Aperte le
iscrizioni ai concorsi internazionali per lungometraggi e
cortometraggi del Lucca Film Festival e Europa Cinema
2020, il festival in programma dal 18 al
26 aprile 2020 tra Lucca e
Viareggio,unodegli
eventi di punta tra le manifestazioni organizzate e supportate
dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.
Il
festival,che ha portato negli anni in
Toscana grandi nomi del cinema internazionale
da Oliver Stone a David
Lynch, da Rutger
Hauer a George Romero, è da
sempre impegnato a valorizzare produzioni contemporanee
indipendenti e il concorso rappresenta una vetrina internazionale
grazie al quale registi da tutto il mondo potranno candidare i
propri film alla sezione competitiva in programma al festival.
Concorso
Lungometraggi
I film
selezionati per il concorso lungometraggi saranno 12 e competeranno
per l’assegnazione di tre premi: il Miglior
lungometraggio (3000 euro), assegnato da una giuria
composta da nomi di spicco nel panorama
cinematografico, Miglior lungometraggio – giuria
studentesca, conferito da una giuria di studenti
universitari e Miglior
lungometraggio– giuria
popolare (premio del pubblico). I film possono
essere iscritti entro il 28 febbraio. La giuria internazionale
delle precedenti edizioni è stata composta da celebrità del mondo
del cinema quali Paulo Branco, Daniele Gaglianone, Cristi Puiu,
Rutger Hauer e Philip Groening. Il comitato di selezione sarà
composto da Martino Martinelli, Stefano Giorgi e Cristina
Puccinelli. Le pellicole selezionate saranno annunciate (sul
sito e sulla pagina Facebook della manifestazione) entro il 27
marzo 2020 (per informazioni: [email protected]).
Il bando completo è disponibile sul sito del
Festival: www.luccafilmfestival.it/iscrizione-concorso-lungometraggi-2020
Concorso
Cortometraggi
Confermata la
storica competizione dei cortometraggi –
alla sua quindicesima edizione
– cheoffre
un premio in denaro per l’opera
vincitrice del valore di 500 euro. Le candidature
potranno essere presentate entro il 28
febbraio, inviando il lavoro sotto forma di link
a [email protected] oppure
iscrivendosi sulle piattaforme
di Filmfreeway e Festhome. Sono più
di 300 i lavori che ogni anno arrivano al vaglio del
comitato di selezione; tra gli autori anche nomi celebri, come
quello di Adan Jodorowsky, figlio del celeberrimo artista cileno,
ma anche registi del calibro di Luca Ferri, Adriano Valerio,
Giuseppe Boccassini, Giuseppe Spina, Leonardo Carrano. Le
opere selezionate dal comitato presieduto da Rachele Pollastrini
saranno annunciate ufficialmente (sul sito e sulla pagina Facebook
della manifestazione) entro il 27 marzo (per informazioni scrivere
a [email protected]) Il bando è
disponibile sul sito del
festival: www.luccafilmfestival.it/iscrizione-al-concorso-di-cortometraggi-2020 .
Per iscriversi
alle giurie studentesca bisogna inviare
una e-mail a [email protected] con oggetto:
“LFFEC20 Giuria Studentesca” (entro il 27
marzo).
Il Lucca Film
Festival e Europa Cinema, presieduto da Nicola Borrelli, è un
evento a cadenza annuale di celebrazione e diffusione della cultura
cinematografica che coinvolge ogni anno un pubblico sempre più
ampio. Grazie a proiezioni, mostre, convegni e concerti il Festival
si distingue tra i tanti grazie a programmazioni audaci ma al
contempo attentamente studiate.
Il Lucca Film
Festival e Europa Cinema è tra gli eventi di punta delle
manifestazioni organizzate e sostenute dalla Fondazione Cassa di
Risparmio di Lucca. Banca Generali Private e Banca Pictet sono i
Main Sponsor della manifestazione e le mostre sono prodotte con il
sostegno di Societe Generale. Il festival si avvale inoltre del
supporto di Fondazione Banca del Monte di Lucca, Lucar S.p.A,
ICare, Martinelli Luce, Wella, Lions Club Lucca Le Mura,
Luccaorganizza, Il Ciocco S.p.A, Cantina Campo alle Comete,
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo,
Regione Toscana, Fondazione Sistema Toscana, Comune di Lucca,
Comune di Viareggio della collaborazione e co produzione di
Provincia di Lucca, Robert F. Kennedy Human Rights Italia, Teatro
del Giglio di Lucca, Fondazione Giacomo Puccini e Puccini Museum –
Casa Natale, Fondazione Carlo Ludovico Ragghianti, Fondazione UIBI,
Università degli Studi di Firenze, Accademia di Belle Arti di
Carrara, CNA Cinema e Audiovisivo Toscana, Istituto Luigi
Boccherini e Liceo Artistico Musicale e Coreutico Augusto
Passaglia. Si ringraziano anche Federazione Italiana Teatro Amatori
(FITA), Lucca Comics & Games, la Direzione
Regionale di Trenitalia, Unicoop Firenze, Confcommercio delle
Province di Lucca e Massa Carrara, il Corso di Laurea in Discipline
dello Spettacolo e della Comunicazione del Dipartimento di Civiltà
e Forme del Sapere dell’Università di Pisa e Photolux Festival per
la collaborazione
New
Mutants arriverà finalmente nelle sale americane il
prossimo 3 aprile, grazie alla Disney. Nonostante la
travagliatissima produzione, il primo trailer
ufficiale del film di Josh Boone sembra
confermare che il progetto non sia particolarmente cambiato in
seguito all’acquisizione della Fox da parte della Casa di
Topolino.
Anche se il film sembrava essere
destinato a non vedere mai la luce, le cose sono fortunatamente
cambiante e le prime immagini ufficiali hanno dimostrato che ci
sono diversi elementi per cui essere ancora emozionati in merito
all’uscita del tredicesimo film dell’universo
X-Men. Di seguito abbiamo raccolti 5 motivi per
cui non vediamo l’ora di vedere il cinecomic basato sulla serie a
fumetti Marvel “Nuovi Mutanti”:
Nuovi personaggi
È sempre
emozionante vedere nuovi personaggi sul grande schermo, soprattutto
se si è fan delle storie a fumetti. Tuttavia, raccontare la storia
di alcuni giovani mutanti alle prese con lo sviluppo dei loro
poteri rappresenta una scelta decisamente inedita. È sempre bello
vedere nuova linfa vitale prendere corpo sul grande
schermo.
È un processo che
permette di puntare i riflettori su alcuni personaggi meno
conosciuti che potrebbero rubare la scena, offrendo opportunità
agli attori di interpretare personaggi che potrebbe essere molti
amati dal pubblico.
I mutanti verso il MCU?
Anche se è altamente improbabile, la
prospettiva che New Mutants rappresenti l’introduzione
degli X-Men all’interno dell’Universo Cinematografico Marvel è comunque allettante. Le
potenzialità dell’introduzione di questi personaggi nell’universo
condiviso creato da Kevin Feige sarebbero davvero sconfinate.
I fan aspettano da tantissimo tempo
di vedere gli X-Men al fianco degli Avengers: ecco perché sono in
molti a sperare che New Mutants possa effettivamente
essere collegato al MCU. Sarà davvero così? La speranza
è sempre l’ultima a morire…
Magik
Uno dei più grandi personaggi ad
aver il potenziale necessario a catturare davvero il favore del
pubblico è senza ombra di dubbio Magik. Il casting di Anya
Taylor-Joy sembra particolarmente azzeccato, ma c’è qualcosa di
veramente speciale che riguarda questo membro dei Nuovi
Mutanti.
Le abilità di Magik sono
sorprendenti e negli ultimi anni è diventata sempre più popolare
grazie ai fumetti. Con una storia sviluppata su più livelli ed un
viaggio reso interessante, crediamo che il personaggio possa
davvero essere una delle cose migliori del film.
Il tono horror del film
La
decisione di particolareggiare questo film con una serie di
venature horror è stata certamente un colpo di genio: è innegabile
quanto il progetto risalti e si allontani da alcuni canoni
piuttosto tradizionali che avrebbero potuto etichettarlo come il
“classico film di supereroi”. Ci auguriamo davvero che il film
riesca a spingersi oltre i limiti e che non si limiti alla
tradizionale confezione del prodotto per famiglie.
Non ci sono mai stati film di
supereroi che abbiano provato a giocare con il genere horror,
quindi pensiamo che New Mutants possa essere l’occasione
perfetta per regalare agli spettatore qualche momento davvero
spaventoso.
Sinistro
Ci sono
stati diversi rumor sui villain che sarebbero stati coinvolti nel
film. Se da un lato sembra essere certa la presenza di alcuni
antagonisti mutanti, dall’altro c’è da essere alquanto entusiasti
all’idea che il film possa introdurre il personaggio di Sinistro
sul grande schermo.
L’arrivo del personaggio è stato
anticipato diverse volte, anche nella scena dei titoli di coda di
X-Men: Apocalisse, con riferimento alla Essex Corporation.
È uno degli storici nemici degli X-Men, noto per le sue abilità e
per i suoi esperimenti sui mutanti. I fan non vedono l’ora di
vedere il personaggio prendere vita al cinema. E se fosse proprio
New Mutants l’occasione che molti aspettavano?
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker ha ufficialmente superato il miliardo di
dollari al box office mondiale. Uscito lo scorso dicembre, il film
ha ufficialmente chiuso la saga degli Skywalker iniziata nel
lontano 1977 con Una Nuova Speranza. Nonostante
l’importante traguardo, però, la corsa al box office del film di
J.J. Abrams è stata certamente più lenta rispetto
ai precedenti due episodi della trilogia sequel.
Stando ai dati riportati da CNBC,
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker ha
ufficialmente superato il miliardo di dollari al box office
mondiale, diventando il settimo film della Disney uscito nel 2019 a
tagliare l’importante traguardo. In America la pellicola ha
incassato fino ad ora 481 milioni di dollari, mentre nel resto del
mondo ne ha raccolti 591 milioni, arrivando così a toccare la vetta
del miliardo a 28 giorni dalla sua release.
Se messo a paragone con i risultati
raggiunti da Il Risveglio della Forza e Gli Ultimi
Jedi, la cosa al miliardo de L’Ascesa di Skywalker è
stata certamente più indolente: Episodio VII ha raggiunto
il miliardo al botteghino a soli 12 giorni dall’uscita, mentre
Episodio VIII a soli 19. Anche se la vita in sala del film
non si è ancora esaurita, è altamente improbabile che Episodio
IX riesca a chiudere la sua corsa superando gli 1.3 miliardi
del film di Rian Johnson.
Lucasfilm e il
regista J.J. Abrams uniscono ancora una
volta le forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio
verso una galassia lontana lontana con Star Wars:
L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente conclusione
dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno nuove leggende
e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.
Il cast del film
comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver,
Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi
Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri
Russell, Joonas Suotamo, Kelly Marie
Tran, con Ian
McDiarmid e Billy Dee
Williams.
Diretto da J.J. Abrams e prodotto da
Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle Rejwan, Star Wars:
L’Ascesa di Skywalker è scritto da J.J. Abrams e Chris
Terrio, mentre Callum Greene, Tommy Gormley e Jason McGatlin sono i
produttori esecutivi.
Ospite dello show di Ellen DeGeneres
in occasione della promozione di Dolittle,Robert Downey Jr. ha incontrato un giovane fan che
gli ha raccontato come il personaggio di Iron Man
abbia cambiato la sua vita. Sul canale YouTube del popolarissimo
show americano, è stato caricato un estratto dell’ospitata a Downey
Jr. in cui è lo stesso attore ad intervistare Vincent, un ragazzino
di 10 anni, ospite del talk insieme ai suoi genitori.
La madre di Vincent ha spiegato che
il bambino ha smesso di parlare quando aveva soltanto un anno e che
all’età di quattro gli è stato diagnosticato l’autismo. Quando
Robert Downey Jr. ha chiesto a Vincent com’è stato
perdere la capacità di comunicare, il bambino ha spiegato che è
stato estremamente doloroso. Il padre di Vincent ha raccontato che
è stato molto difficile per suo figlio imparare a farsi degli amici
e a comunicare i propri bisogni e i propri sentimenti.
Nel corso dell’intervista il piccolo
Vincent ha orgogliosamente rivelato che i suoi genitori gli hanno
regalato un elmetto di Iron Man. Una volta
indossato, Vincent è riuscito a superare le sue paure e a diventare
molto più sicuro di sé. Lo stesso padre di Vincent ha spiegato che
proprio grazie all’elmetto, suo figlio è diventato un bambino
diverso, capace adesso di sfruttare ancora di più la sua
immaginazione, di comunicare con gli altri e di aprirsi a loro.
Potete vedere il bellissimo estratto dell’intervista di
seguito:
Molte persone sottovalutano
l’impatto significativo che i film di supereroi e i fumetti possono
avere sui bambini, che guardando questi personaggi ordinari
trasformarsi in supereroi e salvare il mondo si sentono ispirati e
diventano più sicuri. È molto importante, in una società come la
nostra, che i bambini abbiano modelli da seguire come questi eroi,
portatori di valori positivi utili a migliorare la fiducia in se
stessi. Celebrità come Robert Downey Jr., che
sfruttano l’opportunità di interpretare personaggi come Iron Man
per entrare in contatto con le milioni di persone che li ammirano,
meritano soltanto elogi.
A proposito di
Dolittle, ricordiamo che il film arriverà
nelle sale italiane il 30 gennaio. Il personaggio del Dottor
Dolittle è stato creato dall’autore
britannico Hugh Lofting nel 1920. Il cast del
film è pieno di star che prestano la loro voce ai protagonisti in
CGI, tra cui Rami Malek, Emma Thompson, Michael Sheen,
Selena Gomez, Octavia Spencer, Antonio Banderas, John Cena, Marion
Cotillard e Tom Holland.
Il prossimo James
Bond potrebbe essere interpretato da un attore di colore,
ma di sicuro non da una donna, stando a quanto rivelato di recente
dai produttori della saga. No Time to
Die, in arrivo nelle sale italiane il prossimo
aprile, segnerà l’ultima apparizione cinematografica di
Daniel Craig nei panni dell’agente 007. Da tempo
ormai si vocifera su chi sarà a raccogliere l’eredità dell’attore
britannico: Idris Elba e Tom
Hiddleston sono stati a lungo i più quotati, ma per un
certo periodo si è parlato anche della possibilità che l’iconico
James Bond venisse interpretato da una donna.
