Dopo essere stato prima vittima di rumors su una possibile cancellazione e dopo essere arrivata la smentita da parte di James Gunn, oggi apprendiamo che Man of Steel 2 oltre ad essere diventato una priorità è stato nei piani dello Studios già da un po’ di tempo. Secondo un nuovo rapporto il piano di Walter Hamada era quello di creare anticipazione per il ritorno di Supermandi Henry Cavill scrivendolo fuori dalla realtà in The Flash prima che diventasse il protagonista di un film Crisis on Infinite Earths. Dwayne Johnson ha quindi deciso di prendere in mano la situazione, anticipando il ritorno di Hanry Cavill per un cameo da cui ha beneficiato principalmente Black Adam.
Niente di tutto ciò ha davvero importanza con la nuova leadership in atto, ma prima della loro assunzione, Steven Knight ha scritto un trattamento per un seguito di Man of Steel in autunno. L’autore è meglio conosciuto per aver creato programmi TV come Peaky Blinders e See, oltre ad aver scritto film di successo come La promessa dell’assassino, Spencer e scritto e diretto Locke. Sfortunatamente, The Hollywood Reporter afferma che i dirigenti della Warner Bros. erano tutt’altro che entusiasti del primo trattamento, rifiutando quelle idee e rimandandolo con una serie di appunti.
“Prima che le cose potessero passare al livello successivo”, aggiunge il noto sito, “il che potrebbe aver incluso o meno l’assunzione di un altro scrittore dato il programma molto fitto di Knight, Gunn e Safran sono stati assunti e lo sviluppo è terminato prontamente”.
Supponiamo che questo fosse separato dal progetto del produttore di Man of Steel Charles Roven che ha presentato allo studio e, se una cosa è diventata chiara, è che vogliono arrivare ad un Superman giusto. Con Gunn e Safran che prenderanno tutte le decisioni, siamo sicuri che sarà così.
Angelo Badalamenti, che ha creato le memorabili colonne sonore di Twin Peaks, Velluto Blu e Mulholland Drive e ha collaborato con David Lynch in molti altri film, è morto domenica. Aveva 85 anni. Il suo pronipote ha annunciato la sua morte su Instagram, scrivendo “Il mio prozio Angelo Badalamenti ha attraversato la barriera verso un altro piano di esistenza”. David Lynch, nel suo bollettino meteorologico quotidiano di lunedì, ha detto semplicemente “Niente musica oggi”.
Per Lynch, ha anche composto le colonne sonore di Fuoco cammina con me, Cuore Selvaggio, Strade Perdute e Una storia vera. Tra le sue altre colonne sonore c’erano Cabin Fever, Auto Focus, Before the Fall, Dark Water, Secretary e Una lunga domenica di passioni.
Lynch ha detto al LA Times nel 1990: “Alcuni dei momenti più felici che abbia mai avuto sono stati lavorare con Angelo. Ha un grande cuore e mi ha permesso di entrare nel suo mondo e di farmi coinvolgere dalla musica. Quando abbiamo iniziato a lavorare insieme, abbiamo avuto subito una sorta di rapporto: io non sapevo nulla di musica, ma ero molto interessato agli effetti sonori e all’atmosfera. Ho realizzato molte cose sugli effetti sonori e sulla musica lavorando con Angelo, quanto sono vicini l’uno all’altro.”
Angelo Badalamenti ha detto a Chris Willman per il L.A. Times: “Una delle cose che ho appena fatto per ‘Twin Peaks’ è lunga 15 minuti e si chiama ‘The Lowest Circle in Hell’. Ed è solo suoni molto bassi, oscuri e sostenuti che sono così belle per me. Forse un po’ strano per gli altri, ma per me è trascendente. E mi piace mettere quelle cose come un letto contro qualcosa forse un po’ più appetibile.”
I World Soundtrack Awards lo hanno onorato nel 2008 e l’ASCAP gli ha conferito l’Henry Mancini Award nel 2011.
Il noto sito americano Total Film ha diffuso le nuove foto ufficiali che ritraggono i protagonisti di Oppenheimer, il nuovo attesissimo film di Christopher Nolan. Negli scatti oltre lo stesso regista possiamo vedere per la prima volta Cillian Murphy, Emily Blunt e Robert Downey Jr.
Élite, teen drama spagnolo dal successo formidabile, approda su Netflix con una quarta stagione a partire dal 18 Giugno 2021. La serie tenta di confermarsi come prodotto di punta per un pubblico adolescenziale tramite l’ingresso di nuovi alunni alla scuola elitaria “Las Encinas”, gli immancabili conflitti giovani e una nuova investigazione poliziesca su cui fare luce.
E’ possibile guardare inoltre sulla piattaforma anche una serie di quattro racconti tra i dieci e i quindici minuti, Élite-storie brevi, in cui si approfondisce il rapporto tra alcuni dei personaggi principali: ci si avventura in una festa intima con Rebeka (Claudia Salas); si approfondisce il rapporto tra Nadia e Guzmán (Miguel Bernardeu), che hanno deciso di mantenere a distanza il loro amore; ci viene poi raccontata la storia di Alexis, un compagno di chemioterapia che Ander (Aron Piper), già dimesso dall’ospedale, cercherà di aiutare con il suo trattamento assieme al fidanzato Omar; infine si assiste a come Samuel (Itzan Escamilla) combatte tra alti e bassi per impedire a Carla (Ester Expòsito) di partire per Londra.
L’eccessiva ricorsività della quarta stagione di Élite
Nell’ultima stagione di Élite è una nuova studentessa de Las Encinas ad essere vittima di un’aggressione, questa volta presso il Club del Lago. E’ Ariadna (Carla Dìaz), figlia del nuovo preside della scuola, Benjamìn Blanco (Diego Martìn), che approda a scuola con la prerogativa di trasferire ordine e disciplina agli studenti. Una nuova indagine poliziesca tenterà quindi di far luce sull’accaduto, mentre si snoderanno nuovi intrecci narrativi innestati su passioni, conflitti e interessi occulti tra gli alunni dell’istituto.
Che la serie Élite non fosse la massima rappresentazione di una fiction di qualità era chiaro fin dall’inizio, ma nessuno poteva negare a questo prodotto la sua facilità di binge-watching grazie alle sue grandi dosi di impudenza e irriverenza. Quel divertimento “senza complessi” è ciò che ha reso Élite una delle serie Netflix più famose al di fuori dei confini spagnoli.
Indubbiamente uno dei punti più deboli e meno funzionali a livello filmico della quarta stagione di Elite è la sua sceneggiatura, che consta di una trama principale piuttosto ripetitiva: un nuovo incidente, con la sua corrispondente vittima, è il fulcro dei movimenti di tutti i suoi personaggi. Qualcosa già sfruttato nella serie fino alla nausea, e che in questa nuova stagione risulta essere più prevedibile che mai, arrivando ad eguagliare quasi quello della prima stagione. Tale è la coincidenza che entrambe le vittime finiranno per galleggiare nell’acqua, e lo spettatore dovrà scoprire cosa nasconde ciascuno dei personaggi di Las Encinas in questo nuovo “incidente”. È chiaro che le idee sono esaurite da tempo e che la serie Élite avrebbe dovuto chiudere le porte di Las Encinas già da tempo; sarebbe stata una degna conclusione di una serie che puntava le sue armi sul puro divertimento, sugli outfit dei suoi protagonisti e sulle scene osé.
Le interpretazioni hanno sempre dato risultati piuttosto irregolari, con pochi nomi che riuscivano effettivamente a mantenere un certo ritmo narrativo, e la maggior parte che al contrario lo lasciavano naufragare. In quest’ultima stagione di Élite si percepisce fin troppo chiaramente la mancanza di Danna Paola e Ester Expòsito, le due attrici che più di ogni altro personaggio difendevano degnamente i propri ruoli; è difficile trovare altrettanto incisive le performance offerte dai nuovi volti della scuola Las Encinas: Patrick (Manu Ríos), Mencía (Martina Cariddi), Philippe (Pol Granch), y Ariadna (Carla Díaz).
Élite: intrattenimento patinato senza approfondimenti degni di nota
Élite ha sempre ambito a soffermarsi tu temi piuttosto controversi e plausibilmente criticabili data la loro rappresentazione esplicita, come l’abuso sui minori, il consenso durante i rapporti sessuali o la normalizzazione e la visibilità delle relazioni al di fuori di etichette prestabilite; specialmente nella prima stagione della serie gli approfondimenti tematici erano stati trattati in maniera ottimale, considerando il frangente di pubblico che la serie mira a coinvolgere. Tuttavia il problema di fondo di questa stagione emerge proprio nella mancanza di profondità con cui si presentano i topoi narrativi, nel poco approfondimento psicologico dei personaggi, dei quali bisognerebbe seguire una certa crescita identitaria, e tematiche potenzialmente rilevanti non riescono ad andare oltre lo status di sottotrame poco o per niente credibili.
In questa quarta stagione, Élite non tralascia il suo discorso di lotta di classe con la storia d’amore di Philippe e Cayetana (erede e popolano, clichè che si è ripetuto in ogni sottotrama della serie) e l’irruzione del nuovo direttore, che crede nella meritocrazia ed è disposto ad abbattere le barriere tra gli strati sociali. Tuttavia la serie si perde, come sempre, nel “voglio e non posso”, tracciando strutture narrative bruciate come il cast originale.
Patrick diventerà presto l’apice di un tortuoso triangolo amoroso in cui saranno coinvolti Omar e Ander e la ribelle Mencía diventerà la nuova cotta di Rebeka. Da parte sua, Ariadna sarà l’oggetto del desiderio di Guzmán e Samuel, che avranno i loro continui scontri per attirare la sua attenzione. Rimangono i tratti distintivi di Élite: scene bollenti all’ordine del giorno, una gioventù trasgressiva che passa di festa in festa, con musica da discoteca, luci al neon, glitter, le dipendenze di turno e i malesseri amorosi. Ci sono sequenze specifiche in cui si cerca “l’effetto Euphoria“, pur senza l’eleganza della produzione HBO o un ricco sottotesto per cementare un discorso che va oltre la morbosità passeggera.
Note di merito della serie sono sicuramente l’accortezza scenografia e di trucco e parrucco, elementi indispensabili per delineare di tutto punto l’ambiente sociale elitario in cui si svolgono le vicende, che tanto riprende da quello che ormai è considerato un caposaldo del genere: Gossip Girl. Eppure la serie risulta recidiva negli stessi vizi, consegnandoci una banalità evasiva che non va oltre l’intrattenimento patinato e un voyeurismo morboso e superficiale.
Dopo aver diretto apprezzati titoli come Crazy Heart, Il fuoco della vendettae il gangster movie Black Mass, il regista Scott Cooper nel 2017 ha portato al cinema un film di puro genere western. Intitolato Hostiles – Ostili (qui la recensione), questo ha per protagonista il premio Oscar Christian Bale, e presenta un’ambientazione collocata verso il finire di quella celebre epoca degli Stati Uniti che il cinema ha contribuito a rendere leggendaria. Il film è stato infatti lodato come uno dei più affascinanti film western degli ultimi anni, dotato di un’epica non comune e di grandi interpretazioni.
La volontà di Cooper di dar vita a questo film nasce nel momento in cui si imbatte nella sceneggiatura scritta dal noto Donald E. Stewart nel corso degli anni Ottanta, ma mai trasposta in film. Con la scomparsa del suo autore nel 1999, anche la storia di Hostiles – Ostili era fino a quel momento caduta nel dimenticatoio. Questa venne ritrovata casualmente dalla vedova di lui, la quale decise di proporla a Cooper, convinta che fosse il regista giusto per quella storia. Con alcune modifiche e parziali riscritture, il film poté così prendere forma. Prodotto dalla Waypoint Entertainment, questo arrivò così in sala dopo essere stato presentato in anteprima al Telluride Film Festival.
Accolto in modo generalmente positivo dalla critica, il titolo non riuscì ad affermarsi come un particolare successo al box office. A fronte di un budget di circa 39 milioni, questo arrivò a guadagnarne circa 35 in tutto il mondo. Ciò non gli ha però impedito con il tempo di diventare un titolo particolarmente ricercato, sia per il suo genere sia per i celebri attori che vi hanno preso parte. Diverse sono poi le curiosità legate proprio al cast, e di seguito si potranno ritrovare le principali tra queste. Si vedrà infine anche dove è possibile vedere il film in streaming, così da poterlo riscoprire in tutto il suo fascino.
Hostiles – Ostili: la trama del film
La vicenda del film si svolge nel New Mexico 1892. La famiglia Quaid, composta da padre, madre e tre figli, viene brutalmente attaccata in casa da una tribù di indiani Comanche. Solo Rosalie riesce a salvarsi, mentre il marito e i figli vanno incontro ad una fine violenta. Non molto distante da loro, il capitano Joseph Blocker si ritrova incaricato suo malgrado di scortare il capo Cheyenne Falco Giallo, malato terminale, fino allo stato del Montana, dove si trova la riserva della sua tribù. Per Blocker, il quale nutre un profondo odio verso gli indiani d’America, la missione è una vera e propria fonte di tormento. Devoto al suo lavoro, acconsente però di eseguire quanto ordinato.
Nel corso del loro viaggio, questi si imbatteranno nella vedova Rosalie, la quale nella disperazione si unirà a loro. Anche lei, però, dopo quanto accaduto nutre un profondo risentimento verso gli indiani, a prescindere dalla loro tipologia. I conflitti tra il gruppo dovranno però necessariamente essere messi da parte nel momento in cui si imbatteranno in nemici e pericoli ben più minacciosi. Il desiderio di arrivare sani e salvi fino alla meta gli permetterà di conoscersi meglio, superando i reciproci pregiudizi. Nel frattempo, Blocker inizia a provare un certo sentimento verso Rosalie, vedendo in lei la possibilità di lasciarsi alle spalle quel mondo di violenza e desolazione.
