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Deadpool e Wolverine: uno sguardo completo al costume di un ex-personaggio Fox

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Grazie ai Social è emerso uno sguardo più ravvicinato al costume di un personaggio degli X-Men che esordisce nel Marvel Cinematic Universe in Deadpool e Wolverine, ma che faceva già parte della famiglia di Deadpool alla Fox.

Febbraio 2024 ha finalmente fornito ulteriori indizi sulla storia di Deadpool e Wolverine, mentre Wade Wilson di Ryan Reynolds si prepara a entrare nel MCU, diventando anche una ideale conclusione del vecchio universo cinematografico degli X-Men.

Dopo l’uscita del trailer di Deadpool e Wolverine, abbiamo visto che nel film torneranno numerosi personaggi dei precedenti film di Deadpool. Uno dei membri del cast di Deadpool e Wolverine che tornerà è Lewis Tan nei panni di Shatterstar, che ha utilizzato Instagram per condividere di più sul suo ritorno.

Ecco il trailer di Deadpool e Wolverine

Deadpool e Wolverine uscirà nei cinema il 26 luglio e segna l’introduzione del Mercenario Chiacchierone di Ryan Reynolds nell’universo cinematografico Marvel (con un rating decisamente diverso rispetto ai primi due capitoli). Soprannominandosi “Marvel Jesus”, Deadpool arriva nel MCU dopo essere stato rapito dalla Time Variance Authority, i manager del multiverso visti l’ultima volta in Loki, e si ritrova nello stesso mondo dei Vendicatori.

Sebbene il suo volto non si veda nel trailer, anche Wolverine di Hugh Jackman passa dall’universo di X-Men al MCU. Diretto da Shawn Levy, il film comprende anche Emma Corrin, Morena Baccarin, Rob Delaney, Leslie Uggams, Karan Soni e Matthew Macfadyen.

Isabela Merced: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Isabela Merced: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Giovanissima, l’attrice Isabela Merced (precedentemente nota come Isabela Moner) ha già preso parte a importanti progetti cinematografici e televisivi. Con il tempo ha dimostrato di sapersi affermare tanto in prodotti commerciali come imponenti blockbuster quanto in prodotti d’autore o indipendenti ed oggi è una delle interpreti più richieste della sua generazione, con un brillante futuro all’orizzonte.

Ecco 10 cose che non sai di Isabela Merced.

Isabela Merced: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in celebri film. La carriera cinematografica dell’attrice ha inizio nel 2016, quando partecipa al film Scuola media: gli anni peggiori della mia vita. Successivamente prende parte al film Transformers – L’ultimo cavaliere (2017) e Soldado (2018), diretto da Stefano Sollima. Sempre nel 2018 è tra i protagonisti del film Instant Family, mentre nel 2019 interpreta Dora in Dora e la città perduta, adattamento in live-action della famosa serie animata di Nickelodeon. Successivamente ha recitato in Let it Snow – Innamorarsi sotto la neve (2019), Sweet Girl (2021), Il padre della sposa – Matrimonio a Miami (2022), Rosaline (2022) e Madame Web (2024, qui la recensione). Prossimamente sarà in Alien: Romulus e Superman: Legacy.

2. È nota per alcuni ruoli televisivi. L’attrice è celebre anche per le sue partecipazioni televisive nelle serie Growing Up Fisher (2014) e 100 cose da fare prima del liceo (2014-2016). Prende poi parte ai film TV Adam & Adam (2015) e Le leggende del tempio nascosto (2016). L’attrice è anche nota per aver doppiato proprio il personaggio di Dora nella serie animata Nickelodeon Dora and Friends in città (2014-2017). Prossimamente reciterà nella seconda stagione di The Last of Us accanto a Pedro Pascal e Bella Ramsey.

 

Isabela Merced in Madame Web

3. Interpreta una nota Spider-Woman. Nel film Madame Web l’attrice ricopre il ruolo di Anya Corazon, tra le più note Spider-Woman dei fumetti Marvel, già apparsa sul grande schermo in Spider-Man: Across the Spider-Verse. Si tratta di una delle principali protagoniste del film accanto alla Cassandra Webb di Dakota Johnson, alla Jessica Carpenter di Sydney Sweeney e alla Mattie Franklin di Celeste O’Connor.

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Dakota Johnson, Sydney Sweeney, Celeste O’Connor e Isabela Merced in Madame Web.

4. Ha apprezzato tantissimo il costume del suo personaggio. Parlando del costume da supereroina che indossa nel film, l’attrice ha dichiarato di averlo trovato particolarmente comodo e aderente, cosa che ha reso facili i movimenti. Merced ha però notato come nonostante l’allenamento svolto, le scene di combattimento o che prevedevano acrobazie da parte sua si siano rivelate difficili per via dell’imbracatura che era costretta ad indossare sopra il costume.

Isabela Merced sarà Hawkgirl in Superman: Legacy

5. Sarà una nota supereroina dei fumetti DC. Come noto, il regista James Gunn ha scelto Merced per il ruolo di Hawkgirl, personaggio che sarà presente nel film del 2025 Superman: Legacy. L’attrice, che si sta già allenando in vista delle riprese, ha raccontato di aver ottenuto il ruolo dopo un provino sostenuto insieme agli altri membri del cast e strutturato come fosse un vero e proprio giorno di riprese. Rimasta entusiasta dell’esperienza, Merced ha poi risposto positivamente all’offerta fattale da Gunn di assumere la parte.

Isabela Merced in The Last of Us

6. Avrà un ruolo nella seconda stagione della serie HBO. L’attrice è stata annunciata come nuovo membro del cast della seconda stagione di The Last of Us. Qui ricoprirà il ruolo di Dina, il nuovo interesse romantico di Ellie e l’ex di Jessie. Il personaggio viene ad oggi descritto come “uno spirito libero la cui devozione a Ellie sarà messa alla prova dalla brutalità del mondo in cui vivono“. Chi ha giocato a The Last of Us Part II ricorderà che Dina è un personaggio di supporto importante nel sequel e dunque avrà un ruolo significativo anche nella seconda stagione della serie.

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SWEET GIRL: ISABELA MERCED è RACHEL, JASON MAMOA è RAY COOPER. CLAY ENOS/NETFLIX © 2021

Isabela Merced e le sue canzoni

7. Ha pubblicato un album musicale. L’attrice è nota anche come cantante, e la musica è un’altra delle sue grandi passioni. Nel 2015 la Merced ha infatti pubblicato il suo primo album, intitolato Stopping Time, dal quale sono stati tratti i singoli Deam About Me e Halo. Nel 2018 pubblica invece nel canzoni I’ll Stay e Lista de Espera, mentre nel 2020 esce l’EP The Better Half of Me. Tra i suoi singoli più recenti si annoverano invece The Chase, Don’t Go e Caliente Navidad.

 

Isabela Merced ha interpretato Dora l’esploratrice

8. Conosce bene il ruolo. Dopo aver doppiato la versione animata, l’attrice ha interpretato il personaggio di Dora l’esploratrice nel film live-action Dora e la città perduta. L’attrice ha affermato che è per lei particolarmente entusiasmante poter approfondire in questo modo il personaggio, affrontandolo sotto punti di vista e contesti differenti.

Isabela Merced è su Instagram

9. È presente sul social network. L’attrice è presente sul social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da ben 3,6 milioni di persone e dove attualmente si possono ritrovare circa 700 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da attrice e da modella, inerenti il dietro le quinte di tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue novità.

Isabela Merced età e altezza

10. Isabela Merced è nata a Cleveland, in Ohio, Stati Uniti, il 10 luglio del 2001. L’altezza complessiva dell’attrice è di 1,55 metri.

Fonti: IMDb

Cillian Murphy commenta il suo Red Eye: “Non penso che sia un bel film”

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Cillian Murphy spiega perché Red Eye è uno dei suoi film preferito dai fan, anche se non “pensa che sia un bel film“. Diretto da Wes Craven, il thriller psicologico segue la direttrice di un albergo che viene rapita da un affascinante terrorista a bordo di un volo notturno e, minacciata del potenziale omicidio di suo padre, viene intrappolata in un tentativo di omicidio politico. Oltre a Murphy nei panni del terrorista, il cast è guidato anche da Rachel McAdams e Brian Cox (Succession) nei panni del padre del suo personaggio.

In un profilo di GQ, a Murphy è stato chiesto quale fosse il suo film preferito dai fan, e lui ha spiegato che si tratta di Red Eye probabilmente per la “dualità” del suo personaggio, mentre McAdams ha anche spiegato cosa rende Murphy un cattivo così grande. Anche se ha amato lavorare con McAdams e “si è divertito a realizzarlo”, Murphy non pensa che Red Eye sia “un buon film”.

Cillian Murphy potrebbe tornare in 28 anni dopo di Danny Boyle e Alex Garland

Murphy: Oh, lo so, è pazzesco! Penso che sia la sua dualità. È per questo che volevo giocare su quei due toni. Il bravo ragazzo e il cattivo ragazzo in uno. L’unica ragione per cui mi attirava è che potevi fare quella svolta, sai?

McAdams: Dicono che le persone più gentili a volte sono i cattivi migliori. Ascoltavamo musica e chiacchieravamo mentre facevamo il cruciverba, che lui portava ogni giorno e mi permetteva gentilmente di intervenire… Penso che la domanda numero uno che ricevetti su Cillian allora fosse se indossasse o meno lenti a contatto.

Murphy: Adoro Rachel McAdams e ci siamo divertiti a realizzarlo. Ma non penso che sia un bel film. È un buon film di serie B.

“Palpatine ha fatto sesso”: Ian McDiarmid commenta il twist di L’Ascesa di Skywalker

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Per quanto fosse inaspettato e vagamente respingente, a quanto pare l’Imperatore Palpatine ha fatto sesso, in un passato relativamente lontano. L’attore che lo interpreta, Ian McDiarmid, ha infatti parlato “dell’elefante nella stanza” che nessuno aveva mai trovato il coraggio di commentare.

La risposta di McDiarmid è stata esilarante. Come visto nel film finale di L’Ascesa di Skywalker, è stato rivelato che Rey era un discendente dello stesso Palpatine, la nipote dell’Imperatore che era rimasta nascosta su Jakku per molti anni. Tuttavia, questo ha anche aperto le porte a un concetto riguardante il passato di Palaptine a cui moltitudini di fan preferirebbero non pensare mai.

In un’intervista con Empire per celebrare i 25 anni dei prequel di Star Wars, l’attore che interpreta Palpatine Ian Mcdiarmid ha espresso la sua opinione sull’Imperatore e su come sia riuscito ad avere non solo una nipote ma anche (ovviamente) un figlio, il padre di Rey. Ecco la dichiarazione rilasciata a Empire: Basta, prendere l’esistenza di Rey di Daisy Ridley, che si rivela essere la nipote di Palpatine in L’Ascesa di Skywalker, come prova che all’Imperatore piaceva… beh… farlo. Ma sì, [fa sesso]. È un’idea orribile pensare che Palpatine faccia sesso in qualsiasi forma”.

Per quanto riguarda invece il ritorno di Palpatine, Ian McDiarmid ha commentato con entusiasmo la decisione della produzione di riportare l’Imperatore in scena, valutando il fatto che effettivamente una creatura così potente doveva avere un piano di riserva:

“Avevo la sensazione che Palpatine avesse da sempre un piano B – probabilmente anche un piano C, D, E ed F… Ed era un esperto nella clonazione… La cosa che mi fa più piacere, e sai, solo questa è giunto al culmine quando mi hanno chiesto di tornare per L’Ascesa di Skywalker, è che ogni singolo atto malvagio in tutto il franchise di Star Wars è direttamente o indirettamente dovuto a quel personaggio… Lui è il male totale, e questo è stranamente soddisfacente come arco narrativo.”

Ambika Mod: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Ambika Mod: 10 cose che forse non sai sull’attrice

La giovane attrice Ambika Mod ha ad oggi giusto una manciata di titoli nella sua filmografia, ma le sono stati sufficienti a raggiungere una buona popolarità e a dimostrare di sapersi dividere tra dramma e commedia. Ora che grazie a dei primi ruoli da protagonista ha raggiunto una più consisente fama, è pronta per diventare una delle attrici del momento.

Ambika Mod: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in diverse serie. Ad oggi l’attrice si è distinta grazie ad alcune serie tv, in cui ha recitato in modo più o meno esteso. Ha infatti iniziato prendendo parte ad alcuni episodi di The Mash Report (2019), The B@it (2020) e Tryng (2021), con Imelda Staunton, per poi recitare in This Is Going to Hurt (2022), accanto a Ben Whishaw, e in I Hate Suzie (2022). Nel 2024 è invece protagonista della serie Netflix One Day (qui la recensione), tratto dall’omonimo romanzo, dove recita accanto a Leo Woodall. Prossimamente, sarà nella miniserie Playdate.

2. Non ha ancora debuttato in un film. Ad oggi, l’attrice non ha ancora avuto modo di recitare in un lungometraggio e al momento non è previsto un progetto di questo tipo per lei. Con la popolarità ottenuta nell’ultimo anno, però, è molto probabile che arrivi presto per lei l’occasione di recitare in un film, compiendo così tale debutto.

3. Ha vinto diversi premi. Pur ancora con pochi titoli nella sua filmografia, l’attrice ha già ottenuto alcuni importanti riconoscimenti. Nel 2022 è infatti stata nominata presso l’Edinburg Television Festival come Miglior talento emergente, mentre nel 2023 ha vinto il premio come Miglior attrice ai Broadcasting Press Guild Awards e come Miglior attrice non protagonista ai Royal Television Society Programme Awards per il suo ruolo in This Is Going to Hurt.

One Day serie tv Netflix Ambika Mod Leo Woodall

Ambika Mod in One Day con Leo Woodall

4. Non si è sentita spaventata dalla complessità della serie. One Day racconta la storia di Emma e Dexter nell’arco di vent’anni ma cogliendoli sempre in un preciso giorno. Si tratta dunque di una storia che attraversa due decenni ed ha come terzo protagonista il Tempo e il suo inesorabile scorrere. Mod ha però dichiarato di non essersi sentita spaventata da questo, in quanto data la precisione della sceneggiatura nel raccontare tutto ciò e grazie anche ai costumi e al trucco, ha saputo come calarsi al meglio nella situazione richiesta.

