsh Gourav nei panni di
Slightly. Kit Young interpreta un personaggio
chiamato Tootles.
La produzione di Alien è
iniziata a luglio senza l’americano Chandler, membro della
SAG-AFTRA. Le riprese sono continuate per più di un mese con
il resto del cast che era membro della Equity affiliato al
sindacato britannico.
Disney/20th Century Studios ha anche un
nuovo film su Alien:
Romulus del regista Fede Alvarez,
attualmente previsto per l’uscita nelle sale il 16 agosto 2024. Il
film vede protagonisti Cailee Spaeny, Isabela Merced,
Archie Renaux, David Jonsson, Aileen Wu e Spike
Fearn. Dovrebbe raccontare di un gruppo di giovani
provenienti da un mondo lontano devono affrontare la forma di vita
più terrificante dell’universo.
Secondo quanto apprendiamo
daVariety, la star della
MarvelKaren Gillane la star di
Downton AbbeyHugh Bonnevillehanno firmato per i ruoli da protagonisti nel prossimo dramma
limitato intitolatoDouglas is
Canceled, incentrato su un giornalista
veterano la cui vita e carriera vengono bruscamente messe in
discussioni dopo essere serie di accuse che si scatenano via social
media. Il progetto proviene dal creatore di
Sherlock e scrittore di
Doctor Who,Stephen
Moffat.
“Mi sono semplicemente
seduto e ho scritto questo“, ha detto Moffat. “Non ho
nemmeno detto a nessuno cosa stavo facendo. E ora tutto sta
accadendo, grazie alla straordinaria Sue Vertue (famosa produttrice
televisiva e, in un raro momento di debolezza, mia
moglie). Non riesco a credere che siamo riusciti a coinvolgere
il potente Hugh Bonneville nel ruolo di Douglas e che abbiamo
attirato la mia vecchia amica Karen Gillan da Hollywood per
interpretare Madeline. E come se ciò non bastasse, abbiamo Ben
Miles, Alex Kingston, Nick Mohammed e Simon Russell Beale. È
il tipo di cast che ti rende terrorizzato all’idea di entrare nella
stanza”.
Cosa aspettarsi da Douglas is Canceled
?
“Nella serie, Douglas
vive una vita perfetta. Si gode il suo status privilegiato di
tesoro nazionale e conduttore del programma di attualità
“Live at Six”, mentre fuori onda condivide una casa armoniosa
con la moglie Sheila, redattrice di un giornale“, si legge
nella sinossi. “Ma il loro mondo viene sconvolto quando la
famiglia subisce uno ‘scherzo sconsiderato’. Quando un ospite
minaccia di smascherare Douglas sui social media, le voci di
corridoio vanno a gonfie vele e scatenano una tempesta digitale che
sconvolge rapidamente la sua vita e la sua carriera. Con i
suoi 2 milioni di follower sui social media, la co-conduttrice
Madeline, esperta di tecnologia, potrebbe lanciare a Douglas
un’ancora di salvezza pubblicando in sua
difesa. . . ma lo farà?“
Douglas is
Canceled è scritto da Moffat, con Ben
Palmer come regista. Insieme a Gillan e
Bonneville ci sono Ben Miles, Alex Kingston, Nick
Mohammed e Simon Russell Beale. La serie in quattro
parti è prodotta da Moffat e Sue Vertue, con Lawrence Till come
produttore. È una produzione di Hartswood Films in
associazione con SkyShowtime e BBC Studios Distribution.
Originariamente previsto in sala per
il 3 novembre 2023, Dune: Parte 2, l’atteso
sequel di Dune diretto da
Denis Villeneuve è stato poi spostato, nell’agosto di quest’anno, al
15 marzo 2024, per via degli scioperi fino a poco
in corso ad Hollywood. La Warner Bros., infatti,
era preoccupata dal non poter garantire al film un’adeguata
promozione con i tanti e noti membri del cast. Lo spostamento a
marzo è stato dunque effettuato nella speranza che per quel momento
la situazione si fosse sbloccata. Come noto, dal 9 novembre si è
ufficialmente concluso lo sciopero
degli attori, cosa che sta ora permettendo ad Hollywood di
tornare alla normalità.
Naturalmente è troppo tardi per
riprogrammare l’uscita di Dune: Parte 2 entro la
fine di quest’anno, ma la Warner Bros. ha ora fatto sapere che,
come riporta il The Hollywood Reporter, l’uscita
è stata anticipata di due settimane, ovvero al 1° marzo
2024. La decisione arriva anche in conseguenza dello
spostamento che la Universal ha effettuato per The Fall Guy, il film
con Ryan Gosling passato da un uscita il 1° marzo
al 3 maggio, creando dunque un vuoto che i dirigenti della Warner
Bros. hanno prontamente riempito con Dune: Parte 2.
Considerando la quasi contemporaneità prevista tra l’uscita negli
Stati Uniti e quella in Italia, è lecito aspettarsi che tale
anticipo valga anche per il nostro Paese.
Dune: Parte Due, tutto quello che sappiamo sul
film
Dopo gli eventi del primo capitolo, Dune: Parte Due ritrova
Paul Atreides, unitosi ora a Chani e ai Fremen e in cerca di
vendetta contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia e
tutto ciò che conosceva del suo mondo. Una guerra contro il
malvagio barone Vladimir Harkonnen, e di conseguenza contro
l’imperatore Shaddam IV, è dunque inevitabile. In preparazione a
questa, Paul rafforzerà il suo rapporto con Chani, farà la
conoscenza della principessa Irulan Corrino, figlia
dell’Imperatore, e conoscerà profondamente lo spirito del deserto
proseguendo la sua strada come “Mahdi” il messia profetizzato dal
popolo del deserto, andando dunque incontro al proprio destino.
Fanno inoltre il loro ingresso nel
sequel Dune: Parte
Due anche Austin Butler
(Elvis, C’era una volta… a Hollywood) nei panni del
famigerato Feyd Rautha e il premio Oscar Christopher
Walken (Il cacciatore, Prova a prendermi) nei
panni dell’Imperatore. Florence
Pugh (Black Widow, Piccole donne),
Léa
Seydoux (Crimes of the Future) e
Souheila Yacoub (la serie No Man’s
Land, Climax) completano infine l’ampio cast nei
panni rispettivamente della principessa Irulan, figlia
dell’Imperatore, Lady Margot, amica stretta di quest’ultimo, e
Shishakli, guerriera dei Fremen.
Affermatasi grazie a brani come
Poker Face, Bad Romance e Alejandro, la cantante
Lady Gaga ha negli ultimi anni ricoperto anche il
ruolo di attrice per alcuni film e serie TV, interpretando però per
lo più personaggi secondari. Nel 2018 è invece arrivata la sua
grande occasione grazie al film A Star Is
Born (qui la recensione), che non solo
l’ha vista recitare nel ruolo di protagonista ma anche guadagnare
alcuni dei maggiori onori della sua carriera. Diretto da Bradley Cooper,
qui alla sua prima prova come regista dopo tanti anni di sola
recitazione, il film è il terzo rifacimento del musical È nata
una stella del 1937.
Prima di questo nuovo adattamento,
la versione più celebre era quella del 1976, interpretata da
Barbra Streisand e Kris
Kristofferson. A dirigere questa nuova traspozione doveva
poi inizialmente esserci il premio Oscar Clint Eastwood, il quale però si tirò
poi indietro lasciando il posto a Cooper. L’attore decise dunque di
riproporre la storia già nota arricchendola però di nuovi dettagli,
come anche di un tocco più contemporaneo nelle tematiche trattate.
Presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, A
Star Is Born è stato poi accolto in modo particolarmente
entusiasta, venendo subito indicato come uno dei migliori film del
suo anno.
Candidato a ben otto premi Oscar,
tra cui miglior film, la pellicola si aggiudicò la statuetta
per la miglior canzone per Shallow, eseguita dalla
stessa Gaga. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Struggente, coinvolgente e ricco di
emozioni, è un film decisamente imperdibile. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alla vera storia dietro il film.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
A Star Is Born: la trama del film
Protagonista del film è la star
della musica rock Jackson Maine, la cui carriera è
però continuamente segnata dalle cattive abitudini di cui non
riesce a fare a meno, in particolare quella per l’alcol. Quella che
per lui sembra una vita senza più sorprese da offrire, lo sconvolge
nuovamente nel momento in cui lo porta ad imbattersi in
AllyCampana, una talentuosa
ragazza che si esibisce come drag queen in un night club. Intuendo
il potenziale di lei, Jackson inizia a coinvolgerla sempre di più
nella sua attività di musicista, portandola infine ad ottenere una
sempre crescente popolarità. Allo stesso tempo, tra i due si
instaura una relazione particolarmente passionale. I problemi del
passato di Jackson, però, rischieranno di rovinare
quell’idillio.
A Star Is Born: il cast del film
Per interpretare il ruolo di Ally
Campana era originariamente stata scelta la cantante
Beyoncé. Questa però si tirò indietro per via di
altri impegni e quando Cooper subentrò alla regia egli scelse
Lady Gaga per il ruolo. Benché fosse profondamente
diversa dal personaggio, l’attrice ha raccontato di essersi sentita
estremamente coinvolta da lei, vivendo sulla propria pelle tutti i
tormenti previsti dal racconto. Gaga contribuì moltissimo al
personaggio, convincendo ad esempio Cooper della necessità di
cantare davvero sul set e di non farlo in playback. Per la sua
struggente interpretazione, la Gaga ha poi ricevuto la sua prima
nomination all’Oscar come miglior attrice.
Nel ruolo del tormentato Jackson
Maine, invece, vi è lo stesso Cooper. Proprio come il suo
personaggio, anche lui ha avuto in gioventù problemi legati
all’alcol ed alla droga. Interpretare Jackson è stato per lui un
modo di riflettere su quel periodo. Per interpretare il cantante,
inoltre, Cooper si è esercitato a lungo, arrivando infine a
sfoggiare notevoli doti canore. Nel ruolo di Bobby Maine, il
fratello maggiore di Jackson, vi è invece il noto
attore Sam Elliott, il
quale per la sua interpretazione ha ottenuto la sua prima
nomination all’Oscar dopo decenni di carriera. Completano il cast
Rafi Gavron nel ruolo di Rez Gavron, il produttore
discografico di Ally e Andrew Dice Clay, il padre
di Ally.
A Star Is Born: la vera storia dietro il film
Con l’arrivo del nuovo adattamento
di È nata una stella, in molti si sono chiesti se quella
raccontata fosse una storia vera o meno. Benché quella raccontata
di base non sia una vicenda realmente avvenuta, è noto che ognuna
delle quattro versioni esistenti presenta riferimenti a specifiche
persone o eventi della realtà. Nel nuovo adattamento di Cooper, ad
esempio, si possono ritrovare diverse similitudini tra il
personaggio di Jackson Maine e il suo interprete. Come già
accennato, entrambi hanno avuto problemi legati all’alcolismo e
all’abuso di droghe, un elemento che Cooper ha enfatizzato per
sentirsi più legato al personaggio.
Allo stesso modo il personaggio di
Ally presenta alcuni tratti biografici simili a quelli di Lady
Gaga. Come la protagonista del film, anche la cantante ha infatti
iniziato la propria carriera esibendosi in luoghi frequentati
prevalentemente dalla comunità LGBT, da lei sempre sostenuta. Sia
Ally che la sua interprete sono poi caratterizzate da una
personalità vivace e audace, con uno stile a suo modo eccentrico.
Oltre a comuni tratti biografici, però, non vi è una storia vera da
cui il film riprende le sue principali dinamiche, le quali sono
invece ereditate dalle precedenti versioni di questa struggente
vicenda.
A Star Is Born: il trailer
e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. A Star Is
Born è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Google Play, Apple TV, Infinity, Amazon Prime Video e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È
bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite
temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente
nel palinsesto televisivo di venerdì 17 novembre
alle ore 21:20 sul canale Canale
5.
