Finalmente i Fantastici
Quattro hanno
ufficialmente un volto, ma ci sono ancora diversi personaggi
che potrebbero apparire nel film che sono in attesa di essere
associati ad un interprete. Tra questi vi è il Dottor
Destino, il quale da tempo viene indicato come uno dei
prossimi grandi villain del Marvel Cinematic Universe, data la
sua estrema potenza. Si tratta dunque di un personaggio
particolarmente importante e ambito e molti sono gli attori che
sarebbero interessati ad interpretarlo. Tra questi vi è anche
Ben Mendelsohn, noto per aver già interpretato
iconici villain come quelli nei film
Rogue One: A Star Wars Story e Ready
Player One, ma anche per aver già fatto parte del MCU con il ruolo dello Skrull
mutaforma Talos.
L’aver interpretato già questo
personaggio nel MCU non sarebbe però un ostacolo
per Mendelsohn nel voler interpretare il Dottor Destino, in quanto
coperto dal trucco di Talos non ha mai mostrato il suo vero volto.
“Darei quasi i miei occhi e i miei denti per interpretare il
Dottor Destino“, ha dunque dichiarato l’attore a GQ. “Penso che il Dottor
Destino sia il grande personaggio Marvel che potrebbe e dovrebbe
essere fatto. Ma è quello che è“. Sono in molti a pensare che
l’attore avrebbe il volto e il carisma giusto per interpretare
questo iconico personaggio, ma al momento non sembrano esserci
trattative in corso tra Mendelsohn e i Marvel Studios. L’annuncio di chi potrebbe
interpretare il personaggio potrebbe poi non tardare ad
arrivare.
Fantastici Quattro: quello che c’è da sapere sul
film
Come al solito con la Marvel, i dettagli
della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti, i Fantastici
Quattro sono astronauti che vengono trasformati in
supereroi dopo essere stati esposti ai raggi cosmici nello spazio.
Reed acquisisce la capacità di allungare il suo corpo fino a
raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la fidanzata di Reed (e
futura moglie), può manipolare la luce per diventare invisibile e
lanciare potenti campi di forza. Johnny, il fratello di Sue, può
trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà la capacità di volare.
E Ben, il migliore amico di Reed, è completamente trasformato in,
beh, una Cosa, con dei giganteschi massi arancioni al posto del
corpo, che gli conferiscono una super forza – e un perpetuo cuore
pesante per il suo aspetto apparentemente mostruoso.
Matt Shakman
(“WandaVision”, “Monarch: Legacy of Monsters”)
dirigerà Fantastici
Quattro, da una sceneggiatura di Josh
Friedman, Jeff Kaplan e Ian
Springer. La notizia del casting di Pascal era già
trapelata a novembre, mentre anche gli altri nomi erano usciti da
recenti indiscrezioni. Pedro Pascal è noto al mondo per le sue
interpretazioni in The Mandalorian, The Last of Us e prima ancora in Game
of Thrones. Vanessa Kirby ha fatto parte del franchise di
Mission Impossible e di Fast and Furious, mentre Joseph
Quinnè diventato il beniamino dei
più giovani per la sua interpretazione di Eddie in Stranger Things 4. Ebon
Moss-Bachrach sta vivendo un momento d’oro grazie al
suo ruolo del cugino Ritchie in The Bear. Il film è atteso al
cinema il 25 luglio 2025.
L’attrice Isabela Merced sta vivendo un momento
particolarmente brillante della sua carriera, essendo attualmente
coinvolta in grandi progetti come Madame Web,Superman: Legacy dove
interpreterà Hawkgirl e l’attesa seconda stagione di The Last of
Us. In quest’ultimo progetto interpreterà un personaggio
chiave del secondo gioco, Dina, che finirà per diventare
l’interesse amoroso di Ellie con il progredire della storia.
Parlando con Variety sul red carpet della
première di Madame
Web, Merced ha ora confermato che la produzione della
seconda stagione dell’adattamento del videogioco della HBO è in
corso a Vancouver e ha aggiunto di aver già girato la sua prima
scena.
Non sappiamo con esattezza quale
fosse la sequenza in questione, ma sembra che si tratti di un
momento che coinvolge Dina e Abby, visto che Merced definisce
Kaitlyn Dever “una delle attrici più
talentuose con cui abbia mai lavorato“. “Le stelle si
stanno davvero allineando. Al cast si sono uniti diversi amici con
cui ho lavorato a lungo in questo settore. Non posso dire chi si è
appena unito. Ma è fantastico. È una futura superstar e ai miei
occhi è già una superstar. Abbiamo avuto un giorno di riprese per
me come Dina e devo dire che abbiamo spaccato, non voglio
mentire.” L’attrice alimenta dunque la curiosità e l’attesa
dei fan, promettendo grandi cose per questa seconda stagione.
La prima stagione di The
Last of Us ha presentato Joel come un padre
amorevole, prima di perdere la figlia la notte in cui l’epidemia è
scoppiata e il mondo è andato fuori controllo. Anni dopo aver
dovuto escogitare diversi modi per sopravvivere agli infetti, Joel
si imbatte in Ellie, una ragazza che ha imparato a prendersi cura
di se stessa nel pericoloso mondo dell’adattamento dei videogiochi.
Le tensioni iniziarono a salire quando Joel fu informato che la sua
missione era in realtà quella di portare Ellie dall’altra parte del
Paese perché il suo sangue poteva essere la risposta a una cura per
il virus, a costo della vita della ragazza. Joel non avrebbe
permesso che accadesse qualcosa alla persona che per lui
significava una seconda possibilità per essere un PADRE.
La seconda stagione di The
Last of Us si baserà sul secondo gioco della
serie, in cui Ellie inizia a innamorarsi di Dina.
Come ogni adattamento di un videogioco prodotto per la televisione,
The
Last of Us potrebbe allontanarsi dalla trama e
dai nodi emotivamente intensi del videogioco, ma in base alla prima
stagione della serie, il team dietro lo show ama rimanere molto
fedele. Jesse, ex fidanzato di
Dina, non sarà a suo agio con l’idea che
Ellie si innamori di lei, mentre tutti cercano di
stare lontani dagli infetti e dai membri della
Firefly in cerca di risposte. Pedro Pascal e Bella Ramsey riprenderanno poi i loro ruoli di
Joel e Ellie.
Parlando al The Late Show with Stephen Colbert, l’attore
Matt Damon ha aggiornato i fan riguardo il
chiacchierato
nuovo film su Jason Bourne, il personaggio
protagonista degli omonimi romanzi di Robert
Ludlum. Secondo Damon, ad ora “non gli è stato fornito
alcun dettaglio” in merito a informazioni approfondite su un
Jason Bourne 6. Tuttavia, ha detto che il regista di
Niente di nuovo sul fronte Occidentale,Edward
Berger “ha avuto un’idea” per il film di Bourne e
ci sta attualmente lavorando. Il coinvolgimento di Damon in tale
progetto non è stato però ancora confermato.
“Non mi sono stati forniti
dettagli. No, no, no. Ma c’è un grande regista, Edward Berger, che
ha diretto Niente di nuovo sul fronte Occidentale. Non so se
l’avete visto, è uscito di recente. Fantastico. Un regista tedesco,
meraviglioso. E ha detto di avere un’idea. Mi piacerebbe lavorare
con lui! Ci sta lavorando, quindi sono ansioso di vedere se questa
cosa – spero che sia grandiosa e che si possa fare“, ha
dichiarato Damon, aggiungendo che “a un certo punto, qualcuno
dovrà prendere in mano la situazione. Non sto
ringiovanendo“.
Matt Damon è Jason Bourne
Iniziata nel 2002 con The Bourne Identity, la saga è incentrata un uomo che
soffre di amnesia e che cerca di sfuggire ai suoi assassini mentre
tenta di riacquistare la memoria e scoprire cosa gli è accaduto. Un
secondo film è poi stato realizzato con il titolo di The Bourne Supremacy, seguito poi da un terzo film
intitolato The Bourne Ultimatum. Nel 2012 è poi stato realizzati
The Bourne Legacy, dove si fa la conoscenza di un
nuovo personaggio interpretato da Jeremy Renner. Nel 2016, però, Damon ha
ripreso il ruolo in Jason Bourne, ad oggi l’ultimo film della saga. Da
quel momento i fan attendono un nuovo capitolo e con l’arrivo di
Berger tale progetto potrebbe concretizzarsi a breve.
Will Smith ha aggiunto un altro titolo di
spicco alla sua lista di progetti imminenti, avendo firmato per
recitare da protagonista nel thriller d’azione ad alta tensione
“Sugar Bandits“. Basato sul libro di
Chuck Hogan “Devils in Exile“, – come
riportato da Variety – il racconto è
incentrato su un veterano della guerra in Iraq che si allea con una
squadra di veterani per colpire il traffico di droga a Boston.
Hogan – i cui crediti di scrittura includono “The
Town” (adattato poi in film da Ben
Affleck) e “The
Strain” (che ha co-scritto con Guillermo del
Toro e da cui è stata tratta
l’omonima serie televisiva) – si è occupato anche della
sceneggiatura del film.
AGC International e CAA Media
Finance rappresentano i diritti di distribuzione del film in tutto
il mondo e presenteranno il film agli acquirenti al prossimo EFM.
Smith e Jon Mone produrranno attraverso i Westbrook Studios con la
supervisione di Ryan Shimazaki; Stuart Ford produrrà per gli AGC
Studios, che finanziano interamente il film, e Richard Abate
(“13 Hours”, “From Scratch“) produrrà per la 3 Arts
Entertainment. Al momento non è noto quando inizieranno le riprese
e per quale data il film arriverà in sala.
Dove vedremo prossimamente Will Smith?
“Sugar Bandits” va dunque
ad aggiungersi ai prossimi progetti di Smith, il cui ultimo film
importante – e il primo dopo il suo famigerato schiaffo agli Oscar
– è stato “Emancipation”
di Antoine Fuqua, venduto ad Apple
TV+ a Cannes per un accordo record di mercato di 120 milioni di
dollari, ma che non ha avuto un impatto significativo al momento
della sua distribuzione. Prossimamente Smith sarà anche nel quarto
film, ancora senza titolo, “Bad Boys
4“, che è ancora in produzione, insieme a “Io sono
leggenda 2″ sequel del celebre film di zombie, che sarà
interpretato anche da Michael B. Jordan e vedrà Smith riprendere il
suo ruolo dall’originale del 2007 (ma utilizzare la scena finale
alternativa nel DVD in cui il suo personaggio sopravvive).
Con l’ormai imminente arrivo di
Dune –
Parte Due, molti fan stanno ora attuando una
nuova visione del film del 2021 Dune – Parte
Uno. Di quel film, come noto, era inizialmente stato
realizzato un montaggio di 4 ore, poi ridotto a 2 ore e mezza.
Ancora oggi, dunque, i fan si chiedono se sarà mai possibile vedere
quelle scene tagliate ma il regista DenisVilleneuve, come riportato da Collider, ha ora fornito una
risposta che non lascia molte speranze a riguardo. Si tratta però
di una risposta che il regista aveva già fornito in passato al
tempo di Blade
Runner 2049, quando gli venne chiesto se ci sarebbe o meno
stata una director’s cut del film.
“Sono un convinto sostenitore
del fatto che quando non è nel film, è morto“. Il regista ha
poi spiegato che si tratta di un lavoro d’amore difficile, ma
necessario: “A volte rimuovo delle inquadrature e dico: ‘Non
posso credere che sto tagliando questo’. Mi sento come un samurai
che si apre l’intestino. È doloroso, quindi non posso tornare
indietro e creare un Frankenstein e cercare di rianimare le cose
che ho ucciso. È troppo doloroso. Quando è morto, è morto, ed è
morto per una ragione. Ma sì, è un progetto doloroso, ma è il mio
lavoro. Il film prevale. Sono molto, credo, severo in sala di
montaggio. Non penso al mio ego, penso al film“.
Denis Villeneuve dirige Dune –
Parte Due
“Questo film successivo
esplorerà il mitico viaggio di Paul Atreides mentre si unisce a
Chani e ai Fremen mentre è su un sentiero di guerra di vendetta
contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia“, si
legge nella sinossi ufficiale. “Di fronte alla scelta tra
l’amore della sua vita e il destino dell’universo conosciuto, tenta
di prevenire un futuro terribile che solo lui può
prevedere.”
Dune – Parte
Due è diretto da Villeneuve da una sceneggiatura che
ha scritto insieme a Jon Spaihts. Il film è basato sull’innovativo
romanzo di fantascienza Dune
del 1965 di Frank Herbert ed uscirà nei cinema il 28
Febbraio 2024.
Il secondo capitolo continuerà la
storia di Dune – Parte
Uno, che, nonostante la sua controversa uscita, è
stato un solido successo al botteghino nel 2021, incassando oltre
402 milioni di dollari su un budget di produzione stimato di 165
milioni di dollari. Tuttavia, WB ha sicuramente maggiori speranze
per il sequel, che potrà trarre vantaggio da un’uscita globale su
larga scala in formati standard e premium, incluso IMAX.
Il Re del Pop è sul palco nella
prima immagine del biopic di Antoine Fuqua, Michael.
Il nipote del defunto artista, Jaafar Jackson,
interpreterà lo zio durante gli anni della giovinezza e la prima immagine condivisa dalla
Lionsgate, casa produttrice del film, mostra quanto il giovane
interprete assomigli a Michael Jackson. Con i
lunghi capelli tirati indietro in una coda di cavallo, nella foto
Jackson si trova al centro del palco, esibendosi davanti a quello
che possiamo solo presumere essere un pubblico gremito. Con la
camicia bianca aperta e uno scollo a V sotto, la foto anticipa uno
di quelli che saranno sicuramente molti look iconici della popstar
durante la sua carriera sotto i riflettori.
In uscita nelle sale il 18
aprile 2025, Michael è il nuovo progetto di
Fuqua, il regista di Training Day e della trilogia di
The Equalizer. Secondo la sinossi ufficiale il film
“offrirà al pubblico un ritratto avvincente e onesto dell’uomo
brillante ma complicato che è diventato il Re del Pop. Il film
presenta i suoi trionfi e le sue tragedie su una scala epica e
cinematografica – dal suo lato umano e le sue lotte personali al
suo innegabile genio creativo, esemplificato dalle sue performance
più iconiche. Come mai prima d’ora, il pubblico potrà dare uno
sguardo dall’interno a uno degli artisti più influenti e
all’avanguardia che il mondo abbia mai conosciuto“.