Al centro della discussione è poi
finita l’attrice Lashana Lynch (Captain Marvel), che in molti hanno dato
come futura interprete del famoso agente. In effetti, il primo
trailer ufficiale di No Time to Die ha
svelato che la Lynch interpreterà nel film il personaggio di Nomi,
conosciuta anche come Agente 00: e se il personaggio anticipasse la
venuta di una nuova generazione di spie? Se fosse proprio Nomi a
raccogliere l’eredità di Bond? Ad ogni modo, dal primo trailer
emerge tanto una certa rivalità tra l’agente in questione e Bond,
quanto il fatto che alla fine i due uniranno le forze per
combattere il villain Safin interpretato dal premio Oscar
Rami Malek.
Al momento i dettagli più nascosti
della trama di No Time to Die non sono
stati sviscerati, ecco perché – trattandosi dell’ultima
interpretazione di Craig – in molti continuano a chiedersi chi sarà
il prossimo James Bond. In una recente intervista con Variety, gli storici
produttori della saga Barbara Broccoli e
Michael G. Wilson hanno affrontato proprio la
questione, rivelando di non aver ancora iniziato a pensare al
prossimo attore per la saga, essendo ancora troppo focalizzati su
Bond 25. I due produttori, però, hanno
anche confermato che, al di là del nuovo attore che verrà scelto
per l’iconico ruolo, questo non sarà di sicuro una donna. La
Broccoli ha spiegato: “Potrebbe essere un attore di colore, ma
sarà un uomo. Credo assolutamente che si debbano creare nuovi
personaggi per le donne, nuovi personaggi femminili forti. Ma non
sono particolarmente interessata a prendere un personaggio maschile
e a farlo interpretare ad una donna. Penso che le donne possano
aspirare a personaggi ancora più interessanti di questo.”
E sempre a proposito del futuro
della saga di James Bond, sempre la Broccoli nel corso della
medesima intervista ha spiegato che nulla esclude che i prossimi
film del franchise possano essere destinati non più al grande
schermo, ma bensì ad uno dei colossi dello streaming. Queste le sue
parole: “Facciamo questi film per il pubblico. Ci piace pensare
che questi film vengano realizzati per essere fruiti attraverso il
grande schermo. Detto questo, però, bisogna anche guardare al
futuro. Sono i fan che decidono in che modo preferiscono consumare
un determinato prodotto e goderne il più possibile. Credo che non
si possa escludere nulla, perché è il pubblico che prende quel tipo
di decisioni. Non siamo noi.”
Il film, atteso nelle sale l’8
aprile 2020, vede nel cast Daniel
Craig (James Bond), Ralph
Fiennes (M), NaomieHarris (Eve
Moneypenny), Ben
Whishaw (Q), Rory
Kinnear (Bill Tanner) e Jeffrey
Wright (Felix Leiter). Le new entry del cast sono
invece Rami
Malek, Billy Magnussen, Lashana
Lynch e Ana de Armas.
Vi ricordiamo che la produzione ha
assunto Phoebe Waller-Bridge per
“ravvivare” lo script di Bond 25 sotto
speciale richiesta di Craig, grande fan
di Fleabag e Killing
Eve, le due serie prodotte e scritte dall’attrice. Era dal
1963 (l’ultima fu Johanna Hardwood con Dr.
No e From Russia With Love) che la casa di
produzione non assumeva una donna per dare voce ai personaggi del
franchise, una scelta oggi più che mai “rilevante”.
In No Time To
Die, Bond si gode una vita tranquilla in
Giamaica dopo essersi ritirato dal servizio attivo. Il suo quieto
vivere viene però bruscamente interrotto quando Felix Leiter, un
vecchio amico ed agente della CIA, ricompare chiedendogli aiuto. La
missione per liberare uno scienziato dai suoi sequestratori si
rivela essere più insidiosa del previsto, portando Bond sulle
tracce di un misterioso villain armato di una nuova e pericolosa
tecnologia.
Luke Skywalker sarebbe dovuto
apparire sotto forma di Fantasma di Forza a Kylo Ren nella versione
di Star Wars: Episodio IX ad opera di
Colin Trevorrow. Come sappiamo ormai tutti, il
regista di Jurassic World era stato incaricato dalla
Lucasfilm di scrivere e dirigere Star Wars 9, per poi
abbandonare il progetto a causa di alcune divergenze creative.
Così, J.J. Abrams venne nuovamente coinvolto nella
saga – dopo aver già diretto Il Risveglio della Forza – e
lavorò a quello che è poi diventato L’Ascesa di
Skywalker.
Nonostante abbia ufficialmente
superato il miliardo al box office mondiale e sia stato comunque
accolto in maniera positiva da una larga fetta del fandom di
Guerre Stellari, il film ha ricevuto anche molte critiche
negative, spingendo tanto il pubblico quanto gli addetti ai lavori
a chiedersi come sarebbe effettivamente stata la versione del film
firmata da Trevorrow.
Nella giornata di ieri vi abbiamo
appunto riportato i dettagli sulla
versione di Star Wars: Episodio IX ad
opera di Colin Trevorrow, emersi online grazie ad
un report di The Playlist. La
sceneggiatura del regista, intitolata “Duel of the
Fates“, contiene alcune differenze sostanziali
rispetto a quella de L’Ascesa di
Skywalker. Le principali differenze riguardano il
ruolo di Rose Tico e il fatto che Rey non sia la nipote di
Palpatine (che nel film non sarebbe neanche dovuto comparire).
Anche l’arco narrativo di Kylo Ren doveva essere completamente
diverso. Ne L’Ascesa di Skywalker assistiamo alla sua
redenzione e al sacrificio da parte di Ben per salvare Rey (e la
Galassia); in Duel of the Fates, invece, tutti i tentativi
di riportare Ben al Lato Chiaro della Forza si rivelano vani, e il
personaggio muore restando il villain che abbiamo imparato a
conoscere nei primi due capitoli.
Adesso, nuovi dettagli emersi sulla
versione di Star Wars 9 di Trevorrow rivelano che in
Duel of the Fates il personaggio di Kylo avrebbe dovuto
fare i conti con un estremo conflitto personale, molto diverso
rispetto a quello visto nel film di Abrams. Stando ad un nuovo
report di Collider, infatti, la
missione principale di Kylo nella sceneggiatura di Trevorrow era
quella di porre fine alla lotta tra i Jedi e i Sith una volta per
tutte. All’inizio del film, Kylo si trovava nel vecchio castello di
Vader, su Mustafar, a combattere contro le voci e perfino contro le
visioni di suo nonno. Ancora più interessante è il fatto che il
personaggio di Luke Skywalker sarebbe apparso a Kylo sotto forma di
Fantasma di Forza, collegamento diretto alla battuta di Luke
“Ci vediamo, ragazzino!” alla fine de Gli Ultimi
Jedi.
I personaggi di Luke e Kylo hanno
sempre avuto una dinamica molto affascinante all’interno della
trilogia sequel e sarebbe stato sicuramente interessante vedere
un’ultima interazione tra i due personaggi nel capitolo finale
della saga degli Skywalker. Nonostante Gli Ultimi Jedi
sembra anticipare che la storyline di Luke e Kylo non si sia ancora
conclusa, ne L’Ascesa di Skywalker i due personaggi non
interagiscono mai, mentre vediamo Kylo in preda ai suoi tormenti e
alle sue angosce per l’assassinio di suo padre Han Solo.
Celebre per i suoi ruoli televisivi,
l’attrice Kate Walsh si è distinta per la sua
capacità di assumere ruoli sempre diversi, in generi distanti l’uno
dall’altro. A renderla famosa, in particolare, è stato il ruolo di
Addison Montgomery nella serie Grey’s Anatomy. Negli anni
ha saputo reinventarsi, trovando in più occasioni il favore della
critica e del pubblico.
Ecco 10 cose che non sai su
Kate Walsh.
Kate Walsh: i suoi film
1. È celebre per aver
partecipato ad un noto film. L’attrice debutta al cinema
nel 1996 con il film Crocevia per l’inferno.
Successivamente recita in The Family Man (2000), Sotto
il sole della Toscana (2003), After the Sunset
(2004), Derby in famiglia (2005), Vita da strega
(2005), e Legion (2010). Nel 2012 diventa celebre con la
sua partecipazione al film Noi siamo
infinito, dove recita accanto all’attrice Emma
Watson. Negli anni seguenti recita in Scary Movie
V (2013), Estate a Staten Island (2015), The
Silent Man (2017), Il viaggio delle ragazze (2017) e
A Modern Family (2018).
2. È celebre per i ruoli
televisivi. Negli anni l’attrice si è distinta per i suoi
ruoli televisivi, recitando in serie come Homicide (1997),
Law & Order (1997), Il fuggitivo (2001), e
CSI – Scena del crimine (2004). Ottiene però la fama con
la serie Grey’s Anatomy, dove recita dal 2005 al 2012.
Riprende il ruolo di Addison Montgomery nello spin-off Private
Practice, in onda dal 2007 al 2013. Successivamente recita
nelle serie Fargo (2014), Bad Judge (2014-2015),
Tredici (2017-in corso) e The Umbrella
Academy (2019-in corso).
3. Ha prodotto una serie
TV. La Walsh figura come produttrice esecutiva della serie
Bad Judge, di cui è protagonista nel ruolo di Rebecca
Wright. Composta da una stagione di tredici episodi, la serie è una
commedia incentrata sulla vita privata di un giudice della Corte
Criminale.
Kate Walsh è su Instagram
4. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 2,6 milioni di persone.
All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie
scattate in momenti di svago, con amici o colleghi. Non mancano
tuttavia anche immagini o video promozionali dei suoi progetti da
interprete.
Kate Walsh in Grey’s Anatomy
5. Potrebbe tornare nella
nuova stagione. Presenza fissa durante le prime tre
stagioni della serie, l’attrice ha in seguito lasciato per recitare
nello spin-off a lei dedicato. Stando a quanto riportato da alcune
indiscrezioni, l’attrice potrebbe apparire nella celebre serie
medical-drama, anche solo come guest star. La Walsh non ha né
confermato né smentito la notizia, affermando solo di essere sempre
rimasta vicino alle vicende di Grey’s Anatomy.
Kate Walsh in Private Practice
6. Ha lasciato la serie per
nuovi progetti. Dopo aver recitato in oltre cento episodi
della serie Private Practice, l’attrice ha confermato la
sua decisione di abbandonare il ruolo per potersi dedicare a nuovi
progetti, cinematografici e televisivi, appendendo dunque al chiodo
il personaggio che l’ha accompagnata per diversi anni della sua
carriera.
Kate Walsh in Tredici
7. Ha interpretato un ruolo
importante. L’attrice ha recitato nelle prime due stagioni
della serie Netflix Tredici, ricoprendo il ruolo di Olivia
Baker, madre della protagonista Hannah Baker. Per vendicare la
morte della figlia, la donna darà il via ad un duro processo legale
contro la scuola dove la figlia era vittima di bullismo.
Kate Walsh in The Umbrella
Academy
8. Ha avuto un ruolo
ricorrente. Nella serie Netflix The Umbrella
Academy l’attrice dà vita al personaggio The Handler, una
donna che lavora per la Commissione ed ha la capacità di viaggiare
nello spazio e nel tempo grazie ad alcune speciali valigette. Il
personaggio si è affermato come uno dei principali villain, dando
modo all’attrice di sfoggiare nuove sfumature del suo talento.
Kate Walsh non ha figli
9. Non ha avuto
figli. Nonostante diverse relazioni ed un matrimonio,
l’attrice non ha avuto figli. In generale, riguardo la sua vita
sentimentale, si è sempre mostrata piuttosto riservata, preferendo
non diffondere notizie a riguardo, né tramite i social network né
tramite interviste.
Kate Walsh età e altezza
10. Kate Walsh è nata a San
Jose, in California, Stati Uniti, il 13 ottobre 1967.
L’attrice è alta complessivamente 174 centimetri.
Noto per la serie di film di
American Pie, l’attore Jason Biggs si è
negli anni costruito una carriera all’insegna della comicità,
recitando in celebri commedie e numerose serie TV. I fan lo
ricordano tuttavia per il ruolo dell’imbranato Jim Levenstein, il
quale gli ha permesso di sfoggiare il suo carisma comico.
Ecco 10 cose che non sai di
Jason Biggs.
Jason Biggs: i suoi film
1. È celebre per i suoi film
comici. L’attore debutta al cinema nel 1997 con il film
Camp Stories, per poi ottenere la fama con American
Pie (1999), film divenuto negli anni un vero e proprio cult,
dove l’attore interpreta il personaggio di Jim Levenstein.
Successivamente l’attore recita in commedie come Boys and Girls
– Attenzione: il sesso cambia tutto (2000), American
School (2000), Assatanata (2001) e American Pie
2 (2001) e American Pie – Il matrimonio (2003).
Prende parte poi ai film Anything Else (2003), Jersey
Girl (2004), 8 amici da salvare (2006), La sposa
fantasma (2008), e La ragazza del mio migliore amico
(2008). Nel 2012 riprende il ruolo che l’ha reso celebre nel film
American Pie: Ancora
insieme. Negli ultimi anni recita invece nei film
Grassroots (2011), Amateur Night (2016) e
Caro dittatore (2018).
2. Ha recitato anche in
televisione. Biggs ottiene una prima notorietà recitando
nella serie Un professore alle elementari (1991-1992), per
poi prendere parte a Così gira il mondo (1994-1995),
Total Security (1997), Mad Love (2011), The
Good Wife (2012-2013) e in Orange Is The New Black
(2013-2019), dove ricopre il ruolo di Larry Bloom. Nel 2016 recita
invece nella serie I Like You Just the Way I Am.
3. Ha ricoperto il ruolo di
produttore. L’attore ha ricoperto in più occasioni il
ruolo di produttore, il più delle volte per progetti che lo
vedevano partecipare anche come interprete. Tra questi si
annoverano la serie Mad Love e il film American Pie:
ancora insieme.
4. Ha doppiato un celebre
personaggio. Biggs si è affermato anche come doppiatore
della serie animata Teenage Mutant Ninja Turtles,
andata in onda dal 2012 al 2014. Qui l’attore prestava la voce a
Leonardo, il leader del celebre gruppo di tartarughe ninja.
Jason Biggs è su Instagram
5. Ha un acocunt
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo, seguito da 562 mila persone.
All’interno di questo Biggs è solito condividere foto scattate in
momenti di svago, con amici o colleghi. Non mancano tuttavia anche
immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.
Jason Biggs e Adam Sandler
6. Viene spesso confuso con
il noto attore. Biggs viene spesso confuso con il celebre
attore comico Adam Sandler. Date le loro carriere
composte di film talvolta simili, i due interpreti sono infatti
stati più volte oggetto di tale scambio, a tal punto che in molti
sono convinti che sia Sandler ad aver recitato in American
Pie.
