I film e le serie tv destinati agli
adolescenti sono da tempo un settore importante dell’industria
cinematografica. Ma è con gli anni Ottanta che questo genere ha
acquisito una sua autonomia ed ha trovato numerose fortunate
strade, sia sul grande che sul piccolo schermo, lanciando attori e
attrici che ancora oggi li popolano. Così hanno iniziato Michael J. Fox, John Cusack, Demi Moore e Leonardo DiCaprio, solo per citarne
alcuni.
The Breakfast Clube il “brat
pack”
È il caso di The
Breakfast Club, un piccolo cult del 1985 diretto da
John Hughes, oggi disponibile su Netflix, che portò alla ribalta il cosiddetto
“brat pack”, ovvero un manipolo di attori che divennero
noti appunto per aver interpretato una serie di pellicole
incentrate sugli adolescenti e le loro problematiche. Del gruppo
facevano parte tutti i protagonisti del film: Molly
Ringwald, Emilio Estevez,
Anthony Michael Hall, Judd Nelson
e Ally Sheedy.
La Trama
Un gruppo di liceali, studenti alla
Shermer High School di Chicago, è costretto a passare il sabato
nella biblioteca della scuola per punizione. Il preside Richard
Vernon, Paul Gleason, li sorveglia, non sempre con
scrupolo, e assegna loro un tema dal titolo: chi sono io? Per
spingerli a riflettere. Claire, Molly Ringwald,
John, Judd Nelson, Andrew, Emilio
Estevez, Brian, Anthony Michael Hall, e
Allison, Ally Sheedy, sono molto diversi, ma tutti
accomunati da un cattivo rapporto coi genitori e da problemi in
famiglia, che pian piano li faranno avvicinare uno all’altro,
rendendo quest’esperienza di condivisione un’opportunità per
crescere, abbandonare i propri pregiudizi e aprirsi agli altri. Non
mancheranno poi goliardate, balli e fumo per combattere la noia
delle lunghe ore a scuola.
Un film senza sorprese, che però si riscatta nel
finale
Dopo Sixteen candles –
Un compleanno da ricordare, che nel 1984 aveva fatto
conoscere al pubblico la giovane Molly Ringwald e
portato sullo schermo un altrettanto giovane John Cusack in una delle sue prime
apparizioni, Hughes ci riprovò l’anno successivo
con questo The Breakfast Club, costruendo
attorno ai giovani attori del brat pack un film per
teenagers corale e senza grosse sorprese.
La prima parte del film è piuttosto
scontata e poco coinvolgente, a tratti perfino fastidiosa, in
particolare il personaggio di John, interpretato da Judd
Nelson, è davvero sgradevole. L’attore interpreta anche
bene il classico giovanotto spavaldo e strafottente, dai modi
bruschi e aggressivi, ma senza neppure quella vena di ironia o
simpatia che lo possa rendere in qualche modo accattivante. Le
dinamiche fra i vari personaggi sono fin troppo prevedibili e
rendono il film piatto. Ognuno è intrappolato in uno stereotipo:
c’è Claire la snob, Brian il secchione, Andrew lo sportivo, Allison
la pazza e appunto John, lo spaccone aggressivo. Ciascuno
guarda gli altri dall’alto in basso, sentendosi migliore. Nulla di
nuovo o di particolarmente esaltante.
Nella seconda parte e verso il
finale il film si riscatta, acquista un po’ di spessore e riesce a
catturare l’attenzione perché Hughes, anche
sceneggiatore e produttore, scompagina le carte e toglie le
certezze, rimescolando tutto. Soprattutto, scopre il vero animo dei
protagonisti e le loro fragilità. Qui entra finalmente in gioco un
po’ di empatia che coinvolge lo spettatore. Cadono così i
pregiudizi e nessuno si sente più diverso o meglio dei
compagni.
Nell’interminabile giornata a
scuola, poi, non mancano momenti goliardici, balletti in stile
Footloose o Saranno
Famosi, inevitabili figli dell’epoca. Nella colonna
sonora, da segnalare Don’t you (forget about me), scritta
appositamente per il film da Keith Forsey e
Steve Schiff che accompagna i titoli di testa e
quelli di coda ed è diventata uno dei maggiori successi dei
Simple Minds.
Molly Ringwald e compagni
oggi
Che fine hanno fatto oggi
Molly Ringwald e compagni? La bella Claire è
apparsa di recente in due prodotti di successo come la serie tv
Riverdale,
dove ha interpretato la madre di Archie – KJ Apa – Mary Andrews, e nel film Netflix
The Kissing Booth (2018) che, seppur non
apprezzato dalla critica, ha raccolto un buon successo di pubblico
sulla piattaforma.
Emilio Estevez,
figlio d’arte, non sembra aver avuto la stessa fortuna
professionale del padre Martin Sheen. Oltre a
quella di attore ha intrapreso la carriera di regista, ma il suo
nome resta legato ai lavori degli anni Ottanta. Tra gli altri, fu
nel cast de I ragazzi della 56a strada di
Francis Ford Coppola già nel 1983, poi in
Young guns – Giovani pistole di
Christopher Cain (1988). Più recentemente è stato
regista di un film su Bob Kennedy, Bobby
(2006) e ha diretto sé stesso e il padre ne Il cammino per Santiago (2010).
Per quel che riguarda
Judd Nelson, si ricorda la sua
partecipazione in Fandango accanto a
KevinCostner (1985).
Prosegue poi la sua carriera di attore, che lo ha visto
recentemente prendere parte al film di James CoxBillionaire Boys Club con Emma Roberts, Kevin Spacey e Ansel Elgort.
Infine, il nome di Ally
Sheedy è rimasto principalmente legato alle pellicole anni
Ottanta. Oltre a The Breakfast Club, vi
sono St. Elmo’s Fire di Joel
Shumacher e Wargames – Giochi di
guerra di JohnBatham.
E’ stato un gesto da vero eroe
quello compiuto da un bambino di sei anni nei riguardi della
sorellina più piccola e chi se non gli Avengers e
Robert Downey Jr. potevano congratularsi per
questo incredibile atto d’amore?
Un post condiviso da Nikki Walker
(@nicolenoelwalker) in data:
Il fatto, come riporta la
CNN, il 9 luglio il bambino di 6 anni del Wyoming ha salvato la
sua sorellina minore da un pastore tedesco che era per strada. Il
cane lo ha attaccato al volto e a causa di ciò Bridger ha subito un
intervento chirurgico durato due ore con 90 punti sulla ferita.
Arriva dal THR la notizia
che l’annunciata serie tv Marvel/Disney+Hawkeye basata
sul personaggio di Occhio di Falco interpretato da Jeremy Renner ha finalmente un regista.
Più precisamente più di un regista.
Infatti sembra che i
Marvel Studios abbiamo scelto
Amber Finlayson (Bert) e Katie Ellwood
(Bertie) noto per aver diretto la commedia per adulti di
Amazon, Troop Zero, per dirigere un blocco di episodi
della prossima serie tv Hawkeye per
Disney+.
Dunque finalmente la miniserie sembra prendere forma. Altro nome
che figurerà nel ruolo di timoniere sarà quello di Rhys Thomas,
regista già del Saturday Night Live che la serie di commedie
d’azione di Amazon Comrade Detective.
Come molti di voi sapranno Jeremy Renner, che ha interpretato il ruolo
nei film per il grande schermo, riprenderà il personaggio di Clint
Barton, che per la prima volta ha fatto il suo debutto nel fumetto
in Tales of Suspense # 57 del 1964. Uno degli archi
narrativi della serie vedrà Barton interpretare la parte di mentore
per una nuova generazione di arcieri, tra cui spiccherà il
personaggi di Kate Bishop. Al momento non è chiaro chi interpreterà
il ruolo nonostante Hailee Steinfeld era stata
disegnata dai rumors come l’attrice in trattative per la parte.
Hawkeye
fa parte della prima ondata di serie tv prodotte dai Marvel Studios che avrebbero dovuto
uscire su Disney+ a
partire dall’autunno 2020. Il primo spettacolo doveva essere
stato The Falcon and The
Winter Soldier, ma la serie è stata ritardata a causa
della pandemia di coronavirus che ha colpito la produzione. Altre
serie tv includono WandaVision (sempre
nel 2020?), Loki (primavera
2021) oltre a Hawkeye.Tutti
vedranno i thespian del grande schermo che completano la serie.
La trama si svolge dopo gli eventi
di Avengers:
Endgame e si baserà sulle avventure
di Young Avenger, Kate Bishop,
che ha assunto il ruolo dopo dopo che Clint Barton lascia in
seguito agli eventi di Endgame. La serie vedrà Jeremy
Renner tornare nei panni del personaggio, e
l’attore stesso ha presentato il progetto alla gremita Hall H
durante il Comic-Con di San Diego. Secondo le parole di Renner la
serie racconta “la fibra di ciò che è Occhio di Falco,
ovvero un supereroe senza super poteri, e questo vuol dire che
tutti possono essere dei supereroi.” Secondo le prime
indiscrezioni nella serie Kate Bishop utilizza le sue
notevoli capacità di combattimento per combattere delle buone
battaglia, sia come come Young Avenger, al fianco del mentore Clint
Barton, sia da sola.
Dopo
la notizia che vi abbiamo dato ieri su The Falcon and The Winter
Soldier, anche la serie WandaVision sembra stia per essere rimandata di
qualche mese. Infatti da quanto apprendiamo da un nuovo report di
The Hollywood Reporter la serie Disney
prodotta dai Marvel StudiosWandaVision,
rischia seriamente di slittare alla primavera del 2021. In quel
caso salterebbe la precedente data di uscita che collocava lo show
per un debutto programmato a fine anno.
Il report non chiarisce se ci sono
effettivamente dei ritardi nella lavorazione di WandaVisioncome
accaduto per The Falcon and The Winter Soldier,
che effettivamente ha subito delle variazioni in seguito
all’emergenza in atto in America latina. Da quello che sembra però
la serie potrebbe subire lo stesso destino accaduto anche a
Loki.
AGGIORNAMENTO: Il
giornalista autore del report di The Hollywood Reporter Borys
Kit ha corretto la sua affermazione via Twitter rivelando che
l’articolo porta un’inesattezza nel rapport originale. L’autore
sostiene che WandaVision è ancora sulla buona strada per
debuttare nel dicembre 2020 anziché nella primavera del 2021. Di
seguito il tweet originale:
I’ve made a correction to the article saying
WandaVision is due to come out in 2020. Thanks to the Brandons for
keeping me on my toes. https://t.co/Ju7vrSg6US
La trama si svolge dopo gli eventi
di Avengers:
Endgame dove in qualche modo Visione tornerà in
vita e insieme all’amata Wanda inizieranno la loro vita di coppia
in una New York negli anni ’50. La nuova serie tv sarà strettamente
collegata con il film Doctor Strange in
the Multiverse of Madness previsto per il 2021
dove la Olsen riprenderà il suo ruolo in tale film come
co-protagonista accanto a Benedict
Cumberbatch l’interprete di Doctor Strange. La serie tv fa parte
della Fase 4 del franchise.
Elizabeth
Olsen e
Paul Bettany. riprendono rispettivamente i ruoli di
Wanda Maximoff / Scarlet Witch e Vision della serie
cinematografica. Anche Teyonah Parris,
Kat Dennings, Randall Park e Kathryn
Hahn sono i protagonisti.
E’ un atto di incredibile sensibilità quello compiuto da
Chris Evans nei riguardo del vero eroe nella
vita reale: il bambino di 6 anni che ha salvato la sorellina da un
attacco di un cane.
L’attore ha chiamato il piccolo eroe per congratularsi con lui e
indovinate cosa le ha promesso? lo scudo di CAP!!!! Ecco di seguito
la dolce call avuta dall’attore con il piccolo eroe:
Bridger, 6 years old, saved his little
sister from an attacking dog. He knew he would get hurt, but he did
it anyway. He’s a hero.
So, we made this happen. One of the most fulfilling things,
ever, huge thanks to Chris Evans.
Il fatto, come riporta la
CNN, il 9 luglio il bambino di 6 anni del Wyoming ha salvato la
sua sorellina minore da un pastore tedesco che era per strada. Il
cane lo ha attaccato al volto e a causa di ciò Bridger ha subito un
intervento chirurgico durato due ore con 90 punti sulla ferita.
Nel corso di una conferenza stampa
indetta per la mattina di sabato 18 luglio 2020, Franco
Maresco, regista di La mafia non è più quella di una volta, ha
chiesto a Rai Cinema, nella persona dell’amministratore delegato
Paolo Del Brocco, di riconoscere il suo film come
un film proprio. Alla conferenza erano presenti anche la fotografa
Letizia Battaglia, nel cast del film, e l’avvocato di Maresco,
Antonio Ingroia.
Maresco ha dichiarato: “Alla
cerimonia di premiazione di Venezia dello scorso anno, mentre Rai
Cinema si congratulava per il premio a Luca Marinelli, protagonista
del film Martin Eden di Pietro Marcello, doveva
contemporaneamente essere felice per un altro film, che era il
nostro. La Rai però non aveva più riconosciuto La
mafia non è più quella di una volta già da diverso tempo,
da qualche settimana, perché riteneva che il film non fosse
rispettoso nei confronti del Presidente della Repubblica, Sergio
Mattarella. Facemmo naturalmente tutto un lavoro tra i legali della
Ilapalma [la società di Rean Mazzone, tra i produttori del film,
n.d.r.] e quelli della Rai per arrivare a un compromesso. Tra
l’altro nessuno di noi poteva pensare che un film di satira e un
film che smitizzava la mafia potesse essere censurato. Ma in
effetti arrivò questo rifiuto. E allora cercammo un compromesso,
provando a eliminare alcune scene che magari potevano dare qualche
problema. Togliemmo quelle scene, ma non fu sufficiente perché Rai
Cinema non voleva che si parlasse proprio del presidente
Mattarella. Tra l’altro, questa è proprio l’occasione per
raccontare altri retroscena, perché in realtà ci furono problemi
anche con il festival di Venezia, perché il film fu
selezionato e il direttore della Mostra, Alberto Barbera, molto
dispiaciuto mi telefonò per dirmi: “Franco, mi dispiace, ma
dobbiamo sospendere il film, per problemi dall’alto”. Per problemi
dall’alto intendeva Paolo Baratta, allora presidente della
Biennale, che evidentemente aveva subito pressioni. Ma dopo quei
tagli, Barbera mi richiamò dicendomi: “Bene, ora che hai fatto
questi tagli, il film può passare”. Avevamo quindi il suo sostegno.
Fermo restando che un festival dovrebbe essere un luogo libero e
che mai ho sentito di un festival che entra nei contenuti di un
film.
La mafia non è più quella di una volta di
Franco Maresco – recensione
Comunque, a Rai Cinema questo
non andava bene e per questo decise di togliere il logo. E, come
sapete, oggi avere il sostegno di Rai Cinema è fondamentale, la
maggior parte del cinema italiano vede coinvolta Rai Cinema. E il
fatto che la Rai si sia sfilata ha fatto sì che il film venisse
danneggiato. Io devo molto alla Rai, faccio questo mestiere da
trentacinque anni. E se penso a cosa è successo in questi mesi e
ripenso a quello che facevamo in passato in Rai, quando andava in
onda la striscia di Cinico TV e alla libertà che avevamo, non c’è
paragone. Questa Rai non ha niente a che vedere con quella. Questa
Rai è una Rai che si permette di censurare e questa censura è
avvenuta per decisione del presidente di Rai Cinema, Paolo Del
Brocco. Evidentemente lui è stato più realista del re, perché il
film è uscito e non c’è stata una sola nota di protesta da parte
della famiglia Mattarella. Semplicemente il 6 di settembre uscì una
nota del Quirinale in cui si diceva che le sentenze non si
commentano, e si riferiva a un passaggio del film in cui ci
domandavamo perché il Presidente non avesse detto nulla sulla
sentenza del processo sulla trattativa Stato-mafia. Ecco, a parte
questo, nessuno di noi ha ricevuto una qualche lettera da parte del
Quirinale. Nessuno ha mai detto che questo film mancasse di
rispetto al Presidente della Repubblica, solo Paolo Del Brocco, che
rappresenta Rai Cinema, ha deciso che questo film non può passare.
Quello che noi chiediamo allora alla Rai è che riconosca questo
film, questo suo figlio illegittimo“.
A queste parole molto dirette, sono
seguite quelle di Ingroia, che ha dichiarato: “L’opera è stata
danneggiata, la Rai non ha comprato soltanto dei diritti, si è
assunta anche dei doveri, aveva il dovere di promuovere il film. E
rispetto a questo la Rai è inadempiente e il contratto con Franco
Maresco è ancora in corso, non c’è stata nessuna rescissione del
contratto e sino ad oggi il produttore Rean Mazzone non ha ancora
preteso dalla Rai l’ultima tranche di pagamento. Il film è stato
censurato, anche perché Rai Cinema, togliendo il logo e
disconoscendo il film e non facendo nessun passaggio televisivo, ha
danneggiato la sua visibilità (…) Franco Maresco non vuole fare la
guerra alla Rai, è la Rai che ha fatto la guerra a Franco
Maresco“.
Se è vero che Iron
Man ha sacrificato la sua vita per riportare l’Universo al
suo stato primigenio sconfiggendo Thanos, è anche vero che è stato
uno dei “buoni” che maggiormente ha contribuito alla nascita dei
cattivi. Se la maggior parte delle persone ricorda soltanto il suo
contributo nella nascita di Ultron, ci sono molti altri villain del
MCU la cui nascita è dipesa
direttamente da comportamenti e azioni compiute dallo stesso
Tony Stark/Iron Man.
Iron Monger
Quando i genitori di Tony
morirono, Obadiah Stane, alias Iron Monger, amico di Stark, assunse
per la prima volta il ruolo di guida delle Stark Industries.
Tuttavia, Tony prese il controllo del business quando aveva 18 anni
e spinse Stane lontano dai riflettori. Ciò fece arrabbiare Stane,
che amava la leadership, e lo spinse ad assumere i Dieci Anelli che
tentarono poi di uccidere Tony.
Chiaramente Tony non ha usurpato un
posto, ma ha preso le redini dell’azienda di famiglia, ma
scommettiamo che se si fosse comportato in maniera più diplomatica,
avrebbe trasformato l’ostilità di Stane in un rapporto di
co-leadership e amicizia.