Hostiles – Ostili: il cast del film
Molti dei personaggi che si possono ritrovare nel film non erano presenti nella stesura di Stewart, ma vennero aggiunti dallo stesso Cooper. Per il ruolo del capitano Joseph Blocker questi aveva in mente sin da subito l’attore Christian Bale. I due avevano già lavorato insieme per Il fuoco della vendetta, e furono lieti di poter collaborare nuovamente per un progetto tanto importante. Bale, però, non era convinto riguardo al finale. Credeva infatti che fosse troppo poco realistico. Cooper lo convinse però a fidarsi della sua scelta, e alla fine Bale dichiarò di essersi ricreduto e aver apprezzato il senso di speranza che la conclusione pensata dal regista lasciava intendere.
Nel ruolo di Rosalie Quaid vi è invece l’attrice Rosamund Pike, diventata celebre grazie al film Gone Girl. Il regista dichiarò però di averle proposto la parte dopo averla vista recitare nel videoclip Massive Attack: Voodoo in My Blood. L’attrice ha in seguito ricordato con entusiasmo il set del film, sottolineando però di come abbia avuto ben pochi contatti con Bale. Questi, infatti, preferì mantenere anche al di fuori delle riprese la distanza e la diffidenza che caratterizza i loro personaggi. Nel ruolo di Falco Giallo vi è invece l’attore Wes Studi. Celebre caratterista celebre per le sue interpretazioni di pellirosse antagonisti. Ha inoltre ricevuto il premio Oscar alla carriera nel 2020.
Nel film sono poi presenti altri noti attori di Hollywood. Vi è infatti Jesse Plemons nel ruolo del tenente Rudy Kidder, Ben Foster in quello del sergente Charles Wills, e Stephen Lang nei panni del colonnello Abraham Biggs. Peter Mullan dà invece vita al tenent Ross McCowan, mentre Scott Wilson, noto per la serie The Walking Dead, è Cyrus Lounde. Tutti questi attori vennero fortemente richiesti dal regista, il quale dichiarò di aver ideato i personaggi basandoli proprio su di loro. L’unico che dovette sostenere un provino per ottenere un ruolo è stato l’attore Timothée Chalamet, il quale interpreta Philippe Dejardin. Questi è il più giovane membro della spedizione capitanata da Blocker.
Hostiles – Ostili: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Per gli appassionati del film, o per chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali piattaforme streaming oggi disponibili. Hostiles – Ostili è infatti presente su Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Infinity, e Apple iTunes. In base alla piattaforma scelta, sarà possibile noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale al catalogo. In questo modo sarà poi possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre in programma in televisione per lunedì 12 dicembre alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.
L’80esima edizione della cerimonia di consegna dei GOLDEN GLOBES, i prestigiosi premi della HFPA (la Stampa Estera di Hollywood) al meglio della TV e del cinema, sarà trasmessa in diretta, nella notte fra il 10 e l’11 gennaio, in esclusiva per l’Italia su Sky e in streaming solo su NOW.
In gara per le ambite statuette, tradizionalmente considerati i più prestigiosi fra i premi precursori degli Academy Awards, molti dei titoli in onda e in streaming su Sky e NOW, annunciati oggi: su tutti la già premiatissima agli Emmy seconda stagione di THE WHITE LOTUS, attualmente in onda su Sky Atlantic (il gran finale è previsto per lunedì 19 dicembre), che concorre fra le migliori miniserie o serie antologiche dell’anno, e lo spin-off della serie dei record Il Trono di SpadeHOUSE OF THE DRAGON, già apprezzatissima dalla critica e che così bene ha performato a partire da agosto su Sky e NOW.
Le performance dei lead del gioiellino di Mike White valgono a Jennifer Coolidge, Aubrey Plaza e F. Murray Abraham le nomination come migliori non protagonisti nelle rispettive categorie. Fra i protagonisti si segnalano le nomination di Colin Firth, al centro del true crime targato HBO Max THE STAIRCASE, disponibile on demand su Sky e in streaming su NOW, e quella di Kevin Costner, fra i migliori attori protagonisti di una serie drama per la sua performance nei panni dell’ormai iconico John Dutton nell’ultima stagione di YELLOWSTONE, in arrivo con i nuovi episodi su Sky e NOW nel 2023. E ancora Zendaya, fra le migliori attrici protagoniste di una serie drammatica per EUPHORIA, nonché Kaley Cuoco, apprezzata come miglior protagonista di una serie comedy per la seconda stagione di L’ASSISTENTE DI VOLO – THE FLIGHT ATTENDANT, on demand su Sky e in streaming su NOW.
Apple ha rilasciato il trailer del cortometraggio animato “Il bambino, la talpa, la volpe e il cavallo“, basato sull’amato best seller di Charlie Mackesy. Una storia di gentilezza, amicizia, coraggio e speranza per gli spettatori di tutte le età che farà il suo debutto il giorno di Natale su Apple TV+.
Un viaggio toccante e sentito che segue l’improbabile amicizia tra un bambino, una talpa, una volpe e un cavallo che si avventurano insieme alla ricerca della casa del ragazzo. Con le illustrazioni del celebre autore Charlie Mackesy, animate da bellissimi disegni a colori fatti a mano, ai protagonisti del film prestano la voce il vincitore del BAFTA Award Tom Hollander (“The White Lotus”) nei panni della Talpa, il vincitore del SAG Award Idris Elba (“Luther”) nei panni della Volpe, Gabriel Byrne (“All Things Bright and Beautiful”) in quelli del Cavallo e l’esordiente Jude Coward Nicoll in quelli del Bambino.
Matthew Freud presenta un film di Charlie Mackesy, prodotto dalla candidata all’Oscar® Cara Speller (“Pear Cider and Cigarettes”) per conto di NoneMore Productions e da JJ Abrams e Hannah Minghella per conto di Bad Robot Productions. Diretto da Peter Baynton (“The Tiger Who Came To Tea”) e Charlie Mackesy, il film è un adattamento del libro originale in collaborazione con Jon Croker (“Paddington 2”) ed è prodotto da Jony Ive e dal candidato all’Oscar Woody Harrelson (“Tre manifesti a Ebbing, Missouri”). La colonna sonora originale è della compositrice Isobel Waller-Bridge, eseguita dalla BBC Concert Orchestra e diretta da Geoff Alexander.
“Il bambino, la talpa, la volpe e il cavallo” è presentato in collaborazione con la BBC, che lo presenterà in anteprima nel Regno Unito, mentre il film sarà disponibile in tutto il mondo su Apple TV+ il giorno di Natale.
La crescente offerta di serie e film originali pluripremiati per bambini e famiglie su Apple TV+ comprende anche straordinarie proposte per tutte le età, come la serie vincitrice del Premio Humanitas e del BAFTA Children & Young People’s Award “Supersorda”, la serie vincitrice del BAFTA Children & Young People’s Award “La nostra piccola fattoria”, “Anatra e Oca” e “Pigna e Pony”; la serie vincitrice del Peabody Award “Acquasilente”, il vincitore del Daytime Emmy Award “Helpsters” di Sesame Workshop, “Wolfboy e la fabbrica del tutto” della HITRECORD di Joseph Gordon-Levitt e Bento Box Entertainment, “I tuoi amici Sago Mini”, il candidato al Children & Family Emmy Award “Ciao, Jack! Che spettacolo la gentilezza” di Jack McBrayer e Angela C. Santomero, “Snoopy nello spazio”, la serie candidata al Daytime Emmy Award, “Le avventure di Snoopy”, “Mettiamoci in moto Otis!” e “Coccodè, tocca a me!”. Tra le proposte live-action ci sono “Ambra Chiaro” di Bonnie Hunt, “Un passo alla volta”, “Le ragazze del Surf”, “La vista secondo Ella”, la serie vincitrice del Daytime Emmy Award “Lo scrittore fantasma” di Sesame Workshop, “Cuccioli cercano casa” e “Circuit Breakers”, vincitrice dell’Environmental Media Award.
in questa rosa sono inclusi anche gli speciali dei Peanuts e di WildBrain, tra cui “Le piccole cose contano, Charlie Brown”, candidato al Children’s & Family Emmy Award, “Snoopy presenta: la scuola di Lucy”, “A mamma (e papà) con amore”, il candidato all’Annie Award, “Snoopy presenta: Anno nuovo vita nuova, Lucy” e “Noi siamo qui: dritte per vivere sul pianeta Terra”, l’evento televisivo vincitore del BAFTA Children & Young People’s Award e del Daytime Emmy Award basato sul libro best-seller del New York Times e TIME Best Book of the Year di Oliver Jeffers. Apple TV+ amplierà presto la sua offerta con “Jane”, una nuova serie mission-driven di J.J. Johnson, Sinking Ship Entertainment e del Jane Goodall Institute.
Nell’offerta di film per bambini e famiglie sono compresi il film d’animazione “Luck” di Apple Original Films e Skydance Animation e il film d’animazione “Wolfwalkers – Il popolo dei lupi”, nominato agli Oscar® e vincitore del BAFTA Children & Young People Award.
Dopo mesi di attesa e speculazioni, arrivano sulla piattaforma Netflix i primi tre episodi di Harry e Meghan, la serie documentario in cui i due ex reali britannici raccontano la loro storia. La serie è formata da un totale di sei episodi, ognuno da poco meno di un’ora; Harry e Meghan è diretta dalla regista statunitense Liz Garbus (Love, Marilyn). Il documentario si sviluppa in una serie di interviste fatte sia agli stessi Harry e Meghan, sia a familiari, amici ed esperti della famiglia reale. Altri reali erano stati invitati a partecipare alle interviste e alla produzione della serie. I successivi tre episodi saranno disponibili sulla piattaforma streaming dal 15 dicembre.
Harry e Meghan: una storia d’amore fuori dal comune
Partendo dall’infanzia e dall’evento traumatico della morte della madre, la principessa Diana, Harry racconta la sua vita sotto i riflettori, perennemente perseguitato dai paparazzi, anche durante il triste periodo del lutto. All’età di diciotto anni Harry si reca in Africa, dove vive a contatto diretto con la natura e nuove culture, e trova la pace nella natura. Harry e Meghan si conoscono nella maniera semplice e banale come spesso nel ventunesimo secolo molti innamorati si conoscono: tramite i social.
Grazie ad una conoscenza comune, i due escono insieme e si innamorano; i loro primi mesi sono caratterizzati da una inevitabile storia a distanza e segreta. I veri problemi per la loro relazione arrivano nel momento in cui la notizia diventa pubblica: Meghan afferma di essere stata praticamente perseguitata dai paparazzi, tanto da renderle difficile lavorare alle riprese di Suits e anche di vivere serenamente a casa propria. Secondo la testimonianza dell’attrice statunitense, i paparazzi arrivarono perfino a pagare e vicini di casa per installare delle videocamere e spiare il suo giardino. A questo si aggiunse poi la componente etnica: per alcuni, le minoranze nere anche nel Regno Unito, vedere Meghan nella famiglia reale era un messaggio di maggiore apertura e rappresentanza anche a Buckingham Palace. Molti altri, invece, scatenarono un odio razzista.
Harry e Meghan durante l’intervista
La famiglia reale: intrappolati in una bellissima gabbia dorata
L’unico elemento che rende questa serie in qualche modo rilevante è l’attenzione mediatica che viene data alla famiglia reale, in particolare a Harry e Meghan. Molti potrebbero affermare di voler essere loro, di volere tutte queste attenzioni da parte del mondo: si sfida chiunque a dire lo stesso dopo aver visto questi primi tre episodi di Harry e Meghan. Una delle figure intervistate afferma che i reali vivono in delle bellissime gabbie dorate: non possono scegliere della propria vita autonomamente, non possono avere una carriera, non possono circolare liberamente e, più di ogni altra cosa, rinunciano quasi interamente alla propria vita privata.
Questo ultimo punto, a differenza degli altri, non dipende dalla tradizione secolare che caratterizza questa istituzione, ma semplicemente dall’attenzione mediatica che opprime ogni singolo membro della famiglia reale. Oltre tutto, non si tratta di un’attenzione dovuta alle loro azioni, non si tratta di articoli su delle attività o iniziative rilevanti poste in essere da questi soggetti: si tratta di puro gossip, quelli che possono essere definiti articoli clickbait. Tutto ciò non dipende ovviamente da figure come Harry e Meghan, i quali diventano solamente le vittime di questo genere di comportamento: i veri colpevoli sono da identificarsi nei paparazzi, i “giornalisti” se così si vogliono definire. In questo modo, Harry e Meghan diventa la serie perfetta per tutti gli spettatori curiosi che divorano le riviste di gossip e bramano di sapere sempre di più sulla vita privata del duca e della duchessa del Sussex.
Le incoerenze e i paradossi della serie
Da questi primi episodi di Harry e Meghan emergono i grandi disagi dell’essere degli ex membri della famiglia reale, insieme ad una necessità di presentarsi come una famiglia normale (una sorta di Al passo con i Kardashian versione reale). È stato sottolineato come i veri problemi derivino dalle attenzioni mediatiche: a questo punto sorge naturale una semplice riflessione. Se viene ritenuto eccessivamente fastidioso e oppressivo avere sempre i riflettori puntati addosso, perché fare una serie documentario che porterà ancora più attenzione mediatica? I due giustificano la serie con la necessità di voler raccontare al mondo la loro storia, ma questo mettersi in mostra risulta essere incoerente con le critiche alla loro visibilità mediatica. L’obiettivo di questo documentario forse risulta essere proprio la sua strumentalizzazione: la coppia reale usa questo documentario per proporre la propria versione dei fatti.
Durante questi primi tre episodi vengono fatte molte affermazioni ed insinuazioni scandalo che sono da subito finite sulle pagine di gossip: un esempio è il disappunto dimostrato da entrambi parlando dell’intervista tenutasi dopo il loro fidanzamento. Secondo la testimonianza di Meghan, quell’intervista venne provata, non fu spontanea, e soprattutto non gli venne permesso di raccontare la loro storia. Rendendosi conto di non poter sopprimere in alcun modo la loro visibilità mediatica, Harry e Meghan hanno deciso di sfruttarla a proprio vantaggio.