Jason Biggs e Woody Allen
7. È stato protagonista di
un film del noto autore. Nel 2003, nel pieno della sua
popolarità, l’attore è stato scelto da Woody Allen
come interprete principale del suo film Anything Else. Qui
ricopre il ruolo di Jerry Falk, problematico autore comico in piena
crisi di coppia. Ad aiutarlo sarà l’anziano David Dobel,
interpretato dallo stesso Allen.
Jason Biggs in American Pie
8. Ha dovuto personalmente
girare le scene di sesso. Per girare le scene di sesso del
film, la produzione aveva previsto delle controfigure per gli
interpreti principali. La controfigura di Biggs, però, si presentò
il giorno delle riprese con una profonda cicatrice sullo stomaco,
venendo così licenziato perché inutilizzabile. L’attore fu così
costretto a girare personalmente tali scene.
Jason Biggs in Orange Is The New
Black
9. Il suo personaggio non è
stato sviluppato. Nella celebre serie Netflix, l’attore
aveva ricoperto il ruolo di Larry Bloom, ex fidanzato del
personaggio Piper. Tuttavia l’attore ha dichiarato che gli
sceneggiatori hanno preferito tralasciare il personaggio per
concentrarsi sulle storie di altri personaggi, e che per tanto non
sarebbe comparso nelle nuove stagioni.
Jason Biggs età e altezza
10. Jason Biggs è nato a
Pompton Plains, New Jersey, stati Uniti, il 12 maggio
1978. L’altezza complessiva dell’attore è di 175 centimetri.
Dopo il successo di
Goodnight Mommy, presentato alla Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia alla sua 71°
edizione, Severin Fiala e Veronika
Franz tornano al cinema con The
Lodge, che parte da un concept molto simile al loro
film d’esordio, ma che ha esiti estremamente differenti.
Nell’opera prima dei registi
austriaci una donna, a seguito di un incidente, rimane
profondamente sfigurata e i suoi figli non riescono a riconoscere,
sotto alle bende che le proteggono il volto, la madre che
conoscevano. In questo film, invece, una giovane donna rimane da
sola con i figli del nuovo fidanzato, che rifiutano la sua
esistenza nella vita del padre e la colpevolizzano per il suicidio
della madre. In una baita in montagna, isolati dal resto del mondo,
i tre dovranno fare i conti con fantasmi del passato e segreti
inconfessabili, mentre lo spettatore sarà di volta in volta tratto
in inganno, senza capire da che parte sia la verità.
La trama di The
Lodge
Il concept del film è decisamente
vincente. La prima mezz’ora della storia imposta una serie di
elementi molto intriganti, che sembrano appartenere al genere
thriller che volge al sovrannaturale, dal trauma nella vita dei
piccoli protagonisti (il suicidio della madre) al passato
inquietante della loro aspirante matrigna che, da piccola, fu
l’unica sopravvissuta di una strage dai risvolti misteriosi che
vide vittima un’intera setta religiosa guidata dal padre della
donna.
A questi elementi, che si collocano
perfettamente nella tradizione del genere thriller, e che quasi
arrivano a lambire l’horror, si infrangono però contro un problema
di fondo, in The Lodge: la storia sembra
girare su se stessa e moltissimi di questi elementi non trovano un
vero e proprio riscontro nello sviluppo delle vicende, non trovano
una giustificazione nel corso degli eventi. La casa delle bambole
sembra premonire ed evocare ciò che accadrà, ma non assume mai un
vero e proprio senso diegetico, limitandosi ad essere una specie di
elemento premonitorio soltanto per lo spettatore.
Allo stesso modo, il passato
traumatico della protagonista femminile finisce per essere
solamente tratteggiato, un gancio per spingere i due bambini a
prendere delle decisioni specifiche, nel film, che porteranno
avanti la narrazione in maniera che confonde lo spettatore, ma
forse non nella maniera partecipativa sperata. Ovvero lo spettatore
si ritrova confuso dal racconto, ma non perché i registi riescono
ad instillare in lui il dubbio sull’identità del “cattivo” nella
storia, ma perché loro stessi sembrano confusi nella
rappresentazione degli eventi.
Una bella regia non basta
Nonostante questo aspetto abbastanza
importante, Severin Fiala e Veronika
Franz si confermano maestri della messa in scena e della
regia, riuscendo a sopperire alle mancanze della scrittura con uno
stile davvero elegante, che mette in risalto le location
incredibili e le performance, anch’esse degne di nota. Su tutti
Riley Keough che riesce con grande bravura a
tratteggiare il suo personaggio, nonostante una scrittura non
troppo solida.
The Lodge
utilizza al meglio il linguaggio del thriller ma distribuisce male
gli elementi della sua storia, provocando un effetto di
insoddisfazione laddove non tutti i nodi narrativi sembrano trovare
una risoluzione o una spiegazione.
La Sony Pictures
ha diffuso il trailer internazionale di Bloodshot, l’atteso film
che vedrà protagonista l’attore Vin
Diesel. Basato sull’omonimo fumetto bestseller,
Vin
Diesel, nel ruolo di Ray Garrison, interpreta
un soldato riportato in vita dopo essere stato ucciso in
battaglia.
Trasformato nel supereroe Bloodshot
dalla società RST e potenziato grazie alla nanotecnologia, Ray
diventa una forza inarrestabile, più forte che mai e in grado di
rimarginare le proprie ferite all’istante. Nel controllare il suo
corpo, però, la società è in grado di manipolare anche la sua mente
e i suoi ricordi. L’obiettivo di Ray sarà quello di scoprire cos’è
reale e cosa non lo è.
Nel cast del film anche
Eiza González, Sam Heughan nel ruolo di Jimmy Dalton,
Toby Kebbell nel ruolo di Ax, Guy
Pearce nel ruolo del Dr. Emil Harting, Lamorne
Morris nel ruolo di Wilfred Wigans, Talulah
Riley nel ruolo di Gina DeCarlo, Alex
Hernandez nel ruolo di Tibbs Jóhannes e Haukur
Jóhannesson nel ruolo di Nick Baris.
Yellowstone 3 è la
terza stagione della serie tv creata da Taylor
Sheridan e John Linson per il Paramount
Network con
Kevin Kostner.
Yellowstone 3 è la
terza stagione della serie tv Yellowstone
drammatica creata da Taylor Sheridan e
John Linson che è stata presentata in anteprima il
20 giugno 2018 su Paramount Network.
Yellowstone 3 quando esce e dove vederla in streaming
La prima stagione è disponibile in
prima visione assoluta su Sky Atlantic dal 13 marzo 2020. La terza
stagione di Yellowstone è
tutt’ora inedita e debutterà negli USA il 21 Giugno 2020.
Yellowstone 3: trama e cast
Yellowstone
segue “la famiglia Dutton, guidata da John Dutton, che controlla il
più grande ranch contiguo degli Stati Uniti . Il ranch è
costantemente attaccato da coloro che confina con gli sviluppatori
di terre, una riserva indiana e il primo Parco Nazionale degli
Stati Uniti d’America . È uno studio intenso di un mondo violento
lontano dall’esame dei media, in cui la conquista della terra
guadagna miliardi di sviluppatori e i politici vengono acquistati e
venduti dalle più grandi società petrolifere e di legname del
mondo. Laddove gli omicidi irrisolti non sono una novità, sono una
conseguenza della vita in la nuova frontiera. È il migliore e il
peggio degli Stati Uniti visto attraverso gli occhi di una famiglia
che rappresenta entrambi “.
In Yellowstone 3
protagonisti sono Kevin Costner nel ruolo di John Dutton, è un
patriarca miliardario della sesta generazione della famiglia
Dutton, che controlla il Yellowstone Dutton Ranch, il più grande
ranch contiguo degli Stati Uniti. Luke Grimes nei
panni di Kayce Dutton, un ex SEAL della Marina degli Stati Uniti e
uno dei figli di John ed Evelyn. Kelly Reilly nei panni di Beth Dutton, una
finanziera e figlia di John ed Evelyn. Wes Bentley
nei panni di Jamie Dutton, avvocato, aspirante politico e uno dei
figli di John ed Evelyn. Cole Hauser nel ruolo di
Rip Wheeler, caposquadra del ranch di Yellowstone e del braccio
destro di John. Kelsey Asbille nel ruolo di Monica
Long Dutton, moglie dei nativi americani di Kayce. Brecken
Merrill nel ruolo di Tate Dutton, figlio di Kayce e Monica
e unico nipote di John. Jefferson White nel ruolo
di Jimmy Hurdstrom, un ranch di Yellowstone. Danny
Huston nel ruolo di Dan Jenkins, un miliardario
sviluppatore di terreni dalla California con l’aspirazione di
costruire su parti di Yellowstone.
Saranno Priyanka Chopra
Jonas e Richard Madden i protagonisti di
Citadel,
la saranno i protagonisti della serie evento dei Fratelli Russo. A
darne notizia è stata Amazon Studios che produce la
serie e che lancerà su Prime Video.
Amazon ha anche annunciato oggi che
una produzione in lingua locale del franchise avrà origine dal
Messico, oltre alle versioni precedentemente annunciate in Italia e
India. Madden e Chopra reciteranno nell’edizione americana
della “nave madre” della serie.
Josh Appelbaum, André
Nemec, Jeff Pinkner e Scott Rosenberg di Midnight Radio
serviranno come scrittori e produttori esecutivi di
Citadel. Patrick Moran, Mike Larocca
e Joe e Anthony Russo sono i produttori esecutivi. La
serie italiana sarà coprodotta con Amazon Studios e
Cattleya (Gomorra), parte di ITV Studios,
e la serie indiana sarà sviluppata da Raj Nidimoru e
Krishna DK (The Family Man) e prodotta con Amazon
Studios.
Clark Gregg è uno
di quegli attori che diventano subalterni al personaggio che li ha
resi celebri. Nel caso di Gregg si tratta dell’agente dello
S.H.I.E.L.D. Phil Coulson, apparso tanto al cinema quanto in
televisione. Negli anni però l’attore ha saputo distinguersi
partecipando anche ad importanti film d’autore, distinguendosi per
la sua versatilità.
Ecco 10 cose che non sai su
Clark Gregg.
Clark Gregg: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attore ha esordito al cinema con il film
Le cose cambiano (1988), per poi recitare in L’ombra
di mille soli (1989), Sotto il segno del pericolo
(1994), I soliti sospetti (1995), Il prigioniero
(1997), Magnolia (1999), Hollywood, Vermont
(2000), A.I. – Intelligenza Artificiale (2001), One
Hour Photo (2002), Spartan (2004), Chiamata da
uno sconosciuto (2006), Soffocare (2008) e Iron
Man (2008), dove interpreta per la prima volta il personaggio
che lo renderà celebre. Gregg recita poi nei film (500) giorni
insieme (2009), Iron Man 2 (2010), Thor (2011), I
pinguini di Mr. Popper (2011), The Avengers
(2012), Un giorno come tanti (2013), La legge della
notte (2016) e Captain Marvel
(2019), dove riprende il ruolo dell’agente Coulson.
2. È celebre per alcune
serie TV. Nel corso della sua carriera l’attore ha preso
parte a diversi progetti televisivi, come le serie Law &
Order (1991), Le avventure del giovane Indiana Jones
(1993), Sex and the City (2000), West Wing – Tutti gli
uomini del Presidente (2001-2004), Will & Grace
(2003), e The Shield (2004). Gregg interpreta poi il ruolo
dell’agente Coulson anche in televisione, come protagonista della
serie Agents of S.H.I.E.L.D. (2013-in corso).
3. Si è distinto come
regista. Gregg ha debuttato alla regia con il film
Soffocare, tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore
Chuck Palahniuk. Interpretato da Sam
Rockwell, il film racconta le vicende di Victor Mancini,
diviso tra il rapporto con la madre, ricoverata in una costosa
clinica, e il suo metodo per guadagnare soldi: fingere di soffocare
mentre mangia in ristoranti esclusivi.
Clark Gregg è su Instagram
4. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo, seguito da 1,2 milioni di
persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere
fotografie scattate in momenti di svago, ma particolarmente
numerose sono anche le immagini promozionali dei suoi progetti da
interprete.
Clark Gregg ha un profilo
Twitter
5. È presente sul noto
social network. L’attore possiede un proprio account
personale anche su Twitter, dove ha un totale di 725 mila follower.
Qui Gregg è solito condividere notizie sui propri progetti futuri,
ma anche scambiare opinioni con i propri fan o colleghi. Non
mancano inoltre curiosità da lui ricondivise.
Clark Gregg ha una moglie
6. È sposato con una nota
attrice. Il 21 luglio del 2001 l’attore sposa
Jennifer Grey, attrice nota per il ruolo di “Baby”
nel film Dirty Dancing. Nel dicembre dello stesso anno
nasce la loro prima figlia, chiamata Stella. La coppia si è negli
anni dimostrata piuttosto riservata circa la loro vita
sentimentale, tenendo questa lontano dai social network.
Clark Gregg canta Toxic
7. Si è esibito in una
lip-sync battle. L’attore ha lasciato tutti senza parole
quando nell’aprile del 2016 si esibì in una lip-sync battle,
reinterpretando la canzone Toxic di Britney
Spears. Vestito da hostess, Gregg ha dato vita ad una
grande performance, con tanto di esibizione coreografica.
Clark Gregg in Agents of
S.H.I.E.L.D.
8. Nella nuova stagione
interpreterà un personaggio inedito. La serie sembrava
essersi conclusa con la quinta stagione, ma Gregg ha annunciato che
sono in lavorazione altre due stagioni brevi. In queste, tuttavia,
l’attore non riprenderà il ruolo dell’agente Coulson, e si è
dichiarato entusiasta da ciò che hanno pensato per lui gli
sceneggiatori, affermando che per il pubblico potrebbe risultare
inquietante.
Clark Gregg in Captain Marvel
9. È stato ringiovanito
digitalmente. Per riprendere il ruolo dell’agente Coulson
nel film Captain Marvel, l’attore ha dovuto
essere ringiovanito digitalmente. Gregg ha raccontato di aver
inviato diverse sue foto anni ’90 alla produzione, che le ha
studiate per riprodurne le sembianze nel film.
Clark Gregg età e altezza
10. Clark Gregg è nato a
Boston, Stati Uniti, il 2 aprile 1962. L’altezza
complessiva dell’attore è di 175 centimetri.