Il team creativo dietro
Michael si propone dunque di fare luce sull'”uomo
brillante ma complicato” dietro successi come “Thriller” e
“Billie Jean”. La storia coprirà sia il suo personaggio nel mondo
dello spettacolo che la sua vita familiare, mostrando probabilmente
il suo rapporto instabile con alcune delle persone a lui più vicine
– in particolare suo padre, Joe Jakson, che sarà interpretato dal
candidato all’Oscar Colman Domingo (Rustin). Oltre a Domingo e
Jackson, Michael vedrà anche la partecipazione dell’esordiente
Juliano Krue Valdi nel ruolo di una versione più
giovane del Re del Pop, Nia Long (Boyz n the Hood)
nel ruolo della madre di Michael, Katherine Jackson, e
Miles Tellernel ruolo di uno degli avvocati di
Jackson.
Deadpool
2 ha introdotto diversi membri della X-Force,
come Zeitgeist, Bedlam, Shatterstar, Vanisher e Peter. Personaggi
che, in un modo o nell’altro, sono poi tutti stati rapidamente
eliminati. Ora che però abbiamo appreso che in Deadpool
& Wolverine il protagonista è tornato indietro
nel tempo per salvare la sua squadra, scopriamo anche che lo
spadaccino alieno Shatterstar, interpretato da Lewis
Tan, farà la sua comparsa nel film. Egli può infatti
essere visto nel
trailer mentre festeggi il compleanno di Deadpool insieme a
Colosso e Dopinder.
Tan aveva precedentemente indicato
che Wade aveva effettivamente impedito la scomparsa dell’intera
squadra con la macchina del tempo di Cable, ed era fiducioso che
avrebbe fatto parte dell’ormai defunto film su X-Force.
“Vedrete più del mio personaggio nel film di X-Force… è quello
che si prospetta“, aveva dichiarato in un’intervista nel 2018.
“Per fortuna Deadpool è tornato indietro e aveva una piccola
macchina del tempo che ha rubato, quindi nella scena post-credits
ha riportato indietro Peter, e si presume che anche noi torneremo
tutti“. Ora che abbiamo la conferma del suo ritorno, l’attore
di Mortal Kombat è dunque andato su Instagram per
condividere un nuovo dietro le quinte del suo personaggio.
Deadpool &
Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di
Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia
dell’atteso progetto. Hugh Jackman
uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere
il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli
ufficiali della storia di Deadpool & Wolverine,
con protagonista Ryan Reynolds,
non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la
serie di film di Deadpool – l’unica parte del
franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione
della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di
Reynolds si siano svolti in un universo diverso.
Ciò preserva i film degli X-Men
della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e
Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman,
viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi
presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e
Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche
altri X-Men possano fare la loro
comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della
Marvel comparsi sul
grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben
Affleck.
Una voce recente afferma che anche
Liev Schreiber
sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo,
Morena Baccarin
(Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie
Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e
Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni
dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in
franchising Emma Corrin (The
Crown) e Matthew
Macfadyen (Succession), con quest’ultimo nel ruolo di
Mr. Paradox. Un recente report afferma inoltre che la TVA di
Loki, incluso l’agente Mobius (Owen Wilson) e
Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool &
Wolverine uscirà nei cinema il 26 luglio
2024.
“Abbiamo due amori nella vita,
uno possibile con cui costruire, uno impossibile con cui vivere in
sogno ciò che avrebbe potuto essere”, scriveva Massimo Bisotti
nel suo Un anno per un giorno, una frase che sembra trovare il suo
emblematico esempio in Anna e Alessandro, protagonisti – e
appassionati amanti – della nuova serie Sky OriginalUn Amore. Come accadeva per One Day
di Netflix, anche
nel prodotto diretto da Francesco Lagi si racconta un amore che va
oltre il tempo e i chilometri che fisicamente separano due persone.
Soprattutto se la vicinanza non la si intende come qualcosa di
corporeo, ma piuttosto percettivo.
Che si trova nel sentire, nelle
connessioni del cuore e nelle vibrazioni della pancia, le quali
legano indissolubilmente due individui pur essendo materialmente
separati. È questa la forza dell’amore, quello vero, scevro di
opportunismo e frivolezze, immune agli anni che passano e alle
influenze esterne. Potrebbe essere anche qualcuno che conosciamo da
poco, ma con il quale sembra aver vissuto una vita intera in pochi
giorni, e ci pare di conoscere da sempre. In fondo non importa la
quantità del tempo trascorso, ma la qualità e l’intensità
dell’esperienza provata. Può capitare, però, che la nostra anima
gemella rimanga un desiderio o una magia eterna, e proprio perché
tale si trasforma in qualcosa di indelebile, incisa dentro la
pelle. Perché poi, alla fine, c’è da fare i conti con la realtà,
con ciò che ci circonda, con quel che crediamo sia giusto e non
possiamo o vogliamo accantonare, e che deriva da scelte che sì,
magari sappiamo rimpiangeremo.
Un Amore,
in arrivo su Sky dal 16 febbraio, proprio in coincidenza con la
settimana di S. Valentino, parla di tutto questo attraverso gli
sguardi, le bocche e i sorrisi dei rodati e Micaela Ramazzotti, e degli ancora freschi ma
ottimi Luca Santoro e Beatrice Fiorentini, versioni young di
Alessandro e Anna, di cui si può apprezzare tutto l’appeal
scenico.
Un Amore, la trama
In una calda estate degli anni
Novanta, Anna e Alessandro si incontrano in un viaggio Interrail
verso la Spagna. Lui è da solo, zaino spalla, vuole raggiungere
quella fetta di terra che sembra essere la fine del mondo. Lei è
con le amiche, direzione Barcellona. Sono giovani, belli,
spensierati. Per volere del fato il treno li lascia in una stazione
di un paesino spagnolo dove erano scesi, e i due si ritrovano a
doversi arrangiare insieme in attesa dell’arrivo di un altro
convoglio. Basta poco, uno scambio di sorrisi e sguardi per
accendere un sentimento fra loro, che però non si consuma a causa
della gravidanza di lei, la quale a Bologna ha persino un fidanzato
che l’aspetta. Il tempo trascorso, però, in cui viene registrato
ogni attimo, li unisce nel profondo, e quando è il momento di
separarsi Anna e Alessandro si promettono di non vedersi mai più,
ma di scriversi sempre. Per evitare, a detta di lei, che possa
scappare insieme ad Alessandro e mollare la sua vita oramai avviata
qualora dovesse reincontrarlo. Circa vent’anni dopo, in un salto
temporale, li vediamo entrambi sistemati: ognuno ha un partner, il
proprio lavoro dei sogni, eppure il pensiero l’uno dell’altro non è
mai sbiadito. E così, quando Alessandro arriva a Bologna per andare
a trovare la madre, decidono finalmente di rivedersi. Ma si sa,
quando si lascia anche di poco aperta una porta, e la si decide di
attraversare, non si sa mai dove essa possa portare…
Fra passato e presente
Scorre su due binari sovrapposti,
Un Amore. Quello del passato e del presente, le cui
impronte di passi solcati scandiscono i momenti che Anna e
Alessandro vivono prima nel bollente sole spagnolo e poi nell’
uggioso cielo bolognese. Il tema è fra i più classici e universali
di sempre, l’amore, il quale genera nei protagonisti un trasporto
viscerale ed emotivo, che coltivano in maniera non proprio comune,
ossia attraverso uno scambio epistolare, quasi fossero una coppia
d’altri tempi. Da quell’incontro sull’Interrail niente è più come
prima per entrambi, e pur decidendo di andare ognuno per la propria
strada, Alessandro e Anna non si sono mai realmente separati. Le
loro mani si stringono ancora, vivono l’uno nel pensiero e
nelle parole – potenti – dell’altro.
La scelta di dividere il
racconto su due piani narrativi, che si intrecciano
sequenza dopo sequenza, sciorinati attraverso un montaggio
alternato, è quanto più saggia e calzante. Lagi ci introduce ai
protagonisti con dolcezza, partendo con una carrellata di ricordi:
siamo prima negli anni Novanta, i colori sono accesi, segno di una
giovinezza e di un tempo luminoso che Anna e Ale vorrebbero durasse
per sempre. Quando ci spostiamo nel presente, pur essendo le nuance
più fredde, ritroviamo la stessa luce del passato, solo che adesso
è emanata dai protagonisti stessi e non più da un buon uso della
fotografia. Regia e sceneggiatura, in un perfetto connubio,
accarezzano teneramente i loro beniamini a ogni frame, cogliendo
anche le più impercettibili espressioni del viso e del cuore con
estrema delicatezza e cura. Un lavoro ben riuscito, esaltato da
Ramazzotti e Accorsi che regalano una performance estremamente
intima, sincera e naturale dei loro rispettivi personaggi,
attraverso cui riusciamo a recepire ogni loro sussulto, imbarazzo,
battito cardiaco.
La preziosità del pensiero e delle
parole
Come detto in apertura,
Un Amore affronta diverse tematiche
racchiuse nella storia d’amore di Anna e Alessandro. Una delle
riflessioni più rilevanti che emerge sin dai primi due episodi –
gli unici che abbiamo visionato ma che ci hanno dato concreta
dimensione del racconto – riguarda l’oramai velocità con cui si
assorbono le cose, a volte persino i sentimenti. Oggi siamo
abituati ad andare di fretta, a non elaborare i nostri pensieri, a
non confrontarci con essi. Ci sono i messaggi, lettere digitate
frettolosamente, su cui forse non ci soffermiamo neanche. Anna e
Alessandro dimostrano invece, attraverso le lettere, quanto sia
importante concedersi dei momenti per pensare, comprenderci e
comprendere l’altro, quasi come a volerci dare un consiglio.
Scrivere e leggere equivale in un certo senso a fermare la realtà
che abbiamo attorno a noi, per dedicarci unicamente all’ascolto di
noi stessi e di quello dell’altro.
È anche un modo per
interrogarsi sulle scelte compiute, come succede ai
protagonisti. Anna e Alessandro si chiedono, senza dirlo
esplicitamente, se non vedersi più sia stata l’opzione migliore, se
il loro amore meritava di essere anche concretamente vissuto, e
cosa nel corso della loro vita hanno sbagliato e su cosa invece
possono aggiustare il tiro. Sono queste le domande in cui ci si
imbatte e che almeno una volta hanno attanagliato la quotidianità
di chiunque. E forse se nel corso della visione ci si sente così
partecipi e legati ad Anna e Alessandro, è perché ciò che fa
Un Amore è parlare di qualcosa che tocca
tutti, nessuno escluso. Loro siamo noi, esseri umani in cerca di
risposte, di conferme, di voglia di rimettere in prospettiva una
vita per amore, se ne vale la pena.
Il film Rogue One: A Star Wars Story avrà anche
subito importanti cambiamenti durante le riprese, ma
l’Orson Krennic di Ben Mendelsohn è sempre stato previsto come il
principale antagonista della pellicola. Come gli altri protagonisti
del film, Krennic è alla fine stato stato ucciso dall’Impero su
Scarif quando quest’ultimo ha scatenato le capacità distruttive
della minacciosa Morte Nera. Mendelsohn ha però sorpreso i fan
prestando la sua voce a Krennic in un episodio della seconda
stagione di The Bad Batch (che si svolge prima degli
eventi di Rogue One) e in molti
sperano di rivedere il personaggio in Andor2, che a sua volta si svolge prima del
film del 2016.
Secondo l’attore, tuttavia, questa
possibilità è da scartare. “Penso che Krennic abbia ancora
un’enorme quantità di cose da dare al pubblico“, ha dichiarato
nel corso di un’intervista. “Per quanto riguarda il fatto
di essere stato contattato dalla Lucasfilm per un nuovo progetto,
posso dirvi che no, non sono stato contattato per qualcosa del
genere. E sì, sarebbe fantastico rivederlo da qualche parte, ma per
ora tutto si ferma qui. Ma per quanto mi riguarda, sarei
ben disposto a esplorare ulteriormente e in modo significativo quel
mondo“. L’attore si è dunque detto disponibile a riprendere
tale ruolo, ma per il momento la sua partecipazione ad Andor
2 è da ritenere improbabile.
Andor 2: tutto quello che
sappiamo sulla serie di Star Wars
Il creatore e showrunner di
Andor Tony Gilroy ha rivelato che gli ultimi tre
episodi di Andor
2 si svolgeranno durante i tre giorni che precedono
l’inizio di Rogue One. Questo collegherà sia la serie che il
film, oltre a chiudere la storia di Cassian Andor.
La serie prequel di Star
Wars vede protagonisti Diego
Lunadi nuovo nel ruolo di Cassian, ma anche
Forest Whitaker nei panni di Saw Gerrera,
Genevieve O’Reilly nei panni di Mon Mothma e
Alan Tudyk nei panni del compagno droide di
Cassian K-2SO. Il cast aggiuntivo include anche i nuovi
arrivati di Star
Wars,Denise Gough,
Stellan Skarsgård, Kyle Soller e Adria Arjona.
Andor
è prodotto esecutivamente dallo showrunner Tony
Gilroy, che in precedenza ha diretto alcune riprese
aggiuntive di Rogue One. Inizialmente Tony
Gilroy avrebbe dovuto dirigere tre episodi, ma è stato
costretto a cedere il ruolo a Toby Haynes di Black
Mirror a causa di problemi di viaggio legati alla
pandemia.
Dopo mesi e mesi di speculazioni, il
film dei Marvel StudiosFantastici
Quattro
ha finalmente un cast: Pedro Pascal (The Last of Us) nel ruolo di Reed
Richards/Mister Fantastic; Vanessa Kirby (The
Crown) nel ruolo di Sue Storm/Donna invisibile; Ebon
Moss-Bachrach (The Bear) nel ruolo di Ben Grimm/La Cosa e
Joseph Quinn (Stranger Things) nel ruolo del volto di
Johnny Storm/Torcia Umana. Si tratta di nomi già vociferati da
tempo ma su cui i Marvel Studios non si erano sino ad
ora pronunciati. Insieme all’annuncio ufficiale, ora sono anche gli
stessi attori e rompere il silenzio tramite i propri social.