5. Aveva rifiutato il ruolo di Emma. Quando le è stato proposto di interpretare Emma in One Day, l’attrice ha affermato di aver inizialmente rifiutato in quanto non si vedeva interpretare un personaggio del genere. “Onestamente non mi vedevo interpretare un ruolo romantico. Non si vedono molte donne di colore sullo schermo come protagoniste romantiche. Non si vedono mai donne così in quella posizione. Ci è voluto molto durante il processo e le riprese per farmi dire, ‘Oh sì, sono io questo personaggio”. Alla fine, fortunatamente, ha deciso di accettare il ruolo.

Ambika Mod in This Is Going to Hurt

6. È la protagonista femminile della serie. Uno dei titoli per cui l’attrice è maggiormente noti è la serie This Is Goingo to Hurt, incentrata sulla vita di un gruppo di medici in formazione che lavorano in un reparto di ostetricia e ginecologia di un ospedale del Servizio Sanitario Nazionale, offrendo così un profilo della loro vita professionale e personale ed esplorando gli effetti emotivi del lavoro in un ambiente stressante. Nella serie Mod interpreta Shruti Acharya, una dei medici in fase di formazione, nonché protagonista femminile della serie.

This Is Going to Hurt Ambika Mod Ben Whishaw

7. La serie l’ha provata emotivamente. Proprio come richiesto per il suo personaggio, anche l’attrice si è sentita molto provata emotivamente dopo aver completato le riprese di This Is Going to Hurt. Quanto vissuto dalla sua Shruti si è inevitabilmente riversato anche su di lei, che si è inoltre trovata a dover anche gestire l’improvvisa popolarità conferitale dalla serie. Per l’attrice si è dunque trattato di un momento molto delicato della sua carriera.

Ambika Mod: le sue origini

8. Ha origini indiane. L’attrice, molto riservata circa la propria vita privata, ha di tanto in tanto fornito qualche dettaglio in più su di sé e la propria storia. Ha ad esempio svelato di essere figlia di immigrati indiani e di avere dunque origini di questo tipo. La madre, come raccontato da Mod, è arrivata nel Regno Unito da bambina, mentre il padre si è trasferito lì da ventenne. Conosciutisi, i due sono diventati poi una coppia, dando poi vita alla futura attrice.

Ambika Mod è su Instagram

9. È presente sul social network. L’attrice è presente sul social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da oltre 69 mila persone e dove attualmente si possono ritrovare solo una ventina di post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da attrice e da modella, inerenti il dietro le quinte di tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue novità.

Ambika Mod: età e altezza dell’attrice

10. Ambika Mod è nata il 2 ottobre del 1995 a Hatfield, nel Regno Unito. L’attrice è alta complessivamente 1.70 metri.

Fonti: Instagram, IMDb

Alien: Romulus, Isabela Merced parla di scene disgustose che hanno fatto “allontanare” la troupe

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La star di Alien: Romulus, Isabela Merced, anticipa una scena disgustosa del prossimo capitolo della serie di fantascienza, al punto tale che la troupe si è “allontanata” dal set. Dopo una serie di sequel e prequel, l’ultimo dei quali è stato Alien: Covenant di Ridley Scott nel 2017, il nuovo film del regista Fede Álvarez servirà come una sorta di reset, raccontando una storia ambientata tra gli eventi di Alien e Aliens. Il film, che racconterà una vicenda a sé stante, segue un gruppo di giovani provenienti da un pianeta lontano mentre incontrano uno Xenomorfo per la prima volta.

Con l’avvicinarsi della data di uscita di Alien: Romulus, Isabela Merced anticipa in un’intervista con THR quello che il pubblico può aspettarsi dal nuovo film. Sebbene l’attrice non condivida alcun dettaglio specifico della storia, racconta che ha girato una scena che i suoi colleghi del cast hanno fatto fatica a guardare.

“Finisce per essere un po’ complicato, ovviamente, come tutti i film di Alien, tuttavia, sì, ci vedrete insieme a volte. Mentre stavamo effettuando le riprese, Fede Álvarez mi ha dato l’iPad su cui guarda il girato e ha tirato fuori il film. Allora gli ho detto che volevo vederne alcune parti e lui me le ha mostrate. Ero io a tenere l’iPad e c’erano dieci persone intorno a me che lo guardavano.

C’è una scena in cui ci sono io e tutti si sono allontanati. Nessuno è rimasto a guardare quell’iPad perché era così disgustoso. E lo stavo guardando così… (Merced finge di tenere in mano un iPad con uno sguardo ipnotizzato sul viso.) Ero così emozionato. (Ride.)

Adoro la fantascienza, davvero. Fede mi ha lasciato guardare metà del film sull’iPad. Ho detto: “Se l’iPad è pesante, te lo porto io”. Posso trattenerlo.’ (Ride.) Quindi sono davvero, davvero emozionata per l’uscita. Ancora una volta, ho la fortuna di far parte di questi progetti con il meglio del meglio. Non posso crederci. Sono così sotto shock e non so quando mi sveglierò.”

Alien: Romulus, tutto quello che sappiamo sul film

Durante una chiacchierata con Variety sul red carpet dei Gotham Awards dello scorso anno, la Spaeny ha rivelato che Romulus si svolge tra gli eventi dell’Alien originale di Ridley Scott e il sequel di James Cameron, Aliens – Scontro finale. “Dovrebbe inserirsi tra il primo e il secondo film“, ha detto Spaeny. “Hanno portato lo stesso team di ‘Aliens’, il film di James Cameron. Le stesse persone che hanno costruito quegli xenomorfi sono venute a costruire i nostri. Quindi vedere il progetto originale con le persone originali che hanno lavorato a questi film per più di 45 anni e che hanno fatto parte della loro vita è stato davvero incredibile“.

A produrre il film c’è naturalmente anche la Scott Free, la società del regista originale di Alien, Ridley Scott, che è produttore esecutivo. Con il titolo Alien: Romulus, non è dunque ancora stato rivelato molto riguardo all’ambientazione, alla collocazione temporale o alla trama del film. Ad aprile, Álvarez aveva rilasciato un’immagine dietro le quinte di un facehugger che stringe il ciak del film a bordo di una stazione spaziale. La presenza del facehugger conferma che il film si svolgerà dopo gli eventi di Prometheus e Alien: Covenant, che hanno rappresentato le origini degli Xenomorfi così come li si conosce.

L’esperienza di Álvarez con i film La casa e Man in the Dark potrebbe però anche suggerire che lo sceneggiatore-regista riporterà il franchise alle sue origini, con un thriller dove il cast è braccato dagli alieni all’interno dei confini della stazione spaziale. Con l’imminente film di Alien che ha finalmente ricevuto una data di uscita, il 16 agosto, il pubblico può ora aspettarsi che vengano nei prossimi mesi rivelati ulteriori dettagli sulla trama.

Madame Web: recensione del film con Dakota Johnson

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Madame Web: recensione del film con Dakota Johnson

Il cinema dei supereroi sembra aver raggiunto il suo punto di saturazione, tanto che, ogni film di questo genere che si approssima alla sala, deve fare i conti con una offerta vastissima e con delle aspettative miste a scetticismo dello spettatore medio, ormai sazio. È lo scenario che si presenta davanti a Madame Web, nuovo capitolo di un universo in continua espansione, parte della famiglia dei fratelli minori Marvel, di casa alla Sony e che hanno come famoso e inarrivabile capostipite Spider-Man. Il film, diretto da S. J. Clarkson, prova a dare una lettura insolita alla classica origin story di un personaggio dei fumetti. Il risultato è modesto, ma non privo di elementi d’interesse.

Madame Web, la trama

Il film racconta di Cassandra Webb, interpretata con energia e un certo grado di credibilità da Dakota Johnson, che si ritrova a scoprire di avere delle doti premonitorie che non sa controllare. Questo dono la porta sulla strada di tre adolescenti, che lei vede morire per mano di uno sconosciuto e che prontamente salva, non senza le proteste delle ignare ragazze. Le quattro intraprenderanno un’avventura insieme, diventando una piccola famiglia, non prima di scoprire che lo sconosciuto omicida viene direttamente dal passato di Cassandra.

Non proprio una delusione

Sarebbe improprio parlare di delusione, mentre ci si accinge a scrivere la recensione di Madame Web, dal momento che le aspettative degli spettatori, in generale, non erano altissime. C’era però tanta curiosità, dal momento che il film si preannunciava insolito anche per il genere cinefumettistico che ormai vanta una grande varietà di declinazioni. E in effetti il film prende una strada mai battuta prima, raccontando la storia di una giovane veggente che intraprende un viaggio personale alla scoperta di sé, mentre trova lungo il suo cammino una serie di figure che la completeranno, formando con lei una sorellanza di reiette che trovano il loro senso di esistere nella comunione reciproca.

Dakota Johnson in Madame Web
Gentile concessione di © Sony Pictures Italia

L’occasione di Dakota

Nel materiale originale, Cassandra Webb è una figura anziana, cieca e paraplegica, misteriosa, con poteri psichici impressionanti. Niente di più diverso dalla atletica e giovane Johnson. È chiaro che la scelta di un’attrice tanto amata e seguita sia stata fatta per andare incontro al pubblico, tuttavia l’ex eroina della saga di 50 Sfumature coglie l’occasione e riesce, nonostante una scrittura traballante, a dare vita a un personaggio ironico e a divertirsi genuinamente mentre fa da baby-sitter ai personaggi di Sydney Sweeney, Celeste O’Connor e Isabela Merced, tutte estremamente sacrificate nel film, con personaggi bidimensionali e vagamente stereotipati, ma comunque capaci di dare una bella energia alla storia nel suo complesso.

Il ritorno all’origine del cinecomic

Nonostante delle protagoniste accattivanti, Madame Web si arena nelle scelte stilistiche e narrative che trasformano lo rendono “vecchio”, il film abbraccia infatti un’estetica da cinecomic di inizio anni 2000, che appare decisamente goffa e fuori tempo massimo. Se la scelta di riprodurre un preciso stile narrativo e estetico è volutamente stata fatta perché il film è ambientato (senza una vera e propria ragione drammaturgica) nel 2003, allora si potrebbe anche comprenderne una utilità o quantomeno un senso. Tuttavia il fatto che il film parli una lingua cinematografica che non esiste più sembra piuttosto dipendere da una mancanza di idee e di un punto di vista brillante che possa effettivamente ri-raccontare la storia di queste icone dei cinecomic in maniera contemporanea a un pubblico di oggi.

madame web cast
Dakota Johnson, Sydney Sweeney, Celeste O’Connor e Isabela Merced.

Un’eroina senza azione

La Madame Web di Dakota Johnson è una giovane donna sarcastica che non sembra molto a suo agio nelle scene d’azione, e questo non perché l’attrice non sia capace di sostenerle ma perché queste scene vengono costruite con poca precisione, come se non fossero importanti. Certo, la ricerca del proprio posto nel mondo, l’autodeterminazione e la consapevolezza di sé sono elementi molto più centrali delle “botte”, per Cassandra, ma anche nella sua battaglia contro il perfido Ezekiel (uno sprecassimo Tahar Rahim), le sequenze di azione non sono di certo ispirate.

Prendere in giro i fan con convinzione

Madame Web prende in giro i proprio fan, racconta una storia di origini in definitiva molto classica, mescolando un po’ le carte in tavola e traendo in inganno lo spettatore che si aspetta decisamente un tipo di racconto diverso, un team-up al femminile, come avevano già fatto Birds of Prey o The Marvels. Questo però non impedisce alle attrici di fare la loro parte, compatibilmente con la sceneggiatura troppo spesso pretestuosa e confusa, e con uno stile di racconto che sforzandosi di trovare un punto di vista originale e modalità nuove per raccontare (soprattutto le scene delle premonizioni), finisce per fare un gran pasticcio. Siamo dalle parti dello sfortunato Morbius con Jared Leto, per intenderci, ma almeno questa volta le protagoniste si prendono meno sul serio. Il film sembra consapevole dei suoi limiti, ma con sfrontatezza li espone tutti dal primo momento, cercando così di farsi perdonare le sue mancanze. Se poi ci riesce, lo deciderà lo spettatore.

La natura dell’amore: recensione del film di Monia Chokri

La natura dell’amore: recensione del film di Monia Chokri

Dopo la presentazione all’ultimo Festival di Cannes, nella sezione Un Certain Regard, anche nei cinema italiani arriva la canadese Monia Chokri. Un gradito ritorno quello dell’attrice di Xavier Dolan (Les amours imaginaires, Laurence Anyways), che si conferma regista da non trascurare con il nuovo La natura dell’amore, dal 14 febbraio in sala distribuito da Wanted Cinema in collaborazione con Tinder, che lo presenta come “la commedia sentimentale dell’anno“. Un colpo di fulmine, un amore apparentemente impossibile tra due persone diverse e lontanissime tra loro, sono l’innesco di una sorta di celebrazione dell’amore, ma non solo, alla quale danno vita Magalie Lépine-Blondeau e Pierre-Yves Cardinal – con Francis-William Rhéaume e la stessa Chokri – e che potrebbe regalarvi un retrogusto amaro, oltre che stuzzicarvi e divertirvi, se cercate un San Valentino diverso dal solito.

La trama di La natura dell’amore

Sophia (Lépine-Blondeau), 40 anni, è docente di filosofia all’Università di Montreal, dove da dieci anni vive una consolidata e monotona relazione con Xavier (Rhéaume), anche lui professore. Una vita convenzionale basata su agio, stabilità e intesa, soprattutto intellettuale, ormai, visto che la passione tra i due sembra essersi assopita. A rompere una routine fatta di vernissage e interminabili cene tra amici, però, interviene Sylvain (Cardinal), il falegname tuttofare incaricato di ristrutturare la casa di campagna della coppia… e la vita di Sophia cambia all’improvviso. Di famiglia colta e benestante lei, figlio di una rumorosa tribù proletaria e “semplice” (come da titolo originale, Simple comme Sylvain) lui, i due non potrebbero essere più diversi, ma anche dimostrare a tutti che gli opposti si attraggono. O no?