Leonardo DiCaprioha
rivelato aE! News che ha
ringraziato Sharon
Stone “molte volte” per aver pagato il suo
stipendio da attore nel 1995, quando lo studio si rifiutò di
scritturarlo nel dramma western revisionista di Sam
Raimi “The Quick and the Dead”. All’epoca
Leonardo DiCaprio era uscito dal ruolo
rivoluzionario candidato all’Oscar in “Buon compleanno Mr. Grape” e
Sharon Stone era piuttosto ansioso di lavorare
con la giovane star. Era irremovibile nel volere Leonardo DiCaprio e Russell Crowe nel film ed era disposta a
pagare per questo.
“Ha detto: ‘Questi sono i due
attori con cui voglio lavorare‘”, ha ricordato
DiCaprio. “È incredibile. È stata una grande
sostenitrice del cinema e ha dato opportunità ad altri attori,
quindi le sono molto grato.“L’ho ringraziata
molte volte“, ha aggiunto. “Non so se le ho inviato
un vero regalo di ringraziamento fisico, ma non posso ringraziarla
abbastanza.”
In “The Quick and the Dead”,
Sharon Stone ha interpretato il ruolo di un
pistolero che visita una città di frontiera e si scontra con il suo
leader (Gene Hackman). Nel suo libro di memorie
del 2021, “La bellezza di vivere due volte”, ha rivelato
di aver pagato lei stessa lo stipendio di Leonardo DiCaprio dopo che lo studio
TriStar Pictures si è rifiutato di sceglierlo
(tramiteInsider).
“Questo ragazzo di nome Leonardo
DiCaprio è stato l’unico che ha centrato l’audizione“, ha
aveva scritto la Stone, aggiungendo di aver fatto l’audizione ad
una manciata di attori adolescenti per il ruolo di The Kid.
“Secondo me è stato l’unico che è entrato e ha pianto,
implorando suo padre di amarlo mentre moriva nella
scena.”
La Stone ha ricordato che lo studio le
aveva detto: “Perché uno sconosciuto, Sharon, perché ti dai
sempre la zappa sui piedi?'”“Lo studio ha
detto che se lo avessi voluto così tanto, avrei potuto pagarlo con
il mio stipendio. Così ho fatto”, ha continuato
Stone.L’incontro con lo studio e la decisione di
pagare lei stessa DiCaprio hanno parzialmente motivato la Stone a
diventare una produttrice, dove avrebbe potuto lottare per il
talento che credeva meritasse il lavoro.
“Ottenere un credito come
produttrice come attrice è spesso considerato nel mio lavoro come
un ‘accordo di vanità‘, nel senso che ti pagano per il
lavoro ma stai zitto e stai fuori dai piedi“, ha scritto la
Stone nel suo libro di memorie. “Non accetterò un accordo
di vanità e non glielo farò sapere in anticipo. Questo è
illegale, dico, e mi piace lavorare nel rispetto della
legge. Questo porta molto silenzio e poca gioia dall’altra
parte”.
Dopo aver diretto il distopico
The Road e il western
Lawless, il regista
John Hillcoat è tornato al cinema nel 2016, dopo
quattro anni di assenza, con il film Codice
999 (qui la recensione), un thriller
poliziesco intriso di azione, personaggi controversi e colpi di
scena continui. Basato su una sceneggiatura di Matt
Cook, il film è noto in particolare per via del numeroso
cast di grandi celebrità di Hollywood che vi recitano. Paragonato a
molti altri titoli celebri di questo genere, in particolare allo
straordinario Heat – La sfida di
Michael Mann, il film è un’opera particolarmente
convincente e visivamente accattivante.
Nonostante la lunga lavorazione,
dovuta a continui cambi tra i membri del cast, Codice 999
è infine riuscito ad arrivare in sala. Qui ha ottenuto un
accoglienza piuttosto variegata, con la maggior parte delle
recensioni che lodano però le scene d’azione, magnificamente
coreografate. Meno fortunato è stato il risultato al box office,
con il film riuscito a guadagnare appena 25 milioni di dollari a
fronte di un budget di 20. Ciò ha portato il film ad essere
ingiustamente trascurato, passando più in sordina del dovuto.
Pur con i suoi difetti, Codice
999 è però un film capace di offrire buon intrattenimento e
interpretazioni convincenti. Se anche la storia potrà risultare già
vista in alcune occasioni, una serie di colpi di scena
permetteranno di godersi un finale inaspettato. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Codice 999: la trama del
film
Ambientato nella città di Atlanta,
in Georgia, il film ha per protagonisti Marcus
Belmont, Franco Rodriguez,
Gabe e Russell Welch. Questi
formano una gang composta di poliziotti corrotti e criminali
professionisti, capitanati da Michael Atwood, un
ex agente delle forze speciali. Non nuovo ad azioni quantomai
illecite, il gruppo si vede ora ricattato dalla mafia russa, con il
compito di mettere a segno un colpo difficilissimo: rapinare alla
luce del giorno una banca con dei sistemi di sicurezza altamente
sofisticati e tecnologicamente innovativi. Per assicurarsi che il
lavoro venga svolto, la mafiosa sovietica Irina
Vaslov rapisce la famiglia di Terrell e lo obbliga inoltre
a rubare dei documenti segreti governativi.
Per l’uomo si tratta dunque di una
situazione al limite, dove non può permettersi di fallire. L’unico
modo per effettuare la rapina in banca è creare un diversivo che
porti confusione: l’idea è di causare un 999, codice utilizzato
dalla polizia per indicare l’uccisione di un agente sul campo.
Quando a Marcus viene affiancato un nuovo partner, il novellino
Chris Allen, il gruppo decide che è la persona
perfetta da sacrificare per il colpo. Ma il piano non va affatto
come previsto e gli errori commessi costringeranno il gruppo a
dover improvvisare nella speranza di rimanere vivi e poter portare
a termine il colpo.
Codice 999: il cast del
film
Prima di giungere al cast di attori
definitivo che si può ritrovare nel film, numerosi sono state le
defezioni tra i nomi considerati. Per il personaggio di Chris
Allen, ad esempio, era inizialmente stato assunto Shia
LaBeouf, il quale ha però rinunciato al ruolo cedendolo a
Charlie Hunnam. Anche quest’ultimo ha tuttavia poi
abbandonato il progetto, portando così all’introduzione nel cast
del premio Oscar Casey Affleck,
il quale ha definitivamente assunto la parte. In ogni scena in cui
Affleck compare, inoltre, lo si può notare mentre mastica
continuamente un chewing gum.Per il ruolo di Michael Atwood si
ritrova invece Chiwetel
Ejiofor, attore divenuto celebre grazie a 12 anni
schiavo.
Marcus Belmont è interpretato da
Anthony Mackie,
noto per il ruolo di Falcon nell’MCU. Per tale parte era
inizialmente stato contattato l’attore Michael B.
Jordan. I fratelli Gabe e Russell Welch sono interpretati
da Aaron Paul e
Norman Reedus.
Quest’ultimo, pur essendo indicato come uno dei protagonisti,
compare nel film per appena 10 minuti complessivi. Per il ruolo
della criminale russa Irina vaslov era stata scelta Cate
Blanchett, il cui rifiuto ha portato al subentro di
Kate Winslet.
Nel film si ritrovano poi anche Woody Harrelson
nel ruolo del sergente Jeffrey Allen e Gal Gadot in
quelli di Helena Vlaslov.
Codice 999: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Codice
999 è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Apple TV, Google Play, Infinity e
Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente, nel palinsesto televisivo di venerdì 17
novembre alle ore 21:00 sul canale
20 Mediaset.
Nella nuova intervista, a
Jason
Momoaè stato chiesto del suo
ruolo di Aquaman e del suo status generale nel mondo dei
film DC in futuro. L’attore ha riconosciuto che il prossimo film
Aquaman e il regno perduto segnerà “la fine”
dell’attuale universo DC, ma crede che ci sarà sempre un posto per
lui nell’universo cinematografico.
“Voglio dire, è un po’ come la
fine di questo universo DCEU“, ha detto Jason Momoa. “A
meno che, sai, le cose non siano già accadute prima,
quindi. . . Immagino che alla gente piaccia. Ma
sì, ci sarà sempre un posto per me alla DC. Gli
piaccio.”
Per mesi, sono circolate voci
secondo cui Momoa
avrebbe potenzialmente lasciato la DC
o addirittura avrebbe cambiato ruolo e
si sarebbe dimesso da Aquaman per
interpretare Lobo. Il
co-responsabile dei DC Studios, Peter
Safran, ha parlato del futuro di Momoa
all’inizio di quest’anno,
affermando che si aspetta che Momoa avrà un posto nel DCU “per molti anni a venire”, sia come Aquaman
che come qualcun altro.
Lo stesso Jason Momoa ha anche
accennato a un possibile cambiamento all’inizio dell’anno, dicendo
che “sarà sempre” Aquaman, ma potrebbe
interpretare altri personaggi in futuro. Ha anche
confermato di aver incontrato la Warner
Bros. Discovery e di avere “grandi notizie”
da condividere ad un certo punto.
Non essendo riuscito a sconfiggere
Aquaman la prima volta, Black Manta, ancora spinto dal bisogno di
vendicare la morte di suo padre, non si fermerà davanti a nulla pur
di sconfiggere Aquaman una volta per tutte. Questa volta Black
Manta è più formidabile che mai, poiché brandisce il potere del
mitico Tridente Nero, che scatena una forza antica e malvagia. Per
sconfiggerlo, Aquaman si rivolgerà al fratello Orm, l’ex re di
Atlantide e imprigionato alla fine del primo film, per stringere
un’improbabile alleanza. Insieme, dovranno mettere da parte le loro
differenze per proteggere il loro regno e salvare la famiglia di
Aquaman e il mondo dalla distruzione irreversibile.
Jason Momoa è atteso di
nuovo nei panni dell’eroe in Aquaman e il
Regno Perduto, sequel del film che ha rilanciato in
positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. In questo
seguito, diretto ancora una volta da James
Wan(Insidious, The Conjuring),
torneranno anche Patrick
Wilson nei panni di Ocean Master, Amber
Heard, nei panni di Mera, Dolph Lundgren che sarà ancora una volta
Re Nereus, il padre di Mera, e ancora Yahya
Abdul-Mateen II nei panni di Black Manta,
che abbiamo visto riapparire nella scena post-credit del primo
film.David Leslie Johnson-McGoldrick,
collaboratore ricorrente di Wan, scriverà la
sceneggiatura del film, mentre il regista e Peter
Safran saranno co-produttori. Il film arriverà al cinema
il 20 dicembre.
Il nuovo film Walt
Disney Animation Studios, Wish, ci
porta nel regno di Rosas, un posto dove tutti sono accettati senza
distinzioni. Un film che per la natura dei temi trattati strizza
l’occhio allo spettatore del presente senza dimentica quello
passato. La protagonista è Asha, una brillante
sognatrice, che esprime un desiderio così potente da invocare una
forza cosmica: una piccola sfera di sconfinata energia chiamata
Star. Insieme, Asha e Star affrontano un formidabile avversario –
il sovrano di Rosas, Re Magnifico – per salvare la sua comunità e
dimostrare che, quando la volontà di un essere umano coraggioso si
unisce alla magia delle stelle, possono accadere cose meravigliose.
Oggi in conferenza stampa oltre alle voci italiane dei
protagonisti: Gaia (Asha),
Amadeus (Valentino) e Michele
Riondino (Re Magnifico), anche i registi Chris
Buck (regista di Frozen e Frozen 2) e Fawn Veerasunthorn e il
produttore Peter Del Vecho.