Tramite il proprio profilo Instagram, Pascal ha infatti
ricondiviso l’immagine che mostra i quattro personaggi scrivendo
“Dalla nostra famiglia alla vostra”, aggiungendo l’hashtag
#AllYouNeedIsLove. Moss-Bachrach ha a sua volta riportato la
medesima didascalia, mentre Quinn ha semplicemente abbinato
all’immagine la parola: “fantastico”. Kirby, invece, ha scritto di sentirsi: “molto onorata di assumere
il ruolo di Sue Storm, la donna di punta della Marvel dal 1961. Spero di renderle
giustizia.”
Fantastici Quattro: quello che c’è da sapere sul
film
Come al solito con la Marvel, i dettagli
della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti, i
Fantastici Quattro sono astronauti che vengono
trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi cosmici
nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il suo corpo
fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la fidanzata di
Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per diventare
invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il fratello
di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà la
capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, è
completamente trasformato in, beh, una Cosa, con dei giganteschi
massi arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super
forza – e un perpetuo cuore pesante per il suo aspetto
apparentemente mostruoso.
Matt Shakman
(“WandaVision”, “Monarch: Legacy of Monsters”)
dirigerà I Fantastici Quattro, da una
sceneggiatura di Josh Friedman, Jeff
Kaplan e Ian Springer. La notizia del
casting di Pascal era già trapelata a novembre, mentre anche gli
altri nomi erano usciti da recenti indiscrezioni. Pedro Pascal è noto al mondo per le sue
interpretazioni in The Mandalorian, The Last of Us e
prima ancora in Game of Thrones. Vanessa Kirby ha fatto parte del franchise di
Mission Impossible e di Fast and Furious, mentre Joseph
Quinnè diventato il beniamino dei
più giovani per la sua interpretazione di Eddie in Stranger Things
4. Ebon Moss-Bachrach sta vivendo un momento
d’oro grazie al suo ruolo del cugino Ritchie in The Bear. Il film è
atteso al cinema il 25 luglio 2025.
Giunto finalmente in sala, il film
della Sony-MarvelMadame
Web (qui la nostra recensione) è stato definito
dalla critica come
uno dei peggiori film di supereroi dell’era moderna. Ma
Dakota Johnson – che nel film interpreta un
paramedico di New York che sviluppa visioni psichiche – afferma che
il copione che aveva visto in origine era molto diverso da quello
che è stato poi girato e distribuito. “Ci sono stati dei
cambiamenti drastici“, ha detto a The Wrap rispondendo così alle
domande riguardo le critiche al film. “E non so nemmeno dirvi
quali fossero“.
Le parole dell’attrice suggeriscono
che o una sceneggiatura di Madame
Web – firmata dalla regista S. J.
Clarkson insieme a Matt Sazama,
Burk Sharpless e Claire Parker –
è stata indebolita in prossimità delle riprese da creativi che non
hanno capito il lavoro originale, oppure che il film di supereroi è
stato in qualche modo autorizzato a partire da una sceneggiatura
ancora peggiore di quella poi resa definitiva e su cui si sarebbe
dunque cercato di apportare dei miglioramenti. Ad oggi Madame
Web ha un punteggio di gradimento del 15%, pari dunque a
quello di Morbius. Un risultato che la Sony giudicherà
probabilmente molto deludente.
La trama e il cast di Madame Web
Madame
Web è la storia delle origini di una delle eroine più
enigmatiche dei fumetti Marvel. Dakota Johnson interpreta la
protagonista, Cassandra Webb, un paramedico di Manhattan con poteri
di chiaroveggenza. Costretta a confrontarsi con alcune rivelazioni
del suo passato, stringe un legame con tre giovani donne destinate
a un futuro straordinario ma che dovranno sopravvivere a un
presente pieno di minacce.
Madame
Web è basato su un personaggio del mondo dei fumetti
Marvel creato da
Dennis O’Neil e John Romita Jr.
Il film è diretto da S. J. Clarkson
(Orange Is the New Black, Jessica
Jones, Anatomy of a Scandal) da una
sceneggiatura di Claire Parker e S. J.
Clarkson e interpretato da Dakota Johnson, nel ruolo di protagonista,
insieme a
Sydney Sweeney, Celeste O’Connor,
Isabela Merced, Tahar Rahim, Mike Epps,
Emma Roberts e Adam Scott. Madame
Web è nelle sale italiane dal 14 febbraio 2024
prodotto da Sony Pictures e distribuito da Eagle Pictures.
Joaquin Phoenix e Lady Gaga sono i protagonisti delle nuove
immagini di Joker:
Folie à Deux che Todd Phillips ha
pubblicato in occasione di San Valentino. I due attori, nei panni
di Joker e Harley Quinn, compaiono nelle foto da veri innamorati,
lasciando vedere qualche dettaglio in più dei loro costumi e del
film che vedremo a partire dal 4 ottobre 2024. Eccole di
seguito:
Joker:
Folie à Deux presenterà il ritorno di Joaquin Phoenix mentre riprende il suo ruolo
vincitore dell’Oscar come il cattivo DC JOKER. Il sequel presenterà
anche il ritorno di Sophie di
Zazie Beetz insieme ai nuovi arrivati
Brendan
Gleeson,
Catherine Keener, Jacob Lofland e Harry Lawtey. Nel
cast c’è Lady Gaga che darà vita a Harley Quinn. I
dettagli della trama sono ancora per lo più nascosti, ma sappiamo
che la maggior parte del film si svolgerà ad Arkham
Asylum e conterrà significativi “elementi musicali”.
Rumors recenti inoltre hanno anche suggerito che la
versione di Gaga su Harley Quinn avrà un ruolo più importante di
quanto originariamente riportato, con la storia che si svolge
interamente dal suo punto di vista.
Il film di Todd Phillips del 2019 è stato un successo sia
di critica che commerciale con un incasso mondiale di oltre 1
miliardo di dollari al botteghino, rendendolo il film con il
maggior incasso di tutti i tempi. Ha ricevuto riconoscimenti da
numerosi importanti enti premiati, tra cui due Oscar e due Golden
Globe, sia per il miglior attore che per il miglior suono
originale.
Quello del revenge movie è
da sempre un filone di film particolarmente popolari e acclamati,
dove l’eroe intraprende una spedizione punitiva nei confronti di
quanti hanno ucciso o rapito dei suoi cari. Negli anni sono diversi
i titoli che hanno riconfermato la fortuna di questo genere, da
Vendetta finale a Io sono vendetta. Uno
dei più importanti e riconosciuti a livello internazionale è però
Io vi troverò, titolo italiano di
Taken, film scritto dal regista francese Luc
Besson e diretto da Pierre Morel. Oggi
considerato un vero e proprio cult, questo fu anche il primo di una
fortuna trilogia.
L’idea alla base del film è delle
più semplici, con un padre disposto a tutto pur di ritrovare e
proteggere sua figlia. Nelle mani di Besson e Morel, però, tale
progetto si trasforma in qualcosa di più grande, con tanta
adrenalinica azione e molta emotività. Il merito dei due autori sta
proprio nel dosare al meglio questi ingredienti, dando vita ad
un’opera intelligente, capace di intrattenere ed emozionare. A
conferma di ciò vi è il grandissimo successo ottenuto dal film, che
a fronte di un budget di 25 milioni di dollari è arrivato a
guadagnarne 226 in tutto il mondo.
Divenuto oggi parte della cultura di
massa per alcune sue celebri sequenze o frasi, Io vi
troverò è uno splendido esempio di thriller d’azione, che ha
non a caso dato vita ad una lunga serie di imitatori. Sono però
molteplici i fattori che rendono questo film un titolo unico,
assolutamente da non perdere. Prima di intraprendere una visione
del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo nella lettura
sarà possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e ai
suoi sequel. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
La trama di Io vi
troverò
Protagonista del film è
Bryan Mills, un ex agente della CIA residente a
Los Angeles, grande esperto di arti marziali e uso delle armi,
dotato di una impressionante capacità di uccidere e torturare
persone a sangue freddo senza il minimo rimorso. Ormai in pensione,
svolge piccoli lavori saltuari come addetto alla sicurezza negli
eventi e guardia del corpo delle star. Bryan è inoltre un uomo
divorziato, che fatica a vedere con maggior frequenza la figlia
diciassettenne Kim. Il giorno in cui questa gli
esprime il desiderio di poter andare a Parigi, egli è da prima
dubbioso, salvo poi concederle il suo permesso.
Bryan non poteva immaginare che,
giunta in Francia, sua figlia sarebbe stata presa di mira da una
banda di criminali albanesi, che finirà con il sequestrare la
giovane. Saputo del rapimento, l’uomo userà tutta la sua
esperienza, i suoi contatti e il suo letale addestramento per
ritrovare la figlia, lasciando dietro di sé una lunga scia di
cadaveri. Una volta che la sua ricerca ha avuto inizio, i rapitori
capiranno in breve tempo di essersi messi contro una forza che non
sono in grado di controllare. È solo questione di tempo prima che
Bryan trovi e uccida quanti gli hanno fatto torto.
Io vi troverò: il cast del
film
Come noto, ad interpretare Bryan
Mills vi è l’attore
Liam Neeson. Questi ha dichiarato di aver accettato il
ruolo perché gli permetteva di misurarsi con una prova
particolarmente fisica. Egli però credeva che il film avrebbe avuto
una distribuzione direttamente in home-video, e rimase
particolarmente sorpreso del successo che questo ottenne invece.
Per prepararsi al ruolo, Neeson è stato addestrato soldato Mick
Gould, ex Special Air Service (SAS), nel
combattimento corpo a corpo e nell’uso delle armi. Egli ha inoltre
praticato il Nagasu Do. Si tratta uno stile di arte
marziale ibrido che prende in prestito mosse dal Judo, Aikido e Ju
Jitsu.
Accanto a lui, nei panni di sua
figlia Kim vi è l’attrice Maggie Grace, nota per essere stata Shannon
Rutherford nella serie televisiva Lost. Nei panni della
sua amica Amanda, con cui si reca in Francia, vi è invece Katie Cassidy. Ad interpretare l’ex moglie di
Bryan, Lenore, vi è invece l’attrice
Famke Janssen, nota per essere stata Jean Grey nella
prima trilogia di X-Men. Girare questo film ha spinto
l’attrice ad agire nella vita reale contro la corruzione. Oggi la
Janssen e è Ambasciatrice dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro
la droga e il crimine.
Io vi troverò: i sequel
del film… ci sarà un Taken 4?
Dato il grandissimo successo del
film, Besson decise di produrre anche un secondo ed un terzo
capitolo. Il primo di questi sequel,
Taken – La vendetta, è uscito nel 2012 e vede nuovamente
Neeson nei panni di Bryan Mills impegnato a difendere la moglie e
la figlia da alcuni criminali albanesi in cerca di vendetta. Nel
2015 è invece uscito l’ultimo capitolo della trilogia, intitolato
Taken 3 – L’ora della
verità. In questo il protagonista, nuovamente interpretato
da Neeson, si trova a doversi difendere dalle accuse di omicidio,
nel disperato tentativo di ricercare il vero colpevole. Con questo
terzo capitolo si è dunque apparentemente conclusa la trilogia e a
quasi dieci anni di distanza sembra proprio che i film siano
destinati a rimanere solo tre.
Lo stesso Neeson ha infatti in più
occasioni dichiarato che non ci sarà un Taken 4 o che in
ogni caso lui non è interessato a riprendere il ruolo di Bryan
Mills. Senza l’attore, risulta allora improbabile la realizzazione
di un nuovo film, considerando che la serie realizzata nel 2017,
Taken, strutturata come una origin story per Mills, è
stata cancellata dopo solo una stagione per lo scarso interesse
dimostrato dai fan nei confronti di un interprete diverso da Neeson
per il ruolo. Nulla è mai certo ad Hollywood e un quarto film
potrebbe sempre essere realizzato prima o poi, ma per ora non
sembra esserci alcun tipo di piano a riguardo.
Il trailer di Io vi
troverò e dove vedere il film in streaming e in TV
In attesa di vedere tali sequel, è
possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Io vi troverò è infatti disponibile nel
catalogo di Rakuten TV, Google Play, Apple TV, Prime Videoe Disney+. Per vederlo, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma in questione
o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in
totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che
in caso di noleggio si avrà a disposizione soltanto un dato periodo
temporale entro cui vedere il titolo. In alternativa, il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 14
febbraio alle ore 21:20 sul canale
Italia 1.
Al regista cileno Sebastian
Lelio si devono alcuni dei più entusiasmanti e memorabili
personaggi femminili apparsi negli ultimi anni sul grande schermo.
Con film come Una donna fantastica,
Disobedience e Il
prodigio ha non solo dato prova di grande sensibilità nel
raccontare l’universo femminile ma si è anche distinto come uno dei
registi più interessanti della sua generazione. Il film che lo ha
reso noto è però Gloria, del 2013, del quale nel 2018
Lelio ha realizzato un remake in lingua inglese intitolato
Gloria Bell. Il motivo? L’imperdibile
occasione di lavorare con l’attrice premio Oscar Julianne Moore.
Lelio ha infatti dichiarato di aver
maturato l’interesse a realizzare una versione statunitense del suo
film cileno per poter scoprire in che modo il personaggio di Gloria
potesse cambiare nel nuovo contesto e soprattutto in mano ad
un’attrice come Moore. Il risultato è dunque un film che segue in
tutto e per tutto quanto già fatto dal lungometraggio del 2013, ma
nel quale si inseriscono le ovvie differenze culturali e
geografiche. Un’operazione dunque rischiosa ma che è poi stata
molto apprezzata dalla critica e ha permesso ad un più ampio
pubblico di scoprire Gloria e la sua irresistibile voglia di
vita.
Naturalmente non è necessario aver
visto il film cileno prima di lanciarsi nella visione di Gloria
Bell, lungometraggio capace di incuriosire, appassionare ed
emozionare. Per chi dunque è alla ricerca di un film che, libero da
ogni orpello, racconta una storia d’emancipazione femminile, questo
è il film giusto. Prima di intraprendere una visione del film,
però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Gloria
Bell
Protagonista del film è
Gloria Bell, una donna di cinquant’anni con due
figli ormai adulti e un divorzio alle spalle. Nonostante la routine
e la solitudine di tutti i giorni, Gloria non ha però nessuna
intenzione di smettere di godersi la vita e di credere all’amore,
tra notti di balli sfrenati nei club di Los Angeles e amanti
passeggeri. Proprio durante una di queste serate, incontra
Arnold e tra loro nasce una passione inaspettata,
che li travolgerà con tutte le sue gioie e, soprattutto, le sue
complicazioni. Ma per Gloria Bell, in fondo, nulla è insuperabile
finché si può continuare a danzare sulle note della vita.