Tralasciando per un attimo la coerenza o meno che riguarda la produzione stessa della serie, è doveroso concentrarsi sulla rilevanza stessa di Harry e Meghan. La serie è classificata come documentario: un documentario, secondo la definizione data dalla Treccani, è un film di carattere informativo o istruttivo. La storia d’amore di Harry e Meghan non ha un connotato né informativo né istruttivo di grande rilevanza.
Disney+ ha diffuso il trailer della seconda stagione dell’acclamata serie animata Star Wars: The Bad Batch. Quando si apre la nuova stagione, sono passati mesi dagli eventi di Kamino e la Bad Batch continua il suo viaggio nell’Impero dopo la caduta della Repubblica. Incroceranno amici e nemici, sia nuovi che familiari, mentre affrontano una serie di emozionanti missioni mercenarie che li porteranno in nuovi luoghi inaspettati e pericolosi.
La seconda stagione di Star Wars: The Bad Batch vede tra i doppiattori nella versione originale il candidato all’Emmy Award Dee Bradley Baker (American Dad!) come voce della Bad Batch e la candidata all’Emmy Award Michelle Ang (Fear the Walking Dead: Flight 462) come voce di Omega. La vincitrice dell’Emmy Award Rhea Perlman (The Mindy Project, Cin cin) torna come guest star nel ruolo di Cid, Noshir Dalal (Lui è Pony, The Owl House – Aspirante strega) torna come guest star nel ruolo del Vice Ammiraglio Rampart e la vincitrice dell’Emmy Award® Wanda Sykes (The Upshaws, Black-ish) fa il suo debutto nella serie come guest star nel ruolo di Phee Genoa.
Tra gli executive producer di Star Wars: The Bad Batch ci sono Dave Filoni (The Mandalorian, Star Wars: The Clone Wars), Athena Portillo (Star Wars: The Clone Wars, Star Wars Rebels), Brad Rau (Star Wars Rebels, Star Wars Resistance), Jennifer Corbett (Star Wars Resistance, NCIS) e Carrie Beck (The Mandalorian, Star Wars Rebels) con Josh Rimes (Star Wars Resistance, Star Wars: Visions) e Alex Spotswood (Star Wars: The Clone Wars, Star Wars Rebels) come produttori. Rau sarà anche il supervising director, mentre Corbett sarà il capo sceneggiatore e Matt Michnovetz lo story editor.
In occasione del 10° anniversario dell’uscita della serie latinoamericana di Disney Channel Violetta, lo speciale musicale Tini: Amore e tanta Musica è ora in streaming su Disney+. Insieme ai co-protagonisti Jorge Blanco, Cande Molfese e Mechi Lambre, Tini interpreta alcune delle canzoni più amate della serie.
In Tini: Amore e tanta Musica, Tini condivide il palcoscenico del Teatro Astor Piazzolla di Buenos Aires con Blanco, Molfese e Lambre per offrire ai fan una performance musicale intima e indimenticabile che rende omaggio a Violetta. Lo speciale presenta nuove versioni di cinque delle più famose canzoni della serie e include aneddoti e ricordi dei fan.
Il nuovo speciale Disney+ è prodotto dai Non Stop Studios e diretto da Diego Peskins, il regista dei più recenti video musicali di Tini, mentre il suono è stato mixato da Andrés Mayo, ingegnere del suono e produttore vincitore di due Grammy a livello mondiale. Marina Ahumada, un’altra stretta collaboratrice di Tini, è il direttore artistico dello show. La produzione musicale è stata curata da Mauro Francés, Damián Mahler e Federico Vilas.
Uscita su Disney Channel in America Latina il 14 maggio 2012, Violetta è diventata rapidamente una delle serie preferite dal pubblico del Paese e, nel corso delle sue tre stagioni, si è trasformata in un vero e proprio fenomeno culturale internazionale. La serie è andata in onda su Disney Channel in Europa, Medio Oriente, Africa e Russia, raggiungendo quasi 140 Paesi in 15 lingue.
La serie televisiva Violetta ha prodotto quattro album in studio, un album dal vivo, due tournée internazionali di concerti, tre lungometraggi e numerose collezioni di prodotti ispirati alla serie. Violetta è diventato il primo franchise Disney al di fuori degli Stati Uniti.
Apple TV+ ha svelato le prime immagini e la data d’uscita di Hello Tomorrow!, la nuova dramedy composta da 10 episodi di mezz’ora ciascuno, interpretata e prodotta dal vincitore di premi Emmy e Critics Choice Billy Crudup (“The Morning Show“). La serie farà il suo debutto su Apple TV+ il 17 febbraio con i primi tre episodi, seguiti da un nuovo episodio settimanale ogni venerdì, fino al 7 aprile.
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La trama della serie Hello Tomorrow!
Ambientato in un mondo retro-futuro, Hello Tomorrow! segue le vicende di un gruppo di venditori ambulanti che vendono multiproprietà lunari. Billy Crudup interpreta Jack, un venditore di grande talento e ambizione, la cui fede incrollabile in un domani più luminoso è fonte di ispirazione per i suoi colleghi, rivitalizza i suoi clienti più disperati, ma minaccia di lasciarlo pericolosamente perso nel sogno stesso che lo sostiene.
Il cast
Nel cast che affianca Billy Crudup troviamo Haneefah Wood (“Truth Be Told”, “Giorno per giorno”), Alison Pill (“Loro”, “The Newsroom”), Nicholas Podany (“Harry Potter e la maledizione dell’erede”), Dewshane Williams (“The Umbrella Academy”, “In the Dark”), il vincitore dell’Emmy Award Hank Azaria (“Brockmire”, “Ray Donovan”), Matthew Maher (“Our Flag Means Death”) e la candidata all’Oscar Jacki Weaver (“Il lato positivo”, “Animal Kingdom”).
Hello Tomorrow! è prodotta da MRC Television, è co-creata da Amit Bhalla e Lucas Jansen. Stephen Falk (“You’re the Worst”), Jonathan Entwistle (“The End of the F***ing World”), Bhalla e Jansen sono i produttori esecutivi insieme a Billy Crudup, mentre Blake Griffin, Ryan Kalil e Noah Weinstein sono produttori esecutivi per conto di Mortal Media.
Apple TV+ offre serie drammatiche e commedie avvincenti e di qualità, lungometraggi, documentari innovativi e intrattenimento per bambini e famiglie, ed è disponibile per la visione su tutti i tuoi schermi preferiti. Dopo il suo lancio il 1° novembre 2019, Apple TV+ è diventato il primo servizio di streaming completamente originale a essere lanciato in tutto il mondo, ha presentato in anteprima più successi originali e ha ricevuto riconoscimenti più velocemente di qualsiasi altro servizio di streaming. Ad oggi, i film, i documentari e le serie originali Apple sono stati premiati con 293 vittorie e 1.256 nomination ai premi, tra cui la commedia pluripremiata agli Emmy “Ted Lasso” e il vincitore dell’Oscar® come Miglior film di quest’anno “CODA”.
Sono state annunciate le nomination dei Golden Globe 2023 i premi della stampa estera a Hollywood. Dopo le polemiche degli anni scorsi ad annunciale ci hanno pensato l’attrice e attivista LGBTQ Selenis Leyva e il comico Mayan Lopez. L’ottantesima edizione dei Golden Globe Award torna quest’anno martedì 10 gennaio 2023 sulla rete americana NBC con una cerimonia condotta dal comico afroamericano Jerrod Carmichael.
I membri dell’organizzazione quest’anno hanno portato a termine un profondo rinnovamento dopo le polemiche, anche se un nuovo coro si leva dopo che l’attore Brendan Fraser, protagonista di The Whale, ha annunciato che boicotterà il premi.
MIGLIOR ATTORE DI UN FILM DRAMMATICO Austin Butler – Elvis
Brendan Fraser – The Whale Hugh Jackman – The Son
Bill Nighy – Living
Jeremy Pope – The Inspection
MIGLIORE COMMEDIA Babylon The Banshees of Inisherin Everything Everywhere All at Once Glass Onion: A Knives Out Mystery Triangle of Sadness
MIGLIOR ATTORE DI UNA COMMEDIA
Diego Calva – Babylon Daniel Craig – Glass Onion: A Knives Out Mystery
Adam Driver – White Noise Colin Farrell – The Banshees of Inisherin
Ralph Fiennes – The Menu
MIGLIOR ATTRICE DI UNA COMMEDIA
Lesley Manville – La signora Harris va a Parigi Margot Robbie – Babylon Anya Taylor-Joy – The Menu
Emma Thompson – Il piacere è tutto mio
Michelle Yeoh – Everything Everywhere All at Once
MIGLIORE REGIA James Cameron – Avatar: The Way of Water
Daniel Kwan e Daniel Scheinert – Everything Everywhere All at Once
Baz Luhrmann – Elvis
Martin McDonagh – The Banshees of Inisherin Steven Spielberg – The Fabelmans
MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA
Brendan Gleeson – The Banshees of Inisherin
Ke Huy Quan – Everything Everywhere All at Once Barry Keoghan – The Banshees of Inisherin
Eddie Redmayne – The Good Nurse Brad Pitt – Babylon
MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA Angela Bassett – Black Panther: Wakanda Forever
Kerry Condon – The Banshees of Inisherin
Jamie Lee Curtis – Everything Everywhere All at Once
Dolly De Leon – Triangle of Sadness Carey Mulligan – She Said
MIGLIORE CANZONE Carolina – Taylor Swift (Where the Crawdads Sing) Ciao Papa – Guillermo del Toro & Roeban Katz (Guillermo del Toro’s Pinocchio) Hold My Hand –Lady Gaga and Bloodpop (Top Gun: Maverick) Lift Me Up – Tems, Ludwig Göransson, Rihanna and Ryan Coogler (Black Panther: Wakanda Forever) Naatu Naatu – Kala Bhairava, M. M. Keeravani, Rahul Sipligunj (RRR)
MIGLIOR FILM D’ANIMAZIONE
Guillermo del Toro’s Pinocchio Marcel the Shell With Shoes On Puss in Boots: The Last Wish Turning Red
MIGLIOR COLONNA SONORA
Alexandre Desplat – Pinocchio
Hildur Guðnadóttir – Women Talking
Justin Hurwitz – Babylon
John Williams – The Fabelmans
Carter Burwell – The Banshees of Inisherin
MIGLIOR SCENEGGIATURA Tár The Fabelmans Everything Everywhere All at Once The Banshees of Inisherin Women Talking
MIGLIOR FILM STRANIERO All Quiet on the Western Front (Germania) Argentina, 1985 (Argentina) Close (Belgio/Francia/Paesi Bassi) Decision to Leave (Corea del Sud) RRR (India)
MIGLIOR MINISERIE Black Bird Monster: The Jeffrey Dahmer Story Pam and Tommy The Dropout The White Lotus: Sicily
MIGLIOR ATTRICE DI UNA SERIE DRAMMATICA
Laura Linney – Ozark
Imelda Staunton – The Crown Zendaya – Euphoria Emma D’Arcy – House Of The Dragon
Hillary Swank – Alaska Daily
MIGLIOR ATTORE DI UNA SERIE TV COMEDY Donald Glover – Atlanta Bill Hader – Barry Steve Martin – Only Murders in the Building Martin Short – Only Murders in the Building Jeremy Allen White – The Bear
MIGLIOR ATTORE DI UNA MINISERIE
Taron Egerton – Black Bird Colin Firth – The Staircase Andrew Garfield – Under the Banner of Heaven Evan Peters – Dahmer – Monster: The Jeffrey Dahmer Story Sebastian Stan – Pam & Tommy
MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA DI UNA MINISERIE
F. Murray Abraham – The White Lotus
Domhnall Gleeson – The Patient
Paul Walter Hauser – Black Bird
Richard Jenkins – Dahmer – Monster: The Jeffrey Dahmer Story Seth Rogen – Pam & Tommy
MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA DI UNA MINISERIE
Jennifer Coolidge – The White Lotus Claire Danes – Fleishman Is in Trouble Daisy Edgar-Jones – Under the Banner of Heaven
Niecy Nash – Dahmer – Monster: The Jeffrey Dahmer Story Aubrey Plaza – The White Lotus
Argylle è uno spy-thriller che segue le vicende dell’omonima superspia fra Stati Uniti, Londra e altre località esotiche. Il cast stellare include Henry Cavill, Sam Rockwell, Bryce Dallas Howard, Bryan Cranston, Catherine O’Hara, John Cena, Dua Lipa, Ariana DeBose e Samuel L. Jackson. La pellicola è prodotta da Marv Quinn Productions Limited.
I nuovi episodi di Carpool Karaoke: la serie sono ora disponibili su Apple TV+ in una quinta stagione che annovera – tra le celebrities che partono all’avventura nella stessa automobile cantando i brani delle loro playlist personali – Kevin Bacon, Michael Bacon, Ciara, Chelsea Clinton, Hillary Clinton, Duran Duran, Nikki Glaser, Method Man, Sandra Oh, Chris Redd, Amber Ruffin, Wilco, Russell Wilson, il cast di “For All Mankind” e altri ancora.
Carpool Karaoke: la serie ha ottenuto il massimo riconoscimento agli Emmy Awards 2022, vincendo per la quinta volta consecutiva il premio Outstanding Short Form Comedy, Drama or Variety Series. Dal suo debutto, la serie è stata nominata ogni anno riuscendo ad aggiudicarsi un Emmy per ognuna delle precedenti quattro stagioni e diventando uno dei pochi programmi nella storia ad aver raggiunto un tale traguardo. Tra gli altri riconoscimenti alla serie ci sono molteplici vittorie ai Producer Guild Award e una nomination agli Hollywood Critics Association Television Award.
I nuovi episodi di Carpool Karaoke: la serie presentano:
Sandra Oh e Duran Duran: il sogno diventa realtà per Sandra, superfan da sempre dello storico gruppo, quando incontra per la prima volta i suoi idoli riuscendo addirittura a esibirsi con loro.
Il cast di “For All Mankind” (Jodi Balfour, Edi Gathegi, Joel Kinnaman, Krys Marshall, Coral Peña, Shantel VanSanten, Cynthy Wu): nello spazio nessuno può sentirti urlare, ma c’è qualcuno che può sentirti cantare “Spice Up Your Life”? Il cast della serie originale Apple è pronto a scoprirlo.