Si è tenuta questa mattina a Milano
alla presenza della regista Niki Caro una
proiezione speciale di unfootage di Mulan,
l’atteso nuovo live-action targato Disney.
Il nuovo film riprende la leggenda
di Mulan,
già raccontata in parte nell’omonimo film d’animazione del 1998,
36º Classico Disney. Durante l’evento sono state mostrata tre scene
ed un inedito promo del film. Fin dalle prime sequenze, capiamo che
non siamo di fronte ad un remake bensì ad un’inedita trasposizione
ispirata all’antica leggenda cinese di Hua Mulan.
Le prime impression su Mulan (2020)
La prima sequenza proiettata ci ha
rivelato il cuore intimista del film con Mulan
alle prese con la preparazione verso la guerra. Un breve e dolce
confronto con il padre ci mostra tutto il potere evocativo del
film e ci rivela
quanto la pellicola abbia una componente drammaturgia molto forte
che va a trattare temi quali la tradizione, il dovere e la
devozione. La seconda scena è invece una sequenza nel quale vediamo
Mulan
arruolata nell’esercito, determinata a riscattare la propria
famiglia. Questa sequenza ci mostra invece la componente action del
film che è davvero di pregevole fattura. La scena girata in maniera
esemplare non solo ci dimostra quanto il film sarà anche
visivamente sorprendete ma anche quanto l’azione sarà strettamente
legata all’evoluzione drammaturgica del personaggio. Infine,
l’ultima scena rivela una serie di sequenze a cavallo che
sottolineano l’aspetto epico del film che si preannuncia davvero
avvincente.
In merito al film Niki
Caro ha rivelato quanto l’idea di lavorare ad una nuova
trasposizione l’abbia colpita: “La prima cosa che mi ha
sorpreso quando ho iniziato questo progetto è stata capire che
l’amatissimo film animato Mulan non è l’originale, perché il
personaggio originale della storia arriva da una ballata cinese che
si pensa abbia origine fin dal 1700. La storia è poi stata
raccontata e raccontata per molto tempo e ogni bambino cinese
conosce la sua storia quindi è davvero interessante l’idea di come
tradurlo in una versione live-action per il pubblico di oggi nel
2020.”
“Volevo quindi onorare sia il
film d’animazione sia la ballata originale e appunto vedere come
meglio rendere questa figura di ragazza che si traveste da uomo per
sostituire il padre in guerra. Per me fare questo per Disney e in
live action è un privilegio e il mio unico obiettivo è stato
rendere questo viaggio vero”
In merito alla protagonista
interpretata dall’attrice Yifei Liu, la regista ha
rivelato: “Noi abbiamo girato tutto il mondo in lungo e largo e
in ogni regione e villaggio della Cina per poter trovare un volto
che fosse perfetto per il ruolo. Dopo un anno ancora non eravamo
riusciti a trovare la persona giusta. Ma era così importante
trovare la persona giusta abbiamo ri-iniziato a cercare e siamo
tornati in Cine e abbiamo incontrato tutte le giovani attrici
cinesi che per un motivo o per un altro non erano allora
disponibili e così finalmente dopo molto tempo siamo riusciti a
trovare Yifei Liu. E quando ci sia conosciute entrambe eravamo
dell’idea che lei fosse nata per interpretare Mulan. Nelle scene
che avete visto si lei è fantastica, ma posso dirvi che nel film
sarà grandiosa.”
In merito al personaggio di
Mulan e alla presenza nel comparto produttivo di
William Kong (produttore del pluripremiato film La tigre e
il dragone) Niki Caro ha rivelato quanto
la sua pellicola differisce dalla tradizione di film di arti
marziali di Honk Kong: “Pur avendo apprezzato quello che è
stato un film veramente epico come La tigre e il dragone e pur
avendo apprezzato anche l’utilizzo rappresentazioni epiche, mi sono
detta che questa Mulan doveva essere un po’ più radicata,
letteralmente, il suo modo di muoversi doveva essere molto più
fisico e molto più in linea con quello che può fare il corpo di una
giovane donna, e devo anche aggiungere che abbiamo, veramente,
un’attrice dal talento sconfinato perché lei fa la maggior parte
delle scene senza controfigura, essendo abilissima sia
nell’utilizzo della spada che nelle arti marziali, nonché provetta
cavallerizza; oltre a questo è una donna intelligentissima e sa
anche cantare.”
In merito alle differenze tra il
film d’animazione la regista Niki Caro ha
rivelato: “Ci sono diversi punti sui quali volevo poter
garantire una continuità per onorare il film d’animazione con
alcuni aspetti critici come ad esempio la sequenza in cui si
combinano i matrimoni e poi all’inizio nella sceneggiatura del live
action non c’era nessun riferimento ad una scena invece veramente
straordinaria del film d’animazione che ho voluto inserire, quella
della valanga.”
In merito alla sua presenza da
“Donna regista” e dal fatto che fosse un film action la regista
Niki Caro ha affermato: “Parlando di
travestimenti la domanda sulla mia presenza in qualità di donna
questa è forse una domanda travestita, in realtà si sta chiedendo
ad una donna regista come possa riuscire a fare dei film
d’azione…voglio dirvelo adesso Italia, è la cosa più naturale di
questo mondo. Voglio dire, non ho mai fatto film d’azioni fino ad
ora e ho amato fare questo film, spero di farne altri. Quello che
posso dire riguardo alla differenza tra questo tipo di film e
l’action movie classico. In genere partono questi ultimi con l’idea
di essere un po’ “cool” e devo dire che in questo nostro film tutte
le scene d’azione sono accentrate sulla figura di Mulan e
sulla sua storia, sulla sua anima e sul suo viaggio e quindi per
questo risultano più reali, più vere e di questo sono orgogliosa e
poi devo dire che è un personaggio tostissimo da dei calci nel ….
da del filo da torcere.”
Vi ricordiamo che
Mulan arriverà al cinema in Italia il 26 Marzo
distribuito da Walt Disney Pictures Italia.
Nel film quando l’Imperatore della
Cina decreta che un uomo per ogni famiglia dovrà arruolarsi
nell’Armata Imperiale per difendere il Paese dall’attacco di
invasori provenienti dal Nord, Hua Mulan, la figlia maggiore di un
rispettato guerriero, prende il posto del padre malato. Dopo
essersi travestita da uomo ed essersi arruolata con il nome di Hua
Jun, Mulan verrà messa alla prova in ogni momento del suo cammino e
dovrà trovare la propria forza interiore e dimostrare tutto il suo
autentico potenziale. Nel corso di questo epico viaggio si
trasformerà in una stimata guerriera guadagnandosi il rispetto di
una nazione riconoscente e l’orgoglio di un padre.
Con l’uscita nella sale di
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, si è
definitivamente conclusa un’avventura cinematografica durata ben
quarantadue anni. Trattandosi del gran finale, J.J.
Abrams e il suo team hanno cercato di includere al suo
interno il maggior numero di riferimenti possibile alle precedenti
trilogie. Alcuni di questi erano particolarmente evidenti, altri
invece sono sfuggiti persino all’occhio dello spettatore più
attento e vigile.
Dopo i 10 rumor che si sono
rivelati falsi, ecco di seguito 10 dettagli che collegano
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker alla
trilogia originale e a quella prequel che forse non avete
notato:
La medaglia di Chewbacca
Un celebre momenti
di Una Nuova Speranza avviene durante la cerimonia di
consegna della medaglia dopo aver distrutto la Morte Nera. Luke e
Han ottengono il loro giusto riconoscimento, mentre Chewbacca è
costretto a presenziare senza riceve alcuna
medaglia.
Dopo aver vinto la battaglia finale
ne L’Ascesa di Skywalker, Maz Kanata si avvicina a Chewie
e gli offre una medaglia. Una scena carina, ma forse un po’ stonata
all’interno di un momento così importante per la conclusione del
franchise. Una strizzata d’occhio ad una dei momenti più celebri
della saga distoglie l’attenzione dalla gioia del momento
presente.
Wedge Antilles
Wedge Antilles è probabilmente il
pilota di maggior talento dell’Alleanza Ribelle, al pari di Luke
Skywalker. È uno dei pochissimi personaggi a sopravvivere ad
entrambi gli attacchi alla Morte Nera, testimonianza indiscutibile
del suo talento.
Data la sua dedizione alla causa,
aveva senso permettere al personaggio di aiutare la Resistenza
durante la battaglia finale su Exegol. Ha anche una battuta, ma
forse non appare al momento giusto, quindi è facile che alcuni non
lo abbiano notato. La presenza del personaggio interpretato da
Denis Lawson è particolarmente importante, dal momento che si
tratta dello zio di Ewan McGregor: anche il celebre attore scozzese
appare in un cameo, seppur solo come doppiatore.
Il Festival di Aki-Aki
Mentre cercano di localizzare uno
dei due Wayfinder dei Sith su Pasana, Rey e i suoi amici si trovano
nel bel mezzo del Festival degli Antenati di Aki-Aki. C-3PO
menziona casualmente questo festival che si svolge solo una volta
ogni quarantadue anni. Non si tratta di un numero arbitrario, ma
bensì di un qualcosa che nasconde una sua rilevanza.
Una Nuova Speranza è
uscito nel 1977, quarantadue anni prima de L’Ascesa di
Skywalker. Tale numero testimonia quanto sia stato davvero
epico questo viaggio. Chiunque sia stato abbastanza grande da
vedere il primo film sul grande schermo, ha assistito con il film
di J.J. Abrams a qualcosa di davvero speciale dal punto di vista
cinematografico.
Luke/Red 5
Dopo aver convinto
Rey a non arrendersi, Luke solleva la sua vecchia X-Wing fuori
dall’acqua per permettere alla ragazza di usarla. I fan hanno
subito notato le somiglianze tra questo momento e quello su Dagobah
quando Luke tenta di fare lo stesso ne L’Impero Colpisce
Ancora.
All’epoca era molto
più difficile per lui, ma ne L’Ascesa di Skywalker lo fa
senza problemi, dal momento che agisce come Fantasma di Forza. La
sua espressione dice tutto, mentre la piena soddisfazione
attraversa il suo volto. Ciò che Luke poteva a mala pena concepire
trent’anni fa, adesso è diventato un gioco da ragazzi; qualcosa che
può fare addirittura da morto.
I dialoghi di Palpatine
I dialoghi di
Palpatine sono pieni zeppi di richiami alle sua battute nei
precedenti film. Nel film, durante il finale, quando si trova a
pronunciare la battuta “Fallo!” di fronte a Rey, lo fa in
un maniera simile a quanto visto ne La Vendetta dei Sith,
quando ordina ad Anakin di decapitare il conte Dooku.
Inoltre, all’inizio
del film dice Kylo Ren: “Il Lato Oscuro della Forza è un
percorso verso molte abilità che alcuni considerano
innaturali”. Queste sono le stesse parole che dice ad Anakin
nel terzo film della trilogia prequel. Ogni personaggio ha una
serie di battute che sono intramontabili, quindi ha senso che
Palpatine le ripete anche decenni dopo.
Dejarik
Chiamato più comunemente “Space
Chess”, Dejarik è un videogioco usato da molti durante i periodi di
inattività del Millennium Falcon. Nel film i personaggi di Poe,
Finn e Chewie vengono introdotti proprio mentre vi giocano, mentre
sono intenti ad ironizzare sui misteri dietro la vittoria del
Wookie.
I due sostengono che il vantaggio
di Chewie sia dovuto alla sua veneranda età. Probabilmente, i
Wookies sono più intelligenti di quanto la maggior parte delle
persone immagina. Oppure, chissà: lasciarlo vincere potrebbe essere
soltanto un modo per non farlo infuriare…
Wicket
In genere i fan
identificano gli Ewok come il primo allarmante segnale della fine
del genio creativo di George Lucas. Gli abitanti della Luna boscosa
di Endor offrono comunque il loro contributo alla tradizione: ne
Il Ritorno dello Jedi, grazie alle loro abilità riescono
infatti a distruggere l’Impero Galattico, che li aveva sempre
sottovalutati.
Data la loro
importanza, sarebbe stato un sacrilegio lasciarli fuori dal gran
finale. Non solo vengono ringraziati nel film, ma addirittura
ricompare Wicket, interpretato nientemeno che da Warwick Davis.
Anche il figlio dell’attore ha avuto la possibilità di apparire
sullo schermo nei panni di un Ewok.
Mustafar
La scena di
apertura vede Kylo Ren trovare uno dei due Wayfinder dei Sith sul
pianeta Mustafar. Non è immediatamente riconoscibile, soprattutto
se in riferimento all’immagine scolpita nella memoria grazie a
La Vendetta dei Sith, ma le fiamme e gli alberi aridi ne
suggeriscono la situazione climatica.
Kylo Ren è stato fortunato che lui
e Rey non abbiano combattuto su quel pianeta, altrimenti potrebbe
aver finito per esultare sulla riva di un fiume di lava, proprio
come suo nonno. Forse, avrebbe affrontato un combattimento simile
al duello con le spade laser tra Anakin e Obi-Wan in Episodio
III.
La battaglia finale
Proprio quando la Resistenza sta
per perdere ogni speranza, un’armata di navi provenienti da tutta
la Galassia si avventa nel campo di battaglia. Tra le navi ci sono
una varietà di riferimenti e easter egg alle prime due trilogie e
alle serie animate, Clone Wars e
Rebels.
È bello assistere al ritorno di
tutto questo equipaggio, anche se forse le navi non sono pilotate
dalle stesse persone. Inoltre, non viene mai specificato se siano
effettivamente sopravvissuti alla battaglia finale oppure no.
I due soli di Tatooine
La scena finale de film si svolge
su Tatooine, dove è cresciuto Luke Skywalker. Dopo aver dichiarato
il suo cognome come Skywalker, Rey guarda i due soli. Questo
momento ricord lo sguardo solenne di Luke rivolto allo stesso
panorama in Una Nuova Speranza. Un’altra cosa interessante
da sottolineare è come anche la trilogia prequel si concluda su
Tatooine, con un Luke bambino cullato dai suoi genitori
adottivi.
Le reazioni alla mancata nomination
a Greta
Gerwig nella categoria Migliore regista per
Piccole Donne sono state immediate, sia
nel mondo di Hollywood che in quello della stampa
specializzata.
Mentre anche le sue attrici
protagoniste si sono scaldate, protestando contro l’Academy e
contro la mancata nomination per la regia di Piccole
Donne, Greta
Gerwig ha fatto sentire pubblicamente la sua voce
in un messaggio affidato ai social di Emma Watson, in cui si dice
grata all’Academy per le sei nomination a Piccole Donne e a tutte
le persone che hanno contribuito alla realizzazione del film.