Il cast di Gloria Bell
Nel film si ritrova la premio Oscar
Julianne Moore nel ruolo di Gloria Bell, ex
moglie di Dustin, madre di Peter e Anne, figlia di Hilary, nonché
interesse amoroso di Arnold e amica di Vicky. Ad interpretare il
primo di questi, Dustin, vi è l’attore Brad
Garrett, mentre i figli Peter e Anne sono interpretati da
Michael Cera e Caren Pistorius.
Hilary, la madre di Gloria, ha invece il volto di Holland
Taylor, mentre il noto attore
John Turturro interpreta l’interesse amoroso Arnold.
Sia Moore che Turturro avevano recitato insieme in Il grandeLebowski, pur senza condividere mai
la scena. Nel ruolo dell’amica Vicky, invece, vi è l’attrice
Rita Wilson.
Jeanne Tripplehorn ricopre il ruolo di Fiona
Mason, la nuova moglie di Dustin, mentre completano il cast
Chris Mulkey nel ruolo di Charlie, Barbara
Sukowa in quello di Melinda e Alanna
Ubach in quello di Veronica. Tyson
Ritter è il vicino di casa di Gloria, mentre
cassi Thomson interpreta Virginia. Infine,
l’attore Sean Astin, noto per aver interpretato Sam
ne Il
Signore degli Anelli, ricopre qui il ruolo di Jeremy. Il
ruolo era in realtà stato originariamente scritto per Corey
Feldman, ma a causa di un conflitto di riprese, Feldman ha
rifiutato il ruolo e lo ha offerto a Sean Astin, un suo caro amico
sin dai tempi del film I Goonies, dove hanno recitato insieme.
Gloria Bell: la colonna sonora del film
Per un film con una protagonista che
ama tanto lanciarsi in pazze serate a base di alcol e musica o che
in generale ascolta quante più canzoni possibili anche nel corso
della propria giornata, un elemento fondamente è decisamente la
colonna sonora. Nel film, oltre ad alcune musiche
originali, si possono dunque ritrovare brani come Total Eclipse
of the Heart di Bonnie Tyler, No More
Lonely Nights di Paul McCartney, Alone
Again (Naturally) di Gilbert O’Sullivan,
A Little More Love di Olivia Newton-John, e naturalmente
Gloria, il celebre brano di Umberto
Tozzi qui presente però nella versione incisa da
Laura Branigan.
Il trailer di Gloria Bell
e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Gloria Bell grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Google Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 14 febbraio alle ore
21:10 sul canale Rai Movie.
L’annuncio dei Marvel Studios in
merito al cast ufficiale dei Fantastici
Quattro sta raccogliendo generali consensi, e si è
rivelato coincidente con i rumors che si sono susseguiti nelle
ultime settimane. Come detto in precedenza, del film al momento non
si sa molto: conosciamo i protagonisti, il cast tecnico e poco
altro, ma un dettaglio nell’immagine che lo studio ha scelto per
annunciare il cast potrebbe darci qualche indicazione in più.
Nell’immagine è il giorno di San
Valentino, ma di quale anno? Vediamo Sue e Reed insieme, che
scherzano innamorati, poi al centro Johnny che sorride e guarda
Ben, che legge una rivista. Ecco, se si aguzza la vista, si capisce
che Ben Grimm sta leggendo il Time.
A ben vedere, si tratta del numero
del Time uscito il 13 dicembre del 1963, con il presidente
Lyndon B. Johnson in copertina. Questo:
A meno che Ben non stia leggendo una
rivista vintage e mettiamo pure il caso che gli artisti della
Marvel abbiano disegnato una cover
a caso (cosa davvero improbabile per dei geni della comunicazione
come loro), il poster ritrae una scena di famiglia ambientata il 14
febbraio (giorno di San Valentino) del 1964. Ora, anche se ci
muoviamo nell’ambito delle congetture, potrebbe essere plausibile
che il film dei Fantastici Quattro possa essere
ambientato negli anni ’60, nel 1964.
L’immagine dell’annuncio mostra
anche H.E.R.B.I.E., il robot che nella serie animata del 1978
intervenne a sostituire il personaggio di Johnny Storm, considerato
troppo estremo per una serie animata per bambini. Si temeva infatti
che i piccoli spettatori potessero emulare la fiamma o il volo del
personaggio. Nel 1979 H.E.R.B.I.E. venne introdotto anche nei
fumetti, come omaggio alla serie.
I Fantastici Quattro, cosa sappiamo
Matt Shakman
(“WandaVision”, “Monarch: Legacy of Monsters”)
dirigerà I Fantastici Quattro, da una
sceneggiatura di Josh Friedman, Jeff
Kaplan e Ian Springer. La notizia del
casting di Pascal era già trapelata a novembre, mentre anche gli
altri nomi erano usciti da recenti indiscrezioni. Nel cast del film
ci sono Pedro Pascal, Vanessa Kirby, Joseph Quinn e
Ebon Moss-Bachrach.
Pedro Pascal è noto al mondo per le sue
interpretazioni in The Mandalorian, The Last of Us e prima ancora in
Game of Thrones. Vanessa Kirby ha fatto parte del franchise di
Mission Impossible e di Fast and
Furious, mentre Joseph
Quinnè diventato il beniamino dei
più giovani per la sua interpretazione di Eddie in Stranger Things 4. Ebon
Moss-Bachrach sta vivendo un momento d’oro grazie al
suo ruolo del cugino Ritchie in The Bear.
Il segno distintivo di Harry
Potter, lo sappiamo, è quella piccola cicatrice a
forma di saetta sulla fronte che nel corso dei romanzi ha assunto
un significato centrale; per ciò che rappresenta, per il legame con
il passato e un personaggio in particolare (Lord
Voldemort), per le ripercussioni che questo “segno” ha
avuto sulla vita del maghetto.
Eppure esistono segreti sulla
cicatrice che non tutti conoscono, tranne forse i veri
potteriani, alcuni svelati dalla stessa J.K.Rowling negli ultimi anni. Ecco
allora di seguito 15 cose sulla cicatrice di Harry
che soltanto i fan ricorderanno:
Perché
la cicatrice di
Harry
ha la forma di una saetta? Se ve lo state chiedendo, una ragione
esiste: è stato spiegato su
Pottermore
che il movimento della bacchetta usata per lanciare la
maledizione
Avada Kedavra
corrisponde esattamente alla forma del fulmine che segna la fronte
del bambino.
Ne deriva il fatto
che, sebbene l’incantesimo sia rimbalzato su Voldemort, la ferita
rimasta su Harry rispecchi esattamente il movimento usato dal
Signore Oscuro per invocare la sua magia.
Cosa simboleggia?
Se
avete letto i libri della saga, saprete ovviamente che la cicatrice
per
Harry
è il ricordo vivido e costante del suo passato doloroso, tuttavia
simboleggia anche più di questo.
Le dichiarazioni di
J.K. Rowling hanno lasciato intendere che la
cicatrice sta a significare tutto il dolore interiore del ragazzo
scaturito dal perdere i propri genitori in tenera età, essere
affidati a parenti non proprio amorevoli, e ad una profonda
angoscia emotiva.
Dunque la cicatrice
diventa un segno superficiale di questa sofferenza, e un modo per
l’autrice di ricordare al lettore le battaglie continue e non dette
del nostro eroe.
Da cosa è causato il dolore?
Nel
corso degli anni abbiamo visto Harry provare un forte dolore
scatenato proprio nel punto in cui si trova la cicatrice, e questo
è motivato dalla connessione tra Harry eLord Voldemort.
Quando il Signore
Oscuro ha trasformato involontariamente Harry in un frammento della
sua anima, un “Horcrux“,
il legame fra i due si è stabilito e di fatto il maghetto
riesce a percepire gli stati d’animo di Voldemort e a leggere i suoi pensieri.
Di conseguenza, mentre Voldemort è in una condizione di rabbia
violenta, il dolore si fa insopportabile perché è come se quella
particella provasse lo stesso e volesse ricondursi al suo padrone
originale.
Non si trova al centro della fronte di Harry
Tutti
sanno che la cicatrice di
Harry
si trova sulla sua fronte, ma la sua posizione esatta è diventato
motivo di discussione fra i fan. Questo problema deriva dalla
differenza notata da alcuni negli adattamenti cinematografici,
diversi ovviamente per certi aspetti dai romanzi, tuttavia la
Rowling ha riconosciuto come i film si siano avvicinati più di ogni
cosa alla sua visione del personaggio rispetto ai libri.
Solitamente nei
romanzi si dice che la cicatrice sia al centro della fronte, come
illustrato nelle copertine di Mary GrandPré, mentre nei film
Daniel Radcliffe ha il segno sopra l’occhio
destro. Ma perché? Semplice: è lì che la Rowling ha detto ai
registi che doveva essere!
Il soprannome dato da Draco Malfoy
Il
bambino che è sopravvissuto, il Prescelto, l’indesiderabile numero
uno, sono diversi i soprannomi dati a Harry nel corso della
narrazione, tuttavia uno di questi fa riferimento proprio alla
cicatrice.
Ne
La Camera dei Segreti, il suo acerrimo nemico Draco Malfoy lo chiama “sfregiato”
(in inglese “scarhead“) durante una partita di Quiddich.
Un dettaglio forse sfuggito a molti che risulta comunque
interessante.
Il dolore è tornato dopo la morte di Voldemort
L’epilogo de I Doni della morte chiariva che la
cicatrice di Harry non gli aveva più fatto male nei ventuno anni
successivi alla battaglia di Hogwarts, tuttavia nella
piéce
teatrale
La maledizione dell’erede
(scritta anche dalla Rowling) vediamo il
mago
combattere di nuovo con il dolore. Potere della magia oscura o
semplice tentativo di stuzzicare la curiosità dei fan?
Non è la sua unica cicatrice
La
cicatrice a forma di saetta non è l’unico segno visibile sul corpo
di
Harry Potter:
lo sanno bene gli assidui lettori della saga, poiché nel quinto
capitolo (L’ordine
della fenice)
il mago viene obbligato dalla professoressa
Umbridge
a scrivere la frase “Non
devo dire bugie”
più volte con una penna “speciale”.
Per ogni frase
scritta, una cicatrice con le parole della suddetta compare sulla
mano destra del mago. E non finisce qui: i numerosi scontri durante
gli anni di scuola, uniti a quelli dei suoi tempi come Auror, possono aver scalfito sulla sua pelle
altre cicatrici.
È il primo indizio per capire la sua connessione con
Voldemort
Ne
L’ordine della fenice,Albus Silente
rivela ad Harry che nel momento esatto in cui ha visto la sua
cicatrice, ha immediatamente supposto che potesse simboleggiare una
connessione tra il ragazzo e Voldemort.
Anni dopo l’ipotesi
di
Silente si è effettivamente realizzata: grazie alla
cicatrice, il
mago sapeva che il temperamento instabile di Harry – almeno in
parte – indicava la manipolazione mentale del Signore
Oscuro.
Nessun incantesimo può rimuoverla
Non tutte
le cicatrici possono essere rimosse grazie alla magia e nemmeno le
cure dell’ospedale di San Mungo per le malattie e le lesioni
magiche avrebbero potuto rimediare al segno sulla fronte di
Harry Potter.
Il mistero viene
risolto all’inizio di Harry Potter e la Pietra Filosofale, con il
professor
Silente che spiega come la cicatrice del mago non possa essere
tolta, nemmeno con potentissimi incantesimi.
È l’unica ferita mai lasciata dall’Avada Kedavra
Nei
libri e nei film di
Harry Potter
si ricorda spesso come la maledizione dell’Avada
Kedavra
possa uccidere le sue vittime senza lasciare alcun segno. Tranne
una, ovviamente.
Inoltre sappiamo
che grazie al “Priori Incantatem” ci si può
difendere dall’attacco della maledizione: si tratta di un vero e
proprio annullamento degli incantesimi quando due bacchette con la
stessa anima vengono usate l’una contro l’altra.
Harry
Potter è l’unico sopravvissuto diretto di questa
maledizione, e il segno della saetta sulla sua fronte ne è la
testimonianza eterna.
Doveva essere l’ultima parola dei romanzi
Molte
decisioni di J.K.Rowling per i romanzi di
Harry Potter sono cambiate nel corso degli anni,
ma nel complesso tutto è andato come l’autrice aveva
originariamente pensato.
Ad esempio,
sappiamo che all’inizio l’ultimo romanzo Harry Potter e i Doni della Morte avrebbe
dovuto avere concludersi con la parola “cicatrice”, tuttavia non è
andata così.
Nel corso dei film ha cambiato “posizione”
Come
abbiamo già spiegato sopra, i film di
Harry Potter
hanno spesso cambiato la posizione della cicatrice sulla fronte di
Harry; ma nonostante gli sforzi dei truccatori di mantenere
la
continuity
durante gli otto capitoli cinematografici, è del tutto
comprensibile che ci sia stata qualche distrazione.
Non svanirà mai
Sebbene
nella vita reale la maggior parte delle cicatrici svanisca con il
tempo, sappiamo che nel mondo magico questo non succede sempre.
Come nel caso della cicatrice sulla fronte di
Harry, segno indelebile che gli rimarrà addosso
senza mai svanire.
Nonostante la
connessione tra Harry e Voldemort si sia interrotta dopo I Doni della morte, la cicatrice di Harry è
ancora chiaramente definita. Forse il mago è destinato a portare
con sé il suo caratteristico “segno” per sempre…
È l’unica cosa che il piccolo Harry amava di se stesso
Quando
cresci in un sottoscala e vieni allevato dai tuoi zii perfidi, la
tua autostima potrebbe non essere alle stelle. Questo è
probabilmente il motivo per cui il giovaneHarry
Potter –
prima di scoprire la sua eredità magica in occasione del suo
undicesimo compleanno – viene spesso tormentato dagli altri e anche
da se stesso.
Tuttavia l’unica
caratteristica fisica di cui il piccolo Harry si vanta è la
cicatrice a forma di fulmine che ha in fronte, perché è come se gli
ricordasse quanto sia speciale e lo mettesse in collegamento con i
suoi genitori.