Nikki Glaser e Wilco: l’iconica band di Chicago in un’avventura speciale con la megafan Nikki, impreziosita da un cameo della grande Mavis Staples e un omaggio a Ferris Bueller.
Hillary Clinton, Chelsea Clinton e Amber Ruffin: Hillary e Chelsea chiedono sostegno alla loro coraggiosa amica Amber per cantare insieme potenti inni di incoraggiamento grazie anche all’aiuto di Vanessa Williams.
The Bacon Brothers: il duo celebra la propria band coverizzando canzoni di altri gruppi di fratelli, mentre Michael prende in giro Kevin per la sua esperienza fallimentare nel campo della moda.
Method Man e Chris Redd: da Stevie Wonder a DMX – e persino Nickelback – il rapper/attore e il comico si confrontano a colpi di playlist e di Black Facts.
Ciara e Russell Wilson: la coppia combina le proprie passioni cantando insieme al ritmo delle canzoni di Ciara e cimentandosi sul campo da football.
Carpool Karaoke: la serie è prodotta per Apple da CBS Studios e Fulwell 73 Productions, con i produttori esecutivi Ben Winston, Eric Pankowski e James Corden. La serie è disponibile in streaming su Apple TV+.
Apple TV+ offre serie drammatiche e commedie avvincenti e di qualità, lungometraggi, documentari innovativi e intrattenimento per bambini e famiglie, ed è disponibile per la visione su tutti i tuoi schermi preferiti. Dopo il suo lancio il 1° novembre 2019, Apple TV+ è diventato il primo servizio di streaming completamente originale a essere lanciato in tutto il mondo, ha presentato in anteprima più successi originali e ha ricevuto riconoscimenti più velocemente di qualsiasi altro servizio di streaming. Ad oggi, i film, i documentari e le serie originali Apple sono stati premiati con 293 vittorie e 1.256 nomination ai premi, tra cui la commedia pluripremiata agli Emmy “Ted Lasso” e il vincitore dell’Oscar® come Miglior film di quest’anno “CODA”.
Lo spettacolare Torneo Tremaghi ha inizio: la sfida di Harry con il temibile drago ungaro spinato; il ballo del ceppo e le prime gelosie tra Hermione e Ron. Harry Potter torna sul grande schermo come non lo avete mai visto, pronto a incantare ancora una volta il pubblico grazie alla magia della musica dal vivo e alla bacchetta del Maestro Benjamin Pope.
L’Orchestra Italiana del Cinema torna a grande richiesta giovedì 29 e venerdì 30 dicembre all’Auditorium della Conciliazione con “Harry Potter e il Calice di Fuoco in Concerto”. Per la prima volta a Roma arriva il quarto film della saga: tre repliche (due spettacoli alle ore 21 e una pomeridiana venerdì alle ore 15) in due giorni, a tre anni di distanza dall’ultimo “Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban in Concerto”.
Sul palco una straordinaria formazione di oltre 80 musicisti – guidati dall’esperienza del Maestro Benjamin Pope – eseguirà l’indimenticabile partitura di Patrick Doyl. Dal vivo e in perfetto sincrono con la proiezione dell’intero film, le immagini verranno proiettate in alta definizione su uno schermo di oltre 12 metri, con i dialoghi in italiano.
Il tour mondiale della Harry Potter Film Concert Series è stato lanciato nel 2016 da CineConcerts e Warner Bros. Consumer Products per celebrare i film di Harry Potter. Dalla prima mondiale di Harry Potter e la Pietra Filosofale in concerto a giugno 2016, oltre 3 milioni di persone hanno apprezzato questa magica esperienza da JK Rowling’s Wizarding World, con oltre 1434 spettacoli in più di 48 paesi del Mondo.
Le date italiane sono prodotte da Marco Patrignani e Forum Studios – gli storici studi di registrazione fondati da Ennio Morricone, Piero Piccioni, Armando Trovajoli e Luis Bacalov – in partnership con Cineconcerts e Warner Bros. Consumer Products. Sono realizzate con il contributo e il patrocinio del Ministero della Cultura, Direzione generale Cinema e audiovisivo; e con il patrocinio dell’Ambasciata Britannica.
In Harry Potter e il Calice di Fuoco Harry entra misteriosamente nel Torneo Tremaghi, una gara estenuante tra diverse scuole di magia. Tre le difficili prove che lo aspettano: un drago, demoni d’acqua e un labirinto incantato che lo trascinerà nella morsa di Lord Voldemort. È uno degli episodi centrali della saga: Harry, Ron e Hermione abbandonano per sempre l’infanzia e affrontano sfide oltre la loro immaginazione.
L’originale partitura di Patrick Doyle – scritta appositamente per il film – ha vinto l’International Film Music Critics AWARD (IFMCA) e l’ASCAP Film and Television Music Award, e rappresenta un nuovo incredibile affresco musicale per nuove avventure del mago più famoso al mondo.
Justin Freer, Presidente di CineConcerts e produttore / direttore della serie di concerti di Harry Potter, spiega: “La serie di film di Harry Potter è un fenomeno culturale irripetibile che continua a deliziare milioni di fan in tutto il mondo. È con grande piacere che portiamo per la prima volta ai fan l’opportunità di sperimentare i premiati brani musicali suonati dal vivo da un’orchestra sinfonica, il tutto mentre il film è proiettato contemporaneamente sul grande schermo. Questo è davvero un evento indimenticabile”.
Brady Beaubien di CineConcerts e Concert Producer per la serie di concerti di Harry Potter ha aggiunto: “Harry Potter è sinonimo di entusiasmo in tutto il mondo ed è fantastico scoprire che eseguendo questa incredibile musica con il film completo, il pubblico torni a goderne la magia”.
Il Cinema Multiplex Omnia Center è il primo multiplex in Italia dotato di tecnologia laser “RB 4K. A presentare questa grande novità è stato oggi Massimiliano Giometti dell’omonimo gruppo, che ha presentato alla stampa l’importante investimento sulla multisala pratese, accompagnato dal sindaco di Prato Matteo Biffoni, da Jens Kayser, sales manager della Digital Cinema Sharp Nec display solutions e da Roberto Ballabene, amministratore di Cineproject, partner tecnico di NEC per l’Italia ed installatore.
“Siamo grati al gruppo Giometti di investire sulla nostra città: avere il primato su cultura e tecnologia ci onora e ci gratifica” ha dichiarato di Sindaco di Prato Matteo Biffoni. Il Gruppo Giometti, proprietario del Cinema Multiplex Omnia Center a Prato, ha da sempre investito sulla qualità e l’ospitalità delle proprie sale, mantenendo al massimo la qualità e l’attenzione della “gestione familiare” che di rado si trova nei grandi gruppi internazionali. L’ultimo grande investimento è l’adozione della Tecnologia laser 4K “RB” NEC high frame , un sistema di ultimissima generazione per quanto riguarda la proiezione e di conseguenza la qualità dei film.
“Siamo certi che questa crisi sia una conseguenza di due anni di grandi difficoltà che hanno segnato fortemente la voglia delle persone di uscire ed andare nelle sale” ha dichiarato Massimiliano Giometti “non solo perché niente come una sala cinematografica riesce a rendere la magia e la bellezza dei film, ma anche perché il farlo è un gesto di socialità che ha resistito ai più grandi cambiamenti della storia. Per questo motivo e perché innamorati di questo magico mondo, non ci siamo mai arresi ai momenti di crisi delle sale cinematografiche e intendiamo continuare a rilanciare per riportare il pubblico a godere della grande bellezza del cinema.”
A presentare nel dettaglio questo nuovo tipo di tecnologia è stato Jens Kayser della Digital Cinema Sharp Nec display solutions: “Il gruppo Giometti ha sempre introdotto le nuove tecnologie anticipando la quasi totalità degli esercenti italiani. Furono tra i primi operatori cinematografici a passare dalla pellicola analogica alla proiezione digitale 15 anni fa il che li rese automaticamente pronti per poter proiettare Avatar in 3D nel 2009. A quell’epoca fu il primo ed unico film di qualità in 3D e questo contribuì a renderlo il film con il maggiore incasso di tutti i tempi. Negli anni che seguirono, quel successo spinse l’intera industria cinematografica a passare dall’analogico al digitale. Giusto in tempo per il lancio di Avatar 2, i cinema del gruppo Giometti ha fatto il successivo salto tecnologico verso il futuro introducendo la nuova tecnologia laser “RB 4K”HFR (High Frame Rate ).
Con questo tipo di proiezione, un’unità laser viene utilizzata come sorgente luminosa invece di una lampada allo xeno, il che presenta almeno due vantaggi. Il primo: un risparmio almeno della 50%, dell’energia, il che fa bene all’ambiente e fa risparmiare sui costi.
Il secondo è che lo spettatore ha il vantaggio di un’esperienza fotografica ancora migliore. Colori più forti, migliore illuminazione dello schermo e luminosità elevata e costante.Quest’ultimo è particolarmente importante per godersi un film in 3D. In passato, i film in 3D venivano spesso proiettati con una luminosità troppo bassa, uno dei motivi per cui i successivi film in 3D non potevano continuare il successo di Avatar 1. Sharp NEC è stata la prima azienda a introdurre i proiettori laser di intera produzione ed è ora un fornitore leader di questa tecnologia. Crediamo che nei prossimi anni la maggior parte dei cinema di tutto il mondo sarà convertita a questo tipo di proiezione. Il multiplex Omnia è oggi uno dei primi in Italia ad essere completamente convertito al laser “RB 4K”, offrendo ai visitatori un’esperienza cinematografica particolarmente immersiva. Avatar 2 è un film che l’industria cinematografica stava aspettando da tempo, un film che avrà un forte impatto SOLO sul grande schermo. Auguro ogni successo ai cinema Giometti e ai visitatori qui a Prato, una grande esperienza cinematografica.”
Per presentare al pubblico questa grande novità, l Cinema Multiplex Omnia Center ha organizzato un OPEN DAY del cinema per lunedì 12 dicembre: alle ore 17.00, 19.00 e alle ore 21.00 sarà proiettato il film culto degli anni 80 “I Goonies, “ nella versione rimasterizzata 4k uscita nel 2019 a 35 anni dalla sua uscita. L’ingresso agli spettacoli sarà gratuito.
Dal 14 dicembre invece un’altra grande attrazione: arriveranno a Prato per stare qualche giorno le due grandi statue di Avatar, altre oltre 3 metri, in un allestimento creato per le foto con gli spettatori. Esiste un momento nel quale ci sia più bisogno della magia del cinema di quello che stiamo vivendo?
Arriva in prima tv su Sky The Hanging Sun – Sole di mezzanotte, film Sky Original diretto da Francesco Carrozzini, in esclusiva lunedì 12 dicembre alle 21.15 su Sky Cinema Uno (e alle 21.45 anche su Sky Cinema Action), in streaming su NOW e disponibile on demand.
Tratto dal romanzo Sole di mezzanotte di Jo Nesbø, è un thriller noir ambientato tra le atmosfere rarefatte dell’estate norvegese, dove il sole non tramonta mai. Scritto da Stefano Bises, è interpretato da Alessandro Borghi, Jessica Brown Findlay, Sam Spruell, Frederick Schmidt, Raphael Vicas, con Peter Mullan e Charles Dance. La fotografia è di Nicolaj Bruel (DFF).
Presentato come Film di chiusura della 79ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, The Hanging Sun – Sole di mezzanotte è una coproduzione italo-britannica, prodotta da Sky Studios, Cattleya e Groenlandia. Il distributore internazionale è NBCUniversal Global Distribution per conto di Sky Studios. Il distributore cinematografico italiano è Vision Distribution.
La trama
John (Alessandro Borghi) è in fuga. Trova riparo nel fitto della foresta, vicina a un villaggio isolato dell’estremo Nord, dove domina la religione, il sole non tramonta mai e le persone sembrano appartenere a un’altra epoca. Tra lui e il suo destino ci sono solo Lea (Jessica Brown Findlay), una donna in difficoltà ma dalla grande forza, e suo figlio Caleb, un bambino curioso e dal cuore puro. Mentre il sole di mezzanotte confonde realtà e immaginazione, John dovrà affrontare il tragico passato che lo tormenta.
Il Pinocchio di Guillermo del Toro è una pellicola in stop-motion piena di magia. La capacità del regista di rendere le storie così autentiche nonostante lo stampo fiabesco, deriva dalla sua abilità a raggiungere il vero cuore dei personaggi, riuscendo a mostrarne le sfaccettature più impercettibili. Nella sua rivisitazione della storia burattino di legno, Del Toro ha voluto far suo il racconto di Carlo Collodi, modificandolo secondo la sua interpretazione e la sua sensibilità, differenziandolo – senza mai stravolgerlo – dall’originale del 1883.
Nonostante il suo Pinocchio scavi molto più a fondo nel background dei personaggi, portando alla luce un’opera molto più realistica e struggente, rispetto ad altre trasposizioni della storia come quella Disney del 1940, il regista non ha comunque voluto rinunciare a quel tocco favolistico della storia disneyana, inserendo all’interno del film nove toccanti canzoni che accompagnano il burattino durante tutto il suo percorso di crescita. In realtà, la colonna sonora di Pinocchio ne elenca dieci, ma fra queste ce n’è una non originale.
La musica all’interno del lungometraggio in stop-motion è affidata ad Alexandre Desplat, uno dei più noti compositori cinematografici che, fra l’altro, ha già condiviso il tavolo da lavoro con il regista, vincendo l’Oscar alla migliore colonna sonora per La forma dell’acqua. Di seguito una guida alle canzoni di Pinocchio, ognuna delle quali affidata agli attori che prestano la voce ai personaggi.
My son
La prima canzone originale di Pinocchio si trova nelle sequenze d’apertura, quando lo spettatore incontra per la prima volta Geppetto insieme al figlio. “My son” è cantata da David Bradley e accompagna con dolcezza le scene le cui immagini presentano la quotidianità del falegname con Carlo, fra lavoro, diletto e chiesa.