Wish è un film pieno di
riferimenti
Una cosa che colpisce molto
Wish è come il lavoro dei due registi
Buck e Veerasunthorn prenda vita
con una semplicità davvero unica. Il lavoro di due registi che
appartengono a due generazioni diverse ma che si incontrano in una
commistione di stili: “L’equilibrio tra un linguaggio moderno e
la tradizione Disney. Volevamo dare allo spettatore la sensazione
che trasmettevano i film passati di questo universo, sfruttando,
però, le nuove tecnologie: cercavamo una storia in cui la macchina
da presa potesse muoversi all’unisono con i vari personaggi”,
dice Buck. Il film Disney esplora l’importanza dei
desideri: “Quando si esprime un desiderio e si soffiano le
candeline sulla torta di compleanno, tutti dicono, ‘Non dirlo a
nessuno!’ Ma penso che dovremmo esprimere i nostri desideri, farli
sapere alla gente”, ha raccontato il regista. “Nella mia
vita, ho sempre desiderato lavorare alla Disney, e lo dicevo sin da
quando frequentavo il liceo. E ora sono qui”.
“Abbiamo voluto ambientare la
storia a Rosas, un regno magico che potesse soddisfare tutti i
desideri di persone che vengono da tutte le parti del mondo, senza
distinzione tra loro. L’abbiamo situato nel Mediterraneo come
un’isola tra diversi continenti: volevamo che fosse credibile e si
ricollegasse all’attualità. Asha ama Rosas”, ha spiegato la
coregista Fawn Veerasunthorn. “È cresciuta lì, è tutto ciò che
conosce”. Il film è carico di riferimenti alcuni voluti altri
lascianti intendere: “Abbiamo inserito tanti omaggi sia nei
personaggi che nelle atmosfere a vecchi film della Disney come
Pinocchio e Biancaneve, ma vogliamo lasciare al pubblico la
possibilità di riconoscerli”.
Per quanto riguarda la genesi del
progetto: “Il progetto è iniziato cinque anni fa. Ci siamo
concentrati sulle storie Disney classiche che contrappongono il
bene e il male”, afferma Chris Buck. “Non riesco a trovare
un riferimento diretto all’attualità ma sicuramente nel film c’è
l’idea che nessun essere umano debba avere il potere
sull’altro”.
I doppiatori
Gaia,
Amadeus e Michele Riondino sono i
doppiatori italiani di Asha, Valentino e Re Magnifico in
Wish. Tutti alla loro prima esperienza di doppiaggio in un
film animato della Disney. I tre si sono preparati singolarmente,
non incontrandosi mai nella sala di doppiaggio, ma hanno comunque
constatato una cerca energia e sincronia nel lavorare insieme anche
se separati.
Michele Riondino ha parlato della
preparazione e dell’emozione di doppiare un personaggio Disney:
“Un desiderio, quello di doppiare un film Disney, che inseguivo
da anni e anni. Avendo due figlie, una di 9 anni e una di 3 anni,
ripeto con loro tutti gli anni le battute dei personaggi“.
Anche Amadeus, nonostante anni di carriera e di palcoscenici
importanti, ha provato una certa emozione: “La formazione in
radio mi ha agevolato nel giocare un po’ con la voce. Era
complicato da un punto di vista tecnico ma ho capito che, se le mie
espressioni avessero corrisposto a quelle del personaggio, la voce
sarebbe performata nel modo migliore”.
La giovane cantante Gaia dà voce
alla protagonista di Wish: “Doppiare un film Disney è
stato un onore, un privilegio, e un sogno. Mi sono riconosciuta in
molti aspetti caratteriali di questa eroina, una donna armata di
tanto coraggio e tanta perseveranza; quindi, è stato molto
emozionante poterle prestare voce”.
1 di 4
Chris Buck - Fawn
Veerasunthorn - Peter Del Vecho alla premiere italiana di Wish -
foto di Aurora Leone
Amadeus alla premiere
italiana di Wish - foto di Aurora Leone
Gaia alla premiere italiana
di Wish - foto di Aurora Leone
Michele Riondino alla
premiere italiana di Wish - foto di Aurora Leone
Arriva su Primo
VideoIl migliore dei mondi, il nuovo
film scritto, co-diretto e interpretato da Marcello
Macchia/Maccio
Capatonda, che questa volta esce dalla sua maschera
per realizzare un film molto ricco, attuale e sempre divertente, ma
che cambia pelle nel suo corso e non ha timore di sfociare nel
dramma e nell’action.
A dirigere, insieme a
Macchia, anche Danilo Carlani e Alessio
Dogana, che a sei mani confezionano un prodotto ibrido che
si basa quasi completamente sul personaggio di Ennio (Macchia), un
uomo pieno di stranezze che ama sopra ogni cosa avere il controllo
della situazione.
Il migliore dei mondi, la trama
Immaginiamo un uomo
comune del millennio digitale catapultato in un inaspettato viaggio
analogico. È quello che succede a Ennio Storto, il nostro
protagonista, che si ritrova improvvisamente in un 2023 alternativo
dove la tecnologia si è fermata per sempre agli anni ’90. Ma quello
che nasce come un disastroso imprevisto può evolvere in
un’avventura straordinaria, in cui Ennio scoprirà un nuovo lato di
sé. Così recita la sinossi ufficiale del film, che è un’opera
citazionista in maniera intelligente, che riesce a camminare lungo
una sua linea narrativa ben strutturata e che, al netto di alcune
ingenuità, riesce a centrare con grande acume il centro del suo
discorso, in una riflessione molto a fuoco sulla mania di controllo
alimentata da una vita scandita dall’utilizzo invasivo della
tecnologia.
Così Ennio Storto diventa
il simbolo dell’uomo che vive al 40%, ovvero quell’individuo
tipizzato che si lascia scandire la vita da una pianificazione
serrata e che non lascia mai spazio a imprevisti e incidenti, ma
nemmeno a sorprese, emozioni, che si tratti di routine mattiniera o
di relazioni sentimentali.
Costruendo un presente
bloccato negli anni ’90, in Il migliore dei mondiMaccio Capatonda evita con sapienza il rischio
di realizzare un film nostalgico, che inneggia a una società
migliore se priva di tecnologia. Gli smartphone sono raccontati,
sì, come una specie di male del nostro tempo, ma più che contro lo
strumento, il film si schiera chiaramente contro la modalità di
utilizzo dello stesso, invitando a un equilibrio tra gli eccessi,
che come spesso accade è poi la buona misura di tutto.
foto di Katia Zavaglia
La fotografia di una condizione sociale depersonalizzata
Anche le dinamiche
interpersonali del film si rivelano strutturate con una certa
maturità narrativa, in particolare il ritratto della relazione tra
Ennio e suo fratello, che rappresentano due approcci diversi alla
vita e alla tecnologia, opposti ed entrambi fallimentari. La
commedia si impreziosisce quindi di una riflessione sociale e
antropologica, che fa emergere una condizione sociale
depersonalizzata, smarrita nel tentativo di difendere uno status
quo apparentemente perfetto ma che cade a pezzi non appena il
fatidico smartphone si scarica.
Il migliore dei
mondi però, alla fine, non esiste: Maccio Capatonda è abbastanza intelligente da
non cedere a un nostalgico discorso facilone su quanto si stava
meglio senza gli smartphone, ma da fruitore lui stesso di
tecnologia per molti aspetti della sua vita, si pone le domande
giuste, quelle che non sempre trovano una risposta precisa ed
esaustiva, ma che cambiano con il tempo, che si modificano con
l’uso, che trovano il giusto mezzo tra il rimanere consapevole
della propria contemporaneità, senza mai lasciar andare l’umanità
imprevedibile della vita stessa.
Ispirato dall’indagine vincitrice
del Premio Pulitzer che ha mandato in frantumi un sistema corrotto
dando alle donne il potere di parlare apertamente, Anch’io arriva in prima tv lunedì
20 novembre alle 21.15 su Sky Cinema Uno (e alle 21.45 anche su Sky
Cinema Drama), in streaming su NOW e disponibile on demand. Su Sky
il film sarà disponibile on demand anche in 4K.
Il 25 novembre,
Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza
contro le donne, il film sarà proposto in seconda
serata su Sky Cinema Due.
Basato sull’indagine bomba del New
York Times, Anch’io segue la straordinaria storia vera di
come le reporter Megan Twohey e Jodi Kantor sono passate da
perdenti a fonte d’ispirazione rompendo il silenzio che circonda la
violenza sessuale a Hollywood. Determinate a svelare la verità che
molti temono di dire, la collaborazione di Megan e Jodi scuote il
sistema, consentendo alle donne coraggiose di riprendere forza
attraverso storie di sopravvivenza in questo straordinario film
della regista vincitrice di un Emmy Maria Schrader
(Unorthodox, I’m Your Man), con le accattivanti
interpretazioni della due volte candidata all’Oscar
Carey Mulligan (Una donna promettente, An
Education) e Zoe Kazan (The Big Sick – Il matrimonio si
può evitare… l’amore no, Il complotto contro
l’America), con la performance di Mulligan che ha ricevuto una
nomination ai Golden Globe come Miglior Attrice non
protagonista.
A testimonianza del potere del
giornalismo investigativo e della sua influenza nel rinvigorire il
movimento #MeToo, l’imponente cast del film comprende anche
Patricia Clarkson (Schegge di April, House of
Cards), Andre Braugher (Brooklyn 99, The
Mist) e Ashley Judd (Colpevole d’innocenza).
Anch’io, in prima tv lunedì 20
novembre alle 21.15 su Sky Cinema Uno (e alle 21.45 anche su Sky
Cinema Drama), in streaming su NOW e disponibile on demand. Su Sky
il film sarà disponibile on demand anche in 4K per i clienti Sky Q
o Sky Glass con pacchetto Sky Cinema e con servizio opzione Sky
HD/Sky Ultra HD attivo. Il 25 novembre,Giornata
internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne,
il film sarà proposto in seconda serata su Sky Cinema
Due.
“I sogni son desideri, di
felicità”, cantava Cenerentola nel
1950 quando la casa di Topolino era già affermata. Wish,
il nuovo film Disney dei registi Chris Buck (regista di Frozen – Il regno di ghiaccio e Frozen 2 – Il segreto di Arendelle) e Fawn
Veerasunthorn (head of story di Raya e l’ultimo drago) ci mostra un altro lato dei
desideri attraverso citazioni a uno stile visivo che ricorda i film
del passato ma che parla al futuro, alle generazioni che verranno.
Un connubio perfetto tra passato e presente che i due registi –
appartenenti a due generazioni diverse – cercano di raccontare.
Wish si sofferma molto sui tempi classici della
filmografia Disney e lo fa omaggiando il suo creatore nell’anno del
100° anniversario dalla sua nascita e con una colonna sonora
impreziosita con sette nuovissime canzoni scritte dalla cantautrice
nominata ai Grammy, Julia Michaels, e dal
produttore/autore/musicista premiato con il Grammy, Benjamin
Rice.
Wish, la trama
Il nuovo film Walt Disney Animation
Studios, Wish, ci porta nel regno di Rosas, dove
Asha, una brillante sognatrice, esprime un
desiderio così potente da invocare una forza cosmica: una piccola
sfera di sconfinata energia chiamata Star. Insieme, Asha e Star
affrontano un formidabile avversario – il sovrano di Rosas, Re
Magnifico (un po’ di orwelliana memoria) – per salvare la sua
comunità e dimostrare che, quando la volontà di un essere umano
coraggioso si unisce alla magia delle stelle, possono accadere cose
meravigliose. La combinazione tra elementi visivi senza tempo rende
Wish un prodotto che celebra la speranza e la comunità costruita
intorno al mondo fantastico di Topolino. La produzione del film,
iniziata circa cinque anni fa, casualmente riesce ad arrivare nelle
sale proprio l’anno del 100° anniversario.
Wish celebra i sogni e chi meglio
della Walt Disney sa cosa significa tutto questo, ma allo stesso
modo la pellicola di Buck mette in guardia i piccoli spettatori.