La stagione dell’amore viene e va

Non manca un pizzico di cinismo nel racconto della regista canadese, che partendo dal presupposto secondo il quale “due individui possano amarsi a prescindere dalle loro differenze” mette in scena una sciarada ricca di implicazioni sociali e culturali. Una sfida che vogliamo immaginare divertita, nel suo ammiccare tra l’omaggio e la parodia a tanto cinema francese di genere, romantico, erotico, intellettuale. Soprattutto intellettuale. Cerebrale persino. Elementi che il film tiene a sottolineare sin dalle diverse scene nelle quali Sophia e Xavier discettano di filosofia e massimi sistemi con amici colti come loro, convivi che danno la misura dell’ambiente d’origine della donna, e non fanno che scavare ancor più profondamente il solco che la divide dal suo inatteso amante.

E se di sfida si deve parlare – ché così la definisce la Chokri – quella dei due amanti e del loro amore ‘in salita’ è forse meno ardua di quella vissuta dalla regista, attenta a tenere in equilibrio ironia e sensibilità, il racconto dell’incontro-scontro e il rischio di scadere nel classismo. O nel cliché della moglie annoiata e insoddisfatta, sensibile al fascino passionale e trasgressivo, divertita dalla possibilità di essere dominata, posseduta, oggettivata, salvo poi spaventarsi della prospettiva di perdere il controllo del gioco o di esser costretta a viverlo ogni giorno.

La natura dell'amore Magalie Lépine Blondeau

Tra esperimento sociale e di stile

Ma senza voler bruciare le tappe e suggerire troppo, sarà bene affidarsi alla scansione temporale pensata dalla regista, interessata a osservare i suoi personaggi a distanza, come in “un documentario sugli animali“. Definizione nella quale è facile vedere la conferma della poca empatia nei confronti dei due esemplari “sul punto di accoppiarsi” e della sostanziale scelta del punto di vista femminile – comprensibile e non una novità nel suo cinema – nel racconto di qualcosa di più di un amore, di un colpo di fulmine, di una passione. Anche la scelta di una fotografia ispirata a Robert Altman e ai film romantici degli anni ’70, alla Love Story, o a certa patinatura alla David Hamilton, come anche a una estetica e certe scelte registiche quasi da B-movie o da horror, denunciano un grande lavoro preparatorio e impreziosiscono il gioco, davanti e dietro la macchina da presa, che rischia di incatenare tanto i burattini quanto la burattinaia

Come nasce un amore? Cosa ci attrae nell’altro? Quanto contano differenze e somiglianze? E quanto è giusto cercare di migliorare l’altro, di cambiarlo? Interrogativi che rendono universale la storia, nella sua classicità. E che per questo ha bisogno di una serie di personaggi di contorno ben scritti come l’amica di Sophie – interpretata dalla stessa Chokri – che la sostiene e conforta, a differenza della madre, che forse conosce la figlia meglio di quanto lei stessa sappia, o il padre di Xavier, malato di Alzheimer e tifoso della vita, per il quale tutto va vissuto prima che sia troppo tardi. L’affresco va componendosi in maniera attraente, ed è facile farsi trascinare dal turbine iniziale, ma sono diversi gli agguati che la regista ha in serbo per il pubblico, e sono quelli la forza di La natura dell’amore. Nel quale sarà forse fin troppo facile empatizzare ora con questa ora con quello o reagire come ci si aspetta davanti a scene anche disturbanti, imbarazzanti, persino terrificanti a modo loro, ma che difficilmente lascerà impassibili. E magari potrà far riflettere sui propri bisogni e sulle scelte future.

Madame Web: chi sono le Spider-Woman dei fumetti Marvel?

Madame Web: chi sono le Spider-Woman dei fumetti Marvel?

Spider-Man è sempre stato solo nella sua lotta al crimine, a eccezione di qualche partner e collaboratore occasionale, tra cui spiccano le Spider-Woman. Sebbene ogni Donna Ragno abbia le sue personalissime qualità, alcune si distinguono come più significative e distintive all’interno della grande storia della Marvel. Con due di loro che faranno il loro debutto in live action in Madame Web, è allora giunto il momento di districare la complicata storia di Spider-Woman e scoprire chi effettivamente sono questi personaggi.

Il personaggio di Jessica Drew è la Donna Ragno originale

Jessica Drew Spider-Woman

Creata da Archie Goodwin e Marie Severin, la Donna Ragno originale, a cui è stato poi dato il nome civile di Jessica Drew, è apparsa per la prima volta in Marvel Spotlight #32 nel 1977, prima di essere protagonista di una serie tutta sua. Goodwin ritrasse Jessica come un ragno evolutosi in un essere umano, ma Marv Wolfman, che fu lo scrittore iniziale del fumetto solista di Spider-Woman, ritrattò questa origin story. La versione di Wolfman dell’origine di Jessica la presenta come una ragazza umana che si ammala a causa dell’esposizione all’uranio. Suo padre, uno scienziato associato all’Alto Evoluzionario, la curò con un siero derivato dal sangue di un ragno radioattivo, che le diede anche capacità sovrumane.

In seguito, Jessica è stata rapita e sottoposta a un lavaggio del cervello da parte dell’HYDRA per diventare un’assassina dotata di superpoteri. Le manipolazioni mentali dell’HYDRA le hanno permesso di ricordare di essere un ragno evoluto per spiegare l’origine di Goodwin. La sua storia è stata riscritta quando il personaggio è tornato in auge grazie all’uso che Brian Michael Bendis ne ha fatto nel franchise dei Vendicatori. Bendis ha collaborato alla stesura della miniserie Spider-Woman: Origin, che stabilisce che i poteri di Jessica derivano dal fatto che sua madre è stata colpita da un laser specializzato a cui lei e il padre di Jessica stavano lavorando mentre era incinta. Origin ha anche semplificato il legame di Jessica con l’HYDRA, facendo lavorare i suoi genitori direttamente per l’organizzazione.

Spider-Woman ha portato a Jessica Jones

Dopo essersi liberata dall’influenza dell’HYDRA, Jessica mantiene l’identità di Donna Ragno, ma la usa per combattere il crimine. Ha spesso lavorato come investigatrice privata. Per questo motivo, Bendis aveva inizialmente pensato di utilizzare Jessica come protagonista della sua serie a fumetti Alias, che raccontava storie poliziesche noir nell’Universo Marvel, prima di creare il personaggio di Jessica Jones. Tuttavia, Jessica Drew è stata una guest star in Alias, incontrando Jones. Sebbene abbia combattuto al suo fianco in varie occasioni, Jessica non era strettamente legata a Peter Parker/Spider-Man fino a quando non sono stati entrambi reclutati nel roster iniziale dei Nuovi Vendicatori.

L’evento Secret Invasion rivelò che, a partire da qualche tempo prima della formazione della squadra, Jessica era stata sostituita da un’impostora, Veranke, regina degli alieni mutaforma Skrull. Dopo che gli eroi della Terra hanno respinto l’invasione Skrull, la vera Jessica, che era stata tenuta prigioniera, è stata ritrovata insieme ad altri rapiti. In seguito ha mantenuto il posto di Veranke nei Nuovi Vendicatori, ma ha dovuto affrontare i sospetti di vari membri della comunità dei supereroi.

Julia Carpenter è stata la prima donna ragno a unirsi agli Avengers

Julia Carpenter Spider-Woman

La seconda grande Donna Ragno, Julia Carpenter (interpretata da Sydney Sweeney in Madame Web), è stata creata da Jim Shooter e Mike Zeck ed è apparsa per la prima volta in Marvel Superheroes Secret Wars #6 nel 1984. Era coinvolta nel conflitto tra eserciti di supereroi e supercattivi organizzato dal Beyonder su Battleworld. Le apparizioni successive hanno rivelato la storia delle origini del personaggio. Julia fu ingannata dalla sua compagna di università Valerie “Val” Cooper, che lavorava come agente governativo, affinché partecipasse a un esperimento volto a creare un super-soldato. Dopo essere stata iniettata di veleno di ragno e di estratti di diverse piante esotiche, Julia acquisì poteri sovrumani simili a quelli dell’Uomo Ragno.

All’inizio della sua carriera di supereroe, si unisce alla Freedom Force, una squadra sponsorizzata dal governo e supervisionata da Val, che spesso agisce come rivale degli X-Men. Lavorare al fianco dei suoi compagni di squadra, la maggior parte dei quali erano membri riformati della squadra di supercriminali nota come Confraternita dei Mutanti Malvagi, porta Julia a mettere in discussione la sua decisione e, dopo che la Freedom Force entra in conflitto con i Vendicatori, aiuta quest’ultima squadra, anche se ciò la rende una fuggitiva dal governo. Il personaggio ha occasionalmente assunto altre identità in costume, in particolare sostituendo Cassandra Webb (interpretata da Dakota Johnson in Madame Web) come Madame Web per un certo periodo.

Mattie Franklin ottiene i poteri di Madame Web

Mattie Franklin Spider-Woman Madame Web

Creata da John Byrne e Rafael Kayanan, la terza eroica Donna Ragno, Mattie Franklin (interpretata da Celeste O’Connor in Madame Web), ha avuto una storia piuttosto oscura. Quando è adolescente, Mattie sente che suo padre Jerry sta progettando di partecipare al Raduno dei Cinque, un rituale di culto i cui partecipanti, tra cui Norman Osborn, sperano di ottenere misteriosi poteri. Mattie si sostituisce al padre nel rituale e ottiene capacità fisiche sovrumane e il potere del volo. Durante un periodo in cui Peter Parker si era ritirato dalla carica di Uomo Ragno, Mattie, grande fan dell’eroe, indossa un costume simile al suo e lo sostituisce.

Quando Peter torna a essere l’Uomo Ragno, Mattie assume l’identità di Donna Ragno. Durante un conflitto con Charlotte Witter, una supercriminale che usa anch’essa il nome di Spider-Woman, Mattie perde temporaneamente i suoi poteri. Quando li riacquista, riceve anche le abilità combinate di Witter, delle due precedenti Donne Ragno e di Madame Web. Frustrata dal rapporto con il padre, Mattie si trasferisce dalla zia Marla, sposata con l’editore del Daily Bugle J. Jonah Jameson.

Spider-Gwen è un’attuale beniamina dei fan della Marvel

Una delle più recenti aggiunte alle Donne Ragno è arrivata a rivaleggiare, se non addirittura a superare Jessica come versione più riconoscibile e popolare del personaggio. Creata da Jason Latour e Robbi Rodriguez, Spider-Gwen è stata introdotta nel 2014 durante l’evento fumettistico Spider-Verse. È una variante di Gwen Stacy, il famoso interesse amoroso di Peter Parker, proveniente da Terra-65, che è stata morsa da un ragno radioattivo come il Peter dell’universo principale. Sebbene i fan la chiamino più spesso “Spider-Gwen”, nel mondo della storia Gwen è conosciuta come la Donna Ragno del suo universo, anche se ha usato il nome in codice “Ghost-Spider”. Sentendosi impotente dopo una vita di bullismo, il Peter di Terra-65 ha usato le sue conoscenze scientifiche per fare esperimenti su se stesso, trasformandosi in una versione del supercriminale Lizard.

Nella loro battaglia finale, Gwen, che non sapeva ancora che il suo amico Peter fosse Lizard, è costretta a ucciderlo per proteggere i civili. Alla sua morte, Peter ritorna alla sua forma umana e il padre di Gwen, il capitano di polizia George Stacy, inizia a dare la caccia a Spider-Woman, sperando di arrestarla per omicidio. Ma dopo che Gwen gli rivela la sua identità, i due iniziano a ricucire il loro rapporto. Il successo commerciale e di critica dei film dello Spider-Verse ha portato a una popolarità ancora maggiore per Spider-Gwen, e molti fan sperano che Hailee Steinfeld, che le dà voce nei film Un nuovo universo e Across the Spider-Verse, o Emma Stone, che ha interpretato una Gwen senza poteri nei film di The Amazing Spider-Man, possano portare il personaggio in live action.

Spider-Woman ha un’eredità impressionante

Madame Web film 2024

Oltre a Witter e alle quattro eroiche donne ragno elencate, nella storia della Marvel sono state realizzate numerose versioni più oscure del personaggio. L’universo Ultimate Marvel ha infatti la sua Jessica Drew, un clone femminile di Peter Parker, e alcune varianti di Mary Jane Watson hanno poi indossato il costume di Spider-Woman in diversi universi alternativi, solo per citare alcuni esempi.

Tuttavia, con i film dello Spider-Verse e Madame Web che hanno fatto crescere i profili di Jessica, Gwen, Julia e Mattie, è probabile che queste quattro iterazioni rimarranno le più importanti per un po’ di tempo.

Romeo è Giulietta, la recensione della commedia di San Valentino con Pilar Fogliati

Ormai ne parla da tempo come della sua musa, del suo alter-ego, dopo Leonardo Pieraccioni e quel Francesco Nuti cui dedica questo suo nuovo film (oltre ai ringraziamenti all’amica Asia Argento, presente in un cameo), ma effettivamente senza Pilar Fogliati non ci sarebbe il Romeo è Giulietta di Giovanni Veronesi. Uno che rifiuta la definizione di romantico – e che già promette un film per il 2 novembre per compensare questo, in sala proprio dal 14 febbraio, San Valentino, distribuito da Vision Distribution – ma che dopo la doppietta Moschettieri del re – La penultima missione (2018) e Tutti per 1 – 1 per tutti (2020) sembra aver trovato nuova linfa proprio nel tema della ricerca dell’identità intorno al quale ruota tutta la vicenda. Che vede coinvolti, a vario titolo, insieme alla protagonista, Sergio Castellitto, Geppi Cucciari, Maurizio Lombardi, Serena De Ferrari, Domenico Diele, Margherita Buy e Alessandro Haber.