“My son” prepara all’incidente scatenante della pellicola deltoriana, caratterizzata da un patos estremo che viene accentuato al ricordo della canzone poco prima terminata.
Everything Is New to Me
Quella che segue dopo potrebbe essere considerata la canzone più innocente ma al tempo stesso divertente del film. Principalmente è la voce di Gregory Mann, ossia Pinocchio, a condurre le parole e la musica, con qualche intervento di David Bradley.
È “Everything is New to Me”, ed esprime a pieno la meraviglia del burattino verso ciò che lo circonda e gli è sconosciuto, desideroso di andare quanto prima in esplorazione. In questa scena Pinocchio è talmente euforico da distruggere tutta la casa di Geppetto, mentre intona il motivetto saltellando.
We Were a King Once
Con la canzone “We Were a King Once” si incontra uno dei villain principali di Pinocchio: Conte Volpe. Come lo stesso Del Toro afferma, per dare vita a questo personaggio serviva un attore che fosse in grado di modificare all’improvviso il tono della voce, per dargli il giusto tocco maligno e folle.
Il nome che subito balenò nella mente del regista fu quello di Christoph Waltz e, nella scena della canzone, intona parole in ricordo dei bei tempi andati, quando il suo circo era all’apice del successo e la sua condizione economica migliore. Non appena la musica termina, Conte Volpe incontra Pinocchio, che poi usa per poter tornare in carreggiata con la sua attività.
My Bubblegum
Quando Pinocchio incontra il Conte Volpe, quest’ultimo gli garantisce successo e fama, esattamente come avveniva nel Pinocchio disneyano con Mangiafuoco. Il burattino, dall’animo ancora puro e non consapevole dell’avidità del Conte, si lascia convincere ad esibirsi al suo spettacolo di marionette, firmando con lui lunghissime clausole contrattuali.
Dopo aver lasciato Sebastian il Grillo, Pinocchio è pronto a dare il meglio di sé davanti ad una folla di persone curiose. È qui che Pinocchio, con la voce di Gregory Mann, intona “My Bubblegum”, fra balli, piroette e applausi.
The Late Lamented
A seguito dell’esibizione di Pinocchio, Geppetto riesce a raggiungere il burattino all’entrata del circo per poterlo portare a casa. È qui che il falegname ha un diverbio con il Conte Volpe, terminato con la morte del burattino investito da un’auto.
Pinocchio si risveglia in una bara portata sulle spalle dai Conigli Neri. Questi stanno cantando “The Late Lamented”, e la voce è di Tim Blake Nelson.
Ciao Papà
Nel secondo atto, Pinocchio decide di andare in tournée con lo spettacolo del Conte Volpe, per poter pagare i debiti del padre e mandargli la sua percentuale di guadagno. Le immagini scorrono veloci mentre il burattino viaggia da una città all’altra in giro per la penisola. Ad accompagnare queste sequenze c’è la canzone “Ciao Papà” di Gregory Mann, la più struggente e malinconica di tutta la pellicola in stop-motion.
Pregna di tutto l’amore che Pinocchio nutre per Geppetto, “Ciao Papà” esprime il coraggio del burattino nel lasciare la sua casa, per poter permettere a suo padre un futuro migliore. La canzone è cantata anche davanti ad un pubblico entusiasta di vedere Pinocchio sul palco.
Marcia della Patria
Del Toro ha realizzato un’opera antifascista per eccellenza, in cui Pinocchio deve affrontare non solo un’Italia piegata da Benito Mussolini, ma anche una privazione della libertà individuale e di pensiero. Molti sono i personaggi che si muovono con l’obiettivo di compiacere il Duce, o come lo chiama Pinocchio il Dulce, e fra questi c’è il Conte Volpe.
Nella tournée, infatti, Pinocchio canta un’ode all’Italia, o meglio all’ideologia fascista. “Marcia della Patria” di Gregory Mann è la canzone che il burattino si ritrova ad eseguire con fierezza, seppur non sia a conoscenza di cosa realmente significhi.
Marcia del Duce Big Baby II
Il giorno tanto atteso è arrivato, Pinocchio è in Sicilia per esibirsi proprio di fronte a Benito Mussolini. Ma dopo aver assistito alla spiacevole aggressione del Conte Volpe verso Spazzatura, Pinocchio si ribella e decide di provocarlo stravolgendo il testo di “Marcia della Patria”.
Questa è una delle canzoni più emblematiche ed esilaranti, poiché in fondo rappresenta più che la vendetta del burattino, una vera e propria protesta al regime dittatoriale e fascista. La “Marcia del Duce Big Baby II”, nome con cui si intitola il motivo, è cantata proprio davanti a un Duce allibito.
Rataplan Delle Camicie Nere
Nel terzo atto, Pinocchio è preso dal Podestà e inserito insieme al figlio Lucignolo nel Progetto Militare Elitario per la Speciale Gioventù Patriottica, per prepararsi alla guerra. Mentre la macchina da presa mostra la struttura atta ad addestrare i futuri soldati fascisti, Daniele Derra intona “Rataplan Delle Camicie Nere”, canzone del periodo Mussolinano e inno alla guerra da parte dell’Italia. Questa è, fra le dieci, la canzone non originale della pellicola.
Bonus: l’addestramento dei giovani soldati fascisti è stato ripreso dalla vera organizzazione giovanile del Regno d’Italia, chiamata Operazione nazionale Balilla, in cui i bambini – che venivano divisi per sesso, categoria ed età – imparavano o a diventare ottimi soldati fascisti nel caso dei maschi, oppure grandi donne della società fascista nel caso delle femmine, grazie a corsi di cucito, pronto soccorso, ricamo ed economica domestica.
Better Tomorrows
La canzone “Better Tomorrows” è eseguita da Ewan McGregor nei panni di Sebastian il Grillo a conclusione del film Pinocchio. Non appena i titoli di coda scorrono, Sebastian illuminato da luci da palcoscenico la intona poeticamente.
L’intro della canzone inizia nel corso di Pinocchio un paio di volte, quando Sebastian tenta di ritagliarsi uno spazio tutto per sé, ma viene sempre bruscamente interrotto a causa degli spiacevoli eventi che lo coinvolgono.
Regista ed antropologo nato a Pesaro, dopo anni di cortometraggi premiati e documentari, Davide Lomma sarà prossimamente sullo schermo con il suo primo lungometraggio, L’amor Fuggente. Prodotto da Play Entertainment e A.B. Film, attraverso il racconto di coppie in crisi, della scoperta di primi amori molto diversi, passioni cocenti e fugaci, il film mette in scena un catalogo di situazioni che raccontano le relazioni di oggi a partire dalla proposta di matrimonio di Fil e Mia, che innesca una specie di reazione a catena.
Nella quale cadono anche Antonio e Didier, sullo schermo interpretati da Emanuele Vezzoli e Andrea Pennacchi, rispettivamente ex marito e miglior amico della sessantenne Teresa (la madre di Mia), che dopo tanti anni si scoprono attratti e decidono di vivere liberamente la propria omosessualità. Una esperienza della quale ci hanno parlato sul set i due attori, alla vigilia della fine delle riprese.
Che amore è quello di Antonio e Didier?
V: Tardivo
P: Come il radicchio!
Seriamente…
V: Il loro è un amore a sorpresa. E per il mio personaggio è una scoperta un po’ tardiva – come dicevo –della propria natura. Un modo per toccare un tema non così infrequente, con il sorriso sulle labbra. Io stesso ho esperienza di persone che hanno deciso di fare una scelta come questa a metà del corso della loro vita. Anche con figli già grandi.
P: Didier invece è più risolto, è consapevole da sempre della propria sessualità, ma incontra questo amore e lo ruba alla sua amica. Il ché diventa il suo piccolo tormento. Un costante senso di colpa.
V: Quelli non mancano mai, in qualsiasi coppia. Quando finisce un amore e ci son di mezzo anche i figli, te li porti appresso per sempre. Ma devi imparare a conviverci.
per gentile concessione di Echo Group
Un tema che spesso nelle commedie abbiamo visto macchiettizzato
V: Quando ero ragazzino era un tabù, le persone erano costrette a nascondere la propria natura. Ma finalmente i ragazzi di oggi, e lo vedo con i miei figli, sono diversi. Lo vedo sui loro volti e nei loro discorsi. Fa ben sperare. In film come Il vizietto si giocava sulla novità, sull’esotico, un folclore che oggi può offendere. Ma la bellezza di questo film è che prende in considerazione tipi diversi di rapporto, a coppie.
P: E la nostra è la coppia più tradizionalista.
Un rischio nel quale avete siete riusciti a non cadere, quindi?
V: Dovevamo tenere sotto controllo l’equilibrio, evitare gli eccessi. Ma la difficoltà maggiore è stata nei momenti in cui si racconta la realtà, pur trattandosi di una commedia. Per me la scena più drammatica è stata quella con la figlia Mia.
P: Era importante mantenere la misura, non superare certi limiti. Cresci con negli occhi certi esempi, e verrebbe facile riprodurre certi cliché. La cosa più difficile però, per me, è stata quella di girare e allo stesso tempo non mancare al saggio di danza di mia figlia! Ho dovuto viaggiare di notte.
Come, o quando, avete sentito esser diventati davvero una coppia?
P: Secondo me quando abbiamo girato la scena del ballo. Siccome Il mio personaggio apre una scuola di tango, io e lui abbiamo dovuto imparare, ovviamente in modo superficiale, un po’ di tango. E mentre ballavamo abbiamo costruito questo rapporto di passione, di sguardi, che non volevamo fosse un cliché.
V: E’ stata la seconda scena che abbiamo fatto, e provare quel tango ci ha dato la possibilità di trovare la misura giusta… Quando si gira, poi, le pause sono tante, abbiamo avuto tempo di chiacchierare e conoscerci meglio. Io comasco, lui veneto, siamo sicuramente uniti dal tempo che abbiamo dedicato a questo mestiere. Non siamo più giovincelli.
Nel film, come se non bastasse, vi hanno anche aumentato gli anni!
V: Ma va bene, perché poi ti dicono che ne dimostri meno e che sembri più giovane
Antonio e Didier cambiano molto nel corso del film?
P: A differenza di Antonio, Didier non ha un arco in cui si sviluppa, è un personaggio abbastanza definito, e poi alla fine ha una svolta, di cui sicuramente non posso parlare.
V: Avevamo indicazioni differenti dal regista, su come giocare con i nostri personaggi… Anche se non sveliamo nulla dicendo che sicuramente le scene più difficili son state quelle di sesso.
P: Sesso rovente!
Un regista esordiente, come vi ha convinto?
P: Io mi sono convinto leggere la parte, era interessante e divertente, e offriva la sfida di recitarla proprio evitando i cliché che dicevamo. Davide mi ha fatto una ottima impressione da subito, poi ci siamo incontrati con gli altri e abbiamo fatto subito delle prove.
V: Quando ho ricevuto la proposta, ho letto la sceneggiatura e solo dopo mi sono accorto che lo conoscevo già perché anni fa feci un film in cui Davide era aiuto regista. Mi conobbe lì e quando ha scritto questo personaggio ha pensato a me e me lo ha proposto. Per questa mia seriosità, un carattere lievemente burbero, che poi in realtà è da ‘burbero benefico’ di Goldoni.
Grazie a lui se finalmente vi siete incontrati dopo tanti anni di carriera, insomma?
P: Sì, e non sarà l’ultima.
V: Almeno questo è l’auspicio.
Cosa portate via da questo set, a parte le camicette di seta?
P: Vorrei tanto, ho anche chiesto se fosse possibile, ma temo mi toccherà restituirle!
V: A me piacerebbe che alla fine di tutta questo operazione restasse il ricordo di un bel lavoro, fatto bene. E con successo, ci auguriamo, incrociamo le dita. E poi chissà… di questi tempi continuano a fare serie, vai a sapere…
Con il volgere al termine di quest’anno, è come sempre arrivato il momento di fare alcuni bilanci. Nel 2022 il mondo del cinema sembra aver intrapreso un percorso di ripresa dopo i due difficili anni precedenti, segnati dalla pandemia di Covid-19. Nel corso di quest’anno, infatti, sono usciti numerosi nuovi progetti che hanno risollevato in parte la drammatica situazione dei cinema di tutto il mondo. In particolare, come spesso accaduto negli scorsi anni, ad essersi affermati sono stati alcuni film horror particolarmente interessanti, che hanno catturato l’attenzione di ampie fasce di pubblico, proponendo contenuti originali e talvolta anche importanti riflessioni sociali. Giunti alla fine dell’anno, è dunque ora di indicare quelli che sono stati i migliori film horror del 2022.
I migliori film horror del 2022
Quella che segue non è una classifica in ordine di merito, quanto più un elenco di quei film horror che si sono distinti per particolari pregi artistici, sia tecnici che contenutistici. I film presenti in questo elenco sono infatti opere molto originali, che pur rifacendosi ad alcuni canoni del loro genere di appartenenza hanno saputo offrirne sfumature nuove attraverso cui proporre non solo tanti brividi ma anche lucide analisi della società, dell’umanità e dei principali temi d’attualità.
Nope
Nope (qui la recensione) è un film horror del 2022 uscito ad agosto in Italia, scritto, diretto e prodotto da Jordan Peele sotto il marchio della sua casa di produzione Monkeypaw Productions. Protagonisti del film Daniel Kaluuya, Keke Palmer e StevenYeun, i quali si trovano a confrontarsi con un fenomeno inspiegabile presente nel cielo sopra di loro. Tra dramma, mistero, horror e profonde riflessioni sociali, Nope segna il ritorno alla regia di Peele, reduce dai clamorosi successi di Scappa – Get Out e Noi. Vero e proprio blockbuster estivo, il film offre non solo un misto tra horror e fantascienza, ma anche profonde riflessioni su questioni razziali e sulla natura dello spettacolo in sé.