Per celebrare la terza
stagione di Bridgerton,
Netflix
e Shondaland hanno ospitato un evento per i fan ricco di
rivelazioni sui prossimi episodi, che saranno disponibili in due
parti, la prima metà il 16 maggio 2024, la seconda il 13 giugno
2024. Il panel ha coinvolto la produttrice esecutiva,
Shonda Rhimes, la showrunner della terza stagione,
Jess Brownell, l’autrice dei romanzi originali di
Bridgerton, Julia Quinn, e i
seguenti membri del cast: Nicola Coughlan, Luke Newton,
Golda Rosheuvel, Adjoa Andoh, Claudia Jessie, Luke
Thompson e Martins Imhangbe. Durante il
panel sono stati svelati i titoli degli episodi, le foto esclusive
dei personaggi, la conferma degli adattamenti dal libro agli
episodi, un annuncio a sorpresa del matrimonio tra due fan e
un’anteprima esclusiva della terza stagione.
Il panel è iniziato con
una conversazione tra Shonda Rhimes e Jess Brownell su ciò che i
fan possono aspettarsi da questa stagione, insieme ad un
approfondimento dell’autrice Julia Quinn sul processo di
adattamento del materiale originale. È stato confermato che nella
terza stagione sarà incluso il momento preferito dai fan nel
romanzo Un uomo da conquistare, in cui Penelope Featherington
(Nicola Coughlan) avvolge la mano di Colin
Bridgerton (Luke Newton) dopo che lui si è
tagliato accidentalmente. Jess Brownell ha poi svelato i titoli
degli episodi che anticipano l’arco narrativo della stagione, che
sono disponibili in lingua originale di seguito:
Successivamente, Rhimes,
Brownell e Quinn sono state raggiunte dal cast per anticipare gli
archi narrativi dei personaggi in questa stagione e introdurre un
nuovo corteggiatore di Penelope: Lord Debling (Sam Phillips). I fan
hanno inoltre potuto vedere foto esclusive dei loro personaggi
preferiti, tra cui Eloise Bridgerton (Claudia Jessie), Benedict
Bridgerton (Luke Thompson), la Regina Carlotta (Golda Rosheuvel),
Lady Danbury (Adjoa Andoh), Cressida Cowper (Jessica Madsen), Will
Mondrich (Martins Imhangbe), Alice Mondrich (Emma Naomi) e le
sorelle Prudence Featherington (Bessie Carter) e Philippa
Featherington (Harriet Cains).
Adjoa Andoh e Golda
Rosheuvel hanno poi rivelato che Netflix celebrerà l’amore premiando una coppia di
super fan con un matrimonio a tema Bridgerton, consolidando
ulteriormente il legame tra la serie e la sua devota fanbase.
Per concludere l’evento,
Netflix ha mostrato una clip in lingua inglese di un minuto della
prossima stagione, offrendo ai partecipanti un primo sguardo sugli
episodi e un assaggio di ciò che accadrà.
Bridgerton 3, la trama
Penelope Featherington (Nicola Coughlan) ha finalmente rinunciato
alla sua cotta di lunga data per Colin Bridgerton (Luke Newton)
dopo aver sentito i suoi commenti denigratori su di lei nella
scorsa stagione. Tuttavia, ha deciso che è ora di trovare un
marito, preferibilmente qualcuno che le dia abbastanza indipendenza
per continuare la sua doppia vita come Lady Whistledown, lontano da
sua madre e dalle sue sorelle. Ma, a causa della sua mancanza di
fiducia in se stessa, i tentativi di Penelope di trovare un marito
falliscono clamorosamente. Nel frattempo, Colin è tornato dai suoi
viaggi estivi con un nuovo look e una sfacciata spavalderia. Ma è
scoraggiato nel rendersi conto che Penelope, l’unica persona che lo
ha sempre apprezzato così com’era, lo tratta con freddezza.
Desideroso di riconquistare la sua amicizia, in questa stagione
Colin si offre di fare da mentore a Penelope per aiutarla a trovare
un marito. Ma quando le sue lezioni iniziano a funzionare un po’
troppo bene, Colin deve capire se i suoi sentimenti per Penelope
sono davvero soltanto di amicizia. A complicare le cose per
Penelope si aggiunge il suo allontanamento da Eloise (Claudia
Jessie), che ha trovato una nuova amicizia in un posto molto
improbabile, mentre la sempre più assidua presenza di Penelope
nell’alta società londinese rende ancora più difficile mantenere
segreto il suo alter ego di Lady Whistledown.
Informazioni su Bridgerton 3:
Numero episodi: 8
Location delle riprese: Londra, UK
Showrunner / Produttore esecutivo: Jess Brownell
Produttori esecutivi: Shonda Rhimes, Betsy Beers, Tom
Verica, Chris Van Dusen
Dopo la presentazione in anteprima
al Sundance Film Festival 2023 e il passaggio in
altri Festival internazionali, Past Lives di
Celine Song approda sul suolo
italiano alla Festa del
Cinema di Roma 2023. Il debutto nel lungometraggio
di Song, coreana di nascita ma residente a New York dall’età di 20
anni, è una preziosa meditazione sullo sradicamento, il destino,
l’amore, il sacrificio e le decisioni importanti della vita.
Il suo esordio alla regia –
celebrato con grande clamore dalla critica statunitense al Sundance
– è molto personale: la sua protagonista, Nora
Moon (Greta Lee) è arrivata a Manhattan
da Seoul, è una drammaturga e sta vivendo quello che la cineasta –
come ha confessato – è stato il punto di partenza del suo primo
lungometraggio: il ricongiungimento con il suo primo amore, un
amico speciale dell’infanzia, un quarto di secolo dopo, di fronte a
suo marito, newyorkese purosangue.
Past Lives, la trama
Narrato in tre parentesi temporali
distinte, il racconto di Past Lives parte 24 anni
fa, quando Nora e Hae Sung sono dodicenni che, oltre a competere
per essere i migliori studenti della loro scuola di Seoul, sono
anche amici inseparabili. Almeno fino a quando i genitori di lei
decidono di trasferirsi a New York, mentre quelli di lui restano in
Corea. C’è una prima reunion quando entrambi hanno 24 anni, ma
quella che il film racconta in modo approfondito avviene nel
presente, quando ne hanno entrambi 36 anni.
Nora (una
magnetica Greta Lee) ha sposato un americano di
nome Arthur (John Magaro) ed
entrambi si dedicano alla scrittura (soprattutto teatrale). Ma
quando Hae Sung (Teo Yoo) decide
di andarla a trovare per qualche giorno nella Grande Mela, tutto
comincia a incrinarsi, sorgono dubbi, contraddizioni, affetto e
qualcosa di più, perché la tensione romantica tra i due è
innegabile.
Come affrontare questo passato e
questo presente? Come affrontare con tante difficoltà da adulti
qualcosa che da bambini era pura innocenza e un’amicizia condivisa
in modo così naturale? È disposta a tradire il suo comprensivo
marito? È disposto a invadere l’apparente felicità di questa
coppia? Sono dilemmi che Celine Song e i suoi
notevoli interpreti affronteranno in questo film parlato più in
coreano che in inglese – girato in 35 mm con una certa impronta del
cinema di Richard Linklater.
Un’immagine parlante
Tutto inizia con un’immagine. Ci
sono tre persone in un bar che parlano. Qualcuno che non vediamo
chiede a un altro – allo spettatore, indirettamente – quale pensa
sia il rapporto tra loro tre. C’è una donna asiatica (coreana,
scopriremo poi) seduta accanto a un uomo “bianco” mentre parla con
un altro uomo, anch’egli asiatico, leggermente più distante da
loro. Che storia racconta questa immagine? Tutti noi ci siamo posti
questa domanda più di una volta quando abbiamo osservato delle
persone che camminavano o erano riunite da qualche parte: chi sono,
cosa stanno facendo, qual è il loro rapporto con gli altri? Qui, la
risposta è più complicata di quanto sembri.
Film romantico che ricorda alla lontana la Before Trilogy di Richard Linklater, ma con una forte enfasi
sulla distanza legata alle migrazioni, ai cambiamenti culturali e
linguistici, Past Lives riesce a parlare dello
scorrere del tempo ma anche del distacco e di ciò che rimane nel
nostro presente di quelle “vite passate” che anche noi abbiamo
avuto.
La fantasia di ricongiungersi con
quel fidanzato o quella fidanzata dell’adolescenza che si è smesso
di vedere e di cui si sono perse le tracce, il dolore di rendersi
conto (o meno) che l’occasione è passata e non si può recuperare,
l’angoscia nel chiedersi se vale la pena farlo. Temi che hanno
popolato la mente di molti quando sono apparsi social network come
Facebook e tutti sembravano voler (e poter) riallacciare i contatti
con amici e conoscenti che avevano perso di vista. Alcuni lo hanno
fatto. Questo è uno di questi casi, ispirato a un’esperienza reale
della regista.
L’In-yun tra crescita e
divisione
Parlato in inglese e coreano, il
film gioca con il concetto di in-yun, un’idea simile a
quella delle “anime gemelle” che sostiene che le persone sono
destinate a stare insieme se le loro anime si sono incrociate
alcune volte in passato. Nora pensa che si tratti di una pura
bufala (“cose che i coreani dicono per sedurre“), ma in
qualche modo questo concetto metafisico sembra prevedere qualcosa
di più “reale“, come algoritmi e dati incrociati online
che effettivamente fanno incontrare persone che, in un modo o
nell’altro, possono essersi incrociate o aver avuto cose in comune
in precedenza. E questa rara somiglianza tra qualcosa di cosmico e
qualcosa di digitale si combinano in questo dramma romantico che
non sempre procede lungo i percorsi più prevedibili.
C’è un altro asse che altera il
classico motivo della possibilità o meno di riprendere una vecchia
storia d’amore (che si sia realizzata o meno), ed è la migrazione.
Nora non è più quella che era, la sua vita è diversa, il suo
passato in Corea è un ricordo sempre più sfocato e Hae
Sung in qualche modo si connette con lei da lì e solo da
lì, mentre Arthur, dal canto suo, è ignaro di
questa parte della storia e la conosce solo con questa nuova
identità, che è la stessa ma non è la stessa. Questa dualità che il
personaggio sperimenta rispetto a chi è influenza anche il modo in
cui agisce e pensa a se stessa. E non solo nei confronti degli
uomini che la circondano.
Il contributo forse più
intelligente di Past Lives a questo tipo di storie
– melodrammatiche o meno – di ragazze o ragazzi divisi tra due
possibili relazioni è che qui non c’è una scelta chiara o ovvia. Il
film evita di dipingere in maniera semplicistica
Arthur come un cattivo o un impedimento nella vita
di Nora. Lo stesso vale per Hae
Sung, che chiaramente vuole molto bene al suo amore
d’infanzia, ma capisce anche che la sua vita ora è diversa e che
non è più la stessa persona. Ponendo il conflitto su questo
terreno, Song supera i confini del “film
d’amore” e riesce a mettere insieme un ritratto realistico e
credibile della vita, o meglio delle vite, di una persona.
L’attesa è finalmente terminata e
mentre
su Raiplay sono disponibili già i primi sei episodi della serie
Rai, la recensione degli episodi 1 e 2 di Mare
Fuori 4 ci accompagna in un inizio di stagione che
promette non solo grande azione e svolte narrative imprevedibili,
ma anche alcuni cambiamenti formali e tecnici allo show che ha
rubato il cuore di tantissimi spettatori, che non vedono l’ora di
tornare all’IPM di Napoli per seguire le avventure di
Carmine,
Rosa, Pino, Edoardo, Kubra, Micciarella, Cucciolo,
Cardiotrap e tutti
gli ospiti della struttura che mostra a tutti i detenuti il
“mare fuori” dalle sbarre delle loro celle.
Mare Fuori 4, da dove parte la storia
A inizio episodio 1 scopriamo
finalmente a chi era destinato lo sparo che ha chiuso, con un
finale aperto potentissimo, la stagione
3. Questa scena ha ovviamente le sue conseguenze nelle prime
sequenze della nuova stagione e genererà un fortissimo senso di
colpa, ma renderà anche immediata la necessità di trovare una
strada alternativa all’odio che scorre copioso e famelico tra le
famiglie Ricci e Di Salvo. Come fossero novelli Montecchi e
Capuleti, le due famiglie si trovano a gestire questo improbabile
ma ormai assodato amore trai loro due giovani eredi, un amore che
potrebbe virtualmente portare la pace ma che nel mondo della
camorra, dove sono cresciuti Rosa e Carmine, potrebbe invece
generare solo altro odio. Intanto, sebbene gli amanti sfortunati
siano l’ossatura della quarta stagione, si sviluppano anche le
altre trame.
C’è attenzione per la sorte del
giovane Edoardo, che ha grandi aspirazioni ma non il cognome giusto
e spera in una “adozione”; ma ci sono anche i fratelli Cucciolo e
Micciarella che dovranno imparare a gestire il loro rapporto; c’è
Pino e il suo amore totale ma goffo e maldestro per Kubra; ci sono
gli adulti e soprattutto il Comandante Massimo Valenti che tiene
salda la sua convinzione che questi ragazzi siano principalmente da
recuperare e da aiutare, dando voce a quello che dovrebbe essere
poi il senso di strutture detenitive e riabilitative come quella
che fa da sfondo a Mare Fuori 4.
“Nel nome
dell’amore” e “Il
vecchio leone e il giovane Leone” aprono questo nuovo
ciclo di 12 episodi e sin dal titolo sembrano sufficientemente
eloquenti da non necessitare nessun approfondimento di trama.
Sembra invece interessante notare come la serie, con Mare Fuori 4,
subisca un nuovo cambiamento nella forma del racconto.
Una virata romantica
Se il terzo ciclo, con l’entrata in
scena del regista Ivan Silvestrini, aveva dato più spazio alle
relazioni interpersonali, principalmente quelle romantiche, trai
vari giovani protagonisti, Mare Fuori 4 ritorna su
questo aspetto ampliandolo, ma differenziando anche moltissimo i
toni in base a quello che viene messo in scena.
La serie sembra quindi adottare
diversi linguaggi visivi in base alla trama che segue, di sequenza
in sequenza. E se l’afflato tragico della relazione tra
Carmine e
Rosa si traduce in enfasi, frasi poetiche al limite della
teatralità e anche una ricerca fotografica che indugia su toni
caldi e avvolgenti, in altre situazioni la serie si rifà alle sue
origini, con un linguaggio meno scritto e più autentico e parlato,
più fresco e diretto. Si perde quindi un po’ dell’immediatezza
delle prime stagioni ma la serie si arricchisce di registri più
specifici per ognuno dei personaggi che racconta.