Romeo è Giulietta, la trama

Il grande regista teatrale Federico Landi Porrini (Castellitto) è alla ricerca dei suoi Romeo e Giulietta per l’opera che dovrebbe consacrare definitivamente il suo prestigio e concludere la sua carriera sul palco del Festival dei Due Mondi di Spoleto. Tra le tante deludenti candidate – provinate insieme al compagno Lori (Lombardi) e al produttore Festa (Haber) – spicca Vittoria, che viene però esclusa a causa di un’ombra sul suo passato. Perso il ruolo di Giulietta, andato alla tiktoker Gemma (De Ferrari), e determinata a ottenere comunque un ruolo nello spettacolo e con la complicità della sua amica truccatrice (Cucciari), la giovane attrice decide di ritentare sotto falsa identità, per dimostrare tutto il suo talento e prendersi una rivincita. È così che si trasforma, e con il nome di Otto Novembre si propone per il ruolo di Romeo, ottenendo la parte. Interpretare qualcun altro non sembra poi così complicato, sia sul palco sia dietro le quinte, neanche quando il suo fidanzato (Diele) viene scelto per interpretare il ruolo di Mercuzio. Vestire però i panni di un uomo le consentirà di scoprire molte cose su sé stessa, ma soprattutto sulle persone che la circondano.

Una nuova sfida per la Fregoli Fogliati

È innegabile la cura, soprattutto formale, messa nell’operazione nata dalla nuova collaborazione della coppia di Romantiche, che qui comprensibilmente punta a mettere ulteriormente alla prova le ormai note capacità di trasformismo di Pilar Fogliati. Dopo l’aristocratica, la pariolina, la borgatara e l’aspirante sceneggiatrice lasciano il campo, in Romeo è Giulietta, a una promettente attrice pronta a tutto per non rinunciare al suo sogno, anche a diventare uomo. Ovviamente sul palco di un teatro, in questo caso, dove si svolge gran parte del film e dove le trame e i piani dei vari protagonisti vengono messi alla prova.

Romeo è Giulietta Pilar Fogliati
Serena De Ferrari e Pilar Fogliati@Enrico De Luigi

Uno spazio ristretto, spesso cupo, che pur con le sue suggestioni e l’attenzione dichiarata da Veronesi stesso alle riprese in interni, non risulta l’arma in più che il regista si augurava fosse né offre occasioni in più ad attori e personaggi per esprimersi o aggiungere drammaturgia e tensione alla commedia. Che pure non delude e regala buoni momenti, scambi convincenti e riesce a rendere credibile l’intreccio, anche nei suoi passaggi più obbligati. E che, a prescindere dalla lunga premessa dedicata ai provini e alla voluta fissità (soprattutto degli esterni, per quanto in molti casi inusuali, con Ponte Tazio, Villa Torlonia e la via Elpide di Trionfale sfruttate più del fin troppo turistico laghetto di Villa Borghese), per troppo tempo non sembra procedere, involuto tra dubbi e tormenti poco originali e sentiti.

Una commedia pronta per il remake

Ma non tutti i film possono essere Tootsie o Shakespeare in Love, o devono esserlo per funzionare, visto e considerato che proprio l’appartenenza a quel rango potrebbe accreditare le speranze della produzione di vendere i diritti per un remake di questo Romeo è Giulietta su scala internazionale (come accaduto già per Perfetti sconosciuti e altri). Versioni alternative che – oltre a soddisfare la curiosità di quale sarebbe all’estero il fidanzato della influencer invece del romanista Lukaku (caparbiamente difeso a scapito della possibilità di scegliere il contendente interista) – permetterebbero di assistere a altre interessanti declinazioni del tema della ricerca dell’identità, non solo di genere, e del conflitto con sé stessi, i propri principi e obiettivi, che restano lo spunto più interessante di questa commedia.

Più dell’apprezzabile per quanto autocelebrativo monologo iniziale di Castellitto, di una delle definizioni più sintetiche ed esilaranti del personaggio di Giulietta, della ormai stereotipata rappresentazione dell’attore costretto a fare il rider (per lo meno stavolta non era il cameriere) e dell’insistenza della Fogliati personaggio sul fatto di essere più di una attrice comica (convinzione che immaginiamo abbia la stessa Pilar, che attendiamo volentieri alla prova). Pro e contro, come si diceva, tra i quali vanno sicuramente ascritti il purtroppo debole finale e il surreale ballo al ristorante Alfredo – tra i secondi – e gli incredibili titoli di testa e di coda cantati, affidati alle incredibili doti di Alessandra Tumolillo, che apre i giochi con la sua versione della “Si t’o sapesse dicere” di Eduardo De Filippo, e di Simona Molinari, un lusso che Veronesi si è concesso e un regalo del quale lo ringraziamo.

Deadpool e Wolverine detronizza Spider-Man: No Way Home: il suo è il trailer più visto in 24 ore

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Il primo trailer di Deadpool e Wolverine, che ha debuttato domenica durante il Super Bowl, ha battuto il record di trailer cinematografico più visto in 24 ore con l’incredibile cifra di 365 milioni di visualizzazioni totali. Il precedente detentore del record era il trailer del film Marvel Spider-Man: No Way Home, che aveva 355,5 milioni di visualizzazioni nelle prime 24 ore nel 2021.

Il trailer di Deadpool e Wolverine ha avuto anche un aiuto dal Super Bowl di quest’anno, che si è rivelato la trasmissione televisiva più vista di tutti i tempi negli USA e ha raggiunto 123,7 milioni di spettatori.

Ecco il trailer di Deadpool e Wolverine

Deadpool e Wolverine uscirà nei cinema il 26 luglio e segna l’introduzione del Mercenario Chiacchierone di Ryan Reynolds nell’universo cinematografico Marvel (con un rating decisamente diverso rispetto ai primi due capitoli). Soprannominandosi “Marvel Jesus”, Deadpool arriva nel MCU dopo essere stato rapito dalla Time Variance Authority, i manager del multiverso visti l’ultima volta in Loki, e si ritrova nello stesso mondo dei Vendicatori.

Sebbene il suo volto non si veda nel trailer, anche Wolverine di Hugh Jackman passa dall’universo di X-Men al MCU. Diretto da Shawn Levy, il film comprende anche Emma Corrin, Morena Baccarin, Rob Delaney, Leslie Uggams, Karan Soni e Matthew Macfadyen.

Ewan McGregor con Anne Hathaway nel nuovo film di David Robert Mitchell

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Ewan McGregor ha firmato per recitare al fianco di Anne Hathaway nel nuovo film della Warner Bros Motion Picture Group, attualmente senza titolo, di David Robert Mitchell, il regista dietro titoli come It Follows e Under the Silver Lake.

Il logline del film è ancora tenuto nascosto, anche se in precedenza è stato descritto come un “viaggio da brivido” da girare in Imax. Mitchell dirigerà il film basandosi su una sua sceneggiatura originale e produrrà insieme a J.J. Abrams e Hannah Minghella per Bad Robot e Matt Jackson di Jackson Pictures. Jake Weiner e Chris Bender di Good Fear Content fungeranno da produttori esecutivi. Sheila Walcott e Zach Hamby stanno supervisionando il progetto per WBMPG.

Recentemente, dopo aver ripreso il suo ruolo di Obi-Wan Kenobi nell’omonima serie di Disney+ nominata agli Emmy, Ewan McGregor ha vinto un Emmy per il suo ruolo da protagonista in Halston di Netflix, apparendo anche in film come Birds of Prey, Doctor Sleep e Ritorno al bosco dei 100 acri. Lo vedremo presto nella miniserie della Showtime e della Paramount Global A Gentleman in Mosca, di cui è anche produttore esecutivo. Gli altri suoi film in uscita includono la commedia drammatica TIFF di Niclas Larsson Mother Couch, in cui recita al fianco di Rhys Ifans, Taylor Russell ed Ellen Burstyn; e Bleeding Love, il film drammatico presentato in anteprima al SXSW da lui prodotto e nel quale recita accanto alla figlia Clara McGregor.

Stephen Amell protagonista dello spin-off di Suits

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Stephen Amell protagonista dello spin-off di Suits

Stephen Amell sarà il protagonista della serie spin-off di Suits della NBC, Suits: LA, nel ruolo di Ted Black, “una carismatica forza della natura che mette i propri bisogni al di sopra degli altri”.

Prodotto da UCP, Suits è andato in onda su USA Network dal 2011 al 2019, per nove stagioni. La serie, interpretata da Patrick J. Adams, Gabriel Macht, Rick Hoffman, Meghan Markle, Gina Torres e Sarah Rafferty, è ritornata alla ribalta nel 2023 quando è arrivata in streaming su Netflix, finendo in cima alle classifiche per diverse settimane. Ha superato i 45 miliardi di minuti trasmessi in streaming su Netflix e Peacock messi insieme.

All’inizio di questo mese, lo spin-off ha ottenuto un ordine pilota alla NBC, con l’inizio della produzione a marzo a Vancouver. La nuova serie, creata dal creatore originale Aaron Korsch, seguirà un nuovo gruppo guidato da Ted Black, un ex procuratore di New York che ha creato uno studio legale a Los Angeles specializzato in diritto penale e dell’intrattenimento.

Secondo il logline ufficiale, “La sua azienda è a un punto di crisi e per sopravvivere deve abbracciare un ruolo che ha ricoperto con disprezzo per tutta la sua carriera. Ted è circondato da un gruppo stellare di personaggi che mettono alla prova la loro lealtà sia verso Ted che verso gli altri mentre non possono fare a meno di mescolare le loro vite personali e professionali. Tutto questo sta accadendo mentre si svelano lentamente eventi accaduti anni fa che hanno portato Ted a lasciarsi alle spalle tutto e tutti quelli che amava.”

David Bartis, Doug Liman, Gene Klein e Victoria Mahoney sono i produttori esecutivi. Mahoney dirigerà il pilot. Beatrice Springborn, presidente degli Universal International Studios e dell’UCP, aveva precedentemente rivelato che lo spettacolo è ambientato nello stesso universo dell’originale, con “la stessa energia e le stesse belle persone dell’originale”.

Madame Web: rivelato il punteggio su Rotten Tomatoes

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Madame Web: rivelato il punteggio su Rotten Tomatoes

Questa mattina vi abbiamo riportato una carrellata di recensioni di Madame Web e, nel caso in cui qualcuno di noi abbi il dubbio che abbia letto male, ci sarà molto più chiaro scoprire che ahimé la reazione al film della Sony non è affatto positiva.

Anche se sembra che ci siano elementi del film che funzionano, la maggioranza sembra concordare sul fatto che questo è un altro film Marvel della Sony Pictures che sembra “superato” e un passo indietro rispetto ad un genere che sta già combattendo alcune accuse da “stanchezza da supereroi”.

Iniziare il 2024 con un adattamento dei fumetti che probabilmente sarà un altro disastro di critica e incassi non farà bene né alla Marvel né alla DC, e anche se è ancora troppo presto per parlare di incassi, ma su Rotten Tomatoes è stato generato un punteggio davvero molto basso.

Con un totale di 31 recensioni contate, Madame Web ha attualmente un punteggio Rotten del 23%. Nei prossimi giorni ne verranno contate altre decine, ma a questo punto ci vorrà un miracolo per ribaltare la situazione.

Venom ha ricevuto il 30% nel 2018, mentre il sequel – Venom: La furia di Carnage – ha migliorato la situazione con un 57% scarso. Quanto a Morbius, è molto indietro con il 15%.

Madame Web vorrà evitare un numero così negativo, ma qualsiasi cifra intorno ai 20 anni non è buona e pone questo ultimo film della Sony/Marvel nello stesso campo di battaglia di alcuni dei peggiori sforzi che abbiamo visto nelle sale. Per qualche motivo, lo studio non riesce a catturare con questi progetti live-action la stessa magia che abbiamo visto nei film animati dello Spider-Verse.

La trama e il cast di Madame Web

Madame Web è la storia delle origini di una delle eroine più enigmatiche dei fumetti Marvel. Dakota Johnson interpreta la protagonista, Cassandra Webb, un paramedico di Manhattan con poteri di chiaroveggenza. Costretta a confrontarsi con alcune rivelazioni del suo passato, stringe un legame con tre giovani donne destinate a un futuro straordinario ma che dovranno sopravvivere a un presente pieno di minacce.

Madame Web è basato su un personaggio del mondo dei fumetti Marvel creato da Dennis O’Neil e John Romita Jr. Il film è diretto da S. J. Clarkson (Orange Is the New Black, Jessica Jones, Anatomy of a Scandal) da una sceneggiatura di Claire Parker e S. J. Clarkson e interpretato da Dakota Johnson, nel ruolo di protagonista, insieme a Sydney Sweeney, Celeste O’Connor, Isabela Merced, Tahar Rahim, Mike Epps, Emma Roberts e Adam Scott. Madame Web sarà nelle sale italiane dal 14 febbraio 2024 prodotto da Sony Pictures e distribuito da Eagle Pictures.

Starman: tutto quello che c’è da sapere sul film di John Carpenter

Considerato uno dei più grandi maestri dei generi thriller ed horror, John Carpenter ha nel corso della sua carriera realizzato alcuni grandi capolavori del cinema. Tra questi si annoverano Halloween, La cosa, 1997: Fuga da New York, Essi vivono e Il seme della follia. Uno dei suoi lungometraggi meno citati e più insoliti è però Starman (qui la recensione), realizzato nel 1984. Questo si discosta fortemente dal genere di opere per cui Carpenter è conosciuto, offrendo piuttosto una leggera storia di fantascienza con elementi da film sentimentale. Carpenter, però, dopo tanto orrore, si era detto intenzionato a mostrare il lato migliore degli Stati Uniti.

Oltre a tale motivazione, il suo aver accettato la regia di questo progetto si spiegava anche con la volontà di realizzare un film che fosse tonalmente l’opposto a La cosa, nel tentativo di dimostrare di potersi occupare anche di film più graditi agli occhi di Hollywood. Certo, Starman era all’epoca ritenuto un progetto molto rischioso in quanto molto simile in quanto a racconto a E.T. – L’extraterrestre, uscito solo due anni prima, ma Carprenter volle privilegiare non gli effetti speciali bensì il rapporto che si sviluppa tra i due protagonisti, come avviene nei titoli da lui citati come fonte di ispirazione: Accadde una notte (1934), Il club dei 39 (1935) e La parete di fango (1958).