X – A Sexy Horror Story
X– A Sexy Horror Story (qui la recensione) è un film slasher americano scritto, diretto e montato da Ti West. Il film è interpretato da Mia Goth, Jenna Ortega, Martin Henderson, Scott Mescudi e Brittany Snow. Nel film, in una fattoria isolata in Texas, una troupe cinematografica arriva per girare un film per adulti. I loro ospiti, una coppia di anziani solitari, si interessano in modo speciale ai nuovi arrivati. Al calar della notte, l’interesse malizioso della coppia sfocia però nella violenza e nella follia. X – A Sexy Horror Story è il primo film di una trilogia horror, dove il primo sequel, che è anche un prequel, è Pearl.
Crimes of the Future
Crimes of the Future(qui la recensione) segna il ritorno al cinema di David Cronenberg. Il film offre un tuffo profondo in futuro non troppo lontano, in cui l’umanità sta imparando ad adattarsi al suo ambiente sintetico. Questa evoluzione sposta gli esseri umani oltre il loro stato naturale e in una vera e propria metamorfosi del corpo, che altera la loro composizione biologica. Presentato a Cannes, Crimes of the Future ha per protagonistiViggo Mortensen, Léa Seydoux eKristen Stewart. Non propriamente un horror nel senso canonico del genere, ma certamente un’opera che scuote e disturba lo spettatore proponendo scenari e perversioni che parlano molto della nostra società.
Smile
Smile(qui la recensione) è un film horror psicologico statunitense del 2022 scritto e diretto da Parker Finn, basato sul suo corto del 2020 Laura Hasn’t Slept. Il film ha come attori Sosie Bacon, Jessie T. Usher, Kyle Gallner, Caitlin Stasey, Kal Penn e Rob Morgan. La trama ruota intorno ad una donna costretta a confrontarsi con il suo passato per sopravvivere e sfuggire ad una nuova e agghiacciante realtà. Smile è invece un horror più canonico, affermatosi però per un lavoro di ricerca psicologica sui personaggi particolarmente affascinante. Spaventoso quanto serve e con idee narrative particolarmente efficaci, è unanimemente considerato tra i migliori horror di quest’anno.
Piove
Piove(qui la recensione) è un film di genere thriller/horror del 2022, diretto da Paolo Strippoli, con Fabrizio Rongione, Francesco Gheghi, Aurora Menenti e Cristiana Dell’Anna. La storia ruota intorno ad una nebbia che, con la pioggia, esce dalle fogne ed entra nel corpo di chi la respira, facendo uscire il peggio di sé. Nessuno sembra poter sfuggire a ciò, neanche Thomas e i suoi due figli, già segnati dal dolore e dalle divisioni interne. Anche l’Italia può vantare un film horror di tutto rispetto quest’anno, trovando con Piove non solo una brillante riflessione sulla nostra società e le sue nevrosi, ma anche un film che fa della sua atmosfera cupa e tesa un elemento di grande fascino, segno che è possibile realizzare opere di questo tipo in Italia.
Gli occhi del diavolo
Gli occhi del diavolo (qui la recensione) è un film horror soprannaturale americano diretto da Daniel Stamm e scritto da Robert Zappia. I protagonisti sono Jacqueline Byers, Virginia Madsen e Ben Cross. La trama ruota intorno a Suor Ann, una venticinquenne irrequieta che crede fermamente che eseguire esorcismi sia la sua vocazione. Il suo desiderio di mettersi alla prova prende una piega imprevista quando incontra uno dei pazienti più disturbati della scuola. Durante i loro strazianti incontri, la sorella Ann si trova faccia a faccia con una forza demoniaca che infesta la scuola e ha misteriosi legami con il suo passato. Non poteva mancare in questa classifica un tradizionale horror di tipo soprannaturale, indicato tra i più spaventosi in assoluto del 2022.
Non sarai sola
Non sarai sola è un film horror uscito in Italia nel luglio del 2022, coprodotto a livello internazionale e scritto e diretto da Goran Stolevski, al suo debutto alla regia. Nel cast si ritrovano Noomi Rapace, Anamaria Marinca, Alice Englert, Carloto Cotta, Félix Maritaud e Sara Klimoska. La trama si svolge nella Macedonia del 19º secolo, dove una giovane donna viene rapita in un isolato villaggio di montagna e trasformata successivamente in una strega da un antico spirito. Passato grossomodo inosservato, questo horror è in realtà uno dei veri gioielli di questo 2022, caratterizzato da un’atmosfera particolarmente affascinante e da lucide riflessioni sul ruolo della donna nella società contemporanea.
Scream
Scream (qui la recensione) è il nuovo sequel del franchise di enorme successo firmato Wes Creven. Venticinque anni dopo una serie di brutali omicidi che hanno sconvolto la tranquilla cittadina di Woodsboro, in California, un nuovo killer indossa la maschera di Ghostface e inizia a prendere di mira un gruppo di adolescenti. Questo nuovo Scream non solo offre nuovi brividi, ma riflette anche in modo metacinematografico sull’intera industria cinematografica dell’horror. Il film è diretto da Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett e vanta un cast composto non solo dagli attori Neve Campbell, Courteney Cox e David Arquette, protagonisti dei primi film, ma anche una nuova generazione di interpreti, a partire da Jenna Ortega.
Men
Menè un film drammatico horror uscito ad agosto in Italia, scritto e diretto da Alex Garland, autore anche di Ex Machina e Annientamento. Il film è interpretato da Jessie Buckley e Rory Kinnear, protagonisti di una storia che vede una giovane donna recarsi in vacanza da sola nella campagna inglese dopo la morte dell’ex marito. In quei luoghi apparentemente incontaminati, però, qualcosa sembra sfuggire alle leggi della logica, dando vita ad un vero e proprio incubo. In Men confluiscono dunque tutta una serie di paure legate allo stalking e alla violenza sulle donne, raccontate con grande gusto inventivo.
Black Phone
Il tredicenne Finney è tenuto prigioniero da un sadico assassino mascherato. Quando un telefono sul muro inizia a squillare, il ragazzino scopre di poter sentire le voci delle precedenti vittime dell’uomo. Black Phone (qui la recensione) è probabilmente una delle maggiori sorprese per il genere horror nel 2022. Questo film interpretato da Ethan Hawke si è infatti affermato come un grandissimo successo di critica e pubblico, offrendo un racconto tanto spaventoso quanto avvincente, che coniuga elementi soprannaturali a paure presenti nel quotidiano di tutti. Inoltre, il film è l’adattamento dell’omonimo racconto di Joe Hill, figlio di Stephen King, dunque una garanzia in quanto a spaventi e terrore.
Il conglomerato mediatico francese Mediawan ha dichiarato di aver accettato di acquistare una partecipazione significativa nella Plan B Entertainment di Brad Pitt, i cui crediti includono film vincitori di Oscar come “12 anni schiavo” e “Moonlight“. L’accordo è l’ultimo di una serie di acquisizioni di parte o di tutti gli studi di produzione indipendenti che cercano di capitalizzare il forte appetito di nuovi contenuti a Hollywood, innescato in gran parte dal boom dei servizi di streaming negli ultimi anni.
Molti accordi dei recenti hanno coinvolto società di produzione affiliate a grandi star. L’anno scorso, Candle Media, la società di intrattenimento sostenuta da private equity gestita dagli ex dirigenti Disney Kevin Mayer e Tom Staggs, ha acquisito Hello Sunshine dell’attrice Reese Witherspoon, la società di produzione dietro “The Morning Show” di Apple TV+. Quell’accordo è stato valutato a circa $ 900 milioni.
Candle Media all’inizio di quest’anno ha acquistato una quota di minoranza nella società di intrattenimento di Will Smith e Jada Pinkett Smith, Westbrook, che ha sostenuto progetti tra cui “King Richard”, un film biografico che racconta la vita di Richard Williams. Tali accordi potrebbero diventare più difficili da concludere nell’attuale contesto, poiché le società di intrattenimento che vanno daWarner Bros Discovery Inc. a Paramount Global stanno tagliando i costi a causa dell’incertezza macroeconomica delle grandi perdite di streaming e di un’accelerazione nel taglio delle tv via cavo.
Mediawan non ha rivelato la valutazione dell’accordo. Il Wall Street Journal di ottobre ha riferito che Plan B stava esplorando opzioni strategiche, inclusa una possibile vendita di parte della società. Venerdì la CNBC ha riferito che una quota di Plan B sarebbe stata venduta a Mediawan. Fondata nel 2015, Mediawan, con sede a Parigi, controlla diverse società di distribuzione e produzione in tutta Europa, che hanno sostenuto progetti tra cui “Call My Agent!“, una commedia su un’agenzia di talenti francese, e “The Life Ahead“, il film con Sophia Loren . Unendo le forze con Plan B, Mediawan si sta espandendo oltre i suoi principali mercati europei negli Stati Uniti, hanno affermato le società venerdì.
La Plan B, gestita da Mr. Pitt e dai produttori cinematografici Dede Gardner e Jeremy Kleiner, è stata coinvolta in numerosi film acclamati dalla critica. Alcuni dei suoi progetti recenti includono “Women Talking“, un dramma religioso programmato per l’uscita nelle sale entro la fine dell’anno, e il film biografico su Marilyn Monroe “Blonde” di Netflix.
Caleidoscopio è la nuova serie antologica (precedentemente intitolata Jigsaw) creata da Eric Garcia per Netflix ed è composta da otto episodi. Liberamente ispirata alla storia vera dei settanta miliardi di dollari in obbligazioni scomparsi nel centro di Manhattan durante l’uragano Sandy, Caleidoscopio è composta da otto episodi che vanno da 24 anni prima a 6 mesi dopo il colpo.
Caleidoscopio: quando esce e dove vederla in streaming
Caleidoscopio in streaming uscirà il 1° gennaio 2023 in esclusiva su Netflix.
Caleidoscopio: la trama e il cast
si svolge nell’arco di 25 anni e segue una banda di ladri provetti nel loro tentativo di aprire un caveau apparentemente inviolabile per ottenere il più grande bottino della storia. Sotto l’occhio vigile della più potente squadra di sicurezza aziendale del mondo e delle forze dell’ordine, ogni episodio rivela una tessera di un elaborato puzzle di corruzione, avidità, vendetta, complotti, alleanze e tradimenti. In che modo la banda di ladri ha architettato il piano? Chi la farà franca? Di chi ci si può fidare?
Quest’avvincente serie antologica crime adotta un approccio non lineare alla narrazione e costruisce intrighi e suspense in modo unico, offrendo agli abbonati Netflix esperienze di visione diverse. Gli spettatori potrebbero iniziare da determinati episodi (come gli episodi “Giallo” o “Verde”) e poi approfondire il proprio ordine di visione personale con altri episodi (“Blu” o “Viola” o “Arancione”, seguiti da “Rosso” o “Rosa”) fino all’epico finale della storia “Bianco” (il colpo). Alla fine gli spettatori vedranno tutti gli episodi, ma l’ordine in cui li guarderanno influenzerà il loro punto di vista sulla storia, sui personaggi e sulle questioni in sospeso al centro della rapina. E tu come vivrai i colori di Caleidoscopio?
Nel cast della serie protagonisti sono Giancarlo Esposito nel ruolo di Leo Pap, Paz Vega nel ruolo di Ava Mercer, Rufus Sewell nel ruolo di Roger Salas, Tati Gabrielle nel ruolo di Hannah Kim, Rosaline Elbay nel ruolo di Judy Goodwin, Peter Mark Kendall nel ruolo di Stan Loomis, Jai Courtney nel ruolo di Bob Goodwin, Niousha Noor nel ruolo di Nazan Abassi, Patch Darragh nel ruolo di Andrew Covington e Max Casella nel ruolo di Taco.
“Sono stato molto riservato riguardo alla mia vita privata e non ho mai reso pubblica la mia vita privata fino ad ora“, ha detto Steven Spielberg in una sorprendente proiezione avvenuta del suo attesissimo film avvenuta domenica negli USA. È stata la minaccia esistenziale della pandemia di Covid nella sua forma più letale nel 2020 a spingere la sua personalissima storia familiare sul grande schermo.
“Quello che ho pensato è che se dovessi fare un altro film, se dovessi raccontare un’altra storia, quale sarebbe quella storia? Ed è per questo che ho deciso di metterlo in produzione”, ha detto a Martin Scorsese durante una sessione di domande e risposte dopo la proiezione di The Fabelmansa New York al DGA Theater. “Mia madre ed io abbiamo avuto un segreto per molto tempo, e mia madre mi diceva sempre: ‘Accidenti Steve, questo sarebbe un film davvero fantastico. Perché non fai quella mossa un giorno o l’altro? Quindi l’ho fatta venire da me e da un lato avevo lei, dall’altro lato Tony Kusher, che aveva sentito le storie e stava davvero spingendo per fare questo.” Tony Kusher è il pluripremiato drammaturgo e sceneggiatore e suo collaboratore di lunga data che ha co-scritto The Fablemans, nonché a un punto centrale della trama madre-figlio nel film.
L’aspirante regista adolescente Sam Fabelman è interpretato da Gabriel LaBelle. Michelle Williams e Paul Danosono i suoi genitori. Seth Rogen e Judd Hirsch fanno parte del cast del film attualmente nelle sale negli USA, e in uscita in Italia dal 22 dicembre 2022. Alla domanda sulla storia delle origini del film, Spielberg ha detto a Scorsese che i sentimenti di perdita e solitudine dopo la morte dei suoi genitori negli ultimi anni lo hanno spinto a fare sul serio nel mettere giù la sua storia. Lui e Kushner hanno scritto la sceneggiatura ma “non avevo nessuna intenzione di farla… e sarei stato felice di metterla in un cassetto da qualche parte. Ma il Covid mi ha dato tanto tempo per pensarci. E soprattutto quando il Covid era davvero brutto”, ha detto. “Quando abbiamo perso 500.000 americani, figuriamoci milioni in tutto il mondo… era davvero una conclusione scontata che questo non fosse un evento che mette fine alla vita?“
Martin Scorsese ha voluto che il regista rivelasse anche un delizioso retroscena di un cameo di David Lynch nel ruolo di John Ford, fonte d’ispirazione per Sam Fabelman. Ford offre un breve ma memorabile consiglio alla fine del film e all’inizio della carriera del giovane. “Stavo cercando un attore che conoscevo personalmente e gli stavo per chiedere di interpretare John Ford”, ha detto Spielberg. Prima che lo facesse, il marito di Kusher, Mark Harris, ha suggerito di chiedere a David Lynch “e una lampadina si è spenta“. Lynch era molto lusingato ma rifiutò. “Ha detto che non era un attore, e aveva altri progetti, e John Ford era così grande, e se non avesse raggiunto quegli standard? Era solo un po ‘timido al riguardo.”