Il doppio episodio come
unità narrativa
Gli episodi 1 e 2 di Mare
Fuori 4 sembrano pre-annunciare che la serie userà come
unità narrativa il doppio episodio, dal momento che i mini archi
narrativi dei personaggi sembrano esaurirsi, o comunque arrivare a
una svolta, nel corso di due episodi e, in questo caso (vedremo in
seguito), si sceglie di chiudere il secondo episodio con un grande
colpo di scena che dovrà poi essere metabolizzato nell’episodio
successivo. Un colpo di coda che tiene lo spettatore agganciato
alle sorti dei personaggi.
Per quello che riguarda l’aspetto
tecnico, Mare Fuori 4 risente del grande successo
della serie. La macchina produttiva è diventata poderosa e la cura
della messa in scena e in particolare la qualità fotografica della
serie ha tratto un grande giovamento da questi comprensibili
investimenti. Ivan Silvestrini si è messo davvero molto
comodo e sembra aver trovato il modo, in base alle carte che ha
avuto (personaggi, trame, attori), di raccontare sempre più storie,
arricchendo la serie di toni e stili. Viene sacrificato per questo
un po’ della leggerezza e dell’autenticità che rappresentavano
l’aspetto più interessante della prima stagione, tuttavia
crescendo, è normale per un tale progetto perdere sincerità per
guadagnare capacità espressiva.
I Marvel Studios hanno annunciato i nuovi
Fantastici
Quattro. Il quartetto di supereroi – i primi
personaggi creati per Marvel Comics da Stan Lee e
Jack Kirby – sarà interpretato da Pedro Pascal nei panni di Reed Richards (alias
Mr. Fantastic), Vanessa Kirby nei panni di Sue Storm (alias la
Donna Invisibile), Joseph Quinn nei panni di
Johnny Storm (alias la Torcia Umana) ed Ebon
Moss-Bachrach nel ruolo di Ben Grimm (alias la Cosa).
All’interno dell’annuncio del
casting, la Disney ha anche scambiato le date di uscita di
I Fantastici
Quattro (ora fissata per il 25 luglio 2025) e Thunderbolts
(ora fissata per il 2 maggio 2025). Questi sono due dei quattro
blockbuster Marvel attualmente destinati a
uscire nel 2025, insieme a Captain America: Brave New World a febbraio e
Blade
a novembre. Anche per il 2026 sono previsti quattro film Marvel. Un deciso aumento rispetto
al 2024 in cui uscirà solo Deadpool &
Wolverine.
Come al solito con la Marvel, i dettagli della storia
rimangono segreti. Ma nei fumetti, i Fantastici
Quattro sono astronauti che vengono trasformati in
supereroi dopo essere stati esposti ai raggi cosmici nello spazio.
Reed acquisisce la capacità di allungare il suo corpo fino a
raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la fidanzata di Reed (e
futura moglie), può manipolare la luce per diventare invisibile e
lanciare potenti campi di forza. Johnny, il fratello di Sue, può
trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà la capacità di volare.
E Ben, il migliore amico di Reed, è completamente trasformato in,
beh, una Cosa, con dei giganteschi massi arancioni al posto del
corpo, che gli conferiscono una super forza – e un perpetuo cuore
pesante per il suo aspetto apparentemente mostruoso.
Matt Shakman
(“WandaVision”, “Monarch: Legacy of Monsters”)
dirigerà I Fantastici Quattro, da una
sceneggiatura di Josh Friedman, Jeff
Kaplan e Ian Springer. La notizia del
casting di Pascal era già trapelata a novembre, mentre anche gli
altri nomi erano usciti da recenti indiscrezioni.
Pedro Pascal è noto al mondo per le sue
interpretazioni in The Mandalorian, The Last of Us e prima ancora in
Game of Thrones. Vanessa Kirby ha fatto parte del franchise di
Mission Impossible e di Fast and Furious, mentre Joseph
Quinnè diventato il beniamino dei
più giovani per la sua interpretazione di Eddie in Stranger Things 4. Ebon
Moss-Bachrach sta vivendo un momento d’oro grazie al
suo ruolo del cugino Ritchie in The Bear.
Apple TV+
ha annunciato oggi Prime Target, una nuova serie
thriller di otto episodi della durata di un’ora ciascuno
interpretata dal vincitore del SAG Award
Leo Woodall (“The White Lotus”, “One Day“) e da
Quintessa Swindell (“Black Adam”, “In Treatment”).
Creata dal pluripremiato scrittore Steve Thompson (“Sherlock”,
“Vienna Blood”), che è anche produttore esecutivo, la nuova fiction
è prodotta per Apple
TV+ da New Regency con Scott Free di Ridley Scott. Lo
scrittore e regista Brady Hood (“Top Boy”, “Great Expectations”) ha
diretto tutti gli otto episodi ed è anche produttore esecutivo.
Il cast comprende anche il candidato all’Oscar e vincitore del
BAFTA Stephen Rea (“La moglie del soldato”), il
candidato al BAFTA David Morrissey (“Sherwood”,
“The Walking Dead”), la vincitrice dell’Emmy Martha
Plimpton (“The Regime”), la vincitrice del BAFTA e
dell’Emmy Sidse Babbett Knudsen (“Borgen”), Il
candidato al SAG Award Jason Flemyng (“Il curioso
caso di Benjamin Button”), il candidato al BAFTA Award
Harry Lloyd (“Il Trono di
Spade”), Ali Suliman (“Tom Clancy’s Jack
Ryan”, “Paradise Now”), Fra Fee (“Rebel
Moon”, “Hawkeye”) e Joseph Mydell (“The
Eternal Daughter”).
Prime Target segue Edward Brooks, un giovane e
brillante laureato in matematica , interpretato da Leo Woodall, sul
punto di fare una grande scoperta. Se riuscirà a trovare uno schema
di numeri primi, avrà in mano la chiave di tutti i computer del
mondo. Ben presto inizia a rendersi conto che un nemico invisibile
sta cercando di sabotare la sua idea prima ancora che nasca, per
questo entra nell’orbita di Taylah Sanders, interpretata da
Quintessa Swindell, un’agente dell’NSA che è stata incaricata di
osservare e riferire sul comportamento dei matematici. Insieme
iniziano a mettere insieme i pezzi della pericolosa cospirazione in
cui Edward è al centro.
Ed Rubin è produttore esecutivo per conto della New Regency
insieme a Beth Pattinson, Emma Broughton, Yariv Milchan, Arnon
Milchan e Michael Schaefer. Marina Brackenbury è produttore
esecutivo per Scott Free insieme a David W. Zucker e Ridley Scott.
Laura Hastings-Smith è la produttrice della serie.
Gli anni d’oro di Cinecittà pieni
di brio e curiosità verso il dietro le quinte delle grandi
produzioni cinematografiche, Finalmente l’alba di
Saverio Costanzo fa questo e sconvolge allo
stesso tempo quella magia che solo la Settima Arte sa trasmettere.
Ma il film metacinematografico che è stato presentato a
Venezia 80 in Concorso è anche un racconto di
formazione attraverso gli occhi di Mimosa.
Tra Midnight in Paris di Woody Allen e Babylon di Damien Chazelle, la notte della giovane Mimosa
in questa Roma degli anni Cinquanta si trasforma in un cammino
introspettivo che la porterà a diventare una donna. Il film
italiano uscirà nelle sale dal 14 febbraio distribuito da 01
Distribution.
Finalmente l’alba, la trama
C’è Roma negli anni Cinquanta, c’è
Cinecittà, c’è il cinema. Così preponderante nella vita degli
italiani dopo la Seconda Guerra Mondiale raccontava di un’Italia a
pezzi e distrutta. In Finalmente l’alba si pone l’accento
soprattutto sulla società di quel tempo, sugli sfarzi e
sull’esuberanza dei suoi protagonisti. In questa storia
Josephine Esperanto (interpretata da Lily James) è la star di Hollywood, la diva,
accompagnata da Sean Lockwood (interpretato da
Joe
Keery). I due protagonisti fanno parte di una grande
produzione cinematografica che sta girando a Cinecittà che cerca
comparse. La parte mondana del film si mescola alla quotidianità
romana delle sorelle Iris (interpretata da
Sofia Panizzi) e Mimosa
(interpretata da Rebecca Antonaci) che insieme
alla mamma condividono la passione per il grande schermo.
La sorella maggiore, Iris, attira
l’attenzione di un saltimbanco che vuole attirare l’attenzione a
Cinecittà. Attratte dalla grande produzione che si
sta svolgendo negli studios romani, le due ragazze si presentano
alle audizioni per fare le comparse. Il grande sogno di Iris viene
infranto quando per una serie di fortunate circostanze vede che la
sorella ha ottenuto un ruolo di rilievo all’interno del film.
Mimosa, al contrario di Iris, non
ha mai sognato così in grande. La sua vita è stata predisposta già
da piccola: un uomo per bene da sposare, che la rispetta e con una
ottima posizione lavorativa. Tutto però nella vita di Mimosa sta
per cambiare perché mentre Cinecittà inizia il suo
declino, Mimosa prende in mano le redini del suo destino
cambiandone le sorti.
Foto Credit Eduardo Castaldo
La magia decadente di
Cinecittà
Il film meta cinematografico di
Saverio Costanzo incontra le personalità più
estroverse del mondo del cinema. Così come a Babylon è centrare il ruolo dei divi
della Settima Arte e in Finalmente l’alba viene tratteggiato il
contorno di questa borghesia che organizza feste private dove
succede di tutto. Basta, infatti, una notta a Mimosa per capire a
360° come funziona l’industria cinematografica.
Mimosa è un foglio bianco, su cui ognuno dei
personaggi in cui s’imbatte scrive la sua storia, senza paura di
essere giudicato.
Nello sguardo intenso della giovane
protagonista Rebecca Antonaci ci si imbatte
Josephina. È proprio lei il motore scatenante del
processo di crescita di Mimosa: la trova con lo
sguardo e la invidia perché sa di non poter avere una vita normale,
fuori dai riflettori. Il personaggio di
Lily James ne rimane affascinato e la porta con sé
iniziando un viaggio notturno alla
Midnight in Paris.
Ci muoviamo tra le vie di una Roma
deserta a bordo di questa macchina guidata da Willem Dafoe che fa da interprete tra i
protagonisti. Sì, perché Finalmente l’alba è un
film di
poche parole, basato su una incomunicabilità linguistica data dal
fatto che i protagonisti parlano lingue diverse. Il personaggio di
Mimosa vive nell’incomprensione, di lunghi silenzi anche
angoscianti e di una caratterizzazione lenta. Un film fatto di
ascolti e di sguardi e non di parole e quello che potrebbe essere a
tratti un punto chiave del film diventa anche la sua debolezza più
grande.
Foto Credit Eduardo Castaldo
Un film fatto di sguardi
L’intensità dello sguardo di
Mimosa colpisce tutti i protagonisti. In questa
notte così folle che vive insieme a Josephine e Sean, la ragazza
incontra le personalità più in voga della borghesia romana. Tra
produttori, attori e pittori Mimosa verrà
presentata come “una giovane poetessa svedese” da Josephine stessa
che userà questo stratagemma contro di lei. Complice il personaggio
di Sean, succube della diva, Mimosa verrà tratta
in inganno in gioco più grande di lei e verrà punita dal
personaggio di Lily James così vendicativa da non poter
sopportare la gelosia. La messa in scena si trasforma in un’arma
che però Mimosa riesce a ribaltare. Un’intera sequenza sul suo
sguardo, fisso nel vuoto e riempito di lacrime: una vera e propria
performace che agli occhi dei ciechi e vili borghesi verrà
elogiata.
A fare da sfondo alla storia
l’omicidio di Wilma Montesi, una giovanissima
comparsa di Cinecittà morta in circostanze misteriose.
Finalmente l’alba non si concentra sugli
aspetti fondamentali di quel caso di cronaca ma utilizza il
personaggio di Mimosa per ribaltare la situazione. Il personaggio
di Mimosa è un personaggio ricco di contrasti: scappa da un
produttore che vuole approfittare di lei, ma perde la verginità con
il suo attore preferito che le ha fa avance.
Questi controsensi però non fanno
che parte del personaggio che vive un periodo di forte cambiamento
e che trova la realizzazione e anche un po’ di malizia alla fine
del film quando il suo percorso di crescita si compie e arriva
Finalmente l’alba di un nuovo giorno.
L’autore americano Bret
Easton Ellis è pronto a fare il suo debutto alla regia con
Relapse, un film horror di alto profilo da lui
scritto con protagonista il giovane Joseph Quinn visto nella quarta stagione di
Stranger Things.
La SND con sede a Parigi si è unita
al progetto come produttore, insieme a Nostromo di Adrian
Guerra e Kiss & Kill di Simon Wallon. SND
gestirà le vendite mondiali di Relapse, così come
la distribuzione francese, e annuncerà il titolo all’EFM con un
esclusivo sizzle reel.
Quinn, che vedremo prossimamente in
A
Quiet Place: Giorno 1 (guarda
il trailer) e nel sequel Il
Gladiatore, reciterà in Relapse nei
panni di Matt Cullen, che entra in riabilitazione dopo aver
assistito a una morte orribile durante una festa sotto l’effetto di
droghe. Tre mesi dopo, è pronto a rimettere insieme la sua vita,
soggiornando nella villa dei suoi genitori sulle colline di Los
Angeles. Ma le cose intorno a Matt sono cambiate e tutto sembra
sbilanciato.
“Alimentata dalla sua
personalità instabile e dal potere invasore dei social media, la
paranoia di Matt cresce, mettendo a rischio il suo programma di
riabilitazione. Quando ricomincia a usarli, una presenza misteriosa
inizia a crescere attorno a Matt e si rivela un mostro che lo
perseguita fin da quando era adolescente. Il suo terapista cerca di
aiutarlo, convinto che il mostro sia effettivamente nella testa di
Matt”, si legge nella sinossi.
Bret Easton
Ellis flirta con il mondo del cinema da decenni,
poiché molti dei suoi libri iconici, da “American Psycho”
a “Le regole dell’attrazione”, sono stati adattati per il
grande schermo. Il suo ultimo libro, “Le Schegge”, un
romanzo semi-autobiografico sui serial killer, è stato scelto dalla
HBO per una miniserie. Ellis ha anche scritto quattro film, tra cui
“The Canyons” del 2013 e “Smiley Face Killers” del 2020.