Da Greta ❤️: “Sono traboccante di
felicità—grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie (sono sei!)
all’Academy. Questo film di Piccole Donne ha impiegato 30 anni per
essere fatto, dalla prima volta in cui Louisa May Alcott e Jo March
hanno attraversato il tempo e lo spazio e mi hanno fatto credere
che potessi diventare una scrittrice e una creatrice. Ogni singola
persona che ci ha lavorato ha immesso nel film cuore e anima e
siamo tutti grati all’Academy che ha riconosciuto lo sforzo
collettivo. Io sono personalmente fiera di ogni persona che ha
lavorato al film, e scoppio di gioia per ognuno di loro.Devo
pronunciare alcuni dei loro nomi ad alta voce, perché sono
profondamente emozionata per loro. La mia partner di
riprese/maga/genio Saoirse Ronan, tu sei la mia ispirazione, la mia
onestà e la mia co-capitana, sempre; la mia piccola superstar
Florence Pugh, la Marmee dei nostri sogni Laura Dern (cosa? Storia
di un Matrimonio?), la nostra meravigliosamente talentuosa e
ridicolmente intelligente Emma Watson, la splendente anima e forza
vitale Eliza Scanlen, la nostra Regina Meryl, e la quinta sorella
March e il principe di zona Timothee Chalamet. Gli uomini che, come
dice Louisa, rendono “degna la cavaleria di esistere” Chris Cooper,
Tracy Letts, James Norton, Bob Odenkirk, e Louis Garrel. I costumi
di Jacqueline Durran, i set di Jess Gonchor, e la musica di
Alexandre Desplat—mi hanno fatto doni incredibili e ogni frame del
film è ripieno delle loro doti, del loro lavoro, della loro cura.
Amy Pascal, non ho parole abbastanza grandi ma tu sai cosa intende
il mio cuore. Tutti alla Sony e alla COlumbia Pictures,
specialmente Tom Rothman, il mio partner preferito e campione
instancabile. Scrivere e dirigere questo film è stato un onore e
condividerlo con il pubblico è stato un viaggio che mi ha scaldato
il cuore. Spero che il nostro Piccole Donne rappresenti per
un’altra generazione di ragazze e donne quello che ha rappresentato
per me: accendere un fuoco per scrivere un libro, fare un film,
cantare dei versi. Da tutti noi Piccole Donne e Uomini, grazie
all’Academy.”
Le parole di Greta Gerwig sono
sicuramente di gratitudine, ma non si può non sottolineare che la
Gerwig abbia specificato che l’Academy ha riconosciuto lo “sforzo
collettivo” non riconoscendo forse il suo, nella categoria della
regia. Tuttavia è pacifico stabilire che nelle sue intenzioni non
ci sono polemiche, ma forse solo il desiderio di andare avanti e
mettere fine alla polemica che ha seguito le nomination.
Nel cast Saoirse
Ronan,
Emma Watson, Florence Pugh, Eliza Scanlen,
Laura Dern,
Timothée Chalamet, Tracy Letts, Bob Odenkirk, James Norton,
Louis Garrel, Chris Cooper e Meryl
Streep.
La sceneggiatrice e regista Greta Gerwig
(Lady Bird) ha realizzato il film di Piccole Donne
basandosi sia sul romanzo di Louisa May Alcott che sui suoi
scritti, ripercorrendo avanti e indietro nel tempo la vita
dell’alter ego dell’autrice, Jo March. Secondo la Gerwig, la tanto
amata storia dellesorelle March – quattro giovani donne ognuna
determinata a inseguire i proprisogni – è al tempo stesso
intramontabile e attuale. Jo, Meg, Amy e Beth March, nel film sono
interpretate da Saoirse Ronan, Emma Watson, Florence Pugh, ed Eliza
Scanlen, con Timothee Chalamet nei panni del loro vicino Laurie,
Laura Dern in quelli di Marmee, e Meryl Streep nel ruolo della Zia
March.
Il canale
americano Starz dopo
l’ultimo promoha diffuso un “First Look Preview”
di Outlander 5, l’attesissima quinto
stagione di Outlander.
Outlander
5×01
Outlander 5 è la quinta stagione della serie tv
Outlander
creata da Ronald D. Moore per il canale
americano Starz.
Nella quinta stagione
diOutlander ritorneranno
Claire Elizabeth Randall/Fraser, nata Beauchamp (stagione 1-in
corso), interpretata da Caitriona
Balfe, James “Jamie” Alexander Malcolm MacKenzie
Fraser (stagione 1-in corso), interpretato da Sam
Heughan, Edward “Ned” Gowan (stagioni 1, 3-in corso),
interpretato da Bill Paterson, Frank
Randall/Jonathan “Black Jack” Randall (stagioni 1-3), interpretato
da Tobias Menzies, Janet “Jenny” Fraser
Murray (stagione 1-in corso), interpretata da Laura
Donnelly, Ian Murray (stagione 1-in corso),
interpretato da Steven Cree, Roger
Wakefield (stagione 2-in corso), interpretato
da Richard Rankin, Brianna “Bree”
Randall Fraser MacKenzie (stagione 2-in corso), interpretata
da Sophie Skelton, Lord John William
Grey (stagione 3-in corso), interpretato da David
Berry, Marsali MacKimmie Fraser (stagione 3-in
corso), interpretata da Lauren Lyle,Claudel
“Fergus” Fraser (stagione 3-in corso), interpretato
da César Domboy e Capitano Raines
(stagione 3-in corso), interpretato da Richard
Dillane.
Ospite a Milano per la presentazione
di una preview del suo nuovo film, il live action di
Mulan, la regista Niki
Caro ha spiegato come mai si è deciso di non includere nel
film Mushu, lo spirito degli Antenati della protagonista sotto
forma di un draghetto chiacchierone e petulante.
“Per me era inconcepibile
ricreare il personaggio d Mushu, perché nel film di animazione era
un personaggio perfetto, così come era perfetta la recitazione che
l’ha portato sul grande schermo. Per un senso di rispetto verso il
film d’animazione volevo che rimanesse quello, puntando nel live
action su una storia che voleva essere più vera e intima e al tempo
stesso epica. La cosa straordinaria del personaggio è la sua
sconfinata libertà e l’umorismo. C’è dell’umorismo anche nel live
action, che nasce dal rapporto di Mulan con questo mondo di soli
uomini, l’aspetto comico del fatto che, se vogliamo, si tratta di
una ragazza travestita da uomo in un mondo maschile.”
Da questa risposta abbiamo ottenuto
diverse informazioni sul film, e la prima riguarda proprio il tono,
che non vuole essere troppo serio ma che non rinuncerà al respiro
epico della grande avventura e dei campi di battaglia.
La regista Niki Caro firma la
rivisitazione in chiave live action del classico d’animazione
Disney del 1998 Mulan, che arriverà nelle sale italiane il
26 marzo 2020. Basato sul poema narrativo “La ballata di Mulan”, il
film racconta l’epica storia della leggendaria guerriera, una
giovane donna senza paura che rischia ogni cosa per proteggere la
propria famiglia e il proprio Paese, diventando uno dei più grandi
guerrieri che la Cina abbia mai conosciuto.
Quando l’Imperatore della Cina
decreta che un uomo per ogni famiglia dovrà arruolarsi nell’Armata
Imperiale per difendere il Paese dall’attacco di invasori
provenienti dal Nord, Hua Mulan, la figlia maggiore di un
rispettato guerriero, prende il posto del padre malato. Dopo
essersi travestita da uomo ed essersi arruolata con il nome di Hua
Jun, Mulan verrà messa alla prova in ogni momento del suo cammino e
dovrà trovare la propria forza interiore e dimostrare tutto il suo
autentico potenziale. Nel corso di questo epico viaggio si
trasformerà in una stimata guerriera guadagnandosi il rispetto di
una nazione riconoscente e l’orgoglio di un padre.
La storia della leggendaria
guerriera è uno dei racconti popolari più celebri della Cina e fa
ancora parte dei programmi scolastici cinesi.
Liu Yifei (Il Regno
Proibito, Once Upon a Time) interpreta la
protagonista del film Disney Mulan, che vede nel cast
anche Donnie Yen (Rogue One: A Star Wars Story) nel ruolo
del Comandante Tung, Jason Scott Lee (Crouching Tiger, Hidden
Dragon: Sword of Destiny) nel ruolo di Böri Khan e Yoson An
(Shark – Il Primo Squalo) nel ruolo di Cheng Honghui, con
la partecipazione di Gong Li (Memorie di una Geisha,
Lanterne Rosse) nel ruolo di Xianniang e di Jet Li
(Shao Lin Si, Arma Letale 4) nel ruolo
dell’Imperatore. La sceneggiatura è firmata da Rick Jaffa & Amanda
Silver e da Elizabeth Martin & Lauren Hynek.
Lo sviluppo di un sequel di
Edge of Tomorrow, lo sci-fi diretto da
Doug Liman nel 2014 e interpretato da Tom
Cruise e Emily Blunt, è iniziato poco
dopo l’uscita del film nelle sale. Ciononostante, si è trattato di
un processo di lavorazione particolarmente lento. Eppure, sembra
che a poco a poco il nuovo film stia prendendo forma, come
suggerito dallo stesso Liman nelle ultime ore.
Attraverso il suo account Instagram, il regista
Doug Liman ha condiviso uno scatto che ritrae lo
sceneggiatore Matt Robinson e la produttrice
Alison Winter, impegnati a lavorare proprio sul
sequel di
Edge of Tomorrow, conosciuto nel mercato
anglosassone anche come Live.Die.Repeat.
Come si evince dalla foto, il regista, lo sceneggiatore e la
produttrice starebbero vagliando una serie infinita di storie per
il nuovo film: l’immagine suggerisce quello che sembrerebbe essere
un processo di scrittura molto articolato, quasi folle. Tutto è
stato chiaramente oscurato per evitare anche il più minimo spoiler,
tranne i nomi di William Cage e Rita Vrataski, i personaggi
interpretati da Cruise e dalla Blunt, a conferma che rivedremo
entrambi nel sequel.
Difficile, ad ora, ipotizzare
quando il sequel di
Edge of Tomorrow entrerà ufficialmente in
produzione, dal momento che Tom Cruise è
attualmente impegnato con i due nuovi capitoli della saga di
Mission: Impossible – il settimo e
l’ottavo – che verranno girati uno dopo l’altro ancora una volta da
Christopher
McQuarrie (che tra l’altro è uno degli sceneggiatori
di Edge of Tomorrow).
Potete vedere il post condiviso da
Doug Liman di seguito:
A proposito del sequel, Liman aveva
dichiarato: “Di norma ci sono motivi finanziari dietro la
realizzazione di un sequel, ma questa volta non è andata così,
siamo stati noi a venir fuori con una storia. Davvero, non mi
aspettavo di tornare a confrontarmi con questo mondo perché avere a
che fare con i viaggi nel tempo causa non pochi mal di testa. Ma i
fan si sono dimostrati così affezionati al film, più che a
qualunque altro mio film, che Tom ed io abbiamo che pensato che
dovevamo, almeno per noi, pensare ad un possibile sequel
[…] Riprenderà da dove abbiamo lasciato l’ultimo, ma da
quel momento viaggeremo indietro nel tempo.”
In
Edge of Tomorrow, una razza aliena, i
Mimics, ha colpito la Terra, devastando le città e uccidendo
milioni di esseri umani. L’unico modo per resistere alla brutalità
dell’offensiva aliena è quello di unire le forze e tentare
l’impossibile. Il tenente Bill Cage, ucciso in pochi minuti, si
risveglia finendo però in un loop temporale, che lo condanna a
vivere lo stesso giorno e lo stesso combattimento all’infinito…
Aiutato dall’agente delle forze speciali Rita Vrataski, cercheranno
insieme di annientare gli invasori e salvare la Terra.
Una recente intervista di
John Cena sul suo ruolo in The
Suicide Squad di James Gunn
suggerisce che una teoria ipotizzata dai fan potrebbe avverarsi nel
film in arrivo nelle sale nel 2021. Nonostante i due film saranno
collegati, grazie alla presenza di alcuni personaggi già noti,
The Suicide Squad non sarà un sequel
diretto del film di David
Ayer uscito nel 2016, ma piuttosto una sorta di
reboot.
In origine, David
Ayer avrebbe dovuto dirigere il sequel di
Suicide Squad: il film sarebbe dovuto
entrare in produzione nell’autunno del 2018, ma poi è stato
cancellato. James Gunn, che in quel momento era
stato temporaneamente licenziato dalla Disney e non era più
coinvolto in Guardiani della Galassia
Vol. 3, venne incaricato di scrivere e dirigere un nuovo
film dedicato alla Squadra Suicida. La pellicola in questione vedrà
il ritorno di alcuni dei personaggi/attori già apparsi nel film di
Ayer, insieme ad un nutrito gruppo di new entry, tra le quali
figura anche John Cena, wrestler e attore noto per
aver recitato in pellicole quali Un disastro di ragazza, Le
sorelle perfette e Bumblebee.
In una recente intervista con
Collider, è stato
proprio John Cena – il cui ruolo nel film non è
stato ancora rivelato – a parlare del film di Gunn, elogiandone la
sceneggiatura. La parte più interessante e curiosa dell’intervista,
però, è stato un piccolo dettaglio che il wrestler e attore si è
lasciato sfuggire in merito alla struttura del film. Secondo una
recente fan theory, ci saranno ben due team che andranno a
comporre la Suicide
Squad questa volta: un primo gruppo la cui maggioranza
dei membri morirà più o meno all’inizio del film, durante una
missione, e un secondo gruppo, con nuovi membri che andranno a
rimpiazzare i deceduti, che verrà messo insieme successivamente,
per cercare di fronteggiare ulteriori danni. Cena ha alimentato
questa teoria mentre ha parlato della sceneggiatura del film,
dichiarando: “Sono rimasto davvero sorpreso quando l’ho letta.
Le prime 10 pagine costituiscono già il film in sé. È davvero,
davvero speciale.”
In realtà, Gunn aveva già negato
questa teoria dei fan in passato, ma le parole di Cena suggeriscono
che la struttura del film riserverà inevitabilmente più di una
sorpresa. Sarà davvero così? Nel film vedremo la Squadra Suicida
sciogliersi e riformarsi?
Il cast ufficiale
di The Suicide
Squadcomprende i veterani Margot
Robbie (Harley Quinn), Viola
Davis (Amanda Waller), Joel
Kinnaman (Rick Flag) e Jai
Courtney (Captain Boomerang) insieme alle new entry Idris
Elba, Michael Rooker, Peter Capaldi, Nathan Fillion, Sean Gunn,
David Dastmalchian, Storm Reid, Taika Waititi e John Cena. Nel film
reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio,
Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice
Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.