Lynch si è ammorbidito quando ha saputo che Spielberg e sua moglie erano diventati entusiasti della meditazione trascendentale attraverso la fondazione di Lynch. Ma ha detto ancora di no. “Così sono andato dalla mia persona di riferimento, la sua migliore amica, Laura Dern. “Devi convincere David a farlo. Hai due settimane per convincerlo a farlo.” Quando i due registi hanno poi parlato, “Dice, ‘Ho deciso che lo farò a una condizione… voglio avere il costume due settimane prima del tempo per viverlo.’Ho detto: ‘Vuoi dire che lo indosserai? Disse: “Sì, tutti i giorni”. Il cappello, la benda [sull’occhio] tutto. E si è presentato con un costume piuttosto logoro”, ha detto Spielberg. «E il tempo che impiega per accendere quel sigaro?» ha chiesto Scorsese. È stato un processo comicamente lento. “Questa è una delle cose che sappiamo tutti sulla magia del montaggio cinematografico, puoi far durare qualsiasi cosa quanto vuoi”, ha detto Spielberg.
Kit Harington è apparso alla convention de Il Trono di Spade a Los Angeles, dove gli è stato inevitabilmente chiesto della serie di sequel su Jon Snow annunciata all’inizio di quest’anno. Anche se Harington non ha potuto dire molto sullo sviluppo dello show, ha parlato di come Jon Snow si troverà nella serie e di cosa potrebbe accadergli dopo che il suo personaggio ha ucciso Daenerys.
“Penso che se glielo avessi chiesto, avrebbe pensato di cavarsela alla leggera“, ha detto Harington durante il panel alla convention domenica sera, secondo Entertainment Weekly. “Alla fine dello spettacolo, quando lo troviamo in quella cella, si sta preparando per essere decapitato e vuole esserlo. Ha finito. Il fatto che vada al Muro è il dono più grande e anche la più grande maledizione.”
Kit Harington ha continuato: “Deve tornare nella serie con tutta questa storia e vivere la sua vita pensando a come ha ucciso Dany, e vivere la sua vita pensando a Ygritte che muore tra le sue braccia, e vivere la sua vita pensando a come lui ha appeso Olly e vive la sua vita pensando a tutto questo trauma, e questo è interessante.” Senza parlare direttamente dello spin-off di Jon Snow, Kit Harington ha menzionato lo stato d’animo del suo personaggio alla fine di Game of Thrones e ha preso in giro indirettamente la serie spin-off. “Quindi penso che dove lo lasciamo alla fine dello spettacolo, c’è sempre questa sensazione di come… penso che volevamo una sorta di piccolo sorriso che le cose vanno bene. Non sta bene”, ha aggiunto.
All’inizio di quest’anno George RR Martin ha rivelato che è stato Harington ad avere l’idea di continuare la trama di Snow in una nuova serie. “Sì, è stato Kit Harrington (sic) a portarci l’idea”, ha scritto Martin nel suo blog nel giugno di quest’anno. “Non posso dirvi i nomi degli sceneggiatori/showrunner, dal momento che non è stato ancora autorizzato il rilascio… ma Kit li ha portati anche loro, la sua squadra, e sono fantastici.” Martin ha anche rivelato che SNOW è il titolo provvisorio della serie spin-off.
Il co-capo dei DC Studios, James Gunn, è tornato a Twittare per rispondere ai fan e questa volta sta parlando in modo netto e chiaro su Superman. I tweet arrivano dopo la notizia che la versione di Patty Jenkins non andrà oltre Wonder Woman 3 e che il tanto chiacchierato e entusiasta annuncio del ritorno di Henry Cavill come l’Uomo d’Acciaio potrebbe non avvenire. James Gunn ha twittato il poster di Superman celebrando la prima “44 anni fa” del film del 1978 con Christopher Reeve nel ruolo principale. Questo ha aperto una discussione con i fan dei fumetti per chiedere a Gunn del futuro di Superman mentre lavora con il co-capo Peter Safran nel plasmare il futuro dell’Universo DC.
Uno dei tweet a cui James Gunn ha risposto proveniva da un utente di Twitter che chiedeva “se vedremo un Superman” nella nuova era perché ” i fan sono affamati di vedere di più del più grande personaggio dei fumetti sul grande schermo”. Gunn ha risposto: “Sì, certo. Superman è una priorità enorme, se non la più grande priorità.
Hey James, please tell us if we are gonna see a Superman? We’ve been starved of the greatest comic book character on the big screen for ages! pic.twitter.com/0eaPIbOYvN
Un altro fan ha affermato che a James Gunn“non piace Henry Cavill“ poiché il rapporto rilasciato all’inizio di questa settimana affermava che l’attore di The Witchernon aveva la garanzia di tornare al suo ruolo nel nuovo universo DC come previsto . Dopo il commento, un altro fan ha chiesto a James Gunn di “smascherare” quell’affermazione a cui il regista di The Suicide Squad ha detto: “Certo: falso”.
Cavill ha ripreso il suo ruolo di Superman in Black Adam con Dwayne Johnson che è stato un grande sostenitore per riportare l’attore nei panni di Superman. Johnson ha rivelato che i precedenti leader dell’Universo DCnon erano entusiasti del ritorno di Cavill, ma alla fine è riuscito nel riportare il ruolo all’attore poiché sentiva che Superman era l’unico avversario di Black Adam. Il futuro dei sequel di Black Adame Superman restano ancora un sogno e dopo che Wonder Woman 3 è stato accantonato per ora, James Gunn chiede ai fan di essere pazienti mentre la transizione è in corso:
“Sappiamo che non renderemo ogni singola persona felice in ogni fase del percorso, ma possiamo promettere che tutto ciò che facciamo è fatto al servizio della STORIA e al servizio dei PERSONAGGI DC, sappiamo che ami e che abbiamo amato tutta la nostra vita”, ha twittato Gunn. “Per quanto riguarda ulteriori risposte sul futuro del DCU, purtroppo dovrò chiederti di aspettare. Stiamo dedicando a questi personaggi e alle storie il tempo e l’attenzione che meritano e noi stessi abbiamo ancora molte più domande da porre e a cui rispondere”.
È stato il turno dei critici della costa occidentale ad assegnare i riconoscimenti per i migliori film e serie tv del 2022, con la Los Angeles Film Critics Association (LAFCA) che ha premiato due titolo come miglior film, “Everything Everywhere All at Once” di A24 e “Tár” di Focus Features. E’ la quarta volta che due titoli arrivano in cima nei suoi 48 anni di storia dopo “Dog Day Afternoon” e “Qualcuno volò sul nido del cuculo” (1975), “Network” e “Rocky” (1976) e “Gravity” e “Her” (2013).
Insieme al primo premio per “Tár”, Todd Field ha vinto sia il premio alla regia che quello alla sceneggiatura per il film. La sua protagonista Cate Blanchett si è aggiudicata il premio per la migliore interpretazione da protagonista, che ha condiviso con il veterano attore britannico Bill Nighy per il suo lavoro in “Living” di Oliver Hermanus.
Tutti i vincitori dei Los Angeles Film Critics Association Awards
È stato il primo anno in cui il premio è passato a categorie di recitazione neutre rispetto al genere, cambiamento annunciato ottobre scorso. Questo ha permesso alla Blanchett di vincere per la seconda vittoria ai LAFCA dopo “Blue Jasmine” (2013), per il quale ha vinto l’Oscar. Dopo un buon inizio ai premi della critica, inclusa la vittoria del New York Film Critics Circle, Cate Blanchett sembra aver staccato il gruppo di attori più votati. Va notato che Michelle Yeoh di “Everything Everywhere” e DanielleDeadwyler di “Till” sono state le seconde classificate al LAFCA, sottolineando quanto questa gara possa finire diversamente alla corsa del premio più ambito, gli Oscar.
Per il ruolo maschile invece questa è stata anche la seconda vittoria LAFCA per Bill Nighy, che è stato vincitore della categoria non protagonista nel 2004 per il suo miglior anno con quattro lungometraggi, tra cui “AKA”, “I Capture the Castle”, “Lawless Heart” e “Love Actually”. In “Living”, un remake di “Ikiru” di Akira Kurosawa, Nighy interpreta il signor Williams, un impiegato statale privo di senso dell’umorismo che sperimenta la vita dopo aver ricevuto una triste diagnosi. Il film ha iniziato il suo viaggio nel gennaio 2022 al Sundance Film Festival, dove è stato presentato in anteprima ed è stato acquisito da Sony Pictures Classics. Questo ha dato alla sua campagna la spinta che aveva bisogno per concorrere con gli altri contendenti di alto profilo quali Austin Butler, Colin Farrell e Brendan Fraser.
I premi per le migliori interpretazioni da non protagonisti sono stati divisi tra due incredibili attori asiatici: Dolly de Leon nei panni della manager Abigail in “Triangle of Sadness” e il lavoro di Ke Huy Quan nei panni dell’adorabile marito Waymond in “Everything Everywhere All at Once”.
Nel caso di Quan, è un’altro grande trinfo dopo i suoi premi Gotham e New York Film Critics, che continua la sua corsa all’attenzione dell’Oscar. Questo premio per de Leon rappresenta un enorme impulso alla sua campagna durante la votazione per le nomination ai SAG Awards. Un nuovo arrivato a Hollywood, l’attore filippino che ha ricevuto il premio concorrendo contro nomi più noti come Angela Bassett per “Black Panther: Wakanda Forever” e la seconda classificata Jessie Buckley per “Women Talking” è un enorme spinta.
Altri vincitori sono “Tutta la bellezza e lo spargimento di sangue” nella categoria per il film documentario/saggistica, per la categoria animazione trionfa “Pinocchio di Guillermo del Toro” e “Avatar: La Via dell’Acqua” che si è aggiudicato la migliore scenografia. “EO” di Janus Films e Sideshow, vince come miglior film internazionale per la Polonia. Il titolo ha già ha ottenuto due vittorie per il film in lingua straniera e un riconoscimento per la fotografia di Michal Dymek. Solo due scelte LAFCA nell’ultimo decennio non hanno ricevuto una nomination all’Oscar: Claire Mithon (“Atlantics” e “Ritratto di una donna in fiamme”) e Shabier Kirchner (“Small Axe”).
L’anno scorso, i Los Angeles Film Critics Association Awards ha premiato il dramma giapponese di Ryûsuke Hamaguchi “Drive My Car” come miglior film, che ha dato il via alla sua fortunata campagna di premi che ha portato a quattro nomination all’Oscar, incluso uno come miglior film. Alla fine ha vinto il miglior lungometraggio internazionale. Tutti i vincitori LAFCA saranno premiati al banchetto annuale del 14 gennaio 2023.
Tutti i vincitori dei Los Angeles Film Critics Association
Miglior film: “Everything Everywhere All at Once” (A24) e “Tár” (Focus Features)
Miglior regista: Todd Field, “Tár” (Focus Features) Secondo classificato: SS Rajamouli, “RRR” (Variance Films)
Miglior protagonista: Cate Blanchett, “Tár” (Focus Features) e Bill Nighy, “Living” (Sony Pictures Classics) – Seconde classificate: Danielle Deadwyler, “Till” (Orion/United Artists Releasing) e Michelle Yeoh, “Everything Everywhere All subito” (A24)
Miglior non protagonista: Dolly De Leon, “Triangle of Sadness” (Neon) e Ke Huy Quan, “Everything Everywhere All at Once” (A24) Seconda classificata: Jessie Buckley, “Women Talking” (MGM/United Artists Releasing) e Brian Tyree Henry per “Causeway” (A24/Apple Original Films)
Miglior sceneggiatura : Todd Field, “Tár” (Focus Features) Secondo classificato: Martin McDonagh, “The Banshees of Inisherin” (Searchlight Pictures)
Miglior fotografia : Michal Dymek, “EO” (Janus Films e Sideshow) Secondo classificato: Hoyte van Hoytema, “Nope” (Universal Pictures)
Miglior scenografia : Dylan Cole e Ben Procter, “Avatar: The Way of Water” (20th Century Studios) – Secondo classificato: Jason Kisvarday, “Everything Everywhere All at Once” (A24)
Miglior colonna sonora : MM Keeravani, “RRR” (Variance Films), Secondo classificato: Paweł Mykietyn, “EO” (Janus Films e Sideshow)
Miglior film in lingua straniera : “EO” (Janus Films e Sideshow),Secondo classificato: “Saint Omer” (Neon
Miglior documentario: “All the Beauty and the Bloodshed” (Neon), Secondo classificato: “Fire of Love” (National Geographic/Neon)
Miglior animazione : “Pinocchio di Guillermo del Toro” (Netflix), Secondo classificato: “Marcel the Shell With Shoes On” (A24)
New Generation Award: Davy Chou e Park Ji-Min, “Return to Seoul” (Sony Pictures Classics)
Premio Douglas Edwards Experimental Film : “Il tessuto del corpo umano” (Grasshopper Film)
The White Lotus ha appena concluso la sua seconda stagione, ma il creatore Mike Whiteha già molti appunti sulla terza stagione. Nella clip “Unpacking S2 E7” fissata alla fine del finale della seconda stagione, White suggerisce che la terza stagione potrebbe svolgersi in Asia e concentrarsi sulla “morte, religione e spiritualità orientale”.
“La prima stagione ha messo in evidenza i soldi, e poi la seconda stagione è il sesso”, ha detto White. “Penso che la terza stagione sarebbe forse uno sguardo satirico e divertente alla morte, alla religione e alla spiritualità orientali. Sembra che potrebbe essere un ricco arazzo fare un altro giro al White Lotus.