Attenzione a chi affidiamo i nostri sogni perché potremmo volerli
indietro perché semplicemente siamo cresciuti e non appartengono
più. È quello che succede a Rosas: Asha vuole diventare
l’apprendista strega di Re Magnifico e una volta
avvicinata a lui scopre che in realtà il Re di Rosas non è come se
lo aspettava. Il racconto di Wish parte da questo punto si svolta
per raccontare la tenacia di Asha a non mollare e cercare di
esaudire il suo più grande desiderio: regalare a suo nonno il sogno
nel cassetto che ha custodito a 18 anni tra le mani di Magnifico.
Un sogno come a tutti i giovani di quell’età: cercare di essere di
ispirazione, di fare qualcosa di buono per la società.
Noi siamo stelle
Nonostante la storia sia poco
originale e non aggiunga nulla alla filmografia, Wish porta sul
grande schermo personaggi mai raccontati prima, con una
consapevolezza diversa e adulta rispetto al passato. Sì, perché
Wish non dimentica le sue radici e mentre i nostri protagonisti
guardano le stelle affidandogli i desideri tutto rimane ben
ancorato al terreno lì dove si radica la storia della Walt Disney
Animation. Quello che rende questo ultimo film così speciale sono
anche tutte le menzioni, riferimenti e easter egg ai classici del
passato che vengono ricordati come una descrizione
metacinematografica che collega le storie tutte insieme. Wish è
tanto un film sull’eredità centenaria della Disney nel campo
dell’animazione quanto la storia di una giovane donna che cerca di
cambiare il mondo. Come una lettera d’amore la forza dei sogni e la
tenacia di Asha la rendono un ottimo avversario per Magnifico,
diventato ormai un dittatore che distrugge i sogni del suo
popolo.
L’appello di Asha, che non smette di
cantare anche di fronte all’ultimo attacco di Magnifico, genera una
forza incredibile in tutto il popolo che finalmente si ribella al
tiranno. Rosas è finalmente libera di vivere i suoi sogni, di
infrangerli e crearne di nuovi senza un mago che tramuti tutto in
una gara al più meritevole. Perché grazie ad Asha scopriamo che non
ci sono sogni più meritevoli di altri ma solo occasioni che vale la
pena vivere. “Dimentica il presente, e il sogno realtà
diverrà“.
Immaginiamo un uomo comune del
millennio digitale catapultato in un inaspettato viaggio analogico.
È quello che succede a Ennio Storto, il nostro protagonista, che si
ritrova improvvisamente in un 2023 alternativo dove la tecnologia
si è fermata per sempre agli anni ’90. Ma quello che nasce come un
disastroso imprevisto può evolvere in un’avventura straordinaria,
in cui Ennio scoprirà un nuovo lato di sé.
Il DCU si sta lentamente costruendo sotto l’egida
di James Gunn, il
quale per il nuovo universo ha in mente molti cambiamenti e novità.
Dopo aver delineato il suo Superman, il regista ha
svelato anche il suo piano per Batman con
l’annuncio di The Brave and The Bold. Nel
film, il Cavaliere Oscuro sarà insieme a suo figlio, Damian
Wayne, nel ruolo di Robin. Prima che i
fan potessero sollevare congetture e ipotesi, è stato confermato
che il ruolo dell’eroe pipistrello non sarà più assegnato a
Ben Affleck, indi per cui i DC Studios sono alla ricerca di un nuovo volto
che possa rappresentarlo. A Hollywod sono tanti gli attori che
potrebbero vestire i suoi panni in base a fisicità, background e
recitazione: scopriamo quali.
Jeffrey Dean Morgan
Jeffrey Dean Morgan potrebbe essere un Batman
azzeccato nel nuovo universo DCU di James
Gunn. L’attore nella sua carriera – anche abbastanza lunga – ha
spaziato nei ruoli, vestendo i panni sia degli eroi che dei
villain. Ma se ben ricordiamo, Morgan aveva già fatto parte
dell’universo della DC, quando ancora era il DCEU, interpretando in Batman v. Superman: Dawn of Justice proprio il padre
di Bruce Wayne. In fondo, nei fumetti DC, Thomas Wayne diventa
Batman in Flashpoint, cosa che però il
pubblico non ha visto divenire realtà con Zack
Snyder. Questa, dunque, potrebbe essere l’occasione per
avere l’attore in quel ruolo che gli sarebbe spettato di diritto,
se solo fossero andate avanti le cose nel “vecchio ordinamento”.
Tra l’altro, dato che la direzione del DCU dovrebbe essere quella di seguire il
personaggio in un’età avanzata, il suo viso sensibile e duro al
tempo stesso si presterebbe bene a un Batman più anziano.
Luke Evans
Un attore a cui forse molti non pensano, ma che
sarebbe anch’egli perfetto per il ruolo, è Luke Evans, che purtroppo molto spesso
interpreta ruoli secondari nei film, seppur riesca ad elevarli e
farli diventare significativi allo stesso modo dei protagonisti.
Pensiamo, ad esempio, alla sua bella performance nella trilogia de
Lo Hobbit, o ancora alla sua partecipazione come Gaston
nel live-action de La bella e la bestia. Evans ha tutte le qualità per
interpretare Batman: contegno, imponenza e
freddezza. Inoltre, come abbiamo visto in più di una occasione,
l’attore sa gestire molto bene anche le sequenze d’azione, e Batman
ne avrebbe sicuramente molte.
Ben Barnes
È delle ultime ore la notizia che Tenebre
e Ossa è stato cancellato. Questo, perciò, per molti del
pubblico affezionati alla serie, equivale anche a salutare
l’amatissimo Generale Kirigan di Ben Barnes.
L’attore ha spesso partecipato a prodotti di stampo fantasy, basti
pensare alla serie sopracitata, o ancora alla saga Le cronache di Narnia, dove ha interpretato
l’affascinante Principe Caspian. A ogni ruolo affidatoglisi, Barnes
ha saputo dimostrare la sua bravura, e complice anche il suo
sguardo magnetico, potrebbe essere un candidato perfetto per
interpretare Batman. Soprattutto ora che abbiamo
bisogno di vederlo in qualche altro prodotto avvincente. Inoltre,
per lui, sarebbe un’esperienza che potrebbe aprirgli maggiori porte
nel mondo di Hollywood.
Tom Ellis
Un altro attore che potrebbe adattarsi bene nei
panni di Batman è
Tom Ellis, soprattutto conosciuto per aver
interpretato negli anni l’affascinante Lucifer Morningstar. Grazie
alla serie Lucifer, Ellis ha dimostrato la sua grande
versatilità sullo schermo, riuscendo a passare da momenti intensi a
sequenze divertenti senza mai risultare fuori tono e contesto. Ma
anzi, regalando spesso grandi emozioni al suo pubblico che, proprio
per questo, gli è rimasto fedele. Con la sua imponente altezza, Tom
Ellis corrisponde all’idea di un Batman attivo con
un figlio semi-adolescente. Inoltre, l’attore ha già dichiarato che
sarebbe disposto a partecipare a una serie di film tratti da
fumetti.
Se dobbiamo pensare a un attore che, nel solo
aspetto, è adatto a interpretare Batman, allora possiamo dire che
David Boreanaz ha la giusta fisicità per diventare
Bruce Wayne. Occhi marroni e mascella scolpita, l’attore avrebbe
potuto essere l’eroe pipistrello in qualsiasi momento della sua
carriera. Meritevoli anche le sue doti recitative, che senza ombra
di dubbio potrebbero dare a Batman il giusto
spessore. C’è poi da aggiungere che Boreanaz è uno dei detective
televesivi preferiti dai fan, avendo con la serie Angel
(spin-off di Buffy l’ammazzavampiri) dato vita ad un
vampiro investigatore di tutto rispetto. Questo è un ulteriore
punto di forza, se si considera che il lavoro investigativo di
Batman rimane uno degli aspetti preferiti del Cavaliere Oscuro.
Henry Cavill
Qualcuno potrebbe non essere d’accordo poiché
legato al ruolo che ha avuto come Superman, ma
Henry Cavill grazie al suo magnetico sguardo, la
mascella dura e una fisicità prorompente, potrebbe essere un altro
candidato perfetto. In fondo, pur essendo stato svestito dei panni
di Clark Kent, James Gunn ha dichiarato che alcuni
attori del
DCEU potrebbero fa ritorno con altri abiti. Inoltre Cavill con
The
Witcher ed Enola Holmes ha dato prova di saper
interpretare sia personaggi un po’ burberi, come Geralt, sia
morbidi e intelligenti, come il detective Sherlock Holmes. Questi
due aspetti, se fossero uniti, lo renderebbero un
Batman decisamente accattivante.
Alan Ritchson
Da quando il
DCEU ha introdotto Ben Affleck come Batman, la
maggior parte dei fan ne ha apprezzato la presenza soprattutto
perché, fra tutti i Cavalieri Oscuri che il cinema ha avuto,
l’attore è quello che si è avvicinato di più alla rappresentazione
del suo fisico nel fumetto. Eppure,
Affleck non è l’unico a rispecchiare la controparte cartacea.
Ci sarebbe Alan Ritchson che non solo avrebbe la
giusta fisicità, ma sarebbe anche in grado di offrire una
performance impattante. Non sarebbe poi neppure la prima prova nei
panni di un eroe, in quanto Ritchson è conosciuto, fra le altre
cose, per aver vestito i panni del tormentato Hawk in Titans.
Regé-Jean Page
Un altro attore versatile che potrebbe essere in
grado di interpretare Batman è
Regé-Jean Page. Diventato famoso per aver interpretato il Duca
di Hastings in Bridgerton,
Page ha dimostrato la sua bravura e padronanza di linguaggio del
corpo recitando in film molto diversi tra loro, basti pensare a
Denny Carmichael nel thriller d’azione The Gray Man e Xenk Yendar, l’impavido paladino di
Dungeons
& Dragons: L’onore dei ladri. Non sarebbe dunque
spiacevole vederlo calarsi nei panni del Cavaliere Oscuro, anche se
c’è da considerare che è abbastanza giovane. Se però il
DCU decidesse di raccontare un’ipotetica storia di Bruce Wayne
da giovane, Regé-Jean Page sarebbe una scelta quanto più
azzeccata.
Jake Gyllenhaal
Nel panorama di Hollywood, forse
Jake Gyllenhaal non sarebbe per molti il pesce ideale da
pescare per farlo diventare Batman. E invece
l’attore potrebbe rivelarsi una scelta sorprendente, intanto perché
è estremamente versatile: Gyllenhaal ha recitato in numerosi film
attraversando generi più disparati, dal neo-noir al thriller,
passando al fantasy e l’horror, fino a pellicole tratte proprio dai
fumetti. Se pensiamo alle sue performance, ci accorgiamo che
l’attore potrebbe portare qualcosa di speciale nel personaggio,
tanto da renderlo, un po’ come Robert Pattinson,
molto particolare e intenso. Un’idea dunque da non scartare.
Michael Fassbender
Pensando a Batman, però, c’è un
attore in particolare che potrebbe vestire comodamente i suoi
panni. Lo abbiamo visto di recente nel glaciale e analitico
The
Killer di David Fincher, attualmente disponibile sulla
piattaforma Netflix: parliamo di
Michael Fassbender che fra l’altro è molto famoso nel fandom
dei fumetti per aver interpretato Magneto nei film degli X-Men.
Nonostante abbia avuto un ruolo centrale e incisivo nell’universo
Marvel, ciò non toglie che
Fassbender potrebbe vestire i panni del Cavaliere Oscuro nel
DCU. Magari un Bruce Wayne più anziano. L’aspetto dell’attore
irlandese è perfetto, basti pensare al suo sguardo ipnotico e al
tempo stesso ruvido per figurarselo nell’immediato.