Secondo le ultime
indiscrezioni, Nathan Fillion dovrebbe
interpretare Arm-Fall-Off-Boy, che i lettori dei fumetti
ricorderanno come il criminale con la capacità di staccare i propri
arti e usarli come armi, potere guadagnato grazie ad un elemento
metallico antigravità. Altri nomi circolati nelle ultime settimane
sono Ratcatcher e Peacemaker, ma i report segnalano
che Sean Gunn potrebbe vestire i panni
di Weasel e Flula Borg quelli di
Javelin; Pete Davidson potrebbe
interpretare Blackguard, mentre Michael
Rooker Savant.
Zack Snyder ha
confermato che Ray Porter ha girato tutte le sue
scene come Darkseid nella versione di
Justice League che non abbiamo mai visto
sul grande schermo. Sappiamo infatti che la versione del film
arrivata nelle sale nel Novembre del 2017 è assai diversa da quella
che Snyder ha effettivamente realizzato e che i fan identificano
oggi con il nome #SnyderCut.
Nel corso di questi due anni,
l’attenzione nei confronti della #SnyderCut – che
lo stesso regista ha ufficialmente ribattezzato Zack
Snyder’s Justice League – è cresciuta in maniera
esponenziale, non solo grazie al supporto dei fan che vorrebbe una
release – in qualsiasi forma, digitale o home video – del film
originale, ma anche grazie al supporto che i membri del cast – tra
cui Ben Affleck e Gal Gadot –
hanno espresso nei confronti di Snyder e allo stesso regista che ha
alimentato la discussione condividendo attraverso il suo account
Vero dettagli, immagini e storyboard della sua versione del
film.
In uno degli ultimi aggiornamenti
via Vero in merito alla
#SnyderCut, il regista ha confermato che l’attore
Ray Porter ha girato tutte le scene del film che
lo vedevano impegnato nei panni di Darkseid, il
villain supremo della DC, che sarebbe dovuto apparire in
Justice League ma che alla fine non abbiamo mai visto (una
volta che il progetto è passato nelle mani di Joss
Whedon, il personaggio è stato sostituito con quello di
Steppenwolf). Il regista ha anche confermato che
il lavoro di Porter sul personaggio è stato realizzato attraverso
l’utilizzo della motion capture.
Snyder ha anche condiviso
un’immagine inedita di Darkseid, tirando in ballo il personaggio di
Ares interpretato da David
Thewlis in Wonder
Woman: “Uxas che elimina i difensori della Terra
dall’Equazione dell’Anti-vita. Ti conviene stare attento David
Thewlis!”, ha scritto il regista nella didascalia che ha
accompagnato la foto.
Nelle ultime settimane sono emersi
ulteriori dettagli circa la lavorazione “travagliata”
di Justice League, con Snyder che ha
spiegato che i cambiamenti apportati in itinere sono stati causati
da varie interferenze con lo studio:
“Partivamo con l’idea che una
minoranza di persone non aveva amato Batman v Superman, e questo ha
avuto un effetto anche sul film successivo. La mia versione
originale del film, che avevo scritto insieme a Chris Terrio, non è
mai stata girata. L’idea reale, difficile, e spaventosa, non è mai
stata realizzata per le paure dello studio, e io e miei
collaboratori eravamo insicuri proprio a causa della reazione
scatenata da Batman v Superman […]
Sarebbe stata una lunga storia
da raccontare…saremmo finiti in un futuro a distanza dove
Darkseid conquistava la Terra e dove Superman cedeva all’equazione
dell’anti vita. Alcuni membri della Justice League sopravvivevano
in quel mondo combattendo, Batman rompeva il suo patto con Cyborg e
Flash tornava indietro nel tempo per dire qualcosa a
Bruce…“
Sono stati svelati i dettagli della
versione di Star Wars Episodio IX ad
opera di Colin Trevorrow. Nel 2015, fresco del
successo del campione d’incassi Jurassic World,
Trevorrow venne incaricato dalla Lucasfilm di scrivere e dirigere
Star Wars 9, andando così a chiudere la trilogia sequel
iniziata con Il Risveglio della Forza. Sfortunatamente, a
causa di alcune “divergenze creative” in merito alla sceneggiatura,
Trevorrow decise poco dopo di abbandonare il progetto. A quel punto
la Lucasfilm coinvolse nuovamente J.J. Abrams e il
co-sceneggiatore Chris Terrio per realizzare
quello che poi è diventato Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, film che ha ufficialmente chiuso l’intera
saga degli Skywalker.
Come molti già sapranno, le reazioni
della critica a L’Ascesa di
Skywalker sono state alquanto miste. Nonostante
il film sia stato un successo al box office (si appresta a
conquistare il miliardo!), è innegabile quanto sia stato al tempo
stesso l’episodio della trilogia sequel accolto in maniera più
contrastante: in molti lo hanno ritenuto un capitolo disordinato,
realizzato in maniera frettolosa, soltanto per cercare di porre
rimedio ad alcuni elementi de Gli Ultimi
Jedi che avevano letteralmente diviso il fandom.
Per questo motivo, c’è chi ancora oggi si chiede come sarebbe stata
invece la versione del film di Colin
Trevorrow.
Oggi, la rivista The Playlist, rivela
i principali dettagli sulla versione di Star Wars
Episodio IX ad opera di Trevorrow, che a quanto pare
doveva intitolarsi “Duel of the Fates“.
L’ultima bozza della sceneggiatura di Trevorrow sembra essere stata
scritta dopo la prematura scomparsa di Carrie
Fisher nel Dicembre del 2016, cosa che spiegherebbe
l’assenza del personaggio di Leia nella storia principale.
Naturalmente, ci sono alcune
differenze sostanziali tra Duel of the
Fates e L’Ascesa di
Skywalker: una di questa riguarda il tanto
chiacchierato ruolo del personaggio di Rose Tico all’interno della
storia. Invece di essere messo quasi da parte, il personaggio di
Rose avrebbe dovuto sviluppare una propria sottotrama al fianco di
Finn (in modo da approfondire quanto già visto ne Gli
Ultimi Jedi): i due avrebbero viaggiato verso il
pianeta Coruscant e attivato un faro nel vecchio tempio Jedi in
modo da poter permettere alle persone di unirsi alla Resistenza.
Successivamente, Finn avrebbe formato un nuovo esercito di
Stormtrooper decisi a disertare il Primo Ordine (come aveva fatto
lui stesso) e gli avrebbe guidati in una battaglia per
Coruscant.
Un’altra notevole differenza tra le
due versioni del film riguarda il personaggio dell’Imperatore
Palpatine. Sembra infatti che nella versione di Trevorrow, Il
Signore Oscuro dei Sith venisse menzionato in qualche modo, ma in
realtà non appare mai. Questo perché il principale villain di
Duel of the Fates sarebbe dovuto essere
ancora Kylo Ren, portando avanti così la linea narrativa de
Gli Ultimi Jedi, nonostante Rey pensi che
Ben Solo possa ancora tornare al Lato Chiaro della Forza. Durante
la resa dei conti tra i due personaggi principali della nuova
trilogia, Luke, Obi-Wan e Yoda – sotto forma di Fantasmi di Forza –
avrebbero aiutato Rey e cercato di redimere Ben, ma senza
successo.
Un altro aspetto molto interessante
della storia raccontata in Duel of the
Fates è il fatto che sia stato proprio Kylo Ren ad
uccidere i genitori di Rey e che la ragazza non è la nipote di
Palpatine. Nella versione di Trevorrow, inoltre, Rey avrebbe
trascorso parte della storia impegnata in una missione con Poe:
pare quindi che il trio – Rey, Finn e Poe – nel primo atto del film
doveva essere diviso, per poi riunirsi su Coruscant in occasione
del terzo e ultimo atto.
Ovviamente, è
impossibile dire se Duel of the Fates
sarebbe stato effettivamente un film migliore de
L’Ascesa di Skywalker, ma i dettagli
emersi suggeriscono che il film di Trevorrow sarebbe stato un vero
sequel de Gli Ultimi Jedi, andando così
ad onorare il lavoro svolto da Rian
Johnson.
Stando alla sinossi ufficiale del
film, Gli Eterni, il nuovo attesissimo
film Marvel attualmente in fase di
produzione, sarà ambientato dopo gli eventi di Avengers:
Endgame, film che ha segnato la fine della Saga
dell’Infinito, in attesa della Fase 4 che verrà inaugurata
ufficialmente il prossimo maggio con Black
Widow.
Oggi, la Disney ha svelato la prima
sinossi ufficiale de Gli Eterni: oltre a
confermare che il film sarà ambientato dopo gli eventi di
Endgame, la sinossi rivela anche che i principali villain
del film saranno i Devianti e anticipa una
tragedia inaspettata che innescherà le dinamiche della storia;
inoltre, ci permette di scoprire qualche dettaglio in più sui
personaggi che vedremo all’interno del film.
Potete leggere la sinossi completa
di seguito:
“Gli Eterni dei Marvel Studios presenta un nuovo entusiasmante
team di supereroi nell’Universo Cinematografico Marvel. Antichi alieni che vivono
sulla Terra in segreto da migliaia di anni. A seguito degli eventi
di Avengers: Endgame, una tragedia inaspettata li costringe a
uscire dall’ombra per riunirsi contro il nemico più antico
dell’umanità, I Devianti.
L’eccezionale cast del film
comprende Richard Madden nei panni dell’onnipotente Ikaris, Gemma
Chan nei panni dell’amante Sersi, Kumail Nanjiani nei panni del
potente Kingo, Lauren Ridloff nei panni della super veloce Makkari,
Brian Tyree Henry nei panni dell’inventore intelligente Festo,
Salma Hayek nei panni della saggia e leader spirituale Ajak, Lia
McHugh nei panni dell’eternamente giovane ma dall’anima antica
Spite, Don Lee nei panni del potente Gilgamesh, Barry Keoghan nei
panni del solitario Druig e Angelina Jolie nei panni della feroce
guerriera Thena. Kit Harington è stato scelto per interpretare Dane
Whitman.
Diretto da Chloé Zhao, regista
di The Rider (acclamato al Sundance) e prodotto da Kevin Feige, Gli
Eterni arriverà nei cinema americani il 6 novembre
2020.”
Di recente Kevin
Feige aveva confermato che Gli
Eterni coprirà un arco narrativo di circa settemila
anni: ciò significa che alcuni degli eventi del film avranno luogo
prima degli eventi di Endgame, ma temporalmente la
pellicola sarà ambientata dopo il cinecomic campione d’incassi di
Anthony e Joe Russo.
Gli
Eterni, diretto da Chloe
Zhao, vedrà nel cast Angelina
Jolie (Thena), Richard
Madden (Ikaris), Kit
Harington (Black Knight), Kumail
Nanjiani (Kingo), Lauren
Ridloff (Makkari), Brian Tyree
Henry (Phastos), Salma
Hayek (Ajak), Lia
McHugh (Sprite), Gemma
Chan (Sersi) e Don
Lee (Gilgamesh).
Secondo gli ultimi aggiornamenti, il
cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi
immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi
Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le
fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood Reporter che un
aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un
uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama
muoversi tra gli umani.
La sceneggiatura è stata scritta
da Matthew e Ryan
Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 6
novembre 2020.
Tra i più celebri attori britannici,
Patrick Stewart è un attore dalla lunga carriera,
tanto cinematografica quanto televisiva. A renderlo memorabile sono
stati in particolare il ruolo di Jean-Luc Picard, capitano della
nave stellare Enterprise nella serie televisiva Star Trek: The
Next Generation, nonché in vari film legati allo stesso
universo narrativo; e il ruolo del Professor X nella saga
cinematografica degli X-Men.
Ecco 10 cose che non sai di
Patrick Stewart.
Patrick Stewart: i suoi film
1. Ha recitato in
lungometraggi di gran successo. L’attore debutta al cinema
nel 1975 con il film Il mistero della signora Gabler, per
poi recitare in Il piccolo Lord (1980), Excalibur
(1981), Dune (1984), Robin Hood – Un uomo in
calzamaglia (1993), e diventare celebre con Star Trek –
Generazioni (1994), Star Trek – Primo contatto
(1996), Star Trek – L’insurrezione (1998) e X-Men
(2000). Negli anni seguenti è poi tra i protagonisti dei film
X-Men 2 (2003), X-Men – Conflitto finale (2006),
X-Men – Giorni di un
futuro passato (2014), Green Room (2015),
Logan – The
Wolverine (2017), Il ragazzo che diventerà re
(2019) e Charlie’s Angels (2019).
2. È celebre per le serie
dedicate a Star Trek. Nel corso della sua carriera
l’attore recita in diverse produzioni televisive, diventando però
celebre grazie alla serie Star Trek: The Next Generation,
dove ricopre il ruolo del capitano Picard dal 1987 al 1994.
L’attore recita poi nei film televisivi Death Train
(1993), Fantasma per amore (1996), Canto di
Natale (1999), The Lion in Winter (2003), L’isola
misteriosa (2005), Hamlet (2009) e Macbeth
(2010). Nel 2020 riprende il ruolo che lo ha reso celebre nella
serie Star Trek: Picard.
3. Ha prodotto alcuni dei
suoi lavori da interprete. In più di un’occasione l’attore
ha ricoperto il ruolo di produttore per progetti in cui figurava
anche come attori. Tra questi si annoverano i film Fantasma per
amore, Star Trek – L’insurrezione, Canto di
Natale, The Lion in Winter, e la serie
Star Trek:
Picard.
4. È un rinomato
doppiatore. L’attore ha anche alle spalle una lunga
carriera da doppiatore, iniziata con il film d’animazione
Nausicaä della Valle del vento (1984), e proseguita poi
con Il principe d’Egitto (1998), Jimmy Neutron –
Ragazzo prodigio (2001), Chicken Little – Amici per le
penne (2005), TMNT (2007), Gnomeo e
Giulietta (2011), L’era glaciale 4 – Continenti alla
deriva (2012) e Emoji – Accendi le emozioni
(2017).
Patrick Stewart e Ian McKellen
5. Sono grandissimi
amici. I due attori britannici, oltre ad aver condiviso il
set dei film dedicati agli X-Men, sono profondamente amici anche
fuori le scene, a tal punto che IanMcKellen scelse Stewart per celebrare le sue
nozze. Il loro rapporto è più volte stato oggetto di entusiasmo dei
fan, che li hanno indicati come una delle più belle coppie d’amici
del mondo del cinema.