White ha precedentemente indicato che vorrebbe una terza stagione ambientata in Asia, dicendo a Deadline prima della premiere della seconda stagione: “Penso che sarebbe divertente forse andare in un continente completamente diverso. Sai, abbiamo fatto l’Europa, e forse l’Asia, qualcosa di folle del genere, sarebbe divertente.
Un momento nel finale della seconda stagione potrebbe indicare anche la posizione esatta della terza stagione. Mentre Ethan (Will Sharpe), Harper (Aubrey Plaza), Cameron (Theo James) e Daphne (Meghann Fahy) consumano la loro ultima cena al White Lotus in Sicilia, Cameron fa un brindisi all’amicizia e Daphne interviene: “L’anno prossimo, le Maldive!”
Nel segmento, White ha anche affrontato la morte scioccante di Tanya (Coolidge) nel finale, dicendo: “Alla fine della scorsa stagione, Tanya è seduta con Greg nell’ultimo episodio e sta parlando dei suoi problemi di salute. E lei dice: ‘Ho avuto ogni tipo di trattamento nel corso degli anni, la morte è l’ultima esperienza immersiva che non ho provato.’”
White ha continuato: “Stavo pensando, sarebbe così divertente riportare indietro Tanya perché è un personaggio fantastico, ma forse questo è il viaggio per lei, un viaggio verso la morte. Non che volessi davvero uccidere Tanya perché la amo come personaggio e ovviamente amo Jennifer, ma mi sentivo come se stessimo andando in Italia, è una tale diva – un archetipo femminile più grande della vita – sembrava che potessimo escogitare la nostra conclusione operistica per la vita di Tanya e la sua storia.
White ha detto che pensava che la morte di Tanya “per mano di qualcun altro fosse troppo tragica” e che Tanya “doveva dare il meglio di sé e che lei, in un certo senso, ha avuto una sorta di vittoria su chiunque stesse cospirando per sbarazzarsi di suo.”
“Mi ha fatto solo ridere pensare che le sarebbe piaciuto eliminare questa cabala di assassini e, dopo averlo fatto con successo, muore di questa morte da schifo, e sembrava che fosse proprio così Tanya”, ha aggiunto.
Per quanto riguarda la cospirazione di Greg (Jon Gries) e Quentin (Tom Hollander) per uccidere Tanya, White ha detto: “È possibile che Portia [Haley Lu Richardson] sia abbastanza spaventata da lasciar perdere, ma il fatto che tutti quei ragazzi muoiano sulla barca, sembra che ci debba essere qualcuno che rintraccerà Greg. Ma forse dovrai aspettare per scoprire cosa succede.
Alcuni di questi film sono stati migliori di altri, ma tutti sono stati caratterizzati da scene post-credits memorabili. Ora, con la Fase 4 giunta al termine, è arrivato il momento giusto per analizzare queste sequenze, classificandole dalla peggiore alla migliore; dai momenti più ironici, pensati per far ridere i fan, a quelli in cui si introducono nuovi personaggi (ce ne sono stati parecchi) e si gettano le basi per le storiyline future del franchise, c’è molto di cui discutere.
“È finita!”
Facendo ritorno a Terra-838, troviamo il Pizza Poppa di Bruce Campbell che si colpisce ancora in faccia prima che l’incantesimo di Doctor Strange svanisca. Ridendo come un maniaco, si gira verso la telecamera ed esclama: “È finita!”.
Spesso le scene post-credits sono comiche, ma questa ci è sembrata un’enorme perdita di tempo. Doctor Strange nel Multiverso della Follia è stato un ottimo film e non possiamo fare a meno di pensare che anticipare il destino della Strega Scarlatta o addirittura gettare le basi per il cameo di Wong in She-Hulk: Attorney at Law sarebbe stata una scelta migliore; invece, abbiamo semplicemente ottenuto la battuta finale di una pessima barzelletta.
La spada di Dane Whitman
Il Dane Whitman di Kit Haringtonè stato ampiamente sprecato in Eternals, ma questa scena ha almeno gettato le basi per la sua trasformazione in Black Knight…in qualche modo. Tornato alla casa di famiglia dopo aver assistito al rapimento di Sersi, apre una valigetta per rivelare la Lama d’Ebano prima che una voce misteriosa gli dica di fermarsi.
Ciò che la maggior parte dei fan non ha comprensibilmente capito all’epoca è che si trattava della lama di Mahershala Ali, il che ha reso questa sequenza più importante di quanto si pensasse. Tuttavia, un cameo vocale non è stato sufficiente e Blade avrebbe avuto bisogno di un’apparizione fisica.
I dieci anelli
Dopo la scomparsa di Wenwu, sembrava che la malvagia organizzazione dei Dieci Anelli fosse stata sconfitta, ma questa scena post-credits ha confermato che sua figlia, Xu Xialing, aveva deciso di riprendere il discorso da dove lei e il caro vecchio padre di Shang-Chi si erano interrotti.
Con Razor Fist al suo fianco, Xialing ha ora molto potere anche se, non sapendo a cosa condurrà, per il momento dobbiamo moderare le aspettative. Con un po’ di fortuna, le voci di una presentazione speciale di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anellisu Disney+ si riveleranno corrette. In ogni caso, è stata una scena post-credits interessante, anche se non strabiliante, per la quale valeva la pena aspettare.
Benvenuta, Clea
Doctor Strange nel Multiverso della Follia si è concluso con l’apertura di un terzo occhio sulla fronte dell’ex Stregone Supremo, che lasciava presagire un futuro oscuro e potenzialmente sinistro per l’eroe. Pochi istanti dopo, però, ha incontrato la Clea di Charlize Theron e sembrava perfettamente felice di quell’occhio in più, prima di saltare attraverso un portale verso la Dimensione Oscura dopo che gli era stato detto di aver causato un’Incursione.
È stato tutto un po’ sconcertante, ma non possiamo lamentarci troppo, soprattutto con il premio Oscar che interpreta l’amore della vita di Stephen Strange. Resta da vedere in che modo questo teaser di Doctor Strange 3 si inserirà nella più ampia Saga del Multiverso, ma di certo il colorato costume di Clea è accurato rispetto ai fumetti.
Jane Foster entra nel Valhalla
Thor: Love and Thunderè stato un film che si è mosso a rotta di collo, senza mai rallentare per dare ai suoi personaggi l’attenzione di cui avevano bisogno. Tuttavia, se guardiamo al di là dell’umorismo, per lo più terribile, possiamo sicuramente concordare sul fatto che il Mighty Thor di Natalie Portmanè stato una grande aggiunta al MCU.
Dopo aver compiuto l’estremo sacrificio per sconfiggere Gorr il Macellatore di Dei, in questo finale troviamo Jane trasportata magicamente nel Valhalla dopo essersi guadagnata l’accesso all’aldilà asgardiano. Accolta da Heimdall, la scienziata ottiene un lieto fine. La porta, nel frattempo, è quasi certamente lasciata aperta per il suo ritorno come valchiria, una traiettoria simile a quella della controparte a fumetti di Jane.
Peter chi?
Aggiunta a Spider-Man: No Way Home per la sua riedizione nelle sale quest’estate (in sostituzione del teaser di Doctor Strange nel Multiverso della Follia), questa scena fa luce su come funziona effettivamente l’incantesimo della memoria. Quando Betty Brant consegna l’ultimo servizio al Midtown News il giorno del diploma, vengono mostrate alcune foto dei suoi anni di liceo: tutte quelle in cui compare Peter Parker sono distorte per nascondere il volto dell’adolescente.
Questo solleva molte domande, ma almeno sembra suggerire che Spider-Man possa trovare un modo per far sì che la gente si ricordi di lui. Qualcosa che dovrà essere ripreso in Spider-Man 4, giusto?
Benvenuto tra gli Avengers
Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anellirimane uno dei migliori film della Fase 4 del MCU e questa scena mid-credits è stata un modo intelligente per sottolineare l’importanza dell’eroe in questo mondo condiviso. Incontrando Bruce Banner, Capitan Marvel e Wong, Shang-Chi e Katy scoprono che i Dieci Anelli significano molto di più di quanto pensino.
Oltre a suggerire che questo aspetto verrà esplorato in seguito, il ritorno di Bruce nella sua forma umana ha sollevato molte domande su cui i fan dovranno riflettere e il fatto di concludere questa importante scena con un po’ di karaoke è stato un bonus divertente.
L’entrata in scena di Hercules
I Marvel Studios hanno fatto cilecca con Zeus in Thor: Love and Thunder, con l’interpretazione del cattivo da parte di Russell Crowe che non ha funzionato come probabilmente sperava Taika Waititi. Il lato positivo è che appare un po’ più serio nella scena a metà dei titoli di coda del film, e la rivelazione che stia parlando con suo figlio, Hercules, si rivela una delle migliori sorprese della Fase 4.
Con la star di Ted Lasso, Brett Goldstein, nel ruolo, non vediamo l’ora di vederlo scontrarsi con il Dio del Tuono del MCU. I Marvel Studios hanno introdotto molti personaggi nelle scene dopo i titoli di coda nella Fase 4, ma Hercules rimane sicuramente uno dei migliori.
Il debutto di Starfox
A precedere l’arrivo di Hercules nel MCU è stato il debutto di Harry Styles come Starfox in Eternals. Gli immortali Makkari, Druig e Thena alla deriva nello spazio sono rimasti sorpresi quanto noi ad incontrare Eros, il fratello di Thanos, e la sua compagna Pip.
Meno si parla dei VFX utilizzati per dare vita a quest’ultimo, meglio è; tuttavia, la comparsa di Eros per aiutare la squadra a rintracciare i suoi compagni Eterni dopo il rapimento da parte di Arishem il Giudice è una cosa importante e un’ottima anticipazione del sequel per un film che, pur non essendo universalmente amato, ne merita comunque uno. Speriamo solo che questo non cada nel dimenticatoio a causa del fatto che il film è il primo “Rotten” dei Marvel Studios.
Black Widow Vs. Hawkeye
Pur non essendo necessariamente sbalorditiva, questa è in realtà una delle scene post-credits più significative tra quelle elencate e per questo merita un posto in classifica così alto. In lutto per la scomparsa della sorella in Black Widow, Yelena Belova viene avvicinata da Falcon e Valentina Allegra de Fontaine di The Winter Soldier con la missione di eliminare Occhio di Falco. Facendo credere all’assassino che Clint Barton fosse responsabile della morte di Natasha Romanoff, la scena ha stabilito che Val ha piani sinistri per il MCU.
Inoltre, ha fatto un ottimo lavoro nel preparare il terreno per Hawkeye, un punto a favore quando molte delle scene post-credits citate stanno preparando progetti futuri che potrebbero o non potrebbero accadere (e che non sono ancora stati annunciati).
Venom nel MCU
La scena post-credits di Venom: Let There Be Carnage ha visto Eddie Brock trasportato misteriosamente nel MCU, con il simbionte che si è subito interessato a Spider-Man. Non ci aspettavamo necessariamente che questa scena venisse ripresa in Spider-Man: No Way Home, perché in realtà sembrava più un’anticipazione di Venom 3. L’antieroe non si è visto da nessuna parte in questo blcokbuster multiversale fino a questa scena di metà film, quando è stato mandato a casa senza nemmeno incontrare Peter Parker.
Piuttosto deludente, vero? In un certo senso sì, ma è stato anche divertente. Il motivo principale per cui si trova qui, tuttavia, è che un pezzo del simbionte Venom è stato lasciato nel MCU, scelta che pone finalmente le basi per far ottenere a Spider-Man il suo costume da alieno.
L’unica scena post-credits di Black Panther: Wakanda Foreverè una sequenza molto emozionante che vede Nakia avvicinarsi a Shuri sulla spiaggia di Haiti dove ha scelto di bruciare il suo abito funebre. È allora che la nuova Pantera Nera viene presentata a Toussaint, il figlio segreto di T’Challa. I due chiacchierano prima che il ragazzo dica alla zia che il suo vero nome wakandiano è “T’Challa“.
È un momento straordinario, un bel modo di concludere questo eccellente sequel e un giusto tributo a Chadwick Bosemane all’eroe che ha interpretato. Un giorno ci aspettiamo che erediti il mantello, ma prima di allora non vediamo l’ora di vedere Shuri in azione.
Si è svolta ieri sera la cerimonia di assegnazione degli EFA Awards 2022, occasione in cui Triangle of Sadness di Ruben Ostlund ha portato a casa il maggior numero di vittorie, compreso quello al miglio film.
Ne esce bene anche l’Italia, che vede assegnato a Marco Bellocchio il premio EUROPEAN INNOVATIVE STORYTELLING per Esterno Notte e a Laura Samani il premio EUROPEAN DISCOVERY per Piccolo Corpo.
EUROPEAN FILM AWARD 2022, TUTTI I Vincitori
FILM EUROPEO – TRIANGLE OF SADNESS di Ruben Ostlund (Svezia/Germania/Francia/Regno Unito)
DOCUMENTARIO EUROPEO – MARIUPOLIS 2 di Mantas Kvedaravicius (Lituania/Francia/Germania)
Todd Phillips ha condiviso la prima immagine dal set del giorno 1 di Joker: Folie à Deux. Arrivato in mezzo alla diffidenza generale, il primo film venne presentato nel 2019 alla Mostra Internazionale d’Arte cinematografica della Biennale di Venezia dove vinse il Leone d’Oro, arrivando fino alla notte degli oscar, che vide invece trionfare Joaquin Phoenix per la sua performance.
Di seguito, ecco la prima immagine dell’attore che si è di nuovo calato nei panni del personaggio dei fumetti che ha trovato nuova vita con la sua interpretazione:
I dettagli della trama sono ancora per lo più nascosti, ma sappiamo che la maggior parte del film si svolgerà ad Arkham Asylum e conterrà significativi “elementi musicali”. Rumors recenti inoltrehanno anche suggerito che la versione di Gaga su Harley Quinn avrà un ruolo più importante di quanto originariamente riportato, con la storia che si svolge interamente dal suo punto di vista.