Whiplash
Sia la nascita di Iron Man
che il passato di Tony e suo padre hanno contribuito a far sì che
Anton Vanko si trasformasse in Whiplash. Il padre di Anton, Ivan,
aveva lavorato con il padre di Tony,
Howard Stark, sui progetti originali dei reattori ARC, ma non
ha ottenuto il dovuto credito.
Una volta che Ivan morì, Anton
raccolse, insieme all’eredità paterna, anche l’ostilità per gli
Stark, replicando il reattore ARC miniaturizzato con alcuni
miglioramenti. Anton diventa così più potente di Iron
Man, che riesce ad avere la meglio solo grazie all’aiuto
di War Machine. Anche in questo caso, se gli Stark
fossero stati meno arroganti, forse si sarebbero risparmiati un
nemico.
Aldrich Killian
Tony e
Killian si incontrarono per la prima volta alla vigilia di
Capodanno del 1999, quando Killian voleva parlare con Tony e
discutere di investimenti in Advanced Idea Mechanics. Sebbene Stark
avesse promesso di incontrarlo più tardi sul tetto, Killian lo
aspettò per tutta la notte, Tony non si presentò e così il giovane
scienziato cominciò a coltivare l’odio verso l’uomo che lo aveva
snobbato.
Un decennio dopo questo non
incontro, Killian vuole rovinare la vita di Tony e si inietta
l’Extremis per diventare più potente. Questo porta agli scontri tra
Tony e Killian, che è sostenuto da dozzine gusci vuoti di
Iron Man controllati da Jarvis. Questa volta è
Pepper Potts (potenziata con Extremis) a salvare
Tony Stark e a vincere il combattimento contro Killian. Di nuovo,
se Tony non avesse illuso il giovane ed entusiasta Aldrich, forse
non sarebbe accaduto nulla.
Ultron
Tony e Bruce
Banner hanno progettato Ultron usando il codice della
Gemma della Mente. La missione di Ultron era proteggere l’umanità
da minacce esterne, ancora sconosciute. Tuttavia, Ultron si rese
presto conto che la più grande minaccia per l’umanità era l’umanità
stessa, ed essendo diventato senziente, si è dato come missione
quella di distruggerla.
Ultron usò uno dei robot della Iron Legion di Tony
come corpo ospite in modo che potesse liberarsi. Cominciò
immediatamente a costruire un piano per abbattere i Vendicatori e
portare un disastro sulla Terra. Solo lo sforzo congiunto dei
Vendicatori con Visione, che era alimentato dagli
stessi poteri di Ultron (la Gemma della Mente), riesce a
sconfiggerlo. Questi eventi hanno portato Tony a ritirarsi dal
ruolo di Iron Man, e questa volta non si può non dire che Tony
aveva agito per quello che credeva essere il bene.
Avvoltoio
Tony Stark è anche
responsabile per la nascita dell’identità segreta e malvagia di
Adrian Toomes: l’Avvoltoio. Durante la battaglia di New York in
The Avengers, la città subì pesanti danni i
Vendicatori combattevano le forze di Loki e dei Chitauri. La
pulizia di New York dalle macerie e dai resti alieni sarebbe dovuta
essere portata a termine dall’azienda di Toomes, ma la Damage Control, società che faceva capo alle
Stark Industries, prese il comando dell’operazione, lasciando Tomes
senza lavoro e senza soldi.
Così, Adrian ha sviluppato delle
armi di contrabbando utilizzando la tecnologia chitaura rubata,
mettendo un piedi un business fuori dai radar. Sappiamo che poi in
Spider-Man:
Homecoming, questo business è venuto alla luce ed è
toccato a Peter Parker raccogliere i cocchi di quello che aveva
metaforicamente rotto Tony Stark!
Mysterio
Jake Gyllenhaal is Mysterio in Columbia Pictures’ SPIDER-MAN: FAR
FROM HOME.
Tony Stark ha anche avuto un ruolo
nella creazione del Mysterio. Quentin Beck in
Captain America: Civil War era un dipendente delle
Stark Industries che lavorava specificamente sulle tecnologie
olografiche. Il lavoro di Beck ha attirato l’attenzione di Tony,
che ha sfruttato la sua tecnologia.
Tony lo ha marchiato come B.A.R.F.
(Binary Augmented Retro-Framing) tale tecnologia e ha licenziato
Beck che si era lamentato del nome. Ma, una volta che Tony è morto
salvando l’universo in Avengers:
Endgame, Beck ha usato la sua tecnologia olografica
come voleva e si è trasformato in Mysterio. Ha progettato ologrammi
elaborati usando i droni per fare di sé un eroe e rubare E.D.I.T.H.
a un ingenuo Peter Parker. Alla
fine, Spider-Man è riuscito a risolvere tutto, sconfiggendo
Mysterio e arginando i problemi causati dall’ego smisurato di
Tony.
Il tema Disney+
e censura continua a tener banco e dopo aver appreso che il colosso
sembra abbia preso una posizione più morbida nei confronti della
censura di recente, oggi l’attore Ryan Reynolds che interpreta
Deadpool nell’universo Marvel al cinema è tornato a
richiedere a gran voce le versioni non censurate dei film di
Deadpool.
L’occasione è stata ghiotta per
l’attore quando il collega e star di X-MenHugh
Jackman ha celebrato proprio l’uscita di X-Men: giorni di un futuro
passatosu Disney+;
il film, secondo Jackman, è il primo ad essere disponibile sulla
piattaforma di streaming completamente senza censure. Di
seguito il post di Jackman:
Un post condiviso da Hugh Jackman
(@thehughjackman) in data: 11 Lug 2020 alle ore 8:00 PDT
Ryan Reynolds dal canto suo ha risposto
all’attore in maniera piccata manifestando a sua speranza che
Deadpool possa ottenere lo stesso trattamento. Ecco il suo
commento:
Arrivano brutte notizie per i fan
del Marvel Universe, infatti
da quanto apprendiamo oggi sembra che Disney+
abbiamo rimosso dalle prossime uscite la serie
The Falcon and The Winter Soldier.
Secondo un rapporto
di Laughing
Place,
The Falcon and The Winter Soldier non figurava
più nell’elenco dei titoli in arrivo su Disney+
nell’agosto 2020. Mentre Walt Disney Studios non ha ancora fatto
una dichiarazione ufficiale su The Falcon and the Winter
Soldier , si prevede che lo spettacolo non rispetterà la
finestra di lancio inizialmente prevista dal servizio Streaming che
collocava lo show ad agosto. In aggiunta a questa
notizia,Entertainment Weekly
ha rivelato poco dopo che una nuova premiere per la serie sarà
annunciata dalla Disney: “presto … se tutto va
bene”. Si potrebbe presumere che lo studio attenderà
fino a quando i piani non saranno definiti per poo annunciare la
data di uscita.
COSA SIGNIFICA
The Falcon and The Winter Soldier fino a qualche tempo
fa doveva ancora finire le riprese per alcuni giorni nella
Repubblica Ceca e ad Atlanta, in Georgia. Ma la cosa non sorprende
considerati gli enormi ritardi accumulati per via dell’emergenza,
il che ha reso impossibile concludere le riprese principali
in tempo per rispettare i tempi.
È probabile che anche gli altri
spettacoli Disney+ come WandaVision e Loki subiranno
dei ritardi, dato che la schedule di Disney sia al cinema che in tv
sta subendo delle modifiche in corso. Questo darà a ogni serie
tutto il tempo necessario per terminare le riprese e la
post-produzione, senza dover essere legato a una finestra di
rilascio che si troppo ravvicinata.
The Falcon and The Winter Soldier è la serie di
prossima uscita nel quale
Anthony Mackie e Sebastian Stan riprenderanno i loro
ruoli nei panni del titolo Falcon (alias Sam Wilson) e The Winter
Soldier (alias Bucky Barnes) che sarà diretta da Kari Skogland.
Vi ricordiamo che nel cast di
The Falcon and The Winter Soldier è previsto
anche il ritorno di due volti noti dell’universo cinematografico,
ovvero Emily VanCamp, Sharon Carter in Captain America: The Winter Soldier e
Civil War e Daniel Bruhl, nei panni
del Barone Zemo. Per quanto concerne la serie di
The Falcon and The Winter Soldier, il lancio è fissato
in autunno 2020 e Kari Skogland (The
Handmaid’s Tale, Penny Dreadful, Boardwalk Empire, The Killing, The
Walking Dead, Fear the Walking Dead, Under the Dome, Vikings,
The Americans, House of Cards e The Punisher) dirigerà tutti i
sei episodi.
Probabile, visti gli esiti di
Avengers:
Endgame, che lo show si concentrerà sulla
dinamica del rapporto tra le due figure più vicine a Captain
America (nonché suoi eredi) e sulle imprese dei supereroi per
garantire la sicurezza mondiale.
Henry Cavill è proprio un tesoro. Il ragazzone
britannico che interpreta una delle più grandi icone della cultura
pop made in USA, Superman, si sta (di)mostrando sempre più vicino
alle persone normali e a tutti quei fan che lo seguono sui social,
dove Henry si racconta.
Dopo ever mostrato via Instagram che, in
occasione del suo compleanno in tempo di pandemia, si è preparato
da solo una
bella torta, adesso Cavill ha pubblicato un video che ha fatto
esplodere il web. Nessun allenamento forsennato, nessun bicipite
teso a favore di camera, solo un ragazzo che assembla da solo il
suo pc gaming. Non è davvero un tesoro?
Sempre dai social, sappiamo che
Henry Cavill è anche un appassionato di
statuine e miniature, tanto che ha mostrato pure il modo in cui lui stesso le
dipinge, altro passatempo che sembra lo stia aiutando
moltissimo durante il periodo di reclusione che, lo ricordiamo,
negli Stati Uniti continua ancora a causa dell’indice ancora alto
di contagio da coronavirus.
Per quanto riguarda invece la sua
carriera, sembra che Henry Cavill non sia ancora pronto ad
appendere il mantello di Superman al chiodo, soprattutto ora che la
Snyder Cut, che dovrebbe dare giustizia al suo
Uomo d’Acciaio risorto, arriverà su HBO Max nel 2021. Il suo futuro
nei panni dell’eroe sembra ancora incerto, ma sicuramente non è una
partita da considerarsi chiusa.
Arriva da Deadline la “bomba” secondo la quale Netflix
riunirà Chris Evans e i Fratelli Russo per il più
grande film Netflix mai prodotto. Il film sarà The Grey
Man, una spy-story che vedrà protagonisti
Chris Evans e
Ryan Gosling per la regia di Joe e Anthony Russo, i registi del record
d’incassi Avengers: Endgame. L’intenzione di
Netflix
è quella di costruire un franchising alla James
Bond ad alto budget e per questa ragione supererà i
200 milioni investiti per The
Irishman facendo diventare il film, il più grande
della storia della piattaforma streaming americana.
The Grey Man sarà
prodotto dalla AGBO dei Russos e si baserà su una sceneggiatura
scritta da Joe Russo, al fianco di
Christopher Markus e Stephen
McFeely, che hanno già sceneggiato i film
Captain
America e Avengersdiretti
da Russo. I due sceneggiatori sono anche co-presidenti del comparto
story della AGBO. Il film si baserà sul romanzo di Mark Greaney del
2009 che introduceva le vicende de “L’uomo grigio“, un
assassino indipendente ed ex agente della CIA di nome Court
Gentry.
The Grey Man, il film
The Grey Man sarà
prodotto dai Russo e Mike Larocca della AGBO,
insieme a Joe Roth e Jeff Kirschenbaum per Roth
Kirschenbaum. Le riprese dovrebbero iniziare il prossimo
gennaio a Los Angeles, con alcune location internazionali che si
aggiungeranno man mano. La storia racconterà di uno scontri mortali
tra spietati assassini e sarà incentrato sul personaggi di
Gentry (Gosling) che viene cacciato in
tutto il mondo da Lloyd Hansen (Chris
Evans), ex coorte di Gentry della CIA. Il primo
romanzi di The Grey Man si è trasformato in una
serie di libri di successo e l’aspettativa di Netflix è che i
personaggi di
Ryan Gosling e
Chris Evans continueranno a duellare in più
puntate. Il progetto originale è stato sviluppato anni fa alla
New Regency e vedeva Brad Pitt
nei panni di James Gray, ma alla fine il film ha avuto
diversi blocchi fino a che i Russo sono subentrati. La coppia di
registi sta sviluppando il fil ormai da anni.
“Il film è una vero e proprio
tête-à-tête con quei due grandi attori che rappresentano due
diverse versioni della CIA: la prima racconta cosa si può essere, e
la seconda cosa si può diventare”, ha detto Anthony Russo a
Deadline. “Per coloro che erano fan
di Captain America: Winter Soldier,
in pratica siamo noi che ci trasferiamo in territorio e in un
ambiente più reale. Questo è ciò che questo film significa davvero
per noi.”
Joe Russo in
merito alla scala del film ha aggiunto: “L’intenzione è quella
di fare un film che sia competitivo con qualsiasi franchise
d’azione per il cinema prodotto fino ad ora, e la possibilità di
lavorare con Ryan Gosling ed Chris Evans è un sogno per noi. L’idea
è quella di creare un franchising e costruire un intero universo,
con Ryan Gosling al centro di esso. Ci siamo tutti impegnati per il
primo film, e questo deve essere fantastico e di buon auspicio per
portarci al secondo film. Questi sono maestri assassini, il
personaggio di Gosling viene fatto fuori dalla CIA e il
personaggio di Evans deve dargli la caccia. Abbiamo un ottimo
rapporto di lavoro con Netflix, e dopo quasi 20 anni ritorniamo a
lavorare con Scott Stuber. Abbiamo formato AGBO
per essere una compagnia di narrazione agnostica, dove abbiamo
trovato la migliore piattaforma. Pensiamo che Netflix sia il
posto perfetto per questo film.”
L’investimento che verrà fatto è la
testimonianza di quanto Netflix
abbia fiducia nei Fratelli Russo, soprattutto
dopo che il film d’azione prodotto da
AGBO Extractioncon
Chris Hemsworth, Golshifteh Farahani e Randeep
Hooda è diventato il film originale Netflix più visto di tutti
i tempi e un sequel è già in lavorazione con Sam Hargrave
che torna come regista e Joe Russo che scrive la
sceneggiatura.
Nel corso della storia del cinema,
il mondo del ballo ha da sempre dimostrato uno stretto legame con
la settima arte. Sono numerosi i film incentrati su tale arte
performativa, e in tempi recenti è esemplare il caso di
Step Up. Divenuto con gli anni un vero e
proprio franchise, composto da cinque film e una serie televisiva,
questo ha raccolto numerosi fan in tutto il mondo, affermandosi
come uno dei maggiori successi di pubblico per questo genere.
Con nuove storie ad ogni capitolo,
la serie è arrivata al cinema in un arco temporale che va dal 2006
al 2014, coinvolgendo il grande pubblico con alcune delle migliori
sequenze di ballo viste sul grande schermo. Le coreografie, curate
da alcuni dei più rinomati ballerini statunitensi, sono divenute in
breve tempo estremamente famose, attirando la curiosità di sempre
nuovi appassionati. I film hanno inoltre contribuito a lanciare la
carriera di alcuni interpreti oggi particolarmente famosi.
Con l’arrivo di una serie TV basata
sugli omonimi film, il mondo narrativo si è espanso ulteriormente,
e con il rinnovo ad una seconda e terza stagione si è confermato il
grande favore che il genere tutt’oggi riscuote. Al di là del ballo,
infatti, la serie riesce a catturare gli appassionati anche grazie
ai sentimenti e alle storie d’amore messe in gioco. Ad oggi, il
franchise cinematografico vanta un incasso globale di oltre 630
milioni, e con potenziali futuri capitoli tale cifra potrebbe
continuare a crescere ancora.
Step Up (2006)
Tyler Gage (Channing
Tatum) e Nora Clark (Jenna Dewan)
sono due giovani della città di Baltimora. Questa è l’unica cosa
che sembrano avere in comune, poché lui ha un passato problematico
ed è cresciuto per strada, mentre lei viene da una ricca famiglia
benestante. Le loro vite si incrociano alla Maryland School of the
Arts, dove Nora è prima ballerina. Tyler si trova invece lì per
scontare ore di lavoro socialmente utile dopo essersi messo nei
guai con la giustizia.
Ritrovati senza il proprio partner
di danza, Nora sembra impossibilitata a partecipare a un’importante
competizione, per la quale si allenava da molto tempo.
Fortunatamente, imbattutasi in un’esibizione di ballo di Tyler, la
ragazza non può fare a meno di notare il grande talento di lui.
Ritrovatisi con questa passione in comune, i due decidono allora di
fare coppia e gareggiare insieme. Allo stesso tempo, però, dovranno
fare i conti con diverse difficoltà, come con i sentimenti che
iniziano a provare l’uno per l’altra.
Step Up 2 – La strada per il
successo (2008)
Il secondo capitolo della serie,
ambientato sempre a Baltimora, ha per protagonista Andie
(Briana Evigan), giovane ballerina di strada. Con
un’infanzia problematica alle spalle, Andie è una ribelle facente
parte di una crew chiamata “410”, con la quale si sta preparando
per l’evento di street dance più importante della città. Sono ormai
sei anni che Andie partecipa, senza successo, a questa competizione
illegale, e questa volta è determinata a vincere. Per poter
rimanere in città, viene però costretta dalla sua tutrice a
frequentare la Maryland School of the Arts, prestigiosa scuola di
danza.
Qui si ritrova a dover lottare per
adattarsi a questo nuovo mondo, cercando allo stesso tempo di
rimanere legata alla sua vecchia vita di strada. Tuttavia, il suo
doversi dividere tra le due realtà, la porta a venir ciacciata
dalla sua crew. Costretta ad abbandonare i suoi sogni di gloria,
Andie conoscerà però Chase (Robert Hoffman),
ballerino talentuoso che aiuterà la giovane a realizzare il proprio
sogno di fondare una crew tutta sua con cui gareggiare
all’importante competizione.
Step Up 3D (2010)
Con Step Up 3D si narra
ancora una nuova storia incentrata nel mondo del ballo.
Protagonista è Luke (Rick Malambri) ballerino di
strada orfano, il quale è impegnato nel disperato tentativo di non
perdere la sua unica “casa”. Questa è in realtà un vecchio
magazzino decadente, divenuto luogo di allenamento ed esibizione
per i ballerini di strada provenienti da tutto il mondo. Per non
essere sfrattati, lui e la sua banda dovranno impegnarsi a vincere
la World Jam Competition, dove i migliori ballerini del mondo si
ritrovano per competere e decretare chi sia il più forte.