Jensen Ackles
Concludiamo con Jensen Ackles, il quale a conti fatti sarebbe
forse il candidato migliore per dare carisma, fascino e forza a
Batman. L’attore è conosciuto in particolare per
aver interpretato Dean Winchester nella longeva serie
soprannaturale Supernatural, e di recente è riuscito a
spiccare anche in The
Boys, dove – grazie al ruolo di Soldier Boy – assume un
aspetto supereroistico.Tra l’altro, dobbiamo ricordare, che oltre
ad avere la fisicità, lo sguardo e l’impostazione ideale, Ackles ha
doppiato due volte Batman nei film d’animazione Tomorrowverse della
DC. Ma non è finita qui perché l’ex cacciatore di mostri ha proprio
dichiarato di avere il desiderio di interpretare il Cavaliere
Oscuro in un film live-action. Che Jensen Ackles abbia dunque il
potenziale per vestire i suoi panni? Ad oggi, stando ad alcuni
rumor, sarebbe lui uno dei
favoriti.
Ecco una clip di
Delicatessen, il film di Marc Caro e
Jean-Pierre Jeunet, del 1991, che lunedì 20 novembre
torna al cinema in versione restaurata 4k.
https://www.youtube.com/watch?v=Mjx30M7pCo8
I WONDER CLASSICS,
la divisione di I Wonder Pictures dedicata alla riscoperta
dei classici d’autore, porta al cinema DELICATESSEN,
pluripremiata commedia dark e surreale di Jean-Pierre Jeunet
(Il favoloso mondo di Amelie) e Marc Caro (Dante
01) che arriverà nelle sale nella versione restaurata in 4k.
Tra horror, commedia e fantasia distopica,
DELICATESSEN è uno dei film più originali e influenti
dei suoi anni, definito da Empire come “un quadro deliziosamente
originale in cui farsa e horror si bilanciano perfettamente”.
DELICATESSEN racconta di un futuro distante e
apocalittico, in cui la società è al collasso. Il grano è
utilizzato come moneta di scambio e la carne è quasi impossibile da
trovare. È in questa atmosfera che Louison, un clown disoccupato,
trova lavoro come manutentore in uno squallido condominio, dove al
piano terra si trova una macelleria. Ben presto scopre la terribile
verità sulle intenzioni del proprietario del negozio, un uomo
astuto e malvagio: le sparizioni degli inquilini del palazzo ne
sono un chiaro indizio. La sua unica speranza potrebbe essere una
banda di fuorilegge vegetariani che combattono per la libertà… Ma
se fosse già troppo tardi?
DELICATESSEN sarà nei cinema dal 20 NOVEMBRE
con I WONDER CLASSICS, distribuito da I Wonder con
Unipol Biografilm Collection.
DELICATESSEN la
trama
L’imperdibile cult che ha
consacrato il talento di Jeanne-Pierre Jeunet (Il favoloso mondo
di Amelie) e influenzato una generazione di cineasti. In una
Francia fumosa e post-apocalittica, il cibo scarseggia, il mais è
diventato moneta di scambio e la carne… la carne è praticamente
introvabile. Alla macelleria Delicatessen hanno trovato una
soluzione a quest’ultimo problema: attrarre a sé disperati in cerca
di lavoro, sfruttarli come factotum del condominio in cui la
macelleria è ubicata e poi farne spezzatino. Dei disperati, si sa,
non si butta via niente! Ma il nuovo arrivato, Louison, un ex-clown
affabile e un po’ ingenuo, sembra diverso da tutti gli altri che lo
hanno preceduto. Con il suo sconfinato ottimismo nei confronti
dell’umanità, le sue peculiari abilità e uno spiccato senso
pratico, è proprio quel che serve a sbilanciare i precari equilibri
che fino a quel momento hanno permesso al luciferino macellaio
Clapet di spadroneggiare.
Nel corso degli anni sono stati
realizzati diversi film basati sulle vere vite di attivisti dei
movimenti per i diritti civili degli afroamericani. Dal Malcolm
X di Spike Lee passando per Selma – La strada per la
libertà, incentrato su Martin Luther King
e fino a Judas and the Black
Messiah, dedicato a Fred Hampton. Ora,
Netflix ha distribuito
sulla propria piattaforma il biopic dedicato ad uno dei più
ingiustamente dimenticati di quel gruppo di attivisti che nel corso
degli anni Sessanta contribuì a cambiare il volto degli Stati
Uniti: Bayard Rustin. Su di lui si concentra
dunque il film Rustin, diretto dal
regista George C. Wolfe, regista anche di
Ma Rainey’s Black
Bottom.
Il film, scritto da Julian
Breece e Dustin Lance Black, si concentra
dunque sul riportare alla luce questa personalità troppo spesso
dimenticata, dimostrando la sua vitale importanza all’interno del
movimento per i diritti civili attivo negli anni Sessanta. In
particolare, ci si concentra sul rapporto di Rustin con lo stesso
Luther King, ma anche nelle sue problematiche personali e
sull’organizzazione dell’evento che dimostrò il suo indiscutibile
valore nella lotta per i diritti degli afroamericani.
Rustin è dunque un film che permette di riscoprire tutto
ciò, oltre a proporre una storia nota ma da un punto di vista
diverso.
Per gli appassionati di quel periodo
storico e di biopic su personalità di questo tipo, si tratta allora
di un titolo da non perdere, molto apprezzato dalla critica e dal
pubblico. Il merito è anche di ottime interpretazioni, a partire da
quella del protagonista. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alla storia vera. Infine, si
elencheranno anche le procedure da seguire per poter vedere
Rustin in streaming su Netflix.
La trama e il cast di Rustin
Il film ha per protagonista
Bayard Rustin, attivista afroamericano per i
diritti civili e omosessuale dichiarato, che per tutta la sua vita
ha dovuto lottare contro le tante forme di discriminazione nei suoi
confronti. Nonostante ciò, Rustin continua a lottare per ciò in cui
crede ed ispirato da Martin Luther King decide di
partecipare attivamente all’organizzazione della marcia su
Washington prevista per il 28 agosto del 1963. Prima di quel
momento, tuttavia, Rustin si troverà a scontrarsi più che mai con
il razzismo ma anche contro i propri compagni del movimento, i
quali preferirebbero tenerlo in ombra.
Ad interpretare Bayard Rustin vi è
l’attore Colman Domingo, il
quale aveva già recitato in un film incentrato sulla marcia su
Washington. Si tratta di Selma – La strada per la libertà,
dove però egli interpretava Ralph Abernathy mentre Rustin era
interpretato da Ruben Santiago-Hudson. In
Rustin recitano poi anche Chris Rock nel
ruolo di Roy Wilkins, Glynn Turman in quelli di A.
Philip Randolph e Aml Ameen nel ruolo di Martin
Luther King Jr. CCH Pounder interpreta Anna Arnold
Hedgeman, Michael Potts è Cleveland Robinson e
Jeffrey Wright
veste i panni di Adam Clayton Powell Jr. Infine, Audra
McDonald è Ella Baker e Da’Vine Joy
Randolph è Mahalia Jackson.
Rustin: la storia vera dietro il film
Nato nel 1912, nel dopoguerra Rustin
iniziò a svolgere un ruolo attivo nel movimento contro le
cosiddette leggi Jim Crow per mettere fine alla segregazione
razziale ed alla discriminazione degli afroamericani negli Stati
Uniti, sostenendo il metodo della disobbedienza civile e la
necessità di una cooperazione tra “bianchi” e “neri” nella
risoluzione della questione razziale. Nel 1953, tuttvia, Rustin fu
arrestato per omosessualità, all’epoca reato in numerosi stati
degli Stati Uniti. L’attivista non nascose mai il proprio
orientamento sessuale, anche se questo fu poi utilizzato contro di
lui dai suoi detrattori, che lo tennero così dietro le quinte del
movimento senza mai diventarne portavoce.
Ciò non impedì però a Rustin di
diventare uno tra i principali organizzatori del movimento per i
diritti civili promuovendo e gestendo l’organizzazione della famosa
Marcia su Washington per il lavoro e la libertà. Questa, con oltre
duecentomila persone pertecipanti, segnò la svolta del movimento.
Proprio in occasione della marcia, Martin Luther King (che proprio
da Rustin fu “istruito” agli inizi della sua carriera al metodo
della nonviolenza) pronunciò il famoso discorso “I have a
dream“. Dopo l’approvazione del Civil Rights Act del 1964 che
mise fine alla segregazione legale degli afroamericani, Rustin
focalizzò la sua attenzione sui problemi economici e occupazionali
della comunità afroamericana.
Egli sostenne la necessità, per il
movimento per i diritti civili, di passare dalla semplice
“protesta” alla “politica” adottando un approccio più pragmatico e
costruendo per questo un’alleanza con il movimento operaio.
Decisosi ad entrare in politica, nel 1964 Rustin assunse la
leadership del Philip Randolph Institute promuovendo la
sindacalizzazione degli afro-americani, per poi, negli anni
settanta, divenire segretario del Partito Socialista Americano.
Partecipò poi a numerose missioni umanitarie, impegnandosi in
particolar modo sul tema dei rifugiati e dei campi profughi in
Cambogia e Vietnam, ma anche sul tema dei diritti delle comunità
LGBT. Morì poi nel 1987, all’età di 75 anni.
Il trailer di Rustin e
come vedere il film in streaming su Netflix
È possibile fruire di
Rustin unicamente grazie alla sua
presenza nel catalogo di Netflix. Per vederlo,
basterà dunque sottoscrivere un abbonamento generale alla
piattaforma scegliendo tra le opzioni possibili. Si avrà così modo
di accedere al catalogo e di guardare il titolo in totale comodità
e al meglio della qualità video, avendo poi anche accesso a tutti
gli altri prodotti presenti nella piattaforma.
C’è grande attesa nei confronti di
Fantastici
Quattro, l’annunciato film dei Marvel Studios che introdurrà finalmente la
prima famiglia di supereroi all’interno del Marvel Cinemati Universe. Ancor
prima di vedere il film, previsto in sala per il 2 maggio
2025, i fan sono però impazienti di scoprire chi farà
parte del cast come anche di conoscere maggiori dettagli sulla
trama del progetto. Secondo lo scooper @MyTimeToShineH, tra i motivi
per cui i casting si stanno rivelando così complessi vi è il fatto
che “Sue Storm è la protagonista e questo ha infastidito alcuni
degli attori a cui è stato proposto il ruolo di Reed
Richards“.
Già in passato era stata riportata
la voce secondo la quale i Marvel Studios stavano cercando per
prima l’attrice che avrebbe interpretato la Donna Invisibile,
costruendo poi in base a lei il resto del cast. Questo è un punto
sollevato anche dal produttore John Rocha durante
una conversazione avuta con Jeff Sneider nel suo
podcast The Hot Mic. Rispetto a questo
dettaglio già noto, però, Rocha ha menzionato un nuovo rumor
secondo il quale i Marvel Studios starebbero prendendo
in considerazione un triangolo amoroso, suggerendo che Reed e Sue
non saranno la solida coppia che tutti conosciamo.
Sulla base di tale teoria, qualora
venisse confermata, è possibile che i Marvel Studios abbiano intenzione
di prendere ispirazione ai primi fumetti di Stan
Lee e Jack Kirby per esplorare meglio il
sentimento che Ben Grimm provava per Sue prima di diventare la
mostruosa Cosa. Tuttavia, a contraddire potenzialmente
l’affermazione del triangolo amoroso vi sarebbe il fatto che una
versione precedente della sceneggiatura avrebbe incluso il figlio
di Reed e Sue, FranklinRichard.
Se tale personaggio dovesse comparire, potrebbe essere una svolta
per la Saga del Multiverso, visto che si tratta di un mutante
abbastanza potente da creare nuove realtà.
Come si può notare, c’è dunque
ancora molta confusione riguardo a cosa potrebbe essere o meno
introdotto in Fantastici Quattro e finché i Marvel Studios non faranno degli
annunci ufficiali, i rumor a riguardo non mancheranno di
moltiplicarsi. Interessante però è il fatto che Sneider, un insider
piuttosto attendibile, ha anche detto che le riprese potrebbero
iniziare ben prima del previsto, idealmente già dalla prima
settimana di dicembre. Se ciò fosse vero, significherebbe che il
cast, anche se ancora non annunciato, è quasi al completo e tutto è
pronto a partire. A quel punto, sarà facile avere maggiori certezze
sul progetto.