Patrick Stewart in Dune
6. È stato scelto per
sbaglio. In un’intervista l’attore ha ricordato la sua
esperienza per il film di fantascienza Dune, diretto da
David Lynch nel 1984. L’attore ha dichiarato che
la sua convocazione nel cast avvenne per sbaglio, con il regista
che credeva di aver assegnato la parte ad un altro attore. Quando
ci si rese conto dell’errore, tuttavia, era troppo tardi, e Stewart
fu confermato per il ruolo.
Patrick Stewart in Star Trek
7. Era certo che lo
avrebbero licenziato. Durante le riprese della prima
stagione di Star Trek: The Next Generation, l’attore era
convinto che sarebbe stato licenziato e sostituito per il ruolo del
capitano Picard, a tal punto da non disfare le proprie valige per
circa sei settimane.
8. Ha ideato le origini del
personaggio. Interpretando un personaggio di origine
francese, Jean-Luc Picard, ma che parla con accento inglese,
l’attore ha spiegato di giustificare la cosa immaginando che questi
sia stato allevato da una tata inglese.
9. Ha ripreso il ruolo dopo
anni di distanza. Nel 2002 l’attore interpreta per un
ultima volta il personaggio che lo ha reso celebre per il film
Star Trek – La nemesi. A diciotto anni di distanza,
Stewart è pronto a riprendere la parte nella serie interamente
dedicata a lui.
Patrick Stewart età e altezza
10. Patrick Stewart è nato a
Mirfield, in Inghilterra, il 13 luglio 1940. L’attore è
alto complessivamente 178 centimetri.
Tra i più celebri comici dello
spettacolo statunitense c’è senza ombra di dubbio l’attore
Ben Stiller. Protagonista di alcune delle più
brillanti commedie degli ultimi anni, Stiller si è negli anni
distinto anche come regista, ricevendo numerosi riconoscimenti.
Attualmente Stiller vive una fase più matura della propria
carriera, che lo ha visto partecipare a importanti film d’autore,
spesso anche in ruoli drammatici, con i quali ha dato prova della
sua versatilità.
Ecco 10 cose che non sai di
Ben Stiller.
Ben Stiller: i suoi film
1. È protagonista di celebri
commedie. L’attore debutta al cinema con il film Su e
giù per i Caraibi (1987), e recita poi in film come
L’impero del sole (1987), Pazzia di gioventù
(1988) e Autostrada per l’inferno (1992). Nel 1994 diventa
popolare grazie al film Giovani, carini e disoccupati, e
da quel momento ottiene ruoli in importanti commedie come Amori
e disastri (1996), Tutti pazzi per Mary (1998),
Ti presento i miei (2000), Zoolander (2001),
I Tenenbaum (2001), Duplex – Un appartamento per
tre (2003), … e alla fine arriva Polly (2004),
Starsky & Hutch (2004), Palle al balzo (2004), e
Mi presenti i tuoi? (2004). Raggiunge ulteriore popolarità
con il film Una notte al museo (2006). Successivamente
recita in Lo spaccacuori (2007), Tropic Thunder
(2008), Una notte al museo 2
– La fuga (2009), Lo stravagante mondo di
Greenberg (2010), Vi presento i
nostri (2010), I sogni segreti di
Walter Mitty (2013), Giovani si
diventa (2014), Notte al museo 3 – Il
segreto del faraone (2014), Zoolander 2
(2016) e The Meyerowitz
Stories (2017).
2. È un apprezzato
regista. Nel corso degli anni Stiller ha realizzato alcune
tra le più brillanti commedie degli ultimi tempi, dimostrando una
grande maturità come regista. I suoi film comprendono Giovani,
carini e disoccupati, Il rompiscatole (1996), Zoolander,
Tropic Thunder, I sogni segreti di Walter Mitty e
Zoolander 2. Nel 2018 dirige la miniserie drammatica
Escape at Dannemora.
3. Si è distinto come
doppiatore. L’attore è celebre per aver doppiato il leone
Alex, protagonista dei film d’animazione Madagascar
(2005), Madagascar 2 (2008) e Madagascar 3 – Ricercati
in Europa (2012). Ha inoltre doppiato i film Bee
Movie (2007) e Megamind (2010).
Ben Stiller: chi è sua moglie
4. È stato sposato con
un’attrice. Nel 1999 l’attore conosce l’attrice
Christine Taylor, che sposa poi nel maggio del
2000. I due hanno recitato insieme nei film Zoolander, Palle al
balzo, Tropic Thunder e Zoolander 2, e hanno inoltre
dato alla luce due figli, nati rispettivamente nel 2002 e nel 2005.
A fine maggio del 2017, tuttavia, la coppia annuncia il
divorzio.
Ben Stiller in Palle al balzo
5. Ha provocato diversi
incidenti. Il film Palle al balzo, del 2004, è
basato sul dodgeball, sport di squadra nato come evoluzione
agonistica della comune “palla avvelenata”. Durante le riprese del
film, Stiller, per via di alcuni tiri poco precisi, ha finito con
il colpire e rompere tre macchine da presa. In un’occasione ha
perfino colpito involontariamente sua moglie in faccia.
Ben Stiller e la Magnum
6. È la più celebre delle
sue tante espressioni facciali. Nel 2001 l’attore
raggiunge grande popolarità grazie al film da lui scritto, diretto
e interpretato: Zoolander. Questo è basato sulla ricerca
del modello Derek Zoolander di qualcosa di più importante per cui
vivere che non il superficiale mondo della moda. Il personaggio è
divenuto celebre per le numerose, e buffe, espressioni facciali
assunte dall’attore, il cui apice viene raggiunto con quella che
egli chiama la “Magnum”.
Ben Stiller è Zoolander
7. L’idea gli è venuta
guardandosi allo specchio. La leggenda narra che l’idea
del personaggio di Zoolander sia venuta a Stiller quando sua moglie
gli fece notare la buffa espressione che assumeva mentre si
pettinava i capelli. L’attore decise così di guardarsi allo
specchio, e quando vide l’espressione in questione decise di
costruirvi sopra una storia.
8. Sarebbe dovuto morire
alla fine del film. L’idea iniziale per la conclusione del
film prevedeva Zoolander morire investito da un treno e ascendere
al cielo. Tuttavia i produttori bloccarono tale scelta
considerandola di cattivo gusto e troppo costosa da girare.
Ben Stiller: il suo patrimonio
9. È uno degli attori più
ricchi di Hollywood. Nel corso degli anni Stiller ha
guadagnato grande popolarità come attore e regista, e la sua
presenza in numerosi progetti gli ha permesso di diventare uno
delle personalità più pagate di Hollywood, con un patrimonio
stimato di 200 milioni di dollari.
Ben Stiller età e altezza
10. Ben Stiller è nato a New
York, Stati Uniti, il 30 novembre 1965. L’attore è alto
complessivamente 170 centimetri.
Michael B. Jordan e i premi Oscar Jamie Foxx (“Ray”, “Baby Driver – Il genio
della fuga”, “Django: Unchained”) e Brie Larson (“Room”, “Short Term 12” e
“Captain Marvel”), sono i protagonisti de
Il
Diritto di Opporsi, un dramma illuminante che porta
sul grande schermo una delle storie più importanti del nostro
tempo.
Il premiato regista Destin Daniel
Cretton (“Il castello di vetro”, “Short Term 12”) ha diretto il
film da una sceneggiatura che ha co-scritto, tratta dal
pluripremiato best-seller di memorie ad opera di Bryan Stevenson.
Il film verrà distribuito in tutto il mondo da Warner Bros.
Pictures ed uscirà nelle sale italiane il 30 gennaio 2020.
Il diritto di opporsi: la trama
Il
Diritto di Opporsi si basa sulla vera storia, potente
e stimolante, del giovane avvocato Bryan Stevenson (Jordan) e la
sua storica battaglia per la giustizia. Dopo essersi laureato ad
Harvard, Bryan avrebbe potuto scegliere fin da subito di svolgere
dei lavori redditizi. Al contrario, si dirige in Alabama con
l’intento di difendere delle persone condannate ingiustamente, o
che non avevano una rappresentanza adeguata, con il sostegno
dell’attivista locale Eva Ansley (Larson). Uno dei suoi primi casi,
nonché il più controverso, è quello di Walter McMillian (Foxx), che
nel 1987 viene condannato a morte per il famoso omicidio di una
ragazza di 18 anni, nonostante la preponderanza di prove che
dimostrano la sua innocenza, e il fatto che l’unica testimonianza
contro di lui è quella di un criminale con un movente per mentire.
Negli anni che seguono, Bryan si ritroverà in un labirinto di
manovre legali e politiche, di razzismo palese e sfacciato, mentre
combatte per Walter, e altri come lui, con le probabilità – e il
sistema – contro.
Fanno parte del cast principale
anche Rob Morgan (“Mudbound”) nei panni di Herbert Richardson, un
detenuto che si trova nel braccio della morte in balia del proprio
destino; Tim Blake Nelson (“Wormwood”) nel ruolo di Ralph Myers, la
cui cruciale testimonianza contro Walter McMillian verrà messa in
discussione; Rafe Spall (“La grande scommessa”) è Tommy Chapman, il
procuratore distrettuale che si batte per la colpevolezza e la
condanna di Walter; O’ Shea Jackson Jr. (“Straight Outta Compton”)
nei panni di Anthony Ray Hinton, un altro detenuto condannato a
morte ingiustamente, la cui causa viene presa in carico da Bryan, e
Karan Kendrick (“Il coraggio della verità”) nel ruolo della moglie
di Walter, Minnie McMillian, che è sempre rimasta al fianco di suo
marito.
Il
Diritto di Opporsi è prodotto dal due volte candidato
all’Oscar Gil Netter (“La vita di Pi”, “The Blind Side”), Asher
Goldstein (“Short Term 12”) e Michael B. Jordan, mentre Bryan
Stevenson, Mike Drake, Niija Kuykendall, Gabriel Hammond, Daniel
Hammond, Scott Budnick, Jeff Skoll e Charles D. King sono i
produttori esecutivi.
Cretton ha scritto la sceneggiatura con Andrew Lanham (“Il
castello di vetro”), basata sul libro di Stevenson Just Mercy:
A Story of Justice and Redemption, in uscita in Italia il
prossimo 30 gennaio con il titolo “Il diritto di opporsi”, edito da
Fazi Editore. Pubblicato nel 2014 da Spiegel & Grau, il libro è
stato per 180 settimane nella lista dei best seller del New
York Times, e nel complesso è stato nominato uno dei migliori
libri dell’anno da numerosi top outlets, tra cui
TIMEMagazine. Per la sua opera, Stevenson si è aggiudicato
inoltre la Andrew Carnegie Medal for Excellence, un NAACP Image
Award e il Dayton Literary Peace Prize per la Nonfiction.
La squadra creativa che ha
collaborato con Cretton dietro le quinte comprende il direttore
della fotografia Brett Pawlak, la scenografa Sharon Seymour, il
montatore Nat Sanders e il compositore Joel P. West, che hanno
tutti precedentemente collaborato con il regista in “Il castello di
vetro”. Fa parte del gruppo anche la costumista Francine
Jamison-Tanchuck (“Detroit”, “End of Justice – Nessuno è
innocente”).
Warner Bros. Pictures presenta, in
associazione con Endeavor Content/One Community/Participant
Media/Macro, una produzione Gil Netter, una produzione Outlier
Society: “Il diritto di opporsi”.
EON Productions, Metro Goldwyn
Mayer Studios (MGM) e Universal Pictures International hanno
annunciato oggi che Billie Eilish canterà la
canzone d’apertura per il venticinquesimo film di James Bond,
NO TIME TO DIE. La canzone verrà
rilasciata da Darkroom/Interscope Records. No Time To Die uscirà in
Italia il 9 aprile 2020.
La diciottenne Billie
Eilish, nominata ai GRAMMY® Award e multi-disco di
platino, ha scritto la canzone insieme a FINNEAS, suo fratello
maggiore, anche lui nominato ai GRAMMY® Award. Billie Eilish è
la più giovane artista della storia ad aver scritto e registrato
una canzone d’apertura per il franchise di James Bond.
Diretto da Cary Joji Fukunaga prodotto da
Michael G. Wilson e Barbara
Broccoli con Daniel Craig,
Léa Seydoux, Ralph
Fiennes, Rami
Malek e Naomie
Harris, Ben
Whishaw, Rory
Kinnear,Jeffrey
Wright, Dali
Benssalah, Billy
Magnussen, Ana De
Armas, David
Dencik e Lashana Lynch.
No time to die arriverà al cinema il 9
aprile 2020.
Dopo i primi commenti di
Zoe Kravitz sulla sua Catwoman, è stato
Robert Pattinson a parlare nuovamente
dell’attesissimo The
Batman in una recente intervista con Empire Magazine (via CB). L’attore,
attualmente impegnato sul set del film di Matt
Reeves allestito a Londra, ha spiegato di voler scavare
nelle profondità di un personaggio tanto complesso come
Bruce Wayne e di voler apportare tutta l’intensità
necessaria allo stesso, anche se tutto dipenderà dal rating del
film, ossia dalla sua classificazione.
“L’unica cosa davvero
complicata è la classificazione”, ha spiegato Pattinson.
“Non appena trasformi qualcosa in un film vietato ai minori,
allora sei libero di fare quello che vuoi. In merito al
personaggio, voglio spingerlo il più lontano possibile, oltre i
limiti. E credo che anche Matt Reeves voglia muoversi in questa
direzione. Si possono fare cose folli con un personaggio del
genere.”
Già in precedenza l’ex star della
saga di Twilight aveva spiegato i motivi che lo avevano
spinto ad accettare la parte: “Non so perché, ma fin da subito
ho sentito una forte connessione con questo personaggio”,aveva raccontato
Pattinson. “Volevo davvero interpretarlo. Questo ruolo ha
una potenza che spinge chiunque a sentirsi attratto. È qualcosa di
molto complesso da definire.”
Il cast di The
Batman è formato da molti volti noti: insieme
a Robert
Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno
anche Andy
Serkis (Alfred), Colin
Farrell(Oswald
Chesterfield/Pinguino), Zoe
Kravitz (Catwoman), Jeffrey
Wright (Jim Gordon) e Paul
Dano (Enigmista). Infine, John
Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast
anche Peter
Sarsgaard, ma c’è ancora mistero sul suo ruolo.
HN Entertainment ha suggerito che
le riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios
di Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche
di Batman v Superman: Dawn of Justice, Justice League,
Wonder Woman e del sequel Wonder Woman
1984) mentre l’uscita nelle sale è stata già fissata al 25
giugno 2021.