Tutto cambia nel momento in cui
Luke incontra Natalie, ballerina di talento che lui convincerà ad
entrare a far parte della banda. In breve, il ragazzo si innamorerà
di lei, arrivando però a scoprire che questa è la sorella del suo
grande nemico Julian, il quale l’ha mandata soltanto per spiarli.
Innamoratasi però a sua volta, Natalie cerca in tutti i modi di
farsi perdonare, e, ricomposta la squadra che nel frattempo si era
sciolta, insieme si preparano per la grande competizione.
Protagonisti di Step Up
Revolutionsono Sean (Ryan
Guzman) ed Eddy, amici d’infanzia i quali lavorano
come camerieri nell’elegantissimo Dimont Hotel di Miami. Quando non
sono in servizio, però, i due sono i leader di una spavalda crew
conosciuta come i “MOB”. Questa è composta da ballerini, musicisti
e artisti d’avanguardia, i quali guadagnano sempre più popolarità
grazie ai loro spettacolari flash mob. Le esibizioni del gruppo
attraggono l’attenzione della figlia di un ricco uomo d’affari,
Emily (KathrynMcCormick), che il
suo talento per il ballo decide di unirsi al gruppo.
Quando però suo padre annuncia un
piano per radere al suolo il quartiere dove vivono i ragazzi della
banda, al fine di costruirvi un gigantesco centro residenziale, il
gruppo deve escogitare un piano per evitare che ciò avvenga.
Decidono pertanto di organizzare il loro flash mob più coraggioso.
Allo stesso tempo, Emily e Sean, innamoratisi, si trovano costretti
a scegliere tra i legami di sangue e il loro amore appena nato.
Step Up All In (2014)
Ad oggi l’ultimo capitolo uscito al
cinema, Step Up All In ha per protagonista di nuovo Sean,
il quale si è ora trasferito a Hollywood per inseguire il suo sogno
di notorietà e successo. Qui si renderà però conto che il nuovo
ambiente non è come se lo immaginava, e che per ottenere popolarità
nel mondo della danza professionista dovrà scontrarsi con grandi
difficoltà. Non tutti sono pronti a sacrificarsi per queste, e
molti membri della bandi di Sean, i MOB, decideranno di tornare a
Miami. Sean però decide di non seguirli, non avendo intenzione di
rinunciare al suo sogno.
Ritrovatosi però senza un gruppo e
senza amici, dovrà ora trovare un modo per reinventarsi.
L’occasione arriva nel momento in cui decide di partire per Las
Vegas e partecipare a un’imminente gara di ballo in un reality tv.
Qui entrerà a far parte di una nuova crew formata insieme alla
bella e testarda Andie, già protagonista del secondo film della
serie. Arrivati alle fasi finali del reality, Sean si troverà ora
ad un passo dal raggiungere il proprio sogno. Per guadagnarsi la
vittoria, tuttavia, sarà costretto a mettere da parte vecchie
rivalità, dedicando anima e corpo alla danza
Step Up: High Water
Basata sul franchise, nel 2018 è
stata realizzata la serie intitolata Step UP: High Water.
Prodotta anche da Tatum e Dewan, protagonisti del primo film,
questa si concentra su di un gruppo di studenti della High Water,
scuola di ballo dove la competizione è all’ordine del giorno. Tra
di loro spiccano Janelle e Tal, due gemelli trasferitisi da poco
nel nuovo ambiente. Per realizzare il loro sogno di diventare
ballerini professioni, si ritroveranno ben presto a doversi
scontrare con il duro contesto della scuola, dove dovranno
continuamente dar prova del loro valore.
La prima stagione della serie,
composta da 10 episodi, è stata rilasciata sulla piattaforma
YouTube Premium nel gennaio del 2018. Rinnovata poi per una seconda
stagione, composta sempre da 10 episodi, la serie viene tuttavia
cancellata per via degli ascolti al di sotto delle aspettative. Nel
maggio del 2020 la serie viene però acquistata dall’emittente
Starz, che l’ha così rinnovata per una terza stagione di prossima
uscita.
Step Up: dove vedere i film in
streaming
Per gli amanti del franchise, o per
chi volesse vederlo per la prima volta, è possibile fruirne grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. I film di Step Up sono
infatti presenti nei cataloghi di Netlix, Rakuten TV, Google Play,
Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederli, una volta scelta
la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale, avendo così modo di
guardarli in totale comodità e al meglio della qualità video. La
serie Step Up: High Water è invece interamente disponibile
su YouTube Premium.
C’è chi la ricorda per il suo ruolo
più celebre nella serie
The O.C e chi invece di Mischa Burton
ricorda solo gli incidenti con l’auto e i suoi continui esaurimenti
nervosi. Noi oggi vogliamo rispolverare un po’ tutti gli step della
lunga carriera dell’attrice statunitense.
Venite con noi a (ri)scoprire
tutto quello che c’è da sapere su Mischa
Barton.
Mischa Barton vita privata:
l’inizio della sua carriera
10. Nata a Londra
il 24 gennaio del 1986, Mischa si trasferisce molto presto con la
sua famiglia negli States. Cresciuta a New York, entra subito in
contatta con l’atmosfera più artistica della Grande Mela. Nel 1994,
infatti, inizia a prendere lezioni di recitazione, imparando dai
migliori come lo scrittore e regista James Lapine,
Naomi Wallace e Tony Kushner.
9. I suoi primi
passi nel mondo dello spettacolo, Mischa li muove all’età di soli
nove anni quando viene scelta da Tony Kushner per la sua opera
teatrale Slavs!: Thinking About the Longstanding Problems
of Virtue and Happiness. L’opera, ambientata tra il 1985 e
il 1992, racconta della dissoluzione dell’Unione Sovietica e della
successiva nascita di nuove nazioni indipendenti. In Slavs! Mischa
interpretava la parte della protagonista, Vodya Domik, una bambina
russa scappata dalla guerra ma purtroppo contaminata dalle
radiazioni.
L’interpretazione della Barton,
nonostante la sua giovane età, convince e sconvolge il pubblico
che, stupito, s’innamora di quel talento così autentico e
primordiale.
8. Grazie ad un
inizio così spumeggiate, la carriera teatrale di Mischa Barton
prosegue negli anni successivi. Dal 1995 al 1997, la giovane
attrice viene scelta come protagonista di altri tre spettacoli,
Twelve Dreams (1995), Where the Truth
Lies (1996) e One Flea
Spare (1997).
7. Dopo aver avuto
un assaggi di notorietà con i suoi successi teatrali, Mischa Barton
si butta nel mondo del cinema. Alla fine degli anni novanta,
l’attrice partecipa a diverse produzioni minori come Lawn
Dogs (1997), Pups (1999) e ad altre molto
più importanti come Notting Hill (1999) e
Il Sesto Senso (1999).
6. Nonostante non
le sia stato ancora assegnato il ruolo della protagonista, Mischa
continua la sua scalata. Gli anni duemila sono per lei estremamente
importanti; l’attrice infatti è continuamente impegnata sul set di
qualche film. Sono di questo periodo i film
Paranoid (2000), Skipped Parts
(2000), L’altra metà dell’amore (2001),
Julie Johnson (2001), Tart – Sesso, droga
e… college (2001), Octane (2003),
Prima o poi s…vengo! (2006) Closing the
Ring (2007), St. Trinian’s (2007),
Decameron Pie (2007), The Assassination –
Al centro del complotto (2008), Walled In – Murata
viva (2009) e Homecoming (2009).
5. Negli ultimi
dieci anni, parallelamente alla sua carriera in tv, Mischa continua
a recitare sul grande schermo. In questo periodo ricordiamo
Don’t Fade Away (2010), You and I
(2011), Beauty and the Least: The Misadventures of Ben
Banks (2012), I Will Follow You Into The
Dark (2012), 1303 – La paura ha inizio
(2012), A Resurrection (2013), Beyond
Justice (2014), Mining for Ruby (2014),
Starcrossed (2014), Bhopal: A Prayer for
Rain (2014), Hope Lost (2015),
Zombie Killers: Elephant’s Graveyard (2015),
24 Hours (2015), The Hoarder
(2015), L.A. Slasher (2015),
Checkmate (2015), American Beach
House (2015), Codice d’emergenza (2015),
The Disaster
Artist (2017), Gli acchiappamostri
(2018), Painkillers (2018), Ouija
House (2018), Camper Killer (2018),
Papa (2018), The Basement (2018)
e Spree (2020).
Mischa Barton serie tv
4. Dopo il teatro
e parallelamente al cinema, Mischa inizia a esplorare anche il
mondo della televisione. Il suo primo esperimento televisivo
riguarda il film Un Angelo a New York, trasmesso
in tv nel 1996. A questo primo assaggio di tv ne seguono altri.
Negli anni successivi vediamo
Mischa nei film per la tv Frankie & Hazel (2000) e
A Ring of Endless Light (2002) e con ruoli minori
nelle serie Ancora Una Volta (2001-2002) e
Fastlane (2003).
Mischa Barton in The O.C.
Mischa Barton in “The O.C.”
3. La vera grande
occasione per Mischa Barton arriva solo nel 2003 quando viene
scelta per la nuovissima serie The O.C..
Creata da Josh
Schwartz, The O.C è un teen drama che racconta la storia
delle famiglie facoltose di Newport Beach, a Orange County,
località della California, Stati Uniti. Pur essendo una serie
corale, la storia è tutta incentrata sul personaggio di Ryan Atwood
(Benjamin
McKenzie), un ragazzo problematico e con una famiglia
disastrata alle spalle. Senza casa né prospettive, Ryan viene
adottato da Sandy Cohen (Peter Gallagher) e sua
moglie Kirsten Cohen (Kelly Rowan) che vivono in
una lussuosa villa a Newport Beach con il loro unico figlio, Seth
Cohen (Adam
Brody).
Ryan entra quindi a far parte di un
mondo a lui completamente estraneo, fatto di case da sogno, scuole
private e adolescenti problematici. Tra i primi incontri di Ryan
c’è Marissa Cooper (Mischa Barton), figlia
maggiore dei Cooper, che vivono proprio nella villa accanto ai
Cohen. Tra i due c’è subito una forte attrazione ma qualcuno ci si
mette di mezzo…
Andata in onda per ben quattro
stagioni prima della cancellazione, dal 2003 al 2007, la serie
conta un totale di 92 episodi complessivi. Mischa Barton, tuttavia,
ha lasciato la serie nel 2006 alla fine della terza stagione.
L’ultima puntata che vede Marissa Cooper nella serie è la
3×25, dal titolo “I
Diplomati”.
2. Conclusasi la
sua avventura sul set di The O.C., Mischa continua la sua carriera
tra cinema e televisione. Mentre al cinema continua a partecipare a
film più o meno dello stesso genere, in tv si dedica a progetti
sempre diversi. In questi anni la vediamo ricoprire piccoli ruoli
in serie come La Valle dei Pini (2006),
The Beautiful Life (2009), Law & Order –
SVU (2010) e Recovery Road (2016).
Mischa Barton oggi: tra meltdown e
problemi giudiziari
1. Entrare a far
parte del mondo dello spettacolo molto giovane non è quasi mai un
bene. Ne sa qualcosa Mischa che soprattutto negli ultimi dieci
anni, ne ha passate di cotte e di crude. Dal suo primo
arresto nel 2007 per guida in stato d’ebbrezza, per
l’attrice è stato tutto una lunga parabola discendente.
Dopo essere stata arrestata e messa
in libertà vigilata, nel 2009 la Barton viene portata in ospedale
per un sospetto tentativo di suicidio a base di
tranquillanti. Nonostante l’attrice abbia poi spiegato di aver
preso gli antidolorifici a causa di un dente dolorante, Mischa
resta in osservazione e completa la sua riabilitazione.
Per la Barton sembra andare tutto
bene fino a quando nel 2015 decide di far causa a sua
madre, nonché sua ex manager, per averle sottratto dei
soldi a sua insaputa. Il processo, problematico e doloroso, porta
Mischa di nuovo in una spirale autodistruttiva. Nel gennaio del
2017, infatti, viene di nuovo arrestata a seguito
di una chiamata da parte dei vicini per schiamazzi notturni.
L’attrice viene condotta in ospedale dove scopre di essere sotto
l’effetto di GHB, la cosiddetta droga da
stupro.
La Barton cerca di andare avanti e
buttarsi alle spalle quella brutta esperienza eppure quello stesso
anno, nel 2017, finisce col fare causa al suo ex per
‘revenge porn’. L’attrice scopre che il fidanzato
l’ha filmata in atteggiamenti compromettenti a sua indaputa e che
ha intenzione di rendere pubblici quei video. Prontamente Mischa
chiede un ordine restrittivo e riesce a recuperare i video in
questione.
Dopo averne passate di cotte e di
crude, Mischa Barton oggi pare aver ripreso di nuovo in mani le
redini della sua vita. Il suo ultimo progetto televisivo che le ha
restituito un pizzico di popolarità è il
reboot dell’iconico reality show The
Hills.
Negli ultimi anni il cinema è stato
invaso da numerosi film di fantascienza ambientati in un
futuro distopico, ma pochi hanno avuto successo quanto la trilogia
di Maze Runner. Composta dai capitoli
Il labirinto,
La fuga e
La
rivelazione, questa è la trasposizione dell’omonima saga
letteraria, composta da una trilogia principale e due romanzi
prequel. Scritti da James Smith Dashner tra il
2009 e il 2011, i libri ebbero un ampio successo tra le giovani
generazioni di lettori, i quali potevano ritrovare al loro interno
molte tematiche a loro care.
I film contribuirono inoltre a
lanciare le carriere dei giovani protagonisti. Attori come
Dylan O’Brien,
Kaya Scodelario,
Thomas Brodie-Sangster e Will Poulter
sono oggi apprezzati interpreti distintisi in altri noti film di
successo. Proprio per questa trilogia, inoltre, molti di loro
ebbero modo di vedersi premiati a popolari premi come i Teen Choice
Awards e gli MTV Movie Awards. La ricerca degli interpreti fu
portata avanti in modo piuttosto scrupoloso dalla 20th Century Fox,
che intendeva trovare volti nuovi con i quali il pubblico potesse
entrare in sintonia.
Le attente ricerche, così come
l’attenzione riposta negli adattamenti dei romanzi, furono poi
premiati da un considerevole successo di pubblico. Il primo film
arrivò infatti ad incassare circa 348 milioni di dollari nel mondo,
seguito dai 312 milioni del secondo e dai 288 del terzo. Ciò ha
portato la trilogia ad essere una delle più riuscite di tale
genere, distinguendosi all’interno di un panorama particolarmente
ricco di opere simili ma dal minore impatto.
Maze Runner: dove vedere i film in
streaming
Per gli amanti della trilogia, o
per chi volesse vederla per la prima volta, è possibile fruirne
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. I film di Maze Runner
sono infatti presenti nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play,
Microsoft Store, Apple iTunes, Tim Vision e Infinity. Per vederli,
una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare
il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale, avendo
così modo di guardarli in totale comodità e al meglio della qualità
video.
Maze Runner: il cast dei film
Protagonista del film è l’attore
Dylan
O’Brien, nel ruolo di Thomas. Questi, tuttavia era
stato inizialmente scartato dal regista Wes Ball,
poiché la sua capigliatura non lasciava trasparire la fragilità che
invece si ricercava per il ruolo. In quel periodo l’attore era
infatti impegnato nelle riprese della serie Teen Wolf,
dove sfoggiava una capigliatura particolarmente vistosa. Per sua
fortuna, una sua foto con i capelli corti finì successivamente
nelle mani di Ball, il quale si pentì di averlo giudicato
negativamente e decise di richiamarlo, convinto che avrebbe potuto
essere l’attore giusto per la parte. Una volta comunicatagli la
notizia, O’Brien ebbe soltanto quattro giorni di tempo per leggere
il romanzo e informarsi sulla sua storia.
Per il ruolo di Teresa, l’attrice
Kaya
Scodelariofu da subito la prima
scelta per il regista. Questi si convinse che fosse la persona
giusta per la parte dopo averla vista recitare nella serie
Skins. Particolarmente coinvolta dal progetto, la
Scodelario decise di allenarsi al fine di poter eseguire
personalmente le acrobazie richieste per il film, senza avvalersi
di controfigure. L’attrice è infatti nota per tale sua volontà, e
così facendo riesce a calarsi meglio nel personaggio e nel contesto
di riferimento. L’attore Will Poulter decise
invece di proporsi sia per il ruolo di Newt che per quello di
Gally, finendo con l’ottenere quest’ultimo.
Per prepararsi al film, l’intero
cast di giovani protagonisti fu portato a partecipare ad una sfida
di sopravvivenza nella radura, dove hanno imparato a costruirsi da
sé strumenti e a mettersi al riparo dalla natura circostante.
Questo fu anche un modo per la produzione per testare le abilità
fisiche degli attori, al fine di capire se qualcuno di loro avesse
bisogno di ulteriori allenamenti in vista del film. Tutti i ragazzi
riuscirono però a cavarsela durante la sfida, risultando così
pronti per le riprese.
Maze Runner: la trama e i trailer
dei film
Maze Runner – Il labirinto
(2014)
Con il primo film della
trilogia lo spettatore fa la conoscenza di Thomas, adolescente che
si risveglia all’interno di un ascensore sotterraneo, senza alcun
ricordo della sua identità. Da qui viene condotto in un’area erbosa
chiamata “la Radura”, dove si unisce ad altri ragazzi che vivono
seguendo le regole di una società rudimentale. Lentamente, il
ragazzo apprende che l’unica via d’uscita da quella sorta di
prigione è il vasto labirinto che circonda il lembo di terra in cui
vivono. Questo nasconde tuttavia più pericoli di quello che sembra,
come i “Dolenti”, misteriose creature che vagano nel
labirinto.
Un giorno, giunge nella radura
Teresa, una giovane ragazza che giace svenuta sul pavimento
dell’ascensore. Su di lei gli altri ragazzi trovano un bigliettino
con su scritto che sarà l’ultima persona a unirsi alla compagnia.