Fantastici Quattro: quello
che sappiamo sul cast del film
Per il ruolo di Reed
Richards (Mister Fantastic), il candidato numero uno
attualmente è l’attore Pedro Pascal
(The Last of Us), mentre
per Sue Storm (Donna Invisibile), Johnny
Storm (Torcia Umana) e Ben Grimms (La
Cosa) si continuano a riportare i nomi di Vanessa Kirby
(Napoleon),
Joseph Quinn (Stranger Things) e
Ebon Moss-Bachrach (The Bear). Anche per
questi, però, si attende un’ufficialità da parte dei Marvel Studios. Si è
poi parlato di Javier Bardem
per il ruolo di Galactus, ma anche Antonio
Banderas sarebbe ancora in lizza per il ruolo. Infine,
sembra che sia in corso la ricerca di un’attrice per l’araldo di
Galactus, che potrebbe però non essere Silver Surfer.
Ad oggi sappiamo solo che
Matt Shakman (produttore e regista di WandaVision) dirigeràFantastici
Quattro da una sceneggiatura di Jeff
Kaplan, Ian Springer, Josh
Friedman, co-sceneggiatore di
Avatar: La via dell’acqua, e Cameron
Squires. I dettagli della trama sono ancora un mistero, ma
Kevin Feige ha
confermato che non si tratterà di un’altra origin story per il
super-team. Il film, infine, è atteso in sala per il 2
maggio 2025.
Vero e proprio fenomeno
cross-mediale, Scott Pilgrim sbarca anche sul
piccolo schermo, con una ri-narrazione delle avventure dei
personaggi di Bryan Lee O’Malley, grazie alla
collaborazione tra Netflix e lo
studio d’animazione Science Saru. Composta da soli
8 episodi, la serie aveva promesso, già dalle prime immagini
promozionali, di riportare i fan nel cuore di quell’immaginario
visivo, con un ritmo serrato e una narrazione brillante.
Scott Pilgrim Takes Off, torna il cast
originale
Il primo punto di forza
della serie, a scatola chiusa, è la scelta di produzione di
richiamare a rapporto tutto il cast che aveva recitato
nell’adattamento in live action dei fumetti di O’Malley del 2010 e
diretto da Edgar Wright, che qui compare in veste
di produttore. E così rispondono alla chiamata praticamente tutti:
Michael Cera,
Mary Elizabeth Winstead, Kieran
Culkin, Anna Kendrick ma anche gli ormai famosissimi
Chris Evans e Brie Larson, proprio tutti i protagonisti del
film di Wright ci hanno tenuto a riportare in auge questa storia e
questi personaggi così amati del panorama pop contemporaneo.
Questo tocco di
continuità, oltre a rievocare il
live-action del 2010 per i più affezionati, sembrava anche
essere una dichiarazione di intenti e implicitamente di fedeltà al
lavoro di adattamento già fatto all’epoca da Wright e dalla sua
squadra. E invece no. La storia di Scott Pilgrim Takes
Off percorre binari completamente differenti, pur partendo
dallo stesso spunto narrativo: Scott, un ragazzo squattrinato e
senza un progetto nella vita, si innamora di Ramona e vuole uscire
con lei, ma non sa che per conquistare la ragazza dovrà sconfiggere
i suoi malvagi sette ex.
Al timone del progetto
c’è, insieme a Netflix che
mette a disposizione degli abbonati gli episodi dal 17 novembre, o
studio giapponese Science Saru noto per il suo
lavoro su Star Wars: Visions. Il lavoro di Saru si
caratterizza per un’estetica presa in prestito dalle pagine del
fumetto e per l’adozione dal film di Wright di tutte quelle ormai
famose idee visive che nel tempo hanno un po’ cambiato la storia
del cinema, forzandone il linguaggio e ampliandone le
potenzialità.
Il cambio di
prospettiva
Scott Pilgrim
Takes Off comincia quindi come un adattamento fedele che
però, dopo i primi due episodi, cambia completamente strada e
comincia a raccontare una storia diversa che mette al centro
dell’avventura e del viaggio per “salvare Scott” la stessa Ramona.
Un cambiamento di prospettiva che, più che figlio della
contemporaneità sembra dare spazio all’esigenza di cambiare le
carte in tavola per dare nuova freschezza alla storia che fumetto e
film avevano così ben raccontato e anche per sfuggire dal facile
schematismo che la storia originale comporta.
Il risultato è
un’apertura del materiale originale alla novità e alla plasmabili
della storia, delle storie in generale, e si dimostra estremamente
dinamica, soprattutto perché il grande numero di personaggi, tutti
amati dal pubblico e tutti con una loro specifica particolarità in
grado di tenere la scena, permette di cambiare il punto di vista e
di arricchire il numero di trame e storie che vengono raccontate.
Nella seconda parte della serie, questa scelta paga il prezzo di
una eccessiva confusione, tuttavia si tratta comunque di un lavoro
prezioso per quello che riguarda la malleabilità di trame e
caratteri all’interno di un universo, sempre quello di Scott, che
sembra in continua espansione e predisposto ad farsi arricchire da
novità.
Nonostante i grandi
cambiamenti apportati alla trama e la maggiore ricchezza di livelli
rispetto alla storia a fumetti e al
film del 2010, Scott Pilgrim Takes Off è un
buon esempio di come un franchise si può sviluppare e crescere,
diventando fattivamente cross-mediale, cambiando l’ordine degli
elementi e risultando sempre ben riconoscibile. Anche nella sua
iterazione animata seriale, il cuore di Scott rimane quello di una
commedia romantica e divertente, e questo è quello che alla fine
conta di più.
C’è grande attesa per
The Life ofChuck, nuovo adattamento cinematografico di
un racconto di Stephen King, diretto da
Mike Flanagan. Contenuto nella raccolta Se
scorre il sangue, del 2020, questo ha per protagonista Chuck,
un uomo di 39 anni la cui storia di vita è raccontata in ordine
inverso, iniziando con lui morente in un letto d’ospedale a causa
di un tumore al cervello e finendo con lui come un bambino orfano
che va a vivere con i suoi nonni in una casa apparentemente
infestata.
Ad interpretare Chuck ci sarà
l’attore Tom Hiddleston,
reduce dal successo della seconda stagione di
Loki, che ha ora fornito nuovi dettagli sul film. Parlando
con Josh Horowitz,
Hiddleston ha infatti raccontato quanto si sia divertito a girare
La vita di Chuck, paragonandolo al celebre film Le ali della libertà,
non solo considerato uno dei migliori film della storia ma anche
uno dei migliori adattamenti di un’opera di King.
“Quello che mi è piaciuto di
questo progetto e del racconto da cui è tratto, è che sembra
richiamare quello stesso Stephen King che ha scritto Le ali della
libertà. C’è un calore e un tipo di spirito che è davvero dalla
parte della vita, una cosa a cui mi sono davvero legato quando l’ho
letta. Era una sceneggiatura straordinaria. Mi ci sono immedesimato
immediatamente. E poi, è Mike Flanagan che ha scritto la
sceneggiatura. Quando ci siamo incontrati, ho detto che era
fantastico. Posso venire a farlo? Posso venire a farlo, per favore?
E sì, ci siamo divertiti molto“.
Parole che fanno dunque ben sperare
per questo nuovo progetto, con Flanagan che, come noto, si sta
affermando come un grande esperto delle opere di King, nonché suo
principale adattatore per il cinema. Ha infatti ad oggi già diretto
i film Doctor Sleep e
Il gioco di Gerald,
oltre ad essere al lavoro su una serie basata sulla saga di
La Torre Nera. Non
resta ora che attendere un primo trailer di The Life of
Chuck, dove oltre a Hiddleston, sappiamo che il cast
principale sarà composto da Matthew Lillard,
Kate Siegel, Rahul Kohli,
Karen Gillan, Samantha Sloyan e
Mark
Hamill.
Netflix annuncia
UNICA, un documentario prodotto da Banijay Italia
disponibile dal 24 novembre in tutti i Paesi in cui il servizio è
attivo.
Unica, la sinossi
Dopo tantissimi articoli di
giornale, dichiarazioni, smentite e comunicati stampa Ilary Blasi
racconta per la prima volta la fine della sua storia d’amore. Un
ritratto totalmente inedito, intimo e sincero, arricchito dalle
testimonianze di persone che da sempre le sono state accanto.
UNICA è scritto da Peppi Nocera e Romina Ronchi e
diretto da Tommaso Deboni.
Ecco il trailer italiano di
One
Life, il film diretto da James Hawes
e con
Anthony Hopkins, Helena Bonham Carter, Johnny
Flynn, dal 21 dicembre al cinema con Eagle Pictures.
One
Life racconta la storia vera di Sir Nicholas “Nicky”
Winton, un giovane broker londinese interpretato con maestria da
Anthony Hopkins, che nei mesi precedenti lo scoppio della Seconda
Guerra Mondiale salvò 669 bambini profughi da morte certa. Nicky si
reca Praga nel dicembre del 1938, e trova migliaia di famiglie
fuggite dalla Germania e dall’ Austria, in condizioni disperate,
con poco o nessun riparo e cibo, e sotto la costante minaccia
dell’invasione nazista. Si rende subito conto che la sua è una
corsa contro il tempo, ma capisce immediatamente cosa deve fare:
salvare quanti più bambini possibile prima che le frontiere si
chiudano definitivamente. Cinquant’anni dopo nel 1988, Nicky vive
ancora nel ricordo della triste sorte di quei bambini che non ha
potuto portare in salvo in Inghilterra, incolpandosi sempre di non
essere stato in grado di aver fatto di più.
Ma il destino gli riserva un
incontro inaspettato. Un programma televisivo della BBC, “That’s
Life!”, racconta la sua incredibile vicenda, con una sorpresa che
lo lascerà senza parole. Dopo ben cinque decenni un evento
inaspettato lo porterà finalmente a confrontarsi con il suo senso
di colpa e a riappacificarsi con il passato e con sé stesso.
Taika Waititi,
nel corso della promozione del suo nuovo film, Chi segna vince, ha confermato di
essere ancora al lavoro su un proprio progetto legato alla saga di
Star
Wars, anche se intende prendersi il tempo necessario per
svilupparlo al meglio. Pertanto, al momento tale progetto non
sembra essere prossimo alla realizzazione, ma il regista premio
Oscar per Jojo Rabbit sembra avere già le idee chiare su
cosa raccontare e come. Parlando con Variety, Waititi ha infatti
rivelato che il film: “sarà… pausa drammatica… un film di Taika
Waititi“.
Un’affermazione alla quale ha poi
fatto seguire, con una risata, “farà arrabbiare la gente“.
Come noto, Waititi è dotato di un umorismo non da tutti apprezzato,
come ampiamente dimostrato dai suoi film del Marvel Cinematic Universe,
Thor: Ragnarok e Thor: Love and Thunder, che
ancora oggi suscitano polemiche tra i fan del franchise. Data la
severità della fanbase di StarWars,
specialmente nei confronti dei nuovi prodotti targati Disney+, ci sono dunque le premesse per
cui Waititi possa effettivamente scatenare nuovamente l’ira di
molte persone.
L’anno scorso, il prolifico
scrittore e regista aveva spiegato cosa intende portare nella
Galassia lontana, lontana con il proprio film, ma anche cosa vuole
evitare. “Penso che l’universo di Star Wars debba
espandersi“, aveva affermato. “Non credo di essere utile
all’universo di Star Wars facendo un film in cui tutti dicono: ‘Oh
fantastico, beh, questa è la cianografia del Millennium Falcon, ah
questa è la nonna di Chewbacca. Tutto questo sta in piedi da solo,
è fantastico, anche se mi piacerebbe prendere qualcosa di nuovo e
creare alcuni nuovi personaggi o semplicemente espandere il mondo,
altrimenti sembra che sia una storia molto piccola“.