“Sono cresciuto guardando gli
iconici film horror degli anni ’70”, ha detto Ellis. “Ho
scritto ‘Lunar Park’, un romanzo horror, come omaggio a Stephen
King. Mi sembra appropriato che il mio primo lungometraggio sia un
film horror. C’è una semplicità in “Relapse” che sembra la forma
perfetta per il mio debutto alla regia: qualcosa di diretto e di
grande impatto”.
Ellis ha detto che “non ha mai
visto un film di mostri nel tipo di ambientazione di lusso di Los
Angeles di cui ho scritto e che conosco”. L’autore / regista,
che parla della cultura pop nel “The Bret Easton Ellis Podcast”, ha
descritto “Relapse” come un “film di mostri con i (suoi)
personaggi caratteristici – giovani, belli, ricchi – al
centro”. Ha anche detto che era “un film personale”.
“Avrà le mie caratteristiche: sesso, droga e paranoia. Sarà
anche un film divertente, entusiasmante e commerciale che piacerà a
molte persone”, ha continuato.
Ramy Nahas, responsabile delle
vendite internazionali di SND, ha affermato che “Relapse
combina l’aspetto e l’atmosfera del genere horror con la
prospettiva unica di Bret Easton Ellis”. “È il mix perfetto dei
temi per cui Bret è famoso all’interno di un film mostruoso. Un
autore di culto, un attore emergente e una sceneggiatura
accattivante”, ha aggiunto Nahas.
Nel 1947, l’iconico stilista
francese Christian Dior segnò la storia della moda
con il lancio della sua rivoluzionaria prima collezione
intitolata “New Look”. È da questo leggendario evento che
prende ispirazione il nome della
dramedy storica e biograficaThe New Look
(leggi
la recensione), creata da Todd A. Kessler
(The Sopranos, Damages, Bloodline) e
disponibile dal 14 febbraio sulla piattaforma
streaming Apple
Tv.
Ambientata a Parigi durante gli
orrori dell’occupazione tedesca e nel primo dopoguerra, la serie
racconta la sconvolgente e vera storia dell’ascesa alla
fama di Dior e di altre grandi personalità della moda a
lui contemporanee e antagoniste, come Coco Chanel, Pierre Balmain e
Cristóbal Balenciaga.
Ben Mendelsohn nel ruolo di
Christian Dior
The New Look | In foto l’attore Ben Mendelsohn
Christian Dior è
considerato il pioniere dell’alta moda francese del dopoguerra. Nel
1946, Dior fonda il brand Christian Dior SE, più
comunemente noto come DIOR, una delle case di moda
più importanti e influenti al mondo. Scompare
improvvisamente a Montecatini nel 1957, dopo aver creato un
vero e proprio impero in soli 10 anni. A Dior viene
riconosciuto il merito di aver rivoluzionato l’abbigliamento
femminile e di aver ristabilito Parigi come centro del
mondo della moda dopo la seconda guerra mondiale.
A interpretare l’indimenticabile
Dior in The New Look è l’attore australiano
Ben Mendelsohn. Classe ’69, coltiva la sua passione
per la recitazione fin da ragazzino dedicandosi al teatro. Dopo il
debutto sul grande schermo nel film The Still Point (1986)
di Barbara Boyd-Anderson, ha il suo primo ruolo da protagonista nel
1987 in The Year My Voice Broke, un dramma australiano
scritto e diretto da John Duigan. Sebbene nei primi anni duemila
lavori accanto ad alcune star hollywoodiane (come, per esempio, nei
film Australia con Nicole Kidman e Segnali dal
futuro con Nicolas Cage), solo nel 2010 Mendelsohn inizia ad
attirare l’attenzione internazionale grazie al film poliziesco
Animal Kingdom di David Michôd. Da allora, Mendelsohn ha
conquistato ruoli in film di successo – come Rogue One (2016), L’ora più buia (2017), Captain Marvel (2019) – e nelle serie The
Outsider (2020) e Secret
Invasion (2023).
Juliette Binoche nel ruolo
di Coco Chanel
The New Look – In foto l’attrice Juliette Binoche.
In The New Look, Juliette Binoche interpreta la celebre
rivale di Christian Dior, la stilista francese Coco
Chanel (pseudonimo di Gabrielle Bonheur Chanel). Nel 1910
apre una boutique di cappelli a Parigi con l’insegna Chanel
Modes, fondando così il suo brand oltre 35 anni prima di Dior.
Come stilista e imprenditrice, Chanel diviene presto nota
per l’inconfondibile logo con la Doppia C, l’abito e la
borsa Chanel, il tubino nero e l’indimenticabile profumo Chanel
n.5.
Figlia di artisti, Juliette Binoche
è un’attrice e ex modella francese che, dopo aver debuttato nel
1983 in film di lingua francese e inglese, inizia a conquistare
fama grazie alla collaborazione con importanti registi francesi,
tra cui
Jean-Luc Godard, Jacques Doillon e André Téchiné. A soli 24
anni, nel 1988, viene selezionata dal regista statunitense Philip
Kaufman per il ruolo di Tereza nell’adattamento cinematografico del
celebre L’insostenibile leggerezza dell’essere di Milan
Kundera. Durante la sua carriera Binoche ha ricevuto numerosi premi
e nomination, tra cui l’Oscar come migliore attrice non
protagonista per Il paziente inglese di Anthony Minghella del 1996.
Maisie Williams nel ruolo
di Catherine Dior
The New Look – In foto l’attrice Maisie Williams.
Maisie Williams veste i panni di Catherine,
anche conosciuta come Miss Dior, sorella minore di
Christian Dior. Nel 1941, durante l’occupazione nazista
della Francia, Catherine si unisce alla Resistenza finché, pochi
anni dopo, è arrestata e torturata dalla Gestapo e deportata nel
campo di concentramento di Ravensbrück. Dopo essere stata liberata
nel 1945, le furono assegnate diverse medaglie d’onore.
Nata nell’aprile del ’97 in
Inghilterra, Maisie Williams (nome completo Margaret Constance
Williams) debutta sul piccolo schermo, a soli 12 anni, nel ruolo di
Arya Stark in uno dei più grandi programmi
televisivi degli ultimi quindici anni, Game of Thrones. Conclusa la serie (dopo ben 8
stagioni), nel 2019 lancia Daisie, un’applicazione social
creata per entrare in contatto con i creativi di tutto il mondo,
così da aiutare i giovani artisti e creatori a lanciare la propria
carriera.
John Malkovich nel ruolo di
Lucien Lelong
The New Look – In foto l’attore John Malkovich.
Lucien Lelong è
un’importante figura della moda francese dagli anni ’20 agli anni
’40. Pur non essendo uno stilista, Lelong apre la propria casa di
moda impiegando altri designer, tra cui Christian Dior, che lavorò
per Lelong dal 1941 al 1946 insieme a Pierre Balmain. Nell’agosto
del 1948 si ritira dal mondo della moda per dedicarsi
esclusivamente alla sua attività di profumeria.
Lucien Lelong è interpretato
dall’attore statunitense John Malkovich. Nel 1984 debutta al cinema con
la pellicola Le stagioni del cuore di Robert Benton.
Durante la sua lunga carriera, Lelong partecipa a numerosi film,
tra cui: Morte di un commesso viaggiatore (1985) di Volker
Schlöndorff, Le relazioni pericolose (1988) di Stephen
Frears, Il tè nel deserto (1990) di Bernardo Bertolucci,
Changeling (2008) di
Clint Eastwood. Nel 2002 crea Mrs.
Mudd, il suo brand di moda per cui disegna lui stesso
gli abiti.
The New Look – In foto Ben Mendelsohn, David Kammenos, Thomas
Poitevin e John Malkovich.
The New Look: cast e
personaggi minori
Il ruolo di Hans Von
Dincklage/Spatz, spia tedesca e nazista che uscì con Coco
Chanel durante la seconda guerra mondiale, è affidato all’attore e
musicista danese Claes Bang, meglio conosciuto per
The Square, film
vincitore della Palma d’oro al Festival
di Cannes 2017.
André Palasse, il
nipote di Coco Chanel che quest’ultima ha contribuito a crescere
dopo la morte di sua sorella, è interpretato dall’attore
trentaduenne Joseph Olivennes, figlio dell’attrice
britannica Dame Kristin Scott Thomas. È apparso in precedenza in
Versailles (2015), The Poisoning Angel (2016) e
Deep Fear (2022).
In The New Look il celebre
stilista spagnolo Cristóbal Balenciaga, fondatore
del marchio di abbigliamento Balenciaga, è l’attore e DJ portoghese
Nuno Lopes, conosciuto a livello internazionale
per Saint George, candidato come miglior film straniero ai
90th Academy Awards.
L’attore francese Thomas
Poitevin, apparso in pochi progetti prima di The New
Look, interpreta Pierre Balmain, lo stilista
francese che ha lavorato accanto a Christian Dior e Lelong prima di
fondare la propria casa nel 1945.
L’attrice britannica Emily
Mortimer veste i panni di Elsa Lombardi,
una socialite e amica di Coco Chanel che ha ispirato il
suo “look inglese” e ha poi denunciato Chanel per aver collaborato
con i nazisti. Mortimer è nota per i suoi ruoli in Lovely &
Amazing (2001), The Newsroom (2012-14) e The
Pursuit of Love (2021).
Zabou Breitman –
attrice e regista francese, figlia dello scrittore Jean-Claude
Deret – interpreta Madame Raymonde Zehnacker, la
direttrice dello studio di design di Dior e il suo braccio destro.
Breitman è conosciuta per progetti come Il ricordo di belle
cose (2002) e Le rondini di Kabul (2019).
In The New Look il ruolo
di Carmel Snow, caporedattore dell’edizione
americana di Harper’s Bazaar dal 1934 al 1958, è affidato a
Glenn Close. Considerata una delle più grandi
attrici americane viventi (otto nomination agli Oscar, tre Tony
Awards, tre Emmy Awards e tre Golden Globe), Close deve la sua fama
ai celebri film Attrazione fatale (1987), La carica
dei 101 (1996), Elegia americana (2020).
The New
Look, la
nuova serie targataApple TV+ che vede
protagoniste due figure leggendarie della moda come
Christian Dior e Coco Chanel
possiede la contraddittoria singolarità di essere uno show
costruito in maniera ammirevole e al tempo stesso un’occasione
tristemente mancata.
The New Look, la trama
Partiamo dalla storia di
The New Look, la quale dopo un prologo settato
qualche anno dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale immerge
invece la narrazione principale nella Parigi ancora occupata dai
nazisti. Mentre un ancora relativamente non affermato Christian
Dior (Ben
Mendelsohn) lavora per Lucien Lelong (John
Malkovich) il quale continua a confezionare abiti per
il Reich, Coco Chanel (Juliette
Binoche) ha invece scelto di chiudere la propria
boutique per evitare ogni coinvolgimento. Ma le cose stanno
esattamente in questo modo? Mentre Dior continua a fabbricare alta
moda soprattutto per sovvenzionare la sorella Catherine (Maisie
Williams) che fa parte della Resistenza, la Chanel al
contrario inizia a intrattenere relazioni con la spia tedesca Hans
Von Dincklage (Claes Bang) al fine di ottenere
favori economici e incolumità. Il destino delle due icone della
moda non potrà che incrociarsi nella maniera più imprevista e
drammatica.
Creata da Todd A.
Kessler (Bloodline per Netflix),
The New Look si presenta come una serie in costume
la cui forma soffoca sorprendentemente il contenuto: l’attenzione
dedicata alla ricostruzione dell’ambiente prestigioso in cui le
figure principali vivono e si muovono diventa paradossalmente una
cornice talmente preziosa a livello estetico che paradossalmente
quasi stride con la drammaticità dei temi trattati e del momento
storico raccontato.
La forma soffoca il
contenuto
Di fronte alla bellezza
dei costumi e delle scenografie, di fronte alla magnificenza
decadente degli interni parigini, l’orrore dell’occupazione nazista
e la guerra per la liberazione dell’Europa vengono messe in scena
quasi come un compendio fastidioso, una seccatura a cui i
protagonisti devono badare attenzione per continuare a sviluppare
(o salvaguardare) la propria arte. The New Look
soffre di una disconnessione piuttosto evidente tra la bellezza
della visione e la portata del periodo raccontato.
Non che la Guerra debba
necessariamente essere sempre messa in scena col realismo di
Salvate il soldato Ryan, tanto per citare un
esempio “alto”, ma restituirne comunque la follia e la violenza
sembra a nostro avviso un atto dovuto a prescindere dalla forma
scelta, e questa serie manca proprio di tale intensità. E il lato
peggiore è che il cast di attori sembra in qualche modo percepire
questo vuoto di densità emotiva, e si adagia su un tono di
recitazione che non diventa mai veramente drammatico, anche nelle
scene che in teoria dovrebbero essere volte maggiormente verso tale
effetto. Ben Mendelsohn e Juliette Binoche sembrano più concentrati a
restituire lo status iconico di Dior e Chanel che a interpretare
due personaggi a tutto tondo, con le loro contraddizioni e mancanza
umane. Sprecare il talento di questi due interpreti di valore
assoluto risulta l’errore difficilmente perdonabile a The New Look.
Non molto meglio riescono a fare Maisie Williams, John Malkovich, Claes Bang e
la solitamente efficace Emily Mortimer che invece
in questo caso si ritaglia una figura di contorno praticamente
inutile, stereotipata, se non addirittura dannosa alla credibilità
della storia.
Un’idea di partenza
affascinante
L’idea alla partenza di
The New Look era oggettivamente affascinante:
raccontare come la creazione della moda contemporanea da parte di
due suoi pilastri imprescindibili sia passata per scelte,
situazioni e compromessi alla fine impossibili da giudicare per chi
non li ha realmente vissuti. Tale spunto di partenza potenzialmente
ipnotico si risolve però in uno show che quasi suo malgrado mira
troppo in alto, o meglio eleva le figure principali troppo in alto
rispetto al mondo rovesciato e sanguinoso in cui hanno vissuto.
Alla lunga questa mancanza di spessore emotivo informa anche la
narrazione, la quale in alcuni momenti si rende sfilacciata o
peggio ancora artefatta, come nella esile sottotrama che lega la
quarta puntata al suo (ipotetico) compimento poetico. Certo, rimane
difficile non ammirare la bellezza delle tappezzerie nei magnifici
interni parigini, i fantastici candelabri o i tavoli intragliati.