Thomas decide allora di avventurarsi nel labirinto per trovare una
via di fuga. Imbattutosi in un Dolente, riesce ad ucciderlo dopo un
breve scontro, e grazie a un pezzo della creatura riesce a scovare
un varco. Tuttavia, per aver tentato di imbrogliare, il ragazzo
viene rispedito indietro, e quella notte l’ingresso del labirinto
viene lasciato aperto, permettendo ai Dolenti di entrare nella
radura. A questo punto, per il gruppo di ragazzi, la fuga sarà
l’unica possibilità di sopravvivere.
Maze Runner – La fuga (2015)
Con Maze Runner – La
fuga si torna a seguire le avventure del giovane Thomas, il
quale dopo essere riuscito a scappare dal Labirinto insieme ai suoi
compagni, ha delle terribili visioni che rivelano la verità su
perché lui e gli altri ragazzi si trovino lì. Questi furono infatti
rapiti e riuniti da una misteriosa organizzazione chiamata W.C.K.D.
Nel frattempo, il gruppo trova accoglienza presso il signor Janson
in una struttura dove possono finalmente ricevere l’assistenza
necessaria. Sebbene l’atmosfera del rifugio sia positiva e distesa,
Thomas non riesce a rilassarsi e indagando scopre che la struttura
non è altro che un enorme laboratorio, nel quale i ragazzi
sopravvissuti vengono sottoposti ad atroci esperimenti.
Alla luce di questa sconcertante
scoperta, Thomas e i suoi amici decidono di organizzarsi per
fuggire nuovamente. All’esterno, tuttavia, saranno costretti a
confrontarsi con un’orda di infetti e con il clima impervio e
desertico della Zona Bruciata. Il gruppo viene però soccorso da
Brenda e Jorge, leader di un altro gruppo di sopravvissuti. A
interrompere la loro pace vi è però l’arrivo di Janson e dei suoi
uomini, pronti a rapire nuovamente i ragazzi. Chiedendosi come
abbiano fatto ad essere scovati, Thomas arriva a fare la terribile
scoperta che qualcuno del loro gruppo li sta tradendo segretamente,
mettendo in serio pericolo le loro vite.
Maze Runner – La rivelazione
(2018)
Il terzo ed ultimo
capitolo della trilogia, Maze Runner – La rivelazione, si
apre con la scoperta del tradimento di uno dei membri del gruppo.
Teresa, pur pentendosi di tale gesto, si allontana dal gruppo per
dirigersi in una misteriosa struttura. Thomas decide di guidare i
suoi compagni verso ‘L’Ultima Città’, dove i ragazzi credono che
Teresa si trovi e dove la crudele Ava Paige ha imprigionato il loro
compagno Minho. Dopo aver aggirato diversi ostacoli, ed eluso il
sistema di sicurezza, i ragazzi riescono ad entrare nella Città e
localizzare Teresa, costringendola a creare una cura per Newt, il
quale nel frattempo è stato infettato dalle creature incontrate
precedentemente, denominati gli Spaccati.
Nel frattempo, la situazione in
città precipita e la folla invade le strade. Thomas, consapevole di
essere arrivati alla resa dei conti, raggiunge Ava in cerca di
vendetta. Viene però interrotto dall’arrivo di Janson, il quale a
sua volta infettato dagli Spaccati desidera trovare un siero che
possa guarirlo. Nella lotta che ne scaturisce, Thomas dovrà
attingere a tutte le sue forze e alla sua astuzia per sopravvivere,
mentre Teresa si troverà a dover scegliere da che parte stare. Come
ben presto capirà, le sorti dell’umanità dipendono infatti dalla
sua scelta
Il mondo del cinema e della
televisioni sono sempre pronti ad accogliere nuove star e
Patrick Flueger sembra essere tra queste. A soli
trentasei anni e con una carriera già abbastanza lunga alle spalle,
l’attore sembra ormai pronto a reclamare la sua fetta di
successo.
Scopriamo insieme oggi
tutto quello che c’è da sapere su Patrick
Flueger.
10. Nato il 10
dicembre del 1983 nella piccola Red Wing, città del Minnesota,
Stati Uniti, Patrick è il maggiore di tre fratelli. La sua infanzia
trascorre serena fin quando, durante gli anni dell’adolescenza,
comincia a interessarsi al mondo della recitazione. Subito dopo il
diploma, infatti, inizia la sua carriera nel mondo del cinema.
9. Nel 2001,
fresco diplomato, ottiene il suo primo vero ingaggio e viene
arruolato dal regista Garry Marshall per il film
targato Disney, dal titolo Pretty
Princess. Sul set ha l’opportunità di recitare al fianco
di attori come una giovanissima Anne
Hathaway e la leggenda del cinema Julie
Andrews.
Il film racconta della giovane Mia
Thermopolis (Anne
Hathaway) che, a soli quindici anni, scopre di punto
in bianco di essere principessa del regno (immaginario) di Genovia.
A darle la notizia, alla morte del padre, è sua nonna paterna
Clarisse (Julie
Andrews) che, dopo aver regnato su Genovia per
decenni, adesso è pronta a passare il testimone alla nipote. Ma per
governare una nazione c’è bisogno di un’adeguata istruzione e di
tanto aiuto da parte degli amici. Mia farà di tutto per
trasformarsi nella principessa Genovia merita, senza però
stravolgere se stessa. Ci riuscirà?
Pretty Princess è senza dubbio uno
dei film Disney per ragazzi più amati al mondo, film che lanciato
la carriera di Anne Hathaway insieme a quella di tante altre star
del cinema e della televisione come Heather
Matarazzo – migliore amica di Mia – e ovviamente
Patrick Flueger. L’attore, infatti, nel film
interpreta il ruolo di Jeremiah, un compagno di
scuola di Mia, buffo e impacciato, dai capelli rossi e appassionato
di magia.
8. A quattro anni
di distanza dal suo debutto con Pretty Princess, Patrick fa il bis
con Indian – La Grande Sfida (2005). Il film,
diretto da Roger Donaldson, racconta la storia di Burt Munro
(Anthony
Hopkins), un ultrasettantenne che vive in Nuova
Zelanda, un uomo semplice e cortese con la passione per le moto e
la velocità. Dopo aver passato anni a ricostruire e restaurare una
moto Indian del 1920, Burt sembra intenzionato a realizzare
finalmente il suo sogno nel cassetto, quello di battere il record
di velocità alla Bonneville Salt Flats.
Nonostante la sua precedente
esperienza sul set di Pretty Princess, nel film, Patrick Flueger
ricopre un ruolo minore. Negli anni successivi Patrick partecipa ad
altre produzioni minori come Yu Are Here (2007),
Kill Theory (2009) e The Job
(2009).
7. Le esperienze
di Flueger nel cinema continuano nel 2009 con Brothers. Questo
film, diretto da Jim Sheridan, racconta la storia
del marine Sam Cahill (Tobey
Maguire) che, dopo la sua partenza per una missione in
Afganistan, viene dichiarato prima disperso e poi deceduto. Sua
moglie Grace (Natalie
Portman) e le sue figlie sono disperate e cercano
conforto nell’affetto di Tom Cahill (Jake
Gyllenhaal), fratello di Sam e ex galeotto.
Dopo aver scontato i suoi anni in
galera per rapina a mano armata, Tom si gode la riacquistata
libertà e, alla morte del fratello, si fa in quattro per aiutare le
sue giovani nipoti e sua cognata. Ma il rapporto tra i due ben
presto si trasforma in qualcosa di più. Nel frattempo, si scopre
che Sam, creduto morto, è in realtà prigioniero dei talebani…
Nel film, che per la trama ricorda
molto Pearl Harbor, Patrick Flueger interpreta il marine Joe
Willis, tenuto prigioniero e torturato insieme a Sam Cahill.
6. Nel 2010, a
Patrick viene offerto un ruolo più consistente nel film
Mother’s Day, diretto da Darren Lynn
Bousman.
I tre fratelli Koffin decidono di
rapinare una banca; purtroppo qualcosa va storto e i ragazzi sono
costretti a fuggire. Decidono quindi di rifugiarsi in casa della
madre ma quando arrivano al suo domicilio, ci trovano una coppia di
nuovi inquilini. Da tempo, infatti, la casa è stata pignorata alla
madre dalla banca. Non avendo altra scelta, i tre fratelli fanno
irruzione in casa di Beth e Daniel Sohapi, nel bel mezzo di una
festa di compleanno. I rapinatori prendono quindi in ostaggio i
coniugi Sohapi e i loro ospiti, mentre organizzano la loro prossima
mossa.
In questo film, Flueger interpreta
uno dei fratello Koffin.
5. Nuovo anno,
nuova avventura. Nel 2011 Flueger partecipa al remake del celebre
film del 1984, Footloose.
Nella cittadina di Bomont, la danza
e la musica rock sono state messe al bando dal governo locale, a
causa di un grave incidente che ha coinvolto alcuni giovani della
comunità. Tuttavia gli adolescenti della città non sembrano
intenzionati a piegarsi a quest’assurda legge. Nel cast del film,
diretto da Craig Brewer, insieme a Patrick Flueger, figurano attori
come Julianne Hough, Andie
MacDowell e il grande Dennis
Quaid.
Negli anni successivi Flueger
partecipa ad altri progetti cinematografici minori come
Loades (2015), The Tell-Tale
Heart (2016) e Lawless Range (2016).
Patrick Flueger serie tv: la sua
carriera in televisione
4. Dopo aver
ottenuto il sul primo ingaggio nel film Pretty Princess,
parallelamente a quella cinematografica, Patrick Flueger comincia
anche a coltivare la sua carriera televisiva. Dal 2003 al 2013 lo
vediamo impegnato in piccoli ruoli o ‘comparsate’ in alcune delle
serie più famose della tv americana come Giudice
Amy (2003), JAG – Avvocati in Divisa
(2003), CSI Miami (2003), Boston
Public (2003), I Finnerty (2003),
Law & Order – SVU (2004), Criminal
Minds (2013) e Warehouse (2013).
Partecipa anche ad alcuni film per
la televisione come L’Estate della Nostra Vita
(2003) e Hatfields & McCoys (2013) ma il successo
vero per l’attore arriva quando ottiene una parte in Chicago
PD.
3. Spinoff della
serie televisiva Chicago Fire, creata
da Dick Wolf nel 2012, Chicago
PD segue le vicende della polizia di Chicago, sia
l’unità di pattuglia che quella di intelligence. La
squadra è composta da tredici elementi e a capo
dell’unità intelligence c’è Henry “Hank” Voight
(Jason
Beghe), un poliziotto dai modi duri e che non si ferma
davanti a niente e nessuno pur di arrivare alla verità. I suoi
modi, infatti, sono spesso contestati dagli altri membri della
squadra e non solo.
Nella serie Patrick Flueger
interpreta Adam Ruzek, partner del detective Alvin Olinsky
(Elias
Koteas). Dopo aver seguito le orme del padre
diventando poliziotto e distinguendosi in accademia, Adam mette in
luce tutte le sue qualità quando viene scelto per far parte della
squadra del capitano Voight. Nonostante il suo carattere non troppo
facile da gestire e la sua arroganza, Adam è un poliziotto davvero
in gamba.
L’attore, ancora impegnato con
Chicago PD, è comparso anche nella serie
madreChicago Fire
in alcuni episodi crossover e in un paio di episodi dello
spinoff Chicago
Med.
Patrick Flueger lascia Chicago
PD?
2. A metà del mese
di gennaio 2020, è cominciata a girare sul web la notizia secondo
cui Patrick fosse in procinto di lasciare Chicago
PD. Inutile dire che la news ha mandato subito in
agitazione tutti i fan della serie. Tuttavia, questa notizia non ha
trovato conferma né smentita a causa del blocco delle riprese
durante l’epidemia Corona Virus.
1. Come quasi
tutti gli attori di Chicago PD e non solo, anche Patrick Flueger è
in possesso di un account Instagram ufficiale dove
l’attore condivide molto della sua vita privata e professionale.
Tra le foto più belle del suo account ci sono senza dubbio quelle
in compagnia della sua fidanzata, Reem Amara,
un’affascinante modella e attrice americana ma di origini
giordane.
Gli appassionati di serie tv e non
solo, riconosceranno subito questo affascinante biondino dagli
occhi color acquamarina. Si tratta di Brian
Geraghty, uno dei protagonisti dell’amatissima serie tv
crime Chicago PD.
Se volete conoscere i dettagli
della sua vita e della sua carriera, venite quindi a scoprire con
noi tutto quello che c’è da sapere su Brian
Geraghty.
10. Nato il 13
maggio del 1975 a Rom River, in New Jersey, Brian si è subito
mostrato molto interessato al mondo dello spettacolo. La sua
famiglia, di origini irlandese, lo ha sempre incoraggiato a seguire
i proprio sogni; per questo motivo, subito dopo il diploma, nel
1993, si trasferisce a New York per studiare recitazione.
9. Venendo dal New
Jersey, e quindi molto vicino alla Grande Mela, per Brian è stato
molto semplice cominciare la sua carriera nel mondo dello
spettacolo. Appena uscito dal liceo, infatti, si iscrive subito al
Neighborhood Playhouse School of Theater di New
York per studiare recitazione, dove resta fino al completamento dei
suoi studi. Con il suo bel diploma tra le mani, dopo gli studi, si
trasferisce a Los Angeles, California, per cominciare a cercare
lavoro nel mondo dello spettacolo.
8. Prima di
diventare un attore famoso, Brian Geraghty ha lavorato come
istruttore di surf per molti anni. Per sostenersi
a Los Angeles e prima di sfondare nel cinema e nella tv, Brian ha
fatto del suo hobby un e vero e proprio lavoro a tempo pieno.
Surfare è sempre stato un passatempo per lui ma pare si divertisse
molto a insegnare questo sport ai suoi allievi.
Adesso, con un carriera d’attore
ben avviata, ha smesso di insegnare ma, di tanto in tanto, torna
ancora in mare con la sua tavola quando ha bisogno di
rilassarsi.
Brian Geraghty film
Brian Geraghty in “Jarhead”
7. Nonostante sia
principalmente conosciuto per i suoi ruoli televisivi, Brian
Geraghty ha avuto un carriera cinematografica assai movimentata.
Comincia con alcuni piccoli progetti nel 2002, film e corti come
Town Diary (2002), Aller simple pour
Manhattan (2002), Earl & Puppy (2003),
Stateside – Anime Ribelli (2004), Cruel
World (2005) e Conversations with Other
Women (2005).
La sua prima esperienza importante
arriva nel 2005 quando partecipa al film Jarhead,
diretto da Sam Mendes.
Anthony Swofford (Jake
Gyllenhaal), deciso a seguire le orme del padre, nel
1988 si arruola nei Marines. Tuttavia, dopo un lungo addestramento,
si convince di non essere tagliato per la vita militare. Eppure,
deciso a rendere orgoglioso il padre, continua la sua carriera nei
Marines fin quando non viene mandato in missione in Arabia Saudita,
durante la guerra del Golfo.
Durante la missione, a causa di una
festa non autorizzata organizzata con i suoi commilitoni finita in
tragedia, per colpa del soldato Fergus O’Donnell (Brian
Geraghty), Swofford viene degradato dal suo superiore, il
sergente maggior Sykes (Jamie
Foxx). Swafford dovrà subire umiliazioni e angherie
per sopravvivere e portare a casa la pelle e, nel frattempo,
redimersi agli occhi dei suoi superiori.
Negli anni seguenti Geraghty
partecipa ad altri film, sempre con ruoli minori, come Art
School Confidential – I segreti della scuola d’arte
(2006), Bobby (2006), Chiamata da uno
sconosciuto (2006), The Guardian – Salvataggio in
mare (2006), The Elder Son (2006),
We Are Marshall (2006), An American
Crime (2007), Il nome del mio assassino
(2007), Love Lies Bleeding – Soldi sporchi (2008)
e Easier with Practice (2009).
Brian Geraghty filmografia
Brian Geraghty in “The Hurt Locker”
6. Nel 2008 Brian
Geraghty viene scelto per interpretare un ruolo nel film
The Hurt Locker, diretto da Kathryn
Bigelow e scritto dal giornalista Mark
Boal. Presentato in anteprima alla 65ª Mostra internazionale d’arte cinematografica
di Venezia, il film portò a casa nel 2010 ben sei premi
Oscar come miglior sceneggiatura originale,
miglior montaggio, miglior sonoro, miglior montaggio sonoro,
miglior regista e miglior film.
Il film racconta la storia di un
gruppo di artificieri e ‘sminatori’ dell’esercito americano mandati
in missione in Iraq per neutralizzare ogni tipologia di esplosivo.
La squadra è composta da tre soldati, il sergente William James
(Jeremy
Renner), il sergente JT Sanborn (Anthony
Mackie) e lo specialista Owen Eldrige (Brian
Geraghty). I tre compagni di squadra hanno il compito di
girare tutte le piccole città irachene colpite dalla guerra, alla
ricerca di pericolosi ordigni da disinnescare.
Negli ultimi dieci anni della sua
carriera è nel cast di Krews (2010), The
Chameleon (2010), Open House (2010),
Seven Days in Utopia (2011), 10
Years (2011), ATM – Trappola mortale
(2012), Flight (2012), Refuge
(2012), Ass Backwards (2013),
Kilimanjaro (2013), Date and
Switch (2014), The Identical (2014),
Loitering with Intent (2014),
Wildlike (2014), Aveneus (2017),
My Days of Mercy (2017), Mercy
(2017) e Ted Bundy – Fascino criminale (2019).
Brian Geraghty serie tv
5. Il debutto
televisivo di Brian Geraghty risale al 1999 quando per la prima
volta compare in tv nella famosissima serie Law & Order – I
Due Volti della Giustizia. A quella sua prima
‘comparsata’, negli anni ne seguono altre e in altrettante serie di
successo come I Soprano (1999),
Ed (2001), Law & Order – SVU
(2010 e poi 2015) e True Blood (2012).
Brian Geraghty in True Blood
4. Uno dei suoi
ruoli televisivi di maggiore rilevanza è senza dubbio in
True Blood. Brian ha partecipato alle serie, come
guest star, nel 2012, in occasione della sua quinta stagione. Nella
serie l’attore interpreta Brian Eller e compare
negli episodi 5×02 “Autorità”,
5×04 “Progenie” e 5×05 “Tracce
dal Passato”.