Sulla base di queste premesse,
dunque, è lecito aspettarsi che il film di Waititi legato alla saga
di Star Wars introdurrà elementi, personaggi e mondi mai
visti prima nel franchise, che il regista sempre intenzionato ad
arricchire con la sua inconfondibile comicità. Una comicità che
facilmente potrebbe far infuriare quanti non avvezzi al cinema
dell’autore neozelandese. In attesa di poter scoprire qualcosa di
più e poi vedere il suo progetto, potrebbe allora essere utile
riscoprire i suoi lavori realizzati in questi anni, prendendo così
famigliarità con l’umorismo dissacrante di Waititi, per nulla
incline a conformarsi alle regole.
Era davvero difficile per
The
Crown Stagione 6 Prima Parte
evitare la forza di gravità generata dalla presenza di Diana e
dalla sua tragica vicenda personale e infatti la serie,
disponibile dal 16 novembre su Netflix, si
lascia trascinare nel vortice con al centro la Principessa Triste
senza neanche opporre resistenza. La figura della Corona, di
Elisabetta II, finisce quindi in secondo piano, e in questa prima
parte di stagione sarà relegata al ruolo di “reazione agli eventi”,
a quello che si è fatto in reazione alla morte di Lady D.
Dopotutto, quei giorni non furono soltanto devastanti per i
giovanissimi William e Henry, non furono solo dolorosi per la
famiglia Spencer e per il mondo intero innamorato di Diana, ma
furono anche decisivi per quella che sarebbe stata la sorte della
Monarchia Britannica che registrava una popolarità ai minimi
storici.
Così, la prima parte
della stagione conclusiva dello show di Peter
Morgan diventa il racconto teso e dal finale ineluttabile
delle ultime ore di vita della Principessa del Galles, con al
centro la sua storia d’amore con Dodi.
Per la prima volta nel
suo lungo corso, The Crown suddivide l’arco
narrativo di una stagione in due parti. Il senso dell’operazione è
presto rintracciato nel fatto che, sia da un punto di vista
narrativo che da quello promozionale, i due blocchi rappresentano
gli ultimi eventi importanti nella vita di Elisabetta II che, lo
ricordiamo, rimane il focus della serie. La
Corona infatti è il centro del racconto, e la deviazione su Diana
appare un doveroso tributo non tanto alla donna reale, quanto al
peso che la sua vicenda ha avuto nella vita della Corona e al
pubblico che non vedeva l’ora di farsi raccontare una storia che
conosce bene e della quale è stata in qualche misura testimone.
Anche la struttura
antologica, che aveva caratterizzato le splendide terza e quarta
stagione è ormai un ricordo. The Crown Stagione 6 Prima
Parte è un flusso narrativo che trabocca da un episodio
all’altro con una continua tensione sottesa alle immagini, anche a
quelle più solari e calme, una forza ineluttabile che costruisce il
climax atteso e temuto e che ribalta, o meglio, rimette in asse, la
prospettiva del racconto. Così Imelda Stauton, interprete sempre troppo poco
celebrata per l’eccellente lavoro in questa serie, rimane ai
margini, un po’ come Elisabetta II in Scozia, in “ritiro”, in
attesa del suo ritorno alla scena, in quel discorso alla nazione
che la Sovrana proclamò nel giorno dei funerali di Stato di Diana,
un ritorno che nella Storia, con il senno di poi, ha significato
salvare la Monarchia, ma che nell’economia della serie opera
appunto il citato ritorno in asse del flusso narrativo della
serie e
rimette al centro la Corona.
Il cuore della storia è la
relazione tra Dodi e Diana
Il cuore di The
Crown Stagione 6 Prima Parte è però costruito sulla
relazione tra Dodi, suo padre e Diana. Una storia d’amore e di
narcisismo, da come l’hanno immaginata gli showrunner, che nulla ha
a che vedere con la narrazione romanticizzata dei giornali, nelle
ore successive al tragico incidente nella galleria sotto il Ponte
de l’Alma. Dal momento che giustamente ci si muove all’interno di
una fiction ispirata a racconti reali, gli showrunner hanno avuto
modo di costruire la loro versione di una storia la cui verità si è
spenta sotto quel tunnel, creando così un racconto molto più
interessante e articolato rispetto a quello che ci si poteva
aspettare da una trasposizione pigra. La storia di un giovane
ereditiere con la passione per il cinema che è spinto da suo padre
a mettere a segno un matrimonio strategico per poter aprire al
padre stesso le porte della sua definitiva scalata sociale,
rappresentata dall’ottenimento della cittadinanza britannica.
Scegliere questa chiave
per mettere in scena la breve relazione tra Dodi e la Principessa
ha permesso allo show di mettere la sua
Diana-personaggio in una situazione per molti
versi simile a quella che da molto giovane aveva già vissuto con
Carlo e con la Famiglia Reale. Questa volta però Diana ha la forza
e la consapevolezza di uscirne, di fare una scelta e di
autodeterminarsi. Un’evoluzione che la vita non ha concesso alla
donna ma che gli autori concedono al personaggio, pur non
cambiandone le sorti. In questo quadro non emerge certo bene la
figura del magnate arabo: Mohamed è a tutti gli effetti il cattivo
nella storia di Diana e Dodi, l’artefice, colui
che tiene in trappola il figlio che a sua volta tenta di mettere in
catene la principessa. Perché, in fin dei conti, ogni eroe ha
bisogno di un cattivo da sconfiggere, anche se le principesse, oggi
più che mai, imparano a salvarsi da sole.
In questi dettagli di
storia immaginati, nel punto di vista adottato, nel dar voce
persino ai giornalisti/carnefici: in queste scelte si intercetta la
vera grandezza dello show Netflix, che se da una parte ha fatto
cifra stilistica e identificativa di rigore, eleganza e stile, sia
di messa in scena che di rappresentazione, si rivela una continua
sorpresa nelle scelte di scrittura, che riescono ad evitare ogni
banalità e passo falso.
Il circo mediatico e gli
scandali
Accanto agli aspetti
immaginati, ci sono anche quelli precisamente rappresentati, così
come sono stati vissuti in comunione da tutto il mondo: gli
scandali, i giornalacci, i paparazzi, le foto rubate, il circo
mediatico messo in piedi intorno alla figura di Diana ha cambiato
la storia del medium, soprattutto a seguito dell’incidente e delle
sue tragiche conseguenze. Tutto questo viene raccontato con
altrettanta grazia ed efficacia, e viene trattato come uno sfondo
surreale: una mano enorme e rumorosa continuamente intenta a
frugare negli spiragli di vita, tesa a saziare una fame di sapere
cosa succedeva dietro quelle finestre, per un assegno lauto, certo,
ma anche per offrire alle persone normali un boccone di quel
fascino e di quella apparente divinità.
Elizabeth Debicki nella prima parte di The Crown 6
Una donna che entra in possesso
della sua esistenza
Ovviamente gran parte del
merito va agli interpreti e in particolare modo a Elizabeth Debicki, che questa volta fa sua
l’intera scena, senza dover dividere lo spazio con nessuno. Non
certo per loro demeriti, Khalid Abdalla,
Dominic West e persino i giovani interpreti di
William e Henry scompaiono di fronte alla statura (anche fisica)
di Debicki,
che giocando sui momenti privati, inventati, non documentati e
quindi impossibili da imitare, consegna alla storia della tv un
ritratto davvero convincente e sfaccettato di una donna che
finalmente entra in possesso della sua esistenza.
Con un cambiamento
strutturale che ci prepara al gran finale in arrivoil 14 dicembre sulla
piattaforma, The Crown Stagione 6 Prima Parte si
conferma un prodotto di vanto per Netflix, e in
generale una serie che impreziosisce l’intero periodo storico
televisivo contemporaneo che, nonostante sia saturo di
programmazione, riesce ancora a trovare uno spazio per produzioni
che sono effettivamente opere di genio, ingegno e arte, non solo
meri prodotti per riempire il palinsesto.
Dopo la controversa serie NetflixThe OA (cancellata
prematuramente), la talentuosa attrice e regista Brit
Marling torna a collaborare con il collega Zal
Batmanglij per un nuovo prodotto televisivo targato FX,
A Murder at the End of the World.
Suspance, morte e intelligenza artificiale sono le
parole chiavi di questo murder mystery che tanto ricorda
per dinamiche investigative le celebri storie di Agatha Christie e
l’ormai iconico e più recente Knives Out.
La seducente Emma Corrin, conosciuta per aver
interpretato Lady Diana Spencer nella quarta stagione di
The
Crown, veste ora i panni dell’intraprendente e
dilettante investigatrice Darby Hart che – con un
mix di vibes tra Veronica Mars e Black Mirror –
si ritrova bloccata con un gruppo di menti atipiche e un misterioso
assassino in una casa controllata dall’IA in un luogo sperduto,
“alla fine del mondo”. A Murder At The End of The World
(precedentemente nota col titolo Retreat) è composta da
7 episodi di poco più di un’ora e i primi due
episodi (intitolati “Raduno di Menti” e
“Prime Luci dell’Alba”) sono disponibili
dal 14 novembre su Disney+.
Trama: A Murder at the End of the
World
Darby Harte è una
giovane donna della Gen Z dai mille talenti. È una scrittrice di
avvincenti romanzi gialli, un’instancabile e determinata
investigatrice alle prime armi, un’abile hacker ed esperta di
tecnologia. Nonostante non sia brava nell’intraprendere e
affrontare relazioni con i vivi, Darby è in grado di “parlare
con i morti”, o meglio, ha il dono di indagare sulle loro vite
studiando ogni minimo dettaglio legato alla loro scomparsa. Ed è
probabilmente per tutte queste sue qualità che, una sera, il
criptico e solitario miliardario “re della tecnologia”, Andy Ronson
(Clive Owen),
decide di invitarla a un esclusivo ritiro in una remota e
indicibile località insieme ad altri otto geniali e creativi ospiti
tra scienziati, attivisti, filmmaker di fama e… il suo ex,
l’artista Bill Farrah (Harris Dickinson).
La missione del ritiro è quella di
escogitare un piano per affrontare l’imminente fine del
mondo, causata dalla crisi climatica, e salvare l’umanità.
Non potendo fare a meno di accettare quest’occasione elitaria,
Darby parte per questo lontano luogo sconosciuto, che solo dopo
scoprirà essere in Islanda, dove sarà accolta da Andy e dalla
moglie Lee (Brit Marling), una delle più grandi
programmatrici e hacker. Ma la morte sembra perseguitarla e, dopo
sole poche ore dal loro arrivo, uno degli ospiti viene trovato
inspiegabilmente deceduto. Mentre tutti sembrano voler avvalorare
la tesi di morte per overdose, Darby decide di iniziare le
indagini per dimostrare che si tratta di un omicidio,
cercando di trovare il colpevole prima che faccia una seconda
vittima.
Un inizio che promette bene
Nei primi due episodi di A
Murder at the End of the World, Marling e Batmanglij gettano
le basi per un thriller angosciante, complesso e a tratti
claustrofobico che si impegna a essere originale grazie a
temi universali e attuali, quali gli enormi progressi tecnologici e
i gravi problemi di un mondo sulla via dell’autodistruzione. Con
una trama che si sviluppa intrecciando passato e
presente, finzione e realtà, la serie riesce a catturare
l’attenzione e la curiosità del pubblico a tal punto da
coinvolgerlo – indizio dopo indizio – in questa
tormentata ricerca della verità. Da spettatori, quindi, non si può
fare a meno di chiedersi: Chi è l’assassino e quale ragione lo ha
spinto a commettere questo omicidio? C’è un altro vero motivo per
cui Andy ha radunato in un luogo sperduto e isolato nove delle
menti più brillanti del pianeta?