Per i fan del regista, Starman rimane dunque un’opera insolita ma meritevole di essere riscoperta, che dimostra la capacità di Carpenter di saper adattare la propria idea di cinema a racconti e temi sempre diversi. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ad altro ancora. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Starman trama

La trama di Starman

Protagonista del film è Jenny Hayden, rimasta vedova e senza figli, che una notte viene svegliata da uno strano splendore nel soggiorno della sua casetta. Un fenomeno assurdo e terrorizzante si produce sotto i suoi occhi: in pochi minuti, il corpo di un neonato si trasforma e Jenny lo vede diventare bambino, adolescente ed uomo fatto. Ma la cosa più incredibile è che l’uomo in questione è identico al defunto marito, Scott Hayden. Lo sconosciuto, che sembra conoscere solo alcune parole, fa salire la donna sulla di lei macchina e la prega di condurlo subito in una località dell’Arizona. È lontano, ma “loro” lo aspettano là e, se non arriverà sul posto entro tre giorni, sarà destinato a morire.

Il cast di Starman

Ad interpretare lo Starman del titolo vi è l’attore Jeff Bridges. Per prepararsi a questo ruolo da alieno con sembianze umane, Bridges ha studiato l’ornitologia e il comportamento degli uccelli. Per il suo personaggio di Starman, Bridges ha infatti utilizzato in particolare i movimenti improvvisi e a scatti della testa, oltre ad altre sfumature e manierismi, degli uccelli. Bridges pensava che l’alieno non avrebbe avuto caratteristiche umane e, essendo racchiuso in un corpo umano, avrebbe agito con istinti animali primitivi di base. Per la sua interpretazione, Bridges fu poi nominato come Miglior attore agli Oscar e questa è l’unica candidatura a tale premio mai ricevuta da un film di Carpenter.

Per il ruolo del protagonista, in realtà, erano stati considerati anche gli attori Kevin Bacon e Tom Cruise. Carpenter rimase colpito da quest’ultimo, ma per via di altri impegni non poté prendere parte al film. Nel ruolo di Jenny Hayden, ruolo per il quale ha dovuto fare affidamento a tutta la propria immaginazione, vi è invece l’attrice Karen Allen, meglio nota per aver interpretato Marion Ravenwood nella saga di Indiana Jones. Nel cast figurano poi anche Charles Martin Smith nel ruolo di Mark Shermin, Richard Jaeckel in quello di George Fox e Robert Phalen in quello del Maggiore Bell. Tony Edwards è il Sergente Lemon, mentre Ted White è il cacciatore di cervi.

Starman cast Karen Allen Jeff Bridges

Starman, ci sarà un sequel?

Il successo del film portò alla realizzazione di una serie sequel, che presenta però personaggi completamente diversi. Realizzata nel 1986 e composta da 22 episodi, questa propone un racconto che si svolge circa 15 anni dopo gli eventi del film. L’alieno torna sulla Terra nel corpo di un fotoreporter di nome Paul Forrester che ha un figlio adolescente, Scott Hayden Jr. e che si ritrova alle prese con un agente del governo degli Stati Uniti. Ogni episodio è dunque il racconto della fuga dei due da un posto all’altro degli Stati Uniti. Lo scarso successo portò però alla cancellazione della serie dopo la prima stagione.

Nell’aprile 2016, invece, era stato riferito che il regista Shawn Levy (Una notte al museo, Deadpool & Wolverine) avrebbe diretto e prodotto un remake di Starman. Nel 2021, però, Levy aveva dichiarato che il remake era improbabile, poiché non era riuscito a trovare una buona bozza della sceneggiatura che fosse degna di essere adattata. Nel 2018 è stato lo stesso Bridges a dirsi perplesso del remake, dichiarando di essere invece disposto a tornare per un sequel, ma a quella sua dichiarazione non è stato fatto seguito in alcun modo. Ad oggi, dunque, il film di Carpenter sembra destinato a rimanere un’opera a sé.

Il trailer di Starman e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Starman grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 13 febbraio alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Gemini Man: tutte le curiosità sul film con Will Smith

Gemini Man: tutte le curiosità sul film con Will Smith

Il film Gemini Man (qui la recensione) è uno di quei progetti per cui si è dovuta attendere la giusta tecnologia prima di poterli realizzare. Ideato nel 1997 da Darren Lemke, esso si basa infatti su un concept tanto semplice quanto ambizioso, ovvero lo scontro tra un letale assassino e una sua versione più giovane, con l’intenzione però di far concretamente interpretare ad un unico interprete entrambi i ruoli. Dopo anni di tentativi, il progetto ha finalmente preso vita grazie all’interesse del produttore Jerry Bruckheimer, re Mida del cinema di azione e fantascienza, che affida la regia al premio Oscar Ang Lee.

Il regista taiwanese, distintosi per film come La tigre e il dragone, I segreti di Brokeback Mountain e Vita di Pi, si è infatti dimostrato negli ultimi anni molto interessato al confronto con le novità tecnologiche, sperimentando anche diversi formati. Per Gemini Man, infatti, ha deciso di ricorrere al 4K 3D a 120 fotogrammi al secondo (cinque volte più veloce dello standard di 24 fotogrammi), cosa che fornisce non solo una maggiore risoluzione delle immagini ma anche una loro maggiore fluidità sullo schermo. Una scelta, quella del regista, che ha presentato non pochi problemi, considerando che al momento dell’uscita del film negli Stati Uniti non vi erano sale capaci di proiettarlo in tale formato.

A prescindere dal suo formato, Gemini Man si è però dimostrato essere un solido film d’azione, capace di stupire con diverse sequenze di grande impatto ma anche solo per la doppia presenza di Will Smith, attore protagonista qui impegnato nei due ruoli poc’anzi citati. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e agli effetti speciali utilizzati. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Gemini Man

Protagonista del film è Henry Brogan, un assassino professionista ormai in là con gli anni che ha trascorso la sua vita a uccidere bersagli per conto di un’organizzazione criminale. Dopo essersi guadagnato la fiducia e il rispetto dei suoi superiori e aver portato a termine una innumerevole quantità di compiti mortali, Henry decide che è giunto il momento di ritirarsi dalla malavita e porre fine alla sua carriera. Il suo capo, tuttavia, non ha alcuna intenzione di lasciar andare un elemento così prezioso per i suoi affari. Ma dopo che Henry si rifiuta di lavorare ancora per lui, allo spietato leader non rimane altra scelta che attuare un piano al limite del possibile.

Si serve infatti del DNA di Henry per creare un suo clone più giovane di 25 anni a cui viene affidato come primo compito quello di distruggere Brogan. Divenuto ormai bersaglio di un sé stesso con le sue medesime abilità, che anticipa ogni sua mossa e che ha dalla sua il vantaggio della giovinezza, l’ex assassino, aiutato dall’agente governativo Danny Zakarweski, si vede dunque costretto ad intraprendere un’ultima lotta senza esclusione di colpi contro il suo duplicato, nel tentativo di salvare la propria pelle ma anche quella del proprio clone, prima che si distruggano a vicenda.

Gemini Man Will Smith Mary Elizabeth Winstead

Il cast di Gemini Man e gli effetti speciali

Nel corso degli anni, vari attori sono stati associati al ruolo da protagonista, tra i quali Harrison Ford, Chris O’Donnell, Mel Gibson, Jon Voight, Nicolas CageJohnny Depp, Clint Eastwood (inizialmente considerato anche per la regia) e Sean Connery. Il ruolo di Henry Brogan e del suo clone, infine, è stato assegnato a Will Smith. Per realizzare la versione più giovane dell’attore, Paramount ha collaborato con WETA, la compagnia di effetti speciali co-fondata da Peter Jackson e vincitrice di cinque Premi Oscar. Per realizzare l’avatar di Junior sono dunque state analizzati i tratti facciali ed espressivi di Smith da giovane; a tale scopo sono stati utilissimi i molteplici episodi di Willy, il principe di Bel-Air.

Si tratta di un processo molto simile a quello utiliizzato da Martin Scorsese per il film The Irishman, uscito nelle sale lo stesso anno di Gemini Man. Inoltre, per rendere più credibile il clone più giovane interpretato da Will Smith, il regista Lee ha chiesto all’attore di recitare in modo meno accurato, così da mettere in scena una versione più acerba del personaggio e differenziarlo da quello adulto. Accanto a Smith, nel ruolo dell’agente Zakarweski vi è l’attrice Mary Elizabeth Winstead, mentre Benedict Wong è Il Barone. Clive Owen, infine, interpreta Clayton “Clay” Verris, ovvero lo spietato direttore della compagnia militare privata GEMINI.

Le location di Gemini Man: ecco dove è stato girato il film

Le prime scene del film si svolgono in Belgio, e più precisamente all’interno della stazione di Liège-Guillemins, della cittadina di Liegi. Successivamente ci si sposta a Cartagena, antica città colombiana, dove avvengono la maggior parte delle scene, in particolare quelle che vedono Will Smith impegnato negli inseguimenti con il suo clone. Un’altra affascinante location è Budapest, città dell’Ungheria, di cui nel film si possono ammirare i Bagni termali Széchenyi, che sorgono all’interno del parco Városliget, e il castello di Vajdahunyad. Infine, alcune sequenze del film sono state girate a Glennville, in Georgia, Stati Uniti.

Il trailer di Gemini Man e dove vedere il film in streaming

È possibile fruire di Gemini Man grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple TV, Prime Video e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 13 febbraio alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Fonte: IMDb

Monuments Men: la vera storia dietro il film di George Clooney

Monuments Men: la vera storia dietro il film di George Clooney

Sono innumerevoli le vicende svoltesi nel contesto della Seconda guerra mondiale che si possono raccontare. C’è il punto di vista di chi ha vissuto direttamente sul campo di battaglia e le ogni scontro armato ha avuto le proprie caratteristiche e specificità; c’è quello di chi ha portato avanti la guerra dalle stanze del potere; e c’è quello dei civili che hanno patito gli orrori in cui si sono ritrovati involontariamente coinvolti. C’è però anche il punto di vista di chi ha cercato di proteggere dalla brutalità della guerra la bellezza che c’è nel mondo. Se si parla di bellezza artistica, quel compito è stato ricoperto dai valorosi Monuments Men, a cui è stato dedicato nel 2014 un film intitolato proprio Monuments Men (qui la recensione).

A dirigere il film vi è George Clooney, che torna così alla regia dopo gli apprezzati Good Night and Good Luck e Le idi di marzo. Interessatosi all’argomento dopo aver letto il libro omonimo del 2009 scritto da Robert Edse, di cui Monuments Men è però solo un libero adattamento. Pur se semplificata e riadattata, a Clooney interessava però portare al cinema questa storia in quanto perfetto esempio di una serie di valori da conservare e tramandare. Si offre così un vero e proprio elogio di chi sacrificò la vita per proteggere un patrimonio collettivo, la cui fruizione permette di arricchirsi spiritualmente ed elevarsi al di là del male.

Le intenzioni del film sono dunque quantomai nobili e per raggiungerle Clooney chiama a raccolta un gruppo di attori amici con i quali dar vita ad un film appassionante che offre un nuovo avvincente racconto di guerra. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Monuments Men cast

La trama e il cast di Monuments Men

Durante la Seconda Guerra Mondiale, lo studioso d’arte Frank Stokes viene a sapere che Hitler sta rubando tutte le grandi opere d’arte per il suo museo personale. Con il permesso del presidente Roosevelt, Stokes recluta allora sei uomini esperti d’arte che si recano con lui in Europa con il pretesto di essere soldati per scoprire dove si trovano le opere d’arte rubate e salvarle da un destino incerto. Le cose iniziano però a mettersi male quando ai tedeschi viene ordinato di bruciare le opere d’arte e i russi iniziano invece a prenderle per sé. A quel punto, salvare quel patrimonio diventerà questione di vita o di morte.

Per dar vita a questa storia, Clooney, anche interprete di Frank Stokes, ha chiamato accanto a sé numerosi celebri attori, a partire dall’amico Matt Damon nel ruolo di James Granger. Recitano poi nel film anche Cate Blanchett nei panni di Claire Simòne, Bill Murray in quelli di Rich Campbell e John Goodman  in quelli di Walter Garfield. Il premio Oscar Jean Dujardin interpreta Jean-Claude Clermont, mentre Hugh Bonneville è Donald Jeffries e Bob Balaban è Preston Savitz. Infine, l’anziano Frank Stokes che si può vedere alla fine del film non è George Clooney con del trucco, bensì Nick Clooney, padre dell’attore.

La vera storia dietro Monuments Men

Come anticipato, quella narrata in Monuments Men è una storia ispirata ad una vicenda vera, ossia quella della task force militare organizzata dagli Alleati facente parte del programma Monuments, Fine Arts, and Archives. Si trattava di un gruppo composto da 345 civili, professionisti dell’arte, provenienti da 13 nazioni diverse: professori universitari, curatori, storici dell’arte, direttori di musei, che lavorarono sul campo sotto il ramo operativo dello Supreme Headquarters Allied Expeditionary Force, comandato dal futuro presidente degli Stati Uniti Dwight Eisenhower. Il loro scopo, durante la seconda guerra mondiale, era quello di proteggere i beni culturali e le opere d’arte nelle zone di guerra.

Già prima dell’entrata degli Stati Uniti nella Seconda Guerra Mondiale, professionisti dell’arte e organizzazioni artistiche lavoravano per identificare e proteggere il patrimonio culturale in pericolo. Questi gruppi cercavano però un’organizzazione nazionale affiliata alle forze armate che avesse lo stesso obiettivo. Francis Henry Taylor, direttore del Metropolitan Museum of Art, portò le loro preoccupazioni a Washington, D.C, permettendo così all’istituzione, il 23 giugno 1943 da parte del Presidente degli Stati Uniti Franklin D. Roosevelt, della “Commissione americana per la protezione e il salvataggio dei monumenti artistici e storici nelle aree di guerra”.

Monuments Men storia vera

Il generale Dwight D. Eisenhower facilitò il lavoro del MFAA vietando ai militari il saccheggio, la distruzione e l’alloggiamento in strutture di importanza culturale. Inoltre, ordinò ripetutamente alle sue forze di assistere il più possibile il MFAA. Era la prima volta nella storia che un esercito cercava di combattere una guerra e allo stesso tempo di ridurre i danni ai monumenti e alle proprietà culturali. Nella primavera del 1944, dunque, i componenti della missione si ritrovarono prima in Gran Bretagna per addestrarsi, e successivamente si sparsero nel continente europeo alla ricerca di luoghi dove rintracciare quadri, sculture e intere collezioni scomparse da chiese e musei dopo il passaggio delle truppe tedesche.