Brian Geraghty in Boardwalk
Empire
Brian Geraghty in “Boardwalk Empire”
3. Questa è forse
il ruolo televisivo più importante per la carriera di Brian
Gerarghty. L’attore, infatti, nel 2012 ottiene un piccolo ruolo
nella famosa serie tv Boardwalk Empire – L’Impero del
Crimine.
Si tratta di una serie, creata da
Terence Winter e co-prodotta da Martin
Scorsese (anche regista dell’episodio pilota) e
Mark Wahlberg, trasmessa dalla
HBO dal 2010 al 2014 per ben cinque stagioni.
Boardwalk Empire è ambientata ad Atlantic City nel 1920, durante
gli anni del Proibizionismo e l’ascesa delle organizzazioni
criminali. La serie, infatti, prende ispirazione dalla storia di
Al Capone e ci racconta di uno spaccato degli
States del primo dopoguerra.
La serie ha avuto un enorme successo di pubblico e critica grazie
non solo alla qualità degli episodi ma anche al suo cast. Tra i
protagonisti di Boardwalk Empire ricordiamo Steve
Buscemi, Michael
Pitt, Michael
Shannon, Bobby
Cannavale e Ron Livingston.
Brian Geraghty prende parte ai
primi dieci episodi della quarta stagione, andati in onda nel 2012,
e nei quali interpreta il personaggio di Warren
Knox.
Brian Geraghty in Ray Donovan
2. Dopo il
successo ottenuto con Boardwalk Empire, Brian ottiene nel 2014 un
altro ingaggio, sempre per un ruolo minore, nella serie Ray
Donovan, trasmessa da Showtime dal 2013
al 2020.
La serie ha come protagonista Ray
Donovan (Liev
Schreiber), un uomo dalla vita complicata, che lavora
come ‘fixer’ a Los Angeles. Il suo lavoro è risolvere i problemi di
personalità di spicco come attori, atleti, cantanti e uomini
d’affari che si trovano invischiati in attività che devono restare
nell’ombra. La sua vita, nonostante sia complicata, funziona alla
perfezione ma quando suo padre viene scarcerato per lui e la sua
famiglia cominciano i veri problemi.
Geraghty fa il suo debutto nella
serie in occasione del quarto episodio della seconda stagione, dal
titolo “Fuori Controllo”. In Ray Donovan, l’attore interpreta il
poliziotto Jim, sempre alle calcagna del
protagonista e della sua famiglia.
Brian Geraghty in Chicago PD
CHICAGO P.D. — “Forget My Name” Episode 308 — Pictured: (l-r)
Marina Squerciati as Kim Burgess, Brian Geraghty as Sean Roman —
(Photo by: Matt Dinerstein/NBC)
1. Il successo
televisivo vero arriva per Brian Geraghty quando viene scelto per
interpretare un ruolo da ‘regular’ nella nuova serie crime
Chicago PD.
Spinoff della serie
televisiva Chicago Fire, creata
da Dick Wolf nel
2012, Chicago
PDsegue le vicende della polizia di Chicago, sia
l’unità di pattuglia che quella di intelligence. La
squadra è composta da tredici elementi e a capo
dell’unità intelligence c’è Henry “Hank” Voight
(Jason
Beghe), un poliziotto dai modi duri e che non si ferma
davanti a niente e nessuno pur di arrivare alla verità. I suoi
modi, infatti, sono spesso contestati dagli altri membri della
squadra e non solo.
Nella serie Brian Geraghty
interpreta Sean Roman, agente di pattuglia che
sostituisce Kevin Atwater (LaRoyce
Hawkins), diventando partner di Kim Burgess (Marina
Squerciati). Poliziotto dall’animo buono, Sean è poco
ambizioso e si ‘accontenta’ del suo lavoro di pattuglia. Amato da
tutti i suoi colleghi, instaura da subito un buon rapporto di
amicizia con Kim che ben presto diventa la sua partner anche nella
vita privata. Purtroppo, un brutto incidente lo costringerà a
ritirarsi dal suo lavoro come agente operativo.
Geraghty sarà un personaggio
‘regular’ solo nella seconda e terza stagione per poi tornare come
guest star nella settima.
Dopo aver lasciato il set di
Chicago PD, Brian si è dedicato ad altri progetti
televisivi partecipando a serie
come L’alienista (2018), Briarpatch
(2019-2020), The Fugitive (2020) e The Big
Sky (2020), attualmente fermo in fase di pre-produzione
causa Corona Virus.
Per essere sempre aggiornato sulla
vita privata e professionale di Brian Geraghty, segui il suo
account Instagram.
Le verità nascoste
è la serie tv spagnola del 2018 prodotta da Mediaset
España e trasmessa in Italia da Canale 5
e in Spagna da Telecinco. La serie tv, un thriller giallo
ambientato in Spagna è stata ideata da Aitor Gabilondo e
César Benítez ed è prodotta da César Benítez, Aitor
Gabilondo per la società Plano a Plano.
Le verità nascoste: dove vederla in streaming
La serie tv è stata trasmessa per
una stagioni a partire dal 2018. Le verità nascoste in
streaming è disponibile su
Mediaset play, il servizio VOD Free di Mediaset.
Le verità nascoste: la trama e il cast
La serie tv è incentrata sulla
storia di Paula, una ragazzina scomparsa in strane
circostanze da bambina, che riappare come una bellissima ed
enigmatica adolescente di 17 anni. Marcos, un ambizioso poliziotto,
è il responsabile delle indagini, soprattutto perché la storia
della ragazza è piena di incognite che le fanno dubitare della sua
veridicità. La ragazza viene restituita ai suoi genitori, ma
nessuno è abbastanza sicuro che sia davvero chi dice di essere.
Soprattutto Lalo, un giornalista veterano, che getta più benzina
sul fuoco assicurando che se la famiglia ha ricevuto la ragazza
senza fare domande è perché ha qualcosa da nascondere. Un mistero
difficile da districare per un poliziotto inesperto come Marcos,
soprattutto quando sembra incapace di resistere alla personalità
enigmatica, sensuale e pericolosamente attraente di Paula, un
animale ferito che persegue solo una cosa: convincerli a volerlo,
qualunque sia il costo.
In Le verità
nascoste protagonisti sono Lidia McMahón, interpretata da
Lydia Bosch, Marcos Eguía, interpretato da
Jon Kortajarena, Paula García McMahón,
interpretata da Elena Rivera, Eduardo “Lalo” Ruiz,
interpretato da José Luis García Pérez, Fernando
García, interpretato da Ginés García Millán,
Alicia Costa, interpretata da Irene Montalà.
Nei ruoli ricorrenti troviamo
invece Ana Llanos, interpretata da Ana Álvarez, Enrique McMahón,
interpretato da Juan Messeguer, Toni García McMahón, interpretato
da Oriol Puig, Laura Santos, interpretata da Esmeralda Moya, Luis
Fonseca, interpretato da Pedro Mari Sánchez, Ramiro Lousa,
interpretato da Xavier Estévez, Commisario Laguna, interpretata da
Susi Sánchez, Rosario, interpretata da Berta Ojea, Andrés Herrera,
interpretato da Paco Marín. Nel cast anche. Ricardo Vega ,
interpretato da Sergio Peris-Mencheta, Andrea López, interpretata
da Leire Zuazua, Bashir, interpretato da Ayoub El Hilali,
Izquierdo, interpretato da Juan Carlos Vellido. Adela, interpretata
da Mariana Cordero. Garrido, interpretato da Raúl Tejón, Arregui,
interpretato da Tomás del Estal. Uomo di Luis Fonseca, interpretato
da Javier Tolosa.
Gli Episodi
La serie in Italia ha debuttato con 10 episodi lunghi 100
minuti. La serie originale invece è andata in onda in due parti: 8
+ 8 per un totale di 16 episodi lungi 70 minuti l’uno.
n°
Titolo italiano
Prima TV Italia
1
La libertà
25 maggio 2018
2
Il dubbio
1º giugno 2018
3
Il passato
8 giugno 2018
4
L’accordo
16 giugno 2018
5
L’amore
22 giugno 2018
6
L’intervista
29 giugno 2018
7
La rivelazione
13 luglio 2018
8
La fuga
20 luglio 2018
9
Il riscatto
27 luglio 2018
10
La verità
3 agosto 2018
Il gran finale
L’ultima puntata della serie si
apre con il funerale di Enrique, durante il quale Fernando
sorprende tutti annunciando di essere diventato il nuovo presidente
della banca. Nel frattempo Lalo è riuscito a smuovere Puri,
ottenendo da lui importanti informazioni riguardo al caso di Paula:
l’uomo ha infatti visto a casa di Cirilo i vestiti che la piccola
indossava quando è scomparsa. Questo indizio mette in moto la
macchina della giustizia e la polizia inizia a pedinare Fernando
nella speranza che l’uomo compia un passo falso e sveli la sua
colpevolezza. Mentre Paula cerca di aiutare Lidia Fernando le fa
finalmente capire che i due hanno ottenuto ciò che volevano. Solo a
quel punto Paula si rende conto di aver partecipato al piano
diabolico di Fernando contro Lidia.
Le verità nascoste 2 si farà?
Purtroppo la serie non è stata
rinnovata per una seconda stagione forse dovuto ad alcune diatribe
tra la parte italiana e la parte spagnola. Infatti oltre al
montaggio rifatto la serie ha avuto alcune problematiche di
programmazione. Inizialmente doveva essere trasmessa nel 2016 su
Telecinco, ma venne posticipata. In una conferenza stampa di
Mediaset España del 2018, la messa in onda era stata annunciata per
il 14 febbraio, facendo anche un conto alla rovescia nei social
network, ma a causa di vari cambi di programmazione, anche tale
data è saltata. Dopo che Canale 5, ha annunciato la messa in onda
dal 25 maggio 2018, la televisione spagnola ha iniziato a
trasmettere la serie dal 21 maggio 2018.
Generalmente le serie vengono
rinnovata poco tempo prima della fine del primo ciclo ma ormai sono
passati diversi anni, dunque è probabile che una seconda stagione
de Le verità nascoste non ci sarà.
Koch Media ha
fatto uscire 16 luglio 2020 in DVD e Blu-Ray la Steven Spielberg Collection, un
imperdibile cofanetto dedicato a tre film cult diretti dallo
straordinario regista che non ha bisogno di presentazioni: Steven
Spielberg. La Collection include 1941 – Allarme ad Hollywood
(1979), Always – Per sempre (1989) e Sugarland Express (1974).
Il cofanetto presenta Sugarland
Express, terzo film del regista culto con una mastrizzazione 2.35.1
ad ottima risoluzione a 1080p con formato DB-50 a doppio strato. Il
secondo titolo è Allarme ad Hollywood, in due edizioni la nota
theatrical cut e la extended cut con ben 20 min circa in più. Terzo
film è il famosissimo Always che vede il regista tornare a lavorare
con Richard Dreyfuss.
1941 – Allarme a
Hollywood
Pochi giorni dopo l’attacco a Pearl
Harbor, a Los Angeles si sparge la voce che i giapponesi si
apprestino ad attaccare gli Stati Uniti. Effettivamente un
sommergibile nipponico sta cercando di individuare Hollywood per
attaccarla. È il panico e la città è in preda al caos.
Nel cast del film Dan Aykroyd, Ned Beatty, John Belushi, Lorraine
Gary, Murray Hamilton e Christopher Lee.
Always – Per sempre
Pete è un pilota addetto allo
spegnimento degli incendi nelle foreste. Nel corso di una missione
muore per un incidente, lasciando nella disperazione la fidanzata
Dorinda. Una volta in cielo, accetta di fare da angelo custode
all’amico Ted, non solo per trasmettergli la sua esperienza, ma
anche per aiutarlo a conquistare Dorinda. Nel cast del film
Richard Dreyfuss, Holly Hunter, Brad Johnson,
John Goodman e, per l’ultima volta sullo schermo,
Audrey Hepburn.
Sugarland Express
Clevis Poplin dovrebbe scontare
ancora quattro mesi di galera: non ha motivi per evadere, perché
l’hanno destinato a un penitenziario modello. Sua moglie, Lou Jean
Poplin, che vuole riprendersi il fi glioletto affidato a un’anziana
coppia di coniugi di Sugarland, decide però di farlo scappare. La
fuga riesce, e per la coppia comincia un lungo viaggio attraverso
gli Stati Uniti alla volta di Sugarland… Nel cast del film
Goldie Hawn, Michael Sacks, William Atherton, Ben Johnson e
Gregory Walcott. Questo nuovo cofanetto, disponibile in
DVD e Blu-Ray, presenta anche due versioni di 1941 – Allarme a
Hollywood: Theatrical (114’) ed Extendend (140’). Steven
Spielberg Collection vi attende in DVD e Blu-Ray dal 16
luglio 2020 solo su IBS e Feltrinelli.
Il Direttore Artistico
Antonio Monda, d’intesa con Laura Delli Colli,
Presidente della Fondazione Cinema per Roma, e Francesca Via,
Direttore Generale, ha annunciato oggi alcune anticipazioni del
Festa del Cinema di Roma 2020, la quindicesima
edizione che si svolgerà dal 15 al 25 ottobre 2020
all’Auditorium Parco della Musica. Quest’anno la manifestazione fa
parte di Romarama, il programma di eventi culturali promosso da
Roma Capitale.
Fra le opere della prossima
edizione della Festa del Cinema ci sarà Mi chiamo Francesco
Totti di Alex Infascelli, pluripremiato
regista di Almost Blue e S Is for
Stanley. È la notte che precede l’addio al calcio e
Francesco Totti ripercorre tutta la sua vita, come se la vedesse
proiettata su uno schermo insieme agli spettatori. Le immagini e le
emozioni scorrono tra momenti chiave della sua carriera, scene di
vita personale e ricordi inediti. Un racconto intimo, in prima
persona, dello sportivo e dell’uomo. Diretto da Alex Infascelli,
soggetto e sceneggiatura di Alex Infascelli e Vincenzo Scuccimarra,
il film è tratto dal libroUn
Capitano scritto da Francesco
Totti con Paolo Condò (edito da Rizzoli).
Prodotto da Lorenzo Mieli, Mario Gianani e Virginia
Valsecchi, una produzione The Apartment e Wildside,
entrambe del gruppo Fremantle, con Capri Entertainment, Fremantle,
con Vision Distribution e Rai Cinema, in collaborazione con Sky e
Amazon Prime Video. Sarà distribuito da Vision
Distribution nelle sale italiane, che ne curerà anche le vendite
internazionali. Nel corso della prossima edizione, la Festa
del Cinema ospiterà alcuni film della Selezione Ufficiale
2020 del Festival
di Cannes in un evento speciale dedicato alla celebre
manifestazione francese: i titoli saranno presentati dal Delegato
Generale Thierry Frémaux.
“Siamo entusiasti di poter
organizzare un evento dedicato al Festival di Cannes durante la
Festa del Cinema di Roma e onorati di far parte del tour di Cannes
che include molti prestigiosi festival – ha dichiarato Antonio
Monda, Direttore Artistico della Festa del Cinema di Roma – Per
noi è un grande onore poter collaborare con il più importante
festival cinematografico del mondo e avere Thierry Frémaux a Roma
per presentare film della Selezione Ufficiale 2020”.
“In quest’anno così particolare
è più importante che mai sostenere i film e le sale
cinematografiche così come essere vicini agli artisti e agli
spettatori – ha detto Thierry Frémaux, Delegato Generale del
Festival di Cannes – Quest’anno il Festival di Cannes non
si è svolto ma è onorato di presentare i film della Selezione
Ufficiale 2020 nei festival in cui vengono invitati. E a Roma, con
la sua Festa, la sua storia e il suo spirito, il cinema è più vivo
che mai!”.
Satyajit Ray,
considerato uno dei più maggiori cineasti della storia della
settima arte, sarà protagonista di una retrospettiva alla prossima
Festa del Cinema, a cura di Mario Sesti.
Produttore, regista, sceneggiatore e compositore dei temi per i
suoi film, Satyajit Ray esplora nella sua opera i
generi più diversi con stili e linguaggi sempre nuovi: forti le
influenze della letteratura e della tradizione indiana, i richiami
al neorealismo italiano e l’attenzione al contesto internazionale
che lo porterà ad affrontare anche i conflitti ideologici con la
cultura occidentale. Numerosi i riconoscimenti ottenuti nel corso
degli anni, dal Leone d’Oro al Premio Oscar alla Carriera.
La quindicesima edizione della
Festa del Cinema presenterà al pubblico due pietre
miliari del cinema italiano: In nome della legge
di Pietro Germi, nella versione restaurata da CSC – Cineteca
Nazionale, e Padre padrone di Paolo e Vittorio Taviani,
restaurato da CSC – Cineteca Nazionale e Istituto Luce Cinecittà.
Il primo è uno dei principali successi del cineasta genovese,
autore di straordinaria cultura in grado di affrontare con la
stessa intensità dramma, commedia e satira, vincitore di un Oscar
per la sceneggiatura di Divorzio all’italiana.
Padre padrone è considerato uno dei
capolavori dei fratelli Taviani e una delle pellicole più
rappresentative del cinema italiano. Palma d’oro al Festival di
Cannes e Nastro d’argento, il film contiene tutti i tratti che
hanno reso celebri i due registi toscani con continui richiami al
realismo e alla poesia, alla letteratura e all’attualità dei temi
civili e politici.
Sedicicorto Forlì
International Film Festival, in programma dal 2 all’ 11
ottobre 2020, annuncia la prima sezione competitiva. Si parte da
CortoInLoco, concorso riservato alle produzioni
realizzate nella Regione Emilia Romagna e ai suoi filmmaker. Una
selezione quanto mai importante quella di quest’anno. Oltre che per
i meriti dei quindici film selezionati perché dimostra la vitalità
di un territorio e l’efficacia di un sistema in un momento di
estrema e tragica crisi.
La maggior parte delle opere erano
state completate prima del lockdown per il Covid-19, il che dà loro
un valore ancora più profondo. La selezione di CortoInLoco è già
testimonianza di un cinema di un’altra epoca. L’Anno Zero
Dopo Covid, in cui un film come L’estasi di
Oleg, storia di un pittore senza ispirazione che decide di
mettersi in quarantena per ritrovarla, ha un significato
completamente diverso rispetto a pochi mesi fa
Lo stesso vale per Il
fagotto, ambientato in un futuro mondo da ripopolare, in
cui le donne non potranno più scegliere se, ma solo quando essere
madri. Le storie hanno un valore diverso, un’intensità differente.