Ma far risultare credibile l’idea che fuori da quelle mura si stava
combattendo una guerra atroce ed estenuante è tutt’altro
discorso.
The New
Look, e vale la pena riscriverlo, vuole chiaramente farsi
ammirare nell’intento di mostrare la grandezza di Christian
Dior, Coco Chanel e dell’haute couture di quegli
anni. E questo diventa a conti fatti il suo problema
insormontabile.
Il giovane attore Leo
Woodall ha ad oggi giusto una manciata di titoli nella sua
filmografia, ma gli sono stati sufficienti a raggiungere una buona
popolarità e a dimostrare di sapersi dividere tra dramma e
commedia. Ora che grazie a dei primi ruoli da protagonista ha
raggiunto una più consisente fama, è pronta per diventare un degli
attori del momento.
Leo Woodall: i suoi film e le serie TV
1. È noto per diverse serie
TV. Woodall ha iniziato la propria carriera recitando in
un episodio della serie Holby City (2019), per poi
prendere parte a VampireAcademy (2022). A
renderlo particolarmente popolare è però la serie The White Lotus (2022), con protagoniste
Jennifer Coolidge, Sabrina Impacciatore e Aubrey Plaza, dove ricopre il ruolo di Jack
nella seconda stagione. Successivamente interpreta Duke nella serie
Citadel (2023), con
Priyanka Chopra e Richard Madden. Nel 2024 è invece protagonista
della miniserie NetflixOne Day
accanto a Ambika Mod.
2. Ha recitato in un
film. Ad oggi, Woodall ha recitato solamente in un film,
il drammatico Cherry – Innocenza
perduta, con protagonista Tom Holland. Qui l’attore interpreta il ruolo
di Rodgers. Prossimamente, però, sarà nell’ancora misterioso
Nomad e nel dramma storico Nuremberg, dove
reciterà accanto a Russell Crowe, Michael Shannon e Richard E.
Grant.
Leo Woodall in The White Lotus
3. Ritiene un segno del
destino l’aver partecipato alla serie. L’attore ha
raccontato che dopo aver visto la prima stagione di The White
Lotus è rimasto estremamente entusiasta della serie, a cui
avrebbe tanto voluto partecipare. Poco dopo si accorse di aver
ricevuto un’email dove gli veniva offerta l’opportunità di un ruolo
nella seconda stagione. Quando poi scoprì che questa sarebbe stata
ambientata in Italia, in Sicilia, lo ha ritenuto un ulteriore segno
del destino, in quanto sin fa piccolo egli è solito passare le
estati nella casa di sua nonna in Umbria.
4.Non
condivide nulla del suo personaggio. Nella seconda
stagione di The White
Lotus l’attore ha interpretato Jack, un giovane
carismatico dell’Essex, che Quentin presenta come il suo
“nipote impertinente“. Il personaggio è infatti
caratterizzato da una personalità piuttosto particolare e Woodall
ha affermato di non aver trovato nulla in comune tra sé e Jack.
L’attore ha infatti dichiarato di non convidere il pensiero di Jack
sul mondo di oggi, ma ha comunque cercato di calarsi nei suoi panni
senza giudicarlo troppo.
Leo Woodall in One Day
5. Non conosceva la storia
di One Day. A differenza della sua
co-protagonista di One
Day, Ambika
Mod, Woodall ha dichiarato di non aver avuto
familiarità con il
romanzo omonimo prima di entrare a far parte del progetto.
Dopo aver ottenuto il ruolo di Dexter, protagonista maschile, ha però guardato il
film del 2011 con Anne Hathaway e Jim Sturgess per poi passare all’ascolto
dell’audiolibro di One Day,
così da acquisire la giusta familiarità con il racconto e i suoi
personaggi.
6. Ha quasi perso il ruolo
per un finto tatuaggio. Leo Woodall ha rivelato che i
finti tatuaggi sul collo e sul petto che aveva in The White
Lotus gli hanno quasi fatto perdere il ruolo del
protagonista maschile nella serie drammatica di Netflix One Day.
I produttori di questa, infatti, volevano affidargli il ruolo di
Dexter ma erano restii a farlo per via di quei tatuaggi. L’attore
ha però potuto dimostrare che si trattava di finti tatuaggi
applicati unicamente per la serie, riuscendo così ad ottenere la
parte in One
Day.
Leo Woodall ha dei tatuaggi?
7. Non ha
tatuaggi. Nella realtà, dunque, Woodall non possiede
tatuaggi sul proprio corpo. Ciò si può riscontrare anche dal suo
profilo Instagram, dove dimostra quantomeno di non possederne sulle
braccia. Se l’attore dovesse avere dei tatuaggi in altre parti del
corpo, ciò al momento non è noto.
Leo Woodall e la sua fidanzata Meghann Fahy
8. Ha conosciuto l’amore
sul set. Dopo mesi di speculazioni sulla loro potenziale
storia d’amore nata sul set della seconda stagione di The White
Lotus, Woodall e l’attrice Meghann
Fahy sono usciti allo scoperto facendosi immortalare
mentre a New York si scambiavano un bacio sotto l’ombrello in una
giornata piovosa. La relazione dei due continua ancora oggi, con
loro foto che di tanto in tanto emergono in rete.
Leo Woodall è su Instagram
9. Ha un profilo sul social
network. L’attore è naturalmente presente sul social
network Instagram, con un profilo seguito attualmente da 317 mila
persone. Su tale piattaforma egli ha ad oggi pubblicato appena
circa quaranta post, tutti relativi alle sue attività come attore o
modello. Si possono infatti ritrovare diverse immagini relative a
momenti trascorsi sul set ma anche foto promozionali dei suoi
progetti. Seguendolo si può dunque rimanere aggiornati sulle sue
attività.
Leo Woodall: età e altezza dell’attore
10. Leo Woodall è nato il
14 settembre 1996 a
Hammersmith, Londra, Regno Unito.L’attore è alto complessivamente 1,81
metri.
Durante il Super Bowl di domenica
scorsa, i Marvel Studios hanno rubato la scena a
Taylor Swift (e ai Kansas City
Chiefs) pubblicando il primo trailer di Deadpool e
Wolverine. Da allora, il trailer ha
battuto i record di spettatori ed è probabile che diventerà
anche il primo film dell’MCU da
Spider-Man: No Way Home a superare il miliardo di
dollari quando uscirà, quest’estate.
Oggi è San Valentino, però, e il
film ha proposto un nuovo divertente poster per celebrare
l’occasione! Non rivela molto ma è un design divertente e che
continua a stuzzicare il rapporto di amore/odio che Wade Wilson e
Logan avranno quando condivideranno lo schermo.
Il trailer ha deliberatamente
giocato in modo cauto con il ruolo di Wolverine in questo trequel,
probabilmente come leva per aumentare l’eccitazione. Il prossimo
trailer del film potrebbe spostare l’attenzione sul mutante
artigliato di Hugh Jackman, gettando nuova luce su ciò che
racconterà questa storia.
“Ci sono due grandi star del
cinema insieme in un film, in cui interpretano i loro ruoli più
iconici: questo è il paradiso dei registi”, ha detto il
regista Shawn Levy l’anno scorso. “Quindi la
storia, il tono, il film stesso si appoggia sul dono di avere
Deadpool e Wolverine come co-protagonisti in un film per la prima
volta. Quindi, sicuramente non stiamo scappando da
questo.”
Deadpool e
Wolverine uscirà nei cinema il 26 luglio e segna
l’introduzione del Mercenario Chiacchierone di Ryan Reynolds nell’universo cinematografico
Marvel (con un rating decisamente
diverso rispetto ai primi due capitoli). Soprannominandosi
“Marvel Jesus”,
Deadpool arriva nel MCU dopo essere stato rapito dalla
Time Variance Authority, i manager del multiverso
visti l’ultima volta in Loki, e si ritrova nello
stesso mondo dei Vendicatori.
Sebbene il suo volto non si veda nel
trailer, anche Wolverine di Hugh Jackman passa dall’universo di
X-Men al MCU. Diretto da Shawn
Levy, il film comprende anche Emma Corrin,
Morena Baccarin, Rob Delaney,
Leslie Uggams, Karan Soni e Matthew Macfadyen.
Samuel L. Jackson ha rubato la scena nella
trilogia prequel di Star
Wars nei panni del Maestro Jedi Mace Windu,
che è stato responsabile della decapitazione di Jango Fett e della
trasformazione del Cancelliere Palpatine nel mostruoso Imperatore
durante il loro scontro.
Quella lotta si conclude con uno
scontro di Anakin Skywalker che taglia il braccio di Windu prima di
lanciarlo verso una caduta che plausibilmente porta alla sua morte.
Jackson ha detto in innumerevoli occasioni che gli sarebbe piaciuto
tornare nel mondo di Star Wars. Parlando con
Empire Online (tramite SFFGazette.com) Samuel
L. Jackson ha dichiarato che almeno per lui, la porta è
molto aperta riguardo al riprendere il ruolo in un futuro non
troppo lontano.
Alla domanda del sito su cosa abbia
da dire sulla scena della morte di Windu, l’iconico attore ha
risposto: “Non è morto!” E così i giornalisti hanno
cercato di ottenere di più da lui – ad esempio se gli sarebbe
piaciuto recitare in un film spin-off o in una serie TV Disney+ – e, a questo, Jackson ha
semplicemente detto: “Tutto, sì!”. Chiaramente, la
prospettiva di interpretare nuovamente il Maestro
Jedi lo eccita moltissimo!
Per quanto improbabile possa
sembrare, c’è speranza che Jackson ritorni, qualcosa che è evidente
dai rispettivi ritorni di Ewan McGregor e
Hayden Christensen a Star Wars
negli ultimi anni.
Mentre Zack Snyder
sperava di includere John Stewart nella
Snyder Cut di Justice League, sembra che il
personaggio non sarebbe comunque apparso fino a uno dei sequel
pianificati dal regista. Il concept artist Jerad S. Marantz ha utilizzato
Instagram per rivelare di aver lavorato su Hal Jordan con
il costumista Michael Wilkinson, suggerendo che ci
fossero piani provvisori per includere Lanterna
Verde nel film del 2017.
C’erano stati rumors in merito a
questa inclusione in una scena post-crediti con Hal che si
schiantava sulla Terra per avvertire la Lega della pianificata
invasione della Terra da parte di Darkseid. “Mi sono
divertito moltissimo lavorando su Justice League”, afferma Marantz. “È
passato tanto tempo, ma rimane ancora uno dei lavori artisticamente
più appaganti della mia carriera. Era un grande team di artisti che
lavoravano sia negli Stati Uniti che nel Regno Unito.”
“Lavorare con il costumista
Michael Wilkinson è stato meraviglioso. È sicuramente uno dei
migliori del settore. Ecco alcuni dei primi concept per il costume
di Lanterna Verde. È stato un vero onore affrontare uno dei miei
rami preferiti dell’Universo DC.”
Snyder ha precedentemente rivelato
di aver almeno preso in considerazione l’idea di arruolare
Ryan Reynolds per riprendere il ruolo di Hal in
Lanterna Verde del 2011. “Beh, la verità è che
non ho davvero capito… [Ryan Reynolds e io] non abbiamo mai
veramente parlato”, ha ammesso il regista. “Quindi, la mia
idea era che ci sarebbe stata, se possibile, una Lanterna Verde nel
film. Abbiamo iniziato a girare intorno a questa idea, tipo, forse
se avessimo portato Ryan ci sarebbero potute essere due Lanterne
Verdi nel film. Avremmo potuto suggerire qualcosa in più sul
concetto del Corpo [delle Lanterne Verdi]. Quindi questa è la
realtà”, ha continuato Snyder.
“È stato un gioco divertente da
giocare con Ryan perché è sveglio. Penso solo che sia un grande
sportivo e non è stato altro che… mi piace il fatto che abbia
sostenuto la causa [della Snyder Cut] per molto tempo.” La
Warner Bros. non avrebbe permesso a Snyder di includere John
Stewart nel montaggio per Max di Justice League, spingendolo a
sostituire l’eroe con Martian Manhunter poi
presente nel film.
Il regista si è appoggiato alle
popolari teorie e speculazioni dei fan per molte delle nuove scene
che ha aggiunto, quindi probabilmente non sapremo mai cosa aveva
originariamente pianificato per Hal e John.
Esce oggi al cinema Madame
Web (leggi
la recensione), il film SONY che vede
Dakota Johnson nei panni dell’eroina del titolo,
personaggio dello Spider-Verse a fumetti che però,
al cinema, non avrà niente a che fare con gli Spider-man di Tom
Holland. Parlando con Josh Horowitz ha dichiarato:
“Sarebbe così divertente fare di
più. Non so cosa succederà in futuro”, ha detto. “Ammiro
così tanti attori che interpretano i supereroi, ma ovviamente
sarebbe bello lavorare con Spider-Man. [Madame Web non è in]
Spider-Verse, è il suo mondo, quindi non so che tipo di crossover
ci sarebbe.”
Tuttavia,
Dakota Johnson non sembra in grado di ricordare i
titoli dei tre Spider-Man recenti. L’attrice si inventa di sana
pianta i titoli dei film quando Horowitz le chiede di
recitarli:
Madame
Web è la storia delle origini di una delle eroine
più enigmatiche dei fumetti Marvel. Dakota Johnson interpreta la
protagonista, Cassandra Webb, un paramedico di Manhattan con poteri
di chiaroveggenza. Costretta a confrontarsi con alcune rivelazioni
del suo passato, stringe un legame con tre giovani donne destinate
a un futuro straordinario ma che dovranno sopravvivere a un
presente pieno di minacce.
Madame
Web è basato su un personaggio del mondo dei
fumetti Marvel creato da
Dennis O’Neil e John Romita Jr.
Il film è diretto da S. J. Clarkson
(Orange Is the New Black, Jessica
Jones, Anatomy of a Scandal) da una
sceneggiatura di Claire Parker e S. J.
Clarkson e interpretato da Dakota Johnson, nel ruolo di protagonista,
insieme a
Sydney Sweeney, Celeste O’Connor, Isabela
Merced, Tahar Rahim, Mike Epps,
Emma Roberts e Adam Scott. Madame
Web sarà nelle sale italiane dal 14 febbraio 2024
prodotto da Sony Pictures e distribuito da Eagle Pictures.