Quando si verificavano danni ai monumenti, il personale del MFAA ha lavorato per valutarli e guadagnare tempo per gli eventuali lavori di restauro che sarebbero seguiti. L’addetto ai monumenti Deane Keller ha ad esempio avuto un ruolo di primo piano nel salvare il Campo Santo di Pisa dopo che un colpo di mortaio aveva innescato un incendio che aveva fuso il tetto in piombo, facendo poi colare a picco le iconiche pareti affrescate del XIV secolo. A partire dalla fine di marzo del 1945, le forze alleate iniziarono a scoprire ulteriori depositi di opere d’arte in quella che divenne la “più grande caccia al tesoro della storia“.

Solo in Germania, le forze americane trovarono circa 1.500 depositi di oggetti d’arte e culturali saccheggiati da istituzioni e privati in tutta Europa, oltre a collezioni museali tedesche e austriache che erano state evacuate per essere custodite. Anche le forze sovietiche fecero delle scoperte, come i tesori dello straordinario Museo dei Trasporti di Dresda. Centinaia di manufatti furono consegnati dal generale delle SS Karl Wolff, o la loro ubicazione fu comunicata da quest’ultimo, nell’ambito dell’Operazione Sunrise, la sua trattativa segreta con l’Office of Strategic Services.

Innumerevoli sono dunque stati i monumenti, le chiese e le opere d’arte salvati o protetti dal personale della sezione MFAA, la cui dedizione al lavoro li portava spesso davanti alle linee di battaglia. Il film  apporta però notevoli cambiamenti e semplificazioni alla storia vera, oltre a cambiare tutti i nomi dei Monuments Men coinvolti, riducendo il gruppo a soli sette uomini e stabilendo la sua istituzione per mano del personaggio di Clooney dopo il bombardamento dell’abbazia di Cassino, nel febbraio 1944. Le prime operazioni dei Monuments Men, in realtà, risalgono all’intervento britannico in Libia nel 1942 e allo sbarco degli Alleati in Sicilia nel luglio del 1943.

Il trailer di Monuments Men e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Monuments Men grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV, Prime Video e Disney+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 13 febbraio alle ore 21:15 sul canale Cielo.

Invasion: Apple TV+ rinnovo per la terza stagione

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Invasion: Apple TV+ rinnovo per la terza stagione

Apple TV+ ha annunciato oggi il rinnovo per la terza stagione di Invasion, la serie di fantascienza ideata dal produttore Simon Kinberg, candidato all’Oscar e due volte nominato agli Emmy (“X-Men“, “Deadpool”, “Sopravvissuto – The Martian“) e da David Weil (“Hunters”). La terza stagione di Invasion entrerà in produzione alla fine del mese.

Dopo il debutto della seconda stagione, Invasion è stata lodata per aver “alzato la posta in gioco” in ogni stagione, offrendo un “mélange di intrighi, sviluppo dei personaggi e un ritmo che brucia a fuoco lento”, oltre a una fotografia esperta che “cattura la bellezza e l’inquietudine” di un’invasione aliena. La prima e la seconda stagione di “Invasion” sono ora disponibili su Apple TV+.

«Sono molto orgoglioso di quello che siamo riusciti a fare con le prime due stagioni dello show grazie ai nostri partner di Apple TV+, al nostro cast e alla nostra troupe», ha dichiarato il creatore e produttore esecutivo Simon Kinberg. «Questa nuova stagione continuerà ad alzare la posta in gioco e la propulsione di “Invasion”, mantenendo i nostri personaggi in primo piano e mettendoli insieme in modi che, si spera, sorprenderanno e soprattutto emozioneranno il nostro pubblico, che è stato così incredibilmente solidale e stimolante fin dal primo giorno».

Invasion segue un’invasione aliena attraverso diverse prospettive da più parti del mondo. La serie, ricca di azione, è interpretata da Golshifteh Farahani, Shioli Kutsuna, Shamier Anderson, India Brown, Billy Barratt, Azhy Robertson, Paddy Holland e Tara Moayedi. La seconda stagione ha visto anche la partecipazione dei nuovi regular Enver Gjokaj, Nedra Marie Taylor e Naian González Norvind.

Prodotta per Apple TV+ da Boat Rocker, Invasion è creata da Kinberg e Weil, che sono anche produttori esecutivi insieme a Audrey Chon, David Witz, Alik Sakharov, Andrew Baldwin, Dan Dietz e Katie O’Connell Marsh. Nick Nantell è il produttore esecutivo di Boat Rocker.

Christopher Nolan non ha “nessun senso di colpa” perché gli piace Fast and Furious e consiglia Tokyo Drift

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Christopher Nolan è uno dei registi più leggendari del momento e il suo amore per il cinema si estende anche all’universo di Fast and Furious, una passione di cui dice di non vergognarsi.

Durante una recente apparizione al The Late Show con Stephen Colbert, Christopher Nolan è stato interrogato sul suo famigerato amore per il franchise, e non ha avuto problemi ad ammettere la sua passione senza sensi di colpa.

Non ho alcun senso di colpa per essere un fan della serie Fast and Furious“, ha detto Nolan, prima di definirla “una serie d’azione straordinaria“. Il regista è rimasto scioccato dal fatto che Colbert non ne abbia mai visto uno, e ha detto di guardarli “in continuazione“.

Non ne hai mai visto uno?“, ha detto Nolan. “Guardo sempre quei film. Li adoro. Mi stupisce che tu non ne abbia mai visto uno“.

Christopher Nolan suggerisce da dove iniziare per uno spettatore che vuole iniziare a guardare Fast and Furious

Per coloro che desiderano immergersi per la prima volta nel franchise di Fast and Furious, Christopher Nolan raccomanda The Fast and the Furious: Tokyo Drift del 2006, che funge da sequel indipendente del primo film e si collega anche all’intero franchise in seguito.

In totale, sono usciti 11 film di Fast and Furious, compreso lo spin-off Hobbs & Shaw del 2019. Il film più recente, Fast X, è uscito nel maggio 2023, mentre Fast and Furious 11 è attualmente previsto per il 2025. Sono previsti anche altri tre film spin-off, tra cui uno con protagonista Dwayne Johnson. Di seguito l’intervista:

Damsel: trailer del film Netflix con Millie Bobby Brown

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Damsel: trailer del film Netflix con Millie Bobby Brown

Netflix dopo il teaser ha diffuso il  trailer del film action Damsel che vede protagonista l’attrice Millie Bobby Brown. Millie Bobby Brown è una damigella che non ha bisogno di essere salvata in Damsel, il film diretto da Juan Carlos Fresnadillo,  in arrivo solo su Netflix dall’8 marzo 2024.

In Damsel Una devota damigella accetta di sposare un affascinante principe, per poi scoprire che la famiglia reale vuole offrirla in sacrificio per ripagare un vecchio debito. Intrappolata in una caverna con un drago sputafuoco, dovrà utilizzare astuzia e caparbietà per sopravvivere.

  • DIRETTO DA: Juan Carlos Fresnadillo
  • SCRITTO DA: Dan Mazeau
  • PRODOTTO DA: Joe Roth, p.g.a., Jeff Kirschenbaum, p.g.a., Chris Castaldi, p.g.a.
  • CO-PRODUTTORE: Emily Wolfe
  • PRODUTTORI ESECUTIVI: Sue Baden-Powell, Zack Roth, Millie Bobby Brown, Robert Brown, Dan Mazeau, Mark Bomback
  • CAST: Millie Bobby Brown, Ray Winstone, Nick Robinson, Shohreh Aghdashloo, con Angela Bassett e Robin Wright

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Pensati Sexy: recensione del fim su Prime Video

Pensati Sexy: recensione del fim su Prime Video

Quando uscì Barbie al cinema, il film risollevò alcune riflessioni riguardo il duplice significato della bambola. Se da una parte aveva dato l’occasione alle bambine per sognarsi in ruoli diversi, in un’emancipazione cavalcante, dall’altra aveva servito alla società uno stereotipo femminile su cui basarsi. Per essere belle i fattori dovevano essere due in primis: essere alte ed essere magre. Un chilo di troppo, un outfit più sportivo, un’acconciatura meno ordinata, equivaleva invece a sciatteria, creando l’immagine-stereotipo (ci risiamo!) della sfigata di turno, rigettata da tutti.

E allora Michela Andreozzi decide di cucire sul corpo e la simpatia di Diana Del Bufalo una tipica ragazza comune dominata dalla semplicità, ma insicura, che con il supporto di una delle “dive” del panorama pornocinematografico, Valentina Nappi, si prende la sua rivincita. Ne esce fuori Pensati Sexy, una commedia tutta italiana che abbellisce gli elementi classici del genere con uno spirito di modernità e freschezza che piace, nonostante qualche scontatezza di troppo e alcune frasi e situazioni preconfezionate che alle volte fanno storcere il naso. Pensati Sexy è disponibile su Prime Video, e nel cast ben assoritito compaiono Raoul Bova, Alessandro Tiberi e Jenny De Nucci.

La trama di Pensati Sexy: “Devi amare te stessa”

A Maddalena (Diana Del Bufalo) la sua vita fa schifo. Lavora come ghostwriter in una casa editrice che non la tiene per niente in considerazione, se non il suo capo, con il quale intrattiene un rapporto ambiguo. Non riesce ad andarci a letto, è goffa, impacciata, non crede in sé stessa. Non si ama come dovrebbe. A contribuire allo suo sconforto c’è anche il resto del mondo che sembra quasi non aspettare altro che deriderla, prenderla in giro per il suo peso, i suoi vestiti larghi e la poca femminilità. La madre, poi, non fa che ricordarle di bere tisane e mangiare frutta per potersi drenare.

Nessuno la accetta, ma il problema principale è che è lei stessa che non si accetta per quella che è. In suo soccorso arriva allora una quanto più provocante e ironica Valentina Nappi, frutto dell’immaginazione della stessa Maddalena, che dagli Inferi in cui si trova la porterà in un vero e proprio Paradiso, dovela ragazza imparera a volersi bene e farsi scivolare di dosso il giudizio altrui. Che nella vita, capirà, non serve a niente.

Pensati Sexy film 2024

Fra scatole rosa e stanze dell’autostima

Nel guardare Pensati Sexy non possiamo che apprezzare la fantasia e l’ingegno della regista nel rappresentare visivamente la costruzione della propria autostima. Essere sicure di sé, nonostante l’era contemporanea, non è scontato. C’è chi ancora crede che per essere affascinante, sensuale o piacente, una donna debba rispettare un preciso canone estetico, oppure è fuori dal campo visivo maschile o, ancora più largamente, sociale. Perché in fondo si è cresciuti in un mondo in cui nello specifico il corpo femminile è principalmente oggetto di piacere, mezzo di godimento, e l’accettazione di se stesse passa prima dallo sguardo scrutatore e giudicante di un uomo.

E allora, come nel caso di Maddalena, la stanza dell’autostima, primo colpo andato a segno della regista, è un luogo incolore, desertico. Ma come insegna Valentina Nappi, suo spirito guida, un Virgilio con corsetti, reggicalze e ciglia finte, per stare bene con se stesse non c’è bisogno né di essere delle modelle da Fashion Week, né avere il consenso di altri. Basta, semplicemente, amarsi per quelle che si è. Quella stanza, così, avrà verdi alberi e colori sgargianti. Per farlo, però, è necessario annaffiare i propri germogli quotidianamente, affinché essi fioriscano. Altrimenti si finisce in una grossa scatola, come Barbie, in cui si è imprigionate ed in esposizione, e si aspetta che il “macho” di turno scelga la prediletta con cui passare il suo tempo come si sceglie la carne al bancone dal macellaio, per intenderci.

Ed è proprio qui che Pensati Sexy riesce in quanto a originalità, e va a soppiantare alcune parti di sceneggiatura un po’ troppo ingolfate di frasi fatte, alcuni personaggi al limite del caricaturale e alcune situazioni eccessivamente tirate per stimolare la battuta. Perdoniamo anche a Valentina Nappi la poca elasticità recitativa, perché nonostante tutto riesce a incastrarsi bene con una Diana Del Bufalo mai così divertita e divertente nel suo primo vero ruolo da protagonista.

The Karate Kid: scelto il nuovo giovane protagonista del film

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The Karate Kid: scelto il nuovo giovane protagonista del film

Dopo una lunga ricerca, è stato scelto il nuovo protagonista di Karate Kid, remake in cui sono già coinvolti Ralph Macchio e Jackie Chan. Distribuito originariamente nel 1984, The Karate Kid racconta la storia di un maestro di arti marziali che insegna a un adolescente l’arte del karate. Il film ha tre sequel, un riavvio e una continuazione televisiva con Cobra Kai, e sarà presto adattato in un altro film.

Secondo The Hollywood Reporter, l’imminente film di Karate Kid ha trovato la sua nuova stella. Si tratta dell’attore di American Born Chinese Ben Wang. Dopo un processo di audizione, gli addetti ai lavori hanno affermato che il casting di Wang è stato determinato dal suo profondo legame emotivo con il personaggio e alla sua fluidità in mandarino.

Il casting di Wang in The Karate Kid è un’impresa titanica considerando il processo di casting della produzione. Nel novembre del 2023, Sony Entertainment ha lanciato un casting per il protagonista di Karate Kid, oltre a confermare lo sviluppo del film. Dopo l’annuncio, la società ha ricevuto oltre 10.000 audizioni. Wang aveva già recitato nella serie American Born Chinese.

Al momento la trama di The Karate Kid è ancora nascosta. Voci precedenti indicavano che la storia si concentrerà su un adolescente cinese-americano che cresce attraverso l’arte del karate, con l’aiuto di un maestro. Analogamente al riavvio di The Karate Kid del 2010, il film Karate Kid del 2024 non sarà un remake esatto del film originale del 1984, ma piuttosto prenderà in prestito la struttura generale della trama e i temi.