Il pullman berlinese di Vomag di Riccardo Salvetti
sembra oggi un’utopia meravigliosa. Il sogno di Leo, protagonista
di Senza vento, di diventare un centometrista è un
collettivo desiderio di libertà. Le preoccupazioni di Christian per
suo fratello Giulio a ricordarci dell’importanza della tutela dei
più piccoli, come raccontato in Giusto il tempo di una
sigaretta di Valentina Casadei. Il piccolo protagonista di
Sam’s Castle, che costruisce un castello di sabbia
che non finisce mai, è una metafora della primavera perduta del
2020. Come il guardare al suo passato per riuscire a ricostruire il
suo futuro, che ci porta nella Gas Station di Olga
Torrico. A valutare la selezione sono stati chiamati gli studenti
della Scuola di Cinema di Cesena, realtà accademica sempre più
riconosciuta in Regione
La determinazione di
Sedicicorto Forlì International Film Festival nel
realizzare la sua diciassettesima edizione, in forma ibrida, con i
concorsi “proiettati” in streaming su MyMovies.it,
partner tecnico della manifestazione, sta tutta nel desiderio di
continuare a raccontare storie.
CortoInLoco è solo
formalmente una sezione regionale, perché segnare dei confini ha
sempre meno senso in un mondo che si è scoperto interconnesso nel
modo più drammatico. L’augurio di Orfeo Orlando, Buon
viaggio, corto girato durante il lockdown, è quanto mai
gradito e necessario.
CortoInLoco – Selezione
ufficiale 2020
Balkanika, di Lu
Pulici
Buon viaggio, di
Orfeo Orlando | Italy
Cheratina Rossa,
Alessandro Fiori | Italy
Disambigua,
Francesca Leoni | Italy
Gas Station, Olga
Torrico | Italy
Giusto il tempo per una
sigaretta, Valentina Casadei
Il Fagotto, Giulia
Giapponesi
L’ Attesa di
Daouda, Kristian Gianfreda
L’ Estasi di Oleg,
Francesco Selvi
L’ Occasione di
Rita, Francesco Barozzi
Quasi Attori,
Alessandro Valbonesi
Salse Connection,
Francesco Barozzi
Sam’s Castle, Giona
Dapporto
Senza vento,
Christian Betti, Nicola Rossi
Vomag, Riccardo
Salvetti
XVII Sedicicorto Forlì International
Film Festival, dal 2 al 11 Ottobre 2020, su MyMovies.it, sito
ufficiale Sedicicorto, Sala San Luigi e Auditorium Intesa
Sanpaolo.
Sedicicorto Forlì
International Film Festival è realizzato con il contributo di
Comune di Forlì, Film Commission Emilia-Romagna, Regione
Emilia-Romagna, DG Cinema e Audiovisivo – Mibact e Fondazione Cassa
dei Risparmi di Forlì la sponsorship di Daniele Alessandrini
Abbigliamento e Cantine DreiDonà, con il patrocinio del Parlamento
Europeo.
«Mattia era tutto ciò che
scriveva, diventava tutto ciò di cui si occupava, perché era
curioso, entrava dentro le cose, guardava le stesse cose che tutti
noi vediamo da un punto di vista nuovo», così Geppi
Cucciari ricorda il suo amico e collega Mattia
Torre, prematuramente scomparso esattamente un anno fa –
il 19 luglio 2019 – all’età di 47 anni, in un passaggio della
puntata speciale di 100X100 Cinema – nata
da un’idea del suo amico e produttore storico Lorenzo Mieli e
dell’Executive Vice President Programming di Sky Italia Nicola
Maccanico – con cui Sky ha scelto di ricordare il geniale
scrittore, sceneggiatore e regista e che andrà in onda
domenica 19 luglio su Sky Cinema
Uno. in
LO
SPECIALE
L’intero palinsesto di Sky
Cinema Uno sarà dedicato a Mattia, con in prima serata
alle 20.45 lo speciale di 100X100 Cinema
condotto da Francesco Castelnuovo, con i ricordi
di alcuni degli amici e colleghi a lui più legati: Valerio
Mastandrea, Pietro Sermonti,
Paolo Calabresi, Valerio Aprea e
Geppi Cucciari. Ad esempio, Valerio Mastandrea
ricorda gli inizi della loro amicizia, nata da un litigio tra i due
dopo aver dibattuto in modo sincero e franco su una sceneggiatura
scritta da Torre, mentre Geppi Cucciari fu accolta in casa di Torre
e della compagna in un momento difficile della sua vita.
L’inconfondibile stile iperbolico e a tratti surreale di Mattia
emerge anche negli SMS che mandava ai suoi amici, che ne daranno
diretta testimonianza: tra questi anche Caterina Guzzanti messa in
guardia dall’utilizzo smodato della parola “tema”, Ninni Bruschetta
elogiato come cuoco e Giacomo Ciarrapico al quale Mattia faceva gli
scherzi modificandogli le impostazioni del suo telefonino. Non
mancherà il ricordo dei difficili momenti della malattia, come
raccontato da Paolo Calabresi, vicino a lui proprio in quelle
settimane più dure.
LA PROGRAMMAZIONE
DEDICATA
Nella programmazione dedicata su
Sky Cinema Uno saranno presenti alcuni dei lavori
più amati di Mattia Torre: si inizierà alle 12.25
con i 4 episodi della mini-serie originale Sky “Dov’è
Mario?”, da un’idea di Corrado
Guzzanti scritta con Mattia Torre, in cui Guzzanti
interpreta Mario Bambea, un intellettuale di sinistra molto glamour
caduto in disgrazia, che dopo un incidente d’auto presenta degli
strani disturbi di personalità. In particolare affiora in lui un
ingombrante alter ego, il comico romano Bizio Capoccetti, che con
la sua comicità truce e di bassa lega giunge presto ad un successo
inaspettato.
A seguire, alle
15.25 andranno in onda gli 8 episodi della serie
“La linea verticale”, basata sull’omonimo
romanzo scritto da Mattia Torre e interpretata da Valerio
Mastandrea. La serie nasce dall’esperienza ospedaliera
dello stesso Torre e racconta, in tono surreale e satirico, la vita
quotidiana del reparto di urologia oncologica di un ospedale
italiano. La storia è raccontata dal punto di vista dei pazienti
che, tramite uno stile di racconto libero e formalmente
spregiudicato, dipingono un affresco realistico dei casi clinici e,
soprattutto, di quelli umani.
Alle 19.00 si vedrà
l’ultimo lavoro di Mattia Torre, “Figli”,
concluso dopo la sua morte e nato proprio da un monologo che lo
stesso Torre aveva scritto per l’amico Valerio
Mastandrea, protagonista del film insieme a Paola
Cortellesi. “Figli” racconta la storia di una
giovane coppia, Sara e Nicola, sposati e innamorati. Hanno una
bambina di 6 anni, Anna, e una vita felice. L’arrivo del secondo
figlio, Pietro, sconvolge gli equilibri di tutta la famiglia dando
vita a situazioni tragicomiche.
A chiudere la serata alle
21.45 – dopo lo speciale di 100X100
Cinema – “Boris – Il film”,
lungometraggio realizzato dopo le tre stagioni dell’omonima serie
tv, la più famosa scritta da Mattia, che per l’occasione
torna tutta disponibile on demand su Sky e NOW TV. I
personaggi del film sono quelli, indelebili, della serie: il
regista René Ferretti (Francesco Pannofino) riesce finalmente a
mollare la brutta fiction tv che ha fatto per anni e tenta il
grande salto: un film d’autore, per il cinema. Ma il mondo del
cinema con i suoi snobismi può essere perfino peggio di quello
della tv. Soprattutto per una troupe, quella di Ferretti, a dir
poco estranea all’Arte con la ‘a’ maiuscola. Tra cinematografari
snob, attrici nevrotiche, sceneggiatori modaioli, eroinomani,
squali e improvvisati vari, “Boris – Il film” mette a nudo
un mondo, quello del cinema italiano, che aspira a una nuova
giovinezza e vive invece solo una perenne immaturità.
Tutti questi film e serie tv,
insieme allo speciale di 100X100 Cinema, saranno
disponibili anche on demand su Sky e NOW TV.
Dopo la vittoria dell’Orso d’argento
per il Miglior Attore a Elio Germano, il premio come Film dell’Anno
ai Nastri d’Argento e il Globo d’Oro come Miglior Film e Migliore
Fotografia, VOLEVO NASCONDERMI di Giorgio
Diritti con Elio Germano, prodotto da
Palomar con Rai Cinema, uscirà di nuovo nelle sale con 01
Distribution da mercoledì 19 agosto.
SINOSSI
Volevo nascondermi…ero un uomo
emarginato, un bambino solo,
un matto da manicomio, ma volevo essere amato.
Toni, figlio di una emigrante
italiana, respinto in Italia dalla Svizzera dove ha trascorso
un’infanzia e un’adolescenza difficili, vive per anni in una
capanna sul fiume senza mai cedere alla solitudine, al freddo e
alla fame. L’incontro con lo scultore Renato Marino Mazzacurati è
l’occasione per riavvicinarsi alla pittura, è l’inizio di un
riscatto in cui sente che l’arte è l’unico tramite per costruire la
sua identità, la vera possibilità di farsi riconoscere e amare dal
mondo.
“El Tudesc,” come lo chiama la gente
è un uomo solo, rachitico, brutto, sovente deriso e umiliato.
Diventerà il pittore immaginifico che dipinge il suo mondo
fantastico di tigri, gorilla e giaguari stando sulle sponde del Po.
Quella di Ligabue è una “favola” in cui emerge la ricchezza della
diversità e le sue opere si rivelano nel tempo un dono per l’intera
collettività.
L’International Coalition for
Filmmakers at Risk ICFR* e le sue istituzioni fondatrici, European
Film Academy, lnternational Documentary Film Festival Amsterdam e
International Film Festival Rotterdam, insieme a Human Rights Film
Network, Movies that Matter Foundation e PEN America, e anche
Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello, German
Film Academy, Hellenic Film Academy, Icelandic Film- & TV Academy,
Luxembourg Film Academy, Polish Film Academy, Swiss Film Academy e
Ukrainian Film chiedono alle autorità egiziane il rilascio
immediato e incondizionato del produttore Moataz
Abdelwahab.
Moataz Abdelwahab
(43 anni) ha prodotto il film WHEN WE’RE BORN (2019) del regista
Tamer Izzat, presentato all’ El Gouna International Film Festival e
Les Journées Cinématographique de Cartage nel 2019, oltre ad un
paio di documentari assolutamente apolitici, tra cui KHAN’S
FINGERPRINTS, ritratto del celebre regista egiziano Mohammad Khan,
THE HEART OF CAIRO, che ripercorre la storia della città, e più di
recente A CURFEW, film di imminente uscita del noto filmmaker
egiziano Amir Ramses. Moataz Abdelwahab è
scomparso il 5 maggio dal suo ufficio al Cairo, per ricomparire poi
l’11 maggio per un’audizione presso la Corte Suprema per la
Sicurezza dello Stato, nel corso della quale è stato accusato di
“collaborare con un’organizzazione terroristica” e “diffondere
false notizie” (caso 586).
Queste accuse arrivano dopo che ha
prodotto una serie di documentari culturali che sono stati venduti
e messi in onda da Aljazeera Documentary Channel. Secondo gli
esperti legali l’arresto si baserebbe su accuse false e
inventate.
Siamo molto preoccupati per la sua
sicurezza e per quella dei suoi familiari (è padre di due figli,
Zeina (12 anni) e Yousef (6 anni)) e chiediamo alle autorità
egiziane il rilascio immediato e incondizionato di Moataz
Abdelwahab, invitando le istituzioni cinematografiche e
culturali di tutto il mondo a fare altrettanto.
17 luglio 2020
*NOTA: Fondata da International Documentary
Film Festival Amsterdam, International Film Festival Rotterdam e
European Film Academy, la missione dell’International
Coalition for Filmmakers at Risk è di sostenere e agire in
solidarietà con i cineasti a rischio. La coalizione si attiva in
caso di persecuzioni o minacce alla sicurezza personale di questi
cineasti per difendere il loro diritto a continuare il proprio
lavoro, attraverso la mobilitazione della comunità cinematografica
internazionale.
In epoca di empowerment
femminile, arriva su Netflix
la serie che prende una delle leggende più maschili di sempre, il
ciclo arturiano, e lo declina al femminile, mettendo al centro del
racconto uno dei suoi personaggi secondari e reinventandone la
storia. Cursed, serie Netflix
originale basata sul romanzo scritto da Tom
Wheeler e disegnato da Frank Miller (che
producono anche lo show), arriva sulla piattaforma digitale il 17
luglio, pronta a mandare all’aria tutto ciò che sapevamo della
leggenda, per raccontare una storia che porta avanti valori, temi e
motivazioni differenti.
Cursed è ispirata al libro di Tom
Wheeler e Frank Miller
A parte nomi e personaggi, il più importante
punto di contatto tra Cursed e la leggenda di Re
Artù è che entrambi i racconti sono, in qualche misura, storie di
formazione in cui due giovani trovano il loro posto nel mondo.
Mentre, nell’originale, Artù estrae la spada dalla roccia e diventa
re, in questa storia Nimue è una fanciulla Fey, una specie che vive
in boschi e caverne, prevalentemente pacifica e versata nelle arti
magiche. I Fey sono però perseguitati dai Paladini Rossi, il
braccio armato della chiesa cattolica, un gruppo di monaci che
vestono tonache rosse e trucidano queste creature, responsabili di
praticare la magia, assimilata a pratiche demoniache. Quando anche
sua madre viene uccisa dai Paladini, Nimue riceve da lei un
compito: portare a Merlino una spada misteriosa e prodigiosa. Da
questa missione parte l’avventura di Nimue, che oltre ad
appartenere al popolo Fey, è anche considerata “maledetta”, da un
antico spirito che le ha conferito, suo malgrado, poteri
sconosciuti e temuti dalla stessa ragazza.
Cursed presenta
tutti i personaggi della leggenda, da Artù, a Merlino, passando per
Re Uther e il Cavaliere Verde, fino alla vera protagonista di
questa storia, Nimue. Nella leggenda, il personaggio si identifica
spesso con La dama del Lago, custode di Excalibur, ma qualche volta
è anche la nemica di Merlino stesso, oppure la sua innamorata.
Nella miniserie tv del 1998, Merlin, con Sam Neill nei panni del grande mago
consigliere di Re Artù, Nimue, interpretata da Isabella Rossellini, è l’amore della sua vita,
che viene sfregiata e si rifugia a vivere in un convento, per non
mostrare al mondo il suo volto sfigurato.
In Cursed, Nimue,
interpretata dalla Katherine Langford di
Tredici, è un’adolescente alla ricerca di sé, una
giovane donna che appartiene ad una minoranza perseguitata e che,
nella sua stessa minoranza, è una reietta. La sua ricerca di
identità e di appartenenza, il suo coming of age è quindi reso più
complesso da questa sua peculiarità, oltretutto trattandosi di
un’eroina che non sempre agisce nel giusto e che fatica un po’ a
trovare la sua dimensione, porta con sé un grado di complessità che
diventa un valore aggiunto.
L’immortalità del ciclo arturiano
L’ambientazione puramente fantasy
colloca il prodotto nel cono d’interesse di quella fetta di
spettatori appassionati del genere e, parallelamente, la storia del
cinema e della tv ci insegna che la leggenda arturiana trova sempre
una via per essere raccontata in maniera originale, dal classico
dei classici firmato Disney, con l’amato Merlino con il cappello a
punta blu, fino alla muscolare lettura di Guy
Ritchie con Charlie Hunnam.
A tutti questi elementi
accattivanti, Cursed unisce anche il fatto che si
pone il problema di essere inclusivo, e così la protagonista è
donna, Artù è di colore, i cattivi sono esponenti ottusi della
chiesa cattolica, i perseguitati sono una piccola minoranza di un
popolo che vive in maniera semplice. Sulla carta
Cursed era la serie perfetta per l’estate 2020.
Purtroppo dalla scrittura alla messa in scena, passando per la
direzione degli attori, la serie Netflix si dimostra sciatta e
approssimativa, proponendo un racconto molto semplice e facendo
leva con enfasi e retorica sui suoi elementi di punta (la
protagonista donna che diventa una leader) senza una vera e propria
cura nel racconto e nella realizzazione.
Sapore di amatorialità per il
prodotto indirizzato agli adolescenti
Cursed non è la
prima serie targata Netflix nella quale si riscontra una produzione
che sembra accontentarsi di un risultato finale che ha il sapore di
amatorialità. Nonostante la piattaforma offra ancora prodotti del
calibro di Dark, le tendenze in tutte le divisioni
nazionali si stanno allineando verso una diffusa mediocrità che
purtroppo coincide troppo spesso con la volontà di realizzare un
prodotto dedicato ai teenager, come se il target teen potesse
accettare anche serie tv scadenti. Si tratta chiaramente di una
tendenza, ci sono ancora esempi virtuosi nella produzione della
piattaforma, ma sono lontani gli inizi e i tempi in cui fare una
serie su Netflix permetteva sperimentazione, libertà che
coincidevano poi con una grande qualità del prodotto finito.
Assolutamente a sorpresa, nelle
ultime ore i Marvel Studios hanno diffuso online
un nuovissimo teaser di The
New Mutants, in attesa del panel dedicato all’ultimo
film della saga degli X-Men sotto l’egida della Fox che si terrà
durante il Comic-Con@Home.
Screen Rant ha raccolto tutti i nuovi dettagli emersi sulla
trama del film grazie al nuovo trailer. Ve li proponiamo di
seguito:
I Nuovi Mutanti vengono trattenuti
contro la loro volontà
Nei fumetti, i Nuovi
Mutanti frequentano la Scuola di Charles Xavier per Giovani
Mutanti, dove tutti erano delle reclute volontarie. In The New
Mutants, invece, i giovani superumani protagonista
della storia vengono chiaramente trattenuti contro la loro
volontà.
“I mutanti sono
pericolosi”… viene detto ai bambini, mentre alcune scene ci
mostrano i mutanti che vengono chiusi a chiave nelle loro stanze.
Già in passato il regista Josh Boone aveva rivelato che una delle
principali fonti d’ispirazione per il film era stato Qualcuno
volò sul nido del cuculo. È ragionevole supporre che i Nuovi
Mutanti, al pari dei detenuti del capolavoro di Milos Forman,
all’inizio crederanno di essere lì per il loro bene, prima di
realizzare a mano a mano l’amara verità.