“The Batman esplorerà un caso
di detective“, scrivono le fonti, “Quando alcune persone
iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà
scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere
il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali
di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues
Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale
fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché
sono tutti sospettati“.
In attesa di sapere chi sostituirà
Scott
Derrickson alla regia di Doctor Strange in
the Multiverse of Madness, attesissimo sequel del
cinecomic Marvel con Benedict
Cumberbatch uscito ormai 5 anni fa, arrivano nuove
indiscrezioni sulla trama del film grazie ad una prima breve
sinossi apparsa online nelle ultime ore.
I primi dettagli sulla trama del
sequel di Doctor Strange sono emersi in
rete grazie al sito Backstage, celebre
portale per annunci di lavoro dedicato agli attori e ai casting:
sul sito in questione è apparsa una prima breve sinossi del nuovo
film dedicato allo Stregome Supremo che anticipa il ritorno di una
delle Gemme dell’Infinito, ossia la Gemma del Tempo.
Sul sito si legge: “Dopo gli
eventi di Avengers: Endgame, il dottor Stephen Strange continua la
sua ricerca sulla Gemma del Tempo. Ma un vecchio amico
trasformatosi in un nemico cercherà di ostacolare i suoi piani e
spingere Strange a liberare un male indicibile.”
Poche parole che danno comunque
adito ad alcune speculazioni. All’inizio di Avengers:
Endgame, Thanos distrugge la Gemma del Tempo
insieme ad altre Gemme dell’Infinito; ciò significa che Strange
avrà solo due modi per poter recuperare la Gemma del Tempo: o
viaggiare nel tempo e dare vita ad una nuova linea temporale, o
magari lo Stregone riuscirà a riappropriarsi degli atomi e
riportare la Gemma del Tempo alla sua forma originaria.
Per quanto riguarda il “vecchio
amico” menzionato, dovrebbe trattarsi del barone Karl
Mordo (Chiwetel Ejiofor) o forse di
Scarlet Witch (Elizabeth Olsen);
non è da escludere però che potrebbe trattarsi di un nuovo
personaggio che farà il suo debutto proprio nel sequel.
Annunciato ufficialmente questa
estate al Comic-Con di San Diego, Doctor Strange
2 vedrà Benedict
Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange.
Diretto da Scott Derrickson, il sequel vedrà
anche Wanda Maximoff alias Scarlet Witch (Elizabeth
Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista
dopo WandaVision. Le riprese
dovrebbero cominciare nella prima metà del 2020.
Secondo Collider, la
produzione ha fatto già un passo in avanti assumendo lo
sceneggiatore Jade Bartlett. Il suo ruolo non
è stato ancora chiarito, visto che lo script dovrebbe essere
firmato da Derrickson in persona e quindi Bartlett dovrebbe
intervenire solo a limare il testo o magari a scrivere a quattro
mani con il regista.
Il primo film su Doctor
Strange è uscito nel 2016 e ha raccontato la nascita
dell’eroe, dall’incidente di Stepehn Strange fino al confronto con
Dormammu. Nel film c’erano anche Benedict Wong, Tilda
Swinton, Chiwetel
Ejiofor e Rachel McAdams.
Abbiamo rivisto Strange in Infinity
Ware
inEndgame.
Nella giornata di ieri sono state
annunciate le nomination degli
Oscar 2020, la 92esima edizione degli
Academy Awards la cui cerimonia di premiazione
avrò luogo il prossimo 9 febbraio. Come da tradizione ormai, le
prestigiose candidature sono accompagnate da una serie di polemiche
che riguardano “i grandi esclusi”: film, registi e
attori che, vista la spietata concorrenza, non riescono a
guadagnarsi una candidatura al prestigiosissimo riconoscimento.
Da Jennifer Lopez
per Le ragazze di Wall Street ad
Awkwafina per The Farewell, passando per
Lupita Nyong’o per Noi fino ad arrivare
ad Adam Sandler per Diamenti grezzi. E
ancora, nessuna nomination per Beyoncé e la sua
“Spirit” nella categoria miglior canzone originale;
nessuna candidatura per Greta Gerwig, regista di
Piccole donne, né per Lulu Wang, regista
di The Farewell. A dominare le nomination di questa
edizione è Joker di Todd Phillips, con
ben 11 candidature, seguito da 1917 di
Sam Mendes, C’era una volta a Hollywood
di Quentin Tarantino e The Irishman di
Martin Scorsese, a pari merito con 10 nomination.
Di seguito abbiamo raccolto i
grandi snobbati degli Oscar 2020, menzionando
anche tre graditissime sorprese (Antonio Banderas, Jonathan
Pryce e Florence Pugh). In attesa del 9
febbraio, quando finalmente scopriremo chi sarà a trionfare durante
la notte delle stelle, fateci sapere chi – secondo voi – avrebbe
meritato una candidatura quest’anno:
Jennifer Lopez, Le ragazze di
Wall Street
Erano in
molti a sperare che Jennifer Lopez riuscisse
finalmente a conquistare la sua prima nomination agli Oscar. Il
ruolo della tosta spogliarellista newyorkese Ramona nella commedia
drammatica di Lorene Scafaria – che alcuni hanno paragonato ad
Erin Brockovich – avrebbe dovuto
catapultarla di diritto nella cinquina della migliore attrice non
protagonista (considerando anche le nomination ricevute sia al
Golden Globe che agli Screen Actors Guild). Le ragazze di Wall Street ha
incassato oltre 100 milioni di dollari al box office mondiale: è
innegabile quanto gran parte del successo del film sia dovuto
proprio alla bellissima performance di J.Lo.
Awkwafina, The Farewell
Dopo la vittoria del Golden Globe
come migliore attrice in una commedia o musical, era data per certa
la presenza di Awkwafina nella cinquina della
migliore attrice. Così non è stato. Probabilmente, la sua
meravigliosa interpretazione in Una bugia buona – The
Farewell, piccolo gioiello che ha iniziato la sua
corsa dall’ultima edizione del Sundance e che è arrivato nelle
nostre sale lo scorso dicembre, potrebbe essere stata sottovalutata
da alcuni dei membri dell’Academy. Inoltre, il film non ha ricevuto
alcuna nomination né per la miglior sceneggiatura originale, né per
la migliore attrice non protagonista (Zhao
Shuzhen).
Lupita Nyong’o, Noi
Negli ultimi anni, gli Oscar hanno
dimostrato un particolare interesse nei confronti del thriller
dalle venature horror. Eppure, nonostante il successo di
Scappa – Get Out alla scorsa edizione
(quattro nomination e una statuetta alla miglior sceneggiatura
originale), l’ultimo film di Jordan Peele,
Noi, sembra
non aver raccolto i medesimi consensi tra i membri dell’Academy.
Lupita Nyong’o, vincitrice dell’Oscar come
migliore attrice non protagonista per 12 anni schiavo, è
stata nominata ai SAG Awards per la sua straordinaria e
“terrificante” doppia interpretazione nel film. Ciononostante, i
membri votanti non hanno riconosciuto il suo encomiabile lavoro,
escludendola dalla cinquina della migliore attrice
protagonista.
Greta Gerwig, Piccole donne
Nonostante
l’adattamento di Piccole
donne ad opera della Gerwig abbia ricevuto ottime
recensioni e conquistato ben 6 nomination, tra cui miglior film,
migliore attrice protagonista (Saoirse Ronan) e miglior
sceneggiatura non originale, il film non è riuscito a rientrare
nella cinquina per la migliore regia. Se il lavoro della Gerwig
fosse stato riconosciuto, la stessa sarebbe diventata la prima
donna nella storia degli Oscar ad essere nominata per anni
consecutivi (dopo la candidatura per Lady Bird della
scorsa edizione). Invece, la cinquina del miglior regista è anche
quest’anno composta da soli uomini: Martin Scorsese (The Irishman),
Sam Mendes (1917), Quentin Tarantino (“C’era una volta a
Hollywood”), Bong Joon Ho (Parasite) e Todd Phillips
(Joker).
Taron Egerton, Rocketman
Grazie all’interpretazione di Elton
John in Rocketman,
Targon Egerton è riuscito a battere Leonardo DiCaprio ai Golden
Globes; si è inoltre aggiundicato una nomination ai SAG Awards e ai
BAFTA. Probabilmente, scegliere soltanto cinque tra i “migliori
attori” di quest’annata è stato davvero troppo complicato… anche
per i membri dell’Academy. Tuttavia, fanno “sorridere” tutti i
riconoscimenti ottenuti da Bohemian Rhapsody e da Rami
Malek lo scorso anno, mentre il film sul Baronetto ha dovuto
“accontentarsi” di una singola candidatura alla miglior canzone
originale…
Christian Bale, Le Mans ’66 – La grande sfida
Le Mans ’66 – La
grande sfida è diventato il primo film dedicato alle corse
automobilistiche ad aver conquistato una candidatura agli Oscar
come miglior film. Anche Christian Bale, nei panni di Ken Miles,
era in corsa per il miglior attore protagonista. L’enorme livello
delle performance attoriali maschili di quest’anno, unite alle
precedenti quattro nomination di Bale (di cui una proprio lo scorso
anno per Vice – L’uomo nell’ombra), hanno spinto i membri
votanti a riconoscere altre performance.
Adam Sandler, Diamanti grezzi
L’interpretazione del gioielliere
ebreo di New York col vizio del gioco in Diamanti grezzi è
forse la migliore performance della carriera di Adam Sandler. Il
fatto che il film abbia ottenuto un enorme successo al box office
durante le festività natalizie (nelle sale americane è uscito
proprio il giorno di Natale), mentre i membri dell’Academy erano
intenti ad esprimere le loro votazioni, ha spinto molti a credere
che una candidatura per Sandler potesse essere una delle grandi
sorprese di questa edizione. Purtroppo, Diamanti grezzi si
è rivelato un film troppo “spigoloso” per gli Oscar.
George MacKay, 1917
1917 è stato un successo al box office: con 10
candidature, è sicuramente uno dei favoriti alla corsa ai prossimi
Oscar. È strano però che
MacKay, protagonista assoluto del film, non abbia ricevuto una
candidatura come miglior attore: né agli Oscar né per altri
prestigiosi riconoscimenti. Se il film di Sam Mendes dovesse
effettivamente vincere come miglior film agli Oscar 2020, sarà il
primo titolo dopo oltre un decennio – precisamente da The
Millionaire nel 2008 – a conquistare l’ambita statuetta senza
aver ricevuto neanche una candidatura per gli
attori.
Eddie Murphy, Dolomite Is My Name
Murphy ha
ottenuto alcune delle migliori recensioni della sua carriera per il
ruolo dell’attore e comico Rudy Ray Moore in Dolemite Is My
Name. In genere, l’Academy adora riconoscere il lavoro di
attori che si impegnano ad interpretare persone realmente esistite,
soprattutto se si tratta di altri performer, ma forse la
prova di Murphy nel film targato Netflix non è stata promossa a
dovere dal colosso dello streaming. Per ora, l’unica nomination di
Murphy resta quella ottenuta grazie a
Dreamgirls.
Jamie Foxx, Il diritto di opporsi
Che cosa è successo con Il
diritto di opporsi? Lo scorso autunno, la Warner Bros. pensava
di avere tra le mani un potenziale contendente in vista dei
prossimi Oscar, soprattutto grazie alla storia raccontata nel film:
un giovane avvocato (interpretato Michael B. Jordan) che cerca di
salvare il suo innocente cliente (Jamie Foxx) dal braccio della
morte. Per qualche oscura ragione, lo studio non ha più distribuito
il film durante il periodo relativo alle votazioni dei membri
dell’Academy. Di conseguenza, Jamie Foxx non ha potuto ricevere una
nomination come miglior attore non protagonista.
Robert De Niro, The Irishman
Nonostante The Irishman
sia tra i grandi protagonisti di questa season award, il
lavoro di Robert De Niro non sembra essere stato particolarmente
apprezzato, né dai critici, né dai vari sindacati, né tantomeno
dall’Academy. Difficile riuscire a spiegarne i motivi, soprattutto
in riferimento al valore che è stato invece riconosciuto alle
performance dei suoi illustri colleghi, Al Pacino e Joe Pesci,
entrambi nominati nella categoria miglior attore non
protagonista.
Beyoncé, “Spirit”
La ballata
di Beyoncé realizzata per la colonna sonora del live action de
Il Re Leone
sembra essere stata pensata apposta per finire nella cinquina della
miglior canzone originale. Sfortunatamente, il brano non è riuscito
ad ottenere la nomination. Probabilmente, il vero sconfitto in
questa situazione non è la celebre cantante e attrice, ma forse è
proprio l’Academy, che ha palesemente gettato al vento la
possibilità di vedere la star dell’R&B esibirsi sul palco del
Dolby Theatre con una grandissima esibizione.
Frozen 2 – Il segreto di Arendelle
Frozen 2 – Il segreto di
Arendelle, il film d’animazione che ha incassato di più nella
storia del cinema, non è stato nominato nella categoria migliore
film d’animazione. Una grandissima sorpresa, soprattutto se si
pensa che proprio il primo capitolo – Frozen – Il regno di
ghiaccio – era riuscito a vincere nella stessa categoria ben 6
anni fa.
Antonio Banderas, Dolor y Gloria
Da quando
Banderas è stato insignito del premio per la migliore
interpretazione maschile al Festival di Cannes lo scorso maggio per
il dramma autobiografico di Pedro Almodovar, Dolor y Gloria,
l’attore ha continuato a raccogliere consensi da parte della
critica e dei sindacati, fino ad arrivare a stregare anche i membri
dell’Academy e conquistare la sua prima nomination
all’Oscar.
Jonathan Pryce, The Two Popes
Dopo aver mancato una nomination ai
SAG Awards, le probabilità che Jonathan Pryce rientrasse nella
cinquina del miglior attore protagonista agli Oscar 2020 stavano
iniziando a scemare, ma evidentemente i membri votanti hanno amato
la sua interpretazione di Papa Francesco nel dramma The Two
Popes targato Netflix. Anche Anthony Hopkins, che interpreta
il suo predecessore, Papa Benedetto XVI, ha ottenuto una
candidatore come miglior attore non protagonista.
Florence Pugh, Piccole donne
Dopo essere
stata esclusa dalle nomination dei Golden Globes e dei SAG,
sembrava che Florence Pugh non sarebbe mai riuscita ad entrare
nella cinquina degli Oscar. Ma a quanto pare i membri votanti hanno
avuto il tempo necessario per apprezzare la sua interpretazione di
Amy in Piccole donne, permettendole così di splendere tra
le candidate alla migliore attrice non protagonista.