Macchio riprenderà il ruolo di Daniel LaRusso, che ha interpretato nella trilogia cinematografica originale di Karate Kid iniziata nel 1984 e ripreso nella serie Cobra Kai di Netflix, che ha da poco annunciato la sua sesta e ultima stagione. Chan tornerà nel ruolo di Mr. Han, un maestro di kung fu ispirato al personaggio del Maestro Miyagi, che ha allenato Dre Parker di Jaden Smith nel film remake del 2010.

The Marvels poteva finire con la morte di Carol Danvers

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The Marvels poteva finire con la morte di Carol Danvers

I Marvel Studios hanno tagliato una scena che avrebbe potuto uccidere la Captain Marvel di Brie Larson nel finale di The Marvels. L’ultimo film del Marvel Cinematic Universe, ha visto Carol Danvers collaborare con Monica Rambeau e Kamala Khan, alias Ms. Marvel. Mentre il trio è riuscito a sconfiggere la cattiva Dar-Benn, il finale di The Marvels è stato incredibilmente emozionante a causa del fatto che Monica è rimasta intrappolata in un altro universo e Carol non è stata in grado di salvarla, ma ora si scopre che il film sarebbe potuto finire anche peggio per Carol.

Parlando al podcast Phase Zero di Comicbook.com, l’attrice Zawe Ashton che interpreta Dar-Benn di The Marvels ha rivelato che il film ha filmato un finale alternativo che apparentemente includeva la morte di Captain Marvel. Secondo l’attrice, è stata girata una scena in cui Capitan Marvel e il suo personaggio “bruciavano insieme” mentre combattevano nello spazio.

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“C’è stato un altro finale che abbiamo filmato, in cui Brie e io siamo nello spazio e stiamo ancora combattendo, e bruciano insieme, il che è stato davvero fantastico. Quella è stata solo una giornata trascorsa appesa ai cavi con Brie, il che è stato surreale e divertente. Ma sì, c’erano alcuni piani diversi, credo.”

The Marvels, leggi la nostra recensione

The Marvels, il sequel con protagonista il premio Oscar Brie Larson, è sceneggiato da Megan McDonnell, sceneggiatrice dell’acclamata serie WandaVision. Sfortunatamente, Anna Boden e Ryan Fleck, registi del primo film, non sono tornati dietro la macchina da presa: il sequel, infatti, è diretto da Nia DaCosta, regista di Candyman. Nel cast ci sono anche Iman Vellani (Ms. Marvel) e Teyonah Parris (Monica Rambeau, già apparsa in WandaVision). L’attrice Zawe Ashton, invece, interpreta il villain principale. Il film è uscito in sala dall’ 8 novembre 2023.

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Ambika Mod di One Day rivela perché inizialmente ha rifiutato il ruolo di Emma

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One Day ha debuttato su Netflix settimana scorsa e sta facendo ridere e piangere migliaia di spettatori della piattaforma streaming. La serie romantica nuovo adattamento dell’omonimo romanzo vede protagonista Ambika Mod nei panni della protagonista, ma forse non sapevi che Ambika Mod inizialmente aveva detto di no all’interpretazione di Emma Morley?

La serie segue gli amici Dexter ed Emma da quando si incontrano per la prima volta all’università nei successivi 20 anni e vediamo gioie, dolori e altro ancora nel corso dei 14 episodi. Ora che l’abbiamo vista non potremmo immaginare nessun altro oltre a Leo Woodall e Ambika Mod nel ruolo di Dex ed Em, ma ora Ambika Mod ha rivelato perché non si vedeva nel ruolo.

In un’intervista con BBC Women’s Hour , ha detto che era stanca dopo aver recitato nel dramma medico This Is Going To Hurt , dove interpretava Shruti. “È stata un’esperienza davvero travolgente per me”, ha detto Ambika. “Nessuno ti prepara mai veramente per quel momento, specialmente quando le persone sono davvero interessate a uno spettacolo. La mia tazza [traboccava].”

Ambika Mod - One Day set
© 2022 Netflix, Inc.

Poi, quando è arrivata l’audizione per Emma, ​​ha condiviso che non si vedeva interpretare un personaggio del genere. “Onestamente non mi vedevo interpretare un ruolo romantico“, ha continuato.

“Non si vedono molte donne di colore sullo schermo come protagoniste romantiche. Non si vedono mai donne così in quella posizione. Ci è voluto molto durante il processo e le riprese per farmi dire, ‘Oh sì, sono io questo personaggio‘. Beh, pensiamo che Ambika sia assolutamente brillante nel ruolo di Emma in One Day. One Day è ora in streaming su Netflix.

One Day narra la storia di Emma Morley e Dexter Mayhew, che si parlano per la prima volta il 15 luglio 1988, la sera della loro laurea. La mattina seguente prendono strade diverse, ma dove saranno in questo giorno ordinario il prossimo anno, l’anno dopo e ogni anno successivo?

In ogni episodio ritroviamo Dex ed Em in questo giorno particolare, un anno più vecchi, mentre crescono e cambiano, si ritrovano e si separano, vivono gioie e delusioni. One Day è una storia d’amore che copre un periodo di decenni tratta dal bestseller internazionale di David Nicholls.

One Day: le maggiori differenze tra la serie TV di Netflix e il libro

La nuova serie Netflix One Day (qui la recensione) segue Dex (Leo Woodall) ed Emma (Ambika Mod) nel loro rapporto in continua evoluzione nell’arco di 20 anni. I fan del libro di David Nicholls non rimarranno delusi da quanto adattamento, particolarmente fedele al testo originario. Naturalmente, non mancano alcune cose riproposte in modo diverso, ma questi cambiamenti non distraggono dal godimento generale della serie e spesso si tratta di cambiamenti che migliorano il racconto. Scopriamo allora le maggiori differenze tra la serie e il libro.

Le differenze tra One Day di Netflix e il libro di David Nicholls

La scena iniziale

Nella serie: La serie si apre prima che Emma e Dex si incontrino ufficialmente, con entrambi che festeggiano la laurea e vediamo che il loro incontro avviene nel momento in cui Dex si avvicina a Em sulle scale della festa per parlarle.

Nel libro: Il libro, invece, si apre con Emma e Dex che già si conoscono e hanno una relazione, mostrandoceli a letto mentre parlano del futuro.

Il viaggio ad Arthur’s Seat

Nella serie: Durante il primo episodio della serie vediamo Dex ed Em recarsi ad Arthur’s Seat e trascorrere lì la giornata prima di tornare al suo appartamento, dove vengono accolti dai suoi genitori.

Nel libro: Questa scena accade più in là nel libro, tuttavia scopriamo cosa hanno fatto la coppia nel loro primo giorno insieme solo alla fine del romanzo, dopo la morte di Emma.

One Day 1990

1990

Nella serie: Il terzo episodio ci porta nel 1990, dove Dex è già un presentatore televisivo ed Emma si è trasferita da Tilly e lavora in un ristorante messicano.

Nel libro: Nel libro, invece, nel 1990 Dex è ancora in viaggio, questa volta in India dove incontra un produttore televisivo che gli dice che sarebbe bravo in TV, mentre Emma è al suo primo anno di lavoro al ristorante. Da questo momento in poi lo show televisivo è sempre circa un anno avanti rispetto alla cronologia del libro, poiché ciò che accade nell’episodio tre in realtà dovrebbe essere nel 1991 e non nel 1990.

Viaggio in Grecia

Nella serie: Nella serie, il viaggio in Grecia si svolge nel 1991 e presenta differenze riguardo gli eventi che accadono durante questo viaggio, come i vestiti che vengono rubati a Dexter.

Nel libro: Nel libro il viaggio è ambientato nel 1992 e dopo il tuffo in mare di Emma e Dexter, i suoi vestiti vengono rubati da una persona del posto e deve tornare in hotel a piedi in un sacco pesante avvolto intorno la sua vita.

Tilly e Dexter

Nella serie: Per tutta la serie Tilly è un’amica molto più affidabile per Emma e sembra essere qualcuno da cui dipende veramente. È anche molto favorevole a Dexter e i due sembrano essere semplicemente amici.

Nel libro: Tuttavia, nel libro, Tilly non è descritta come la più affidabile delle amiche e, cosa più importante, lei e Dexter dormono insieme una volta nel 1992, cosa che non compare nella serie.

L’incontro con la pubblicazione del libro di Emma

Nella serie: l’incontro tra Emma e la casa editrice non viene mai mostrato nella serie e l’abbandono di Dex dal suo programma televisivo è combinato con l’episodio dell’incontro con la famiglia di Sylvie.

Nel libro: Nel capitolo del 1997 Emma va a una riunione editoriale molto imbarazzante che si rivela essere un colloquio per il lavoro della tata dell’editore e quel capitolo vede anche Dex escluso dal suo programma televisivo.

Il matrimonio di Tilly

Nella serie: Nella serie TV il marito di Tilly si chiama Graham e diventa un personaggio comico negli episodi successivi.

Nel libro: Nel libro, invece, il personaggio ha semplicemente un nome diverso: Malcolm. Al matrimonio di lui e Tilly, Emma fa anche un discorso, a differenza della serie.

Il nome dei libri di Emma

Nella serie: I libri per bambini di successo di Emma parlano di un personaggio chiamato Nisha Halliday.

Nel libro: Nel romanzo parlano invce di un personaggio chiamato Julie Criscoll.

One day episodio finale

L’episodio 13 di One Day

Nella serie: L’episodio 13 comprende il tempo trascorso da Dex ed Em a vivere insieme. Il primo anno vede Dexter acquistare il negozio con Emma, ​​Jasmine venire in visita e la coppia decide di volere un bambino nel secondo anno, fino al terzo e ultimo anno, il 2002, in cui Emma muore tristemente.

Nel libro: La sequenza temporale è leggermente diversa. Nel 2002 Dexter ha già acquistato il negozio e proprio quel giorno avviene la visita di Jasmine. Nel 2003 la coppia si reca in una casa per le vacanze nel North Yorkshire, dove parlano del loro matrimonio e giocano a Scrabble. E poi alla fine Emma muore nel 2004.

La chiacchierata di Ian con Dexter

Nella serie: Nel secondo anniversario della morte di Emma, Ian e il resto dei cari e vicini di Dexter e vengono a tenere compagnia a quest’ultimo. Prima di partire per tornare nel Devon, Ian parla con Dexter in giardino di Emma e di quanto Dexter abbia reso Emma felice.

Nel libro: Ian dice ancora queste gentili parole nel libro, tuttavia le scrive in una lettera nel primo anniversario della morte di Emma nel 2005.

Il finale di One Day

Nella serie: L’episodio finale della serie si apre con Emma e Dex a casa di Dex a Natale, prima di mostrare Dexter che si ubriaca ad una festa di compleanno per bambini, per poi ubriacarsi ancora di più man mano che la notte prosegue da solo. Finisce a casa di Sylvie e lei chiama suo padre, che viene a prenderlo e riportarlo a casa.

Poi si salta avanti di un anno, fino al secondo anniversario della morte di Emma, ​​dove tutti si riuniscono per celebrare l’anniversario della morte di Emma. E nel terzo anniversario Dexter, suo padre e Jasmine si recano a Edimburgo per riflettere sulla vita di Emma.

Nel libro: gli ultimi tre anni del romanzo cambiano in modo molto diverso rispetto alla serie televisiva. Nel primo anniversario Dexter porta i dipendenti del suo bar a bere qualcosa prima di proseguire da solo e per fortuna non è coinvolta alcuna festa per bambini. La storia segue la stessa della serie con Sylvie e suo padre che lo aiutano.

Il secondo anno vede Dexter nel suo nuovo appartamento e che ora esce con Maddy, la direttrice del suo bar. E invece di avere tutti intorno a parlare di Emma, ​​chiama semplicemente ogni persona per parlare di lei. E il terzo anniversario della sua morte vede Dexter, Maddy e Jasmine recarsi a Edimburgo.

Dakota Johnson ha spiegato perché odiava girare The Office

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Dakota Johnson ha spiegato perché odiava girare The Office

La breve esperienza di Dakota Johnson nella versione americana di The Office è stata apparentemente il “periodo peggiore” della sua vitaLa 34enne è apparsa in un recente episodio di Late Night with Seth Myers, dove ha fatto un viaggio nel suo passato con il conduttore.

Durante la chiacchierata, Dakota ha ammesso che il suo piccolo ruolo nel finale del 2013 quasi non valeva la pena e che la sua esperienza non era quella che si aspettava. Per disfare le valigie, la star di Madame Web ha rivelato per la prima volta che amava lo spettacolo “così tanto” e quando le è stato chiesto di partecipare, è stato un ovvio “sì”.

Tuttavia, secondo Dakota Johnson, è stato “il periodo peggiore della mia vita” per una serie di ragioni. Uno, nonostante il suo ruolo fosse solo minore, è stata richiesta sul set molto più a lungo del necessario.

Anche se inizialmente pensava che avrebbe dovuto “presentarsi, per circa mezza giornata“, The Office si è rivelato un impegno molto più grande di quanto si aspettasse. “Sono stata lì per due settimane, e sono a malapena presente nel fottuto spettacolo“, ha ricordato.

Nel frattempo, Dakota ha anche fatto luce sull’ambiente scomodo sul set, a causa del fatto che alcuni dei membri del cast di lunga data non andavano d’accordo in quel momento. Erano tristi“, ha confessato, prima di aggiungere: “E inoltre, c’erano strane dinamiche che erano andate avanti negli ultimi 10 anni.”

Dakota ha poi spiegato che “alcune persone non si parlavano“, il che la rendeva imbarazzante come nuova arrivata. Ha detto: “Sono arrivata come, ‘Hahaha, sono così entusiasta di essere qui‘, e nessuno voleva parlare con me, a nessuno fregava un ca**o. Ed ero come sullo sfondo di tutte queste scene, faxando cose“, ha concluso.