Cecilia Reyes è in realtà il rapitore dei Nuovi Mutanti
L’istituto è gestito dal
personaggio di Cecilia Reyes interpretato da Alice Braga, scelta
che potrebbe rivelarsi molto interessante. Nei fumetti, Cecilia
Reyes è una mutante con la capacità di generare un campo di forza
bioplasmatica attorno a se stessa; il suo potere sembra essere
stato esteso in The New
Mutants, considerate le immagini che la mostrano
imprigionare gli altri all’interno dei campi di forza.
Sebbene poco fedele ai fumetti,
questa è un’estensione intelligente che riguarda il tema della
prigionia, perché nel momento in cui tutte le altre forme di
prigionia falliscono, Reyes ha il potere di creare lei stessa il
modo per poter “trattenere” i giovani mutanti. Speriamo che la
storyline di Reyes sia ben sviluppata; cosa potrebbe spingere un
mutante a rivoltarsi contro la sua stessa specie, fino ad arrivare
a credere che la specie debba essere imprigionata?
Le più grandi paure dei Nuovi Mutanti
Stando a quanto mostrato
dall’ultimo trailer, qualcosa nell’istituto fa sì che le persone
vivano o rivivano le loro più grandi paure. Questa è una svolta
sorprendente, perché nei fumetti si tratta in realtà del potere
posseduto da Dani Moonstar, il personaggio interpretato nel film da
Blu Hunt.
Ci sono state alcune
speculazioni sul fatto che in realtà sia lei la principale
antagonista di The New
Mutants, con le sue abilità che fanno sperimentare a tutti
i loro peggiori incubi, ma sembra che la trama sia molto più
complessa e originale di così. Nel trailer vediamo che il
personaggio di Wolfsbane viene perseguitato da Demon Bear. La
domanda a questo punto sorge spontanea: il personaggio sarà davvero
parte integrante della storia o sarà soltanto una delle visioni da
incubo? Già in passato il regista Josh Boone si era rifiutato di
definire Demon Bear il villain principale del
film…
Un istituto progettato per tenere
in trappola i Nuovi Mutanti
L’intero istituto è
circondato da un campo di forza impenetrabile. L’effetto energetico
è identico a quella che Josh Boone ha scelto di usare per i poteri
di Cecilia Reyes, volendo forse suggerire che non si tratta di
qualcosa basato sulla scienza, ma piuttosto su mutanti, le stesse
che riescono a tenere prigionieri i protagonisti.
Ciò spiegherebbe anche le scene in
cui vediamo Reyes monitorare attentamente gli adolescenti
attraverso dei filmati di sicurezza: ha bisogno di sapere quando
ricorrere all’uso dei suoi poteri per rafforzare le difese naturali
dell’istituto, qualunque esse siano. I Nuovi Mutanti credono che il
luogo sia progettato per tenerli in catene, e questo potrebbe
essere vero… ma c’è sicuramente una via di fuga; devono solo capire
come mettere fuori gioco Cecilia Reyes…
Wolfsbane riconosce Magik
Wolfsbane crede che
l’istituto sia governato dalla magia, e non dalla scienza. È
impossibile dire, ad ora, se questa deduzione sia corretta. Nei
fumetti Wolfsbane è profondamente superstizioso e tende a saltare a
questo tipo di ipotesi molto facilmente.
Allo stesso tempo,
però, il duo Claremont/Sienkiewicz – la principale fonte
d’ispirazione di Boone – ha effettivamente esplorato minacce
soprannaturali come il Demon Bear. Indipendentemente da ciò,
l’insistenza di Wolfsbane sull’aspetto magico sembra collegarsi
perfettamente ad una battuta di Anya Taylor-Joy:
“Anch’io”, esclama ad un certo punto Magik.
Magik e il Limbo
La Magik di Anya Taylor-Joy
viene mostrata in piedi davanti ad uno dei suoi portali, che si
apre su un paesaggio infernale identico ad un regno dei fumetti
chiamato Limbo. Nei fumetti originali degli X-Men, si tratta di una
dimensione infernale in cui Illyana è stata educata e alla fine ne
è diventata padrona.
La Soulsword che brandisce è il
simbolo della sua autorità nel Limbo e ogni volta che la evoca, il
suo corpo è parzialmente racchiuso in un’armatura spettrale. Anche
questa armatura è visibile nel trailer, quando Magik si prepara ad
entrare nel Limbo. Non è chiaro quanto accurata sarà questa parte
della storia; è del tutto possibile che, in The New
Mutants, Magik stia per attraversare un portale nel
luogo da cui proviene il suo vero nemico.
Sunspot si scatena!
Nel trailer vediamo
Sunspost che usa i suoi poteri al massimo, con il suo intero corpo
che viene racchiuso dell’energia cosmica. Nei fumetti, Sunspot è
una batteria umana che assorbe l’energia solare ed è capace di
trasformarsi in una forma di energia in cui la forza e la
resistenza alle lesioni sono potenziate; ha, inoltre, la capacità
di proiettare esplosioni devastanti.
Josh Boone sembra
aver modificato un po’ il personaggio dal punto di vista degli
effetti visivi, poiché Sunspot è tradizionalmente racchiuso in un
campo di energia nero come la pece: qualcosa di simile si intravede
brevemente verso la fine del trailer, ma è difficile dire se si
tratti realmente di Sunspot o di un altro misterioso
personaggio.
Magik respinge i campi di forza di Cecilia
Reyes
Nel trailer c’è un breve
momento in cui Magik che usa la sua Soulsword per colpire uno dei
campi di forza di Cecilia Reyes. Ha senso che Magik sarebbe in
grado di evitarli, dato che il suo potere principale è la capacità
di teletrasportarsi, ma è comunque interessante vederla impegnarsi
per salvare gli altri. I vari trailer hanno mostrato una Magik
entrare in azione con una certa dose di spavalderia, ma
evidentemente non è il tipo che lascia i suoi amici nei guai.
Cannonball pronto a lanciarsi!
L’ultimo
trailer di The New
Mutants ci mostra anche Cannonball in tutta la sua gloria,
con il suo corpo racchiuso in un campo di energia scintillante. I
trailer iniziali sembravano suggerire che Boone si era concesso
alcune libertà con i poteri di Cannonball, dandogli semplicemente
la capacità di generare esplosioni concussive, ma appare chiaro a
questo punto che ci sarà un’evoluzione durante il film.
Nei fumetti, questo
campo esplosivo lascia Cannonball completamente invulnerabile a
danni fisici, permettendoli di spingersi nell’aria come una palla
di cannone umana (da qui il nome del supereroe).
Magik contro gli Smiley Men
La Marvel crede chiaramente che la
Magik di Anya Taylor-Joy sarà il personaggio principale di
The New
Mutants, con la maggior parte dei trailer che
terminano con una scena incentrata su di lei. Nell’ultimo trailer,
usa il Soulsword per respingere alcuni degli Smiley Men, suscitando
un commento ammirato da parte di Sunspot. Chiaramente, Henry
Zaga/Sunspot parla a nome degli spettatori quando dichiara:
“Molto sexy!”
The New Mutants al Comic-Con@Home
Il nuovo trailer di The New
Mutants termina non con la data di uscita, ma
piuttosto con un’anticipazione del panel che si terrà in
occasione del Comic-Con@Home. È un approccio sorprendente, che
potrebbe significare che la Marvel ha intenzione di far uscire
il film direttamente in digitale. Anche se sarà un peccato non
vederlo sul grande schermo, lo stesso regista ha espresso il suo
supporto circa un’eventuale uscita in streaming. Il film è stato
posticipato così tante volte che adesso è arrivato soltanto il
momento di farlo uscire… indipendentemente dal formato.
In una recente intervista con
BroBible, i registi Anthony e Joe Russo hanno
parlato in maniera approfondita del loro viaggio attraverso la
regia di ben quattro dei film dell’Universo Cinematografico
Marvel e del loro contributo alla
realizzazione di alcuni dei più maggiori successi cinematografici
di tutti i tempi.
I due fratelli hanno parlato di cosa
sarebbe necessario per spingerli ad accettare la regia di un nuovo
film del MCU. Magari una storia come quella
raccontata nella miniserie Secret Wars? Questa la
risposta dei due registi: “Sai, ho letto quella serie quando
avevo 10 o 11 anni”, ha spiegato Joe Russo. “Dentro c’erano praticamente
tutti gli eroi dell’universo. È stata una delle prime miniserie a
fare una cosa del genere. Per me è stato davvero il più grande
esempio di racconto di eventi… di cosa succede quando metti insieme
tante personalità diverse. E poi mi piaceva anche l’idea che i
cattivi dovevano fare squadra con gli eroi. Io e mio fratello
amiamo le relazioni complicate tra eroi e cattivi. Ci piacciono i
cattivi che credono di essere degli eroi nelle loro run. E tutti
questi aspetti sono chiaramente integrati in Secret Wars. Quello
che abbiamo fatto in Infinity War era direttamente collegato al
sogno di realizzare qualcosa come quella serie a fumetti, che
naturalmente sarebbe un’impresa ancora più grande.”
Anthony Russo ha poi aggiunto: “Sarebbe il
film più grande che si possa immaginare, ed è questo l’aspetto che
che ci entusiasma davvero della storia: l’ambizione alla base della
serie è ancora più grande dell’ambizione alla base dell’intera Saga
dell’Infinito.”
Secret Wars potrebbe segnare il
ritorno dei fratelli Russo nel MCU
Non è la prima volta che Anthony e Joe
Russo tirano in ballo Secret
Wars quando si parla di un loro ipotetico ritorno
nell’Universo Marvel, ed è certamente
interessante sentirli andare così in profondità in merito alle
motivazioni che li spingerebbero a farsi carico di un progetto del
genere. Quando hanno parlato dei “cattivi che devono fare
squadra con gli eroi”, entrambi i registi hanno palesato di
essere degli amanti delle complicate che possono instaurarsi tra i
personaggi della serie, che a quanto pare potrebbe tranquillamente
figurare tutti come degli eroi a sé stanti.
“Tanto tempo fa, in una
galassia lontana lontana…”, queste le parole che aprivano, nel
1977, il primo film di una saga oggi diventata un vero e proprio
fenomeno culturale. Da quel momento e ancora sino ad oggi,
Star
Wars è per eccellenza la più celebre serie
cinematografica di fantascienza della storia del cinema, frutto del
genio di George Lucas e della sua passione per la
mitologia. Attualmente composta da 9 film, 2 spin-off, e diverse
serie collegate, è oggi uno degli esempi più completi, riusciti ed
apprezzati di universo narrativo.
La serie si è infatti negli anni
ampliata fino a diventare un vero e proprio franchise, capace di
estendersi tanto alla letteratura, quanto ai fumetti, ai
videogiochi e al merchandising più vario. Ciò dimostra
ulteriormente la grandissima influenza che la saga ha nella cultura
di massa, e che oggi più che mai sembra espandere sempre di più i
propri orizzonti. In seguito all’acquisizione della
Disney, infatti, l’Universo di Star
Wars è pronto per raccontare nuove storie, puntando
sulla passione delle precedenti generazioni e attraendone di
nuove.
Ad oggi, quello di Star Wars è il
secondo franchise cinematografico più redditizio di sempre, con un
incasso totale di oltre 10 miliardi di dollari. Il valore totale
del marchio è inoltre stato stimato intorno ai 43 miliardi, e tali
cifre possono ulteriormente chiarire il peso che la saga ha
sull’immaginario collettivo. Con i suoi variegati mondi, le sue
spaventose e affascinanti creature, i suoi coraggiosi eroi e i
malvagi cattivi, Star Wars continua a raccontare l’antica
lotta tra bene e male, con quell’atmosfera che da sempre affascina
generazioni di spettatori.
Star Wars: l’ordine in cui vedere
i film
Composta da ben tre trilogie e due
spin-off, la saga ha negli anni reso sempre più complessa la
propria linea temporale, costringendo i fan a dar vita a diverse
teorie su quale sia l’ordine più consono per vedere i film. Finché
esisteva soltanto la trilogia originale, infatti,
non vi erano di questi problemi, ma con l’arrivo della
trilogia prequel prima, e della trilogia
sequel poi, si è reso necessario fare chiarezza a
riguardo.
Le due teorie principali prevedono
una scelta tra una visione secondo l’ordine di uscita in sala,
oppure una visione secondo l’ordine cronologico degli eventi
narrati nei film. Per aiutare nell’orientamento di quest’ultima
opzione, la Disney ha recentemente rilasciato una mappa
chiarificatrice dove viene illustrata in modo aggiornato e completo
la timeline della saga, così da poter evitare confusione.
All’interno di questa si vanno poi a ricollegare anche le varie
serie realizzate nel corso degli anni.
Star Wars: Episodio IV – Una nuova speranza
(1977)
Star Wars: Episodio V – L’impero colpisce ancora
(1980)
Star Wars: Episodio VI – Il ritorno dello Jedi
(1983)
Star Wars: Episodio VII – Il risveglio della forza
(2015)
Star Wars: Episodio VIII – Gli ultimi Jedi (2017)
Star Wars: Episodio IX – L’ascesa di Skywalker
(2019)
Star Wars: la trama dei film
Star Wars: Episodio IV – Una nuova
speranza (1977)
Nel pieno del dominio dell’Impero
Galattico, il malvagio Imperatore ha rafforza giorno dopo giorno il
suo potere, mentre il suo allievo Darth Fener, seguace del Lato
Oscuro della Forza e capo della Flotta Stellare Imperiale, è
impegnato a spezzare la resistenza. Una nuova speranza si accende
nel momento in cui l’Alleanza Ribelle riesce a rubare i piani della
Morte Nera, la potente base spaziale dell’Impero. Le preziosi
informazioni sono ora nelle mani della principessa Leila Organa
(Carrie Fisher), la quale prima di essere
catturata, riesce a nasconderle nella memoria del droide R2-D2.
Questi, insieme al robot protocollare C-3PO, viene inviato sul
pianeta Tatooine in cerca di aiuto.
Qui i due droidi verranno ritrovato
da Luke Skywalker (Mark
Hamill). Questi viene così chiamato alla battaglia, e
grazie all’aiuto di Obi-Wan Kenobi (Alec
Guinness) entrerà in contatto con la cultura dei Jedi,
scoprendo inoltre che suo padre fu ucciso proprio da Darth Fener.
Dotato ora di una spada laser, il
giovane, aiutato dal contrabbandiere Ian Solo (Harrison
Ford) e dal fido Chewbacca, parte in
missione per salvare la principessa Leila, ignaro di andare
incontro ad un destino imprevisto.
Star Wars: Episodio V – L’impero
colpisce ancora (1980)
Nonostante i successi della
Resistenza, la flotta imperiale continua a inviare droidi sonda per
tutta la Galassia, al fine di scovare il rifugio dei ribelli.
Scoperti, questi subiscono un feroce attacco che li costringe alla
ritirata. Luke Skywalker decide dunque, su suggerimento del maestro
Kenobi, di dirigersi su Dagobah, dove dovrà terminare il suo
addestramento con il potente maestro Yoda. Seppur
inizialmente riluttante, questi accetta infine di insegnare al
giovane ciò che gli manca sapere sull’arte degli Jedi. La poca
pazienza di Luke, tuttavia, si rivelerà un grande ostacolo, nonché
il suo punto più debole.
Intanto l’astronave Millennium
Falcon, con a bordo Ian, Leila, Chewbacca e i droidi, approda nella
galleggiante Città delle Nuvole, sul pianeta gas di Bespin, gestito
da un vecchio amico di Ian, Lando Calrissian (Billy
DeeWilliams). Quest’ultimo,
tuttavia, tradisce i ribelli consegnandoli direttamente a Darth
Fener, il quale intende usarli come esca per attirare Luke. Il
giovane Skywalker, infatti, avvertito il pericolo decide di
abbandonare il suo addestramento per andare a salvare i suoi amici,
disobbedendo però all’avvertimento di Yoda a non cadere nella
trappola.
Star Wars: Episodio VI – Il
ritorno dello Jedi (1983)
Ultimo capitolo della trilogia
originale, Il ritorno dello Jedi si apre con il
tentativo di Luke e gli altri di salvare Ian Solo dal perfido Jabba
the Hutt. Riuscitici dopo diverse peripezie e rischi, il gruppo è
finalmente riunito, e ricongiuntosi con gli altri membri
dell’Alleanza Ribelle iniziano a pianificare una strategia per
distruggere l’Impero una volta per tutte. Questo, nel frattempo, ha
iniziato la costruzione di una nuova Morte Nera, la quale se
completata si rivelerà essere una pericolosissima arma di
distruzione di massa. Questa si rivela dunque essere l’ultima
possibilità per attaccare
Nell’attesa della battaglia, Luke decide di ritornare a Dagobah
dal maestro Yoda. Questi, ormai in punto di morte, afferma di non
avere più nulla da insegnarli, e che egli è un vero e proprio Jedi
ora, forse l’ultimo rimasto e l’unico in grado di sconfiggere Darth
Fener e l’Imperatore. Per Luke si avvicina dunque il momento
culminante del suo destino, ma prima di impegnarsi nella battaglia
finale dovrà fare i conti con alcune rivelazioni sul suo passato,
che cambieranno per sempre il suo presente e il suo futuro.
Star Wars: Episodio I – La
minaccia fantasma (1999)
Con la trilogia prequel, la saga
porta lo spettatore a scoprire gli eventi accaduti prima
dell’avvento dell’Impero, quando la Galassia era ancora governata
da una repubblica democratica. Ambientato 32 anni prima di Una
nuova speranza, il film segue le vicende del Maestro Jedi
Qui-Gon Jinn (Liam
Neeson) e il suo giovane apprendista
Obi-Wan Kenobi (Ewan
McGregor), i quali hanno il compito di proteggere la
regina di Naboo, Padmé Amidala (Natalie
Portman), e cercare di favorire una fine pacifica ad
una disputa interplanetaria. Dovuti atterrare d’emergenza sul
pianeta Tatooine, qui si imbattono in Anakin Skywalker
(Jake Lloyd), bambino che subito manifesta una
forte presenza della Forza.