E mentre la carismatica e ipnotica
“Gen Z Sherlock Holmes” di Emma Corrin travolge il
pubblico nelle sue folli e determinate indagini,
Marling e Batmanglij gettano l’amo per una riflessione molto più
profonda che dà un valore aggiunto a questo elegante giallo con la
formula “cena con delitto”: cosa accadrà
alla Terra in futuro? E cosa ne sarà di noi? In un mondo in cui
l’Intelligenza Artificiale – o, come definisce Ronson, Intelligenza
Alternativa – conquista sempre più rilevanza per la vita e il
sostentamento dell’uomo, l’umanità pare regredire a uno stato quasi
primordiale, asettico e solitario in cui l’empatia lascia spazio
alla paura.
Ed è su questa dualità tra
fiction ed esistenzialismo che gioca lo stesso titolo: la
“fine del mondo” come metafora del luogo sperduto tra deserto di
neve e ghiaccio dove Ronson ha radunato le nove menti; o la “fine
del mondo” intesa come la distruzione della Terra verso cui
l’umanità sta andando in contro arrendevolmente. Nonostante alcune
digressioni futili e difetti sorvolabili, dunque, i primi due
episodi introduttivi della gelida serie noir di Marling e
Batmanglij fanno ben sperare in un futuro migliore
della precedente creazione televisiva, a cui è stato negato persino
un degno finale. I nuovi episodi di A Murder at the End of the
World saranno disponibili ogni martedì fino al 19
dicembre.
Dal 22 dicembre arriverà su Netflix il film Rebel Moon: Parte 1 – Figlia del
Fuoco, dando così il via a un nuovo franchise del
regista Zack Snyder, con la seconda
parte La
sfregiatrice, in arrivo sulla piattaforma
dal 19 aprile. Anche in questo caso, Snyder
sembra inoltre aver già previsto una director’s cut, che
sembra aggiungerà ben un’ora di contenuti tagliati. In una recente
intervista con Entertainment Weekly, Snyder ha infatti
rivelato che entrambi i film di Rebel Moon avranno una
director’s cutcon rating R, che verranno rilasciati su Netflix in un secondo momento.
Secondo Snyder, inoltre, alcuni
elementi della storia di Rebel Moon sono completamente
diversi nella versione più lunga. “È un’ora intera in
più“, ha rivelato Snyder. “Non è solo leggermente diversa
o un po’ di più. Ci sono grandi parti del film che sono diverse. Ci
sono molte più cose che vengono approfondite“. Non resta
dunque che attendere maggiori informazioni riguardo la
distribuzione di queste due versioni estese dell’epica saga in due
parti firmata Zack Snyder, un progetto molto atteso che già dal
trailer ha entusiasmato tutti i
fan del regista.
La trama di Rebel Moon – Parte 1: Figlia del
Fuoco
La sinossi del film recita: dopo essersi schiantata su una luna ai
confini dell’universo, Kora (Sofia
Boutella), una misteriosa straniera dal passato
enigmatico, inizia una nuova vita in un insediamento pacifico di
agricoltori. Presto però diventerà la loro unica speranza di
salvezza quando il tirannico Reggente Balisarius (Fra
Fee) e il suo crudele emissario l’Ammiraglio Noble
(Ed Skrein) scoprono che i contadini senza volerlo
hanno venduto il loro raccolto ai Bloodaxe (Cleopatra
Coleman e Ray Fisher), leader di un
agguerrito gruppo di ribelli.
Assieme A Gunnar, un coltivatore dal cuore tenero e ignaro di cosa
sia una guerra, Kora riceve l’incarico di scovare i combattenti
pronti a rischiare la propria vita per la gente di Vedt.
Così i due raggiungono diversi mondi in cerca dei Bloodaxe e
riuniscono una piccola banda di guerrieri accomunati da tanta
voglia di redimersi: il pilota e killer mercenario Kai (Charlie
Hunnam), il leggendario Generale Titus (Djimon
Hounsou), l’esperta spadaccina Nemesis (Doona
Bae), il prigioniero dalle nobili origini Tarak
(Staz Nair) e Milius (E. Duffy),
una combattente della resistenza. Intanto a Veldt l’androide
protettore Jimmy (con la voce nell’originale di Anthony
Hopkins) si risveglia di nascosto con un nuovo
obiettivo. I rivoluzionari di questa nuova formazione devono però
imparare a fidarsi gli uni degli altri e unire le forze prime che
le truppe nemiche arrivino ad annientarli.
A febbraio di quest’anno è stata
diffusa la notizia che l’attore Steven Yeun
(The Walking Dead, Minari, Nope) è entrato a far parte del cast
del film Thunderbolts dei Marvel Studios e, sebbene all’epoca il suo
personaggio non fosse stato rivelato il ruolo che avrebbe
ricoperto, diversi scoop online sostenevano che avrebbe interpretato il potentissimo
Sentry. Da allora, l’attore ha lasciato qualche vago accenno
nelle interviste, ma niente di particolarmente specifico sul
personaggio, concentrandosi soprattutto su come è arrivato a
ottenere il suo ruolo di debutto nel MCU.
Le voci sul fatto che l’attore sarà
Sentry nel film si sono comunque ripetute nel corso dei mesi e
anche se non è ancora stato annunciato ufficialmente nulla, sembra
che ora si abbia la conferma che Yeun interpreterà proprio quel
personaggio. Parlando con il fumettista David Finch, il creatore di The
Walking Dead e Invincible,
Robert Kirkman, ha infatti rivelato che: “il
mio buon amico Steven Yeun interpreterà Sentry nel film“,
aggiungendo poi che “sì, mi ha chiamato, è andato a fare la
prova costume. Spero di non… Non credo che questo sia uno spoiler o
qualcosa che possa mettere nei guai qualcuno. Non so, forse.
Vedremo. Non mi interessa. Non lavoro per la Marvel“.
“Mi ha chiamato e mi ha detto:
“Sono appena tornato da una prova costume per Sentry. Immagino
che io faccia solo supereroi gialli e blu”. Ha detto che era alla
prova costume e ha pensato: “Oh, merda. Avevo dimenticato che anche
Invincible ha un costume giallo e blu“. Il riferimento ad
Invincible si spiega con il fatto che nella versione
originale la voce del protagonista è proprio quella di Yeun. Le
parole di Kirkman, però, oltre a confermare il ruolo che l’attore
ricoprirà all’interno dell’MCU, sembrano anticipare un costume
fedele – almeno nei colori – alla controparte a fumetti di
Sentry.
Il cast di
Thunderbolts
Anche se potrebbero essere aggiunti
altri personaggi, il roster di Thunderbolts
il cast è attualmente composto da Red Guardian (David
Harbour), Ghost (Hannah
John-Kamen), Yelena Belova (Florence
Pugh), Bucky Barnes/The Winter Soldier
(Sebastian
Stan), John Walker/ Agente statunitense (Wyatt
Russell) e Taskmaster (Olga
Kurylenko). Secondo quanto abbiamo appreso la contessa
Valentina Allegra de Fontaine (Julia
Louis-Dreyfus) metterà insieme la squadra e potrebbe anche
essere parzialmente responsabile della creazione di
Sentry.
Harrison Ford sostituirà
il defuntoWilliam Hurt nei panni di Thaddeus
“Thunderbolt” Ross, che potrebbe finire per trasformarsi in Red
Hulk. Nel cast sono stati annunciati anche Ayo
Edebiri, in un ruolo ancora non stato rivelato.
Thunderboltsuscirà
nelle sale il 25 luglio 2025. Jake Schreier
(Robot and Frank, Dave) dirigerà Thunderbolts,
che si baserà su una sceneggiatore scritta dallo
sceneggiatore di Black Widow Eric Pearson.
AMC ha pubblicato
il trailer completo di Monsieur
Spade, la miniserie poliziesca di prossima
uscita, con Clive
Owen nei panni del detective in pensione di
fama mondiale Sam Spade. È costretto a lasciare la
pensione, dopo aver appreso del presunto ritorno del suo storico e
acerrimo nemico. Il debutto della serie negli USA è previsto per il
14 gennaio su AMC e AMC+.
Cosa sappiamo su Monsieur
Spade?
Descritto come un sofisticato
poliziesco, Monsieur Spade è creato, scritto e
prodotto dai vincitori dell’Emmy Scott Frank e Tom
Fontana, basato sul famigerato protagonista del romanzo
classico del 1930 dello scrittore americano Dashiell
Hammett, The Maltese Falcon. Insieme a Clive Owen ci sono l’emergente Cara
Bossom (Radioactive), Denis Ménochet
(Bastardi senza gloria), Louise Bourgoin (The
Romanoffs), Chiara Mastroianni (In una notte
magica), Stanley Weber (Outlander),
Matthew Beard (The Imitation Game),
Jonathan Zaccaï (Robin Hood) e Rebecca
Root (Il gambetto della regina).
“L’anno è il 1963 e il
leggendario detective Sam Spade (Clive
Owen) si sta godendo la pensione nel sud della
Francia“, si legge nella sinossi. “A differenza dei suoi
giorni come investigatore privato a San Francisco, la vita di Spade
a Bozouls è pacifica e tranquilla. Ma il presunto ritorno del
suo vecchio avversario cambierà tutto. Sei amate suore sono
state brutalmente assassinate nel convento locale. Mentre la
città è in lutto, emergono segreti e si intrecciano nuove piste.
Spade scopre che gli omicidi sono in qualche modo collegati a un
bambino misterioso che si ritiene possieda grandi
poteri.
I produttori esecutivi sono
Clive Owen, Barry Levinson, Teddy
Schwarzman, Michael Heimler, Caroline Benjo, Barbara Letellier,
Simon Arnal, Carole Scotta, Carlo Martinelli e David Helpern. È
prodotto da Black Bear e Haut et Court TV.
Con la fine degli scioperi della
WGA e del SAG-AFTRA, la serie televisiva di successo Yellowstone sta
ufficialmente programmando di tornare sul set per riprendere la
lavorazione della seconda metà della sua quinta stagione.
Secondo un recente rapporto
di Variety,
la produzione dellaYellowstone –
stagione 5, parte 2 riprenderà la lavorazione nella tarda primavera
del 2024. Con gli episodi finali dell’ultima stagione della serie
che
arriveranno nel novembre 2024, questo dovrebbe dare alla troupe
abbastanza tempo per concludere la serie.
La quinta stagione di
Yellowstone sarà
l’ultima stagione della serie di successo, ma la
Paramount non ha ancora finito con il mondo
cheTaylor
Sheridan ha creato per il canale. Due
serie spin-off, intitolate 1944 e
2024, sono in lavorazione, mentre altre due serie
(1883 e 1923) sono già state pubblicate. Secondo
quanto riferito, è in lavorazione anche uno spin-off intitolato
6666, basato sul Four Sixes Ranch
presente nella serie.
Cosa sappiamo su Yellowstone?
A dicembre è stato riferito che la star di
YellowstoneKevin Costner sarebbe uscito dalla
serie nella quinta stagione, a quanto pare a causa del suo
desiderio di concentrarsi sull’epico film western in due parti
“Horizon”,
che avrebbe seriamente compromesso la sua disponibilità a girare
Yellowstone. L’uscita della prima parte del film è prevista per
giugno 2024, mentre la seconda parte seguirà ad agosto.
Yellowstone,
che segue la famiglia Dutton e il loro vasto ranch nel Montana, ha
dimostrato di essere uno degli spettacoli più popolari in
televisione. La premiere della prima metà della quinta stagione ha
attirato l’incredibile cifra di 17 milioni di spettatori.
Yellowstone
è stato creato da Taylor Sheridan e John Linson. Nel cast Kevin
Costner, Luke Grimes, Kelly Reilly, Wes Bentley, Cole Hauser,
Kelsey Asbille, Brecken Merrill, Jefferson White, Forrie Smith,
Denim Richards, Ian Bohen, Finn Little, Ryan Bingham, Gil
Birmingham, Jen Landon e Kathryn Kelly. .