One Day: recensione della serie su Netflix

One Day: recensione della serie su Netflix

“Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”, cantava Antonello Venditti in Amici mai, uno dei suoi brani più famosi. Una frase che rispecchia a pieno il rapporto di Emma e Dexter, protagonisti già conosciuti nel 2011 con il film One Day diretto da Lone Scherfig, che Netflix ripropone in formato seriale con l’omonimo titolo. Sempre loro al centro di una storia in cui amore e dolore si intrecciano, e il tempo e la lontananza invece di separare avvicinano sempre più, perché ci sono alcuni legami destinati a esistere (e resistere) nonostante la vita prenda pieghe diverse. One Day, la serie, doveva essere il momento, o meglio l’occasione, per focalizzarsi su concetti e incastri su cui, per questioni di lunghezza, il lungometraggio precedente non si era potuto soffermare, scavando nelle profondità d’animo dei personaggi e cogliendone le sfumature più nascoste.

Un’operazione però non del tutto riuscita, e lo diciamo a malincuore, considerato che le carte in regola per essere un prodotto di assoluto valore narrativo le aveva, ma non ha saputo sfruttare al meglio le sue potenzialità e distaccarsi da quelle narrazioni romantiche in cui si è detto già tutto e allo stesso identico modo. Neanche i protagonisti, astri nascenti del panorama cinematografico britannico, sono riusciti a sollevare le sorti di One Day, che come spiegheremo in questa recensione fatica a brillare, soffocato in primis da uno script che non esalta né gli attori – Leo Woodal (Dexter) e Amika Mod (Emma) – né il contenuto trasposto dal romanzo di David Nicholls.

One Day, la trama

15 luglio 1988, Edimburgo. Emma e Dexter hanno raggiunto una delle prime tappe più importanti della vita: la laurea. Ballano, bevono, si divertono nel cortile dell’università dopo aver tagliato il traguardo, prima di pensare a ciò che sarà il domani, fatto di responsabilità e lavoro. Soprattutto perché il domani, almeno per Emma, segna l’ingresso nell’età adulta, un passaggio che la porterà a raggiungere, magari, uno dei suoi sogni più grandi: vivere di scrittura. Sono giovani, Emma e Dexter, sono pieni di speranze, idee, desideri e proprio in quella calda notte di divertimento puro si incontrano e hanno un momento di intimità insieme, che però non sfocia nell’atto sessuale.

Si baciano sì, ma parlano anche del futuro, su ciò che diventeranno. Dopo quella sera, i due si ripromettono di vedersi, ma per una strana coincidenza del destino si incontreranno nuovamente solo ogni 15 luglio successivo, che andrà a scandire non solo il tempo che passa e la loro crescita personale, ma anche il loro rapporto, diventato un’amicizia indissolubile nonostante le loro differenti personalità, ambizioni e ceti sociali. Fino a quando, ad un certo punto, l’amore non bussa alla porta…

One Day serie tv Netflix
Credit-Netflix

Una narrazione che non va da nessuna parte

Sin dal primo episodio di One Day ci si rende conto che nei confronti del materiale cartaceo di partenza non ci si è voluti quasi per nulla discostare, preferendo al contrario – e purtroppo – seguirne pedissequamente gli eventi in maniera fin troppo didascalica e noiosa. Nessuna licenza poetica, e quanto pare nemmeno la voglia di esprimere una propria visione artistica riguardo l’opera da cui la serie saccheggia ogni minimo particolare senza però da una parte elaborarlo per il medium televisivo, e dall’altra lasciare spazio a una fresca o quanto meno studiata messa in scena, trasformandosi invece nel solito racconto dall’estetica patinata – e facilmente scartabile – già visto in piattaforma.

Non aggiunge niente di nuovo, One Day, neppure rispetto al “fratello gemello” del 2011, seppur il formato seriale dia modo – per tempi e linguaggi – di poter approfondire certi aspetti tematici, come poteva essere in questo specifico caso la storia di crescita di due giovani che maturano insieme nonostante la distanza, i rapporti di amicizia, l’amore che va oltre l’estrazione sociale, l’alcolismo di Dexter o la determinazione di Emma nel trovare il proprio posto nel mondo e far avverare i suoi sogni, andandoli tuttavia a sacrificare tutti.

Argomenti, in realtà veri e propri pilastri della narrazione, che avrebbero meritato un’attenzione in più e soprattutto un impegno maggiore da parte dei vari comparti tecnico-artistici, presentando invece dialoghi dalla bassa qualità, scarni di contenuto e per nulla incisivi, una regia poco ispirata ed episodi dal minutaggio breve – pur essendo 14 – che parlano di tutto non soffermandosi mai davvero su niente che possa innalzare la portata drammatica e amorosa della serie, o dare tridimensionalità ai protagonisti con i quali non si crea un ponte empatico a tal punto da restare coinvolti emotivamente a pieno nel finale.

Il risultato è un’occasione mancata su ogni fronte: da un lato la possibilità di raccontare una generazione che si evolve, le difficoltà che si incontrano lungo il cammino, la caducità dell’esistenza, dall’altro regalare un prodotto che pur parlando d’amore non si fermasse allo stereotipo – lui bello, ricco e biondo, lei umile e sfortunata, che pensa siano troppo diversi – ma guardasse oltre, superando un confine che ancora forse per questo genere di opere non si è pronti a scavalcare.

Oscar 2024: Jimmy Kimmel e Weird Barbie in viaggio verso Hollywood

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Jimmy Kimmel si avvia verso Hollywood e verso il Dolby Theatre nello spot degli Oscar 2024, ma lo fa in compagnia di Weird Barbie (Kate McKinnon). Lo show man che torna sul palco per presentare la serata dei 96ª Oscar si lascia trascinare in uno spot che omaggia chiaramente Barbie di Greta Gerwig, con tanto di cenno alla polemica per la mancata nomination a Gerwig alla regia e con la collaborazione non solo di McKinnon, ma anche di America Ferrera e Ryan Gosling, entrambi nominati per il film.

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Oscar 2024: tutte le nomination

Piccoli Brividi: Disney+ rinnova la serie per una seconda stagione

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Disney Branded Television ha annunciato di aver dato il via libera alla seconda stagione della serie di successo Piccoli Brividi per Disney+. Prodotta da Sony Pictures Television, la nuova stagione sarà composta da otto episodi e presenterà un nuovo capitolo della saga di “Piccoli Brividi“ con un tocco antologico: una storia, un’ambientazione e un cast nuovi di zecca basati sulla serie di libri di R.L. Stine, bestseller mondiali di Scholastic. La notizia è stata annunciata durante il Television Critics Association Winter Press Tour 2024 che si è tenuto a Pasadena, in California.

Nella prossima stagione, due fratelli adolescenti scoprono una minaccia nella loro casa. Da quel momento si innescano una serie di eventi che li porterà a svelare un mistero oscuro. Esplorando l’ignoto, i due si ritroveranno invischiati nella storia di cinque adolescenti che scomparvero misteriosamente nel 1994.

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Il pubblico di tutto il mondo si è innamorato dei brividi, delle emozioni, del cuore e dell’umorismo della serie, che l’ha resa uno degli show più visti di Disney Branded Television dello scorso anno“, ha dichiarato Ayo Davis, president, Disney Branded Television. “Non vediamo l’ora di immergerci ancora di più nella brillante mente di R.L. Stine e di collaborare ancora una volta con Sony Pictures Television, Scholastic Entertainment e il nostro fantastico team creativo per portare un mistero completamente inedito su Disney+ per la seconda stagione“.

Siamo incredibilmente orgogliosi del lavoro dei nostri sceneggiatori, dei produttori, del cast e della troupe e della visione che hanno portato nella prima stagione, apprezzata da una nuova generazione di fan assieme a quelli che sono cresciuti nell’iconico mondo di R.L. Stine“, ha dichiarato Katherine Pope, president of Sony Pictures Television Studios. “Come quando si apre un nuovo libro della serie “Piccoli Brividi”, non vediamo l’ora di vedere come gli sceneggiatori ribalteranno le aspettative esplorando la serie con un taglio antologico. Grazie a Disney Branded Television, che rimane un partner costante in questo viaggio meravigliosamente spaventoso“.

Pubblicata da Scholastic negli Stati Uniti, “Piccoli Brividi” è una delle serie di libri più vendute di tutti i tempi, con oltre 400 milioni di libri stampati in 32 lingue. Nicholas Stoller (I Muppet) e Rob Letterman (Pokémon: Detective Pikachu) hanno sviluppato la serie e sono produttori esecutivi, insieme a Hilary Winston (Community), Neal H. Moritz (il franchise di Fast & Furious), Iole Lucchese (Clifford – Il grande cane rosso) di Scholastic Entertainment, Pavun Shetty (The Boys), Conor Welch (Platonic), Caitlin Friedman (Acquasilente) di Scholastic Entertainment ed Erin O’Malley (New Girl). La prima stagione di Piccoli Brividi è ora disponibile in streaming su Disney+.

A Killer Paradox: recensione del k-thriller Netflix

A Killer Paradox: recensione del k-thriller Netflix

Dopo il successo avuto a dicembre con My Demon e La Creatura di Gyeongseong, Netflix Corea è pronta a far parlare di nuovo di sé con un nuovo intenso thriller psicologico che, ispirandosi allo stile registico dei grandi maestri Bong Joon-ho (Parasite, Snowpiercer) e Park Chan-wook (Decision to Leave, Old Boy), esplora il sottile e controverso confine tra giusto e sbagliato, buono e cattivo, portando sul piccolo schermo una storia intrisa di drammi sociali e dilemmi morali.

Scritta da Kim Da-min e diretta da Lee Chang-hee, A Killer Paradox (titolo originale 살인자ㅇ난감) è composta da 8 episodi (di circa 50 minuti) ed è basata sull’omonimo Naver webtoon di Kkomabi. La serie è disponibile dal 9 febbraio su Netflix.

A Killer Paradox Trama

Lee Tang, interpretato da Choi Woo-shik (Parasite, Our Beloved Summer), è un giovane universitario che – dopo esser stato congedato dalla leva militare – si ritrova immerso in una profonda apatia e insoddisfazione a causa della mancanza di ambizioni e prospettive sul futuro.

Mentre sogna di partire per il Canada o l’Australia con la speranza di riscattarsi socialmente e non gravare più sulla sua famiglia, trascorre le giornate tra il suo squallido e minuscolo appartamento e il lavoro part-time in un (non sempre tranquillo) minimarket locale.

A Killer Paradox | In foto l’attore Choi Woo-shik (Lee Tang).

Il noioso mondo di Tang viene improvvisamente sconvolto una sera, quando si trova invischiato con due uomini ubriachi e molesti. Dopo una violenta lite, Tang, sopraffatto da uno scatto d’ira, uccide accidentalmente uno di loro colpendolo in testa. Spaventato e confuso, si rifugia in casa cercando di costruirsi un solido alibi per ingannare la polizia ed evitare la prigione. Tuttavia, poche ore dopo, accade l’impensabile: Tang scopre che l’uomo ucciso era in realtà un pericoloso serial killer e che, sorprendentemente, la polizia non trova prove che possano collegare lui.

Pur non essendoci sue tracce, però, il determinato detective Jang Nan-gam, interpretato dal magnetico attore Son Suk-ku (Sense8, The Roundup, My Liberation Notes), inizia ad avvicinarsi al giovane sempre più finché, a causa di un pericoloso e minaccioso testimone, Tang si macchia di un nuovo inaspettato omicidio da cui parte così un tragico e inquietante “effetto domino della morte”.

Un mondo senza giustizia né eroi

Bullismo, corruzione, abusi di potere, violenze sessuali, suicidi e tradimenti. A Killer Paradox raccoglie i temi più dolorosi, critici e problematici della società contemporanea – e soprattutto di quella sudcoreana – per mescolarli a una storia in cui la linea sottile che divide bene e male è così labile e confusa da non lasciar spazio né a santi né eroi.

Quando Tang incontra il solitario nerd Roh-Bin (Kim Yo-han), si convince di aver finalmente compreso il suo destino nel mondo: quello di giustiziere, un vigilante in grado di estirpare tutti quegli individui che seminano odio, sofferenza e terrore. Seguendo solamente i suoi impulsi, Tang elimina senza alcuna esitazione e con altrettanta crudeltà assassini e criminali, guadagnandosi agli occhi di Roh-Bin il titolo di un moderno Batman, un eroe con cui, idealmente, forma un’alleanza sotto il nome “Only for Heroes”, col fine di portare giustizia dove la polizia non è riuscita a farlo.

A Killer Paradox | In foto l’attore Son Seok-koo nei panni del detective Jang.

Ma per quanto Roh-bin si sforzi a voler credere negli eroi, nessuno dei protagonisti agisce spinto da un puro e sincero desiderio di giustizia. Tang, il detective Nan-gam, il ricercato Song Chon (altro protagonista chiave, interpretato da Lee Hee-Jun, già visto recentemente in Badland Hunters) e lo stesso Roh-bin non sono alla ricerca di giustizia, ma vendetta. Ognuno di loro, infatti, porta con sé i profondi e tormentati segni di un mondo che li ha calpestati, abbandonati, traditi e rinnegati.

Una orrorifica e grottesca festa visiva

Al di là del cast di talenti e della trama accattivante, che sotto alcuni aspetti ricorda il k-thriller poliziesco Vigilante di Disney Plus con Nam Joohyuk, la bellezza della serie di Lee Chang-hee risiede in particolar modo nella maestria della regia e del montaggio, elementi che giocano un ruolo fondamentale nel creare un’esperienza visiva unica e avvincente per il pubblico.

Attraverso l’uso sapiente delle tecniche cinematografiche, infatti, A Killer Paradox coinvolge lo spettatore in un “viaggio noir” che – tra realtà, intimismo e onirismo – riesce a trasmettere emozioni profonde e contrastanti. Inoltre, la narrazione incalzante e frenetica produce un climax di tensione e suspense che ammalia e rapisce lo spettatore, mantenendo viva l’attenzione e l’interesse fino all’ultima scena.

A Killer Paradox – In foto (da sinistra a destra) Choi Woo-shik e Son Seok-koo.

Nonostante la mancanza di un esaustivo approfondimento psicologico dei protagonisti, A Killer Paradox si rivela un cocktail allucinante di adrenalina e critica sociale che, insieme alla particolare tecnica cinematografica e alla narrazione frenetica, riesce a consacrarsi come la prima grande uscita Netflix sudcoreana del 2024.

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