Qui-Gon si convince che egli sia il
“Prescelto” della profezia Jedi, che riporterà equilibrio nella
Galassia. Per tale motivo, il Maestro chiede al Consiglio Jedi il
permesso di addestrare Anakin, ottenendo però risposta negativa. Il
Consiglio, composto tra gli altri da Yoda e da Mace Windu (Samuel L.
Jackson), infatti, avverte particolare vulnerabilità
nel giovane, risultando quindi potenzialmente incline al Lato
Oscuro della Forza. Nel frattempo, gli scontri politici continuano,
indebolendo l’autorità della Repubblica. A minare tale stabilità,
si ripresenta inoltre la minaccia dei Sith, che per quasi
un millennio si erano creduti estinti.
Star Wars: Episodio II – L’attacco
dei cloni (2002)
Ambientato 10 anni dopo gli eventi
del precedente film, L’attacco dei cloni presenta una
Galassia sull’orlo della guerra civile, e la Repubblica è più
debole che mai. La senatrice Padmé Amidala, impegnata nel tentativo
di scongiurare tutto ciò, viene coinvolta in un tentativo di
assassinio. Per tale motivo, viene nuovamente posta sotto la
protezione del Maestro Jedi Obi-Wan Kenobi e del suo apprendista
Anakin Skywalker, ormai cresciuto. Passando molto tempo con
insieme, Anakin e Padmé finiscono per innamorarsi, decidendo però
di tenere segreta la cosa.
Sul pianeta Geonosis, intanto,
Obi-Wan scopre un raduno separatista guidato dal Conte Dooku
(Christopher
Lee). Obi-Wan trasmette le sue scoperte al Consiglio
Jedi, il quale per contrastare la minaccia, decide di affidare
poteri speciali al Cancelliere Supremo Palpatine (Ian
McDiarmid). La cattura di Obi-Wan, tuttavia, sconvolge i
piani, e Anakin e gli altri Jedi saranno costretti a ingaggiare una
sanguinosa battaglia contro le forze del male pur di riportare
l’equilibrio.
Star Wars: Episodio III – La
vendetta dei Sith (2005)
La vendetta dei Sith,
terzo ed ultimo capitolo della trilogia prequel, si apre con
Obi-Wan Kenobi e il Anakin Skywalker intenti in una missione di
salvataggio nei confronti del Cancelliere Supremo Palpatine. Questi
è tenuto ostaggio dal Generale Grievous, comandante dei Separatisti
e droide programmato per combattere i Jedi. A missione terminata,
Anakin si riunisce con sua moglie Padmé Amidala, che gli rivela di
essere incinta. Il Jedi, tuttavia, comincia ad avere visioni in cui
Padmé muore in seguito al parto.
Intanto il Cancelliere Palpatine
nomina Anakin suo rappresentante e informatore al Consiglio Jedi,
il quale lo accetta come membro, ma rifiuta di assegnargli il grado
di Maestro. Palpatine, accorgendosi della preoccupazione dello Jedi
per Padmé, lo tenta con il Lato Oscuro della Forza, che gli
permetterebbe di prevenire la morte della moglie. Anakin,
vulnerabile, inizia a cedere alla tentazione, con conseguenze
disastrose per la Repubblica e la Galassia. Dal suo tradimento,
infatti, nascerà l’Impero, nonché il temibile Darth Fener.
Star Wars: Episodio VII – Il
risveglio della forza (2015)
Ambientato circa trent’anni dopo
Il ritorno dello Jedi, Il risveglio della
forza è il primo capitolo della trilogia sequel,
realizzata in seguito all’acquisizione della saga da parte della
Disney. Nonostante l’Impero sia stato distrutto, una nuova forza
malvagia si affaccia nella Galassia, con l’intento di governarla.
Si tratta del Primo Ordine, i cui due esponenti principali sono il
Generale Hut (Domhnall
Gleeson) e il Sith Kylo Ren (Adam
Driver). Consapevole di tale minaccia, la Resistenza
si riarma pronta ad una nuova battaglia. A capitanarla vi è
nuovamente Leila Organa.
Allo stesso tempo, anche la luce
dei Jedi sembra rianimarsi, e nonostante la scomparsa di Luke
Skywalker, una nuova eroina si propone sulla scena. Si tratta di
Rey (Daisy
Ridley), orfana in cerca di verità sul proprio
passato, che scopre di possedere i poteri dei celebri Cavalieri.
Chiamata a far parte della Resistenza da Poe Dameron (Oscar
Isaac) e Finn (John
Boyega), la ragazza dovrà per prima cosa mettersi
sulle tracce di Skywalker, il quale è l’unico che possa addestrarla
come si deve. Nel frattempo, Kylo Ren si trova diviso tra il lato
oscuro e i suoi genitori, Leila e Ian Solo, e dovrà decidere una
volta per tutte da che parte stare.
Star Wars: Episodio VIII – Gli
ultimi Jedi (2017)
La coraggiosa Rey riesce a trovare
la rotta per il nascondiglio segreto dove Luke Skywalker si è
ritirato in esilio volontario. Attraversato l’universo fino al
pianeta sperduto, arriva infine ad imbattersi nel leggendario
guerriero che ha combattuto e sconfitto l’Impero. Questi, tuttavia,
si rivela essere molto cambiato nel corso degli anni, ed è ora un
vecchio deluso che ha abbandonato il credo degli Jedi. I motivi di
ciò verranno lentamente ad emergere, e Rey dovrà fare i conti con
il precario equilibrio tra bene e male che vive in ogni cosa,
compresa lei. Luke accetterà infine di addestrarla, rimanendo però
spaventato dal potere della giovane.
Nel frattempo, la Resistenza si
trova coinvolta in una terribile imboscata. Il Primo Ordine sferra
un attacco violentissimo dal quale questi riescono con gran
difficoltà a difendersi. Ridotta a pochi membri, la Resistenza
sembra sul punto di sparire per sempre, e solo l’intervento di Rey
potrà salvarli. Prima, però, questa dovrà scontrarsi con Kylo Ren,
con il quale è sempre più misteriosamente legata. Questi la porterà
inoltre al cospetto dei malvagio Leader Supremo Snoke (Andy
Serkis), il quale è la vera mente dietro ai piani del
Primo Ordine.
Star Wars: Episodio IX – L’ascesa
di Skywalker (2019)
L’ascesa di
Skywalker è l’episodio finale dell’epica epopea sugli
Skywalker. Un anno dopo gli eventi del precedente film, quello che
rimane della Resistenza si prepara ad affrontare per l’ultima volta
il Primo Ordine. Nessuno sembrava però pronto al ritorno dal
passato di un’oscura minaccia: l’Imperatore
Palpatine. Questi, apparentemente sopravvissuto agli eventi di
Il ritorno dello Jedi, è pronto a riprendere il controllo
della Galassia, richiamando a sé tutta la malvagità dei Sith. Per
farlo, tuttavia, avrà bisogno di Kylo Ren, come anche di Rey e del
suo potere.
La giovane Jedi si avverte infatti
sempre più tentata dal Lato Oscuro, e percepisce ora più che mai la
scissione da cui Luke Skywalker l’aveva messa in
guardia. Mentre lei cerca di scoprire la propria forza, come anche
la verità sulle proprie misteriose origini, allo stesso tempo Kylo
Ren si sente sempre più richiamato dal bene che è in lui, e che i
suoi genitori lo spingono a riabbracciare. Nel frattempo, la
Resistenza chiama a raccolta quanti più aiuti possibili da ogni
parte della Galassia, decisa ad annientare il male una volta per
tutte con un’ultima epica battaglia.
Star Wars: gli spin-off della
saga
Rogue One: A Star Wars Story
(2016)
Primo spin-off della saga,
Rogue One: A Star Wars, è ambientato subito prima degli
eventi di Una nuova speranza. Il film si apre con lo
scienziato Galen Erso (Mads
Mikkelsen) il quale si è ora ritirato a vita privata.
Le sue doti sono però particolarmente ambite dal Direttore
Imperiale Orson Krennic (Ben
Mendelsohn), che vuole costringerlo a completare il
progetto della Morte Nera. Condotto via, sua figlia Jyn (Felicity
Jones) viene presa sotto la custodia
del ribelle Saw Gerrera (Forest
Whitaker), il quale la addestra a diventare una
combattente. Tredici anni dopo, il pilota Bodhi Rook (Riz
Ahmed) tradisce l’Impero e recapita un messaggio segreto
da parte di Galen Erso.
Questi rivela infatti l’esistenza
di alcuni progetti segreti che svelano i punti deboli della Morte
Nera, da lui progettata. Insieme al pilota Cassian Andor
(Diego
Luna) e al droide K-2SO (Alan
Tudyk), Jyn viene così incaricata di sottrarre tali
progetti dal database imperiale del pianeta Scarif, con il codice
‘Rogue One’. Desiderosa di vendicare il padre, la ragazza organizza
così un piano per riuscire nella missione, la quale si rivelerà
essere la miccia che darà un nuova speranza all’Alleanza Ribelle
nella lotta contro il malvagio Impero.
Solo: A Star Wars Story
(2018)
Il secondo degli spin-off
realizzati è dedicato ad uno dei personaggi più celebri della saga:
Ian Solo. Ambientato
pochi anni dopo La vendetta dei Sith, il film segue
le avventure del giovane solo (Alden Ehrenreich),
il quale si guadagna da vivere insieme al suo mentore, il criminale
Beckett (Woody
Harrelson). I suoi insegnamenti permettono al giovane
di destreggiarsi tra i pericoli della Galassia, ma nel momento in
cui si imbatterà nell’Impero, la sua vita cambierà
drasticamente.
Incaricato dal misterioso Dryden
Vos (Paul
Bettany) di portare a termine una missione segreta,
Solo manifesta il bisogno di possedere un’astronave adeguata. Si
rivolge così all’ex contrabbandiere Lando Calrissian (Donald
Glover), il quale si offre di aiutarli. Insieme a lui,
vi è inoltre l’amata Qi’ra (Emilia
Clarke), dalla quale era a lungo stato separato e
verso cui nutre ora dei sospetti circa il suo coinvolgimento con
l’Impero. Nel corso dell’avventura, Solo si troverà così a
scontrarsi con alleati e rivali, imparando ad essere l’esuberante
personaggio poi incontrato anni dopo nella taverna di Mos Eisley da
Luke Skywalker e Obi-Wan Kenobi.
Star Wars: dove vedere i film in
streaming
Con l’arrivo della piattaforma
Disney+, è possibile ritrovare
nel catalogo di questa tutti e nove i film della saga principale,
nonché i due spin-off poc’anzi citati. Qui è possibile inoltre
ritrovare anche le serie animate collegate alla saga: The Clone
Wars, Rebels, Resistance e Forces of Destiny. Sono
diverse anche le serie in versione LEGO ispirate alla saga. È
inoltre presente la prima serie live-action di Star Wars,
The Mandalorian, ideata da Jon
Favreau con protagoniste Pedro
Pascal nei panni di un misterioso e valoroso
cacciatore di taglie.
Sempre sulla piattaforma è inoltre
possibile ritrovare diversi extra e curiosità, con i quali è
possibile approfondire la mitologia di Star Wars. Per poter vedere
tutto ciò, basterà sottoscrivere un abbonamento generale alla
piattaforma, potendo così fruire di tali titoli in totale comodità
e al meglio della qualità video.
La scorsa settimana, dopo la paura
forzata a causa dell’emergenza Covid-19, sono ufficialmente
ripartite le riprese di Jurassic
World: Dominion, l’attesissimo nuovo capitolo della
mitica saga dedicata ai dinosauri, che sarà diretto ancora una
volta da Colin Trevorrow, già regista di
Jurassic World.
I set del nuovo film, oltre a dover
rispettare tutta una serie di norme per garantire la sicurezza di
tutte le persone coinvolte, sono ovviamente blindatissimi.
Ciononostante, il
Sun è riuscito ad entrare in possesso di alcuni scatti dei
Pinewood Studios di Londra dove pare sia stato ricreato un
paesaggio artico.
Parallelamente, l’attrice Bryce Dallas Howard, che nel film tornerà a
vestire i panni di Claire Dearing, ha condiviso attraverso il suo
profilo Twitter
ufficiale una serie di scatti dal set che testimoniano non solo la
sua felicità per essere tornare a lavorare al fianco di Chris Pratt (interprete di Owen Grady),
ma anche i lividi dovuti agli stunt e alle acrobazie a cui
l’attrice si è già dovuta sottoporre.
Le riprese di Jurassic World: Dominion
In occasione delle riprese di
Jurassic
World: Dominion, la Universal Pictures ha dovuto
implementare sul set tutta una serie di
rigidi protocolli sanitari per permettere a tutti i membri
coinvolti nella produzione di poter lavorare in sicurezza. Tra i
protocolli che entreranno in vigore, figura anche un’area dedicata
che gestirà tutti i requisiti medici della produzione, inclusi test
sierologici e tamponi.
Jurassic
World: Dominion vedrà sia Chris
Pratt che Bryce
Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a
loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella
Pineda, Jake Johnson e Omar
Sy. Laura
Dern e Sam
Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che
avevano in Jurassic
Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan
Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta nel
Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe originale, Ian
Malcolm, interpretato da Jeff Goldblum, ha
firmato per tornare in Jurassic
World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta
in Jurassic World:
Il Regno Distrutto.
Entertainment Weekly ha diffuso online le prime immagini
ufficiali di I’m Thinking of Ending Things, il
nuovo film di Charlie Kaufman (sceneggiatore di
Essere John Malkovich, Il ladro di orchidee e Se mi
lasci, ti cancello e regista di
Anomalisa) che debutterà su Netflix a partire dal prossimo 4 settembre.
La sceneggiatura del film è tratta
dal romanzo omonimo di Iain Reid, che a sua volta
racconta la storia di Jake, in viaggio per andare a trovare i suoi
genitori nella loro fattoria isolata in compagnia della sua
fidanzata che sta pensando di terminare la loro relazione. Quando
però il ragazzo prende una decisione inaspettata lasciandola senza
prospettiva, la coppia entrerà in uno stato di palpabile tensione,
fragilità psicologica e puro terrore.
Il cast del film annovera
Jesse Plemons (Breaking Bad, Fargo), David
Thewlis (Wonder Woman), Toni Collette (Hereditary – Le Radici del
Male) e Jessie Buckley (Taboo, Chernobyl).
Mannarino, tra i
maggiori cantautori italiani contemporanei, è il presidente di
Giuria della IX edizione di Bookciak, Azione!
2020, evento di pre-apertura delle Giornate degli
Autori, in collaborazione con SNGCI. Il
Premio, ideato e diretto da Gabriella
Gallozzi, celebra l’intreccio tra cinema e letteratura
attraverso i bookciak, corti ispirati a romanzi e graphic
novel, realizzati da giovani filmmaker. La
premiazione si svolgerà il 1° settembre al Lido di
Venezia, durante la tradizionale serata di benvenuto alla stampa.
Dopo la prima veneziana i bookciak vincitori andranno in tour per
festival e premi, fino ad approdare a Parigi.
Mannarino si
aggiunge così al lungo elenco di presidenti di giuria che Bookciak
ha avuto in questi anni, fatto di grandi nomi del
cinema (Ettore Scola, Citto Maselli, Ugo
Gregoretti, Gabriele Salvatores, Daniele Vicari) del
teatro (Ascanio Celestini) della
letteratura (Lidia Ravera) e
dell’arte (Lorenzo Mattotti).
In un anno così difficile segnato
dalla pandemia, il premio Bookciak, Azione! sceglie la vitalità
musicale di un artista fuori dagli schemi, un’icona culturale
definito in Francia “poeta segreto”. Romano, classe 1979, figlio
della borgata di San Basilio, Mannarino ha ricevuto numerosi
riconoscimenti tra cui nel 2018 il prestigioso Premio De André,
artista di cui ha sempre riconosciuto la profonda influenza, mentre
nel 2019 si è aggiudicato il primo Premio Gabriella Ferri, nato in
memoria della grande interprete della canzone popolare romana.
È tra queste coordinate che si muove il suo lavoro; un artista
cittadino del mondo che mette insieme l’elettronica e canzone
d’autore, attingendo sempre a ritmi d’Oltreoceano e a storie di
vita vissuta.
Dall’esordio nel 2009 con Bar
della rabbia a oggi, ha saputo dare dignità di poesia a
canzoni indimenticabili: brani come Me so ‘mbriacato,
Apriti Cielo o Marylou sono diventati dei grandi
classici. Con l’ultimo album, Apriti cielo (2017) ha
raggiunto la definitiva consacrazione: un inno alla vita, una
visione libera del mondo e della sua ferocia, che si è guadagnato
il disco di platino e un tour di nuova concezione che in appena un
anno ha superato i 150mila spettatori.
Mannarino è inoltre il primo artista
italiano ad essere stato invitato a suonare come ospite d’onore
sotto la Navata Centrale del Musée d’Orsay di Parigi in occasione
dell’evento Curieuse Nocturne, a gennaio 2020. In
quell’occasione il cantautore ha annunciato il suo ritorno live con
un tour nei palazzetti. Attualmente è in studio per la
registrazione del nuovo album. Mannarino, in veste
di presidente di giuria di Bookciak, Azione! 2020, sarà affiancato
da Wilma Labate, Teresa Marchesi e Gianluca
Arcopinto, componenti della giuria permanente di
Bookciak, Azione!
La IX edizione del
premio conferma le sezioni speciali Memory Ciak,
in collaborazione con LiberEtà, Spi-CGIL e Premio
Zavattini, quella di Rebibbia aperta alle
allieve-detenute del Liceo artistico Enzo Rossi,
interno al carcere romano e la nuova arrivata, Fuori
sala, spazio di riflessione sul futuro, dopo quanto
accaduto al pianeta.
Il premio dopo la prima veneziana
porterà in tour i bookciak vincitori attraverso un prezioso
circuito di festival (Solinas, Festival PremioEmilio Lussu, Festa Cinema del
reale, Le giornate della Luce, Cinema
d’iDEA) che quest’anno toccherà anche
Parigi (Vo-VF. Le monde en
livres).
Bookciak, Azione! è
prodotto dall’Associazione culturale Calipso, Bookciak
Magazine, col sostegno di MiBACT, MIAC, 8 e 1/2,
Spi-CGIL, LiberEtà, Regione Lazio. In collaborazione con
Giornate degli Autori, SNGCI, ANAC, Premio Zavattini, FICC,
Nel Blu Studios. Col patrocinio di Biblioteche di Roma. RAI è
mediapartner.